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1 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « ERRORI CORSI NELLA STAMPA » p. 349
za indicarne la pagina accenniamo le seguenti parole cambiate: Attici per attrici, al regina per tal regina, vicino alla pe
accenniamo le seguenti parole cambiate: Attici per attrici, al regina per tal regina, vicino alla per vicina alla, adpena p
e cambiate: Attici per attrici, al regina per tal regina, vicino alla per vicina alla, adpena per appena, Rosenoranta per R
ttrici, al regina per tal regina, vicino alla per vicina alla, adpena per appena, Rosenoranta per Rosentrantz, precritte pe
l regina, vicino alla per vicina alla, adpena per appena, Rosenoranta per Rosentrantz, precritte per prescritte, Radoguna p
icina alla, adpena per appena, Rosenoranta per Rosentrantz, precritte per prescritte, Radoguna per Rodoguna, ottonni per ot
pena, Rosenoranta per Rosentrantz, precritte per prescritte, Radoguna per Rodoguna, ottonni per ottenni, erbele per Erbele,
Rosentrantz, precritte per prescritte, Radoguna per Rodoguna, ottonni per ottenni, erbele per Erbele, Corradioo per Corradi
te per prescritte, Radoguna per Rodoguna, ottonni per ottenni, erbele per Erbele, Corradioo per Corradino, suggerimenti per
oguna per Rodoguna, ottonni per ottenni, erbele per Erbele, Corradioo per Corradino, suggerimenti per suggerimento, Sofonis
per ottenni, erbele per Erbele, Corradioo per Corradino, suggerimenti per suggerimento, Sofonisda per Sofonisba troavrsi pe
le, Corradioo per Corradino, suggerimenti per suggerimento, Sofonisda per Sofonisba troavrsi per trovarsi. Contiamo tra gli
dino, suggerimenti per suggerimento, Sofonisda per Sofonisba troavrsi per trovarsi. Contiamo tra gli errori l’essersi omess
nto, e la donna di piacere persuasa prudentemente la quale dà le armi per iscoprire vie più il nero carattere di Don Geroni
o ad un di lui tenero figliuolo, tutto appartiene al Francese, di cui per altro non si sono trasfuse nella commedia le graz
incorre nella taccia di un plagio nel dissimularlo. Anche la Fanatica per ambizione del medesimo autore, di cui si parla ne
2 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 570-583
llo stesso Lasca a M. Giovambatista Altoviti, che il Verzone pubblica per la prima volta (Firenze, Sansoni, 1882) e di cui
ice chiaro essere stato il Cantinella il capo della Compagnia, se ben per arte inferiore allo Zanni…. Messer Giovambatist
restava al fin lieto e contento. Ma Zanni sopra tutto è uom valente, per ch’ or spazzacammino ed or soldato rider faceva e
er faceva e spasimar la gente ; tanto ch’ io credo che Zanni sia nato per passatempo, burla, giuoco e festa, e fare il mond
oma delli 22 febbraio 1647. Grandissimo artista fu veramente il Cantù per le parti di secondo Zanni, e dal suo Signore e da
nese l’onorava di tal dimestichezza che, venuto a formar la compagnia per le solite recite in Parma li fece grazia d’una su
agnia per le solite recite in Parma li fece grazia d’una sua carrozza per andare a pigliare la Colombina a Bologna. Arrivat
Parigi, dov’era stato richiesto dalla Maestà della Regina di Francia per essere aggregato a quella Compagnia di Comici ita
el viaggio : onori, in vero, incomparabili fattigli pel gran merito e per le amplissime raccomandazioni che da Parma recava
o delle quali anche, otteneva da Milano, prima di mettersi in viaggio per la gran Capitale, il più ampio dei passaporti, ch
 469, foglio 54). Dovendo Diana e Buffetto Comici passarsene á Parigi per rappresentare a quella Corte e convenendogli tran
á Parigi per rappresentare a quella Corte e convenendogli transitare per questo Stato habbiamo voluto accompagnarli con la
esente. Per tenor della quale li concediamo ampio e libero passaporto per le loro persone e per quelle di quattro o cinque
a quale li concediamo ampio e libero passaporto per le loro persone e per quelle di quattro o cinque altre che conduranno s
ajuto possibile, osservando e facendo osservare la presente valitura per giorni trenta prossimi. Dato in Milano a’ 30 apri
simi dalla sua splendidezza, con havermi connumerato (benchè indegno) per servo attuale nella sua Corte, nominandomi per ta
erato (benchè indegno) per servo attuale nella sua Corte, nominandomi per tale in più lettere nelle mie occorrenze ad altri
ngo alla luce del Mondo sotto il patrocinio di V. A. sperando non sia per spiacerli che questa mia piccola fatica porti in
tien dietro, dopo una prefazioncella ai benigni lettori, una ode che, per le cose ivi dette e per la molta rarità del libro
efazioncella ai benigni lettori, una ode che, per le cose ivi dette e per la molta rarità del libro mi par metta conto pubb
vi dette e per la molta rarità del libro mi par metta conto pubblicar per intero. Del Signor MAVRITIO TENSONIO accademic
tera ch’ei scrive alla sua Lampeggiante Stella È tanto l’ardore, che per amor vostro intorno alla pignatta del mio cuore s
che non crepi : mi sforzo però di dimenar il mescolo del mio affetto per disaccenderlo, ma non faccio nulla, dove che dubi
to dato in Milano ai Comici Diana e Buffetto il passaporto amplissimo per passarsene a Parigi. Ma chi era questa Diana che
or, che ne sente è più che morte. E la bella Diana, E la bella Diana, per dolor di tal padre è quasi insana, È quasi insana
pe e disse : Spinetta mia consorte, Diana figlia cara, Sa il Ciel se per voi m’è la morte amara, Hor nell’ ultimo addio,
altro mondo…. ? A queste domande io non saprei che rispondere. Basti per curiosità che io metta qui alcune lettere inedite
, direttore dell’Archivio di Stato in Modena, ricchissime d’interesse per la scena intima d’allora. Molto Il.e et molto Re
lla Gaiarda con el sig.r mangelli due uolte, io pregato da cauaglieri per l’agiustamento non solo lo fecci ma per satisfare
lte, io pregato da cauaglieri per l’agiustamento non solo lo fecci ma per satisfare questi sig.ri amici del Angela condussi
ndo di hauer agiustato il tutto et pregarlo à non darne parte a S. A. per non fastidirla, tanto più che non erano cose se n
marchese del uasto il quale non piaque troppo la Compagnia me preghò per repezare l’ auditorio che inuitassi per il giorno
troppo la Compagnia me preghò per repezare l’ auditorio che inuitassi per il giorno seguente Colom.na zacag.no et zacag.no
fare, io sogionsi che lo doueua dire che non me n’ incuraua tanto più per essere di Giobia et che lo faceua per seruire la
he non me n’ incuraua tanto più per essere di Giobia et che lo faceua per seruire la Compagnia, et si come lui e stato caus
et si come lui e stato causa che mai ho fato quest’anno la mia scola per non agiustarse a lasar fare la prima parte com’er
auesse disgusto anco di questa Comedia de mia moglie, lui alborosato per la Comedia che bramaua el popolo ò per la mia and
de mia moglie, lui alborosato per la Comedia che bramaua el popolo ò per la mia andata da donna olimpia me disse, ch’ io e
’ io era un uis de cazzo un Comediante da nulla che non me cognosceua per nulla et che non li rompesse il cullo, io sogions
omedianti perche à più mani che me à questa parola me uene alla uolta per darme, il S.r Cupis et molti altri messero di mez
abiate pacienza che tutti siamo conosiuti l’Angela li uene alla uolta per darli dicendo che era più honorata di lei il port
era più honorata di lei il portinaro l’abbraciò et molti altri e lei per suiluparsi dal portinaro li dete un pugno nel uis
e e lasar la spada cossi fecci ma me ariuorno in piazza et il dottore per ordine del S.r Ducca della recia et del nipote de
ici del angela fui intartenuto sù el palco, et io me condussero uia : per la strada me hariuò el S.r Cupis et Sig.r Felipo
e che me agiustassi ò che me conducesero in tor di nona io ero pronto per lasarme condure tanto più che questa tramma de fa
per lasarme condure tanto più che questa tramma de farme far pace era per broio de amici del angela li quali non solo furno
uso policino nella guardiola de i sbiri e poi mi fecce rogare la pace per mano di notaro il quale uoleua intartenerme perch
il quale uoleua intartenerme perche non uoleua dar quella al dottore per le ingiurie riceute qua el S.r Cupis non poteua n
acciò scriueno dolcemente a S. A. del tutto faccia dio che in tutto e per tutto me remeto al Comando de S. A. mi metta con
zza de mia moglie sono cose che fano catiuo, tanto più che il dottore per essere a l’ombra del patrone me a fatto questo ch
patrone me a fatto questo che se non fusse me farebbe li ponti d’oro per riunirci in sieme come me fano tutti li altri com
iuotione se sono in Compagnia si ò nò acciò poseno fare el lor uiagio per le lor case caso che fuseno esclusi ; di questo i
on ogni Umilta posibile il Sere.mo patrone di qualche ordine non solo per li miei interessi et mio gouerno ma per l’utile d
ne di qualche ordine non solo per li miei interessi et mio gouerno ma per l’utile di chi sarà mio Compagno, il tutto però i
eno al riceuere di detta letera capitate doue che non solo in tutto e per tutto io et mia pouera casa ci rimetiamo alla Giu
o magior desposti, se sua altezza non ci remedia con la sua Clemenza, per il douero bramo e non per altro. Remetendoci semp
altezza non ci remedia con la sua Clemenza, per il douero bramo e non per altro. Remetendoci sempre alla benignità di S. A.
doue con bona licenza di S. A. me ne paserò a bologna con mia moglie per farlo la figlio de quel monastero che cosi e il g
i tutto core insieme con mia moglie di qualche resolezione in bologna per lui suplichiamo dico S. A. acciò entri in una bon
ama la celerità prima che li personaggi si obligano a d’altre persone per l’amor di dio Sig.r Don Cornelio la me ne sia pro
mi par strano che ciò mi sia intreuenuto soto ala protetione di S. A. per il giusto parlo e non altrimenti e con ogni afeto
S. e con ogni riuerenza come sua serua obligatissima la prego ancora per il mio pouero padre come mio marito ha scrito e u
l.e et molto Reue.º sig.r mio patrone Col.mo Per conto della licenza per recitare in Roma ogni nostro patrone ci fà animo
.r marchese del Buffalo acciò ci fauorischa di entercedere la licenza per noi me ha promesso di fare apresso a Donna Olimpi
risse a essere prete che frate. — Suplichiamo S. A., mia moglie et io per il mio povero uechio acciò abbi in bologua una bo
a Compagnia già che noi non lo potiamo sostentare in nostra Compagnia per non offendere il gusto de S. A. dove che suplichi
agnia per non offendere il gusto de S. A. dove che suplichiamo, dico, per una lettera di fauore in bologna a qualche cauagl
elio che non si deporta malle mio Socero nella parte di pantalone, et per dio come ho scritto in Fiorenza piague, prima che
ogna (poi a basso) Padre della Colombina Comica, Caro patrone a V. S. per la protecione di ciò di tutto core insieme con mi
one di ciò di tutto core insieme con mia moglie me racomando restando per sempre obligatissimi a V. S. : mando la notta de
asi alla fine di Quatragesima e ancora io non ho hauto nisuna lettera per mio Governo et per consolazione de mia moglie et
atragesima e ancora io non ho hauto nisuna lettera per mio Governo et per consolazione de mia moglie et mia pouera famiglia
rola sola di sentimento in fauore della ragione e non d’altro, e pure per bugie state scritte contro di me da Genova a S. A
o di me da Genova a S. A. io ebbi di ordine di S. A. minaccie di uita per homo a posta, alhora ben che fureno false le impu
già sento a buccinare molte cosse li quali (Dio facci che me ne menti per la gola) tutte saranno in danno della pouera Comp
pouera Compagnia, nissune cosse mie noue ho fatto ne mai la mia scola per le ragione scritte tanto basti a chi di me più in
nto basti a chi di me più intende. il mio povero socero atende Grazia per guadegnarse un pezzo di pane e ciò lo suplico con
osso far seruicio ben che sia mio socero : del tutto pero me contento per seruire a S. A. ma almeno abbi a memoria per l’am
l tutto pero me contento per seruire a S. A. ma almeno abbi a memoria per l’amor di dio chi suisceratamente l’ama, riuerisc
a diligenza dal S.r Tassi ouero alla porta che sarano capitati sicuro per che cossi me scriuano, (come ho detto) da bologna
3 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « LETTERA » pp. 3-14
Liturgia in questo Collegio di San Isidoro, personaggio ragguardevole per sapere, probità, e gentilezza, pochi giorni fa m’
un Congiunto di V.S., dimorante in questa Real Villa, giva indagando, per di lei incarico, se mai uscisse alcuna mia rispos
io, in cui Ella egregiamente sostiene le glorie del Teatro Spagnuolo, per potervi tosto rispondere. Colla mia solita sincer
ia bazzecola, di avvertirne io stesso il valoroso competitore. Laonde per adempiere a questo mio dovere, anticipando colla
ciandolo distintamente, a costo tal volta di rendermi sazievole; e se per avventura alcuno me ne fosse fuggito, non ho cert
e per avventura alcuno me ne fosse fuggito, non ho certamente peccato per volontà, nè per meschino artificio ad oggetto di
alcuno me ne fosse fuggito, non ho certamente peccato per volontà, nè per meschino artificio ad oggetto di scansarne la for
inferire, se mai io abbia voluto formare un mistero di ciò che sono ‘ per pubblicare, e sottoporre al medesimo suo giudizio
ella mia Storia de’ Teatri. Anzi in Genova mi avvidi che con istudio ( per altro inutile) sfuggì di spiegarsene meco, per co
vvidi che con istudio (per altro inutile) sfuggì di spiegarsene meco, per cogliermi forse appieno senza darmi luogo a chied
co, per cogliermi forse appieno senza darmi luogo a chiedere mercè, e per incatenarmi al suo Carro Trionfale Apologetico, c
suo dover fosse il vegliare come buona sentinella in tempo di guerra per dar la voce a tempo, Ferte citi ferrum, date tel
nostro contrasto. Parmi di averle altra volta scritto, che io prendo per quello che sono le scaramuccie letterarie, e segn
sario. Io sento essere la mia macchina ben lontana dallo sconcertarsi per lo riscaldamento dell’atrabile, che altra volta t
esse preceduto alla Spagna nel coltivare qualche genere letterario, o per contrario, quale aumento ne risulta alla massa ge
’Italia, o alla Spagna? e quanto meno importerà al resto dell’Europa, per non dire a tutta la Terra, non che all’Universo?
di moda, e muojono nel bujo: ma le Nazioni stanno come monti sublimi, per lungo corso di secoli, e per altro che per Saggi,
ma le Nazioni stanno come monti sublimi, per lungo corso di secoli, e per altro che per Saggi, e Lettere apologetiche, e Di
stanno come monti sublimi, per lungo corso di secoli, e per altro che per Saggi, e Lettere apologetiche, e Discorsi rendons
ndonsi chiare. Scriviamo pur noi non pertanto, se a lei così piaccia, per anni (dalla quale smania però mi scampi il cielo!
oi che non è l’istesso p. e. chiamare, com’Ella fa, Dramma un’ Ecloga per capriccio tutto nuovo*, che combattere pro aris,
ietà, e d’importanza sotto il gran nome di Patria). La nostra pugna è per una Dulcinea, cioè per una divinità che noi stess
tto il gran nome di Patria). La nostra pugna è per una Dulcinea, cioè per una divinità che noi stessi ci formammo dandole i
o: vaga di sapere, e di vedere navigò talora co’Fenici: errò fin anco per le nevose rupi del Caucaso: passeggiò gran tempo
solo di amare la Letteratura dovunque la trovi, ma di amare la Spagna per scelta e per dimora al pari di lei che l’ama per
la Letteratura dovunque la trovi, ma di amare la Spagna per scelta e per dimora al pari di lei che l’ama per obbligo natur
a di amare la Spagna per scelta e per dimora al pari di lei che l’ama per obbligo naturale. “L’amate (mi pare di sentirla a
Teatro? di credere Francesi, e non Spagnuoli, i Provenzali? di tenere per Cartaginese Annibale studioso del Greco, e per La
Provenzali? di tenere per Cartaginese Annibale studioso del Greco, e per Lacedemone quel Lacedemone che gliel’ insegnò in
miei sofismi, e non volete dissimulare quando io sopprimo varj fatti per appropriarle qualche vanto? “L’amate, e vi oppone
Roma? quando io m’ingegno tratto tratto di citare in falso unicamente per esaltarla, come feci p. e. in un passo di Lilio G
mo la Spagna colla Letteratura che l’adorna, ma non credo necessario, per bene amarla, l’attribuirle glorie immaginarie, e
atin, e pensano molti illustri valentuomini viventi, che si affannano per renderla sempre più limpida. Ella vorrebbe che il
inuare in contrario. Ora tocca alla Spagna rischiarata, che io scelgo per Giudice, il decidere, dopo aver letta la Storia d
ne la decisione? Essa forse pronunzierà così: Il Lampillas si strugge per mostrare di amar più, il Signorelli mostra di ama
n bisogno l’enorme differenza di un’ Ecloga da uno spettacolo scenico per disegno, per azione, e per dialogo, e singolarmen
norme differenza di un’ Ecloga da uno spettacolo scenico per disegno, per azione, e per dialogo, e singolarmente quella del
za di un’ Ecloga da uno spettacolo scenico per disegno, per azione, e per dialogo, e singolarmente quella della II. di Garc
4 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 245-250
oscana. La vediamo il '22-'23 con Assunta Perotti e Luigi Fini ; poi, per un triennio, nella ducale di Parma, capocomico il
capocomico il Mascherpa. Fu con Raftopulo il’ 27, e con Rizzo il '28, per tornar poi col Mascherpa sino a tutto il '31. For
seguente con Luigi Domeniconi, poi andò a riposare un anno a Firenze, per non abbandonar lo sposo, colpito da fiera malatti
gnia Alberti, Visetti e Prepiani ; ma non vi restò che il primo anno, per malaugurato e preparato insuccesso. Fu infine, pe
che il primo anno, per malaugurato e preparato insuccesso. Fu infine, per due anni, nella seconda del Domeniconi, condotta
ò a Firenze, ove stette, fuor dell’arte, sino alla morte, che avvenne per idropisia l’8 novembre del 1854. Di lei disser
e la mia sincera ed altissima stima pei vostri rari talenti nell’arte per temere che in me venga meno l’ammirazione che ris
essa lettera : Non temete ch' io venga ad annoiarvi quando passerete per Firenze : ma per la rara abilità della signora Ma
on temete ch' io venga ad annoiarvi quando passerete per Firenze : ma per la rara abilità della signora Maddalena Pelzet at
a mia : avete il suffragio dell’Italia, e voi non avete bisogno di me per avere un gran nome nell’arte vostra, pure non ho
o a me che, come sapete, vi amo d’un purissimo affetto, io sento che, per giungere dove io vorrei, mi mancano le forze : e
tra arte di quello ch'io sia e possa esserlo nella mia. ….. Voi avete per voi il suffragio d’Italia : io che sono l’ultimo
quale, con la debolezza di quasi tutti gli autori di teatro, ha lodi per gli artisti che han fatto piacere l’opera sua. A
o che giustamente le nega Bologna. Non è fiorentina e ne diranno bene per far male a voi…. », scriveva all’Internari : « si
ari : « siete senza contrasto la prima attrice tragica d’Italia ; » e per lo contrario dichiara la Santoni, che non ebbe un
in cui furon dettati, paiono a me assai meno sospetti. Il Colomberti, per un esempio, suo direttore, di cui la Pelzet in un
ne stimabili ed influenti. La sera del debutto erano tutti in teatro, per cui la produzione fu molto applaudita, ma la sign
ogni giorno decadendo dal favore ricevuto nel suo debutto. L'Impresa per sostenerla le fece rappresentare alcune tragedie
tersi alzare mai più ; tanto che ella stessa domandò di esser sciolta per l’anno venturo. Alla quale proposta l’Impresa ade
aderì vedendo che questa attrice non poteva più esser di alcun utile per il teatro de' Fiorentini. Ma un attore di quella
fece esordire dopo tutti gli altri artisti nuovi, come una generica, per lasciare che il pubblico accettasse qual vera pri
asse qual vera prima attrice la Pieri-Alberti ; la si tenne inoperosa per molte sere ; le si fecero rappresentare varie par
operosa per molte sere ; le si fecero rappresentare varie parti nuove per lei e vecchie per il pubblico, non la si circonda
sere ; le si fecero rappresentare varie parti nuove per lei e vecchie per il pubblico, non la si circondava dei migliori at
sipario prima del tempo ; gli amici dell’ Impresa non l’applaudivano per non perdere l’ingresso di favore…. Tutto ciò pote
mio, che faccia mettere in iscena questa tragedia (Antonio Foscarini) per la prima attrice tragica. Non entrate in altri gi
to secondare i vizi dei comici e le loro abitudini, ed ecco il motivo per cui non abbiamo amici in quest’arte. Aggiungete i
a ragione veramente ! Ma ancora due anni di pazienza, e avrà lasciato per sempre la galera comica, com’ella dice in altra s
o figlio, alla cui sussistenza non può pensare, avendo appena il pane per sè. E conchiude : Ecco i frutti di ventisette an
i e la Perotti, non morrò allo spedale. La Rachel è andata a Marsilia per dodici rappresentazioni, ed ha avuto duemila fran
a a Marsilia per dodici rappresentazioni, ed ha avuto duemila franchi per sera. Farà tre cose : la Fedra, gli Orazj e la St
ni ! Da un omaggio agli attori della Compagnia Pelzet e Domeniconi, per le recite dell’estate 1833 a Pistoja, tolgo la se
maravigliosa comica inarrivabile singolare commovitrice d’affetti per portamento e nobile gesto commendevole ; in mati
. La vidi crescere, e a lei gradita di liete imagini spargo la vita ; per lei si veggano figlie d’amore mille risorgere rid
5 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XVI. Dell’uso delle Antiche Maschere. » pp. 201-212
la stessa, nè si usò sempre pel medesimo oggotto, nè sì presto servì per eccitare il riso. Un poco di feccia alterò da pri
ccia alterò da principio il volto dell’attore. E perchè questo? Forse per far ridere? Non possiamo sapere se il primo che v
fensore veniva riconvenuto del fatto, e ne rimaneva scornato, ed indi per non soggiacere a tale affronto, si asteneva dall’
di giorno in mezzo della piazza a narrare le oppressioni sofferte. Ma per timore dei potenti essi comparivano tinti di fecc
sofferte. Ma per timore dei potenti essi comparivano tinti di feccia per non essere ravvisati ». Adunque il timore e la ne
colla feccia il sembiante; e gli attori conformaronsi a questa usanza per celare il proprio volto e dare a credere di esser
e’ Villani dell’Attica, i quali nelle vendemmie cantando saltarono su per gli otri e s’imbrattarono di feccia, si rinvenga
lle capigliature ed indi delle scorze, delle foglie e di simili cose, per imitare il personaggio rappresentato, e non già q
chi direbbe che l’autore dell’Eumenidi avesse inventata una maschera per far ridere ? Essa allora ben lontana dal servire
adottata una invenzione destinata a far ridere. Questo Cherilo però, per quello che si è veduto, fiori nell’Olimpiade LXV,
Del resto nulla dimostra con maggiore evidenza che la maschera si usò per bene imitare i personaggi, quanto la commedia. Qu
i personaggi viventi, come Cleone, Lamaco, Demostene, Nicia, Socrate, per farli riconoscere dall’uditorio, oltre al nominar
arli, ne imitava esattamente i volti e gli abbigliamenti, marcandoli, per così dire, con ferro rovente alla presenza di un
i Equiti di Aristofane, in cui si scorge la diligenza posta dal poeta per contraffare il sembiante di Cleone e supplire all
leone e supplire alla maschera che gli artefici ricusarono di formare per timore di quel potente cittadino. Confermasi pure
rsi perchè egli era ancora raffigurato nelle maschere degl’istrioni per essere stato spesse volte ritratto fin da’ Vasai)
morti. I Romani stessi usarono la maschera ne’ funerali de’ principi per imitarne esattamente il volto; e Suetonio raccont
commedia. Nè anche queste medesime maschere mostruose nacquero tutte per istudio di far ridere, ma sì bene per quel medesi
schere mostruose nacquero tutte per istudio di far ridere, ma sì bene per quel medesimo timore che anticamente mosse i vill
, facendo dagli artefici formar le maschere capricciose e stravaganti per fuggire il pericolo che alcuna per disgrazia ries
maschere capricciose e stravaganti per fuggire il pericolo che alcuna per disgrazia riescisse simile al volto di qualche pr
here tragiche e comiche naturalissime, rimanendo le altre stravaganti per uso di diverse specie di mimi. Quindi vi furono m
all’imitare e coprire L’attore, erano le antiche maschere necessarie per altro uso. Lungo tempo in Grecia e in Italia si d
in piazze spaziosissime, dove la voce naturale degli attori dissipata per l’aria aperta male avrebbe soddisfatto al gran co
a maschera copiavansi gli altrui sembianti, si cercò di farla servire per una specie di tromba da spingere oltre la voce, e
nte contenere quale venti, quale trenta e quale quarantamila persone; per non parlare di quello di M. Scauro capace di otta
upola del Duomo di Parma. La maschera dunque presso gli antichi servì per occultare il volto dell’attore, per imitare quell
a dunque presso gli antichi servì per occultare il volto dell’attore, per imitare quello del personaggio rappresentato e pe
volto dell’attore, per imitare quello del personaggio rappresentato e per ajutar la voce; nè mai nelle tragedie e commedie
ato e per ajutar la voce; nè mai nelle tragedie e commedie si adoperò per eccitare il riso colla stravaganza, come s’intonò
so colla stravaganza, come s’intonò parecchi anni sono dalle scene, e per le stampe dall’abate Pietro Chiari in Venezia, ed
congruat. Con tale meschino artifizio ajustavansi gli antichi attori per esprimere col volto i movimenti dell’animo, che s
6 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 426-430
re in abito di città, con un paniere in mano, contenente due colombi, per allusione al nome di Colombina, ch’ella portava i
, per allusione al nome di Colombina, ch’ella portava in teatro. E fu per questa ragione che una figlia di Dominique, la Ca
meriti e le virtù di lei, la tempestò di lettere in prosa e in versi per piegarla a un secondo matrimonio. Ella, tuttavia
versi per piegarla a un secondo matrimonio. Ella, tuttavia addolorata per la morte recente del marito, si schermì gentilmen
rimonio tra Colombina e Buffetto parve a questo argomento sufficiente per essere tramandato a’posteri in un Cicalamento (Fi
are a me, e certo parrà anche al lettore, documento interessantissimo per la storia del nostro teatro di prosa. Quando tutt
no d’un suo ritratto in miniatura, del quale aveva già fatto promessa per lettera, e sul quale egli scrisse la seguente ott
iuoli era a colazione da Buffetto, egli la pregò di volergli lasciare per tutta la giornata il minor di essi Domenico Giuse
pace del povero Buffetto. Recatasi la Compagnia d’Isabella a Ferrara per farvi il carnevale, accadde che un de’suoi comici
farvi il carnevale, accadde che un de’suoi comici fosse colà ucciso ; per la qual cosa fu anch’essa cogli altri imprigionat
nquecento scudi, e obbligandosi di pagare a’genitori mille scudi, ove per cagion legittima non volesser più vivere con lui.
egittima non volesser più vivere con lui. E il contratto fu stipulato per mezzo di notajo, e le nozze ebber luogo nel duomo
o avanzar nell’arte in quattordici anni circa. Il quale atto commosse per modo Isabella, che volle per la pace comune, e pe
rdici anni circa. Il quale atto commosse per modo Isabella, che volle per la pace comune, e perchè nel loro contratto di no
l’haver di Colombina la prouisione douuta alli suoi tre figliuoli, e per lei le sue gioje, & argenteria al prezzo come
a e dolorosa. La Regina di Francia fe’istanze al Serenissimo di Parma per avere aggregato a’suoi comici Buffetto. Fu un ful
mine ! Nessuno sapeva del matrimonio di Buffetto, e però l’invito era per lui solo. Come fare ? Andar Colombina a Parigi ?
Appena giunto in Francia, avrebbe potuto fare istanza presso di Loro per aver seco la moglie. È vero che colà era anche la
role ; chè troppo il pensiero della partenza gli martellava il cuore, per quanto il piccolo Menghino, che gli fu anche’sta
lo raggiungesse al più presto in Francia, e S. M. stessa diede ordini per lettere al Serenissimo di Parma, concesse un pass
Colombina alla Compagnia de’ Comici italiani ; e fe’dono di 100 scudi per le spese di viaggio. In quel tempo la Isabella er
tagione (s’era in gennaio) rigidissima. I passi da Milano in Piemonte per la guerra non sicuri, e per mare impossibile anda
igidissima. I passi da Milano in Piemonte per la guerra non sicuri, e per mare impossibile andare perchè troppo soffriva. A
esse non sappiamo…. Il Cantù promise un’altra opera che avrebbe avuto per titolo : Ritorno di Francia in Italia, di Buffett
39 ; in somma le nonne eran surrogate dalle nipoti. Ma la più celebre per versatilità, per istruzione, per viscomica, fu la
nonne eran surrogate dalle nipoti. Ma la più celebre per versatilità, per istruzione, per viscomica, fu la seconda che reci
gate dalle nipoti. Ma la più celebre per versatilità, per istruzione, per viscomica, fu la seconda che recitò acclamata sin
7 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Di Venezia, 21 marzo 1620.Venezia, 16 di giugno 1618. » pp. 513-520
la seconda metà del secolo xvi e la prima del xvii, fu artista sommo per le parti di Innamorato. Francesco Bartoli, seguì
e lo Scala si pose alla testa de' Comici Gelosi che andarono a Parigi per privilegio ottenuto da Arrigo III nel 1577 ; ma i
iam prove della sua presenza nella Compagnia de' Gelosi ; ma nè anche per gli anni successivi. Per questi anzi se n’ avrebb
: come dubitare ch'ei fosse coi Gelosi al fianco d’Isabella Andreini, per la quale avea composto gli Scenarj che la misero
e, è certo ch'egli così in Italia come fuori fu artista reputatissimo per lungo volgere d’anni, e gentiluomo de'più diletti
Flaminio Scala nel suo Stato con Compagnia di comici li sia prohibito per questo anno il recitar comedie, e ciò perchè gli
e uno spagnuolo, la vince nel cuore di Fiorinetta su tutti gli altri, per quanto sfoggio essi facciano delle loro ricchezze
cui queste : Che il signor Flaminio Scala detto Flavio in Comedia, per non far torto all’ordine suddetto, e tanto da buo
issimi, e lodati da tanti illustri uomini non già pel merito loro, ma per la loro invenzione. Andreini poi spiega il perchè
degnino d’onorar le sue fatiche da lui composte non ad altro fine che per dilettare solamente, lasciando il dilettare e il
le minuzie necessarie, con aver cura delle cose che fanno di bisogno per la comedia. Il Perucci prende per esempio La Tr
a delle cose che fanno di bisogno per la comedia. Il Perucci prende per esempio La Trapolaria, Scenario di G. B. Porta, e
ria, si può vedere quale scena sia occupata dal Personaggio, che sarà per uscire, e non entrare per quella ; ma per dove sa
cena sia occupata dal Personaggio, che sarà per uscire, e non entrare per quella ; ma per dove sarà vota. Benchè l’uscire p
a dal Personaggio, che sarà per uscire, e non entrare per quella ; ma per dove sarà vota. Benchè l’uscire per le scene di s
re, e non entrare per quella ; ma per dove sarà vota. Benchè l’uscire per le scene di sopra, ed entrare per quelle di sotto
per dove sarà vota. Benchè l’uscire per le scene di sopra, ed entrare per quelle di sotto è una Regola infallibile, quando
nianza amplissima in alcune lettere dell’Archivio di Mantova, ch'ebbi per gentile comunicazione di Stef. Davari, nelle qual
a questo povero galanthuomo che sempre è vissuto in maniera da capir per tutto. Tuttavia può tanto in me il desiderio di s
a ahimè ! quel povero Don Giovanni non seppe più da che canto rifarsi per avere un po' di pace. I comici si raccomandavano
per avere un po' di pace. I comici si raccomandavano e piagnucolavano per non essere divisi, il Duca insisteva per avere qu
comandavano e piagnucolavano per non essere divisi, il Duca insisteva per avere quei tre. Nell’animo del Capocomico di buon
de' comici, tanto più che i personaggi richiesti dal Duca non lo eran per suo particolare servizio, ma per essere inviati i
naggi richiesti dal Duca non lo eran per suo particolare servizio, ma per essere inviati in Francia assieme a Lelio e Flori
ntorno alla Compagnia de' Confidenti : Ill.re Sig.re, È venuto da me per licenziarsi per costà il nostro Sig.r Flaminio Sc
agnia de' Confidenti : Ill.re Sig.re, È venuto da me per licenziarsi per costà il nostro Sig.r Flaminio Scala, et io quasi
io Scala, et io quasi quasi gli avevo consigniato non so che ostriche per Mad.ª Ser.ma, ma domandandogli poi, che buon vent
la quale letta da me mi indusse subito a dirgli che non occorreva ne per acqua ne per terra che egli venissi in costà, se
ta da me mi indusse subito a dirgli che non occorreva ne per acqua ne per terra che egli venissi in costà, se non haveva al
non haveva altro negozio in che servire S. A. che di far la compagnia per mandare in Francia, poichè il concerto fatto con
ostà con le mani piene di vento, et soggiungendomi egli che si moveva per ubbidire, io gli supplicai, che già che egli sape
obbligo che haveva qui in Venezia, e poi a quaresima harei procurato per quanto potevo di servire all’A. S., et in vero cr
cciare di questo affare ma che gli farei sapere quanto mi pareva bene per utile loro et il mio desiderio, mi tornorno tutti
re il buon guadagno che hanno fatto quest’ anno. Io Sig.r Hercole mio per parlar con V. S. alla libera vedendo in quel che
quel che depende la loro risoluzione, non ho saputo, ne anche voluto ( per dire il vero) fargli forza, perchè come povero Ca
e di spada et cappa non ho il modo a dare a ciascun di loro 500 scudi per ciascuno, il vitto e'l vestire per loro e per le
a dare a ciascun di loro 500 scudi per ciascuno, il vitto e'l vestire per loro e per le loro famiglie per tutto l’anno, com
ascun di loro 500 scudi per ciascuno, il vitto e'l vestire per loro e per le loro famiglie per tutto l’anno, come ogni uno
di per ciascuno, il vitto e'l vestire per loro e per le loro famiglie per tutto l’anno, come ogni uno di loro quest’ anno s
eda pur V. S. che l’ ho voluto molto ben vedere e toccar con mano. Et per vita sua la prego a dirmi, come potevo io dire, t
ventar secondo, et fra huomini dove è libertà et compagnia persuadere per accettabile la superiorità et la suggezzione ? Ch
e atto di cortesia o di gratitudine harei io dimostrato a costoro che per 7 anni continui mi hanno obbedito al cenno, se io
e ; questi poveri huomini pensano col disunirsi di rovinarsi, ond’ io per le ragioni dette, non ho saputo trovar parole da
sono ben fatto promettere da ciascuno in particolare, che sempre, che per qual si voglia accidente si disunischino, ogni un
' io non ho lasciato di fare quel che potevo ma visto che non bastava per complice a quel che harebbe voluto S. A. ho fatto
oppo usi, et hanno rotte troppe scarpe in quel mestiero, et io gli ho per scusati, perché ancor' io più volentieri ho coman
et tanto meno in Francia nel Teatro di sì gran Corte ; e V. S. tenga per certo ch' io non mi inganno, perchè mi ricordo de
enienti. Non voglio anche tacere a V. S. un mio pensiero che io tengo per sicuriss.° che la prudenza di S. A. conosca tutte
tutti cotesti comici di cotesta compag.ia trattenuti costì gli faccia per strano dare orecchie, et dare qualche ordine in q
recchie, et dare qualche ordine in queste materie, nel qual caso poi, per dirgliela confidentemente, io non mi curo punto d
ente, io non mi curo punto di rompere una Compag.ia che dipende da me per dar gusto a commedianti che per invidia hanno con
mpere una Compag.ia che dipende da me per dar gusto a commedianti che per invidia hanno concertato et vorrebbono urtarla, c
enti invero (se ben cotesti et altri la disprezzano) ha gran fama, et per tutto hoggi è stimata più d’ogni altra, onde il r
diede tempo di mandarlo a pigliare et perchè à giudicato che non sia per me pover huomo, me ne ha dette tante che m’ha hav
havuto a far perdere la patienza, ond’in vece di far una grossa spesa per acconciarlo a mio dosso, mi converrà tenerlo per
far una grossa spesa per acconciarlo a mio dosso, mi converrà tenerlo per reliquia cara del mio Ser.mo Sig.re. Starò attend
chiamasti, e con leggiadro stile principio desti al nobil tuo desìo : per te godon le scene il lor natìo honor ; e già se '
8 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Adi 21 8bre 1678 » pp. 220-224
ben poco ciò che lasciò scritto Fr. Bartoli di questo comico egregio per le parti d’ innamorato, sotto nome di Florindo, e
, pubblicata dall’ autore il 1708, in 12° ; e la Guida de' Forestieri per la Città di Napoli, stampata il 1725. Il 1675 ave
ta. L'elenco della compagnia del 1675, in cui Parrino è detto Pannini per errore, è dato al nome di Areliari Teodora. Anche
e il 29 marzo '77 lo rimanda a Modena, con grandi elogi all’ artista per le recite di Venezia e per quelle di Mantova. Il
da a Modena, con grandi elogi all’ artista per le recite di Venezia e per quelle di Mantova. Il 7 giugno '77 da Genova scri
a Genova scrive distesamente al Duca di una aggressione a mano armata per opera di certo Filippo Castellano di Napoli, che
tirate. Il cavaliere, avute le casse, richiese il Lolli della lettera per vedere, diceva, se il numero e la specie di esse
da Mantova il 23 agosto : « le mie Robbe consistenti in cinque casse, per un ordine fattomi fare ad un de' miei compagni a
il Duca di Mantova l’avesse davvero a morte col pover' uomo, il quale per non commessi delitti fece rinchiudere in una prig
non commessi delitti fece rinchiudere in una prigione, riuscendo vane per liberarnelo le intercessioni di Altezze e Potenta
pote febricitante, quale della Patria fortiuamente uenne à ritrouarmi per darmi parte dell’ultimo esterminio di mia Casa ;
dell’ultimo esterminio di mia Casa ; e li detti huomeni mi conducono per certo nel Castello di Casale ; se bene nel partir
adregni, con poca pace, et è facile, ch' un giorno ne siano scacciate per la mia absenza. Appresso di me non ho nulla ; ne
lla ; ne mai ho ueduto in tanti mesi, toltone il Vitto, un soldo solo per riparare all’altre cotidiane mie necessità ; onde
nde non mi auanza altro, che una misera, e mal condotta uita, essendo per tanti guai, peggio, che morte ; e Dio sà quello s
tto lacrime à piedi della Paternità Sua Molto Reverenda à supplicarla per amor di Dio à uoler fare quelle parti di pietà, c
ridotto in mendicità estrema, e senza quel poco, che haueuo riseruato per la mia Vecchiaia alla Patria, per causa, non dico
nza quel poco, che haueuo riseruato per la mia Vecchiaia alla Patria, per causa, non dico già della prontezza del mio obedi
co già della prontezza del mio obedire gl’altrui sourani comandi ; ma per i miei peccati chiedo pietà, e sollieuo, quale sp
sollieuo, quale spero dalla generosa benignità di un tanto Principe, per mezzo dell’efficacissimi offizii della Paternità
piaccia far le mie parti con il S.r Ecc.mo e con il S.r C. Ronchi ; e per mezzo di qualche Religioso, mi facci penetrare à
oso, mi facci penetrare à Casale sudetto qualche speranza e conforto, per non farmi morir disperato ; che se non fusse per
speranza e conforto, per non farmi morir disperato ; che se non fusse per la salute dell’anima ; à quest’ora mi sarei tratt
’affanni. Mi è fuggito il poco di tempo che haueuo : me le raccomando per le uiscere di Maria Vergine, e le faccio profondi
i, che muove alle lagrime gli stessi nemici ; ci vorran parecchi anni per saldar tutte le piaghe ; ma intanto, promettendo
ne auanti ricouerto solo della liurea d’un ossequiosissima osservanza per presentare a V. A. i Voti, ecc., ecc. Il 25 febbr
ecc. Il 25 febbraio dell’ '87 manda al Duca i suoi devoti mirallegri per la favorevole impressione da lui lasciata alla Co
primo di marzo il ben tornato a Modena, raccomandandoglisi vivamente per ottenere a un congiunto dottore la provvista d’un
amente per ottenere a un congiunto dottore la provvista d’un governo, per la quale ebbe a scrivere parecchie lettere. Altre
9 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO II. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo. » pp. 175-262
tragedie e commedie hanno certamente la data più indietro del 1520, e per conseguenza la prima epoca gloriosa della drammat
Gregorio Giraldi106 intorno a’ primi anni del secolo il Trissino avea per le mani la sua tragedia, benchè prima del 1514 no
rono scritte assai prima del 1520, cioè intorno al 1498 o poco più; e per conseguenza che l’epoca gloriosa della poesia reg
I. Commedie chiamate Antiche ed Erudite. Una felice combinazione per la poesia drammatica trasse i più chiari epici It
te asserire in iscapito delle di lui satire e commedie l’Ab. Andres), per divertire la corte del Duca di Ferrara compose ci
, i Suppositi, la Lena, il Negromante e la Scolastica. Alfonso d’Este per farle rappresentare fe costruire un teatro stabil
inutamente queste commedie; ma ne anderò solo notando alcune bellezze per istruzione della gioventù, e per rimproverarle ag
anderò solo notando alcune bellezze per istruzione della gioventù, e per rimproverarle agli ultimi detrattori transalpini,
strato padrone si fa credere pel suo servo Dulippo, e questi è tenuto per Erostrato, prendendone il nome e la condizione. M
ri dalla propria fantasia; la qual cosa gli rende superiori a’ Latini per invenzione, ed in conseguenza per vivacità. E se
cosa gli rende superiori a’ Latini per invenzione, ed in conseguenza per vivacità. E se il nostro dottissimo Gravina avess
rcospetta quanto la latina; imperciocchè i nostri autori comici erano per lo più persone nobili e ragguardevoli nella civil
prosa, vi pose un prologo in terza rima, ove dimostra sommo rispetto per gli antichi; ed allora che la ridusse in versi sd
sa che di tutta la poesia, la comica è la più soggetta ad alterazioni per le maniere e i costumi? Il Ferrarese valoroso dip
li effeminati giovinastri che si bellettano come le femmine, la quale per altro troverebbe i suoi ridicoli originali ancor
apportano lo scioglimento. Flavio amante di una giovinetta contratta per lei con la Lena ruffiana inesorabile; e per tener
una giovinetta contratta per lei con la Lena ruffiana inesorabile; e per tenerla contenta fa del danaro impegnando la roba
ta fa del danaro impegnando la roba e la beretta. Il servo Corbolo sì per discolparlo del pegno fatto, come per trarre altr
la beretta. Il servo Corbolo sì per discolparlo del pegno fatto, come per trarre altro danaro da Ilario di lui padre, gli n
quale nell’atto terzo forma una scena incomparabilmente più graziosa per lo stile e più naturale di quella della galera de
a menzogna cadente; ma il vecchio insospettito mena seco il Cremonino per esaminarlo in casa senza che Corbolo possa interr
posito. Sventuratamente il padrone di tale botte viene a riprenderla, per dubbio che per gli debiti del marito della Lena,
atamente il padrone di tale botte viene a riprenderla, per dubbio che per gli debiti del marito della Lena, non abbia a per
a da Flavio, arriva in questo punto, ode il contrasto, si frappone, e per metter pace offre di tener egli la botte in depos
roso e di un giovine trovato in casa di una fanciulla onorata, ma non per questo produce risentimento veruno di funeste con
ta commedia (che ci suggerirà alcune curiose osservazioni critiche) e per la vaghezza dello stile e per l’ artifizio del gr
alcune curiose osservazioni critiche) e per la vaghezza dello stile e per l’ artifizio del groppo e pel calore e ’l movimen
per l’ artifizio del groppo e pel calore e ’l movimento dell’azione e per la vivace dipintura de’ caratteri e per la grazia
e ’l movimento dell’azione e per la vivace dipintura de’ caratteri e per la grazia de’ motteggi, merita che si legga con a
ingendosi, impotente e sperando di far disciogliere le nozze. Massimo per guarirlo dopo varie pratiche e molti rimedj tenta
pratiche e molti rimedj tentati invano ricorre ad un furbo che passa per astrologo e negromante. Costui cercando di arricc
festi l’amore di Cintio e Lavinia, rimanendo egli scornato e scoperto per impostore. Delle molte bellezze di questa favola
spetto mirava Platone le Nubi, quando inviò tal favola al re Dionisio per dargli a conoscere gli Ateniesi. Di questa utilit
dargli a conoscere gli Ateniesi. Di questa utilità e diletto privansi per certo spirito di superficialità molti Italiani ch
lse e superficiali notizie nell’opere oltramontane. E che può sapere, per esempio, dell’indole dell’Italica commedia quel m
, dell’indole dell’Italica commedia quel meschino Italiano che prende per sua scorta la Poetica Francese del Marmontel, dov
losofica franchezza disse quel Francese degl’ Italiani: Un popolo che per gran tempo ha posto il proprio onore nella fedelt
nno portato più d’una fiata sulla scena a’ giorni nostri i Fajeli che per gelosia strappano il cuore agli amanti delle Gabr
e per gelosia strappano il cuore agli amanti delle Gabrieli di Vergy) per necessità dovè inventa e nelle commedie intrighi
ergy) per necessità dovè inventa e nelle commedie intrighi pericolosi per gli amanti, e capaci di esercitare la furberia de
vute dal Sig. Marmontel in pensiero, e non mai sotto gli occhi, sono, per quel che si stà narrando, frutti per la maggior p
e non mai sotto gli occhi, sono, per quel che si stà narrando, frutti per la maggior parte del secolo XVI. Ora per verifica
che si stà narrando, frutti per la maggior parte del secolo XVI. Ora per verificare il principio posto da questo autore ch
i gelosia e di vendetta funesta da lui urbanamente chiamata Italiana, per essersi dimenticato delle storie delle altre nazi
endo appena appreso a leggere e scriver male, ha l’arte di spacciarsi per filosofo, alchimista, medico, astrologo e mago, s
estigie Sue tuttavia dovunque passa, restano Come de la lumaca, o per più simile Comparazion, di grandine, o di fulmi
. Al primo egli promette di portare in casa una cassa con un cadavere per fare uno scongiuro; e per preparare la stanza all
i portare in casa una cassa con un cadavere per fare uno scongiuro; e per preparare la stanza alla finta evocazione, domand
; Temolo non ha tempo d’istruirlo di ciò che ha pensato, e si ritira, per lasciar venir fuori Nibio con la cassa; indi per
ensato, e si ritira, per lasciar venir fuori Nibio con la cassa; indi per allontanarlo di là inventa una fola verisimile, e
credere, Che ’l trovi vivo. Nibio parte precipitosamente. Temolo per cogliere il frutto della sua astuzia e distrugger
assimo, la fa condurre in quella di Fazio. Torna poi Nibio arrabbiato per essere stato beffato, e cerca della cassa. Grazio
reto dell’unione degli animi di Cintio e Lavinia, e fugge in farsetto per riferirlo a Massimo. Cintio sommamente afflitto p
a Massimo. Cintio sommamente afflitto pel caso va in cerca di Camillo per pregarlo di tacere. Fazio gli dice che faccia con
. Sì, sono. Cin. Io son spacciato, io son morto, apriti, Apriti, per dio, terra, e seppelliscimi. Ogni parola dà un
non che un movimento proprio della comica poesia, il quale crescendo per gradi senza intermissione, infonda e conservi l’
acità nella favola 110. Diede Cesare a tal movimento il nome di forza per contrapporla alla languidezza, mortal veleno dell
orla alla languidezza, mortal veleno della scena: vi aggiunse comica, per dinotare che tale esser debba e nelle situazioni
. Una languidissima favola non mai avrà la forza accennata da Cesare, per quanto sia cospersa di sali e motti graziosi. I p
o all’ultimo grado comico lo scioglimento. Nè dee recare stupore, che per questa parte rimanga il comico Latino superato da
uo padre riceve in casa la sua innamorata Ippolita, facendola passare per figlia di Messer Lazzaro cattedratico che si aspe
are per figlia di Messer Lazzaro cattedratico che si aspettava, e che per notizie sopravvenute si sapeva di non dover più v
prima avea ricevuto in deposito molti beni da un suo amico che morì, per renderli alla di lui moglie e figlia. Bartolo si
ici; ed al fine dopo tanti anni scorsi pensa a fare un pellegrinaggio per andarne in traccia, e per espiar la colpa. Il buo
anni scorsi pensa a fare un pellegrinaggio per andarne in traccia, e per espiar la colpa. Il buon teologo (i falsi teologi
ica carriera que’ giovani, che allo studio dell’uomo e della società, per la quale vogliono dipingere, e alla ragionata let
parirli nella propria loro città. Nè crediate però (si soggiugne) che per negromanzia sì presto da Roma vengano quì . . . .
ittà vostra. L’altra recita si fece in Roma alla presenza di Leone X, per quel che accenna il Giovio nella di lui Vita, e l
dro di Plauto. A Plauto (si dice) staria molto bene lo essere rubato, per tenere il moccicone le cose sue senza una chiave,
gemelli nati in Modone, l’uno maschio chiamato Lidio, l’altra femmina per nome Santilla, di forma e di presenza similissimi
’ Turchi della loro patria rimangono divisi sin dalla fanciullezza, e per varj casi, senza che l’uno sappia dell’ altro, gi
abito virile col nome del fratello. Dopo alcuni scambiamenti avvenuti per l’amorosa follia di Fulvia moglie del dissennato
elegante della Calandra non può essere nè più grazioso nè più proprio per gli personaggi che vi s’imitano. I caratteri vi s
ai. Or guarda: eccomi. Fes. Torci la bocca; più ancora; torci bene; per l’altro verso; più basso . . . . Oh ob, or muori
favole sceniche e chiama l’attenzione dello spettatore. Non si vede, per darne qualche esempio, nell’atto I la ragione, pe
tore. Non si vede, per darne qualche esempio, nell’atto I la ragione, per cui Fulvia che altre volte ha avuto in casa Lidio
lte ha avuto in casa Lidio vestito da femmina, pretenda poi che Ruffo per via d’incanti lo trasformi in femmina per l’istes
ina, pretenda poi che Ruffo per via d’incanti lo trasformi in femmina per l’istesso intento; e perchè non usa del modo più
gli amanti così mal custoditi, che possa a Lidio sostituirsi Santilla per far rimaner Calandro scornato, e riuscire la rico
e spoglie ecc. segue i nominati comici antichi, ma si allontana anche per questa ragione da Terenzio universalmente approva
maligni non se ne traggano scandalose conseguenze generali. Essa non per tanto allora si fece e si rappresentò in Firenze
oglie una pozione di mandragola colle circostanze che l’accompagnano, per averne un figliuolo maschio. Un prologo in versi
vanto della piacevolezza che promette, che ridicolissima essa riesce per tutte le sue parti. Per conoscere M. Nicia che av
vidi. Lig. Quanto è egli maggior che Arno? Nic. Che Arno? Egli è per quattro volte, per più di sei, per più di sette,
o è egli maggior che Arno? Nic. Che Arno? Egli è per quattro volte, per più di sei, per più di sette, mi farai dire; e no
che Arno? Nic. Che Arno? Egli è per quattro volte, per più di sei, per più di sette, mi farai dire; e non si vede se non
aviglia espresse le apparenti ragioni usate dagl’ impostori seduttori per indurre la credula innocenza a cadere in fallo. T
levano la di lui goffaggine senza bisogno di sforzo veruno istrionico per far ridere, come non rare volte si nota ne’ migli
stando in aguato egli, Nicia stesso, Siro e Frate Timoteo travestiti per cogliere alcuno giovinaccio spensierato per lo bi
Frate Timoteo travestiti per cogliere alcuno giovinaccio spensierato per lo bisogno che ne hanno: Lig. Non perdiam più t
m più tempo quì. Io voglio essere il capitano, ed ordinare l’esercito per la giornata. Al destro corno fia preposto Callima
nistro io, tralle due corna starà quì il dottore; Siro fia retrogrado per dare sussidio a quella banda che inclinasse; il n
a fu tradotta in Francese dal celebre Giambatista Rousseau, encomiata per l’intreccio e per lo vero comico dal Sig. di Volt
rancese dal celebre Giambatista Rousseau, encomiata per l’intreccio e per lo vero comico dal Sig. di Voltaire, e ammirata d
mi che producono nojose e inverisimili situazioni, e vi s’introducono per buffoni Calabaza Spagnuolo e Graziano Bolognese c
Groto scrisse indi un’ altra pastorale intitolata Calisto pubblicata per le stampe nel 1586. Contemporanea al Pentimento f
on aspettate di riconoscere o il casato o gli uomini, perchè l’autore per fuggire carico ha convertiti i nomi veri ne’ nomi
a la Clizia, dice: Quando dodici anni sono nel 1494 passò il re Carlo per Firenze, che andava con un grande esercito all’im
compose prima la Mandragola. Nicomaco propone alla moglie di prendere per arbitro de’ loro domestici dispiaceri sulle nozze
tto qualche miracolo. Sof. Quale? Nic. Come quale? Non sai tu che per le sue orazioni Monna Lucrezia Calfucci che era s
erile, ingravidò? Questo motto non riuscirebbe grazioso e vivace, se per la passata commedia non fosse nota la novella di
elli fresche imitazioni libere che si rendessero interessanti appunto per adattarvisi l’espressioni latine ai costumi moder
licità, qualcheduna però ne trascrisse aut impudenter aut perverse. E per esempio di ciò che ne dice in ultimo luogo adduce
Che dice ella? che vuole ella? Pirr. Pregami ch’io non tolga Clizia per donna. Nic. Che l’hai tu detto? Pirr. Ch’io m
rsi che avrebbe potuto esporsi con minor impudenza o irriverenza. Non per tanto la veste allora addossata in Italia alla Ca
o, e sì ben rassettata, che par nativa di Firenze e non della Grecia; per le quali cose tira l’ attenzione di chi legge o a
e da due pastori; le altre cinque ancor di questa più corte son poste per tramezzi nella fine di ciascun atto. Adunque colo
ima volta, trasformare le pastorali del XVI secolo in opere in musica per sapere che vi furono poste in musica le canzonett
ancora tralle opere musicali questa commedia in prosa del Machiavelli per la medesima ragione; la qual cosa sarebbe una rar
che una pretta traduzione dell’Andria di Terenzio, la quale parmi che per la prima volta si sia impressa nell’ edizione di
tanti generi di drammi. Ci arresteremo dunque in alcune più notabili per qualche ragione che interessi ed instruisca. Tra’
o di ottime commedie, contisi il nobilissimo poeta Ercole Bentivoglio per nascita Bolognese, ma Ferrarese per domicilio, es
ilissimo poeta Ercole Bentivoglio per nascita Bolognese, ma Ferrarese per domicilio, essendo stato d’anni sette e qualche m
medico geloso ingiustamente della moglie. Quegl’ intrighi pericolosi per gli amanti atti ad esercitar le furberie de’ serv
ra rinvenire nell’Ariosto, nel Bibbiena e nel Machiavelli, regneranno per avventura come nel proprio elemento in questa fav
inge un geloso? Vediamolo. Ermino incerto della fedeltà della moglie, per assicurarsene, finge un’ assenza di un giorno o d
rede mercatante, si traveste, appiccasi al mento una finta barba nera per coprir la sua ch’è bigia e va a mettersi in aguat
io di dietro della propria casa. Il creduto mercatante ch’è un furbo, per ajutar Fausto giovane innamorato di Livia nipote
da parte del padrone, e finalmente da un servo di casa pieno di vino, per cui è costretto a ritirarsi. Rimpatria intanto ne
, ed il lascia fuori pieno di sospetti. Egli però si sovviene di aver per ventura conservata una chiave dell’uscio di dietr
entura conservata una chiave dell’uscio di dietro della casa, e pensa per quella introdursi. Il medico che stà in osservazi
fatto la moglie, batte la porta, ma non essendo ravvisato dalla fante per essere nella guisa accennata travestito, è ingiur
? Nè il Geloso del Bentivoglio avrebbe dovuto essere da lui ignorato, per poco che avesse l’uso di fornirsi di dati certi p
so. Questa è Roma. ecc. E sia questa una delle tante evidenti prove per ismentire quegl’ imperiosi critici filosofi di bu
erazione di Fausto che nella scena quarta dell’atto V vuole andar via per vincere la propria passione; e bella è poi la qui
bene inventare e disporre senza altra scorta che la natura, volle non per tanto dare un bell’ esempio del modo di trasporta
vivacità di colorito nelle maniere. Nel prologo mostra gran rispetto per la dotta antichità. Noi, dice, nulla faremo di pe
ancor noi Non possiam fare alcuna cosa bella, Se quest’antichità per nostro specchio Non ci mettiamo innanzi. Lo
on ci mettiamo innanzi. Lo stile è al solito felice ed elegante da per tutto, di che molti passi assai belli si potrebbe
he invenzioni, e rendettero le belle espressioni antiche interessanti per li moderni, sapendo dar loro (con pace anche quì
di lui poesie e soprattutto alle commedie. Il più vicino all’Ariosto per la commedia di quel tempo egli è senza dubbio que
Egli gareggiò pure con felicità grande colla Clizia del Machiavelli, per aver sì acconciamente avvicinata l’antica Mostell
a due personaggi ridicoli, cioè un Sanese scempiato che viene in Roma per farsi cardinale imparando prima ad esser Cortigia
appresentò nel 1560 entrando in Siena il duca Cosimo I, e si pubblicò per le stampe l’anno 1571. Trovansi parimente impress
tori. Panzana nell’Amor costante dice: Scoppio di voglia di ridere, e per rispetto de’ forestieri tengo la bocca che non ri
donio. Ariosto, Bentivoglio, Aretino, Dovizio, Machiavelli si valsero per tutti i personaggi delle loro commedie del solo l
mica. Due ne scrisse in versi che furono il Capitano uscita alla luce per le stampe nel 1545, e il Marito nel 1560; le altr
anni sessantacinque nel 1563, fu calzolajo, ma si distinse in Firenze per molte lezioni recitate nell’Accademia Fiorentina,
se in Firenze per molte lezioni recitate nell’Accademia Fiorentina, e per alcune traduzioni. La Filenia fu una piacevole co
ala del palazzo del principe di Salerno (in Napoli) dove stava sempre per tale effetto apparecchiato il proscenio. Intorno
1582. Giovammaria Cecchi, cui si confessano i Fiorentini assai tenuti per aver fatta la loro patria uguale a Roma e ad Aten
e, la Stiava, il Donzello, il Corredo, lo Spirito, e il Servigiale; e per quel che ne dice il Quadrio molte altre ne rimase
Eustachia commedia in prosa del Guidani Leccese s’impresse in Venezia per Aldo nel 1570. Il Trappa pure in prosa di Massimo
a serva, dal Fontanini è posta tralle commedie in prosa, ma è scritta per la maggior parte in ottava rima, il che osservò i
vò il Zeno. La Flora di Luigi Alamanni s’impresse in Firenze nel 1556 per cura di Andrea Lori che la fece recitare nella co
e125, fatica e invenzione inutile intrapresa da altri Italiani ancora per imitare superstiziosamente il giambico greco e la
ne scritta, in istile puro e piacevole e copiosa di grazie comiche, e per questa parte degna di sì leggiadro scrittore. Tut
e languida nell’avvilupparsi e nello sciogliersi, e da non soffrire, per vivacità e sceneggiatura ed economia, il paragone
marrito augello cerca di ridursi nel vostro nido, come aquila che stà per fissar l’occhio in voi suo bel sole: deh uscite f
ompere le porte, non essendo in casa la di lui madre, come proponeva, per parlarle con libertà. Egli poi tutto ardore vuol
sa, come vorrei, esser vostra, ne leghi eternamente ambedue; e tenete per certo, che ogni mio desiderio, ogni mio pensiero,
ogni mio desiderio, ogni mio pensiero, ogni mia speranza è che voi o per serva, o per altra che mi vogliate, abbiate ad es
iderio, ogni mio pensiero, ogni mia speranza è che voi o per serva, o per altra che mi vogliate, abbiate ad essere scudo de
possono mai abbastanza lodare questi tratti di saviezza che spandono per l’uditorio un piacere indicibile, specialmente qu
el 1558127 scrisse più commedie pregiate dagl’ intelligenti, e citate per la lingua nel Vocabolario della Crusca. Le più st
arliamo, si faranno leggere da chi vuol conoscere il teatro Italiano, per la regolarità, per le lepidezze, per la purezza e
leggere da chi vuol conoscere il teatro Italiano, per la regolarità, per le lepidezze, per la purezza ed eleganza dello st
ol conoscere il teatro Italiano, per la regolarità, per le lepidezze, per la purezza ed eleganza dello stile, benchè per la
ità, per le lepidezze, per la purezza ed eleganza dello stile, benchè per la licenziosità di que’ tempi i motteggi e i sali
ioni e le leggi dell’operare. Chi vestisse ora di toga e di pretesta, per begli abiti che fossero, ci offenderebbe non meno
e, che le dipinture delle maniere locali, benchè eccellenti, variano, per così dire, in ogni pajo di lustri, ma quelle dell
che altri rilevasse mai le bellezze de’ componimenti quasi obbliati, per poterli saccheggiare a loro posta; a quelli in fi
me tutti con pazienza, sperando di ritrovarvi, e consolarmi d’avervi per mio consorte. Ma ora che finalmente vi ho ritrova
e vi ho ritrovato, poichè a me tolto vi siete, sconsolata e disperata per sempre desidero di morire. Gisip. Oimè! che par
voi mio marito? se non mi siete ancor di letto, e non volete essermi per amore, mi siete pur di fede, e mi dovete essere p
on volete essermi per amore, mi siete pur di fede, e mi dovete essere per obbligo. Non sono io quella, che per esser vostra
pur di fede, e mi dovete essere per obbligo. Non sono io quella, che per esser vostra moglie non mi sono curata di abbando
persa dalla mia patria, nè divenir favola del mondo? Ricordatevi, che per voi sono state tante tempeste, per voi sono venut
favola del mondo? Ricordatevi, che per voi sono state tante tempeste, per voi sono venuta in preda de’ corsari, per voi si
sono state tante tempeste, per voi sono venuta in preda de’ corsari, per voi si può dire, che io sia morta, per voi son ve
o venuta in preda de’ corsari, per voi si può dire, che io sia morta, per voi son venduta, per voi carcerata, per voi battu
corsari, per voi si può dire, che io sia morta, per voi son venduta, per voi carcerata, per voi battuta, e per non venir d
i può dire, che io sia morta, per voi son venduta, per voi carcerata, per voi battuta, e per non venir donna di altro uomo,
sia morta, per voi son venduta, per voi carcerata, per voi battuta, e per non venir donna di altro uomo, come voi siete fat
ovrò tosto morire; ma solo desidero di non morir serva nè vituperata; per l’una di queste cose io disegno di condurmi, col
durmi, col testimonio della mia verginità, a mostrare a’ miei, che io per legittimo amore, e non per incontinenza, ho conse
mia verginità, a mostrare a’ miei, che io per legittimo amore, e non per incontinenza, ho consentito a venir con voi: per
gittimo amore, e non per incontinenza, ho consentito a venir con voi: per l’altro vi prego (se più di momento alcuno sono i
di momento alcuno sono i miei prieghi presso di voi), che procuriate per me, poichè non posso morir donna vostra, che io n
con la giustizia, o impetrate dalla vostra sposa la mia libertà: che, per esser ella così gentile, come intendo, ve la dovr
vogliate fare, mi basterà solamente di morire: il che desidero, così per finire la mia miseria, come per non impedire la v
ente di morire: il che desidero, così per finire la mia miseria, come per non impedire la vostra ventura. E per segno che i
per finire la mia miseria, come per non impedire la vostra ventura. E per segno che io non voglio pregiudicare alla libertà
re alla libertà vostra, vi rimando l’anello del nostro maritaggio. Nè per questo si scemerà punto dell’amor che io vi porto
a quella che costituisce un’ anima nobile. Ogni parola è una bellezza per chi l’analizza, nè l’ analizza chi non ha il cuor
bellezza per chi l’analizza, nè l’ analizza chi non ha il cuore fatto per ciò che i Francesi chiamano sentimento. Non si ve
crocca, il Vespa, l’Olivetta, la Pimpinella, e la Niccolosa, regolari per la condotta, naturali nello stile, vivaci ne’ car
n esempio (raro in tal secolo) di un intrigo pericoloso e più proprio per le passioni tragiche. Una fanciulla minacciata da
passioni tragiche. Una fanciulla minacciata dal padre di altre nozze, per serbarsi al suo amante, prende un sonnifero e col
ante, prende un sonnifero e coll’ ajuto di un medico si fa seppellire per morta; indi tratta dalla sepoltura si veste da uo
i tratta dalla sepoltura si veste da uomo, e nell’accingersi a partir per Lione, dove sapeva che dimorava l’ amante bandito
sapeva che dimorava l’ amante bandito, lo trova in Bologna addolorato per la notizia della di lei morte. In mezzo all’alleg
o non ne impetrasse la libertà, di ammazzarsi. In tale stato correndo per le strade quasi fuor di se per lo dolore, scarmig
di ammazzarsi. In tale stato correndo per le strade quasi fuor di se per lo dolore, scarmigliata, con un pugnale alla mano
tte nella giustizia che mena a morire Milziade suo fratello convinto, per di lui confessione, di latrocinio. Sbigottiscono
o sorpreso dal bargello con una scala di seta sotto la di lei casa, e per salvarne la fama, si era accusato di aver voluto
fosse. Disperata Teodolinda avea risoluto, allor che egli passerebbe per andare al patibolo, di gettarsi al suo collo, con
to perchè venga a prenderne crudel vendetta. Ma essi vengono liberati per opera della balia di Teodolinda, e di Elfenice, e
narj e di pericoli grandi eccede i limiti della vera poesia comica, e per questo capo è assai difettosa. Essa par tessuta a
amento di Elfenice e dall’omicido commesso da Aristide, proseguendosi per li sette anni che questi dimorò in Lione, mostran
iocrità comica, l’avventura di Damone e Pizia, l’uno de’ quali rimase per ostaggio dell’amico sotto lo stesso pericolo di v
aggiunse la venuta di una innamorata che al vedere l’amante esposto, per essere ostaggio del di lei fratello che esattamen
ante un lieto scioglimento. L’altra commedia dell’Oddi non meno bella per lo stile, per l’onestà, per la vaghezza de’ carat
scioglimento. L’altra commedia dell’Oddi non meno bella per lo stile, per l’onestà, per la vaghezza de’ caratteri e per l’i
L’altra commedia dell’Oddi non meno bella per lo stile, per l’onestà, per la vaghezza de’ caratteri e per l’intreccio, inti
eno bella per lo stile, per l’onestà, per la vaghezza de’ caratteri e per l’intreccio, intitolata i Morti vivi, s’impresse
Girolamo Discepolo nel 1604. E’ una favola assai ravviluppata, piena per altro di colori comici e di caratteri piacevoli b
tonio Liberati che fece il prologo e gl’ intermedj a questa commedia, per la sola ragione che quest’ Accademico di Caprarol
inora sufficienti indizj da non istimarla opera di Torquato. Il Manso per negarlo non ci disse di averlo saputo dal medesim
rlo non ci disse di averlo saputo dal medesimo Torquato; e se lo negò per proprio avviso, è una opinione, e non una pruova
a parimente rimasta sepolta, basti averne accennati i titoli, giacchè per essersene perduto ogni vestigio o per aver riposa
rne accennati i titoli, giacchè per essersene perduto ogni vestigio o per aver riposato nell’ oscurità di qualche privato a
e di una sola possa sostenersi la lettura 128? Che se egli seppe solo per tradizione che vi fossero commedie antiche in Ita
Italia, o stimò che altra cosa non fossero che le farse d’Arlecchino per avventura vedute sul teatro Italiano di Parigi, e
a del teatro Ateniese sulle rappresentazioni de’ neurospasti? che, se per dare a conoscere il teatro Francese, dimenticato
o il Capitan Coccodrillo Comico Confidente, diede alla luce in Parigi per l’Angelier nel 1585 la commedia intitolata Angeli
re, cioè le rodomontate. Generalmente i pubblici commedianti andavano per l’Italia rappresentando certe commedie chiamate d
ndavano per l’Italia rappresentando certe commedie chiamate dell’arte per distinguerle dalle erudite recitate nelle accadem
le accademie e case particolari da attori nobili, civili ed instruiti per proprio diletto ed esercizio. Si notava, come dic
logo ad arbitrio de’ rappresentatori. Queste farse istrioniche aveano per oggetto l’eccitare il riso con ogni sorte di buff
aratteristica di qualche città. Pantalone era un mercatante Veneziano per lo più avaro; il Dottore un curiale Bolognese cic
ioso sciocco di Bergamo (Nota XV). Il volgo Italiano se ne compiacque per la novità e per quello spirito di satira scambiev
Bergamo (Nota XV). Il volgo Italiano se ne compiacque per la novità e per quello spirito di satira scambievole che serpeggi
infinite volte dipinte le donne con siffatto carattere, cioè distinte per grado e per virtù. Se M. Castilhon avesse avuta p
te dipinte le donne con siffatto carattere, cioè distinte per grado e per virtù. Se M. Castilhon avesse avuta più pratica d
ia letteraria, avrebbe evitato questo ed altri simili errori, i quali per se stessi leggeri diventano poi spropositi rileva
ell’ erudizione di cui scarseggiano tanto, e di cui tanto abbisognano per ragionar dritto. 110. Si è stimato notar ciò in
r ragionar dritto. 110. Si è stimato notar ciò in carattere corsivo, per comodo de’ plagiarii accattoni de’ nostri paesi,
rologo della Scolastica rassettata da Virginio Ariosto. 114. Riprese per capriccio apologetico il Sig. Lampillas come pern
nta fatta alla p. 111 del t. VII del Tiraboschi, il quale ciò afferma per avviso del ch. Ab. Bettinelli. 119. Caland. att
10 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 754-756
Suo padre lo destinò agli uffici delle finanze, ma appassionatissimo per l’arte comica, sordo a ogni rimostranza, dopo di
ogni ritegno, superato ogni ostacolo, determinò di tornar sul teatro per non abbandonarlo più. Comparve questa volta al S.
el tempo un prodigio. Il 1807 fu scritturato da Salvatore Fabbrichesi per la Compagnia Reale del Principe Eugenio, Vicerè d
provvisamente a Verona. Tornato a’Fiorentini di Napoli, scritturatovi per tre anni dalla Società Prepiani, Tessari e Visett
ò gli antichi entusiasmi ; ma dopo un anno dovette lasciare il teatro per una gravissima operazione chirurgica. Ricomparve
nza – Il Presidente Monsenico nel Berretto nero – Merfort nel Pittore per amore – L’ Abate de l’Epée nella commedia omonima
Comica, al De Marini dedicata, nella quale sono parole di entusiasmo per l’artista gigante. Ma il meglio che io possa fare
e di entusiasmo per l’artista gigante. Ma il meglio che io possa fare per dir giustamente e degnamente di lui si è di rifer
raneo del De Marini, che desteranno, son certo, il più vivo interesse per le particolarità artistiche onde son ricche. ……N
gionevolmente chiamar si possa offeso, se giudico il nostro De Marini per il più valoroso ed acclamato attore Italiano vive
mento, a cui s’abbandona tanto facilmente e tanto volentieri la plebe per gli sconci e per le smorfie de’buffoni, ma quel r
bandona tanto facilmente e tanto volentieri la plebe per gli sconci e per le smorfie de’buffoni, ma quel riso eccitato nobi
diminuisce nello spettatore, se vede nell’attore troppi preparativi : per questa sovrabbondanza si dimentica talvolta delle
seppe De Marini possedeva l’educazione di gentiluomo. Era affabile, e per nulla superbo della sua immensa superiorità nell’
urono la prova. Egli fu dotato dalla natura di tutti i doni necessarj per raggiungere la perfezione nell’arte della scena.
orme regolari, con sguardo vivo ed ardente d’amore, con un corpo, che per le sue perfette proporzioni, solo un Canòva avreb
oniosa, ora irritata, ora commossa, dimostrare l’immensa sua passione per Pamela ; e la sera seguente sotto l’aspetto di un
estare il fanatismo in una scena di rimprovero al nipote e alla nuora per la loro cattiva condotta. Oltre lo studio accurat
curato sull’incedere e sul gesto, De Marini occupava moltissimo tempo per trasformare il suo volto, e bene spesso egli reca
Egli teneva nella sua tavoletta di teatro scatolette con varj colori per dipingersi in modo che quando si presentava sulla
o dalla parrucca alle scarpe, meno, s’intende, l’abito borghese, che, per questo non diferenziava che la testa. Egli diceva
e ha già fatto la metà della parte. – Era cosa poi assai sorprendente per gli stessi artisti che con lui recitavano, il ved
na scatola da tabacco, una penna da scrivere, una sedia, un tavolino, per ricavarne un effetto certo in una scena o in altr
tante volte, alla fine della commedia, questo preparativo servivagli per un gesto, per un’occhiata. E mentre nel suo pensi
alla fine della commedia, questo preparativo servivagli per un gesto, per un’occhiata. E mentre nel suo pensiero era tutto
e al Marini che era il suo vero casato. Alcuni dissero che il facesse per non compromettere il nome di famiglia, altri per
ssero che il facesse per non compromettere il nome di famiglia, altri per nobilitarlo all’uso francese. E qui il Colomberti
11 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IX. Dell’uso delle antiche Maschere. » pp. 290-297
la stessa, nè si usò sempre pel medesimo oggetto, nè sì presto servì per eccitare il rìso. Un poco di feccia alterò da pri
cia alterò da principio il volto dels’ attore. E perchè questo? Forse per far ridere? Non possiamo sapere se il primo che v
veniva da tutti riconvenuto del fatto e ne rimaneva scornato, ed indi per non soggiacere a tale affronto, si asteneva dall’
di giorno in mezzo della piazza a narrare le oppressioni sofferte. Ma per timore de’ potenti essi comparivano tinti di fecc
sofferte. Ma per timore de’ potenti essi comparivano tinti di feccia per non essere ravvisati”. Il timore adunque e la nec
colla feccia il sembiante; e gli attori conformaronsi a questa usanza per celare il proprio volto e dare a credere di esser
e’ villani dell’Attica, i quali nelle vendemmie cantando saltarono su per gli otri e s’imbrattarono di feccia, si rinvenga
elle capigliature e indi delle scorze, delle foglie e di simili cose, per imitare il personaggio rappresentato, e non già q
chi direbbe che l’autore dell’Eumenidi avesse inventata una maschera per far ridere? Essa allora ben lontana dal servire a
adottata un’ invenzione destinata a far ridere. Questo Cherilo però, per quel che si è veduto, fiorì nell’ olimpiade LXV,
Del resto nulla dimostra con maggiore evidenza che la maschera si usò per bene imitare i personaggi, quanto la commedia. Qu
i personaggi viventi, come Cleone, Lamaco, Demostene, Nicia, Socrate, per farli riconoscere dall’uditorio, oltre al nominar
arli, ne imitava esattamente i volti e gli abbigliamenti, marcandoli, per così dire, con ferro rovente alla presenza di un
i Equiti di Aristofane, in cui si scorge la diligenza posta dal poeta per contraffare il sembiante di Cleone e supplire all
leone e supplire alla maschera che gli artefici ricusarono di formare per timore di quel potente cittadino. Confermasi anco
a XXV). I Romani stessi usarono la maschera ne’ funerali de’ principi per imitarne esattamente il volto; e Suetonio raccont
commedia. Nè anche queste medesime maschere mostruose nacquero tutte per istudio di far ridere, ma per quel medesimo timor
esime maschere mostruose nacquero tutte per istudio di far ridere, ma per quel medesimo timore che anticamente mosse i vill
, facendo dagli artefici formar le maschere capricciose e stravaganti per fuggire il pericolo che alcuna per disgrazia ries
maschere capricciose e stravaganti per fuggire il pericolo che alcuna per disgrazia riescisse simile al volto di qualche so
here tragiche e comiche naturalissime, rimanendo le altre stravaganti per diverse spezie di mimi. Quindi vi furono maschere
all’imitare e coprire l’attore, erano le antiche maschere necessarie per un altro uso. Lungo tempo in Grecia e in Italia s
azze spaziosissime, ne’ quali la voce naturale degli attori dissipata per l’aria aperta male avrebbe soddisfatto al gran co
mente contenere qual venti, qual trenta e quale quarantamila persone, per non parlare di quello di M. Scauro capace di otta
upola del Domo di Parma. La maschera adunque presso gli antichi servì per occultare il volto dell’ attore, per imitare quel
adunque presso gli antichi servì per occultare il volto dell’ attore, per imitare quello del personaggio rappresentato, e p
lto dell’ attore, per imitare quello del personaggio rappresentato, e per ajutar la voce; nè mai nelle tragedie e commedie
to, e per ajutar la voce; nè mai nelle tragedie e commedie si adoperò per eccitare il riso colla stravaganza, come s’intonò
iso colla stravaganza, come s’intonò parecchi anni sono dalle scene e per le stampe in prosa e in versi martelliani dall’Ab
s congruat. Con tale meschino artifizio ajutavansi gli antichi attori per esprimere col volto i movimenti dell’animo, che s
12 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Venezia il 31 10bre 1837.E il 14 novembre : » pp. 389-402
educandati francesi, dal quale, morto il padre, uscì a tredici anni, per entrare a sostener le parti di amorosa nella Comp
raconda impazienza, e mentre da un lato trova in questa compagnia chi per assoluta perizia può soddisfarlo, si appaghi dall
ncipio del 1824 seguì con la madre il Fabbrichesi che lasciava Napoli per condurre la Compagnia nell’Italia centrale. Essen
col carnevale del ’29, si recò, in compagnia della madre, a Vicenza, per sostener le parti di prima attrice in quella filo
i di prima attrice in quella filodrammatica…. che lasciò dopo un anno per formare una compagnietta, della quale essa era, s
apocomico veronese di buon nome, e caratterista egregio, la scritturò per quattr’anni come prima attrice assoluta. Dalla C
ediata ; proposte che non furon poi accettate, perchè ella si risolse per la R. Compagnia Sarda, nella quale, dopo due anni
i stessi onori prodigati alla grande attrice che la precedette, e che per ben diciassette anni fu l’idolo di quel pubblico 
ben diciassette anni fu l’idolo di quel pubblico ; e dalla quale uscì per isposare in Bologna il dott. Raffaele Minardi. Ec
teatrale ; non togliendo, nè aggiungendo parole a quelle da lui messe per legare chiaramente e opportunamente l’una lettera
onti propone alla Bettini di far parte della Compagnia dei Fiorentini per l’anno 1840 ; e soggiunge che la società si compo
postati o che tu hai voluto scherzare……………. …. ti rammento ancora che per ora dalla sopraintendenza posti assoluti non se n
e danno, come pure abbi presente che l’Egregio benemerito Fabbrichesi per pagar molto fu obbligato partire ad onta che avev
riscontro al momento. Si vede che tu conosci poco il mio carattere –  per tua norma io sono seria sempre e non amo per null
poco il mio carattere – per tua norma io sono seria sempre e non amo per nulla scherzare. Vedo piuttosto che tu sei d’umor
il mio amor proprio sarà appagato ? Non ho bisogno di venire a Napoli per godere di questa soddisfazione…. anzi più di quel
non scherzo mai. Mamma ed io contraccambiamo gli augurj che c’invil per il nuovo anno. Salutami tua moglie e credimi pure
. Da Milano il 12 marzo 1838 Gio. Batta Gottardi le offre scrittura per l’anno 39-40, ed acclude alla lettera un bigliett
vise in tante mezze mesate anticipate, ed il compenso di mezza serata per piazza ad uso comico. – Dispensa dalle recite dop
per piazza ad uso comico. – Dispensa dalle recite doppie – una recita per settimana di tutta vostra scelta. Il 24 aprile 1
Lucca (13 maggio 1840) chiede se è contenta della sua nuova posizione per farle in caso delle proposte. Vi è un P. S. che t
rdi. Infatti nel 19 giugno 1840 il Domeniconi stesso scrive da Napoli per sentire se sarebbe disposta ad aprire trattative
a Napoli per sentire se sarebbe disposta ad aprire trattative con lui per l’anno successivo e poi parlando di cabale e intr
o e poi parlando di cabale e intrighi soggiunge : Fra i nuovi attori per Napoli, io sono stato quello che da principio ho
poterle offerire il posto di Iª attrice assoluta dandole carta bianca per fissare l’onorario e stabilire le convenienze per
andole carta bianca per fissare l’onorario e stabilire le convenienze per tre anni. Mi onori ecc……. Il 23 stesso mese il D
e in bianco con facoltà di aggiungervi, se crede, il nome della madre per le parti caratteristiche. Il 12 agosto da Vercell
contro le arti di una mala femmina ingrata, che dopo averlo lusingato per averlo in Compagnia, gli fa fare delle parti non
che avrà già recitato il Bicchier d’acqua, trovandosi a Roma, scrive per sentire le pretese per far parte di una Compagnia
il Bicchier d’acqua, trovandosi a Roma, scrive per sentire le pretese per far parte di una Compagnia semi-sedentaria (sic)
veva da Firenze il 26 settembre 1840 : Stavo in trattative col Bazzi per prendere la sua Compagnia per l’autunno 42, ma ap
e 1840 : Stavo in trattative col Bazzi per prendere la sua Compagnia per l’autunno 42, ma appena inteso che ella in quell’
a somma e gran Bettini. Mi è stato supposto che ella faccia Compagnia per quel tempo : se ciò fosse vero desidererei combin
ia Compagnia per quel tempo : se ciò fosse vero desidererei combinare per l’autunno stesso del 42 col dargli il teatro Vall
ttobre : …. Aspetterò anche due buoni mesi prima di prendere impegni per il teatro Valle pel 1842 perchè mi preme e deside
pagnia Sarda. Il contratto da me stabilito con la signora Internari è per tre anni. Posso però, anzi sono determinato, onde
oni, il 4 ottobre 1840 da Napoli, vorrebbe riallacciare le trattative per l’anno 1842, e così Da Rizzo da Roma il 16 dello
a il 16 dello stesso mese, che accenna che fra gli attori disponibili per il ’42 spera di trovare il Gattinelli e forse Ven
19 novembre ’40 : …. mi confermo che la vostra rissoluzione è fatta per accasarvi. Io vi auguro tutti i beni e vi desider
ti i beni e vi desidero tutte le felicità che non vi potranno mancare per la vostra onesta condotta. Io fui obbligato di ri
mo una lettera di F. Lottini a Giuseppe Bosio (Bassano, 1°maggio ’41) per sapere se la Bettini intenda o no di accettare le
erissi, a nome di un ricco signore di Firenze, un onorifico contratto per rimanere tre stagioni dell’anno ferma ad agire in
ttinelli. ……….……………………….. Il progetto sarebbe onorifico e vantaggioso per voi, e per me l’àncora di salvezza poichè in 3 an
…….……………………….. Il progetto sarebbe onorifico e vantaggioso per voi, e per me l’àncora di salvezza poichè in 3 anni ho perdu
E da Bologna, in data 18 maggio : …. la persona che ambirebbe avervi per cardine principale della Compagnia che vuol forma
irebbe avervi per cardine principale della Compagnia che vuol formare per Firenze, non escludendo una qualche scappata per
nia che vuol formare per Firenze, non escludendo una qualche scappata per poche recite nelle vicinanze e specialmente alla
pra quella Banca che meglio vi piacerà di indicargli. Non posso dirvi per ora, fuori di Gattinelli, quali saranno i vostri
lle lagrime agli occhi. Il Lipparini da Genova (25 giugno 41) insiste per aver la Bettini e scrive : Vi faccio una confide
gai, perchè come doveva fare con Genova che sono pagato ? il mestiere per lei serve da secondo ; si teme…. si vedrà ! ad og
ui abbiamo il Bazzi che le scrive da casa (Milano, 19 settembre 1841) per proporle di rimanere nella sua Compagnia alle ste
. Soltanto soggiunge : Ella mi concederebbe la libertà di tre recite per settimana escludendo in esse la recitazione di Dr
di lei diritto e nel caso di malattie approffitterei della opera sua per tutte cinque recite ; otterebbe da ciò, sicurezza
bbiamo piangere la tua perdita come abbiamo fatto poco tempo indietro per quella di un altro sommo ? » Forse allude alla st
malia, La tua lettera gelò il sangue a que’ tali che ideavano averti per prima attrice in una Compagnia che per primo scop
que’ tali che ideavano averti per prima attrice in una Compagnia che per primo scopo doveva riformare il teatro italiano i
ne dopo altri cinque anni, ma prima di far ciò desidero ardentemente ( per quanto il mio scarso ingegno lo permetterà) coope
naturali, le finitezze, le sfumature dell’arte come noi le chiamiamo, per applaudire soltanto alle esagerazioni, contrarie
o Gaetano Gattinelli. Domeniconi da Napoli il 26 novembre ’41, tanto per cambiare, insiste per scritturarla qual prima att
Domeniconi da Napoli il 26 novembre ’41, tanto per cambiare, insiste per scritturarla qual prima attrice in una delle due
i attende un tuo assenso perchè ogni sventura della mia famiglia stia per avere un termine ! Mia cara Amalia, soccorri all’
utto ed io ti adorerò come una santa, ed infatti tu saresti una santa per me e quest’ opera ti frutterà mille benedizioni e
tuo cuore con maggiori parole, sono persuasa che tu farai ogni sforzo per rendere la felicità ad una amica la di cui vita,
questa scala epistolare, riprende la penna in Roma il 6 gennaio 1842, per proporre scrittura a colei la quale il3 giugno su
può dire, che lo stesso autore avrebbe provato una nuova compiacenza per la sua creazione ove l’avesse veduta rivivere per
a nuova compiacenza per la sua creazione ove l’avesse veduta rivivere per opera della egregia attrice. L’autore ha colorito
ttini, il darle una lode comune sarebbe un oltraggio all’arte stessa, per cui tanto si affatica, per cui si può dire che vi
mune sarebbe un oltraggio all’arte stessa, per cui tanto si affatica, per cui si può dire che viva. Abbiasi per ora la nost
ssa, per cui tanto si affatica, per cui si può dire che viva. Abbiasi per ora la nostra ammirazione, che riputiamo il più b
Pietro Petronilla (collezione Paglicci-Brozzi) e che io non riproduco per la poca differenza che è fra esso e il precedente
e direttore e primo attore, non l’ho mai veduta ricorrere al soggetto per saper la parola di entrata in scena. Abituata fin
asciava a soli trentatrè anni le scene senza tornarvi più mai, se non per offrire alla patria il proprio contributo di donn
13 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO IV. Opera Musicale. » pp. 314-344
suoi ballerini oltramonti, e i Francesi stessi scendevano dalle Alpi per apprendere la danza a. I suoi Peri, Corsi, Montev
u con tal magnificenza e pompa decorato, che ne volò la fama, non che per l’Italia, oltramonti. Cominciò da prima a coltiva
cale il cavalier Pippo Acciajolia. Torino si contraddistinse nel 1628 per la sontuosa rappresentazione del Vascello della f
stampato e recitato in Venezia ed altrove tante volte. Si segnalarono per la magnificenza ne’ musicali spettacoli i sovrani
i Toscana Ferdinando I prescelto ad inventare i componimenti musicali per le feste delle nozze della principessa Maria. In
Rinuccini, benchè da questo Fiorentino rimanesse il Savonese superato per interesse e per affetto. In Firenze si rappresent
è da questo Fiorentino rimanesse il Savonese superato per interesse e per affetto. In Firenze si rappresentò ancora alla pr
Chiabrera non si decantò mai in Italia nè pel Rapimento di Cefalo nè per tal Vegghia. Un componimento scenico per la music
è pel Rapimento di Cefalo nè per tal Vegghia. Un componimento scenico per la musica composta pel dì natalizio di Maria Farn
rarum praestantior est auditus a  e pure in quel tempo si ammirarono per la voce e per l’arte di modularla il Campagnuola,
tior est auditus a  e pure in quel tempo si ammirarono per la voce e per l’arte di modularla il Campagnuola, l’Angelucci,
ii il di lui dramma intitolato Catena di Adone composto espressamente per una contesa insorta fra due cavalieri di gran rig
gran riguardo Giovanni Giorgio Aldobrandini e Giovanni Domenico Lupi, per due famose cantatrici, ad oggetto di decidersi qu
trici, ad oggetto di decidersi qual delle due fosse la più eccellente per soavità di voce e per arte di cantare. Chiamavasi
ecidersi qual delle due fosse la più eccellente per soavità di voce e per arte di cantare. Chiamavasi l’una Checca della La
nto. Chi non sa quanto antica sia questa barbarie, ed in quanti paesi per diversi fini tutti abjetti e vili adoperata? Sin
i, allorchè ella regnava sotto il nome e gli abiti del suo figliuolo, per confondere la propria voce femminile colle altre
olo, per confondere la propria voce femminile colle altre effemminate per arte. Secondo Gioseffo ebreo Nabucco ne diede il
are gli schiavi Ebrei. Claudiano contra Eutropio pretese che i Parti, per raffinamento di lascivia, cominciassero a pratica
che i Parti, per raffinamento di lascivia, cominciassero a praticarlo per conservare più lungo tempo la gioventù de’ loro c
empo la gioventù de’ loro cinedi. Alcuni usurpatori dell’altrui regno per mezzo della castrazione vollero togliere a’ popol
dell’adulterio. I Persiani, secondo Pietro della Valle, se ne valsero per castigo delle deflorazioni. Gli Affricani poveri
convertirono in un ramo di commercio abominevole divenuto necessario per la matta gelosia de’ serragli orientali. Gli Eunu
ani furono servi addetti alla cura de’ letti, come accenna Apulejo, e per tal uso venivano per vanità e per lusso ricercati
tti alla cura de’ letti, come accenna Apulejo, e per tal uso venivano per vanità e per lusso ricercati fin anco dalle meret
de’ letti, come accenna Apulejo, e per tal uso venivano per vanità e per lusso ricercati fin anco dalle meretrici, a quel
i quest’atrocità, ed ai barbari solo in qualche parte a. Contuttociò, per quanto gli eunuchi venissero perseguitati dalle l
’ tornei, ne’ caroselli. Nè tra’ giullari e ministrieri che cantavano per le case de’ signori, nè tra’ buffoni che in qualu
arsi sulla storia che tra’ Greci cominciasse la castrazione ad usarsi per mestier musicale, trovandosi tra essi introdotta
rgomentarsi che fosse cessata si bella usanza di assottigliar la voce per l’ordine de’ cantori. Le Nazioni settentrionali a
ominevole privilegio di continuarlo. Io ho unita la Spagna all’Italia per la rinnovazione di questa usanza infame. Alcuni d
si discacciò la Società Gesuitica, vennero ad inveire contro L’Italia per sì vituperosa consuetudine, e con filosofica savi
i mala fede o ignoranza? Io nel fior degli anni miei ascoltai cantare per le chiese di Napoli el tiple (il soprano) Pepito
ima che mi recassi in Ispagna  e poi il rividi, ed ascoltai in Madrid per più anni in compagnia di Narciso, di Pellegrino e
a da numeroso coro di castratini educati espressamente in un collegio per cantaro in essa le divine laudi. Nella real chies
listi del XVI secolo non muovono la questione, se lecito sia castrare per formare un musico  nè pare che ciò prendesse ad i
i a soli dodici o quindici, noi risaliremo intorno al 1625, E così se per ora non possiam dire precisamente l’anno del prim
a uniformità recatavi dagl’invincibili pregiudizii di tali attori che per tanto tempo ne ha scemato il diletto? Ciò avverrà
natura oltraggiate rivendicassero i loro dritti. Un filosofo Italiano per amor dell’umanità impiegò le sue meditazioni per
Un filosofo Italiano per amor dell’umanità impiegò le sue meditazioni per salvar dalla morte gli uomini rei  or non sarebbe
ti a muovere la potenza e la pietà de’ principi spagnuoli ed italiani per salvar tante vittime innocenti dalla spietata ing
pere in musica di tal secolo sarebbe una narrazione ugualmente nojosa per chi la legge e per chi la scrive. Essi furono ass
al secolo sarebbe una narrazione ugualmente nojosa per chi la legge e per chi la scrive. Essi furono assaissimi e quasi tut
richiesti nella poesia rappresentativa. Furono i loro drammi notabili per le sconvenevolezze, per le irregolarità, per le a
appresentativa. Furono i loro drammi notabili per le sconvenevolezze, per le irregolarità, per le apparenze stravaganti sim
o i loro drammi notabili per le sconvenevolezze, per le irregolarità, per le apparenze stravaganti simili a’ sogni degl’inf
egolarità, per le apparenze stravaganti simili a’ sogni degl’infermi, per un miscuglio di tragico e di comico e di eroi, nu
i, per un miscuglio di tragico e di comico e di eroi, numi e buffoni, per istile vizioso , in somma per tutto ciò che ottim
e di comico e di eroi, numi e buffoni, per istile vizioso , in somma per tutto ciò che ottimamente vi osservò il prenomina
dalla mitologia, la quale agevolmente apprestava di grandi materiali per le decorazioni e per le macchine che maravigliosa
quale agevolmente apprestava di grandi materiali per le decorazioni e per le macchine che maravigliosamente si eseguivano d
ro  ma pure la poesia vi avanzò poco, e lo spettacolo scemò di pregio per l’apparato. I primi ad esercitarvisi non ne acqui
lustri nomi de’ tempi andati attendevano un ingegno assai più sublime per trionfar sulle scene musicali. Accenneremo solo d
ltivò con qualche successo e forse con molto minore stravaganza anche per la poesia, come si vede nelle Pazzie per vendetta
lto minore stravaganza anche per la poesia, come si vede nelle Pazzie per vendetta di Giuseppe Vallaro, nel Podestà di Colo
lia all’anno 1690. a. La memoria di questo spettacolo ci è pervenuta per una bella dipintura che ne fece il famoso pittore
l’esgesuita Arteaga. Or perchè solo contro L’Italia egli si scagliava per la castrazione? a. Pinaco teca Parte II. a. P
rodussi il tomo IV di questa Istoria Teatrale, e tali desideri formai per l’esiglio perpetuo de castroni dalle scene Europe
scene Europee, io qualche anno prima l’avea sperato sull’abominio che per essi avea mostrato nel suo regnato il Cattolico R
gnato il Cattolico Re Carlo III Borbone, Ma le circostanze impedirono per avventura che l’evento secondasse i miei voti. Ne
14 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAP. IV. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo XVI quando fiorirono gli scrittori producendo le Commedie dette Erudite. » pp. 136-255
tragedie e commedie hanno certamente la data più indietro del 1520, e per conseguenza la prima epoca in Italia gloriosa del
o Gregorio Giraldia intorno a’ primi anni del secolo il Trissino avea per le mani la sua tragedia, benchè prima del 1514 no
si scrissero assai prima del 1520, cioè intorno al 1498 o poco più; e per conseguenza che l’epoca della poesia regolare dra
ica dovrà fissarsi sull’aprir del secolo XVI. Una felice combinazione per la drammatica trasse i più chiari epici Italiani
e in iscapito delle di lui satire e commedie l’esgesuita sig. Andres, per divertire la corte del duca di Ferrara compose ci
, i Suppositi, la Lena, il Negromante e la Scolastica. Alfonso d’Este per farle rappresentare se costruire un teatro stabil
inutamente queste commedie; ma ne anderò solo notando alcune bellezze per istruzione della gioventù, e per rimproverarle ag
anderò solo notando alcune bellezze per istruzione della gioventù, e per rimproverarle agli ultimi detrattori transalpini,
o padrone si fa credere un suo servo chiamato Dulippo, e questi passa per Erostrato, prendendone il nome e la condizione. M
ri dalla propria fantasia; la qual cosa gli rende superiori a’ Latini per invenzione, ed in conseguenza per vivacità. E se
cosa gli rende superiori a’ Latini per invenzione, ed in conseguenza per vivacità. E se il nostro dottissimo Gian Vincenzo
o infinite volte dipinte le donne con caratteri nobili, cioè distinte per grado e per virtù. Se Castilhon avesse avuta più
olte dipinte le donne con caratteri nobili, cioè distinte per grado e per virtù. Se Castilhon avesse avuta più pratica dell
letteraria, avrebbe evitato questo ed altri simili propositi, i quali per se stessi leggeri diventano poi spropositi notabi
dell’erudizione di cui scarseggiano tanto e di cui tanto abbisognano per ragionar diritto. Lo stile dell’Ariosto poi si pr
circospetta quanto la Latina. Imperocchè i nostri autori comici erano per lo più persone nobili e ragguardevoli nella civil
n prosa, vi pose un prologo in terzarima, ove dimostra sommo rispetto per gli antichi; ed allora che la ridusse in versi sd
sa che di tutta la poesia, la comica è la più soggetta ad alterazioni per le maniere e pe’ costumi? Il Ferrarese valoroso d
li effemminati govinastri che si bellettano come le femmine, la quale per altro troverebbe i suoi ridicoli originali ancor
apportano lo scioglimento. Flavio amante di una giovinetta contratta per lei con la Lena ruffiana inesorabile; e per tener
una giovinetta contratta per lei con la Lena ruffiana inesorabile; e per tenerla contenta fa del denaro impegnando la roba
ta fa del denaro impegnando la roba e la beretta. Il servo Corbolo sì per discolparlo del pegno fatto, come per trarre altr
la beretta. Il servo Corbolo sì per discolparlo del pegno fatto, come per trarre altro danaro da Ilario di lui padre, gli n
la quale nell’atto III forma una scena incomparabilmente più graziosa per lo stile, e più naturale di quella della galera d
menzogna cadente ; ma il vecchio insospettito mena seco il Cremonino, per esaminarlo in casa senza che Corbolo possa interr
posito. Sventuratamente il padrone di tale botte viene a riprenderla, per dubbio che pe’ debiti del marito della Lena non a
mata da Flavio, arriva in tal punto, ode il contrasto, si frappone, e per metter pace, offre di tener egli la botte in depo
oso, e di un giovine trovato in casa di una fanciulla onorata, ma non per questo produce risentimento veruno di funeste con
sta commedia (che ci sugerirà alcune curiose osservazioni critiche) e per la vaghezza dello stile, e per l’artificio del gr
lcune curiose osservazioni critiche) e per la vaghezza dello stile, e per l’artificio del groppo, e pel calore ed il movime
r l’artificio del groppo, e pel calore ed il movimento dell’azione, e per la vivace dipintura de’ caratteri, e per la grazi
il movimento dell’azione, e per la vivace dipintura de’ caratteri, e per la grazia de’ motteggi, merita che si legga con a
ingendosi impotente, e sperando di far disciogliere le nozze. Massimo per guarirlo, dopo varie pratiche, e molti rimedii te
pratiche, e molti rimedii tentati invano, ricorre ad un furbo tenuto per astrolago, e negromante. Costui cercando di arric
festi l’amore di Cintio e Lavinia, rimanendo egli scornato e scoperto per impostore. Delle molte bellezze di questa favola
spetto mirava Platone le Nubi, quando inviò tal favola al re Dionisio per dargli a conoscere gli Ateniesi. Di questa utilit
dargli a conoscere gli Ateniesi. Di questa utilità e diletto privansi per certo spirito di superficialità molti Italiani ch
se e superficiali notizie nelle opere oltramontane. E che può sapere, per esempio, dell’indole dell’Italica commedia quell’
dell’indole dell’Italica commedia quell’Italiano meschino che prende per iscorta la Poetica Francese del Marmontel, dove t
ca baldanza disse quel Francese erudito degl’Italiani: Un popolo che per gran tempo ha posto il proprio onore nella fedelt
no più di una fiata portato sulla scena a’ giorni nostri i Fajeli che per gelosia strappano il cuore agli amanti delle Gabr
e per gelosia strappano il cuore agli amanti delle Gabrieli di Vergy) per necessità dovè inventare nelle commedie intrighi
ergy) per necessità dovè inventare nelle commedie intrighi pericolosi per gli amanti e capaci di esercitare la furberia de’
ute dal signor Marmontel in pensiero e non mai sotto gli occhi, sono, per quello che si stà narrando, frutti per la maggior
non mai sotto gli occhi, sono, per quello che si stà narrando, frutti per la maggior parte del secolo XVI. Ora per verifica
che si stà narrando, frutti per la maggior parte del secolo XVI. Ora per verificare il principio fondato dal nomato autore
i gelosia e di vendetta funesta da lui urbanamente chiamata Italiana, per essersi dimenticato delle storie delle altre nazi
endo appena appreso a leggere e scriver male, ha l’arte di spacciarsi per filosofo, alchimista, medico, astrolago e mago, s
le vestigie Sue tuttavia dovunque passa, restano Come de la lumaca, e per più simile Comparazion, di grandine o di fulmine.
