si nome di artista egregio nella Compagnia di Antonio Rafstopulo, col
quale
stette più anni. Lo vediamo il triennio 1834-35-3
36 generico primario con Gaetano Bazzi, poi con Gaetano Nardelli, col
quale
assunse per la morte di Giovanni Boccomini il ruo
rincipalmente in questa. Passò poi nella Compagnia di Carlo Re, della
quale
doveva essere primo sostegno Luigi Vestri, che mo
n quella Alberti ai Fiorentini di Napoli, per un triennio, spirato il
quale
, tornò nell’Italia Centrale, formando una Compagn
. Da capocomico solo passò a essere conduttore in società, con non so
quale
attore, ma di Compagnia secondaria : finchè, trav
Isabella Franchini aveva sposato Francesco Biancolelli, comico, del
quale
rimase vedova poco dopo il 1640, e dal quale ebbe
Biancolelli, comico, del quale rimase vedova poco dopo il 1640, e dal
quale
ebbe tra gli altri il citato figlio Domenico. Car
urazioni e disperazioni dell’altro. Ma ventura volle che Buffetto, il
quale
era comico al servizio del Principe Francesco Mar
entrambi : Colombina gli fe’dono d’un suo ritratto in miniatura, del
quale
aveva già fatto promessa per lettera, e sul quale
o in miniatura, del quale aveva già fatto promessa per lettera, e sul
quale
egli scrisse la seguente ottava : Già fu il mio
Staffetta del Serenissimo suo Padrone gli consegnò una lettera, nella
quale
era il comando reciso di recarsi fra due giorni a
tormentati. Buffetto supplicò Isabella che gli lasciasse Menghino, il
quale
, perchè amavalo come padre, fu subito da tutti co
nto egli aveva potuto avanzar nell’arte in quattordici anni circa. Il
quale
atto commosse per modo Isabella, che volle per la
redi uno dell’altro. Pensi ognuno l’allegrezza del pover’uomo, il
quale
si sfogava a cantare : Hora si, che son contento
dini per lettere al Serenissimo di Parma, concesse un passaporto, nel
quale
era detto che la Maestà della Regina aggregava Co
Parigi in data 4 febbraio 1646, una lettera piena di amarezza, colla
quale
nullameno assentiva a lasciar l’adorata consorte
ombina, fu, certamente, un de’più antichi della commedia italiana, il
quale
troviam già dal 1530 nella Compagnia degl’Introna
prime imagini di Colombina abbiamo nel quadro di Porbus del 1572, nel
quale
egli ritrae un ballo della Corte di Carlo IX : il
e fu accolto nella Compagnia con due lire austriache al giorno, nella
quale
esordì a Parma col semplice annunzio : « Signor C
re e direttore della famosa Compagnia dei Fiorentini di Napoli, nella
quale
egli scritturò pe’l corso di quarant’anni i più r
è giunta alla sua perfezione. Chè tal è il porgere di Adamo Alberti,
quale
gl’Italiani (non parlo di quelli che si tagliano
che si tagliano i pensieri alla francese) han sempre voluto che sia :
quale
la benigna natura glie lo ha largito, dotandolo d
ressivo, d’un gesto pronto e vivace, d’un movimento libero e securo ;
quale
glie lo han raccomandato a prova nel suo tirocini
il celebre Francesco Augusto Bon, autore ed attore reputatissimo ; e
quale
finalmente più conveniva allo stile di Goldoni, s
a, più saggia veramente della Colomberti, e attrice valentissima ; la
quale
, invecchiando la Tessari, diventò l’idolo del pub
timi anni della sua impresa ai Fiorentini, in quella Compagnia, nella
quale
faceva le sue prime armi Andrea Maggi al fianco d
le Bozzo ; e si poteva benissimo da quegli splendidi resti arguire di
quale
inesauribile vena di comicità fosse dotato ne’più
i scartafacci di formule e ricette e poesie per l’arte drammatica, la
quale
cominciò a esercitare per affettuosa devozione ve
, cui eran mancati di punto in bianco e suggeritore e attori ; e alla
quale
diede poi, avuti i primi successi, tutta l’anima
te vera. Fece, non trionfalmente, le prime armi con Cesare Rossi, dal
quale
passò con Roncoroni in America, per tornar poi in
, poi della Duse, poi della Vitaliani, poi della Della Guardia, colla
quale
trovasi tuttora, e colla quale andrà l’anno pross
aliani, poi della Della Guardia, colla quale trovasi tuttora, e colla
quale
andrà l’anno prossimo (’97-’98), nella Compagnia
ti facoltosi, fu messo, giovinetto, nel celebre Istituto Truglio, dal
quale
dovette uscire anzi tempo per rovesci di fortuna.
atello lo consigliò, a meglio distrarsi, di darsi alla pittura per la
quale
aveva mostrato da giovine chiara inclinazione ; m
rrompere gli studj, giunto a filosofia, còlto da una passione, per la
quale
fu costretto a fuggire, lasciando la sua in lite
atto motivo, fu costretto il Toffoloni a darsi all’arte comica, nella
quale
riuscì mediocremente. Sposò la cognata di Fabbric
Cavalletti, e madre della celebre Cavalletti-Tessari (V.) ; morta la
quale
, passò a seconde nozze con Giovanna Stefani, che
ova di certo comico detto Bacciccia, che si chiamava Livia ; morta la
quale
, passò poi a seconde nozze con una giovane bologn
sene in Lombardia ; e si unì alla Compagnia di Nicola Menichelli, col
quale
si recò a Vienna. Tornato in Italia si scritturò
Battaglia, a Venezia, con Luigi Perelli, e con Antonio Camerani, col
quale
era ancora il 1781. Recitava il Tomasoli anche se
nventore di un ridicolo personaggio di nome Lattanzio Mescolotti, nel
quale
riuscì graziosamente.
al suo tempo, a fuggire di casa per iscritturarsi non sappiamo più in
quale
compagnietta di zingari. Pensò bene di mutar nome
ul. Lo troviamo nel 1812 a Tolentino colla sua regia Compagnia, della
quale
eran prime parti la celebre Pellandi, Luigi Vestr
; » e G. B. Niccolini ne dettò una breve e forbita necrologia, della
quale
ecco il principio : Paolo Belli-Blanes, fiorenti
er, Gio. Batta Niccolini e Francesco Avelloni il 13 ottobre 1823, dal
quale
, dopo una viva raccomandazione dell’anima nelle m
e (sic) (era una nobile signora veneziana che sposò nel 1817, e dalla
quale
poi visse diviso) il medesimo trattamento che ric
ita della Rose, dimorante a Milano e presso un farmacista Cataneo, il
quale
prega vivamente di cure e assistenze speciali a d
sa a’ parenti di ogni specie, e un polimetro, specie di cantata, alla
quale
ha posto il titolo di Sentimenti affettuosi di Pa
la sua Patria Firenze, i suoi genitori, e la famiglia de’ suoi, e la
quale
comincia così : Care, beate mura cui lambe intor
sidente Lucini : al terzo atto fu gettato dal loggione il sonetto del
quale
unisco copia. Assieme a questo per effetto di sat
esco Belli-Blanes, nipote del precedente. Ormai il nome di Blanes col
quale
salì in tanta rinomanza lo zio, non poteva essere
caratterista e promiscuo, ultimo grado della sua vita artistica, sul
quale
egli si trova tuttavia a fianco di Claudio Leighe
r gloria di Bellotti-Bon, che fu quello in cui egli aveva un’unica, e
quale
! compagnia, non è cui non si riaffacci alla ment
contribuiva la perfezione dell’esteriorità, se così posso dire, nella
quale
son raccolti l’abbigliamento, il portamento, la t
a, e si trovò il ’99 in Napoli, allo scoppio della rivoluzione, nella
quale
, entrato il Cardinal Ruffo e alzato il patibolo p
are il confine e recarsi a Roma sottraendosi così a morte sicura alla
quale
, per le sue idee liberali, era già stato dalla Co
nato. Recitava allora a quel Teatro Valle la Compagnia Perotti, della
quale
anni a dietro fu parte il Belloni ; e venne subit
6 al ’10 fu poi colla Compagnia reale italiana del Fabbrichesi, dalla
quale
si tolse per formar società con Meraviglia, Calam
citava parti di generica il 1853 in Compagnia Sadowski-Astolfi, nella
quale
s’ebbe molte lodi per la Contessa di Cerny nelle
’ genitori da’ soci Antonio Colomberti e Carlo Romagnoli, zio di lei,
quale
prima donna giovane assoluta. Passò nel ’66 in Co
a donna. Entrò quindi a far parte della Compagnia di Alamanno Morelli
quale
seconda donna, e prima (di spalla) sotto l’Adelai
le seconda donna, e prima (di spalla) sotto l’Adelaide Tessero, della
quale
, gravemente ammalata, sostenne con lode un intero
Veneta. Lasciata poi la milizia per l’arte della scena, si scritturò
quale
amoroso dando subito prova di certa riuscita, mer
o Narini, poi al S. Luca di Venezia in quella di Luigi Perelli, nella
quale
si sposò colla giovane attrice Chiara Mattordese.
