za indicarne la pagina accenniamo le seguenti parole cambiate: Attici
per
attrici, al regina per tal regina, vicino alla pe
accenniamo le seguenti parole cambiate: Attici per attrici, al regina
per
tal regina, vicino alla per vicina alla, adpena p
e cambiate: Attici per attrici, al regina per tal regina, vicino alla
per
vicina alla, adpena per appena, Rosenoranta per R
ttrici, al regina per tal regina, vicino alla per vicina alla, adpena
per
appena, Rosenoranta per Rosentrantz, precritte pe
l regina, vicino alla per vicina alla, adpena per appena, Rosenoranta
per
Rosentrantz, precritte per prescritte, Radoguna p
icina alla, adpena per appena, Rosenoranta per Rosentrantz, precritte
per
prescritte, Radoguna per Rodoguna, ottonni per ot
pena, Rosenoranta per Rosentrantz, precritte per prescritte, Radoguna
per
Rodoguna, ottonni per ottenni, erbele per Erbele,
Rosentrantz, precritte per prescritte, Radoguna per Rodoguna, ottonni
per
ottenni, erbele per Erbele, Corradioo per Corradi
te per prescritte, Radoguna per Rodoguna, ottonni per ottenni, erbele
per
Erbele, Corradioo per Corradino, suggerimenti per
oguna per Rodoguna, ottonni per ottenni, erbele per Erbele, Corradioo
per
Corradino, suggerimenti per suggerimento, Sofonis
per ottenni, erbele per Erbele, Corradioo per Corradino, suggerimenti
per
suggerimento, Sofonisda per Sofonisba troavrsi pe
le, Corradioo per Corradino, suggerimenti per suggerimento, Sofonisda
per
Sofonisba troavrsi per trovarsi. Contiamo tra gli
dino, suggerimenti per suggerimento, Sofonisda per Sofonisba troavrsi
per
trovarsi. Contiamo tra gli errori l’essersi omess
nto, e la donna di piacere persuasa prudentemente la quale dà le armi
per
iscoprire vie più il nero carattere di Don Geroni
o ad un di lui tenero figliuolo, tutto appartiene al Francese, di cui
per
altro non si sono trasfuse nella commedia le graz
incorre nella taccia di un plagio nel dissimularlo. Anche la Fanatica
per
ambizione del medesimo autore, di cui si parla ne
llo stesso Lasca a M. Giovambatista Altoviti, che il Verzone pubblica
per
la prima volta (Firenze, Sansoni, 1882) e di cui
ice chiaro essere stato il Cantinella il capo della Compagnia, se ben
per
arte inferiore allo Zanni…. Messer Giovambatist
restava al fin lieto e contento. Ma Zanni sopra tutto è uom valente,
per
ch’ or spazzacammino ed or soldato rider faceva e
er faceva e spasimar la gente ; tanto ch’ io credo che Zanni sia nato
per
passatempo, burla, giuoco e festa, e fare il mond
oma delli 22 febbraio 1647. Grandissimo artista fu veramente il Cantù
per
le parti di secondo Zanni, e dal suo Signore e da
nese l’onorava di tal dimestichezza che, venuto a formar la compagnia
per
le solite recite in Parma li fece grazia d’una su
agnia per le solite recite in Parma li fece grazia d’una sua carrozza
per
andare a pigliare la Colombina a Bologna. Arrivat
Parigi, dov’era stato richiesto dalla Maestà della Regina di Francia
per
essere aggregato a quella Compagnia di Comici ita
el viaggio : onori, in vero, incomparabili fattigli pel gran merito e
per
le amplissime raccomandazioni che da Parma recava
o delle quali anche, otteneva da Milano, prima di mettersi in viaggio
per
la gran Capitale, il più ampio dei passaporti, ch
469, foglio 54). Dovendo Diana e Buffetto Comici passarsene á Parigi
per
rappresentare a quella Corte e convenendogli tran
á Parigi per rappresentare a quella Corte e convenendogli transitare
per
questo Stato habbiamo voluto accompagnarli con la
esente. Per tenor della quale li concediamo ampio e libero passaporto
per
le loro persone e per quelle di quattro o cinque
a quale li concediamo ampio e libero passaporto per le loro persone e
per
quelle di quattro o cinque altre che conduranno s
ajuto possibile, osservando e facendo osservare la presente valitura
per
giorni trenta prossimi. Dato in Milano a’ 30 apri
simi dalla sua splendidezza, con havermi connumerato (benchè indegno)
per
servo attuale nella sua Corte, nominandomi per ta
erato (benchè indegno) per servo attuale nella sua Corte, nominandomi
per
tale in più lettere nelle mie occorrenze ad altri
ngo alla luce del Mondo sotto il patrocinio di V. A. sperando non sia
per
spiacerli che questa mia piccola fatica porti in
tien dietro, dopo una prefazioncella ai benigni lettori, una ode che,
per
le cose ivi dette e per la molta rarità del libro
efazioncella ai benigni lettori, una ode che, per le cose ivi dette e
per
la molta rarità del libro mi par metta conto pubb
vi dette e per la molta rarità del libro mi par metta conto pubblicar
per
intero. Del Signor MAVRITIO TENSONIO accademic
tera ch’ei scrive alla sua Lampeggiante Stella È tanto l’ardore, che
per
amor vostro intorno alla pignatta del mio cuore s
che non crepi : mi sforzo però di dimenar il mescolo del mio affetto
per
disaccenderlo, ma non faccio nulla, dove che dubi
to dato in Milano ai Comici Diana e Buffetto il passaporto amplissimo
per
passarsene a Parigi. Ma chi era questa Diana che
or, che ne sente è più che morte. E la bella Diana, E la bella Diana,
per
dolor di tal padre è quasi insana, È quasi insana
pe e disse : Spinetta mia consorte, Diana figlia cara, Sa il Ciel se
per
voi m’è la morte amara, Hor nell’ ultimo addio,
altro mondo…. ? A queste domande io non saprei che rispondere. Basti
per
curiosità che io metta qui alcune lettere inedite
, direttore dell’Archivio di Stato in Modena, ricchissime d’interesse
per
la scena intima d’allora. Molto Il.e et molto Re
lla Gaiarda con el sig.r mangelli due uolte, io pregato da cauaglieri
per
l’agiustamento non solo lo fecci ma per satisfare
lte, io pregato da cauaglieri per l’agiustamento non solo lo fecci ma
per
satisfare questi sig.ri amici del Angela condussi
ndo di hauer agiustato il tutto et pregarlo à non darne parte a S. A.
per
non fastidirla, tanto più che non erano cose se n
marchese del uasto il quale non piaque troppo la Compagnia me preghò
per
repezare l’ auditorio che inuitassi per il giorno
troppo la Compagnia me preghò per repezare l’ auditorio che inuitassi
per
il giorno seguente Colom.na zacag.no et zacag.no
fare, io sogionsi che lo doueua dire che non me n’ incuraua tanto più
per
essere di Giobia et che lo faceua per seruire la
he non me n’ incuraua tanto più per essere di Giobia et che lo faceua
per
seruire la Compagnia, et si come lui e stato caus
et si come lui e stato causa che mai ho fato quest’anno la mia scola
per
non agiustarse a lasar fare la prima parte com’er
auesse disgusto anco di questa Comedia de mia moglie, lui alborosato
per
la Comedia che bramaua el popolo ò per la mia and
de mia moglie, lui alborosato per la Comedia che bramaua el popolo ò
per
la mia andata da donna olimpia me disse, ch’ io e
’ io era un uis de cazzo un Comediante da nulla che non me cognosceua
per
nulla et che non li rompesse il cullo, io sogions
omedianti perche à più mani che me à questa parola me uene alla uolta
per
darme, il S.r Cupis et molti altri messero di mez
abiate pacienza che tutti siamo conosiuti l’Angela li uene alla uolta
per
darli dicendo che era più honorata di lei il port
era più honorata di lei il portinaro l’abbraciò et molti altri e lei
per
suiluparsi dal portinaro li dete un pugno nel uis
e e lasar la spada cossi fecci ma me ariuorno in piazza et il dottore
per
ordine del S.r Ducca della recia et del nipote de
ici del angela fui intartenuto sù el palco, et io me condussero uia :
per
la strada me hariuò el S.r Cupis et Sig.r Felipo
e che me agiustassi ò che me conducesero in tor di nona io ero pronto
per
lasarme condure tanto più che questa tramma de fa
per lasarme condure tanto più che questa tramma de farme far pace era
per
broio de amici del angela li quali non solo furno
uso policino nella guardiola de i sbiri e poi mi fecce rogare la pace
per
mano di notaro il quale uoleua intartenerme perch
il quale uoleua intartenerme perche non uoleua dar quella al dottore
per
le ingiurie riceute qua el S.r Cupis non poteua n
acciò scriueno dolcemente a S. A. del tutto faccia dio che in tutto e
per
tutto me remeto al Comando de S. A. mi metta con
zza de mia moglie sono cose che fano catiuo, tanto più che il dottore
per
essere a l’ombra del patrone me a fatto questo ch
patrone me a fatto questo che se non fusse me farebbe li ponti d’oro
per
riunirci in sieme come me fano tutti li altri com
iuotione se sono in Compagnia si ò nò acciò poseno fare el lor uiagio
per
le lor case caso che fuseno esclusi ; di questo i
on ogni Umilta posibile il Sere.mo patrone di qualche ordine non solo
per
li miei interessi et mio gouerno ma per l’utile d
ne di qualche ordine non solo per li miei interessi et mio gouerno ma
per
l’utile di chi sarà mio Compagno, il tutto però i
eno al riceuere di detta letera capitate doue che non solo in tutto e
per
tutto io et mia pouera casa ci rimetiamo alla Giu
o magior desposti, se sua altezza non ci remedia con la sua Clemenza,
per
il douero bramo e non per altro. Remetendoci semp
altezza non ci remedia con la sua Clemenza, per il douero bramo e non
per
altro. Remetendoci sempre alla benignità di S. A.
doue con bona licenza di S. A. me ne paserò a bologna con mia moglie
per
farlo la figlio de quel monastero che cosi e il g
i tutto core insieme con mia moglie di qualche resolezione in bologna
per
lui suplichiamo dico S. A. acciò entri in una bon
ama la celerità prima che li personaggi si obligano a d’altre persone
per
l’amor di dio Sig.r Don Cornelio la me ne sia pro
mi par strano che ciò mi sia intreuenuto soto ala protetione di S. A.
per
il giusto parlo e non altrimenti e con ogni afeto
S. e con ogni riuerenza come sua serua obligatissima la prego ancora
per
il mio pouero padre come mio marito ha scrito e u
l.e et molto Reue.º sig.r mio patrone Col.mo Per conto della licenza
per
recitare in Roma ogni nostro patrone ci fà animo
.r marchese del Buffalo acciò ci fauorischa di entercedere la licenza
per
noi me ha promesso di fare apresso a Donna Olimpi
risse a essere prete che frate. — Suplichiamo S. A., mia moglie et io
per
il mio povero uechio acciò abbi in bologua una bo
a Compagnia già che noi non lo potiamo sostentare in nostra Compagnia
per
non offendere il gusto de S. A. dove che suplichi
agnia per non offendere il gusto de S. A. dove che suplichiamo, dico,
per
una lettera di fauore in bologna a qualche cauagl
elio che non si deporta malle mio Socero nella parte di pantalone, et
per
dio come ho scritto in Fiorenza piague, prima che
ogna (poi a basso) Padre della Colombina Comica, Caro patrone a V. S.
per
la protecione di ciò di tutto core insieme con mi
one di ciò di tutto core insieme con mia moglie me racomando restando
per
sempre obligatissimi a V. S. : mando la notta de
asi alla fine di Quatragesima e ancora io non ho hauto nisuna lettera
per
mio Governo et per consolazione de mia moglie et
atragesima e ancora io non ho hauto nisuna lettera per mio Governo et
per
consolazione de mia moglie et mia pouera famiglia
rola sola di sentimento in fauore della ragione e non d’altro, e pure
per
bugie state scritte contro di me da Genova a S. A
o di me da Genova a S. A. io ebbi di ordine di S. A. minaccie di uita
per
homo a posta, alhora ben che fureno false le impu
già sento a buccinare molte cosse li quali (Dio facci che me ne menti
per
la gola) tutte saranno in danno della pouera Comp
pouera Compagnia, nissune cosse mie noue ho fatto ne mai la mia scola
per
le ragione scritte tanto basti a chi di me più in
nto basti a chi di me più intende. il mio povero socero atende Grazia
per
guadegnarse un pezzo di pane e ciò lo suplico con
osso far seruicio ben che sia mio socero : del tutto pero me contento
per
seruire a S. A. ma almeno abbi a memoria per l’am
l tutto pero me contento per seruire a S. A. ma almeno abbi a memoria
per
l’amor di dio chi suisceratamente l’ama, riuerisc
a diligenza dal S.r Tassi ouero alla porta che sarano capitati sicuro
per
che cossi me scriuano, (come ho detto) da bologna
Liturgia in questo Collegio di San Isidoro, personaggio ragguardevole
per
sapere, probità, e gentilezza, pochi giorni fa m’
un Congiunto di V.S., dimorante in questa Real Villa, giva indagando,
per
di lei incarico, se mai uscisse alcuna mia rispos
io, in cui Ella egregiamente sostiene le glorie del Teatro Spagnuolo,
per
potervi tosto rispondere. Colla mia solita sincer
ia bazzecola, di avvertirne io stesso il valoroso competitore. Laonde
per
adempiere a questo mio dovere, anticipando colla
ciandolo distintamente, a costo tal volta di rendermi sazievole; e se
per
avventura alcuno me ne fosse fuggito, non ho cert
e per avventura alcuno me ne fosse fuggito, non ho certamente peccato
per
volontà, nè per meschino artificio ad oggetto di
alcuno me ne fosse fuggito, non ho certamente peccato per volontà, nè
per
meschino artificio ad oggetto di scansarne la for
inferire, se mai io abbia voluto formare un mistero di ciò che sono ‘
per
pubblicare, e sottoporre al medesimo suo giudizio
ella mia Storia de’ Teatri. Anzi in Genova mi avvidi che con istudio (
per
altro inutile) sfuggì di spiegarsene meco, per co
vvidi che con istudio (per altro inutile) sfuggì di spiegarsene meco,
per
cogliermi forse appieno senza darmi luogo a chied
co, per cogliermi forse appieno senza darmi luogo a chiedere mercè, e
per
incatenarmi al suo Carro Trionfale Apologetico, c
suo dover fosse il vegliare come buona sentinella in tempo di guerra
per
dar la voce a tempo, Ferte citi ferrum, date tel
nostro contrasto. Parmi di averle altra volta scritto, che io prendo
per
quello che sono le scaramuccie letterarie, e segn
sario. Io sento essere la mia macchina ben lontana dallo sconcertarsi
per
lo riscaldamento dell’atrabile, che altra volta t
esse preceduto alla Spagna nel coltivare qualche genere letterario, o
per
contrario, quale aumento ne risulta alla massa ge
’Italia, o alla Spagna? e quanto meno importerà al resto dell’Europa,
per
non dire a tutta la Terra, non che all’Universo?
di moda, e muojono nel bujo: ma le Nazioni stanno come monti sublimi,
per
lungo corso di secoli, e per altro che per Saggi,
ma le Nazioni stanno come monti sublimi, per lungo corso di secoli, e
per
altro che per Saggi, e Lettere apologetiche, e Di
stanno come monti sublimi, per lungo corso di secoli, e per altro che
per
Saggi, e Lettere apologetiche, e Discorsi rendons
ndonsi chiare. Scriviamo pur noi non pertanto, se a lei così piaccia,
per
anni (dalla quale smania però mi scampi il cielo!
oi che non è l’istesso p. e. chiamare, com’Ella fa, Dramma un’ Ecloga
per
capriccio tutto nuovo*, che combattere pro aris,
ietà, e d’importanza sotto il gran nome di Patria). La nostra pugna è
per
una Dulcinea, cioè per una divinità che noi stess
tto il gran nome di Patria). La nostra pugna è per una Dulcinea, cioè
per
una divinità che noi stessi ci formammo dandole i
o: vaga di sapere, e di vedere navigò talora co’Fenici: errò fin anco
per
le nevose rupi del Caucaso: passeggiò gran tempo
solo di amare la Letteratura dovunque la trovi, ma di amare la Spagna
per
scelta e per dimora al pari di lei che l’ama per
la Letteratura dovunque la trovi, ma di amare la Spagna per scelta e
per
dimora al pari di lei che l’ama per obbligo natur
a di amare la Spagna per scelta e per dimora al pari di lei che l’ama
per
obbligo naturale. “L’amate (mi pare di sentirla a
Teatro? di credere Francesi, e non Spagnuoli, i Provenzali? di tenere
per
Cartaginese Annibale studioso del Greco, e per La
Provenzali? di tenere per Cartaginese Annibale studioso del Greco, e
per
Lacedemone quel Lacedemone che gliel’ insegnò in
miei sofismi, e non volete dissimulare quando io sopprimo varj fatti
per
appropriarle qualche vanto? “L’amate, e vi oppone
Roma? quando io m’ingegno tratto tratto di citare in falso unicamente
per
esaltarla, come feci p. e. in un passo di Lilio G
mo la Spagna colla Letteratura che l’adorna, ma non credo necessario,
per
bene amarla, l’attribuirle glorie immaginarie, e
atin, e pensano molti illustri valentuomini viventi, che si affannano
per
renderla sempre più limpida. Ella vorrebbe che il
inuare in contrario. Ora tocca alla Spagna rischiarata, che io scelgo
per
Giudice, il decidere, dopo aver letta la Storia d
ne la decisione? Essa forse pronunzierà così: Il Lampillas si strugge
per
mostrare di amar più, il Signorelli mostra di ama
n bisogno l’enorme differenza di un’ Ecloga da uno spettacolo scenico
per
disegno, per azione, e per dialogo, e singolarmen
norme differenza di un’ Ecloga da uno spettacolo scenico per disegno,
per
azione, e per dialogo, e singolarmente quella del
za di un’ Ecloga da uno spettacolo scenico per disegno, per azione, e
per
dialogo, e singolarmente quella della II. di Garc
oscana. La vediamo il '22-'23 con Assunta Perotti e Luigi Fini ; poi,
per
un triennio, nella ducale di Parma, capocomico il
capocomico il Mascherpa. Fu con Raftopulo il’ 27, e con Rizzo il '28,
per
tornar poi col Mascherpa sino a tutto il '31. For
seguente con Luigi Domeniconi, poi andò a riposare un anno a Firenze,
per
non abbandonar lo sposo, colpito da fiera malatti
gnia Alberti, Visetti e Prepiani ; ma non vi restò che il primo anno,
per
malaugurato e preparato insuccesso. Fu infine, pe
che il primo anno, per malaugurato e preparato insuccesso. Fu infine,
per
due anni, nella seconda del Domeniconi, condotta
ò a Firenze, ove stette, fuor dell’arte, sino alla morte, che avvenne
per
idropisia l’8 novembre del 1854. Di lei disser
e la mia sincera ed altissima stima pei vostri rari talenti nell’arte
per
temere che in me venga meno l’ammirazione che ris
essa lettera : Non temete ch' io venga ad annoiarvi quando passerete
per
Firenze : ma per la rara abilità della signora Ma
on temete ch' io venga ad annoiarvi quando passerete per Firenze : ma
per
la rara abilità della signora Maddalena Pelzet at
a mia : avete il suffragio dell’Italia, e voi non avete bisogno di me
per
avere un gran nome nell’arte vostra, pure non ho
o a me che, come sapete, vi amo d’un purissimo affetto, io sento che,
per
giungere dove io vorrei, mi mancano le forze : e
tra arte di quello ch'io sia e possa esserlo nella mia. ….. Voi avete
per
voi il suffragio d’Italia : io che sono l’ultimo
quale, con la debolezza di quasi tutti gli autori di teatro, ha lodi
per
gli artisti che han fatto piacere l’opera sua. A
o che giustamente le nega Bologna. Non è fiorentina e ne diranno bene
per
far male a voi…. », scriveva all’Internari : « si
ari : « siete senza contrasto la prima attrice tragica d’Italia ; » e
per
lo contrario dichiara la Santoni, che non ebbe un
in cui furon dettati, paiono a me assai meno sospetti. Il Colomberti,
per
un esempio, suo direttore, di cui la Pelzet in un
ne stimabili ed influenti. La sera del debutto erano tutti in teatro,
per
cui la produzione fu molto applaudita, ma la sign
ogni giorno decadendo dal favore ricevuto nel suo debutto. L'Impresa
per
sostenerla le fece rappresentare alcune tragedie
tersi alzare mai più ; tanto che ella stessa domandò di esser sciolta
per
l’anno venturo. Alla quale proposta l’Impresa ade
aderì vedendo che questa attrice non poteva più esser di alcun utile
per
il teatro de' Fiorentini. Ma un attore di quella
fece esordire dopo tutti gli altri artisti nuovi, come una generica,
per
lasciare che il pubblico accettasse qual vera pri
asse qual vera prima attrice la Pieri-Alberti ; la si tenne inoperosa
per
molte sere ; le si fecero rappresentare varie par
operosa per molte sere ; le si fecero rappresentare varie parti nuove
per
lei e vecchie per il pubblico, non la si circonda
sere ; le si fecero rappresentare varie parti nuove per lei e vecchie
per
il pubblico, non la si circondava dei migliori at
sipario prima del tempo ; gli amici dell’ Impresa non l’applaudivano
per
non perdere l’ingresso di favore…. Tutto ciò pote
mio, che faccia mettere in iscena questa tragedia (Antonio Foscarini)
per
la prima attrice tragica. Non entrate in altri gi
to secondare i vizi dei comici e le loro abitudini, ed ecco il motivo
per
cui non abbiamo amici in quest’arte. Aggiungete i
a ragione veramente ! Ma ancora due anni di pazienza, e avrà lasciato
per
sempre la galera comica, com’ella dice in altra s
o figlio, alla cui sussistenza non può pensare, avendo appena il pane
per
sè. E conchiude : Ecco i frutti di ventisette an
i e la Perotti, non morrò allo spedale. La Rachel è andata a Marsilia
per
dodici rappresentazioni, ed ha avuto duemila fran
a a Marsilia per dodici rappresentazioni, ed ha avuto duemila franchi
per
sera. Farà tre cose : la Fedra, gli Orazj e la St
ni ! Da un omaggio agli attori della Compagnia Pelzet e Domeniconi,
per
le recite dell’estate 1833 a Pistoja, tolgo la se
maravigliosa comica inarrivabile singolare commovitrice d’affetti
per
portamento e nobile gesto commendevole ; in mati
. La vidi crescere, e a lei gradita di liete imagini spargo la vita ;
per
lei si veggano figlie d’amore mille risorgere rid
la stessa, nè si usò sempre pel medesimo oggotto, nè sì presto servì
per
eccitare il riso. Un poco di feccia alterò da pri
ccia alterò da principio il volto dell’attore. E perchè questo? Forse
per
far ridere? Non possiamo sapere se il primo che v
fensore veniva riconvenuto del fatto, e ne rimaneva scornato, ed indi
per
non soggiacere a tale affronto, si asteneva dall’
di giorno in mezzo della piazza a narrare le oppressioni sofferte. Ma
per
timore dei potenti essi comparivano tinti di fecc
sofferte. Ma per timore dei potenti essi comparivano tinti di feccia
per
non essere ravvisati ». Adunque il timore e la ne
colla feccia il sembiante; e gli attori conformaronsi a questa usanza
per
celare il proprio volto e dare a credere di esser
e’ Villani dell’Attica, i quali nelle vendemmie cantando saltarono su
per
gli otri e s’imbrattarono di feccia, si rinvenga
lle capigliature ed indi delle scorze, delle foglie e di simili cose,
per
imitare il personaggio rappresentato, e non già q
chi direbbe che l’autore dell’Eumenidi avesse inventata una maschera
per
far ridere ? Essa allora ben lontana dal servire
adottata una invenzione destinata a far ridere. Questo Cherilo però,
per
quello che si è veduto, fiori nell’Olimpiade LXV,
Del resto nulla dimostra con maggiore evidenza che la maschera si usò
per
bene imitare i personaggi, quanto la commedia. Qu
i personaggi viventi, come Cleone, Lamaco, Demostene, Nicia, Socrate,
per
farli riconoscere dall’uditorio, oltre al nominar
arli, ne imitava esattamente i volti e gli abbigliamenti, marcandoli,
per
così dire, con ferro rovente alla presenza di un
i Equiti di Aristofane, in cui si scorge la diligenza posta dal poeta
per
contraffare il sembiante di Cleone e supplire all
leone e supplire alla maschera che gli artefici ricusarono di formare
per
timore di quel potente cittadino. Confermasi pure
rsi perchè egli era ancora raffigurato nelle maschere degl’istrioni
per
essere stato spesse volte ritratto fin da’ Vasai)
morti. I Romani stessi usarono la maschera ne’ funerali de’ principi
per
imitarne esattamente il volto; e Suetonio raccont
commedia. Nè anche queste medesime maschere mostruose nacquero tutte
per
istudio di far ridere, ma sì bene per quel medesi
schere mostruose nacquero tutte per istudio di far ridere, ma sì bene
per
quel medesimo timore che anticamente mosse i vill
, facendo dagli artefici formar le maschere capricciose e stravaganti
per
fuggire il pericolo che alcuna per disgrazia ries
maschere capricciose e stravaganti per fuggire il pericolo che alcuna
per
disgrazia riescisse simile al volto di qualche pr
here tragiche e comiche naturalissime, rimanendo le altre stravaganti
per
uso di diverse specie di mimi. Quindi vi furono m
all’imitare e coprire L’attore, erano le antiche maschere necessarie
per
altro uso. Lungo tempo in Grecia e in Italia si d
in piazze spaziosissime, dove la voce naturale degli attori dissipata
per
l’aria aperta male avrebbe soddisfatto al gran co
a maschera copiavansi gli altrui sembianti, si cercò di farla servire
per
una specie di tromba da spingere oltre la voce, e
nte contenere quale venti, quale trenta e quale quarantamila persone;
per
non parlare di quello di M. Scauro capace di otta
upola del Duomo di Parma. La maschera dunque presso gli antichi servì
per
occultare il volto dell’attore, per imitare quell
a dunque presso gli antichi servì per occultare il volto dell’attore,
per
imitare quello del personaggio rappresentato e pe
volto dell’attore, per imitare quello del personaggio rappresentato e
per
ajutar la voce; nè mai nelle tragedie e commedie
ato e per ajutar la voce; nè mai nelle tragedie e commedie si adoperò
per
eccitare il riso colla stravaganza, come s’intonò
so colla stravaganza, come s’intonò parecchi anni sono dalle scene, e
per
le stampe dall’abate Pietro Chiari in Venezia, ed
congruat. Con tale meschino artifizio ajustavansi gli antichi attori
per
esprimere col volto i movimenti dell’animo, che s
re in abito di città, con un paniere in mano, contenente due colombi,
per
allusione al nome di Colombina, ch’ella portava i
, per allusione al nome di Colombina, ch’ella portava in teatro. E fu
per
questa ragione che una figlia di Dominique, la Ca
meriti e le virtù di lei, la tempestò di lettere in prosa e in versi
per
piegarla a un secondo matrimonio. Ella, tuttavia
versi per piegarla a un secondo matrimonio. Ella, tuttavia addolorata
per
la morte recente del marito, si schermì gentilmen
rimonio tra Colombina e Buffetto parve a questo argomento sufficiente
per
essere tramandato a’posteri in un Cicalamento (Fi
are a me, e certo parrà anche al lettore, documento interessantissimo
per
la storia del nostro teatro di prosa. Quando tutt
no d’un suo ritratto in miniatura, del quale aveva già fatto promessa
per
lettera, e sul quale egli scrisse la seguente ott
iuoli era a colazione da Buffetto, egli la pregò di volergli lasciare
per
tutta la giornata il minor di essi Domenico Giuse
pace del povero Buffetto. Recatasi la Compagnia d’Isabella a Ferrara
per
farvi il carnevale, accadde che un de’suoi comici
farvi il carnevale, accadde che un de’suoi comici fosse colà ucciso ;
per
la qual cosa fu anch’essa cogli altri imprigionat
nquecento scudi, e obbligandosi di pagare a’genitori mille scudi, ove
per
cagion legittima non volesser più vivere con lui.
egittima non volesser più vivere con lui. E il contratto fu stipulato
per
mezzo di notajo, e le nozze ebber luogo nel duomo
o avanzar nell’arte in quattordici anni circa. Il quale atto commosse
per
modo Isabella, che volle per la pace comune, e pe
rdici anni circa. Il quale atto commosse per modo Isabella, che volle
per
la pace comune, e perchè nel loro contratto di no
l’haver di Colombina la prouisione douuta alli suoi tre figliuoli, e
per
lei le sue gioje, & argenteria al prezzo come
a e dolorosa. La Regina di Francia fe’istanze al Serenissimo di Parma
per
avere aggregato a’suoi comici Buffetto. Fu un ful
mine ! Nessuno sapeva del matrimonio di Buffetto, e però l’invito era
per
lui solo. Come fare ? Andar Colombina a Parigi ?
Appena giunto in Francia, avrebbe potuto fare istanza presso di Loro
per
aver seco la moglie. È vero che colà era anche la
role ; chè troppo il pensiero della partenza gli martellava il cuore,
per
quanto il piccolo Menghino, che gli fu anche’sta
lo raggiungesse al più presto in Francia, e S. M. stessa diede ordini
per
lettere al Serenissimo di Parma, concesse un pass
Colombina alla Compagnia de’ Comici italiani ; e fe’dono di 100 scudi
per
le spese di viaggio. In quel tempo la Isabella er
tagione (s’era in gennaio) rigidissima. I passi da Milano in Piemonte
per
la guerra non sicuri, e per mare impossibile anda
igidissima. I passi da Milano in Piemonte per la guerra non sicuri, e
per
mare impossibile andare perchè troppo soffriva. A
esse non sappiamo…. Il Cantù promise un’altra opera che avrebbe avuto
per
titolo : Ritorno di Francia in Italia, di Buffett
39 ; in somma le nonne eran surrogate dalle nipoti. Ma la più celebre
per
versatilità, per istruzione, per viscomica, fu la
nonne eran surrogate dalle nipoti. Ma la più celebre per versatilità,
per
istruzione, per viscomica, fu la seconda che reci
gate dalle nipoti. Ma la più celebre per versatilità, per istruzione,
per
viscomica, fu la seconda che recitò acclamata sin
la seconda metà del secolo xvi e la prima del xvii, fu artista sommo
per
le parti di Innamorato. Francesco Bartoli, seguì
e lo Scala si pose alla testa de' Comici Gelosi che andarono a Parigi
per
privilegio ottenuto da Arrigo III nel 1577 ; ma i
iam prove della sua presenza nella Compagnia de' Gelosi ; ma nè anche
per
gli anni successivi. Per questi anzi se n’ avrebb
: come dubitare ch'ei fosse coi Gelosi al fianco d’Isabella Andreini,
per
la quale avea composto gli Scenarj che la misero
e, è certo ch'egli così in Italia come fuori fu artista reputatissimo
per
lungo volgere d’anni, e gentiluomo de'più diletti
Flaminio Scala nel suo Stato con Compagnia di comici li sia prohibito
per
questo anno il recitar comedie, e ciò perchè gli
e uno spagnuolo, la vince nel cuore di Fiorinetta su tutti gli altri,
per
quanto sfoggio essi facciano delle loro ricchezze
cui queste : Che il signor Flaminio Scala detto Flavio in Comedia,
per
non far torto all’ordine suddetto, e tanto da buo
issimi, e lodati da tanti illustri uomini non già pel merito loro, ma
per
la loro invenzione. Andreini poi spiega il perchè
degnino d’onorar le sue fatiche da lui composte non ad altro fine che
per
dilettare solamente, lasciando il dilettare e il
le minuzie necessarie, con aver cura delle cose che fanno di bisogno
per
la comedia. Il Perucci prende per esempio La Tr
a delle cose che fanno di bisogno per la comedia. Il Perucci prende
per
esempio La Trapolaria, Scenario di G. B. Porta, e
ria, si può vedere quale scena sia occupata dal Personaggio, che sarà
per
uscire, e non entrare per quella ; ma per dove sa
cena sia occupata dal Personaggio, che sarà per uscire, e non entrare
per
quella ; ma per dove sarà vota. Benchè l’uscire p
a dal Personaggio, che sarà per uscire, e non entrare per quella ; ma
per
dove sarà vota. Benchè l’uscire per le scene di s
re, e non entrare per quella ; ma per dove sarà vota. Benchè l’uscire
per
le scene di sopra, ed entrare per quelle di sotto
per dove sarà vota. Benchè l’uscire per le scene di sopra, ed entrare
per
quelle di sotto è una Regola infallibile, quando
nianza amplissima in alcune lettere dell’Archivio di Mantova, ch'ebbi
per
gentile comunicazione di Stef. Davari, nelle qual
a questo povero galanthuomo che sempre è vissuto in maniera da capir
per
tutto. Tuttavia può tanto in me il desiderio di s
a ahimè ! quel povero Don Giovanni non seppe più da che canto rifarsi
per
avere un po' di pace. I comici si raccomandavano
per avere un po' di pace. I comici si raccomandavano e piagnucolavano
per
non essere divisi, il Duca insisteva per avere qu
comandavano e piagnucolavano per non essere divisi, il Duca insisteva
per
avere quei tre. Nell’animo del Capocomico di buon
de' comici, tanto più che i personaggi richiesti dal Duca non lo eran
per
suo particolare servizio, ma per essere inviati i
naggi richiesti dal Duca non lo eran per suo particolare servizio, ma
per
essere inviati in Francia assieme a Lelio e Flori
ntorno alla Compagnia de' Confidenti : Ill.re Sig.re, È venuto da me
per
licenziarsi per costà il nostro Sig.r Flaminio Sc
agnia de' Confidenti : Ill.re Sig.re, È venuto da me per licenziarsi
per
costà il nostro Sig.r Flaminio Scala, et io quasi
io Scala, et io quasi quasi gli avevo consigniato non so che ostriche
per
Mad.ª Ser.ma, ma domandandogli poi, che buon vent
la quale letta da me mi indusse subito a dirgli che non occorreva ne
per
acqua ne per terra che egli venissi in costà, se
ta da me mi indusse subito a dirgli che non occorreva ne per acqua ne
per
terra che egli venissi in costà, se non haveva al
non haveva altro negozio in che servire S. A. che di far la compagnia
per
mandare in Francia, poichè il concerto fatto con
ostà con le mani piene di vento, et soggiungendomi egli che si moveva
per
ubbidire, io gli supplicai, che già che egli sape
obbligo che haveva qui in Venezia, e poi a quaresima harei procurato
per
quanto potevo di servire all’A. S., et in vero cr
cciare di questo affare ma che gli farei sapere quanto mi pareva bene
per
utile loro et il mio desiderio, mi tornorno tutti
re il buon guadagno che hanno fatto quest’ anno. Io Sig.r Hercole mio
per
parlar con V. S. alla libera vedendo in quel che
quel che depende la loro risoluzione, non ho saputo, ne anche voluto (
per
dire il vero) fargli forza, perchè come povero Ca
e di spada et cappa non ho il modo a dare a ciascun di loro 500 scudi
per
ciascuno, il vitto e'l vestire per loro e per le
a dare a ciascun di loro 500 scudi per ciascuno, il vitto e'l vestire
per
loro e per le loro famiglie per tutto l’anno, com
ascun di loro 500 scudi per ciascuno, il vitto e'l vestire per loro e
per
le loro famiglie per tutto l’anno, come ogni uno
di per ciascuno, il vitto e'l vestire per loro e per le loro famiglie
per
tutto l’anno, come ogni uno di loro quest’ anno s
eda pur V. S. che l’ ho voluto molto ben vedere e toccar con mano. Et
per
vita sua la prego a dirmi, come potevo io dire, t
ventar secondo, et fra huomini dove è libertà et compagnia persuadere
per
accettabile la superiorità et la suggezzione ? Ch
e atto di cortesia o di gratitudine harei io dimostrato a costoro che
per
7 anni continui mi hanno obbedito al cenno, se io
e ; questi poveri huomini pensano col disunirsi di rovinarsi, ond’ io
per
le ragioni dette, non ho saputo trovar parole da
sono ben fatto promettere da ciascuno in particolare, che sempre, che
per
qual si voglia accidente si disunischino, ogni un
' io non ho lasciato di fare quel che potevo ma visto che non bastava
per
complice a quel che harebbe voluto S. A. ho fatto
oppo usi, et hanno rotte troppe scarpe in quel mestiero, et io gli ho
per
scusati, perché ancor' io più volentieri ho coman
et tanto meno in Francia nel Teatro di sì gran Corte ; e V. S. tenga
per
certo ch' io non mi inganno, perchè mi ricordo de
enienti. Non voglio anche tacere a V. S. un mio pensiero che io tengo
per
sicuriss.° che la prudenza di S. A. conosca tutte
tutti cotesti comici di cotesta compag.ia trattenuti costì gli faccia
per
strano dare orecchie, et dare qualche ordine in q
recchie, et dare qualche ordine in queste materie, nel qual caso poi,
per
dirgliela confidentemente, io non mi curo punto d
ente, io non mi curo punto di rompere una Compag.ia che dipende da me
per
dar gusto a commedianti che per invidia hanno con
mpere una Compag.ia che dipende da me per dar gusto a commedianti che
per
invidia hanno concertato et vorrebbono urtarla, c
enti invero (se ben cotesti et altri la disprezzano) ha gran fama, et
per
tutto hoggi è stimata più d’ogni altra, onde il r
diede tempo di mandarlo a pigliare et perchè à giudicato che non sia
per
me pover huomo, me ne ha dette tante che m’ha hav
havuto a far perdere la patienza, ond’in vece di far una grossa spesa
per
acconciarlo a mio dosso, mi converrà tenerlo per
far una grossa spesa per acconciarlo a mio dosso, mi converrà tenerlo
per
reliquia cara del mio Ser.mo Sig.re. Starò attend
chiamasti, e con leggiadro stile principio desti al nobil tuo desìo :
per
te godon le scene il lor natìo honor ; e già se '
ben poco ciò che lasciò scritto Fr. Bartoli di questo comico egregio
per
le parti d’ innamorato, sotto nome di Florindo, e
, pubblicata dall’ autore il 1708, in 12° ; e la Guida de' Forestieri
per
la Città di Napoli, stampata il 1725. Il 1675 ave
ta. L'elenco della compagnia del 1675, in cui Parrino è detto Pannini
per
errore, è dato al nome di Areliari Teodora. Anche
e il 29 marzo '77 lo rimanda a Modena, con grandi elogi all’ artista
per
le recite di Venezia e per quelle di Mantova. Il
da a Modena, con grandi elogi all’ artista per le recite di Venezia e
per
quelle di Mantova. Il 7 giugno '77 da Genova scri
a Genova scrive distesamente al Duca di una aggressione a mano armata
per
opera di certo Filippo Castellano di Napoli, che
tirate. Il cavaliere, avute le casse, richiese il Lolli della lettera
per
vedere, diceva, se il numero e la specie di esse
da Mantova il 23 agosto : « le mie Robbe consistenti in cinque casse,
per
un ordine fattomi fare ad un de' miei compagni a
il Duca di Mantova l’avesse davvero a morte col pover' uomo, il quale
per
non commessi delitti fece rinchiudere in una prig
non commessi delitti fece rinchiudere in una prigione, riuscendo vane
per
liberarnelo le intercessioni di Altezze e Potenta
pote febricitante, quale della Patria fortiuamente uenne à ritrouarmi
per
darmi parte dell’ultimo esterminio di mia Casa ;
dell’ultimo esterminio di mia Casa ; e li detti huomeni mi conducono
per
certo nel Castello di Casale ; se bene nel partir
adregni, con poca pace, et è facile, ch' un giorno ne siano scacciate
per
la mia absenza. Appresso di me non ho nulla ; ne
lla ; ne mai ho ueduto in tanti mesi, toltone il Vitto, un soldo solo
per
riparare all’altre cotidiane mie necessità ; onde
nde non mi auanza altro, che una misera, e mal condotta uita, essendo
per
tanti guai, peggio, che morte ; e Dio sà quello s
tto lacrime à piedi della Paternità Sua Molto Reverenda à supplicarla
per
amor di Dio à uoler fare quelle parti di pietà, c
ridotto in mendicità estrema, e senza quel poco, che haueuo riseruato
per
la mia Vecchiaia alla Patria, per causa, non dico
nza quel poco, che haueuo riseruato per la mia Vecchiaia alla Patria,
per
causa, non dico già della prontezza del mio obedi
co già della prontezza del mio obedire gl’altrui sourani comandi ; ma
per
i miei peccati chiedo pietà, e sollieuo, quale sp
sollieuo, quale spero dalla generosa benignità di un tanto Principe,
per
mezzo dell’efficacissimi offizii della Paternità
piaccia far le mie parti con il S.r Ecc.mo e con il S.r C. Ronchi ; e
per
mezzo di qualche Religioso, mi facci penetrare à
oso, mi facci penetrare à Casale sudetto qualche speranza e conforto,
per
non farmi morir disperato ; che se non fusse per
speranza e conforto, per non farmi morir disperato ; che se non fusse
per
la salute dell’anima ; à quest’ora mi sarei tratt
’affanni. Mi è fuggito il poco di tempo che haueuo : me le raccomando
per
le uiscere di Maria Vergine, e le faccio profondi
i, che muove alle lagrime gli stessi nemici ; ci vorran parecchi anni
per
saldar tutte le piaghe ; ma intanto, promettendo
ne auanti ricouerto solo della liurea d’un ossequiosissima osservanza
per
presentare a V. A. i Voti, ecc., ecc. Il 25 febbr
ecc. Il 25 febbraio dell’ '87 manda al Duca i suoi devoti mirallegri
per
la favorevole impressione da lui lasciata alla Co
primo di marzo il ben tornato a Modena, raccomandandoglisi vivamente
per
ottenere a un congiunto dottore la provvista d’un
amente per ottenere a un congiunto dottore la provvista d’un governo,
per
la quale ebbe a scrivere parecchie lettere. Altre
tragedie e commedie hanno certamente la data più indietro del 1520, e
per
conseguenza la prima epoca gloriosa della drammat
Gregorio Giraldi106 intorno a’ primi anni del secolo il Trissino avea
per
le mani la sua tragedia, benchè prima del 1514 no
rono scritte assai prima del 1520, cioè intorno al 1498 o poco più; e
per
conseguenza che l’epoca gloriosa della poesia reg
I. Commedie chiamate Antiche ed Erudite. Una felice combinazione
per
la poesia drammatica trasse i più chiari epici It
te asserire in iscapito delle di lui satire e commedie l’Ab. Andres),
per
divertire la corte del Duca di Ferrara compose ci
, i Suppositi, la Lena, il Negromante e la Scolastica. Alfonso d’Este
per
farle rappresentare fe costruire un teatro stabil
inutamente queste commedie; ma ne anderò solo notando alcune bellezze
per
istruzione della gioventù, e per rimproverarle ag
anderò solo notando alcune bellezze per istruzione della gioventù, e
per
rimproverarle agli ultimi detrattori transalpini,
strato padrone si fa credere pel suo servo Dulippo, e questi è tenuto
per
Erostrato, prendendone il nome e la condizione. M
ri dalla propria fantasia; la qual cosa gli rende superiori a’ Latini
per
invenzione, ed in conseguenza per vivacità. E se
cosa gli rende superiori a’ Latini per invenzione, ed in conseguenza
per
vivacità. E se il nostro dottissimo Gravina avess
rcospetta quanto la latina; imperciocchè i nostri autori comici erano
per
lo più persone nobili e ragguardevoli nella civil
prosa, vi pose un prologo in terza rima, ove dimostra sommo rispetto
per
gli antichi; ed allora che la ridusse in versi sd
sa che di tutta la poesia, la comica è la più soggetta ad alterazioni
per
le maniere e i costumi? Il Ferrarese valoroso dip
li effeminati giovinastri che si bellettano come le femmine, la quale
per
altro troverebbe i suoi ridicoli originali ancor
apportano lo scioglimento. Flavio amante di una giovinetta contratta
per
lei con la Lena ruffiana inesorabile; e per tener
una giovinetta contratta per lei con la Lena ruffiana inesorabile; e
per
tenerla contenta fa del danaro impegnando la roba
ta fa del danaro impegnando la roba e la beretta. Il servo Corbolo sì
per
discolparlo del pegno fatto, come per trarre altr
la beretta. Il servo Corbolo sì per discolparlo del pegno fatto, come
per
trarre altro danaro da Ilario di lui padre, gli n
quale nell’atto terzo forma una scena incomparabilmente più graziosa
per
lo stile e più naturale di quella della galera de
a menzogna cadente; ma il vecchio insospettito mena seco il Cremonino
per
esaminarlo in casa senza che Corbolo possa interr
posito. Sventuratamente il padrone di tale botte viene a riprenderla,
per
dubbio che per gli debiti del marito della Lena,
atamente il padrone di tale botte viene a riprenderla, per dubbio che
per
gli debiti del marito della Lena, non abbia a per
a da Flavio, arriva in questo punto, ode il contrasto, si frappone, e
per
metter pace offre di tener egli la botte in depos
roso e di un giovine trovato in casa di una fanciulla onorata, ma non
per
questo produce risentimento veruno di funeste con
ta commedia (che ci suggerirà alcune curiose osservazioni critiche) e
per
la vaghezza dello stile e per l’ artifizio del gr
alcune curiose osservazioni critiche) e per la vaghezza dello stile e
per
l’ artifizio del groppo e pel calore e ’l movimen
per l’ artifizio del groppo e pel calore e ’l movimento dell’azione e
per
la vivace dipintura de’ caratteri e per la grazia
e ’l movimento dell’azione e per la vivace dipintura de’ caratteri e
per
la grazia de’ motteggi, merita che si legga con a
ingendosi, impotente e sperando di far disciogliere le nozze. Massimo
per
guarirlo dopo varie pratiche e molti rimedj tenta
pratiche e molti rimedj tentati invano ricorre ad un furbo che passa
per
astrologo e negromante. Costui cercando di arricc
festi l’amore di Cintio e Lavinia, rimanendo egli scornato e scoperto
per
impostore. Delle molte bellezze di questa favola
spetto mirava Platone le Nubi, quando inviò tal favola al re Dionisio
per
dargli a conoscere gli Ateniesi. Di questa utilit
dargli a conoscere gli Ateniesi. Di questa utilità e diletto privansi
per
certo spirito di superficialità molti Italiani ch
lse e superficiali notizie nell’opere oltramontane. E che può sapere,
per
esempio, dell’indole dell’Italica commedia quel m
, dell’indole dell’Italica commedia quel meschino Italiano che prende
per
sua scorta la Poetica Francese del Marmontel, dov
losofica franchezza disse quel Francese degl’ Italiani: Un popolo che
per
gran tempo ha posto il proprio onore nella fedelt
nno portato più d’una fiata sulla scena a’ giorni nostri i Fajeli che
per
gelosia strappano il cuore agli amanti delle Gabr
e per gelosia strappano il cuore agli amanti delle Gabrieli di Vergy)
per
necessità dovè inventa e nelle commedie intrighi
ergy) per necessità dovè inventa e nelle commedie intrighi pericolosi
per
gli amanti, e capaci di esercitare la furberia de
vute dal Sig. Marmontel in pensiero, e non mai sotto gli occhi, sono,
per
quel che si stà narrando, frutti per la maggior p
e non mai sotto gli occhi, sono, per quel che si stà narrando, frutti
per
la maggior parte del secolo XVI. Ora per verifica
che si stà narrando, frutti per la maggior parte del secolo XVI. Ora
per
verificare il principio posto da questo autore ch
i gelosia e di vendetta funesta da lui urbanamente chiamata Italiana,
per
essersi dimenticato delle storie delle altre nazi
endo appena appreso a leggere e scriver male, ha l’arte di spacciarsi
per
filosofo, alchimista, medico, astrologo e mago, s
estigie Sue tuttavia dovunque passa, restano Come de la lumaca, o
per
più simile Comparazion, di grandine, o di fulmi
. Al primo egli promette di portare in casa una cassa con un cadavere
per
fare uno scongiuro; e per preparare la stanza all
i portare in casa una cassa con un cadavere per fare uno scongiuro; e
per
preparare la stanza alla finta evocazione, domand
; Temolo non ha tempo d’istruirlo di ciò che ha pensato, e si ritira,
per
lasciar venir fuori Nibio con la cassa; indi per
ensato, e si ritira, per lasciar venir fuori Nibio con la cassa; indi
per
allontanarlo di là inventa una fola verisimile, e
credere, Che ’l trovi vivo. Nibio parte precipitosamente. Temolo
per
cogliere il frutto della sua astuzia e distrugger
assimo, la fa condurre in quella di Fazio. Torna poi Nibio arrabbiato
per
essere stato beffato, e cerca della cassa. Grazio
reto dell’unione degli animi di Cintio e Lavinia, e fugge in farsetto
per
riferirlo a Massimo. Cintio sommamente afflitto p
a Massimo. Cintio sommamente afflitto pel caso va in cerca di Camillo
per
pregarlo di tacere. Fazio gli dice che faccia con
. Sì, sono. Cin. Io son spacciato, io son morto, apriti, Apriti,
per
dio, terra, e seppelliscimi. Ogni parola dà un
non che un movimento proprio della comica poesia, il quale crescendo
per
gradi senza intermissione, infonda e conservi l’
acità nella favola 110. Diede Cesare a tal movimento il nome di forza
per
contrapporla alla languidezza, mortal veleno dell
orla alla languidezza, mortal veleno della scena: vi aggiunse comica,
per
dinotare che tale esser debba e nelle situazioni
. Una languidissima favola non mai avrà la forza accennata da Cesare,
per
quanto sia cospersa di sali e motti graziosi. I p
o all’ultimo grado comico lo scioglimento. Nè dee recare stupore, che
per
questa parte rimanga il comico Latino superato da
uo padre riceve in casa la sua innamorata Ippolita, facendola passare
per
figlia di Messer Lazzaro cattedratico che si aspe
are per figlia di Messer Lazzaro cattedratico che si aspettava, e che
per
notizie sopravvenute si sapeva di non dover più v
prima avea ricevuto in deposito molti beni da un suo amico che morì,
per
renderli alla di lui moglie e figlia. Bartolo si
ici; ed al fine dopo tanti anni scorsi pensa a fare un pellegrinaggio
per
andarne in traccia, e per espiar la colpa. Il buo
anni scorsi pensa a fare un pellegrinaggio per andarne in traccia, e
per
espiar la colpa. Il buon teologo (i falsi teologi
ica carriera que’ giovani, che allo studio dell’uomo e della società,
per
la quale vogliono dipingere, e alla ragionata let
parirli nella propria loro città. Nè crediate però (si soggiugne) che
per
negromanzia sì presto da Roma vengano quì . . . .
ittà vostra. L’altra recita si fece in Roma alla presenza di Leone X,
per
quel che accenna il Giovio nella di lui Vita, e l
dro di Plauto. A Plauto (si dice) staria molto bene lo essere rubato,
per
tenere il moccicone le cose sue senza una chiave,
gemelli nati in Modone, l’uno maschio chiamato Lidio, l’altra femmina
per
nome Santilla, di forma e di presenza similissimi
’ Turchi della loro patria rimangono divisi sin dalla fanciullezza, e
per
varj casi, senza che l’uno sappia dell’ altro, gi
abito virile col nome del fratello. Dopo alcuni scambiamenti avvenuti
per
l’amorosa follia di Fulvia moglie del dissennato
elegante della Calandra non può essere nè più grazioso nè più proprio
per
gli personaggi che vi s’imitano. I caratteri vi s
ai. Or guarda: eccomi. Fes. Torci la bocca; più ancora; torci bene;
per
l’altro verso; più basso . . . . Oh ob, or muori
favole sceniche e chiama l’attenzione dello spettatore. Non si vede,
per
darne qualche esempio, nell’atto I la ragione, pe
tore. Non si vede, per darne qualche esempio, nell’atto I la ragione,
per
cui Fulvia che altre volte ha avuto in casa Lidio
lte ha avuto in casa Lidio vestito da femmina, pretenda poi che Ruffo
per
via d’incanti lo trasformi in femmina per l’istes
ina, pretenda poi che Ruffo per via d’incanti lo trasformi in femmina
per
l’istesso intento; e perchè non usa del modo più
gli amanti così mal custoditi, che possa a Lidio sostituirsi Santilla
per
far rimaner Calandro scornato, e riuscire la rico
e spoglie ecc. segue i nominati comici antichi, ma si allontana anche
per
questa ragione da Terenzio universalmente approva
maligni non se ne traggano scandalose conseguenze generali. Essa non
per
tanto allora si fece e si rappresentò in Firenze
oglie una pozione di mandragola colle circostanze che l’accompagnano,
per
averne un figliuolo maschio. Un prologo in versi
vanto della piacevolezza che promette, che ridicolissima essa riesce
per
tutte le sue parti. Per conoscere M. Nicia che av
vidi. Lig. Quanto è egli maggior che Arno? Nic. Che Arno? Egli è
per
quattro volte, per più di sei, per più di sette,
o è egli maggior che Arno? Nic. Che Arno? Egli è per quattro volte,
per
più di sei, per più di sette, mi farai dire; e no
che Arno? Nic. Che Arno? Egli è per quattro volte, per più di sei,
per
più di sette, mi farai dire; e non si vede se non
aviglia espresse le apparenti ragioni usate dagl’ impostori seduttori
per
indurre la credula innocenza a cadere in fallo. T
levano la di lui goffaggine senza bisogno di sforzo veruno istrionico
per
far ridere, come non rare volte si nota ne’ migli
stando in aguato egli, Nicia stesso, Siro e Frate Timoteo travestiti
per
cogliere alcuno giovinaccio spensierato per lo bi
Frate Timoteo travestiti per cogliere alcuno giovinaccio spensierato
per
lo bisogno che ne hanno: Lig. Non perdiam più t
m più tempo quì. Io voglio essere il capitano, ed ordinare l’esercito
per
la giornata. Al destro corno fia preposto Callima
nistro io, tralle due corna starà quì il dottore; Siro fia retrogrado
per
dare sussidio a quella banda che inclinasse; il n
a fu tradotta in Francese dal celebre Giambatista Rousseau, encomiata
per
l’intreccio e per lo vero comico dal Sig. di Volt
rancese dal celebre Giambatista Rousseau, encomiata per l’intreccio e
per
lo vero comico dal Sig. di Voltaire, e ammirata d
mi che producono nojose e inverisimili situazioni, e vi s’introducono
per
buffoni Calabaza Spagnuolo e Graziano Bolognese c
Groto scrisse indi un’ altra pastorale intitolata Calisto pubblicata
per
le stampe nel 1586. Contemporanea al Pentimento f
on aspettate di riconoscere o il casato o gli uomini, perchè l’autore
per
fuggire carico ha convertiti i nomi veri ne’ nomi
a la Clizia, dice: Quando dodici anni sono nel 1494 passò il re Carlo
per
Firenze, che andava con un grande esercito all’im
compose prima la Mandragola. Nicomaco propone alla moglie di prendere
per
arbitro de’ loro domestici dispiaceri sulle nozze
tto qualche miracolo. Sof. Quale? Nic. Come quale? Non sai tu che
per
le sue orazioni Monna Lucrezia Calfucci che era s
erile, ingravidò? Questo motto non riuscirebbe grazioso e vivace, se
per
la passata commedia non fosse nota la novella di
elli fresche imitazioni libere che si rendessero interessanti appunto
per
adattarvisi l’espressioni latine ai costumi moder
licità, qualcheduna però ne trascrisse aut impudenter aut perverse. E
per
esempio di ciò che ne dice in ultimo luogo adduce
Che dice ella? che vuole ella? Pirr. Pregami ch’io non tolga Clizia
per
donna. Nic. Che l’hai tu detto? Pirr. Ch’io m
rsi che avrebbe potuto esporsi con minor impudenza o irriverenza. Non
per
tanto la veste allora addossata in Italia alla Ca
o, e sì ben rassettata, che par nativa di Firenze e non della Grecia;
per
le quali cose tira l’ attenzione di chi legge o a
e da due pastori; le altre cinque ancor di questa più corte son poste
per
tramezzi nella fine di ciascun atto. Adunque colo
ima volta, trasformare le pastorali del XVI secolo in opere in musica
per
sapere che vi furono poste in musica le canzonett
ancora tralle opere musicali questa commedia in prosa del Machiavelli
per
la medesima ragione; la qual cosa sarebbe una rar
che una pretta traduzione dell’Andria di Terenzio, la quale parmi che
per
la prima volta si sia impressa nell’ edizione di
tanti generi di drammi. Ci arresteremo dunque in alcune più notabili
per
qualche ragione che interessi ed instruisca. Tra’
o di ottime commedie, contisi il nobilissimo poeta Ercole Bentivoglio
per
nascita Bolognese, ma Ferrarese per domicilio, es
ilissimo poeta Ercole Bentivoglio per nascita Bolognese, ma Ferrarese
per
domicilio, essendo stato d’anni sette e qualche m
medico geloso ingiustamente della moglie. Quegl’ intrighi pericolosi
per
gli amanti atti ad esercitar le furberie de’ serv
ra rinvenire nell’Ariosto, nel Bibbiena e nel Machiavelli, regneranno
per
avventura come nel proprio elemento in questa fav
inge un geloso? Vediamolo. Ermino incerto della fedeltà della moglie,
per
assicurarsene, finge un’ assenza di un giorno o d
rede mercatante, si traveste, appiccasi al mento una finta barba nera
per
coprir la sua ch’è bigia e va a mettersi in aguat
io di dietro della propria casa. Il creduto mercatante ch’è un furbo,
per
ajutar Fausto giovane innamorato di Livia nipote
da parte del padrone, e finalmente da un servo di casa pieno di vino,
per
cui è costretto a ritirarsi. Rimpatria intanto ne
, ed il lascia fuori pieno di sospetti. Egli però si sovviene di aver
per
ventura conservata una chiave dell’uscio di dietr
entura conservata una chiave dell’uscio di dietro della casa, e pensa
per
quella introdursi. Il medico che stà in osservazi
fatto la moglie, batte la porta, ma non essendo ravvisato dalla fante
per
essere nella guisa accennata travestito, è ingiur
? Nè il Geloso del Bentivoglio avrebbe dovuto essere da lui ignorato,
per
poco che avesse l’uso di fornirsi di dati certi p
so. Questa è Roma. ecc. E sia questa una delle tante evidenti prove
per
ismentire quegl’ imperiosi critici filosofi di bu
erazione di Fausto che nella scena quarta dell’atto V vuole andar via
per
vincere la propria passione; e bella è poi la qui
bene inventare e disporre senza altra scorta che la natura, volle non
per
tanto dare un bell’ esempio del modo di trasporta
vivacità di colorito nelle maniere. Nel prologo mostra gran rispetto
per
la dotta antichità. Noi, dice, nulla faremo di pe
ancor noi Non possiam fare alcuna cosa bella, Se quest’antichità
per
nostro specchio Non ci mettiamo innanzi. Lo
on ci mettiamo innanzi. Lo stile è al solito felice ed elegante da
per
tutto, di che molti passi assai belli si potrebbe
he invenzioni, e rendettero le belle espressioni antiche interessanti
per
li moderni, sapendo dar loro (con pace anche quì
di lui poesie e soprattutto alle commedie. Il più vicino all’Ariosto
per
la commedia di quel tempo egli è senza dubbio que
Egli gareggiò pure con felicità grande colla Clizia del Machiavelli,
per
aver sì acconciamente avvicinata l’antica Mostell
a due personaggi ridicoli, cioè un Sanese scempiato che viene in Roma
per
farsi cardinale imparando prima ad esser Cortigia
appresentò nel 1560 entrando in Siena il duca Cosimo I, e si pubblicò
per
le stampe l’anno 1571. Trovansi parimente impress
tori. Panzana nell’Amor costante dice: Scoppio di voglia di ridere, e
per
rispetto de’ forestieri tengo la bocca che non ri
donio. Ariosto, Bentivoglio, Aretino, Dovizio, Machiavelli si valsero
per
tutti i personaggi delle loro commedie del solo l
mica. Due ne scrisse in versi che furono il Capitano uscita alla luce
per
le stampe nel 1545, e il Marito nel 1560; le altr
anni sessantacinque nel 1563, fu calzolajo, ma si distinse in Firenze
per
molte lezioni recitate nell’Accademia Fiorentina,
se in Firenze per molte lezioni recitate nell’Accademia Fiorentina, e
per
alcune traduzioni. La Filenia fu una piacevole co
ala del palazzo del principe di Salerno (in Napoli) dove stava sempre
per
tale effetto apparecchiato il proscenio. Intorno
1582. Giovammaria Cecchi, cui si confessano i Fiorentini assai tenuti
per
aver fatta la loro patria uguale a Roma e ad Aten
e, la Stiava, il Donzello, il Corredo, lo Spirito, e il Servigiale; e
per
quel che ne dice il Quadrio molte altre ne rimase
Eustachia commedia in prosa del Guidani Leccese s’impresse in Venezia
per
Aldo nel 1570. Il Trappa pure in prosa di Massimo
a serva, dal Fontanini è posta tralle commedie in prosa, ma è scritta
per
la maggior parte in ottava rima, il che osservò i
vò il Zeno. La Flora di Luigi Alamanni s’impresse in Firenze nel 1556
per
cura di Andrea Lori che la fece recitare nella co
e125, fatica e invenzione inutile intrapresa da altri Italiani ancora
per
imitare superstiziosamente il giambico greco e la
ne scritta, in istile puro e piacevole e copiosa di grazie comiche, e
per
questa parte degna di sì leggiadro scrittore. Tut
e languida nell’avvilupparsi e nello sciogliersi, e da non soffrire,
per
vivacità e sceneggiatura ed economia, il paragone
marrito augello cerca di ridursi nel vostro nido, come aquila che stà
per
fissar l’occhio in voi suo bel sole: deh uscite f
ompere le porte, non essendo in casa la di lui madre, come proponeva,
per
parlarle con libertà. Egli poi tutto ardore vuol
sa, come vorrei, esser vostra, ne leghi eternamente ambedue; e tenete
per
certo, che ogni mio desiderio, ogni mio pensiero,
ogni mio desiderio, ogni mio pensiero, ogni mia speranza è che voi o
per
serva, o per altra che mi vogliate, abbiate ad es
iderio, ogni mio pensiero, ogni mia speranza è che voi o per serva, o
per
altra che mi vogliate, abbiate ad essere scudo de
possono mai abbastanza lodare questi tratti di saviezza che spandono
per
l’uditorio un piacere indicibile, specialmente qu
el 1558127 scrisse più commedie pregiate dagl’ intelligenti, e citate
per
la lingua nel Vocabolario della Crusca. Le più st
arliamo, si faranno leggere da chi vuol conoscere il teatro Italiano,
per
la regolarità, per le lepidezze, per la purezza e
leggere da chi vuol conoscere il teatro Italiano, per la regolarità,
per
le lepidezze, per la purezza ed eleganza dello st
ol conoscere il teatro Italiano, per la regolarità, per le lepidezze,
per
la purezza ed eleganza dello stile, benchè per la
ità, per le lepidezze, per la purezza ed eleganza dello stile, benchè
per
la licenziosità di que’ tempi i motteggi e i sali
ioni e le leggi dell’operare. Chi vestisse ora di toga e di pretesta,
per
begli abiti che fossero, ci offenderebbe non meno
e, che le dipinture delle maniere locali, benchè eccellenti, variano,
per
così dire, in ogni pajo di lustri, ma quelle dell
che altri rilevasse mai le bellezze de’ componimenti quasi obbliati,
per
poterli saccheggiare a loro posta; a quelli in fi
me tutti con pazienza, sperando di ritrovarvi, e consolarmi d’avervi
per
mio consorte. Ma ora che finalmente vi ho ritrova
e vi ho ritrovato, poichè a me tolto vi siete, sconsolata e disperata
per
sempre desidero di morire. Gisip. Oimè! che par
voi mio marito? se non mi siete ancor di letto, e non volete essermi
per
amore, mi siete pur di fede, e mi dovete essere p
on volete essermi per amore, mi siete pur di fede, e mi dovete essere
per
obbligo. Non sono io quella, che per esser vostra
pur di fede, e mi dovete essere per obbligo. Non sono io quella, che
per
esser vostra moglie non mi sono curata di abbando
persa dalla mia patria, nè divenir favola del mondo? Ricordatevi, che
per
voi sono state tante tempeste, per voi sono venut
favola del mondo? Ricordatevi, che per voi sono state tante tempeste,
per
voi sono venuta in preda de’ corsari, per voi si
sono state tante tempeste, per voi sono venuta in preda de’ corsari,
per
voi si può dire, che io sia morta, per voi son ve
o venuta in preda de’ corsari, per voi si può dire, che io sia morta,
per
voi son venduta, per voi carcerata, per voi battu
corsari, per voi si può dire, che io sia morta, per voi son venduta,
per
voi carcerata, per voi battuta, e per non venir d
i può dire, che io sia morta, per voi son venduta, per voi carcerata,
per
voi battuta, e per non venir donna di altro uomo,
sia morta, per voi son venduta, per voi carcerata, per voi battuta, e
per
non venir donna di altro uomo, come voi siete fat
ovrò tosto morire; ma solo desidero di non morir serva nè vituperata;
per
l’una di queste cose io disegno di condurmi, col
durmi, col testimonio della mia verginità, a mostrare a’ miei, che io
per
legittimo amore, e non per incontinenza, ho conse
mia verginità, a mostrare a’ miei, che io per legittimo amore, e non
per
incontinenza, ho consentito a venir con voi: per
gittimo amore, e non per incontinenza, ho consentito a venir con voi:
per
l’altro vi prego (se più di momento alcuno sono i
di momento alcuno sono i miei prieghi presso di voi), che procuriate
per
me, poichè non posso morir donna vostra, che io n
con la giustizia, o impetrate dalla vostra sposa la mia libertà: che,
per
esser ella così gentile, come intendo, ve la dovr
vogliate fare, mi basterà solamente di morire: il che desidero, così
per
finire la mia miseria, come per non impedire la v
ente di morire: il che desidero, così per finire la mia miseria, come
per
non impedire la vostra ventura. E per segno che i
per finire la mia miseria, come per non impedire la vostra ventura. E
per
segno che io non voglio pregiudicare alla libertà
re alla libertà vostra, vi rimando l’anello del nostro maritaggio. Nè
per
questo si scemerà punto dell’amor che io vi porto
a quella che costituisce un’ anima nobile. Ogni parola è una bellezza
per
chi l’analizza, nè l’ analizza chi non ha il cuor
bellezza per chi l’analizza, nè l’ analizza chi non ha il cuore fatto
per
ciò che i Francesi chiamano sentimento. Non si ve
crocca, il Vespa, l’Olivetta, la Pimpinella, e la Niccolosa, regolari
per
la condotta, naturali nello stile, vivaci ne’ car
n esempio (raro in tal secolo) di un intrigo pericoloso e più proprio
per
le passioni tragiche. Una fanciulla minacciata da
passioni tragiche. Una fanciulla minacciata dal padre di altre nozze,
per
serbarsi al suo amante, prende un sonnifero e col
ante, prende un sonnifero e coll’ ajuto di un medico si fa seppellire
per
morta; indi tratta dalla sepoltura si veste da uo
i tratta dalla sepoltura si veste da uomo, e nell’accingersi a partir
per
Lione, dove sapeva che dimorava l’ amante bandito
sapeva che dimorava l’ amante bandito, lo trova in Bologna addolorato
per
la notizia della di lei morte. In mezzo all’alleg
o non ne impetrasse la libertà, di ammazzarsi. In tale stato correndo
per
le strade quasi fuor di se per lo dolore, scarmig
di ammazzarsi. In tale stato correndo per le strade quasi fuor di se
per
lo dolore, scarmigliata, con un pugnale alla mano
tte nella giustizia che mena a morire Milziade suo fratello convinto,
per
di lui confessione, di latrocinio. Sbigottiscono
o sorpreso dal bargello con una scala di seta sotto la di lei casa, e
per
salvarne la fama, si era accusato di aver voluto
fosse. Disperata Teodolinda avea risoluto, allor che egli passerebbe
per
andare al patibolo, di gettarsi al suo collo, con
to perchè venga a prenderne crudel vendetta. Ma essi vengono liberati
per
opera della balia di Teodolinda, e di Elfenice, e
narj e di pericoli grandi eccede i limiti della vera poesia comica, e
per
questo capo è assai difettosa. Essa par tessuta a
amento di Elfenice e dall’omicido commesso da Aristide, proseguendosi
per
li sette anni che questi dimorò in Lione, mostran
iocrità comica, l’avventura di Damone e Pizia, l’uno de’ quali rimase
per
ostaggio dell’amico sotto lo stesso pericolo di v
aggiunse la venuta di una innamorata che al vedere l’amante esposto,
per
essere ostaggio del di lei fratello che esattamen
ante un lieto scioglimento. L’altra commedia dell’Oddi non meno bella
per
lo stile, per l’onestà, per la vaghezza de’ carat
scioglimento. L’altra commedia dell’Oddi non meno bella per lo stile,
per
l’onestà, per la vaghezza de’ caratteri e per l’i
L’altra commedia dell’Oddi non meno bella per lo stile, per l’onestà,
per
la vaghezza de’ caratteri e per l’intreccio, inti
eno bella per lo stile, per l’onestà, per la vaghezza de’ caratteri e
per
l’intreccio, intitolata i Morti vivi, s’impresse
Girolamo Discepolo nel 1604. E’ una favola assai ravviluppata, piena
per
altro di colori comici e di caratteri piacevoli b
tonio Liberati che fece il prologo e gl’ intermedj a questa commedia,
per
la sola ragione che quest’ Accademico di Caprarol
inora sufficienti indizj da non istimarla opera di Torquato. Il Manso
per
negarlo non ci disse di averlo saputo dal medesim
rlo non ci disse di averlo saputo dal medesimo Torquato; e se lo negò
per
proprio avviso, è una opinione, e non una pruova
a parimente rimasta sepolta, basti averne accennati i titoli, giacchè
per
essersene perduto ogni vestigio o per aver riposa
rne accennati i titoli, giacchè per essersene perduto ogni vestigio o
per
aver riposato nell’ oscurità di qualche privato a
e di una sola possa sostenersi la lettura 128? Che se egli seppe solo
per
tradizione che vi fossero commedie antiche in Ita
Italia, o stimò che altra cosa non fossero che le farse d’Arlecchino
per
avventura vedute sul teatro Italiano di Parigi, e
a del teatro Ateniese sulle rappresentazioni de’ neurospasti? che, se
per
dare a conoscere il teatro Francese, dimenticato
o il Capitan Coccodrillo Comico Confidente, diede alla luce in Parigi
per
l’Angelier nel 1585 la commedia intitolata Angeli
re, cioè le rodomontate. Generalmente i pubblici commedianti andavano
per
l’Italia rappresentando certe commedie chiamate d
ndavano per l’Italia rappresentando certe commedie chiamate dell’arte
per
distinguerle dalle erudite recitate nelle accadem
le accademie e case particolari da attori nobili, civili ed instruiti
per
proprio diletto ed esercizio. Si notava, come dic
logo ad arbitrio de’ rappresentatori. Queste farse istrioniche aveano
per
oggetto l’eccitare il riso con ogni sorte di buff
aratteristica di qualche città. Pantalone era un mercatante Veneziano
per
lo più avaro; il Dottore un curiale Bolognese cic
ioso sciocco di Bergamo (Nota XV). Il volgo Italiano se ne compiacque
per
la novità e per quello spirito di satira scambiev
Bergamo (Nota XV). Il volgo Italiano se ne compiacque per la novità e
per
quello spirito di satira scambievole che serpeggi
infinite volte dipinte le donne con siffatto carattere, cioè distinte
per
grado e per virtù. Se M. Castilhon avesse avuta p
te dipinte le donne con siffatto carattere, cioè distinte per grado e
per
virtù. Se M. Castilhon avesse avuta più pratica d
ia letteraria, avrebbe evitato questo ed altri simili errori, i quali
per
se stessi leggeri diventano poi spropositi rileva
ell’ erudizione di cui scarseggiano tanto, e di cui tanto abbisognano
per
ragionar dritto. 110. Si è stimato notar ciò in
r ragionar dritto. 110. Si è stimato notar ciò in carattere corsivo,
per
comodo de’ plagiarii accattoni de’ nostri paesi,
rologo della Scolastica rassettata da Virginio Ariosto. 114. Riprese
per
capriccio apologetico il Sig. Lampillas come pern
nta fatta alla p. 111 del t. VII del Tiraboschi, il quale ciò afferma
per
avviso del ch. Ab. Bettinelli. 119. Caland. att
Suo padre lo destinò agli uffici delle finanze, ma appassionatissimo
per
l’arte comica, sordo a ogni rimostranza, dopo di
ogni ritegno, superato ogni ostacolo, determinò di tornar sul teatro
per
non abbandonarlo più. Comparve questa volta al S.
el tempo un prodigio. Il 1807 fu scritturato da Salvatore Fabbrichesi
per
la Compagnia Reale del Principe Eugenio, Vicerè d
provvisamente a Verona. Tornato a’Fiorentini di Napoli, scritturatovi
per
tre anni dalla Società Prepiani, Tessari e Visett
ò gli antichi entusiasmi ; ma dopo un anno dovette lasciare il teatro
per
una gravissima operazione chirurgica. Ricomparve
nza – Il Presidente Monsenico nel Berretto nero – Merfort nel Pittore
per
amore – L’ Abate de l’Epée nella commedia omonima
Comica, al De Marini dedicata, nella quale sono parole di entusiasmo
per
l’artista gigante. Ma il meglio che io possa fare
e di entusiasmo per l’artista gigante. Ma il meglio che io possa fare
per
dir giustamente e degnamente di lui si è di rifer
raneo del De Marini, che desteranno, son certo, il più vivo interesse
per
le particolarità artistiche onde son ricche. ……N
gionevolmente chiamar si possa offeso, se giudico il nostro De Marini
per
il più valoroso ed acclamato attore Italiano vive
mento, a cui s’abbandona tanto facilmente e tanto volentieri la plebe
per
gli sconci e per le smorfie de’buffoni, ma quel r
bandona tanto facilmente e tanto volentieri la plebe per gli sconci e
per
le smorfie de’buffoni, ma quel riso eccitato nobi
diminuisce nello spettatore, se vede nell’attore troppi preparativi :
per
questa sovrabbondanza si dimentica talvolta delle
seppe De Marini possedeva l’educazione di gentiluomo. Era affabile, e
per
nulla superbo della sua immensa superiorità nell’
urono la prova. Egli fu dotato dalla natura di tutti i doni necessarj
per
raggiungere la perfezione nell’arte della scena.
orme regolari, con sguardo vivo ed ardente d’amore, con un corpo, che
per
le sue perfette proporzioni, solo un Canòva avreb
oniosa, ora irritata, ora commossa, dimostrare l’immensa sua passione
per
Pamela ; e la sera seguente sotto l’aspetto di un
estare il fanatismo in una scena di rimprovero al nipote e alla nuora
per
la loro cattiva condotta. Oltre lo studio accurat
curato sull’incedere e sul gesto, De Marini occupava moltissimo tempo
per
trasformare il suo volto, e bene spesso egli reca
Egli teneva nella sua tavoletta di teatro scatolette con varj colori
per
dipingersi in modo che quando si presentava sulla
o dalla parrucca alle scarpe, meno, s’intende, l’abito borghese, che,
per
questo non diferenziava che la testa. Egli diceva
e ha già fatto la metà della parte. – Era cosa poi assai sorprendente
per
gli stessi artisti che con lui recitavano, il ved
na scatola da tabacco, una penna da scrivere, una sedia, un tavolino,
per
ricavarne un effetto certo in una scena o in altr
tante volte, alla fine della commedia, questo preparativo servivagli
per
un gesto, per un’occhiata. E mentre nel suo pensi
alla fine della commedia, questo preparativo servivagli per un gesto,
per
un’occhiata. E mentre nel suo pensiero era tutto
e al Marini che era il suo vero casato. Alcuni dissero che il facesse
per
non compromettere il nome di famiglia, altri per
ssero che il facesse per non compromettere il nome di famiglia, altri
per
nobilitarlo all’uso francese. E qui il Colomberti
la stessa, nè si usò sempre pel medesimo oggetto, nè sì presto servì
per
eccitare il rìso. Un poco di feccia alterò da pri
cia alterò da principio il volto dels’ attore. E perchè questo? Forse
per
far ridere? Non possiamo sapere se il primo che v
veniva da tutti riconvenuto del fatto e ne rimaneva scornato, ed indi
per
non soggiacere a tale affronto, si asteneva dall’
di giorno in mezzo della piazza a narrare le oppressioni sofferte. Ma
per
timore de’ potenti essi comparivano tinti di fecc
sofferte. Ma per timore de’ potenti essi comparivano tinti di feccia
per
non essere ravvisati”. Il timore adunque e la nec
colla feccia il sembiante; e gli attori conformaronsi a questa usanza
per
celare il proprio volto e dare a credere di esser
e’ villani dell’Attica, i quali nelle vendemmie cantando saltarono su
per
gli otri e s’imbrattarono di feccia, si rinvenga
elle capigliature e indi delle scorze, delle foglie e di simili cose,
per
imitare il personaggio rappresentato, e non già q
chi direbbe che l’autore dell’Eumenidi avesse inventata una maschera
per
far ridere? Essa allora ben lontana dal servire a
adottata un’ invenzione destinata a far ridere. Questo Cherilo però,
per
quel che si è veduto, fiorì nell’ olimpiade LXV,
Del resto nulla dimostra con maggiore evidenza che la maschera si usò
per
bene imitare i personaggi, quanto la commedia. Qu
i personaggi viventi, come Cleone, Lamaco, Demostene, Nicia, Socrate,
per
farli riconoscere dall’uditorio, oltre al nominar
arli, ne imitava esattamente i volti e gli abbigliamenti, marcandoli,
per
così dire, con ferro rovente alla presenza di un
i Equiti di Aristofane, in cui si scorge la diligenza posta dal poeta
per
contraffare il sembiante di Cleone e supplire all
leone e supplire alla maschera che gli artefici ricusarono di formare
per
timore di quel potente cittadino. Confermasi anco
a XXV). I Romani stessi usarono la maschera ne’ funerali de’ principi
per
imitarne esattamente il volto; e Suetonio raccont
commedia. Nè anche queste medesime maschere mostruose nacquero tutte
per
istudio di far ridere, ma per quel medesimo timor
esime maschere mostruose nacquero tutte per istudio di far ridere, ma
per
quel medesimo timore che anticamente mosse i vill
, facendo dagli artefici formar le maschere capricciose e stravaganti
per
fuggire il pericolo che alcuna per disgrazia ries
maschere capricciose e stravaganti per fuggire il pericolo che alcuna
per
disgrazia riescisse simile al volto di qualche so
here tragiche e comiche naturalissime, rimanendo le altre stravaganti
per
diverse spezie di mimi. Quindi vi furono maschere
all’imitare e coprire l’attore, erano le antiche maschere necessarie
per
un altro uso. Lungo tempo in Grecia e in Italia s
azze spaziosissime, ne’ quali la voce naturale degli attori dissipata
per
l’aria aperta male avrebbe soddisfatto al gran co
mente contenere qual venti, qual trenta e quale quarantamila persone,
per
non parlare di quello di M. Scauro capace di otta
upola del Domo di Parma. La maschera adunque presso gli antichi servì
per
occultare il volto dell’ attore, per imitare quel
adunque presso gli antichi servì per occultare il volto dell’ attore,
per
imitare quello del personaggio rappresentato, e p
lto dell’ attore, per imitare quello del personaggio rappresentato, e
per
ajutar la voce; nè mai nelle tragedie e commedie
to, e per ajutar la voce; nè mai nelle tragedie e commedie si adoperò
per
eccitare il riso colla stravaganza, come s’intonò
iso colla stravaganza, come s’intonò parecchi anni sono dalle scene e
per
le stampe in prosa e in versi martelliani dall’Ab
s congruat. Con tale meschino artifizio ajutavansi gli antichi attori
per
esprimere col volto i movimenti dell’animo, che s
educandati francesi, dal quale, morto il padre, uscì a tredici anni,
per
entrare a sostener le parti di amorosa nella Comp
raconda impazienza, e mentre da un lato trova in questa compagnia chi
per
assoluta perizia può soddisfarlo, si appaghi dall
ncipio del 1824 seguì con la madre il Fabbrichesi che lasciava Napoli
per
condurre la Compagnia nell’Italia centrale. Essen
col carnevale del ’29, si recò, in compagnia della madre, a Vicenza,
per
sostener le parti di prima attrice in quella filo
i di prima attrice in quella filodrammatica…. che lasciò dopo un anno
per
formare una compagnietta, della quale essa era, s
apocomico veronese di buon nome, e caratterista egregio, la scritturò
per
quattr’anni come prima attrice assoluta. Dalla C
ediata ; proposte che non furon poi accettate, perchè ella si risolse
per
la R. Compagnia Sarda, nella quale, dopo due anni
i stessi onori prodigati alla grande attrice che la precedette, e che
per
ben diciassette anni fu l’idolo di quel pubblico
ben diciassette anni fu l’idolo di quel pubblico ; e dalla quale uscì
per
isposare in Bologna il dott. Raffaele Minardi. Ec
teatrale ; non togliendo, nè aggiungendo parole a quelle da lui messe
per
legare chiaramente e opportunamente l’una lettera
onti propone alla Bettini di far parte della Compagnia dei Fiorentini
per
l’anno 1840 ; e soggiunge che la società si compo
postati o che tu hai voluto scherzare……………. …. ti rammento ancora che
per
ora dalla sopraintendenza posti assoluti non se n
e danno, come pure abbi presente che l’Egregio benemerito Fabbrichesi
per
pagar molto fu obbligato partire ad onta che avev
riscontro al momento. Si vede che tu conosci poco il mio carattere –
per
tua norma io sono seria sempre e non amo per null
poco il mio carattere – per tua norma io sono seria sempre e non amo
per
nulla scherzare. Vedo piuttosto che tu sei d’umor
il mio amor proprio sarà appagato ? Non ho bisogno di venire a Napoli
per
godere di questa soddisfazione…. anzi più di quel
non scherzo mai. Mamma ed io contraccambiamo gli augurj che c’invil
per
il nuovo anno. Salutami tua moglie e credimi pure
. Da Milano il 12 marzo 1838 Gio. Batta Gottardi le offre scrittura
per
l’anno 39-40, ed acclude alla lettera un bigliett
vise in tante mezze mesate anticipate, ed il compenso di mezza serata
per
piazza ad uso comico. – Dispensa dalle recite dop
per piazza ad uso comico. – Dispensa dalle recite doppie – una recita
per
settimana di tutta vostra scelta. Il 24 aprile 1
Lucca (13 maggio 1840) chiede se è contenta della sua nuova posizione
per
farle in caso delle proposte. Vi è un P. S. che t
rdi. Infatti nel 19 giugno 1840 il Domeniconi stesso scrive da Napoli
per
sentire se sarebbe disposta ad aprire trattative
a Napoli per sentire se sarebbe disposta ad aprire trattative con lui
per
l’anno successivo e poi parlando di cabale e intr
o e poi parlando di cabale e intrighi soggiunge : Fra i nuovi attori
per
Napoli, io sono stato quello che da principio ho
poterle offerire il posto di Iª attrice assoluta dandole carta bianca
per
fissare l’onorario e stabilire le convenienze per
andole carta bianca per fissare l’onorario e stabilire le convenienze
per
tre anni. Mi onori ecc……. Il 23 stesso mese il D
e in bianco con facoltà di aggiungervi, se crede, il nome della madre
per
le parti caratteristiche. Il 12 agosto da Vercell
contro le arti di una mala femmina ingrata, che dopo averlo lusingato
per
averlo in Compagnia, gli fa fare delle parti non
che avrà già recitato il Bicchier d’acqua, trovandosi a Roma, scrive
per
sentire le pretese per far parte di una Compagnia
il Bicchier d’acqua, trovandosi a Roma, scrive per sentire le pretese
per
far parte di una Compagnia semi-sedentaria (sic)
veva da Firenze il 26 settembre 1840 : Stavo in trattative col Bazzi
per
prendere la sua Compagnia per l’autunno 42, ma ap
e 1840 : Stavo in trattative col Bazzi per prendere la sua Compagnia
per
l’autunno 42, ma appena inteso che ella in quell’
a somma e gran Bettini. Mi è stato supposto che ella faccia Compagnia
per
quel tempo : se ciò fosse vero desidererei combin
ia Compagnia per quel tempo : se ciò fosse vero desidererei combinare
per
l’autunno stesso del 42 col dargli il teatro Vall
ttobre : …. Aspetterò anche due buoni mesi prima di prendere impegni
per
il teatro Valle pel 1842 perchè mi preme e deside
pagnia Sarda. Il contratto da me stabilito con la signora Internari è
per
tre anni. Posso però, anzi sono determinato, onde
oni, il 4 ottobre 1840 da Napoli, vorrebbe riallacciare le trattative
per
l’anno 1842, e così Da Rizzo da Roma il 16 dello
a il 16 dello stesso mese, che accenna che fra gli attori disponibili
per
il ’42 spera di trovare il Gattinelli e forse Ven
19 novembre ’40 : …. mi confermo che la vostra rissoluzione è fatta
per
accasarvi. Io vi auguro tutti i beni e vi desider
ti i beni e vi desidero tutte le felicità che non vi potranno mancare
per
la vostra onesta condotta. Io fui obbligato di ri
mo una lettera di F. Lottini a Giuseppe Bosio (Bassano, 1°maggio ’41)
per
sapere se la Bettini intenda o no di accettare le
erissi, a nome di un ricco signore di Firenze, un onorifico contratto
per
rimanere tre stagioni dell’anno ferma ad agire in
ttinelli. ……….……………………….. Il progetto sarebbe onorifico e vantaggioso
per
voi, e per me l’àncora di salvezza poichè in 3 an
…….……………………….. Il progetto sarebbe onorifico e vantaggioso per voi, e
per
me l’àncora di salvezza poichè in 3 anni ho perdu
E da Bologna, in data 18 maggio : …. la persona che ambirebbe avervi
per
cardine principale della Compagnia che vuol forma
irebbe avervi per cardine principale della Compagnia che vuol formare
per
Firenze, non escludendo una qualche scappata per
nia che vuol formare per Firenze, non escludendo una qualche scappata
per
poche recite nelle vicinanze e specialmente alla
pra quella Banca che meglio vi piacerà di indicargli. Non posso dirvi
per
ora, fuori di Gattinelli, quali saranno i vostri
lle lagrime agli occhi. Il Lipparini da Genova (25 giugno 41) insiste
per
aver la Bettini e scrive : Vi faccio una confide
gai, perchè come doveva fare con Genova che sono pagato ? il mestiere
per
lei serve da secondo ; si teme…. si vedrà ! ad og
ui abbiamo il Bazzi che le scrive da casa (Milano, 19 settembre 1841)
per
proporle di rimanere nella sua Compagnia alle ste
. Soltanto soggiunge : Ella mi concederebbe la libertà di tre recite
per
settimana escludendo in esse la recitazione di Dr
di lei diritto e nel caso di malattie approffitterei della opera sua
per
tutte cinque recite ; otterebbe da ciò, sicurezza
bbiamo piangere la tua perdita come abbiamo fatto poco tempo indietro
per
quella di un altro sommo ? » Forse allude alla st
malia, La tua lettera gelò il sangue a que’ tali che ideavano averti
per
prima attrice in una Compagnia che per primo scop
que’ tali che ideavano averti per prima attrice in una Compagnia che
per
primo scopo doveva riformare il teatro italiano i
ne dopo altri cinque anni, ma prima di far ciò desidero ardentemente (
per
quanto il mio scarso ingegno lo permetterà) coope
naturali, le finitezze, le sfumature dell’arte come noi le chiamiamo,
per
applaudire soltanto alle esagerazioni, contrarie
o Gaetano Gattinelli. Domeniconi da Napoli il 26 novembre ’41, tanto
per
cambiare, insiste per scritturarla qual prima att
Domeniconi da Napoli il 26 novembre ’41, tanto per cambiare, insiste
per
scritturarla qual prima attrice in una delle due
i attende un tuo assenso perchè ogni sventura della mia famiglia stia
per
avere un termine ! Mia cara Amalia, soccorri all’
utto ed io ti adorerò come una santa, ed infatti tu saresti una santa
per
me e quest’ opera ti frutterà mille benedizioni e
tuo cuore con maggiori parole, sono persuasa che tu farai ogni sforzo
per
rendere la felicità ad una amica la di cui vita,
questa scala epistolare, riprende la penna in Roma il 6 gennaio 1842,
per
proporre scrittura a colei la quale il3 giugno su
può dire, che lo stesso autore avrebbe provato una nuova compiacenza
per
la sua creazione ove l’avesse veduta rivivere per
a nuova compiacenza per la sua creazione ove l’avesse veduta rivivere
per
opera della egregia attrice. L’autore ha colorito
ttini, il darle una lode comune sarebbe un oltraggio all’arte stessa,
per
cui tanto si affatica, per cui si può dire che vi
mune sarebbe un oltraggio all’arte stessa, per cui tanto si affatica,
per
cui si può dire che viva. Abbiasi per ora la nost
ssa, per cui tanto si affatica, per cui si può dire che viva. Abbiasi
per
ora la nostra ammirazione, che riputiamo il più b
Pietro Petronilla (collezione Paglicci-Brozzi) e che io non riproduco
per
la poca differenza che è fra esso e il precedente
e direttore e primo attore, non l’ho mai veduta ricorrere al soggetto
per
saper la parola di entrata in scena. Abituata fin
asciava a soli trentatrè anni le scene senza tornarvi più mai, se non
per
offrire alla patria il proprio contributo di donn
suoi ballerini oltramonti, e i Francesi stessi scendevano dalle Alpi
per
apprendere la danza a. I suoi Peri, Corsi, Montev
u con tal magnificenza e pompa decorato, che ne volò la fama, non che
per
l’Italia, oltramonti. Cominciò da prima a coltiva
cale il cavalier Pippo Acciajolia. Torino si contraddistinse nel 1628
per
la sontuosa rappresentazione del Vascello della f
stampato e recitato in Venezia ed altrove tante volte. Si segnalarono
per
la magnificenza ne’ musicali spettacoli i sovrani
i Toscana Ferdinando I prescelto ad inventare i componimenti musicali
per
le feste delle nozze della principessa Maria. In
Rinuccini, benchè da questo Fiorentino rimanesse il Savonese superato
per
interesse e per affetto. In Firenze si rappresent
è da questo Fiorentino rimanesse il Savonese superato per interesse e
per
affetto. In Firenze si rappresentò ancora alla pr
Chiabrera non si decantò mai in Italia nè pel Rapimento di Cefalo nè
per
tal Vegghia. Un componimento scenico per la music
è pel Rapimento di Cefalo nè per tal Vegghia. Un componimento scenico
per
la musica composta pel dì natalizio di Maria Farn
rarum praestantior est auditus a e pure in quel tempo si ammirarono
per
la voce e per l’arte di modularla il Campagnuola,
tior est auditus a e pure in quel tempo si ammirarono per la voce e
per
l’arte di modularla il Campagnuola, l’Angelucci,
ii il di lui dramma intitolato Catena di Adone composto espressamente
per
una contesa insorta fra due cavalieri di gran rig
gran riguardo Giovanni Giorgio Aldobrandini e Giovanni Domenico Lupi,
per
due famose cantatrici, ad oggetto di decidersi qu
trici, ad oggetto di decidersi qual delle due fosse la più eccellente
per
soavità di voce e per arte di cantare. Chiamavasi
ecidersi qual delle due fosse la più eccellente per soavità di voce e
per
arte di cantare. Chiamavasi l’una Checca della La
nto. Chi non sa quanto antica sia questa barbarie, ed in quanti paesi
per
diversi fini tutti abjetti e vili adoperata? Sin
i, allorchè ella regnava sotto il nome e gli abiti del suo figliuolo,
per
confondere la propria voce femminile colle altre
olo, per confondere la propria voce femminile colle altre effemminate
per
arte. Secondo Gioseffo ebreo Nabucco ne diede il
are gli schiavi Ebrei. Claudiano contra Eutropio pretese che i Parti,
per
raffinamento di lascivia, cominciassero a pratica
che i Parti, per raffinamento di lascivia, cominciassero a praticarlo
per
conservare più lungo tempo la gioventù de’ loro c
empo la gioventù de’ loro cinedi. Alcuni usurpatori dell’altrui regno
per
mezzo della castrazione vollero togliere a’ popol
dell’adulterio. I Persiani, secondo Pietro della Valle, se ne valsero
per
castigo delle deflorazioni. Gli Affricani poveri
convertirono in un ramo di commercio abominevole divenuto necessario
per
la matta gelosia de’ serragli orientali. Gli Eunu
ani furono servi addetti alla cura de’ letti, come accenna Apulejo, e
per
tal uso venivano per vanità e per lusso ricercati
tti alla cura de’ letti, come accenna Apulejo, e per tal uso venivano
per
vanità e per lusso ricercati fin anco dalle meret
de’ letti, come accenna Apulejo, e per tal uso venivano per vanità e
per
lusso ricercati fin anco dalle meretrici, a quel
i quest’atrocità, ed ai barbari solo in qualche parte a. Contuttociò,
per
quanto gli eunuchi venissero perseguitati dalle l
’ tornei, ne’ caroselli. Nè tra’ giullari e ministrieri che cantavano
per
le case de’ signori, nè tra’ buffoni che in qualu
arsi sulla storia che tra’ Greci cominciasse la castrazione ad usarsi
per
mestier musicale, trovandosi tra essi introdotta
rgomentarsi che fosse cessata si bella usanza di assottigliar la voce
per
l’ordine de’ cantori. Le Nazioni settentrionali a
ominevole privilegio di continuarlo. Io ho unita la Spagna all’Italia
per
la rinnovazione di questa usanza infame. Alcuni d
si discacciò la Società Gesuitica, vennero ad inveire contro L’Italia
per
sì vituperosa consuetudine, e con filosofica savi
i mala fede o ignoranza? Io nel fior degli anni miei ascoltai cantare
per
le chiese di Napoli el tiple (il soprano) Pepito
ima che mi recassi in Ispagna e poi il rividi, ed ascoltai in Madrid
per
più anni in compagnia di Narciso, di Pellegrino e
a da numeroso coro di castratini educati espressamente in un collegio
per
cantaro in essa le divine laudi. Nella real chies
listi del XVI secolo non muovono la questione, se lecito sia castrare
per
formare un musico nè pare che ciò prendesse ad i
i a soli dodici o quindici, noi risaliremo intorno al 1625, E così se
per
ora non possiam dire precisamente l’anno del prim
a uniformità recatavi dagl’invincibili pregiudizii di tali attori che
per
tanto tempo ne ha scemato il diletto? Ciò avverrà
natura oltraggiate rivendicassero i loro dritti. Un filosofo Italiano
per
amor dell’umanità impiegò le sue meditazioni per
Un filosofo Italiano per amor dell’umanità impiegò le sue meditazioni
per
salvar dalla morte gli uomini rei or non sarebbe
ti a muovere la potenza e la pietà de’ principi spagnuoli ed italiani
per
salvar tante vittime innocenti dalla spietata ing
pere in musica di tal secolo sarebbe una narrazione ugualmente nojosa
per
chi la legge e per chi la scrive. Essi furono ass
al secolo sarebbe una narrazione ugualmente nojosa per chi la legge e
per
chi la scrive. Essi furono assaissimi e quasi tut
richiesti nella poesia rappresentativa. Furono i loro drammi notabili
per
le sconvenevolezze, per le irregolarità, per le a
appresentativa. Furono i loro drammi notabili per le sconvenevolezze,
per
le irregolarità, per le apparenze stravaganti sim
o i loro drammi notabili per le sconvenevolezze, per le irregolarità,
per
le apparenze stravaganti simili a’ sogni degl’inf
egolarità, per le apparenze stravaganti simili a’ sogni degl’infermi,
per
un miscuglio di tragico e di comico e di eroi, nu
i, per un miscuglio di tragico e di comico e di eroi, numi e buffoni,
per
istile vizioso , in somma per tutto ciò che ottim
e di comico e di eroi, numi e buffoni, per istile vizioso , in somma
per
tutto ciò che ottimamente vi osservò il prenomina
dalla mitologia, la quale agevolmente apprestava di grandi materiali
per
le decorazioni e per le macchine che maravigliosa
quale agevolmente apprestava di grandi materiali per le decorazioni e
per
le macchine che maravigliosamente si eseguivano d
ro ma pure la poesia vi avanzò poco, e lo spettacolo scemò di pregio
per
l’apparato. I primi ad esercitarvisi non ne acqui
lustri nomi de’ tempi andati attendevano un ingegno assai più sublime
per
trionfar sulle scene musicali. Accenneremo solo d
ltivò con qualche successo e forse con molto minore stravaganza anche
per
la poesia, come si vede nelle Pazzie per vendetta
lto minore stravaganza anche per la poesia, come si vede nelle Pazzie
per
vendetta di Giuseppe Vallaro, nel Podestà di Colo
lia all’anno 1690. a. La memoria di questo spettacolo ci è pervenuta
per
una bella dipintura che ne fece il famoso pittore
l’esgesuita Arteaga. Or perchè solo contro L’Italia egli si scagliava
per
la castrazione? a. Pinaco teca Parte II. a. P
rodussi il tomo IV di questa Istoria Teatrale, e tali desideri formai
per
l’esiglio perpetuo de castroni dalle scene Europe
scene Europee, io qualche anno prima l’avea sperato sull’abominio che
per
essi avea mostrato nel suo regnato il Cattolico R
gnato il Cattolico Re Carlo III Borbone, Ma le circostanze impedirono
per
avventura che l’evento secondasse i miei voti. Ne
tragedie e commedie hanno certamente la data più indietro del 1520, e
per
conseguenza la prima epoca in Italia gloriosa del
o Gregorio Giraldia intorno a’ primi anni del secolo il Trissino avea
per
le mani la sua tragedia, benchè prima del 1514 no
si scrissero assai prima del 1520, cioè intorno al 1498 o poco più; e
per
conseguenza che l’epoca della poesia regolare dra
ica dovrà fissarsi sull’aprir del secolo XVI. Una felice combinazione
per
la drammatica trasse i più chiari epici Italiani
e in iscapito delle di lui satire e commedie l’esgesuita sig. Andres,
per
divertire la corte del duca di Ferrara compose ci
, i Suppositi, la Lena, il Negromante e la Scolastica. Alfonso d’Este
per
farle rappresentare se costruire un teatro stabil
inutamente queste commedie; ma ne anderò solo notando alcune bellezze
per
istruzione della gioventù, e per rimproverarle ag
anderò solo notando alcune bellezze per istruzione della gioventù, e
per
rimproverarle agli ultimi detrattori transalpini,
o padrone si fa credere un suo servo chiamato Dulippo, e questi passa
per
Erostrato, prendendone il nome e la condizione. M
ri dalla propria fantasia; la qual cosa gli rende superiori a’ Latini
per
invenzione, ed in conseguenza per vivacità. E se
cosa gli rende superiori a’ Latini per invenzione, ed in conseguenza
per
vivacità. E se il nostro dottissimo Gian Vincenzo
o infinite volte dipinte le donne con caratteri nobili, cioè distinte
per
grado e per virtù. Se Castilhon avesse avuta più
olte dipinte le donne con caratteri nobili, cioè distinte per grado e
per
virtù. Se Castilhon avesse avuta più pratica dell
letteraria, avrebbe evitato questo ed altri simili propositi, i quali
per
se stessi leggeri diventano poi spropositi notabi
dell’erudizione di cui scarseggiano tanto e di cui tanto abbisognano
per
ragionar diritto. Lo stile dell’Ariosto poi si pr
circospetta quanto la Latina. Imperocchè i nostri autori comici erano
per
lo più persone nobili e ragguardevoli nella civil
n prosa, vi pose un prologo in terzarima, ove dimostra sommo rispetto
per
gli antichi; ed allora che la ridusse in versi sd
sa che di tutta la poesia, la comica è la più soggetta ad alterazioni
per
le maniere e pe’ costumi? Il Ferrarese valoroso d
li effemminati govinastri che si bellettano come le femmine, la quale
per
altro troverebbe i suoi ridicoli originali ancor
apportano lo scioglimento. Flavio amante di una giovinetta contratta
per
lei con la Lena ruffiana inesorabile; e per tener
una giovinetta contratta per lei con la Lena ruffiana inesorabile; e
per
tenerla contenta fa del denaro impegnando la roba
ta fa del denaro impegnando la roba e la beretta. Il servo Corbolo sì
per
discolparlo del pegno fatto, come per trarre altr
la beretta. Il servo Corbolo sì per discolparlo del pegno fatto, come
per
trarre altro danaro da Ilario di lui padre, gli n
la quale nell’atto III forma una scena incomparabilmente più graziosa
per
lo stile, e più naturale di quella della galera d
menzogna cadente ; ma il vecchio insospettito mena seco il Cremonino,
per
esaminarlo in casa senza che Corbolo possa interr
posito. Sventuratamente il padrone di tale botte viene a riprenderla,
per
dubbio che pe’ debiti del marito della Lena non a
mata da Flavio, arriva in tal punto, ode il contrasto, si frappone, e
per
metter pace, offre di tener egli la botte in depo
oso, e di un giovine trovato in casa di una fanciulla onorata, ma non
per
questo produce risentimento veruno di funeste con
sta commedia (che ci sugerirà alcune curiose osservazioni critiche) e
per
la vaghezza dello stile, e per l’artificio del gr
lcune curiose osservazioni critiche) e per la vaghezza dello stile, e
per
l’artificio del groppo, e pel calore ed il movime
r l’artificio del groppo, e pel calore ed il movimento dell’azione, e
per
la vivace dipintura de’ caratteri, e per la grazi
il movimento dell’azione, e per la vivace dipintura de’ caratteri, e
per
la grazia de’ motteggi, merita che si legga con a
ingendosi impotente, e sperando di far disciogliere le nozze. Massimo
per
guarirlo, dopo varie pratiche, e molti rimedii te
pratiche, e molti rimedii tentati invano, ricorre ad un furbo tenuto
per
astrolago, e negromante. Costui cercando di arric
festi l’amore di Cintio e Lavinia, rimanendo egli scornato e scoperto
per
impostore. Delle molte bellezze di questa favola
spetto mirava Platone le Nubi, quando inviò tal favola al re Dionisio
per
dargli a conoscere gli Ateniesi. Di questa utilit
dargli a conoscere gli Ateniesi. Di questa utilità e diletto privansi
per
certo spirito di superficialità molti Italiani ch
se e superficiali notizie nelle opere oltramontane. E che può sapere,
per
esempio, dell’indole dell’Italica commedia quell’
dell’indole dell’Italica commedia quell’Italiano meschino che prende
per
iscorta la Poetica Francese del Marmontel, dove t
ca baldanza disse quel Francese erudito degl’Italiani: Un popolo che
per
gran tempo ha posto il proprio onore nella fedelt
no più di una fiata portato sulla scena a’ giorni nostri i Fajeli che
per
gelosia strappano il cuore agli amanti delle Gabr
e per gelosia strappano il cuore agli amanti delle Gabrieli di Vergy)
per
necessità dovè inventare nelle commedie intrighi
ergy) per necessità dovè inventare nelle commedie intrighi pericolosi
per
gli amanti e capaci di esercitare la furberia de’
ute dal signor Marmontel in pensiero e non mai sotto gli occhi, sono,
per
quello che si stà narrando, frutti per la maggior
non mai sotto gli occhi, sono, per quello che si stà narrando, frutti
per
la maggior parte del secolo XVI. Ora per verifica
che si stà narrando, frutti per la maggior parte del secolo XVI. Ora
per
verificare il principio fondato dal nomato autore
i gelosia e di vendetta funesta da lui urbanamente chiamata Italiana,
per
essersi dimenticato delle storie delle altre nazi
endo appena appreso a leggere e scriver male, ha l’arte di spacciarsi
per
filosofo, alchimista, medico, astrolago e mago, s
le vestigie Sue tuttavia dovunque passa, restano Come de la lumaca, e
per
più simile Comparazion, di grandine o di fulmine.
. Al primo egli promette di portare in casa una cassa con un cadavere
per
fare uno scongiuro; e per preparare la stanza all
i portare in casa una cassa con un cadavere per fare uno scongiuro; e
per
preparare la stanza alla finta evocazione, domand
e, perchè non ha tempo d’istruirlo di ciò che ha pensato, e si ritira
per
lasciar venir fuori Nibio con la cassa, indi per
pensato, e si ritira per lasciar venir fuori Nibio con la cassa, indi
per
allontanarlo di là inventa una fola verisimile, e
osso credere Che il trovi vivo. Nibio parte precipitosamente. Temolo
per
cogliere il frutto della sua astuzia, e distrugge
assimo, la fa condurre in quella di Fazio. Torna poi Nibio arrabbiato
per
essere stato beffato, e cerca della cassa. Grazio
reto dell’unione degli animi di Cintio e Lavinia, e fugge in farsetto
per
riferirlo a Massimo. Cintio sommamente afflitto p
a Massimo. Cintio sommamente afflitto pel caso va in cerca di Camillo
per
pregarlo di tacere. Fazio gli dice che faccia con
non che un movimento proprio della comica poesia, il quale crescendo
per
gradi senza intermissione infonda e conservi l’at
vacità nella favola a. Diede Cesare a tal movimento il nome di forza
per
contrapporla alla languidezza mortal veleno della
porla alla languidezza mortal veleno della scena: vi aggiunse comica,
per
dinotare, che tale esser debba e nelle situazioni
. Una languidissima favola non mai avrà la forza accennata da Cesare,
per
quanto sia cospersa di sali e motti graziosi. I p
o all’ultimo grado comico lo scioglimento. Nè dee recare stupore, che
per
questa parte rimanga il comico. Latino superato d
suo padre riceve in casa la sua innamorata Ippolita facendola passare
per
figlia di messer Lazzaro cattedratico che si aspe
are per figlia di messer Lazzaro cattedratico che si aspettava, e che
per
notizie sopravvenute si sapeva di non dover più v
ici, ed al fine dopo tanti anni scorsi pensa a fare un pellegrinaggio
per
andarne in traccia, e per espiar la colpa. Il buo
anni scorsi pensa a fare un pellegrinaggio per andarne in traccia, e
per
espiar la colpa. Il buon teologo (i falsi teologh
mica carriera que’ giovani che allo studio dell’uomo e della società,
per
la quale vogliono dipingere, e alla ragionata let
irli nella propria loro città. Nè crediate però (si soggiungue) che
per
negromanzia sì presto da Roma vengano quì…. perci
ttà vostra. L’altra recita si fece in Roma alla presenza di Leone X,
per
quel che accenna il Giovio nella di lui Vita, e l
o di Plauto. A Plauto (si dice) staria molto bene lo essere rubato,
per
tenere il moccicone le cose sue senza una chiave,
gemelli nati in Modone, l’uno maschio chiamato Lidio, l’altra femmina
per
nome Santilla, di forma e di presenza similissimi
’ Turchi della loro patria rimangono divisi sin dalla fanciullezza, e
per
varii casi, senza che l’uno sappia dell’altro, gi
abito virile col nome del fratello. Dopo alcuni scambiamenti avvenuti
per
l’amorosa follia di Fulvia moglie del dissennato
elegante della Calandra non può essere nè più grazioso nè più proprio
per
gli personaggi che vi s’imitano. I caratteri vi s
drai. Or guarda: eccomi. Fes. Torci la bocca; più ancora, torci bene,
per
l’altro verso; più basso… Oh oh, or muori a posta
favole sceniche e chiama l’attenzione dello spettatore. Non si vede,
per
darne un esempio, nell’atto I la ragione per cui
spettatore. Non si vede, per darne un esempio, nell’atto I la ragione
per
cui Fulvia che altre volte ha veduto in casa Lidi
te ha veduto in casa Lidio vestito da femmina, pretenda poi che Ruffo
per
via d’incanti, lo trasformi in femmina per l’iste
na, pretenda poi che Ruffo per via d’incanti, lo trasformi in femmina
per
l’istesso intento; e perchè non usa del modo più
gli amanti così mal custoditi, che possa a Lidio sostituirsi Santilla
per
far rimaner Calandro scornato, e riuscire la rico
, le spoglie , segue i nominati comici antichi, ma si allontana anche
per
questa ragione da Terenzio universalmente approva
l’abuso fatto da un tal Timoteo del credito dovuto a certo stato, che
per
tanti secoli si è rispettato, e quantunque se ne
oglie una pozione di mandragola colle circostanze che l’accompagnano,
per
averne un figliuolo maschio. Un prologo in versi
o della picevolezza che promette; che ridicola essa riesce moltissimo
per
tutte le sue parti. Per conoscere messer Nicia ch
o il vidi. Lig. Quanto è egli maggior che Arno? Nic. Che Arno? Egli è
per
quattro volte, per più di sei, per più di sette,
nto è egli maggior che Arno? Nic. Che Arno? Egli è per quattro volte,
per
più di sei, per più di sette, mi farai dire; e no
or che Arno? Nic. Che Arno? Egli è per quattro volte, per più di sei,
per
più di sette, mi farai dire; e non si vede se non
araviglia espresse le apprenti ragioni usate dagl’impostori seduttori
per
indurre la credula innocenza a cadere in fallo. T
e ne rilevano la goffaggine senza bisogno di sforzo veruno istrionico
per
far ridere, come non rare volte può notarsi ne’ m
egli in aguato e Nicia stesso e Siro e Frate;Frate Timoteo travestiti
per
cogliere alcuno giovinaccio spensierato per lo bi
;Frate Timoteo travestiti per cogliere alcuno giovinaccio spensierato
per
lo bisogno che ne hanno: Lig. Non perdiamo più t
o più tempo quì. Io voglio essere il capitano, ed ordinare l’esercito
per
la giornata. Al destro corno fia preposto Callima
nistro io, tralle due corne starà qui il dottore; Siro fia retrogrado
per
dare sussidio a quella banda che inclinasse; il n
a fu tradotta in francese dal celebre Giambatista Rousseau, encomiata
per
l’intreccio e per lo vero comico dal signor di Vo
rancese dal celebre Giambatista Rousseau, encomiata per l’intreccio e
per
lo vero comico dal signor di Voltaire, e ammirata
erchè non ne adduce una ragione vera che convinca. Languide esse sono
per
lui, per volersi l’autore adattare al gusto allo
ne adduce una ragione vera che convinca. Languide esse sono per lui,
per
volersi l’autore adattare al gusto allora regnant
tti naturali sempre più interessanti colla freschezza del colorito, e
per
conseguenza allontanerebbe sempre più la favola d
il favellar di gusto e poesia drammatica antica e moderna non è fatto
per
ogni sorta di antiquarii. La Clizia. È questa una
on aspettate di riconoscere o il casato o gli uomini, perchè l’autore
per
isfuggire carico ha convertiti i nomi veri ne’ no
la Clizia, dice: Quando dodici anni sono nel 1494 passò il re Carlo
per
Firenze, che andava con un grande esercitò all’im
compose prima la Mandragola. Nicomaco propone alla moglie di prendere
per
arbitro de’ loro domestici dispiaceri sulle nozze
à fatto qualche miracolo. Sof. Quale? Nic. Come quale? Non sai tu che
per
le sue orazioni Monna Lucrezia Calfucci che era s
erile, ingravidò? Questo motto non riuscirebbe grazioso e vivace, se
per
la passata commedia non fosse nota la novella di
cità; qualcheduna però ne trascrisse aut impudenter aut perversè . E
per
esempio di ciò che ne dice in ultimo luogo, adduc
. Che dice ella? che vuole ella? Pir. Pregami che io non tolga Clizia
per
donna. Nic. Che l’hai tu detto? Pir. Che io mi la
, e sì ben rassettata, che par nativa di Firenze, e non della Grecia;
per
le quali cose tira l’attenzione di chi legge o as
da due pastori; le altre cinque ancor della prima più corte son poste
per
tramezzi nella fine di ciascun atto. Adunque colo
ma volta, trasformare le pastorali del XVI secolo in opere in musica,
per
sapere che vi furono poste in musica le canzonett
ancora tralle opere musicali questa commedia in prosa del Machiavelli
per
la medesima ragione; la qual cosa sarebbe una rar
ure una pretta traduzione dell’Andria di Terenzio, la quale parmi che
per
la prima volta siesi impressa nell’edizione di Pa
re attribuita loro dal signor Andres, che è la frase che egli adopra
per
intingolo perpetuo in parlar del teatro italiano,
e stessi ed a’ loro amici e lodatori, sogliono talvolta censurare più
per
singolarizzarsi allontanandosi dal l’avviso comun
urare più per singolarizzarsi allontanandosi dal l’avviso comune, che
per
intera persuasione e per amor del vero e del bell
arsi allontanandosi dal l’avviso comune, che per intera persuasione e
per
amor del vero e del bello che gli determini ne’ l
tanti generi di drammi. Ci arresteremo dunque in alcune più notabili
per
qualche ragione che più interessi o istruisca. Tr
no di buone commedie, contisi il nobilissimo poeta Ercole Bentivoglio
per
nascita Bolognese e per domicilio Ferrarese, esse
ntisi il nobilissimo poeta Ercole Bentivoglio per nascita Bolognese e
per
domicilio Ferrarese, essendo stato di anni sette
medico geloso ingiustamente della moglie. Quegl’ intrighi pericolosi
per
gli amanti atti ad esercitar la furberia de’ serv
lle commedie dell’Ariosto, del Bibbiena e del Machiavelli, regneranno
per
avventura come nel proprio elemento in questa fav
nge un geloso? Vediamolo. Ermino incerto della fedeltà della moglie,
per
assicurarsene finge un’ assenza di un giorno o du
rede mercatante, si traveste, appiccasi al mento una finta barba nera
per
coprir la sua ch’è bigia, e va a mettersi in agua
io di dietro della propria casa. Il creduto mercatante ch’è un furbo,
per
ajutar Fausto giovine innamorato di Livia nipote
da parte del padrone, e finalmente da un servo di casa pieno di vino,
per
cui è costretto a ritirarsi. Rimpatria intanto ne
, ed il lascia fuori pieno di sospetti. Egli però si sovviene di aver
per
ventura conservata una chiave dell’uscio di dietr
fatto la moglie, batte la porta, ma non essendo ravvisato dalla fante
per
essere nella guisa accennata travestito, è ingiur
? Nè il Geloso del Bentivoglio avrebbe dovuto essere da lui ignorato,
per
poco che avesse l’uso di fornirsi di dati certi p
oso. Questa è Roma ecc. E sia questa una delle tante evidenti prove
per
ismentire quegl’imperiosi critici filosofi di buo
erazione di Fausto che nella scena quarta dell’atto V vuole andar via
per
vincere la propria passione; e bella è poi la qui
bene inventare e disporre senza altra scorta che la natura, volle non
per
tanto dare un bell’esempio del modo di trasportar
vivacità di colorito nelle maniere. Nel prologo mostra gran rispetto
per
la dotta antichità. Noi, dice, nulla faremo di pe
osì ancor noi Non sappiam fare alcuna cosa bella, Se questa antichità
per
nostro specchio Non ci mettiamo innanzi. Lo stil
Non ci mettiamo innanzi. Lo stile è al solito felice ed elegante da
per
tutto, di che molti passi assai belli si potrebbe
he invenzioni, e rendettero le belle espressioni antiche interessanti
per
li moderni, sapendo dar loro (con pace anche quì
di lui poesie, e soprattutto alle commedie. Il più vicino all’Ariosto
per
la commedia di quel tempo egli è senza dubbio que
Egli gareggiò pure con felicità grande colla Clizia del Machiavelli,
per
aver sì acconciamente avvicinata l’antica Mostell
a due personaggi ridicoli, cioè un Sanese scempiato che viene in Roma
per
farsi cardinale, imparando prima ad esser Cortigi
eruna superstiziosa cura di rendere italiane le maniere latine, e non
per
tanto mancano di ogni vivacità; la qual cosa pruo
appresentò nel 1560 entrando in Siena il duca Cosimo I, e si pubblicò
per
le stampe l’anno 1571. Trovansi parimente impress
ori. Panzana nell’Amor costante dice: Scoppio di voglia di ridere, e
per
rispetto de’ forestieri tengo la bocca che non ri
donio. Ariosto, Bentivoglio, Aretino, Dovizio, Machiavelli si valsero
per
tutti i personaggi delle proprie favole del solo
anni sessantacinque nel 1563, fu calzolajo, ma si distinse in Firenze
per
molte lezioni recitate nell’Accademia Fiorentina,
se in Firenze per molte lezioni recitate nell’Accademia Fiorentina, e
per
alcune traduzioni. La Filenia (l’ultima delle qua
la del palazzo del principe di Salerno (in Napoli) dove stava sempre
per
tale effetto apparecchiato il proscenio . Intorno
e, la Stiava, il Donzello, il Corredo, lo Spirito, e il Servigiale; e
per
quel che ne dice il Quadrio, molte altre ne rimas
Eustachia commedia in prosa del Guidani leccese s’impresse in Venezia
per
Aldo nel 1570. Il Trappa pure in prosa di Massimo
tanini è collocata tralle commedie in prosa, ma si scrisse in versi e
per
la maggior parte in ottava rima, la qual cosa oss
ma il Zeno. La Flora di Luigi Alamanni s’impresse in Firenze nel 1556
per
cura di Andrea Lori che la fece recitare nella Co
abeb, fatica e invenzione inutile intrapresa da altri Italiani ancora
per
imitare superstiziosamente il giambico greco e la
e scritta, in istile puro e piacevole, e copiosa di grazie comiche, e
per
questa parte degna di sì leggiadro scrittore. Tut
e languida nell’avvilupparsi e nello sciogliersi, e da non soffrire,
per
vivacità e sceneggiatura ed economia, il paragone
smarrito augello cerca diridursi nel vostro nido, come aquila che stà
per
fissar l’occhio in voi suo bel sole: deh uscite f
ompere le porte, non essendo in casa la di lei madre, come proponeva,
per
parlarle con libertà. Egli poi tutto ardore vuol
ssa come vorrei, esser vostra, ne leghi eternamente ambedue; e tenete
per
certo che ogni mio desiderio, ogni mio pensiero,
ogni mio desiderio, ogni mio pensiero, ogni mia speranza è che voi o
per
serva, o per altro che mi vogliate, abbiate ad es
iderio, ogni mio pensiero, ogni mia speranza è che voi o per serva, o
per
altro che mi vogliate, abbiate ad essere scudo de
possono mai abbastanza lodare questi tratti di saviezze che spandono
per
l’uditorio un piacere indicibile, specialmente qu
in Roma nel 1558ascrisse più commedie pregiate dagl’ intelligenti, e
per
la lingua citate nel Vocabolario della Crusca. Le
faranno leggere senza noja da chi vuol conoscere il teatro italiano,
per
la regolarità, per le lapidezze, per la purezza e
nza noja da chi vuol conoscere il teatro italiano, per la regolarità,
per
le lapidezze, per la purezza ed eleganza dello st
ol conoscere il teatro italiano, per la regolarità, per le lapidezze,
per
la purezza ed eleganza dello stile, benchè per la
ità, per le lapidezze, per la purezza ed eleganza dello stile, benchè
per
la licenziosità di que’ tempi i motteggi e i sali
zioni e le leggi dell’operare. Chi vestisse ora d toga e di pretesta,
per
begli abiti che fossero, ci offenderebbe non men
te che le dipinture delle maniere locali, benchè eccenlleti, variano,
per
così dire, in ogni pajo di lustri; ma quelle dell
che altri rilevasse mai le bellezze de’ componimenti quasi obbliati,
per
poterli saccheggiare a loro posta; a quelli in fi
me tutti con pazienza, sperando di ritrovarvi, e consolarmi di avervi
per
mio consorte. Ma ora che finalmente vi ho ritrova
voi mio marito? Se non mi siete ancor di letto, e non volete essermi
per
amore, mi siete pur di fede, e mi dovete essere p
on volete essermi per amore, mi siete pur di fede, e mi dovete essere
per
obbligo. Non sono io quella, che per esser vostra
pur di fede, e mi dovete essere per obbligo. Non sono io quella, che
per
esser vostra moglie non mi sono curato di abbando
spersa dalla mia patria, nè divenir favola del mondo? Ricordatevi che
per
voi sono state tante tempeste, per voi sono venut
favola del mondo? Ricordatevi che per voi sono state tante tempeste,
per
voi sono venuta in preda de’ corsari, per voi si
sono state tante tempeste, per voi sono venuta in preda de’ corsari,
per
voi si può dire, che io sia morta, per voi son ve
o venuta in preda de’ corsari, per voi si può dire, che io sia morta,
per
voi son venduta, per voi carcerata, per voi battu
corsari, per voi si può dire, che io sia morta, per voi son venduta,
per
voi carcerata, per voi battuta, e per non venir d
i può dire, che io sia morta, per voi son venduta, per voi carcerata,
per
voi battuta, e per non venir donna di altro uomo,
sia morta, per voi son venduta, per voi carcerata, per voi battuta, e
per
non venir donna di altro uomo, come voi siete fat
ovrò tosto morire, ma solo desidero di non morir serva nè vituperata;
per
l’una di queste cose io disegno di condurmi, col
durmi, col testimonio della mia virginità, a mostrare a’ miei, che io
per
legittimo amore, e non per incontinenza, ho conse
mia virginità, a mostrare a’ miei, che io per legittimo amore, e non
per
incontinenza, ho consentito a venir con voi: per
gittimo amore, e non per incontinenza, ho consentito a venir con voi:
per
l’altro vi prego (se più di momento alcuno sono i
ù di momento alcuno sono i miei prieghi presso di voi) che procuriate
per
me: poichè non posso morir donna vostra, che io n
con la giustizia, o impetrate dalla vostra sposa la mia libertà: che,
per
esser ella così gentile, come intendo, ve la dovr
n vogliate fare, mi basterà solamente di morire: il che desidero così
per
finire la mia miseria, come per non impedire la v
mente di morire: il che desidero così per finire la mia miseria, come
per
non impedire la vostra ventura. E per segno che i
per finire la mia miseria, come per non impedire la vostra ventura. E
per
segno che io non voglio pregiudicare alla libertà
re alla libertà vostra, vi rimando l’anello del nostro maritaggio. Nè
per
questo si scemerà punto dell’amor che io vi porto
a quella che costituisce un’ anima nobile. Ogni parola è una bellezza
per
chi l’analizza, nè l’analizza chi non ha il cuore
bellezza per chi l’analizza, nè l’analizza chi non ha il cuore fatto
per
ciò che i Francesi chiamano sentimento. Non si ve
crocca, il Vespa, l’Olivetta, la Pimpinella, e la Niccolosa, regolari
per
la condotta, naturali nello stile, vivaci ne’ car
n esempio (raro in tal secolo) di un intrigo pericoloso e più proprio
per
le passioni tragiche. Una fanciulla minacciata da
passioni tragiche. Una fanciulla minacciata dal padre di altre nozze,
per
serbarsi al suo amante prende un sonnifero, e col
mante prende un sonnifero, e coll’ajuto di un medico si fa seppellire
per
morta; indi tratta dalla sepoltura si veste da uo
tratta dalla sepoltura si veste da uomo, e nel l’accingersi a partir
per
Lione dove sapeva che dimorava l’amante bandito,
sapeva che dimorava l’amante bandito, lo trova in Bologna addolorato
per
la notizia della di lei morte. In mezzo all’alleg
o non ne impetrasse la libertà, di ammazzarsi. In tale stato correndo
per
le strade quasi fuor di se per lo dolore, scarmig
di ammazzarsi. In tale stato correndo per le strade quasi fuor di se
per
lo dolore, scarmigliata, con un pugnale alla mano
batte nella giustizia che mena a morte Milziade suo fratello convinto
per
di lui confessione di latroneccio. Sbigottiscono
o sorpreso dal bargello con una scala di seta sotto la di lei casa, e
per
salvarne la fama si era accusato di aver voluto a
i fosse. Disperata Teodelinda avea risoluto, allorchè egli passerebbe
per
andare al patibolo, di gettarsi al suo collo, con
to perchè venga a prenderne crudel vendetta. Ma essi vengono liberati
per
opera della balia di Teodelinda e di Elfenice, e
e di pericoli grandi eccede i limiti della poesia comica naturale, e
per
questo capo è assai difettosa. Essa par tessuta a
mento di Elfenice e dall’omicidio commesso da Aristide, proseguendosi
per
li sette anni che egli dimorò in Lione, mostrando
diocrità comica l’avventura di Damone e Pizia, l’uno de’ quali rimase
per
ostaggio dell’amico sotto lo stesso pericolo di v
aggiunse la venuta di una innamorata che al vedere l’amante esposto,
per
essere ostaggio del di lei fratello che esattamen
ante un lieto scioglimento. L’altra commedia dell’Oddi non meno bella
per
la vaghezza de’ caratteri e dell’intreccio, intit
so Girolamo Discepolo nel 1604. E una favola assai avviluppata, piena
per
altro di colori comici e di caratteri piacevoli b
tonio Liberati che fece il prologo e gl’intermedii a questa commedia,
per
la sola ragione che quest’Accademico di Caprarola
ufficienti indizii da non istimarla opera del Tasso giovine. Il Manso
per
negarlo non ci disse di averlo saputo dal medesim
rlo non ci disse di averlo saputo dal medesimo Torquato; e se lo negò
per
proprio avviso, è una opinione, e non una prova l
ra eziandio rimasta sepolta, basti averne accennati i titoli, giacchè
per
essersene perduto ogni vestigio, o per aver ripos
ne accennati i titoli, giacchè per essersene perduto ogni vestigio, o
per
aver riposato nell’oscurità di qualche privato ar
i una sola possa sostenersi la lettura a? Che se egli seppe soltanto
per
tradizione che esistevano commedie antiche in Ita
alia, o stimò che altra cosa non fossero che le farse dell’Arlecchino
per
avventura vedute sul teatro detto Italiano di Par
a del teatro di Atene sulle rappresentazioni de’ Neurospasti? Che, se
per
dare a conoscere il teatro de’ Francesi, dimentic
libro II de’ Romanzi. a. Si è stimato notar ciò in carattere corsivo
per
comodo de’ plagiarii accattoni de’ nostri paesi,
a fatta alla P. III del tomo VII del Tiraboschi, il quale ciò afferma
per
avviso del ch. ab. Bettinelli. a. Calandra atto
ruffaldi Biblioteca degli Scrittori Ferraresi. a. Ciò non si osserva
per
amor di criticare un dotto straniero; ma solo per
Ciò non si osserva per amor di criticare un dotto straniero; ma solo
per
prevenire la gioventù contro i principii di una c
Teatro Italiano antico. b. Incomincia con questi versi che adduco
per
esempio: E’ mi conviene ogni mese come or venir
tivi della scena in Roma. L’unico spettacolo Circense frequentato
per
lungo tempo in Roma erano le feste Consuali istit
, Roma afflitta da una crudelissima peste, sospesa ogni cura bellica,
per
liberarsi da sì fiero nemico domestico, contro di
ì in ricreazione17. Ecco la sacra informe materia teatrale che nasce,
per
ciò che nel precedente volume divisammo, in ogni
erreno, senza che se ne prenda da altri popoli l’esempio, nella quale
per
lungo tempo rimangono antiqui vestigia ruris. Ess
pose in voga i diverbii Fescennini, i quali insieme co’ modi Saturnii
per
centoventi anni in circa vennero da’ Romani colti
ti anni in circa vennero da’ Romani coltivati18. Ma siffatti motteggi
per
la soverchia acrimonia e maldicenza personale abb
anno 391 di Roma ad invitare un attore scenico dell’Etruria, il quale
per
la sua nuova, graziosa e dilettevole agilità (all
vi furono chiamati a rappresentare le proprie favole mimiche celebri
per
la loro speciale piacevolezza. Esse nomaronsi Ate
cinanze del fiume Volturno alcune sue spie pratiche del parlare Osco,
per
esplorar gli andamenti del nemico25. II. Stabilit
polo doveano smascherarsi e soffrirne a volto nudo le fischiate27. Ma
per
qual pregio particolare vennero in simil guisa pr
Giulio Paride dal Vossio e di un Gianuario Nepoziano da altri) oscene
per
origine furono corrette e temperate dalla Romana
sortirono il nome di Osci. Ma donde egli l’apprese? Osceno significò
per
avventura impudico, turpe, licenzioso nella lingu
Roma guerriera, ordinato lo stato della repubblica in libero popolare
per
la legge Petelia sin dal 419 della sua fondazione
de’ Sanniti (vendicando l’onta delle Forche Caudine, cui soggiacquero
per
essersi fatti rinchiudere in un luogo di cui cerc
tivò più di un genere poetico, avendo l’anno 546 composto un inno che
per
placare i numi si cantò solennemente da ventisett
si cantò solennemente da ventisette verginelle. Acquistò maggior fama
per
la poesia drammatica, non solo per avere secondo
verginelle. Acquistò maggior fama per la poesia drammatica, non solo
per
avere secondo Donato composte e recitate tragedie
o Donato composte e recitate tragedie e commedie seguendo i Greci, ma
per
essere stato il primo a volgere gli animi degli s
lgere gli animi degli spettatori dalle satire alle favole teatrali36,
per
la cui rappresentazione gli fu assegnato il porti
i più bei pezzi, un di avvenne che fatto roco impetrò di far cantare
per
lui al suono della tibia un suo servo, a se riser
e l’usanza di dividere la declamazione dall’azione, usanza che non so
per
qual singolarità di gusto serbossi poscia costant
he impresa; essi insegnano a’ posteri ad inoltrarsi sulle loro tracce
per
esserne censurati. Andronico però mostrò certamen
citava la somma potestà or ne’ Comizii Tributi, or ne’ Centuriati, or
per
bocca dell intero Senato. In siffatto governo mol
non impunemente poteva arrogarsi il diritto di riprenderli. Nevio non
per
tanto pieno della lettura de’ Greci e della loro
ardì satireggiare Metello ed altri illustri Romani, e fu imprigionato
per
ordine de’ Triumviri. Per implorar grazia e per e
ni, e fu imprigionato per ordine de’ Triumviri. Per implorar grazia e
per
emendare l’errore commesso, scrisse in carcere al
ito, e ne volle lasciare a’ posteri la memoria nel bello epitafio che
per
se compose, in cui misto alla nobiltà e all’elega
referito a Terenzio43. Nevio avea militato nella prima guerra Punica,
per
quel che da lui stesso ricavò Varrone44, e la di
aneo di Andronico e di Nevio fu Quinto Ennio poeta di loro più chiaro
per
sangue, per valore, per illustri amicizie e per l
onico e di Nevio fu Quinto Ennio poeta di loro più chiaro per sangue,
per
valore, per illustri amicizie e per lettere. Ques
evio fu Quinto Ennio poeta di loro più chiaro per sangue, per valore,
per
illustri amicizie e per lettere. Questo scrittore
ta di loro più chiaro per sangue, per valore, per illustri amicizie e
per
lettere. Questo scrittore che a’ suoi tempi recò
, e possedendo perfettamente tre lingue l’Osca, la Greca e la Latina,
per
la qual cosa solea dire di aver tre cuori, potè,
riconoscersi il primo poema epico latino in versi esametri in istile
per
quel tempo elegante; perchè Nevio che l’avea prec
quante gemme avesse tratte dai di lui poemi l’impareggiabile Virgilio
per
lo più trascritte da verbo a verbo, può ricavarsi
la memoria di tre sue commedie Amphithraso, Ambracia, Pancratiastes,
per
le quali nel giudizio di Vulcazio Sedigito ebbe l
e. Avremmo dato di buon grado il Tieste di Seneca che già conosciamo,
per
quello di Ennio da lui composto nel settantesimo
i questo Cordovese, giacchè Cicerone50 diceva: E qual mai sarà tanto,
per
dir così, nemico del nome Romano, che ardisca spr
parietes. In Euripide Ecuba nel persuadere ad Ulisse d’intercedere
per
Polissena profferisce questa sentenza: Λόγος γα
gli altri Latini si arricchì colle invenzioni delle greche favole, ma
per
evitare la satira de’ particolari, non altronde l
ssendo esse nelle mani di tutti non esigono minute analisi, e basterà
per
la gioventù che quì se ne osservino alcune partic
doveano favellare da una parte principi e dei, personaggi non proprii
per
la commedia, e dall’altra alcuni servi comici non
molte altre aggiugnendone. Mercurio nel prologo di Plauto accenna che
per
servire al Tonante la notte si è prolongata, e ne
. Moliere accrebbe la piacevolezza di tale argomento col dare a Sosia
per
moglie Clèantis che è il personaggio di Tessala i
il Grazioso ripete coll’ innamorata le parole de’ padroni, facendone
per
lo più una parodia. Ma agli antichi, e spezialmen
vivacità, e si varia in parte, come ha fatto Moliere. Ma non ardirei
per
questo di asserire consoverchia franchezza (come
azione, cioè in una notte e un giorno resti incinta e partorisca. Non
per
tanto l’Anfitrione, come testifica Giambatista Pi
r tanto l’Anfitrione, come testifica Giambatista Pio nel suo comento,
per
consenso de i dotti si reputa la migliore delle c
per consenso de i dotti si reputa la migliore delle commedie Plautine
per
la forza, la proprietà e e la Salsa facondia che
orza, la proprietà e e la Salsa facondia che regna nell’elocuzione, e
per
la sontuosa abbondanza dello stile veramente lati
o il servo pregato dal proprio padrone si presta a quello che farebbe
per
naturale inclinazione. Intanto un mercatante che
lepos, ludusque in hac comœdia. Ridicula res est. Essa in fatti
per
eccitare il riso sacrifica in più di un luogo il
e e abbracciare in presenza del figliuolo stesso, son cose immaginate
per
muovere il riso per qualunque via. Queste sono fa
resenza del figliuolo stesso, son cose immaginate per muovere il riso
per
qualunque via. Queste sono favole di cattivo esem
i abbastanza i moderni non si allontaneranno dagli antichi. Havvi non
per
tanto in questa favola molta vivacità comica. I c
on franchezza. L’ingordigia delle madri ruffiane delle figliuole, cui
per
una legge Imperatoria si dispose che si tagliasse
no scornati quelli del contrario partito, e si preparano le nozze. Ma
per
rendere vano l’accordo e per deludere il vecchio
rio partito, e si preparano le nozze. Ma per rendere vano l’accordo e
per
deludere il vecchio insieme col suo villano fortu
ina, scoprendosi Casina ingenua e cittadina Ateniese, che è destinata
per
consorte al figliuolo del vecchio. Ma ciò si acce
ua Casina sommamente applaudita la prima volta che si rappresentò, e,
per
quanto si dice nel prologo recitato nella ripetiz
za di farne un doppio guadagno senza curarsi del contratto s’ imbarca
per
la Sicilia. Una tempesta fracassa la nave, separa
namenti infantili della fanciulla Palestra e varii altri contrassegni
per
gli quali un dì potesse conoscere i proprii paren
te cose pervenute nelle mani di Demone fanno ch’ei riconosca Palestra
per
la perduta sua figliuola. Il ruffiano ricupera le
il pescatore la sua libertà con un buon regalo, e Pleusidippo ottiene
per
consorte la sua bella Palestra. Arturo che impiet
vediamo l’argomento del Mercatante. Carino applicatosi alla mercatura
per
consiglio del padre, ne’ suoi viaggi s’innamora d
dalla nave lasciandovi la fanciulla, e va in busca de’ suoi. Intanto
per
un’altra via arriva alla nave il padre che a prim
ia, e gli è dato a credere essere una schiava comperata dal figliuolo
per
servire alla madre. Il vecchio si abbocca col fig
bbocca col figlio, gli parla della schiava, dicegli non esser propria
per
faticare nella loro casa, ma volerla comperare a
o suo amico figliuolo di Lisimaco lo raggiugne, lo consola, intercede
per
lui presso il padre, e ne ottiene che gli ceda Pa
vivacità e piacevolezza è singolarmente la terza scena dell’ atto II
per
la graziosa competenza di Carino e del padre offe
Lisimaco le favelli del suo Carino, mentre quegli intende del vecchio
per
cui l’ha comperata. Patetico è poi il congedo che
da Plauto detta Trinummus forse meno felicemente da tre nummi pagati
per
incidenza a un Sicofanta. Il prologo vien formato
la madre è mandata ad abitare in casa del giovine Lesbonico, dopo che
per
le sue prodigalità ha dissipato quanto avea. Egli
egli stesso. Intanto Lisitele giovane ricco e ben costumato vorrebbe
per
moglie la sorella di Lesbonico senza dote; ma que
orella di Lesbonico senza dote; ma questi reputando cosa vituperevole
per
un uomo della sua condizione il dargliela indotat
ole assegnarle un picciolo podere che gli è rimasto. Ripugna Lisitele
per
non ispogliarlo dell’unica cosa che può sostentar
emendo che ridotto alla mendicità non pensi indi a sparir dalla città
per
disperazione. Callicle intesa questa nobil gara,
na a lui stesso, e l’altra al figliuolo accompagnata da mille filippi
per
la dote della sorella. Un sicofanta prezzolato co
Megaronide. Questi riprende l’amico come uomo poco onesto ed ingordo
per
essersi approfittato della disgrazia di Lesbonico
a. I primi quattro atti si aggirano intorno agli amori di Agorastocle
per
la prima delle sue cugine a lui ignote, e di Ante
e per la prima delle sue cugine a lui ignote, e di Antemonide soldato
per
la seconda. Nel quinto comparisce il Cartaginese
il concetto degli undici seguenti Latini, ne’ quali ringrazia gli dei
per
essere arrivato salvo in quella città ove pensa f
dei per essere arrivato salvo in quella città ove pensa far diligenza
per
sapere delle figliuole e del nipote, per mezzo di
ittà ove pensa far diligenza per sapere delle figliuole e del nipote,
per
mezzo di Agorastocle già adottato da un suo ospit
curiosità troverà da pascolarsi in quanto, oltre a’ nominati, dissero
per
illustrar questa scena il Salmasio, il Reinesio,
ui. Noi intanto lasciando ad uomini siffatti i versi Punici di Plauto
per
confrontarli colle sillabe di tutti i linguaggi a
ena sa qualche parola Punica, va a parlare al Cartaginese, ma appunto
per
lo poco che sa del di lui idioma ne interpreta le
le risposte alla maniera degli etimologisti imperiti e di Arlecchino;
per
la qual cosa Annone gli parla nella lingua del pa
ocle il perduto suo nipote. Questa scoperta anima Milfione a tentare,
per
mezzo di questo zio, l’acquisto dell’innamorata d
iò al Cartaginese che finga di conoscere le due sorelle del suo paese
per
due sue figliuole perdute. A ciò Annone prende un
ella di combattere con amore. Trovasi egli in tal caso e cerca danajo
per
soddisfare alla sua passione, ma non ottiene altr
tal uopo seicento nummi, e prega Sagaristione a volerglieli prestare
per
tre o quattro giorni. Stupisce costui a tal doman
vviene il parassito Saturione e nel voler entrare in casa di Tossilo,
per
vedere se vi è rimasto dal passato dì qualche cos
stuzia di fare che lo stesso padrone della sua bella sborsi il danaro
per
pagarne il riscatto. Si avvede del parassito di c
aro per pagarne il riscatto. Si avvede del parassito di cui abbisogna
per
l’esecuzione, e per adescarlo finge di non averlo
iscatto. Si avvede del parassito di cui abbisogna per l’esecuzione, e
per
adescarlo finge di non averlo veduto e di ordinar
di non averlo veduto e di ordinare a’ servi di sua casa un banchetto
per
un suo amico che attende. Saturione con gran giub
di, nè in teatro si ammettono in un genere comico più elevato. Oggidì
per
iscreditarsi un uomo in una conversazione di pers
occoli, un pallio e un picciolo borsotto da guardare alcuna coserella
per
divertirsi mentre sta in casa; questo è quanto pu
la tua figliuola . . . . La mia figliuola? (interrompe Saturione) No,
per
Dio, che finora a quell’uscio non ha fiutato veru
ell’uscio non ha fiutato verun cane. No, no (dice Tossilo); io la vo’
per
altro. Ella è vaga, è vezzosa, e tu non sei conos
di quello che tu brami. Toss. Ottimamente. Prendi anche un vestito
per
mascherar colui che dee fingersi forestiere e ven
medie di Aristofane. Gli antichi da una banda dipingevano al naturale
per
ottenere la bramata illusione, e dall’altra la di
di questa finta schiava, Saturione si farà avanti dandosi a conoscere
per
di lei padre, e si ripiglierà la figliuola. Atto
per di lei padre, e si ripiglierà la figliuola. Atto II. Lenniselene
per
la sua fante Sofoclidisca manda un biglietto a To
i obedirò, e torna in casa. Dove vai? dice Tossilo: E Pegnio: in casa
per
trovarmici mentre tu pensi che io sia da Lennisel
indole de’ servi i quali sogliono volentieri trascurare il lor dovere
per
voglia di cicalare. Entrano nelle case rispettive
rispettive dove sono stati mandati. Viene fuori Sagaristione allegro
per
avere avuto del danaro dal proprio padrone per me
i Sagaristione allegro per avere avuto del danaro dal proprio padrone
per
mercare un pajo di buoi, e pensa valersene per pr
ro dal proprio padrone per mercare un pajo di buoi, e pensa valersene
per
prestarlo a Tossilo. Vede Pegnio che esce dalla c
g. Di grazia, padre mio, benchè sì spesso Corri alle mense altrui,
per
la tua gola Vendi forse tua figlia? Sat. Oh b
la tua gola Vendi forse tua figlia? Sat. Oh buon! Vorresti Che
per
lo re Filippo ovver per Attalo Vendessi il mio?
