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1 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO IV. Numero delle Tragedie Spagnuole de’ Secoli XVI., e XVII. » pp. 20-25
co l’esercizio della compassione, l’affetto più proprio dell’umanità. Sono compatibili, io diceva, gli Stranieri, i quali as
morsi Lampigliani per quel poco di compassione da me mostrata. Nò non sono scusabili gli Stranieri, grida il rigido Apologis
e gl’Italiani non conobbero la Tragedia nel secolo XVI., poichè poche sono le ben regolate Tragedie Italiane in confronto de
e parole ririferite stà a disagio la Storia, e la Logica. Inprima non sono tante le migliaja de’ nostri Drammi: ed è pregio
ate che siano); ed egli replica: Voi ne avete poche ben regolate. Non sono queste due quistioni distinte? Trattiamo ora quel
ello di quindici o sedici, inchiudendovi però anche le non regolate1. Sono , vale a dire, forse una per ogni migliajo di altr
ragone del numero delle Tragedie Spagnuole con quello delle Italiane. Sono più di cinquanta i Letterati di nome che hanno co
atini non hanno conosciuta l’Epopea? Queste vostre, Signor Lampillas, sono ragioni, o arzigogoli? Nè crediate che sia la ste
uali fa passeggiera menzione il Signor Montiano nel II. suo discorso. Sono queste: La Honra de Dido restaurada, e la Destrui
2 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Osservazioni »
tratti; ma già si sa che i giornalistici enciclopedici di Bologna non sono nè Bayle, né Bernard, né le Clerc, né gli autori
cali per poter discernere il vero dal falso in cui purtroppo, se rari sono gli autori che non v’incorrino, quanto più facilm
rse nel medesimo circa la musica e circa l’opera italtana, che non ci sono sembrate conformi all’idee giuste che dobbiamo av
riori, cioè argomentando dagli effetti che produceva l’una, e che non sono stati mai generati dall’altra. Di fatti il parago
presentazioni tragiche contendono co’ trofei, e che Eschilo e Sofocle sono paragonabili co’ più gran capitani. [16] Ma nulla
passi che potrebbono addursi in conferma, basterà riportarne due, che sono decisivi. Il primo è di Tertulliano nell’Apologet
nel libro sesto delle istituzioni: «La celebrazione degli spettacoli sono feste de’ numi, e si fanno per sollenizzare il lo
enza parlare dei più antichi, quelli dello Zeno, e del Metastasio non sono ornati di ottime massime religiose, morali e poli
precetti del legislatore Xenchia. GIORNALISTA. [20] «Se poi talvolta sono malamente eseguiti dai guastamestieri (che abbond
fuori delle cose pellegrine. Secondo l’estrattista se i nostri drammi sono talvolta malamente eseguiti dai “guastamestieri”
rsi da quelli del coro. Nelle sue Eumenidi, oltre il coro delle furie sono Pizia, Apollo, Minerva, Oreste, e l’ombra di Clit
autore. Ma oltreché le nostre opere, come abbiam detto di sopra, non sono prive di massime filosofiche e morali ecc., ma ta
a ragione che la detta separazione abbia ad esse pregiudicato, poiché sono libere ed esistono da se stesse; e sebbene unite
he la velocità d’un corpo è la stessa quando le forze che lo spingono sono divergenti, o contrarie, che quando l’azione loro
noscessero o no il contrappunto, pare che voglia dare a credere ch’io sono per la negativa. Quest’è una mancanza d’esattezza
negativa. Quest’è una mancanza d’esattezza e di buona fede. Io non mi sono deciso né per l’una, né per l’altra opinione. All
ed un dubbio così decisivo in un’altro fanno chiaramente vedere ch’io sono ben lontano dal voler pigliare partito in così fa
e condurre i motivi, in una parola le bellezze estetiche dell’armonia sono pervenute ad un grado di eccellenza sconosciuto a
a oh mio Signor Manfredini dolcissimo! Voi non siete Pitagora, ned io sono pitagoreo per ammettere come testo canonico il vo
«O son favolosi o alterati tali prodigi.» RISPOSTA. [32] Tai prodigi sono certamente favolosi, se per prodigi intendete il
, o il farsi ubbidire dai delfini, come si racconta da Arione. Ma non sono né favolosi, né alterati, se per prodigi s’intend
entilisce lo spirito, non più il progresso della filosofia e dei lumi sono a’ nostri tempi le cagioni che hanno “umanizzata
poesie noi non usiamo di porle in musica alla maniera delle arie che sono più proprie a tale assunto; e altro è che la nost
ché, se si fa tal musica a della poesia quasi prosaica e barbara come sono certe composizioni latine ecc, tanto più si deve
ù si deve poterla fare a delle composizioni veramente melodiche, come sono le suddette cannoni pindariche ecc.» RISPOSTA. [
stesso che sapere la quantità, perocché in grammatica e in filosofia sono due cose differentissime, e un giovinetto da scuo
a in tutto alla poesia, e all’argomento della medesima: e in tal modo sono espresse le più belle composizioni che ora abbiam
e le proposizioni dell’avversario sopprimendo tutte le ragioni su cui sono appoggiate. I due canoni che prescrive il Signor
d’una stessa misura, e che il sentimento delle parole sia lo stesso, sono piuttosto regole di ciò che dovrebbe esser che di
di essere poco iniziato. Egli asserisce p. e. che gli intervalli che sono in uso nella nostra armonia si riducono all’ottav
in questo caso. Ei mi rimprovera perché noverando gli intervalli che sono in uso nella nostra armonia, non ho fatto parola
ché non ho detto che tutti gli altri intervalli a riserva dell’ottava sono triplicati. Buon per me che il rimprovero non cad
gono) non può formarsi se non da tanti determinati intervalli i quali sono semituono, tuono, due terze maggiore e minore, qu
orse nominato il tuono, e il semituono? E il tuono e il semituono non sono essi appunto gli intervalli che si chiamano con a
te l’Alembert nella introduzione a’ suoi elementi di musica, «Le ton, sono le sue parole, s’appelle encore seconde majeure e
llio. Così potrebbe con eguale giustezza rimproverarmi, perché non mi sono avvisato di dire che la terza minore si nomina qu
é le parti subalterne agiscono anch’esse coi rispettivi movimenti che sono diversi in ciascuna dal movimento della parte pri
ento della parte principale, e gli intervalli per cui scorrono quelle sono di natura differente da quella degli intervalli p
tà dei tre rispettabili professori che adduce in favor suo ancor esse sono inutili su tal questione. stanteché il Tartini, i
i su tal questione. stanteché il Tartini, il P. Martini e il Marcello sono stati certamente grandi uomini, ma ebbero i loro
el Carissimi, del Palestrina ecc. a preferenza delle più moderne, che sono cento volte migliori e più perfette?» RISPOSTA.
liori e più perfette?» RISPOSTA. [57] Queste quattro righe altro non sono che un gruppo d’inesattezze e di false supposizio
zzatori, perché ho lodato Palestrina e Carissimi, due compositori che sono stati ricolmati di lodi dai più accreditati scrit
commendate l’opere del Carissimi a preferenza delle più moderne, che sono cento volte migliori e “più perfette”, lo che è f
i recitativi del Carissimi, perché fra quelli de’ suoi contemporanei sono i meno ingombrati di contrappunto. GIORNALISTA.
Per criticar poi la musica delle nostre arie, adduce quei difetti che sono già stati conosciuti da tanti altri, e dei quali
compositori se ne astiene, e in cui veramente i bravi maestri mai non sono incorsi. Essi infatti non hanno mai fatti ritorne
ISPOSTA. [64] Se i difetti da me apposti alla musica de’ nostri tempi sono stati conosciuti da tanti altri, essi adunque son
a de’ nostri tempi sono stati conosciuti da tanti altri, essi adunque sono verissimi, e il quadro ch’io ho proposto non è pe
uantunque gli aprissero un bel campo di farsi onore difendendoli) non sono cavati dalla ciurma, ma dalle opere di compositor
perché ned egli né le sue Regole armoniche fanno autorità, quando non sono avvalorate dal giusto ragionamento. GIORNALISTA.
ssargli il mio torto; ma essendosi contentato di dire in generale che sono “inconcludenti, e false” senza provarlo, non poss
re dal Borghi, dall’Andreozzi, dall’Astaritta e da più altri, che non sono né Gluck, né Anfossi, né Paesello, né Sarti, né G
amare e senza ripetere ciò ch’è stato già detto da altri (cioè che vi sono molti guastamestieri che le regole non sono ancor
tto da altri (cioè che vi sono molti guastamestieri che le regole non sono ancora tutte perfette; e che se anche lo fossero
ostenere con zelo apostolico che la maggior parte dei moderni maestri sono dottissimi, che intendono a meraviglia la lingua
lingua latina, e gustano le più intime squisitezze della toscana, che sono versatissimi nella poesia, e nella letteratura, c
ca, se lo hanno ancora per tutte le altre cose, e se a quelli che non sono automi viene infuso dalla natura? Dunque, perché
ioè per percepire e combinare l’idee. Tutti gli oggetti dell’universo sono legati fra loro e quasi direi in dipendenza scamb
e, e delle agitazioni mai più sentite. L’una e l’altra di queste cose sono la rovina delle arti e delle belle lettere, imper
egli autori come gli itterici veggono negli oggetti la giallezza onde sono tinti gli umori de’ propri occhi. Ma esaminiamo o
cadendo, come cade infatti, sui mediocri, invece di provare ch’io mi sono contraddetto altro non prova se non ch’egli preci
o anche molto le buone rappresentazioni teatrali; e se gli spettacoli sono necessari e vantaggiosi ad una colta nazione per
i facoltà, dei quali pregi tutti, se gli stranieri stessi, quelli che sono giusti ed imparziali non ne fossero persuasi non
giovano molto le buone rappresentazioni teatrali, e se gli spettacoli sono necessari ad una nazione per trattenerla con qual
e quinto, che compiscono questo secondo tomo, grazie al cielo non vi sono tante opinioni che ci facciano dubitare di loro c
tante opinioni che ci facciano dubitare di loro certezza, ma anzi vi sono tante belle verità, specialmente sopra l’infame u
tre seguenti capitoli del secondo tomo dell’edizione bolognese non vi sono secondo l’estrattiva tante opinioni che gli facci
incipi ond’io parto per esaminare lo stile del moderno canto italiano sono gli stessi stessissimi, che mi serviron di scorta
scorta per disaminare lo stile delle moderne composizioni. Se questi sono falsi, anche falsi devono essere quelli del canto
lognese, il secondo tomo della quale fui costretto per motivi che non sono di questo luogo a non riconoscere per mio, avrebb
a insidiosa. Di più, non indicando in qual luogo delle sue opere, che sono comprese in molti volumi, abbia quel dotto ed eru
disaminare le sue ragioni, né accusare di falsiti il giornalista. Due sono le dissertazioni dove il celebre avvocato napolit
edizione d’Euripide s’applicano al coro e alla confidente. 3. I versi sono giambici, come tutti gli altri di puro recitativo
Cose infami, inaudite, da farne stupire, inique, insopportabili! Dove sono i castighi contro gli ospiti?» Lo stesso dico del
fanno, non gli espongono se non mutilati, e così mal conci che appena sono riconoscibili. Le cagioni di questo fenomeno non
onci che appena sono riconoscibili. Le cagioni di questo fenomeno non sono difficili a ritrovarsi. 1. Il canto moderno alter
LISTA. [99] «Quindi non è colpa della musica se tante volte le opere sono malamente composte, e peggio eseguite, e la quest
sto nelle anzidette facoltà, io ho avuto ogni ragione di dire ch’esse sono al presente nella loro decadenza; giacché lo stat
alista, il quale finora altro non ha fatto che menar rumore perché mi sono mostrato poco contento dello stato presente della
ezza de’ bravi artisti e che l’opere che al presente si rappresentano sono mal composte, e peggio eseguite». «Quo teneas vu
, i suoi perfetti monumenti non possono essere sì antichi come quelli sono di pittura e di scultura, arti perfezionate molto
i del nostro secolo fossero state buone, lo sarebbero ancora, come lo sono alcune del Lulli, del Corelli, dello Scarlatti, d
lenti nell’arte di comporre. Manfredini.» RISPOSTA. [103] Io non mi sono contentato di dire che la nostra musica non ha un
el luogo, o di critiche frivolissime che spariscono da sé tostochè si sono rilette le mie parole. È poi una incoerenza delle
o estratto «di segregare il vero dal falso, in cui pur troppo se rari sono gli autori che non v’incorrino, quanto più facilm
olle gli dia un diritto d’infallibilità quando parla a coloro che non sono della professione. Se questi devono avere la prud
209. [NdA] Questo morbo non si stende al solo Signor Manfredini; ne sono compresi anche i letterati. Niente v’ha di più co
l nuovo intrepido come Orazio al Ponte. Gli oggetti poi della disputa sono stati secondo lui della più singolare novità, e d
3 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquinto »
he si cavano da un principio riconosciuto come incontrastabile, tutti sono in istato di rilevare l’esattezza di quelli, e d’
dalle idee dominanti in una nazione o in un secolo; le relazioni loro sono così fine, così complicate, così difficili; la na
nne permettevano a’ poeti di essere mediocri150. [3] Ora i sommi geni sono assai rari in qualunque genere. Talvolta molti se
di Minerva le vuol coltivare. In tal caso le arti e le belle lettere sono come i vaghissimi colori dell’iride allorché si r
coloro cioè che ronzan dintorno alle più fangose paludi del Parnaso, sono appunto i soli che ardiscano a metter mano in una
o, una gamba, od una testa. Ma il fatto è che quelli squarci staccati sono egualmente cattivi e peggiori forse che non è il
in occasione di laurea o di sposalizio. [7] La poesia e la musica si sono ristrette a vicenda formandosi certi cancelli poe
o diretto tutto ciò ch’è suono, e per indiretto molte cose che non lo sono , tuttavia questa idea generale si circoscrive di
non ogni favella, non ogni tuono di essa è proporzionato al canto. Lo sono unicamente quelli che hanno inflessione chiara e
seco un significato da per se che non si confonda con verun altro. Lo sono i tuoni variati e distinti o per la loro gravità
o di voce non potrebbe divenir oggetto d’imitazione per la musica. Lo sono gli accenti che formano il tuono fondamentale d’u
otal movimento, avrà un tuono fondamentale che le serva di regola. Lo sono finalmente tutti i tuoni analogi al fondamentale,
egli oggetti insomma i quali benché non siano afoni di sua natura, lo sono tuttavia rispetto alla musica vocale, perché non
perché più conforme al presente stato politico della società, non si sono limitati alla rappresentazione di quelle due sole
n coincidere spesso e ripetere le cose medesime, perché le situazioni sono a un dipresso le stesse in tutti i drammi, e perc
, i lumi, le decorazioni, le comparse, i cangiamenti di scena, queste sono le bellezze che si sostituiscono in oggi sul teat
tile 155, i poemi drammatici. La cagione si è perché le orecchie, che sono le giudici nella epopea, ponno essere più facilme
hi innanzi ai quali si suppone che si rappresenti l’azione drammatica sono più disposti a discernere il falso dal vero, e pi
arnaso la mia. Incespo ad ogni passo, e se non bestemmio, si è perché sono un poeta dabbene. Voi vedrete questa mia ladra fa
è fama che dicesse Metastasio dopo averlo letto: «In questo dramma vi sono tutti i quattro Novissimi eccettuato il giudizio.
della catastrofe, e alla inverosimiglianza di alcuni incidenti. Tali sono fra gli altri il far che i numi infernali sconsig
qualche situazione che possa dirsi appasssionata, come per lo più lo sono gli avvenimenti d’Ipermestra e di Linceo, quelle
e per lo più lo sono gli avvenimenti d’Ipermestra e di Linceo, quelle sono ricopiate dal romano originale; del suo non ha eg
oderno musicale teatro. [17] Ma non tutti i poeti del nostro tempo si sono rivolti alla imitazion dei Francesi: molti ancora
ro tempo si sono rivolti alla imitazion dei Francesi: molti ancora vi sono che vollero piuttosto seguitar Metastasio nella s
aginazione dello spettatore non preparato ad un simile orrore. E tali sono ancora le danze fuori di luogo frapposte almeno n
poetico, varietà e delicatezza d’immagini espresse con ottimo gusto, sono le doti che caratterizzano l’Alessandro e Timoteo
i, perché nell’universo morale, come nel fìsico, le grandi catastrofi sono più rare, e perché, sebbene la vita umana sia una
paese. Ora le passioni tragiche non divengono musicali se non quando sono vicine alla violenza, e dall’altra parte la class
e più numerosa della società. Gli avvenimenti che vi si rappresentano sono frequentissimi nella vita comune. Ecco non pertan
omico. Ma bisogna andare più oltre. Le affezioni della gente popolare sono meno riconcentrate, e conseguentemente sono più a
ioni della gente popolare sono meno riconcentrate, e conseguentemente sono più aperte. I loro caratteri meno artefatti e per
a più facile esecuzione sì perché i tratti dell’oggetto rappresentato sono più spiccati e decisivi, come perché ritrova ovun
se ne trovano dieci nella musica buffa. [24] Mossi da tali ragioni vi sono di quelli che preferiscono ed amano, e mostrano d
sarà tutto di mia invenzione; tale a un di presso è stato fatto anni sono anche a me con un aria di persuasione capace di o
di teoria. «I bolognesi, (mi diceva egli) sbigottiti dal terremoto, sono stati gran tempo privi di teatrali divertimenti,
e in altre cose che poco o nulla mi rimane per voi. Inoltre le parole sono quello che meno interessa nell’opera e nel caso c
i da una stranezza di pensare innocente non i delitti odiosi e nocivi sono la materia propria della scena comica, che questa
il rimanente de’ personaggi parli assai poco, imperocché quei che mi sono toccati in sorte quest’anno cantano male. E sicco
nelle ariette principalmente, in quelle dove si può gorgheggiare come sono le romorose, o che chiudono qualche comparazione.
zi l’ultimo atto dovrebbe essere il più vivo e incalzante. Ma coteste sono sottigliezze dell’arte, nelle quali non me ne int
ù la Grotta di Trifonio, due commedie musicali di questo poeta che si sono rappresentate nell’imperial corte di Vienna e che
celebre francese Signor Thomas nella sua storia degli elogi cap. 39 « Sono in materia di lodi la moneta corrente del paese.
a vende, la dona, la compra o la riceve. Di tali generi di lodi ve ne sono per tutti gli uomini, e per tutti gli eventi. Si
senza che tali elogi facciano ni piccoli né grandi più di quello che sono coloro che gli fanno o che gli ricevono, e si rid
i autori, che avendo abbracciato un qualche genere di letteratura non sono stati ben accolti dal pubblico, si convertono per
4 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VIII. Teatro Lirico: Opera Comica: Teatri materiali. » pp. 177-187
a, uomini miracolosi dalla barba turchina, ed altre simili stranezze, sono i tesori del teatro lirico della Francia. Un cert
52, e lo stesso Marmontel53 dicevano che le rappresentazioni favolose sono la parte divina dell’epopea posta in ispettacolo.
convenevoli a’ Greci, a’ Romani e agl’ Italiani del XV e XVI secolo, sono proscritti in Francia fin anco nell’epopea? Perch
lta di commuovere. Quanto a’ maestri di musica, oltre ai nominati, si sono distinti in Francia Campra, Destouches, Mouret, C
te nel vaudeville, ma scrisse anche parodie e burlette con arie, come sono , il Mondo a rovescio, Bertoldo in città, il Cines
in questi ultimi anni le magie, i delirj e le più scurrili stranezze sono cresciute soprammodo nel paese dove nacquero Fedr
è quelle della Compagnia Francese, dell’Italiana e del Teatro Lirico, sono senza magnificenza, strette, prive di ogni gusto,
l mezzo siede il re. Ampliata Parigi nella parte detta il Baluardo si sono costrutti altri cinque teatrini da fiera, ne’ qua
sulla corda e si cantano drammi burleschi. I tre che si fecero prima sono : quello di Nicolet intitolato i Gran ballerini da
ico, e quello de l’ Ecluse nominato Varietà piacevoli. Gli ultimi due sono , l’uno degli Allievi del ballo dell’opera, l’ alt
francesi. Di figura ovale ha la platea lunga 54 piedi e larga 40; vi sono gradini intorno ed in faccia alla scena, e tre or
5 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO VII [IV]. Teatro Lirico: Opera Comica: Vaudeville. » pp. 192-230
a, uomini miracolosi dalla barba turchina, ed altre simili stranezze, sono i tesori del teatro lirico della Francia. Un cert
a, e lo stesso Marmontel b dicevano che le rappresentazioni favolose sono la parte divina dell’epopea posta in ispettacolo
convenevoli a’ Greci, a’ Romani ed agl’Italiani del XV e XVI secolo, sono proscritti in Francia sin anco nell’epopea? Perch
no più acconcio di semplicità campestre. Quante e quante volte non si sono ripetute queste giolive canzoni, Tant qu’ à mon C
e la bella Sallè acclamata per eccellente nella danza seria, le quali sono state celebrate nelle opere del Voltaire. Anche m
la Repubblica Francese e nel suo cangiamento in un vasto Impero, non sono mancati, nè componimenti eroici e piacevoli nè mu
endu, ed Epicure di Dumonstrier posto in musica da Mèhul e Cherubini, sono tutte opere mal riuscite. Beniouski, o gli Esigli
decente. La musica fu di Devismes. L’Ariodante, e Montano e Stefania, sono due opere tratte dall’episodio di Ginevra dell’Ar
he e di vaudevilles. Scrisse ancora parodie e burlette con arie, come sono il Mondo a rovescio, Bertoldo in città, il Cinese
tini che si reputa un modello di semplicità graziosa e di melodia. Si sono parimente rappresentate nel medesimo teatro ed in
io è composto di commedietto alquanto serie che per buona fortuna non sono molte, di una galleria vastissima di ritratti di
ellato de’ Tre autori, a’ quali suole unirsi per quarto Bourgueil. Si sono parimenti arrollati tra gli scrittori del Vaudevi
ttori del Vaudeville Despres, Deschamps, e i due Sègur. I più giovani sono Chaset, Jouy, Long-Chams, che sogliono seminarvi
rabbocchevolmente il riso. In tal componimento (dice un Francese) «vi sono venti strofe che per la grazia e per la delicatez
uesto medesimo soggetto. I migliori Vaudevilli del teatro de la Gaitè sono : l’Amour remouleur, le Gagne-Petit, l’Horologe de
le del Teatro Francese, della Commedia Italiana, e del Teatro Lirico, sono senza magnificenza, strette, prive di ogni gusto,
ique, e quello dell’Ecluse nominato Varietà piacevoli. Gli ultimi due sono quello degli Allievi del ballo dell’opera, e quel
l Bosco di Bologna. I nomi di alcune delle sale sceniche mentovate si sono posteriormente alterati, e se n’è costruita qualc
co vantaggio. I migliori componimenti, e che vi si ripetevano spesso, sono : la Lezione conjugale, ed il Diavolo color di ros
oufflot. Di figura ovale ha una platea lunga 54 piedi, e larga 40; vi sono gradini intorno, e dirimpetto alla scena, e tre o
ghe alla destinazione del luogo. Le facciate laterali e la posteriore sono decorate col medesimo ordine, ma in pilastri con
olonne doriche, il cui fondo ripete le cinque arcate dell’entrata che sono ad esse opposte, e formano altrettanti portici ap
ni in anfiteatro con balaustrata. Il secondo e terzo ordine di palchi sono negl’intercolunnii. Vi sono altresì tre scalinate
rata. Il secondo e terzo ordine di palchi sono negl’intercolunnii. Vi sono altresì tre scalinate in anfiteatro, cioè una in
6 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 73
l Marchetti : …… pongo auanti gl’occhi di Vostra Signoria Ill.ma che sono in Napoli con cinque persone carico di debiti fat
rouina di mia casa, che se io hauessi hauto minimo comando nel tempo sono dimorato in modona non mi sarei partito e non sar
ezia del 2 dicembre 1673, non sappiam bene a chi diretta, nella quale sono i ringraziamenti per l’avuta parte intera, e le a
7 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VI. Tragedia Cittadina e Commedia Lagrimante. » pp. 134-143
osto orrore che terrore tragico. Più lugubri, benchè meno sanguinose, sono il Conte di Cominge e l’Eufemia. Nell’uno si rapp
nel Disertore, ma non si accordano colle situazioni patetiche che vi sono . Commuove nell’Umanità l’angustia ove si vede rid
Filosofo senza saperlo, la Scommessa, Maillard o Parigi salvato, non sono stati così applauditi come il Disertore. Le Roi &
o, e meno nella lettura, per chi non ama la confusione de’ generi, si sono veduti sulle scene francesi. M. Louvais fe rappre
a rubar sulla pubblica via vicino ad essere impiccato. Le passioni vi sono vive ma meno tragiche e più proprie della commedi
plus sous un toit. Vous ne sentirez plus les atteintes de la misère. Sono assai vaghi questi tratti, e lo studioso giovane
, e nocerebbe alla tragedia. La quinta e l’ottava scena dell’atto III sono belle e teatrali. È patetica ma non terribile la
di Siviglia, e la Giornata pazza ovvero il Matrimonio di Figaro. Esse sono tratte da’ costumi spagnuoli ed abbondano di colo
la dipintura de’ costumi. Toccati con maestria e con pennello comico sono i caratteri di Fierenfat, Rondon, la Baronne. Sol
8 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Avvertimento al lettore per la presente edizione »
ata finora se non come un affare di puro istinto e d’abitudine, né si sono inalzati al di là della sua parte grammaticale. I
sono inalzati al di là della sua parte grammaticale. I teorici non si sono occupati che di regole, combinazioni e rapporti f
or estensione possibile il fin generale. [3] Dai principi onde parto, sono derivate naturalmente molte conseguenze che riusc
9 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO X. » pp. 112-139
molto talento, avete criterio, discernimento; vedreste che, se molte sono le dotte imitazioni dal Greco, e le traduzioni fa
nè sperate molto negli sforzi Logici e Rettorici, perchè dove i Fatti sono contrarj, questi sforzi sono languidi soccorsi, c
Logici e Rettorici, perchè dove i Fatti sono contrarj, questi sforzi sono languidi soccorsi, che, se volete, possono far nu
nguidi soccorsi, che, se volete, possono far numero, ma non già peso; sono come le foglie su di un cesto di frutta, che allo
rimanersi soggetti alle sobrie leggi della Verisimiglianza, le quali sono indispensabili per chi non è stravagante; ma pass
per chi non è stravagante; ma passarono agli eccessi1. “Non potendo” ( sono le parole da Voi addotte con qualche mutilazione)
già quella di Vescovi; nè Vescovi (se pure tutti i Frati per Voi non sono Vescovi) parmi che trovinsi introdotti ch’io sapp
soldati, ribelli, nemici della Patria, come Don Opa. Ed ivi ancora si sono veduti Frati, Eremiti, Parrochi, ed altri Ecclesi
so chi in Italia motteggiata dall’Apologista), che si recitò due anni sono . Il Brighella e l’Arlecchino Italiano, e queste r
e l’Arlecchino Italiano, e queste ridicolissime stranezze Spagnuole, sono uno sfogo necessario alla plebaglia e alle femmin
Italiani più di trenta Tragedie degne di leggersi, alcune delle quali sono entrate nella Raccolta cominciata dal Maffei, e s
e delle quali sono entrate nella Raccolta cominciata dal Maffei, e si sono sostenute con applauso in Teatro. Vi furono almen
el Malara), e le Commedie e Pastorali di merito passano il centinajo. Sono pochi Drammi per un secolo, e per l’Italia, ma no
tà di Pastori e Cacciatori? E ditemi, nell’archivio apologetico quali sono i tempi più luminosi? Fra quelli che non sono Apo
hivio apologetico quali sono i tempi più luminosi? Fra quelli che non sono Apologisti sono i tempi delle Scienze; e in quest
o quali sono i tempi più luminosi? Fra quelli che non sono Apologisti sono i tempi delle Scienze; e in questi tanti valentuo
di unità. I componimenti del Canonico Celano, del Tauro, del Pisani, sono di questa natura. Essi per vizio radicale si allo
si allontanano, non che dalla semplicità, da un viluppo ragionevole; sono carichi a dismisura di accidenti romanzeschi, fon
mper los corazones de la juventud”. Soggiugne: “Le Donne al principio sono tutte nobili, mostrano una fierezza che in vece d
le Commedie che oggi si rappresentano (a riserba di alcuna raristima) sono abominevoli per l’intendimento. La verisimilitudi
ne n’è bandita: la decenza negletta. Nelle Commedie Istoriche i fatti sono adulterati: in quelle d’invenzione si pensa solo
mmedia esser debbe specchio della vita, senza dubbio le vite presenti sono estremamente deformi a volerne giudicare da quell
mplar de la inobediencia, insultos, traversuras, y picardias”. Queste sono le dipinture che fanno gli stessi eruditi naziona
, desagravios, desmentimientos, desafios, cuchilladas, y muertes”, nè sono Tragedie “por la graciosidad y baxeza de las pers
ma parte de’ difetti additati da questi Nazionali, ed al contrario si sono rilevati i pregi particolari del Vega, del Calder
he quest’impeto di Lope rassomiglia a quello degl’Improvvisatori, che sono innumerabili, soprattutto in Italia, e che la di
10 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo primo »
ecorazione, e di pantomima, le quali, ma principalmente le tre prime, sono fra loro così strettamente unite, che non può con
e della decorazione. Attalchè gli argomenti poeti ci, che acconci non sono ad invaghire gli orecchi colla soavità de’ suoni,
tà de’ suoni, né ad appagar l’occhio colla vaghezza dello spettacolo, sono per sua natura sbanditi dal dramma; come all’oppo
sono per sua natura sbanditi dal dramma; come all’opposto i più atti sono quelli, che riuniscono l’una e l’altra delle anzi
cale dottamente regolati il suono materiale degli oggetti fisici, che sono capaci d’agire sull’animo nostro qualora li senti
mente i mezzi d’arrivare fino all’astratta ragione. I suoni altro non sono che suoni: rendono le sensazioni e le immagini ma
è più espressiva della poesia, perché imita i segni inarticolati che sono il linguaggio naturale, e per conseguenza il più
l mezzo de’ suoni, i quali, perché agiscono fisicamente sopra di noi, sono più atti a conseguire l’effetto loro che non sono
mente sopra di noi, sono più atti a conseguire l’effetto loro che non sono i versi, i quali dipendendo dalla parola, che è u
a scena del Pompeo in Cornelio, e il primo atto del Bruto in Voltaire sono squarci di singolar bellezza in quelle tragedie.