. Al primo egli promette di portare in casa una cassa con un cadavere per fare uno scongiuro; e per preparare la stanza all
i portare in casa una cassa con un cadavere per fare uno scongiuro; e per preparare la stanza alla finta evocazione, domand
e, perchè non ha tempo d’istruirlo di ciò che ha pensato, e si ritira per lasciar venir fuori Nibio con la cassa, indi per
pensato, e si ritira per lasciar venir fuori Nibio con la cassa, indi per allontanarlo di là inventa una fola verisimile, e
osso credere Che il trovi vivo. Nibio parte precipitosamente. Temolo per cogliere il frutto della sua astuzia, e distrugge
assimo, la fa condurre in quella di Fazio. Torna poi Nibio arrabbiato per essere stato beffato, e cerca della cassa. Grazio
reto dell’unione degli animi di Cintio e Lavinia, e fugge in farsetto per riferirlo a Massimo. Cintio sommamente afflitto p
a Massimo. Cintio sommamente afflitto pel caso va in cerca di Camillo per pregarlo di tacere. Fazio gli dice che faccia con
non che un movimento proprio della comica poesia, il quale crescendo per gradi senza intermissione infonda e conservi l’at
vacità nella favola a. Diede Cesare a tal movimento il nome di forza per contrapporla alla languidezza mortal veleno della
porla alla languidezza mortal veleno della scena: vi aggiunse comica, per dinotare, che tale esser debba e nelle situazioni
. Una languidissima favola non mai avrà la forza accennata da Cesare, per quanto sia cospersa di sali e motti graziosi. I p
o all’ultimo grado comico lo scioglimento. Nè dee recare stupore, che per questa parte rimanga il comico. Latino superato d
suo padre riceve in casa la sua innamorata Ippolita facendola passare per figlia di messer Lazzaro cattedratico che si aspe
are per figlia di messer Lazzaro cattedratico che si aspettava, e che per notizie sopravvenute si sapeva di non dover più v
ici, ed al fine dopo tanti anni scorsi pensa a fare un pellegrinaggio per andarne in traccia, e per espiar la colpa. Il buo
anni scorsi pensa a fare un pellegrinaggio per andarne in traccia, e per espiar la colpa. Il buon teologo (i falsi teologh
mica carriera que’ giovani che allo studio dell’uomo e della società, per la quale vogliono dipingere, e alla ragionata let
irli nella propria loro città. Nè crediate però (si soggiungue) che per negromanzia sì presto da Roma vengano quì…. perci
ttà vostra. L’altra recita si fece in Roma alla presenza di Leone X, per quel che accenna il Giovio nella di lui Vita, e l
o di Plauto. A Plauto (si dice) staria molto bene lo essere rubato, per tenere il moccicone le cose sue senza una chiave,
gemelli nati in Modone, l’uno maschio chiamato Lidio, l’altra femmina per nome Santilla, di forma e di presenza similissimi
’ Turchi della loro patria rimangono divisi sin dalla fanciullezza, e per varii casi, senza che l’uno sappia dell’altro, gi
abito virile col nome del fratello. Dopo alcuni scambiamenti avvenuti per l’amorosa follia di Fulvia moglie del dissennato
elegante della Calandra non può essere nè più grazioso nè più proprio per gli personaggi che vi s’imitano. I caratteri vi s
drai. Or guarda: eccomi. Fes. Torci la bocca; più ancora, torci bene, per l’altro verso; più basso… Oh oh, or muori a posta
favole sceniche e chiama l’attenzione dello spettatore. Non si vede, per darne un esempio, nell’atto I la ragione per cui
spettatore. Non si vede, per darne un esempio, nell’atto I la ragione per cui Fulvia che altre volte ha veduto in casa Lidi
te ha veduto in casa Lidio vestito da femmina, pretenda poi che Ruffo per via d’incanti, lo trasformi in femmina per l’iste
na, pretenda poi che Ruffo per via d’incanti, lo trasformi in femmina per l’istesso intento; e perchè non usa del modo più
gli amanti così mal custoditi, che possa a Lidio sostituirsi Santilla per far rimaner Calandro scornato, e riuscire la rico
, le spoglie , segue i nominati comici antichi, ma si allontana anche per questa ragione da Terenzio universalmente approva
l’abuso fatto da un tal Timoteo del credito dovuto a certo stato, che per tanti secoli si è rispettato, e quantunque se ne
oglie una pozione di mandragola colle circostanze che l’accompagnano, per averne un figliuolo maschio. Un prologo in versi
o della picevolezza che promette; che ridicola essa riesce moltissimo per tutte le sue parti. Per conoscere messer Nicia ch
o il vidi. Lig. Quanto è egli maggior che Arno? Nic. Che Arno? Egli è per quattro volte, per più di sei, per più di sette,
nto è egli maggior che Arno? Nic. Che Arno? Egli è per quattro volte, per più di sei, per più di sette, mi farai dire; e no
or che Arno? Nic. Che Arno? Egli è per quattro volte, per più di sei, per più di sette, mi farai dire; e non si vede se non
araviglia espresse le apprenti ragioni usate dagl’impostori seduttori per indurre la credula innocenza a cadere in fallo. T
e ne rilevano la goffaggine senza bisogno di sforzo veruno istrionico per far ridere, come non rare volte può notarsi ne’ m
egli in aguato e Nicia stesso e Siro e Frate;Frate Timoteo travestiti per cogliere alcuno giovinaccio spensierato per lo bi
;Frate Timoteo travestiti per cogliere alcuno giovinaccio spensierato per lo bisogno che ne hanno: Lig. Non perdiamo più t
o più tempo quì. Io voglio essere il capitano, ed ordinare l’esercito per la giornata. Al destro corno fia preposto Callima
nistro io, tralle due corne starà qui il dottore; Siro fia retrogrado per dare sussidio a quella banda che inclinasse; il n
a fu tradotta in francese dal celebre Giambatista Rousseau, encomiata per l’intreccio e per lo vero comico dal signor di Vo
rancese dal celebre Giambatista Rousseau, encomiata per l’intreccio e per lo vero comico dal signor di Voltaire, e ammirata
erchè non ne adduce una ragione vera che convinca. Languide esse sono per lui, per volersi l’autore adattare al gusto allo
ne adduce una ragione vera che convinca. Languide esse sono per lui, per volersi l’autore adattare al gusto allora regnant
tti naturali sempre più interessanti colla freschezza del colorito, e per conseguenza allontanerebbe sempre più la favola d
il favellar di gusto e poesia drammatica antica e moderna non è fatto per ogni sorta di antiquarii. La Clizia. È questa una
on aspettate di riconoscere o il casato o gli uomini, perchè l’autore per isfuggire carico ha convertiti i nomi veri ne’ no
la Clizia, dice: Quando dodici anni sono nel 1494 passò il re Carlo per Firenze, che andava con un grande esercitò all’im
compose prima la Mandragola. Nicomaco propone alla moglie di prendere per arbitro de’ loro domestici dispiaceri sulle nozze
à fatto qualche miracolo. Sof. Quale? Nic. Come quale? Non sai tu che per le sue orazioni Monna Lucrezia Calfucci che era s
erile, ingravidò? Questo motto non riuscirebbe grazioso e vivace, se per la passata commedia non fosse nota la novella di
cità; qualcheduna però ne trascrisse aut impudenter aut perversè . E per esempio di ciò che ne dice in ultimo luogo, adduc
. Che dice ella? che vuole ella? Pir. Pregami che io non tolga Clizia per donna. Nic. Che l’hai tu detto? Pir. Che io mi la
, e sì ben rassettata, che par nativa di Firenze, e non della Grecia; per le quali cose tira l’attenzione di chi legge o as
da due pastori; le altre cinque ancor della prima più corte son poste per tramezzi nella fine di ciascun atto. Adunque colo
ma volta, trasformare le pastorali del XVI secolo in opere in musica, per sapere che vi furono poste in musica le canzonett
ancora tralle opere musicali questa commedia in prosa del Machiavelli per la medesima ragione; la qual cosa sarebbe una rar
ure una pretta traduzione dell’Andria di Terenzio, la quale parmi che per la prima volta siesi impressa nell’edizione di Pa
re attribuita loro dal signor Andres, che è la frase che egli adopra per intingolo perpetuo in parlar del teatro italiano,
e stessi ed a’ loro amici e lodatori, sogliono talvolta censurare più per singolarizzarsi allontanandosi dal l’avviso comun
urare più per singolarizzarsi allontanandosi dal l’avviso comune, che per intera persuasione e per amor del vero e del bell
arsi allontanandosi dal l’avviso comune, che per intera persuasione e per amor del vero e del bello che gli determini ne’ l
tanti generi di drammi. Ci arresteremo dunque in alcune più notabili per qualche ragione che più interessi o istruisca. Tr
no di buone commedie, contisi il nobilissimo poeta Ercole Bentivoglio per nascita Bolognese e per domicilio Ferrarese, esse
ntisi il nobilissimo poeta Ercole Bentivoglio per nascita Bolognese e per domicilio Ferrarese, essendo stato di anni sette
medico geloso ingiustamente della moglie. Quegl’ intrighi pericolosi per gli amanti atti ad esercitar la furberia de’ serv
lle commedie dell’Ariosto, del Bibbiena e del Machiavelli, regneranno per avventura come nel proprio elemento in questa fav
nge un geloso? Vediamolo. Ermino incerto della fedeltà della moglie, per assicurarsene finge un’ assenza di un giorno o du
rede mercatante, si traveste, appiccasi al mento una finta barba nera per coprir la sua ch’è bigia, e va a mettersi in agua
io di dietro della propria casa. Il creduto mercatante ch’è un furbo, per ajutar Fausto giovine innamorato di Livia nipote
da parte del padrone, e finalmente da un servo di casa pieno di vino, per cui è costretto a ritirarsi. Rimpatria intanto ne
, ed il lascia fuori pieno di sospetti. Egli però si sovviene di aver per ventura conservata una chiave dell’uscio di dietr
fatto la moglie, batte la porta, ma non essendo ravvisato dalla fante per essere nella guisa accennata travestito, è ingiur
? Nè il Geloso del Bentivoglio avrebbe dovuto essere da lui ignorato, per poco che avesse l’uso di fornirsi di dati certi p
oso. Questa è Roma ecc. E sia questa una delle tante evidenti prove per ismentire quegl’imperiosi critici filosofi di buo
erazione di Fausto che nella scena quarta dell’atto V vuole andar via per vincere la propria passione; e bella è poi la qui
bene inventare e disporre senza altra scorta che la natura, volle non per tanto dare un bell’esempio del modo di trasportar
vivacità di colorito nelle maniere. Nel prologo mostra gran rispetto per la dotta antichità. Noi, dice, nulla faremo di pe
osì ancor noi Non sappiam fare alcuna cosa bella, Se questa antichità per nostro specchio Non ci mettiamo innanzi. Lo stil
Non ci mettiamo innanzi. Lo stile è al solito felice ed elegante da per tutto, di che molti passi assai belli si potrebbe
he invenzioni, e rendettero le belle espressioni antiche interessanti per li moderni, sapendo dar loro (con pace anche quì
di lui poesie, e soprattutto alle commedie. Il più vicino all’Ariosto per la commedia di quel tempo egli è senza dubbio que
Egli gareggiò pure con felicità grande colla Clizia del Machiavelli, per aver sì acconciamente avvicinata l’antica Mostell
a due personaggi ridicoli, cioè un Sanese scempiato che viene in Roma per farsi cardinale, imparando prima ad esser Cortigi
eruna superstiziosa cura di rendere italiane le maniere latine, e non per tanto mancano di ogni vivacità; la qual cosa pruo
appresentò nel 1560 entrando in Siena il duca Cosimo I, e si pubblicò per le stampe l’anno 1571. Trovansi parimente impress
ori. Panzana nell’Amor costante dice: Scoppio di voglia di ridere, e per rispetto de’ forestieri tengo la bocca che non ri
donio. Ariosto, Bentivoglio, Aretino, Dovizio, Machiavelli si valsero per tutti i personaggi delle proprie favole del solo
anni sessantacinque nel 1563, fu calzolajo, ma si distinse in Firenze per molte lezioni recitate nell’Accademia Fiorentina,
se in Firenze per molte lezioni recitate nell’Accademia Fiorentina, e per alcune traduzioni. La Filenia (l’ultima delle qua
la del palazzo del principe di Salerno (in Napoli) dove stava sempre per tale effetto apparecchiato il proscenio . Intorno
e, la Stiava, il Donzello, il Corredo, lo Spirito, e il Servigiale; e per quel che ne dice il Quadrio, molte altre ne rimas
Eustachia commedia in prosa del Guidani leccese s’impresse in Venezia per Aldo nel 1570. Il Trappa pure in prosa di Massimo
tanini è collocata tralle commedie in prosa, ma si scrisse in versi e per la maggior parte in ottava rima, la qual cosa oss
ma il Zeno. La Flora di Luigi Alamanni s’impresse in Firenze nel 1556 per cura di Andrea Lori che la fece recitare nella Co
abeb, fatica e invenzione inutile intrapresa da altri Italiani ancora per imitare superstiziosamente il giambico greco e la
e scritta, in istile puro e piacevole, e copiosa di grazie comiche, e per questa parte degna di sì leggiadro scrittore. Tut
e languida nell’avvilupparsi e nello sciogliersi, e da non soffrire, per vivacità e sceneggiatura ed economia, il paragone
smarrito augello cerca diridursi nel vostro nido, come aquila che stà per fissar l’occhio in voi suo bel sole: deh uscite f
ompere le porte, non essendo in casa la di lei madre, come proponeva, per parlarle con libertà. Egli poi tutto ardore vuol
ssa come vorrei, esser vostra, ne leghi eternamente ambedue; e tenete per certo che ogni mio desiderio, ogni mio pensiero,
ogni mio desiderio, ogni mio pensiero, ogni mia speranza è che voi o per serva, o per altro che mi vogliate, abbiate ad es
iderio, ogni mio pensiero, ogni mia speranza è che voi o per serva, o per altro che mi vogliate, abbiate ad essere scudo de
possono mai abbastanza lodare questi tratti di saviezze che spandono per l’uditorio un piacere indicibile, specialmente qu
in Roma nel 1558ascrisse più commedie pregiate dagl’ intelligenti, e per la lingua citate nel Vocabolario della Crusca. Le
faranno leggere senza noja da chi vuol conoscere il teatro italiano, per la regolarità, per le lapidezze, per la purezza e
nza noja da chi vuol conoscere il teatro italiano, per la regolarità, per le lapidezze, per la purezza ed eleganza dello st
ol conoscere il teatro italiano, per la regolarità, per le lapidezze, per la purezza ed eleganza dello stile, benchè per la
ità, per le lapidezze, per la purezza ed eleganza dello stile, benchè per la licenziosità di que’ tempi i motteggi e i sali
zioni e le leggi dell’operare. Chi vestisse ora d toga e di pretesta, per begli abiti che fossero, ci offenderebbe non men
te che le dipinture delle maniere locali, benchè eccenlleti, variano, per così dire, in ogni pajo di lustri; ma quelle dell
che altri rilevasse mai le bellezze de’ componimenti quasi obbliati, per poterli saccheggiare a loro posta; a quelli in fi
me tutti con pazienza, sperando di ritrovarvi, e consolarmi di avervi per mio consorte. Ma ora che finalmente vi ho ritrova
voi mio marito? Se non mi siete ancor di letto, e non volete essermi per amore, mi siete pur di fede, e mi dovete essere p
on volete essermi per amore, mi siete pur di fede, e mi dovete essere per obbligo. Non sono io quella, che per esser vostra
pur di fede, e mi dovete essere per obbligo. Non sono io quella, che per esser vostra moglie non mi sono curato di abbando
spersa dalla mia patria, nè divenir favola del mondo? Ricordatevi che per voi sono state tante tempeste, per voi sono venut
favola del mondo? Ricordatevi che per voi sono state tante tempeste, per voi sono venuta in preda de’ corsari, per voi si
sono state tante tempeste, per voi sono venuta in preda de’ corsari, per voi si può dire, che io sia morta, per voi son ve
o venuta in preda de’ corsari, per voi si può dire, che io sia morta, per voi son venduta, per voi carcerata, per voi battu
corsari, per voi si può dire, che io sia morta, per voi son venduta, per voi carcerata, per voi battuta, e per non venir d
i può dire, che io sia morta, per voi son venduta, per voi carcerata, per voi battuta, e per non venir donna di altro uomo,
sia morta, per voi son venduta, per voi carcerata, per voi battuta, e per non venir donna di altro uomo, come voi siete fat
ovrò tosto morire, ma solo desidero di non morir serva nè vituperata; per l’una di queste cose io disegno di condurmi, col
durmi, col testimonio della mia virginità, a mostrare a’ miei, che io per legittimo amore, e non per incontinenza, ho conse
mia virginità, a mostrare a’ miei, che io per legittimo amore, e non per incontinenza, ho consentito a venir con voi: per
gittimo amore, e non per incontinenza, ho consentito a venir con voi: per l’altro vi prego (se più di momento alcuno sono i
ù di momento alcuno sono i miei prieghi presso di voi) che procuriate per me: poichè non posso morir donna vostra, che io n
con la giustizia, o impetrate dalla vostra sposa la mia libertà: che, per esser ella così gentile, come intendo, ve la dovr
n vogliate fare, mi basterà solamente di morire: il che desidero così per finire la mia miseria, come per non impedire la v
mente di morire: il che desidero così per finire la mia miseria, come per non impedire la vostra ventura. E per segno che i
per finire la mia miseria, come per non impedire la vostra ventura. E per segno che io non voglio pregiudicare alla libertà
re alla libertà vostra, vi rimando l’anello del nostro maritaggio. Nè per questo si scemerà punto dell’amor che io vi porto
a quella che costituisce un’ anima nobile. Ogni parola è una bellezza per chi l’analizza, nè l’analizza chi non ha il cuore
bellezza per chi l’analizza, nè l’analizza chi non ha il cuore fatto per ciò che i Francesi chiamano sentimento. Non si ve
crocca, il Vespa, l’Olivetta, la Pimpinella, e la Niccolosa, regolari per la condotta, naturali nello stile, vivaci ne’ car
n esempio (raro in tal secolo) di un intrigo pericoloso e più proprio per le passioni tragiche. Una fanciulla minacciata da
passioni tragiche. Una fanciulla minacciata dal padre di altre nozze, per serbarsi al suo amante prende un sonnifero, e col
mante prende un sonnifero, e coll’ajuto di un medico si fa seppellire per morta; indi tratta dalla sepoltura si veste da uo
tratta dalla sepoltura si veste da uomo, e nel l’accingersi a partir per Lione dove sapeva che dimorava l’amante bandito,
sapeva che dimorava l’amante bandito, lo trova in Bologna addolorato per la notizia della di lei morte. In mezzo all’alleg
o non ne impetrasse la libertà, di ammazzarsi. In tale stato correndo per le strade quasi fuor di se per lo dolore, scarmig
di ammazzarsi. In tale stato correndo per le strade quasi fuor di se per lo dolore, scarmigliata, con un pugnale alla mano
batte nella giustizia che mena a morte Milziade suo fratello convinto per di lui confessione di latroneccio. Sbigottiscono
o sorpreso dal bargello con una scala di seta sotto la di lei casa, e per salvarne la fama si era accusato di aver voluto a
i fosse. Disperata Teodelinda avea risoluto, allorchè egli passerebbe per andare al patibolo, di gettarsi al suo collo, con
to perchè venga a prenderne crudel vendetta. Ma essi vengono liberati per opera della balia di Teodelinda e di Elfenice, e
e di pericoli grandi eccede i limiti della poesia comica naturale, e per questo capo è assai difettosa. Essa par tessuta a
mento di Elfenice e dall’omicidio commesso da Aristide, proseguendosi per li sette anni che egli dimorò in Lione, mostrando
diocrità comica l’avventura di Damone e Pizia, l’uno de’ quali rimase per ostaggio dell’amico sotto lo stesso pericolo di v
aggiunse la venuta di una innamorata che al vedere l’amante esposto, per essere ostaggio del di lei fratello che esattamen
ante un lieto scioglimento. L’altra commedia dell’Oddi non meno bella per la vaghezza de’ caratteri e dell’intreccio, intit
so Girolamo Discepolo nel 1604. E una favola assai avviluppata, piena per altro di colori comici e di caratteri piacevoli b
tonio Liberati che fece il prologo e gl’intermedii a questa commedia, per la sola ragione che quest’Accademico di Caprarola
ufficienti indizii da non istimarla opera del Tasso giovine. Il Manso per negarlo non ci disse di averlo saputo dal medesim
rlo non ci disse di averlo saputo dal medesimo Torquato; e se lo negò per proprio avviso, è una opinione, e non una prova l
ra eziandio rimasta sepolta, basti averne accennati i titoli, giacchè per essersene perduto ogni vestigio, o per aver ripos
ne accennati i titoli, giacchè per essersene perduto ogni vestigio, o per aver riposato nell’oscurità di qualche privato ar
i una sola possa sostenersi la lettura a? Che se egli seppe soltanto per tradizione che esistevano commedie antiche in Ita
alia, o stimò che altra cosa non fossero che le farse dell’Arlecchino per avventura vedute sul teatro detto Italiano di Par
a del teatro di Atene sulle rappresentazioni de’ Neurospasti? Che, se per dare a conoscere il teatro de’ Francesi, dimentic
libro II de’ Romanzi. a. Si è stimato notar ciò in carattere corsivo per comodo de’ plagiarii accattoni de’ nostri paesi,
a fatta alla P. III del tomo VII del Tiraboschi, il quale ciò afferma per avviso del ch. ab. Bettinelli. a. Calandra atto
ruffaldi Biblioteca degli Scrittori Ferraresi. a. Ciò non si osserva per amor di criticare un dotto straniero; ma solo per
Ciò non si osserva per amor di criticare un dotto straniero; ma solo per prevenire la gioventù contro i principii di una c
Teatro Italiano antico. b. Incomincia con questi versi che adduco per esempio: E’ mi conviene ogni mese come or venir
15 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO II. Prima epoca del teatro Latino. » pp. 9-90
tivi della scena in Roma. L’unico spettacolo Circense frequentato per lungo tempo in Roma erano le feste Consuali istit
, Roma afflitta da una crudelissima peste, sospesa ogni cura bellica, per liberarsi da sì fiero nemico domestico, contro di
ì in ricreazione17. Ecco la sacra informe materia teatrale che nasce, per ciò che nel precedente volume divisammo, in ogni
erreno, senza che se ne prenda da altri popoli l’esempio, nella quale per lungo tempo rimangono antiqui vestigia ruris. Ess
pose in voga i diverbii Fescennini, i quali insieme co’ modi Saturnii per centoventi anni in circa vennero da’ Romani colti
ti anni in circa vennero da’ Romani coltivati18. Ma siffatti motteggi per la soverchia acrimonia e maldicenza personale abb
anno 391 di Roma ad invitare un attore scenico dell’Etruria, il quale per la sua nuova, graziosa e dilettevole agilità (all
vi furono chiamati a rappresentare le proprie favole mimiche celebri per la loro speciale piacevolezza. Esse nomaronsi Ate
cinanze del fiume Volturno alcune sue spie pratiche del parlare Osco, per esplorar gli andamenti del nemico25. II. Stabilit
polo doveano smascherarsi e soffrirne a volto nudo le fischiate27. Ma per qual pregio particolare vennero in simil guisa pr
Giulio Paride dal Vossio e di un Gianuario Nepoziano da altri) oscene per origine furono corrette e temperate dalla Romana
sortirono il nome di Osci. Ma donde egli l’apprese? Osceno significò per avventura impudico, turpe, licenzioso nella lingu
Roma guerriera, ordinato lo stato della repubblica in libero popolare per la legge Petelia sin dal 419 della sua fondazione
de’ Sanniti (vendicando l’onta delle Forche Caudine, cui soggiacquero per essersi fatti rinchiudere in un luogo di cui cerc
tivò più di un genere poetico, avendo l’anno 546 composto un inno che per placare i numi si cantò solennemente da ventisett
si cantò solennemente da ventisette verginelle. Acquistò maggior fama per la poesia drammatica, non solo per avere secondo
verginelle. Acquistò maggior fama per la poesia drammatica, non solo per avere secondo Donato composte e recitate tragedie
o Donato composte e recitate tragedie e commedie seguendo i Greci, ma per essere stato il primo a volgere gli animi degli s
lgere gli animi degli spettatori dalle satire alle favole teatrali36, per la cui rappresentazione gli fu assegnato il porti
i più bei pezzi, un di avvenne che fatto roco impetrò di far cantare per lui al suono della tibia un suo servo, a se riser
e l’usanza di dividere la declamazione dall’azione, usanza che non so per qual singolarità di gusto serbossi poscia costant
he impresa; essi insegnano a’ posteri ad inoltrarsi sulle loro tracce per esserne censurati. Andronico però mostrò certamen
citava la somma potestà or ne’ Comizii Tributi, or ne’ Centuriati, or per bocca dell intero Senato. In siffatto governo mol
non impunemente poteva arrogarsi il diritto di riprenderli. Nevio non per tanto pieno della lettura de’ Greci e della loro
ardì satireggiare Metello ed altri illustri Romani, e fu imprigionato per ordine de’ Triumviri. Per implorar grazia e per e
ni, e fu imprigionato per ordine de’ Triumviri. Per implorar grazia e per emendare l’errore commesso, scrisse in carcere al
ito, e ne volle lasciare a’ posteri la memoria nel bello epitafio che per se compose, in cui misto alla nobiltà e all’elega
referito a Terenzio43. Nevio avea militato nella prima guerra Punica, per quel che da lui stesso ricavò Varrone44, e la di
aneo di Andronico e di Nevio fu Quinto Ennio poeta di loro più chiaro per sangue, per valore, per illustri amicizie e per l
onico e di Nevio fu Quinto Ennio poeta di loro più chiaro per sangue, per valore, per illustri amicizie e per lettere. Ques
evio fu Quinto Ennio poeta di loro più chiaro per sangue, per valore, per illustri amicizie e per lettere. Questo scrittore
ta di loro più chiaro per sangue, per valore, per illustri amicizie e per lettere. Questo scrittore che a’ suoi tempi recò
, e possedendo perfettamente tre lingue l’Osca, la Greca e la Latina, per la qual cosa solea dire di aver tre cuori, potè,
riconoscersi il primo poema epico latino in versi esametri in istile per quel tempo elegante; perchè Nevio che l’avea prec
quante gemme avesse tratte dai di lui poemi l’impareggiabile Virgilio per lo più trascritte da verbo a verbo, può ricavarsi
la memoria di tre sue commedie Amphithraso, Ambracia, Pancratiastes, per le quali nel giudizio di Vulcazio Sedigito ebbe l
e. Avremmo dato di buon grado il Tieste di Seneca che già conosciamo, per quello di Ennio da lui composto nel settantesimo
i questo Cordovese, giacchè Cicerone50 diceva: E qual mai sarà tanto, per dir così, nemico del nome Romano, che ardisca spr
parietes. In Euripide Ecuba nel persuadere ad Ulisse d’intercedere per Polissena profferisce questa sentenza: Λόγος γα
gli altri Latini si arricchì colle invenzioni delle greche favole, ma per evitare la satira de’ particolari, non altronde l
ssendo esse nelle mani di tutti non esigono minute analisi, e basterà per la gioventù che quì se ne osservino alcune partic
doveano favellare da una parte principi e dei, personaggi non proprii per la commedia, e dall’altra alcuni servi comici non
molte altre aggiugnendone. Mercurio nel prologo di Plauto accenna che per servire al Tonante la notte si è prolongata, e ne
. Moliere accrebbe la piacevolezza di tale argomento col dare a Sosia per moglie Clèantis che è il personaggio di Tessala i
il Grazioso ripete coll’ innamorata le parole de’ padroni, facendone per lo più una parodia. Ma agli antichi, e spezialmen
vivacità, e si varia in parte, come ha fatto Moliere. Ma non ardirei per questo di asserire consoverchia franchezza (come
azione, cioè in una notte e un giorno resti incinta e partorisca. Non per tanto l’Anfitrione, come testifica Giambatista Pi
r tanto l’Anfitrione, come testifica Giambatista Pio nel suo comento, per consenso de i dotti si reputa la migliore delle c
per consenso de i dotti si reputa la migliore delle commedie Plautine per la forza, la proprietà e e la Salsa facondia che
orza, la proprietà e e la Salsa facondia che regna nell’elocuzione, e per la sontuosa abbondanza dello stile veramente lati
o il servo pregato dal proprio padrone si presta a quello che farebbe per naturale inclinazione. Intanto un mercatante che
lepos, ludusque in hac comœdia. Ridicula res est. Essa in fatti per eccitare il riso sacrifica in più di un luogo il
e e abbracciare in presenza del figliuolo stesso, son cose immaginate per muovere il riso per qualunque via. Queste sono fa
resenza del figliuolo stesso, son cose immaginate per muovere il riso per qualunque via. Queste sono favole di cattivo esem
i abbastanza i moderni non si allontaneranno dagli antichi. Havvi non per tanto in questa favola molta vivacità comica. I c
on franchezza. L’ingordigia delle madri ruffiane delle figliuole, cui per una legge Imperatoria si dispose che si tagliasse
no scornati quelli del contrario partito, e si preparano le nozze. Ma per rendere vano l’accordo e per deludere il vecchio
rio partito, e si preparano le nozze. Ma per rendere vano l’accordo e per deludere il vecchio insieme col suo villano fortu
ina, scoprendosi Casina ingenua e cittadina Ateniese, che è destinata per consorte al figliuolo del vecchio. Ma ciò si acce
ua Casina sommamente applaudita la prima volta che si rappresentò, e, per quanto si dice nel prologo recitato nella ripetiz
za di farne un doppio guadagno senza curarsi del contratto s’ imbarca per la Sicilia. Una tempesta fracassa la nave, separa
namenti infantili della fanciulla Palestra e varii altri contrassegni per gli quali un dì potesse conoscere i proprii paren
te cose pervenute nelle mani di Demone fanno ch’ei riconosca Palestra per la perduta sua figliuola. Il ruffiano ricupera le
il pescatore la sua libertà con un buon regalo, e Pleusidippo ottiene per consorte la sua bella Palestra. Arturo che impiet
vediamo l’argomento del Mercatante. Carino applicatosi alla mercatura per consiglio del padre, ne’ suoi viaggi s’innamora d
dalla nave lasciandovi la fanciulla, e va in busca de’ suoi. Intanto per un’altra via arriva alla nave il padre che a prim
ia, e gli è dato a credere essere una schiava comperata dal figliuolo per servire alla madre. Il vecchio si abbocca col fig
bbocca col figlio, gli parla della schiava, dicegli non esser propria per faticare nella loro casa, ma volerla comperare a
o suo amico figliuolo di Lisimaco lo raggiugne, lo consola, intercede per lui presso il padre, e ne ottiene che gli ceda Pa
vivacità e piacevolezza è singolarmente la terza scena dell’ atto II per la graziosa competenza di Carino e del padre offe
Lisimaco le favelli del suo Carino, mentre quegli intende del vecchio per cui l’ha comperata. Patetico è poi il congedo che
da Plauto detta Trinummus forse meno felicemente da tre nummi pagati per incidenza a un Sicofanta. Il prologo vien formato
la madre è mandata ad abitare in casa del giovine Lesbonico, dopo che per le sue prodigalità ha dissipato quanto avea. Egli
egli stesso. Intanto Lisitele giovane ricco e ben costumato vorrebbe per moglie la sorella di Lesbonico senza dote; ma que
orella di Lesbonico senza dote; ma questi reputando cosa vituperevole per un uomo della sua condizione il dargliela indotat
ole assegnarle un picciolo podere che gli è rimasto. Ripugna Lisitele per non ispogliarlo dell’unica cosa che può sostentar
emendo che ridotto alla mendicità non pensi indi a sparir dalla città per disperazione. Callicle intesa questa nobil gara,
na a lui stesso, e l’altra al figliuolo accompagnata da mille filippi per la dote della sorella. Un sicofanta prezzolato co
Megaronide. Questi riprende l’amico come uomo poco onesto ed ingordo per essersi approfittato della disgrazia di Lesbonico
a. I primi quattro atti si aggirano intorno agli amori di Agorastocle per la prima delle sue cugine a lui ignote, e di Ante
e per la prima delle sue cugine a lui ignote, e di Antemonide soldato per la seconda. Nel quinto comparisce il Cartaginese
il concetto degli undici seguenti Latini, ne’ quali ringrazia gli dei per essere arrivato salvo in quella città ove pensa f
dei per essere arrivato salvo in quella città ove pensa far diligenza per sapere delle figliuole e del nipote, per mezzo di
ittà ove pensa far diligenza per sapere delle figliuole e del nipote, per mezzo di Agorastocle già adottato da un suo ospit
curiosità troverà da pascolarsi in quanto, oltre a’ nominati, dissero per illustrar questa scena il Salmasio, il Reinesio,
ui. Noi intanto lasciando ad uomini siffatti i versi Punici di Plauto per confrontarli colle sillabe di tutti i linguaggi a
ena sa qualche parola Punica, va a parlare al Cartaginese, ma appunto per lo poco che sa del di lui idioma ne interpreta le
le risposte alla maniera degli etimologisti imperiti e di Arlecchino; per la qual cosa Annone gli parla nella lingua del pa
ocle il perduto suo nipote. Questa scoperta anima Milfione a tentare, per mezzo di questo zio, l’acquisto dell’innamorata d
iò al Cartaginese che finga di conoscere le due sorelle del suo paese per due sue figliuole perdute. A ciò Annone prende un
ella di combattere con amore. Trovasi egli in tal caso e cerca danajo per soddisfare alla sua passione, ma non ottiene altr
tal uopo seicento nummi, e prega Sagaristione a volerglieli prestare per tre o quattro giorni. Stupisce costui a tal doman
vviene il parassito Saturione e nel voler entrare in casa di Tossilo, per vedere se vi è rimasto dal passato dì qualche cos
stuzia di fare che lo stesso padrone della sua bella sborsi il danaro per pagarne il riscatto. Si avvede del parassito di c
aro per pagarne il riscatto. Si avvede del parassito di cui abbisogna per l’esecuzione, e per adescarlo finge di non averlo
iscatto. Si avvede del parassito di cui abbisogna per l’esecuzione, e per adescarlo finge di non averlo veduto e di ordinar
di non averlo veduto e di ordinare a’ servi di sua casa un banchetto per un suo amico che attende. Saturione con gran giub
di, nè in teatro si ammettono in un genere comico più elevato. Oggidì per iscreditarsi un uomo in una conversazione di pers
occoli, un pallio e un picciolo borsotto da guardare alcuna coserella per divertirsi mentre sta in casa; questo è quanto pu
la tua figliuola . . . . La mia figliuola? (interrompe Saturione) No, per Dio, che finora a quell’uscio non ha fiutato veru
ell’uscio non ha fiutato verun cane. No, no (dice Tossilo); io la vo’ per altro. Ella è vaga, è vezzosa, e tu non sei conos
di quello che tu brami. Toss. Ottimamente. Prendi anche un vestito per mascherar colui che dee fingersi forestiere e ven
medie di Aristofane. Gli antichi da una banda dipingevano al naturale per ottenere la bramata illusione, e dall’altra la di
di questa finta schiava, Saturione si farà avanti dandosi a conoscere per di lei padre, e si ripiglierà la figliuola. Atto
per di lei padre, e si ripiglierà la figliuola. Atto II. Lenniselene per la sua fante Sofoclidisca manda un biglietto a To
i obedirò, e torna in casa. Dove vai? dice Tossilo: E Pegnio: in casa per trovarmici mentre tu pensi che io sia da Lennisel
indole de’ servi i quali sogliono volentieri trascurare il lor dovere per voglia di cicalare. Entrano nelle case rispettive
rispettive dove sono stati mandati. Viene fuori Sagaristione allegro per avere avuto del danaro dal proprio padrone per me
i Sagaristione allegro per avere avuto del danaro dal proprio padrone per mercare un pajo di buoi, e pensa valersene per pr
ro dal proprio padrone per mercare un pajo di buoi, e pensa valersene per prestarlo a Tossilo. Vede Pegnio che esce dalla c
g. Di grazia, padre mio, benchè sì spesso Corri alle mense altrui, per la tua gola Vendi forse tua figlia? Sat. Oh b
la tua gola Vendi forse tua figlia? Sat. Oh buon! Vorresti Che per lo re Filippo ovver per Attalo Vendessi il mio?
se tua figlia? Sat. Oh buon! Vorresti Che per lo re Filippo ovver per Attalo Vendessi il mio? Verg. M’hai tu per fi
er lo re Filippo ovver per Attalo Vendessi il mio? Verg. M’hai tu per figlia o serva? Sat. Per tutto quello io t’ho c
r da Tossilo o perchè gli dia il pattuito prezzo della sua schiava, o per disporne a suo modo sciogliendosi dal contratto;
o che il ruffiano giuridicamente dichiarerà libera Lenniselene, e poi per la parte dell’orto la menerà in casa di Tossilo.
nella di lui casa. Tossilo in segno di sapergliene grado, e di averlo per amico, gli dà a leggere le sinte lettere, ove si
che l’ha condotta. La vede e secondo l’ usanza di chi vuol comperare per poco, l’approva a mezza bocca. Tossilo gl’ insinu
Tossilo gl’ insinua di udirla un poco prima di parlar del contratto, per ben conoscerne le maniere e il pensare. La scena
’ ammirato tutto ciò ch’ella dice, e se ne tratta la vendita. Tossilo per accreditare l’inganno con finto zelo suggerisce a
eraviglia.) Dor. Io spero Che se ti compro, Lucrida sarai Ancor per la mia casa. Toss. Un mezzo mese, Dordalo, no
tione e Tossilo esce Saturione padre della finta schiava, e la prende per mano. Ella lo saluta col nome di padre. Dordalo r
coll’ amico Sagaristione, e dispone un magnifico banchetto, non solo per tripudiare con gli amici e coll’ amata, ma per fa
co banchetto, non solo per tripudiare con gli amici e coll’ amata, ma per fare arrabbiare vie più lo scontento ruffiano. Vi
iata la scena. Ma figurandosi cambiato il luogo in una stanza propria per una tavola, come può seguire la venuta del ruffia
ncor dalla strada, ovvero immaginare che il servo baldanzoso Tossilo, per far disperar Dordalo, avesse disposta la mensa av
Dordalo, avesse disposta la mensa avanti la porta della propria casa per farsi veder da lui, come in fatti avviene. Or nel
graziosamente, quanto che n’è prima avvertito da un vecchio, il quale per una scommessa fatta con Pseudolo suo servo, e int
ola accresciuto movimento e vivacità con una promessa fatta dal servo per soprappiù di avvisare il ruffiano nel tempo stess
ntinuare nelle loro infamie. Il poeta acconciamente la mette in vista per insegnare a detestarla, e per rendere più accetta
l poeta acconciamente la mette in vista per insegnare a detestarla, e per rendere più accetta al popolo la beffa che poscia
e l’accaduto agli altri attori, perchè non l’ignorano gli spettatori, per li quali si rapresenta: . . . . horum causa hæc
re, prende il titolo questa favola. Egli ruba al vantatore un anello, per cui mezzo acquista una Vergine venduta da un ruff
simo che ha servito all’inganno, fa che la Vergine venga riconosciuta per sorella del soldato. Se v’ha favola di Plauto, su
venuta intera, è stata pur tradotta nel secolo XV da Paride Ceresara, per quel che apparisce da una lettera di Lodovico Ele
di più spartimenti in guisa che vi sieno segnati più luoghi richiesti per eseguire l’azione alla Liveriana. Antonio Codro U
ezzi e le facezie che l’erudito Dousa ne rimaneva attonito. Ma tale è per lo più l’ indole e l’ingegno fecondissimo di Plau
Corte, el Parecido de Hungria, el Parecido de Tunes, ecc.; ma queste per altro spesso prendono un portamento tragico, e di
quasi distrutta nel nascere dall’arrivo di un creditore; ma il servo per giustificare il debito finge che il figliuolo abb
bia contato sull’indulgenza dello spettatore. Lo scioglimento avviene per l’arrivo del servo di uno de’ commensali il quale
ervo colpevole si rifugge all’ara e un amico si frappone, e intercede per lui e pel figliuolo. Nel moderno teatro Francese
uolo. Nel moderno teatro Francese si trasportò questa favola, ed ebbe per titolo le Rétour imprevû. E’ stato osservato da M
osservato da Metastasio il bisogno che essa ha di mutazioni di luoghi per rappresentarsi67, ove non si sappia costruire una
nella prima scena dell’atto secondo, adoprata in vece di prologo, che per la seconda volta troviamo in Plauto fatto da uno
ella favola. Contiene una beffe fatta a quel vanaglorioso da un fervo per torgli di mano una fanciulla amata da un giovane
Ateniese. Questi alla chiamata del servo espressamente viene in Efeso per tale oggetto; e si valgono della casa di un vecch
di un vecchio contigua a quella del soldato, aprendo un muro comune, per la cui apertura passa la donna a veder l’amante.
amante del soldato. Lusingato il vantatore da questo nuovo acquisto, per non ricevere disturbo dall’amica che ha in casa,
marinajo l’ha menata via, che il soldato pieno di speranza e di amore per l’ideata matrona entra nella vicina casa, corre p
eloso. Questa favola si vuol collocare tralle più piacevoli di Plauto per lo sale grazioso che la condisce, e per la vivace
ralle più piacevoli di Plauto per lo sale grazioso che la condisce, e per la vivace dipintura del vano carattere di Pirgopo
Esse adescano due giovani amici Pistoclero e Mnesiloco. Crisalo servo per favorire l’ intento del padrone Mnesiloco, con va
la porta, e alla prima gli dileggiano; pensano poscia di accarezzarli per dissiparne lo sdegno, e riescono nell’intento. I
ell’atto secondo Pistoclero racconta al servo l’amore che Bacchide ha per Mnesiloco, e Crisalo annojato non ne vuol sentir
suo padrone compra una donna che suona e canta sull’ arpa (fidicina) per secondare un amoroso capriccio del giovane Strati
secondare un amoroso capriccio del giovane Stratippocle. Oltre a ciò per procurargli quaranta mine che dee a un usurajo pe
pocle. Oltre a ciò per procurargli quaranta mine che dee a un usurajo per aver comprata un’ altra donna, fa sì che lo stess
donna, fa sì che lo stesso Perifane compri un’ altra cantatrice, che per altro è libera, dandogli speranza che non mancher
n esser tale. Per tanti inganni fulmina il vecchio contro Epidico. Ma per buona ventura di costui si scopre che l’ultima fa
da Stratippocle era veramente la di lui sorella naturale, ed Epidico per tal felice evento ne ottiene, non che il perdono,
te e verseggiate; e meritò la predilezione dello stesso famoso autore per la traccia dell’azione, per la copia de’ vezzi e
a predilezione dello stesso famoso autore per la traccia dell’azione, per la copia de’ vezzi e per la continuata eleganza69
so famoso autore per la traccia dell’azione, per la copia de’ vezzi e per la continuata eleganza69. Stico. Il servo che pr
che presta il nome a questa commedia, è un personaggio episodico che per niun modo influisce nell’azione principale. Quest
già divenuti ricchi. Sembra che a Plauto non bastasse tale argomento per una intera commedia, e che avesse voluto supplirv
onde prende il titolo. Riesce non pertanto instruttiva e interessante per la natural dipintura di una meretrice annunziata
tro tempo ancora dà ad intendere di aver di lui partorito un bambino, per trarne regali e per richiamarlo all’antica amistà
ad intendere di aver di lui partorito un bambino, per trarne regali e per richiamarlo all’antica amistà. Le arti meretricie
ambino è costretto a sposarla. Per le felici dipinture de’ caratteri, per la condotta e per lo stile, è questa commedia nov
a sposarla. Per le felici dipinture de’ caratteri, per la condotta e per lo stile, è questa commedia noverata tralle buone
i. Tra questi compera un giovane chiamato Filocrate e un di lui servo per nome Tindaro, i quali però per ogni evento dispon
e chiamato Filocrate e un di lui servo per nome Tindaro, i quali però per ogni evento dispongono di cangiar nomi e stato, f
servo col nome di Tindaro. Per ventura il figliuolo di Egione trovasi per l’appunto cattivo nella città di Elide patria di
dunque il vecchio di proporre a’ nemici la permuta del proprio figlio per Filocrate; e per trattarla concede al creduto Tin
di proporre a’ nemici la permuta del proprio figlio per Filocrate; e per trattarla concede al creduto Tindaro l’andare in
erio di vedere l’amico, va a parlare al creduto Filocrate, lo ravvisa per Tindaro e scopre l’inganno ad Egione, che vedendo
tenzione uno schiavo venuto in compagnia di Filocrate, e lo riconosce per lo stesso malvagio schiavo che rubò e vendè l’alt
risimiglianza. Convengono i più sagaci critici in tener questa favola per una delle più eccellenti di sì gran Comico. Dousa
(dice il coro degli attori col nome di grex) questa favola è composta per chi ama le dipinture de’ costumi pudici. Non vi s
vatore non sempre esatto delle regole dell’ illusione teatrale, è non per tanto sempre vago, semplice, ingegnoso, piacevole
ento e trenta. Secondo Varrone e Festo Pompeo passarono presso alcuni per commedie di Plauto anche le seguenti: Artemone, F
one, Cestrione e Astraba. Aulo Gellio col filosofo Favorino riconosce per favole Plautine la Beozia che si ascriveva ad Aqu
medie genuine di Plauto, la qual cosa l’incitò a comporre un opuscolo per isceverarle. Certo Plauzio, secondo lui, antico p
ali dal di lui nome doveano chiamarsi Plauziane, e talvolta passarono per Plautine attribuendosi a Marco Accio Plauto. Il l
e abbiamo, passerebbero il numero di vent’una da Varrone riconosciute per Plautine. Certo Lelio, al dir di Gellio, uomo eru
mpose a se stesso, in cui dimostra la perdita che nella sua morte era per fare la commedia: Postquam est morte captus Pl
. Massimo lib. II, c. 4. 18. Orazio Epod. I, lib. II: Fescennina per hunc inventa licentia morem Versibus alternis o
a lingua e certi versi, ed un certame mimico speciale, che si celebra per instituto de’ maggiori, continua a rappresentarsi
modestia histrionum retulit. Multa ab iis in publicum seditiose, fœda per domos tentari. Oscum quondam ludicrum levissimæ a
o me lacrumis decoret, neque funera fletu   Faxit. Cur? Volito vivu’ per ora virum. 52. Bibliot. de’ Volgar. t. III
arte, e destrezza, A poco a poco fargli delle offerte Di danajo, per aver la libertà, Libero poi ch’io sia, mi forni
e navi In mare. Fra gli stessi Re, sarò Anch’io chiamato Re. Indi per mio Diporto vo comperarmi una nave, E far lo
16 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « NOTE ED OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 313-326
tto, che simile a Pallade nacque bella ed armata dalla testa di Giove per l’innesto non pure del latino parlare e del sette
Italiani. Dante Alighieri, che col sumministrare all’ Italica favella per mezzo delle sue dotte e ingegnose produzioni non
Poeta de’ Pittori; Dante afferma nel capitolo X del suo Convivio, che per l’Italico idioma altissimi e novissimi concetti c
sufficientemente, e acconciamente si poteano manifestare, quasi come per l’istesso Latino; e loda in esso l’ agevolezza de
’ autorità del celebre Donizione citato qual testimonio di vista che “ per tre mesi nel luogo di Marego sul Mantovano si ten
axima. Il che ci fa conoscere già introdotto il costume, che durò poi per più secoli, che a simili feste concorrevano in fo
si nelle Cronache di Verona, che delle 200 date loro da uno Scaligero per le sue nozze, la minore costava dieci docati, che
inì di vivere al 1568. Le Vite de’ Poeti Provenzali da lui scritte, e per la prima volta stampate in Lione l’anno 1575, son
ggasi il Tiraboschi tom. III. Nota V. I Poeti Provenzali, che per quanto chiaramente ricavasi da due passi del Petr
bili dell’uno e dell’altro sesso, che aveano spirito, senso e talento per la gaja scienza, cioè per la scienza d’ amore e d
sesso, che aveano spirito, senso e talento per la gaja scienza, cioè per la scienza d’ amore e di poesia a que’ tempi usat
isposizioni vantaggiose che avean dalla natura e dal clima, poetavano per solo desio d’onore, e per genio, nella lingua Pro
e avean dalla natura e dal clima, poetavano per solo desio d’onore, e per genio, nella lingua Provenzale, lingua, al dir de
he no andavano girando colle arpe, e le viuole, e con altri strumenti per le case e per le mense de’ Grandi (come fecero da
girando colle arpe, e le viuole, e con altri strumenti per le case e per le mense de’ Grandi (come fecero da principio nel
dopo Omero, ed anche nel Settentrione i Bardi e gli Scaldi), soleano per interesse cantar gli altrui componimenti, sfidand
corte bandita, di torneamenti ecc., non mancavano di venirvi in folla per dar saggio del loro valore, e farsi gran nome. V.
i come qualche cosa di divino, e la loro persona come sacra. I Bardi, per quanto ricavasi dalla dotta dissertazione critica
orie de’ Bardi Irlandesi del Sig. Cooper Walke, non solo conservavano per mezzo della tradizione tutte le poesie composte d
luenza su di essi, che avendo fatta la conquista del paese di Galles, per assicurarsela, per una politica (come dice Davide
che avendo fatta la conquista del paese di Galles, per assicurarsela, per una politica (come dice Davide Hume nel vol. II d
di pace ordinariamente cantavano l’ eroiche azioni de’ loro guerrieri per tramandarle a’ posteri; e per ciò Tacito disse de
no l’ eroiche azioni de’ loro guerrieri per tramandarle a’ posteri; e per ciò Tacito disse de’ Germani, che altra storia es
i accompagnavano i loro Re ancora ne’ combattimenti, e nelle corti, e per incitarli a marziali ed onorate imprese cantavano
ani così denominati, siccome ben osserva il Muratori, dal cantare che per lo più facevano, le gesta di Carlo Magno. E sotto
e buon senno le arti tutte e gli artefici? La Francia e l’Inghilterra per loro buona sorte fin dal secolo scorso godono di
a far l’ammirazione degl’ intelligenti e disappassionati Oltramontani per lo singolar talento, che in esse posseggono i nos
lle arti dell’ immaginazione, del genio, del sentimento, e del gusto, per la leggiadria, dolcezza, energia, e maesià della
a, energia, e maesià della lingua, pe ’l propizio influsso del cielo, per la serenità, fervenza, e temperatura dell’aere, p
flusso del cielo, per la serenità, fervenza, e temperatura dell’aere, per le ridenti e maravigliose prospettive, per la vag
, e temperatura dell’aere, per le ridenti e maravigliose prospettive, per la vaghezza, amenità e fertilità del paese, o com
enità e fertilità del paese, o come diceva il buon vecchio Ippocrate, per l’arie, l’ acque, i terreni, per l’armonica tempe
me diceva il buon vecchio Ippocrate, per l’arie, l’ acque, i terreni, per l’armonica tempera, e per la delicatezza de’ sens
Ippocrate, per l’arie, l’ acque, i terreni, per l’armonica tempera, e per la delicatezza de’ sensi, per la proprietà del lo
e, i terreni, per l’armonica tempera, e per la delicatezza de’ sensi, per la proprietà del loro temperamento, per la massim
per la delicatezza de’ sensi, per la proprietà del loro temperamento, per la massima parte melancolico sebbene poco o nient
ima parte melancolico sebbene poco o niente apparente nell’esteriore, per la placidezza, avvenenza, e gentilezza de’ costum
ll’esteriore, per la placidezza, avvenenza, e gentilezza de’ costumi, per lo sodo, nobile, e grazioso modo di pensare, e di
per lo sodo, nobile, e grazioso modo di pensare, e di fare, in somma per la natural vampa d’ingegno fervido, elevato, saga
e, e la cultura sono in Italia come in clima nativo, e germogliano da per tutto, e vivono anche nell’abbandono di premj, e
, stravolte, nuove e risentite, manca del tutto alla lingua Francese, per non esserne capace, come confessa l’Ab. Arnaud; n
non solo fu tralle altre mentovate l’unica che si sostenne in teatro per lunga pezza, ma fu anche, al dir del Sig. di Volt
si che si esercitarono nel genere tragico. Diciamlo quì di rimbecco e per incidenza a risposta e mortificazione di tanti ig
malignità la nostra nazione e le nostre cose: Ogni uomo dotto sa, che per opera degl’ Italiani a poco a poco diradaronsi in
tudio dell’altre nazioni i drammatici Italiani del XVI secolo, se non per altro, per la cultura, proprietà, purgatezza dell
altre nazioni i drammatici Italiani del XVI secolo, se non per altro, per la cultura, proprietà, purgatezza della loro ling
e con sensi di verità: Si distingueva l’Italia sopra le altre nazioni per la superiorità di parlare con tanta cultura la pr
e la lingua Spagnuola in fatti è l’unica che conti, come l’Italiana, per suo secolo d’oro il secolo XVI. Nota XIII.
e collo studio e grazia molto aggiunse Andrea Calcese, detto Ciuccio per soprannome, il quale fu sartore, e morì nella pes
ttà antichissima di Terra di Lavoro poco distante da Napoli, e vicina per poche miglia a quell’ antica Atella che somminist
17 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Ferrara il dì 27 febraro 1618. » pp. 519-525
ssante è senza dubbio quella delle Fatiche comiche, stampata a Parigi per Nicolao Callemont il m . dc . xxiii, e divisa in
na specie di autobiografia dei primi anni del Bruni, in cui è narrato per disteso il suo ingresso nell’arte, e in cui si di
importantissima dovrem parlare qui, a mia notizia non mai pubblicata per le stampe, posseduta manoscritta (e assai probabi
ario. L’opera è in quarto, di nitida scrittura (certo del ’600), e ha per titolo : Dialoghi Scenici di Domenico Bruni detto
ento involontario. Che si deve amare chi non ama. Non voler amare per non esser geloso. Retorica. Sdegni placati.
Donna semplice et a ccorta. Partenza. Amante volubile. Cinque per cento. Amorosa ostinatione superata Donna sdeg
iamento. Donna servitore. Parlare d’intelligenza diversa. I dialoghi per vero dire non valgono gran cosa. Ci si trova dina
è questi dialoghi del Bruni molto probabilmente eran incastrati volta per volta nelle varie commedie improvvise, le quali,
ali, a lungo andare, avevan poi nelle repliche la parola stereotipata per modo che si poteva col solo soccorso della memori
senza nè toglier, nè aggiunger sillaba. Questo abbiamo visto accadere per l’Innavertito del Beltrame ; e questo forse accad
isto accadere per l’Innavertito del Beltrame ; e questo forse accadde per la Rodiana, commedia improvvisa del Calmo, trascr
ste adornato da donna, si come sete vestito da huomo, che fosti preso per quella. Celia. Queste sono delle maraviglie che
luogo, perchè io adempisca il decreto del Destino che mi fece nascere per servirvi. Mi comandi e mi ami. Fulvio. Vi amo ;
i fece nascere per servirvi. Mi comandi e mi ami. Fulvio. Vi amo ; e per mostrare quale verso di voi sia la confidenza mia
giorno splender le stelle e a mezzanotte il sole, con tutto ciò, non per contradire, ma per non simulare, dirò che la vost
stelle e a mezzanotte il sole, con tutto ciò, non per contradire, ma per non simulare, dirò che la vostra incostanza conos
radire, ma per non simulare, dirò che la vostra incostanza conosciuta per difetto dalla Sig.ª Lauinia, si opponerà all’acqu
so che i nomi hanno in loro un non so che di fortunato e d’infelice ; per me questo di Lauinia non mi piace ; poichè Lauini
uella con l’anagramma da voi formato dice Vilania ; e quello di Celia per inversione di lettere dice Alice. Alice è quel pe
sione di lettere dice Alice. Alice è quel pescetto che, salato, serve per aguzza appetito e non per vivanda ; che forse ha
e. Alice è quel pescetto che, salato, serve per aguzza appetito e non per vivanda ; che forse ha voluto significare che Cel
ha voluto significare che Celia, perch’io possa satiarmi di Lauinia, per aguzza appetito mi ha servito. Celia. L’Alice do
a appetito mi ha servito. Celia. L’Alice dopo morte, mercè del sale, per gusto dell’uomo molto tempo si conserva ; e Celia
; e Celia benchè morta nella vostra gratia, mercè della costanza sua, per vostro gusto, credo, si conserverà vostra sino ta
conoscenza di dovermi ubidire, acchetateui ; io vado a scrivere ; uoi per portare la lettera uenite da qui a poco a pigliar
d’Amore, termini la pretensione delle mie speranze nello affaticarmi per l’altrui contento, et nel consumarmi per le altru
e speranze nello affaticarmi per l’altrui contento, et nel consumarmi per le altrui delicie ? Di quai tempre s’arma il mio
consumarmi per le altrui delicie ? Di quai tempre s’arma il mio cuore per resistere alle uiolenze di questi colpi ? Di qual
e alle uiolenze di questi colpi ? Di qual forza si ueste il mio corpo per sostenere lo sforzo di tanta sventura ? Non si tr
a ? Non si trova che il solo silenzio, che lo possa esprimere, poichè per essere incomprensibile non si può narrare. Con tu
rensibile non si può narrare. Con tuttociò le crudeltà di Fulvio sono per me di tanta dolcezza animate, che minacciandomi r
he ringrati Amore che mi porge occasione di sopportare lo impossibile per il gusto di una sì bella causa, misurando il mio
quattro, che fu il quatordicesimo dell’età mia, dopo lo avere passato per tutte le angustie e patito tutte le necessità, ch
grime ottenutala, involto in un pelliccetto, ed un paro di sottocalze per le saccoccie, delle quali spingevo fuori le bracc
po del giudoncello ; dove bisognò che due crazie che avevo servissero per albergare ed iscaldarmi ; che del magnare, se non
oste che anch’egli come mio Padre era convalescente ; e dichiarandomi per suo figliuolo, provocai sua moglie a dirmi bastar
camerino dove trovai il Padre, col quale non occorsero molte parole, per dirgli ch’io fossi ; poi che in vedendomi, benchè
dirgli ch’io fossi ; poi che in vedendomi, benchè non mi raffigurasse per figlio, sentendosi commuovere, gli vennero le lag
esto : (V. Andreini Francesco (pag. 56) dove il Prologo è pubblicato per intero). Questo fu il primo prologo ; e così ent
ocre satisfazione. È vero che anche ogni cestaruolo può toccar denari per soldato, ma non seguirà però che l’uno sia Commed
he l’uno sia Commediante, nè l’altro Capitano. Lo studio è necessario per sapere occorrendo trattare di tutte le materie no
, ma nelle Accademie, poichè pure vi sono Accademie illustrissime che per testimonio che i comedianti, che fanno l’arte lor
rito nè promesso, et hora che la volontà di V. E. mi viene notificata per la lettera scritta alla Compagnia, torno di nuovo
scritta alla Compagnia, torno di nuovo a promettere che Sig.r Flavio per parte sua m’imporrà, che mi governerò, non potend
18 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 619-638
tenuta la laurea, egli risolse di non indossar la toga dell’avvocato, per abbracciar l’arte del comico. Esordì in una Compa
mico. Esordì in una Compagnia di niun valore, dalla quale dovè uscire per disperazione. Tornato in patria ripensò all’avvoc
ndo ancora le maschere sulla scena, abbandonò il Cavicchi gli amorosi per darsi tutto allo studio della maschera di Brighel
lla quale riuscì mirabilmente, tanto che fu dal Fiorilli riconfermato per cinque anni come ruolo primario assoluto. Passò p
a noi) egregia servetta, e assai probabilmente la stessa giovinetta, per la quale egli s’era dato all’arte. Bandite a poco
poglie dell’astuto Zanni. Ebbe numerosa famiglia, di cui era composta per metà la sua compagnia. Morta la moglie, maritò du
eurisma il 1838 in una locanda, ove s’era fermato col figlio maggiore per riposarsi la notte. Ho seguito in questi cenni il
righella. Il 1820, in Compagnia di Andolfati era il Cavicchi Giovanni per le parti di caratterista, di cui dice laconicamen
 ; conosce la comica ed è applaudito ; poi Cavicchi il giovine (unico per la maschera del Brighella). Ma come poteva questo
l suo contratto ; chè, sviluppatasi alacremente la tisi, dovè recarsi per consiglio de’ medici prima a Pisa, poi a Firenze,
orme d’arte che erano in maggior voga vent’anni fa. Artista romantica per eccellenza. La passione era quasi sempre fra le n
7_img031.jpg] E al proposito dell’Adriana Lecouvreur : Il suo amore per il brillante e infedele principe di Sassonia, la
egrete che in quel tempo un’artista vera doveva indovinare e cogliere per istinto. A queste del Panzacchi faccio seguir
rdi, 130). Non posso parlare di questo lucido astro dell’arte venuto per illuminare un momento il triste e oscuro nostro o
uminare un momento il triste e oscuro nostro orizzonte, e poi sparito per sempre per lasciarlo nuovamente nelle tenebre. Cl
momento il triste e oscuro nostro orizzonte, e poi sparito per sempre per lasciarlo nuovamente nelle tenebre. Clementina er
essuno : ma io sì : e dico con orgoglio a Clementina, e con rammarico per le altre — che ella fu grande, perchè fu vera, ve
ant’anni di vita artistica, vol. I, 166). Fra le tante poesie scritte per lei scelgo il bel sonetto di Paolo Costa che le f
nova meraviglia il mondo appella, Talia fra mille a dito la dimostra, per Lei l’ausonia scena or si rabbella, per Lei, Muse
fra mille a dito la dimostra, per Lei l’ausonia scena or si rabbella, per Lei, Muse, va al ciel la gloria vostra. Quand’Ell
re altrui : Quei che comparte il ben quaggiù, La diede a questa etate per mostrar quanto può natura ed arte. Cecchini Pie
iuolo, il quale mi è stato caro, sì come figliuolo, ma molto più caro per haver ritrovato al mio ritorno di Ferrara che l’h
haver fato gran torto all’obligo jnffinito ch’io tengo à V. S. Ill.ma per l’jnfiniti fauori da lei ricceuti, non essendole
eruicio del ser.mo Gran Ducca con una Compagnia Principallissima fata per honesto passatempo delli jll.mi Cardinali mont’Al
mont’Alto, e monti doue sono stato e sono hora in Firenze, essendosi per la morte del Cognato partito per Roma lo Ill.mo m
to e sono hora in Firenze, essendosi per la morte del Cognato partito per Roma lo Ill.mo mont’Alto ; sò che oso troppo, e t
e resto (qual sempre gli fui) suisserato seruitore, è pregherò sempre per lei è per la sua felliccissima famiglia che jddio
ual sempre gli fui) suisserato seruitore, è pregherò sempre per lei è per la sua felliccissima famiglia che jddio la prospe
tanza firmata da Battistino Austoni, l’amministrator della compagnia, per tutti i compagni qualificati Comici Italiani del
e di nobiltà. Anche nel 1619 si adoperò, brigò, combattè strenuamente per la formazione della Compagnia che doveva andare a
mazione della Compagnia che doveva andare a Parigi ; si diè d’attorno per espurgarla di cattivi elementi come il Pantalone
il Pantalone pessimo comico, e la Baldina Rotari, pessima…. donna, e per rinforzarla di miglior gente, come un Pavolino Za
onfante nella lotta. Così, dopo tante assicurazioni di buona riuscita per parte del Cecchini, ove il Duca si attenesse alle
nicamente dell’arte di Lavinia, di Cintio, di Ortensio, di Mezzettino per metterli in disgrazia del Duca, venuto a parlar d
o, e lo vediamo con isperienza, poichè se volle compagni bisogna vadi per forza de prencipi, o che li pagi ; lasso il voler
bisognerà pagare le anticaglie (allude alla moglie Orsola già vecchia per parti di fanciulla) e pigliare l’istessa discordi
ulla) e pigliare l’istessa discordia in Compagnia…. » Non sappiamo se per potenza d’amore, o per ragion d’amor proprio o di
ssa discordia in Compagnia…. » Non sappiamo se per potenza d’amore, o per ragion d’amor proprio o di mestiere o d’interesse
ernatore di Milano, colla quale egli mira a ottenere un salvacondotto per recarsi da Torino a Milano a esercitar con sicure
; dacchè si trova a esser bandito in contumatia dalla città di Turino per la morte di un Carlo De Vecchi, anch’ esso comico
della gioventù, mi rendevano tal’ hora bisognoso di un saluo ricouero per fuggir non so s’io debba dir lo sdegno, o pur il
a felice memoria dell’ Illustrissimo Sig. Marchese suo genitore, mutò per me più volte il nome, & addimandossi Miserico
hini, da quella donna navigata che era, traeva poi argomento da tutto per mostrarsi di rigida austerità al cospetto del mar
a tutto per mostrarsi di rigida austerità al cospetto del marito, sia per provargli il torto d’ingiusti sospetti, sia per f
petto del marito, sia per provargli il torto d’ingiusti sospetti, sia per farsi perdonare i falli trascorsi. A venti anni d
overe Frittellino, comandandogli come a soggetto, il fratello di lei, per nome Nicola, buona schiuma, amico, dice il Martin
a il 1610 a Milano, e L’Amico tradito, il 1633 a Venezia. Ma le opere per le quali dobbiamo essere grati a Pier Maria Cecch
o qualche notizia interessante pel teatro e pei costumi. Commentando, per esempio, il passo di S. Gio. Grisostomo che conda
ltra intentione che di far sapere, che quelle genti erano instrumenti per far distruggere i patrimonij a quelli che avvitic
ervatori degli altrui patrimonj ; posciachè un miserabile scudo serve per lo trattenimento d’un mese a chi si diletta di ve
, la vita, la reputatione e l’ anima. E più giù : In Bologna, dove per lo più si recita il Verno, et dove sono sempre ch
oi non fece imprimere, egli dice modestamente, essendosi accorto, che per abbassare il suo povero stile non ci voleva altro
idente che il Cecchini era un profondo e fine osservatore. A un tale, per esempio, ricchissimo e non dabbene, egli scrive c
re da questa mia ? Io lo so ; ma, perchè non voglio nulla del vostro, per questo parlo con soverchia libertà. Dormite prima
ono così grandi, come son quelle, ch’ io mi fo, quando veggo uno, che per antichità sia nobile, e per natura dissoluto ; di
elle, ch’ io mi fo, quando veggo uno, che per antichità sia nobile, e per natura dissoluto ; dimostrando egli col giuditio,
letto che disse un filosofo ad un pretensore di nobiltà vitioso. E per codesta nobiltà che con decreto di Vienna del 12 
a invidia e sopr’ a tutto dalla incredulità, che risolse di pubblicar per intero il Decreto stesso, il quale si trova alla
ratto di tutte le scelleraggini, il compendio di tutte le furberie, e per dirvi tutto in una parola : eccovi Frittellino. »
un’opera ancor più interessante del Cecchini giace tuttavia inedita, per quanto io mi sappia, nella Biblioteca di Torino.
inedita, per quanto io mi sappia, nella Biblioteca di Torino. Essa ha per titolo : Discorso sopra l’Arte Comica — con il mo
non saprei dire se questi sieno un rifacimento in ristretto di quelli per la stampa, o se quelli sieno una parafrasi di que
uelli per la stampa, o se quelli sieno una parafrasi di questi pronta per una nuova edizione. A ogni modo vi si trovan conc
dine che si tiene, che in questo modo molti che vengono a far comedie per non lavorare, tornerebbero a’ lavor senza far com
violabili s’ osserverebbono le leggi del recitare, nè s’inciamperebbe per balordaggine in parole, che punto si allargassero
era comedia, la qual mi par tuttavia di udire che pianga e si lamenti per esser non solo per le bocche di molti ignoranti ;
l mi par tuttavia di udire che pianga e si lamenti per esser non solo per le bocche di molti ignoranti ; ma ne’meccanici ba
lentissimo Garzoni nella sua Piazza Universale del Mondo, che si vede per le cittadi vestiti alla divisa con pennacchi, che
persona in quel luoco, se non quello con cui si parla in scena, et se per sorte si parla solo fra sè stesso, si dee andar d
llo che cominciar dee a parlare e troncar qual si voglia bel discorso per non lasciar mutto colui, che di novo è giunto, ha
iace, et ch’ osservar si dee, non repplicando le cose dette più volte per non venir a noja, e secondo la necessità apporta
edia che il mettere in obbligo di ridir più volte una cosa che di già per parola e per effetto s’è veduta ed udita, recca n
ettere in obbligo di ridir più volte una cosa che di già per parola e per effetto s’è veduta ed udita, recca nausea a chi a
mo ammesso nel numero de’Nobili, dichiarando lui e i suoi discendenti per tre gradi passati nobili ? E ciò fece perchè quel
venuto e molti che professi nelle scienze ma dalla necessità astretti per liberarsi dal Pedantesmo, vollero farsi comici ;
Compagnia del Cecchini sappiamo anche la paga ch’egli aveva stabilito per ciascheduna rappresentazione in case particolari
eduna rappresentazione in case particolari di nobili, cioè : 25 scudi per comedia col rinfrescamento appresso di robbe mang
tova (15 gennaio 1611) del Cecchini sono i ringraziamenti a Cosimo II per una medaglia con catena, portante il nome e il ri
daglia con catena, portante il nome e il ritratto di esso Granduca, e per una pomposissima veste di che la Serenissima Arci
gnato dall’alto valore, se ci facciamo a pensare a quel suo disprezzo per tutti quei che lo circondavano, e che, naturalmen
zo per tutti quei che lo circondavano, e che, naturalmente, indignati per la tirannia gli facevan guerra apertamente e cope
19 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IV. Teatro Americano. » pp. 40-58
rali ritrovativi abbiano preceduto la drammatica del Vechio Mondo; ma per non interrompere la serie de’ teatri Europei, par
a non ebbe della drammatica se non que’ semi che sogliono produrla da per tutto, cioè travestimenti, ballo, musica e versi
la nascita di un fanciullo, e la morte di un amico. Il ballo usavasi per medicina in certi mali, e si vuole che in questa
a, meccanica ed astronomia, ed ebbe polizia e legislazione eccellente per la natura e per l’indole di que’ popoli, nella qu
astronomia, ed ebbe polizia e legislazione eccellente per la natura e per l’indole di que’ popoli, nella quale trionfa una
portate da’ curaci in un luogo di pietà, di pace e di allegrezza, sia per pompa sia per cautela, sia per insegnare a’ popol
raci in un luogo di pietà, di pace e di allegrezza, sia per pompa sia per cautela, sia per insegnare a’ popoli col l’esempi
di pietà, di pace e di allegrezza, sia per pompa sia per cautela, sia per insegnare a’ popoli col l’esempio di vegliar semp
e comiche delle umane ridicolezze? Ci voleva un capitale di filosofia per dar questo passo, e appunto troviamo che le favol
i colà chiamati Amauti. Essi composero due generi di drammi, l’eroico per rappresentar pubbliche imprese, vittorie, trionfi
o per rappresentar pubbliche imprese, vittorie, trionfi, ed il comico per imitar fatti domestici e pastorali. Tali rapprese
enti alla propria dignità e agl’impieghi: e quei che si distinguevano per la delicatezza e proprietà di rappresentare, ne r
li. Giovanni Ruy de Alarcon di origine spagnuolo ma nato nel Messico, per purezza di lingua, per grazia comica, per abbonda
rcon di origine spagnuolo ma nato nel Messico, per purezza di lingua, per grazia comica, per abbondanza e per invenzione, m
gnuolo ma nato nel Messico, per purezza di lingua, per grazia comica, per abbondanza e per invenzione, merita di preferirsi
l Messico, per purezza di lingua, per grazia comica, per abbondanza e per invenzione, merita di preferirsi a moltissimi suo
ascurano le arti di necessità, di comodo e di lusso. Fabbricansi colà per eccellenza quadri e stoffe di penne, antichi lavo
ti giorni solenni prendono la loro antica foggia di vestirsi e menano per le strade le immagini del sole e della luna. Alcu
edificata nel 1535 da Francesco Pizarro oggi si vede un teatro lodato per la grandezza e per la magnificenza delle decorazi
da Francesco Pizarro oggi si vede un teatro lodato per la grandezza e per la magnificenza delle decorazioni, nel quale si r
o tutti Americani, e tra essi intorno a cinque o sei lustri indietro ( per quel che mi narrò in Madrid un negoziante di Cadi
portunità avuta risedendo in Siviglia col l’impiego di Piloto magiore per segnar le strade da tenersi, e col dare nelle car
cioè nel 1499? Egli accompagnò, a qualunque titolo, Alonso Ojeda; ma per essere un esperto navigatore ed eccellentemente
diede immensi tesori alla Spagna, la quale l’invitò dal l’Inghilterra per impiegarlo nelle scoperte, e che egli rimase per
tò dal l’Inghilterra per impiegarlo nelle scoperte, e che egli rimase per ben quindici anni senza essere impiegato. Ma ciò
a alla giornata? Quanti esempli non ne porge la storia delle scoperte per l’avidità de’ particolari di trovare e di ammassa
scovo di Ceuta e da i due medici e geografi Ebrei Portoghesi, i quali per ispogliarlo del l’onore e dei vantaggi del suo gl
oni dello storico Inglese del l’America) con cavillosi interrogatorii per indurlo per tradimento a spiegare il suo sistema
orico Inglese del l’America) con cavillosi interrogatorii per indurlo per tradimento a spiegare il suo sistema , suggeriron
irono al re Giovanni la bassa viltà di spedire in segreto un vascello per tentare la proposta scoperta? Chi non sa ancora l
fessore Talavera? Chi ignora la commissione data ad un Mozo di camera per sovrastare all’immortale scopritore dichiarato am
e il livore mostrato dal Fonseca vescovo di Badajoz? Chi le calunnie per le quali fu mandato pel sentiero segnato dal Colo
ico di catene? La vita adunque di sì grand’ uomo fu piena di amarezze per le macchinazioni cortigianesche. La di lui memori
l’invidiosi, da’ quali viene il merito conculcato. Non credo adunque ( per tornare al Cabotto) che il Lampillas, per quanto
culcato. Non credo adunque (per tornare al Cabotto) che il Lampillas, per quanto egli siesi apologista spacciato, possa fon
o argonauta veneziano impiegato in Ispagna pel corso di quindici anni per mostrare la di lui insuffcienza. Ben fu egli in a
u egli in altra parte del l’Europa impiegato; e sin dal 1497 scoperse per l’Inghilterra l’isola di Terra-Nova, ideò prima d
itto di esser nominato tra’ primi viaggiatori al Nuovo Mondo? Appunto per questi meriti del Vespucci e de’Cabotti Giovanni
agli, e davano al l’Europa un Cabotto, e un Verazzani, uomini divini, per li quali il mondo è divenuto si grande. Ora se po
con nuovo esempio che Invidia alterius macrescit rebus opimis? o per convincere l’Italia che egli conosce così bene la
ne’ Viaggi dell’America Meridionale) non merita un nome sì terribile, per essere incomparabilmente meno intrepido e feroce,
20 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IV. Teatro Americano. » pp. 28-41
ali ritrovativi abbiano preceduto la drammatica del Vecchio Mondo; ma per non interrompere poi la serie de’ teatri Europei,
a non ebbe della drammatica se non que’ semi che sogliono produrla da per tutto, cioè travestimenti, ballo, musica, e versi
a la nascita di un fanciullo e la morte di un amico. Il ballo usavasi per medicina in certi mali, e si vuole che in questa
ia, meccanica e astronomia, ed ebbe polizia e legislazione eccellente per la natura e per l’ indole di que’ popoli, nella q
astronomia, ed ebbe polizia e legislazione eccellente per la natura e per l’ indole di que’ popoli, nella quale trionfa una
portate da’ Curaci in un luogo di pietà, di pace e di allegrezza, sia per pompa sia per cautela sia per insegnare a’ popoli
raci in un luogo di pietà, di pace e di allegrezza, sia per pompa sia per cautela sia per insegnare a’ popoli coll’ esempio
di pietà, di pace e di allegrezza, sia per pompa sia per cautela sia per insegnare a’ popoli coll’ esempio di vegliar semp
e comiche delle umane ridicolezze? Ci voleva un capitale di filosofia per dar questo passo, e appunto troviamo, che le favo
ofi colà chiamati Amauti. Essi composero due generi di drammi, eroico per rappresentar pubbliche imprese, vittorie, trionfi
roico per rappresentar pubbliche imprese, vittorie, trionfi, e comico per imitar fatti domestici e pastorali. Tali rapprese
nti alla propria dignità e agl’ impieghi; e quei che si distinguevano per la delicatezza e proprietà di rappresentare ne ri
i. Giovanni Ruiz de Alarcòn di origine Spagnuolo ma nato nel Messico, per purezza di lingua, per grazia comica, per abbonda
rcòn di origine Spagnuolo ma nato nel Messico, per purezza di lingua, per grazia comica, per abbondanza e per invenzione, m
gnuolo ma nato nel Messico, per purezza di lingua, per grazia comica, per abbondanza e per invenzione, merita di preferirsi
l Messico, per purezza di lingua, per grazia comica, per abbondanza e per invenzione, merita di preferirsi a moltissimi suo
ascurano le arti di necessità, di comodo e di lusso. Fabbricansi colà per eccellenza quadri e stoffe di penne antichi lavor
i giorni solenni prendono la loro antica foggia di vestirsi, e menano per le strade le immagini del Sole e della Luna. Alcu
edificata nel 1535 da Francesco Pizarro oggi si vede un teatro lodato per la grandezza e per la magnificenza delle decorazi
da Francesco Pizarro oggi si vede un teatro lodato per la grandezza e per la magnificenza delle decorazioni, nel quale si r
ori però sono tutti Americani, e tra essi intorno a diciotto anni fa ( per quel che mi narrò un negoziante di Cadice che vi
ortunità avuta risedendo in Siviglia coll’ impiego di Piloto maggiore per segnar le strade da tenersi, e col dare nelle Car
cioè nel 1499? Egli accompagnò, a qualunque titolo, Alonso Ojeda; ma per essere un esperto navigatore ed eccellentemente v
diede immensi tesori alla Spagna, la quale l’invitò dall’Inghilterra per impiegarlo nelle scoperte, e che egli rimase per
itò dall’Inghilterra per impiegarlo nelle scoperte, e che egli rimase per ben quindici anni senza essere impiegato. Ma ciò
ta alla giornata? Quanti esempj non ne porge la storia delle scoperte per l’avidità de’ particolari di trovare e di ammassa
scovo di Ceuta e da i due medici e geografi Ebrei Portoghesi, i quali per ispogliarlo dell’onore e de’ vantaggi del suo glo
ioni dello storico Inglese dell’ America) con cavillosi interrogatorj per indurlo per tradimento a spiegare il suo sistema,
torico Inglese dell’ America) con cavillosi interrogatorj per indurlo per tradimento a spiegare il suo sistema, suggerirono
irono al re Giovanni la bassa viltà di spedire in segreto un vascello per tentare la proposta scoperta? Chi non sa ancora l
lei Confessore Talavera? Chi la commissione data ad un Mozo di Camera per sovrastare all’immortale scopritore dichiarato Am
e il livore mostrato dal Fonseca Vescovo di Badajoz? Chi le calunnie per le quali fu mandato pel sentiero segnato dal Colo
rico di catene? La vita adunque di sì grand’uomo fu piena di amarezze per le macchinazioni cortigianesche. La di lui memori
’ invidiosi, da’ quali viene il merito conculcato. Non credo adunque ( per tornare al Cabotto) che il Lampillas, per quanto
culcato. Non credo adunque (per tornare al Cabotto) che il Lampillas, per quanto egli siasi apologista spacciato, possa fon
argonauta Veneziano impiegato in Ispagna pel corso di quindici anni, per mostrare la di lui insufficienza. Ben fu egli in
fu egli in altra parte dell’Europa impiegato; e sin dal 1497 scoperse per l’Inghilterra l’isola di Terra Nuova, ideò prima
ritto di esser nominato tra primi viaggiatori al Nuovo Mondo? Appunto per questi meriti del Vespucci e de’ Cabotti Giovanni
a un Colombo, un Vespucci, un Cabotto, e un Verazzani, uomini divini, per li quali il mondo è divenuto sì grande. Ora se po
on nuovo esempio che Invidia alterius macrescit rebus opimis? o per convincere l’Italia ch’egli conosce così bene la
ne’ Viaggi dell’America Meridionale) non merita un nome sì terribile, per essere incomparabilmente meno intrepido e feroce,
21 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 251-253
1818, e si laureò medico allo Studio di Parma il 1841. Preso d’amore per Antonietta Robotti, formosissima donna e valentis
e valentissima attrice della Compagnia Reale Sarda, si diè a seguirla per quasi due anni, finchè ammalatosi quel primo amor
scritturato qual primo amoroso a vicenda col Boccomini, passando poi per la morte di Giovanni Battista Gottardi, al posto
m’hanno finalmente convinto che tutte le sue dimostrazioni d’amicizia per me in Torino erano interessate, e dirette al solo
, e far si che io sopportassi la sua concorrenza in Compagnia Reale ; per cui già garantisco fin d’ora, che fra me e lui no
me e lui non vi sarà più accordo, anzi urto continuo, disprezzando io per principio, chi si serve di gesuitico artificio pe
o, disprezzando io per principio, chi si serve di gesuitico artificio per sorprendere l’altrui buona fede. ……………………….. E s
orso il quale, egli si scritturò con la Compagnia Astolfi e Sadowski, per un anno. Passò nuovamente, e per un triennio, con
con la Compagnia Astolfi e Sadowski, per un anno. Passò nuovamente, e per un triennio, con Antonietta Robotti, uscita dalla
poi con Giuseppe Trivelli, conduttore di una Compagnia, famosa allora per ricchezza di arredo scenico, di cui era prima att
o dominava, o la voglia d’imitare l’artista Majeroni che non toglieva per niun conto l’enorme pizzo, serbandolo fin anco ne
rti difetti di recitazione, emergeva l’antico pregio dell’originalità per alcune parti specialmente, come dell’ Oliviero di
dell’ Oliviero di Jalin nel Demimonde, in cui non ho mai trovato chi per la eleganza e la verità, lo facesse dimenticare,
possibile di trovare qualcosa di più perfetto ; la parte era tagliata per lui meglio del suo abito nero – è tutto dire ! e
aceva sparire i difetti dell’uomo ; o meglio, i difetti dell’artista, per un epigramma del caso, come è stato già detto, in
orta sillabato sul corpo della povera Margherita, e il non men famoso per me non è è più demani, nè dopodomani…. Egli ebbe
22 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Padova, 28 luglio 1674.Venetia, 16 marzo 1675.Venetia, 23 marzo 1675.Venetia, 30 marzo 1675.Venetia, 13 ap.le 1675.Venetia, 20 ap.le 1675. » pp. 28-35
Nata a Torino, recitò coi genitori parti di bambina, poi fu lasciata per la sua istruzione a Trieste presso una famiglia d
ta ancor giovinetta, e in una permanenza di sei mesi a Firenze recitò per la prima volta nella Società Antologica, diretta
1882 sposò l’attore brillante Vittorio Pieri, e nell’ 83, abbandonati per la prima volta i Suoi, andò col marito nella Comp
e il genio cattivo si fosse divertito a perseguitarla, non foss’altro per isfogare in qualche modo l’invidia destatagli dal
i fosse non solo attore, ma anche autore e direttore della Compagnia, per ragione forse della Francesca, l’Ortensia, che in
è chiamata buona comica, e indicata al Ministro del Duca di Mantova, per giudicare dei meriti di un capitano da scritturar
eretta. L’Ortensia era, senza dubbio, la moglie dell’Allori, giacchè per la putta sempre ricordata si vede chiaro doversi
il ministro in nome della putta, senza mai accennare alla moglie, che per di più era la Prima Donna della Compagnia. Non è
a. Questo gli lo scrivo confidentemente ; lui dice che non l’ha fatta per dubio di non si amalare per una sua indisposition
identemente ; lui dice che non l’ha fatta per dubio di non si amalare per una sua indispositione, intanto havendo io posto
er una sua indispositione, intanto havendo io posto fin un opera nova per render più diligenti questi compagni a impararla,
a Bologna, fra pochi giorni, caso che si havesse d’andare a Padova o per lo Stato veneto, come mi giova di credere, lascie
nte Residente fece obligare in scrittura al servitio del S.mo padrone per la nostra compagnia, si ritrova di presente in Ve
regato che io ne dia parte a V. S. Ill.ma, et io lo faccio volontieri per servire S. A. S., et perchè la nostra compagnia n
a nostra compagnia ne ha bisogno, et il Sig.r Truff.no in particolare per la sua parte et per i travestimenti spagnoli ne è
e ha bisogno, et il Sig.r Truff.no in particolare per la sua parte et per i travestimenti spagnoli ne è oltre modo desidero
e modo desideroso che sia in compagnia, perchè il figlio di pantalone per queste parti non è bono, et poi ha tanto poca for
antalone per queste parti non è bono, et poi ha tanto poca fortuna da per tutto che la compagnia patisce pur assai. Sup.co
Capitan Beretta sarà da me impiegato in quello conoscerò profitevole per il bon servitio di S. A. S. et della compagnia, i
per il bon servitio di S. A. S. et della compagnia, io partirò presto per Bologna colà starò atendendo i comandi di V. S. I
ne di una lettera di raccomandatione al S.r Card.le legato di Bologna per una mia lite. Il S.r Truff.no doppo haver quasi p
doppo haver quasi perso il cervello dietro alli suoi inbrogli partirà per questa volta, dal quale intenderà più a lungo li
.re e Pa.ne col.mo Starò qui in Venetia sin venerdì pross.º venturo per sapere dove deve la compagnia deve principiare, e
ad Oratio e pantalone che qui si ritrovano, et doppo partirmi subito per bologna, dove per miei interessi mi converrà trat
lone che qui si ritrovano, et doppo partirmi subito per bologna, dove per miei interessi mi converrà trattenere al mancho o
l mancho otto giorni, non ho che agiungere se non supplicarla di novo per lettera di Ferrara per la Gabella, et augurando i
on ho che agiungere se non supplicarla di novo per lettera di Ferrara per la Gabella, et augurando insieme con la mia putta
S.r mio S.re e Pad.ne Col.mo Ricevo la cortesiss.ª sua con l’anessa per la Gabella di Ferrara, rendo a V. S. Ill.ma infin
ra compagnia, Brescia è bona e vi anderemo volentieri, Vicenza non fa per noi, essendoci noi stati tre anni in fila, et vi
do caro, non soggiungo altro perchè scrivo a chi molto intende. Parto per Bologna lunedi pross.º venturo, colà starò attend
a noi noto sin qui era il Lolli ; ma egli, recatosi a Parigi nel 1653 per assumere nella Compagnia italiana la maschera di
58 era certamente a Roma, come si vede ai nomi di Lolli e Bandinelli) per poi restituirsi una seconda volta a Parigi, ove e
23 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 697-702
ai da alcuno citata, abbiamo le seguenti lettere inedite che pubblico per gentile comunicazione del cav. Davari dell’Archiv
havuto haviso da Flaminio che à otenuto dal S.mo Gran Duca le licenze per tutta la Toscana, mercè la lettera di V. A. e fac
ntova acciò che questa mia le giunga più presto di quello che farebbe per la posta, prego l’A. V. a favorirmi d’una lettera
llo che farebbe per la posta, prego l’A. V. a favorirmi d’una lettera per Flaminio, ma scritta di bon inchiostro, il tenore
atire con le sue tardanze, e se à lasciato la moglie una volta a Roma per Franccia, tanto meglio può lassarla, non andando
che guardi bene a non trasgredire a suoi comandi che altrimente sarà per risentirsi, poi chè il suo gusto è che la compagn
ivo è solo perchè Flaminio si è lasciato intendere qui in Bologna che per tutto estate non vuol partirsi di Roma, e questo
anche questa la possa scrivere. Dimanda la Vicenda alla sig.ra madre per la sua ragazza. Veda se si può trovare temerità m
e un quarto. Questo è quanto bramo in questo particolare. Le giungerà per la posta di Venetia una mia lettera che sarà di q
ore, ma dubitando che le giunga troppo tardi scrivo questa e la mando per il servitore a posta. La patente che V. A. m’à co
quella che à dato a Flaminio ond’io la bramerei come quella che dice per essere rafermato nella sua servitù havendo servit
ermato nella sua servitù havendo servito con deligienza ve le concedo per bene merito che goda etcetera. Scusi per gratia d
con deligienza ve le concedo per bene merito che goda etcetera. Scusi per gratia del troppo ardire e mi conceda quello che
ello che ò dimandato, accompagnato con una lettera di raccomandazione per me al S.mo Gran Duca, che le prometto di star un
a canzonetta nova, mi saprà dire se le piace, mentre con il riverirla per parte de miei augoro colme d’ogni felicità le s.t
Sin ad hora abiamo dato fuori cento e sei Boletini a una doppia l’uno per un mese, che viene a essere un utile sicuro. Vogl
nuova al S.r Co. Vialardi, et egli stare alegramente poichè stimo che per mezo di questo parentado V. A. uscirà for di stuf
uesto Carnovale stando in Mantova la d.ta Sig.ra à avuto paura, tengo per fermo che hora havrà l’angoscia. Qui si dice che
à l’angoscia. Qui si dice che l’opera in musicha di Firenze non si fa per insino alla rinfrescata, però questa non è nova s
edere e rimaner consolato. Come riesce la compagnia non glie ne posso per ancora dirgliene cosa alcuna, perchè non è compit
ffermono quello che dice l’A. V., che in quel tempo non faranno nulla per essere troppo caldo. Iddio però gli dia bene a le
ner di lei, assicurandolo che non fa altro che studiare da Trufaldino per poter servire l’ A. V., intanto ella sta atendend
manderò qualche arietta nuova, sperando che serà di suo gusto, almeno per la novità. Mi occorre suplicare V. A. d’una grati
n m’inganno disse, che gliela haveva datta la figlia del S.r Terachia per mostra, scusi per gratia dell’ardire, mi honori m
che gliela haveva datta la figlia del S.r Terachia per mostra, scusi per gratia dell’ardire, mi honori mandarmene una over
ardire, mi honori mandarmene una overo il modello, e con il riverirlo per parte de miei non lascio di confermarmi di V. A.
o contentare. La comedia in musica che si doveva fare qui non si farà per adesso, poichè volevano che vi cantassi io, ma pe
è volevano che vi cantassi io, ma perchè non possono essere al ordine per questo mese non ò voluto per non far danno alla C
, ma perchè non possono essere al ordine per questo mese non ò voluto per non far danno alla Comp.ia accettare la parte, a
e che la madre di cui chiedeva la vicenda Flaminio (Marco Napolioni) per sua figlia, fosse appunto l’Eularia : ma ecco un’
mpagnia, poichè desiderano il ritorno di lui e di Florinda sua moglie per recitare in comedia………………… ………………………… Non sarebb
moglie per recitare in comedia………………… ………………………… Non sarebber questi per avventura il padre e la madre, nel cui nome, assi
24 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Ferrara, li 4 marzo 1618.Ferrara, li 3 marzo 1618. » pp. 170-184
dianti, ridottasi sotto il patronato di Don Giovanni De’ Medici, ebbe per oltre un ventennio vita prospera e celebrata. » R
di Lavinia, noto scenario dello Scala (La pazzia d’Isabella, scritto per l’Andreini), il conte Ridolfo Campeggi dettò il s
usiastici ottenuti dall’Antonazzoni misero l’inferno nella Compagnia, per opera specialmente di Battista e Valeria Austoni
endeva molto bene con lei. Di qui le ire della Lavinia ; ire di donna per l’una, di artista per l’altra : insomma, un vero
lei. Di qui le ire della Lavinia ; ire di donna per l’una, di artista per l’altra : insomma, un vero inferno. Io metto qui
a. Don Giovanni cercò di metter pace agli esacerbati spiriti, e finì, per meglio riuscirvi, col mandare un suo prologo allo
fecero — dice il Neridei segreti maneggi da parte del Duca di Mantova per togliere Lavinia, il marito, Mezzettino (Ottavio
novella. Ed ha estinta al suo sepolcro a canto l’alma a i sospiri, e per pietade appella il cor per gli occhi a consumarsi
suo sepolcro a canto l’alma a i sospiri, e per pietade appella il cor per gli occhi a consumarsi in pianto. A istanza dell
osio una elegia non sino a noi pervenuta, e sollecitò poesie da amici per raccoglierle forse in un volume, pietoso omaggio
rmento già di questo cuore grandissimo, e della borsa. Non poetar più per lei voglio. Siasi pur ella in Paradiso, e goda l’
più per lei voglio. Siasi pur ella in Paradiso, e goda l’eternità, e per me prieghi. » Intorno alla bellezza, vantata nel
l che ne dice Gio. Francesco Maja Materdonna in altro sonetto scritto per la rappresentazione d’una tragedia : Pon giù que
ui dar morte intendi, anzi fingi, qualor su i palchi prendi il ferro per ferir : ma qualor poi rivolgi agli altrui lumi i
pre fai vere piaghe, e sempre offendi. Anzi se dèssi mai morte verace per vera ira, e furor col ferro ancora, quella vendet
ndetta a te sarìa fallace. Perchè vanto al nemico e gloria fòra morir per bella man che alletta e piace, ed a par di begli
, sì come gli altri àn fatto, scriverli ciò che l’animo mio sente, sì per discolparmi di quanto mi viene aposto, come per g
l’animo mio sente, sì per discolparmi di quanto mi viene aposto, come per godere di quel privilegio che agli altri miei com
dunque conosciuto a più d’un segno manifestamente che il sig.r Fulvio per qual si fosse sua ragion di stato, m’era contrari
a contrario, ch’io non so, nè posso imaginarmene la cagione, se non è per interesse di mia moglie, e mia sorella ; e vedend
di mia moglie, e mia sorella ; e vedendo essere impossibile di poter per qualsivoglia strada rimovere questa sua mala volo
Io, Sigre, intendendo con mio estremo disgusto questo, e sapendo che per essere io il minimo di compagnia, et egli il prin
a licenza, scrivendo al Sig.r Flavio parte de’miei disgusti, il quale per sua bontà mi amonì ad hauer pacienza per quest’an
e de’miei disgusti, il quale per sua bontà mi amonì ad hauer pacienza per quest’anno, promettendomi l’ajuto suo. Giunti a B
rà stato detto, con fermo animo di gettarsi a’ piedi suoi humilmente, per suplicarla della sua gratia. Quando il Sig.r Fulv
si faceva con patto che ella non ci fosse, stimandola mente di V. E. per riconoscere Scapino tanto suo partiale e devoto s
i nella benignità sua dico che mai ho auto bon stomaco con la Nespola per l’interesse passato tra lei e mio marito, e sempr
a lei e mio marito, e sempre ho cercato di passarmela alla meglio che per me sia stato possibbille, sperando pure che il te
me sia stato possibbille, sperando pure che il tempo trovase rimedio per liberarmi. Hora son forsata a suplicare V. E. a c
la Nespola non sia dove io sono, nè io dove la detta Nespola, perchè per nissuna maniera non ci voglio essere, e questo na
to nasce da giustissima causa, poichè quest’anno è nato tal disordine per lei, che è stato quasi la mia rovina, e della per
to, porto e porterò a V. E. mentre che viva, mi sarei partita subitto per non star dove lei ; ma per non disgustar chi n’ è
mentre che viva, mi sarei partita subitto per non star dove lei ; ma per non disgustar chi n’ è padrone e sig.re ho auto p
ntentarò di adimandar la elemosina tanto che viva, quando fosse morto per me il soccorso a altra maniera. Bisognerebbe che
. Bisognerebbe che io dicessi ancora molte cosse del Sig.r Fulvio, ma per non infastidilla dico questa solla, che per la su
osse del Sig.r Fulvio, ma per non infastidilla dico questa solla, che per la sua partialità, ostinacione, non ha voluto ing
stinacione, non ha voluto ingegnarsi, o lasciar che altri s’ingegnino per potter guadagnare. Ma mi dispiace che non ò colpa
ssa impegnatta ; nè manco dinari da far quadragesima e da far viaggio per Loretto, dal qual loco non uscirò sintanto che no
ndatali. V. E. consideri che abbiamo bisogno di gente che s’affaticha per far guadagnare, ma non di gente che goda della no
me essi non abbiano pensato a importunare l’Altezza Impresaria, o chi per essa, se non che per battere cassa, o narrar pett
ensato a importunare l’Altezza Impresaria, o chi per essa, se non che per battere cassa, o narrar pettegolezzi di retroscen
i la notizia di un successo o di un fiasco, mai un giudizio, sia pure per gelosia, sul modo di recitare del tale attore o d
a specie. È uno dei soliti lavori a protagonista, immaginato e creato per dar campo all’attrice di sfogare in iscena tutto
ogo di Arianna, dopo l’abbandono di Teseo ; correggendo l’ortografia, per non affaticar troppo il lettore. O mio dolce Tes
e simulato amante. E questo monologhino tira avanti di questo passo per 19 pagine ; e chiude l’atto terzo coi versi segue
’armi, a l’armi !! Pazza cosa non c’è che dire ; la qual, nondimeno, per quel che concerne la recitazione, fa pur sempre p
anzichè no, sappiamo : che quelle commedie si reggessero e piacessero per la eccellenza dei comici, molti contemporanei, e
osteria del Pellegrino, ove la plebe desiosa di cose nuove, e curiosa per sua natura subito s’affretta occupare la stanza,
riosa per sua natura subito s’affretta occupare la stanza, e si passa per mezzo di gazzette dentro alla sala preparata ; e
ionamenti recitati, nella seguente sera, non spenderebbe un bagattino per sentir di nuovo cotali sciocchezze, già per tutta
spenderebbe un bagattino per sentir di nuovo cotali sciocchezze, già per tutta la terra, con beffe d’ognuno divulgate e sp
ta la terra, con beffe d’ognuno divulgate e sparse. Di modo tale, che per l’abuso di costoro, anco i galantuomini vengono d
dita, s’è visto e si vedrà più volte, come il Duca di Mantova sudasse per mettere assieme un complesso d’artisti di non dis
arebbero oggi uno scoglio inevitabile, e oserei dire, insormontabile, per l’artista di qualunque merito si fosse. Ogni fras
nte a due prime attrici sulla stessa Piazza, come s’è visto a Bologna per la Beatrice e la Eularia, a Torino per l’Andreini
azza, come s’è visto a Bologna per la Beatrice e la Eularia, a Torino per l’Andreini e la Cecchini, come si vedrà a Mantova
laria, a Torino per l’Andreini e la Cecchini, come si vedrà a Mantova per la Vincenza e la Flaminia ? (V. Armani).