se tua figlia? Sat. Oh buon! Vorresti Che per lo re Filippo ovver
per
Attalo Vendessi il mio? Verg. M’hai tu per fi
er lo re Filippo ovver per Attalo Vendessi il mio? Verg. M’hai tu
per
figlia o serva? Sat. Per tutto quello io t’ho c
r da Tossilo o perchè gli dia il pattuito prezzo della sua schiava, o
per
disporne a suo modo sciogliendosi dal contratto;
o che il ruffiano giuridicamente dichiarerà libera Lenniselene, e poi
per
la parte dell’orto la menerà in casa di Tossilo.
nella di lui casa. Tossilo in segno di sapergliene grado, e di averlo
per
amico, gli dà a leggere le sinte lettere, ove si
che l’ha condotta. La vede e secondo l’ usanza di chi vuol comperare
per
poco, l’approva a mezza bocca. Tossilo gl’ insinu
Tossilo gl’ insinua di udirla un poco prima di parlar del contratto,
per
ben conoscerne le maniere e il pensare. La scena
’ ammirato tutto ciò ch’ella dice, e se ne tratta la vendita. Tossilo
per
accreditare l’inganno con finto zelo suggerisce a
eraviglia.) Dor. Io spero Che se ti compro, Lucrida sarai Ancor
per
la mia casa. Toss. Un mezzo mese, Dordalo, no
tione e Tossilo esce Saturione padre della finta schiava, e la prende
per
mano. Ella lo saluta col nome di padre. Dordalo r
coll’ amico Sagaristione, e dispone un magnifico banchetto, non solo
per
tripudiare con gli amici e coll’ amata, ma per fa
co banchetto, non solo per tripudiare con gli amici e coll’ amata, ma
per
fare arrabbiare vie più lo scontento ruffiano. Vi
iata la scena. Ma figurandosi cambiato il luogo in una stanza propria
per
una tavola, come può seguire la venuta del ruffia
ncor dalla strada, ovvero immaginare che il servo baldanzoso Tossilo,
per
far disperar Dordalo, avesse disposta la mensa av
Dordalo, avesse disposta la mensa avanti la porta della propria casa
per
farsi veder da lui, come in fatti avviene. Or nel
graziosamente, quanto che n’è prima avvertito da un vecchio, il quale
per
una scommessa fatta con Pseudolo suo servo, e int
ola accresciuto movimento e vivacità con una promessa fatta dal servo
per
soprappiù di avvisare il ruffiano nel tempo stess
ntinuare nelle loro infamie. Il poeta acconciamente la mette in vista
per
insegnare a detestarla, e per rendere più accetta
l poeta acconciamente la mette in vista per insegnare a detestarla, e
per
rendere più accetta al popolo la beffa che poscia
e l’accaduto agli altri attori, perchè non l’ignorano gli spettatori,
per
li quali si rapresenta: . . . . horum causa hæc
re, prende il titolo questa favola. Egli ruba al vantatore un anello,
per
cui mezzo acquista una Vergine venduta da un ruff
simo che ha servito all’inganno, fa che la Vergine venga riconosciuta
per
sorella del soldato. Se v’ha favola di Plauto, su
venuta intera, è stata pur tradotta nel secolo XV da Paride Ceresara,
per
quel che apparisce da una lettera di Lodovico Ele
di più spartimenti in guisa che vi sieno segnati più luoghi richiesti
per
eseguire l’azione alla Liveriana. Antonio Codro U
ezzi e le facezie che l’erudito Dousa ne rimaneva attonito. Ma tale è
per
lo più l’ indole e l’ingegno fecondissimo di Plau
Corte, el Parecido de Hungria, el Parecido de Tunes, ecc.; ma queste
per
altro spesso prendono un portamento tragico, e di
quasi distrutta nel nascere dall’arrivo di un creditore; ma il servo
per
giustificare il debito finge che il figliuolo abb
bia contato sull’indulgenza dello spettatore. Lo scioglimento avviene
per
l’arrivo del servo di uno de’ commensali il quale
ervo colpevole si rifugge all’ara e un amico si frappone, e intercede
per
lui e pel figliuolo. Nel moderno teatro Francese
uolo. Nel moderno teatro Francese si trasportò questa favola, ed ebbe
per
titolo le Rétour imprevû. E’ stato osservato da M
osservato da Metastasio il bisogno che essa ha di mutazioni di luoghi
per
rappresentarsi67, ove non si sappia costruire una
nella prima scena dell’atto secondo, adoprata in vece di prologo, che
per
la seconda volta troviamo in Plauto fatto da uno
ella favola. Contiene una beffe fatta a quel vanaglorioso da un fervo
per
torgli di mano una fanciulla amata da un giovane
Ateniese. Questi alla chiamata del servo espressamente viene in Efeso
per
tale oggetto; e si valgono della casa di un vecch
di un vecchio contigua a quella del soldato, aprendo un muro comune,
per
la cui apertura passa la donna a veder l’amante.
amante del soldato. Lusingato il vantatore da questo nuovo acquisto,
per
non ricevere disturbo dall’amica che ha in casa,
marinajo l’ha menata via, che il soldato pieno di speranza e di amore
per
l’ideata matrona entra nella vicina casa, corre p
eloso. Questa favola si vuol collocare tralle più piacevoli di Plauto
per
lo sale grazioso che la condisce, e per la vivace
ralle più piacevoli di Plauto per lo sale grazioso che la condisce, e
per
la vivace dipintura del vano carattere di Pirgopo
Esse adescano due giovani amici Pistoclero e Mnesiloco. Crisalo servo
per
favorire l’ intento del padrone Mnesiloco, con va
la porta, e alla prima gli dileggiano; pensano poscia di accarezzarli
per
dissiparne lo sdegno, e riescono nell’intento. I
ell’atto secondo Pistoclero racconta al servo l’amore che Bacchide ha
per
Mnesiloco, e Crisalo annojato non ne vuol sentir
suo padrone compra una donna che suona e canta sull’ arpa (fidicina)
per
secondare un amoroso capriccio del giovane Strati
secondare un amoroso capriccio del giovane Stratippocle. Oltre a ciò
per
procurargli quaranta mine che dee a un usurajo pe
pocle. Oltre a ciò per procurargli quaranta mine che dee a un usurajo
per
aver comprata un’ altra donna, fa sì che lo stess
donna, fa sì che lo stesso Perifane compri un’ altra cantatrice, che
per
altro è libera, dandogli speranza che non mancher
n esser tale. Per tanti inganni fulmina il vecchio contro Epidico. Ma
per
buona ventura di costui si scopre che l’ultima fa
da Stratippocle era veramente la di lui sorella naturale, ed Epidico
per
tal felice evento ne ottiene, non che il perdono,
te e verseggiate; e meritò la predilezione dello stesso famoso autore
per
la traccia dell’azione, per la copia de’ vezzi e
a predilezione dello stesso famoso autore per la traccia dell’azione,
per
la copia de’ vezzi e per la continuata eleganza69
so famoso autore per la traccia dell’azione, per la copia de’ vezzi e
per
la continuata eleganza69. Stico. Il servo che pr
che presta il nome a questa commedia, è un personaggio episodico che
per
niun modo influisce nell’azione principale. Quest
già divenuti ricchi. Sembra che a Plauto non bastasse tale argomento
per
una intera commedia, e che avesse voluto supplirv
onde prende il titolo. Riesce non pertanto instruttiva e interessante
per
la natural dipintura di una meretrice annunziata
tro tempo ancora dà ad intendere di aver di lui partorito un bambino,
per
trarne regali e per richiamarlo all’antica amistà
ad intendere di aver di lui partorito un bambino, per trarne regali e
per
richiamarlo all’antica amistà. Le arti meretricie
ambino è costretto a sposarla. Per le felici dipinture de’ caratteri,
per
la condotta e per lo stile, è questa commedia nov
a sposarla. Per le felici dipinture de’ caratteri, per la condotta e
per
lo stile, è questa commedia noverata tralle buone
i. Tra questi compera un giovane chiamato Filocrate e un di lui servo
per
nome Tindaro, i quali però per ogni evento dispon
e chiamato Filocrate e un di lui servo per nome Tindaro, i quali però
per
ogni evento dispongono di cangiar nomi e stato, f
servo col nome di Tindaro. Per ventura il figliuolo di Egione trovasi
per
l’appunto cattivo nella città di Elide patria di
dunque il vecchio di proporre a’ nemici la permuta del proprio figlio
per
Filocrate; e per trattarla concede al creduto Tin
di proporre a’ nemici la permuta del proprio figlio per Filocrate; e
per
trattarla concede al creduto Tindaro l’andare in
erio di vedere l’amico, va a parlare al creduto Filocrate, lo ravvisa
per
Tindaro e scopre l’inganno ad Egione, che vedendo
tenzione uno schiavo venuto in compagnia di Filocrate, e lo riconosce
per
lo stesso malvagio schiavo che rubò e vendè l’alt
risimiglianza. Convengono i più sagaci critici in tener questa favola
per
una delle più eccellenti di sì gran Comico. Dousa
(dice il coro degli attori col nome di grex) questa favola è composta
per
chi ama le dipinture de’ costumi pudici. Non vi s
vatore non sempre esatto delle regole dell’ illusione teatrale, è non
per
tanto sempre vago, semplice, ingegnoso, piacevole
ento e trenta. Secondo Varrone e Festo Pompeo passarono presso alcuni
per
commedie di Plauto anche le seguenti: Artemone, F
one, Cestrione e Astraba. Aulo Gellio col filosofo Favorino riconosce
per
favole Plautine la Beozia che si ascriveva ad Aqu
medie genuine di Plauto, la qual cosa l’incitò a comporre un opuscolo
per
isceverarle. Certo Plauzio, secondo lui, antico p
ali dal di lui nome doveano chiamarsi Plauziane, e talvolta passarono
per
Plautine attribuendosi a Marco Accio Plauto. Il l
e abbiamo, passerebbero il numero di vent’una da Varrone riconosciute
per
Plautine. Certo Lelio, al dir di Gellio, uomo eru
mpose a se stesso, in cui dimostra la perdita che nella sua morte era
per
fare la commedia: Postquam est morte captus Pl
. Massimo lib. II, c. 4. 18. Orazio Epod. I, lib. II: Fescennina
per
hunc inventa licentia morem Versibus alternis o
a lingua e certi versi, ed un certame mimico speciale, che si celebra
per
instituto de’ maggiori, continua a rappresentarsi
modestia histrionum retulit. Multa ab iis in publicum seditiose, fœda
per
domos tentari. Oscum quondam ludicrum levissimæ a
o me lacrumis decoret, neque funera fletu Faxit. Cur? Volito vivu’
per
ora virum. 52. Bibliot. de’ Volgar. t. III
arte, e destrezza, A poco a poco fargli delle offerte Di danajo,
per
aver la libertà, Libero poi ch’io sia, mi forni
e navi In mare. Fra gli stessi Re, sarò Anch’io chiamato Re. Indi
per
mio Diporto vo comperarmi una nave, E far lo
tto, che simile a Pallade nacque bella ed armata dalla testa di Giove
per
l’innesto non pure del latino parlare e del sette
Italiani. Dante Alighieri, che col sumministrare all’ Italica favella
per
mezzo delle sue dotte e ingegnose produzioni non
Poeta de’ Pittori; Dante afferma nel capitolo X del suo Convivio, che
per
l’Italico idioma altissimi e novissimi concetti c
sufficientemente, e acconciamente si poteano manifestare, quasi come
per
l’istesso Latino; e loda in esso l’ agevolezza de
’ autorità del celebre Donizione citato qual testimonio di vista che “
per
tre mesi nel luogo di Marego sul Mantovano si ten
axima. Il che ci fa conoscere già introdotto il costume, che durò poi
per
più secoli, che a simili feste concorrevano in fo
si nelle Cronache di Verona, che delle 200 date loro da uno Scaligero
per
le sue nozze, la minore costava dieci docati, che
inì di vivere al 1568. Le Vite de’ Poeti Provenzali da lui scritte, e
per
la prima volta stampate in Lione l’anno 1575, son
ggasi il Tiraboschi tom. III. Nota V. I Poeti Provenzali, che
per
quanto chiaramente ricavasi da due passi del Petr
bili dell’uno e dell’altro sesso, che aveano spirito, senso e talento
per
la gaja scienza, cioè per la scienza d’ amore e d
sesso, che aveano spirito, senso e talento per la gaja scienza, cioè
per
la scienza d’ amore e di poesia a que’ tempi usat
isposizioni vantaggiose che avean dalla natura e dal clima, poetavano
per
solo desio d’onore, e per genio, nella lingua Pro
e avean dalla natura e dal clima, poetavano per solo desio d’onore, e
per
genio, nella lingua Provenzale, lingua, al dir de
he no andavano girando colle arpe, e le viuole, e con altri strumenti
per
le case e per le mense de’ Grandi (come fecero da
girando colle arpe, e le viuole, e con altri strumenti per le case e
per
le mense de’ Grandi (come fecero da principio nel
dopo Omero, ed anche nel Settentrione i Bardi e gli Scaldi), soleano
per
interesse cantar gli altrui componimenti, sfidand
corte bandita, di torneamenti ecc., non mancavano di venirvi in folla
per
dar saggio del loro valore, e farsi gran nome. V.
i come qualche cosa di divino, e la loro persona come sacra. I Bardi,
per
quanto ricavasi dalla dotta dissertazione critica
orie de’ Bardi Irlandesi del Sig. Cooper Walke, non solo conservavano
per
mezzo della tradizione tutte le poesie composte d
luenza su di essi, che avendo fatta la conquista del paese di Galles,
per
assicurarsela, per una politica (come dice Davide
che avendo fatta la conquista del paese di Galles, per assicurarsela,
per
una politica (come dice Davide Hume nel vol. II d
di pace ordinariamente cantavano l’ eroiche azioni de’ loro guerrieri
per
tramandarle a’ posteri; e per ciò Tacito disse de
no l’ eroiche azioni de’ loro guerrieri per tramandarle a’ posteri; e
per
ciò Tacito disse de’ Germani, che altra storia es
i accompagnavano i loro Re ancora ne’ combattimenti, e nelle corti, e
per
incitarli a marziali ed onorate imprese cantavano
ani così denominati, siccome ben osserva il Muratori, dal cantare che
per
lo più facevano, le gesta di Carlo Magno. E sotto
e buon senno le arti tutte e gli artefici? La Francia e l’Inghilterra
per
loro buona sorte fin dal secolo scorso godono di
a far l’ammirazione degl’ intelligenti e disappassionati Oltramontani
per
lo singolar talento, che in esse posseggono i nos
lle arti dell’ immaginazione, del genio, del sentimento, e del gusto,
per
la leggiadria, dolcezza, energia, e maesià della
a, energia, e maesià della lingua, pe ’l propizio influsso del cielo,
per
la serenità, fervenza, e temperatura dell’aere, p
flusso del cielo, per la serenità, fervenza, e temperatura dell’aere,
per
le ridenti e maravigliose prospettive, per la vag
, e temperatura dell’aere, per le ridenti e maravigliose prospettive,
per
la vaghezza, amenità e fertilità del paese, o com
enità e fertilità del paese, o come diceva il buon vecchio Ippocrate,
per
l’arie, l’ acque, i terreni, per l’armonica tempe
me diceva il buon vecchio Ippocrate, per l’arie, l’ acque, i terreni,
per
l’armonica tempera, e per la delicatezza de’ sens
Ippocrate, per l’arie, l’ acque, i terreni, per l’armonica tempera, e
per
la delicatezza de’ sensi, per la proprietà del lo
e, i terreni, per l’armonica tempera, e per la delicatezza de’ sensi,
per
la proprietà del loro temperamento, per la massim
per la delicatezza de’ sensi, per la proprietà del loro temperamento,
per
la massima parte melancolico sebbene poco o nient
ima parte melancolico sebbene poco o niente apparente nell’esteriore,
per
la placidezza, avvenenza, e gentilezza de’ costum
ll’esteriore, per la placidezza, avvenenza, e gentilezza de’ costumi,
per
lo sodo, nobile, e grazioso modo di pensare, e di
per lo sodo, nobile, e grazioso modo di pensare, e di fare, in somma
per
la natural vampa d’ingegno fervido, elevato, saga
e, e la cultura sono in Italia come in clima nativo, e germogliano da
per
tutto, e vivono anche nell’abbandono di premj, e
, stravolte, nuove e risentite, manca del tutto alla lingua Francese,
per
non esserne capace, come confessa l’Ab. Arnaud; n
non solo fu tralle altre mentovate l’unica che si sostenne in teatro
per
lunga pezza, ma fu anche, al dir del Sig. di Volt
si che si esercitarono nel genere tragico. Diciamlo quì di rimbecco e
per
incidenza a risposta e mortificazione di tanti ig
malignità la nostra nazione e le nostre cose: Ogni uomo dotto sa, che
per
opera degl’ Italiani a poco a poco diradaronsi in
tudio dell’altre nazioni i drammatici Italiani del XVI secolo, se non
per
altro, per la cultura, proprietà, purgatezza dell
altre nazioni i drammatici Italiani del XVI secolo, se non per altro,
per
la cultura, proprietà, purgatezza della loro ling
e con sensi di verità: Si distingueva l’Italia sopra le altre nazioni
per
la superiorità di parlare con tanta cultura la pr
e la lingua Spagnuola in fatti è l’unica che conti, come l’Italiana,
per
suo secolo d’oro il secolo XVI. Nota XIII.
e collo studio e grazia molto aggiunse Andrea Calcese, detto Ciuccio
per
soprannome, il quale fu sartore, e morì nella pes
ttà antichissima di Terra di Lavoro poco distante da Napoli, e vicina
per
poche miglia a quell’ antica Atella che somminist
ssante è senza dubbio quella delle Fatiche comiche, stampata a Parigi
per
Nicolao Callemont il m . dc . xxiii, e divisa in
na specie di autobiografia dei primi anni del Bruni, in cui è narrato
per
disteso il suo ingresso nell’arte, e in cui si di
importantissima dovrem parlare qui, a mia notizia non mai pubblicata
per
le stampe, posseduta manoscritta (e assai probabi
ario. L’opera è in quarto, di nitida scrittura (certo del ’600), e ha
per
titolo : Dialoghi Scenici di Domenico Bruni detto
ento involontario. Che si deve amare chi non ama. Non voler amare
per
non esser geloso. Retorica. Sdegni placati.
Donna semplice et a ccorta. Partenza. Amante volubile. Cinque
per
cento. Amorosa ostinatione superata Donna sdeg
iamento. Donna servitore. Parlare d’intelligenza diversa. I dialoghi
per
vero dire non valgono gran cosa. Ci si trova dina
è questi dialoghi del Bruni molto probabilmente eran incastrati volta
per
volta nelle varie commedie improvvise, le quali,
ali, a lungo andare, avevan poi nelle repliche la parola stereotipata
per
modo che si poteva col solo soccorso della memori
senza nè toglier, nè aggiunger sillaba. Questo abbiamo visto accadere
per
l’Innavertito del Beltrame ; e questo forse accad
isto accadere per l’Innavertito del Beltrame ; e questo forse accadde
per
la Rodiana, commedia improvvisa del Calmo, trascr
ste adornato da donna, si come sete vestito da huomo, che fosti preso
per
quella. Celia. Queste sono delle maraviglie che
luogo, perchè io adempisca il decreto del Destino che mi fece nascere
per
servirvi. Mi comandi e mi ami. Fulvio. Vi amo ;
i fece nascere per servirvi. Mi comandi e mi ami. Fulvio. Vi amo ; e
per
mostrare quale verso di voi sia la confidenza mia
giorno splender le stelle e a mezzanotte il sole, con tutto ciò, non
per
contradire, ma per non simulare, dirò che la vost
stelle e a mezzanotte il sole, con tutto ciò, non per contradire, ma
per
non simulare, dirò che la vostra incostanza conos
radire, ma per non simulare, dirò che la vostra incostanza conosciuta
per
difetto dalla Sig.ª Lauinia, si opponerà all’acqu
so che i nomi hanno in loro un non so che di fortunato e d’infelice ;
per
me questo di Lauinia non mi piace ; poichè Lauini
uella con l’anagramma da voi formato dice Vilania ; e quello di Celia
per
inversione di lettere dice Alice. Alice è quel pe
sione di lettere dice Alice. Alice è quel pescetto che, salato, serve
per
aguzza appetito e non per vivanda ; che forse ha
e. Alice è quel pescetto che, salato, serve per aguzza appetito e non
per
vivanda ; che forse ha voluto significare che Cel
ha voluto significare che Celia, perch’io possa satiarmi di Lauinia,
per
aguzza appetito mi ha servito. Celia. L’Alice do
a appetito mi ha servito. Celia. L’Alice dopo morte, mercè del sale,
per
gusto dell’uomo molto tempo si conserva ; e Celia
; e Celia benchè morta nella vostra gratia, mercè della costanza sua,
per
vostro gusto, credo, si conserverà vostra sino ta
conoscenza di dovermi ubidire, acchetateui ; io vado a scrivere ; uoi
per
portare la lettera uenite da qui a poco a pigliar
d’Amore, termini la pretensione delle mie speranze nello affaticarmi
per
l’altrui contento, et nel consumarmi per le altru
e speranze nello affaticarmi per l’altrui contento, et nel consumarmi
per
le altrui delicie ? Di quai tempre s’arma il mio
consumarmi per le altrui delicie ? Di quai tempre s’arma il mio cuore
per
resistere alle uiolenze di questi colpi ? Di qual
e alle uiolenze di questi colpi ? Di qual forza si ueste il mio corpo
per
sostenere lo sforzo di tanta sventura ? Non si tr
a ? Non si trova che il solo silenzio, che lo possa esprimere, poichè
per
essere incomprensibile non si può narrare. Con tu
rensibile non si può narrare. Con tuttociò le crudeltà di Fulvio sono
per
me di tanta dolcezza animate, che minacciandomi r
he ringrati Amore che mi porge occasione di sopportare lo impossibile
per
il gusto di una sì bella causa, misurando il mio
quattro, che fu il quatordicesimo dell’età mia, dopo lo avere passato
per
tutte le angustie e patito tutte le necessità, ch
grime ottenutala, involto in un pelliccetto, ed un paro di sottocalze
per
le saccoccie, delle quali spingevo fuori le bracc
po del giudoncello ; dove bisognò che due crazie che avevo servissero
per
albergare ed iscaldarmi ; che del magnare, se non
oste che anch’egli come mio Padre era convalescente ; e dichiarandomi
per
suo figliuolo, provocai sua moglie a dirmi bastar
camerino dove trovai il Padre, col quale non occorsero molte parole,
per
dirgli ch’io fossi ; poi che in vedendomi, benchè
dirgli ch’io fossi ; poi che in vedendomi, benchè non mi raffigurasse
per
figlio, sentendosi commuovere, gli vennero le lag
esto : (V. Andreini Francesco (pag. 56) dove il Prologo è pubblicato
per
intero). Questo fu il primo prologo ; e così ent
ocre satisfazione. È vero che anche ogni cestaruolo può toccar denari
per
soldato, ma non seguirà però che l’uno sia Commed
he l’uno sia Commediante, nè l’altro Capitano. Lo studio è necessario
per
sapere occorrendo trattare di tutte le materie no
, ma nelle Accademie, poichè pure vi sono Accademie illustrissime che
per
testimonio che i comedianti, che fanno l’arte lor
rito nè promesso, et hora che la volontà di V. E. mi viene notificata
per
la lettera scritta alla Compagnia, torno di nuovo
scritta alla Compagnia, torno di nuovo a promettere che Sig.r Flavio
per
parte sua m’imporrà, che mi governerò, non potend
tenuta la laurea, egli risolse di non indossar la toga dell’avvocato,
per
abbracciar l’arte del comico. Esordì in una Compa
mico. Esordì in una Compagnia di niun valore, dalla quale dovè uscire
per
disperazione. Tornato in patria ripensò all’avvoc
ndo ancora le maschere sulla scena, abbandonò il Cavicchi gli amorosi
per
darsi tutto allo studio della maschera di Brighel
lla quale riuscì mirabilmente, tanto che fu dal Fiorilli riconfermato
per
cinque anni come ruolo primario assoluto. Passò p
a noi) egregia servetta, e assai probabilmente la stessa giovinetta,
per
la quale egli s’era dato all’arte. Bandite a poco
poglie dell’astuto Zanni. Ebbe numerosa famiglia, di cui era composta
per
metà la sua compagnia. Morta la moglie, maritò du
eurisma il 1838 in una locanda, ove s’era fermato col figlio maggiore
per
riposarsi la notte. Ho seguito in questi cenni il
righella. Il 1820, in Compagnia di Andolfati era il Cavicchi Giovanni
per
le parti di caratterista, di cui dice laconicamen
; conosce la comica ed è applaudito ; poi Cavicchi il giovine (unico
per
la maschera del Brighella). Ma come poteva questo
l suo contratto ; chè, sviluppatasi alacremente la tisi, dovè recarsi
per
consiglio de’ medici prima a Pisa, poi a Firenze,
orme d’arte che erano in maggior voga vent’anni fa. Artista romantica
per
eccellenza. La passione era quasi sempre fra le n
7_img031.jpg] E al proposito dell’Adriana Lecouvreur : Il suo amore
per
il brillante e infedele principe di Sassonia, la
egrete che in quel tempo un’artista vera doveva indovinare e cogliere
per
istinto. A queste del Panzacchi faccio seguir
rdi, 130). Non posso parlare di questo lucido astro dell’arte venuto
per
illuminare un momento il triste e oscuro nostro o
uminare un momento il triste e oscuro nostro orizzonte, e poi sparito
per
sempre per lasciarlo nuovamente nelle tenebre. Cl
momento il triste e oscuro nostro orizzonte, e poi sparito per sempre
per
lasciarlo nuovamente nelle tenebre. Clementina er
essuno : ma io sì : e dico con orgoglio a Clementina, e con rammarico
per
le altre — che ella fu grande, perchè fu vera, ve
ant’anni di vita artistica, vol. I, 166). Fra le tante poesie scritte
per
lei scelgo il bel sonetto di Paolo Costa che le f
nova meraviglia il mondo appella, Talia fra mille a dito la dimostra,
per
Lei l’ausonia scena or si rabbella, per Lei, Muse
fra mille a dito la dimostra, per Lei l’ausonia scena or si rabbella,
per
Lei, Muse, va al ciel la gloria vostra. Quand’Ell
re altrui : Quei che comparte il ben quaggiù, La diede a questa etate
per
mostrar quanto può natura ed arte. Cecchini Pie
iuolo, il quale mi è stato caro, sì come figliuolo, ma molto più caro
per
haver ritrovato al mio ritorno di Ferrara che l’h
haver fato gran torto all’obligo jnffinito ch’io tengo à V. S. Ill.ma
per
l’jnfiniti fauori da lei ricceuti, non essendole
eruicio del ser.mo Gran Ducca con una Compagnia Principallissima fata
per
honesto passatempo delli jll.mi Cardinali mont’Al
mont’Alto, e monti doue sono stato e sono hora in Firenze, essendosi
per
la morte del Cognato partito per Roma lo Ill.mo m
to e sono hora in Firenze, essendosi per la morte del Cognato partito
per
Roma lo Ill.mo mont’Alto ; sò che oso troppo, e t
e resto (qual sempre gli fui) suisserato seruitore, è pregherò sempre
per
lei è per la sua felliccissima famiglia che jddio
ual sempre gli fui) suisserato seruitore, è pregherò sempre per lei è
per
la sua felliccissima famiglia che jddio la prospe
tanza firmata da Battistino Austoni, l’amministrator della compagnia,
per
tutti i compagni qualificati Comici Italiani del
e di nobiltà. Anche nel 1619 si adoperò, brigò, combattè strenuamente
per
la formazione della Compagnia che doveva andare a
mazione della Compagnia che doveva andare a Parigi ; si diè d’attorno
per
espurgarla di cattivi elementi come il Pantalone
il Pantalone pessimo comico, e la Baldina Rotari, pessima…. donna, e
per
rinforzarla di miglior gente, come un Pavolino Za
onfante nella lotta. Così, dopo tante assicurazioni di buona riuscita
per
parte del Cecchini, ove il Duca si attenesse alle
nicamente dell’arte di Lavinia, di Cintio, di Ortensio, di Mezzettino
per
metterli in disgrazia del Duca, venuto a parlar d
o, e lo vediamo con isperienza, poichè se volle compagni bisogna vadi
per
forza de prencipi, o che li pagi ; lasso il voler
bisognerà pagare le anticaglie (allude alla moglie Orsola già vecchia
per
parti di fanciulla) e pigliare l’istessa discordi
ulla) e pigliare l’istessa discordia in Compagnia…. » Non sappiamo se
per
potenza d’amore, o per ragion d’amor proprio o di
ssa discordia in Compagnia…. » Non sappiamo se per potenza d’amore, o
per
ragion d’amor proprio o di mestiere o d’interesse
ernatore di Milano, colla quale egli mira a ottenere un salvacondotto
per
recarsi da Torino a Milano a esercitar con sicure
; dacchè si trova a esser bandito in contumatia dalla città di Turino
per
la morte di un Carlo De Vecchi, anch’ esso comico
della gioventù, mi rendevano tal’ hora bisognoso di un saluo ricouero
per
fuggir non so s’io debba dir lo sdegno, o pur il
a felice memoria dell’ Illustrissimo Sig. Marchese suo genitore, mutò
per
me più volte il nome, & addimandossi Miserico
hini, da quella donna navigata che era, traeva poi argomento da tutto
per
mostrarsi di rigida austerità al cospetto del mar
a tutto per mostrarsi di rigida austerità al cospetto del marito, sia
per
provargli il torto d’ingiusti sospetti, sia per f
petto del marito, sia per provargli il torto d’ingiusti sospetti, sia
per
farsi perdonare i falli trascorsi. A venti anni d
overe Frittellino, comandandogli come a soggetto, il fratello di lei,
per
nome Nicola, buona schiuma, amico, dice il Martin
a il 1610 a Milano, e L’Amico tradito, il 1633 a Venezia. Ma le opere
per
le quali dobbiamo essere grati a Pier Maria Cecch
o qualche notizia interessante pel teatro e pei costumi. Commentando,
per
esempio, il passo di S. Gio. Grisostomo che conda
ltra intentione che di far sapere, che quelle genti erano instrumenti
per
far distruggere i patrimonij a quelli che avvitic
ervatori degli altrui patrimonj ; posciachè un miserabile scudo serve
per
lo trattenimento d’un mese a chi si diletta di ve
, la vita, la reputatione e l’ anima. E più giù : In Bologna, dove
per
lo più si recita il Verno, et dove sono sempre ch
oi non fece imprimere, egli dice modestamente, essendosi accorto, che
per
abbassare il suo povero stile non ci voleva altro
idente che il Cecchini era un profondo e fine osservatore. A un tale,
per
esempio, ricchissimo e non dabbene, egli scrive c
re da questa mia ? Io lo so ; ma, perchè non voglio nulla del vostro,
per
questo parlo con soverchia libertà. Dormite prima
ono così grandi, come son quelle, ch’ io mi fo, quando veggo uno, che
per
antichità sia nobile, e per natura dissoluto ; di
elle, ch’ io mi fo, quando veggo uno, che per antichità sia nobile, e
per
natura dissoluto ; dimostrando egli col giuditio,
letto che disse un filosofo ad un pretensore di nobiltà vitioso. E
per
codesta nobiltà che con decreto di Vienna del 12
a invidia e sopr’ a tutto dalla incredulità, che risolse di pubblicar
per
intero il Decreto stesso, il quale si trova alla
ratto di tutte le scelleraggini, il compendio di tutte le furberie, e
per
dirvi tutto in una parola : eccovi Frittellino. »
un’opera ancor più interessante del Cecchini giace tuttavia inedita,
per
quanto io mi sappia, nella Biblioteca di Torino.
inedita, per quanto io mi sappia, nella Biblioteca di Torino. Essa ha
per
titolo : Discorso sopra l’Arte Comica — con il mo
non saprei dire se questi sieno un rifacimento in ristretto di quelli
per
la stampa, o se quelli sieno una parafrasi di que
uelli per la stampa, o se quelli sieno una parafrasi di questi pronta
per
una nuova edizione. A ogni modo vi si trovan conc
dine che si tiene, che in questo modo molti che vengono a far comedie
per
non lavorare, tornerebbero a’ lavor senza far com
violabili s’ osserverebbono le leggi del recitare, nè s’inciamperebbe
per
balordaggine in parole, che punto si allargassero
era comedia, la qual mi par tuttavia di udire che pianga e si lamenti
per
esser non solo per le bocche di molti ignoranti ;
l mi par tuttavia di udire che pianga e si lamenti per esser non solo
per
le bocche di molti ignoranti ; ma ne’meccanici ba
lentissimo Garzoni nella sua Piazza Universale del Mondo, che si vede
per
le cittadi vestiti alla divisa con pennacchi, che
persona in quel luoco, se non quello con cui si parla in scena, et se
per
sorte si parla solo fra sè stesso, si dee andar d
llo che cominciar dee a parlare e troncar qual si voglia bel discorso
per
non lasciar mutto colui, che di novo è giunto, ha
iace, et ch’ osservar si dee, non repplicando le cose dette più volte
per
non venir a noja, e secondo la necessità apporta
edia che il mettere in obbligo di ridir più volte una cosa che di già
per
parola e per effetto s’è veduta ed udita, recca n
ettere in obbligo di ridir più volte una cosa che di già per parola e
per
effetto s’è veduta ed udita, recca nausea a chi a
mo ammesso nel numero de’Nobili, dichiarando lui e i suoi discendenti
per
tre gradi passati nobili ? E ciò fece perchè quel
venuto e molti che professi nelle scienze ma dalla necessità astretti
per
liberarsi dal Pedantesmo, vollero farsi comici ;
Compagnia del Cecchini sappiamo anche la paga ch’egli aveva stabilito
per
ciascheduna rappresentazione in case particolari
eduna rappresentazione in case particolari di nobili, cioè : 25 scudi
per
comedia col rinfrescamento appresso di robbe mang
tova (15 gennaio 1611) del Cecchini sono i ringraziamenti a Cosimo II
per
una medaglia con catena, portante il nome e il ri
daglia con catena, portante il nome e il ritratto di esso Granduca, e
per
una pomposissima veste di che la Serenissima Arci
gnato dall’alto valore, se ci facciamo a pensare a quel suo disprezzo
per
tutti quei che lo circondavano, e che, naturalmen
zo per tutti quei che lo circondavano, e che, naturalmente, indignati
per
la tirannia gli facevan guerra apertamente e cope
rali ritrovativi abbiano preceduto la drammatica del Vechio Mondo; ma
per
non interrompere la serie de’ teatri Europei, par
a non ebbe della drammatica se non que’ semi che sogliono produrla da
per
tutto, cioè travestimenti, ballo, musica e versi
la nascita di un fanciullo, e la morte di un amico. Il ballo usavasi
per
medicina in certi mali, e si vuole che in questa
a, meccanica ed astronomia, ed ebbe polizia e legislazione eccellente
per
la natura e per l’indole di que’ popoli, nella qu
astronomia, ed ebbe polizia e legislazione eccellente per la natura e
per
l’indole di que’ popoli, nella quale trionfa una
portate da’ curaci in un luogo di pietà, di pace e di allegrezza, sia
per
pompa sia per cautela, sia per insegnare a’ popol
raci in un luogo di pietà, di pace e di allegrezza, sia per pompa sia
per
cautela, sia per insegnare a’ popoli col l’esempi
di pietà, di pace e di allegrezza, sia per pompa sia per cautela, sia
per
insegnare a’ popoli col l’esempio di vegliar semp
e comiche delle umane ridicolezze? Ci voleva un capitale di filosofia
per
dar questo passo, e appunto troviamo che le favol
i colà chiamati Amauti. Essi composero due generi di drammi, l’eroico
per
rappresentar pubbliche imprese, vittorie, trionfi
o per rappresentar pubbliche imprese, vittorie, trionfi, ed il comico
per
imitar fatti domestici e pastorali. Tali rapprese
enti alla propria dignità e agl’impieghi: e quei che si distinguevano
per
la delicatezza e proprietà di rappresentare, ne r
li. Giovanni Ruy de Alarcon di origine spagnuolo ma nato nel Messico,
per
purezza di lingua, per grazia comica, per abbonda
rcon di origine spagnuolo ma nato nel Messico, per purezza di lingua,
per
grazia comica, per abbondanza e per invenzione, m
gnuolo ma nato nel Messico, per purezza di lingua, per grazia comica,
per
abbondanza e per invenzione, merita di preferirsi
l Messico, per purezza di lingua, per grazia comica, per abbondanza e
per
invenzione, merita di preferirsi a moltissimi suo
ascurano le arti di necessità, di comodo e di lusso. Fabbricansi colà
per
eccellenza quadri e stoffe di penne, antichi lavo
ti giorni solenni prendono la loro antica foggia di vestirsi e menano
per
le strade le immagini del sole e della luna. Alcu
edificata nel 1535 da Francesco Pizarro oggi si vede un teatro lodato
per
la grandezza e per la magnificenza delle decorazi
da Francesco Pizarro oggi si vede un teatro lodato per la grandezza e
per
la magnificenza delle decorazioni, nel quale si r
o tutti Americani, e tra essi intorno a cinque o sei lustri indietro (
per
quel che mi narrò in Madrid un negoziante di Cadi
portunità avuta risedendo in Siviglia col l’impiego di Piloto magiore
per
segnar le strade da tenersi, e col dare nelle car
cioè nel 1499? Egli accompagnò, a qualunque titolo, Alonso Ojeda; ma
per
essere un esperto navigatore ed eccellentemente
diede immensi tesori alla Spagna, la quale l’invitò dal l’Inghilterra
per
impiegarlo nelle scoperte, e che egli rimase per
tò dal l’Inghilterra per impiegarlo nelle scoperte, e che egli rimase
per
ben quindici anni senza essere impiegato. Ma ciò
a alla giornata? Quanti esempli non ne porge la storia delle scoperte
per
l’avidità de’ particolari di trovare e di ammassa
scovo di Ceuta e da i due medici e geografi Ebrei Portoghesi, i quali
per
ispogliarlo del l’onore e dei vantaggi del suo gl
oni dello storico Inglese del l’America) con cavillosi interrogatorii
per
indurlo per tradimento a spiegare il suo sistema
orico Inglese del l’America) con cavillosi interrogatorii per indurlo
per
tradimento a spiegare il suo sistema , suggeriron
irono al re Giovanni la bassa viltà di spedire in segreto un vascello
per
tentare la proposta scoperta? Chi non sa ancora l
fessore Talavera? Chi ignora la commissione data ad un Mozo di camera
per
sovrastare all’immortale scopritore dichiarato am
e il livore mostrato dal Fonseca vescovo di Badajoz? Chi le calunnie
per
le quali fu mandato pel sentiero segnato dal Colo
ico di catene? La vita adunque di sì grand’ uomo fu piena di amarezze
per
le macchinazioni cortigianesche. La di lui memori
l’invidiosi, da’ quali viene il merito conculcato. Non credo adunque (
per
tornare al Cabotto) che il Lampillas, per quanto
culcato. Non credo adunque (per tornare al Cabotto) che il Lampillas,
per
quanto egli siesi apologista spacciato, possa fon
o argonauta veneziano impiegato in Ispagna pel corso di quindici anni
per
mostrare la di lui insuffcienza. Ben fu egli in a
u egli in altra parte del l’Europa impiegato; e sin dal 1497 scoperse
per
l’Inghilterra l’isola di Terra-Nova, ideò prima d
itto di esser nominato tra’ primi viaggiatori al Nuovo Mondo? Appunto
per
questi meriti del Vespucci e de’Cabotti Giovanni
agli, e davano al l’Europa un Cabotto, e un Verazzani, uomini divini,
per
li quali il mondo è divenuto si grande. Ora se po
con nuovo esempio che Invidia alterius macrescit rebus opimis? o
per
convincere l’Italia che egli conosce così bene la
ne’ Viaggi dell’America Meridionale) non merita un nome sì terribile,
per
essere incomparabilmente meno intrepido e feroce,
ali ritrovativi abbiano preceduto la drammatica del Vecchio Mondo; ma
per
non interrompere poi la serie de’ teatri Europei,
a non ebbe della drammatica se non que’ semi che sogliono produrla da
per
tutto, cioè travestimenti, ballo, musica, e versi
a la nascita di un fanciullo e la morte di un amico. Il ballo usavasi
per
medicina in certi mali, e si vuole che in questa
ia, meccanica e astronomia, ed ebbe polizia e legislazione eccellente
per
la natura e per l’ indole di que’ popoli, nella q
astronomia, ed ebbe polizia e legislazione eccellente per la natura e
per
l’ indole di que’ popoli, nella quale trionfa una
portate da’ Curaci in un luogo di pietà, di pace e di allegrezza, sia
per
pompa sia per cautela sia per insegnare a’ popoli
raci in un luogo di pietà, di pace e di allegrezza, sia per pompa sia
per
cautela sia per insegnare a’ popoli coll’ esempio
di pietà, di pace e di allegrezza, sia per pompa sia per cautela sia
per
insegnare a’ popoli coll’ esempio di vegliar semp
e comiche delle umane ridicolezze? Ci voleva un capitale di filosofia
per
dar questo passo, e appunto troviamo, che le favo
ofi colà chiamati Amauti. Essi composero due generi di drammi, eroico
per
rappresentar pubbliche imprese, vittorie, trionfi
roico per rappresentar pubbliche imprese, vittorie, trionfi, e comico
per
imitar fatti domestici e pastorali. Tali rapprese
nti alla propria dignità e agl’ impieghi; e quei che si distinguevano
per
la delicatezza e proprietà di rappresentare ne ri
i. Giovanni Ruiz de Alarcòn di origine Spagnuolo ma nato nel Messico,
per
purezza di lingua, per grazia comica, per abbonda
rcòn di origine Spagnuolo ma nato nel Messico, per purezza di lingua,
per
grazia comica, per abbondanza e per invenzione, m
gnuolo ma nato nel Messico, per purezza di lingua, per grazia comica,
per
abbondanza e per invenzione, merita di preferirsi
l Messico, per purezza di lingua, per grazia comica, per abbondanza e
per
invenzione, merita di preferirsi a moltissimi suo
ascurano le arti di necessità, di comodo e di lusso. Fabbricansi colà
per
eccellenza quadri e stoffe di penne antichi lavor
i giorni solenni prendono la loro antica foggia di vestirsi, e menano
per
le strade le immagini del Sole e della Luna. Alcu
edificata nel 1535 da Francesco Pizarro oggi si vede un teatro lodato
per
la grandezza e per la magnificenza delle decorazi
da Francesco Pizarro oggi si vede un teatro lodato per la grandezza e
per
la magnificenza delle decorazioni, nel quale si r
ori però sono tutti Americani, e tra essi intorno a diciotto anni fa (
per
quel che mi narrò un negoziante di Cadice che vi
ortunità avuta risedendo in Siviglia coll’ impiego di Piloto maggiore
per
segnar le strade da tenersi, e col dare nelle Car
cioè nel 1499? Egli accompagnò, a qualunque titolo, Alonso Ojeda; ma
per
essere un esperto navigatore ed eccellentemente v
diede immensi tesori alla Spagna, la quale l’invitò dall’Inghilterra
per
impiegarlo nelle scoperte, e che egli rimase per
itò dall’Inghilterra per impiegarlo nelle scoperte, e che egli rimase
per
ben quindici anni senza essere impiegato. Ma ciò
ta alla giornata? Quanti esempj non ne porge la storia delle scoperte
per
l’avidità de’ particolari di trovare e di ammassa
scovo di Ceuta e da i due medici e geografi Ebrei Portoghesi, i quali
per
ispogliarlo dell’onore e de’ vantaggi del suo glo
ioni dello storico Inglese dell’ America) con cavillosi interrogatorj
per
indurlo per tradimento a spiegare il suo sistema,
torico Inglese dell’ America) con cavillosi interrogatorj per indurlo
per
tradimento a spiegare il suo sistema, suggerirono
irono al re Giovanni la bassa viltà di spedire in segreto un vascello
per
tentare la proposta scoperta? Chi non sa ancora l
lei Confessore Talavera? Chi la commissione data ad un Mozo di Camera
per
sovrastare all’immortale scopritore dichiarato Am
e il livore mostrato dal Fonseca Vescovo di Badajoz? Chi le calunnie
per
le quali fu mandato pel sentiero segnato dal Colo
rico di catene? La vita adunque di sì grand’uomo fu piena di amarezze
per
le macchinazioni cortigianesche. La di lui memori
’ invidiosi, da’ quali viene il merito conculcato. Non credo adunque (
per
tornare al Cabotto) che il Lampillas, per quanto
culcato. Non credo adunque (per tornare al Cabotto) che il Lampillas,
per
quanto egli siasi apologista spacciato, possa fon
argonauta Veneziano impiegato in Ispagna pel corso di quindici anni,
per
mostrare la di lui insufficienza. Ben fu egli in
fu egli in altra parte dell’Europa impiegato; e sin dal 1497 scoperse
per
l’Inghilterra l’isola di Terra Nuova, ideò prima
ritto di esser nominato tra primi viaggiatori al Nuovo Mondo? Appunto
per
questi meriti del Vespucci e de’ Cabotti Giovanni
a un Colombo, un Vespucci, un Cabotto, e un Verazzani, uomini divini,
per
li quali il mondo è divenuto sì grande. Ora se po
on nuovo esempio che Invidia alterius macrescit rebus opimis? o
per
convincere l’Italia ch’egli conosce così bene la
ne’ Viaggi dell’America Meridionale) non merita un nome sì terribile,
per
essere incomparabilmente meno intrepido e feroce,
1818, e si laureò medico allo Studio di Parma il 1841. Preso d’amore
per
Antonietta Robotti, formosissima donna e valentis
e valentissima attrice della Compagnia Reale Sarda, si diè a seguirla
per
quasi due anni, finchè ammalatosi quel primo amor
scritturato qual primo amoroso a vicenda col Boccomini, passando poi
per
la morte di Giovanni Battista Gottardi, al posto
m’hanno finalmente convinto che tutte le sue dimostrazioni d’amicizia
per
me in Torino erano interessate, e dirette al solo
, e far si che io sopportassi la sua concorrenza in Compagnia Reale ;
per
cui già garantisco fin d’ora, che fra me e lui no
me e lui non vi sarà più accordo, anzi urto continuo, disprezzando io
per
principio, chi si serve di gesuitico artificio pe
o, disprezzando io per principio, chi si serve di gesuitico artificio
per
sorprendere l’altrui buona fede. ……………………….. E s
orso il quale, egli si scritturò con la Compagnia Astolfi e Sadowski,
per
un anno. Passò nuovamente, e per un triennio, con
con la Compagnia Astolfi e Sadowski, per un anno. Passò nuovamente, e
per
un triennio, con Antonietta Robotti, uscita dalla
poi con Giuseppe Trivelli, conduttore di una Compagnia, famosa allora
per
ricchezza di arredo scenico, di cui era prima att
o dominava, o la voglia d’imitare l’artista Majeroni che non toglieva
per
niun conto l’enorme pizzo, serbandolo fin anco ne
rti difetti di recitazione, emergeva l’antico pregio dell’originalità
per
alcune parti specialmente, come dell’ Oliviero di
dell’ Oliviero di Jalin nel Demimonde, in cui non ho mai trovato chi
per
la eleganza e la verità, lo facesse dimenticare,
possibile di trovare qualcosa di più perfetto ; la parte era tagliata
per
lui meglio del suo abito nero – è tutto dire ! e
aceva sparire i difetti dell’uomo ; o meglio, i difetti dell’artista,
per
un epigramma del caso, come è stato già detto, in
orta sillabato sul corpo della povera Margherita, e il non men famoso
per
me non è è più demani, nè dopodomani…. Egli ebbe
Nata a Torino, recitò coi genitori parti di bambina, poi fu lasciata
per
la sua istruzione a Trieste presso una famiglia d
ta ancor giovinetta, e in una permanenza di sei mesi a Firenze recitò
per
la prima volta nella Società Antologica, diretta
1882 sposò l’attore brillante Vittorio Pieri, e nell’ 83, abbandonati
per
la prima volta i Suoi, andò col marito nella Comp
e il genio cattivo si fosse divertito a perseguitarla, non foss’altro
per
isfogare in qualche modo l’invidia destatagli dal
i fosse non solo attore, ma anche autore e direttore della Compagnia,
per
ragione forse della Francesca, l’Ortensia, che in
è chiamata buona comica, e indicata al Ministro del Duca di Mantova,
per
giudicare dei meriti di un capitano da scritturar
eretta. L’Ortensia era, senza dubbio, la moglie dell’Allori, giacchè
per
la putta sempre ricordata si vede chiaro doversi
il ministro in nome della putta, senza mai accennare alla moglie, che
per
di più era la Prima Donna della Compagnia. Non è
a. Questo gli lo scrivo confidentemente ; lui dice che non l’ha fatta
per
dubio di non si amalare per una sua indisposition
identemente ; lui dice che non l’ha fatta per dubio di non si amalare
per
una sua indispositione, intanto havendo io posto
er una sua indispositione, intanto havendo io posto fin un opera nova
per
render più diligenti questi compagni a impararla,
a Bologna, fra pochi giorni, caso che si havesse d’andare a Padova o
per
lo Stato veneto, come mi giova di credere, lascie
nte Residente fece obligare in scrittura al servitio del S.mo padrone
per
la nostra compagnia, si ritrova di presente in Ve
regato che io ne dia parte a V. S. Ill.ma, et io lo faccio volontieri
per
servire S. A. S., et perchè la nostra compagnia n
a nostra compagnia ne ha bisogno, et il Sig.r Truff.no in particolare
per
la sua parte et per i travestimenti spagnoli ne è
e ha bisogno, et il Sig.r Truff.no in particolare per la sua parte et
per
i travestimenti spagnoli ne è oltre modo desidero
e modo desideroso che sia in compagnia, perchè il figlio di pantalone
per
queste parti non è bono, et poi ha tanto poca for
antalone per queste parti non è bono, et poi ha tanto poca fortuna da
per
tutto che la compagnia patisce pur assai. Sup.co
Capitan Beretta sarà da me impiegato in quello conoscerò profitevole
per
il bon servitio di S. A. S. et della compagnia, i
per il bon servitio di S. A. S. et della compagnia, io partirò presto
per
Bologna colà starò atendendo i comandi di V. S. I
ne di una lettera di raccomandatione al S.r Card.le legato di Bologna
per
una mia lite. Il S.r Truff.no doppo haver quasi p
doppo haver quasi perso il cervello dietro alli suoi inbrogli partirà
per
questa volta, dal quale intenderà più a lungo li
.re e Pa.ne col.mo Starò qui in Venetia sin venerdì pross.º venturo
per
sapere dove deve la compagnia deve principiare, e
ad Oratio e pantalone che qui si ritrovano, et doppo partirmi subito
per
bologna, dove per miei interessi mi converrà trat
lone che qui si ritrovano, et doppo partirmi subito per bologna, dove
per
miei interessi mi converrà trattenere al mancho o
l mancho otto giorni, non ho che agiungere se non supplicarla di novo
per
lettera di Ferrara per la Gabella, et augurando i
on ho che agiungere se non supplicarla di novo per lettera di Ferrara
per
la Gabella, et augurando insieme con la mia putta
S.r mio S.re e Pad.ne Col.mo Ricevo la cortesiss.ª sua con l’anessa
per
la Gabella di Ferrara, rendo a V. S. Ill.ma infin
ra compagnia, Brescia è bona e vi anderemo volentieri, Vicenza non fa
per
noi, essendoci noi stati tre anni in fila, et vi
do caro, non soggiungo altro perchè scrivo a chi molto intende. Parto
per
Bologna lunedi pross.º venturo, colà starò attend
a noi noto sin qui era il Lolli ; ma egli, recatosi a Parigi nel 1653
per
assumere nella Compagnia italiana la maschera di
58 era certamente a Roma, come si vede ai nomi di Lolli e Bandinelli)
per
poi restituirsi una seconda volta a Parigi, ove e
ai da alcuno citata, abbiamo le seguenti lettere inedite che pubblico
per
gentile comunicazione del cav. Davari dell’Archiv
havuto haviso da Flaminio che à otenuto dal S.mo Gran Duca le licenze
per
tutta la Toscana, mercè la lettera di V. A. e fac
ntova acciò che questa mia le giunga più presto di quello che farebbe
per
la posta, prego l’A. V. a favorirmi d’una lettera
llo che farebbe per la posta, prego l’A. V. a favorirmi d’una lettera
per
Flaminio, ma scritta di bon inchiostro, il tenore
atire con le sue tardanze, e se à lasciato la moglie una volta a Roma
per
Franccia, tanto meglio può lassarla, non andando
che guardi bene a non trasgredire a suoi comandi che altrimente sarà
per
risentirsi, poi chè il suo gusto è che la compagn
ivo è solo perchè Flaminio si è lasciato intendere qui in Bologna che
per
tutto estate non vuol partirsi di Roma, e questo
anche questa la possa scrivere. Dimanda la Vicenda alla sig.ra madre
per
la sua ragazza. Veda se si può trovare temerità m
e un quarto. Questo è quanto bramo in questo particolare. Le giungerà
per
la posta di Venetia una mia lettera che sarà di q
ore, ma dubitando che le giunga troppo tardi scrivo questa e la mando
per
il servitore a posta. La patente che V. A. m’à co
quella che à dato a Flaminio ond’io la bramerei come quella che dice
per
essere rafermato nella sua servitù havendo servit
ermato nella sua servitù havendo servito con deligienza ve le concedo
per
bene merito che goda etcetera. Scusi per gratia d
con deligienza ve le concedo per bene merito che goda etcetera. Scusi
per
gratia del troppo ardire e mi conceda quello che
ello che ò dimandato, accompagnato con una lettera di raccomandazione
per
me al S.mo Gran Duca, che le prometto di star un
a canzonetta nova, mi saprà dire se le piace, mentre con il riverirla
per
parte de miei augoro colme d’ogni felicità le s.t
Sin ad hora abiamo dato fuori cento e sei Boletini a una doppia l’uno
per
un mese, che viene a essere un utile sicuro. Vogl
nuova al S.r Co. Vialardi, et egli stare alegramente poichè stimo che
per
mezo di questo parentado V. A. uscirà for di stuf
uesto Carnovale stando in Mantova la d.ta Sig.ra à avuto paura, tengo
per
fermo che hora havrà l’angoscia. Qui si dice che
à l’angoscia. Qui si dice che l’opera in musicha di Firenze non si fa
per
insino alla rinfrescata, però questa non è nova s
edere e rimaner consolato. Come riesce la compagnia non glie ne posso
per
ancora dirgliene cosa alcuna, perchè non è compit
ffermono quello che dice l’A. V., che in quel tempo non faranno nulla
per
essere troppo caldo. Iddio però gli dia bene a le
ner di lei, assicurandolo che non fa altro che studiare da Trufaldino
per
poter servire l’ A. V., intanto ella sta atendend
manderò qualche arietta nuova, sperando che serà di suo gusto, almeno
per
la novità. Mi occorre suplicare V. A. d’una grati
n m’inganno disse, che gliela haveva datta la figlia del S.r Terachia
per
mostra, scusi per gratia dell’ardire, mi honori m
che gliela haveva datta la figlia del S.r Terachia per mostra, scusi
per
gratia dell’ardire, mi honori mandarmene una over
ardire, mi honori mandarmene una overo il modello, e con il riverirlo
per
parte de miei non lascio di confermarmi di V. A.
o contentare. La comedia in musica che si doveva fare qui non si farà
per
adesso, poichè volevano che vi cantassi io, ma pe
è volevano che vi cantassi io, ma perchè non possono essere al ordine
per
questo mese non ò voluto per non far danno alla C
, ma perchè non possono essere al ordine per questo mese non ò voluto
per
non far danno alla Comp.ia accettare la parte, a
e che la madre di cui chiedeva la vicenda Flaminio (Marco Napolioni)
per
sua figlia, fosse appunto l’Eularia : ma ecco un’
mpagnia, poichè desiderano il ritorno di lui e di Florinda sua moglie
per
recitare in comedia………………… ………………………… Non sarebb
moglie per recitare in comedia………………… ………………………… Non sarebber questi
per
avventura il padre e la madre, nel cui nome, assi
dianti, ridottasi sotto il patronato di Don Giovanni De’ Medici, ebbe
per
oltre un ventennio vita prospera e celebrata. » R
di Lavinia, noto scenario dello Scala (La pazzia d’Isabella, scritto
per
l’Andreini), il conte Ridolfo Campeggi dettò il s
usiastici ottenuti dall’Antonazzoni misero l’inferno nella Compagnia,
per
opera specialmente di Battista e Valeria Austoni
endeva molto bene con lei. Di qui le ire della Lavinia ; ire di donna
per
l’una, di artista per l’altra : insomma, un vero
lei. Di qui le ire della Lavinia ; ire di donna per l’una, di artista
per
l’altra : insomma, un vero inferno. Io metto qui
a. Don Giovanni cercò di metter pace agli esacerbati spiriti, e finì,
per
meglio riuscirvi, col mandare un suo prologo allo
fecero — dice il Neridei segreti maneggi da parte del Duca di Mantova
per
togliere Lavinia, il marito, Mezzettino (Ottavio
novella. Ed ha estinta al suo sepolcro a canto l’alma a i sospiri, e
per
pietade appella il cor per gli occhi a consumarsi
suo sepolcro a canto l’alma a i sospiri, e per pietade appella il cor
per
gli occhi a consumarsi in pianto. A istanza dell
osio una elegia non sino a noi pervenuta, e sollecitò poesie da amici
per
raccoglierle forse in un volume, pietoso omaggio
rmento già di questo cuore grandissimo, e della borsa. Non poetar più
per
lei voglio. Siasi pur ella in Paradiso, e goda l’
più per lei voglio. Siasi pur ella in Paradiso, e goda l’eternità, e
per
me prieghi. » Intorno alla bellezza, vantata nel
l che ne dice Gio. Francesco Maja Materdonna in altro sonetto scritto
per
la rappresentazione d’una tragedia : Pon giù que
ui dar morte intendi, anzi fingi, qualor su i palchi prendi il ferro
per
ferir : ma qualor poi rivolgi agli altrui lumi i
pre fai vere piaghe, e sempre offendi. Anzi se dèssi mai morte verace
per
vera ira, e furor col ferro ancora, quella vendet
ndetta a te sarìa fallace. Perchè vanto al nemico e gloria fòra morir
per
bella man che alletta e piace, ed a par di begli
, sì come gli altri àn fatto, scriverli ciò che l’animo mio sente, sì
per
discolparmi di quanto mi viene aposto, come per g
l’animo mio sente, sì per discolparmi di quanto mi viene aposto, come
per
godere di quel privilegio che agli altri miei com
dunque conosciuto a più d’un segno manifestamente che il sig.r Fulvio
per
qual si fosse sua ragion di stato, m’era contrari
a contrario, ch’io non so, nè posso imaginarmene la cagione, se non è
per
interesse di mia moglie, e mia sorella ; e vedend
di mia moglie, e mia sorella ; e vedendo essere impossibile di poter
per
qualsivoglia strada rimovere questa sua mala volo
Io, Sigre, intendendo con mio estremo disgusto questo, e sapendo che
per
essere io il minimo di compagnia, et egli il prin
a licenza, scrivendo al Sig.r Flavio parte de’miei disgusti, il quale
per
sua bontà mi amonì ad hauer pacienza per quest’an
e de’miei disgusti, il quale per sua bontà mi amonì ad hauer pacienza
per
quest’anno, promettendomi l’ajuto suo. Giunti a B
rà stato detto, con fermo animo di gettarsi a’ piedi suoi humilmente,
per
suplicarla della sua gratia. Quando il Sig.r Fulv
si faceva con patto che ella non ci fosse, stimandola mente di V. E.
per
riconoscere Scapino tanto suo partiale e devoto s
i nella benignità sua dico che mai ho auto bon stomaco con la Nespola
per
l’interesse passato tra lei e mio marito, e sempr
a lei e mio marito, e sempre ho cercato di passarmela alla meglio che
per
me sia stato possibbille, sperando pure che il te
me sia stato possibbille, sperando pure che il tempo trovase rimedio
per
liberarmi. Hora son forsata a suplicare V. E. a c
la Nespola non sia dove io sono, nè io dove la detta Nespola, perchè
per
nissuna maniera non ci voglio essere, e questo na
to nasce da giustissima causa, poichè quest’anno è nato tal disordine
per
lei, che è stato quasi la mia rovina, e della per
to, porto e porterò a V. E. mentre che viva, mi sarei partita subitto
per
non star dove lei ; ma per non disgustar chi n’ è
mentre che viva, mi sarei partita subitto per non star dove lei ; ma
per
non disgustar chi n’ è padrone e sig.re ho auto p
ntentarò di adimandar la elemosina tanto che viva, quando fosse morto
per
me il soccorso a altra maniera. Bisognerebbe che
. Bisognerebbe che io dicessi ancora molte cosse del Sig.r Fulvio, ma
per
non infastidilla dico questa solla, che per la su
osse del Sig.r Fulvio, ma per non infastidilla dico questa solla, che
per
la sua partialità, ostinacione, non ha voluto ing
stinacione, non ha voluto ingegnarsi, o lasciar che altri s’ingegnino
per
potter guadagnare. Ma mi dispiace che non ò colpa
ssa impegnatta ; nè manco dinari da far quadragesima e da far viaggio
per
Loretto, dal qual loco non uscirò sintanto che no
ndatali. V. E. consideri che abbiamo bisogno di gente che s’affaticha
per
far guadagnare, ma non di gente che goda della no
me essi non abbiano pensato a importunare l’Altezza Impresaria, o chi
per
essa, se non che per battere cassa, o narrar pett
ensato a importunare l’Altezza Impresaria, o chi per essa, se non che
per
battere cassa, o narrar pettegolezzi di retroscen
i la notizia di un successo o di un fiasco, mai un giudizio, sia pure
per
gelosia, sul modo di recitare del tale attore o d
a specie. È uno dei soliti lavori a protagonista, immaginato e creato
per
dar campo all’attrice di sfogare in iscena tutto
ogo di Arianna, dopo l’abbandono di Teseo ; correggendo l’ortografia,
per
non affaticar troppo il lettore. O mio dolce Tes
e simulato amante. E questo monologhino tira avanti di questo passo
per
19 pagine ; e chiude l’atto terzo coi versi segue
’armi, a l’armi !! Pazza cosa non c’è che dire ; la qual, nondimeno,
per
quel che concerne la recitazione, fa pur sempre p
anzichè no, sappiamo : che quelle commedie si reggessero e piacessero
per
la eccellenza dei comici, molti contemporanei, e
osteria del Pellegrino, ove la plebe desiosa di cose nuove, e curiosa
per
sua natura subito s’affretta occupare la stanza,
riosa per sua natura subito s’affretta occupare la stanza, e si passa
per
mezzo di gazzette dentro alla sala preparata ; e
ionamenti recitati, nella seguente sera, non spenderebbe un bagattino
per
sentir di nuovo cotali sciocchezze, già per tutta
spenderebbe un bagattino per sentir di nuovo cotali sciocchezze, già
per
tutta la terra, con beffe d’ognuno divulgate e sp
ta la terra, con beffe d’ognuno divulgate e sparse. Di modo tale, che
per
l’abuso di costoro, anco i galantuomini vengono d
dita, s’è visto e si vedrà più volte, come il Duca di Mantova sudasse
per
mettere assieme un complesso d’artisti di non dis
arebbero oggi uno scoglio inevitabile, e oserei dire, insormontabile,
per
l’artista di qualunque merito si fosse. Ogni fras
nte a due prime attrici sulla stessa Piazza, come s’è visto a Bologna
per
la Beatrice e la Eularia, a Torino per l’Andreini
azza, come s’è visto a Bologna per la Beatrice e la Eularia, a Torino
per
l’Andreini e la Cecchini, come si vedrà a Mantova
laria, a Torino per l’Andreini e la Cecchini, come si vedrà a Mantova
per
la Vincenza e la Flaminia ? (V. Armani).
tà laboriosa della scienza. Scortato l’uomo da un affetto sì vivace e
per
indole osservatore non potè non avvedersi di alcu
ardo esaminò con maggior diligenza la natura, la quale essendo solita
per
lo più di corrispondere con una spezie di gratitu
e le cure con manifestargli una parte de’ suoi misteri, e con alzare,
per
così dire, alcun poco quel velo di cui si ammanta
questa spinta industriosa è comune a tutti gli uomini, e la natura da
per
tutto risponde a colui che ben l’interroga, è chi
rti di prima e seconda necessità, le quali nascono da bisogni comuni,
per
lo più si acquista senza esempio. Trittolemo e Ce
egli altri, insegnarono a seminar le biade e a raccorle e a valersene
per
sostentarsi. Scorrendo per diversi climi ben si v
eminar le biade e a raccorle e a valersene per sostentarsi. Scorrendo
per
diversi climi ben si vedrà che dove la terra non
ve non si taglia col l’acciajo, si usano le selci. Ma la coltivazione
per
obbligar la terra ad alimentarci, e le arti di ac
a terra ad alimentarci, e le arti di accozzare e tagliar lane e cuoja
per
coprirci, si sono trovate in paesi lontanissimi c
storia che le nazioni in se stesse ristrette esistono e fioriscono, e
per
molti secoli si guardano dal comunicare insieme,
presso di esse, e le rende inospitali e inaccessibili, siccome furono
per
gran tempo gli Ebrei, gli Egizzi, gli Sciti, i Ci
tte le arti e invenzioni quà e là disseminate. Dal che è avvenuto che
per
una forte accensione di fantasia fondata per lo p
. Dal che è avvenuto che per una forte accensione di fantasia fondata
per
lo più in una radice etimologicà, in un monumento
sguardo al rimanente della terra, la storia del teatro Greco si prese
per
la sorgente di tutti gli altri. Ma fu un inganno
fondamento a rintracciar tale origine nella natura del l’uomo ch’è da
per
tutto la stessa, e vi produce effetti simili. In
teatro Greco. L’uomo (essa insegna) nasce in tutti i climi irritabile
per
organizzazione alla presenza delle forme esterne.
, cioè se scosse con soavità la tela de’ nervi, l’intelletto apprende
per
bene le forme che la cagionarono: se la scossa fu
la, le contempla come male. L’uomo adunque si avvezza dalla prima età
per
senso più che per raziocinio a suggir quel dolore
ome male. L’uomo adunque si avvezza dalla prima età per senso più che
per
raziocinio a suggir quel dolore e quel male, e ad
un abito di rappresentarsene le immagini. Al sovvenirsi di quel bene,
per
lo piacere che gliene ridondò, cerca di tornarlo
altri con tutte le circostanze i già passati disastri. Ora se l’uomo
per
natura si occupa continuamente a dipingersi le co
incipio di ogni imitazione, che è il perno, su cui volgesi la poesia;
per
la qual cosa Aristotile nella Poetica chiamava l’
nella Poetica chiamava l’uomo animale attissimo ad imitare che impara
per
rassomiglianza. Di tutte le imitazioni però la pi
chiaro a chi passo passo la vada seguitando dall’informe suo nascere
per
tutti i gradi de’ suoi avanzamenti. l’ebbero varj
ndo varj monumenti istorici ci assicurano, che ancora dopo molte età,
per
la solita primitiva gelosìa nazionale, neppure tu
, e a tutto il resto del vecchio continente. L’uomo adunque attivo da
per
tutto e imitatore osserva gli uomini, si avvezza
vità laboriosa della scienza. Scortato l’uomo da un affetto sì vivo e
per
indole osservatore non potè non avvedersi di alcu
ardo esaminò con maggior diligenza la natura, la quale essendo solita
per
lo più di corrispondere con una specie di gratitu
e le cure con manifestargli una parte de’ suoi misteri, e con alzare,
per
così dire, alcun poco quel velo di cui si ammanta
quella spinta industriosa è comune a tutti gli uomini e la natura da
per
tutto risponde a colui che ben l’interroga, è chi
rti di prima e seconda necessità, le quali nascono da bisogni comuni,
per
lo più si ac quista senza esempio. Trittolemo e C
egli altri, insegnarono a seminar le biade e a raccorle e a valersene
per
sostentarsi. Scorrendo per diversi climi ben si v
eminar le biade e a raccorle e a valersene per sostentarsi. Scorrendo
per
diversi climi ben si vedrà che dove la terra non
ove non si taglia coll’ acciajo si usano le selci; ma la coltivazione
per
obbligar la terra ad alimentarci, e le arti di ac
a terra ad alimentarci, e le arti di accozzare e tagliar lane e cuoja
per
coprirci, si sono trovate in paesi lontanissimi c
storia che le nazioni in se stesse ristrette esistono e fioriscono e
per
molti secoli si guardano dal comunicare insieme,
presso di esse e le rende inospitali e inaccessibili, siccome furono
per
gran tempo gli Ebrei, gli Egizj, gli Sciti, i Cin
tte le arti e invenzioni quà e là disseminate. Dal che è avvenuto che
per
una forte accensione di fantasia fondata per lo p
. Dal che è avvenuto che per una forte accensione di fantasia fondata
per
lo più in una radice etimologica, in un monumento
guardo al rimanente della terra, la storia del teatro Greco si prese
per
la sorgente di tutti gli altri. Ma fu un inganno
fondamento a rintracciar tale origine nella natura dell’uomo ch’è da
per
tutto la stessa e vi produce effetti simili. In G
teatro Greco. L’uomo (essa insegna) nasce in tutti i climi irritabile
per
organizzazione alla presenza delle forme esterne.
, cioè se scosse con soavità la tela de’ nervi, l’intelletto apprende
per
bene le forme che lo cagionarono: se la scossa fu
la, le contempla come male. L’uomo adunque si avvezza dalla prima età
per
senso più che per raziocinio a fuggir quel dolore
ome male. L’uomo adunque si avvezza dalla prima età per senso più che
per
raziocinio a fuggir quel dolore e quel male e ad
l’abito di rappresentarsene le immagini. Al sovvenirsi di quel bene,
per
lo piacere che gliene ridondò, cerca di tornarlo
altri con tutte le circostanze i già passati disastri. Ora se l’uomo
per
natura si occupa continuamente a dipingersi le co
incipio di ogni imitazione, che è il perno, su cui volgesi la poesia;
per
la qual cosa Aristotile nella Poetica chiamava l’
nella Poetica chiamava l’uomo animale attissimo a imitare che impara
per
rassomiglianza. Di tutte le imitazioni però la pi
chiaro a chi passo passo la vada seguitando dall’informe suo nascere
per
tutti i gradi de’ suoi avanzamenti. L’ebbero varj
ndo varj monumenti istorici ci assicurano, che ancora dopo molte età,
per
la solita primitiva gelosia nazionale, neppure tu
i e a tutto il resto del Vecchio Continente. L’uomo adunque attivo da
per
tutto e imitatore, osserva gli uomini, si avvezza
i anni diciotto osò metter fuori la prima sua tragedia. Ardua impresa
per
sì pochi anni gareggiare colla rinomanza di un So
i si accinse con tutti i soccorsi onde i frutti poetici si stagionano
per
l’immortalità, avendo appresa da Prodico l’eloque
siche, e vi si accinse con quella indefessa attenzione indispensabile
per
disviluppar l’ingegno e rintracciar le vere belle
iluppar l’ingegno e rintracciar le vere bellezze di ogni genere. Egli
per
natura malinconico ed avverso alla mollezza cercò
i e nel silenzio di una caverna nel l’isola di Salaminaa tutto l’agio
per
insinuarsi negli avvolgimenti segreti del cuore u
o l’agio per insinuarsi negli avvolgimenti segreti del cuore umano, e
per
istudiare a dipignere al vivo le passioni. Con ta
do un patetico sommamente dilicato nè più usato sulle scene Ateniesi,
per
cui Aristotile davagli il titolo di Τραγικωτατος,
mo grado . Certo il suo stile si distingue da quello de’ predecessori
per
l’arte mirabile di animare col più vivace colorit
udio delle tragedie di Euripide, pervennero al colmo nel l’arte loro;
per
la qual cosa Gian Vincenzo Gravina nella Ragion P
chiama le tragedie di Euripide vera scuola di eloquenza . Egli è non
per
tanto per questa medesima ragione che si allontan
tragedie di Euripide vera scuola di eloquenza . Egli è non per tanto
per
questa medesima ragione che si allontana talvolta
corona, e nelle altre egli soggiacque alla sventura de’ valentuomini
per
lo più posposti a’ competitori ignoranti ma raggi
. Per mettere con chiarezza sotto gli occhi quanto stimava necessario
per
intelligenza della favolà, egli fece uso del prol
go esponeva a meraviglia lo stato del l’azione. Nel l’Elettra appunto
per
l’introduzione rimane Euripide a Sofocle inferior
za di Oreste e della sorella perderebbe anche al confronto di Eschito
per
cagione della vivacità che in questo è maggiore;
Euripide la supera in verisimiglianza, avvenendo con molta proprietà
per
mezzo del l’ajo di Oreste e per una cicatrice che
lianza, avvenendo con molta proprietà per mezzo del l’ajo di Oreste e
per
una cicatrice che questi avea sulla fronte sin da
anciullezza. Sofocle però vince in tal riconoscenza e l’uno e l’altro
per
l’effetto che produce in teatro; perocchè Oreste
re la materna tenerezza? Tuttavolta il poeta fa che Clitennestra vada
per
tal menzogna a trovar la figliuola; ma quando? qu
è perseguitato dalle Furie vendicatrici, ma è vicino ad esser punito
per
l’uccisione della madre. Si legge nel l’atto prim
iano di passaggio alcuni oratori contemporanei del poeta, circostanza
per
noi perduta ma importante per chi allora ascoltav
ri contemporanei del poeta, circostanza per noi perduta ma importante
per
chi allora ascoltava. Vi si osservano da per tutt
oi perduta ma importante per chi allora ascoltava. Vi si osservano da
per
tutto tratti assai popolari, quasi comici, e lont
i da Euripide maneggiati con forza e bellezza particolare. Vi trionfa
per
ogni parte la meravigliosa sua maestria nel tratt
forzataa. Voglionsi appunto osservar negli antichi questi bei tratti
per
ravvisarne l’alto ingegno e la maestria, e non gi
edia acquista dal principio del l’atto quarto gran calore e movimento
per
l’avviso dato dallo schiavo a Clitennestra e ad A
e ha mitigato in parte quel cominciamento: ma la sua versione, benchè
per
più riguardi degna di lode, riesce quasi sempre l
del tragico Greco. Se Agamennone dovea piegarsi e cangiar consiglio,
per
questo bellissimo discerso il dovea, nel quale la
utamente le dice, κάν θέλω, κάν μη θέλω, voglia io o non voglia , non
per
Menelao, ma per la Grecia tutta son costretto a s
, κάν θέλω, κάν μη θέλω, voglia io o non voglia , non per Menelao, ma
per
la Grecia tutta son costretto a sacrificarti. Par
degna di notarsi. La madre ha detto, ah figlia, ah madre sventurata
per
cagione della tua morte ; ed ella ripiglia, la m
. Non debbesi adunque l’espressione d’Ifigenia tradurre letteralmente
per
la stessa misura di versi, ma sì bene per Io mede
enia tradurre letteralmente per la stessa misura di versi, ma sì bene
per
Io medesimo lamento, come ben fece il Dolce, Mad
tra, e la pietà che ne mostra quel l’eroe, si converte in ammirazione
per
lo cangiamento d’Ifigenia. Ella durando il loro d
uaglianza di carattere d’Ifigenia, la quale alla prima piange e prega
per
sottrarsi alla morte, e poi si offre vittima volo
rarsi alla morte, e poi si offre vittima volontaria del pubblico bene
per
acquistare, giusta la traduzione del Dolce, Ne’
nte opposizione sogliono fare i poco esperti al carattere di Achille,
per
essersi prima mostrato tutto fervoroso a difender
i Achille, per essersi prima mostrato tutto fervoroso a difenderla, e
per
soffrirne poi pacificamente il sacrifizio senza n
ione. Sembra anche una contraddizione del di lui carattere, perchè da
per
tutto si è dimostrato più ambizioso che tenero, e
tere, perchè da per tutto si è dimostrato più ambizioso che tenero, e
per
ritenere il comando ed il titolo di re de’ re era
crifizio e la venuta del Nunzio che racconta l’avventura già seguita,
per
la quale manca il tempo che dovea correre verisim
seguita, per la quale manca il tempo che dovea correre verisimilmente
per
tante cose narratea. Ifigenia in Tauride rappres
iata poi con gran delicatezza e giudizio è la bellissima riconoscenza
per
mezzo della lettera che Ifigenia pensa di mandare
inta. Ma la divisione degli atti non mi sembra la cosa più essenziale
per
conoscere l’eccellenza degli antichi tragici. E c
e suol compararsi alle precauzioni che prendevano i sacerdoti gentili
per
accreditare i loro responsi e venderli per oracol
devano i sacerdoti gentili per accreditare i loro responsi e venderli
per
oracoli celesti. Nella tragedia intitolata Elena
pidi biasimatori degli antichi leggessero attentamente l’atto secondo
per
impararvi a dipignere la natura con forza e vivac
oi sembreranno sempre ingiusti, inurbani, e in niun modo tragici. Non
per
tanto si dee riflettere che Euripide era un gran
passioni dominanti di que’ tempi. Certo è che la ripugnanza di morir
per
un altro, che mostra l’istesso padre di Admeto, f
neso, avendo Euripide trentacinque anni. Contiene la morte d’Ippolito
per
la falsa accusa di Fedra sua madrigna ed amante.
viene in teatro con una corona in testa che indi offerisce a Diana, e
per
questa corona che egli porta, ricevè quel l’aggiu
; della stessa maniera che l’Ajace di Sofocle s’intitolò Μαστιγοφορος
per
la sferza ch’egli portava in iscena. Nel l’atto p
corso? Nutrice Ma, Principessa, ancor vaneggi? I cervi Ora inseguivi
per
le alpestri rupi, Or domi al piano un corridore?
copiata maestrevolmente; ma la greca riesce più tragica e importante
per
lo spettacolo di Fedra morta. Racine in somma si
nte, ne ha dovuto perdere non poche bellezze, come il dolore di Teseo
per
la morte di Fedra, e la tragica scena d’Ippolito
le passioni, materia essenziale della poesia drammatica che non varia
per
tempo nè per luogo. Il tacciar quelli o questi pe
materia essenziale della poesia drammatica che non varia per tempo nè
per
luogo. Il tacciar quelli o questi per le maniere,
tica che non varia per tempo nè per luogo. Il tacciar quelli o questi
per
le maniere, per un decoro locale, variabile e inc
ia per tempo nè per luogo. Il tacciar quelli o questi per le maniere,
per
un decoro locale, variabile e incostante, al pari
I giovani non ne sapranno se non che un neo forse in parte scusabile
per
la veemenza della passione che rare volte lascia
hi proviene la moderna non curanza delle favole greche, e l’idolatria
per
le romanzesche degli ultimi tempi. Con altro dise
e la greca. Essa ha più parti, e queste hanno bisogno di maggior arte
per
conciliarsi insieme, e quindi riesce più difficil
onsiste in porre sotto gli occhi un’ azione che vada sempre crescendo
per
gradi, finchè per necessità scoppi con vigore; e
otto gli occhi un’ azione che vada sempre crescendo per gradi, finchè
per
necessità scoppi con vigore; e non già in ordinar
elegie e declamazioni; perchè queste in vece di avvivare le passioni
per
renderle atte a commuovere, seguendone il traspor
dominante si divide tra Fedra, Ippolito e Teseo: in Euripide è tutto
per
Ippolito dal principio al fine.» «Tutto è lagrime
di agitare e tirare a se tutti i cuori sensibili.» «Fedra in Racine
per
varie ingiustizie e violenze intepidisce la compa
nze intepidisce la compassione, ed il poeta con arte somma si affanna
per
coprirne e discolparne i difetti.» «Teseo attrae
o attrae a se tutto l’interesse dell’atto terzo.» «L’amore d’Ippolito
per
Aricia vietato dal padre quanto non toglie al car
sarebbe altrimente comportato, ed avrebbe avuta la stessa indulgenza
per
un popolo che dovea essere il suo giudice.» Ques
e Euripide ci dipinse, sembrandogli un Cavaliere fort peu galant ; e
per
maggior trastullo di chi ciò legge, dice (pag. 48
a erudizione, che questa tragedia è di Sofocle. Avventuratamente però
per
Ippolito La Vilade non ragiona con più fondamento
ntusiasmo ; Pitagora ed Archimede fanciulli in matematica incantati
per
la novità ad ogni picciolissimo oggetto. Questo S
ce mai; essi doveano (aggiugne) aver la testa d’une furieuse trempe
per
resistere a un torrente di loquacità che nulla di
dono ed amano le dipinture naturali, si sentiranno scoppiare il cuore
per
la pietà. Nel patetico racconto della morte di Po
, sul l’educazione e la nascita, dopo tale funesto racconto, sembrano
per
altro intempestive. Serpeggia per tutto il dramma
opo tale funesto racconto, sembrano per altro intempestive. Serpeggia
per
tutto il dramma una forza tragica terribile; ma n
ica terribile; ma nel l’atto terzo si tratta della morte di Polidoro,
per
la quale l’azione è manifestamente doppia, benchè
dere che gl’interpreti de’ tragici Greci compresero il loro artificio
per
ciò che la musica riguarda. Egli stesso non fece
disgrazie che l’opprime. Osserviamo in oltre che ne’ Greci i cantici
per
l’ordinario non hanno luogo se non conosciuta per
chè essi, a giudizio del celebre Gluck, abbisognano di passioni forti
per
dar motivo al l’espressione della musica. I cori
Diana al l’ara Mi prostro e piango, oh vani prieghi e pianti! Tratta
per
l’onde io son, misera! e veggio Trucidato il cons
miche ai patrii liti Pronte a tornar, e da l’Iliaco suolo A svellermi
per
sempre! Il duol m’oppresse, Caddi abbattuta, mill
l l’Andromaca di Racine, perchè questa è la vedova di Ettore che teme
per
la vita di Astianatte, e nella tragedia Greca è l
ragedia Greca è la stessa Andromaca, ma già moglie di Pirro, che teme
per
la vita di Molosso avuto da questo secondo matrim
ervisi ancora che nel l’atto quarto Ermione ed Oreste fuggono da Ftia
per
andare a Delfo ad uccider Pirro, e nel quinto si
. A che sei tu d’Ettore figlio, io sposa? Per dominar sul l’Asia Non
per
morir tra’ barbari sì tosto Credei produrti, o fi
e augellin rifugge Sotto l’ali materne? Ahi non è questo Più un asilo
per
te. Mori già Ettorre, Nè dal l’avello, per serba
non è questo Più un asilo per te. Mori già Ettorre, Nè dal l’avello,
per
serbarti in vita, Fia che risorga. Di sostegno p
tezza nella distribuzione del l’azione, particolar pregio di Sofocle,
per
la qual cosa pretende alcuno che ad esso, e non a
inerva ad Ulisse e a Diomede, la quale vedendo sopraggiugnere Paride,
per
salvarli fa che il Duce Trojano travegga, e la pr
ere Paride, per salvarli fa che il Duce Trojano travegga, e la prenda
per
Venere, mentre i suoi favoriti non lasciano di ra
prenda per Venere, mentre i suoi favoriti non lasciano di ravvisarla
per
Minerva. Tali cose allora convenivano ai principi
de’ Greci, nè parevano assurde e stravaganti. Lo scioglimento avviene
per
macchina (come in gran parte delle tragedie antic
ento avviene per macchina (come in gran parte delle tragedie antiche)
per
mezzo della Musa Tersicore madre di Reso, la qual
ta favola, è il personaggio di Egeo introdottovi senza veruna ragione
per
preparare un asilo a Medea della cui salvezza lo
sco, Didimo e Creofilo presso lo Scoliaste di Euripide sulla Medea. E
per
ischivar l’infamìa che ad essi ne ridondava, si a
ne ridondava, si avvisarono probabilmente di guadagnar qualche poeta
per
attribuirne l’assassinamento alla stessa madre. C
he i Corintii avessero ricorso ad Euripide poeta esimio il quale, sia
per
dare, a cagione del l’idio naturale che avea cont
contro del sesso donnesco, un carattere odiosissimo a una donna, sia
per
essersi fatto corrompere con cinque talenti, come
rea la madre stessa del l’uccisione di que’ fanciulli, e la menzogna
per
l’eccellenza del poeta passò alla posterità come
sarà assicurato della distanza del campo e del l’altezza delle mura,
per
convincere di inverisimiglianza Omero, Euripide e
cena vigorosa di Giocasta co’ figli è degna di particolar riflessione
per
la maestrevole dipintura de’ due fratelli ugualme
te fieri ed accaniti nel l’odio reciproco, ma di carattere diversi, e
per
lo dolore della madre che s’interpone e cerca di
cosa, come altrove accennammo, di rado si trascurò dai Greci tragici
per
mostrare l’antichità remota delle loro leggi ed o
l’atto III la guerra è fatta, e Teseo torna vincitore. È ciò avvenuto
per
miracolo? Vi è corso un tempo verisimile? Può cen
concederli, e si accende aspra guerra tra gli Ateniesi e gli Argivi,
per
cagione degli Eraclidi, cioè de’ figliuoli di Erc
onte, e nel caso di negativa ad intimargli la guerra. L’araldo Copreo
per
eseguirne l’ordine viene in Atene, e la tragedia
n sono dunque tante le azioni in poco tempo accumulate, quante non so
per
quale utilità, volle numerarne il critico Fiorent
ità, volle numerarne il critico Fiorentino. Una bella aringa di Iolao
per
determinar gli Ateniesi a proteggere gli Eraclidi
to ella non fa sul destino di Macaria degna di tutto il suo dolore, e
per
esser figliuola del proprio figliuolo, e per l’er
i tutto il suo dolore, e per esser figliuola del proprio figliuolo, e
per
l’eroica azione della vergine in pro di tutta la
esi udivano siffatti prodigii in teatro senza restarne ma ravigliati,
per
tal modo era la religione congiunta allo spettaco
nta allo spettacolo. Nel l’atto V Euristeo prigioniero usa ogni viltà
per
ottener la vita; ma Alcmena inesorabile, contro i
V, è una di quelle che meritano maggiore attenzione. Interessa ancora
per
la vivacità il riconoscimento che avviene nel V;
n angustia la madre, ed il poeta è costretto a far discendere Minerva
per
giustificarla. Questa tragedia è assai teatrale,
fetti. La situazione di una madre e di un figlio che non conoscendosi
per
errore si tramano la morte, è molto vaga, e Metas
. È terribile il racconto del l’ammazzamento del disgraziato re preso
per
un cinghiale. Assai tragica è la scena in cui Aga
ervenuti appena alquanti frammenti, i quali talvolta a stento bastano
per
conoscerne il soggetto. Famosa tralle tragedie pe
cerne il soggetto. Famosa tralle tragedie perdute fu la sua Andromeda
per
la strana malattia degli Abderiti avvenuta a’ tem
te quelli del l’Andromeda come se si trovassero sul teatro. Vedevansi
per
le strade questi deplorabili attori pallidi e spa
ttà marittima della Tracia era popolata di gente stupida e grossolana
per
testimonianza di Cicerone, Giovenale e Marziale,
del cuore umano, e ragionatore così eloquente, dimorando in Macedonia
per
compiacere al re Archelao amatore delle lettere e
a Crateva Tessalo maligni invidiosi vesseggiatori che l’odiavano meno
per
la gloria poetica di cui era egli in possesso che
asse un magnifico avello nella città di Pelia. I Macedoni gloriavansi
per
tal modo di possederne le ossa, che unanimi negar
inatamente di concederle agli ambasciadori di Atene che le chiedevano
per
seppellirle nella patria terraa; per la qual cosa
adori di Atene che le chiedevano per seppellirle nella patria terraa;
per
la qual cosa gli Ateniesi, altro non potendo, gli
a; ma poichè fu morto senti un dolore sì vivo e sì vero, che non meno
per
ciò si rendè meritevole degli applausi della post
n meno per ciò si rendè meritevole degli applausi della posterità che
per
aver prodotto l’Edipo ed il Filottete. l’onorò co
e non quando Euripide vi esponeva qualche nuova tragedia, e l’amava e
per
la bontà e bellezza de’ versi e per la filosofia
alche nuova tragedia, e l’amava e per la bontà e bellezza de’ versi e
per
la filosofia onde gli nobilitava. Quintiliano nel
à del genio delle nazioni, oltre di ostentare certo barbaro disprezzo
per
le lingue, le lettere e le maniere aliene dalle f
o di non essersi egli curato molto di provvedersi di lumi sufficienti
per
distinguere la tragedia maneggiata da’ Greci dall
è stata in forma diversa trattata da’ buoni moderni, ma solo ne hanno
per
lo più escluso il Coro stabile. Le più belle trag
ale Giovanni Racine sono l’Ifigenia e la Fedra; e pure si riconoscono
per
geniali traduzioni quasi in tutto, o almeno per i
e pure si riconoscono per geniali traduzioni quasi in tutto, o almeno
per
imitazioni di quelle di Euripide di cui pur si de
omodandosi al gusto ed ai costumi correnti fanno uso di nuovi ordigni
per
cattarsi l’attenzione de’ contemporanei, essi mer
degli Eraclidi si prenda dai di lui figli Demofonte e Acamante, forse
per
diversificare alquanto il presente dramma rassomi
alle Supplici, dove avea già introdotto Teseo che guerreggia e vince
per
essi. a. Crudelitas fati tanto ingenio non deb
ARTICOLO VII. Su i principali Requisiti
per
giudicar dritto de’ Componimenti Scenici, Mente r
a, e Cuore sensibile. In quale angustia mi riduce l’accusa che son
per
proporre fattami dall’Apologista! M’impegna in ce
modo a cimentarmi col celebre P. Rapin! Questo è il modo più proprio
per
avvilire l’avversario, metterlo a fronte di un ri
opprimerlo. Ma io, conoscendo me medesimo, mi dichiaro troppo debole
per
un Atleta sì esercitato e vigoroso. Concedo ancor
, non è lo stesso che appropriarselo. Or l’accennata mia confessione,
per
dirla alla Francese, sì umiliante, basta al rigid
di mezzo, vengasi al P. Rapin, di cui io dissi che mancava di cuore,
per
ben giudicare di Poesie Sceniche, espressione che
, ciò dicendo, venissi a tacciare d’ignoranza sì celebre Scrittore. E
per
ribatterla vi si accinge; non col mostrare p. e.
do, giudicherà dell’arte, e non del patetico; e sembra che il secondo
per
senso, trattandosi di commozioni e di affetti, pe
lica della Tragedia, sul terrore e la compassione da purgarsi in essa
per
mezzo di tali passioni, hanno ragionato, esposto,
ompa; nè questo poi con vostra licenza, manifesterebbe un cuore fatto
per
sentire. Or quale è dunque (incalzerà il Sign. La
(non fredde riflessioni) e colla sua eloquenza che porta il fuoco da
per
tutto, e colla vaghissima Pastorale le Divin du V
n’ Anima immortale, e di un Corpo a lei strettamente congiunto; e che
per
la prima vanta una Ragione che lo costituisce sup
di congegnazione, accoppiata a una fantasia mobilissima, forma l’Uomo
per
natura sommamente sensitivo agli urti degli ogget
tali forze attive debba riconoscersi una gradazione d’intensità, sia
per
la disuguaglianza delle organizzazioni, sia per l
ione d’intensità, sia per la disuguaglianza delle organizzazioni, sia
per
la forza della Mente, che suole felicemente assog
emente assoggettare il suo compagno, e regolarne la irritabilità, non
per
tanto sono esse forze comuni a tutta la specie um
ligioso tutto inteso alla contemplazione, coltivando la Mente, lascia
per
disuso e per riflessione intepidire i sensi e la
inteso alla contemplazione, coltivando la Mente, lascia per disuso e
per
riflessione intepidire i sensi e la prima vivacit
al teatro se non alcuna fiata alle nuove rappresentazioni di Euripide
per
l’amicizia, che seco avea. Dicesi che Newton mai
a non pruova cosa veruna. Socrate, Newton, il Geometra, pel disuso, e
per
la contemplazione tutta volta alle scienze predil
tare il raziocinio: ma conservare le forze della fantasia e del cuore
per
sentire le voci della natura, che è il solo specc
dissonava, cioè quando parla della sua Nazione: di poi vi censurasse
per
lo più mal fondatamente gl’Italiani e gli Spagnuo
irgilio lo riscalda, e gli altri Poeti lo assiderano, tanto sono essi
per
lui languidi e freddi”. Confessi il Signor D. Sa
ica affettata ostentazione di buon gusto. Freddo adunque e languido è
per
lui Esiodo è Teocrito? de’ quali il primo fu di e
ambiscono diventar Poeti, e che trovano le loro Poesie fatte appunto
per
mettere in movimento la sensibilità. Che se i Gre
esta il Poeta nel farne avvenire il cangiamento con verisimilitudine,
per
insegnarci a star sempre vigilanti; e le Grazie s
Grazie stesse par che gli abbiano porta la mano, e scelto il pennello
per
dipingere quel cumolo di piaceri col colorito di
iti di Alcinoo, il canto di Demodoco sulla rete fabbricata da Vulcano
per
inviluppare Venere e Marte? In tal giudizio manca
Apparisce primieramente in tal censura e la poca sensibilità di Rapin
per
la parte patetica de’ componimenti, e la falsità
per la parte patetica de’ componimenti, e la falsità della dottrina,
per
cui non permette alla Epopea altro che un solo ge
lla fa in Pastori tranquilli, liberi da appetiti e dall’ambizione, ma
per
altro i più serj del Mondo? E dove vede l’Ecloga
a ciò i Pastori del Tasso mettonsi forse a scherzare buffonescamente
per
rallegrare Erminia? Nulla di questo. E pure il ma
ero; e in essa oltre al piacevole si sveglia certa specie di ridicolo
per
l’avventura di Darete. Così Rapin con sì famosa c
suo Aristotile, e dal calore di Virgilio (con pericolo di stecchirsi)
per
motteggiare sinistramente il Tasso. Or quì, in ve
il Tasso. Or quì, in vece di sensibilità (che gli mancò, o compresse
per
astio contro dell’Epico Italiano), non trova il S
ustatezza, più Grazie, e una certa mollezza contrapposta al sublime” (
per
non toccar sempre la stessa corda? Aspettate che
vole specialmente ravviluppate può tirare l’attenzione dell’Uditorio:
per
la qual cosa l’adoperano immoderatamente coloro,
intenerirci alla morte di un Eroe, lungi dall’occultarcene gl’indizj
per
sorprenderci, incomincia dall’interessarci per lu
occultarcene gl’indizj per sorprenderci, incomincia dall’interessarci
per
lui, e ne va spargendo qualche dubbio, e la compa
edea sui figli in Euripide, e in Seneca, nelle Troadi di quest’ultimo
per
Astianatte &c. All’incontro, in cambio di Rap
e Tragedie, se non i ragionamenti appassionati. Egli prende l’effetto
per
la cagione, e commenda per bellezza principale ci
amenti appassionati. Egli prende l’effetto per la cagione, e commenda
per
bellezza principale ciocchè è solo una conseguenz
ati, se la favola bene ordinata, ben costumata, non desta l’interesse
per
un personaggio collocato in situazioni deplorabil
n invita sequentur. E che mancava a Corneille, a Racine, a Voltaire
per
fare discorsi appassionati nell’Agesilao, nell’Al
e prima nel Poeta l’entusiasmo, che gli dà anima, vivacità, calore, e
per
conseguenza discorsi ora sublimi, ora maraviglios
nò delle Tragedie del Trissino, e del Tasso, dimostrò mancar di cuore
per
giudicarne drittamente. Senza ciò come non avrebb
ò anticipatamente uno sforzo generoso contro a’ pregiudizj nazionali,
per
portare a tal lettura vista chiara e mente serena
e serena. Vedrà allora, che quegli aurei spezzoni sfuggirono al Rapin
per
mancanza di cuore. Vedrà poscia con altr’occhio l
re in consonanza. E forse, senza derogare interamente alla stima, che
per
altro merita per ogni riguardo il P. Rapin, il ca
E forse, senza derogare interamente alla stima, che per altro merita
per
ogni riguardo il P. Rapin, il cancellerà pure dal
P. Rapin, il cancellerà pure dal lato del P. Brumoy, che si distingue
per
erudizione, per gusto, e per sincerità. E forse i
cellerà pure dal lato del P. Brumoy, che si distingue per erudizione,
per
gusto, e per sincerità. E forse il Signor Lampill
dal lato del P. Brumoy, che si distingue per erudizione, per gusto, e
per
sincerità. E forse il Signor Lampillas non rimarr
un Brumoy, il quale ha dato a divedere nel suo Teatro Greco di quanto
per
ogni banda si eleva sulle Riflessioni, e su’ Rapi
uanto per ogni banda si eleva sulle Riflessioni, e su’ Rapin. Ditemi,
per
vostra fe, avete voi fatto simili esami prima di
iferire certi versi Oraziani dell’Arte Poetica dell’evento, piacevole
per
gli astanti, di chi si mette in danza a giocare a
opo il Metastasio. Stato dell’opera buffa. [1] Le scienze, che hanno
per
oggetto la ricerca del vero, e le facoltà, che ha
e, che hanno per oggetto la ricerca del vero, e le facoltà, che hanno
per
fine il perfezionar il gusto, corrono, allorché v
alora si slontani da quei due punti polari, va a rischio di smarrirsi
per
via o di sfasciarsi in un laberinto di diverse op
a e vaga nelle sue conseguenze. Ond’è che la regione de’ metafisici è
per
lo più la regione degli errori, e che per ogni sp
la regione de’ metafisici è per lo più la regione degli errori, e che
per
ogni spirito ben fatto l’annunziargli un nuovo si
porgli una nuova modificazion di falsità. [2] Nelle facoltà che hanno
per
oggetto il bello, avviene l’opposto che nelle sci
alla massa generale del sapere nelle scienze naturali, e distinguersi
per
questo mezzo dagli altri, nessun ingegno di bassa
stinguersi per questo mezzo dagli altri, nessun ingegno di bassa lega
per
quanta cura ei ponga nell’esercitare le facoltà c
esentemente si trova la poesia italiana. Una folla di poeti, i quali,
per
valermi d’una espressione di Agnolo Poliziano, na
ridotta la meschinella a servir di patuito insignificante complimento
per
ogni più leggiera occasione di sposalizio, di mon
a, di nascita, di accademia, e di che so io, senza che altre immagini
per
lo più ci appresenti fuor di quelle solite della
il felice sviluppo del germe, o di quel cattivello d’Amore che spezza
per
la rabbia lo strale innanzi alle soglie che chiud
ggitiva, o di Temide che avvolta in rosea nuvoletta fa trecento volte
per
anno il viaggio dell’Olimpo fino al collegio dei
ggiore perfezione possibile, mentre si dimostrano pieni di entusiasmo
per
tutto ciò che ha riguardo alla musica, soffrono c
do eglino tutto il valore, lo tacciono a bella posta sul frontespizio
per
quell’istinto che porta gli uomini a celar le pro
oeti fuorché il nome, e l’obbrobrio di profanarlo. Chi compone drammi
per
musica è oggimai divenuto un fanciullo di scuola
ttiture, un fenomeno di questa natura merita che ci fermiamo alquanto
per
isvilupparne le cagioni. A due (per quanto giungo
a merita che ci fermiamo alquanto per isvilupparne le cagioni. A due (
per
quanto giungo a comprendere) si riducono queste.
la voga che ha preso in teatro il moderno canto, e al gusto eccessivo
per
le decorazioni. Esaminiamo l’una e l’altra parata
olo del dominio che s’usurparono sulla scena i cantori, si è mostrato
per
quai mezzi pervennero ad ottenerlo, e si è trovat
sorio che dà motivo alla musica ma che dipende affatto da essa, e che
per
conseguenza, rinunziando ai propri diritti per mo
affatto da essa, e che per conseguenza, rinunziando ai propri diritti
per
modellarsi su quelli della padrona, ha dovuto met
ti ormai fastidiosi e languidi, in una parola strozzar i componimenti
per
badar solo al pattuito cerimoniale di mezza dozzi
servile mediocrità l’una e l’altra. Quantunque la musica sembri avere
per
oggetto diretto tutto ciò ch’è suono, e per indir
ue la musica sembri avere per oggetto diretto tutto ciò ch’è suono, e
per
indiretto molte cose che non lo sono, tuttavia qu
ione aggradevole prodotta da qualunque vibrazione sonora, e che fatta
per
lusingare unicamente l’orecchio va disgiunta da o
nicamente l’orecchio va disgiunta da ogni idea d’imitazione. Ecco non
per
tanto che sottraendo dalla musica vocale gli acce
e sensibile cosicché la loro espressione porti seco un significato da
per
se che non si confonda con verun altro. Lo sono i
non si confonda con verun altro. Lo sono i tuoni variati e distinti o
per
la loro gravità ed acutezza, o per la loro lentez
sono i tuoni variati e distinti o per la loro gravità ed acutezza, o
per
la loro lentezza e velocità, essendo certo che un
a, o per la loro lentezza e velocità, essendo certo che un uniforme e
per
qualunque circostanza non mai alterato grado di v
mai alterato grado di voce non potrebbe divenir oggetto d’imitazione
per
la musica. Lo sono gli accenti che formano il tuo
ono fondamentale d’una passione o un sentimento, poiché se l’anima ha
per
ogni sua affezione un movimento generale che la c
ompresi nell’andamento generale della passione. E questa è la cagione
per
cui la semplice declamazione poetica scompagnata
cco un’altra non piccola sottrazione da farsi nella materia opportuna
per
la melodia drammatica, la quale, come più volte s
aprissero in Atene i caratteri di Ecuba, Oreste, Edipo, od Ajace. Ma
per
un difetto prodotto dai costumi ora dominanti fra
anch’essi in idee comuni applicabili a cento casi diversi, e incapaci
per
conseguenza di svegliare un vivo interesse. Non s
lla musica e della poesia; poichè siccome questa altro non fa sentire
per
il comune che l’“idolo”, il “nume”, il “rio desti
ent», tenerezza che sebbene talvolta da vera passione proceda, non è
per
lo più che un linguaggio convenzionale posto in u
un linguaggio convenzionale posto in uso dalla galanteria, la quale è
per
il vero amore ciò che l’ippocrisia è per la virtù
dalla galanteria, la quale è per il vero amore ciò che l’ippocrisia è
per
la virtù153. [9] Questo abuso è stato poi abbracc
ose delle vezzose dame, delle spiritose e amabili cantatrici? Egli sa
per
una lunga esperienza che ad ottener ciò non havvi
gli Italiani cominciano a rinunziare alle bellezze del proprio paese
per
adottar le foggie straniere, modellando cotesta s
mpisca ciò ch’egli non ebbe coraggio d’intraprendere, il melodramma è
per
cadere in un grado di depravazipne non diverso da
tasia. «E giunge Ciò che va
per
l’orecchio ognor più tardi Gli animi ad agitar di
ori, e con esso tutti gli abusi ai quali è solito di andare soggetto,
per
esempio di urtare in mille inverosimiglianze palp
restringer la sfera degli argomenti drammatici di già troppo limitata
per
gli altri motivi indicati. Sarà in ultimo luogo l
rà in ultimo luogo lo sterminio dello stile e della musica. Di quello
per
la regola generale che la poesia non può fare una
llo sfoggio delle macchine e ai colpi di scena tanto meno gli resterà
per
la melodia, e perché non potendo gl’impressari, a
delle comparse, dare ai musici le paghe considerabili che davano loro
per
lo passato, questi scoraggiti nell’arringo rallen
per lo passato, questi scoraggiti nell’arringo rallenteranno l’ardore
per
lo studio a misura che verrà meno la speranza del
4] Carlo Innocenzo Frugoni, poeta fra i primi del suo tempo in Italia
per
la robustezza dello stile, per la forza dell’epit
ta fra i primi del suo tempo in Italia per la robustezza dello stile,
per
la forza dell’epitettare e per la fertilità e chi
Italia per la robustezza dello stile, per la forza dell’epitettare e
per
la fertilità e chiarezza delle imagini, compose a
ti i confini dell’umano ingegno, e come una spezie di talento suppone
per
lo più l’esclusione d’un altra. Non insisterò per
di talento suppone per lo più l’esclusione d’un altra. Non insisterò
per
tanto nella irragionevolezza del piano, nei carat
slegamento delle scene, nella versificazione dura e poco a proposito
per
la musica. Perdoniamogli codesti abortivi parti d
questa mia ladra fatica quando sarà finita e stampata. ecc.» Tuttavia
per
quella “ladra fatica” n’ebbe il poeta dugento e c
l’Artaserse, né il Catone, né l’Ezio dell’incomparabile Metastasio. È
per
altro piacevole in bocca di Frugoni la doppia acc
ere. Tra questi si distinguono l’Orfeo e l’Alceste benché più celebri
per
la musica eccellente del Gluck che gli accompagna
più celebri per la musica eccellente del Gluck che gli accompagna che
per
il proprio merito. La sorte di cotai componimenti
cui si prepara nell’atto secondo una festa di ballo tra i cortegiani
per
festeggiare l’inaspettato ristabilimento di Admet
osizione così uniforme e così tetrica come l’Alceste, era forse buona
per
il teatro di Atene, ma che dovendosi fra noi mett
«Rem quocumque modo rem»: ecco la sua divisa. Un siffatto sistema può
per
accidente generar l’effetto in teatro qualora il
col quale sul cammin della gloria non è e non può essere vantaggioso
per
chicchesia. Di fatti le Danaidi del Calsabigi, dr
he carattere o qualche situazione che possa dirsi appasssionata, come
per
lo più lo sono gli avvenimenti d’Ipermestra e di
Metastasio non avrebbe certamente cominciata una tragedia colle nozze
per
finirla poi colla casa del diavolo; non avrebbe i
noscenza, umiltà, tenerezza e divozione verso gli dei. Mancò egli non
per
tanto al gran precetto di Orazio «O la comune op
o scrittor.»158 [16] Nè il poeta cesareo si sarebbe immaginato che
per
render interessante e teatrale la sua tragedia fo
gner a meraviglia i caratteri, di far brillare la musica, di condurre
per
tre atti un’azione, e di scioglierla con somma fe
gi, ch’è di far apparire l’inferno coi demoni, mettendo in bocca loro
per
giunta una moralità tanto ad essi appropriata qua
poetici, nonostante la dovuta stima ch’esige il Signor de’ Calsabigi
per
lo studio posto nelle cose teatrali di cui ci por
Lo spettacolo altresì ha gran luogo ne’ suoi componimenti, ma si trae
per
il comune dai fonti della storia, e i costumi e i
la costanza che si richiederebbe, che gli scioglimenti siano freddi e
per
lo più inverosimili, e che il desiderio di ridurr
zzarsi senza profferir una parola: combattimento introdotto dal poeta
per
cagione della comparsa, ma che troppo funesta fin
essendo certo che un giorno di lagrime e di lutto quale dovea essere
per
gli Argivi quello ove perduta aveano ad un solo t
tto pressoché tutta la stirpe dei loro re, non era il più a proposito
per
ordinare quattro balli differenti. Tralascio l’in
carattere che da tutta l’antichità gli viene attribuito, e fatto solo
per
cavar d’impaccio il poeta terminando col solito f
poeta ma tutti gli altri drammatici antichi. Senza però ch’io inclini
per
questo ad abbracciare i brillanti e poco solidi p
eccitando in chi lo guarda dalla riva una sensazione mista di timore
per
il pericolo del navigante e di compiacenza per la
azione mista di timore per il pericolo del navigante e di compiacenza
per
la propria salvezza159. [20] Purgatezza di lingua
onico rappresentato anni fa nel regio ducale teatro di Parma Pochi, o
per
dir meglio, nessuno fra i drammi musicali moderni
a inoltre il pregio incontrastabile della novità, essendo egli stato (
per
quanto a me pare) il primo che, cambiando il sist
, dove si parlò delle qualità che deggiono avere lo stile e la lingua
per
rendersi musicali, e dalle ragioni ivi allegate s
oesia accompagnata dai suoni le leggi medesime di stile che voglionsi
per
le poesie non inservienti alla musica. In secondo
rvienti alla musica. In secondo luogo l’argomento scelto da lui buono
per
un poema narrativo manca intrinsecamente di quell
e le belle arti non dovrebbon servare fuorché pei talenti superiori o
per
la benefattrice virtù? [22] Ma tempo è ormai di v
obrioso stato in cui si ritrova oggi in Italia. La sfera d’imitazione
per
la moltiplicità de’ caratteri, per la forza di es
i in Italia. La sfera d’imitazione per la moltiplicità de’ caratteri,
per
la forza di essi, e per la verità della espressio
imitazione per la moltiplicità de’ caratteri, per la forza di essi, e
per
la verità della espressione è più dilatata nella
quentissimi nella vita comune. Ecco non pertanto una dovizia maggiore
per
il poeta nelle persone e nelle cose. Quidquid agu
più ferace e più comodo di quello che sia il sistema dell’opera seria
per
il poeta, per l’attore e per il compositore. Lo è
iù comodo di quello che sia il sistema dell’opera seria per il poeta,
per
l’attore e per il compositore. Lo è per il primo
ello che sia il sistema dell’opera seria per il poeta, per l’attore e
per
il compositore. Lo è per il primo mercè la gran c
ell’opera seria per il poeta, per l’attore e per il compositore. Lo è
per
il primo mercè la gran copia che gli somministra
opia che gli somministra di caratteri o sia di natura imitabile. Lo è
per
il secondo a motivo della più facile esecuzione s
perché ritrova ovunque originali da poter agiatamente studiare. Lo è
per
il terzo a motivo della ricchezza delle modulazio
so se disonorato o abbellito il canto moderno. E questa è la cagione
per
cui la musica delle opere buffe è, generalmente p
e parlando, in migliore stato in Italia che la musica seria, e perché
per
un motivo di quest’ultimo genere che si senta com
gentili che mi costrigne a versare una bella musica tragica, e benché
per
una non so quale disposizione del mio temperament
il Messer Pandolfo, che mel fece avesse trovato il Damone di Boeleau
per
proselito, o le orecchie di Mida per ascoltatrici
sse trovato il Damone di Boeleau per proselito, o le orecchie di Mida
per
ascoltatrici. Io toccherò i principali difetti de
tornerà in profitto considerabile dell’impresaro. Io ho divisato non
per
tanto d’aprire a questo settembre uno spettacolo,
rozzar i drammi di quell’autore, levando via a capriccio il più bello
per
inserire in sua vece arie e duetti fatti da qualc
e mal conci che più non gli riconoscerebbe il padre che li generò, se
per
nuovo miracolo di Esculapio tornasse a viver fra
mie è cosa, che pute un cotal poco di prosunzione. «Ricorro a voi non
per
tanto, attendendo prima di tutto dalla vostra dis
mi, nell’affito del teatro e in altre cose che poco o nulla mi rimane
per
voi. Inoltre le parole sono quello che meno inter
e venderono a buonissimo mercato. E vedete, se si compone una canzone
per
cinque paoli, non basterà un paio di scudi per un
si compone una canzone per cinque paoli, non basterà un paio di scudi
per
un libretto, il quale alla fin fine val meno assa
ca nel tenero e virtuoso Gnaccharelli, che sostiene la parte di buffo
per
eccellenza. Non vorrei nemmeno che l’argomento fo
e tratto dalla storia; esso diverrebbe troppo serio, né sarebbe buono
per
altro che per comporre secondo le leggi di Aristo
storia; esso diverrebbe troppo serio, né sarebbe buono per altro che
per
comporre secondo le leggi di Aristotile, le quali
poeti avete certe regole di stile che vi fanno lambiccar il cervello
per
tornire acconciamente un periodo. Si dice che v’a
itte dal buon senso. Ma vi torno a dire che il buon senso non è fatto
per
noi. Il teatro non ha altra poetica che quella de
e gli sa destramente piantar le carote, poiché il costume comanda che
per
tariffa scenica devano mostrarsi in teatro ora un
n ricompensa del disagio potrete sceglier i mezzi che più v’aggradino
per
maneggiare lo scioglimento. Ne fo così poco conto
di quello che accese in altri tempi i Geminiani contro ai Petroniani
per
la Secchia rapita. A fine di schivar le contese f
ar le contese fa di mestieri parimenti che tutti i personaggi cantino
per
ordine le loro ariette incominciando dal primo uo
so. Allora l’orchestra batterebbe fuoco, e gli uditori sguazzerebbero
per
l’allegrezza. Egli è vero che codesti finali rass
ebbero per l’allegrezza. Egli è vero che codesti finali rassomigliano
per
lo più ad una sinagoga di ebrei anzi che ad un ca
de, la dona, la compra o la riceve. Di tali generi di lodi ve ne sono
per
tutti gli uomini, e per tutti gli eventi. Si loda
la riceve. Di tali generi di lodi ve ne sono per tutti gli uomini, e
per
tutti gli eventi. Si lodano eon sonetti un villan
Del restante qui non parlasi che della maggior parte, essendo certo
per
altro che trovasi attualmente fra i poeti italian
NdA] Poetica, cap. 24. 156. [NdA] «Segnius irritant animos demìssa
per
aures Quam quae sunt oculis subjecta fidelibus…»
di letteratura non sono stati ben accolti dal pubblico, si convertono
per
lo più in altrettanti detrattori di esso genere.