ne naturale degli affetti dell’animo ispirataci dall’istinto, come ci sono ispirati gli altri segni esterni del dolore, gaud
i nostri Chiabrera, Guidi, Rousseau, Driden, Gray, Gleim, e Klopstoc sono ciò, che è l’uccello, che svolazza intorno alle p
alla poesia? Dal che si vede che troppo nemici de’ nostri piaceri si sono mostrati quegli autori per altro stimabili, i qua
quella chiarezza e forza d’accento, quella varietà d’inflessioni, che sono l’anima della musica imitativa. Però si dee schiv
porto, li rigettarebbe come inopportuni al suo scopo. Ma, poiché essi sono talvolta necessari allo sviluppo degli avveniment
l narrativo, è quello che caratterizza il recitativo semplice, di cui sono proprie siccome d’ogni altra narrazione la perspi
più confacente le sembra. Gli affetti più liberamente si spandono, e sono , per così dire, nell’ultimo lor periodo. Cotal si
di che tanto abbondano le tragedie de’ cinquecentisti, nel qual senso sono state ancora da me condannate: ma non è già così
to. Le quali lontano dal disconvenirsi ad una persona appassionata le sono anzi naturalissime per quel segreto vincolo, che
cuore, né altra legge che quella, che gli detta l’affetto. Le lagrime sono li suoi argomenti: la fedeltà, e la costanza sono
affetto. Le lagrime sono li suoi argomenti: la fedeltà, e la costanza sono i suoi titoli: tutta la sua logica consiste nel f
tie delle scienze. Leggansi le prime poesie di tutte le nazioni, come sono i frammenti degl’islandesi, i poemi d’Ossian, le
oro, e che appunto veggonsi tanti drammi noiosi e languidi perché non sono stati scritti secondo le regole, che prescrive un
ue affrettar di troppo gli avvenimenti, o si cadrà nel languore. Tali sono a un dippresso le ragioni onde si sono mossi i Si
o si cadrà nel languore. Tali sono a un dippresso le ragioni onde si sono mossi i Signori d’Alembert 6 e di Marmontel 7 a d
’anima di quello, che facciano la Fedra, o la Zaira? Ovvero altro non sono che lo spettacolo de’ sensi i caratteri di Tito,
degli avvenimenti, niun carattere, ben sostenuto, quando i personaggi sono chimerici, niuna passione ben maneggiata, quando
niuna passione ben maneggiata, quando chi si rallegra, o si rattrista sono le fate, i silfi, i geni ed altri esseri immagina
l’uditore, come il dover dipingere eziandio gli oggetti naturali, che sono sotto gli occhi di tutti, gli darà più mossa e co
rammi tratti dal vero, ciò prova soltanto che non tutte le situazioni sono egualmente suscettibili del medesimo grado di pas
zione, che desterebbesi da una melodia continua. Le quali circostanze sono le stesse non solo per gli argomenti storici, ma
i, come le hanno la tragedia, e la commedia. Cotali leggi in generale sono : Per il poeta: Primo: esaminare attentamente l’in
spettanti alla natura delle parti che lo compongono. Ma molte di esse sono state di già accennate in passando, altre si rica
ramma, e gli altri componimenti teatrali assai diversa da quelle, che sono state assegnate finora dagli autori. Non consiste
ello che sia facendo altrimenti. Le ragioni che s’arrecano da alcuni, sono di poca o niuna conseguenza, oppure, s’hanno un q
amoso Padre Castel, gesuita francese. Prima ragione d’analogia. Sette sono i colori, che si contengono in un raggio di luce,
contengono in un raggio di luce, scomposto dal prisma; sette altresì sono le voci primordiali della scala musicale. Seconda
un etere sottilissimo, questo è l’aria propriamente detta. Quinta: vi sono nell’aria delle particole o delle corde aere per
ell’aria delle particole o delle corde aere per ciascun suono come vi sono de’ globetti o particole eteree per ciascun raggi
11 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Tramezzi. » pp. 68-88
o di Moliere. Le favole del Cañizares da me vedute ripetere in Madrid sono : el Honor dà entendimiento, el Montañès en la Cor
e le altre favole pubblicate nella penisola sino a questi ultimi anni sono tali che ci rendono preziose le stravaganze del p
introdurvi il buffone? Quando ne’ secoli più rozzi d’ogni nazione si sono poste in iscena favole più incondite di quelle ra
più non favella se non che il proprio autore. Gli ultimi anni però si sono composte in Madrid quattro commedie, benchè non s
itte sin dal 1786 non hanno veduta la luce delle stampe; due altre si sono impresse nel 1786 e 1788. Appartengono le inedite
asa di cui viene ad albergare. La virtù e la passione della fanciulla sono a cimento. Egli si determina a partire e gire in
rità, della grazia e del giudizio. Lodevoli singolarmente nell’atto I sono : la prima scena in cui si espone il soggetto, si
trebbero formare una fortunata rivoluzione nelle scene ispane, non si sono accettate da’ commedianti di Madrid. Io converrei
nturiera che si finge dama e serve di zimbello in una casa di giuoco, sono comici ed espressi con verità e destrezza. Conven
o accarezzato, che si occupa a riparare gli sconcerti della famiglia. Sono figure subalterne ed alcuna volta fredde D. Flora
Spagne si rappresentano nell’intervallo degli atti delle commedie, o sono alcuni antichi entremeses buffoneschi di non molt
interlocutori che continuano a recitarsi per lo più dopo l’atto I, o sono sainetes 26, favolette più copiose di attori e pi
egio esclusivo fidansi i commedianti di Madrid. Le sue picciole farse sono state spesso ricevute con applauso, e per esse si
picciole farse sono state spesso ricevute con applauso, e per esse si sono talvolta tollerate goffissime commedie o scempie
ima plebaglia egli ha mostrato destrezza. Segno a’ suoi strali mimici sono stati ancora frequentemente gli Abati che ostenta
a tradurre alcune farse francesi, e particolarmente di Moliere, come sono Giorgio Dandino, il Matrimonio a forza, Pourceaug
termezzo degl’ Italiani o alla petite-piece de’ Francesi. 27. Di ciò sono io stesso stato più volte testimonio; ma sento ch
12 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO V. Letteratura e Commedia Turca. » pp. 262-269
zione con alcune corti Europee, che potrebbero darne più giusta idea, sono stimati barbari e rozzi. La storia però ci fa ved
li amanti del ritorno del padre, e pensano a fuggirsi ad Andrinopoli. Sono prevenuti dal di lui arrivo. Una somma tristezza
commedie turchesche è sommamente osceno; ma abbiamo osservato che non sono più decenti le commedie di Aristofane, le inglesi
presentando nelle case ove son chiamati. Per un uditorio di uomini vi sono compagnie di uomini senza veruna donna nelle qual
che rappresentino le parti di donne; e per un’ adunanza femminile vi sono compagnie composte di sole donne, alcune delle qu
ste di sole donne, alcune delle quali rappresentano da uomini. Comuni sono ancora fra’ Turchi le rappresentanze de’ Pupi. In
13 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »
lettera del Rogna in data del primo luglio dell’anno 1567. « Hoggi si sono fatte due comedie a concorrenza : una nel luogo s
a : una nel luogo solito, per la sig.ra Flaminia et Pantalone, che si sono accompagnati colla sig.ra Angela, quella che salt
14 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Della musica »
lla era, l’avea resa effeminata e leziosa. Della novità in tal genere sono pur troppo vaghi i nostri uomini. Vero è che senz
llo scadimento di cui si dolgono i migliori. Sino a tanto che le arti sono rozze per ancora, l’amore della novità è vita di
a suol essere la parte nella musica la più strepitosa, cosi questi ne sono , per cosi dire, la parte più sorda. E pare oggima
ci nel nostro parlare s’intuonano, e quali no; che viene a dire quali sono capaci di consonanza, e quali non sono. Si pose a
ali no; che viene a dire quali sono capaci di consonanza, e quali non sono . Si pose a notare con ogni minutezza di quali mod
eggiamenti sempre maggiori. Di somma semplicità rispetto a quello che sono al dì d’oggi si può affermare che fossero da prin
hiamente lunghi sogliono essere quei ritornelli che le precedono e ci sono assai volte di soprappiù. Nelle arie di collera p
e per ogni ragione se ne avesse a scemare il numero. Tanto più che ne sono bene spesso cosi affollate le nostre orchestre, c
ggiormente i bassi, e accrescere piuttosto il numero de’ violini, che sono gli scuri della musica? Perché non rimettere i li
sia come il batter de’ fabbri, musica insieme e lavoro. [2.7] Ma non sono questi, quantunque assai gravi, i maggiori disord
saggi, ripeter le parole senza fine e intralciarle a loro piacimento, sono i tre principalissimi mezzi ch’ei mettono in oper
nto in grazia della musica e che non formano senso veruno, quanto non sono essi mai noiosi ed insoffribili? Le parole non si
iri del Petrarca; ed ora le naturali e graziose poesie del Metastasio sono assai volte messe in musica da compositori secent
immagine di verità non si scorga anche a’ di nostri nella musica. Ne sono in esempio singolarmente gl’intermezzi e le opere
i secreti dell’arte, tutti i tesori della scienza; onde loro malgrado sono costretti ad attenersi al semplice e a secondar l
15 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO IV. Letteratura e Commedia Turca. » pp. 47-55
i amanti del ritorno del padre, e pensano di fuggirsi ad Andrinopoli. Sono prevenuti dal di lui arrivo. Una somma tristezza
commedie turchesche è sommamente osceno; ma abbiamo osservato che non sono più decenti le commedie di Aristofane, le inglesi
o teatro fisso, ma vanno come i Cinesi rappresentando nelle case dove sono chiamati. Per un uditorio di uomini vi sono compa
esentando nelle case dove sono chiamati. Per un uditorio di uomini vi sono compagnie di uomini senza veruna donna, nelle qua
che rappresentono le parti di donne; e per una adunanza femminile vi sono compagnie di sole donne, alcune delle quali rappr
nie di sole donne, alcune delle quali rappresentano da uomini. Comuni sono ancora fra Turchi le rappresentazioni de’ Pupi. I
16 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO II. Spettacoli teatrali in Alemagna. » pp. 13-20
di carnevale, compose molti drammi chiamati cantanti, de’ quali se ne sono conservati nove. Il Sig. Gotsched chiama tali dra
otevano contribuire ai progressi della drammatica, e quindi in premio sono rimaste per retaggio perpetuo delle tignuole. Alt
della Sacra Scrittura si mentovano nella Biblioteca del Gesnero. Tali sono il Protoplaste, e la Nomothesia tragedie ed il Sa
, ferasque plurimas &c. e queste bestie che poi si descrivono, sono Carlo-Magno leone, Ildegarde agnella, Talando vol
e in latino, e riducono Prisciano all’agonia. I personaggi introdotti sono Giavello e Francesco filosofi, Prisciano gramatic
, purezza ed erudizione di Melantone e di Erasmo. Le due sue tragedie sono tratte dal libro I e dal IV dell’Eneide. La prima
17 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 284-287
e era come un catalogo illustrato delle migliori opere di pittura che sono a dovizia sparse per l’Italia. Lo stesso anno (17
timabile, che il marito non deve trascurarsi, che le vanità del mondo sono fugaci, e che la moglie onorata ama il Consorte,
corso. Faccio a questa seguire le ultime quattro decime, o diecine ( sono ottantasei !). Si tratta di un amico, il quale in
lei piaccionmi gli occhi. Il Corsini è assai bravo improvvisante, nè sono i versi suoi stentati o sciocchi. Giovanni Roffi
co vecchio. Al picciol teatrin detto di Piazza (La Piazza Vecchia) vi sono alcuni attori molto attenti. La Fineschi ch’è ass
a’lettori di Pietro Savioni veneto stampatore, le seguenti parole : Sono più di due lustri che il medesimo amico Autore do
18 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Introduzione »
o campo aperto all’interno del quale i saperi dialogano tra di loro e sono componenti di un unico grande sistema. I suoi mol
a, Danimarca e Svezia: i Viaggi di Russia scritti in forma odeporica, sono una relazione geografica, politica e di costume d
sentazioni nel locale teatro d’opera. Le prime due edizioni del libro sono dedicate al barone di Svertz, «Direttore de’ dive
registro saggistico, anche la seconda edizione del 1755; le questioni sono affrontate in modo discorsivo, con l’intento di m
, anche Metastasio, Leibnitz, Antonio Maria Salvini, Voltaire, di cui sono riportati dei versi tratti dal poema Le Mondain 1
Mondain 14 del 1736 che scompaiono nella seconda redazione del 1755 e sono invece ripresi nella redazione livornese del 1763
vece ripresi nella redazione livornese del 1763. Le opzioni tematiche sono uno degli argomenti centrali del discorso, perché
stesso Federico II, per il fantastico evocato dallo scenario esotico; sono citati come temi Armida e Orlando, così come Enea
nostre tumultuarie compagnie di teatro e da’ nostri impresari che ne sono alla testa; i quali o non sanno ciò che fare si c
n sanno ciò che fare si convenga, o pure, atteso i mille rispetti che sono forzati di avere, nol possono mandare a esecuzion
petti che sono forzati di avere, nol possono mandare a esecuzione17.» Sono inoltre ridotti i riferimenti a esperienze specif
na ricomposizione del discorso in termini meno militanti e immanenti, sono espunti i toni anche polemici che avevano caratte
he appariranno in modo più cospicuo nella redazione successiva. Poche sono dunque le modifiche rispetto alla seconda redazio
partire da Orfeo e Euridice del 1762. I temi in comune con Algarotti sono molteplici; inoltre la Dissertazione di Calzabigi
tà e lo sviluppo intellettivo dell’uomo reale al centro del discorso. Sono strettamente connesse al Saggio di Algarotti anch
he dai modelli francesi. Un altro contributo che risale a questi anni sono i saggi scritti in forma di lettera inviata dal c
razioni e ampliamenti alle prime redazioni del testo. I contenuti non sono sostanzialmente modificati, ma è chiaro che l’aut
ropa dove il teatro musicale è sostanzialmente spettacolo cortigiano, sono presenti in misura maggiore in questo Saggio scri
ll’opera in musica, perché ne riesca un tutto regolare, ed armonico». Sono anche ripresi, sempre in conclusione, i riferimen
modo più cospicuo nella redazione successiva. Cambiamenti sostanziali sono infatti presenti nella prima delle due edizioni l
esi, quella del 1763. Il testo è notevolmente ampliato, gli argomenti sono corredati da un maggior numero di esempi e approf
i e il discorso è più curato e controllato; Algarotti scrive dopo che sono stati pubblicati diversi interventi sul melodramm
ni contenute nel Discorso, volte a migliorare lo spettacolo teatrale, sono già state realizzate nel teatro di Berlino. 8.
19 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Delle scene »
, il più che sia possibile, alle usanze dei tempi e delle nazioni che sono rappresentate sulla scena. E dico accostarsi il p
zione, non potrà mai il pittore studiare abbastanza le fabbriche, che sono tuttavia rimase in piedi, della veneranda antichi
lla Tebe dalle cento porte, che, mercè l’opera dell’accurato Nordeno, sono ora di pubblica ragione? Nelle forme di essi e ne
si e ne’ sobri ornamenti che ricevono da’ colossi e dalle sfingi onde sono accompagnati, spicca singolarmente la maniera ter
e io ne volessi adottare quegli strani ghiribizzi che appresso di noi sono entrati in luogo delle erudite grottesche di Gioa
la in parecchie cose ingegnosissima nazione. I giardinieri della Cina sono come altrettanti pittori, i quali non piantano mi
tti alberi di differente portamento, condizione, tinta e natura. Vari sono i siti che nel medesimo sito, per così dire, rapp
glia nel tesser la favola di un poema. Simili ai giardini della Cina, sono quelli che piantano gl’Inglesi dietro al medesimo
della scena. E generalmente parlando, nel mescolare il vero col falso sono necessarie le più grandi cautele, perché l’uno no
oro e con giudizio, non piacessero sopra tutte le strane fantasie che sono ora tanto in voga, e vengono tanto esaltate da qu
20 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO I. Teatro Alemanno. » pp. 4-31
Tradusse le opere di Marivaux e di altri. Le più stimate sue commedie sono ; i Candidati, il Duca Michele, e lo Sposo cieco a
nella terza scena dell’atto V, poichè l’esecrando delitto è compiuto, sono dipinte con forza. È da osservarsi ancora l’effet
sserva, le bellezze proprie de’ caratteri e de’ costumi delle nazioni sono meno universali di quelle che si traggono dalla n
egl’Inglesi nato nel 1730 in Kamenz. Le sue favole lugubri a noi note sono : Minna de Barnhelm, Filota, Natan, Emilia Gallott
m, Filota, Natan, Emilia Gallotti, Miss Sara Sampson. Tutti i voti si sono riuniti a tener quest’ultima per la migliore dell
ie spiritose e delicate per la dipintura de’ costumi. Le più pregiate sono ; lo Spirito-forte in cinque atti, gli Ebrei, il T
ato, ed all’opposto incapace di vizii chiunque nasce ne’ paesi che ne sono rischiarati. Il Tesoro più della precedente sembr
ze della nazione, fe dire al re di Prussia Federigo II che i Tedeschi sono più felici nella commedia che nella tragedia. Egl
dal padre, come vanno le monadi? risponde pieno d’imbarazzo, esse sono , come sempre furono, molto stimate . Ma l’azione,
fomenta l’amore. Per ciò che riguarda la musica tedesca, manifesti ne sono i progressi fatti dopo che si sparsero per quelle
patetico ed armonico Back, l’impareggiabile Gluck onorato alcuni anni sono di una statua in Parigia. Quanto a’ poeti melodra
freddi monodrammisti dal Pigmalione che pretendono imitare privi come sono d’ingegno! Ma l’augusta Marianna Walburga di Bavi
ienti al lustro di ciascuna città di primo ordine. Sappiamo che tutti sono costruiti alla foggia moderna a più ordini di pal
eo, a Pergolese, a Jommelli? I busti di Sacchini e di Piccinni non si sono esposti che in Parigi stesso. Gran forza del geni
21 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IV. Teatro Italiano nel Secolo XVIII » pp. 316-354
lse poi di proposito alle tragedie e n’empì più volumi. Le sue favole sono ingegnose e regolate; le passioni trattate con tu
a a morire senza manifestarglielo. L’altre sue tragedie più celebrate sono Ifigenia in Tauri, e Alceste. Rachele, é verseggi
sovente in dispute sottili e mezzo scolastiche. I suoi caratteri non sono ordinariamente che protei. L’armonia poetica non
tria nella nostra lingua le migliori tragedie francesi, e tra essi si sono contraddistinti l’abate Frugoni, il cavalier Rich
é sul gusto de’ greci; ma é scritta in prosa, giusta il progetto anni sono proposto da M. Diderot e da non seguitarsi punto
traduzione di Roma Salvata di Voltaire fatta da Saverio Bettinelli si sono pubblicate in Bassano nel 1771 le tre tragedie di
a di Racine; ma qui in Madrid non é ancor giunta. Degne di mentovarsi sono ancora la Morte d’Alessandro e l’Arsinoe del sig.
o più squisito alle più belle e rare cognizioni. Essa intrapreso anni sono , e continuò felicemente un pregiabilissimo lavoro
a reca vantaggio al teatro italiano e onore all’autrice. Molti volumi sono usciti di quest’opera; e più edizioni se ne veggo
é il pregio di uno stile fluido e purgato. Nel resto queste tragedie sono sufficienti a formare un inerito poetico non ordi
amente ne’ privati e ne’ pubblici teatri, e circa dieci o dodici anni sono , si pubblicò sfigurata da’ tratti grossolani d’un
ia, poeta cesareo dell’imperador Carlo VI. Le favole dello Stampiglia sono doppie e piene d’intrighi amorosi simili alla pre
condannato da’ principi latini confederati con Tarquinio il Superbo, sono di lieto fine. Di più alcuna di esse é anteriore
più alcuna di esse é anteriore alle opere di Apostolo Zeno; le altre sono uscite nell’istesso tempo. Dunque a Silvio Stampi
curo; Se follia, lo compiango; Se ragion, gli son grato; e se in lui sono Impeti di malizia, io gli perdono. Notisi ancora
on distinguono il plagio vergognoso dall’imitazione lodevole217. Meno sono essi in istato di comprendere, per mancanza di pr
seguirsi219. Il calor della disputa con un altro ha trasportato, anni sono , un letterato italiano ad affermare in Londra che
tissimo poeta. Un incredibil numero d’opere comiche, chiamate buffe, sono uscite in questo secolo, alcune delle quali si so
, chiamate buffe, sono uscite in questo secolo, alcune delle quali si sono inserite nella biblioteca teatrale compilata in L
ndell si vanno formando sugl’italiani e i tedeschi. I francesi ancora sono alla fine pervenuti ad avere il signor Rameau: ma
frustraque laboret, Ausus idem. (Horat. de art. poet.) Le cose belle sono malagevoli tutte, dice un dettato greco: παντα κἁ
Clemenza di Tito, non ha avuta difficoltà di dire: «Queste due Scene sono comparabili, se non superiori alle più belle prod
abili, se non superiori alle più belle produzioni di Grecia medesima: sono degne di Corneille quando non declama; e di Racin
emi che niun filosofo avrebbe mai pensate di potersi combinare, quali sono le dolcezze della lira greca co’sentimenti romani
tissima ed esente di legge, i versi, in quanto lo permette la lingua, sono pieni di ritmo, e però facili d’adattarsi alla mu
l’arie di Metastasio prese separatamente (dice il signor di Voltaire) sono spesso un abbellimento del soggetto medesimo, son
ignor di Voltaire) sono spesso un abbellimento del soggetto medesimo, sono piene di passione, e sono qualche volta degno di
esso un abbellimento del soggetto medesimo, sono piene di passione, e sono qualche volta degno di esser paragonate ai più be
fa più fluida la pronunzia: é sonoro e maestoso perché le sue vocali sono per lo più aperte e vigorose, cosa che rende il s
22 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Conchiusione » pp. 438-442
cco, ananas, ed altri, frutti oltramarini. Altre di gusto infelice si sono fortemente applicate a mantenervi le ghiande, o v
giatori e criticastri di corta vista, scempi o impazienti, i quali si sono occupati sol di una parte di esso, e dalle loro s
icina all’assoluta. Quelli adunque son da prenderli per esemplari. Vi sono poi certe farse buffonesche che costano poco e fa
udizio, ma ricreano la parte più pura e illuminata delle società, che sono dotti272, e passano indi a’ posteri insieme con q
e guidare tutto il bello di un dramma. Ma gli uomini di quella fatta sono rarissimi. All’incontro moltissimi fra’ dotti, co
23 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO II. Spettacoli teatrali in Alemagna. » pp. 77-87
di carnevale, compose molti drammi chiamati cantanti, de’ quali se ne sono conservati nove. Il signor Gotsched chiama questi
o teatrale, non potevano contribuire ai progressi della drammatica, e sono perciò rimaste per retaggio perpetuo delle tignuo
della Sacra Scrittura si mentovano nella Biblioteca del Gesnero. Tali sono il Protoplaste e la Nomothesia tragedie, ed il Sa
e ait, ferasque plurimas etc. e queste bestie che poi si descrivono, sono Carlo-Magno leone, Il degarde agnella, Talando vo
e in latino, e riducono Prisciano all’agonia. I personaggi introdotti sono Giavello e Francesco filosofi, Prisciano gramatic
nza purezza ed erudizione di Melantone ed Erasmo. Le due sue tragedie sono tratte del libro I e dal IV dell’Eneide. La prima
24 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO III. Teatri Orientali. » pp. 17-27
coltura, compongono la storia de’ teatri di tutta la terra. Ma quali sono queste modificazioni? a qual punto di eccellenza
riente, non si lascia di ammirare la loro abilità di rappresentare, e sono in pregio gli attori eccellenti, e si encomiano s
delle favole Cinesi sogliono essere otto o nove; ma i commedianti non sono più di quattro o cinque, e ciascuno di loro rappr
lezione di un centinajo di drammi scritti nella dinastia di Yuen: “Io sono Tching-poei, mio padre naturale è Tungan-cu; io s
i da gran tempo i balli pantomimici. Alcuni de’ commedianti Cinesi si sono addestrati a rappresentar senza parole seguendo l
quale accoppiata al desiderio di piacere e agli odori de’ quali tutte sono esse sparse e profumate, le fa grondare di sudore
. Raynal 31) e dall’arte di piacere che posseggono in grado eminente, sono quasi tutti pantomimi amorosi, de’ quali il piano
25 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
o, e di una fisonomia molto stupida. La andatura, l’azione, la parola sono forzate ; dovrebbe imparare a ballare. Le mani e
ola sono forzate ; dovrebbe imparare a ballare. Le mani e i piedi gli sono d’impaccio ; e a volte non sa come muoverli. Non
26 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 606-607
gio di Bilora. Vedi il secondo de’ dialoghi in lingua rustica, in cui sono interlocutori : Bilora e Pittaro villani, Dina mo
.re et padron Coll.mo I Comici a quali mio marito, già molti giorni sono , promesse per le nostre due parti, sono quelli ch
mio marito, già molti giorni sono, promesse per le nostre due parti, sono quelli che il Sig.r Cinzio nella sua li descrive 
che io mi rimanghi di recitare, che il riunirmi con loro. le cagioni sono tante, e tali, che mi uergogno di fargliene riass
27 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 793-794
fatto Pasqua. Hora intendo che il Cap.º Fialla e Dottore Paghetti che sono a’giorni passati stati a Parma habbino ottenuto d
ori di tempo ruuinando l’Autuno, quando la Compagnia ui debba andare. Sono per tanto rissoluta di più tosto starmene a Casa
le miserie dell’anno passato m’hanno a bastanza adotrinata, et io che sono pouera Vedoua, agrauata da tanti figli e famiglia
a Casa che l’andar fuori senza speranza di guadagno, le mie raggioni sono tante euidenti, che so ueranno approuate da V. E.