25 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO PRIMO. Origine della Poesia Drammatica. » pp. 2-11
tà laboriosa della scienza. Scortato l’uomo da un affetto sì vivace e per indole osservatore non potè non avvedersi di alcu
ardo esaminò con maggior diligenza la natura, la quale essendo solita per lo più di corrispondere con una spezie di gratitu
e le cure con manifestargli una parte de’ suoi misteri, e con alzare, per così dire, alcun poco quel velo di cui si ammanta
questa spinta industriosa è comune a tutti gli uomini, e la natura da per tutto risponde a colui che ben l’interroga, è chi
rti di prima e seconda necessità, le quali nascono da bisogni comuni, per lo più si acquista senza esempio. Trittolemo e Ce
egli altri, insegnarono a seminar le biade e a raccorle e a valersene per sostentarsi. Scorrendo per diversi climi ben si v
eminar le biade e a raccorle e a valersene per sostentarsi. Scorrendo per diversi climi ben si vedrà che dove la terra non
ve non si taglia col l’acciajo, si usano le selci. Ma la coltivazione per obbligar la terra ad alimentarci, e le arti di ac
a terra ad alimentarci, e le arti di accozzare e tagliar lane e cuoja per coprirci, si sono trovate in paesi lontanissimi c
storia che le nazioni in se stesse ristrette esistono e fioriscono, e per molti secoli si guardano dal comunicare insieme,
presso di esse, e le rende inospitali e inaccessibili, siccome furono per gran tempo gli Ebrei, gli Egizzi, gli Sciti, i Ci
tte le arti e invenzioni quà e là disseminate. Dal che è avvenuto che per una forte accensione di fantasia fondata per lo p
. Dal che è avvenuto che per una forte accensione di fantasia fondata per lo più in una radice etimologicà, in un monumento
sguardo al rimanente della terra, la storia del teatro Greco si prese per la sorgente di tutti gli altri. Ma fu un inganno
fondamento a rintracciar tale origine nella natura del l’uomo ch’è da per tutto la stessa, e vi produce effetti simili. In
teatro Greco. L’uomo (essa insegna) nasce in tutti i climi irritabile per organizzazione alla presenza delle forme esterne.
, cioè se scosse con soavità la tela de’ nervi, l’intelletto apprende per bene le forme che la cagionarono: se la scossa fu
la, le contempla come male. L’uomo adunque si avvezza dalla prima età per senso più che per raziocinio a suggir quel dolore
ome male. L’uomo adunque si avvezza dalla prima età per senso più che per raziocinio a suggir quel dolore e quel male, e ad
un abito di rappresentarsene le immagini. Al sovvenirsi di quel bene, per lo piacere che gliene ridondò, cerca di tornarlo
altri con tutte le circostanze i già passati disastri. Ora se l’uomo per natura si occupa continuamente a dipingersi le co
incipio di ogni imitazione, che è il perno, su cui volgesi la poesia; per la qual cosa Aristotile nella Poetica chiamava l’
nella Poetica chiamava l’uomo animale attissimo ad imitare che impara per rassomiglianza. Di tutte le imitazioni però la pi
chiaro a chi passo passo la vada seguitando dall’informe suo nascere per tutti i gradi de’ suoi avanzamenti. l’ebbero varj
ndo varj monumenti istorici ci assicurano, che ancora dopo molte età, per la solita primitiva gelosìa nazionale, neppure tu
, e a tutto il resto del vecchio continente. L’uomo adunque attivo da per tutto e imitatore osserva gli uomini, si avvezza
26 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO PRIMO. Origine della Poesia Drammatica. » pp. 2-9
vità laboriosa della scienza. Scortato l’uomo da un affetto sì vivo e per indole osservatore non potè non avvedersi di alcu
ardo esaminò con maggior diligenza la natura, la quale essendo solita per lo più di corrispondere con una specie di gratitu
e le cure con manifestargli una parte de’ suoi misteri, e con alzare, per così dire, alcun poco quel velo di cui si ammanta
quella spinta industriosa è comune a tutti gli uomini e la natura da per tutto risponde a colui che ben l’interroga, è chi
rti di prima e seconda necessità, le quali nascono da bisogni comuni, per lo più si ac quista senza esempio. Trittolemo e C
egli altri, insegnarono a seminar le biade e a raccorle e a valersene per sostentarsi. Scorrendo per diversi climi ben si v
eminar le biade e a raccorle e a valersene per sostentarsi. Scorrendo per diversi climi ben si vedrà che dove la terra non
ove non si taglia coll’ acciajo si usano le selci; ma la coltivazione per obbligar la terra ad alimentarci, e le arti di ac
a terra ad alimentarci, e le arti di accozzare e tagliar lane e cuoja per coprirci, si sono trovate in paesi lontanissimi c
storia che le nazioni in se stesse ristrette esistono e fioriscono e per molti secoli si guardano dal comunicare insieme,
presso di esse e le rende inospitali e inaccessibili, siccome furono per gran tempo gli Ebrei, gli Egizj, gli Sciti, i Cin
tte le arti e invenzioni quà e là disseminate. Dal che è avvenuto che per una forte accensione di fantasia fondata per lo p
. Dal che è avvenuto che per una forte accensione di fantasia fondata per lo più in una radice etimologica, in un monumento
guardo al rimanente della terra, la storia del teatro Greco si prese per la sorgente di tutti gli altri. Ma fu un inganno
fondamento a rintracciar tale origine nella natura dell’uomo ch’è da per tutto la stessa e vi produce effetti simili. In G
teatro Greco. L’uomo (essa insegna) nasce in tutti i climi irritabile per organizzazione alla presenza delle forme esterne.
, cioè se scosse con soavità la tela de’ nervi, l’intelletto apprende per bene le forme che lo cagionarono: se la scossa fu
la, le contempla come male. L’uomo adunque si avvezza dalla prima età per senso più che per raziocinio a fuggir quel dolore
ome male. L’uomo adunque si avvezza dalla prima età per senso più che per raziocinio a fuggir quel dolore e quel male e ad
l’abito di rappresentarsene le immagini. Al sovvenirsi di quel bene, per lo piacere che gliene ridondò, cerca di tornarlo
altri con tutte le circostanze i già passati disastri. Ora se l’uomo per natura si occupa continuamente a dipingersi le co
incipio di ogni imitazione, che è il perno, su cui volgesi la poesia; per la qual cosa Aristotile nella Poetica chiamava l’
nella Poetica chiamava l’uomo animale attissimo a imitare che impara per rassomiglianza. Di tutte le imitazioni però la pi
chiaro a chi passo passo la vada seguitando dall’informe suo nascere per tutti i gradi de’ suoi avanzamenti. L’ebbero varj
ndo varj monumenti istorici ci assicurano, che ancora dopo molte età, per la solita primitiva gelosia nazionale, neppure tu
i e a tutto il resto del Vecchio Continente. L’uomo adunque attivo da per tutto e imitatore, osserva gli uomini, si avvezza
27 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IX. Teatro di Euripide. » pp. 134-207
i anni diciotto osò metter fuori la prima sua tragedia. Ardua impresa per sì pochi anni gareggiare colla rinomanza di un So
i si accinse con tutti i soccorsi onde i frutti poetici si stagionano per l’immortalità, avendo appresa da Prodico l’eloque
siche, e vi si accinse con quella indefessa attenzione indispensabile per disviluppar l’ingegno e rintracciar le vere belle
iluppar l’ingegno e rintracciar le vere bellezze di ogni genere. Egli per natura malinconico ed avverso alla mollezza cercò
i e nel silenzio di una caverna nel l’isola di Salaminaa tutto l’agio per insinuarsi negli avvolgimenti segreti del cuore u
o l’agio per insinuarsi negli avvolgimenti segreti del cuore umano, e per istudiare a dipignere al vivo le passioni. Con ta
do un patetico sommamente dilicato nè più usato sulle scene Ateniesi, per cui Aristotile davagli il titolo di Τραγικωτατος,
mo grado . Certo il suo stile si distingue da quello de’ predecessori per l’arte mirabile di animare col più vivace colorit
udio delle tragedie di Euripide, pervennero al colmo nel l’arte loro; per la qual cosa Gian Vincenzo Gravina nella Ragion P
chiama le tragedie di Euripide vera scuola di eloquenza . Egli è non per tanto per questa medesima ragione che si allontan
tragedie di Euripide vera scuola di eloquenza . Egli è non per tanto per questa medesima ragione che si allontana talvolta
corona, e nelle altre egli soggiacque alla sventura de’ valentuomini per lo più posposti a’ competitori ignoranti ma raggi
. Per mettere con chiarezza sotto gli occhi quanto stimava necessario per intelligenza della favolà, egli fece uso del prol
go esponeva a meraviglia lo stato del l’azione. Nel l’Elettra appunto per l’introduzione rimane Euripide a Sofocle inferior
za di Oreste e della sorella perderebbe anche al confronto di Eschito per cagione della vivacità che in questo è maggiore;
Euripide la supera in verisimiglianza, avvenendo con molta proprietà per mezzo del l’ajo di Oreste e per una cicatrice che
lianza, avvenendo con molta proprietà per mezzo del l’ajo di Oreste e per una cicatrice che questi avea sulla fronte sin da
anciullezza. Sofocle però vince in tal riconoscenza e l’uno e l’altro per l’effetto che produce in teatro; perocchè Oreste
re la materna tenerezza? Tuttavolta il poeta fa che Clitennestra vada per tal menzogna a trovar la figliuola; ma quando? qu
è perseguitato dalle Furie vendicatrici, ma è vicino ad esser punito per l’uccisione della madre. Si legge nel l’atto prim
iano di passaggio alcuni oratori contemporanei del poeta, circostanza per noi perduta ma importante per chi allora ascoltav
ri contemporanei del poeta, circostanza per noi perduta ma importante per chi allora ascoltava. Vi si osservano da per tutt
oi perduta ma importante per chi allora ascoltava. Vi si osservano da per tutto tratti assai popolari, quasi comici, e lont
i da Euripide maneggiati con forza e bellezza particolare. Vi trionfa per ogni parte la meravigliosa sua maestria nel tratt
forzataa. Voglionsi appunto osservar negli antichi questi bei tratti per ravvisarne l’alto ingegno e la maestria, e non gi
edia acquista dal principio del l’atto quarto gran calore e movimento per l’avviso dato dallo schiavo a Clitennestra e ad A
e ha mitigato in parte quel cominciamento: ma la sua versione, benchè per più riguardi degna di lode, riesce quasi sempre l
del tragico Greco. Se Agamennone dovea piegarsi e cangiar consiglio, per questo bellissimo discerso il dovea, nel quale la
utamente le dice, κάν θέλω, κάν μη θέλω, voglia io o non voglia , non per Menelao, ma per la Grecia tutta son costretto a s
, κάν θέλω, κάν μη θέλω, voglia io o non voglia , non per Menelao, ma per la Grecia tutta son costretto a sacrificarti. Par
degna di notarsi. La madre ha detto, ah figlia, ah madre sventurata per cagione della tua morte ; ed ella ripiglia, la m
. Non debbesi adunque l’espressione d’Ifigenia tradurre letteralmente per la stessa misura di versi, ma sì bene per Io mede
enia tradurre letteralmente per la stessa misura di versi, ma sì bene per Io medesimo lamento, come ben fece il Dolce, Mad
tra, e la pietà che ne mostra quel l’eroe, si converte in ammirazione per lo cangiamento d’Ifigenia. Ella durando il loro d
uaglianza di carattere d’Ifigenia, la quale alla prima piange e prega per sottrarsi alla morte, e poi si offre vittima volo
rarsi alla morte, e poi si offre vittima volontaria del pubblico bene per acquistare, giusta la traduzione del Dolce, Ne’
nte opposizione sogliono fare i poco esperti al carattere di Achille, per essersi prima mostrato tutto fervoroso a difender
i Achille, per essersi prima mostrato tutto fervoroso a difenderla, e per soffrirne poi pacificamente il sacrifizio senza n
ione. Sembra anche una contraddizione del di lui carattere, perchè da per tutto si è dimostrato più ambizioso che tenero, e
tere, perchè da per tutto si è dimostrato più ambizioso che tenero, e per ritenere il comando ed il titolo di re de’ re era
crifizio e la venuta del Nunzio che racconta l’avventura già seguita, per la quale manca il tempo che dovea correre verisim
seguita, per la quale manca il tempo che dovea correre verisimilmente per tante cose narratea. Ifigenia in Tauride rappres
iata poi con gran delicatezza e giudizio è la bellissima riconoscenza per mezzo della lettera che Ifigenia pensa di mandare
inta. Ma la divisione degli atti non mi sembra la cosa più essenziale per conoscere l’eccellenza degli antichi tragici. E c
e suol compararsi alle precauzioni che prendevano i sacerdoti gentili per accreditare i loro responsi e venderli per oracol
devano i sacerdoti gentili per accreditare i loro responsi e venderli per oracoli celesti. Nella tragedia intitolata Elena
pidi biasimatori degli antichi leggessero attentamente l’atto secondo per impararvi a dipignere la natura con forza e vivac
oi sembreranno sempre ingiusti, inurbani, e in niun modo tragici. Non per tanto si dee riflettere che Euripide era un gran
passioni dominanti di que’ tempi. Certo è che la ripugnanza di morir per un altro, che mostra l’istesso padre di Admeto, f
neso, avendo Euripide trentacinque anni. Contiene la morte d’Ippolito per la falsa accusa di Fedra sua madrigna ed amante.
viene in teatro con una corona in testa che indi offerisce a Diana, e per questa corona che egli porta, ricevè quel l’aggiu
; della stessa maniera che l’Ajace di Sofocle s’intitolò Μαστιγοφορος per la sferza ch’egli portava in iscena. Nel l’atto p
corso? Nutrice Ma, Principessa, ancor vaneggi? I cervi Ora inseguivi per le alpestri rupi, Or domi al piano un corridore?
copiata maestrevolmente; ma la greca riesce più tragica e importante per lo spettacolo di Fedra morta. Racine in somma si
nte, ne ha dovuto perdere non poche bellezze, come il dolore di Teseo per la morte di Fedra, e la tragica scena d’Ippolito
le passioni, materia essenziale della poesia drammatica che non varia per tempo nè per luogo. Il tacciar quelli o questi pe
materia essenziale della poesia drammatica che non varia per tempo nè per luogo. Il tacciar quelli o questi per le maniere,
tica che non varia per tempo nè per luogo. Il tacciar quelli o questi per le maniere, per un decoro locale, variabile e inc
ia per tempo nè per luogo. Il tacciar quelli o questi per le maniere, per un decoro locale, variabile e incostante, al pari
I giovani non ne sapranno se non che un neo forse in parte scusabile per la veemenza della passione che rare volte lascia
hi proviene la moderna non curanza delle favole greche, e l’idolatria per le romanzesche degli ultimi tempi. Con altro dise
e la greca. Essa ha più parti, e queste hanno bisogno di maggior arte per conciliarsi insieme, e quindi riesce più difficil
onsiste in porre sotto gli occhi un’ azione che vada sempre crescendo per gradi, finchè per necessità scoppi con vigore; e
otto gli occhi un’ azione che vada sempre crescendo per gradi, finchè per necessità scoppi con vigore; e non già in ordinar
elegie e declamazioni; perchè queste in vece di avvivare le passioni per renderle atte a commuovere, seguendone il traspor
dominante si divide tra Fedra, Ippolito e Teseo: in Euripide è tutto per Ippolito dal principio al fine.» «Tutto è lagrime
di agitare e tirare a se tutti i cuori sensibili.»  «Fedra in Racine per varie ingiustizie e violenze intepidisce la compa
nze intepidisce la compassione, ed il poeta con arte somma si affanna per coprirne e discolparne i difetti.» «Teseo attrae
o attrae a se tutto l’interesse dell’atto terzo.» «L’amore d’Ippolito per Aricia vietato dal padre quanto non toglie al car
sarebbe altrimente comportato, ed avrebbe avuta la stessa indulgenza per un popolo che dovea essere il suo giudice.» Ques
e Euripide ci dipinse, sembrandogli un Cavaliere fort peu galant ; e per maggior trastullo di chi ciò legge, dice (pag. 48
a erudizione, che questa tragedia è di Sofocle. Avventuratamente però per Ippolito La Vilade non ragiona con più fondamento
ntusiasmo ; Pitagora ed Archimede fanciulli in matematica incantati per la novità ad ogni picciolissimo oggetto. Questo S
ce mai; essi doveano (aggiugne) aver la testa d’une furieuse trempe per resistere a un torrente di loquacità che nulla di
dono ed amano le dipinture naturali, si sentiranno scoppiare il cuore per la pietà. Nel patetico racconto della morte di Po
, sul l’educazione e la nascita, dopo tale funesto racconto, sembrano per altro intempestive. Serpeggia per tutto il dramma
opo tale funesto racconto, sembrano per altro intempestive. Serpeggia per tutto il dramma una forza tragica terribile; ma n
ica terribile; ma nel l’atto terzo si tratta della morte di Polidoro, per la quale l’azione è manifestamente doppia, benchè
dere che gl’interpreti de’ tragici Greci compresero il loro artificio per ciò che la musica riguarda. Egli stesso non fece
disgrazie che l’opprime. Osserviamo in oltre che ne’ Greci i cantici per l’ordinario non hanno luogo se non conosciuta per
chè essi, a giudizio del celebre Gluck, abbisognano di passioni forti per dar motivo al l’espressione della musica. I cori
Diana al l’ara Mi prostro e piango, oh vani prieghi e pianti! Tratta per l’onde io son, misera! e veggio Trucidato il cons
miche ai patrii liti Pronte a tornar, e da l’Iliaco suolo A svellermi per sempre! Il duol m’oppresse, Caddi abbattuta, mill
l l’Andromaca di Racine, perchè questa è la vedova di Ettore che teme per la vita di Astianatte, e nella tragedia Greca è l
ragedia Greca è la stessa Andromaca, ma già moglie di Pirro, che teme per la vita di Molosso avuto da questo secondo matrim
ervisi ancora che nel l’atto quarto Ermione ed Oreste fuggono da Ftia per andare a Delfo ad uccider Pirro, e nel quinto si
. A che sei tu d’Ettore figlio, io sposa? Per dominar sul l’Asia Non per morir tra’ barbari sì tosto Credei produrti, o fi
e augellin rifugge Sotto l’ali materne? Ahi non è questo Più un asilo per te. Mori già Ettorre, Nè dal l’avello, per serba
non è questo Più un asilo per te. Mori già Ettorre, Nè dal l’avello, per serbarti in vita, Fia che risorga. Di sostegno p
tezza nella distribuzione del l’azione, particolar pregio di Sofocle, per la qual cosa pretende alcuno che ad esso, e non a
inerva ad Ulisse e a Diomede, la quale vedendo sopraggiugnere Paride, per salvarli fa che il Duce Trojano travegga, e la pr
ere Paride, per salvarli fa che il Duce Trojano travegga, e la prenda per Venere, mentre i suoi favoriti non lasciano di ra
prenda per Venere, mentre i suoi favoriti non lasciano di ravvisarla per Minerva. Tali cose allora convenivano ai principi
de’ Greci, nè parevano assurde e stravaganti. Lo scioglimento avviene per macchina (come in gran parte delle tragedie antic
ento avviene per macchina (come in gran parte delle tragedie antiche) per mezzo della Musa Tersicore madre di Reso, la qual
ta favola, è il personaggio di Egeo introdottovi senza veruna ragione per preparare un asilo a Medea della cui salvezza lo
sco, Didimo e Creofilo presso lo Scoliaste di Euripide sulla Medea. E per ischivar l’infamìa che ad essi ne ridondava, si a
ne ridondava, si avvisarono probabilmente di guadagnar qualche poeta per attribuirne l’assassinamento alla stessa madre. C
he i Corintii avessero ricorso ad Euripide poeta esimio il quale, sia per dare, a cagione del l’idio naturale che avea cont
contro del sesso donnesco, un carattere odiosissimo a una donna, sia per essersi fatto corrompere con cinque talenti, come
rea la madre stessa del l’uccisione di que’ fanciulli, e la menzogna per l’eccellenza del poeta passò alla posterità come
sarà assicurato della distanza del campo e del l’altezza delle mura, per convincere di inverisimiglianza Omero, Euripide e
cena vigorosa di Giocasta co’ figli è degna di particolar riflessione per la maestrevole dipintura de’ due fratelli ugualme
te fieri ed accaniti nel l’odio reciproco, ma di carattere diversi, e per lo dolore della madre che s’interpone e cerca di
cosa, come altrove accennammo, di rado si trascurò dai Greci tragici per mostrare l’antichità remota delle loro leggi ed o
l’atto III la guerra è fatta, e Teseo torna vincitore. È ciò avvenuto per miracolo? Vi è corso un tempo verisimile? Può cen
concederli, e si accende aspra guerra tra gli Ateniesi e gli Argivi, per cagione degli Eraclidi, cioè de’ figliuoli di Erc
onte, e nel caso di negativa ad intimargli la guerra. L’araldo Copreo per eseguirne l’ordine viene in Atene, e la tragedia
n sono dunque tante le azioni in poco tempo accumulate, quante non so per quale utilità, volle numerarne il critico Fiorent
ità, volle numerarne il critico Fiorentino. Una bella aringa di Iolao per determinar gli Ateniesi a proteggere gli Eraclidi
to ella non fa sul destino di Macaria degna di tutto il suo dolore, e per esser figliuola del proprio figliuolo, e per l’er
i tutto il suo dolore, e per esser figliuola del proprio figliuolo, e per l’eroica azione della vergine in pro di tutta la
esi udivano siffatti prodigii in teatro senza restarne ma ravigliati, per tal modo era la religione congiunta allo spettaco
nta allo spettacolo. Nel l’atto V Euristeo prigioniero usa ogni viltà per ottener la vita; ma Alcmena inesorabile, contro i
V, è una di quelle che meritano maggiore attenzione. Interessa ancora per la vivacità il riconoscimento che avviene nel V;
n angustia la madre, ed il poeta è costretto a far discendere Minerva per giustificarla. Questa tragedia è assai teatrale,
fetti. La situazione di una madre e di un figlio che non conoscendosi per errore si tramano la morte, è molto vaga, e Metas
. È terribile il racconto del l’ammazzamento del disgraziato re preso per un cinghiale. Assai tragica è la scena in cui Aga
ervenuti appena alquanti frammenti, i quali talvolta a stento bastano per conoscerne il soggetto. Famosa tralle tragedie pe
cerne il soggetto. Famosa tralle tragedie perdute fu la sua Andromeda per la strana malattia degli Abderiti avvenuta a’ tem
te quelli del l’Andromeda come se si trovassero sul teatro. Vedevansi per le strade questi deplorabili attori pallidi e spa
ttà marittima della Tracia era popolata di gente stupida e grossolana per testimonianza di Cicerone, Giovenale e Marziale,
del cuore umano, e ragionatore così eloquente, dimorando in Macedonia per compiacere al re Archelao amatore delle lettere e
a Crateva Tessalo maligni invidiosi vesseggiatori che l’odiavano meno per la gloria poetica di cui era egli in possesso che
asse un magnifico avello nella città di Pelia. I Macedoni gloriavansi per tal modo di possederne le ossa, che unanimi negar
inatamente di concederle agli ambasciadori di Atene che le chiedevano per seppellirle nella patria terraa; per la qual cosa
adori di Atene che le chiedevano per seppellirle nella patria terraa; per la qual cosa gli Ateniesi, altro non potendo, gli
a; ma poichè fu morto senti un dolore sì vivo e sì vero, che non meno per ciò si rendè meritevole degli applausi della post
n meno per ciò si rendè meritevole degli applausi della posterità che per aver prodotto l’Edipo ed il Filottete. l’onorò co
e non quando Euripide vi esponeva qualche nuova tragedia, e l’amava e per la bontà e bellezza de’ versi e per la filosofia
alche nuova tragedia, e l’amava e per la bontà e bellezza de’ versi e per la filosofia onde gli nobilitava. Quintiliano nel
à del genio delle nazioni, oltre di ostentare certo barbaro disprezzo per le lingue, le lettere e le maniere aliene dalle f
o di non essersi egli curato molto di provvedersi di lumi sufficienti per distinguere la tragedia maneggiata da’ Greci dall
è stata in forma diversa trattata da’ buoni moderni, ma solo ne hanno per lo più escluso il Coro stabile. Le più belle trag
ale Giovanni Racine sono l’Ifigenia e la Fedra; e pure si riconoscono per geniali traduzioni quasi in tutto, o almeno per i
e pure si riconoscono per geniali traduzioni quasi in tutto, o almeno per imitazioni di quelle di Euripide di cui pur si de
omodandosi al gusto ed ai costumi correnti fanno uso di nuovi ordigni per cattarsi l’attenzione de’ contemporanei, essi mer
degli Eraclidi si prenda dai di lui figli Demofonte e Acamante, forse per diversificare alquanto il presente dramma rassomi
alle Supplici, dove avea già introdotto Teseo che guerreggia e vince per essi. a. Crudelitas fati tanto ingenio non deb
28 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VII. Su i principali Requisiti per giudicar dritto de’ Componimenti Scenici, Mente rischiarata, e Cuore sensibile. » pp. 69-85
ARTICOLO VII. Su i principali Requisiti per giudicar dritto de’ Componimenti Scenici, Mente r
a, e Cuore sensibile. In quale angustia mi riduce l’accusa che son per proporre fattami dall’Apologista! M’impegna in ce
modo a cimentarmi col celebre P. Rapin! Questo è il modo più proprio per avvilire l’avversario, metterlo a fronte di un ri
opprimerlo. Ma io, conoscendo me medesimo, mi dichiaro troppo debole per un Atleta sì esercitato e vigoroso. Concedo ancor
, non è lo stesso che appropriarselo. Or l’accennata mia confessione, per dirla alla Francese, sì umiliante, basta al rigid
di mezzo, vengasi al P. Rapin, di cui io dissi che mancava di cuore, per ben giudicare di Poesie Sceniche, espressione che
, ciò dicendo, venissi a tacciare d’ignoranza sì celebre Scrittore. E per ribatterla vi si accinge; non col mostrare p. e.
do, giudicherà dell’arte, e non del patetico; e sembra che il secondo per senso, trattandosi di commozioni e di affetti, pe
lica della Tragedia, sul terrore e la compassione da purgarsi in essa per mezzo di tali passioni, hanno ragionato, esposto,
ompa; nè questo poi con vostra licenza, manifesterebbe un cuore fatto per sentire. Or quale è dunque (incalzerà il Sign. La
(non fredde riflessioni) e colla sua eloquenza che porta il fuoco da per tutto, e colla vaghissima Pastorale le Divin du V
n’ Anima immortale, e di un Corpo a lei strettamente congiunto; e che per la prima vanta una Ragione che lo costituisce sup
di congegnazione, accoppiata a una fantasia mobilissima, forma l’Uomo per natura sommamente sensitivo agli urti degli ogget
tali forze attive debba riconoscersi una gradazione d’intensità, sia per la disuguaglianza delle organizzazioni, sia per l
ione d’intensità, sia per la disuguaglianza delle organizzazioni, sia per la forza della Mente, che suole felicemente assog
emente assoggettare il suo compagno, e regolarne la irritabilità, non per tanto sono esse forze comuni a tutta la specie um
ligioso tutto inteso alla contemplazione, coltivando la Mente, lascia per disuso e per riflessione intepidire i sensi e la
inteso alla contemplazione, coltivando la Mente, lascia per disuso e per riflessione intepidire i sensi e la prima vivacit
al teatro se non alcuna fiata alle nuove rappresentazioni di Euripide per l’amicizia, che seco avea. Dicesi che Newton mai
a non pruova cosa veruna. Socrate, Newton, il Geometra, pel disuso, e per la contemplazione tutta volta alle scienze predil
tare il raziocinio: ma conservare le forze della fantasia e del cuore per sentire le voci della natura, che è il solo specc
dissonava, cioè quando parla della sua Nazione: di poi vi censurasse per lo più mal fondatamente gl’Italiani e gli Spagnuo
irgilio lo riscalda, e gli altri Poeti lo assiderano, tanto sono essi per lui languidi e freddi”. Confessi il Signor D. Sa
ica affettata ostentazione di buon gusto. Freddo adunque e languido è per lui Esiodo è Teocrito? de’ quali il primo fu di e
ambiscono diventar Poeti, e che trovano le loro Poesie fatte appunto per mettere in movimento la sensibilità. Che se i Gre
esta il Poeta nel farne avvenire il cangiamento con verisimilitudine, per insegnarci a star sempre vigilanti; e le Grazie s
Grazie stesse par che gli abbiano porta la mano, e scelto il pennello per dipingere quel cumolo di piaceri col colorito di
iti di Alcinoo, il canto di Demodoco sulla rete fabbricata da Vulcano per inviluppare Venere e Marte? In tal giudizio manca
Apparisce primieramente in tal censura e la poca sensibilità di Rapin per la parte patetica de’ componimenti, e la falsità
per la parte patetica de’ componimenti, e la falsità della dottrina, per cui non permette alla Epopea altro che un solo ge
lla fa in Pastori tranquilli, liberi da appetiti e dall’ambizione, ma per altro i più serj del Mondo? E dove vede l’Ecloga
a ciò i Pastori del Tasso mettonsi forse a scherzare buffonescamente per rallegrare Erminia? Nulla di questo. E pure il ma
ero; e in essa oltre al piacevole si sveglia certa specie di ridicolo per l’avventura di Darete. Così Rapin con sì famosa c
suo Aristotile, e dal calore di Virgilio (con pericolo di stecchirsi) per motteggiare sinistramente il Tasso. Or quì, in ve
il Tasso. Or quì, in vece di sensibilità (che gli mancò, o compresse per astio contro dell’Epico Italiano), non trova il S
ustatezza, più Grazie, e una certa mollezza contrapposta al sublime” ( per non toccar sempre la stessa corda? Aspettate che
vole specialmente ravviluppate può tirare l’attenzione dell’Uditorio: per la qual cosa l’adoperano immoderatamente coloro,
intenerirci alla morte di un Eroe, lungi dall’occultarcene gl’indizj per sorprenderci, incomincia dall’interessarci per lu
occultarcene gl’indizj per sorprenderci, incomincia dall’interessarci per lui, e ne va spargendo qualche dubbio, e la compa
edea sui figli in Euripide, e in Seneca, nelle Troadi di quest’ultimo per Astianatte &c. All’incontro, in cambio di Rap
e Tragedie, se non i ragionamenti appassionati. Egli prende l’effetto per la cagione, e commenda per bellezza principale ci
amenti appassionati. Egli prende l’effetto per la cagione, e commenda per bellezza principale ciocchè è solo una conseguenz
ati, se la favola bene ordinata, ben costumata, non desta l’interesse per un personaggio collocato in situazioni deplorabil
n invita sequentur. E che mancava a Corneille, a Racine, a Voltaire per fare discorsi appassionati nell’Agesilao, nell’Al
e prima nel Poeta l’entusiasmo, che gli dà anima, vivacità, calore, e per conseguenza discorsi ora sublimi, ora maraviglios
nò delle Tragedie del Trissino, e del Tasso, dimostrò mancar di cuore per giudicarne drittamente. Senza ciò come non avrebb
ò anticipatamente uno sforzo generoso contro a’ pregiudizj nazionali, per portare a tal lettura vista chiara e mente serena
e serena. Vedrà allora, che quegli aurei spezzoni sfuggirono al Rapin per mancanza di cuore. Vedrà poscia con altr’occhio l
re in consonanza. E forse, senza derogare interamente alla stima, che per altro merita per ogni riguardo il P. Rapin, il ca
E forse, senza derogare interamente alla stima, che per altro merita per ogni riguardo il P. Rapin, il cancellerà pure dal
P. Rapin, il cancellerà pure dal lato del P. Brumoy, che si distingue per erudizione, per gusto, e per sincerità. E forse i
cellerà pure dal lato del P. Brumoy, che si distingue per erudizione, per gusto, e per sincerità. E forse il Signor Lampill
dal lato del P. Brumoy, che si distingue per erudizione, per gusto, e per sincerità. E forse il Signor Lampillas non rimarr
un Brumoy, il quale ha dato a divedere nel suo Teatro Greco di quanto per ogni banda si eleva sulle Riflessioni, e su’ Rapi
uanto per ogni banda si eleva sulle Riflessioni, e su’ Rapin. Ditemi, per vostra fe, avete voi fatto simili esami prima di
iferire certi versi Oraziani dell’Arte Poetica dell’evento, piacevole per gli astanti, di chi si mette in danza a giocare a
29 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquinto »
opo il Metastasio. Stato dell’opera buffa. [1] Le scienze, che hanno per oggetto la ricerca del vero, e le facoltà, che ha
e, che hanno per oggetto la ricerca del vero, e le facoltà, che hanno per fine il perfezionar il gusto, corrono, allorché v
alora si slontani da quei due punti polari, va a rischio di smarrirsi per via o di sfasciarsi in un laberinto di diverse op
a e vaga nelle sue conseguenze. Ond’è che la regione de’ metafisici è per lo più la regione degli errori, e che per ogni sp
la regione de’ metafisici è per lo più la regione degli errori, e che per ogni spirito ben fatto l’annunziargli un nuovo si
porgli una nuova modificazion di falsità. [2] Nelle facoltà che hanno per oggetto il bello, avviene l’opposto che nelle sci
alla massa generale del sapere nelle scienze naturali, e distinguersi per questo mezzo dagli altri, nessun ingegno di bassa
stinguersi per questo mezzo dagli altri, nessun ingegno di bassa lega per quanta cura ei ponga nell’esercitare le facoltà c
esentemente si trova la poesia italiana. Una folla di poeti, i quali, per valermi d’una espressione di Agnolo Poliziano, na
ridotta la meschinella a servir di patuito insignificante complimento per ogni più leggiera occasione di sposalizio, di mon
a, di nascita, di accademia, e di che so io, senza che altre immagini per lo più ci appresenti fuor di quelle solite della
il felice sviluppo del germe, o di quel cattivello d’Amore che spezza per la rabbia lo strale innanzi alle soglie che chiud
ggitiva, o di Temide che avvolta in rosea nuvoletta fa trecento volte per anno il viaggio dell’Olimpo fino al collegio dei
ggiore perfezione possibile, mentre si dimostrano pieni di entusiasmo per tutto ciò che ha riguardo alla musica, soffrono c
do eglino tutto il valore, lo tacciono a bella posta sul frontespizio per quell’istinto che porta gli uomini a celar le pro
oeti fuorché il nome, e l’obbrobrio di profanarlo. Chi compone drammi per musica è oggimai divenuto un fanciullo di scuola
ttiture, un fenomeno di questa natura merita che ci fermiamo alquanto per isvilupparne le cagioni. A due (per quanto giungo
a merita che ci fermiamo alquanto per isvilupparne le cagioni. A due ( per quanto giungo a comprendere) si riducono queste.
la voga che ha preso in teatro il moderno canto, e al gusto eccessivo per le decorazioni. Esaminiamo l’una e l’altra parata
olo del dominio che s’usurparono sulla scena i cantori, si è mostrato per quai mezzi pervennero ad ottenerlo, e si è trovat
sorio che dà motivo alla musica ma che dipende affatto da essa, e che per conseguenza, rinunziando ai propri diritti per mo
affatto da essa, e che per conseguenza, rinunziando ai propri diritti per modellarsi su quelli della padrona, ha dovuto met
ti ormai fastidiosi e languidi, in una parola strozzar i componimenti per badar solo al pattuito cerimoniale di mezza dozzi
servile mediocrità l’una e l’altra. Quantunque la musica sembri avere per oggetto diretto tutto ciò ch’è suono, e per indir
ue la musica sembri avere per oggetto diretto tutto ciò ch’è suono, e per indiretto molte cose che non lo sono, tuttavia qu
ione aggradevole prodotta da qualunque vibrazione sonora, e che fatta per lusingare unicamente l’orecchio va disgiunta da o
nicamente l’orecchio va disgiunta da ogni idea d’imitazione. Ecco non per tanto che sottraendo dalla musica vocale gli acce
e sensibile cosicché la loro espressione porti seco un significato da per se che non si confonda con verun altro. Lo sono i
non si confonda con verun altro. Lo sono i tuoni variati e distinti o per la loro gravità ed acutezza, o per la loro lentez
sono i tuoni variati e distinti o per la loro gravità ed acutezza, o per la loro lentezza e velocità, essendo certo che un
a, o per la loro lentezza e velocità, essendo certo che un uniforme e per qualunque circostanza non mai alterato grado di v
mai alterato grado di voce non potrebbe divenir oggetto d’imitazione per la musica. Lo sono gli accenti che formano il tuo
ono fondamentale d’una passione o un sentimento, poiché se l’anima ha per ogni sua affezione un movimento generale che la c
ompresi nell’andamento generale della passione. E questa è la cagione per cui la semplice declamazione poetica scompagnata
cco un’altra non piccola sottrazione da farsi nella materia opportuna per la melodia drammatica, la quale, come più volte s
aprissero in Atene i caratteri di Ecuba, Oreste, Edipo, od Ajace. Ma per un difetto prodotto dai costumi ora dominanti fra
anch’essi in idee comuni applicabili a cento casi diversi, e incapaci per conseguenza di svegliare un vivo interesse. Non s
lla musica e della poesia; poichè siccome questa altro non fa sentire per il comune che l’“idolo”, il “nume”, il “rio desti
ent», tenerezza che sebbene talvolta da vera passione proceda, non è per lo più che un linguaggio convenzionale posto in u
un linguaggio convenzionale posto in uso dalla galanteria, la quale è per il vero amore ciò che l’ippocrisia è per la virtù
dalla galanteria, la quale è per il vero amore ciò che l’ippocrisia è per la virtù153. [9] Questo abuso è stato poi abbracc
ose delle vezzose dame, delle spiritose e amabili cantatrici? Egli sa per una lunga esperienza che ad ottener ciò non havvi
gli Italiani cominciano a rinunziare alle bellezze del proprio paese per adottar le foggie straniere, modellando cotesta s
mpisca ciò ch’egli non ebbe coraggio d’intraprendere, il melodramma è per cadere in un grado di depravazipne non diverso da
tasia.                                          «E giunge Ciò che va per l’orecchio ognor più tardi Gli animi ad agitar di
ori, e con esso tutti gli abusi ai quali è solito di andare soggetto, per esempio di urtare in mille inverosimiglianze palp
restringer la sfera degli argomenti drammatici di già troppo limitata per gli altri motivi indicati. Sarà in ultimo luogo l
rà in ultimo luogo lo sterminio dello stile e della musica. Di quello per la regola generale che la poesia non può fare una
llo sfoggio delle macchine e ai colpi di scena tanto meno gli resterà per la melodia, e perché non potendo gl’impressari, a
delle comparse, dare ai musici le paghe considerabili che davano loro per lo passato, questi scoraggiti nell’arringo rallen
per lo passato, questi scoraggiti nell’arringo rallenteranno l’ardore per lo studio a misura che verrà meno la speranza del
4] Carlo Innocenzo Frugoni, poeta fra i primi del suo tempo in Italia per la robustezza dello stile, per la forza dell’epit
ta fra i primi del suo tempo in Italia per la robustezza dello stile, per la forza dell’epitettare e per la fertilità e chi
Italia per la robustezza dello stile, per la forza dell’epitettare e per la fertilità e chiarezza delle imagini, compose a
ti i confini dell’umano ingegno, e come una spezie di talento suppone per lo più l’esclusione d’un altra. Non insisterò per
di talento suppone per lo più l’esclusione d’un altra. Non insisterò per tanto nella irragionevolezza del piano, nei carat
slegamento delle scene, nella versificazione dura e poco a proposito per la musica. Perdoniamogli codesti abortivi parti d
questa mia ladra fatica quando sarà finita e stampata. ecc.» Tuttavia per quella “ladra fatica” n’ebbe il poeta dugento e c
l’Artaserse, né il Catone, né l’Ezio dell’incomparabile Metastasio. È per altro piacevole in bocca di Frugoni la doppia acc
ere. Tra questi si distinguono l’Orfeo e l’Alceste benché più celebri per la musica eccellente del Gluck che gli accompagna
più celebri per la musica eccellente del Gluck che gli accompagna che per il proprio merito. La sorte di cotai componimenti
cui si prepara nell’atto secondo una festa di ballo tra i cortegiani per festeggiare l’inaspettato ristabilimento di Admet
osizione così uniforme e così tetrica come l’Alceste, era forse buona per il teatro di Atene, ma che dovendosi fra noi mett
«Rem quocumque modo rem»: ecco la sua divisa. Un siffatto sistema può per accidente generar l’effetto in teatro qualora il
col quale sul cammin della gloria non è e non può essere vantaggioso per chicchesia. Di fatti le Danaidi del Calsabigi, dr
he carattere o qualche situazione che possa dirsi appasssionata, come per lo più lo sono gli avvenimenti d’Ipermestra e di
Metastasio non avrebbe certamente cominciata una tragedia colle nozze per finirla poi colla casa del diavolo; non avrebbe i
noscenza, umiltà, tenerezza e divozione verso gli dei. Mancò egli non per tanto al gran precetto di Orazio «O la comune op
o scrittor.»158 [16] Nè il poeta cesareo si sarebbe immaginato che per render interessante e teatrale la sua tragedia fo
gner a meraviglia i caratteri, di far brillare la musica, di condurre per tre atti un’azione, e di scioglierla con somma fe
gi, ch’è di far apparire l’inferno coi demoni, mettendo in bocca loro per giunta una moralità tanto ad essi appropriata qua
poetici, nonostante la dovuta stima ch’esige il Signor de’ Calsabigi per lo studio posto nelle cose teatrali di cui ci por
Lo spettacolo altresì ha gran luogo ne’ suoi componimenti, ma si trae per il comune dai fonti della storia, e i costumi e i
la costanza che si richiederebbe, che gli scioglimenti siano freddi e per lo più inverosimili, e che il desiderio di ridurr
zzarsi senza profferir una parola: combattimento introdotto dal poeta per cagione della comparsa, ma che troppo funesta fin
essendo certo che un giorno di lagrime e di lutto quale dovea essere per gli Argivi quello ove perduta aveano ad un solo t
tto pressoché tutta la stirpe dei loro re, non era il più a proposito per ordinare quattro balli differenti. Tralascio l’in
carattere che da tutta l’antichità gli viene attribuito, e fatto solo per cavar d’impaccio il poeta terminando col solito f
poeta ma tutti gli altri drammatici antichi. Senza però ch’io inclini per questo ad abbracciare i brillanti e poco solidi p
eccitando in chi lo guarda dalla riva una sensazione mista di timore per il pericolo del navigante e di compiacenza per la
azione mista di timore per il pericolo del navigante e di compiacenza per la propria salvezza159. [20] Purgatezza di lingua
onico rappresentato anni fa nel regio ducale teatro di Parma Pochi, o per dir meglio, nessuno fra i drammi musicali moderni
a inoltre il pregio incontrastabile della novità, essendo egli stato ( per quanto a me pare) il primo che, cambiando il sist
, dove si parlò delle qualità che deggiono avere lo stile e la lingua per rendersi musicali, e dalle ragioni ivi allegate s
oesia accompagnata dai suoni le leggi medesime di stile che voglionsi per le poesie non inservienti alla musica. In secondo
rvienti alla musica. In secondo luogo l’argomento scelto da lui buono per un poema narrativo manca intrinsecamente di quell
e le belle arti non dovrebbon servare fuorché pei talenti superiori o per la benefattrice virtù? [22] Ma tempo è ormai di v
obrioso stato in cui si ritrova oggi in Italia. La sfera d’imitazione per la moltiplicità de’ caratteri, per la forza di es
i in Italia. La sfera d’imitazione per la moltiplicità de’ caratteri, per la forza di essi, e per la verità della espressio
imitazione per la moltiplicità de’ caratteri, per la forza di essi, e per la verità della espressione è più dilatata nella
quentissimi nella vita comune. Ecco non pertanto una dovizia maggiore per il poeta nelle persone e nelle cose. Quidquid agu
più ferace e più comodo di quello che sia il sistema dell’opera seria per il poeta, per l’attore e per il compositore. Lo è
iù comodo di quello che sia il sistema dell’opera seria per il poeta, per l’attore e per il compositore. Lo è per il primo
ello che sia il sistema dell’opera seria per il poeta, per l’attore e per il compositore. Lo è per il primo mercè la gran c
ell’opera seria per il poeta, per l’attore e per il compositore. Lo è per il primo mercè la gran copia che gli somministra
opia che gli somministra di caratteri o sia di natura imitabile. Lo è per il secondo a motivo della più facile esecuzione s
perché ritrova ovunque originali da poter agiatamente studiare. Lo è per il terzo a motivo della ricchezza delle modulazio
so se disonorato o abbellito il canto moderno. E questa è la cagione per cui la musica delle opere buffe è, generalmente p
e parlando, in migliore stato in Italia che la musica seria, e perché per un motivo di quest’ultimo genere che si senta com
gentili che mi costrigne a versare una bella musica tragica, e benché per una non so quale disposizione del mio temperament
il Messer Pandolfo, che mel fece avesse trovato il Damone di Boeleau per proselito, o le orecchie di Mida per ascoltatrici
sse trovato il Damone di Boeleau per proselito, o le orecchie di Mida per ascoltatrici. Io toccherò i principali difetti de
tornerà in profitto considerabile dell’impresaro. Io ho divisato non per tanto d’aprire a questo settembre uno spettacolo,
rozzar i drammi di quell’autore, levando via a capriccio il più bello per inserire in sua vece arie e duetti fatti da qualc
e mal conci che più non gli riconoscerebbe il padre che li generò, se per nuovo miracolo di Esculapio tornasse a viver fra
mie è cosa, che pute un cotal poco di prosunzione. «Ricorro a voi non per tanto, attendendo prima di tutto dalla vostra dis
mi, nell’affito del teatro e in altre cose che poco o nulla mi rimane per voi. Inoltre le parole sono quello che meno inter
e venderono a buonissimo mercato. E vedete, se si compone una canzone per cinque paoli, non basterà un paio di scudi per un
si compone una canzone per cinque paoli, non basterà un paio di scudi per un libretto, il quale alla fin fine val meno assa
ca nel tenero e virtuoso Gnaccharelli, che sostiene la parte di buffo per eccellenza. Non vorrei nemmeno che l’argomento fo
e tratto dalla storia; esso diverrebbe troppo serio, né sarebbe buono per altro che per comporre secondo le leggi di Aristo
storia; esso diverrebbe troppo serio, né sarebbe buono per altro che per comporre secondo le leggi di Aristotile, le quali
poeti avete certe regole di stile che vi fanno lambiccar il cervello per tornire acconciamente un periodo. Si dice che v’a
itte dal buon senso. Ma vi torno a dire che il buon senso non è fatto per noi. Il teatro non ha altra poetica che quella de
e gli sa destramente piantar le carote, poiché il costume comanda che per tariffa scenica devano mostrarsi in teatro ora un
n ricompensa del disagio potrete sceglier i mezzi che più v’aggradino per maneggiare lo scioglimento. Ne fo così poco conto
di quello che accese in altri tempi i Geminiani contro ai Petroniani per la Secchia rapita. A fine di schivar le contese f
ar le contese fa di mestieri parimenti che tutti i personaggi cantino per ordine le loro ariette incominciando dal primo uo
so. Allora l’orchestra batterebbe fuoco, e gli uditori sguazzerebbero per l’allegrezza. Egli è vero che codesti finali rass
ebbero per l’allegrezza. Egli è vero che codesti finali rassomigliano per lo più ad una sinagoga di ebrei anzi che ad un ca
de, la dona, la compra o la riceve. Di tali generi di lodi ve ne sono per tutti gli uomini, e per tutti gli eventi. Si loda
la riceve. Di tali generi di lodi ve ne sono per tutti gli uomini, e per tutti gli eventi. Si lodano eon sonetti un villan
Del restante qui non parlasi che della maggior parte, essendo certo per altro che trovasi attualmente fra i poeti italian
NdA] Poetica, cap. 24. 156. [NdA] «Segnius irritant animos demìssa per aures Quam quae sunt oculis subjecta fidelibus…»
di letteratura non sono stati ben accolti dal pubblico, si convertono per lo più in altrettanti detrattori di esso genere.
ri di esso genere. Il famoso le Metrie cattivo medico pratico si mise per vendetta a vituperare la medicina nella sua Penel
na nella sua Penelope. Lo Scaligero essendo stato deriso dal pubblico per aver creduto di ritrovare nella sua Ciclometria l
30 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO III. Continuazione del teatro Italiano. Commedie: Opera in musica: Attori accademici ed istrioni e rappresentazioni regie: teatri materiali. » pp. 144-195
e se ne guardarono? Non furono certamente commedie scritte unicamente per dilettar la plebaglia quelle degl’ Intronati di S
ambatista Guarini pubblicata nel 1613 a veruna delle commedie erudite per regolarità, per grazia comica, per delicatezza ne
i pubblicata nel 1613 a veruna delle commedie erudite per regolarità, per grazia comica, per delicatezza ne’ caratteri e pe
13 a veruna delle commedie erudite per regolarità, per grazia comica, per delicatezza ne’ caratteri e per vaghezza di locuz
te per regolarità, per grazia comica, per delicatezza ne’ caratteri e per vaghezza di locuzione? Se altre favole comiche no
Porta recitate in parte anche nel precedente, ma in questo pubblicate per le stampe, pochi emuli avrebbero essi da temere n
i arresteremo anche un poco su di esse forse non inutilmente non solo per la gioventù, ma ancora per chi non leggendo osa r
su di esse forse non inutilmente non solo per la gioventù, ma ancora per chi non leggendo osa ragionare, e per chi non sa
solo per la gioventù, ma ancora per chi non leggendo osa ragionare, e per chi non sa se non ripetere come oriuolo i giudizj
portati dagli esteri su i nostri scrittori, favellandone iniquamente per tradizione. Non ci fermeremo nè su di quelle che
a copiarlo con impudenza da plagiario che ti ruba e ti rinnega. Seguì per lo più le orme di Plauto, ma nel viluppo lo sorpa
ice ed animata da piacevoli colpi di teatro. Lo stile è comico, buono per lo più, benchè talvolta soverchio affinato per fa
stile è comico, buono per lo più, benchè talvolta soverchio affinato per far ridere alla maniera Plautina. Dipigne benissi
o ragionatori. Del linguaggio Italiano generale si vale acconciamente per esprimere le cose con verità e qualche volta con
nelle grazie della propria favella. Ma il comico valore del Porta ha per avventura qualche carattere particolare onde si d
etto. Quindi è che le sue commedie possono con ragion veduta proporsi per modello di viluppo ingegnoso senza sforzo, attivo
limitati, e dipinti bene una volta, se vogliano replicarsi, riescono per lo più languide e fredde copie. Ma gli accidenti
ed anche il mondo mitologico e l’inferno e il paradiso? Intende egli per intreccio un cumulo di evenimenti romanzeschi amm
lta, altro non sia che una giudiziosa progressione di un’ azione sola per la via del maraviglioso condotta al suo fine74. M
di essa l’uccisore di colui che rappresenta, e questa caduta naturale per combinazione diventa maravigliosa. Il Porta ne di
o. Un impostore dà ad intendere a un credulo ignorante innamorato che per mezzo d’arcane scienze trasformerà talmente un se
io creduto morto; e nel punto che si aspetta la promessa metamorfosi, per mero caso arriva quel vecchio stesso, e tolto in
lla sua Sorella. Un padre spedisce in Costantinopoli un suo figliuolo per liberare dalla schiavitù la moglie e una figliuol
ata, ed affermando d’aver trovata già morta la madre. Ma questa madre per buona ventura ottiene la libertà, ed arriva in un
e promette. S’incontra colla giovane, ed effettivamente la riconosce per la figlia ed è da lei riconosciuta per madre. Le
ed effettivamente la riconosce per la figlia ed è da lei riconosciuta per madre. Le reciproche tenerezze, il pianto che pro
ssetta col manifestarsi uno scambio accaduto alla fanciulla in fasce, per cui è riconosciuta per figlia di un altro concitt
uno scambio accaduto alla fanciulla in fasce, per cui è riconosciuta per figlia di un altro concittadino. Il viluppo della
uti, e talvolta con colori tolti da Plauto, come il raggiro de’ servi per ingannare un Capitano nell’ Alvida che con poche
di Sermoneta Filippo Gaetano parimente con ragione lodate dal Gravina per la loro regolarità e per la dipintura de’ caratte
ano parimente con ragione lodate dal Gravina per la loro regolarità e per la dipintura de’ caratteri e degli affetti, sono
dia in cui lepidamente si ritrae un uomo posseduto dalla gelosia, che per non incorrere nel ridicolo attaccato a’ gelosi vo
diversi poeti di quel secolo colla sua commedia le Rivolte di Parnaso per le nozze di Calliope, che s’impresse in Messina n
Venezia nel 1708. Esse hanno molta piacevolezza comica, specialmente per chi intende il dialetto Milanese, e vi si veggono
suoi ballerini oltramonti, e i Francesi stessi scendevano dalle Alpi per apprendere la danza (Nota IV): i suoi Peri, Corsi
u con tal magnificenza e pompa decorato, che ne volò la fama, non che per l’ Italia, oltramonti. Cominciò da prima a coltiv
ale il cavalier Pippo Acciajoli77. Torino si contraddistinse nel 1628 per la sontuosa rappresentazione del Vascello della f
stampato e recitato in Venezia ed altrove tante volte. Si segnalarono per la magnificenza ne’ musicali spettacoli i sovrani
i Toscana Ferdinando I prescelto ad inventare i componimenti musicali per le feste delle nozze della principessa Maria. In
Rinuccini, benchè da questo Fiorentino rimanesse il Savonese superato per interesse e per affetto. In Firenze si rappresent
è da questo Fiorentino rimanesse il Savonese superato per interesse e per affetto. In Firenze si rappresentò ancora alla pr
Chiabrera non si decantò mai in Italia nè pel Rapimento di Cefalo nè per tal vegghia. Un componimento scenico per la music
è pel Rapimento di Cefalo nè per tal vegghia. Un componimento scenico per la musica composto pel dì natalizio di Maria Farn
rrarum præstantior est auditus 79; e pure in quel tempo si ammiravano per la voce e per l’arte di modularla il Campagnuola,
tior est auditus 79; e pure in quel tempo si ammiravano per la voce e per l’arte di modularla il Campagnuola, l’Angelucci,
gj il di lui dramma intitolato Catena di Adone composto espressamente per una contesa insorta fra due cavalieri di gran rig
ldobrandino e Giovanni Domenico Lupi intorno a due famose cantatrici, per sapere qual delle due fosse la più eccellente per
famose cantatrici, per sapere qual delle due fosse la più eccellente per soavità di voce e per arte di cantare. Chiamavasi
r sapere qual delle due fosse la più eccellente per soavità di voce e per arte di cantare. Chiamavasi l’una Checca della La
nto. Chi non sa quanto antica sia questa barbarie, ed in quanti paesi per diversi fini tutti abjetti e vili adoperata81? Ch
quest’atrocità, ed a’ barbari solo in qualche parte85. Con tutto ciò, per quanto gli eunuchi venissero perseguitati dalle l
ncor nelle parti femminili, non mai pensarono a valersi degli eunuchi per le loro scene. I Cinesi soli par che avessero avu
’ tornei, ne’ caroselli. Nè tra’ giullari e ministrieri che cantavano per le case de’ signori, nè tra’ buffoni che in qualu
arsi sulla storia che tra’ Greci cominciasse la castrazione ad usarsi per mestier musicale trovandosi fra essi introdotta i
rgomentarsi che fosse cessata sì bella usanza di assottigliar la voce per l’ordine de’ cantori. Le nazioni settentrionali a
e par che abbiano l’abbominevole privilegio di continuarlo88. Non so per quale stranezza od uso sin dal XVI secolo tanto a
ti del XVI secolo non muovono la questione, se lecito sia il castrare per fare un musico; nè pare che ciò prendesse ad inve
i a soli dodici o quindici, noi risaliremo intorno al 1625. E così se per ora non possiam dire precisamente l’anno del prim
natura oltraggiate rivendicassero i loro dritti. Un filosofo Italiano per amor dell’umanità impiegò le sue meditazioni per
Un filosofo Italiano per amor dell’umanità impiegò le sue meditazioni per salvar dalla morte gli uomini rei; or non sarebbe
ti a muovere la potenza e la pietà de’ Principi Spagnuoli ed Italiani per salvar tante vittime innocenti dalla spietata ing
pere in musica di tal secolo sarebbe una narrazione ugualmente nojosa per chi la legge e per chi la scrive. Essi furono ass
al secolo sarebbe una narrazione ugualmente nojosa per chi la legge e per chi la scrive. Essi furono assaissimi e quasi tut
richiesti nella poesia rappresentativa. Furono i loro drammi notabili per le sconvenevolezze, per le irregolarità, per le a
appresentativa. Furono i loro drammi notabili per le sconvenevolezze, per le irregolarità, per le apparenze stravaganti sim
o i loro drammi notabili per le sconvenevolezze, per le irregolarità, per le apparenze stravaganti simili a’ sogni degl’ in
golarità, per le apparenze stravaganti simili a’ sogni degl’ infermi, per un miscuglio di tragico e di comico e di eroi, nu
i, per un miscuglio di tragico e di comico e di eroi, numi e buffoni, per istile vizioso, in somma per tutto ciò che ottima
o e di comico e di eroi, numi e buffoni, per istile vizioso, in somma per tutto ciò che ottimamente vi osservò il prelodato
ti dalla mitologia, la quale agevolmente apprestava di gran materiali per le decorazioni e per le machine che maravigliosam
a quale agevolmente apprestava di gran materiali per le decorazioni e per le machine che maravigliosamente si eseguivano da
ro; ma pure la poesia vi avanzò poco, e lo spettacolo scemò di pregio per l’apparato. I primi ad esercitarvisi non ne acqui
renze, i quali illustri nomi attendevano un ingegno assai più sublime per trionfar sulle scene musicali. Accenneremo solo d
ltivò con qualche successo e forse con molto minore stravaganza anche per la poesia, come si vede nelle Pazzie per vendetta
lto minore stravaganza anche per la poesia, come si vede nelle Pazzie per vendetta di Giuseppe Vallaro, nel Podestà di Colo
mate Regie. Siccome non v’ha nella società esempio più pericoloso per la virtù che il favore dichiarato per un immerite
società esempio più pericoloso per la virtù che il favore dichiarato per un immeritevole: così non v’ha nelle lettere più
quivoci, raggiri, sorprese al favor de’ manti. Queste novità tirarono per qualche tempo l’attenzione, ed allora si tradusse
al 1690 le Ingelosite speranze, la Contessa di Barcellona, il Fingere per vincere, l’Isabella, o la Donna più costante, la
che aveano inventate in quel secolo con buon successo nuove maschere per contraffare le ridicolezze de’ popoli diversi che
e recitarono eccellentemente, facevano cadere in dispregio la maniera per lo più plebea, caricata, declamatoria de’ pubblic
n Roma nel 1673, empì questa città non meno che Firenze di maraviglia per la copiosa eloquenza estemporanea, per la grazia,
meno che Firenze di maraviglia per la copiosa eloquenza estemporanea, per la grazia, per la copia e novità de’ sali, e per
e di maraviglia per la copiosa eloquenza estemporanea, per la grazia, per la copia e novità de’ sali, e per la naturalezza
quenza estemporanea, per la grazia, per la copia e novità de’ sali, e per la naturalezza onde si fece ammirare nel caratter
urò più anni a venire a posta da Bologna a Firenze lasciando i negozj per tre mesi, solamente per fine di trovarsi a recita
posta da Bologna a Firenze lasciando i negozj per tre mesi, solamente per fine di trovarsi a recitare con Salvadore, e face
isa che alzavansi fra gli ascoltanti senza intermissione, o riposo, e per lungo spazio imponevano silenzio talora all’uno t
quelle commedie, so che verissima cosa fu, che non mancò alcuno, che per soverchio di violenza delle medesime risa fu a pe
dell’arte di rappresentare, assistendo incessantemente ad ascoltarlo per copiarne l’espressiva grazia e naturalezza. E’ no
ro come ne’ quattro mesi che Scaramuccia abbandonò Parigi l’anno 1662 per venire a Napoli a vedere i suoi parenti; e che al
apace di tal numero di persone, che nelle feste celebrate l’anno 1690 per le nozze di Odoardo Farnese con Dorodea Sofia di
anente. Ma la magnificenza, la vastità, l’artificio ond’ è costrutto, per cui, mal grado di tante centinature, colonne isol
anto lontani dall’antica solidità e magnificenza, non è picciol vanto per l’ Italia e per lo stato di Parma il potere addit
l’antica solidità e magnificenza, non è picciol vanto per l’ Italia e per lo stato di Parma il potere additare un teatro ta
pecialmente agli stranieri avvezzi a’ loro teatri assai meschini. Non per tanto per la medesima vastità (per cui ha potuto
e agli stranieri avvezzi a’ loro teatri assai meschini. Non per tanto per la medesima vastità (per cui ha potuto un tempo s
a’ loro teatri assai meschini. Non per tanto per la medesima vastità ( per cui ha potuto un tempo servire per una specie di
per tanto per la medesima vastità (per cui ha potuto un tempo servire per una specie di naumachia, come dimostrano le antli
re per una specie di naumachia, come dimostrano le antlie e i sifoni, per li quali ascendeva l’acqua per inondare l’orchest
come dimostrano le antlie e i sifoni, per li quali ascendeva l’acqua per inondare l’orchestra) esso non è più in uso, e so
empo e del disuso, che non senza qualche ritegno si monta sulla scena per osservarsi minutamente. Celebre per le pompose ra
lche ritegno si monta sulla scena per osservarsi minutamente. Celebre per le pompose rappresentazioni musicali che vi si es
i quali avendo l’uscita a’ corridoj, lasciano il passaggio alla voce per dissiparvisi, in vece di esser rimandata alla sce
altro opportuni che a godere di uno spettacolo destinato a commuovere per dilettare. I palchetti del teatro nominato di Ven
bastando al gran concorso che cresceva, ebbero indi un aumento di tre per ciascun ordine su i lati del proscenio. Gli altri
e per ciascun ordine su i lati del proscenio. Gli altri teatri Veneti per lo più inalzati sopra rovine di antichi edifizj,
rriva ai 50. Ha cinque ordini di palchetti alla moderna; il proscenio per ogni lato ha due pilastri con una nicchia nel mez
bbene sin dal XVI secolo contraevano matrimonj in Ispagna, non aveano per anche profanate le scene. Alterando al fine il si
iò perchè altri suol prendere queste due voci indifferentemente l’una per l’altra. 75. Di essa si è fatta un’ edizione in
del Buonarroti ec., le quali, se altri pregi non avessero, non cedono per regolarità a quelle del secolo precedente. 77. M
ia all’anno 1690. 78. La memoria di questo spettacolo ci è pervenuta per una bella dipintura che ne fece il famoso pittore
giani, allorchè ella regnava sotto il nome e gli abiti del Figliuolo, per confondere la propria voce femminile colle altre
olo, per confondere la propria voce femminile colle altre effemminate per arte. Secondo Gioseffo Ebreo Nabucco ne diede il
are gli schiavi Ebrei. Claudiano contra Eutropio pretese che i Parti, per raffinamento di lascivia, cominciassero a pratica
che i Parti, per raffinamento di lascivia, cominciassero a praticarlo per conservare più lungo tempo la gioventù de’ loro c
empo la gioventù de’ loro cinedi. Alcuni usurpatori dell’altrui regno per mezzo della castrazione vollero togliere a’ popol
dell’adulterio, I Persiani, secondo Pietro della Valle, se ne valsero per gastigo delle deflorazioni. Gli Affricani poveri
convertirono in un ramo di commercio abbominevole divenuto necessario per la matta gelosia de’ serragli orientali. Gli eunu
ani furono servi addetti alla cura de’ letti, come accenna Apulejo, e per tal uso venivano per vanità e per lusso ricercati
tti alla cura de’ letti, come accenna Apulejo, e per tal uso venivano per vanità e per lusso ricercati fin anco dalle meret
de’ letti, come accenna Apulejo, e per tal uso venivano per vanità e per lusso ricercati fin anco dalle meretrici, a quel
lamatori traspiantati in Italia sono venuti ad inveire contro di essa per tale usanza; ma con filosofica saviezza si sono b
ala fede o ignoranza? Io avea nel fior degli anni miei inteso cantare per le chiese di Napoli el tiple (il soprano) Pepito
prima che andassi in Ispagna; e poi il rividi e l’ascoltai in Madrid per più anni in compagnia di Narciso ed altri più osc
a un numeroso coro di castratini educati espressamente in un collegio per cantare in essa le divine laudi. Nella Real Chies
nobbe in Ispagna non meno che in Italia lo stesso tollerato abuso. Or per chè si dissimula da’ moderni ragionatori che la S
31 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XII. Teatro di Aristofane. » pp. 16-140
vi con caracteri indelebili. Ma la commedia singolarmente che dipinge per gli spettatori presenti e non per gli futuri, è s
commedia singolarmente che dipinge per gli spettatori presenti e non per gli futuri, è sopra ogni altra esposta all’abband
dasi a leggere senza gli accennati requisiti? Questo basti a’ giovani per non lasciarsi spaventare dalle critiche pedantesc
’ giovani per non lasciarsi spaventare dalle critiche pedantesche del per altro dotto Nisieli contro di Aristofane, o dagli
siderato è quello della fatuità, e che debbono apprendere e ritenere, per sovvenirsene nelle loro decisioni, che questo Ari
a Cristiana. Cinquanta e più commedie compose Aristofane, delle quali per la maggior parte, è perita ancor la memoria. Di a
pace. Ma parendogli di non esserne inteso risolve di volare in cielo per porgergli i suoi lamenti supplichevoli più da vic
Giove, è venuto a mal tempo, essendo fuori di casa con gli altri Dei, per cedere alla Guerra la propria abitazione, e lasci
i. Dovesono essi andati? dice Trigeo. Più in alto, risponde Mercurio, per non veder combattere i Greci, nè ascoltar quelli
e i Greci, nè ascoltar quelli che gli porgono suppliche. Aggingne che per la loro ostinazione essi non vedranno più la pace
aese infelice! Io vò mettervi dentro un poco di mele Attico. Tri. No, per Dio, non fare; mettivi qualche altro mele, e risp
a favola consiste nel Coro che fa sforzi grandi, tirando alcune corde per ismuovere le gran pietre che chiudono la bocca de
to si ritarda; la qual cosa allude alle discordie delle città Greche, per le quali la guerra sussiste. I soli agricoltori t
sentimento di Megara, e destò un incendio generale onde tutti i Greci per lo fummo ne lagrimavano, tutte le vigne ardendo s
acchetare gli uomini che contendevano, si calunniavano e combattevano per frascherie. Ha egli banditi, soggiugne, dal teatr
. Questo sacro impostore accumula sentenze é parole vote di sostanza, per mostrarsi uomo grave, inspirato, interprete della
gravi che ne’ lepidi drammi. Arriva altra gente in mezzo al tripudio, per mostrare le felici conseguenze della pace. Un art
nce e di trombe guerriere vengono a lamentarsi, dicendo che periscono per la fame nella pace, e i contadini gli deridono e
rimi magistrati si fa capo delle donne Greche, e ordisce una congiura per ridurre gli Ateniesi a pacificarsi con gli Sparta
colore che mi abbia; mi raffazzonerò, mi farò trovare gaja ed ornata per destar le fiamme del consorte, ma insensibile a’
e del consorte, ma insensibile a’ suoi ardori, tutto metterò in opera per non condiscendere. Abbonda veramente di pitture
on condiscendere. Abbonda veramente di pitture oscene abominevoli, e per niun modo confacenti per portare il nome Mattejan
a veramente di pitture oscene abominevoli, e per niun modo confacenti per portare il nome Mattejano di catechismo, siccome
zza scena di Mirina con Cinesia suo marito nell’atto quarto? Le donne per mezzo di quel ritrovato la vincono, e costringono
nde nacque appo i Greci il proverbio, Più codardo di Pisandro. Costui per avere occasione di rubare il pubblico danajo cons
tra in prima il poeta la loro scempiaggine nel modo da esse prescelto per ottenerlo. Si mascherano con abiti virili, lascia
escere la loro lanugine, e si appiccano al mento delle barbe posticce per presentarsi al Consiglio. Espone poscia la loro i
a stranamente valendosi de’ più ridicoli argomenti nel dimostrare che per migliorare la città debbe concedersene alle donne
ia la propria. Egli è costretto a venir fuori da un bisogno naturale, per fare in piazza ciò che la decenza prescrive di fa
olana libertà e schifezza di que’ popoli. Blepiro in vero si discolpa per esser di notte; ma eravi in Atene tal costumanza
; ma eravi in Atene tal costumanza di venire espressamente in istrada per siffatte cose? Di più se è di notte, sì che non p
intendiamo di cogliere dagli scrittori di ogni tempo il più bel fiore per inspirare il buon gusto, e di osservarne anche i
que con naturale ma schifosa dipintura, e, quel che è peggio, inutile per l’azione, si dispera per non potersi alleggerire
osa dipintura, e, quel che è peggio, inutile per l’azione, si dispera per non potersi alleggerire del peso del ventre. Crem
rsi dar loro il governo della città. Vengono indi le donne frettolose per metter giù i pallii, i bastoni, le scarpe de’ mar
no possegga molte terre, intanto che un altro non ne abbia una spanna per esservi seppellito; che uno sia circondato da una
ppellito; che uno sia circondato da una folla di schiavi, ed un altro per bisogno sia costretto a servire. Vita commune, ug
uno. Ma qual pro da questo? dice Prassagora. Così i vecchi passeranno per padri di tutta la gioventù. E chi lavorerà la ter
ole in ogni paese trovarsi nella bocca de’ poveri che non posseggono, per invidia de’ ricchi, e per rincrescimento della fa
nella bocca de’ poveri che non posseggono, per invidia de’ ricchi, e per rincrescimento della fatica. Ora il poeta sagace,
a de’ ricchi, e per rincrescimento della fatica. Ora il poeta sagace, per mostrarne l’insussistenza, lo fa uscire da teste
comicamente gli assurdi. Quanto gusto e qual dottrina non richiedesi per discutere sulla scena col riso alla bocca le quis
r discutere sulla scena col riso alla bocca le quistioni politiche, e per distruggere i pregiudizii sì che i volgari vi si
gindicarlo. Ambedue picchiano alla porta del giovino tragico Agatone per supplicarlo di prendere innanzi alle donne la dif
l’aver negato l’esistenza degli Dei, ella che vender soleva ghirlande per gli sagrifizii, dopo le di lui tragedie non vende
oratrice che vien minacciata di esser pelata col fuoco. Continua non per tanto Mnesiloco a riferire gl’inganni femminili e
alle ruffiane nelle feste Apaturie e i beveraggi apprestati a’ mariti per farli impazzire ed altro. Il romore che eccita qu
È costei? È quell’altra? Cade in fine il sospetto sulla finta donna, per non essere essa da veruna conosciuta. Fanno sopra
sa da veruna conosciuta. Fanno sopra lui tutte le necessarie ricerche per assicurarsi del sesso, e toccando la verità lo pr
ricerche per assicurarsi del sesso, e toccando la verità lo prendono per consegnarlo al magistrato. Un giuoco di teatro be
movimento di tutta l’adunanza, e dalle diligenze che faceva il Corro per accertarsi se altri vi fosse ancora così maschera
no, ed ha le scarpe alla Persiana! Di quì Mnesiloco prende argomento per inveire contro l’ebrezza e intemperanza donnesca.
sservano all’apparenza le pratiche della religione. Adunque Mnesiloco per vendetta vuol forare la pelle dell’otre; ma Mica
la fuga, fingendosi Elena moglie di Menelao. Una donna lo rimprovera per questa nuova follia; ma egli senza darle retta pr
alcun passaggio di tragedia? Questo giusto dubbio può renderci cauti per non tacciar, cosi spesso il Comico di aver molte
vien detto sepolcro, la donna che è presente detta Critilla, è presa per Teonoe figlia di Proteo. Dopo ciò il finto Menela
Si avvede poi che di lontano gli fa qualche cenno, dal quale intende ( per altro con poca verisimilitudine) che vuole che si
che il custode abbia ad opporsi; alla qual cosa Euripide si traveste per l’ultima volta da una vecchia accompagnata da una
ste per l’ultima volta da una vecchia accompagnata da una giovinetta, per mezzo di cui adesca il custode, lo disvia, sciogl
e Bacco vestito ridicolosamente da Ercole, e si finge molto poltrone, per deridere prohabilmente qnalche poeta che era mal
c. Abbasso. Bac. Tu vuoi che ti rompa la testa. Io non vo’ miga andar per siffatte vie. Erc. E perchè? Bac. Perchè vo’ gire
vo’ miga andar per siffatte vie. Erc. E perchè? Bac. Perchè vo’ gire per quella che tu facesti. Erc. Oh! Per quella avrai
o nel proposito di andarvi, ma Santia vorrebbe almeno ajuto da alcuno per portar la carica. Veggono un morto condotto a sep
domandano, se voglia portar que’ vasi; il morto dice che gli porterà per due dramme. Due dramme a Bacco sembrano troppe; n
ccennate da Ercole. Santia risponde di no, e stima che le abbia dette per ispaventarlo; ma egli è bravo, non conosce timore
questo luogo è la descrizione dell’Empusa, ossia della Fantasima, che per ventura possiamo far conoscere colla versione del
ordacità del Comico. Bacco batte alle porte di Plutone, e si annunzia per Ercole. Ercole? (risponde Eaco furibondo) colui c
à, e pensa di presentargli un buon pranzo; la qual cesa udendo Bacco, per goderne, riprende la clava e la pelle di leone. V
a clava e la pelle di leone. Vengono però altri servi che lo prendono per un rubatore, ed egli dice a Santia che torni ad e
atore, ed egli dice a Santia che torni ad esser Ercole. Torna Eaco, e per sapere quale di essi due è il ladro e quale Ercol
Eaco parlando con Santia accenna la contesa di Eschilo e di Euripide, per la quale havvi tra’ morti un gran contrasto. È un
cosa Bacco aggingne che in fatti egli aveva un’intera notte vegliato, per sapere che mai fosse un Equigalto. Ma a ciò Eschi
immi tu, perchè si loda e si ammira un poeta? Eur. Per la destrezza e per l’ammonizione, sendo nostro dovere il render gli
o declami colla cantilena da Eschilo usata, esprimendola col ripetere per modo d’intercalare flatto tratto flatto trat , c
muli a un nuovo cimento, volendo che profferiscano a vicenda un verso per esaminare qual sia di maggior peso; ma vi buffone
e pagato da maligni sacerdoti professori di cloquenza Anito e Melito per comporre questa commedia col fine dí procurar per
enza Anito e Melito per comporre questa commedia col fine dí procurar per tal mezzo la condanna del buon filosofo. Di cio n
fu sentenziato ventidue anni dopo, ed il suo credito non iscemò punto per la rappresentazione delle Nuvole. Può ben dirsi p
cità e l’indecenza della commedia antica. Ora non bastavano tali cose per accendere nell’animo di Aristofane un desiderio d
ggiugne della subornazione non ha fondamento istorico, e lo asserisce per congetture ch’egli stesso distrugge col soggiugne
queste cose non possono sapersi se non dal solo Aristofane. Basti ciò per l’origine di tal commedia bella insieme e sceller
. Strepsiade padre di Fidippide si vede oppresso dai debiti contratti per compiacere al figliuolo. Mentre tutti dormono, e
tumi, mettere da banda la cavalleria, e diventar discepolo di Socrate per imparare a rispondere a’ creditori. Non vi si acc
e dirai di quest’altra?. Domandato da Cherefonte, se la zanzara canti per la bocca o per lo foro posteriore, Socrate dopo l
t’altra?. Domandato da Cherefonte, se la zanzara canti per la bocca o per lo foro posteriore, Socrate dopo lunghe e seriose
sce le ricerche minute intorno a certi insetti di niun uso continuate per una serie di anni da pseudonaturalisti, i quali a
di anni da pseudonaturalisti, i quali appo il volgo vogliono passare per ingegni rari applicandosi con affettata diligenza
cia in quel cesto. Socrate risponde che egli va colla mente spaziando per l’aere e meditando sul sole, cosa che far non pot
che vada affastellando grandi paroloni ch’egli stesso non comprende, per acquistar fama di scientifico appo di chi ne sa q
trovarsi oppresso dalle usure e di avere impegnata tutta la sua roba per essere stato consumato da un maladetto morbo cava
da un maladetto morbo cavaleresco, e promette di rimunerarlo giurando per gli Dei. Che sorta di Dei giuri tu? ripiglia So
ignora il mirabile magistero dell’universo, manca del mezzo naturale per sollevarsi da esso gradatamente alla cognizione d
delle Nuvole, alle quali fa una preghiera con parole incomprensibili per aggirare l’ignorante Strepsiade, affinchè degnino
che si noti come i Comici Greci si approfittavano di ogni occorrenza per appagar l’occhio colla magnificenza delle decoraz
imi, che agli uomini pacifici e studiosi, come noi siamo, danno forza per meditare e disputare, fecondano la mente, e sommi
e, ed eloquenza. Questa adunque è la ragione , ripiglia Strepsiade, per cui udendo la loro voce io mi sento una voglia di
vedere iu aria, avendo queste l’aspetto donnesco; e quelle che volano per l’aria sembrano tanti volumi di lana che ondeggi.