ri di esso genere. Il famoso le Metrie cattivo medico pratico si mise
per
vendetta a vituperare la medicina nella sua Penel
na nella sua Penelope. Lo Scaligero essendo stato deriso dal pubblico
per
aver creduto di ritrovare nella sua Ciclometria l
e se ne guardarono? Non furono certamente commedie scritte unicamente
per
dilettar la plebaglia quelle degl’ Intronati di S
ambatista Guarini pubblicata nel 1613 a veruna delle commedie erudite
per
regolarità, per grazia comica, per delicatezza ne
i pubblicata nel 1613 a veruna delle commedie erudite per regolarità,
per
grazia comica, per delicatezza ne’ caratteri e pe
13 a veruna delle commedie erudite per regolarità, per grazia comica,
per
delicatezza ne’ caratteri e per vaghezza di locuz
te per regolarità, per grazia comica, per delicatezza ne’ caratteri e
per
vaghezza di locuzione? Se altre favole comiche no
Porta recitate in parte anche nel precedente, ma in questo pubblicate
per
le stampe, pochi emuli avrebbero essi da temere n
i arresteremo anche un poco su di esse forse non inutilmente non solo
per
la gioventù, ma ancora per chi non leggendo osa r
su di esse forse non inutilmente non solo per la gioventù, ma ancora
per
chi non leggendo osa ragionare, e per chi non sa
solo per la gioventù, ma ancora per chi non leggendo osa ragionare, e
per
chi non sa se non ripetere come oriuolo i giudizj
portati dagli esteri su i nostri scrittori, favellandone iniquamente
per
tradizione. Non ci fermeremo nè su di quelle che
a copiarlo con impudenza da plagiario che ti ruba e ti rinnega. Seguì
per
lo più le orme di Plauto, ma nel viluppo lo sorpa
ice ed animata da piacevoli colpi di teatro. Lo stile è comico, buono
per
lo più, benchè talvolta soverchio affinato per fa
stile è comico, buono per lo più, benchè talvolta soverchio affinato
per
far ridere alla maniera Plautina. Dipigne benissi
o ragionatori. Del linguaggio Italiano generale si vale acconciamente
per
esprimere le cose con verità e qualche volta con
nelle grazie della propria favella. Ma il comico valore del Porta ha
per
avventura qualche carattere particolare onde si d
etto. Quindi è che le sue commedie possono con ragion veduta proporsi
per
modello di viluppo ingegnoso senza sforzo, attivo
limitati, e dipinti bene una volta, se vogliano replicarsi, riescono
per
lo più languide e fredde copie. Ma gli accidenti
ed anche il mondo mitologico e l’inferno e il paradiso? Intende egli
per
intreccio un cumulo di evenimenti romanzeschi amm
lta, altro non sia che una giudiziosa progressione di un’ azione sola
per
la via del maraviglioso condotta al suo fine74. M
di essa l’uccisore di colui che rappresenta, e questa caduta naturale
per
combinazione diventa maravigliosa. Il Porta ne di
o. Un impostore dà ad intendere a un credulo ignorante innamorato che
per
mezzo d’arcane scienze trasformerà talmente un se
io creduto morto; e nel punto che si aspetta la promessa metamorfosi,
per
mero caso arriva quel vecchio stesso, e tolto in
lla sua Sorella. Un padre spedisce in Costantinopoli un suo figliuolo
per
liberare dalla schiavitù la moglie e una figliuol
ata, ed affermando d’aver trovata già morta la madre. Ma questa madre
per
buona ventura ottiene la libertà, ed arriva in un
e promette. S’incontra colla giovane, ed effettivamente la riconosce
per
la figlia ed è da lei riconosciuta per madre. Le
ed effettivamente la riconosce per la figlia ed è da lei riconosciuta
per
madre. Le reciproche tenerezze, il pianto che pro
ssetta col manifestarsi uno scambio accaduto alla fanciulla in fasce,
per
cui è riconosciuta per figlia di un altro concitt
uno scambio accaduto alla fanciulla in fasce, per cui è riconosciuta
per
figlia di un altro concittadino. Il viluppo della
uti, e talvolta con colori tolti da Plauto, come il raggiro de’ servi
per
ingannare un Capitano nell’ Alvida che con poche
di Sermoneta Filippo Gaetano parimente con ragione lodate dal Gravina
per
la loro regolarità e per la dipintura de’ caratte
ano parimente con ragione lodate dal Gravina per la loro regolarità e
per
la dipintura de’ caratteri e degli affetti, sono
dia in cui lepidamente si ritrae un uomo posseduto dalla gelosia, che
per
non incorrere nel ridicolo attaccato a’ gelosi vo
diversi poeti di quel secolo colla sua commedia le Rivolte di Parnaso
per
le nozze di Calliope, che s’impresse in Messina n
Venezia nel 1708. Esse hanno molta piacevolezza comica, specialmente
per
chi intende il dialetto Milanese, e vi si veggono
suoi ballerini oltramonti, e i Francesi stessi scendevano dalle Alpi
per
apprendere la danza (Nota IV): i suoi Peri, Corsi
u con tal magnificenza e pompa decorato, che ne volò la fama, non che
per
l’ Italia, oltramonti. Cominciò da prima a coltiv
ale il cavalier Pippo Acciajoli77. Torino si contraddistinse nel 1628
per
la sontuosa rappresentazione del Vascello della f
stampato e recitato in Venezia ed altrove tante volte. Si segnalarono
per
la magnificenza ne’ musicali spettacoli i sovrani
i Toscana Ferdinando I prescelto ad inventare i componimenti musicali
per
le feste delle nozze della principessa Maria. In
Rinuccini, benchè da questo Fiorentino rimanesse il Savonese superato
per
interesse e per affetto. In Firenze si rappresent
è da questo Fiorentino rimanesse il Savonese superato per interesse e
per
affetto. In Firenze si rappresentò ancora alla pr
Chiabrera non si decantò mai in Italia nè pel Rapimento di Cefalo nè
per
tal vegghia. Un componimento scenico per la music
è pel Rapimento di Cefalo nè per tal vegghia. Un componimento scenico
per
la musica composto pel dì natalizio di Maria Farn
rrarum præstantior est auditus 79; e pure in quel tempo si ammiravano
per
la voce e per l’arte di modularla il Campagnuola,
tior est auditus 79; e pure in quel tempo si ammiravano per la voce e
per
l’arte di modularla il Campagnuola, l’Angelucci,
gj il di lui dramma intitolato Catena di Adone composto espressamente
per
una contesa insorta fra due cavalieri di gran rig
ldobrandino e Giovanni Domenico Lupi intorno a due famose cantatrici,
per
sapere qual delle due fosse la più eccellente per
famose cantatrici, per sapere qual delle due fosse la più eccellente
per
soavità di voce e per arte di cantare. Chiamavasi
r sapere qual delle due fosse la più eccellente per soavità di voce e
per
arte di cantare. Chiamavasi l’una Checca della La
nto. Chi non sa quanto antica sia questa barbarie, ed in quanti paesi
per
diversi fini tutti abjetti e vili adoperata81? Ch
quest’atrocità, ed a’ barbari solo in qualche parte85. Con tutto ciò,
per
quanto gli eunuchi venissero perseguitati dalle l
ncor nelle parti femminili, non mai pensarono a valersi degli eunuchi
per
le loro scene. I Cinesi soli par che avessero avu
’ tornei, ne’ caroselli. Nè tra’ giullari e ministrieri che cantavano
per
le case de’ signori, nè tra’ buffoni che in qualu
arsi sulla storia che tra’ Greci cominciasse la castrazione ad usarsi
per
mestier musicale trovandosi fra essi introdotta i
rgomentarsi che fosse cessata sì bella usanza di assottigliar la voce
per
l’ordine de’ cantori. Le nazioni settentrionali a
e par che abbiano l’abbominevole privilegio di continuarlo88. Non so
per
quale stranezza od uso sin dal XVI secolo tanto a
ti del XVI secolo non muovono la questione, se lecito sia il castrare
per
fare un musico; nè pare che ciò prendesse ad inve
i a soli dodici o quindici, noi risaliremo intorno al 1625. E così se
per
ora non possiam dire precisamente l’anno del prim
natura oltraggiate rivendicassero i loro dritti. Un filosofo Italiano
per
amor dell’umanità impiegò le sue meditazioni per
Un filosofo Italiano per amor dell’umanità impiegò le sue meditazioni
per
salvar dalla morte gli uomini rei; or non sarebbe
ti a muovere la potenza e la pietà de’ Principi Spagnuoli ed Italiani
per
salvar tante vittime innocenti dalla spietata ing
pere in musica di tal secolo sarebbe una narrazione ugualmente nojosa
per
chi la legge e per chi la scrive. Essi furono ass
al secolo sarebbe una narrazione ugualmente nojosa per chi la legge e
per
chi la scrive. Essi furono assaissimi e quasi tut
richiesti nella poesia rappresentativa. Furono i loro drammi notabili
per
le sconvenevolezze, per le irregolarità, per le a
appresentativa. Furono i loro drammi notabili per le sconvenevolezze,
per
le irregolarità, per le apparenze stravaganti sim
o i loro drammi notabili per le sconvenevolezze, per le irregolarità,
per
le apparenze stravaganti simili a’ sogni degl’ in
golarità, per le apparenze stravaganti simili a’ sogni degl’ infermi,
per
un miscuglio di tragico e di comico e di eroi, nu
i, per un miscuglio di tragico e di comico e di eroi, numi e buffoni,
per
istile vizioso, in somma per tutto ciò che ottima
o e di comico e di eroi, numi e buffoni, per istile vizioso, in somma
per
tutto ciò che ottimamente vi osservò il prelodato
ti dalla mitologia, la quale agevolmente apprestava di gran materiali
per
le decorazioni e per le machine che maravigliosam
a quale agevolmente apprestava di gran materiali per le decorazioni e
per
le machine che maravigliosamente si eseguivano da
ro; ma pure la poesia vi avanzò poco, e lo spettacolo scemò di pregio
per
l’apparato. I primi ad esercitarvisi non ne acqui
renze, i quali illustri nomi attendevano un ingegno assai più sublime
per
trionfar sulle scene musicali. Accenneremo solo d
ltivò con qualche successo e forse con molto minore stravaganza anche
per
la poesia, come si vede nelle Pazzie per vendetta
lto minore stravaganza anche per la poesia, come si vede nelle Pazzie
per
vendetta di Giuseppe Vallaro, nel Podestà di Colo
mate Regie. Siccome non v’ha nella società esempio più pericoloso
per
la virtù che il favore dichiarato per un immerite
società esempio più pericoloso per la virtù che il favore dichiarato
per
un immeritevole: così non v’ha nelle lettere più
quivoci, raggiri, sorprese al favor de’ manti. Queste novità tirarono
per
qualche tempo l’attenzione, ed allora si tradusse
al 1690 le Ingelosite speranze, la Contessa di Barcellona, il Fingere
per
vincere, l’Isabella, o la Donna più costante, la
che aveano inventate in quel secolo con buon successo nuove maschere
per
contraffare le ridicolezze de’ popoli diversi che
e recitarono eccellentemente, facevano cadere in dispregio la maniera
per
lo più plebea, caricata, declamatoria de’ pubblic
n Roma nel 1673, empì questa città non meno che Firenze di maraviglia
per
la copiosa eloquenza estemporanea, per la grazia,
meno che Firenze di maraviglia per la copiosa eloquenza estemporanea,
per
la grazia, per la copia e novità de’ sali, e per
e di maraviglia per la copiosa eloquenza estemporanea, per la grazia,
per
la copia e novità de’ sali, e per la naturalezza
quenza estemporanea, per la grazia, per la copia e novità de’ sali, e
per
la naturalezza onde si fece ammirare nel caratter
urò più anni a venire a posta da Bologna a Firenze lasciando i negozj
per
tre mesi, solamente per fine di trovarsi a recita
posta da Bologna a Firenze lasciando i negozj per tre mesi, solamente
per
fine di trovarsi a recitare con Salvadore, e face
isa che alzavansi fra gli ascoltanti senza intermissione, o riposo, e
per
lungo spazio imponevano silenzio talora all’uno t
quelle commedie, so che verissima cosa fu, che non mancò alcuno, che
per
soverchio di violenza delle medesime risa fu a pe
dell’arte di rappresentare, assistendo incessantemente ad ascoltarlo
per
copiarne l’espressiva grazia e naturalezza. E’ no
ro come ne’ quattro mesi che Scaramuccia abbandonò Parigi l’anno 1662
per
venire a Napoli a vedere i suoi parenti; e che al
apace di tal numero di persone, che nelle feste celebrate l’anno 1690
per
le nozze di Odoardo Farnese con Dorodea Sofia di
anente. Ma la magnificenza, la vastità, l’artificio ond’ è costrutto,
per
cui, mal grado di tante centinature, colonne isol
anto lontani dall’antica solidità e magnificenza, non è picciol vanto
per
l’ Italia e per lo stato di Parma il potere addit
l’antica solidità e magnificenza, non è picciol vanto per l’ Italia e
per
lo stato di Parma il potere additare un teatro ta
pecialmente agli stranieri avvezzi a’ loro teatri assai meschini. Non
per
tanto per la medesima vastità (per cui ha potuto
e agli stranieri avvezzi a’ loro teatri assai meschini. Non per tanto
per
la medesima vastità (per cui ha potuto un tempo s
a’ loro teatri assai meschini. Non per tanto per la medesima vastità (
per
cui ha potuto un tempo servire per una specie di
per tanto per la medesima vastità (per cui ha potuto un tempo servire
per
una specie di naumachia, come dimostrano le antli
re per una specie di naumachia, come dimostrano le antlie e i sifoni,
per
li quali ascendeva l’acqua per inondare l’orchest
come dimostrano le antlie e i sifoni, per li quali ascendeva l’acqua
per
inondare l’orchestra) esso non è più in uso, e so
empo e del disuso, che non senza qualche ritegno si monta sulla scena
per
osservarsi minutamente. Celebre per le pompose ra
lche ritegno si monta sulla scena per osservarsi minutamente. Celebre
per
le pompose rappresentazioni musicali che vi si es
i quali avendo l’uscita a’ corridoj, lasciano il passaggio alla voce
per
dissiparvisi, in vece di esser rimandata alla sce
altro opportuni che a godere di uno spettacolo destinato a commuovere
per
dilettare. I palchetti del teatro nominato di Ven
bastando al gran concorso che cresceva, ebbero indi un aumento di tre
per
ciascun ordine su i lati del proscenio. Gli altri
e per ciascun ordine su i lati del proscenio. Gli altri teatri Veneti
per
lo più inalzati sopra rovine di antichi edifizj,
rriva ai 50. Ha cinque ordini di palchetti alla moderna; il proscenio
per
ogni lato ha due pilastri con una nicchia nel mez
bbene sin dal XVI secolo contraevano matrimonj in Ispagna, non aveano
per
anche profanate le scene. Alterando al fine il si
iò perchè altri suol prendere queste due voci indifferentemente l’una
per
l’altra. 75. Di essa si è fatta un’ edizione in
del Buonarroti ec., le quali, se altri pregi non avessero, non cedono
per
regolarità a quelle del secolo precedente. 77. M
ia all’anno 1690. 78. La memoria di questo spettacolo ci è pervenuta
per
una bella dipintura che ne fece il famoso pittore
giani, allorchè ella regnava sotto il nome e gli abiti del Figliuolo,
per
confondere la propria voce femminile colle altre
olo, per confondere la propria voce femminile colle altre effemminate
per
arte. Secondo Gioseffo Ebreo Nabucco ne diede il
are gli schiavi Ebrei. Claudiano contra Eutropio pretese che i Parti,
per
raffinamento di lascivia, cominciassero a pratica
che i Parti, per raffinamento di lascivia, cominciassero a praticarlo
per
conservare più lungo tempo la gioventù de’ loro c
empo la gioventù de’ loro cinedi. Alcuni usurpatori dell’altrui regno
per
mezzo della castrazione vollero togliere a’ popol
dell’adulterio, I Persiani, secondo Pietro della Valle, se ne valsero
per
gastigo delle deflorazioni. Gli Affricani poveri
convertirono in un ramo di commercio abbominevole divenuto necessario
per
la matta gelosia de’ serragli orientali. Gli eunu
ani furono servi addetti alla cura de’ letti, come accenna Apulejo, e
per
tal uso venivano per vanità e per lusso ricercati
tti alla cura de’ letti, come accenna Apulejo, e per tal uso venivano
per
vanità e per lusso ricercati fin anco dalle meret
de’ letti, come accenna Apulejo, e per tal uso venivano per vanità e
per
lusso ricercati fin anco dalle meretrici, a quel
lamatori traspiantati in Italia sono venuti ad inveire contro di essa
per
tale usanza; ma con filosofica saviezza si sono b
ala fede o ignoranza? Io avea nel fior degli anni miei inteso cantare
per
le chiese di Napoli el tiple (il soprano) Pepito
prima che andassi in Ispagna; e poi il rividi e l’ascoltai in Madrid
per
più anni in compagnia di Narciso ed altri più osc
a un numeroso coro di castratini educati espressamente in un collegio
per
cantare in essa le divine laudi. Nella Real Chies
nobbe in Ispagna non meno che in Italia lo stesso tollerato abuso. Or
per
chè si dissimula da’ moderni ragionatori che la S
vi con caracteri indelebili. Ma la commedia singolarmente che dipinge
per
gli spettatori presenti e non per gli futuri, è s
commedia singolarmente che dipinge per gli spettatori presenti e non
per
gli futuri, è sopra ogni altra esposta all’abband
dasi a leggere senza gli accennati requisiti? Questo basti a’ giovani
per
non lasciarsi spaventare dalle critiche pedantesc
’ giovani per non lasciarsi spaventare dalle critiche pedantesche del
per
altro dotto Nisieli contro di Aristofane, o dagli
siderato è quello della fatuità, e che debbono apprendere e ritenere,
per
sovvenirsene nelle loro decisioni, che questo Ari
a Cristiana. Cinquanta e più commedie compose Aristofane, delle quali
per
la maggior parte, è perita ancor la memoria. Di a
pace. Ma parendogli di non esserne inteso risolve di volare in cielo
per
porgergli i suoi lamenti supplichevoli più da vic
Giove, è venuto a mal tempo, essendo fuori di casa con gli altri Dei,
per
cedere alla Guerra la propria abitazione, e lasci
i. Dovesono essi andati? dice Trigeo. Più in alto, risponde Mercurio,
per
non veder combattere i Greci, nè ascoltar quelli
e i Greci, nè ascoltar quelli che gli porgono suppliche. Aggingne che
per
la loro ostinazione essi non vedranno più la pace
aese infelice! Io vò mettervi dentro un poco di mele Attico. Tri. No,
per
Dio, non fare; mettivi qualche altro mele, e risp
a favola consiste nel Coro che fa sforzi grandi, tirando alcune corde
per
ismuovere le gran pietre che chiudono la bocca de
to si ritarda; la qual cosa allude alle discordie delle città Greche,
per
le quali la guerra sussiste. I soli agricoltori t
sentimento di Megara, e destò un incendio generale onde tutti i Greci
per
lo fummo ne lagrimavano, tutte le vigne ardendo s
acchetare gli uomini che contendevano, si calunniavano e combattevano
per
frascherie. Ha egli banditi, soggiugne, dal teatr
. Questo sacro impostore accumula sentenze é parole vote di sostanza,
per
mostrarsi uomo grave, inspirato, interprete della
gravi che ne’ lepidi drammi. Arriva altra gente in mezzo al tripudio,
per
mostrare le felici conseguenze della pace. Un art
nce e di trombe guerriere vengono a lamentarsi, dicendo che periscono
per
la fame nella pace, e i contadini gli deridono e
rimi magistrati si fa capo delle donne Greche, e ordisce una congiura
per
ridurre gli Ateniesi a pacificarsi con gli Sparta
colore che mi abbia; mi raffazzonerò, mi farò trovare gaja ed ornata
per
destar le fiamme del consorte, ma insensibile a’
e del consorte, ma insensibile a’ suoi ardori, tutto metterò in opera
per
non condiscendere. Abbonda veramente di pitture
on condiscendere. Abbonda veramente di pitture oscene abominevoli, e
per
niun modo confacenti per portare il nome Mattejan
a veramente di pitture oscene abominevoli, e per niun modo confacenti
per
portare il nome Mattejano di catechismo, siccome
zza scena di Mirina con Cinesia suo marito nell’atto quarto? Le donne
per
mezzo di quel ritrovato la vincono, e costringono
nde nacque appo i Greci il proverbio, Più codardo di Pisandro. Costui
per
avere occasione di rubare il pubblico danajo cons
tra in prima il poeta la loro scempiaggine nel modo da esse prescelto
per
ottenerlo. Si mascherano con abiti virili, lascia
escere la loro lanugine, e si appiccano al mento delle barbe posticce
per
presentarsi al Consiglio. Espone poscia la loro i
a stranamente valendosi de’ più ridicoli argomenti nel dimostrare che
per
migliorare la città debbe concedersene alle donne
ia la propria. Egli è costretto a venir fuori da un bisogno naturale,
per
fare in piazza ciò che la decenza prescrive di fa
olana libertà e schifezza di que’ popoli. Blepiro in vero si discolpa
per
esser di notte; ma eravi in Atene tal costumanza
; ma eravi in Atene tal costumanza di venire espressamente in istrada
per
siffatte cose? Di più se è di notte, sì che non p
intendiamo di cogliere dagli scrittori di ogni tempo il più bel fiore
per
inspirare il buon gusto, e di osservarne anche i
que con naturale ma schifosa dipintura, e, quel che è peggio, inutile
per
l’azione, si dispera per non potersi alleggerire
osa dipintura, e, quel che è peggio, inutile per l’azione, si dispera
per
non potersi alleggerire del peso del ventre. Crem
rsi dar loro il governo della città. Vengono indi le donne frettolose
per
metter giù i pallii, i bastoni, le scarpe de’ mar
no possegga molte terre, intanto che un altro non ne abbia una spanna
per
esservi seppellito; che uno sia circondato da una
ppellito; che uno sia circondato da una folla di schiavi, ed un altro
per
bisogno sia costretto a servire. Vita commune, ug
uno. Ma qual pro da questo? dice Prassagora. Così i vecchi passeranno
per
padri di tutta la gioventù. E chi lavorerà la ter
ole in ogni paese trovarsi nella bocca de’ poveri che non posseggono,
per
invidia de’ ricchi, e per rincrescimento della fa
nella bocca de’ poveri che non posseggono, per invidia de’ ricchi, e
per
rincrescimento della fatica. Ora il poeta sagace,
a de’ ricchi, e per rincrescimento della fatica. Ora il poeta sagace,
per
mostrarne l’insussistenza, lo fa uscire da teste
comicamente gli assurdi. Quanto gusto e qual dottrina non richiedesi
per
discutere sulla scena col riso alla bocca le quis
r discutere sulla scena col riso alla bocca le quistioni politiche, e
per
distruggere i pregiudizii sì che i volgari vi si
gindicarlo. Ambedue picchiano alla porta del giovino tragico Agatone
per
supplicarlo di prendere innanzi alle donne la dif
l’aver negato l’esistenza degli Dei, ella che vender soleva ghirlande
per
gli sagrifizii, dopo le di lui tragedie non vende
oratrice che vien minacciata di esser pelata col fuoco. Continua non
per
tanto Mnesiloco a riferire gl’inganni femminili e
alle ruffiane nelle feste Apaturie e i beveraggi apprestati a’ mariti
per
farli impazzire ed altro. Il romore che eccita qu
È costei? È quell’altra? Cade in fine il sospetto sulla finta donna,
per
non essere essa da veruna conosciuta. Fanno sopra
sa da veruna conosciuta. Fanno sopra lui tutte le necessarie ricerche
per
assicurarsi del sesso, e toccando la verità lo pr
ricerche per assicurarsi del sesso, e toccando la verità lo prendono
per
consegnarlo al magistrato. Un giuoco di teatro be
movimento di tutta l’adunanza, e dalle diligenze che faceva il Corro
per
accertarsi se altri vi fosse ancora così maschera
no, ed ha le scarpe alla Persiana! Di quì Mnesiloco prende argomento
per
inveire contro l’ebrezza e intemperanza donnesca.
sservano all’apparenza le pratiche della religione. Adunque Mnesiloco
per
vendetta vuol forare la pelle dell’otre; ma Mica
la fuga, fingendosi Elena moglie di Menelao. Una donna lo rimprovera
per
questa nuova follia; ma egli senza darle retta pr
alcun passaggio di tragedia? Questo giusto dubbio può renderci cauti
per
non tacciar, cosi spesso il Comico di aver molte
vien detto sepolcro, la donna che è presente detta Critilla, è presa
per
Teonoe figlia di Proteo. Dopo ciò il finto Menela
Si avvede poi che di lontano gli fa qualche cenno, dal quale intende (
per
altro con poca verisimilitudine) che vuole che si
che il custode abbia ad opporsi; alla qual cosa Euripide si traveste
per
l’ultima volta da una vecchia accompagnata da una
ste per l’ultima volta da una vecchia accompagnata da una giovinetta,
per
mezzo di cui adesca il custode, lo disvia, sciogl
e Bacco vestito ridicolosamente da Ercole, e si finge molto poltrone,
per
deridere prohabilmente qnalche poeta che era mal
c. Abbasso. Bac. Tu vuoi che ti rompa la testa. Io non vo’ miga andar
per
siffatte vie. Erc. E perchè? Bac. Perchè vo’ gire
vo’ miga andar per siffatte vie. Erc. E perchè? Bac. Perchè vo’ gire
per
quella che tu facesti. Erc. Oh! Per quella avrai
o nel proposito di andarvi, ma Santia vorrebbe almeno ajuto da alcuno
per
portar la carica. Veggono un morto condotto a sep
domandano, se voglia portar que’ vasi; il morto dice che gli porterà
per
due dramme. Due dramme a Bacco sembrano troppe; n
ccennate da Ercole. Santia risponde di no, e stima che le abbia dette
per
ispaventarlo; ma egli è bravo, non conosce timore
questo luogo è la descrizione dell’Empusa, ossia della Fantasima, che
per
ventura possiamo far conoscere colla versione del
ordacità del Comico. Bacco batte alle porte di Plutone, e si annunzia
per
Ercole. Ercole? (risponde Eaco furibondo) colui c
à, e pensa di presentargli un buon pranzo; la qual cesa udendo Bacco,
per
goderne, riprende la clava e la pelle di leone. V
a clava e la pelle di leone. Vengono però altri servi che lo prendono
per
un rubatore, ed egli dice a Santia che torni ad e
atore, ed egli dice a Santia che torni ad esser Ercole. Torna Eaco, e
per
sapere quale di essi due è il ladro e quale Ercol
Eaco parlando con Santia accenna la contesa di Eschilo e di Euripide,
per
la quale havvi tra’ morti un gran contrasto. È un
cosa Bacco aggingne che in fatti egli aveva un’intera notte vegliato,
per
sapere che mai fosse un Equigalto. Ma a ciò Eschi
immi tu, perchè si loda e si ammira un poeta? Eur. Per la destrezza e
per
l’ammonizione, sendo nostro dovere il render gli
o declami colla cantilena da Eschilo usata, esprimendola col ripetere
per
modo d’intercalare flatto tratto flatto trat , c
muli a un nuovo cimento, volendo che profferiscano a vicenda un verso
per
esaminare qual sia di maggior peso; ma vi buffone
e pagato da maligni sacerdoti professori di cloquenza Anito e Melito
per
comporre questa commedia col fine dí procurar per
enza Anito e Melito per comporre questa commedia col fine dí procurar
per
tal mezzo la condanna del buon filosofo. Di cio n
fu sentenziato ventidue anni dopo, ed il suo credito non iscemò punto
per
la rappresentazione delle Nuvole. Può ben dirsi p
cità e l’indecenza della commedia antica. Ora non bastavano tali cose
per
accendere nell’animo di Aristofane un desiderio d
ggiugne della subornazione non ha fondamento istorico, e lo asserisce
per
congetture ch’egli stesso distrugge col soggiugne
queste cose non possono sapersi se non dal solo Aristofane. Basti ciò
per
l’origine di tal commedia bella insieme e sceller
. Strepsiade padre di Fidippide si vede oppresso dai debiti contratti
per
compiacere al figliuolo. Mentre tutti dormono, e
tumi, mettere da banda la cavalleria, e diventar discepolo di Socrate
per
imparare a rispondere a’ creditori. Non vi si acc
e dirai di quest’altra?. Domandato da Cherefonte, se la zanzara canti
per
la bocca o per lo foro posteriore, Socrate dopo l
t’altra?. Domandato da Cherefonte, se la zanzara canti per la bocca o
per
lo foro posteriore, Socrate dopo lunghe e seriose
sce le ricerche minute intorno a certi insetti di niun uso continuate
per
una serie di anni da pseudonaturalisti, i quali a
di anni da pseudonaturalisti, i quali appo il volgo vogliono passare
per
ingegni rari applicandosi con affettata diligenza
cia in quel cesto. Socrate risponde che egli va colla mente spaziando
per
l’aere e meditando sul sole, cosa che far non pot
che vada affastellando grandi paroloni ch’egli stesso non comprende,
per
acquistar fama di scientifico appo di chi ne sa q
trovarsi oppresso dalle usure e di avere impegnata tutta la sua roba
per
essere stato consumato da un maladetto morbo cava
da un maladetto morbo cavaleresco, e promette di rimunerarlo giurando
per
gli Dei. Che sorta di Dei giuri tu? ripiglia So
ignora il mirabile magistero dell’universo, manca del mezzo naturale
per
sollevarsi da esso gradatamente alla cognizione d
delle Nuvole, alle quali fa una preghiera con parole incomprensibili
per
aggirare l’ignorante Strepsiade, affinchè degnino
che si noti come i Comici Greci si approfittavano di ogni occorrenza
per
appagar l’occhio colla magnificenza delle decoraz
imi, che agli uomini pacifici e studiosi, come noi siamo, danno forza
per
meditare e disputare, fecondano la mente, e sommi
e, ed eloquenza. Questa adunque è la ragione , ripiglia Strepsiade,
per
cui udendo la loro voce io mi sento una voglia di
vedere iu aria, avendo queste l’aspetto donnesco; e quelle che volano
per
l’aria sembrano tanti volumi di lana che ondeggi.
Sparge indi il poeta varie empietà, facendo che Socrate neghi Giove,
per
renderlo odioso, giusta l’oggetto che si ha prefi
trep. E perchè questo? le quercie forse giurano sul falso? Socr. Abbi
per
certo che non visono se non se queste tre cose, i
ili, perchè il loro Coro si fingeva composto di una parte del popolo,
per
cui si rappresentava, e potevano i poeti trarre f
o, per cui si rappresentava, e potevano i poeti trarre fuori chiunque
per
farlo ragionare, e tra tanti non sarà sembrato st
da che non avendo l’età propria da presentar commedie (richiedendosi
per
legge che il poeta avesse almeno trent’anni, e se
come quelle degli altri Comici, i quali fanno uso di vesti lacere…..
per
far ridere i fanciulli. Essa non si avvilisce a
rato contro Strepsiade che poco comprende, e nulla ritiene, lo chiama
per
dargli una lezione. La scena è molto salsa e piac
le fantastiche dettegli dal maestro. Finalmente conoscendo questi che
per
lo capo del vecchio altro non si aggira che il no
on rendere le usure, il persuade a raccorsi in se stesso e a meditare
per
rinvenire qualche espediente. Strepsiade si prova
struggere la cera e scancellerò la scrittura? Per simili puerilità e
per
la di lui smemoraggine, Socrate s’infastidisce, e
ole è la scena di Strepsiade col figliuolo. Il sale comico di questa,
per
avviso del dotto Brumoy, non è dissimile da quell
are in casa a forza. Strepsiade al fine l’obbliga ad andar da Socrate
per
imparar ciò che è giusto e ingiusto, o almeno sol
mparar ciò che è giusto e ingiusto, o almeno solo l’ingiusto. Socrate
per
fare che il giovine impari più facilmente, vuol c
Il Torto mette in ridicolo siffatte cose come rancide e fuor di moda,
per
le quali l’uomo si priva di ogui piacere e delizi
ssa dalla parte degli spettatori. Fidippide rimane in casa di Socrate
per
essere istruito. Le Nuvole esortano il popolo a p
r essere istruito. Le Nuvole esortano il popolo a pregiarle e tenerle
per
Dee, mostrandogli i benefizii che da esse può ric
colore degno di un impostore Ateniese. Sagace osservazione del poeta
per
far rilevare al popolo il cangiamento di Fidippid
e modesto che il poeta maestrevolmente ci presentò nella prima scena,
per
mostrarci ora il frutto della corrotta scuola di
la corrotta scuola di un falso filosofo. Egli fa trapelare ancora che
per
l’avvenire questo sfacciato andrà più oltre. Entr
a, sfugge di rispondere con semplicità, si burla del giuramento fatto
per
gli Dei, si vale delle follie apprese da Socrate,
maestro nel baratro infernale. O Nuvole, o Nuvole! questo mi avviene
per
voi. No (riprendono le Nuvole) tu sei stato a
linato al male, fino a tanto che non lo gettiamo in qualche disgrazia
per
insegnargli a temer gli Dei. Oimè (conchiude S
llente e artifiziosa commedia dell’antichità, ma la più infame ancora
per
esservi stato calunniato il più virtuoso degli uo
to il più virtuoso degli uomini allora viventi. Detestabile adunque è
per
questo il Comico. Ma travede l’eruditissimo Nisie
ciò fece gran senno essendo il suo disegno utile e lodevole. Ma egli
per
malignità voleva far passare Socrate per tale, e
no utile e lodevole. Ma egli per malignità voleva far passare Socrate
per
tale, e ne merita l’indignazione de’ posteri. Nis
ad uno spettacolo così strano. Ma lo stupore si dissipò a poco a poco
per
l’arte del poeta, e le Nuvole furono avidissimame
ranquillità di un Saggio che assisteva in piedi alla rappresentazione
per
farsi ravvisare da’ forestieri curiosi? Essi doma
malignità opprime i virtuosi! Gli Uccelli (Ορνιθες). Questa favola ha
per
oggetto gli affari politici di quel tempo colla L
dubbio pe’ contemporanei che ne comprendevano l’allusione, ma perduti
per
gli posteri, pe’ quali le bellezze sono divenute
paludi chiamato Fenicottero? Chi l’uccello Medo che vaga alteramente
per
lo monte? Chi quell’uccello divoratore variamente
e’ Greci. L’argomento è una sollevazione degli uccelli contro gli Dei
per
consiglio di un uomo. Dalla lettura delle commedi
ggiatori progettisti che vanno disseminando novità negli altrui paesi
per
raccorre cariche e tesori. Mostra egli a’ volatil
aria e ad intimar guerra a Giove. Cattivo esordio è questo certamente
per
cominciar gli Esercizii Spirituali del calabro Ma
al loro culto, sono questi. Se alcuno di voi, o spettatori, volesse
per
l’avvenire menar giorni felici e tranquilli, veng
illi, venga a vivere con noi uccelli. Ogni cosa turpe fra voi vietata
per
legge, diviene lecita e innocente nelle nostre co
e mani di Pistetero qualche vestito; indi un impostore che si spaccia
per
interprete degli oracoli; appresso un geometra ch
sso, a cui Pistetero insinua a misurar solo se stesso; ottima lezione
per
uno stuolo di falsi matematici. Tutti questi ozio
iere o di Ariosto, ma una farsa allegorica, dove quasi tutto si opera
per
macchina. L’azione prende poscia nuovo movimento
i tutto si opera per macchina. L’azione prende poscia nuovo movimento
per
un altro avviso di una formidabile spedizione min
ditirambico chiamato Cinesia, ed un calunniatore che vorrebbe le ali
per
far male e guadagnare illecitamente. Dopo il Coro
sei tu? Prom. Boleto o Peretero. Pist. Oh che mai dì tu! conoscendolo
per
Prometeo. Prom. Che fa Giove? Dà serenità o nuvol
idare, ti dico. Pist. Perchè? Prom. Non nominarmi; me la pagherai, se
per
tua colpa sarò scoperto da Giove. Ma affinchè io
Giove non prometta di rendere l’imperio agli Uccelli e di dare a lui
per
consorte certa donzella che stà presso Giove e di
un muro ha chiuso suori gli Dei. Nettuno gli ricorda che essi vengono
per
trattar di pace. Si propone in prima una tregua e
citar la propria carica, ed è rinserrato da Bdelicleone suo figliuolo
per
tentarne la guerigione. I servi alla bella prima
iusta e la più dotta. Filocleone cerca ad ogni patto di sprigionarsi
per
andare a giudicare. Il Coro delle Vespe ode le di
e si andava disusando ed ora torna a venire in moda, cioè d’incolpare
per
ogni poco le persone di tirannia. Trovasi questo
ome, ora sì dà Più a buon mercato del salume, e aggirasi Tutto giorno
per
piazza. Se alcun compera Una triglia per cena, e
ume, e aggirasi Tutto giorno per piazza. Se alcun compera Una triglia
per
cena, e non vuol muggine, Tosto grida il vicino p
tiranniche. Tal, poichè il pesce comperò, pergiunta Domanda un porro
per
la salsa, bieco Lo guata l’erbajuola, e porro por
re il suo impiego nella propria casa e nelle domestiche occorrenze. E
per
mantenere in certo modo appagato il vecchio che p
inano i testimoni che produce; si fà insomma quanto può caratterizzar
per
matto il giudice, e per ridicolo stravagante e no
oduce; si fà insomma quanto può caratterizzar per matto il giudice, e
per
ridicolo stravagante e non più udito il giudizio.
adrone dell’olio voleva esser pagato dal padrone del cane. Il giudice
per
procedere con ordine comanda che si prenda la dic
maggi, cioè co’ regali di quel paesea. Simili circostanze e allusioni
per
noi perdute accrescevano pregio alle finzioni di
di Aristofane, e fanno in generale rimaner la copia francese superata
per
vivacità e interesse dal greco originale. Io non
al greco originale. Io non seguirò il prelodato erudito Udeno Nisieli
per
tutte le critiche fatte aspramente ad Aristofane.
ioso, ciarlone, mangiator di fave (cioè avido di giudicare e dar voto
per
mezzo delle fave, colle quali si affermava o nega
quali si affermava o negava nelle deliberazioni) e debole anzi ché no
per
la vecchiaja e quasi sordo. Con quale ardita sati
scena un popolo principe! Noi oggidì favelliamo con altro rispetto e
per
lo più con manìfesta adulazioné anche de’ popoli
congiurati di valersi di un oracolo che annunzia la rovina di Cleone
per
mezzo di un venditore di salcicce. Agoracrito è t
omanda Agoracrito) se io non sono che un venditor di salcicce? Giusto
per
questo tu diverrai grande , risponde Demostene. M
o; ed io con tutti questi ti spalleggerò. Non temere, no; che sebbene
per
la paura che si ha della di lui potenza, niuno de
die atte a piacere, e quanti pochi sinora vi sieno riusciti. Magnete
per
quant’arte usasse, non bastò a sostenersi sino al
cianciare, si vede andare con una corona secca e morto disete; e pure
per
le vittorie riportate meriterebbe di bere nel Pr
mostenea trasporta colla solita grazia alcuni squarci di questa scena
per
mostrare le smancerie adoperate da ambedue verso
mio. Cle. Salc. Nel mio, nel mio. Il popolo finalmente disingannato
per
le cose dette dal venditore di salcicce, si avved
mercatante di montoni che egli era, e sì buono che il poeta lo nomina
per
terzo dopo Cinna e Salabacca due famose meretrici
to inveisce contro Aristofane chiamandolo stoltissimo d’ invenzione
per
avere ordinato un vilissimo pizzicagnolo per gov
ltissimo d’ invenzione per avere ordinato un vilissimo pizzicagnolo
per
governatore del popolo Ateniese . Atene però che
Nisieli delle qualità richieste ne’ suoi governatori, premiò l’autore
per
questa commedia. Il dotto critico ciò scrivendo n
alla costituzione democratica di Atene; ed obbliò quanto poco bastava
per
divenir colà cittadino, ed influire nel governo a
o artefice di lanterne, e l’anzinomato Lisicle cosuoi montoni non era
per
origine più illustre dell’allegorico pizzicagnolo
poeta, gode di aver fatto punir Cleone colla multa di cinque talenti
per
mezzo della commedia de’ Cavalieri; ma si attrist
Pritaneo. Egli vede ammessi i Legati del Pie, e disperando della pace
per
l’intera nazione, pensa di mandare Amfiteo a conc
i mandare Amfiteo a conchiudere co’ Lacedemoni una tregua particolare
per
se e per la sua famiglia. Questo Amfiteo tornando
Amfiteo a conchiudere co’ Lacedemoni una tregua particolare per se e
per
la sua famiglia. Questo Amfiteo tornando avvisa c
to Amfiteo tornando avvisa che gli Acarnesi lo perseguitano co’ sassi
per
aver portata la pace alla famiglia di Diceopoli.
ne risultane, sono cose dal poeta aggruppate con poca verisimiglianza
per
lo tempo che dovrebbe corrervi in una commedia re
a verisimiglianza un poco più oltre nella farsa allegorica. Diceopoli
per
la pace ottenuta ordina un sacrifizio in ringrazi
e lo préga di prestargli alcune vesti oenciose della tragedia antica
per
aringare al popolo. Ottiene quelle di Telefo, col
aringare al popolo. Ottiene quelle di Telefo, colle quali si abbiglia
per
rassembrare un povero. Con tal vestito favella al
amaco, e gli riesce di convincere gli ascoltatori della sua innocenza
per
aver procurato di ottenere per se solo la pace. H
re gli ascoltatori della sua innocenza per aver procurato di ottenere
per
se solo la pace. Havvi un Coro che parla a favore
ore del poeta, ed accenna il pericolo ch’egli corse l’anno precedente
per
aver detta la verità agli Ateniesi accusando Cleo
ggiandovi vi aggiungano Mia grassa Atene, ogni domanda accordasi Sol
per
quel grasso, e il popolo ne gongola, Che di un ma
sbrigatosi. Diceopoli felicemente dalla molestia che gli dava il Coro
per
la pace fatta, ne va godendo i frutti. Prima cons
i frutti. Prima conseguenza di tal pace si è la libertà del commercio
per
lui, e non già pel bellicoso Lamaco. Si vedé una
bellicoso Lamaco. Si vedé una dipintura naturale del mercato di Atene
per
decorare la favola, e vi accorrono varii venditor
egarese, il quale trasforma due sue donne in guisa che sembrano porci
per
farne mercato, esortandole a contraffarne il grug
brano porci per farne mercato, esortandole a contraffarne il grugnito
per
invitare alla compera. Questa è una scena episodi
uesta è una scena episodica del comico più basso e triviale che forse
per
qualche allusione potè allora piacere agli Atenie
a e colla testa rotta. Giugne egli stesso lamentandosi e considerando
per
cordoglio maggiore che se Diceopoli il vede eosi
ui. Questo amator della pace, il quale in fatti si è di lui avveduto,
per
rendere vi è più manifesto il suo trionfo si rall
elle ricchezze, e di trovarsi mal condotto sporco e privo degli occhi
per
l’invidia di Giove. Tutto il mio male (egli dice)
operarsi perchè possa ricuperar la vista. Pluto non osa condiscendere
per
timore di Giove. Cremilo riprende la di lui pusil
ati riacquistata che avrai la vista?… A Giove si sacrifica unicamente
per
l’oro che se ne attende. Per te solo, o Pluto, tu
ende. Per te solo, o Pluto, tutte s’inventarono le arti e le astusie:
per
te solo uno taglia corami, uno e fabbro, un altro
poco tempo a fuggir nudo dalla sua casa. Bellissime allegorie fatte
per
insegnare con popolarità ! Al fine Pluto si deter
vocati prima di uscire dalla povertà, sono giusti circospetti onorati
per
acquitar credito; divenuti poi ricchi cangiano co
hiacchiate ecc. La casa di Cremilo si converte in reggia d’abbondanza
per
le ricchezze che vi versa Pluto guarito. Ne vola
ito. Ne vola intorno la fama; ognuno vi accorre. Viene un uomo giusto
per
ringraziarlo della mutata sua fortuna; e nella di
oli comparsi sulle moderne scene convertiti e ravveduti nella miseria
per
l’ingratitudine degli scrocchi che gli adulavano
degli scrocchi che gli adulavano nell’abbondanza. Viene un Sicofantaa
per
ingiuriar Pluto, perchè gli uomini divenuti ricch
li uomini divenuti ricchi a lui più non ricorrono. Vien e una vecchia
per
querelarsi della sua sventura. Ella nutriva e ves
a sua sventura. Ella nutriva e vestiva un giovine bisognoso, il quale
per
tali comodi malgrado delle di lei grinze la corte
ggia sulle sue rughe e sulle bocca senza denti: Viene Mercurio stesso
per
minacciar comicamente tutta la samiglia di Cremil
ipiglia Mercurio, non importa un frullo di tutti gli Dei, ma mi dolgo
per
me che muojo di fame. Questo Mercurio pezzente f
azioni allegoriche a d’invenzioni stranissime. Con tutto ciò il Pluto
per
mio giudizio par che tenga il principato di tutte
e nella lingua greca versa a piena bocca su questo comico le sue lodi
per
la verità e naturalezza delle invenzioni, per la
esto comico le sue lodi per la verità e naturalezza delle invenzioni,
per
la proprietà de’ costumi, per la felicità delle a
verità e naturalezza delle invenzioni, per la proprietà de’ costumi,
per
la felicità delle allusioni, per la bellezza de’
zioni, per la proprietà de’ costumi, per la felicità delle allusioni,
per
la bellezza de’ colpi, e per la fecondità la pien
ostumi, per la felicità delle allusioni, per la bellezza de’ colpi, e
per
la fecondità la pienezza il sale attico di cui ab
lligenza della poetica facoltà e di giudizio purgato, e di gusto vero
per
decidere intorno alle opere degli antichi. Avea e
ra più vasta, qual più nobile più sublime scopo? Ei non si prefiggeva
per
oggetto principale il far ridere gli spettatori c
in teatro, a piena mano gettavano fiori sul di lui capo, e menavanlo
per
la città tra festive acclamazioni; anzi con pubbl
i inutili sforzi di parer simili, scriveva a Dionigi il tiranno, che «
per
ben conoscere gli Ateniesi e lo stato della loro
omico con un distico del tenor seguente: Avendo le Grazie cercato da
per
tutto un luogo per farvisi un tempio eterno, eles
o del tenor seguente: Avendo le Grazie cercato da per tutto un luogo
per
farvisi un tempio eterno, elessero il cuore di Ar
elle Antiche Colonie venute in Napoli che terminando i nomi in ὶππος,
per
esprimere nobiltà, grandezza, decoro, debbano ric
’altra derivazione. Ὶππος senza dubbio ha prodotto Ὶππεις, cavalieri,
per
lo nobile uso che essi fanno del cavallo. E se qu
liam Hist. Var. lib. V, c. 8. a. Alcibiade, richiamato dalla Sicilia
per
assistere alla decisione della accusa a lui fatta
n Atene si raca a Sparta e persuade ai Lacedemoni di edificar Decelia
per
fronteggiare Atene, e tenerla soggetta e priva di
e è detto nell’originale dopo varie altre cose. L’egregio traduttore,
per
mostrare in un sol quadro tutte le tenere espress
gevoli, In seguito i furbi mercenarii tutti introdotti nelle commedie
per
aggirare e trappolare chiamaronsi sicofanti. a.
volante dice che gl’istrumenti di Scappino erano in tal novero, « che
per
farli sentire si recitava a bella posta una comme
a bella posta una commedia intitolata : Gl’instrumenti di Scappino, »
per
la quale fu pubblicato il sonetto senza data e se
isitione degli spiritosi ingegni, edito in Verona, Padoa et in Parma,
per
li Viotti, con licenza de’ Superiori il 1638, e r
t Ecc.mo Sig.r et Pron mio Col.mo Mi è stata così nuova la nuova che
per
cura del Sig. Flavio ho havuta, che se non fosse
me hora conossendo non havere errato (come tutta la compagnia ne farà
per
me fede) lo supplico di credere che la maggiore a
mmesso tra il numero de’ suoi servitori, et che confesso che la E. V.
per
far grazia a me ha trapassato i segni che bastano
so che la E. V. per far grazia a me ha trapassato i segni che bastano
per
dimostrare una benevolenza estrema onde conossend
i non si son fatte se non tre comedie nuove le quali si sono non solo
per
miei affari ma per altri lette particolarmente, h
se non tre comedie nuove le quali si sono non solo per miei affari ma
per
altri lette particolarmente, havendosi contentato
mente, havendosi contentato chi le ha fatto durare questa fatica ; ne
per
cagion mia, ne di altri vi è stato detto pure una
tare alla peggio, io non lo fò poi che sarebbe un offendere me stesso
per
far dispetto ad altri. Ma perchè mio pensiero è s
mantenerci in quella pace tanto a noi necessaria, e con tanta fatica
per
nostro honore da V. E. procurata. Messer Battist
a del Sig. Flavio ci viene prescritto, poi che ogn’uno di noi solo ha
per
fine il mantenersi in grazia di V. E. quale sarà
quali egli dice fondata la Compagnia dei Confidenti, che mise assieme
per
suo gusto da circa sei anni, e che andava conserv
Venezia furon dati il 27 maggio 1620 da S. A. Ducatoni 350 d’argento
per
haver fatto in Castello tre comedie in occasione
pe Tomaso di Savoja, compreso le spese della venuta loro da Venezia e
per
ritornarsi, fanno L. 2205. Il ’24 e ’25, secondo
ri. A loro e a’ lor compagni furon date il 17 dicembre 1624 lire 2400
per
aver recitato commedie alla presenza di S. M. nei
e erano ancora il 31 ottobre, come si ha da un ricorso a Cesare Molzi
per
le noie che loro cagionava Fabrizio Napoletano (D
onava Fabrizio Napoletano (Domenico Antonio Parrino), ricorso ch’ebbe
per
effetto la immediata espulsione di esso da Firenz
quale io traggo inedita dall’archivio dei Gonzaga e pubblico intera,
per
le notizie importanti che ci dà di alcuni comici
el premeditato. Suo marito ha fatto un tempo da secondo inamorato, ma
per
odiar il studio si è messo a fare da Capitano Ita
o si è messo a fare da Capitano Italiano, qual non gli riesce. Cintio
per
suoi interessi non si partirà dalla Franceschina,
un quarto ; e dove è un’altra serva non ci ha a che fare mia moglie e
per
conseguenza manc’io. Mezzettino non casca, e quel
lo, e lo vediamo con isperienza poichè se volle compagni bisogna vadi
per
forza de prencipi, o che li pagi ; lasso il voler
o con noi in Venetia non si potea vestire ne allacciar la maschera, e
per
mettere nna statua in scena, che non mova altro c
Flavia non ne parlo, poichè è la meglio seconda donna che reciti, sì
per
il premeditato quanto per l’improviso. Trovarebbe
hè è la meglio seconda donna che reciti, sì per il premeditato quanto
per
l’improviso. Trovarebbe ancora il nostro Pantalon
uanto per l’improviso. Trovarebbe ancora il nostro Pantalone buono sì
per
la lingua matterna, quanto per la pratica dei sog
be ancora il nostro Pantalone buono sì per la lingua matterna, quanto
per
la pratica dei soggietti antichi e moderni. Bagat
secondo Zane, che non casca ma vola qual V. S. non ha potuto sentire
per
esser amalato lo troverebbe un secondo Arlichino.
tore, del Capitano e di Citrullo, poichè gratia di S. A. siamo tenuti
per
buoni. È ben vero che l’innamorato non sono ne Ci
S. A., cioè di mettere insieme i meglio comici che recitassero ; onde
per
gli interessi e le discordie loro n’ebbe infiniti
e a tutto quello che vuole S. A. e che verrò a servirlo con la lingua
per
terra io, la moglie, la madre, figliuoli e servit
ocesso, tutta via mi scusi, essendo che quello che ho fatto, ho fatto
per
bene e per avisare S. A. di tutti gl’interessi co
ta via mi scusi, essendo che quello che ho fatto, ho fatto per bene e
per
avisare S. A. di tutti gl’interessi comici. Sin h
a lettera del S.r Marliani, ma se l’haverò farò quanto verrà da S. A.
per
mezzo di quella imposto. E con questo fo fine ric
i tutto cuore. Di Ferrara il dì 6 genaro 1627. Di V. S. Ill.ma sempre
per
servirla Francesco Gabrielli detto Scapino. La
ienti ricercatori delle cose nostre di teatro, potrebbe identificarsi
per
quel Marcello Di Secchi che il 1615 era colla mog
el ’35 a Milano (vedi Paglicci Brozzi, op. cit.). Aveva fatto istanza
per
recitare il carnovale del ’36 a Roma, ma pare non
ntenta a depurar la scienza dal gergo de’ Peripatetici e degli Arabi,
per
mezzo del calcolo, dell’osservazione e dell’esper
ci. Orazio Persio di Matera compose il Pompeo Magno tragedia lodevole
per
la scelta dell’argomento, per la regolarità della
mpose il Pompeo Magno tragedia lodevole per la scelta dell’argomento,
per
la regolarità della condotta ed anche in parte pe
ta dell’argomento, per la regolarità della condotta ed anche in parte
per
lo stile, la quale s’impresse in Napoli nel 1603.
scena di Alcinoe co’ genitori e con Mammolino, quando ella n’è divisa
per
andare ad essere esposta al mostro. Ansaldo Ceba
accolta del Teatro Italiano. L’Alcippo breve componimento e pregevole
per
varj passi espressi con nobiltà meritò di esservi
iltà meritò di esservi inserito pel carattere del protagonista ottimo
per
la tragedia, mentre Alcippo illustre e virtuoso S
eca, ma quattro canzonette di trocaici dimetri da cantarsi da un coro
per
tramezzo degli atti. Or vediamo se l’altra sua tr
, e deciderà se feci senno. Benchè lo stile non possa dirsi difettoso
per
arditezze o arguzie, essendo anzi elegante, vivac
r arditezze o arguzie, essendo anzi elegante, vivace, naturale, è non
per
tanto a mio avviso lontano dal carattere tragico;
colla promessa di matrimonio ingannate da Annibale: Calavio padre che
per
ben corteggiare il suo ospite le spinge a tratten
ità, mi sembrano tutti caratteri mediocri, privati e proprj piuttosto
per
la commedia. La favola nulla ha di grande che con
è piegata a compiacerlo e ad ammetterlo furtivamente nella sua stanza
per
ambizione di vedersi moglie di sì gran guerriere.
ssai poco . . . . E poi che il padre mio non mi marita, Maritar me
per
me mi son disposta. Gel. Gran voglia hai di mar
rle seco, aggiugnendo: Ma l’attener sarà che dall’opposta Parte,
per
altre scale e per altr’uscio, Io mi condurrò fu
ndo: Ma l’attener sarà che dall’opposta Parte, per altre scale e
per
altr’uscio, Io mi condurrò fuor di queste mura.
mprendi. Tras. Le pugna a mano a man, se tu non taci, Mi serviran
per
lingua e per favella. Pir. E l’unghie, se tu se
s. Le pugna a mano a man, se tu non taci, Mi serviran per lingua e
per
favella. Pir. E l’unghie, se tu segui a provoca
favella. Pir. E l’unghie, se tu segui a provocarmi, Ti suppliran
per
motti e per risposte. Con queste pugna e queste
ir. E l’unghie, se tu segui a provocarmi, Ti suppliran per motti e
per
risposte. Con queste pugna e queste unghie non
ara, indi ridottesi alle loro stanze si animano a combattere fra loro
per
togliersi que’ momenti di vita che loro rimangono
ell’Accademia de’ Gelati morto nel 1634, il quale mostrò troppo amore
per
le arguzie, ne compose cinque, Medea, Admeto, i P
ia nel 1622, nella quale non rimane a veruno de’ precedenti inferiore
per
regolarità, per economia, per maneggio d’affetti,
la quale non rimane a veruno de’ precedenti inferiore per regolarità,
per
economia, per maneggio d’affetti, sebbene manifes
imane a veruno de’ precedenti inferiore per regolarità, per economia,
per
maneggio d’affetti, sebbene manifesti di non aver
gio d’affetti, sebbene manifesti di non aver nascendo sortiti talenti
per
esser un gran tragico, come era nato per essere u
ver nascendo sortiti talenti per esser un gran tragico, come era nato
per
essere un gran lirico. Ortenzio Scamacca fecondo
d imitate dalle greche, le quali hanno meritato le lodi degli eruditi
per
la regolarità e pel decoro tragico che sostengono
arj, e riuscì così bene in rappresentarla, che ne acquistò e conservò
per
molto tempo il nome di Sinforosa. Le altre due fu
mo II granduca di Toscana. Non ha coro di veruna sorte, ed è notabile
per
certo portamento moderno e una grandiosità che in
roso innocente Mustafà condannato da Solimano re de’ Turchi suo padre
per
gli artificj di Rusteno e della regina, la quale
sto caro suo Selino si nasconde appunto nel da lei abborrito Mustafà;
per
la qual cosa ella disperata si avvelena. I costum
urbazione aumenta verso il fine essendo riconosciuto l’ucciso Mustafà
per
Selino, specialmente dalla madre che ne cagiona l
Mustafà per Selino, specialmente dalla madre che ne cagiona la morte
per
volerlo salvare. Con tutto ciò varj colpi di teat
reti propositi de’ congiurati colla regina, la cui partenza attendono
per
ripigliare il loro ragionamento, come se non pote
gn’intorno splende? Ah che la scorgi, E pur troppo la scorgi, Che
per
essa or l’onori, il premj e l’ami, Là dove per
ppo la scorgi, Che per essa or l’onori, il premj e l’ami, Là dove
per
tuo bene Dovresti per la stessa averlo a schivo
essa or l’onori, il premj e l’ami, Là dove per tuo bene Dovresti
per
la stessa averlo a schivo, Noti poi quel magnan
ni, ond’egli creda Già meritar lo ’mpero, e lo procuri? Solimano
per
tali insinuazioni, e per una falsa lettera dell’i
meritar lo ’mpero, e lo procuri? Solimano per tali insinuazioni, e
per
una falsa lettera dell’indegno Rusteno, crede tra
e l’avea prima meritato il Dottori. Il carattere di Aristodemo ottimo
per
conseguire il fine della tragedia esprime un eroe
a aver bisogno come Agamennone di ricorrere all’astuzia della lettera
per
salvar la figliuola allorchè si pente di averla t
n mai ozioso sino alla morte; e quel che più importa, il di lui amore
per
Merope lungi dall’indebolire l’interesse della fa
ritrova alcune volte, ma cadendo spesso nell’affettazione di Seneca,
per
volere essere sempre grave, sempre ricercato. Le
chè Licisco protesta non esser del suo sangue) non ricuserebbe di dar
per
vittima la figlia. Una imitazione delle preghiere
ù grande di Agamennone. Non è egli un Re de’ Re dell’armata Greca che
per
non perderne il comando condiscende per ambizione
de’ Re dell’armata Greca che per non perderne il comando condiscende
per
ambizione al sacrifizio della figliuola, Aristode
inorridisce Policare che l’ode, freme, si adira, minaccia, vuol morir
per
lei; ma patetico è il congedo estremo che da lui
passati. Nell’atto V la Nutrice racconta a Tisi l’uccisione di Merope
per
mano del padre, e così conchiude: Un certo che
e spavento, sarebbe morta ammirata più che compianta: Merope trafitta
per
mano del padre stesso ingannato, trafitta senza c
zza della non meritata morte, come dinota l’atto di coprirsi il volto
per
non vedere il suo uccisore mentre spira, e chiama
ggano anche nella tragedia del Bonarelli. Non dee omettersi però, che
per
l’economia della favola la vittoria par che sia d
del coturno. L’interesse nella favola del Bonarelli è principalmente
per
Mustafà e non per Solimano; in quella del Dottori
teresse nella favola del Bonarelli è principalmente per Mustafà e non
per
Solimano; in quella del Dottori, quantunque in pa
fà e non per Solimano; in quella del Dottori, quantunque in parte sia
per
Merope, in tutto il dramma è sempre per Aristodem
tori, quantunque in parte sia per Merope, in tutto il dramma è sempre
per
Aristodemo. La riconoscenza nel Solimano avviene
dramma è sempre per Aristodemo. La riconoscenza nel Solimano avviene
per
l’arrivo improvviso di Aidina e Alicola indipende
e riferite sin dall’atto primo. Il cardinale Sforza Pallavicino, noto
per
la Storia del Concilio di Trento, compose essendo
acra tragedia della morte del santo re Spagnuolo Ermenegildo eseguita
per
ordine dell’Ariano Leovigildo suo padre. S’impres
di tai città a’ 28 di Agosto del 1646, il quale ad onta del suo stile
per
lo più manierato manifestò ingegno grande nelle s
non terminata. L’Isola d’ Alcina composta nel 162663 è da comendarsi
per
la semplicità dell’azione che va al suo fine senz
, si mosse il Testi a chiamarla dramma tragicomico. In fatti improprj
per
la tragedia sono i propositi che tengono Eurilla,
ando un libero verso senza rima pensò che languito avria senza frase;
per
sollevarlo dalla viltà lo sviò dalla naturalezza,
alezza, e diede in nojosa lunghezza, fiaccando il vigor degli affetti
per
altro vivissimi. Si vogliono mentovare le seguen
più correttamente nel 1733. Tutti gli eruditi che hanno gusto tengono
per
buone le tragedie di questo porporato. Il Gravina
la maestà sì con le sentenze che colla maniera di esporle. Osservisi (
per
dar qualche esempio della maestà e della propriet
Anderò dall’Egitto, e non da Roma. Nè voglio in vita impallidir
per
colpa. Non vedrà alcuno mai Questo mio capo a
Cugino. E’ ben rancida la gara generosa di due amici di morir l’un
per
l’altro, e il cambiamento del nome per ingannare
osa di due amici di morir l’un per l’altro, e il cambiamento del nome
per
ingannare le ricerche del tiranno. Sofocle introd
osto Ruggiero generosamente prende il nome e le armi dell’amico Leone
per
esporsi al furore di Marfisa; Olinto nella Gerusa
ran Torquato vuol comparir colpevole del furto confessato da Sofronia
per
morire in di lei vece; il Porta nel suo Moro adop
lla Filli di Sciro Tirsi e Filli gareggiano come Crisotemi e Antigone
per
farsi punire e salvar l’amante. Ma dopo di questi
enna egli forse in una mezza scena puerilmente e senza cavarne frutto
per
l’azione, come farebbe qualche povero mendicante
ignora la mutazione del re, e quando Corradino è chiamato dal custode
per
la funesta esecuzione, lo lascia uscire credendo
al guisa lavorano i buoni artefici; essi prendono gli altrui pensieri
per
sementi e ne fanno germogliare una nuova pianta.
, armonia di versificazione, giudizio e fantasia feconda? Sarebbe non
per
tanto a desiderare che il Caraccio non avesse det
egittimo signore di Napoli, ucciso su di un palco come un reo volgare
per
ordine dell’usurpatore del suo regno, è un person
i il primo osservatore a fissarvi lo sguardo: che la sua osservazione
per
un interesse più generale si comunichi a’ circost
! Ma quell’abitatore d’Icaria, che ne sorprese uno nel suo podere, fu
per
sicurezza della sua vigna consigliato dal proprio
acco, e quei paesani che ciò videro, ricordandosi delle proprie vigne
per
somigliante interesse applaudirono al colpo, si r
matica, la quale vedremo di quì a poco ingombrar tant’aria e spandere
per
tutto verdi e robusti i suoi rami. Continuando in
i Sicione il pensamento d’interporvi altri racconti chiamati Episodj,
per
rendere la festa più varia o per dar tempo a’ sal
rvi altri racconti chiamati Episodj, per rendere la festa più varia o
per
dar tempo a’ saltatori e cantori di prender fiato
re delle operazioni belliche, era ben degno di comandare alle squadre
per
vantaggio della patria47. Frinico inventò ancora
tesso48, appartiene a un altro Frinico figliuolo di Melanta, il quale
per
tal tragedia fu punito dagli Ateniesi con una mul
sori di scemare il numero degl’ individui del coro musico e ballerino
per
accrescerne quello degli attori degli episodj; e
rappresentatori rendè l’azione vie più viva e variata. Seppe in somma
per
molti riguardi farsi ammirare ed in se unire i me
trenta volte. Guerriero, capitano, vittorioso nella pugna di Maratona
per
Atene sì gloriosa, mostra nello stile la grandezz
e, eroi e personaggi allegorici, come la Forza e la Violenza. Vulcano
per
comando di Giove annoda Prometeo al Caucaso con c
comando di Giove annoda Prometeo al Caucaso con catene indissolubili,
per
avere involato il fuoco celeste, ed animati e amm
nevoli querele l’infelice benefattore degli uomini punito. Io ardisco
per
saggio recare in Italiano il principio di esse pe
punito. Io ardisco per saggio recare in Italiano il principio di esse
per
coloro che non amano le latine letterali traduzio
orrenda face In truce aspetto mi minaccia e fuga Per erme arene e
per
solinghe vie! Dove, misera me, superna forza
isci, e di terrore ignoto L’alma riempi, ed a vagar mi sforzi? Ah
per
pietà m’incenerisci, o il suolo S’apra e m’ingo
andi, non si avvilisce nelle minacce, non ispande gemiti nè preghiere
per
esser liberato, non si approfitta dell’occasione
iti nè preghiere per esser liberato, non si approfitta dell’occasione
per
impetrar grazia e perdono. Gli antichi Greci inse
mulate particolarirà e romanzesche azioni. E’ ciò picciol merito? Sì,
per
gli piccioli e manierati talenti, come furono i L
ome furono i La-Mothe, i Perrault e i Cartaud de la Vilade, de’ quali
per
altro abbonda ogni nazione. Mercurio dopo di aver
giustizia che l’ opprime. Non ci fermiamo nelle minute obbiezioni del
per
altro erudito Robortelli fatte a questa favola ch
ioni del per altro erudito Robortelli fatte a questa favola che spira
per
tutto grandezza e nobiltà e un patetico interessa
à e un patetico interessante. Il giovane studioso impara inutilmente,
per
esempio, ch’egli è assurda cosa il trovarsi Prome
na bontà mediocre mista a debolezze ed errori, non debba però tenersi
per
legge generale inviolabile, altrimenti ne mormore
ata Egiziana nemica di queste principesse. Quest’araldo ne prende una
per
la chioma e la strascina verso i vascelli, la qua
de’ tempi correnti sembra disdicevole al decoro di persone reali; ma
per
giudicarne drittamente bisognerebbe risalire col
i, di movimenti militari, di sospensioni maravigliose, fatta in somma
per
presentare uno spettacolo degno di ogni attenzion
desimo atto primo, e la dipintura vivace del sacco di una città presa
per
assalto si legge con gran piacere nell’atto secon
mbra veramente un accessorio superfluo, poichè si è sciolto l’assedio
per
l’ esito funesto del combattimento di Eteocle e P
formatore e padre della tragedia non ebbe bisogno dell’esempio altrui
per
condurre alla perfezione questa parte sì rilevant
altra lingua. La riconoscenza di Elettra e del fratello si fa nel II
per
mezzo de’ capelli gettati da Oreste sulla tomba e
sua Elettra si burla di simili segni; ed in fatti non si prenderà mai
per
modello delle agnizioni teatrali questa di Eschil
utto questo rende in certo modo sopportabile il gran parricidio che è
per
commettere. Nè di ciò pago il savio poeta, in una
se stesso. Tali riguardi, sospensioni e cautele erano indispensabili
per
disporre l’uditorio ad uno spettacolo oltremodo a
l’atto IV l’uccisione di Egisto, ed il pianto che sparge Clitennestra
per
quest’usurpatore serve di cote al furor di Oreste
reste medesimo perseguitato dalle Furie indi liberato dalle loro mani
per
lo favore di Apollo e di Minerva e per la sentenz
indi liberato dalle loro mani per lo favore di Apollo e di Minerva e
per
la sentenza dell’Areopago, è l’argomento della fa
o infernale pieno del fuoco di Eschilo cantato dal coro dell’atto III
per
aver trovato Oreste, ed il giudizio del di lui de
, nel giudizio è parlante come ogni altro attore, ed uno solo favella
per
tutti, la qual cosa si osserva in tutte le traged
e degli Scaligeri, purchè non mi si ascriva a delitto il dipartirmene
per
seguire l’affetto che m’inspira la lettura di que
verio Mattei nel Nuovo sistema d’ interpretare i tragici Greci. Altro
per
lui non sono che feste teatrali di ballo serio pr
uella scrittura del Signor Mattei tutte le idee naturali scompigliate
per
lo prurito di dir cose nuove che al fine si risol
ne’ caratteri di diversi artefici che lavorano in un medesimo genere,
per
la quale distinguiamo ne’ pittori eroici Tiziano
tò alcuni versi notati di manifesta empietà, ed il governo che vigila
per
la religione e per li costumi, condannò alla mort
ati di manifesta empietà, ed il governo che vigila per la religione e
per
li costumi, condannò alla morte l’ardito poeta. M
nò i giudici scegliendone uno di ogni tribù (Nota VII). Or qual colpo
per
un veterano come Eschilo fiero per tanti trionfi
ni tribù (Nota VII). Or qual colpo per un veterano come Eschilo fiero
per
tanti trionfi poetici da lui riportati al vedersi
i moto, additavano a Sofocle una corona tragica non ancora toccata. E
per
conseguirla attese e a formarsi uno stile grave,
ttori, volle separar dal coro una terza classe di cantori e ballerini
per
aggregarla ai semplici declamatori61. Ed acciocch
atori61. Ed acciocchè tutto contribuisse all’illusione indispensabile
per
disporre gli animi alle commozioni che si voglion
la scena, secondochè afferma Aristotile nella Poetica, probabilmente
per
mettere alla vista il luogo dell’azione. Ebbe anc
adattati al talento e alla disposizione de’ suoi attori, giacchè egli
per
mancanza di voce non potè rappresentare, come fac
i voce non potè rappresentare, come facevano gli altri poeti, i quali
per
lo più recitavano nelle proprie favole. Sino alle
favole. Sino alle cose più picciole stese Sofocle le sue osservazioni
per
far risplendere l’abilità di ciascuno; e perchè s
di Sofocle è talmente sublime, magnifico e degno della tragedia, che
per
caratterizzare la maestosa gravità di tal componi
da lui disposti, che senza contrasto vien preferito a tutti i tragici
per
l’economia della favola. Nell’Ajace, detto flagel
llezze inimitabili il Robortelli, il Nisieli ed altri nostri critici,
per
nulla dire de’ transalpini falsi belli-spiriti la
mento e ogni leggera espressione che loro paresse bassa e grossolana,
per
non avere abbastanza riflettuto alla natura eroic
ia Tragica ne rimprovera a Sofocle il Conte Pietro di Calepio critico
per
altro assai saggio. In tutta la scena di Menelao
? Più forte è la scena con Agamennone. Questi come re de’ re irritato
per
la resistenza di Teucro gli rinfaccia di aver egl
Agamennone nipote del barbaro e Frigio Pelope figlio di Atreo famoso
per
la scellerata cena e di Cressa colta con uno stra
ibuire agli antichi i difetti che non hanno, oltre a quelli che hanno
per
essere stati i primi nell’arte? Perchè inventare
ofocle?62. Si rappresenta nelle Trachinie la morte di Ercole avvenuta
per
lo dono funesto di Dejanira, nella quale con tutt
imilitudine sì manifesta, se il fatto non fosse sembrato comportabile
per
qualche circostanza allora nota ed oggi involta n
e degna del gran Sofocle è pure l’ultima scena. Antigone conosciuta
per
moltissime traduzioni si aggira su gli onori dell
risimilitudine di quello che avviene nella tragedia del predecessore,
per
mezzo di un anello di Agamennone. Il dolore di El
o il capriccio di certi pregiudicati incurabili moderni appena basta
per
ingannar se stessi sul merito di questo capo d’op
ena basta per ingannar se stessi sul merito di questo capo d’opera, e
per
supporre la tragedia ancora avvolta nelle fasce i
chè essendo stato il bambino esposto sul monte Citero, il padre cadde
per
altra mano, avendolo ucciso alcuni ladroni in un
o all’udir che Polibo suo creduto padre è morto in Corinto, ne deduce
per
conseguenza l’inutilità di consultare l’oracolo d
a il tragico teatro Greco. Che riconoscenza poi mirabilmente condotta
per
tutte le circostanze nell’atto IV e di qual tragi
φύλιον, sanguinem cognatum, che il dottissimo Brumoy desiderava nella
per
altro elegante traduzione di questo passo fatta d
a della sensibilità, la preghiera di Edipo ridotto in sì misero stato
per
abbracciar le figliuole, e quando brancolando va
Piangon supplici e meste i loro mali. In varie parti, dove Son
per
le rive i sacri altari alzati, Si raddoppiano g
dizione di chiunque e da ammaestrare la gioventù. La tragedia termina
per
machina coll’ apparizione di Ercole, pel cui coma
i Greci, che non ardivano quasi mai mentovarle col loro vero nome, o
per
antifrasi le appellavano eumenidi, cioè benevole,
uo figliuolo chiamato in giudizio e accusato di fatuità, ed il poeta,
per
convincere i giudici della falsità dell’ accusa,
otto osò metter fuori la prima sua tragedia (Nota XII). Ardua impresa
per
sì pochi anni, gareggiare colla rinomanza di un S
i si accinse con tutti i soccorsi onde i frutti poetici si stagionano
per
l’immortalità, avendo appresa da Prodico l’eloque
siche; e vi si accinse con quella indefessa attenzione indispensabile
per
isviluppar l’ ingegno e rintracciar le bellezze v
luppar l’ ingegno e rintracciar le bellezze vere di ogni genere. Egli
per
natura malinconico ed avverso alla mollezza cercò
i e nel silenzio di una caverna nell’isola di Salamina70 tutto l’agio
per
insinuarsi negli avvolgimenti secreti del cuore u
to l’agio per insinuarsi negli avvolgimenti secreti del cuore umano e
per
istudiare e dipignere al vivo le passioni. Con ta
do un patetico sommamente dilicato nè più usato sulle scene Ateniesi,
per
cui Aristotile davagli il titolo di Τραγικωτατος,
emo grado. Certo il suo stile si distingue da quello de’ predecessori
per
l’arte mirabile di animare col più vivace colorit
uscita che a niuno de’ più eloquenti rimane inferiore (Nota XIII); ma
per
la stessa ragione talvolta si allontana dal vero
corona, e nelle altre egli soggiacque alla sventura de’ valentuomini
per
lo più posposti a’ competitori ignoranti. Tale er
. Per mettere con chiarezza sotto gli occhi quanto stimava necessario
per
intelligenza della favola, egli sempre fece uso d
logo esponeva a maraviglia lo stato dell’azione. Nell’Elettra appunto
per
l’introduzione rimane Euripide a Sofocle inferior
za di Oreste e della sorella perderebbe anche al confronto di Eschilo
per
cagione della vivacità che in questo è maggiore;
Euripide la supera di verisimiglianza, avvenendo con molta proprietà
per
mezzo dell’Ajo di Oreste e per una cicatrice che
glianza, avvenendo con molta proprietà per mezzo dell’Ajo di Oreste e
per
una cicatrice che questi avea sulla fronte sin de
nciullezza. Sofocle però vince in tal riconoscenza e l’uno e l’ altro
per
l’effetto che produce in teatro; perocchè Oreste
re la materna tenerezza? Tuttavolta il poeta fa che Clitennestra vada
per
tal menzogna a trovar la figliuola: ma quando? qu
è perseguitato dalle furie vendicatrici, ma è vicino ad esser punito
per
l’uccisione della madre. Si legge nell’atto primo
iano di passaggio alcuni oratori contemporanei del poeta, circostanza
per
noi perduta ma importante per chi allora ascoltav
ri contemporanei del poeta, circostanza per noi perduta ma importante
per
chi allora ascoltava. Vi si osservano da per tutt
oi perduta ma importante per chi allora ascoltava. Vi si osservano da
per
tutto tratti assai popolari, quasi comici, e lont
enti da Euripide maneggiati con forza e bellezza maggiore. Vi trionfa
per
ogni parte la maravigliosa sua maestria nel tratt
forzata71. Voglionsi appunto osservar negli antichi questi bei tratti
per
ravvisarne l’alto ingegno e la maestria, e non gi
l fuoco elettrico rinchiuso nelle loro opere, il quale non iscintilla
per
chi non lo cura o non sa l’arte di farlo scappar
gedia acquista dal principio dell’atto quarto gran calore e movimento
per
l’avviso dato dallo schiavo a Clitennestra e ad A
e ha mitigato in parte quel cominciamento: ma la sua versione, benchè
per
più riguardi degna di lode, riesce quasi sempre l
del tragico Greco. Se Agamennone dovea piegarsi e cangiar consiglio,
per
questo bellissimo discorso il dovea, nel quale la
lutamente le dice, κἂν ϑέλω, κἂν μη ϑέλω, voglia io o non voglia, non
per
Menelao, ma per la Grecia tutta son costretto a s
e, κἂν ϑέλω, κἂν μη ϑέλω, voglia io o non voglia, non per Menelao, ma
per
la Grecia tutta son costretto a sacrificarti. Par
è degna di notarsi. La madre ha detto: ah figlia, ah madre sventurata
per
cagione della tua morte; ed ella ripiglia: la med
. Non debbesi adunque l’espressione d’Ifigenia tradurre letteralmente
per
la stessa misura di versi, ma sì bene per lo mede
enia tradurre letteralmente per la stessa misura di versi, ma sì bene
per
lo medesimo lamento, come ben fece il Dolce: M
estra e la pietà che ne mostra quell’eroe, si converte in ammirazione
per
lo cangiamento d’Ifigenia. Ella durando il loro d
ineguaglianza del carattere d’Ifigenia, che alla prima piange e prega
per
sottrarsi alla morte, e poi si offre vittima volo
arsi alla morte, e poi si offre vittima volontaria del pubblico bene,
per
acquistare, giusta la traduzione del Dolce, Ne
nte opposizione sogliono fare i poco esperti al carattere di Achille,
per
essersi prima mostrato tutto fervoroso a difender
i Achille, per essersi prima mostrato tutto fervoroso a difenderla, e
per
soffrirne poi pacificamente il sacrifizio senza n
ione. Sembra anche una contraddizione del di lui carattere, perchè da
per
tutto si è dimostrato più ambizioso che tenero, e
tere, perchè da per tutto si è dimostrato più ambizioso che tenero, e
per
ritenere il comando ed il titolo di re de’ re, er
rifizio, e la venuta del Nunzio che racconta l’avventura già seguita,
per
la quale manca il tempo che dovea correre verisim
seguita, per la quale manca il tempo che dovea correre verisimilmente
per
tante cose narrate. Ifigenia in Tauride rapprese
iata poi con gran delicatezza e giudizio è la bellissima riconoscenza
per
mezzo della lettera che Ifigenia pensa di mandare
inta. Ma la divisione degli atti non mi sembra la cosa più essenziale
per
conoscere l’eccellenza degli antichi tragici. E c
a, e si comparano alle precauzioni che prendevano i sacerdoti gentili
per
accreditare i loro responsi e venderli per oracol
devano i sacerdoti gentili per accreditare i loro responsi e venderli
per
oracoli celesti. Nella tragedia intitolata Elena
pidi biasimatori degli antichi leggessero attentamente l’atto secondo
per
apprendervi a dipingere la natura con forza e viv
noi sembreranno sempre ingiusti, inurbani e in niun modo tragici. Non
per
tanto si dee riflettere che Euripide era un gran
nneso avendo Euripide trentacinque anni. Contiene la morte d’Ippolito
per
la falsa accusa di Fedra sua madrigna ed amante.
viene in teatro con una corona in testa che indi offerisce a Diana, e
per
questa corona che egli porta, ricevè quell’aggiun
, della stessa maniera che l’Ajace di Sofocle s’intitolò Μαςτιγοϕορος
per
la sferza che egli portava in iscena. Nell’atto p
corso? Nut. Ma, Principessa, ancor vaneggi? I cervi Ora inseguivi
per
le alpestri rupi, Or domi al piano un corridore
estrevolmente dal Racine; ma la Greca riesce più tragica e importante
per
lo spettacolo di Fedra morta. Racine in somma si
e ha dovuto perdere non poche altre bellezze, come il dolore di Teseo
per
la morte di Fedra, e la tragica scena d’Ippolito
le passioni, materia essenziale della poesia drammatica che non varia
per
tempo nè per luogo. Il tacciar quelli o questi pe
materia essenziale della poesia drammatica che non varia per tempo nè
per
luogo. Il tacciar quelli o questi per le maniere,
tica che non varia per tempo nè per luogo. Il tacciar quelli o questi
per
le maniere, per un decoro locale, variabile e inc
ia per tempo nè per luogo. Il tacciar quelli o questi per le maniere,
per
un decoro locale, variabile e incostante, al pari
agedia? I giovani non ne sapranno che un neo forse in parte scusabile
per
la veemenza della passione che rare volte lascia
chi proviene la moderna non curanza delle favole Greche e l’idolatria
per
le romanzesche degli ultimi tempi. Con altro dise
e la Greca. Essa ha più parti, e queste hanno bisogno di maggior arte
per
conciliarsi insieme, e quindi riesce più difficil
dominante si divide tra Fedra, Ippolito e Teseo: in Euripide è tutto
per
Ippolito dal principio al fine. Tutto è lagrime i
nto di agitare e tirare a se tutti i cuori sensibili. Fedra in Racine
per
varie ingiustizie e violenze intepidisce la compa
nze intepidisce la compassione, ed il poeta con arte somma si affanna
per
coprirne e discolparne i difetti. Teseo attrae a
eo attrae a se tutto l’ interesse dell’atto terzo. L’amore d’Ippolito
per
Aricia vietato dal padre quanto non toglie al car
sarebbe altrimente comportato, ed avrebbe avuta la stessa indulgenza
per
un popolo che dovea essere il suo giudice.” Ques
che Euripide ci dipinse, sembrandogli un Cavaliere fort peu galunt; e
per
maggior trastullo di chi ciò legge dice (pag. 48)
a erudizione, che questa tragedia è di Sofocle. Avventuratamente però
per
Ippolito La Vilade non ragiona con più fondamento
a entusiasmo; Pitagora ed Archimede fanciulli in matematica incantati
per
la novità ad ogni picciolissimo oggetto. Questo S
sce mai; essi doveano (aggiugne) aver la testa d’ une furieuse trempe
per
resistere a un torrente di loquacità che nulla di
ono ed amano le dipinture naturali, si sentiranno, scoppiare il cuore
per
la pietà. Nel patetico racconto della morte di Po
vi, sull’educazione e la nascita, dopo tal funesto racconto, sembrano
per
altro intempestive. Serpeggia per tutto il dramma
dopo tal funesto racconto, sembrano per altro intempestive. Serpeggia
per
tutto il dramma una forza tragica terribile; ma n
gica terribile; ma nell’atto terzo si tratta della morte di Polidoro,
per
la quale l’azione è manifestamente doppia, benchè
ere che gl’ interpreti de’ tragici Greci compresero il loro artificio
per
ciò che la musica riguarda. Egli stesso non fece
disgrazie che l’opprime. Osserviamo in oltre che ne’ Greci i cantici
per
l’ordinario non hanno luogo se non conosciuta per
chè essi, a giudizio del celebre Gluck, abbisognano di passioni forti
per
dar motivo all’espressione della musica. I cori d
na all’ara Mi prostro, e piango, oh vani prieghi e pianti! Tratta
per
l’onde io son, misera, e veggio Trucidato il co
e ai patrii liti Pronte a tornar, e dall’Iliaco suolo A svellermi
per
sempre! Il duol mi oppresse, Caddi abbattuta, m
ll’ Andromaca di Racine; perchè questa è la vedova di Ettore che teme
per
la vita di Astianatte, e nella tragedia Greca è l
ragedia Greca è la stessa Andromaca, ma già moglie di Pirro, che teme
per
la vita di Molosso avuto da questo secondo matrim
sservisi ancora che nell’atto quarto Ermione e Oreste fuggono da Ftia
per
andare a Delfo ad uccider Pirro, e nel quinto si
che sei tu d’Ettore figlio, io sposa? Per dominar sull’Asia, Non
per
morir tra’ barbari sì presto, Credei produrti,
gellin rifugge Sotto l’ali materne? Ahi non è questo Più un asilo
per
te. Morì già Ettorre, Nè dall’avello, per serba
n è questo Più un asilo per te. Morì già Ettorre, Nè dall’avello,
per
serbarti in vita, Fia che risorga. Di sostegno
atezza nella distribuzione dell’azione, particolar pregio di Sofocle;
per
il che pretende alcuno che ad esso e non ad Eurip
Minerva ad Ulisse e a Diomede, la quale vedendo sopraggiunger Paride,
per
salvarli fa che il Duce Trojano travegga, ed ella
fa credere Venere, mentre i suoi favoriti non lasciano di ravvisarla
per
Minerva. Tali cose allora convenivano a’ principj
e perciò non parevano assurde e stravaganti. Lo scioglimento avviene
per
macchina (come in gran parte delle tragedie antic
ento avviene per macchina (come in gran parte delle tragedie antiche)
per
mezzo della musa Tersicore madre di Reso, la qual
sta favola è il personaggio di Egeo introdottovi senza veruna ragione
per
preparare un asilo a Medea, della cui salvezza lo
sco, Didimo e Creofilo presso lo Scoliaste di Euripide sulla Medea; e
per
ischivar l’infamia che ad essi ne ridondava, si a
ne ridondava, si avvisarono probabilmente di guadagnar qualche poeta
per
attribuirne l’assassinamento alla stessa madre. C
e i Corintii avessero ricorso ad Euripide poeta esimio, il quale, sia
per
dare, a cagione del suo odio naturale contro del
contro del sesso donnesco, un carattere odiosissimo a una donna, sia
per
essersi fatto corrompere con cinque talenti, come
o rea la madre stessa dell’uccisione di que’ fanciulli, e la menzogna
per
l’eccellenza del poeta passò alla posterità come
i sarà assicurato della distanza del campo e dell’altezza delle mura,
per
convincere d’inverisimilitudine Euripide, Omero e
ena vigorosa di Giocasta co i figli è degna di particolar riflessione
per
la maestrevole dipintura de’ due fratelli ugualme
te fieri, ed accaniti nell’odio reciproco, ma di carattere diversi, e
per
lo dolore interessante della madre che s’interpon
le Danaidi; pure queste due tragedie hanno tra loro qualche relazione
per
la condotta. Lo spettacolo della prima scena dove
l che, come altrove accennammo non lasciavano di fare i tragici Greci
per
mostrare la nobiltà remota delle loro leggi ed or
concederli, e si accende aspra guerra tra gli Ateniesi e gli Argivi,
per
cagione degli Eraclidi, cioè de’ figliuoli di Erc
fonte, e nel caso di negativa a intimargli la guerra. L’araldo Copreo
per
eseguir tale ordine viene in Atene, e la tragedia
sono dunque tante le azioni in poco tempo accumulate, quante, non so
per
quale utilità, volle numerarne il critico Fiorent
tà, volle numerarne il critico Fiorentino. Una bella aringa di Jolao,
per
determinar gli Ateniesi a proteggere gli Eraclidi
un motto non fa sul destino di Macaria degna di tutto il suo dolore e
per
esser figlia del suo figliuolo e per l’azione ero
a degna di tutto il suo dolore e per esser figlia del suo figliuolo e
per
l’azione eroica fatta in pro di tutta la famiglia
niesi udivano siffatti prodigj in teatro senza restarne maravigliati,
per
tal modo era la religione congiunta allo spettaco
allo spettacolo. Nell’atto quinto Euristeo prigioniero usa ogni viltà
per
ottener la vita; ma Alcmena inesorabile, contro i
o, è una di quelle che meritano maggiore attenzione. Interessa ancora
per
la vivacità il riconoscimento che avviene nel qui
n angustia la madre, ed il poeta è costretto a far discendere Minerva
per
giustificarla. Questa tragedia è assai teatrale,
etti. La situazione di una madre e di un figlio, che non conoscendosi
per
errore si tramano la morte, è molto vaga; e Metas
o. É terribile il racconto dell’ammazzamento del disgraziato re preso
per
un cinghiale; ed assai tragica la scena in cui Ag
rvenuto se non se alquanti frammenti, i quali talvolta appena bastano
per
conoscerne il soggetto. Famosa tralle tragedie pe
cerne il soggetto. Famosa tralle tragedie perdute fu la sua Andromeda
per
la strana malattia degli Abderiti avvenuta a’ tem
ente quelli dell’Andromeda come se si trovassero in teatro. Vedevansi
per
le strade questi deplorabili attori pallidi e spa
ttà marittima della Tracia era popolata da gente stupida e grossolana
per
testimonianza di Cicerone, Giovenale e Marziale,
el cuor dell’uomo, e ragionatore sì eloquente, dimorando in Macedonia
per
compiacere al re Archelao assai amante delle lett
negarono concordemente agli ambasciadori Ateniesi che le domandavano
per
seppellirle nella patria terra81; per la qual cos
ori Ateniesi che le domandavano per seppellirle nella patria terra81;
per
la qual cosa gli Ateniesi altro non potendo gli e
; ma poichè fu morto mostrò un dolore sì vivo e sì vero, che non meno
per
ciò si rende meritevole degli applausi della post
meno per ciò si rende meritevole degli applausi della posterità, che
per
aver prodotto l’Edipo e il Filottete. Ègli l’onor
quando Euripide vi esponeva qualche nuova tragedia, avendolo amato e
per
la bontà e bellezza de’ versi e per la sapienza c
nuova tragedia, avendolo amato e per la bontà e bellezza de’ versi e
per
la sapienza con cui gli nobilitava. Quintiliano84
una favola satiresca, delle quali componeasi la tetralogia necessaria
per
concorrere nel certame85. Delle di lui tragedie n
ia necessaria per concorrere nel certame85. Delle di lui tragedie non
per
tanto si racconta che avendole Socrate ascoltate
cune tragedie che volle pubblicare sotto il nome di Tespi. Egli passa
per
uno scrittore capriccioso, che talvolta attribuiv
racusano scrisse ancora favole tragiche che niuno volle con lui tener
per
buone. Coltivò pure la poesia tragica il celebre
Anantiade, Sosifane, Filisco e Licofrone. Quest’ultimo è il più noto
per
l’erudito quanto oscuro poema di Cassandra, o Ale
noto per l’erudito quanto oscuro poema di Cassandra, o Alessandra, e
per
varie tragedie, venti delle quali sono rammentate
Penteo, Pelopida, Telegono. Egli fu ammazzato di un colpo di freccia,
per
quel che appare da questi versi di Ovidio in Ibin
à greche non solo da esse mai più non uscirono Euripidi e Sofocli, ma
per
una specie di fatalità gli scritti de’ più chiari
i ebbero tanto credito e tale autorità presso i Cesari Bizantini, che
per
di loro favore ebbero la libertà di bruciare la m
eonte, Minnermo, Bione, Alcmone e Alceo. Per la qual cosa su mestieri
per
instruire la gioventù in difetto de’ nominati sos
poemi di San Gregorio Nazianzeno, i quali comechè utilissimi fossero
per
infiammare i Cristiani ad un più fervoroso culto
i compose la nota tragedia sacra intitolata Cristo paziente, la quale
per
più secoli si attribuì al prelodato San Gregorio,
dioma Greco scrisse in verso una tragedia intitolata Erofila elegante
per
quanto comporta l’odierno linguaggio della Grecia
niese quì nominato fu poeta tragico, a cui, fra molte altre tragedie,
per
le quali fu varie volte coronato, se ne attribuis
ale cominciò a fiorire nell’olimpiade LXXXVI. 50. L’originale ha che
per
tutti giri. 51. Nell’originale si nomina il suon
tragedia veniva prima rappresentata dal solo coro, e che dipoi Tespi,
per
fare che esso riposasse, trovò un attore degli ep
n ballatori, cantori e sonatori. Non vuole adunque il Castelvetro che
per
gli rappresentatori successivamente introdotti s’
ono. Ma se Tespi introdusse un attore o una classe o specie di attori
per
ballare, cantare e sonate, che altra cosa rimanev
tragedia si recitasse da chi non ballava, non cantava e non sonava, e
per
conseguenza che gli attori introdotti, contro l’e
classi o in ispezie e non già in individui, come si espresse Laerzio,
per
la ragione che soggiungo. Se fossero stati sempli
ne che soggiungo. Se fossero stati semplici individui accresciuti uno
per
volta, ne seguirebbe che Eschilo non avesse intro
enico di terze parti, siccome accenna il suo grande emulo nell’aringa
per
la Corona. Eschilo adunque aggiugnendo una second
tta dal coro, assegnò loro certo grado ed ordine, facendo riconoscere
per
figura principale il rappresentatore delle prime
ovette essere di attori ancor meno qualificati, ma necessarj al poeta
per
tessere e condurre con più agevolezza e verisimil
ace; perchè avendo questi risoluto di uccidersi in un luogo solitario
per
non essere impedito da veruno, si vede poi in eff
pj di una Scienza Nuova del dottissimo Vico il Varrone Napolitano. Ma
per
non infastidire chi legge, accenniamo soltanto la
emorabile patetica supplica di Priamo ad Achille nel XXIV dell’Iliade
per
ricuperare e seppellire il corpo del lacerato Ett
eta alla precedente tragedia Ajace, come diceva il Signor di Calepio,
per
darie una giusta misura, l’ impegno di Teucro che
perchè non rimanga il corpo del fratello insepolto. Dopo la vita era
per
gli antichi il più importante oggetto la sepoltur
sso! E’ certo, è chiaro Tutto il terror de’ casi miei. Ti miro Or
per
l’ultima volta, Diurna luce. Io sventurato io n
onsiste in porre sotto gli occhi un’ azione che vada sempre crescendo
per
gradi, finchè per necessità scoppj con vigore; e
otto gli occhi un’ azione che vada sempre crescendo per gradi, finchè
per
necessità scoppj con vigore; e non già in ordinar
egie e di declamazioni; perchè queste in vece di avvivare le passioni
per
render le atte a commuovere, seguendone il traspo
egli Eraclidi sia presa da i di lui figli Demofonte e Acamante, forse
per
diversificare alquanto il presente dramma rassomi
alle Supplici, dove aveva già introdotto Teseo che guerreggia e vince
per
loro. 80. Sul medesimo soggetto degli Eraclidi,
à del genio delle nazioni, oltre di ostentare certo barbaro disprezzo
per
la lingua, la letteratura e le maniere de’ popoli
e di non essersi egli molto curato di provvedersi di lumi sufficienti
per
distinguere dalla specie di tragedia maneggiata d
cine sono senza dubbio l’Ifigenia e la Fedra, le quali si riconoscono
per
giudiziose traduzioni o imitazioni di Euripide, d
modandosi al gusto e a i costumi correnti, fanno uso di nuovi ordigni
per
cattarsi l’attenzione degli spettatori di questo
i Bonnet, i Redi, i Valisnieri, i Serai, i Buffon, allorchè spaziano
per
l’ampiezza dell’universo, che quando minutamente
bbe singolarmente delle belle arti? Raffaello, Correggio, Buonarroti,
per
una via totalmente aliena dal calcolo infinitesim
ione, dono divino della suprema sapienza, epli è dalla natura formato
per
la società, alla quale inevitabilmente vien tratt
’ altri pur disse, delle stelle chiamate nebulose, la cui esistenza è
per
gli ultimi telescopii Inglesi ugualmente assicura
ramandare al nostro pianeta luce maggiore. E se la geometria, più che
per
le utili verità che insegna, si rende commendabil
etria, più che per le utili verità che insegna, si rende commendabile
per
l’attitudine che somministra agl’ ingegni tutti p
ende commendabile per l’attitudine che somministra agl’ ingegni tutti
per
bene e coerentemente ragionare, essa e tutte le s
a loro giustezza a formare i gran legislatori morali e politici tanto
per
ciò che l’una società debbe all’altra, quanto per
li e politici tanto per ciò che l’una società debbe all’altra, quanto
per
quello che debbonsi mutuamente gl’ individui di c
mmediatamente gli uomini governano. V’ha dunque un alto seggio ancora
per
chi emulando i Montesquieu, i Beccaria e i Filang
nza delle leggi è quella che presta alle società l’opportuno soccorso
per
atterrire o distruggere i colpevoli e per minorar
ocietà l’opportuno soccorso per atterrire o distruggere i colpevoli e
per
minorar la somma dei delitti, a’ quali trascorron
o forniscono le stesse leggi contro questo lento veleno che serpeggia
per
le nazioni e le infetta? Esse contente di recider
dir di Orazio, colla forca giugne a sterminarsi; ed osserviamo che da
per
tutto quasi sempre i costumi col tempo sogliono d
ia correggere i costumi; e non essendo essi altro che abiti contratti
per
opinioni vere o false, nostre o straniere, a puri
cupa a far la guerra agli errori naturali ed a correggere le opinioni
per
inspirar costumi confacenti al disegno del legisl
e rettifica la stessa volontà e che Socrate trasse dal cielo, diedero
per
eccellenza il nome di filosofia? Dietro adunque a
azione domestica è forse una fiaccola chiara a sufficienza e durevole
per
tutto il camino della vita? Il mondo ideale che s
li anni e la novità di tante forme esterne? quanta ne rimane all’uomo
per
norma delle sue passioni allorchè crescono coll’
potesse produrre un pieno effetto generale, dovrebbe esser pubblico,
per
insegnare a tutti come da una scuola comune sotto
della mitologia che cinti di umane spoglie viaggiarono fra gli uomini
per
arricchirli di sapienza, la poesia drammatica si
essa al pari dello scudo di Ubaldo ci dipigne quali veramente siamo,
per
avvertirci delle discordanze de’ nostri ritratti
ia drammatica è la stessa morale posta in azione: quella si trasmette
per
l’udito, questa si presenta alla vista: quella fa
i bicchieri delle gran tavole da certi ridevoli pedanti che ostentano
per
unico lor vanto l’ essersi procacciati varii dipl
pretese in Roma la censura, e i nobili corrotti formarono un partito
per
contrastargliela. Se io abbondassi d’ozio e di
destar sulle moderne scene quando il riso e quando la compassione. Ma
per
sì bella impresa, oltre di un raro ingegno affina
lieto nido, quell’ esca dolce, quelle aure soavi che bramano i cigni
per
elevarsi al Parnaso, ed a me di ciò invece sovrab
a non feci, gli sforzi fatti sino a questi tempi ne’ paesi conosciuti
per
dipignere su’ teatri ora grandi sconcerti ora pic
l’eccellenza e l’ utilità della poesia rappresentativa, stimo inutile
per
chi ha da leggere l’ opera il prevenirlo delle mo
uio, eloquenza, loquela, loquacità, loquace, interlocutori; or perchè
per
acconcia analogia non dirassi anche interloquire
ho cercato esaminare con nuova diligenza le favole antiche e moderne,
per
presentare a’ giovani studiosi con sempre più acc
osi con sempre più accurata scelta le drammatiche bellezze da tenersi
per
esemplari. E giudicando degli autori secondo il m
o senza la folle pretensione di certuni di proporre il proprio avviso
per
norma dell’altrui pensare. Io m’ingannerò talvolt
ei stessi capricci, ardisco Contro de’ vizii miei darmi battaglia,
per
valermi del concetto di Pope e delle parole del G
i ed erudite. Esse si collocheranno alla fine di ciascun volume, così
per
non alienar troppo spesso il leggitore dalla cate
ar troppo spesso il leggitore dalla catena delle idee del testo, come
per
evitar gli equivoci e per non far che a me talvol
ore dalla catena delle idee del testo, come per evitar gli equivoci e
per
non far che a me talvolta si arroghi il merito di
sa la mia narrazione ho fatto resistenza alla piena che soprabbondava
per
non accedere i cinque volumi, temendo di stancar
agnia di letterati Francesi. Ecco quanto io ho fatto in quest’opera
per
diletto ed istruzione della gioventù che ama la p
l. 2. (*) Numerosissime sono fuor di dubbio le conoscenze acquistate
per
le matematiche; mais (dicevano gli Editori dell’E
drammatici, e gli chiamava (nella lettera 137 delle Persiane) i poeti
per
eccellenza e i signori e maestri delle passioni.
ome difettosi e ignoti a’ buoni e a tutta l’Italia ecc. 8. (*) Forse
per
le stesse mie ragioni un abile scrittore de’ nost
e alla distesa con certo gergone apparato nelle vie, nelle botteghe e
per
le magioni da’ parlari de’ popoli senza alcun stu
u à peu invece dell’Italiano a poco a poco; formicolare da fourmiller
per
la nostra parola, benchè bassa, formicare; sentim
que le quieren dar. A quello però ch’ egli aggiugne, cioè che ciò sia
per
non aver io letto gli autori, o per non avergli i
’ egli aggiugne, cioè che ciò sia per non aver io letto gli autori, o
per
non avergli intesi, dirò che la continuata approv
o insieme piaceva nondimeno agli Italiani ad onta de’ suoi difetti sì
per
la novità, sì perché non ne avevano un altro migl
ma, in cui trovano un ampio compenso. Se il cuore non vi si mischiava
per
nulla, gli occhi almeno trovavano il loro pascolo
sostituito ad ogni altro rendeva pregievote uno spettacolo contrario
per
se stesso al buon senso. I suoi difetti erano rip
ima guisa che i fiori sparsi innanzi al tempo sulle campagne indicano
per
lo più la sterilità del terreno. [2] Tuttavia non
’avvidero i musici che la possanza dell’arte loro avvegnaché ne abbia
per
fondamento gli accordi e le leggi armoniche, era
tre idee: dal che nasce che risovvenendoci degli oggetti, che vengono
per
mezzo di esse rappresentate, ci sentiamo pariment
ole non avrebbero fra le mani di un grammatico. Ora come la melodia è
per
la musica ciò che la rettorica per il linguaggio,
grammatico. Ora come la melodia è per la musica ciò che la rettorica
per
il linguaggio, così l’armonia è per i suoni ciò c
er la musica ciò che la rettorica per il linguaggio, così l’armonia è
per
i suoni ciò che la sintassi per il discorso. Può
a per il linguaggio, così l’armonia è per i suoni ciò che la sintassi
per
il discorso. Può essa concorrere dal canto suo a
grafia ne distingue i periodi, ora rendendo più giuste le intonazioni
per
mezzo degli intervalli, come la sintassi rende pi
degli intervalli, come la sintassi rende più intelligibile l’orazione
per
mezzo delll acconcia collocazione delle parole, o
hio delle nostre idee e de nostri sentimenti rinovellato alla memoria
per
mezzo del canto, o della sinfonia: ecco l’unica v
rdente, ed energica la favella musicale. Tal ne è la cagione eziandio
per
cui rimanendo freddo e indifferente lo spettatore
no nelle sciagure e nei diletti, e creato al paro di lui dalla natura
per
fruir l’aura della vita, e per godere le delizie
, e creato al paro di lui dalla natura per fruir l’aura della vita, e
per
godere le delizie dell’universo. [5] Talmente inc
l’istinto, o nascesse ciò dalla perpetua e inalterabile oscillazione,
per
cui le facoltà appartenenti alla immaginazione, e
lità passano dal pessimo stato al mediocre, e dal mediocre all’ottimo
per
ricader di bel nuovo nel pessimo; certo è che il
fin’allora col canto, o non abbastanza distinto, divenne un genere di
per
sé, che acquistò peculiar forma e leggiadria. Gia
sette anni, e apparando ivi l’arte di suonar il violino e di comporre
per
musica divenne portato dal grandissimo ingegno on
ttetti del Carissimi e del Cesti da qualche bravo cantore, vi ravvisa
per
entro la sorgente onde ricavò Lulli il suo recita
ettor dichiarato d’ogni sorta di merito, e divenuto assai più celebre
per
questo mezzo che per l’incomparabile sua fortuna
ni sorta di merito, e divenuto assai più celebre per questo mezzo che
per
l’incomparabile sua fortuna nella guerra, o per l
per questo mezzo che per l’incomparabile sua fortuna nella guerra, o
per
la preponderanza acquistata sugli affari di Europ
anza acquistata sugli affari di Europa. Documento luminoso a’ sovrani
per
far loro conoscere che la sola maniera d’eternar
come il fragore d’un turbine di cui non si conserva la memoria se non
per
le rovine che ci attestano della strage; laddove
udio Achillini, faceva con più ragione attendere non dissimili favori
per
sé ai belli spiriti tanto più bramosi nella prati
te genera l’eroismo, ma che divien necessaria in mancanza della virtù
per
far germogliar i talenti e per sollecitarli alle
ien necessaria in mancanza della virtù per far germogliar i talenti e
per
sollecitarli alle magnanime imprese, ne trovava a
riosa la vittoria, e scusabile la sconfitta. Gli sforzi fatti adunque
per
superarli, o per distinguersi dovettero necessari
, e scusabile la sconfitta. Gli sforzi fatti adunque per superarli, o
per
distinguersi dovettero necessariamente portare ci
olte opere italiane si lavorarono alla francese, il qual costume durò
per
più di vent’anni di qua dai monti fino al princip
ologna, il Bassani a Ferrara, e lo Stradela a Genova celebre non meno
per
l’abilità sua che per i suoi amori e tragico fine
errara, e lo Stradela a Genova celebre non meno per l’abilità sua che
per
i suoi amori e tragico fine. Dietro alle pedate d
la le composizioni dell’Hendel. Gli Inglesi, che ad un vivo interesse
per
la patria loro sanno accoppiare quella imparziale
menti e le idee, e presso ai quali il titolo di straniero non è, come
per
tutto altrove comunemente, un titolo alla esclusi
ezza della nostra armonia e l’abilità del maestro, nondimeno sogliono
per
lo più nuocere alla semplicità ed energia del sen
tutte insieme e contemporaneamente, a vicenda non si distruggano? Se
per
lo contrario le parti producono tutte un solo e m
i. Il loro andamento è più spiritoso e più vivo che non soleva essere
per
lo passato: donde spicca maggiormente il divario
ecie di composizione detta volgarmente recitativo obbligato, la quale
per
la situazione tragica che esprime, pel vigore che
e si rese Giacomo Antonio Perti bolognese abbastanza noto in Europa e
per
essere stato uno dei primi maestri nella musica d
pa e per essere stato uno dei primi maestri nella musica di chiesa, e
per
aver fatto un grandissimo dono alle scienze armon
mo all’espressione. Pergolesi, il gran Pergolesi, divenne inimitabile
per
la semplicità accopiata alla grandezza del suo st
inimitabile per la semplicità accopiata alla grandezza del suo stile,
per
la verità dell’affetto, per la naturalezza e vigo
à accopiata alla grandezza del suo stile, per la verità dell’affetto,
per
la naturalezza e vigore della espressione, per l’
a verità dell’affetto, per la naturalezza e vigore della espressione,
per
l’aggiustatezza ed unità del disegno onde vien me
é con istili alquanto diversi, de’ quali però, non formando classe da
per
sé, ma riducendosi a principi esposti di sopra, n
ore, che penetra nel centro della terra, va dilatandosi a poco a poco
per
tutti gli oggetti finché comprende e vivifica la
anche essa l’indole dilicata e leggiera del suo modello. Così si vede
per
pruova, che posta la stessa fabbrica degli strume
sciate memore della massima di Zeussi: «Dipingo adagio perché dipingo
per
tutti i secoli». Lo stesso Lulli si riconobbe inf
prevalse della grazia in cui si trovava presso alla corte di Francia
per
iscacciarnelo da quel regno. Fra i rinomati disce
Ma i suoi Capricii ripieni di operose stranezze, e inventati soltanto
per
aver il vanto della difficoltà vinta, non dovrann
ll’imitar lo stile del suo maestro, e nella esecuzione, come il Somis
per
la flessibile leggerezza, uguaglianza, soavità e
suo stile. [13] Il gran Giuseppe Tartini si rese benemerito dell’arte
per
tutti que’ mezzi che contribuiscono all’avanzamen
. «Non fumum ex fulgore, sed ex fumo dare lucem.» [14] Quindi aveva
per
costume di esser modesto e rattenuto in sulle pri
Quindi aveva per costume di esser modesto e rattenuto in sulle prime
per
sollevarsi poscia bel bello fino a quel grado di
ità accennata di sopra, conobbero essi che essendo fatto non il canto
per
gli strumenti, ma piuttosto gli strumenti pel can
stosi, non dovea l’uno impedir l’azione dell’altro cosicché il basso,
per
esempio, affogasse la voce di tutta l’orchestra,
za suonassero; che i bassi però si dovessero interpolare or qua or là
per
tutta l’orchestra, giacché da essi dipende la mov
o d’ogni buon’armonia; che non essendo a proposito qualunque sgomento
per
produrre qualunque suono, bisognava studiar bene
rodurre qualunque suono, bisognava studiar bene la natura di ciascuno
per
meglio combinarli fra loro, e farli muovere a luo
ti divenne Galuppi, chiamato altrimenti il Buranello celebre non meno
per
questo merito che per lo studio posto nella espre
iamato altrimenti il Buranello celebre non meno per questo merito che
per
lo studio posto nella espressione del costume mus
ario di Rousseau la pittura della orchestra di Dresda regolata da lui
per
molti anni, dove s’imparerà più con una occhiata
pita e più interessante imitazione che le belle arti possano proporsi
per
fine. La più compita, poiché imitando immediatame
naturale di essa voce non già all’arbitrio di chi la possiede fecondo
per
lo più di capricci, ma all’indole della natura e
ella musica alla educazione de’ cantanti ebbe il Gasparini e il Lotti
per
capiscuole. Roma, dove la particolar esecuzione d
mpo introdotta la necessità degli studi e de’ maestri, fioriva allora
per
l’industria e pe’ talenti dei Fedi, e di Giuseppe
omune giudizio esponevano, onde poi copiosi lumi ritraeva ciascheduno
per
corregerne i propri difetti, per migliorarne il p
oi copiosi lumi ritraeva ciascheduno per corregerne i propri difetti,
per
migliorarne il piano di educazion musicale, e per
e i propri difetti, per migliorarne il piano di educazion musicale, e
per
dilatarne i confini dell’arte. Serve d’argomento
cepoli fuori delle mura di Roma colà dove si ritruova un sasso famoso
per
l’eco, che ripete più volte le stesse parole. Ivi
i autori contemporanei, Tamiri, Terpandro, e Tirteo dovevano contarsi
per
nulla. Le doti, che rendono ammirabile separatame
ente qualunque musico, si trovavano insieme in lui riunite. Possedeva
per
eccellenza tutti i caratteri piegavasi maraviglio
tori» 89. Non inferiore al suo merito era pure il favore del pubblico
per
esso lui. Alle volte nembi di rose piovevano sull
r recitata una cantata. A Firenze dov’era stato chiamato, uscì lunghi
per
ben tre miglia della città numeroso stuolo di dam
iù sonora, né maggior ampiezza di voce. Questa volava indistintamente
per
tutti i tuoni per quanto fossero essi gravi, acut
ior ampiezza di voce. Questa volava indistintamente per tutti i tuoni
per
quanto fossero essi gravi, acuti, e profondi. Una
può ignorarsi da chicchessia. [20] Pregevole pel metodo d’insegnare,
per
la varietà degli stili, e pel numero di bravi dis
, nel quale maravigliosamente poi si distinse pel facile spianamento,
per
l’arte di graduar il fiato, per la leggiadria deg
i si distinse pel facile spianamento, per l’arte di graduar il fiato,
per
la leggiadria degli ornamenti, e per la esatta ma
per l’arte di graduar il fiato, per la leggiadria degli ornamenti, e
per
la esatta maniera di eseguir le cadenze. Il suo r
Di lungo tedio e di niun giovamento al lettore sarebbe il venir meco
per
ogni dove cercando tutti i famosi professori di c
esso loro, sebben non rimanga spenta in quanto alla fama. Basterà non
per
tanto l’accennar brevemente il valore di due donn
on contrappuntista. Divenne egualmente insigne pel proprio merito che
per
la fortuna di esser la sposa del gran Sassone. Ag
ui farò in particolar modo menzione meno pel merito del suo canto che
per
un altro più insigne e più rispettabile agli occh
in quella città stessa, che dovrebbe andar più superba d’averlo avuto
per
figlio che de’ trionfi, che ne adornano il suo Ca
bbe egli a soffrire un ignominioso processo. L’Europa avrebbe perduto
per
sempre quel gran poeta se la famosa Marianna Bulg
ta d’essere registrata ne’ fasti pur’troppo scarsi delle umane virtù:
per
riscuoterne l’universale riconoscenza. Donna inco
lo, mentre quello di tanti vegetabili automati che si chiamano grandi
per
obbrobrio del titolo, si dileguerà dalla memoria
ita di tale e tanta ricchezza in ogni genere, l’Italia divenne allora
per
le altre nazioni scuola pregiata d’ogni saper mus
onsiderabile d’infinite famiglie e di moltissimo oro colato in Italia
per
questa via. né minore si fu la riputazione che de
ballerini, e di macchinisti bravissimi, che sortivano dal loro paese
per
procacciar ad essi un sì vario, sì gentile, e sì
i contrassegni, onde vennero distinti non pochi Italiani celebri solo
per
questo merito; Ferri, Matteucci, e Guadagni furon
della Fedeltà e Costanza in Danimarca, e così via discorrendo. Non so
per
tanto con qual ragione un riflessivo e interessan
elle facoltà è un indizio sicuro, che si coltivano pur ora, o si sono
per
l’addietro coltivate felicemente molte altre che
prime, o s’inanellano con esse in maniera che non possono reggersi da
per
sé; così una lingua ripolita, abbondante, armonio
li e di logogrifi musicali: questa musica gradita agli occhi e crudel
per
gli orecchi, piena d’armonia e di romore, e vuota
io veramente aver può che quel di abbagliar gli eruditi, e di uccider
per
la fatica il compositore, e êr la noia i dormigli
alla moda, senza nome, senza data e senza luogo di stampa, ma che fu
per
altro mandata in luce poco dopo il mille e settec
iare di questo, ripensando che nelle vie che percorre l’umano spirito
per
istruirsi, l’errore è quell’istimo fatale posto d
notte, di nascosto della madre e del fratello maggiore, fuggì di casa
per
andare ad aggregarsi a una compagnia, che recitav
ecitava a Dronero in una sala dell’ospedale ; e colla quale frequentò
per
oltre un anno teatri talvolta di quello assai peg
ritto fra i giovani volenterosi che Gustavo Modena riunì a Savigliano
per
un giro artistico nel Piemonte. Passò da Saviglia
rtistico nel Piemonte. Passò da Savigliano a Nizza, poi ad Alba, poi,
per
mancanza di pubblico, la Compagnia si sciolse. Fo
i pubblico, la Compagnia si sciolse. Formò allora Società con Toselli
per
assai breve tempo ; indi si scritturò con Lorenzo
Vaudevilles col soccorso del maestro Casiraghi, si unì allo Scalvini
per
la Rivista Se sa minga, e spese diciotto mila lir
allo Scalvini per la Rivista Se sa minga, e spese diciotto mila lire
per
l’allestimento scenico a Milano della Creazione d
enico a Milano della Creazione d’Eva di Castelvecchio, la quale cadde
per
non rialzarsi mai più. S'unì allora a Pratesi e f
si mai più. S'unì allora a Pratesi e formò compagnia di Prosa e Ballo
per
un quadriennio. L'operosità, oserei dir mostruosa
eva quattro recite al giorno. S'unì poi a una Eccentricità Fenomenale
per
desiderio di veder l’Europa ; e fu in Francia, ne
Germania, in Inghilterra, in Russia. Ritiratosi finalmente a Genova,
per
godervi in pace il frutto de' suoi guadagni, fu v
tenne lo scettro dell’arte in Italia e a traverso il mondo intero. E
per
noi, e per gli ascoltatori di tutto il mondo, fu
cettro dell’arte in Italia e a traverso il mondo intero. E per noi, e
per
gli ascoltatori di tutto il mondo, fu gran ventur
mi fosse lecita una comparazione, direi che Ernesto Rossi, romantico
per
eccellenza, fu nell’arte dell’attore quel che fu
rnesto Rossi. Qualunque opera da lui architettata doveva essere legge
per
tutti. Da niuno avversata era forse lasciata a me
ino, egli, solennemente e paternamente mite coi devoti, sarebbe stato
per
quello capace di odio vatiniano. Nè cotal senso d
llo derivato in lui dal piedistallo di gloria, in cui lo avevan posto
per
trenta e più anni monarchi e principi e uomini pr
agli urli della folla esaltata, al teatro di Odessa, calò il sipario
per
sempre ; e abbandonato, forse già dimenticato, il
olo) un attore della Compagnia Calloud…. Ma il padre, saputa la cosa,
per
poco non maledì il figliuolo, che vinto dall’auto
bbo, ma col tacito consenso del nonno e della mamma, partì da Livorno
per
andare a raggiungere a Foiano una compagnietta de
l Pantera di Lucca con la Fedeltà alla prova, facendosi notare subito
per
la dizione garbata e spontanea, non che per una p
, facendosi notare subito per la dizione garbata e spontanea, non che
per
una papera colossale. Il settembre di quell’anno
d entrò nella Compagnia Reale Sarda. Qui bisogna io mi fermi alquanto
per
l’importanza della scrittura e degli avvenimenti.