28 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosettimo, ed ultimo »
n parte di quelle idee sparse nella mia opera, che da alcuni imperiti sono state riputate insussistenti, avvalorate dall’aut
eoria, in ogni arcano della quale credo impossibil cosa il penetrare, sono d’avviso che guardar si possa la musica sotto un
ica sotto un altro punto di vista ancor più vantaggioso de’ primi. Si sono finora limitati gli uomini ad insegnarci l’accozz
l servigio medesimo. E siccome gli obbietti d’imitazione nella musica sono infinitamente più moltiplicati e molto meno costa
si i caratteri, che si credette impossibile il ravvisarli. Pure a ciò sono diretti i miei tentativi. Io presento a’ musici l
ella poesia loro. Quando si parla o si scrive sopra le belle arti, si sono giammai consultati gli antichi senza ritrarne gra
parti di essa a questi capi generali. Dopo molti e molti riflessi mi sono anzi avvisato che non potrei trattarla felicement
re, e così delle brevi più brevi; “pallentes” per esempio, e “divini” sono del pari composte di tre lunghe: ad ogni modo e c
o, senza metter in chiaro lume questa parte della loro musica onde mi sono inoltrato con tanto più impegno quanto più sapeva
creare di novelli sentimenti, e delle imagini novelle, nel qual caso sono da commendarsi assaissimo. Né intralascierò di in
zi delle nostre idee, niente di meno questi strumenti ponno essere, e sono in realtà più aspri o più dolci, più lenti o più
tà del suo andamento. Soggiugnerò che le forme del canto italiano non sono né più abbondanti né più varie di quelle del nost
e al soggetto, e sopra ogni altra cosa l’artifizio ammirabile con cui sono sviluppati i motivi. Mi fo lecito d’assicurarvi,
riordinare la forma d‌e’ nostri drammi lirici, che di tutti i drammi sono certamente i più imperfetti, non essendo per lo p
uterete coi vostri lumi non v’ha cosa, ch’io non osassi d’imprendere. Sono col più profondo rispetto. Vostro Umil. Dev. Serv
a ragionamento metafisico intorno alla origine delle lingue in quanto sono il fondamento dell’armonia, della melodia e dell’
i non può far un passo senza chiamar in aiuto un’altro verbo dicendo “ sono amato, era amato”. Le quali ragioni danno chiaram
Porpora, d’un Gluk, e d’un Sarti, e cantato dai grandi artefici, come sono Guadagni, Pacchierotti, e Marchesi, sia preferibi
positore, e d’un cantante; perocché lo stile e la voce nel recitativo sono assoggettate ad una certa regolarità, e precision
semplice e non appassionata, il poema, la musica, e l’esecuzione, se sono ben condotte, saranno accompagnate da un tal grad
cale che si avvicini ad un’aria perfetta. Finalmente le arie e i cori sono nella loro esecuzione tanto lungi dall’essere nat
loro esecuzione tanto lungi dall’essere naturali, che anzi altro non sono che una possente copia tratta dalla natura, che s
natura, che spigne coloro, i quali ascoltano la recita dell’azione, e sono informati delle leggi della melodia, ad unirsi a
i l’autore. Di quest’oda narrativa od epica vari esempi bellissimi vi sono nella lingua inglese scritti da Pope, e da Dryden
nservare qual’è un’azione musicale tutta drammatica. Le odi mentovate sono buone da cantarsi in chiesa od in camera, ma non
29 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo secondo »
di conoscerli, o rendendoci inutile la cognizione di essi dopo che si sono saputi. [2] Affinchè proceda con precisione il di
a, che all’agevole collocazione delle note. [4] Ma i suoni della voce sono incommensurabili, vale a dire, non si distinguono
spettive vocali del discorso secondo tali determinati intervalli, che sono quelli che s’esprimono nella musica coi nomi di s
Le quali diversità non vengono comunemente notate nella Lombardia, ma sono principalissime presso a’ toscani, come si vede n
rsi che s’usano ne’ moltiplici e vari dialetti di questa penisola. né sono molto lontano dal credere, che se di comune conse
[10] Si leggano inoltre alcuni pezzi scelti di Dante e d’Ariosto come sono la morte d’Ugolino, e le prodezze di Rodomonte in
variazioni, e le pause della voce. Le lingue e le poesie più perfette sono quelle che sanno combinar meglio insieme codeste
iano di poetico stile, benché forniti d’altre qualità eccellenti, non sono in questa parte paragonabili all’autore della Ger
ita, poiché le regole della pronunzia nel proferire le sillabe non si sono altronde ricavate, che dalla continua osservazion
istra una pruova il vedere, che i drammi dello Zeno, e del Metastasio sono ugualmente acconci per recitarsi che per cantarsi
angino dall’ordine loro le parole, mettendo sul principio quelle, che sono al fine, ovvero sul fine quelle, ch’erano in prin
ere filosofico, di cui la precisione, la chiarezza, e la disinvoltura sono i principali ornamenti. Ma dico bensì che la ling
della ricchezza determini cagionata dal gran numero di dialetti, che sono concorsi a formarla, della sua varietà nata appun
lor propria, e convenevole: Che le metafore continue, e le allegorie sono le delizie degl’Italiani, e degli Spagnuoli ancor
le quali ogni civile socievolezza dipende, avendo per cagioni che non sono di questo luogo acquistata una influenza su i mod
ola quando i geni fatti per illustrar il suo secolo e per sovrastarlo sono malgrado loro sforzati a preferire lo stile d’un
consonante, e per ben due terzi in vocale; che esse consonanti finali sono le più dolci, e soavi dell’alfabeto, per esempio
opoli settentrionali, come sarebbero “f, p, t, c, b, k, g, m, ll, rr” sono affatto sbandite in fine delle nostre parole; che
l’esser dolce, e soavissima; che quasi tutti i vantaggi insomma, che sono stati da me osservati nella lingua italiana circa
la lite rimanga assai dubbia esaminandola imparzialmente. I vantaggi sono equilibrati dall’una parte, e dall’altra. Se l’it
liani; ma non mi sfugge altresì, che i saccenti, e i zerbini d’Italia sono , come quelli di tutti gli altri paesi, la più rid
30 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquarto »
imento delle parole. Ecco l’origine di quel regno che di mano in mano sono venuti formando sulle scene i cantanti; imperocch
[2] Se fosse mio divisamento alzar la voce contro agli abusi che non sono puramente letterari, citerei innanzi al tribunale
ampare negli animi del popolo le massime più importanti della morale, sono oggimai divenuti l’asilo de’ pregiudizi nazionali
o effeminato e cascante? Come potranno contraffare gli dei coloro che sono al di sotto degli uomini? Come è possibile che qu
no? Non direste che vogliano ancor sul teatro comparir que’ tali, che sono , che si facciano uno scrupolo di mentire al pubbl
ti dell’arte loro e cantassero come va fatto, ma per disgrazia nostra sono o tanto ignoranti o tanto pregiudicati in questo
a melodia la necessaria precisione e giustezza. Le tre cose accennate sono così legate fra loro e così essenziali nel melodr
o largo campo all’azione di essi, ora con quei segni inarticolati che sono la favella dell’anima, e che mostrano la superior
resentarla abbellita. Siccome tutte le cose create perciò appunto che sono create hanno dei limiti e siccome i limiti suppon
altre arti rappresentative. Come le statue dell’Ercole e dell’Antinoo sono una raccolta di tratti esprimenti la proporzione
in un solo quadro, così un bel recitativo od una bell’aria altro non sono che la collezione d’una moltitudine d’inflessioni
izi che ci costrigne a fare nella poesia e nella declamazion naturale sono tanti sì replicati e sì grandi i segni esteriori
steriori delle passioni che servono di materia al linguaggio musicale sono così poco energici e così ambigui a cagione di qu
nto nella società, i punti insomma dov’ella può afferrare gli oggetti sono sì oscuri e sì rari che la musica non ci offrireb
vezzi musicali e agli ornamenti che mi ricompensano dei sagrifizi che sono costretto a fare in grazia del canto? Tutta l’art
mplicità con cui si sentono, e dal candore con cui si esprimono; tali sono gli amori boscherecci e le ingenue tenerezze di d
e il pensiero di un abito non suo. [39] Decima sesta. Per conseguenza sono estremamente assurde e ridicole le arie obbligate
ia, la sveltezza e agilità della voce procurata a spese della umanità sono tutte cause le quali hanno dovuto render gli Ital
tte descritte con penna rapida e brillante da uno storico filosofo lo sono nel preparar eruditamente le faccende multiformi
essione talvolta degli affetti più molli condotta fino alla evidenza; sono tutte meraviglie del cielo italico poste egregiam
riconosco in loro e la quale tanto più volontieri confesso quanto più sono lontano dal voler comparire parziale od ingiusto.
rziale od ingiusto. [46] Dirò di più che in questa spezie di canto si sono eglino distinti a segno che non solo le nazioni m
sciate in abbandono:         Impetuosi venti         I nostri affetti sono :         Ogni diletto è scoglio         Tutta la
e in un minuetto, o in un allegro, posciacchè il minuetto e l’allegro sono , come vede ognuno, il miglior mezzo possibile per
per enunciare una massima filosofica? Di siffatti solecismi musicali sono piene in tal guisa tutte le opere moderne, che l’
143 [51] Eppure (mi sento opporre da più d’uno) le vostre invettive sono altrettanti colpi dati al vento, poiché o imiti i
e le inverosimiglianze, contro alle quali vi scagliate sì fieramente, sono quelle appunto che riscuotono i maggiori applausi
unque vi fa di mestieri accordare: o che le orecchie del pubblico non sono giudici in fatto di musica, lo che sarebbe un par
ostri sognati rapporti fra la rappresentazione e il rappresentato non sono punto necessari a produrre l’effetto. [52] Ecco l
a vostra vanità, e a lasciarvi godere di quelli stolidi applausi, che sono l’unica ricompensa delle vostre comiche inezie. [
ai lontani dall’incoraggiare coi loro applausi i pregiudizi dominanti sono anzi della mia opinione, e se ne dolgono apertame
ssi suoni dalle parole, le quali, facendo vedere la dipendenza in cui sono gli uni dalle altre, eccitano le stesse idee e i
mancando la verità della espressione perché le modulazioni imitative sono troppo lontane dalla natura, altro diletto non re
e risulta. Non avviene talmente nelle altre arti rappresentative come sono la scultura, la pittura e la poesia, o almeno non
l’oggetto, cui si rapporta l’imitazione, è più vicino, e le relazioni sono più chiare, onde il gusto può aver un fondamento
ilettanti. Le composizioni stesse dei primi maestri del nostro secolo sono oggi mai divenute anticaglie, non piacendo altro
lti siano i cantori da me sentiti in Italia creduti bravissimi (e che sono tali secondo l’idea che si ha comunemente della b
idere, ma se le descrizioni fattemi della loro maniera di cantare non sono state alterate, se le idee universali del bello n
iene oltre modo accagionata. Le parole dello storico in tal occasioni sono rimarcabili. «In ultimo luogo (dice egli parlando
io, perché ci fanno vedere la nostra superiorità rispetto agli altri) sono tutti motivi erronei bensì nella loro applicazion
sulla loro macchina, quindi le piacevoli sensazioni eccitate da essa sono puramente fìsiche; all’opposto questa riproducend
li capaci d’entrare nel sistema armonico. In secondo luogo perché non sono esse abbastanza fisse e determinate, e finalmente
lle scene, e non s’usassero nel coro? risponde: che questi due tuoni sono opportunissimi a esprimere l’agitate passioni che
31 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO II. Tragedia Cittadina, e Commedia Lagrimante. » pp. 112-127
osto orrore che terrore tragico. Più lugubri, benchè meno sanguinose, sono il Conte di Cominge e l’Eufemia. Nell’uno si rapp
tituiscono questi generi diversi. Ophis, Meleagro, Clarissa, la Prude sono drammi del medesimo autore riprovati da’ nazional
fanno la vergogna del teatro francese. Questi ed altri simili drammi sono discesi dalla tragedia cittadina, la quale, ove s
rubare sulla pubblica via vicino ad essere impiccato. Le passioni vi sono vive ma meno tragiche e più proprie della commedi
plus sous un toit; vous ne sentirez plus les atteintes de la misere. Sono assai vaghi questi tratti, e lo studioso giovane
erebbe spesso alla tragedia. La quinta e l’ottava scena dell’atto III sono belle e teatrali. È patetica ma non terribile la
i Siviglia, e la Giornata pazza, ovvero il Matrimonio di Figaro. Esse sono tratte da’ costumi spagnuoli, ed abbondano di col
pintura de’ costumi. Tratteggiati con maestria, e con pennello comico sono i caratteri di Fierenfat, Rondon, la Baronne. Sol
32 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Pastorali: Teatri materiali. » pp. 224-253
la Claudia, il Cavaliere, gli Studenti, il Solitario, l’Errico. Esse sono tutte romanzesche nell’intreccio, piene di colpi
onsueto modo di vivere, a giocare e a cenare dove mai ciò non fecero? Sono poi queste azioni per se in alcun modo importanti
Politico rimasta inedita, che io vidi solo accennata a soggetto, come sono tante altre sue favole, il Saturno, il Metafisico
del Cirillo scrissero altri Napoletani senza farli dimenticare. Tali sono l’erudito sacerdote Giovanni Tucci autore di due
orante; cosa volete che stampi? Non importa, replica Falloppa, queste sono le formalità solite di noi Giornalisti. Il chiaro
ancesi stessi la smarrita via della bella commedia di Moliere. Queste sono l’epoche delle favole Goldoniane. Amalasunta trag
r cattar maraviglia. I suoi drammi di Koulican, le sue Sorelle Cinesi sono scritte su queste idee. Egli verseggiava meglio d
trodotto: i Pregiudizj dell’amor proprio in tre atti, i cui caratteri sono più studiati di quelli che presenta la natura: la
di ben rilevare il ridicolo de’ caratteri. II. Pastorali. Non sono del gusto del nostro secolo le favole pastorali.
ndo a misura che si avvicina alla scena: i cinque ordini di palchetti sono disposti in modo che i più lontani dalla scena sp
lo strepito vicino degli stromenti. Le porte onde si entra in teatro, sono laterali e non dirimpetto alla scena, la qual cos
platea è di 62 piedi e la larghezza nel proscenio di 50 in circa. Vi sono cinque ordini ciascuno di 25 palchetti, oltre a u
ni e le voci più rotonde e sonore. Gl’ ingressi, le scale, i corridoi sono magnifici. Il teatro degli Aliberti in Roma costr
l dolce inganno a cui il tutto è ordinato. In oltre con mal consiglio sono alquanti anni che vi si è aggiunto un altro splen
da veduta e conservazione della voce nell’interiore del teatro. Se ne sono occupati di proposito e scientificamente il conte
pudente gazzettiere) asseverantemente affermano di non averla veduta. Sono essi intanto accertati dal degno Segretario Mazza
ienza del Signorelli? Sapesse almeno codesto infelice capire che cosa sono le favole di Mercier e di Villi, e che cosa è la
33 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO II. Teatro Alemanno. » pp. 232-252
Tradusse le opere di Marivaux e di altri. Le più stimate sue commedie sono i Candidati, il Duca Michele, e lo Sposo Cieco 65
i applausi nel proprio paese e tra gli esteri. Tre autori Tedeschi si sono più distinti nel genere pastorale. Rost, Gessner
nella terza scena dell’atto V, poichè l’esecrando delitto è compito, sono dipinte con forza. È da osservarsi ancora l’effet
sserva) le bellezze proprie de’ caratteri e de’ costumi delle nazioni sono meno universali di quelle che si traggono dalla n
gl’ Inglesi nato nel 1730 in Kamenz. Le sue favole lugubri a noi note sono : Minna de Barnhelm, Filota, Natan, Emilia Gallott
Filota, Natan, Emilia Gallotti, e Miss Sara Sampson. Tutti i voti si sono riuniti a tener quest’ultima per la migliore dell
die spiritose e delicate nella dipintura de’ costumi. Le più pregiate sono lo Spirito-forte in cinque atti, e gli Ebrei, ed
lato, ed all’opposto incapace di vizj chiunque nasce ne’ paesi che ne sono rischiarati. La novità del carattere del personag
ze della nazione, fe dire al re di Prussia Federigo II che i Tedeschi sono più felici nella commedia che nella tragedia. Egl
ato dal padre, come vanno le monadi? risponde pieno d’imbarazzo, esse sono come sempre furono molto stimate. Ma l’azione, be
inua e ne fomenta l’amore. Per ciò che riguarda la musica tedesca, ne sono manifesti i progressi fatti dopo che si sparsero
patetico ed armonico Back, l’impareggiabile Gluck onorato alcuni anni sono di una statua in Parigi71? Quanto a’ poeti melodr
per magnificenza conveniente al lustro di ciascuna città. Essi tutti sono costruiti alla foggia moderna a più ordini di pal
34 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo III. Teatri orientali. » pp. 14-18
coltura, compongono la storia de’ teatri di tutta la terra. Ma quali sono queste modificazioni? A qual punto d’eccellenza e
vvi nella China verun teatro pubblico e fisso; ma le rappresentazioni sono assai frequenti, dovendo esse formare una parte i
lezione di un centinaio di drammi scritti nella dinastia di Yuen: «Io sono Tching-poei, mio padre naturale é Tching-yng, mio
e parte si canta. E qual parte se ne canta? Quella in cui le passioni sono nel maggior calore e trasporto. Si annunzia ad un
er divertire i ricchi mori e gentili, menate da alcune vecchie che ne sono le direttrici. Un solo musico di età avanzata, e
35 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XII. Teatro di Aristofane. » pp. 16-140
dell’Anfiarao e del Cocalo. Delle undici intere che ce ne rimangono, sono questi i titoli: la Pace, i Cavalieri, gli Acarne
ove. Olà (grida in aria) non mi aprite? Mercurio gli domanda chi sia. Sono (dice) Trigeo Atmoneo buon vignajuolo, che non so
domanda chi sia. Sono (dice) Trigeo Atmoneo buon vignajuolo, che non sono nè spione nè ladro. Mercurio gli dice che se vuol
za prescrive di farsi nel più segreto della propria casa. Le commedie sono la storia de’ costumi e delle maniere; e se Arist
te che ha indosso? Non parlando ora dell’indecenza di tali scene, nei sono questi, durezzé, negligenze da correggersi, se si
è più sollevato che nelle altre, e si avvicina al genere tragico. Vi sono nominati e derisi, Argeo, Jeronimo, Trasibulo, Ce
llo che stà bene all’uomo? Tu sembri allevato come una donna; ma dove sono le poppe? Questo tragico assettatuzzo risponde c
, No , dice, non fia che mai più tu allatti questa fanciulla, se non sono lasciato in libertà; con questo ferro le taglierò
ersi tragici. Euripide la consola. Chi sei tu? gli dice Andromeda. Io sono Ecco che ripete i suoni e le parole; e seguita la
gli promette con giuramento di non dir mai più male di loro. Le donne sono di accordo, ma temono che il custode abbia ad opp
i dice Ercole. Bac. Vo che ritorni al mondo, perchè i tragici che vi sono rimasti, sono ignoranti. Erc. Tutti ignoranti? Ma
Bac. Vo che ritorni al mondo, perchè i tragici che vi sono rimasti, sono ignoranti. Erc. Tutti ignoranti? Ma non vive Jofo
Bac. Egli è morto. Erc. E Pitangelo?…. E tanti altri giovani i quali sono autori di più di diecimila tragedie, e sono più l
nti altri giovani i quali sono autori di più di diecimila tragedie, e sono più loquaci di Euripide? Bac. Sono tutti cianciat
ri di più di diecimila tragedie, e sono più loquaci di Euripide? Bac. Sono tutti cianciatori che fanno vergogna al mestiere.
Un Coro di sacrificatori canta di poi le lodi di Bacco, e dice quali sono i perversi, i furfanti, i traditori che debbono s
imitai. Son io (soggiugne) che ho insegnato a parlare agli Ateniesi: sono io che ho fatti discepoli migliori de’ tuoi; pero
fatto come quest’Euripide le Fedre meretrici, nè le Stenobee; anzi mi sono astenuto sempre di ritrarre donne innamorate. In
uogo, ove l’impostura coglie le palme riserbate alla scienza; ma dove sono gli Aristofani? Il discepolo apre la porta, e sem
tudii severi è bene antica, e si perpetuerà massime in que’ paesi che sono privi di teatro perfetto, ove possano senza peric
e. Tu dei sapere che la prima cosa che qui s’insegna, si è che non vi sono Dei. Ecco le conseguenze della falsa filosofia.
n forza e arricchito d’immagini poetiche. Strepsiade domanda che cosa sono queste Nuvole? sono esse regine? No , dice Socra
d’immagini poetiche. Strepsiade domanda che cosa sono queste Nuvole? sono esse regine? No , dice Socrate, sono Nuvole celes
da che cosa sono queste Nuvole? sono esse regine? No , dice Socrate, sono Nuvole celesti, Dee sublimi, che agli uomini paci
si fanno cervi; ed ora che hanno aocchiato l’effemminato Clistene, si sono cangiate in femmine. Ecco in qual guisa seminava
e di un vero prologo che i Latini premisero alla favola. I Greci però sono scusabili, perchè il loro Coro si fingeva compost
nti? Strep. Di misure; perchè ultimamente da un venditore di frumento sono stato burlato di mezzo stajo. Socr. Non ti parlo
cr. Va alle forche, che tu sei troppo tondo e grosso. Queste cose non sono pe’ tuoi denti. Potresti piuttosto imparar di ean
e da’ forestieri curiosi? Essi domandavano chi fosse quel Socrate? Io sono Socrate (par che egli dicesse loro serenamente):
devano l’allusione, ma perduti per gli posteri, pe’ quali le bellezze sono divenute tenebre. Chi è quell’uccello raro di Fen
Tutte queste cose, mal grado de’ comentatori e degli scoliasti, oggi sono a noi indifferenti, ed allora rapivano gli animi
ccelli siamo i più antichi di tutti i beati…. Tutti i beni più grandi sono da noi compartiti ai mortali.. Noi ad essi siamo
li argomenti poi onde invitano ed allettano gli uomini al loro culto, sono questi. Se alcuno di voi, o spettatori, volesse
so gli uccelli è cosa utile e ben fatta. Questi esercizii spirítuali sono pieni di pietà e di unzione. Questo Coro grottesc
Ir. A quali! A noi che siamo Dei del cielo. Pist. Voi Dei? Ir. Ve ne sono forse altri fuori di noi? Pist. Gli Uccelli sono
. Voi Dei? Ir. Ve ne sono forse altri fuori di noi? Pist. Gli Uccelli sono presentemente Dei, e ad essi, e non a Giove, si h
tà e religione. Accorrono ad abitare fra gli Uccelli fortunati, ma ne sono esclusi, un malvagio che pensa di poter secoloro
a verso gli uomini e avversione agli Dei. Gli ambasciadori annunziati sono Nettuno, Ercole e un Triballo. Ercole viene di ma
ttà esercitando la lopo carica, ed il figliuolo vuol provare che essi sono meri schiavi. Quest’ultimo riesce più felicemente
commedia antica di Atene. I personaggi principali derisi nelle Vespe sono Alcibiade, Cleonimo, Teoro, Cleone, Filosseno, Es
o. In qual modo avverrà tutto questo (domanda Agoracrito) se io non sono che un venditor di salcicce? Giusto per questo tu
to tu diverrai grande , risponde Demostene. Ma io (dice l’altro) non sono uomo molto dabbene, ignoro colla musica ogni bell
battuto. Pop. Da costui son battuto.E perchè questo? Cle. Perchè ti sono spasimato amante, Perchè ti adoro. Pop. Perchè t
no col trattato di pace conchiuso, e le conseguenze che ne risultane, sono cose dal poeta aggruppate con poca verisimiglianz
serabili che non hanno pane da satollarsi nè letti da dormire? Questi sono i beni che tu fai all’uomo…. O semplicioni, (ripi
, in non abbondar di beni, ma in non mancar di nulla. Io, vi dico, io sono quella che rende gli uomini saggi e prudenti e di
diventare gottosi panciuti grossi di gambe e lascivi. I miei seguaci sono magri sottili svelti accorti ingegnosi e robusti.
Osservate un’altra cosa. Gli Avvocati prima di uscire dalla povertà, sono giusti circospetti onorati per acquitar credito;
orni; ma la preferisce a tutte le altre così esaltandolaa: Le Nebbie sono pertutto un giardino fioritissimo di tutte le vag
disprezzo di questo maligno persecutor di Socrate, e al lor parere si sono appigliati il Fioretti o Nisieli, il Rapin ed alt
le bellezze dello stile. Questi, sì, che possono farsene giudici; ma sono rari pur troppo giudici di simil fatta provveduti
buffone da piazza, un Rabelais sulla scena , e che le di lui commedie sono un ammasso di assurdità, donde qualche volta sca
36 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Firenze, 3 settembre 1841. » pp. 473-475
li occhi sul volume, e accortasi dell’errore, aggiunse : veggo che mi sono ingannata, ma per il di lei genio, il solo nome c
dova (Milano, Sanvito, 1857), nei quali, più che le lezioni teoriche, sono da ammirarsi i dialoghi, alcuni de’quali, come la
oriche, sono da ammirarsi i dialoghi, alcuni de’quali, come la Rissa, sono drammettini vivi, palpitanti, d’una modernità sce
bili i suoi mezzi pecuniarj con le esigenze della Compagnia tutta, io sono costretto a prevenirla essere per me di necessità
37 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « LETTERA » pp. 3-14
iò può inferire, se mai io abbia voluto formare un mistero di ciò che sono ‘per pubblicare, e sottoporre al medesimo suo giu
to. Parmi di averle altra volta scritto, che io prendo per quello che sono le scaramuccie letterarie, e segnatamente queste
ie, e segnatamente queste nostre, che (confessiamcelo a quattr’occhi) sono veri litigj di lana caprina: sono semplici scherz
che (confessiamcelo a quattr’occhi) sono veri litigj di lana caprina: sono semplici scherzi non ad altro buoni, che a farci
i piacevoli: a me di dar risalto a’ veri suoi pregi, i quali nè pochi sono , nè volgari, come mostrerò nell’ultimo Articolo d
elli mostra di amar meglio. Resto tutto suo. *. Due secoli e mezzo sono trascorsi dalla morte di Garcilasso de la Vega al
nare tutti gli umani capricci, o gl’impulsi di un ignobile interesse! Sono però sicuro di mostrare ad un bisogno l’enorme di
38 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Padova, 28 luglio 1674.Venetia, 16 marzo 1675.Venetia, 23 marzo 1675.Venetia, 30 marzo 1675.Venetia, 13 ap.le 1675.Venetia, 20 ap.le 1675. » pp. 28-35
a vari comici e cantanti dal 1680 al 1684, scrive : « anche prima vi sono lettere di Francesca Allori, detta Ortensia, comi
due lettere autografe che riproduco ridotte di un quarto, nelle quali sono , come il lettore vedrà, notizie di non poco inter
nza indicazioni di sorta. A queste lettere mancano gl’ indirizzi ; ma sono dirette ai Ministri del Duca di Mantova. Molto Il
asse a Napoli, et che le piazze dove si dovrà recitare il venturo ano sono già state destinate dall’A. S., sono a suplicarla
si dovrà recitare il venturo ano sono già state destinate dall’A. S., sono a suplicarla a darmene qualche motivo, aciò sappi
giova di credere, lascierei parte della mia robba qui in Venetia. Qui sono finite le recite con bonissimo guadagno et aplaus
ndi di V. S. Ill.ma, et a quelli sarò sempre riverentissimo, in tanto sono suplicarla a suplicare in mio nome il S.mo Padron
39 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO III. Opera musicale Spagnuola e Italiana e Teatri materiali. » pp. 89-108
quelle del tempo di Filippo IV più non si favella nè anche. Le ultime sono pur poche. Io ho vedute ripetersi quasi sempre le
en la Aldea, el Puerto de Flandes, e qualche Folla. Oltre a queste si sono tradotte e accomodate a foggia di sarsuole alcune
ecitativo e cantandosi le sole arie, i duetti, i cori, i finali. Tali sono la Buona Figliuola, le Pescatrici, il Filosofo di
ll’atto I non si canta se non dopo 126 versi recitati, e 32 versi poi sono seguiti da due arie: nell’atto II si recitano 150
igato: altri 98 versi poi precedono un’ altra aria. Con tale economia sono distribuiti 14 pezzi di musica per lo più parlant
los brazos de los cuellos de las esposas, volendosi dire che si sono distaccati dagli amplessi delle consorti, benchè
sando la peste la gente riprenda il vigore, ben s’intende; ma le navi sono anch’esse soggette al contagio? ed in qual vigore
ova nel rimanente30. Aggiungiamo solo alla sfuggita che tutte le arie sono stentate, inarmoniche, difettose nella sintassi e
piaggine delle ultime tonadas è giunta all’estremo. In una di esse si sono personificate e introdotte a parlare le due statu
del Prado: in un’ altra si personificò la Cazuela e la Tertulia, che sono due palchettoni del teatro32. II. Opera Itali
appresenta la Villa, come in Napoli la Città, e dalle strade ove essi sono del Principe e della Cruz, chiamaronsi Corral del
la Cruz più difettoso dell’altro, fu il primo a costruirsi. Entrambi sono un misto di antico e di moderno per la scalinata
ò in castigliano e in italiano significa che di questi partiti non si sono ancora aboliti i nomi, io vorrei che mi si rinfac
tali partiti non apportarono contese e sconcerti? Alla fine che cosa sono quattro pugni dall’una parte e dall’altra di temp
, siccome da me si è pure accennato. Huerta ignorando l’idioma in cui sono scritti i miei libri teatrali che pur volea morde
40 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAP. IV. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo XVI quando fiorirono gli scrittori producendo le Commedie dette Erudite. » pp. 136-255
più l’Italia e la Spagna, possiamo assicurargli che in tali paesi si sono infinite volte dipinte le donne con caratteri nob
o io vò tacere. Queste trasformazioni satiriche di uomini in animali sono accennate con somma in animali sono accennate con
ni satiriche di uomini in animali sono accennate con somma in animali sono accennate con somma lepidezza, nè hanno minor gra
adimenti amorosi (e pure dovea sapere l’autore del Belisario che non sono stati gl’Italiani che hanno più di una fiata port
i poetica cìò scrivendo non si ricordò de Greci e de’ Latini, i quali sono pieni, e sel sanno anche i ragazzi, di questi int
he, avute dal signor Marmontel in pensiero e non mai sotto gli occhi, sono , per quello che si stà narrando, frutti per la ma
detto! Tem. Che hai detto!Ov’è? Faz. Che hai detto! Ov’è?Vieni ove sono e vedila. Tem. Chi la porta? Faz. Chi la porta?U