Sparge indi il poeta varie empietà, facendo che Socrate neghi Giove, per renderlo odioso, giusta l’oggetto che si ha prefi
trep. E perchè questo? le quercie forse giurano sul falso? Socr. Abbi per certo che non visono se non se queste tre cose, i
ili, perchè il loro Coro si fingeva composto di una parte del popolo, per cui si rappresentava, e potevano i poeti trarre f
o, per cui si rappresentava, e potevano i poeti trarre fuori chiunque per farlo ragionare, e tra tanti non sarà sembrato st
da che non avendo l’età propria da presentar commedie (richiedendosi per legge che il poeta avesse almeno trent’anni, e se
come quelle degli altri Comici, i quali fanno uso di vesti lacere….. per far ridere i fanciulli. Essa non si avvilisce a
rato contro Strepsiade che poco comprende, e nulla ritiene, lo chiama per dargli una lezione. La scena è molto salsa e piac
le fantastiche dettegli dal maestro. Finalmente conoscendo questi che per lo capo del vecchio altro non si aggira che il no
on rendere le usure, il persuade a raccorsi in se stesso e a meditare per rinvenire qualche espediente. Strepsiade si prova
struggere la cera e scancellerò la scrittura? Per simili puerilità e per la di lui smemoraggine, Socrate s’infastidisce, e
ole è la scena di Strepsiade col figliuolo. Il sale comico di questa, per avviso del dotto Brumoy, non è dissimile da quell
are in casa a forza. Strepsiade al fine l’obbliga ad andar da Socrate per imparar ciò che è giusto e ingiusto, o almeno sol
mparar ciò che è giusto e ingiusto, o almeno solo l’ingiusto. Socrate per fare che il giovine impari più facilmente, vuol c
Il Torto mette in ridicolo siffatte cose come rancide e fuor di moda, per le quali l’uomo si priva di ogui piacere e delizi
ssa dalla parte degli spettatori. Fidippide rimane in casa di Socrate per essere istruito. Le Nuvole esortano il popolo a p
r essere istruito. Le Nuvole esortano il popolo a pregiarle e tenerle per Dee, mostrandogli i benefizii che da esse può ric
colore degno di un impostore Ateniese. Sagace osservazione del poeta per far rilevare al popolo il cangiamento di Fidippid
e modesto che il poeta maestrevolmente ci presentò nella prima scena, per mostrarci ora il frutto della corrotta scuola di
la corrotta scuola di un falso filosofo. Egli fa trapelare ancora che per l’avvenire questo sfacciato andrà più oltre. Entr
a, sfugge di rispondere con semplicità, si burla del giuramento fatto per gli Dei, si vale delle follie apprese da Socrate,
maestro nel baratro infernale. O Nuvole, o Nuvole! questo mi avviene per voi. No (riprendono le Nuvole) tu sei stato a
linato al male, fino a tanto che non lo gettiamo in qualche disgrazia per insegnargli a temer gli Dei. Oimè (conchiude S
llente e artifiziosa commedia dell’antichità, ma la più infame ancora per esservi stato calunniato il più virtuoso degli uo
to il più virtuoso degli uomini allora viventi. Detestabile adunque è per questo il Comico. Ma travede l’eruditissimo Nisie
ciò fece gran senno essendo il suo disegno utile e lodevole. Ma egli per malignità voleva far passare Socrate per tale, e
no utile e lodevole. Ma egli per malignità voleva far passare Socrate per tale, e ne merita l’indignazione de’ posteri. Nis
ad uno spettacolo così strano. Ma lo stupore si dissipò a poco a poco per l’arte del poeta, e le Nuvole furono avidissimame
ranquillità di un Saggio che assisteva in piedi alla rappresentazione per farsi ravvisare da’ forestieri curiosi? Essi doma
malignità opprime i virtuosi! Gli Uccelli (Ορνιθες). Questa favola ha per oggetto gli affari politici di quel tempo colla L
dubbio pe’ contemporanei che ne comprendevano l’allusione, ma perduti per gli posteri, pe’ quali le bellezze sono divenute
paludi chiamato Fenicottero? Chi l’uccello Medo che vaga alteramente per lo monte? Chi quell’uccello divoratore variamente
e’ Greci. L’argomento è una sollevazione degli uccelli contro gli Dei per consiglio di un uomo. Dalla lettura delle commedi
ggiatori progettisti che vanno disseminando novità negli altrui paesi per raccorre cariche e tesori. Mostra egli a’ volatil
aria e ad intimar guerra a Giove. Cattivo esordio è questo certamente per cominciar gli Esercizii Spirituali del calabro Ma
al loro culto, sono questi. Se alcuno di voi, o spettatori, volesse per l’avvenire menar giorni felici e tranquilli, veng
illi, venga a vivere con noi uccelli. Ogni cosa turpe fra voi vietata per legge, diviene lecita e innocente nelle nostre co
e mani di Pistetero qualche vestito; indi un impostore che si spaccia per interprete degli oracoli; appresso un geometra ch
sso, a cui Pistetero insinua a misurar solo se stesso; ottima lezione per uno stuolo di falsi matematici. Tutti questi ozio
iere o di Ariosto, ma una farsa allegorica, dove quasi tutto si opera per macchina. L’azione prende poscia nuovo movimento
i tutto si opera per macchina. L’azione prende poscia nuovo movimento per un altro avviso di una formidabile spedizione min
ditirambico chiamato Cinesia, ed un calunniatore che vorrebbe le ali per far male e guadagnare illecitamente. Dopo il Coro
sei tu? Prom. Boleto o Peretero. Pist. Oh che mai dì tu! conoscendolo per Prometeo. Prom. Che fa Giove? Dà serenità o nuvol
idare, ti dico. Pist. Perchè? Prom. Non nominarmi; me la pagherai, se per tua colpa sarò scoperto da Giove. Ma affinchè io
Giove non prometta di rendere l’imperio agli Uccelli e di dare a lui per consorte certa donzella che stà presso Giove e di
un muro ha chiuso suori gli Dei. Nettuno gli ricorda che essi vengono per trattar di pace. Si propone in prima una tregua e
citar la propria carica, ed è rinserrato da Bdelicleone suo figliuolo per tentarne la guerigione. I servi alla bella prima
iusta e la più dotta. Filocleone cerca ad ogni patto di sprigionarsi per andare a giudicare. Il Coro delle Vespe ode le di
e si andava disusando ed ora torna a venire in moda, cioè d’incolpare per ogni poco le persone di tirannia. Trovasi questo
ome, ora sì dà Più a buon mercato del salume, e aggirasi Tutto giorno per piazza. Se alcun compera Una triglia per cena, e
ume, e aggirasi Tutto giorno per piazza. Se alcun compera Una triglia per cena, e non vuol muggine, Tosto grida il vicino p
tiranniche. Tal, poichè il pesce comperò, pergiunta Domanda un porro per la salsa, bieco Lo guata l’erbajuola, e porro por
re il suo impiego nella propria casa e nelle domestiche occorrenze. E per mantenere in certo modo appagato il vecchio che p
inano i testimoni che produce; si fà insomma quanto può caratterizzar per matto il giudice, e per ridicolo stravagante e no
oduce; si fà insomma quanto può caratterizzar per matto il giudice, e per ridicolo stravagante e non più udito il giudizio.
adrone dell’olio voleva esser pagato dal padrone del cane. Il giudice per procedere con ordine comanda che si prenda la dic
maggi, cioè co’ regali di quel paesea. Simili circostanze e allusioni per noi perdute accrescevano pregio alle finzioni di
di Aristofane, e fanno in generale rimaner la copia francese superata per vivacità e interesse dal greco originale. Io non
al greco originale. Io non seguirò il prelodato erudito Udeno Nisieli per tutte le critiche fatte aspramente ad Aristofane.
ioso, ciarlone, mangiator di fave (cioè avido di giudicare e dar voto per mezzo delle fave, colle quali si affermava o nega
quali si affermava o negava nelle deliberazioni) e debole anzi ché no per la vecchiaja e quasi sordo. Con quale ardita sati
scena un popolo principe! Noi oggidì favelliamo con altro rispetto e per lo più con manìfesta adulazioné anche de’ popoli
congiurati di valersi di un oracolo che annunzia la rovina di Cleone per mezzo di un venditore di salcicce. Agoracrito è t
omanda Agoracrito) se io non sono che un venditor di salcicce? Giusto per questo tu diverrai grande , risponde Demostene. M
o; ed io con tutti questi ti spalleggerò. Non temere, no; che sebbene per la paura che si ha della di lui potenza, niuno de
die atte a piacere, e quanti pochi sinora vi sieno riusciti. Magnete per quant’arte usasse, non bastò a sostenersi sino al
cianciare, si vede andare con una corona secca e morto disete; e pure per le vittorie riportate meriterebbe di bere nel Pr
mostenea trasporta colla solita grazia alcuni squarci di questa scena per mostrare le smancerie adoperate da ambedue verso
mio. Cle. Salc. Nel mio, nel mio. Il popolo finalmente disingannato per le cose dette dal venditore di salcicce, si avved
mercatante di montoni che egli era, e sì buono che il poeta lo nomina per terzo dopo Cinna e Salabacca due famose meretrici
to inveisce contro Aristofane chiamandolo stoltissimo d’ invenzione per avere ordinato un vilissimo pizzicagnolo per gov
ltissimo d’ invenzione per avere ordinato un vilissimo pizzicagnolo per governatore del popolo Ateniese . Atene però che
Nisieli delle qualità richieste ne’ suoi governatori, premiò l’autore per questa commedia. Il dotto critico ciò scrivendo n
alla costituzione democratica di Atene; ed obbliò quanto poco bastava per divenir colà cittadino, ed influire nel governo a
o artefice di lanterne, e l’anzinomato Lisicle cosuoi montoni non era per origine più illustre dell’allegorico pizzicagnolo
poeta, gode di aver fatto punir Cleone colla multa di cinque talenti per mezzo della commedia de’ Cavalieri; ma si attrist
Pritaneo. Egli vede ammessi i Legati del Pie, e disperando della pace per l’intera nazione, pensa di mandare Amfiteo a conc
i mandare Amfiteo a conchiudere co’ Lacedemoni una tregua particolare per se e per la sua famiglia. Questo Amfiteo tornando
Amfiteo a conchiudere co’ Lacedemoni una tregua particolare per se e per la sua famiglia. Questo Amfiteo tornando avvisa c
to Amfiteo tornando avvisa che gli Acarnesi lo perseguitano co’ sassi per aver portata la pace alla famiglia di Diceopoli.
ne risultane, sono cose dal poeta aggruppate con poca verisimiglianza per lo tempo che dovrebbe corrervi in una commedia re
a verisimiglianza un poco più oltre nella farsa allegorica. Diceopoli per la pace ottenuta ordina un sacrifizio in ringrazi
e lo préga di prestargli alcune vesti oenciose della tragedia antica per aringare al popolo. Ottiene quelle di Telefo, col
aringare al popolo. Ottiene quelle di Telefo, colle quali si abbiglia per rassembrare un povero. Con tal vestito favella al
amaco, e gli riesce di convincere gli ascoltatori della sua innocenza per aver procurato di ottenere per se solo la pace. H
re gli ascoltatori della sua innocenza per aver procurato di ottenere per se solo la pace. Havvi un Coro che parla a favore
ore del poeta, ed accenna il pericolo ch’egli corse l’anno precedente per aver detta la verità agli Ateniesi accusando Cleo
ggiandovi vi aggiungano Mia grassa Atene, ogni domanda accordasi Sol per quel grasso, e il popolo ne gongola, Che di un ma
sbrigatosi. Diceopoli felicemente dalla molestia che gli dava il Coro per la pace fatta, ne va godendo i frutti. Prima cons
i frutti. Prima conseguenza di tal pace si è la libertà del commercio per lui, e non già pel bellicoso Lamaco. Si vedé una
bellicoso Lamaco. Si vedé una dipintura naturale del mercato di Atene per decorare la favola, e vi accorrono varii venditor
egarese, il quale trasforma due sue donne in guisa che sembrano porci per farne mercato, esortandole a contraffarne il grug
brano porci per farne mercato, esortandole a contraffarne il grugnito per invitare alla compera. Questa è una scena episodi
uesta è una scena episodica del comico più basso e triviale che forse per qualche allusione potè allora piacere agli Atenie
a e colla testa rotta. Giugne egli stesso lamentandosi e considerando per cordoglio maggiore che se Diceopoli il vede eosi
ui. Questo amator della pace, il quale in fatti si è di lui avveduto, per rendere vi è più manifesto il suo trionfo si rall
elle ricchezze, e di trovarsi mal condotto sporco e privo degli occhi per l’invidia di Giove. Tutto il mio male (egli dice)
operarsi perchè possa ricuperar la vista. Pluto non osa condiscendere per timore di Giove. Cremilo riprende la di lui pusil
ati riacquistata che avrai la vista?… A Giove si sacrifica unicamente per l’oro che se ne attende. Per te solo, o Pluto, tu
ende. Per te solo, o Pluto, tutte s’inventarono le arti e le astusie: per te solo uno taglia corami, uno e fabbro, un altro
poco tempo a fuggir nudo dalla sua casa. Bellissime allegorie fatte per insegnare con popolarità ! Al fine Pluto si deter
vocati prima di uscire dalla povertà, sono giusti circospetti onorati per acquitar credito; divenuti poi ricchi cangiano co
hiacchiate ecc. La casa di Cremilo si converte in reggia d’abbondanza per le ricchezze che vi versa Pluto guarito. Ne vola
ito. Ne vola intorno la fama; ognuno vi accorre. Viene un uomo giusto per ringraziarlo della mutata sua fortuna; e nella di
oli comparsi sulle moderne scene convertiti e ravveduti nella miseria per l’ingratitudine degli scrocchi che gli adulavano
degli scrocchi che gli adulavano nell’abbondanza. Viene un Sicofantaa per ingiuriar Pluto, perchè gli uomini divenuti ricch
li uomini divenuti ricchi a lui più non ricorrono. Vien e una vecchia per querelarsi della sua sventura. Ella nutriva e ves
a sua sventura. Ella nutriva e vestiva un giovine bisognoso, il quale per tali comodi malgrado delle di lei grinze la corte
ggia sulle sue rughe e sulle bocca senza denti: Viene Mercurio stesso per minacciar comicamente tutta la samiglia di Cremil
ipiglia Mercurio, non importa un frullo di tutti gli Dei, ma mi dolgo per me che muojo di fame. Questo Mercurio pezzente f
azioni allegoriche a d’invenzioni stranissime. Con tutto ciò il Pluto per mio giudizio par che tenga il principato di tutte
e nella lingua greca versa a piena bocca su questo comico le sue lodi per la verità e naturalezza delle invenzioni, per la
esto comico le sue lodi per la verità e naturalezza delle invenzioni, per la proprietà de’ costumi, per la felicità delle a
verità e naturalezza delle invenzioni, per la proprietà de’ costumi, per la felicità delle allusioni, per la bellezza de’
zioni, per la proprietà de’ costumi, per la felicità delle allusioni, per la bellezza de’ colpi, e per la fecondità la pien
ostumi, per la felicità delle allusioni, per la bellezza de’ colpi, e per la fecondità la pienezza il sale attico di cui ab
lligenza della poetica facoltà e di giudizio purgato, e di gusto vero per decidere intorno alle opere degli antichi. Avea e
ra più vasta, qual più nobile più sublime scopo? Ei non si prefiggeva per oggetto principale il far ridere gli spettatori c
in teatro, a piena mano gettavano fiori sul di lui capo, e menavanlo per la città tra festive acclamazioni; anzi con pubbl
i inutili sforzi di parer simili, scriveva a Dionigi il tiranno, che « per ben conoscere gli Ateniesi e lo stato della loro
omico con un distico del tenor seguente: Avendo le Grazie cercato da per tutto un luogo per farvisi un tempio eterno, eles
o del tenor seguente: Avendo le Grazie cercato da per tutto un luogo per farvisi un tempio eterno, elessero il cuore di Ar
elle Antiche Colonie venute in Napoli che terminando i nomi in ὶππος, per esprimere nobiltà, grandezza, decoro, debbano ric
’altra derivazione. Ὶππος senza dubbio ha prodotto Ὶππεις, cavalieri, per lo nobile uso che essi fanno del cavallo. E se qu
liam Hist. Var. lib. V, c. 8. a. Alcibiade, richiamato dalla Sicilia per assistere alla decisione della accusa a lui fatta
n Atene si raca a Sparta e persuade ai Lacedemoni di edificar Decelia per fronteggiare Atene, e tenerla soggetta e priva di
e è detto nell’originale dopo varie altre cose. L’egregio traduttore, per mostrare in un sol quadro tutte le tenere espress
gevoli, In seguito i furbi mercenarii tutti introdotti nelle commedie per aggirare e trappolare chiamaronsi sicofanti. a.
32 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 958-966
volante dice che gl’istrumenti di Scappino erano in tal novero, « che per farli sentire si recitava a bella posta una comme
a bella posta una commedia intitolata : Gl’instrumenti di Scappino, » per la quale fu pubblicato il sonetto senza data e se
isitione degli spiritosi ingegni, edito in Verona, Padoa et in Parma, per li Viotti, con licenza de’ Superiori il 1638, e r
t Ecc.mo Sig.r et Pron mio Col.mo Mi è stata così nuova la nuova che per cura del Sig. Flavio ho havuta, che se non fosse
me hora conossendo non havere errato (come tutta la compagnia ne farà per me fede) lo supplico di credere che la maggiore a
mmesso tra il numero de’ suoi servitori, et che confesso che la E. V. per far grazia a me ha trapassato i segni che bastano
so che la E. V. per far grazia a me ha trapassato i segni che bastano per dimostrare una benevolenza estrema onde conossend
i non si son fatte se non tre comedie nuove le quali si sono non solo per miei affari ma per altri lette particolarmente, h
se non tre comedie nuove le quali si sono non solo per miei affari ma per altri lette particolarmente, havendosi contentato
mente, havendosi contentato chi le ha fatto durare questa fatica ; ne per cagion mia, ne di altri vi è stato detto pure una
tare alla peggio, io non lo fò poi che sarebbe un offendere me stesso per far dispetto ad altri. Ma perchè mio pensiero è s
mantenerci in quella pace tanto a noi necessaria, e con tanta fatica per nostro honore da V. E. procurata. Messer Battist
a del Sig. Flavio ci viene prescritto, poi che ogn’uno di noi solo ha per fine il mantenersi in grazia di V. E. quale sarà
quali egli dice fondata la Compagnia dei Confidenti, che mise assieme per suo gusto da circa sei anni, e che andava conserv
Venezia furon dati il 27 maggio 1620 da S. A. Ducatoni 350 d’argento per haver fatto in Castello tre comedie in occasione
pe Tomaso di Savoja, compreso le spese della venuta loro da Venezia e per ritornarsi, fanno L. 2205. Il ’24 e ’25, secondo
ri. A loro e a’ lor compagni furon date il 17 dicembre 1624 lire 2400 per aver recitato commedie alla presenza di S. M. nei
e erano ancora il 31 ottobre, come si ha da un ricorso a Cesare Molzi per le noie che loro cagionava Fabrizio Napoletano (D
onava Fabrizio Napoletano (Domenico Antonio Parrino), ricorso ch’ebbe per effetto la immediata espulsione di esso da Firenz
quale io traggo inedita dall’archivio dei Gonzaga e pubblico intera, per le notizie importanti che ci dà di alcuni comici 
el premeditato. Suo marito ha fatto un tempo da secondo inamorato, ma per odiar il studio si è messo a fare da Capitano Ita
o si è messo a fare da Capitano Italiano, qual non gli riesce. Cintio per suoi interessi non si partirà dalla Franceschina,
un quarto ; e dove è un’altra serva non ci ha a che fare mia moglie e per conseguenza manc’io. Mezzettino non casca, e quel
lo, e lo vediamo con isperienza poichè se volle compagni bisogna vadi per forza de prencipi, o che li pagi ; lasso il voler
o con noi in Venetia non si potea vestire ne allacciar la maschera, e per mettere nna statua in scena, che non mova altro c
Flavia non ne parlo, poichè è la meglio seconda donna che reciti, sì per il premeditato quanto per l’improviso. Trovarebbe
hè è la meglio seconda donna che reciti, sì per il premeditato quanto per l’improviso. Trovarebbe ancora il nostro Pantalon
uanto per l’improviso. Trovarebbe ancora il nostro Pantalone buono sì per la lingua matterna, quanto per la pratica dei sog
be ancora il nostro Pantalone buono sì per la lingua matterna, quanto per la pratica dei soggietti antichi e moderni. Bagat
secondo Zane, che non casca ma vola qual V. S. non ha potuto sentire per esser amalato lo troverebbe un secondo Arlichino.
tore, del Capitano e di Citrullo, poichè gratia di S. A. siamo tenuti per buoni. È ben vero che l’innamorato non sono ne Ci
S. A., cioè di mettere insieme i meglio comici che recitassero ; onde per gli interessi e le discordie loro n’ebbe infiniti
e a tutto quello che vuole S. A. e che verrò a servirlo con la lingua per terra io, la moglie, la madre, figliuoli e servit
ocesso, tutta via mi scusi, essendo che quello che ho fatto, ho fatto per bene e per avisare S. A. di tutti gl’interessi co
ta via mi scusi, essendo che quello che ho fatto, ho fatto per bene e per avisare S. A. di tutti gl’interessi comici. Sin h
a lettera del S.r Marliani, ma se l’haverò farò quanto verrà da S. A. per mezzo di quella imposto. E con questo fo fine ric
i tutto cuore. Di Ferrara il dì 6 genaro 1627. Di V. S. Ill.ma sempre per servirla Francesco Gabrielli detto Scapino. La
ienti ricercatori delle cose nostre di teatro, potrebbe identificarsi per quel Marcello Di Secchi che il 1615 era colla mog
el ’35 a Milano (vedi Paglicci Brozzi, op. cit.). Aveva fatto istanza per recitare il carnovale del ’36 a Roma, ma pare non
33 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO I. Teatro tragico Italiano. » pp. 98-130
ntenta a depurar la scienza dal gergo de’ Peripatetici e degli Arabi, per mezzo del calcolo, dell’osservazione e dell’esper
ci. Orazio Persio di Matera compose il Pompeo Magno tragedia lodevole per la scelta dell’argomento, per la regolarità della
mpose il Pompeo Magno tragedia lodevole per la scelta dell’argomento, per la regolarità della condotta ed anche in parte pe
ta dell’argomento, per la regolarità della condotta ed anche in parte per lo stile, la quale s’impresse in Napoli nel 1603.
scena di Alcinoe co’ genitori e con Mammolino, quando ella n’è divisa per andare ad essere esposta al mostro. Ansaldo Ceba
accolta del Teatro Italiano. L’Alcippo breve componimento e pregevole per varj passi espressi con nobiltà meritò di esservi
iltà meritò di esservi inserito pel carattere del protagonista ottimo per la tragedia, mentre Alcippo illustre e virtuoso S
eca, ma quattro canzonette di trocaici dimetri da cantarsi da un coro per tramezzo degli atti. Or vediamo se l’altra sua tr
, e deciderà se feci senno. Benchè lo stile non possa dirsi difettoso per arditezze o arguzie, essendo anzi elegante, vivac
r arditezze o arguzie, essendo anzi elegante, vivace, naturale, è non per tanto a mio avviso lontano dal carattere tragico;
colla promessa di matrimonio ingannate da Annibale: Calavio padre che per ben corteggiare il suo ospite le spinge a tratten
ità, mi sembrano tutti caratteri mediocri, privati e proprj piuttosto per la commedia. La favola nulla ha di grande che con
è piegata a compiacerlo e ad ammetterlo furtivamente nella sua stanza per ambizione di vedersi moglie di sì gran guerriere.
ssai poco . . . . E poi che il padre mio non mi marita, Maritar me per me mi son disposta. Gel. Gran voglia hai di mar
rle seco, aggiugnendo: Ma l’attener sarà che dall’opposta Parte, per altre scale e per altr’uscio, Io mi condurrò fu
ndo: Ma l’attener sarà che dall’opposta Parte, per altre scale e per altr’uscio, Io mi condurrò fuor di queste mura.
mprendi. Tras. Le pugna a mano a man, se tu non taci, Mi serviran per lingua e per favella. Pir. E l’unghie, se tu se
s. Le pugna a mano a man, se tu non taci, Mi serviran per lingua e per favella. Pir. E l’unghie, se tu segui a provoca
favella. Pir. E l’unghie, se tu segui a provocarmi, Ti suppliran per motti e per risposte. Con queste pugna e queste
ir. E l’unghie, se tu segui a provocarmi, Ti suppliran per motti e per risposte. Con queste pugna e queste unghie non
ara, indi ridottesi alle loro stanze si animano a combattere fra loro per togliersi que’ momenti di vita che loro rimangono
ell’Accademia de’ Gelati morto nel 1634, il quale mostrò troppo amore per le arguzie, ne compose cinque, Medea, Admeto, i P
ia nel 1622, nella quale non rimane a veruno de’ precedenti inferiore per regolarità, per economia, per maneggio d’affetti,
la quale non rimane a veruno de’ precedenti inferiore per regolarità, per economia, per maneggio d’affetti, sebbene manifes
imane a veruno de’ precedenti inferiore per regolarità, per economia, per maneggio d’affetti, sebbene manifesti di non aver
gio d’affetti, sebbene manifesti di non aver nascendo sortiti talenti per esser un gran tragico, come era nato per essere u
ver nascendo sortiti talenti per esser un gran tragico, come era nato per essere un gran lirico. Ortenzio Scamacca fecondo
d imitate dalle greche, le quali hanno meritato le lodi degli eruditi per la regolarità e pel decoro tragico che sostengono
arj, e riuscì così bene in rappresentarla, che ne acquistò e conservò per molto tempo il nome di Sinforosa. Le altre due fu
mo II granduca di Toscana. Non ha coro di veruna sorte, ed è notabile per certo portamento moderno e una grandiosità che in
roso innocente Mustafà condannato da Solimano re de’ Turchi suo padre per gli artificj di Rusteno e della regina, la quale
sto caro suo Selino si nasconde appunto nel da lei abborrito Mustafà; per la qual cosa ella disperata si avvelena. I costum
urbazione aumenta verso il fine essendo riconosciuto l’ucciso Mustafà per Selino, specialmente dalla madre che ne cagiona l
Mustafà per Selino, specialmente dalla madre che ne cagiona la morte per volerlo salvare. Con tutto ciò varj colpi di teat
reti propositi de’ congiurati colla regina, la cui partenza attendono per ripigliare il loro ragionamento, come se non pote
gn’intorno splende? Ah che la scorgi, E pur troppo la scorgi, Che per essa or l’onori, il premj e l’ami, Là dove per
ppo la scorgi, Che per essa or l’onori, il premj e l’ami, Là dove per tuo bene Dovresti per la stessa averlo a schivo
essa or l’onori, il premj e l’ami, Là dove per tuo bene Dovresti per la stessa averlo a schivo, Noti poi quel magnan
ni, ond’egli creda Già meritar lo ’mpero, e lo procuri? Solimano per tali insinuazioni, e per una falsa lettera dell’i
meritar lo ’mpero, e lo procuri? Solimano per tali insinuazioni, e per una falsa lettera dell’indegno Rusteno, crede tra
e l’avea prima meritato il Dottori. Il carattere di Aristodemo ottimo per conseguire il fine della tragedia esprime un eroe
a aver bisogno come Agamennone di ricorrere all’astuzia della lettera per salvar la figliuola allorchè si pente di averla t
n mai ozioso sino alla morte; e quel che più importa, il di lui amore per Merope lungi dall’indebolire l’interesse della fa
ritrova alcune volte, ma cadendo spesso nell’affettazione di Seneca, per volere essere sempre grave, sempre ricercato. Le
chè Licisco protesta non esser del suo sangue) non ricuserebbe di dar per vittima la figlia. Una imitazione delle preghiere
ù grande di Agamennone. Non è egli un Re de’ Re dell’armata Greca che per non perderne il comando condiscende per ambizione
de’ Re dell’armata Greca che per non perderne il comando condiscende per ambizione al sacrifizio della figliuola, Aristode
inorridisce Policare che l’ode, freme, si adira, minaccia, vuol morir per lei; ma patetico è il congedo estremo che da lui
passati. Nell’atto V la Nutrice racconta a Tisi l’uccisione di Merope per mano del padre, e così conchiude: Un certo che
e spavento, sarebbe morta ammirata più che compianta: Merope trafitta per mano del padre stesso ingannato, trafitta senza c
zza della non meritata morte, come dinota l’atto di coprirsi il volto per non vedere il suo uccisore mentre spira, e chiama
ggano anche nella tragedia del Bonarelli. Non dee omettersi però, che per l’economia della favola la vittoria par che sia d
del coturno. L’interesse nella favola del Bonarelli è principalmente per Mustafà e non per Solimano; in quella del Dottori
teresse nella favola del Bonarelli è principalmente per Mustafà e non per Solimano; in quella del Dottori, quantunque in pa
fà e non per Solimano; in quella del Dottori, quantunque in parte sia per Merope, in tutto il dramma è sempre per Aristodem
tori, quantunque in parte sia per Merope, in tutto il dramma è sempre per Aristodemo. La riconoscenza nel Solimano avviene
dramma è sempre per Aristodemo. La riconoscenza nel Solimano avviene per l’arrivo improvviso di Aidina e Alicola indipende
e riferite sin dall’atto primo. Il cardinale Sforza Pallavicino, noto per la Storia del Concilio di Trento, compose essendo
acra tragedia della morte del santo re Spagnuolo Ermenegildo eseguita per ordine dell’Ariano Leovigildo suo padre. S’impres
di tai città a’ 28 di Agosto del 1646, il quale ad onta del suo stile per lo più manierato manifestò ingegno grande nelle s
non terminata. L’Isola d’ Alcina composta nel 162663 è da comendarsi per la semplicità dell’azione che va al suo fine senz
, si mosse il Testi a chiamarla dramma tragicomico. In fatti improprj per la tragedia sono i propositi che tengono Eurilla,
ando un libero verso senza rima pensò che languito avria senza frase; per sollevarlo dalla viltà lo sviò dalla naturalezza,
alezza, e diede in nojosa lunghezza, fiaccando il vigor degli affetti per altro vivissimi. Si vogliono mentovare le seguen
più correttamente nel 1733. Tutti gli eruditi che hanno gusto tengono per buone le tragedie di questo porporato. Il Gravina
la maestà sì con le sentenze che colla maniera di esporle. Osservisi ( per dar qualche esempio della maestà e della propriet
Anderò dall’Egitto, e non da Roma. Nè voglio in vita impallidir per colpa. Non vedrà alcuno mai Questo mio capo a
Cugino. E’ ben rancida la gara generosa di due amici di morir l’un per l’altro, e il cambiamento del nome per ingannare
osa di due amici di morir l’un per l’altro, e il cambiamento del nome per ingannare le ricerche del tiranno. Sofocle introd
osto Ruggiero generosamente prende il nome e le armi dell’amico Leone per esporsi al furore di Marfisa; Olinto nella Gerusa
ran Torquato vuol comparir colpevole del furto confessato da Sofronia per morire in di lei vece; il Porta nel suo Moro adop
lla Filli di Sciro Tirsi e Filli gareggiano come Crisotemi e Antigone per farsi punire e salvar l’amante. Ma dopo di questi
enna egli forse in una mezza scena puerilmente e senza cavarne frutto per l’azione, come farebbe qualche povero mendicante
ignora la mutazione del re, e quando Corradino è chiamato dal custode per la funesta esecuzione, lo lascia uscire credendo
al guisa lavorano i buoni artefici; essi prendono gli altrui pensieri per sementi e ne fanno germogliare una nuova pianta.
, armonia di versificazione, giudizio e fantasia feconda? Sarebbe non per tanto a desiderare che il Caraccio non avesse det
egittimo signore di Napoli, ucciso su di un palco come un reo volgare per ordine dell’usurpatore del suo regno, è un person
34 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VI. Teatro Greco. » pp. 44-148
i il primo osservatore a fissarvi lo sguardo: che la sua osservazione per un interesse più generale si comunichi a’ circost
! Ma quell’abitatore d’Icaria, che ne sorprese uno nel suo podere, fu per sicurezza della sua vigna consigliato dal proprio
acco, e quei paesani che ciò videro, ricordandosi delle proprie vigne per somigliante interesse applaudirono al colpo, si r
matica, la quale vedremo di quì a poco ingombrar tant’aria e spandere per tutto verdi e robusti i suoi rami. Continuando in
i Sicione il pensamento d’interporvi altri racconti chiamati Episodj, per rendere la festa più varia o per dar tempo a’ sal
rvi altri racconti chiamati Episodj, per rendere la festa più varia o per dar tempo a’ saltatori e cantori di prender fiato
re delle operazioni belliche, era ben degno di comandare alle squadre per vantaggio della patria47. Frinico inventò ancora
tesso48, appartiene a un altro Frinico figliuolo di Melanta, il quale per tal tragedia fu punito dagli Ateniesi con una mul
sori di scemare il numero degl’ individui del coro musico e ballerino per accrescerne quello degli attori degli episodj; e
rappresentatori rendè l’azione vie più viva e variata. Seppe in somma per molti riguardi farsi ammirare ed in se unire i me
trenta volte. Guerriero, capitano, vittorioso nella pugna di Maratona per Atene sì gloriosa, mostra nello stile la grandezz
e, eroi e personaggi allegorici, come la Forza e la Violenza. Vulcano per comando di Giove annoda Prometeo al Caucaso con c
comando di Giove annoda Prometeo al Caucaso con catene indissolubili, per avere involato il fuoco celeste, ed animati e amm
nevoli querele l’infelice benefattore degli uomini punito. Io ardisco per saggio recare in Italiano il principio di esse pe
punito. Io ardisco per saggio recare in Italiano il principio di esse per coloro che non amano le latine letterali traduzio
orrenda face In truce aspetto mi minaccia e fuga Per erme arene e per solinghe vie! Dove, misera me, superna forza
isci, e di terrore ignoto L’alma riempi, ed a vagar mi sforzi? Ah per pietà m’incenerisci, o il suolo S’apra e m’ingo
andi, non si avvilisce nelle minacce, non ispande gemiti nè preghiere per esser liberato, non si approfitta dell’occasione
iti nè preghiere per esser liberato, non si approfitta dell’occasione per impetrar grazia e perdono. Gli antichi Greci inse
mulate particolarirà e romanzesche azioni. E’ ciò picciol merito? Sì, per gli piccioli e manierati talenti, come furono i L
ome furono i La-Mothe, i Perrault e i Cartaud de la Vilade, de’ quali per altro abbonda ogni nazione. Mercurio dopo di aver
giustizia che l’ opprime. Non ci fermiamo nelle minute obbiezioni del per altro erudito Robortelli fatte a questa favola ch
ioni del per altro erudito Robortelli fatte a questa favola che spira per tutto grandezza e nobiltà e un patetico interessa
à e un patetico interessante. Il giovane studioso impara inutilmente, per esempio, ch’egli è assurda cosa il trovarsi Prome
na bontà mediocre mista a debolezze ed errori, non debba però tenersi per legge generale inviolabile, altrimenti ne mormore
ata Egiziana nemica di queste principesse. Quest’araldo ne prende una per la chioma e la strascina verso i vascelli, la qua
de’ tempi correnti sembra disdicevole al decoro di persone reali; ma per giudicarne drittamente bisognerebbe risalire col
i, di movimenti militari, di sospensioni maravigliose, fatta in somma per presentare uno spettacolo degno di ogni attenzion
desimo atto primo, e la dipintura vivace del sacco di una città presa per assalto si legge con gran piacere nell’atto secon
mbra veramente un accessorio superfluo, poichè si è sciolto l’assedio per l’ esito funesto del combattimento di Eteocle e P
formatore e padre della tragedia non ebbe bisogno dell’esempio altrui per condurre alla perfezione questa parte sì rilevant
altra lingua. La riconoscenza di Elettra e del fratello si fa nel II per mezzo de’ capelli gettati da Oreste sulla tomba e
sua Elettra si burla di simili segni; ed in fatti non si prenderà mai per modello delle agnizioni teatrali questa di Eschil
utto questo rende in certo modo sopportabile il gran parricidio che è per commettere. Nè di ciò pago il savio poeta, in una
se stesso. Tali riguardi, sospensioni e cautele erano indispensabili per disporre l’uditorio ad uno spettacolo oltremodo a
l’atto IV l’uccisione di Egisto, ed il pianto che sparge Clitennestra per quest’usurpatore serve di cote al furor di Oreste
reste medesimo perseguitato dalle Furie indi liberato dalle loro mani per lo favore di Apollo e di Minerva e per la sentenz
indi liberato dalle loro mani per lo favore di Apollo e di Minerva e per la sentenza dell’Areopago, è l’argomento della fa
o infernale pieno del fuoco di Eschilo cantato dal coro dell’atto III per aver trovato Oreste, ed il giudizio del di lui de
, nel giudizio è parlante come ogni altro attore, ed uno solo favella per tutti, la qual cosa si osserva in tutte le traged
e degli Scaligeri, purchè non mi si ascriva a delitto il dipartirmene per seguire l’affetto che m’inspira la lettura di que
verio Mattei nel Nuovo sistema d’ interpretare i tragici Greci. Altro per lui non sono che feste teatrali di ballo serio pr
uella scrittura del Signor Mattei tutte le idee naturali scompigliate per lo prurito di dir cose nuove che al fine si risol
ne’ caratteri di diversi artefici che lavorano in un medesimo genere, per la quale distinguiamo ne’ pittori eroici Tiziano
tò alcuni versi notati di manifesta empietà, ed il governo che vigila per la religione e per li costumi, condannò alla mort
ati di manifesta empietà, ed il governo che vigila per la religione e per li costumi, condannò alla morte l’ardito poeta. M
nò i giudici scegliendone uno di ogni tribù (Nota VII). Or qual colpo per un veterano come Eschilo fiero per tanti trionfi
ni tribù (Nota VII). Or qual colpo per un veterano come Eschilo fiero per tanti trionfi poetici da lui riportati al vedersi
i moto, additavano a Sofocle una corona tragica non ancora toccata. E per conseguirla attese e a formarsi uno stile grave,
ttori, volle separar dal coro una terza classe di cantori e ballerini per aggregarla ai semplici declamatori61. Ed acciocch
atori61. Ed acciocchè tutto contribuisse all’illusione indispensabile per disporre gli animi alle commozioni che si voglion
la scena, secondochè afferma Aristotile nella Poetica, probabilmente per mettere alla vista il luogo dell’azione. Ebbe anc
adattati al talento e alla disposizione de’ suoi attori, giacchè egli per mancanza di voce non potè rappresentare, come fac
i voce non potè rappresentare, come facevano gli altri poeti, i quali per lo più recitavano nelle proprie favole. Sino alle
favole. Sino alle cose più picciole stese Sofocle le sue osservazioni per far risplendere l’abilità di ciascuno; e perchè s
di Sofocle è talmente sublime, magnifico e degno della tragedia, che per caratterizzare la maestosa gravità di tal componi
da lui disposti, che senza contrasto vien preferito a tutti i tragici per l’economia della favola. Nell’Ajace, detto flagel
llezze inimitabili il Robortelli, il Nisieli ed altri nostri critici, per nulla dire de’ transalpini falsi belli-spiriti la
mento e ogni leggera espressione che loro paresse bassa e grossolana, per non avere abbastanza riflettuto alla natura eroic
ia Tragica ne rimprovera a Sofocle il Conte Pietro di Calepio critico per altro assai saggio. In tutta la scena di Menelao
? Più forte è la scena con Agamennone. Questi come re de’ re irritato per la resistenza di Teucro gli rinfaccia di aver egl
Agamennone nipote del barbaro e Frigio Pelope figlio di Atreo famoso per la scellerata cena e di Cressa colta con uno stra
ibuire agli antichi i difetti che non hanno, oltre a quelli che hanno per essere stati i primi nell’arte? Perchè inventare
ofocle?62. Si rappresenta nelle Trachinie la morte di Ercole avvenuta per lo dono funesto di Dejanira, nella quale con tutt
imilitudine sì manifesta, se il fatto non fosse sembrato comportabile per qualche circostanza allora nota ed oggi involta n
e degna del gran Sofocle è pure l’ultima scena. Antigone conosciuta per moltissime traduzioni si aggira su gli onori dell
risimilitudine di quello che avviene nella tragedia del predecessore, per mezzo di un anello di Agamennone. Il dolore di El
o il capriccio di certi pregiudicati incurabili moderni appena basta per ingannar se stessi sul merito di questo capo d’op
ena basta per ingannar se stessi sul merito di questo capo d’opera, e per supporre la tragedia ancora avvolta nelle fasce i
chè essendo stato il bambino esposto sul monte Citero, il padre cadde per altra mano, avendolo ucciso alcuni ladroni in un
o all’udir che Polibo suo creduto padre è morto in Corinto, ne deduce per conseguenza l’inutilità di consultare l’oracolo d
a il tragico teatro Greco. Che riconoscenza poi mirabilmente condotta per tutte le circostanze nell’atto IV e di qual tragi
φύλιον, sanguinem cognatum, che il dottissimo Brumoy desiderava nella per altro elegante traduzione di questo passo fatta d
a della sensibilità, la preghiera di Edipo ridotto in sì misero stato per abbracciar le figliuole, e quando brancolando va
Piangon supplici e meste i loro mali. In varie parti, dove Son per le rive i sacri altari alzati, Si raddoppiano g
dizione di chiunque e da ammaestrare la gioventù. La tragedia termina per machina coll’ apparizione di Ercole, pel cui coma
i Greci, che non ardivano quasi mai mentovarle col loro vero nome, o per antifrasi le appellavano eumenidi, cioè benevole,
uo figliuolo chiamato in giudizio e accusato di fatuità, ed il poeta, per convincere i giudici della falsità dell’ accusa,
otto osò metter fuori la prima sua tragedia (Nota XII). Ardua impresa per sì pochi anni, gareggiare colla rinomanza di un S
i si accinse con tutti i soccorsi onde i frutti poetici si stagionano per l’immortalità, avendo appresa da Prodico l’eloque
siche; e vi si accinse con quella indefessa attenzione indispensabile per isviluppar l’ ingegno e rintracciar le bellezze v
luppar l’ ingegno e rintracciar le bellezze vere di ogni genere. Egli per natura malinconico ed avverso alla mollezza cercò
i e nel silenzio di una caverna nell’isola di Salamina70 tutto l’agio per insinuarsi negli avvolgimenti secreti del cuore u
to l’agio per insinuarsi negli avvolgimenti secreti del cuore umano e per istudiare e dipignere al vivo le passioni. Con ta
do un patetico sommamente dilicato nè più usato sulle scene Ateniesi, per cui Aristotile davagli il titolo di Τραγικωτατος,
emo grado. Certo il suo stile si distingue da quello de’ predecessori per l’arte mirabile di animare col più vivace colorit
uscita che a niuno de’ più eloquenti rimane inferiore (Nota XIII); ma per la stessa ragione talvolta si allontana dal vero
corona, e nelle altre egli soggiacque alla sventura de’ valentuomini per lo più posposti a’ competitori ignoranti. Tale er
. Per mettere con chiarezza sotto gli occhi quanto stimava necessario per intelligenza della favola, egli sempre fece uso d
logo esponeva a maraviglia lo stato dell’azione. Nell’Elettra appunto per l’introduzione rimane Euripide a Sofocle inferior
za di Oreste e della sorella perderebbe anche al confronto di Eschilo per cagione della vivacità che in questo è maggiore;
Euripide la supera di verisimiglianza, avvenendo con molta proprietà per mezzo dell’Ajo di Oreste e per una cicatrice che
glianza, avvenendo con molta proprietà per mezzo dell’Ajo di Oreste e per una cicatrice che questi avea sulla fronte sin de
nciullezza. Sofocle però vince in tal riconoscenza e l’uno e l’ altro per l’effetto che produce in teatro; perocchè Oreste
re la materna tenerezza? Tuttavolta il poeta fa che Clitennestra vada per tal menzogna a trovar la figliuola: ma quando? qu
è perseguitato dalle furie vendicatrici, ma è vicino ad esser punito per l’uccisione della madre. Si legge nell’atto primo
iano di passaggio alcuni oratori contemporanei del poeta, circostanza per noi perduta ma importante per chi allora ascoltav
ri contemporanei del poeta, circostanza per noi perduta ma importante per chi allora ascoltava. Vi si osservano da per tutt
oi perduta ma importante per chi allora ascoltava. Vi si osservano da per tutto tratti assai popolari, quasi comici, e lont
enti da Euripide maneggiati con forza e bellezza maggiore. Vi trionfa per ogni parte la maravigliosa sua maestria nel tratt
forzata71. Voglionsi appunto osservar negli antichi questi bei tratti per ravvisarne l’alto ingegno e la maestria, e non gi
l fuoco elettrico rinchiuso nelle loro opere, il quale non iscintilla per chi non lo cura o non sa l’arte di farlo scappar
gedia acquista dal principio dell’atto quarto gran calore e movimento per l’avviso dato dallo schiavo a Clitennestra e ad A
e ha mitigato in parte quel cominciamento: ma la sua versione, benchè per più riguardi degna di lode, riesce quasi sempre l
del tragico Greco. Se Agamennone dovea piegarsi e cangiar consiglio, per questo bellissimo discorso il dovea, nel quale la
lutamente le dice, κἂν ϑέλω, κἂν μη ϑέλω, voglia io o non voglia, non per Menelao, ma per la Grecia tutta son costretto a s
e, κἂν ϑέλω, κἂν μη ϑέλω, voglia io o non voglia, non per Menelao, ma per la Grecia tutta son costretto a sacrificarti. Par
è degna di notarsi. La madre ha detto: ah figlia, ah madre sventurata per cagione della tua morte; ed ella ripiglia: la med
. Non debbesi adunque l’espressione d’Ifigenia tradurre letteralmente per la stessa misura di versi, ma sì bene per lo mede
enia tradurre letteralmente per la stessa misura di versi, ma sì bene per lo medesimo lamento, come ben fece il Dolce: M
estra e la pietà che ne mostra quell’eroe, si converte in ammirazione per lo cangiamento d’Ifigenia. Ella durando il loro d
ineguaglianza del carattere d’Ifigenia, che alla prima piange e prega per sottrarsi alla morte, e poi si offre vittima volo
arsi alla morte, e poi si offre vittima volontaria del pubblico bene, per acquistare, giusta la traduzione del Dolce, Ne
nte opposizione sogliono fare i poco esperti al carattere di Achille, per essersi prima mostrato tutto fervoroso a difender
i Achille, per essersi prima mostrato tutto fervoroso a difenderla, e per soffrirne poi pacificamente il sacrifizio senza n
ione. Sembra anche una contraddizione del di lui carattere, perchè da per tutto si è dimostrato più ambizioso che tenero, e
tere, perchè da per tutto si è dimostrato più ambizioso che tenero, e per ritenere il comando ed il titolo di re de’ re, er
rifizio, e la venuta del Nunzio che racconta l’avventura già seguita, per la quale manca il tempo che dovea correre verisim
seguita, per la quale manca il tempo che dovea correre verisimilmente per tante cose narrate. Ifigenia in Tauride rapprese
iata poi con gran delicatezza e giudizio è la bellissima riconoscenza per mezzo della lettera che Ifigenia pensa di mandare
inta. Ma la divisione degli atti non mi sembra la cosa più essenziale per conoscere l’eccellenza degli antichi tragici. E c
a, e si comparano alle precauzioni che prendevano i sacerdoti gentili per accreditare i loro responsi e venderli per oracol
devano i sacerdoti gentili per accreditare i loro responsi e venderli per oracoli celesti. Nella tragedia intitolata Elena
pidi biasimatori degli antichi leggessero attentamente l’atto secondo per apprendervi a dipingere la natura con forza e viv
noi sembreranno sempre ingiusti, inurbani e in niun modo tragici. Non per tanto si dee riflettere che Euripide era un gran
nneso avendo Euripide trentacinque anni. Contiene la morte d’Ippolito per la falsa accusa di Fedra sua madrigna ed amante.
viene in teatro con una corona in testa che indi offerisce a Diana, e per questa corona che egli porta, ricevè quell’aggiun
, della stessa maniera che l’Ajace di Sofocle s’intitolò Μαςτιγοϕορος per la sferza che egli portava in iscena. Nell’atto p
corso? Nut. Ma, Principessa, ancor vaneggi? I cervi Ora inseguivi per le alpestri rupi, Or domi al piano un corridore
estrevolmente dal Racine; ma la Greca riesce più tragica e importante per lo spettacolo di Fedra morta. Racine in somma si
e ha dovuto perdere non poche altre bellezze, come il dolore di Teseo per la morte di Fedra, e la tragica scena d’Ippolito
le passioni, materia essenziale della poesia drammatica che non varia per tempo nè per luogo. Il tacciar quelli o questi pe
materia essenziale della poesia drammatica che non varia per tempo nè per luogo. Il tacciar quelli o questi per le maniere,
tica che non varia per tempo nè per luogo. Il tacciar quelli o questi per le maniere, per un decoro locale, variabile e inc
ia per tempo nè per luogo. Il tacciar quelli o questi per le maniere, per un decoro locale, variabile e incostante, al pari
agedia? I giovani non ne sapranno che un neo forse in parte scusabile per la veemenza della passione che rare volte lascia
chi proviene la moderna non curanza delle favole Greche e l’idolatria per le romanzesche degli ultimi tempi. Con altro dise
e la Greca. Essa ha più parti, e queste hanno bisogno di maggior arte per conciliarsi insieme, e quindi riesce più difficil
dominante si divide tra Fedra, Ippolito e Teseo: in Euripide è tutto per Ippolito dal principio al fine. Tutto è lagrime i
nto di agitare e tirare a se tutti i cuori sensibili. Fedra in Racine per varie ingiustizie e violenze intepidisce la compa
nze intepidisce la compassione, ed il poeta con arte somma si affanna per coprirne e discolparne i difetti. Teseo attrae a
eo attrae a se tutto l’ interesse dell’atto terzo. L’amore d’Ippolito per Aricia vietato dal padre quanto non toglie al car
sarebbe altrimente comportato, ed avrebbe avuta la stessa indulgenza per un popolo che dovea essere il suo giudice.” Ques
che Euripide ci dipinse, sembrandogli un Cavaliere fort peu galunt; e per maggior trastullo di chi ciò legge dice (pag. 48)
a erudizione, che questa tragedia è di Sofocle. Avventuratamente però per Ippolito La Vilade non ragiona con più fondamento
a entusiasmo; Pitagora ed Archimede fanciulli in matematica incantati per la novità ad ogni picciolissimo oggetto. Questo S
sce mai; essi doveano (aggiugne) aver la testa d’ une furieuse trempe per resistere a un torrente di loquacità che nulla di
ono ed amano le dipinture naturali, si sentiranno, scoppiare il cuore per la pietà. Nel patetico racconto della morte di Po
vi, sull’educazione e la nascita, dopo tal funesto racconto, sembrano per altro intempestive. Serpeggia per tutto il dramma
dopo tal funesto racconto, sembrano per altro intempestive. Serpeggia per tutto il dramma una forza tragica terribile; ma n
gica terribile; ma nell’atto terzo si tratta della morte di Polidoro, per la quale l’azione è manifestamente doppia, benchè
ere che gl’ interpreti de’ tragici Greci compresero il loro artificio per ciò che la musica riguarda. Egli stesso non fece
disgrazie che l’opprime. Osserviamo in oltre che ne’ Greci i cantici per l’ordinario non hanno luogo se non conosciuta per
chè essi, a giudizio del celebre Gluck, abbisognano di passioni forti per dar motivo all’espressione della musica. I cori d
na all’ara Mi prostro, e piango, oh vani prieghi e pianti! Tratta per l’onde io son, misera, e veggio Trucidato il co
e ai patrii liti Pronte a tornar, e dall’Iliaco suolo A svellermi per sempre! Il duol mi oppresse, Caddi abbattuta, m
ll’ Andromaca di Racine; perchè questa è la vedova di Ettore che teme per la vita di Astianatte, e nella tragedia Greca è l
ragedia Greca è la stessa Andromaca, ma già moglie di Pirro, che teme per la vita di Molosso avuto da questo secondo matrim
sservisi ancora che nell’atto quarto Ermione e Oreste fuggono da Ftia per andare a Delfo ad uccider Pirro, e nel quinto si
che sei tu d’Ettore figlio, io sposa? Per dominar sull’Asia, Non per morir tra’ barbari sì presto, Credei produrti,
gellin rifugge Sotto l’ali materne? Ahi non è questo Più un asilo per te. Morì già Ettorre, Nè dall’avello, per serba
n è questo Più un asilo per te. Morì già Ettorre, Nè dall’avello, per serbarti in vita, Fia che risorga. Di sostegno
atezza nella distribuzione dell’azione, particolar pregio di Sofocle; per il che pretende alcuno che ad esso e non ad Eurip
Minerva ad Ulisse e a Diomede, la quale vedendo sopraggiunger Paride, per salvarli fa che il Duce Trojano travegga, ed ella
fa credere Venere, mentre i suoi favoriti non lasciano di ravvisarla per Minerva. Tali cose allora convenivano a’ principj
e perciò non parevano assurde e stravaganti. Lo scioglimento avviene per macchina (come in gran parte delle tragedie antic
ento avviene per macchina (come in gran parte delle tragedie antiche) per mezzo della musa Tersicore madre di Reso, la qual
sta favola è il personaggio di Egeo introdottovi senza veruna ragione per preparare un asilo a Medea, della cui salvezza lo
sco, Didimo e Creofilo presso lo Scoliaste di Euripide sulla Medea; e per ischivar l’infamia che ad essi ne ridondava, si a
ne ridondava, si avvisarono probabilmente di guadagnar qualche poeta per attribuirne l’assassinamento alla stessa madre. C
e i Corintii avessero ricorso ad Euripide poeta esimio, il quale, sia per dare, a cagione del suo odio naturale contro del
contro del sesso donnesco, un carattere odiosissimo a una donna, sia per essersi fatto corrompere con cinque talenti, come
o rea la madre stessa dell’uccisione di que’ fanciulli, e la menzogna per l’eccellenza del poeta passò alla posterità come
i sarà assicurato della distanza del campo e dell’altezza delle mura, per convincere d’inverisimilitudine Euripide, Omero e
ena vigorosa di Giocasta co i figli è degna di particolar riflessione per la maestrevole dipintura de’ due fratelli ugualme
te fieri, ed accaniti nell’odio reciproco, ma di carattere diversi, e per lo dolore interessante della madre che s’interpon
le Danaidi; pure queste due tragedie hanno tra loro qualche relazione per la condotta. Lo spettacolo della prima scena dove
l che, come altrove accennammo non lasciavano di fare i tragici Greci per mostrare la nobiltà remota delle loro leggi ed or
concederli, e si accende aspra guerra tra gli Ateniesi e gli Argivi, per cagione degli Eraclidi, cioè de’ figliuoli di Erc
fonte, e nel caso di negativa a intimargli la guerra. L’araldo Copreo per eseguir tale ordine viene in Atene, e la tragedia
sono dunque tante le azioni in poco tempo accumulate, quante, non so per quale utilità, volle numerarne il critico Fiorent
tà, volle numerarne il critico Fiorentino. Una bella aringa di Jolao, per determinar gli Ateniesi a proteggere gli Eraclidi
un motto non fa sul destino di Macaria degna di tutto il suo dolore e per esser figlia del suo figliuolo e per l’azione ero
a degna di tutto il suo dolore e per esser figlia del suo figliuolo e per l’azione eroica fatta in pro di tutta la famiglia
niesi udivano siffatti prodigj in teatro senza restarne maravigliati, per tal modo era la religione congiunta allo spettaco
allo spettacolo. Nell’atto quinto Euristeo prigioniero usa ogni viltà per ottener la vita; ma Alcmena inesorabile, contro i
o, è una di quelle che meritano maggiore attenzione. Interessa ancora per la vivacità il riconoscimento che avviene nel qui
n angustia la madre, ed il poeta è costretto a far discendere Minerva per giustificarla. Questa tragedia è assai teatrale,
etti. La situazione di una madre e di un figlio, che non conoscendosi per errore si tramano la morte, è molto vaga; e Metas
o. É terribile il racconto dell’ammazzamento del disgraziato re preso per un cinghiale; ed assai tragica la scena in cui Ag
rvenuto se non se alquanti frammenti, i quali talvolta appena bastano per conoscerne il soggetto. Famosa tralle tragedie pe
cerne il soggetto. Famosa tralle tragedie perdute fu la sua Andromeda per la strana malattia degli Abderiti avvenuta a’ tem
ente quelli dell’Andromeda come se si trovassero in teatro. Vedevansi per le strade questi deplorabili attori pallidi e spa
ttà marittima della Tracia era popolata da gente stupida e grossolana per testimonianza di Cicerone, Giovenale e Marziale,
el cuor dell’uomo, e ragionatore sì eloquente, dimorando in Macedonia per compiacere al re Archelao assai amante delle lett
negarono concordemente agli ambasciadori Ateniesi che le domandavano per seppellirle nella patria terra81; per la qual cos
ori Ateniesi che le domandavano per seppellirle nella patria terra81; per la qual cosa gli Ateniesi altro non potendo gli e
; ma poichè fu morto mostrò un dolore sì vivo e sì vero, che non meno per ciò si rende meritevole degli applausi della post
meno per ciò si rende meritevole degli applausi della posterità, che per aver prodotto l’Edipo e il Filottete. Ègli l’onor
quando Euripide vi esponeva qualche nuova tragedia, avendolo amato e per la bontà e bellezza de’ versi e per la sapienza c
nuova tragedia, avendolo amato e per la bontà e bellezza de’ versi e per la sapienza con cui gli nobilitava. Quintiliano84
una favola satiresca, delle quali componeasi la tetralogia necessaria per concorrere nel certame85. Delle di lui tragedie n
ia necessaria per concorrere nel certame85. Delle di lui tragedie non per tanto si racconta che avendole Socrate ascoltate
cune tragedie che volle pubblicare sotto il nome di Tespi. Egli passa per uno scrittore capriccioso, che talvolta attribuiv
racusano scrisse ancora favole tragiche che niuno volle con lui tener per buone. Coltivò pure la poesia tragica il celebre
Anantiade, Sosifane, Filisco e Licofrone. Quest’ultimo è il più noto per l’erudito quanto oscuro poema di Cassandra, o Ale
noto per l’erudito quanto oscuro poema di Cassandra, o Alessandra, e per varie tragedie, venti delle quali sono rammentate
Penteo, Pelopida, Telegono. Egli fu ammazzato di un colpo di freccia, per quel che appare da questi versi di Ovidio in Ibin
à greche non solo da esse mai più non uscirono Euripidi e Sofocli, ma per una specie di fatalità gli scritti de’ più chiari
i ebbero tanto credito e tale autorità presso i Cesari Bizantini, che per di loro favore ebbero la libertà di bruciare la m
eonte, Minnermo, Bione, Alcmone e Alceo. Per la qual cosa su mestieri per instruire la gioventù in difetto de’ nominati sos
poemi di San Gregorio Nazianzeno, i quali comechè utilissimi fossero per infiammare i Cristiani ad un più fervoroso culto
i compose la nota tragedia sacra intitolata Cristo paziente, la quale per più secoli si attribuì al prelodato San Gregorio,
dioma Greco scrisse in verso una tragedia intitolata Erofila elegante per quanto comporta l’odierno linguaggio della Grecia
niese quì nominato fu poeta tragico, a cui, fra molte altre tragedie, per le quali fu varie volte coronato, se ne attribuis
ale cominciò a fiorire nell’olimpiade LXXXVI. 50. L’originale ha che per tutti giri. 51. Nell’originale si nomina il suon
tragedia veniva prima rappresentata dal solo coro, e che dipoi Tespi, per fare che esso riposasse, trovò un attore degli ep
n ballatori, cantori e sonatori. Non vuole adunque il Castelvetro che per gli rappresentatori successivamente introdotti s’
ono. Ma se Tespi introdusse un attore o una classe o specie di attori per ballare, cantare e sonate, che altra cosa rimanev
tragedia si recitasse da chi non ballava, non cantava e non sonava, e per conseguenza che gli attori introdotti, contro l’e
classi o in ispezie e non già in individui, come si espresse Laerzio, per la ragione che soggiungo. Se fossero stati sempli
ne che soggiungo. Se fossero stati semplici individui accresciuti uno per volta, ne seguirebbe che Eschilo non avesse intro
enico di terze parti, siccome accenna il suo grande emulo nell’aringa per la Corona. Eschilo adunque aggiugnendo una second
tta dal coro, assegnò loro certo grado ed ordine, facendo riconoscere per figura principale il rappresentatore delle prime
ovette essere di attori ancor meno qualificati, ma necessarj al poeta per tessere e condurre con più agevolezza e verisimil
ace; perchè avendo questi risoluto di uccidersi in un luogo solitario per non essere impedito da veruno, si vede poi in eff
pj di una Scienza Nuova del dottissimo Vico il Varrone Napolitano. Ma per non infastidire chi legge, accenniamo soltanto la
emorabile patetica supplica di Priamo ad Achille nel XXIV dell’Iliade per ricuperare e seppellire il corpo del lacerato Ett
eta alla precedente tragedia Ajace, come diceva il Signor di Calepio, per darie una giusta misura, l’ impegno di Teucro che
perchè non rimanga il corpo del fratello insepolto. Dopo la vita era per gli antichi il più importante oggetto la sepoltur
sso! E’ certo, è chiaro Tutto il terror de’ casi miei. Ti miro Or per l’ultima volta, Diurna luce. Io sventurato io n
onsiste in porre sotto gli occhi un’ azione che vada sempre crescendo per gradi, finchè per necessità scoppj con vigore; e
otto gli occhi un’ azione che vada sempre crescendo per gradi, finchè per necessità scoppj con vigore; e non già in ordinar
egie e di declamazioni; perchè queste in vece di avvivare le passioni per render le atte a commuovere, seguendone il traspo
egli Eraclidi sia presa da i di lui figli Demofonte e Acamante, forse per diversificare alquanto il presente dramma rassomi
alle Supplici, dove aveva già introdotto Teseo che guerreggia e vince per loro. 80. Sul medesimo soggetto degli Eraclidi,
à del genio delle nazioni, oltre di ostentare certo barbaro disprezzo per la lingua, la letteratura e le maniere de’ popoli
e di non essersi egli molto curato di provvedersi di lumi sufficienti per distinguere dalla specie di tragedia maneggiata d
cine sono senza dubbio l’Ifigenia e la Fedra, le quali si riconoscono per giudiziose traduzioni o imitazioni di Euripide, d
modandosi al gusto e a i costumi correnti, fanno uso di nuovi ordigni per cattarsi l’attenzione degli spettatori di questo
35 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « A CHI AMA LA POESIA RAPPRESENTATIVA. » pp. -
i Bonnet, i Redi, i Valisnieri, i Serai, i Buffon, allorchè spaziano per l’ampiezza dell’universo, che quando minutamente
bbe singolarmente delle belle arti? Raffaello, Correggio, Buonarroti, per una via totalmente aliena dal calcolo infinitesim
ione, dono divino della suprema sapienza, epli è dalla natura formato per la società, alla quale inevitabilmente vien tratt
’ altri pur disse, delle stelle chiamate nebulose, la cui esistenza è per gli ultimi telescopii Inglesi ugualmente assicura
ramandare al nostro pianeta luce maggiore. E se la geometria, più che per le utili verità che insegna, si rende commendabil
etria, più che per le utili verità che insegna, si rende commendabile per l’attitudine che somministra agl’ ingegni tutti p
ende commendabile per l’attitudine che somministra agl’ ingegni tutti per bene e coerentemente ragionare, essa e tutte le s
a loro giustezza a formare i gran legislatori morali e politici tanto per ciò che l’una società debbe all’altra, quanto per
li e politici tanto per ciò che l’una società debbe all’altra, quanto per quello che debbonsi mutuamente gl’ individui di c
mmediatamente gli uomini governano. V’ha dunque un alto seggio ancora per chi emulando i Montesquieu, i Beccaria e i Filang
nza delle leggi è quella che presta alle società l’opportuno soccorso per atterrire o distruggere i colpevoli e per minorar
ocietà l’opportuno soccorso per atterrire o distruggere i colpevoli e per minorar la somma dei delitti, a’ quali trascorron
o forniscono le stesse leggi contro questo lento veleno che serpeggia per le nazioni e le infetta? Esse contente di recider
dir di Orazio, colla forca giugne a sterminarsi; ed osserviamo che da per tutto quasi sempre i costumi col tempo sogliono d
ia correggere i costumi; e non essendo essi altro che abiti contratti per opinioni vere o false, nostre o straniere, a puri
cupa a far la guerra agli errori naturali ed a correggere le opinioni per inspirar costumi confacenti al disegno del legisl
e rettifica la stessa volontà e che Socrate trasse dal cielo, diedero per eccellenza il nome di filosofia? Dietro adunque a
azione domestica è forse una fiaccola chiara a sufficienza e durevole per tutto il camino della vita? Il mondo ideale che s
li anni e la novità di tante forme esterne? quanta ne rimane all’uomo per norma delle sue passioni allorchè crescono coll’
potesse produrre un pieno effetto generale, dovrebbe esser pubblico, per insegnare a tutti come da una scuola comune sotto
della mitologia che cinti di umane spoglie viaggiarono fra gli uomini per arricchirli di sapienza, la poesia drammatica si
essa al pari dello scudo di Ubaldo ci dipigne quali veramente siamo, per avvertirci delle discordanze de’ nostri ritratti
ia drammatica è la stessa morale posta in azione: quella si trasmette per l’udito, questa si presenta alla vista: quella fa
i bicchieri delle gran tavole da certi ridevoli pedanti che ostentano per unico lor vanto l’ essersi procacciati varii dipl
pretese in Roma la censura, e i nobili corrotti formarono un partito per contrastargliela. Se io abbondassi d’ozio e di
destar sulle moderne scene quando il riso e quando la compassione. Ma per sì bella impresa, oltre di un raro ingegno affina
lieto nido, quell’ esca dolce, quelle aure soavi che bramano i cigni per elevarsi al Parnaso, ed a me di ciò invece sovrab
a non feci, gli sforzi fatti sino a questi tempi ne’ paesi conosciuti per dipignere su’ teatri ora grandi sconcerti ora pic
l’eccellenza e l’ utilità della poesia rappresentativa, stimo inutile per chi ha da leggere l’ opera il prevenirlo delle mo
uio, eloquenza, loquela, loquacità, loquace, interlocutori; or perchè per acconcia analogia non dirassi anche interloquire
ho cercato esaminare con nuova diligenza le favole antiche e moderne, per presentare a’ giovani studiosi con sempre più acc
osi con sempre più accurata scelta le drammatiche bellezze da tenersi per esemplari. E giudicando degli autori secondo il m
o senza la folle pretensione di certuni di proporre il proprio avviso per norma dell’altrui pensare. Io m’ingannerò talvolt
ei stessi capricci, ardisco Contro de’ vizii miei darmi battaglia, per valermi del concetto di Pope e delle parole del G
i ed erudite. Esse si collocheranno alla fine di ciascun volume, così per non alienar troppo spesso il leggitore dalla cate
ar troppo spesso il leggitore dalla catena delle idee del testo, come per evitar gli equivoci e per non far che a me talvol
ore dalla catena delle idee del testo, come per evitar gli equivoci e per non far che a me talvolta si arroghi il merito di
sa la mia narrazione ho fatto resistenza alla piena che soprabbondava per non accedere i cinque volumi, temendo di stancar
agnia di letterati Francesi. Ecco quanto io ho fatto in quest’opera per diletto ed istruzione della gioventù che ama la p
l. 2. (*) Numerosissime sono fuor di dubbio le conoscenze acquistate per le matematiche; mais (dicevano gli Editori dell’E
drammatici, e gli chiamava (nella lettera 137 delle Persiane) i poeti per eccellenza e i signori e maestri delle passioni.
ome difettosi e ignoti a’ buoni e a tutta l’Italia ecc. 8. (*) Forse per le stesse mie ragioni un abile scrittore de’ nost
e alla distesa con certo gergone apparato nelle vie, nelle botteghe e per le magioni da’ parlari de’ popoli senza alcun stu
u à peu invece dell’Italiano a poco a poco; formicolare da fourmiller per la nostra parola, benchè bassa, formicare; sentim
que le quieren dar. A quello però ch’ egli aggiugne, cioè che ciò sia per non aver io letto gli autori, o per non avergli i
’ egli aggiugne, cioè che ciò sia per non aver io letto gli autori, o per non avergli intesi, dirò che la continuata approv
36 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo nono »
o insieme piaceva nondimeno agli Italiani ad onta de’ suoi difetti sì per la novità, sì perché non ne avevano un altro migl
ma, in cui trovano un ampio compenso. Se il cuore non vi si mischiava per nulla, gli occhi almeno trovavano il loro pascolo
sostituito ad ogni altro rendeva pregievote uno spettacolo contrario per se stesso al buon senso. I suoi difetti erano rip
ima guisa che i fiori sparsi innanzi al tempo sulle campagne indicano per lo più la sterilità del terreno. [2] Tuttavia non
’avvidero i musici che la possanza dell’arte loro avvegnaché ne abbia per fondamento gli accordi e le leggi armoniche, era
tre idee: dal che nasce che risovvenendoci degli oggetti, che vengono per mezzo di esse rappresentate, ci sentiamo pariment
ole non avrebbero fra le mani di un grammatico. Ora come la melodia è per la musica ciò che la rettorica per il linguaggio,
grammatico. Ora come la melodia è per la musica ciò che la rettorica per il linguaggio, così l’armonia è per i suoni ciò c
er la musica ciò che la rettorica per il linguaggio, così l’armonia è per i suoni ciò che la sintassi per il discorso. Può
a per il linguaggio, così l’armonia è per i suoni ciò che la sintassi per il discorso. Può essa concorrere dal canto suo a
grafia ne distingue i periodi, ora rendendo più giuste le intonazioni per mezzo degli intervalli, come la sintassi rende pi
degli intervalli, come la sintassi rende più intelligibile l’orazione per mezzo delll acconcia collocazione delle parole, o
hio delle nostre idee e de nostri sentimenti rinovellato alla memoria per mezzo del canto, o della sinfonia: ecco l’unica v
rdente, ed energica la favella musicale. Tal ne è la cagione eziandio per cui rimanendo freddo e indifferente lo spettatore
no nelle sciagure e nei diletti, e creato al paro di lui dalla natura per fruir l’aura della vita, e per godere le delizie
, e creato al paro di lui dalla natura per fruir l’aura della vita, e per godere le delizie dell’universo. [5] Talmente inc
l’istinto, o nascesse ciò dalla perpetua e inalterabile oscillazione, per cui le facoltà appartenenti alla immaginazione, e
lità passano dal pessimo stato al mediocre, e dal mediocre all’ottimo per ricader di bel nuovo nel pessimo; certo è che il
fin’allora col canto, o non abbastanza distinto, divenne un genere di per sé, che acquistò peculiar forma e leggiadria. Gia
sette anni, e apparando ivi l’arte di suonar il violino e di comporre per musica divenne portato dal grandissimo ingegno on
ttetti del Carissimi e del Cesti da qualche bravo cantore, vi ravvisa per entro la sorgente onde ricavò Lulli il suo recita
ettor dichiarato d’ogni sorta di merito, e divenuto assai più celebre per questo mezzo che per l’incomparabile sua fortuna
ni sorta di merito, e divenuto assai più celebre per questo mezzo che per l’incomparabile sua fortuna nella guerra, o per l
per questo mezzo che per l’incomparabile sua fortuna nella guerra, o per la preponderanza acquistata sugli affari di Europ
anza acquistata sugli affari di Europa. Documento luminoso a’ sovrani per far loro conoscere che la sola maniera d’eternar
come il fragore d’un turbine di cui non si conserva la memoria se non per le rovine che ci attestano della strage; laddove
udio Achillini, faceva con più ragione attendere non dissimili favori per sé ai belli spiriti tanto più bramosi nella prati
te genera l’eroismo, ma che divien necessaria in mancanza della virtù per far germogliar i talenti e per sollecitarli alle
ien necessaria in mancanza della virtù per far germogliar i talenti e per sollecitarli alle magnanime imprese, ne trovava a
riosa la vittoria, e scusabile la sconfitta. Gli sforzi fatti adunque per superarli, o per distinguersi dovettero necessari
, e scusabile la sconfitta. Gli sforzi fatti adunque per superarli, o per distinguersi dovettero necessariamente portare ci
olte opere italiane si lavorarono alla francese, il qual costume durò per più di vent’anni di qua dai monti fino al princip
ologna, il Bassani a Ferrara, e lo Stradela a Genova celebre non meno per l’abilità sua che per i suoi amori e tragico fine
errara, e lo Stradela a Genova celebre non meno per l’abilità sua che per i suoi amori e tragico fine. Dietro alle pedate d
la le composizioni dell’Hendel. Gli Inglesi, che ad un vivo interesse per la patria loro sanno accoppiare quella imparziale
menti e le idee, e presso ai quali il titolo di straniero non è, come per tutto altrove comunemente, un titolo alla esclusi
ezza della nostra armonia e l’abilità del maestro, nondimeno sogliono per lo più nuocere alla semplicità ed energia del sen
tutte insieme e contemporaneamente, a vicenda non si distruggano? Se per lo contrario le parti producono tutte un solo e m
i. Il loro andamento è più spiritoso e più vivo che non soleva essere per lo passato: donde spicca maggiormente il divario
ecie di composizione detta volgarmente recitativo obbligato, la quale per la situazione tragica che esprime, pel vigore che
e si rese Giacomo Antonio Perti bolognese abbastanza noto in Europa e per essere stato uno dei primi maestri nella musica d
pa e per essere stato uno dei primi maestri nella musica di chiesa, e per aver fatto un grandissimo dono alle scienze armon
mo all’espressione. Pergolesi, il gran Pergolesi, divenne inimitabile per la semplicità accopiata alla grandezza del suo st
inimitabile per la semplicità accopiata alla grandezza del suo stile, per la verità dell’affetto, per la naturalezza e vigo
à accopiata alla grandezza del suo stile, per la verità dell’affetto, per la naturalezza e vigore della espressione, per l’
a verità dell’affetto, per la naturalezza e vigore della espressione, per l’aggiustatezza ed unità del disegno onde vien me
é con istili alquanto diversi, de’ quali però, non formando classe da per sé, ma riducendosi a principi esposti di sopra, n
ore, che penetra nel centro della terra, va dilatandosi a poco a poco per tutti gli oggetti finché comprende e vivifica la
anche essa l’indole dilicata e leggiera del suo modello. Così si vede per pruova, che posta la stessa fabbrica degli strume
sciate memore della massima di Zeussi: «Dipingo adagio perché dipingo per tutti i secoli». Lo stesso Lulli si riconobbe inf
prevalse della grazia in cui si trovava presso alla corte di Francia per iscacciarnelo da quel regno. Fra i rinomati disce
Ma i suoi Capricii ripieni di operose stranezze, e inventati soltanto per aver il vanto della difficoltà vinta, non dovrann
ll’imitar lo stile del suo maestro, e nella esecuzione, come il Somis per la flessibile leggerezza, uguaglianza, soavità e
suo stile. [13] Il gran Giuseppe Tartini si rese benemerito dell’arte per tutti que’ mezzi che contribuiscono all’avanzamen
. «Non fumum ex fulgore, sed ex fumo dare lucem.» [14] Quindi aveva per costume di esser modesto e rattenuto in sulle pri
Quindi aveva per costume di esser modesto e rattenuto in sulle prime per sollevarsi poscia bel bello fino a quel grado di
ità accennata di sopra, conobbero essi che essendo fatto non il canto per gli strumenti, ma piuttosto gli strumenti pel can
stosi, non dovea l’uno impedir l’azione dell’altro cosicché il basso, per esempio, affogasse la voce di tutta l’orchestra,
za suonassero; che i bassi però si dovessero interpolare or qua or là per tutta l’orchestra, giacché da essi dipende la mov
o d’ogni buon’armonia; che non essendo a proposito qualunque sgomento per produrre qualunque suono, bisognava studiar bene
rodurre qualunque suono, bisognava studiar bene la natura di ciascuno per meglio combinarli fra loro, e farli muovere a luo
ti divenne Galuppi, chiamato altrimenti il Buranello celebre non meno per questo merito che per lo studio posto nella espre
iamato altrimenti il Buranello celebre non meno per questo merito che per lo studio posto nella espressione del costume mus
ario di Rousseau la pittura della orchestra di Dresda regolata da lui per molti anni, dove s’imparerà più con una occhiata
pita e più interessante imitazione che le belle arti possano proporsi per fine. La più compita, poiché imitando immediatame
naturale di essa voce non già all’arbitrio di chi la possiede fecondo per lo più di capricci, ma all’indole della natura e
ella musica alla educazione de’ cantanti ebbe il Gasparini e il Lotti per capiscuole. Roma, dove la particolar esecuzione d
mpo introdotta la necessità degli studi e de’ maestri, fioriva allora per l’industria e pe’ talenti dei Fedi, e di Giuseppe
omune giudizio esponevano, onde poi copiosi lumi ritraeva ciascheduno per corregerne i propri difetti, per migliorarne il p
oi copiosi lumi ritraeva ciascheduno per corregerne i propri difetti, per migliorarne il piano di educazion musicale, e per
e i propri difetti, per migliorarne il piano di educazion musicale, e per dilatarne i confini dell’arte. Serve d’argomento
cepoli fuori delle mura di Roma colà dove si ritruova un sasso famoso per l’eco, che ripete più volte le stesse parole. Ivi
i autori contemporanei, Tamiri, Terpandro, e Tirteo dovevano contarsi per nulla. Le doti, che rendono ammirabile separatame
ente qualunque musico, si trovavano insieme in lui riunite. Possedeva per eccellenza tutti i caratteri piegavasi maraviglio
tori» 89. Non inferiore al suo merito era pure il favore del pubblico per esso lui. Alle volte nembi di rose piovevano sull
r recitata una cantata. A Firenze dov’era stato chiamato, uscì lunghi per ben tre miglia della città numeroso stuolo di dam
iù sonora, né maggior ampiezza di voce. Questa volava indistintamente per tutti i tuoni per quanto fossero essi gravi, acut
ior ampiezza di voce. Questa volava indistintamente per tutti i tuoni per quanto fossero essi gravi, acuti, e profondi. Una
può ignorarsi da chicchessia. [20] Pregevole pel metodo d’insegnare, per la varietà degli stili, e pel numero di bravi dis
, nel quale maravigliosamente poi si distinse pel facile spianamento, per l’arte di graduar il fiato, per la leggiadria deg
i si distinse pel facile spianamento, per l’arte di graduar il fiato, per la leggiadria degli ornamenti, e per la esatta ma
per l’arte di graduar il fiato, per la leggiadria degli ornamenti, e per la esatta maniera di eseguir le cadenze. Il suo r
Di lungo tedio e di niun giovamento al lettore sarebbe il venir meco per ogni dove cercando tutti i famosi professori di c
esso loro, sebben non rimanga spenta in quanto alla fama. Basterà non per tanto l’accennar brevemente il valore di due donn
on contrappuntista. Divenne egualmente insigne pel proprio merito che per la fortuna di esser la sposa del gran Sassone. Ag
ui farò in particolar modo menzione meno pel merito del suo canto che per un altro più insigne e più rispettabile agli occh
in quella città stessa, che dovrebbe andar più superba d’averlo avuto per figlio che de’ trionfi, che ne adornano il suo Ca
bbe egli a soffrire un ignominioso processo. L’Europa avrebbe perduto per sempre quel gran poeta se la famosa Marianna Bulg
ta d’essere registrata ne’ fasti pur’troppo scarsi delle umane virtù: per riscuoterne l’universale riconoscenza. Donna inco
lo, mentre quello di tanti vegetabili automati che si chiamano grandi per obbrobrio del titolo, si dileguerà dalla memoria
ita di tale e tanta ricchezza in ogni genere, l’Italia divenne allora per le altre nazioni scuola pregiata d’ogni saper mus
onsiderabile d’infinite famiglie e di moltissimo oro colato in Italia per questa via. né minore si fu la riputazione che de
ballerini, e di macchinisti bravissimi, che sortivano dal loro paese per procacciar ad essi un sì vario, sì gentile, e sì
i contrassegni, onde vennero distinti non pochi Italiani celebri solo per questo merito; Ferri, Matteucci, e Guadagni furon
della Fedeltà e Costanza in Danimarca, e così via discorrendo. Non so per tanto con qual ragione un riflessivo e interessan
elle facoltà è un indizio sicuro, che si coltivano pur ora, o si sono per l’addietro coltivate felicemente molte altre che
prime, o s’inanellano con esse in maniera che non possono reggersi da per sé; così una lingua ripolita, abbondante, armonio
li e di logogrifi musicali: questa musica gradita agli occhi e crudel per gli orecchi, piena d’armonia e di romore, e vuota
io veramente aver può che quel di abbagliar gli eruditi, e di uccider per la fatica il compositore, e êr la noia i dormigli
alla moda, senza nome, senza data e senza luogo di stampa, ma che fu per altro mandata in luce poco dopo il mille e settec
iare di questo, ripensando che nelle vie che percorre l’umano spirito per istruirsi, l’errore è quell’istimo fatale posto d
37 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 420-431
notte, di nascosto della madre e del fratello maggiore, fuggì di casa per andare ad aggregarsi a una compagnia, che recitav
ecitava a Dronero in una sala dell’ospedale ; e colla quale frequentò per oltre un anno teatri talvolta di quello assai peg
ritto fra i giovani volenterosi che Gustavo Modena riunì a Savigliano per un giro artistico nel Piemonte. Passò da Saviglia
rtistico nel Piemonte. Passò da Savigliano a Nizza, poi ad Alba, poi, per mancanza di pubblico, la Compagnia si sciolse. Fo
i pubblico, la Compagnia si sciolse. Formò allora Società con Toselli per assai breve tempo ; indi si scritturò con Lorenzo
Vaudevilles col soccorso del maestro Casiraghi, si unì allo Scalvini per la Rivista Se sa minga, e spese diciotto mila lir
allo Scalvini per la Rivista Se sa minga, e spese diciotto mila lire per l’allestimento scenico a Milano della Creazione d
enico a Milano della Creazione d’Eva di Castelvecchio, la quale cadde per non rialzarsi mai più. S'unì allora a Pratesi e f
si mai più. S'unì allora a Pratesi e formò compagnia di Prosa e Ballo per un quadriennio. L'operosità, oserei dir mostruosa
eva quattro recite al giorno. S'unì poi a una Eccentricità Fenomenale per desiderio di veder l’Europa ; e fu in Francia, ne
Germania, in Inghilterra, in Russia. Ritiratosi finalmente a Genova, per godervi in pace il frutto de' suoi guadagni, fu v
tenne lo scettro dell’arte in Italia e a traverso il mondo intero. E per noi, e per gli ascoltatori di tutto il mondo, fu
cettro dell’arte in Italia e a traverso il mondo intero. E per noi, e per gli ascoltatori di tutto il mondo, fu gran ventur
mi fosse lecita una comparazione, direi che Ernesto Rossi, romantico per eccellenza, fu nell’arte dell’attore quel che fu
rnesto Rossi. Qualunque opera da lui architettata doveva essere legge per tutti. Da niuno avversata era forse lasciata a me
ino, egli, solennemente e paternamente mite coi devoti, sarebbe stato per quello capace di odio vatiniano. Nè cotal senso d
llo derivato in lui dal piedistallo di gloria, in cui lo avevan posto per trenta e più anni monarchi e principi e uomini pr
agli urli della folla esaltata, al teatro di Odessa, calò il sipario per sempre ; e abbandonato, forse già dimenticato, il
olo) un attore della Compagnia Calloud…. Ma il padre, saputa la cosa, per poco non maledì il figliuolo, che vinto dall’auto
bbo, ma col tacito consenso del nonno e della mamma, partì da Livorno per andare a raggiungere a Foiano una compagnietta de
l Pantera di Lucca con la Fedeltà alla prova, facendosi notare subito per la dizione garbata e spontanea, non che per una p
, facendosi notare subito per la dizione garbata e spontanea, non che per una papera colossale. Il settembre di quell’anno
d entrò nella Compagnia Reale Sarda. Qui bisogna io mi fermi alquanto per l’importanza della scrittura e degli avvenimenti.
l’importanza della scrittura e degli avvenimenti. Egli fu scritturato per un anno, primo attore a vicenda con Giuseppe Pera
uo nome, scongiurava il Righetti perchè lo sciogliesse dal contratto, per non trovarsi con Ernesto Rossi che gli aveva manc
tento : ….. io ora vengo quasi ginocchioni a pregarti, a supplicarti per quanto hai di più sacro e caro su questa Terra, t
to hai di più sacro e caro su questa Terra, tanto pel mio interesse e per la mia quiete, quanto pel tuo riposo, a volere pr
olpito ed irritato, che adesso non so spiegarti a che potrei giungere per non venire ad adempiere il mio contratto ; e ne a
miti consigli, gli dichiara che la loro amicizia non deve venir meno per sì piccola bazzecola, e, naturalmente, non si par
affetti del mio cuore, ma ho tanta superbia, tanto orgoglio, e forza per calpestare la serpe che mi morde. E più giù :
cchi uscì di compagnia l’anno veniente, e il Rossi vi fu riconfermato per un triennio, assoluto e solo, con cento lire di a
, con cento lire di aumento pel primo anno, e 1400 e una mezza serata per ciascheduno degli altri due, più un regalo di lir
a serata per ciascheduno degli altri due, più un regalo di lire mille per una sol volta. Ammalatosi il Pieri nel '53, egli
una sol volta. Ammalatosi il Pieri nel '53, egli dovette sostituirlo per tre mesi, recitando tragedie, drammi, commedie, e
 ; e la Compagnia, tranne pochi mutamenti d’anno in anno, andò avanti per quattro anni, recitando anche a Vienna, ove Rossi
festeggiatissimo ; riposò un anno, poi si scritturò attore-direttore per un biennio con Cesare Dondini ('62-'63), al fianc
cembre, e piacque a segno da non lasciare un sol giorno il cartellone per tutto quel carnovale. Tornò il '68 in Francia e i
cchè a quasi settant’anni, capocomico e direttore, si mise in viaggio per la Russia, ove trovò le stesse accoglienze del te
ier Ambrogio Curti…. Edmondo De Amicis gli dedicò un magnifico studio per la recitazione del Canto de' Serpenti di Dante, e
culmine della sua gloria : l’ho sentito quando io era troppo giovine per poter giudicare dell’ opera sua, e quando egli er
chio del Re del dramma il veleno, alle parole di Amleto : Lo avvelena per carpirgli lo Stato. Vedremo come l’assassino si c
ai, 1887), che la critica in genere condannò, e il pubblico dimenticò per le troppe inutili cose discorse concernenti più l
ssimo contributo alla storia del nostro teatro del secolo xix, specie per la dovizia degli aneddoti di ogni genere e pei gi
38 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO II. Tragedie di Pietro Cornelio, di Racine e di altri del XVII secolo. » pp. 8-35
morosa in Chimene, e della vendetta dell’ingiuria paterna coll’ amore per Chimene in Rodrigo. Egli è vero che Cornelio tras
); vero è parimente che Scudery e l’Accademia Francese la censurarono per varj difetti con fondamento, anche per aderire al
ademia Francese la censurarono per varj difetti con fondamento, anche per aderire al cardinal de Richelieu che volea deprim
inal de Richelieu che volea deprimerla non avendo potuto farla passar per sua; ma il Cid è uno di que’ felici frutti del ge
re e a raffinar il gusto in Francia. Cornelio perseguitato e premiato per le critiche e per le largizioni diede opera con o
gusto in Francia. Cornelio perseguitato e premiato per le critiche e per le largizioni diede opera con ogni sforzo ad elev
tragedia degli Orazj di gran lunga superiore al Cid, e vincono anche per questi pregi la lodata Orazia dell’Aretino. Così
o. Ma egli attese a render più degne di compassione Sabina e Camilla; per la qual cosa, secondo il Calepio, i primi tre att
he dipinge rassomiglianza minore co’ moderni cortigiani Francesi. Non per tanto l’ elevatezza dell’anima del poeta si scorg
verso un sovrano e un benefattore contrappone la semplice compiacenza per una donna. Nondimeno questo vero effetto della tr
o più accetto. Si sono renduti assai memorabili pel pubblico plauso e per le lagrime del gran Condè i versi dell’ultima sce
martiri Cristiani sieno poco atte ad eccitar la tragica compassione, per esser la loro morte un vero trionfo che non ci la
col nobile carattere del protagonista e coll’ amore che ha quest’eroe per la sposa Paolina, ch’egli fa servire a i doveri d
gli ultimi suoi drammi; e pure i più deboli di essi potrebbero passar per eccellenti oggi che ci troviamo sì bisognosi”. In
prender cura de’ baleni che si accendono e de’ fulmini che strisciano per l’ atmosfera. Ma perchè la gioventù non creda che
l carattere dell’amore, ha in essi dipinto il proprio, trasformandoli per lo più in avvocati, in sofisti, in declamatori e
a sublimità che riscuote ammirazione, ma vi si accoppiano certi amori per lo più subalterni che riescono freddi e poco trag
onfa un amor tenero, semplice, vero, vivace, forse non sempre proprio per la grandezza del coturno, perchè non sempre princ
a farle riuscire in Francia e nella corte di Luigi XIV che respirava per tutto amoreggiamenti anco in mezzo alle spedizion
si distinguono i poeti grandi da’ volgari. ( Nota IV ) In quel secolo per la Francia fortunatissimo forse la poesia frances
rtunatissimo forse la poesia francese pervenne alla possibile venustà per le favole di Racine e per li componimenti di Boil
ia francese pervenne alla possibile venustà per le favole di Racine e per li componimenti di Boileau; ma il drammatico ebbe
combinate, meglio graduate, e più perfette di quelle di P. Cornelio, per avviso de’ più scorti critici, trionfano l’Ifigen
ritannico rappresentato nel 1670, in cui si eccita il tragico terrore per le crudeltà di un mostro di tirannia nascente in
evoli alla maestà; e la Fedra comparsa sulle scene nel 1677, la quale per tanti pregi contenderebbe a tutte il primato senz
tile innamoramento d’Ippolito ed Aricia5. In fatti questa galanteria, per dirla alla francese, sconvenevole al carattere d’
anei nè da’ posteri; benchè il dotto e giudizioso M. Le Batteux quasi per gentilezza volle discolparne Racine con dire che
mi. Adunque (dirà taluno) bandiremo l’amore dalle tragedie? Io non so per qual gotica stranezza di gusto i critici pedanti
pari di ogni altra contribuire ad eccitar la compassione e ’l terrore per correggere e dilettare. E chi può dubitarne? Muov
per correggere e dilettare. E chi può dubitarne? Muovasi un Polifonte per ambizione all’esterminio di qualche famiglia legi
minio di qualche famiglia legittimamente sovrana, o apporti un Paride per la cieca sua passione per un’ Elena le fiamme nel
legittimamente sovrana, o apporti un Paride per la cieca sua passione per un’ Elena le fiamme nella sua patria, un ingegno
ngegno grande saprà usar con arte di entrambe queste furiose passioni per destar le vere commozioni tragiche. Ma se quel Po
sso Cornelio dice d’aver combattuto con Pompeo ne’ campi di Farsaglia per gli begli occhi di madama Cleopatra, espressione
di Eudossa, e la protesta ch’egli fa di aspirare al trono unicamente per la sete che ha di farne parte alla sua bella. Nel
sconte o colonnello Francese innamorato. La Sofonisba di Mairet, anco per testimonio di Saint Evremond, ci nasconde affatto
l di lui Alessandro che sembra uno degli eroi da romanzo. La Tebaide, per valermi delle parole di Pietro da Calepio, scopre
a dipintura fattane dagli antichi. Nel Mitridate la compassione è più per Monima che pel protagonista, il quale poco più de
econciliabil nemico de’ Romani, e si vale di un’ astuzia poco tragica per iscoprir gli affetti di Monima. Mai non si ripete
malinconiche poco degne di Melpomene. Così Racine, tuttochè mirabile per tanti pregi, non ci obbliga a fare una piena ecce
diceva: “Noi abbiamo tragedie, la cui costituzione è sì comica, che, per farne una vera commedia, basterebbe cangiarne i t
l’ira chiama; l’ amicizia e la gloria arrossiscono. I segni si usano per le cose, come i troni, le corone, gli scettri, gl
gli allori, le catene. Non v’ha scena in cui non s’incontri tempesta per avversità, abisso per oppressione, fulmine per ca
. Non v’ha scena in cui non s’incontri tempesta per avversità, abisso per oppressione, fulmine per castigo, sacrificio per
on s’incontri tempesta per avversità, abisso per oppressione, fulmine per castigo, sacrificio per sofferenza ecc. Sono, è v
er avversità, abisso per oppressione, fulmine per castigo, sacrificio per sofferenza ecc. Sono, è vero, tali figure ammesse
ran poeta le tracce degli antichi tragici che studiava e si proponeva per modelli e per censori6. Non è perciò maraviglia c
racce degli antichi tragici che studiava e si proponeva per modelli e per censori6. Non è perciò maraviglia che avesse port
in Francia il suo seggio una specie di tragedia inferiore alla greca per energica semplicità, per naturalezza e per appara
una specie di tragedia inferiore alla greca per energica semplicità, per naturalezza e per apparato, ma certamente da essa
gedia inferiore alla greca per energica semplicità, per naturalezza e per apparato, ma certamente da essa diversa per diseg
licità, per naturalezza e per apparato, ma certamente da essa diversa per disegno e per ordigni, forse più nobile per li co
turalezza e per apparato, ma certamente da essa diversa per disegno e per ordigni, forse più nobile per li costumi, e fonda
ertamente da essa diversa per disegno e per ordigni, forse più nobile per li costumi, e fondata su di un principio novello.