l’importanza della scrittura e degli avvenimenti. Egli fu scritturato
per
un anno, primo attore a vicenda con Giuseppe Pera
uo nome, scongiurava il Righetti perchè lo sciogliesse dal contratto,
per
non trovarsi con Ernesto Rossi che gli aveva manc
tento : ….. io ora vengo quasi ginocchioni a pregarti, a supplicarti
per
quanto hai di più sacro e caro su questa Terra, t
to hai di più sacro e caro su questa Terra, tanto pel mio interesse e
per
la mia quiete, quanto pel tuo riposo, a volere pr
olpito ed irritato, che adesso non so spiegarti a che potrei giungere
per
non venire ad adempiere il mio contratto ; e ne a
miti consigli, gli dichiara che la loro amicizia non deve venir meno
per
sì piccola bazzecola, e, naturalmente, non si par
affetti del mio cuore, ma ho tanta superbia, tanto orgoglio, e forza
per
calpestare la serpe che mi morde. E più giù :
cchi uscì di compagnia l’anno veniente, e il Rossi vi fu riconfermato
per
un triennio, assoluto e solo, con cento lire di a
, con cento lire di aumento pel primo anno, e 1400 e una mezza serata
per
ciascheduno degli altri due, più un regalo di lir
a serata per ciascheduno degli altri due, più un regalo di lire mille
per
una sol volta. Ammalatosi il Pieri nel '53, egli
una sol volta. Ammalatosi il Pieri nel '53, egli dovette sostituirlo
per
tre mesi, recitando tragedie, drammi, commedie, e
; e la Compagnia, tranne pochi mutamenti d’anno in anno, andò avanti
per
quattro anni, recitando anche a Vienna, ove Rossi
festeggiatissimo ; riposò un anno, poi si scritturò attore-direttore
per
un biennio con Cesare Dondini ('62-'63), al fianc
cembre, e piacque a segno da non lasciare un sol giorno il cartellone
per
tutto quel carnovale. Tornò il '68 in Francia e i
cchè a quasi settant’anni, capocomico e direttore, si mise in viaggio
per
la Russia, ove trovò le stesse accoglienze del te
ier Ambrogio Curti…. Edmondo De Amicis gli dedicò un magnifico studio
per
la recitazione del Canto de' Serpenti di Dante, e
culmine della sua gloria : l’ho sentito quando io era troppo giovine
per
poter giudicare dell’ opera sua, e quando egli er
chio del Re del dramma il veleno, alle parole di Amleto : Lo avvelena
per
carpirgli lo Stato. Vedremo come l’assassino si c
ai, 1887), che la critica in genere condannò, e il pubblico dimenticò
per
le troppe inutili cose discorse concernenti più l
ssimo contributo alla storia del nostro teatro del secolo xix, specie
per
la dovizia degli aneddoti di ogni genere e pei gi
morosa in Chimene, e della vendetta dell’ingiuria paterna coll’ amore
per
Chimene in Rodrigo. Egli è vero che Cornelio tras
); vero è parimente che Scudery e l’Accademia Francese la censurarono
per
varj difetti con fondamento, anche per aderire al
ademia Francese la censurarono per varj difetti con fondamento, anche
per
aderire al cardinal de Richelieu che volea deprim
inal de Richelieu che volea deprimerla non avendo potuto farla passar
per
sua; ma il Cid è uno di que’ felici frutti del ge
re e a raffinar il gusto in Francia. Cornelio perseguitato e premiato
per
le critiche e per le largizioni diede opera con o
gusto in Francia. Cornelio perseguitato e premiato per le critiche e
per
le largizioni diede opera con ogni sforzo ad elev
tragedia degli Orazj di gran lunga superiore al Cid, e vincono anche
per
questi pregi la lodata Orazia dell’Aretino. Così
o. Ma egli attese a render più degne di compassione Sabina e Camilla;
per
la qual cosa, secondo il Calepio, i primi tre att
he dipinge rassomiglianza minore co’ moderni cortigiani Francesi. Non
per
tanto l’ elevatezza dell’anima del poeta si scorg
verso un sovrano e un benefattore contrappone la semplice compiacenza
per
una donna. Nondimeno questo vero effetto della tr
o più accetto. Si sono renduti assai memorabili pel pubblico plauso e
per
le lagrime del gran Condè i versi dell’ultima sce
martiri Cristiani sieno poco atte ad eccitar la tragica compassione,
per
esser la loro morte un vero trionfo che non ci la
col nobile carattere del protagonista e coll’ amore che ha quest’eroe
per
la sposa Paolina, ch’egli fa servire a i doveri d
gli ultimi suoi drammi; e pure i più deboli di essi potrebbero passar
per
eccellenti oggi che ci troviamo sì bisognosi”. In
prender cura de’ baleni che si accendono e de’ fulmini che strisciano
per
l’ atmosfera. Ma perchè la gioventù non creda che
l carattere dell’amore, ha in essi dipinto il proprio, trasformandoli
per
lo più in avvocati, in sofisti, in declamatori e
a sublimità che riscuote ammirazione, ma vi si accoppiano certi amori
per
lo più subalterni che riescono freddi e poco trag
onfa un amor tenero, semplice, vero, vivace, forse non sempre proprio
per
la grandezza del coturno, perchè non sempre princ
a farle riuscire in Francia e nella corte di Luigi XIV che respirava
per
tutto amoreggiamenti anco in mezzo alle spedizion
si distinguono i poeti grandi da’ volgari. ( Nota IV ) In quel secolo
per
la Francia fortunatissimo forse la poesia frances
rtunatissimo forse la poesia francese pervenne alla possibile venustà
per
le favole di Racine e per li componimenti di Boil
ia francese pervenne alla possibile venustà per le favole di Racine e
per
li componimenti di Boileau; ma il drammatico ebbe
combinate, meglio graduate, e più perfette di quelle di P. Cornelio,
per
avviso de’ più scorti critici, trionfano l’Ifigen
ritannico rappresentato nel 1670, in cui si eccita il tragico terrore
per
le crudeltà di un mostro di tirannia nascente in
evoli alla maestà; e la Fedra comparsa sulle scene nel 1677, la quale
per
tanti pregi contenderebbe a tutte il primato senz
tile innamoramento d’Ippolito ed Aricia5. In fatti questa galanteria,
per
dirla alla francese, sconvenevole al carattere d’
anei nè da’ posteri; benchè il dotto e giudizioso M. Le Batteux quasi
per
gentilezza volle discolparne Racine con dire che
mi. Adunque (dirà taluno) bandiremo l’amore dalle tragedie? Io non so
per
qual gotica stranezza di gusto i critici pedanti
pari di ogni altra contribuire ad eccitar la compassione e ’l terrore
per
correggere e dilettare. E chi può dubitarne? Muov
per correggere e dilettare. E chi può dubitarne? Muovasi un Polifonte
per
ambizione all’esterminio di qualche famiglia legi
minio di qualche famiglia legittimamente sovrana, o apporti un Paride
per
la cieca sua passione per un’ Elena le fiamme nel
legittimamente sovrana, o apporti un Paride per la cieca sua passione
per
un’ Elena le fiamme nella sua patria, un ingegno
ngegno grande saprà usar con arte di entrambe queste furiose passioni
per
destar le vere commozioni tragiche. Ma se quel Po
sso Cornelio dice d’aver combattuto con Pompeo ne’ campi di Farsaglia
per
gli begli occhi di madama Cleopatra, espressione
di Eudossa, e la protesta ch’egli fa di aspirare al trono unicamente
per
la sete che ha di farne parte alla sua bella. Nel
sconte o colonnello Francese innamorato. La Sofonisba di Mairet, anco
per
testimonio di Saint Evremond, ci nasconde affatto
l di lui Alessandro che sembra uno degli eroi da romanzo. La Tebaide,
per
valermi delle parole di Pietro da Calepio, scopre
a dipintura fattane dagli antichi. Nel Mitridate la compassione è più
per
Monima che pel protagonista, il quale poco più de
econciliabil nemico de’ Romani, e si vale di un’ astuzia poco tragica
per
iscoprir gli affetti di Monima. Mai non si ripete
malinconiche poco degne di Melpomene. Così Racine, tuttochè mirabile
per
tanti pregi, non ci obbliga a fare una piena ecce
diceva: “Noi abbiamo tragedie, la cui costituzione è sì comica, che,
per
farne una vera commedia, basterebbe cangiarne i t
l’ira chiama; l’ amicizia e la gloria arrossiscono. I segni si usano
per
le cose, come i troni, le corone, gli scettri, gl
gli allori, le catene. Non v’ha scena in cui non s’incontri tempesta
per
avversità, abisso per oppressione, fulmine per ca
. Non v’ha scena in cui non s’incontri tempesta per avversità, abisso
per
oppressione, fulmine per castigo, sacrificio per
on s’incontri tempesta per avversità, abisso per oppressione, fulmine
per
castigo, sacrificio per sofferenza ecc. Sono, è v
er avversità, abisso per oppressione, fulmine per castigo, sacrificio
per
sofferenza ecc. Sono, è vero, tali figure ammesse
ran poeta le tracce degli antichi tragici che studiava e si proponeva
per
modelli e per censori6. Non è perciò maraviglia c
racce degli antichi tragici che studiava e si proponeva per modelli e
per
censori6. Non è perciò maraviglia che avesse port
in Francia il suo seggio una specie di tragedia inferiore alla greca
per
energica semplicità, per naturalezza e per appara
una specie di tragedia inferiore alla greca per energica semplicità,
per
naturalezza e per apparato, ma certamente da essa
gedia inferiore alla greca per energica semplicità, per naturalezza e
per
apparato, ma certamente da essa diversa per diseg
licità, per naturalezza e per apparato, ma certamente da essa diversa
per
disegno e per ordigni, forse più nobile per li co
turalezza e per apparato, ma certamente da essa diversa per disegno e
per
ordigni, forse più nobile per li costumi, e fonda
ertamente da essa diversa per disegno e per ordigni, forse più nobile
per
li costumi, e fondata su di un principio novello.
di un principio novello. I Greci che nella poesia ravvisarono l’amore
per
l’aspetto del piacer de’ sensi, non l’ammisero ne
ammenta con disprezzo mal grado di essersi continuata a rappresentare
per
più di cento anni. Ludovico Dolce, come accennamm
e con minore ingegno del fratello merita ancor la stima de’ nazionali
per
essere stato più del fratello gastigato nell’uso
sere stato più del fratello gastigato nell’uso delle arguzie viziose,
per
la scelta degli argomenti, per la vasta letteratu
tigato nell’uso delle arguzie viziose, per la scelta degli argomenti,
per
la vasta letteratura ond’era ornato, e per la pur
la scelta degli argomenti, per la vasta letteratura ond’era ornato, e
per
la purezza con cui parlava la propria lingua. Sot
i Agrippa re d’Alba, ovvero il Falso Tiberino, rappresentata nel 1660
per
due mesi continui e rimasta su quelle scene. Piac
nza nelle situazioni e ne’ consigli; Astrato re di Tiro rappresentata
per
tre mesi nel 1663 e rimasta al teatro malgrado de
a de’ caratteri, ed altri difetti di queste favole che si ascoltarono
per
qualche anno e sparvero senza ritorno. Quinault n
’immaginazione. Faceva versi ben torniti, ma non mostrò di esser nato
per
la poesia tragica. Nelle sue tragedie, come osser
emond, si cerca sovente il dolore, e vi si trova solo certa tenerezza
per
lo più intempestiva che degenera in mollezza. Fu
persone oziose, inutili a quelle azioni. Viene egli ripreso eziandio
per
aver nell’Assalonne alterata la storia sacra, fac
per aver nell’Assalonne alterata la storia sacra, facendolo penitente
per
renderlo atto a muovere la compassione. Ma si lod
bbliga tratto tratto a discostarci da questo eccellente scrittore che
per
tanti altri pregi merita la nostra stima. 4. Dop
talia è un testimonio irrefragabile dell’imbecillità di Racine; e ciò
per
quali ragioni? perchè vi si contano tredici inter
tormentata, e della vendetta dell’ingiuria paterna coll’amore che ha
per
Chimene onde Rodrigo è posto in angustia. Vero è
ta); vero è parimente che Scudery e l’Accademia Francese la censurano
per
varii difetti non senza fondamento, anche per ade
a Francese la censurano per varii difetti non senza fondamento, anche
per
aderire al cardinal di Richelieu, che volle depri
nal di Richelieu, che volle deprimerla non avendo potuto farla passar
per
sua. Ma il Cid è uno de’ felici frutti del genio
affinare il gusto in Francia. Pietro Cornelio perseguitato e premiato
per
le critiche e per le largizioni, diede opera con
in Francia. Pietro Cornelio perseguitato e premiato per le critiche e
per
le largizioni, diede opera con ogni sforzo ad ele
Egli però attese a rendere più degne di compassione Sabina e Camilla,
per
la qual cosa, secondo il Conte di Calepio, i prim
o un sovrano e un benefattore contrappone la sola propria compiacenza
per
una donna. Nondimeno questo desiderato vero effet
martiri Cristiani sieno poco atte ad eccitar la tragica compassione,
per
essere la loro morte un vero trionfo che non lasc
e luogo a dolersi; pure il Poliuto pel carattere eroico del martire e
per
l’amore che egli ha per la sua sposa Paolina che
il Poliuto pel carattere eroico del martire e per l’amore che egli ha
per
la sua sposa Paolina che egli sacrifica ai doveri
o che si elevi alla grandezza ed al terror tragico si pel viluppo che
per
la qualità de’ caratteri di Prusia, di Arsinoe e
caddero nel rappresentarsi, nè i posteri ne ristabilirono il credito;
per
la qual cosa poco parmi conducente al vantaggio d
i ultimi suoi drammi; e pure i più deboli di questi potrebbero passar
per
eccellenti oggi che ci troviamo sì bisognosi ». I
prender cura de’ baleni che si accendono e de’ fulmini che strisciano
per
l’atmosfera. Ma perchè la gioventù non creda che
l carattere dell’amore, ha in essi dipinto il proprio, trasformandoli
per
lo più in avvocati, in sofisti, in declamatori, e
a sublimità che riscuote ammirazione; ma vi si accoppiano certi amori
per
lo più subalterni che riescono freddi e poco trag
onfa un amor tenero, semplice, vero, vivace, forse non sempre proprio
per
la grandezza del coturno perchè non sempre princi
a farle riuscire in Francia è nella corte di Luigi XIV che respirava
per
tutto amoreggiamenti anche nelle spedizioni milit
alità onde si distinguono i poeti grandi da’ volgaria. In quel secolo
per
la Francia fortunatissimo forse la poesia frances
rtunatissimo forse la poesia francese pervenne alla possibile venustà
per
le favole del Racine e pe’ componimenti del Boile
inate, meglio ordinate, e più perfette di quelle di Pietro Corneille,
per
avviso de’ più scorti critici, trionfano l’Ifigen
ritannico rappresentato nel 1670, in cui si eccita il tragico terrore
per
le crudeltà di un mostro di tirannia nascente in
evoli alla maestà; e la Fedra comparsa sulle scene nel 1677, la quale
per
tanti pregi contenderebbe a tutte il primato senz
utile innamoramento d’Ippolito ed Aricia. In fatti questa galanteria,
per
dirla alla francese, sconvenevole al carattere d’
poranei nè da’ posteri, benchè il dotto e giudizioso Le-Batteux quasi
per
gentilezza volle discolparne il Racine con dire c
oposito può dirsi da taluno) bandiremo l’amore dalle tragedie? Non so
per
quale gotica stranezza di gusto i Critici pedanti
ari di ogni altro contribuire ad eccitar la compassione ed il terrore
per
correggere e dilettare. E chi può dubitarne? Muov
per correggere e dilettare. E chi può dubitarne? Muovasi un Polifonte
per
ambizione all’esterminio di una famiglia legittim
sterminio di una famiglia legittimamente sovrana, o apporti un Paride
per
una cieca passione per un’ Elena le fiamme nella
ia legittimamente sovrana, o apporti un Paride per una cieca passione
per
un’ Elena le fiamme nella sua patria, un ingegno
ingegno grande saprà usar con arte di entrambe tali furiose passioni
per
destar le vere commozioni tragiche. Ma se quel Po
Eudossa , e la protesta che egli fa di aspirare al trono unicamente
per
la sorte che ha di farne parte alla sua bella . N
conte o colonnello francese innamorato. La Sofonisba del Mairet, anco
per
avviso di Saint-Evremont, ci nasconde affatto la
l di lui Alessandro che sembra uno degli eroi da romanzo. La Tebaide,
per
valermi delle parole di Pietro da Calepio, scopre
a dipintura fattane dagli antichi. Nel Mitridate la compassione è più
per
Monima che pel protagonista, il quale poco più de
riconciliabil nemico de’ Romani; e si vale di un’astuzia poco tragica
per
iscoprir gli affetti di Monima. Mai non si ripete
inconiche poco degne di Mel Melpomene. Così Racine, tuttochè mirabile
per
tanti pregi, non ci obbliga a fare una piena ecce
, diceva: «Noi abbiamo tragedie, la cui costituzione è sì comica, che
per
farne una vera commedia basterebbe cangiarne i no
, l’ira chiama; l’amicizia e la gloria arrossiscono. I segni si usano
per
le cose, come i troni, le corone, gli scettri, gl
gli allori, le catene. Non v’ha scena in cui non s’incontri tempesta
per
avversità, abisso per oppressione, fulmine per ca
. Non v’ha scena in cui non s’incontri tempesta per avversità, abisso
per
oppressione, fulmine per castigo, sacrificio per
on s’incontri tempesta per avversità, abisso per oppressione, fulmine
per
castigo, sacrificio per sofferenza ecc. Sono, è v
er avversità, abisso per oppressione, fulmine per castigo, sacrificio
per
sofferenza ecc. Sono, è vero, tali figure ammesse
olla mescolanza di altre formole poetiche non disdicevoli alla scena,
per
la qual cosa partoriscono rincrescimento. Simili
ran poeta le tracce degli antichi tragici che studiava e si proponeva
per
modelli e per censoria. Non è perciò meraviglia c
racce degli antichi tragici che studiava e si proponeva per modelli e
per
censoria. Non è perciò meraviglia che avesse port
componimenti saranno sempre le più preziose gemme del tragico teatro,
per
le quali Racine si acclamerà come principe de’ tr
alia è un testimonio irrefragabile dell’imbecillità del Racine; e ciò
per
quali ragioni? perchè vi si contano tredici inte
in Francia il suo seggio una specie di tragedia inferiore alla greca
per
energica semplicità, per naturalezza e per appara
una specie di tragedia inferiore alla greca per energica semplicità,
per
naturalezza e per apparato, ma certamente da essa
gedia inferiore alla greca per energica semplicità, per naturalezza e
per
apparato, ma certamente da essa diversa per diseg
licità, per naturalezza e per apparato, ma certamente da essa diversa
per
disegno e per ordigni, forse più nobile per li co
turalezza e per apparato, ma certamente da essa diversa per disegno e
per
ordigni, forse più nobile per li costumi, fondata
ertamente da essa diversa per disegno e per ordigni, forse più nobile
per
li costumi, fondata su di un principio novello. I
di un principio novello. I Greci che nella poesia ravvisarono l’amore
per
l’aspetto del piacer de’ sensi, non l’ammisero ne
ne fu il primo a introdurlo nella tragedia con decenza e delicatezza;
per
la qual cosa dee dirsi che da lui cominciasse la
il successo di questa Marianne, essendosi sostenuta a fronte del Cid
per
tante rappresentazioni con estremo piacer del pub
o che la vide senza stancarsene comparire in iscena di tempo in tempo
per
lo spazio di quasi cento anni, come osservò il si
de Don Pedro Calderòn da Don Joseph suo fratello, impresse in Madrid
per
Maria Quiñones nel medesimo anno 1636, non trovan
e con minore ingegno del fratello merita ancor la stima de’ nazionali
per
essere stato più di Pietro castigato nell’uso del
essere stato più di Pietro castigato nell’uso delle arguzie viziose,
per
la scelta degli argomenti, per la vasta letteratu
tigato nell’uso delle arguzie viziose, per la scelta degli argomenti,
per
la vasta letteratura ond’era ornato, e per la pur
la scelta degli argomenti, per la vasta letteratura ond’era ornato, e
per
la purezza con cui parlava la propria lingua. Sot
i Agrippa re di Alba, ovvero il Falso Tiberino rappresentata nel 1660
per
due mesi continui e rimasta su quelle scene. Piac
nza nelle situazioni e ne’ consigli; Astrato re di Tiro rappresentata
per
tre mesi nel 1663, e rimasto al teatro malgrado d
a de’ caratteri, ed altri difetti di quelle favole che si ascoltarono
per
qualche anno e sparvero senza ritorno. Quinault n
’immaginazione. Faceva versi ben torniti, ma non mostrò di esser nato
per
la poesia tragica. Nelle sue tragedie, come osser
Evremont, si cerca sovente il dolore, e si trova solo certa tenerezza
per
lo più intempestiva che degenera in mollezza. Fu
enno la sola Atalia di Racine a tutto il teatro tragico francese. Non
per
tanto Achinoa moglie di Saulle colle sue figliuol
persone oziose, inutili a quelle azioni. Viene egli ripreso eziandio
per
aver nell’Assalonne alterata la storia sacra, fac
per aver nell’Assalonne alterata la storia sacra, facendolo penitente
per
renderlo atto a muovere la compassione. Ma si lod
principalmente un tuono continuato di fredda elegia e di galanteria,
per
cui spariscono i tratti importanti di libertà che
importanti di libertà che tutta ingombra l’anima di Solone. Le scene
per
lo più lunghe, oziose e quasi sempre fredde di qu
e e quasi sempre fredde di quattro donne che v’intervengono, spargano
per
tutto, e specialmente ne’ primi tre atti, un lang
altro male non avendo che un braccio ferito. Nell’atto V Licurgo esce
per
far sapere alle donne del dramma che il Senato è
l quale si mette a declamare lungamente con tutta l’inverisimiglianza
per
uno che stà spirando, e racconta verbosamente che
poco tragica intorno a i natali di Cleorante ad oggetto di valersene
per
impedire con autorità di padre che Pisistrato che
obbliga tratto tratto a discostarci da questo valoroso esgesuita che
per
tanti altri pregi merita la nostra stima. a. Rif
d Ernesto, artisti entrambi ; l’ una, ritiratasi dal teatro nel 1882,
per
le parti di prima attrice giovine e prima attrice
882, per le parti di prima attrice giovine e prima attrice ; l’ altro
per
quelle di generico e secondi caratteri ! I Coltel
va a Sua Eccellenza Don Pedro Rodriguez conte de Acevedo, Governatore
per
Sua Maestà Cattolica in Milano, una sua domanda p
vedo, Governatore per Sua Maestà Cattolica in Milano, una sua domanda
per
ottener la grazia di poter fare esercire un lotto
manda per ottener la grazia di poter fare esercire un lotto in Milano
per
mesi tre cominciando da Novembre fino alla fine d
ente non doveva passar le otto o diecimila lire : fu data concessione
per
ottomila lire. Riuscito il primo colpo, la Concev
o, la Concevoli tornò all’ assalto l’ anno dopo, chiedendo la licenza
per
la durata di 8 mesi, e per Cremona e Pavia, col v
assalto l’ anno dopo, chiedendo la licenza per la durata di 8 mesi, e
per
Cremona e Pavia, col valsente di tre mila scudi p
rata di 8 mesi, e per Cremona e Pavia, col valsente di tre mila scudi
per
ogni città. Non accordando le due città, contenta
rdando le due città, contentarsi degli otto mesi e de’ sei mila scudi
per
la città sola. Fu accordata la licenza per Cremon
mesi e de’ sei mila scudi per la città sola. Fu accordata la licenza
per
Cremona soltanto, colla durata di tre mesi e pel
a Florinda chiese e ottenne che le tre parpajole fosser ridotte a due
per
ciascun bollettino. » « Nel 1612 – dice ancora il
orrere alla riuscita della vostra intrapresa. Le storie ragionate che
per
mano della filosofia si conducono per le varie sp
apresa. Le storie ragionate che per mano della filosofia si conducono
per
le varie specie poetiche e singolarmente teatrali
er le varie specie poetiche e singolarmente teatrali, non son dettate
per
appagar soltanto una sterile curiosità: ma racchi
bellezze vanno alla giornata moltiplicandosi, fa uopo tratto tratto (
per
fortificar co’ veri principj dell’arte e col gust
i grandi del secolo cadente, di se stessi pieni così che ne riboccano
per
ogni verso, questa, com’ essi dicono, trita mater
fregiarsi dell’augusto alloro de’ principi della letteratura, i quali
per
altro ripetendo per lo più sino all’ultima noja i
to alloro de’ principi della letteratura, i quali per altro ripetendo
per
lo più sino all’ultima noja i più divulgati ranci
el sublime seggio ove siede fastoso qualche grecista ardito, il quale
per
cianciar su di alcun marmo spezzato e supplirlo a
a, e come pigmei in somma, la cui pelle distesa a forza di puro vento
per
via di replicati argomenti si gonfia e gli fa per
forza di puro vento per via di replicati argomenti si gonfia e gli fa
per
qualche istante parer gigantoni. Io però non chiu
aliti che sfumano da simili fungose escrescenze della letteratura. Nè
per
cicalar che facciansi quelle imbellettate invide
za e l’utilità di un genere di poesia, da cui, se v’ha mezzo efficace
per
diffondere nel popolo una vantaggiosa pubblica ed
ice passatempo, ma come industre espediente suggerito dalla filosofia
per
seminar nelle società dilettando, la coltura, la
seminar nelle società dilettando, la coltura, la virtù, la morale, e
per
secondar le provvide vedute de’ legislatori. Sann
si compongano a certa esteriore pulitezza che i solitarj non mai son
per
acquistare. Sanno in oltre che la poesia rapprese
lla teatral poesia, la coltivarono gli uomini più gravi e decorati. E
per
mentovarne alcuni pochi, nelle Spagne vi si dedic
roug, il capitano Stèele: nella Francia Margherita di Navarra compose
per
la scena; Francesco I cercò d’inspirarne a’ suoi
ulle tracce dell’Italia; il cardinal Richelieu avrebbe voluto passare
per
potea teatrale, e ne promosse la coltura, onde ge
lla natura matrigna la comprensione di un vero Tinitiva dell’Orenoco,
per
non ravvisare l’istruzione, i politici vantaggi e
vantaggi e l’innocente piacere che ci appresta la poesia teatrale, e
per
tenere in conto di studio triviale quello che spe
o dagl’impostori letterarj, politici e morali, quanto un buon teatro;
per
la qual cosa essi adopreranno sempre gli ultimi l
atro; per la qual cosa essi adopreranno sempre gli ultimi loro sforzi
per
avvilirne l’occupazione, temendo di esser su di e
e, e nulla temete, perchè ad un bisogno non mancherà chi levi la mano
per
istrappar dal viso degl’impostori le speciose lar
al grado di perfezione ond’era capace. Se l’odierna musica non ha più
per
iscopo quel fine morale cui la conducevano i Grec
, la quale se non appaga del tutto la severa ragione, basta nullameno
per
sedurre l’immaginazione con una illusione aggrade
etastasio. [3] Ad altre cagioni oltre le accennate fa di mestieri non
per
tanto appigliarsi volendo esporre i motivi della
o di essere troppo raffinata e poco filosofica proponendosi solamente
per
fine di grattar l’orecchio e non di muovere il cu
’imitazione della natura il vero, il grande, il patetico, il semplice
per
correr dietro alle bambocciate, alle caricature e
ad un filosofo, il quale non iscrive mosso dall’odio o da connivenza
per
chicchesia, ma per solo amore del vero. E guardia
quale non iscrive mosso dall’odio o da connivenza per chicchesia, ma
per
solo amore del vero. E guardiamoci bene di non av
, e l’orchestra non faceva che accompagnarle sobriamente e sotto voce
per
il comune. Siffatta semplicità non piacque lungo
a dar negli eccessi, stimando che la musica strumentale esser dovesse
per
la poesia 131 ciò che per un disegno ben ideato
do che la musica strumentale esser dovesse per la poesia 131 ciò che
per
un disegno ben ideato la vivacità del colorito o
la vivacità del colorito o il contrasto animato de lumi e delle ombre
per
le figure. L’uso ne fu portato più avanti dal Lam
a natura nelle tempeste, o negli sconvolgimenti dell’oceano, facciano
per
comparazione comprendere il morale scompiglio, in
tà alla eloquenza di Virgilio, come sarebbe a dire, le strane vicende
per
le quali è pervenuto quel ferro da i campi di Tro
acca agli oggetti imitati; tutto ciò, io dico, è intieramente perduto
per
gli strumenti. E questa è la cagione altresì per
intieramente perduto per gli strumenti. E questa è la cagione altresì
per
cui le suonate, le sinfonie, i concerti e gli alt
leggiadre pitture contengono degli oggetti fisici della natura, hanno
per
necessità dovuto aprire un vastissimo campo all’u
umenti. Il suo spirito dotato, a così dire, di un tatto squisitissimo
per
presentire i diversi effetti della musica, ha sap
agiscono sopra di noi in mille maniere che la melodia vocale non può,
per
quanto si faccia, perfettamente imitare. E il mov
rappresentare i mugiti d’un mare agitato, gli urli dei mostri vaganti
per
le foreste, il romore del tuono, il cupo chiarore
e umana nella espressione degli affetti. Il canto non basta più volte
per
far capire agli uditori tutta l’agitazione onde v
dir troppo, delle circostanze dove si bramerebbe d’avere cento lingue
per
palesare con esse la folla e il tumulto delle sen
e in cent’altre occasioni la musica strumentale si rende necessaria o
per
aumentar l’espressione, o per maggiormente svilup
usica strumentale si rende necessaria o per aumentar l’espressione, o
per
maggiormente sviluppare la sensibilità, o per sup
mentar l’espressione, o per maggiormente sviluppare la sensibilità, o
per
supplire alla scarsezza della vocale o per imitar
iluppare la sensibilità, o per supplire alla scarsezza della vocale o
per
imitar molte cose che cadono direttamente o in di
ne della espressione, e cavare da esso solo l’utilità che si potrebbe
per
rimettere, eccitare, trasfondere e variar le pass
effetto indi prodotto sarà più confaccente alle leggi dell’armonia, e
per
conseguenza più musicale. [14] La seconda è quell
ltrimenti crederebbonsi banditi dal consorzio degli uomini, e scaduti
per
sempre dalla protezione del nume, che presiede ai
della passione, che sospende e tronca il pendio naturale del periodo
per
dar luogo agli strumenti; dovechè il sano giudizi
e della natura. Che si direbbe d’un cotale che, camminando lentamente
per
via, si mettesse ad un tratto a spiccar salti e c
vengono doppo, non dovrebbe premettersi fuorché nel caso che l’aria o
per
esser lirica, o per non trovarsi intimamente inne
ovrebbe premettersi fuorché nel caso che l’aria o per esser lirica, o
per
non trovarsi intimamente innestata col senso del
o per non trovarsi intimamente innestata col senso del recitativo, o
per
comprendere un movimento inaspettato, o perché es
a sinfonia preliminare, oltre l’eccitar la curiosità dell’udienza, ha
per
iscopo eziandio l’esporre come in breve argomento
dramma. Bisogna aver filosofato assai poco sulla natura della musica
per
non avvedersene che cotal sinopsi od epitome musi
he l’uditore dopo aver sentita la sinfonia aspetti pur anco le parole
per
sapere che quella che giace colà svenuta sul sass
radevole monotonia, poiché, avendosi a rendere la passione che domina
per
tutto il dramma, l’uditore sarebbe costretto a se
, che gli toccherà poi in sorte d’ascoltare sì lungo tempo, e che dee
per
conseguenza essere dal compositore sobriamente di
le amorose smanie d’Issipile, quello che mi dee strappare le lagrime
per
l’abbandono di Costanza nell’isola disabitata da
degli strumenti, l’azione dei quali si distrugge a vicenda. I flauti,
per
esempio, il cui suono dolce e grazioso non dovreb
torno di Ezio fra gli applausi e l’allegrezza d’un popolo che si vede
per
mezzo di lui liberato dal timore di Attila. Tale
sinfonia militare che precede la venuta d’Alessandro non men superbo
per
la conquista dell’India che pel supposto amore di
e a tempo e luogo adoperati farebbero un grandissimo effetto. Perché,
per
esempio, non ammettere un organo nella orchestra,
quale rientrata troppo immaturamente ne’ regni della morte mi lasciò
per
ogni retaggio il dolore d’averla conosciuta così
quest’opera, e dovendosi parlare in altri capitoli, non mi tratterrò
per
ora se non quanto basta per far vedere la poca cu
rlare in altri capitoli, non mi tratterrò per ora se non quanto basta
per
far vedere la poca cura che hanno i maestri di se
are i maestri al necessarissimo studio della declamazion teatrale, o,
per
dir meglio, nasce dal mancare in Italia quest’art
’imitazione, come lo è ancora l’esempio dei prelodato Gluck, il quale
per
ovviare agl’inconvenienti testé accennati del rec
in opera, così vuolsi rendere la dovuta giustizia a quel gran maestro
per
aver saputo guidare con un tal mezzo la voce del
difetti si trovano nelle composizioni dei moderni maestri, ma basterà
per
confermazione del mio assunto rilevare alcuni tra
uenza “Mora dunque”? Il giuoco degli strumenti prima del “mora” è non
per
tanto un contrasenso dell’armonia, per ischivarne
rumenti prima del “mora” è non per tanto un contrasenso dell’armonia,
per
ischivarne il quale bisognerebbe posporre le note
tore frammette tra il “fulmine” e il “risolve” un silenzio nella voce
per
sedici semicrome, che non viene indicato in alcun
o come le idee semplici scomposte prima e divise si riuniscono poscia
per
formar una idea complessa; debbonsi in tal guisa
anzi maggiormente rilevi l’effetto dell’altro, cercando di combinare
per
quanto sia possibile l’unità, che convince ed app
e lo distingua da ogni altro del medesimo genere; che le modulazioni,
per
esempio, ch’entrano nella composizione d’un sogge
di musicali raccozzati insieme senza disegno a formar un soggetto che
per
lo più è in contraddizione con se medesimo e col
obile tristezza d’Ezio o d’Achille col tuono proprio delle canzonette
per
ballo; i vezzi e le frascherie sostituite all’ant
i capricciosi, con arpeggi fuori di luogo, e con ambiziosi ornamenti;
per
dir tutto in poche parole il secolo del Marini e
ietro a quello dell’Ariosto e del Bembo, ecco il vero, il genuino, il
per
niun verso alterato quadro della presente musica
aggior parte di quelle che si cantano in oggi sui teatri. [28] Aprasi
per
un poco una carta o spartito musicale, e vi s’oss
solo, e senza l’accompagnamento la prima parte dell’aria. Sia l’aria,
per
esempio, questa: «Nel lasciarti, o Prence ingra
uto in gorgheggiar su quel povero core. Crederemo che sia finita? Non
per
certo. Fa pausa il cantore, e gli stromenti riemp
ipigliando coll’ordin medesimo le parole. Però si tornano a replicare
per
molte volte quel “cor”, quel “seno”, e quel “lato
e volte quel “cor”, quel “seno”, e quel “lato” scorrendo or sù or giù
per
le note con gorgheggi velocissimi, e con mille se
con gorgheggi velocissimi, e con mille semicrome. Cessa il canto, ma
per
questo siamo fuori d’impaccio? Oibò. La musica st
anno. Questo non è che il primo ostello dove si rinfrancano i cavalli
per
ripigliare valorosamente la corsa. Il ritornello,
sufficiente il senso delle parole? Si fa, diranno i maestri imperiti,
per
dar luogo all’armonia. Diasi pure. Ma hassi a dar
, il quale sovente non finisce fuorché nella seconda parte dell’aria,
per
ripeter la prima fino alla noia? Hassi a ritardar
i a ritardare l’impeto dell’affetto ch’esigerebbe un isfogo ulteriore
per
fermarsi a bell’agio su un “a”, su un “i” o su un
su un “o”? Hassi a star gorgheggiando un quarto d’ora su una cadenza
per
far capire all’udienza che lo smascolinato Arione
i dieci? Ciò è a un dipresso lo stesso che dire che la natura è fatta
per
ubbidire alla musica, non la musica per imitar la
he dire che la natura è fatta per ubbidire alla musica, non la musica
per
imitar la natura. [30] Io son ben lontano dal vol
, voglio anzi ch’ei raggiri il suo pensiero, e a così dir, l’analizzi
per
entro alle differenti modulazioni che le somminis
e distinte e durevoli della sua possanza, ha bisogno d’esser condotta
per
più modulazioni differenti. né m’è ignoto altresì
o de’ suoi trasporti o de’ suoi tormenti. La quale proprietà, volendo
per
poco inoltrarsi nell’abisso della sensibilità uma
ebbe di mestieri il nostro cordoglio. Così una tenera madre disperata
per
la morte del figliuolo, ch’era l’unico oggetto de
ascosto avea egli i suoi preziosi danari, s’ode gridare da forsennato
per
la scena: «Helas! Mon pauvre argent, mon pauvre a
farò senza Euridice?» dell’Orfeo, dove il protagonista, essendo stato
per
un improvviso e crudele accidente privato della c
medesima metodicamente, né d’interrompere la sua impetuosità naturale
per
fermarsi a ripigliar con ordine la stessa serie d
vimenti; che il distaccare dal tutto insieme d’un’azione uno squarcio
per
recitarlo di nuovo è dissonanza non minore di que
n una commedia di carattere, o in una tragedia la replica d’una scena
per
quanto sia ella sublime, forte, o patetica, e per
replica d’una scena per quanto sia ella sublime, forte, o patetica, e
per
quanto venga dagli attori maestrevolmente rappres
monia vostra dolcissima.» [33] Bisognerebbe render grazie al Piccini
per
essere stato (a quello che sento da alcuni) il pr
da capo sostituendovi le arie lavorate a rondò, del che ne diede egli
per
la prima volta un plausibile esempio nel «Dov’è?
egli per la prima volta un plausibile esempio nel «Dov’è? s’affretti
per
me la morte», se da cotai usanza non fossero venu
ello altresì di ridurre la musica ad una sgradevole uniformità, altro
per
lo più non sentendosi in oggi che arie intrecciat
quista di mano in mano la musica, consiste nel distruggere un difetto
per
impiantarvi un maggiore. Il peggio si è che un ta
lle parole, ma nella smania che ha il cantore di condurre la sua voce
per
tutti i tuoni possibili, mi sembra che si cadereb
nza. [35] Che diremo del poco riguardo che si ha da maestri dozzinali
per
le convenienze della poesia? Alle volte la scena
la scena costerà di venticinque versi perché altrettanti vi vogliono
per
bene esprimere il sentimento, e di questi ventici
to da ballo! Altro non gli restava che riserbar il tuono del Miserere
per
una contradanza. [36] Alle volte si scontrerà il
appellativi in avverbi, o in parole che non hanno espression musicale
per
se medesime, come sono per esempio “arena”, “regn
n parole che non hanno espression musicale per se medesime, come sono
per
esempio “arena”, “regno”, “padre”, “senza”, “fron
pressione fermandosi soltanto nelle parole individuali che si trovano
per
accidente nella composizione, e tralasciando, anz
con questo mezzo il sentimento generale dell’aria? Esprimerà questa,
per
esempio, un affetto concitato e veemente, ma scon
nno quindici o venti slanci di voce qualora il leone che errando vada
per
la natia contrada, o l’orsa nel sen piagata, o la
ebbe che si scorresse di lungo sui movimenti particolari e subalterni
per
meglio esprimere la passion dominante, se quei ri
iante con siffatte anticaglie, che sono (quasi direi) venute a nausea
per
la loro frequenza. Anfossi, che pur non è fra cot
o difficoltà d’impiegare nove battute e mezza (le quali a sedici note
per
battuta rendono il numero di cento cinquantadue n
a “amato” nell’aria “Contro il destin che freme” dell’Antigono. E ciò
per
due volte consecutive. Gran Dio! Cento e cinquant
. Gran Dio! Cento e cinquantadue, anzi trecento e quattro inflessioni
per
una sola vocale! E questa si chiama musica dramma
d’inflessioni e d’accenti diversi da quello d’ogni altra. Si tratta,
per
esempio, d’una disgrazia accaduta all’improvviso
una persona amabile, come sarebbe a dire di consolare un tenero padre
per
la morte del suo unico figliuolo? Molti ne avrann
una lagrima fuggitiva le lagrime dello sventurato amico. L’amore… ah!
per
l’amore non v’ha che il velo di Timante, o l’impi
ista l’espressione poetica? Basta gettar uno sguardo sulle carte loro
per
chiarirsene ad evidenza di tutto il contrario. Ta
vo che serve di fondamento ad un’aria d’amore viene da loro impiegato
per
significare la benivolenza, la divozione, la piet
cavino le parole dallo spartito, la composizione da sé sola non offre
per
lo più veruna rassomiglianza, verun linguaggio in
ffre per lo più veruna rassomiglianza, verun linguaggio intelligibile
per
chi che sia. E quindi viene altresì la facilità c
e applicarsi giammai fuorché all’espressione dell’allegrezza. Piacemi
per
ora di fare una supposizione contraria e di figur
fosse pur costretto a distaccarsi improvisamente dal fianco d’Emirena
per
abbandonarsi alla incertezza del proprio destino,
arole con cui Farnaspe esporrebbe la crucciosa sua situazione fossero
per
esempio le seguenti: «Vicina al termine
uelle pitture cinesi prive d’imitazioni e di disegno e stimabili solo
per
la vivacità del colorito, e che dimenticandosi af
col tutto. E questo perché? Per mancanza di studio e di riflessione,
per
mantenere i pregiudizi che hanno ormai acquistato
Taltoc, idolo ridicolo degli antichi Messicani, tutta l’applicazione
per
la predica dei Corpus Domini, pe’ i suoi parenti
ione per la predica dei Corpus Domini, pe’ i suoi parenti ed amici, e
per
la processione de’ flagellanti che si faceva in C
ccia tutto l’argomento d’un’azion musicale, dando le regole opportune
per
lavorare l’apertura, dirigendo la fantasia nella
dee corrispondere al tuono che domina nella poesia, additando i mezzi
per
ben disporne i motivi subalterni che si scelgono
istillano loro i principi di quella erudizione che tanto è necessaria
per
chi s’accinge a comporre, come sarebbe a dire int
la musica, non trovarsi digiuno nella storia e nei costumi de’ popoli
per
non dare all’asiatico Enea la stessa melodia che
cui vive la maggior parte di essi di quei principi dell’arte propria,
per
comprenderne i quali basta una mente avvezza a ra
si nelle scienze e nelle arti senza la speditezza dei metodi, i quali
per
la maggior parte degli uomini sono ciò ch’è la bu
i, i quali per la maggior parte degli uomini sono ciò ch’è la bussola
per
le caravane che traversano i deserti immensi di S
ero cielo, non ponno fiorire colà dove i coltivatori loro le prendono
per
un mestiero che debbe unicamente servire di strom
bliche, ma è fuor di dubbio che non mancherà la sua spezie di Coliseo
per
gli scioperati. La dimanda che oggidì fa il popol
Ottavia e delle attrattive di Popea giunse fino a mutilar un garzone
per
isposarlo, e concepì la strana fantasia di vestir
e concepì la strana fantasia di vestirsi delle spoglie di un vitello
per
intraprender ciò che non oserei raccontare senz’a
re, la sua infastidita sensibilità. Ma cotai tuoni divenuti anch’essi
per
la stessa cagione insipidi e freddi dopo qualche
tempo, necessario è che cadano nella stessa dimenticanza che i primi
per
dar luogo ad altre modulazioni più vive, l’effett
[50] La vanità, di cui è proprio il rinunziar ad una folla di piaceri
per
meglio assaporare il maggiore di tutti ch’è quell
h’è quello di farci credere superiori agli altri, è il motivo altresì
per
cui molti si compiacciono d’uno stile ricercato e
quale disposizione che sebbene dal cielo sia stata data a pochissimi,
per
tutto il mondo crede di possederla. L’ambizione p
ata a pochissimi, per tutto il mondo crede di possederla. L’ambizione
per
tanto non trova i suoi conti in codeste bellezze
raordinario e il bizzarro, ciò che suppone un qualche sforzo di mente
per
ben comprendersi, perché ciò fa onore alla penetr
o un’altro inconveniente. Quanto maggiore è il trasporto di un popolo
per
gli spettacoli tanto più grande è la libertà che
cremento, di spiar tutte le uscite e veicoli che guidano al bello non
per
anco ben conosciuto, e di rintracciar nel vasto c
le fisonomie formate troppo presto nei fanciulli, le quali annunziano
per
lo più la debolezza dell’individuo e la scarsezza
la lode propria che coll’altrui, cerca d’avanzarsi nella sua carriera
per
sentieri non battuti dai concorrenti. Quindi l’am
ttuti dai concorrenti. Quindi l’amore della singolarità, il disprezzo
per
gli antichi metodi, il discostarsi dai maestri e
or ora da qualche isola boreale scoperta dal celebre viaggiatore Cook
per
ignorar i talenti e la scienza del sempre bello e
e e d’una maravigliosa ricchezza nelle idee musicali, e che risplende
per
ornatissimo stile e per nuovo genere di vaghezza;
icchezza nelle idee musicali, e che risplende per ornatissimo stile e
per
nuovo genere di vaghezza; d’un Piccini maestoso i
di vivo ingegno, di stile brillante e florido; d’un Sacchini celebre
per
la sua maniera di scrivere dolce, affettuosa, e s
ra i più gran compositori del suo tempo pel colorito forte e robusto,
per
la ragione che spicca nelle sue composizioni, e p
forte e robusto, per la ragione che spicca nelle sue composizioni, e
per
la verità della espressione; d’un Bertoni scritto
di scelta felice negli accompagnamenti; d’un Caffaro, d’un Millico, e
per
tacere molti altri, d’un Cristoforo Gluck, il qua
e, o morti da poco tempo o viventi ancora, l’Europa tutta si riunisce
per
rendere la dovuta giustizia ai due famosi eredi d
Nardini, il primo dei quali si creò un suo particolare stile mirabile
per
la bella e forte cavata dello stromento, mentre i
non meno che nella patetica e dolce gravità de’ suoi adagi. Singolare
per
la forza, vigore, e chiarezza del suono, per l’op
e’ suoi adagi. Singolare per la forza, vigore, e chiarezza del suono,
per
l’opportuna scelta degli ornamenti, per la nobilt
igore, e chiarezza del suono, per l’opportuna scelta degli ornamenti,
per
la nobiltà del suo stile e per diversi altri preg
er l’opportuna scelta degli ornamenti, per la nobiltà del suo stile e
per
diversi altri pregi è l’egregio Pugnani, direttor
matori della scienza armonica divenuti il Ferrari suonatore originale
per
lo suo stile ameno, vago e grazioso, il Buccarini
una bellissima cavata di suono limpido, netto e preciso. E chi non sa
per
quanta fama vadano chiari i nomi del Brioschi, de
to in tutte le sue parti, ed alcuni antichi pregiudizi tolti di mezzo
per
sostituirvi degli altri bastano a caratterizzar i
trice, la nostra età dovrebbe a ragione chiamarsi il secolo d’Augusto
per
la facoltà musicale. Ma se, come abbiamo provato
ole della imitazione, se questo fine non s’ottien nella musica se non
per
mezzo della semplicità, della verità e della natu
ente non fosse di lui, io sono pronto a disdirmi. Ciò però non deroga
per
niente al mio assunto, giacché di gran parte dell
rreggere gli enormi abusi introdotti nella eloquenza sacra, e celebre
per
la purgatezza dello stile, per la pittura dei car
dotti nella eloquenza sacra, e celebre per la purgatezza dello stile,
per
la pittura dei caratteri nazionali e per critica
r la purgatezza dello stile, per la pittura dei caratteri nazionali e
per
critica lepidissima. Avrebbe ottenuta una lode se
Tespiana, appartata dalla tragedia come scoria di niun pregio errava
per
li villaggi sotto nome di commedia preso dal voca
olo, mosse alcuni comici industriosi a migliorarne la forma togliendo
per
esemplare la tragedia. Ed osservando poi che ques
liaste d’Aristofane i villani oppressi da i ricchi andavano spargendo
per
gli villaggi indi per la città, trovarono ne’ poe
villani oppressi da i ricchi andavano spargendo per gli villaggi indi
per
la città, trovarono ne’ poeti comici tanti zelant
saremmo forse meno di quel che siamo incerti in molte cose necessarie
per
illustrarla. Questi libri ci avrebbero somministr
Alceo comico figlio di Micco era di Mitilene, e rinunziò alla patria
per
dirsi Ateniese. Lasciò questi dieci favole, una d
de’ cori. Impazienti poi dell’ uguaglianza ambirono di sovrastare, e
per
iscemare l’ammirazione che sino a quel punto avea
are il merito de’ passi migliori delle tragedie col renderli ridicoli
per
mezzo di alcuni leggieri maliziosi cangiamenti. I
parodia che fu l’anima della commedia antica. La vittoria si dichiarò
per
gli comici, se ad altro non si miri che al pregio
i comici soccorsi soltanto dalla propria immaginazione gli traevano,
per
così dire, dal nulla, e presentavano uno spettaco
nel quale i comici e gli spettatori erano membri della sovranità. Osò
per
questo un poema così straordinario internarsi imp
ro costumi, ma col nominarli e copiarli al naturale colle maschere. E
per
ultimo riuscì tal commedia fuor di misura sfaccia
ioni eccessive. Atene che trovavasi in sì alto punto di prosperità, e
per
conseguenza di moral corruzione, mirò senza orror
n rassomiglia punto alla Greca Antica, Allegorica, Satirica, la quale
per
invenzione, per novità, per grandezza di disegno,
nto alla Greca Antica, Allegorica, Satirica, la quale per invenzione,
per
novità, per grandezza di disegno, per sale e per
ca Antica, Allegorica, Satirica, la quale per invenzione, per novità,
per
grandezza di disegno, per sale e per baldanza si
irica, la quale per invenzione, per novità, per grandezza di disegno,
per
sale e per baldanza si allontana da ogni favola c
uale per invenzione, per novità, per grandezza di disegno, per sale e
per
baldanza si allontana da ogni favola comica moder
descritta da Tucidide. Non sarà forse senza profitto della gioventù,
per
ben conoscere il teatro Greco e l’arte usata da q
i con caratteri indelebili. Ma la commedia principalmente che dipinge
per
gli spettatori presenti e non per gli futuri, è s
commedia principalmente che dipinge per gli spettatori presenti e non
per
gli futuri, è sopra ogni altra esposta all’abband
dasi a leggere senza gli accennati requisiti? Questo basti ai giovani
per
non lasciarsi spaventare dalle critiche pedantesc
i giovani per non lasciarsi spaventare dalle critiche pedantesche del
per
altro dotto Nisieli contro Aristofane o dagli olt
siderato è quello della fatuità, e che debbono apprendere e ritenere,
per
sovvenirsene nelle loro decisioni, che questo Ari
a Cristiana. Cinquanta e più commedie compose Aristofane, delle quali
per
la maggior parte è perita ancora la memoria. Di a
pace. Ma parendogli di non esserne inteso risolve di volare in cielo
per
lamentarsi con lui più da vicino. I servi e le fi
Giove, è venuto a mal tempo, essendo fuori di casa con gli altri dei,
per
cedere alla Guerra la propria abitazione, e lasci
. Dove sono essi andati? dice Trigeo. Più in alto (risponde Mercurio)
per
non veder combattere i Greci, nè ascoltar quelli
e i Greci, nè ascoltar quelli che gli porgono suppliche. Aggiugne che
per
la loro ostinazione essi non vedranno più la Pace
lice. Io vò mettervi ancor dentro un poco di mele Attico. Trig. No,
per
dio, non fare; mettivi qualche altro mele, e risp
a favola consiste nel Coro che fa sforzi grandi, tirando alcune corde
per
ismuovere le gran pietre che chiudono la bocca de
itarda l’esecuzione; il che allude alle discordie delle città Greche,
per
le quali sussiste la guerra. I soli agricoltori t
a, e in questa guisa destò un incendio così grande, che tutti i Greci
per
lo fummo ne lagrimavano, tutte le vigne ardendo s
acchetare gli uomini che contendevano, si calunniavano e combattevano
per
frascherie. Egli ha bandito (soggiugne) dal teatr
Questo sacro impostore accumula sentenze e parole vuote di sostanza,
per
mostrarsi uomo grave, inspirato, interprete della
e’ gravi e ne’ lepidi drammi. Altra gente arriva in mezzo al tripudio
per
far vedere le felici conseguenze della pace. Un a
rimi magistrati si fa capo delle donne Greche, e ordisce una congiura
per
ridurre gli Ateniesi a pacificarsi cogli Spartani
colore che mi abbia, mi raffazzonerò, mi farò trovare gaja ed ornata
per
destar le fiamme del consorte, ma insensibile a’
e del consorte, ma insensibile a’ suoi ardori, tutto metterò in opera
per
non condiscendere. Veramente essa abbonda di pitt
ondiscendere. Veramente essa abbonda di pitture oscene, abominevoli e
per
niun modo confacenti per portare il nome di catec
ssa abbonda di pitture oscene, abominevoli e per niun modo confacenti
per
portare il nome di catechismo, come può dedursi d
za scena di Mirrina con Cinesia suo marito nell’atto quarto? Le donne
per
mezzo di quel ritrovato la vincono, e costringono
Di passaggio in questa commedia è motteggiato Pisandro (Nota XX) che
per
avere occasione di rubare il pubblico danajo, con
Mostra in prima il poeta la loro scempiaggine nel modo da esse eletto
per
ottenerlo. Si mascherano con abiti virili, lascia
cere la loro lanugine, e si appiccano al mento delle barbe posticcie,
per
andare al Consiglio. Espone poscia la loro imperi
a stranamente valendosi de’ più ridicoli argomenti nel dimostrare che
per
migliorar la città debba concedersene alle donne
ia la propria. Egli è costretto a venir fuori da un bisogno naturale,
per
fare in piazza ciò che la decenza prescrive di fa
olana libertà e schifezza di que’ popoli. Blepiro in vero si discolpa
per
esser di notte: ma eravi in Atene tal costume di
tte: ma eravi in Atene tal costume di venire espressamente in istrada
per
siffatte cose? Di più se è di notte, sì che non p
intendiamo di cogliere dagli scrittori di ogni tempo il più bel fiore
per
ispirare il buon gusto, e di osservarne anche i d
nque con naturale ma schifosa dipintura, e quel che è peggio, inutile
per
l’azione, si dispera per non potersi alleggerire
fosa dipintura, e quel che è peggio, inutile per l’azione, si dispera
per
non potersi alleggerire del peso del ventre. Crem
rsi dar loro il governo della città. Vengono indi le donne frettolose
per
metter giù i pallii, i bastoni e le scarpe de’ lo
a moltissima terra, intanto che un altro non ne abbia pure una spanna
per
esservi sepolto: che uno sia circondato da una fo
vi sepolto: che uno sia circondato da una folla di schiavi e un altro
per
bisogno sia costretto a servire. Vita comune, ugu
uno. Ma qual pro da questo? dice Prassagora. Così i vecchi passeranno
per
padri di tutta la gioventù. E chi lavorerà la ter
ole in ogni paese trovarsi nella bocca de’ poveri che non posseggono,
per
invidia de’ ricchi e per rincrescimento della fat
i nella bocca de’ poveri che non posseggono, per invidia de’ ricchi e
per
rincrescimento della fatica. Ora il poeta sagace,
ia de’ ricchi e per rincrescimento della fatica. Ora il poeta sagace,
per
mostrarne l’insussistenza, lo fa uscire da teste
espone comicamente gli assurdi. Quanto gusto e dottrina non ci vuole
per
discutere sulla scena col riso nella bocca le qui
discutere sulla scena col riso nella bocca le quistioni politiche, e
per
distruggere i pregiudizj sì che i volgari vi si a
giudicarlo. Ambedue picchiano alla porta del giovane tragico Agatone
per
supplicarlo di prendere fralle donne la difesa di
ll’aver negato l’esistenza degli dei, ella che vender solea ghirlande
per
gli sacrifizj, dopo le di lui tragedie, non vende
oratrice che vien minacciata di esser pelata col fuoco. Continua non
per
tanto Mnesiloco a riferire gl’ inganni femminili,
lle ruffiane nelle feste Apaturie, e i beveraggi apprestati ai mariti
per
farli impazzire ed altro. Il romore che eccita qu
è costei? e quell’ altra? Cade infine il sospetto sulla finta donna,
per
non essere essa da veruno di loro conosciuta. Fan
o di loro conosciuta. Fanno sopra di lui tutte le necessarie ricerche
per
assicurarsi del sesso, e toccando la verità lo pr
ricerche per assicurarsi del sesso, e toccando la verità lo prendono
per
consegnarlo al magistrato. Un giuoco di teatro be
l movimento di tutta l’adunanza, e dalle diligenze che faceva il coro
per
accertarsi, se altri vi fusse ancora così mascher
ino, ed ha le scarpe alla Persiana! Di quì Mnesiloco prende argomento
per
inveire contro l’ebrezza e intemperanza donnesca.
servano all’ apparenza le pratiche della religione. Adunque Mnesiloco
per
vendetta vuol forare la pelle dell’otre; ma Mica
la fuga, fingendosi Elena moglie di Menelao. Una donna lo rimprovera
per
questa nuova follìa; ma egli senza darle retta pr
e vien detto sepolcro, la donna ch’è presente detta Critilla, è presa
per
Teonoe figlia di Proteo. Dopo ciò il finto Menela
Si avvede poi che di lontano gli fa qualche cenno, dal quale intende (
per
altro con poca verisimilitudine) che vuole che si
a temono che il custode abbia ad opporsi; al che Euripide si traveste
per
l’ultima volta da una vecchia accompagnata da una
ste per l’ultima volta da una vecchia accompagnata da una giovanetta,
per
mezzo di cui adesca il custode, lo disvia, sciogl
e Bacco vestito ridicolosamente da Ercole, e si finge molto poltrone,
per
deridere probabilmente qualche poeta che era mal
Abbasso. Bac. Tu vuoi che ti rompa la testa. Io non vò miga andar
per
siffatte vie. Erc. E perchè? Bac. Perchè vò g
ò miga andar per siffatte vie. Erc. E perchè? Bac. Perchè vò gire
per
quella che tu facesti. Erc. Oh! per quella avra
E perchè? Bac. Perchè vò gire per quella che tu facesti. Erc. Oh!
per
quella avrai molto travaglio. Bisognerà calare in
o nel proposito di andarvi, ma Santia vorrebbe almeno ajuto da alcuno
per
portar la carica. Veggono un morto condotto a sep
domandano, se voglia portar que’ vasi; il morto dice che gli porterà
per
due dramme. Due dramme a Bacco sembrano troppe; n
ccennate da Ercole. Santia risponde di no, e stima che le abbia dette
per
ispaventarlo; ma egli è bravo, non conosce timore
n questo luogo la descrizione dell’Empusa, o sia della Fantasima, che
per
ventura possiamo far conoscere colla versione del
ordacità del comico. Bacco batte alla porta di Plutone, e si annunzia
per
Ercole. Ercole? (risponde Eaco furibondo), colui
à, e pensa di presentargli un buon pranzo; la qual cosa udendo Bacco,
per
goderne, riprende la clava e la pelle di leone. V
a clava e la pelle di leone. Vengono però altri servi che lo prendono
per
un rubatore, ed egli dice a Santia che torni ad e
atore, ed egli dice a Santia che torni ad esser Ercole. Torna Eaco, e
per
sapere quale di essi due è il ladro e quale Ercol
o Eaco parlando con Santia accenna la contesa di Eschilo ed Euripide,
per
la quale havvi tra’ morti un gran contrasto. E’ u
cosa Bacco aggiugne che in fatti egli avea un’ intera notte vegliato,
per
sapere che mai fosse un Equigallo. Ma a ciò Eschi
mi tu, perchè si loda e si ammira un poeta? Eur. Per la destrezza e
per
l’ammonizione, sendo nostro dovere il render gli
o declami colla cantilena da Eschilo usata, esprimendola col ripetere
per
modo d’intercalare Flatto tratto flatto trat, com
uli a un nuovo cimento, volendo che profferiscano a vicenda un verso,
per
esaminare qual sia di maggior peso; ma vi buffone
e pagàto da maligni sacerdoti professori di eloquenza Anito e Melito
per
comporre questa commedia col fine di procurar per
enza Anito e Melito per comporre questa commedia col fine di procurar
per
tal mezzo la condanna del buon filosofo. Di ciò n
fu sentenziato ventidue anni dopo, ed il suo credito non iscemò punto
per
la rappresentazione delle Nuvole. Può ben dirsi p
cità e l’indecenza della commedia antica. Ora non bastavano tali cose
per
accendere nell’animo di Aristofane un desiderio d
giugne della subornazione, non ha fondamento istorico, e lo asserisce
per
congetture ch’egli stesso distrugge col soggiugne
queste cose non possono sapersi se non dal solo Aristofane. Basti ciò
per
l’origine di tal commedia bella insieme e sceller
Strepsiade padre di Fidippide si vede oppresso da i debiti contratti
per
compiacere al figliuolo. Mentre tutti dormono, e
trepsiade va rivangando nella prima scena. Il primo contrasto avvenne
per
lo nome che portar dovea il figliuolo. Io voleva
tumi, mettere da banda la cavalleria, e diventar discepolo di Socrate
per
imparare a rispondere a’ creditori. Non vi si acc
i quest’altra? . . . . . Domandato da Cherefonte, se la zanzara canti
per
la bocca o per lo foro posteriore, Socrate dopo l
. . . . . Domandato da Cherefonte, se la zanzara canti per la bocca o
per
lo foro posteriore, Socrate dopo lunghe e seriose
nto a sciorre sì gran problema, e si è assicurato, che il canto venga
per
la parte deretana. Strep. Il di dietro adunque
sce le ricerche minute intorno a certi insetti di niun uso continuate
per
una serie di anni da’ pseudonaturalisti, i quali
di anni da’ pseudonaturalisti, i quali appo il volgo vogliono passare
per
ingegni rari applicandosi a indagare con affettat
cia in quel cesto. Socrate risponde che egli va colla mente spaziando
per
l’aere e meditando sul sole, cosa che far non pot
no che vada affastellando gran paroloni ch’egli stesso non comprende,
per
acquistar fama di scientifico appo di chi ne sa q
trovarsi oppresso dalle usure e di avere impegnata tutta la sua roba
per
essere stato consumato da un maledetto morbo cava
a un maledetto morbo cavalleresco, e promette di rimunerarlo giurando
per
gli dei. Che sorte di dei giuri tu? ripiglia Socr
ignora il mirabile magistero dell’universo, manca del mezzo naturale
per
sollevarsi da esso gradatamente alla cognizione d
delle Nuvole, alle quali fa una preghiera con parole incomprensibili
per
aggirare l’ignorante Strepsiade, affinchè degnino
che si noti come i comici. Greci si approfittavano di ogni occorrenza
per
appagar l’occhio colla magnificenza delle decoraz
blimi, che agli uomini pacifici e studiosi come noi siamo danno forza
per
meditare e disputare, fecondano la mente, e sommi
sapere, eloquenza. Questa è adunque la ragione, ripiglia Strepsiade,
per
cui udendo la loro voce io mi sento una voglia di
vedere in aria, avendo queste l’aspetto donnesco, e quelle che volano
per
l’aria sembrando tanti volumi di lana che ondeggi
Sparge indi il poeta varie empietà, facendo che Socrate neghi Giove,
per
renderlo odioso, giusta l’oggetto che si ha prefi
p. E perchè questo? le quercie forse giurano sul falso? Socr. Abbi
per
certo che non vi sono se non se queste tre cose,
bili, perchè il loro coro si fingeva composto di una parte del popolo
per
cui si rappresentava, e potevano i poeti trarne f
lo per cui si rappresentava, e potevano i poeti trarne fuori chiunque
per
farlo ragionare, e tra tanti non sarà sembrato st
da che non avendo l’età propria da presentar commedie (richiedendosi
per
legge che il poeta contasse almeno trent’anni, e,
me quelle degli altri comici, i quali fanno uso di vesti lacere . . .
per
far ridere i fanciulli. Essa non si avvilisce a s
rato contro Strepsiade che poco comprende, e nulla ritiene, lo chiama
per
dargli una lezione. La scena è molto salsa e piac
le fantastiche dettegli dal maestro. Finalmente conoscendo questi che
per
lo capo del vecchio altro non si aggira che il no
on rendere le usure, il persuade a raccorsi in se stesso e a meditare
per
rinvenire qualche espediente. Strepsiade si pruov
struggere la cera e scancellar la scrittura. Per simili puerilità e
per
la di lui smemoraggine Socrate s’ infastidisce, e
cevole è la scena di Strepsiade col figlio. Il sale comico di questa,
per
avviso del dotto Brumoy, non è dissimile da quell
(aggiugne l’avveduto scrittore) è più conforme a’ nostri costumi, non
per
tanto essa è men vivace dell’ originale. Strepsia
are in casa a forza. Strepsiade al fine l’obbliga ad andar da Socrate
per
imparar ciò che è giusto e ingiusto, o almeno sol
mparar ciò che è giusto e ingiusto, o almeno solo l’ingiusto. Socrate
per
fare che il giovane impari più facilmente, vuole
Il Torto mette in ridicolo siffatte cose come rancide e fuor di moda,
per
le quali l’uomo si priva di ogni piacere e delizi
ssa dalla parte degli spettatori. Fidippide rimane in casa di Socrate
per
essere istruito. Le Nuvole esortano il popolo a p
r essere istruito. Le Nuvole esortano il popolo a pregiarle e tenerle
per
dee, mostrandogli i beneficj che da loro può rice
colore degno di un impostore Ateniese. Sagace osservazione del poeta,
per
far rilevare al popolo il cangiamento di Fidippid
e modesto che il poeta maestrevolmente ci presentò nella prima scena,
per
mostrarci ora il frutto della corrotta scuola di
a corrotta scuola di un falso filosofo. Egli fa trapelare ancora, che
per
l’avvenire questo sfacciato andrà più oltre. Entr
a, sfugge di rispondere con semplicità, si burla del giuramento fatto
per
gli dei, si vale delle follie apprese da Socrate,
maestro nel baratro infernale. O Nuvole, o Nuvole, questo mi avviene
per
voi. No (riprendono le Nuvole) tu sei stato a te
linato al male, fino a tanto che non lo gettiamo in qualche disgrazia
per
insegnargli a temer gli dei. Oimè! (conchiude Str
llente e artifiziosa commedia dell’antichità, ma la più infame ancora
per
esservi stato calunniato il più virtuoso degli uo
to il più virtuoso degli uomini allora viventi. Detestabile adunque è
per
questo il comico. Ma travede l’eruditissimo Nisie
ciò fece gran senno essendo il suo disegno utile e lodevole. Ma egli
per
malignità voleva far passare Socrate per tale, e
no utile e lodevole. Ma egli per malignità voleva far passare Socrate
per
tale, e ne merita l’indignazione de’ posteri. Nis
a uno spettacolo così strano. Ma lo stupore sì dissipò a poco a poco
per
l’arte del poeta, e le Nuvole furono avidissimame
ranquillità di un saggio che assisteva in piedi alla rappresentazione
per
farsi ravvisare da’ forestieri curiosi? Essi doma
alignità opprime i virtuosi! Gli Uccelli (Ορνιθες). Questa favola ha
per
oggetto gli affari politici di quel tempo colla L
di circostanze locali e di fatti particolari, piacevoli senza dubbio
per
gli contemporanei che ne comprendevano l’allusion
io per gli contemporanei che ne comprendevano l’allusione, ma perduti
per
gli posteri, pe’ quali le bellezze sono divenute
paludi chiamato Fenicottero? Chi l’uccello Medo che vaga alteramente
per
lo monte? Chi quell’uccello divoratore variamente
e’ Greci. L’argomento è una sollevazione degli uccelli contro gli dei
per
consiglio di un uomo. Dalla lettura delle commedi
ggiatori progettisti che vanno disseminando novità negli altrui paesi
per
raccorne cariche e tesori. Mostra egli a’ volatil
aria e ad intimar guerra a Giove. Cattivo esordio è questo certamente
per
cominciar gli Esercizj Spirituali al popolo Ateni
ni al loro culto, son questi. Se alcuno di voi, o spettatori, volésse
per
l’avvenire menar giorni felici e tranquilli, veng
illi, venga a vivere con noi uccelli. Ogni cosa turpe fra voi vietata
per
legge, diviene lecita e innocente nelle nostre co
e mani di Pistetero qualche vestito; indi un impostore che si spaccia
per
interprete degli oracoli; appresso un geometra ch
sso, a cui Pistetero insinua a misurar solo se stesso: ottima lezione
per
uno stuolo di sedicenti matematici. Tutti questi
iosi vengono discacciati, come anche uno spione ed uno che si spaccia
per
giureconsulto e venditore di giudizj. Dopo il can
iere o di Ariosto, ma una farsa allegorica, dove quasi tutto si opera
per
macchina. L’azione prende poscia nuovo movimento
i tutto si opera per macchina. L’azione prende poscia nuovo movimento
per
un altro avviso di una formidabile spedizione min
e ditirambico chiamato Cinesia, e un calunniatore che vorrebbe le ali
per
far del male e guadagnare illecitamente. Dopo il
om. Boleto, o Peretero . . . Pist. O che mai dì tu! (conoscendolo
per
Prometeo) Prom. Che fa Giove? Dà serenità o nuvo
e, ti dico. Pist. Perchè? Prom. Non nominarmi; me la pagherai, se
per
tua colpa sarò scoperto da Giove. Ma affinchè io
Giove non prometta di rendere l’imperio agli Uccelli e di dare a lui
per
consorte certa donzella che sta presso Giove e di
un muro ha chiuso fuori gli dei. Nettuno gli ricorda che essi vengono
per
trattar di pace. Si propone in prima una tregua,
esercitar la sua carica, ed è rinserrato da Bdelicleone suo figliuolo
per
tentarne la guarigione. I servi alla bella prima
iziosa e la più dotta. Filocleone cerca ad ogni patto di sprigionarsi
per
andare a giudicare. Il coro delle Vespe ode le di
si andava disusando ed ora torna a venire alla moda, cioè d’incolpare
per
ogni poco di tirannia. Trovasi questo passo trado
ora si dà Più a buon mercato del salume, e aggirasi Tutto giorno
per
piazza. Se alcun compera Una triglia per cena,
e aggirasi Tutto giorno per piazza. Se alcun compera Una triglia
per
cena, e non vuol muggine, Tosto grida il vicino
Gnaffe! cena costui cene tiranniche. Tal, poichè il pesce comperò,
per
giuntu Domanda un porro per la salsa; bieco L
nniche. Tal, poichè il pesce comperò, per giuntu Domanda un porro
per
la salsa; bieco Lo guata l’erbajuola, e porro p
re il suo impiego nella propria casa e nelle domestiche occorrenze. E
per
mantenere in certo modo appagato il vecchio che p
eo, si esaminano i testimonj, si fa in somma quanto può caratterizzar
per
matto il giudice, e per ridicolo, stravagante e n
monj, si fa in somma quanto può caratterizzar per matto il giudice, e
per
ridicolo, stravagante e non più udito il giudizio
adrone dell’oglio volea esser pagato dal padrone del cane. Il giudice
per
procedere con ordine comanda che si prenda la dic
ggi, cioè co’ regali di quel paese104. Simili circostanze e allusioni
per
noi perdute accrescevano pregio alle finzioni di
e fanno in generale rimaner la copia Francese di gran lunga superata
per
vivacità e interesse dal Greco originale. Io non
eco originale. Io non seguirò il prelodato erudito Fiorentino Nisieli
per
tutte le critiche fatte aspramente ad Aristofane.
ioso, ciarlone, mangiator di fave (cioè avido di giudicare e dar voto
per
mezzo delle fave, colle quali davasi il sì ed il
quali davasi il sì ed il no nelle deliberazioni) e debole anzi che no
per
la vecchiaja e quasi sordo. Con quale ardita sati
scena un popolo principe! Noi oggidì favelliamo con altro rispetto, e
per
lo più con manifesta adulazione anche de’ popoli
congiurati di valersi di un oracolo che annunzia la rovina di Cleone
per
mezzo di un venditore di salcicce. Agoracrito è t
manda Agoracrito), se io non sono che un venditor di salcicce? Giusto
per
questo tu diverrai grande, risponde Demostene. Ma
no, ed io con tutti questi ti spalleggerò. Non temere no; che sebbene
per
la paura che si ha della di lui potenza, niuno de
die atte a piacere, e quanti pochi sinora vi sieno riusciti. Magnete,
per
quant’arte usasse, non bastò a sostenersi fino al
cianciare, si vede andar con una corona secca e morto di sete; e pure
per
le vittorie riportate meriterebbe di bere nel Pri
odato106 trasporta colla solita grazia alcuni squarci di questa scena
per
mostrare le smancerie adoperate da ambedue verso
mio. Salc. ) Nel mio, nel mio. Il popolo finalmente disingannato
per
le cose dette dal venditore di salcicce, si avved
mercatante di montoni che egli era, e sì buono che il poeta lo nomina
per
terzo dopo Cinna e Salabacca, due famose meretric
olito inveisce contro Aristofane chiamandolo stoltissimo d’invenzione
per
aver ordinato un vilissimo pizzicagnolo per gover
stoltissimo d’invenzione per aver ordinato un vilissimo pizzicagnolo
per
governatore del popolo Ateniese. Atene però che d
Nisieli delle qualità richieste ne’ suoi governatori, premiò l’autore
per
questa commedia. Il dotto critico ciò scrivendo n
alla costituzione democratica di Atene; ed obbliò quanto poco bastava
per
divenirvi cittadino ed influire nel di lei govern
poeta, gode di aver fatto punir Cleone colla multa di cinque talenti
per
mezzo della commedia de’ Cavalieri; ma si attrist
Pritaneo. Egli vede ammessi i Legati del re, e disperando della pace
per
l’intera nazione, pensa di mandare Amfiteo a conc
i mandare Amfiteo a conchiudere co’ Lacedemoni una tregua particolare
per
se e per la sua famiglia. Questo Amfiteo tornando
Amfiteo a conchiudere co’ Lacedemoni una tregua particolare per se e
per
la sua famiglia. Questo Amfiteo tornando avvisa c
to Amfiteo tornando avvisa che gli Acarnesi lo perseguitano co’ sassi
per
aver portata la pace alla famiglia di Diceopoli.
ne risultano, sono cose dal poeta aggruppate con poca verisimiglianza
per
lo tempo che dovrebbe corrervi in una commedia re
a verisimiglianza un poco più oltre nella farsa allegorica. Diceopoli
per
la pace ottenuta ordina un sacrifizio in ringrazi
e lo prega di prestargli alcune vesti cenciose della tragedia antica
per
aringare al popolo. Ottiene quelle di Telefo, col
aringare al popolo. Ottiene quelle di Telefo, colle quali si abbiglia
per
rassembrare un povero. Con tal vestito favella al
amaco, e gli riesce di convincere gli ascoltatori della sua innocenza
per
aver procurato di ottenere per se solo la pace. H
re gli ascoltatori della sua innocenza per aver procurato di ottenere
per
se solo la pace. Havvi un coro che parla a favore
vore del poeta ed accenna il pericolo ch’egli corse l’anno precedente
per
aver detto la verità agli Ateniesi accusando Cleo
ndovi vi aggiungono, Mia grassa Atene, ogni domanda accordasi Sol
per
quel grasso, e il popolo ne gongola, Che di un
isbrigatosi Diceopoli felicemente della molestia che gli dava il coro
per
la pace fatta, ne va godendo i frutti. Prima cons
i frutti. Prima conseguenza di tal pace si è la libertà del commercio
per
lui, e non già pel bellicoso Lamaco. Si vede una
bellicoso Lamaco. Si vede una dipintura naturale del mercato di Atene
per
decorare la favola, e vi accorrono varj venditori
egarese, il quale trasforma due sue donne in guisa che sembrino porci
per
farne mercato, e l’esorta a contraffare il grugni
porci per farne mercato, e l’esorta a contraffare il grugnito porcino
per
invitare alla compera. Questa è una scena episodi
esta è una scena episodica del comico più basso e triviale, che forse
per
qualche allusione potè allora piacere agli Atenie
a e colla testa rotta. Giugne egli stesso lamentandosi e considerando
per
cordoglio maggiore che se Diceopoli il vede così
lui. Quest’amator della pace, il quale in fatti si è di lui avveduto,
per
fare vie più manifesto il suo trionfo si rallegra
e ricchezze e di trovarsi sì mal condotto, sporco e privo degli occhi
per
l’invidia di Giove. Tutto il mio male (ei dice) m
ette, gli dice ch’egli è uomo dabbene, e gli fa sperare di adoperarsi
per
fargli ricuperar la vista. Pluto non osa condisce
adoperarsi per fargli ricuperar la vista. Pluto non osa condiscendere
per
timore di Giove e Cremilo riprende la di lui pusi
iacquistata che avrai la vista? . . . A Giove si sacrifica unicamente
per
l’oro che se ne attende. Per te solo, o Pluto, tu
ende. Per te solo, o Pluto, tutte s’inventarono le arti e le astuzie:
per
te solo uno taglia corami, uno è fabbro, un altro
n poco tempo a fuggir nudo dalla sua casa. Bellissime allegorie fatte
per
insegnare con popolarità! Al fine Pluto si determ
ocati prima di uscire dalla povertà sono giusti, circospetti, onorati
per
acquistar credito, divenuti poi ricchi, cangiano
ate ecc. La casa di Cremilo si converte in una reggia dell’abbondanza
per
le ricchezze che vi versa Pluto guarito. Ne vola
ito. Ne vola intorno la fama: ognuno vi accorre. Viene un uomo giusto
per
ringraziarlo della mutata sua fortuna; e nella di
li comparsi sulle moderne scene, convertiti e ravveduti nella miseria
per
l’ingratitudine degli scrocchi che gli adulavano
gli scrocchi che gli adulavano nell’abbondanza. Viene un Sicofanta110
per
ingiuriar Pluto, perchè gli uomini divenuti ricch
gli uomini divenuti ricchi a lui più non ricorrono. Viene una vecchia
per
querelarsi della sua sventura. Ella nutriva e ves
a sua sventura. Ella nutriva e vestiva un giovane bisognoso, il quale
per
tali comodi mal grado delle grinze la corteggiava
a sulle di lei rughe e sulla bocca senza denti. Viene Mercurio stesso
per
minacciar comicamente tutta la famiglia di Cremil
ipiglia Mercurio, non importa un frullo di tutti gli dei, ma mi dolgo
per
me che muojo di fame. Questo Mercurio pezzente fa
ferisce a tutte le altre, in tal guisa esaltandola111: Le Nebbie sono
per
tutto un giardino fioritissimo di tutte le vaghez
azioni allegoriche o d’invenzioni stranissime. Con tutto ciò il Pluto
per
mio giudizio par che tenga il principato di tutte
e nella lingua Greca versa a piena bocca su questo comico le sue lodi
per
la verità e naturalezza delle invenzioni, per la
esto comico le sue lodi per la verità e naturalezza delle invenzioni,
per
la proprietà de’ costumi, per la felicità delle a
verità e naturalezza delle invenzioni, per la proprietà de’ costumi,
per
la felicità delle allusioni, per la bellezza de’
zioni, per la proprietà de’ costumi, per la felicità delle allusioni,
per
la bellezza de’ colpi, e per la fecondità, la pie
ostumi, per la felicità delle allusioni, per la bellezza de’ colpi, e
per
la fecondità, la pienezza, il sale Attico di cui
e d’ intelligenza della poesia e di giudizio purgato e di gusto vero
per
decidere intorno alle opere degli antichi. Avea e
a più vasta, qual più nobile, più sublime scopo? Ei non si prefiggeva
per
oggetto principale il far ridere gli spettatori c
in teatro, a piena mano gettavano fiori sul di lui capo, e menavanlo
per
la città tra sestive acclamazioni; anzi con pubbl
nti inutili forzi di parer simili, scriveva a Dionigi il tiranno, che
per
ben conoscere gli Ateniesi e lo stato della loro
comico con un distico del tenor seguente: Avendo le grazie cercato da
per
tutto un luogo per farvisi un tempio eterno, eles
co del tenor seguente: Avendo le grazie cercato da per tutto un luogo
per
farvisi un tempio eterno, elessero il cuore di Ar
tenza, essendo stato gettato in mare, secondo che ci attesta Platone,
per
ordine di Alcibiade allora prefetto della flotta
, e che egli non morisse in mare ma in Egina, pure è sempre certo che
per
un editto de’ Quattrocento sotto Alcibiade115, o
li, e con maggior diletto gli ravvisava. In questa specie di commedia
per
la legge divenuta più ingegnosa e più dilettevole
ì di vivere sulla scena in mezzo agli applausi essendo stato coronato
per
una delle sue favole. Stefano di lui figliuolo se
dute si mentova particolarmente l’Aulete, ovvero il Flautista, in cui
per
ischerno introdusse Betalo sonatore di flauto ine
di Anassandride, benchè ne avesse composte intorno a sessantacinque,
per
le quali solo dieci volte riportò la corona teatr
ote, Nicostrato e Filetero, i quali e si valsero delle di lui fatighe
per
farsi luogo sulla scena, e composero essi pure de
nguere tempi, generi e costituzioni, nè seguire con ordine la marcia,
per
così dire, dell’umano ingegno e delle diverse soc
(infelice letterato Napoletano condannato al remo come reo d’impietà
per
avere della divinità parlato con troppa imprudenz
o, è mentovata da Ateneo121 la favola intitolata Saffo, alla quale dà
per
innamorati Archiloco e Ipponatte. Alcune delle di
l minore, e fu contemporaneo di Menandro, e più volte con lui contese
per
la corona scenica, e quasi sempre il vinse. Menan
i Latini. Oggi in essi se ne ammirano le invenzioni ma sfigurate come
per
lo più sogliono essere le copie. “Se leggiamo (di
nulla ne sappia il padre, e rimasta incinta, benchè tuttavia passasse
per
pulcella, a suo tempo partorisce. A questo punto
in procinto d’infantare, e come uomo di buon cuore e pieno di affetto
per
la famiglia, prende parte nella di lei sventura,
guai gli appresta. Ei dal bisogno oppresso, angusto tetto Non ha
per
ricovrarsi, e d’ogni cosa Avendo inopia tra mis
e le follie Il folto stuol de’ bassi adulatori Agli occhi altrui,
per
suo guadagno, invola. Fin quì Gellio. Un altro
repente ascenda, O più repente giù piombar si vegga, E strisciar
per
lo suolo. E ben gli stà: Che infermo oltre ogni
trisciar per lo suolo. E ben gli stà: Che infermo oltre ogni creder
per
natura, Oltre ogni creder temerarie imprese T
i di animar colla locuzione la prima scena. La natura non produce una
per
volta le parti di una pianta, ma tutte in picciol
del Signor Mattei vengono contradette dalla storia, e debbono tenersi
per
semplici esagerazioni di uno zelo virtuoso che as
lle Antiche Colonie venute in Napoli, che terminando i nomi in ἵππος,
per
esprimere nobiltà, grandezza, decoro, debbono ric
’altra derivazione. Ἵππος senza dubbio ha prodotto Ἵππεῖς, cavalieri,
per
lo nobile uso che essi fanno del cavallo. E se qu
del cavallo. E se questa madre vuol chiamare il figliuolo Callippide,
per
esempio, par che desideri nominarlo bel cavaliere
e è detto nell’originale dopo varie altre cose. L’egregio traduttore,
per
mostrare in un sol quadro tutte le tenere espress
spregevoli; ed in seguito i furbi mercenarj introdotti nelle commedie
per
aggirare e trappolare chiamaronsi sicofanti. 111
lmi e autor de’Paradossi e di Giobbe Giureconsulto nel mettere (nè so
per
qual capriccio) per oggetto principale de’ drammi
ossi e di Giobbe Giureconsulto nel mettere (nè so per qual capriccio)
per
oggetto principale de’ drammi Greci il ballo, e n
vero; perchè in esse veri e vivi e noti erano i personaggi introdotti
per
satireggiarli, ma le azioni, ma gli argomenti era
fine del secolo XVIII come silfi al Sig. Mattei? Bello è travagliare
per
illustrare l’alta antichità; ma sudare per imbrog
attei? Bello è travagliare per illustrare l’alta antichità; ma sudare
per
imbrogliatla sempre più, non è lodevole nè util c
vità laboriosa della scienza. Scortato l’uomo da un affetto sì vivo e
per
indole osservatore non poté non avvedersi di alcu
manifestargli una parte de’ suoi misteri, e con iscoprirgli alquanto,
per
casì dire, quel velo, di cui si ammanta. Ed ecco
quella spinta industrioso é comune a tutti gli uomini e la natura da
per
tutto risponde a colui che ben l’interroga, é chi
ti di prima e seconda necessità, le quali nascono da’ bisogni comuni,
per
lo più acquista senza esempio. Trittolemo, e Cere
gli altri, insegnarono a seminare il grano, e a raccorlo, e valersene
per
sostentarsi. Si vedrà bene, scorrendo per diversi
, e a raccorlo, e valersene per sostentarsi. Si vedrà bene, scorrendo
per
diversi climi, che dove la terra non si smuove co
ove non si taglia coll’acciaio, si usano le felci: ma la coltivazione
per
obbligar la terra ad alimentarci, e le arti d’acc
la terra ad alimentarci, e le arti d’accozzare e tagliar lane e cuoia
per
coprirci, si son trovate in paesi distantissimi c
storia che le nazioni in se stesse ristrette esistono e fioriscono, e
per
molti secoli ripugnano a comunicare insieme, perc
resso di esse, e le rende inospitali ed inaccessibili, siccome furono
per
gran pezza gli ebrei, gli egizi, gli sciti, i cin
tutte le arti e invenzioni seminate qua e là. Dal che é avvenuto che
per
una forte accensione di fantasia sondata per lo p
. Dal che é avvenuto che per una forte accensione di fantasia sondata
per
lo più in una radice etimologica, in un monumento
r d’un guardo il resto del mondo, la storia del teatro greco si prese
per
la sorgente di tutti gli altri. Ma fu un inganno
fondamento a rintracciar tale origine nella natura dell’uomo ch’é da
per
tutto l’istessa, e vi produce essetti simili. In
el teatro greco. L’uomo (soggiunse) nasce in tutti i climi irritabile
per
organizzazione alla presenza delle forme esterne.
, cioé se scosse con soavità la tela de’ nervi, l’intelletto apprende
per
bene le forme che ’l cagionarono: se la scossa fu
le contempla come male. Si avvezza dunque l’uomo fin dalla prima età,
per
senso più che per raziocinio, a fuggir quel dolor
male. Si avvezza dunque l’uomo fin dalla prima età, per senso più che
per
raziocinio, a fuggir quel dolore e quel male, e a
a l’abito di rappresentarsene le immagini. Al sovvenirsi di quel bene
per
lo piacer che gliene ridondò, si studia di tornar
mpesta, un incendio, ed ogni altro disastro già passato. Or se l’uomo
per
natura si occupa continuamente a ritrarre le cose
ella poetica chiamò l’uomo animale attissimo ad imitare, e che impara
per
rassomiglianza. Di tutte le imitazioni però la pi
chiaro a chi passo passo la vada seguitando dall’insonne suo nascere
per
tutti i gradi de’ suoi avanzamenti. L’ebbero vari
uando vari monumenti storici ci assicurano, che ancor dopo molte età,
per
la solita primitiva gelosia nazionale, neppur tut
ed a tutto il resto del vecchio continente. L’uomo adunque attivo da
per
tutto e imitatore osserva gli uomini, si avvezza
andosi col melodramma fin dalla sua origine, lo seguitò passo a passo
per
tutto il secolo scorso e parte ancor del presente
a in quel secolo. Ma onde sia venuta in mente a’ poeti siffatta idea;
per
qual istrano cangiamento di gusto una nazione sì
unicamente riposi non potendo abbracciar il falso quando è conosciuto
per
tale; è fuor di dubbio parimenti, che fra esse po
ippogrifo d’Astolfo, della rete di Caligorante o tali altre cose, che
per
folle e menzogne si tengono da tutti, e da lui me
il ragazzo tralascerà con piacere i suoi fanciulleschi trastulli solo
per
ascoltarvi. Interrogate un amante, addimandate ad
sti in apparenza e pensosi: e’ vi risponderanno che ciò si fa da loro
per
poter liberamente badare agli amabili deliri dell
rsale diletto, e riscossa l’ammirazione de’ popoli. Lo stesso avvenne
per
molti secoli de’ romanzi e delle avventure degli
ce che non le severe dimostrazioni cavate da quelle facoltà che hanno
per
oggetto la ricerca del vero. E la natura per così
quelle facoltà che hanno per oggetto la ricerca del vero. E la natura
per
così dire, in tumulto, e la violazione delle legg
ere mormorando fra le verdi rive un ruscello; vedeva germogliare anno
per
anno le piante, rifiorir gli alberi, e coprirsi d
giorno, e il giorno alla notte vicendevolmente succedersi, e il sole
per
gl’interminabili spazi del cielo con invariabil c
nascondeva agli occhi suoi sotto l’orizzonte. E non potendo rinvenire
per
mancanza di quella intellettuale attività che fa
erché l’amor proprio, quel mobile supremo dell’uman cuore, vi trovava
per
entro il suo conto. Siccome supponevasi che quell
a al cielo ch’esso manderebbe all’improvviso una truppa di cotai geni
per
iscamparlo. Se gli andava amale qualche intrapres
amparlo. Se gli andava amale qualche intrapresa, non dovea incolparsi
per
ciò la propria imprudenza o poca destrezza, ma be
Greci coloro che nell’orribil notte dell’incendio portavano scorrendo
per
ogni dove la strage: era la dea Giunone, che mina
i Tiri dopo sette mesi di resistenza s’arrendono ad Alessandro, non è
per
mancanza di coraggio, gli è perché Ercole è compa
a crearsi in mente quegl’idoli imaginari chiamati fortuna e destino,
per
fare, cioè, maggiormente illusione a se stessi. [
ingenita tendenza al piacere lo spinge a variare le sue modificazioni
per
discoprire tutte le relazioni, che hanno le cose
per discoprire tutte le relazioni, che hanno le cose con esso lui, o
per
qualche altra causa a noi sconosciuta, certo è ch
e, di riverenza e di timidezza. Oltredichè la fantasia s’aggrandisce,
per
così dire, e dilatasi per cotai mezzi. Quando l’i
ezza. Oltredichè la fantasia s’aggrandisce, per così dire, e dilatasi
per
cotai mezzi. Quando l’immaginazione a scioglier i
barazzata e ristretta, ma qualora ne abbia essa la facilità di snodar
per
macchina ogni evento, avendo alla mano il soccors
e. [9] Lo squallido aspetto della natura ne’ paesi più vicini al polo
per
lo più coperti di neve, che ora si solleva in mon
nte la superficie dei campi; i brillanti fenomeni dell’aurora boreale
per
la maggior obliquità de’ raggi solari frequentiss
mi; notti lunghissime, e quasi perpetue; tutte insomma le circostanze
per
un non so che di straordinario e di terribile che
on so che di straordinario e di terribile che nell’animo imprimono, e
per
la maggior ottusità d’ingegno che suppongono negl
de’ propri nemici dalle Ouris, ninfe di sovrumana bellezza destinate
per
sin nel cielo ad essere il più caro oggetto di go
iena di geni malefici, i quali uscivano dal grembo stesso della morte
per
far danno ai viventi. Quindi ebbero origine le ap
era uno spirito, il quale si compiaceva di strangolar le persone che
per
disgrazia cadevano nell’acqua. Mara era un altro
gl’impieghi che cercavano i Septi, ovvero sia i principiali tra loro
per
la buona educazione de’ figliuoli, uno dei primi
1] Divenuti i numi così maligni, i popoli aveano bisogno di mediatori
per
placarli. Egli è ben credibile, che i mentovati i
elle menti del volgo. [13] Colle conquiste dei goti si sparse adunque
per
l’Europa la moderna mitologia abbellita di poi, e
iù avidamente cercavansi, eran le donne, come oggetti fatti dal cielo
per
piacere, e che in tutti i secoli e dappertutto fu
urono la cagion prossima de’ vizi dell’uomo e delle sue virtù. Quindi
per
la ragion de’ contrari non men valevole nelle cos
nelle fisiche, nacque la custodia più gelosa di loro, e il combatter
per
esse, e il ritorle dai rapitori, e il farsi molti
i, e il farsi molti un punto d’onore cavalleresco nel diffenderle, sì
per
quell’intimo sentimento che ci porta a proteggere
mento che ci porta a proteggere la debole ed oppressa innocenza, come
per
acquistarsi maggiormente grazia nel cuor delle be
ata. Di più, essendo a que’ tempi ricevuta dalle leggi l’appellazione
per
via di duello, le dame, che non potevano venir a
lo, le dame, che non potevano venir a personale tenzone, combattevano
per
mezzo dei lor cavalieri, ai quali veniva troncata
e, l’eroismo d’affetti e di pensieri, d’immaginare e d’agire, che noi
per
disonor nostro mettiamo al presente in ridicolo,
, di demoni, di geni, di silfi e di gnomi, vocaboli inventati da loro
per
sostituirli nella spiegazione delle cose naturali
la come è nata fra noi dopo la caduta del romano impero, vi si scorge
per
entro un vizio radicale, di cui gli sforzi de’ pi
aminato di sopra i caratteri musicali della lingua italiana, ed holla
per
questa parte commendata moltissimo: ma il lettore
ragonato coll’italiano d’undici sillabe. Altri disputerà quanto vuole
per
contrastar la loro opinione; io che l’attribuisco
on sintassi uniforme e difficile e frasi triviali, si videro astretti
per
distinguersi a inventar certe forme di dire, cert
arato e distinto, che non potea trasferirsi a’ comuni parlari. Fu non
per
tanto giustissima l’osservazione d’un giornalista
ero nella musica69. Dall’altra parte questa rinata come la lingua più
per
caso o per usanza, che per meditato disegno d’uni
usica69. Dall’altra parte questa rinata come la lingua più per caso o
per
usanza, che per meditato disegno d’unirsi alla po
tra parte questa rinata come la lingua più per caso o per usanza, che
per
meditato disegno d’unirsi alla poesia, crebbe in
esso accoppiamento esigeva, che. la musica e la poesia si prendessero
per
un unico e spio linguaggio. [19] Cotali difficolt
arsi questo nella mancanza d’espressione e di vera melodia. E siccome
per
le cagioni esposte fin qui le favole e il maravig
ome per le cagioni esposte fin qui le favole e il maraviglioso erano,
per
così dire, l’anima di cosiffatti spettacoli a que
musica corica, ovvero a più voci, che ne rimangono de’ cinquecentisti
per
veder quanto allor fosse imbarazzata e difficile
este due arti dopo lungo uso di molti secoli rendeva più familiare, e
per
ciò più naturale il costume d’udir cantar sul tea
’origine del maraviglioso nel melodramma. [21] In appresso la musica,
per
le cause che si esporranno nel capitolo ottavo, r
rebbe all’opposto e salì alla sua perfezione l’arte della prospettiva
per
l’imitazione degli antichi, per l’ardore acceso n
a perfezione l’arte della prospettiva per l’imitazione degli antichi,
per
l’ardore acceso negl’Italiani in coltivarla, per
zione degli antichi, per l’ardore acceso negl’Italiani in coltivarla,
per
le scuole insigni di pittura fondate in parecchie
ne’ sontuosi portici e ne’ vasti teatri degni della romana grandezza,
per
riempire i quali vi voleva tutto lo sfoggio delle
omanzi morali dei nostri tempi. Non parlo di quelli del Chiari, quali
per
la scipitezza loro non possono far né bene né mal
to e la sagacità di Lovelace: pochi che si prendano un vivo interesse
per
la virtù di Clarice. Qual ne è la cagione? Che in
tive della scena in Roma. L’unico spettacolo Circense frequentato
per
lungo tempo in Roma erano le feste Consuali istit
ione, Roma afflitta da crudelissima peste, sospesa ogni cura bellica,
per
liberarsi da sì fiero nemico domestico, contro di
tì in ricreazionea. Ecco la sacra informe materia teatralo che nasce (
per
ciò che nel primo volume divisammo) in ogni terre
erreno, senza che se ne prenda da altri popoli l’esempio, nella quale
per
lungo tempo rimangono antiqui vestigia ruris. Ess
pose in voga i diverbii Fescennini, i quali insieme co’ modi Saturnii
per
centoventi anni in circa da’ Romani si coltivaron
oventi anni in circa da’ Romani si coltivaronob. Ma siffatti motteggi
per
la soverchia acrimonia e maldicenza personale abb
’anno 391 di Roma ad invitare un attore scenico dell’Etruria il quale
per
la sua nuova graziosa e dilettevole agilità (all’
vi furono chiamati a rappresentare le proprie favole mimiche celebri
per
la loro speciale piacevolezza. Esse nomaronsi Ate
vicinanze del fiume Volturno alcune sue spie pratiche del parlar Osco
per
esplorar gli andamenti del nemicoa. In secondo lu
polo dovevano smascherarsi e soffrirne a volto nudo le fischiatea Ma
per
qual pregio particolare vennero in simil guisa pr
Giulio Paride dal Vossio e di un Gianuario Nepoziano da altri) Oscene
per
origine furono corrette e temperate dalla Romana
ortirono il nome di Osci. Ma donde costui l’apprese? Osceno significò
per
avventura impudico, turpe, licenziose nella lingu
Roma guerriera, ordinato lo stato della repubblica in libero popolare
per
la legge Petelia sin dal 419 della sua fondazione
de’ Sanniti (vendicando l’onta delle Forche Caudine, cui soggiacquero
per
essersi fatti rinchiudere in un luogo di cui dopo
vava più di un genere poetico, avendo l’anno 546 composto un inno che
per
placare i numi si cantò solennemente da ventisett
si cantò solennemente da ventisette verginelle. Acquistò maggior fama
per
la poesia drammatica, non solo per avere secondo
verginelle. Acquistò maggior fama per la poesia drammatica, non solo
per
avere secondo Donato composte e recitate tragedie
do Donato composte e recitate tragedie e commedie seguendo i Greci ma
per
essere stato il primo a volgere gli animi degli s
olgere gli animi degli spettatori dalle satire alle favole teatralia,
per
la cui rappresentazione gli fu assegnato il porti
i, un di avvenne che fatto roco impetrò la permissione di far cantare
per
lui al suono della tibia un suo servo, a se riser
e l’usanza di dividere la declamazione dall’azione, usanza che non so
per
qual singolarità di gusto serbossi poscia costant
he impresa, essi insegnano a’ posteri ad inoltrarsi sulle loro tracce
per
esserne in seguito censurati. Andronico però most
ercitava la somma potestà or ne’ Comizii Tributi or ne’ Centuriati or
per
bocca dell’intero Senato. In siffatto governo mol
ardì satireggiare Metello ed altri illustri Romani, e fu imprigionato
per
ordine de’ Triumviri. Per implorar grazia e per e
ni, e fu imprigionato per ordine de’ Triumviri. Per implorar grazia e
per
emendare l’errore commesso, scrisse in carcere al
ito, e ne volle lasciare a’ posteri la memoria nel bello epitafio che
per
se compose, in cui misto alla nobiltà e all’elega
aneo di Andronico e di Nevio fu Quinto Ennio poeta di essi più chiaro
per
sangue, per valore, per illustri amicizie e per l
onico e di Nevio fu Quinto Ennio poeta di essi più chiaro per sangue,
per
valore, per illustri amicizie e per lettere. Ques
evio fu Quinto Ennio poeta di essi più chiaro per sangue, per valore,
per
illustri amicizie e per lettere. Questo scrittore
ta di essi più chiaro per sangue, per valore, per illustri amicizie e
per
lettere. Questo scrittore, che a’ suoi tempi recò
riconoscersi il primo poema epico latino in versi esametri in istile
per
quel tempo elegante; perchè Nevio che l’aveva pre
uante gemme avesse tratte da i di lui poemi l’impareggiabile Virgilio
per
lo più trascritte da verbo a verbo, può ricavarsi
la memoria di tre sue commedie Amphithraso, Ambracia, Pancratiastes,
per
le quali nel giudizio di Volcazio Sedigito ebbe l
ione. Avremmo dato di buon grado il Tieste di Seneca, che conosciamo,
per
quello di Ennio composto nel settantesimo anno de
i questo Cordovese; giacchè Cicerone dicevaa: E qual mai sarà tanto,
per
dir cosi, nemico del nome Romano, che ardisca spr
t parietes. In Euripide Ecuba nel persuadere ad Ulisse d’intercedere
per
Polissena profferisce questa sentenza. Λὸγος γαρ
lacrumis decoret, neque funera fletu Faxit. Cur? Volito vivu’
per
ora virum. IV. Teatro di Plauto. Il g
ri Latini si arricchì Plauto colle invenzioni delle greche favole, ma
per
evitare la satira de’ particolari, non altronde l
sendo esse nelle mani di tutti, non esigono minute analisi, e basterà
per
Ila gioventù che se ne osservino alcune particola
vevano favellare da una parte principi e numi, personaggi non proprii
per
la commedia, e dall’altra alcuni servi comici non
lte altre aggiungendovene. Mercurio nel prologo di Plauto accenna che
per
servire al Tonante la notte si è prolongata, e ne
» Moliere accrebbe la piacevolezza di tale argomento col dare a Sosia
per
moglie Cleantis che è il personaggio di Tessala i
razioso ripete coll’innamorate le parole dette da’ padroni, facendone
per
lo più una parodia. Ma agli antichi, e specialmen
ivacità, e si varia in alcuna parte, come usò Moliere. Ma non ardirei
per
questo di asserire con soverchia franchezza (come
azione, cioè in una notte e un giorno resti incinta e partorisca. Non
per
tanto l’Anfitrione, come testifica Giambatista Pi
r tanto l’Anfitrione, come testifica Giambatista Pio nel suo comento,
per
consenso dei dotti, si reputa la migliore delle c
per consenso dei dotti, si reputa la migliore delle commedie Plautine
per
la forza, la proprietà e la salsa facondia che re
forza, la proprietà e la salsa facondia che regna nell’elocuzione, e
per
la sontuosa abbondanza dello stile veramente lati
uon grado il servo pregato dal proprio padrone si presta a quello che
per
naturale inclinazione farebbe. Intanto un Mercata
, Inest lepos, ludusque in hac comoedia. Ridicola res est. In fatti
per
eccitare il riso vi si sacrifica in più di un luo
are e baciare alla presenza del figliuolo stesso, son cose immaginate
per
muovere il riso per qualunque via. Favole sono qu
resenza del figliuolo stesso, son cose immaginate per muovere il riso
per
qualunque via. Favole sono queste di cattivo esem
on franchezza. L’ingordigia delle madri ruffiane delle figliuole, cui
per
una legge imperatoria si dispose che si tagliasse
no scornati quelli del contrario partito, e si preparano le nozze. Ma
per
rendere vano l’accordo, e per deludere il vecchio
io partito, e si preparano le nozze. Ma per rendere vano l’accordo, e
per
deludere il vecchio insieme col Villano fortunato
na con iscoprirsi Casina ingenua e cittadina Ateniese che à destinata
per
consorte al figliuolo del vecchio. Ma ciò si acce
sua Casina sommamente applaudita la prima volta che si rappresentò, e
per
quanto si dice nel prologo recitato allorchè si r
a di farne un doppio guadagno, senza curarsi del contratto, s’imbarca
per
la Sicilia. Una tempesta fracassa la nave, separa
namenti infantili della fanciulla Palestra e varii altri contrassegni
per
gli quali un dì potesse conoscere i proprii paren
te cose pervenute nelle mani di Demone fanno ch’ei riconosca Palestra
per
la perduta sua figliuola. Il Ruffiano ricupera le
be, il pescatore la libertà con un buon regalo, e Pleusidippo ottiene
per
consorte la bella Palestra. Arturo che impietosit
veggasi l’argomento del Mercatante. Carino applicatosi alla mercatura
per
consiglio del padre, ne’ suoi viaggi s’iunamora d
dalla nave lasciandovi la fanciulla, e và in busca de’ suoi. Intanto
per
un’altra via arriva alla nave il padre che a prim
sia, gli è dato a credere essere una schiava comperata dal figliuolo
per
servire alla madre. Il vecchio si abbocca col fig
cca col figliuolo, gli parla della schiava, dicegli non esser propria
per
faticare nella loro casa, ma volerla egli compera
o suo amico figliuolo di Lisimaco lo raggiugne, lo consola, intercede
per
lui presso il padre, e ne ottiene che gli ceda Pa
con vivacità e piacevolezza, è singolarmente la 3 scena dell’atto II
per
la graziosa competenza di Carino e del padre offe
o le favelli del suo Carino, mentre quegli intende parlar del vecchio
per
cui l’ha comperata. Patetico è poi il congedo che
da Plauto detta Trinummus forse meno felicemente da tre nummi pagati
per
incidenza a un sicofanta. Il prologo vien formato
la madre è mandata ad abitare in casa del giovine Lesbonico, dopo che
per
le sue prodigalità ha dissipato quanto aveva. Egl
egli stesso. Intanto Lisitele giovane ricco e ben costumato vorrebbe
per
moglie la sorella di Lesbonico senza dote; ma que
sorella di Lesbonico senza dote; ma questi reputando cosa disdicevole
per
un uomo della sua condizione dargliela indotata,
ole assegnarle un picciolo podere che gli è restato. Ripugna Lisitele
per
non ispogliarlo dell’unica cosa che può sostentar
emendo che ridotto alla mendicità non pensi indi a sparir dalla città
per
disperazione. Callicle intesa questa nobil gara,
na a lui stesso, e l’altra al figliuolo accompagnata da mille filippi
per
la dote della sorella. Un sicofanta prezzolato co
Megaronide. Questi riprende l’amico come uomo poco onesto ed ingordo
per
essersi approfittato della disgrazia di Lesbonico
a. I primi quattro atti si aggirano intorno agli amori di Agorastocle
per
la prima delle sue cugine a lui ignote, e di Ante
e per la prima delle sue cugine a lui ignote, e di Antemonide soldato
per
la seconda. Nel V comparisce il Cartaginese Annon
mento degli undici seguenti versi latini, ne’ quali ringrazia gli Dei
per
essere arrivato salvo in quella città ove pensa f
Dei per essere arrivato salvo in quella città ove pensa far diligenza
per
sapere delle figliuole e del nipote per mezzo di
città ove pensa far diligenza per sapere delle figliuole e del nipote
per
mezzo di Agorastocle già adottato da un suo ospit
curiosità troverà da pascolarsi in quanto, oltre a’ nominati, dissero
per
illustrar questa scena il Salmasio, il Reinesio,
ui. Noi intanto lasciando ad uomini siffatti i versi punici di Plauto
per
confrontarli colle sillabe di tutti i linguaggi a
ena sa qualche parola punica, va a parlare al Cartaginese, ma appunto
per
10 poco che sa del di lui idioma, ne interpreta l
le risposte alla maniera degli etimologisti imperiti e di Arlecchino;
per
la qual cosa Annone gli parla nella lingua del pa
ocle il perduto suo nipote. Questa scoperta anima Milfione a tentare,
per
mezzo di tale zio, l’acquisto dell’innamorata del
voglia prestarsi a fingere di conoscere le due sorelle del suo paese
per
due sue figliuole perdute. A ciò Annone prende un
lla di combattere con amore. Trovasi egli in tal caso, e cerea danajo
per
soddisfare alla sua passione, ma non ottiene altr
tal uopo seicento nummi, e prega Sagaristione a volerglieli prestare
per
tre o quattro giorni. Stupisce costui a tal doman
iene il parassito Saturione, e nel volere entrare in casa di Tossilo,
per
vedere se vi è rimasto dal dì passato qualche cos
stuzia di fare che lo stesso padrone della sua bella sborsi il danajo
per
pagarne il riscatto. Si avvede del parassito, di
jo per pagarne il riscatto. Si avvede del parassito, di cui abbisogna
per
l’esecuzione, e per adescarlo finge di non averlo
scatto. Si avvede del parassito, di cui abbisogna per l’esecuzione, e
per
adescarlo finge di non averlo veduto, e di ordina
carlo finge di non averlo veduto, e di ordinare a’ servi un banchetto
per
un amico che attende. Saturione con giubilo compr
di, nè in teatro si ammettono in un genere comico più elevato. Oggidi
per
iscreditarsi un uomo tra persone ben nate, baster
occoli, un pallio e un picciolo borsotto da guardare alcuna coserella
per
divertirsi mentre stà in casa; questo è quanto pu
o che la tua figliuola… La mia figliuola? (Interrompe Saturione) No,
per
Dio, che finora a quell’uscio non ha fiutato veru
uell’uscio non ha fiutato verun cane. No, no dice Tossilo; io la vo’
per
altro. Ella e vaga e vezzosa, e tu non sei conosc
quello che tu brami. E Tossilo: Ottimamente. Prendi anche un vestito
per
mascherar colui che dee fingersi forestiere e ven
arlar di Aristofane. Gli antichi da una banda dipingevano al naturale
per
ottenere la bramata illusione, e dall’altra la di
aziano. Tossilo aggiugne che come il ruffiano avrà sborsato il danajo
per
prezzo della finta schiava, Saturione si farà inn
conoscere come di lei padre, e la si ripiglierà. Atto II. Lenniselene
per
la sua fante Sofoclidisca manda un biglietto a To
dirò , e torna in casa. Dove vai? dice Tossilo; e Pegnio: in casa,
per
trovarmici mentre tu pensi che io sia da Lennisel
rispettive dove sono stati mandati. Viene fuori Sagaristione allegro
per
avere avuto del danaro dal proprio padrone per me
i Sagaristione allegro per avere avuto del danaro dal proprio padrone
per
mercare un pajo di buoi e pensa valersene per pre
aro dal proprio padrone per mercare un pajo di buoi e pensa valersene
per
prestarlo a Tossilo. Vede Pegnio che esce dalla c
Ver. Di grazia, padre mio, benchè sì spesso Corri alle mense altrui,
per
la tua gola Vendi forse tua figlia? Sat. Vendi f
forse tua figlia? Sat. Vendi forse tua figlia?Oh buon! Vorresti Che
per
lo re Filippo ovver per Attalo Vendessi il mio? V
Vendi forse tua figlia?Oh buon! Vorresti Che per lo re Filippo ovver
per
Attalo Vendessi il mio? Ver. Vendessi il mio?M’h
ippo ovver per Attalo Vendessi il mio? Ver. Vendessi il mio?M’hai tu
per
figlia o serva? Sat. Per tutto quello io t’ho che
r da Tossilo o perchè gli dia il pattuito prezzo dalla sua schiava, o
per
disporne a suo modo sciogliendosi dal contratto;
o che il raffiano giuridicamente dichiarerà libera Lenniselene, e poi
per
la porta dell’orto la menerà in casa di Tossilo.
nella di lui casa. Tossilo in segno di sapergliene grado e di averlo
per
amico gli dà a leggere le finte lettere, ove si a
che l’ha condotta. La vede, e secondo l’usanza di chi vuol comperare
per
poco, l’approva a mezza bocca. Tossilo gl’insinua
. Tossilo gl’insinua di udirla un poco prima di parlar del contratto,
per
ben conoscerne le maniere ed il pensare. La scena
uro. È ammirato quanto ella dice, e se ne tratta la vendita. Tossilo
per
accreditare l’inganno con finto zelo suggerisce a
il fosso a meraviglia).Io spero Che se ti compro, Lucrida sarai Ancor
per
la mia casa. Tos. Ancor per la mia casa.Un mezzo
ro Che se ti compro, Lucrida sarai Ancor per la mia casa. Tos. Ancor
per
la mia casa.Un mezzo mese, Dordalo, non cred’ io
ione e Tossilo, esce Saturione padre della finta schiava, e la prende
per
mano. Ella lo saluta col nome di padre. Dordalo r
e coll’amico Sagaristione, e dispone un magnifico banchetto, non solo
per
tripudiare con gli amici e coll’amata, ma per far
ico banchetto, non solo per tripudiare con gli amici e coll’amata, ma
per
fare arrabbiare vie più lo scontento ruffiano. Vi
ta la scena. Figurandosi però cambiata il luogo in una stanza propria
per
una tavola, come può seguire la venuta del ruffia
ancor dalla strada, ovvero supporre che il servo baldanzoso Tossilo,
per
far disperar Dordalo, avesse disposta la mensa av
Dordalo, avesse disposta la mensa avanti la porta della propria casa
per
farsi veder da lui, come in fatti avviene. Or nel
graziosamente, quanto che n’è prima avvertito da un vecchio, il quale
per
una scommessa fatta con Pseudolo suo servo, è int
ola accresciuto movimento e vivacità con una promessa fatta dal servo
per
sovrappiù di avvisare il ruffiano nel tempo stess
ntinuare nelle loro infamie. Il poeta acconciamente la mette in vista
per
insegnare a detestarla, e per rendere più accetta
l poeta acconciamente la mette in vista per insegnare a detestarla, e
per
rendere più accetta al popolo la beffa che ne ric
e l’accaduto agli altri attori, perchè non l’ignorano gli spettatori,
per
li quali si rappresenta: … horum causa haec agit
lo medesimo che ha servito all’inganno, la vergine viene riconosciuta
per
sorella del Soldato. Se v’ha favola di Plauto, in
a pervenuta intera, pur si tradusse nel secolo XV da Paride Ceresara,
per
quel che apparisce da una lettera di Lodovico Ele
di più spartimenti iu guisa che vi sieno segnati più luoghi richiesti
per
eseguire l’azione alla Liveriana. Antonio Codro U
e facezie e i vezzi che l’erudito Dousa ne rimaneva attonito. Ma tale
per
lo più è l’indole e l’ingegno fecondissimo di Pla
lianza, el Parecido en la Corte, el Parecido de Tunes ecc.; ma queste
per
altro prendono sovente un portamento tragico, e d
quasi distrutta nel nascere dall’arrivo di un creditore; ma il servo
per
giustificare il debito finge che il figliuolo abb
bia contato sull’indulgenza dello spettatore. Lo scioglimento avviene
per
l’arrivo del servo di uno de’ commensali, il qual
rvo colpevole si rifugge all’ara, e un amico si frappone, e intercede
per
lui e pel figliuolo. Nel moderno teatro francese
uolo. Nel moderno teatro francese si trasportò questa favola, ed ebbe
per
titolo le Retour imprevû. È stato osservato da Me
osservato da Metastasio il bisogno che essa ha di mutazioni di luoghi
per
rappresentarsia; ove non si sappia costruire una
nifesta nella 1 scena dell’atto II, adoperata in vece di prologo, che
per
la seconda volta troviamo da Plauto posto in bocc
dell’azione. Contiene una beffa fatta a quel vanaglorioso da un servo
per
torgli di mano una fanciulla amata da un giovane
di un vecchio contigua a quella del Soldato, aprendo un muro comune,
per
la cui apertura passa la donna a vedere l’amante.
amante del Soldato. Lusingato il vantatore da questo nuovo acquisto,
per
non ricevere disturbo dall’amica che ha in casa,
marinajo l’ha menata via, che il Soldato pieno di speranza e di amore
per
l’ideata matrona entra nella vicina casa, corre p
eloso. Questa favola si vuol collocare tralle più piacevoli di Plauto
per
lo sale grazioso che la condisce, e per la vivace
ralle più piacevoli di Plauto per lo sale grazioso che la condisce, e
per
la vivace dipintura del vano carattere di Pirgopo
Esse adescano due giovani amici Pistoclero e Mnesiloco. Crisalo servo
per
favorite l’intento del padrone Mnesiloco, con var
a porta, ed alla prima gli dileggiano; pensano poscia di accarezzarli
per
dissiparne lo sdegno, e riescono nell’intento. I
a 2 dell’atto II Pistoclero racconta al servo l’amore che Bacchide ha
per
Mnesiloco, e Crisalo annojato non ne vuol sentir
suo padrone, compra una donna che suona e canta sull’arpa (fidicina)
per
secondare un amoroso capriccio del giovane Strati
secondare un amoroso capriccio del giovane Stratippocle. Oltre a ciò
per
procurargli quaranta mine che dee a un usurajo pe
pocle. Oltre a ciò per procurargli quaranta mine che dee a un usurajo
per
aver comprata un’altra donna fa si che lo stesso
ra donna fa si che lo stesso Perifane compri un’altra cantatrice, che
per
altro è libera, dandogli speranza che non mancher
n esser tale. Per tanti inganni fulmina il vecchio contro Epidico. Ma
per
buona ventura di costui si scopre che l’ultima fa
da Stratippocle era veramente la di lei sorella naturale, ed Epidico
per
tal felice evento ne ottiene, non che il perdono,
te e verseggiate; e merito la predilezione dello stesso famoso autore
per
la traccia dell’azione, per la copia de’ vezzi e
a predilezione dello stesso famoso autore per la traccia dell’azione,
per
la copia de’ vezzi e per la continuata eleganzaa
so famoso autore per la traccia dell’azione, per la copia de’ vezzi e
per
la continuata eleganzaa Stico. Il Servo che pre
che presta il nome a questa commedia, è un personaggio episodico che
per
niun modo influisce nell’azione principale. Quest
già divenuti ricchi. Sembra che a Plauto non bastasse tale argomento
per
una intera commedia, e che avesse voluto supplirv
onde prende il titolo. Riesce non pertanto istruttiva e interessante
per
la natural dipintura di una meretrice annunziata
tro tempo ancora dà ad intendere di aver di lui partorito un bambino,
per
trarne regali e per richiamarlo all’antica amistà
ad intendere di aver di lui partorito un bambino, per trarne regali e
per
richiamarlo all’antica amistà. Le arti meretricie
itrice è costretto a sposarla. Per le felici dipinture de’ caratteri,
per
la condotta e per lo stile, è questa commedia nov
a sposarla. Per le felici dipinture de’ caratteri, per la condotta e
per
lo stile, è questa commedia noverata tralle buone
i. Compera tra questi un giovane chiamato Filocrate e un di lui servo
per
nome Tindaro, i quali però per ogni evento dispon
e chiamato Filocrate e un di lui servo per nome Tindaro, i quali però
per
ogni evento dispongono di cangiar nome e stato, f
servo col nome di Tindaro. Per ventura il figliuolo di Egione trovasi
per
l’appunto cattivo nella città di Elide patria di
dunque il vecchio di proporre a’ nemici la permuta del proprio figlio
per
Filocrate; e per trattarla concede al creduto Tin
di proporre a’ nemici la permuta del proprio figlio per Filocrate; e
per
trattarla concede al creduto Tindaro l’andare in
tenzione uno schiavo venuto in compagnia di Filocrate, e lo riconosce
per
lo stesso malvagio schiavo che rubò e vendè l’alt
risimiglianza. Convengono i più sagaci critici in tener questa favola
per
una delle più eccellenti di Plauto. Dousa n’era i
(dice il coro degli attori col nome di grex) questa favola è composta
per
chi ama le dipinture de’ costumi pudici. Non vi s
rvatore non sempre esatto delle regole dell’illusione teatrale, è non
per
tanto sempre vago, semplice, ingegnoso, piacevole
centotrenta. Secondo Varrone e Festo Pompeo, presso alcuni passarono
per
commedie di Plauto anche le seguenti: Artemone, F
one, Cestrione e Astraba. Auto Gellio col filosofo Favorino riconosce
per
favole Plautine la Beozia che si ascriveva ad Aqu
medie genuine di Plauto, la qual cosa lo mosse a comporre un opuscolo
per
isceverarle. Certo Plauzio, secondo lui, antico p
ali dal di lui nome doveano chiamarsi Plauziane, e talvolta passarono
per
Plautine attribuendosi a Marco Accio Plauto. Il l
ne abbiamo, passerebbero il numero di ventuna da Varrone riconosciute
per
Plautine. Certo Lelio al dir di Gellio, uomo erud
mpose a se stesso, in cui dimostra la perdita che nella sua morte era
per
fare la commedia: Postquam est morte captus Plau
erio Massimo lib. II, c. 4. b. Orazio Epod. I libro II: Fescennina
per
hunc inventa licentia morem. Versibus alternis ob
a lingua, e certi versi, ed un certame mimico speciale che si celebra
per
istituto de’ maggiori, continua a rappresentarsi
odestia Histrionum retulit. Multa ab iis in publicam seditiose, foeda
per
domos tentari. Oscum quondam ludicrum levissimae
i Greci appellavano barbari gl’Italiani. Il parassito Ergasilo giura
per
le città di Preneste, ni Sora, di Segni, e di Fru
ste, ni Sora, di Segni, e di Frusinone, ed Egione ripiglia, Quid tu
per
barbaricas urbes juras? Noto è pur troppo che b
raniera. Aulo Gellio nel rimproverare a Nevio il fastoso epitafio che
per
se stesso compose, dice che i suoi bei versi most
colta degli Opuscoli del Calogerà). Il luogo presso Taranto designato
per
Rudia si vuole che fosse la terra delle Grottagli
e con arte e destrezza, A poco a poco fargli delle offerte Di danajo
per
aver la libertà. Libero poi ch’io sia, mi fornirò
grosse navi In mare. Fra gli stessi Re sarò Anch’io chiamato Re. Indi
per
mio Diporto vo’ comperarmi una nave, E far lo ste
uò dir viva e non morta, se viva è colei che gloriosa rimane al mondo
per
mezzo della virtù. » Nel diario manoscritto inedi
inedito di F. Settimanni nel R. Archivio di Stato di Firenze, trovo,
per
gentile comunicazione di G. Baccini, la notizia,
sabella, che ognuno di lei restò stupefatto. Gl’ Intermedi adoperati
per
la Zingara furon gli stessi della Pellegrina del
la Zingara, vedi al nome di Piissimi Vittoria ; quanto alla Pazzia, è
per
me fuor di dubbio trattarsi della Pazzia d’Isabel
accordo una Pavaniglia Spagnola con una gagliarda di Santin da Parma,
per
la qual cosa poi, le lasagne, i maccheroni, e la
se simili da pazza, essi la vogliono pigliare, & ella se ne fugge
per
strada, & essi la seguono. Ancora : Isabell
in una tragedia Tace la notte, e chiara al par del giorno spiegando
per
lo Ciel l’ombra serena già per vaghezza, oltre l’
, e chiara al par del giorno spiegando per lo Ciel l’ombra serena già
per
vaghezza, oltre l’usato affrena di mille lumi il
a rimirar felice, di tutt’altro quaggiù cesse il desio, che sua vita
per
sempre ebbe serena. O di scena dolcissima Sirena,
nquieto di Milano Apollo, questa il cui valor cotanto ammiri, ed ave
per
teatro e scena Italia e ’l Mondo ; e d’ eloquenza
osi a Parigi, munita di lettere di presentazione e di raccomandazione
per
quella Corte, coll’arte sua, col suo sapere, coll
a’ moderni del mio tempo, la Signora Isabella Andreini comica celebre
per
le opere sue che sono alle stampe, fu dalle lette
itengo pure inedita, e che mi pare valga la pena di trascrivere, così
per
le nuove cose ivi discorse, come per una riprova
lga la pena di trascrivere, così per le nuove cose ivi discorse, come
per
una riprova dell’interesse che le LL. Maestà pren
agnia à servire : la prima io le mostrai la lettera, che ’l S.r Cioli
per
ordine di V. S. m’ hauea scritta data sotto il dì
’ottener in mio benefizio quel c’ hauessi dimandato. Scriuo dunque sì
per
ubbidir alla Commiss.e, come perchè mi sarebbe pi
disegni d’andar il Re. Qui ognun dice ch’ anderà in Provenza ; e che
per
ottobre deu’essere in Lione. Sia come si voglia,
pag. 65) le presentò a nome del pubblico la seguente lettera in versi
per
invitarla a restare. A ISABELLE, Comédienne Je n
gni cura, e alla quale portava uno speciale amore. Partita di Francia
per
recarsi in Italia nel 1604, fu sorpresa dal male
recarsi in Italia nel 1604, fu sorpresa dal male in Lione, ove moriva
per
aborto l’ii giugno. (Il Sand ha erroneamente il i
nti accompagnata : ed hebbe un bellissimo Epitaffio scritto in bronzo
per
memoria eterna. (V. Francesco Andreini). Dalle
le Rime – Edizione di Milano, Bordone, 1601. Il Cavalier Marino dettò
per
la sua morte il seguente sonetto, riferito anche
fede. Il quale ancora in uno de’Suoi Capitoli alla Carlona (Trento,
per
Gio. Battista Gelmini, m dc viii) dice : Con le
o impensatamente, pensato mi vien di voi ; e di voi pensando, convien
per
forza ch’io pensi d’avervi amato ; il che più mi
i siate il mal tempo. Costanza. Anzi, ch’io sono l’istesso mal tempo
per
voi, poichè per me dite, che non havete mai buon
empo. Costanza. Anzi, ch’io sono l’istesso mal tempo per voi, poichè
per
me dite, che non havete mai buon tempo : noi sogl
oli (op. cit., pag. lxxix) riporta intero il dialogo fra uomo e donna
per
la caduta d’un fazzoletto, che è un modello del g
frammischiare alle prose sentenze poetiche era dell’uso, specialmente
per
la chiusa delle scene nella commedia improvvisa,
chiusa delle scene nella commedia improvvisa, e più specialmente poi
per
le andate via. Dalle Lettere – Edizione di Ve
l genere e del tempo ; trascriverò dalle Rime (Milano, Bordone, 1601)
per
dare un saggio del suo poetico stile, due sonetti
; E’l duol, che’ntenerir potrebbe i sassi, E l’amaro mio pianto han
per
mercede Noue lagrime sol, nouo tormento ; E per m
’amaro mio pianto han per mercede Noue lagrime sol, nouo tormento ; E
per
maggior mio mal misera i’sento, Che per girsen’à
agrime sol, nouo tormento ; E per maggior mio mal misera i’sento, Che
per
girsen’à lui, ch’à me non crede, L’infiammato mio
le al tuo venir che al tuo partire, Viuo in amaro pianto ; Ma voi deh
per
pietade Vscite meste de gli herbosi fondi O Ninfe
hor più non lice Di smeraldo portar gonna ridente. Dipinti Augei, che
per
le Tosche selue Di ramo in ramo saltellando andat
gran lode serra. Ma che dich’io ? sua lode intorno scorre, Ed hà solo
per
meta i Poli, e’l Cielo Dou’hor si posa la bell’al
hor Morte chiamando. O nemica mia stella, ò destin rio. S’esser cruda
per
me deuesse, ed empia L’innessorabil Parca Col leu
i genitori, fu celebre nel teatro e nelle lettere. Mi son servito,
per
la stampa del promesso dialogo del De Somi, sulla
plica a Francesco Gonzaga Conte di Novellara, in data 15 aprile 1567,
per
ottenere un decreto di poter egli solo per anni x
a, in data 15 aprile 1567, per ottenere un decreto di poter egli solo
per
anni x dare stanza in Mant.ª da rappresentare com
r anni x dare stanza in Mant.ª da rappresentare comedie, a coloro che
per
prezzo ne vanno recitando, offerendosi egli dare
dare ogni anno a poveri della Misericordia, sacchi due di formento ;
per
la quale offerta, il Gonzaga il 17 aprile raccoma
he — Auertimento prima che si mandi fuori il prologo — Ordine o norma
per
mandar fuori i recitanti — Prima che si mandi giù
i. Sant. A noi Messer Veridico è paruto mill’ anni d’ auer desinato,
per
uenire a farci pagar da uoi quel debito, al quale
ben uenuti : sedete. Mass. Vi hauremo forse disturbato, essendo uoi
per
quello che comprendo, intento a conteggiare. Ver
fò, de gli habiti, et altre cose, che occorrono a i recitanti nostri,
per
non mi condur poi isproueduto a fatti. Sant. Hor
per non mi condur poi isproueduto a fatti. Sant. Hor noi siam qui, e
per
far come il pardo, al primo salto la preda, comin
poemi, e sopra tutto di bella prosa contesta, et che non fosse noiosa
per
molti soliloquij, o lunghi episodij, o dicerie im
iosa per molti soliloquij, o lunghi episodij, o dicerie impertinenti.