simo abbia già saputo il fatto, essendo iti a lui Camillo ed Abondio. Sono iti? dice Cintio, Faz. Sì sono. Cint. Sì sono.I
essendo iti a lui Camillo ed Abondio. Sono iti? dice Cintio, Faz. Sì sono . Cint. Sì sono.Io son spacciato, io son morto, a
i Camillo ed Abondio. Sono iti? dice Cintio, Faz. Sì sono. Cint. Sì sono .Io son spacciato, io son morto, apriti, Apriti, p
ener di non correre Ad abbracciarlo; e s’incammina con tutta fretta. Sono queste le pennellate maestrevoliche di un sol tra
Roma, ma in un’altra città. Nel parlarsi de’ gemelli si dice che essi sono in Roma, e che gli spettatori vedranno comparirli
so nè più proprio per gli personaggi che vi s’imitano. I caratteri vi sono dipinti con brio e verità, e nelle passioni medio
aggine di Calandro che rassomiglia al Tofano del Boccaccio. Piacevoli sono i propositi che tiene coll’astuto Fessenio che se
re la cupola di veduta . Nic. Tu erri. Quando io era più giovine, io sono stato molto randagio, e non si fece mai la fiera
l veruno all’intorno, dove io non sia stato; e ti vo’ lire più là; io sono stato a Pisa e a Livorno, o và! Lig. Voi dovete a
te, perchè non ne adduce una ragione vera che convinca. Languide esse sono per lui, per volersi l’autore adattare al gusto
do ed in qual modo venne in casa la Clizia, dice: Quando dodici anni sono nel 1494 passò il re Carlo per Firenze, che andav
te non ci presentino qualche pregio da osservarsi, chè ingegnose esse sono e in grazioso e puro stile da’ Toscani e non Tosc
l sospettar di lei, e si conchiude il matrimonio di Livia con Fausto. Sono questi gl’intrighi pericolosi e le stragi che som
losi e le stragi che somministrano la gelosia e la vendetta italiana? sono essi più pericolosi, non dico de’ Fajeli di ultim
tuni (les Facheux) del Moliere, ma col maestrevole vantaggio che essi sono utili a fare avanzare con moto l’azione. Il disco
volte è temeraria La gelosia che vi presenta cose Che’ n effetto non sono ; e non è doglia Nè miseria di lei peggiore al mon
i rispettivi senza dipendenza tra loro si succedono alternativamente. Sono in essa posti alla berlina due personaggi ridicol
dice: Crede farmi stare a qualche scudo; ma è male informata, che io sono allievo di Spagnuoli. Degni però di scusa sono g
ale informata, che io sono allievo di Spagnuoli. Degni però di scusa sono gl’Italiani di allora, come troppo vicini al fune
li accidenti. Abbondano gl’Ingannati di sali e lepidezze, ma talvolta sono soverchio liberi, come pajono gli equivoci del lu
indietro che se ne compiacevano. Regolari e piene di sali e motteggi sono le cinque commedie di Lodovico Dolce. Due ne scri
apitano uscita alla luce nel 1545, e il Marito nel 1560; le altre tre sono in buona prosa, il Ragazzo che s’impresse nel 154
he spandono per l’uditorio un piacere indicibile, specialmente quando sono espressi, come in questa scena, senza affettazion
simpatizzano, ed il pudore se ne offende. Le altre commedie del Pino sono lo Sbratta impressa un anno prima degl’Ingiusti S
, e per la lingua citate nel Vocabolario della Crusca. Le più stimate sono : i Bernardi in versi sciolti che si produsse in F
(soggiugne) che in qualche parte l’abbia alterati, considerate, che sono alterati ancora i tempi e i costumi, i quali sono
i, considerate, che sono alterati ancora i tempi e i costumi, i quali sono quelli che fanno variar le operazioni e le leggi
moglie) gli affanni che io ho sofferti sinora grandissimi e infiniti, sono stati passati da me tutti con pazienza, sperando
per amore, mi siete pur di fede, e mi dovete essere per obbligo. Non sono io quella, che per esser vostra moglie non mi son
e per obbligo. Non sono io quella, che per esser vostra moglie non mi sono curato di abbandonar la mia madre nè di andar dis
alla mia patria, nè divenir favola del mondo? Ricordatevi che per voi sono state tante tempeste, per voi sono venuta in pred
del mondo? Ricordatevi che per voi sono state tante tempeste, per voi sono venuta in preda de’ corsari, per voi si può dire,
come voi siete fatto uomo di altra donna, in tante e si dure fortune sono stata sempre d’animo costante, e di corpo sono an
ante e si dure fortune sono stata sempre d’animo costante, e di corpo sono ancor vergine; e voi non forzato, non venduto, no
ntito a venir con voi: per l’altro vi prego (se più di momento alcuno sono i miei prieghi presso di voi) che procuriate per
a dovrà facilmente concedere: e, bisognando, promettete il prezzo che sono stata comperata, che io prometto a voi di restitu
ingegnose, e solo quanto al costume si vorrebbero più castigate. Esse sono tre, il Tesoro impressa nel 1583, l’Alteria nel 1
io, non hanno contribuito all’avanzamento della poesia comica. Queste sono le commedie italiane da’ nostri chiamate antiche
41 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO II. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo. » pp. 175-262
io vo’ tacere. Queste trasformazioni satiriche d’uomini in animali sono accennate con somma lepidezza, nè hanno minor gra
imenti amorosi (e pure dovrebbe sapere l’autore del Belisario che non sono stati Italiani quelli che hanno portato più d’una
poetica ciò scrivendo non si ricordò de’ Greci e de’ Latini, i quali sono pieni, e ’l sanno i ragazzi, di quest’ intrighi e
iche avute dal Sig. Marmontel in pensiero, e non mai sotto gli occhi, sono , per quel che si stà narrando, frutti per la magg
che la cassa arrecano Che hai detto! Tem. Ov’è? Faz. Vieni ove sono , e vedila. Tem. Chi la porta? Faz. Un facchin
simo abbia già saputo il fatto, essendo iti a lui Camillo ed Abondio. Sono iti? dice Cintio; Faz. Sì, sono. Cin. Io son
sendo iti a lui Camillo ed Abondio. Sono iti? dice Cintio; Faz. Sì, sono . Cin. Io son spacciato, io son morto, apriti,
uon teologo (i falsi teologi non pregiudicano a i veri e virtuosi che sono i più, e che nel consigliare non hanno la mira ch
r di non correre Ad abbracciarlo; e s’incamina con tutta fretta. Sono queste le pennellate maestrevoli che di un sol tr
oma, ma in un’ altra città. Nel parlarsi de’ gemelli si dice che essi sono in Roma, e che gli spettatori vedranno comparirli
so nè più proprio per gli personaggi che vi s’imitano. I caratteri vi sono dipinti con brio e verità, e nelle passioni medio
aggine di Calandro che rassomiglia al Tofano del Boccaccio. Piacevoli sono i dialoghi che fa coll’ astuto Fessenio che se ne
re la cupola di veduta. Nic. Tu erri. Quando io ero più giovane, io sono stato molto randagio, e non si fece mai la fiera
l veruno all’intorno, dove io non sia stato; e ti vo’ dire più là; io sono stato a Pisa e a Livorno, o và. Lig. Voi dovete
ando e in qual modo venne in casa la Clizia, dice: Quando dodici anni sono nel 1494 passò il re Carlo per Firenze, che andav
i presentino pregi degni da osservarsi; che ingegnose e regolari esse sono , e in grazioso e sempre puro stile da’ Toscani e
l sospettar di lei, e si conchiude il matrimonio di Livia con Fausto. Sono questi gl’ intrighi pericolosi e le stragi che so
losi e le stragi che somministrano la gelosia e la vendetta Italiana? Sono essi più pericolosi, non dico de’ Fajeli d’ultima
tuni (les Facheux) del Moliere, ma col maestrevole vantaggio che essi sono utili a fare avanzar con moto l’azione. Il discor
te è temeraria La gelosia che vi presenta cose Che ’n effetto non sono ; e non è doglia Nè miseria di lei peggiore al m
dice: crede farmi stare a qualche scudo; ma è male informata, che io sono allievo di Spagnuoli. Degni però di qualche scusa
ormata, che io sono allievo di Spagnuoli. Degni però di qualche scusa sono gl’ Italiani d’allora come troppo vicini al funes
i accidenti. Abbondano gl’ Ingannati di sali e lepidezze, ma talvolta sono soverchio liberi, come pajono gli equivoci del lu
indietro che se ne compiacevano. Regolari e piene di sali e motteggi sono le cinque commedie di Lodovico Dolce, colle quali
alla luce per le stampe nel 1545, e il Marito nel 1560; le altre tre sono scritte in buona prosa, il Ragazzo che s’impresse
da voi veggio ogni cosa nelle più oscure tenebre della notte. Quanto sono lontane simili studiate espressioni dal linguaggi
he spandono per l’uditorio un piacere indicibile, specialmente quando sono espressi, come in questa scena, senza affettazion
simpatizzano, ed il pudore se ne offende. Le altre commedie del Pino sono lo Sbratta impressa un anno prima degl’ Ingiusti
, e citate per la lingua nel Vocabolario della Crusca. Le più stimate sono : i Bernardi in versi sciolti che si produsse in F
e’ soggiugne) che in qualche parte l’abbia alterato, considerate, che sono alterati ancora i tempi e i costumi, i quali sono
o, considerate, che sono alterati ancora i tempi e i costumi, i quali sono quelli che fanno variar l’ operazioni e le leggi
oglie), gli affanni che io ho sofferti finora grandissimi e infiniti, sono stati passati da me tutti con pazienza, sperando
per amore, mi siete pur di fede, e mi dovete essere per obbligo. Non sono io quella, che per esser vostra moglie non mi son
e per obbligo. Non sono io quella, che per esser vostra moglie non mi sono curata di abbandonar la mia madre, nè di andar di
lla mia patria, nè divenir favola del mondo? Ricordatevi, che per voi sono state tante tempeste, per voi sono venuta in pred
el mondo? Ricordatevi, che per voi sono state tante tempeste, per voi sono venuta in preda de’ corsari, per voi si può dire,
come voi siete fatto uomo di altra donna, in tante e sì dure fortune sono stata sempre d’animo costante, e di corpo sono an
ante e sì dure fortune sono stata sempre d’animo costante, e di corpo sono ancor vergine; e voi non forzato, non venduto, no
ntito a venir con voi: per l’altro vi prego (se più di momento alcuno sono i miei prieghi presso di voi), che procuriate per
vrà facilmente concedere: e, bisognando, promettete il prezzo, che io sono stata comperata, che io prometto a voi di restitu
ingegnose, e solo quanto al costume si vorrebbero più castigate. Esse sono tre, il Tesoro impressa nel 1583, l’Alteria nel 1
o, non hanno contribuito all’ avanzamento della poesia comica. Queste sono le commedie Italiane da’ nostri chiamate antiche
Un secolo dotto fa risplendere di riverbero ancor quelli che non lo sono . Erano in tal tempo cresciuti gli attori di mesti
rioniche avesse la mira il prelodato Marmontel. Le commedie del Calmo sono : la Spagnolas, il Saltuzza, la Pozione, la Rodian
più l’Italia e la Spagna, possiamo assicurargli che in tali paesi si sono infinite volte dipinte le donne con siffatto cara
42 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 266-272
tivo germoglio….. (Atto I, Scena I). Più notevoli nell’ Inavvertito sono le tirate sul modo di giudicar le azioni della pl
rlo. Nel prologo, a voler sostenere la sua tesi, che le commedie cioè sono la più moral cosa del mondo, e chi ne dice male u
casa derisi ; et ogni cosa si tira a buon fine. Ma perchè i documenti sono portati da’ comici, questi dalle sentenze miniate
un poveretto per scrianzato. In somma, i brilli in mano a cavaglieri sono stimati diamanti, e i diamanti in mano a povere p
vaglieri sono stimati diamanti, e i diamanti in mano a povere persone sono tenuti brilli. E nella Scena X dell’Atto I tra L
trioni, Stregoni, cioè incantatori e uomini del Demonio ; e perciò vi sono paesi in molti luoghi d’Italia, che tengono per f
non vanno alla Commedia, i Comici falliscono ; a tal, che le pioggie sono contrarie a’Comici, e non favorevoli. Venendo po
concorderebbe con una vecchia litografia di Delpech, in cui i capelli sono raccolti in una specie di reticella rossa alla br
43 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 765-771
entò in Italia l’Angelicata, in America l’Encantadora. Alcuni anni or sono ella non aveva ancora toccato la sommità dell’art
zioni e gaudi, lagrime e sorrisi, che nel giorno della gran vittoria, sono la sua pagina di storia, la ricordanza, che mentr
o la spontanea produzione dei campi, e diciamo le cose come veramente sono . La Tina Di Lorenzo è una speranza benedetta dell
italiana, ma nulla più …… Dal quarto articolo : « riassumendo. » Vi sono gli entusiasti : gli entusiasti ad oltranza. Essi
i succedono felicemente sgorganti da spontanea facile vena. Le platee sono trascinate, e in preda al delirio : e la storia d
nuova e vera tradizione illustre. Date fiori, date applausi …… Poi ci sono i ribelli …. Essi …. non accettano nemmeno la spe
non ha nè il criterio, nè il sentimento dell’arte…… E finalmente ci sono coloro che hanno detto semplicemente e sinceramen
i quanti hanno un gusto squisito dell’arte ; e che le ampie gradinate sono tutte una corona di volti intenti, in cui si mani
44 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Ferrara, li 4 marzo 1618.Ferrara, li 3 marzo 1618. » pp. 170-184
iducevo a mente il periglio che passai di rimaner in asso quattr’anni sono , quando finimmo il carnevale a Lucca, che V. E. e
nsieri si devono fare nell’intendere di simil cose ? Con tutto ciò mi sono achetato, sperando in Dio e in V. E. diffensori d
di precipitarsi, non che correre dove il cenno di lei lo chiami. Cosi sono state e sono le cose, Ecc.mo Sig.re, e quando tro
si, non che correre dove il cenno di lei lo chiami. Cosi sono state e sono le cose, Ecc.mo Sig.re, e quando trovi altrimente
umile e divota serva li adimando, et è che la Nespola non sia dove io sono , nè io dove la detta Nespola, perchè per nissuna
nare, e dinari noi non abbiamo, non n’aspetto da nessuna parte e pure sono risolutissima di non essere con loro. Ma perchè m
17 bianche ; quattro in principio, e dieci alla fine del volume : tre sono fra il primo e il secondo atto. Il codice è tutto
rice di sfogare in iscena tutto il suo valore artistico. Della favola sono interlocutori : Astrea Cupido che fanno
to passo per 19 pagine ; e chiude l’atto terzo coi versi seguenti che sono l’espressione più chiara di questa strana pazzia 
una città, subito col tamburo si fa sapere che i Signori Comici tali sono arrivati, andando la Signora vestita da uomo con
galantuomini vengono disprezzati, e patiscono degli affronti che non sono convenienti a’meriti loro. Con tutto ciò, potend
di qualunque merito si fosse. Ogni frase sta da sè ! Le respirazioni sono frequenti e rapide ! Ogni frase ha un’idea divers
45 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO VI. Maschere materiali moderne. » pp. 265-269
ennero, il Dottore, il Pantalone, il Brighella. Ma le nostre maschere sono assai diverse dalle antiche pel fine, per la form
forma gli antichi nelle maschere rappresentavano i volti umani quali sono , per valersene nelle tragedie e nelle commedie. I
tuazioni co’ successivi cambiamenti di volto. Ma poi i moderni stessi sono caduti in un assurdo peggiore col frammischiare c
46 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO III. Maschere materiali moderne. » pp. 263-266
ero il Dottore, il Pantalone, il Brighella ecc. Ma le nostre maschere sono assai diverse dalle antiche pel fine, per la form
forma gli antichi nelle maschere rappresentavano i volti umani quali sono , per valersene nelle tragedie, e commedie. I mode
tuazioni co’ successivi cangiamenti di volto. Ma poi i moderni stessi sono caduti in un assurdo peggiore col frammischiare c
47 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 280-281
qualunque altra in vece della mia non farebbe le spese serali, tanti sono i passatempi gratis, che offre in questo mese Ven
al suo comparire ; Salvini furoreggia ; ma con la debita modestia io sono il più festeggiato, e ne ho potenti prove pecunia
carriera : questo è il momento di farmi pagar bene, ed infatti me ne sono prevalso : se Astolfi mi ha voluto pel '56, ha do
48 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO IV. Spettacoli scenici della Russia. » pp. 257-261
ni via perchè si sollevino dalla turba de’ versificatori, ed essi che sono l’anima delle scene, inspireranno il proprio entu
attualmente al servizio di quella corte imperiale. I cori dell’opera sono composti di venti persone in circa, che per lo pi
lodramma al teatro Russo, e vi fu applaudita la sua Antigona. I balli sono magnifici. Il tedesco Hilverding vi dimorò sette
l teatro ch’è una specie di ellissi, ha la lunghezza di 103 piedi. Vi sono cinque ordini di logge ciascuna divisa in diciott
49 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VI. Teatro inglese, alemano, e spagnuolo del medesimo nostro secolo. » pp. 389-417
affetti e de’ costumi, e per la vivacità dell’azione; ma se dopo che sono stati stampati e letti con diligenza, non vi si r
parlamento. «Che non ho io fatto per voi? (dic’egli alla moglie). Non sono divenuto membro del parlamento per darvi gusto? N
o signor Colman e del Roscio dell’Inghilterra Davide Garrick, i quali sono ancora autori di alcune altre commedie scritte co
no nella famosa chiesa di San Paolo, e i particolari di tutta Londra, sono composizioni Inglesi. Alemano La turgidezza
ogni genere di letteratura, conta vari drammatici degni di lode. Tali sono M. Schlegel che sarebbe stato il Corneille della
essing imitatore degl’inglesi. Minna de Barnhelm, e Miss Sara Sampson sono le di lui migliori tragedie cittadine. Lo Spirito
é scritta con molta intelligenza delle passioni e de’ caratteri e vi sono alcune situazioni veramente tragiche. Eccone uno
i vari volumi di commedia in prosa che non mancano di merito259. Noti sono i progressi della musica in Alemagna dopo che vi
menti infiniti, che trovano gli artisti in Francia e in Inghilterra), sono stati seguiti da un gran numero di ottimi maestri
r un esempio della pazzia. Le prime tragedie adunque di questo secolo sono la Virginia pubblicata nel 1750, e l’Ataulso nel
erpetuamente per coppia ristucca alquanto. Le passioni della contessa sono bene espresse; ma sembra che avrebbe dovuta esser
1751 sotto il nome del Pellegrino. Tutte le altre produzioni comiche sono stravaganti assai più di quelle del secolo passat
sai più di quelle del secolo passato senza averne alcuna grazia. Tali sono , p. e., il mostruoso Koulicàn di un tal Camacho,
ionale. Un gran numero di tali sainetti composti da Don Ramon La Crux sono stati ricevuti con applauso, e talvolta la loro p
tengono al corpo politico che rappresenta la villa. Sino a dieci anni sono , il palco destinato agli attori consisteva in un
nza veruna conseguenza. Nel teatro de los Caños del Peràl, molti anni sono , si rappresentò l’opera buffa italiana; ma oggi é
ro francese tradotto in castigliano; ma da un sovrano divieto oggi ne sono state sospese le rappresentazioni. In Madrid sogl
antano le sole arie e finali. Un’opera eroica spagnuola compose, anni sono , il soprannominato La-Crux, intitolata Briseida,
nali che sa tramanderanno alla posterità. Le principali e più stimare sono lo Sposo cieco, i Candidati, e il Duca Michele.
stimare sono lo Sposo cieco, i Candidati, e il Duca Michele. 256. Io sono del sentimento di M. Freron: «L’histoire de ce bi
50 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 889-912
esso le Gelosie di Scaramuccia, Essa gli domandò che commedia era : «  Sono le gelosie mic » – rispose Scaramuccia. – « Dunqu
– rispose Scaramuccia. – « Dunque tu sei becco ! » – « È un pezzo che sono famoso in compagnia di tanti altri signori. » (V.
Ill.ª come fece pure a me iermattina ; vuole che esca di casa, e cosi sono dietro col detto vecchio che dice per vivere per
fuori di casa con la moglie per causa di madama Gorle et al presente sono sei anni che sono eternamente perseguitato, ferit
la moglie per causa di madama Gorle et al presente sono sei anni che sono eternamente perseguitato, ferito et cacciato fuor
acciato fuori di casa per quest’ altra ; e pure non ho mai fiatato, e sono stato sempre figlio obbediente e rispettoso. Mi d
ngiustizie, ma soprattutto la calunnia delle 30 doppie delle quali io sono innocentissimo ; et V. S. sa benissimo in coscien
i sapere il momento e il tempo da potere fare il colpo ; e finalmente sono pronto a sottopormi a qualsivoglia interrogatorio
ho mai fatto ne farò cosa che sia indegna di un figlio obediente come sono sempre stato ; e pregandola a abolire le grandi m
l che esegui con le lacrime agli occhi, ma giudichi V. S. che lacrime sono . La Granduchessa domandò del Principe7 et il qual
io può essere G[i]udice retto, et agli ochi di esso cui tutte le cose sono scoperte e presenti è dato di distinguere l’ombre
i del mio confesore e avrei uno eterno rimorso se non l’avesse fatto. Sono homo, e Dio, per sua devina misericordia, mi ha d
Fire[n]ce, ma l’avere incontrato un selerato figlio è cagione che io sono ancora in Pariggi. Io averei molto a dire de le s
avertimenti che sua bontà mi dà sopra l’anima e riposo della vecheia. Sono 2 anni che mi sono levato e ritiratomi dalle sene
bontà mi dà sopra l’anima e riposo della vecheia. Sono 2 anni che mi sono levato e ritiratomi dalle sene comiche e se non f
e se non fose stato quello che camo mio figlio sarebe a casa sei anni sono  ; ma perchè mi fece una infamità che fu costreto
i per Italia. La lite prima del sequestro della caricha venduta acora sono in lite al Sataleto ed ora à mandato prochura e m
esa conosco il suo continovo afetto. Ora dò parte a V. S. Ill.ma come sono risoluto di pasarmene a casa e subito che sua Mae
bito che sua Maestà sarà de ritorno chiederò la mia licenca. Dui anni sono che sarebe partito e sarebbe ritornato col figlio
in costume di Scaramuccia. Del valore del nostro artista infinite sono le testimonianze : comincio da quella di Evaristo
51 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — LIBRO VI » pp. 94-106
anzi ad un componimento, in cui saccheggiò meschinamente il Caraccio; sono i due versi seguenti detti da un Messo nella scen
nella multiplicità delle azioni di tal componimento, tutti gli altri sono perversi e scellerati. Vi muojono otto interlocut
oprie, talvolta buffonesche, talvolta atroci. I personaggi per lo più sono inutili ed episodici; le inconseguenze continue;
dorarla come una divinità, e la tragedia finisce. Tutti i cinque atti sono ripieni d’inutili, inverisimili e freddi amori de
ta. Compete questa osservazione ad una favola, di cui tre atti almeno sono inutili, e dove Didone, senza apparire la necessi
esimo Capo III, art. IV, pag. 194, lin. 3, dopo le parole, pochi anni sono , si aggiunga come segue. **. Al Capo IV pag. 203
52 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO III. Teatro Inglese. » pp. 143-156
nezia salvata e l’Orfana. Nella prima però i caratteri più importanti sono alcuni ribelli e traditori, i quali fanno vedere
la sfacciatezza è posta in tutto il suo lume. La satira e l’oscenità sono le note caratteristiche de’ poeti comici inglesi.
die più graziose di tutto il teatro inglese, per avviso del Voltaire, sono quelle che scrisse il cavaliere Van-Broug archite
ommedie hanno invenzione, interesse, e stile proprio per la commedia. Sono ancor regolari, e se la scena non è rigorosamente
”. Seguendo l’indole della commedia inglese, le pitture del Wycherley sono forti, oscene, e satiriche. Nell’atto V della med
spirito e di buon comico. Le altre commedie di Wycheley più pregiate, sono l’Amore in un bosco rappresentata in Londra nel 1
53 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO VI. Teatro Inglese. » pp. 291-300
nezia salvata e l’Orfana. Nella prima però i caratteri più importanti sono alcuni ribelli e traditori, i quali fanno vedere
la sfacciatezza è posta in tutto il suo lume. La satira e l’oscenità sono le note caratteristiche de’ poeti comici Inglesi.
edie più graziose di tutto il teatro inglese, per avviso di Voltaire, sono quelle che scrisse il cavaliere Van-Brough archit
commedie hanno invenzione, interesse e stile proprio per la commedia. Sono ancor regolari, e se la scena non è rigorosamente
la”. Seguendo l’indole della commedia inglese le pitture di Wycherley sono forti, oscene, e satiriche. Nell’atto V della med
talvolta la sorpassa (Nota V). Le altre di lui commedie più pregiate sono l’Amore in un bosco rappresentata in Londra nel 1
54 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 245-250
serlo nella mia. ….. Voi avete per voi il suffragio d’Italia : io che sono l’ultimo dei suoi scrittori, riconosco intieramen
gio (1840) col dramma tradotto dal francese intitolato Sedici anni or sono . Il dramma era stato da poco rappresentato dalla
cienza ; e se ho potuto far del bene anche ai miei nemici l’ho fatto. Sono stata docile e conveniente, non sono stata attacc
anche ai miei nemici l’ho fatto. Sono stata docile e conveniente, non sono stata attaccata al contratto ed ho fatto le più g
ratto ed ho fatto le più gran concessioni. Non ha servito nulla, e mi sono convinta che l’invidia non si placa. E ha ragion
cco la ricompensa che hanno le attrici italiane ! Un poco di pane ! E sono tra le fortunate, perchè, come l’Andolfati e la P
55 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo decimoterzo »
a da lungo tempo come certissimo, cioè che le modificazioni del bello sono assai varie, che i fonti del diletto nelle belle
lla natura ch’essi non conoscono, e nella profonda meditazione di cui sono incapaci, la loro invenzione ad altro non si ridu
spazi onde aperti riuscivano i suoni vigorosi e distinti. Al presente sono esse così minute che non hanno luogo a fare una i
ra, quella al contrario confonde questa, potendosi dire a ragione che sono gli strumenti che cantano, non già il cantore. Og
ino a creare in lui dei gusti fattizi opposti o diversi da quelli che sono più conformi alla natura. Imperocché egli è certo
noi altrettanti motivi di attaccamento verso l’oggetto di essa quante sono le individuali circostanze, che vi si scorgono. [
ucano un effetto differente da quello che si pretende. Diffatti pochi sono que’ maestri che sappiano diriggere il movimento
za distruggerli altrettanti movimenti diversi e forse contrari quanti sono i sentimenti che risultano dal totale d’un dramma
Se difficilmente si fanno intendere i musici ne’ ritornelli, i quali sono l’esposizione d’un’aria sola, ci sarà da sperare
da, che le ridenti e deliziose campagne che appariscono in lontananza sono quelle di Elide, e che i flutti, che vede luccica
e di Elide, e che i flutti, che vede luccicare tremoli e cristallini, sono le acque del fiume Alfeo, come potrà egli lusinga
delle aperture, che si sentono tutte ad una foggia e d’un carattere, sono appunto come quelle lettere che dagl’imperiti seg
espressione; laddove il buon gusto insegnerebbe che quando le pa‌role sono talmente esprimenti che bastano esse sole a gener
ggi eseguite con tutto il brillante sfoggio dell’armonia. Così almeno sono costretto a pensare dietro alla propria esperienz
i, e la disperazione d’averla così tosto perduta. [21] Se non che non sono questi i soli difetti che si commettono nelle mod
nel manoscritto i tuoni che meritavano d’essere rilevati. Tali esempi sono degni d’imitazione, come lo è ancora l’esempio de
e colle parole, essendo certissimo che gli episodi fuori di luogo non sono meno ridicoli nella musica di quello che lo siano
sia. [26] Supposti gli accennati principi tanto più sicuri quanto che sono ricavati non da’ capricci dell’usanza né dalla pa
rminata; mosaici composti d’altrettante pietre di vario colore quanti sono i diversi stili, che sovente concorrono alla comp
, o in parole che non hanno espression musicale per se medesime, come sono per esempio “arena”, “regno”, “padre”, “senza”, “
fragore del tuono, del turbo nereggiante con siffatte anticaglie, che sono (quasi direi) venute a nausea per la loro frequen
e carte loro per chiarirsene ad evidenza di tutto il contrario. Tanto sono lontani dal comprendere il linguaggio individuale
differenti. Il sospetto crudele, l’agitazione, la gelosia, il rimorso sono rappresentati ad una foggia medesima. Lo sdegno n
sentimenti diversi. [42] Ma che parlo io di sentimenti diversi? Poche sono le arie musicali moderne, alle quali (restando la
cagione si è perché i tratti musicali apposti all’aria di Metastasio sono così indeterminati, così generici, così malamente
ti, superiori a quanto in quel genere ci offrono gli oltramontani, ma sono tratti staccati cui manca la primaria bellezza ch
ndole di ciascuna scena in particolare, indicando i diversi stili che sono nella musica corrispondenti a quelli della prosa
Di queste ed altre cose appartenenti più da vicino alla scienza loro sono così all’oscuro la maggior parte dei moderni maes
imo benché alieno dal mestiero e poco iniziato in siffatte materie mi sono maravigliato spessissimo della profonda e totale
a teoria, la pratica, o la metafisica della musica nel nostro secolo, sono nomi egualmente sconosciuti a loro che al gran La
a la speditezza dei metodi, i quali per la maggior parte degli uomini sono ciò ch’è la bussola per le caravane che traversan
oltivatori di essi. Simili agli amanti presso a’ quali le donne amate sono sicure di ottener il perdono di qualunque loro ar
sicure di ottener il perdono di qualunque loro arditezza, gli uditori sono indulgentissimi con chi è lo stromento de’ loro p
i metodi che le circoscrivono, riducendole prima di tempo in sistema, sono paragonabili a quelle fisonomie formate troppo pr
amente riscossi gli applausi dei più rinomati teatri. Né meno celebri sono presso agli amatori della scienza armonica divenu
o dire da taluno della professione. Se realmente non fosse di lui, io sono pronto a disdirmi. Ciò però non deroga per niente
56 (1878) Della declamazione [posth.]