elli nelle Compagnie di Marta Coleoni e di Maddalena Battaglia, colla
quale
, al S. Gio. Grisostomo di Venezia, il carnevale d
Fu due anni a Napoli con Giacomo Modena, poi con Antonio Goldoni col
quale
creò il protagonista nel dramma l’Incognito, che
i lo sostituì, con gran soddisfazione del pubblico, sino al ’94 ; nel
quale
anno sostituì per le parti di primo amoroso Marc’
i Borgogna in pubblica assemblea d’artisti, al proposito del nome col
quale
il Romagnesi intendeva di recitar la parte di Dot
ampardon di querela sporta da Evaristo Gherardi contro di Ottavio, il
quale
avrebbe per una recita secondo lui arbitraria, co
percosso del bastone sulla testa e sul viso il querelante ; contro il
quale
i fratelli Costantini inveirono già un anno prima
ni e Tortoriti, che conferman pienamente il fatto da lui riferito. Il
quale
pare stia a provare come regnasse un’antica ruggi
ato dal Re in Italia, ne rilasciò ampia testimonianza, in forza della
quale
egli potè al suo ritorno in Parigi, che fu il 170
del Reggente, egli ottenne finalmente un impiego amministrativo, del
quale
si disimpegnò così male, che dovette esserne poco
co, e in breve diede promessa di ottima riuscita per quell’arte, alla
quale
fu trascinato da passione irresistibile, e la qua
quell’arte, alla quale fu trascinato da passione irresistibile, e la
quale
doveva poi condurlo al sepolcro. Egli, non ostant
ia di F. Pasta, passando poi l’anno dopo in quella di A. Maggi, della
quale
fu primo attor giovine corretto ed elegante sino
la quale fu primo attor giovine corretto ed elegante sino al’91, e la
quale
abbandonò in America per tornarsene a Livorno, af
o Ottavio, padovano, primo amoroso della Compagnia dell’ Imer, per la
quale
cominciò a scrivere il Goldoni, fu comico eccelle
o pettegolezzo amoroso in tre, Goldoni, la Passalacqua, Vitalba, nel
quale
il povero Goldoni non fa la più bella figura al m
co di disimpegnargli un abito scarlatto, ricamato d’argento, senza il
quale
non può cominciar le recite, promettendogli di re
dir l’abito a Francesco Cattoli detto Traccagnino (V.), a Venezia, il
quale
ha incarico di farglielo avere a Bologna. Dal '25
vuto restar due giorni in una casa di contadini per asciugarsi, dalla
quale
partì a cavallo, essendo il calesse infranto, con
osto a un medico che gli ordinò cascia con entro gialapa (sciarappa),
quale
gli mosse dimolto e operò assai. Gli ordinò anche
del merito reale del medico, giovanissimo, ricorse a uno rinomato, il
quale
trovatagli una ostruzione al ventre, gli ordinò s
era, quando doveva recitare : e di ciò si duole col solito medico, al
quale
chiede ajuto di nuovi consigli. Il '38 dedicò una
varj comici, tra' quali Rafaele Negri, padre di Adelaide Falconi, del
quale
sposò più tardi l’altra figliuola Ergilda. Dopo a
e al Teatro Partenope, fu scritturato da Adamo Alberti a' Fiorentini,
quale
amoroso a vicenda con Luigi Monti, assumendo alla
Salvini, di Angelo Vestri, di Marchionni e di Virginia Marini, con la
quale
passò poi in Compagnia di Alessandro Monti. Quind
sorprendente in quella di Armando nella Signora dalle Camelie, colla
quale
, a fianco di Virginia Marini, il grande astro sal
si adoperò con qualche suo scritto in pro dell’arte drammatica, alla
quale
, non ostante il posto che oggi occupa di rapprese
enerico) egli ha diritto qui a un cenno speciale di lode pel posto al
quale
, mercè l’amore dello studio e la svegliatezza del
Compagnia del cognato Giovanni Aliprandi. Vi entrò qual segretario, e
quale
scrittor di commedie ; e come da ragazzo aveva ta
n grande importanza. Visse per tal modo coi parenti sino al 1873, nel
quale
anno passò con Giuseppe Peracchi, avendo il cogna
di gioia suprema e lunghe ore di supremo sconforto, è arduo. Egli il
quale
non aveva che un fine nella vita : lo studio ; e
Di lui scrisse il Calissano in un opuscolo edito a Siena il 1876, nel
quale
sono messe in rilievo tutte le buone qualità dell
tà dello scrittore, alcuna opera esaminando con coscienza di artista,
quale
ad esempio, la Moda, una delle migliori, se non l
cati dalle fischiate dell’altra. E oggi, lo sconosciuto Dominici, del
quale
i giovani autori d’Italia non sanno pur l’esisten
l prof. Filippo Berti, e nel '58 esordì al Teatro Paganini di Genova,
quale
amorosa nella Compagnia di Luigi Domeniconi. Fu c
ci. Sposò Alfredo Piamonti, attore generico e amministratore, col
quale
si trova anche oggi, e dal quale ebbe un figliuol
ttore generico e amministratore, col quale si trova anche oggi, e dal
quale
ebbe un figliuolo, che, seguìta l’arte de' parent
amorato con Fedele Venini, e passando poi con Francesco Paganini, col
quale
ebbe campo di mostrare le sue ottime qualità di a
mico di Socrate coltivò parimente la tragedia. L’oratore Teodette, il
quale
con Teopompo e Naucrite concorse nel certame pane
pose fralle altre una tragedia bene applaudita intitolata Mausolo, la
quale
a tempi di Aulo Gellio ancora si leggeva. Altri t
e versia. Giulio Polluce parla della favola Endimione, ma non si sa a
quale
di questi due ultimi Euripidi appartenga. Contemp
oraneo del l’insigne tragico di Salamina fu tra gli altri Senocle, il
quale
ne’ Giuochi Olimpici superò Euripide colle traged
tica celebra la tragedia di Agatone intitolata Αιθος, il Fiore, nella
quale
i nomi e le cose erano tutte inventate dal poeta,
ico compose dieci tragedie, tralle quali l’Etone dramma satirico, dal
quale
si vuole che Euripide tirasse il concetto del pro
colo si compose la nota tragedia sacra intitolata Cristo paziente, la
quale
per più secoli si attribui al prelodato san Grego
ioteca Greca di Alberto Fabrizio mentova Giorgio Cortazio Cretese, il
quale
nel corrotto greco idioma scrisse in verso una tr
parti di maggiore importanza con piena soddisfazione del pubblico, il
quale
vedeva in lui non solamente un artista coscienzio
iovanna Benozzi, artista rinomatissima sotto il nome di Silvia, dalla
quale
ebbe quattro figli, di cui uno solo, Antonio Stef
i, e l’atto di matrimonio di lei col Balletti, un atto d’usciere, col
quale
a istanza di certo Maziau, suo creditore per 230
i, uscito ipso facto, tornò con certo Domenico Morin, tappezziere, il
quale
dichiarò formalmente esser lui il proprietario as
osatasi al Chiari deliberò di intraprender l’arte della scena, per la
quale
mostrò subito attitudini singolari. Esordì con Pi
(1836) collo stesso ruolo nella Compagnia di Romualdo Mascherpa, col
quale
la troviamo e il’ 39 e il’ 42 : e tanto progredì
mi anni con una sorella sposa a Sarzana del dottor Valenti ; morta la
quale
, si recò a Torino, dove morì il 29 marzo dell’ann
fratello di Francesco e amoroso allora nella stessa Compagnia, dalla
quale
usci con lui dopo un anno per diventar capocomica
ca, n’ebbe in compenso eredità di una villa e di non poco danaro, col
quale
costruì a Firenze, ove, rimasta vedova, s’era sta
judi e Benelli prima, poi con Dondini e Galletti sino al ’77-’78, nel
quale
anno formò compagnia in società con Ettore Dondin
lla vecchia madre un conforto alle delusioni avute in quell’arte alla
quale
con ardore di amante aveva dato la mente ed il cu
’ Otello al Paganini di Genova con Drago Otello e Salvini Jago, della
quale
metto qui a testimoniar del valore artistico di A
ra con più evidenza di contrasti la passione che strazia il Moro. Con
quale
disperato rimpianto dice egli addio a tutti i suo
pianto dice egli addio a tutti i suoi sogni d’amore e di gloria ! Con
quale
furore balza alle rinnovate calunnie di Jago, lot
; e, più tardi, della Reale Italiana condotta dal Fabbrichesi, nella
quale
suppliva la prima donna Anna Pellandi. Nel’ 19 fu
s’ebbe lodi moltissime. Sposò il bravo primo amoroso Luigi Paci, del
quale
restò vedova nel ’21. Fu prima donna con Luigi Ve
nna con Luigi Vestri, poi seconda donna di nuovo col Fabbrichesi, col
quale
restò fino all’anno in cui lasciò definitivamente
Paganini Francesco. Figlio del precedente, dal
quale
s’ebbe i primi ammaestramenti nell’arte comica, e
ente, dal quale s’ebbe i primi ammaestramenti nell’arte comica, e col
quale
stette alcun tempo, entrando poi come innamorato
col padre, e fu con lui in Portogallo ove sposò la Corona, assunta la
quale
al grado di prima donna, al suo ritorno in Italia
i di secondo amoroso il ’26 nella Compagnia di Lorenzo Tassani, dalla
quale
passò in quella di Monti, Rosa e Marchionni, scri
li accorti capocomici passato il repertorio intero del brillante, nel
quale
il Dondini potè di punto in bianco mostrarsi arti
una compagnia di cui fu splendido ornamento Clementina Cazzola, (alla
quale
successer poi e la Pezzana e la Pedretti e Tommas
ioso capocomicato, si scritturò in Compagnia Giuseppe Peracchi, dalla