di un principio novello. I Greci che nella poesia ravvisarono l’amore per l’aspetto del piacer de’ sensi, non l’ammisero ne
ammenta con disprezzo mal grado di essersi continuata a rappresentare per più di cento anni. Ludovico Dolce, come accennamm
e con minore ingegno del fratello merita ancor la stima de’ nazionali per essere stato più del fratello gastigato nell’uso
sere stato più del fratello gastigato nell’uso delle arguzie viziose, per la scelta degli argomenti, per la vasta letteratu
tigato nell’uso delle arguzie viziose, per la scelta degli argomenti, per la vasta letteratura ond’era ornato, e per la pur
la scelta degli argomenti, per la vasta letteratura ond’era ornato, e per la purezza con cui parlava la propria lingua. Sot
i Agrippa re d’Alba, ovvero il Falso Tiberino, rappresentata nel 1660 per due mesi continui e rimasta su quelle scene. Piac
nza nelle situazioni e ne’ consigli; Astrato re di Tiro rappresentata per tre mesi nel 1663 e rimasta al teatro malgrado de
a de’ caratteri, ed altri difetti di queste favole che si ascoltarono per qualche anno e sparvero senza ritorno. Quinault n
’immaginazione. Faceva versi ben torniti, ma non mostrò di esser nato per la poesia tragica. Nelle sue tragedie, come osser
emond, si cerca sovente il dolore, e vi si trova solo certa tenerezza per lo più intempestiva che degenera in mollezza. Fu
persone oziose, inutili a quelle azioni. Viene egli ripreso eziandio per aver nell’Assalonne alterata la storia sacra, fac
per aver nell’Assalonne alterata la storia sacra, facendolo penitente per renderlo atto a muovere la compassione. Ma si lod
bbliga tratto tratto a discostarci da questo eccellente scrittore che per tanti altri pregi merita la nostra stima. 4. Dop
talia è un testimonio irrefragabile dell’imbecillità di Racine; e ciò per quali ragioni? perchè vi si contano tredici inter
39 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO V. Teatro Tragico Francese nel XVII secolo. » pp. 166-211
tormentata, e della vendetta dell’ingiuria paterna coll’amore che ha per Chimene onde Rodrigo è posto in angustia. Vero è
ta); vero è parimente che Scudery e l’Accademia Francese la censurano per varii difetti non senza fondamento, anche per ade
a Francese la censurano per varii difetti non senza fondamento, anche per aderire al cardinal di Richelieu, che volle depri
nal di Richelieu, che volle deprimerla non avendo potuto farla passar per sua. Ma il Cid è uno de’ felici frutti del genio
affinare il gusto in Francia. Pietro Cornelio perseguitato e premiato per le critiche e per le largizioni, diede opera con
in Francia. Pietro Cornelio perseguitato e premiato per le critiche e per le largizioni, diede opera con ogni sforzo ad ele
Egli però attese a rendere più degne di compassione Sabina e Camilla, per la qual cosa, secondo il Conte di Calepio, i prim
o un sovrano e un benefattore contrappone la sola propria compiacenza per una donna. Nondimeno questo desiderato vero effet
martiri Cristiani sieno poco atte ad eccitar la tragica compassione, per essere la loro morte un vero trionfo che non lasc
e luogo a dolersi; pure il Poliuto pel carattere eroico del martire e per l’amore che egli ha per la sua sposa Paolina che
il Poliuto pel carattere eroico del martire e per l’amore che egli ha per la sua sposa Paolina che egli sacrifica ai doveri
o che si elevi alla grandezza ed al terror tragico si pel viluppo che per la qualità de’ caratteri di Prusia, di Arsinoe e
caddero nel rappresentarsi, nè i posteri ne ristabilirono il credito; per la qual cosa poco parmi conducente al vantaggio d
i ultimi suoi drammi; e pure i più deboli di questi potrebbero passar per eccellenti oggi che ci troviamo sì bisognosi ». I
prender cura de’ baleni che si accendono e de’ fulmini che strisciano per l’atmosfera. Ma perchè la gioventù non creda che
l carattere dell’amore, ha in essi dipinto il proprio, trasformandoli per lo più in avvocati, in sofisti, in declamatori, e
a sublimità che riscuote ammirazione; ma vi si accoppiano certi amori per lo più subalterni che riescono freddi e poco trag
onfa un amor tenero, semplice, vero, vivace, forse non sempre proprio per la grandezza del coturno perchè non sempre princi
a farle riuscire in Francia è nella corte di Luigi XIV che respirava per tutto amoreggiamenti anche nelle spedizioni milit
alità onde si distinguono i poeti grandi da’ volgaria. In quel secolo per la Francia fortunatissimo forse la poesia frances
rtunatissimo forse la poesia francese pervenne alla possibile venustà per le favole del Racine e pe’ componimenti del Boile
inate, meglio ordinate, e più perfette di quelle di Pietro Corneille, per avviso de’ più scorti critici, trionfano l’Ifigen
ritannico rappresentato nel 1670, in cui si eccita il tragico terrore per le crudeltà di un mostro di tirannia nascente in
evoli alla maestà; e la Fedra comparsa sulle scene nel 1677, la quale per tanti pregi contenderebbe a tutte il primato senz
utile innamoramento d’Ippolito ed Aricia. In fatti questa galanteria, per dirla alla francese, sconvenevole al carattere d’
poranei nè da’ posteri, benchè il dotto e giudizioso Le-Batteux quasi per gentilezza volle discolparne il Racine con dire c
oposito può dirsi da taluno) bandiremo l’amore dalle tragedie? Non so per quale gotica stranezza di gusto i Critici pedanti
ari di ogni altro contribuire ad eccitar la compassione ed il terrore per correggere e dilettare. E chi può dubitarne? Muov
per correggere e dilettare. E chi può dubitarne? Muovasi un Polifonte per ambizione all’esterminio di una famiglia legittim
sterminio di una famiglia legittimamente sovrana, o apporti un Paride per una cieca passione per un’ Elena le fiamme nella
ia legittimamente sovrana, o apporti un Paride per una cieca passione per un’ Elena le fiamme nella sua patria, un ingegno
ingegno grande saprà usar con arte di entrambe tali furiose passioni per destar le vere commozioni tragiche. Ma se quel Po
Eudossa , e la protesta che egli fa di aspirare al trono unicamente per la sorte che ha di farne parte alla sua bella . N
conte o colonnello francese innamorato. La Sofonisba del Mairet, anco per avviso di Saint-Evremont, ci nasconde affatto la
l di lui Alessandro che sembra uno degli eroi da romanzo. La Tebaide, per valermi delle parole di Pietro da Calepio, scopre
a dipintura fattane dagli antichi. Nel Mitridate la compassione è più per Monima che pel protagonista, il quale poco più de
riconciliabil nemico de’ Romani; e si vale di un’astuzia poco tragica per iscoprir gli affetti di Monima. Mai non si ripete
inconiche poco degne di Mel Melpomene. Così Racine, tuttochè mirabile per tanti pregi, non ci obbliga a fare una piena ecce
, diceva: «Noi abbiamo tragedie, la cui costituzione è sì comica, che per farne una vera commedia basterebbe cangiarne i no
, l’ira chiama; l’amicizia e la gloria arrossiscono. I segni si usano per le cose, come i troni, le corone, gli scettri, gl
gli allori, le catene. Non v’ha scena in cui non s’incontri tempesta per avversità, abisso per oppressione, fulmine per ca
. Non v’ha scena in cui non s’incontri tempesta per avversità, abisso per oppressione, fulmine per castigo, sacrificio per
on s’incontri tempesta per avversità, abisso per oppressione, fulmine per castigo, sacrificio per sofferenza ecc. Sono, è v
er avversità, abisso per oppressione, fulmine per castigo, sacrificio per sofferenza ecc. Sono, è vero, tali figure ammesse
olla mescolanza di altre formole poetiche non disdicevoli alla scena, per la qual cosa partoriscono rincrescimento. Simili
ran poeta le tracce degli antichi tragici che studiava e si proponeva per modelli e per censoria. Non è perciò meraviglia c
racce degli antichi tragici che studiava e si proponeva per modelli e per censoria. Non è perciò meraviglia che avesse port
componimenti saranno sempre le più preziose gemme del tragico teatro, per le quali Racine si acclamerà come principe de’ tr
alia è un testimonio irrefragabile dell’imbecillità del Racine; e ciò per quali ragioni? perchè vi si contano tredici inte
in Francia il suo seggio una specie di tragedia inferiore alla greca per energica semplicità, per naturalezza e per appara
una specie di tragedia inferiore alla greca per energica semplicità, per naturalezza e per apparato, ma certamente da essa
gedia inferiore alla greca per energica semplicità, per naturalezza e per apparato, ma certamente da essa diversa per diseg
licità, per naturalezza e per apparato, ma certamente da essa diversa per disegno e per ordigni, forse più nobile per li co
turalezza e per apparato, ma certamente da essa diversa per disegno e per ordigni, forse più nobile per li costumi, fondata
ertamente da essa diversa per disegno e per ordigni, forse più nobile per li costumi, fondata su di un principio novello. I
di un principio novello. I Greci che nella poesia ravvisarono l’amore per l’aspetto del piacer de’ sensi, non l’ammisero ne
ne fu il primo a introdurlo nella tragedia con decenza e delicatezza; per la qual cosa dee dirsi che da lui cominciasse la
il successo di questa Marianne, essendosi sostenuta a fronte del Cid per tante rappresentazioni con estremo piacer del pub
o che la vide senza stancarsene comparire in iscena di tempo in tempo per lo spazio di quasi cento anni, come osservò il si
de Don Pedro Calderòn da Don Joseph suo fratello, impresse in Madrid per Maria Quiñones nel medesimo anno 1636, non trovan
e con minore ingegno del fratello merita ancor la stima de’ nazionali per essere stato più di Pietro castigato nell’uso del
essere stato più di Pietro castigato nell’uso delle arguzie viziose, per la scelta degli argomenti, per la vasta letteratu
tigato nell’uso delle arguzie viziose, per la scelta degli argomenti, per la vasta letteratura ond’era ornato, e per la pur
la scelta degli argomenti, per la vasta letteratura ond’era ornato, e per la purezza con cui parlava la propria lingua. Sot
i Agrippa re di Alba, ovvero il Falso Tiberino rappresentata nel 1660 per due mesi continui e rimasta su quelle scene. Piac
nza nelle situazioni e ne’ consigli; Astrato re di Tiro rappresentata per tre mesi nel 1663, e rimasto al teatro malgrado d
a de’ caratteri, ed altri difetti di quelle favole che si ascoltarono per qualche anno e sparvero senza ritorno. Quinault n
’immaginazione. Faceva versi ben torniti, ma non mostrò di esser nato per la poesia tragica. Nelle sue tragedie, come osser
Evremont, si cerca sovente il dolore, e si trova solo certa tenerezza per lo più intempestiva che degenera in mollezza. Fu
enno la sola Atalia di Racine a tutto il teatro tragico francese. Non per tanto Achinoa moglie di Saulle colle sue figliuol
persone oziose, inutili a quelle azioni. Viene egli ripreso eziandio per aver nell’Assalonne alterata la storia sacra, fac
per aver nell’Assalonne alterata la storia sacra, facendolo penitente per renderlo atto a muovere la compassione. Ma si lod
principalmente un tuono continuato di fredda elegia e di galanteria, per cui spariscono i tratti importanti di libertà che
importanti di libertà che tutta ingombra l’anima di Solone. Le scene per lo più lunghe, oziose e quasi sempre fredde di qu
e e quasi sempre fredde di quattro donne che v’intervengono, spargano per tutto, e specialmente ne’ primi tre atti, un lang
altro male non avendo che un braccio ferito. Nell’atto V Licurgo esce per far sapere alle donne del dramma che il Senato è
l quale si mette a declamare lungamente con tutta l’inverisimiglianza per uno che stà spirando, e racconta verbosamente che
poco tragica intorno a i natali di Cleorante ad oggetto di valersene per impedire con autorità di padre che Pisistrato che
obbliga tratto tratto a discostarci da questo valoroso esgesuita che per tanti altri pregi merita la nostra stima. a. Rif
40 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 691
d Ernesto, artisti entrambi ; l’ una, ritiratasi dal teatro nel 1882, per le parti di prima attrice giovine e prima attrice
882, per le parti di prima attrice giovine e prima attrice ; l’ altro per quelle di generico e secondi caratteri ! I Coltel
va a Sua Eccellenza Don Pedro Rodriguez conte de Acevedo, Governatore per Sua Maestà Cattolica in Milano, una sua domanda p
vedo, Governatore per Sua Maestà Cattolica in Milano, una sua domanda per ottener la grazia di poter fare esercire un lotto
manda per ottener la grazia di poter fare esercire un lotto in Milano per mesi tre cominciando da Novembre fino alla fine d
ente non doveva passar le otto o diecimila lire : fu data concessione per ottomila lire. Riuscito il primo colpo, la Concev
o, la Concevoli tornò all’ assalto l’ anno dopo, chiedendo la licenza per la durata di 8 mesi, e per Cremona e Pavia, col v
assalto l’ anno dopo, chiedendo la licenza per la durata di 8 mesi, e per Cremona e Pavia, col valsente di tre mila scudi p
rata di 8 mesi, e per Cremona e Pavia, col valsente di tre mila scudi per ogni città. Non accordando le due città, contenta
rdando le due città, contentarsi degli otto mesi e de’ sei mila scudi per la città sola. Fu accordata la licenza per Cremon
mesi e de’ sei mila scudi per la città sola. Fu accordata la licenza per Cremona soltanto, colla durata di tre mesi e pel
a Florinda chiese e ottenne che le tre parpajole fosser ridotte a due per ciascun bollettino. » « Nel 1612 – dice ancora il
41 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « LETTERA DELL’AUTORE ALL’EDITOR VENETO » pp. 1-9
orrere alla riuscita della vostra intrapresa. Le storie ragionate che per mano della filosofia si conducono per le varie sp
apresa. Le storie ragionate che per mano della filosofia si conducono per le varie specie poetiche e singolarmente teatrali
er le varie specie poetiche e singolarmente teatrali, non son dettate per appagar soltanto una sterile curiosità: ma racchi
bellezze vanno alla giornata moltiplicandosi, fa uopo tratto tratto ( per fortificar co’ veri principj dell’arte e col gust
i grandi del secolo cadente, di se stessi pieni così che ne riboccano per ogni verso, questa, com’ essi dicono, trita mater
fregiarsi dell’augusto alloro de’ principi della letteratura, i quali per altro ripetendo per lo più sino all’ultima noja i
to alloro de’ principi della letteratura, i quali per altro ripetendo per lo più sino all’ultima noja i più divulgati ranci
el sublime seggio ove siede fastoso qualche grecista ardito, il quale per cianciar su di alcun marmo spezzato e supplirlo a
a, e come pigmei in somma, la cui pelle distesa a forza di puro vento per via di replicati argomenti si gonfia e gli fa per
forza di puro vento per via di replicati argomenti si gonfia e gli fa per qualche istante parer gigantoni. Io però non chiu
aliti che sfumano da simili fungose escrescenze della letteratura. Nè per cicalar che facciansi quelle imbellettate invide
za e l’utilità di un genere di poesia, da cui, se v’ha mezzo efficace per diffondere nel popolo una vantaggiosa pubblica ed
ice passatempo, ma come industre espediente suggerito dalla filosofia per seminar nelle società dilettando, la coltura, la
seminar nelle società dilettando, la coltura, la virtù, la morale, e per secondar le provvide vedute de’ legislatori. Sann
si compongano a certa esteriore pulitezza che i solitarj non mai son per acquistare. Sanno in oltre che la poesia rapprese
lla teatral poesia, la coltivarono gli uomini più gravi e decorati. E per mentovarne alcuni pochi, nelle Spagne vi si dedic
roug, il capitano Stèele: nella Francia Margherita di Navarra compose per la scena; Francesco I cercò d’inspirarne a’ suoi
ulle tracce dell’Italia; il cardinal Richelieu avrebbe voluto passare per potea teatrale, e ne promosse la coltura, onde ge
lla natura matrigna la comprensione di un vero Tinitiva dell’Orenoco, per non ravvisare l’istruzione, i politici vantaggi e
vantaggi e l’innocente piacere che ci appresta la poesia teatrale, e per tenere in conto di studio triviale quello che spe
o dagl’impostori letterarj, politici e morali, quanto un buon teatro; per la qual cosa essi adopreranno sempre gli ultimi l
atro; per la qual cosa essi adopreranno sempre gli ultimi loro sforzi per avvilirne l’occupazione, temendo di esser su di e
e, e nulla temete, perchè ad un bisogno non mancherà chi levi la mano per istrappar dal viso degl’impostori le speciose lar
42 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo decimoterzo »
al grado di perfezione ond’era capace. Se l’odierna musica non ha più per iscopo quel fine morale cui la conducevano i Grec
, la quale se non appaga del tutto la severa ragione, basta nullameno per sedurre l’immaginazione con una illusione aggrade
etastasio. [3] Ad altre cagioni oltre le accennate fa di mestieri non per tanto appigliarsi volendo esporre i motivi della
o di essere troppo raffinata e poco filosofica proponendosi solamente per fine di grattar l’orecchio e non di muovere il cu
’imitazione della natura il vero, il grande, il patetico, il semplice per correr dietro alle bambocciate, alle caricature e
ad un filosofo, il quale non iscrive mosso dall’odio o da connivenza per chicchesia, ma per solo amore del vero. E guardia
quale non iscrive mosso dall’odio o da connivenza per chicchesia, ma per solo amore del vero. E guardiamoci bene di non av
, e l’orchestra non faceva che accompagnarle sobriamente e sotto voce per il comune. Siffatta semplicità non piacque lungo
a dar negli eccessi, stimando che la musica strumentale esser dovesse per la poesia‌ 131 ciò che per un disegno ben ideato
do che la musica strumentale esser dovesse per la poesia‌ 131 ciò che per un disegno ben ideato la vivacità del colorito o
la vivacità del colorito o il contrasto animato de lumi e delle ombre per le figure. L’uso ne fu portato più avanti dal Lam
a natura nelle tempeste, o negli sconvolgimenti dell’oceano, facciano per comparazione comprendere il morale scompiglio, in
tà alla eloquenza di Virgilio, come sarebbe a dire, le strane vicende per le quali è pervenuto quel ferro da i campi di Tro
acca agli oggetti imitati; tutto ciò, io dico, è intieramente perduto per gli strumenti. E questa è la cagione altresì per
intieramente perduto per gli strumenti. E questa è la cagione altresì per cui le suonate, le sinfonie, i concerti e gli alt
leggiadre pitture contengono degli oggetti fisici della natura, hanno per necessità dovuto aprire un vastissimo campo all’u
umenti. Il suo spirito dotato, a così dire, di un tatto squisitissimo per presentire i diversi effetti della musica, ha sap
agiscono sopra di noi in mille maniere che la melodia vocale non può, per quanto si faccia, perfettamente imitare. E il mov
rappresentare i mugiti d’un mare agitato, gli urli dei mostri vaganti per le foreste, il romore del tuono, il cupo chiarore
e umana nella espressione degli affetti. Il canto non basta più volte per far capire agli uditori tutta l’agitazione onde v
dir troppo, delle circostanze dove si bramerebbe d’avere cento lingue per palesare con esse la folla e il tumulto delle sen
e in cent’altre occasioni la musica strumentale si rende necessaria o per aumentar l’espressione, o per maggiormente svilup
usica strumentale si rende necessaria o per aumentar l’espressione, o per maggiormente sviluppare la sensibilità, o per sup
mentar l’espressione, o per maggiormente sviluppare la sensibilità, o per supplire alla scarsezza della vocale o per imitar
iluppare la sensibilità, o per supplire alla scarsezza della vocale o per imitar molte cose che cadono direttamente o in di
ne della espressione, e cavare da esso solo l’utilità che si potrebbe per rimettere, eccitare, trasfondere e variar le pass
effetto indi prodotto sarà più confaccente alle leggi dell’armonia, e per conseguenza più musicale. [14] La seconda è quell
ltrimenti crederebbonsi banditi dal consorzio degli uomini, e scaduti per sempre dalla protezione del nume, che presiede ai
della passione, che sospende e tronca il pendio naturale del periodo per dar luogo agli strumenti; dovechè il sano giudizi
e della natura. Che si direbbe d’un cotale che, camminando lentamente per via, si mettesse ad un tratto a spiccar salti e c
vengono doppo, non dovrebbe premettersi fuorché nel caso che l’aria o per esser lirica, o per non trovarsi intimamente inne
ovrebbe premettersi fuorché nel caso che l’aria o per esser lirica, o per non trovarsi intimamente innestata col senso del
o per non trovarsi intimamente innestata col senso del recitativo, o per comprendere un movimento inaspettato, o perché es
a sinfonia preliminare, oltre l’eccitar la curiosità dell’udienza, ha per iscopo eziandio l’esporre come in breve argomento
dramma. Bisogna aver filosofato assai poco sulla natura della musica per non avvedersene che cotal sinopsi od epitome musi
he l’uditore dopo aver sentita la sinfonia aspetti pur anco le parole per sapere che quella che giace colà svenuta sul sass
radevole monotonia, poiché, avendosi a rendere la passione che domina per tutto il dramma, l’uditore sarebbe costretto a se
, che gli toccherà poi in sorte d’ascoltare sì lungo tempo, e che dee per conseguenza essere dal compositore sobriamente di
le amorose smanie d’Issipile, quello che mi dee strappare le lagrime per l’abbandono di Costanza nell’isola disabitata da
degli strumenti, l’azione dei quali si distrugge a vicenda. I flauti, per esempio, il cui suono dolce e grazioso non dovreb
torno di Ezio fra gli applausi e l’allegrezza d’un popolo che si vede per mezzo di lui liberato dal timore di Attila. Tale
sinfonia militare che precede la venuta d’Alessandro non men superbo per la conquista dell’India che pel supposto amore di
e a tempo e luogo adoperati farebbero un grandissimo effetto. Perché, per esempio, non ammettere un organo nella orchestra,
quale rientrata troppo immaturamente ne’ regni della morte mi lasciò per ogni retaggio il dolore d’averla conosciuta così
quest’opera, e dovendosi parlare in altri capitoli, non mi tratterrò per ora se non quanto basta per far vedere la poca cu
rlare in altri capitoli, non mi tratterrò per ora se non quanto basta per far vedere la poca cura che hanno i maestri di se
are i maestri al necessarissimo studio della declamazion teatrale, o, per dir meglio, nasce dal mancare in Italia quest’art
’imitazione, come lo è ancora l’esempio dei prelodato Gluck, il quale per ovviare agl’inconvenienti testé accennati del rec
in opera, così vuolsi rendere la dovuta giustizia a quel gran maestro per aver saputo guidare con un tal mezzo la voce del
difetti si trovano nelle composizioni dei moderni maestri, ma basterà per confermazione del mio assunto rilevare alcuni tra
uenza “Mora dunque”? Il giuoco degli strumenti prima del “mora” è non per tanto un contrasenso dell’armonia, per ischivarne
rumenti prima del “mora” è non per tanto un contrasenso dell’armonia, per ischivarne il quale bisognerebbe posporre le note
tore frammette tra il “fulmine” e il “risolve” un silenzio nella voce per sedici semicrome, che non viene indicato in alcun
o come le idee semplici scomposte prima e divise si riuniscono poscia per formar una idea complessa; debbonsi in tal guisa
anzi maggiormente rilevi l’effetto dell’altro, cercando di combinare per quanto sia possibile l’unità, che convince ed app
e lo distingua da ogni altro del medesimo genere; che le modulazioni, per esempio, ch’entrano nella composizione d’un sogge
di musicali raccozzati insieme senza disegno a formar un soggetto che per lo più è in contraddizione con se medesimo e col
obile tristezza d’Ezio o d’Achille col tuono proprio delle canzonette per ballo; i vezzi e le frascherie sostituite all’ant
i capricciosi, con arpeggi fuori di luogo, e con ambiziosi ornamenti; per dir tutto in poche parole il secolo del Marini e
ietro a quello dell’Ariosto e del Bembo, ecco il vero, il genuino, il per niun verso alterato quadro della presente musica
aggior parte di quelle che si cantano in oggi sui teatri. [28] Aprasi per un poco una carta o spartito musicale, e vi s’oss
solo, e senza l’accompagnamento la prima parte dell’aria. Sia l’aria, per esempio, questa: «Nel lasciarti, o Prence ingra
uto in gorgheggiar su quel povero core. Crederemo che sia finita? Non per certo. Fa pausa il cantore, e gli stromenti riemp
ipigliando coll’ordin medesimo le parole. Però si tornano a replicare per molte volte quel “cor”, quel “seno”, e quel “lato
e volte quel “cor”, quel “seno”, e quel “lato” scorrendo or sù or giù per le note con gorgheggi velocissimi, e con mille se
con gorgheggi velocissimi, e con mille semicrome. Cessa il canto, ma per questo siamo fuori d’impaccio? Oibò. La musica st
anno. Questo non è che il primo ostello dove si rinfrancano i cavalli per ripigliare valorosamente la corsa. Il ritornello,
sufficiente il senso delle parole? Si fa, diranno i maestri imperiti, per dar luogo all’armonia. Diasi pure. Ma hassi a dar
, il quale sovente non finisce fuorché nella seconda parte dell’aria, per ripeter la prima fino alla noia? Hassi a ritardar
i a ritardare l’impeto dell’affetto ch’esigerebbe un isfogo ulteriore per fermarsi a bell’agio su un “a”, su un “i” o su un
su un “o”? Hassi a star gorgheggiando un quarto d’ora su una cadenza per far capire all’udienza che lo smascolinato Arione
i dieci? Ciò è a un dipresso lo stesso che dire che la natura è fatta per ubbidire alla musica, non la musica per imitar la
he dire che la natura è fatta per ubbidire alla musica, non la musica per imitar la natura. [30] Io son ben lontano dal vol
, voglio anzi ch’ei raggiri il suo pensiero, e a così dir, l’analizzi per entro alle differenti modulazioni che le somminis
e distinte e durevoli della sua possanza, ha bisogno d’esser condotta per più modulazioni differenti. né m’è ignoto altresì
o de’ suoi trasporti o de’ suoi tormenti. La quale proprietà, volendo per poco inoltrarsi nell’abisso della sensibilità uma
ebbe di mestieri il nostro cordoglio. Così una tenera madre disperata per la morte del figliuolo, ch’era l’unico oggetto de
ascosto avea egli i suoi preziosi danari, s’ode gridare da forsennato per la scena: «Helas! Mon pauvre argent, mon pauvre a
farò senza Euridice?» dell’Orfeo, dove il protagonista, essendo stato per un improvviso e crudele accidente privato della c
medesima metodicamente, né d’interrompere la sua impetuosità naturale per fermarsi a ripigliar con ordine la stessa serie d
vimenti; che il distaccare dal tutto insieme d’un’azione uno squarcio per recitarlo di nuovo è dissonanza non minore di que
n una commedia di carattere, o in una tragedia la replica d’una scena per quanto sia ella sublime, forte, o patetica, e per
replica d’una scena per quanto sia ella sublime, forte, o patetica, e per quanto venga dagli attori maestrevolmente rappres
monia vostra dolcissima.» [33] Bisognerebbe render grazie al Piccini per essere stato (a quello che sento da alcuni) il pr
da capo sostituendovi le arie lavorate a rondò, del che ne diede egli per la prima volta un plausibile esempio nel «Dov’è?
egli per la prima volta un plausibile esempio nel «Dov’è? s’affretti per me la morte», se da cotai usanza non fossero venu
ello altresì di ridurre la musica ad una sgradevole uniformità, altro per lo più non sentendosi in oggi che arie intrecciat
quista di mano in mano la musica, consiste nel distruggere un difetto per impiantarvi un maggiore. Il peggio si è che un ta
lle parole, ma nella smania che ha il cantore di condurre la sua voce per tutti i tuoni possibili, mi sembra che si cadereb
nza. [35] Che diremo del poco riguardo che si ha da maestri dozzinali per le convenienze della poesia? Alle volte la scena
la scena costerà di venticinque versi perché altrettanti vi vogliono per bene esprimere il sentimento, e di questi ventici
to da ballo! Altro non gli restava che riserbar il tuono del Miserere per una contradanza. [36] Alle volte si scontrerà il
appellativi in avverbi, o in parole che non hanno espression musicale per se medesime, come sono per esempio “arena”, “regn
n parole che non hanno espression musicale per se medesime, come sono per esempio “arena”, “regno”, “padre”, “senza”, “fron
pressione fermandosi soltanto nelle parole individuali che si trovano per accidente nella composizione, e tralasciando, anz
con questo mezzo il sentimento generale dell’aria? Esprimerà questa, per esempio, un affetto concitato e veemente, ma scon
nno quindici o venti slanci di voce qualora il leone che errando vada per la natia contrada, o l’orsa nel sen piagata, o la
ebbe che si scorresse di lungo sui movimenti particolari e subalterni per meglio esprimere la passion dominante, se quei ri
iante con siffatte anticaglie, che sono (quasi direi) venute a nausea per la loro frequenza. Anfossi, che pur non è fra cot
o difficoltà d’impiegare nove battute e mezza (le quali a sedici note per battuta rendono il numero di cento cinquantadue n
a “amato” nell’aria “Contro il destin che freme” dell’Antigono. E ciò per due volte consecutive. Gran Dio! Cento e cinquant
. Gran Dio! Cento e cinquantadue, anzi trecento e quattro inflessioni per una sola vocale! E questa si chiama musica dramma
d’inflessioni e d’accenti diversi da quello d’ogni altra. Si tratta, per esempio, d’una disgrazia accaduta all’improvviso
una persona amabile, come sarebbe a dire di consolare un tenero padre per la morte del suo unico figliuolo? Molti ne avrann
una lagrima fuggitiva le lagrime dello sventurato amico. L’amore… ah! per l’amore non v’ha che il velo di Timante, o l’impi
ista l’espressione poetica? Basta gettar uno sguardo sulle carte loro per chiarirsene ad evidenza di tutto il contrario. Ta
vo che serve di fondamento ad un’aria d’amore viene da loro impiegato per significare la benivolenza, la divozione, la piet
cavino le parole dallo spartito, la composizione da sé sola non offre per lo più veruna rassomiglianza, verun linguaggio in
ffre per lo più veruna rassomiglianza, verun linguaggio intelligibile per chi che sia. E quindi viene altresì la facilità c
e applicarsi giammai fuorché all’espressione dell’allegrezza. Piacemi per ora di fare una supposizione contraria e di figur
fosse pur costretto a distaccarsi improvisamente dal fianco d’Emirena per abbandonarsi alla incertezza del proprio destino,
arole con cui Farnaspe esporrebbe la crucciosa sua situazione fossero per esempio le seguenti: «Vicina al termine         
uelle pitture cinesi prive d’imitazioni e di disegno e stimabili solo per la vivacità del colorito, e che dimenticandosi af
col tutto. E questo perché? Per mancanza di studio e di riflessione, per mantenere i pregiudizi che hanno ormai acquistato
Taltoc, idolo ridicolo degli antichi Messicani, tutta l’applicazione per la predica dei Corpus Domini, pe’ i suoi parenti
ione per la predica dei Corpus Domini, pe’ i suoi parenti ed amici, e per la processione de’ flagellanti che si faceva in C
ccia tutto l’argomento d’un’azion musicale, dando le regole opportune per lavorare l’apertura, dirigendo la fantasia nella
dee corrispondere al tuono che domina nella poesia, additando i mezzi per ben disporne i motivi subalterni che si scelgono
istillano loro i principi di quella erudizione che tanto è necessaria per chi s’accinge a comporre, come sarebbe a dire int
la musica, non trovarsi digiuno nella storia e nei costumi de’ popoli per non dare all’asiatico Enea la stessa melodia che
cui vive la maggior parte di essi di quei principi dell’arte propria, per comprenderne i quali basta una mente avvezza a ra
si nelle scienze e nelle arti senza la speditezza dei metodi, i quali per la maggior parte degli uomini sono ciò ch’è la bu
i, i quali per la maggior parte degli uomini sono ciò ch’è la bussola per le caravane che traversano i deserti immensi di S
ero cielo, non ponno fiorire colà dove i coltivatori loro le prendono per un mestiero che debbe unicamente servire di strom
bliche, ma è fuor di dubbio che non mancherà la sua spezie di Coliseo per gli scioperati. La dimanda che oggidì fa il popol
Ottavia e delle attrattive di Popea giunse fino a mutilar un garzone per isposarlo, e concepì la strana fantasia di vestir
e concepì la strana fantasia di vestirsi delle spoglie di un vitello per intraprender ciò che non oserei raccontare senz’a
re, la sua infastidita sensibilità. Ma cotai tuoni divenuti anch’essi per la stessa cagione insipidi e freddi dopo qualche
tempo, necessario è che cadano nella stessa dimenticanza che i primi per dar luogo ad altre modulazioni più vive, l’effett
[50] La vanità, di cui è proprio il rinunziar ad una folla di piaceri per meglio assaporare il maggiore di tutti ch’è quell
h’è quello di farci credere superiori agli altri, è il motivo altresì per cui molti si compiacciono d’uno stile ricercato e
quale disposizione che sebbene dal cielo sia stata data a pochissimi, per tutto il mondo crede di possederla. L’ambizione p
ata a pochissimi, per tutto il mondo crede di possederla. L’ambizione per tanto non trova i suoi conti in codeste bellezze
raordinario e il bizzarro, ciò che suppone un qualche sforzo di mente per ben comprendersi, perché ciò fa onore alla penetr
o un’altro inconveniente. Quanto maggiore è il trasporto di un popolo per gli spettacoli tanto più grande è la libertà che
cremento, di spiar tutte le uscite e veicoli che guidano al bello non per anco ben conosciuto, e di rintracciar nel vasto c
le fisonomie formate troppo presto nei fanciulli, le quali annunziano per lo più la debolezza dell’individuo e la scarsezza
la lode propria che coll’altrui, cerca d’avanzarsi nella sua carriera per sentieri non battuti dai concorrenti. Quindi l’am
ttuti dai concorrenti. Quindi l’amore della singolarità, il disprezzo per gli antichi metodi, il discostarsi dai maestri e
or ora da qualche isola boreale scoperta dal celebre viaggiatore Cook per ignorar i talenti e la scienza del sempre bello e
e e d’una maravigliosa ricchezza nelle idee musicali, e che risplende per ornatissimo stile e per nuovo genere di vaghezza;
icchezza nelle idee musicali, e che risplende per ornatissimo stile e per nuovo genere di vaghezza; d’un Piccini maestoso i
di vivo ingegno, di stile brillante e florido; d’un Sacchini celebre per la sua maniera di scrivere dolce, affettuosa, e s
ra i più gran compositori del suo tempo pel colorito forte e robusto, per la ragione che spicca nelle sue composizioni, e p
forte e robusto, per la ragione che spicca nelle sue composizioni, e per la verità della espressione; d’un Bertoni scritto
di scelta felice negli accompagnamenti; d’un Caffaro, d’un Millico, e per tacere molti altri, d’un Cristoforo Gluck, il qua
e, o morti da poco tempo o viventi ancora, l’Europa tutta si riunisce per rendere la dovuta giustizia ai due famosi eredi d
Nardini, il primo dei quali si creò un suo particolare stile mirabile per la bella e forte cavata dello stromento, mentre i
non meno che nella patetica e dolce gravità de’ suoi adagi. Singolare per la forza, vigore, e chiarezza del suono, per l’op
e’ suoi adagi. Singolare per la forza, vigore, e chiarezza del suono, per l’opportuna scelta degli ornamenti, per la nobilt
igore, e chiarezza del suono, per l’opportuna scelta degli ornamenti, per la nobiltà del suo stile e per diversi altri preg
er l’opportuna scelta degli ornamenti, per la nobiltà del suo stile e per diversi altri pregi è l’egregio Pugnani, direttor
matori della scienza armonica divenuti il Ferrari suonatore originale per lo suo stile ameno, vago e grazioso, il Buccarini
una bellissima cavata di suono limpido, netto e preciso. E chi non sa per quanta fama vadano chiari i nomi del Brioschi, de
to in tutte le sue parti, ed alcuni antichi pregiudizi tolti di mezzo per sostituirvi degli altri bastano a caratterizzar i
trice, la nostra età dovrebbe a ragione chiamarsi il secolo d’Augusto per la facoltà musicale. Ma se, come abbiamo provato
ole della imitazione, se questo fine non s’ottien nella musica se non per mezzo della semplicità, della verità e della natu
ente non fosse di lui, io sono pronto a disdirmi. Ciò però non deroga per niente al mio assunto, giacché di gran parte dell
rreggere gli enormi abusi introdotti nella eloquenza sacra, e celebre per la purgatezza dello stile, per la pittura dei car
dotti nella eloquenza sacra, e celebre per la purgatezza dello stile, per la pittura dei caratteri nazionali e per critica
r la purgatezza dello stile, per la pittura dei caratteri nazionali e per critica lepidissima. Avrebbe ottenuta una lode se
43 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 149-268
Tespiana, appartata dalla tragedia come scoria di niun pregio errava per li villaggi sotto nome di commedia preso dal voca
olo, mosse alcuni comici industriosi a migliorarne la forma togliendo per esemplare la tragedia. Ed osservando poi che ques
liaste d’Aristofane i villani oppressi da i ricchi andavano spargendo per gli villaggi indi per la città, trovarono ne’ poe
villani oppressi da i ricchi andavano spargendo per gli villaggi indi per la città, trovarono ne’ poeti comici tanti zelant
saremmo forse meno di quel che siamo incerti in molte cose necessarie per illustrarla. Questi libri ci avrebbero somministr
Alceo comico figlio di Micco era di Mitilene, e rinunziò alla patria per dirsi Ateniese. Lasciò questi dieci favole, una d
de’ cori. Impazienti poi dell’ uguaglianza ambirono di sovrastare, e per iscemare l’ammirazione che sino a quel punto avea
are il merito de’ passi migliori delle tragedie col renderli ridicoli per mezzo di alcuni leggieri maliziosi cangiamenti. I
parodia che fu l’anima della commedia antica. La vittoria si dichiarò per gli comici, se ad altro non si miri che al pregio
i comici soccorsi soltanto dalla propria immaginazione gli traevano, per così dire, dal nulla, e presentavano uno spettaco
nel quale i comici e gli spettatori erano membri della sovranità. Osò per questo un poema così straordinario internarsi imp
ro costumi, ma col nominarli e copiarli al naturale colle maschere. E per ultimo riuscì tal commedia fuor di misura sfaccia
ioni eccessive. Atene che trovavasi in sì alto punto di prosperità, e per conseguenza di moral corruzione, mirò senza orror
n rassomiglia punto alla Greca Antica, Allegorica, Satirica, la quale per invenzione, per novità, per grandezza di disegno,
nto alla Greca Antica, Allegorica, Satirica, la quale per invenzione, per novità, per grandezza di disegno, per sale e per
ca Antica, Allegorica, Satirica, la quale per invenzione, per novità, per grandezza di disegno, per sale e per baldanza si
irica, la quale per invenzione, per novità, per grandezza di disegno, per sale e per baldanza si allontana da ogni favola c
uale per invenzione, per novità, per grandezza di disegno, per sale e per baldanza si allontana da ogni favola comica moder
descritta da Tucidide. Non sarà forse senza profitto della gioventù, per ben conoscere il teatro Greco e l’arte usata da q
i con caratteri indelebili. Ma la commedia principalmente che dipinge per gli spettatori presenti e non per gli futuri, è s
commedia principalmente che dipinge per gli spettatori presenti e non per gli futuri, è sopra ogni altra esposta all’abband
dasi a leggere senza gli accennati requisiti? Questo basti ai giovani per non lasciarsi spaventare dalle critiche pedantesc
i giovani per non lasciarsi spaventare dalle critiche pedantesche del per altro dotto Nisieli contro Aristofane o dagli olt
siderato è quello della fatuità, e che debbono apprendere e ritenere, per sovvenirsene nelle loro decisioni, che questo Ari
a Cristiana. Cinquanta e più commedie compose Aristofane, delle quali per la maggior parte è perita ancora la memoria. Di a
pace. Ma parendogli di non esserne inteso risolve di volare in cielo per lamentarsi con lui più da vicino. I servi e le fi
Giove, è venuto a mal tempo, essendo fuori di casa con gli altri dei, per cedere alla Guerra la propria abitazione, e lasci
. Dove sono essi andati? dice Trigeo. Più in alto (risponde Mercurio) per non veder combattere i Greci, nè ascoltar quelli
e i Greci, nè ascoltar quelli che gli porgono suppliche. Aggiugne che per la loro ostinazione essi non vedranno più la Pace
lice. Io vò mettervi ancor dentro un poco di mele Attico. Trig. No, per dio, non fare; mettivi qualche altro mele, e risp
a favola consiste nel Coro che fa sforzi grandi, tirando alcune corde per ismuovere le gran pietre che chiudono la bocca de
itarda l’esecuzione; il che allude alle discordie delle città Greche, per le quali sussiste la guerra. I soli agricoltori t
a, e in questa guisa destò un incendio così grande, che tutti i Greci per lo fummo ne lagrimavano, tutte le vigne ardendo s
acchetare gli uomini che contendevano, si calunniavano e combattevano per frascherie. Egli ha bandito (soggiugne) dal teatr
Questo sacro impostore accumula sentenze e parole vuote di sostanza, per mostrarsi uomo grave, inspirato, interprete della
e’ gravi e ne’ lepidi drammi. Altra gente arriva in mezzo al tripudio per far vedere le felici conseguenze della pace. Un a
rimi magistrati si fa capo delle donne Greche, e ordisce una congiura per ridurre gli Ateniesi a pacificarsi cogli Spartani
colore che mi abbia, mi raffazzonerò, mi farò trovare gaja ed ornata per destar le fiamme del consorte, ma insensibile a’
e del consorte, ma insensibile a’ suoi ardori, tutto metterò in opera per non condiscendere. Veramente essa abbonda di pitt
ondiscendere. Veramente essa abbonda di pitture oscene, abominevoli e per niun modo confacenti per portare il nome di catec
ssa abbonda di pitture oscene, abominevoli e per niun modo confacenti per portare il nome di catechismo, come può dedursi d
za scena di Mirrina con Cinesia suo marito nell’atto quarto? Le donne per mezzo di quel ritrovato la vincono, e costringono
Di passaggio in questa commedia è motteggiato Pisandro (Nota XX) che per avere occasione di rubare il pubblico danajo, con
Mostra in prima il poeta la loro scempiaggine nel modo da esse eletto per ottenerlo. Si mascherano con abiti virili, lascia
cere la loro lanugine, e si appiccano al mento delle barbe posticcie, per andare al Consiglio. Espone poscia la loro imperi
a stranamente valendosi de’ più ridicoli argomenti nel dimostrare che per migliorar la città debba concedersene alle donne
ia la propria. Egli è costretto a venir fuori da un bisogno naturale, per fare in piazza ciò che la decenza prescrive di fa
olana libertà e schifezza di que’ popoli. Blepiro in vero si discolpa per esser di notte: ma eravi in Atene tal costume di
tte: ma eravi in Atene tal costume di venire espressamente in istrada per siffatte cose? Di più se è di notte, sì che non p
intendiamo di cogliere dagli scrittori di ogni tempo il più bel fiore per ispirare il buon gusto, e di osservarne anche i d
nque con naturale ma schifosa dipintura, e quel che è peggio, inutile per l’azione, si dispera per non potersi alleggerire
fosa dipintura, e quel che è peggio, inutile per l’azione, si dispera per non potersi alleggerire del peso del ventre. Crem
rsi dar loro il governo della città. Vengono indi le donne frettolose per metter giù i pallii, i bastoni e le scarpe de’ lo
a moltissima terra, intanto che un altro non ne abbia pure una spanna per esservi sepolto: che uno sia circondato da una fo
vi sepolto: che uno sia circondato da una folla di schiavi e un altro per bisogno sia costretto a servire. Vita comune, ugu
uno. Ma qual pro da questo? dice Prassagora. Così i vecchi passeranno per padri di tutta la gioventù. E chi lavorerà la ter
ole in ogni paese trovarsi nella bocca de’ poveri che non posseggono, per invidia de’ ricchi e per rincrescimento della fat
i nella bocca de’ poveri che non posseggono, per invidia de’ ricchi e per rincrescimento della fatica. Ora il poeta sagace,
ia de’ ricchi e per rincrescimento della fatica. Ora il poeta sagace, per mostrarne l’insussistenza, lo fa uscire da teste
espone comicamente gli assurdi. Quanto gusto e dottrina non ci vuole per discutere sulla scena col riso nella bocca le qui
discutere sulla scena col riso nella bocca le quistioni politiche, e per distruggere i pregiudizj sì che i volgari vi si a
giudicarlo. Ambedue picchiano alla porta del giovane tragico Agatone per supplicarlo di prendere fralle donne la difesa di
ll’aver negato l’esistenza degli dei, ella che vender solea ghirlande per gli sacrifizj, dopo le di lui tragedie, non vende
oratrice che vien minacciata di esser pelata col fuoco. Continua non per tanto Mnesiloco a riferire gl’ inganni femminili,
lle ruffiane nelle feste Apaturie, e i beveraggi apprestati ai mariti per farli impazzire ed altro. Il romore che eccita qu
è costei? e quell’ altra? Cade infine il sospetto sulla finta donna, per non essere essa da veruno di loro conosciuta. Fan
o di loro conosciuta. Fanno sopra di lui tutte le necessarie ricerche per assicurarsi del sesso, e toccando la verità lo pr
ricerche per assicurarsi del sesso, e toccando la verità lo prendono per consegnarlo al magistrato. Un giuoco di teatro be
l movimento di tutta l’adunanza, e dalle diligenze che faceva il coro per accertarsi, se altri vi fusse ancora così mascher
ino, ed ha le scarpe alla Persiana! Di quì Mnesiloco prende argomento per inveire contro l’ebrezza e intemperanza donnesca.
servano all’ apparenza le pratiche della religione. Adunque Mnesiloco per vendetta vuol forare la pelle dell’otre; ma Mica
la fuga, fingendosi Elena moglie di Menelao. Una donna lo rimprovera per questa nuova follìa; ma egli senza darle retta pr
e vien detto sepolcro, la donna ch’è presente detta Critilla, è presa per Teonoe figlia di Proteo. Dopo ciò il finto Menela
Si avvede poi che di lontano gli fa qualche cenno, dal quale intende ( per altro con poca verisimilitudine) che vuole che si
a temono che il custode abbia ad opporsi; al che Euripide si traveste per l’ultima volta da una vecchia accompagnata da una
ste per l’ultima volta da una vecchia accompagnata da una giovanetta, per mezzo di cui adesca il custode, lo disvia, sciogl
e Bacco vestito ridicolosamente da Ercole, e si finge molto poltrone, per deridere probabilmente qualche poeta che era mal
Abbasso. Bac. Tu vuoi che ti rompa la testa. Io non vò miga andar per siffatte vie. Erc. E perchè? Bac. Perchè vò g
ò miga andar per siffatte vie. Erc. E perchè? Bac. Perchè vò gire per quella che tu facesti. Erc. Oh! per quella avra
E perchè? Bac. Perchè vò gire per quella che tu facesti. Erc. Oh! per quella avrai molto travaglio. Bisognerà calare in
o nel proposito di andarvi, ma Santia vorrebbe almeno ajuto da alcuno per portar la carica. Veggono un morto condotto a sep
domandano, se voglia portar que’ vasi; il morto dice che gli porterà per due dramme. Due dramme a Bacco sembrano troppe; n
ccennate da Ercole. Santia risponde di no, e stima che le abbia dette per ispaventarlo; ma egli è bravo, non conosce timore
n questo luogo la descrizione dell’Empusa, o sia della Fantasima, che per ventura possiamo far conoscere colla versione del
ordacità del comico. Bacco batte alla porta di Plutone, e si annunzia per Ercole. Ercole? (risponde Eaco furibondo), colui
à, e pensa di presentargli un buon pranzo; la qual cosa udendo Bacco, per goderne, riprende la clava e la pelle di leone. V
a clava e la pelle di leone. Vengono però altri servi che lo prendono per un rubatore, ed egli dice a Santia che torni ad e
atore, ed egli dice a Santia che torni ad esser Ercole. Torna Eaco, e per sapere quale di essi due è il ladro e quale Ercol
o Eaco parlando con Santia accenna la contesa di Eschilo ed Euripide, per la quale havvi tra’ morti un gran contrasto. E’ u
cosa Bacco aggiugne che in fatti egli avea un’ intera notte vegliato, per sapere che mai fosse un Equigallo. Ma a ciò Eschi
mi tu, perchè si loda e si ammira un poeta? Eur. Per la destrezza e per l’ammonizione, sendo nostro dovere il render gli
o declami colla cantilena da Eschilo usata, esprimendola col ripetere per modo d’intercalare Flatto tratto flatto trat, com
uli a un nuovo cimento, volendo che profferiscano a vicenda un verso, per esaminare qual sia di maggior peso; ma vi buffone
e pagàto da maligni sacerdoti professori di eloquenza Anito e Melito per comporre questa commedia col fine di procurar per
enza Anito e Melito per comporre questa commedia col fine di procurar per tal mezzo la condanna del buon filosofo. Di ciò n
fu sentenziato ventidue anni dopo, ed il suo credito non iscemò punto per la rappresentazione delle Nuvole. Può ben dirsi p
cità e l’indecenza della commedia antica. Ora non bastavano tali cose per accendere nell’animo di Aristofane un desiderio d
giugne della subornazione, non ha fondamento istorico, e lo asserisce per congetture ch’egli stesso distrugge col soggiugne
queste cose non possono sapersi se non dal solo Aristofane. Basti ciò per l’origine di tal commedia bella insieme e sceller
Strepsiade padre di Fidippide si vede oppresso da i debiti contratti per compiacere al figliuolo. Mentre tutti dormono, e
trepsiade va rivangando nella prima scena. Il primo contrasto avvenne per lo nome che portar dovea il figliuolo. Io voleva
tumi, mettere da banda la cavalleria, e diventar discepolo di Socrate per imparare a rispondere a’ creditori. Non vi si acc
i quest’altra? . . . . . Domandato da Cherefonte, se la zanzara canti per la bocca o per lo foro posteriore, Socrate dopo l
. . . . . Domandato da Cherefonte, se la zanzara canti per la bocca o per lo foro posteriore, Socrate dopo lunghe e seriose
nto a sciorre sì gran problema, e si è assicurato, che il canto venga per la parte deretana. Strep. Il di dietro adunque
sce le ricerche minute intorno a certi insetti di niun uso continuate per una serie di anni da’ pseudonaturalisti, i quali
di anni da’ pseudonaturalisti, i quali appo il volgo vogliono passare per ingegni rari applicandosi a indagare con affettat
cia in quel cesto. Socrate risponde che egli va colla mente spaziando per l’aere e meditando sul sole, cosa che far non pot
no che vada affastellando gran paroloni ch’egli stesso non comprende, per acquistar fama di scientifico appo di chi ne sa q
trovarsi oppresso dalle usure e di avere impegnata tutta la sua roba per essere stato consumato da un maledetto morbo cava
a un maledetto morbo cavalleresco, e promette di rimunerarlo giurando per gli dei. Che sorte di dei giuri tu? ripiglia Socr
ignora il mirabile magistero dell’universo, manca del mezzo naturale per sollevarsi da esso gradatamente alla cognizione d
delle Nuvole, alle quali fa una preghiera con parole incomprensibili per aggirare l’ignorante Strepsiade, affinchè degnino
che si noti come i comici. Greci si approfittavano di ogni occorrenza per appagar l’occhio colla magnificenza delle decoraz
blimi, che agli uomini pacifici e studiosi come noi siamo danno forza per meditare e disputare, fecondano la mente, e sommi
sapere, eloquenza. Questa è adunque la ragione, ripiglia Strepsiade, per cui udendo la loro voce io mi sento una voglia di
vedere in aria, avendo queste l’aspetto donnesco, e quelle che volano per l’aria sembrando tanti volumi di lana che ondeggi
Sparge indi il poeta varie empietà, facendo che Socrate neghi Giove, per renderlo odioso, giusta l’oggetto che si ha prefi
p. E perchè questo? le quercie forse giurano sul falso? Socr. Abbi per certo che non vi sono se non se queste tre cose,
bili, perchè il loro coro si fingeva composto di una parte del popolo per cui si rappresentava, e potevano i poeti trarne f
lo per cui si rappresentava, e potevano i poeti trarne fuori chiunque per farlo ragionare, e tra tanti non sarà sembrato st
da che non avendo l’età propria da presentar commedie (richiedendosi per legge che il poeta contasse almeno trent’anni, e,
me quelle degli altri comici, i quali fanno uso di vesti lacere . . . per far ridere i fanciulli. Essa non si avvilisce a s
rato contro Strepsiade che poco comprende, e nulla ritiene, lo chiama per dargli una lezione. La scena è molto salsa e piac
le fantastiche dettegli dal maestro. Finalmente conoscendo questi che per lo capo del vecchio altro non si aggira che il no
on rendere le usure, il persuade a raccorsi in se stesso e a meditare per rinvenire qualche espediente. Strepsiade si pruov
struggere la cera e scancellar la scrittura. Per simili puerilità e per la di lui smemoraggine Socrate s’ infastidisce, e
cevole è la scena di Strepsiade col figlio. Il sale comico di questa, per avviso del dotto Brumoy, non è dissimile da quell
(aggiugne l’avveduto scrittore) è più conforme a’ nostri costumi, non per tanto essa è men vivace dell’ originale. Strepsia
are in casa a forza. Strepsiade al fine l’obbliga ad andar da Socrate per imparar ciò che è giusto e ingiusto, o almeno sol
mparar ciò che è giusto e ingiusto, o almeno solo l’ingiusto. Socrate per fare che il giovane impari più facilmente, vuole
Il Torto mette in ridicolo siffatte cose come rancide e fuor di moda, per le quali l’uomo si priva di ogni piacere e delizi
ssa dalla parte degli spettatori. Fidippide rimane in casa di Socrate per essere istruito. Le Nuvole esortano il popolo a p
r essere istruito. Le Nuvole esortano il popolo a pregiarle e tenerle per dee, mostrandogli i beneficj che da loro può rice
colore degno di un impostore Ateniese. Sagace osservazione del poeta, per far rilevare al popolo il cangiamento di Fidippid
e modesto che il poeta maestrevolmente ci presentò nella prima scena, per mostrarci ora il frutto della corrotta scuola di
a corrotta scuola di un falso filosofo. Egli fa trapelare ancora, che per l’avvenire questo sfacciato andrà più oltre. Entr
a, sfugge di rispondere con semplicità, si burla del giuramento fatto per gli dei, si vale delle follie apprese da Socrate,
maestro nel baratro infernale. O Nuvole, o Nuvole, questo mi avviene per voi. No (riprendono le Nuvole) tu sei stato a te
linato al male, fino a tanto che non lo gettiamo in qualche disgrazia per insegnargli a temer gli dei. Oimè! (conchiude Str
llente e artifiziosa commedia dell’antichità, ma la più infame ancora per esservi stato calunniato il più virtuoso degli uo
to il più virtuoso degli uomini allora viventi. Detestabile adunque è per questo il comico. Ma travede l’eruditissimo Nisie
ciò fece gran senno essendo il suo disegno utile e lodevole. Ma egli per malignità voleva far passare Socrate per tale, e
no utile e lodevole. Ma egli per malignità voleva far passare Socrate per tale, e ne merita l’indignazione de’ posteri. Nis
a uno spettacolo così strano. Ma lo stupore sì dissipò a poco a poco per l’arte del poeta, e le Nuvole furono avidissimame
ranquillità di un saggio che assisteva in piedi alla rappresentazione per farsi ravvisare da’ forestieri curiosi? Essi doma
alignità opprime i virtuosi! Gli Uccelli (Ορνιθες). Questa favola ha per oggetto gli affari politici di quel tempo colla L
di circostanze locali e di fatti particolari, piacevoli senza dubbio per gli contemporanei che ne comprendevano l’allusion
io per gli contemporanei che ne comprendevano l’allusione, ma perduti per gli posteri, pe’ quali le bellezze sono divenute
paludi chiamato Fenicottero? Chi l’uccello Medo che vaga alteramente per lo monte? Chi quell’uccello divoratore variamente
e’ Greci. L’argomento è una sollevazione degli uccelli contro gli dei per consiglio di un uomo. Dalla lettura delle commedi
ggiatori progettisti che vanno disseminando novità negli altrui paesi per raccorne cariche e tesori. Mostra egli a’ volatil
aria e ad intimar guerra a Giove. Cattivo esordio è questo certamente per cominciar gli Esercizj Spirituali al popolo Ateni
ni al loro culto, son questi. Se alcuno di voi, o spettatori, volésse per l’avvenire menar giorni felici e tranquilli, veng
illi, venga a vivere con noi uccelli. Ogni cosa turpe fra voi vietata per legge, diviene lecita e innocente nelle nostre co
e mani di Pistetero qualche vestito; indi un impostore che si spaccia per interprete degli oracoli; appresso un geometra ch
sso, a cui Pistetero insinua a misurar solo se stesso: ottima lezione per uno stuolo di sedicenti matematici. Tutti questi
iosi vengono discacciati, come anche uno spione ed uno che si spaccia per giureconsulto e venditore di giudizj. Dopo il can
iere o di Ariosto, ma una farsa allegorica, dove quasi tutto si opera per macchina. L’azione prende poscia nuovo movimento
i tutto si opera per macchina. L’azione prende poscia nuovo movimento per un altro avviso di una formidabile spedizione min
e ditirambico chiamato Cinesia, e un calunniatore che vorrebbe le ali per far del male e guadagnare illecitamente. Dopo il
om. Boleto, o Peretero . . . Pist. O che mai dì tu! (conoscendolo per Prometeo) Prom. Che fa Giove? Dà serenità o nuvo
e, ti dico. Pist. Perchè? Prom. Non nominarmi; me la pagherai, se per tua colpa sarò scoperto da Giove. Ma affinchè io
Giove non prometta di rendere l’imperio agli Uccelli e di dare a lui per consorte certa donzella che sta presso Giove e di
un muro ha chiuso fuori gli dei. Nettuno gli ricorda che essi vengono per trattar di pace. Si propone in prima una tregua,
esercitar la sua carica, ed è rinserrato da Bdelicleone suo figliuolo per tentarne la guarigione. I servi alla bella prima
iziosa e la più dotta. Filocleone cerca ad ogni patto di sprigionarsi per andare a giudicare. Il coro delle Vespe ode le di
si andava disusando ed ora torna a venire alla moda, cioè d’incolpare per ogni poco di tirannia. Trovasi questo passo trado
ora si dà Più a buon mercato del salume, e aggirasi Tutto giorno per piazza. Se alcun compera Una triglia per cena,
e aggirasi Tutto giorno per piazza. Se alcun compera Una triglia per cena, e non vuol muggine, Tosto grida il vicino
Gnaffe! cena costui cene tiranniche. Tal, poichè il pesce comperò, per giuntu Domanda un porro per la salsa; bieco L
nniche. Tal, poichè il pesce comperò, per giuntu Domanda un porro per la salsa; bieco Lo guata l’erbajuola, e porro p
re il suo impiego nella propria casa e nelle domestiche occorrenze. E per mantenere in certo modo appagato il vecchio che p
eo, si esaminano i testimonj, si fa in somma quanto può caratterizzar per matto il giudice, e per ridicolo, stravagante e n
monj, si fa in somma quanto può caratterizzar per matto il giudice, e per ridicolo, stravagante e non più udito il giudizio
adrone dell’oglio volea esser pagato dal padrone del cane. Il giudice per procedere con ordine comanda che si prenda la dic
ggi, cioè co’ regali di quel paese104. Simili circostanze e allusioni per noi perdute accrescevano pregio alle finzioni di
e fanno in generale rimaner la copia Francese di gran lunga superata per vivacità e interesse dal Greco originale. Io non
eco originale. Io non seguirò il prelodato erudito Fiorentino Nisieli per tutte le critiche fatte aspramente ad Aristofane.
ioso, ciarlone, mangiator di fave (cioè avido di giudicare e dar voto per mezzo delle fave, colle quali davasi il sì ed il
quali davasi il sì ed il no nelle deliberazioni) e debole anzi che no per la vecchiaja e quasi sordo. Con quale ardita sati
scena un popolo principe! Noi oggidì favelliamo con altro rispetto, e per lo più con manifesta adulazione anche de’ popoli
congiurati di valersi di un oracolo che annunzia la rovina di Cleone per mezzo di un venditore di salcicce. Agoracrito è t
manda Agoracrito), se io non sono che un venditor di salcicce? Giusto per questo tu diverrai grande, risponde Demostene. Ma
no, ed io con tutti questi ti spalleggerò. Non temere no; che sebbene per la paura che si ha della di lui potenza, niuno de
die atte a piacere, e quanti pochi sinora vi sieno riusciti. Magnete, per quant’arte usasse, non bastò a sostenersi fino al
cianciare, si vede andar con una corona secca e morto di sete; e pure per le vittorie riportate meriterebbe di bere nel Pri
odato106 trasporta colla solita grazia alcuni squarci di questa scena per mostrare le smancerie adoperate da ambedue verso
mio. Salc. ) Nel mio, nel mio. Il popolo finalmente disingannato per le cose dette dal venditore di salcicce, si avved
mercatante di montoni che egli era, e sì buono che il poeta lo nomina per terzo dopo Cinna e Salabacca, due famose meretric
olito inveisce contro Aristofane chiamandolo stoltissimo d’invenzione per aver ordinato un vilissimo pizzicagnolo per gover
stoltissimo d’invenzione per aver ordinato un vilissimo pizzicagnolo per governatore del popolo Ateniese. Atene però che d
Nisieli delle qualità richieste ne’ suoi governatori, premiò l’autore per questa commedia. Il dotto critico ciò scrivendo n
alla costituzione democratica di Atene; ed obbliò quanto poco bastava per divenirvi cittadino ed influire nel di lei govern
poeta, gode di aver fatto punir Cleone colla multa di cinque talenti per mezzo della commedia de’ Cavalieri; ma si attrist
Pritaneo. Egli vede ammessi i Legati del re, e disperando della pace per l’intera nazione, pensa di mandare Amfiteo a conc
i mandare Amfiteo a conchiudere co’ Lacedemoni una tregua particolare per se e per la sua famiglia. Questo Amfiteo tornando
Amfiteo a conchiudere co’ Lacedemoni una tregua particolare per se e per la sua famiglia. Questo Amfiteo tornando avvisa c
to Amfiteo tornando avvisa che gli Acarnesi lo perseguitano co’ sassi per aver portata la pace alla famiglia di Diceopoli.
ne risultano, sono cose dal poeta aggruppate con poca verisimiglianza per lo tempo che dovrebbe corrervi in una commedia re
a verisimiglianza un poco più oltre nella farsa allegorica. Diceopoli per la pace ottenuta ordina un sacrifizio in ringrazi
e lo prega di prestargli alcune vesti cenciose della tragedia antica per aringare al popolo. Ottiene quelle di Telefo, col
aringare al popolo. Ottiene quelle di Telefo, colle quali si abbiglia per rassembrare un povero. Con tal vestito favella al
amaco, e gli riesce di convincere gli ascoltatori della sua innocenza per aver procurato di ottenere per se solo la pace. H
re gli ascoltatori della sua innocenza per aver procurato di ottenere per se solo la pace. Havvi un coro che parla a favore
vore del poeta ed accenna il pericolo ch’egli corse l’anno precedente per aver detto la verità agli Ateniesi accusando Cleo
ndovi vi aggiungono, Mia grassa Atene, ogni domanda accordasi Sol per quel grasso, e il popolo ne gongola, Che di un
isbrigatosi Diceopoli felicemente della molestia che gli dava il coro per la pace fatta, ne va godendo i frutti. Prima cons
i frutti. Prima conseguenza di tal pace si è la libertà del commercio per lui, e non già pel bellicoso Lamaco. Si vede una
bellicoso Lamaco. Si vede una dipintura naturale del mercato di Atene per decorare la favola, e vi accorrono varj venditori
egarese, il quale trasforma due sue donne in guisa che sembrino porci per farne mercato, e l’esorta a contraffare il grugni
porci per farne mercato, e l’esorta a contraffare il grugnito porcino per invitare alla compera. Questa è una scena episodi
esta è una scena episodica del comico più basso e triviale, che forse per qualche allusione potè allora piacere agli Atenie
a e colla testa rotta. Giugne egli stesso lamentandosi e considerando per cordoglio maggiore che se Diceopoli il vede così
lui. Quest’amator della pace, il quale in fatti si è di lui avveduto, per fare vie più manifesto il suo trionfo si rallegra
e ricchezze e di trovarsi sì mal condotto, sporco e privo degli occhi per l’invidia di Giove. Tutto il mio male (ei dice) m
ette, gli dice ch’egli è uomo dabbene, e gli fa sperare di adoperarsi per fargli ricuperar la vista. Pluto non osa condisce
adoperarsi per fargli ricuperar la vista. Pluto non osa condiscendere per timore di Giove e Cremilo riprende la di lui pusi
iacquistata che avrai la vista? . . . A Giove si sacrifica unicamente per l’oro che se ne attende. Per te solo, o Pluto, tu
ende. Per te solo, o Pluto, tutte s’inventarono le arti e le astuzie: per te solo uno taglia corami, uno è fabbro, un altro
n poco tempo a fuggir nudo dalla sua casa. Bellissime allegorie fatte per insegnare con popolarità! Al fine Pluto si determ
ocati prima di uscire dalla povertà sono giusti, circospetti, onorati per acquistar credito, divenuti poi ricchi, cangiano
ate ecc. La casa di Cremilo si converte in una reggia dell’abbondanza per le ricchezze che vi versa Pluto guarito. Ne vola
ito. Ne vola intorno la fama: ognuno vi accorre. Viene un uomo giusto per ringraziarlo della mutata sua fortuna; e nella di
li comparsi sulle moderne scene, convertiti e ravveduti nella miseria per l’ingratitudine degli scrocchi che gli adulavano
gli scrocchi che gli adulavano nell’abbondanza. Viene un Sicofanta110 per ingiuriar Pluto, perchè gli uomini divenuti ricch
gli uomini divenuti ricchi a lui più non ricorrono. Viene una vecchia per querelarsi della sua sventura. Ella nutriva e ves
a sua sventura. Ella nutriva e vestiva un giovane bisognoso, il quale per tali comodi mal grado delle grinze la corteggiava
a sulle di lei rughe e sulla bocca senza denti. Viene Mercurio stesso per minacciar comicamente tutta la famiglia di Cremil
ipiglia Mercurio, non importa un frullo di tutti gli dei, ma mi dolgo per me che muojo di fame. Questo Mercurio pezzente fa
ferisce a tutte le altre, in tal guisa esaltandola111: Le Nebbie sono per tutto un giardino fioritissimo di tutte le vaghez
azioni allegoriche o d’invenzioni stranissime. Con tutto ciò il Pluto per mio giudizio par che tenga il principato di tutte
e nella lingua Greca versa a piena bocca su questo comico le sue lodi per la verità e naturalezza delle invenzioni, per la
esto comico le sue lodi per la verità e naturalezza delle invenzioni, per la proprietà de’ costumi, per la felicità delle a
verità e naturalezza delle invenzioni, per la proprietà de’ costumi, per la felicità delle allusioni, per la bellezza de’
zioni, per la proprietà de’ costumi, per la felicità delle allusioni, per la bellezza de’ colpi, e per la fecondità, la pie
ostumi, per la felicità delle allusioni, per la bellezza de’ colpi, e per la fecondità, la pienezza, il sale Attico di cui
e d’ intelligenza della poesia e di giudizio purgato e di gusto vero per decidere intorno alle opere degli antichi. Avea e
a più vasta, qual più nobile, più sublime scopo? Ei non si prefiggeva per oggetto principale il far ridere gli spettatori c
in teatro, a piena mano gettavano fiori sul di lui capo, e menavanlo per la città tra sestive acclamazioni; anzi con pubbl
nti inutili forzi di parer simili, scriveva a Dionigi il tiranno, che per ben conoscere gli Ateniesi e lo stato della loro
comico con un distico del tenor seguente: Avendo le grazie cercato da per tutto un luogo per farvisi un tempio eterno, eles
co del tenor seguente: Avendo le grazie cercato da per tutto un luogo per farvisi un tempio eterno, elessero il cuore di Ar
tenza, essendo stato gettato in mare, secondo che ci attesta Platone, per ordine di Alcibiade allora prefetto della flotta
, e che egli non morisse in mare ma in Egina, pure è sempre certo che per un editto de’ Quattrocento sotto Alcibiade115, o
li, e con maggior diletto gli ravvisava. In questa specie di commedia per la legge divenuta più ingegnosa e più dilettevole
ì di vivere sulla scena in mezzo agli applausi essendo stato coronato per una delle sue favole. Stefano di lui figliuolo se
dute si mentova particolarmente l’Aulete, ovvero il Flautista, in cui per ischerno introdusse Betalo sonatore di flauto ine
di Anassandride, benchè ne avesse composte intorno a sessantacinque, per le quali solo dieci volte riportò la corona teatr
ote, Nicostrato e Filetero, i quali e si valsero delle di lui fatighe per farsi luogo sulla scena, e composero essi pure de
nguere tempi, generi e costituzioni, nè seguire con ordine la marcia, per così dire, dell’umano ingegno e delle diverse soc
(infelice letterato Napoletano condannato al remo come reo d’impietà per avere della divinità parlato con troppa imprudenz
o, è mentovata da Ateneo121 la favola intitolata Saffo, alla quale dà per innamorati Archiloco e Ipponatte. Alcune delle di
l minore, e fu contemporaneo di Menandro, e più volte con lui contese per la corona scenica, e quasi sempre il vinse. Menan
i Latini. Oggi in essi se ne ammirano le invenzioni ma sfigurate come per lo più sogliono essere le copie. “Se leggiamo (di
nulla ne sappia il padre, e rimasta incinta, benchè tuttavia passasse per pulcella, a suo tempo partorisce. A questo punto
in procinto d’infantare, e come uomo di buon cuore e pieno di affetto per la famiglia, prende parte nella di lei sventura,
guai gli appresta. Ei dal bisogno oppresso, angusto tetto Non ha per ricovrarsi, e d’ogni cosa Avendo inopia tra mis
e le follie Il folto stuol de’ bassi adulatori Agli occhi altrui, per suo guadagno, invola. Fin quì Gellio. Un altro
repente ascenda, O più repente giù piombar si vegga, E strisciar per lo suolo. E ben gli stà: Che infermo oltre ogni
trisciar per lo suolo. E ben gli stà: Che infermo oltre ogni creder per natura, Oltre ogni creder temerarie imprese T
i di animar colla locuzione la prima scena. La natura non produce una per volta le parti di una pianta, ma tutte in picciol
del Signor Mattei vengono contradette dalla storia, e debbono tenersi per semplici esagerazioni di uno zelo virtuoso che as
lle Antiche Colonie venute in Napoli, che terminando i nomi in ἵππος, per esprimere nobiltà, grandezza, decoro, debbono ric
’altra derivazione. Ἵππος senza dubbio ha prodotto Ἵππεῖς, cavalieri, per lo nobile uso che essi fanno del cavallo. E se qu
del cavallo. E se questa madre vuol chiamare il figliuolo Callippide, per esempio, par che desideri nominarlo bel cavaliere
e è detto nell’originale dopo varie altre cose. L’egregio traduttore, per mostrare in un sol quadro tutte le tenere espress
spregevoli; ed in seguito i furbi mercenarj introdotti nelle commedie per aggirare e trappolare chiamaronsi sicofanti. 111
lmi e autor de’Paradossi e di Giobbe Giureconsulto nel mettere (nè so per qual capriccio) per oggetto principale de’ drammi
ossi e di Giobbe Giureconsulto nel mettere (nè so per qual capriccio) per oggetto principale de’ drammi Greci il ballo, e n
vero; perchè in esse veri e vivi e noti erano i personaggi introdotti per satireggiarli, ma le azioni, ma gli argomenti era
fine del secolo XVIII come silfi al Sig. Mattei? Bello è travagliare per illustrare l’alta antichità; ma sudare per imbrog
attei? Bello è travagliare per illustrare l’alta antichità; ma sudare per imbrogliatla sempre più, non è lodevole nè util c
44 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo I. Origine della poesia drammatica. » pp. 2-7
vità laboriosa della scienza. Scortato l’uomo da un affetto sì vivo e per indole osservatore non poté non avvedersi di alcu
manifestargli una parte de’ suoi misteri, e con iscoprirgli alquanto, per casì dire, quel velo, di cui si ammanta. Ed ecco
quella spinta industrioso é comune a tutti gli uomini e la natura da per tutto risponde a colui che ben l’interroga, é chi
ti di prima e seconda necessità, le quali nascono da’ bisogni comuni, per lo più acquista senza esempio. Trittolemo, e Cere
gli altri, insegnarono a seminare il grano, e a raccorlo, e valersene per sostentarsi. Si vedrà bene, scorrendo per diversi
, e a raccorlo, e valersene per sostentarsi. Si vedrà bene, scorrendo per diversi climi, che dove la terra non si smuove co
ove non si taglia coll’acciaio, si usano le felci: ma la coltivazione per obbligar la terra ad alimentarci, e le arti d’acc
la terra ad alimentarci, e le arti d’accozzare e tagliar lane e cuoia per coprirci, si son trovate in paesi distantissimi c
storia che le nazioni in se stesse ristrette esistono e fioriscono, e per molti secoli ripugnano a comunicare insieme, perc
resso di esse, e le rende inospitali ed inaccessibili, siccome furono per gran pezza gli ebrei, gli egizi, gli sciti, i cin
tutte le arti e invenzioni seminate qua e là. Dal che é avvenuto che per una forte accensione di fantasia sondata per lo p
. Dal che é avvenuto che per una forte accensione di fantasia sondata per lo più in una radice etimologica, in un monumento
r d’un guardo il resto del mondo, la storia del teatro greco si prese per la sorgente di tutti gli altri. Ma fu un inganno
fondamento a rintracciar tale origine nella natura dell’uomo ch’é da per tutto l’istessa, e vi produce essetti simili. In
el teatro greco. L’uomo (soggiunse) nasce in tutti i climi irritabile per organizzazione alla presenza delle forme esterne.
, cioé se scosse con soavità la tela de’ nervi, l’intelletto apprende per bene le forme che ’l cagionarono: se la scossa fu
le contempla come male. Si avvezza dunque l’uomo fin dalla prima età, per senso più che per raziocinio, a fuggir quel dolor
male. Si avvezza dunque l’uomo fin dalla prima età, per senso più che per raziocinio, a fuggir quel dolore e quel male, e a
a l’abito di rappresentarsene le immagini. Al sovvenirsi di quel bene per lo piacer che gliene ridondò, si studia di tornar
mpesta, un incendio, ed ogni altro disastro già passato. Or se l’uomo per natura si occupa continuamente a ritrarre le cose
ella poetica chiamò l’uomo animale attissimo ad imitare, e che impara per rassomiglianza. Di tutte le imitazioni però la pi
chiaro a chi passo passo la vada seguitando dall’insonne suo nascere per tutti i gradi de’ suoi avanzamenti. L’ebbero vari
uando vari monumenti storici ci assicurano, che ancor dopo molte età, per la solita primitiva gelosia nazionale, neppur tut
ed a tutto il resto del vecchio continente. L’uomo adunque attivo da per tutto e imitatore osserva gli uomini, si avvezza
45 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo sesto »
andosi col melodramma fin dalla sua origine, lo seguitò passo a passo per tutto il secolo scorso e parte ancor del presente
a in quel secolo. Ma onde sia venuta in mente a’ poeti siffatta idea; per qual istrano cangiamento di gusto una nazione sì
unicamente riposi non potendo abbracciar il falso quando è conosciuto per tale; è fuor di dubbio parimenti, che fra esse po
ippogrifo d’Astolfo, della rete di Caligorante o tali altre cose, che per folle e menzogne si tengono da tutti, e da lui me
il ragazzo tralascerà con piacere i suoi fanciulleschi trastulli solo per ascoltarvi. Interrogate un amante, addimandate ad
sti in apparenza e pensosi: e’ vi risponderanno che ciò si fa da loro per poter liberamente badare agli amabili deliri dell
rsale diletto, e riscossa l’ammirazione de’ popoli. Lo stesso avvenne per molti secoli de’ romanzi e delle avventure degli
ce che non le severe dimostrazioni cavate da quelle facoltà che hanno per oggetto la ricerca del vero. E la natura per così
quelle facoltà che hanno per oggetto la ricerca del vero. E la natura per così dire, in tumulto, e la violazione delle legg
ere mormorando fra le verdi rive un ruscello; vedeva germogliare anno per anno le piante, rifiorir gli alberi, e coprirsi d
giorno, e il giorno alla notte vicendevolmente succedersi, e il sole per gl’interminabili spazi del cielo con invariabil c
nascondeva agli occhi suoi sotto l’orizzonte. E non potendo rinvenire per mancanza di quella intellettuale attività che fa
erché l’amor proprio, quel mobile supremo dell’uman cuore, vi trovava per entro il suo conto. Siccome supponevasi che quell
a al cielo ch’esso manderebbe all’improvviso una truppa di cotai geni per iscamparlo. Se gli andava amale qualche intrapres
amparlo. Se gli andava amale qualche intrapresa, non dovea incolparsi per ciò la propria imprudenza o poca destrezza, ma be
Greci coloro che nell’orribil notte dell’incendio portavano scorrendo per ogni dove la strage: era la dea Giunone, che mina
i Tiri dopo sette mesi di resistenza s’arrendono ad Alessandro, non è per mancanza di coraggio, gli è perché Ercole è compa
a crearsi in mente quegl’idoli imaginari chiamati fortuna e destino, per fare, cioè, maggiormente illusione a se stessi. [
ingenita tendenza al piacere lo spinge a variare le sue modificazioni per discoprire tutte le relazioni, che hanno le cose
per discoprire tutte le relazioni, che hanno le cose con esso lui, o per qualche altra causa a noi sconosciuta, certo è ch
e, di riverenza e di timidezza. Oltredichè la fantasia s’aggrandisce, per così dire, e dilatasi per cotai mezzi. Quando l’i
ezza. Oltredichè la fantasia s’aggrandisce, per così dire, e dilatasi per cotai mezzi. Quando l’immaginazione a scioglier i
barazzata e ristretta, ma qualora ne abbia essa la facilità di snodar per macchina ogni evento, avendo alla mano il soccors
e. [9] Lo squallido aspetto della natura ne’ paesi più vicini al polo per lo più coperti di neve, che ora si solleva in mon
nte la superficie dei campi; i brillanti fenomeni dell’aurora boreale per la maggior obliquità de’ raggi solari frequentiss
mi; notti lunghissime, e quasi perpetue; tutte insomma le circostanze per un non so che di straordinario e di terribile che
on so che di straordinario e di terribile che nell’animo imprimono, e per la maggior ottusità d’ingegno che suppongono negl
de’ propri nemici dalle Ouris, ninfe di sovrumana bellezza destinate per sin nel cielo ad essere il più caro oggetto di go
iena di geni malefici, i quali uscivano dal grembo stesso della morte per far danno ai viventi. Quindi ebbero origine le ap
era uno spirito, il quale si compiaceva di strangolar le persone che per disgrazia cadevano nell’acqua. Mara era un altro
gl’impieghi che cercavano i Septi, ovvero sia i principiali tra loro per la buona educazione de’ figliuoli, uno dei primi
1] Divenuti i numi così maligni, i popoli aveano bisogno di mediatori per placarli. Egli è ben credibile, che i mentovati i
elle menti del volgo. [13] Colle conquiste dei goti si sparse adunque per l’Europa la moderna mitologia abbellita di poi, e
iù avidamente cercavansi, eran le donne, come oggetti fatti dal cielo per piacere, e che in tutti i secoli e dappertutto fu
urono la cagion prossima de’ vizi dell’uomo e delle sue virtù. Quindi per la ragion de’ contrari non men valevole nelle cos
nelle fisiche, nacque la custodia più gelosa di loro, e il combatter per esse, e il ritorle dai rapitori, e il farsi molti
i, e il farsi molti un punto d’onore cavalleresco nel diffenderle, sì per quell’intimo sentimento che ci porta a proteggere
mento che ci porta a proteggere la debole ed oppressa innocenza, come per acquistarsi maggiormente grazia nel cuor delle be
ata. Di più, essendo a que’ tempi ricevuta dalle leggi l’appellazione per via di duello, le dame, che non potevano venir a
lo, le dame, che non potevano venir a personale tenzone, combattevano per mezzo dei lor cavalieri, ai quali veniva troncata
e, l’eroismo d’affetti e di pensieri, d’immaginare e d’agire, che noi per disonor nostro mettiamo al presente in ridicolo,
, di demoni, di geni, di silfi e di gnomi, vocaboli inventati da loro per sostituirli nella spiegazione delle cose naturali
la come è nata fra noi dopo la caduta del romano impero, vi si scorge per entro un vizio radicale, di cui gli sforzi de’ pi
aminato di sopra i caratteri musicali della lingua italiana, ed holla per questa parte commendata moltissimo: ma il lettore
ragonato coll’italiano d’undici sillabe. Altri disputerà quanto vuole per contrastar la loro opinione; io che l’attribuisco
on sintassi uniforme e difficile e frasi triviali, si videro astretti per distinguersi a inventar certe forme di dire, cert
arato e distinto, che non potea trasferirsi a’ comuni parlari. Fu non per tanto giustissima l’osservazione d’un giornalista
ero nella musica69. Dall’altra parte questa rinata come la lingua più per caso o per usanza, che per meditato disegno d’uni
usica69. Dall’altra parte questa rinata come la lingua più per caso o per usanza, che per meditato disegno d’unirsi alla po
tra parte questa rinata come la lingua più per caso o per usanza, che per meditato disegno d’unirsi alla poesia, crebbe in
esso accoppiamento esigeva, che. la musica e la poesia si prendessero per un unico e spio linguaggio. [19] Cotali difficolt
arsi questo nella mancanza d’espressione e di vera melodia. E siccome per le cagioni esposte fin qui le favole e il maravig
ome per le cagioni esposte fin qui le favole e il maraviglioso erano, per così dire, l’anima di cosiffatti spettacoli a que
musica corica, ovvero a più voci, che ne rimangono de’ cinquecentisti per veder quanto allor fosse imbarazzata e difficile
este due arti dopo lungo uso di molti secoli rendeva più familiare, e per ciò più naturale il costume d’udir cantar sul tea
’origine del maraviglioso nel melodramma. [21] In appresso la musica, per le cause che si esporranno nel capitolo ottavo, r
rebbe all’opposto e salì alla sua perfezione l’arte della prospettiva per l’imitazione degli antichi, per l’ardore acceso n
a perfezione l’arte della prospettiva per l’imitazione degli antichi, per l’ardore acceso negl’Italiani in coltivarla, per
zione degli antichi, per l’ardore acceso negl’Italiani in coltivarla, per le scuole insigni di pittura fondate in parecchie
ne’ sontuosi portici e ne’ vasti teatri degni della romana grandezza, per riempire i quali vi voleva tutto lo sfoggio delle
omanzi morali dei nostri tempi. Non parlo di quelli del Chiari, quali per la scipitezza loro non possono far né bene né mal
to e la sagacità di Lovelace: pochi che si prendano un vivo interesse per la virtù di Clarice. Qual ne è la cagione? Che in
46 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO II. Prima Epoca del Teatro Latino. » pp. 16-128
tive della scena in Roma. L’unico spettacolo Circense frequentato per lungo tempo in Roma erano le feste Consuali istit
ione, Roma afflitta da crudelissima peste, sospesa ogni cura bellica, per liberarsi da sì fiero nemico domestico, contro di
tì in ricreazionea. Ecco la sacra informe materia teatralo che nasce ( per ciò che nel primo volume divisammo) in ogni terre
erreno, senza che se ne prenda da altri popoli l’esempio, nella quale per lungo tempo rimangono antiqui vestigia ruris. Ess
pose in voga i diverbii Fescennini, i quali insieme co’ modi Saturnii per centoventi anni in circa da’ Romani si coltivaron
oventi anni in circa da’ Romani si coltivaronob. Ma siffatti motteggi per la soverchia acrimonia e maldicenza personale abb
’anno 391 di Roma ad invitare un attore scenico dell’Etruria il quale per la sua nuova graziosa e dilettevole agilità (all’
vi furono chiamati a rappresentare le proprie favole mimiche celebri per la loro speciale piacevolezza. Esse nomaronsi Ate
vicinanze del fiume Volturno alcune sue spie pratiche del parlar Osco per esplorar gli andamenti del nemicoa. In secondo lu
polo dovevano smascherarsi e soffrirne a volto nudo le fischiatea Ma per qual pregio particolare vennero in simil guisa pr
Giulio Paride dal Vossio e di un Gianuario Nepoziano da altri) Oscene per origine furono corrette e temperate dalla Romana
ortirono il nome di Osci. Ma donde costui l’apprese? Osceno significò per avventura impudico, turpe, licenziose nella lingu
Roma guerriera, ordinato lo stato della repubblica in libero popolare per la legge Petelia sin dal 419 della sua fondazione
de’ Sanniti (vendicando l’onta delle Forche Caudine, cui soggiacquero per essersi fatti rinchiudere in un luogo di cui dopo
vava più di un genere poetico, avendo l’anno 546 composto un inno che per placare i numi si cantò solennemente da ventisett
si cantò solennemente da ventisette verginelle. Acquistò maggior fama per la poesia drammatica, non solo per avere secondo
verginelle. Acquistò maggior fama per la poesia drammatica, non solo per avere secondo Donato composte e recitate tragedie
do Donato composte e recitate tragedie e commedie seguendo i Greci ma per essere stato il primo a volgere gli animi degli s
olgere gli animi degli spettatori dalle satire alle favole teatralia, per la cui rappresentazione gli fu assegnato il porti
i, un di avvenne che fatto roco impetrò la permissione di far cantare per lui al suono della tibia un suo servo, a se riser
e l’usanza di dividere la declamazione dall’azione, usanza che non so per qual singolarità di gusto serbossi poscia costant
he impresa, essi insegnano a’ posteri ad inoltrarsi sulle loro tracce per esserne in seguito censurati. Andronico però most
ercitava la somma potestà or ne’ Comizii Tributi or ne’ Centuriati or per bocca dell’intero Senato. In siffatto governo mol
ardì satireggiare Metello ed altri illustri Romani, e fu imprigionato per ordine de’ Triumviri. Per implorar grazia e per e
ni, e fu imprigionato per ordine de’ Triumviri. Per implorar grazia e per emendare l’errore commesso, scrisse in carcere al
ito, e ne volle lasciare a’ posteri la memoria nel bello epitafio che per se compose, in cui misto alla nobiltà e all’elega
aneo di Andronico e di Nevio fu Quinto Ennio poeta di essi più chiaro per sangue, per valore, per illustri amicizie e per l
onico e di Nevio fu Quinto Ennio poeta di essi più chiaro per sangue, per valore, per illustri amicizie e per lettere. Ques
evio fu Quinto Ennio poeta di essi più chiaro per sangue, per valore, per illustri amicizie e per lettere. Questo scrittore
ta di essi più chiaro per sangue, per valore, per illustri amicizie e per lettere. Questo scrittore, che a’ suoi tempi recò
riconoscersi il primo poema epico latino in versi esametri in istile per quel tempo elegante; perchè Nevio che l’aveva pre
uante gemme avesse tratte da i di lui poemi l’impareggiabile Virgilio per lo più trascritte da verbo a verbo, può ricavarsi
la memoria di tre sue commedie Amphithraso, Ambracia, Pancratiastes, per le quali nel giudizio di Volcazio Sedigito ebbe l
ione. Avremmo dato di buon grado il Tieste di Seneca, che conosciamo, per quello di Ennio composto nel settantesimo anno de
i questo Cordovese; giacchè Cicerone dicevaa: E qual mai sarà tanto, per dir cosi, nemico del nome Romano, che ardisca spr
t parietes. In Euripide Ecuba nel persuadere ad Ulisse d’intercedere per Polissena profferisce questa sentenza. Λὸγος γαρ
lacrumis decoret, neque funera fletu         Faxit. Cur? Volito vivu’ per ora virum. IV. Teatro di Plauto. Il g
ri Latini si arricchì Plauto colle invenzioni delle greche favole, ma per evitare la satira de’ particolari, non altronde l
sendo esse nelle mani di tutti, non esigono minute analisi, e basterà per Ila gioventù che se ne osservino alcune particola
vevano favellare da una parte principi e numi, personaggi non proprii per la commedia, e dall’altra alcuni servi comici non
lte altre aggiungendovene. Mercurio nel prologo di Plauto accenna che per servire al Tonante la notte si è prolongata, e ne
» Moliere accrebbe la piacevolezza di tale argomento col dare a Sosia per moglie Cleantis che è il personaggio di Tessala i
razioso ripete coll’innamorate le parole dette da’ padroni, facendone per lo più una parodia. Ma agli antichi, e specialmen
ivacità, e si varia in alcuna parte, come usò Moliere. Ma non ardirei per questo di asserire con soverchia franchezza (come
azione, cioè in una notte e un giorno resti incinta e partorisca. Non per tanto l’Anfitrione, come testifica Giambatista Pi
r tanto l’Anfitrione, come testifica Giambatista Pio nel suo comento, per consenso dei dotti, si reputa la migliore delle c
per consenso dei dotti, si reputa la migliore delle commedie Plautine per la forza, la proprietà e la salsa facondia che re
forza, la proprietà e la salsa facondia che regna nell’elocuzione, e per la sontuosa abbondanza dello stile veramente lati
uon grado il servo pregato dal proprio padrone si presta a quello che per naturale inclinazione farebbe. Intanto un Mercata
, Inest lepos, ludusque in hac comoedia. Ridicola res est. In fatti per eccitare il riso vi si sacrifica in più di un luo
are e baciare alla presenza del figliuolo stesso, son cose immaginate per muovere il riso per qualunque via. Favole sono qu
resenza del figliuolo stesso, son cose immaginate per muovere il riso per qualunque via. Favole sono queste di cattivo esem
on franchezza. L’ingordigia delle madri ruffiane delle figliuole, cui per una legge imperatoria si dispose che si tagliasse
no scornati quelli del contrario partito, e si preparano le nozze. Ma per rendere vano l’accordo, e per deludere il vecchio
io partito, e si preparano le nozze. Ma per rendere vano l’accordo, e per deludere il vecchio insieme col Villano fortunato
na con iscoprirsi Casina ingenua e cittadina Ateniese che à destinata per consorte al figliuolo del vecchio. Ma ciò si acce
sua Casina sommamente applaudita la prima volta che si rappresentò, e per quanto si dice nel prologo recitato allorchè si r
a di farne un doppio guadagno, senza curarsi del contratto, s’imbarca per la Sicilia. Una tempesta fracassa la nave, separa
namenti infantili della fanciulla Palestra e varii altri contrassegni per gli quali un dì potesse conoscere i proprii paren
te cose pervenute nelle mani di Demone fanno ch’ei riconosca Palestra per la perduta sua figliuola. Il Ruffiano ricupera le
be, il pescatore la libertà con un buon regalo, e Pleusidippo ottiene per consorte la bella Palestra. Arturo che impietosit
veggasi l’argomento del Mercatante. Carino applicatosi alla mercatura per consiglio del padre, ne’ suoi viaggi s’iunamora d
dalla nave lasciandovi la fanciulla, e và in busca de’ suoi. Intanto per un’altra via arriva alla nave il padre che a prim
sia, gli è dato a credere essere una schiava comperata dal figliuolo per servire alla madre. Il vecchio si abbocca col fig
cca col figliuolo, gli parla della schiava, dicegli non esser propria per faticare nella loro casa, ma volerla egli compera
o suo amico figliuolo di Lisimaco lo raggiugne, lo consola, intercede per lui presso il padre, e ne ottiene che gli ceda Pa
con vivacità e piacevolezza, è singolarmente la 3 scena dell’atto II per la graziosa competenza di Carino e del padre offe
o le favelli del suo Carino, mentre quegli intende parlar del vecchio per cui l’ha comperata. Patetico è poi il congedo che
da Plauto detta Trinummus forse meno felicemente da tre nummi pagati per incidenza a un sicofanta. Il prologo vien formato
la madre è mandata ad abitare in casa del giovine Lesbonico, dopo che per le sue prodigalità ha dissipato quanto aveva. Egl
egli stesso. Intanto Lisitele giovane ricco e ben costumato vorrebbe per moglie la sorella di Lesbonico senza dote; ma que
sorella di Lesbonico senza dote; ma questi reputando cosa disdicevole per un uomo della sua condizione dargliela indotata,
ole assegnarle un picciolo podere che gli è restato. Ripugna Lisitele per non ispogliarlo dell’unica cosa che può sostentar
emendo che ridotto alla mendicità non pensi indi a sparir dalla città per disperazione. Callicle intesa questa nobil gara,
na a lui stesso, e l’altra al figliuolo accompagnata da mille filippi per la dote della sorella. Un sicofanta prezzolato co
Megaronide. Questi riprende l’amico come uomo poco onesto ed ingordo per essersi approfittato della disgrazia di Lesbonico
a. I primi quattro atti si aggirano intorno agli amori di Agorastocle per la prima delle sue cugine a lui ignote, e di Ante
e per la prima delle sue cugine a lui ignote, e di Antemonide soldato per la seconda. Nel V comparisce il Cartaginese Annon
mento degli undici seguenti versi latini, ne’ quali ringrazia gli Dei per essere arrivato salvo in quella città ove pensa f
Dei per essere arrivato salvo in quella città ove pensa far diligenza per sapere delle figliuole e del nipote per mezzo di
città ove pensa far diligenza per sapere delle figliuole e del nipote per mezzo di Agorastocle già adottato da un suo ospit
curiosità troverà da pascolarsi in quanto, oltre a’ nominati, dissero per illustrar questa scena il Salmasio, il Reinesio,
ui. Noi intanto lasciando ad uomini siffatti i versi punici di Plauto per confrontarli colle sillabe di tutti i linguaggi a
ena sa qualche parola punica, va a parlare al Cartaginese, ma appunto per 10 poco che sa del di lui idioma, ne interpreta l
le risposte alla maniera degli etimologisti imperiti e di Arlecchino; per la qual cosa Annone gli parla nella lingua del pa
ocle il perduto suo nipote. Questa scoperta anima Milfione a tentare, per mezzo di tale zio, l’acquisto dell’innamorata del
voglia prestarsi a fingere di conoscere le due sorelle del suo paese per due sue figliuole perdute. A ciò Annone prende un
lla di combattere con amore. Trovasi egli in tal caso, e cerea danajo per soddisfare alla sua passione, ma non ottiene altr
tal uopo seicento nummi, e prega Sagaristione a volerglieli prestare per tre o quattro giorni. Stupisce costui a tal doman
iene il parassito Saturione, e nel volere entrare in casa di Tossilo, per vedere se vi è rimasto dal dì passato qualche cos
stuzia di fare che lo stesso padrone della sua bella sborsi il danajo per pagarne il riscatto. Si avvede del parassito, di
jo per pagarne il riscatto. Si avvede del parassito, di cui abbisogna per l’esecuzione, e per adescarlo finge di non averlo
scatto. Si avvede del parassito, di cui abbisogna per l’esecuzione, e per adescarlo finge di non averlo veduto, e di ordina
carlo finge di non averlo veduto, e di ordinare a’ servi un banchetto per un amico che attende. Saturione con giubilo compr
di, nè in teatro si ammettono in un genere comico più elevato. Oggidi per iscreditarsi un uomo tra persone ben nate, baster
occoli, un pallio e un picciolo borsotto da guardare alcuna coserella per divertirsi mentre stà in casa; questo è quanto pu
o che la tua figliuola… La mia figliuola? (Interrompe Saturione) No, per Dio, che finora a quell’uscio non ha fiutato veru
uell’uscio non ha fiutato verun cane. No, no dice Tossilo; io la vo’ per altro. Ella e vaga e vezzosa, e tu non sei conosc
quello che tu brami. E Tossilo: Ottimamente. Prendi anche un vestito per mascherar colui che dee fingersi forestiere e ven
arlar di Aristofane. Gli antichi da una banda dipingevano al naturale per ottenere la bramata illusione, e dall’altra la di
aziano. Tossilo aggiugne che come il ruffiano avrà sborsato il danajo per prezzo della finta schiava, Saturione si farà inn
conoscere come di lei padre, e la si ripiglierà. Atto II. Lenniselene per la sua fante Sofoclidisca manda un biglietto a To
dirò , e torna in casa. Dove vai? dice Tossilo; e Pegnio: in casa, per trovarmici mentre tu pensi che io sia da Lennisel
rispettive dove sono stati mandati. Viene fuori Sagaristione allegro per avere avuto del danaro dal proprio padrone per me
i Sagaristione allegro per avere avuto del danaro dal proprio padrone per mercare un pajo di buoi e pensa valersene per pre
aro dal proprio padrone per mercare un pajo di buoi e pensa valersene per prestarlo a Tossilo. Vede Pegnio che esce dalla c
Ver. Di grazia, padre mio, benchè sì spesso Corri alle mense altrui, per la tua gola Vendi forse tua figlia? Sat. Vendi f
forse tua figlia? Sat. Vendi forse tua figlia?Oh buon! Vorresti Che per lo re Filippo ovver per Attalo Vendessi il mio? V
Vendi forse tua figlia?Oh buon! Vorresti Che per lo re Filippo ovver per Attalo Vendessi il mio? Ver. Vendessi il mio?M’h
ippo ovver per Attalo Vendessi il mio? Ver. Vendessi il mio?M’hai tu per figlia o serva? Sat. Per tutto quello io t’ho che
r da Tossilo o perchè gli dia il pattuito prezzo dalla sua schiava, o per disporne a suo modo sciogliendosi dal contratto;
o che il raffiano giuridicamente dichiarerà libera Lenniselene, e poi per la porta dell’orto la menerà in casa di Tossilo.