o dirsi resoconto analitico delle pratiche attoriali del tempo in cui sono composti, né può essere definita la reale forza d
e Coreso 10. Sulla produzione di libretti per i drammi per musica si sono soffermati gli studi raccolti in Salfi librettist
pecifici della produzione letteraria, filosofica, critica dell’autore sono stati raccolti nel volume Francesco Saverio Salfi
logia teatrale ottocentesca” 18. Unicamente due capitoli del trattato sono stati oggetto di un’edizione moderna all’interno
ateesi e delle Norme per un teatro nazionale. I capitoli in questione sono il primo, che affronta genericamente lo statuto d
atta del progetto di costituzione di una Scuola teatrale. I due testi sono accompagnati da brevi note di commento. Il presen
e dominate «[…] da persone ignoranti, presuntuose, ridicole ec. quali sono coloro che compongono le ordinarie truppe o gregg
ompiuto da Salfi nella messa in scena del corpo dell’attore. Numerose sono infatti le indicazioni mimico-gestuali38, come «T
io, in cui si monta per tre gradini; la sedia e il di sopra del trono sono coperti di un drappo di oro ecc. Intorno siedono
osto che là collocata, è capace di produrre un effetto prodigioso. Ne sono un’evidente dimostrazione il Qu’il mourût di Pier
del versificatore a danno della passione […]49».In tale affermazione sono già in nuce le riflessioni che troveranno spazio
raneità da ogni regola e dalla dittatura degli antichi, quando invece sono i primi a imitare pedissequamente i moderni e las
si credano gli uni e gli altri più opposti e più discordi, che non lo sono realmente55». Salfi contesta poi ai romantici il
igna, scruta diffidente, si lamenta, sviene, colpisce, uccide: queste sono tutte espressioni proprie della gelosia, eppure q
e: queste sono tutte espressioni proprie della gelosia, eppure quanto sono infinitamente discordanti e multiformi67! Lo ste
ato il Dialogo sulle unità drammatiche di luogo e di tempo, nel quale sono posti nel ruolo di interlocutori fittizi Viganò,
ificarsi con quello del Romagnosi. Secondo quest’ultimo, le unità non sono da applicarsi ad alcun genere drammatico, che si
ieri per il più tardi, poiché lo vedo spesso. Le sue occupazioni non sono grandi […] Parlando del Salfi mi ha chiesto dell’
e affermerà egli stesso, Mio pensiero non è di convertire / quei che sono indurati nell’abuso, / né cerco il vanto di farli
airon al Garrick, da Baron alla Dusmenil, le rievocazioni del passato sono frequenti, fino a giungere persino agli attori de
e i movimenti esterni riproducono analogicamente uno stato interiore. Sono invece impropri quelli che operano in maniera fig
e fa la metafora nel linguaggio verbale. I simbolici o geroglifici si sono invece formati in base a qualche nesso con l’ogge
dunque di difficile decifrazione. I convenzionali o arbitrari invece sono identificativi di un’epoca, di una nazione, di un
espressione imitativa a una cooperativa o viceversa. Tali transizioni sono di difficile riproduzione perché è impossibile sc
one e imitazione, essa si verifica quando diversi tipi di espressione sono delegati a organi differenti. Salfi fa l’esempio
nifestazioni fisiche. Le due passioni principali, ossia amore e odio, sono fatte discendere dalle due sensazioni di piacere
. Questo è reso possibile dalla contemplazione della natura, a cui si sono dedicati artisti quali Leonardo da Vinci (la font
efficacia dei segni. La prima si verifica quando tutte le componenti sono concordi nell’espressione del medesimo significat
tteri storici. Anche all’interno di uno stesso carattere le mutazioni sono frequenti, dettate dalle circostanze, dalle passi
li individui con cui si entra in contatto. I caratteri da prediligere sono tuttavia quelli dotati di una maggiore complessit
e altre passioni, spesso di carattere contrastante. Le seconde invece sono frutto della progressione che subisce una singola
loghi risiede soprattutto nei passaggi da una passione all’altra, che sono frequenti, dal momento che l’anima si dibatte con
n le fogge della Francia contemporanea. A questo proposito, esemplari sono le figure della Clairon e di Lekain, che hanno da
una tale istituzione. Le cognizioni preliminari necessarie all’attore sono le seguenti: — Cognizione della propria lingua, o
olezza delle tecniche di versificazione. Le cognizioni proprie invece sono quelle che concernono la pratica dell’arte dell’a
l’editore, insieme ai cenni biografici sull’autore preposti al testo, sono stati eliminati. Il testo dell’edizione ci è stat
tare una grafia conservativa. Gli unici casi in cui siamo intervenuti sono i seguenti: — Si è ridotta a i la j intervocalica
esso assibilato ti è stato volto in zi (es. Cintio > Cinzio); — Si sono corretti alcuni refusi di stampa, tra cui quelli
280), e quello del Pepoli > è quello del Pepoli (XV, 298), quanto sono  > quando sono (XVIII, 353); — Si sono sciolte
el Pepoli > è quello del Pepoli (XV, 298), quanto sono > quando sono (XVIII, 353); — Si sono sciolte le abbreviazioni
del Pepoli (XV, 298), quanto sono > quando sono (XVIII, 353); — Si sono sciolte le abbreviazioni (es. sig.ra > signora
rsivo è stato conservato; — Per le citazioni incorporate al testo, si sono aggiunti i segni «». Della declamazione
ti maneggiano, i più pronti, i più facili ed i più propri e spontanei sono quelli che impiega la declamazione, la quale del
e di ogni fatta e di ogni tempo, il culto liturgico di ogni religione sono in tutto rappresentazioni più o meno esatte di qu
Le attitudini, le figure, i gruppi maravigliosi delle statue greche, sono per noi gli argomenti più luminosi della eccellen
ecolo XI e XII, e l’arte drammatica e la declamazione particolarmente sono le più tarde a rialzarsi e rimettersi a livello d
e le altre nazioni, che l’hanno conosciuta assai più tardi di noi, si sono come largamente compensate di questo ritardo, ed
più d’attribuirsi al declamatore o al poeta. E gli attori, ch’erano o sono altrove limitati al divertimento e al disprezzo d
o sono altrove limitati al divertimento e al disprezzo del pubblico, sono qui apprezzati e distinti come tutti gli altri ar
ù tardi, si è pure introdotto nell’Alemagna. Le buone tragedie che vi sono state prodotte, e specialmente la energia ed il c
ezza e si pratica. [Intro.17] L’Alemagna, l’Inghilterra e la Francia sono oggi le tre nazioni, che si disputano in questo a
ro della natura. [Intro.19] È già pur qualche tempo che tali idee si sono svegliate in più parti d’Italia. Le tragedie di A
fine, che l’arte si dee proporre. E questi sforzi e tentativi, che si sono fatti e ripetuti negli ultimi tempi, hanno sempre
per quella linea che mena alla perfezione. E tutte le nazioni che si sono avvicinate più o meno a questo termine, non hanno
gli antichi, i quali ne abbiano trattato, e di cui abbiamo le opere, sono Cicerone, Luciano e Quintiliano; ma Luciano alla
tali effetti, che noi osserviamo nelle sue esterne modificazioni, che sono pur segni visibili della occulta forza che l’anim
non è simile, e talvolta è molto discorde dall’oggetto imitato. Tali sono la scultura e la pittura, che adoprano l’una il m
per dir così, alcuna parte di esso. Il canto, la danza, la pantomima sono arti, per dir così, staccate ed astratte dall’art
e nel dramma, e finché semplicemente si leggono o si trascrivono, non sono pur anche declamate, e così quali giacciono non h
segno e il suo fine, e darle la sua forma conveniente; e questi mezzi sono la voce, la fisonomia, il portamento ed il gesto,
diversifichi il suono più o meno sensibilmente. Ma siffatti accidenti sono per l’ordinario così tenui e sfuggevoli, che rich
llabe disaccentate riescono tanto più rapide a pronunziare quanto più sono dall’accento lontane, o dall’accento piuttosto pr
di altre subalterne, che dalla principale dipendono. Ora queste, che sono più o meno dipendenti, si pronunciano l’una dalle
nti, al punto e al paragrafo ricominciando da capo, ecc. Così pure si sono introdotti de’ tratti orizzontali, che uniti al p
elligenza di quelli che l’ascoltavano e ricevevano. [2.17] Tre dunque sono i principî e gli elementi che la pronunciazione o
però vi concorrono egualmente, e quelli che fra gli altri primeggiano sono il viso, gli occhi e le ciglia, le mani e le dita
ocale solamente concesso. [3.2] La necessità, l’utilità e il diletto sono concorsi egualmenle a sviluppare questa parte del
a loro natura, per la loro origine e pel loro uso. [3.3] 1.º I primi sono indicativi, in quanto accennano semplicemente gli
a conoscere. [3.4] 2.º I secondi possono dirsi eccitatori, in quanto sono indirizzati principalmente a risvegliare ed accre
, accrescendone più o meno l’azione ed il movimento. [3.5] 3.º Altri sono accompagnatorii, e non hanno altro ufficio che di
. Essi possono considerarsi come l’ornamento ordinario del parlare, e sono i meglio significanti, ancorché i più frequenti e
importanti e indifferenti. [3.6] 4.º Altri gesti assai più parlanti sono i descrittivi, che dimostrativi possono dirsi sec
uente. [3.7] 5.º Più di tutti significanti, quantunque più semplici, sono i propriamente detti espressivi, e che significat
terrore ed alla disperazione. [3.8] 6.º Alcuni de’ gesti espressivi sono necessari, ed altri spontanei. I primi che pur me
altri spontanei. I primi che pur meccanici od istintivi si appellano sono quelli che sotto l’azione di certe idee e delle p
non possono punto impedirsi dalla persona, in cui si dispiegano. Tali sono l’impallidire del viso, l’infiammarsi degli occhi
ro malgrado. [3.9] 7.º Gli spontanei poi, che altri dicono motivati, sono quelli, in cui l’anima prende più o meno parte, e
i oggetti ideali, descrivono invece quegli oggetti sensibili, che più sono a quelli rassomiglianti; ed essi riescono più o m
on abbiano altro che il capriccio e la convenzione di chi gli adoprò, sono divenuti propri di certi tempi, di certe nazioni,
la gente o di quell’ordine che l’ha particolarmente adottata. [3.18] Sono questi gli elementi vocali e visibili, di cui la
ssono dare coloro che della pronunciazione in genere od in ispecie si sono proposti o si propongono di trattare. Da chi parl
ore non può dispensarsi dal pronunciare i versi con quel ritmo, a cui sono dal poeta principalmente destinati. [4.3] Suppon
to alla tragedia quel metro e quel ritmo che più le convengono, e che sono più adattati alle qualità delle persone che debbo
sone che debbono recitarla, e quindi al genere di declamazione, e cui sono destinati, il declamatore per quanto si studi e m
se parranno ad alcuni troppo minute queste osservazioni; ma certo non sono inopportune ed inutili, se veramente costituiscon
ncano della forza sufficiente a muover gli esterni, o gli esterni non sono fatti abbastanza per obbedire all’azione di quell
to, ora del gemito ch’è come un singhiozzo continuo, i cui intervalli sono più estesi e più lenti, ed ora di fremito, d’urlo
Aliud molestia: sine commiseratione grave quidquam, et uno pressu ac sono obductum ecc. [5.6] Niuno fra’ moderni, ch’io
il timore un tuono sordo e tremante. I tuoni dell’amore e della bontà sono melodiosi ed uniformi; quelli della rabbia forti
stesse in tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutti i luoghi, non sono state notate come quelle che vengono dettate dall
ntano anch’essi effetti ed indizi delle idee e dei sentimenti, che ne sono cagione od occasione; e così l’espressione si spa
concorre massimamente l’atteggiamento di certi muscoli o parti, quali sono il petto, le spalle, il collo, la testa, le bracc
tro fiacca.   Ambo le labbra per furor si morse. [5.17] V. Occhi. Sono queste le parti che nell’espressione del volto fr
oso, concorre eziandio a renderlo espressivo e significante. Infiniti sono i moti ed i gesti dei quali è capace, che gli ant
e. Tutto è bene tentare. Io dico solo, che gli oggetti della Botanica sono permanenti, e si possono facilmente indicare e de
ultaneamente lo stesso sentimento e la stessa idea. Ma spesso gli uni sono più espressivi quando gli altri lo sono meno, e t
tessa idea. Ma spesso gli uni sono più espressivi quando gli altri lo sono meno, e talvolta gli uni tacciono e si riposano a
sto altrove le differenti specie di accenti, di tuoni e di gesti, che sono state finora distinte, e servono generalmente all
non può non influire su quei tuoni e quei gesti che propriamente non sono detti patetici. Tutti quindi prendono questa qual
essione conveniente. [6.4] Egli è poi verissimo che tali espressioni sono men calde e sensibili di quelle che alla sensazio
queste limitandoci particolarmente, quelle che fra tutte prevalgono, sono le così dette fisiologiche ed istintive. Aggrinza
à, ed i primi a spiegarsi, e che a quelli più o meno si approssimano, sono gl’imitativi od analoghi che l’oggetto della perc
vocale e visibile. [6.8] V’ha un altro genere di espressioni che pur sono spontanee come le precedenti, e che non già all’i
’impiegano, diventano tanto più espressivi e significanti, quanto più sono necessari ed efficaci a conseguirlo. La forza di
occhi per evitare, soffogare od allegerire quel che ci attrista ecc. sono atti adoperati a procacciarsi opportunamente alcu
resto di quella che l’ha preceduta. Gli occhi, le ciglia ed il volto sono i primi e più pronti a risentirsi di qualunque in
spettivi, espressioni di specie diverse. Per cui, mentre alcuni gesti sono cooperativi, l’uno è inteso all’oggetto, l’altro
i espressione patetica, e prendono quella di descrizione materiale, e sono riserbati a coloro che o non potessero altrimenti
infinite ed infinitamente varie le passioni, io quelle tralascerò che sono più acconce al nostro intento e più forti e risen
’agitano e la commovono, e notiamo quelle agitazioni e commozioni che sono gli effetti e gl’indizi delle sue passioni. Il su
terare alcun poco la sua posizione. Quindi i suoi detti e i suoi moti sono parchi, stentati, languidi: e in tutti i suoi con
vinta dalle impressioni che la sorprendono e la travolgono; e siccome sono queste più o meno interessanti a proporzione del
esenza degli obbietti si sveglia, è l’attenzione, la quale, se quelli sono o si credono nuovi rari e straordinari, diventa m
iungono ad esprimere lo stupore, l’estasi. La sede di questa passione sono gli occhi e le ciglia. Niuno ce ne ha date più be
eterminazione non si risolva. Gli organi più affetti da tale passione sono la testa, le mani e le gambe. [7.14] Gli obbiett
testa, le mani e le gambe. [7.14] Gli obbietti che più c’interessano sono quegli esseri che più fra gli altri ci rassomigli
ne di raddolcirlo. La pupilla, i muscoli labbiali superiori e le mani sono gli strumenti principali di questa comunissima pa
i principali di questa comunissima passione. Frequenti e maravigliosi sono i tratti, che ne ha dato Dante in tutto il corso
nguidiscono; si piegano la testa, le ginocchia, le braccia. Bassi pur sono e modesti gli accenti, e non mai l’andare a paro
o ed eccesso cade nel silenzio e nel riposo, il riposo ed il silenzio sono la parte più terribile della sua espressione. L’I
lancia e ruina. Tale è Caino dopo avere assassinato il fratello; tali sono Oreste, Ninia e Seid dopo avere assassinato Clite
rca principalmente que’ modelli caratteristici delle passioni che non sono se non i fatti particolari ed universali trasform
e più sicura la pratica; e in questo modo tutti i migliori artisti si sono formati e sono riusciti eccellenti nell’arte loro
pratica; e in questo modo tutti i migliori artisti si sono formati e sono riusciti eccellenti nell’arte loro. [8.3] Leonar
al’è. Lo stato ordinario dell’uomo non presenta di tali fenomeni, che sono gli effetti d’impressioni e di bisogni non ordina
e altre volte le espressioni di passioni diverse, ed anche contrarie, sono così vicine e facili a scambiarsi fra loro, che s
lvaggi, i popoli, ch’è quanto dire le persone semplici e incolte, che sono i modelli più sinceri, in cui può e dee studiarsi
Risulta quindi che le passioni e l’espressione de’ nostri grandi non sono né deggiono esser quelle de’ grandi de’ tempi di
più espressiva e più bella. [8.12] Or quanti di tali fenomeni non ci sono offerti dalla pittura? Le forme grandiose e terri
elli ci somministrano di passioni che hanno veramente esistito, o che sono state artificialmente ideate. Noi ne abbiamo dato
nte non dee cessare dal raccogliere e meditare tali osservazioni, che sono tanto più interessanti quanto più sono rare e str
editare tali osservazioni, che sono tanto più interessanti quanto più sono rare e straordinarie. Il sig. di Marmontel propon
Fra tutti gli esseri che più o meno corrispondono ai loro fini, e che sono più o meno belli e perfetti dei loro simili, ve n
sa l’obbietto invisibile che ci presenta. Alcune affezioni dell’animo sono più belle, perché più nobili e generose. Quindi l
formavano l’espressione, condannandola a prendere certe forme, che se sono vere, convenevoli e belle in certi incontri, sare
può prendere se non sempre quella direzione, attitudine o forma, che sono le più efficaci ed acconce a conseguire il suo fi
revi, ed anche i retti o curvi, gli orizzontali o perpendicolari, che sono più adatti e necessari a conseguire l’intento. Ch
ia o ascolta, si trasforma in quelle attitudini aspre e violenti, che sono dall’impeto suggerite. [9.14] Parimente l’espress
me e movimenti graziosi, morbidi ed eleganti fanno dipendere, i quali sono allor belli, che convengono alla passione a cui s
quale e quanta è la passione che la produce e determina. Bello e vero sono in tal caso sinonimi; e questo bello prende forza
eressanti non pur nell’intensità, che nella durata. In questo modo si sono formati i caratteri o generi poetici, personifica
sotto l’apparenza di alcuna immagine o nome individuale; e quindi si sono ad un tempo nobilitate e perfezionate idealmente
iquo, è più magnanimo o perfido di chi sia tale nel mondo reale. Tali sono gli Achilli, gli Agamennoni, gli Ulissi, i Neotto
clamazione senza distruggere l’illusione, che vuol produrre. Essi non sono per sé improbabili ed impossibili, ma riescono qu
a forma archetipa ed esemplare che ha preso nella sua origine. Quindi sono quei tratti di luce e di fuoco, che per la loro e
quegli attori più o meno celebri, i quali a forza di arte e di studio sono giunti a meritare l’ammirazione e gli applausi de
concepire, a sentire ed esprimere quelle idee e quei sentimenti, che sono il soggetto dell’arte sua. Il perché bisogna espo
utori hanno diffuso quel fuoco, onde vogliamo esser rianimati: e tali sono tutte quelle, in cui vengono tratteggiate le gran
resentano fossero veri, ed anzi più o meno ti appartenessero. A tutti sono da preferirsi gli storici, ed a questi i poeti, e
ronunzia che anch’essa dee darle la sua espressione conveniente. Tali sono le persone ideate ed esposte da Eschilo, da Sofoc
ri sieno lontani e diversi, debbe loro improntar quella forma, di cui sono essi più o meno capaci, e che al suo tipo più o m
po indispensabile della loro tragedia. Ond’è che tutti i poeti che si sono distinti in questo genere, anziché abbassar la mo
erna tragedia al carattere dei tempi, onde prendevano l’argomento, si sono studiati di elevar quel carattere al livello dell
ciolo corpo non annida un’anima grande e superiore; ma tutti i popoli sono più o meno barbari per tal rispetto: essi si misu
e la necessità di quell’attore, che ha osato farne lo sperimento, non sono stati sufficienti ad impedire il cattivo successo
’altro fortemente maravigliandosi: tu di quell’isola, i cui abitatori sono a parte dell’autorità sovrana? No; quella fronte
e; il che si oppone all’indole propria dell’attore tragico. Le parole sono i principali mezzi che debbono esprimere il senti
sentato i loro personaggi come grandi, generosi, straordinari, ma non sono perciò furiosi, stravolti, ridicoli. Ed è questo
ori che non sanno guardarsene. Ed io non convengo con quelli, che pur sono molti, i quali, non avendo ben concepito il vero
er troppo sentirla più facilmente alcuna volta ne abusano. E di fatti sono essi che hanno elevato la declamazione tragica a
se debbano anzi escludersi tutte quelle specie drammatiche, le quali sono state introdotte fra il genere tragico e il comic
i, che più o meno lo diversificano secondo certe relazioni. Quindi si sono stabiliti diversi ordini o classi di attori dello
’arte e lo studio sviluppano le naturali disposizioni dell’attore, ma sono sempre queste le sole che debbono comparire, e no
stato in questa linea privilegiato dalla natura, i Baron e i Garrick sono singolari e rarissimi, ed essi medesimi, se ben s
nde le abitudini e le arti si sviluppano e si perfezionano quanto più sono limitate e circoscritte. E poi certi miracoli del
dannare quei confidenti che nulla serbano di comune coi principali, e sono più degni della commedia che della tragedia, ma q
a legge, si vide pur suo malgrado necessitato a violarla. E che altro sono essi se non confidenti Perez, Gomez, Pilade, Achi
le imperfezioni ordinarie dei confidenti, e tanto più, quanto che non sono mancati né mancano attori, i quali, anche in tali
i, che propriamente caratterizzano e distinguono gli individui che ne sono predominati. [15.2] Sotto questo rapporto l’amor
il suo proprio temperamento, come la sua propria fisonomia; perocché sono tali e tanti gli elementi che li costituiscono, e
forme individuali, in cui quelli si possono suddividere. E perciò se sono dominati dalla medesima passione Mitridate, Radam
o, qual differenza individuale non risulta dall’uno all’altro? Quindi sono i caratteri storici, che il poeta e l’attore impr
auride ecc. Le situazioni, le circostanze, gli interessi, le passioni sono così differenti, che il carattere dominante delle
’arte. Ond’è che i Bruti ed i Cesari del Voltaire e del Crebillon non sono quelli dello Shakespeare e dell’Alfieri, e la Fed
lfieri e quello del Pepoli, dello Schiller. Così pure differentissime sono le tre Meropi del Maffei, del Voltaire e dell’Alf
il poeta. [15.7] I caratteri migliori, e quasi propri della tragedia sono quelli in cui due passioni differenti, e per l’ob
iché lo conobbe. I suoi caratteri tragici, e specialmente tiranneschi sono assai deliberati e assoluti, e perciò troppo duri
avveduto. [15.8] Ma i caratteri veramente tragici e commoventi qual sono stati concepiti dai migliori maestri dell’arte, s
commoventi qual sono stati concepiti dai migliori maestri dell’arte, sono animati dal più vivo contrasto di due passioni di
grado maggiore di forza che le conviene. Imperocché siccome le ottave sono equisone, tanto nell’organo musicale, quanto nel
e li seguono o li precedono, un’espressione più forte ed equivalente. Sono questi quei tratti, in cui la passione ed il sent
rsi ed ordinarsi in guisa che là tutta spiega l’arte e la forza. Tali sono per esempio il Medea superest di Seneca, il qu
simile al vous changez de visage di Monima ecc. e tanti altri, onde sono fra le altre ricchissime le tragedie dell’Alfieri
nel corso della scena, del discorso o del periodo. Ciò non ostante si sono adottati nel portamento della voce e del gesto ce
amma si espone e si circoscrive, si ripartisce in più scene, le quali sono per l’ordinario altrettanti dialoghi di due o più
ressione caratteristica tante modificazioni distinte e diverse quante sono le relazioni distinte e diverse ch’egli abbia con
le scene e delle persone. Ma diventano tanto più difficili quanto più sono vere e belle ed interessanti, eseguendole, ove s’
on queste digradazioni di fisonomia, di contegno e di tuono, ancorché sono minute e vicinissime. Si sa con quanto artificio
[17.11] I soli che si abbandonano a tutta la libertà dell’espressione sono i pari di condizione, o quelli che tali renda la
il genere di eloquenza e della pronunciazione, che dee spiegare. Tali sono le scene, in cui Semiramide dichiara il suo propo
le accuse e le difese del suo figliuolo ecc. Ma queste situazioni non sono frequenti; e perciò il carattere ordinario della
Icilio dunque? Virginia. Stringonmi a lui tre forti nodi. Appio. E sono ? Virginia. Sangue, amistà, virtù! Appio. Perfid
sentire e di esprimere ciò che sente con tutti quegli organi che non sono sospesi o preoccupati. Cerchiamo intanto di appli
, e tutta manifestava l’agitazione dell’animo suo. E di questa specie sono altresì quelle comunicazioni segrete che si danno
nomeni della meraviglia e del terrore; ma di tutte le passioni quanto sono montate ad un certo eccesso può dirsi: Ingentes
da quanto o ascoltano, o vedono. [18.14] Quali ch’ei sieno, essi non sono né possono essere persone indifferenti, che di ta
ichevole invoca la protezione del re e degli Dei. Le tragedie moderne sono ricche di tali quadri, e spesso vi presentano lo
ta dei grandi e del popolo. I quinti atti delle tragedie dell’Alfieri sono quasi tutti di questo genere. Capitolo XIX.
mentissima nella solitudine e fra le tenebre della notte? I monologhi sono anzi meno rari dei sonniloqui, e gli uomini se be
olta, e passa per salti dall’un sentimento all’altro; e tali passaggi sono tanto più difficili e pericolosi, quanto è minore
i l’aberrazione, l’irrequietezza, la veemenza, la celerità. Fra tutti sono quelli i più interessanti e drammatici, che ammet
iccardo ama Riccardo… Ed io… son io… è qui un sicario?… No… Sì, io vi sono … Dunque fuggiam…. Che…. da me stesso?,.. Sì, Da m
oli, odiosi Delitti che ho commesso… Un scellerato Io son… Mento… Nol sono . O stolto, meglio Parla di te, … non adularti, o
arole per la rapidità de’ pensieri che si succedono e si avvicendano, sono l’una dall’altra isolate ed in dipendenti; ma que
olta i monologhi del secondo genere sembrano tranquilli e riposati, e sono dettati dalla più profonda fissazione; e più che
i dalla più profonda fissazione; e più che i sentimenti e i trasporti sono le idee e le riflessioni che si succedono e si co
difetto di confidenti lo avesse obbligato a qualche monologo storico, sono tutti per l’ordinario animati di quel calore e di
o: Non, tu ne mourras point, je n’y puis consentir. [19.14] Questi sono delicatissimi, e procedono da concentramento, ma
[19.14] Questi sono delicatissimi, e procedono da concentramento, ma sono più risentiti quelli che procedono da trasporto.
amento, ma sono più risentiti quelli che procedono da trasporto. Tali sono quelli di Giocasta nella fine del Polinice, di Or
alla greca. Tutti gli artisti che all’espressione muta e visibile si sono soltanto circoscritti, hanno finalmente sentito l
issimo tempo imparare tutti quei drammi e di genere diversissimo, che sono obbligati a rappresentare, sì perché sono essi po
di genere diversissimo, che sono obbligati a rappresentare, sì perché sono essi pochissimi di numero, si perché debbono rapp
noscendo, non trovando altro di meglio che più li soddisfi. Quindi si sono inventate e conservate certe tiritere, certe prog
Egli è vero che spesso tali artifici costano molto studio e fatica, e sono pur difficili ad eseguirsi; ma non son mai da app
, e sono pur difficili ad eseguirsi; ma non son mai da approvarsi, se sono falsi, inopportuni ed assurdi. E se il pubblico è
i strepiti, ma bensì i palpiti, le lagrime, i fremiti ed i singhiozzi sono l’elogio più sincero, che i buoni attori possano
finora, perché non vi son tragedie eccellenti e commedie, ora che vi sono le sue, non dovrebbe mancar chi la insegni, e per
eno delle altre difficile, men dilettevole, men necessaria. Ma perché sono sì rari gli attori, anche là dove l’arte e la scu
voglia imparare quest’arte non abbia alcuno di quei vizi naturali che sono incapaci di correggersi o tollerarsi; e che anzi
varsene per apprezzare, distinguere ed imitare quelle attitudini, che sono a un tempo più espressive e più aggradevoli nell’
rsone colte, che parlano e scrivono la prosa correttamente, e che non sono atte egualmente ad intendere, non che scrivere la
lo scioglimento, per cui, il più delle volte, le loro tragedie, o non sono ben declamate, perché male intese da loro, o si t
e sopprimendone alcune parti, credute da loro superflue, e che spesso sono importantissime alla perfezione del tutto. Quanti
dianti che non intendono il proprio mestiere?I caratteri più delicati sono spesso male accolti e peggio declamati, perché se
i alla loro professione. I migliori attori di Francia e d’Inghilterra sono per l’ordinario istruiti; e perché debbono essere
rappresentazione, del merito degli attori, e degli attori che più si sono distinti, promovendo sempre i gran principî dell’
disegni o dell’attore particolare, o de’ gruppi o de’ quadri, che si sono più segnalati alla vista del pubblico. In questo
a » 232. » 15. penuta rifugge pentita rifugge » 233. » 25. quanto sono quando sono » 247. » 32. Riconosciato riconosci
15. penuta rifugge pentita rifugge » 233. » 25. quanto sono quando sono » 247. » 32. Riconosciato riconosciuto » 250.