quale
uscì la quaresima del ’70 per lasciar definitivam
, erano, incarnati da lui, altrettanti poemi. Non vi fu pubblico, del
quale
Cesare Dondini non doventasse dopo poche frasi l’
dopo poche frasi l’idolo ; non vi fu critico per quanto sofistico, il
quale
avesse a notar qualche pecca nell’arte sua. Tra t
ce passò prima attrice nella Compagnia del Padre, alla Partenope, col
quale
stette quattordici anni, rivaleggiando colla cele
ajeroni, poi, col marito (1880) in quella di Ciotti, Marchi, Lavaggi,
quale
madre e caratterista assoluta, nel qual ruolo, sp
, poi, in società, nell’America del Sud, poi con Francesco Pasta, col
quale
non potè compiere il triennio di contratto, perch
uovo, A. Boutet nel Don Marzio, tracciò un profilo della Falconi, dal
quale
io traggo le seguenti parole che ben descrivon la
santa. Mai dimenticherò l’accento caldo, convinto, di reverenza, col
quale
una giovanissima e valorosa attrice, alla quale d
to, di reverenza, col quale una giovanissima e valorosa attrice, alla
quale
di Adelaide Falconi chiedevo, mi rispose tout-cou
e passando poi in quelle di Giuseppe Lapy, e di Luigi Perelli, nella
quale
ultima era al tempo di Fr. Bartoli (1782), Innamo
h'ella recitò, applauditissima, spettatrice Maddalena Battaglia, alla
quale
eran rivolte assai parole di lode, e la quale ter
ddalena Battaglia, alla quale eran rivolte assai parole di lode, e la
quale
terminava allora di recitare su le medesime scene
rti ingenue, il 1814, nella Compagnia di Elisabetta Marchionni, della
quale
eran parte il padre e la madre. Nel 1819 sostenev
i di servetta con molto brio, applauditissima sempre dal pubblico, il
quale
vedeva in lei una forte promessa per l’arte. Il G
lie ad Antonio Colomberti il primo attor giovine della Compagnia, col
quale
passò poi, il ’28 e ’29, in Compagnia di Romualdo
e colà sgravatasi d’un bambino, fu colta da febbre d’infezione della
quale
morì, non ancor tocco il trentesimo anno dell’ et
e parti d’ Innamorato che sostenne in Compagnia di Antonio Sacco, del
quale
sposò la sorella Anna, e col quale fu in Portogal
in Compagnia di Antonio Sacco, del quale sposò la sorella Anna, e col
quale
fu in Portogallo, non solo recitando, ma facendo
sostituito nel 1736 l’amoroso Vitalba nei Comici di Carlo Goldoni, il
quale
dice di lui che se fu meno brillante del suo pred
tà, deliberò di abbandonar codici e pandette per l’arte comica, nella
quale
riuscì egregio. Lo troviamo il ’38 generico prima
e il ’43 collo stesso ruolo nella seconda Compagnia Domeniconi, nella
quale
si unì in matrimonio con Luigia Moretti, figlia d
ì in matrimonio con Luigia Moretti, figlia di un suggeritore, e dalla
quale
passò poi in quella dei Fiorentini di Napoli, con
ste, poi di nuovo attore e amministratore di compagnie. Si trova oggi
quale
caratterista con Giuseppe Brignone e Celeste Mont
ate, immaginando un nuovo tipo, mezzo avventuriere e mezzo servo, col
quale
si presentò l’ 11 ottobre 1683, nell’ Arlequin Pr
obbligato a recarsi a Brunswick ov’ era una compagnia italiana, colla
quale
recitò il Mezzettino. Propostogli poi dal re di P
una Dama di Corte, che il Re onorava del titolo di sua Favorita, alla
quale
con le richieste di amore proferì parole non cont
er oltre venti anni, e donde uscì per intercessione di altra Dama, la
quale
, padrona dell’animo del Re, si fece da lui condur
elio, il direttore della Compagnia, compose un prologo in azione, nel
quale
avevan parte Momo, Arlecchino e Mezzettino in cos
ni nel 1729, era dunque nato verso il 1670. Ma ecco un documento, dal
quale
apprendiamo come il Costantini con la moglie Anne
teatro recitata il 1684 la prima volta all’Hôtel de Bourgogne : nella
quale
lo stesso attore rappresentò una parte di furbo e
d’ Orso, esordì all’Hôtel de Bourgogne sotto il nome di Auretta, col
quale
sua madre salì in gran rinomanza ; ma non avendo
li in compenso cento bastonate. La singolar domanda stupi il Duca, il
quale
volle saperne la ragione : e, dettagliela Mezzett
Ma se il libro è detestabile, egli dice, ne va compatito l’autore, il
quale
ha dovuto uniformarsi, scrivendolo, alla capacità
o che riproduco dalla superba incisione originale del Jacob), dopo la
quale
egli dovette andarsene in Germania, si dovesse al
haveramente diritto di cittadinanza nella famiglia dei brillanti alla
quale
appartiene. Noi vorremmo che egli sapesse liberar
Noi vorremmo che egli sapesse liberarsi da una certa cantilena, nella
quale
cade qualche volta sul terminar dei periodi. » Pa
arito di Carolina Caracciolo (V.), artista di pregi non comuni, dalla
quale
ebbe una figliuola, la Pierina, incantevole attri
precedenti, sposò il 1708 Carlo Virgilio Romagnesi, detto Leandro col
quale
fu in Francia a recitare in provincia sino al 172
o col quale fu in Francia a recitare in provincia sino al 1725, e del
quale
restò vedova il 1731. Il 3 maggio 1729 esordì con
e spoglie di Mezzettino, e vi cantò la canzone dell’ Usignuolo, colla
quale
aveva già esordito lo zio Angelo. Il Gueullette i
i Adele. Nata il 1844 a Bologna da parenti non comici, fu scritturata
quale
prima amorosa il ’60 con Luigi Pezzana, il ’61 co
Compagnia di Carlo Lollio ; ruolo che non lasciò più sino al ’95, nel
quale
anno, si ritirò dalle scene, per istabilirsi a Bo
rnesto Rossi, ecc. ecc., ed ora è a Bologna assieme alla moglie), col
quale
, prima in società con Ettore Dondini e Giovanni C
ompreso lo Jal ; tra il’37 e il’38 secondo Carlo Cantù (Buffetto), il
quale
nel citato Cicalamento ci avverte aver avuto Meng
to avere avuta il Biancolelli la prima educazione da Carlo Cantù, dal
quale
, espertissimo Zanni, molto probabilmente accolse
lombina, il Duca potè conoscere e amare anche il piccolo Domenico, il
quale
, molto probabilmente, per intromissione e raccoma
5, quando da quella Cristianissima Maestà vi fu chiamato Buffetto, il
quale
anche ci fa sapere come, presentate le commendati
onosciuto. Non mi fu dato rintracciare il titolo della commedia colla
quale
egli esordì : si sa solo che il primo Zanni della
lla recitazione raffinata, ma un po’manierata di Trivelino ; morto il
quale
, nel 1671, egli ne prese il posto, conservando la
i specie ; primo, la intrinsichezza di Luigi XIV ; al proposito della
quale
si raccontan gli aneddoti seguenti : Gli attori
rmi anche provato dalla somma ch’egli lasciò, morendo, agli eredi, la
quale
ascese a 100,000 scudi.
ge in quella Università, s’innamorò perdutamente di una comica, dalla
quale
fu persuaso di darsi all’arte drammatica. Dopo il
, andò a far parte della gran Compagnia formata da Petronio Zanerini,
quale
amoroso. In capo a due anni, colla piacevolezza d
ò poi nelle Compagnie Pellandi, Bianchi, Avelloni e Benferreri, nella
quale
ultima diventò primo attore di grido, creando pre
ti parenti a Brescia nel 1786, si diede il 1808 alle scene, esordendo
quale
amoroso generico in Compagnia di Antonio Goldoni,
esordendo quale amoroso generico in Compagnia di Antonio Goldoni, dal
quale
fu poi riconfermato ma col ruolo di primo attore
n Marzio, con la Locandiera, col Ventaglio, la stessa grandezza, alla
quale
era salito in gioventù con gl’Innamorati, le Zeli
ati nella Compagnia di Alamanno Morelli, a fianco di Luigi Monti, col
quale
formava la più deliziosa coppia d’innamorati che
i figli d’arte, piccolissima ; poi fu messa in collegio a Milano, dal
quale
uscita, tornò a recitare, esordendo al Carcano co
valier di spirito di Goldoni, in Compagnia di Adelaide Ristori, colla
quale
visitò Londra, Parigi, Barcellona. Del repertorio
ersal sorpresa, si ammogliò al bello e forte attore Andrea Maggi, dal
quale
poi si distaccò artisticamente avendo così divers
una ingiustizia, pensò di chieder soccorso all’arte drammatica, nella
quale
riuscì conducendo esso stesso una compagnia, e re
parte della Compagnia Medebach, in qualità di padre e tiranno, nella
quale
stette otto anni applauditissimo sempre. Restitui
ov’ ebbe un onorevole impiego. Desumo queste notizie dal Bartoli, dal
quale
anche si apprende come il Brandi scrivesse alcuni
comica. L’opera ha nel primo volume una dedica a S. E. Grimani, dalla
quale
apprendiamo che egli fu da lui protetto e benefic
di servire il nobilissimo suo teatro ; e un discorso preliminare, il
quale
ci dice come queste opere regolate fossero preced
nta come in essa avesse parte il maggior suo figlio di anni dieci, il
quale
, recitata la Commedia nella villeggiatura di Sala
è fu ammesso alla prova nel concerto di musica del Reale Infante, dal
quale
si ebbe poi patente di suo Virtuoso di camera. I
probabilmente socio del Battaglia e direttore della Compagnia, nella
quale
si recitavan commedie premeditate e improvvise.
