cuola di Carità dalle monache figlie di Gesù. La prima apparita sulla
scena
ella fece in convento. Entrata nella Società Cuor
ione, vi emerse in poco tempo, mostrando assai chiare attitudini alla
scena
: e fu gran ventura pei parenti ai quali non volg
è noverata oggi fra le rare attrici di pregio intrinseco della nostra
scena
di prosa ; e di esse prima senza dubbio per la sp
quelle siffatte scorrettezze. Ma in ogni modo : com’ Ella riempie la
scena
! Che anima ! Che vita ! Il pubblico, il quale, p
o artistico” : con queste due parole si scusan molte stramberie sulla
scena
. Se v'è temperamento artistico, non si può aver s
a, che pur segnò al suo apparire un sì gran passo nel progresso della
scena
, non mi pareva tale da invogliare un’artista a in
vigorose; vivo è il ritratto de’ favoriti nell’ atto III, buona è la
scena
del IV in cui Sejano intima il divorzio ad Apicat
abilita tra’ Curiazj e gli Orazj nel IV, di cui è conseguenza l’altra
scena
di Orazio collo sposo, il contrasto delle allegre
cuzione pura ed elegante e sobriamente poetica qual si conviene sulla
scena
, uno stile grave e sublime, una costante regolari
dal dolore, in alto Il pargoletto Agapito l’espongo. Sim. Tragica
scena
! Eust. S’interpone e cresce Più ognor l’aere
andone la spesa; ma egli però introdusse ne’ suoi cori a cantar sulla
scena
cavalieri e senatori Romani con poca convenevolez
di Bruto animata da sobria eloquenza e bellezza poetica propria della
scena
. Ma Giulio Cesare che si rappresentò con sommo ap
e di quel patetico animato ma umano e naturale che ti riempie in ogni
scena
, e ti trasporta in Messenia? Chi di quella intere
sceneggiamento all’antica lasciandosi spesso il teatro vuoto, qualche
scena
oziosa, un sogno di Demodice di sei tori e una gi
ù di una situazione patetica felicemente espressa. Serva d’esempio la
scena
quinta dell’atto terzo, in cui Demodice che ha pe
ino, tutta manifestano l’anima di Didone e l’ ingegno dell’autore. La
scena
quinta dell’atto quarto ci sveglia l’idea dell’ab
ecreto che si ode dall’uditorio e non da’ personaggi che stanno sulla
scena
: e la mancanza del tempo richiesto perchè giunga
a Amabilia. Lo stesso autore pubblicò nel 1725 Giocasta la giovane di
scena
mutabile, la cui invenzione non gli appartiene, p
ual tragedia imitò elegantemente l’Edipo di Sofocle richiamando sulla
scena
tutto il terrore e la forza tragica del teatro At
maniera moderna ad eccezione dell’atto II, in cui rimane una volta la
scena
vuota partendo Arsinoe nella quarta e venendo poi
la dipintura della feroce grandezza d’animo di Giscala, e più di una
scena
vigorosa e teatrale, come quella dell’atto III, i
nelli. Essa è regolare e sceneggiata alla moderna, e solo nella terza
scena
dell’atto IV partono i personaggi della seconda,
ll’originale della Sacra Scrittura. Vedasi in qual guisa egli nella 4
scena
dell’atto I fa parlare Iddio: Chi son io, dice
ge più di un bel passo da comendare. Tale è il lamento di Saule nella
scena
terza dell’atto III: Questa è la mia vittoria,
n figlio? Rendimi il figlio, e tienti scettro e regno. Tale è la
scena
quarta di Saule e Gionata, il quale ignorando il
e di Oreste nell’Ifigenia in Tauri, e lodevole altresì è la patetica
scena
quinta dell’atto IV tra Gionata e Saule. Non per
occhio attento parranno poco utili all’azione e forse superflue sì la
scena
6 dell’atto III, che la prima del IV. In quella d
r la volontà del cielo enunciata dal sacro oracolo? Quanto alla prima
scena
del IV Saule potrebbe per l’affetto naturale veni
effetto la tragica situazione di Timandro e de’ figli, i quali nella
scena
terza dell’atto II a prova accusano ciascuno se s
esso per liberare il fratello dalla colpa e dal pericolo; ed anche la
scena
settima, nella quale sono convinti nell’Areopago
uello della patria, della passione colla virtù. Ma la seconda e terza
scena
, nelle quali Alceo e Biante un dopo l’altro annun
Senato a Timandro, non si potevano ridurre ad una sola? Nella quarta
scena
nobili sono i sentimenti di Timandro e de’ figli.
enda, e la competenza ha il medesimo colore; e finalmente nella sesta
scena
tornano a gareggiare. Avrei desiderato che sì bel
a quella de’ Persi che al di lui Serse. I terrori di questo re nella
scena
I dell’atto III, per l’ombra che l’incalza e lo s
di lui manto: la riconoscenza di Ulisse e Telemaco nell’atto III: la
scena
del IV tra Penelope ed Ulisse chiuso nell’armi, c
a e di altri nostri poeti: l’appassionato trasporto di Penelope nella
scena
4 dell’atto II in procinto di aprirsi il foglio d
n procinto di aprirsi il foglio della scelta dello sposo; il colpo di
scena
quando al volersi ferire essendo trattenuta da Ul
riconosce, ed egli destramente l’avverte di non iscoprirlo; la bella
scena
8 dell’atto IV, in cui Ulisse esplora l’indole di
a il parricidio. Egli si discolpa del suo silenzio con Telegono nella
scena
7 dell’atto V così: Temer d’un parricidio io n
Idotea e di Mileto, e raffredda l’azione della Bibli. Sin dalla prima
scena
Bibli interessa e commuove. Essa non contiene al
ne procede languida e lenta. Tornando Bibli prende nuovo vigore nella
scena
5 col di lei incontro con Cauno, nella quale narr
di Bibli destinata dall’ oracolo ad immolare una vittima. Buona è la
scena
7, in cui Bibli apre il suo cuore ad Eurinoe. Ell
cilla . . . ie non mi reggo. Ahi lassa! io muojo. Nell’atto V la
scena
di Bibli e Cauno è scritta con vigore, e Bibli be
nchè colpevole combattuta dall’orrore e dall’amore desta pietà. Ma la
scena
terza, la quarta ben lunga e la quinta di quest’a
n musica. Oltreacciò non ha voluto l’autore soggettarsi all’uso della
scena
stabile, cambiandosi ben otto volte; ed in conseg
tto volte; ed in conseguenza non ha potuto scansare di non lasciar la
scena
vuota, regola che non osservarono gli antichi nè
e un’ atrocità impetuosa mette in maggior movimento le passioni sulla
scena
, e una spietatezza, per dir così, riposata alla m
i superiore. Nonpertanto è patetica la descrizione che fa Marco nella
scena
2 dell’atto II, della rassegnazione di Ugolino co
tere di lui già scellerato pentito e ravveduto nelle avversità. Nella
scena
4 del III ottime sono l’ espressioni di Ugolino:
di portar le armi contro Genova che lo protegge: energiche in questa
scena
son le di lui parole: Non mi rapir quel bene
e e d’un partito. Patetica e vera è l’espressione di Ugolino nella
scena
6 dell’atto V su i figli: V’udrò di nuovo C
’illustre autore di averne ideato un piano assai più conveniente alla
scena
tragica di quello del Shakespear. Confesseremo no
ena tragica di quello del Shakespear. Confesseremo nonpertanto che la
scena
dell’atto IV di Cleopatra ed Ottavio nel tempio,
che neo e della copia delle apostrofi, e spezialmente di quella della
scena
5 dell’atto I, O fortunata quella cerva alpest
a e posta in azione ci trasporta in Londra, e ci schiude la terribile
scena
di un legittimo monarca solennemente condannato d
e sa le vie del cuore. Serva di saggio ciò che dice Farfè nella bella
scena
5 dell’atto II in cui si ammirano quattro caratte
d’Augusto. Vedasi il ritratto di Cromuel in queste parole della I
scena
dell’atto IV: Diadema non curo, o regia spogli
caratteri di Cleonice e di Sofronimo, e grande insieme e patetica la
scena
3 dell’atto IV. Taluno però sentirà qualche rincr
ti de’ successori di Tamerlano, ed è piuttosto un tessuto di colpi di
scena
, cioè di fatti, che di situazioni tragiche. Nurma
e scoprisse Dara. Dalla storia Romana prese un argomento nuovo per la
scena
nel Sepolcro della libertà, ossia Filippi, cui i
to da’ moderni e guardarsi dal lasciar vuoto il teatro. Bruto nella 1
scena
, Cicerone nella 2, Messala e Casca nella 4, Anton
cerone nella 2, Messala e Casca nella 4, Antonio nella 5, lasciano la
scena
vuota. Rapita Porcia dal trasporto per la libertà
cospetto dello spettatore; ma forse la provvida variazione di quella
scena
, che risparmia tanta atrocità, non toglie alla tr
ta forza il terrore tragico, come si vede nel terribil racconto della
scena
4 dell’atto I, nel congedo di Cesira e Aristodemo
o per saggio del valor tragico del sig. Monti qualche frammento della
scena
7 del III e dell’ultima dell’atto V. Ecco la dipi
orte; nel V la tenerezza di Manfredi che ordina che si richiami nella
scena
1, le furie di Matilde inspiratele da Zambrino ne
indicate sono molte. Eccone un saggio. Zambrino che sostiene nella 2
scena
dell’atto I doversi aggravare e smungere i popoli
tastrofe preveduta sin dal principio; della venuta d’Isabella nella 1
scena
del I senza perchè o solo per tornar indietro dop
simulatore Filippo. Gomez insidiosamente lo dipinge ad Isabella nella
scena
5 del IV, ma con eccellenza, Niun pregio ha in
e57. Quindi ben si dipinge tale nella tragedia, e singolarmente nella
scena
5 del III fra’ suoi adulatori iniqui consiglieri,
ri d’Icilio, di Virginia e di Virginio, veramente Romana, la vigorosa
scena
2 dell’atto III58, e la 3 passionata di Virginio
de far velo al lor venire. Elettra va parlando sola e voce alta nella
scena
2 del I, ed è intesa da Pilade ed Oreste. Nella m
rriconciliabile? Il carattere di Egisto è colorito egregiamente nella
scena
dell’atto II con Polifonte; ma la circostanza del
he affronti uno che gli si avventa collo stile alla mano? Ottima è la
scena
4 d’Egisto con Merope, e felice e naturale il can
senza poterla avvertire. Finalmente sembra che Polifonte nell’ultima
scena
abbia più pazienza e meno scorgimento di quel che
nteresse, terrore tragico giudiziosamente procurato meno con colpi di
scena
che con quadri e situazioni patetiche. Se ne dee
49. Dicendo scene teatrali io non intendo unicamente certi colpi di
scena
decorati con pompa e combinati a forza. Tutto è p
inchè quell’un respira, Che ne rapisce tutto ec. 59. A questa
scena
maestrevole oppone con fondamento il sig. conte P
ult nella tragedia balletto di Psychè. Per buona sorte e gloria della
scena
musicale francese Lulli favorito da madama di Mon
agedia di Teseo cantata nel 1675 è teatrale l’ angustia di Egle nella
scena
quarta dell’atto IV, che per salvar la vita a Tes
a di sposare il re e rinunziare all’amore di Teseo; come ancora nella
scena
quinta è delicato lo sforzo di Egle stessa per ap
gorosi degni del tempo di Metastasio. Serva prima di esempio la bella
scena
sesta dell’atto primo di Sangaride ed Ati, di cui
lo stato tuo peggior diviene 20. Io convengo co’ Francesi che questa
scena
sia sì bella e delicata che in tutta l’opera altr
enerlo diverse situazioni. Nell’atto terzo ne mantiene l’interesse la
scena
in cui Ati divenuto Gran Sacrificatore si dimostr
in uccello di rapina, d’ Argo in pavone. Pur vi si osserva una bella
scena
di Jerace ed Io. L’amante si lamenta della di lei
tono le decorazioni delle altre favole interrotte talvolta da qualche
scena
interessante. Ma il capo d’opera del teatro liric
luo e render semplici e facili i proprj soggetti per accomodarli alla
scena
musicale. Ecco in fatti ciò che narrasi del modo
suo decreto si concedeva appellazione. Quinault tornava a scrivere la
scena
criticata cercando di soddisfare al maestro. Lull
allora metteva tale attenzione alle parole che leggendo più volte la
scena
recatagli la mandava a memoria, la cantava al cem
. Egli copriva le sue cantilene d’istromenti quando non avea ricevuta
scena
veruna dal poeta. Così concorrevano entrambi ques
lui stile e della versificazione in diverse passioni. Oltre a questa
scena
dell’Iside, mentovò ancora quella del quinto atto
scriver questo sembrava possibile al devoto (?) Andreini. » La La
scena
si finge nelle foreste di Scozzia. (Dalla Florind
agliata, ridotta in tre atti, rimpolpettata secondo le esigenze della
scena
. Di questa ci serviremo come breve esame alla fin
co-tragico-melodrammatico-mimo-danzante che sia mai stato visto sulla
scena
a chi piuttosto la guardi un po’ superficialmente
ostra. Qualhor tentate sotto nome finto spiegar su l’alta et honorata
scena
forti concetti d’amorosa pena, l’animo han tutti
lie Lidia (V.), metto qui il monologo di Lucifero nell’Adamo, atto I,
scena
II, e il breve esame della Maddalena lasciva e pe
ame della Maddalena lasciva e penitente, della quale è trascritta una
scena
per intero. Lucifero Chi dal mio centro oscuro m
o avvertimento si aggiungono le note per le sinfonie e i mutamenti di
scena
a vista che dànno un’idea ben chiara di quanto l’
o. Ma più notevole di tutte per effetto teatrale deve essere stata la
scena
nona del terzo atto, l’ultima cioè del lavoro, ne
in alto » sostenuta dai lati da due Angioli : e nello stesso tempo la
scena
si muta in asprissimo deserto. Qui i due Angioli
primo del Solimano, tragedia di Prospero Bonarelli. Basti prendere la
scena
della Florinda (pag. 121) o della Veneziana (pag.
Antichi non videro come ha potuto l’arte inventare le metamorfosi in
scena
di trasformarsi in aquila, leone, serpente, ed al
in quella patria, ad ammirarne gli stupori. Stravaganti mutazioni di
scena
, macchine, voli non solo d’uomini ma di cavalli v
sui quali riflettendo i lumi, celati ad arte, si veniva a ottener la
scena
più luminosa e allegra ; dopo di aver parlato con
molto acume del bujo della sala necessario al risalto maggiore della
scena
; dopo di aver descritto con interessanti partico
n gigante, che portaua una grandissima palla, et postola in mezo alla
scena
, con darli alcuni colpi con una sua mazza, la pal
giunto relativamente al suo tempo il bello dell’ arte comica, è nella
scena
quinta dell’atto secondo, quando la vecchia Marta
esi con solidità e varietà di colorito, singolarissime…. Trascrivo la
scena
intera. Marta, Maddalena Marta Non so s’ arretri
eri riesce a gettare una sprazzo di umore gajo e giocondo, come nella
scena
sesta dell’ atto secondo, in cui racconta la riss
ondo, in cui racconta la rissa tra’ pretendenti di Maddalena, e nella
scena
nona del primo atto in cui descrive a Sanson, uno
akspeare, come ad altri piacque ; ma è certo che per la pratica della
scena
, per la conoscenza profonda degli effetti, per un
ntità di nobili discorsi attinenti alla varietà delle materie, che la
scena
suol apportar seco. Ma è da avvertire, che le par
ia tutt’ una, secondo gl’ accidenti, che succedono debbono caminar la
scena
con l’ istesso ordine, che scorrono il mondo. Io
I ADDIZIONE I* Gustavo del Brooke. Errico Brooke diede alla
scena
inglese una tragedia di Gustavo Wasa, ossia il Li
. 19 nodo i strinsi nodo io strinsi pag. 71 lin. 6 sulla
scena
Ericia ossia la Vestale sulla scena Artem
pag. 71 lin. 6 sulla scena Ericia ossia la Vestale sulla
scena
Artemira pag. 118 lin. 5 morto da non molt
Balzò di punto in bianco dai silenzi del chiostro alle lusinghe della
scena
, in cui passò di compagnia in compagnia sostenend
niziò il corso delle sue recite, non solamente senza alcun corredo di
scena
, ma senza fin anco il libro della commedia che fu
con tanta grazia, con tanta decenza, e con tanta nobiltà passeggi la
scena
? Io m’appello a tutte le dame di tutte le corti
ivacità di colorito sa ella moltiplicare e compartire le tinte in una
scena
di gelosia ! Chi sa comporre quello sguardo, acco
lo sguardo, accomodar quel labbro, emettere quel suono di voce in una
scena
d’ironia al pari di lei ? Della felicità sorprend
meridiane della Consolata o di San Filippo, che prima di uscir sulla
scena
ogni sera si faceva senza ostentazione, nè sotter
na, chi non t’ammira ? Di vivaci plausi ferve al tuo comparir l’Itala
scena
; che dove a Te simile altra sorgesse, di Melpome
degli affetti di padre e di sposo, non a torto vorrebbesi nella prima
scena
del II atto che si vedesser meglio le interne bat
allettar gli animi nobili e sensibili, ed ispirare eroismo. Anche la
scena
ottava nell’atto IV parve al Calsabigi stesso man
etro nella tragedia di Otwai, Venezia salvata. Veramente la ben lunga
scena
della tragedia inglese in mezzo ad alcune nojosit
e nojosità presenta varie bellezze che avrebbero potuto entrare nella
scena
di Uberto e Romeo. Ma a mirar dritto la brevità e
ncio da’ tormenti, e del moto della favola che corre al fine; ora una
scena
diffusa calcata su quella dell’inglese, come la v
che a me pajono più notabili in tal componimento, sono i seguenti. La
scena
sesta del III tra Gualtieri e Romeo si rende preg
i di Adelinda che gli si prostra per ottener che ceda, danno a questa
scena
molta vivacità; la quale all’arrivo di Erardo lor
omeo intenerito più non resiste, e palesa quanto gli chiede. L’ottava
scena
del IV già mentovata de’ rimproveri di Uberto e d
otizia. L’autor filosofo ha saputo rintracciar nuovi argomenti per la
scena
tragica ne’ bassi tempi e dove meno se ne attende
rimproveri, preghiere e comandi, diviene vie più interessante. III la
scena
seconda del IV, in cui Consalvo malgrado del divi
al rimanente; pur ne indicheremo alquanti. Notabile nell’atto II è la
scena
terza di Enrico che come ambasciadore rileva i de
’istesso Racine. Nel IV degna singolarmente di osservarsi è la quinta
scena
, quando Enrico viene a salvare Anagilda, ed ella
ntro con la spada sguainata. Una bellezza Omerica si nota nella sesta
scena
del V, in cui Enrico descrivendo con verità di co
sostenuto da Fernando ed Anagilda. Chiude egregiamente la tragedia la
scena
ultima, in cui spira Anagilda e Fernando: Ana.