umani fin dall’infanzia e ciò li distingue dagli altri animali perché sono i più inclini all’imitazione e attraverso l’imita
e attraverso l’imitazione si procurano le prime conoscenza, e perché sono portati tutti a provare piacere delle imitazioni»
r poi arrivare a toccare temi di carattere più generale, che tuttavia sono lontani dal costituire una riflessione sistematic
e Lingue la maggior parte dell’espressioni d’intorno a cose inanimate sono fatte con trasporti del corpo umano, e delle sue
; i primi si trovano in uno stato di effettiva agitazione esteriore e sono in bilico tra idee e sentimenti; il secondo se ne
a in Musica, la considereremo relativamente al Gesto e alla Voce, che sono i due oggetti di quest’Arte» (Antonio Planelli, D
mento_2.12] Il testo di riferimento per l’analisi logica del discorso sono i Principes généraux de grammaire pour toutes les
ca propria del linguaggio verbale. [commento_3.5] Gli accompagnatori sono invece di semplice supporto al discorso e alla sc
dunque alla sfera della pre-espressività. [commento_3.6] I pittorici sono volti alla rappresentazione dell’oggetto o della
stione e costituiscono, sul piano gestuale, quello che gli ideogrammi sono nel linguaggio verbale. Nel caso di questi gesti
tylologie, ossia dell’alfabeto a due mani, in quanto questi segni non sono che lettere, incapaci di comunicare l’idea della
rappresentazione: «La montagna da imitare il corpo umano che la imita sono due entità tra loro troppo dissimili, che a stent
facoltà immaginative, in grado di evocare immagini dell’oggetto a cui sono legate le idee di piacere o dispiacere. In Engel
hann Jakob Engel, Lettere sulla mimica, cit. p. 367). [commento_3.9] Sono quelli che Engel chiama gesti intenzionali, indic
p. 154). Pittorica è l’origine dei caratteri della scrittura come lo sono quei gesti, pittorici appunto, che Engel giudica
tuazioni, le passioni, i caratteri che si incontrano nei suoi romanzi sono gli stessi con cui ci si interfaccia nella vita d
è sul gusto de’ Greci; ma è scritta in prosa, giusta il progetto anni sono proposto da M. Diderot e da non seguitarsi punto
di una determinata passione chiama in causa. I testi da cui attingere sono dunque selezionati in funzione della loro potenzi
retto della Storia della Letteratura Italiana: «I quadri di Dante non sono mai tanto notabili, che quando caratterizza i suo
da Salfi anche a proposito dell’Ariosto: «Se i discorsi, se le azioni sono sempre appropriati allo stato ed al carattere dei
passions de l’âme, in cui specifica che i vapori presenti negli occhi sono presenti anche negli altri organi del corpo, nei
e a ricondurre, ad assimilare alle idee sensibili quelle che tali non sono e quindi a riprodurre figuratamente, per mezzo di
igna, scruta diffidente, si lamenta, sviene, colpisce, uccide: queste sono tutte espressioni proprie della gelosia, eppure q
e: queste sono tutte espressioni proprie della gelosia, eppure quanto sono infinitamente discordanti e multiformi! Quanto po
Dissertazione sulle passioni. Se da una parte nella sua trattatistica sono ancora vivi molti retaggi cartesiani (quale la pr
Quintiliano vuole vedere rappresentati sul pulpito e sulle scene non sono gli oggetti esterni sensibili di cui stiamo parla
noverarli tutti, non che ridurli a certe classi, varii tanto, quanto sono varii gli oggetti che li destano, la costituzione
a, in Id., Tragedie, cit., I, 1, p. 460). Gli elementi caratteristici sono dunque quelli dell’ostinato mutismo, l’inclinazio
di rifiuto per un oggetto o un individuo, presente o assente che sia, sono in posizione di allontanamento. Descartes sottoli
i Desdemona (V, 2). Le transazioni dalla venerazione amorosa all’odio sono rapide tanto che al bacio farà presto seguito il
liano, l’attore tedesco finirebbe con l’imbattersi in espressioni che sono frutto della maggiore irruenza delle passioni e c
teatrale si sostituiva la scena della società, dove le virtù sovrane sono grazia e sprezzatura. Come scrive Castiglione, «M
ulture che «hanno tutto dell’antico, fuorchè l’età». Le sue opere non sono frutto di una pedissequa imitazione, ma hanno sap
one in qualità di padre si manifesta con stravolgimenti del volto che sono comunque brutti. […] Ciò che non poteva dipingere
ove a François Riccoboni, che ha fissato delle regole per i gesti che sono generalmente valide per l’acquisizione di un movi
tore inglese il Salfi poteva trarre l’idea che «[…] tutti i movimenti sono linee» (ivi, p. 126), ma non poteva sottostare ai
fonda sulle caratteristiche della cosa designata stessa. Le passioni sono , per loro natura, connesse a determinati moviment
ura non hanno nulla a che fare con la cosa designata, ma che tuttavia sono stati adottati in modo arbitrario. Di questo tipo
a che tuttavia sono stati adottati in modo arbitrario. Di questo tipo sono i suoni articolati in tutte le lingue, gli alfabe
ti esistono l’una accanto all’altra si chiamano corpi. Di conseguenza sono i corpi, con le loro qualità visibili, i veri ogg
susseguono, si chiamano in generale azioni. Di conseguenza le azioni sono i veri oggetti della poesia» (Gotthold Ephraim Le
sce a dedurre come il poeta abbia trattato questo argomento. Tuttavia sono certo che egli non avrà rappresentato Laocoonte p
Latine, cit., pp. 314-315). Capitolo XI [commento_11.2] «Ma ci sono persone che hanno una lingua così impacciata, una
atteggiare il viso e di muoversi così rozzo e inurbano che, anche se sono intellettualmente dotate e conoscono la tecnica d
mai essere inserite nel novero dei veri oratori. Al contrario, ve ne sono altre che sono così dotate di quelle stesse quali
erite nel novero dei veri oratori. Al contrario, ve ne sono altre che sono così dotate di quelle stesse qualità, così benevo
o appello a tutti quelli che le hanno viste. Le mie deliziose scolare sono state figure importanti?» (Hippolyte Clairon, Mem
ursori solcavano le scene già ai tempi del Salfi. Studio e sentimento sono i due cardini di una nuova generazione per certi
i Serio, censore dei teatri di Napoli: «Maledetto questo coturno, che sono entrato in impegno di volermi calzare. Non vi è t
tesso abbia attinto alla storia moderna. Al contrario, più i soggetti sono vicini alla platea, più è possibile ottenere l’ef
p. 146). [commento_12.9] «Senza mai dimenticare la mia posizione, mi sono imposta di non fare e di non dire alcunché se fos
ione; le loro idee nel momento stesso in cui le concepiscono; che non sono mai occupati esclusivamente dallo sviluppo di que
ntimenti, bensì intendono sempre perseguire una mira, i loro pensieri sono sempre proiettati in avanti, verso l’avvenire, so
, i loro pensieri sono sempre proiettati in avanti, verso l’avvenire, sono sempre soggetti a cambiamenti e rivolgimenti dell
riore, cambiamenti e rivolgimenti che ora producono personalmente ora sono indotti da altri» (Johann Jakob Engel, Lettere su
inistri, generali, ambasciatori, comandanti delle guardie o favoriti, sono i depositari di tutti i grandi segreti, vengono l
do, si può affermare che: «le passioni contrarie si susseguono quando sono provocate da oggetti differenti; una distrugge l’
la commedia gli attori di una troupe, guidati dal capo-comico Orazio, sono rappresentati nel corso delle prove per la messa
_22.8] L’aneddoto su Condé veniva riportato da Napoli Signorelli: «Si sono renduti assai memorabili pel pubblico plauso e pe
i disputa di primato d’idioma in Italia, è certo che le cose teatrali sono scritte, per quanto sa l’autore, sempre in lingua
aire, 1823, p. 100. [commento_23.16] I versi a cui si fa riferimento sono i seguenti: «Et vous, rentrez ma fille, et du moi
, édité par Sabine Chaouche, Paris, H. Champion, 2001. In quella sede sono stati pubblicati le Pensées sur la déclamation di
(1831-1861), Milano, Fratelli Treves, 1900. 7. Due studi monografici sono stati pubblicati a questo proposito: Bruno Barill
rsi ed ordinarsi in guisa che là tutta spiega l’arte e la forza. Tali sono per esempio il Medea superest di Seneca, il qu’il
, simile al vous changez de visage di Monima ecc. e tanti altri, onde sono fra le altre ricchissime le tragedie dell’Alfieri
57 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO III. Teatri Orientali. » pp. 23-39
i coltura compongono la storia de’ teatri di tutta la terra. Ma quali sono queste modificazioni? a qual punto di eccellenza
riente, non si lascia di ammirare la loro abilità di rappresentare, e sono in pregio gli attori eccellenti, e sopra tutti si
delle favole Cinesi sogliono essere otto o nove; ma i commedianti non sono più di quattro o cinque, e ciascuno di loro rappr
lezione di un centinajo di drammi scritti nella dinastìa di Yuen: «Io sono Tching-poei, mio padre naturale è Tun-gan-cu; io
tempo coltivati i balli pantomimici. Alcuni de’ commedianti cinesi si sono addestrati a rappresentar senza parola seguendo i
quale accoppiata al desiderio di piacere e agli odori de’ quali tutte sono esse sparse e profumate, le fa grondare di sudore
al Raynal a e dal l’arte di piacere che posseggono in grado eminente, sono quasi tutti pantomimi amorosi, de’ quali il piano
58 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VII. Spettacoli scenici della Russia. » pp. 418-421
o a conseguir l’intento. Incoraggiare e perfezionare i poeti, i quali sono l’anima di tutto lo spettacolo, ed essi inspirera
appella più celebri, e le cantatrici più rinomate. Sette od otto anni sono , ne era il regolatore e maestro il veneto Buranel
dramma, perché non tedii. Quanto a’ balli assicurano i nazionali, che sono d’una somma magnificenza. Il famoso Hilverding si
59 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 451-452
n gli stessi che spaccia nella piazza vicina il mio rivale, di cui io sono il figliuolo. » E qui si diede ad architettare un
rattere dello Scapino, metto qui tradotte le parole del Riccoboni che sono nella sua Storia del teatro italiano a illustrazi
vero degli Schiavi della Commedia latina. Tutte le commedie di Plauto sono state recate sul nostro Teatro Italiano per la fa
60 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IV. Teatro Americano. » pp. 40-58
deduce forse non senza fondamento che quelle terre non da gran tempo sono state popolate. Non crediamo adunque che i pochi
fierezza della battaglia, lo strappamento del pericranio a quegli che sono uccisi, la presa de’ prigionieri, il ritorno dei
ei conquistatori in trionfo, ed il tormento delle vittime sventurate, sono tutte cose che vi si rappresentano una dopo l’alt
peratori eseguiscono con tale entusiasmo le loro diverse occupazioni, sono cosi bizzarri i loro gesti, il viso, la voce, e c
ie nobili americane, dove si gode una giusta libertà e proprietà, che sono le cagioni onde ne’ popoli fioriscono l’industria
, nel quale si rappresentano le commedie Castigliane. Gli attori però sono tutti Americani, e tra essi intorno a cinque o se
effetto del rigiro e della cabala tanto più potenti quanto più vaste sono le corti? E chi ne ignora la forza? chi non l’esp
e e dei vantaggi del suo glorioso progetto, dopo averlo tormentato ( sono espressioni dello storico Inglese del l’America)
61 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IV. Teatro Americano. » pp. 28-41
deduce forse non senza fondamento che quelle terre non da gran tempo sono state popolate. Non crediamo adunque che i pochi
fierezza della battaglia, lo strappamento del pericranio a quegli che sono uccisi, la presa dei prigionieri, il ritorno de i
i conquistatori in trionfo, ed il tormento delle vittime sventurate, sono tutte cose che vi si rappresentano una dopo l’alt
Gli operatori eseguiscono con tale entusiasmo le loro diverse parti, sono così bizzarri i loro gesti, il viso, la voce, e c
ie nobili Americane, dove si gode una giusta libertà e proprietà, che sono le cagioni onde ne’ popoli fioriscono l’industria
, nel quale si rappresentano le commedie Castigliane. Gli attori però sono tutti Americani, e tra essi intorno a diciotto an
effetto del rigiro e della cabala tanto più potenti quanto più vaste sono le Corti? E chi ne ignora la forza? chi non l’esp
ore e de’ vantaggi del suo glorioso progetto, dopo averlo tormentato ( sono espressioni dello storico Inglese dell’ America)
62 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 149-268
cle Ateniese o Fliasio. I titoli che ci rimangono delle di lui favole sono : Talatta nome di una meretrice secondo Ateneo, Th
ristofane, o vissero contemporaneamente o non molto dopo di lui. Tali sono Ermippo, Antifane, Eubolo, di cui Grozio rapporta
ove. Olà (grida in aria) non mi aprite? Mercurio gli domanda chi sia. Sono , dice, Trigeo Atmoneo buon vignajuolo, che non so
domanda chi sia. Sono, dice, Trigeo Atmoneo buon vignajuolo, che non sono nè spione nè ladro. Mercurio gli dice che se vuol
ria abitazione, e lasciare agli uomini il pensiero di se stessi. Dove sono essi andati? dice Trigeo. Più in alto (risponde M
za prescrive di farsi nel più segreto della propria casa. Le commedie sono la storia de’ costumi e delle maniere; e se Arist
te che ha indosso? Non parlando ora dell’indecenza di tali scene, nei sono questi, durezze, negligenze da correggersi, se si
o stile è più sollevato che nelle altre, e si avvicina al tragico. Vi sono nominati e derisi Argeo, Jeronimo, Trasibulo, Cef
ello che sta bene ad uomo? Tu sembri allevato come una donna; ma dove sono le poppe? Questo tragico assettatuzzo risponde, c
ca, No, dice, non sia che mai più tu allatti questa fanciulla, se non sono lasciato in libertà; con questo ferro le taglierò
ersi tragici. Euripide la consola. Chi sei tu? gli dice Andromeda. Io sono Ecco che ripete i suoni e le parole; e seguita la
gli promette con giuramento di non dir mai più male di loro. Le donne sono di accordo, ma temono che il custode abbia ad opp
dice Ercole: Bac. Vò che ritorni al mondo, perchè i tragici che vi sono rimasti, sono ignoranti. Erc. Tutti ignoranti?
Bac. Vò che ritorni al mondo, perchè i tragici che vi sono rimasti, sono ignoranti. Erc. Tutti ignoranti? Ma non vive Jo
i è morto. Erc. E Pitangelo? . . . . E tanti altri giovani, i quali sono autori di più di diecimila tragedie e sono più lo
nti altri giovani, i quali sono autori di più di diecimila tragedie e sono più loquaci di Euripide? Bac. Sono tutti cianci
i di più di diecimila tragedie e sono più loquaci di Euripide? Bac. Sono tutti cianciatori che fanno vergogna al mestiere.
Un coro di sacrificatori canta di poi le lodi di Bacco, e dice quali sono i perversi, i furfanti, i traditori, che debbono
atto come quest’ Euripide le Fedre meretrici, ne le Stenobee; anzi mi sono astenuto sempre di ritrarre donne innamorate. In
uogo, ove l’impostura coglie le palme riserbate alla scienza: ma dove sono gli Aristofani? Il discepolo apre la porta, e sem
studj severi è bene antica, e si perpetuerà massime in que’ paesi che sono privi di teatro perfetto, ove possano senza peric
e. Tu dei sapere che la prima cosa che quì s’insegna, si è che non vi sono dei. Ecco le conseguenze della falsa filosofia: l
n forza e arricchito d’immagini poetiche. Strepsiade domanda che cosa sono queste Nuvole, e se son regine? No, dice Socrate,
manda che cosa sono queste Nuvole, e se son regine? No, dice Socrate, sono Nuvole celesti, dee sublimi, che agli uomini paci
i fanno cervi: ed ora che hanno aocchiato l’ effemminato Clistene, si sono cangiate in femmine. Ecco in qual guisa seminavan
le quercie forse giurano sul falso? Socr. Abbi per certo che non vi sono se non se queste tre cose, il caos, le Nuvole e l
e di un vero prologo che i Latini premisero alla favola. I Greci però sono scusabili, perchè il loro coro si fingeva compost
ti? Strep. Di misure; perchè ultimamente da un venditor di formento sono stato burlato di mezzo stajo. Socr. Non ti parl
r. Va alle forche, che tu sei troppo tondo e grosso. Queste cose non sono pe’ denti tuoi. Potresti pià tosto imparar di can
da’ forestieri curiosi? Essi domandavano, chi fosse quel Socrate? Io sono Socrate (par che egli dicesse serenamente): vi pa
devano l’allusione, ma perduti per gli posteri, pe’ quali le bellezze sono divenute tenebre. Chi è quell’uccello raro di Fen
Tutte queste cose, mal grado de’ comentatori e degli scoliasti, oggi sono a noi indifferenti ed allora rapivano gli animi d
ù antichi di tutti i beati . . . Tutti i beni più grandi (proseguono) sono da noi compartiti a i mortali . . . Noi ad essi s
esso gli uccelli è cosa utile e ben fatta. Questi esercizj spirituali sono pieni di pietà ed unzione. Questo coro grottesco
A quali! A noi che siamo dei del cielo. Pist. Voi dei? Ir. Ve ne sono forse altri fuori di noi? Pist. Gli Uccelli son
i dei? Ir. Ve ne sono forse altri fuori di noi? Pist. Gli Uccelli sono presentemente dei, e ad essi, e non a Giove, si h
tà e religione. Accorrono ad abitare fra gli Uccelli fortunati, ma ne sono esclusi, un malvagio che pensa di poter secoloro
a verso gli uomini e avversione agli dei. Gli ambasciatori annunziati sono Nettuno, Ercole e un Triballo. Ercole viene di ma
ttà esercitando la loro carica, ed il figliuolo vuol provare che essi sono meri schiavi. Quest’ultimo riesce più felicemente
commedia antica di Atene. I personaggi principali derisi nelle Vespe sono Alcibiade, Cleonimo, Teoro, Cleone, Filosseno, Es
to. In qual modo avverrà tutto questo (domanda Agoracrito), se io non sono che un venditor di salcicce? Giusto per questo tu
esto tu diverrai grande, risponde Demostene. Ma io (dice l’altro) non sono uomo molto dabbene, ignoro colla musica ogni bell
rto Da costui son battuto. Pop. E perchè questo? Cle. Perchè ti sono spasimato amante, Perchè ti adoro. Pop. E tu
no col trattato di pace conchiuso, e le conseguenze che ne risultano, sono cose dal poeta aggruppate con poca verisimiglianz
serabili che non hanno pane da satollarsi nè letti da dormire? Questi sono i beni che tu fai all’uomo . . . O semplicioni (r
e, in non abbondar di beni ma in non mancar di nulla. Io, vi dico, io sono quella che rendo gli uomini saggi e prudenti e di
iventare gottosi, panciuti, grossi di gambe e lascivi. I miei seguaci sono magri, sottili, svelti, accorti, ingegnosi e robu
Osservate un’ altra cosa; gli Avvocati prima di uscire dalla povertà sono giusti, circospetti, onorati per acquistar credit
a preferisce a tutte le altre, in tal guisa esaltandola111: Le Nebbie sono per tutto un giardino fioritissimo di tutte le va
disprezzo di questo maligno persecutor di Socrate, e al lor parere si sono appigliati il Fioretti o Nisieli, il Rapin ed alt
le bellezze dello stile. Questi, sì, che possono farsene giudici; ma sono pur troppo rari giudici di simil fatta provveduti
buffone da piazza, un Rabelais sulla scena, e che le di lui commedie sono un ammasso di assurdità, donde qualche volta scap
i Apollodori, Demofilo, Posidio, Difilo, i Filemoni e Menandro. Tanti sono stati gli Apollodori, che l’erudito Scipione Tett
Carisio. Essi fiorirono nella commedia nuova; ma gl’ intelligenti non sono sempre tra loro concordi circa le favole intitola
scrittori Cristiani, non che de’ più illustri filosofi gentili, se ne sono conservati molti versi. Il più onorevole testimon
nde. Ma le cose sin quì accennate e ciò che in appresso rapporteremo, sono tutt’altro che prediche, catechismi ed esercizj s
o Institut. Poet. lib. II. 117. Ciò rilevasi dai frammenti che se ne sono conservati, de’ quali alcuni ne traducemmo nelle
tri scrittori prima di essi ne composero a tal uso? e questi come mai sono stati sconosciuti a’ Greci, a’ Latini, agli Itali
63 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO V. Produzioni comiche di Commediani di mestiere nel secolo XVI. » pp. 256-264
Un secolo dotto fa risplendere di riverbero ancor quelli che non lo sono . Erano in tal tempo cresciuti gli attori di mesti
prelodato Marmontel col suo copiatore Milizia. Le commedie del Calmo sono : la Spagnolas, il Saltuzza, la Pozione, la Rodian
i appressarsi al più alle farse Atellane. a. De’ moderni Italiani sono stati molti personaggi o sciocchi, o ridicoli, o
aggi o sciocchi, o ridicoli, o astuti nelle commedie introdotti, come sono Don Pasquale de’ Romani, la Pasquelle de’ Fiorent
64 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 634
Vergnano non piacque ; e con essa, te lo dico schietto, i Parmigiani sono ingiusti. Questa Compagnia ha un’ottima qualità c
rsi di ulteriori spese. Malgrado l’equipaggio sequestrato, i soggetti sono tutti qui requisiti, meno il capocomico Vergnano,
65 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Dei balli »
iù là, ha da tenere senz’altro per fole di romanzi molte cose che pur sono fondate in sul vero: quei racconti, per esempio,
è di fatica a quelli ancora che stanno a vedere. [Sebbene questi non sono che i rudimenti della danza, o piuttosto la parte
l’arte di Pilade e dei più nobili antichi pantomimi. In questa scuola sono essi veramente i maestri, né dovrà niuna nazione
66 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Del libretto »
omprende in mente il tutto insieme del dramma, e quelle parti che non sono eseguite da lui le ha però dettate egli medesimo.
argomenti favolosi, che tutto abbracciando, per cosi dire, l’universo sono di lor natura sommamente dispendiosi, si rivolser
ggi della favola e per far, come si conviene, giocar le passioni, che sono la molla maestra e l’anima del teatro. [1.6] Ass
maestra e l’anima del teatro. [1.6] Assai vicini al divisato modello sono la Didone e l’Achille in Sciro dell’illustre Meta
idone e l’Achille in Sciro dell’illustre Metastasio. Gli argomenti ne sono semplici, cavati dalla più remota antichità, ma n
67 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 697-702
. Andreini, direttore di quella Compagnia, (Milano, Malatesta, 1652), sono le lodi artistiche di lei, che sostenne la parte
l’Archimandrita, e direbbe, leccandosi le dita, questi dell’alma mia sono i confetti. Ma che sto a dir ! Qualor voi favella
a V. A. mentre lo ritrovano a cantare, voi fareste disperarmi, poichè sono tanto importune che non credo possa far di meno d
a bene a lei e non si scordi di noi. In Ancona non fanno niente, così sono venute le nuove, il principio è molto brutto. Mi
V. A. d’una gratia, la quale è questa, nel viagiare, all’ osteria mi sono dimenticata quella scufia bianca, della quale V.
dia m’ havrebero mandato fori di compagnia, ma essendomi risentita si sono disdeti, e così non vi è stato altro…. Lo prego a
68 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Del teatro »
giornalmente l’esperienza che in una stanza ove nudi sieno i muri, ne sono assai poco ripercosse le voci e riescon crude all
i teatri erano di materia dura, di pietra, di cementi o di marmo, che sono cose che non possono risuonare; laddove di tale a
uditi da ognuno. Ma un tal modo non può se non quelli contentare che sono di troppo facile contentatura. E chi non vede che
isata era del tutto la faccia della filosofia. Oltre di che non poche sono le disconvenienze che risultano dalla figura dell
ù di spazio. Gli spettatori posti nella circonferenza del semicerchio sono tutti rivolti alla scena di un modo, la veggon tu
ha di più sontuoso e magnifico l’architettura. Secondo una tale idea sono due disegni che m’è avvenuto di vedere in Italia,
l Sanmichele. E non lungi dalla medesima idea è il teatro che fu, non sono ancora molti anni, consecrato in Berlino ad Apoll
69 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 832-837
ile : dovrei dirne troppo male, e la carità del prossimo me lo vieta. Sono nato a Morano sul Po, piccolo paese del Casalasco
ono nato a Morano sul Po, piccolo paese del Casalasco (Monferrato) or sono 50 anni, cioè l’undici febbraio 1848. Mia Madre e
o, poi comincio a plasmare da me e per me il mio personaggio : quando sono riuscito a contentare me, allora mi accingo al du
mi piacqui perchè ero troppo enfatico : lo ristudiai da capo, ed ora sono contento di me. Così l’Amleto, così il Mercadet,
ratura drammatica, ed è per questo che sarà eterno. Le leggi del vero sono intangibili, come la più grande e raffinata espre
sate di farla alla sera…. e la creazione è fatta. Le quali parole sono anche una riprova del come egli si venne acquista
iù vero e più efficace che si possa udire ; col progredire negli anni sono scomparse anche le piccole mende d’un tempo, e fi
70 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO III. Melodrammi. » pp. 254-292
si alla farsa, ma non già a’ vaneggiamenti di pazzi e d’infermi, come sono i tanti malcuciti e sconnessi centoni che corrono
oste in musica egregiamente la maggior parte delle opere del Lorenzi) sono in tutte le parti nel Socrate inarrivabili. L’aut
osto in musica dal Buranelli, e la Cecchina dall’inimitabile Piccini, sono vaghe commedie musicali. Tali sono pure secondo m
Cecchina dall’inimitabile Piccini, sono vaghe commedie musicali. Tali sono pure secondo me le Donne son sempre donne, e qual
o Stampiglia poeta Cesareo dell’imperadore Carlo VI. Le di lui favole sono doppie e piene d’intrighi amorosi simili a quelli
ragedie galanti francesi, e lo stile abbonda di pensieri lirici. Esse sono tutte di lieto fine, ed alcuna di esse risale agl
ramma cantato in Napoli sin dal 1699 e replicato altrove tante volte. Sono adunque alcuni de’ suoi drammi anteriori a quelli
o il merito del gran poeta che gli succedette. Notabili singolarmente sono i melodrammi del Zeno per la varietà de’ caratter
ta l’attenzione dello spettatore. I drammi onde trasse maggior onore, sono , Lucio Papirio, Cajo Fabricio, Andromaca, Merope,
naggi agitati da una passione contrastata dall’ eroismo o dal dovere, sono perfettamente tragici. E con quanta maestria non
o: Se follia, lo compiango: Se ragion, gli son grato: e se in lui sono Impeti di malizia, io gli perdono. È prosa,
calore della contesa che ebbe in Londra col Martinelli trasportò anni sono Carlo Francesco Badini esgesuita ad affermare nel
comunica all’azione un continuo patetico movimento. Cinna poi e Sesto sono veramente due ingrati per cagione di una donna; m
emi che niun filosofo avrebbe mai pensato di potersi combinare, quali sono le dolcezze della lira greca co’ sentimenti roman
tissima ed esente di legge, i versi, in quanto lo permette la lingua, sono pieni di ritmo, e però facili d’adattarsi alla mu
di Tito e del costui monologo soprallodato diceva: “Queste due scene sono comparabili, se non le superano, alle più belle p
li, se non le superano, alle più belle produzioni di Grecia medesima: sono degne di Cornelio quando non è declamatore, e di
tà sulla scena la poesia e la musica. Dal di lei seno senza contrasto sono usciti i più celebri maestri di questo secolo. Eg
71 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Ferrara il dì 27 febraro 1618. » pp. 519-525
), al nome de’ quali si troveran riportate le parole di lui. Anche vi sono due prologhi da Pantalone e da Graziano di cui il
ome sete vestito da huomo, che fosti preso per quella. Celia. Queste sono delle maraviglie che suole produrre la natura che
nel suono delle voci, et nella forma dei volti ; contuttociò molti si sono trovati che simigliantissimi tra di loro essendo,
i) mi ha di maniera contro di lei alterato, che ad ogni mio potere mi sono disposto, aborrendo le sue nozze, di conseguire u
ncomprensibile non si può narrare. Con tuttociò le crudeltà di Fulvio sono per me di tanta dolcezza animate, che minacciando
che, non la praticando se non con gli occhi, la credono ; poi che vi sono persone di così poca pratica, che giudicano esse
e le materie non solo in Commedia, ma nelle Accademie, poichè pure vi sono Accademie illustrissime che per testimonio che i
timonio che i comedianti, che fanno l’arte loro come si conviene, non sono indegni d’essere ammessi nelle loro adunanze ; ha
72 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « NOTE ED OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 313-326
i da lui scritte, e per la prima volta stampate in Lione l’anno 1575, sono piuttosto favolosi racconti che vere storie, sicc