bbidiente e La moglie saggia, e il Chiari La pastorella fedele, nella
quale
più specialmente si mostrò somma. Riferisco dal B
i garbo del Goldoni, recitata qualche sera dopo della Griselda, nella
quale
il pubblico avea già avuto modo di notar le quali
a amorosa, furono un gran pruno nell’ occhio della direttrice, per la
quale
, a guarirla radicalmente, dovè il Goldoni scriver
amente al sepolcro. E la prova abbiamo in quest’ ultima citazione, la
quale
ci mostra chiaro come la povera donna non trovass
sse come prima nel suo coraggio la forza di lottare col male, e nella
quale
a me par di vedere un pizzico di crudeltà nell’ a
i cassoni contenenti gli oggetti costituiti in dote dalla moglie, la
quale
con istanza del 13 ottobre, richiedeva la restitu
vediamo, assieme alla matrigna, la Scalabrini, ma non sappiam dire in
quale
anno, in Compagnia di Pietro Rosa.
nacque a Bassano nel 1770, e fu educata in un collegio di monache del
quale
era priora una zia. Uscita di convento, ad onta d
quisitezza di educazione, si innamorò di un giovine scavezzacollo, il
quale
, chiestala in moglie e non ottenutala, seppe con
rocacciarne in qualche modo. Capitato a Venezia un vecchio comico, il
quale
stava formando una modesta compagnia, scritturò l
itò a recitar la Pianella in prosa e musica, con una compagnia, della
quale
facevan parte artisti discreti. Eccone l’elenco :
oprarsi che potè da solo allevar con decoro una numerosa famiglia, la
quale
nell’arte comica e lirica lasciò bellissimo nome
tore brillante di meriti singolari ; e Virginia, prima attrice, della
quale
discorreremo al nome di Virginia Chiari.
n banco nella Compagnia dell’ Anonimo Ciarlatano Bonafede Vitali, col
quale
probabilmente si trovava il 1733 a Milano, se ben
l teatro di S. Luca, prima donna a vicenda colla Marta Bastona, della
quale
divenne un’emula fortissima ; lasciò giovane il t
vecchiezza s’incamminava. Del merito di lei fa fede Carlo Gozzi, il
quale
nel Ditirambo pel Sacchi Truffaldino (Firenze, ti
nella Morte Civile, potè a quindici anni affrontare il gran pubblico
quale
amorosa della Compagnia di Teresa Mariani. Fu il
sò quindi, prima attrice, con Ermete Zacconi, e con Cesare Rossi, dal
quale
ultimo si allontanò per diventar la prima attrice
col lungo esercizio, la fecero guardar benevolmente dal pubblico, il
quale
nella gentile prima attrice giovine vide, o gli p
mo attor giovine, poi, sino a tutto il ’73, con Alessandro Monti, col
quale
andò a sostituire l’egregio attore Marchetti. Il
la fine del ’91 per entrar nella Compagnia d’ Italia Vitaliani con la
quale
stette un triennio, e dalla quale si tolse per fa
ompagnia d’ Italia Vitaliani con la quale stette un triennio, e dalla
quale
si tolse per far parte sino alla quaresima del ’9
e parti da lui create cito quella dello Chamillac di A. Daudet, nella
quale
si procacciò l’encomio meritato e del pubblico e
bolognese e attrice, che gli morì a Padova di colèra il '55, e dalla
quale
ebbe un figliuolo, Rodolfo. Fu il triennio '56-'5
57-'58 con Robotti e Vestri. Lo vediam poi con Giuseppe Peracchi, col
quale
stette lungo tempo, poi, del '73, con la compagni
igi Monti. Passò del '74 in seconde nozze con Sofia Cerretelli, dalla
quale
ebbe due anni dopo il figliuolo Eleuterio. Entrò
uterio esordì generico giovine nella Compagnia di F. Garzes, morto il
quale
, entrò subito secondo brillante con Pieri e Ferra
. In capo a qualche tempo, il Bissoni ne seppe quanto il maestro, del
quale
divenne il socio, poi separatosene, il concorrent
» E qui si diede ad architettare una storiella verosimile, secondo la
quale
, per certe sue ragazzate, sarebbe stato maledetto
estiere del ciarlatano, aggregandosi a una Compagnia di comici, nella
quale
recitò le parti di Scapino. Passò poi al servizio
tori. » Il poco che potè mettere assieme lasciò a Luigi Riccoboni, il
quale
, con lettera-patente data a Versailles il maggio
o italiano a illustrazione della figura del Joullain (V. pag. 451) la
quale
, secondo il Gueullette è stata fatta per Bissoni
rica e antica. Fa seguito e imitato da Eupoli, poeta più grazioso, il
quale
compose diciassette commedie, sette delle quali r
gloriosa, la fece oltremodo ardita il governo popolare ateniese, nel
quale
i comici e gli spettatori erano membri della sovr
mmedia, non rassomiglia alla greca antica, allegorica, e satirica, la
quale
per invenzione, per novità, per grandezza di dise
che addiverrà d’una greca di ventidue, o ventitré secoli indietro, la
quale
passi nelle nostre contrade sì cambiate da quello
hé son tentati di decidere, che questo Aristofane era un atenieso, il
quale
fioriva sul principio del IV secolo di Roma, temp
ione aveano, non che dell’altre belle arti, della poesia teatrale, la
quale
pure da gran pezza coltivavasi in Italia dagli os
pur si trova che Eupoli diede una commedia, intitolata Marica, nella
quale
(dice Aristofane) ha saccheggiato i miei Equiti,
e il cane rubator di un formaggio di Sicilia allude a un capitano, il
quale
avendo condotte le truppe in Sicilia, si fe corro
personaggi satireggiati41. In tal commedia interloquisce Prometeo, il
quale
viene fuori esprimendo il suo timore di esser ved
in questa, oltre a Mercurio e alla pace, si dà corpo alla guerra, la
quale
pesta varie città, in un mortaio, immagine appart
a la commedia intitolata Lisistrata, ch’é il nome di una ateniese, la
quale
si fa generale delle donne per astringer gli uomi
e Bacco vestito da Ercole e molto poltrone, per deridere un poeta, il
quale
era riuscito male a vestire e caratterizzar quel
i era Aristofane. Dopo ciò, cosa pensereste di un giovane Gaulese, il
quale
più di duemila anni dopo la morte di questo gran
a per la legge divenuta più ingegnosa e più dilettevole, il coro, nel
quale
più che in altra parte solea senza ritegni spazia
va, senza dubbio più dilicata e meno acre delle due precedenti, della
quale
sembra che avesse gittati i fondamenti l’istesso
ntura immaginaria. In quest’ultima dilicata commedia de’ greci, dalla
quale
é uscita la moderna, travagliarono con ottimo suc
o. Oltre alla tragedia e alla commedia, e a qualche favola pastorale,
quale
sembra il Ciclope di Euripide, ebbe il teatro gre
che ce ne dà Ateneo, era una pavola festevole e di lieto fine, nella
quale
interloquivano Personaggi grandi ed eroici, ma vi
iumi, e parole, formarono quel tutto che si chiamò festa teatrale, la
quale
tutta consisteva nel coro, e quei che ’l componev
el recitar i versi con un’azione naturale e con un canto parlante, il
quale
, sebbene accompagnato dagli stromenti, non lascia
Ballo, era men naturale. Ma i movimenti ginnastici del saltatore, il
quale
era nell’istesso tempo cantore54, bentosto ne ing
l canto ch’é animato dalle parole, ebbe minor parte che nel ballo, il
quale
privo del soccorso della poesia, tutto cercò nell
tto in Atene colla direzione di Eschilo dall’architetto Agatarco, del
quale
favella Vitruvio, vi fu ancora il famoso Teatro d
ro di Bacco, tutto di marmo, fatto dal celebre architetto Filone, del
quale
in fino ad oggi si veggono gli avanzi56. Argo, Co
Lacedemone Ancienne et Nouvelle per confutar l’errore del Cragio, il
quale
hassi creduto, che gli spartani non avessero avut
Aristofane a Catilina e a Narciso, e antiposto Lucano a Virgilio, il
quale
anche graziosamente viene accusato dal signor Mar
l’italica nazione in fatto di poesia. L’ardire e la franchezza, colla
quale
i francesi (parso per sineddoche) soglion discorr
el presente sulla preminenza fra gli antichi e i moderni sintomo alla
quale
così scriveva l’anno 1715 il signor di Brossette
Arcelli Emilia, figlia del precedente, allieva di Gustavo Modena, col
quale
fece le sue prime armi come seconda amorosa e dal
o Modena, col quale fece le sue prime armi come seconda amorosa e dal
quale
se ne andò per assumere il ruolo di prima donna g
eschina, l’Ortensia, l’Olivetta, la Nespola. Il marito, trentino, del
quale
non è messo il nome di battesimo, rappresentava i
o marito di Franceschina nella prima delle Farces Tabariniques, nella