ercito, ed affretta con insidie l’eccidio del prigioniero. Ella dice (
scena
3 del II atto): Dunque indarno sperai che alle
r male l’importanza del carattere e dell’uffizio di re nell’asserire (
scena
sesta del I), Buon re non dee esaminar le leggi
e sue parole, per seder seco sul trono, egli lo respinge, dicendogli (
scena
5 del V) con tutta la grazia e la maestà tragica,
tempo stesso di tale scempio sarcasmo? Il sogno narrato da Corradino (
scena
2. del II) quanto poco si confà col suo valor mas
il teatro lasciato voto, come nell’atto V, partendo Margherita nella
scena
terza, e venendo poi nella quarta Beatrice. Manca
odarvisi è l’esservi introdotta la Madre di Corradino, ed il colpo di
scena
dell’incontro inaspettato di lei col figliuolo, c
tri. Eccone una succinta analisi1. Atto I. Apresi la tragedia con una
scena
di confidenza sugli evenimenti passati fatta da E
sfare gli ascoltatori. Parte Erbele, e l’autore perchè non rimanga la
scena
vota, fa trattener Zelinda senza perchè, finchè d
ami di far delle prede su i Siciliani, e su altri Cristiani. Tutta la
scena
è un puro cicalamento. Non è dissimile la seguent
di ciò sarebbe partito il re con Germondo, ma per non lasciar vota la
scena
, attende che esca Erbele, e poi parte. Ella è ven
angue Del Tunesin sugli occhi tuoi trafitto, giacchè dicesi nella
scena
I del I che Gerbino assaltò de’ Granatin la flott
nti Erbele nel I, o mentisce Gerbino nel II. Dice Erbele nella stessa
scena
, E’ l’innocenza, è la virtù delitto, Se la pu
sospiri e le parole dette da lui che si volgeva alle alte mura. Nella
scena
2 Osmida furibondo esce dicendo alle guardie O
L’onor chi serba, Morir non teme. L’ha serbato ella? Viene nella
scena
5 Germondo a scusarsi col re di non aver saputo i
rba, e senza dissimulare il dolore che può farlo palese. Nè in questa
scena
il virtuoso Gerbino lascia di dire che l’estremo
ipizio, quando si copiano senza destrezza le altrui invenzioni. Nella
scena
5 esce Osmida che dice a Gerbino Il fuggitivo p
Caraccio, ma bene dominante e tragico ammesso da’ gran maestri nella
scena
. Ma questo è recare in pruova ciò che è in questi
ve dagl’intelligenti? Vediamone le particolarità. Atto I. Nella prima
scena
il Duca di Austria fa menzione con Corradino di c
è il prigioniero Tancredi (nome preso da Corradino) dice Amelia nella
scena
2, e Geldippe risponde il cor mel disse. Parlando
Voi, del Ciel potenze, Non pareggiate il mio giojoso stato. Terza
scena
. Carlo dice Quì venga Ermini e i prigionier ben
Car. Signor che brami? Vanne e quì ritorna. Vieni, vanne, ritorna,
scena
importante e niente inutile, come quelle che l’au
iente inutile, come quelle che l’autore rimprovera al Caraccio. Nella
scena
4 impazienti sono Carlo ed Ermini per parte di pa
io un Bulenger, o l’autore del Sistema della Natura? Carlo dice nella
scena
5: Per me non voglio il crine Cinger del
empia e spregevole leggere ne’ pensieri di lui. Un legato fuori della
scena
che fosse così grossolano e puerile ne’ suoi ragg
rni l’estinto in vita, per dargli novella morte. Viene Geldippe nella
scena
4, cui Carlo impone che venendo Tancredi gli parl
omai ristucco di veder mille volte replicato questo rancido colpo di
scena
appena tollerato nel Mitridate del Racine, e nell
narrato tira le lagrime della posterità. Atto IV. Incomincia con una
scena
inutile del duca con Geldippe, perchè nulla vi si
venevoli al dramma, ne riempie tre versi. Ma il più curioso di questa
scena
episodica rubata senza vantaggio si è che Iroldo
delle sue nozze. E’ poi da osservarsi che il duca d’Austria sino alla
scena
3 è tuttavia in libertà, ma si sente poi condanna
i condannato e decapitato senza essersi inteso arrestato. Carlo nella
scena
4 siede sul trono. Iroldo propone i tesori di Eli
frequenza de’ monologhi, e dalla noja di veder alternar sempre sulla
scena
quattro soli personaggi. La veemenza del caratter
la patria. L’avversione contro di Roma traluce, nè foscamente, nella
scena
4 dell’atto IV da i detti di Lorenzo. Il V riesce
icemente la finale azione alla presenza dello spettatore. Ottima è la
scena
di Bianca insospettita e di Raimondo impaziente d
i l’interna invidia, e ne restano sospese le penose smanie. La quarta
scena
dell’atto I dell’incontro di David con Micol è tr
io, tu ’l compi, e a me ne involi La gloria eterna. III nel IV la
scena
terza del giudizio di Agide. Egli distrugge le al
prevale con qualche superiorità. Qual cosa v’ha di più grande della 2
scena
del III tra Cesare e Bruto? Il parlar veramente r
l coturno. Cesare indi gli svela l’arcano che egli è suo figlio, e la
scena
nel nuovo oggetto prende vigor nuovo per la natur
pure altro quì non potendosi trascriveremo una parte solo della vaga
scena
seconda dell’atto II, in cui avendo inteso da par
singolarmente pregevole, e chiama l’attenzione, l’abboccamento della
scena
sesta dell’atto quarto tralla donna e un suo anti
nte qualche dubbio per gli eventi che in esso accaggiono. Sofia nella
scena
settima senza prenderne consiglio dall’amante si
, e quarantatrè e mezzo di altezza dal pavimento alla finta volta; la
scena
che in faccia agli spettatori ha un orologio, di
in tante balle poi mandarli fuori. Un altro squarcio è dell’ultima
scena
dell’atto I. I congiurati contro i due sciocchi n
nira, il patetico delle situazioni, e la convenienza dello stile alla
scena
. Non vi si veggono sparsi in copia gli ornamenti
o, di riprendere chi tanto e tanto ha meritato. Viene Adelvolto nella
scena
quarta e s’incontra con Elfrida, e prima che nel
a, esprimono bene i loro affetti in un duetto. Buona sembra ancora la
scena
sesta, in cui Elfrida rassicura Adelvolto riguard
oso suo giardino alquanti dì, e veder la sposa. Orgando che sin dalla
scena
7 del I, al dir di Evelina, ito era ad ossequiare
di Evelina, ito era ad ossequiare il re, giugne un poco tardi nella 2
scena
di quest’atto, e il re l’invita alla sua mensa co
tito dall’incontro loro alla presenza dello spettatore senza mutar la
scena
. Essi dunque si veggono nella scena quarta, che i
a dello spettatore senza mutar la scena. Essi dunque si veggono nella
scena
quarta, che interessa ed è appassionata, malgrado
ndere la deliberazione che prenderà Elfrida. Segue altra mutazione di
scena
nella quinta scena, in cui il re si trattiene, co
one che prenderà Elfrida. Segue altra mutazione di scena nella quinta
scena
, in cui il re si trattiene, come ha pur fatto nel
o tanto e spregevole agli occhi del gran Calsabigi. Sopravviene nella
scena
2 Elfrida con armato seguito alla barriera, e pro
le loro ceneri, espressioni fredde, consuete e poco energiche, questa
scena
poteva forse produrre un duetto più appassionato
la legge, che ella diventi sposa di due mariti. Viene il padre nella
scena
settima, e la riprende del volere accompagnare Ad
o come il sa egli? Ella ha manifestato il suo disegno al marito nella
scena
5; è venuto il re che è presente, ed ella se n’è
è venuto il re che è presente, ed ella se n’è con lui spiegato nella
scena
6: or chi l’ha detto ad Orgando che arriva nella
iegato nella scena 6: or chi l’ha detto ad Orgando che arriva nella 7
scena
? Il poeta che ’l sapeva. Il re contristato rimpro
enti, ma un pò verbosa nè senza ripetizioni di pensieri, parte. Nella
scena
8 la stessa premura di Orgando, la stessa resiste
scurata nell’apparecchio, abbellimento e decorazione convenevole alla
scena
. Convien dunque a tale edizione attenersi, che, a
de’ passati poeti, crede di darci per la musica tragedie vere? Nella
scena
2 viene Osmida secondo confidente, il quale è sì
ente, il quale è sì necessario in tutta la favola, che dopo di questa
scena
sparisce, e solo interviene muto nella decima che
moltiplicar i personaggi con un Osmida inutile che parla in una sola
scena
? Egli è stato mandato avanti da Adallano per espl
esplorar tutto nel giardino. Elvira mostra impazienza amorosa; ma una
scena
sì lunga di lei coll’esploratore Osmida invita po
enzione, bramando egli l’incontro degli amanti. Di più verte siffatta
scena
su fatti tutti noti ai due confidenti; a che dunq
sato con tale scarsezza d’arte. Ma ecco arriva finalmente nella terza
scena
affrettato Adallano, cui il chiaror della luna ha
pellarsi preghiere notturne, e matutine. Partito Adallano viene nella
scena
4 Ricimero, e vuol sapere perchè sia colà notturn
seco, e nium altro rimane in iscena. Ma aggiorna e segue mutazione di
scena
, e l’istesso Ricimero che parlava nel giardino, s
e i falegnami che eseguiscono la mutazione, bisognerà dire che quì la
scena
rimanga impropriamente vota, ovvero che Ricimero
Jodelle preso pe’ capegli un suo vassallo seguitandolo a calci per la
scena
. Buon per essi che Odorico senza perchè torna in
lar solennemente a Odorico, e di recargliene l’avviso. Adallano nella
scena
10 viene a proporre l’unione degli Spagnuoli e de
o senza che si faccia un picciol passo per l’azione. Ciarla dunque, e
scena
inutile. Nella quarta scena viene Adallano a prop
ciol passo per l’azione. Ciarla dunque, e scena inutile. Nella quarta
scena
viene Adallano a proporle di fuggir seco. Ripiego
ngono, ma che non hanno se non remoto attaccamento col soggetto della
scena
. Veggasi poi quanto naturali sieno gli avvolgimen
galanteria riempiono tutta la tragedia del Calsabigi. Odorico nella 5
scena
dalle sue logge si accinge all’armi. Commette la
Sera. Odorico fralle ruine di un antico Circo. Era egli andato nella
scena
quinta ad animar le sue squadre, degna cura d’un
ta cosa alcuna importante. Prima di passar oltre si osservi che nella
scena
4 facendo Adallano premura perchè fuggisse seco,
non è seguito, perchè Odorico altro a Ricimero non disse nella quinta
scena
, se non che la voleva sposa di lui, e che gliene
voleva sposa di lui, e che gliene recasse il comando. Ricimero nella
scena
sesta ciò disse ad Elvira, aggiugnendo di suo che
tra. L’ultimo verso profferito da Elvira, peggior non v’è, precede la
scena
7, in cui Odorico oziosamente si va dondolando fr
il padre in una cavatina in tre, e la discaccia. Viene Almonte nella
scena
12 con fretta, e dice che morì Adallano. Ma Almon
tinet in vidua tristia signa domo. Parla ad uno spettro sanguinoso,
scena
nuova, ma passi ancora. Ella dice, Spettro che
! Questa illusione della sua fantasia è ben lunga, occupando tutta la
scena
; e non finirebbe mai, se non passasse ad un pensi
iedi, per tutti, gli dice, Elvira è morta, vivrà per te ec. In questa
scena
dice Odorico che in rammentare il caro nome di El
il resto, ha quì voluto elevarsi e far la preziosæ. 1. Nella prima
scena
vi è un altro ben anche finale La comprerò col sa
ltro ben anche finale La comprerò col sangue mio ben anche. 1. Terza
scena
terzo ben anche finale. 1. Con quanta grazia Gel
ngesse &c., e si aggiunga da capo ciò che segue. 1. Appena nella
scena
prima del 1 taluno oserebbe notare come espressio
rginale e la versione in uno squarcio che quí soggiugniamo della nona
scena
dell’atto quarto. Il gentil traduttore dà ad Euge
de forse con rincrescimento che nel rappresentarsi si tralasciò nella
scena
sesta un altro pezzo di musica che dovea cantarsi
ione. In essa gl’interessati all’impresa facevano finir così la prima
scena
ottimamente, Tutto perdei, per me non v’è più m
otta, ha egli nell’atto terzo fatti altri tre cambiamenti tutti nella
scena
quarta: in prima dopo alcuni acconci sentimenti d
to fosse al recitativo inferiore. Questa si tolse via nella penultima
scena
, e l’autore ve l’ha rimessa. II dopo 18 versi di
are a Genova in una commedia all’ improvviso. A lui toccò di aprir la
scena
col famoso innamorato Vitalba. Ma lasciam la paro
ndosi co’ ripetuti evviva tenne per lunga pezza i due Comici in sulla
scena
ammutoliti. E a proposito dell’ arte sua, lo ste
ito dell’ arte sua, lo stesso Bartoli aggiunge : Il Fiorilli è sulla
scena
un gran Comico, e per tale fu adottato da tutta l
di una volgarità un po’cruda, come in tutte le altre del tempo, nella
scena
specialmente tra il servo Mastica e la balia di A
el resto, delle più belle per vivezza di dialogo. Notevole è anche la
scena
tra il Capitano e Mastica, il quale si profonde i
, ma senza abbandonar l’innata arroganza. Magnifica teatralmente è la
scena
settima dell’atto secondo, quando Fulvio venuto a
e da colui (perdonami Sua Signoria) che le diceua e recitaua sopra la
scena
, le quali hanno forse auuilite quelle che ’l vost
odorico a Simmaco151 fu tradotto visorium, è più moderno di quello di
scena
che si diede al luogo delle prime rappresentazion
scena che si diede al luogo delle prime rappresentazioni. É noto che
scena
deriva da Σκιας, umbra, per quell’ombra che forma
da Platone, cui rincresceva appunto che gli uomini comparissero sulla
scena
da donne160. Plutarco nella Vita di Focione racco
reale, e l’una, e l’ altra de’ lati ξενοδοχειον, ospitale 163. Questa
scena
, a seconda dei drammi che vi si esponevano, diven
zo di macchine, le quali secondo Servio164 cangiavano l’aspetto della
scena
o col volgere velocemente i tavolati o col ritira
a vista una dipintura e farne comparire un’ altra165. Nell’alto della
scena
eravi il Θεολογειον, cioè il luogo onde parlavano
ini, come dinota la voce Κεραυνοσκοπειον che le diedero. Dietro della
scena
era il βροντειον, il luogo, in cui con otri ripie
sentazione. Il luogo spazioso e libero posto innanzi alle porte della
scena
(secondo Isidoro e Diomede) chiamavasi Proscenio,
e modulata. Ponevangli a tal fine in un luogo vuoto rivolti verso la
scena
e sostenuti da cunei che si ponevano sotto di ess
ella scalinata terminava in un portico che pareggiava l’altezza della
scena
ed era anche coperto da un tetto, rimanendo il re
ano ancora una parte del teatro alcuni gran portici edificati dopo la
scena
, i quali servivano al popolo per ricoverarvisi qu
rattata ancora dai due gran tragici che vennero dopo. Sin dalla prima
scena
vi si ammira lo stato dell’azione esposto con som
idio ch’é per commettere. Né di ciò pago il savio poeta, in una lunga
scena
del coro e di Elettra con Oreste fa che questi pa
di Apollo in Delfo, e un’altra parte in Atene. É notabile nella prima
scena
la pittura orribile delle furie, fatta dalla sace
llissima imitazione. Tragica e degna del gran Sofocle é pure l’ultima
scena
.25 L’Antigone, conosciuta per moltissime traduzi
l grado d’un rigoroso divieto di Creonte. E’ notabile nell’atto II la
scena
delle due sorelle Antigone ed Ismene, ciascuna de
etico d’una passione grande, e quindi reso vie più interessante nella
scena
X dell’atto II del Demofoonte, in cui Timante e D
agli occhi degli Spettatori. Patetico é il dolore, d’Elettra, e nella
scena
con Crisotemi si vede a meraviglia scolpito il su
anziano in un luogo simile, e a misura che si rischiarano le cose, la
scena
diviene interessante. Si osservi ancora, come qui
sta e dell’acciecamento d’Edipo! Che spettacolo Edipo acciecato nella
scena
II! Ivi é il bel passo ammirato e citato da Longi
abbracciar le figliuole, e quando brancolando va loro incontro nella
scena
IV chiamandosi or di loro fratello, ora padre: F
vi obbligati, o vogliamo dire, accompagnati dagli stromenti. La prima
scena
del V é molto viva, per lo bel contrasto della vi
tti assai popolari e pressoché comici e lontani dal gusto moderno. La
scena
però d’Elettra e di Oreste nell’atto IV é sommame
elice Ad ambedue conviene, ec. Un nuovo moto acquista l’azione nella
scena
delle donne con Achille, e ’l patetico delle preg
ond’é che desiste giustamente dalla prometta difesa. Siegue a ciò una
scena
molto patetica, in cui Ifigenia rassegnata a mori
atti di questa tragedia a me sembrano sei, dovendo finire il V colla
scena
VIII e col coro che par mancante, e ’l VI atto co
VIII e col coro che par mancante, e ’l VI atto comincerebbe dalla IX
scena
. L’Ifigenia in Tauride rappresenta la riconoscen
statua di Diana Taurica. É rimarchevole in questa tragedia la tenera
scena
d’amicizia tra Pilade e Oreste, colla quale termi
abbia prodotte l’antichità. Osserviamo in questa tragedia che dopo la
scena
d’Ifigenia e Toante, il coro canta solo nella sce
gedia che dopo la scena d’Ifigenia e Toante, il coro canta solo nella
scena
IV dell’atto V, «Celebriamo le lodi di Febo e di
tto che errando vai ec.»; il III terminerebbe col suddetto coro della
scena
IV dell’atto V; e ’l IV comincerebbe dalla scena
suddetto coro della scena IV dell’atto V; e ’l IV comincerebbe dalla
scena
V. Ma la divisione degli atti non mi sembra in co
Peloponneso, avendo Euripide trentacinque anni. Ippolito nella prima
scena
dopo il prologo viene con una corona in testa, e
bbe esser questa la fine dell’atto? ma vi é stata attaccata ancora la
scena
di Fedra: la quale naturalmente par congiunta col
ta. Ah cedi al fato, Cedi, meschina, al tuo delirio, e mori. La
scena
dell’atto II, in cui Fedra manifesta alla nutrice
nte s’appiglia a quelle parole: Conosci tu il figlio dell’amazone? La
scena
di Teseo e Ippolito dell’atto IV é stata copiata
ia greca, come il dolore di Teseo per sa morte di Fedra, e la tragica
scena
d’Ippolito moribondo. Il carattere d’Ippolito sem
na, e sulla vendetta dell’assassinamento di Polidoro. Eccellente é la
scena
di Ulisse con Ecuba e Polissena nell’atto II, dov
one é doppia, benché tutta si rapporti ad Ecuba. Brumoy osserva nella
scena
dell’atto IV, in cui si annunzia ad Ecuba la mort
so non ha fatto di più nella bellissima traduzione di questa medesima
scena
. Essa senza dubbio non é tradotta alla Salviniana
i di Edipo: e perché? scarsezza d’arte. Appresso in Euripide vi é una
scena
tra un vecchio e Antigone, che d’alto stanno osse
nella Gerusalemme. Il Dolce non si curò di questa bellezza, e la sua
scena
rimane sterile. La scena vigorosa di Giocasta co’
lce non si curò di questa bellezza, e la sua scena rimane sterile. La
scena
vigorosa di Giocasta co’ figli é degna di partico
tra loro qualche rapporto per la condotta. Lo spettacolo della prima
scena
dovea far somma impressione. Etra madre di Teseo
tto di ferire quel mostro di tre corpi ec. E così é condotta tutta la
scena
. Virgilio in simil guisa descrive Enea che osserv
stasio, fino discernitore delle bellezze degli antichi, si vale della
scena
di Euripide nell’Achille in Sciro, ma sulle tracc
ione d’Achille in quella regia. É rimarchevole nel medesimo atto I la
scena
di Ion e Creusa che non si conoscono. Il discorso
se e italiana non abbiano saputo incastrare ne’ loro componimenti. La
scena
di Creusa e di Ion che termina l’atto IV, e che f
antiche tragedie che trattavano solo di Bacco. Vi é nell’atto IV una
scena
totalmente comica tra l’infelice Penteo già fuor
l’uccisione del disgraziato re preso per un cinghiale; e tragica é la
scena
, in cui Agave riviene dal suo furore, e riconosce
l’onorò col suo pianto, e impose a’ suoi attori di presentarsi sulla
scena
senza corone, senza ornamenti, e con abiti i più
igorose ; vivo è il ritratto de’ favoriti nell’ atto III ; buona è la
scena
del IV in cui Sejano intima il divorzio ad Apicat
abilita tra i Curiazii ed Orazii nel IV, di cui è conseguenza l’altra
scena
di Orazio collo sposo della sorella, il contrasto
ocuzione pura ed elegante e sobriamente poetica qual si conviene alla
scena
; uno stile nobile e grave ; una costante regolar
dal dolore, in alto Il pargoletto Agapito l’espongo. Simile Tragica
scena
! Eustachio S’interpone e cresce Più ognor l’aere
di Bruto animata da solida eloquenza e bellezza poetica propria della
scena
. Ma Giulio Cesare che si rappresentò con sommo ap
di quel patetico animato ma umano, e naturale che ti riempie in ogni
scena
e ti trasporta in Messenia ? Chi non si compiace
sceneggiamento all’antica, lasciandosi spesso il teatro voto, qualche
scena
oziosa, un sogno di Demodice di sei tori e una gi
iverse situazioni patetiche felicemente espresse, Serva di esempio la
scena
quinta dell’atto III, in cui Demodice che ha pene
manifestano l’anima trafitta di Didone, e l’ingegno dell’ autore. La
scena
quinta dell’ atto IV ci sveglia l’idea dell’ abba
a Amabilia. Lo stesso autore pubblicò nel 1725 Giocasta la giovane di
scena
mutabile. L’invenzione di questa non appartiene a
agedia non senza eleganza imitò l’Edipo di Sofocle, richiamando sulla
scena
tutto il terrore e la forza tragica del teatro di
ra moderna ad eccezione dell’atto II, in cui una volta rimane vota la
scena
partendo Arsinoe nella quarta e venendo poi fuori
l Granelli. È regolare e sceneggiata alla moderna, e solo nella terza
scena
dell’atto IV partono i personaggi, e lasciano vot
iginale della sacra scrittura. Vedasi in qual guisa egli nella quarta
scena
dell’atto I fa parlar Iddio : Chi son io, dice D
di un bel passo se ne può comendare. Tale è il lamento di Saule nella
scena
terza dell’atto III : Questa è la mia vittoria,
i un figlio ? Rendimi il figlio, e tienti scettro e regno. Tale è la
scena
quarta di Saule e Gionata, il quale ignorando il
este nell’Ifigenia in Tauri, e lodevole altresì può dirsi la patetica
scena
quinta dell’atto IV fra Gionata e Saule. Non pert
occhio attento parranno poco utili all’azione e forse superflue sì la
scena
sesta dell’atto III che la prima del IV. In quell
la volontà del cielo enunciata dal sacro oracolo ? Quanto alla prima
scena
del IV Saule potrebbe per l’affetto naturale veni
effetto la tragica situazione di Timandro e de’ figli, i quali nella
scena
terza dell’ atto Il a prova accusano ciascuno se
sso per liberare il fratello dalla colpa e dal pericolo ; ed anche la
scena
settima, nella quale sono convinti nell’Areopago
uello della patria, della passione colla virtù. Ma la seconda e terza
scena
, nelle quali Alceo e Biante un dopo l’altro annun
Senato a Timandro, non si potevano ridurre ad una sola ? Nella quarta
scena
nobili sono i sentimenti di Timandro e de’figli.
nda, e la competenza ha il medesimo colore ; e finalmente nella sesta
scena
tornano a gareggiare. Avrei desiderato che si bel
ntrodotta ne’Persi, che al di lui Serse. I terrori di questo re nella
scena
prima dell’atto III, per l’ombra che l’ incalza e
scene teatrali io non intendo però unicamente certi colpi speciosi di
scena
decorati con pompa, e sovente combinati a forza.
lui manto : la riconoscenza di Telemaco col padre nell’atto III : la
scena
del IV tra Penelope ed Ulisse chiuso nell’armi, c
ibero mostra quanto detesti l’idea di veder la patria serva. La sesta
scena
di Arminio e Telgaste dipinge eccellentemente due
mo ancor Germani. Quì l’oro il padre d’ogni colpa, è fango ec. Nella
scena
terza dell’ atto II avviene l’annua adunanza de’
sto tra l’imbelle toga, Ma te chiamando a singolar certame. A questa
scena
popolare e grande, siegue la quintà di Velante e
l’una, e l’amor di sposo e di patria nell’ altro. Nell’atto III nella
scena
di Baldèro è così acconciamente misto il patetico
e di altri nostri poeti : l’appassionato trasporto di Penelope nella
scena
quarta dell’atto II in procinto di aprirsi il fog
procinto di aprirsi il foglio della scelta dello sposso ; il colpo di
scena
quando al volersi ferire essendo trattenuta da Ul
riconosce, ed egli destramente l’avverte di non iscoprirlo ; la bella
scena
ottava dell’atto IV, in cui Ulisse esplora l’indo
a il parricidio. Egli si discolpa del suo silenzio con Telegono nella
scena
settima dell’atto V cosi : Temer d’un parricidi
Canno, e d’Idotea e di Mileto, e raffredda la Bibli. Sin dalla prima
scena
Bibli interessa e commuove. Essa non contiene al
ne procede languida e lenta. Tornando Bibli prende nuovo vigore nella
scena
quinta col suo incontro con Cauno, nella quale na
di Bibli destinata dall’ oracolo ad immolare una vittima. Buona è la
scena
settima in cui Bibli apre il suo cuore ad Eurinoe
il piè vacilla… io non mi reggo. Ahi lassal io muojo. Nell’atto V la
scena
di Bibli e Cauno è scritta con vigore, e Bibli be
nchè colpevole combattuta dall’orrore e dall’amore desta pietà. Ma la
scena
terza, la quarta ben lunga, e la quinta di quest’
pere in musica. Oltreacciò non si è l’autore soggettato all’uso della
scena
stabile, facendola cambiare ben otto volte ; ed i
o volte ; ed in conseguenza non ha potuto scansare di far rimanere la
scena
vota ; regola che non osservarono nè gli antichi
e un’ atrocità impetuosa mette in maggior movimento le passioni sulla
scena
, e una spietatezza, per dir così, riposata alla m
ior. Non pertanto assai patetica riesce la descrizione di Marco nella
scena
seconda dell’ atto II della rassegnazione di Ugol
ere di lui già scellerato contrito e ravveduto nelle avversità. Nella
scena
quarta del III otinamente seguente è il suo rifiu
di portar le armi contro Genova che lo protegge. Energiche in questa
scena
sono le sue parole : Non mi rapir quel bene Che
artito. Vera e patetica è pure l’espressione di Ugolino nella sesta
scena
dell’atto V su i figli : V’udrò di nuovo Chieder
llustre autore di averne ideato un piano assai più convenevole per la
scena
tragica di quello del Shakespear. Confesseremo no
na tragica di quello del Shakespear. Confesseremo non pertanto che la
scena
dell’ atto IV di Cleopatra ed Ottavio nel tempio,
l 1798. L’autor filosofo ha saputo rintracciar nuovi argomenti per la
scena
tragica ne’ bassi tempi che ne sono così fecondi.