per
ciò ch’ io concorro nel parere di coloro, che han
ta, fuggendo più ch’ io potessi le stampate, quantunque piu belle. si
per
che ogni cosa noua piu piace ; et si per esser pa
te, quantunque piu belle. si per che ogni cosa noua piu piace ; et si
per
esser parer quasi comune, che le comedie, delle q
omedie, delle quali lo spettatore, hà notitia ; rieschino poco grate,
per
di molte cagioni, tra le quali, principale cred’i
bio, la nouella de l’ oca. il che non auiene cosi delle comedie noue,
per
che quantunque l’huomo sappia da principio, hauer
, come gli si richiede. Sant. Certo, conosco esser uero quanto dite,
per
che io mi son ritrouato ueder rappresentar bene,
tantissima. Ver. Tanto, che è da stupirne, et oso dire, anzi affermo
per
uero, che piu importi hauer boni recitanti, che b
ben recitata, che una bella mal rappresentata. Et pero quand’ io sono
per
elegerli, hauendo copia d’ huomini atti et che ub
suelto, et cosi tutti. pongo poi anco gran cura alle uoci di quelli,
per
ch’ io la trouo una de le grandi et principali im
a far recitare un ombra in una tragedia, cercarei una voce squillante
per
natura, o almeno atta con un falsetto tremante, f
i però in caso alcuno, mi seruirei di mascare, ne di barbe posticcie,
per
che impediscono troppo il recitare. et se la nece
o lo farrei parere attempato, ma decrepito, et grinzo, bisognando. Et
per
che quanto alla elettione, e della comedia e de i
rcitare, et in che modo hanno da recitare questi eletti. Ver. Questa
per
certo è impresa grauissi-ma. Ma per farui solo in
itare questi eletti. Ver. Questa per certo è impresa grauissi-ma. Ma
per
farui solo intendere, parte di quello che faccio
he non cagionino di quei tumulti, che fanno souente coloro, li quali,
per
esser più lontani, non ponno udire, onde ha poi d
ttacolo, et a questo puo seruir solo, lo hauer il recitante bona uoce
per
natura, come dissi che dopo la bona pronuncia pri
la bona pronuncia principalmente le bisognarebbe. Mass. Auuertimento
per
certo necessario. Ver. Come uitio pestilente poi
ale al dire. Ver. Siate certo che non gle le toglie in parte alcuna,
per
che, oltre che il fauellare adagio, non concedo i
il fauellare adagio, non concedo io che sia mal uso, anzi l’ approuo
per
proprio delle persone piu graui [et sempre si deo
onella lasciuamente, se la ocasion lo comporta, ouer mordersi un dito
per
isdegno, et simili cose, che il poeta, nella test
i essercitauano ; non si può però cauar regole di questa proffessione
per
che ueramente bisogna nascerci Et tra molti galan
credo che gli antichi uedessero, ne si possi fra moderni ueder meglio
per
chè in fatti ella è tale su per la scena, che non
ne si possi fra moderni ueder meglio per chè in fatti ella è tale su
per
la scena, che non par gia a gli uditori di ueder
&c. l’ altro è Donna leggiadra a cui la piu gradita &c. hora
per
tornar a parlar de recitanti in generale dico di
questo gioua molto [come anco in molte altre parti è utile] lo hauer
per
guida lo stesso autore de la fauola, il quale hà
oncetti, che fanno comparir il poema piu garbato, et i suoi recitanti
per
conseguenza paiono piu desti. Dico desti. per che
to, et i suoi recitanti per conseguenza paiono piu desti. Dico desti.
per
che sopra tutte le cose bisogna che il recitante
ddamente, et senza il debito feruore, et la conueniente efficacia. Et
per
fuggire questo diffetto, è neccessario a recitant
lingua latina eloquenza del corpo, son di tanta importanza, che non è
per
auentura magiore l’ efficacia delle parole, che q
r di proposito, par che non sappiano che se ne fare. Et se una Donna [
per
gratia di essempio] haurà pigliato per uezzo di m
e se ne fare. Et se una Donna [per gratia di essempio] haurà pigliato
per
uezzo di mettersi la mano su ’l fianco ; o un gio
gire come la mala uentura, un certo modo di recitare dirò pedantesco,
per
non saperle io trouar piu proprio nome, simile al
ia altro che un familiar ragionamento, che improuisamente occorra. Et
per
che come dico il darui regole piu particolari, mi
antelli attorti et affaldati, et le meretrici di giallo s’ ornauano ;
per
che cosi fatte osseruationi, sarebbono per la uar
ci di giallo s’ ornauano ; per che cosi fatte osseruationi, sarebbono
per
la uarieta de gl’ usi, uani, o poco conosciuti ;
uarieta loro, et si anco a facilitare l’ inteligenza della fauola. Et
per
questo piu che per altro cred’ io, che gl’ antich
anco a facilitare l’ inteligenza della fauola. Et per questo piu che
per
altro cred’ io, che gl’ antichi haueuano gl’ habi
colori assegnati, a tutte le qualità de i recitanti. Hor se io haurò [
per
gratia di essempio] da uestir tre o quattro serui
in capo : l’altro a liurea, di diuersi colori : et l’altro adornarò,
per
auentura, con una beretta di ueluto, Et un paio d
te uolte son io stato ambiguo un pezzo, nel riconoscere uno in scena,
per
non esser ben differente da un altro recitante, o
. La uarieta de i colori, a questo gioua assai ; et uorrebbono essere
per
lo piu gl’ habiti di colori aperti, Et chiari, se
ossero conosciuti, le tingeuano il uiso di feccia di uino, o di luto.
per
che a me basta il trasformarli, e non trasfigurar
, in cui deuressimo tenerlo ; facendoli credere piu che sia possibile
per
uero successo, ogni nostra rappresentatione. Ma p
che sia possibile per uero successo, ogni nostra rappresentatione. Ma
per
che ogni nouita piu piace assai, riesce molto pia
rbari, et astratti dalle nostre usanze, et quindi auiene che riescono
per
lo piu cosi uaghe le comedie uestite alla greca.
che riescono per lo piu cosi uaghe le comedie uestite alla greca. Et
per
questo, piu che per altra cagione fo io che la sc
piu cosi uaghe le comedie uestite alla greca. Et per questo, piu che
per
altra cagione fo io che la scena della comedia no
nostra che uedrete martedi [piacendo a Dio] si finge costantinopoli,
per
poter introdurui habiti cosi di donne come di huo
r succeder fra genti strane e che non conosciamo ; di quelle cose che
per
lo piu nelle comedie si rappresentono, che uederl
bbiamo continoua pratica. et se questo riesce ben nelle comedie, come
per
isperienza ne siamo certissimi, tanto piu succede
si figurano cosi uagamente quei personaggi de gl’ antichi secoli. Et
per
che tra i piu belli spettacoli, si mostra belliss
richiedono. Ver. De gl’ aparati non uoglio che ragioniamo hoggi, et
per
dimane ui prometto di trattarne alquanto, Ma per
ragioniamo hoggi, et per dimane ui prometto di trattarne alquanto, Ma
per
non lasciarui ingannati, credendo uoi forse, che
non lasciarui ingannati, credendo uoi forse, che ci bisogna uno stato
per
rappresentare una tragedia, uoglio dir solo quest
da recitare una comedia, o anco una cosa pastorale. e pur ci seruiamo
per
lo piu di cose fatte. Mass. Poi che ricordato n’
pelli, sopra le spalle del pastore, et sotto i fianchi. et non è male
per
uariare, legarne ad alcuni pastori sopra una spal
et culti. ad alcuno, si può cinger le tempie d’ alloro, o d’ hedera,
per
uariare, et con questi modi, o simili, si potrà d
nde, che paiono naturali, et ad alcuna si potranno lasciar ir sciolte
per
le spalle, con una ghirlandetta in capo. ad altra
ciar ir sciolte per le spalle, con una ghirlandetta in capo. ad altra
per
uariare aggiungere un frontale d’ oro, ad altre p
n nastri di seta, coperte con di quei veli sutilissimi et cadenti giù
per
le spalle, che nel ciuil uestire, cotanta uaghezz
timenti, bisogna che chi essercita questi poemi, sia bene essercitato
per
che è molto piu difficile condur una sifatta rapp
ppresentatione, che stia bene : che non è a condurre una comedia ; et
per
la uerità fa anco molto piu grato, Et bello spett
gono ? ne sotto il nome di pastore tutti gli huomeni ? Ver. Anzi nò,
per
che se il poeta u’ introducesse [come sarebbe per
ni ? Ver. Anzi nò, per che se il poeta u’ introducesse [come sarebbe
per
essempio] una maga bisognarà uestirla secondo la
sse ; ma di piu gentili, con collari vaghi, et copertine leggiadre. e
per
finire quello, che a me pare a questi poemi conue
a lista [come quella ch’ io faceua pur dianzi] bisogna hauer notato :
per
che una poca cosa che si scordi, può in gran part
fare un’ altra molto utile, et necessaria ; doue noto tutte le scene
per
ordine, co i nomi de suoi personaggi, et con il s
strepitoso, che habbia forza di destare gli animi, quasi adormentati
per
la lunga dimora che ordinariamente fan la maggior
i, prima che si uenghi al desiderato principio : et questo Gioua anco
per
risuegliare i cori de i recitanti. Mass. Questo
uesto Gioua anco per risuegliare i cori de i recitanti. Mass. Questo
per
proua ho ueduto io far grande effetto. hor ueniam
ice molto aggiungere sotto alla laurea, una capillatura posticcia, si
per
trasformare il personaggio, come per farlo parere
a, una capillatura posticcia, si per trasformare il personaggio, come
per
farlo parere persona antica. et questo haurà da u
e a gl’ uditori. et non essendo hora fuor di proposito al tutto, dirò
per
regola generale, cosi a tutti i recitanti come al
onare piu in mezo, et piu in ripa al proscenio, che sia possibile, si
per
accostarsi il più che si può a gl’ uditori ; come
a possibile, si per accostarsi il più che si può a gl’ uditori ; come
per
iscostarsi quanto piu sia possibile dalle prospet
esto è benissimo inteso. hor ditene di gratia se la scena si fingerà,
per
cosi dire, esser Roma, et che la comedia [poniam
e, et in che loco hà da mostrar di trouarsi ? Ver. Lassando da parte
per
hora quelle inuentioni di prologhi doue s’ introd
che gl’ intermedij di musica almeno, sono necessarij alle comedie, si
per
dar alquanto di refrigerio alle menti de gli spet
dar alquanto di refrigerio alle menti de gli spettatori ; et si anco
per
che il poeta [come ui cominciai a dir hieri] si s
a. poscia che ogn’uno di questi intermedij, ben che breue, puo seruir
per
lo corso, di quattro, sei, et otto hore a tale ch
orso, di quattro, sei, et otto hore a tale che quantunque la comedia,
per
lunga che sia, non hà da durar mai piu che quattr
n hanno propriamente ad essere destinte in atti [quantunque i moderni
per
propria autorita le diuidono] et i chori che in e
diuidono] et i chori che in esse si fanno da poeti, sogliono seruire
per
quella parte, che hà da trascorrer di tempo tra u
a parte, che hà da trascorrer di tempo tra un successo et l’altro. Ma
per
che par che si usi a tempi nostri da destinguerle
insieme anco parlaremo de gl’ interualli de poemi pastorali, poi che
per
hoggi si è detto assai : et in uero mi conuiene e
nuiene essere a far proua di alluminar la scena della nostra comedia,
per
ueder che non gli manchi cosa alcuna, et però con
mo noi, o signor Massimiano accettar questo cortese inuito ? Mass. E
per
che no ? Ver. Andiamo dunque alla scena. Sant.
scena. Sant. Andiamo. Nulla di più importante e di più interessante
per
la storia della scena italiana, di questo dialogo
n senso, una stanza a quattro pareti, senza tener conto quasi mai che
per
una di esse, il boccascena, gli spettatori han di
ia troppo lungo. Senza convenzionalismi arte non v’ha : e molte volte
per
isbandirne uno a casaccio, se ne crea un altro ma
la prima, la natura stessa del maraviglioso, il quale, ove non abbia
per
fondamento una credenza pubblicamente stabilita d
gran via si trascorre dal poeta in cinque atti brevissimi. Basta ciò
per
conoscere che le scene debbono essere disunite, i
qual mezzo di farsi amare da un cuor ritroso è mai quello di addurre
per
motivo, che se Cefalo non le risponde nell’affett
n fu de’ più spettacolosi. Usaronsi delle invenzioni e delle macchine
per
rappresentare tutti gli oggetti possibili, favolo
ché non si possono ridurre a determinate classi. Non poche tra queste
per
opera de’ bravi macchinisti, che allora fiorivano
del Sabbattini riuscirono vaghissime ed ingegnosissime. Un dramma, o
per
dir meglio uno spettacolo frammezzato di poesia d
rammatica lavorata dal Chiabrera si rappresentò a Mantova l’anno 1608
per
le nozze di D. Francesco Gonzaga con Margarita di
rzo delle Opere di esso Chiabrera. Ingegnose molto e leggiadre furono
per
lo più le invenzioni de’ drammi a Firenze e a Tor
rono per lo più le invenzioni de’ drammi a Firenze e a Torino, quella
per
isquisito gusto di ogni arte bella sempre distint
liè non men celebre pel suo buon gusto nelle decorazioni teatrali che
per
politiche disavventure77, Meritano particolar men
atrali che per politiche disavventure77, Meritano particolar menzione
per
allegoria opportuna e per vaghezza di ritrovato i
isavventure77, Meritano particolar menzione per allegoria opportuna e
per
vaghezza di ritrovato il cielo di cristallo, e le
lla corte nelle nozze di Cosimo de’ Medici con Maddalena d’Austria, e
per
quella di Torino il Vascello della felicità, e l’
e simbolleggiati, cioè un vascello che significava l’acqua, un teatro
per
la terra, un mongibello per il fuoco, e un iride
scello che significava l’acqua, un teatro per la terra, un mongibello
per
il fuoco, e un iride per l’aria. Ecco il salone r
acqua, un teatro per la terra, un mongibello per il fuoco, e un iride
per
l’aria. Ecco il salone riempirsi d’acqua in un su
soggette al Duca di Savoia, e in mezzo una gran tavola apparecchiata
per
quaranta persone. Il dio del mare invitò i sovran
io, si supponeva che gli abitanti delle vicine provincie preparassero
per
Cesare e per la sua armata un magnifico spettacol
eva che gli abitanti delle vicine provincie preparassero per Cesare e
per
la sua armata un magnifico spettacolo lungo la ri
ando fra le mani degli altri compositori, né sapendo questi come fare
per
sostener l’attenzione degli spettatori cori azion
i comici all’opera buffa. Così l’Aurora ingannata servì di favoletta
per
gl’intermedi musicali nel Filarmindo, favola past
ermedi musicali nel Filarmindo, favola pastorale, il Glauco schernito
per
gl’intermezzi del Corsaro Arimante, favola pescat
o nella tragicommedia intitolata l’Amorosa clemenza, la tomba di Nino
per
gli intermezzi dell’Ercole in Eta, dramma eroico,
o per gli intermezzi dell’Ercole in Eta, dramma eroico, il Disinganno
per
la virtù in cimento, dramma morale, e il Capricci
r la virtù in cimento, dramma morale, e il Capriccio con gli occhiali
per
i Diporti in Villa, dramma giocoso scritto nel di
iare, caratteri, orditura, passioni, interesse teatrale erano contati
per
nulla. Ora si vedeva nell’assedio di Persepoli, c
ei drammi, e fra gli altri quelli di Giulio Strozzi, fiorentino, dove
per
mezzo di gran caratteri mobili di fuoco si leggev
sero con mille buffonerie gli avvenimenti più serii. Che bel sentire,
per
esempio, il seguente vezzosissimo soliloquio che
a; Io son colui che taglia, buca e spezza. Ho la lingua col restio Ma
per
dar mazza che vola No che gobbo non son io. Ma me
restio Ma per dar mazza che vola No che gobbo non son io. Ma me-menti
per
la gola. Son ca-ca-camerata D’Ercole trionfante,
ntino. Egeo Re. E verso dove andranno? Demo balbuziente. S’imbarcano
per
co co, co, per co, co, co. Egeo. Per Coimbra? Dem
. E verso dove andranno? Demo balbuziente. S’imbarcano per co co, co,
per
co, co, co. Egeo. Per Coimbra? Demo. Per co, co,
ralto? Demo. Oibó! Per co, co, co. Egeo. Per Cosandro? Demo. Nemmeno:
per
co, co, co. Egeo. Per Corinto? Demo. Ah! bene, be
uisa indecenti che sembravano rappresentaci a bella posta sulle scene
per
giustificar il rimprovero che diè il Conte Fulvio
il Conte Fulvio Testi ai poeti italiani di quel tempo: «Fatto è vil
per
lascivia il Tosco inchiostro.» [10] Alcuni tratt
vi si era furtivamente introdotta. Ella resiste, il filosofo insiste,
per
dimesticare il quale la cortegiana, che conosceva
losofo insiste, per dimesticare il quale la cortegiana, che conosceva
per
isperienza tutto l’impero delle proprie attrattiv
] Circa lo stile a tutti è nota la viziosa maniera ch’erasi in Italia
per
ogni dove introdotta. Il lettore può senza scrupo
mma italiano miseramente contaminò. Fu nondimeno tenuto a’ suoi tempi
per
ristorator del teatro: i suoi drammi furono rista
ome cose degne di tenersi in gran pregio: i letterati sel proponevano
per
modello d’imitazione, e le muse anche elleno, le
imitazione, e le muse anche elleno, le vergini muse concorsero a gara
per
onorar con inni di laudi chi più d’ogni altro rec
traggio. Tanto è vero che il giudizio de’ contemporanei è poco sicuro
per
gli autori, come lo è pei sovrani; che il pregiud
talché il poeta quel luogo ci tenga che tiene il violinista ove suoni
per
ballo» 78. Non giudico pertanto pregio dell’opera
soltanto che fra i moltissimi componimenti che mi è convenuto leggere
per
formarmi una giusta idea del gusto di que’ tempi,
ne di miglior secolo, e quali a stento si vedrebbono nel nostro. Darò
per
saggio la Verità raminga di Francesco Sbarra forn
ti i loro spropositi. La verità comparisce avanti chiedendo loro aita
per
trovarsi tutta pesta, e mal concia dalle mani de’
Via pur via fuggi di quà.» Un cavaliere accorre al pericolo
per
difenderla, ma riconoscendola per dessa l’abbando
» Un cavaliere accorre al pericolo per difenderla, ma riconoscendola
per
dessa l’abbandona al momento. «Van
edita.» Un soldato fa la medesima cosa perché la verità lo beffeggia
per
le sue millanterie. Otto villani, che ballano al
Far a mezzo di quel d’altri.» Esce in seguito un sensale,
per
la cui opera il mercante vorrebbe disfarsi della
mercante vorrebbe disfarsi della sua coscienza come di merce scomoda
per
sé e affatto inutile, ma il sensale si scansa add
e scomoda per sé e affatto inutile, ma il sensale si scansa adducendo
per
motivo che: «Questa roba non ha sp
tolato il Podestà di Coloniola affaccendato sommamente il compositore
per
rendere cogli strumenti il suono dei rispettivi a
to d’un più ignoto componimento rappresentato in Bologna, e che aveva
per
titolo L’Amore in cucina, di esprimere colla orch
empi Giambattista Doni, scrittore grandissimo, il quale solo varrebbe
per
tutti, ma la più bella tra le opere sue, e la più
sapprovazione degli scienziati pei molti abbagli presi dall’autore, e
per
l’infedeltà nel tradurre i musici greci. Marco Me
rem la barbarie sortita dalla coltissima regione d’Italia diffondersi
per
tutta l’Europa» 80. Per rimuovere dalla sua nazio
nto di volo le due prefazioni poste dal Kirchero avanti alla Musurgia
per
veder ivi espressi i nomi di quelli stessi compos
ra concorsero al compimento di quell’opera, di che l’autore ne ricava
per
essa un buon augurio di durevole fama. [21] La te
coltivata in appresso con molta grazia da Giuseppe Cenci, fiorentino,
per
cui divenne assai celebre dentro e fuori della su
le drammatiche rappresentazioni in musica il carattere di soprano era
per
lo più eseguito da fanciulli. Ma l’ingrossamento
sviluppo ulteriore del sesso che s’ingrossino i ligamenri della gola
per
la minor copia di umori che vi concorre, gli rend
l’uso degli eunuchi era molto comune in quella nazione probabilmente
per
la musica delle chiese o per quella di camera. Di
o comune in quella nazione probabilmente per la musica delle chiese o
per
quella di camera. Dico probabilmente, poiché sebb
di congiungersi gli eunuchi in matrimonio colle donne) non apparisce
per
qual altro motivo si potessero permettere. Da una
one pel canto e le voci di tai cantori proporzionate alla mollezza, o
per
dir meglio, alla effemminatezza della nostra musi
rischio, cui si espone la loro virtù esercitando una professione, ove
per
un orribile ma universal pregiudizio, non ha alcu
presenti al vivo in sul teatro i donneschi diritti; l’amore, il quale
per
cagioni che non sono di questo luogo, è divenuto
onvien che si esprima da altri oggetti, che da quelli fatti dal ciclo
per
ispirarlo; la ristrettezza de’ nostri teatri picc
venne necessaria nel dramma quanto che non ci era maniera di supplire
per
altro verso alla dolcezza delle voci loro così ac
e comunicare gli affetti, primo e principale scopo del canto. Trovasi
per
ciò di buon’ora stabilita cotal usanza, e celebri
e di cantatrici e di cantori prederà quello di virtuose e di virtuosi
per
distinguersi anche dagl’istrioni, coi quali non v
tilissimo talento di gorgheggiar un arietta divenne una strada sicura
per
giugnere alle ricchezze ed agli onori, e ne fu da
il testo surriferito è alquanto sfavorevole all’Italia. Basti sapere
per
mia difesa, che l’autore non è uno straniero, ma
un secolo e una nazione al paro de’ più gran filosofi: né la Francia
per
esempio va meno superba per aver prodotto Corneil
paro de’ più gran filosofi: né la Francia per esempio va meno superba
per
aver prodotto Corneille, o Moliere di quello che
eno superba per aver prodotto Corneille, o Moliere di quello che vada
per
aver avuto Mallebranche o Cartesio, come più hann
erita la pena di accennare alla famiglia dalla quale usci, assai nota
per
una specie di eccentricità rivelantesi in tutti i
i eccentricità rivelantesi in tutti i suoi componenti ; assai stimata
per
la generosità dell’animo, assai ammirata per il p
mponenti ; assai stimata per la generosità dell’animo, assai ammirata
per
il patriottismo ; assai temuta per il coraggio e
erosità dell’animo, assai ammirata per il patriottismo ; assai temuta
per
il coraggio e l’eccezionale gagliardia dei muscol
forti di tempra e fieri di carattere. Appena adolescenti, prendevano
per
passatempo il passeggiare sul cornicione della lo
o, ossequenti alla patria potestà. Cesare intanto si senti trascinato
per
l’arte drammatica, nella quale entrò giovanissimo
ò all’arte e fu con Salvini, colla Carolina Internari, colla Ristori,
per
dire dei principali con cui militò. Onde seguire
principali con cui militò. Onde seguire l’irresistibile inclinazione
per
il teatro, non si curò di conseguire, come gli al
seppe però farsi apprezzare ed ascoltare con attenzione dal pubblico
per
la intelligente chiarezza con cui rese sempre il
l Mercantini, del Prati, ecc., ottenendo ovunque successi invidiabili
per
il vivo sentimento patriottico che in esse sapeva
ri, e se nel momento del bisogno gli si ricordavano crediti che aveva
per
prestiti fatti, andava su tutte le furie, esclama
di molti e non dimenticati pugni seminò la via percorsa, sempre però
per
giustificati motivi e non per brutale prepotenza
gni seminò la via percorsa, sempre però per giustificati motivi e non
per
brutale prepotenza o per vana spavalderia. Per ta
a, sempre però per giustificati motivi e non per brutale prepotenza o
per
vana spavalderia. Per tale sua qualità fu detto i
lla doveva lottare con uno degli interlocutori e soccombere. Tenutosi
per
un po', si capisce con quale sforzo, nell’attitud
inque lire. Fu anche scritturato il '58 nella Compagnia Reale Sarda
per
fare tutte quelle parti di generico, di età avanz
o, detto Ottavio, padovano, primo amoroso della Compagnia dell’ Imer,
per
la quale cominciò a scrivere il Goldoni, fu comic
lizzando sulle vicende umane, diede un colpo di bastone a una guardia
per
far ridere l’uditorio. Nelle scene più serie, e p
la Passalacqua, proprio dopo ch'ella aveva giurato di averlo lasciato
per
sempre, era ammogliato ; e il Loehner riferisce d
vava a Padova, poi a Treviso, d’onde scrive a un medico due lettere :
per
ottenere alcuna commendatizia, e per dargli avvis
scrive a un medico due lettere : per ottenere alcuna commendatizia, e
per
dargli avviso di avere sputato un po' di sangue,
zioni del medico, avverte non poter prendere il latte sino a Bologna,
per
dove sarebbe partito pochi giorni dopo ; e domand
turale, e s’abbia da mescolargli altro, e quanto n’avrà da prendere e
per
quanti giorni ; e quanto sangue stimerà bene si f
ella cavata di sangue. Tornò a Treviso il settembre dello stesso anno
per
andar poi a passar tutto l’autunno a Bologna ; e
per andar poi a passar tutto l’autunno a Bologna ; e rinnova istanza
per
avere una lettera di raccomandazione, e neanche a
, e li protesto che la fame la patischo, voglio un poco vedere cosa è
per
essere. » Il marzo del '25 era novamente in Bolog
un fiume, e avesse dovuto restar due giorni in una casa di contadini
per
asciugarsi, dalla quale partì a cavallo, essendo
lesse infranto, con vento e neve così terribili, che credette morirsi
per
via. Arrivato a Bologna stette bene due mesi, ma
ette bene due mesi, ma poi fu preso da vertigini e febbri acutissime,
per
le quali fu ordinata nuova emissione di sangue. D
vatagli una ostruzione al ventre, gli ordinò sei pillole ogni mattina
per
dieci giorni. La febbre non gli venne più così ga
e due obbligazioni e il Don Giovanni Tenorio nel Convitato di Pietra,
per
le quali ogni spettatore bisognava che confessass
va che confessasse esser egli un comico perfetto, a cui nulla mancava
per
dirlo un Roscio de' suoi tempi. Entrato nella Com
de’ due secoli può tener dietro) o a superare il Pastor fido, almeno
per
consenso de i dotti frutto pregevole del XVII sec
e fece in Sassuolo con un prologo del conte Fulvio Testi. Ne uscirono
per
l’Italia ed oltramonti molte edizioni e traduzion
la critica più sobria fu quella che si fece al doppio amore di Celia
per
la rarità del caso, poco atto essendo un possibil
falsi brillanti ed alquante metafore ardite alla moda Marinesca. Non
per
tanto il Bonarelli compensa con varie bellezze sì
iù di quello che vien concesso a un episodio. Il lettore s’ interessa
per
essa fin dalla scena terza dell’atto I quando la
u mi accogliesti appena Con un cotal sorriso, A cui non rispondea
per
gli occhi il core. Poscia nell’abbracciarmi C
arte del quarto e nel quinto intero torna l’interesse ad essere tutto
per
Filli. Sin dal principio dell’ atto II desta curi
e ne aumenta la vivacità il trasporto di Filli nel trovarlo infedele
per
le di lui medesime parole. Il disperato dolore de
se’ perfido e crudo, E’ forza, oimè, ch’io t’ami; Io t’amo, e se
per
altro Non t’è caro il mio amor, caro ti sia P
l mio amor sarà la morte mia. O Tirsi, o Tirsi ingrato, Filli che
per
te nacque, Filli che per te visse, Filli per
a. O Tirsi, o Tirsi ingrato, Filli che per te nacque, Filli che
per
te visse, Filli per te si muore. I due segni
ingrato, Filli che per te nacque, Filli che per te visse, Filli
per
te si muore. I due segni d’oro mandati da Fill
quale avendo gettati via que’ cerchi, ov’era l’immagine del Sultano,
per
una legge è divenuto reo di morte. Egli per dispe
a l’immagine del Sultano, per una legge è divenuto reo di morte. Egli
per
disperazione nella quinta scena si accusa del fat
Egli per disperazione nella quinta scena si accusa del fatto, e Filli
per
salvarlo se ne accusa ancora, rinnovando così l’a
contesa di Olinto e Sofronia. Lo scioglimento avviene senza violenza
per
la volontà del Sultano spiegata in note Egizie in
Arena nella Riviera di Genova, si aggira sull’amore di un pastorello
per
Gelopea turbato dalla gelosia per una menzogna, s
aggira sull’amore di un pastorello per Gelopea turbato dalla gelosia
per
una menzogna, serenato dal disinganno, e felicita
ol passero di Catullo. Si machina nell’atto II a danni de’ due amanti
per
separargli suscitando in ciascuno torbidi sospett
sia. Ad Alcanta si assegna la cura di tirar Gelopea al fenile d’Alfeo
per
accertarsi che Filebo dee trovarvisi con altra ni
fronto della Gelopea. L’Alcippo impressa in Venezia nel 1615 gareggia
per
la semplicità colle stesse greche favole, e pure
tà colle stesse greche favole, e pure interessa a maraviglia. Alcippo
per
amore di Clori si trasforma in ninfa, e col nome
e non amante con quello di Alcippo. E’ scoperto dalle ninfe d’Arcadia
per
la ripugnanza ch’egli ha di bagnarsi seco loro. U
d Alcippo dee soggiacere a questa pena. Tirsi, il giudice più zelante
per
l’ osservanza della legge, si scopre essere il pa
manifesta l’innocente suo disegno di acquistar la di lei benevolenza,
per
poi scoprirsi ed ottenerla in consorte. Commuove
te. Commuove il suo semplice appassionato racconto; tutti intercedono
per
lui, ed ottiene il perdono e la sua bella Clori.
lo Buonarroti il giovane pubblicata ne’ primi lustri del secolo anche
per
gl’ intermedii accomodati all’ argomento villesco
ameno soggetto di una festa cinquennale, in cui si gareggia col canto
per
acquistare una vaga ninfa. Io non conosco pastora
lia, che gli succedette nel ducato di Guastalla; ma tal componimento,
per
avviso del lodato religioso, è poco degno di trat
. L’una s’intitola Procri, che dal canonico Negri Guastallese si pose
per
appendice alla sua storia di Guastalla. Stimò il
avoletta da recitare in musica nel passaggio della regina di Ungheria
per
Mantua. Tali passi mi furono comunicati in Parma
venoeck, i Reaumur, i Goedart, i Templey, i Bonnet, allorchè spaziano
per
l’ampiezza del l’universo, che quando minutamente
bbe singolarmente delle belle arti? Raffaello, Correggio, Buonarroti,
per
una via totalmente aliena dal calcolo infinitesim
ione dono divino della, suprema sapienza, egli è dalla natura formato
per
la società, alla quale inevitabilmente vien tratt
e altri pur disse, delle stelle chiamate nebulose, la cui esistenza è
per
gli ultimi telescopii inglesi ugualmente assicura
ramandare al nostro pianeta luce maggiore. E se la geometria, più che
per
le utili verità che insegna, si rende commedabile
metria, più che per le utili verità che insegna, si rende commedabile
per
l’attitudine che somministra agl’ingegni tutti pe
rende commedabile per l’attitudine che somministra agl’ingegni tutti
per
bene e coerentemente ragionare, essa e tutte le s
a loro giustezza a formare grandi legislatori morali e politici tanto
per
ciò che l’una società debbe all’altra, quanto per
li e politici tanto per ciò che l’una società debbe all’altra, quanto
per
quello che debbonsi mutuamente gl’individui di ci
nza delle leggi è quella che presta alle società l’opportuno soccorso
per
atterrire o distruggere i colpevoli e per minorar
ocietà l’opportuno soccorso per atterrire o distruggere i colpevoli e
per
minorar la somma dei delitti, a quali trascorrono
o forniscono le stesse leggi contro questo lento veleno che serpeggia
per
le nazioni e le infetta? Esse leggi contente di r
ir di Orazio, colla forca giugne a sterminarsi; ed ossserviamo che da
per
tutto quasi sempre i costumi col tempo sogliono d
ia correggere i costumi; e non essendo essi altro che abiti contratti
per
opinioni vere o false, nostre o straniere, a puri
cupa a far la guerra agli errori naturali ed a correggere le opinioni
per
inspirar costumi confacenti al disegno del legisl
rettifica la stessa volontà, e che Socrate trasse dal cielo, diedero
per
eccellenza il nome dì filosofia? Dietro adunque a
azione domestica è forse una fiaccola chiara a sufficienza e durevole
per
tutto il cammino della vita? Il mondo ideale che
i anni e la novità di tante forme esterne? quanta ne rimane al l’uomo
per
norma delle sue passioni, allorchè crescono coll’
i potesse produrre un pieno effetto generale, dovrebbe esser publico,
per
insegnare a tutti, come da una scuola commune, so
che cinti di umane spoglie viaggiarono e conversarono con gli uomini
per
arricchirli di sapienza, la poesia drammatica si
dello scudo di Ubaldo ci dipigne e rappresenta quali veramente siamo,
per
avvertirci delle discordanze de’ nostri ritratti
ia drammatica è la stessa morale posta in azione: quella si trasmette
per
l’udito, questa si presenta alla vista: quella sa
chieri delle tavole grandi da certi ridevoli pedantacci che ostentano
per
unico lor vanto l’essersi procacciati varii diplo
pretese in Roma la censura, e i nobili corrotti formarono un partito
per
contrastargliela. Se io abbondassi di ozio e di t
destar sulle moderne scene quando il riso e quando la compassione. Ma
per
sì bella impresa oltre di un raro ingegno affinat
l lieto nido, quell’esca dolce, quelle aure soavi che bramano i cigni
per
elevarsi al Parnaso, ed a me di ciò in vece sovra
a non feci, gli sforzi fatti sino a questi tempi ne’ paesi conosciuti
per
dipignere sui teatri ora grandi sconcerti ora pic
l’eccellenza e l’utilità della poesia rappresentativa, stimo inutile
per
chi ha da leggere l’opera il prevenirlo delle mol
uio, eloquenza, loquela, loquace, loquacità, interlocutori; or perchè
per
acconcia analogia non dirassi anche interloquire
ho cercato esaminare con nuova diligenza le favole antiche e moderne,
per
presentare a’ giovani studiosi con sempre più acc
osi con sempre più accurata scelta le drammatiche bellezze da tenersi
per
esemplari. E giudicando degli autori secondo il m
o senza la folle pretensione di certuni di proporre il proprio avviso
per
norma del l’altrui pensare. Io m’ingannero talvol
miei stessi capricci, ardisco Contro de’ vizii miei darmi battaglia,
per
valermi del concetto di Pope e delle parole del G
e il di lui Saggio di Critica. Ecco quanto io ho fatto in quest’opera
per
diletto ed istruzione della gioventù che ama la p
pedia. a. Numerosissime sono fuor di dubbio le conoscenze acquistate
per
le matematiche; mais (dicevano gli editori dell
rammatici, e gli chiamava (nella lettera 137 del’e Persiane) i poeti
per
eccellenza e i signori e maestri delle passioni .
da me usate nella Storia de’ Teatri in un volume del 1777. a. Forse
per
le stesse mie ragioni il precitato Amico di Venez
e alla distesa con certo gergone apparato nelle vie, nelle botteghe e
per
le magioni da’ perlari ds’ popoli senza alcun stu
ragionare volesse scarabbochiar epigrammi, come altri fece, potrebbe
per
tanto fango chiamar pantanosi siffatti suoi bei c
ue le quieren dar . A quello però che egli aggiugne, cioè che ciò sia
per
non aver io letto gli autori , o per non avergl
egli aggiugne, cioè che ciò sia per non aver io letto gli autori , o
per
non avergli intesi , dirò che la continuata appr
ssime delle quali consistono nel distrugger i sentimenti della natura
per
inalzar sulle loro rovine l’idolo dell’opinione,
ll’arte drammatica, ma perché vi vanno gli altri soltanto. Adocchiare
per
esser adocchiati, aggirarsi da scioperati da palc
chetto in palchetto, scoprir nelle regioni della galanteria paesi non
per
anco tentati, spiar in aria di somma importanza i
oco (quella occupazione insipida ritrovata dall’ozio, e dall’avarizia
per
consolar tante anime vuote, che non sanno che far
la grand’arte di Sofocle e di Menandro. Uditori altrettanto incomodi
per
l’indiscretezza loro quanto giudici infelici pel
infiniti poltroni. [3] Il politico, osservando unicamente gli oggetti
per
la relazione che hanno colla civile economia e co
lo prenderà come un diversivo offerto talvolta al popolo spensierato
per
nasconder agli occhi suoi l’aspetto di quelle cat
l’aspetto di quelle catene che la politica va lavorando in silenzio,
per
infiorare gli orli del precipizio, dove lentament
re gli orli del precipizio, dove lentamente lo guida il despotismo, e
per
mantenerlo più agevolmente in quella picciolezza
a come il famoso cieco di Cheselden giudicava delle rose, delle quali
per
quanto s’ingegnassero i circostanti a fargli capi
e date, nel sapere il numero e i titoli delle produzioni d’un autore,
per
quanti mesi ei le ritenne chiuse nello scrigno, q
ttura forte de’ caratteri, il linguaggio fine delle passioni, tutto è
per
loro come se non esistesse. Se per disavventura d
aggio fine delle passioni, tutto è per loro come se non esistesse. Se
per
disavventura delle lettere s’affibbiano essi la g
r disavventura delle lettere s’affibbiano essi la giornea d’Aristarco
per
giudicare, l’impegno loro si riduce ad accozzar c
pio e dall’autorità degli antichi mal intesi e peggio gustati da loro
per
misurar poscia su quelli come sul letto di Procus
Valigia introdusse a dialogizzar insieme un coro d’agli e di cipolle
per
imitar Aristofane, che aveva parimenti fatto parl
antichi e moderni l’uomo di gusto è il solo, che prenda lo spettacolo
per
se stesso e non per gli accessori. Ei solo, penet
uomo di gusto è il solo, che prenda lo spettacolo per se stesso e non
per
gli accessori. Ei solo, penetrando più addentro n
onar i difetti in grazia delle virtù, e misurar il pregio delle virtù
per
l’effetto, che ne producono. Ei paragonando insie
diverse produzioni degli ingegni gli serve, come il filo ad Arianna,
per
inoltrarsi nel sempre oscuro e difficile labirint
ra come un sistema di morale messa in azione, che abbellisce la virtù
per
renderla più amabile, e che addimanda in prestito
a più amabile, e che addimanda in prestito al cuore il suo linguaggio
per
far meglio valere i precetti della ragione: ora c
materie non difficilmente conoscersi. Se fosse quistione di scrivere
per
lo teatro, e non del teatro, l’uomo di gusto esse
altre mire o non entrano affatto nel suo progetto, o ci entrano solo
per
incidenza. Ma la storia apre alle ricerche degli
ll’opera, e gli altri che gli tengono mano, ma indispensabile diviene
per
lui eziandio l’erudizione, quell’erudizione medes
nosa e brillante, non è perciò men solida né meno sicura. Ha egli non
per
tanto a vestire or l’uno or l’altro tutti i perso
allorché divengono oziose: dove avvicinar i secoli passati e presenti
per
rilevar col confronto i progressi delle arti, dov
in una discussione polemica rincrescevole al pubblico , il quale pago
per
lo più di trovarne il vero poco si cura di risape
ra di risapere, se gli altri abbiano smarrita la via. Mi riserbai non
per
tanto a farlo in qualche occorrenza, ove mi parve
ul medesimo riflesso dall’affastellare ad ogni pagina le citazioni sì
per
non frastornar ad ogni tratto l’attenzione del le
i sì per non frastornar ad ogni tratto l’attenzione del lettore, come
per
non ingrossar di troppo il volume. Qualunque sia
degli artefici, vana riuscirebbe la speranza di chiunque vi cercasse
per
entro quelle minute indagini intorno al nome, cog
i malivolenza né d’ingiustizia (frase inventata dagli autori infelici
per
vendicarsi dal giusto disprezzo con cui sono stat
iudizio di coloro che il proprio gusto vorrebbero a tutti far passare
per
legge, e parte ancora da quegli uomini incomodi,
anti appunto a que’ satiri che ci descrive Claudiano, i quali esclusi
per
la loro petulanza e schifezza dal soggiorno delle
siepi sogghignando maliziosamente a quei felici mortali che venivano
per
man d’Amore introdotti ne’ dilettosi giardini. Sa
ne private non si manifesti con cerimoniosi e mentiti riguardi, figli
per
lo più dell’interesse, o della paura, ma col rend
la verità conosciuta: mi sono finalmente avvisato, che se il rispetto
per
un particolare mi sollecitava a usare di qualche
re di qualche parzialità, il rispetto vieppiù grande che deggio avere
per
il pubblico , mi vietava il farlo, facendomi vede
a depone in contrario. Basta legger soltanto di fuga i primi capitoli
per
vedere quanto ivi si largheggi di lodi colla Ital
a dimostrar l’esistenza d’Iddio, non mancò ch’il volesse far passare
per
ateista: se altro mezzo non v’ha di far ricreder
tal caso rimangano essi anticipatamente avvisati, che non ho scritto
per
loro, e che la mia divisa per cotal genia di lett
ipatamente avvisati, che non ho scritto per loro, e che la mia divisa
per
cotal genia di lettori sarà sempre quel verso d’O
ne rivestito dal suo splendore se non al nostro secolo, non ha avuto
per
anco di qua dai monti un grande ingegno, il quale
ma, ora rilegandolo ai mondi della favola, ora mettendolo tra le cose
per
sua natura difettose, ed assurde, ora sbadatament
o non seppe risalire fino a’ principi, come forse avrebbe dovuto fare
per
meritar l’onore d’essere annoverato fra i critici
critici di prima sfera. Più erudito, più universale, più ragionato e
per
conseguenza più utile è il Trattato dell’opera in
ruto necessario, non che opportuno, il premettere due Ragionamenti sì
per
ovviare alla mancanza degli scrittori su questo p
ti sì per ovviare alla mancanza degli scrittori su questo punto, come
per
aver qualche principio fisso, onde partire nell’e
produzioni teatrali. Nel secondo s’investigherò la proporzione che ha
per
la musica la lingua italiana, e ciò che rimane a
one che ha per la musica la lingua italiana, e ciò che rimane a farsi
per
perfezionarla. Se le riflessioni in gran parte nu
de’ passati drammatici egli scrisse commedie sregolate ma dilettevoli
per
la buffoneria e prossime alla farsa. La farsa per
mica opera spregevole o facile. L’esperienza giornaliera dimostra che
per
mille drammatici che tesseranno tragedie regolate
lla prima si dipinge una specie di Cimone del Boccaccio, il quale non
per
amore ma per onore diviene scaltro, cangiamento c
dipinge una specie di Cimone del Boccaccio, il quale non per amore ma
per
onore diviene scaltro, cangiamento che si rende v
ore ma per onore diviene scaltro, cangiamento che si rende verisimile
per
la durata dell’azione di più mesi. Nella seconda
locale della vanità degli abitatori delle Asturie, i quali si tengono
per
nobili nati, ed ostentano la loro executoria ossi
ità insipidissime di trasformazioni e magie, che nella state del 1782
per
più di un mese si recitarono con maraviglioso con
ell’Artaserse, del Demetrio, dell’Ezio, dell’Olimpiade deteriorate da
per
tutto e segnatamente imbrattate coll’ introdurvi
o di Astracan, del Mago del Mogol? Io non ne nomino i meschini autori
per
rispettar la nazione; ma probabilmente essi trove
ma probabilmente essi troveranno ricetto nella Biblioteca del Sampere
per
morire in coro in siffatto scartabello, di cui in
ogli. Ella amava un giovanetto suo uguale che era andato in Madrid, e
per
vincerla le vien dato a credere con false lettere
incipali. Merita ben di essere dagli esteri conosciuta, singolarmente
per
le seguenti cose: per le piacevoli scene di Don R
i essere dagli esteri conosciuta, singolarmente per le seguenti cose:
per
le piacevoli scene di Don Rocco col suo domestico
ti cose: per le piacevoli scene di Don Rocco col suo domestico Muñoz;
per
quelle d’Isabella col suo amante, e spezialmente
domestico Muñoz; per quelle d’Isabella col suo amante, e spezialmente
per
la 12 dell’atto I, e l’11 del II; per l’angustia
col suo amante, e spezialmente per la 12 dell’atto I, e l’11 del II;
per
l’angustia d’Isabella astretta dal vecchio a parl
rte ascolta ed osserva, che benchè non nuova produce tutto l’effetto;
per
quella in cui Isabella ode il tiro di leva del va
iro di leva del vascello nel quale è imbarcato l’amante; e finalmente
per
l’aringa eccellente d’ Isabella, in cui svela i s
alle donne onde si avvezzano alla dissimulazione. Piacemi di tradurre
per
saggio buona parte della dilicata scena 11 dell’a
o: Isabella? Isa. Se amore o gentilezza Quì vi scorge, o signor,
per
congedarvi, Il ciel vi guardi e vi conduca (aim
ante Per eseguirlo, anch’io, se pria non l’ebbi, Tanto or ne avrò
per
affrettar co’ prieghi L’infausto istante: Gio:
L’ho meritato io forse? Ingrata donna e che facesti mai? Per te,
per
te ... tu la cagion tu sei D’ogni tormento mio!
spetto una violenza Astringerti a disciorre il più bel nodo Fatto
per
man d’amor, dal tempo stretto? Oh tempo! oh lie
Il ciel nol voglia. Io, sì, ne morirò, che in me non sento Valor
per
tante pene; ahi sventurata! Gio: Addio mio ben,
ne che consiste nel discoprimento della di lei falsa virtù e santità,
per
mezzo di un tentato matrimonio clandestino. Disco
ileva l’ipocrisia di Chiara e la vera bontà di Agnese, perchè quella,
per
discolparsi di un suo errore, all’arrivo di suo p
il servo muta discorso, dicendo, io volea mettermi tralle cappuccine
per
meritare con una austerità maggiore più gloriosa
e ed il castigo dell’avido Don Martino, di Claudio e di Chiara. Tutto
per
essi è sconcerto, amarezza, disperazione, quando
, amarezza, disperazione, quando Agnese pietosa e magnanima intercede
per
la cugina da cui era stata offesa, promette di ri
ina da cui era stata offesa, promette di rinunziarle i beni ereditati
per
non lasciarla cadere nella miseria, e la riconcil
n si sono accettate da’ commedianti di Madrid. Io converrei seco loro
per
la seconda fino a tanto che l’autore non vi sfuma
autore non vi sfumasse certe tinte d’ipocrisia troppo risentite, onde
per
altro ben s’imita l’abuso che fanno i falsi divot
l’ autore, e poi separatamente nel 1788, argomenti felicemente scelti
per
instruire e dilettare. La prima si rappresentò in
tù e abbandonato alla leggerezza e al libertinaggio, dovè interessare
per
gli effemminati sbalorditi originali di tal dipin
oprimento e nella punizione di D. Monica e nell’esiglio di D. Mariano
per
essere stato sorpreso in un giuoco proibito, che
ca nell’atto III in casa di D. Cristofano dopo essere stata ravvisata
per
una ostessa Granatina, sembra poco verisimile, e
’incontro comico della 13 dell’atto II di D. Monica dama riconosciuta
per
Antonietta di Granata ed i di lei artificj per is
nica dama riconosciuta per Antonietta di Granata ed i di lei artificj
per
ismentir D. Alfonso. Gettata sul conio della prec
gioventù senza costume, e fomenta la di lei sconsigliata propensione
per
un vagabondo ciarlatano; come nell’altra favola D
to Marchese un vero truffatore di mestiere, corrisponde a D. Alfonso,
per
cui è scoverta la falsa dama dell’altra favola. I
a promessa ad un altro, a cui il padre ha già contati diecimila scudi
per
le gioje: che Pepita in tali circostanze non dovr
gio &c. Checchessia però di tutto ciò la favola merita molta lode
per
la regolarità, per lo stile conveniente al genere
ssia però di tutto ciò la favola merita molta lode per la regolarità,
per
lo stile conveniente al genere, per l’ottima vedu
ita molta lode per la regolarità, per lo stile conveniente al genere,
per
l’ottima veduta morale, per le naturali dipinture
rità, per lo stile conveniente al genere, per l’ottima veduta morale,
per
le naturali dipinture de’ caratteri di Pepita, D.
ses buffoneschi di non molti interlocutori che continuano a recitarsi
per
lo più dopo l’atto I, o sono sainetes 26, favolet
tratti nella società più generali, allontanandosi dalle personalità,
per
formarne pitture istruttive, 2 perchè non hanno d
à di lume, e dopo avergli fatto successivamente cicalare quanto basti
per
la durata del tramezzo, conchiudono perchè voglio
rid. Le sue picciole farse sono state spesso ricevute con applauso, e
per
esse si sono talvolta tollerate goffissime commed
e gli Abati che ostentano letteratura. Egli potrà aver anche fantasia
per
inventare e ben disporre favole nuove compiute; m
nte manifestata. In effetto fuori di certe invenzioni allegoriche che
per
lo più non si lasciano comprendere27, egli si è l
intenta a depurar la scienza dal gergo de’ Peripatetici e degli Arabi
per
mezzo del calcolo, dell’osservazione e dell’esper
seguì la storia, ma verso la fine introdusse un pentimento di Tomiri
per
ricavarne lo scopo morale che si prefisse. Orazio
se. Orazio Persio di Matera compose il Pompeo Magno tragedia lodevole
per
la scelta dell’argomento, per la regolarità della
mpose il Pompeo Magno tragedia lodevole per la scelta dell’argomento,
per
la regolarità della condotta ed in certo modo per
lta dell’argomento, per la regolarità della condotta ed in certo modo
per
lo stile, la quale s’impresse in Napoli nel 1603.
scena di Alcinoe co’ genitori e con Mammolino, quando ella n’è divisa
per
andare ad essere esposta al mostro. Ansaldo Ceva
accolta del Teatro Italiano. L’Alcippo breve componimento e pregevole
per
varii passi espressi con nobiltà, meritò di esser
ltà, meritò di esservi inserito pel carattere del protagonista ottimo
per
la tragedia, mentre Alcippo illustre e virtuoso s
eca, ma quattro canzonette di trocaici dimetri da cantarsi da un coro
per
tramezzi degli atti. Or vediamo se l’altra sua tr
, e deciderà se feci senno. Benchè lo stile non possa dirsi difettoso
per
arditezze o arguzie, essendo anzi elegante, vivac
con promessa di matrimonio ingannate da Annibale: Calavio padre, che
per
ben corteggiare il suo ospite le spinge a tratten
à; mi sembrano tutti caratteri mediocri, privati, e proprii piuttosto
per
la scena cotuica. La favela nulla ha di grande ch
piegata a compiacerlo, è ad ammetterlo furtivamente nella sua stanza
per
ambizione di vedersi moglie di sì gran guerriere.
rmi Pensa assai poco… È poichè il padre mio non mi marita, Maritar me
per
me mi son disposta. Gel. Gran voglia hai di marit
ondurle seco, aggiungendo: Ma l’attener sarà che dall’opposta Parte,
per
altre scale e per altr’uscio Io mi condurrò fuor
ungendo: Ma l’attener sarà che dall’opposta Parte, per altre scale e
per
altr’uscio Io mi condurrò fuor di queste mura. S
’l comprendi. Tra. Le pugna a mano a man, se tu non taci, Mi serviran
per
lingua e per favella. Pir. E l’unghie, se tu segu
Tra. Le pugna a mano a man, se tu non taci, Mi serviran per lingua e
per
favella. Pir. E l’unghie, se tu segui a provocarm
per favella. Pir. E l’unghie, se tu segui a provocarmi, Ti suppliran
per
motti e per risposte. Con queste pugna e queste
. Pir. E l’unghie, se tu segui a provocarmi, Ti suppliran per motti e
per
risposte. Con queste pugna e queste unghie non s
ara, indi ridottesi alle loro stanze si animano a combattere fra loro
per
togliersi que’ momenti di vita che loro rimangono
ell’Accademia de’ Gelati morto nel 1634, il quale mostrò troppo amore
per
le arguzie, ne compose cinque, Medea, Admeto, i P
ia nel 1622, nella quale non rimane a veruno de’ precedenti inferiore
per
regolarità, per economia, per maneggio di affetti
la quale non rimane a veruno de’ precedenti inferiore per regolarità,
per
economia, per maneggio di affetti, sebbene manife
imane a veruno de’ precedenti inferiore per regolarità, per economia,
per
maneggio di affetti, sebbene manifesti di non ave
io di affetti, sebbene manifesti di non aver nascendo sortiti talenti
per
divenire un gran tragico, come nato era per esser
nascendo sortiti talenti per divenire un gran tragico, come nato era
per
essere un gran poeta lirico. Filippo Gherardelli
e, morali ed imitate dalle greche. Esse meritarono lodi dagli eruditi
per
la regolarità e perchè ben sostengono il decoro t
rii, e riuscì così bene in rappresentarla, che ne acquistò e conservò
per
molto tem- il nome di Sinforosa. Le altre due fur
o II gran duca di Toscana. Non ha coro di veruna sorte, ed è notabile
per
certo portamento moderno, per una grandiosità che
ha coro di veruna sorte, ed è notabile per certo portamento moderno,
per
una grandiosità che invita a leggere, e per un lo
certo portamento moderno, per una grandiosità che invita a leggere, e
per
un lodevole artificio di occultar ogni studio di
e del valoroso Mustafà condannato da Solimano re de’ Turchi suo padre
per
gli artificii di Rusteno e della Regina, la quale
esto caro suo Selino si nasconde appunto in Mustafà da lei abborrito;
per
la qual cosa ella disperata si avvelena. I costum
urbazione aumenta verso il fine essendo riconosciuto l’ucciso Mustafà
per
Selino, specialmente dalla madre la quale ne cagi
afà per Selino, specialmente dalla madre la quale ne cagiona la morte
per
volerlo salvare. Con tutto ciò varii colpi di tea
reti propositi de’ congiurati colla Regina, la cui partenza attendono
per
ripigliare il loro ragionamento, quasi che non po
ragioni ond’egli creda Già meritar lo’mpero, e lo procuri? Solimano
per
tali insinuazioni, e per una falsa lettera dell’i
ià meritar lo’mpero, e lo procuri? Solimano per tali insinuazioni, e
per
una falsa lettera dell’indegno Rusteno, crede tra
l’aveva prima meritato il Dottori. Il carattere di Aristodemo ottimo
per
conseguire il fine della tragedia esprime un eroe
a aver bisogno come Agamennone di ricorrere all’astuzia della lettera
per
salvar la figliuola, allorchè si pente di averla
n mai ozioso sino alla morte; e quel che più importa, il di lui amore
per
Merope lungi dall’indebolire l’interesse della fa
ritrova alcune volte, ma cadendo spesso nell’affettazione di Seneca,
per
volere essere sempre grave sempre ricercato. Le c
hè Licisco protesta non essere del suo sangue) non ricuserebbe di dar
per
vittima la figlia. Una imitazione delle preghiere
ù grande di Agamennone. Non è egli un Re de’ Re dell’armata Greca che
per
non perderne il comando condiscende per ambizione
de’ Re dell’armata Greca che per non perderne il comando condiscende
per
ambizione al sacrificio della figliuola. Aristode
inorridisce Policare che l’ode, freme, si adira, minaccia, vuol morir
per
lei; ma patetico è il congedo estremo che da lui
assati. Nell’atto V la nutrice racconta a Tirsi l’uccisione di Merope
per
mano del padre, e così conchiude: Un certo che s
e spavento, sarebbe morta ammirata più che compianta; Merope trafitta
per
mano del padre stesso ingannato, trafitta senza c
zza della non meritata morte, come dinota l’atto di covrirsi il volto
per
non vedere il suo uccisore mentre spira, e chiama
ggano anche nella tragedia del Bonarelli. Non dee omettersi però, che
per
l’economia della favola la vittoria par che riman
del coturno. L’interesse nella favola del Bonarelli è principalmente
per
Mustafà, e non per Solimano; in quella del Dottor
eresse nella favola del Bonarelli è principalmente per Mustafà, e non
per
Solimano; in quella del Dottori, quantunque in pa
à, e non per Solimano; in quella del Dottori, quantunque in parte sia
per
Merope, in tutto il dramma è sempre per Aristodem
tori, quantunque in parte sia per Merope, in tutto il dramma è sempre
per
Aristodemo. La riconoscenza nel Solimano avviene
dramma è sempre per Aristodemo. La riconoscenza nel Solimano avviene
per
l’arrivo improvviso di Aidina e Alicola indipende
se riferite sin dall’atto primo. Il cardinale Sforza Pallavicino noto
per
la Storia del Concilio di Trento, compose essendo
acra tragedia della morte del santo re spagnuolo Ermenegildo eseguita
per
ordine dell’Ariano Leovigildo suo padre. S’impres
uella città a’ 28 di agosto del 1646, il quale, ad onta del suo stile
per
lo più manierato, manifestò ingegno grande nelle
da non terminata. L’Isola d’Alcina composta nel 1626a è da comendarsi
per
la semplicità dell’azione che va al suo fine senz
si mosse il Testi a chiamarla dramma tragicomico. In fatti improprii
per
la tragedia sono i propositi che tengono Eurilla,
ando un libero verso senza rima pensò che languito avria senza frase;
per
sollevarlo dalla viltà lo sviò dalla naturalezza,
alezza, e diede in nojosa lunghezza, fiaccando il vigor degli affetti
per
altro vivissimi. Si vogliono mentovare le segue
el 1733 più correttamente. Tutti gli eruditi che hanno gusto, tengono
per
buone le tragedie di questo porporato. Il Gravina
maestà sì con le sentenze che con la maniera di esporle. Osservisi (
per
dar qualche esempio della maestà e della propriet
III, Anderò dall’Egitto, e non da Roma. Nè voglio in vita impallidir
per
colpa. Non vedrà alcuno mai Questo mio capo alle
il Cugino, È ben rancida la gara generosa di due amici di morir l’un
per
l’altro, e il cambiamento del nome per ingannare
osa di due amici di morir l’un per l’altro, e il cambiamento del nome
per
ingannare le ricerche del tiranno. Sofocle introd
iosto Rugiero generosamente prende il nome e le armi dell’amico Leone
per
esporsi al furore di Bradamante, Olinto nella Ger
ran Torquato vuol comparir colpevole del furto confessato da Sofronia
per
morire in di lei vece, il Porta nel suo Moro adop
lla Filli di Sciro Tirsi e Filli gareggiano come Crisotemi e Antigone
per
farsi punire, e salvar l’amante. Ma dopo di quest
nna egli forse in una mezza scena puerilmente, e senza cavarne frutto
per
l’azione, come farebbe qualche povero mendicante,
ignora la mutazione del re, e quando Corradino è chiamato dal custode
per
la funesta esecuzione, lo lascia uscire, credendo
al guisa lavorano i buoni artefici; essi prendono gli altrui pensieri
per
sementi e con nuova cura ne fanno germogliare una
e argomento con un intrigo immaginario amoroso, che minora l’odiosità
per
l’Angioino in più di un punto dell’azione. Corrad
egittimo signore di Napoli, ucciso su di un palco come un reo volgare
per
ordine dell’usurpatore del suo regno, è un person
Capitolo secondo Ricerche sull’attitudine della lingua italiana
per
la musica dedotte dalla sua formazione, e dal suo
restringo ad esaminare soltanto i vantaggi che ha la lingua italiana
per
la musica: circostanza che più d’ogni altra cosa
icuro diletto che può ritrarsi da esse, sia un troppo picciolo frutto
per
l’uomo, la di cui vita è sì breve, e i piaceri sì
altro che l’aria sospinta in su dai polmoni, la quale introducendosi
per
canale, che si chiama trachea, indi assottigliand
troducendosi per canale, che si chiama trachea, indi assottigliandosi
per
la fessura della glottide, e nella cavità della b
ell’aria, che esce dai polmoni. Attalchè tutte le regole che si danno
per
li accenti e per l’intonazioni appartengono princ
e dai polmoni. Attalchè tutte le regole che si danno per li accenti e
per
l’intonazioni appartengono principalmente alle vo
elle vocali, e delle consonanti risulta che la lingua più a proposito
per
il canto sarà quella: primo, che conti maggior nu
e permanenze della voce, sarà maggiore il numero delle intonazioni, e
per
conseguenza degli elementi del canto: secondo, ch
voce sono incommensurabili, vale a dire, non si distinguono fra loro
per
intervalli perfettamente armonici, né possono mis
fra loro per intervalli perfettamente armonici, né possono misurarsi
per
alcuna delle note, che entrano nei nostri sistemi
lo che li determina, dando loro un valore e una durazione esprimibile
per
alcuno dei segni musicali. Ma cosa è egli mai que
si distingue specificamente dalla voce pei seguenti caratteri. Primo:
per
un certo ondeggiamento della laringe, ovvero sia
izione si muta, alzandosi, o abbassandosi ne’ diversi tuoni. Secondo:
per
le oscillazioni reciproche dei ligamenti della gl
a guisa delle corde musicali ne’ diversi toni grave ed acuto. Terzo:
per
la volontaria dimora della voce nelle rispettive
fossero lasciati imporre un despotico giogo di tribunale e di lingua,
per
cui vien tolta ad essi la facoltà di prevalersi d
canti guerreschi, e vivaci: ora la soavità e la grazia del veneziano
per
la copia delle vocali, e per la prestezza nel pro
ora la soavità e la grazia del veneziano per la copia delle vocali, e
per
la prestezza nel profferirle atto all’espressione
lle consonanti, pei suoni oscuri, offuscati, ed ambigui delle vocali,
per
la sintassi mal definita, e per altre cause. [7]
, offuscati, ed ambigui delle vocali, per la sintassi mal definita, e
per
altre cause. [7] La collocazione delle consonanti
vocale, eccettuati alcuni monosillabi, come “sur, in, con”, o quando
per
accrescer forza al discorso, per ischivar le trop
llabi, come “sur, in, con”, o quando per accrescer forza al discorso,
per
ischivar le troppe elisioni, o per terminar più s
o per accrescer forza al discorso, per ischivar le troppe elisioni, o
per
terminar più speditamente il periodo, in una cade
iri Della gente, che in un s’allegra, e duole Fan che
per
l’aria un mormorio s’aggiri, Qual nelle f
stile, non ogni numero che alla poesia si confà, sarebbe a proposito
per
la musica, come alcuni affermano innavertentement
riche, hanno però delle differenze, alle quali bisogna far avvertenza
per
non confonderle. Tanto l’una quanto l’altra consi
ali, rendendo così la poesia più sostenuta e robusta. Ne’ versi fatti
per
musica cercasi non tsnto la forza determini quant
snto la forza determini quanto la relazione che hanno essi col canto:
per
lo che voglionsi parole composte di vocali chiare
to punto d’uopo sarebbe inoltrarmi in ricerche troppo scientifiche, e
per
conseguenza troppo moleste alla maggior parte de’
sapere più oltre, ai musici di professione, e ai matematici14. Basti
per
ora il sapere, che sebbene la prosodia italiana s
ocché ha ella una variazione d’accento che la rende molto a proposito
per
la formazione de’ piedi: può, per esempio, in una
ento che la rende molto a proposito per la formazione de’ piedi: può,
per
esempio, in una parola di cinque sillabe, mettend
uanto maggiore è la varietà degli accenti nella sua pronunzia; egli è
per
conseguenza chiarissimo, che più espressiva sarà
ana appartengono all’accento prosodiaco e non all’accento naturale, o
per
dir meglio, patetico, assai diverso da quello, e
centi, siccome avvicinano il discorso ordinario alla natura del canto
per
la maggior facilità d’intuonazione, così accostan
si pronunziano coll’accento sull’ultima sillaba; ond’è che i cantanti
per
rendere men monotono il recitativo loro, e più gr
Al contrario nella poesia musicale italiana l’accento può liberamente
per
quasi ogni sillaba scorrere, e la natura del vers
re, che i drammi dello Zeno, e del Metastasio sono ugualmente acconci
per
recitarsi che per cantarsi. Il Signor D’Alambert
ello Zeno, e del Metastasio sono ugualmente acconci per recitarsi che
per
cantarsi. Il Signor D’Alambert pretende che siffa
per cantarsi. Il Signor D’Alambert pretende che siffatta indifferenza
per
la recita e per il canto sia un difetto nell’oper
Signor D’Alambert pretende che siffatta indifferenza per la recita e
per
il canto sia un difetto nell’opera italiana16. Io
convenir egli stesso, poiché tra i mezzi, che da gran maestro addita
per
migliorar il recitativo francese, il principale,
la alla declamazione17. [16] Un altro vantaggio della lingua italiana
per
l’oratoria, la musica e la poesia è la trasposizi
n secondo l’ordine naturale delle idee, ma come più torna a proposito
per
la bellezza del periodo, e per il piacere dell’or
le idee, ma come più torna a proposito per la bellezza del periodo, e
per
il piacere dell’orecchio. A conoscere quanta graz
o in principio. né avviene altrimenti nella lingua italiana. Prendete
per
esempio i due primi versi dell’Ariosto così poeti
daci.» chi vi ravvisa più il pennello dell’immortal ferrarese? Non è
per
questo ch’io approvi l’inversione troppo intrelci
rà in uguali circostanze progressi più sensibili nelle belle arti ora
per
la facilità maggiore d’accomodar le parole al sen
modar le parole al sentimento, onde nasce l’evidenza dello stile: ora
per
la maggior attitudine a dipignere cagionata dal d
a scelta di quei suoni, che più alla mimetica armonia convengono: ora
per
la sospensione, che fa nascer nello spirito lo sv
lla fine del periodo. Nel che è da osservarsi che le lingue, le quali
per
conservar rigorosamente l’ordine analitico delle
danza d’augmentativi e di diminutivi, che la rendono opportuna quelli
per
lo stile ditirambico, questi per l’anacreontico,
ivi, che la rendono opportuna quelli per lo stile ditirambico, questi
per
l’anacreontico, e della pieghevolezza che in lei
gli affetti. Ma assai si è detto onde si conoscano le sue prerogative
per
la musica, e l’ingiustizia altresì con cui parlan
n gran parte orientale, onde molti di essi popoli traevano principio,
per
quella ragione avverata in tutti i secoli e da tu
popolo che tra individuo ed individuo. Bisogna scorticar un moscovita
per
far ch’ei senta, dice con molto spirito il Montes
ma anche nel discorso familiare, ovvero nella narrazione d’un fatto,
per
cui pigli qualche interesse. Allora il sembiante
, ed ecco il gran fonte onde scaturisce il modello, che il musico dee
per
ogni verso cercar d’imitare, e al quale la melodi
debitrice della sua possanza. [20] Un’altra ragione potrebbe addursi
per
ultimo, ed è che essendosi vedute di buon ora in
e la storia italiana ci somministra esempi sorprendenti, s’introdusse
per
entro a tutte le facoltà del gusto, che hanno per
denti, s’introdusse per entro a tutte le facoltà del gusto, che hanno
per
immediato strumento la parola. Le donne inoltre,
e donne inoltre, dalle quali ogni civile socievolezza dipende, avendo
per
cagioni che non sono di questo luogo acquistata u
ebbero appresso gli antichi, giovarono al medesimo fine eziandio ora
per
l’agio, e morbidezza di vivere, che ispira il lor
rcio, onde s’addolcì la guerresca ferocia di que’ secoli barbari: ora
per
l’innato piacere che le trasporta verso gli ogget
rta verso gli oggetti che parlano alla immaginazione ed al cuore: ora
per
lo studio di molte posto nelle belle lettere, e n
massimamente nel Cinquecento, secolo illustre quanto fosse altro mai
per
le donne italiane: ora per le fiamme che sveglian
to, secolo illustre quanto fosse altro mai per le donne italiane: ora
per
le fiamme che svegliano esse nei petti degli uomi
le stravaganti: quando ci è d’uopo impicciolire gli oggetti e le idee
per
proporzionarle agli sguardi delle saccenti che re
dizi e la critica di tanti uomini più femmine di loro: quando bisogna
per
non recar dispiacere ad esse, travisar in ricciut
osi atteggiamenti di qualche Taide: in una parola quando i geni fatti
per
illustrar il suo secolo e per sovrastarlo sono ma
aide: in una parola quando i geni fatti per illustrar il suo secolo e
per
sovrastarlo sono malgrado loro sforzati a preferi
”, dal che troppo frettolosamente si conchiude, ch’essa non sia buona
per
accoppiarsi colla musica. Un intiero volume potre
n è tale, che non possa agevolmente schivarsi, ove si voglia comporre
per
il canto; che appena la terza parte delle parole
appena la terza parte delle parole spagnuole finisce in consonante, e
per
ben due terzi in vocale; che esse consonanti fina
che esse consonanti finali sono le più dolci, e soavi dell’alfabeto,
per
esempio “s, d, l, n, r”, ove la pronunzia niuno t
erminazioni rendono la notra lingua maestosa, e sonora senza renderla
per
questo men bella, come le frequenti desinenze in
inir le parole. Se quella ammette liberamente elesioni, e troncamenti
per
facilitarne i passaggi, anche questa si mantiene
asseggi orgogliosamente sulla faccia della terra. Me felice! Che avrò
per
compagno nella derisione, siccome lo ho nel senti
no nella derisione, siccome lo ho nel sentimento, un autore, il quale
per
esser moderno, e filosofo, e (quello che più impo
di tutte. Essa forse non sarebbe la più armoniosa, poiché la melodia
per
rendersi gradevole, dee non solamente esser dolce
Il Sig. D. Saverio (dalla p. 258. alla 274.) si consuma il cervello
per
provare, che l’Opera Italiana sia così difettosa,
cena Comica, ma non se ne maraviglia nelle rappresentazioni Musicali,
per
la ragione che le stima proprie di questo genere.
Bel bello, Amico, che voi smucciate alla porta di casa. Non credo che
per
malizia vogliate infrascarla, cambiando i termini
oloro, che tacciano d’inverisimile il moderno canto dell’Opera, ed io
per
verun conto non dico ciò. Quel moderno aggiunto a
anto è un ritaglio di materia, e di colore differente dal primo panno
per
rattoppare il buco, e scansare la forza dell’altr
e proposizioni, i termini sussistono, vengono sempre sotto gli occhi,
per
quanto un Apologista si sforzi di sopprimerli, e
sotto gli occhi, per quanto un Apologista si sforzi di sopprimerli, e
per
quanto s’ingegni di mostrar la propria agilità, e
sario? forse perchè vi piace di cadere in ripetizioni nojose? o forse
per
avere un pretesto di moltiplicare i Volumetti del
mi a coloro, che dicono quel che voi volete. Accenniamone qualcheduno
per
isgannarvi. Venga prima di ogni altro alla rasseg
o il canto nell’Opera Italiana, e vogliono conservarlo nella Francese
per
ragioni, che si vedranno da me altrove combattute
a me altrove combattute. Il secondo Scrittore, che censurò Metastasio
per
aver composte le bellissime sue Opere per esser c
ore, che censurò Metastasio per aver composte le bellissime sue Opere
per
esser cantate, fu l’erudito Sig. D. Giuseppe Clav
è dunque l’Apologista si mette a negarlo prima d’istruirsi de’ fatti?
per
far poi la fantastica opposizione colla giunta de
ora il canto nell’Opera. Ho paura però ch’egli travedendo abbia presi
per
folgori tremende i razzi da feste, e che non abbi
cita, so che riprendono la qualità del canto, e non il canto scenico
per
se stesso. E come potevano un Muratori, un Maffei
e’ dotti Italiani, che l’istesso parlar naturale, non che l’aringare,
per
essere un canto, un’ armonia oscura 1, fa uopo im
i Scenici, ma fin anco i celebri Oratori soleano valersi di tal mezzo
per
contenersi, o rimettersi ne’ tuoni moderati. Sì,
ngando avea presso di se uno Schiavo con un flauto chiamato Tonorion,
per
mezzo di cui si rimetteva nel giusto tono, se mai
lità impropria del canto che oggi si è impossessato del teatro: canto
per
se stesso eccellente, artificioso, delicato, cant
tori riprende quì il Canto, o il tal Canto? La Musica espressiva nata
per
imitare il vero, o il cantar dolce in quelle pert
Arie, è questa maniera di Musica, e non già la Musica. Ci presentate
per
terzo l’erudito Crescimbeni. E che dic’egli? Prim
le; altrimenti egli adoprerebbe il linguaggio de’ Criticastri. Siegue
per
quarto un passo del Martelli, anco pensando il Si
telli) vengono storpiate dagli smaschiati Cantori, e dalle nostre che
per
vergogna del secolo osiam chiamare Virtuose”. Egl
s, adducete tra gl’Italiani che riprendono il Canto nell’Opera. E non
per
tanto quello che egli dice, non è quello che voi
l Musico scambievolmente l’uno schiavo dell’altro si logorano il capo
per
fare una cattiva Opera”. Questo vuol dire, che ri
nto: perchè Musico e Poeta in Grecia componevano un solo individuo, e
per
conseguenza non poteva essere l’uno schiavo dell’
teatrale, quando disapprovano l’odierna mala scelta di esso Canto; ma
per
essere gravissimi Letterati e capaci di giudicar
e i Criticastri, e se pensano come costoro, que’ gravissimi Letterati
per
magia apologetica si saranno trasformati in altre
te inferire, come lo Spirito di Nazionalità vi ha offuscata la vista,
per
la qual cosa avete perduta la traccia del vero, e
esumete qual conseguenza ne scende: Che l’antico Canto degli Episodj,
per
essere meno figurato di quello de’ Cori, non era
perchè disuguali di statura? Sarà meno Voce umana il Tenore del Basso
per
la diversità delle chiavi? Non è ugualmente Canto
etende il Signorelli valersi dell’esempio dell’antica Musica teatrale
per
mostrare, che il Canto non è inverisimile ne’ Dra
orizza il Canto teatrale assoluto, qualunque si fosse il Greco, e voi
per
conseguenza ragionate assai male, ed io fondatame
tivi disbrigandosi in una notte o due, e dando alle parti subalterne,
per
dir così, a cantare un minuetto, o una barcarola
barcarola di poca fatica, riserbavano le delicatezze della loro arte
per
una mezza dozzina di Arie principali da fare spic
credettero, che il comporre pel Teatro fosse lo stesso, che scrivere
per
le Chiese, per le Accademie, per le Camere privat
e il comporre pel Teatro fosse lo stesso, che scrivere per le Chiese,
per
le Accademie, per le Camere private, e tutta la c
Teatro fosse lo stesso, che scrivere per le Chiese, per le Accademie,
per
le Camere private, e tutta la cura posero a soddi
arelli, gli Egizielli, i Manzoli, i quali attendevano ad accreditarsi
per
Musici squisiti colle più fine difficoltose ardit
e colla loro voce. Il gran nome, che questi famosi Cigni acquistarono
per
l’Europa, l’applauso generale che riscuotevano, a
re maggiori novità; e l’Opera non raccolse l’intero frutto di vedersi
per
la di lui mano condotta alla Greca verità. Non è
re l’Opera all’antica verità mista alla delicatezza moderna, serbando
per
i Cori una Musica più Lirica, figurata, Cromatica
rditamente recidesse le radici a certi abusi, a cui il Poeta Cesareo,
per
le circostanze de’ tempi, non potè tutto in un co
ra quella locuzione ora bassa, ora gonfia, ora tragica, ora comica, e
per
lo più stravagante? Questi grossolani difetti pun
izio). L’Opera adunque rinuncia alla maggior parte de’ suoi privilegj
per
non infrangere le regole, non gia del Maestro Ari
lle loro Opere più unità de’ Francesi: che le parole sono più proprie
per
la Musica, e la Musica per le parole” &c.1. E
’ Francesi: che le parole sono più proprie per la Musica, e la Musica
per
le parole” &c.1. E già siamo pervenuti a tiro
e da me addotta delle supposizioni ammesse in Teatro, come verisimili
per
una tacita convenzione tra’ rappresentatori, e l’
vuolsi bensì però che siano verisimili . . . . . Non possiamo avanti
per
ora.” Il Signorelli ha forse nel suo Libro contra
accese;” e quell’aggiunto Moderno, che vi apponeste, fu un pretesto
per
valervi de’ passi degli Eruditi Italiani senza mo
ca con una asserzione comprovata dalla storia delle nazioni, che però
per
voi sarà un paradosso. Sappiate, che di tutte le
igiosi una inverisimilitudine. La Legislazione stessa se ne prevalse,
per
meglio imprimere i suoi dettati negli animi, e ne
ntanata dal Teatro, dove principalmente doveano eccitarsi le passioni
per
insinuare al Popolo i precetti salutari della Mor
parlare in versi, specialmente nelle Commedie? Voi intanto trionfate
per
essere tutte le vostre favole scritte in versi, e
ere altra ragione di quella specie di tacita convenzione contrastata,
per
la quale passa per verisimile la falsità ch’egli
i quella specie di tacita convenzione contrastata, per la quale passa
per
verisimile la falsità ch’egli vi ravvisa, in graz
ezza, che “la Drammatica non ha bisogno dell’indulgenza dell’Uditorio
per
partorire l’illusione desiderata”. Veramente la D
per partorire l’illusione desiderata”. Veramente la Drammatica cerca
per
tutte le vie quel verisimile che tira l’attenzion
e, sì, che poco rimanga da supplire all’Uditorio. La Poesia lo prende
per
norma. L’Apparato Scenico viene prescritto da Ari
se sempre nuova proprietà alla rappresentazione. E tante pene perchè?
per
non tradire l’oggetto della Drammatica d’insinuar
oli di Prospettiva. Se la Drammatica non ha bisogno, che di se stessa
per
partorire l’illusione, a che tante cure e tante s
udi versi, non produce quel felice inganno? Dovea venire l’Apologista
per
fare di sì nuove invidiabili scoperte. Egli schiv
essero sulla Scena, la Drammatica avea bisogno dell’altrui indulgenza
per
fare effetto. Dunque la proposizione del Signor L
falsa. = Ma io non dico (non è improbabile, che egli tenti lo scampo
per
quest’altra viottola) che essa Drammatica non ave
meditato, che già vedete chiaro, che essa ha quanto le occorre, e che
per
tutti i secoli d’altro non abbisognerà? Io ho pau
li vi anderebbe dicendo quanto altro manchi a quella rappresentazione
per
produrre una illusione compiuta. Oh Signor Lampil
sione compiuta. Oh Signor Lampillas! Troppo rimane ancora da lavorare
per
fornir la Drammatica di tutto l’opportuno soccors
i buon gusto vi avranno ben riflettuto, non perverranno a conseguirlo
per
le difficoltà sopraccennate del verso, dell’Attor
convenzione? Come avrebbe pazienza l’Uditorio a una rappresentazione
per
tante ragioni inverisimile? Esiste dunque per nec
a una rappresentazione per tante ragioni inverisimile? Esiste dunque
per
necessità nel Teatro questa tacita convenzione ma
matica ancora ne abbisogna, ad onta di quanto sinora si è travagliato
per
conferire all’illusione; e ridotta, se possibile
, dal linguaggio comune a tutti, dalla conoscenza degli attori; e che
per
conseguenza lo spettatore non la troverebbe sì vi
l’Apolostista a soccorrersi con un argomento tolto dal simile, di cui
per
altro non v’è il più malsicuro per le infinite ci
argomento tolto dal simile, di cui per altro non v’è il più malsicuro
per
le infinite circostanze, che diversificano gli og
lla larga. Voi dovevate approssimar meglio la Drammatica e la Pittura
per
trarne alcun succo. E per conseguirlo non vi ferm
prossimar meglio la Drammatica e la Pittura per trarne alcun succo. E
per
conseguirlo non vi fermate alla sola tela dipinta
ili Artefici, tacitamente conveniva a non più censurare l’anacronismo
per
non resistere alla moda, e per non perdere il pia
niva a non più censurare l’anacronismo per non resistere alla moda, e
per
non perdere il piacere di vagheggiarne le bellezz
andasse libero da tali inconvenienti? I Pittori, Amico mio, lavorano
per
beni fisici e morali, per la gloria e per le ricc
convenienti? I Pittori, Amico mio, lavorano per beni fisici e morali,
per
la gloria e per le ricchezze. Un Priore, un’ Abba
ittori, Amico mio, lavorano per beni fisici e morali, per la gloria e
per
le ricchezze. Un Priore, un’ Abbadessa, un Negozi
acitamente assentisce a quell’anacronismo, discolpandolo alla meglio,
per
pascere l’avido sguardo di quel quadro incomparab
el medesimo sommo Pittore, il quadro detto la Madonna del pesce fatto
per
i Domenicani di S. Tommaso di Aquino di Napoli, c
ra, la vedete ora ne’ fatti da me esposti? O forse chiudete gli occhi
per
non vederla1? Dopo tante belle ragioni passate fi
, l’illusione si produce senza convenzioni. Ma la Commedia Spagnuola,
per
confenso de’ nazionali e stranieri, e vostro, è i
Dunque anche una imperfetta rappresentazione produce la illusione. Ma
per
la condizione premessa la rappresentazione vuole
a per la condizione premessa la rappresentazione vuole esser perfetta
per
produrla. Dunque, posto che la Spagna ascolta con
agna ascolta con attenzione la sua Commedia sregolata, raffigurandola
per
tale, è segno evidente, che supplisce alla imperf
si nello Spettatore, il quale voglia con benignità chiudere gli occhi
per
ricavarne il suo piacere. Ma sentite ora un’ altr
re imperfetta, e rimarrà sempre all’Uditorio qualche cosa da supplire
per
passare il tempo senza noja. = Dove essa (vostre
e pure in quel Popolo non selvaggio producono l’illusione necessaria
per
quell’Uditorio. I Drammi di Shakespear, e di Otwa
uole da quasi tre secoli hanno prodotta tutta l’illusione sufficiente
per
chi le ascolta, ed oggi giorno la producono. Non
oltrassero un poco più, e la Musica gli seguisse sulle orme de’ Greci
per
la verità, e su quelle de’ Moderni per la delicat
seguisse sulle orme de’ Greci per la verità, e su quelle de’ Moderni
per
la delicatezza? 1. Sat. I. Lib. II. 1. Poet
Savorini Galeazzo, di Bologna. Comico rinomatissimo
per
le parti di Dottore, fiorito sul finire del secol
e potuto provvedere. Il Duca di Modena aveva loro ordinato di andare
per
proprio conto a Modena, e di là a Genova, dopo il
vere annunziato essere in trattative con certo Don Ferdinando Baldese
per
la stagione di Pasqua a Napoli, ove sarebbero and
apoli, ove sarebbero andati a tutte sue spese con teatro e abitazione
per
la Compagnia, pagati, e con altre condizioni molt
ndosi in ogni modo, acciocchè voglia somministrar loro il bisognevole
per
fare un viaggio tanto dispendioso. Il Duca France
Panziroli doppie dieci d’Italia, da darsi al Truffaldino e al Dottore
per
valersene nel viaggio da Roma a Modena a conto de
11 marzo, e questa volta ricevettero dalla Munificenza di Sua Altezza
per
mezzo del medesimo abate quarantacinque scudi d’a
degli effetti di cassa segreta al Marchese Decio Fontanelli lire 360,
per
darle alla Rosaura in conto di sue provvisioni, c
i, che dovevan principiare a decorrere dal giorno di arrivo a Modena,
per
unirsi al resto della Compagnia. Altra supplica d
la sua parte del donativo passato ai comici, e dice di aver lavorato
per
nulla, carico di famiglia. Domanda soccorso. Dice
famiglia. Domanda soccorso. Dice che quando il Duca fu ammalato corse
per
tutti i monasteri di Bologna a far pregare, e mas
assime in quello di Santa Caterina. Altrettanto fece a Corte Maggiore
per
altra malattia. Giuro avanti Dio che se V. A. mi
eroso com’era di rivedere la cara patria. Quivi tornò a far l’orefice
per
campar la vita, esercitandosi la sera in una soci
rina. I fischi non ci furon più, ma non ci furon più nè anche i mezzi
per
isfamarsi. Deciso di tornarsene a Milano, si recò
si recò a piedi sino a Finalborgo, dove potè ricavare il bisognevole
per
giungere a Milano, recitando poesie giocose e can
elle scene dialettali, e in ispecie nel famoso Barchett de Buffalora,
per
una grande intelligenza nel concepire i caratteri
al cuor largo, dal buon senso caratteristico, dall’amore tradizionale
per
la rettitudine e per la giustizia, condita con qu
on senso caratteristico, dall’amore tradizionale per la rettitudine e
per
la giustizia, condita con quel pizzico di umorism
mo Sig.r mio oss.mo Hauendo Pietro Paulo comico vna lite in Reggio,
per
la cui spedizione egli preme, come importante mol
' suoi ministri che vogliano troncate tutte le dilazioni spedirgliela
per
giustizia. Io lo faccio con la presente, e m’ ass
scritturò con lo Stenterello Landini al Teatro della Piazza Vecchia,
per
le sole stagioni di Carnevale e di Quaresima, e c
er le sole stagioni di Carnevale e di Quaresima, e con Laura Bon (V.)
per
le domeniche dell’estate al Politcama. Il '62 fu
eniche dell’estate al Politcama. Il '62 fu col Landini, regolarmente,
per
l’anno intero. Passò il '63 generico nella Compag
il '63 generico nella Compagnia di Gaspare Pieri, e l’anno seguente,
per
un triennio, in quella di Bellotti-Bon. Scrittura
ato il '67 con Alamanno Morelli, fu con lui Caratterista fino al '79,
per
passare poi nella nuova Compagnia Marini e Ciotti
r passare poi nella nuova Compagnia Marini e Ciotti, dalla quale uscì
per
recarsi con Emanuel a' Fiorentini di Napoli. Fu p
l Bellotti (Compagnia n. 2), e finalmente ancora con Virginia Marini,
per
un triennio, dopo il quale (carnevale dell’ '83)
23 giugno dello stesso anno. Fu il Pietrotti attore assai pregiato
per
la verità e spontaneità della dizione. Diceva il
etteralo Pirotè entrambi sorocconi di mestiere. L’abate Villi occupò
per
alcun tempo l’attenzione degli spettatori con var
ustie della terza, quarta e quinta scena dell’atto III. Un figlio che
per
una capricciosa debolezza di non abbandonare la c
l’amata sacrifica la vita di un padre e la propria ; questo padre che
per
non dissimile capriccio di non partirsi dal luogo
a morte se stesso ed un figlio che ama ; questi personaggi, dico, che
per
soprappiù espongono a mortal pericolo, non che il
media lagrimante piena di colpi scenici più che di situazioni, atroce
per
disegni scellerati che disonorono l’umanità, fram
i fa, le favole cittadine e lagrimanti che ne sono piene a ricolmo, o
per
meglio dire che non possono esserne prive ? Dirà,
io dimanderò di nuovo, se più pericolosi gli stimi nelle tragedie che
per
la loro grandezza riverberano meno sulle persone
rnando al Gernand dico che mi sembra più condannabile del Don Alonso,
per
la mescolanza delle tinte comiche ad un tragico a
to Ladislao in quattro atti, ch’egli produsse in Venezia sul teatro e
per
le stampe nel 1796. Noi ne parliamo in questo cap
1796. Noi ne parliamo in questo capitolo dove pare che possa entrare
per
più ragioni. Ma l’autore gli diede il titolo di F
canto della natura ristretta agli uomini. Egli pretese farlo passare
per
un genere nuovo, e ne diede varie leggi da osserv
colta nella reggia l’opportunità di abboccarsi colla regina Adelarda,
per
dirle che Ladislao suo marito vive. Sorgono però
da, per dirle che Ladislao suo marito vive. Sorgono però varii dubbii
per
gli eventi che in esso accaggiono. Sofia nella sc
enta e si fa conoscere ad Adelarda sua madre ; Rodolfo subito propone
per
prima impresa di salvar l’una e l’altra. Ma perch
ar l’una e l’altra. Ma perchè renderla doppiamente ardua e pericolosa
per
la necessità di salvarne due ? Perchè Sofia che n
le ? Perchè esporre una tenera fanciulla al pericolo di un precipizio
per
via scoscesa e per una scala in tempo di notte, q
una tenera fanciulla al pericolo di un precipizio per via scoscesa e
per
una scala in tempo di notte, quando poteva uscir
otere di Otogare nel pericolo stesso della madre. Parmi che il Pepoli
per
bizzarria si prefisse di congegnare una favola ch
avola che da niun’ altra vinta fosse in istravaganze e spropositi ; e
per
accreditarla volle darle un nuovo titolo, e vende
re, ed alla perpetua irregolarità che vi semina, dà l’onore di regole
per
chi voglia esercitarsi in esso. Ma in sostanza qu
alvolta si riducono a soli dieci o dodici giorni ? Spazia il Ladislao
per
tutta la reggia di Buda, sul Danubio, pe’monti de
ue secoli ? Il Ladislao bandisce tutto quello che suol farsi avvenire
per
macchina, e di ciò si forma la legge V. Ma questa
que la VI legge delle fisedie che così si scrivano. Ma come può darsi
per
nuova una maniera che si trova praticata da due s
dislao termina lietamente ; dunque le fisedie debbono aver lieto fine
per
la legge XIV. E tutte le favole spagnuole e di al
gge XIV. E tutte le favole spagnuole e di altre nazioni non terminano
per
lo più lietamente ? Ciò basti sul capriccio fised
e fuori nel 1702 la sua Contadina Marchesa. Niccolò Salerno fe uscire
per
le stampe nel 1717 il Gianni Barattiere. Questi l
rlo III Borbone siu da’ primi anni del regnato di lui ; e le pubblicò
per
le stampe dal 1741 al 1756 in circa. Eccone i tit
ella de’ personaggi che usano la lingua toscana, ha qualche stento sì
per
certe trasposizioni aliene dalla lingua e del gen
ì per certe trasposizioni aliene dalla lingua e del genere comico, sì
per
alcune maniere di dire toscane ma poco toscanamen
comiche ? L’artificiosa veduta della scena era di tal modo congegnata
per
indicarvi a un tempo diverse azioni e più colloqu
esolazione delle gran piazze e contrade ; là dove in ogni altro paese
per
un ridicolo miracolo poetico veggonsi sempre solo
rovato, e ci avvertì, nell’imprimerlo che niuno gli aveva detto bravo
per
questo. Narrandoci questa indifferenza dell’udito
ere, a giocare e cenare dove mai ciò non fecero ? E queste azioni poi
per
se stesse aveano qualche importanza ? Ayeano in o
izione arbitraria, diviene una violenza inutile che si fa alla verità
per
addormentar lo spettatore in vece di riscuoterne
cene gli artificii comici venutici da Menandro e da Terenzio. Scrisse
per
quanto io sò, tre sole commedie interamente, il N
ioni di altra mano ; ma si è recitata molte volte con applauso grande
per
la grazia che vi regna e pe’contrasti de’ben dipi
particolari nella mia fanciullezza ; ma non so che siensi pubblicate
per
le stampe. Gioacchino Landolfo compose Don Tiberi
del Tamburro Notturno uscita nel 1773, l’Alchimista, ed il Matrimonio
per
procura stampata nel 1777. In queste regna un rid
rcante fallito asino in tutti i sensi è costretto dalla fame a passar
per
filosofo e principe de’letterati, e si millanta u
upino d’un gergo neologico inintelligibile, e di una sciènza libraria
per
cui distingue al tatto i libri del XV e del XVI s
« Torc. Non potete ? Non occorre altro. » « Fall. Aspettate, e ditemi
per
grazia, mi sapreste insegnare dove potrei trovare
ommedia filosofica. Vi adopera tutto il sale aristofanesco e plautino
per
ridersi de’filosofi di ogni aria e di ogni secolo
a e di ogni secolo, come egli dice nel prologo, e soggiugne : Verran
per
ora Egizii e Babilonici, Traci, Milesii, Clazomen
Bordoni, ed a me cortesemente da lui rimessa nel 1796(a). E notabile
per
una fedeltà signorile che talmente manifesta le g
Epidico aveva inteso da parte il disegno de’vecchi Apecide e Perifane
per
la spina della sonatrice che punge il cuore di qu
timo ; e sul punto fabbrica la sua macchina e la colorisce bellamente
per
ismungerne la borsa. S’introduce con avvisare che
o case azzimate e linde andar incontro a’loro amanti, nulla obbliando
per
accalappiarli ; e ciò che mi diede più nell’occhi
tei ? » « Epi. Quella che da tanto tempo è amata da vostro figliuolo,
per
la quale è quasi divenuto pazzo, e per la quale è
o è amata da vostro figliuolo, per la quale è quasi divenuto pazzo, e
per
la quale è sul punto di rovinare la sua riputazio
Il male si è che i nostri zerbinotti che profondono a braccia quadre
per
le loro signorine, quando si tratta poi di pagar
e, il cangiante, il bianco di cera, quello a color del mele. In somma
per
vedere fin dove giunge il loro delirio, hanno tol
eterne novità obbligano gli uomini alla fine a vendere i loro effetti
per
contentar le loro belle » ecc. L’istesso preloda
resset. Mentre tante commedie tutte regolari e piacevoli ed ingegnose
per
lo più componevansi dagli eruditi, il teatro istr
l città il celebre avvocato Carlo Goldoni l’anno 1707, sembra che ben
per
tempo egli fosse tratto alla poesia, teatrale. In
teatrale. In età di otto anni fece una commedia. Educato alle lettere
per
tempo acquistò gusto, e concepì disprezzo per le
a. Educato alle lettere per tempo acquistò gusto, e concepì disprezzo
per
le irregolarità delle rappresentazioni comiche de
rlecchino Antonio Sacchi, lasciarono intravvedere il genio che givasi
per
gradi disviluppando. Il Figlio d’Arlecchino perdu
i de’Pantaloni, i motti talvolta puramente scenici, qualche deferenza
per
gli attori, la non buona versificazione, le mutaz
ll’Italia, era già vicino a conseguire, che i commedianti deponessero
per
sempre le maschere. Ma soffrì tante guerre suscit
he gli produsse oro ed onore, col Curioso accidente, e col Matrimonio
per
condorso, mostrò a quella colta nazione quanto er
lingua, nella versificazione, e nella vivacità richiesta nelle favole
per
chiamar l’attenzione ; il teatro istrionico non s
fatte a tale oggetto, e di drammi romanzeschi pieni di colpi teatrali
per
cattar meraviglia. Le sue favole il Koulican, e l
m’inganno, in dieci tomi. Un gondoliere Veneziano che cambiò il remo
per
la penna, e la gondola pel tavolino, scrisse anch
ulle loro produzioni comiche si piativa ne’caffe di Venezia, comparve
per
terzo il conte Carlo Gozzi che finì di ristabilir
orso del popolo non era argomento sicuro del merito de’loro drammi. E
per
conseguirlo ricorse al solito comune rifugio del
arità, e stravaganze teatrali, uscita fosse da Bologna una nuova luce
per
richiamare il popolo alla buona commedia. Il marc
le commedie di questo cavaliere bene intenzionato al pari del Goldoni
per
la riforma delle scene italiane. Il conte Pepoli
il Contino di lui nipote a sposarla ; i Pazzarelli ossia il Cervello
per
amore in due atti con ipotesi alquanto sforzate e
rodusse cinque tragedie coronate, e ridestò in altri Italiani l’amore
per
la tragedia, non ha fornito al teatro italiano ch
n tutto, i quali costringono le loro donzelle a chiudersi ne’chiostri
per
non recare scapito alle sostanze della famiglia d
e l’abbia eseguito ; ma a’ 14 di maggio del 1796 ne rimise all’autore
per
saggio alcune scene. Non increscerà per avventura
del 1796 ne rimise all’autore per saggio alcune scene. Non increscerà
per
avventura a’leggitori di vederne uno squarcio e n
Senza avvisarmi ! Eugenio Anzi i miei fogli invano Al Duca indirizzai
per
te e per lui. Alfin risolsi scrivere ad Emilio, E
isarmi ! Eugenio Anzi i miei fogli invano Al Duca indirizzai per te e
per
lui. Alfin risolsi scrivere ad Emilio, E di Rache
a risolvere. Eugenio ? Che dici ? E abbandonar mi vuoi ? Rachele Non
per
un altro. Eugenio Nè mi vedrai mai più ? Rachele
io… Eugenio Mi lasci ?… Per un capriccio ! Rachele Per una parola… E
per
un tradinento ! Eugenio Addio … Rac.) Eug.) Per s
o Federici. Commediante infelice a cagione (dicesi) della sua figura,
per
riparare a i torti di questa con l’ingegno, prese
orti di questa con l’ingegno, prese a scrivere commedie di più specie
per
l’ottima compagnia lombarda di Giuseppe Pelandi,
nità si trasporta ad assalire un uomo di notte in una piazza pubblica
per
procacciar soccorso alla propria famiglia ; 3 il
ccorso alla propria famiglia ; 3 il Giudice del proprio delitto fatto
per
niun conto comico di personaggi famigliari ; 4 To
riconoscimenti, in cui è dipinto un libertino che si colma di delitti
per
le donne, e che in procinto di eseguire un ratto
ridicolezza de’paesi provinciali pieni di nuovi nobili divenuti tali
per
danaro di plebei che erano, e schivi ed orgoglios
naggio del conte Ippolito, e si fa credere morto, e nulla poi produce
per
l’argomento ; 5 la Filosofia de’birlanti ripiena,
e di sostenere che ne contava ben ventisette ; i parenti si adoprano
per
calmarla, ma in fine prende l’amante a lor consig
e e n’è derisa, e calmata al fine sposa il suo amante ; 7 la Fanatica
per
ambizione di quattro atti rappresenta una figliuo
provera alla sua volta e la mortifica ; avviene il cangiamento di lei
per
un fallimento apparente del padre e per l’abbando
avviene il cangiamento di lei per un fallimento apparente del padre e
per
l’abbandono e l’alienazione di tutti quelli che l
niere ma semplice e benefice all’ intendere le ripugnanze della sposa
per
lui a cagione del giovane che ella ama benchè pri
iovanni Giraud romano, e dell’insigne conte Vittorio Alfieri, i quali
per
sentieri ben diversi colsero non volgari palme di
le difese, ed oltreaccio di alcune particolari istruzioni agli attori
per
l’esecuzione di ogni favola. Ogni tomo contiene
nel 1808, e la Conversazione al bujo in un atto solo seritta nel 1804
per
alcuni dilettanti. La continuata riuscita della p
llente atto primo è seguito dal secondo, che io trovo importantissimo
per
l’azione condotta con ogni verisimiglianza, il qu
a di Gaudenzio pronosticante, e contribuisce a sostenere un equivoco,
per
cui si conchiudono le nozze del Capitano de Volag
o ad annunziare la morte di un altro, con cui si erano prima trattate
per
lettere. Il dialogo proprio e naturale seconda fe
o, ma non laseia di far ridere. Uscirono nel tomo secondo le Gelosie
per
equivoco, l’Ingenua ingannata, l’Innamorato al to
a sull’ equivoco del ritratto del Cocu immaginaire di Moliere, tratto
per
altro da una commedia Italiana del XVI secolo, e
equivoci combinò insième che ad un comico intelligente parvero troppi
per
tre soli atti, e l’autore che nel 1799 così divis
a tirare nel proprio feudo un villano con dichiararlo suo Intendente
per
tirarlo colla fanciulla Nannina nella propria cas
te : io la credo difettosa secondo i principii dell’arte, ma la tengo
per
una commedia di buon effetto, e scritta con suffi
rappresenta una vedova accorta che lusinga uno spagnuolo vanaglorioso
per
mettere a prova e tormentare un innamorato per cu
spagnuolo vanaglorioso per mettere a prova e tormentare un innamorato
per
cui al fine si dichiara. L’autore adoratore del m
doni forse potè avere in mira la di lui Vedova scaltra, benchè se n’è
per
varii riguardi non infelicemente allontanato. Sem
non infelicemente allontanato. Sembra che l’azione si acceleri troppo
per
farsene vedere lo scioglimento. Trovansi nel tomo
. È Gerardo o Anicleto ? Il primo in effetto ha ucciso un uomo benchè
per
difesa di se stesso e dell’onore della moglie : i
esser fucilato. Le critiche che se ne fecero non bene si distruggono
per
le difese addotte. É una pretta commedia lagriman
imentali. La Capricciosa confusa parimente in cinque atti si scrisse
per
una particolar società di dilettanti. Tra le comm
pisodii la fe nascere. Non si è mai rappresentata ; ma non displacerà
per
avventura sulle scene il vedere un merlotto preso
itore fa chiudere nell’intimo del suo cuore la passione che la divora
per
Filiberto. Nè chiama meno l’attenzione di chi leg
s’intitolano : l’Uno, i Pochi, i Troppi, l’ Antidoto. La prima porta
per
epigrafe il v. 748 dell’ Antigone di Sofocle. Πό
azia. Dario è il personaggio principale che tira a se i voti discordi
per
mezzo di un responso che destina per re colui tra
le che tira a se i voti discordi per mezzo di un responso che destina
per
re colui tra’ Grandi che abbia un cavallo che sal
Patrizii e de’ plebei di Roma antica. I Gracchi proteggono un plebeo
per
farlo riuscir Console. Fabio sostiene se stesso p
teggono un plebeo per farlo riuscir Console. Fabio sostiene se stesso
per
divenirlo. Al primo incontro Tiberio grande orato
gli esorta a disuntar le loro barbacce, ed unguentare i loro capegli,
per
evitare che in Corte si rida di loro a scherno di
aggiugne : Alta ed eterna, Esimio Re, sua gratitudin vera Ti sacrerà
per
la salvata intatta Sua libertà la non mai serva A
gli congeda, e che egli stesso si accinge a partire. Demostene. Oime
per
dove ? Eschine. Forse in Atene ei ci precede ? Ef
ppo. Efestione. E rei son troppo. Antipatro. E Troppi. L’Antidoto ha
per
epigrafe, Tre veleni rimesta, avrai l’Antidoto.
n questa commedia, di scegliere il meglio di ogni sistema governativo
per
creare l’ottimo. Nota altresi che l’Alfieri medes
ommedia divisa in quattro, perche tendenti tutte ad uno scopo solo ma
per
mezzi diversi. Spiega in altro l’ Alfieri e per l
ad uno scopo solo ma per mezzi diversi. Spiega in altro l’ Alfieri e
per
lui l’editore il fine avuto nel comporle, dicendo
o di Piglianchella. Nell’ atto II si sente Piglianchella in travaglio
per
partorire. Si riferisce il naufragio di una nave,
ell’ atto III viene quest’uomo che è il Mago Mischach, con Tarantella
per
vedere Pigliatutto. Dicegli Tarantella che per or
schach, con Tarantella per vedere Pigliatutto. Dicegli Tarantella che
per
ora è nell’ imbarazzo del parto difficile della m
o della rete, e che la fazione mal’ affetta ha tramato un incantesimo
per
cui la moglie non può partorire. Di poi l’esorta
a. Gli previene però che il senza gambe farà tagliar le gambe a tutti
per
adattarsele, onde chi resterà congiurerà contro d
be a tutti per adattarsele, onde chi resterà congiurerà contro di lui
per
ucciderlo ; il mostro senza mani di tre teste non
più iniqua testa. Mischach nel quarto atto fa l’evocazione de’ morti
per
prenderne consiglio. Ordina prima in forza della
rimiera l’Ombra di Dario, e lo prega a dire quale scelta egli farebbe
per
se stesso. Io scelsi per me il mostro senza gambe
e lo prega a dire quale scelta egli farebbe per se stesso. Io scelsi
per
me il mostro senza gambe ; esorto però Pigliatutt
iaggia di mare nell’ atto V i Guastatutto ed i Pigliapoco si uniscono
per
assalir Pigliatutto ; ma vengono fra loro a conte
i tutti, lor dice, di mia mano misti, stacciati, rimpastati già state
per
farvi un Antidoto divino Contro que’ vizii e su
o e giurano. Rimane solo, dice Pigliatutto, o figlia, a darti un nome
per
onorarti, e rendere a tutti nota la tua deità. Ne
fralle quali quella di Omero che solo parle, Coro di Ombre. Mercurio
per
comando di Giove viene a spiare la condotta de’tr
ta al Sole a forza di argani, i quali bastarono appena ad appressarlo
per
un centinajo di miglia. Ma perchè egli infierì ac
de distinta negli Elisii. Minosse lo stima anzi meritevole di castigo
per
la matta impresa ; ma Eaco e Radamanto lo giudica
ca Confucio. Sopravviene Cadigia prima moglie di Maometto, e Confucio
per
essa intende che Maometto è un Capisetta Legislat
ore ; e si vede come egli a Cadigia cui tutto dovea, diede il veleno,
per
impossessarsi de i di lei beni : vi si vede l’ass
gli argani onde servissi formati erano di budella de’popoli soggetti
per
mezzo di un ministro mago, e quindi sbudello i su
loro il perdono e l’obblio del passato. Se altro desiderino, il dica
per
tutte una di esse, e segnatamente Omero, il quale
. Nell’atto I si vedono alcuni che frequentano la casa del Cherdalosi
per
la Lucrezina sua figlia, e mentre se ne disvilupp
eri, si vede che Prosperino disposto a fare un viaggio, lo differisce
per
essere invaghito di Lucrezina. Ciuffini che ama l
zina. Ciuffini che ama la giovanetta e n’è amato, va tastando l’acqua
per
leggere nel suo cuore. Tramezzino prete maestro d
si migliorare. Agostino le rimprovera anche il prete Tramezzino preso
per
maestro, ed il poco buono esempio che dà alla fig
he dà alla figlia, stando sempre in conversazione e servendosi di lei
per
zimbello, ed il conte Ciuffini che disturba qualu
ello, ed il conte Ciuffini che disturba qualunque partito si presenti
per
la figlia. Venendo poi Ciuffini e Piantaguai li s
i Annetta chiede di Prosperino che sopraggiunge col padre che domanda
per
suo figlio Lucrezina, ed Agostino che arriva a te
ini le rimprovera lo sposalizio. Lucrezina dice di avere acconsentito
per
uscire da quella casa, e per poter trattar lui. M
io. Lucrezina dice di avere acconsentito per uscire da quella casa, e
per
poter trattar lui. Ma Ciuffini prendendo il ciocc
ette. Viene Prosperino, cui Lucrezina risponde sempre dispettosamente
per
disgustarlo. Alfine lo conceda e l’esorta a ripre
m tutti. Addio, signora Annetta. Agostino nell’atto IV fa del romore
per
le nozze rotte con Prosperino. Lucrezina ne incol
ad Agostino una lettera di Settimio. Annetta propone un nuovo partito
per
la figlia, il signor Fabrizio Stomaconi. Lucrezin
posa mensuale di scudi cento ; servizio di carrozza e cavalli a parte
per
essa ; palco in tutti i teatri, libertà di caccia
Ciuffini è il sue primo in capite ; ma poi vuole scegliere Piantaguai
per
suo primo, e questi si dichiara di far da secondo
nel corso drammatico del passato anno ottenne la prima corona comica
per
la sua commedia in cinque atti in prosa intitolat
atti in prosa intitolata la Donna Esemplare, e l’onore dell’accessit
per
l’altra del medesimo titoloma in tre atti. Cap
collegio. Il più antico degli esistenti è quello detto de’Fiorentini
per
la chiesa di San Giovanni de’Fiorentini che gli è
li ne migliorò la figura rendendola semicircolare ; ed acquistò luogo
per
ogni cosa necessaria coll’industrioso partito di
ile quel che pur si vede, che in una pianta di soli palmi 80 in circa
per
ogni lato si costruisse un teatro con cinque ordi
nque ordini di palchetti di tal simetria e di forma sì propria che da
per
tutto vi si godesse acconciamente lo spettacolo ?
u entrato, disse che quell’opera sola bastava al credito del Vaccaro,
per
aver saputo rendere possibile l’impossibile. Mach
intorno di ostacoli ed abitazioni, con facoltà di spendere facendosi
per
la corte, formo un teatro che presenta una faccia
endono sordo. E quando sortirà un architetto circostanze più propizie
per
segnalarsi ? L’ultimo teatro edificato nel secolo
ed udirsi è pienamente adempiuto in questo edificio. Nulla gli manca
per
essere in ogni stagione frequentato, eccetto che
Giovanni Medrano nel 1737. Edificio magnifico eretto in soli sei mesi
per
l’attività di Angelo Carasale, dopo tanti gran te
idezza, ed auche il gran telone o sipario dipinto a sughi d’erba fece
per
lungo tempo uno spettacolo anch’esso degno di amm
he è da approvarsi che il palco scenario sporga in fuori nella platea
per
molti piedi, convenendo allo spettacolo che gli a
rimangano al di là dell’imboccatura del teatro, a linea delle scene,
per
far parte anch’essi del dolce inganno a cui il tu
rtito in tanti palchi che equivalgono ad altrettanti comodi stanzini,
per
se stesso è poco favorevole alle voci umane che n
se stesso è poco favorevole alle voci umane che non sieno tramandate
per
mezzo di qualche tromba ; or perchè se ne aumentò
sopportico su di cui un magnifico loggiato ed un grande appartamento
per
la conservazione de’ grandi materiali del teatro.
rancesco Mario Pagano a produrre in Napoli una scena simile prendendo
per
oggetto Agamennone che intitolò monodramma, bench
’infermi, come sono i tanti malcuciti e sconnessi centoni che corrono
per
l’Italia e più oltre ancora. Nacque in Napoli e n
Lionora che si rappresentò nel medesimo anno colla musica del Ciampi
per
le parti chiamate serie, e del celebre Niccolò Lo
Ciampi per le parti chiamate serie, e del celebre Niccolò Logroscino
per
le buffe. Commedie pur furono, benchè di assai mi
la Furba burlata fortunatissima opera buffa, la cui musica appartiene
per
la maggior parte al prelodato Piccinni. Tornato i
i e felice ne’motteggi, testimone dell’alterazione del gusto avvenuta
per
le ultime mostruosità, sceglier seppe il Lorenzi
e ultime mostruosità, sceglier seppe il Lorenzi la maniera più idonea
per
riuscire, cioè eccedere nel comico popolare alter
la Corsala del 1771, il Lorenzi si attenne totalmente alla farsa, che
per
altro ad una specie dell’opera buffa non disconvi
r altro ad una specie dell’opera buffa non disconviene. Nella Gelosia
per
gelosia del 1770 ; nelle Trame Zingaresche del 17
bo mal accorto ed in alcune altre l’abuso delle tinte troppo tragiche
per
la scena comica. Ma che mai può increscer nella p
io suo barbiere che egli ha istallato a Platone, e che beve la cicuta
per
rassomigliare in tutto l’antico Socrate ? Le armo
uffo, fu alla prima proibito come indiscreto dopo tre sere di recite,
per
aver servito di limpido specchio ad un avvocato c
vocato che vi si raffigurò e se ne dolse. Onde ciò avvenne ? Esisteva
per
avventura al tempo del Lorenzi un vero Socrate de
rate della Magna Grecia all’immaginario rassomigliante, come esisteva
per
nostro vanto un Aristofane Napoletano ? Che che s
stinguon le uova freche. Errighet. E ne’ ragni ? Macar. Rifletto, Che
per
essi potrebbe Fiorire un altro ramo di commercio.