nella di lui casa. Tossilo in segno di sapergliene grado e di averlo per amico gli dà a leggere le finte lettere, ove si a
che l’ha condotta. La vede, e secondo l’usanza di chi vuol comperare per poco, l’approva a mezza bocca. Tossilo gl’insinua
. Tossilo gl’insinua di udirla un poco prima di parlar del contratto, per ben conoscerne le maniere ed il pensare. La scena
uro. È ammirato quanto ella dice, e se ne tratta la vendita. Tossilo per accreditare l’inganno con finto zelo suggerisce a
il fosso a meraviglia).Io spero Che se ti compro, Lucrida sarai Ancor per la mia casa. Tos. Ancor per la mia casa.Un mezzo
ro Che se ti compro, Lucrida sarai Ancor per la mia casa. Tos. Ancor per la mia casa.Un mezzo mese, Dordalo, non cred’ io
ione e Tossilo, esce Saturione padre della finta schiava, e la prende per mano. Ella lo saluta col nome di padre. Dordalo r
e coll’amico Sagaristione, e dispone un magnifico banchetto, non solo per tripudiare con gli amici e coll’amata, ma per far
ico banchetto, non solo per tripudiare con gli amici e coll’amata, ma per fare arrabbiare vie più lo scontento ruffiano. Vi
ta la scena. Figurandosi però cambiata il luogo in una stanza propria per una tavola, come può seguire la venuta del ruffia
ancor dalla strada, ovvero supporre che il servo baldanzoso Tossilo, per far disperar Dordalo, avesse disposta la mensa av
Dordalo, avesse disposta la mensa avanti la porta della propria casa per farsi veder da lui, come in fatti avviene. Or nel
graziosamente, quanto che n’è prima avvertito da un vecchio, il quale per una scommessa fatta con Pseudolo suo servo, è int
ola accresciuto movimento e vivacità con una promessa fatta dal servo per sovrappiù di avvisare il ruffiano nel tempo stess
ntinuare nelle loro infamie. Il poeta acconciamente la mette in vista per insegnare a detestarla, e per rendere più accetta
l poeta acconciamente la mette in vista per insegnare a detestarla, e per rendere più accetta al popolo la beffa che ne ric
e l’accaduto agli altri attori, perchè non l’ignorano gli spettatori, per li quali si rappresenta: … horum causa haec agit
lo medesimo che ha servito all’inganno, la vergine viene riconosciuta per sorella del Soldato. Se v’ha favola di Plauto, in
a pervenuta intera, pur si tradusse nel secolo XV da Paride Ceresara, per quel che apparisce da una lettera di Lodovico Ele
di più spartimenti iu guisa che vi sieno segnati più luoghi richiesti per eseguire l’azione alla Liveriana. Antonio Codro U
e facezie e i vezzi che l’erudito Dousa ne rimaneva attonito. Ma tale per lo più è l’indole e l’ingegno fecondissimo di Pla
lianza, el Parecido en la Corte, el Parecido de Tunes ecc.; ma queste per altro prendono sovente un portamento tragico, e d
quasi distrutta nel nascere dall’arrivo di un creditore; ma il servo per giustificare il debito finge che il figliuolo abb
bia contato sull’indulgenza dello spettatore. Lo scioglimento avviene per l’arrivo del servo di uno de’ commensali, il qual
rvo colpevole si rifugge all’ara, e un amico si frappone, e intercede per lui e pel figliuolo. Nel moderno teatro francese
uolo. Nel moderno teatro francese si trasportò questa favola, ed ebbe per titolo le Retour imprevû. È stato osservato da Me
osservato da Metastasio il bisogno che essa ha di mutazioni di luoghi per rappresentarsia; ove non si sappia costruire una
nifesta nella 1 scena dell’atto II, adoperata in vece di prologo, che per la seconda volta troviamo da Plauto posto in bocc
dell’azione. Contiene una beffa fatta a quel vanaglorioso da un servo per torgli di mano una fanciulla amata da un giovane
di un vecchio contigua a quella del Soldato, aprendo un muro comune, per la cui apertura passa la donna a vedere l’amante.
amante del Soldato. Lusingato il vantatore da questo nuovo acquisto, per non ricevere disturbo dall’amica che ha in casa,
marinajo l’ha menata via, che il Soldato pieno di speranza e di amore per l’ideata matrona entra nella vicina casa, corre p
eloso. Questa favola si vuol collocare tralle più piacevoli di Plauto per lo sale grazioso che la condisce, e per la vivace
ralle più piacevoli di Plauto per lo sale grazioso che la condisce, e per la vivace dipintura del vano carattere di Pirgopo
Esse adescano due giovani amici Pistoclero e Mnesiloco. Crisalo servo per favorite l’intento del padrone Mnesiloco, con var
a porta, ed alla prima gli dileggiano; pensano poscia di accarezzarli per dissiparne lo sdegno, e riescono nell’intento. I
a 2 dell’atto II Pistoclero racconta al servo l’amore che Bacchide ha per Mnesiloco, e Crisalo annojato non ne vuol sentir
suo padrone, compra una donna che suona e canta sull’arpa (fidicina) per secondare un amoroso capriccio del giovane Strati
secondare un amoroso capriccio del giovane Stratippocle. Oltre a ciò per procurargli quaranta mine che dee a un usurajo pe
pocle. Oltre a ciò per procurargli quaranta mine che dee a un usurajo per aver comprata un’altra donna fa si che lo stesso
ra donna fa si che lo stesso Perifane compri un’altra cantatrice, che per altro è libera, dandogli speranza che non mancher
n esser tale. Per tanti inganni fulmina il vecchio contro Epidico. Ma per buona ventura di costui si scopre che l’ultima fa
da Stratippocle era veramente la di lei sorella naturale, ed Epidico per tal felice evento ne ottiene, non che il perdono,
te e verseggiate; e merito la predilezione dello stesso famoso autore per la traccia dell’azione, per la copia de’ vezzi e
a predilezione dello stesso famoso autore per la traccia dell’azione, per la copia de’ vezzi e per la continuata eleganzaa
so famoso autore per la traccia dell’azione, per la copia de’ vezzi e per la continuata eleganzaa Stico. Il Servo che pre
che presta il nome a questa commedia, è un personaggio episodico che per niun modo influisce nell’azione principale. Quest
già divenuti ricchi. Sembra che a Plauto non bastasse tale argomento per una intera commedia, e che avesse voluto supplirv
onde prende il titolo. Riesce non pertanto istruttiva e interessante per la natural dipintura di una meretrice annunziata
tro tempo ancora dà ad intendere di aver di lui partorito un bambino, per trarne regali e per richiamarlo all’antica amistà
ad intendere di aver di lui partorito un bambino, per trarne regali e per richiamarlo all’antica amistà. Le arti meretricie
itrice è costretto a sposarla. Per le felici dipinture de’ caratteri, per la condotta e per lo stile, è questa commedia nov
a sposarla. Per le felici dipinture de’ caratteri, per la condotta e per lo stile, è questa commedia noverata tralle buone
i. Compera tra questi un giovane chiamato Filocrate e un di lui servo per nome Tindaro, i quali però per ogni evento dispon
e chiamato Filocrate e un di lui servo per nome Tindaro, i quali però per ogni evento dispongono di cangiar nome e stato, f
servo col nome di Tindaro. Per ventura il figliuolo di Egione trovasi per l’appunto cattivo nella città di Elide patria di
dunque il vecchio di proporre a’ nemici la permuta del proprio figlio per Filocrate; e per trattarla concede al creduto Tin
di proporre a’ nemici la permuta del proprio figlio per Filocrate; e per trattarla concede al creduto Tindaro l’andare in
tenzione uno schiavo venuto in compagnia di Filocrate, e lo riconosce per lo stesso malvagio schiavo che rubò e vendè l’alt
risimiglianza. Convengono i più sagaci critici in tener questa favola per una delle più eccellenti di Plauto. Dousa n’era i
(dice il coro degli attori col nome di grex) questa favola è composta per chi ama le dipinture de’ costumi pudici. Non vi s
rvatore non sempre esatto delle regole dell’illusione teatrale, è non per tanto sempre vago, semplice, ingegnoso, piacevole
centotrenta. Secondo Varrone e Festo Pompeo, presso alcuni passarono per commedie di Plauto anche le seguenti: Artemone, F
one, Cestrione e Astraba. Auto Gellio col filosofo Favorino riconosce per favole Plautine la Beozia che si ascriveva ad Aqu
medie genuine di Plauto, la qual cosa lo mosse a comporre un opuscolo per isceverarle. Certo Plauzio, secondo lui, antico p
ali dal di lui nome doveano chiamarsi Plauziane, e talvolta passarono per Plautine attribuendosi a Marco Accio Plauto. Il l
ne abbiamo, passerebbero il numero di ventuna da Varrone riconosciute per Plautine. Certo Lelio al dir di Gellio, uomo erud
mpose a se stesso, in cui dimostra la perdita che nella sua morte era per fare la commedia: Postquam est morte captus Plau
erio Massimo lib. II, c. 4. b. Orazio Epod. I libro II: Fescennina per hunc inventa licentia morem. Versibus alternis ob
a lingua, e certi versi, ed un certame mimico speciale che si celebra per istituto de’ maggiori, continua a rappresentarsi
odestia Histrionum retulit. Multa ab iis in publicam seditiose, foeda per domos tentari. Oscum quondam ludicrum levissimae
i Greci appellavano barbari gl’Italiani. Il parassito Ergasilo giura per le città di Preneste, ni Sora, di Segni, e di Fru
ste, ni Sora, di Segni, e di Frusinone, ed Egione ripiglia, Quid tu per barbaricas urbes juras? Noto è pur troppo che b
raniera. Aulo Gellio nel rimproverare a Nevio il fastoso epitafio che per se stesso compose, dice che i suoi bei versi most
colta degli Opuscoli del Calogerà). Il luogo presso Taranto designato per Rudia si vuole che fosse la terra delle Grottagli
e con arte e destrezza, A poco a poco fargli delle offerte Di danajo per aver la libertà. Libero poi ch’io sia, mi fornirò
grosse navi In mare. Fra gli stessi Re sarò Anch’io chiamato Re. Indi per mio Diporto vo’ comperarmi una nave, E far lo ste
47 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 88-117
uò dir viva e non morta, se viva è colei che gloriosa rimane al mondo per mezzo della virtù. » Nel diario manoscritto inedi
inedito di F. Settimanni nel R. Archivio di Stato di Firenze, trovo, per gentile comunicazione di G. Baccini, la notizia,
sabella, che ognuno di lei restò stupefatto. Gl’ Intermedi adoperati per la Zingara furon gli stessi della Pellegrina del
la Zingara, vedi al nome di Piissimi Vittoria ; quanto alla Pazzia, è per me fuor di dubbio trattarsi della Pazzia d’Isabel
accordo una Pavaniglia Spagnola con una gagliarda di Santin da Parma, per la qual cosa poi, le lasagne, i maccheroni, e la
se simili da pazza, essi la vogliono pigliare, & ella se ne fugge per strada, & essi la seguono. Ancora : Isabell
in una tragedia Tace la notte, e chiara al par del giorno spiegando per lo Ciel l’ombra serena già per vaghezza, oltre l’
, e chiara al par del giorno spiegando per lo Ciel l’ombra serena già per vaghezza, oltre l’usato affrena di mille lumi il
a rimirar felice, di tutt’altro quaggiù cesse il desio, che sua vita per sempre ebbe serena. O di scena dolcissima Sirena,
nquieto di Milano Apollo, questa il cui valor cotanto ammiri, ed ave per teatro e scena Italia e ’l Mondo ; e d’ eloquenza
osi a Parigi, munita di lettere di presentazione e di raccomandazione per quella Corte, coll’arte sua, col suo sapere, coll
a’ moderni del mio tempo, la Signora Isabella Andreini comica celebre per le opere sue che sono alle stampe, fu dalle lette
itengo pure inedita, e che mi pare valga la pena di trascrivere, così per le nuove cose ivi discorse, come per una riprova
lga la pena di trascrivere, così per le nuove cose ivi discorse, come per una riprova dell’interesse che le LL. Maestà pren
agnia à servire : la prima io le mostrai la lettera, che ’l S.r Cioli per ordine di V. S. m’ hauea scritta data sotto il dì
’ottener in mio benefizio quel c’ hauessi dimandato. Scriuo dunque sì per ubbidir alla Commiss.e, come perchè mi sarebbe pi
disegni d’andar il Re. Qui ognun dice ch’ anderà in Provenza ; e che per ottobre deu’essere in Lione. Sia come si voglia,
pag. 65) le presentò a nome del pubblico la seguente lettera in versi per invitarla a restare. A ISABELLE, Comédienne Je n
gni cura, e alla quale portava uno speciale amore. Partita di Francia per recarsi in Italia nel 1604, fu sorpresa dal male
recarsi in Italia nel 1604, fu sorpresa dal male in Lione, ove moriva per aborto l’ii giugno. (Il Sand ha erroneamente il i
nti accompagnata : ed hebbe un bellissimo Epitaffio scritto in bronzo per memoria eterna. (V. Francesco Andreini). Dalle
le Rime – Edizione di Milano, Bordone, 1601. Il Cavalier Marino dettò per la sua morte il seguente sonetto, riferito anche
fede. Il quale ancora in uno de’Suoi Capitoli alla Carlona (Trento, per Gio. Battista Gelmini, m dc viii) dice : Con le
o impensatamente, pensato mi vien di voi ; e di voi pensando, convien per forza ch’io pensi d’avervi amato ; il che più mi
i siate il mal tempo. Costanza. Anzi, ch’io sono l’istesso mal tempo per voi, poichè per me dite, che non havete mai buon
empo. Costanza. Anzi, ch’io sono l’istesso mal tempo per voi, poichè per me dite, che non havete mai buon tempo : noi sogl
oli (op. cit., pag. lxxix) riporta intero il dialogo fra uomo e donna per la caduta d’un fazzoletto, che è un modello del g
frammischiare alle prose sentenze poetiche era dell’uso, specialmente per la chiusa delle scene nella commedia improvvisa,
chiusa delle scene nella commedia improvvisa, e più specialmente poi per le andate via. Dalle Lettere – Edizione di Ve
l genere e del tempo ; trascriverò dalle Rime (Milano, Bordone, 1601) per dare un saggio del suo poetico stile, due sonetti
 ; E’l duol, che’ntenerir potrebbe i sassi, E l’amaro mio pianto han per mercede Noue lagrime sol, nouo tormento ; E per m
’amaro mio pianto han per mercede Noue lagrime sol, nouo tormento ; E per maggior mio mal misera i’sento, Che per girsen’à
agrime sol, nouo tormento ; E per maggior mio mal misera i’sento, Che per girsen’à lui, ch’à me non crede, L’infiammato mio
le al tuo venir che al tuo partire, Viuo in amaro pianto ; Ma voi deh per pietade Vscite meste de gli herbosi fondi O Ninfe
hor più non lice Di smeraldo portar gonna ridente. Dipinti Augei, che per le Tosche selue Di ramo in ramo saltellando andat
gran lode serra. Ma che dich’io ? sua lode intorno scorre, Ed hà solo per meta i Poli, e’l Cielo Dou’hor si posa la bell’al
hor Morte chiamando. O nemica mia stella, ò destin rio. S’esser cruda per me deuesse, ed empia L’innessorabil Parca Col leu
i genitori, fu celebre nel teatro e nelle lettere. Mi son servito, per la stampa del promesso dialogo del De Somi, sulla
plica a Francesco Gonzaga Conte di Novellara, in data 15 aprile 1567, per ottenere un decreto di poter egli solo per anni x
a, in data 15 aprile 1567, per ottenere un decreto di poter egli solo per anni x dare stanza in Mant.ª da rappresentare com
r anni x dare stanza in Mant.ª da rappresentare comedie, a coloro che per prezzo ne vanno recitando, offerendosi egli dare
dare ogni anno a poveri della Misericordia, sacchi due di formento ; per la quale offerta, il Gonzaga il 17 aprile raccoma
he — Auertimento prima che si mandi fuori il prologo — Ordine o norma per mandar fuori i recitanti — Prima che si mandi giù
i. Sant. A noi Messer Veridico è paruto mill’ anni d’ auer desinato, per uenire a farci pagar da uoi quel debito, al quale
ben uenuti : sedete. Mass. Vi hauremo forse disturbato, essendo uoi per quello che comprendo, intento a conteggiare. Ver
fò, de gli habiti, et altre cose, che occorrono a i recitanti nostri, per non mi condur poi isproueduto a fatti. Sant. Hor
per non mi condur poi isproueduto a fatti. Sant. Hor noi siam qui, e per far come il pardo, al primo salto la preda, comin
poemi, e sopra tutto di bella prosa contesta, et che non fosse noiosa per molti soliloquij, o lunghi episodij, o dicerie im
iosa per molti soliloquij, o lunghi episodij, o dicerie impertinenti. per ciò ch’ io concorro nel parere di coloro, che han
ta, fuggendo più ch’ io potessi le stampate, quantunque piu belle. si per che ogni cosa noua piu piace ; et si per esser pa
te, quantunque piu belle. si per che ogni cosa noua piu piace ; et si per esser parer quasi comune, che le comedie, delle q
omedie, delle quali lo spettatore, hà notitia ; rieschino poco grate, per di molte cagioni, tra le quali, principale cred’i
bio, la nouella de l’ oca. il che non auiene cosi delle comedie noue, per che quantunque l’huomo sappia da principio, hauer
, come gli si richiede. Sant. Certo, conosco esser uero quanto dite, per che io mi son ritrouato ueder rappresentar bene,
tantissima. Ver. Tanto, che è da stupirne, et oso dire, anzi affermo per uero, che piu importi hauer boni recitanti, che b
ben recitata, che una bella mal rappresentata. Et pero quand’ io sono per elegerli, hauendo copia d’ huomini atti et che ub
suelto, et cosi tutti. pongo poi anco gran cura alle uoci di quelli, per ch’ io la trouo una de le grandi et principali im
a far recitare un ombra in una tragedia, cercarei una voce squillante per natura, o almeno atta con un falsetto tremante, f
i però in caso alcuno, mi seruirei di mascare, ne di barbe posticcie, per che impediscono troppo il recitare. et se la nece
o lo farrei parere attempato, ma decrepito, et grinzo, bisognando. Et per che quanto alla elettione, e della comedia e de i
rcitare, et in che modo hanno da recitare questi eletti. Ver. Questa per certo è impresa grauissi-ma. Ma per farui solo in
itare questi eletti. Ver. Questa per certo è impresa grauissi-ma. Ma per farui solo intendere, parte di quello che faccio
he non cagionino di quei tumulti, che fanno souente coloro, li quali, per esser più lontani, non ponno udire, onde ha poi d
ttacolo, et a questo puo seruir solo, lo hauer il recitante bona uoce per natura, come dissi che dopo la bona pronuncia pri
la bona pronuncia principalmente le bisognarebbe. Mass. Auuertimento per certo necessario. Ver. Come uitio pestilente poi
ale al dire. Ver. Siate certo che non gle le toglie in parte alcuna, per che, oltre che il fauellare adagio, non concedo i
il fauellare adagio, non concedo io che sia mal uso, anzi l’ approuo per proprio delle persone piu graui [et sempre si deo
onella lasciuamente, se la ocasion lo comporta, ouer mordersi un dito per isdegno, et simili cose, che il poeta, nella test
i essercitauano ; non si può però cauar regole di questa proffessione per che ueramente bisogna nascerci Et tra molti galan
credo che gli antichi uedessero, ne si possi fra moderni ueder meglio per chè in fatti ella è tale su per la scena, che non
ne si possi fra moderni ueder meglio per chè in fatti ella è tale su per la scena, che non par gia a gli uditori di ueder
&c. l’ altro è Donna leggiadra a cui la piu gradita &c. hora per tornar a parlar de recitanti in generale dico di
questo gioua molto [come anco in molte altre parti è utile] lo hauer per guida lo stesso autore de la fauola, il quale hà
oncetti, che fanno comparir il poema piu garbato, et i suoi recitanti per conseguenza paiono piu desti. Dico desti. per che
to, et i suoi recitanti per conseguenza paiono piu desti. Dico desti. per che sopra tutte le cose bisogna che il recitante
ddamente, et senza il debito feruore, et la conueniente efficacia. Et per fuggire questo diffetto, è neccessario a recitant
lingua latina eloquenza del corpo, son di tanta importanza, che non è per auentura magiore l’ efficacia delle parole, che q
r di proposito, par che non sappiano che se ne fare. Et se una Donna [ per gratia di essempio] haurà pigliato per uezzo di m
e se ne fare. Et se una Donna [per gratia di essempio] haurà pigliato per uezzo di mettersi la mano su ’l fianco ; o un gio
gire come la mala uentura, un certo modo di recitare dirò pedantesco, per non saperle io trouar piu proprio nome, simile al
ia altro che un familiar ragionamento, che improuisamente occorra. Et per che come dico il darui regole piu particolari, mi
antelli attorti et affaldati, et le meretrici di giallo s’ ornauano ; per che cosi fatte osseruationi, sarebbono per la uar
ci di giallo s’ ornauano ; per che cosi fatte osseruationi, sarebbono per la uarieta de gl’ usi, uani, o poco conosciuti ;
uarieta loro, et si anco a facilitare l’ inteligenza della fauola. Et per questo piu che per altro cred’ io, che gl’ antich
anco a facilitare l’ inteligenza della fauola. Et per questo piu che per altro cred’ io, che gl’ antichi haueuano gl’ habi
colori assegnati, a tutte le qualità de i recitanti. Hor se io haurò [ per gratia di essempio] da uestir tre o quattro serui
in capo : l’altro a liurea, di diuersi colori : et l’altro adornarò, per auentura, con una beretta di ueluto, Et un paio d
te uolte son io stato ambiguo un pezzo, nel riconoscere uno in scena, per non esser ben differente da un altro recitante, o
. La uarieta de i colori, a questo gioua assai ; et uorrebbono essere per lo piu gl’ habiti di colori aperti, Et chiari, se
ossero conosciuti, le tingeuano il uiso di feccia di uino, o di luto. per che a me basta il trasformarli, e non trasfigurar
, in cui deuressimo tenerlo ; facendoli credere piu che sia possibile per uero successo, ogni nostra rappresentatione. Ma p
che sia possibile per uero successo, ogni nostra rappresentatione. Ma per che ogni nouita piu piace assai, riesce molto pia
rbari, et astratti dalle nostre usanze, et quindi auiene che riescono per lo piu cosi uaghe le comedie uestite alla greca.
che riescono per lo piu cosi uaghe le comedie uestite alla greca. Et per questo, piu che per altra cagione fo io che la sc
piu cosi uaghe le comedie uestite alla greca. Et per questo, piu che per altra cagione fo io che la scena della comedia no
nostra che uedrete martedi [piacendo a Dio] si finge costantinopoli, per poter introdurui habiti cosi di donne come di huo
r succeder fra genti strane e che non conosciamo ; di quelle cose che per lo piu nelle comedie si rappresentono, che uederl
bbiamo continoua pratica. et se questo riesce ben nelle comedie, come per isperienza ne siamo certissimi, tanto piu succede
si figurano cosi uagamente quei personaggi de gl’ antichi secoli. Et per che tra i piu belli spettacoli, si mostra belliss
richiedono. Ver. De gl’ aparati non uoglio che ragioniamo hoggi, et per dimane ui prometto di trattarne alquanto, Ma per
ragioniamo hoggi, et per dimane ui prometto di trattarne alquanto, Ma per non lasciarui ingannati, credendo uoi forse, che
non lasciarui ingannati, credendo uoi forse, che ci bisogna uno stato per rappresentare una tragedia, uoglio dir solo quest
da recitare una comedia, o anco una cosa pastorale. e pur ci seruiamo per lo piu di cose fatte. Mass. Poi che ricordato n’
pelli, sopra le spalle del pastore, et sotto i fianchi. et non è male per uariare, legarne ad alcuni pastori sopra una spal
et culti. ad alcuno, si può cinger le tempie d’ alloro, o d’ hedera, per uariare, et con questi modi, o simili, si potrà d
nde, che paiono naturali, et ad alcuna si potranno lasciar ir sciolte per le spalle, con una ghirlandetta in capo. ad altra
ciar ir sciolte per le spalle, con una ghirlandetta in capo. ad altra per uariare aggiungere un frontale d’ oro, ad altre p
n nastri di seta, coperte con di quei veli sutilissimi et cadenti giù per le spalle, che nel ciuil uestire, cotanta uaghezz
timenti, bisogna che chi essercita questi poemi, sia bene essercitato per che è molto piu difficile condur una sifatta rapp
ppresentatione, che stia bene : che non è a condurre una comedia ; et per la uerità fa anco molto piu grato, Et bello spett
gono ? ne sotto il nome di pastore tutti gli huomeni ? Ver. Anzi nò, per che se il poeta u’ introducesse [come sarebbe per
ni ? Ver. Anzi nò, per che se il poeta u’ introducesse [come sarebbe per essempio] una maga bisognarà uestirla secondo la
sse ; ma di piu gentili, con collari vaghi, et copertine leggiadre. e per finire quello, che a me pare a questi poemi conue
a lista [come quella ch’ io faceua pur dianzi] bisogna hauer notato : per che una poca cosa che si scordi, può in gran part
fare un’ altra molto utile, et necessaria ; doue noto tutte le scene per ordine, co i nomi de suoi personaggi, et con il s
strepitoso, che habbia forza di destare gli animi, quasi adormentati per la lunga dimora che ordinariamente fan la maggior
i, prima che si uenghi al desiderato principio : et questo Gioua anco per risuegliare i cori de i recitanti. Mass. Questo
uesto Gioua anco per risuegliare i cori de i recitanti. Mass. Questo per proua ho ueduto io far grande effetto. hor ueniam
ice molto aggiungere sotto alla laurea, una capillatura posticcia, si per trasformare il personaggio, come per farlo parere
a, una capillatura posticcia, si per trasformare il personaggio, come per farlo parere persona antica. et questo haurà da u
e a gl’ uditori. et non essendo hora fuor di proposito al tutto, dirò per regola generale, cosi a tutti i recitanti come al
onare piu in mezo, et piu in ripa al proscenio, che sia possibile, si per accostarsi il più che si può a gl’ uditori ; come
a possibile, si per accostarsi il più che si può a gl’ uditori ; come per iscostarsi quanto piu sia possibile dalle prospet
esto è benissimo inteso. hor ditene di gratia se la scena si fingerà, per cosi dire, esser Roma, et che la comedia [poniam
e, et in che loco hà da mostrar di trouarsi ? Ver. Lassando da parte per hora quelle inuentioni di prologhi doue s’ introd
che gl’ intermedij di musica almeno, sono necessarij alle comedie, si per dar alquanto di refrigerio alle menti de gli spet
dar alquanto di refrigerio alle menti de gli spettatori ; et si anco per che il poeta [come ui cominciai a dir hieri] si s
a. poscia che ogn’uno di questi intermedij, ben che breue, puo seruir per lo corso, di quattro, sei, et otto hore a tale ch
orso, di quattro, sei, et otto hore a tale che quantunque la comedia, per lunga che sia, non hà da durar mai piu che quattr
n hanno propriamente ad essere destinte in atti [quantunque i moderni per propria autorita le diuidono] et i chori che in e
diuidono] et i chori che in esse si fanno da poeti, sogliono seruire per quella parte, che hà da trascorrer di tempo tra u
a parte, che hà da trascorrer di tempo tra un successo et l’altro. Ma per che par che si usi a tempi nostri da destinguerle
insieme anco parlaremo de gl’ interualli de poemi pastorali, poi che per hoggi si è detto assai : et in uero mi conuiene e
nuiene essere a far proua di alluminar la scena della nostra comedia, per ueder che non gli manchi cosa alcuna, et però con
mo noi, o signor Massimiano accettar questo cortese inuito ? Mass. E per che no ? Ver. Andiamo dunque alla scena. Sant.
scena. Sant. Andiamo. Nulla di più importante e di più interessante per la storia della scena italiana, di questo dialogo
n senso, una stanza a quattro pareti, senza tener conto quasi mai che per una di esse, il boccascena, gli spettatori han di
ia troppo lungo. Senza convenzionalismi arte non v’ha : e molte volte per isbandirne uno a casaccio, se ne crea un altro ma
48 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo ottavo »
la prima, la natura stessa del maraviglioso, il quale, ove non abbia per fondamento una credenza pubblicamente stabilita d
gran via si trascorre dal poeta in cinque atti brevissimi. Basta ciò per conoscere che le scene debbono essere disunite, i
qual mezzo di farsi amare da un cuor ritroso è mai quello di addurre per motivo, che se Cefalo non le risponde nell’affett
n fu de’ più spettacolosi. Usaronsi delle invenzioni e delle macchine per rappresentare tutti gli oggetti possibili, favolo
ché non si possono ridurre a determinate classi. Non poche tra queste per opera de’ bravi macchinisti, che allora fiorivano
del Sabbattini riuscirono vaghissime ed ingegnosissime. Un dramma, o per dir meglio uno spettacolo frammezzato di poesia d
rammatica lavorata dal Chiabrera si rappresentò a Mantova l’anno 1608 per le nozze di D. Francesco Gonzaga con Margarita di
rzo delle Opere di esso Chiabrera. Ingegnose molto e leggiadre furono per lo più le invenzioni de’ drammi a Firenze e a Tor
rono per lo più le invenzioni de’ drammi a Firenze e a Torino, quella per isquisito gusto di ogni arte bella sempre distint
liè non men celebre pel suo buon gusto nelle decorazioni teatrali che per politiche disavventure77, Meritano particolar men
atrali che per politiche disavventure77, Meritano particolar menzione per allegoria opportuna e per vaghezza di ritrovato i
isavventure77, Meritano particolar menzione per allegoria opportuna e per vaghezza di ritrovato il cielo di cristallo, e le
lla corte nelle nozze di Cosimo de’ Medici con Maddalena d’Austria, e per quella di Torino il Vascello della felicità, e l’
e simbolleggiati, cioè un vascello che significava l’acqua, un teatro per la terra, un mongibello per il fuoco, e un iride
scello che significava l’acqua, un teatro per la terra, un mongibello per il fuoco, e un iride per l’aria. Ecco il salone r
acqua, un teatro per la terra, un mongibello per il fuoco, e un iride per l’aria. Ecco il salone riempirsi d’acqua in un su
soggette al Duca di Savoia, e in mezzo una gran tavola apparecchiata per quaranta persone. Il dio del mare invitò i sovran
io, si supponeva che gli abitanti delle vicine provincie preparassero per Cesare e per la sua armata un magnifico spettacol
eva che gli abitanti delle vicine provincie preparassero per Cesare e per la sua armata un magnifico spettacolo lungo la ri
ando fra le mani degli altri compositori, né sapendo questi come fare per sostener l’attenzione degli spettatori cori azion
i comici all’opera buffa. Così l’Aurora ingannata servì di favoletta per gl’intermedi musicali nel Filarmindo, favola past
ermedi musicali nel Filarmindo, favola pastorale, il Glauco schernito per gl’intermezzi del Corsaro Arimante, favola pescat
o nella tragicommedia intitolata l’Amorosa clemenza, la tomba di Nino per gli intermezzi dell’Ercole in Eta, dramma eroico,
o per gli intermezzi dell’Ercole in Eta, dramma eroico, il Disinganno per la virtù in cimento, dramma morale, e il Capricci
r la virtù in cimento, dramma morale, e il Capriccio con gli occhiali per i Diporti in Villa, dramma giocoso scritto nel di
iare, caratteri, orditura, passioni, interesse teatrale erano contati per nulla. Ora si vedeva nell’assedio di Persepoli, c
ei drammi, e fra gli altri quelli di Giulio Strozzi, fiorentino, dove per mezzo di gran caratteri mobili di fuoco si leggev
sero con mille buffonerie gli avvenimenti più serii. Che bel sentire, per esempio, il seguente vezzosissimo soliloquio che
a; Io son colui che taglia, buca e spezza. Ho la lingua col restio Ma per dar mazza che vola No che gobbo non son io. Ma me
restio Ma per dar mazza che vola No che gobbo non son io. Ma me-menti per la gola. Son ca-ca-camerata D’Ercole trionfante,
ntino. Egeo Re. E verso dove andranno? Demo balbuziente. S’imbarcano per co co, co, per co, co, co. Egeo. Per Coimbra? Dem
. E verso dove andranno? Demo balbuziente. S’imbarcano per co co, co, per co, co, co. Egeo. Per Coimbra? Demo. Per co, co,
ralto? Demo. Oibó! Per co, co, co. Egeo. Per Cosandro? Demo. Nemmeno: per co, co, co. Egeo. Per Corinto? Demo. Ah! bene, be
uisa indecenti che sembravano rappresentaci a bella posta sulle scene per giustificar il rimprovero che diè il Conte Fulvio
il Conte Fulvio Testi ai poeti italiani di quel tempo: «Fatto è vil per lascivia il Tosco inchiostro.» [10] Alcuni tratt
vi si era furtivamente introdotta. Ella resiste, il filosofo insiste, per dimesticare il quale la cortegiana, che conosceva
losofo insiste, per dimesticare il quale la cortegiana, che conosceva per isperienza tutto l’impero delle proprie attrattiv
] Circa lo stile a tutti è nota la viziosa maniera ch’erasi in Italia per ogni dove introdotta. Il lettore può senza scrupo
mma italiano miseramente contaminò. Fu nondimeno tenuto a’ suoi tempi per ristorator del teatro: i suoi drammi furono rista
ome cose degne di tenersi in gran pregio: i letterati sel proponevano per modello d’imitazione, e le muse anche elleno, le
imitazione, e le muse anche elleno, le vergini muse concorsero a gara per onorar con inni di laudi chi più d’ogni altro rec
traggio. Tanto è vero che il giudizio de’ contemporanei è poco sicuro per gli autori, come lo è pei sovrani; che il pregiud
talché il poeta quel luogo ci tenga che tiene il violinista ove suoni per ballo» 78. Non giudico pertanto pregio dell’opera
soltanto che fra i moltissimi componimenti che mi è convenuto leggere per formarmi una giusta idea del gusto di que’ tempi,
ne di miglior secolo, e quali a stento si vedrebbono nel nostro. Darò per saggio la Verità raminga di Francesco Sbarra forn
ti i loro spropositi. La verità comparisce avanti chiedendo loro aita per trovarsi tutta pesta, e mal concia dalle mani de’
         Via pur via fuggi di quà.» Un cavaliere accorre al pericolo per difenderla, ma riconoscendola per dessa l’abbando
» Un cavaliere accorre al pericolo per difenderla, ma riconoscendola per dessa l’abbandona al momento.               «Van
edita.» Un soldato fa la medesima cosa perché la verità lo beffeggia per le sue millanterie. Otto villani, che ballano al
           Far a mezzo di quel d’altri.» Esce in seguito un sensale, per la cui opera il mercante vorrebbe disfarsi della
mercante vorrebbe disfarsi della sua coscienza come di merce scomoda per sé e affatto inutile, ma il sensale si scansa add
e scomoda per sé e affatto inutile, ma il sensale si scansa adducendo per motivo che:               «Questa roba non ha sp
tolato il Podestà di Coloniola affaccendato sommamente il compositore per rendere cogli strumenti il suono dei rispettivi a
to d’un più ignoto componimento rappresentato in Bologna, e che aveva per titolo L’Amore in cucina, di esprimere colla orch
empi Giambattista Doni, scrittore grandissimo, il quale solo varrebbe per tutti, ma la più bella tra le opere sue, e la più
sapprovazione degli scienziati pei molti abbagli presi dall’autore, e per l’infedeltà nel tradurre i musici greci. Marco Me
rem la barbarie sortita dalla coltissima regione d’Italia diffondersi per tutta l’Europa» 80. Per rimuovere dalla sua nazio
nto di volo le due prefazioni poste dal Kirchero avanti alla Musurgia per veder ivi espressi i nomi di quelli stessi compos
ra concorsero al compimento di quell’opera, di che l’autore ne ricava per essa un buon augurio di durevole fama. [21] La te
coltivata in appresso con molta grazia da Giuseppe Cenci, fiorentino, per cui divenne assai celebre dentro e fuori della su
le drammatiche rappresentazioni in musica il carattere di soprano era per lo più eseguito da fanciulli. Ma l’ingrossamento
sviluppo ulteriore del sesso che s’ingrossino i ligamenri della gola per la minor copia di umori che vi concorre, gli rend
l’uso degli eunuchi era molto comune in quella nazione probabilmente per la musica delle chiese o per quella di camera. Di
o comune in quella nazione probabilmente per la musica delle chiese o per quella di camera. Dico probabilmente, poiché sebb
di congiungersi gli eunuchi in matrimonio colle donne) non apparisce per qual altro motivo si potessero permettere. Da una
one pel canto e le voci di tai cantori proporzionate alla mollezza, o per dir meglio, alla effemminatezza della nostra musi
rischio, cui si espone la loro virtù esercitando una professione, ove per un orribile ma universal pregiudizio, non ha alcu
presenti al vivo in sul teatro i donneschi diritti; l’amore, il quale per cagioni che non sono di questo luogo, è divenuto
onvien che si esprima da altri oggetti, che da quelli fatti dal ciclo per ispirarlo; la ristrettezza de’ nostri teatri picc
venne necessaria nel dramma quanto che non ci era maniera di supplire per altro verso alla dolcezza delle voci loro così ac
e comunicare gli affetti, primo e principale scopo del canto. Trovasi per ciò di buon’ora stabilita cotal usanza, e celebri
e di cantatrici e di cantori prederà quello di virtuose e di virtuosi per distinguersi anche dagl’istrioni, coi quali non v
tilissimo talento di gorgheggiar un arietta divenne una strada sicura per giugnere alle ricchezze ed agli onori, e ne fu da
il testo surriferito è alquanto sfavorevole all’Italia. Basti sapere per mia difesa, che l’autore non è uno straniero, ma
un secolo e una nazione al paro de’ più gran filosofi: né la Francia per esempio va meno superba per aver prodotto Corneil
paro de’ più gran filosofi: né la Francia per esempio va meno superba per aver prodotto Corneille, o Moliere di quello che
eno superba per aver prodotto Corneille, o Moliere di quello che vada per aver avuto Mallebranche o Cartesio, come più hann
49 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 294-295
erita la pena di accennare alla famiglia dalla quale usci, assai nota per una specie di eccentricità rivelantesi in tutti i
i eccentricità rivelantesi in tutti i suoi componenti ; assai stimata per la generosità dell’animo, assai ammirata per il p
mponenti ; assai stimata per la generosità dell’animo, assai ammirata per il patriottismo ; assai temuta per il coraggio e
erosità dell’animo, assai ammirata per il patriottismo ; assai temuta per il coraggio e l’eccezionale gagliardia dei muscol
forti di tempra e fieri di carattere. Appena adolescenti, prendevano per passatempo il passeggiare sul cornicione della lo
o, ossequenti alla patria potestà. Cesare intanto si senti trascinato per l’arte drammatica, nella quale entrò giovanissimo
ò all’arte e fu con Salvini, colla Carolina Internari, colla Ristori, per dire dei principali con cui militò. Onde seguire
principali con cui militò. Onde seguire l’irresistibile inclinazione per il teatro, non si curò di conseguire, come gli al
seppe però farsi apprezzare ed ascoltare con attenzione dal pubblico per la intelligente chiarezza con cui rese sempre il
l Mercantini, del Prati, ecc., ottenendo ovunque successi invidiabili per il vivo sentimento patriottico che in esse sapeva
ri, e se nel momento del bisogno gli si ricordavano crediti che aveva per prestiti fatti, andava su tutte le furie, esclama
di molti e non dimenticati pugni seminò la via percorsa, sempre però per giustificati motivi e non per brutale prepotenza
gni seminò la via percorsa, sempre però per giustificati motivi e non per brutale prepotenza o per vana spavalderia. Per ta
a, sempre però per giustificati motivi e non per brutale prepotenza o per vana spavalderia. Per tale sua qualità fu detto i
lla doveva lottare con uno degli interlocutori e soccombere. Tenutosi per un po', si capisce con quale sforzo, nell’attitud
inque lire. Fu anche scritturato il '58 nella Compagnia Reale Sarda per fare tutte quelle parti di generico, di età avanz
50 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 682-683
o, detto Ottavio, padovano, primo amoroso della Compagnia dell’ Imer, per la quale cominciò a scrivere il Goldoni, fu comic
lizzando sulle vicende umane, diede un colpo di bastone a una guardia per far ridere l’uditorio. Nelle scene più serie, e p
la Passalacqua, proprio dopo ch'ella aveva giurato di averlo lasciato per sempre, era ammogliato ; e il Loehner riferisce d
vava a Padova, poi a Treviso, d’onde scrive a un medico due lettere : per ottenere alcuna commendatizia, e per dargli avvis
scrive a un medico due lettere : per ottenere alcuna commendatizia, e per dargli avviso di avere sputato un po' di sangue,
zioni del medico, avverte non poter prendere il latte sino a Bologna, per dove sarebbe partito pochi giorni dopo ; e domand
turale, e s’abbia da mescolargli altro, e quanto n’avrà da prendere e per quanti giorni ; e quanto sangue stimerà bene si f
ella cavata di sangue. Tornò a Treviso il settembre dello stesso anno per andar poi a passar tutto l’autunno a Bologna ; e
per andar poi a passar tutto l’autunno a Bologna ; e rinnova istanza per avere una lettera di raccomandazione, e neanche a
, e li protesto che la fame la patischo, voglio un poco vedere cosa è per essere. » Il marzo del '25 era novamente in Bolog
un fiume, e avesse dovuto restar due giorni in una casa di contadini per asciugarsi, dalla quale partì a cavallo, essendo
lesse infranto, con vento e neve così terribili, che credette morirsi per via. Arrivato a Bologna stette bene due mesi, ma
ette bene due mesi, ma poi fu preso da vertigini e febbri acutissime, per le quali fu ordinata nuova emissione di sangue. D
vatagli una ostruzione al ventre, gli ordinò sei pillole ogni mattina per dieci giorni. La febbre non gli venne più così ga
e due obbligazioni e il Don Giovanni Tenorio nel Convitato di Pietra, per le quali ogni spettatore bisognava che confessass
va che confessasse esser egli un comico perfetto, a cui nulla mancava per dirlo un Roscio de' suoi tempi. Entrato nella Com
51 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO II. Pastorali Italiane. » pp. 131-143
de’ due secoli può tener dietro) o a superare il Pastor fido, almeno per consenso de i dotti frutto pregevole del XVII sec
e fece in Sassuolo con un prologo del conte Fulvio Testi. Ne uscirono per l’Italia ed oltramonti molte edizioni e traduzion
la critica più sobria fu quella che si fece al doppio amore di Celia per la rarità del caso, poco atto essendo un possibil
falsi brillanti ed alquante metafore ardite alla moda Marinesca. Non per tanto il Bonarelli compensa con varie bellezze sì
iù di quello che vien concesso a un episodio. Il lettore s’ interessa per essa fin dalla scena terza dell’atto I quando la
u mi accogliesti appena Con un cotal sorriso, A cui non rispondea per gli occhi il core. Poscia nell’abbracciarmi C
arte del quarto e nel quinto intero torna l’interesse ad essere tutto per Filli. Sin dal principio dell’ atto II desta curi
e ne aumenta la vivacità il trasporto di Filli nel trovarlo infedele per le di lui medesime parole. Il disperato dolore de
se’ perfido e crudo, E’ forza, oimè, ch’io t’ami; Io t’amo, e se per altro Non t’è caro il mio amor, caro ti sia P
l mio amor sarà la morte mia. O Tirsi, o Tirsi ingrato, Filli che per te nacque, Filli che per te visse, Filli per
a. O Tirsi, o Tirsi ingrato, Filli che per te nacque, Filli che per te visse, Filli per te si muore. I due segni
ingrato, Filli che per te nacque, Filli che per te visse, Filli per te si muore. I due segni d’oro mandati da Fill
quale avendo gettati via que’ cerchi, ov’era l’immagine del Sultano, per una legge è divenuto reo di morte. Egli per dispe
a l’immagine del Sultano, per una legge è divenuto reo di morte. Egli per disperazione nella quinta scena si accusa del fat
Egli per disperazione nella quinta scena si accusa del fatto, e Filli per salvarlo se ne accusa ancora, rinnovando così l’a
contesa di Olinto e Sofronia. Lo scioglimento avviene senza violenza per la volontà del Sultano spiegata in note Egizie in
Arena nella Riviera di Genova, si aggira sull’amore di un pastorello per Gelopea turbato dalla gelosia per una menzogna, s
aggira sull’amore di un pastorello per Gelopea turbato dalla gelosia per una menzogna, serenato dal disinganno, e felicita
ol passero di Catullo. Si machina nell’atto II a danni de’ due amanti per separargli suscitando in ciascuno torbidi sospett
sia. Ad Alcanta si assegna la cura di tirar Gelopea al fenile d’Alfeo per accertarsi che Filebo dee trovarvisi con altra ni
fronto della Gelopea. L’Alcippo impressa in Venezia nel 1615 gareggia per la semplicità colle stesse greche favole, e pure
tà colle stesse greche favole, e pure interessa a maraviglia. Alcippo per amore di Clori si trasforma in ninfa, e col nome
e non amante con quello di Alcippo. E’ scoperto dalle ninfe d’Arcadia per la ripugnanza ch’egli ha di bagnarsi seco loro. U
d Alcippo dee soggiacere a questa pena. Tirsi, il giudice più zelante per l’ osservanza della legge, si scopre essere il pa
manifesta l’innocente suo disegno di acquistar la di lei benevolenza, per poi scoprirsi ed ottenerla in consorte. Commuove
te. Commuove il suo semplice appassionato racconto; tutti intercedono per lui, ed ottiene il perdono e la sua bella Clori.
lo Buonarroti il giovane pubblicata ne’ primi lustri del secolo anche per gl’ intermedii accomodati all’ argomento villesco
ameno soggetto di una festa cinquennale, in cui si gareggia col canto per acquistare una vaga ninfa. Io non conosco pastora
lia, che gli succedette nel ducato di Guastalla; ma tal componimento, per avviso del lodato religioso, è poco degno di trat
. L’una s’intitola Procri, che dal canonico Negri Guastallese si pose per appendice alla sua storia di Guastalla. Stimò il
avoletta da recitare in musica nel passaggio della regina di Ungheria per Mantua. Tali passi mi furono comunicati in Parma
52 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « A CHI AMA la poesia rappresentativa » pp. -
venoeck, i Reaumur, i Goedart, i Templey, i Bonnet, allorchè spaziano per l’ampiezza del l’universo, che quando minutamente
bbe singolarmente delle belle arti? Raffaello, Correggio, Buonarroti, per una via totalmente aliena dal calcolo infinitesim
ione dono divino della, suprema sapienza, egli è dalla natura formato per la società, alla quale inevitabilmente vien tratt
e altri pur disse, delle stelle chiamate nebulose, la cui esistenza è per gli ultimi telescopii inglesi ugualmente assicura
ramandare al nostro pianeta luce maggiore. E se la geometria, più che per le utili verità che insegna, si rende commedabile
metria, più che per le utili verità che insegna, si rende commedabile per l’attitudine che somministra agl’ingegni tutti pe
rende commedabile per l’attitudine che somministra agl’ingegni tutti per bene e coerentemente ragionare, essa e tutte le s
a loro giustezza a formare grandi legislatori morali e politici tanto per ciò che l’una società debbe all’altra, quanto per
li e politici tanto per ciò che l’una società debbe all’altra, quanto per quello che debbonsi mutuamente gl’individui di ci
nza delle leggi è quella che presta alle società l’opportuno soccorso per atterrire o distruggere i colpevoli e per minorar
ocietà l’opportuno soccorso per atterrire o distruggere i colpevoli e per minorar la somma dei delitti, a quali trascorrono
o forniscono le stesse leggi contro questo lento veleno che serpeggia per le nazioni e le infetta? Esse leggi contente di r
ir di Orazio, colla forca giugne a sterminarsi; ed ossserviamo che da per tutto quasi sempre i costumi col tempo sogliono d
ia correggere i costumi; e non essendo essi altro che abiti contratti per opinioni vere o false, nostre o straniere, a puri
cupa a far la guerra agli errori naturali ed a correggere le opinioni per inspirar costumi confacenti al disegno del legisl
rettifica la stessa volontà, e che Socrate trasse dal cielo, diedero per eccellenza il nome dì filosofia? Dietro adunque a
azione domestica è forse una fiaccola chiara a sufficienza e durevole per tutto il cammino della vita? Il mondo ideale che
i anni e la novità di tante forme esterne? quanta ne rimane al l’uomo per norma delle sue passioni, allorchè crescono coll’
i potesse produrre un pieno effetto generale, dovrebbe esser publico, per insegnare a tutti, come da una scuola commune, so
che cinti di umane spoglie viaggiarono e conversarono con gli uomini per arricchirli di sapienza, la poesia drammatica si
dello scudo di Ubaldo ci dipigne e rappresenta quali veramente siamo, per avvertirci delle discordanze de’ nostri ritratti
ia drammatica è la stessa morale posta in azione: quella si trasmette per l’udito, questa si presenta alla vista: quella sa
chieri delle tavole grandi da certi ridevoli pedantacci che ostentano per unico lor vanto l’essersi procacciati varii diplo
pretese in Roma la censura, e i nobili corrotti formarono un partito per contrastargliela. Se io abbondassi di ozio e di t
destar sulle moderne scene quando il riso e quando la compassione. Ma per sì bella impresa oltre di un raro ingegno affinat
l lieto nido, quell’esca dolce, quelle aure soavi che bramano i cigni per elevarsi al Parnaso, ed a me di ciò in vece sovra
a non feci, gli sforzi fatti sino a questi tempi ne’ paesi conosciuti per dipignere sui teatri ora grandi sconcerti ora pic
l’eccellenza e l’utilità della poesia rappresentativa, stimo inutile per chi ha da leggere l’opera il prevenirlo delle mol
uio, eloquenza, loquela, loquace, loquacità, interlocutori; or perchè per acconcia analogia non dirassi anche interloquire
ho cercato esaminare con nuova diligenza le favole antiche e moderne, per presentare a’ giovani studiosi con sempre più acc
osi con sempre più accurata scelta le drammatiche bellezze da tenersi per esemplari. E giudicando degli autori secondo il m
o senza la folle pretensione di certuni di proporre il proprio avviso per norma del l’altrui pensare. Io m’ingannero talvol
miei stessi capricci, ardisco Contro de’ vizii miei darmi battaglia, per valermi del concetto di Pope e delle parole del G
e il di lui Saggio di Critica. Ecco quanto io ho fatto in quest’opera per diletto ed istruzione della gioventù che ama la p
pedia. a. Numerosissime sono fuor di dubbio le conoscenze acquistate per le matematiche; mais (dicevano gli editori dell
rammatici, e gli chiamava (nella lettera 137 del’e Persiane) i poeti per eccellenza e i signori e maestri delle passioni .
da me usate nella Storia de’ Teatri in un volume del 1777. a. Forse per le stesse mie ragioni il precitato Amico di Venez
e alla distesa con certo gergone apparato nelle vie, nelle botteghe e per le magioni da’ perlari ds’ popoli senza alcun stu
ragionare volesse scarabbochiar epigrammi, come altri fece, potrebbe per tanto fango chiamar pantanosi siffatti suoi bei c
ue le quieren dar . A quello però che egli aggiugne, cioè che ciò sia per non aver io letto gli autori , o per non avergl
egli aggiugne, cioè che ciò sia per non aver io letto gli autori , o per non avergli intesi , dirò che la continuata appr
53 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Discorso preliminare premesso alla prima edizione »
ssime delle quali consistono nel distrugger i sentimenti della natura per inalzar sulle loro rovine l’idolo dell’opinione,
ll’arte drammatica, ma perché vi vanno gli altri soltanto. Adocchiare per esser adocchiati, aggirarsi da scioperati da palc
chetto in palchetto, scoprir nelle regioni della galanteria paesi non per anco tentati, spiar in aria di somma importanza i
oco (quella occupazione insipida ritrovata dall’ozio, e dall’avarizia per consolar tante anime vuote, che non sanno che far
la grand’arte di Sofocle e di Menandro. Uditori altrettanto incomodi per l’indiscretezza loro quanto giudici infelici pel
infiniti poltroni. [3] Il politico, osservando unicamente gli oggetti per la relazione che hanno colla civile economia e co
lo prenderà come un diversivo offerto talvolta al popolo spensierato per nasconder agli occhi suoi l’aspetto di quelle cat
l’aspetto di quelle catene che la politica va lavorando in silenzio, per infiorare gli orli del precipizio, dove lentament
re gli orli del precipizio, dove lentamente lo guida il despotismo, e per mantenerlo più agevolmente in quella picciolezza
a come il famoso cieco di Cheselden giudicava delle rose, delle quali per quanto s’ingegnassero i circostanti a fargli capi
e date, nel sapere il numero e i titoli delle produzioni d’un autore, per quanti mesi ei le ritenne chiuse nello scrigno, q
ttura forte de’ caratteri, il linguaggio fine delle passioni, tutto è per loro come se non esistesse. Se per disavventura d
aggio fine delle passioni, tutto è per loro come se non esistesse. Se per disavventura delle lettere s’affibbiano essi la g
r disavventura delle lettere s’affibbiano essi la giornea d’Aristarco per giudicare, l’impegno loro si riduce ad accozzar c
pio e dall’autorità degli antichi mal intesi e peggio gustati da loro per misurar poscia su quelli come sul letto di Procus
Valigia introdusse a dialogizzar insieme un coro d’agli e di cipolle per imitar Aristofane, che aveva parimenti fatto parl
antichi e moderni l’uomo di gusto è il solo, che prenda lo spettacolo per se stesso e non per gli accessori. Ei solo, penet
uomo di gusto è il solo, che prenda lo spettacolo per se stesso e non per gli accessori. Ei solo, penetrando più addentro n
onar i difetti in grazia delle virtù, e misurar il pregio delle virtù per l’effetto, che ne producono. Ei paragonando insie
diverse produzioni degli ingegni gli serve, come il filo ad Arianna, per inoltrarsi nel sempre oscuro e difficile labirint
ra come un sistema di morale messa in azione, che abbellisce la virtù per renderla più amabile, e che addimanda in prestito
a più amabile, e che addimanda in prestito al cuore il suo linguaggio per far meglio valere i precetti della ragione: ora c
materie non difficilmente conoscersi. Se fosse quistione di scrivere per lo teatro, e non del teatro, l’uomo di gusto esse
altre mire o non entrano affatto nel suo progetto, o ci entrano solo per incidenza. Ma la storia apre alle ricerche degli
ll’opera, e gli altri che gli tengono mano, ma indispensabile diviene per lui eziandio l’erudizione, quell’erudizione medes
nosa e brillante, non è perciò men solida né meno sicura. Ha egli non per tanto a vestire or l’uno or l’altro tutti i perso
allorché divengono oziose: dove avvicinar i secoli passati e presenti per rilevar col confronto i progressi delle arti, dov
in una discussione polemica rincrescevole al pubblico , il quale pago per lo più di trovarne il vero poco si cura di risape
ra di risapere, se gli altri abbiano smarrita la via. Mi riserbai non per tanto a farlo in qualche occorrenza, ove mi parve
ul medesimo riflesso dall’affastellare ad ogni pagina le citazioni sì per non frastornar ad ogni tratto l’attenzione del le
i sì per non frastornar ad ogni tratto l’attenzione del lettore, come per non ingrossar di troppo il volume. Qualunque sia
degli artefici, vana riuscirebbe la speranza di chiunque vi cercasse per entro quelle minute indagini intorno al nome, cog
i malivolenza né d’ingiustizia (frase inventata dagli autori infelici per vendicarsi dal giusto disprezzo con cui sono stat
iudizio di coloro che il proprio gusto vorrebbero a tutti far passare per legge, e parte ancora da quegli uomini incomodi,
anti appunto a que’ satiri che ci descrive Claudiano, i quali esclusi per la loro petulanza e schifezza dal soggiorno delle
siepi sogghignando maliziosamente a quei felici mortali che venivano per man d’Amore introdotti ne’ dilettosi giardini. Sa
ne private non si manifesti con cerimoniosi e mentiti riguardi, figli per lo più dell’interesse, o della paura, ma col rend
la verità conosciuta: mi sono finalmente avvisato, che se il rispetto per un particolare mi sollecitava a usare di qualche
re di qualche parzialità, il rispetto vieppiù grande che deggio avere per il pubblico , mi vietava il farlo, facendomi vede
a depone in contrario. Basta legger soltanto di fuga i primi capitoli per vedere quanto ivi si largheggi di lodi colla Ital
a dimostrar l’esistenza d’Iddio, non mancò ch’il volesse far passare per ateista: se altro mezzo non v’ha di far ricreder
tal caso rimangano essi anticipatamente avvisati, che non ho scritto per loro, e che la mia divisa per cotal genia di lett
ipatamente avvisati, che non ho scritto per loro, e che la mia divisa per cotal genia di lettori sarà sempre quel verso d’O
ne rivestito dal suo splendore se non al nostro secolo, non ha avuto per anco di qua dai monti un grande ingegno, il quale
ma, ora rilegandolo ai mondi della favola, ora mettendolo tra le cose per sua natura difettose, ed assurde, ora sbadatament
o non seppe risalire fino a’ principi, come forse avrebbe dovuto fare per meritar l’onore d’essere annoverato fra i critici
critici di prima sfera. Più erudito, più universale, più ragionato e per conseguenza più utile è il Trattato dell’opera in
ruto necessario, non che opportuno, il premettere due Ragionamenti sì per ovviare alla mancanza degli scrittori su questo p
ti sì per ovviare alla mancanza degli scrittori su questo punto, come per aver qualche principio fisso, onde partire nell’e
produzioni teatrali. Nel secondo s’investigherò la proporzione che ha per la musica la lingua italiana, e ciò che rimane a
one che ha per la musica la lingua italiana, e ciò che rimane a farsi per perfezionarla. Se le riflessioni in gran parte nu
54 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Tramezzi. » pp. 68-88
de’ passati drammatici egli scrisse commedie sregolate ma dilettevoli per la buffoneria e prossime alla farsa. La farsa per
mica opera spregevole o facile. L’esperienza giornaliera dimostra che per mille drammatici che tesseranno tragedie regolate
lla prima si dipinge una specie di Cimone del Boccaccio, il quale non per amore ma per onore diviene scaltro, cangiamento c
dipinge una specie di Cimone del Boccaccio, il quale non per amore ma per onore diviene scaltro, cangiamento che si rende v
ore ma per onore diviene scaltro, cangiamento che si rende verisimile per la durata dell’azione di più mesi. Nella seconda
locale della vanità degli abitatori delle Asturie, i quali si tengono per nobili nati, ed ostentano la loro executoria ossi
ità insipidissime di trasformazioni e magie, che nella state del 1782 per più di un mese si recitarono con maraviglioso con
ell’Artaserse, del Demetrio, dell’Ezio, dell’Olimpiade deteriorate da per tutto e segnatamente imbrattate coll’ introdurvi
o di Astracan, del Mago del Mogol? Io non ne nomino i meschini autori per rispettar la nazione; ma probabilmente essi trove
ma probabilmente essi troveranno ricetto nella Biblioteca del Sampere per morire in coro in siffatto scartabello, di cui in
ogli. Ella amava un giovanetto suo uguale che era andato in Madrid, e per vincerla le vien dato a credere con false lettere
incipali. Merita ben di essere dagli esteri conosciuta, singolarmente per le seguenti cose: per le piacevoli scene di Don R
i essere dagli esteri conosciuta, singolarmente per le seguenti cose: per le piacevoli scene di Don Rocco col suo domestico
ti cose: per le piacevoli scene di Don Rocco col suo domestico Muñoz; per quelle d’Isabella col suo amante, e spezialmente
domestico Muñoz; per quelle d’Isabella col suo amante, e spezialmente per la 12 dell’atto I, e l’11 del II; per l’angustia
col suo amante, e spezialmente per la 12 dell’atto I, e l’11 del II; per l’angustia d’Isabella astretta dal vecchio a parl
rte ascolta ed osserva, che benchè non nuova produce tutto l’effetto; per quella in cui Isabella ode il tiro di leva del va
iro di leva del vascello nel quale è imbarcato l’amante; e finalmente per l’aringa eccellente d’ Isabella, in cui svela i s
alle donne onde si avvezzano alla dissimulazione. Piacemi di tradurre per saggio buona parte della dilicata scena 11 dell’a
o: Isabella? Isa. Se amore o gentilezza Quì vi scorge, o signor, per congedarvi, Il ciel vi guardi e vi conduca (aim
ante Per eseguirlo, anch’io, se pria non l’ebbi, Tanto or ne avrò per affrettar co’ prieghi L’infausto istante: Gio:
L’ho meritato io forse? Ingrata donna e che facesti mai? Per te, per te ... tu la cagion tu sei D’ogni tormento mio!
spetto una violenza Astringerti a disciorre il più bel nodo Fatto per man d’amor, dal tempo stretto? Oh tempo! oh lie
Il ciel nol voglia. Io, sì, ne morirò, che in me non sento Valor per tante pene; ahi sventurata! Gio: Addio mio ben,
ne che consiste nel discoprimento della di lei falsa virtù e santità, per mezzo di un tentato matrimonio clandestino. Disco
ileva l’ipocrisia di Chiara e la vera bontà di Agnese, perchè quella, per discolparsi di un suo errore, all’arrivo di suo p
il servo muta discorso, dicendo, io volea mettermi tralle cappuccine per meritare con una austerità maggiore più gloriosa
e ed il castigo dell’avido Don Martino, di Claudio e di Chiara. Tutto per essi è sconcerto, amarezza, disperazione, quando
, amarezza, disperazione, quando Agnese pietosa e magnanima intercede per la cugina da cui era stata offesa, promette di ri
ina da cui era stata offesa, promette di rinunziarle i beni ereditati per non lasciarla cadere nella miseria, e la riconcil
n si sono accettate da’ commedianti di Madrid. Io converrei seco loro per la seconda fino a tanto che l’autore non vi sfuma
autore non vi sfumasse certe tinte d’ipocrisia troppo risentite, onde per altro ben s’imita l’abuso che fanno i falsi divot
l’ autore, e poi separatamente nel 1788, argomenti felicemente scelti per instruire e dilettare. La prima si rappresentò in
tù e abbandonato alla leggerezza e al libertinaggio, dovè interessare per gli effemminati sbalorditi originali di tal dipin
oprimento e nella punizione di D. Monica e nell’esiglio di D. Mariano per essere stato sorpreso in un giuoco proibito, che
ca nell’atto III in casa di D. Cristofano dopo essere stata ravvisata per una ostessa Granatina, sembra poco verisimile, e
’incontro comico della 13 dell’atto II di D. Monica dama riconosciuta per Antonietta di Granata ed i di lei artificj per is
nica dama riconosciuta per Antonietta di Granata ed i di lei artificj per ismentir D. Alfonso. Gettata sul conio della prec
gioventù senza costume, e fomenta la di lei sconsigliata propensione per un vagabondo ciarlatano; come nell’altra favola D
to Marchese un vero truffatore di mestiere, corrisponde a D. Alfonso, per cui è scoverta la falsa dama dell’altra favola. I
a promessa ad un altro, a cui il padre ha già contati diecimila scudi per le gioje: che Pepita in tali circostanze non dovr
gio &c. Checchessia però di tutto ciò la favola merita molta lode per la regolarità, per lo stile conveniente al genere
ssia però di tutto ciò la favola merita molta lode per la regolarità, per lo stile conveniente al genere, per l’ottima vedu
ita molta lode per la regolarità, per lo stile conveniente al genere, per l’ottima veduta morale, per le naturali dipinture
rità, per lo stile conveniente al genere, per l’ottima veduta morale, per le naturali dipinture de’ caratteri di Pepita, D.
ses buffoneschi di non molti interlocutori che continuano a recitarsi per lo più dopo l’atto I, o sono sainetes 26, favolet
tratti nella società più generali, allontanandosi dalle personalità, per formarne pitture istruttive, 2 perchè non hanno d
à di lume, e dopo avergli fatto successivamente cicalare quanto basti per la durata del tramezzo, conchiudono perchè voglio
rid. Le sue picciole farse sono state spesso ricevute con applauso, e per esse si sono talvolta tollerate goffissime commed
e gli Abati che ostentano letteratura. Egli potrà aver anche fantasia per inventare e ben disporre favole nuove compiute; m
nte manifestata. In effetto fuori di certe invenzioni allegoriche che per lo più non si lasciano comprendere27, egli si è l
55 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO I. Teatro Tragico Italiano. » pp. 228-273
intenta a depurar la scienza dal gergo de’ Peripatetici e degli Arabi per mezzo del calcolo, dell’osservazione e dell’esper
seguì la storia, ma verso la fine introdusse un pentimento di Tomiri per ricavarne lo scopo morale che si prefisse. Orazio
se. Orazio Persio di Matera compose il Pompeo Magno tragedia lodevole per la scelta dell’argomento, per la regolarità della
mpose il Pompeo Magno tragedia lodevole per la scelta dell’argomento, per la regolarità della condotta ed in certo modo per
lta dell’argomento, per la regolarità della condotta ed in certo modo per lo stile, la quale s’impresse in Napoli nel 1603.
scena di Alcinoe co’ genitori e con Mammolino, quando ella n’è divisa per andare ad essere esposta al mostro. Ansaldo Ceva
accolta del Teatro Italiano. L’Alcippo breve componimento e pregevole per varii passi espressi con nobiltà, meritò di esser
ltà, meritò di esservi inserito pel carattere del protagonista ottimo per la tragedia, mentre Alcippo illustre e virtuoso s
eca, ma quattro canzonette di trocaici dimetri da cantarsi da un coro per tramezzi degli atti. Or vediamo se l’altra sua tr
, e deciderà se feci senno. Benchè lo stile non possa dirsi difettoso per arditezze o arguzie, essendo anzi elegante, vivac
con promessa di matrimonio ingannate da Annibale: Calavio padre, che per ben corteggiare il suo ospite le spinge a tratten
à; mi sembrano tutti caratteri mediocri, privati, e proprii piuttosto per la scena cotuica. La favela nulla ha di grande ch
piegata a compiacerlo, è ad ammetterlo furtivamente nella sua stanza per ambizione di vedersi moglie di sì gran guerriere.
rmi Pensa assai poco… È poichè il padre mio non mi marita, Maritar me per me mi son disposta. Gel. Gran voglia hai di marit
ondurle seco, aggiungendo: Ma l’attener sarà che dall’opposta Parte, per altre scale e per altr’uscio Io mi condurrò fuor
ungendo: Ma l’attener sarà che dall’opposta Parte, per altre scale e per altr’uscio Io mi condurrò fuor di queste mura. S
’l comprendi. Tra. Le pugna a mano a man, se tu non taci, Mi serviran per lingua e per favella. Pir. E l’unghie, se tu segu
Tra. Le pugna a mano a man, se tu non taci, Mi serviran per lingua e per favella. Pir. E l’unghie, se tu segui a provocarm
per favella. Pir. E l’unghie, se tu segui a provocarmi, Ti suppliran per motti e per risposte. Con queste pugna e queste
. Pir. E l’unghie, se tu segui a provocarmi, Ti suppliran per motti e per risposte. Con queste pugna e queste unghie non s
ara, indi ridottesi alle loro stanze si animano a combattere fra loro per togliersi que’ momenti di vita che loro rimangono
ell’Accademia de’ Gelati morto nel 1634, il quale mostrò troppo amore per le arguzie, ne compose cinque, Medea, Admeto, i P
ia nel 1622, nella quale non rimane a veruno de’ precedenti inferiore per regolarità, per economia, per maneggio di affetti
la quale non rimane a veruno de’ precedenti inferiore per regolarità, per economia, per maneggio di affetti, sebbene manife
imane a veruno de’ precedenti inferiore per regolarità, per economia, per maneggio di affetti, sebbene manifesti di non ave
io di affetti, sebbene manifesti di non aver nascendo sortiti talenti per divenire un gran tragico, come nato era per esser
nascendo sortiti talenti per divenire un gran tragico, come nato era per essere un gran poeta lirico. Filippo Gherardelli
e, morali ed imitate dalle greche. Esse meritarono lodi dagli eruditi per la regolarità e perchè ben sostengono il decoro t
rii, e riuscì così bene in rappresentarla, che ne acquistò e conservò per molto tem- il nome di Sinforosa. Le altre due fur
o II gran duca di Toscana. Non ha coro di veruna sorte, ed è notabile per certo portamento moderno, per una grandiosità che
ha coro di veruna sorte, ed è notabile per certo portamento moderno, per una grandiosità che invita a leggere, e per un lo
certo portamento moderno, per una grandiosità che invita a leggere, e per un lodevole artificio di occultar ogni studio di
e del valoroso Mustafà condannato da Solimano re de’ Turchi suo padre per gli artificii di Rusteno e della Regina, la quale
esto caro suo Selino si nasconde appunto in Mustafà da lei abborrito; per la qual cosa ella disperata si avvelena. I costum
urbazione aumenta verso il fine essendo riconosciuto l’ucciso Mustafà per Selino, specialmente dalla madre la quale ne cagi
afà per Selino, specialmente dalla madre la quale ne cagiona la morte per volerlo salvare. Con tutto ciò varii colpi di tea
reti propositi de’ congiurati colla Regina, la cui partenza attendono per ripigliare il loro ragionamento, quasi che non po
ragioni ond’egli creda Già meritar lo’mpero, e lo procuri? Solimano per tali insinuazioni, e per una falsa lettera dell’i
ià meritar lo’mpero, e lo procuri? Solimano per tali insinuazioni, e per una falsa lettera dell’indegno Rusteno, crede tra
l’aveva prima meritato il Dottori. Il carattere di Aristodemo ottimo per conseguire il fine della tragedia esprime un eroe
a aver bisogno come Agamennone di ricorrere all’astuzia della lettera per salvar la figliuola, allorchè si pente di averla
n mai ozioso sino alla morte; e quel che più importa, il di lui amore per Merope lungi dall’indebolire l’interesse della fa
ritrova alcune volte, ma cadendo spesso nell’affettazione di Seneca, per volere essere sempre grave sempre ricercato. Le c
hè Licisco protesta non essere del suo sangue) non ricuserebbe di dar per vittima la figlia. Una imitazione delle preghiere
ù grande di Agamennone. Non è egli un Re de’ Re dell’armata Greca che per non perderne il comando condiscende per ambizione
de’ Re dell’armata Greca che per non perderne il comando condiscende per ambizione al sacrificio della figliuola. Aristode
inorridisce Policare che l’ode, freme, si adira, minaccia, vuol morir per lei; ma patetico è il congedo estremo che da lui
assati. Nell’atto V la nutrice racconta a Tirsi l’uccisione di Merope per mano del padre, e così conchiude: Un certo che s
e spavento, sarebbe morta ammirata più che compianta; Merope trafitta per mano del padre stesso ingannato, trafitta senza c
zza della non meritata morte, come dinota l’atto di covrirsi il volto per non vedere il suo uccisore mentre spira, e chiama
ggano anche nella tragedia del Bonarelli. Non dee omettersi però, che per l’economia della favola la vittoria par che riman
del coturno. L’interesse nella favola del Bonarelli è principalmente per Mustafà, e non per Solimano; in quella del Dottor
eresse nella favola del Bonarelli è principalmente per Mustafà, e non per Solimano; in quella del Dottori, quantunque in pa
à, e non per Solimano; in quella del Dottori, quantunque in parte sia per Merope, in tutto il dramma è sempre per Aristodem
tori, quantunque in parte sia per Merope, in tutto il dramma è sempre per Aristodemo. La riconoscenza nel Solimano avviene
dramma è sempre per Aristodemo. La riconoscenza nel Solimano avviene per l’arrivo improvviso di Aidina e Alicola indipende
se riferite sin dall’atto primo. Il cardinale Sforza Pallavicino noto per la Storia del Concilio di Trento, compose essendo
acra tragedia della morte del santo re spagnuolo Ermenegildo eseguita per ordine dell’Ariano Leovigildo suo padre. S’impres
uella città a’ 28 di agosto del 1646, il quale, ad onta del suo stile per lo più manierato, manifestò ingegno grande nelle
da non terminata. L’Isola d’Alcina composta nel 1626a è da comendarsi per la semplicità dell’azione che va al suo fine senz
si mosse il Testi a chiamarla dramma tragicomico. In fatti improprii per la tragedia sono i propositi che tengono Eurilla,
ando un libero verso senza rima pensò che languito avria senza frase; per sollevarlo dalla viltà lo sviò dalla naturalezza,
alezza, e diede in nojosa lunghezza, fiaccando il vigor degli affetti per altro vivissimi. Si vogliono mentovare le segue
el 1733 più correttamente. Tutti gli eruditi che hanno gusto, tengono per buone le tragedie di questo porporato. Il Gravina
maestà sì con le sentenze che con la maniera di esporle. Osservisi ( per dar qualche esempio della maestà e della propriet
III, Anderò dall’Egitto, e non da Roma. Nè voglio in vita impallidir per colpa. Non vedrà alcuno mai Questo mio capo alle
il Cugino, È ben rancida la gara generosa di due amici di morir l’un per l’altro, e il cambiamento del nome per ingannare
osa di due amici di morir l’un per l’altro, e il cambiamento del nome per ingannare le ricerche del tiranno. Sofocle introd
iosto Rugiero generosamente prende il nome e le armi dell’amico Leone per esporsi al furore di Bradamante, Olinto nella Ger
ran Torquato vuol comparir colpevole del furto confessato da Sofronia per morire in di lei vece, il Porta nel suo Moro adop
lla Filli di Sciro Tirsi e Filli gareggiano come Crisotemi e Antigone per farsi punire, e salvar l’amante. Ma dopo di quest
nna egli forse in una mezza scena puerilmente, e senza cavarne frutto per l’azione, come farebbe qualche povero mendicante,
ignora la mutazione del re, e quando Corradino è chiamato dal custode per la funesta esecuzione, lo lascia uscire, credendo
al guisa lavorano i buoni artefici; essi prendono gli altrui pensieri per sementi e con nuova cura ne fanno germogliare una
e argomento con un intrigo immaginario amoroso, che minora l’odiosità per l’Angioino in più di un punto dell’azione. Corrad
egittimo signore di Napoli, ucciso su di un palco come un reo volgare per ordine dell’usurpatore del suo regno, è un person
56 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo secondo »
Capitolo secondo Ricerche sull’attitudine della lingua italiana per la musica dedotte dalla sua formazione, e dal suo
restringo ad esaminare soltanto i vantaggi che ha la lingua italiana per la musica: circostanza che più d’ogni altra cosa
icuro diletto che può ritrarsi da esse, sia un troppo picciolo frutto per l’uomo, la di cui vita è sì breve, e i piaceri sì
altro che l’aria sospinta in su dai polmoni, la quale introducendosi per canale, che si chiama trachea, indi assottigliand
troducendosi per canale, che si chiama trachea, indi assottigliandosi per la fessura della glottide, e nella cavità della b
ell’aria, che esce dai polmoni. Attalchè tutte le regole che si danno per li accenti e per l’intonazioni appartengono princ
e dai polmoni. Attalchè tutte le regole che si danno per li accenti e per l’intonazioni appartengono principalmente alle vo
elle vocali, e delle consonanti risulta che la lingua più a proposito per il canto sarà quella: primo, che conti maggior nu
e permanenze della voce, sarà maggiore il numero delle intonazioni, e per conseguenza degli elementi del canto: secondo, ch
voce sono incommensurabili, vale a dire, non si distinguono fra loro per intervalli perfettamente armonici, né possono mis
fra loro per intervalli perfettamente armonici, né possono misurarsi per alcuna delle note, che entrano nei nostri sistemi
lo che li determina, dando loro un valore e una durazione esprimibile per alcuno dei segni musicali. Ma cosa è egli mai que
si distingue specificamente dalla voce pei seguenti caratteri. Primo: per un certo ondeggiamento della laringe, ovvero sia
izione si muta, alzandosi, o abbassandosi ne’ diversi tuoni. Secondo: per le oscillazioni reciproche dei ligamenti della gl
a guisa delle corde musicali ne’ diversi toni grave ed acuto. Terzo: per la volontaria dimora della voce nelle rispettive
fossero lasciati imporre un despotico giogo di tribunale e di lingua, per cui vien tolta ad essi la facoltà di prevalersi d
canti guerreschi, e vivaci: ora la soavità e la grazia del veneziano per la copia delle vocali, e per la prestezza nel pro
ora la soavità e la grazia del veneziano per la copia delle vocali, e per la prestezza nel profferirle atto all’espressione
lle consonanti, pei suoni oscuri, offuscati, ed ambigui delle vocali, per la sintassi mal definita, e per altre cause. [7]
, offuscati, ed ambigui delle vocali, per la sintassi mal definita, e per altre cause. [7] La collocazione delle consonanti
vocale, eccettuati alcuni monosillabi, come “sur, in, con”, o quando per accrescer forza al discorso, per ischivar le trop
llabi, come “sur, in, con”, o quando per accrescer forza al discorso, per ischivar le troppe elisioni, o per terminar più s
o per accrescer forza al discorso, per ischivar le troppe elisioni, o per terminar più speditamente il periodo, in una cade
iri         Della gente, che in un s’allegra, e duole         Fan che per l’aria un mormorio s’aggiri,         Qual nelle f
stile, non ogni numero che alla poesia si confà, sarebbe a proposito per la musica, come alcuni affermano innavertentement
riche, hanno però delle differenze, alle quali bisogna far avvertenza per non confonderle. Tanto l’una quanto l’altra consi
ali, rendendo così la poesia più sostenuta e robusta. Ne’ versi fatti per musica cercasi non tsnto la forza determini quant
snto la forza determini quanto la relazione che hanno essi col canto: per lo che voglionsi parole composte di vocali chiare
to punto d’uopo sarebbe inoltrarmi in ricerche troppo scientifiche, e per conseguenza troppo moleste alla maggior parte de’
sapere più oltre, ai musici di professione, e ai matematici14. Basti per ora il sapere, che sebbene la prosodia italiana s
ocché ha ella una variazione d’accento che la rende molto a proposito per la formazione de’ piedi: può, per esempio, in una
ento che la rende molto a proposito per la formazione de’ piedi: può, per esempio, in una parola di cinque sillabe, mettend
uanto maggiore è la varietà degli accenti nella sua pronunzia; egli è per conseguenza chiarissimo, che più espressiva sarà
ana appartengono all’accento prosodiaco e non all’accento naturale, o per dir meglio, patetico, assai diverso da quello, e
centi, siccome avvicinano il discorso ordinario alla natura del canto per la maggior facilità d’intuonazione, così accostan
si pronunziano coll’accento sull’ultima sillaba; ond’è che i cantanti per rendere men monotono il recitativo loro, e più gr
Al contrario nella poesia musicale italiana l’accento può liberamente per quasi ogni sillaba scorrere, e la natura del vers
re, che i drammi dello Zeno, e del Metastasio sono ugualmente acconci per recitarsi che per cantarsi. Il Signor D’Alambert
ello Zeno, e del Metastasio sono ugualmente acconci per recitarsi che per cantarsi. Il Signor D’Alambert pretende che siffa
per cantarsi. Il Signor D’Alambert pretende che siffatta indifferenza per la recita e per il canto sia un difetto nell’oper
Signor D’Alambert pretende che siffatta indifferenza per la recita e per il canto sia un difetto nell’opera italiana16. Io
convenir egli stesso, poiché tra i mezzi, che da gran maestro addita per migliorar il recitativo francese, il principale,
la alla declamazione17. [16] Un altro vantaggio della lingua italiana per l’oratoria, la musica e la poesia è la trasposizi
n secondo l’ordine naturale delle idee, ma come più torna a proposito per la bellezza del periodo, e per il piacere dell’or
le idee, ma come più torna a proposito per la bellezza del periodo, e per il piacere dell’orecchio. A conoscere quanta graz
o in principio. né avviene altrimenti nella lingua italiana. Prendete per esempio i due primi versi dell’Ariosto così poeti
daci.» chi vi ravvisa più il pennello dell’immortal ferrarese? Non è per questo ch’io approvi l’inversione troppo intrelci
rà in uguali circostanze progressi più sensibili nelle belle arti ora per la facilità maggiore d’accomodar le parole al sen
modar le parole al sentimento, onde nasce l’evidenza dello stile: ora per la maggior attitudine a dipignere cagionata dal d
a scelta di quei suoni, che più alla mimetica armonia convengono: ora per la sospensione, che fa nascer nello spirito lo sv
lla fine del periodo. Nel che è da osservarsi che le lingue, le quali per conservar rigorosamente l’ordine analitico delle
danza d’augmentativi e di diminutivi, che la rendono opportuna quelli per lo stile ditirambico, questi per l’anacreontico,
ivi, che la rendono opportuna quelli per lo stile ditirambico, questi per l’anacreontico, e della pieghevolezza che in lei
gli affetti. Ma assai si è detto onde si conoscano le sue prerogative per la musica, e l’ingiustizia altresì con cui parlan
n gran parte orientale, onde molti di essi popoli traevano principio, per quella ragione avverata in tutti i secoli e da tu
popolo che tra individuo ed individuo. Bisogna scorticar un moscovita per far ch’ei senta, dice con molto spirito il Montes
ma anche nel discorso familiare, ovvero nella narrazione d’un fatto, per cui pigli qualche interesse. Allora il sembiante
, ed ecco il gran fonte onde scaturisce il modello, che il musico dee per ogni verso cercar d’imitare, e al quale la melodi
debitrice della sua possanza. [20] Un’altra ragione potrebbe addursi per ultimo, ed è che essendosi vedute di buon ora in
e la storia italiana ci somministra esempi sorprendenti, s’introdusse per entro a tutte le facoltà del gusto, che hanno per
denti, s’introdusse per entro a tutte le facoltà del gusto, che hanno per immediato strumento la parola. Le donne inoltre,
e donne inoltre, dalle quali ogni civile socievolezza dipende, avendo per cagioni che non sono di questo luogo acquistata u
ebbero appresso gli antichi, giovarono al medesimo fine eziandio ora per l’agio, e morbidezza di vivere, che ispira il lor
rcio, onde s’addolcì la guerresca ferocia di que’ secoli barbari: ora per l’innato piacere che le trasporta verso gli ogget
rta verso gli oggetti che parlano alla immaginazione ed al cuore: ora per lo studio di molte posto nelle belle lettere, e n
massimamente nel Cinquecento, secolo illustre quanto fosse altro mai per le donne italiane: ora per le fiamme che sveglian
to, secolo illustre quanto fosse altro mai per le donne italiane: ora per le fiamme che svegliano esse nei petti degli uomi
le stravaganti: quando ci è d’uopo impicciolire gli oggetti e le idee per proporzionarle agli sguardi delle saccenti che re
dizi e la critica di tanti uomini più femmine di loro: quando bisogna per non recar dispiacere ad esse, travisar in ricciut
osi atteggiamenti di qualche Taide: in una parola quando i geni fatti per illustrar il suo secolo e per sovrastarlo sono ma
aide: in una parola quando i geni fatti per illustrar il suo secolo e per sovrastarlo sono malgrado loro sforzati a preferi
”, dal che troppo frettolosamente si conchiude, ch’essa non sia buona per accoppiarsi colla musica. Un intiero volume potre
n è tale, che non possa agevolmente schivarsi, ove si voglia comporre per il canto; che appena la terza parte delle parole
appena la terza parte delle parole spagnuole finisce in consonante, e per ben due terzi in vocale; che esse consonanti fina
che esse consonanti finali sono le più dolci, e soavi dell’alfabeto, per esempio “s, d, l, n, r”, ove la pronunzia niuno t
erminazioni rendono la notra lingua maestosa, e sonora senza renderla per questo men bella, come le frequenti desinenze in
inir le parole. Se quella ammette liberamente elesioni, e troncamenti per facilitarne i passaggi, anche questa si mantiene
asseggi orgogliosamente sulla faccia della terra. Me felice! Che avrò per compagno nella derisione, siccome lo ho nel senti
no nella derisione, siccome lo ho nel sentimento, un autore, il quale per esser moderno, e filosofo, e (quello che più impo
di tutte. Essa forse non sarebbe la più armoniosa, poiché la melodia per rendersi gradevole, dee non solamente esser dolce
57 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XII. Confronto Apologetico della Opera Italiana, e della Commedia Spagnuola. » pp. 149-181
Il Sig. D. Saverio (dalla p. 258. alla 274.) si consuma il cervello per provare, che l’Opera Italiana sia così difettosa,
cena Comica, ma non se ne maraviglia nelle rappresentazioni Musicali, per la ragione che le stima proprie di questo genere.