muro insuperabile ed immenso ; e le impone di evitarlo. II la quinta
scena
del III in cui s’incontra Ormesinda con Consalvo,
salvo si allontani, alternando rimproveri, preghiere e comandi. IV la
scena
seconda del IV, in cui Consalvo malgrado del divi
e i due e commosso dalle di lei preghiere, rimane sospeso. V la terza
scena
dell’atto V, in cui Albumasar intende che Ormesin
i di virtù che opera in petto de’ Cristiani la religione. VI l’ultima
scena
in cui Ormesinda tira a se tutto l’interesse e la
l rimanente ; pur ne indicheremo alquanti. Notabile nell’atto II è la
scena
terza di Enrico, che come ambasciadore rileva i d
’istesso Racine. Nel IV degna singolarmente di osservarsi è la quinta
scena
, quando Enrico viene a salvare Anagilda, ed ella
ntro con la spada sguainata. Una bellezza omerica si nota nella sesta
scena
del V, in cui Enrico descrivendo con verità di co
sostenuto da Fernando ed Anagilda. Chiude egregiamente la tragedia la
scena
ultima, in cui spira Anagilda e Fernando : Anagi
lodarsi è il vedervisi introdotta la madre di Corradino ; il colpo di
scena
dell’ incontro inaspettato di lei col figlio che
che neo e della copia delle apostrofi, e specialmente di quella della
scena
quinta dell’atto I, O fortunata quella cerva alp
d Ifigenia, nell’ ultimo patetico congedo di Oreste coll’ amico nella
scena
terza dell’ atto IV. Ci basti accennare che rendo
a e posta in azione ci trasporta in Londra, e ci schiude la terribile
scena
di un legittimo re solennemente condannato da’ pr
e sa le vie del cuore. Serva di saggio ciò che dice Farfè nella bella
scena
quinta dell’ atto II, in cui si ammirano quattro
gusto. Osservisi il ritratto di Cromwel in queste parole della prima
scena
dell’ atto IV : Diadema non curo o regia spogli
mbrano lodevoli i caratteri di Cleonice e di Sofronimo, e patetica la
scena
terza dell’ atto IV. Rincrescerà però a taluno il
ti de’ successori di Tamerlano, ed è piuttosto un tessuto di colpi di
scena
, cioè di fatti, che di situazioni tragiche. Norma
de’ moderni e guardarsi dal lasciar voto il teatro. Bruto nella prima
scena
, Cicerone nella seconda, Messala e Casca nella qu
l cospetto dell’ uditorio ; ma forse la provvida variazione di quella
scena
, che risparmia tanta atrocità, non toglie alla fa
degli affetti di padre e di sposo, non a torto vorrebbesi nella prima
scena
dell’atto II che si palesassero meglio le interne
allettar gli animi nobili e sensibili ed inspirare eroismo. Anche la
scena
ottava dell’atto IV parve al Calsabigi stesso man
fiero e Pietro nella Venezia salvata di Otwai. Veramente la ben lunga
scena
della tragedia inglese in mezzo ad alcune nojosit
e nojosità presenta varie bellezze che avrebbero potuto entrare nella
scena
di Uberto e Romeo. Ma a mirar dritto la brevità e
lconcio da’ tormenti, e la favola correndo allo scioglimento. Ora una
scena
diffusa calcata su quella dell’ inglese, come sar
che a me pajono più notabili in tal componimento, sono i seguenti. La
scena
sesta del III tra Gualtieri e Romeo si rende preg
. Romeo Udisti. Gualtieri E ben ? Romeo Silenzio e morte. La quarta
scena
del IV tra Adelinda e Romeo si ammira per la rivo
i di Adelinda che gli si prostra per ottener che ceda, danno a questa
scena
molta vivacità, la quale all’arrivo di Erardo lor
a eccita il tragico terrore, come si vede nel terribil racconto della
scena
quarta dell’atto I ; nel congedo di Cesira ed Ari
la terza dell’atto III ; nella mirabile dipintura dello spettro della
scena
settima dell’atto stesso ; nella seconda del IV i
re indicato un saggio del valor tragico del signor Monti, legga nella
scena
settima del III e nell’ultima dell’atto V i framm
gli spira. Per saggio dello stile rechiamo un frammento della seconda
scena
dell’atto I. Zambrino malvagio consigliere insinu
e l’uso costante de’tragici eccellenti antichi e moderni accorda alla
scena
(a). La versificazione tende ad un sublime tragico
strofe preveduta sin dal principio ; la venuta d’Isabella nella prima
scena
del I atto senza perchè o solo per tornare dentro
simulatore Filippo. Gomez insidiosamente lo dipinge ad Isabella nella
scena
quinta del IV, ma con eccellenza, Niun pregio ha
Spagne(a) Bene è dunque dipinto nella tragedia, e singolarmente nella
scena
quinta del III fra’ suoi adulatori iniqui consigl
devano in seno gli antichi Romani. Particolare attenzione richiede la
scena
seconda dell’atto III, in cui il forte Icilio fre
a Mal si confan, finchè quell’un respira Che ne rapisce tutto. Nella
scena
seguente interessa l’appassionato incontro di Vir
tante per l’arrivo di un gran re vittorioso. Anche il resto di questa
scena
presenta un falso racconto di Egisto che manca di
de far velo al lor venire. Elettra va parlando sola a voce alta nella
scena
seconda dell’ atto I, ed è intesa da Pilade ed Or
spezzate acclamazioni nell’eccesso delle passioni. In questa medesima
scena
lunghissima benchè bella, avviene la riconoscenza
isegno non avesse che d’irritarlo, e morire invendicato. Pilade nella
scena
seconda dell’atto IV, per rimediare alle impruden
e prevenire uno che gli si avventò collo stile alla mano. Ottima è la
scena
quarta di Egisto con Merope e felice e naturale i
e che si sovviene di suo figlio. È dipinta altresì egregiamente nella
scena
seconda del terzo la madre in ogni tratto, e sing
che potesse avvertirla. Finalmente sembra che Polifonte nell’ ultima
scena
abbia più pazienza e meno scorgimento di quel che
neggiano la patria. L’avversione di Roma traluce, nè foscamente nella
scena
quarta dell’ atto IV da i detti di Lorenzo. Nel V
icemente la finale azione alla presenza dello spettatore. Ottima è la
scena
di Bianca insospettita e di Raimondo impaziente d
i l’intera invidia e ne rimangono sospese le penose smanie. La quarta
scena
dell’atto I dell’incontro di David e Michol è tra
ettura e più diletteranno ben rappresentate. Contrastano nella quarta
scena
del IV l’energiche profezie di Achimelech coll’ e
ennata ed il patetico che vi scorgo. In prima l’osservo nella seconda
scena
dell’ atto II, in cui Agide esorta la moglie a so
angue mio giovar può a Sparta, Non il mio pianto a te. Il la seconda
scena
nell’ atto III, in cui segue l’abboccamento di Ag
oll’io, tu’l compi, e a me ne involi La gloria eterna. III nel IV la
scena
terza del giudizio di Agide. Egli distrugge le al
Agide… ah crudi ! Lasciar nol voglio… Agide.. addio……… VI la quinta
scena
, in cui all’additata tenera divisione della mogli
ompetono senza svantaggio. Qual cosa v’ha di più grande della seconda
scena
dell’ atto III tra Cesare e Bruto ? Il parlar di
Cesare in seguito gli svela l’arcano di esser egli suo figlio ; e la
scena
prende nuovo vigore per la natural tenerezza che
e al coturno. Uno de’ passi da notarsi è la parlata di Annibale nella
scena
quarta dell’atto IV, dove rammenta le antiche sue
a la parte, e lei studiava, imparava e creava. Le commedie metteva in
scena
e dirigeva da sè : e tutto faceva con una semplic
anni, la piccola grande artista abbandonò per sempre il teatro della
scena
per darsi con gran fervore a quello degli studj c
lt nella tragedia-balletto di Psychè. Per buona sorte, e gloria della
scena
musicale francese, Lulli favorito da madama di Mo
del Teseo cantata nel 1675 è teatrale l’angustia di Egle nella quarta
scena
dell’atto IV, che per salvar la vita a Teseo prom
a di sposare il re, e rinunziare all’amor di Teseo; come ancora nella
scena
quinta è delicato lo sforzo di Egle stessa per ap
degni del tempo del gran Metastasio. Può servire di esemplo la bella
scena
sesta dell’atto primo di Sangaride, ed Ati, di cu
ce in uccello di rapina, di Argo in pavone. Pur vi si trova una bella
scena
di Jerace ed Io. L’amante si lamenta della di lei
tile e della versificazione in diverse passioni. Ed oltre alla citata
scena
dell’Iside, mentovò ancora quella dell’atto V del
o e render semplici e facili i proprii soggetti per accomodargli alla
scena
musicale. Ecco in fatti ciò che narrasi del modo
suo decreto si concedeva appellazione. Il poeta tornava a scrivere la
scena
criticata cercando di soddisfare al maestro. Lull
allora metteva tale attenzione alle parole che leggendo più volte la
scena
recatagli la mandava a memoria, la cantava a l’ce
Egli copriva le sue cantilene di stromenti quando non aveva ricevuta
scena
veruna dal poeta. Così concorrevano entrambi ques
APO II. Prima epoca del teatro Latino. I. Semi primitivi della
scena
in Roma. L’unico spettacolo Circense frequent
aschera, ma perchè soli ebbero il privilegio di non mai deporla sulla
scena
; là dove gli altri istrioni commettendo qualche f
e vennero in simil guisa privilegiate e conservate ancora dopo che la
scena
Latina ammise drammi migliori? Perchè, secondo il
milmente dall’imitazione contagiosa de’ mimi Greci già ricevuti nella
scena
Romana. Tacito ci fa sapere che Tiberio dopo vari
na che per servire al Tonante la notte si è prolongata, e nella prima
scena
s’indirizza così alla notte stessa: Perge, nox
Sat habet favitorum semper qui recte facit. e nell’atto secondo,
scena
seconda, . . . Ita quoique comparatum Est in
ur. Si osservi finalmente in qual maniera Anfitrione adirato nella
scena
terza dell’atto quarto sollevi il tuono, e minacc
sovente coll’ amore e colla necessità di guadagnare, sono nella terza
scena
dell’atto primo e e nella prima del terzo delinea
si ritraggono le arti della cochetteria, o sia civetteria nella prima
scena
dell’atto quarto: Neque illæc ulli suo pede pe
il tratto patetico della divisione di Argirippo e Filenia nella terza
scena
dell’ atto terzo. Del rimanente la commedia è pie
, e ne imitò diverse espressioni, e quelle singolarmente della quinta
scena
dell’atto secondo, Inimica est tua uxor mihi,
anti di mala fede e i falsi testimoni. Con molta grazia nella seconda
scena
dell’atto quarto negli arzigogoli del pescatore G
commedia scritta con vivacità e piacevolezza è singolarmente la terza
scena
dell’ atto II per la graziosa competenza di Carin
Patetico è poi il congedo che Carino prende dalla patria nella prima
scena
dell’atto quinto. I gramatici e i critici de’ sec
in Carmide stesso padre di Lesbonico che rimpatria, e ne risulta una
scena
sommamente piacevole imitata poi soventi fiate da
il linguaggio da se coltivato. Giuseppe Scaligero56 considerò questa
scena
poco lontana dalla purità dell’ebraismo; e il Par
pascolarsi in quanto, oltre a’ nominati, dissero per illustrar questa
scena
il Salmasio, il Reinesio, il Petit, il Bochart, i
oracoli, con maggior senno e vantaggio osserveremo che nella seconda
scena
del medesimo quinto atto il servo Milfione che ap
passano a’ simili interlocutori e alla bassa commedia; ma fuori della
scena
riescono freddi, nè in teatro si ammettono in un
i di tal modo che un personaggio posto a favellare in una banda della
scena
poteva essere coperto e non veduto da chi agiva i
ito. S’incontrano poi i due messaggi Sofoclidisca e Pegnio, e la loro
scena
è vivace e propria di tali persone, cioè di una f
parlar del contratto, per ben conoscerne le maniere e il pensare. La
scena
in cui esce Sagaristione favellando colla fanciul
ndolo danno fine alla commedia. Rimane qualche dubbio sul luogo della
scena
. I primi atti si passano in istrada; ma quel bago
istima che si celebrasse in istrada, e suppone che siasi cambiata la
scena
. Ma figurandosi cambiato il luogo in una stanza p
in Napoli in tempo del Marchese di Liveri, ne’ quali senza cangiar la
scena
vedevansi azioni fatte nell’ interiore di una cas
’altro supposto si conserverebbe l’unità del luogo senza mutazione di
scena
. Pseudolo. Vedesi in questa favola un altro ruff
na delle più ingegnose e piacevoli di quante se ne sono esposte sulla
scena
; e Cicerone nel suo Catone ci fa sapere che Plaut
os oblectem, hanc fabulam dum transigam ec. Parimente nella quarta
scena
dell’atto II nega di narrare l’accaduto agli altr
e dall’affettazione possono notarvisi. Tali a me sembrano p. e. nella
scena
seconda dell’atto secondo queste, . . . . Si an
are a nascondere il suo tesoro nel tempio della Fede, e nella seconda
scena
dell’atto quarto egli comparisce nel luogo dove h
asi premesso all’ azione ma in essa inserito, e collocato nella terza
scena
dell’atto primo. Con Plautina felicità veggonsi n
lla terza scena dell’atto primo. Con Plautina felicità veggonsi nella
scena
di Alcesimarco, che è la prima dell’atto secondo,
rtamento delle donne, ed il lunghissimo portico. Il primo verso della
scena
seguente, quid tibi visum est hoc mercimonii, che
arole, equidem haud usquam a pedibus abscedam tuis, dimostra o che la
scena
, come abbiam detto, sia rimasta vuota nel tempo n
zioni di luoghi per rappresentarsi67, ove non si sappia costruire una
scena
alla maniera di Liveri. Il Soldato millantatore.
es gloriosus; ed è il servo Palestrione che ciò manifesta nella prima
scena
dell’atto secondo, adoprata in vece di prologo, c
opolinice. Le Bacchidi sorelle. Il prologo col principio della prima
scena
affermò il Lascari di averlo trovato in Messina,
cosa comune nelle favole di Plauto. E’ degno di osservarsi che nella
scena
seconda dell’atto secondo Pistoclero racconta al
ta favola. Filocrate nel fine dell’atto secondo parte dal luogo della
scena
che è Calidone di Etolia: va in Elide: tratta qui
i celebra per instituto de’ maggiori, continua a rappresentarsi sulla
scena
Romana. 23. V. ciocchè da Giacomo Guitero nel li
Scena che si diede al luogo delle prime rappresentazioni. È noto che
scena
deriva da Σκεας umbra, per quell’ombra che formav
ra diviso in tre ordini tagliati da otto cunei equidistanti. Nè della
scena
nè delle colonne e de’ fregi che l’adornavano, ri
da Platone, cui rincresceva appunto che gli uomini comparissero sulla
scena
da donnea Plutarco nella Vita di Focione racconta
ιον, reale, e l’una e l’altra de’ lati Ξενοδοκειον, ospitale a Questa
scena
, a seconda de i drammi che vi si esponevano, dive
ezzo di macchine, le quali secondo Serviob cangiavano l’aspetto della
scena
o col volgere velocemente i tavolati o col ritira
dalla vista una dipintura e farne comparire un’altra. Nell’alto della
scena
era ancor situata la macchina versatile, dalla qu
ini, come dinota la voce Κεραυνοσκοπειον che le diederoc Dietro della
scena
era il Βροντειον, il luogo, in cui con otri ripie
sentazione. Il luogo spazioso e libero posto innanzi alle porte della
scena
, secondo Isidoro e Diomede, chiamavasi Proscenio,
modulata. Si collocavano a tal fine in un luogo voto rivolti verso la
scena
e sostenuti da cunei ad essi sottoposti perchè no
ella scalinata terminava in un portico che pareggiava l’altezza della
scena
ed era anche coperto da un tetto, rimanendo il re
o ancora una parte del teatro alcuni grandi portici edificati dopo la
scena
, i quali servivano al popolo per ricoverarsi quan
o è mistilinea congiungendosi a un semicerchio due rette laterali. La
scena
dal muro alla bocca del proscenio ha di lunghezze
bocca del palco occultano a chi siede lateralmente buona parte della
scena
. Oltre a ciò si oppone al solito effetto della si
tempo e dell’abbandono che non senza qualche ritegno si montava sulla
scena
per osservarsi minutamente. Celebra per le pompos
assaggio alla voce per dissiparvisi, in vece di essere rimandata alla
scena
. Non può negarsi che tali stanzini diano alle bri
Padovano fu di tal vastità che nel 1680 si videro in esso girar nella
scena
tirate da superbi destrieri sino a cinque carrozz
i popolari, quasi comici, e lontani di molto dal gusto moderno. Ma la
scena
di Elettra con Oreste nel l’atto quarto sommament
nfelice Ad ambedue conviene. Nuovo movimento acquista l’azione nella
scena
delle donne con Achille, ed il patetico delle pre
er sacrilego, e quindi desiste dalla promessa difesa. Segue a ciò una
scena
assai patetica, in cui Ifigenia rassegnata a mori
di questa tragedia sieno sei, e che il quinto termini dopo la tenera
scena
del l’ultimo addio della madre e d’Ifigenia, coll
ne la statua di Diana Taurica. È da notarsi in tal tragedia la tenera
scena
di amicizia tra Pilade ed Oreste, colla quale ter
ndare in Grecia ad Oreste. Fra quante agnizioni si sono esposte sulla
scena
, questa ad Aristotile parve una delle eccellenti,
ditorio, e a tenerlo sospeso. Osserviamo in questa favola che dopo la
scena
d’Ifigenia e Toante, il Coro canta solo nella sce
avola che dopo la scena d’Ifigenia e Toante, il Coro canta solo nella
scena
quarta del l’atto quinto, Celebriamo le lodi di
rando vai ; il terzo terminerebbe col Coro sopraccennato della quarta
scena
del l’atto quinto; ed il quarto comincerebbe dall
della quarta scena del l’atto quinto; ed il quarto comincerebbe dalla
scena
quinta. Ma la divisione degli atti non mi sembra
potrebbe esser questa la fine di un atto? Ma vi è attaccata anche la
scena
di Fedra la quale naturalmente par congiunta coll
trista. Ah cedi al fato, Cedi, meschina, al tuo delirio, e mori. La
scena
del l’atto secondo, in cui Fedra manifesta alla N
ubito a quelle parole, conosci tu il figlio del l’Amazone? Anche la
scena
di Teseo ed Ippolito del l’atto quarto è stata da
bellezze, come il dolore di Teseo per la morte di Fedra, e la tragica
scena
d’Ippolito moribondo. Il racconto della di lui mo
a letteratura degli antichi. Per quest’originale de’ Marchesini della
scena
francese le ode di Orazio Flacco sono più oscure
assassinamento di Polidoro. Parmi in essa singolarmente eccellente la
scena
di Ulisse con Ecuba e Polissena nel l’atto primo,
one è manifestamente doppia, benchè tutta si rapporti ad Ecuba. Nella
scena
in cui le si enuncia la morte di Polidoro, osserv
ca riguarda. Egli stesso non fece di più nel tradurre questa medesima
scena
in maniera, com’egli dice, diversa dalla Salvinia
tra che si ristrigne a un solo passo spogliato della situazione della
scena
: Figlio, viscere mie, da queste braccia Ti svelg
ico e noto a ogni Tebano? Scarsezza d’arte. Havvi poi in Euripide una
scena
fra un vecchio ed Antigone che da un luogo elevat
nella Gerusalemme. Il Dolce non si curò di questa bellezza, e la sua
scena
rimane sterile. Nè anche l’ebbe in pregio il sign
a, per convincere di inverisimiglianza Omero, Euripide e Torquato. La
scena
vigorosa di Giocasta co’ figli è degna di partico
tra loro qualche relazione nella condotta. Lo spettacolo della prima
scena
delle Supplici di Euripide dovea produrre un pien
atto di ferire quel mostro di tre corpi ec. Così è condotta tutta la
scena
. Virgilio in simil guisa descrive Enea che osserv
io, fino discernitore delle bellezze degli antichi, si vale di questa
scena
di Euripide nel l’Achille in Sciro, ma sulle trac
di Achille ozioso in quella reggia. Notabile nel medesimo atto I è la
scena
di Creusa e Ione che non si conoscono. Il ragiona
a eroica non abbiano saputo incastrare ne’ loro componimenti. l’altra
scena
di Ione e Creusa che termina l’atto IV e che dovr
he tragedie che trattavano soltanto di Bacco. Havvi nel l’atto IV una
scena
totalmente comica trall’infelice Penteo già fuor
zamento del disgraziato re preso per un cinghiale. Assai tragica è la
scena
in cui Agave riviene dal suo furore e riconosce n
l’onorò col suo pianto, ed impose a’ suoi attori di presentarsi sulla
scena
senza corone, senza ornamenti ed in abiti lugubri
ì in Italia, in Francia e nelle Spagne fremerebbe lo spettatore a una
scena
simile alla terza dell’atto III. “Un picciolo ris
la dicendo, “che seno di alabastro! che vista”! Peggiore è la seconda
scena
dell’atto IV. “Madama, dice Simone, è gran tempo
tre lo spettatore attende di essere congedato, comparisce nell’ultima
scena
un nuovo personaggio, un signor Antonio, un amant
te guise ritrasse la bella e semplice natura, volle pur mettere sulla
scena
le bellezze pastorali ch’egli seppe leggiadrament
rale applaudita la Fedeltà al cimento 68. Noi ne commendiamo la bella
scena
di Filli e Mirtillo, in cui la ninfa gli propone
cato a tempo, ma non è Dori. Bello è pur l’altro di Dori stessa nella
scena
decima. Egli dice, Mirtillo infelice, chi ti cons
rimorsi e di fiacchezza in Isabella! Il monologo di lei nella seconda
scena
dell’atto II n’esprime con vivacità il fatale amo
lla regina senza gran varietà di concetti. Patetica però è la seconda
scena
dell’atto IV in cui Lancastro dipinge ad Edoardo
l padre che geme nella prigione. Le agitazioni d’Isabella nella terza
scena
dell’atto V, poichè l’esecrando delitto è compito
oro a me sembra più interessante, più della precedente propria per la
scena
, meno della prima prolissa, e in generale più com
stima in apparenza che mancare di fedeltà all’amico. L’idea poi della
scena
di Raps e Anselmo è quasi degna del pennello di M
onorare un buon padre di famiglia per farlo trionfare utilmente sulla
scena
; cioè l’obbligare, ad onta della propria nobiltà,
o e consumato conoscitore quella venustà di stile che indi rapì dalla
scena
gli animi tutti de’ più volgari spettatori? quell
te chiamata Pasibola. I giovani studiosi debbono ammirare nella prima
scena
dell’atto primo il modo di raccontare con grazia,
l’accettai, Io serberò la fede. Bella e ingegnosa è parimente la
scena
quinta dell’atto quarto, nella quale Miside dopo
geva il disegno del poeta, Più volte e Plauto e Terenzio hanno in una
scena
usato questo colore di dire alcuna cosa a voce al
motto sottovoce scemerebbe il pregio del ritrovato e la grazia della
scena
. Davo nella precedente alla prima si accinge a sc
o si prova nella lettura delle moderne favole. Mirabile nella seconda
scena
dell’atto primo è il ritratto della buona moglie
esce sommamente interessante e dilettevole. Panfilo mesto nella prima
scena
per la discordia della madre e della moglie, rifl
lo di qualche grande sciagura, e corre su dalla moglie. Nella seconda
scena
la buona Sostrata vorrebbe andar di nuovo a visit
rola datane a Mirrina. Tale angustia è ben maneggiata in questa terza
scena
, e l’espressioni son tutte dettate dalla passione
butta a’ piedi, e palesa la disgrazia. Tutte le circostanze di questa
scena
presentano quadri vivacissimi, pieni di affetto,
O fortuna, ut nunquam perpetuo es bona! Del pari interessante è la
scena
quinta di Panfilo col padre e col suocero, nella
esta ragione da ricusar la moglie. Degna è pure di notarsi la seconda
scena
dell’atto quarto di Panfilo con Sostrata. La madr
momenti. Fidippo ha saputo che Filomena ha partorito, e nella quarta
scena
viene a dirgli, che se vuol rompere il contratto,
esta nuova giunta al di lui dolore egregiamente si maneggia in questa
scena
. Lachete ascrive la di lui ritrosìa agli antichi
qualche favola, e vedrà di quali freddi oziosi personaggi riempirà la
scena
. Scorge da ciò ognuno non essere stata più felice
di luogo. Si offende quella di tempo perchè l’atto primo con qualche
scena
del secondo esige il giorno, viene poi la notte n
diverse bellezze; ma noi accenneremo soltanto alcuna cosa della terza
scena
dell’atto secondo, la quale contiene venustà di p
io e di Farnabio. L’atto primo a patto veruno non può terminare colla
scena
quarta e col verso, Succenturiatus, si quis defic
forza che si risolva; e la venuta di Demifone è la risoluzione della
scena
. Ed avendo Fedria e Geta con Demifone conchiuso c
o inconveniente nasce ancora dal collocarsi per prima dell’atto II la
scena
che incomincia, Itane tandem uxorem duxit Antipho
ione, e gli ha narrato l’accaduto. Ma se l’ atto II incomincerà dalla
scena
di Formione con Geta, tutto procederà con ogni ve
sa pare che non regga il rimanente, nè possa terminar l’atto II colla
scena
quarta, e col verso, Sed eccum ipsum video in tem
scrizione della bellezza senza artificj nella persona di Fannia nella
scena
seconda dell’atto primo; ed è preceduta da un pat
on era, Avrian tai cose ogni bellezza estinta. Bella è la quarta
scena
dell’atto I, in cui Geta e Fedria cercano di anim
ascia all’abilità dell’attore e al discernimento di chi legge. Questa
scena
è tanto più vaga, quanto le cose umili sembrano m
oto, sì caro alle muse Italiane. Egli me ne trasmise a Madrid qualche
scena
. L’anno 1784 poi, mentre io già mi trovava in Nap
dell’incomparabile traduttore. Ecco intanto la versione dell’additata
scena
: Get. Geta, per te è finita, se non trovi Qua
comando a voi Fania e la mia vita. ecc. Artificiosa finalmente è la
scena
di Geta e Formione, ascoltando da parte Demifone,
tori teatrali intelligenti. Trascriverei di buon grado l’intera prima
scena
originale, ma per compiacere qualche volta a chi
frutti Che noi coglier dobbiam, via se ne porta. Della bellissima
scena
seconda di Taide con Fedria e Parmenone potrebber
collocare le ottime regole di educazione che si ricavano dalla prima
scena
, le quali usate colla dovuta moderazione incamine
. Per ciò che riguarda la comica piacevolezza merita di osservarsi la
scena
terza dell’atto III di Demea con Siro. Applaudesi
o, E mostro lor come hansi a contenere. Siro stesso nella seconda
scena
dell’atto quarto, per allontanarlo da quelle vici
ualche commediografo Italiano, e spezialmente dal Porta. Nella quinta
scena
del medesimo atto quarto è notabile la riprension
go delle disgrazie e dei delirii della sua famiglia che egli fa nella
scena
ultima del medesimo atto quarto coll’ impeto cons
indebolirsi e scemar di pregio (Nota VII). IV. Splendidezza della
scena
Latina, e Censori teatrali. Ma già era cessat
di esser detti amici de’ Terenzii tuttochè stranieri e servi. Già la
scena
spiegava tutto il lusso, il fasto e la magnificen
ti dovuti. Senza l’approvazione di alcuno di essi non compariva sulla
scena
componimento veruno. I loro congressi facevansi n
are e tradurre di questo letterato, rechiamo un frammento della prima
scena
dell’atto I. Narrata la morte della Genovese Fulv
saluto da lui appena accennato di tra le quinte, avanti d’ entrare in
scena
, si propagava in un attimo per tutto il teatro la
o (il suggeritore non esisteva per lui), riempieva egli solo tutta la
scena
. Dire delle commedie ov' egli maggiormente eccels
anno rappresentato Goldoni. Lo stesso Paolo Ferrari che me la pose in
scena
, mi fa i più lusinghieri complimenti. La feci stu
n qual maniera poteva una bizzarria convertirsi verisimilmente in una
scena
sublime interessante secondando le passioni e i p
ati. Soprattutto in essa comendiamo il soliloquio di Prometeo nella 1
scena
, e l’ultima sua disperazione. Ne’ dialoghi poi de
alsabigi67. Si è provato il sig. avvocato Pagano anche a produrre una
scena
somigliante nel suo Agamennone, ch’egli intitola
he v’ intervengono, per la qual cosa con più proprietà si nominerebbe
scena
o favola lirica &c. II. Opera buffa.