ini illustri, ed accende l’anime grandi ad operar cose grandi: queste sono le molle che fanno muovere gli umani talenti. E p
er la natural vampa d’ingegno fervido, elevato, sagace, ed inventivo, sono stati, sono, e saranno in ogni età eminenti, ed a
l vampa d’ingegno fervido, elevato, sagace, ed inventivo, sono stati, sono , e saranno in ogni età eminenti, ed a tutte le pi
le dell’ anzilodato Ab. Bettinelli) le arti, le lettere, e la cultura sono in Italia come in clima nativo, e germogliano da
ificazione di tanti ignoranti e boriosi critici che a lor bel piacere sono andati e vanno tutto giorno disprezzando e malmen
der giudici, e sentenziar di quelle cose, ch’essi ignorano, o che non sono della loro competenza! Non hanno meritato lo stud
erni Italiani (scrisse Giacinto Gimma nell’Italia letterata pag. 196) sono stati molti personaggi, o sciocchi, oridicoli, o
aggi, o sciocchi, oridicoli, o astuti nelle commedie introdotti, come sono Don Pasquale de’ Romani, le Pasquelle de’Fiorenti
73 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 40-41
gli anni del noviziato, i più scabrosi della vita artistica, ai quali sono soggetti i principianti. Di portamento elegante,
a saputo brillare di luce propria. Gli ammiratori di Eleonora Duse si sono accorti che al suo fianco era un artista che non
74 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 314-315
Prudenza. Prima attrice della Compagnia dei Comici Affezionati. Sono le sue lodi, come quelle de'suoi compagni, nell’i
azzani dettò il seguente MADRIGALE Pargoletto bambino, i tuoi vagiti sono canti graditi, quasi armonia di Cigni e di Sirene
75 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 37-96
Calisto per ingordigia ammazzano Celestina, danno nella giustizia, e sono impiccati; Calisto stando con Melibea ode un romo
sto in un racconto, non che su di un teatro; e questi sventuratamente sono i più bei passi del libro. Di grazia poteva ciò e
mestra, Egisto, Saffo, Leandro, Sansone, Elena, Salomone, Arianna? Ma sono da collocarsi tralle principali bellezze della Ce
l giovane Cesarino. Tra gl’ interlocutori chiamati figuras de comedia sono un eremita, un ruffiano, un paggio Francese, ed u
rave e rare volte ammollito da qualche ornamento lirico, i costumi vi sono ben coloriti, e i discorsi vivacemente appassiona
aria, l’Imenea, la Giacinta, la Calamita e l’Aquilana. Esse veramente sono all’estremo fredde e basse, prive di ogni moto te
, senz’arte nell’ intreccio, senza decenza nel costume. Gli argomenti sono di quel genere che dee bandirsi da ogni teatro cu
ll’obblio in cui caddero, o che si dassero a conoscere per quelle che sono , affinchè non si prendessero per esemplari. Or pe
le otto ultime sue commedie pubblicate un anno prima di morire, e pur sono talmente spropositate che nel 1749, per procurar
i compassione e di scurrilità che regna nelle altre sue favole. Molti sono i drammi di Lope destinati a celebrare il mistero
eatrale di Lope e di Calderon, non avrebbe tralasciato di notarlo. Io sono di avviso che ne abbiano risvegliata l’idea le mu
us Domini. In essa sino all’anno 1772 in Madrid e per la Spagna tutta sono intervenuti nelle processioni non solo sonatori m
sse o non esistono, e perciò se ne ignora la natura, o certamente non sono rigorose tragedie più delle sei del Vega, e delle
tomo II del suo Saggio chiamate ancora traduzioni. Tali in fatti esse sono , sebbene non fatte sempre da verbo a verbo, perch
ambedue di lunghissimi discorsi episodici intarsiati di fregi lirici: sono ambedue estremamente languide specialmente nello
mbedue estremamente languide specialmente nello scioglimento: ambedue sono verseggiate con ottave, ridondiglie e sonetti, co
motteggi di quest’ ultimo contro de’ rei, e lo sputar loro in faccia, sono tutte cose disdicevoli in una tragedia, e mostran
conda si pecca contro il verisimile: nella terza le azioni principali sono due: nell’ultima è fantastico e fuor della natura
e fuor della natura il carattere del protagonista. Ciò vuol dire che sono tragedie, ma difettose. Nega questi difetti il si
iligenti letterati nazionali la conoscono soltanto per tradizione, nè sono io stato più felice nel ricercarla. Il buon poeta
ali si rappresentarono con gran concorso e vantaggio de’ commedianti. Sono state sepolte sino a’ nostri giorni, e la Filli s
sser molto preoccupato per non avvedersene57. Ma se tanti e sì grandi sono i difetti dell’Isabella, quelli dell’Alessandra v
bella, quelli dell’Alessandra vincongli di numero e di qualità. Molte sono le azioni: di undici interlocutori ne muojon nove
le azioni: di undici interlocutori ne muojon nove: bassi e indecenti sono i caratteri di Acoreo e di Alessandra: le atrocit
he è obbligata a lavarsi in quel sangue: i nomi stessi de’ personaggi sono incompetenti; Luperzio, Remolo, Ostilio, Fabio no
s, pero muy largos è incapaces de representarse. 28. De las quales ( sono le parole del medesimo Nasarre) se pueden sacar p
gli indirizzò il suo discorso (dirigido à la Academia de Madrid). Non sono forse Spagnuoli quei che nascono in Madrid? Un’ A
muerte fosse un auto sacramentale; perchè nella penisola di Spagna vi sono stati auti che furono rappresentazioni drammatich
76 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Vicenza, 24 novembre 1587. » pp. 308-309
0 maggio, stesso anno (carte 224ª), dice : La Franceschina partì X dì sono . Il Corbinelli era a Parigi, e il Pinelli a Pado
tia, ma supplicandola a tenermi per quel vero servitore che sempre le sono stato e le sono, le faccio humiliss.ª reverentia,
ndola a tenermi per quel vero servitore che sempre le sono stato e le sono , le faccio humiliss.ª reverentia, et prego il Sig
77 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 609
5) riguardante la distribuzion delle parti nella Trilogia di Lindoro, sono alcune particolarità che toccan la Catroli. Quant
ratel suo (Francesco Catroli, comico anch’esso) potè circa dieci anni sono (1772) abbandonare del tutto il teatro, e vivere
78 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Venezia il 31 10bre 1837.E il 14 novembre : » pp. 389-402
ento. Si vede che tu conosci poco il mio carattere – per tua norma io sono seria sempre e non amo per nulla scherzare. Vedo
zia delli coniugi Tessari. Andò in iscena la Carolina con Sedici anni sono e fece un fiasco deciso – andò lui di seconda ser
o di cabale e intrighi soggiunge : Fra i nuovi attori per Napoli, io sono stato quello che da principio ho trovato più oppo
ori principali che avrei in vista e che potrei con certezza stabilire sono questi : Ferri – Voller padre e Colombini brillan
he spiantato speculatore (sic) nessuno se ne occupa. » E soggiunge : Sono ben semplici i comici di qualche fama, di legarsi
e stabilito con la signora Internari è per tre anni. Posso però, anzi sono determinato, onde non rinunziare al vantaggio di
non è questa un’ offesa al vostro sommo ed incontestabile merito, ma sono i meschini proventi che si ricavano dagli eserciz
ete che pretese) glielo negai, perchè come doveva fare con Genova che sono pagato ? il mestiere per lei serve da secondo ; s
za si teme che fuga si deve stare sempre in guardia e a dirvi il vero sono stanco di fare questa vita ; infelice quel Capo C
felicità. – È inutile che io spinga il tuo cuore con maggiori parole, sono persuasa che tu farai ogni sforzo per rendere la
una gioia all’anima, su cui in pochi anni tanti e si fieri dolori si sono accumulati. Ella fu interprete dell’autore al pub
tardo ravvedimento – L’amor di una madre – Un fallo – Sedici anni or sono  – La fedeltà alla prova – Maria Stuarda – Ottavia
79 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 2 pp. 2-245
d, Beaumarchais ec. o tuttè tragiche o mescolate di tratti comici, si sono alla rinfusa tradotte e recitate dovunque ascolta
coll’ammettere, come egli fa, le favole cittadine e lagrimanti che ne sono piene a ricolmo, o per meglio dire che non posson
lo più lietamente ? Ciò basti sul capriccio fisedico del Pepoli. Non sono del gusto del secolo XVIII le favole pastorali. A
i con sale comico satireggia alcune debolezze e varii vizii popolari. Sono parimente scritte in prosa le quattro commedie re
la Claudia, il Cavaliere, gli Studenti, il Solitario, l’Errico. Tutte sono romanzesche nell’intreccio, piene di colpi di sce
imprimere, è il Politico da me veduta solo accennata a soggetto, come sono tutte le altre ingegnose favole del Cirillo, il S
nte ; cosa volete che stampi ? Non importa , replica Falloppa, queste sono le formalità solite di noi giornalisti. Agatopis
lio. » « Epid. Non vi dico niente delle cortigiane : tutte quelle che sono in Atene, vedevansi uscite dalle loro case azzima
signorine, quando si tratta poi di pagar le gravezze, dicono che non sono in istato di metter fuori un quattrino. Ma ei pen
ancesi stessi la smarrita via della bella commedia di Moliere. Queste sono l’epoche e le differenti maniere delle favole Gol
inua la morale e la virtù. Le sue favole tutte in prosa, eccetto una, sono di genere differenti. Alcune sono lagrimanti, alc
favole tutte in prosa, eccetto una, sono di genere differenti. Alcune sono lagrimanti, alcuna tragica, altre ripiene di appa
nze alla spagnuola, varie romanzesche, e molte comiche. Le lagrimanti sono  : 1 il Cappello parlante, ossia l’Elvira di Vitry
lla traccia, ne’caratteri e nel piano. Le favole ripiene di apparenze sono  : 1 il Tempo e la Ragione, che si chiama allegori
stanno accadendo altrove a’ personaggi lontani. Le favole romanzesche sono  : 1 la Vedova di prima notte, nella quale chiama
n ratto riconosce l’abbandonata sua amante e suo figlio e si ravvede. Sono poi piacevoli commedie di caratteri le seguenti :
É una pretta commedia lagrimante, in cui al dire del medesimo autore, sono in contrasto le lagrime e le risa, essendo stata
ome schiavi ; quando però si tratta di mangiare a spese de’ Persiani, sono intemperanti nel bere e nel mangiare, e rubano du
he finisce in pianto. Nell’ atto V contrastano Eschine e Demostene ; sono essi invitati alla cerimonia di Calamo che vuole
1500 o del 2000. Soggiugne specialmente che le quattro commedie prime sono adattabili ad ogni tempo, luogo e costume. La sce
oco, e freme temendo di esserne sempre più maltrattata. I Pigliatutto sono gonfi del ritrovato della Rete che piglia i pesci
tti, non su i pensieri. Egli era Re su quel pianeta de’ 637 che ve ne sono , ed avea sotto di se 138 milioni di vassalli, i q
itiro alla figlia. Torna Tramezzino, e dice che Settimio ed il figlio sono già lontani molte miglia fuori di Genova, e conse
do a misura che si avvicina alla scena : i cinque ordini di palchetti sono disposti in modo che i più lontani dalla scena sp
lo strepito vicino delli stromenti. Le porte onde si entra in teatro, sono laterali, e non dirimpetto alla scena, la qual co
platea è di piedi 62 e la larghezza nel proscenio di 50 in circa. Vi sono cinque ordini ciascuno di 25 palchetti, oltre a u
e delle voci più rotonde e sonore. Gl’ingressi, le scene, i corridoi sono magnifici. Il teatro degli Aliberti in Roma costr
a agli spettatori ha un orologio, di lunghezza è palmi ventisette. Vi sono cinque file di palchetti, ciascuna fila di tredic
gusto con tritumi, e l’atrio ha due stanzini laterali, ed i corridoi sono comodi e proporzionati al concorso. L’oggetto di
dell’uditorio è di piedi parigini 73 in circa, ed il minore di 67. Vi sono sei ordini di comodi magnifici palchetti al numer
l dolce inganno a cui il tutto è ordinato. In oltre con mal consiglio sono alquanti anni che si aggiunse un altro splendido
ini alla farsa, ma non già a’ vaneggiamenti di pazzie d’infermi, come sono i tanti malcuciti e sconnessi centoni che corrono
atista Pergolese. Altre opere del Federico non meno copiose di grazie sono le seguenti : la Rosaura del 1736 colla musica de
lo (il quale pose in musica la maggior parte delle opere del Lorenzi) sono in tutte le parti nel Socrate inarrivabili. L’aut
no dul giardino i servi dicendo epaventati che non solo tutti i gatti sono fuggiti pel giardino, ma che i serpenti rotta la
uggiti pel giardino, ma che i serpenti rotta la rete che gli chiudea, sono scappati ; e tutti fuggono atterriti. La sorgente
sto in musica dal Buranelli, e la Cecchina dell’inimitabile Piccinni, sono vaghe commedie musicali ripetute sempre ed imitat
egli da più anni è morto. Piacevoli opere italiane da non obbliarsi, sono parimenti, e riuscite in Vienna, in Parigi e per
ia poeta Cesareo dell’imperadore Carlo VI. Le favole dello Stampiglia sono doppie e piene d’intrighi amorosi simili a quelli
francesi, e lo stile abbonda di pensieri soverchio lirici. Tutte poi sono di lieto fine, ed alcuna risale agli ultimi anni
rtenope cantata in Napoli sin dal 1699 e replicata altrove più volte. Sono adunque alcuni de’suoi drammi anteriori a quelli
e costituiscono il merito del gran poeta che gli succedette. Notabili sono i melodrammi di Apostolo Zeno per la varietà de’c
ta l’attenzione dello spettatore. I drammi onde trasse onor maggiore, sono  : Lucio Papirio, Cajo Fabricio, Andromaca, Merope
tormentati da grandi passioni contrastate dal dovere e dall’eroismo, sono personaggi perfettamente tragici. Con quanta maes
li confuse con quegli Ezii millantatori que’Catoni e que’Regoli ? Non sono essi ritratti istorici ? Regolo parvegli millanta
uro, Se follia, lo compiango : Se ragion, gli son grato : e se in lui sono Impeti di malizia, io gli perdono. È prosa, dice
comunica all’azione un continuo patetico movimento. Cinna poi e Sesto sono veramente due ingrati per cagione di una donna ;
leggono nel Cinna nè in altri drammi ch’io sappia. Bellezze originali sono parimente, e fatte per l’immortalità, le vie tent
emi che niun filosofo avrebbe mai pensato di potersi combinare, quali sono le dolcezze della lira greca co’ sentimenti comun
tissima ed esente di legge, i versi, in quanto lo permette la lingua, sono pieni di ritmo, e però facili ad adattarsi alla m
la Clemenza di Tito, e del suo monologo diceva : » Queste due « scene sono comparabili, se non le superano, alle più belle p
, se non le superano, alle più belle produzioni della stessa Grecia : sono degne di Cornelio quando non è declamatore, e di
Metastasio. Quelle di passioni non oltrepassano le sette, altrettante sono le parlanti, e ben quindici quelle di comparazion
e, entrambe per l’anniversario di Santa-Lucia. Notabili singolarmentè sono i caratteri di Giosaba madre falsa del bambino co
a Primavera personificata ai pregi naturali del sito di Partenope. Vi sono altresi due favole boscherecce musicali, l’Isola
Dì, non è quello Il romito castello Del felice Atelvolto ?… Amico io sono Del signore di queste Remote solitudini, e confid
etto poco veramente vantaggioso per la musica, perchè gli affetti non sono punto riscaldati al giusto segno, dicendo appena
ir se stessa e la verità ; ma dunque nel sistema musicale presente vi sono pure ostacoli all’imitazione del vero ? e v’incia
Son io di averti amato, e più che t’amo, Più apprezzo me : di te non sono indegno ; Tel prova il mio perdono. In quante pen
trattiene ; ella tramortisce. Lodevole in tale dramma si è che non vi sono freddi episodici amori subalterni, non arie di co
o di maniere liriche tutto al più da pastorale. Questi amoreggiamenti sono interrotti da un all’ armi, di cui poi non si dà
ustrarlo, quando ancor vincesse. Gli automati imitano l’uomo e non lo sono . Atto II. Odorico volendo leggere nel cuore di El
ccettar la disfida di un ignoto. Conoscimi dunque, dice il cavaliere, sono Adallano… Che ne risulta ? Fulmini, duelli, sangu
non somiglio a tanti Vili, perfidi, altieri Mortali abbominevoli. Non sono Fra quell’ iniqui che una dolce calma Godono fra’
sica dell’esimio di lui compatriotta Fedele Finaroli. Altri non se ne sono rinvenuti ; ma Vincenzo Ravizza erasi felicemente
del difficile Rameau, e degli applauditi Grety e Mehul, de’ quali non sono sconosciuti i pregi. Non è però certo che essi ab
ttifichino, che gli si appressino ? Una manifesta decadenza osservava sono alquanti lustri nel teatro di Londra il dotto aba
dizio ; ma ricreano la parte più pura e illuminata della società, che sono i dotti ben costumati, e possano indi a’ posteri
pudente gazzettiere) asseverantemente affermano di non averla veduta. Sono essi intanto accertati di utlicio dal sig. Angelo
elli ? Sapesse almeno codesto pitocco della valle di Elicona che cosa sono le favole di Mercier e di Villi, e che cosa è la
iccioli teatri addetti generalmente all’ozio della minuta gente. Tali sono quello di San Carlino, della Fenice, della Posta
si raffigura un’ombra degli spettacoli de’ Baloardi di Parigi. Questi sono i ventilatoi delle passioni, diceva un nostro fil
80 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO II. LIBRO II » pp. 34-49
i nelle ruine dell’antica Posidonia o Pesto nel regno di Napoli. Tali sono i rottami delle sue Mura formate di grandi pietre
pevano congiungere colla solidità il gusto di ornare. Tali finalmente sono le reliquie de’ Portici, di un Atrio, e l’Anfitea
uel pregevole ufficioso letterato mi avvertì che le reliquie indicate sono opera de’ bassi tempi; e ciò si rileva dal lavoro
uto nelle cornici di alcune basi di colonne colà rimaste. Quindi esse sono state piuttosto credute portici, ne’ quali introd
pag. 84, linea penultima ed ultima con felicità la secondano, sono copiate al naturale da lo pre   con felicit
sono copiate al naturale da lo pre   con felicità la secondano, sono copiate al naturale dalle procedure pag. 113
81 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VIII. Degl’Inventori del Dramma Pastorale. » pp. 86-94
presso nascimento alla Poesia Satiresca, ma i Drammi di questo genere sono per noi perduti, eccetto il Polifemo di Euripide.
ono, a quel che sembra, di coltivarla i Latini: ma de’ loro Drammi ci sono rimaste troppo scarse reliquie per assicurarsene.
no che non inventarono la Pastorale, perchè non l’inventarono. Queste sono appunto di quelle ragioni, che in Ispagna diconsi
, sopravvanzandogli ben cinquautasei anni infruttuosi per le Lettere. Sono queste le angustie di Termopile, o il passaggio d
amati Colloqui Pastorali tutte le Favole del Lope, quando tra essi vi sono anche delle Commedie. Intanto in contracambio avv
, della vita laboriosa de’ Commedianti Spagnuoli, e de’ loro costumi, sono in verità ben altra cosa che una Storia de’ Teatr
82 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosesto »
he ci predomina. Se l’apprensione è d’un male, i muovimenti del corpo sono diretti a slontanarlo lungi da noi, come si cerca
uno e dell’altro, e che siccome i suoni inarticolati della voce umana sono la materia elementare della melodia, così le atti
entare della melodia, così le attitudini della fisionomia e del corpo sono , a così dire, la materia primitiva della danza. [
d’essere imprigionati fra certe leggi inalterabili e severe, le quali sono le medesime per la danza che per la musica. Come
endere a meraviglia dalle loro nutrici, e l’educazion ragionata, onde sono capaci i muti nati, pruova con evidenza che la na
cancelli che prescrivono il buon gusto e la sana filosofia. Ma quali sono codesti cancelli? Tempo è ora mai divenire a disa
e, arbitraria, non fissata dall’uso e dalla convenzione, o perché non sono abbastanza connessi cogli antecedenti e coi poste
[11] Quindi le qualità generiche richieste nel ballo rappresentativo sono le stesse che esigono le azioni drammatiche, e gl
in questi esempi si racchiudono tutti gli altri di simil genere) non sono modelli opportuni per un danzatore. Le smanie di
zzose e dilicate negli amorosi, regolari ed eleganti in tutti; questi sono i requisiti dello stile nella pantomima. S’aggiun
se inaspettate e decisive così atte a produrre il loro effetto, e che sono il frutto più pregiato dello studio e del genio.
ni che vietano l’accompagnamento perpetuo della danza nel melodramma, sono le stesse per doverla bandir eziandio come episod
nel melodramma fuorché nelle circostanze accennate, e i poeti che si sono dimenticati di farvi riflessione hanno mancato al
fuori col linguaggio dei muti, e togliendomi per forza dal luogo dove sono , mi trasportano in un altro mondo dove non ho per
anto nobilitato il ballo quanto Noverre. I misteri ch’egli vi ritrova sono così mirabili, l’eloquenza con cui assalisce la f
tanto può dirsi aver toccata la perfezione quando i mezzi che adopera sono in perfetta corrispondenza col fine, quando la co
agli occhi dell’ottimo giudice, e quando gli effetti che ne risultano sono tali appunto quali l’arte stessa mi prometteva di
che le linee tirate da loro invece di tendere ad un centro comune gli sono anzi divergenti, se attenuta non ritroverò né dal
’ nervi del sensorio delle scosse più efficaci e più veementi che non sono quelle che per mezzo degli altri sensi vi si tras
io ne riceve maggior copia di vibrazioni, onde i nervi subalterni che sono scossi più fortemente mettono in maggior esercizi
ffermerò si è che tali effetti della mimica, come si coltiva fra noi, sono accidentali, ch’ella ha dei vizi intrinseci che n
degradarne i colori. Ma tali preparazioni, degradazioni e circostanze sono affatto perdute per la mimica, la quale circoscri
cotal difetto d’oscurità si scontra soltanto nei balli dozzinali, ne sono ripieni anche i più celebrati. Io sfido il leggit
tanchi della reciproca pugna vengono ad un accomodamento, i cui patti sono di dividersi fra loro l’amabil preda. Benché le g
cattivo arnese, e pressoché intirizzito dal freddo. Le sue vestimenta sono ancor bagnate dalla pioggia. Egli si dibatte volt
ttacolo e il libro, non pruova ella più d’ogni altra cosa che i balli sono altrettanti enimmi, i quali hanno bisogno di comm
di mostrarmelo un paio d’occhiali per poterlo vedere». [41] Se grandi sono i difetti che si veggono nella composizione, non
[41] Se grandi sono i difetti che si veggono nella composizione, non sono minori quelli che nella esecuzione s’osservano. P
odo col mezzo de’ gesti cose, che per le ragioni addotte di sopra non sono in verun modo spiegabili; onde avviene che i ball
. Se la intende cogli occhi più facili ad essere ingannati che non lo sono le facoltà dell’anima. Mette in particolar movime
s’offre in premio, e perché i maggiori anzi i soli piaceri della vita sono quelli dei sensi. Io non voglio far da casista co
Ballo comico intitolato il Don Quisciotte che servì d’intermezzo anni sono ad un opera buffa. 184. [NdA] Mi s’opporrà l’es
83 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 62-67
etta Celia in Commedia Celia, e Maria, voi siete e Mare, e Cielo, E sono i pregi in voi del Ciel, del Mare. Vi dà le perle
e angoscie e partorir diletti, influir tema e implacidir gli aspetti, sono in Celia d’amor forze e stupori. Ma co' vezzi con
Il sesso sublimar sopra il confine, gli oceani capir de la Bellezza, sono in Celia del cielo opre diuine. E ora, come sag
ico teatro, e le pubbliche difese dello Scala, e le lettere di Celia, sono pubblicate e chiarite in un articolo di Achille N
84 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO I. Teatro Spagnuolo. » pp. 4-134
sola. Le di lui poesie sublimi il Polifemo, le Solitudini, le Canzoni sono un tessuto di metafore strane e ridevoli. Noi non
a me temerario (gli dice interrempendolo) a me! mi conosci? sai chi sono ? lo rammenti? Parti, allontanati, nè mai più ardi
mo atto desta la curiosità ed è meno difettoso nello stile; gli altri sono pessimi per istile, per azione e per orditura. L’
mal grado del loro amore, forza è che vivano malcontenti. I caratteri sono ben dipinti; l’azione non offende l’unità richies
io vivo. Isa. È vano. Die. È vano.Parlar chiaro a don Fernando. Isa. Sono già sua. Die. Sono già sua.Prova la forza. Isa.
. Die. È vano.Parlar chiaro a don Fernando. Isa. Sono già sua. Die. Sono già sua.Prova la forza. Isa. Sono già sua. Prova
Fernando. Isa. Sono già sua. Die. Sono già sua.Prova la forza. Isa. Sono già sua. Prova la forza.È vana. Die. Vientene mec
è autore di varie favole, alcune delle quali sino a’ giorni nostri si sono conservate in teatro, e nel giro di ciascun anno
inaspettati che producono continuamente situazioni popolari e vivaci. Sono , è vero, i suoi ritratti per lo più manierati e p
a stento m’induco a crederla lavoro del Calderòn. In essa i Peruviani sono delineati a capriccio, e la storia dello scoprime
regina straordinaria piena di valore e di ambizione; ma nella seconda sono gli evenimenti assai più dilettevoli e più atti a
viano in Menfi per alcune carte comprende i disegni di Erode. E quali sono ? Aspirare a divenire imperadore di Roma. È una ip
omma maraviglia e dolore ne legge il contenuto. Le giuste sue querele sono patetiche, ma confuse in un mucchio d’espressioni
nsieri patetici e vigorosi si trovano sparsi nelle di lei querele; ma sono frammischiati a varie impertinenze pedantesche di
a… Ma che dico ? Oimè, ben mio, Mio sposo, mio signor, tua schiava io sono , Fa di me quel che vuoi. Ma se ti offesi, Se nel
femminil fasto. Ma se il mio pianto a intenerirti è vano Per quel che sono , a quel che fui deh pensa Nacqui di nobil padre,
arie cose le commedie Nadie fie su secreto, ed il Secreto à voces; ma sono artificiose e naturali per alcune situazioni comi
ico e nello stravagante al pari degli altri. Le facezie ed i motteggi sono graziosi e frequenti; ma egli segue i compatrioti
In questa favola motteggia sull’uso d’introdurre i servi buffoni, che sono gli arlecchini di quelle scene, ad assistere ai d
, Ayer se cumplio el plazo prometido, En que ha señalado su venida. Sono dunque trascorsi undici giorni, e l’azione princi
tevole. Ma queste commedie che noi con ingenuità mettiamo alla vista, sono state forse additate da’ Nasarri e da’ Lampilli?
Castiglia padrone di Alcalà e delle città, castelle e villaggi che le sono intorno, vantandosi egli di passeggiare sempre p
Giovanni Matos Fregoso, ed è la migliore delle sue favolea. Notabili sono in essa il carattere del re Alfonso detto il savi
e è la scena della loro cena; ed i discorsi del re, e di Juan Pasqual sono ben degni degli elogii de’ giornalisti francesi,
ovrano. Tralle commedie di Antonio Zamora che raccolte in due tomi si sono impresse ne’ principii del secolo XVIII, havvene
anca. Anche questa favola partecipa assai della farsa; ma i caratteri sono felicemente dipinti, e lo stile è buono, comico,
ione, si dovrà attendere dalla sola presenza de’ casi, i quali sempre sono infinitamente scarsi e fra se diversi, e quindi i
rza di pratica materiale, s’impara errando, e gli errori de’ principi sono sempre fatali. Questo soltanto che nella favola d
ia che sol del vero si alimenta e si pregia, osserviamo che rarissime sono le commedie che da tali rimproveri si esimono. Ma
tiplicità delle azioni contenute in tal componimento, tutti gli altri sono scelerati. Muojonvi otto personaggi, e nello scio
oprie, talvolta buffonesche, talvolta atroci. I personaggi per lo più sono inutili ed episodici, le inconseguenze continue,
dorarla come una divinità, e finisce la tragedia. Tutti i cinque atti sono ripieni d’inutili inverisimili e freddi amori de’
etta. Compete questo suo decreto ad una favola di cui tre atti almeno sono inutili, e nella quale Didone senza apparire la n
e si nota qualche squarcio sublime. Ma nè queste nè quelle del Virues sono mai state rappresentate ne’ teatri di Madrid negl
are le loro inutili decisioni generali. E che giovano esse quando non sono verificate su i medesimi drammi? Io ne ho scelti
de i riferiti difetti degli attori nazionali. Ma i di lui clamori non sono stati ancora ascoltati. a. L’espressione origina
do, lobo hambriento, horror mortal, y hombre enfin ecc. a. Quì si sono omessi alcuni versi, il cui senso si rapporta a q
le difettose per condotta e per istile, che più non si recitano, come sono el Job de las mugeres, los Vandos da Rabenna ecc.
aranta versi per dire ciò che quì si accenna in cinque; ma i concetti sono troppo tinti delle puerilità dello scorso secolo.