ghet. Da’ragni ? Macar. Sì, da’ragni ; ed ecco il come. Moltiplicando
per
le case il numero, E raccogliendo poi li ragnatel
io obbliando il dolore risponde, Soss. Io porlando con creanza L’ho
per
pietre piritose… Corrad. Oh che porco ! Soss. Mi
esagerata e propria della farsa, e la riuscita fu piena, e si recitò
per
moltissime sere con gran concorso, e nel 1796 si
e da non obbliarsi, sono parimenti, e riuscite in Vienna, in Parigi e
per
l’Italia il Trofonio ed il Re Teodoro posto in mu
farne, come si vede in questa del melodramma l’Eraclea. Incominciai
per
poco, E poi m’innamorai Quanto potesse mai Innamo
poeta che gli succedette. Notabili sono i melodrammi di Apostolo Zeno
per
la varietà de’caratteri e degli argomenti, essend
dal celebre calabrese Gian Vincenzo Gravina che l’educò nelle lettere
per
lo spazio di dieci anni, cangiato in greco suono
rendono rispettabile anco agli orgogliosi che volgono altrove il capo
per
non mirarne l’odiata luce che gli umilia ? Le Gra
olo sciapito componimento ? La musa di questo grand’uomo si distingue
per
molti pregi, e singolarmente per la grazia, la fa
sa di questo grand’uomo si distingue per molti pregi, e singolarmente
per
la grazia, la facilità, la naturalezza dell’espre
ell’espressione, la precisione, la chiarezza e l’armonia dello stile,
per
l’eleganza e la sublimità. Gli contese gran parte
tile poetico fin’anche la Gerusalemme ; ma non vorremmo che prendesse
per
eleganza anche lo stile contorto ed oscuro, in cu
dell’armonico Fragoni, in vece di averle obbliate sì presto. Vorremmo
per
sottoscriverci alla sua decisione che questo mond
l sai, ma il so ben io, Nè a te, perfido, il dirò. Chi di voi lo vuol
per
padre ? V’arretrate ? Ah voi tacendo Sento dir, t
scuno i movimenti del proprio cuore ? A quanti anzi egli non sovrasta
per
la particolar magia del sno pennello che anima qu
to Carmmignani(a) determinare nel melodramma di Metastasio le ragioni
per
le quali lo stile ha quell’incanto che tutte le a
no ; altro non può dirsi se non ch’ei piace. Voltaire, egli aggiugne,
per
corredare di commentario le tragedie di Racine, d
di Metastasio. Si vuole esser dotato di gusto fine, di acuto aguardo
per
ravvisare nel Metastasio il gran maestro, allorch
dalla lodevole imitazione. Bisogna posseder critica e principi solidi
per
comprendere ancora quando gli autori s’incontrano
principi solidi per comprendere ancora quando gli autori s’incontrano
per
ventura, e quando si seguono a bello studio. Aret
lla perderebbe quando anche fosse del Cinna una esatta imitazione. Ma
per
istruzione della gioventù e per rendere giustizia
e del Cinna una esatta imitazione. Ma per istruzione della gioventù e
per
rendere giustizia al vero, osserviamo in qual man
a. Cinna è tragedia destinata a commuovere ; Tito è melodramma fatto
per
commuovere ed appagare i sensi. Per riuscire nel
el primo disegno Cornelio si vale di un’azione importante ma semplice
per
dar campo al dialogo, in cui, come non a torto gi
cale abbisogna di maggiore attività varietà e rapidezza nella favola,
per
servire al disegno di allettare i sensi senza las
mmuovere, e quindi soggettare il dialogo alla più rigorosa precisione
per
disporre colpi di scena e situazioni che rendano
questo che a quelli, ed avrebbe fatto il Francese un’ azione propria
per
la scena musicale, e l’ Italiano avrebbe di una b
abbisognava. Trasse dunque tutte dal proprio fondo le fila necessarie
per
la sua tela. Non basta a Metastasio che Sesto ami
di regnare. Ha bisogno che Tito faccia uno sforzo e rimandi Berenice
per
risvegliare la spenta speranza di Vitellia ; e ch
risvegliare la spenta speranza di Vitellia ; e che poscia egli elegga
per
consorte Servilia sorella di Sesto che ama Aunio
riescire il melodramma italiano diversissimo dalla tragedia francese
per
la ricchezza e l’economia dell’azione(a). I cara
intraprende lo sconvolgimento dello stato contro del suo benefattore,
per
vendicar la morte del padre, nel che si scorge ce
pettatore quanto i beneficj presenti di Augusto, e la di lei passione
per
Cinna esposta agli sguardi. Ma Vitellia è un ben
io de’ Greci, di Racine e di Metastasio, e tener l’ambizione Vitellia
per
teatrale. Ella è una Romana ambiziosa che più non
a mano di Tito l’imperio, si prevale della debolezza di un suo amante
per
tramar la rovina dell’imperadore ; e l’ondeggiame
inuo patetico movimento. Cinna poi e Sesto sono veramente due ingrati
per
cagione di una donna ; ma Cinna sempre considera
Ah la dolcezza usata Più non ritrovo in lui ! Come divenne Terribile
per
me !) Tito Stelle ! Ed è questo Il sembiante di S
altri drammi ch’io sappia. Bellezze originali sono parimente, e fatte
per
l’immortalità, le vie tentate da Tito per sapere
ali sono parimente, e fatte per l’immortalità, le vie tentate da Tito
per
sapere il segreto di Sesto : le angustie di quest
guansi i grandi esempi : ogni altro affetto D’amicizia e pietà taccia
per
ora. Sesto è reo, Sesto mora ec… Or che diranno I
omenti già maneggiati diventano originali. Virgilio e Tasso prendendo
per
modello Omero, ci arricchirono di nuove fogge di
mponimenti che non si rassomigliano. Chi sa imitat migliorando, nasce
per
essere successia vamente imitato. Quindi è che il
i abusi musicali, come sarebbero tante arie di paragoni troppo lirici
per
se stessi eccellenti, e certi amori subalterni, e
sicali, e sfogarono criticandolo la loro invidia ed un odio impotente
per
vendicare le loro cadute. Non per tanto intorno a
a loro invidia ed un odio impotente per vendicare le loro cadute. Non
per
tanto intorno a lui non si ascoltino gli elogii d
ciso, le parole piene di sugo e di grazia, i periodi di giusta misura
per
penetrare nell’ animo. E quantunque il Metastasio
tato posto nella lista degli autori del conciossiacchè, egli sarà non
per
tanto l’originale che si proporranno ad imitare i
favella di Metastasio e Durante. L’istesso Giovanni Andres, che forse
per
far ecco al suo confratello Bettinelli riprese i
dolce cuor di Racine avrebbe avuto bastevole tenerezza e sensibilità
per
formare i Timanti, i Megacli, le Dircee, le Zenob
de’ Petrarchisti e Dantisti e le filippiche de’ Versiscioltai. Udite
per
vostro meglio e per gloria dell’ Italia, di cui o
Dantisti e le filippiche de’ Versiscioltai. Udite per vostro meglio e
per
gloria dell’ Italia, di cui oggi ancora Metastasi
adri languiscono accanto a quelli di Metastasio. Decaddero in seguito
per
lo stile in faccia al Cortellini ed al Cigna la D
gatis rappresentata nel 1770 in Napoli riuscì nel teatro di San-Carlo
per
le decorazioni e per la musica dell’esimio Jommel
el 1770 in Napoli riuscì nel teatro di San-Carlo per le decorazioni e
per
la musica dell’esimio Jommelli che si ammira come
e Nozze di Ruth cantata, e nel 1795 il Giudizio di Salomone, entrambe
per
l’anniversario di Santa-Lucia. Notabili singolarm
itida che se ne fece nel 1796 trovansi varie cantante, ed un oratorio
per
musica nella liquefazione del sangue di san Genna
tanee mutazioni cagionate dal troncarsi la pianta fatale, che servirà
per
saggio dello stile : Ma che… s’oscura il giorno
tre l’Olimpo e travalicò le rive d’ Acheronte. Il Migliavacca scrisse
per
quelle scene stesse la Tetide e l’Armida, ed ebbe
Serio nel 1780 la riprodusse in Napoli spogliata di tali decorazioni
per
dar luogo a’balli di Zemira e Azor ed al Convitat
in musica dall’ egregio Giuseppe Sarti. Invano tutto ciò si produsse
per
allontanare l’opera istorica e secondare i disegn
o. Questo spettacolo che abbisognava, si disse, di quindicimila scudi
per
rappresentarsi, non comparve sulle scene. Il cont
ra stato in Parigi rapporto al gran Metastasio, ne insultò la memoria
per
le stampe villanamente combattendo l’ Arteaga. La
e pensò di sposarla nel caso che sì bella fosse qual si decantava ; e
per
esserne sicuro spedì Athelwold suo favorito a Dev
di lui degno. Il re se ne svogliò, e permise al favorito di ottenerla
per
se stesso. Ebbe poi notizie diverse da quelle che
ersi ritorna ; ma perchè parte ? perchè ritorna ? Forse Evelina parte
per
ispiare se giunga Adelvolto, e torna per dire che
itorna ? Forse Evelina parte per ispiare se giunga Adelvolto, e torna
per
dire che giugne, la qual cosa non è punto vera, n
i che hanno alla mano cantano un quartetto poco veramente vantaggioso
per
la musica, perchè gli affetti non sono punto risc
perdè. Quattro personaggi che interrompono il proprio sentimento o
per
volontà, o per inciviltà reciproca, che attendono
ro personaggi che interrompono il proprio sentimento o per volontà, o
per
inciviltà reciproca, che attendono ciascuno alla
ono i loro affetti in un duetto non male. Atelvolto si mostra agitato
per
la venuta del re. Elfrida lo rincora. Ti perdo, E
re l’invita con sua figlia a desinar con lui. Adelvolto si allontana
per
prevenire Elfrida ; ma dopo otto versi recitati d
ipetizioni della musica serve anzi a stancar Elfrida, e lo spettatore
per
le troppe esitazioni del marito. Ciò che rende la
gando lo sfida a duello, ed Adelvolto l’accetta con disegno di morire
per
le mani di lui. Elfrida affannata prega il re per
iustizia sua celebre esempio. Adelvolto risponde che si difenderà sol
per
onore di Orgando. Il re dice, Non più, si dia d
ne. Elfrida dee esigere dal re, dal padre, dalle guardie tutto l’agio
per
cantare un’aria di diciotto versi, la quale arres
n lui, non già che si fermasse nelle sue stanze. Ciò che non ha fatto
per
iscelta, è obbligata a proporlo, perchè il re ha
? Ella magnanimamenet risponde : Schernir possiamo Il padre, il re…
per
sempre Essere inseparabili… Rimira… Rifletti… que
p. e. esprimersi con calore il pensiero che dee angustiare Adelvolto
per
aver egli formata l’infelicità di Elfrida : e que
artire, arriva Edgardo che ne impedisce la fuga, ed Orgando che torna
per
rimproverare alla figlia il poco amore che ha per
d Orgando che torna per rimproverare alla figlia il poco amore che ha
per
lui, e vuol separarla dal marito, la cui nullità
. La catastrofe dell’Elfrida è nova (dice pure il decisore Herbert, o
per
meglio dire Calsabigi sotto il di lui nome) natur
si recitò nel carnevale del 1794. Il pubblico disaprovò quest’ opera
per
ragioni diverse da quelle per le quali l’autore s
794. Il pubblico disaprovò quest’ opera per ragioni diverse da quelle
per
le quali l’autore se ne dichiarò malcontento nell
stumi ed interessi fralle popolazioni Spaignuole ed Arabe. In Granata
per
ipotesi della favola domina Odorico prepotente co
lla sua fazione spagnuola, di cui fa parte Ricimero scelto da Oderico
per
consorte di Elvira sua figlia bellissima e piena
ranno le additate figure e tinte liriche al Calsabigi che ci promette
per
là musica tragedie vere ? Nella scena 2 viene Os
dente, che dopo questa scena sparisce, e solo interviene nella decima
per
dire, vuoi guerra e guerra avrai, e poi in coro a
sola scena ? Tratto tragico. Egli è stato mandato avanti da Adallano
per
esplorar tutto nel giardino. Elvira mostra impazi
contento ; e poi ? e poi si allontanano e si perdono nel boschetto,
per
dar luogo ai confidenti di seguitare a porgere al
a furberia. Ma in certi drammi suppongono gli autori un patto tacito,
per
cui si accorda che un innocente accusato dee tene
atto tacito, per cui si accorda che un innocente accusato dee tenersi
per
colpevole, per andare avanti. Senza di simile sup
r cui si accorda che un innocente accusato dee tenersi per colpevole,
per
andare avanti. Senza di simile supposizione poeti
tra di Jodelle preso pe’ capegli un suo vassallo seguitandolo a calci
per
la scena, ed in questo senso Calsabigi avrà ben s
vrà ben saputo trasformarè il dramma in musica in vera tragedia. Buon
per
essi che Odorico, senza saper perchè, torna in te
tia. Tutto ciò che canta Odorico ed Elvira si vuol leggere nel dramma
per
ammirarsene l’eleganza, la forza, e la precisione
masta padrona della campagna si trattiene a cantar quattro versicoli,
per
dar tempo ad Almonte di fuggire, di passare alla
ena decima propone l’unione degli Spagnuoli, e de’ Mori in Granata, e
per
se le nozze di Elvira. Odorico risponde di aver d
in tutt’altro Moro orgoglioso e fiero quì diviene modesto, e decanta
per
alta impresa quella di porsi a fronte di Ricimero
ità da coturno, almeno non a torto, gli dice, Padre, un bel core hai
per
Elvira in seno. Segue un duetto del padre e dell
nda il parlar di Adallano pronto già ad interromperla poco civilmente
per
altro : Adal. No, mai non spezzerà Celeste altr
dola dice di più : A qual crudel sorte Ti esp ne l’orrore Che mostri
per
me ! Questa prevenzione fattale in generale è mi
a di qual tirannia positiva poteva ella lagnarsi e addurla come certa
per
sua giustificazione ? Dovea ella per un romore ve
la lagnarsi e addurla come certa per sua giustificazione ? Dovea ella
per
un romore venuto da bocca immonda determinarsi ad
’avviso della fuga di Elvira. Questi dieci versi han dato a lei tempo
per
vestirsi di tutte armi, ingannare i vigili soldat
ina punto. Smanie e semisvenimenti di Elvira. Altro quartetto, in cui
per
riempitivo entrano Ricimero ed Almonte che dicono
on con tempesta oscura, con manto nero del giorno, col cielo annerito
per
essere il sole apparso di notte offuscato. Del re
ciare o rizzare i capegli, ma l’avvolgere, parlandosi di capegli irti
per
l’orrore riesce troppo attillato, ed i dotti nell
potesse indicare l’arricciarsi de’ capegli, il sollevarsi de’ capegli
per
l’orrore, sempre sarà miglior vocabolo l’ arricci
che si accinge a versare il proprio sangue ed a seguir lo sposo ; ma
per
ciò la nostra lingua fornisce modi più veri, più
; ma per ciò la nostra lingua fornisce modi più veri, più individuali
per
meglio e non equivocamente particolareggiare le i
iò il messaggiero. Ricimero affetta dolore da disperato e vuol morire
per
le mani di lei. Morire (risponde bene Elvira) non
e vorrebbe dalla ferita dí Odorico trarre partito e commuovere Elvira
per
determinarla a sopravvivere alla perdita di Adall
esser sostenuto, Elvira se ne intenerisce, gli si getta a’ piedi, e,
per
tutti, dice, Elvira è morta, vivrà per te ecc. El
sce, gli si getta a’ piedi, e, per tutti, dice, Elvira è morta, vivrà
per
te ecc. Ella conchiude, Ah qual contrasto avrò D
da soffrir Vegliante in sen. La lontananza dell’ avrò dal da soffrir
per
cosa musicale, mostra lo stento del poeta, e cagi
lui morte. Aggiugne che Ricimero è morto e che forse Almonte lo svenò
per
occultare le sue frodi ; accusa senza verisimigli
frodi ; accusa senza verisimiglianza, perchè Almonte tutto ha tramato
per
servir Ricimero. Adallano è bene asccltato da Odo
orito un grazioso effetto. A quanto ne abbiamo divisato, e al più che
per
fuggir noja omettiamo, si scorge che l’Elvira non
llano innamorati da commedia, o al più da pastorale, poco convenienti
per
una tragedia, non animati da veruno eroismo che g
ne sono rinvenuti ; ma Vincenzo Ravizza erasi felicemente incamminato
per
le orme paterne. Nel nostro Gran Teatro reale di
e gentile, e Viganò in Italia nel grottesco. Gennaro Magri napoletano
per
leggiadria e leggerezza riscosse generali applaus
teorico-pratico del ballo in due volumi con trenta rami egli produsse
per
le stampe nel 1779. Prima dell’efimera repubblica
a dell’efimera repubblica napoletana, ed ancor dopo, si fece ammirare
per
varii balli da lui inventati Gaetano Gioja napole
ii balli da lui inventati Gaetano Gioja napoletano. Si ripete sovente
per
l’Italia, e si pregia con distinzione l’Andromeda
ta nella parte più occidentale dell’ Europa. Glorioso singolarmente è
per
la patria il testimone per ogni riguardo onorevol
ale dell’ Europa. Glorioso singolarmente è per la patria il testimone
per
ogni riguardo onorevole del gran Cittadino di Cin
o spirito filosofico semplicemente predomini e tutta riempia la mente
per
modo che paga del metodo e dell’ analisi non atte
Giorgio II fu denunziata alla Camera de’ Comuni, che propose un bill
per
soggettare gli scenici componimenti all’ispezione
zi motti enigmatici e di lamenti neologici scagliati con intrepidezza
per
insultare o coprir di ridicolo tutto ciò che non
cine e di Euripide, a i quali invano si ardirono levar le mani rapaci
per
involarglieli ; non manca nè di tragedie nè di co
usione ED eccovi il vasto grandioso edifizio della scenica poesia
per
la stessa antichità varietà ed ampiezza in ogni s
sua parte ammirabile. Esso appartiene ad una immensa famiglia sparsa
per
la terra conosciuta e dilatata in tanti rami la q
io gusto or semplice or pomposo or bizzarro or saggio : Specioso dove
per
bei pezzi Corintii e per sodi fondamenti Toscani
omposo or bizzarro or saggio : Specioso dove per bei pezzi Corintii e
per
sodi fondamenti Toscani : dove maestoso ancora pe
i pezzi Corintii e per sodi fondamenti Toscani : dove maestoso ancora
per
certa ruvida splendidezza di colonnati ed archi G
etti, ne’ romitaggi, ne’compartimenti diversi de’ giardini ; là vaghi
per
naturali bellezze di olenti rose, garofani, gelso
Olandesi, e di cocco, ananas ed altri frutti oltramarini ; là pomposi
per
verdi viali coperti, giuochi d’acque, fonti idrau
oria e questa serena filosofia sa discernere quel che può esser bello
per
un popolo solo e quello che lo sarà per molti ? È
nere quel che può esser bello per un popolo solo e quello che lo sarà
per
molti ? È questa che non ignora che ciò che si ch
a doperandovi le molle della compassione e del ridicolo. Ma v’ha chi
per
riescirvi si vale di troppe ipotesi, mostrando in
la deducono in fatti e ne fanno pompa) e fuggir la fatica necessaria
per
mettersi in istato di scrivere componimenti degni
a e i componimenti che a questi si appressano, non solo sforzano alla
per
fine il pubblico a vergognarsi del primo giudizio
rricchì delle armoniche sue bellezze qualche farsa che niuna speranza
per
se stessa prometteva nè per dipintura di caratter
bellezze qualche farsa che niuna speranza per se stessa prometteva nè
per
dipintura di caratteri, nè per artificio di favol
a speranza per se stessa prometteva nè per dipintura di caratteri, nè
per
artificio di favola, nè per grazia di stile. Lo S
metteva nè per dipintura di caratteri, nè per artificio di favola, nè
per
grazia di stile. Lo Scavamento recitato nel teatr
essere la delizia di questo pubblico, e lo scopo de’ plausi generali
per
la rarità della voce e per la felicità e delicate
o pubblico, e lo scopo de’ plausi generali per la rarità della voce e
per
la felicità e delicatezza dell’ espressione che l
L’indiscretezza dell’ oscuro folliculario che prese il nome di Verace
per
antifrasi autore del Colpo d’occhio sulla lettera
Faustina nel 1779. Nel prendere da Napoli la volta verso Madrid passa
per
Parma per domestici affari ; e distribuisce di ta
el 1779. Nel prendere da Napoli la volta verso Madrid passa per Parma
per
domestici affari ; e distribuisce di tal commedia
ete avuta nelle mani gueste favola manoscritta ? Sei giudici distinti
per
rango e per letteratura (e non pedanti pregiudica
lle mani gueste favola manoscritta ? Sei giudici distinti per rango e
per
letteratura (e non pedanti pregiudicati come gli
L’autore parte da Parma colla speranza almeno che sia la sua commedia
per
esser letta e giudicata come se non fosse stata s
concorso dell’ anno passato prima che uscisse alle stampe, quantunque
per
una strana combinazione di accidenti non fosse po
il voto dell’ Accademia ha meritata la sovrana approvazione. Ne porgo
per
tanto l’avviso a V. S. Illustrissima acciocchè si
o l’avviso a V. S. Illustrissima acciocchè si compiaccia significarmi
per
qual mezzo desidera le sia rimessa la Medaglia, q
ttore, come ne la invito da parte dell’ Accademia ; la quale compensa
per
qualche modo il dispiacere di non avere per cinqu
demia ; la quale compensa per qualche modo il dispiacere di non avere
per
cinque anni potuto assegnare il premio, col veder
mio, col vederne finalmente decorato un soggetto di tanta capacità, e
per
altre produzioni del teatro si benemerito. Pieno
o’fatti ? oltraggiare persone che egli non dovrebbe se non rispettare
per
tutte le ragioni ? abusar dell’insolita pazienza
nel secolo XIX. Ma non mai l’autore ha permesso che si pubblicassero
per
le stampe le sue commedie in prosa il Nemico Gene
melodramma, e di non aver mai preteso di comparare i due componimenti
per
dare un glorioso vantaggio al drammatico Italiano
e l’artifizio diverso che richiedono l’opera in musica e la tragedia,
per
distruggere l’imputazione de’ critici ed indicare
necessità che ebbe Metastasio di allontanarsi dalla pesta di Cornelio
per
compiere l’oggetto del melodramma. Ma dove mai io
si. Nell’ edizione dell’ impresario Ricimero partiva prima, e restava
per
un poco Almonte a dire Incauta donna ! Del tuo f
vano. Con ciò toglievasi lo sconcio di doversi ammettere i falegnami
per
attori. E questo fu il primo cangiamento piggiora
all’impresa si finiva così ottimamente la prima scena, Tutto perdei,
per
me non v’ ê più mondo, troncandone i sette versi
céna quarta. In prima Odorico chiede alla figlia che indugi a morire,
per
la ragione che egli è vicino a morire, nell’ orig
Bartoli Francesco Saverio. Comico di qualche nome, più noto
per
le Notizie Istoriche de’Comici Italiani che fiori
centia reverendissimi Vicarii Generalis Josephi Francisci Caffarenae,
per
testes examinatos obtenta et paenes me servata, j
um consensu, singulatim interrogati, conjuncti fuerunt in matrimonium
per
verba de praesenti coram me Antonio Emanuele Forn
sceperunt. » Nel 1771 passò nella Compagnia di Antonio Sacco, quanto
per
sua moglie favorevole — egli dice con rara ingenu
er sua moglie favorevole — egli dice con rara ingenuità — altrettanto
per
lui dannosa ; poichè essendo o mal visto, o mal
idità vertiginosa. Ne scrisse cinque in undici mesi, e tutte in versi
per
giunta. Spronato poi dal desiderio di realizzare
illustrato delle migliori opere di pittura che sono a dovizia sparse
per
l’Italia. Lo stesso anno (1777), la moglie Teodor
a sparse per l’Italia. Lo stesso anno (1777), la moglie Teodora partì
per
Parigi con una figliuoletta di cinque anni. Il Ba
ni. Il Bartoli stette sei anni nella Compagnia di Antonio Sacco, poi,
per
la terza volta, si scritturò in quella di Pietro
poi, finalmente, dopo il carnevale del 1782 diede un addio al teatro
per
ritornar libraio. La moglie Teodora, tornata da P
tizie che lo riguardano, un poemetto in decima rima, metro non usato,
per
grazia di Dio, da altri in componimenti lunghi. N
di Dio, da altri in componimenti lunghi. Ne trascrivo alcune ottave,
per
debito di coscienza. Taci dunque mia Musa ; e in
ò piacer, e chiamanla la Zocchi. Ivi è la Foggi ancor Donna prestante
per
far da serva ; e in lei piaccionmi gli occhi. Il
che di lor vi dia veruna informazione. Al mondo è nato il Truffaldin
per
sparger allegria nel core anco più tetro, ed angu
men vogl’ire. Già avrò la vostra brama resa sazia. L’Amico se n’andò
per
iscaldarsi, e qui la musa mia vuole acchetarsi.
a : Il silenzio ovvero L’Erasto (Padova, mdcclxxx), scritta in prosa,
per
soddisfare — dice l’autore ai lettori — al solo s
r soddisfare — dice l’autore ai lettori — al solo suo capriccio e non
per
altro motivo, che non mi par peggiore di tante al
annunzia la pubblicazione della sua prima commedia di Magìa, che avrà
per
titolo : Il Mago salernitano ; e Le Pitture, Scul
le : Sono più di due lustri che il medesimo amico Autore dopo d’aver
per
più di quindici anni scorse varie parti d’Italia
e nobili Abitazioni ; acciocchè essi conoscano che l’innato suo genio
per
simili erudizioni non ha voluto trascurare di dar
Gaetano ed Angelo, prima di darsi al teatro. Ecco il sonetto a stampa
per
le faustissime nozze, dettato da certo signor Cri
sicuramente farti felice in tutte le maniere. La giovine, che prendi
per
tua Sposa è sì garbata, virtuosa e onesta, che fr
i fu largo di quelle lodi che lo decisero a lasciar l’arte del bulino
per
quella di commediante ; e abbandonata la casa pat
i, col quale stette dodici anni. Acquistatasi fama di egregio artista
per
le parti di primo uomo, fu in tal ruolo e per un
fama di egregio artista per le parti di primo uomo, fu in tal ruolo e
per
un triennio scritturato da Luigi Vestri ; ma impi
impinguatosi alquanto coll’ avanzar degli anni, quel ruolo abbandonò
per
abbracciar l’altro di caratterista e promiscuo, c
o secondo. Ristabilito appena da lunga malattia, mettevasi in viaggio
per
Firenze, e disgraziatamente trovava la morte sott
ato a’suoi confratelli, aiutò sempre tutti coloro che ricorsero a lui
per
bisogno. Tra le commedie ch’egli recitò con grand
e le seguenti : La bottega del caffè, Il Poeta fanatico, Il Disperato
per
eccesso di buon cuore, Don Cesareo Persepoli, L’A
clina al languore che può convenire alla commedia ( ?) ; ed in questa
per
voler troppo comparire naturale, cade nella fredd
lle quali parole mi pare si possa oggi trarre argomento di molta lode
per
l’egregio artista. Lode che ci viene confermata d
di S. M. la Duchessa di Parma da lui condotti e diretti siano rimasti
per
non sospettato desolante episodio, privi improvvi
d onorata memoria, non ha negletta alcuna delle più ingegnose premure
per
dare rapidamente un’acconcia sostituzione al valo
, città delle sue più nobili e tenere memorie, città che saluta quasi
per
seconda sua patria ; ma nel meglio di utili tratt
rato vostro patrocinio mi conforti nel dolore da cui sono amareggiato
per
la perdita d’un vecchio, leale amico, d’un caratt
etto, e dopo dieci anni parlavano insieme, avevano lunghi dialoghi, e
per
un cambio di nome, non dovevano riconoscersi. D’a
herpa aveva di stipendio lire sei mila annue, e una mezza beneficiata
per
piazza, come si rileva dalla sua scrittura (20 ag
si in quel viaggio che gli costò così tragicamente la vita. Questo è
per
noi due l’anno delle disgrazie, ma le vostre ripa
a perdita della mia salute. Tuttavia speriamo. Io partirò il 2 agosto
per
Firenze, e di là raggiungerò la Compagnia a Viter
sono iti ; ne ho presto ripiegati altri, e da questa parte non tremo
per
ora. La testa mi regge poco, e non saprei qual co
nquecento, non meritavano di esser segno a tante censure pedantesche,
per
l’unica ragione di non trovarsene esempio fra gli
scrupolosa pedanteria. Aminta e Mirtillo c’interessano e commuovono,
per
quanto comporta la loro condizione; e perchè ripr
astoralis ecloga, avendo molto dell’ecloga, se non che se n’allontana
per
contenere un’ azione compiuta che ha il suo nodo
una lettera Filippo Pigafetta) era formato di quindici persone sette
per
parte, ed il capo loro nel mezzo, il qual coro in
i di esse sarebbe venuto in mente di farvi fare una musica continuata
per
tutto il dramma, come indi avvenne nell’opera, se
tro passo a bella posta inserito nell’azione perchè si cantasse. E se
per
queste cose nel pubblicarsi le pastorali, per ono
erchè si cantasse. E se per queste cose nel pubblicarsi le pastorali,
per
onorare i maestri vi si pose fece la musica, ciò
dell’Aminta fatta dal Fontanini che s’ impresse nel 1700, fu composta
per
rispondere al discorso censorio fatto contro la p
pastorale del Tasso dal duca di Telese Don Bartolommeo Ceva Grimaldi
per
comando dell’accademia degli Uniti di Napoli. Tal
l 1681. Queste ed altre versioni francesi riuscirono poco felici, sia
per
debolezza delle penne che l’intrapresero, sia per
rica fu anche trasportato da Domenico Slaturichia celebre in Dalmazia
per
questa, e per la traduzione dell’ Elettra, e di P
trasportato da Domenico Slaturichia celebre in Dalmazia per questa, e
per
la traduzione dell’ Elettra, e di Piramo e Tisbe,
nini che si servissero quelli che rappresentarono l’Aminta in Firenze
per
ordine del Granduca coll’ accompagnamento delle m
auso, che spinse il medesimo Torquato a portarsi di secreto a Firenze
per
conoscere il Buontalenti, ed avendolo appena salu
gli preparava il Granduca135. Nè a’ dotti nè alle persone che leggono
per
divertimento può essere ignoto l’ argomento sempl
rappresenta una ninfa schiva e nemica d’amore vinta e divenuta amante
per
mezzo della pietà. Vana cura sarebbe ancora mette
rascorsi del poeta, voglio dire alcuni pensieri più studiati, i quali
per
altro non sono in sì gran numero come suppongono
o. L’ enumerazione di parti fatta nella prima scena dall’astuta Dafne
per
piegar Silvia ad amare, Stimi dunque nemico Il mo
da Tirsi ha mille vaghezze. L’impareggiabil coro O bella età dell’oro
per
eleganza e per armonia maraviglioso, meriterebbe
le vaghezze. L’impareggiabil coro O bella età dell’oro per eleganza e
per
armonia maraviglioso, meriterebbe di esser trascr
nel disciorla ne scopre la grandezza dell’amore. La sua disperazione
per
la fuga dell’ingrata ninfa; il dolore che gli cag
ninfa, E vistosi con lei congiunto e stretto; Chi è servo d’amor,
per
se lo stimi; Ma non si può stimar, non che ridi
stimar, non che ridire. Per quanto si abbia di amore e di rispetto
per
gli antichi, convien confessare ch’essi tuttochè
o per gli antichi, convien confessare ch’essi tuttochè vadano fastosi
per
un Sofocle ed un Euripide, se fossero stati conte
del Tasso, ci avrebbero invidiato l’ Aminta136. Si è veduto come ben
per
tempo e più volte s’impresse e si tradusse in Fra
catori. L’Ongaro volle trasportarli sulla scena, e prendendo l’Aminta
per
esemplare ne seguì con tale esattezza le orme che
lceo, come ognun sa, ne acquistò il nome di Aminta bagnato. Trovo non
per
tanto che monsignor Paolo Regio sin dal 1569 pubb
mi che producono nojose e inverisimili situazioni, e vi s’introducono
per
buffoni Calabaza Spagnuolo e Graziano Bolognese c
Groto scrisse indi un’ altra pastorale intitolata Calisto pubblicata
per
le stampe nel 1586. Contemporanea al Pentimento f
’impresse nel 1590. Una delle più vive battaglie letterarie si accese
per
questa favola, che vive e viverà, a dispetto de’
accese per questa favola, che vive e viverà, a dispetto de’ critici,
per
l’eleganza, per l’affetto, per le situazioni teat
ta favola, che vive e viverà, a dispetto de’ critici, per l’eleganza,
per
l’affetto, per le situazioni teatrali e per l’int
vive e viverà, a dispetto de’ critici, per l’eleganza, per l’affetto,
per
le situazioni teatrali e per l’interesse che ne a
critici, per l’eleganza, per l’affetto, per le situazioni teatrali e
per
l’interesse che ne anima tutte le parti. Pochi so
tte le parti. Pochi son quelli che si sovvengono delle censure famose
per
altro di Giason di Nores, di Faustino Summo, di G
o de i difetti che vi si notano, sarà sempre un componimento glorioso
per
l’ autore e per l’Italia137. Anche il Fontanini13
he vi si notano, sarà sempre un componimento glorioso per l’ autore e
per
l’Italia137. Anche il Fontanini138 maltratta il G
ci agita nel Cresfonte al pericolo del giovane vicino ad esser ucciso
per
mano della madre: l’Aminta senza storia precedent
essa a maraviglia col solo affetto; il Pastor fido riesce artificioso
per
la tessitura e per un disegno più vasto e più tea
ol solo affetto; il Pastor fido riesce artificioso per la tessitura e
per
un disegno più vasto e più teatrale. Anche di que
ninfa e credendola morta di veleno abbandona le patrie contrade, erra
per
dieci anni e capita in fine nelle campagne della
me di Credulo ella disdegna, e Amarilli è quella stessa Licori pianta
per
morta da Tirsi. Questa ipotesi di non ravvisarsi,
e regolare. Benchè frammischiato di qualche ornamento lirico, spicca
per
la tenerezza e pel patetico il lamento di Credulo
per la tenerezza e pel patetico il lamento di Credulo che vuol morire
per
la durezza della sua ninfa. Tenera nell’atto V è
minta o col Pastor fido; ma supera moltissime altre che la seguirono,
per
l’affetto e per l’interesse che l’avviva. Non ebb
or fido; ma supera moltissime altre che la seguirono, per l’affetto e
per
l’interesse che l’avviva. Non ebbe cori, ma solo
cantarsi la canzone di Selvaggio nell’atto I, Che mi rileva errar
per
gli ermi boschi, che contiene cinque stanze co
ori, in cui oltre ad una canzonetta, si cantarono cinque madrigaletti
per
trattenimento negl’ intervalli degli atti? Nel me
lo ucciso. Silvano intende che il finto Tirsi era la sua Cinzia morta
per
la sua crudeltà; ne conosce l’innocenza e l’amore
di lui dolore fa che gli si faccia sapere che è viva, ed ei la toglie
per
consorte. La favola è divisa in cinque atti senza
o che questo Tirsi è la sua Cinzia. La pastorale poi del Bracciolini,
per
sentimento dell’erudito Pier Jacopo Martelli, può
to all’ ultima vecchiezza morì nella sua patria pieno di onorata fama
per
le molte sue opere ingegnose che produsse. Alcuni
che con tre lettere in otto giorni gliela domandò il duca di Mantova
per
farla rappresentare. Nel mandargliela, da tre di
titolato il Contrasto amoroso fatto in Lorena l’anno 1591143, in cui,
per
quel che scrive l’autore a D. Vittoria Gonzaga pr
e dodici ninfe, delle quali quattro contrastano amorosamente ciascuna
per
averlo per marito, ed è vinto da una che si chiam
nfe, delle quali quattro contrastano amorosamente ciascuna per averlo
per
marito, ed è vinto da una che si chiama Nicea. So
azion privata, non è capace del coro, siccome non è anche la commedia
per
la medesima ragione, e non vi si fa. Se dunque V.
bene il coro, ma le scemerà il decoro; e dico scemerà, e non leverà,
per
non dannare affatto l’uso di tutti quei poeti che
questo letterato avea il Manfredi molta stima, e lo desiderava vicino
per
udirne il parere sopra il suo Contrasto amoroso,
assa tra pastori che aspirano alle nozze di Erminia, non conoscendola
per
quella che era stata regina d’Antiochia. L’intere
quella che era stata regina d’Antiochia. L’interesse non vi si trova
per
verun personaggio. Un ratto di Erminia tentato da
le Lettere di Virgilio dagli Elisj). Gli si perdonino i suoi difetti,
per
non guastar sì bell’ opera ponendovi mano. Roma e
quence, de sa poesie! 138. Bibliot. cap. V. 139. Il Guarini amato
per
la sua dottrina, e prudenza da’ principi dell’età
e, hà ottenuta là dà noi tanto desiderata licenza ; doppo esser stati
per
tre mesi Infruttuosi appresso questa Real Corte,
è niente d’Vtile ; È be[nsi vero] Però che si hebbe già in due uolte
per
ricorso fatto alla Nos[tra] Ser.ma Prottetrice è
ttetrice è Padrona, cento cinquanta Pezze, è si die[de] tredici Pezze
per
uno ; beuanda, che serui non per smorzare ma per
ta Pezze, è si die[de] tredici Pezze per uno ; beuanda, che serui non
per
smorzare ma per accendere maggiormente là sete à
ie[de] tredici Pezze per uno ; beuanda, che serui non per smorzare ma
per
accendere maggiormente là sete à questo Idropico
mi ; se con Aurei siroppi non ueniua cu[ra]ta ; Piaga così Vasta, che
per
medicarla Vna sol uol[ta] è stato neccessario Ado
di piu mirare l’Abhorito Tamiggi ; Attendo perciò un Ostro fauoreuole
per
scostarmi quanto prima dà questi lidi ; Nel’ qual
o nel’ultima mia lè scrissi poichè là mia Flemma si è resa in tutto è
per
tutto in habile à poter più proseguire auanti ; ò
et Ecc.mo Sig.r et Padron Col.mo il Sig.r Don Alfonso D' Este Franca
per
Mantoa Modena. A questo viaggio di Londra si rife
tera del 3 marzo 1683, il Duca di Mantova scriveva al Duca di Modena,
per
chiedergli insieme ad altri comici il Dottor Bren
ico, Humil.mo Seruitore di Vostra Altezza Serenissima Doppo di hauere
per
lo spatio di anni otto seruito con ogni Decoro et
e fù neccessitato ricorrere con lettere all’ Sud.to Sig.r Don Alfonso
per
qualche Sollieuo più Volte Mà sempre senza frutto
Fiala, di Antonio Riccoboni, di Carlo San Giorgi, ecc. ecc., ai quali
per
sussistenza furono assegnate due doppie il mese.
ia da lui protetta. Altro non mi fu possibile rinvenire, specialmente
per
quanto potesse concernere un suo grado di parente
Costantini Costantino. Nato a Verona da famiglia agiata, si diede
per
tempo alla ricerca di varj secreti per la tintura
a da famiglia agiata, si diede per tempo alla ricerca di varj secreti
per
la tintura delle stoffe in seta e drapperie in ge
s’acquistò in breve un gran nome. Ma innamoratosi di una commediante,
per
la quale si diede a spender da disperato, fu cost
mediante, per la quale si diede a spender da disperato, fu costretto,
per
seguirla, a lasciare il commercio, e ad imprender
cui è dedicato il sonetto dialettale, di cui il Bartoli non riferisce
per
pudore alcune parti, e la stessa per la quale las
di cui il Bartoli non riferisce per pudore alcune parti, e la stessa
per
la quale lasciò il Costantini la patria. Stabilir
atria. Stabilire cronologicamente la vita di lui è impresa malagevole
per
certe contradizioni che sono nelle date dei docum
iveva al Conte Marco Verità a Verona, pregandolo di far partir subito
per
Modena Costantini e suo figlio Gio. Battista, e i
arigi, se ne tornò in Italia, ove si trattenne, pare, pochissimi anni
per
far ritorno alla Commedia italiana, che dovette a
r far ritorno alla Commedia italiana, che dovette abbandonare non già
per
avervi poco incontrato, ma a cagione di una canzo
i cantavan sul lor teatro, composte dal musicista Gillier : arie, che
per
decreto del 17 dicembre 1694, non potevano essere
. Nata in Livorno il 16 marzo 1835 da genitori commercianti, si diede
per
tempissimo all’arte dopo alcune ottime prove fra’
andria della Paglia, in quell’anno, uditala il Righetti, la scritturò
per
la Compagnia Reale Sarda, pagando la penale alla
a emancipata, spesso vedova, desiderosa di nuove nozze, ed alla quale
per
solito annodavasi l’intrigo galante delle commedi
gnora Romagnoli, che a buon diritto era chiamata la Déjazet italiana,
per
avere, come quella, creato in Italia le parti di
e rare apparizioni sul teatro. Negli ultimi anni di sua vita, diresse
per
alcun tempo e per suo diletto alcune recite del C
sul teatro. Negli ultimi anni di sua vita, diresse per alcun tempo e
per
suo diletto alcune recite del Circolo Filodrammat
drà mai ove sia eseguita ottimamente, come lo fu in questa occasione,
per
merito principalmente della signora Cutini-Mancin
principalmente della signora Cutini-Mancini, delizia di ogni pubblico
per
quel brio e naturalezza onde sa improntare le par
entina de’ Fidenti. Non era una donna, ma uno spiritello, che correva
per
la scena con movenze birichine, d’una galanteria
lino, dinanzi a cui non si osava lasciarsi andare a una matta risata,
per
paura di perdere una mossa, un’occhiata, una sill
ata, una sillaba. E la povera artista, giovane, appassionata tuttavia
per
quell’arte che le aveva così fuggevolmente sorris
ti nella supplica del 3 aprile 1584 da Ferrara al Principe di Mantova
per
andar colà a recitare, potrebb'essere Lombardo no
fosse comico, ma semplice direttor di compagnie e autore di prologhi
per
tutti coloro che glie li ordinarono. In fatti : n
è, due dei quali soltanto in versi : della primavera e della impietà)
per
comici di professione, ma anche per dilettanti. N
della primavera e della impietà) per comici di professione, ma anche
per
dilettanti. Nella licenza del prologo nono (d’ Am
e) dice : ho congiunti dietro questo teatro certi amorosi Accademici,
per
recitare alla vostra presenza un’opera amorosa.
tarvi una graziosa, piacevole e sentenziosa comedia : li dono le rose
per
la fatica pigliata ; li porgo le fiche per il com
comedia : li dono le rose per la fatica pigliata ; li porgo le fiche
per
il compito travaglio, e al fine gli ornarò il cap
silenzio, ch'io anco mi porrò qui dietro ad udirla, e non vo star qui
per
non invaghirli tanto della mia bellezza, che sol
cati alcuni Accademici farvene un presente in questo giorno. Nè solo
per
Compagnie comiche, o per Accademie componeva i su
rvene un presente in questo giorno. Nè solo per Compagnie comiche, o
per
Accademie componeva i suoi prologhi, ma anche per
ompagnie comiche, o per Accademie componeva i suoi prologhi, ma anche
per
Compagnie di canto, come abbiamo da quello de gl’
uesto genere di divertimento”. Ed io ben credo che così avvenisse; ma
per
soddisfazione degli Stranieri non si dovea avvalo
l’Apologista le fatiche durate tratto tratto dagli eruditi Antiquarj
per
assicurarsi della natura dell’Edifizio, di cui es
tutt’altra fabbrica. Legga l’Opera De Amphitheatro di Giusto Lipsio [
per
non inviarlo a quella di un Italiano, del dottiss
ruviane. Ci volea dunque a quegli magnifici avanzi pruova sufficiente
per
distinguerli col nome di teatrali: e il Signorell
e fu giusta; ed è il Signor Lampillas che alla bella prima prende quì
per
Giunone una nuvola, per dimostrazione geometrica
nor Lampillas che alla bella prima prende quì per Giunone una nuvola,
per
dimostrazione geometrica un’ asserzione. Io per v
r Giunone una nuvola, per dimostrazione geometrica un’ asserzione. Io
per
verità fui più diligente del Velazquez, mentovand
non averne avuto contezza, nè poi l’Apologista cita veruno scrittore
per
quello di Clunia. Nè anche egli ebbe notizia, a q
Mela abitata da’ Fenicj venuti dall’Africa, trovansi sparse le rovine
per
una lega e mezza, e veggonsi tra esse i vestigj d
llonio scritta da Filostrato non sia un puro romanzo artificiosamente
per
malignità accozzato per contrapporla alla vita de
rato non sia un puro romanzo artificiosamente per malignità accozzato
per
contrapporla alla vita del nostro Salvadore? Perc
stro Salvadore? Perchè dunque l’Apologista consuma due pagine e mezza
per
mostrare la Greca fede di Filostrato? Se io scris
sebbene vi corse qualche lieve differenza, fu questa di niun momento
per
le parti essenziali1. Che poi il dottissimo P. Mi
Decano di Alicante, consiste nell’essere gli scaglioni che servivano
per
sedere, più alti di due palmi e mezzo, benchè la
edificio con altri precetti Vitruviani, e specialmente la situazione
per
esso eletta, che non può essere a quelli più simi
à dove l’Orchestra Greca avea alcuna diversità, e serviva alla Timele
per
i Musici e i Ballerini. Aggiunga ancora a queste
e qual solidezza abbiano le congetture dell’Ercolano da lui adottate,
per
provare che nelle Spagne vi fossero Teatri prima
a non ricordò quanto splendore dovette a Cornelio Balbo”; dicendo ciò
per
le quattro colonne di onice che egli espose rel s
oi perdono all’Apologista, se omise l’importante notizia da scriversi
per
tutto l’Orbe delle quattro colonne di onice posse
ioli ornamenti del Teatro di Scauro, consumati poi in Villa dal fuoco
per
malignità de’ di lui schiavi, la cui valuta si st
gnificenze di un privato che diveniva Edile, le quali saranno povertà
per
altri di maggior cuore, non pensò a quel tesoro i
Fidenzi Iacopo Antonio, fiorentino, celebre
per
le parti d’innamorato, sotto il nome di Cintio, f
ndro Farnese. Delle vicende artistiche del Fidenzi poco possiam dire,
per
la scarsezza dei documenti fin qui trovati ; ma d
due lettere di lui che esiston nell’Archivio di Modena, qui riferisco
per
intero come quelle che ci dànno, se non molte, cu
e stata ricompensata dall’Em.º Signor Cardinale Antonio ; han chiesto
per
loro particolare, un regalo per uno ; e da me ris
ignor Cardinale Antonio ; han chiesto per loro particolare, un regalo
per
uno ; e da me risaputo, come capo della Compagnia
ppia Vostra Ecc.ª che quando i grandi, riconciliano i Comici insieme,
per
rimaner seruiti ; odesi tallora dà i peggiori, pe
i Comici insieme, per rimaner seruiti ; odesi tallora dà i peggiori,
per
le piazze, per i ridotti dire, il tal principe mi
me, per rimaner seruiti ; odesi tallora dà i peggiori, per le piazze,
per
i ridotti dire, il tal principe mi li fà star per
ori, per le piazze, per i ridotti dire, il tal principe mi li fà star
per
forza, la cui auttorità mi lega, la lingua, e le
r il corpo, ell’anima cosi barbara unione. il Signor Duca mio Signore
per
cui prego ogni giorno, cosi Dio, mi faccia degno
c.ª questo non brama il S.r Duca ; respondole, che ual più la quiete,
per
gustar i grandi, che l’unione di cento personagi
nnoso, e che senza ammazzarsi qualcuno, non si possa finir l’anno. or
per
l’amor d’iddio, come si può gustar un principe co
un principe con tanti disgusti ? Signor Marchese, non procuri questo
per
l’amor d’iddio, mancano personaggi ; domandi à tu
essuna Compagnia di Comici, intendendo Sua Altezza di seruirsi di me,
per
il Carneuale, et unirmi, con Beatrice, Trappolino
arneuale, et unirmi, con Beatrice, Trappolino et altri Comici. or’io,
per
guarire d’un mio male, uenni à padoua, e mi couen
ottetione del Signor Marchese Obizij. questa Compagnia si è obbligata
per
l’Autunno, è Carnouale al Signor Almoròzane ; la
t essendomi stato acertato, che Beatrice, con altri Compagni se ne ua
per
il Carnouale à Roma ; e che l’Angiolina si è obli
i è obligata in altra stanza à Venetia ; non ueggo forma di Compagnia
per
seruir cotesta Altezza, et à me non istà bene, es
cciò ch’io possa promettere à questa Compagnia ò altra la mia persona
per
l’Autunno, e Carnouale. ne hò scritto al Signor T
abrizio e chiamata nella lista dei comici col diminutivo di Angiolina
per
essere distinta dall’ Angiola, ch’era la Nelli, p
aveva inserito del 1613 a Venezia alcune rime nella Raccolta funebre
per
la morte della comica Maria Rocha Nobili detta De
zione, consacrato al merito indicibile de i due famosi in amicizia, e
per
sangue e per l’opere Illustrissimi Nicolò Barbari
rato al merito indicibile de i due famosi in amicizia, e per sangue e
per
l’opere Illustrissimi Nicolò Barbarigo e Marco Tr
sse stabilito di partire il 30 novembre, ma fosse trattenuta a Torino
per
un ritardo nell’arrivo degli abiti di Cintio, e n
on esser del numero di quelli che poco curandosi dell’onore, recitano
per
vivere, e vivono per impedire il luogo di un gala
i quelli che poco curandosi dell’onore, recitano per vivere, e vivono
per
impedire il luogo di un galantuomo. E il Cinelli
e lo studio plausibilmente farne l’acquisto. Egli adunque si ritirò
per
alcun tempo dall’arte, e in questo prologo si fin
a Melpomene che venga a scuoterlo dall’ozio vile in cui placido posa,
per
tornarlo alle scene. E il Fineschi sotto nome di
tu potrai Avvilirti cosi ? Ah no, nol credo !… Poi c’è un fervorino
per
la città di Livorno detto da esso Fineschi il qua
abilità nel canto finiva di coronare i suoi meriti, ond’è ch’ella, e
per
lo studio indefesso, e per la natural grazia, e p
i coronare i suoi meriti, ond’è ch’ella, e per lo studio indefesso, e
per
la natural grazia, e per una allettatrice avvenen
ond’è ch’ella, e per lo studio indefesso, e per la natural grazia, e
per
una allettatrice avvenenza, poteva essere elevata
. Formò società coll’Assunta Perotti pel 1822-23-24, ma se ne sciolse
per
mancanza di buon accordo. La morte della moglie f
arsi il povero Fini e coi comici e cogli albergatori e coi barcajuoli
per
veder di tirar avanti la baracca alla meglio. Nel
queste apparenti negligenze delle tragedie. Io vi credo assai saggio
per
capire come debba parlare un attore; ma pochi son
ma so anche che sono appunto ridicole e che l’effetto universale sarà
per
noi 6.» Certo il ‘martelliano’ non piacque al mar
Fontanini e Domenico Passionei, si era trasferito a Bologna nel 1709
per
ripartire solo nell’estate del 17118. Né più sere
attori, e del pubblico. Entrambi non mancarono di giungere benevoli —
per
quanto filtrati da resoconti di parte — nell’esta
autorizzante la gestione più libera dell’unità di luogo)12, avanzate
per
lettera all’amico Manfredi già nell’ottobre del 1
o Manfredi già nell’ottobre del 171213, sei mesi prima della partenza
per
Parigi; contestualmente Martello avverte il corri
unse nuova che vi sia chi scriva contro le vostre tragedie, le quali,
per
quanto sieno censurate, si difendono assai da se
tti italiani o latini sono gli autori citati a corredo. D’altro canto
per
allegare quelle poche fonti francesi, il sodale d
erie. In questo discorso immortala ancora il mio nome inserendolo più
per
comprova alla bella inclinazione ch’ha per me che
l mio nome inserendolo più per comprova alla bella inclinazione ch’ha
per
me che per dare alcun risalto a questa sua opera
inserendolo più per comprova alla bella inclinazione ch’ha per me che
per
dare alcun risalto a questa sua opera piena d’una
on la recitazione degli attori e la specificità della danza francese,
per
tradurre tutto ciò nella quarta ed ultima session
o della descriptio, infatti, non lasciano dubbi sulla natura visiva e
per
nulla libresca dell’esperienza diretta. Le impell
one; prosegue quindi verso Agay Saint-Raphaël, Saint-Tropez e Tolone,
per
giungere a Marsiglia, sulla cittadella della qual
risposta alle letture del corrente classicismo, dovette essere forte,
per
quanto smontata dall’intelligenza martelliana in
ità nazionali (Italia e Francia) e storiche (gli antichi e i moderni)
per
relativizzare il modello classico e avvalorare le
.[90]), secondo la quale le tragedie amorose si erano rese necessarie
per
compiacere il pubblico femminile, nell’antichità
rata dai loro tragici. E pure nel teatro latino vi era insin il luogo
per
le vestali e nel teatro greco vi era una legge a
ngero. Io tutto ho scritto all’amico, insinuandogli il non darsi così
per
vinto ai Franzesi: facendoci dell’imposture, vann
a partie40. 4. Il Della tragedia antica e moderna Sarà proprio
per
rispondere alle critiche implicite che leggerà ne
integralmente solo nel 1963, nella collana degli «Scrittori d’Italia»
per
le cure di Hannibal S. Noce46. Il lungo oblio edi
grafica e testuale. Si è ritenuto di intervenire sulla paragrafatura
per
agevolare la lettura del testo, continuo in TrAM
e compiuto, invia i lettori ad un volume, che poco fa è uscito o sta
per
uscire alla luce, del signor dottore Vincenzo Gra
, in cui figura uno di quei ciarlatani che tutto dì udiamo spacciarsi
per
chimici e posseditori del decantato segreto dell’
e posseditori del decantato segreto dell’universale rimedio, chiamato
per
essi ‘elissire’; colla quale invenzione costui si
Filosofo. [Intro.4] Nel trattare, poscia, particolarmente del dramma
per
musica, ha egli adoperate alcune parole che sono
mente del dramma per musica, ha egli adoperate alcune parole che sono
per
avventura in commercio, ma che però non si leggon
ini comunemente accettati in lingua che tuttavia vive e cresce, e che
per
or non ha in pronto vocaboli equivalenti. [Intro.
sa offendersi, pure, se qualche parola gli fosse sfuggita delle usate
per
chi compone, intende di conservare sino alla mort
za di spiriti o torbidi o disperati, che quantunque sieno detestabili
per
la lor professione, non sono però affatto disprez
testabili per la lor professione, non sono però affatto disprezzevoli
per
qualche ardir di talento che gli fa spiccare fra
erle, nondimeno dalle materie poi delle quali meco trattò, lo conobbi
per
un ingegno da non deridersi e tale insomma da rac
va verso Savona, nella più allegra e nobile compagnia che mai potesse
per
viandante desiderarsi, godendo io la gloria di se
o la gloria di servire nell’importantissima sua pontificia spedizione
per
le due corti di Francia e di Spagna monsignor Pom
ui la mia patria si pregia come di uno de’ suoi più insigni cittadini
per
chiarezza antica e non mai interrotta di sangue i
signor Aquaviva de’ duchi d’Atri, signori de’ quali bastano i cognomi
per
saperne la nascita e che alla nascita aveano conf
era, comandata e diretta dalla cautela del commendatore Piero Minucci
per
sua Altezza Reale di Toscana che a monsignor Aldr
monsignor Aldrovandi l’avea generosamente conceduta. [1.6ED] Io, che
per
uso talvolta mi sottraggo dalla conversazione per
a. [1.6ED] Io, che per uso talvolta mi sottraggo dalla conversazione
per
desiderio di solitudine, mi dilungava nella corsi
un’età che pareami poco minore di settant’anni; ma accostatomi a lui
per
la curiosità di parlargli, scopersi in esso un di
uo corpo, che altri poteva muovere a scherno, moveva me a compassione
per
uomo di età sì avanzata e di struttura sì poco ad
’ poeti e tre de’ Poeti medesimi, il ridere nondimeno ti sia permesso
per
l’amore di quella verità che tu cerchi e che un m
[1.14ED] — Intanto — io seguiva — mi vuoi tu sì credulo che io mi dia
per
vinto all’illusione di aver sugli occhi Aristotil
o bevuto, dopo il sonno di pochi giorni, fa vivere un secolo, e già è
per
me voto il vetro preservatore e, per quanto io ab
ni, fa vivere un secolo, e già è per me voto il vetro preservatore e,
per
quanto io abbia poi faticato coll’arte a riempier
ol mortale, non mi han secondato, in guisa che io godo di questa luce
per
l’ultimo secolo. [1.20ED] Tu ridi ancora, né me n
o, l’altra di quello di Rodi, e che gustatone di ambidue, fu il primo
per
me preferito: lo preferii come più acconcio a cus
ir pochi lustri dopo la tua. [1.25ED] Ed ecco quanto io posso addurti
per
render più verisimile quello che io ben m’accorgo
uo ragionare — io replicai — mi vo’ far questo sforzo di non crederti
per
ora impostore. Ma che hai tu fatto in tanti secol
bro dell’universo co’ viaggi, colle osservazioni e colle varie lingue
per
me imparate ho consumati tutti i miei anni e ne c
gge della tua o non tua Poetica, ma che sotto il nome d’Aristotile va
per
le bocche degli uomini, è in alcune parti le più
nzesi, giudica un poco se è ragionevole il recedere dal metodo antico
per
oneste cagioni o se sia dicevole l’aggiungere ang
a che abbia meglio organizati e disposti que’ primi ingegni destinati
per
essa ad inventare, con simmetria che potesse accr
di più i vostri Greci? [1.44ED] Vengo sino ad inventarmi un miracolo
per
lodarli. [1.45ED] Ma perché ti sei posta tu la pa
dirai d’aver mutate le vesti perché il mondo pur le ha mutate e così,
per
non parer singolare, ci comparisci figura antica
giacché questo era il cibo della famosa età di Saturno? [1.52ED] E se
per
ghiande intendete tutte le frutte, ve la fo buona
fferenza fra l’età vostre e le nostre. [1.55ED] Io non voglio correre
per
gli esempli perché altro che poche sessioni si ri
ionamento, né ti credo lontano dal concedermi quanto in simil materia
per
avventura adducessi. [1.56ED] Nella poesia sì che
i. [1.56ED] Nella poesia sì che sta tutto il guaio, perché questa fu,
per
così dire, inventata e certamente perfezionata ne
tamente perfezionata nelle teste d’Eschilo, di Euripide e di Sofocle,
per
parlare (come abbiam proposto) della tragedia. [1
, sapete, il lungamente ingannar l’universo. [1.58ED] Piacciono forse
per
la corruttela del costume? [1.59ED] Ma le vostre
i palchi rappresentiamo. [1.60ED] Anzi, se il mondo è più scellerato,
per
questa stessa ragione gli dovrebbero piacer più l
sso de’ letterati la stima, vedendoli sempre più rinomati moltiplicar
per
le stampe. [1.66ED] Scoppieranno mirando li loro
patiscono mutazione da’ tempi, ed in queste si vogliono condannare e,
per
chi lo può, riformare. [1.70ED] Ecco la massima c
le loro virtù, di cotesti che i loro vizi esaltano e propagano, e non
per
carità verso i poeti greci, ma per amore che hann
o vizi esaltano e propagano, e non per carità verso i poeti greci, ma
per
amore che hanno disordinatamente a sé stessi, col
che fare con la materia non meno di quel delle navi che tu tanto lodi
per
la connessione sì necessaria che ha con la favola
più venerabili e forse sarebbero egualmente la norma dell’arte, come
per
preminenza di tempo sono adesso le statue più rin
tali fossero a’ tempi di Omero, di Eschilo, di Euripide e di Sofocle
per
dedurne che, siccome eran perfette la scoltura, l
troviamo perfette; ma non trovando in tutto perfette le vostre poesie
per
qual ragion dobbiamo in tutto imitarle? [1.82ED]
nel suo bizzarro prologo generale pronunzia assai francamente di aver
per
esse restituita la greca tragedia al teatro, dell
sciano indurre 0se non da quello del vero o di ciò che essi apprendon
per
vero. [1.102ED] Quel tale giureconsulto filosofan
[1.103ED] Tu aspetti intanto che io giudichi fra voi due, ma vi giuro
per
Aristotile che invano attenderete ambi la mia sen
teatro felicemente e molto popolo di più città dell’Italia ha pagato
per
ascoltarle. [1.108ED] A questo cimento si attendo
uesto popolo, signor Aristotile — allora io risposi — che voi mi date
per
giudice non sarà accettato per tale dal nostro gi
— allora io risposi — che voi mi date per giudice non sarà accettato
per
tale dal nostro giureconsulto. — [1.110ED] — Ed
cerca un intelletto purificato dalla notizia ed esperienza del buono,
per
esser la minor parte del popolo i dotti, la parte
ltrui, attendiam l’opinione del popolo che ha udite le prime recitate
per
chi le leggeva sonoramente in quella tal quale co
nvece d’elevare il proprio spirito a ritrarci il carattere degli eroi
per
esso imitati, ha fatto descendere gli eroi medesi
8ED] — Tu sì travedi — replicava il supposto Aristotile — ad accettar
per
popolo un uditorio composto di pochi letterati, l
a assai differente dal leggerle in una stanza ove non appariscono che
per
metà. [1.120ED] Quanto poi alla decisione pronunz
. [1.123ED] La nazione spagnuola, a cui la tragedia moderna dee molto
per
l’invenzione di quei caratteri che voi chiamate s
l’inventrice di questo ingegnoso viluppo di avvenimenti che ha fatto
per
lungo tempo sì gran figura in Italia. [1.124ED] E
La ragione si è che a ciascheduno di noi privati, come di quelli che
per
poco prendiamo degli sbagli e che piccoli affari
uelli che per poco prendiamo degli sbagli e che piccoli affari abbiam
per
le mani e siamo meno osservatori e meno osservati
che nostro avvenimento di ciascheduno, ed assuefacendoci a tollerarli
per
verisimili arriviamo poi anche a compiacercene. [
regie, nelle private persone accader puote l’esser tolto in iscambio
per
somiglianza di vestimento; il confidare ad un ser
servati, e i loro visi son troppo impressi nella memoria del pubblico
per
esser presi in iscambio e per travestirsi senza e
ppo impressi nella memoria del pubblico per esser presi in iscambio e
per
travestirsi senza esser ravvisati; e però torno a
oso il viluppo, lo scioglimento sia naturale; e questa è la spina che
per
lo più guasta la fioritura delle loro vaghe inven
.136ED] Due cose fanno altamente meravigliar ne’ grandi: l’una è che,
per
la loro ricchezza e possanza abbagliandoci, ne fa
nte succede quando di gran fortuna in gran sventura li vediamo, parte
per
colpa loro e parte per colpa di un malvagio desti
ran fortuna in gran sventura li vediamo, parte per colpa loro e parte
per
colpa di un malvagio destino, precipitati; e, per
ata felicità ci fa il medesimo effetto; e questa è la peripezia tanto
per
me rinomata, senza di cui languirebbe qualunque t
conti, che tal volta un principe erri sconosciuto fuor de’ suoi stati
per
qualche tempo e che poi nel grand’uopo si scopra
astor fido. [1.140ED] Vi è l’altra dell’Ifigenia in Tauris che almeno
per
metà è bellissima, e che tu ti sei ingegnato d’im
quella te la perdono; l’altra è morale, e questa non è da trascurarsi
per
verun conto; nasce questa dallo scoprimento d’una
acconcio, e moveremo alcune quistioni non meno importanti che nuove,
per
non essere state da te insegnate o non pensate o
non essere state da te insegnate o non pensate o leggermente toccate
per
altri, e che nondimeno giudico importantissime a
sistemi, abbandonasse all’ozio gl’ingegni. [1.151ED] Le ho dati lumi
per
metterla in traccia del mio cammino, ma ho voluto
per metterla in traccia del mio cammino, ma ho voluto che si avvezzi
per
le tenebre de’ miei termini a speculare. [1.152ED
ti i filosofi a pensar tanto da sé che nulla più pensano a me, se non
per
deridermi e disprezzarmi. [1.153ED] Ma già tu ved
Ubertino Landi, nobilissimo cavalier piacentino che meriterebbe venir
per
terzo a’ nostri ragionamenti tanto è gentile ne’
onte Marcantonio Ranuzzi, patrizio bolognese che cammina a gran passo
per
arrivare all’età ed alle cognizioni dell’altro. —
gegno e di nascimento, ma o non udirai più Aristotile o fa’ di tacere
per
ora ad essi il mio nome e di contentarti che a qu
reggiato alle spalle da una catena deliziosa di colli, non meno lieti
per
gli ameni giardini che per le vaghe perspettive d
catena deliziosa di colli, non meno lieti per gli ameni giardini che
per
le vaghe perspettive di bei palazzi che qua e là,
brera che condusse alla gloria di Anacreonte e di Pindaro il nome suo
per
le liriche poesie, servando egli solo a’ suoi tem
re ancora quelle eran le più perfette. [2.10ED] Ciò eseguito, ridussi
per
ammaestramento de’ posteri a regola quello che pi
azioni rappresentavansi in quelle; e poi se la tragedia fu instituita
per
muover gli affetti al compatimento delle disgrazi
l compatimento delle disgrazie avvenute a chi non tante ne meritava e
per
infonder negli animi terrore di que’ delitti che
mpo, che io così chiamo in grazia del rinomato Pietro Cornelio, non è
per
me stata rigorosamente ristretta nel solo spazio
latar questo tempo in tal modo che non si abbandoni il mirabile, come
per
avventura fan gli Spagnuoli, non essendo meravigl
no essere imitati dagli Spagnuoli, e se hai tu in mente le Trachinie,
per
parlar di una delle nostre tragedie che or mi sov
tragedie che or mi sovviene, avrai osservato che Deianira, ingelosita
per
Ercole innamorato d’altra donna, ricama una veste
nel frammento che voi ne avete non ne ritrovo pur orma. [2.19ED] Pure
per
farti intendere come io concepisca questa unità,
tragica, sia d’azione sia di tempo o alfin sia di luogo; e ripeto che
per
comporre una tragedia veramente perfetta un’azion
] — Ah, se tu non sei Aristotile — allora esclamai — meriti d’esserlo
per
la saviezza del tuo discorso; ma mi permetti che,
nte succede fuori del luogo della rappresentazione che è la scena, ma
per
lo più succede appunto in tale distanza che chi r
onevole spazio di tempo. [2.23ED] Ma il punto sta se si possa prender
per
luogo della rappresentazione una città con le sue
i è che, abbisognando la tragedia di questo esterno aiuto della scena
per
essere rappresentata, quanto più se le moltiplica
si confessare, che quanto più la tragedia ha bisogno d’esterni aiuti,
per
esser rappresentata, tanto meno sussisterà per sé
sogno d’esterni aiuti, per esser rappresentata, tanto meno sussisterà
per
sé stessa, tanto più recederà da quella semplicit
agedie o quante se n’esponessero sarebbero tutte una sola e sarebbero
per
avventura l’Edipo tiranno di Sofocle. [2.42ED] Ma
i sempre udito e sempre rappresentato? [2.43ED] E qual utile verrebbe
per
ciò alla repubblica ed a’ costumi dalla tragedia,
tto all’azione. [2.54ED] Resta or da cercare se queste parti di luogo
per
sollievo dell’immaginazione si possano mettere so
la voce ed il gesto, cose esterne ad un concetto mentale che, quando
per
le strade degli occhi e degli orecchi non s’intro
esso? [2.58ED] Può comunicarsi, egli è vero, alla mente de’ leggitori
per
la scrittura, ma questa non dà tutto il nerbo del
come non sia più diletto il vedere che il supporre l’obbietto, quando
per
ciò che riflette nell’azione, il vederlo e il sup
aggiori assai che accadono nelle tragedie di alcuni de’ nostri Greci,
per
voler rappresentar tutto in piazza, e di alcuni d
r voler rappresentar tutto in piazza, e di alcuni de’ vostri Franzesi
per
voler rappresentare tutto in casa. — [2.64ED] —
orso stampato in fronte di uno de’ volumi di sue tragedie italiane; e
per
ciò molti Franzesi appunto fanno del lor teatro u
i Franzesi appunto fanno del lor teatro una sala, nella quale sfogano
per
diverse porte più appartamenti, dimodoché quella
mutare scena, della quale ha la gloria maggior la tua patria, è nata,
per
così dire, con te. [2.68ED] Il vostro Rivani, il
in una lunga e diritta via di logge o di giardini o di boschi, e che
per
porre l’un telaro dipinto sovra dell’altro richie
e gli attori sfiatavansi nello spiccare dall’interno sussurro la voce
per
farsi udire al di fuori. [2.70ED] Più rozza avres
ntori, era uopo che accomodassero al luogo la rappresentazione e che,
per
cosi dire, facessero tutto in strada. [2.72ED] I
leggiadrissimo Aminta. [2.80ED] Ma diasi ancora che cantassero satire
per
cantori mascherati da semicapri, non vi ha dubbio
antori mascherati da semicapri, non vi ha dubbio che vi erano ordigni
per
cangiare l’una nell’altra scena congegnati a fogg
ria stata necessità se si fusse avuto a preparar il palco agiatamente
per
ogni rappresentazione; e senza recar vari autori
ono e nominatamente Cesare Scaligero in quel libro di sua Poetica che
per
lui s’intitola Istorico, a cui ti riporto per ciò
ibro di sua Poetica che per lui s’intitola Istorico, a cui ti riporto
per
ciò che riguarda le macchine dell’antico teatro,
pompa di quello spettacolo nella mutazion della scena, cosa la quale
per
chi partisse da un’opera e all’altra tornasse o n
a provare, che nell’Aiace non si cangiò scena, cosa affatto inutile,
per
non dirla affatto ridevole, mentre vuoi tutto rap
ssendo la morte di Aiace, ben saria strano il farla seguire in scena,
per
rappresentarla nell’orizonte. [2.95ED] I pittori
ossa tu esserne ragionevolmente tacciato. [2.103ED] Non ci arrestiamo
per
ora sul Filotete, ma saltiamo nell’Oreste di Euri
e, la sorella parla con Elena, che paventa di uscire da quella stanza
per
timore di sentirsi da’ vecchi padri esecrata. [2.
e se ho errato a far ciò rappresentare dentro la reggia. [2.108ED] Ma
per
lo contrario là dove Pilade ed Oreste fanno un co
per lo contrario là dove Pilade ed Oreste fanno un colloquio insieme
per
uccider Elena, ho creduto doverlo fingere in stra
n casa, ecco una scena fra la di lei ancella, il coro ed il semicoro,
per
tagliare il laccio alla padrona e per istenderne
ncella, il coro ed il semicoro, per tagliare il laccio alla padrona e
per
istenderne in terra il cadavero. [2.115ED] Ecco d
i ti ho recati: due sono del tuo Sofocle e due del tuo Euripide; dove
per
altro il buon Sofocle alle volte per rappresentar
cle e due del tuo Euripide; dove per altro il buon Sofocle alle volte
per
rappresentar tutto in una tragica è uscito affatt
e mal contenta della sua madre e di Egisto, debba uscir fuori di casa
per
lamentarsene in istrada? [2.121ED] Ciò pure era c
impedisca. [2.126ED] Del Filotete di Sofocle non ho io fatto menzione
per
esemplificarti la mutazion della scena, che ivi v
esemplificarti la mutazion della scena, che ivi veracemente non è, ma
per
dirti che la scena satirica fu alle volte costant
le adorne facce de’ bei palagi che, sì dall’una che dall’altra parte,
per
lungo tratto quasi egualmente s’innalzano. [3.3ED
e della campagna, luogo non men delizioso che solitario e quasi fatto
per
parlare da quella cima di materie affatto geniali
piacere e con libertà. [3.4ED] Mi sembrò lunga un secolo quella notte
per
trovarmi colà sul nascer del Sole ed il mio gobbo
scer del Sole ed il mio gobbo fu non meno ratto di me ad arrampicarsi
per
lo scosceso della montagna e sul più eminente par
quel pacifico molo; e tanto maggiormente mi piacque quanto, vedendovi
per
entro cullarsi la bella galea su cui aveva io sco
, mi ricreai col pensiero del dover fare il restante del gran cammino
per
terra. [3.6ED] Divisatosi fra noi brevemente su l
(tanto il desio mi spingea) mano bassa su questi oziosi ragionamenti
per
ritornare su la tralasciata materia; onde io pres
ro non considerarono che il loro bisogno, piantando talvolta in scena
per
un atto intero, per due ed anche quasi per tutto
che il loro bisogno, piantando talvolta in scena per un atto intero,
per
due ed anche quasi per tutto il tempo della rappr
iantando talvolta in scena per un atto intero, per due ed anche quasi
per
tutto il tempo della rappresentazione un attore.
e usate bensì di qualche libertà nel principio di ciaschedun atto, ma
per
altro tutte le vostre scene dipendono da qualche
stando il leggere qualunque buona tragedia moderna e tutte le antiche
per
confrontarli e per venire in tutta chiarezza di t
ualunque buona tragedia moderna e tutte le antiche per confrontarli e
per
venire in tutta chiarezza di tal verità. — [3.13E
eggiamento fra’ tragici franzesi e fra noi, ed è che i Franzesi hanno
per
li soliloqui un cert’odio che noi non abbiamo. [3
o per li soliloqui un cert’odio che noi non abbiamo. [3.14ED] Pochi e
per
lo più brevi se ne leggono nelle loro più rinomat
ramente credessimo che si pensasse come si parla e se non ci costasse
per
esperienza ed esempli che altro alle volte si dic
ienamente sincero, dimodoché ci rimane una curiosità di spiare, quasi
per
fenestrella, nel cuor di chi parla se l’interno c
o verso o contro chi lo pronuncia. [3.20ED] E quante volte, vedendosi
per
noi un personaggio cupamente pensoso, a qual si s
1ED] Ora un tal piacere, che ci vien cagionato da’ veri soliloqui sol
per
metà, ci vien dato interamente anzi doppiamente d
mpo in cui taluno si fissa ad un pensiero. [3.23ED] Penserà, ruminerà
per
un’ora un personaggio quel tanto che noi in voce
seguendo in ciò la regola generale di tutti i discorsi di scena che,
per
non annoiar gli uditori, s’imitan sempre con più
amento di un personaggio, allora che l’introduce solo a discorrere; e
per
me credo che questa sia una di quelle libertà che
e l’attore che è più vicino; ma perché in altra guisa non si potrebbe
per
noi uditori sapere quanto o dice o pensa in dispa
o pensare quello del personaggio che col personaggio compagno sta poi
per
altro parlando, facilmente darebbe sospetto di po
ED] Per queste ragioni non è facile che io m’arrenda a coloro che han
per
costume di ridersi di tutto quello ch’essi non fa
che allora comincerò a credere essere il partito della verità quando
per
Aristotile venga abbracciato. — [3.29ED] — Io ti
i. [3.30ED] E però nelle vostre tragedie ritrovando io soliloqui, già
per
questo conto comincio a piegare al tuo partito, p
ne sono non brevi negli Orazi del Cornelio, ed uno ancor nel suo Cid,
per
quello che su due piè mi sovviene, sicché di esem
animo altrui ci risulta; e, se mal non giudico o qualche genio che ho
per
te non mi accieca, per quanto ho letto le tue tra
; e, se mal non giudico o qualche genio che ho per te non mi accieca,
per
quanto ho letto le tue tragedie, non hai da penti
si questa — io soggiunsi — o parzialità tua o ben fondato giudizio, o
per
l’uno o per l’altro titolo la tua approvazione mi
io soggiunsi — o parzialità tua o ben fondato giudizio, o per l’uno o
per
l’altro titolo la tua approvazione mi è sempre ca
fondi dell’anime la natura di quest’affetto e si son serviti di essa
per
muoverlo con tal forza che nelle loro tragedie pi
o, il più che han saputo, astenuti. [3.43ED] Tu vedi Achille sdegnato
per
la rapita Briseida, Ulisse sedotto da Circe, trat
nesiccabili di tenerezze amorose, ma parrà che ti si mostrino i fonti
per
farti crescer la sete, non per ammorzarla. [3.44E
e, ma parrà che ti si mostrino i fonti per farti crescer la sete, non
per
ammorzarla. [3.44ED] Così pure i tragici fanno, e
ete, non per ammorzarla. [3.44ED] Così pure i tragici fanno, e benché
per
lo più guidino donne giovani e verginelle nelle l
nte piacere, rimangono fredde in quest’ardente passione. [3.45ED] Ora
per
nostra difesa tu dei sapere che l’amore di noi al
he l’espressioni amorose erano molto diverse e tali da potersi cantar
per
giuoco sovra una cetera; ma da fuggirsi nella ser
] Le nostre espressioni tendevano senza rigiri al fine della natura o
per
la strada sempre onesta del maritaggio o per l’in
i al fine della natura o per la strada sempre onesta del maritaggio o
per
l’incestuosa ed adultera d’altri oscenissimi acco
due maniere di propagarsi egli intese, così due sorte d’unioni furono
per
esso contrasegnate e distinte. [3.51ED] L’una fu
i ed amati produce sempre l’amore o sia l’amicizia, e questa è unione
per
sé sterile, che nulla propaga se non trae seco pe
e questa è unione per sé sterile, che nulla propaga se non trae seco
per
l’una parte quella de’ corpi, per l’altra quella
che nulla propaga se non trae seco per l’una parte quella de’ corpi,
per
l’altra quella degl’intelletti. [3.53ED] Quella d
o inteso o amato dal popolo inclinato alla libidine, non si è voluto
per
noi rappresentar nelle tragedie che aspettano il
e che aspettano il ‘viva’ dal popolo, incapace d’applaudere a ciò che
per
esser raro e maraviglioso esce al suo credere aff
n d’amore senza cagion d’arrossire e rendon sì bella e sì pura questa
per
sé fecciosa e vile passione, che dove prima era m
megliori seguaci, ma il vostro epico Torquato Tasso (poiché l’Ariosto
per
lo più tratta l’amore alla greca) e i moderni fra
sonaggio, ma l’amore non serve che a rovinarlo; imperocché lo sdegno (
per
parlar di una delle più forti) che nasce dall’ira
ere di un superbo o d’un crudele o d’un ambizioso o d’un politico, e,
per
così dire, gli dà non so che di spirito che più l
ità, onde posso anche dir male in qualche cosa de’ tuoi Franzesi, che
per
altro venero e stimo e al par di te e più di te.
stimo e al par di te e più di te. [3.74ED] Tu pure mi hai morsicato e
per
questo ti son meno amico? Non ti costringo già ad
er questo ti son meno amico? Non ti costringo già ad odiare la verità
per
amar troppo Aristotile. [3.75ED] Con questa picco
quanto nella preoccupazione del genio innocente e amoroso, che aveva
per
Ariccia; ed eccovi con questo amore diminuito Ipp
veva per Ariccia; ed eccovi con questo amore diminuito Ippolito almen
per
metà, mentre la sua resistenza nulla contien di m
oltiplicar gli amori, avrebbe forse creato Ippolito inclinato a Fedra
per
invincibil violenza di genio, ed averebbe accresc
ne una tragedia senza donne e senz’amori, quando non voglia tu contar
per
uno di questi amori l’amor della patria, che nel
ù perduto gli amori sono affatto celesti fra madre, figlio e parenti:
per
questa tua condotta ne’ quattro drammi accennati
[3.89ED] Egli è uopo che il valletto sia sempre valletto e che sempre
per
tale e dal padrone e da’ famigli si riconosca. [3
tà, e si conseguisce l’applauso e il compiacimento dell’uditorio, che
per
la maggior parte è di femmine. — [3.94ED] — Franc
ED] Nel teatro latino intervenivano infin le vestali e v’era il luogo
per
esse medesime destinato. [3.96ED] Ma, perché si p
anchezza nell’asserire, e che io già sono impostore. [3.97ED] Credilo
per
lo meno al Bulingero, che scrive: «Athenis mulier
co, qui dicitur Kερxίδες seu arbores stipite oblongo instar radii» e,
per
confermarsi in questa credenza, riporta una legge
nire in fumo le pronte risposte degli eruditi immaginari. [3.99ED] Ma
per
non parlar sempre d’amore, passiamo un poco a cot
assiamo un poco a cotesto terrore ed a cotesta compassione, co’ quali
per
te si purgan gli affetti degli ascoltatori della
antenerci venerabili a’ sapienti non solo, ma agl’ignoranti; a’ primi
per
dottrina e per merito, a’ secondi per politica e
abili a’ sapienti non solo, ma agl’ignoranti; a’ primi per dottrina e
per
merito, a’ secondi per politica e per ambizione;
olo, ma agl’ignoranti; a’ primi per dottrina e per merito, a’ secondi
per
politica e per ambizione; ma quella venerazione d
oranti; a’ primi per dottrina e per merito, a’ secondi per politica e
per
ambizione; ma quella venerazione degl’ignoranti c
lte volte interrogavan di cose alle quali barba di filosofo non potea
per
verun conto rispondere. [3.103ED] Allora, che dov
potea per verun conto rispondere. [3.103ED] Allora, che doveva farsi
per
un mio pari ch’era filosofo e cortigiano? [3.104E
posto, dicresceva il credito d’Aristotile. [3.105ED] Il mezzo termine
per
uscirne era appunto l’invenzione di un termine ch
ata al mio testo l’eruditissimo abate Fraguier. [3.107ED] La tragedia
per
mezzo del terrore e della pietà solleva lo spetta
li affetti disordinati; il rappresentare un principe scellerato parte
per
malizia e parte per sua disgrazia, punito con la
ti; il rappresentare un principe scellerato parte per malizia e parte
per
sua disgrazia, punito con la miseria, purga gli a
enturatamente colpevoli ed orribilmente puniti; e ciò faceano i poeti
per
adular le nostre repubbliche, le quali volevano m
gli occhi la scelleraggine e l’infelicità de’ monarchi. [3.111ED] Ma,
per
dirla, in oggi questo fine della politica è ben c
ine della politica è ben cangiato nella maggior parte dell’universo e
per
questo conto può essere che i nostri vecchi argom
sso, quanto più famigliare, tanto più re; ed i suoi Franzesi, avvezzi
per
secoli alla monarchia, vie più accreditata dalle
nati tutti i paesi sin ora scoperti dagli uomini, mi ho eletto questa
per
lasciar le mie ossa in un regno che fra tutti qua
meno terribile è il giogo del sacerdozio e però ancora più leggiero,
per
lo più accompagnato dall’età grave e sempre dalla
re diversamente il fine politico della tragedia e giovare al pubblico
per
altre strade che per quelle del rendere odiosa la
ne politico della tragedia e giovare al pubblico per altre strade che
per
quelle del rendere odiosa la monarchia. [3.125ED]
enne rimaner digiuno del mio erudito Impostore e, quantunque passassi
per
luoghi ameni sino a Lione, né pure la vista di qu
ggiare e l’altro dividere la città, e poi incontrarsi, abbracciandosi
per
correre dentro un sol letto nel mare. [4.3ED] In
l riandarne i saporiti ragionamenti; di lì a pochi giorni imbarcatomi
per
Scialone passai d’avanti a Trevoux. [4.4ED] Le sc
a Trevoux. [4.4ED] Le scosse della carrozza della diligenza ne fecero
per
quattro giorni e mezzo, ne’ quali sempre si mangi
e grandezza di cose mi oppresse in modo che mi riempiè di se stessa e
per
qualche giorno poco mi ricordai d’Aristotile e me
rriva ad un fonte, tutto in un sorso assorbirlo, così, di qua e di là
per
l’ampio Parigi agitandomi, passai di volo alla ri
uto; ma col pinger dell’onda arrestata, aggirandole, vien poi da esse
per
successive trombe assorbito e con meraviglia dell
l’architettura, è violentato a salire in altissimi getti, a discender
per
gradi da lunga altezza ed a comporre particolarme
rarle co’ pochi amici italiani di mia conoscenza e ne parlerei anche,
per
così dire, se non mi fosse stato per essi rispost
conoscenza e ne parlerei anche, per così dire, se non mi fosse stato
per
essi risposto che aspettassi sino all’aver veduto
stato per essi risposto che aspettassi sino all’aver veduto Versaglie
per
finire di trasecolarmi; e se, essendo io alloggia
rimi a trasferirmi al teatro, occupando un luogo vicino all’orchestra
per
meglio aiutar l’occhio e l’orecchio con la vicina
con la vicinanza della rappresentazione a goderne; e mentre stavansi
per
un servo accendendo le dodici lampane di cristall
go e mi vedo al fianco Aristotile; dimodoché volendo io alzar la voce
per
l’allegrezza, l’astuto vecchio mi raffrenò col di
i all’orecchio: [4.15ED] — Figliuolo, sta ben composto perché questa
per
altro allegra nazione che tu hai veduto per le vo
en composto perché questa per altro allegra nazione che tu hai veduto
per
le vostre contrade d’Italia cantare e ballar camm
i lingue a maraviglia versato, dove potrai godere della Medea, dramma
per
musica, ivi cantato e rappresentato. — [4.18ED] —
8ED] — Domattina — io risposi — vo’ che l’alba mi truovi in Versaglie
per
dare un’occhiata a quella reale villeggiatura, no
are un’occhiata a quella reale villeggiatura, non sì però che non sia
per
avermi il teatro all’Anfitrione. [4.19ED] Ma dopo
ntanto oggi, dopo l’Ifigenia, mi vedrai nel caffè di Ponte nuovo, che
per
tua notizia è il caffè de’ poeti: ivi conoscerai
, M.r de la Motte, M.r di Crebillon, e M.r Capistron; il primo famoso
per
lo suo trattato De’ mondi e dell’egloga, e per l’
stron; il primo famoso per lo suo trattato De’ mondi e dell’egloga, e
per
l’egloghe stesse; il secondo per le poesie lirich
trattato De’ mondi e dell’egloga, e per l’egloghe stesse; il secondo
per
le poesie liriche, e per l’Iliade d’Omero da cert
l’egloga, e per l’egloghe stesse; il secondo per le poesie liriche, e
per
l’Iliade d’Omero da certo in quindici libri leggi
n quindici libri leggiadramente ristretta, di cui mi sarei servito io
per
esempio assai più volentieri che dell’originale g
po che io scrissi M.r de la Motte. [4.22ED] Capistron poi è a te noto
per
le tragedie, come lo è Crebillon. [4.23ED] Ivi di
Entrato io però con essolui in una stanza assai civilmente addobbata,
per
non essere frastornati dallo strepito dello sbara
sso mi era che avrebbero riso di mia presunzione in voler vender loro
per
nuovo verso un accozzamento materiale di due vers
oi il seguir più tosto l’esempi altrui che il farsi esemplare, se non
per
altro almen per sottrarmi all’invidia, nel prefaz
tosto l’esempi altrui che il farsi esemplare, se non per altro almen
per
sottrarmi all’invidia, nel prefazio della tragedi
Ciullo del Camo, che fu uno de’ nostri antichi poeti, appunto celebre
per
esser fra’ primi di età se non di valore. [4.33ED
uscito il Teatro, invece di deridere l’impostura di un verso vecchio
per
me rinnovato, si sono dati a strepitare su quella
amente nel timpano dell’udito: circostanza che io non potea dicifrare
per
non averne avuto esperienza, ma in oggi che, la D
da te che non sei né italiano (cred’io) né franzese, vorrei sapere se
per
ragione o per passione io me ne sia compiaciuto;
sei né italiano (cred’io) né franzese, vorrei sapere se per ragione o
per
passione io me ne sia compiaciuto; e se maggior m
dere alla corrente nelle tragedie ch’io sto tessendo, nulla essendomi
per
avventura più agevole dello srimarle, quantunque
ustanziale armonia (parlo del verso greco e latino) e, restringendomi
per
ragion d’esemplo all’essametro, è misurato da sei
potrebbero giudicare della diversa quantità di queste parole, se non
per
via di una regola che lor bisognerebbe inventare
e parole, se non per via di una regola che lor bisognerebbe inventare
per
discernere dove la sillaba breve e dove lunga dov
pronunciarsi. [4.45ED] Ma nella lingua latina e così pur nella greca,
per
abuso de’ professori, non si adatta presentemente
de’ professori, non si adatta presentemente la regola alla pronuncia;
per
lo ché voi sdrucciolate in errori di quantità, co
ntità, componendo versi o greci o latini; lo che a’ nostri poeti era,
per
così dire, impossibile; e dove l’alzare o l’abbas
elle botteghe de’ nostri librai tutti i volumi di regolette inventate
per
rimediare al male della pronuncia perduta. [4.49E
e bastava essere o Greco o Latino senz’esser poeta o facitor di versi
per
recitarlo in un tuono che non poteva non esser mu
diamoli un po’ a recitare ad una zitella, o fiorentina o romana, che
per
altro pronunciando giustamente i vocaboli, non ab
i Assisi, se il Crescimbeni con malizia poetica non l’avesse scoperto
per
verso e pubblicato ne’ suoi Comentari. [4.54ED] S
atagli non dalla natura ma dall’usanza; e voi poeti sapete benissimo,
per
dare ritondità al vostro verso, dove bisogna ripi
nell’altro argomento non mi negassi il primo principio ch’io suppongo
per
fondamento della mia prima proposizione, nel qual
4.68ED] Posti questi due argomenti, insorgerò nella seguente maniera:
per
quello che mi è concesso, quello è verso che ha u
ta volta; dalla qual cosa ricaverai che il verso greco e latino hanno
per
anima dell’armonia loro il metro, ma l’anima del
tende già di prescrivere Cicerone nell’Oratore una legge al discepolo
per
cui la prosa delle orazioni verso divegna. [4.76E
ore conforme all’idea, cioè più perfetto di qualunque sia stato o sia
per
declamare le cause de’ suoi clientoli nella curia
ondo l’opinion mia, che la prosa abbia il ritmo, ma non già il metro,
per
lo ché di me lasciò scritto: «Versum in oratione
sciolti a lato ai rimati se ben sono non paiono versi. » [4.79ED] Ma
per
dir meglio dovea conchiudere: se ben paiono versi
ano, pronunciando: «le rime graziosissimo ritrovamento si vede che fu
per
dare al verso volgare armonia e leggiadria». [4.8
rino franzese, perché il mio non è sempre della stessa misura, benché
per
una certa conformità di ritmo lo paia. [4.86ED] V
ilmente l’uno dall’altro son differenti, sia bensì necessaria la rima
per
compiere con essa quell’armonia che non è perfezi
l’alternato si debba scegliere, quando altra ragione non ti sovvenga
per
sostenere il mio impegno; e però in questa parte
atti pur animo, oh figlio, e sta di buon cuore che non è; e non è non
per
adulazione, ma per ragione. [4.92ED] Tu dei saper
figlio, e sta di buon cuore che non è; e non è non per adulazione, ma
per
ragione. [4.92ED] Tu dei sapere che la tragedia è
zione, ma per ragione. [4.92ED] Tu dei sapere che la tragedia è fatta
per
esser udita, io parlo de’ versi, perché rispetto
ita, io parlo de’ versi, perché rispetto allo spettacol, egli è fatto
per
esser veduto. [4.93ED] L’epopeia ha conseguito il
lle corone, rendeva meno armonioso e raccolto il componimento; lo che
per
avventura ne’ terzetti non fu necessario, perché
perché al parere del vostro Orazio: Segnius irritant animos demissa
per
aures, Quam quae sunt oculis subiecta fidelibus,
lcia sunto» (ei soggiunge), supponendo che questo sia un gran segreto
per
la mozione delle passioni, mentre, posta questa c
a fatto fare tante speciose meditazioni a’ platonici e a’ pitagorici,
per
mostrare di asserir qualche cosa, ove per verità
platonici e a’ pitagorici, per mostrare di asserir qualche cosa, ove
per
verità poco o nulla dicono che vaglia a convincer
e ettasillabi, pure lo han preso, lo prendono e sempre lo prenderanno
per
un verso di nuova invenzione, perché solamente ne
nell’ultimo del suo periodo risonando la rima, questa lo fa conoscere
per
verso; dove, se tu invece di rimarlo solo nel fin
rlo solo nel fine, l’avessi rimato ancora nel mezzo, allora tutti non
per
uno, ma per due versi, scritti l’uno dirimpetto a
fine, l’avessi rimato ancora nel mezzo, allora tutti non per uno, ma
per
due versi, scritti l’uno dirimpetto all’altro, pr
ntito opporre esserti tu servito di un verso troppo conciso e leggero
per
la gravità innata della tragedia. [4.102ED] Così,
4ED] — Oh qui sì — io ripigliava — che vi vogliono delle comparazioni
per
dar ad intendere tanto a me, quanto agli altri It
amazzo abbiano fatto e facciano sul mio verso, perché solo apprendean
per
verso quel misurato ragionamento che vien termina
ose dee convenire col vero e in alcune disconvenire. [4.107ED] Egli è
per
questo che le comparazioni son belle, imperocché
due cose dissomiglianti si viene a conoscere qualche convenienza che
per
l’avanti non appariva; ma la similitudine del leo
mio) da lusingarsi che si possa condur l’impostura tant’oltre quanto
per
avventura tu lo vorresti. [4.112ED] Ma tutti ques
ori delle sue imperfezioni, qual esser dovrebbe. [4.113ED] E questo è
per
isvegliare la meraviglia e il diletto convenienti
meraviglia e il diletto convenientissimo. [4.114ED] Ma, mi dirai che
per
muover gli affetti è inefficace un’imitazione la
ò muovere quando non venga perfettamente ingannato e sedotto a creder
per
vero quel che non è. [4.115ED] In quella guisa ch
. [4.115ED] In quella guisa che di due, l’uno de’ quali veda piangere
per
la sua dipartita una donna, mentre l’altro sa di
ione durerebbero negli ascoltanti verso l’attrice; siccome quando noi
per
qualche azion fatta di nostro piacere o scontento
sicché questi legami non impediscono la movizione e non l’impediscono
per
le ragioni accennate. [4.122ED] Certa cosa è poi
126ED] Noi altri Greci nel preferire il jambo a qualunque altro verso
per
la tragedia, non altro in animo avemmo che il val
128ED] Ciascuno si vaglia de’ mezzi alla propria lingua proporzionati
per
lo conseguimento della dolcezza. — [4.129ED] — M
sti, nel Corradino il Caracci, e nella Merope il Torelli e il Maffei,
per
non fare un catalogo di tanti altri. — [4.131ED]
32ED] Ciascuno suo piacer segue e cotesti han seguito il lor genio, o
per
meglio dire sonosi uniformati in questa piccola p
trepito in qualità d’armonia. [4.136ED] E in tal caso ti consiglierei
per
bene delle tue spalle a prenderti ancor tu un cor
orché contro della ragione. [4.137ED] Cosi han fatto i poeti italiani
per
assicurarsi le spalle che tu ti vedi già minaccia
oeti italiani per assicurarsi le spalle che tu ti vedi già minacciate
per
aver voluto quel che sin ora non si è voluto per
vedi già minacciate per aver voluto quel che sin ora non si è voluto
per
altri. [4.138ED] Ma per tornare a que’ ragionari
aver voluto quel che sin ora non si è voluto per altri. [4.138ED] Ma
per
tornare a que’ ragionari (siccome dicesti) che di
uale indizio ne hai? [4.139ED] Tanto più che cotesti vostri poeti han
per
legge che il sentimento col verso sciolto frequen
ED] Che si deformi il verso con la diversa estensione del sentimento,
per
esprimere il quale non si può esprimere senza per
hiaramente la verità di quanto ti espongo. [4.148ED] Di questa natura
per
lo più sono tutti i linguaggi orientali, tutti ca
atitur.» [4.149ED] Ma l’equilibrio della divisione vuole che, siccome
per
render musiche la lingua latina e la greca è stat
erano invidiati, ma accolti ed onorati col nominare da loro il verso
per
essi inventato. [4.153ED] Così la sua invenzione
e opere sue legali, che forse ancor lo potrei, se non nell’erudizione
per
lo più ben fondata, almeno nella presunzione del
lo più ben fondata, almeno nella presunzione del farsi a noi credere
per
compilator di notizie da altri precedentemente am
so. [4.160ED] Vi era un certo che volea far il medico ed avea talento
per
far l’architetto. Invogliato della prima arte, ch
aveva incominciò a medicare, ma con tanta felicità che uno ne guariva
per
accidente e dieci ne ammazzava per imperizia; dim
tanta felicità che uno ne guariva per accidente e dieci ne ammazzava
per
imperizia; dimodoche non vi era famiglia per lui
nte e dieci ne ammazzava per imperizia; dimodoche non vi era famiglia
per
lui medicata che non portasse gramaglia. [4.161ED
asi e tali errori corresse e sì belle proprie direzioni gli diede che
per
suo consiglio la fabbrica fu perfetta, ond’ei tra
te la folle impostura della già sua medicina e abbandonossi con lode,
per
sin che visse, all’architettura. [4.163ED] Se il
lche tempo tal numero di eccellenti scrittori che abbondi più che mai
per
tutte le materie e tanto in prosa, quanto in vers
qui comincia a vacillare il nostro raziocinante, perché se le lingue
per
lunga esperienza avessero il periodo delle febbri
do che più eccellenti scrittori di quelli che ha finora avuti non sia
per
aver quella lingua che tuttavia vive e fiorisce;
el Petrarca dovette la lingua italiana ricevere le sue regole stabili
per
l’avvenire, dovette ancora limitare i propri voca
endosi perduta la distinzion delicata e gentile del verso dalla prosa
per
mezzo de’ piedi, s’introdusse quella grossolana,
ando abbonda tanto nella prosa quanto nel verso di valenti scrittori,
per
cui prenda a se stessa e dia una stabile regola a
dovrà astenersi dall’usare nel verso la rima. [4.178ED] Imperocché
per
ciò ch’è concesso, ogni regola si dee prender in
ndo abbonda tanto nella prosa, quanto nel verso di valenti scrittori,
per
cui prenda in se stessa e dia una stabile regola
originale che lo somiglia; ma io non lo somiglierò forse tanto quanto
per
avventura tu speri. [4.183ED] Primieramente, per
ò forse tanto quanto per avventura tu speri. [4.183ED] Primieramente,
per
ingannar bene altrui, egli è forza l’ingannar pri
rinsecamente dipende. [4.187ED] Quindi è che l’impostore, apprendendo
per
vero onore la sola riputazione e credendo che l’e
sgiunto dall’esserlo, mette in tutta la luce il suo qualunque talento
per
abbagliar i corrivi, facendo altrui credere di es
i pianta in altri un concetto di perito, di esimio e di dotto, quando
per
verità intrinsecamente non lo è. [4.189ED] Tu ved
ll’operare mentre si sa di operare contro della giustizia, come anche
per
un caritatevol contrassegno che la provvidenza dà
o. — [4.200ED] Ma a questo il Filosofo: [4.201ED] — Io mi credea che
per
ragione di cerimonia tu dovessi a Pitagora sostit
, ci presentò due tazze di caldo e fumante caffè, che a sorsi a sorsi
per
noi bevuto ci dié congedo da quella conversazione
ra che, recatomi in un fiaccaro a casa, neppur volli mettermi a cena,
per
istendere prima che mi fuggissero dalla mente gli
ami da lui stesso, dopo il mio ritorno dalla villa real di Versaglie,
per
ragionare dell’opera in musica. [5.2ED] Alzatomi
maestosa macchina degl’Invalidi, che sento chiamarmi da un rauca voce
per
nome. [5.4ED] Mi volgo ed ecco Aristotile che più
r nome. [5.4ED] Mi volgo ed ecco Aristotile che più più si affrettava
per
l’avidità di raggiugnermi. [5.5ED] Accennandogli
do io partii ultimamente di Francia non venia nominato quel luogo che
per
un parco selvaggio, unicamente destinato alle cac
che son rimaso assorto dall’incanto e dalla maestà di quel luogo, che
per
me descritto in versi altre volte, ma in lontanan
mi fece allora conoscere che poco giova un immaginar grande e felice
per
concepir tutto intero lo smisurato fasto, il gust
e di bronzi prodigamente dorati, gittano fiumi, io non esagero, fiumi
per
aria, configurati a girandole, ad archi, a teatri
legrine e deliziose magnificenze, sin che dan luogo alle gondole, che
per
un canale artefatto e che sostiene vari sorte di
o di veder più cosa che mi allettasse; quand’ecco nella gran galleria
per
me felicemente incontrarsi un leggiadro altiero f
’aria, il portamento ancora nel rizzarsi dal letto, lo contrassegnano
per
quel gran monarca che delle sue imprese ha pieno
a intorniato da molti de’ suoi guerrieri da lungo tempo già sì famosi
per
le battaglie nelle gazette, ma a fronte sua così
o Marlì, Versaglie e Parigi, né potei saziarmi di quella vista sinché
per
tutto il giorno di ieri mi fu dato di veder uno c
ebbe Augusto pregiarsi, non mi meraviglio più, che i Franzesi vadano,
per
così dir, folli del loro amato monarca. [5.29ED]
ostrati alla prova noncuranti di qualsivoglia periglio e superiori al
per
altro invincibile umano terror della morte; dimod
nsignor Bernini, e la maggior parte di quelle di monsignore de Totis,
per
dare la dovuta lode anche a’ defonti. — [5.36ED]
o lo voglio accordare — replicò quegli — ma ben mi spiace che cotesti
per
altro insigni e spiritosi poeti abbiano sì male i
che più sono vezzose e delle quali più si compiace il poeta riuscire
per
lo più insipide per la musica e detestabili a’ no
e e delle quali più si compiace il poeta riuscire per lo più insipide
per
la musica e detestabili a’ nostri smaschiati cant
a musica e detestabili a’ nostri smaschiati cantori e alle nostre che
per
vergogna del secolo osiam chiamar ‘virtuose’. [5.
che per vergogna del secolo osiam chiamar ‘virtuose’. [5.39ED] Quando
per
lo contrario li tratti più sciaurati della poesia
ll’angustia de’ sentimenti tanto esce più agile, svelta a solleticare
per
via dell’orecchio lo spirito di chi ascolta, e pe
tirica, della commedia e della tragedia. [5.43ED] Ma bisogna supporre
per
fondamento che in questo vago spettacolo non dee
e ad essa debbesi il principale riguardo di chi è chiamato a parte o
per
poesia o per apparato, di simil componimento. [5.
bbesi il principale riguardo di chi è chiamato a parte o per poesia o
per
apparato, di simil componimento. [5.44ED] Né vogl
ovi, mi converrebbe usar termini a te incogniti e tali anche a quelli
per
avventura che gl’inventarono. [5.45ED] Dirò solam
ono ed empiono modernamente le orchestre. [5.49ED] Voglio pure, almen
per
rispetto al nostro presente soggiorno, che sfuggi
ovo golfo. [5.56ED] Ricercherò dunque se al melodramma sia necessario
per
dilettare l’aiuto delle parole e della poesia, e
e è limitato dalla natura a certe arie che sono fra di loro uniformi,
per
non dir sempre le stesse. [5.58ED] Una serenata p
ento degli strumenti, così maggiormente ci ricreeranno le voci canore
per
noi ascoltate in luogo vago e adorno, laonde non
a una donna il cui petto risaltando a tenor del respiro, che viene su
per
le fauci a ricevere la forma del canto, lo fa per
spiro, che viene su per le fauci a ricevere la forma del canto, lo fa
per
così dir prevedere nel tremolare delle mammelle.
n scena abbigliato; e queste saran le sue penne e le sue intarsiature
per
me lodate negli augelletti e negli strumenti. [5.
trumenti. [5.62ED] Eccoti dunque il nostro spettacolo già dilettevole
per
se stesso, esser molto più per gli aiuti della sc
e il nostro spettacolo già dilettevole per se stesso, esser molto più
per
gli aiuti della scena, dell’avvenenza e de’ vesti
ar col suo nome il verso servile con molta maggiore ragione di quella
per
cui la liberai de’ verseggiamenti di Empedocle. [
ciocché i noderosi tronchi e le frasche non son da pittore da scena e
per
lo più gli alberi al lume delle candele riescono
ti sian gioiellati e con ricami che fingan oro ed argento, e tagliati
per
lo più alla reale. [5.75ED] Le voci siano tali e
pio il vostro famoso contralto cognominato Pistocco, non meno celebre
per
aver raffinato l’esercizio del canto che per aver
stocco, non meno celebre per aver raffinato l’esercizio del canto che
per
aver congegnata la combinazion delle note in mani
vorrei mediocremente poeta il componitore, e questo sarebbe il meglio
per
l’opera, imperocché potrebbe egli ordirsi in ment
issero: dove il soprano, dove il basso, dove il contralto o il tenore
per
la legatura ed intrecciamento di una perfetta arm
he il poetastro verseggiatore s’intenda alquanto di note e di musica,
per
conformare il più che potrà la sua invenzione e i
quando, senza defraudare l’intenzione dell’architetto, non imbarazzi
per
altro l’effetto né delle corde, né delle girelle
elle corde, né delle girelle che sovra ogni altra cosa son necessarie
per
lo poggiare o per lo scendere della macchina. [5.
le girelle che sovra ogni altra cosa son necessarie per lo poggiare o
per
lo scendere della macchina. [5.83ED] Io ne ho con
4ED] Ma nondimeno annicchiate ne’ luoghi loro possono piacere cantate
per
fino ad una schiera di letterati e sian pur di qu
a qualunque più antico e venerato scrittore, lo che saria inevitabile
per
introdurvi le cose che vuole il compositore, che
te i Franzesi, e così farà l’Italiano; e come che il nome suo non sia
per
vivere più oltre delle rappresentazioni, avrà ad
sentirsi chiamato nelle gran corti col titolo di ‘poeta’, titolo così
per
lui meritato come per gli castrati e per le canta
e gran corti col titolo di ‘poeta’, titolo così per lui meritato come
per
gli castrati e per le cantanti quello di virtuosi
tolo di ‘poeta’, titolo così per lui meritato come per gli castrati e
per
le cantanti quello di virtuosi. [5.87ED] E, quel
laute cene e riempiendo l’arca di collane, di gioielli e di contante,
per
darsi bel tempo, lo che non è poco premio, anzi è
.88ED] Costui dunque, voglia o non voglia, comporrà cattive tragedie
per
musica; ma pur tragedie saranno, perché altriment
ario, se meno che personaggi di regi o di semidei imitasse, vedendosi
per
prova che le azioni pastorali poco compariscono i
di meno ne avrà chi compone in servigio di qualche principe che, non
per
guadagno, ma per gala e per liberalità vuol dare
chi compone in servigio di qualche principe che, non per guadagno, ma
per
gala e per liberalità vuol dare alla nobiltà più
in servigio di qualche principe che, non per guadagno, ma per gala e
per
liberalità vuol dare alla nobiltà più che al popo
è avvenuto in Roma a quelle di un eminentissimo autore, che ha voluto
per
proprio nobil divertimento e per ricreazione de’
eminentissimo autore, che ha voluto per proprio nobil divertimento e
per
ricreazione de’ principi e cavalieri nel suo priv
a Aristotile: [5.98ED] — Giacché tu vuoi ch’io ti dia qualche regola
per
un componimento che per piacere vuol essere srego
— Giacché tu vuoi ch’io ti dia qualche regola per un componimento che
per
piacere vuol essere sregolato, te ne dirò qualche
vazione e sulla sperienza che sulla ragione, e mescolerò quanto posso
per
appagarti le incumbenze del corago, del composito
e d’architetto e di macchinista, se non ha condotto al suo soldo voci
per
la maggior parte famose ed abile orchestra; se ha
ggiadro balletto, e voi fortunati se qualche danzatore franzese vi dà
per
le mani, benché fosse de’ men pellegrini di quest
una storia favolosa mista di numi, di eroi, o una storia vera di eroi
per
fondamento all’azione, capace di tali avvenimenti
tuoi spettatori e benedicono quell’argento che hanno speso alla porta
per
sollazzarsi. [5.112ED] Nel secondo atto tu dei pe
, si vede rappresentata più volentieri. [5.119ED] Ben è però vero che
per
amore della repubblica ti dee piacer l’onestà: co
terzo atto pensisi allo sviluppo o sia scioglimento, e sia pur anche
per
macchina, se lo permetterà l’impresario; che cert
china, se lo permetterà l’impresario; che certamente sarà più accetto
per
la meraviglia dell’apparenza, ancorché il nodo pe
e sarà più accetto per la meraviglia dell’apparenza, ancorché il nodo
per
avventura non meritasse più che tanto d’incomodar
a non meritasse più che tanto d’incomodar un nume a scender dal cielo
per
scioglierlo. [5.121ED] Vi siano agnizioni e perip
vengono in scena o son raccontati. [5.123ED] Ma quanto alle peripezie
per
te si può far piuttosto veder le cose che immagin
arle, perché ciò che percuote i sensi più piace al popolo, assiso più
per
vedere che per pensare. [5.124ED] Le peripezie si
ò che percuote i sensi più piace al popolo, assiso più per vedere che
per
pensare. [5.124ED] Le peripezie sieno sempre di m
o sempre di mesta in lieta fortuna, nella quale termini il melodramma
per
lo mezzo degl’imenei, ed in questo scioglimento p
ini il melodramma per lo mezzo degl’imenei, ed in questo scioglimento
per
utile della repubblica il poeta prefiggasi che i
rrivi alla morte, non volendosi le morti in questi spettacoli, creati
per
rallegrare, non per contristar gli ascoltanti. [5
n volendosi le morti in questi spettacoli, creati per rallegrare, non
per
contristar gli ascoltanti. [5.125ED] Sbrigato dal
ED] Primieramente dovrai avvertire quanti sieno i principali cantanti
per
farli operare egualmente, altrimenti quai liti in
chedun atto contenga una di quelle che si chiamano ‘scene di forza’ o
per
qualche violento ed insolito impegno di passioni
a’ o per qualche violento ed insolito impegno di passioni contrarie o
per
qualche incontro ed avvenimento non aspettato dag
ttato dagli uditori. [5.129ED] Con questa distribuzione ti fo sicurtà
per
la felice riuscita dell’opera e più non ti rimarr
[5.131ED] Ogni scena dee contenere o solo recitativo o sola arietta o
per
lo più l’uno e l’altra. [5.132ED] Tutto ciò ch’è
sico e all’uditore: al compositore, che potrà dar maggiore spirito al
per
sé morto recitativo con la mutazione delle cadenz
ll’orecchio il tuono ordinario delle parole, non avrà a faticar tanto
per
raccoglierne da una trasportata giacitura di ragg
naggio esce in scena e queste ne’ soliloqui sogliono esser accette, e
per
lo più la figura apostrofe è l’anima loro. [5.143
ltra ed invece di spalleggiarsi, si opprimono. [5.152ED] Quindi è che
per
lo più ne’ soli cominciamenti degli atti comparis
o dell’uditorio. [5.156ED] Queste ariette si compongono di più metri,
per
parlare secondo l’usanza italiana. [5.157ED] Quel
simamente dove si vuoi la cadenza, come: Per chi gode il tempo vola;
per
chi pena ha tardo il piè. [5.159] Overo: Augell
astri Varia d’aspetto il ciel. [5.165] Di sei sillabe ancor ve n’ha
per
lo più sdruccioli e qualche fiata ancor tronchi.
[5.169ED] Eccolo: Voglio un amore tutto di core; che vi sia nato sol
per
pietà. [5.170] Ne vuoi finalmente uno di dieci?
o, che il grave e magnifico; perché la musica, essendo arte inventata
per
delizia e alleviamento degli animi, dee pure rima
Non è però che a tempo a tempo il magnifico non debba usarsi, se non
per
altro per far maggiormente spiccare il venusto, n
ò che a tempo a tempo il magnifico non debba usarsi, se non per altro
per
far maggiormente spiccare il venusto, nella guisa
l popolo, perché trovandole o verisimili o vere, se ne fa un capitale
per
valersene onestamente con la sua donna, cantandol
sdegni, di promesse reciproche, di lontananza e simili: e ciò è pure
per
riuscirti assai comodo, mentre più agevolmente il
si, e potrà passeggiando talvolta riempirne la sua poetica guardaroba
per
poi mobigliarne i recitativi de’ melodrammi. [5.1
ri servili, vorrai che chi legge il tuo melodramma ti riconosca ancor
per
poeta, fatti onore nel recitativo ed al più al pi
cor per poeta, fatti onore nel recitativo ed al più al più in un’aria
per
ciaschedun atto, inginocchiandoti avanti al compo
trici, a’ cantori ed allo stesso impresario, perché le lascino vivere
per
riputazion tua e per onore delle sacre Muse nel t
allo stesso impresario, perché le lascino vivere per riputazion tua e
per
onore delle sacre Muse nel tuo melodramma: forse
re Muse nel tuo melodramma: forse a’ tuoi pianti si ammolliranno quei
per
altro durissimi cuori; ma se di più ne vorrai, no
nimicizia e ripulsa; e ti basti che le altre si possano non abborrire
per
la purità e per lo spirito, né qui dee finire la
lsa; e ti basti che le altre si possano non abborrire per la purità e
per
lo spirito, né qui dee finire la tua disinvoltura
87ED] La professione del compor melodrammi (Martello mio) è un scuola
per
voi di morale, che più di ogni altra insegna a’ p
el qual caso t’intralcerai in un impegno spinoso. [5.191ED] Non conto
per
niente l’eguaglianza de’ versi e delle sillabe: c
on arrossire, che questa è l’unica sorta di poesia destinata a servir
per
mercede), vorrà che tu le carichi e tu le carica,
ienza in isconto o dell’aver violato qualche tempio o di altro errore
per
te commesso. [5.198ED] Volesti la Poetica di Aris
ostumi degli uomini pubblici e principali, se gli ne presentano tanti
per
avventura che tutti non li può chiudere in un sol
dere in un sol dramma, e però come prudente economo li tiene in serbo
per
altre tragedie; e ne va sempre formando, fin che
pide, ma Cornelio, Racine siano morti con molte tragedie in corpo che
per
difetto di vita non han partorite e che, se avess
stato fatto o possa farsi mai melodramma? [5.214ED] E pure si dovran
per
questo chiudere tutti i teatri che a simili rappr
che non sia così agevole il contrariar la natura che il secondarla, e
per
questa ragione pochi sono i mostri e gli animali
mentre senza di esso riescono a guisa di sbandate comparse; e quando
per
la poesia qui servile vuoi condannare l’affascina
è sostanza è come il colore, il quale non è che una sostanza di lume (
per
parlare con sentenza non mia) accomodata alla sup
irli e dipingerli nelle loro invenzioni, insinuandoli negl’intelletti
per
via dell’orecchio con metri lusinghevoli, armonio
ene il segreto importantissimo del separar l’anima da ogni umana cura
per
quello spazio almeno di tempo in cui le note poss
perché i sensi della miserabile umanità legando li astrae e li rende
per
poche ore immuni dalle sventure, quanto sarà mai
n’arte che senza sospenderci l’uso del vivere come fa il sonno, detto
per
ciò fratel della morte, ci fa viver estatici in u
246ED] Dopo così lungo ragionamento si levò il vecchio e io, giurando
per
la tripode d’Apollo, anzi, come Arcade, per la st
il vecchio e io, giurando per la tripode d’Apollo, anzi, come Arcade,
per
la stigia palude, di non impacciarmi di simil com
idi, accolsi il Filosofo dentro ad un fiaccaro, che ivi a caso trovai
per
servirlo al suo alloggiamento, ma ben mi avvidi c
ben mi avvidi che all’uso appunto degl’impostori non volea colui che
per
me s’imparasse il suo albergo, mentre, internati
sbrigatomi dalla tavola, notai in un gabinetto ove finsi di ritirarmi
per
riposare i capi tutti de’ discorsi avuti col vecc
tti de’ discorsi avuti col vecchio; quando sentii bussare alla stanza
per
l’abate Lampugnano, letterato fiorentino e segret
tterato fiorentino e segretario di monsignor Aldrovandi, che m’invitò
per
parte de’ due prelati a vedere nella galleria del
’ loro bastioni e nelle loro fortificazioni esteriori, ma vi si vedon
per
entro le strade, le case, i palazzi, i templi, le
d uomo che mille grazie ne avea ricevute nel mio passeggero soggiorno
per
quella metropoli, la bella e sempre libera Genova
ello abbronzata. [6.14ED] Giunta però l’ora destinatami da Aristotile
per
l’ultima nostra sessione, sparii soletto da quell
Mi fu detto che in questo luogo altre volte si fabbricavan le tegole
per
le case e ritener quindi ancora l’antico nome, be
lieto e nobile oggetto, ed accennatomi con mano di seguitarlo, uscii
per
un certo viale, cui dicono de’ Sospiri, da’ luogh
qui non intendo di paragonare i recitamenti delle due nazioni, almeno
per
ora, ma solamente dirò con eguale sincerità quant
antano insomma allor che declamano e mi han fatto immaginare che tale
per
avventura poco diverso fusse il canto delle grech
ncerti che la tragedia greca si cantava e non si cantava. [6.29ED] Se
per
canto tu intendi quella sorta di musica che voi u
canto voi non avete un’esatta idea negli antichi scrittori e ne godo
per
nostra riputazione. [6.32ED] Vedresti allora a fo
a involgono la misura de’ metri. [6.36ED] La favola senza de’ versi è
per
me un’anima senza del corpo, la quale, quantunque
nza de’ versi è per me un’anima senza del corpo, la quale, quantunque
per
sé medesima possa sussistere, non rende a noi sen
ima possa sussistere, non rende a noi sensibili le sue operazioni che
per
lo mezzo degli organi corporei; e di natura dell’
rpo, come della tragedia di favola insieme e di verso; e l’invenzione
per
sé languirebbe se non colasse negli animi altrui
; e l’invenzione per sé languirebbe se non colasse negli animi altrui
per
l’organo dolce de’ versi. [6.37ED] Ma tu repliche
ispondo: esser altro il vero, altro l’imitazione del vero; il vero ha
per
sé un’efficacia a persuadere che non ha il finto,
misura la rima che con la sua consonanza compensi quella soavità che
per
altro non ha il vostro metro: di tanto peso è all
mero e la dolcezza; ma questa dolcezza così importante all’imitazione
per
muovere gli affetti, si accresce notabilmente con
lmente con quella musica di cui ti ho parlato a principio. [6.44ED] E
per
spiegarmi più chiaramente, ti sia noto numerar no
sia noto numerar noi tre sorte di musica, l’una naturale o diatonica
per
le poesie recitative; una figurata e cromatica pe
turale o diatonica per le poesie recitative; una figurata e cromatica
per
le poesie liriche, le quali si accompagnano co’ l
ED] Ora, queste tre specie di musica tutte si radunano nella tragedia
per
renderla affatto dolce, e principalmente le due d
a sonorità che contrasegna l’infermità dell’animo querulo e gemebondo
per
l’insolito irritamento della passione. [6.47ED] D
ompatisco gli autori italiani se si sono assuefatti alla moda, mentre
per
quanto essi abbiano faticato ne’ cori che si legg
zo a divertirsi con musicali spettacoli altrove, non ha gran passione
per
questi cori; e noi potremmo, parlando delle trage
zesi ne fanno delle cattive nelle quali cantano tutto.» [6.51ED] Ma
per
tornare nel nostro cammino, tu omai conosci quant
cammino, tu omai conosci quanto s’ingannin coloro che credono essersi
per
noi tutto cantato nelle tragedie, quando nella ma
tamenti si declamava più dolcemente di quel che fanno i Franzesi, non
per
altro se non perch’è più sonora la nostra lingua,
eclamerete. [6.52ED] Io crederei poterti bastare la mia testimonianza
per
creder che la tragedia antica non si cantasse. [6
endo troppo ridevole che il coro cantasse con chi ragiona e solendosi
per
lo più introdurre il coro con gli attori a colloq
i enarmonica, ed a’ cori richiedersi di più la cromatica. [6.57ED] Ma
per
recarti altre testimonianze non men convincenti d
nni d’Augusto e sovra tutto quelle di Ovidio Nasone, fortuna che a me
per
avventura non è mancata, non ho che a farti senti
tilene; imperocché nulla ben si paragona a sé stesso. [6.59ED] Se ciò
per
anche non ti bastasse, passa al capitolo sussegue
qui ripigliai — delle ragioni e delle testimonianze che tu mi adduci,
per
condurmi nel sentimento che l’armonia della voce
tanto nella lunghezza del ragionare quanto nella declamazione, e così
per
l’appunto hanno a fare per conformarsi alla natur
agionare quanto nella declamazione, e così per l’appunto hanno a fare
per
conformarsi alla natura ed a’ Greci. [6.65ED] Qua
che senza interruzione procedano i ragionamenti sino alla fine, anche
per
la creanza, da non obbliarsi mai fra i signori, i
i quali né debbono mai interrompere, né essere mai interrotti, se non
per
importantissimi e violenti riguardi; che sebbene
rivata o popolare interviene, il ragionare tumultuoso ed interrotto e
per
avventura più scarso, perché gli affari che si ma
tura con la distanza, sì perché l’impostura vuol qualcosa di violento
per
far l’effetto del vero negli animi di chi ascolta
] Un perito artefice che dipinga Apolline fra le Muse in un sito che,
per
altezza o per lontananza affatichi lo sguardo deg
tefice che dipinga Apolline fra le Muse in un sito che, per altezza o
per
lontananza affatichi lo sguardo degli spettatori,
runa soggezione di sé medesimi quando non parlano, e quando ascoltano
per
lo più non danno il dovuto segno del movimento ch
ffettazione; né arriva punto a piacermi quel continuo passeggiare che
per
voi fassi in scena attraverso, l’un dietro all’al
d’incivile, che ben s’accorda con la custodia della virtù. [6.84ED] E
per
terminare quel tanto che ho impreso impensatament
trita madame Demarre. [6.86ED] Ma quello spesso vibrar di braccia del
per
altro incomparabil Baubour e molto più del suo im
della lor colombaia i piccioni, non arriverà mai a piacermi; siccome
per
altra parte mi piace nell’esaggerazioni di madame
ma non mi spiace nelle disperazioni quello stropicciar del cappello,
per
altro innocente della lor declamata disgrazia. [6
iramidato di piume è una di quelle figure che noi Italiani esporremmo
per
muovere a riso coll’impropria stranezza dell’abit
abito sì solenne, ché non sapeva la misera essersi esso così vestito
per
assistere al suo sacrificio, cosa che muove l’udi
filosofi più mansueti e moderni che ammettono qualche parte di vuoto
per
facilitare il movimento de’ corpi, tanto più che
una delle già destinate parti si avanzi. [6.99ED] Succedon poi, credo
per
difetto particolare de’ comici, non per costume o
[6.99ED] Succedon poi, credo per difetto particolare de’ comici, non
per
costume o abuso del teatro franzese, spessi incon
re, a non accogliere l’espressioni amorose del disperato Brittannico,
per
non rovinarlo; esce poi Nerone, dal quale licenzi
che ne ballavano le rilevate sue spalle e, postami sul braccio, quasi
per
sostenersi negli eccessi del riso, la destra: [6.
ad una nazione e non ad un’altra, e tutte intanto hanno il lor pregio
per
sé medesime, ma molto più rispetto al luogo a cui
, secondando gl’innalzamenti dell’onda, si lascia sospingere all’alto
per
avanzare di viaggio. [6.109ED] Lo vedi girarsi e
cert’ordine di figura che almeno sensibilmente si faccia distinguere
per
quadrata, ovata o ritonda. [6.110ED] Ecco abbando
reviato dalla scarpetta. [6.120ED] L’aria degl’instrumenti franzesi è
per
lo più un dolce mescolamento di fievolezza e di s
ella degl’Italiani salterellante e briosa. [6.123ED] Veniamo a noi e,
per
giudicar senza passione, giudichiamo egualmente d
lare in scena, sempre sostenuto in tuon famigliare, ma nobile, né mai
per
gran passione o per grandi affari escono dalla lo
e sostenuto in tuon famigliare, ma nobile, né mai per gran passione o
per
grandi affari escono dalla lor natia compostezza;
li discorsi, recano a grandezza d’animo il non alterarsi esternamente
per
tutto ciò che potrebbe alterare ogni anima men ch
referisce con troppo amore il proprio genio all’altrui; io, che vengo
per
terzo ad eriggermi in giudice di queste tre manie
altri chiamate eroico, e che sì nelle tragedie che ne’ vostri drammi
per
musica usate, e che i Franzesi in quella che chia
volume: G. V. Gravina, Della tragedia libro uno era uscito a Napoli,
per
Nicolò Naso, nel 1715, con dedica ad Eugenio di S
lla Congregazione delle Immunità, fu inviato a Parigi da Clemente XI,
per
chiedere la mediazione di Luigi XIV nella controv
e Plutarco (Vit. Dem., xxix) che Demostene avrebbe assunto del veleno
per
sottrarsi all’oltraggio di Archia. [commento_1.2
prisca libertate e spirito / le regole mi tolser d’Aristotile / date
per
legge da’ servili interpreti, / ch’alla ragion l’
Campanacci, Un Bolognese nella repubblica delle lettere, pp. 110-112,
per
analoghi procedimenti retorico-argomentativi in G
87-1760), accompagnò Martello nel viaggio a Parigi da cui poi ripartì
per
un tour europeo; il diario del viaggio parigino è
godette nel primo Settecento arcadico una considerevole fortuna, sia
per
l’interpretazione di una linea poetica seicentesc
zione di una linea poetica seicentesca di matrice ‘classicistica’ sia
per
la sua poesia pindarica, cui si ispirò tra gli Ar
lle tragedie sacre e morali col discorso della tragedia, II, Palermo,
per
Giovanni Battista, Meringo, 1633, pp. 1-61. [com
9). [commento_2.84ED] primo: anche Corneille si sofferma sull’Aiace
per
confutare l’osservanza dell’unità di luogo nella
e il Sisara apparvero nell’edizione romana del Teatro italiano, Roma,
per
Francesco Gonzaga in via Lata, 1715, vol. II. [c
… medesimo: particolarmente lunghi i soliloqui del protagonista, cfr.
per
es. Sofocle, Aiax, 815-865. un… Tindaro: il prim
n Samotracia (1709-1722) nella cui dedica M. afferma: «mal volentieri
per
me sopportarsi nella moderna tragedia gli amori t
volentieri per me sopportarsi nella moderna tragedia gli amori tanto
per
la greca e per la latina abborriti, e ciò non sol
me sopportarsi nella moderna tragedia gli amori tanto per la greca e
per
la latina abborriti, e ciò non solamente per l’es
ori tanto per la greca e per la latina abborriti, e ciò non solamente
per
l’esser noi sottoposti ad un soave giogo di legge
lle cinque tragedie scritte da M. ed edite nel 1709 nel Teatro, Roma,
per
Francesco Gonzaga in via Lata, 1709. [commento_3
veva espresso un’interpretazione medica della catarsi come purgazione
per
mezzo del terrore e della pietà delle passioni ne
i fatto correggendo l’interpretazione letterale. [commento_3.110ED]
per
… repubbliche: la tragedia era coerente con un ord
o di Lione. San… Bosco: modesto rilievo appena a sud di Bologna noto
per
la vista panoramica sulla citta. [commento_4.3ED
Trevoux: Trévoux. La cittadina era celebre all’inizio del Settecento
per
essere la sede dei «Mémoires pour servir à l’hist
(1668-1732), ferrarese, nunzio dal 1711 al 1719 a Parigi, noto anche
per
la traduzione della Tebaide di Stazio (1729). Di
commento_4.20ED] Invalidi: l’Hôtel des Invalides (1677) fu costruito
per
ordine di Luigi XIV, come ospizio dei reduci e in
. infra IV.[27]. Fontenelle… Capistron: su Fontenelle, qui ricordato
per
il dialogo Entretiens sur la pluralité des mondes
qui ricordato per il dialogo Entretiens sur la pluralité des mondes e
per
le Poésies pastorales, avec un traité sur la natu
1), cfr. supra I.[38]; Antoine de La Motte (1672-1731), qui ricordato
per
l’attività lirica e per L’Iliade, poème, avec un
ntoine de La Motte (1672-1731), qui ricordato per l’attività lirica e
per
L’Iliade, poème, avec un discours sur Homère (171
4.32ED] prefazio… l’Alceste: cfr. M., Alceste, in Id., Teatro, Roma,
per
Francesco Gonzaga, 1709, p. 318 (ora in Id., Teat
II, p. 816). [commento_4.33ED] Teatro: la cui princeps uscì a Roma,
per
Francesco Gonzaga in via Lata, nel 1709. [commen
eni, Comentarj intorno alla sua Istoria della volgar poesia, I, Roma,
per
Antonio de Rossi, 1702, pp. 24-25. [commento_4.5
88ED] dotto… rima: P. Sforza Pallavicino, Ermenegildo martire, Roma,
per
gli Eredi del Corbelletti, 1644, p. 157, secondo
in tre canti di stanze siciliane, pubblicato anonimo a Trento, s.d.,
per
il quale M. interessò S. Maffei (Delle lettere fa
, p. 181: «è d’uopo che l’arte sia conosciuta e distinta dalla natura
per
qualche tratto che la corregga non solo, ma, se a
ti, Arsinda, overo la discendenza de Ser.mi prencipi d’Este, Venezia,
per
Francesco Baba, 1652; A. Caraccio, Il Corradino,
1589 (ma i cori sono in versi sciolti); e S. Maffei, Merope, Modena,
per
A. Capponi, 1714. [commento_4.132ED] corrotto:
ttaglia’. cattivare: ‘catturare’. [commento_4.136ED] bene… spalle:
per
evitare le critiche. bacini: ‘strumento metallic
del discorso non coincida con il limite versale, ma che lo scavalchi
per
camuffare l’uniformità prosodica che la consuetud
a sopra il libro di Giobbe volgarizzata da Zanobi da Strata, I, Roma,
per
gli Eredi del Corbelletti, 1714. essendosi… simi
imite: le egloghe di Gravina recitate in Arcadia sollevarono, proprio
per
la loro lunghezza, un coro di critiche. [comment
a: dovrebbe trattarsi delle Pazzie d’amore e dell’interesse, Ansbach,
per
il Greschmann, 1699. [commento_5.82ED] ingegner
azioni… musica: le opere d’argomento pastorale non consentirebbero,
per
la semplicità dell’apparato e dei costumi, di sfr
Platania, Gli ultimi Sobieski e Roma, Manziana, Vecchiarelli, 1989; e
per
l’attività teatrale a Palazzo Zuccari: S. Franchi
rsonaggi noti, ragguardevoli’. [commento_5.111ED] speso alla porta:
per
l’acquisto del biglietto. [commento_5.115ED] Pos
e della fine del V secolo, lodato da Aristotele (Poet., IX, 1451b21),
per
la composizione di una tragedia d’invenzione il F
1451b21), per la composizione di una tragedia d’invenzione il Fiore,
per
l’appunto, la cui favola non si rifaceva ai racco
. [commento_5.215ED] M. rivela la paradossalità della sua preferenza
per
il melodramma, che razionalmente non può che cond
teoria musicale di cui ci sono giunti Gli elementi d’armonia, citati
per
l’appunto da Vitruvio (V, iv.1). Nam… modulatiio
l 1723-1725 con il titolo di Teatro italiano o sia scelta di tragedia
per
uso della scena (Verona, presso Jacopo Vallarsi,
è stato ammiratore di così bella fatica, altrettanto stava irresoluto
per
dar giudicio di ciò che avrebbe fatto, posta sul
n «La Rassegna della letteratura italiana», LVII, 1953, pp. 137-147),
per
il contesto specifico cfr. P. J. Martello, Della
serini-Landi, ms 80, t I) è, come vedremo, una preziosa testimonianza
per
la genesi del testo, Marc’Antonio Ranuzzi, che ap
ca: «In occasione che io vo’ disaminare il merito de’ correnti drammi
per
musica, l’abuso de’ quali, anzi il danno da loro
, non senza l’averli convinti del non essere io tanto da nulla quanto
per
essoloro gran parte di noi Italiani è creduta.»