to, come in qualche altra, l’abuso delle tinte troppo tragiche per la
scena
comica. Ma che mai può increscere nella bellissim
attere è l’aver saputo in ciascun atto delle sue favole preparare una
scena
vistosa, popolare, interessante che tiene sveglia
e rapidezza nella favola, per servire al suo oggetto più con colpi di
scena
e situazioni che col dialogo obbligato dalla mode
er comprendere appieno la diversità de’ due caratteri, pongasi, nella
scena
full’ abdicazione di Augusto, Sesto in luogo di C
oducono situazioni ancor più differenti. Senza dubbio eccellente è la
scena
prima dell’atto V tra Cinna ed Augusto dopo scope
scoprimento della congiura? Due incontri originali inimitabili. Nella
scena
4 del II Tito sa che si congiura contro la sua vi
di Sesto lacerato da’ rimorsi! E chi non invidierà all’Italia questa
scena
impareggiabile? Nella scena 6 del III non si cono
si! E chi non invidierà all’Italia questa scena impareggiabile? Nella
scena
6 del III non si conosce meno il maestro. Tito pi
lo spettatore vi ammira un quadro patetico degno del Raffaello della
scena
tragica: Ses. (Numi! è quello ch’io miro Di Ti
l’ ammirabile combattimento di Tito nel soscrivere la sentenza nella
scena
7 del III, che meritò l’ammirazione di Voltaire.
Un’ alma che non ha Che un sol desio. Voltaire parlando della
scena
6 del III della Clemenza di Tito e del costui mon
giudiziosi; non originali o quasi tali le invenzioni; i loro colpi di
scena
spariscono a fronte del vigoroso colorito di Apos
, e quei che insegnarono a ricongiungere con proprietà e verità sulla
scena
la poesia e la musica. Dal di lei seno senza cont
il giovane studioso subito dopo la critica del Bettinelli almeno una
scena
del Regolo; legga il suo arrivo in Senato (sc. 7
la natura presenta, e l’arte ha introdotto con felice successo sulla
scena
, perchè mai quest’ambiziosa Vitellia che ondeggia
ndetta e l’amore, increbbe all’ab. Andres, e vorrebbe sbandirlo dalla
scena
, non che dall’opera di Metastasio? Perchè così gl
so. Intanto per chi ne volesse un saggio recheremo quì un passo della
scena
quarta del I atto in cui l’autore rileva i terror
Grondan tutte di sangue. Vediamone ancora un altro frammento della
scena
terza del III, in cui Corradino avendo saputa la
amente il Caraccio; sono i due versi seguenti detti da un Messo nella
scena
prima del IV atto: O superbia superba, o de le
colo XVII. Sa egli però che di tali ornamenti non sempre proprj della
scena
molti se ne hanno non solo nel Caraccio, ma in al
i. Vi muojono otto interlocutori, e nello scioglimento veggonsi sulla
scena
cinque cadaveri; tal che lepidamente un erudito S
e. Ella, tuttochè piena della memoria di Sicheo, promette nella prima
scena
di unirsi all’Affricano. Alcuni capitani suoi vas
eziandio su’ teatri stranieri, principalmente perchè sin dalla prima
scena
il pubblico s’interessa per Sofia e per Saint-Alb
nel Figlio naturale ed in Costanza, che farà sempre sbadigliare sulla
scena
. Il disprezzo che avea Beaumarchais per l’eccelle
runa riserba la di lui Eugenia tralle favole viziose e contrarie alla
scena
di Talia. Confesso che egli dovea meglio contener
osa qual si richiede nella tragedia. Il m’avait (dice Eugenia nella 2
scena
dell’atto I) caché ces bruits dans la crainte de
nviene alla commedia, e nocerebbe alla tragedia. La quinta e l’ottava
scena
dell’atto III sono belle e teatrali. È patetica m
’atto III sono belle e teatrali. È patetica ma non terribile la terza
scena
del IV, ed interessante la deliberazione del Padr
può attribuire al ritegno che avevan sempre le donne di apparir sulla
scena
(e però più vivo per le parti di fantesca), ma fo
il protettore, il critico, si credevano in diritto di penetrar sulla
scena
, e mettere gli attori e più specialmente le attri
sse, mostrò tra’ primi in Parigi colle sue giudiziose commedie che la
scena
comica italiana non si pasce di pure arlecchinate
Errico. Esse sono tutte romanzesche nell’intreccio, piene di colpi di
scena
, e di situazioni inaspettate, e terminano con più
o di due gran signori col seguito rispettivo, come nel Solitario: una
scena
detta del padiglione nell’Errico, che metteva sot
ando più si vedranno sulle scene comiche? L’ artifiziosa veduta della
scena
era di tal modo congegnata per indicarvi a un tem
ual cosa dee osservarsi nella lettura di esse colla descrizione della
scena
. Il chiar. sig. Carlo Goldoni stimò di aver compr
e deferenza agli attori, la non buona versificazione, le mutazioni di
scena
in mezzo agli atti ec. e veggiamo noi in queste i
nteriore della platea, si va allargando a misura che si avvicina alla
scena
: i cinque ordini di palchetti sono disposti in mo
que ordini di palchetti sono disposti in modo che i più lontani dalla
scena
sporgono più in fuori; idea che il Galli Bibiena
Le porte onde si entra in teatro, sono laterali e non dirimpetto alla
scena
, la qual cosa produce il doppio vantaggio di non
pazio della platea e d’ impedire a parecchi palchetti la veduta della
scena
. La lunghezza della platea è di 62 piedi e la lar
rga; e tutto il rimanente scale, ingressi, corridoi, camere dietro la
scena
indicava meschinità. Oggi tutto è decente e ragio
ogo per ogni cosa coll’ industrioso partito di cangiare il sito della
scena
, collocandola sulla retta che faceva la larghezza
prolungano in linee quasi rette, che si accostano avvicinandosi alla
scena
. Il diametro maggiore dell’uditorio è di piedi pa
corrisponde a tanta splendidezza, e sino il gran telone che copre la
scena
prima d’incominciar l’opera dipinto a sughi d’erb
to all’ illusione la giunta fatta dal Fuga ne’ lati della bocca della
scena
di alcuni palchettini, da’ quali comincia a rubar
ramente in versi francesi, dopo di averne fatto un saggio sulla prima
scena
, il sig. Boyer l’anno stesso ne fece in Londra un
di Adisson la pièce plus belle qui soit sur aucun thèâtre . Non v’ha
scena
dell’atto I che non si aggiri su gli amori di Por
or che a riva cresce, E nuovo ciel nel suo bel sen ne mostra. Dalla
scena
quarta dell’atto II, in cui Giuba manifesta a Cat
rende di essere amato. Così procede quest’atto sino a una parte della
scena
quarta. Ma il rimanente contiene un tratto forte
l carattere veramente romano dì Catone. L’atto V coll’indicata ultima
scena
del IV forma il grande di questa tragedia. Strana
ertamente che il saggio Adisson non abbia schivato nè gli abusi della
scena
tragica francese ed inglese riguardo agli amori,
li amori, nè i soliloquii narrativi, come è quello di Sempronio nella
scena
terza dell’atto I, nè la mancanza d’incatenamento
sta in lodar tanto la risposta di Porzio data data a Sempronio nella
scena
seconda dell’atto I: Ah Sempronio, vuoi tu parla
e tempeste, e grandemente cade Misto a ruine di cadente stato. Nella
scena
quarta alla forza e destrezza del corpo lodata da
empo a chieder le catene. Perchè un punto anzi tempo cadria Roma? La
scena
con Decio legato di Cesare è in quest’atto il tri
miei sacrificare invano. Catone Ami tanto la vita, e sei Romano? La
scena
quinta dell’atto III, in cui Catone con dignità s
iovane? Disgrazia grande non poter morire che una volta sola!» Questa
scena
si accolse con ammirazione in Londra, e in alcune
ior spiaggia U’ Cesar non fia mai a noi vicino. Nell’atto V la prima
scena
filosofica è un prodotto del dialogò di Platone s
utori, tutto si perde ben presto nel nulla. Errico Brooke diede alla
scena
inglese una tragedia di Gustavo Wasa, ossia il Li
ensa ad ammazzarsi. Questa situazione è dipinta con forza nella prima
scena
. Avendo disegnato di’ morire congeda l’affettuoso
Era sua massima che i componimenti teatrali debbano giudicarsi sulla
scena
e non impressi. Ma quanti di essi scritti pessima
persona. Che non ho io fatto per voi (dice alla moglie nella seconda
scena
dell’atto II)? Per darvi gusto non son diventato
Henns rustico occupato sempre de’ suoi cavalli. Graziosa nella prima
scena
dell’atto II è la genealogia di una giumenta rile
to ricavato dal Dissipatore del des-Touches, specialmente nella prima
scena
. Le menzogne del servo Sharp ne formano il groppo
Mugnajo di Mansfield, di cui si fe parola nel tomo precedente. Nella
scena
nona si trova un satirico ritratto della città di
alvagi, affinchè tradiscano i loro amici. Il Mendico che nell’ultima
scena
torna in teatro col commediante, gli dice: Nel c
ltri per avere una marina armata ed un commercio! a. Nell’atto III
scena
terza partiti Marco e Porzio; nell’atto IV scena
a. Nell’atto III scena terza partiti Marco e Porzio; nell’atto IV
scena
prima partite Marzia e Lucia, e nella scena terza
co e Porzio; nell’atto IV scena prima partite Marzia e Lucia, e nella
scena
terza. a. Vedi il tomo I dell’École de litteratu
quella massima, che l’attore, tranne i personaggi co’quali trovasi in
scena
, deve credere non esservi altra persona che lo gu
tutti i doni necessarj per raggiungere la perfezione nell’arte della
scena
. Ad una giusta e proporzionata figura univa un po
con occhio semispento ; eppure giungere a destare il fanatismo in una
scena
di rimprovero al nipote e alla nuora per la loro
con varj colori per dipingersi in modo che quando si presentava sulla
scena
molte volte il pubblico non lo riconosceva che al
rivere, una sedia, un tavolino, per ricavarne un effetto certo in una
scena
o in altra della produzione. E tante volte, alla
salutato da un fragoroso, unanime applauso al suo primo apparir sulla
scena
, dopo appena tre sere dal suo debutto. Restò c
. Perchè…. pochi artisti hanno come lui il privilegio di riempiere la
scena
. Io lo metterei subito, nella scena dialettale, a
lui il privilegio di riempiere la scena. Io lo metterei subito, nella
scena
dialettale, accanto a Ferravilla e alla Zanon : d
per Goldoni. Bisogna vederlo fra un atto e l’altro, e magari fra una
scena
e l’altra, in quel suo camerino, ingombro di giub
a o forastiera che tramonta…. E così, mercè sua, Goldoni rivive sulla
scena
, di vita, se non anche gagliarda, non più tisica
so, per non picciolo tratto del secolo XVII si mantenne in Francia la
scena
sul sistema delle favole di Hardy. Tragedie langu
e poco decenti. Il teatro inglese ove l’oscenità trionfa, non ha una
scena
peggiore di quella di Pamfilo e Nisa della Celian
esso alla Sofonisba, e la sorpassò; anzi Voltaire ne comendò la prima
scena
e quasi tutto l’atto quarto. La sua Antigone vien
onore ; e così di lui lasciò scritto Gianvito Manfredi nell’Attore in
scena
: Gaetano Casali, detto Silvio, non meno celebre
udendo con esso le recite dell’autunno. Nel cap. XXXIV descrive la
scena
occorsagli, mentre stava all’Arena di Verona un g
’estate 1734, accennando al Casali, che scoprendolo al pubblico sulla
scena
al mutar di una decorazione, lo fece fischiare. A
è stata forse la più vera delle attrici madri e caratteristiche della
scena
italiana. A dare una idea esatta del valore artis
re ch’ella fu un Cesare Dondini in gonnella. Com’era apparsa in su la
scena
, avea già fatto metà della parte con una figura d
anno Morelli rimaner lunghissimi anni, vero specchio di verità, su la
scena
. Oggi vive a Napoli, ov’è anche il figliuolo Artu
l’amore dell’arte la ricondusse dopo un solo anno di matrimonio su la
scena
, prima donna della Compagnia Mazzola, poi della L
resentazione della Frine di Castelvecchio, in cui mostrava all’ultima
scena
tutta la opulenza delle sue forme ; e che oggi tr
urla interamente in versi francesi dopo il saggio fattone della prima
scena
, il sig. Boyer l’anno stesso ne fece in Londra un
teresse e con molta lentezza, e ne riempiono tutte le pause. Non v’ha
scena
dell’atto I che non si aggiri su gli amori di Por
che a riva cresce, E nuovo ciel nel suo bel sen ne mostra. Dalla
scena
quarta dell’atto II, in cui Giuba manifesta a Cat
tende di essere amato. Così procede quest’atto sino a una parte della
scena
quarta, di cui il rimanente contiene un tratto fo
carattere veramente Romano di Catone. L’ atto quinto con quest’ultima
scena
del quarto forma il grande di questa tragedia. St
rtamente che il saggio Addisson non abbia schivato nè gli abusi della
scena
tragica francese ed inglese riguardo agli amori,
gli amori, nè i soliloquj narrativi, come è quello di Sempronio nella
scena
terza dell’atto I, nè la mancanza d’ incatenament
lopedista in lodar tanto la risposta di Porzio data a Sempronio nella
scena
2 dell’atto I: Ah Sempronio, vuoi tu parlar d’
empeste e grandemente cade Misto a ruine di cadente stato. Nella
scena
quarta alla forza e destrezza del corpo lodata da
chieder le catene .. Perchè un punto anzi tempo cadria Roma? La
scena
con Decio legato di Cesare è in quest’atto il tri
miei sacrificare invano. Cat. Ami tanto la vita, e sei Romano? La
scena
quinta dell’atto III, in cui Catone con dignità s
spiaggia U’ Cesar non fia mai a noi vicino. Nell’atto V la prima
scena
filosofica è un prodotto del dialogo di Platone s
ensa ad ammazzarsi. Questa situazione è dipinta con forza nella prima
scena
. Avendo disegnato di morire congeda l’affettuoso
Era sua massima che i componimenti teatrali debbano giudicarsi sulla
scena
e non impressi. Ma quante composizioni posizioni
lico, o di un partito che mai non manca agl’impostori, riuscite sulla
scena
sono state schernite alla lettura? La massima di
persona. “Che non ho io fatto per voi? dice alla moglie nella seconda
scena
dell’atto II. “Per darvi gusto non son diventato
Henns rustico occupato sempre de’ suoi cavalli. Graziosa nella prima
scena
dell’atto II è la genealogia di una giumenta, ril
to ricavato dal Dissipatore del Des Touches, specialmente nella prima
scena
. Le menzogne del servo Sharp ne formano il groppo
l Mugnajo di Mansfield di cui si fe parola nel tomo precedente. Nella
scena
nona vi si trova un satirico ritratto della città
malvagi affinchè tradiscano i loro amici”. Il Mendico che nell’ultima
scena
torna sul teatro col commediante, gli dice: “nel
nell’atto IV sc. 1 partite Marzia e Lucia, e nella sc. 3. 60. Questa
scena
si vide con ammirazione in Londra ed in più di un
e troiane, di Greci, di dei, altri amici ed altri nimici di Troia. La
scena
dell’Atto primo rappresenta la campagna dintorno
da cadere, non cada invendicata. Indi corre al palagio di Priamo. La
scena
cangia, rappresentando una piazza dinanzi al temp
luogo a luogo strida e lamenti di gente ferita e presso a morire. La
scena
dell’Atto quarto è nel cortile del palagio di Pri
ona da sinistra, e il padre Anchise consente finalmente alla fuga. La
scena
cangia e rappresenta l’orrido d’una città smantel
me, per non picciolo tratto del secolo XVII si mantenne in Francia la
scena
sul sistema delle favole di Hardy. Tragedie langu
aci, e poco decenti. Il teatro inglese ove l’oscenità trionfa, non ha
scena
piggiore di quella di Panfilo e Nisa della Celian
eslao, che la superò per lo stile; ed il Voltaire ne comendò la prima
scena
, e quasi tutto l’atto quarto. L’Antigone dello st
no all’aria aperta e senza lumi, i quali s’introdussero più tardi. La
scena
si adornava di tapezzerie, per le aperture delle
ta, ed in credito quattr'anni dopo a Livorno. Alle attitudini per la
scena
congiungeva la Medebach – dice il Bartoli – una f
malata tosto guariva. Mi presi la libertà di farla rappresentar sulla
scena
da sè medesima. Se ne accorse alcun poco ; ma tro
ttro anni. Vedendo la prima attrice fuor di stato d’ esporsi sopra la
scena
, all’ apertura del carnevale feci una Commedia pe
compagnia, una delle prime città delle Marche a veder le donne sulla
scena
. Sposò, il 6 dicembre 1786, Clemente Giovanna, fi
in Italia, in Francia, e nelle Spagne fremerebbe lo spettatore a una
scena
simile alla terza dell’atto III. Un piccolo rist
arla dicendo, che seno di alabastro! che vista! Piggiore è la seconda
scena
dell’atto IV. Madama , dice Simone, è gran tempo
tre lo spettatore attende di essere congedato, comparisce nell’ultima
scena
un nuovo personaggio, un signor Antonio amante di
molto applaudita la Fedeltà al cimento a. Noi ne commendiamo la bella
scena
di Filli e Mirtillo, in cui la ninfa gli propone
to a tempo, ma non è Dori . Bello è pur l’altro di Dori stessa nella
scena
decima. Egli dice, Mirtillo infelice! chi ti con
rimorsi e di fiacchezza in Isabella! Il monologo di lei nella seconda
scena
dell’atto II n’ esprime con vivacità il fatale am
a regina senza grande varietà di concetti. Patetica però è la seconda
scena
dell’atto IV, in cui Lancastro dipinge ad Edmondo
l padre che geme nella prigione. Le agitazioni d’Isabella nella terza
scena
dell’atto V, poichè l’esecrando delitto è compiut
sono rischiarati. Il Tesoro più della precedente sembra propria della
scena
, meno della prima prolissa, ed in generale più co
stima in apparenza che mancare di fedeltà all’amico. L’idea poi della
scena
di Raps e Anselmo è quasi degna del pennello di M
onorare un buon padre di famiglia per farlo trionfare utilmente sulla
scena
; cioè l’obbligare, ad onta della propria nobiltà,
. Prima Epoca del Teatro Latino. I. Semi primitive della
scena
in Roma. L’unico spettacolo Circense frequent
aschera, ma perchè soli ebbero il privilegio di non mai deporla sulla
scena
, la dove gl’altri istrioni, commettendo qualche f
e vennero in simil guisa privilegiate e conservate ancora dopo che la
scena
latina ammise drammi migliori? Perchè, secondo il
ilmente dal l’imitazione contagiosa de’ mimi Greci già ricevuti nella
scena
Romana. Tacito ci fa sapere che Tiberio dopo vari
na che per servire al Tonante la notte si è prolongata, e nella prima
scena
s’indrizza cosi alla notte stessa: Perge, nox, u
toribus. Sat habet favitorum semper qui rectè facit. E nell’atto II,
scena
2, … Ita quoique comparatum Est in actate hominu
atur. Si osservi finalmente in qual maniera Anfitrione adirato nella
scena
3 dell’atto IV sollevi il tuono del dire, e minac
tono sovente coll’amore e colla necessità di guadagnare; sono nella 3
scena
dell’atto I e nella 1 del III delineate eccellent
Con pratica e maestria si ritraggono le arti della civetteria nella I
scena
dell’atto IV: Neque illaec ulli suo pede pedem h
e il tratto patetico della separazione di Argirippo e Filenia nella 3
scena
dell’atto III. Del rimanente la commedia è piena
asina, e ne imito diverse espressioni, e quelle singolarmente della 5
scena
dell’atto II: Inimica est tua uxor mihi, inimicu
anti di mala fede e i falsi testimoni. Con molta grazia nella seconda
scena
dell’atto IV negli arzigogoli del pescatore Gripp
ta commedia scritta con vivacità e piacevolezza, è singolarmente la 3
scena
dell’atto II per la graziosa competenza di Carino
ata. Patetico è poi il congedo che Carino prende dalla patria nella I
scena
dell’atto V. I gramatici e i critici de’ secoli p
llo stesso Carmide padre di Lesbonico che rimpatria, e ne risulta una
scena
sommamente piacevole imitata poscia soventi fiate
e il linguaggio da se coltivato. Giuseppe Scaligeroa considerò questa
scena
poco lontana dalla purità dell’ebraismo; e Filipp
pascolarsi in quanto, oltre a’ nominati, dissero per illustrar questa
scena
il Salmasio, il Reinesio, il Petit, il Bochart, i
di fole, con maggior senno è vantaggio osserveremo che nella seconda
scena
del medesimo V atto il servo Milfione che appena
passano a’ simili interlocutori e alla bassa commedia; ma fuori della
scena
riescono freddi, nè in teatro si ammettono in un
i di tal modo che un personaggio posto a favellare in una banda della
scena
poteva essere coperto e non veduto da chi agiva i
pito. S’incontrano poi i due messagi Sofoclidisca e Pegnio; e la loro
scena
è vivace e propria di tali persone, cioè di una f
parlar del contratto, per ben conoscerne le maniere ed il pensare. La
scena
in cui esce Sagaristione favellando colla fanciul
ndolo danno fine alla commedia. Rimane qualche dubbio sul luogo della
scena
. I primi atti si passano in istrada; ma quel bago
istima che si celebrasse in istrada, e suppone che siesi cambiata la
scena
. Figurandosi però cambiata il luogo in una stanza
mpo di Domenico Barone marchese di Liveri, ne’ quali senza cambiar la
scena
vedevansi azioni fatte nell’interiore di una casa
’altro supposto si conserverebbe l’unità del luogo senza mutazione di
scena
. Pseudolo. Vedesi in questa favola un altro ruff
na delle più ingegnose e piacevoli di quante se ne sono esposte nella
scena
. Cicerone nel suo Catone ci fa sapere che Plauto
Qui vos oblectem, hanc fabulam dum transigam ecc. Parimente nella 4
scena
dell’atto Il nega di narrare l’accaduto agli altr
e dall’affettazione possono notarvisi. Tali a me sembrano p. e. nella
scena
seconda dell’atto II le seguenti: … Si animus es
are a nascondere il suo tesoro nel tempio della Fede, e nella seconda
scena
dell’atto IV egli comparisce nel luogo dove ha de
on si premette all’azione, ma vi s’inserisce e si colloca nella terza
scena
dell’atto I. Con Plautina felicità veggonsi nella
a nella terza scena dell’atto I. Con Plautina felicità veggonsi nella
scena
di Alcesimarco che è la prima dell’atto II dipint
artamento delle donne ed il lunghissimo portico. Il primo verso della
scena
seguente, quid tibi visum est hoc mercimonii , c
ole, equidem haud usquam a pedibus abscedam tuis , dimostra o che la
scena
, come dicemmo, sia rimasta vota nel tempo che si
azioni di luoghi per rappresentarsia; ove non si sappia costruire una
scena
alla maniera di Liveri. Il Soldato millantatore.