Bel bello, Amico, che voi smucciate alla porta di casa. Non credo che per malizia vogliate infrascarla, cambiando i termini
oloro, che tacciano d’inverisimile il moderno canto dell’Opera, ed io per verun conto non dico ciò. Quel moderno aggiunto a
anto è un ritaglio di materia, e di colore differente dal primo panno per rattoppare il buco, e scansare la forza dell’altr
e proposizioni, i termini sussistono, vengono sempre sotto gli occhi, per quanto un Apologista si sforzi di sopprimerli, e
sotto gli occhi, per quanto un Apologista si sforzi di sopprimerli, e per quanto s’ingegni di mostrar la propria agilità, e
sario? forse perchè vi piace di cadere in ripetizioni nojose? o forse per avere un pretesto di moltiplicare i Volumetti del
mi a coloro, che dicono quel che voi volete. Accenniamone qualcheduno per isgannarvi. Venga prima di ogni altro alla rasseg
o il canto nell’Opera Italiana, e vogliono conservarlo nella Francese per ragioni, che si vedranno da me altrove combattute
a me altrove combattute. Il secondo Scrittore, che censurò Metastasio per aver composte le bellissime sue Opere per esser c
ore, che censurò Metastasio per aver composte le bellissime sue Opere per esser cantate, fu l’erudito Sig. D. Giuseppe Clav
è dunque l’Apologista si mette a negarlo prima d’istruirsi de’ fatti? per far poi la fantastica opposizione colla giunta de
ora il canto nell’Opera. Ho paura però ch’egli travedendo abbia presi per folgori tremende i razzi da feste, e che non abbi
cita, so che riprendono la qualità del canto, e non il canto scenico per se stesso. E come potevano un Muratori, un Maffei
e’ dotti Italiani, che l’istesso parlar naturale, non che l’aringare, per essere un canto, un’ armonia oscura 1, fa uopo im
i Scenici, ma fin anco i celebri Oratori soleano valersi di tal mezzo per contenersi, o rimettersi ne’ tuoni moderati. Sì,
ngando avea presso di se uno Schiavo con un flauto chiamato Tonorion, per mezzo di cui si rimetteva nel giusto tono, se mai
lità impropria del canto che oggi si è impossessato del teatro: canto per se stesso eccellente, artificioso, delicato, cant
tori riprende quì il Canto, o il tal Canto? La Musica espressiva nata per imitare il vero, o il cantar dolce in quelle pert
Arie, è questa maniera di Musica, e non già la Musica. Ci presentate per terzo l’erudito Crescimbeni. E che dic’egli? Prim
le; altrimenti egli adoprerebbe il linguaggio de’ Criticastri. Siegue per quarto un passo del Martelli, anco pensando il Si
telli) vengono storpiate dagli smaschiati Cantori, e dalle nostre che per vergogna del secolo osiam chiamare Virtuose”. Egl
s, adducete tra gl’Italiani che riprendono il Canto nell’Opera. E non per tanto quello che egli dice, non è quello che voi
l Musico scambievolmente l’uno schiavo dell’altro si logorano il capo per fare una cattiva Opera”. Questo vuol dire, che ri
nto: perchè Musico e Poeta in Grecia componevano un solo individuo, e per conseguenza non poteva essere l’uno schiavo dell’
teatrale, quando disapprovano l’odierna mala scelta di esso Canto; ma per essere gravissimi Letterati e capaci di giudicar
e i Criticastri, e se pensano come costoro, que’ gravissimi Letterati per magia apologetica si saranno trasformati in altre
te inferire, come lo Spirito di Nazionalità vi ha offuscata la vista, per la qual cosa avete perduta la traccia del vero, e
esumete qual conseguenza ne scende: Che l’antico Canto degli Episodj, per essere meno figurato di quello de’ Cori, non era
perchè disuguali di statura? Sarà meno Voce umana il Tenore del Basso per la diversità delle chiavi? Non è ugualmente Canto
etende il Signorelli valersi dell’esempio dell’antica Musica teatrale per mostrare, che il Canto non è inverisimile ne’ Dra
orizza il Canto teatrale assoluto, qualunque si fosse il Greco, e voi per conseguenza ragionate assai male, ed io fondatame
tivi disbrigandosi in una notte o due, e dando alle parti subalterne, per dir così, a cantare un minuetto, o una barcarola
barcarola di poca fatica, riserbavano le delicatezze della loro arte per una mezza dozzina di Arie principali da fare spic
credettero, che il comporre pel Teatro fosse lo stesso, che scrivere per le Chiese, per le Accademie, per le Camere privat
e il comporre pel Teatro fosse lo stesso, che scrivere per le Chiese, per le Accademie, per le Camere private, e tutta la c
Teatro fosse lo stesso, che scrivere per le Chiese, per le Accademie, per le Camere private, e tutta la cura posero a soddi
arelli, gli Egizielli, i Manzoli, i quali attendevano ad accreditarsi per Musici squisiti colle più fine difficoltose ardit
e colla loro voce. Il gran nome, che questi famosi Cigni acquistarono per l’Europa, l’applauso generale che riscuotevano, a
re maggiori novità; e l’Opera non raccolse l’intero frutto di vedersi per la di lui mano condotta alla Greca verità. Non è
re l’Opera all’antica verità mista alla delicatezza moderna, serbando per i Cori una Musica più Lirica, figurata, Cromatica
rditamente recidesse le radici a certi abusi, a cui il Poeta Cesareo, per le circostanze de’ tempi, non potè tutto in un co
ra quella locuzione ora bassa, ora gonfia, ora tragica, ora comica, e per lo più stravagante? Questi grossolani difetti pun
izio). L’Opera adunque rinuncia alla maggior parte de’ suoi privilegj per non infrangere le regole, non gia del Maestro Ari
lle loro Opere più unità de’ Francesi: che le parole sono più proprie per la Musica, e la Musica per le parole” &c.1. E
’ Francesi: che le parole sono più proprie per la Musica, e la Musica per le parole” &c.1. E già siamo pervenuti a tiro
e da me addotta delle supposizioni ammesse in Teatro, come verisimili per una tacita convenzione tra’ rappresentatori, e l’
vuolsi bensì però che siano verisimili . . . . . Non possiamo avanti per ora.” Il Signorelli ha forse nel suo Libro contra
accese;” e quell’aggiunto Moderno, che vi apponeste, fu un pretesto per valervi de’ passi degli Eruditi Italiani senza mo
ca con una asserzione comprovata dalla storia delle nazioni, che però per voi sarà un paradosso. Sappiate, che di tutte le
igiosi una inverisimilitudine. La Legislazione stessa se ne prevalse, per meglio imprimere i suoi dettati negli animi, e ne
ntanata dal Teatro, dove principalmente doveano eccitarsi le passioni per insinuare al Popolo i precetti salutari della Mor
parlare in versi, specialmente nelle Commedie? Voi intanto trionfate per essere tutte le vostre favole scritte in versi, e
ere altra ragione di quella specie di tacita convenzione contrastata, per la quale passa per verisimile la falsità ch’egli
i quella specie di tacita convenzione contrastata, per la quale passa per verisimile la falsità ch’egli vi ravvisa, in graz
ezza, che “la Drammatica non ha bisogno dell’indulgenza dell’Uditorio per partorire l’illusione desiderata”. Veramente la D
per partorire l’illusione desiderata”. Veramente la Drammatica cerca per tutte le vie quel verisimile che tira l’attenzion
e, sì, che poco rimanga da supplire all’Uditorio. La Poesia lo prende per norma. L’Apparato Scenico viene prescritto da Ari
se sempre nuova proprietà alla rappresentazione. E tante pene perchè? per non tradire l’oggetto della Drammatica d’insinuar
oli di Prospettiva. Se la Drammatica non ha bisogno, che di se stessa per partorire l’illusione, a che tante cure e tante s
udi versi, non produce quel felice inganno? Dovea venire l’Apologista per fare di sì nuove invidiabili scoperte. Egli schiv
essero sulla Scena, la Drammatica avea bisogno dell’altrui indulgenza per fare effetto. Dunque la proposizione del Signor L
falsa. = Ma io non dico (non è improbabile, che egli tenti lo scampo per quest’altra viottola) che essa Drammatica non ave
meditato, che già vedete chiaro, che essa ha quanto le occorre, e che per tutti i secoli d’altro non abbisognerà? Io ho pau
li vi anderebbe dicendo quanto altro manchi a quella rappresentazione per produrre una illusione compiuta. Oh Signor Lampil
sione compiuta. Oh Signor Lampillas! Troppo rimane ancora da lavorare per fornir la Drammatica di tutto l’opportuno soccors
i buon gusto vi avranno ben riflettuto, non perverranno a conseguirlo per le difficoltà sopraccennate del verso, dell’Attor
convenzione? Come avrebbe pazienza l’Uditorio a una rappresentazione per tante ragioni inverisimile? Esiste dunque per nec
a una rappresentazione per tante ragioni inverisimile? Esiste dunque per necessità nel Teatro questa tacita convenzione ma
matica ancora ne abbisogna, ad onta di quanto sinora si è travagliato per conferire all’illusione; e ridotta, se possibile
, dal linguaggio comune a tutti, dalla conoscenza degli attori; e che per conseguenza lo spettatore non la troverebbe sì vi
l’Apolostista a soccorrersi con un argomento tolto dal simile, di cui per altro non v’è il più malsicuro per le infinite ci
argomento tolto dal simile, di cui per altro non v’è il più malsicuro per le infinite circostanze, che diversificano gli og
lla larga. Voi dovevate approssimar meglio la Drammatica e la Pittura per trarne alcun succo. E per conseguirlo non vi ferm
prossimar meglio la Drammatica e la Pittura per trarne alcun succo. E per conseguirlo non vi fermate alla sola tela dipinta
ili Artefici, tacitamente conveniva a non più censurare l’anacronismo per non resistere alla moda, e per non perdere il pia
niva a non più censurare l’anacronismo per non resistere alla moda, e per non perdere il piacere di vagheggiarne le bellezz
andasse libero da tali inconvenienti? I Pittori, Amico mio, lavorano per beni fisici e morali, per la gloria e per le ricc
convenienti? I Pittori, Amico mio, lavorano per beni fisici e morali, per la gloria e per le ricchezze. Un Priore, un’ Abba
ittori, Amico mio, lavorano per beni fisici e morali, per la gloria e per le ricchezze. Un Priore, un’ Abbadessa, un Negozi
acitamente assentisce a quell’anacronismo, discolpandolo alla meglio, per pascere l’avido sguardo di quel quadro incomparab
el medesimo sommo Pittore, il quadro detto la Madonna del pesce fatto per i Domenicani di S. Tommaso di Aquino di Napoli, c
ra, la vedete ora ne’ fatti da me esposti? O forse chiudete gli occhi per non vederla1? Dopo tante belle ragioni passate fi
, l’illusione si produce senza convenzioni. Ma la Commedia Spagnuola, per confenso de’ nazionali e stranieri, e vostro, è i
Dunque anche una imperfetta rappresentazione produce la illusione. Ma per la condizione premessa la rappresentazione vuole
a per la condizione premessa la rappresentazione vuole esser perfetta per produrla. Dunque, posto che la Spagna ascolta con
agna ascolta con attenzione la sua Commedia sregolata, raffigurandola per tale, è segno evidente, che supplisce alla imperf
si nello Spettatore, il quale voglia con benignità chiudere gli occhi per ricavarne il suo piacere. Ma sentite ora un’ altr
re imperfetta, e rimarrà sempre all’Uditorio qualche cosa da supplire per passare il tempo senza noja. = Dove essa (vostre
e pure in quel Popolo non selvaggio producono l’illusione necessaria per quell’Uditorio. I Drammi di Shakespear, e di Otwa
uole da quasi tre secoli hanno prodotta tutta l’illusione sufficiente per chi le ascolta, ed oggi giorno la producono. Non
oltrassero un poco più, e la Musica gli seguisse sulle orme de’ Greci per la verità, e su quelle de’ Moderni per la delicat
seguisse sulle orme de’ Greci per la verità, e su quelle de’ Moderni per la delicatezza? 1. Sat. I. Lib. II. 1. Poet
58 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 508-512
Savorini Galeazzo, di Bologna. Comico rinomatissimo per le parti di Dottore, fiorito sul finire del secol
e potuto provvedere. Il Duca di Modena aveva loro ordinato di andare per proprio conto a Modena, e di là a Genova, dopo il
vere annunziato essere in trattative con certo Don Ferdinando Baldese per la stagione di Pasqua a Napoli, ove sarebbero and
apoli, ove sarebbero andati a tutte sue spese con teatro e abitazione per la Compagnia, pagati, e con altre condizioni molt
ndosi in ogni modo, acciocchè voglia somministrar loro il bisognevole per fare un viaggio tanto dispendioso. Il Duca France
Panziroli doppie dieci d’Italia, da darsi al Truffaldino e al Dottore per valersene nel viaggio da Roma a Modena a conto de
11 marzo, e questa volta ricevettero dalla Munificenza di Sua Altezza per mezzo del medesimo abate quarantacinque scudi d’a
degli effetti di cassa segreta al Marchese Decio Fontanelli lire 360, per darle alla Rosaura in conto di sue provvisioni, c
i, che dovevan principiare a decorrere dal giorno di arrivo a Modena, per unirsi al resto della Compagnia. Altra supplica d
la sua parte del donativo passato ai comici, e dice di aver lavorato per nulla, carico di famiglia. Domanda soccorso. Dice
famiglia. Domanda soccorso. Dice che quando il Duca fu ammalato corse per tutti i monasteri di Bologna a far pregare, e mas
assime in quello di Santa Caterina. Altrettanto fece a Corte Maggiore per altra malattia. Giuro avanti Dio che se V. A. mi
eroso com’era di rivedere la cara patria. Quivi tornò a far l’orefice per campar la vita, esercitandosi la sera in una soci
rina. I fischi non ci furon più, ma non ci furon più nè anche i mezzi per isfamarsi. Deciso di tornarsene a Milano, si recò
si recò a piedi sino a Finalborgo, dove potè ricavare il bisognevole per giungere a Milano, recitando poesie giocose e can
elle scene dialettali, e in ispecie nel famoso Barchett de Buffalora, per una grande intelligenza nel concepire i caratteri
al cuor largo, dal buon senso caratteristico, dall’amore tradizionale per la rettitudine e per la giustizia, condita con qu
on senso caratteristico, dall’amore tradizionale per la rettitudine e per la giustizia, condita con quel pizzico di umorism
59 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Piacenza li 4 marzo 1640. » p. 287
mo Sig.r mio oss.mo Hauendo Pietro Paulo comico vna lite in Reggio, per la cui spedizione egli preme, come importante mol
' suoi ministri che vogliano troncate tutte le dilazioni spedirgliela per giustizia. Io lo faccio con la presente, e m’ ass
scritturò con lo Stenterello Landini al Teatro della Piazza Vecchia, per le sole stagioni di Carnevale e di Quaresima, e c
er le sole stagioni di Carnevale e di Quaresima, e con Laura Bon (V.) per le domeniche dell’estate al Politcama. Il '62 fu
eniche dell’estate al Politcama. Il '62 fu col Landini, regolarmente, per l’anno intero. Passò il '63 generico nella Compag
il '63 generico nella Compagnia di Gaspare Pieri, e l’anno seguente, per un triennio, in quella di Bellotti-Bon. Scrittura
ato il '67 con Alamanno Morelli, fu con lui Caratterista fino al '79, per passare poi nella nuova Compagnia Marini e Ciotti
r passare poi nella nuova Compagnia Marini e Ciotti, dalla quale uscì per recarsi con Emanuel a' Fiorentini di Napoli. Fu p
l Bellotti (Compagnia n. 2), e finalmente ancora con Virginia Marini, per un triennio, dopo il quale (carnevale dell’ '83)
23 giugno dello stesso anno. Fu il Pietrotti attore assai pregiato per la verità e spontaneità della dizione. Diceva il
60 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 2 pp. 2-245
etteralo Pirotè entrambi sorocconi di mestiere. L’abate Villi occupò per alcun tempo l’attenzione degli spettatori con var
ustie della terza, quarta e quinta scena dell’atto III. Un figlio che per una capricciosa debolezza di non abbandonare la c
l’amata sacrifica la vita di un padre e la propria ; questo padre che per non dissimile capriccio di non partirsi dal luogo
a morte se stesso ed un figlio che ama ; questi personaggi, dico, che per soprappiù espongono a mortal pericolo, non che il
media lagrimante piena di colpi scenici più che di situazioni, atroce per disegni scellerati che disonorono l’umanità, fram
i fa, le favole cittadine e lagrimanti che ne sono piene a ricolmo, o per meglio dire che non possono esserne prive ? Dirà,
io dimanderò di nuovo, se più pericolosi gli stimi nelle tragedie che per la loro grandezza riverberano meno sulle persone
rnando al Gernand dico che mi sembra più condannabile del Don Alonso, per la mescolanza delle tinte comiche ad un tragico a
to Ladislao in quattro atti, ch’egli produsse in Venezia sul teatro e per le stampe nel 1796. Noi ne parliamo in questo cap
1796. Noi ne parliamo in questo capitolo dove pare che possa entrare per più ragioni. Ma l’autore gli diede il titolo di F
canto della natura ristretta agli uomini. Egli pretese farlo passare per un genere nuovo, e ne diede varie leggi da osserv
colta nella reggia l’opportunità di abboccarsi colla regina Adelarda, per dirle che Ladislao suo marito vive. Sorgono però
da, per dirle che Ladislao suo marito vive. Sorgono però varii dubbii per gli eventi che in esso accaggiono. Sofia nella sc
enta e si fa conoscere ad Adelarda sua madre ; Rodolfo subito propone per prima impresa di salvar l’una e l’altra. Ma perch
ar l’una e l’altra. Ma perchè renderla doppiamente ardua e pericolosa per la necessità di salvarne due ? Perchè Sofia che n
le ? Perchè esporre una tenera fanciulla al pericolo di un precipizio per via scoscesa e per una scala in tempo di notte, q
una tenera fanciulla al pericolo di un precipizio per via scoscesa e per una scala in tempo di notte, quando poteva uscir
otere di Otogare nel pericolo stesso della madre. Parmi che il Pepoli per bizzarria si prefisse di congegnare una favola ch
avola che da niun’ altra vinta fosse in istravaganze e spropositi ; e per accreditarla volle darle un nuovo titolo, e vende
re, ed alla perpetua irregolarità che vi semina, dà l’onore di regole per chi voglia esercitarsi in esso. Ma in sostanza qu
alvolta si riducono a soli dieci o dodici giorni ? Spazia il Ladislao per tutta la reggia di Buda, sul Danubio, pe’monti de
ue secoli ? Il Ladislao bandisce tutto quello che suol farsi avvenire per macchina, e di ciò si forma la legge V. Ma questa
que la VI legge delle fisedie che così si scrivano. Ma come può darsi per nuova una maniera che si trova praticata da due s
dislao termina lietamente ; dunque le fisedie debbono aver lieto fine per la legge XIV. E tutte le favole spagnuole e di al
gge XIV. E tutte le favole spagnuole e di altre nazioni non terminano per lo più lietamente ? Ciò basti sul capriccio fised
e fuori nel 1702 la sua Contadina Marchesa. Niccolò Salerno fe uscire per le stampe nel 1717 il Gianni Barattiere. Questi l
rlo III Borbone siu da’ primi anni del regnato di lui ; e le pubblicò per le stampe dal 1741 al 1756 in circa. Eccone i tit
ella de’ personaggi che usano la lingua toscana, ha qualche stento sì per certe trasposizioni aliene dalla lingua e del gen
ì per certe trasposizioni aliene dalla lingua e del genere comico, sì per alcune maniere di dire toscane ma poco toscanamen
comiche ? L’artificiosa veduta della scena era di tal modo congegnata per indicarvi a un tempo diverse azioni e più colloqu
esolazione delle gran piazze e contrade ; là dove in ogni altro paese per un ridicolo miracolo poetico veggonsi sempre solo
rovato, e ci avvertì, nell’imprimerlo che niuno gli aveva detto bravo per questo. Narrandoci questa indifferenza dell’udito
ere, a giocare e cenare dove mai ciò non fecero ? E queste azioni poi per se stesse aveano qualche importanza ? Ayeano in o
izione arbitraria, diviene una violenza inutile che si fa alla verità per addormentar lo spettatore in vece di riscuoterne
cene gli artificii comici venutici da Menandro e da Terenzio. Scrisse per quanto io sò, tre sole commedie interamente, il N
ioni di altra mano ; ma si è recitata molte volte con applauso grande per la grazia che vi regna e pe’contrasti de’ben dipi
particolari nella mia fanciullezza ; ma non so che siensi pubblicate per le stampe. Gioacchino Landolfo compose Don Tiberi
del Tamburro Notturno uscita nel 1773, l’Alchimista, ed il Matrimonio per procura stampata nel 1777. In queste regna un rid
rcante fallito asino in tutti i sensi è costretto dalla fame a passar per filosofo e principe de’letterati, e si millanta u
upino d’un gergo neologico inintelligibile, e di una sciènza libraria per cui distingue al tatto i libri del XV e del XVI s
« Torc. Non potete ? Non occorre altro. » « Fall. Aspettate, e ditemi per grazia, mi sapreste insegnare dove potrei trovare
ommedia filosofica. Vi adopera tutto il sale aristofanesco e plautino per ridersi de’filosofi di ogni aria e di ogni secolo
a e di ogni secolo, come egli dice nel prologo, e soggiugne : Verran per ora Egizii e Babilonici, Traci, Milesii, Clazomen
Bordoni, ed a me cortesemente da lui rimessa nel 1796(a). E notabile per una fedeltà signorile che talmente manifesta le g
Epidico aveva inteso da parte il disegno de’vecchi Apecide e Perifane per la spina della sonatrice che punge il cuore di qu
timo ; e sul punto fabbrica la sua macchina e la colorisce bellamente per ismungerne la borsa. S’introduce con avvisare che
o case azzimate e linde andar incontro a’loro amanti, nulla obbliando per accalappiarli ; e ciò che mi diede più nell’occhi
tei ? » « Epi. Quella che da tanto tempo è amata da vostro figliuolo, per la quale è quasi divenuto pazzo, e per la quale è
o è amata da vostro figliuolo, per la quale è quasi divenuto pazzo, e per la quale è sul punto di rovinare la sua riputazio
Il male si è che i nostri zerbinotti che profondono a braccia quadre per le loro signorine, quando si tratta poi di pagar
e, il cangiante, il bianco di cera, quello a color del mele. In somma per vedere fin dove giunge il loro delirio, hanno tol
eterne novità obbligano gli uomini alla fine a vendere i loro effetti per contentar le loro belle » ecc. L’istesso preloda
resset. Mentre tante commedie tutte regolari e piacevoli ed ingegnose per lo più componevansi dagli eruditi, il teatro istr
l città il celebre avvocato Carlo Goldoni l’anno 1707, sembra che ben per tempo egli fosse tratto alla poesia, teatrale. In
teatrale. In età di otto anni fece una commedia. Educato alle lettere per tempo acquistò gusto, e concepì disprezzo per le
a. Educato alle lettere per tempo acquistò gusto, e concepì disprezzo per le irregolarità delle rappresentazioni comiche de
rlecchino Antonio Sacchi, lasciarono intravvedere il genio che givasi per gradi disviluppando. Il Figlio d’Arlecchino perdu
i de’Pantaloni, i motti talvolta puramente scenici, qualche deferenza per gli attori, la non buona versificazione, le mutaz
ll’Italia, era già vicino a conseguire, che i commedianti deponessero per sempre le maschere. Ma soffrì tante guerre suscit
he gli produsse oro ed onore, col Curioso accidente, e col Matrimonio per condorso, mostrò a quella colta nazione quanto er
lingua, nella versificazione, e nella vivacità richiesta nelle favole per chiamar l’attenzione ; il teatro istrionico non s
fatte a tale oggetto, e di drammi romanzeschi pieni di colpi teatrali per cattar meraviglia. Le sue favole il Koulican, e l
m’inganno, in dieci tomi. Un gondoliere Veneziano che cambiò il remo per la penna, e la gondola pel tavolino, scrisse anch
ulle loro produzioni comiche si piativa ne’caffe di Venezia, comparve per terzo il conte Carlo Gozzi che finì di ristabilir
orso del popolo non era argomento sicuro del merito de’loro drammi. E per conseguirlo ricorse al solito comune rifugio del
arità, e stravaganze teatrali, uscita fosse da Bologna una nuova luce per richiamare il popolo alla buona commedia. Il marc
le commedie di questo cavaliere bene intenzionato al pari del Goldoni per la riforma delle scene italiane. Il conte Pepoli
il Contino di lui nipote a sposarla ; i Pazzarelli ossia il Cervello per amore in due atti con ipotesi alquanto sforzate e
rodusse cinque tragedie coronate, e ridestò in altri Italiani l’amore per la tragedia, non ha fornito al teatro italiano ch
n tutto, i quali costringono le loro donzelle a chiudersi ne’chiostri per non recare scapito alle sostanze della famiglia d
e l’abbia eseguito ; ma a’ 14 di maggio del 1796 ne rimise all’autore per saggio alcune scene. Non increscerà per avventura
del 1796 ne rimise all’autore per saggio alcune scene. Non increscerà per avventura a’leggitori di vederne uno squarcio e n
Senza avvisarmi ! Eugenio Anzi i miei fogli invano Al Duca indirizzai per te e per lui. Alfin risolsi scrivere ad Emilio, E
isarmi ! Eugenio Anzi i miei fogli invano Al Duca indirizzai per te e per lui. Alfin risolsi scrivere ad Emilio, E di Rache
a risolvere. Eugenio ? Che dici ? E abbandonar mi vuoi ? Rachele Non per un altro. Eugenio Nè mi vedrai mai più ? Rachele
io… Eugenio Mi lasci ?… Per un capriccio ! Rachele Per una parola… E per un tradinento ! Eugenio Addio … Rac.) Eug.) Per s
o Federici. Commediante infelice a cagione (dicesi) della sua figura, per riparare a i torti di questa con l’ingegno, prese
orti di questa con l’ingegno, prese a scrivere commedie di più specie per l’ottima compagnia lombarda di Giuseppe Pelandi,
nità si trasporta ad assalire un uomo di notte in una piazza pubblica per procacciar soccorso alla propria famiglia ; 3 il
ccorso alla propria famiglia ; 3 il Giudice del proprio delitto fatto per niun conto comico di personaggi famigliari ; 4 To
riconoscimenti, in cui è dipinto un libertino che si colma di delitti per le donne, e che in procinto di eseguire un ratto
ridicolezza de’paesi provinciali pieni di nuovi nobili divenuti tali per danaro di plebei che erano, e schivi ed orgoglios
naggio del conte Ippolito, e si fa credere morto, e nulla poi produce per l’argomento ; 5 la Filosofia de’birlanti ripiena,
e di sostenere che ne contava ben ventisette ; i parenti si adoprano per calmarla, ma in fine prende l’amante a lor consig
e e n’è derisa, e calmata al fine sposa il suo amante ; 7 la Fanatica per ambizione di quattro atti rappresenta una figliuo
provera alla sua volta e la mortifica ; avviene il cangiamento di lei per un fallimento apparente del padre e per l’abbando
avviene il cangiamento di lei per un fallimento apparente del padre e per l’abbandono e l’alienazione di tutti quelli che l
niere ma semplice e benefice all’ intendere le ripugnanze della sposa per lui a cagione del giovane che ella ama benchè pri
iovanni Giraud romano, e dell’insigne conte Vittorio Alfieri, i quali per sentieri ben diversi colsero non volgari palme di
le difese, ed oltreaccio di alcune particolari istruzioni agli attori per l’esecuzione di ogni favola. Ogni tomo contiene
nel 1808, e la Conversazione al bujo in un atto solo seritta nel 1804 per alcuni dilettanti. La continuata riuscita della p
llente atto primo è seguito dal secondo, che io trovo importantissimo per l’azione condotta con ogni verisimiglianza, il qu
a di Gaudenzio pronosticante, e contribuisce a sostenere un equivoco, per cui si conchiudono le nozze del Capitano de Volag
o ad annunziare la morte di un altro, con cui si erano prima trattate per lettere. Il dialogo proprio e naturale seconda fe
o, ma non laseia di far ridere. Uscirono nel tomo secondo le Gelosie per equivoco, l’Ingenua ingannata, l’Innamorato al to
a sull’ equivoco del ritratto del Cocu immaginaire di Moliere, tratto per altro da una commedia Italiana del XVI secolo, e
equivoci combinò insième che ad un comico intelligente parvero troppi per tre soli atti, e l’autore che nel 1799 così divis
a tirare nel proprio feudo un villano con dichiararlo suo Intendente per tirarlo colla fanciulla Nannina nella propria cas
te : io la credo difettosa secondo i principii dell’arte, ma la tengo per una commedia di buon effetto, e scritta con suffi
rappresenta una vedova accorta che lusinga uno spagnuolo vanaglorioso per mettere a prova e tormentare un innamorato per cu
spagnuolo vanaglorioso per mettere a prova e tormentare un innamorato per cui al fine si dichiara. L’autore adoratore del m
doni forse potè avere in mira la di lui Vedova scaltra, benchè se n’è per varii riguardi non infelicemente allontanato. Sem
non infelicemente allontanato. Sembra che l’azione si acceleri troppo per farsene vedere lo scioglimento. Trovansi nel tomo
. È Gerardo o Anicleto ? Il primo in effetto ha ucciso un uomo benchè per difesa di se stesso e dell’onore della moglie : i
esser fucilato. Le critiche che se ne fecero non bene si distruggono per le difese addotte. É una pretta commedia lagriman
imentali. La Capricciosa confusa parimente in cinque atti si scrisse per una particolar società di dilettanti. Tra le comm
pisodii la fe nascere. Non si è mai rappresentata ; ma non displacerà per avventura sulle scene il vedere un merlotto preso
itore fa chiudere nell’intimo del suo cuore la passione che la divora per Filiberto. Nè chiama meno l’attenzione di chi leg
s’intitolano : l’Uno, i Pochi, i Troppi, l’ Antidoto. La prima porta per epigrafe il v. 748 dell’ Antigone di Sofocle. Πό
azia. Dario è il personaggio principale che tira a se i voti discordi per mezzo di un responso che destina per re colui tra
le che tira a se i voti discordi per mezzo di un responso che destina per re colui tra’ Grandi che abbia un cavallo che sal
Patrizii e de’ plebei di Roma antica. I Gracchi proteggono un plebeo per farlo riuscir Console. Fabio sostiene se stesso p
teggono un plebeo per farlo riuscir Console. Fabio sostiene se stesso per divenirlo. Al primo incontro Tiberio grande orato
gli esorta a disuntar le loro barbacce, ed unguentare i loro capegli, per evitare che in Corte si rida di loro a scherno di
aggiugne : Alta ed eterna, Esimio Re, sua gratitudin vera Ti sacrerà per la salvata intatta Sua libertà la non mai serva A
gli congeda, e che egli stesso si accinge a partire. Demostene. Oime per dove ? Eschine. Forse in Atene ei ci precede ? Ef
ppo. Efestione. E rei son troppo. Antipatro. E Troppi. L’Antidoto ha per epigrafe, Tre veleni rimesta, avrai l’Antidoto.
n questa commedia, di scegliere il meglio di ogni sistema governativo per creare l’ottimo. Nota altresi che l’Alfieri medes
ommedia divisa in quattro, perche tendenti tutte ad uno scopo solo ma per mezzi diversi. Spiega in altro l’ Alfieri e per l
ad uno scopo solo ma per mezzi diversi. Spiega in altro l’ Alfieri e per lui l’editore il fine avuto nel comporle, dicendo
o di Piglianchella. Nell’ atto II si sente Piglianchella in travaglio per partorire. Si riferisce il naufragio di una nave,
ell’ atto III viene quest’uomo che è il Mago Mischach, con Tarantella per vedere Pigliatutto. Dicegli Tarantella che per or
schach, con Tarantella per vedere Pigliatutto. Dicegli Tarantella che per ora è nell’ imbarazzo del parto difficile della m
o della rete, e che la fazione mal’ affetta ha tramato un incantesimo per cui la moglie non può partorire. Di poi l’esorta
a. Gli previene però che il senza gambe farà tagliar le gambe a tutti per adattarsele, onde chi resterà congiurerà contro d
be a tutti per adattarsele, onde chi resterà congiurerà contro di lui per ucciderlo ; il mostro senza mani di tre teste non
più iniqua testa. Mischach nel quarto atto fa l’evocazione de’ morti per prenderne consiglio. Ordina prima in forza della
rimiera l’Ombra di Dario, e lo prega a dire quale scelta egli farebbe per se stesso. Io scelsi per me il mostro senza gambe
e lo prega a dire quale scelta egli farebbe per se stesso. Io scelsi per me il mostro senza gambe ; esorto però Pigliatutt
iaggia di mare nell’ atto V i Guastatutto ed i Pigliapoco si uniscono per assalir Pigliatutto ; ma vengono fra loro a conte
i tutti, lor dice, di mia mano misti, stacciati, rimpastati già state per farvi un Antidoto divino Contro que’ vizii e su
o e giurano. Rimane solo, dice Pigliatutto, o figlia, a darti un nome per onorarti, e rendere a tutti nota la tua deità. Ne
fralle quali quella di Omero che solo parle, Coro di Ombre. Mercurio per comando di Giove viene a spiare la condotta de’tr
ta al Sole a forza di argani, i quali bastarono appena ad appressarlo per un centinajo di miglia. Ma perchè egli infierì ac
de distinta negli Elisii. Minosse lo stima anzi meritevole di castigo per la matta impresa ; ma Eaco e Radamanto lo giudica
ca Confucio. Sopravviene Cadigia prima moglie di Maometto, e Confucio per essa intende che Maometto è un Capisetta Legislat
ore ; e si vede come egli a Cadigia cui tutto dovea, diede il veleno, per impossessarsi de i di lei beni : vi si vede l’ass
gli argani onde servissi formati erano di budella de’popoli soggetti per mezzo di un ministro mago, e quindi sbudello i su
loro il perdono e l’obblio del passato. Se altro desiderino, il dica per tutte una di esse, e segnatamente Omero, il quale
. Nell’atto I si vedono alcuni che frequentano la casa del Cherdalosi per la Lucrezina sua figlia, e mentre se ne disvilupp
eri, si vede che Prosperino disposto a fare un viaggio, lo differisce per essere invaghito di Lucrezina. Ciuffini che ama l
zina. Ciuffini che ama la giovanetta e n’è amato, va tastando l’acqua per leggere nel suo cuore. Tramezzino prete maestro d
si migliorare. Agostino le rimprovera anche il prete Tramezzino preso per maestro, ed il poco buono esempio che dà alla fig
he dà alla figlia, stando sempre in conversazione e servendosi di lei per zimbello, ed il conte Ciuffini che disturba qualu
ello, ed il conte Ciuffini che disturba qualunque partito si presenti per la figlia. Venendo poi Ciuffini e Piantaguai li s
i Annetta chiede di Prosperino che sopraggiunge col padre che domanda per suo figlio Lucrezina, ed Agostino che arriva a te
ini le rimprovera lo sposalizio. Lucrezina dice di avere acconsentito per uscire da quella casa, e per poter trattar lui. M
io. Lucrezina dice di avere acconsentito per uscire da quella casa, e per poter trattar lui. Ma Ciuffini prendendo il ciocc
ette. Viene Prosperino, cui Lucrezina risponde sempre dispettosamente per disgustarlo. Alfine lo conceda e l’esorta a ripre
m tutti. Addio, signora Annetta. Agostino nell’atto IV fa del romore per le nozze rotte con Prosperino. Lucrezina ne incol
ad Agostino una lettera di Settimio. Annetta propone un nuovo partito per la figlia, il signor Fabrizio Stomaconi. Lucrezin
posa mensuale di scudi cento ; servizio di carrozza e cavalli a parte per essa ; palco in tutti i teatri, libertà di caccia
Ciuffini è il sue primo in capite ; ma poi vuole scegliere Piantaguai per suo primo, e questi si dichiara di far da secondo
nel corso drammatico del passato anno ottenne la prima corona comica per la sua commedia in cinque atti in prosa intitolat
atti in prosa intitolata la Donna Esemplare, e l’onore dell’accessit per l’altra del medesimo titoloma in tre atti. Cap
collegio. Il più antico degli esistenti è quello detto de’Fiorentini per la chiesa di San Giovanni de’Fiorentini che gli è
li ne migliorò la figura rendendola semicircolare ; ed acquistò luogo per ogni cosa necessaria coll’industrioso partito di
ile quel che pur si vede, che in una pianta di soli palmi 80 in circa per ogni lato si costruisse un teatro con cinque ordi
nque ordini di palchetti di tal simetria e di forma sì propria che da per tutto vi si godesse acconciamente lo spettacolo ?
u entrato, disse che quell’opera sola bastava al credito del Vaccaro, per aver saputo rendere possibile l’impossibile. Mach
intorno di ostacoli ed abitazioni, con facoltà di spendere facendosi per la corte, formo un teatro che presenta una faccia
endono sordo. E quando sortirà un architetto circostanze più propizie per segnalarsi ? L’ultimo teatro edificato nel secolo
ed udirsi è pienamente adempiuto in questo edificio. Nulla gli manca per essere in ogni stagione frequentato, eccetto che
Giovanni Medrano nel 1737. Edificio magnifico eretto in soli sei mesi per l’attività di Angelo Carasale, dopo tanti gran te
idezza, ed auche il gran telone o sipario dipinto a sughi d’erba fece per lungo tempo uno spettacolo anch’esso degno di amm
he è da approvarsi che il palco scenario sporga in fuori nella platea per molti piedi, convenendo allo spettacolo che gli a
rimangano al di là dell’imboccatura del teatro, a linea delle scene, per far parte anch’essi del dolce inganno a cui il tu
rtito in tanti palchi che equivalgono ad altrettanti comodi stanzini, per se stesso è poco favorevole alle voci umane che n
se stesso è poco favorevole alle voci umane che non sieno tramandate per mezzo di qualche tromba ; or perchè se ne aumentò
sopportico su di cui un magnifico loggiato ed un grande appartamento per la conservazione de’ grandi materiali del teatro.
rancesco Mario Pagano a produrre in Napoli una scena simile prendendo per oggetto Agamennone che intitolò monodramma, bench
’infermi, come sono i tanti malcuciti e sconnessi centoni che corrono per l’Italia e più oltre ancora. Nacque in Napoli e n
Lionora che si rappresentò nel medesimo anno colla musica del Ciampi per le parti chiamate serie, e del celebre Niccolò Lo
Ciampi per le parti chiamate serie, e del celebre Niccolò Logroscino per le buffe. Commedie pur furono, benchè di assai mi
la Furba burlata fortunatissima opera buffa, la cui musica appartiene per la maggior parte al prelodato Piccinni. Tornato i
i e felice ne’motteggi, testimone dell’alterazione del gusto avvenuta per le ultime mostruosità, sceglier seppe il Lorenzi
e ultime mostruosità, sceglier seppe il Lorenzi la maniera più idonea per riuscire, cioè eccedere nel comico popolare alter
la Corsala del 1771, il Lorenzi si attenne totalmente alla farsa, che per altro ad una specie dell’opera buffa non disconvi
r altro ad una specie dell’opera buffa non disconviene. Nella Gelosia per gelosia del 1770 ; nelle Trame Zingaresche del 17
bo mal accorto ed in alcune altre l’abuso delle tinte troppo tragiche per la scena comica. Ma che mai può increscer nella p
io suo barbiere che egli ha istallato a Platone, e che beve la cicuta per rassomigliare in tutto l’antico Socrate ? Le armo
uffo, fu alla prima proibito come indiscreto dopo tre sere di recite, per aver servito di limpido specchio ad un avvocato c
vocato che vi si raffigurò e se ne dolse. Onde ciò avvenne ? Esisteva per avventura al tempo del Lorenzi un vero Socrate de
rate della Magna Grecia all’immaginario rassomigliante, come esisteva per nostro vanto un Aristofane Napoletano ? Che che s
stinguon le uova freche. Errighet. E ne’ ragni ? Macar. Rifletto, Che per essi potrebbe Fiorire un altro ramo di commercio.
ghet. Da’ragni ? Macar. Sì, da’ragni ; ed ecco il come. Moltiplicando per le case il numero, E raccogliendo poi li ragnatel
io obbliando il dolore risponde, Soss. Io porlando con creanza L’ho per pietre piritose… Corrad. Oh che porco ! Soss. Mi
esagerata e propria della farsa, e la riuscita fu piena, e si recitò per moltissime sere con gran concorso, e nel 1796 si
e da non obbliarsi, sono parimenti, e riuscite in Vienna, in Parigi e per l’Italia il Trofonio ed il Re Teodoro posto in mu
farne, come si vede in questa del melodramma l’Eraclea. Incominciai per poco, E poi m’innamorai Quanto potesse mai Innamo
poeta che gli succedette. Notabili sono i melodrammi di Apostolo Zeno per la varietà de’caratteri e degli argomenti, essend
dal celebre calabrese Gian Vincenzo Gravina che l’educò nelle lettere per lo spazio di dieci anni, cangiato in greco suono
rendono rispettabile anco agli orgogliosi che volgono altrove il capo per non mirarne l’odiata luce che gli umilia ? Le Gra
olo sciapito componimento ? La musa di questo grand’uomo si distingue per molti pregi, e singolarmente per la grazia, la fa
sa di questo grand’uomo si distingue per molti pregi, e singolarmente per la grazia, la facilità, la naturalezza dell’espre
ell’espressione, la precisione, la chiarezza e l’armonia dello stile, per l’eleganza e la sublimità. Gli contese gran parte
tile poetico fin’anche la Gerusalemme ; ma non vorremmo che prendesse per eleganza anche lo stile contorto ed oscuro, in cu
dell’armonico Fragoni, in vece di averle obbliate sì presto. Vorremmo per sottoscriverci alla sua decisione che questo mond
l sai, ma il so ben io, Nè a te, perfido, il dirò. Chi di voi lo vuol per padre ? V’arretrate ? Ah voi tacendo Sento dir, t
scuno i movimenti del proprio cuore ? A quanti anzi egli non sovrasta per la particolar magia del sno pennello che anima qu
to Carmmignani(a) determinare nel melodramma di Metastasio le ragioni per le quali lo stile ha quell’incanto che tutte le a
no ; altro non può dirsi se non ch’ei piace. Voltaire, egli aggiugne, per corredare di commentario le tragedie di Racine, d
di Metastasio. Si vuole esser dotato di gusto fine, di acuto aguardo per ravvisare nel Metastasio il gran maestro, allorch
dalla lodevole imitazione. Bisogna posseder critica e principi solidi per comprendere ancora quando gli autori s’incontrano
principi solidi per comprendere ancora quando gli autori s’incontrano per ventura, e quando si seguono a bello studio. Aret
lla perderebbe quando anche fosse del Cinna una esatta imitazione. Ma per istruzione della gioventù e per rendere giustizia
e del Cinna una esatta imitazione. Ma per istruzione della gioventù e per rendere giustizia al vero, osserviamo in qual man
a. Cinna è tragedia destinata a commuovere ; Tito è melodramma fatto per commuovere ed appagare i sensi. Per riuscire nel
el primo disegno Cornelio si vale di un’azione importante ma semplice per dar campo al dialogo, in cui, come non a torto gi
cale abbisogna di maggiore attività varietà e rapidezza nella favola, per servire al disegno di allettare i sensi senza las
mmuovere, e quindi soggettare il dialogo alla più rigorosa precisione per disporre colpi di scena e situazioni che rendano
questo che a quelli, ed avrebbe fatto il Francese un’ azione propria per la scena musicale, e l’ Italiano avrebbe di una b
abbisognava. Trasse dunque tutte dal proprio fondo le fila necessarie per la sua tela. Non basta a Metastasio che Sesto ami
di regnare. Ha bisogno che Tito faccia uno sforzo e rimandi Berenice per risvegliare la spenta speranza di Vitellia ; e ch
risvegliare la spenta speranza di Vitellia ; e che poscia egli elegga per consorte Servilia sorella di Sesto che ama Aunio
riescire il melodramma italiano diversissimo dalla tragedia francese per la ricchezza e l’economia dell’azione(a). I cara
intraprende lo sconvolgimento dello stato contro del suo benefattore, per vendicar la morte del padre, nel che si scorge ce
pettatore quanto i beneficj presenti di Augusto, e la di lei passione per Cinna esposta agli sguardi. Ma Vitellia è un ben
io de’ Greci, di Racine e di Metastasio, e tener l’ambizione Vitellia per teatrale. Ella è una Romana ambiziosa che più non
a mano di Tito l’imperio, si prevale della debolezza di un suo amante per tramar la rovina dell’imperadore ; e l’ondeggiame
inuo patetico movimento. Cinna poi e Sesto sono veramente due ingrati per cagione di una donna ; ma Cinna sempre considera
Ah la dolcezza usata Più non ritrovo in lui ! Come divenne Terribile per me !) Tito Stelle ! Ed è questo Il sembiante di S
altri drammi ch’io sappia. Bellezze originali sono parimente, e fatte per l’immortalità, le vie tentate da Tito per sapere
ali sono parimente, e fatte per l’immortalità, le vie tentate da Tito per sapere il segreto di Sesto : le angustie di quest
guansi i grandi esempi : ogni altro affetto D’amicizia e pietà taccia per ora. Sesto è reo, Sesto mora ec… Or che diranno I
omenti già maneggiati diventano originali. Virgilio e Tasso prendendo per modello Omero, ci arricchirono di nuove fogge di
mponimenti che non si rassomigliano. Chi sa imitat migliorando, nasce per essere successia vamente imitato. Quindi è che il
i abusi musicali, come sarebbero tante arie di paragoni troppo lirici per se stessi eccellenti, e certi amori subalterni, e
sicali, e sfogarono criticandolo la loro invidia ed un odio impotente per vendicare le loro cadute. Non per tanto intorno a
a loro invidia ed un odio impotente per vendicare le loro cadute. Non per tanto intorno a lui non si ascoltino gli elogii d
ciso, le parole piene di sugo e di grazia, i periodi di giusta misura per penetrare nell’ animo. E quantunque il Metastasio
tato posto nella lista degli autori del conciossiacchè, egli sarà non per tanto l’originale che si proporranno ad imitare i
favella di Metastasio e Durante. L’istesso Giovanni Andres, che forse per far ecco al suo confratello Bettinelli riprese i
dolce cuor di Racine avrebbe avuto bastevole tenerezza e sensibilità per formare i Timanti, i Megacli, le Dircee, le Zenob
de’ Petrarchisti e Dantisti e le filippiche de’ Versiscioltai. Udite per vostro meglio e per gloria dell’ Italia, di cui o
Dantisti e le filippiche de’ Versiscioltai. Udite per vostro meglio e per gloria dell’ Italia, di cui oggi ancora Metastasi
adri languiscono accanto a quelli di Metastasio. Decaddero in seguito per lo stile in faccia al Cortellini ed al Cigna la D
gatis rappresentata nel 1770 in Napoli riuscì nel teatro di San-Carlo per le decorazioni e per la musica dell’esimio Jommel
el 1770 in Napoli riuscì nel teatro di San-Carlo per le decorazioni e per la musica dell’esimio Jommelli che si ammira come
e Nozze di Ruth cantata, e nel 1795 il Giudizio di Salomone, entrambe per l’anniversario di Santa-Lucia. Notabili singolarm
itida che se ne fece nel 1796 trovansi varie cantante, ed un oratorio per musica nella liquefazione del sangue di san Genna
tanee mutazioni cagionate dal troncarsi la pianta fatale, che servirà per saggio dello stile : Ma che… s’oscura il giorno 
tre l’Olimpo e travalicò le rive d’ Acheronte. Il Migliavacca scrisse per quelle scene stesse la Tetide e l’Armida, ed ebbe
Serio nel 1780 la riprodusse in Napoli spogliata di tali decorazioni per dar luogo a’balli di Zemira e Azor ed al Convitat
in musica dall’ egregio Giuseppe Sarti. Invano tutto ciò si produsse per allontanare l’opera istorica e secondare i disegn
o. Questo spettacolo che abbisognava, si disse, di quindicimila scudi per rappresentarsi, non comparve sulle scene. Il cont
ra stato in Parigi rapporto al gran Metastasio, ne insultò la memoria per le stampe villanamente combattendo l’ Arteaga. La
e pensò di sposarla nel caso che sì bella fosse qual si decantava ; e per esserne sicuro spedì Athelwold suo favorito a Dev
di lui degno. Il re se ne svogliò, e permise al favorito di ottenerla per se stesso. Ebbe poi notizie diverse da quelle che
ersi ritorna ; ma perchè parte ? perchè ritorna ? Forse Evelina parte per ispiare se giunga Adelvolto, e torna per dire che
itorna ? Forse Evelina parte per ispiare se giunga Adelvolto, e torna per dire che giugne, la qual cosa non è punto vera, n
i che hanno alla mano cantano un quartetto poco veramente vantaggioso per la musica, perchè gli affetti non sono punto risc
perdè. Quattro personaggi che interrompono il proprio sentimento o per volontà, o per inciviltà reciproca, che attendono
ro personaggi che interrompono il proprio sentimento o per volontà, o per inciviltà reciproca, che attendono ciascuno alla
ono i loro affetti in un duetto non male. Atelvolto si mostra agitato per la venuta del re. Elfrida lo rincora. Ti perdo, E
re l’invita con sua figlia a desinar con lui. Adelvolto si allontana per prevenire Elfrida ; ma dopo otto versi recitati d
ipetizioni della musica serve anzi a stancar Elfrida, e lo spettatore per le troppe esitazioni del marito. Ciò che rende la
gando lo sfida a duello, ed Adelvolto l’accetta con disegno di morire per le mani di lui. Elfrida affannata prega il re per
iustizia sua celebre esempio. Adelvolto risponde che si difenderà sol per onore di Orgando. Il re dice, Non più, si dia d
ne. Elfrida dee esigere dal re, dal padre, dalle guardie tutto l’agio per cantare un’aria di diciotto versi, la quale arres
n lui, non già che si fermasse nelle sue stanze. Ciò che non ha fatto per iscelta, è obbligata a proporlo, perchè il re ha
 ? Ella magnanimamenet risponde : Schernir possiamo Il padre, il re… per sempre Essere inseparabili… Rimira… Rifletti… que
p. e. esprimersi con calore il pensiero che dee angustiare Adelvolto per aver egli formata l’infelicità di Elfrida : e que
artire, arriva Edgardo che ne impedisce la fuga, ed Orgando che torna per rimproverare alla figlia il poco amore che ha per
d Orgando che torna per rimproverare alla figlia il poco amore che ha per lui, e vuol separarla dal marito, la cui nullità
. La catastrofe dell’Elfrida è nova (dice pure il decisore Herbert, o per meglio dire Calsabigi sotto il di lui nome) natur
si recitò nel carnevale del 1794. Il pubblico disaprovò quest’ opera per ragioni diverse da quelle per le quali l’autore s
794. Il pubblico disaprovò quest’ opera per ragioni diverse da quelle per le quali l’autore se ne dichiarò malcontento nell
stumi ed interessi fralle popolazioni Spaignuole ed Arabe. In Granata per ipotesi della favola domina Odorico prepotente co
lla sua fazione spagnuola, di cui fa parte Ricimero scelto da Oderico per consorte di Elvira sua figlia bellissima e piena
ranno le additate figure e tinte liriche al Calsabigi che ci promette per là musica tragedie vere ? Nella scena 2 viene Os
dente, che dopo questa scena sparisce, e solo interviene nella decima per dire, vuoi guerra e guerra avrai, e poi in coro a
sola scena ? Tratto tragico. Egli è stato mandato avanti da Adallano per esplorar tutto nel giardino. Elvira mostra impazi
contento ; e poi ? e poi si allontanano e si perdono nel boschetto, per dar luogo ai confidenti di seguitare a porgere al
a furberia. Ma in certi drammi suppongono gli autori un patto tacito, per cui si accorda che un innocente accusato dee tene
atto tacito, per cui si accorda che un innocente accusato dee tenersi per colpevole, per andare avanti. Senza di simile sup
r cui si accorda che un innocente accusato dee tenersi per colpevole, per andare avanti. Senza di simile supposizione poeti
tra di Jodelle preso pe’ capegli un suo vassallo seguitandolo a calci per la scena, ed in questo senso Calsabigi avrà ben s
vrà ben saputo trasformarè il dramma in musica in vera tragedia. Buon per essi che Odorico, senza saper perchè, torna in te
tia. Tutto ciò che canta Odorico ed Elvira si vuol leggere nel dramma per ammirarsene l’eleganza, la forza, e la precisione
masta padrona della campagna si trattiene a cantar quattro versicoli, per dar tempo ad Almonte di fuggire, di passare alla
ena decima propone l’unione degli Spagnuoli, e de’ Mori in Granata, e per se le nozze di Elvira. Odorico risponde di aver d
in tutt’altro Moro orgoglioso e fiero quì diviene modesto, e decanta per alta impresa quella di porsi a fronte di Ricimero
ità da coturno, almeno non a torto, gli dice, Padre, un bel core hai per Elvira in seno. Segue un duetto del padre e dell
nda il parlar di Adallano pronto già ad interromperla poco civilmente per altro : Adal. No, mai non spezzerà Celeste altr
dola dice di più : A qual crudel sorte Ti esp ne l’orrore Che mostri per me ! Questa prevenzione fattale in generale è mi
a di qual tirannia positiva poteva ella lagnarsi e addurla come certa per sua giustificazione ? Dovea ella per un romore ve
la lagnarsi e addurla come certa per sua giustificazione ? Dovea ella per un romore venuto da bocca immonda determinarsi ad
’avviso della fuga di Elvira. Questi dieci versi han dato a lei tempo per vestirsi di tutte armi, ingannare i vigili soldat
ina punto. Smanie e semisvenimenti di Elvira. Altro quartetto, in cui per riempitivo entrano Ricimero ed Almonte che dicono
on con tempesta oscura, con manto nero del giorno, col cielo annerito per essere il sole apparso di notte offuscato. Del re
ciare o rizzare i capegli, ma l’avvolgere, parlandosi di capegli irti per l’orrore riesce troppo attillato, ed i dotti nell
potesse indicare l’arricciarsi de’ capegli, il sollevarsi de’ capegli per l’orrore, sempre sarà miglior vocabolo l’ arricci
che si accinge a versare il proprio sangue ed a seguir lo sposo ; ma per ciò la nostra lingua fornisce modi più veri, più
; ma per ciò la nostra lingua fornisce modi più veri, più individuali per meglio e non equivocamente particolareggiare le i
iò il messaggiero. Ricimero affetta dolore da disperato e vuol morire per le mani di lei. Morire (risponde bene Elvira) non
e vorrebbe dalla ferita dí Odorico trarre partito e commuovere Elvira per determinarla a sopravvivere alla perdita di Adall
esser sostenuto, Elvira se ne intenerisce, gli si getta a’ piedi, e, per tutti, dice, Elvira è morta, vivrà per te ecc. El
sce, gli si getta a’ piedi, e, per tutti, dice, Elvira è morta, vivrà per te ecc. Ella conchiude, Ah qual contrasto avrò D
da soffrir Vegliante in sen. La lontananza dell’ avrò dal da soffrir per cosa musicale, mostra lo stento del poeta, e cagi
lui morte. Aggiugne che Ricimero è morto e che forse Almonte lo svenò per occultare le sue frodi ; accusa senza verisimigli
frodi ; accusa senza verisimiglianza, perchè Almonte tutto ha tramato per servir Ricimero. Adallano è bene asccltato da Odo
orito un grazioso effetto. A quanto ne abbiamo divisato, e al più che per fuggir noja omettiamo, si scorge che l’Elvira non
llano innamorati da commedia, o al più da pastorale, poco convenienti per una tragedia, non animati da veruno eroismo che g
ne sono rinvenuti ; ma Vincenzo Ravizza erasi felicemente incamminato per le orme paterne. Nel nostro Gran Teatro reale di
e gentile, e Viganò in Italia nel grottesco. Gennaro Magri napoletano per leggiadria e leggerezza riscosse generali applaus
teorico-pratico del ballo in due volumi con trenta rami egli produsse per le stampe nel 1779. Prima dell’efimera repubblica
a dell’efimera repubblica napoletana, ed ancor dopo, si fece ammirare per varii balli da lui inventati Gaetano Gioja napole
ii balli da lui inventati Gaetano Gioja napoletano. Si ripete sovente per l’Italia, e si pregia con distinzione l’Andromeda
ta nella parte più occidentale dell’ Europa. Glorioso singolarmente è per la patria il testimone per ogni riguardo onorevol
ale dell’ Europa. Glorioso singolarmente è per la patria il testimone per ogni riguardo onorevole del gran Cittadino di Cin
o spirito filosofico semplicemente predomini e tutta riempia la mente per modo che paga del metodo e dell’ analisi non atte
Giorgio II fu denunziata alla Camera de’ Comuni, che propose un bill per soggettare gli scenici componimenti all’ispezione
zi motti enigmatici e di lamenti neologici scagliati con intrepidezza per insultare o coprir di ridicolo tutto ciò che non
cine e di Euripide, a i quali invano si ardirono levar le mani rapaci per involarglieli ; non manca nè di tragedie nè di co
usione ED eccovi il vasto grandioso edifizio della scenica poesia per la stessa antichità varietà ed ampiezza in ogni s
sua parte ammirabile. Esso appartiene ad una immensa famiglia sparsa per la terra conosciuta e dilatata in tanti rami la q
io gusto or semplice or pomposo or bizzarro or saggio : Specioso dove per bei pezzi Corintii e per sodi fondamenti Toscani 
omposo or bizzarro or saggio : Specioso dove per bei pezzi Corintii e per sodi fondamenti Toscani : dove maestoso ancora pe
i pezzi Corintii e per sodi fondamenti Toscani : dove maestoso ancora per certa ruvida splendidezza di colonnati ed archi G
etti, ne’ romitaggi, ne’compartimenti diversi de’ giardini ; là vaghi per naturali bellezze di olenti rose, garofani, gelso
Olandesi, e di cocco, ananas ed altri frutti oltramarini ; là pomposi per verdi viali coperti, giuochi d’acque, fonti idrau
oria e questa serena filosofia sa discernere quel che può esser bello per un popolo solo e quello che lo sarà per molti ? È
nere quel che può esser bello per un popolo solo e quello che lo sarà per molti ? È questa che non ignora che ciò che si ch
a doperandovi le molle della compassione e del ridicolo. Ma v’ha chi per riescirvi si vale di troppe ipotesi, mostrando in
la deducono in fatti e ne fanno pompa) e fuggir la fatica necessaria per mettersi in istato di scrivere componimenti degni
a e i componimenti che a questi si appressano, non solo sforzano alla per fine il pubblico a vergognarsi del primo giudizio
rricchì delle armoniche sue bellezze qualche farsa che niuna speranza per se stessa prometteva nè per dipintura di caratter
bellezze qualche farsa che niuna speranza per se stessa prometteva nè per dipintura di caratteri, nè per artificio di favol
a speranza per se stessa prometteva nè per dipintura di caratteri, nè per artificio di favola, nè per grazia di stile. Lo S
metteva nè per dipintura di caratteri, nè per artificio di favola, nè per grazia di stile. Lo Scavamento recitato nel teatr
essere la delizia di questo pubblico, e lo scopo de’ plausi generali per la rarità della voce e per la felicità e delicate
o pubblico, e lo scopo de’ plausi generali per la rarità della voce e per la felicità e delicatezza dell’ espressione che l
L’indiscretezza dell’ oscuro folliculario che prese il nome di Verace per antifrasi autore del Colpo d’occhio sulla lettera
Faustina nel 1779. Nel prendere da Napoli la volta verso Madrid passa per Parma per domestici affari ; e distribuisce di ta
el 1779. Nel prendere da Napoli la volta verso Madrid passa per Parma per domestici affari ; e distribuisce di tal commedia
ete avuta nelle mani gueste favola manoscritta ? Sei giudici distinti per rango e per letteratura (e non pedanti pregiudica
lle mani gueste favola manoscritta ? Sei giudici distinti per rango e per letteratura (e non pedanti pregiudicati come gli
L’autore parte da Parma colla speranza almeno che sia la sua commedia per esser letta e giudicata come se non fosse stata s
concorso dell’ anno passato prima che uscisse alle stampe, quantunque per una strana combinazione di accidenti non fosse po
il voto dell’ Accademia ha meritata la sovrana approvazione. Ne porgo per tanto l’avviso a V. S. Illustrissima acciocchè si
o l’avviso a V. S. Illustrissima acciocchè si compiaccia significarmi per qual mezzo desidera le sia rimessa la Medaglia, q
ttore, come ne la invito da parte dell’ Accademia ; la quale compensa per qualche modo il dispiacere di non avere per cinqu
demia ; la quale compensa per qualche modo il dispiacere di non avere per cinque anni potuto assegnare il premio, col veder
mio, col vederne finalmente decorato un soggetto di tanta capacità, e per altre produzioni del teatro si benemerito. Pieno
o’fatti ? oltraggiare persone che egli non dovrebbe se non rispettare per tutte le ragioni ? abusar dell’insolita pazienza
nel secolo XIX. Ma non mai l’autore ha permesso che si pubblicassero per le stampe le sue commedie in prosa il Nemico Gene
melodramma, e di non aver mai preteso di comparare i due componimenti per dare un glorioso vantaggio al drammatico Italiano
e l’artifizio diverso che richiedono l’opera in musica e la tragedia, per distruggere l’imputazione de’ critici ed indicare
necessità che ebbe Metastasio di allontanarsi dalla pesta di Cornelio per compiere l’oggetto del melodramma. Ma dove mai io
si. Nell’ edizione dell’ impresario Ricimero partiva prima, e restava per un poco Almonte a dire Incauta donna ! Del tuo f
vano. Con ciò toglievasi lo sconcio di doversi ammettere i falegnami per attori. E questo fu il primo cangiamento piggiora
all’impresa si finiva così ottimamente la prima scena, Tutto perdei, per me non v’ ê più mondo, troncandone i sette versi
céna quarta. In prima Odorico chiede alla figlia che indugi a morire, per la ragione che egli è vicino a morire, nell’ orig
61 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 284-287
Bartoli Francesco Saverio. Comico di qualche nome, più noto per le Notizie Istoriche de’Comici Italiani che fiori
centia reverendissimi Vicarii Generalis Josephi Francisci Caffarenae, per testes examinatos obtenta et paenes me servata, j
um consensu, singulatim interrogati, conjuncti fuerunt in matrimonium per verba de praesenti coram me Antonio Emanuele Forn
sceperunt. » Nel 1771 passò nella Compagnia di Antonio Sacco, quanto per sua moglie favorevole — egli dice con rara ingenu
er sua moglie favorevole — egli dice con rara ingenuità — altrettanto per lui dannosa ; poichè essendo o mal visto, o mal
idità vertiginosa. Ne scrisse cinque in undici mesi, e tutte in versi per giunta. Spronato poi dal desiderio di realizzare
illustrato delle migliori opere di pittura che sono a dovizia sparse per l’Italia. Lo stesso anno (1777), la moglie Teodor
a sparse per l’Italia. Lo stesso anno (1777), la moglie Teodora partì per Parigi con una figliuoletta di cinque anni. Il Ba
ni. Il Bartoli stette sei anni nella Compagnia di Antonio Sacco, poi, per la terza volta, si scritturò in quella di Pietro
poi, finalmente, dopo il carnevale del 1782 diede un addio al teatro per ritornar libraio. La moglie Teodora, tornata da P
tizie che lo riguardano, un poemetto in decima rima, metro non usato, per grazia di Dio, da altri in componimenti lunghi. N
di Dio, da altri in componimenti lunghi. Ne trascrivo alcune ottave, per debito di coscienza. Taci dunque mia Musa ; e in
ò piacer, e chiamanla la Zocchi. Ivi è la Foggi ancor Donna prestante per far da serva ; e in lei piaccionmi gli occhi. Il
che di lor vi dia veruna informazione. Al mondo è nato il Truffaldin per sparger allegria nel core anco più tetro, ed angu
men vogl’ire. Già avrò la vostra brama resa sazia. L’Amico se n’andò per iscaldarsi, e qui la musa mia vuole acchetarsi.
a : Il silenzio ovvero L’Erasto (Padova, mdcclxxx), scritta in prosa, per soddisfare — dice l’autore ai lettori — al solo s
r soddisfare — dice l’autore ai lettori — al solo suo capriccio e non per altro motivo, che non mi par peggiore di tante al
annunzia la pubblicazione della sua prima commedia di Magìa, che avrà per titolo : Il Mago salernitano ; e Le Pitture, Scul
le : Sono più di due lustri che il medesimo amico Autore dopo d’aver per più di quindici anni scorse varie parti d’Italia
e nobili Abitazioni ; acciocchè essi conoscano che l’innato suo genio per simili erudizioni non ha voluto trascurare di dar
62 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 995-998
Gaetano ed Angelo, prima di darsi al teatro. Ecco il sonetto a stampa per le faustissime nozze, dettato da certo signor Cri
sicuramente farti felice in tutte le maniere. La giovine, che prendi per tua Sposa è sì garbata, virtuosa e onesta, che fr
i fu largo di quelle lodi che lo decisero a lasciar l’arte del bulino per quella di commediante ; e abbandonata la casa pat
i, col quale stette dodici anni. Acquistatasi fama di egregio artista per le parti di primo uomo, fu in tal ruolo e per un
fama di egregio artista per le parti di primo uomo, fu in tal ruolo e per un triennio scritturato da Luigi Vestri ; ma impi
impinguatosi alquanto coll’ avanzar degli anni, quel ruolo abbandonò per abbracciar l’altro di caratterista e promiscuo, c
o secondo. Ristabilito appena da lunga malattia, mettevasi in viaggio per Firenze, e disgraziatamente trovava la morte sott
ato a’suoi confratelli, aiutò sempre tutti coloro che ricorsero a lui per bisogno. Tra le commedie ch’egli recitò con grand
e le seguenti : La bottega del caffè, Il Poeta fanatico, Il Disperato per eccesso di buon cuore, Don Cesareo Persepoli, L’A
clina al languore che può convenire alla commedia ( ?) ; ed in questa per voler troppo comparire naturale, cade nella fredd
lle quali parole mi pare si possa oggi trarre argomento di molta lode per l’egregio artista. Lode che ci viene confermata d
di S. M. la Duchessa di Parma da lui condotti e diretti siano rimasti per non sospettato desolante episodio, privi improvvi
d onorata memoria, non ha negletta alcuna delle più ingegnose premure per dare rapidamente un’acconcia sostituzione al valo
, città delle sue più nobili e tenere memorie, città che saluta quasi per seconda sua patria ; ma nel meglio di utili tratt
rato vostro patrocinio mi conforti nel dolore da cui sono amareggiato per la perdita d’un vecchio, leale amico, d’un caratt
etto, e dopo dieci anni parlavano insieme, avevano lunghi dialoghi, e per un cambio di nome, non dovevano riconoscersi. D’a
herpa aveva di stipendio lire sei mila annue, e una mezza beneficiata per piazza, come si rileva dalla sua scrittura (20 ag
si in quel viaggio che gli costò così tragicamente la vita. Questo è per noi due l’anno delle disgrazie, ma le vostre ripa
a perdita della mia salute. Tuttavia speriamo. Io partirò il 2 agosto per Firenze, e di là raggiungerò la Compagnia a Viter
sono iti ; ne ho presto ripiegati altri, e da questa parte non tremo per ora. La testa mi regge poco, e non saprei qual co
63 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO IV. Pastorali del Cinquecento. » pp. 267-294
nquecento, non meritavano di esser segno a tante censure pedantesche, per l’unica ragione di non trovarsene esempio fra gli
scrupolosa pedanteria. Aminta e Mirtillo c’interessano e commuovono, per quanto comporta la loro condizione; e perchè ripr
astoralis ecloga, avendo molto dell’ecloga, se non che se n’allontana per contenere un’ azione compiuta che ha il suo nodo
una lettera Filippo Pigafetta) era formato di quindici persone sette per parte, ed il capo loro nel mezzo, il qual coro in
i di esse sarebbe venuto in mente di farvi fare una musica continuata per tutto il dramma, come indi avvenne nell’opera, se
tro passo a bella posta inserito nell’azione perchè si cantasse. E se per queste cose nel pubblicarsi le pastorali, per ono
erchè si cantasse. E se per queste cose nel pubblicarsi le pastorali, per onorare i maestri vi si pose fece la musica, ciò
dell’Aminta fatta dal Fontanini che s’ impresse nel 1700, fu composta per rispondere al discorso censorio fatto contro la p
pastorale del Tasso dal duca di Telese Don Bartolommeo Ceva Grimaldi per comando dell’accademia degli Uniti di Napoli. Tal
l 1681. Queste ed altre versioni francesi riuscirono poco felici, sia per debolezza delle penne che l’intrapresero, sia per
rica fu anche trasportato da Domenico Slaturichia celebre in Dalmazia per questa, e per la traduzione dell’ Elettra, e di P
trasportato da Domenico Slaturichia celebre in Dalmazia per questa, e per la traduzione dell’ Elettra, e di Piramo e Tisbe,
nini che si servissero quelli che rappresentarono l’Aminta in Firenze per ordine del Granduca coll’ accompagnamento delle m
auso, che spinse il medesimo Torquato a portarsi di secreto a Firenze per conoscere il Buontalenti, ed avendolo appena salu
gli preparava il Granduca135. Nè a’ dotti nè alle persone che leggono per divertimento può essere ignoto l’ argomento sempl
rappresenta una ninfa schiva e nemica d’amore vinta e divenuta amante per mezzo della pietà. Vana cura sarebbe ancora mette
rascorsi del poeta, voglio dire alcuni pensieri più studiati, i quali per altro non sono in sì gran numero come suppongono
o. L’ enumerazione di parti fatta nella prima scena dall’astuta Dafne per piegar Silvia ad amare, Stimi dunque nemico Il mo
da Tirsi ha mille vaghezze. L’impareggiabil coro O bella età dell’oro per eleganza e per armonia maraviglioso, meriterebbe
le vaghezze. L’impareggiabil coro O bella età dell’oro per eleganza e per armonia maraviglioso, meriterebbe di esser trascr
nel disciorla ne scopre la grandezza dell’amore. La sua disperazione per la fuga dell’ingrata ninfa; il dolore che gli cag
ninfa, E vistosi con lei congiunto e stretto; Chi è servo d’amor, per se lo stimi; Ma non si può stimar, non che ridi
stimar, non che ridire. Per quanto si abbia di amore e di rispetto per gli antichi, convien confessare ch’essi tuttochè
o per gli antichi, convien confessare ch’essi tuttochè vadano fastosi per un Sofocle ed un Euripide, se fossero stati conte
del Tasso, ci avrebbero invidiato l’ Aminta136. Si è veduto come ben per tempo e più volte s’impresse e si tradusse in Fra
catori. L’Ongaro volle trasportarli sulla scena, e prendendo l’Aminta per esemplare ne seguì con tale esattezza le orme che
lceo, come ognun sa, ne acquistò il nome di Aminta bagnato. Trovo non per tanto che monsignor Paolo Regio sin dal 1569 pubb
mi che producono nojose e inverisimili situazioni, e vi s’introducono per buffoni Calabaza Spagnuolo e Graziano Bolognese c
Groto scrisse indi un’ altra pastorale intitolata Calisto pubblicata per le stampe nel 1586. Contemporanea al Pentimento f
’impresse nel 1590. Una delle più vive battaglie letterarie si accese per questa favola, che vive e viverà, a dispetto de’
accese per questa favola, che vive e viverà, a dispetto de’ critici, per l’eleganza, per l’affetto, per le situazioni teat
ta favola, che vive e viverà, a dispetto de’ critici, per l’eleganza, per l’affetto, per le situazioni teatrali e per l’int
vive e viverà, a dispetto de’ critici, per l’eleganza, per l’affetto, per le situazioni teatrali e per l’interesse che ne a
critici, per l’eleganza, per l’affetto, per le situazioni teatrali e per l’interesse che ne anima tutte le parti. Pochi so
tte le parti. Pochi son quelli che si sovvengono delle censure famose per altro di Giason di Nores, di Faustino Summo, di G
o de i difetti che vi si notano, sarà sempre un componimento glorioso per l’ autore e per l’Italia137. Anche il Fontanini13
he vi si notano, sarà sempre un componimento glorioso per l’ autore e per l’Italia137. Anche il Fontanini138 maltratta il G
ci agita nel Cresfonte al pericolo del giovane vicino ad esser ucciso per mano della madre: l’Aminta senza storia precedent
essa a maraviglia col solo affetto; il Pastor fido riesce artificioso per la tessitura e per un disegno più vasto e più tea
ol solo affetto; il Pastor fido riesce artificioso per la tessitura e per un disegno più vasto e più teatrale. Anche di que
ninfa e credendola morta di veleno abbandona le patrie contrade, erra per dieci anni e capita in fine nelle campagne della
me di Credulo ella disdegna, e Amarilli è quella stessa Licori pianta per morta da Tirsi. Questa ipotesi di non ravvisarsi,
e regolare. Benchè frammischiato di qualche ornamento lirico, spicca per la tenerezza e pel patetico il lamento di Credulo
per la tenerezza e pel patetico il lamento di Credulo che vuol morire per la durezza della sua ninfa. Tenera nell’atto V è
minta o col Pastor fido; ma supera moltissime altre che la seguirono, per l’affetto e per l’interesse che l’avviva. Non ebb
or fido; ma supera moltissime altre che la seguirono, per l’affetto e per l’interesse che l’avviva. Non ebbe cori, ma solo
cantarsi la canzone di Selvaggio nell’atto I, Che mi rileva errar per gli ermi boschi, che contiene cinque stanze co
ori, in cui oltre ad una canzonetta, si cantarono cinque madrigaletti per trattenimento negl’ intervalli degli atti? Nel me
lo ucciso. Silvano intende che il finto Tirsi era la sua Cinzia morta per la sua crudeltà; ne conosce l’innocenza e l’amore
di lui dolore fa che gli si faccia sapere che è viva, ed ei la toglie per consorte. La favola è divisa in cinque atti senza
o che questo Tirsi è la sua Cinzia. La pastorale poi del Bracciolini, per sentimento dell’erudito Pier Jacopo Martelli, può
to all’ ultima vecchiezza morì nella sua patria pieno di onorata fama per le molte sue opere ingegnose che produsse. Alcuni
che con tre lettere in otto giorni gliela domandò il duca di Mantova per farla rappresentare. Nel mandargliela, da tre di
titolato il Contrasto amoroso fatto in Lorena l’anno 1591143, in cui, per quel che scrive l’autore a D. Vittoria Gonzaga pr
e dodici ninfe, delle quali quattro contrastano amorosamente ciascuna per averlo per marito, ed è vinto da una che si chiam
nfe, delle quali quattro contrastano amorosamente ciascuna per averlo per marito, ed è vinto da una che si chiama Nicea. So
azion privata, non è capace del coro, siccome non è anche la commedia per la medesima ragione, e non vi si fa. Se dunque V.
bene il coro, ma le scemerà il decoro; e dico scemerà, e non leverà, per non dannare affatto l’uso di tutti quei poeti che
questo letterato avea il Manfredi molta stima, e lo desiderava vicino per udirne il parere sopra il suo Contrasto amoroso,
assa tra pastori che aspirano alle nozze di Erminia, non conoscendola per quella che era stata regina d’Antiochia. L’intere
quella che era stata regina d’Antiochia. L’interesse non vi si trova per verun personaggio. Un ratto di Erminia tentato da
le Lettere di Virgilio dagli Elisj). Gli si perdonino i suoi difetti, per non guastar sì bell’ opera ponendovi mano. Roma e
quence, de sa poesie! 138. Bibliot. cap. V. 139. Il Guarini amato per la sua dottrina, e prudenza da’ principi dell’età
64 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 31-32
e, hà ottenuta là dà noi tanto desiderata licenza ; doppo esser stati per tre mesi Infruttuosi appresso questa Real Corte,
è niente d’Vtile ; È be[nsi vero] Però che si hebbe già in due uolte per ricorso fatto alla Nos[tra] Ser.ma Prottetrice è
ttetrice è Padrona, cento cinquanta Pezze, è si die[de] tredici Pezze per uno ; beuanda, che serui non per smorzare ma per
ta Pezze, è si die[de] tredici Pezze per uno ; beuanda, che serui non per smorzare ma per accendere maggiormente là sete à
ie[de] tredici Pezze per uno ; beuanda, che serui non per smorzare ma per accendere maggiormente là sete à questo Idropico
mi ; se con Aurei siroppi non ueniua cu[ra]ta ; Piaga così Vasta, che per medicarla Vna sol uol[ta] è stato neccessario Ado
di piu mirare l’Abhorito Tamiggi ; Attendo perciò un Ostro fauoreuole per scostarmi quanto prima dà questi lidi ; Nel’ qual
o nel’ultima mia lè scrissi poichè là mia Flemma si è resa in tutto è per tutto in habile à poter più proseguire auanti ; ò
et Ecc.mo Sig.r et Padron Col.mo il Sig.r Don Alfonso D' Este Franca per Mantoa Modena. A questo viaggio di Londra si rife
tera del 3 marzo 1683, il Duca di Mantova scriveva al Duca di Modena, per chiedergli insieme ad altri comici il Dottor Bren
ico, Humil.mo Seruitore di Vostra Altezza Serenissima Doppo di hauere per lo spatio di anni otto seruito con ogni Decoro et
e fù neccessitato ricorrere con lettere all’ Sud.to Sig.r Don Alfonso per qualche Sollieuo più Volte Mà sempre senza frutto
Fiala, di Antonio Riccoboni, di Carlo San Giorgi, ecc. ecc., ai quali per sussistenza furono assegnate due doppie il mese.
ia da lui protetta. Altro non mi fu possibile rinvenire, specialmente per quanto potesse concernere un suo grado di parente
65 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 709-710
Costantini Costantino. Nato a Verona da famiglia agiata, si diede per tempo alla ricerca di varj secreti per la tintura
a da famiglia agiata, si diede per tempo alla ricerca di varj secreti per la tintura delle stoffe in seta e drapperie in ge
s’acquistò in breve un gran nome. Ma innamoratosi di una commediante, per la quale si diede a spender da disperato, fu cost
mediante, per la quale si diede a spender da disperato, fu costretto, per seguirla, a lasciare il commercio, e ad imprender
cui è dedicato il sonetto dialettale, di cui il Bartoli non riferisce per pudore alcune parti, e la stessa per la quale las
di cui il Bartoli non riferisce per pudore alcune parti, e la stessa per la quale lasciò il Costantini la patria. Stabilir
atria. Stabilire cronologicamente la vita di lui è impresa malagevole per certe contradizioni che sono nelle date dei docum
iveva al Conte Marco Verità a Verona, pregandolo di far partir subito per Modena Costantini e suo figlio Gio. Battista, e i
arigi, se ne tornò in Italia, ove si trattenne, pare, pochissimi anni per far ritorno alla Commedia italiana, che dovette a
r far ritorno alla Commedia italiana, che dovette abbandonare non già per avervi poco incontrato, ma a cagione di una canzo
i cantavan sul lor teatro, composte dal musicista Gillier : arie, che per decreto del 17 dicembre 1694, non potevano essere
66 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 734-735
. Nata in Livorno il 16 marzo 1835 da genitori commercianti, si diede per tempissimo all’arte dopo alcune ottime prove fra’
andria della Paglia, in quell’anno, uditala il Righetti, la scritturò per la Compagnia Reale Sarda, pagando la penale alla
a emancipata, spesso vedova, desiderosa di nuove nozze, ed alla quale per solito annodavasi l’intrigo galante delle commedi
gnora Romagnoli, che a buon diritto era chiamata la Déjazet italiana, per avere, come quella, creato in Italia le parti di
e rare apparizioni sul teatro. Negli ultimi anni di sua vita, diresse per alcun tempo e per suo diletto alcune recite del C
sul teatro. Negli ultimi anni di sua vita, diresse per alcun tempo e per suo diletto alcune recite del Circolo Filodrammat
drà mai ove sia eseguita ottimamente, come lo fu in questa occasione, per merito principalmente della signora Cutini-Mancin
principalmente della signora Cutini-Mancini, delizia di ogni pubblico per quel brio e naturalezza onde sa improntare le par
entina de’ Fidenti. Non era una donna, ma uno spiritello, che correva per la scena con movenze birichine, d’una galanteria
lino, dinanzi a cui non si osava lasciarsi andare a una matta risata, per paura di perdere una mossa, un’occhiata, una sill
ata, una sillaba. E la povera artista, giovane, appassionata tuttavia per quell’arte che le aveva così fuggevolmente sorris
67 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 45
ti nella supplica del 3 aprile 1584 da Ferrara al Principe di Mantova per andar colà a recitare, potrebb'essere Lombardo no
fosse comico, ma semplice direttor di compagnie e autore di prologhi per tutti coloro che glie li ordinarono. In fatti : n
è, due dei quali soltanto in versi : della primavera e della impietà) per comici di professione, ma anche per dilettanti. N
della primavera e della impietà) per comici di professione, ma anche per dilettanti. Nella licenza del prologo nono (d’ Am
e) dice : ho congiunti dietro questo teatro certi amorosi Accademici, per recitare alla vostra presenza un’opera amorosa.
tarvi una graziosa, piacevole e sentenziosa comedia : li dono le rose per la fatica pigliata ; li porgo le fiche per il com
comedia : li dono le rose per la fatica pigliata ; li porgo le fiche per il compito travaglio, e al fine gli ornarò il cap
silenzio, ch'io anco mi porrò qui dietro ad udirla, e non vo star qui per non invaghirli tanto della mia bellezza, che sol
cati alcuni Accademici farvene un presente in questo giorno. Nè solo per Compagnie comiche, o per Accademie componeva i su
rvene un presente in questo giorno. Nè solo per Compagnie comiche, o per Accademie componeva i suoi prologhi, ma anche per
ompagnie comiche, o per Accademie componeva i suoi prologhi, ma anche per Compagnie di canto, come abbiamo da quello de gl’
68 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO I. Su i Teatri Spagnuoli sotto i Romani. » pp. 2-8
uesto genere di divertimento”. Ed io ben credo che così avvenisse; ma per soddisfazione degli Stranieri non si dovea avvalo
l’Apologista le fatiche durate tratto tratto dagli eruditi Antiquarj per assicurarsi della natura dell’Edifizio, di cui es
tutt’altra fabbrica. Legga l’Opera De Amphitheatro di Giusto Lipsio [ per non inviarlo a quella di un Italiano, del dottiss
ruviane. Ci volea dunque a quegli magnifici avanzi pruova sufficiente per distinguerli col nome di teatrali: e il Signorell
e fu giusta; ed è il Signor Lampillas che alla bella prima prende quì per Giunone una nuvola, per dimostrazione geometrica
nor Lampillas che alla bella prima prende quì per Giunone una nuvola, per dimostrazione geometrica un’ asserzione. Io per v
r Giunone una nuvola, per dimostrazione geometrica un’ asserzione. Io per verità fui più diligente del Velazquez, mentovand
non averne avuto contezza, nè poi l’Apologista cita veruno scrittore per quello di Clunia. Nè anche egli ebbe notizia, a q
Mela abitata da’ Fenicj venuti dall’Africa, trovansi sparse le rovine per una lega e mezza, e veggonsi tra esse i vestigj d
llonio scritta da Filostrato non sia un puro romanzo artificiosamente per malignità accozzato per contrapporla alla vita de
rato non sia un puro romanzo artificiosamente per malignità accozzato per contrapporla alla vita del nostro Salvadore? Perc
stro Salvadore? Perchè dunque l’Apologista consuma due pagine e mezza per mostrare la Greca fede di Filostrato? Se io scris
sebbene vi corse qualche lieve differenza, fu questa di niun momento per le parti essenziali1. Che poi il dottissimo P. Mi
Decano di Alicante, consiste nell’essere gli scaglioni che servivano per sedere, più alti di due palmi e mezzo, benchè la
edificio con altri precetti Vitruviani, e specialmente la situazione per esso eletta, che non può essere a quelli più simi
à dove l’Orchestra Greca avea alcuna diversità, e serviva alla Timele per i Musici e i Ballerini. Aggiunga ancora a queste
e qual solidezza abbiano le congetture dell’Ercolano da lui adottate, per provare che nelle Spagne vi fossero Teatri prima
a non ricordò quanto splendore dovette a Cornelio Balbo”; dicendo ciò per le quattro colonne di onice che egli espose rel s
oi perdono all’Apologista, se omise l’importante notizia da scriversi per tutto l’Orbe delle quattro colonne di onice posse
ioli ornamenti del Teatro di Scauro, consumati poi in Villa dal fuoco per malignità de’ di lui schiavi, la cui valuta si st
gnificenze di un privato che diveniva Edile, le quali saranno povertà per altri di maggior cuore, non pensò a quel tesoro i
69 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 881-887
Fidenzi Iacopo Antonio, fiorentino, celebre per le parti d’innamorato, sotto il nome di Cintio, f
ndro Farnese. Delle vicende artistiche del Fidenzi poco possiam dire, per la scarsezza dei documenti fin qui trovati ; ma d
due lettere di lui che esiston nell’Archivio di Modena, qui riferisco per intero come quelle che ci dànno, se non molte, cu
e stata ricompensata dall’Em.º Signor Cardinale Antonio ; han chiesto per loro particolare, un regalo per uno ; e da me ris
ignor Cardinale Antonio ; han chiesto per loro particolare, un regalo per uno ; e da me risaputo, come capo della Compagnia
ppia Vostra Ecc.ª che quando i grandi, riconciliano i Comici insieme, per rimaner seruiti ; odesi tallora dà i peggiori, pe
i Comici insieme, per rimaner seruiti ; odesi tallora dà i peggiori, per le piazze, per i ridotti dire, il tal principe mi
me, per rimaner seruiti ; odesi tallora dà i peggiori, per le piazze, per i ridotti dire, il tal principe mi li fà star per
ori, per le piazze, per i ridotti dire, il tal principe mi li fà star per forza, la cui auttorità mi lega, la lingua, e le
r il corpo, ell’anima cosi barbara unione. il Signor Duca mio Signore per cui prego ogni giorno, cosi Dio, mi faccia degno
c.ª questo non brama il S.r Duca ; respondole, che ual più la quiete, per gustar i grandi, che l’unione di cento personagi
nnoso, e che senza ammazzarsi qualcuno, non si possa finir l’anno. or per l’amor d’iddio, come si può gustar un principe co
un principe con tanti disgusti ? Signor Marchese, non procuri questo per l’amor d’iddio, mancano personaggi ; domandi à tu
essuna Compagnia di Comici, intendendo Sua Altezza di seruirsi di me, per il Carneuale, et unirmi, con Beatrice, Trappolino
arneuale, et unirmi, con Beatrice, Trappolino et altri Comici. or’io, per guarire d’un mio male, uenni à padoua, e mi couen
ottetione del Signor Marchese Obizij. questa Compagnia si è obbligata per l’Autunno, è Carnouale al Signor Almoròzane ; la
t essendomi stato acertato, che Beatrice, con altri Compagni se ne ua per il Carnouale à Roma ; e che l’Angiolina si è obli
i è obligata in altra stanza à Venetia ; non ueggo forma di Compagnia per seruir cotesta Altezza, et à me non istà bene, es
cciò ch’io possa promettere à questa Compagnia ò altra la mia persona per l’Autunno, e Carnouale. ne hò scritto al Signor T
abrizio e chiamata nella lista dei comici col diminutivo di Angiolina per essere distinta dall’ Angiola, ch’era la Nelli, p
aveva inserito del 1613 a Venezia alcune rime nella Raccolta funebre per la morte della comica Maria Rocha Nobili detta De
zione, consacrato al merito indicibile de i due famosi in amicizia, e per sangue e per l’opere Illustrissimi Nicolò Barbari
rato al merito indicibile de i due famosi in amicizia, e per sangue e per l’opere Illustrissimi Nicolò Barbarigo e Marco Tr
sse stabilito di partire il 30 novembre, ma fosse trattenuta a Torino per un ritardo nell’arrivo degli abiti di Cintio, e n
on esser del numero di quelli che poco curandosi dell’onore, recitano per vivere, e vivono per impedire il luogo di un gala
i quelli che poco curandosi dell’onore, recitano per vivere, e vivono per impedire il luogo di un galantuomo. E il Cinelli
e lo studio plausibilmente farne l’acquisto. Egli adunque si ritirò per alcun tempo dall’arte, e in questo prologo si fin
a Melpomene che venga a scuoterlo dall’ozio vile in cui placido posa, per tornarlo alle scene. E il Fineschi sotto nome di
tu potrai Avvilirti cosi ? Ah no, nol credo !… Poi c’è un fervorino per la città di Livorno detto da esso Fineschi il qua
abilità nel canto finiva di coronare i suoi meriti, ond’è ch’ella, e per lo studio indefesso, e per la natural grazia, e p
i coronare i suoi meriti, ond’è ch’ella, e per lo studio indefesso, e per la natural grazia, e per una allettatrice avvenen
ond’è ch’ella, e per lo studio indefesso, e per la natural grazia, e per una allettatrice avvenenza, poteva essere elevata
. Formò società coll’Assunta Perotti pel 1822-23-24, ma se ne sciolse per mancanza di buon accordo. La morte della moglie f
arsi il povero Fini e coi comici e cogli albergatori e coi barcajuoli per veder di tirar avanti la baracca alla meglio. Nel
70 (1715) Della tragedia antica e moderna
queste apparenti negligenze delle tragedie. Io vi credo assai saggio per capire come debba parlare un attore; ma pochi son
ma so anche che sono appunto ridicole e che l’effetto universale sarà per noi 6.» Certo il ‘martelliano’ non piacque al mar
Fontanini e Domenico Passionei, si era trasferito a Bologna nel 1709 per ripartire solo nell’estate del 17118. Né più sere
attori, e del pubblico. Entrambi non mancarono di giungere benevoli —  per quanto filtrati da resoconti di parte — nell’esta
autorizzante la gestione più libera dell’unità di luogo)12, avanzate per lettera all’amico Manfredi già nell’ottobre del 1
o Manfredi già nell’ottobre del 171213, sei mesi prima della partenza per Parigi; contestualmente Martello avverte il corri
unse nuova che vi sia chi scriva contro le vostre tragedie, le quali, per quanto sieno censurate, si difendono assai da se
tti italiani o latini sono gli autori citati a corredo. D’altro canto per allegare quelle poche fonti francesi, il sodale d
erie. In questo discorso immortala ancora il mio nome inserendolo più per comprova alla bella inclinazione ch’ha per me che
l mio nome inserendolo più per comprova alla bella inclinazione ch’ha per me che per dare alcun risalto a questa sua opera
inserendolo più per comprova alla bella inclinazione ch’ha per me che per dare alcun risalto a questa sua opera piena d’una
on la recitazione degli attori e la specificità della danza francese, per tradurre tutto ciò nella quarta ed ultima session
o della descriptio, infatti, non lasciano dubbi sulla natura visiva e per nulla libresca dell’esperienza diretta. Le impell
one; prosegue quindi verso Agay Saint-Raphaël, Saint-Tropez e Tolone, per giungere a Marsiglia, sulla cittadella della qual
risposta alle letture del corrente classicismo, dovette essere forte, per quanto smontata dall’intelligenza martelliana in
ità nazionali (Italia e Francia) e storiche (gli antichi e i moderni) per relativizzare il modello classico e avvalorare le
.[90]), secondo la quale le tragedie amorose si erano rese necessarie per compiacere il pubblico femminile, nell’antichità
rata dai loro tragici. E pure nel teatro latino vi era insin il luogo per le vestali e nel teatro greco vi era una legge a
ngero. Io tutto ho scritto all’amico, insinuandogli il non darsi così per vinto ai Franzesi: facendoci dell’imposture, vann
a partie40. 4. Il Della tragedia antica e moderna Sarà proprio per rispondere alle critiche implicite che leggerà ne
integralmente solo nel 1963, nella collana degli «Scrittori d’Italia» per le cure di Hannibal S. Noce46. Il lungo oblio edi
grafica e testuale. Si è ritenuto di intervenire sulla paragrafatura per agevolare la lettura del testo, continuo in TrAM 
e compiuto, invia i lettori ad un volume, che poco fa è uscito o sta per uscire alla luce, del signor dottore Vincenzo Gra
, in cui figura uno di quei ciarlatani che tutto dì udiamo spacciarsi per chimici e posseditori del decantato segreto dell’
e posseditori del decantato segreto dell’universale rimedio, chiamato per essi ‘elissire’; colla quale invenzione costui si
Filosofo. [Intro.4] Nel trattare, poscia, particolarmente del dramma per musica, ha egli adoperate alcune parole che sono
mente del dramma per musica, ha egli adoperate alcune parole che sono per avventura in commercio, ma che però non si leggon
ini comunemente accettati in lingua che tuttavia vive e cresce, e che per or non ha in pronto vocaboli equivalenti. [Intro.
sa offendersi, pure, se qualche parola gli fosse sfuggita delle usate per chi compone, intende di conservare sino alla mort
za di spiriti o torbidi o disperati, che quantunque sieno detestabili per la lor professione, non sono però affatto disprez
testabili per la lor professione, non sono però affatto disprezzevoli per qualche ardir di talento che gli fa spiccare fra
erle, nondimeno dalle materie poi delle quali meco trattò, lo conobbi per un ingegno da non deridersi e tale insomma da rac
va verso Savona, nella più allegra e nobile compagnia che mai potesse per viandante desiderarsi, godendo io la gloria di se
o la gloria di servire nell’importantissima sua pontificia spedizione per le due corti di Francia e di Spagna monsignor Pom
ui la mia patria si pregia come di uno de’ suoi più insigni cittadini per chiarezza antica e non mai interrotta di sangue i
signor Aquaviva de’ duchi d’Atri, signori de’ quali bastano i cognomi per saperne la nascita e che alla nascita aveano conf
era, comandata e diretta dalla cautela del commendatore Piero Minucci per sua Altezza Reale di Toscana che a monsignor Aldr
monsignor Aldrovandi l’avea generosamente conceduta. [1.6ED] Io, che per uso talvolta mi sottraggo dalla conversazione per
a. [1.6ED] Io, che per uso talvolta mi sottraggo dalla conversazione per desiderio di solitudine, mi dilungava nella corsi
un’età che pareami poco minore di settant’anni; ma accostatomi a lui per la curiosità di parlargli, scopersi in esso un di
uo corpo, che altri poteva muovere a scherno, moveva me a compassione per uomo di età sì avanzata e di struttura sì poco ad
’ poeti e tre de’ Poeti medesimi, il ridere nondimeno ti sia permesso per l’amore di quella verità che tu cerchi e che un m
[1.14ED] — Intanto — io seguiva — mi vuoi tu sì credulo che io mi dia per vinto all’illusione di aver sugli occhi Aristotil
o bevuto, dopo il sonno di pochi giorni, fa vivere un secolo, e già è per me voto il vetro preservatore e, per quanto io ab
ni, fa vivere un secolo, e già è per me voto il vetro preservatore e, per quanto io abbia poi faticato coll’arte a riempier
ol mortale, non mi han secondato, in guisa che io godo di questa luce per l’ultimo secolo. [1.20ED] Tu ridi ancora, né me n
o, l’altra di quello di Rodi, e che gustatone di ambidue, fu il primo per me preferito: lo preferii come più acconcio a cus
ir pochi lustri dopo la tua. [1.25ED] Ed ecco quanto io posso addurti per render più verisimile quello che io ben m’accorgo
uo ragionare — io replicai — mi vo’ far questo sforzo di non crederti per ora impostore. Ma che hai tu fatto in tanti secol
bro dell’universo co’ viaggi, colle osservazioni e colle varie lingue per me imparate ho consumati tutti i miei anni e ne c
gge della tua o non tua Poetica, ma che sotto il nome d’Aristotile va per le bocche degli uomini, è in alcune parti le più
nzesi, giudica un poco se è ragionevole il recedere dal metodo antico per oneste cagioni o se sia dicevole l’aggiungere ang
a che abbia meglio organizati e disposti que’ primi ingegni destinati per essa ad inventare, con simmetria che potesse accr
di più i vostri Greci? [1.44ED] Vengo sino ad inventarmi un miracolo per lodarli. [1.45ED] Ma perché ti sei posta tu la pa
dirai d’aver mutate le vesti perché il mondo pur le ha mutate e così, per non parer singolare, ci comparisci figura antica
giacché questo era il cibo della famosa età di Saturno? [1.52ED] E se per ghiande intendete tutte le frutte, ve la fo buona
fferenza fra l’età vostre e le nostre. [1.55ED] Io non voglio correre per gli esempli perché altro che poche sessioni si ri
ionamento, né ti credo lontano dal concedermi quanto in simil materia per avventura adducessi. [1.56ED] Nella poesia sì che
i. [1.56ED] Nella poesia sì che sta tutto il guaio, perché questa fu, per così dire, inventata e certamente perfezionata ne
tamente perfezionata nelle teste d’Eschilo, di Euripide e di Sofocle, per parlare (come abbiam proposto) della tragedia. [1
, sapete, il lungamente ingannar l’universo. [1.58ED] Piacciono forse per la corruttela del costume? [1.59ED] Ma le vostre
i palchi rappresentiamo. [1.60ED] Anzi, se il mondo è più scellerato, per questa stessa ragione gli dovrebbero piacer più l
sso de’ letterati la stima, vedendoli sempre più rinomati moltiplicar per le stampe. [1.66ED] Scoppieranno mirando li loro
patiscono mutazione da’ tempi, ed in queste si vogliono condannare e, per chi lo può, riformare. [1.70ED] Ecco la massima c
le loro virtù, di cotesti che i loro vizi esaltano e propagano, e non per carità verso i poeti greci, ma per amore che hann
o vizi esaltano e propagano, e non per carità verso i poeti greci, ma per amore che hanno disordinatamente a sé stessi, col
che fare con la materia non meno di quel delle navi che tu tanto lodi per la connessione sì necessaria che ha con la favola
più venerabili e forse sarebbero egualmente la norma dell’arte, come per preminenza di tempo sono adesso le statue più rin
tali fossero a’ tempi di Omero, di Eschilo, di Euripide e di Sofocle per dedurne che, siccome eran perfette la scoltura, l
troviamo perfette; ma non trovando in tutto perfette le vostre poesie per qual ragion dobbiamo in tutto imitarle? [1.82ED]
nel suo bizzarro prologo generale pronunzia assai francamente di aver per esse restituita la greca tragedia al teatro, dell
sciano indurre 0se non da quello del vero o di ciò che essi apprendon per vero. [1.102ED] Quel tale giureconsulto filosofan
[1.103ED] Tu aspetti intanto che io giudichi fra voi due, ma vi giuro per Aristotile che invano attenderete ambi la mia sen
teatro felicemente e molto popolo di più città dell’Italia ha pagato per ascoltarle. [1.108ED] A questo cimento si attendo
uesto popolo, signor Aristotile — allora io risposi — che voi mi date per giudice non sarà accettato per tale dal nostro gi
— allora io risposi — che voi mi date per giudice non sarà accettato per tale dal nostro giureconsulto. — [1.110ED] — Ed
cerca un intelletto purificato dalla notizia ed esperienza del buono, per esser la minor parte del popolo i dotti, la parte
ltrui, attendiam l’opinione del popolo che ha udite le prime recitate per chi le leggeva sonoramente in quella tal quale co
nvece d’elevare il proprio spirito a ritrarci il carattere degli eroi per esso imitati, ha fatto descendere gli eroi medesi
8ED] — Tu sì travedi — replicava il supposto Aristotile — ad accettar per popolo un uditorio composto di pochi letterati, l
a assai differente dal leggerle in una stanza ove non appariscono che per metà. [1.120ED] Quanto poi alla decisione pronunz
. [1.123ED] La nazione spagnuola, a cui la tragedia moderna dee molto per l’invenzione di quei caratteri che voi chiamate s
l’inventrice di questo ingegnoso viluppo di avvenimenti che ha fatto per lungo tempo sì gran figura in Italia. [1.124ED] E
La ragione si è che a ciascheduno di noi privati, come di quelli che per poco prendiamo degli sbagli e che piccoli affari
uelli che per poco prendiamo degli sbagli e che piccoli affari abbiam per le mani e siamo meno osservatori e meno osservati
che nostro avvenimento di ciascheduno, ed assuefacendoci a tollerarli per verisimili arriviamo poi anche a compiacercene. [
regie, nelle private persone accader puote l’esser tolto in iscambio per somiglianza di vestimento; il confidare ad un ser
servati, e i loro visi son troppo impressi nella memoria del pubblico per esser presi in iscambio e per travestirsi senza e
ppo impressi nella memoria del pubblico per esser presi in iscambio e per travestirsi senza esser ravvisati; e però torno a
oso il viluppo, lo scioglimento sia naturale; e questa è la spina che per lo più guasta la fioritura delle loro vaghe inven
.136ED] Due cose fanno altamente meravigliar ne’ grandi: l’una è che, per la loro ricchezza e possanza abbagliandoci, ne fa
nte succede quando di gran fortuna in gran sventura li vediamo, parte per colpa loro e parte per colpa di un malvagio desti
ran fortuna in gran sventura li vediamo, parte per colpa loro e parte per colpa di un malvagio destino, precipitati; e, per
ata felicità ci fa il medesimo effetto; e questa è la peripezia tanto per me rinomata, senza di cui languirebbe qualunque t
conti, che tal volta un principe erri sconosciuto fuor de’ suoi stati per qualche tempo e che poi nel grand’uopo si scopra
astor fido. [1.140ED] Vi è l’altra dell’Ifigenia in Tauris che almeno per metà è bellissima, e che tu ti sei ingegnato d’im
quella te la perdono; l’altra è morale, e questa non è da trascurarsi per verun conto; nasce questa dallo scoprimento d’una
acconcio, e moveremo alcune quistioni non meno importanti che nuove, per non essere state da te insegnate o non pensate o
non essere state da te insegnate o non pensate o leggermente toccate per altri, e che nondimeno giudico importantissime a
sistemi, abbandonasse all’ozio gl’ingegni. [1.151ED] Le ho dati lumi per metterla in traccia del mio cammino, ma ho voluto
per metterla in traccia del mio cammino, ma ho voluto che si avvezzi per le tenebre de’ miei termini a speculare. [1.152ED
ti i filosofi a pensar tanto da sé che nulla più pensano a me, se non per deridermi e disprezzarmi. [1.153ED] Ma già tu ved
Ubertino Landi, nobilissimo cavalier piacentino che meriterebbe venir per terzo a’ nostri ragionamenti tanto è gentile ne’
onte Marcantonio Ranuzzi, patrizio bolognese che cammina a gran passo per arrivare all’età ed alle cognizioni dell’altro. —
gegno e di nascimento, ma o non udirai più Aristotile o fa’ di tacere per ora ad essi il mio nome e di contentarti che a qu
reggiato alle spalle da una catena deliziosa di colli, non meno lieti per gli ameni giardini che per le vaghe perspettive d
catena deliziosa di colli, non meno lieti per gli ameni giardini che per le vaghe perspettive di bei palazzi che qua e là,
brera che condusse alla gloria di Anacreonte e di Pindaro il nome suo per le liriche poesie, servando egli solo a’ suoi tem
re ancora quelle eran le più perfette. [2.10ED] Ciò eseguito, ridussi per ammaestramento de’ posteri a regola quello che pi
azioni rappresentavansi in quelle; e poi se la tragedia fu instituita per muover gli affetti al compatimento delle disgrazi
l compatimento delle disgrazie avvenute a chi non tante ne meritava e per infonder negli animi terrore di que’ delitti che
mpo, che io così chiamo in grazia del rinomato Pietro Cornelio, non è per me stata rigorosamente ristretta nel solo spazio
latar questo tempo in tal modo che non si abbandoni il mirabile, come per avventura fan gli Spagnuoli, non essendo meravigl
no essere imitati dagli Spagnuoli, e se hai tu in mente le Trachinie, per parlar di una delle nostre tragedie che or mi sov
tragedie che or mi sovviene, avrai osservato che Deianira, ingelosita per Ercole innamorato d’altra donna, ricama una veste
nel frammento che voi ne avete non ne ritrovo pur orma. [2.19ED] Pure per farti intendere come io concepisca questa unità,
tragica, sia d’azione sia di tempo o alfin sia di luogo; e ripeto che per comporre una tragedia veramente perfetta un’azion
] — Ah, se tu non sei Aristotile — allora esclamai — meriti d’esserlo per la saviezza del tuo discorso; ma mi permetti che,
nte succede fuori del luogo della rappresentazione che è la scena, ma per lo più succede appunto in tale distanza che chi r
onevole spazio di tempo. [2.23ED] Ma il punto sta se si possa prender per luogo della rappresentazione una città con le sue
i è che, abbisognando la tragedia di questo esterno aiuto della scena per essere rappresentata, quanto più se le moltiplica
si confessare, che quanto più la tragedia ha bisogno d’esterni aiuti, per esser rappresentata, tanto meno sussisterà per sé
sogno d’esterni aiuti, per esser rappresentata, tanto meno sussisterà per sé stessa, tanto più recederà da quella semplicit
agedie o quante se n’esponessero sarebbero tutte una sola e sarebbero per avventura l’Edipo tiranno di Sofocle. [2.42ED] Ma
i sempre udito e sempre rappresentato? [2.43ED] E qual utile verrebbe per ciò alla repubblica ed a’ costumi dalla tragedia,
tto all’azione. [2.54ED] Resta or da cercare se queste parti di luogo per sollievo dell’immaginazione si possano mettere so
la voce ed il gesto, cose esterne ad un concetto mentale che, quando per le strade degli occhi e degli orecchi non s’intro
esso? [2.58ED] Può comunicarsi, egli è vero, alla mente de’ leggitori per la scrittura, ma questa non dà tutto il nerbo del
come non sia più diletto il vedere che il supporre l’obbietto, quando per ciò che riflette nell’azione, il vederlo e il sup
aggiori assai che accadono nelle tragedie di alcuni de’ nostri Greci, per voler rappresentar tutto in piazza, e di alcuni d
r voler rappresentar tutto in piazza, e di alcuni de’ vostri Franzesi per voler rappresentare tutto in casa. — [2.64ED] — 
orso stampato in fronte di uno de’ volumi di sue tragedie italiane; e per ciò molti Franzesi appunto fanno del lor teatro u
i Franzesi appunto fanno del lor teatro una sala, nella quale sfogano per diverse porte più appartamenti, dimodoché quella
mutare scena, della quale ha la gloria maggior la tua patria, è nata, per così dire, con te. [2.68ED] Il vostro Rivani, il
in una lunga e diritta via di logge o di giardini o di boschi, e che per porre l’un telaro dipinto sovra dell’altro richie
e gli attori sfiatavansi nello spiccare dall’interno sussurro la voce per farsi udire al di fuori. [2.70ED] Più rozza avres
ntori, era uopo che accomodassero al luogo la rappresentazione e che, per cosi dire, facessero tutto in strada. [2.72ED] I
leggiadrissimo Aminta. [2.80ED] Ma diasi ancora che cantassero satire per cantori mascherati da semicapri, non vi ha dubbio
antori mascherati da semicapri, non vi ha dubbio che vi erano ordigni per cangiare l’una nell’altra scena congegnati a fogg
ria stata necessità se si fusse avuto a preparar il palco agiatamente per ogni rappresentazione; e senza recar vari autori
ono e nominatamente Cesare Scaligero in quel libro di sua Poetica che per lui s’intitola Istorico, a cui ti riporto per ciò
ibro di sua Poetica che per lui s’intitola Istorico, a cui ti riporto per ciò che riguarda le macchine dell’antico teatro,
pompa di quello spettacolo nella mutazion della scena, cosa la quale per chi partisse da un’opera e all’altra tornasse o n
a provare, che nell’Aiace non si cangiò scena, cosa affatto inutile, per non dirla affatto ridevole, mentre vuoi tutto rap
ssendo la morte di Aiace, ben saria strano il farla seguire in scena, per rappresentarla nell’orizonte. [2.95ED] I pittori
ossa tu esserne ragionevolmente tacciato. [2.103ED] Non ci arrestiamo per ora sul Filotete, ma saltiamo nell’Oreste di Euri
e, la sorella parla con Elena, che paventa di uscire da quella stanza per timore di sentirsi da’ vecchi padri esecrata. [2.