quale
appare egli goloso, libertino, sciupone. Francesc
orati. Il suo maggior grido anzi gli venne in quella compagnia, nella
quale
era segnato a dito come il più nobile de’giovani
e, ch’egli ha tuttavia, intitolata da S. A. R. Maria Letizia, e dalla
quale
usci tra gli altri Corinna Quaglia, che sostenne
oco giovamento in quello della sua maggior riputazione artistica, nel
quale
seppe farsi applaudire da ogni pubblico d’Italia,
e mettesse in patto di scrittura di non mai recitar che in prosa ; la
quale
avversione gli venne forse da una cotal consuetud
olina Santoni. Formò, il ’46, società con la Fusarini e Marchi, della
quale
discorre largamente Ernesto Rossi nelle sue Memor
di assedi, di guerre non è a dirsi. Egli invocava aiuto al Modena, il
quale
da Palmanova rispondeva : la posizione tua e di t
r parte della Compagnia di Roma condotta da Cesare Vitaliani, dopo la
quale
fu scritturato in quella di Angelo Diligenti. Lon
iù intime confidenze, nonostante una certa disparità di carattere, la
quale
traspar viva da quelle lettere in cui il sommo ar
ino al 1870. Dal ’70 al ’73 fu con Benini e con Cesare Vitaliani, pel
quale
scrisse Un episodio sotto la Comune, bozzetto in
dettò Luigi Suner, nelle Serate Italiane, un affettuoso articolo, dal
quale
traggo le seguenti parole : Si era formato da sè
punti che la mossero, ha richiami al maestro Luigi Bellotti-Bon, del
quale
se il Garzes imitò molti atteggiamenti della vita
cusse assai. Nel cimitero di Mestre è una lapide di marmo nero, sulla
quale
sono scolpite in oro queste parole : A — Francesc
(V.), fu trattenuto ad arte nella Compagnia del futuro suoceto, della
quale
il Salvini era un de' primi sostegni nel ruolo di
nozze con Fanny Donatelli, divenuta poi buona artista di canto, dalla
quale
in breve fu per infedeltà separato. Lasciato il m
, sempre con lui, in quella di Gustavo Modena ('43-'44), a fianco del
quale
egli sosteneva Achimelech nel Saul, Lusignano nel
aggi pagati a entrambi, e 400 lire in più all’arrivo sulla piazza. Il
quale
onorario, considerati i tempi, fa fede, mi pare,
stolfi, e primo attor giovine, il '55, di quella di Ernesto Rossi, il
quale
di lui lasciò scritto nel primo volume delle sue
memorie : Il vero sesso forte si componeva di un certo Raimondi, il
quale
disimpegnava le parti di primo attore giovine e p
Tornatovi, in permesso, cominciarono in lui i segni della tisi, alla
quale
dovette poco dopo soccombere. Fra le parti ch' eg
Eugenia, piacentina. Si sposò giovinetta a un suggeritore Zocca, del
quale
restò vedova nei primi anni di matrimonio. Recitò
ia, ma venuta in età matura, si diede al ruolo di Caratteristica, nel
quale
riuscì attrice pregiatissima, acquistandosi sino
arte eletta delle Compagnie Paganini, Pelandi, Goldoni e Perotti, col
quale
la vediamo al Teatro Canobiana di Milano il carno
da Venezia del 2 dicembre 1673, non sappiam bene a chi diretta, nella
quale
sono i ringraziamenti per l’avuta parte intera, e
ia ; e l’altra da Bologna del 4 aprile 1679 appena decifrabile, nella
quale
domanda una lettera di raccomandazione pel Cavali
moglie è quella tal Marchetta, citata al nome di Girolamo Chiesa, la
quale
appunto, nel 1664, s’era fatta autrice d’una Comp
alli [4.1] Ma che cosa è finalmente questo nostro ballo, dietro al
quale
va così perduta la gente? Parte del dramma esso n
gilità de’ piedi, ed apparisca quella facilità nei movimenti senza la
quale
il ballo è di fatica a quelli ancora che stanno a
llo del giocatore composto sopra una bellissima aria del Iomelli; nel
quale
vengono mirabilmente espressi gli avvenimenti tut
forza confessare che i Francesi vincono e noi e tutt’altre nazioni. E
quale
tra le moderne ha posto tanto studio quant’essi n
’essi nella scienza del ballo, a cui hanno da natura tale attitudine,
quale
abbiamo noi altri Italiani alla musica? L’arte de
fu aggregato alla Compagnia altro primo attore – Ernesto Rossi – pel
quale
il povero Peracchi, dapprima legato a lui d’amici
mo poi, non gli fu accordato, che dopo un anno di prova, trascorso il
quale
, egli si scritturò con la Compagnia Astolfi e Sad
so ricordare il Peracchi nel primo tempo della sua vita artistica, il
quale
fu, a detta del Costetti, glorioso. Lo ricordo ne
lo facesse dimenticare, o del Cavaliere d’ Industria, a proposito del
quale
, l’ Arte del 28 gennaio '55, in una lettera a Fan
da mostrarsi in abito nero con le falde foderate di raso bianco. Alla
quale
stravaganza si accoppiò quella di una dizione len
ioa. Essendo Epicarmo già vecchio era giovanetto Magnete Icariese, il
quale
secondo il medesimo Suida compose nove commedie,
teneo fiorì dopo di Sannirione, ed è diverso da Drumone o Drimone, il
quale
secondo Eusebiob fu più antico di Omero. A’ giorn
cui Ateneo ci ha conservato un frammento in lode della tragedia, nel
quale
afferma essere agli uomini utilissima, e Timocreo
a, nel quale afferma essere agli uomini utilissima, e Timocreonte, il
quale
ebbe nimistà con Simonide Melico e con Temistocle
rir Cratino poeta di stile austero, mordace e forte ne’ motteggi, dal
quale
si dee riconoscere il lustro di quel genere di co
rica e Antica. Una delle di lui favole intitolavasi Eolosicone, nella
quale
si satireggiavano i poeti tragici ed anche Omero.
tasette anni, fu seguito, ed imitato da Eupoli poeta più grazioso, il
quale
compose diciassette commedie, ma solo sette volte
commedia, la fece oltremodo ardita il governo popolare Ateniese, nel
quale
i comici e gli spettatori erano membri della sovr
ia punto, non rassomiglia alla Greca Antioa, Allegorica, Satirica, la
quale
per invenzione, per novità, per grandezza di dise
mpiuto gli studi legali, ebbe amore profondo, radicato pel teatro, al
quale
avrebbe voluto sagrificare codici e pandette. Ma
adre per Cremona a raggiunger la Compagnia di Alamanno Morelli, della
quale
egli era il primo attore assoluto. Due anni di ar
lla famiglia, nel Falconiere, nella Suonatrice d’arpa, ecc., mostrò a
quale
altezza avrebbe potuto salire : s’ebbe onori e lo
repertorio di Francesco Avelloni intermezzato di drammi spettacolosi,
quale
l’Innegunda di Scandinavia, o Il gran combattimen
lodi prodigate al valor suo, ve n’ha una anche all’artista lirica, la
quale
si mostrava, accompagnata da piena orchestra, spe
egregio, e fu più anni sotto quella maschera, con Antonio Sacco, col
quale
anche si recò in Portogallo. Restituitosi in patr
Stato habbiamo voluto accompagnarli con la presente. Per tenor della
quale
li concediamo ampio e libero passaporto per le lo
ta prossimi. Dato in Milano a’ 30 aprile 1645. Ecco la lettera colla
quale
Buffetto dedicava il Cicalamento : Al Serenissi
ibere volontà, ho composto il presente Cicalamento, intorno a ciò, il
quale
come tributo del mio debito l’espongo alla luce d
igatiss. e devotiss. servitore Carlo Cantù tra Comici Buffetto. Alla
quale
tien dietro, dopo una prefazioncella ai benigni l
(come ne son certo) precipiterà dalle pupille qualche lagrimetta, la
quale
rinfrescherà alquanto il mio ardore. Fatemene dun
imo anco con mio scomodo Buffetto. È strano che di questo artista, il
quale
oltre i monti incontrò tanto il favor del pubblic
i sarà rappresentata dalla signora Giulla Gabbrielli, detta Diana, la
quale
farà conoscer maravigliosamente la sua collera e
, che le medesime saranno valeuoli da renderlo accetto all’A. V. alla
quale
io risoluo di raccomandarlo ? Forse questi due Br
o ? Forse questi due Brighella non eran altro che lo stesso Cantù, il
quale
morì probabilmente nel ’76, come si può argomenta
nea de’Marchesi di S. Martino, in data 30 giugno di quell’anno, nella
quale
, trattando della formazione di una nuova compagni
li termini usati si in comedia, come fuora dal Dottore à pantalone il
quale
si lamentò alla Gaiarda con el sig.r mangelli due
Hora spropositatamente io sono stato mal ricompensato dal Dottore il
quale
ingiuriò me et mia moglie nel honore et riputatio
ssi. Mercordi pasato recitasemo el prodigio del marchese del uasto il
quale