Miles gloriosus; ed è il servo Palestrione che ciò manifesta nella 1
scena
dell’atto II, adoperata in vece di prologo, che p
gopolinice. Le Bacchidi sorelle. Il prologo col principio della prima
scena
affermò il Lascari di averlo trovato in Messina,
è cosa comune nelle favole di Plauto. È degno di osservarsi che nella
scena
2 dell’atto II Pistoclero racconta al servo l’amo
n questa favola. Filocrate in fine dell’atto II parte dal luogo della
scena
che è Calidone di Etolia: va in Elide: tratta qui
si celebra per istituto de’ maggiori, continua a rappresentarsi sulla
scena
Romana. b. Vedasi ciò che si dice da Giacomo G
accettò il posto governativo di ispettore e maestro d’avviamento alla
scena
nell’Accademia fiorentina dei Fidenti, poi, il 18
o e pregevole maestro, come colui che seppe accoppiare all’arte della
scena
una coltura non comune. Dalla nuova opera di V. T
medie in musica con sua moglie, la Tincanera. Datosi più tardi alla
scena
di prosa, vi riuscì attore eccellente, e il '49 l
mmine, confidando nella durata della lor voce, trascuran l’arte della
scena
. Fu maestro di recitazione del Somigli (V.), det
ta dalla stessa Ristori. Ma la giovinetta non osava abbandonar per la
scena
l’incisione e il disegno. Propostole il Pezzana,
edere non può avere la verità richiesta nell’epopea, l’avrà poi sulla
scena
? Ebbe dunque ragione M. Diderot allorchè declamò
vero gl’ incanti e la mitologia, e le divinità furono scacciate dalla
scena
quando imparò ad introdurvi gli uomini55. Scrisse
M. Coignet. Il sig. Elmotte ha voluto imitare il Pigmalione colla sua
scena
lirica le Lagrime di Galatea, la quale benchè lon
gna nè in Italia gli spettatori si frammischiano con gli attori sulla
scena
stessa, come avviene in Francia, lasciando appena
latea larga 39 piedi e lunga 32 si vede una scalinata dirimpetto alla
scena
. Nel palazzo di Versailles si edificò nel 1770 da
lunga 54 piedi e larga 40; vi sono gradini intorno ed in faccia alla
scena
, e tre ordini di logge continuate senza veruna di
rtanto, anzi che no, pajonmi le angustie della terza, quarta e quinta
scena
dell’atto III. Un figlio che per una capricciosa
estino che trascina ad atrocità, non è l’oggetto più istruttivo sulla
scena
. E quì domandiamo con rispetto al riputato sig. A
re applauso a questo dramma in uno de’teatri di Venezia. Vi è qualche
scena
nell’atto I, che può lodarsene. Non così di ciò c
però varii dubbii per gli eventi che in esso accaggiono. Sofia nella
scena
settima senza prenderne consiglio dall’amante si
l La Fosse) mostrò tra’ primi in Parigi colle sue composizioni che la
scena
comica Italiana non si pasce di pure arlecchinate
o, l’Errico. Tutte sono romanzesche nell’intreccio, piene di colpi di
scena
e di situazioni inaspettate, e terminano con più
i due signori grandi col seguito rispettivo, come nel Solitario : una
scena
detta del padiglione nell’Errico che metteva sott
ando più si vedranno sulle scene comiche ? L’artificiosa veduta della
scena
era di tal modo congegnata per indicarvi a un tem
rvarsi nella lettura delle commedie Liveriane colla descrizione della
scena
. Il sagace Carlo Goldoni stimò di aver compreso d
e pajono originali. Per darne un saggio trascriveremo una parte della
scena
seconda dell’atto II. Epidico aveva inteso da par
eferenza per gli attori, la non buona versificazione, le mutazioni di
scena
in mezzo agli atti ecc. Ecc. Veggiamo noi nell’ul
la corrispondenza della versione coll’originale. È tratto dalla nona
scena
dell’atto quarto. Il traduttore dà ad Eugenio e R
1 la Vedova di prima notte, nella quale chiama l’attenzione la sesta
scena
dell’atto IV, in cui avviene l’abboccamento della
. Forte e conveniente al carattere del marchese Giulio, è il colpo di
scena
che mena una situazione interessante. Il padre tr
arbe, cinture ecc. onde rassettare men porcamente gli Ateniesi. Nella
scena
quarta dell’atto III si alza un telone, e compari
tro commedie prime sono adattabili ad ogni tempo, luogo e costume. La
scena
dell’ Antidoto si finge nell’isole Orcadi nelle c
cendo, è cresciuta subito in una donzella di venti anni. Nell’ ultima
scena
viene. Pigliatutto, Mischach e la Neonata. Mischa
nteriore della platea, si va allargando a misura che si avvicina alla
scena
: i cinque ordini di palchetti sono disposti in m
que ordini di palchetti sono disposti in modo che i più lontani dalla
scena
sporgono più in fuori ; idea che il Galli Bibiena
e porte onde si entra in teatro, sono laterali, e non dirimpetto alla
scena
, la qual cosa produce il doppio vantaggio di non
spazio della platea e d’impedire a parecchi palchetti la veduta della
scena
. La lunghezza della platea è di piedi 62 e la lar
ni cosa necessaria coll’industrioso partito di cangiare il sito della
scena
, collocandola sulla retta che faceva la larghezza
e quarantatre e mezzo di altezza dal pavimento alla finta volta ; la
scena
che in faccia agli spettatori ha un orologio, di
prolungano in linee quasi rette, che si stringono avvicinandosi alla
scena
. Il diametro maggiore dell’uditorio è di piedi pa
usione la giunta fatta dall’architetto Fuga ne’lati della bocca della
scena
di alcuni palchettini, da’ quali comincia a rubar
poteva una bizzarria non nuova convertirsi con verisimiglianza in una
scena
sublime interessante secondando le passioni e i p
provò il fu infelice Francesco Mario Pagano a produrre in Napoli una
scena
simile prendendo per oggetto Agamennone che intit
accorto ed in alcune altre l’abuso delle tinte troppo tragiche per la
scena
comica. Ma che mai può increscer nella piacevole
carattere è l’aver saputo in ciascun atto delle favole preparare una
scena
vistosa, popolare, interessante che tiene sveglia
Tito, Temistocle, Catone, Regolo, quando comparvero più grandi sulla
scena
? e qual tesoro di filosofia non vi profondono. E
tudioso subito dopo la strana critica del Bettinelli legga almeno una
scena
del Regolo ; legga il suo arrivo in senato (sc. 7
gettare il dialogo alla più rigorosa precisione per disporre colpi di
scena
e situazioni che rendano lo spettacolo accetto al
o intento, e vi avrebbero mancato se il primo serviva più ai colpi di
scena
ed alle situazioni che al dialogo, ed il secondo
che a quelli, ed avrebbe fatto il Francese un’ azione propria per la
scena
musicale, e l’ Italiano avrebbe di una buona trag
e la natura presenta e l’arte ha introdotto con felice successo sulla
scena
tragica e musicale ; perchè mai quest’ambiziosa V
l’amore, increbbe a Giovanni Andres, che vorrebbe cacciarlo via dalla
scena
, non che dall’opera di Metastasio ? La critica ha
Per comprendere appieno la diversità de’due caratteri, pongasi nella
scena
dell’ abdicazione di Augusto Sesto in luogo di Ci
o situazioni ancor più differenti. Senza dubbio eccellente è la prima
scena
dell’atto V tra Cinna ed Augusto. Ma dopo scopert
coprimento della congiura ? Due incontri originali inimitabili. Nella
scena
quarta dell’atto II Tito sa che si congiura contr
di Sesto lacerato da’rimorsi ! E chi non invidierà all’Italia questa
scena
impareggiabile ? Nella scena sesta del III non si
! E chi non invidierà all’Italia questa scena impareggiabile ? Nella
scena
sesta del III non si conosce meno il maestro. Tit
o, e lo spettatore ammira in essi un quadro degno del Raffaello della
scena
tragica : Sesto (Numi ! E quello ch’io miro Di T
: l’ammirabile combattimento di Tito nel soscrivere la sentenza nella
scena
settimà del III che meritò l’ammirazione di Volta
fa ; Un’ alma che non ha, Che un sol desio. Voltaire parlando della
scena
6 dell’atto III della Clemenza di Tito, e del suo
giudiziosi, non originali o quasi tali le invenzioni. I loro colpi di
scena
poi speriscono a fronte del vigoroso colorito di
no di riprendere chi tanto e tanto ha meritato. Viene Atelvolto nella
scena
quarta e s’incontra con Elfrida, e prima che nel
, e veder la sposa. Orgando che ito era, al dir di Evelina, sin dalla
scena
settima dell’atto I ad ossequiare il re ; giunge
a dello spettatore, e non seppe meglio farli trovare insieme. La loro
scena
è appassionata, malgrado di un terzetto che vi si
e lo spettatore per le troppe esitazioni del marito. Ciò che rende la
scena
importante è il segreto che a lei palesa dell’ing
so sulla deliberazione che prenderà Elfrida. Segue altra mutazione di
scena
nella quinta scena, in cui il re si trattiene, co
one che prenderà Elfrida. Segue altra mutazione di scena nella quinta
scena
, in cui il re si trattiene, come ha pur fatto nel
le loro ceneri, espressioni fredde, consuete, poco energiche, questa
scena
poteva forse produrre un duetto più appassionato
ando come ciò sa ? Ella ha manifestato il suo disegno al marito nella
scena
quinta ; è venuto il re che è presente, ed ella c
; è venuto il re che è presente, ed ella col re se n’è spiegato nella
scena
sesta ; or chi l’ha detto ad Orgando che arriva n
rbosa certo e con ripetizioni che potevano risparmiarsi, parte. Nella
scena
8 la stessa premura di Orgando, la stessa resiste
. L’azione va al suo fine, malgrado di qualche ripetizione, e qualche
scena
inutile. Vi trionfa il carattere nobile e appassi
scurata nell’ apparecchio abbellimento e decorazione convenevole alla
scena
. Egli volle scusarne la solenne caduta con asserz
che al Calsabigi che ci promette per là musica tragedie vere ? Nella
scena
2 viene Osmida secondo confidente, che dopo quest
ere ? Nella scena 2 viene Osmida secondo confidente, che dopo questa
scena
sparisce, e solo interviene nella decima per dire
moltiplicare i personaggi con un Osmida inutile che parla in una sola
scena
? Tratto tragico. Egli è stato mandato avanti da
esplorar tutto nel giardino. Elvira mostra impazienza amorosa, ma una
scena
sì lunga di lei coll’ esploratore Osmida tira a s
ello spettatore che brama l’incontro degli amanti. Verte poi siffatta
scena
su fatti tutti noti a i due confidenti ; a che du
e, e parte seco niun altro rimanendo in iscena. Aggiorna e si muta la
scena
, e l’istesso Ricimero che parlava nel giardino, s
contarsi tra’ personaggi i falegnami che eseguiscono le mutazioni, la
scena
è rimasta vota come avviene ad atto finito ; ovve
Jodelle preso pe’ capegli un suo vassallo seguitandolo a calci per la
scena
, ed in questo senso Calsabigi avrà ben saputo tra
lar solennemente a Odorico, e di recargliene l’avviso. Adallano nella
scena
decima propone l’unione degli Spagnuoli, e de’ Mo
e e della figlia, e poi una cavatina di Elvira(a). In fine segue una
scena
inutile di ciarle con Selinda ! Nella quarta sce
In fine segue una scena inutile di ciarle con Selinda ! Nella quarta
scena
viene Adallano a proporre ad Elvira una fuga. Rip
essioni generali che ben remoto attaccamento hanno col soggetto della
scena
. Veggasi poi quanto naturali sieno gli avvolgimen
nteria riempiono tutta la sedicente tragedia di Elvira. Odorico nella
scena
quinta dalle sue logge si accinge all’armi. Comme
ma cosa alcuna importante. Prima di passar oltre si osservi che nella
scena
quarta facendo Adallano premura perchè Elvira fug
tra. L’ultimo verso profferito da Elvira, peggior non v’è, precede la
scena
7, in cui Odorico oziosamente si va dondolando fr
t in vidua tristia signa domo. Più, parla ad uno spettro sanguinoso,
scena
nuova ; ma passi ancora. Ella dice, Spettro che
! Questa illusione della sua fantasia è ben lunga occupando tutta la
scena
; e non finirebbe mai se non passasse ad un pensi
onesche che costano poco e giungono talvolta a far romor grande sulla
scena
. Per simile stranezza potrebbero gl’ inesperti de
de forse con rincrescimento che nel rappresentarsi si tralasciò nella
scena
6 un altro pezzo di musica che dovea cantarsi da
lla degl’ interessati all’impresa si finiva così ottimamente la prima
scena
, Tutto perdei, per me non v’ ê più mondo, tronca
o e consumato conoscitore quella venustà di stile che indi rapi dalla
scena
gli animi tutti de’ più volgari spettatori? quell
te chiamata Pasibola. I giovani studiosi debbono ammirare nella prima
scena
dell’atto I il modo di raccontare con grazia, ele
Io l’accettai, Io serberò la fede. Bella e ingegnosa è parimente la
scena
quinta dell’atto IV, nella quale Miside dopo aver
geva il disegno del poeta. Più volte e Plauto e Terenzio hanno in una
scena
usato questo colore di dire alcuna cosa a voce al
motto sottovoce scemerebbe il pregio del ritrovato, e la grazia della
scena
. Davo nella precedente alla prima si accinge a sc
di rado si prova nella lettura delle moderne favole. Mirabile nella 2
scena
dell’atto I è il ritratto della buona moglie che
I riesce sommamente interessante e dilettevole. Pamfilo mesto nella I
scena
per la discordia della madre e della moglie, rifl
lo di qualche grande sciagura, e corre su dalla moglie. Nella seconda
scena
la buona Sostrata vorrebbe andar di nuovo a visit
a parola datane a Mirrina. Tale angustia è ben maneggiata in questa 3
scena
, e l’espressioni sono tutte dettate dalla passion
butta a piedi, e palesa la disgrazia. Tutte le circostanze di questa
scena
presentano quadri vivacissimi, pieni di affetto,
. O fortuna, ut nunquam perpetuo es bona! Del pari interessante è la
scena
5 di Pamfilo col padre e col suocero, nella quale
una onesta ragione di ricusar la moglie. Degna è pure di notarsi la 2
scena
dell’atto IV di Pamfilo con Sostrata. La madre il
ndo a momenti. Fidippo ha saputo che Filomena ha partorito, e nella 4
scena
viene a dire a Pamfilo, che se vuole rompere il c
sto nuovo aumento al di lui dolore egregiamente si maneggia in questa
scena
. Lachete ascrive la di lui ritrosia agli antichi
qualche favola, e vedrà di quali freddi oziosi personaggi riempirà la
scena
. Scorge da ciò ognuno, non essere stata più felic
o e di luogo. Si offende quella di tempo, perchè l’atto I con qualche
scena
del II esige il giorno, viene poi la notte nella
lezze; ma ci contenteremo soltanto di fermarci in alcuna cosa della 3
scena
dell’atto II, la quale contiene venustà di più di
Einsio e di Farnabio. L’atto l a patto veruno non può terminare colla
scena
4, e col verso Succenturiatus si quis deficiet.
forza che si risolva; e la venuta di Demifone è la risoluzione della
scena
. Ed avendo Fedria e Geta con Demifone conchiuso c
o inconveniente nasce ancora dal collocarsi per prima dell’atto II la
scena
che incomincia, Itane tandem uxorem duxit Antiph
mione, e gli ha narrato l’accaduto. Ma se l’atto II incomincerà dalla
scena
di Formione con Geta, tutto procederà con ogni ve
sa pare che non regga il rimanente, nè possa terminar l’atto II colla
scena
4, e col verso, Sed eccum ipsum video in tempore
crizione della bellezza senza artificii nella persona di Fannia nella
scena
2 dell’atto I; ed è preceduta da un patetico racc
a beltà non era, Avrian tai cose ogni bellezza estinta. Bella è la 4
scena
dell’atto I, in cui Geta e Fedria cercano di anim
scia all’abilità dell’attore, e al discernimento di chi legge. Questa
scena
è tanto più vaga, quanto le cose umili sembrano m
ome sì caro alle Muse Italiane. Egli me ne trasmise in Madrid qualche
scena
. L’anno 1784 poi, mentre io già mi trovava in Nap
no del medesimo eccellente traduttore. Ecco intanto la versione della
scena
indicata: Geta. Geta, per te è finita se non tro
ccomando a voi Fannia e la mia vita ecc. Artificiosa finalmente è la
scena
di Geta e Formione, ascoltando da parte Demifone,
tori teatrali intelligenti. Trascriverei di buon grado l’intera prima
scena
originale; ma per compiacere qualche volta a chi
ci frutti Che noi coglier dobbiam, via se ne porta. Della bellissima
scena
seconda di Taide con Fedria e Parmenone potrebber
collocare le ottime regole di educazione che si ricavano dalla prima
scena
, le quali usate colla dovuta moderazione incamine
. Per ciò che riguarda la comica piacevolezza merita di osservarsi la
scena
3 dell’atto III di Demea con Siro. Applaudesi il
o specchio, E mostro lor come hansi a contenere. Siro stesso nella 2
scena
dell’atto IV, per allontanarlo da quelle vicinanz
da qualche commediografo Italiano, e specialmente dal Porta. Nella 5
scena
del medesimo atto IV è notabile la riprensione mo
go delle disgrazie e de’ delirii della sua famiglia che egli fa nella
scena
ultima del medesimo atto IV coll’impeto consueto
evansi, indebolirsi e scemar di pregio. IV. Splendidezza della
scena
Latina, e Censori teatrali. MA già era cessa
i esser detti amici di un Terenzio tuttochè straniero e servo. Già la
scena
spiegava tutto il lusso, il fasto e la magnificen
ti dovuti. Senza l’approvazione di alcuno di essi non compariva sulla
scena
componimento veruno. I loro congressi facevansi n
are e tradurre di questo letterato, rechiamo un frammento della prima
scena
dell’atto I. Narrata la morte della Genovesa Fulv
lchetti e tutte quelle interne parti che guardano l’imboccatura della
scena
. Poiché, così adoperando, si andrebbe contro a un
hiamar fonica. La bocca della campana risponde alla imboccatura della
scena
; e il palchetto di mezzo viene ad esser posto col
la platea e il far perdere a parecchi palchetti la veduta di tutta la
scena
, e alcune altre che qui riferire non giova. Che s
ori posti nella circonferenza del semicerchio sono tutti rivolti alla
scena
di un modo, la veggon tutta; ed essendo tutti dal
ichi, troppo grande viene a riuscire la imboccatura o la luce di essa
scena
. Al che pronto per altro e facilissimo è il ripar
opera anch’essi. E sta in questo, che i palchetti, secondo che dalla
scena
camminano verso il fondo del teatro, vadano sempr
endo all’infuori. In tal guisa meglio si affaccia ogni palchetto alla
scena
; e l’uno non impedisce punto la vista dell’altro;
e sin da bimba aveva dato prove non dubbie di molte attitudini per la
scena
, e che esordì a Torre Del Greco in una Compagnia
Dal primo articolo : « gli entusiasmi. » Come nella vita così sulla
scena
soddisfa e rinvigorisce tutto ciò che è frutto de
Tina Di Lorenzo si vede questo che è la pura bellezza dell’arte della
scena
; vivere una creatura, non fare una parte con tut
rte sua : – l’interpretazione. Essere soltanto Tina Di Lorenzo, sulla
scena
, in qualunque umana vicenda da un dramma o da una
ome veramente sono. La Tina Di Lorenzo è una speranza benedetta della
scena
italiana, ma nulla più …… Dal quarto articolo :
, non ha bisogno di pensare, non ha bisagno di ricordare : esce sulla
scena
così com’ è, e le meraviglie dell’arte si succedo
sono trascinate, e in preda al delirio : e la storia dell’arte della
scena
straccia tutte le pagine delle date memorabili, p
ito il giovine artista, e capite subito le sue chiare attitudini alla
scena
, lo consigliò ad assumer le parti del capocomico,
osì detti promiscui, che lo fecero in breve il signore assoluto della
scena
. Ma, ahimè, il carnovale del 1822 volle forse abb
vixit. a. lx. dec. xiiii. k. sept. m dccc xxxxi sodal. concordes in.