Muratori, p. 61, let. del 2.VI.1714. 37. Si potrebbe ipotizzare che
per
affinità tematica anche gli altri omissis filofra
— p. 242, r. 17; V.[23] — p. 282, r. 21) o a chiarificare il dettato:
per
la collazione puntuale dell’Impostore con TrAM, s
sentativa, I.40-45: «Son fra tutti i poeti i più guarniti / di regole
per
l’arte e per lo metro, / d’eccellenti maestri ed
40-45: «Son fra tutti i poeti i più guarniti / di regole per l’arte e
per
lo metro, / d’eccellenti maestri ed infiniti: / A
ole in prima insinuare, che io gli abbia con malignità così descritti
per
tacciar di cattivo gusto gli Spagnuoli (nel che a
, che la mia descrizione pregiudichi al gusto Spagnuolo? Dite voi ciò
per
vostro, o per mio sentimento? Se al vostro giudiz
escrizione pregiudichi al gusto Spagnuolo? Dite voi ciò per vostro, o
per
mio sentimento? Se al vostro giudizio sembra, che
i Madrid nulla ha di repugnante al gusto. E’ un misto di nuovo metodo
per
gli ordini de’ palchetti che vi sono, e di antico
di nuovo metodo per gli ordini de’ palchetti che vi sono, e di antico
per
le scalinate. Quando anche la magnificenza conven
e in migliore stato che non è quello de la la Cruz, se n’edificasse,
per
mio gusto sempre riterrei le medesime scalinate,
Tertulla, Patio, e Lunetas, come proprie della nazione, che in fatti
per
i forestieri formano un certo vario giocondo spet
di un arco di cerchio, e di due rette laterali, incomode alla veduta
per
molti palchi, si cangiasse in una figura ellittic
oncorrenti. Quello però che è più notabile, e di maggiore importanza,
per
mio avviso, è il caso di un veloce incendio, nel
i, ma pongono l’energia del patriotismo nel confessarli, e riprovarli
per
promuoverne la correzione. Io intanto nell’Edizio
uelle tenebre, specialmente prima d’incominciare la rappresentazione,
per
la loro naturale rozzezza, e non curanza per la d
are la rappresentazione, per la loro naturale rozzezza, e non curanza
per
la decenza, soleano bere del vino, fumare, mangia
cappelli rotondi, o slacciati in testa, di modo che quasi toccandosi
per
la folla formavano una specie di antica testudine
ito contrario, altercavano fra loro ad alta voce senza verun riguardo
per
gli altri concorrenti, qual proteggendo uno de’ T
endo uno de’ Teatri, e quale l’altro. Davano in somma, tuttochè pochi
per
numero, idea dello strepito de’ Teatri Latini, di
culte, mostravano in tal volgo la male intesa libertà da me accennata
per
esserne in parte stato testimonio di vista. Ripar
Cassa comune. Eseguì il resto il rispettabile Sig. Conte di Aranda. E
per
rendere lo spettacolo più ragguardevole, cominciò
alla rappresentazione senza cappello in testa: che più non girassero
per
la Platea i venditori di frutta: che non si fumas
ntinajo e mezzo di esemplari della Storia de’ Teatri essendosi sparsi
per
la Spagna, domandai a molti illuminati nazionali,
stà, e veracità altrui, dovevate cercare di assicurarvi del vero; che
per
fare delle apologie non manca mai tempo. Ma voi v
andovi nè anche di leggere gli scritti de’ nazionali, e poi spacciate
per
epigrafe del Saggio le parole di Cicerone, Si occ
Ho parlato de’ Teatri di Madrid, perchè mi erano sotto gli occhi, e,
per
quanto io so, niuno degli Stranieri finora ne ave
lacqua (V. D’Afflisio Elisabetta), quando costei diventata direttrice
per
conto proprio, prese in affitto il teatro di Mant
rdine de’primi gentiluomini della Camera alla Comedia italiana, dove,
per
altro, non riappare che il 18 febbraio 1777 in Ar
. Questa volta il pubblico l’accolse favorevolmente, in ispecial modo
per
la precisione dei gesti e la rapidità delle trasf
mproverato di fare ancora gli esercizi della bandiera, e di togliersi
per
alcuna delle sue trasformazioni la maschera d’arl
appartiene esclusivamente ad Arlecchino, l’illusione è distrutta ; e
per
gli spettatori io non son più che Arlecchino anch
mi trasformo in Turco, mi bisogna necessariamente toglier la maschera
per
la verità del costume. Quando io faccio una parte
potrei mostrare sul mio volto gli sforzi che un bleso fa inutilmente
per
parlare e la tensione dei muscoli prodotta da que
e che non impedirono al pubblico di togliergli le parti di Arlecchino
per
affidargli quelle di Dottore che disimpegnò medio
amonti. Il Goldoni pregato dal Conte di Grosberg di scrivere qualcosa
per
l’arlecchino da lui protetto, ricostruì per le sc
berg di scrivere qualcosa per l’arlecchino da lui protetto, ricostruì
per
le scene italiane una commedia sull’Arlequin empe
o e il Goldoni dice del Bigottini ch’era buon attore, ma sorprendente
per
le metamorfosi e per le trasformazioni. (V. Mem.
el Bigottini ch’era buon attore, ma sorprendente per le metamorfosi e
per
le trasformazioni. (V. Mem. Goldoni, Ed. Loehner,
de’ due secoli può tener dietro ) o a superare il Pastor fido; almeno
per
consenso de i dotti frutto pregevole del secolo X
e ne fece in Sassuolo con prologo del conte Fulvio Testi. Ne uscirono
per
L’Italia ed oltramonti molte edizioni e traduzion
storali. Forse la critica più sobria attaccò il doppio amore di Celia
per
la rarità del caso, poco atto essendo un possibil
iù di quello che vien concesso ad un episodio. Il lettore s’interessa
per
essa sin dalla scena terza dell’atto I, quando la
se Tu mi accogliesti appena Con un cotal sorriso, A cui non rispondea
per
gli occhi il core. Poscia nell’abbracciarmi Colle
in una parte del IV e nel V intero torna l’interesse ad essere tutto
per
Filli. Sin dal principio dell’atto II desta curio
e ne aumenta la vivacità, il trasporto di Filli nel trovarlo infedele
per
le di lui medesimo parole. Il disperato dolore de
ur ti se’ perfido e crudo, E forza, oimè! ch’io t’ami; Io t’amo, e se
per
altro Non t’è caro il mio amor, caro ti sia Perch
hè il mio amor sarà la morte mia. O Tirsi, o Tirsi ingrato, Filli che
per
te nacque, Filli che per te visse, Filli per te s
rte mia. O Tirsi, o Tirsi ingrato, Filli che per te nacque, Filli che
per
te visse, Filli per te si muore. I due segni d’o
Tirsi ingrato, Filli che per te nacque, Filli che per te visse, Filli
per
te si muore. I due segni d’oro mandati da Filli
quale avendo gettati via que’ cerchi dov’era l’immagine del Sultano,
per
una legge è divenuto reo di morte. Egli per dispe
a l’immagine del Sultano, per una legge è divenuto reo di morte. Egli
per
disperazione nella quinta scena si accusa del fat
Egli per disperazione nella quinta scena si accusa del fatto, e Filli
per
salvarlo se ne accusa ancora, rinovando così L’af
contesa di Olinto e Sofronia. Lo scioglimento avviene senza violenza
per
la volontà del Sultano spiegata in note egizie in
Arena nella Riviera di Genova, si aggira sull’amore di un pastorello
per
Gelopea turbato dalla gelosia per una menzogna, s
aggira sull’amore di un pastorello per Gelopea turbato dalla gelosia
per
una menzogna, serenato dal disinganno, e felicita
l passero di Catullo. Si macchina nell’atto II a danni de’ due amanti
per
separargli suscitando in ciascuno torbidi sospett
ia. Ad Alcanta si assegna la cura di tirar Gelopea al fenile di Alfeo
per
accertarsi che Filebo dee trovarvisi con altra ni
fronto della Gelopea. L’Alcippo impressa in Venezia nel 1615 gareggia
per
la semplicità colle stesse greche favole, e pure
che favole, e pure impegna a meraviglia chi legge ed ascolta. Alcippo
per
amore di Clori si trasforma in ninfa, e col nome
o scoperto dee soggiacere a questa pena. Tirsi il giudice più zelante
per
l’osservanza della legge, si scopre esser e il pa
manifesta l’innocente suo disegno di acquistar la benevolenza di lei
per
poi scoprirsi ed ottenerla in consorte. Commuove
te. Commuove il suo semplice appassionato racconto; tutti intercedono
per
lui, ed ottiene il perdono e la sua bella Clori.
lo Buonarroti il giovane pubblicata ne’ primi lustri del secolo anche
per
gl’intermedii accomodati all’argomento villesco.
ameno soggetto di una festa cinquennale, in cui si gareggia col canto
per
acquistare una bella Ninfa. Io non conosco pastor
lia, che gli succedette nel ducato di Guastalla; ma tal componimento,
per
avviso del lodato religioso e mio, è poco degno d
a. L’una s’intitola Procri che dal canonico Negri guastallese si pose
per
appendice alla sua Istoria di Guastalla. Stimò il
avoletta da recitare in musica nel passaggio della regina di Ungheria
per
Mantua a. Cesare stesso compose la Piaga felice
la rinomata attrice Carlotta Polvaro, dalla quale presto fu separato
per
la incompatibilità dei caratteri. Fu a Parigi bri
ra sotto sequestro. S’alzò un grido d’ òrrore, misto all’incredulità,
per
tanto disastro. E l’Angiolini, tra il brusco e il
u costui, il quale fioriva intorno al 1590. Dal Regno di Napoli, dove
per
qualche tempo esercitato aveva la sua comica prof
in Bologna, in Venezia, ed in altre principali città fecesi conoscere
per
un gran Commediante. Spiritoso ne’ lazzi, pronto
ato, e pieno di moltissime cognizioni. » Pubblicò nel 1610 a Bologna
per
le stampe di Vittorio Benacci due operette ; la p
e qui io pubblico intero, assieme alla riproduzione del frontespizio,
per
dare una idea ben chiara di questa variazione (su
iazione (sudiciotta, se vogliamo) della maschera del Dottore, di cui,
per
quanto io mi sappia, non è traccia fuorchè nel no
ntova (V. Andreini Virginia) narrando i dissapori sorti in Compagnia,
per
opera specialmente dei coniugi Cecchini, conchiud
Dottori ne sappiano quanto Spacca, ò che Spacca non ne sappia tanto,
per
non hauer del continuo si gran fatiche in pacific
a : E questa mattina appunto (ò bel caso diavolo, alzate l’intelletto
per
cortesia) ero nel mio studio a spolverare i libri
a ; apro, e veggo Mercurio co gli stivali in piedi, tutto sudato, che
per
hauer troppo corso, non poteua quasi rihauere il
ò hanno bisogno della presenza vostra ; Io galantamente rispondo, che
per
fargli seruitio sono in ordine, lui di posta mi p
date tante le maledette pugna nel naso, che sarebbe piouuto mostarda
per
otto giorni, e la spetiaria di maestro Apollo sar
ezzo ramingo pe ’l mondo, & il primo luogo, che mi paresse sicuro
per
habitarui, fù alle sponde del fiume, che hora si
i chiama Reno ; Quiui feci fabricare una Città, e conosciuto il paese
per
fertile, & abondante, la chiamai Felsina, qua
ato dal Regno, rispondeuo Re nò, Re nò ; e di qui il fiume, che passa
per
la città di Felsina, fù dipoi sempre nominato Ren
o in Toro haueuo impregnato la bella Europa, tornando di Creta passai
per
doue oggi è Bologna, & alloggiato da vn mio p
e nel partirmi feci miracolosamente nascere in quel luogo vna Città,
per
ricompensa, facendone Signore quel mio ospite ; &
, che significa non, & Jam, che s’espone già ; cioè Bos non jam ;
per
mostrare, che non era già vn Bue, ma Gioue quello
, se non hauessi veduto Mastro Apollo. che già haueua la bocca aperta
per
dire il fatto suo ; però fattolo accostare, gli d
lo accostare, gli diedi cenno, che parlasse ; Egli con la testa rossa
per
la collera, disse che quello, che era opera manar
on preghi, e promesse ridurre alle sue voglie, faceua quasi le pazzie
per
amore ; pure al fine risoluto di non star sempre
ar sempre come le zucche (co ’l seme in corpo) determinò di pigliarla
per
forza, e contrar seco legitimo adulterio ; la Nin
in Tessaglia (come dice quel minchione di ser Nasone), doue la Ninfa
per
opera di Gioue fù trasformata in alloro. Apollo p
el sinas ; cioè, o Ninfa, sinas, lascia, dal verbo sinos, is, che stà
per
lasciare, e fel, che vuol dire fiele, e si piglia
os, is, che stà per lasciare, e fel, che vuol dire fiele, e si piglia
per
l’amarezza, e crudeltà in amore. Quand’io sentii
ne all’origine di Roma. Non vi ricorda bestiazze, quando io spasimauo
per
Venere, e lei in amarmi non era un’ oca, che quel
lla ragione ; e chiamai Pallade, che quasi quasi s’era pisciata sotto
per
la paura douendo venir di nuouo in concorrenza co
ri Dei, me ne scesi in terra, à far anch’io edificare vna Città, doue
per
sempre fusse la sedia, & abitation mia ; e pe
sempre fusse la sedia, & abitation mia ; e perchè si riconoscesse
per
Città di Pallade Dea delle scienze, feci tutti i
Dea delle scienze, feci tutti i suoi abitatori dotti, e sapienti ; e
per
dimostrar l’istesso anco co’l nome, la chiamai, n
à che non ha ignoranti, dal nome Bò, o Bue, che volgarmente si piglia
per
ignorante ; dalla dittione non, e dal verbo hauer
atto viuo vocis oraculo, gli poneste quel bel nome Bononia in latino,
per
dimostrar, che Bona omnia in ea sunt, e Bologna i
he hanno in animo di recitare, in quel cambio hò voluto dirui, quanto
per
cagion vostra m’ è avvenuto, e quanto in servitio
pare, che meum labor sit dignum mercedem suam, fate silentio, che io
per
hora altro non chieggo, e voi in tal modo conferm
a in sillabe, Bo, bonorum, no, notitia, ni, nimis, a, amabilis. Ma se
per
lo contrario (che non credo) ci denegherete la so
sguardo, e che di poi la sua riflessione si comunichi a’ circostanti
per
un interesse ancor più generale, e che vada così
ovò interessato a sacrificarlo a Bacco, e que’ paesani che ’l videro,
per
simile interesse applaudirono al colpo, si ralleg
della drammatica, che vedremo bentosto ingombrar tant’aria, e spander
per
tutto verdi e robusti i suoi rami. Seguendo in ta
i Sicione il pensamento d’interporvi altri racconti chiamati episodi,
per
rendere la festa più varia, o per dar tempo a’ sa
vi altri racconti chiamati episodi, per rendere la festa più varia, o
per
dar tempo a’ saltatori e cantatori di prender fia
gionar delle operazioni belliche, era degno di comandare alle squadre
per
vantaggio della patria19. Egli fu sì amato, che a
sori di scemare il numero degl’individui del coro musico e ballerino,
per
accrescerne quello degli attori degli episodi; e
resentatori rese l’azione vie più viva e variata. Seppe egli in somma
per
molti riguardi farli ammirare come attore, come d
trenta volte. Guerriero, capitano, vittorioso nella pugna di Maratona
per
Atene sì gloriosa, mostra nello stile la grandezz
ziana, nemica di quelle principesse. Quest’araldo, che ne afferra una
per
la chioma, e la strascina verso i vascelli, sarà
i tratti, di movimenti militari, di sospensioni meravigliose, e fatta
per
presentare uno spettacolo sorprendente. Longino n
mbra un accessorio superfluo dopo il IV, dove narrasi l’assedio tolto
per
l’esito funesto del combattimento de’ due fratell
vi si ammira lo stato dell’azione esposto con somma arte e nitidezza
per
maniera che l’antichissimo riformatore e padre de
formatore e padre della tragedia non ebbe bisogno dell’esempio altrui
per
condurre alla perfezione questa sì rilevante part
ngua. La riconoscenza del fratello e della sorella si sa nell’atto II
per
mezzo de’ capelli gettati da Oreste sulla tomba,
ba, e delle vestigia impresse nel suolo simili a quelle di Elettra, e
per
un velo da lei lavorato, essendo Oreste fanciullo
i questa di Eschilo, benché si possa in qualche modo discolpare. Egli
per
altro mostra molto giudizio nell’istesso atto, fa
i. Tutto ciò rende in certo modo sopportabile il gran parricidio ch’é
per
commettere. Né di ciò pago il savio poeta, in una
tesso. Questi riguardi, queste sospensioni e cautele erano necessarie
per
disporre l’uditorio a uno spettacolo sì atroce, c
o IV segue l’uccissione di Egisto; e ’l pianto sparso da Clitennestra
per
l’usurpatore serve di cote al furor d’Oreste, e l
tesso Oreste perseguitato dalle furie, e poi liberato dalle loro mani
per
lo favor d’Apollo e di Minerva, e per la sentenza
e poi liberato dalle loro mani per lo favor d’Apollo e di Minerva, e
per
la sentenza dell’areopago, é l’argomento della fa
giudizio é parlante come ogni altro attore, ed uno solo é quello, che
per
tutti interloquisce; il che si osserva nel rimane
o l’arte incantatrice degli antichi, posseduta da pochissimi moderni,
per
mezzo della quale un’azione semplice viene animat
consiglio di Persia. Questa tragedia merita di leggersi attentamente
per
apprendervi la grand’arte d’interessare, e per co
leggersi attentamente per apprendervi la grand’arte d’interessare, e
per
conseguenza di commuovere e piacere21. Dopo ques
la dissertazione del signor Mattei tutte l’idee naturali scompigliate
per
lo prurito di dir cose nuove, le quali in fine si
tò alcuni versi notati di manifesta impietà, e ’l governo, che vigila
per
la religione e i costumi, sentenziò a morte l’ard
ci, e ’l colpevole fu perdonato. Eschilo disgustato della patria così
per
questo contrattempo, come perché cominciavano ad
ro additare al famoso Sofocle una corona tragica non ancor toccata. E
per
conseguirla, attese a formarsi uno stile grave, s
za delle decorazioni. E perché tuttavia gli parve di mancar di attori
per
l’esecuzione del suo pensiero, staccò dal coro un
atori. E acciocché tutto concorresse all’illusione, che tanto importa
per
disporre gli animi alle commozioni che si pretend
pretende eccitare, volle che si dipingesse il palco24, probabilmente
per
mettere alla vista il luogo dell’azione. Ebbe anc
adattati al talento e alla disposizione de’ suoi attori giacché egli
per
mancanza di voce non poté rappresentare, come fac
di voce non poté rappresentare, come faceano gli altri poeti, i quali
per
lo più recitavano nelle proprie favole. Stese Sof
favole. Stese Sofocle le sue osservazioni fino alle più picciole cose
per
far risplendere l’abilità di ciascuno; e perché s
più pellegrini. Lo stile di Sofocle é talmente sublime e grande che,
per
ben caratterizzare la gravità della tragedia, dop
lui conceputi, che senza contrasto vien preferito a tutti i tragici,
per
l’economia della favola. Nell’Ajace detto Flagell
gliari! Si rappresenta nelle Trachiniane la morte di Ercole, avvenuta
per
lo dono funesto di Dejanira, nella quale si vede
risimilitudine sì manifesta, se il fatto non si rendesse sopportabile
per
qualche circostanza importante, allora nota, ed o
gna del gran Sofocle é pure l’ultima scena.25 L’Antigone, conosciuta
per
moltissime traduzioni, si aggira su gli onori del
con maggior verisimilitudine che non nella Tragedia del predecessore,
per
mezzo di un anello d’Agamennone; e fu così vivace
ena con Crisotemi si vede a meraviglia scolpito il suo carattere. Non
per
tanto agli occhi de’ moderni può parere orribil c
idezza di certi pregiudicati moderni, sforniti de’ soccorsi necessari
per
leggere gli antichi, appena basta per ingannar se
sforniti de’ soccorsi necessari per leggere gli antichi, appena basta
per
ingannar se stessi sul merito di questo capo d’op
ena basta per ingannar se stessi sul merito di questo capo d’opera, e
per
supporre la tragedia ancora avvolta nelle fasce i
ché essendo stato il bambino esposto sul Monte Citero, il padre cadde
per
altra mano, avendolo ucciso alcuni ladroni in un
all’udir che Polibo, suo creduto padre, é morto in Corinto, ne deduce
per
conseguenza l’inutilità di consultar l’oracolo d’
a il tragico teatro greco. Che riconoscenza poi mirabilmente condotta
per
tutte le circostanze nell’atto IV, e di qual trag
φύλιον, sanguinem cognatum, che il dottissimo Brumoy desiderava nella
per
altro elegante traduzione di questo passo fatta d
te i cuori sensibili la preghiera di Edipo ridotto in sì misero stato
per
abbracciar le figliuole, e quando brancolando va
to, Piangon supplici e meste i loro mali. In varie parti, dove Son
per
le rive i sacri altari alzati, Si raddoppiano gl
Lenno Ulisse e Neottolemo, perché si richiedevano indispensabilmente
per
sa caduta di Troia. Filottete é il più compiuto e
ire, accompagnati dagli stromenti. La prima scena del V é molto viva,
per
lo bel contrasto della virtù di Neottolemo colla
lla virtù di Neottolemo colla politica di Ulisse. La tragedia termina
per
macchina coll’apparizione di Ercole, pel cui coma
suo figliuolo chiamato in giudizio e accusato di fatuità, e ’l poeta,
per
convincere i giudici della falsità dell’accusa, r
Sofocle già vecchio, quando Euripide lasciò la palestra degli atleti
per
darsi tutto alla tragica poesia, e d’anni diciott
d’anni diciotto osò metter fuori la prima sua tragedia. Ardua impresa
per
sì pochi anni gareggiar colla riputazione d’un So
si accinse con tutti i soccorsi, onde i frutti poetici si stagionano
per
l’immortalità, avendo appresa da Prodico l’eloque
e vi si accinge finalmente con quella somma attenzione indispensabile
per
isviluppare l’ingegno e rintracciar le bellezze o
’ingegno e rintracciar le bellezze originali di ogni genere; perocché
per
natura avverso alla mollezza, cercò nei gli orror
vverso alla mollezza, cercò nei gli orrori d’una caverna tutto l’agio
per
esaminare e dipingere il cuore umano, e per istud
’una caverna tutto l’agio per esaminare e dipingere il cuore umano, e
per
istudiare il vero linguaggio delle passioni. Per
tetico sommamente dilicato e mai più non vedano sulle scene ateniesi,
per
cui fu da Aristotile onorato del titolo di Τραγικ
tti il suo stile si distingue molto dallo stile de’ suoi predecessori
per
l’arte mirabile di animar col più vivace colorito
so, Ion, le Baccanti, il Ciclopo. Fece in esse sempre uso del prologo
per
mettere con chiarezza sotto gli occhi dello spett
chiarezza sotto gli occhi dello spettatore quanto stimava necessario
per
l’intelligenza della favola; ma Eschilo e Sofocle
dell’azione. Nell’Elettra Euripide rimane a Sofocle inferiore appunto
per
l’introduzione. Quanto alla riconoscenza del frat
Eschilo molto più animata, ma in Euripide é più verisimile, avvenendo
per
mezzo dell’Ajo di Oreste, e per una cicatrice ch’
Euripide é più verisimile, avvenendo per mezzo dell’Ajo di Oreste, e
per
una cicatrice ch’egli avea in fronte fin dalla fa
fin dalla fanciullezza. Quella di Sofocle però supera l’una e l’altra
per
l’effetto vivace che produce in teatro; perocché
é perseguitato dalle Furie vendicatrici, ma é presso ad esser punito
per
l’uccisione della madre. Nell’atto I vi é un brie
satireggiati alcuni oratori del tempo del poeta, circostanza perduta
per
gli moderni, ma che dovea esser importante per gl
a, circostanza perduta per gli moderni, ma che dovea esser importante
per
gli ateniesi. Vi si veggono per tutto tratti assa
oderni, ma che dovea esser importante per gli ateniesi. Vi si veggono
per
tutto tratti assai popolari e pressoché comici e
ti da lui maneggiati con maggior vigore e leggiadria, trionfandovi da
per
tutto la sua maravigliosa maniera di dipigner gli
L’azione acquista dal principio dell’atto IV gran calore e movimento
per
l’avviso dato dallo schiavo a Clitennestra e ad A
parte quel cominciamento; ma la sua traduzione, sebbene degna di lode
per
vedervisi l’intelligenza ch’egli avea dell’origin
nnata. L’espressione dunque d’Ifigenia non dee tradursi letteralmente
per
l’istessa misura de’ versi, ma sì bene per lo med
dee tradursi letteralmente per l’istessa misura de’ versi, ma sì bene
per
lo medesimo lamento, e così fece il Dolce: Madre
ineguaglianza del carattere d’Ifigenia, che alla prima piange e prega
per
esser sottratta alla morte, e di poi si offre vit
ta alla morte, e di poi si offre vittima volontaria del pubblico bene
per
acquistare Ne’ secoli futuri onore e gloria. Un
ltreacciò e’ contraddice apertamente al propio carattere, da che egli
per
ritenere il comando e ’l titolo di Re de’ Re era
. Ma la divisione degli atti non mi sembra in conto veruno essenziale
per
ben conoscere l’eccellenza de’ tragici antichi. E
ar egli che rassomiglino alle precauzioni prese da’ sacerdoti gentili
per
accreditare i loro responsi che vendevano per ora
e da’ sacerdoti gentili per accreditare i loro responsi che vendevano
per
oracoli? Nella tragedia intitolata Elena si tratt
li stupidi ammiratori de’ moderni dee leggersi attentamente l’atto II
per
apprendere l’arte di distinguere la natura con ve
embreranno sempre ingiusti e poco urbani, e in niun modo tragici. Non
per
tanto bisogna retrocedere almeno venti secoli per
n modo tragici. Non per tanto bisogna retrocedere almeno venti secoli
per
giudicar diritto perché un sì gran maestro, come
l’opinioni dominanti. Ippolito coronato contiene la morte d’Ippolito
per
l’accusa di Fedra. Questa tragedia fu coronata so
l’offerisce alla statua di Diana. Per questa corona dunque, e non già
per
quella riportata dal poeta, Ippolito si chiamò Στ
chiamò Στεφανηφορος, come l’Ajace di Sofocle s’intitolò ΜΑΣΤΙΓΟΦΟΡΟΣ
per
la sferza che portava in iscena. Quei che credono
esse ne acquistò il titolo di coronata. Or perché si darà ad Ippolito
per
tal ragione, quando egli porta la corona effettiv
orso? Nut. Ma, principessa, ancor vaneggi? I cervi Ora inseguivi
per
le alpestri rupi, Or domi al piano un corrid
ramente da M. Racine; benché la greca riesce più tragica e importante
per
lo spettacolo di Fedra morta. Il Racine che ha pr
perdere varie bellezze della tragedia greca, come il dolore di Teseo
per
sa morte di Fedra, e la tragica scena d’Ippolito
bondo. Il carattere d’Ippolito sembra un ritratto di quello del poeta
per
lo sempre avverso ch’egli avea alle donne, per lo
to di quello del poeta per lo sempre avverso ch’egli avea alle donne,
per
lo spirito filosofico, e pel gusto oratorio che s
greca. Ha essa più parti: queste parti hanno bisogno di maggior arte
per
essere conciliate insieme; onde é più difficile d
del dramma, si avanza, s’imbarazza, scoppia finalmente, diremo così,
per
il fermento di certe cagioni interne, gli effetti
consiste in porre sotto gli occhi un’azione che vada sempre crescendo
per
gradi finché per necessità scoppi con vigore, e n
sotto gli occhi un’azione che vada sempre crescendo per gradi finché
per
necessità scoppi con vigore, e non già in ordinar
ando la mente, senza mai parlare al cuore, diminuiscono l’interesse e
per
conseguezza l’attenzione dello spettatore. «Tutto
dominante si divide tra Fedra, Ippolito, e Teseo; in Euripide é tutto
per
Ippolito da principio al fine. Tutto é lagrime in
nte nella calunnia senz’accusare il calunniatore, rispettoso e tenero
per
il padre benché ingiusto, Ippolito non lascia per
rispettoso e tenero per il padre benché ingiusto, Ippolito non lascia
per
un momento d’interessare tutti i cuori sensibili.
e raffreddano la compassione, e si scuopre nel poeta un’arte infinita
per
coprirne e scusarne i difetti. Teseo attrae a se
eseo attrae a se tutto l’interciso del terzo atto. L’amore d’Ippolito
per
Aricia vietato dal padre quanto non toglie al car
ze non avrebbe fatto di meglio, ed avrebbe avuta sa stessa indulgenza
per
un popolo che dovea essere il suo giudice. Quest’
niuno degl’interpreti antichi ha capito l’artificio de’ tragici greci
per
rapporto alla musica. Egli stesso non ha fatto di
orprendente, tutta nuova? Si osserva in oltre che ne’ greci i cantici
per
l’ordinario non han luogo, so non conosciuta perf
a giudizio del celebre signor Gluck, hanno bisogno di passioni forti
per
dar motivo alla musica di trionfare. I cori di qu
durlo, ritenendo al possibile le immagini e lo spirito dell’originale
per
dare un’idea ancora de’ cori d’Euripide: Patria
l’Ara Mi prostro e piango, oh vani prieghi e pianti! Tratta
per
1 ‘onde io son, misera, e veggio Trucidato i
atrii liti Pronte a tornar, e dall’Iliaco suolo A svellermi
per
sempre! Il duol m’oppresse, Caddi abbattuta,
ll’Andromaca di Racine; perché questa, é la vedova di Ettore che teme
per
la vita d’Astianatte; e nella tragedia greca é An
tte; e nella tragedia greca é Andromaca già moglie di Pirro, che teme
per
la vita di Molosso avuto da questo secondo matrim
Osservisi in tanto che nell’atto IV Ermione e Oreste fuggono da Ftia
per
andare a Delfo a uccider Pirro, e nell’atto V si
rappar dalle braccia Astianatte: ma le traduzioni non son sufficienti
per
farne conoscere il patetico, e molto meno questa
ei tu d’Ettore figlio, io sposa? Per dominar sull’Asia Non
per
morir tra’ barbari sì presto, Credei produrt
rifugge Sotto l’ali materne? Ahi non é quello Più un asilo
per
te. Morì già Ettorre, Né dall’avello, per se
ello Più un asilo per te. Morì già Ettorre, Né dall’avello,
per
serbarti in vita, Fia che risorga. Di sosteg
in contraccambio ha l’arte del dialogo e l’aggiustatezza di Sofocle;
per
il che qualcheduno pretende che appartenga a quel
ce Minerva a Ulisse e Diomede, la quale vedendo sopraggiugner Paride,
per
salvare i due greci, fa travedere al duce troiano
i fa creder Venere, mentre i suoi favoriti non lasciano di ravvisarla
per
Minerva. Tali cose allora convenivano a i princip
i, e perciò non parevano assurde e stravaganti. Lo scioglimento si fa
per
macchina (come nella maggior parte delle tragedie
tragedia, é il personaggio di Egeo introdottovi senza veruna ragione
per
preparare un asilo a Medea, della cui salvezza lo
cena vigorosa di Giocasta co’ figli é degna di particolar riflessione
per
la maestra dipintura de’ due fratelli ugualmente
fieri e accaniti nell’odio reciproco, ma di carattere ben diversi, e
per
lo dolore interessante della madre che s’interpon
elle Danaidi; pur queste due tragedie hanno tra loro qualche rapporto
per
la condotta. Lo spettacolo della prima scena dove
dizioni; il che alle occasioni non lasciavano di fare i tragici greci
per
mostrare la nobiltà e antichità de’ loro costumi,
ll’Achille in Sciro, ma sulle tracce di Virgilio le rende intercisami
per
l’allusione vivace alla situazione d’Achille in q
in angustia la madre, e ’l poeta é costretto a far discendere Minerva
per
giustificar Creusa. Questa tragedia ha non pochi
rale. La situazione di una madre e d’un figlio, che non conoscendosi,
per
errore si tramano la morte, é vaghissima, e Metas
rgie. É terribile il racconto dell’uccisione del disgraziato re preso
per
un cinghiale; e tragica é la scena, in cui Agave
oi pervenuti altro che alquanti frammenti che talvolta appena bastano
per
conoscerne in parte l’argomento. Questo gran trag
o di possederne le ossa, che quando vennero gli ambasciatori ateniesi
per
ottener licenza di trasportarle dov’egli era nato
agedie e una satira, delle quali si componea la Tetralogia necessaria
per
concorrere nel Certame Olimpico. Anche l’Orator T
ll’animo de’ Leggitori». Bisogna però esser dotato non che d’ingegno,
per
esaminare, ma di cuore per sentire, e di buon son
sogna però esser dotato non che d’ingegno, per esaminare, ma di cuore
per
sentire, e di buon sonno per apprezzare perché al
he d’ingegno, per esaminare, ma di cuore per sentire, e di buon sonno
per
apprezzare perché altrimenti si portano giudizi s
pag. 46, e mi é slato ultimamente sumministrato da un Letterato amico
per
consiglio del signor D. Giacomo Martorelli, dotti
ere, nell’Università Napoletana, e chiaro nella Repubblica Letteraria
per
molte Opere pregevoli che dimostrano la di lui sc
lle nazioni, (senza mettergli a conto il barbaro disprezzo che mostra
per
la lingua, la letteratura, e le maniere de’ popol
ine sono senza dubbio, l’Ifigenia e la Fedra, le quali si riconoscono
per
giudiziose traduzioni, o imitazioni d’Euripide, d
andoti al gusto e ai costumi correnti, hanno adoperate nuove macchine
per
cattarsi l’attenzione dello Spettatore d’oggidì,
l Friuli il 29 gennajo del 1822 quand’erano in Compagnia Cavicchi, fu
per
universale consentimento la più grande artista de
gi Rosa e Pasquale Tranquilli, che agiva assieme a un corpo di ballo,
per
la stagione di carnovale dell’anno 1832 al R. Tea
vantaggi che dalle sceniche Produzioni ne derivano, quanto magnanima
per
incoraggiare nei loro tentativi gli attori che si
rata con la famiglia dal Meneghino Moncalvo, il quale, dopo di averla
per
due anni esercitata in parti di bambina, credette
slanciata, di affidarle quella di Francesca da Rimini, ch'ella recitò
per
la prima volta a Novara nel '36, con tale success
che le furon poco dopo offerte scritture di prima donna assoluta. Ma
per
fortuna il padre, uomo di buon senso, la scrittur
Real Compagnia, facevale vive istanze perchè vi tornasse ; ma, prima
per
le condizioni da lei fatte della scrittura, poi p
nasse ; ma, prima per le condizioni da lei fatte della scrittura, poi
per
la speranza del suo matrimonio, non approdarono a
. In quel tempo l’attore e capocomico Pisenti fu messo in prigione
per
debiti ; e la Ristori, che fu sempre delle miseri
carnovale 50 in 51 termino il mio contratto e la carriera drammatica
per
cambiare di condizione. Eccole parlato francament
issimo l’antico amore dell’arte, che quello di sposa e di madre aveva
per
alcun po'assopito. Ma ad attuare il nuovo disegno
nciare, e su larghissima scala, rimanendo la Compagnia ferma a Torino
per
due stagioni almeno. Come fare ? Ci volevan per l
pagnia ferma a Torino per due stagioni almeno. Come fare ? Ci volevan
per
lo meno 30,000 franchi all’anno. E poi : Righetti
no. E poi : Righetti dovrebbe obbligarsi a firmare un contratto annuo
per
una stagione a Roma, e per l’autunno nel primo an
be obbligarsi a firmare un contratto annuo per una stagione a Roma, e
per
l’autunno nel primo anno '53. Di più : in caso di
reciterebbe solo cinque volte alla settimana, in una sola produzione
per
sera in principio della serata con diritto di rif
tifelius, Clarissa Harlowe, ecc. : quelle parti insomma con le quali,
per
quanto sieno eseguite con dignità, è d’uopo soste
mezzi che le offrivan la sua grandezza artistica e il suo nuovo stato
per
« rivendicare all’estero — com’ella dice — il nos
sso. A render tutto ciò meno difficile, mio marito pensa partire
per
Parigi il 20 0 25 corrente, e, corredato di lette
in ciò giovarci, e mandarci qualche lettera che presenti mio marito,
per
ora, e quindi ma alle distinte e ragguardevoli fa
ole : ….. La stampa ha già cominciato a lavorare, e la cosa è sparsa
per
tutta Parigi. Per i 14,000 franchi contateci, com
hi contateci, come sono sicuro che l’esito sia di tutta soddisfazione
per
voi, per me e per gli artisti. Di questo sono mor
eci, come sono sicuro che l’esito sia di tutta soddisfazione per voi,
per
me e per gli artisti. Di questo sono moralmente c
sono sicuro che l’esito sia di tutta soddisfazione per voi, per me e
per
gli artisti. Di questo sono moralmente convinto.
chi, ho a cuore, più di qualunque altro, la riuscita buona della cosa
per
la mia Adelaide…. E la sera della prima rapprese
ella sua faccia, e la melodia del suo organo di fisarmonica…. Questo
per
le doti fisiche. E per le intellettuali : Le sue
elodia del suo organo di fisarmonica…. Questo per le doti fisiche. E
per
le intellettuali : Le sue ispirazioni sono subli
enetra nel profondo ; ha tali accenti che straziano e trascinano…. E
per
la donna : Non è difficile indovinare che la Ris
me la più onorata madre di famiglia, compiendo ogni suo dovere, che è
per
lei la felicità. Nelle parti odiose si trovan per
i suo dovere, che è per lei la felicità. Nelle parti odiose si trovan
per
lei delle scuse, e pare che il suo personaggio no
incontestato dell’Esposizione. Bisogna leggere i giornali dell’epoca,
per
rendersi ben conto di codesto delirio, e di cotes
so usci dal silenzio poetico, in cui sembrò essersi condannato, dettò
per
lei un’ ode, che la folla acclamò per due sere, r
embrò essersi condannato, dettò per lei un’ ode, che la folla acclamò
per
due sere, riempiendo al colmo la sala Ventadour,
lle sue Figures du temps (Paris, Bourdilliat, 1861), non ebbe, specie
per
la recitazione in francese della Beatrice di Lego
in francese della Beatrice di Legouvé, parole di soverchia tenerezza
per
la nostra eroina : ma l’entusiasmo si mantenne al
, nella solennità dell’omaggio, gli entusiasmi che ella seppe destare
per
oltre sessant’anni. Il nostro giovine Re Vitto
rescia e morta a Genova il 1890 ; Enrico, artista egregio alcun tempo
per
le parti amorose al fianco di sua sorella, poi im
apo-stazione a Foggia nel 1894 ; e Cesare ora al fianco della sorella
per
le parti di carattere, ora cantante buffo, nato a
canto è nulladimeno così universale e così radicato, dove la lingua è
per
se stessa armoniosa e cantabile, e dove tal dilet
e volle sottrarsi da quella subordinazione che rendevasi necessaria e
per
la divisione comune e per l’ignoranza particolare
a subordinazione che rendevasi necessaria e per la divisione comune e
per
l’ignoranza particolare dei professori; dacché og
eta e l’infingardaggine dei compositore fecero in seguito rovinar giù
per
la china del cattivo gusto i cantanti. Nel secolo
che si conserva tuttora in Italia come reliquia dell’asiatica voluttà
per
monumento dei nostri vizi, per oltraggio della na
ia come reliquia dell’asiatica voluttà per monumento dei nostri vizi,
per
oltraggio della natura, e per consolar i Caraibi
voluttà per monumento dei nostri vizi, per oltraggio della natura, e
per
consolar i Caraibi ed i Giaghi della superiorità
sorgenti della virilità tanti esseri men colpevoli che infelici, non
per
sigillare col loro sangue la verità della nostra
o mansuetudine e dolcezza e che abborrirebbe sagrifizi sì infami, non
per
liberar la patria da eccidio imminente o da grave
ar la patria da eccidio imminente o da grave sciagura il sovrano, non
per
esercitar un atto di virtù eroica e sublime che c
ci ricompensasse della durezza dei mezzi coll’importanza del fine, ma
per
blandire l’orecchio col vano ed inutil diletto de
, ma per blandire l’orecchio col vano ed inutil diletto del canto, ma
per
sollazzare nella sua svogliatezza un pubblico cap
sua svogliatezza un pubblico capriccioso, scioperato, e corrotto, ma
per
riscuotere un passaggiero e frivolo applauso in q
gere i loro tesori e la protezione loro ad altri usi meno disonoranti
per
la ragione, e meno perniciosi alla umana spezie.
no pur nascere più di una spiritosa avvocata, pregandolo a concorrere
per
mezzo della influenza cui la natura, non so se pe
ndolo a concorrere per mezzo della influenza cui la natura, non so se
per
nostra fortuna o per nostra disgrazia, ha dato al
r mezzo della influenza cui la natura, non so se per nostra fortuna o
per
nostra disgrazia, ha dato alle donne sopra di noi
] Ma poiché alla oscura e solitaria filosofia poco forte in se stessa
per
resistere alla tirannia delle opinioni altro part
a, e di Cipariso nel gabinetto di Cibele, ma in niun modo a proposito
per
rappresentare personaggi virili. Infatti qual pro
eggiare, pare a loro che l’azione e il gesto non ci abbiano a entrare
per
niente, e si direbbe quasi che vogliano patteggia
giamento esteriore. E se qualche volta si pongono in movimento è solo
per
contraddir se medesimi, e per distrugger col gest
he volta si pongono in movimento è solo per contraddir se medesimi, e
per
distrugger col gesto la commozione che avrebbe po
a le parole ch’esprimono il furore, e prestando a Cleonice addolorata
per
la partenza di Alceste lo stesso contegno che le
bocca aperta, col braccio incurvato, e colla mano attaccata al petto
per
più minuti, come avessero a rappresentare i figli
nato di Roma? E è l’uomo di buon senso che non deva fremere nel veder
per
esempio Radamisto che, ferito in un braccio da Ti
isto che, ferito in un braccio da Tiridate, continua ancora a gestire
per
tutta l’azione col braccio ferito, come l’avesse
attitudine finché dura il racconto, terminato il quale comincia come
per
convenzione a dar nelle smanie? Nel rifletter che
ifletter che Beroe allorché parlando con Samnete gli dice: «Idol mio
per
pietà rendimi al tempio.» invece d’intuonare que
rità. [5] Come avessero un fedecommesso ne’ gesti che si trasmettesse
per
retaggio dal maestro al discepolo, così vedrete u
o dovutogli, e divertirsela passeggiando lentamente il teatro come se
per
tutt’altro fine fosse venuta colà che per concili
entamente il teatro come se per tutt’altro fine fosse venuta colà che
per
conciliarsi l’attenzione e per mostrarsi appassio
tutt’altro fine fosse venuta colà che per conciliarsi l’attenzione e
per
mostrarsi appassionata. Prende poi a cantar le pa
ssimamente affettando un’aria di dissipazione che innamora, guardando
per
ordine i multiformi cimieri, e le vario-pinte alt
to modo bellissime. E ciò mentrecchè la meschineria Eponina si sfiata
per
muoverlo a compassione. Quale idea si formano ess
tenzione si mette nel far dei trilli e dei passaggi tanto meno rimane
per
accompagnarli coi segni confaccentisi; ma in gran
rescerà certamente di merito fra le mani de’ presenti cantori ridotti
per
colpa loro a servir d’intermezzo ai ballerini, ch
o imparati gli elementi dell’arte loro e cantassero come va fatto, ma
per
disgrazia nostra sono o tanto ignoranti o tanto p
l’altra, lasciano loro tanto di modestia e di buona fede quanto basta
per
degnar d’uno sguardo le osservazioni di un amator
a pel mezzo d’una serie successiva di suoni aggradevoli. L’armonia è,
per
così dire, il legame o vincolo fra l’uno e l’altr
ra forza che quella che si ritrae dal parlar ordinario. La melodia da
per
sé sarebbe un disegno capriccioso senza oggetto n
esso grado dappertutto né che sia simultanea. In una lingua armoniosa
per
natura come la greca, dove la poesia regolava la
sicale se medesimo non abbisognava se non che dell’aggiunta del ritmo
per
divenire un perfetto recitativo, la poesia poteva
o una sola e medesima cosa. Ma nelle nostre lingue moderna appoggiate
per
le ragioni che s’addussero altrove su principi di
a poesia senza portar seco tutto il corredo de’ suoi abbigliamenti, e
per
conseguenza senza opprimere la compagna. A guisa
e’ nostri teatri, se dovesse prolungarsi senza interruzion né respiro
per
i tre atti d’un dramma. Da queste due ragioni com
ppo necessaria nei nostri sistemi di armonia e di lingua, ma la quale
per
motivi contrari non era né poteva esser tale pres
dopo l’enunciato problema, sui quali però mi è forza passare di lungo
per
fermarmi soltanto nelle cose che tendono direttam
parlar ordinario pel tuono della voce tranquilla con cui s’espone, e
per
le materie che vi si trattano, raro è che spicchi
ere ciò che non potrebbe render la musica, ed ecco il luogo opportuno
per
l’attore di mostrar il suo talento nel recitare,
della declamazione. La musica non vi deve entrare se non quanto basti
per
far capire che l’azione rappresentata è un azion
o basti per far capire che l’azione rappresentata è un azion musicale
per
contraposizione alla recitata. Altro non vuolsi d
l sentimento va prendendo mossa e calore, allorché la voce interrotta
per
intervalli palesa il disordine degli affetti e l’
sa, anzi lo rende necessario. Ma uno stato dove la passione s’esprime
per
reticenze e dove l’alternativo silenzio frapposto
i poemi degli antichi, e le tragedie recitabili. Diamone alcuni saggi
per
maggior chiarezza. [12] Nel sesto libro della Ene
che ha di vendicarsi, e la destrezza colla quale va cercando i mezzi
per
riuscirvi. Nerina, che ignora ciò che ponno intra
l campo dov’era stata presente alla pugna senza però vederne il fine,
per
avvisar il padre che i duo figliuoli suoi erano s
le e più frequente. Ivi la melodia ricerca i tuoni più appassionati e
per
conseguenza i più veri, gli raccoglie sotto ad un
li dispone secondo l’ordine più dilettevole all’orecchio, e gli guida
per
modulazioni ora forti ed ardite, ora insinuanti e
e alla lingua, prendendo dall’arte quel tanto e non più che ci vuole
per
presentar la natura nel suo più vero e più dilett
nt’essenza odorosa la sostanza di mille fiori che si trovavano sparsi
per
le campagne. [19] Lo scopo delle arti imitative n
dal compositore secondo le leggi della modulazione. Il risultato non
per
tanto della imitazion musicale benché tale qual è
are che presenti all’orecchio la serie dei tuoni contenuti nell’aria,
per
esempio, “se mai senti spirarti sul volto” di Glu
li omaggi delle persone di gusto se l’arte d’illeggiadrire le cose, e
per
conseguenza una discreta licenza negli ornamenti
gli ornamenti non supplisce in lei alle altre mancanze. Eccedente non
per
tanto fu la severità di quell’altro francese auto
rtifiziosamente i motivi, e nel seguitare le frasi musicali; bastando
per
essa il poter rendere colla maggior esattezza cia
orme alla quotidiana esperienza che i tuoni musici che rappresentano,
per
esempio, le gelose smanie di Poro, ci riescano pi
mitato. [22] Ma dove, quando, e come deve usar il musico degli ornati
per
conciliar fra loro i due estremi difficili, di em
non dee punto aver luogo. A conoscer poi quando la natura abbia forza
per
se sola a produrlo, basta osservare se i tratti c
lle frascherie. [26] Terza. Non deve infiorar il principio di un’aria
per
la stessa cagione che non s’infiora l’esordio di
i uditori attenti abbastanza in principio, fa d’uopo riserbar i fiori
per
quel tempo ove la loro attenzione comincia ad ill
n coro; attesoché se ad ogni cantore si concedesse l’uscir della riga
per
far pompa di ghiribizzi mentre gli altri stanno f
randosi con mille girigiri insignificanti. Questo metodo è eccellente
per
metter in vista un cantore agli occhi del volgo m
e agli occhi del volgo musicale, ma l’uomo di buon gusto va al teatro
per
sentir parlare Sabino ed Eponina, non per sapere
di buon gusto va al teatro per sentir parlare Sabino ed Eponina, non
per
sapere quanti passaggi e quanti trilli possano us
quello ch’essi non fanno. Come se avessero in qualche scrittura fatta
per
mano di notaio rinunziato solennemente al buon se
nticano nelle fauci o nel palato le finali delle parole profferendole
per
metà; ora sconnettono il nominativo dal verbo che
le parole né il significato loro se non venisse in aiuto il libretto
per
far ciò che faceva il pittore di un castello chia
ta una figura, riusciva fanto fedele l’imitazione che gli abbisognava
per
esser capito scriver di sotto: «Questo è un gallo
catezza di modulazione che si pratica a’ nostri giorni142. [47] Ma se
per
canto s’intende l’arte di rappresentar modulando
o cantato alla moderna, cioè facendo che Messer Temistocle si diverta
per
un quarto d’ora in mezzo ai trilli vezzosissimi e
nuetto e l’allegro sono, come vede ognuno, il miglior mezzo possibile
per
enunciare una massima filosofica? Di siffatti sol
ria. Allorché l’uomo parla, il suo discorso si distingue precisamente
per
la maggior lentezza o rapidità nel profferir le p
e o le sillabe, pel grado di acutezza o di gravità che vi si mette, e
per
la forza o remissione colla quale si notano le in
ndo l’indole e il grado delle passioni, essendo certo che l’andamento
per
esempio della malinconia è tardo e uniforme, quel
inguaggio articolato, ma un “a” o un “e” che corrono precipitosamente
per
tutte le corde e per tutte le scale applicabili e
ma un “a” o un “e” che corrono precipitosamente per tutte le corde e
per
tutte le scale applicabili egualmente a parole eb
e finisca l’orchestra che dia tempo ai polmoni di raccoglier il fiato
per
eseguire una cadenza? Dove per il contrario s’imp
empo ai polmoni di raccoglier il fiato per eseguire una cadenza? Dove
per
il contrario s’impone silenzio alla orchestra, da
tabacco, mentre il cantore va follemente spasseggiando senza disegno
per
un diluvio di note? Dove questi si prende ad ogni
fautori della irragionevolezza, e quando mai fu costituito il popolo
per
giudice competente del gusto ove si tratta di art
e. E se di questo solo piacere si parla, e di questo si contentano, e
per
questo solo vanno al teatro, appigliai eglino pur
inanzi al tuo altare con sì umili sentimenti. Allorché vado al teatro
per
tributarti un omaggio d’adorazione, io porto meco
ti d’un mio simile, e che mi costringa a correre, come un altro Enea,
per
abbracciar il fantasma di Creusa invece del suo c
bida carnagione e la tornita perfezion delle membra. [53] Giudice non
per
tanto del bello solo è chi ad un tatto dell’anima
colori. Ma come attender tante e sì difficili qualità da un pubblico
per
lo più ignorante o distratto, il quale, siccome v
e ad una bottega da caffè, ad una conversazione o ad un ridotto, cioè
per
ispendervi quattr’ore in tutt’altro esercizio che
cuore di sentimenti? Come crederle in una union di persone, le quali
per
lunghissima e non mai smentita esperienza veggons
e seccagginoso Moliere, e poi commendare i… Nomi illustri ch’eravate
per
sortire dalla mia penna, la mia pietà vi risparmi
lgo soltanto, non già il pubblico signorile e rispettabile, che forma
per
lo più l’udienza dell’opera. Nulladimeno a rischi
rma per lo più l’udienza dell’opera. Nulladimeno a rischio di passare
per
un quakero della Pensilvania, o per un non ancora
Nulladimeno a rischio di passare per un quakero della Pensilvania, o
per
un non ancora civilizzato pampa del Paraguay, io
o ad istruirsi, né l’abitudine di riflettere, sebbene non tolgan loro
per
lo più la prosunzione di decidere. Volgo è la mas
o è la massima parte delle persone civili che frequentano il teatro o
per
le stesse cagioni che i precedenti, o perché gli
mpano su tutti gli oggetti l’impronta del loro carattere, e che fatti
per
abitar piuttosto il mondo di Saturno che il nostr
ggiore assai di quello che comunemente si crede, i quali indifferenti
per
natia rigidezza d’orecchio al piacere della music
i un litigio intorno ad una giuocata cui egli non aveva potuto badare
per
aver dormito fino a quel punto, richiesto all’imp
sentimento, quelli cioè che affettano di provar diletto nella musica
per
ciò solo che stimano esser proprio d’uomo, di gus
so l’unico sovrano dell’universo, esce ogni mattina dalla sua capanna
per
additar al sole la carriera che dee percorrere in
rata. [56] Coloro poi che dal piacere del volgo traggono un argomento
per
conchiudere che ad eccitar l’interesse che può es
l’uomo considerato semplicemente come una macchina fisica organizzata
per
riceverli, non è per alcun verso paragonabile con
mplicemente come una macchina fisica organizzata per riceverli, non è
per
alcun verso paragonabile con quell’altro diletto
on certe affezioni dell’anima, e di prevalersi di siffatta cognizione
per
metter in esercizio le proprie passioni. Cose tut
ce l’una e l’altra alla debolezza de’ poeti e dei musici, che presero
per
regola del bello nelle due facoltà il piacere del
eguar pienamente un sofisma che può chiamarsi l’ancora della speranza
per
gli ignoranti. [57] Che poi mancando nel canto mo
a presenza dell’originale rappresentato, non occorre fermarsi a lungo
per
provarlo. Imperocché egli è certo che altra via n
perocché egli è certo che altra via non hanno le arti rappresentative
per
commuoverci agli affetti se non quella di colpir
tra immaginazione nel modo stesso che la colpirebbero le cose reali e
per
gli stessi mezzi; onde se con altri stromenti vie
che prendendo a legger Metastasio, a fatica si può lasciar dalle mani
per
l’impazienza in cui siamo di vedere il fine di qu
to; poiché essendo certo che appena avremmo potuto frenare le lagrime
per
la compassione se fossimo stati presenti all’addi
ti all’eroica, i quali vengono, s’incontrano, tengono aperta la bocca
per
un quarto d’ora, e por partono senza che lo spett
. Quindi non è da maravigliarsi se l’uditore, il quale prende i suoni
per
se stessi e non per quello che rappresentano, cer
ravigliarsi se l’uditore, il quale prende i suoni per se stessi e non
per
quello che rappresentano, cerca appunto nella div
naturali, ne vengono in conseguenza la necessità di cambiarle sovente
per
non infastidir l’uditore, la tortura che si danno
vente per non infastidir l’uditore, la tortura che si danno i cantori
per
trovar cose che lusinghino le orecchie colla lor
ci non meno che della perfezione del Misantropo di Moliere io giudico
per
la comparazione cogli oggetti che mi cadono sotto
guirle, onde rare volte avviene che il movimento non venga alterato o
per
eccesso o per difetto, e che il gusto del cantore
are volte avviene che il movimento non venga alterato o per eccesso o
per
difetto, e che il gusto del cantore che s’abbando
sentiero, la maggior grazia che può loro farsi è quella di giudicarli
per
approssimazione. Tra gli altri molto si parla di
di uomini mutilati, malediva la memoria dell’antica regina Semiramide
per
essere stata la prima a recidere in cotal guisa l
un’antichità immemorabile, e inventato dalla gelosia degli orientali
per
assicurarsi con questo mezzo della fedeltà delle
a serie di dolori fisici, il timore di non perdere la riputazione che
per
le donne è il primo elemento della vita morale, e
a ottava più acuta delle altre voci. Oh qual oggetto importantissimo,
per
cui si debba mutilare un nostro simile! Oh qual f
debba mutilare un nostro simile! Oh qual fine politico e legislativo
per
cui i governi lo debban permettere! Si dice che i
III. «Ella può qualche volta essere memorativa ma non pittoresca». Se
per
la parola pittoresca s’intende l’esprimere tutti
a al suo ritratto, altrimenti non sarebbe imitazione ma realtà. Ma se
per
pittoresca s’intende l’esprimere quei tratti che
à. Ma se per pittoresca s’intende l’esprimere quei tratti che bastano
per
richiamare alla memoria l’oggetto, o per sentirsi
mere quei tratti che bastano per richiamare alla memoria l’oggetto, o
per
sentirsi commuovere da quelle stesse affezioni ch
tico degli Antichi, e come spesso accade fra codesti messeri, fondate
per
lo più in pure battologie e questioni di voce nat
quanto di più verosimile intorno a questo quesito può dirsi, il quale
per
altro resterà sempre oscuro a motivo delle poche
gli Antichi, si cantasse il loro recitativo, niun lume si può cavare
per
decidere la presente questione, poiché sempre rim
ero in tutto somiglievoli alle nostre opere in musica. Ricorriamo non
per
tanto ad un esame più decisivo. Cosa era la melop
dubitare. «Diverbia, egli dice, histriones pronunciabant». Sembra non
per
tanto poco probabile l’opinion dell’abbate Dubos,
quali possono più facilmente procurarla parlando sempre posatamente e
per
lo più in tuono lamentevole ;» E circa i Romani a
n una gran maschera che copriva loro la testa, la quale era chiusa da
per
tutto se non che verso la bocca s’apriva in una l
rano vastissimi paragonati coi nostri. Quello di Bacco, così chiamato
per
esser vicino al tempio di cotesta falsa divinità,
dagli uni agli altri se non si sapessero i mezzi onde si prevalevano
per
ovviare a questo inconveniente. Aggiungasi che es
solo spettacolo ma badando chi all’uno chi all’altro, restava appunto
per
ciascuno quel numero di persone sufficiente a pot
enere che fosse più artifiziosa e più raffinata, nulla conchiude però
per
la musica teatrale in ispezie. Gli è vero che si
pubbliche sfide di musica, alle quali assisteva il fior della Grecia
per
ottenere il premio del Tripode. Ma rispetto ai te
a. II. Perché i cori si regolavano colle leggi della musica lirica, o
per
dir meglio, essi non erano che una spezie di comp
, essi non erano che una spezie di componimento lirico che si cantava
per
istrofi girando attorno alla scena, come si facev
ofrigio inducenti pienezza, fuoco e impetuosità non erano a proposito
per
il coro che usava comunemente del modo ipolidio u
proposito per il coro che usava comunemente del modo ipolidio uguale
per
natura e tranquillo. 143. [NdA] La Musique, Epi
in versi divisa in quattro canti, Chap. 3, inserita nel libro che ha
per
titolo Les dons des enfants de Latone. 144. [NdA
serbò la modestia sul teatro ; ma il buon esempio non durò gran tempo
per
poter essere seguito dagli altri : essa lasciò l’
ran tempo per poter essere seguito dagli altri : essa lasciò l’Italia
per
recarsi in Germania a servizio dell’ Elettor di B
ttera onorarssi d’inuiarla à me però diretta alla Comp.ª non dirò più
per
non incomodarla, solo che se segue così non occor
glie. Di loro sappiamo dal Bertolotti (op. cit.) che Ranucino Farnese
per
compiacere alla Corte di Mantova, nell’aprile 167
ena dal Soliani stampatore ducale una commedia spagnuola « Gl’impegni
per
disgrazia, » tradotta dal Marchese Ippolito Benti
useppe Priori, cassiero del Monte, e dirli che mi fauorisca auuisarmi
per
qual causa non ha pagato una mia polizza d’una do
lui il mio credito e darmene credito, che in tal caso corre la somma
per
conto suo, che per altro, io non avrei dato il Vi
e darmene credito, che in tal caso corre la somma per conto suo, che
per
altro, io non avrei dato il Vino, oltre di che di
nta accio possa regolarmi, e ne do carico a V. S. e l’incomodo perche
per
esser Computisca in pochi momenti lei se ne sbrig
t.no e Sig.r Seg.rio e dirli che Non mi scordo receuer li suoi fauori
per
l’alloggio in sua Casa come per sua Gentilezza mi
Non mi scordo receuer li suoi fauori per l’alloggio in sua Casa come
per
sua Gentilezza mi esebi e che tra poco potria seg
poco potria seguire mi ualessi delle sue grazie, e qui con riuerenza
per
parte di tutti di casa resto dicendoli che le fac
nza per parte di tutti di casa resto dicendoli che le faccende Nostre
per
l’Estate, Vanno assai superiori alli guadagni che
sij auuisarmi accio possa ualermene. Godo che tenghi V. S. la casa e
per
li morari la pregho auantaggiarmi s’e possibile n
ggiarmi s’e possibile non se ne seruendo lei, intendendomi sempre che
per
lei non intendo crescerli cosa alcuna e lo fo pad
non uadino da male, e già che la S.ra Leonora à pagato al S.r Albini
per
la S.ra Anna, ne scrivo al S.r Pantalone acciò c’
ena, ma vorrei auerne certezza, e così di pasq.no e qui con riuerenza
per
parte di tutti di Casa resto. Di V. S. M.to Ill.t
mo non manchi auendo gran necessità prima che parta il S.r Pantalone,
per
riscuotere alcuni pegni, noi godiamo ottima salut
alcuna, fauorirmi de suoi commandi, gl’auguro le S. Feste di Ress.ne
per
parte di tutti di casa, a misura del suo merito,
inita, con pioggie quasi ogni giorno, l’armata di marc già si prepara
per
andarsene, ne altro si attende che alcuni uascell
repara per andarsene, ne altro si attende che alcuni uascelli Inglesi
per
far un buon numero, e poi portarsi uerso Genoua è
oni d.º Siluio. Molt. Ill.re S.re e P.ne Oss.mo Replico questa mia
per
non parere che stij sul grande, ma so dirli che n
fatiche, ora ueniamo a noi. O scritto al S.r Faccioli della Containa
per
auer del uino di S. Nicolò, onde prego V. S. uede
, che si occupava con ogni larghezza delle spese di costumi ecc. ecc.
per
ogni singola rappresentazione di cui fu tenuto un
mune di San Lazzaro di Sàvena presso Bologna, fu comico de'più egregi
per
le parti d’Innamorato, sotto nome di Ottavio. Mor
vio. Mortogli nel '40 lo zio materno Vincenzo Zanotti, ne restò erede
per
testamento, coll’obbligo di assumere la sua arma
comici più insigni di Lombardia han dovuto lasciare in pegno i bauli
per
potersene partire. E tali ragioni furono scritte
nchiusione : « Sì che unito con tutta la mia povera famiglia supplico
per
l’amor di Dio l’Altezza Vostra a non comandarmi t
in cui Zanotti scrive il 16 e il 23 marzo da Bologna a Gir. Graziani
per
la nuova Compagnia del Duca, che avrebbe dovuto r
tto al Fichetto Lolli (V.) pregando di desistere dall’andata a Padova
per
non incorrere nella ruina della Compagnia. La qua
a Verona, poichè non sono mai frequentate dalle Compagnie de' comici
per
qualche poco di tempo doppo Pasqua quelle Città,
e poco di tempo doppo Pasqua quelle Città, che dano il luogo scoperto
per
rappresentar comedie, come Brescia e Verona, perc
n volontariamente perdersi col esporsi alle stravaganze de tempi, che
per
lo più riescono in simile stagione piovosi. Fu p
dare a Venezia il novembre, il signor Marchese Bentivoglio le ottenga
per
l’ottobre il teatro di Ferrara con qualche Emolu
n qualche Emolumento dal’affittatore del detto Teatro, che sia almeno
per
le case franche per tutti : e che anche siano fat
dal’affittatore del detto Teatro, che sia almeno per le case franche
per
tutti : e che anche siano fatto franchi dal dare
mo, Ottavio, venuto a parole, s’ebbe un pugno da Trivellino, il quale
per
ciò fu attaccato alla corda in piazza (V. Locatel
sua andata a Parigi, ove esordì all’antica Commedia Italiana nel 1660
per
le parti di secondo amoroso, passando poi il '67
Perugia, e arricchito di una introduzione e di note storico-critiche
per
opera di Adolfo Vautier, archivista paleografo di
». E in un altro, a proposito del recitare in italiano a persone, che
per
lo più non intendevano, e del bisogno di far dell
i assai, di trovar dell’invenzioni, mutazioni di scene, e cose simili
per
contentar l’uditorio, è detto : « Il bravissimo Z
e, l’argutezza delle risposte, le sentenze, e gli equivochi frizzanti
per
guadagnar i cuori…. » Ottavio era dunque il capoc
mpagnia e il nome di Cintio, si recò alla Commedia Italiana di Parigi
per
sostenervi gli amorosi sotto il nome di Ottavio.
rvi gli amorosi sotto il nome di Ottavio. Anzi I Fratelli Parfaict e,
per
conseguenza, il Campardon dicono ch' egli fu posc
enza, il Campardon dicono ch' egli fu poscia chiamato Vecchio Ottavio
per
essere distinto dal Costantini. Dove ? in Francia
tava in Italia e l’altro in Francia ? Non era forse ragione bastevole
per
farsi chiamare Vecchio Ottavio il recitar gli amo
Lasciò la pròfessione molt’ anni sono con buona grazia del Re, disse,
per
poter salvare l’anima sua, che teneva in dubbio s
ta da soggetto spagnuolo vestita alla francese e tradotta in italiano
per
G. A. Z. D. O. (cioè : Giovan Andrea Zanotti dett
inquecento, non meritavano di esser segno a tante censure pedantesche
per
l’unica ragione di non trovarsene esempio fra gli
a pedanteria scrupolosa. Aminta e Mirtillo c’interessano e commuovono
per
quanto comporta la loro condizione; or perchè rip
a, avendo in effetto non poco dell’ecloga, se non che se ne allontana
per
contenere un’ azione compita che ha un nodo ed un
una lettera Filippo Pigafetta) era formato di quindici persone sette
per
parte ed il capo loro nel mezzo, il qual coro in
autori di esse sarebbe venuto in mente di farvi una musica continuata
per
tutto il dramma (come indi avvenne nell’opera) se
tro passo a bella posta inserito nell’azione perchè si cantasse. E se
per
queste cose nel pubblicarsi le pastorali per onor
perchè si cantasse. E se per queste cose nel pubblicarsi le pastorali
per
onorare i maestri vi si pose fece la musica, ciò
dell’Aminta fatta dal Fontanini che s’impresse nel 1700, fu composta
per
rispondere al discorso censorio fatto contro la p
o la pastorale del Tasso dal duca di Telese Bartolommeo Ceva Grimaldi
per
comando dell’Accademia degli Uniti di Napoli. Tal
l 1681. Queste ed altre versioni francesi riuscirono poco felici, sia
per
debolezza delle penne che l’intrapresero, sia per
rica fu anche trasportato da Domenico Slaturichia celebre in Dalmazia
per
questa, e per la traduzione dell’Elettra, e di Pi
trasportato da Domenico Slaturichia celebre in Dalmazia per questa, e
per
la traduzione dell’Elettra, e di Piramo e Tisbe,
nini che si servissero quelli che rappresentarono l’Aminta in Firenze
per
ordine del gran duca coll’accompagnamento delle m
auso, che spinse il medesimo Torquato a recarsi di secreto in Firenze
per
conoscere il Buontalenti; ed avendolo appena salu
li preparava quel principe a. Nè a’ dotti nè alle persone che leggono
per
divertimento può esser ignoto l’argomento semplic
appresenta una ninfa schiva e nemica di amore vinta e divenuta amante
per
mezzo della pietà. Vana cura sarebbe ancora mette
rascorsi del poeta, voglio dire alcuni pensieri più studiati, i quali
per
altro non sono in sì gran numero come suppongono
io. L’enumerazione di parti fatta nella prima scena dall’astuta Dafne
per
piegar Silvia ad amare: Stimi dunque nemico il m
Tirsi ha mille vaghezze. L’impareggiabil coro, O bella età dell’oro,
per
eleganza e per armonia maraviglioso meriterebbe c
vaghezze. L’impareggiabil coro, O bella età dell’oro, per eleganza e
per
armonia maraviglioso meriterebbe che si trascrive
nel disciorla, ne scopre la grandezza dell’amore. La sua disperazione
per
la fuga dell’ingrata ninfa, il dolore che gli cag
sua ninfa, E vistosi con lei congiunto e stretto; Chi è servo d’amor,
per
se lo stimi. Ma non si può stimar, non che ridire
ò stimar, non che ridire. Per quanto si abbia di amore e di rispetto
per
gli antichi, convien confessare che essi, tuttoch
per gli antichi, convien confessare che essi, tuttochè vadano fastosi
per
un Sofocle ed un Euripide, se fossero stati conte
ei del Tasso, ci avrebbero invidiato l’Aminta a. Si è veduto come ben
per
tempo e più volte s’impresse e sì tradusse in Fra
catori. L’Ongaro volle trasportarli sulla scena, e prendendo l’Aminta
per
esemplare ne seguì con tale esattezza le orme, ch
i che producono nojose ed inverisimili situazioni, e vi s’introducono
per
buffoni Calabaza spagnuolo e Graziano bolognese c
Groto scrisse indi un’ altra pastorale intitolata Calisto pubblicata
per
le stampe nel 1586. Contemporanea al Pentimento f
’impresse nel 1590. Una delle più vive battaglie letterarie si accese
per
questa favola, che vive e viverà a dispetto de’ c
si accese per questa favola, che vive e viverà a dispetto de’ critici
per
l’eleganza per l’affetto per le situationi teatra
uesta favola, che vive e viverà a dispetto de’ critici per l’eleganza
per
l’affetto per le situationi teatrali e per l’inte
che vive e viverà a dispetto de’ critici per l’eleganza per l’affetto
per
le situationi teatrali e per l’interesse che ne a
de’ critici per l’eleganza per l’affetto per le situationi teatrali e
per
l’interesse che ne anima tutte le parti. Pochi so
tte le parti. Pochi son quelli che si sovvengono delle censure famose
per
altro di Giasone di Nores, di Fausto Summo, dì Gi
o de i difetti che vi si notano, sarà sempre un componimento glorioso
per
l’autore e per l’Italia. Anche il Fontanini a mal
che vi si notano, sarà sempre un componimento glorioso per l’autore e
per
l’Italia. Anche il Fontanini a maltratta il Guari
i agita nel Cresfonte al pericolo del giovane vicino ed essere uccìso
per
mano della madre: l’Aminta senza storia precedent
essa a meraviglia col solo affetto, il Pastor fido riesce artificioso
per
la tessitura e per un disegno più vasto e più tea
ol solo affetto, il Pastor fido riesce artificioso per la tessitura e
per
un disegno più vasto e più teatrale. Anche di que
ninfa e credendola morta di veleno abbandona le patrie contrade, erra
per
dieci anni, e capita in fine nelle campagne della
dulo ella disdegna, e Amarilli è quella stessa Licori pianta da Tirsi
per
morta. Questa ipotesi di non ravvisarsi, sebbene
va le regole. Benchè framischiato di qualche ornamento lirico, spicca
per
la tenerezza e pel patetico il lamento di Credulo
per la tenerezza e pel patetico il lamento di Credulo che vuol morire
per
la durezza della sua ninfa. Tenera nell’atto V è
minta o col Pastor fido, ma supera moltissime altre che la seguirono,
per
l’affetto, e per l’interesse che l’avviva. Non eb
r fido, ma supera moltissime altre che la seguirono, per l’affetto, e
per
l’interesse che l’avviva. Non ebbe cori, ma solo
te cantarsi la canzone di Selvaggio nell’atto I. Che mi rileva errar
per
gli ermi boschi che contiene cinque stanze colla
ori, in cui oltre ad una canzonetta, si cantarono cinque madrigaletti
per
trattenimento negl’intervalli degli atti? Nel med
lo ucciso. Silvano intende che il finto Tirsi era la sua Cintia morta
per
la sua crudeltà; ne conosce l’innocenza e l’amore
a Elcino che Tirsi è la sua Cintia. La pastorale poi del Bracciolini,
per
sentimento dell’erudito Pier Jacopo Martelli, può
nto all’ultima vecchiezza morì nella sua patria pieno di onorata fama
per
le molte sue opere ingegnose che produsse. Alcun
he con tre lettere in otto giorni gliela dimandò il duca di Mantova
per
farla rappresentare. Nel mandargliela, da tre di
ntitolato il Contrasto amoroso fatto in Lorena l’anno 1591 a, in cui,
per
quel che scrive l’autore a donna Vittoria Gonzaga
e dodici ninfe, delle quali quattro contrastano amorosamente ciascuna
per
averlo per marito, ed è vinto da una che si chiam
nfe, delle quali quattro contrastano amorosamente ciascuna per averlo
per
marito, ed è vinto da una che si chiama Nicea . S
azion privata, non è capace del coro, siccome non è anche la commedia
per
la medesima ragione, e non vi si fa. Se dunque V.
bene il coro, ma le scemerà il decoro: e dico scemerà, e non leverà,
per
non dannare affatto l’uso di tutti quei poeti che
tal letterato avea il Manfredi gran concetto, e lo desiderava vicino
per
udirne il parere sul suo Contrasto amoroso, come
assa tra pastori che aspirano alle nozze di Erminia, non conoscendola
per
quella che era stata regina di Antiochia. L’inter
quella che era stata regina di Antiochia. L’interesse non vi si trova
per
verun personaggio. Un ratto di Erminia tentato da
e Lettere di Virgilio dagli Elisii). Gli si perdonino i suoi difetti,
per
non guastar sì bell’opera ponendovi mano Roma e A
ses peintures, de son eloquence, de sa poesie! a. Il Guarini amato
per
la sua dottrina e prudenza da’ principi della sua
e al ridicolo, di toccar il punto vero del grandioso, e del sublime,
per
non picciolo tratto del secolo XVII si mantenne i
nto. Quanto alle regole sino al 1640 si disputava ancora se dovessero
per
sempre rigettarsi. Lo stesso Pietro Corneille nel
metteva affatto in ridicolo. Contuttociò Lope de Vega morto nel 1635,
per
aver egli calpestata ogni regola mostrava di teme
nto l’Alemanno ed il Cinese, e di gran lunga inferiore a quel di Lope
per
invenzione e per ingegno eper vivacità. Se voglia
il Cinese, e di gran lunga inferiore a quel di Lope per invenzione e
per
ingegno eper vivacità. Se vogliamo dunque risalir
i, il gusto e la ragione e l’esempio degl’antichi e dell’Italia quasi
per
questo secolo e mezzo lottarono contro la barbari
l’Italia quasi per questo secolo e mezzo lottarono contro la barbarie
per
discacciarla dalle scene francesi. Intanto uno sc
ia di quella regina, mentre anticipò la morte di Siface in battaglia,
per
evitar che ella si vedesse con due mariti vivi, e
e in battaglia, per evitar che ella si vedesse con due mariti vivi, e
per
destar compassione, alla morte di Sofonisba aggiu
ia che Siface rimprovera alla moglie, e gli artificii ch’ella adopera
per
ingannarlo, offendono la decenza e la gravità tra
u dopo della Sofonisba di Mairet pubblicò il Venceslao, che la superò
per
lo stile; ed il Voltaire ne comendò la prima scen
atto quarto. L’Antigone dello stesso vien censurata dagl’intelligenti
per
non aver saputo l’autore condurre sino al fine il
i quali s’introdussero più tardi. La scena si adornava di tapezzerie,
per
le aperture delle quali entravano ed uscivano gli
e delle quali entravano ed uscivano gli attori; appunto come avveniva
per
las cortinas del teatro di Madrid. L’illuminazion
l teatro, le quali con corde visibili si abbassavano allorchè un uomo
per
ismoccolarle saltava fuori a bella posta. La musi
Italiani con vantaggio. Quante volte la storia ci ha prestate le armi
per
convincere di falsità l’asserzione di m. Linguet!
Sofonisba di Cornelio (disse ottimamente il Conte Pietro da Calepio)
per
essere feroce e non sentire alcuno affetto pel ma
el Teatro S. Samuele, che a 19 anni aveva abbandonato la casa paterna
per
amor d’un’attrice nota col nome di Fragoletta, e
critturò nella compagnia di attori e cantanti italiani formata allora
per
la Corte polacco-sassone da Andrea Bertoldi, il P
tisti, a qualunque ramo appartenessero, la commedia italiana prosperò
per
lunghi anni a Dresda. (V. Articchio, Bellotti, Be
1756 ; dopo la quale, lo scoppiar della guerra dei sette anni chiuse
per
sempre le porte del teatro italiano a Dresda. Con
finalmente la pace, buon numero di artisti italiani furono inscritti
per
le pensioni, e Giovanna Casanova, pe’ suoi lunghi
di Giovanna Casanova non eran da compararsi a quelle de’colleghi : e
per
quanto la posizione artistica de’ suoi figli a Dr
diante. L’inesorabile figliuolo che non conosce riserbi di sorta, ha
per
la madre parole di sangue, sia come artista, sia
di Rosaura, ma le si attaglierebber meglio quelle di donna cattiva ;
per
giovani amorose la sua voce è troppo rauca. Alle
Varsavia nel 1748, ne troviamo una : Le contese di Mestre e Malghera
per
il trono, o scritta o rimaneggiata dalla Casanova
a, con musica dell’Appolloni. (V. Bastona Marta). È vero peccato che,
per
quante ricerche fatte, non siasi fin qui rinvenut
drissima e bravissima, aggiungendo al proposito della partenza di lei
per
la Russia (ivi, XXXVII), che la perdita più consi
igioni claustrali antichissime ed insigni, » lasciò a mezzo gli studi
per
darsi all’arte del comico in cui riuscì ottimo pe
a mezzo gli studi per darsi all’arte del comico in cui riuscì ottimo
per
le parti di primo innamorato, e specialmente nell
li – con nobili e concettosi sentimenti, facendosi non solo conoscere
per
buon Rettorico e dicitore forbito, ma altresi per
non solo conoscere per buon Rettorico e dicitore forbito, ma altresi
per
dotto e sentenzioso filosofo, degli affetti e del
4, con Vincenzo Bugani e Giustina Cavalieri, che abbandonò a Bologna,
per
recarsi in Sardegna colla Compagnia di Andrea Pat
e procelle a segno di rompere contro a’scogli la nave, e di smarrirvi
per
fino interamente il timone….
la morte dell’ultimo Medici ; e, salito poi in gran rinomanza, partì
per
la Russia l’estate del 1742, nonostante i suoi im
l S. Samuele, e recatosi a Milano la primavera del 1753, poi a Genova
per
alcune recite in attesa dell’imbarco, fe'vela con
in attesa dell’imbarco, fe'vela con la miglior parte della Compagnia
per
Lisbona, ove giunse al cadere di quell’anno, e ov
ento il Sacco di produrre il suo proprio divertimento, altro cerconne
per
maggiormente rendere gradita la di lui servitù. E
ornarsene in Italia, a Venezia, ove riprese il S. Samuele, e continuò
per
alcuni anni a condur la Compagnia con buona fortu
a Compagnia « in quel grado medesimo che ella ebbe l’onore di servire
per
più di due anni la Maestà Fedelis.ª del Re di Por
dal continuo recitare, e annojato di sentirsi criticare la compagnia
per
le parti serie, pregò l’autor protettore di scriv
pregò l’autor protettore di scrivergli alcun lavoro senza maschere :
per
tal guisa egli avrebbe riposato, e i detrattori s
a, che voglia ajutare una Truppa Comica sola, la quale sia in credito
per
un genere, e in discredito per un altro nell’univ
a Comica sola, la quale sia in credito per un genere, e in discredito
per
un altro nell’universale, non farà certamente gra
lche leggiadro spirito recata. Infatti ecco l’elenco della Compagnia
per
l’anno 1775 lasciatoci dal Lessing nel suo Tagebu
co passò al Sant’Angelo, e un anno dopo fu trattato dal Duca di Duras
per
la Comedia italiana di Parigi ; ma non vi si recò
di Parigi ; ma non vi si recò altrimenti, forse, a parer del Goldoni,
per
ragione d’interesse, volendo egli essere di punto
ventilato il disegno di farlo andare a Parigi col mezzo del Goldoni,
per
incarico dell’intendente primario degli spettacol
ro, dopo venticinque anni di eroicomica assistenza dovè sciogliersi
per
la vecchiaja e il rimbecillimento del Sacco ; e p
donare il cognato ; ma con la intromissione del Gozzi, rimase…. ancor
per
due anni, in mezzo alle grida, ai lamenti, alle i
e. Si passò dal S. Salvatore al Sant’Angelo invano. Mancavano i mezzi
per
allestir degnamente nuovi lavori ; mancavano i me
vano i mezzi per allestir degnamente nuovi lavori ; mancavano i mezzi
per
pagare i comici ; si andò pe'tribunali, si ricors
'tribunali, si ricorse a'sequestri ; e finalmente la Compagnia, « che
per
lungo corso di anni era stata il terrore di tutte
si sciolse miseramente », e il vecchio Truffaldino, avanti di partire
per
Genova, andò a salutare il Conte Gozzi, e a chied
ntonio Sacco. Il Burchiello, profetando il ritorno di esso da Lisbona
per
il mese di dicembre (carnovale 1755-56), cantava
Gozzi e l’Accademia de' Granelleschi, tre sonetti dello stesso Chiari
per
la partenza della Compagnia Sacco, i quali dieder
cco il primo, come saggio : In occasione | Della partenza da Venezia
per
Lisbona | della Compagnia Comica di | Antonio Sac
di darvi al fuoco. Che il Sacco fosse attore di grandissimo grido sì
per
le argute improvvisazioni, sì per la eleganza e r
osse attore di grandissimo grido sì per le argute improvvisazioni, sì
per
la eleganza e rapidità dell’azione, è fuor di dub
li e naturalezza di termini, che sorprende : e volendo io provvedermi
per
le parti buffe de le mie Commedie, non saprei meg
studiando sopra di lui. Questa Commedia l’ho disegnata espressamente
per
lui, anzi mi ha egli medesimo l’argomento propost
un po' difficile in vero, che ha posto in cimento tutto il genio mio
per
la Comica artificiosa, e tutto il talento suo per
tutto il genio mio per la Comica artificiosa, e tutto il talento suo
per
l’esecuzione (V. anche nelle Memorie il Cap. XLIX
dusse a scriverla tutta, « non già, — aggiunge con gentile riserbo, —
per
obbligar quelli che sosterranno il carattere di T
per obbligar quelli che sosterranno il carattere di Truffaldino a dir
per
l’appunto le parole sue quando di meglio ne sappi
dir per l’appunto le parole sue quando di meglio ne sappian dire, ma
per
dichiarare la sua intenzione, e per una strada as
ndo di meglio ne sappian dire, ma per dichiarare la sua intenzione, e
per
una strada assai dritta condurli al fine. » E con
, o temerari nella censura. Infatti questo idolatrato eroe, non so se
per
superbia di vedersi arricchito, ovvero per timor
idolatrato eroe, non so se per superbia di vedersi arricchito, ovvero
per
timor di spacciare le sue buffonerie senza il cos
e riesce alquanto sciapito. E al Capo XVIII, parlando della censura
per
la bestemmia : Perchè non si rivedono e non si l
e sospetto di poca sincerità come potrebbe essere creduto il Gratarol
per
le sue relazioni con la Compagnia Sacco e il Cont
veva recarsi giusto allora a Milano. Egli scrive : Benchè in teatro,
per
compiacere il grosso dell’udienza, egli si lasci
ruito, specialmente intorno alla Storia Universale, direttore egregio
per
le opere serie come le comiche, gran comico, ritr
Imperiale di Vienna, che volle gentilmente concederne la riproduzione
per
l’opera mia. Al Thimig fu dato da un erudito di D
re moderno, studioso, educato alla scuola dello Zaccone, col quale fu
per
alcun tempo, è oggi uno de’ migliori amorosi del
a Italiana si mostrò sì poco tenero, ebbe parole di calda ammirazione
per
lo spirito che il Bertinazzi sapeva mettere ne’su
ertinazzi, il quale, non troppo signore della lingua francese, scelse
per
suo esordire l’Arlecchino muto per forza, scenari
nore della lingua francese, scelse per suo esordire l’Arlecchino muto
per
forza, scenario italiano del Riccoboni, in cui eg
ruolo d’Arlecchino, e ciò affinchè possiamo giudicar de’ suoi talenti
per
la commedia. Dato al castello di Versailles l’ 8
lto successo ne’ Gemelli bergamaschi, commedia in un atto di Florian,
per
la quale gli furon dettati questi versi : Dis-mo
tra commedia in un atto di Florian, rappresentata il 17 gennaio 1783,
per
la quale si è già riportato il giudizio del D’Ori
i, 1827). Quest’operetta, assai bene immaginata e meglio condotta, ha
per
base l’amicizia che il papa e l’artista si eran g
izie su uomini e cose di non poco interesse. La lettera diciottesima,
per
esempio, nella quale Carlino descrive al papa il
evan sotto ’l braccio, o in tasca, sono veramente belle. Nella prima,
per
esempio, venuto Carlino a scoprire che il Curato
re alle cure morali e materiali prodigate ad una sua figliuola cieca,
per
sollevarlo di una perdita di 50,000 fr. per falli
una sua figliuola cieca, per sollevarlo di una perdita di 50,000 fr.
per
fallimento del depositario, gli procacciò, dopo m
ogni altro in qualunque impresa. Propose al suo domestico di servirlo
per
ventiquattr’ ore, all’intento d’insegnargli il mo
ervate, de’servitori esemplari…. Se Carlino era il cucco del pubblico
per
l’arte sua, non l’era meno di quanti lo conobbero
o del pubblico per l’arte sua, non l’era meno di quanti lo conobbero,
per
le sue qualità morali. La giovialità, la bonariet
istosa somma di danaro da un uomo ch’egli aveva accolto in casa sua e
per
lungo tempo nutrito, sollecitò la protezione dell
a sua e per lungo tempo nutrito, sollecitò la protezione della regina
per
salvarlo, e sovente fu udito sclamare : Non è del
o la stima, ch’ella fa di tale soggetto, e l’interesse ch’ella prende
per
lui. Ciò basta presso di me per qualificarlo ed i
oggetto, e l’interesse ch’ella prende per lui. Ciò basta presso di me
per
qualificarlo ed impegnarmi a far per lui tutto qu
per lui. Ciò basta presso di me per qualificarlo ed impegnarmi a far
per
lui tutto quello che da me potesse dipendere. Son
se dipendere. Sono molti anni, che ho rinunciato del tutto a scrivere
per
gl’Italiani, ma lo farò volentieri per il signor
inunciato del tutto a scrivere per gl’Italiani, ma lo farò volentieri
per
il signor Coralli, se però mi sarà permesso di fa
glie ne spieghi il mistero. L’Arlecchino attuale che ha molto merito
per
la Francia, e ne avrebbe pochissimo per l’Italia,
o attuale che ha molto merito per la Francia, e ne avrebbe pochissimo
per
l’Italia, soffre in estremo grado la passione com
ati i primi. Il signor Coralli ha dello spirito e lo credo abilissimo
per
il carattere che ha intrapreso di sostenere, ma p
credo abilissimo per il carattere che ha intrapreso di sostenere, ma
per
fargli del bene bisognerebbe che l’altro avesse l
morire. La presenza dell’attuale deve far del torto al signor Coralli
per
delle ragioni, che non dipendono da lui, ma dalla
o che il signor Coralli non sarà esposto sulla scena che dopo Pasqua,
per
dargli tempo d’imparare il francese ed il gusto d
a che cosa volesse significare la frase far forno (chiudere il teatro
per
mancanza di pubblico) in uso oggidì con poco deco
gl’ingressi sono illuminati rusticamente ; i vicini ballano e cantano
per
festeggiare la sua sposa che ha lasciato il letto
rlo, o di aver palesato il loro matrimonio. Rosaura viene con Scapino
per
vedere questo caro fanciullo, e mentre lo accarez
fare ? Mentre Arlecchino si diverte a scherzar con suo figlio, seduto
per
terra poco lnnge dalla sua casa, Scapino vi entra
arito di Rosaura, che sa dell’accaduto, sopravviene, e cerca pretesti
per
chiedere a quella brava gente di affidargli il lo
e l’ha in conto di sapiente, lo prega a trar l’oroscopo di suo figlio
per
vedere s’egli sia veramente suo. Pantalone glie n
a volta da Dorinda ; noi sorvoleremo questo episodio, che fu aggiunto
per
la Cantatrice che esordi quella sera. Arlecchino
la Cantatrice che esordi quella sera. Arlecchino viene con Pantalone,
per
conoscer l’oroscopo di suo figlio ; eccolo : Ce f
ia il modo di vendicarsi di sua moglie ; risolve di abbandonarla ; ma
per
lasciarle un segno dell’ira sua, e punirla dell’o
o, vede l’incendio, e crede che il figlio di Celio sia abbruciato ; e
per
toglier dalla disperazione Rosaura, immagina di s
tto. L’orrore e il terrore la vincono così che va a traverso le ruine
per
salvare il suo piccino, e non trovatolo, esce, ab
ol figlio d’ Arlecchino sotto il suo mantello. Rosaura gli si accosta
per
muovergli rimprovero ; Scapino la placa, dandole
more ch’egli portasse a quell’imbrogliato romanzo : chè anzi non ebbe
per
esso mai una benevola parola, nonostante il suo s
e, ma l’insieme dell’opera da uno scolaro…… Il suo errore principale,
per
esempio, era quello dell’inverisimiglianza : ques
dolersi, dopo sì gran successo, di vederla cadere davanti alla Corte
per
la ignoranza e petulanza e arroganza de’comici !
rima volta il 4 febbraio 1763, e che se segnò un nuovo grande trionfo
per
l’Arlecchino Bertinazzi, non pare ne segnasse uno
grande trionfo per l’Arlecchino Bertinazzi, non pare ne segnasse uno
per
l’autore. Il Des Boulmiers (ivi, pag. 498) che de
intesi a procacciarsi la benevolenza del pubblico, l’avean chiamato,
per
ridar vita alla lor Scena Italiana, che cominciav
ava a essere negletta. Questo illustre autore parve averci ricondotto
per
alcun tempo gli spettatori, con molte opere che i
una maggior conoscenza della lingua italiana e più larghe cognizioni
per
poter dare all’ingegno suo tutta la giustizia che
rappresentazioni ! Quanto alla lettera indirizzata al signor Di Meslé
per
aver da lui una traduzione francese dell’estratto
li attori, che sono almeno una trentina, non recitan che le parti che
per
natura o per arte loro si attagliano ; ed è raro
e sono almeno una trentina, non recitan che le parti che per natura o
per
arte loro si attagliano ; ed è raro che uno, o du
i vergogna, pare che il Riccoboni traesse una conseguenza di orgoglio
per
la pieghevolezza dell’indole e dell’ingegno de’co
ndizioni del nostro paese, io credo si potrà sempre affermare, che se
per
rispetto di sè, dell’arte, del pubblico, le nostr
ronte alle Compagnie forestiere, gli artisti forestieri debbono tutti
per
natural senso d’arte, per ingegno, per islancio,
tiere, gli artisti forestieri debbono tutti per natural senso d’arte,
per
ingegno, per islancio, pel così detto fuoco sacro
tisti forestieri debbono tutti per natural senso d’arte, per ingegno,
per
islancio, pel così detto fuoco sacro, insomma, ce
dopo l’Ataulfo non mai recitate nelle Spagne, e conosciute in Francia
per
essersi fatte enunciare in un giornale. Il sig. A
to Sigerico. Ella in vece di lui trova in iscena Ataulfo, e vedendolo
per
le spalle gli parla come se fosse Sigerico, e gli
taria morte, cose che doveano soltanto accennarsi in pochissimi versi
per
non iscemare o distrarre l’attenzione ad altri og
ri subalterni riprovati dal gusto; e lo stile non si eleva abbastanza
per
giugnere alla sublimità tragicaa. Scioccamente l’
i el poetilla. Con nobil coraggio l’indefesso scrittore non abbandonò
per
questo la tragica carriera, e nel 1777 diede alla
apparisce in qual maniera avesse l’autore ideato il luogo dell’azione
per
rendere in tanta distanza quanta esser dovea tra
esinda. L’argomento tratto parimente dalle storie nazionali è proprio
per
eccitare il tragico terrore. Una Contessa di Cast
eccitare il tragico terrore. Una Contessa di Castiglia cieca d’amore
per
un principe Moro appresta il veleno al proprio fi
eca d’amore per un principe Moro appresta il veleno al proprio figlio
per
rendere l’ambizioso amante signore di se stessa e
stile; ma la versificazione di due endecasillabi rimati perpetuamente
per
coppia produce qualche rincrescimento. Gli affett
scimento. Gli affetti della Contessa combattuta da un eccessivo amore
per
l’avido Moro, e dalla tenerezza materna, sono ben
che fonda la speranza di conseguirlo? nella sfrenata passione che ha
per
lui la Contessa. Ma non dovea il poeta riflettere
n colore da occultar meglio la di lui avidità di regnare in Castiglia
per
non indebolire l’unica molla della di lui speranz
ia per non indebolire l’unica molla della di lui speranza. Si osserva
per
altro in questa tragedia più di una scena di gran
l Moro. Discorda però sulla versificazione degli endecasillabi rimati
per
coppia usata dal Cadahalso, e da me non approvata
, mi permetta di dirgli che egli ha indebolito codesto suo argomento,
per
avere ignorato forse che non solo i tre nominati
itto in castigliano e non in francese, e che i Francesi rimano sempre
per
necessità, e non per elezione, perchè mancano del
non in francese, e che i Francesi rimano sempre per necessità, e non
per
elezione, perchè mancano del verso bianco che noi
suo bel verso suelto, oltre di un endecasillabo coll’assonante ottimo
per
la scena nazionale. Se a queste cose avvertiva il
iva il bibliografo, mi avrebbe conceduto parimente che i versi rimati
per
coppia nella scena non sono i migliori tra’ metri
si sarebbe appoggiato sull’esempio di chi non ha che un solo vestito,
per
togliere l’arbitrio della buona scelta a chi ne p
o di renderle più regolari, secondò male il di lui disegno. Nocquegli
per
avventura anche l’elezione di un argomento della
ttà è senza dubbio compassionevole, e basterebbe ad apprestar materia
per
un poema epico; ma nella guisa che si vede manegg
poema epico; ma nella guisa che si vede maneggiata dall’Ayala, divide
per
tal modo l’interesse colla distruzione di un popo
divide per tal modo l’interesse colla distruzione di un popolo intero
per
mezzo della fame e del ferro e del fuoco, che, in
. Gl’increbbe sì bene che avessi reputato tale argomento più proprio
per
un poema epico che drammatico, come anche l’osser
ria del suo eroe? Or non sarebbe ottima materia, benchè funestissima,
per
l’epopea, come io dissi? Chi ha poi insegnato a c
e l’interesse, e non determina la compassione ad uno scopo principale
per
serbar l’unità dell’azione e del protagonista. Un
ici, ne’ Persi, nelle quali favole essi presero un oggetto principale
per
iscopo collocando quasi in lontananza il rimanent
privo di sensibilità; là dove la tragedia esige energia ed elasticità
per
eccitar la commiserazione e conservar la sua natu
stimoli del cattivo avvocato bibliografo. A lui dunque s’imputi, se,
per
renderlo avveduto del suo torto, ne soggiugneremo
cagione, ed ella dopo di aver posto in contrasto l’amore che Aluro ha
per
lei con quello della patria, dopo di aver tenuto
o della patria, dopo di aver tenuto sulle spine Aluro e l’ascoltatore
per
altri ottanta versi, dice; Senti la tua pena e l
e ancora. Fa poi l’autore venir Giugurta come ambasciadore de’ Romani
per
la ragione che egli è imparziale. Ma questo princ
a consegnare il console Cajo Ostilio rimesso dal Senato di Roma. Egli
per
dar altra prova d’imparzialità tradisce i Romani,
alimento de’ superstiti. Si propone altresì che si ammazzino i vecchi
per
prolongare la vita de’ giovani. Un popolo ridotto
uovo. Egli vuole esser incluso nella sortizione, cui resiste Dulcidio
per
questa ragione; perchè è proprio solo de’ Romani
o per questa ragione; perchè è proprio solo de’ Romani il discacciare
per
politica i Tarquinii. Questo pensiero eterogeneo
E quale analogia v’ha tra Megara capo e difensore amato da’ Numantini
per
vantaggio de’ quali offre di morire, con Tarquini
gattella del tirarsi a sorte colui che dee morir prima; e si occupano
per
cinque pagine intere di un più grave affare. Olvi
omette di passare a Numanzia colle sue schiere, purchè ella l’accetti
per
isposo. Ella gli chiede su di ciò consiglio. Ques
azione rimane priva dell’usato effetto di simili dolorose alternative
per
essere assai mal combinata. In prima Olvia può di
he dee morire essendo il di lui nome uscito dall’urna. Piange con lui
per
due pagine intere, dopo delle quali si ricorda di
ri infauste) colla stessa grazia della Tomiri di Quinault che cercava
per
terra ses tablettes. Dulcidio l’esorta a sposar G
r Giugurta (quante belle disposizioni mentre si stà morendo di fame!)
per
corrispondere a un tempo A amante, à patria, al
mpo A amante, à patria, al padre i al hermano, che verso eccellente
per
numero e per regolarità, come ognuno che ha orecc
, à patria, al padre i al hermano, che verso eccellente per numero e
per
regolarità, come ognuno che ha orecchio, ben sent
e ramo indegno della sua stirpe , si rende, e gli dà la propria spada
per
mandarsi a Giugurta in segno di pace, geroglifico
a propria spada per mandarsi a Giugurta in segno di pace, geroglifico
per
altro mal sicuro, ma l’Affricano per compiacere a
ta in segno di pace, geroglifico per altro mal sicuro, ma l’Affricano
per
compiacere al poeta riconoscerà subito essere di
a Giugurta senza prevenirne il generale, si è sull’affare trattenuto
per
cinque pagine, ed al fine si ricorda di domandare
, se Megara sappia nulla del trattato. Nò, ella risponde, ho taciuto
per
timore e per vergogna, perchè (notisi il di lei
appia nulla del trattato. Nò, ella risponde, ho taciuto per timore e
per
vergogna, perchè (notisi il di lei talento polit
mente della sorella senza vedersene la ragione. Giugurta si ritira nè
per
altro motivo se non perchè abbia Olvia tutto l’ag
di dire a Terma una inutile bugia. Le dice dunque che si è travestita
per
uccidere Giugurta; ma è questo il fine per cui gl
dunque che si è travestita per uccidere Giugurta; ma è questo il fine
per
cui gli ha mandata la spada? Stando altercando es
ico che a quell’ora è verisimile che si trovi nel campo Romano? Viene
per
quarto Dulcidio, e benchè sia notte, riconosce Al
e benchè sia notte, riconosce Aluro, il quale avea presa l’innamorata
per
un guerriero affricano, Megara ti attende , dice
ti attende , dice Dulcidio al figlio, e questi differisce di obedire
per
ammazzare prima Giugurta. Dulcidio parte; e segui
Così termina la tragedia di Numanzia distrutta, il cui piano tessuto
per
quattro atti e mezzo di episodii mal connessi, e
ili, abbiamo voluto esporre agli occhi imparziali del pubblico. Vedrà
per
se questo supremo giudice, se nel 1777 siesene da
lti in cinque atti, là dove la morte di Sisara appena darebbe materia
per
un oratorio di due parti. Quindi nasce la mancanz
e, e sparso nel tempo stesso di formole famigliari, e poco gravi, sia
per
esempio questa della prima scena Romper de mi si
zio, ed il premio della virtù, che la compassione . Sappiamo in oltre
per
mezzo del medesimo editore, che si rappresentò r
repetidas veces , e che ne corsero manoscritte più di duemila copie
per
America, Spagna, Francia, Italia, e Portogalloa.
cerba età di anni ventuno in circa, ma recitatasi appena due volte fu
per
ordine superiore proibita. A chi non ne avesse ve
i non ne avesse veduta qualche copia delle duemila che se ne sparsero
per
li due mondi, non increscerà di vederne quì il pi
a’ Castigliani a una Ebrea di Toledo, di cui il re Alfonso VIII visse
per
sette anni ciecamente innamorato. Giornata I. Apr
di Monferrato fecero guerra al Saladino soldano di Egitto, e di Siria
per
ricuperare Gerusalemme tolta da questo saracino n
i Sicilia e di Gerusalemme sin dal 1225 quando ne acquistò le ragioni
per
cessione di Giovanni di Brenna padre di Jolanda d
lemme, ed aprì il Santo Sepolcro alla devozione de’ Cristiani; benchè
per
accordo fatto col Saladino lasciato si fosse in m
erò fu posteriore alla morte di Rachele. Ciò potrebbe comportarsi, se
per
rendere cospicuo il carattere di Alfonso la stori
e accoglie con fasto le adulazioni di Manrique e manifesta avversione
per
Garcia. Egli ne sprezza le minacce, dicendo che i
goreggia . Rachele resta con Ruben fremendo, e viene Alfonso irritato
per
le voci sediziose del popolo minacciando, Tiembl
las nubes desprendida. Una spada figuratamente può chiamarsi fulmine
per
esagerarne i rapidi funesti effetti; ma aggiugner
duto alle sue ragioni pronunzia il bando di Rachele e degli Ebrei. Ma
per
togliere al di lui cangiamento un’ aria di volubi
viene a tentar di commuoverlo. M’hai chiamata, o signore , gli dice,
per
darmi in potere de’ sollevati? Lagnasi il re di
sollevati? Lagnasi il re di tali parole, e le dice che egli l’esilia
per
salvarle la vita. Ella vuole riaccendere la di lu
antò di aver fatta una tragedia più artificiosa di ogni altra, perchè
per
questa parte (e non è poco) in essa nè si miglior
en la consiglia ad impiegare tutto l’artificio di un pianto insidioso
per
vincere il re; ma ella già poco spera nelle propr
à poco spera nelle proprie lagrime. Altra volta , ella dice, avrebbe
per
esse dichiarata la guerra a chi che sia , e ciò n
e più proprio di chi vuol persuadere. Ma quel Vulcano della gentilità
per
dir fuoco, conviene ad un Ebreo? Quel sudor d’arg
volta i fuochi in un sonetto italianoa. Il popolo è sedato; ma il re
per
cautela ba ordinato a un campo di duemila cavalli
alli e cento bandiere che maroiavano verso Cuenca, a tornare a Toledo
per
fortificare la Rocca di San-Cervantes. Questi ord
introdotto nella fortezza, esigono tempo, e due scenette non bastano
per
tutto ciò, se voglia attendersi alla verisimiglia
e ridondante, e vi si compara oziosamente la vita rustica e la reale
per
cinquantotto versi. L’immortale Metastasio sobria
tina a farla rimanere, perdona agli Ebrei, vuol pure che ella governi
per
lui, e colla maggior gravità di sovrano impone al
sollevati della scena ultima dell’atto precedente. Or perchè entrare
per
uscir di nuovo? Se per unirsi in maggior numero e
ultima dell’atto precedente. Or perchè entrare per uscir di nuovo? Se
per
unirsi in maggior numero e deliberare, dunque nel
Toledo, al che egli risponde magnanimamente. Quì l’autore fa nascere
per
incidente un contrasto fra loro, e Garcia rimprov
o, rimprovero nulla conducente all’argomento, ed inserito dall’autore
per
astio o per adulazione per la famiglia Garcia con
o nulla conducente all’argomento, ed inserito dall’autore per astio o
per
adulazione per la famiglia Garcia contro di quell
nte all’argomento, ed inserito dall’autore per astio o per adulazione
per
la famiglia Garcia contro di quell’altre; e ciò u
o di quell’altre; e ciò unito alla menzione della predilezione del re
per
la caccia che svegliava l’idea di qualche allusio
ere ai di lei pericoli. L’autore è caduto in quest’altro incoveniente
per
seguire anche quì la traccia di Diamante. Ma nel
i limita alla durata di un giorno, ma abbraccia sette anni, la caccia
per
cui il re si allontana dalla reggia non è ripiego
ta la guardia che l’ha abbandonata; si volge a Manrique che si ritira
per
avvertirne il re; s’indrizza a Ruben che le dà un
nte, e non ciò che ella dice in ventiquattro versi freddi anziche nò,
per
li quali si spende più tempo che non dovrebbero d
ati, e non trattenuti da ostacolo veruno. L’azione si rallenta ancora
per
altri trenta versi recitati da Garcia prima di of
si recitati da Garcia prima di offerirle di salvarla facendola uscire
per
una porta secreta. Questo punto dell’azione richi
be pur liberarla dalla morte e trattenerli, ma vedendo Ruben sì ferma
per
rimproverargli con molte parole i perversi consig
i robusti armati solo debole e vile cava fuori un pugnale (come dice)
per
difendersi. Fañez per non far macchiare le spade
debole e vile cava fuori un pugnale (come dice) per difendersi. Fañez
per
non far macchiare le spade de’ compagni nel sangu
re veruna compassione tragica, ma quella soltanto che detta l’umanità
per
gli rei che vanno al patibolo. Per convenire alla
so come naturale all’uomo ed opportuno a metter l’anima in agitazione
per
disporlo a ricevere l’ammaestramento che è l’ogge
la gioventù e la bellezza) non ha qualità veruna che faccia sospirare
per
la sua morte. Il poeta Diamante in questa medesim
e Teruel, le quali sempre riempiono di spettatori le scene spagnuole,
per
eleggere Eco y Narciso nojosa favola mitologica d
gica di Calderòn de la Barca che più non si recita? La Raquel moderna
per
altro supera la Judia del Diamante per la versifi
n si recita? La Raquel moderna per altro supera la Judia del Diamante
per
la versificazione che non è senza dolcezza, e per
Judia del Diamante per la versificazione che non è senza dolcezza, e
per
lo stile, eccetto ne’ passi indicati dove degener
dove degenera in gongoresco. È anche dell’antica più regolare, benchè
per
questa parte già si erano prima di Huerta distint
dere il pensiero. Rachele (egli dirà) non può morir di buon grado, nè
per
l’esperta mano del boja divenir più bella. Ma ecc
to. L’incisione del rame fu opera di don Isidro Carnicero; e l’autore
per
lodarlo volle fare una puerile allusione al di lu
che carnifex destasse l’idea di boja insieme, e di macellajo, di boja
per
adattarsi alla morte ricevuta da Rachele, e di ma
di boja per adattarsi alla morte ricevuta da Rachele, e di macellajo
per
alludere al nome dell’incisore. Ma carnifex in la
rez, che seguita le orme di Sofocle, facendo anche riconoscere Oreste
per
mezzo dell’anello. Huerta in una nota coll’usata
ta in una nota coll’usata sua modestia si vanta di correggere Sofocle
per
far che quedase con menos impropriedades , cioè
la favola pesante colla nojosa lunghezza e languore de’ ragionamenti;
per
troncarne le pretese improprietà, rimoderna alcun
i ammiratore Huerta, il quale apparentemente cambiò l’urna in atahud,
per
mettere in bocca di Oreste l’indovinello, io son
sentenza, perchè l’argomento dell’Agamennone già era nato in Ispagna
per
la traduzione del Perez. Tanti giudizii mal fonda
nosa sua nazione lascio tutte siffatte filastrocche a i di lui sforzi
per
rapirle all’irreparabile dimenticanza. Con più va
ssibilità di Marzio espugnata da Vetturia, troverà sterile la materia
per
cinque atti. Non so però perchè non si è procurat
la tregua, venirsi a un altro fatto d’armi, allestirsi barche e legni
per
passare il Tevere, farsi due abboccamenti colla m
oriolano. Contuttociò lodevoli soprammodo sono gli sforzi dell’autore
per
averla scritta con felicità in un linguaggio stra
escrivendosi la rotta de’ Volsci; interessante in fine l’ultima scena
per
la morte di Coriolano. Del medesimo abate Colomès
ssai più attivi, perchè concernono direttamente la persona di Agnese,
per
cui viene rifiutata la propria figlia; là dove l’
re perturbazioni meno tragiche col formare il suo Alfonso severissimo
per
natura, poco sensibile agli affetti di padre, e p
emofoonte, perchè la sola necessità lo strappa dalla bocca di Timante
per
salvar Dircea dal sacrifizio. Nel dramma del Colo
racconto d’Inès il re si commuove e concede il perdono, la riconosce
per
moglie del principe ed abbraccia i nipoti; ed il
o di questa bella scena. Il veleno apprestato dalla regina ad Agnese,
per
cui diviene inutile il perdono ottenuto, e ne rim
lla storia della Castro. Era dunque più bello che il Colomès, ingenuo
per
altro, e probo uomo, dopo di averlo trascritto, l
lo riconoscesse da quel Francese, che dire con poca gratitudine, che
per
necessità dell’azione ha dovuto incontrarsi con l
bra la voce sparsa ad arte dal falso Alvaro della finta morte del re,
per
leggere nell’animo del principe, e per assicurars
varo della finta morte del re, per leggere nell’animo del principe, e
per
assicurarsi che Agnese sia da lui amata. Per lo s
n Pedro de la Huerta, in non so quale sua operetta che avea trasmessa
per
istamparsi a Madrid, abbia trattato l’autore dell
tà delle lettere con gli orrori e gl’impeti de’ fazionarii, lasceremo
per
ora borbottare in pace, ed insolentire a sua post
, ed insolentire a sua posta quest’altro esgesuita, e ci contenteremo
per
suo meglio di augurargli miglior gusto e minor vi
; io ti prometto Che Augusto nol saprà. a. Piacemi di quì recarlo
per
tormento de’ meschini apologisti, i quali interpr
uì recarlo per tormento de’ meschini apologisti, i quali interpretano
per
ingiuria tutto ciò che non è panegirico e adulazi
farla imprimere in sei volumi. Io non poteva ignorare il nome di chi
per
più anni mi onorò della sua amicizia, e volle pri
imo errore nel ribattere il mio sentimento sulla Numancia. a. Non so
per
qual ragione non aggiunse anche per Affrica, giac
imento sulla Numancia. a. Non so per qual ragione non aggiunse anche
per
Affrica, giacchè da una loa composta dall’istesso
n soi volumi. a. La tragedia del Bermudez (scrisse il Colomès) è
per
gli Spagnuoli quello che è in Italia la Sofonisba
Cimadori Gio. Andrea. Ferrarese, fu noto nel teatro italiano
per
le parti di primo Zanni sotto ’l nome di Finocchi
al Narici e al Parrino. Interessante è la lettera del Duca di Mantova
per
certa larghezza di vedute nelle varie formazioni
rle che conuenendo al presente far qualche permuta di simili soggetti
per
meglio aggiustare le compagnie, desiderarei ch’el
’ ’81, è descritto il grande affanno patito dal Conte Cornelio Pepoli
per
la voce sparsasi di aver egli potuto mancare a Su
a. La notizia della morte di Finocchio a Lione, mentre era in viaggio
per
Parigi, l’abbiam dai fratelli Parfait per detta d
ione, mentre era in viaggio per Parigi, l’abbiam dai fratelli Parfait
per
detta di Antonio Riccoboni, ma la data di essa (t
erronea. Forse il Riccoboni si è ingannato colla dimanda dell’artista
per
parte del Re di Francia, ma, quella volta almeno,
lla volta almeno, Cimadori non potè muoversi assolutamente da Modena,
per
una malattia incurabile qualificata dal Dottor Fr
, per una malattia incurabile qualificata dal Dottor Francesco Tonani
per
passione asmatica con scirio nelle visere natural
sua polizza di debito in data 28 aprile 1677 verso Don Alfonso d’Este
per
doppie n.° sei da restituirgli a suo beneplacito
onio Piazza nel suo Teatro (Venezia, Costantini, 1777) : Venne colà,
per
recitare in Primavera, la Comica Compagnia del L…
n Primavera, la Comica Compagnia del L…… Bolognese, nomo assai famoso
per
la sordidezza della sua avarizia, e per la sua te
Bolognese, nomo assai famoso per la sordidezza della sua avarizia, e
per
la sua temerità di metter mano negli altrui scrit
e a ben vestire anche i corpi più malfitti, si valse di quella rozza,
per
la sua Carcuma nella Sposa Persiana , e per [illi
si valse di quella rozza, per la sua Carcuma nella Sposa Persiana , e
per
[illisible chars] negli Innamorati. In que’ tempi
ni. Stabilito in una delle prime Compagnie di Venesia, guadagnò molto
per
molti anni, spese poco pochissimo, e in questo mo
he [illisible lines] da comparsa. [illisible lines] che si esibiscono
per
la sua Compagnia. La narrativa di Egisto nella Me
ompagnia. La narrativa di Egisto nella Merope è il suo pezzo diletto,
per
conoscere l’altrui abilità. Sdraiato magistralmen
alla gran prova, e sappia leggere, o no, egli lo lusinga, vantandosi,
per
la sua abilità d’insegnare, di poter fare in poch
da Originali, osa con quella roano vilissima, che la saponata faceva
per
i biricchini del suo Paese, d’aggiungere, di cang
do assai meno quello di questo. La chiusura dell’articolo del Piazza,
per
esempio, potrebbe far supporre, in quell’accenno
i lagrimosi che sostituì al teatro di Goldoni, non più tanto proficuo
per
lui, tradotti a posta da Elisabetta Caminer. Il r
ha la consolazione di vedere la sua famiglia incamminata ad un auge,
per
cui anche dopo la di lui morte rimarrà al mondo u
aca, già replicatasi quattro sere, e reclama aggiunte e modificazioni
per
le nuove repliche da farsi quando la quantità del
ssori di scemare il numero degl’individui del Coro musico e ballerino
per
accrescerne quello degli attori degli episodii, e
rappresentatori rendè l’azione vie più viva e variata. Seppe in somma
per
molti riguardi farsi ammirare ed in se unire i me
trenta volte. Guerriero, capitano, vittorioso nella pugna di Maratona
per
Atene sì gloriosa, mostra nello stile la grandezz
fecero pure qualche motto Andrea Dacier e poi Pietro Brumoy. Vulcano
per
comando di Giove annoda Prometeo al Caucaso con c
comando di Giove annoda Prometeo al Caucaso con catene indissolubili,
per
avere involato il fuoco celeste ed animati e amma
e degli uomini immeritamente punito della sua beneficenza. Io ardisco
per
saggio recare in italiano il principio di esse pe
icenza. Io ardisco per saggio recare in italiano il principio di esse
per
coloro che non amano le latine traduzioni lettera
orrenda face In truce aspetto mi minaccia e incalza Per erme arene, e
per
solinghe vie! Dove, misera me! superna forza Dove
punisci, e di terrore ignoto L’alma riempi, ed a vagar mi sforzi? Ah
per
pietà m’incenerisci, e il suolo S’apra e m’ingoi,
i, non si avvilisce nelle minacce, non ispande nè gemiti nè preghiere
per
esser liberato, non si approfitta del l’occasione
ti nè preghiere per esser liberato, non si approfitta del l’occasione
per
impetrar grazia e perdono. Gli antichi Greci inse
ome furono i La-Mothe, i Perrault e i Cartaud de la Vilade, de’ quali
per
altro abbonda ogni nazione. Mercurio dopo di aver
giustizia che l’opprime . Non ci fermiamo nelle minute obbiezioni del
per
altro erudito Robortelli fatte a questa favola ch
ioni del per altro erudito Robortelli fatte a questa favola che spira
per
tutto grandezza e nobiltà e un patetico interessa
a che spira per tutto grandezza e nobiltà e un patetico interessante;
per
esempio, ch’egli è assurda cosa il trovarsi Prome
na bontà mediocre mista a debolezze ed errori, non debba però tenersi
per
legge generale inviolabile, altrimenti ne mormore
ica di queste principesse. Quest’araldo si fa lecito di prenderne una
per
la chioma e la strascina verso i vascelli, la qua
de’ tempi correnti sembra disdicevole al decoro di persone reali; ma
per
giudicarne drittamente bisognerebbe risalire col
i, di movimenti militari, di sospensioni meravigliose, fatta in somma
per
presentare uno spettacolo degno di ogni attenzion
desimo atto primo, e la dipintura vivace del sacco di una città presa
per
assalto si legge con gran piacere nell’atto secon
mbra veramente un accessorio superfluo, poichè si è sciolto l’assedio
per
l’esito funesto del combattimento di Eteocle e Po
formatore e padre della tragedia non ebbe bisogno dell’esempio altrui
per
condurre alla perfezione questa parte sì rilevant
gua. La riconoscenza di Elettra e del fratello si fa nel secondo atto
per
mezzo de’ capelli gettati da Oreste sulla tomba,
sua Elettra si burla di simili segni; ed in fatti non si prenderà mai
per
modello delle agnizioni teatrali questa di Eschil
atrali questa di Eschilo sfornita di verisimiglianza. Dacier, critico
per
altro non volgare, la biasima anch’egli, per esse
glianza. Dacier, critico per altro non volgare, la biasima anch’egli,
per
essere troppo lontana dal cangiamento di stato. F
utto questo rende in certo modo supportabile il gran parricidio che è
per
commettersi. Nè di ciò pago lo scorto poeta, in u
se stesso. Tali riguardi, sospensioni e cautele erano indispensabili
per
disporre l’uditorio ad uno spettacolo oltremodo a
Segue nell’atto quarto l’uccisione di Egisto; ed il pianto che sparge
per
lui Clitennestra, serve di cote al furor di Orest
reste medesimo perseguitato dalle Furie indi liberato dalle loro mani
per
lo favore di Apollo e di Minerva e per la sentenz
indi liberato dalle loro mani per lo favore di Apollo e di Minerva e
per
la sentenza dell’Areopago, è l’argomento della fa
nfernale pieno del fuoco dell’autore cantato dal Coro dell’atto terzo
per
aver trovato Oreste, ed il giudizio del di lui de
e degli Scaligeri, purchè non mi si ascriva a delitto il dipartirmene
per
seguire l’affetto che m’inspira la lettura di que
Saverio Mattei nel Nuovo Sistema d’interpretare i tragici Greci. Esse
per
lui altre non sono che feste teatrali di ballo s
ttura del Mattei, in cui tutte le idee naturali veggonsi scompigliate
per
lo prurito di dir cose nuove che in fine si risol
ne’ caratteri di diversi artefici che lavorano in un medesimo genere,
per
la quale distinguiamo ne’ pittori eroici Tiziano
tò alcuni versi notati di manifesta empietà, cd il governo che vigila
per
la religione e per li costumi, condannò alla mort
ati di manifesta empietà, cd il governo che vigila per la religione e
per
li costumi, condannò alla morte l’ardito poeta. M
li scrittori tragici, i progressi che ne provennero al genere tragico
per
l’emulazione che eccitò. La vittoria di Sofocle f
r l’emulazione che eccitò. La vittoria di Sofocle fu un colpo mortale
per
un veterano come Eschilo fiero per tanti trionfi
ria di Sofocle fu un colpo mortale per un veterano come Eschilo fiero
per
tanti trionfi da lui riportati, vedendosi vinto d
ta la sua frase nel l’atto 5 delle Rane. a. L’originale greco ha che
per
tutto giri. a. Nel l’originale si nomina il suon
do l’arte di Sofocle in Italia, e perdendosene le tracce nelle Spagne
per
l’intemperanza della scuola Lopense, mentre Corne
to nel 1656, e morto nel 1723 scrisse diverse tragedie che non cedono
per
regolarità a quelle di Racine. Esse furono anche
mprimere la prima sua tragedia Polissena applaudita e ripetuta, e non
per
tanto censurata benchè con poco fondamento. Egli
ubblico, e ne’ posteri viva brama che egli avesse potuto o calzar più
per
tempo il coturno, o prolongar più la vita. Rioup
o ozioso sino all’atto V. La condotta della favola merita riprensione
per
certi racconti intempestivi, per qualche soliloqu
otta della favola merita riprensione per certi racconti intempestivi,
per
qualche soliloquio puramente narrativo, e per la
racconti intempestivi, per qualche soliloquio puramente narrativo, e
per
la poca corrispondenza del tempo della rappresent
tatori, e non da Romolo. Nel 1726 La Motte volle produrre un Edipo a,
per
avventura non contento di quelle tragedie che su
poeta a lottare colle opinioni radicate negli animi di chi ascolta, e
per
conseguenza a rendere poco importante, perchè non
follicularii invidiosi, ha non pertanto sempre trionfato su i teatri
per
le situazioni interessanti ben prese e ben colloc
iù compassionevole Inès che non ha neppure ragione di lagnarsi di lei
per
la virtù che possiede. Riprende altresì di sconve
i possessore dell’oggetto amato. Ma questa censura avrà ben poco peso
per
chi rifletta che don Pietro è un marito per ipote
ensura avrà ben poco peso per chi rifletta che don Pietro è un marito
per
ipotesi del poeta tuttavia fervido amante, il qua
di rado nell’aspro e nell’inelegante ed in certe costruzioni oscure,
per
non dirle barbare col Voltaire. Imita spesso i Gr
tta al Voltaire nel febbrajo del 1749 venga tutta la tragedia ripresa
per
trovarvisi sfigurata la Repubblica Romana ed il c
ci dagli antichi; intempestivo e senza connessione è quello di Oreste
per
la figliuola di Egisto. Non per tanto l’Elettra e
senza connessione è quello di Oreste per la figliuola di Egisto. Non
per
tanto l’Elettra e la Semiramide si reputarono dal
e’ suoi ella dimostrasi così inetta che non sa prendere verun partito
per
la propria salvezza. Nel Serse si desidera ancora
l padre ed il monarca nell’adoperarsi in pro di un figliuolo favorito
per
sedurre la principessa innamorata dell’altro da l
condanna Dario alla morte senza punto sospettar di Artabano, il quale
per
mille indizii, risulta reo dell’ammazzamento di S
he ha varii pregi, ma che si rende singolarmente degna di ammirazione
per
essere stata scritta trovandosi l’autore in età d
e che l’amoroso episodio di Teseo e Dirce da lui stesso riconosciuto
per
inutile e freddo nell’Edipo del Cornelio, non bas
, fa torto al carattere enunciato dell’uno e dell’altra. Innamora non
per
tanto ed interessa il magnanimo carattere di Mari
la gloria e la virtù; si dirà che Tito morendo ebbe un vostro sguardo
per
mezzo de’ suoi rimorsi, che voi l’amate ancora, c
egli esclama, oh patria! indi lo condanna e l’abbraccia. Ne traduco
per
saggio gli ultimi versi: Procolo, che a morir me
gico dell’autor dell’Atreo e del Radamisto. Ma egli si fa distinguere
per
l’umanità, pel patetico, per la libertà che regna
del Radamisto. Ma egli si fa distinguere per l’umanità, pel patetico,
per
la libertà che regna nelle sue tragedie. Quel te
spogliata di ogni intrigo amoroso e piena di arditezze e di trasporti
per
la libertà, fu composta dopo il 1730 e prima del
igliorato anche l’artificio della parlata di Antonio, facendo portare
per
ultimo colpo il corpo di Cesare in iscena, che il
ogni favola, sarebbe in questa la correzione delle passioni eccessive
per
mezzo dell’infelicità che le accompagna. Ma il Co
inesattezze fatte a sì bella tragedia in Francia, meritano indulgenza
per
li pregi che vi si ammirano, pel magnanimo caratt
per li pregi che vi si ammirano, pel magnanimo carattere di Orosmane,
per
quel di Zaira sensibile e virtuoso, per l’altro d
nanimo carattere di Orosmane, per quel di Zaira sensibile e virtuoso,
per
l’altro di Nerestano generoso e nobile, per la do
ira sensibile e virtuoso, per l’altro di Nerestano generoso e nobile,
per
la dolce ed umana filosofia che vi serpeggia. Io
li l’avea già composta, ma si trattenne alcuni anni di pubblicarla, o
per
non farla comparire mentre si applaudiva l’Amasi
nge, in cui sotto nomi differenti si trattava il medesimo soggetto, o
per
attendere che si rallentasse il trasporto che si
oggetto, o per attendere che si rallentasse il trasporto che si aveva
per
la Merope del Maffei. Comunque ciò sia egli si va
fido, lo fa trascinare presso la tomba di Cresfonte, e gli si avventa
per
ferirlo. Ciò è senza ragione. La di lui candidezz
, nè esser commosso quanto nel teatro greco e nella Merope del Maffei
per
affrettar col desiderio la venuta del vecchio che
venuta del vecchio che impedisca l’esecrando sacrificio di un figlio
per
mano della stessa madre che pensa a vendicarlo. I
etto e stupido nel voler ch’ella passi nel tempio insieme col figlio,
per
costringerla alle abborrite nozze, facendola teme
e col figlio, per costringerla alle abborrite nozze, facendola temere
per
la di lui vita? Egli dice: Voila mon fils, madam
embra la seconda scena dell’atto V, in cui egli vien fuori unicamente
per
dire all’ardito eroe: vieni a piè dell’altare Me
uggì al più volte lodato Calepio, e mal grado della di lui parzialità
per
la Merope Volteriana, non potè lasciar di dire ch
dea, non pensando servilmente con gli altrui pensieri, nè vendendogli
per
nostri quando ci sembrino giusti. Il Maometto tra
llo che fu tralle commedie il Tartuffo, cioè un capo d’opera ammirato
per
sentimento dagl’imparziali e screditato e proibit
opera ammirato per sentimento dagl’imparziali e screditato e proibito
per
cabala degl’impostori, per gelosia di mestiere e
to dagl’imparziali e screditato e proibito per cabala degl’impostori,
per
gelosia di mestiere e per naturale malignità de’
itato e proibito per cabala degl’impostori, per gelosia di mestiere e
per
naturale malignità de’ follicularii. Voltaire che
lentezza nell’atto II: che i personaggi talora entrano in iscena non
per
necessità, come dovrebbero, ma per comodo del poe
naggi talora entrano in iscena non per necessità, come dovrebbero, ma
per
comodo del poeta. Ma molte scene inimitabili invi
a impostore. Essi non hanno discordato dall’abate Giovanni Andres che
per
suo particolare avviso vorrebbe banditi dal teatr
tramandato, e migliorato dall’arte del pittore, non può che inspirare
per
lui tutto l’orrore agli occhi dello spettatore pe
può che inspirare per lui tutto l’orrore agli occhi dello spettatore
per
farlo detestare, e servire all’oggetto tragico. P
rchè si cerca che lo scelerato rimanga punito sulla scena? Certamente
per
ricavarsene un frutto morale da far detestare il
ere di prevenire gl’incauti contro l’illusione della superstizione; e
per
conseguenza la di lei rappresentazione lungi dell
zar ti vò ad amarmi. Alzira insino ad or non è vissuta Che sventurata
per
le mie fierezze, Pel maritaggio mio. La moribonda
apparizione dell’ombra del re Nino intento a vendicarsi di Semiramide
per
mano di Ninia suo figliuolo che ignoto a se stess
a di Dario ne’ Persi di Eschilo. Il poeta greco la rende interessante
per
la Persia e per la Grecia; per la Persia coll’ins
ersi di Eschilo. Il poeta greco la rende interessante per la Persia e
per
la Grecia; per la Persia coll’insinuare per bene
. Il poeta greco la rende interessante per la Persia e per la Grecia;
per
la Persia coll’insinuare per bene del pubblico se
eressante per la Persia e per la Grecia; per la Persia coll’insinuare
per
bene del pubblico sentimenti di pace al suo succe
sinuare per bene del pubblico sentimenti di pace al suo successore, e
per
la Grecia col mettere con bell’arte le lodi de’ G
rà che si vuole impedire un incesto; ma Semiramide non conosce Arsace
per
suo figlio, ed Arsace è virtuoso ed innamorato di
ntrare nel mausoleo. Non ha ella altri mezzi più certi e più efficaci
per
liberare il figlio e punire Assur? L’evento tragi
per liberare il figlio e punire Assur? L’evento tragico che ne segue,
per
non essere ben fondato, non persuade, e non produ
be all’istesso partito, e soggiacerebbe a quel medesimo infortunio. E
per
ultimo si noti che Assur dice a Ninia al comparir
che si è passato dentro del mausoleo? come sa egli che la reina muore
per
mano di Ninia? Voltaire che avea ricavate le pre
espear, dal Conti, dal Maffei, pensò all’argomento della Semiramide o
per
la celebre tragedia del Manfredi, o almeno per l’
nto della Semiramide o per la celebre tragedia del Manfredi, o almeno
per
l’Astrato di Quinault, o per la Semiramide del Me
celebre tragedia del Manfredi, o almeno per l’Astrato di Quinault, o
per
la Semiramide del Metastasio o del Crebillon, che
ione dell’Eroe Cinese del Metastasio; ma a quest’opera si rassomiglia
per
l’eroico carattere di Zamti. L’Olimpia in cui tro
uo modo lo scioglimento. Fu molto bene accolta in teatro, e vi rimase
per
varie situazioni interessanti, e singolarmente pe
eatro, e vi rimase per varie situazioni interessanti, e singolarmente
per
l’atto III in cui si maneggia con energia la cont
tomene comparvero tali difetti più manifestamente; Cleopatra si tenne
per
inferiore alle precedenti; e gli Eraclidi molto p
nofi e con Bianca e Guiscardo, le quali rimasero presto di menticate,
per
essere scritte in istile duro, inesatto, prosaico
stri. Edoardo ricusò di prendere in moglie una principessa di Francia
per
cui l’istesso Warwick avea negoziato, e preferì E
endetta meditata da Warwick in questa si rifonde alla competenza nata
per
una donna amata ugualmente dal re e dal generale,
eatro, ma si criticò dagli eruditi cui parve che un carattere dipinto
per
quattro atti come amante vendicativo e geloso e c
re del teatro e dare ad intendere che la sua tragedia dovesse tenersi
per
modello d’arte e di gusto. Discordarono dall’auto
le e molte volte energico; gli accidenti dall’intervallo dell’atto IV
per
tutto il V sembrano troppo accumolati riguardo al
de’ constumi selvaggi e spagnuoli in contrasto. La rassomiglianza che
per
questa parte ha con l’Alzira, non ha nociuto al b
’ Veneziani, perchè Brescia sin dal 1426 si era data alla Repubblica,
per
le oppressioni che soffriva sotto Filippo Viscont
iscono, e diventano, come dice il Muratori, gravosi anche agli amici
per
la loro arroganza e insolenza massimamente verso
taccia di ribelle che gli s’imputa? Furono ribelli gli Spagnuoli che
per
sette secoli combatterono contro de’ Mori per isc
belli gli Spagnuoli che per sette secoli combatterono contro de’ Mori
per
iscuoterne il giogo? Ma sia pure Avogadro un ribe
l suo coraggio non dubbie prove, entrando a viva forza intrepidamente
per
la porta mentovata. Or è giusto calunniare sul te
unniare sul teatro! È questo il bell’esempio da proporsi a’ nazionali
per
tirar tragedie dalla storia patria? Non fu Avogad
sce ad un immaginario suo tradimento la morte che gli fu data, se non
per
natural crudeltà, almeno per ragion di stato. «Tu
dimento la morte che gli fu data, se non per natural crudeltà, almeno
per
ragion di stato. «Tutto l’esercito (dicesi dell’e
), chiedeva ad alta voce il supplizio di lui, e del figliuolo… Invano
per
fuggir l’ignominiosa morte èssi rappresentavano d
seguito con tratti compassionevoli la gara del padre e del figliuolo
per
morir prima, ed il dolore del popolo intenerito.