non piaque troppo la Compagnia me preghò per repe
uitato lui me rispose che non hà uoluto inuitare quella fredura ne la
quale
sua moglie non ui à troppo che fare, io sogionsi
rdiola de i sbiri e poi mi fecce rogare la pace per mano di notaro il
quale
uoleua intartenerme perche non uoleua dar quella
la, io mandete a ciamare il mastro di sala dela S.ra donna olimpia il
quale
uene con ordine da lasarme andare et a otto hore
a di andare da la S.ra Donna olimpia come altre uolte ui son stato la
quale
me regalo, giocando con altri, d.1 14½ ; et la Si
forza a hauto nna medaglia di oro con l’ effigie di nostro Signore la
quale
pesa 10 scudi conosco. il mio libro e aplaudito,
non sò però a che me resoluerò perche uoglio el gusto del figliolo el
quale
più aderisse a essere prete che frate. — Suplichi
a leggere quanti più libri potè, coll’esempio anche del padre suo, al
quale
, sebben macellaio, erano sconosciuti ben pochi de
edia, dopo di avere recitato in una compagnietta di dilettanti, della
quale
era anche direttore, partì di Bologna con certo F
’arte propriamente detta. Innamoratosi poi della Teodora Ricci, della
quale
avrem molto a discorrere, la prese in moglie a Ge
lavoro ; e in meno di cinque anni riuscì a pubblicare un’opera nella
quale
era come un catalogo illustrato delle migliori op
a, tornata da Parigi, continuò a recitare, divisa dal buon marito, il
quale
, pover’uomo, nell’articolo che la concerne, le ri
ttro decime, o diecine (sono ottantasei !). Si tratta di un amico, il
quale
interrogato dal Bartoli, gli dà notizie di teatri
oni non ha voluto trascurare di dar qualche lustro ad una Città, alla
quale
deve esso Autore la sua quiete, il Religioso coll
nora Duchessa a una Comedia di Zani della Compagnia della Vittoria la
quale
si ritrova qui molti giorni sono, dove era anche
veva da Gonzaga al Cardinal d’ Este, raccomandandogli la Vittoria, la
quale
desiderava recitar le sue comedie a Padova. E al
o consiste però gratia Ser.mo mio Signor gratia per l’amor de Dio che
quale
la chiesto con le ginochia a tera et con le lacri
auerla potuto seruire questo Carneuale, et perche la riuerenza con la
quale
l’osseruo da tanti ani in quà supera ognaltra ued
sso dico di petrollino, poi che per mia causa è incorso in errore, il
quale
per l’affano che sente si può dir che facia la pe
ol suo cordoglio : ma perche una sintilla de quella benignità, con la
quale
la mi ha sempre fauorita può render noi felicissi
’instanza che me vien fatta per parte di Vittoria Piissima comica, la
quale
dice già aver avuto una sentenza a favor suo sopr
impiegato in quella Casa Senatoria, come dice il Bartoli. A detta del
quale
anche fu generico di molto valore, sapendo rappre
tri mai, temendo di essere licenziato, a preferenza del Barsanti, del
quale
conosceva i pregi e l’utilità, ricorse ad uno str
iamente di sciogliersi da ogni impegno pel venturo anno. Il Sacco, al
quale
il Barsanti premeva davvero, avutane domanda di s
, ove fu scritturata amorosa, in Compagnia di Corrado Vergnano, dalla
quale
passò in quella di Giovannina Rosa, a farvi le pa
a Internari, poi, prima attrice assoluta, col Meneghino Moncalvo, col
quale
recitò, dopo la Carolina Santoni che l’aveva crea
a, con Alamanno Morelli e con Bellotti-Bon, in Compagnia n.° 2, nella
quale
recitò la prima volta a fianco del figlio Belli-B
ccademia de'Fidenti, di dove uscì dopo breve tempo (1871), per entrar
quale
amoroso nella Compagnia della Sadowski, diretta d
si ne prese il posto, che tenne fino a tutto l’anno veniente, dopo il
quale
passò primo attor giovine sotto Francesco Ciotti,
nia Marini che gli fu compagna delle più care : Suo fratello, col
quale
ebbi il piacere di stare qualche anno, era un gen
ella Compagnia Reale Sarda il 1827, al posto di Vincenzo Monti, nella
quale
stette fin oltre il '40. Il Costetti ne lo fa usc
imo attore assoluto della Compagnia Giardini, Woller e Belatti, dalla
quale
passò poi nello stesso ruolo in quelle di Corrado
la cattedra di declamazione alla Filodrammatica di Torino, sciolta la
quale
, passò maestro di declamazione alla Filarmonica S
nte all’oreficeria), si recava co’suoi al teatro della commedia, alla
quale
si sentiva inconsciamente attratto, sin da quando
da questo passando con Raffaello Landini, stenterello anch’esso, col
quale
stette a recitare, prima a intervalli, poi (quare
passare finalmente la quaresima del ’73 con Giuseppe Pietriboni, col
quale
stette sino a tutto il carnevale del ’94. Questi
di alla R. Scuola di recitazione di Firenze, si diede all’ arte (alla
quale
mostrò non poche attitudini) esordendo con Giusep
e di poter frequentare la rinomata Scuola di Carolina Malfatti, dalla
quale
uscirono la Tessero, la Pezzana, Emanuel, Maggi,
nici Scalpellini in quella celebrata Compagnia di Bellotti-Bon, nella
quale
ella salì poi al più alto grado dell’arte, ove se
antevole davvero. Questa figura così vaga, così gentile, intorno alla
quale
il poeta ha speso un largo tesoro di grazia e di
ella spontaneità incomparabile della dizione era un cotal fascino, al
quale
non si poteva resistere…. Con molta bravura, se n
con Romualdo Mascherpa, poi di nuovo colla società Colomberti, nella
quale
, come abbiam detto, sposò Alessandro Monti. Compa
esse, appariscono Apollo nel suo Parnasso coi Poeti ed Aristotele, il
quale
le affida a Felsina sovraggiunta sopra un carro t
un carro trionfale, acciocchè essa decida del merito di ciascuna ; la
quale
dando termine a questa introduzione, così favella
l canto, e rivelandole poi i misteri della Commedia improvvisa, nella
quale
essa fece in breve sorprendenti progressi. Il Kur
medesimo, altro non sono che il corpo o coro intero degli attori, il
quale
con pochissimi versi nella fine prende commiato d
nd’è che nè anche da ciò derivare il farfallone di certo Francese, il
quale
, come narra Madama Dacier, lodava i cori delle c
vo a’ tempi di Augusto; e su inventato da Cajo Melisso da Spoleto, il
quale
nato ingenuo ma esposto per la discordia de’ suoi
ellanarii latini. Tra questi si distinse Lucio Pomponio Bolognese, il
quale
fiorì nel tempo che Tullio prese la toga virile.
Pomponio poeta Atellanario intitolò certo esodiob Pitone Gorgonio, il
quale
, a mio credere, altro non era che il Manduco, per
li parleremo appressoa. Senza ciò che dovremmo pensare di Augusto, il
quale
, non già per pena fulminata contro di loro, ma pe
pubblico da matrone e cavalieri in vece de’ soliti attoria. Pisone il
quale
fu in procinto di essere acclamato imperadore e s
i sessi, e le fe rappresentarec. L’eroe, il filosofo Trasea Peto, nel
quale
, al dir di Tacito, volle Nerone estinguere la vir
l’anello quasi in segno di ristabilirlo nella dignità equestre, dalla
quale
pareva Laberio per capriccio di lui decaduto. And
er luogo tra gli altri della sua classe, e si abbattè in Cicerone, il
quale
mostrandosi imbarazzato diceva non potergliene da
Batillo di Alessandria dalla prisca danza comica formò l’Italica, la
quale
per la troppa oscenità diede motivo ai tratti sat
nche un libro in tal materia. Egli ebbe un discepolo chiamato Ila, il
quale
rappresentando co’ gesti una tragedia, nel voler
ella fazione contraria; e una volta ruppe il capo a un Pretorea. E in
quale
altra guerra avrebbe fatte le sue prodezze un imp
a. Su di ciò vedasi il mentovato trattatino de’ Teatri del Maffei, il
quale
con diligenza raccolse le antiche testimonianze p
giuochi Florali furono istituiti da una cortigiana chiamata Flora, la
quale
lasciò il popolo Romano erede de’ beni da lei gua
medesimo, altro non sono che il corpo o coro intero degli attori, il
quale
con pochissimi versi nella fine prende commiato d
che nè anche da ciò potè derivare il farfallone di certo Francese, il
quale
, come narra Madama Dacier, lodava i cori delle co
vo a’ tempi di Augusto; e fu inventato da Cajo Melisso da Spoleto, il
quale
nato ingenuo, ma esposto per la discordia de’ suo
ellanarii latini. Tra questi si distinse Lucio Pomponio Bolognese, il
quale
fiorì nel tempo che Tullio prese la toga virile.