scena
. per. otium. agentes pec. conl. pos ob. offerit
no ei rendeva un carattere ; con una modulazione di voce avvivava una
scena
. Di Felice Scifoni : A vederlo, pareva che la n
imandassero le trattate passioni. Da quel punto ch'egli entrava sulla
scena
fino a che non ne fosse uscito, era tutto immedes
li sguardi nei palchi o nella platea, mentre l’altro attore ch'era in
scena
con lui favellava ; non ammiccare al suggeritore
er detto che Vestri sa commovere il cuore quando la circostanza d'una
scena
patetica lo esige, conclude : nessun altro attore
empre peggio dell’altra…. Sempre gli stessi intrighi : è in tutte una
scena
di riconoscimento, un figlio perduto, ecc. Sarebb
comici, fiorito dal 1790 al 1820, anno della sua morte, si diede alla
scena
giovanissimo, come primo amoroso, ma con poca riu
panciotto della stoffa di ogni nuovo abito ch'ella facesse, o per la
scena
o per fuori, o in costume o in borghese ; tal che
yer Angela, trevisana, una delle più forti attrici che illustraron la
scena
italiana dal ’50 al ’60. Essa apparteneva a quell
e destò l’entusiasmo nel pubblico colle poche parole che chiudono la
scena
del rapimento. Fu poi nella Compagnia Peracchi e
a la più deliziosa coppia d’innamorati che si potesse mai veder su la
scena
. Svegliatissima di mente, di spirito pronto, ebbe
trar grande partito da ogni situazione la più semplice ; una piccola
scena
recitata da lei, assumeva proporzioni gigantesche
ere del benefico infelice protagonista. Ella in tal guisa entra nella
scena
, secondochè io traduco: Quai terre? Ove son io
tatori e quando vengono minacciate e quando effettivamente agitano la
scena
. Prometeo l’ascolta, prevede il resto della minac
ato ancora dai due gran tragici che vennero appresso. Sin dalla prima
scena
vi si espone lo stato dell’azione con arte e niti
dio che è per commettere. Nè di ciò pago il savio poeta, in una lunga
scena
di Elettra e del coro con Oreste, fa che questi a
uosa foggia mascherati e con si orribili modi e grida entrarono nella
scena
, che tutto il popolo si riempì di terrore, ed è f
o di Apollo in Delfo e un’ altra in Atene. Si vuol notare nella prima
scena
la pittura terribile dell’Eumenidi fatta dalla sa
e gli animi alle commozioni che si vogliono eccitare, fe dipingere la
scena
, secondochè afferma Aristotile nella Poetica, pro
l Conte Pietro di Calepio critico per altro assai saggio. In tutta la
scena
di Menelao e di Teucro trovo soltanto che quegli
cia di stoltezza; or dove sono gli obbrobrj esagerati? Più forte è la
scena
con Agamennone. Questi come re de’ re irritato pe
ciò arriva Ulisse, e cerca di placare Agamennone; nè in questa ultima
scena
trovansi punto le villanie decantate. Perchè dunq
llissima imitazione. Tragica e degna del gran Sofocle è pure l’ultima
scena
. Antigone conosciuta per moltissime traduzioni s
al grado del vigoroso divieto di Creonte. E’ notabile nell’atto II la
scena
delle due sorelle Antigone ed Ismene, che disprez
il di lei carattere ottimamente scolpito spicca con ispezialità nella
scena
con Crisotemi. Quella poi in cui Elettra piagne l
tivi obbligati o vogliamo dire accompagnati dagli stromenti. La prima
scena
dell’atto quinto è molto vivace pel vago contrast
i popolari, quasi comici, e lontani di molto dal gusto moderno. Ma la
scena
di Elettra con Oreste nell’atto quarto sommamente
ice Ad ambedue conviene. Nuovo movimento acquista l’azione nella
scena
delle donne con Achille, ed il patetico delle pre
er sacrilego, e quindi desiste dalla promessa difesa. Segue a ciò una
scena
assai patetica, in cui Ifigenia rassegnata a mori
di questa tragedia sieno sei, e che il quinto termini dopo la tenera
scena
dell’ultimo addio della madre e d’Ifigenia, colle
e la statua di Diana Taurica. E’ da notarsi in tal tragedia la tenera
scena
di amicizia tra Pilade ed Oreste, colla quale ter
ndare in Grecia ad Oreste. Fra quante agnizioni si sono esposte sulla
scena
, questa ad Aristotile parve una delle eccellenti,
uditorio e a tenerlo sospeso. Osserviamo in questa favola che dopo la
scena
d’Ifigenia e Toante, il coro canta solo nella sce
avola che dopo la scena d’Ifigenia e Toante, il coro canta solo nella
scena
quarta dell’atto quinto, Celebriamo le lodi di Fe
rrando vai; il terzo terminerebbe col coro sopraccennato della quarta
scena
dell’atto quinto; ed il quarto comincerebbe dalla
della quarta scena dell’atto quinto; ed il quarto comincerebbe dalla
scena
quinta. Ma la divisione degli atti non mi sembra
n potrebbe esser questa la fine dell’atto? Ma vi è attaccata anche la
scena
di Fedra, la quale naturalmente par congiunta col
rista. Ah cedi al fato, Cedi, meschina, al tuo delirio e mori. La
scena
dell’atto secondo, in cui Fedra manifesta alla Nu
a subito a quelle parole, Conosci tu il figlio dell’Amazone? Anche la
scena
di Teseo e Ippolito dell’atto quarto è stata copi
bellezze, come il dolore di Teseo per la morte di Fedra, e la tragica
scena
d’Ippolito moribondo. Il racconto della di lui mo
a letteratura degli antichi. Per quest’originale de’ Marchesini della
scena
Francese le Ode di Orazio Flacco sono più oscure
assassinamento di Polidoro. Parmi in essa singolarmente eccellente la
scena
di Ulisse con Ecuba e Polissena nell’ atto primo,
festamente doppia, benchè tutta si rapporti ad Ecuba (Nota XV). Nella
scena
in cui le si enuncia la morte di Polidoro, osserv
ca riguarda. Egli stesso non fece di più nel tradurre questa medesima
scena
in maniera diversa dalla Salviniana. Non saprei p
tra che si ristrigne a un solo passo spogliato della situazione della
scena
: Figlio, viscere mie, da queste braccia Ti s
co e noto ad ogni Tebano? Scarsezza di arte. Vi è poi in Euripide una
scena
fra un vecchio ed Antigone che da un luogo elevat
nella Gerusalemme. Il Dolce non si curò di questa bellezza, e la sua
scena
rimane sterile. Nè anche se n’è curato il Signor
a, per convincere d’inverisimilitudine Euripide, Omero e Torquato. La
scena
vigorosa di Giocasta co i figli è degna di partic
tra loro qualche relazione per la condotta. Lo spettacolo della prima
scena
dovea produrre un pieno effetto. Etra madre di Te
di ferire quel mostro di tre corpi ecc. E così è condotta tutta la
scena
. Virgilio in simil guisa descrive Enea che osserv
asio fino discernitore delle bellezze degli antichi si vale di questa
scena
di Euripide nell’Achille in Sciro, ma sulle tracc
chille ozioso in quella reggia. Notabile nel medesimo atto primo è la
scena
di Creusa e Jone che non si conoscono. Il ragiona
a eroica non abbiano sáputo incastrare ne’ loro componimenti. L’altra
scena
di Jone e Creusa che termina l’atto quarto e che
tragedie che trattavano soltanto di Bacco. Havvi nell’atto quarto una
scena
totalmente comica trall’infelice Penteo già fuor
amento del disgraziato re preso per un cinghiale; ed assai tragica la
scena
in cui Agave riviene dal suo furore, e riconosce
l’onorò col suo pianto, e impose a’ suoi attori di présentarsi sulla
scena
senza corone, senza ornamenti e con abiti lugubri
e smentita dalle di lui favole; perocchè nel solo Prometeo alla prima
scena
intervergono la Forza, la Violenza, Vulcano e Pro
si parimenti riprendere l’inverisimiglianza dell’equivoco preso nella
scena
ottava da Rosmunda. Ella entra dicendo a Sigerico
mi. Y de tu hijo? Guz. Y de tu hijo?El Moro determine. Interessa la
scena
dell’atto II, in cui Gusmano esamina il valore de
di tornare al campo nemico. L’autore si prefisse l’imitazione di una
scena
della Clemenza di Tito a. Temi la morte? dice Gus
a di lui speranza. Si osserva per altro in questa tragedia più di una
scena
di gran forza, e specialmente la quarta dell’atto
verso suelto, oltre di un endecasillabo coll’assonante ottimo per la
scena
nazionale. Se a queste cose avvertiva il bibliogr
o, mi avrebbe conceduto parimente che i versi rimati per coppia nella
scena
non sono i migliori tra’ metri castigliani, e non
ie stesse degli alberi, a cibarsi di cadaveri umani. A questa lugubre
scena
una ne segue amorosa di sette pagine di Olvia ed
eme coll’amante e con tutti, di che si occupa singolarmente in questa
scena
? forse del prossimo esterminio della patria? no;
se tante lodi dal precitato bibliografo. L’atto II incomincia con una
scena
di Olvia stessa e di Aluro. Essi come partirono s
atto I viene appresso Megara. Hanno però essi nulla detto o in quella
scena
o nell’intervallo dell’atto di ciò che voleva Olv
ererebbe Olvia se avesse pattuito collo stesso Scipione? Anche questa
scena
fondata su ipotesi tutte false e mancante d’inter
quasi altro oggetto non avesse che d’irritar gli assalitori. E questa
scena
inutile e cattiva viene anche prescelta come ecce
formole famigliari, e poco gravi, sia per esempio questa della prima
scena
Romper de mi silencio la clausura, e quest’altra
favole in cinque atti hanno la libertà di abbandonar quattro volte la
scena
, l’autore della Rachele privandosi spontaneament
vittorie riportate prima del suo innamoramento. In somma in tutta la
scena
Manrique conta false vittorie del re, e Garcia gl
a codicia. I medesimi errori di storia ripete Garcia a Rachele nella
scena
seconda, la quale accoglie con fasto le adulazion
i si esige che l’azione inevitabilmente si avanzi al suo fine o sulla
scena
o fuori di essa. Diceva l’editore che l’azione de
al genere lirico in cui parla un poeta ispirato, ma si reputano sulla
scena
false fantastiche contrarie all’effetto ed allo s
pettatore) se poche ore prima l’avete eseguito senza tanto dolore? La
scena
dell’atto I rende incostante il carattere di Alfo
Giornata III. I medesimi personaggi escono con altri sollevati della
scena
ultima dell’atto precedente. Or perchè entrare pe
passa tra una vera esecuzione di giustizia ed un evento esposto sulla
scena
tragica. L’esecuzione reale lascia il fatto come
llio nel parlar di Polo, e dall’istesso Sofocle. Egli sin dalla prima
scena
fa dire ad Oreste; torneranno portando nelle mani
che contenga il mio corpo bruciato, e ridotto in cenere . Anche nella
scena
della riconoscenza Elettra indirizzando la parola
sseduto da’ rimorsi nel caso che trionfasse di Roma; grave la seconda
scena
dell’atto V, in cui Vetturia espugna la durezza d
ezza del figlio; buone imitazioni di Torquato Tasso si scorgono nella
scena
sesta descrivendosi la rotta de’ Volsci; interess
esta descrivendosi la rotta de’ Volsci; interessante in fine l’ultima
scena
per la morte di Coriolano. Del medesimo abate Col
del figliuolo. Il secreto delle nozze occulte svelato al re forma una
scena
interessante dell’atto V dell’uno e dell’altro dr
raccia i nipoti; ed il Colomès si è bene approfittato di questa bella
scena
. Il veleno apprestato dalla regina ad Agnese, per
Si allontana poi il Lassala dall’uno e dall’altro tragico nell’oziosa
scena
seconda dell’atto II, in cui Achille con gli occ
solea. Delicatezza e proprietà si desidera anche nell’atto III nella
scena
di Clitennestra ed Achille. Lo stile manca di pre
al greco, e ciò che ella dice ancora nella conchiusione della settima
scena
dell’atto V. L’esgesuita Pedro Garcia de la Huert
È pure da riprendersi l’inverisimiglianza dell’ equivoco preso nella
scena
8 da Rosmunda. Ella entra dicendo a Sigerico che
spada; Ami. Y de tu hijo? Guz. El Moro determine. Interessa la
scena
dell’atto II, in cui Gusmano esamina il valore de
a di tornar al campo nemico. L’autore si prefisse l’imitazione di una
scena
della Clemenza di Tito 2. Temi la morte? dice Gus
unica molla della di lui speranza. Per altro vi si osserva più di una
scena
di molta forza specialmente la quarta dell’atto I
e foglie stesse degli alberi, a cibarsi di cadaveri. A questa lugubre
scena
ne segue una amorosa di sette pagine di Olvia ed
me coll’ amante e con tutti, di che si occupa singolarmente in questa
scena
? forse del prossimo esterminio della patria? no:
se tante lodi dal precitato bibliografo. L’atto II incomincia con una
scena
della medesima Olvia con Aluro, e poi viene Megar
ererebbe Olvia se avesse pattuito collo stesso Scipione? Anche questa
scena
fondata in ipotesi tutte false e mancante d’inter
quasi altro oggetto non avesse che d’irritar gli assalitori. E questa
scena
inutile e cattiva viene anche prescelta come ecce
po stesso di formole famigliari e poco gravi, come questa della prima
scena
Romper de mi silencio la clausura, e quest’
favole in cinque atti hanno la libertà di abbandonar quattro volte la
scena
, l’autore della Rachele privandosi spontaneamente
vittorie riportate prima del suo innamoramento. In somma in tutta la
scena
Manrique conta false vittorie e Garcia gliele men
mera 10 vil à la codicia. I medesimi errori di storia ripete nella
scena
2 Garcia a Rachele, la quale accoglie con fasto l
uali sono espressioni appena ammesse nel genere lirico, e false sulla
scena
, fantastiche e contrarie alla verità, all’affetto
pettatore) se poche ore prima l’avete eseguito senza tanto dolore? La
scena
dell’atto I rende incostante il carattere di Alfo
Giornata III. I medesimi personaggi escono con altri sollevati della
scena
ultima dell’atto precedente. Or perchè entrare pe
passa tra una vera esecuzione di giustizia ed un evento esposto sulla
scena
tragica. L’esecuzione reale lascia il fatto com’
sseduto da’ rimorsi nel caso che trionfasse di Roma: grave la seconda
scena
dell’atto V, in cui Vetturia espugna la durezza d
a la durezza del figlio: buone imitazioni del Tasso si scorgono nella
scena
6 descrivendosi la rotta de’ Volsci: interessante
na 6 descrivendosi la rotta de’ Volsci: interessante in fine l’ultima
scena
per la morte di Coriolano. Del medesimo sig. Colo
ro del figlio. Il secreto delle nozze occulte svelato al re forma una
scena
interessante dell’atto V dell’uno e dell’altro dr
a i nipoti; ed il sig. Colomès si è bene approfittato di questa bella
scena
. Il veleno apprestato ad Agnese dalla regina, il
Si allontana poi il Lassala dall’uno e dall’altro tragico nell’oziosa
scena
2 dell’atto II, in cui Achille con gli occhi bass
lea. Delicatezza e proprietà si desidera anche nell’atto III nella
scena
di Clitennestra ed Achille. Lo stile manca di pre
ratto dal greco, e ciò ch’ella dice ancora nella conchiusione della 7
scena
dell’atto V. Don Pedro Garcia de la Huerta non ha
Spagnuoli hanno di più un endecasillabo coll’ assonante ottimo per la
scena
nazionale. Se queste cose avesse avvertito il bib
o, mi avrebbe conceduto parimente che i versi rimati per coppia nella
scena
non sono i migliori tra’ metri castigliani, e non
un macello, come significa carnicero. 18. Sofocle sin dalla prima
scena
fa dire ad Oreste, torneranno portando nelle mani
gendo che contenga il mio corpo bruciato e ridotto in cenere. E nella
scena
della riconoscenza Elettra indirizzando la parola
Carlo e Filippo. Lodevole fu il disegno dell’autore di esporre sulla
scena
alla pubblica derisione la ridicola vanità degli
tiene scrupolosamente alla pratica moderna di non mai lasciar vota la
scena
, e si vale di una locugione propria della mediocr
duelo? La giovane Rufina carattere freddo ma di buona morale nella
scena
seconda del II atto vorrebbe che Cortines suo pad
singanno accader possa con danno o dispiacere del padre. Quindi nella
scena
seguente domandandole Giusto che cosa mai pensi d
go pieno di un patetico che giugne al cuore, dice la pastorella nella
scena
prima del atto II : Ay! Esta misma vega Testigo
a quitaba! Ay triste! el valle dura, Y acabò mi ventura! Nella terza
scena
del III in cui si parlano la prima volta dopo la
con Fausto. L’azione si conduce regolarmente con istile proprio della
scena
comica, e colla solita buona versificazione di ot
zione del carattere di Don Mariano indicate ottimamente nella seconda
scena
dell’atto I, e la di lui vita oziosa descritta da
que Dios le ha dado. Stimabile finalmente è l’incontro comico della
scena
dodicesima dell’atto II di donna Monica dama rico
erse conversazioni riposatamente, consigli, trame, deliberazioni, una
scena
di ricamare poco propria in campagna, un giuoco d
parlare all’amante, mentre egli da parte ascolta ed osserva, la quale
scena
, benchè non nuova, produce tutto l’effetto; commo
uce tutto l’effetto; commovente quanto comporta il genere comico è la
scena
in cui Isabella ode il tiro di leva del vascello
zione. Ne adduco per saggio la mia traduzione di buona porzione della
scena
undecima citata dell’atto II : Isabella Vien gen
llo stile e del giudizio. Lodevoli singolarmente sono nell’atto I; la
scena
prima in cui si espone il soggetto, si dipingono
più austera una corona più gloriosa, ma bisogna obedire al padre : la
scena
in cui don Luigi vorrebbe che ella si fidasse di
e gli animi alle commozioni che si vogliono eccitare, fe dipingere la
scena
, secondochè afferma Aristotile nella Poetica, pro
l conte Pietro di Calepio critico per altro assai saggio. In tutta la
scena
di Menelao e di Teucro trovo soltanto che quegli
ia di stoltezza; or dove sono gli obbrobrii esagerati? Più forte è la
scena
con Agamennone. Questi come re de’ re irritato pe
ciò arriva Ulisse, e cerca di placare Agamennone; nè in questa ultima
scena
trovansi punto le villanie decantate. Perchè dunq
llissima imitazione. Tragica e degna del gran Sofocle è pure l’ultima
scena
. Antigone conosciuta per moltissime traduzioni s
ado del vigoroso divieto di Creonte. E notabile nel l’atto secondo la
scena
delle due sorelle Antigone ed Ismene, che disprez
il di lei carattere ottimamente scolpito spicca con ispezialità nella
scena
con Crisotemi sua sorella. La moderazione di ques
di questa serve d’artifizioso contrasto col trasporto di Elettra. La
scena
di Elettra che piange Oreste tenendo l’urna delle
erno obbligato, o vogliam dire accompagnato dagli stromenti. La prima
scena
del l’atto quinto è molto vivace pel vago contras
da quelle che ce ne rimangono; perocchè nel solo Prometeo alla prima
scena
intervengono la Forza, la Violenza, Vulcano e Pro
l’antico pittore teatrale Apatario, il quale dipinse acconciamente la
scena
nel teatro di Tralles. Ciò che di lui si dice ind
ione più unica che rara. Annunciava, secondo l’uso, la sua entrata in
scena
con qualche parola : va bene, va bene, ecc. ecc.
u vuoi venire nella Compagnia di X ? Sei un briccone : e il Dio della
scena
ti punirà d’aver disertato la bandiera di monsign
lotti, negli ultimi anni d’arte, s’impaperava più dell’onesto. In una
scena
nella quale sorprendeva una conversazione intima,
e, alle usanze dei tempi e delle nazioni che sono rappresentate sulla
scena
. E dico accostarsi il più che sia possibile; che
a Vitruvio come, avendo un pittore di quadratura dipinto a Tralli una
scena
, e avendovi figurato non so quali cose là dove pe
enir dal fondo del teatro, perché di là solamente ci è l’uscita nella
scena
; ed ognuno può avere avvertito con quanta disconv
torrioni di giganti quei personaggi che si affacciano dal fondo della
scena
, facendocegli giudicare oltre modo lontani la pro
icare oltre modo lontani la prospettiva e l’artifizio appunto di essa
scena
. E cotesti giganti impiccoliscon dipoi e diventan
spalle o alla cintola, dove venissero a toglier via l’illusione della
scena
. E generalmente parlando, nel mescolare il vero c
o artifiziosamente, mandandolo come in massa sopra alcune parti della
scena
e quasi privandone alcune altre, non è egli da cr
lò, ma non mantenendosi del tutto fedele neppure a costui, provocò la
scena
di gelosia della quale abbiam fatto parola, e che
e processo, lo condannò, ma quando volle applicare la pena dovuta, la
scena
si cangiò ad un tratto. Il sergente in forza del
gli lasciò le occupazioni teatrali prima di depurarle del tutto, e la
scena
francese dopo di lui si riempì della morale dell’
Inès. Riprende altresì di sconvenevolezza ciò che dice la Reina nella
scena
quarta dell’atto primo, cioè che all’arrivo di Do
ra notarvisi varie allegorie, apostrofi, perifrasi poco proprie della
scena
e della passione. In compenso i suoi caratteri mi
on ancora perfezionata. La dichiarazione di amore fatta da Varo nella
scena
quarta dell’atto II con tanta poca grazia e fuor
per tanto ed interessa il magnanimo carattere di Marianna. La quarta
scena
dell’atto IV tra Erode e Marianna mostra egregiam
s &c., è maestrevolmente espressa. Viva e teatrale è parimente la
scena
seconda dell’atto V, in cui ella posta nel maggio
he circostanza e si desidera spazio più verisimile agli eventi. Nella
scena
terza dell’atto V Bruto manda i Padri Coscritti e
evole Tito con Bruto, compie ogni aspettativa, vedendosi nella quinta
scena
dipinta egregiamente l’ umiliazione di Tito, e la
ella loro povertà, non vagliono unite insieme quattro versi di questa
scena
. Giva così il Voltaire avvicinandosi al Cornelio,
Zaira vien dipinto nelle parole di Nerestano e di Fatima nell’ultima
scena
. Ella offendeva il nostro Dio, dice il primo,
pericolo, come fa lo stesso Narba ed altri ancora. Nell’ interessante
scena
quarta del medesimo atto III di Merope che crede
suo odio verso di lui. Barbaro, tiranno, l’ha chiamato nella seconda
scena
dell’atto IV. Va, gli ha detto quando ha saputo d
ifonte? Stravagante, e senza utilità pel tiranno mi sembra la seconda
scena
dell’atto V, in cui egli vien fuori unicamente pe
e tragico al più alto punto, coll’ interesse sostenuto che aumenta di
scena
in iscena, coll’ unione in un gran quadro ottimam
di lui difesa. Perchè si cerca che lo scellerato rimanga punito sulla
scena
? Certamente per ricavarsene un frutto morale da f
imo di Alzira al ritorno di Zamoro creduto morto, rende eccellente la
scena
quarta dell’atto III: Alz. O jours! o doux mome
arte che l’accrediti. Meglio combinata col mausoleo si vorrebbe nella
scena
sesta dell’atto terzo la sala dell’assemblea nazi
peggiano le sue vedute filosofiche senza interessare abbastanza sulla
scena
, Ericia ossia la Vestale, Artemira disapprovata d
però squarci vigorosi i seguenti. La parlata di Orbassan nella prima
scena
pieno di nobile indignazione per vedere la Sicili
de’ tempi della cavalleria è pure il bell’ orgoglio di Amenaide nella
scena
quinta dell’atto IV, Lui me croire coupable! . .