85 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 914
a buona voce, un personale vantaggioso, un lazzo spiritoso, e pronto, sono i capitali in lui meno stimabili. Il suo profondo
moria senza dimenticarsi giammai alcuna ancorchè menoma cosa ; questi sono finalmente tutti quei pregi rari, che in lui abbo
86 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo undecimo »
sente capitolo io sento più che mai la difficoltà dell’impresa che mi sono forse imprudentemente addossato. Osar uno sconosc
utto gli altari al sublime genio del poeta cesareo; dove i suoi versi sono oggimai divenuti proverbi, cantandosi nelle bocch
lli di Omero e di Euripide; dove tante penne di rinomati scrittori si sono per l’addietro stancate e si stancano tuttora nel
i utili forse allorché si era in tempo di non intraprenderne il corso sono oggi mai divenuti tardivi trappassata che abbiamo
ole che per esser troppo lunghe o di suono malagevole e sostenuto non sono acconcie per il canto; ora adoperando spesso la s
ì dire, sfinita non ha forza che basti a terminar il sentimento. Come sono questi: «Oh che felici pianti!         Che amab
so dico della maggior parte delle chiamantisi Anacreontiche, le quali sono tanto lavorate sul gusto di quell’autore quanto s
ntiche, le quali sono tanto lavorate sul gusto di quell’autore quanto sono conformi alla natura i ridevoli sistemi dei filos
dersi nel cantico di Giudita nella Betulia liberata, dove pochi poeti sono arrivati a dipingere l’onnipotenza del dio degli
ssa insieme accoppiare senza renderli troppo sostenuti e sonori, come sono comunemente i versi dei poemi non cantabili. La m
a mischianza felice de’ suoni nell’ordine e combinazion delle sillabe sono le qualità che richieggonsi nelle poesie musicali
lle sillabe sono le qualità che richieggonsi nelle poesie musicali, e sono appunto le doti che caratterizzano lo stile di Me
le assicurano una perpetuità che senza essi non avrebbe, cosicché non sono più i deliri dell’antica mitologia, ma la verità,
olezza che fa restare. La prima scena del Temistocle e dell’Artaserse sono in questo genere due capi d’opera di sagacità tea
pensato da altre doti luminose. All’opposto le sentenze di Metastasio sono opportunissime, tratte sempre dalle circostanze o
di Cicerone potrebbe dirlo meglio in un intiero discorso? Altre volte sono brievi sentimenti istruttivi, come: «Soglion le
che quando        Se medesmo descrisse,        Disse: Io son quel che sono : e tutto disse. Ach. L’autorità de’ tuoi produci
ella persona e più legati col suo particolar interesse. I suoi tocchi sono sempre da gran maestro chiari insieme e profondi,
non avessero nelle opere sue i propri talenti. La poesia e la musica sono come il testo d’un’orazione, e il commento; ciò c
ò camminar meglio. Metastasio è il Palladio e il Vignola, e i maestri sono gli esecutori. Quindi con non minor verità che el
api d’opera di Leo, di Jumella, Durante, e Pergolesi. Se i tuoi occhi sono inondati dalle lagrime; se senti palpitarti in pe
to abbastanza, o di averlo malignamente tacciuto. L’entusiasmo cui mi sono abbandonato lodandolo, mi metterà, cred’io, al co
ifetti, dai quali debbono tenersi lontani. I vizi dei grandi artefici sono più pericolosi degli altri ai progressi dell’arte
enza dubbio la composizione dell’aria. I drammi del Quinaut altro non sono che un continuato recitativo. In quanto alla spez
onforme alla maniera di scrivere osservata da buoni autori. A me, che sono oltramontano e conseguentemente non abbastanza in
né si contenta di frammettere uno o due intrighi amorosi, in molti vi sono anche tre e quattro. Ci è qualcheduno, come la Se
Ci è qualcheduno, come la Semiramide, dove tutti quanti i personaggi sono innamorati. E pazienza se quest’amore fosse sempr
onimenti quando il sentir i personaggi, allorché danno un consiglio o sono agitati da qualche passione, trattenersi tranquil
orte sospetto d’ipocrisia nel suo dolore. E più frequenti del bisogno sono quei casi dove gl’interlocutori si sentono far us
           Impallidirvi, ed arrossir nel viso,            Invidiabili sono            Privilegi del sesso: in dono a voi    
l paese ed il tempo, non potevan loro in veruna guisa convenire. Tali sono , per esempio, l’uso della mitologia propria de’ s
iene che Metastasio ne faccia uso di altri mezzi. Se questi più volte sono posticci; se condotti non vengono spontaneamente
ll’azione, ma tratti piuttosto a viva forza dalla usanza; essi almeno sono , come i cavalli di vettura, che si pigliano a nol
la quistione in suo favore, s’impiantano altrettante di nuovo quanti sono gli scrittori che s’addurranno in difesa108. [65]
o gli scrittori che s’addurranno in difesa108. [65] Ma tanto forse mi sono inoltrato nella critica del Metastasio che il let
87 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XIII. » pp. 182-206
diasse di piacere alla parte più sana e illuminata della Società, che sono i Dotti”. Aggiugnete (p. 278.): “I Poeti, i quali
Pubblico ne’ Teatri”. Questo solo in quanto avete detto è vero; nati sono i Poeti Scenici a dilettare ed instruire il Popol
? Oh Amico, su tal punto questa Plebe, e questo Popolo polito e colto sono più uniti di quel che taluno crede. Quando alla G
nque un Apologista conoscere i Drammi degni di riprovarsi, sappia che sono quelli, che nella rappresentazione divertirono so
intere? E intanto non fanno in tanti paesi la delizia de’ dotti? non sono prezioso ornamento de’ loro Gabinetti, non meno c
di quel famoso Ateniese, e di chi le ammira. Si vede che i gusti non sono uguali: “A chi piaccion le fave, a chi i baccell
ommedie, che se mancano al quanto per ciò, che concerne il gusto, non sono però nè sregolate, nè mostruose. Oggi con gusto,
cata ha coltivata estemporaneamente la rappresentazione. I Toscani si sono segnalati co’ Gigli, e co’ Fagiuoli, di cui vi so
one. I Toscani si sono segnalati co’ Gigli, e co’ Fagiuoli, di cui vi sono moltissimi Tomi di Commedie, non già una o due. N
sto in movimento? E quanti altri Drammi hanno veduta la luce, i quali sono giudiziosi, regolati, e vicini alla perfezione? O
luce, i quali sono giudiziosi, regolati, e vicini alla perfezione? Or sono queste le mostruosità, le arlecchinate Italiane,
ecchinate Italiane, sincerissimo Signor Lampillas? Gli stessi Strioni sono forse oggidì così dediti a’ loro Soggetti dell’Ar
a? Nel Dramma di S. Ermenegildo, che ho veduto rappresentare due anni sono in Madrid, si congregano questi Concilj ad istanz
i di lei dettati si accolgono dall’Uditorio con applauso universale; sono però tutti virtuosi gli ascoltatori? Piacesse al
88 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO I. LIBRO I » pp. 12-33
cantando e ballando. Da queste danze e scene recitate di Wateeoo non sono dissimili quelle delle isole degli Amici e le alt
e del Mar Pacifico del Nort. Nelle isole dette da Cook di Sandwich vi sono eziandio danze pantomimiche accompagnate da music
, e talora copronsi il volto con maschere di legno scolpite, le quali sono di grandezza eccedente la naturale, e figurano or
ammenti del comico Alesside. Ciò rilevasi da’ frammenti che se ne sono conservati, de’ quali stimiamo quì addurne alcuni
ste colle sue costellazioni. Vi si ammirano quelle che anche in terra sono pesci, animali e volatili; lo scorpione p. e. esp
to, di Catania, di Messina, di Segesta, di Taormina. Similmente degni sono di ricordarsi i teatri di Taranto, di Crotone, di
Reggio e di altre città della Magna Grecia. E soprattutti memorabili sono gli antichi teatri di Capua, di Nola, di Pozzuoli
lle ragioni, si tolga la nota (1), e si aggiunga quanto segue. 1. Si sono quì sostituite queste bevande de’ moderni popoli
89 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IX. Stato presente degli spettacoli teatrali. » pp. 426-437
orreggere la buffoneria grossolana; ma Klopstock, Lessing e Weiss non sono ancora seguitati da’ nuovi poeti drammatici degni
ici degni di nominarsi. Una manifesta decadenza osservava, pochi anni sono , nel teatro di Londra l’autor francese della Gazz
ostrare sulle scene spagnuole queste commedie; ma sul medesimo teatro sono state motteggiate da soliti piccioli compositori
e un Racine e un Corneille, ma un Euripide: i di lui trionfi però non sono stati seguiti da altri, e l’opera, che tanto si a
, l’eleganza, il calore dello stile di Metastasio; i loro disegni non sono sì ricchi e giudiziosi, le loro invenzioni non so
loro disegni non sono sì ricchi e giudiziosi, le loro invenzioni non sono originali, o da passar come tali, i loro colpi di
i più, non la verità, ma l’opinione risguardano; uomini in somma che sono un composto d’ignoranza, di presunzione, di orgog
merito de i sopraccitati melodrammatici, possiamo accertare che molte sono le scimie del Metastasio in Italia; imperciocché
90 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « [Privilegio] » pp. -
ILL. E REVER. SIGNORE La Storia Critica de’ Teatri scritta pochi anni sono dal Signor Dottore D. Pietro Napoli Signorelli, s
lla contiene, che a Regj dritti, e al buon civile costume si opponga. Sono intanto di avviso, potersi la M.V. degnare permet
91 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 568-569
elle diverse sensazioni e gradazioni di spirito e di sensibilità, che sono necessarie per formare un grand’artista comico. I
oggetti trattati con molto acume e senza pur l’ombra della pesantezza sono  : la nobiltà dell’arte, l’educazione comica, la s
92 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 750-751
matis.mo Sig.r Marchese Padrone. Segno soltanto due righe. Ieri sera sono giunto a Torino, perchè mi sono fermato un giorno
Segno soltanto due righe. Ieri sera sono giunto a Torino, perchè mi sono fermato un giorno e mezzo a Bergamo. Domani parto
93 (1715) Della tragedia antica e moderna
credo assai saggio per capire come debba parlare un attore; ma pochi sono in Italia atti in questo a dar buon giudicio; e p
ersecuzioni che voi mi accennate di avere in Bologna, ma so anche che sono appunto ridicole e che l’effetto universale sarà
osservanti aristotelici. Una prima traccia di questa ricerca erudita sono probabilmente le pressanti richieste di un Vitruv
dallo scontro tra Arcadi e Quirini. Non solo le questioni affrontate sono interne al dibattito italiano, anche nell’impelle
drammaturgici e scenici transalpini, ma quasi tutti italiani o latini sono gli autori citati a corredo. D’altro canto per al
ncora il Diario di Landi del quattro luglio: «Dopo sì geniale lettura sono andato con esso [Martello] e col sig. abbate Cont
ismo coerente e coeso nella sua struttura, in cui le spinte polemiche sono ben calibrate dagli spunti odeporici e da un conf
a già avviata nel giugno del 1714, quando poteva avvertire Muratori: Sono in Italia i Dialoghi stampati in Parigi dopo la m
Sono in Italia i Dialoghi stampati in Parigi dopo la mia partenza, e sono in viaggio verso costà dove io facilmente li darò
rontamente riferito l’accaduto a Ubertino Landi: Ma se quei Franzesi sono impostori! e con qual franchezza! Han dato ad int
ionale nesso assibilato -ti- con -zi- (patienza → pazienza, ecc.). Si sono sciolte le abbreviazioni convenzionali di M.e  → 
adre, ma non quella di M.r che può dare esito a diverse grafie.   Si sono corretti i seguenti refusi: I.[32] interpetri → i
colarmente del dramma per musica, ha egli adoperate alcune parole che sono per avventura in commercio, ma che però non si le
sperati, che quantunque sieno detestabili per la lor professione, non sono però affatto disprezzevoli per qualche ardir di t
mi dia per vinto all’illusione di aver sugli occhi Aristotile, di cui sono secoli e secoli che io credo smarrite ancora le c
ualche cosa atta a persuaderti alquanto, se non a convincerti, che io sono Aristotile. [1.17ED] Hai tu mai letto chi fu mio
go mi lega a quelli che vengon creduti miei posteri, questi solamente sono i poeti, i quali non della mia vera Poetica, ma d
i ancor rilevate. — [1.33ED] — E come — io soggiunsi — i miei Sermoni sono elevati all’onore d’esser passati ancor sotto gli
ndo da cui riconosco la venuta delle bell’arti in Italia. [1.40ED] Ci sono certi invidiosi della felicità del loro secolo ch
del somigliarli come ombra corporea. [1.41ED] Io mantengo che costoro sono pazzamente invidiosi della moderna gloria e sono
mantengo che costoro sono pazzamente invidiosi della moderna gloria e sono evidentemente ingiusti al nostro confronto, non i
ose che dovean servir d’esemplare e procacciar de’ seguaci; laonde si sono propagate tutte le arti nella posterità. [1.43ED]
la state e maggiormente munirla l’inverno, dimodoche l’emicranie non sono più sì frequenti e si trovano più comode quelle t
uesta stessa ragione gli dovrebbero piacer più le vostre. [1.61ED] Vi sono alcune cose mirabili nei tre citati poeti, ma ve
[1.61ED] Vi sono alcune cose mirabili nei tre citati poeti, ma ve ne sono delle insoffribili, e chi queste imita se meriti
ando nell’Aminta, nel Torrismondo, nel Pastor fido gravi difetti e vi sono . [1.63ED] Ma la maggior parte de’ loro difetti e
trepita maggiormente è il non aver osservate le regole tue, che tutte sono ragioni nate dall’esempio e dall’applauso comune,
sostituir ad esse le nostre che si conformano all’uso. [1.69ED] Ve ne sono ben poi delle altre che non patiscono mutazione d
. — [1.71ED] — Ma tu non avverti — soggiunse il vecchio — che i Greci sono stati perfetti in quell’arti che han molta somigl
lianza alla poesia? [1.72ED] La pittura, la scoltura e l’architettura sono riuscite appresso di noi perfettissime; e da’ nos
rci. [1.73ED] Tu vedi che l’Ercole de’ Farnesi e la Venere de’ Medici sono i prototipi delle corporature umane imitate; e fe
ti modelli dell’arte. [1.74ED] Gli ordini poi greci nell’architettura sono stati la regola e l’ornamento della superba Roma,
sarebbero egualmente la norma dell’arte, come per preminenza di tempo sono adesso le statue più rinomate de’ Greci; pure que
i, ma so che sei persuaso come non la cederei al Tassoni. [1.84ED] Vi sono virtù insuperabili e queste imitiamo non perché n
n le avessimo sapute inventare, ma perché i vostri, nati prim di noi, sono stati in necessità d’inventarle. [1.85ED] Certo i
tedra. [1.100] Io nondimeno, benché non mi nomini espressamente, gli sono ben’obbligato che mi cacci ancor senza nome nel g
dovi l’uno e l’altro a quello del popolo. [1.107ED] Sin ad ora le tue sono uscite in teatro felicemente e molto popolo di pi
tto rappresentato quanto vi vedrebbero i veri personaggi che in scena sono imitati se, non finta, ma realmente operassero. —
cui concorrono tutte quelle che da’ vostri famosi drammatici italiani sono state esposte al teatro, come averai già osservat
n è poi vero che la cosa è ita più lontana di quel che io credeva; si sono avvezzati i filosofi a pensar tanto da sé che nul
greche tragedie e ancora delle franzesi. [2.5ED] Io nondimeno sempre sono stato di sentimento che l’uditore perdoni agevolm
tragica l’allungarsi a spazio maggiore di un giorno. [2.6ED] In fatto sono state in grandissima riputazione le commedie spag
cora il tuo genio. [2.9ED] L’unità dell’azione, del tempo e del luogo sono necessarie alla perfezione della tragedia perché
endo ancora che i venti non siano contrari al messo, siccome a noi lo sono stati. [2.16ED] Di più, Ercole fa un sacrificio i
zione, le quali ancora allungate dall’immaginazione a ventiquattr’ore sono troppo scarse all’azione. [2.18ED] Dell’unità del
enuità, parlando io contra una setta di uomini nel numero de’ quali o sono o almeno presumo che tu mi creda. [2.27ED] Ma tan
a distinguonsi, fuor che nel numero, i getti che dalla forma medesima sono improntati e moltiplicati. [2.33ED] Or qual disor
ede, perché le cose seguite fuor della scena e che si narrano in essa sono parte essenzialissima dell’azione e sono seguite
ena e che si narrano in essa sono parte essenzialissima dell’azione e sono seguite altrove. [2.53ED] Sicché dunque l’azione
a sola è consapevole verso il suo stesso inimico, cose tutte le quali sono inverisimili ed inconvenienti, se l’immaginazione
ma di considerare quell’anticamera come altrettante anticamere quanti sono gl’interessi de’ principali interlocutori e quant
camere quanti sono gl’interessi de’ principali interlocutori e quanti sono essi medesimi; quando tutto il verisimile veracem
lessandro si rappresenti. [2.118ED] Quattro esempli ti ho recati: due sono del tuo Sofocle e due del tuo Euripide; dove per
richieste ch’io volea farti, appunto, come se tu fossi Aristotile, e sono circa lo sceneggiamento. [3.8ED] Questo tra i Fra
frontarli e per venire in tutta chiarezza di tal verità. — [3.13ED] —  Sono persuasissimo, — io replicai — ma una differenza
a patria, e che non ho men vanità de’ Franzesi nel vantar tragici che sono i vostri esemplari. [3.30ED] E però nelle vostre
pur di versi 69 e ve n’ha un altro di Menelao di versi 54, due ve ne sono non brevi negli Orazi del Cornelio, ed uno ancor
le nostre tragedie tutte ripiene di affetti amorosi, ove le vostre ne sono scarsissime, e pure ne’ vostri argomenti se ne co
nerezza dall’espressioni non meno grandi che amorose de’ loro attori: sono iti questi due famosi Franzesi, e più cupamente i
1 grand’Omero nell’epopeia, Sofocle ed Euripide nella tragedia, se ne sono , il più che han saputo, astenuti. [3.43ED] Tu ved
quella ch’ei già credeva defunta. [3.85ED] Nel Gesù perduto gli amori sono affatto celesti fra madre, figlio e parenti: per
esso che all’impostura ci vuoi franchezza nell’asserire, e che io già sono impostore. [3.97ED] Credilo per lo meno al Buling
chio, me ne anderò con più agio e con minore spesa. [3.130ED] Colà vi sono passeggi pubblici di amene e maestose verdure, fr
se non in apparenza di ricchezza e di fasto. [4.7ED] Le botteghe, che sono in numero quattro volte maggior delle case, fanno
cena assai vaga, che ad ogni passo si cangia e nella quale gli attori sono donne e donzelle leggiadramente abbigliate; e qui
vece di deridere l’impostura di un verso vecchio per me rinnovato, si sono dati a strepitare su quella qualunque siasi novit
into le rime e che invece di stancarmi di questa lor consonanza me ne sono , oltre ogni credere, compiaciuto. [4.39ED] Ora da
recchi ben purgati è tale che i versi sciolti a lato ai rimati se ben sono non paiono versi. » [4.79ED] Ma per dir meglio do
4.79ED] Ma per dir meglio dovea conchiudere: se ben paiono versi, nol sono , siccome io credo averti assai persuaso; e mostrò
fu necessario, perché i loro periodi son brevi e, se le desinenze non sono contigue, son così poco distanti che non annoia l
a si può far bassa, usandone soverchiamente; quindi aggiungo: «E tali sono i nomi propri, le metafore e i nomi ornati.» [4.9
egli abiti gioiellati son oro falso e cristallo; sa che quelle parole sono premeditate; e sente che dalla scena vi è con la
ritmi che modestamente da’ ragionamenti degli uomini si allontanano, sono gli ottimi; e così noi perlopiù usammo il jambo,
un verso la cui giacitura è delle più somiglianti alla prosa, e così sono parimente le giaciture del verso alessandrino e d
ratione vetat esse, numerum jubet.» [4.146ED] Il verso greco e latino sono creati dal metro. Il verso ebraico consta di ritm
la verità di quanto ti espongo. [4.148ED] Di questa natura per lo più sono tutti i linguaggi orientali, tutti capaci di rima
ve con tanto disprezzo e nausea della rima italiana. [4.155ED] Queste sono , se ben mi ricorda, le sue parole: «essendosi per
n due cose, al mio credere, consiste la legge di una lingua: la prima sono i vocaboli, la seconda si è l’uso loro. [4.172ED]
sperare pervenuta allo stato di perfezione la lingua vostra, ora che sono uscite le sue tragedie senza rime e l’egloghe sue
arte, perché, torno a dire, costoro senza malizia e senza talento non sono . [4.195ED] Quinci nelle loro conversazioni recipr
, deprimendo i loro avversari ed inalzandone alcuni alle stelle che o sono oppur vorrebbero lor partigiani; dalla qual cosa,
e negli scrigni. [5.12ED] In questo giardino le belle statue di marmo sono così famigliari e frequenti come le piante ne’ bo
rati a girandole, ad archi, a teatri. [5.14ED] Selve trapiantate quai sono nell’altezza lor naturale, labirinti favoleggiati
con libertà, diportandosi in quegli esercizi, ancor militari, che si sono fatti abituali al loro genio e senza de’ quali sa
va, in Milano, in Reggio ed in Bologna, benché tua patria, ascoltate, sono di questo carattere. — [5.34ED] — Hai divisato pr
iegati a comporre come allora vedendo le cose più brillanti e che più sono vezzose e delle quali più si compiace il poeta ri
musica antica, di’ a nome mio a cotesti adoratori dell’antichità, che sono impostori. [5.46ED] Giudica della musica degli Eb
, e pure il lor gorgheggiare è limitato dalla natura a certe arie che sono fra di loro uniformi, per non dir sempre le stess
giamento, e l’impresario dovrà compiacersene. [5.137ED] Le canzonette sono o semplici o composte. [5.138ED] Semplici direm q
rché riescono fredde ogni volta che a mezzo una scena gli attori muti sono obbligati a star così ritti ad udire l’attore che
nel fine del secondo atto. [5.154ED] I cori nel fine dell’ultimo atto sono inevitabili, godendo il popolo di ascoltare insie
e non è. [5.172] Ma quanti e quanto poi i vostri verseggiatori se ne sono ideati di misure sì sconcertate e sì incapaci di
: Le luci tenere Della mia Venere Mi fan languir. [5.176] Gli altri sono indifferenti e in ogni sorta di passione men fort
ri sono indifferenti e in ogni sorta di passione men forte del furore sono usuali. [5.177ED] Negli sdruccioli non t’impegnar
che guidano l’idea in non so che di ridente che la ricrea; e siccome sono venusti questi obbietti, così il son le parole ch
matico, coll’antepor la tragedia alla epopeia, malizia alla quale non sono arrivati i vostri interpreti, benché consapevoli,
il contrariar la natura che il secondarla, e per questa ragione pochi sono i mostri e gli animali son molti; ma pochissimi p
ro scritti a paro de’ secoli. [5.237ED] Essi nella notomia delle note sono arrivati là dove sottigliezza di gusto non è giam
ando il lor merito con quello de’ filosofi e de’ poeti, de’ quali non sono meno utili alla repubblica. [5.239ED] I primi ins
ue prelati a vedere nella galleria del Loure le piazze che o furono o sono sotto la giurisdizione reale e con le quali ha qu
offese e come agevolino co’ lavori l’espugnazion delle piazze: queste sono cento e, credo, altre quaranta di numero, fra le
he anzi diletta cadendo non stentata ma naturale, nel che veracemente sono eccellenti i bravi poeti di questa nazione. [6.27
naturalmente all’ingiù ed i vostri allo strepito di quegli altri che sono fatti spiccar in alto dall’arte. [6.42ED] Il prim
provato dall’uso. [6.50ED] Bensì compatisco gli autori italiani se si sono assuefatti alla moda, mentre per quanto essi abbi
si ritrova. Ma ciò separatamente è distinto, essendo che alcune parti sono del solo metro contente; alcune vogliono inoltre
a. [6.75ED] Trovo però alcuni errori nel recitamento franzese che non sono nell’italiano. [6.76ED] Primieramente passano i l
da eguali, sempre quella positura di corpo è incivile e plebea, e vi sono ben altri modi di palesare il dispetto. [6.82ED]
Baron e madame Duclos nel tragico, e giudichi solamente di quelli che sono i migliori fra i men perfetti. [6.105ED] Questa b
uisitamente eseguiti, egualmente son grati e son belli; ma gratissimi sono e bellissimi ciascheduno al genio prevenuto delle
o nei cori); P. Torelli, La Merope, Parma, E. Viotto, 1589 (ma i cori sono in versi sciolti); e S. Maffei, Merope, Modena, p
[commento_4.164ED] perché… bocca: perché ha tanto raziocinio quanto sono onorevoli coloro che si riempiono la bocca della
supra V.[134]. [commento_5.184ED] proposizioni… generali: ‘concetti sono universali’. [commento_5.190ED] stirare… note:
Aristotele e autore di diversi trattati di teoria musicale di cui ci sono giunti Gli elementi d’armonia, citati per l’appun
tragico, altrimenti ricordata come prefatio; i giornalisti franzesi, sono quelli del «Journal de Trévoux», autorevole mezzo
a, 3.I.1711 (si cita sempre dall’autografo, ma le lettere di Manfredi sono pubblicate nelle già citate Delle lettere familia
ta, incerto che potesse esser ben ricevuta dal nostro uditorio. Io mi sono lusingato di bene ed ho voluto farne esperienza,
. J. Martello, Lettere a L. A. Muratori, p. 59, lett. LI, 22.X.1713: « Sono uscite le tragedie stampate in Napoli dall’abate
, Biblioteca Archiginnasio, ms. B.178, let. 5): «Amico carissimo, Chi sono cotesti Quirini, e come sapete voi che mi domandi
94 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO V. LIBRO VII » pp. 107-140
e tue! ADDIZIONE III* Osservazioni sul Cinna. Incomparabili sono certamente questi versi, che disviluppano i subli
te. Ogni atto presenta un punto importante dell’azione; le situazioni sono patetiche senza languidezza e senza esagerazione;
V* Su i drammi piangolosi. Il Disertore, l’Umanità, l’Indigente sono drammi fuor di dubbio interessanti, ne’ quali per
nza saperlo, la Scommessa, Maillar, o Parigi salvato del Sedaine, non sono stati applauditi dal pubblico francese. Il Mercie
In quello &c. ADDIZIONE XVI* Drammi di Beaumarchais. Esse sono il Barbiere di Siviglia, che oltre dell’applauso
e rappresentazioni successive fu proibita dall’arcivescovo di Parigi. Sono tratte &c. ADDIZIONE XVII** Commedie del
e Pepoli, incapaci di riescir nell’opera di Zeno, e di Metastasio, si sono ingegnati, senza effetto per altro, di alienarne
rammatici della nazione; e nel Foyer architettato con magnificenza vi sono collocati i mezzi busti di marmo di Rotrou, de’ d
olonne doriche, il cui fondo ripete le cinque arcate dell’entrata che sono ad esse opposte, e formano altrettanti portici ap
n anfiteatro con una balaustrata. Il secondo e terzo ordine di palchi sono negl’intercolunnii. Havvi oltreaciò tre scalinate
**. Si continui sino alle parole affrettato bellamente dal notajo che sono nella pag. 137, indi si scriva come segue, toglie
95 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 260-263
famiglia di comici italiani) pubblica ancora alcune poesie di lei che sono nella raccolta edita a Venezia nel 1726 dalla Ber
bissima satira, in versi sciolti e divisa in cinque atti, della quale sono interlocutori Mercurio, Fama, Radamanto, Anima di
rsi dalla natura, dopo che aveva sentita la Truppa Italiana, che, già sono quattr’anni, è ritornata in Parigi. Grande onore
dia ; mentre le Tragicommedie di Sansone e della Vita è un sogno, non sono tragedie ; ed è ben diversa da quella la maniera
96 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « [Dedica] » pp. -
francesi, gli spagnuoli, gl’inglesi, i tedeschi, i russi, e i turchi sono stati prodotti sulla scena ad esporvi quanto serb
l drammatico genere; ma i cinesi e i giapponesi vengono anch’essi dal sono dell’aurora, e da mezzo degli antipodi i peruvian
se per tutte le parti o essenziali o integranti dell’opera. Oh quanto sono stimabili quegli scrittori che anche in cose di p
L’opere degli antichi in questo genere (toltone alcune cose, che non sono , so non relative ai costumi de’ loro tempi) sono
alcune cose, che non sono, so non relative ai costumi de’ loro tempi) sono state e saranno mai sempre i nostri modelli: tutt
la pena di consultar le sorgenti. Ma oimé! I begli spiriti alla moda sono essi a portata di conoscere la storicità de’ prop
97 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VII. Opera musicale nazionale ed italiana. » pp. 195-212
quelle del tempo di Filippo IV più non si favella nè anche. Le ultime sono pur poche. Io ho vedute ripetersi quasi sempre le
des, e qualche altra, cui danno il titolo di folla. Oltre a queste si sono tradotte e accomodate a foggia di sarsuole alcune
i canta dopo centoventisei versi recitati, e soli trentadue versi poi sono seguiti da due arie; nell’atto II si recitano cen
convertirà en temor nuestras alegrias : ma di grazia quali allegrie sono nel campo greco, di cui Achille ha descritta la m
cessando la peste la gente riprenda vigore, ben s’intende; ma le navi sono anch’esse soggette al contagio? ed in qual vigore
itrio o alvedrio ec. Aggiungiamo solo alla sfuggita che tutte le arie sono stentate, inarmoniche, difettose nella sintassi,
98 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « NOTE E OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 281-290
le Latine pur troppo a cader di pregio e a svanire al paragone, così sono esse oscurate dalle commedie Greche cui in vano c
è cagione, che i Latini non hanno amata la fatica della lima, e stati sono impazienti d’indugio, mandando fuori troppo frett
ut miretur turba labores, Contentus paucis lectoribus. In fatti sono assai pochi coloro che sanno, spezialmente in tea
i e Latini, di cui o pochissimi frammenti o appena i nomi, rimasti ci sono . Un cert’altro letterato Francese di tal fatta, i
ncora, aver letto con sommo piacere l’Euripide di Sofocle. Queste non sono , e lo giuro, di quelle storiette e cantafavole ch
ere i loro Viaggi d’Italia, di Spagna &c. Nota XVIII. Io sono d’avviso (dice il P. Bianchi) che sebbene appress
99 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 137-226
Calisto per ingordigia ammazzano Celestina, danno nella giustizia, e sono impiccati. Calisto stando con Melibea ode un romo
sto in un racconto, non che su di un teatro; e questi sventuratamente sono i più bei passi del libro. Di grazia poteva ciò e
ne, di Salomone, di Ero e Leandro, di Elena, di Saffo, di Arianna? Ma sono da collocarsi tralle principali bellezze della Ce
il giovine Cesarino. Tra gl’interlocutori chiamati figuras de comedia sono , un eremita, un ruffiano, un paggio francese ed u
ave, e rare volte ammollito da qualche ornamento lirico, i costumi vi sono ben coloriti, e i discorsi vivacemente appassiona
aria, l’Imenea, la Giacinta, la Calamita e l’Aquilana. Esse veramente sono all’estremo fredde e basse, prive di ogni moto te
, senza arte nell’intreccio, senza decenza nel costume. Gli argomenti sono di quel genere che dee bandirsi da ogni teatro cu
ssero nell’obblio in cui caddero, o che si valutassero per quelle che sono , affinchè non si prendessero per esemplari. Or pe
te otto ultime sue commedie pubblicate un anno prima di morire, e pur sono talmente spropositate, che nel 1749, per procurar
i compassione e di scurrilità che regna nelle altre sue favole. Molti sono i drammi di Lope destinati a celebrare il Mistero
us Domini. In essa sino all’anno 1772 in Madrid e per la Spagna tutta sono intervenuti nelle processioni non solo sonatori m
e Castro. Esse o non esistono, e se ne ignora perciò la natura, o non sono certamente tragedie rigorose più delle sei del Ve
tomo II del suo Saggio chiamate ancora traduzioni. Tali in fatti esse sono , sebbene non fatte sempre da verbo a verbo, perch
amendue di lunghissimi discorsi episodici intarsiati di fregi lirici: sono amendue estremamente languide, specialmente nello
endue estremamente languide, specialmente nello scioglimento: amendue sono verseggiate con ottave, ridondiglie e sonetti, co
motteggi di quest’ultimo contro de’ rei, e lo sputar loro in faccia, sono cose tutte disdicevoli in una tragedia, e mostran
conda si pecca contro il verisimile: nella terza le azioni principali sono due: nell’ultima è fantastico e fuor di natura il
ico e fuor di natura il carattere del protagonista. Ciò vuol dire che sono tragedie, ma difettose. Nega questi difetti il La
i più intelligenti nazionali la conoscono soltanto per tradizione, nè sono io stato più felice nel ricercarla. Il buon poeta
ali si rappresentarono con gran concorso e vantaggio de’ commedianti. Sono state sepolte sino a’ nostri giorni, e la Filli s
arglieli nel citato Discorso Storico-critico. Ma se tanti e sì grandi sono i difetti dell’Isabella, quelli dell’Alessandra v
bella, quelli dell’Alessandra vincongli di numero e di qualità. Molte sono le azioni: di undici interlocutori ne muojono nov
e azioni: di undici interlocutori ne muojono nove: bassi e indecenti, sono i caratteri di Acoreo e di Alessandra: le atrocit
he è obbligata a lavarsi in quel sangue: i nomi stessi de’ personaggi sono in competenti: Luperzio, Remolo, Ostilio, Fabio n
gli indirizzò il suo discorso (dirigido à la Academia de Madrid). Non sono forse spagnuoli que’ che nascono in Madrid? Un’ A
muerte fosse un auto sacramentale; perchè nella penisola di Spagna vi sono stati auti che furono rappresentazioni drammatich
100 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO V. Sulle due Sofonisbe Italiane, e su due Traduzioni dal Greco di Fernan Perez de Oliva. » pp. 26-42
Sofonisba è grande, è eroica, come la richiede Teofrasto: i Caratteri sono gravi e tragici, secondochè consiglia Aristotile:
ano che fu assai diligente altro non dice nel I. Discorso se non che “ sono così antiche le Tragedie in Ispagna, che prima de
prossimarle a quella del Trissino? Qual prò dalle sofisticherie, dove sono contrarj i fatti? “Che giova ne le fata dar di c
tasi così bella con rappresentarvi che le azioni dell’Ecuba Greca non sono già molte, come Voi dite, senza forse ricordarvi
o della virtù talismanica infusa dall’Apologista nella parola triste, sono ancor due nella traduzione del Perez. E che ci vo
Lampillas? Lasciate correre: già sapete in qual mondo oggi siamo: vi sono alcuni saputelli, che vogliono saper più de’ Sacc
are). Infatti nella Scena di Elettra col Coro l’espressioni del Perez sono contrarie al semplice vago linguaggio della passi
ben concepite, continuate con troppa cura e corrispondenza ricercata, sono il veleno del patetico, disdicevoli al genere Dra
i quì, ve ne supplico, a trattenermi colle mie tribolazioni 1. Queste sono le variazioni fatte dal Perez nell’originale Grec
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