o del trionfo; ma i Francesi non videro che il trionfo.» Se il Belloy
per
natura, e per istudio fosse stato disposto alla t
ma i Francesi non videro che il trionfo.» Se il Belloy per natura, e
per
istudio fosse stato disposto alla tragedia, non a
stiziati alcuni giorni dopo ; ed anche di ciò vuol dubitare il Belloy
per
questa gran ragione che non sa d’où il emprunte
comporre tragedie nazionali sulla storia, valersi di un nome illustre
per
denigrarlo, e per vestirne un figlio infame del c
nazionali sulla storia, valersi di un nome illustre per denigrarlo, e
per
vestirne un figlio infame del capo del Belloy! E
our servir Rome et Jule, abbandoner son roi? Qual fu poi in sostanza
per
rapporto a’ Francesi la reità di quel papa in que
umano, che vince i Selvaggi e i Cannibali più accaniti e dà a mangiar
per
vendetta i cuori umani? E chi ha imbrattate le mo
gedie, si è distinto negli ultimi anni del secolo XVIII singolarmente
per
Cajo Gracco e per Carlo IX. L’azione del Cajo Gra
to negli ultimi anni del secolo XVIII singolarmente per Cajo Gracco e
per
Carlo IX. L’azione del Cajo Gracco è semplice ma
con freddezza. Più celebrità ebbe Carlo IX in tempo della rivoluzione
per
certa analogia della strage di San-Bartolommeo co
a la compassione tragica che si desidera nella tragedia. L’incertezza
per
altro di Carlo IX sempre irrisoluto sino al punto
rata, è assai ben delineata, e preserva dalla languidezza un soggetto
per
se stesso pieno di terrore ma che nella tragedia
le nel tempo della tremenda esecuzione si trovava in Roma, e Chenier,
per
un abuso della storia simile a quelli ne’ quali i
ò questa libertà audacia stomachevole del poeta . La morale permette
per
istruire di relevare la malvagità, ma non di calu
er non profferisce bellezze luminose; merita però di esser applaudito
per
la purezza, per l’eleganza, e per varii tratti ch
ce bellezze luminose; merita però di esser applaudito per la purezza,
per
l’eleganza, e per varii tratti che mostrano lo st
se; merita però di esser applaudito per la purezza, per l’eleganza, e
per
varii tratti che mostrano lo studio da lui fatto
ttere del Cardinale, benchè alieno da i talenti di quell’attore fatti
per
rappresentar felicemente le passioni tenere ed im
lei commessi. I primi quattro atti trattennero l’uditorio con piacere
per
varii passi pieni di forza e di estro, singolarme
con piacere per varii passi pieni di forza e di estro, singolarmente
per
una felice descrizione dell’Eumenidi. Ma il V att
ar Teseo ad Egeo che ignora di esser suo figlio; l’artificio di Medea
per
giugnere al suo scopo rendendosi vie più padrona
sti in azione o almeno mentovati, de’ quali niuno chiama l’attenzione
per
esser subalterni e non tragici. Finchè io mi trat
attenni in Parigi l’autore avendo richiamato a se il suo componimento
per
ritoccarlo, più non curò di renderlo al teatro o
o per ritoccarlo, più non curò di renderlo al teatro o di pubblicarlo
per
le stampe. Lagouée prodotto aveva prima sull’ist
o stesso argomento, ed ancor meno a Vittorio Alfieri. Il sig. Arnault
per
quanto a me è noto, pubblicò tre tragedie negli u
due volte abbia salvata la Repubblica, ond’è che il Senato si raduna
per
premiarlo dichiarandolo patrizio e senator veneto
pone nel tempo stesso una legge che stabilisce che qualunque senatore
per
imprudenza o per malizia abbia commercio con gli
esso una legge che stabilisce che qualunque senatore per imprudenza o
per
malizia abbia commercio con gli ambasciadori este
morte. La legge è stabilita. Due de’ tre Inquisitori di stato nemici
per
interessi di famiglia, Contarini e Capello, per p
itori di stato nemici per interessi di famiglia, Contarini e Capello,
per
por fine alla loro nimistà, conchiudono che Capel
alla figlia di averle destinato uno sposo illustre, nè più soggiugne,
per
essere stato chiamato al Consiglio. Ella ne mostr
nto di essere ritornato a lei vicino. Viene Capello pieno di contento
per
avere inteso da Contarini che ella ha dato il con
indicato, stimandolo opportuno (in caso che il padre soparavvenisse)
per
l’evasione al palazzo vicino del ministro di Spag
isir que la fuite où la mort. Un ratto proposto da un uomo decantato
per
eroe, per virtuoso annunzia una delle tragedie di
a fuite où la mort. Un ratto proposto da un uomo decantato per eroe,
per
virtuoso annunzia una delle tragedie di Hardy. Bi
ù, ed i virtuosi esortano le fanciulle ad abbandonare la casa paterna
per
seguire l’amante. Bianca per provarglielo vuol gi
fanciulle ad abbandonare la casa paterna per seguire l’amante. Bianca
per
provarglielo vuol giurarle fede di sposa in facci
ene a dir Costanza ), il padre viene e la chiama. Montcassin fuggire?
per
dove? Costanza, per la casa è impossibile, vi son
, il padre viene e la chiama. Montcassin fuggire? per dove? Costanza,
per
la casa è impossibile, vi sono troppi testimoni;
atro rappresenta il luogo dell’assemblea de’ tre Inquisitori. Vi sono
per
essi tre sedie nere su di uno strato nero ancora.
ollega, perchè mi riveli in questo punto che Montcassin è mio rivale?
per
cangiar forse il suo giudice in amante irritato?
rriva; e questo testimone è Bianca velata. Si svela, e dice di venire
per
l’accusato. Dice, Son crime c’est l’amour, l’hym
re pel muro della casa di Spagna. Gl’Inquisitori Loredano e Contarini
per
ciò non si rimuovono dalla sentenza data. Capello
nto appartiene alla storia veneta. Si ha da essa che una gentil donna
per
nome Teresa nata nel 1601 fu moglie di un nobile
te due persone; ma la necessità di andarla a vedere di notte passando
per
un muro del palazzo del Ministro di Spagna, cagio
zo del Ministro di Spagna, cagionò l’ignominiosa morte del Foscarini,
per
la legge di cui nella tragedia francese si parla.
a tragedia francese si parla. Egli non potè allegare veruna discolpa,
per
non pregiudicare al decoro dell’amata, e creduto
e rendette alla favola il fine tragico, e così comparve sulle scene e
per
le stampe. Ecco intanto ciò che rende la storia d
uenza quando l’evento risale alla remota antichità: ma ciò si concede
per
aumentar le molle della compassione e del terrore
ede per aumentar le molle della compassione e del terrore, ma non già
per
iscemarne l’energia. E ciò appunto avviene nella
e con pieno applauso che un francese si credesse estremamente onorato
per
aver meritato un posto tra’ Nobili Veneziani. Mon
er meritato un posto tra’ Nobili Veneziani. Montcassin dunque troverà
per
conseguire l’effetto tragico diversi ostacoli; e
diversi ostacoli; e le lagrime di Bonaparte tutte si saranno versate
per
Bianca. In secondo luogo osservo che l’azione nel
i e coprirla d’infamia. Eccolo in un bivio tragico, ed eccolo ridotto
per
di lei decoro ad un silenzio che lo fa soggiacere
. Contarini padre di Bianca ha saputo da lui stesso l’amore che nutre
per
la figliuola, e Capello promesso a lei in isposo
o. Montcassin in un sol momento è costretto dalla necessità a passare
per
la casa di Spagna; e non offenderebbe punto il de
la casa di Spagna; e non offenderebbe punto il decoro dell’amata, se
per
giustificarsi del delitto di stato confessasse ch
ina, Capriolo, Alberti. b. Brescia era stata distaccata dal Milanese
per
83 anni. Non è dunque vero quelche dice il Belloy
que vero quelche dice il Belloy che era stata sotto il dominio Veneto
per
dieci anni. a. Vedi il libro di m. Gaillard Mela
lieta avventura, ch’egli così ci racconta : Il giorno della partenza
per
Napoli si presentò una vecchierella dicendoci pia
, ed io, commosso, presi la lettera e promisi fare tutto il possibile
per
recapitarla. Imbarcati a Napoli sopra uno Scunner
l piccolo porto di Milazzo. Presa pratica portammo con noi le valigie
per
cambiarci gli abiti, e domandai di un albergo dec
le che muor poco dopo a Palermo. Il ’41 la compagnia parte da Palermo
per
Napoli, ed è sorpresa per via da un legno inglese
lermo. Il ’41 la compagnia parte da Palermo per Napoli, ed è sorpresa
per
via da un legno inglese che la saluta a cannonate
ogni cosa letteralmente distrutta. Siamo al ’60. Egli forma compagnia
per
la Corsica, e in vista del porto di Bastia…… Ma d
, porto dell’ isola di Corsica. Oltre agli artisti da lui stipendiati
per
dare un corso di recite in quella città, aveva se
cinque anni, ed un maschio di due, il di cui nome era Ettore, ma che
per
esser piccolo e grasso era stato da quei comici s
Cavicchi caratterista, fratello della moglie di Gagliardi, che aveva
per
consorte una delle attrici di quella riunione ; e
hiesero al capitano del vapore di ballare. Il legno appena ondeggiava
per
la mancanza di vento, per cui, accesi i lumi, die
pore di ballare. Il legno appena ondeggiava per la mancanza di vento,
per
cui, accesi i lumi, diedero principio alla danza,
i i lumi del vapore. Ordinò subito il capitano di forzare la macchina
per
ritirarsi ; il comando fu eseguito, ma al secondo
china per ritirarsi ; il comando fu eseguito, ma al secondo tentativo
per
entrare, un nuovo e più terribile urto spaccò la
l battello grande, situato al fianco della nave, e quelle della yole,
per
calarli in mare ; ma per l’oscurità, e per la con
o al fianco della nave, e quelle della yole, per calarli in mare ; ma
per
l’oscurità, e per la confusione, la yole rimase a
nave, e quelle della yole, per calarli in mare ; ma per l’oscurità, e
per
la confusione, la yole rimase attaccata, e non fu
ngendo violentemente chiunque tentava seguirli. Fu però inutile anche
per
loro la previdenza, perchè essendo troppo piccolo
ò inutile anche per loro la previdenza, perchè essendo troppo piccolo
per
la quantità che vi saltava dentro, fini col ribal
lorchè quelle gli rapirono la fanciulla. Disperato, si volse indietro
per
ritornare al vapore, ma quella massa nera era spa
sotto di lui fra due acque i morti, o i moribondi naufragati ; e più
per
istinto di salvezza che per riflessione, nuotava,
i morti, o i moribondi naufragati ; e più per istinto di salvezza che
per
riflessione, nuotava, finchè afferrata una piccol
are la terribile sventura, nella prima locanda di Bastia si preparava
per
i comici un’ottima cena. L’amministrazione dei ba
quipaggio sei marinaj. Il capitano, che dopo il suo secondo tentativo
per
entrare nel porto, vide tutto perduto, preferì di
denaro : tutte queste premure fecero sì che io non intentai la causa
per
risarcimento di danni. Le povere vittime trovando
tuito nel cimitero ; e tutte le arti prestarono l’opera loro gratuita
per
erigere un bel monumento che esiste ancora, e che
assisterono al funebre corteo. La mia riconoscenza non verrà mai meno
per
l’ottima cittadinanza di Bastia. Molti giorni dop
figlia, l’aveva fatta seppellire in chiesa, ponendovi una lapide ; fu
per
me una triste consolazione ! Tutti i miei cari ri
inaugurazione con opera e il ballo Carlo il Guastatore. Si organizza
per
la sera di S. Giovanni una gran festa da ballo. V
Dominici, passando in quaresima al ruolo di primo attor giovine, poi,
per
l’improvvisa partenza del Dominici, a quello di p
isa partenza del Dominici, a quello di primo attore, ch'egli sostenne
per
alcuni anni in piccole compagnie, come ad esempio
lla del Figlio delle Selve di Halm), che lasciò subito l’anno di poi,
per
andar primo attore in Compagnia Palamidessi che (
ltre un biennio, e da cui passò primo attore e direttore con Casilini
per
un solo anno ; dopo il quale, eccotelo un trienni
nia Marini, fino al 1894 ; anno in cui si associa con Libero Pilotto,
per
condur finalmente compagnia da solo dopo la morte
a che va innanzi trionfalmente da sette anni. Tutto questo passare
per
quasi quarant’anni da un ruolo all’altro, da una
car cime elevate, alle quali egli si trovò direi quasi senza saperlo,
per
una conseguenza logica del suo gran merito. E la
e possedeva : se ne avvide una sera, in cui dovè ripiegar la parte lì
per
lì, di Cesare Amici nella Legge del Cuore di E. D
ei affermare, sebbene si possa concedere che l’elemento nordico entri
per
qualche cosa nella presente modulazion della voce
ono a tale alterazione : forse celate, forse anche opposte in tutto e
per
tutto a quelle che noi colla nostra gran presunzi
mplice cagione fisica, a un eccesso di fatica nell’uso quasi costante
per
lungo tempo di voci aspre e cupe a ritrar certi t
memoria. Non studio mai ad alta voce. Quello che mi è accaduto prima
per
l’opera da interpretare, mi accade dopo per la pa
o che mi è accaduto prima per l’opera da interpretare, mi accade dopo
per
la parte che vi debbo sostenere. Una volta impara
tti effetti balzano fuori, non cercati e voluti, ma naturali e logici
per
lungo processo di preparazione. Ed è facile capir
io mai ad alta voce. È dunque possibile che taluna volta a lui accada
per
la parola quello che accade ad altri in genere pe
volta a lui accada per la parola quello che accade ad altri in genere
per
la musica, i quali mentalmente credono di ripeter
lcuni momenti de'varii lavori da lui rivelati, gli americani del sud,
per
quanto avesser letto su pei giornali, non avrebbe
ali, non avrebbero mai potuto farsi un’idea. Di quel famoso monologo,
per
un esempio, di Lorenzaccio, in cui egli medita e
co ; ma la linea non c’è, e invece del grottesco abbiamo il sublime e
per
concepimento artistico e per espressione…. Quelle
nvece del grottesco abbiamo il sublime e per concepimento artistico e
per
espressione…. Quelle ondate di respiro mal conten
plastica angolosità, mostrando di seguire in questo metodo di studio
per
l’interpretazione e l’espressione Giovanni Emanue
tieri maestro dello Zacconi, tanto più che, come accade il più spesso
per
ogni attor subalterno, egli, vivendo al fianco de
e ritrasse, certo inconsapevolmente, alcune maniere e inflessioni. Se
per
maestro s’intenda solo, come deve intendersi, col
la fiamma sacra, certo l’Emanuel fu maestro dello Zacconi. Che se poi
per
maestro si volesse intendere colui dal quale si s
a già 27 anni, quando entrò nella Compagnia dell’Emanuel, e lo intese
per
la prima volta. La sua tempra d’artista e il modo
utare a un tratto, e a quella età, sotto l’influenza d’un’altra arte,
per
grande ch'ella si fosse. Anzi : ammiratore convin
ll’Emanuel, spesse volte egli avrà dovuto dissentire da lui, metodico
per
eccellenza, sui diversi modi di estrinsecazione.
diventar lo Zacconi scolaro dell’Emanuel, se uguale ammirazione aveva
per
la forza comprensiva e l’arte profonda e coscient
eva per la forza comprensiva e l’arte profonda e cosciente di questo,
per
gli scatti passionali del Majeroni, per la sincer
ofonda e cosciente di questo, per gli scatti passionali del Majeroni,
per
la sincerità quasi dialettale di Papadopoli, pel
ale di Papadopoli, pel dire intelligente e affascinante del Cappelli,
per
altro di altri ? Come avrebbe potuto, egli, così
tico, riproduttor della vita sulla scena fin da giovinetto, staccarsi
per
sentimento d’imitazione da quella sua espressione
colaro di tutti gli ammalati e i moribondi che osservò negli ospedali
per
raccogliere sinteticamente in una semplice linea
rta fra il glorioso decano de'nostri artisti, Tommaso Salvini, che fu
per
quarant’anni il rappresentante del classicismo a
, sul teatro. Se lo Zacconi, studioso e scrupoloso all’eccesso (anche
per
ciò l’Emanuel aveva già dato un esempio colla rip
lità di quegli spasimi ? Il pubblico, o gli scienziati facenti parte,
per
un caso, del pubblico ? Io credo il pubblico ; il
sul finire del secolo xvii, fu attore al servizio del Duca di Modena
per
le parti di Primo Zanni, sotto il nome di Finocch
hiusione con pochi Avvisi amorevoli agli Apologisti. E quì termina
per
me l’ultimamente uscito Volumetto del Saggio Apol
issimulate le di lui ragioni. Pare ch’egli prepari un altro Volumetto
per
il secolo trascorso, e forse anche un altro ne de
he un altro ne destinerà al XVIII. Io che ho replicato presentemente,
per
quanto prevedo me ne asterrò per l’avvenire, sicu
. Io che ho replicato presentemente, per quanto prevedo me ne asterrò
per
l’avvenire, sicuro della mia retta intenzione, e
etta intenzione, e de’ fatti scenici che riferisco, contro de’ quali,
per
la conoscenza che tengo del vostro modo di disput
o che nelle mani presentatagli da un Villanello? E quando non fossero
per
voi di uso veruno, potranno essi per avventura gi
Villanello? E quando non fossero per voi di uso veruno, potranno essi
per
avventura giovare a qualche altro, che si sentiss
entarvi su certe materie, che forse non vi sarete curato di coltivare
per
tempo, e che oggi vi riescono straniere: Scriben
rlassi a dirittura all’Autore del Saggio, gli direi così: Sovvengavi,
per
non aver tenuto presente questo Avviso, a quanti
vine della Caverna di Salamina: sul passo di Orazio, in cui prendeste
per
rappresentazioni teatrali difettose l’Orso, l’Ele
tenendovi a quelle materie, che conosceste di buon’ ora, e coltivaste
per
lungo tempo. III. Volete evitare di comprom
fra due scogli, o di parere adulatore interessato, o di accreditarvi
per
ignorante. Nel primo caso vi chiuderanno la bocca
icava cosa conveniente, che l’autorità de’ Re dovesse essere notabile
per
bontà, non per astuzia”. Or quanto più ciò convie
eniente, che l’autorità de’ Re dovesse essere notabile per bontà, non
per
astuzia”. Or quanto più ciò conviene a’ privati,
empo, che gli avversarj vivono, e mangiano, e beono, e agiscono, essi
per
diritto di difesa non ometteranno di notare le vo
nete; altrimenti farete due mali, scemerete a voi stesso il credito o
per
parte dell’intendimento, o per parte della volont
i, scemerete a voi stesso il credito o per parte dell’intendimento, o
per
parte della volontà, e perpetuerete gli errori na
ni, e sì bene, che già se ne ammirano molti felici frutti teatrali. E
per
qual crudeltà, per qual capriccio voi solo vorres
già se ne ammirano molti felici frutti teatrali. E per qual crudeltà,
per
qual capriccio voi solo vorreste, che il Teatro p
n più le monete di cuojo, ma le specie de’ metalli preziosi circolare
per
la Spagna? Se nel di lui Regno Bernardo Naranjo,
se stata da qualche Apologista animata a conservare l’antica inazione
per
i fondi commerciali, l’Agricoltura e le Manifattu
ero ora tanti oggetti di stupore, e tanti motivi d’immortali applausi
per
il glorioso MONARCA che oggi la felicita? Vi fior
lla Umanità, opere che assicurano, non che i beni, le vite de’ Popoli
per
tanti anni distrutte dall’intemperie dell’inverno
fiumi e torrenti, e dalla frequenza degli assassini? Vi si vedrebbero
per
real determinazione sin dal 1767. popolati i fera
aesani il celebre Don Jorge Juan, ed oggi veggiamo con piacere aperte
per
la Spagna Scuole non rare di Matematiche pure e m
che pure e miste, di Nautica, di Astronomia, di Architettura Militare
per
le Accademie de’ Cadetti situate in Barcellona, n
ra più colle produzioni vegetali, minerali, e animali del Nuovo Mondo
per
la maggior parte soggetto all’Ispana Monarchia, q
per la maggior parte soggetto all’Ispana Monarchia, qual guerra non è
per
fare a’ pregiudicati lodatori temporis acti, qual
, oggi si và trasportando a gran passi nel famoso Passeggio del Prado
per
farvi nobile vago spettacolo, e insieme per sazia
amoso Passeggio del Prado per farvi nobile vago spettacolo, e insieme
per
saziare con minore incomodo la bella curiosità de
iosi, quanti vantaggi non recherà alle Mediche ricerche? L’entusiasmo
per
le belle Arti del Disegno, che oggi serpeggia per
erche? L’entusiasmo per le belle Arti del Disegno, che oggi serpeggia
per
la Nazione, e l’accende di amore pel vero gusto,
ello Stato. VI. Ma quando pure la vostra vocazione è dichiarata
per
le Apologie, che ad altri sembrano per ogni banda
vostra vocazione è dichiarata per le Apologie, che ad altri sembrano
per
ogni banda infruttuose, studiatevi almeno di comp
vanti la ignoranza, e la rozzezza de’ primi tempi della Città di Roma
per
averli discacciati. Roma guerriera non discacciav
, ammirato da’ Posteri al pari de’ Soloni, de’ Licurghi, de’ Zaleuci,
per
aver saputo ingentilire un Popolo feroce co’ riti
i non riflettono, che essa non l’impedi di gettare stabili fondamenti
per
divenire una Nazione grande, e possente? In oltre
iquie materiali, e poche Città, come Napoli, Regio, Taranto, le quali
per
qualche altro secolo continuarono a conservarsi G
1: “Sono inutili tutti i Libri, in cui la Storia Letteraria si dilata
per
verificare i fatti, e la Letteratura de’ Celti, d
essendo, se non che il mostrare le Scienze acquistate dagli Spagnuoli
per
mezzo di quelle nazioni, non provandosi che ce le
le, che da noi avessero imparato. I Cartaginesi dominarono in Ispagna
per
ben poco tempo, e sempre con inquietudini e turbo
ci avessero eruditi? Pruove e fatti positivi si ce cano. Non vagliono
per
nulla, non sono sufficienti a contentarci le debo
ne di Cadice. Si dubita parimente, che Cadice sia fondazione Fenicia,
per
quel che dice Sallustio ne’ Frammenti, cioè che n
Cartaginese, una Nazione generosa difenditrice della propria libertà
per
tanto tempo contro le forze più poderose della Ro
. . Nelle avverse “Fortune fu maggior, che quando vinse?” Che seppe
per
amore e zelo della Religione sacrificare eroicame
ricano Annibale, e di pregiarsi della Lingua Greca che costui sapeva,
per
averla appresa in queste terre da Sosilo Spartano
fossero mai stati Spartani o Cartaginesi? Ha bisogno tal Nazione, che
per
onorarla si ricorra ad ostentare la Gramatica che
rseggiare accennato da Strabone nel III. Libro della Geografia? e che
per
giunta si conchiuda, che intanto che gli Spagnuol
ro ignoranza, quando che ciò è contrario al vero, mentre i Romani ben
per
tempo furono ne’ due primi secoli Gramatici e Ver
di chiamarsi Provenzale, o di convertire i suoi Popoli in Provenzali,
per
participare dell’efimera anticipazione nel verseg
entativa? Di sì meschine gloriole, di queste apologetiche petitesses,
per
dirla alla Francese, ha bisogno la Madre de’ Garc
Vega, degli Errera, de’ Leonardi di Argensola? Ha bisogno la Spagna,
per
finirla, di un Tomo Apologetico per sostenere i m
Argensola? Ha bisogno la Spagna, per finirla, di un Tomo Apologetico
per
sostenere i mostri teatrali del Vega e di Caldero
, Signori Apologisti, troppo di soda gloria è ricca la vostra Nazione
per
aver bisogno di accattare da’ vanti spregevoli e
Lettera distrugge ancora le congetture tratte dalla Sacra Scrittura,
per
la fondazione di Cadice da’ Fenici 400. anni prim
a sede al Palazzo Rinuccini e contava recitanti egregi, tra cui primo
per
verità e spontaneità e finezza il porta-lettere F
ademia Fiorentina passò a quella de' Fidenti, dalla quale uscì l’ '81
per
andare scritturato con Adeleide Tessero, che lo a
to e festeggiato. Fu l’ '86 con Novelli, e l’ '87-'89 con Pietriboni,
per
diventar poi capocomico assieme a Paladini, colla
Talli-Sichel-Tovagliari, una delle più fortunate del nostro tempo, sì
per
la novità e originalità del repertorio, sì per la
e del nostro tempo, sì per la novità e originalità del repertorio, sì
per
la spigliatezza e l’affiatamento. Stette poscia c
a Compagnia che s’è conquistato il posto primo tra le prime, non solo
per
le parti che la compongono, ma anche, e più, per
a le prime, non solo per le parti che la compongono, ma anche, e più,
per
la bella armonia dell’ assieme, si sfascierà tutt
anche, e più, per la bella armonia dell’ assieme, si sfascierà tutta
per
dare nuove missioni da compiere, nuovi ideali da
ma se uno v'ha che possa riuscirvi, egli è certo Virgilio Talli, che
per
la fierezza dell’indole e la pervicacia nella lot
ra di entrare alla Commedia Francese, ma ella non accettò e si ritirò
per
sempre dalle scene. Morì a Parigi il 22 febbraio
1716, poco innanzi che la Commedia italiana si riaprisse al pubblico
per
ordine del Duca d’Orléans, reggente, e sotto la d
tuti ; era la ragazza vivace e astuta, capace di tener fronte ad essi
per
spirito e destrezza. Colombina, or padrona, or se
… Essere insulso !… Bellezza addormentata ! Ma quando la donna, bella
per
giunta, ha quel tanto di vita e di giocondità che
bella per giunta, ha quel tanto di vita e di giocondità che ci vuole
per
divenir piacevole, ah…. schiettamente, se fossi u
a di vedervi. Arlequin. Comediarò quando havrò trovà dei Comedianti
per
Comediar. Colombine. Che personaggio fate ? Ar
e, ve donerò un bon rolo. Colombine. O Signor si ; ho un gran genio
per
la comedia. Ma come Vossignoria dice, voglio un b
genio per la comedia. Ma come Vossignoria dice, voglio un bon rolo ;
per
esempio le rolle du Portier che maneggia l’argent
Mais quelle Piece joüerez-vous d’abord ? Arlequin. Noi cominciaremo
per
l’incendio di Troja. Colombine. Ah sì sì, mi pia
rincipale. C’est moy qui feray le Cheval de Troye. Colombine. Ditemi
per
grasia l’historia di questo incendio di Troja.
sujet fort élevé. Colombine. E chi diavolo vorrebbe montar così alto
per
veder la Comedia ? Arlequin. E bene, giocaremo g
nio su cui s’aggirano tutte le figure di una commedia : la padroncina
per
ajuto, la padrona per gelosia, i padroni vecchio
tutte le figure di una commedia : la padroncina per ajuto, la padrona
per
gelosia, i padroni vecchio e giovane, raggirati,
na per gelosia, i padroni vecchio e giovane, raggirati, sbeffeggiati,
per
amore, arlecchino, il futuro marito naturale, per
rati, sbeffeggiati, per amore, arlecchino, il futuro marito naturale,
per
ira, per amore, per gelosia, per disperazione, pe
ffeggiati, per amore, arlecchino, il futuro marito naturale, per ira,
per
amore, per gelosia, per disperazione, per…. tutto
per amore, arlecchino, il futuro marito naturale, per ira, per amore,
per
gelosia, per disperazione, per…. tutto…. In sino
lecchino, il futuro marito naturale, per ira, per amore, per gelosia,
per
disperazione, per…. tutto…. In sino a che la serv
o marito naturale, per ira, per amore, per gelosia, per disperazione,
per
…. tutto…. In sino a che la servetta ha seguito l’
traccia, essa ha avuto sulla scena una parte spiccatissima e un ruolo
per
sè. Chi abbia come me veduto e sentito nella Came
ademia sotto il modesto titolo di Arcadia, le cui colonie si sparsero
per
l’Italia tutta. L’antica poesia de’ Greci e de’ L
ini ricondotta trionfante ne’ Sette Colli inspirava disprezzo e pietà
per
le scuole gongoresche e mariniste, e venerazione
e pietà per le scuole gongoresche e mariniste, e venerazione e amore
per
Dante e Petrarca che bevvero in que’ puri fonti.
e che prescelse, ad onta di averla renduta al possibile armoniosa, sì
per
esser nuova sul teatro (ma non inventata dal Mart
(ma non inventata dal Martelli, come sognando asserì il Barretti) sì
per
la rima e la monotonia che l’accompagna ; e le di
lime ed enfatico ; ma quanto acquista con i modi di dire, tanto perde
per
lo stucchevol vezzo delle rime. La semplicità del
crudele, di Solimano, conferiscono al merito della Perselide. Veggasi
per
saggio dello stile e della versificazione il mono
a Zeanghire che muore suo amico : Mustafo Quel che udisti e vedrai,
per
pietà non gli dire, Se no, invidia e dolore te lo
poco più importante del Teatro Italiano compilato dal Maffei ? A ciò
per
avventura si opposero le loro letterarie querele.
bella semplicità cui si attenne nel tesserle, piacque agli eruditi, e
per
questa parte fu applaudito dall’istesso Martelli.
arietà de’ metri, e sventuratamente elesse l’endecasillabo sdrucciolo
per
verso principale (già usato dal Grattarolo nell’
Papiniano. Sopratutto sì encomii col dotto critico Pietro di Calepio
per
aver saputo travestire ed applicare all’ azione q
ritico dozzinale colui che proponesse alla gioventù un solo scrittore
per
modello per la difficoltà di trovarsene alcuno ne
nale colui che proponesse alla gioventù un solo scrittore per modello
per
la difficoltà di trovarsene alcuno nel suo genere
re che raccolse da molte leggiadre donne gli sparsi pregi della beltà
per
formarne la sua Venere. Questo esser dee l’uffizi
29, ed Orazia che si pubblicò unita con le altre nel 1752. Vinse egli
per
gravità, e per versificazione il Gravina, e scorg
he si pubblicò unita con le altre nel 1752. Vinse egli per gravità, e
per
versificazione il Gravina, e scorger fece non di
diede come il primo alla sua favola il titolo di Orazia, ma conservò
per
lei sola tutto l’interesse sino all’ atto V ; là
azio collo sposo della sorella, il contrasto delle allegrezze di Roma
per
la vittoria ottenuta da Orazio colle smanie di Or
zze di Roma per la vittoria ottenuta da Orazio colle smanie di Orazia
per
essere questa riuscita sanguinosa e per lei tanto
Orazio colle smanie di Orazia per essere questa riuscita sanguinosa e
per
lei tanto funesta per la morte dello sposo, e fin
Orazia per essere questa riuscita sanguinosa e per lei tanto funesta
per
la morte dello sposo, e finalmente l’azione del V
ta per la morte dello sposo, e finalmente l’azione del V interessante
per
l’ammazzamento di Orazia, pel pericolo di Orazio
te per l’ammazzamento di Orazia, pel pericolo di Orazio condannato, e
per
la patetica aringa di Publio in pro del figlio su
a’ Padri dell’ Oratorio detti G rolimini di Napoli, e glorioso ancora
per
la rinunzia dell’arcivescovato di Salerno, e del
lerno, e del vescovato di Lecce a lui offerti, morì nel 1753 ammirato
per
le sue virtù. Sin dalla prima gioventù mostrò gus
a gioventù mostrò gusto e buon senno colla scelta di ottimi argomenti
per
due sue favole impresse in Napoli nel 1715, il Cr
l La Fosse pel piano meglio ragionato, pel costume più convenevole, e
per
l’arte di muovere la compassione. Vero è, che all
della mitologia. Pure non è così grande lo svantaggio dell’ Italiano
per
le sentenze e per la locuzione, nè gli affetti ri
Pure non è così grande lo svantaggio dell’ Italiano per le sentenze e
per
la locuzione, nè gli affetti riescono in lui sì p
nobile e grave ; una costante regolarità ; la sceneggiatura moderna,
per
cui quasi mai il teatro non rimane voto ; i carat
de la bella Cagion del pianto mio, che vuol nell’onde Precipitarsi, o
per
tornarmi in braccio O per fuggir gli oltraggi, e
nto mio, che vuol nell’onde Precipitarsi, o per tornarmi in braccio O
per
fuggir gli oltraggi, e rattenuta Vien dal rio pre
agica scena ! Eustachio S’interpone e cresce Più ognor l’aere fra noi
per
lontananza ec. Ricca miniera di affetti e di car
ltaire la Francia avea un teatro tragico già rispettato e frequentato
per
Corneille e Racine ; là dove l’Ermenegildo del Ma
ila che ha preceduto il sacrificio fatto da Arpago del proprio figlio
per
salvar la vita al picciolo Ciro nel melodramma de
uesto è maggiore l’eroismo del cambio che fa Idamè del proprio figlio
per
l’Orfano reale, perchè è il padre stesso che vuol
no reale, perchè è il padre stesso che vuol sacrificare il suo sangue
per
la regia prole. Meriterebbe anche che si trascriv
avità, la precisione e la verità propria della passione e del teatro,
per
la quale il Conti costantemente schiva ogni vano
e la proprietà mirabile ne’personaggi imitati. I suoi Romani (ciò che
per
lo più si desidera in varie tragedie straniere) c
emi da essi seguiti secondo la storia. Volle il Conti far uso de’Cori
per
riunire alla tragica rappresentazione la musica c
musica che le conviene ; e questa può esser forse una delle ragioni,
per
cui i commedianti più non le rappresentano, schiv
regi generali dello stile, del costume e del metro, si rende notabile
per
la forte aringa di Bruto animata da solida eloque
buoni tragici moderni(a). Il marchese Scipione Maffei veronese chiaro
per
dottrina ed erudizione trasse dalle greche favole
n cui il vecchio Polidoro giugne a tempo a trattener la madre che stà
per
trafiggere il figliuolo ? del vivace atto V ove t
or teatro Ismene che parla della febbre di Merope ? che questa regina
per
iscarsezza d’arte del poeta si avventa due volte
ivoluzione e l’ammazzamento di un re ? Gli sforzi stessi del Voltaire
per
deprimerla, dopo di essersi ornato delle sue prin
ella patria in ogni incontro. L’ammazzamento dell’addolorata Demodice
per
mano del fratello Critolao avviene appunto per le
ll’addolorata Demodice per mano del fratello Critolao avviene appunto
per
le di lei imprecazioni e contro Tegea loro patria
golarità e nel colorito delle passioni alla Demodice ; ma le sovrasta
per
nobiltà e grandezza di stile e per la semplicità
oni alla Demodice ; ma le sovrasta per nobiltà e grandezza di stile e
per
la semplicità dell’azione avvivata però da un mov
; ma vi si evita il particolareggiar soverchio, come altri ha fatto,
per
additare appuntino i fatti della tragedia. Vi si
ero intoppo. Antigona madre di Giocasta (che Creonte volle far morire
per
mano del proprio figliuolo Osmene di lei marito)
essioni convenienti ; ma ella ciò dice pensando in fatti di eseguirlo
per
vendicarsi, senza riflettere all’ impossibilità d
orse che più che tragedia parrà questa Giocasta un romanzo drammatico
per
tanti colpi di teatro e per le avventure che in e
rrà questa Giocasta un romanzo drammatico per tanti colpi di teatro e
per
le avventure che in essa si accumolano in poche o
e. Viva e patetica è la preghiera che fa nell’ atto I Osmene al padre
per
non isposar Giocasta. È tenera la riconoscenza di
e col coro continuo lavorato con troppo servile imitazione de’ Greci,
per
la quale esse riescono fredde e nojose, la Temist
si parlò delle di lui tragedie. Comunicato lo spirito di simil genere
per
la riuscita del Conti, del Martelli, del Zanotti,
nti, del Martelli, del Zanotti, del Marchese e del Maffei, si diffuse
per
l’Italia tutta, e molte tragedie regolari e giudi
sservante nato in Lucca nel 1686 e morto in Roma nel 1758, conosciuto
per
gli sforzi perduti contro la Storia Civile di Pie
ama all’italico coturno. Alfonso Varano de’duchi di Camerino distinto
per
natali, per dottrina e per ingegno poetico morto
ico coturno. Alfonso Varano de’duchi di Camerino distinto per natali,
per
dottrina e per ingegno poetico morto in Ferrara c
fonso Varano de’duchi di Camerino distinto per natali, per dottrina e
per
ingegno poetico morto in Ferrara carico di anni e
lo. Offre questa tragedia al sagace osservatore molti passi pregevoli
per
nobiltà ed eleganza di dizione. Nobilmente si esp
luppate le angustie dì Artamene combattuto dal colpevole amore che ha
per
lui la madre e dall’odio che Arsinoe ha per Seleu
al colpevole amore che ha per lui la madre e dall’odio che Arsinoe ha
per
Seleuco. Egli conchiude : Per vie diverse Congiu
tto IV si ammira una situazione tragica assai bene espressa. Artamene
per
un falso foglio diviene reo di una congiura press
afitto nel cor. Tu mi accusasti Che di Seleuco io meditai la morte, E
per
aver qualche ragion sul trono, Chiesi a te le tue
L’agitazione di Seleuco nel dubbio che il soldato non giunga a tempo
per
impedirla, è piena di moto ed espressa acconciame
ragedia si conchiude con lieto fine, non ostaute la morte di Berenice
per
l’interpretazione dell’oracolo fatalmente colpevo
stacolo potrebbe nascere dall’ostinazione di Artamene a non palesarsi
per
Demetrio in tempo che non si sono ancora le cose
lla tragedia, se non quando Demetrio noto alla madre tace eroicamente
per
non recarle onta e nocumento. So bene che tal con
silenzio non si dovesse rompere. Queste osservazioni però basteranno
per
impedire che si registri sì nobil favola accanto
e in esso è la dipintura della feroce grandezza d’animo di Giscala, e
per
molte sce ne vigorose e teatrali, e singolarmente
o di Giscala, e per molte sce ne vigorose e teatrali, e singolarmente
per
quella dell’atto III, in cui egli s’intenerisce c
dal campo nemico, come avvenne ad Attilio Regolo servo in Cartagine,
per
proporgli la resa, e da lui con isdegno rimandato
ni generali, ed accennò solo che le circostanze legavano loro le mani
per
non ispargervi tutti que’fiori che il fecondo lor
trezza nel colorire i caratteri, sentimenti grandi, nulla a lui manca
per
esser collocato tra’migliori tragici. Sopra tutte
puro nel linguaggio, grande sempre, sempre elegante, e forse talvolta
per
questo appunto alquanto uniforme. L’istesso suo p
se seconda sua tragedia ci dipinge un penitente che potrebbe annojare
per
la sua abjezione, e pure è condotto con tanto sen
sta pietà divenendo sensibile al suo pericolo. L’autore senza curarsi
per
altro di farsene un merito, pensa che di tal cara
di Giuda. Ben è vero che in Manasse tutto è rettificato, e migliorato
per
la verace divinità ; ma anche in ciò il Granelli
Manasse, salva la tragedia (e l’avvertì pure l’autore) dallo sciorsi
per
macchina, e dà luogo a una serie di cose che cond
la solita nobile, e grandiosa propria dell’autore, e sembra solo, che
per
gli ragionamenti troppo prolongati, benchè conven
ionamenti troppo prolongati, benchè convenevoli ed eleganti, serpeggi
per
sì bella tragedia qualche lentezza. Dione che li
enzione, d’intreccio, e di scioglimento ? Qual taccia daremo al Dione
per
non riporlo tra le prime tragedie italiane ? Non
è gli promette di dargli in mano Apollocrate figliuolo di Dionigi. Ma
per
tale utile tradimento, ben potrebbe egli ottener
er tale utile tradimento, ben potrebbe egli ottener dal re l’immunità
per
gl’inganni passati (come suol concedersi a’ rei c
cciato tiranno, ed anche Ireno. Tante supposizioni a favor dell’empio
per
avvolgere e disviluppar questo nodo, danno indizi
ubbio di Alcimene e di Callicrate, se si fosse assicurato di entrambi
per
attendere sulla congiura maggior luce dall’amico
lio di Callicrate di fingersi egli stesso traditore e nemico di Dione
per
iscoprire i veri congiurati. Ma la storia non att
el quarto (quando dovrebbe crescere) già prende un aspetto più pacato
per
l’esame liturgico su i sacrifizii e i voti tra Oz
altre lagrime ella non ottiene se non quelle che spargevansi fra noi
per
le nostre fanciulle destinate a rendersi religios
i, fa mestieri mentovare le tragedie latine composte nel secolo XVIII
per
lo più da’ gesuiti. Marcantonio Ducci fece imprim
l’autore : Due stille sol di colto mel gustai, Ecco il mio fallo, e
per
sì poco io muojo. Lo stile di questa favola non
o ogni arbitrio dal proprio giuramento e dallo zelo temuto di Samuele
per
la volontà del cielo enunciata dal sacro oracolo
ata dal sacro oracolo ? Quanto alla prima scena del IV Saule potrebbe
per
l’affetto naturale venire con ripugnanza all’esec
cielo condanna. Egli intanto convoca un consiglio di Abnero e Samuele
per
deliberare su di ciò che pur non è più in suo arb
i nella scena terza dell’ atto Il a prova accusano ciascuno se stesso
per
liberare il fratello dalla colpa e dal pericolo ;
energica giustificazione. Notabili sono questi versi. Dolce è morire
per
la patria, tutto Per lei versiamo il sangue, ella
ammi Atene Morir così come l’ho già salvata. Fido pugnai, fido morrò
per
lei. Ma paga di me sol sia tua vendetta, Il frate
l gara ; nell’atto IV i medesimi che sono stati liberati da Demetrio,
per
salvare il padre anche accusano se stessi a vicen
L’autore non ignorava la censura del Voltaire alla Merope del Maffei,
per
essersi questa regina due volte avventata al figl
n chiaro giorno in mezzo alla corte ed al popolo la rende infruttuosa
per
lo spettatore, perchè incredibile e spogliata del
di lui Serse. I terrori di questo re nella scena prima dell’atto III,
per
l’ombra che l’ incalza e lo spaventa, sono alla s
e vedovili panni Tutto lo ricoprian : celava il volto Lugubre velo :
per
le man traea Tutto sparso di lagrime un fanciullo
tori di tragedie anche il Napoli-Signorelli autore di questa istoria,
per
l’opera che fece imprimere in tre tomi in Milano
l’Alfieri nella sua Merope, che tutti vollero dipingere una madre ; e
per
tale scopo si è pur tradotto l’Orfano della China
agedie. NOn ha poco contribuito ad inspirar tra noi e diffondere
per
le italiche contrade un nuovo ardore per la poesi
nspirar tra noi e diffondere per le italiche contrade un nuovo ardore
per
la poesia tragica il generoso invito del sovrano
Farnesi. Fra varie tragedie prodotte dal comparire del real programma
per
tutto l’anno 1782, cinque sole meritarono la coro
olezza del costume e colla regolarità della condotta. Non basterà ciò
per
convincere i maldicenti Freloni enciclopedici del
Freloni enciclopedici dell’utilità del disegno del real Protettore, e
per
mostrare che l’Italia non è sì lontana dal calzar
alla Fedra, all’Alzira, al Radamisto. Molto meno si pensa di proporle
per
modelli a chi voglia ottenere una corona dalle ma
tre volte tornare alla vista dell’uditorio l’ apparato del Decemviro
per
profferir la sentenza sulla condizione di Virgini
te la citazione de’testimonii, ed il darsi ogni fiata nuova dilazione
per
sospendere la sentenza, sembra scarsezza d’arte.
regolare, bene scritta e ben verseggiata, e pregevole particolarmente
per
la semplicità delle greche favole, e pel decoro d
osi di scena decorati con pompa, e sovente combinati a forza. Tutto è
per
me teatrale ciò che sa interessar chi ascolta ; a
uando si ottiene con minore apparato, e senza molte ipotesi. Dico cio
per
certi nuovi antorelli subalterni che sogliono rip
ere. Nell’ atto V Penelope si lamenta del tripudiar che fanno i proci
per
la morte di Ulisse, stando a mensa con Telemaco,
ida un vecchio, oh stelle ! ferma. E intanto Un dolce sospirar s’alza
per
tutte Le Italiche cittadi ; e in tutta Europa Del
e’ fonti Greci e Romani, e nell’ Arno, e non temete di alzarvi a volo
per
l’intera faccia dell’ universo, Versate allor ne
nderlo feroce e spietato. Figlio di Arminio si sforza di ogni maniera
per
dissuaderlo dal soggettar la patria colle istesse
a spedizione in Roma, e l’intenzione de’ Romani. Gismondo propone che
per
resistere è necessario che Arminio de’ Cherusci i
tringe al suo ritorno in Itaca, ma ne contiene anche la morte seguita
per
mano di Telegono suo figlio non conosciuto. Nè ci
elegono suo figlio non conosciuto. Nè ciò parve all’autor sufficiente
per
una favola di cinque atti, e vi aggiunse anche la
poso da farsi da Penelope tra’ Proci, gli artificii del saggio Ulisse
per
rompere l’alleanza de’ due amanti principali, sem
anno precedente. L’amor disperato e funesto dell’ appassionata Bibli
per
Cauno suo fratello segue le tracce della Fedra di
o alla passione, ha inviate trall’atto III ed il IV un foglio a Cauno
per
iscoprirla ; ma tosto ne sence ribrezzo ed orrore
aile poesie di Ossian. Prendono talvolta l’espressioni qualche novità
per
le immagini di nubi, di meteore, di raggi di luna
le de’ popoli cacciatori introdotti nel Calto dovrebbero esser sempre
per
molti gradi lontane dalle idee de’ popoli culti e
si vitupera nè si loda ! guai di quello ancora che ha solo se stesso
per
lodatore e qualche suo compiacente amico ! L’indi
. Forse l’orrore di una tragedia di uno che muore di fame, prolongata
per
cinque atti, non permette varietà di situazioni e
ette in maggior movimento le passioni sulla scena, e una spietatezza,
per
dir così, riposata alla maniera di Caligola, qual
lamenti. Tale è pure il congedo ch’ egli prende dal nemico mancando
per
debolezza : Figli…Guelfo…ove siete ?no…io muojo
ra di Milano, e Pentea argomento tratto dalla Ciropedia di Senofonte,
per
le quali non può dubitarsi che l’autore progreden
’autore progredendo nella carriera avrebbe verificate le speranze che
per
esse si concepirono. Il bolognese Flaminio Scarpe
tragedie la Zaffira e la Saffo. Tutti questi scrittori meritano lode
per
alcun pregio che traspare nelle loro composizioni
bero arbitrio e della predestinazione, e quando Ciro è vicino a morte
per
la ferita ricevuta, un sacerdote Ebreo l’esamina
e all’illustre autore di averne ideato un piano assai più convenevole
per
la scena tragica di quello del Shakespear. Confes
ue vesti si accordino col suo volto, ed entrambi poi tentano ogni via
per
ingannarsi scambievolmente, ne sembra anzi comica
arsi scambievolmente, ne sembra anzi comica che tragica. Aggiungeremo
per
amor del vero, che il carattere della sua Cleopat
esse nel 1798. L’autor filosofo ha saputo rintracciar nuovi argomenti
per
la scena tragica ne’ bassi tempi che ne sono così
sono così fecondi. L’istituzione dell’ Ordine militare della Mercede
per
la redenzione degli schiavi dalle mani barbaresch
de per la redenzione degli schiavi dalle mani barbaresche, gli sugeri
per
la prima tragedia intitolata Ormesinda un’ azione
ne, essendosene imprudentemente allontanata la guarnigione de’soldati
per
una sortita. Dal Vargas nella cronica di quell’ O
Mercede e diviene professo. Alfonso padre di Ormesinda giugne in Fez
per
riscattare gli schiavi, e trova Ormesinda viva. T
re il nome di colui che le fu destinato sposo. Alfonso assicura che è
per
lei perduto e morto, ma Albumasar trova che è viv
zioni, ed esercitano singolarmente la virtù di Ormesinda, che implora
per
essi la pietà del sovrano. Intanto alcuni nemici
quale si meraviglia di Alfonso che vuol lasciare in Affrica Ormesinda
per
un arcano che non rivela ; e di Consalvo che si d
nso è suo padre, e Consalvo il suo sfortunato amante. Il re, irritato
per
le reticenze de i due e commosso dalle di lei pre
le nel 1312 ; e dall’altra parte reputati innocenti e sterminati solo
per
la rapacità del nomato re di Francia che aspirava
Purtler e da altri. L’autore si vale della lagrimevole strage di essi
per
fondamento e strato della sua favola ricca di qua
Templarii ama Enrico di Abarca che d’ordine sovrano dovè allontanarsi
per
guerreggiare in Affrica. Ma Ramiro padre di lei a
ta l’ambasciata in sensi amichevoli manifesta a Ramiro l’amore che ha
per
la sua figlia, e Ramiro mostra rincrescimento di
vicino ad Anagilda già sposa di un altro ? Qual colpo ! qual fulmine
per
lei ! Fernando che sorviene, racconta in qual gui
e di Anagilda, e trovarsi ella stessa in Morviedro, e facendo premure
per
parlarle, intende di essere già congiunta in matr
ne a salvare Anagilda ; ella ripugna di seguirlo ; ed egli si affanna
per
liberarla dal pericolo imminente, e si getta a’su
da sguainata vuole impedirlo, e nel dirizzarsi a Rodrigo lo riconosce
per
suo padre, si confonde, si umilia, pugnando nel s
ante di essere già sposa di un altro, che non isdegnerebbe riconoscer
per
sua l’istesso Racine. Nel IV degna singolarmente
emico Di Ramiro e Fernando ? Ogni soccorso Che m’offra il braccio tuo
per
me diventa Onta e martir. Su queste mura il padr
Anagilda Ad Anagilda. Anche la settima del medesimo atto è singolare
per
la riconoscenza di Fernando del proprio genitore
r la riconoscenza di Fernando del proprio genitore in Rodrigo, mentre
per
difendere Anagilda gli va incontro con la spada s
72. Non si può dire quale indignazione prese taluno che potè leggerla
per
lo strazio che ne fece. Egli scrisse ancora il Te
frequenti involontarii versi. Rassembra a una musicale opera informe
per
la moltiplicità delle azioni di tre eserciti, di
veruno effetto tragico, essendo un manifesto traditore della patria ;
per
la lingua impura e barbara si rende disprezzabile
ella patria ; per la lingua impura e barbara si rende disprezzabile ;
per
la stile or si eleva, ora batte lo stramazzone ;
disprezzabile ; per la stile or si eleva, ora batte lo stramazzone ;
per
la versificazione in dieci o dodici versi si alza
nto tollerabile se non lodevole. Ma l’autore avendo fatto ogni sforzo
per
abolirne la memoria, si è conformato all’ avviso
Passiamo al Gerbino, ed al Corradino ch’ egli accarezzò, e riconobbe
per
sue. Gerbino si pubblicò nel 1787, e si recitò t
a, le situazioni dovrebbero essere più tragiche, abbondar di rispetto
per
chi ascolta servando onestà, giacchè vi si fa pas
di rispetto per chi ascolta servando onestà, giacchè vi si fa passare
per
virtù l’incontinenza, e vi si ostenta onore, ment
ia l’esser nazionale, s’intende, e si è mille volte ripetuto ; ma che
per
essenza tale esser debba per dirsi tragedia, nè s
de, e si è mille volte ripetuto ; ma che per essenza tale esser debba
per
dirsi tragedia, nè s’intende, nè si accorda. Se q
corda. Se questo ne fosse un requisito essenziale, ne seguirebbe, che
per
noi moderni non sieno tragedie quelle che ci rima
alle altre nazioni settentrionali. Con simil norma non riconosceremmo
per
tragedie le moderne che vertono su’ fatti orienta
Bajazet, la Semiramide, l’Orfano della China ecc. passar non debbono
per
tragedie in Italia, giacchè non appartengono alla
nne le nostre tragedie Ugolino, Giovanna I, Piccinino ec. Non saranno
per
noi tragedie Zaira, Tancredi ecc., Carlo d’Inghil
le loro tragedie a noi pervenute contengano argomenti greci, e perciò
per
essi nazionali, chi sosterrebbe che tali tutte st
ripetute con accuratezza maggiore nella presente. Si scusa finalmente
per
gli amori del suo Corradino ; sostiene che sono t
za amori da riempiere il voto di cinque atti e trattenere il pubblico
per
due ore. Ma dovea imparar per tempo quest’arte da
di cinque atti e trattenere il pubblico per due ore. Ma dovea imparar
per
tempo quest’arte da i tre gran tragici greci, o a
a alla stessa gioventù i miei voti perchè si provi a prender di nuovo
per
mano l’argomento del Corradino, e gli renda il pa
l’autore due altre tragedie scritte più tardi ma non ancor pubblicate
per
le stampe, l’Erode Ascalonita senza amori, senza
ita senza amori, senza donne e senza confidenti, che sveglia la pietà
per
l’innocenza sventurata, ed i rimorsi tragici del
o ultima tragedia che io conosco del Cicala in grazia dell’ amicizia,
per
avventura supera le altre nell’ unità dell’ azion
upera le altre nell’ unità dell’ azione e dell’ interesse che è tutto
per
Ottene. I caratteri del padre amante della figlia
fratello e del padre che all’ udire che i numi chiedono il suo sangue
per
salvare la patria, a somiglianza d’Ifigenia, spon
sonaggi sono dipinti con colori vivaci ; ed il cangiamento lieto, non
per
macchina, ma per l’arrivo opportuno di Licida che
nti con colori vivaci ; ed il cangiamento lieto, non per macchina, ma
per
l’arrivo opportuno di Licida che avendo ucciso Is
ore della drammatica poesia il marchese Giovanni Pindemonte di Verona
per
aver fornito al teatro diversi componimenti appla
i componimenti applauditi. I Baccanali pubblicati in Venezia nel 1788
per
la regolarità della condotta e per la forza de’ c
ali pubblicati in Venezia nel 1788 per la regolarità della condotta e
per
la forza de’ caratteri e per diversi tratti robus
1788 per la regolarità della condotta e per la forza de’ caratteri e
per
diversi tratti robusti fè concepire alte speranze
isa onde il vecchio Ebuzio trafitto da cento colpi pensa a tramandare
per
una baccante la notizia del proprio eccidio ad un
ra di Scozia sempre accolta con applauso in teatro. Matteo Borsa noto
per
varii lavori eruditi, e l’abate Giuseppe Biamonti
i altro. Aveano trattato quest’ argomento in Italia con pari felicità
per
diverse vie il Rucellai serbando i cori e la cond
ortamente adattandone l’azione alle moderne scene. Gian Rinaldo Carli
per
altro l’avviluppò d’inganni, amori ed avventure r
mise all’ azione una nuova ipotesi della peste onde Tauri è afflitta,
per
cui si è spedito Reso a consultare l’oracolo di A
la venuta di Reso si faccia cadere comodamente nel punto che Oreste è
per
cadere sotto la sacra bipenne. La riconoscenza se
sotto la sacra bipenne. La riconoscenza segue diversamente, cioè non
per
la lettera d’Ifigenia da recarsi in Argo come nel
ologna dobbiamo Carlo I Re d’Inghilterra, tragedia comendabile uscita
per
le stampe nel 1783, in cui non si ripete qualche
astrofe della costituzione di un popolo che conculca le proprie leggi
per
alzare un tempio alla libertà nazionale, sacrific
mpio alla libertà nazionale, sacrificandole con formalità giudiziarie
per
prima vittima la vita del proprio sovrano. Il Mor
di empia politica : Farfè che rappresenta tutto l’entusiasmo inglese
per
la libertà, per cui si occulta a’ suoi sguardi l’
ca : Farfè che rappresenta tutto l’entusiasmo inglese per la libertà,
per
cui si occulta a’ suoi sguardi l’atrocità enorme
rseguitato dallo zelo di Dunstano perde la vita, il regno, e la sposa
per
essersi congiunto in matrimonio con Elgiva sua cu
, ossia la Morte di don Carlo figliuolo di Filippo II, ed il Rodrigo,
per
le cui lascivie passò la Spagna sotto il dominio
dice l’istesso autore, essendo stato pessimamente accolto in Venezia
per
gli sforzi di un partito avverso. Vi si vede una
mini tradito ed offeso dagli amori della sua moglie Zulfa con Errico,
per
li quali si serba l’interesse della favola. Vedes
ilippi, cui il leggitore non esiterà a dare la preferenza sulle altre
per
istile per condotta e per grandezza di caratteri.
il leggitore non esiterà a dare la preferenza sulle altre per istile
per
condotta e per grandezza di caratteri. Marco Brut
on esiterà a dare la preferenza sulle altre per istile per condotta e
per
grandezza di caratteri. Marco Bruto vi comparisce
lla quinta si attiene all’ antica usanza. Rapita Porzia dal trasporto
per
la libertà prima di uccidersi accanto a Bruto tru
ntasse con molto applauso nel 1789 in Torino. La diede indi alla luce
per
la stamperia reale di Parma nel 1791 preceduta da
innanzi ad ogni altra operazione e fissarsi la sicura tirannia di lui
per
base della congiura. Le incertezze di Romeo dovre
ne nelle sue private passioni che urtano co’ doveri di cittadino. Non
per
tanto l’autore non ha negletto questo punto impor
n cui si uccide, giustificano abbastanza l’elevatezza dell’ anima sua
per
giugnere al punto di procurar quel perdono. Il mo
La scena sesta del III tra Gualtieri e Romeo si rende pregevole tanto
per
la parlata di Romeo che candidamente esprime i se
del suo cuore agitato e i disegni senza paventar del tiranno, quanto
per
la fermezza in rigettar le premure del suocero pe
el tiranno, quanto per la fermezza in rigettar le premure del suocero
per
sapere i congiurati. Gualtieri Scoprir non vuoi
nzio e morte. La quarta scena del IV tra Adelinda e Romeo si ammira
per
la rivoluzione che cagiona nell’animo di Adelinda
loro divisione, e i fervidi scongiuri di Adelinda che gli si prostra
per
ottener che ceda, danno a questa scena molta viva
altieri di appigliarsi alla clemenza, coll’incertezza del tiranno che
per
non perder la figlia quasi è disposto a concedere
e, è Carlo ed Isabella rappresentata in Bologna nel 1791, indi uscita
per
le stampe Bodoniane l’anno 1792. Vi si premette u
mmoventi. Per lo scioglimento, che che volle dirne il Cesarotti forse
per
indulgenza, non tutti si attennero al suo avviso
tragico del Popoli è l’Agamennone, la quale mi fu dall’autore rimessa
per
compiacenza inedita ancora nel 1791. Essa nel 179
rme al nuovo sistema assai migliorato e dello stile nobile e vigoroso
per
quanto comporta il genere) merita di notarsi che
di propria mano trucida un gran re suo marito ed obblia i suoi figli
per
assicurarsi il trono insieme col drudo. Il terror
sicurarsi il trono insieme col drudo. Il terrore tragico dee prodursi
per
questo assassinamento ad oggetto di purgar le pas
ne dee tutta eccitarsi pel gran marito che pieno di sincera tenerezza
per
la moglie arriva nella sua reggia e proditoriamen
Ferrara, e col conte Vittorio Alfieri da Asti. Vincenzo Monti chiaro
per
le sue poesie ed altre pregevoli produzioni tardi
istodemo s’impresse nel 1786, e si recitò in Parma con pieno applauso
per
due autunni continui, sostenendo la parte di Argi
vuol dire abrogare ? Ne ha egli forse veduto il decreto ? Vero è che
per
alcuni anni si tacque quella deputazione accademi
con quelli della Semiramide e dell’Hamlet, se non chi di tutto parla
per
tradizione ? In queste favole straniere gli spett
8. L’azione consiste nella morte di questo principe di Faenza seguita
per
la gelosia che di lui concepisce la Bentivoglio s
mo nero e detestabile inspira tutta l’indignazione de’buoni. Il fatto
per
altro senza interessare lo stato si aggira su di
gio consigliere insinua il principe di aggravare e smungere al popolo
per
ingrossare l’esercito e fornir di soldati le fort
to in Roma, colla moglie e col figlio che abbandonano la propria casa
per
procacciarsi un asilo contro la prepotenza de’Nob
uffragii del popolo. Opilio mette in opera tutta la potestà consolare
per
abbattere Cajo co’suoi partigiani, i quali respin
rte ignominiosa Cornelia sua madre dà a Cajo un ferro, che se ne vale
per
morir libero. Un quadro compassionevole della sua
o candidi che servono alla verità e alle arti, o perfidi che militano
per
. chi gli assolda e mordono chi ricusa pagar lo sc
ell’Alfieri l’imitazione de’Greci ? L’ha egli stessa mostrata servile
per
condannarla ? Racine, Crebillon, Voltaire ebbero
lla scena(a). La versificazione tende ad un sublime tragico, e riesce
per
lo più dura ed inarmonica ; e riesce per lo più d
un sublime tragico, e riesce per lo più dura ed inarmonica ; e riesce
per
lo più dura ed inarmonica ; la locuzione contorta
bili che accompagnano i troni ; e si vede inverisimilmente una reggia
per
natura popolata abbandonata, a guisa di un tuguri
la venuta d’Isabella nella prima scena del I atto senza perchè o solo
per
tornare dentro dopo del suo monologo ; la costruz
servo Senato Romano, quale vien delineato da Tacito. I suoi artificii
per
leggere nel cuor d’Isabella l’amore ch’ella nutre
tutta disvelano l’atrocità di quell’anima e l’abborrimento concepito
per
un figlio che a lui non rassomiglia e che egli ha
figlio che a lui non rassomiglia e che egli ha offeso e vuol che mora
per
aver destata la sua gelosia. Polinice. I caratte
i di Eteocle e Polinice che si abborriscono e di Giocasta che palpita
per
ambedue, sono espressi con forza di colorito vera
rgia giovane principessa sola di notte s’inoltra in una reggia nemica
per
ottener da Antigone, che non conosce, il cenere d
logo. Antigone contro del regio divieto si accinge ad andar nel campo
per
bruciare il corpo insepolto di Polinice ; secondo
contrano in fine, si parlano alla cieca, ed Argia in una reggia tanto
per
lei sospetta vede una donna, e palesa di cercare
onoscendosi, è senza riflessione e dovrebbero essere più caute se non
per
timore della propria vita, almeno per dubbio di n
rebbero essere più caute se non per timore della propria vita, almeno
per
dubbio di non condurre a fine la meditata impresa
meditata impresa. A tali angustie e incongruenze è condotto il poeta
per
voler tutto addossare a quattro personaggi privan
e a quattro personaggi privandoli di ogni mezzo di verisimiglianza, e
per
voler trasportare tutta l’azione nella reggia di
punemente i più atroci misfatti ? Non potrebbe addursi altra discolpa
per
l’autore e per gli spettatori, che si accomodano
atroci misfatti ? Non potrebbe addursi altra discolpa per l’autore e
per
gli spettatori, che si accomodano l’uno a scriver
volgari soffrire in teatro simili atrocità de’ fatti antichi, sarebbe
per
ipotesi la forza irresistibile del fato, onde gli
si la forza irresistibile del fato, onde gli uomini cadono in eccessi
per
non potere con umane forze evitarle. Così sulle t
una Clitennestra infinitamente più malvagia e colpevole di Fedra, non
per
superno fatale impulso di qualche deità nemica, m
o IV col velo della modestia e dell’ amor grande che mostra di nutrir
per
lei. Disse, è vero, il Pepoli che era una caduta,
olore era inutile. Non restavagli che opporre ostacoli all’esecuzione
per
più irritarne il furore, dicendo, In mezzo De’ s
delle tenebre e della solitudine inverisimile in una reggia festante
per
l’arrivo di un gran re vittorioso. Anche il resto
ole il poeta(a). Ma lo stato di Clitennestra è ben dipinto e quando è
per
giungere Agamennone e quando con lui s’incontra e
io. E perchè egli è ora il re d’ Argo ? Per successione ? non già ;
per
qualche esercito che abbia pronto alle porte d’ A
to che abbia pronto alle porte d’ Argo ? nulla di ciò si è premesso ;
per
aderenze che abbia superiori al partito de’ figli
he abbia superiori al partito de’ figli del trafittore ? nò, dapoichè
per
ipotesi del dramma Egisto viene enunciato di glo
a ebbe Alfieri particolar predilezione, quale l’ebbe Pietro Corneille
per
la sua Rodoguna. Si conviene che pregevole essa s
o : ella è madre trovandosi Egisto in salvo ; ella non l’è più quando
per
lui paventa. Sopratutto lodevolissimo nell’ atto
di moto e d’ interesse ; là dove l’ Oreste Volteriano quanto sovrasta
per
invenzione ed interesse ne’primi atti, tanto negl
in nella reggia, indeterminati tuttavia del pretesto che sceglieranno
per
presentarsi al re, e del nome stesso onde far vel
tarlo, e morire invendicato. Pilade nella scena seconda dell’atto IV,
per
rimediare alle imprudenze di Oreste, gli dà il pr
e inavvertenza, giacchè Egisto non ha manifestato minore abborrimento
per
Pilade che per Oreste. Ed in fatti questo scambio
giacchè Egisto non ha manifestato minore abborrimento per Pilade che
per
Oreste. Ed in fatti questo scambio amichevole di
childe, essendo da questo re chiamato a duello, accetta, e poi ricusa
per
non abbassarsi. In oltre egli comanda le schiere
fieri nel tessere questa tragedia ? Dipingere (egli dice(a) un Nerone
per
impedire che vi sieno altri Neroni, per indurre u
ngere (egli dice(a) un Nerone per impedire che vi sieno altri Neroni,
per
indurre un terribilissimo freno del divenirlo. Ma
, ed ammette al talamo ed al trono una malvagia donna da lui medesimo
per
tale conosciuta. Più la conosco, più l’ amo, e p
maniera d’impedire che pulluli la perversa genìa de’ Neroni ! Vero è
per
altro, che questa Ottavia supera l’altra attribui
co atti ad interessare, nè il Carmignani potè trattenersi dal tenerla
per
una delle più infelici e peggio ideate dell’ Alfi
i oppressi, e fatta strage degli zelanti repubblicisti, rimane ucciso
per
cenno del virtuoso fratello, non per amor di regn
nti repubblicisti, rimane ucciso per cenno del virtuoso fratello, non
per
amor di regno o di gloria, ma di libertà. Timoleo
in Timofane il tiranno, e piagne il fratello. L’atto V piacerà sempre
per
l’oppressione repentina della tirannia, e pel rav
del bene che ha fatto alla patria, ma prova intanto intimo cordoglio
per
averlo dovuto conseguire coll’ ammazzamento di un
già ben l’anno ec. ? Polifonte pensa dopo dieci anni a sposar Marope
per
politica ; ma egli imbrattato di tanto sangue, pe
mie man sua destra afferro avrebbe dovuto esser la prima a riferirsi
per
mostrare perchè un disarmato potè prevalere e pre
el proprio figlio anima l’atto IV. Pur la sua lunghezza potrebbe (stò
per
dire) far pensare che Polidoro siesi a bello stud
i come quella del Socrate ; ma quanti fra diecimila uomini di lettere
per
ogni popolazione si approssimeranno alle doti ina
egli eventi di Maria. Se pronunciasse enfaticamente presagii generali
per
atterrir la regina e per lavorar in prò della sua
pronunciasse enfaticamente presagii generali per atterrir la regina e
per
lavorar in prò della sua setta, ciò a lui converr
uesta tragedia che i personaggi principali sono deboli e nulli, e che
per
ciò la reputa la più cattiva di quante ne ha fatt
e che per ciò la reputa la più cattiva di quante ne ha fatte o fosse
per
farne, e la sola forse che egli vorrebbe non aver
’ monologhi frequenti. La veemenza del carattere di Raimondo diffonde
per
l’azione tutta estremo vigore. Bianca dolce tener
nsospettita e di Raimondo impaziente di trovarsi al tempio ed agitato
per
la tenerezza che ha per lei e pei figli. La sua v
o impaziente di trovarsi al tempio ed agitato per la tenerezza che ha
per
lei e pei figli. La sua venuta col pugnale insang
che si rassomigli ? A Giunio, o a Marco ? Qual sacrificio fa Raimondo
per
la libertà ? Giunio condanna i figli per questa ;
Qual sacrificio fa Raimondo per la libertà ? Giunio condanna i figli
per
questa ; Marco antepone la patria al padre stesso
rio maltratta il proprio padre suo compagno nella congiura unicamente
per
la di lui prudenza, e gli dice in tuono famigliar
uale oggetto si prefisse l’autore in questa tragedia. Raimondo offeso
per
essergli stato tolto l’impiego di gonfaloniere, p
ella storia, ma non ha stimato alterar questa in favore della libertà
per
conseguire l’effetto tragico ; ed i congiurati so
Lorenzo trionfa. L’autore nel dar perere su di questa favola ravvisa
per
attivi solo il terzo ed il quinto atto, ed osserv
or dell’arte lo rende rigido censore di se stesso, e meritevole anche
per
ciò di somma lode. Don Garzia. Presenta i medesi
personaggio subalterno e poco tragico, una madre affettuosa parziale
per
Garzia : in questo figlio si ritrae un principe c
pari è il solo fabbro dell’infelicità e dell’atroce delitto di Garzia
per
la perfidia di lui uccisore dell’innocente Diego
ro un’azione indegna, aliena assai da’ sentimenti di Garzia enunciato
per
buono, mi sembra quel liberare da un imminente mo
da un imminente mortal pericolo (fosse anche sicuro) l’amata Giulia,
per
mezzo di un assassinamento del padre di lei a tra
lia ? Egli è punito in fine e cade vittima del proprio padre, non già
per
l’esecrabil delitto che commette, ma per un altro
a del proprio padre, non già per l’esecrabil delitto che commette, ma
per
un altro, cioè per aver trafitto per equivoco fra
, non già per l’esecrabil delitto che commette, ma per un altro, cioè
per
aver trafitto per equivoco fralle tenebre il prop
ecrabil delitto che commette, ma per un altro, cioè per aver trafitto
per
equivoco fralle tenebre il proprio fratello. Egli
ate di David pajonmi eccellenti, e producono grande effetto in Saule,
per
cui tace in lui l’intera invidia e ne rimangono s
di David ora enfatici ora soavi con diversità corrispondente di metri
per
calmar le furie di Saule, dilettano nella lettura
tano l’odio privato e lo studio di affrettar l’estrema ruína di Agide
per
timor di perdere le ricchezze col rimettersi le l
onde a sì belle parti degne della tragedia. Leonida ed Ansare vengono
per
far uccídere Agide. I soldati ad onta del comando
edia quattro soli personaggi, come le prime che fece imprimere ; ed è
per
questa solita inopia che vi abbondano i monologhi
no di tenda in tenda. Per altro il carattere di questa regina trionfa
per
la sua grandezza nobilmente delineata. Siface non
per la sua grandezza nobilmente delineata. Siface non è men generoso
per
amore di quello che si dimostra la consorte per f
ce non è men generoso per amore di quello che si dimostra la consorte
per
fuggir la propria vergogna. Masinissa ama fervida
do trionfarvi senza rivali il carattere di Sofonisba. Scipione grande
per
se stesso, nella tragedia non ispiega se non l’am
de per se stesso, nella tragedia non ispiega se non l’amicizia che ha
per
Masinissa per salvarlo, scusarlo, compatirlo, e d
so, nella tragedia non ispiega se non l’amicizia che ha per Masinissa
per
salvarlo, scusarlo, compatirlo, e diviene il pers
di azione in tal tragedia ; l’una è il mezzo che i consoli impiegano
per
l’espulsione de’Tarquinii, l’altra l’effetto che
rpo di Lucrezia spinge Roma a cacciare i Tarquinii, ed a fissar Bruto
per
console ; ma i figli si attengono a favor del tir
che circostanza del fatto senza essere obbligato a contarne i giorni,
per
produrre l’effetto drammatico ? Se poi quest’effe
di ogni altro ove non si tratti della patria. Oh figli, ei dice, Deh
per
or basti. Il vostro egregio e vero Pentimento sub
a, a voi nè un solo Giorno, o miei figli, io sopravviver giuro. Ch’io
per
l’ultima volta al sen vi stringa, Amati figli… an
io. Contuttociò Alfieri ha spiegata tutta la sua sagacità e destrezza
per
trattarlo a suo modo colla possibile decenza. Egl
scriverebbe rimedii più attivi di quelli che a se Mirra stessa impone
per
seppellire nel fondo più cupo del cuore la sua pa
per seppellire nel fondo più cupo del cuore la sua passione fatale, e
per
trionfare. A costo di morir languendo ella tace,
rchiata dagl’interni tumulti, da quel nefando incendio che la divora,
per
esser pervenuto al punto in cui le passioni più n
n avrebbe eccitata una fiamma che più non era in sua balia di vincere
per
la superna forza che la preme ? Se ella allora co
la. Appigliandosi alle vie più umane dipinge Mirra che manca di forza
per
eseguire la sua partenza. Ciniro la chiama alla s
’io dica… Non provo amor… Non creder no… Deh lascia, Te ne scongiuro
per
l’ultima volta, Lasciami il piè ritrarre. Ciniro
riva Cecri, ode che Mirra giace svenata di propria mano, e che ardeva
per
Ciniro suo padre, il quale le dice, andiamo A m
dell’ intrepido Marco Bruto, come si osserva nel Marco Bruto tragedia
per
altro pur pregevole di Antonio Conti. Alfieri pon
la l’arcano di esser egli suo figlio ; e la scena prende nuovo vigore
per
la natural tenerezza che in entrambi traluce, nul
n Roma Libera, o Bruto esser non vuole. Io sono Presto a versar tutto
per
Roma il sangue, E in un per te, dove un Roman tu
non vuole. Io sono Presto a versar tutto per Roma il sangue, E in un
per
te, dove un Roman tu sei, Vero di Bruto padre… Oh
nell’ atto V prende la parola nel Senato, e dice che Cesare è venuto
per
mostrare che sa trionfar di se stesso, e per far
dice che Cesare è venuto per mostrare che sa trionfar di se stesso, e
per
far certo il Senato che saranno ristabilite le le
ppresentazione che, mentre gli altri percuotono il dittatore, Bruto o
per
esser più da lui lontano o perchè si trattiene pe
dittatore, Bruto o per esser più da lui lontano o perchè si trattiene
per
esser suo figlio, dica E che io sol ferir nol po
, se non dipendesse che dalla scelta ? Terminano esse differentemente
per
l’oggetto che entrambi gli autori si prefissero.
ben vicino all’ amico nella sublimità de’ sentimenti, e merita plauso
per
la regolarità del componimento, ma rimase a lui i
a impresse Socrate ed Annibale. Dopo varii tentativi fatti in Europa
per
mostrar degnamente sulle scene il personaggio di
della virtù da’ rei mortali condannata a morte ; il prelodato Scevola
per
suo primo tragico saggio produsse il suo Socrate
rte. Nell’ atto I egli si oppone agli amici e discepoli, che vogliono
per
lui domandare l’onore del Pritaneo. Resiste nel s
te Policrate, che gl’ insinua di opporsi alla domanda de’ suoi amici,
per
iscansar le conseguenze dell’ accusa di miscreden
stesso il foglio della domanda. Si oppone nel terzo atto ai discepoli
per
salvar la vita al traditore Melito suo nemico, ed
nsiglio l’offerta che fa Archelao di soccorrere Atene colle sue forze
per
ottenere presso di se Socrate ; e Socrate prova a
te prova al Consiglio esser perniciosa ad Atene la offerta. Policrate
per
allontanare il di lui periglio, propone di differ
inese, non discorda dalla storia. I Romani vi fanno vergognosa figura
per
la condotta del legato Flaminio col suo tribuno A
bino. S’impossessano contro la fede della reggia chiudendovi Annibale
per
trionfarne in Roma ; ma egli col veleno che avea
ngegni Italiani hanno ricevuto dalle nostre contrade un nuovo impulso
per
coltivare la poesia rappresentativa. Il Governo n
aprì un Certame Drammatico eccitandogli con premii ed onori proposti
per
la migliore tragedia, la migliore commedia, e per
i ed onori proposti per la migliore tragedia, la migliore commedia, e
per
due migliori melodrammi eroico e giocoso. Dicesi
i trenta tragedie e varie non prive di merito. Alcune hanno riportato
per
vanto di farsene onorata menzione, un’altra si è
o. L’amico Cooper Walker il quale merita la riconoscenza dell’ Italia
per
essersi occupato a rischiararne le memorie teatra
ro l’autore della Merope, col quale amichevolmente carteggiava, e che
per
ogni titolo meritava da lui riguardo come virtuos
la sala dell’accademia degl’Intrepidi, e nella porta della cattedrale
per
onorare la memoria di sì illustre letterato. (a)
rincipi ma non di prima classe. Il buon uomo prendeva domestica facta
per
argomenti privati, o di personaggi di seconda cla
vati, o di personaggi di seconda classe. Orazio è un osso troppo duro
per
un gazzettiere simile. Es. (a). L’autor Colpo d
il signor di Fontenelle nella Vita di Pietro Cornelio, essa non bastò
per
istabilirvi la vera commedia. Non era al fine que
ono, come dicemmo, diverse favole spagnuole al lor teatro, purgandole
per
lo più dalle principali irregolarità, ma sovente
ominciò Giambatista Poquelin detto Moliere a girar colla sua comitiva
per
le provincie, e nel 1653 rappresentò in Lione, in
Italiani; e Niccolò Barbieri detto Beltrame nel 1629 diede alla luce
per
le stampe la sua commedia l’Inavvertito b, la qua
rnelio nella tragica carriera, così nella comica il gran Moliere ebbe
per
guida gl’Italiani, benchè senza tradirne l’intere
ccolse così favorevolmente che se ne continuarono le rappresentazioni
per
quattro mesi, raddoppiandosi fin dalla seconda re
di questa parimente ricavata dagl’Italiani non è de’ più delicati, ma
per
la piacevolezza e per l’interesse che vi si sosti
cavata dagl’Italiani non è de’ più delicati, ma per la piacevolezza e
per
l’interesse che vi si sostiene, si rappresentò qu
de in una galleria di bei ritratti; ma pure si accolse con indulgenza
per
essere stata composta, studiata e rappresentata i
ccia, il quale nel mese di giugno del 1662 prese congedo dal pubblico
per
venire in Italia, tornò dopo quattro mesi di asse
lo, che il teatro di Moliere, malgrado del credito acquistato, rimase
per
tutto il mese di novembre desolatoa. Nè vi ritorn
oso ma intollerante, che si meraviglia di tutto e tutto condanna: che
per
non tradire il vero, a costo della politezza e se
patire gli errori umani vuol perdere la rendita di quarantamila lire,
per
lasciare a’ posteri nel suo processo un testimoni
giusta; un carattere, dico, siffatto, sebbene amabile e caro a’ buoni
per
la virtù che ne fa il fondo, ha pure il proprio r
mpostura, la quale temendo di essere smascherata voleva farlo passare
per
una satira della vera pietà e religionea, Mille p
della vecchia Pernelle. La vivacità ch’è l’anima delle scene aumenta
per
gradi col comparire nell’atto III il personaggio
nocenti, e che col sale comico scema in parte la riprensione meritata
per
la leggerezza di Angelica. Nel 1669 quando tornò
della farsa; benchè gli uomini di gusto non pedantesco sanno bene che
per
rendere notabili certe utili dipinture conviene a
otabile pel concorso degli autoriche vi lavorarono nel medesimo tempo
per
eseguir con prontezza gli ordini reali. Il piano
erudizione; ma da un soggetto così arido Moliere seppe trarne partito
per
la scena comica colla caparbieria di Filaminta pr
azione verso la scena. Coltivò i suoi talenti colle lettere studiando
per
cinque anni nel Collegio di Clermont, ed ascoltò
della passione, o ignora l’arte sagace di mostrar di perdersi in esso
per
celare i suoi ordigni e le sue forze; non fu quel
a dottrina. La filosofia di Moliere e di ogni uomo che pensa e medita
per
giovare, è quel fuoco secreto, benefico, necessar
benefico, necessario che tutto penetra, tutto avviva e tutto purifica
per
l’altrui ammaestramento. Or questa filosofia da q
quanti filosofi e matematici di ostentazione è conosciuta? Scorrendo
per
le provincie egli giva studiando l’uomo e la prop
vvertirsi che egli da prima accomodò i suoi lavori al gusto dominante
per
le commedie d’intrigo; ma poichè ebbe acquistato
sti, e dall’Ipocrita di Pietro Aretino, in cui nulla si desidererebbe
per
raffigurarvi il Tartuffo, se l’autore non avesse
del Secchi e del Cornuto immaginario . Questo è confessare un debito
per
negarne uno maggiore. Da ciò si vede la difficolt
to delle sue favole; qualche passo dato talvolta oltre del verisimile
per
far ridere; alcuna espressione barbara, forzata o
fu ripreso da Fenèlon, la Bruyere e Baile; molte composizioni scritte
per
necessità con soverchia fretta; la mancanza di vi
tordito, tratto, come dicemmo, dagl’Italiani, commedia però difettosa
per
condotta, per economia e per arte di dipingere, e
o, come dicemmo, dagl’Italiani, commedia però difettosa per condotta,
per
economia e per arte di dipingere, e di molto infe
, dagl’Italiani, commedia però difettosa per condotta, per economia e
per
arte di dipingere, e di molto inferiore all’Inavv
el 1655 gran fertilità d’ingegno. Vi si figura che alcuni commedianti
per
mostrare i loro talenti rappresentino nel secondo
fronto di quelle di Moliere. La dipintura di une madre che si enuncia
per
civetta, mal corrisponde all’idea vera di tal car
mpata che si belletta e vuol passare alle seconde nozze; ma basta ciò
per
caratterizzarla per coquette? L’autore ebbe princ
a e vuol passare alle seconde nozze; ma basta ciò per caratterizzarla
per
coquette? L’autore ebbe principalmente in mira di
in mira di tessere la sua favola sul disgusto di due amanti procurato
per
furberia di una serva. Vi si vede, è vero, abbozz
i trova la verità e la vivacità comica che acquistò poi tal carattere
per
mezzo di Moliere. Voltaire stesso avendo riguardo
i morte seguita nel 1709. Di genio allegro, giocondo, comico, meritò,
per
altro dopo lungo intervallo, di occupare il secon
go si distingue pel dialogo vivo e naturale. Il Distratto è piacevole
per
la bizzaria del carattere, ma il colore che l’avv
a. Le Grondeur gli acquistò molto credito. Egli convisse con Palaprat
per
alcun tempo con molta intimità e da lui fu ajutat
za con felicità e piacevolezza, se non che talvolta diventa affettato
per
voler esser concettoso. Riusciva principalmente n
tava commedie dell’arte ripiene sovente di apparenze e trasformazioni
per
dar luogo alle facezie e balordaggini dell’Arlecc
moria di Scaramuccia e della commedia Italiana frequentata da Moliere
per
istudiar l’arte di rappresentar con grazia nelle
di altro guastasanti una figura animata da Raffaello o dal Correggio
per
averne quel rozzo pittore fatto una volta un arid
rodusse simili balli comici. Uno se ne ballò nel 1582 ch’egli compose
per
le nozze del duca di Joyeuse e di madamigella di
migliorò questi balletti nel principio del secolo XVII. Ma non furono
per
gusto molto dilicati quelli che diede poi il card
ibiva il Tartuffo. In essa un eremita vestito da frate monta di notte
per
una scala sulla finestra di una donna maritata, e
inestra di una donna maritata, e poi ricomparisce, dicendo: questo è
per
mortificar la carne . a. Dizionario Critico art
chezza solesse usar col Granduca. Ne riporto la prima, assai notevole
per
le sciocchezze dottorali di cui è piena, e per la
prima, assai notevole per le sciocchezze dottorali di cui è piena, e
per
la traduzione che lo stesso Bianchi ne dà. Dal
ere vi do argumentando caricresendo querela ch’io Sansone orbo ligado
per
mia panirola dappresso un staro a V. A. S. la qui
osì ancor io vado agumentando et crescendo quello ch’io sono obligato
per
mia parola d’appresentare a V. A. S. la quale por
, così era frequente negli attori il balzar di compagnia in compagnia
per
soddisfare al voler del Padrone. Ora è Pedrolino
ndare, o dando garbatamente le ragioni del rifiuto, come abbiam visto
per
Francesco Andreini, o mettendo condizione come ve
– faceva sapere il Bianchi – senza di lui non era possibile far cosa
per
bene. (V. D’Ancona, op. cit.). Le Cento | e qu
, ecc., e 23 ottave di conclusioni : a queste si aggiungono 10 ottave
per
gli Utroni, e le Quattro Stagioni. La stessa oper
evidente che il tipo vero del Graziano ebbe al cospetto del pubblico
per
base unica la saccenteria ignorante, la etimologi
ubbliche di quella Università. – Essi vestivan la toga e in iscuola e
per
via ; e saggiamente si pensò di far del dottore b
di quella specie al meno. I primi era giuocoforza sapessero qualcosa,
per
non lasciarsi sfuggir di bocca in buona fede qual
e aver del genio ; però ch’io son persuaso volerci assai più di mente
per
adattare a storto una sentenza, che per ispacciar
so volerci assai più di mente per adattare a storto una sentenza, che
per
ispacciarla nel suo giusto senso. E il Perrucci,
i, dice : La parte del Dottore non ha da esser tanto grave, servendo
per
le seconde parti di Padre, ma per la vivacità del
n ha da esser tanto grave, servendo per le seconde parti di Padre, ma
per
la vivacità dell’ingegno, per la soverchia loquel
vendo per le seconde parti di Padre, ma per la vivacità dell’ingegno,
per
la soverchia loquela può darsele qualche licenza
anti Barbari, non intendendo punto quella lingua. Ha da esser erudito
per
dir a tempo e luogo qualche sentenza latina, qual
recitar da Dottore, che stravolgea i vocaboli, v. g. Terribil orinal,
per
Tribunale, Amerigo frega la groppa all’Asino, per
g. Terribil orinal, per Tribunale, Amerigo frega la groppa all’Asino,
per
dir : l’America, l’Africa, l’Europa e l’Asia, e c
, sicut asinus sine capistro, perchè se non ha el cavezon, ch’el mena
per
la strada de la virtù, el va a scavezacol al prez
a dutrina, al resterà sempr’ secc, e magr com stornel, el no sarà bon
per
ingrassar la minestra de la conversazion ; al è u
Psittacus in Nemore et Carnifex in Furcis ; ma Asen cargà de sapienza
per
andar al mulin del Tribunal a smasenar el frument
Tribunal a smasenar el frument de le ciàciare ; Porc gras de Dutreina
per
ingrassar le Pentole dell’ Accademie ; Papagal in
Beveron, al Maester, e la forca par fet pratic int ’al mstiir. Ecco
per
quel che concerne la maschera del Dottore le paro
amp; poi nel fine dopo mille ingiurie ti convenga darli tua figliuola
per
moglie ? Vn’altra spetie Gratianatoria si è ritro
filo della Fauola, & la mente di chi ascolta, che non riman campo
per
intendere, & molto meno per capire l’orditura
e di chi ascolta, che non riman campo per intendere, & molto meno
per
capire l’orditura de’ negotij ; e chi è poi colui
e più ridicole, che si ascoltino ; come sarebbe a dire. Interpretare,
per
impetrare, vrore, per errore. Secolari (credendos
ascoltino ; come sarebbe a dire. Interpretare, per impetrare, vrore,
per
errore. Secolari (credendosi di parlar Toscano) p
impetrare, vrore, per errore. Secolari (credendosi di parlar Toscano)
per
Scolari, & altre simili, che non vituperano l
gran doppiere al picciol lume di questa fiaccola da me solo allumata
per
iscorta, & non permeta, poich’io mi rendo sic
adiment, adulazion, ipocrisia, rapina, seleragin, infelicità d corn ;
per
far che al sipa un hom maledich murmurador, accid
inanz ch’ el finissa de dir al se sintirà una tempesta de mintide zo
per
la gola, difficile impedire unum multos …… E con
andar : el star è sta quest qui, el vegnir è sta de là, e l’andar l’è
per
dezà. Per quel che concerne l’origine della masc
del Dottore cominciò ad aver vita sulle scene italiane verso il 1560
per
opera di Luzio Burchiella. Vediamo. Olindo Guerri
eta comico. Ma questa ottava prova il contrario : prova che Graziano,
per
quanto portasse il nome di diverse patrie, parlav
irtù morali già attribuito a Roberto Re di Napoli, e riconosciuto poi
per
opera di Bonagrazia, Graziolo, o Graziano de’ Bam
uoli potrebbero avere vincoli di parentela così stretta da scambiarla
per
identità. Così la maschera bolognese, il dottore,
ne : con questi nomi noi ci troviam di fronte a quel Tommaso Bambagi,
per
l’appunto Ferrarese, del quale scrive il Petrarca
descrivendogli le feste e gli spettacoli, ch’ ebber luogo in Venezia
per
la vittoria di Creta. Mi servo della traduzione d
arca a lui lasciò nel testamento il suo leuto, non perchè il suonasse
per
suo diletto, ma a eterna gloria di Dio. Anzi dall
opo l’Ataulpho non mai recitate nelle Spagne, e conosciute in Francia
per
essersi enunciate in un giornale. Il sig. Andres
endo partito Sigerico. Ella trova in di lui vece Ataulfo, e vedendolo
per
le spalle gli parla come fosse Sigerico e gli riv
volontaria morte, cose che doveano soltanto accennarsi in pochi versi
per
non iscemare o distrarre l’ attenzione ad altri o
ri subalterni riprovati dal gusto: e lo stile non si eleva abbastanza
per
giugnere alla sublimità tragica1. Scioccamente l’
lito volgare scarabocchiatore di sainetti insipidi e maligni chiamato
per
soprannome el poetilla. Con nobil coraggio l’inde
e el poetilla. Con nobil coraggio l’indefesso scrittore non abbandonò
per
questo la tragica carriera, e nel 1777 diede alla
apparisce in qual maniera avesse l’autore ideato il luogo dell’azione
per
rendere in tanta distanza verisimili tali confere
sinda. L’ argomento tratto parimente dalle storie nazionali è proprio
per
eccitare il tragico terrore. Una contessa di Cast
eccitare il tragico terrore. Una contessa di Castiglia cieca d’amore
per
un principe Moro appresta il veleno al proprio fi
eca d’amore per un principe Moro appresta il veleno al proprio figlio
per
rendere l’ambizioso amante signore di se stessa e
stile; ma la versificazione di due endecasillabi rimati perpetuamente
per
coppia produce qualche rincrescimento. Gli affett
scimento. Gli affetti della contessa combattuta da un eccessivo amore
per
l’avido Moro e dalla tenerezza materna, sono bene
che fonda la speranza di conseguirlo? nella sfrenata passione che ha
per
lui la contessa. Ma non dovea il poeta riflettere
a non dovea il poeta riflettere che la di lei passione poteva scemare
per
sì cruda richiesta propria a scoprire tutta l’amb
o di renderle più regolari, male secondò il di lui disegno. Nocquegli
per
avventura anche l’elezione di un argomento della
ttà è senza dubbio compassionevole, e basterebbe ad apprestar materia
per
un poema epico; ma nella guisa che si vede manegg
a epico; ma nella guisa che si vede maneggiata dal sig. Ayala, divide
per
tal modo l’interesse colla distruzione di un popo
divide per tal modo l’interesse colla distruzione di un popolo intero
per
mezzo della fame, del ferro e del fuoco, che inve
Gl’ increbbe sì bene ch’io avessi reputato tale argomento più proprio
per
un poema epico che drammatico, come anche l’ osse
gloria del suo eroe? e non sarebbe ottima materia benchè funestissima
per
un poema come io dissi? Ma è poi sicuro codesto b
i l’interesse, e non determina la compassione ad uno scopo principale
per
serbar l’unità dell’azione e del protagonista. Un
ici, ne’ Persi, nelle quali favole essi presero un oggetto principale
per
iscopo collocando quasi in lontananza il rimanent
privo di sensibilità; là dove la tragedia esige energia ed elasticità
per
eccitar la commiserazione e conservar la sua natu
li stimoli del cattivo avvocato bibliografo. A lui dunque s’imputi se
per
renderlo avveduto del suo torto ne aggiugneremo a
a cagione, ed ella dopo di aver posto in contrasto l’amore ch’egli ha
per
lei con quello della patria, dopo di aver tenuto
n quello della patria, dopo di aver tenuto sulle spine l’ ascoltatore
per
altri ottanta versi, gli dice: senti la tua pena
L’autore fa venire l’Affricano Giugurta come ambasciadore de’ Romani
per
la ragione ch’ egli è imparziale. Ma quest’imparz
nti, viene a consegnare il console Cajo Ostilio rimesso dal Senato; e
per
dare un’ altra pruova d’ imparzialità tradisce i
più cadaveri, e si pensa a tirare a sorte tra’ vivi chi debba morire
per
alimento de’ superstiti. Si propone ancora che si
alimento de’ superstiti. Si propone ancora che si ammazzino i vecchi
per
prolongar la vita de’ giovani. Un popolo ridotto
nare. Egli vuol essere incluso nella sortizione, cui resiste Dulcidio
per
questa ragione: perchè tocca solo a Roma il disca
e Dulcidio per questa ragione: perchè tocca solo a Roma il discacciar
per
politica i suoi Tarquinj. Questo pensiero eteroge
Tarquinj? V’è analogia tra Megara capo e difensore amato di Numanzia,
per
la quale vuol morire, con Tarquinio re tiranno, o
ola bagattella del tirarsi a sorte chi dee morire, dovendosi occupare
per
cinque intere pagine in un più grave affare. Olvi
mette di passare in Numanzia colle sue schiere, purchè ella l’accetti
per
isposo; e gli chiede consiglio su di ciò. Questa
azione rimane priva dell’usato effetto di simili dolorose alternative
per
essere mal combinata. I Olvia può disporre di se
he dee morire essendo il di lui nome uscito dall’urna. Piange con lui
per
due pagine intere, dopo le quali si ricorda di di
nfauste) colla stessa grazia della Tomiri di Quinault che va cercando
per
terra ses tablettes. Dulcidio l’esorta a sposar G
cercando per terra ses tablettes. Dulcidio l’esorta a sposar Giugurta
per
corrispondere a un tempo À amante, à patria, a
empo À amante, à patria, al padre i al hermano verso eccellente
per
grazia, per numero e per regolarità, come ognun s
ante, à patria, al padre i al hermano verso eccellente per grazia,
per
numero e per regolarità, come ognun sente. Olvia
a, al padre i al hermano verso eccellente per grazia, per numero e
per
regolarità, come ognun sente. Olvia dopo un contr
ua stirpe, si rende, e gli dà la propria spada da mandarsi a Giugurta
per
segno di pace, geroglifico veramente mal sicuro,
te mal sicuro, ma che l’ Affricano riconoscerà subito essere di Olvia
per
compiacere al poeta. Dulcidio è il più savio sace
ato a Giugurta senza saputa del generale, si è trattenuto sull’affare
per
cinque pagine, ed al fine si ricorda di domandare
a, se Megara sappia nulla del trattato. No, ella risponde, ho taciuto
per
timore e per vergogna, perchè (notisi il di lei s
sappia nulla del trattato. No, ella risponde, ho taciuto per timore e
per
vergogna, perchè (notisi il di lei sapere politic
l soldato, si guarda gelosamente della sorella. Giugurta si ritira nè
per
altro motivo se non perchè Olvia dee dire a Terma
ee dire a Terma una inutile bugia. Le dice dunque che si è travestita
per
uccidere Giugurta. Stando altercando esce Aluro i
un nemico che a quell’ora dovrebbe essere nel campo de’ Romani? Viene
per
quarto Dulcidio, e benchè di notte riconosce Alur
a ti attende, dice Dulcidio al figlio, e questi differisce di obedire
per
ammazzar prima Giugurta. Parte Dulcidio, e seguit
. Olvia ferita grida, ai de mi; non importa; Aluro non dee conoscerla
per
altri che pel traditore Giugurta. Torna Dulcidio
Così termina la tragedia di Numanzia distrutta, il cui piano tessuto
per
quattro atti e mezzo di episodj mal connessi e di
tivi abbiamo voluto esporre agli occhi imparziali del pubblico. Vedrà
per
se questo supremo giudice, se nel 1777 siasene po
vizio ed il premio della virtù, che la compassione. Sappiamo in oltre
per
mezzo del medesimo editore, che si rappresentò re
tò repetidas veces, e che ne corsero manoscritte più di duemila copie
per
America, Spagna, Francia, Italia, Portogallo5. Ch
ell’acerba età di anni 21 in circa; ma recitatasi appena due volte fu
per
ordine proibita. A chi non ne avesse veduta alcun
hi non ne avesse veduta alcuna copia delle duemila che se ne sparsero
per
li due mondi, non increscerà di vederne quì il pi
da’ Castigliani a una Ebrea Toledana, di cui il re Alfonso VIII visse
per
sette anni ciecamente innamorato. Giornata I. Apr
di Monferrato fecero guerra al Saladino soldano di Egitto e di Siria
per
ricuperar Gerusalemme tolta da questo Saracino ne
Sicilia e di Gerusalemme sin dal 1225, quando ne acquistò le ragioni
per
cessione di Giovanni di Brenna padre di Jolanta d
lemme, ed aprì il Santo Sepolcro alla devozione de’ Cristiani; benchè
per
accordo fatto col Saladino fusse lasciato in mano
erò fu posteriore alla morte di Rachele. Ciò potrebbe comportarsi, se
per
rendere cospicuo il carattere di Alfonso la stori
e accoglie con fasto le adulazioni di Manrique e manifesta avversione
per
Garcia. Egli ne sprezza le minacce, dicendo che i
mmatico11. Rachele resta con Ruben fremendo, e viene Alfonso irritato
per
le voci sediziose del popolo minacciando, Tiem
s nubes desprendida. Una spada figuratamente può chiamarsi fulmine
per
esagerarne i rapidi funesti effetti; ma aggiugner
duto a queste ragioni pronunzia il bando di Rachele e degli Ebrei. Ma
per
togliere al di lui cangiamento un’ aria di volubi
e amante viene a tentar di commuoverlo. L’ha egli chiamata (gli dice)
per
darla in potere de’ sollevati? Lagnasi il re di t
e de’ sollevati? Lagnasi il re di tali parole, e le dice che l’esilia
per
salvarle la vita. Ella vuol riaccendere la di lui
ver fatta una tragedia più artifiziosa di ogni altra francese, perchè
per
questa parte (e non è poco) essa nè migliora nè p
en la consiglia ad impiegare tutto l’artificio di un pianto insidioso
per
vincere il re; ma ella già poco spera nelle propr
già poco spera nelle proprie lagrime. Altra volta, ella dice, avrebbe
per
esse dichiarata la guerra a chi che sia; e ciò no
volta i fuochi in un sonetto italiano13. Il popolo è sedato; ma il re
per
cautela ha ordinato a un campo di duemila cavalli
alli e cento bandiere che marciavano verso Cuenca, a tornare a Toledo
per
fortificare la Rocca di San Cervantes. Questi ord
introdotto nella fortezza, esigono tempo, e due scenette non bastano
per
tali esecuzioni. Adunque anche nell’intervallo de
e ridondante, comparandovisi oziosamente la vita rustica colla reale
per
cinquantotto versi14. Viene Rachele piangendo, ed
na a farla trattenere, perdona agli Ebrei, vuol pure, ch’ella governi
per
lui, e colla maggior gravità di sovrano impone al
sollevati della scena ultima dell’atto precedente. Or perchè entrare
per
uscir di nuovo? Se per unirsi in maggior numero e
ultima dell’atto precedente. Or perchè entrare per uscir di nuovo? Se
per
unirsi in maggior numero e deliberare, dunque nel
a da Toledo, al che egli risponde magnanimamente. L’autore fa nascere
per
incidente un contrasto fra loro, e Garcia rimprov
el tumulto de’ suoi, di cui ebbe egli stesso tanta paura, l’abbandona
per
sì lieve motivo? L’autore è caduto in quest’altro
a per sì lieve motivo? L’autore è caduto in quest’altro inconveniente
per
seguire anche quì il Diamante. La caccia però nel
ma la guardia che l’ha abbandonata, si volge a Manrique che si ritira
per
cercare il re, s’indirizza a Ruben che le dà un f
e e non quello alquanto freddo contenuto ne’ 24 versi ch’ella recita,
per
gli quali si richiede più tempo che non dovrebber
tati e non trattenuti da veruno ostacolo. L’azione si rallenta ancora
per
trenta versi che recita Garcia prima di offerirle
per trenta versi che recita Garcia prima di offerirle di farla uscire
per
una porta secreta. Questo punto dell’azione richi
arcia vorrebbe pur liberarla e trattenerli, ma vedendo Ruben si ferma
per
rimproverargli con molte parole i perversi consig
tanti robusti armati solo, debole e vile cava un pugnale (come dice)
per
difendersi, e Fañez per non far macchiare le spad
lo, debole e vile cava un pugnale (come dice) per difendersi, e Fañez
per
non far macchiare le spade de’ compagni nel sangu
citare la compassione tragica, ma quella soltanto che detta l’umanità
per
gli rei che vanno al patibolo. Per convenire alla
so come naturale all’uomo ed opportuno a metter l’animo in agitazione
per
disporlo a ricevere l’ammaestramento che è l’ogge
la gioventù e la bellezza) non ha qualità veruna che faccia sospirare
per
la di lei morte. Il Diamante in questa medesima g
e la traccia tutta dal Diamante15, ma anche cede alla Judia de Toledo
per
tale arte adoperata nella di lei morte e per l’ u
ede alla Judia de Toledo per tale arte adoperata nella di lei morte e
per
l’ uguaglianza del carattere di Alfonso. In ricom
ll’azione dietro del Perez seguita Sofocle facendo riconoscere Oreste
per
mezzo dell’anello. L’autore in una nota coll’ usa
in una nota coll’ usata sua modestia si vantava di correggere Sofocle
per
far che quedase con menos impropriedades, cioè ch
odo: rende la favola pesante colla nojosa lunghezza de’ ragionamenti:
per
troncarne le improprietà rimoderna alcune usanze
erta, il quale apparentemente fece il cambiamento dell’urna in atahud
per
mettere in bocca di Oreste l’ indovinello, io son
icò nel 1768 una buona versione dell’Ifigenia del medesimo Racine che
per
Huerta è così dozzinal poeta; e nel 1776 fece imp
ssibilità di Marzio espugnata da Vetturia, troverà sterile la materia
per
cinque atti. Non so però perchè non si è cercato
la tregua, venirsi a un altro fatto d’armi, allestirsi barche e legni
per
passare il Tevere, farsi due abboccamenti colla m
e di Coriolano. Contuttociò lodevolissimi sono gli sforzi dell’autore
per
averla scritta con felicità in un linguaggio stra
escrivendosi la rotta de’ Volsci: interessante in fine l’ultima scena
per
la morte di Coriolano. Del medesimo sig. Colomès
assai più attivi, perchè concernono direttamente la persona di Agnese
per
cui viene rifiutata la propria figlia; là dove l’
re perturbazioni meno tragiche col formare il suo Alfonso severissimo
per
natura, poco sensibile agli affetti di padre e pr
emofoonte, perchè la sola necessità lo strappa dalla bocca di Timante
per
salvar Dircea dal sacrifizio. Nel dramma del Colo
ancese al racconto d’Inès il re si commuove, la perdona, la riconosce
per
moglie del principe e abbraccia i nipoti; ed il s
lo riconoscesse dal sig. La Motte, che dire con poca gratitudine che
per
necessità dell’azione ha dovuto incontrarsi con l
bra la voce sparsa ad arte dal falso Alvaro della finta morte del re,
per
leggere nell’animo del principe, e per assicurars
varo della finta morte del re, per leggere nell’animo del principe, e
per
assicurarsi che Agnese sia da lui amata. Per lo s
o straniero che si studia di coltivar quella del paese ove abita. Non
per
tanto si trova espresso con passione e felicità c
li prima d’ imprimersi, di un gentil suo sonetto. Piacemi quì recarlo
per
tormento de’ meschini apologisti, i quali interpr
uì recarlo per tormento de’ meschini apologisti, i quali interpretano
per
male tutto ciò che non è panegirico: Gozando d
del Moro; ma discorda sulla versificazione degli endecasillabi rimati
per
coppia in un dramma. Si es un vicio (egli pronunz
permetta però di dirgli ch’egli ha indebolito codesto suo argomento,
per
avere ignorato che non i soli nominati gran poeti
he gli Spagnuoli hanno di più un endecasillabo coll’ assonante ottimo
per
la scena nazionale. Se queste cose avesse avverti
ito il bibliografo, mi avrebbe conceduto parimente che i versi rimati
per
coppia nella scena non sono i migliori tra’ metri
i, e non si sarebbe appoggiato sull’esempio di chi ha un solo vestito
per
togliere l’arbitrio della buona scelta a chi n’ha
chiamarlo nel 1777 Tommaso. E come io poteva ignorare il nome di chi
per
più anni mi onorò della sua amicizia e volle prim
ave errore nel ribattere il mio sentimento sulla Numancia. 5. Non so
per
qual ragione non aggiunse anche per Affrica, giac
imento sulla Numancia. 5. Non so per qual ragione non aggiunse anche
per
Affrica, giacchè da una loa composta dal Sig. Hue
b. Andres ha creduta originale la Raquel del sig. Huerta, non sapendo
per
avventura che egli altro non fece che versificare
e Teruel, le quali sempre riempiono di spettatori le scene spagnuole,
per
eleggere Eco y Narciso nojosa favola mitologica d
dere il pensiero: Rachele (egli dirà) non può morir di buon grado, nè
per
l’esperta mano del boja divenir più bella. Ma ecc
che carnifex destasse l’idea di boja insieme e di macellajo, di boja
per
adattarsi alla morte di Rachele e di macellajo pe
macellajo, di boja per adattarsi alla morte di Rachele e di macellajo
per
alludere al nome dell’incisore. Ma carnifex in la
del moderno teatro? Ma l’argomento stesso già era stato renduto noto
per
la traduzione del Perez. 20. Il medesimo sig. An
ncio d’ Abarca. 21. La tragedia del Bermudez (scrisse il Colomès) è
per
gli Spagnuoli quello che è in Italia la Sofonisba
tà delle lettere con gli orrori e gl’ impeti de’ fazionarj, lasceremo
per
ora borbottare in pace quest’altro esgesuita, e c
o per ora borbottare in pace quest’altro esgesuita, e ci contenteremo
per
suo meglio di augurargli miglior gusto e minor vi
ette in ridicolo e corregge Omero, battasi quanto si voglia i fianchi
per
prender il volo, non farà che radere il suolo e i
n principe così dotto inspirò ne’ letterati del suo tempo tale ardore
per
la buona poesia e spezialmente per la drammatica,
etterati del suo tempo tale ardore per la buona poesia e spezialmente
per
la drammatica, che vi si videro occupati a gara i
er la drammatica, che vi si videro occupati a gara i migliori ingegni
per
perfezionarla; dal che nacquero tanti e tali comp
liani, i quali prendevano a coltivar le muse tragiche, vi adoperavano
per
l’ordinario il linguaggio latino. Anco ne’ princi
ofonisba, Siface, e Massinissa? Quando si parla delle cose letterarie
per
tradizione, e si vanno afferrando per aria le not
si parla delle cose letterarie per tradizione, e si vanno afferrando
per
aria le notizie, come fan de’ grilli e delle mosc
Trissino Vicentino, nato nel 1478, assai più famosa corse indi a poco
per
le mani degl’intelligenti, e riscosse gli applaus
i universali. L’autore così perito nelle greche lettere prese Sofocle
per
esemplare, secondo ciò ch’egli stesso disse nella
ima dell’anno 1516 in Roma. Essa é verseggiata con rime rare e libere
per
la maggior parte; benché qualche osservatore spig
. Qualche oltramontano poi pieno d’acquistata gonfiezza, ch’ei prende
per
sublime, mirerà con occhio di pietà quella sempli
l figliuolino che bacia la madre, e dell’inutile sforzo che fa costei
per
vederlo sul punto di spirare154. Giovanni Rucell
35 non conobbe cosa veruna del teatro italiano, e ne avrebbe ignorato
per
sempre ancora quelle scarse mal digerite notizie
hé più dotto, più erudito, mancava di cuore, non sentiva quanto basta
per
giudicar diritto de’ componimenti drammatici, e p
l fianco mi sia rapito a forza Il caro sposo, e senza lui solinga Gir
per
via lunga e tenebrosa errando, Or le mura stillar
, non già il loro spettacolo con tutte le circostanze accidentali. Ma
per
essere spogliata della musica, diremo a buona rag
ente la costituisca tragedia? Ei s’inganna all’ingrosso. Dessa é tale
per
l’azione grande che interessa le nazioni, e non g
er l’azione grande che interessa le nazioni, e non già pochi privati,
per
le vicende della fortuna eroica, secondo la giudi
della fortuna eroica, secondo la giudiziosa definizione di Teofrasto,
per
le passioni fortissime, cagioni di disatri e peri
, per le passioni fortissime, cagioni di disatri e pericoli grandi, e
per
gli caratteri elevati al di sopra della vita comu
oli prima, che nascesse il signor D. Saverio. Una felice combinazione
per
la poesia drammatica trasse i più chiari epici it
tori dell’Italia liberata e del Goffredo rifiorì la tragedia greca; e
per
l’immortal cantore dell’Orlando Furioso risorse l
1474 a coglier le prime palme in tutti i generi poetici che maneggiò,
per
divertir la corte del duca di Ferrara compose cin
ti raffigurano l’immagine dell’antico giambo. Il duca Alfonso d’Este,
per
farle rappresentare, fece alzare un teatro stabil
sto, il quale terminò la commedia della Scolastica rimasta imperfetta
per
la morte di Lodovico avvenuta nel 1533. ……………… Q
re quattro, che sono originali, si ristampò nel 1562. L’Ariosto prese
per
esemplari le commedie latine nella forma e dispos
esse o dalle greche gli argomenti; ond’é che venne a superar i latini
per
invenzione e conseguentemente per vivacità. Se il
ond’é che venne a superar i latini per invenzione e conseguentemente
per
vivacità. Se il dotto Gravina avesse mirato da qu
gl’italiani han dipinte infinite donne con siffatti caratteri nobili
per
grado e per virtù; ma gl’italiani han saputo cont
han dipinte infinite donne con siffatti caratteri nobili per grado e
per
virtù; ma gl’italiani han saputo contenerli ne’ c
storia letteraria drammatica, avrebbe evitato quest’errore, il quale,
per
se stesso leggiero, diviene sproposito grave in c
a italiana di tal tempo non pervenne all’insolenza della greca antica
per
la costituzione de’ governi italiani, ben differe
a: é naturale senza lasciar di esser elegante: é poetico quanto basta
per
allontanarsi dalla prosa naturale, senza degenera
bruttezza naturale ben pennelleggiata si cangia in bellezza poetica,
per
quello che bene osservò Aristotile. Lo stile adun
e trovata così sfornita d’arte, di spirito, e di gusto155? Egli seppe
per
tradizione che vi erano certe commedie italiane c
sce giudicò sì saviamente della commedia italiana156. Ma una nazione,
per
la quale risorsero in Europa le arti, le scienze,
neurospasti? Non chiamerebbe egli maligno e ignorante un italiano che
per
far conoscere la commedia francese, dimenticato M
dal Varchi158. Del resto generalmente i pubblici commedianti andavano
per
l’Italia rappresentando certe commedie chiamate d
ndavano per l’Italia rappresentando certe commedie chiamate dell’arte
per
distinguerle dall’erudite recitate nell’accademia
ite recitate nell’accademia e nelle case particolari da attori civili
per
loro diletto ed esercizio. Si notava, com’essi di
o sciocco malizioso di Bergamo159. Il volgo italiano se ne compiacque
per
la novità, e per quello spirito di satira scambie
so di Bergamo159. Il volgo italiano se ne compiacque per la novità, e
per
quello spirito di satira scambievole che serpeggi
rali furono tradotte in Francia cinque o sei volte infelicemente, sia
per
debolezza delle penne che vi s’impiegarono, sia p
era punto un’opera. Perché divenisse tale, bisognava che le macchine
per
appagar l’occhio, l’armonia per addolcir l’udito,
nisse tale, bisognava che le macchine per appagar l’occhio, l’armonia
per
addolcir l’udito, il ballo per fare spiccar l’agi
cchine per appagar l’occhio, l’armonia per addolcir l’udito, il ballo
per
fare spiccar l’agilità e la leggiadria, e la poes
spiccar l’agilità e la leggiadria, e la poesia e la rappresentazione
per
parlar al cuore, cospirassero concordemente a for
’ suoi Giudizi il Baillet, ripresone a ragione dal Bayle) s’inducesse
per
l’esempio del Vecchi a formar del dramma e della
anto é una delle molte supposizioni ammesse in teatro come verisimili
per
una tacita convenzione tra’ rappresentatori e l’u
azione degli spettacoli teatrali? Appigliamoci al partito più proprio
per
la loro capacità rimandandoli a leggere e mastica
i che si esercitarono nel genere tragico, diciamolo qui di rimbecco e
per
incidenza a risposta e mortificazione di tanti ig
malignità la nostra nazione e le cose nostre: Ogni uomo dotto sa, che
per
opera degl’italiani a poco a poco diradaronsi in
autore di una Poetica che più non si legge in Francia, e s’ignora da
per
tutto, hanno trovato luogo in una per altro non d
legge in Francia, e s’ignora da per tutto, hanno trovato luogo in una
per
altro non dispregevole operetta intitolata Del Te
iambatista Pasquali. L’autore anonimo, forse tratto da soverchio zelo
per
la riforma del teatro italiano, copia così le par
nvidio il suo gusto, il suo spirito, e la sua lettura. 156. Sogliono
per
lo più gli nomini involti nelle spesse tenebre de
francesi con certa asprezza che costa molta pena a i nostri, i quali
per
natura e per riflessione sono urbani e discreti.
certa asprezza che costa molta pena a i nostri, i quali per natura e
per
riflessione sono urbani e discreti. Ecco come il
n Parigi il mentovato compilator del Mercurio, M. de la Harpe, quegli
per
appunto ch’é stato tante e tante volte posto in b
nte volte posto in berlina da M. Freron ne’ suoi giornali, quegli che
per
esser piccolo di statura, di cuore e di mente, ve
strogoto, un candidato degli odierni gaulesi, come Monzù De la Harpe,
per
insultare con sì feroce stolidezza e calunniare c
ur d’écrire avant que de penser, et de juger avant que de connaitre»,
per
servirmi delle parole di M. d’Alembert. «C'est à
io soggiorno di sedici anni nella capitale delle Gallie, io non fossi
per
cento e cento pruove persuasissimo di questa irre
Senna, a’ quali, salvo appena due o tre, iddio par che abbia voluto,
per
farli cadere nel disprezzo, torre quel gran dono
idicolosa rodomontata di M. Regnard, alla quale una simile non é mai,
per
quanto mi ricorda, scappata dalla bocca di niuno
crasso jurares aere naturae Horat. lib. 2 Epist. I) o crederebbesi,
per
meglio dire, uno di que’ Caffri o Sciscimechi, ch
e con altre ingiurie si reprimono: la legge del taglione rende offesa
per
offesa. Ma quantunque io non abbia in questa risp
e collo studio, e grazia molto aggiunse Andrea Calcese, detto Ciuccio
per
soprannome, il quale fu sartore, e morì nella pes
ttà antichissima di terra di lavoro poco distante da Napoli» e vicina
per
poche miglia a quell’antica Atella, che summinist
libro pag. 166. Si può anche qui notare, che i commedianti napolitani
per
una certa loro natia vivacità, disposizione e att
viglia di ciascheduno che allora l’udì, e che l’ha poscia letto, così
per
l’eccellenza del componimento, giudicato per ogni
l’ha poscia letto, così per l’eccellenza del componimento, giudicato
per
ogni sua parte perfettissimo in se medesimo, come
ento, giudicato per ogni sua parte perfettissimo in se medesimo, come
per
l’invenzione del poeta eziandio ec.» Indi il gran
auso, che fu mosso Torquato medesimo a portarsi di segreto in Firenze
per
conoscere il Buontalenti, il quale appena salutat
on potette più ritrovarli, ancorché il gran duca il facesse ricercare
per
onorarlo». Filippo Baldinucci narra questo fatto
é il trasporto della verità nella finzione.» Chi ne bandisce il vero
per
aprir campo vasto al capriccio e alla fregolata f
ddo ragionatore e insipido sofista tutto riduce rigorosamente al vero
per
ostentar filosofia, distrugge tutte le arti d’imm
ena a un continuo ragionar fallace. Ma fossilizzino pure a loro posta
per
confinar la drammatica a questo vero immaginario,
ll’esecuzione! di quanta indulgenza dell’uditorio non ha ella bisogno
per
partorire l’illusione desiderata! Di grazia, parl
tento di esse, passandovi sopra con indulgenza, ancorché le riconosca
per
false e ad ogni istante se ne sovvenga, si traspo
, p. e., che l’ambizioso e innamorato Aquilio, il quale usa ogni arte
per
romper la corrispondenza di Sabina e Adriano, ved
riano, vedendo che l’amor d’Augusto e gli sdegni di Sabina combattono
per
lui, prevede la propria vittoria, ma si dispone a
Del verso e del canto siamo già convenuti che servir debbono di mezzo
per
dilettarmi. Questo ragionamento conseguente d’ogn
i gioia si può mai cantare senza esser tacciato di puerilità? Neppure
per
le regole critiche di M. Sulzer; perché se ’l mio
to quando afferma che l’opera merita esser riformata; e tengo anch’io
per
fermo, (e ciò non pregiudicherà mai alla gloria i
Gran Drammi politici ed eroici. Ed a chi debbonsi in primi tentativi
per
la riforma del teatro alemanno? Una donna, un’ at
trandosi nell’ardua impresa, ad onta delle persecuzioni, e scrorrendo
per
la Sassonia, e facendo la guerra a mal gusto. Koc
uale scritte con purezza, ma pesanti, sprovvedute di calore, e spesso
per
la lunghezza nojose. La nazione posta un moviment
formare una bella tragedia. Tralle commedie si applaude il Misterioso
per
la decenza e per la moralità, benchè vi si deside
tragedia. Tralle commedie si applaude il Misterioso per la decenza e
per
la moralità, benchè vi si desideri la piacevolezz
nia comica di Schonemann,e lavorò come attore e come poeta. Corse poi
per
l’Alemagna, e connobbe molti letterati. Tradusse
Candidati, il Duca Michele, e lo Sposo cieco a. L’abate Bertòla, che
per
altro raccolse varie notizie recenti del teatro t
e comparve in un’ opera buffa. In ciò s’ingannò di ogni maniera. Egli
per
l’opera buffa vedutasi sulle scene napoletane ebb
di scroccare; là dove il Krüger dipinge uno Sposo che si finge cieci
per
gelosia. Esiste poi in Napoli un’ altra opera buf
intitolata lo Cecato fauzo, ed è appunto uno sposo che si finge cieco
per
gelosia, come quello del Krüger. Ma il dramma nap
dimostra nelle sue tragedie e nelle Solitudini, ovvero un gran comico
per
la facilità che ebbe nel dipingere i caratteri, e
un gran comico per la facilità che ebbe nel dipingere i caratteri, e
per
la grazia che riluce in qualche sua favola; ma ce
nel 1711 in Lipsia scrisse diverse pastorali in un atto rappresentate
per
tramezzi nelle tragedie e nelle commedie. Ad onta
nte la prima si ha meritati gli applausi degli stranieri intelligenti
per
la saviezza del piano, per la felice distribuzion
gli applausi degli stranieri intelligenti per la saviezza del piano,
per
la felice distribuzione delle parti; per la gradu
i per la saviezza del piano, per la felice distribuzione delle parti;
per
la graduazione dell’interesse, per la forza del n
felice distribuzione delle parti; per la graduazione dell’interesse,
per
la forza del nodo, per lo sviluppamento e per l’e
elle parti; per la graduazione dell’interesse, per la forza del nodo,
per
lo sviluppamento e per l’elevatezza delle idee, p
uazione dell’interesse, per la forza del nodo, per lo sviluppamento e
per
l’elevatezza delle idee, per la verità de’ caratt
a forza del nodo, per lo sviluppamento e per l’elevatezza delle idee,
per
la verità de’ caratteri, per la rapidità dello st
uppamento e per l’elevatezza delle idee, per la verità de’ caratteri,
per
la rapidità dello stile, pel calore del dialogoa.
la seconda scena dell’atto II n’ esprime con vivacità il fatale amore
per
Mortimero che la predomina, e la memoria del re s
Ma non piacemi che nell’atto III si ripetano le istanze di Mortimero
per
la perdita del re e di Edmond e di Lancastro, ed
este. La Battaglia di Arminio scritta parte in prosa e parte in versi
per
cantarsi contiene la sconfitta di Varo ricevuta d
Miss Sara Sampson. Tutti i voti si sono riuniti a tener quest’ultima
per
la migliore delle sue tragedie urbane, essendo sc
meno lo spero… lo spero? ah qual consolazione, qual terribil sollievo
per
Sara! Nell’istante ch’io mi volgo verso dove veni
lza il braccio e l’immerge nel mio petto, dicendomi, io ti ho salvata
per
perderti. Questo sogno che adombra la sostanza d
one di Lessing l’Emilia Gallotti che egli non senza ragione disprezza
per
le bassezze e le assurdità; ma io credo piuttosto
hè buone, riesca del pari nella grand’arte de Sofocli e de’ Cornelii,
per
anteporlo in Alemagna al Klopstock ed al Weiss.
k ed al Weiss. Lessing compose altresì commedie spiritose e delicate
per
la dipintura de’ costumi. Le più pregiate sono; l
ngolarmente in essa il tratto di generosità di Filto che vuol perdere
per
qualche tempo piuttosto la stima in apparenza che
opere postume sotto il nome di m. Satirico, e fatta , com’egli disse
per
recitarsi incognito. L’oggetto morale è di mostra
della gioventù; e la satira vi lancia i suoi strali su di coloro che
per
falsi principii la corrompono. Vi motteggia contr
analista e metafisico che tiene stipendiato un professore che scrive
per
lui, ed attribuisce gli errori politici dello sta
fisse la più bella azione che possa onorare un buon padre di famiglia
per
farlo trionfare utilmente sulla scena; cioè l’obb
ort sul Meno, oltre ad alcune favole comiche in prosa sparse di versi
per
cantarsi, ha composto una tragedia patriotica, ch
otica, che chiamò spettacolo intitolata Göz di Berlichingen, notabile
per
la lunghezza, equivalendo almeno a quattro traged
ro tragedie regolari, pel numero degli attori che passano i trenta, e
per
le assurdità non inferiori a quelle di Shakespear
ica tedesca, manifesti ne sono i progressi fatti dopo che si sparsero
per
quelle contrade i capi d’opera della musica itali
roica, quanto nel Trionfo della fedeltà pastorale. Può anche contarsi
per
certo pregio dell’Alemagna l’aver contribuito al
o ardore la poesia teatrale, dee fuor di dubbio aver teatri materiali
per
numero, e per magnificenza convenienti al lustro
esia teatrale, dee fuor di dubbio aver teatri materiali per numero, e
per
magnificenza convenienti al lustro di ciascuna ci
alla foggia moderna a più ordini di palchetti, e con platea di forma
per
lo più ovale. Il teatro della corte di Vienna che
d ammettere anche la commedia francese. È un edificio nobile e capace
per
le decorazioni, e per gli balli. Il ridotto del g
ommedia francese. È un edificio nobile e capace per le decorazioni, e
per
gli balli. Il ridotto del giuoco fatto nel recint
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