. . Il devoit me connoître &c. Ma sopra ogni altra cosa l’ultima
scena
è delicatamente toccata co’ più patetici colori n
erchè egli si arroga la gloria di essere stato il primo a recar sulla
scena
i fatti nazionali? e tutti i compatriotti perchè
o di Belloy! E che direbbero i suoi compatriotti se si mettesse sulla
scena
un ladrone infame col nome di qualche principe de
iti dal teatro moderno i traditori, gli empj, i gran furbi &c. La
scena
che richiede somma varietà, correrebbe rischio di
a folla stupefatta, poi volgeva le spalle e riprendeva serenamente la
scena
interrotta. Si racconta che al famoso monologo de
ipe di Danimarca, disse il suo e non essere coll’accento voluto dalla
scena
. Talora l’esquilibrio della mente lo fece nervoso
l pubblico. Attore distinto, come diremo più innanzi, non portò sulla
scena
i convenzionalismi della scuola, piacendo anzi pe
della Canobbiana, nacque a Milano il 1836. Cresciuta si può dir su la
scena
, desiderò vivamente di farsi artista ; e dopo una
posò Francesco Ciotti. Recitò fino al ’70 ; poi dovette abbandonar la
scena
per mal ferma salute, e si ritirò a Firenze nella
quali comincia una comica lotta di parole con l’Eco, che torna poi in
scena
, per dir così, con Titiro al secondo atto, e con
scene, sono versi abbastanza garbati come i seguenti che tolgo dalla
scena
undecima dell’atto quarto. Dopo che Fiammella ha
Comedia, Virtù, Onore, Ignoranza. La Comedia non osa più mostrarsi in
scena
, perchè aborrita da gente neghittosa a cagion d’i
Checcherini Marianna. L’ultima caratterista della
scena
napoletana, attrice di grandissimo pregio, nacque
a con la madre e una sorella, Giulietta. Dopo il ’44 spariscono dalla
scena
del Teatro Nuovo. Ma poi vi si rivede la Marianna
na lunga lotta finisce col soccombere. Nessuno dei tanti Otelli della
scena
moderna, incarna questa lotta tremenda con più ef
ntro di lui, s’abbandona tutto alle sue furie, giura vendetta. Fu una
scena
meravigliosa a cui il pubblico assistette stupefa
embianze geniali, e gli occhi suoi sono due vivi specchi in cui sulla
scena
conosconsi chiaramente gli affetti interni dell’a
spettacolosa, con promessa in un manifesto reboante, di mutamenti di
scena
a vista prodigiosi, di macchinismi non più veduti
i, attraeva a sè ogni specie di spettatori al suo primo apparir su la
scena
. Degl’inni di lode alzati alla diletta artista sc
e per l’abbandono della Commedia goldoniana. Riaperte le porte della
scena
al nostro Goldoni anche alcuni moderni scrittori
Modena, fatta di elementi giovani, non viziati da eroi o eroine della
scena
. Giuseppe Costetti ne traccia il seguente ritratt
ostetti racconta che avendo ella baciato veramente Paolo nella famosa
scena
d’amore della Francesca di Pellico a' Fiorentini
Comedia italiana il 19 gennajo 1719 con l’abito di Arlecchino in una
scena
aggiunta alla commedia di Gueullette, Arlequin Pl
che ha il potere di afferrare il pubblico al suo primo apparir su la
scena
. Sposò Maria Agnese Siméon, che esordì alla Comed
edere non può avere la verità richiesta nell’epopea, l’avrà poi sulla
scena
? Ebbe dunque ragione m. Diderot allorchè declamò
arvero gl’incanti e la mitologia, e le divinità vidersi bandite dalla
scena
allorchè essa imparò ad introdurvi gli uominia. S
da m. Coignet. Il sig. Elmotte volle imitare il Pigmalione colla sua
scena
lirica le Lagrime di Galatea, la quale lontana da
elancourt il proprio cognato. Chi approverà un esempio siffatto sulla
scena
? Vedere una giovanetta virtuosa che in apparenza
ttimo successo Una notte di Federigo II, in cui si osserva più di una
scena
ben maneggiata, e varie idee piacevoli e spiritos
in Italia gli spettatori si frammischiano con gli attori sulla stessa
scena
, come avviene in Francia, lasciando appena dieci
i tempi del XVIII si è riparato all’inconveniente di mischiarsi sulla
scena
gli spettatori con gli attori. Vero è pur anche c
latea larga 39 piedi e lunga 32 si vede una scalinata dirimpetto alla
scena
. Nel palazzo di Versailles si edificò nel 1770 da
sedio di Citera. Ciascun atto ha una nuova decorazione e mutazione di
scena
; ma vi è l’inconveniente che in ognuno si cala il
ipario, e l’uditorio dee attendere che si pianti con gran lentezza la
scena
. Lione ha un teatro grande sopra tutti i teatri f
unga 54 piedi, e larga 40; vi sono gradini intorno, e dirimpetto alla
scena
, e tre ordini di logge continuate senza divisione
o della verità e del senno prendendo ad imitar gli uomini anche nella
scena
musicale. Debbo però soggiugnere che al contrario
esporne la tessitura e le principali bellezze, senza omettere qualche
scena
che ci sembri disdicevole alla gravità tragica.
di armi, il quale nel voler parlare al cantar del gallo sparisce. La
scena
si cangia nell’interiore della regia. Il re attua
orali in tuono famigliare, e le impone di più non parlargli. Torna la
scena
del muro della regia, dove giugne Amlet accompagn
io che cinguetta in tuono famigliare, basso talvolta, e proprio della
scena
comica. Viene sua figlia Ofelia, e gli narra la n
rla ad alcuni di essi con famigliarità; vuol poi sentir declamare una
scena
sulla morte di Priamo. Egli stesso prima ne decla
de. Io farò che quegli attori rappresentino avanti di mio zio qualche
scena
che rassomigli alla morte di mio padre. Così lo t
razio, di cui egli si fida, gl’ingiunge, che mentre si rappresenta la
scena
da lui aggiunta, tenga egli l’occhio attento su d
o? “Aml. Questo è un assassinamento. “Ofel. Al parere adunque questa
scena
muta contiene l’argomento del dramma”. Si finge
ta scena muta contiene l’argomento del dramma”. Si finge nella prima
scena
che il re e la regina esprimano i loro affetti. I
he stà mal disposto, perchè ella si è ammazzata da se coll’affogarsi:
scena
comica bassa. Cade il loro discorso sulla nobilit
denti, ed alcune interessanti situazioni tragiche che vi sono come la
scena
dell’ombra con Amlet nell’atto I, e l’altra di Am
i personaggi che parlano, e qualche volta s’indica l’argomento della
scena
. Nell’atto I leggesi in margine Rex Borsius loqu
re, il coro ed un messo che nulla dice di più degli altri. Nel III la
scena
passa da Ferrara a Napoli, ed in esso un ambascia
agnia di Drusiana compiange la prigionia del Piccinino. Nel V atto la
scena
torna a Ferrara. Un messo racconta al duca Borso
ne ad Orfeo nell’inferno. Ma quì si chiederà come debba concepirsi la
scena
, passando tutta l’azione in due luoghi. Giudica i
luoghi. Giudica il prelodato Affò essersi dovuta in Mantova formar la
scena
ad imitazione delle antiche, che figuravano a un
inarsi alla reggia di Plutone, e dall’altro l’inferno stesso. Ma tale
scena
bipartita converrebbe all’atto IV, e non al riman
un’apparenza diversa da quella dell’atto IV. Dovè dunque cangiarsi la
scena
nella guisa che oggi avviene ne’ drammi musicali,
a guisa che oggi avviene ne’ drammi musicali, servendo all’azione. La
scena
dell’atto I dovea rappresentare una campagna a pi
mane armenti, Ma ben sentii mugghiar là dietro al monte. Ed in tale
scena
potevano passare anche il II e III atto parlandov
azione de’ loro riti. Che se di tutte queste cose volesse idearsi una
scena
stabile, non riuscirebbe difficile compartirvele;
i Pluto, mentre altrove espongonsi cose assai meno vivaci. Adunque la
scena
nell’Orfeo fuor di dubbio cangiossi, servendo anc
i personaggi che parlano, e qualche volta s’indica l’ argomento della
scena
. Nell’atto I leggesi nel margine Rex Borsius loqu
, il coro ed un messo che nulla dice di più degli altri. Nel terzo la
scena
passa da Ferrara a Napoli, ed in esso un ambascia
di Drusiana compiange la prigionia del Piccinino. Nel quinto atto la
scena
torna a Ferrara. Un messo racconta al duca Borso
e ad Orfeo nell’inferno. Ma quì si chiederà, come debba concepirsi la
scena
, passando tutta l’azione in due luoghi. Giudica i
ghi. Giudica il prelodato P. Affò essersi dovuta in Mantova formar la
scena
ad imitazione delle antiche, che figuravano a un
inarsi alla reggia di Plutone, e dall’altro l’inferno stesso. Ma tale
scena
bipartita converrebbe all’atto IV, e non al riman
n’ apparenza diversa da quella dell’atto IV. Dovè dunque cangiarsi la
scena
nella guisa che oggi avviene ne’ drammi musicali,
a guisa che oggi avviene ne’ drammi musicali, servendo all’azione. La
scena
dell’atto I dovea rappresentare una campagna a pi
e armenti, Ma ben sentii mugghiar là dietro al monte; ed in tale
scena
potevano passare anche il II e III atto parlandov
azione de’ loro riti. Che se di tutte queste cose volesse idearsi una
scena
stabile, non riuscirebbe difficile il compartirve
di Pluto, mentre altrove espongonsi cose assai men vivaci. Adunque la
scena
nell’Orfeo fuor di dubbio cangiossi, servendo anc
o si vorrebbe far risalire al teatro antico ; e il Sand trascrive una
scena
della Mostellaria, mettendo a raffronto delle ser
icolo del Mercurio di Francia, che s’è visto al nome di Francesca, la
scena
dell’incendio che precede la parodia di Berenice,
no a che la servetta ha seguito l’antica traccia, essa ha avuto sulla
scena
una parte spiccatissima e un ruolo per sè. Chi ab
pubblico. Le Sacchi-Paladini, le Romagnoli, le Cutini spariron dalla
scena
, e il ruolo della servetta fu a poco a poco ingoi
Carlo e Filippo. Lodevole fu il disegno dell’autore di esporre sulla
scena
alla pubblica derisione la ridicola vanità degli
tiene scrupolosamente alla pratica moderna di non mai lasciar vota la
scena
, e si vale di una locuzione propria della mediocr
duelo? La giovane Rufina carattere freddo ma di buona morale nella
scena
II del II vorrebbe che Cortines suo padre (sarto
singanno accader possa con danno o dispiacere del padre. Quindi nella
scena
seguente comandandole Giusto che cosa mai pensi d
go pieno di un patetico che giugne al cuore, dice la pastorella nella
scena
prima del II: Ay! esta misma vega Testigo fue
taba! Ay triste! el valle dura, Y acabò mi ventura! Nella terza
scena
del III, in cui si parlano la prima volta dopo la
avola. Dall’altra parte non vedesi nell’italiana vestigio della bella
scena
del Dispetto di Lucilla ed Erasto, in cui essi la
ben può indicare che da tal commedia egli trasse probabilmente quella
scena
. Comunque sia la storia dimostra che siccome Guil
rava nel Misantropo, comincia nel Tartuffo a sentirsi sin dalla prima
scena
della vecchia Pernelle. La vivacità ch’è l’anima
-ballo, in cui Moliere raccolse tutti i divertimenti introdotti nella
scena
, uscì nel 1670. La varietà degli oggetti che appa
o recitata nel 1671, sebbene il sacco in cui si avvolge Scapino, e la
scena
della galera appartengano a un genere comico più
one; ma da un soggetto così arido Moliere seppe trarne partito per la
scena
comica colla caparbieria di Filaminta preoccupata
duto il teatro di Borgogna che manifestò la sua inclinazione verso la
scena
. Coltivò i suoi talenti colle lettere studiando p
Se imbatteva in qualche personaggio originale degno di ritrarsi sulla
scena
, nol perdeva di vista prima di averlo pienamente
da artefice sagace che abbellisce imitando. È incerto che in qualche
scena
del Borghigiano Gentiluomo e del Tartuffo avesse
da una novella del Boccaccio già dallo stesso Porta trasportata sulla
scena
. Il Dispetto amoroso è del Secchi. Lo Stordito e
a soggetto di Carlo Antonio Veronese, fu accidentalmente ferito sulla
scena
, e non si riebbe più perfettamente. Da quando ebb
o dal Campardon, riporterò l’aneddoto, concernente la ferita fatta in
scena
al nostro artista. 1759 – 16 Settembre. Dichiar
e vecchia, com’ ella era, si conservava brillante, e vivace sopra la
scena
, un poco troppo anch’ ella nella parti serie ed i
sera fu certo più accetta al pubblico della tragedia stessa, fuor di
scena
pare fosse un vero grano di pepe. Ella era prima
’invenzione d’alcune commedie a soggetto delle quali anch’ oggi sulla
scena
se ne suol far uso. » Morì in Romagna nel 1747.
chisce la voce, che l’Autore e gli amici che gli facevan corona su la
scena
, temetter per un istante che il Diligenti non pot
fezione di arte ? E a vederlo e sentirlo nel Maester Pastizza e nella
scena
musicale a soggetto, chi crederebbe ch’egli sappi
Pastizza ? E nel Pedrin o Massinelli coll’incomparabile vecchio della
scena
a soggetto ? A tal proposito, ben fece la Perseve
coll’amico del Spos sequestraa, che in due minuti si trasforma su la
scena
da vecchio, può infatti competere col celebre att
ona. Non sarebbe anche qui il caso, a vedere il Ferravilla fuor della
scena
, con quell’aria d’uomo triste o almen d’uomo anno
le occupazioni teatrali prima di depurar del tutto la tragedia, e la
scena
francese, dopo di lui si riempì della morale dell
iede. Riprende altresì di sconvenevolezza ciò che dice la reina nella
scena
quarta dell’atto I, cioè che all’arrivo di don Pi
ra notarvisi varie allegorie, apostrofi, perifrasi poco proprie della
scena
e della passione. In compenso i suoi caratteri mi
ncora non perfezionata. La dichiarazione di amore fatta da Varo nella
scena
quarta dell’atto II con tanta poca grazia e fuor
per tanto ed interessa il magnanimo carattere di Marianna. La quarta
scena
dell’atto IV tra Erode e Marianna mostra egregiam
fils ec, è maestrevolmente espressa. Viva e teatrale è parimente la
scena
seconda dell’atto V, in cui ella posta nel maggio
e circostanza, e si desidera spazio più verisimile agli eventi. Nella
scena
terza dell’atto V Bruto manda i Padri Coscritti e
evole Tito con Bruto, compie ogni aspettativa, vedendosi nella quinta
scena
dipinta egregiamente l’umiliazione di Tito, e la
povertà, non vagliono unite in un fascio quattro soli versi di questa
scena
. Giva cosi il Voltaire avvicinandosi al Cornelio,
Zaira vien dipinto nelle parole di Nerestano e di Fatima nell’ultima
scena
. Ella offendeva il nostro Dio, dice il primo, Et
pericolo, come fa lo stesso Narba, ed altri ancora. Nell’interessante
scena
quarta del medesimo atto III di Merope che crede
ato il suo odio verso di lui. Barbaro, tiranno , l’ha chiamato nella
scena
seconda dell’atto IV. Va, gli ha detto, quando ha
lifonte? Stravagante e senza utilità pel tiranno mi sembra la seconda
scena
dell’atto V, in cui egli vien fuori unicamente pe
re tragico al più alto punto, coll’interesse sostenuto che aumenta di
scena
in iscena, coll’unione in un quadro grande ottima
iti dal teatro moderno i traditori, gli empii, i furbi solenni ec. La
scena
che richiede somma varietà, correrebbe rischio di
a del Voltaire. Perchè si cerca che lo scelerato rimanga punito sulla
scena
? Certamente per ricavarsene un frutto morale da f
imo di Alzira al ritorno di Zamoro creduto morto, rende eccellente la
scena
quarta dell’atto III: Alz. O jours! o doux momen
arte che l’accrediti. Meglio combinata col mausoleo si vorrebbe nella
scena
sesta dell’atto III la sala dell’assemblea nazion
il cui piano gli costò moltissimo senza interessare abbastanza sulla
scena
, Ericia ossia là Vestale, Artemira disapprovata d
strano la convizione del delitto. La concione di Orbassan della prima
scena
pieno di nobile indignazione al vedere la Sicilia
de’ tempi della cavalleria è pure il bell’orgoglio di Amenaide nella
scena
quinta dell’atto IV: lui me croire coupable!… il
coupable!… il devoit me connoître . Ma sopra ogni altra cosa l’ultima
scena
è delicatamente toccata co’ più patetici colori n
erchè egli si arroga la gloria di essere stato il primo a recar sulla
scena
i fatti nazionali? E perchè i suoi compatriotti g
del Belloy! E che direbbero i suoi compatriotti se si mettesse sulla
scena
un ladrone infame col nome di qualche principe de
pello prenderà in isposa Bianca unica prole di Contarini. Atto II. La
scena
rappresenta un appartamento della casa di Contari
de Contarini, io non sono più l’arbitro del destino di mia figlia. La
scena
lunghissima alfine contiene che Contarini decisiv
sul palazzo dell’ambasciadore di Spagna. In seguito della lunghissima
scena
dell’atto III della contesa poco tragica di Conta
pronuncia, e nel fondo punisce. Montcassin e Pisani si ritirano, e la
scena
rimane vota secondo il più recente metodo de’ mod
che l’autore ebbe l’imprudenza di smascherarsi. Trasparisce nella VI
scena
dell’atto III la grazia comica di Molière oggidì
rancaleu creduto effetto dell’arte da essi posta in rappresentare una
scena
, grida attonito: Comment diable! à merveille! à
aurait jouer mieux que vous du visage. Sommamente comica ancora é la
scena
IV dell’atto IV, nella quale Francaleu, che ha da
e le sue premure piacevoli, per lo spettatore animano egregiamente la
scena
. Lepida é pur la scena VI di Lisetta, che destram
oli, per lo spettatore animano egregiamente la scena. Lepida é pur la
scena
VI di Lisetta, che destramente fa confessare a Da
aestria possano avere le moderne scene. A gran tratti é marcato nella
scena
II da Lisetta: S’il n’avait de mauvais que le fi
ce perfide. Cleone stesso perfeziona il proprio ritratto nell’ottima
scena
I dell’atto II: Quand je n’y trouverais que de q
quoi m’amuser, Oh! c'est le droit des gens; et je veux en user. La
scena
III dell’atto II é piena di dipinture naturali de
di quei che vogliono parer gravi e laconici. Non può terminar sì vaga
scena
con una osservazione né più vera, né più gloriosa
volupté pure. Et c’est là qu’on entend le cri de la nature. L’ultima
scena
dell’atto IV contiene presso a poco lo stesso str
V del IV atto del Tartuffo, sebbene l’arte comica che campeggia nella
scena
di Molière, é più risentita, più vivace, più maes
ltra penserebbe Saint-Albin? Delicato é ancora ciò ch’egli dice nella
scena
VIII dell’atto II «Si on me la refuse qu’on m’app
ote243. Si é dunque a quelli tempi tentato due volte di mostrar sulla
scena
un padre di famiglia, e non pertanto questo carat
i senza dubbio son comici, e gli affetti delicati. Dice ella nella II
scena
dell’atto I: «Il m’avait caché ces bruits dans la
mile a quello della Perintia, dell’Andria, dell’Hecira? La V e l’VIII
scena
dell’atto III son belle e teatrali. La III del IV
francesi a voce bassa borbottando quando compariscono dal fondo della
scena
, e declamano più sonoramente quando si accostano
ad esempio come recitatore, non fosse, come tutti i suoi colleghi di
scena
un’arca di scienza : e nel Consiglio villanesco d
zione della commedia, di Roma che era, in Firenze, recando così sulla
scena
i leggiadri e ricchi vestimenti della sua terra :
condanna aperta, senza mezzi termini, or de' controsensi di messa in
scena
, or di quel volere l’ applauso a ogni scena, a og
' controsensi di messa in scena, or di quel volere l’ applauso a ogni
scena
, a ogni parlata, a detrimento della verità, della
o Parabosco ebbe un giorno a scrivergli : E’ mi par vedervi sopra la
scena
farvi schiavi quanti vi veggono et odono. Io sent
l’avversione o apatia del pubblico, dovette piegarsi, e abbandonar la
scena
a cinquant’anni circa, per godersi il danaro che
specie nelle egloghe. Dalla prima di esse appunto traggo parte della
scena
di introduzione, che è uno de’ soliti assalti amo
Era sua massima che i componimenti teatrali, doveano giudicarsi sulla
scena
, e non impressi. Certamente acquistano fama agli
e quando affetta asprezza ed umore al comparir de’ servi. Egli nella
scena
II dell’atto II fa nella propria persona una dipi
suo morbo, sul modo di contenerli colla moglie, é ben graziosa nella
scena
II. La prima dell’atto III di Lovemore a tavola c
tant cambiata da Lovemore, e ne risulta l’equivoco grazioso della VII
scena
. La Moglie Gelosa, commedia del signor Giorgio C
co occupato sempre de’ suoi cavalli, é ben espresso. Graziosa nella I
scena
dell’atto II é la genealogia di una giumenta, la
teatro italiano, il francese, e lo spagnuolo ancora fremerebbe a una
scena
simile alla III dell’atto III tra madama Orgone e
rvore, esclamando, «che seno alabastrino! che vista!» Peggio nella II
scena
dell’atto IV «Madama, dice Simone, egli é lunga p
guadagno, lo spettatore crede di esser congedato, quando nell’ultima
scena
comparisce un nuovo personaggio, un signor Antoni
mancare di fedeltà all’amico, é un tratto ammirabile; ma l’idea della
scena
tra Raps e Anselmo é quasi degna di Molière. I dr
si contengano ne’ limiti del verisimile, allettino il pubblico dalla
scena
, e piacciano agl’intelligenti nella lettura per l
molti anni, fu rifatto nel 1767 in nuova forma senza tavolato per la
scena
, essendo destinato ai balli in maschera, oggi pur
va a un sonator di chitarra, il quale alle occorrenze compariva sulla
scena
stessa e accompagnava le donne che cantavano. Ogg
mantillas, seggono, tutte unite in un gran palchetto dirimpetto alla
scena
, il qual si chiama cazuella e congiunge i due arc
n gran palco chiamato tertulla, posto, come la cazuela in faccia alla
scena
di là gode lo spettacelo la gente, più seria e qu
porremo la tessitura e le bellezze principali, senza omettere qualche
scena
che ci sembri disdicevole alla gravità tragica. A
i armi, il quale, nel voler parlare, al cantar del gallo sparisce. La
scena
si cangia nell’interiore della reggia. Il re attu
varie domande risolve di recarsi nel luogo dove apparve. Si cangia la
scena
in una casa del vecchio Polonio. Laerte prende co
orali in tuono famigliare, e le impone di più non parlargli. Torna la
scena
del muro della reggia, dove giugne Amlet accompag
ancia in tuono famigliare, basso di tratto in tratto, e proprio della
scena
comica. Viene la figlia Ofelia, e gli narra la no
a ad alcuni di essi con famigliarità, e vuol poi sentir declamare una
scena
sulla morte di Priamo. Egli stesso prima ne decla
de. Io farò che quegli attori rappresentino avanti di mio zio qualche
scena
che rassomigli alla morte di mio padre. Lo trafig
questo? Aml. Questo è un assassinamento. Of. Al parere adunque questa
scena
muta contiene l’argomento del dramma. Si finge n
sta scena muta contiene l’argomento del dramma. Si finge nella prima
scena
che il re e la regina esprimano i loro affetti. I
e stà mal giudicato, perchè ella si è ammazzata da se coll’affogarsi;
scena
comica bassa. Cade indi il loro discorso sulla no
, e da alcune interessanti situazioni tragiche che vi sono, come è la
scena
dell’ombra con Amlet nell’atto primo, e l’altra c
alche motto che muova a riso. Ma questo vero indiscreto non dee sulla
scena
imitarsi; in prima perchè la parte più sana ripre
la conversazione, dovrà come in fatti avviene, dispiacere ancor nella
scena
, dove la natura dee comparire scelta e convenient
ve se ne sarebbe come altrove trovato più d’uno. Voleva mettere sulla
scena
un usurpatore e un omicida, e per renderlo dispre
(op. cit.) per questo artista, che dipinse pel teatro di Varsavia una
scena
di camera.