ponio poeta Atellanario intitolò certo esodio 131 Pitone Gorgonio, il
quale
, a mio credere, altro non era che il Manduco, per
ali parleremo appresso. Senza ciò che dovremmo pensare di Augusto, il
quale
, non già per pena fulminata contro di loro, ma pe
blico da matrone e cavalieri in vece de’ soliti attori136. Pisone, il
quale
fu in procinto di essere acclamato imperadore e s
sessi, e le fe rappresentare138. L’eroe, il filosofo Trasea Peto, nel
quale
, al dir di Tacito, Nerone volle estinguere la vir
l’anello quasi in segno di ristabilirlo nella dignità equestre, dalla
quale
pareva Laberio per di lui capriccio decaduto. And
er luogo tra gli altri della sua classe, e si abbattè in Cicerone, il
quale
mostrandosi imbarazzato diceva non potergliene da
Batillo di Alessandria dalla prisca danza comica formò l’Italica, la
quale
per la troppo oscenità diede motivo ai tratti sat
nche un libro in tal materia. Egli ebbe un discepolo chiamato Ila, il
quale
rappresentando co’ gesti una tragedia, nel voler
la fazione contraria, e una volta ruppe il capo a un Pretore149; e in
quale
altra guerra avrebbe fatte le sue prodezze un imp
si su di ciò il mentovato trattatino de’ Teatri del lodato Maffei, il
quale
con diligenza raccolse le antiche testimonianze p
tuzioni Divine, furono istituiti da una cortigiana chiamata Flora, la
quale
lasciò il popolo Romano erede de’ beni da lei gua
di Lorenzo de’ Medici, e ’l Crescimbeni nella storia della poesia, il
quale
però stimola d’argomento profano124. Crebbero poi
quasi fanciullo125, compose una commedia intitolata la Filologia, la
quale
volle involare agli occhi de’ posteri126. Troviam
commedia intitolata Paulus, Comoedia ad juvenum mores corrigendos, la
quale
conservasi in un codice a penna nell’Ambrosiana d
an piuttosto dialoghi che drammi130. Il trovatore Luca de Grimaud, il
quale
per altro era genovese, satireggiò ne’ suoi dramm
’occhio de’ riguardanti, e non molto opportuno a un regolare dialogo,
quale
a una teatrale rappresentazion si conviene. Parmi
mosso un tal dubbio l’abate Mehus (Vit. Ambrog. Camald. pag. 239) il
quale
ci ha dato ancor qualche saggio dello stile di es
compagnia regolare in società con G. B. Pucci e Carlo Dondini, della
quale
era anche primo attore. Richiamato dal padre a Mi
onfortate dall’ammirazione sconfinata per l’incomparabile artista, la
quale
su tutti gli profuse in privato epistolario e su
n servizio, per tutta la giornata di Domenica, un uomo del popolo, il
quale
si prestava al disimpegno di molteplici faccende,
ogni specie, fra di cui una Cantata di addio del '33 a Torino, dalla
quale
apprendiamo com’egli recitasse in italiano il D.
mettendo per condizione di contratto una recita a suo beneficio, alla
quale
egli avesse preso parte. Per tal modo egli vide l
onda moglie che mise un freno alle inconsulte dissipazioni, non certo
quale
avrebbe potuto, morì in Milano il 29 di agosto 18
imiterii e le teste de’ morti; nell’altro una religiosa disperata, la
quale
nel proprio confessore ravvisa l’antico suo amant
ad inorridire al furioso attentato di Beverlei, che in considerare a
quale
stato di miseria ha egli ridotto il figlio, per l
francese comparve un’altra tragedia cittadina intitolata Camilla, la
quale
cadde perfettamente nella rappresentazione, e si
esti ed altri simili drammi sono discesi dalla tragedia cittadina, la
quale
, ove si preservi da colori comici, e si contenti
dramma senza contrasto riprensibile, la commedia lagrimamente, nella
quale
con pennellate ridicole si deforma un quadro trag
L’invenzione di questa favola appartiene al nostro Carlo Goldoni, il
quale
scrisse in Italia il Padre di famiglia, commedia
ttere comico. Questa favola discende dal Vero Amico dell’italiano, il
quale
mal grado di varii difetti, vale assai più del Fi
ll’atto IV, ed interessante la deliberazione del padre di Eugenia, il
quale
si lusinga di trovare in corte giustizia e pietà.
icata infine è l’esclamazione di Clarendon, Elle me pardonne , colla
quale
per trasporto di gioja egli previene le parole di
a Scozzese è nobile, delicato, interessante. Non v’ha che Monrose, il
quale
pieno de’ suoi spaventi e pericoli porta nella fa
ni Luigi. Cominciò a recitar nella Compagnia di Nicodemo Manni, dalla
quale
passò poi in quelle di Girolamo Brandi, di Pietro
di, di Pietro Rosa, di Francesco Paganini e di Nicola Menichelli, col
quale
trovavasi del 1782. Fu reputato attore di pregio
a sua nota manoscritta parla della eccellenza de'costumi di Lolli, il
quale
, un po'fors’anco per questo, e un po'pel suo nome
di Angelo, era noto più specialmente col nome di l’Ange, o Lange, col
quale
anche talvolta si firmava. Fece rappresentare nel
sò Patrizia Adami (V.), servetta col nome di Diamantina, insieme alla
quale
fu naturalizzato francese il 16 giugno del 1683,
San Carlino di Napoli al fianco dei Cammarano e dei Fracanzano, dalla
quale
uscì il 1803, già ottimo caratterista, a niuno se
venne in breve l’idolo del pubblico, e dello stesso Ferdinando IV, al
quale
dovette forse la sua morte. Sia per doverosa grat
i pubblicamente avverso alla sètta dei Carbonari, gli affigliati alla
quale
viveano in Napoli, facendo temer prossima una sol
Barbarizza Concordia. Comica veneziana, la
quale
fiorì intorno al 1590, e della quale non sappiamo
Concordia. Comica veneziana, la quale fiorì intorno al 1590, e della
quale
non sappiamo altro, fuorchè l’ 11 dicembre di que
rinomata servetta del teatro italiano sotto il nome di Colombina, col
quale
fu celebre la nonna Isabella. Nel novembre del 16
e basti ad aguzzar l’appetito, e vi lecchereste anche le dita. Tale e
quale
di una donna. Fa la civetta a spese dell’onore ?…
lla Commedia italiana a Parigi. Trascelgo dall’Arlecchino Proteo, nel
quale
la Caterina Biancolelli esordì colla sorella Fran
el quale la Caterina Biancolelli esordì colla sorella Francesca, e il
quale
suggerì al signor Devizé l’articolo del Mercurio
atteau, uno de’ più geniali illustratori della Commedia italiana, del
quale
verrò riproducendo le principali opere, ci ha dat
) : e ce lo ha dato Geremia Wachsmuth col suo Inverno (pag. 439), nel
quale
, come si vede, figurano, a lato di Arlecchina, il
ova forma di arte, che vuole, dicono, la fotografia dell’ambiente, la
quale
, oltre al ruolo, ne ingojò persino il tipo….
nte di guitti, passò a Voltri in Liguria, in quella Ilardi-Cardin, la
quale
, purtroppo, era più guitta dell’altra. Finalmente
iretta da Giacinto Gallina, e amministrata dal fratello Enrico, della
quale
eran bell’ornamento, oltre che Zago e Borisi, la
ago e Borisi, la Zanon-Paladini, la Fabbri-Gallina, la Foscari ; e la
quale
esordì con clamoroso successo il 2 settembre a Fe
trimonio [carnovale 18 con la signorina Cesira Borghini di Ancona, il
quale
, a fianco del babbo, con tanto esempio e con tali
so dalla critica inguantata, come s’è visto, anche a Luigi Vestri, il
quale
, artista eminentissimo, di una verità, e soprattu
ni lucenti, di parrucche, vicino alla sua tavola di truccatura, sulla
quale
, accanto ai barattoli del minio, del bianco, dell
ologi istoriati e tabacchiere e ciondoli svariati, e al disopra della
quale
alla parete di fronte, accanto a un grande specch
invece (op. cit.) il nome del Bon sarebbe stato quello di Augusto, al
quale
poi fu aggiunto quello paterno(?) di Francesco. P
re e come poeta. Fu il 1821 nella R. Compagnia Sarda di Torino, dalla
quale
uscì dopo un anno, per entrare in quella Goldoni-
tto, il Bon formò quella società comica Bon-Romagnoli-Berlaffa, colla
quale
si ripromise di ridar vita a tutto il repertorio
e direttore. Si fece poi egli stesso conduttore di quella impresa, la
quale
dopo tre anni cedette ad Alamanno Morelli e Bello
ale dopo tre anni cedette ad Alamanno Morelli e Bellotti-Bon, e della
quale
restò sempre direttore, recitando ancora talvolta
di lui come artista, merita la pena di accennare alla famiglia dalla
quale
usci, assai nota per una specie di eccentricità r
està. Cesare intanto si senti trascinato per l’arte drammatica, nella
quale
entrò giovanissimo. Nel 48 lo troviamo con non si
ica, nella quale entrò giovanissimo. Nel 48 lo troviamo con non si sa
quale
compagnia in Grecia. Scoppiata da noi la rivoluzi
i moti del 31 aveva dovuto emigrare a Parigi dove si guadagnò un nome
quale
maestro di scherma. Tornato in patria, prese part
degli interlocutori e soccombere. Tenutosi per un po', si capisce con
quale
sforzo, nell’attitudine del vinto, ad un tratto s
si Faustina, di Crema, moglie di Domenico Tesi comico bresciano, « il
quale
– dice Fr. Bartoli – sarebbe stato un abile comme
parti di serva, e vi fu ammiratissima ; in una particolarmente, nella
quale
eseguiva un volo pericoloso : tal che una sera al
plausi della nuora, se ne staccò subito, e andò con Pietro Rossi, col
quale
stette un anno. Unitasi a Cristoforo Merli, primo
innamorato (V.), formò il 1776 una Compagnia di buoni artisti, colla
quale
percorse decorosamente le migliori piazze, quali
uali Bologna, Parma, Trieste, Milano, Brescia, Mantova, ecc., e della
quale
un foglio volante di Sassuolo ci dà l’elenco : Fa
suo beneficio, il 2 giugno 1832, al Teatro del Giglio di Lucca, nella
quale
si rappresentò Il Gran Los-Rios Assassino delle A
uale spaventato dai Masnadieri (Pasquale era Giuseppe Guagni) e nella
quale
egli sosteneva la parte del protagonista, con un
ire non riescirà stravagante il fatto che si espone di quest’uomo, il
quale
profugo dalle terre native per un fallo d’amore,
ve nacque verso il 1780, fu allevato nel mestiere del padre, morto il
quale
, vagando di paese in paese, or questo or quello f
urato piuttosto, e gastronomo per eccellenza. Non vi fu Piazza, nella
quale
, al momento della partenza, non trovasse che dire
la Pera, quaranta francesconi per tanti tordi mangiati dal Miutti, il
quale
era tenuto in ostaggio…. A Napoli, avuto dal capo
alcun tempo, in una giovinetta, figlia dell’attore Santo Nazzari, la
quale
recitava allora con molto plauso le parti di prim
e assoluta. Indi la fama del Perotti, conduttore di una Compagnia, la
quale
potè sempre competere colle più grandi d’allora,
ltimi sette od otto anni di vita, fu colpito da insonnia, a vincer la
quale
si diede all’uso dell’oppio, che lo condusse lent
. Angelo di Venezia, poi si fece capo di una Compagnia vagante, della
quale
era principale ornamento la sorella Rosa, e colla
agante, della quale era principale ornamento la sorella Rosa, e colla
quale
, dice il Bartoli, scorse la Liguria e la Toscana
cimiterj e le teste de’ morti; nell’altro una religiosa disperata, la
quale
nel proprio confessore ravvisa l’antico suo amant
a il modello di tale specie di tragedia. Dalla tragedia cittadina, la
quale
, ove si preservi da colori comici e si contenti d
senza contrasto riprensibile, cioè ad una commedia lagrimante, nella
quale
s’imbratta con pennellate ridicole un quadro trag
glio. L’ invenzione di questa favola appartiene al nostro Goldoni, il
quale
scrisse in Italia il Padre di famiglia commedia p
ttere comico. Questa favola discende dal Vero Amico dell’Italiano, il
quale
mal grado di varj difetti vale assai più del Figl
ena del IV, ed interessante la deliberazione del Padre di Eugenia, il
quale
si lusinga di trovare in corte giustizia e pietà.