o dar bella Donna altrui diletto e pena, che in su la viva e luminosa
scena
faccia a Venere, a Palla, invidia e scorno. Febo
tro quaggiù cesse il desio, che sua vita per sempre ebbe serena. O di
scena
dolcissima Sirena, o de’ Teatri Italici Fenice, o
lano Apollo, questa il cui valor cotanto ammiri, ed ave per teatro e
scena
Italia e ’l Mondo ; e d’ eloquenza piena, e de’ s
ta ruina sua memoria immortal rode, o cancella. D’ogni gloria maggior
scena
fastosa, fatti giardin d’un sempiterno alloro, gi
Quivi Accesa d’amor, d’amor accende l’eterno Amante ; e ne l’empirea
scena
, che d’angelici lumi è tutta piena, dolce canta,
iti de recitanti — Colori de gli habiti — Habiti barbari piu uaghi in
scena
— Habiti delle tragedie — Habiti pastorali — Habi
e. Et uoglio che sappiate, che quantunque spesso paia a chi recita in
scena
, di dire adagio, non è mai tanto tardo, che a l’u
possi fra moderni ueder meglio per chè in fatti ella è tale su per la
scena
, che non par gia a gli uditori di ueder rappresen
O quante uolte son io stato ambiguo un pezzo, nel riconoscere uno in
scena
, per non esser ben differente da un altro recitan
ni nouita piu piace assai, riesce molto piaceuole spettacolo ueder in
scena
habiti barbari, et astratti dalle nostre usanze,
ite alla greca. Et per questo, piu che per altra cagione fo io che la
scena
della comedia nostra che uedrete martedi [piacend
nciare. Sant. A questo modo, non è periglio, che possi restar da una
scena
all’ altra, il Theatro uoto. hora ueniamo al mand
ate le tende, con passo lentissimo et graue da la estrema parte della
scena
. et giunto con tardità a mezo d’ essa ; fermarsi
come per iscostarsi quanto piu sia possibile dalle prospettiue della
scena
, poi che accostandolisi perdono del lor naturale,
sforza. Mass. Questo è benissimo inteso. hor ditene di gratia se la
scena
si fingerà, per cosi dire, esser Roma, et che la
come lor citta dino : dandoli notitia della citta che rappresenta la
scena
; della qualita et del titolo della fauola, chied
oggi cosa alcuna ? Ver. Lasciando di parlar di quelli che apaiono in
scena
, di che si trattarà dimane, come ui ho detto, e d
co alcuna uolta di mezzo un’ altro, et il non comparire personaggi in
scena
; fa questo effetto con maggiore eficacia. Mass.
tto assai : et in uero mi conuiene essere a far proua di alluminar la
scena
della nostra comedia, per ueder che non gli manch
esto cortese inuito ? Mass. E per che no ? Ver. Andiamo dunque alla
scena
. Sant. Andiamo. Nulla di più importante e di pi
o. Nulla di più importante e di più interessante per la storia della
scena
italiana, di questo dialogo, in cui sono massime
ico schierati presso la ribalta, al restar gran tempo inchiodati alla
scena
di fondo, presso un camino con le spalle verso il
eziandio su’ teatri stranieri, principalmente perchè sin dalla prima
scena
il pubblico s’interessa per Sofia, e per Saint-Al
el Figlio naturale, ed in Costanza, che farà sempre sbadigliare sulla
scena
. Il disprezzo che aveva Beaumarchais per l’eccell
una riserba la di lui Eugenia tralle favole viziose, e contrarie alla
scena
di Talia. Confesso che egli dovea meglio contener
osa qual si richiede nella tragedia. Il m’avait (dice Eugenia nella
scena
seconda dell’atto I) cachè ces bruits dans la cra
alla commedia, e nocerebbe spesso alla tragedia. La quinta e l’ottava
scena
dell’atto III sono belle e teatrali. È patetica m
erità a tale esagerazione, che, nel Carlo XII, dovendo presentarsi in
scena
bagnato, si faceva buttar sul capo due grosse sec
a, impetrò allora e ottenne dal Governo che non più si adoprassero in
scena
armi vere. L’Alfieri soleva dire del nostro attor
altre Dive. Blanes comparve, e alzando ambe le braccia « Dell’Italica
scena
ecco il sostegno » gridàr contente, e si baciaro
etto del pubblico, doventava un semplice e modesto mortale fuor della
scena
…. Ripensando il tempo della maggior gloria di Bel
truccatura più specialmente ; chè quando Belli-Blanes appariva sulla
scena
, ci si trovava ogni sera di fronte a un quadro nu
sul punto di slanciarsi colla spada alla mano, conforme richiedeva la
scena
, sul suo nemico, côlto da male improvviso, morì.
ieno le tragedie di Gravina. Io vorrei vedere cotesti greci metter in
scena
una tragedia di gusto loro. Mi par impossibile ch
l’Impostore. Ciò che Martello fece, certamente, è confrontarsi con la
scena
parigina, con la recitazione degli attori e la sp
ate nell’occhio del ciclone romano-felsineo e la frequentazione della
scena
parigina si fondono così in un organismo coerente
ca; alle unità pseudo-aristoteliche e alla liceità della mutazione di
scena
; allo ‘sceneggiamento’ nella tragedia antica e in
giudice competente, egli è però delle azioni che si rappresentano in
scena
. [1.111ED] Se tu vorrai che il popolo (e quando d
del fatto rappresentato quanto vi vedrebbero i veri personaggi che in
scena
sono imitati se, non finta, ma realmente operasse
rca ad un solo obbietto; perché, se più azioni si rappresentassero in
scena
, il senso, che tanto è minore quanto è intento a
ci certamente succede fuori del luogo della rappresentazione che è la
scena
, ma per lo più succede appunto in tale distanza c
ione si è che, abbisognando la tragedia di questo esterno aiuto della
scena
per essere rappresentata, quanto più se le moltip
che si figuri seguita in un solo luogo, ma quanto di essa si vede in
scena
e quanto di essa non si vede e che compie con le
ne, non segue mai che in più luoghi. [2.50ED] Quello che si vede è la
scena
, ma questa è sempre stata composta di più parti c
vari lor fini e secondo la varia lor condizione gli attori, sicché la
scena
tragica presa in se stessa non è un solo portico
itare i personaggi da’ quali è maneggiata l’azione, e questa sorta di
scena
anche oggi fra’ vostri dipintori conserva la deno
troverai in quello che non si vede, perché le cose seguite fuor della
scena
e che si narrano in essa sono parte essenzialissi
mmaginazione si possano mettere sotto gli occhi con la mutazion della
scena
. [2.55ED] Tu mi dici che tanto meno la tragedia è
e il supporlo è lo stesso. [2.62ED] Tu mi dirai che la mutazion della
scena
, che è mutazione fisica di luogo, non è verisimil
ien supposto — soggiunsi — che i tragici greci non abbiano mutato mai
scena
e di questa costante opinione è il padre Scamacca
alcuna violenza di mente e con diletto maggiore dell’occhio cangiando
scena
e collocando i discorsi degli occulti affari ne’
ED] Tuttavolta egli è certo che cotesta prodigiosa facilità di mutare
scena
, della quale ha la gloria maggior la tua patria,
rsi così che il guardo non può raggiungere la volubile rapidità della
scena
, e si scorge il tutto mutato prima che lo spettat
di mutare. [2.69ED] Tu ti sei trovato a quei rozzi tempi ne’ quali la
scena
consisteva in una lunga e diritta via di logge o
oce per farsi udire al di fuori. [2.70ED] Più rozza avresti veduta la
scena
se tu fossi nato un secolo avanti e rozzissima se
è mica vero che ne’ nostri teatri non si pensasse alla mutazion della
scena
. [2.76ED] Ricorri al tuo Vitruvio e vi troverai c
[2.76ED] Ricorri al tuo Vitruvio e vi troverai che tre cangiamenti di
scena
si congegnavano sui nostri palchi: tragica, comic
hereccia, certa cosa è che favole boscherecce non furono mai poste in
scena
né da’ Greci né da’ Latini, benché gli uni e gli
, non vi ha dubbio che vi erano ordigni per cangiare l’una nell’altra
scena
congegnati a foggia di trigono che, raggirandosi
oico ed a far spettacoli scenici in onore del suo Cesare, cantò: Vel
scena
ut versis discedit frontibus. [2.81] Lo che, co
hé Virgilio ripone la pompa di quello spettacolo nella mutazion della
scena
, cosa la quale per chi partisse da un’opera e all
a io alle rappresentazioni di alcune tragedie greche con mutazioni di
scena
non paragonabili certamente alle vostre, ma, col
.84ED] Parliamo primieramente del primo. [2.85ED] Egli cominciava con
scena
tragica. Avresti veduto una reggia in un padiglio
[2.92] Eccolo uscito fuori del padiglione ed ecco mutarsi la tragica
scena
in satirica, morendo Aiace al cospetto degli udit
E lascia dire il padre Scamacca intestato di questa unità rigorosa di
scena
, che non contento d’aver in grazia di essa ammess
de tre ore di un suo discorso a provare, che nell’Aiace non si cangiò
scena
, cosa affatto inutile, per non dirla affatto ride
, dato e non concesso che ciò potesse essere, ciò sempre saria mutare
scena
di tragica in satirica, se non sul palco almeno n
fine essendo la morte di Aiace, ben saria strano il farla seguire in
scena
, per rappresentarla nell’orizonte. [2.95ED] I pit
ED] Eccone uno appunto sul bel fronte della tragedia ove è dipinta la
scena
di Antigone. Il luogo è sacro, siccome congettur
ED] E che sia vero che questa tragedia è composta di due mutazioni di
scena
, Elettra, quella Elettra che prima sedeva al lett
ito in strada; ma d’altra parte appiattandosi Fedra in casa, ecco una
scena
fra la di lei ancella, il coro ed il semicoro, pe
[2.117ED] Ippolito, poi che è morto vicino al mare, vien portato in
scena
e Teseo esce a farvi sopra le smanie e ciò segue
Sofocle non ho io fatto menzione per esemplificarti la mutazion della
scena
, che ivi veracemente non è, ma per dirti che la s
mutazion della scena, che ivi veracemente non è, ma per dirti che la
scena
satirica fu alle volte costantemente usata da’ no
a in teatro. [2.128ED] Càcciati dunque di capo lo scrupolo di cangiar
scena
e lascia gracchiare a questi affettati adoratori
to altro non considerarono che il loro bisogno, piantando talvolta in
scena
per un atto intero, per due ed anche quasi per tu
le ragioni. [3.17ED] In tanto piace il ragionamento rappresentato in
scena
in quanto imita il vero parlare de’ gran personag
resentiamo, seguendo in ciò la regola generale di tutti i discorsi di
scena
che, per non annoiar gli uditori, s’imitan sempre
ragionamenti; e quindi avviene che in tre ore al più si discorrono in
scena
materie che non si digerirebbero in otto, anzi in
ottamenti. [3.27ED] Ma quando un personaggio non ha chi lo ascolti in
scena
ed ivi è o credesi solo, allora, essendo in tutta
empli a tuo favore non si scarseggia. [3.32ED] Ma certa cosa è che la
scena
appresso di noi compariva sempre guernita di pers
ta di personaggi, benché un solo parlasse. [3.33ED] Noi piantavamo in
scena
una certa razza di popolo che alle volte s’instat
e ‘comparse’. [3.35ED] Questo popolo adunque, che sempre trovavasi in
scena
, non impediva con la sua presenza i soliloqui per
nita a’ vostri bravi poeti; e perché dunque non la rappresentarono in
scena
con tutto il suo fuoco e nel suo maggior lume, si
in un astuto, in un rimbambito, e di venerabile me lo fa comparir in
scena
ridevole. [3.73ED] Tu ti torci, ma abbi pazienza;
o se ne usurpa dipoi altrettanto. [3.83ED] Nell’Ifigenia hai posta in
scena
una vergine innamorata, ma che però preferisce il
può dal cuor suo sradicarsi, è almen necessario col rappresentare in
scena
gli amori, insegnarle a nodrirli con sobrietà, di
in numero quattro volte maggior delle case, fanno di sé medesime una
scena
assai vaga, che ad ogni passo si cangia e nella q
un servo accendendo le dodici lampane di cristallo che illuminavan la
scena
, sento tirarmi il mantello e mi volgo e mi vedo a
agedia, giacché il concerto delle viole ci fa sperare quanto prima in
scena
gli attori. — [4.25ED] Così avendomi parlato quel
.110ED] Imperocché gran parte di loro conosce quell’istrione fuori di
scena
che in scena rappresenta Edipo; conosce che quell
ocché gran parte di loro conosce quell’istrione fuori di scena che in
scena
rappresenta Edipo; conosce che quell’Oreste è un
si sopranomina Lelio, che l’Ifigenia è la Flaminia, che quella è una
scena
dipinta, che quegli abiti gioiellati son oro fals
e cristallo; sa che quelle parole sono premeditate; e sente che dalla
scena
vi è con la candeletta sul libro chi le suggerisc
r versi. Dunque non li dei compor senza rima. [4.179ED] Voltiamo ora
scena
e raziociniamo a pro dell’intenzion del tuo autor
’imbarazzano in questa razza di dramma ed io, che vari ne ho posti in
scena
, non ho maladetti di cuore i momenti impiegati a
eremo che cotesto bel corpo sorga di vesti ricche, vaghe, bizzarre in
scena
abbigliato; e queste saran le sue penne e le sue
lo già dilettevole per se stesso, esser molto più per gli aiuti della
scena
, dell’avvenenza e de’ vestimenti. [5.63ED] Ma inc
lve, perciocché i noderosi tronchi e le frasche non son da pittore da
scena
e per lo più gli alberi al lume delle candele rie
siti molto maggiore del vero; giardini con vere fontane, derivate in
scena
con arte; una vista di mare con l’onda spumosa ch
ndo più volentieri in questi che in altri suggetti la mutazione della
scena
. [5.72ED] I castrati, oltre l’essere di voce agil
essa l’intenzione dell’impresario medesimo, cioè quante mutazioni di
scena
egli voglia ordinare al pittore, se commette macc
gio quand’era bambino, e che poi all’uopo del riconoscerlo vengono in
scena
o son raccontati. [5.123ED] Ma quanto alle peripe
so in recitativo ed in ariette o le diciam canzonette. [5.131ED] Ogni
scena
dee contenere o solo recitativo o sola arietta o
oro. [5.142ED] Le escite si adopreranno quando un personaggio esce in
scena
e queste ne’ soliloqui sogliono esser accette, e
alersi delle medie, perché riescono fredde ogni volta che a mezzo una
scena
gli attori muti sono obbligati a star così ritti
tà di note in esprimerla. [5.146ED] Gl’ingressi debbono chiudere ogni
scena
e un musico non dee mai partire senza un gorghegg
verisimile, poco importa. [5.148ED] Troppo solletica quel sentire la
scena
terminata con spirito e con vivezza. [5.149ED] Ma
n spirito e con vivezza. [5.149ED] Ma avverti bene che terminando una
scena
con aria d’ingresso, non cominci l’altra con canz
li atti comparisce bene l’escita. [5.153ED] I duetti nel mezzo di una
scena
si ascoltano volentieri, perché danno un’azione r
gegno ed avendone con molta, ma non infinita difficoltà, posta una in
scena
con grido, vogliono dar ad intendere aver assai p
o di trovarsi il dopo pranzo nel passeggio delle Tuillerie all’ultima
scena
del nostro ragionamento. [6.2ED] Io mi assisi int
o dunque su quel terreno, che forma il palco. [6.19ED] — Ed eccoci in
scena
— cominciò il vecchio — a rappresentar un filosof
ssendo un accompagnamento di pianto e di gemito con quelli che son in
scena
. [6.54ED] Da ciò dedurrai che il vero coro sempre
on si cantano, anzi, quando l’istesso coro accompagna i personaggi in
scena
, non canta, ma geme con quelli, essendo troppo ri
rriva punto a piacermi quel continuo passeggiare che per voi fassi in
scena
attraverso, l’un dietro all’altro; come nemmen lo
’un estremo nell’altro, cominciando sempre i colloqui dal fondo della
scena
in voce sì bassa che dall’orchestra stessa non è
. [6.96ED] Molta avvertenza hanno i Franzesi nel non lasciar vuota la
scena
, volendo la maggior parte de’ tragici loro che re
do la maggior parte de’ tragici loro che resti sempre un attore della
scena
la qual finisce a colloquio con uno di quelli che
per facilitare il movimento de’ corpi, tanto più che questo vuoto di
scena
è difetto del corago, non del poeta, conseguendos
Demairre, che ivi era Giunia, e di Quinault, che era Brittannico, la
scena
in cui questa povera principessa è astretta da Ne
narlo; esce poi Nerone, dal quale licenziandosi la meschina, parte di
scena
, entrando là dove era un momento avanti entrato B
avità, e ben di rado adiviene che variino i tuoni del loro parlare in
scena
, sempre sostenuto in tuon famigliare, ma nobile,
o: ‘pubblico’, sempre, cfr. infra I.[111]. [commento_1.110ED] egli…
scena
: il pubblico è il solo giudice delle opere teatra
Manziana, Vecchiarelli, 2000, p. 15, che sostiene che la mutazione di
scena
renderebbe «imperfetta la favola, facendosi bisog
2. [commento_2.90] Non… fuori: ivi, 735. [commento_2.93ED] padre…
scena
: cfr. supra II.[64]. [commento_2.98ED] Sofocle,
ena. [commento_3.11ED] libertà… occasione: l’ingresso o l’uscita di
scena
di un personaggio è solitamente regolata da una r
ascolti: descrive la convenzione dell’‘a parte’, in cui un attore in
scena
pronuncia una battuta che convenzionalmente non è
ia una battuta che convenzionalmente non è udita dall’altro attore in
scena
. [commento_3.31ED] Aiace… medesimo: particolarm
ommento_3.33ED] s’instatuiva… bande: ‘s’immobilizzava ai lati (della
scena
)’. creanza da Greci: ‘buona educazione alla Grec
Sei e Settecento una lunga querelle, alimentata dal confronto con la
scena
tragica francese in cui il tema amoroso non patis
rand. [commento_4.6ED] s’incontra: ci s’imbatte. [commento_4.7ED]
scena
… abbigliate: si noti la descrizione ‘teatrale’ di
enti non simile sarebbe, ma l’istesso». [commento_4.110ED] conosce…
scena
: conosce l’identità dell’attore che recita. Leli
D] apostrofe: in quanto il personaggio si rivolge ad un altro già in
scena
. [commento_5.145ED] interrogazione: che avvia i
Orazio, Ars poet., 1-5. [commento_6.98ED] sortir… canto: ‘uscire in
scena
da quella parte’. [commento_6.100ED] Demairre:
n il titolo di Teatro italiano o sia scelta di tragedia per uso della
scena
(Verona, presso Jacopo Vallarsi, 1723-1725). una
noi Italiani è creduta.» 26. Vera o piuttosto immaginata la gustosa
scena
di un Martello paladino degli Italiani al Caffè d
ura intenerire il padre. Piena di movimento e di patetici colori è la
scena
di Alcinoe co’ genitori e con Mammolino, quando e
embrano tutti caratteri mediocri, privati, e proprii piuttosto per la
scena
cotuica. La favela nulla ha di grande che congiun
ed abbandona con pari facilità militare. Non è meno comica la seconda
scena
del medesimo atto di molte donne Capuane co’ sold
afilla e Pirindra sono al solito uniformi. Ma comica soprammodo, è la
scena
terza, in cui le sorelle cercano scalzarsi a vice
stanze de’ suoi fedeli che l’esortano a schivare le insidie. La sesta
scena
dell’atto III del loro nobile contrasto è piena d
dell’Ercole in Eta di Seneca vedesi in quella di Amfia nella seconda
scena
, Rotin gli astri innocenti , che possono dirsi n
nti; ma la gioventù schiverà sempre queste liriche attillature. Nella
scena
sesta della Nutrice con Merope si svolge il nobil
rova più d’un passo notabile e vigoroso. Grande è Zenobia nella prima
scena
, nè il carattere è smentito dallo stile. Grande a
roso e senza lirico belletto è il linguaggio di Arsinda nella seconda
scena
dell’atto III. Pieno di grandezza nella sesta è i
legante edificio. Ma con qual arte? L’accenna egli forse in una mezza
scena
puerilmente, e senza cavarne frutto per l’azione,
ato. Ed in poemi si lunghi non mai traviò. Un saggio se ne veda nella
scena
quarta dell’atto I, dove l’autore calcando le orm
Caraccio affatto lontano da i difetti del secolo in cui visse, nella
scena
terza dell’atto III, in cui Corradino saputa la d
troncò da giovanetto gli studi per viver con suo padre la vita della
scena
, alla quale non era chiamato. Stava alla porta e
pregi. Tra questi possiamo notare quel patetico accennato da me nella
scena
del veleno e di Sofonisba moribonda, che forma un
meno seguiterebbe a cercar di deprimere la Sofonisba col criticare la
scena
che siegue alla morte di questa Regina, allorchè
iegue alla morte di questa Regina, allorchè viene Masinissa, la quale
scena
all’ Apologista sembra freddissima. Quando anche
logista sembra freddissima. Quando anche ciò fosse, che perderebbe la
scena
da me lodata? Se in un quadro si osservi una figu
ostrare a dirittura la mia mala scelta, il mio mal gusto nella citata
scena
, palesandone la mancanza di verità e di patetico.
variazioni, o troncamenti, quando posponendo, o anteponendo, qualche
scena
, o tutta, o in parte. E questo non è tradurre? No
. . . Oltre al non esservi natura in questo modo di esprimersi sulla
scena
, scorgesi in tal sentenza una falsità più propria
mente le fa annunziare l’amara notizia il tragicissimo Euripide nella
scena
che incomincia, ιὠ μᾶτερ μᾶτερ τι βοᾶς. Ecco come
dera nel Misantropo, comincia nel Tartuffo a sentirsi sin dalla prima
scena
della vecchia Pernelle. La vivacità ch’è l’anima
aballo, in cui Moliere raccolse tutti i divertimenti introdotti nella
scena
, uscì nel 1670. La varietà degli oggetti che appa
o recitata nel 1671, sebbene il sacco in cui si avvolge Scapino, e la
scena
della galera appartengano a un genere comico più
one; ma da un soggetto così arido Moliere seppe trarre partito per la
scena
comica colla caparbieria di Filaminta preoccupata
duto il teatro di Borgogna che manifestò la sua inclinazione verso la
scena
. Coltivò i suoi talenti colle lettere studiando p
Se imbatteva in qualche personaggio originale degno di ritrarsi sulla
scena
, non lo perdeva di vista prima d’averlo pienament
da artefice sagace che abbellisce imitando. É incerto che in qualche
scena
del Borghiggiano Gentiluomo e del Tartuffo avesse
da una novella del Boccaccio già dallo stesso Porta trasportata sulla
scena
. Il Dispetto amoroso è del Secchi. Lo Stordito è
ita col Vitalba) (V.) ; e scrisse per lei un intermezzo. Tutta questa
scena
d’amori, di gelosie, di perdoni, di abbandoni, de
no far riconoscere la Passalacqua, Goldoni e Vitalba, e mostrar sulla
scena
la mala condotta della prima, la buona fede del s
a, a Bologna, a Genova, potè sviluppare le sue grandi attitudini alla
scena
, diventando una delle più valenti attrici del suo
imo de’benignissimi Veneziani. » Il Pantalone Bissoni poi, che faceva
scena
con lei, aggiunse un’arguta raccomandazione, chia
enda ad abbracciare il primogenito maschio, e quando ricomparve sulla
scena
, il pubblico, messo a parte omai dell’avvenimento
Rossini di Livorno, e mostrando subito le più chiare attitudini alla
scena
, le quali poi sviluppò con gran successo al fianc
lia d’artisti, ebbe sin da piccola una passione viva per l’arte della
scena
, che coltivò poi alla filodrammatica milanese sot
tatori d’ Italia, di provar lungo tempo le gioie ch'ella sa dar dalla
scena
con le incomparabili sue riproduzioni artistiche.
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