elicata infine è l’esclamazione di Clarendon, Elle me pardonne, colla
quale
per trasporto di gioja egli previene le parole di
la Scozzese è nobile, delicato, interessante. Non v’ha che Monrose il
quale
pieno de’ suoi spaventi e pericoli porta nella fa
o troviamo poi nella Compagnia di Pedrolino, Giovanni Pelesini, dalla
quale
, com’egli scrive a un famigliare del Duca da Crem
aliani furon messi in disparte sino alla vittoria del Re francese, il
quale
, dopo la presa di Montmélian, si recò trionfante
ere dal Re e dalla Regina la promessa collana con medaglia d’oro, del
quale
il Baschet, alla cui opera magistrale più volte c
e citata vo queste notizie attingendo, ha fatto un largo cenno, ma il
quale
per la sua curiosità e rarità, riporto qui per in
e e della Regina al Duca e alla Duchessa e ad Arlecchino medesimo, il
quale
tuttavia persistè nel rifiuto. Morto Enrico (30 m
Margherita Luciani, moglie del Capitano Rinoceronte (V. Garavini), la
quale
col marito aveva risolto di voler non più saperne
casa Charavay di Parigi. Contro il Tesoriere dalla mezza collana, al
quale
accenna, s’era già scagliato Arlecchino in un pos
l’età avanzata e il bisogno di riposo, domandò umilmente congedo, il
quale
poi, non essendogli stato accordato, si prese da
e alcuni anni ai primi del XIX secolo una Compagnia secondaria, della
quale
egli era applaudito caratterista, e con la quale
ia secondaria, della quale egli era applaudito caratterista, e con la
quale
s’ebbe la più varia fortuna. Morì a soli quaranta
lla Regina, nacque a Brindisi, e si diede giovanissimo al teatro, nel
quale
riuscì collo studio e il buon volere attore di qu
avi ammaestramenti nell’arte comica ; e con Costanzo Pizzamiglio, col
quale
stette più anni, non solo come attore, ma anche a
ò a recitar quindicenne, seconda amorosa, con Virginia Marini, con la
quale
stette un triennio. Fu poi scritturata prima attr
assione per l’arte, è passata al ruolo di prima attrice assoluta, nel
quale
va oggi affrontando, con onore, i pubblici più se
e una tragedia di Gustavo Wasa, ossia il Liheratore del suo paese, la
quale
dal sign. Duclairon autore di una tragedia di Cro
ello di Piron intorno all’amore, ma tutto riguarda la libertà, per la
quale
ha solo combattuto Gustavo. L’azione è ben condot
ggi trionfa sulle scene inglesi mad. Siddons eccellente attrice, alla
quale
tributano gl’Inglesi tutti gli elogj, per la veri
ben rapido fu quello glorioso del capocomicato di Andrea Bianchi, il
quale
non finì certo la vita negli agi e nelle ricchezz
. Lo troviamo agli ultimi del’700, conduttore di una Compagnia, nella
quale
egli sosteneva la maschera del Brighella. L’anno
a scelto per detta Sera una nuovissima Rappresentazione Spettacolosa,
quale
porta per titolo L’INCONTRO DI VENTI REGI all’as
Fantoni. Dall’Accademia Fiorentina passò a quella de' Fidenti, dalla
quale
uscì l’ '81 per andare scritturato con Adeleide T
rigina. Dopo la società con Paladini, ne formò una con Reinach, della
quale
era prima attrice Virginia Reiter, creando poi la
n Teresa Mariani un anno, e un triennio con Di Lorenzo-Andò ; dopo il
quale
formò società con Irma Gramatica e Oreste Calabre
lettere. La musica costante amica de’ versi a ancor fra selvaggi, la
quale
in oriente si frammischia nelle rappresentazioni
, convenne immaginarsi una nuova specie di poesia rappresentativa, la
quale
avesse certe e proprie leggi che in varie cose la
desimo autore. Sia poi che il nobile fiorentino Ottavio Rinuccini (il
quale
fu gentiluomo di camera di Errico IV re di Franci
; ma in quanto al canto ci attenghiamo all’eruditissimo Algarotti, il
quale
diceva giudiziosamente: Se tacessero i trilli do
versi gli uomini? Havvi in tutte le nazioni un linguaggio comune, del
quale
si vale il Turco e il Francese, il Parto e il Rom
lioso, se non quella tacita convenzione trall’attore e l’uditorio, la
quale
sussiste, e sussisterà mal grado di tutti i possi
ell’azione e degli affetti, si ferma a considerare in qual vocale, in
quale
a o in quale e formarono i loro gorgheggi e le vo
degli affetti, si ferma a considerare in qual vocale, in quale a o in
quale
e formarono i loro gorgheggi e le volate la Bandi
ti? Legge egli, per esempio, che l’ambizioso e innamorato Aquilio, il
quale
usa ogni arte per rompere la corrispondenza di Sa
e che si maturi, e ad usar tutta l’arte di un esperto schermidore, il
quale
esamina il nemico, frena l’ira ed aspetta il mome
gitore o spettatore non entrò nella testa del dotto signor Sulzer, il
quale
rimproverò al Metastasio la puerilità dell’aria S
magine come di un paragone conveniente ad un cortigiano guerriere, il
quale
risveglia anzi idee marziali, e manifesta un cont
lti o selvaggi. Ma allora non meriteremo il rimprovero di Platone, il
quale
chiamò la musica stromentale un’ assurdità e un
del Duca di Modena, come abbiamo da una lettera di Alfonso d’Este, il
quale
chiamandolo principal parte della Compagnia e che
o di Napoli, che n’ebbe mandato da cotal feudatario di Monferrato, il
quale
a sua volta avrebbe agito d’ordine del Duca di Ma
agosto 1677 abbiamo una lettera del Dottore Gio. Antonio Lolli, nella
quale
si accenna ad un inganno di Florindo, che non lo
e che il Duca di Mantova l’avesse davvero a morte col pover' uomo, il
quale
per non commessi delitti fece rinchiudere in una
degl’Abiti è un pezzo che sono priuo) et un mio Nipote febricitante,
quale
della Patria fortiuamente uenne à ritrouarmi per
rui sourani comandi ; ma per i miei peccati chiedo pietà, e sollieuo,
quale
spero dalla generosa benignità di un tanto Princi
per ottenere a un congiunto dottore la provvista d’un governo, per la
quale
ebbe a scrivere parecchie lettere. Altre molte ne
ossi), esaltante la città di Livorno e l’attore Giuseppe Fineschi, il
quale
avea, pare, lasciato il teatro, e al nome del qua
eppe Fineschi, il quale avea, pare, lasciato il teatro, e al nome del
quale
è pubblicato per intero il prologo originalissimo
a Milano, entrò in quella maggiore filodrammatica, e nell’ '80 esordì
quale
amorosa con Luciano Cuniberti, passando poi con l
Cuniberti, passando poi con lo stesso nel ruolo di prima attrice, al
quale
era più adatta, anche per la figura matronale, on
l figlio, si unì con Antonietta Mazzari, istriana, in matrimonio, dal
quale
nacque il maggio del 1841 Florido Bertini. Giunta
essandria il padre (che sin dal ’50 era passato a seconde nozze), col
quale
fu scritturato dal conte Iacopo Billi di Fano pel
merica del Sud, ove stette oltre due anni, da Adelaide Tessero, colla
quale
tornò in società, dopo aver passato tre anni in C
ietà con Ettore Paladini e Pietro Falconi per un triennio ; finito il
quale
, si unì alla Compagnia Talli-Carloni-Colonnello-F
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