e se ho errato a far ciò rappresentare dentro la reggia. [2.108ED] Ma per lo contrario là dove Pilade ed Oreste fanno un co
per lo contrario là dove Pilade ed Oreste fanno un colloquio insieme per uccider Elena, ho creduto doverlo fingere in stra
n casa, ecco una scena fra la di lei ancella, il coro ed il semicoro, per tagliare il laccio alla padrona e per istenderne
ncella, il coro ed il semicoro, per tagliare il laccio alla padrona e per istenderne in terra il cadavero. [2.115ED] Ecco d
i ti ho recati: due sono del tuo Sofocle e due del tuo Euripide; dove per altro il buon Sofocle alle volte per rappresentar
cle e due del tuo Euripide; dove per altro il buon Sofocle alle volte per rappresentar tutto in una tragica è uscito affatt
e mal contenta della sua madre e di Egisto, debba uscir fuori di casa per lamentarsene in istrada? [2.121ED] Ciò pure era c
impedisca. [2.126ED] Del Filotete di Sofocle non ho io fatto menzione per esemplificarti la mutazion della scena, che ivi v
esemplificarti la mutazion della scena, che ivi veracemente non è, ma per dirti che la scena satirica fu alle volte costant
le adorne facce de’ bei palagi che, sì dall’una che dall’altra parte, per lungo tratto quasi egualmente s’innalzano. [3.3ED
e della campagna, luogo non men delizioso che solitario e quasi fatto per parlare da quella cima di materie affatto geniali
piacere e con libertà. [3.4ED] Mi sembrò lunga un secolo quella notte per trovarmi colà sul nascer del Sole ed il mio gobbo
scer del Sole ed il mio gobbo fu non meno ratto di me ad arrampicarsi per lo scosceso della montagna e sul più eminente par
quel pacifico molo; e tanto maggiormente mi piacque quanto, vedendovi per entro cullarsi la bella galea su cui aveva io sco
, mi ricreai col pensiero del dover fare il restante del gran cammino per terra. [3.6ED] Divisatosi fra noi brevemente su l
(tanto il desio mi spingea) mano bassa su questi oziosi ragionamenti per ritornare su la tralasciata materia; onde io pres
ro non considerarono che il loro bisogno, piantando talvolta in scena per un atto intero, per due ed anche quasi per tutto
che il loro bisogno, piantando talvolta in scena per un atto intero, per due ed anche quasi per tutto il tempo della rappr
iantando talvolta in scena per un atto intero, per due ed anche quasi per tutto il tempo della rappresentazione un attore.
e usate bensì di qualche libertà nel principio di ciaschedun atto, ma per altro tutte le vostre scene dipendono da qualche
stando il leggere qualunque buona tragedia moderna e tutte le antiche per confrontarli e per venire in tutta chiarezza di t
ualunque buona tragedia moderna e tutte le antiche per confrontarli e per venire in tutta chiarezza di tal verità. — [3.13E
eggiamento fra’ tragici franzesi e fra noi, ed è che i Franzesi hanno per li soliloqui un cert’odio che noi non abbiamo. [3
o per li soliloqui un cert’odio che noi non abbiamo. [3.14ED] Pochi e per lo più brevi se ne leggono nelle loro più rinomat
ramente credessimo che si pensasse come si parla e se non ci costasse per esperienza ed esempli che altro alle volte si dic
ienamente sincero, dimodoché ci rimane una curiosità di spiare, quasi per fenestrella, nel cuor di chi parla se l’interno c
o verso o contro chi lo pronuncia. [3.20ED] E quante volte, vedendosi per noi un personaggio cupamente pensoso, a qual si s
1ED] Ora un tal piacere, che ci vien cagionato da’ veri soliloqui sol per metà, ci vien dato interamente anzi doppiamente d
mpo in cui taluno si fissa ad un pensiero. [3.23ED] Penserà, ruminerà per un’ora un personaggio quel tanto che noi in voce
seguendo in ciò la regola generale di tutti i discorsi di scena che, per non annoiar gli uditori, s’imitan sempre con più
amento di un personaggio, allora che l’introduce solo a discorrere; e per me credo che questa sia una di quelle libertà che
e l’attore che è più vicino; ma perché in altra guisa non si potrebbe per noi uditori sapere quanto o dice o pensa in dispa
o pensare quello del personaggio che col personaggio compagno sta poi per altro parlando, facilmente darebbe sospetto di po
ED] Per queste ragioni non è facile che io m’arrenda a coloro che han per costume di ridersi di tutto quello ch’essi non fa
che allora comincerò a credere essere il partito della verità quando per Aristotile venga abbracciato. — [3.29ED] — Io ti
i. [3.30ED] E però nelle vostre tragedie ritrovando io soliloqui, già per questo conto comincio a piegare al tuo partito, p
ne sono non brevi negli Orazi del Cornelio, ed uno ancor nel suo Cid, per quello che su due piè mi sovviene, sicché di esem
animo altrui ci risulta; e, se mal non giudico o qualche genio che ho per te non mi accieca, per quanto ho letto le tue tra
; e, se mal non giudico o qualche genio che ho per te non mi accieca, per quanto ho letto le tue tragedie, non hai da penti
si questa — io soggiunsi — o parzialità tua o ben fondato giudizio, o per l’uno o per l’altro titolo la tua approvazione mi
io soggiunsi — o parzialità tua o ben fondato giudizio, o per l’uno o per l’altro titolo la tua approvazione mi è sempre ca
fondi dell’anime la natura di quest’affetto e si son serviti di essa per muoverlo con tal forza che nelle loro tragedie pi
o, il più che han saputo, astenuti. [3.43ED] Tu vedi Achille sdegnato per la rapita Briseida, Ulisse sedotto da Circe, trat
nesiccabili di tenerezze amorose, ma parrà che ti si mostrino i fonti per farti crescer la sete, non per ammorzarla. [3.44E
e, ma parrà che ti si mostrino i fonti per farti crescer la sete, non per ammorzarla. [3.44ED] Così pure i tragici fanno, e
ete, non per ammorzarla. [3.44ED] Così pure i tragici fanno, e benché per lo più guidino donne giovani e verginelle nelle l
nte piacere, rimangono fredde in quest’ardente passione. [3.45ED] Ora per nostra difesa tu dei sapere che l’amore di noi al
he l’espressioni amorose erano molto diverse e tali da potersi cantar per giuoco sovra una cetera; ma da fuggirsi nella ser
] Le nostre espressioni tendevano senza rigiri al fine della natura o per la strada sempre onesta del maritaggio o per l’in
i al fine della natura o per la strada sempre onesta del maritaggio o per l’incestuosa ed adultera d’altri oscenissimi acco
due maniere di propagarsi egli intese, così due sorte d’unioni furono per esso contrasegnate e distinte. [3.51ED] L’una fu
i ed amati produce sempre l’amore o sia l’amicizia, e questa è unione per sé sterile, che nulla propaga se non trae seco pe
e questa è unione per sé sterile, che nulla propaga se non trae seco per l’una parte quella de’ corpi, per l’altra quella
che nulla propaga se non trae seco per l’una parte quella de’ corpi, per l’altra quella degl’intelletti. [3.53ED] Quella d
o inteso o amato dal popolo inclinato alla libidine, non si è voluto per noi rappresentar nelle tragedie che aspettano il
e che aspettano il ‘viva’ dal popolo, incapace d’applaudere a ciò che per esser raro e maraviglioso esce al suo credere aff
n d’amore senza cagion d’arrossire e rendon sì bella e sì pura questa per sé fecciosa e vile passione, che dove prima era m
megliori seguaci, ma il vostro epico Torquato Tasso (poiché l’Ariosto per lo più tratta l’amore alla greca) e i moderni fra
sonaggio, ma l’amore non serve che a rovinarlo; imperocché lo sdegno ( per parlar di una delle più forti) che nasce dall’ira
ere di un superbo o d’un crudele o d’un ambizioso o d’un politico, e, per così dire, gli dà non so che di spirito che più l
ità, onde posso anche dir male in qualche cosa de’ tuoi Franzesi, che per altro venero e stimo e al par di te e più di te.
stimo e al par di te e più di te. [3.74ED] Tu pure mi hai morsicato e per questo ti son meno amico? Non ti costringo già ad
er questo ti son meno amico? Non ti costringo già ad odiare la verità per amar troppo Aristotile. [3.75ED] Con questa picco
quanto nella preoccupazione del genio innocente e amoroso, che aveva per Ariccia; ed eccovi con questo amore diminuito Ipp
veva per Ariccia; ed eccovi con questo amore diminuito Ippolito almen per metà, mentre la sua resistenza nulla contien di m
oltiplicar gli amori, avrebbe forse creato Ippolito inclinato a Fedra per invincibil violenza di genio, ed averebbe accresc
ne una tragedia senza donne e senz’amori, quando non voglia tu contar per uno di questi amori l’amor della patria, che nel
ù perduto gli amori sono affatto celesti fra madre, figlio e parenti: per questa tua condotta ne’ quattro drammi accennati
[3.89ED] Egli è uopo che il valletto sia sempre valletto e che sempre per tale e dal padrone e da’ famigli si riconosca. [3
tà, e si conseguisce l’applauso e il compiacimento dell’uditorio, che per la maggior parte è di femmine. — [3.94ED] — Franc
ED] Nel teatro latino intervenivano infin le vestali e v’era il luogo per esse medesime destinato. [3.96ED] Ma, perché si p
anchezza nell’asserire, e che io già sono impostore. [3.97ED] Credilo per lo meno al Bulingero, che scrive: «Athenis mulier
co, qui dicitur Kερxίδες seu arbores stipite oblongo instar radii» e, per confermarsi in questa credenza, riporta una legge
nire in fumo le pronte risposte degli eruditi immaginari. [3.99ED] Ma per non parlar sempre d’amore, passiamo un poco a cot
assiamo un poco a cotesto terrore ed a cotesta compassione, co’ quali per te si purgan gli affetti degli ascoltatori della
antenerci venerabili a’ sapienti non solo, ma agl’ignoranti; a’ primi per dottrina e per merito, a’ secondi per politica e
abili a’ sapienti non solo, ma agl’ignoranti; a’ primi per dottrina e per merito, a’ secondi per politica e per ambizione;
olo, ma agl’ignoranti; a’ primi per dottrina e per merito, a’ secondi per politica e per ambizione; ma quella venerazione d
oranti; a’ primi per dottrina e per merito, a’ secondi per politica e per ambizione; ma quella venerazione degl’ignoranti c
lte volte interrogavan di cose alle quali barba di filosofo non potea per verun conto rispondere. [3.103ED] Allora, che dov
potea per verun conto rispondere. [3.103ED] Allora, che doveva farsi per un mio pari ch’era filosofo e cortigiano? [3.104E
posto, dicresceva il credito d’Aristotile. [3.105ED] Il mezzo termine per uscirne era appunto l’invenzione di un termine ch
ata al mio testo l’eruditissimo abate Fraguier. [3.107ED] La tragedia per mezzo del terrore e della pietà solleva lo spetta
li affetti disordinati; il rappresentare un principe scellerato parte per malizia e parte per sua disgrazia, punito con la
ti; il rappresentare un principe scellerato parte per malizia e parte per sua disgrazia, punito con la miseria, purga gli a
enturatamente colpevoli ed orribilmente puniti; e ciò faceano i poeti per adular le nostre repubbliche, le quali volevano m
gli occhi la scelleraggine e l’infelicità de’ monarchi. [3.111ED] Ma, per dirla, in oggi questo fine della politica è ben c
ine della politica è ben cangiato nella maggior parte dell’universo e per questo conto può essere che i nostri vecchi argom
sso, quanto più famigliare, tanto più re; ed i suoi Franzesi, avvezzi per secoli alla monarchia, vie più accreditata dalle
nati tutti i paesi sin ora scoperti dagli uomini, mi ho eletto questa per lasciar le mie ossa in un regno che fra tutti qua
meno terribile è il giogo del sacerdozio e però ancora più leggiero, per lo più accompagnato dall’età grave e sempre dalla
re diversamente il fine politico della tragedia e giovare al pubblico per altre strade che per quelle del rendere odiosa la
ne politico della tragedia e giovare al pubblico per altre strade che per quelle del rendere odiosa la monarchia. [3.125ED]
enne rimaner digiuno del mio erudito Impostore e, quantunque passassi per luoghi ameni sino a Lione, né pure la vista di qu
ggiare e l’altro dividere la città, e poi incontrarsi, abbracciandosi per correre dentro un sol letto nel mare. [4.3ED] In
l riandarne i saporiti ragionamenti; di lì a pochi giorni imbarcatomi per Scialone passai d’avanti a Trevoux. [4.4ED] Le sc
a Trevoux. [4.4ED] Le scosse della carrozza della diligenza ne fecero per quattro giorni e mezzo, ne’ quali sempre si mangi
e grandezza di cose mi oppresse in modo che mi riempiè di se stessa e per qualche giorno poco mi ricordai d’Aristotile e me
rriva ad un fonte, tutto in un sorso assorbirlo, così, di qua e di là per l’ampio Parigi agitandomi, passai di volo alla ri
uto; ma col pinger dell’onda arrestata, aggirandole, vien poi da esse per successive trombe assorbito e con meraviglia dell
l’architettura, è violentato a salire in altissimi getti, a discender per gradi da lunga altezza ed a comporre particolarme
rarle co’ pochi amici italiani di mia conoscenza e ne parlerei anche, per così dire, se non mi fosse stato per essi rispost
conoscenza e ne parlerei anche, per così dire, se non mi fosse stato per essi risposto che aspettassi sino all’aver veduto
stato per essi risposto che aspettassi sino all’aver veduto Versaglie per finire di trasecolarmi; e se, essendo io alloggia
rimi a trasferirmi al teatro, occupando un luogo vicino all’orchestra per meglio aiutar l’occhio e l’orecchio con la vicina
con la vicinanza della rappresentazione a goderne; e mentre stavansi per un servo accendendo le dodici lampane di cristall
go e mi vedo al fianco Aristotile; dimodoché volendo io alzar la voce per l’allegrezza, l’astuto vecchio mi raffrenò col di
i all’orecchio: [4.15ED] — Figliuolo, sta ben composto perché questa per altro allegra nazione che tu hai veduto per le vo
en composto perché questa per altro allegra nazione che tu hai veduto per le vostre contrade d’Italia cantare e ballar camm
i lingue a maraviglia versato, dove potrai godere della Medea, dramma per musica, ivi cantato e rappresentato. — [4.18ED] —
8ED] — Domattina — io risposi — vo’ che l’alba mi truovi in Versaglie per dare un’occhiata a quella reale villeggiatura, no
are un’occhiata a quella reale villeggiatura, non sì però che non sia per avermi il teatro all’Anfitrione. [4.19ED] Ma dopo
ntanto oggi, dopo l’Ifigenia, mi vedrai nel caffè di Ponte nuovo, che per tua notizia è il caffè de’ poeti: ivi conoscerai
, M.r de la Motte, M.r di Crebillon, e M.r Capistron; il primo famoso per lo suo trattato De’ mondi e dell’egloga, e per l’
stron; il primo famoso per lo suo trattato De’ mondi e dell’egloga, e per l’egloghe stesse; il secondo per le poesie lirich
trattato De’ mondi e dell’egloga, e per l’egloghe stesse; il secondo per le poesie liriche, e per l’Iliade d’Omero da cert
l’egloga, e per l’egloghe stesse; il secondo per le poesie liriche, e per l’Iliade d’Omero da certo in quindici libri leggi
n quindici libri leggiadramente ristretta, di cui mi sarei servito io per esempio assai più volentieri che dell’originale g
po che io scrissi M.r de la Motte. [4.22ED] Capistron poi è a te noto per le tragedie, come lo è Crebillon. [4.23ED] Ivi di
Entrato io però con essolui in una stanza assai civilmente addobbata, per non essere frastornati dallo strepito dello sbara
sso mi era che avrebbero riso di mia presunzione in voler vender loro per nuovo verso un accozzamento materiale di due vers
oi il seguir più tosto l’esempi altrui che il farsi esemplare, se non per altro almen per sottrarmi all’invidia, nel prefaz
tosto l’esempi altrui che il farsi esemplare, se non per altro almen per sottrarmi all’invidia, nel prefazio della tragedi
Ciullo del Camo, che fu uno de’ nostri antichi poeti, appunto celebre per esser fra’ primi di età se non di valore. [4.33ED
uscito il Teatro, invece di deridere l’impostura di un verso vecchio per me rinnovato, si sono dati a strepitare su quella
amente nel timpano dell’udito: circostanza che io non potea dicifrare per non averne avuto esperienza, ma in oggi che, la D
da te che non sei né italiano (cred’io) né franzese, vorrei sapere se per ragione o per passione io me ne sia compiaciuto;
sei né italiano (cred’io) né franzese, vorrei sapere se per ragione o per passione io me ne sia compiaciuto; e se maggior m
dere alla corrente nelle tragedie ch’io sto tessendo, nulla essendomi per avventura più agevole dello srimarle, quantunque
ustanziale armonia (parlo del verso greco e latino) e, restringendomi per ragion d’esemplo all’essametro, è misurato da sei
potrebbero giudicare della diversa quantità di queste parole, se non per via di una regola che lor bisognerebbe inventare
e parole, se non per via di una regola che lor bisognerebbe inventare per discernere dove la sillaba breve e dove lunga dov
pronunciarsi. [4.45ED] Ma nella lingua latina e così pur nella greca, per abuso de’ professori, non si adatta presentemente
de’ professori, non si adatta presentemente la regola alla pronuncia; per lo ché voi sdrucciolate in errori di quantità, co
ntità, componendo versi o greci o latini; lo che a’ nostri poeti era, per così dire, impossibile; e dove l’alzare o l’abbas
elle botteghe de’ nostri librai tutti i volumi di regolette inventate per rimediare al male della pronuncia perduta. [4.49E
e bastava essere o Greco o Latino senz’esser poeta o facitor di versi per recitarlo in un tuono che non poteva non esser mu
diamoli un po’ a recitare ad una zitella, o fiorentina o romana, che per altro pronunciando giustamente i vocaboli, non ab
i Assisi, se il Crescimbeni con malizia poetica non l’avesse scoperto per verso e pubblicato ne’ suoi Comentari. [4.54ED] S
atagli non dalla natura ma dall’usanza; e voi poeti sapete benissimo, per dare ritondità al vostro verso, dove bisogna ripi
nell’altro argomento non mi negassi il primo principio ch’io suppongo per fondamento della mia prima proposizione, nel qual
4.68ED] Posti questi due argomenti, insorgerò nella seguente maniera: per quello che mi è concesso, quello è verso che ha u
ta volta; dalla qual cosa ricaverai che il verso greco e latino hanno per anima dell’armonia loro il metro, ma l’anima del
tende già di prescrivere Cicerone nell’Oratore una legge al discepolo per cui la prosa delle orazioni verso divegna. [4.76E
ore conforme all’idea, cioè più perfetto di qualunque sia stato o sia per declamare le cause de’ suoi clientoli nella curia
ondo l’opinion mia, che la prosa abbia il ritmo, ma non già il metro, per lo ché di me lasciò scritto: «Versum in oratione
sciolti a lato ai rimati se ben sono non paiono versi. » [4.79ED] Ma per dir meglio dovea conchiudere: se ben paiono versi
ano, pronunciando: «le rime graziosissimo ritrovamento si vede che fu per dare al verso volgare armonia e leggiadria». [4.8
rino franzese, perché il mio non è sempre della stessa misura, benché per una certa conformità di ritmo lo paia. [4.86ED] V
ilmente l’uno dall’altro son differenti, sia bensì necessaria la rima per compiere con essa quell’armonia che non è perfezi
l’alternato si debba scegliere, quando altra ragione non ti sovvenga per sostenere il mio impegno; e però in questa parte
atti pur animo, oh figlio, e sta di buon cuore che non è; e non è non per adulazione, ma per ragione. [4.92ED] Tu dei saper
figlio, e sta di buon cuore che non è; e non è non per adulazione, ma per ragione. [4.92ED] Tu dei sapere che la tragedia è
zione, ma per ragione. [4.92ED] Tu dei sapere che la tragedia è fatta per esser udita, io parlo de’ versi, perché rispetto
ita, io parlo de’ versi, perché rispetto allo spettacol, egli è fatto per esser veduto. [4.93ED] L’epopeia ha conseguito il
lle corone, rendeva meno armonioso e raccolto il componimento; lo che per avventura ne’ terzetti non fu necessario, perché
perché al parere del vostro Orazio: Segnius irritant animos demissa per aures, Quam quae sunt oculis subiecta fidelibus,
lcia sunto» (ei soggiunge), supponendo che questo sia un gran segreto per la mozione delle passioni, mentre, posta questa c
a fatto fare tante speciose meditazioni a’ platonici e a’ pitagorici, per mostrare di asserir qualche cosa, ove per verità
platonici e a’ pitagorici, per mostrare di asserir qualche cosa, ove per verità poco o nulla dicono che vaglia a convincer
e ettasillabi, pure lo han preso, lo prendono e sempre lo prenderanno per un verso di nuova invenzione, perché solamente ne
nell’ultimo del suo periodo risonando la rima, questa lo fa conoscere per verso; dove, se tu invece di rimarlo solo nel fin
rlo solo nel fine, l’avessi rimato ancora nel mezzo, allora tutti non per uno, ma per due versi, scritti l’uno dirimpetto a
fine, l’avessi rimato ancora nel mezzo, allora tutti non per uno, ma per due versi, scritti l’uno dirimpetto all’altro, pr
ntito opporre esserti tu servito di un verso troppo conciso e leggero per la gravità innata della tragedia. [4.102ED] Così,
4ED] — Oh qui sì — io ripigliava — che vi vogliono delle comparazioni per dar ad intendere tanto a me, quanto agli altri It
amazzo abbiano fatto e facciano sul mio verso, perché solo apprendean per verso quel misurato ragionamento che vien termina
ose dee convenire col vero e in alcune disconvenire. [4.107ED] Egli è per questo che le comparazioni son belle, imperocché
due cose dissomiglianti si viene a conoscere qualche convenienza che per l’avanti non appariva; ma la similitudine del leo
mio) da lusingarsi che si possa condur l’impostura tant’oltre quanto per avventura tu lo vorresti. [4.112ED] Ma tutti ques
ori delle sue imperfezioni, qual esser dovrebbe. [4.113ED] E questo è per isvegliare la meraviglia e il diletto convenienti
meraviglia e il diletto convenientissimo. [4.114ED] Ma, mi dirai che per muover gli affetti è inefficace un’imitazione la
ò muovere quando non venga perfettamente ingannato e sedotto a creder per vero quel che non è. [4.115ED] In quella guisa ch
. [4.115ED] In quella guisa che di due, l’uno de’ quali veda piangere per la sua dipartita una donna, mentre l’altro sa di
ione durerebbero negli ascoltanti verso l’attrice; siccome quando noi per qualche azion fatta di nostro piacere o scontento
sicché questi legami non impediscono la movizione e non l’impediscono per le ragioni accennate. [4.122ED] Certa cosa è poi
126ED] Noi altri Greci nel preferire il jambo a qualunque altro verso per la tragedia, non altro in animo avemmo che il val
128ED] Ciascuno si vaglia de’ mezzi alla propria lingua proporzionati per lo conseguimento della dolcezza. — [4.129ED] — M
sti, nel Corradino il Caracci, e nella Merope il Torelli e il Maffei, per non fare un catalogo di tanti altri. — [4.131ED]
32ED] Ciascuno suo piacer segue e cotesti han seguito il lor genio, o per meglio dire sonosi uniformati in questa piccola p
trepito in qualità d’armonia. [4.136ED] E in tal caso ti consiglierei per bene delle tue spalle a prenderti ancor tu un cor
orché contro della ragione. [4.137ED] Cosi han fatto i poeti italiani per assicurarsi le spalle che tu ti vedi già minaccia
oeti italiani per assicurarsi le spalle che tu ti vedi già minacciate per aver voluto quel che sin ora non si è voluto per
vedi già minacciate per aver voluto quel che sin ora non si è voluto per altri. [4.138ED] Ma per tornare a que’ ragionari
aver voluto quel che sin ora non si è voluto per altri. [4.138ED] Ma per tornare a que’ ragionari (siccome dicesti) che di
uale indizio ne hai? [4.139ED] Tanto più che cotesti vostri poeti han per legge che il sentimento col verso sciolto frequen
ED] Che si deformi il verso con la diversa estensione del sentimento, per esprimere il quale non si può esprimere senza per
hiaramente la verità di quanto ti espongo. [4.148ED] Di questa natura per lo più sono tutti i linguaggi orientali, tutti ca
atitur.» [4.149ED] Ma l’equilibrio della divisione vuole che, siccome per render musiche la lingua latina e la greca è stat
erano invidiati, ma accolti ed onorati col nominare da loro il verso per essi inventato. [4.153ED] Così la sua invenzione
e opere sue legali, che forse ancor lo potrei, se non nell’erudizione per lo più ben fondata, almeno nella presunzione del
lo più ben fondata, almeno nella presunzione del farsi a noi credere per compilator di notizie da altri precedentemente am
so. [4.160ED] Vi era un certo che volea far il medico ed avea talento per far l’architetto. Invogliato della prima arte, ch
aveva incominciò a medicare, ma con tanta felicità che uno ne guariva per accidente e dieci ne ammazzava per imperizia; dim
tanta felicità che uno ne guariva per accidente e dieci ne ammazzava per imperizia; dimodoche non vi era famiglia per lui
nte e dieci ne ammazzava per imperizia; dimodoche non vi era famiglia per lui medicata che non portasse gramaglia. [4.161ED
asi e tali errori corresse e sì belle proprie direzioni gli diede che per suo consiglio la fabbrica fu perfetta, ond’ei tra
te la folle impostura della già sua medicina e abbandonossi con lode, per sin che visse, all’architettura. [4.163ED] Se il
lche tempo tal numero di eccellenti scrittori che abbondi più che mai per tutte le materie e tanto in prosa, quanto in vers
qui comincia a vacillare il nostro raziocinante, perché se le lingue per lunga esperienza avessero il periodo delle febbri
do che più eccellenti scrittori di quelli che ha finora avuti non sia per aver quella lingua che tuttavia vive e fiorisce;
el Petrarca dovette la lingua italiana ricevere le sue regole stabili per l’avvenire, dovette ancora limitare i propri voca
endosi perduta la distinzion delicata e gentile del verso dalla prosa per mezzo de’ piedi, s’introdusse quella grossolana,
ando abbonda tanto nella prosa quanto nel verso di valenti scrittori, per cui prenda a se stessa e dia una stabile regola a
dovrà astenersi dall’usare nel verso la rima. [4.178ED] Imperocché per ciò ch’è concesso, ogni regola si dee prender in
ndo abbonda tanto nella prosa, quanto nel verso di valenti scrittori, per cui prenda in se stessa e dia una stabile regola
originale che lo somiglia; ma io non lo somiglierò forse tanto quanto per avventura tu speri. [4.183ED] Primieramente, per
ò forse tanto quanto per avventura tu speri. [4.183ED] Primieramente, per ingannar bene altrui, egli è forza l’ingannar pri
rinsecamente dipende. [4.187ED] Quindi è che l’impostore, apprendendo per vero onore la sola riputazione e credendo che l’e
sgiunto dall’esserlo, mette in tutta la luce il suo qualunque talento per abbagliar i corrivi, facendo altrui credere di es
i pianta in altri un concetto di perito, di esimio e di dotto, quando per verità intrinsecamente non lo è. [4.189ED] Tu ved
ll’operare mentre si sa di operare contro della giustizia, come anche per un caritatevol contrassegno che la provvidenza dà
o. — [4.200ED] Ma a questo il Filosofo: [4.201ED] — Io mi credea che per ragione di cerimonia tu dovessi a Pitagora sostit
, ci presentò due tazze di caldo e fumante caffè, che a sorsi a sorsi per noi bevuto ci dié congedo da quella conversazione
ra che, recatomi in un fiaccaro a casa, neppur volli mettermi a cena, per istendere prima che mi fuggissero dalla mente gli
ami da lui stesso, dopo il mio ritorno dalla villa real di Versaglie, per ragionare dell’opera in musica. [5.2ED] Alzatomi
maestosa macchina degl’Invalidi, che sento chiamarmi da un rauca voce per nome. [5.4ED] Mi volgo ed ecco Aristotile che più
r nome. [5.4ED] Mi volgo ed ecco Aristotile che più più si affrettava per l’avidità di raggiugnermi. [5.5ED] Accennandogli
do io partii ultimamente di Francia non venia nominato quel luogo che per un parco selvaggio, unicamente destinato alle cac
che son rimaso assorto dall’incanto e dalla maestà di quel luogo, che per me descritto in versi altre volte, ma in lontanan
mi fece allora conoscere che poco giova un immaginar grande e felice per concepir tutto intero lo smisurato fasto, il gust
e di bronzi prodigamente dorati, gittano fiumi, io non esagero, fiumi per aria, configurati a girandole, ad archi, a teatri
legrine e deliziose magnificenze, sin che dan luogo alle gondole, che per un canale artefatto e che sostiene vari sorte di
o di veder più cosa che mi allettasse; quand’ecco nella gran galleria per me felicemente incontrarsi un leggiadro altiero f
’aria, il portamento ancora nel rizzarsi dal letto, lo contrassegnano per quel gran monarca che delle sue imprese ha pieno
a intorniato da molti de’ suoi guerrieri da lungo tempo già sì famosi per le battaglie nelle gazette, ma a fronte sua così
o Marlì, Versaglie e Parigi, né potei saziarmi di quella vista sinché per tutto il giorno di ieri mi fu dato di veder uno c
ebbe Augusto pregiarsi, non mi meraviglio più, che i Franzesi vadano, per così dir, folli del loro amato monarca. [5.29ED]
ostrati alla prova noncuranti di qualsivoglia periglio e superiori al per altro invincibile umano terror della morte; dimod
nsignor Bernini, e la maggior parte di quelle di monsignore de Totis, per dare la dovuta lode anche a’ defonti. — [5.36ED]
o lo voglio accordare — replicò quegli — ma ben mi spiace che cotesti per altro insigni e spiritosi poeti abbiano sì male i
che più sono vezzose e delle quali più si compiace il poeta riuscire per lo più insipide per la musica e detestabili a’ no
e e delle quali più si compiace il poeta riuscire per lo più insipide per la musica e detestabili a’ nostri smaschiati cant
a musica e detestabili a’ nostri smaschiati cantori e alle nostre che per vergogna del secolo osiam chiamar ‘virtuose’. [5.
che per vergogna del secolo osiam chiamar ‘virtuose’. [5.39ED] Quando per lo contrario li tratti più sciaurati della poesia
ll’angustia de’ sentimenti tanto esce più agile, svelta a solleticare per via dell’orecchio lo spirito di chi ascolta, e pe
tirica, della commedia e della tragedia. [5.43ED] Ma bisogna supporre per fondamento che in questo vago spettacolo non dee
e ad essa debbesi il principale riguardo di chi è chiamato a parte o per poesia o per apparato, di simil componimento. [5.
bbesi il principale riguardo di chi è chiamato a parte o per poesia o per apparato, di simil componimento. [5.44ED] Né vogl
ovi, mi converrebbe usar termini a te incogniti e tali anche a quelli per avventura che gl’inventarono. [5.45ED] Dirò solam
ono ed empiono modernamente le orchestre. [5.49ED] Voglio pure, almen per rispetto al nostro presente soggiorno, che sfuggi
ovo golfo. [5.56ED] Ricercherò dunque se al melodramma sia necessario per dilettare l’aiuto delle parole e della poesia, e
e è limitato dalla natura a certe arie che sono fra di loro uniformi, per non dir sempre le stesse. [5.58ED] Una serenata p
ento degli strumenti, così maggiormente ci ricreeranno le voci canore per noi ascoltate in luogo vago e adorno, laonde non
a una donna il cui petto risaltando a tenor del respiro, che viene su per le fauci a ricevere la forma del canto, lo fa per
spiro, che viene su per le fauci a ricevere la forma del canto, lo fa per così dir prevedere nel tremolare delle mammelle.
n scena abbigliato; e queste saran le sue penne e le sue intarsiature per me lodate negli augelletti e negli strumenti. [5.
trumenti. [5.62ED] Eccoti dunque il nostro spettacolo già dilettevole per se stesso, esser molto più per gli aiuti della sc
e il nostro spettacolo già dilettevole per se stesso, esser molto più per gli aiuti della scena, dell’avvenenza e de’ vesti
ar col suo nome il verso servile con molta maggiore ragione di quella per cui la liberai de’ verseggiamenti di Empedocle. [
ciocché i noderosi tronchi e le frasche non son da pittore da scena e per lo più gli alberi al lume delle candele riescono
ti sian gioiellati e con ricami che fingan oro ed argento, e tagliati per lo più alla reale. [5.75ED] Le voci siano tali e
pio il vostro famoso contralto cognominato Pistocco, non meno celebre per aver raffinato l’esercizio del canto che per aver
stocco, non meno celebre per aver raffinato l’esercizio del canto che per aver congegnata la combinazion delle note in mani
vorrei mediocremente poeta il componitore, e questo sarebbe il meglio per l’opera, imperocché potrebbe egli ordirsi in ment
issero: dove il soprano, dove il basso, dove il contralto o il tenore per la legatura ed intrecciamento di una perfetta arm
he il poetastro verseggiatore s’intenda alquanto di note e di musica, per conformare il più che potrà la sua invenzione e i
quando, senza defraudare l’intenzione dell’architetto, non imbarazzi per altro l’effetto né delle corde, né delle girelle
elle corde, né delle girelle che sovra ogni altra cosa son necessarie per lo poggiare o per lo scendere della macchina. [5.
le girelle che sovra ogni altra cosa son necessarie per lo poggiare o per lo scendere della macchina. [5.83ED] Io ne ho con
4ED] Ma nondimeno annicchiate ne’ luoghi loro possono piacere cantate per fino ad una schiera di letterati e sian pur di qu
a qualunque più antico e venerato scrittore, lo che saria inevitabile per introdurvi le cose che vuole il compositore, che
te i Franzesi, e così farà l’Italiano; e come che il nome suo non sia per vivere più oltre delle rappresentazioni, avrà ad
sentirsi chiamato nelle gran corti col titolo di ‘poeta’, titolo così per lui meritato come per gli castrati e per le canta
e gran corti col titolo di ‘poeta’, titolo così per lui meritato come per gli castrati e per le cantanti quello di virtuosi
tolo di ‘poeta’, titolo così per lui meritato come per gli castrati e per le cantanti quello di virtuosi. [5.87ED] E, quel
laute cene e riempiendo l’arca di collane, di gioielli e di contante, per darsi bel tempo, lo che non è poco premio, anzi è
.88ED] Costui dunque, voglia o non voglia, comporrà cattive tragedie per musica; ma pur tragedie saranno, perché altriment
ario, se meno che personaggi di regi o di semidei imitasse, vedendosi per prova che le azioni pastorali poco compariscono i
di meno ne avrà chi compone in servigio di qualche principe che, non per guadagno, ma per gala e per liberalità vuol dare
chi compone in servigio di qualche principe che, non per guadagno, ma per gala e per liberalità vuol dare alla nobiltà più
in servigio di qualche principe che, non per guadagno, ma per gala e per liberalità vuol dare alla nobiltà più che al popo
è avvenuto in Roma a quelle di un eminentissimo autore, che ha voluto per proprio nobil divertimento e per ricreazione de’
eminentissimo autore, che ha voluto per proprio nobil divertimento e per ricreazione de’ principi e cavalieri nel suo priv
a Aristotile: [5.98ED] — Giacché tu vuoi ch’io ti dia qualche regola per un componimento che per piacere vuol essere srego
— Giacché tu vuoi ch’io ti dia qualche regola per un componimento che per piacere vuol essere sregolato, te ne dirò qualche
vazione e sulla sperienza che sulla ragione, e mescolerò quanto posso per appagarti le incumbenze del corago, del composito
e d’architetto e di macchinista, se non ha condotto al suo soldo voci per la maggior parte famose ed abile orchestra; se ha
ggiadro balletto, e voi fortunati se qualche danzatore franzese vi dà per le mani, benché fosse de’ men pellegrini di quest
una storia favolosa mista di numi, di eroi, o una storia vera di eroi per fondamento all’azione, capace di tali avvenimenti
tuoi spettatori e benedicono quell’argento che hanno speso alla porta per sollazzarsi. [5.112ED] Nel secondo atto tu dei pe
, si vede rappresentata più volentieri. [5.119ED] Ben è però vero che per amore della repubblica ti dee piacer l’onestà: co
terzo atto pensisi allo sviluppo o sia scioglimento, e sia pur anche per macchina, se lo permetterà l’impresario; che cert
china, se lo permetterà l’impresario; che certamente sarà più accetto per la meraviglia dell’apparenza, ancorché il nodo pe
e sarà più accetto per la meraviglia dell’apparenza, ancorché il nodo per avventura non meritasse più che tanto d’incomodar
a non meritasse più che tanto d’incomodar un nume a scender dal cielo per scioglierlo. [5.121ED] Vi siano agnizioni e perip
vengono in scena o son raccontati. [5.123ED] Ma quanto alle peripezie per te si può far piuttosto veder le cose che immagin
arle, perché ciò che percuote i sensi più piace al popolo, assiso più per vedere che per pensare. [5.124ED] Le peripezie si
ò che percuote i sensi più piace al popolo, assiso più per vedere che per pensare. [5.124ED] Le peripezie sieno sempre di m
o sempre di mesta in lieta fortuna, nella quale termini il melodramma per lo mezzo degl’imenei, ed in questo scioglimento p
ini il melodramma per lo mezzo degl’imenei, ed in questo scioglimento per utile della repubblica il poeta prefiggasi che i
rrivi alla morte, non volendosi le morti in questi spettacoli, creati per rallegrare, non per contristar gli ascoltanti. [5
n volendosi le morti in questi spettacoli, creati per rallegrare, non per contristar gli ascoltanti. [5.125ED] Sbrigato dal
ED] Primieramente dovrai avvertire quanti sieno i principali cantanti per farli operare egualmente, altrimenti quai liti in
chedun atto contenga una di quelle che si chiamano ‘scene di forza’ o per qualche violento ed insolito impegno di passioni
a’ o per qualche violento ed insolito impegno di passioni contrarie o per qualche incontro ed avvenimento non aspettato dag
ttato dagli uditori. [5.129ED] Con questa distribuzione ti fo sicurtà per la felice riuscita dell’opera e più non ti rimarr
[5.131ED] Ogni scena dee contenere o solo recitativo o sola arietta o per lo più l’uno e l’altra. [5.132ED] Tutto ciò ch’è
sico e all’uditore: al compositore, che potrà dar maggiore spirito al per sé morto recitativo con la mutazione delle cadenz
ll’orecchio il tuono ordinario delle parole, non avrà a faticar tanto per raccoglierne da una trasportata giacitura di ragg
naggio esce in scena e queste ne’ soliloqui sogliono esser accette, e per lo più la figura apostrofe è l’anima loro. [5.143
ltra ed invece di spalleggiarsi, si opprimono. [5.152ED] Quindi è che per lo più ne’ soli cominciamenti degli atti comparis
o dell’uditorio. [5.156ED] Queste ariette si compongono di più metri, per parlare secondo l’usanza italiana. [5.157ED] Quel
simamente dove si vuoi la cadenza, come: Per chi gode il tempo vola; per chi pena ha tardo il piè. [5.159] Overo: Augell
astri Varia d’aspetto il ciel. [5.165] Di sei sillabe ancor ve n’ha per lo più sdruccioli e qualche fiata ancor tronchi.
[5.169ED] Eccolo: Voglio un amore tutto di core; che vi sia nato sol per pietà. [5.170] Ne vuoi finalmente uno di dieci?
o, che il grave e magnifico; perché la musica, essendo arte inventata per delizia e alleviamento degli animi, dee pure rima
Non è però che a tempo a tempo il magnifico non debba usarsi, se non per altro per far maggiormente spiccare il venusto, n
ò che a tempo a tempo il magnifico non debba usarsi, se non per altro per far maggiormente spiccare il venusto, nella guisa
l popolo, perché trovandole o verisimili o vere, se ne fa un capitale per valersene onestamente con la sua donna, cantandol
sdegni, di promesse reciproche, di lontananza e simili: e ciò è pure per riuscirti assai comodo, mentre più agevolmente il
si, e potrà passeggiando talvolta riempirne la sua poetica guardaroba per poi mobigliarne i recitativi de’ melodrammi. [5.1
ri servili, vorrai che chi legge il tuo melodramma ti riconosca ancor per poeta, fatti onore nel recitativo ed al più al pi
cor per poeta, fatti onore nel recitativo ed al più al più in un’aria per ciaschedun atto, inginocchiandoti avanti al compo
trici, a’ cantori ed allo stesso impresario, perché le lascino vivere per riputazion tua e per onore delle sacre Muse nel t
allo stesso impresario, perché le lascino vivere per riputazion tua e per onore delle sacre Muse nel tuo melodramma: forse
re Muse nel tuo melodramma: forse a’ tuoi pianti si ammolliranno quei per altro durissimi cuori; ma se di più ne vorrai, no
nimicizia e ripulsa; e ti basti che le altre si possano non abborrire per la purità e per lo spirito, né qui dee finire la
lsa; e ti basti che le altre si possano non abborrire per la purità e per lo spirito, né qui dee finire la tua disinvoltura
87ED] La professione del compor melodrammi (Martello mio) è un scuola per voi di morale, che più di ogni altra insegna a’ p
el qual caso t’intralcerai in un impegno spinoso. [5.191ED] Non conto per niente l’eguaglianza de’ versi e delle sillabe: c
on arrossire, che questa è l’unica sorta di poesia destinata a servir per mercede), vorrà che tu le carichi e tu le carica,
ienza in isconto o dell’aver violato qualche tempio o di altro errore per te commesso. [5.198ED] Volesti la Poetica di Aris
ostumi degli uomini pubblici e principali, se gli ne presentano tanti per avventura che tutti non li può chiudere in un sol
dere in un sol dramma, e però come prudente economo li tiene in serbo per altre tragedie; e ne va sempre formando, fin che
pide, ma Cornelio, Racine siano morti con molte tragedie in corpo che per difetto di vita non han partorite e che, se avess
stato fatto o possa farsi mai melodramma? [5.214ED] E pure si dovran per questo chiudere tutti i teatri che a simili rappr
che non sia così agevole il contrariar la natura che il secondarla, e per questa ragione pochi sono i mostri e gli animali
mentre senza di esso riescono a guisa di sbandate comparse; e quando per la poesia qui servile vuoi condannare l’affascina
è sostanza è come il colore, il quale non è che una sostanza di lume ( per parlare con sentenza non mia) accomodata alla sup
irli e dipingerli nelle loro invenzioni, insinuandoli negl’intelletti per via dell’orecchio con metri lusinghevoli, armonio
ene il segreto importantissimo del separar l’anima da ogni umana cura per quello spazio almeno di tempo in cui le note poss
perché i sensi della miserabile umanità legando li astrae e li rende per poche ore immuni dalle sventure, quanto sarà mai
n’arte che senza sospenderci l’uso del vivere come fa il sonno, detto per ciò fratel della morte, ci fa viver estatici in u
246ED] Dopo così lungo ragionamento si levò il vecchio e io, giurando per la tripode d’Apollo, anzi, come Arcade, per la st
il vecchio e io, giurando per la tripode d’Apollo, anzi, come Arcade, per la stigia palude, di non impacciarmi di simil com
idi, accolsi il Filosofo dentro ad un fiaccaro, che ivi a caso trovai per servirlo al suo alloggiamento, ma ben mi avvidi c
ben mi avvidi che all’uso appunto degl’impostori non volea colui che per me s’imparasse il suo albergo, mentre, internati
sbrigatomi dalla tavola, notai in un gabinetto ove finsi di ritirarmi per riposare i capi tutti de’ discorsi avuti col vecc
tti de’ discorsi avuti col vecchio; quando sentii bussare alla stanza per l’abate Lampugnano, letterato fiorentino e segret
tterato fiorentino e segretario di monsignor Aldrovandi, che m’invitò per parte de’ due prelati a vedere nella galleria del
’ loro bastioni e nelle loro fortificazioni esteriori, ma vi si vedon per entro le strade, le case, i palazzi, i templi, le
d uomo che mille grazie ne avea ricevute nel mio passeggero soggiorno per quella metropoli, la bella e sempre libera Genova
ello abbronzata. [6.14ED] Giunta però l’ora destinatami da Aristotile per l’ultima nostra sessione, sparii soletto da quell
Mi fu detto che in questo luogo altre volte si fabbricavan le tegole per le case e ritener quindi ancora l’antico nome, be
lieto e nobile oggetto, ed accennatomi con mano di seguitarlo, uscii per un certo viale, cui dicono de’ Sospiri, da’ luogh
qui non intendo di paragonare i recitamenti delle due nazioni, almeno per ora, ma solamente dirò con eguale sincerità quant
antano insomma allor che declamano e mi han fatto immaginare che tale per avventura poco diverso fusse il canto delle grech
ncerti che la tragedia greca si cantava e non si cantava. [6.29ED] Se per canto tu intendi quella sorta di musica che voi u
canto voi non avete un’esatta idea negli antichi scrittori e ne godo per nostra riputazione. [6.32ED] Vedresti allora a fo
a involgono la misura de’ metri. [6.36ED] La favola senza de’ versi è per me un’anima senza del corpo, la quale, quantunque
nza de’ versi è per me un’anima senza del corpo, la quale, quantunque per sé medesima possa sussistere, non rende a noi sen
ima possa sussistere, non rende a noi sensibili le sue operazioni che per lo mezzo degli organi corporei; e di natura dell’
rpo, come della tragedia di favola insieme e di verso; e l’invenzione per sé languirebbe se non colasse negli animi altrui
; e l’invenzione per sé languirebbe se non colasse negli animi altrui per l’organo dolce de’ versi. [6.37ED] Ma tu repliche
ispondo: esser altro il vero, altro l’imitazione del vero; il vero ha per sé un’efficacia a persuadere che non ha il finto,
misura la rima che con la sua consonanza compensi quella soavità che per altro non ha il vostro metro: di tanto peso è all
mero e la dolcezza; ma questa dolcezza così importante all’imitazione per muovere gli affetti, si accresce notabilmente con
lmente con quella musica di cui ti ho parlato a principio. [6.44ED] E per spiegarmi più chiaramente, ti sia noto numerar no
sia noto numerar noi tre sorte di musica, l’una naturale o diatonica per le poesie recitative; una figurata e cromatica pe
turale o diatonica per le poesie recitative; una figurata e cromatica per le poesie liriche, le quali si accompagnano co’ l
ED] Ora, queste tre specie di musica tutte si radunano nella tragedia per renderla affatto dolce, e principalmente le due d
a sonorità che contrasegna l’infermità dell’animo querulo e gemebondo per l’insolito irritamento della passione. [6.47ED] D
ompatisco gli autori italiani se si sono assuefatti alla moda, mentre per quanto essi abbiano faticato ne’ cori che si legg
zo a divertirsi con musicali spettacoli altrove, non ha gran passione per questi cori; e noi potremmo, parlando delle trage
zesi ne fanno delle cattive nelle quali cantano tutto.» [6.51ED] Ma per tornare nel nostro cammino, tu omai conosci quant
cammino, tu omai conosci quanto s’ingannin coloro che credono essersi per noi tutto cantato nelle tragedie, quando nella ma
tamenti si declamava più dolcemente di quel che fanno i Franzesi, non per altro se non perch’è più sonora la nostra lingua,
eclamerete. [6.52ED] Io crederei poterti bastare la mia testimonianza per creder che la tragedia antica non si cantasse. [6
endo troppo ridevole che il coro cantasse con chi ragiona e solendosi per lo più introdurre il coro con gli attori a colloq
i enarmonica, ed a’ cori richiedersi di più la cromatica. [6.57ED] Ma per recarti altre testimonianze non men convincenti d
nni d’Augusto e sovra tutto quelle di Ovidio Nasone, fortuna che a me per avventura non è mancata, non ho che a farti senti
tilene; imperocché nulla ben si paragona a sé stesso. [6.59ED] Se ciò per anche non ti bastasse, passa al capitolo sussegue
qui ripigliai — delle ragioni e delle testimonianze che tu mi adduci, per condurmi nel sentimento che l’armonia della voce
tanto nella lunghezza del ragionare quanto nella declamazione, e così per l’appunto hanno a fare per conformarsi alla natur
agionare quanto nella declamazione, e così per l’appunto hanno a fare per conformarsi alla natura ed a’ Greci. [6.65ED] Qua
che senza interruzione procedano i ragionamenti sino alla fine, anche per la creanza, da non obbliarsi mai fra i signori, i
i quali né debbono mai interrompere, né essere mai interrotti, se non per importantissimi e violenti riguardi; che sebbene
rivata o popolare interviene, il ragionare tumultuoso ed interrotto e per avventura più scarso, perché gli affari che si ma
tura con la distanza, sì perché l’impostura vuol qualcosa di violento per far l’effetto del vero negli animi di chi ascolta
] Un perito artefice che dipinga Apolline fra le Muse in un sito che, per altezza o per lontananza affatichi lo sguardo deg
tefice che dipinga Apolline fra le Muse in un sito che, per altezza o per lontananza affatichi lo sguardo degli spettatori,
runa soggezione di sé medesimi quando non parlano, e quando ascoltano per lo più non danno il dovuto segno del movimento ch
ffettazione; né arriva punto a piacermi quel continuo passeggiare che per voi fassi in scena attraverso, l’un dietro all’al
d’incivile, che ben s’accorda con la custodia della virtù. [6.84ED] E per terminare quel tanto che ho impreso impensatament
trita madame Demarre. [6.86ED] Ma quello spesso vibrar di braccia del per altro incomparabil Baubour e molto più del suo im
della lor colombaia i piccioni, non arriverà mai a piacermi; siccome per altra parte mi piace nell’esaggerazioni di madame
ma non mi spiace nelle disperazioni quello stropicciar del cappello, per altro innocente della lor declamata disgrazia. [6
iramidato di piume è una di quelle figure che noi Italiani esporremmo per muovere a riso coll’impropria stranezza dell’abit
abito sì solenne, ché non sapeva la misera essersi esso così vestito per assistere al suo sacrificio, cosa che muove l’udi
filosofi più mansueti e moderni che ammettono qualche parte di vuoto per facilitare il movimento de’ corpi, tanto più che
una delle già destinate parti si avanzi. [6.99ED] Succedon poi, credo per difetto particolare de’ comici, non per costume o
[6.99ED] Succedon poi, credo per difetto particolare de’ comici, non per costume o abuso del teatro franzese, spessi incon
re, a non accogliere l’espressioni amorose del disperato Brittannico, per non rovinarlo; esce poi Nerone, dal quale licenzi
che ne ballavano le rilevate sue spalle e, postami sul braccio, quasi per sostenersi negli eccessi del riso, la destra: [6.
ad una nazione e non ad un’altra, e tutte intanto hanno il lor pregio per sé medesime, ma molto più rispetto al luogo a cui
, secondando gl’innalzamenti dell’onda, si lascia sospingere all’alto per avanzare di viaggio. [6.109ED] Lo vedi girarsi e
cert’ordine di figura che almeno sensibilmente si faccia distinguere per quadrata, ovata o ritonda. [6.110ED] Ecco abbando
reviato dalla scarpetta. [6.120ED] L’aria degl’instrumenti franzesi è per lo più un dolce mescolamento di fievolezza e di s
ella degl’Italiani salterellante e briosa. [6.123ED] Veniamo a noi e, per giudicar senza passione, giudichiamo egualmente d
lare in scena, sempre sostenuto in tuon famigliare, ma nobile, né mai per gran passione o per grandi affari escono dalla lo
e sostenuto in tuon famigliare, ma nobile, né mai per gran passione o per grandi affari escono dalla lor natia compostezza;
li discorsi, recano a grandezza d’animo il non alterarsi esternamente per tutto ciò che potrebbe alterare ogni anima men ch
referisce con troppo amore il proprio genio all’altrui; io, che vengo per terzo ad eriggermi in giudice di queste tre manie
altri chiamate eroico, e che sì nelle tragedie che ne’ vostri drammi per musica usate, e che i Franzesi in quella che chia
volume: G. V. Gravina, Della tragedia libro uno era uscito a Napoli, per Nicolò Naso, nel 1715, con dedica ad Eugenio di S
lla Congregazione delle Immunità, fu inviato a Parigi da Clemente XI, per chiedere la mediazione di Luigi XIV nella controv
e Plutarco (Vit. Dem., xxix) che Demostene avrebbe assunto del veleno per sottrarsi all’oltraggio di Archia. [commento_1.2
prisca libertate e spirito / le regole mi tolser d’Aristotile / date per legge da’ servili interpreti, / ch’alla ragion l’
Campanacci, Un Bolognese nella repubblica delle lettere, pp. 110-112, per analoghi procedimenti retorico-argomentativi in G
87-1760), accompagnò Martello nel viaggio a Parigi da cui poi ripartì per un tour europeo; il diario del viaggio parigino è
godette nel primo Settecento arcadico una considerevole fortuna, sia per l’interpretazione di una linea poetica seicentesc
zione di una linea poetica seicentesca di matrice ‘classicistica’ sia per la sua poesia pindarica, cui si ispirò tra gli Ar
lle tragedie sacre e morali col discorso della tragedia, II, Palermo, per Giovanni Battista, Meringo, 1633, pp. 1-61. [com
9). [commento_2.84ED] primo: anche Corneille si sofferma sull’Aiace per confutare l’osservanza dell’unità di luogo nella
e il Sisara apparvero nell’edizione romana del Teatro italiano, Roma, per Francesco Gonzaga in via Lata, 1715, vol. II. [c
… medesimo: particolarmente lunghi i soliloqui del protagonista, cfr. per es. Sofocle, Aiax, 815-865. un… Tindaro: il prim
n Samotracia (1709-1722) nella cui dedica M. afferma: «mal volentieri per me sopportarsi nella moderna tragedia gli amori t
volentieri per me sopportarsi nella moderna tragedia gli amori tanto per la greca e per la latina abborriti, e ciò non sol
me sopportarsi nella moderna tragedia gli amori tanto per la greca e per la latina abborriti, e ciò non solamente per l’es
ori tanto per la greca e per la latina abborriti, e ciò non solamente per l’esser noi sottoposti ad un soave giogo di legge
lle cinque tragedie scritte da M. ed edite nel 1709 nel Teatro, Roma, per Francesco Gonzaga in via Lata, 1709. [commento_3
veva espresso un’interpretazione medica della catarsi come purgazione per mezzo del terrore e della pietà delle passioni ne
i fatto correggendo l’interpretazione letterale. [commento_3.110ED] per … repubbliche: la tragedia era coerente con un ord
o di Lione. San… Bosco: modesto rilievo appena a sud di Bologna noto per la vista panoramica sulla citta. [commento_4.3ED
Trevoux: Trévoux. La cittadina era celebre all’inizio del Settecento per essere la sede dei «Mémoires pour servir à l’hist
(1668-1732), ferrarese, nunzio dal 1711 al 1719 a Parigi, noto anche per la traduzione della Tebaide di Stazio (1729). Di
commento_4.20ED] Invalidi: l’Hôtel des Invalides (1677) fu costruito per ordine di Luigi XIV, come ospizio dei reduci e in
. infra IV.[27]. Fontenelle… Capistron: su Fontenelle, qui ricordato per il dialogo Entretiens sur la pluralité des mondes
qui ricordato per il dialogo Entretiens sur la pluralité des mondes e per le Poésies pastorales, avec un traité sur la natu
1), cfr. supra I.[38]; Antoine de La Motte (1672-1731), qui ricordato per l’attività lirica e per L’Iliade, poème, avec un
ntoine de La Motte (1672-1731), qui ricordato per l’attività lirica e per L’Iliade, poème, avec un discours sur Homère (171
4.32ED] prefazio… l’Alceste: cfr. M., Alceste, in Id., Teatro, Roma, per Francesco Gonzaga, 1709, p. 318 (ora in Id., Teat
II, p. 816). [commento_4.33ED] Teatro: la cui princeps uscì a Roma, per Francesco Gonzaga in via Lata, nel 1709. [commen
eni, Comentarj intorno alla sua Istoria della volgar poesia, I, Roma, per Antonio de Rossi, 1702, pp. 24-25. [commento_4.5
88ED] dotto… rima: P. Sforza Pallavicino, Ermenegildo martire, Roma, per gli Eredi del Corbelletti, 1644, p. 157, secondo
in tre canti di stanze siciliane, pubblicato anonimo a Trento, s.d., per il quale M. interessò S. Maffei (Delle lettere fa
, p. 181: «è d’uopo che l’arte sia conosciuta e distinta dalla natura per qualche tratto che la corregga non solo, ma, se a
ti, Arsinda, overo la discendenza de Ser.mi prencipi d’Este, Venezia, per Francesco Baba, 1652; A. Caraccio, Il Corradino,
1589 (ma i cori sono in versi sciolti); e S. Maffei, Merope, Modena, per A. Capponi, 1714. [commento_4.132ED] corrotto:
ttaglia’. cattivare: ‘catturare’. [commento_4.136ED] bene… spalle: per evitare le critiche. bacini: ‘strumento metallic
del discorso non coincida con il limite versale, ma che lo scavalchi per camuffare l’uniformità prosodica che la consuetud
a sopra il libro di Giobbe volgarizzata da Zanobi da Strata, I, Roma, per gli Eredi del Corbelletti, 1714. essendosi… simi
imite: le egloghe di Gravina recitate in Arcadia sollevarono, proprio per la loro lunghezza, un coro di critiche. [comment
a: dovrebbe trattarsi delle Pazzie d’amore e dell’interesse, Ansbach, per il Greschmann, 1699. [commento_5.82ED] ingegner
azioni… musica: le opere d’argomento pastorale non consentirebbero, per la semplicità dell’apparato e dei costumi, di sfr
Platania, Gli ultimi Sobieski e Roma, Manziana, Vecchiarelli, 1989; e per l’attività teatrale a Palazzo Zuccari: S. Franchi
rsonaggi noti, ragguardevoli’. [commento_5.111ED] speso alla porta: per l’acquisto del biglietto. [commento_5.115ED] Pos
e della fine del V secolo, lodato da Aristotele (Poet., IX, 1451b21), per la composizione di una tragedia d’invenzione il F
1451b21), per la composizione di una tragedia d’invenzione il Fiore, per l’appunto, la cui favola non si rifaceva ai racco
. [commento_5.215ED] M. rivela la paradossalità della sua preferenza per il melodramma, che razionalmente non può che cond
teoria musicale di cui ci sono giunti Gli elementi d’armonia, citati per l’appunto da Vitruvio (V, iv.1). Nam… modulatiio
l 1723-1725 con il titolo di Teatro italiano o sia scelta di tragedia per uso della scena (Verona, presso Jacopo Vallarsi,
è stato ammiratore di così bella fatica, altrettanto stava irresoluto per dar giudicio di ciò che avrebbe fatto, posta sul
n «La Rassegna della letteratura italiana», LVII, 1953, pp. 137-147), per il contesto specifico cfr. P. J. Martello, Della
serini-Landi, ms 80, t I) è, come vedremo, una preziosa testimonianza per la genesi del testo, Marc’Antonio Ranuzzi, che ap
ca: «In occasione che io vo’ disaminare il merito de’ correnti drammi per musica, l’abuso de’ quali, anzi il danno da loro
, non senza l’averli convinti del non essere io tanto da nulla quanto per essoloro gran parte di noi Italiani è creduta.»
 Muratori, p. 61, let. del 2.VI.1714. 37. Si potrebbe ipotizzare che per affinità tematica anche gli altri omissis filofra
— p. 242, r. 17; V.[23] — p. 282, r. 21) o a chiarificare il dettato: per la collazione puntuale dell’Impostore con TrAM, s
sentativa, I.40-45: «Son fra tutti i poeti i più guarniti / di regole per l’arte e per lo metro, / d’eccellenti maestri ed
40-45: «Son fra tutti i poeti i più guarniti / di regole per l’arte e per lo metro, / d’eccellenti maestri ed infiniti: / A
71 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XIV. Intorno alla descrizione de’ Teatri materiali di Madrid, fatta nella Storia de’ Teatri. » pp. 207-213
ole in prima insinuare, che io gli abbia con malignità così descritti per tacciar di cattivo gusto gli Spagnuoli (nel che a
, che la mia descrizione pregiudichi al gusto Spagnuolo? Dite voi ciò per vostro, o per mio sentimento? Se al vostro giudiz
escrizione pregiudichi al gusto Spagnuolo? Dite voi ciò per vostro, o per mio sentimento? Se al vostro giudizio sembra, che
i Madrid nulla ha di repugnante al gusto. E’ un misto di nuovo metodo per gli ordini de’ palchetti che vi sono, e di antico
di nuovo metodo per gli ordini de’ palchetti che vi sono, e di antico per le scalinate. Quando anche la magnificenza conven
e in migliore stato che non è quello de la la Cruz, se n’edificasse, per mio gusto sempre riterrei le medesime scalinate,
Tertulla, Patio, e Lunetas, come proprie della nazione, che in fatti per i forestieri formano un certo vario giocondo spet
di un arco di cerchio, e di due rette laterali, incomode alla veduta per molti palchi, si cangiasse in una figura ellittic
oncorrenti. Quello però che è più notabile, e di maggiore importanza, per mio avviso, è il caso di un veloce incendio, nel
i, ma pongono l’energia del patriotismo nel confessarli, e riprovarli per promuoverne la correzione. Io intanto nell’Edizio
uelle tenebre, specialmente prima d’incominciare la rappresentazione, per la loro naturale rozzezza, e non curanza per la d
are la rappresentazione, per la loro naturale rozzezza, e non curanza per la decenza, soleano bere del vino, fumare, mangia
cappelli rotondi, o slacciati in testa, di modo che quasi toccandosi per la folla formavano una specie di antica testudine
ito contrario, altercavano fra loro ad alta voce senza verun riguardo per gli altri concorrenti, qual proteggendo uno de’ T
endo uno de’ Teatri, e quale l’altro. Davano in somma, tuttochè pochi per numero, idea dello strepito de’ Teatri Latini, di
culte, mostravano in tal volgo la male intesa libertà da me accennata per esserne in parte stato testimonio di vista. Ripar
Cassa comune. Eseguì il resto il rispettabile Sig. Conte di Aranda. E per rendere lo spettacolo più ragguardevole, cominciò
alla rappresentazione senza cappello in testa: che più non girassero per la Platea i venditori di frutta: che non si fumas
ntinajo e mezzo di esemplari della Storia de’ Teatri essendosi sparsi per la Spagna, domandai a molti illuminati nazionali,
stà, e veracità altrui, dovevate cercare di assicurarvi del vero; che per fare delle apologie non manca mai tempo. Ma voi v
andovi nè anche di leggere gli scritti de’ nazionali, e poi spacciate per epigrafe del Saggio le parole di Cicerone, Si occ
Ho parlato de’ Teatri di Madrid, perchè mi erano sotto gli occhi, e, per quanto io so, niuno degli Stranieri finora ne ave
72 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 448
lacqua (V. D’Afflisio Elisabetta), quando costei diventata direttrice per conto proprio, prese in affitto il teatro di Mant
rdine de’primi gentiluomini della Camera alla Comedia italiana, dove, per altro, non riappare che il 18 febbraio 1777 in Ar
. Questa volta il pubblico l’accolse favorevolmente, in ispecial modo per la precisione dei gesti e la rapidità delle trasf
mproverato di fare ancora gli esercizi della bandiera, e di togliersi per alcuna delle sue trasformazioni la maschera d’arl
appartiene esclusivamente ad Arlecchino, l’illusione è distrutta ; e per gli spettatori io non son più che Arlecchino anch
mi trasformo in Turco, mi bisogna necessariamente toglier la maschera per la verità del costume. Quando io faccio una parte
potrei mostrare sul mio volto gli sforzi che un bleso fa inutilmente per parlare e la tensione dei muscoli prodotta da que
e che non impedirono al pubblico di togliergli le parti di Arlecchino per affidargli quelle di Dottore che disimpegnò medio
amonti. Il Goldoni pregato dal Conte di Grosberg di scrivere qualcosa per l’arlecchino da lui protetto, ricostruì per le sc
berg di scrivere qualcosa per l’arlecchino da lui protetto, ricostruì per le scene italiane una commedia sull’Arlequin empe
o e il Goldoni dice del Bigottini ch’era buon attore, ma sorprendente per le metamorfosi e per le trasformazioni. (V. Mem.
el Bigottini ch’era buon attore, ma sorprendente per le metamorfosi e per le trasformazioni. (V. Mem. Goldoni, Ed. Loehner,
73 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO II. Pastorali Italiane del XVII secolo. » pp. 274-291
de’ due secoli può tener dietro ) o a superare il Pastor fido; almeno per consenso de i dotti frutto pregevole del secolo X
e ne fece in Sassuolo con prologo del conte Fulvio Testi. Ne uscirono per L’Italia ed oltramonti molte edizioni e traduzion
storali. Forse la critica più sobria attaccò il doppio amore di Celia per la rarità del caso, poco atto essendo un possibil
iù di quello che vien concesso ad un episodio. Il lettore s’interessa per essa sin dalla scena terza dell’atto I, quando la
se Tu mi accogliesti appena Con un cotal sorriso, A cui non rispondea per gli occhi il core. Poscia nell’abbracciarmi Colle
in una parte del IV e nel V intero torna l’interesse ad essere tutto per Filli. Sin dal principio dell’atto II desta curio
e ne aumenta la vivacità, il trasporto di Filli nel trovarlo infedele per le di lui medesimo parole. Il disperato dolore de
ur ti se’ perfido e crudo, E forza, oimè! ch’io t’ami; Io t’amo, e se per altro Non t’è caro il mio amor, caro ti sia Perch
hè il mio amor sarà la morte mia. O Tirsi, o Tirsi ingrato, Filli che per te nacque, Filli che per te visse, Filli per te s
rte mia. O Tirsi, o Tirsi ingrato, Filli che per te nacque, Filli che per te visse, Filli per te si muore. I due segni d’o
Tirsi ingrato, Filli che per te nacque, Filli che per te visse, Filli per te si muore. I due segni d’oro mandati da Filli
quale avendo gettati via que’ cerchi dov’era l’immagine del Sultano, per una legge è divenuto reo di morte. Egli per dispe
a l’immagine del Sultano, per una legge è divenuto reo di morte. Egli per disperazione nella quinta scena si accusa del fat
Egli per disperazione nella quinta scena si accusa del fatto, e Filli per salvarlo se ne accusa ancora, rinovando così L’af
contesa di Olinto e Sofronia. Lo scioglimento avviene senza violenza per la volontà del Sultano spiegata in note egizie in
Arena nella Riviera di Genova, si aggira sull’amore di un pastorello per Gelopea turbato dalla gelosia per una menzogna, s
aggira sull’amore di un pastorello per Gelopea turbato dalla gelosia per una menzogna, serenato dal disinganno, e felicita
l passero di Catullo. Si macchina nell’atto II a danni de’ due amanti per separargli suscitando in ciascuno torbidi sospett
ia. Ad Alcanta si assegna la cura di tirar Gelopea al fenile di Alfeo per accertarsi che Filebo dee trovarvisi con altra ni
fronto della Gelopea. L’Alcippo impressa in Venezia nel 1615 gareggia per la semplicità colle stesse greche favole, e pure
che favole, e pure impegna a meraviglia chi legge ed ascolta. Alcippo per amore di Clori si trasforma in ninfa, e col nome
o scoperto dee soggiacere a questa pena. Tirsi il giudice più zelante per l’osservanza della legge, si scopre esser e il pa
manifesta l’innocente suo disegno di acquistar la benevolenza di lei per poi scoprirsi ed ottenerla in consorte. Commuove
te. Commuove il suo semplice appassionato racconto; tutti intercedono per lui, ed ottiene il perdono e la sua bella Clori.
lo Buonarroti il giovane pubblicata ne’ primi lustri del secolo anche per gl’intermedii accomodati all’argomento villesco.
ameno soggetto di una festa cinquennale, in cui si gareggia col canto per acquistare una bella Ninfa. Io non conosco pastor
lia, che gli succedette nel ducato di Guastalla; ma tal componimento, per avviso del lodato religioso e mio, è poco degno d
a. L’una s’intitola Procri che dal canonico Negri guastallese si pose per appendice alla sua Istoria di Guastalla. Stimò il
avoletta da recitare in musica nel passaggio della regina di Ungheria per Mantua a. Cesare stesso compose la Piaga felice
74 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 164-168
la rinomata attrice Carlotta Polvaro, dalla quale presto fu separato per la incompatibilità dei caratteri. Fu a Parigi bri
ra sotto sequestro. S’alzò un grido d’ òrrore, misto all’incredulità, per tanto disastro. E l’Angiolini, tra il brusco e il
u costui, il quale fioriva intorno al 1590. Dal Regno di Napoli, dove per qualche tempo esercitato aveva la sua comica prof
in Bologna, in Venezia, ed in altre principali città fecesi conoscere per un gran Commediante. Spiritoso ne’ lazzi, pronto
ato, e pieno di moltissime cognizioni. » Pubblicò nel 1610 a Bologna per le stampe di Vittorio Benacci due operette ; la p
e qui io pubblico intero, assieme alla riproduzione del frontespizio, per dare una idea ben chiara di questa variazione (su
iazione (sudiciotta, se vogliamo) della maschera del Dottore, di cui, per quanto io mi sappia, non è traccia fuorchè nel no
ntova (V. Andreini Virginia) narrando i dissapori sorti in Compagnia, per opera specialmente dei coniugi Cecchini, conchiud
Dottori ne sappiano quanto Spacca, ò che Spacca non ne sappia tanto, per non hauer del continuo si gran fatiche in pacific
a : E questa mattina appunto (ò bel caso diavolo, alzate l’intelletto per cortesia) ero nel mio studio a spolverare i libri
a ; apro, e veggo Mercurio co gli stivali in piedi, tutto sudato, che per hauer troppo corso, non poteua quasi rihauere il
ò hanno bisogno della presenza vostra ; Io galantamente rispondo, che per fargli seruitio sono in ordine, lui di posta mi p
date tante le maledette pugna nel naso, che sarebbe piouuto mostarda per otto giorni, e la spetiaria di maestro Apollo sar
ezzo ramingo pe ’l mondo, & il primo luogo, che mi paresse sicuro per habitarui, fù alle sponde del fiume, che hora si
i chiama Reno ; Quiui feci fabricare una Città, e conosciuto il paese per fertile, & abondante, la chiamai Felsina, qua
ato dal Regno, rispondeuo Re nò, Re nò ; e di qui il fiume, che passa per la città di Felsina, fù dipoi sempre nominato Ren
o in Toro haueuo impregnato la bella Europa, tornando di Creta passai per doue oggi è Bologna, & alloggiato da vn mio p
e nel partirmi feci miracolosamente nascere in quel luogo vna Città, per ricompensa, facendone Signore quel mio ospite ; &
, che significa non, & Jam, che s’espone già ; cioè Bos non jam ; per mostrare, che non era già vn Bue, ma Gioue quello
, se non hauessi veduto Mastro Apollo. che già haueua la bocca aperta per dire il fatto suo ; però fattolo accostare, gli d
lo accostare, gli diedi cenno, che parlasse ; Egli con la testa rossa per la collera, disse che quello, che era opera manar
on preghi, e promesse ridurre alle sue voglie, faceua quasi le pazzie per amore ; pure al fine risoluto di non star sempre
ar sempre come le zucche (co ’l seme in corpo) determinò di pigliarla per forza, e contrar seco legitimo adulterio ; la Nin
in Tessaglia (come dice quel minchione di ser Nasone), doue la Ninfa per opera di Gioue fù trasformata in alloro. Apollo p
el sinas ; cioè, o Ninfa, sinas, lascia, dal verbo sinos, is, che stà per lasciare, e fel, che vuol dire fiele, e si piglia
os, is, che stà per lasciare, e fel, che vuol dire fiele, e si piglia per l’amarezza, e crudeltà in amore. Quand’io sentii
ne all’origine di Roma. Non vi ricorda bestiazze, quando io spasimauo per Venere, e lei in amarmi non era un’ oca, che quel
lla ragione ; e chiamai Pallade, che quasi quasi s’era pisciata sotto per la paura douendo venir di nuouo in concorrenza co
ri Dei, me ne scesi in terra, à far anch’io edificare vna Città, doue per sempre fusse la sedia, & abitation mia ; e pe
sempre fusse la sedia, & abitation mia ; e perchè si riconoscesse per Città di Pallade Dea delle scienze, feci tutti i
Dea delle scienze, feci tutti i suoi abitatori dotti, e sapienti ; e per dimostrar l’istesso anco co’l nome, la chiamai, n
à che non ha ignoranti, dal nome Bò, o Bue, che volgarmente si piglia per ignorante ; dalla dittione non, e dal verbo hauer
atto viuo vocis oraculo, gli poneste quel bel nome Bononia in latino, per dimostrar, che Bona omnia in ea sunt, e Bologna i
he hanno in animo di recitare, in quel cambio hò voluto dirui, quanto per cagion vostra m’ è avvenuto, e quanto in servitio
pare, che meum labor sit dignum mercedem suam, fate silentio, che io per hora altro non chieggo, e voi in tal modo conferm
a in sillabe, Bo, bonorum, no, notitia, ni, nimis, a, amabilis. Ma se per lo contrario (che non credo) ci denegherete la so
75 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo V. Teatro greco. » pp. 26-81
sguardo, e che di poi la sua riflessione si comunichi a’ circostanti per un interesse ancor più generale, e che vada così
ovò interessato a sacrificarlo a Bacco, e que’ paesani che ’l videro, per simile interesse applaudirono al colpo, si ralleg
della drammatica, che vedremo bentosto ingombrar tant’aria, e spander per tutto verdi e robusti i suoi rami. Seguendo in ta
i Sicione il pensamento d’interporvi altri racconti chiamati episodi, per rendere la festa più varia, o per dar tempo a’ sa
vi altri racconti chiamati episodi, per rendere la festa più varia, o per dar tempo a’ saltatori e cantatori di prender fia
gionar delle operazioni belliche, era degno di comandare alle squadre per vantaggio della patria19. Egli fu sì amato, che a
sori di scemare il numero degl’individui del coro musico e ballerino, per accrescerne quello degli attori degli episodi; e
resentatori rese l’azione vie più viva e variata. Seppe egli in somma per molti riguardi farli ammirare come attore, come d
trenta volte. Guerriero, capitano, vittorioso nella pugna di Maratona per Atene sì gloriosa, mostra nello stile la grandezz
ziana, nemica di quelle principesse. Quest’araldo, che ne afferra una per la chioma, e la strascina verso i vascelli, sarà
i tratti, di movimenti militari, di sospensioni meravigliose, e fatta per presentare uno spettacolo sorprendente. Longino n
mbra un accessorio superfluo dopo il IV, dove narrasi l’assedio tolto per l’esito funesto del combattimento de’ due fratell
vi si ammira lo stato dell’azione esposto con somma arte e nitidezza per maniera che l’antichissimo riformatore e padre de
formatore e padre della tragedia non ebbe bisogno dell’esempio altrui per condurre alla perfezione questa sì rilevante part
ngua. La riconoscenza del fratello e della sorella si sa nell’atto II per mezzo de’ capelli gettati da Oreste sulla tomba,
ba, e delle vestigia impresse nel suolo simili a quelle di Elettra, e per un velo da lei lavorato, essendo Oreste fanciullo
i questa di Eschilo, benché si possa in qualche modo discolpare. Egli per altro mostra molto giudizio nell’istesso atto, fa
i. Tutto ciò rende in certo modo sopportabile il gran parricidio ch’é per commettere. Né di ciò pago il savio poeta, in una
tesso. Questi riguardi, queste sospensioni e cautele erano necessarie per disporre l’uditorio a uno spettacolo sì atroce, c
o IV segue l’uccissione di Egisto; e ’l pianto sparso da Clitennestra per l’usurpatore serve di cote al furor d’Oreste, e l
tesso Oreste perseguitato dalle furie, e poi liberato dalle loro mani per lo favor d’Apollo e di Minerva, e per la sentenza
e poi liberato dalle loro mani per lo favor d’Apollo e di Minerva, e per la sentenza dell’areopago, é l’argomento della fa
giudizio é parlante come ogni altro attore, ed uno solo é quello, che per tutti interloquisce; il che si osserva nel rimane
o l’arte incantatrice degli antichi, posseduta da pochissimi moderni, per mezzo della quale un’azione semplice viene animat
consiglio di Persia. Questa tragedia merita di leggersi attentamente per apprendervi la grand’arte d’interessare, e per co
leggersi attentamente per apprendervi la grand’arte d’interessare, e per conseguenza di commuovere e piacere21. Dopo ques
la dissertazione del signor Mattei tutte l’idee naturali scompigliate per lo prurito di dir cose nuove, le quali in fine si
tò alcuni versi notati di manifesta impietà, e ’l governo, che vigila per la religione e i costumi, sentenziò a morte l’ard
ci, e ’l colpevole fu perdonato. Eschilo disgustato della patria così per questo contrattempo, come perché cominciavano ad
ro additare al famoso Sofocle una corona tragica non ancor toccata. E per conseguirla, attese a formarsi uno stile grave, s
za delle decorazioni. E perché tuttavia gli parve di mancar di attori per l’esecuzione del suo pensiero, staccò dal coro un
atori. E acciocché tutto concorresse all’illusione, che tanto importa per disporre gli animi alle commozioni che si pretend
pretende eccitare, volle che si dipingesse il palco24, probabilmente per mettere alla vista il luogo dell’azione. Ebbe anc
adattati al talento e alla disposizione de’ suoi attori giacché egli per mancanza di voce non poté rappresentare, come fac
di voce non poté rappresentare, come faceano gli altri poeti, i quali per lo più recitavano nelle proprie favole. Stese Sof
favole. Stese Sofocle le sue osservazioni fino alle più picciole cose per far risplendere l’abilità di ciascuno; e perché s
più pellegrini. Lo stile di Sofocle é talmente sublime e grande che, per ben caratterizzare la gravità della tragedia, dop
lui conceputi, che senza contrasto vien preferito a tutti i tragici, per l’economia della favola. Nell’Ajace detto Flagell
gliari! Si rappresenta nelle Trachiniane la morte di Ercole, avvenuta per lo dono funesto di Dejanira, nella quale si vede
risimilitudine sì manifesta, se il fatto non si rendesse sopportabile per qualche circostanza importante, allora nota, ed o
gna del gran Sofocle é pure l’ultima scena.25 L’Antigone, conosciuta per moltissime traduzioni, si aggira su gli onori del
con maggior verisimilitudine che non nella Tragedia del predecessore, per mezzo di un anello d’Agamennone; e fu così vivace
ena con Crisotemi si vede a meraviglia scolpito il suo carattere. Non per tanto agli occhi de’ moderni può parere orribil c
idezza di certi pregiudicati moderni, sforniti de’ soccorsi necessari per leggere gli antichi, appena basta per ingannar se
sforniti de’ soccorsi necessari per leggere gli antichi, appena basta per ingannar se stessi sul merito di questo capo d’op
ena basta per ingannar se stessi sul merito di questo capo d’opera, e per supporre la tragedia ancora avvolta nelle fasce i
ché essendo stato il bambino esposto sul Monte Citero, il padre cadde per altra mano, avendolo ucciso alcuni ladroni in un
all’udir che Polibo, suo creduto padre, é morto in Corinto, ne deduce per conseguenza l’inutilità di consultar l’oracolo d’
a il tragico teatro greco. Che riconoscenza poi mirabilmente condotta per tutte le circostanze nell’atto IV, e di qual trag
φύλιον, sanguinem cognatum, che il dottissimo Brumoy desiderava nella per altro elegante traduzione di questo passo fatta d
te i cuori sensibili la preghiera di Edipo ridotto in sì misero stato per abbracciar le figliuole, e quando brancolando va
to,  Piangon supplici e meste i loro mali.  In varie parti, dove  Son per le rive i sacri altari alzati,  Si raddoppiano gl
Lenno Ulisse e Neottolemo, perché si richiedevano indispensabilmente per sa caduta di Troia. Filottete é il più compiuto e
ire, accompagnati dagli stromenti. La prima scena del V é molto viva, per lo bel contrasto della virtù di Neottolemo colla
lla virtù di Neottolemo colla politica di Ulisse. La tragedia termina per macchina coll’apparizione di Ercole, pel cui coma
suo figliuolo chiamato in giudizio e accusato di fatuità, e ’l poeta, per convincere i giudici della falsità dell’accusa, r
Sofocle già vecchio, quando Euripide lasciò la palestra degli atleti per darsi tutto alla tragica poesia, e d’anni diciott
d’anni diciotto osò metter fuori la prima sua tragedia. Ardua impresa per sì pochi anni gareggiar colla riputazione d’un So
si accinse con tutti i soccorsi, onde i frutti poetici si stagionano per l’immortalità, avendo appresa da Prodico l’eloque
e vi si accinge finalmente con quella somma attenzione indispensabile per isviluppare l’ingegno e rintracciar le bellezze o
’ingegno e rintracciar le bellezze originali di ogni genere; perocché per natura avverso alla mollezza, cercò nei gli orror
vverso alla mollezza, cercò nei gli orrori d’una caverna tutto l’agio per esaminare e dipingere il cuore umano, e per istud
’una caverna tutto l’agio per esaminare e dipingere il cuore umano, e per istudiare il vero linguaggio delle passioni. Per
tetico sommamente dilicato e mai più non vedano sulle scene ateniesi, per cui fu da Aristotile onorato del titolo di Τραγικ
tti il suo stile si distingue molto dallo stile de’ suoi predecessori per l’arte mirabile di animar col più vivace colorito
so, Ion, le Baccanti, il Ciclopo. Fece in esse sempre uso del prologo per mettere con chiarezza sotto gli occhi dello spett
chiarezza sotto gli occhi dello spettatore quanto stimava necessario per l’intelligenza della favola; ma Eschilo e Sofocle
dell’azione. Nell’Elettra Euripide rimane a Sofocle inferiore appunto per l’introduzione. Quanto alla riconoscenza del frat
Eschilo molto più animata, ma in Euripide é più verisimile, avvenendo per mezzo dell’Ajo di Oreste, e per una cicatrice ch’
Euripide é più verisimile, avvenendo per mezzo dell’Ajo di Oreste, e per una cicatrice ch’egli avea in fronte fin dalla fa
fin dalla fanciullezza. Quella di Sofocle però supera l’una e l’altra per l’effetto vivace che produce in teatro; perocché
é perseguitato dalle Furie vendicatrici, ma é presso ad esser punito per l’uccisione della madre. Nell’atto I vi é un brie
satireggiati alcuni oratori del tempo del poeta, circostanza perduta per gli moderni, ma che dovea esser importante per gl
a, circostanza perduta per gli moderni, ma che dovea esser importante per gli ateniesi. Vi si veggono per tutto tratti assa
oderni, ma che dovea esser importante per gli ateniesi. Vi si veggono per tutto tratti assai popolari e pressoché comici e
ti da lui maneggiati con maggior vigore e leggiadria, trionfandovi da per tutto la sua maravigliosa maniera di dipigner gli
L’azione acquista dal principio dell’atto IV gran calore e movimento per l’avviso dato dallo schiavo a Clitennestra e ad A
parte quel cominciamento; ma la sua traduzione, sebbene degna di lode per vedervisi l’intelligenza ch’egli avea dell’origin
nnata. L’espressione dunque d’Ifigenia non dee tradursi letteralmente per l’istessa misura de’ versi, ma sì bene per lo med
dee tradursi letteralmente per l’istessa misura de’ versi, ma sì bene per lo medesimo lamento, e così fece il Dolce: Madre
ineguaglianza del carattere d’Ifigenia, che alla prima piange e prega per esser sottratta alla morte, e di poi si offre vit
ta alla morte, e di poi si offre vittima volontaria del pubblico bene per acquistare Ne’ secoli futuri onore e gloria. Un
ltreacciò e’ contraddice apertamente al propio carattere, da che egli per ritenere il comando e ’l titolo di Re de’ Re era
. Ma la divisione degli atti non mi sembra in conto veruno essenziale per ben conoscere l’eccellenza de’ tragici antichi. E
ar egli che rassomiglino alle precauzioni prese da’ sacerdoti gentili per accreditare i loro responsi che vendevano per ora
e da’ sacerdoti gentili per accreditare i loro responsi che vendevano per oracoli? Nella tragedia intitolata Elena si tratt
li stupidi ammiratori de’ moderni dee leggersi attentamente l’atto II per apprendere l’arte di distinguere la natura con ve
embreranno sempre ingiusti e poco urbani, e in niun modo tragici. Non per tanto bisogna retrocedere almeno venti secoli per
n modo tragici. Non per tanto bisogna retrocedere almeno venti secoli per giudicar diritto perché un sì gran maestro, come
l’opinioni dominanti. Ippolito coronato contiene la morte d’Ippolito per l’accusa di Fedra. Questa tragedia fu coronata so
l’offerisce alla statua di Diana. Per questa corona dunque, e non già per quella riportata dal poeta, Ippolito si chiamò Στ
chiamò Στεφανηφορος, come l’Ajace di Sofocle s’intitolò ΜΑΣΤΙΓΟΦΟΡΟΣ per la sferza che portava in iscena. Quei che credono
esse ne acquistò il titolo di coronata. Or perché si darà ad Ippolito per tal ragione, quando egli porta la corona effettiv
orso? Nut. Ma, principessa, ancor vaneggi? I cervi     Ora inseguivi per le alpestri rupi,     Or domi al piano un corrid
ramente da M. Racine; benché la greca riesce più tragica e importante per lo spettacolo di Fedra morta. Il Racine che ha pr
perdere varie bellezze della tragedia greca, come il dolore di Teseo per sa morte di Fedra, e la tragica scena d’Ippolito
bondo. Il carattere d’Ippolito sembra un ritratto di quello del poeta per lo sempre avverso ch’egli avea alle donne, per lo
to di quello del poeta per lo sempre avverso ch’egli avea alle donne, per lo spirito filosofico, e pel gusto oratorio che s
greca. Ha essa più parti: queste parti hanno bisogno di maggior arte per essere conciliate insieme; onde é più difficile d
del dramma, si avanza, s’imbarazza, scoppia finalmente, diremo così, per il fermento di certe cagioni interne, gli effetti
consiste in porre sotto gli occhi un’azione che vada sempre crescendo per gradi finché per necessità scoppi con vigore, e n
sotto gli occhi un’azione che vada sempre crescendo per gradi finché per necessità scoppi con vigore, e non già in ordinar
ando la mente, senza mai parlare al cuore, diminuiscono l’interesse e per conseguezza l’attenzione dello spettatore. «Tutto
dominante si divide tra Fedra, Ippolito, e Teseo; in Euripide é tutto per Ippolito da principio al fine. Tutto é lagrime in
nte nella calunnia senz’accusare il calunniatore, rispettoso e tenero per il padre benché ingiusto, Ippolito non lascia per
rispettoso e tenero per il padre benché ingiusto, Ippolito non lascia per un momento d’interessare tutti i cuori sensibili.
e raffreddano la compassione, e si scuopre nel poeta un’arte infinita per coprirne e scusarne i difetti. Teseo attrae a se
eseo attrae a se tutto l’interciso del terzo atto. L’amore d’Ippolito per Aricia vietato dal padre quanto non toglie al car
ze non avrebbe fatto di meglio, ed avrebbe avuta sa stessa indulgenza per un popolo che dovea essere il suo giudice. Quest’
niuno degl’interpreti antichi ha capito l’artificio de’ tragici greci per rapporto alla musica. Egli stesso non ha fatto di
orprendente, tutta nuova? Si osserva in oltre che ne’ greci i cantici per l’ordinario non han luogo, so non conosciuta perf
a giudizio del celebre signor Gluck, hanno bisogno di passioni forti per dar motivo alla musica di trionfare. I cori di qu
durlo, ritenendo al possibile le immagini e lo spirito dell’originale per dare un’idea ancora de’ cori d’Euripide: Patria
l’Ara      Mi prostro e piango, oh vani prieghi e pianti!      Tratta per 1 ‘onde io son, misera, e veggio      Trucidato i
atrii liti      Pronte a tornar, e dall’Iliaco suolo      A svellermi per sempre! Il duol m’oppresse,      Caddi abbattuta,
ll’Andromaca di Racine; perché questa, é la vedova di Ettore che teme per la vita d’Astianatte; e nella tragedia greca é An
tte; e nella tragedia greca é Andromaca già moglie di Pirro, che teme per la vita di Molosso avuto da questo secondo matrim
Osservisi in tanto che nell’atto IV Ermione e Oreste fuggono da Ftia per andare a Delfo a uccider Pirro, e nell’atto V si
rappar dalle braccia Astianatte: ma le traduzioni non son sufficienti per farne conoscere il patetico, e molto meno questa
ei tu d’Ettore figlio, io sposa?      Per dominar sull’Asia       Non per morir tra’ barbari sì presto,      Credei produrt
rifugge      Sotto l’ali materne? Ahi non é quello      Più un asilo per te. Morì già Ettorre,      Né dall’avello, per se
ello      Più un asilo per te. Morì già Ettorre,      Né dall’avello, per serbarti in vita,      Fia che risorga. Di sosteg
in contraccambio ha l’arte del dialogo e l’aggiustatezza di Sofocle; per il che qualcheduno pretende che appartenga a quel
ce Minerva a Ulisse e Diomede, la quale vedendo sopraggiugner Paride, per salvare i due greci, fa travedere al duce troiano
i fa creder Venere, mentre i suoi favoriti non lasciano di ravvisarla per Minerva. Tali cose allora convenivano a i princip
i, e perciò non parevano assurde e stravaganti. Lo scioglimento si fa per macchina (come nella maggior parte delle tragedie
tragedia, é il personaggio di Egeo introdottovi senza veruna ragione per preparare un asilo a Medea, della cui salvezza lo
cena vigorosa di Giocasta co’ figli é degna di particolar riflessione per la maestra dipintura de’ due fratelli ugualmente
fieri e accaniti nell’odio reciproco, ma di carattere ben diversi, e per lo dolore interessante della madre che s’interpon
elle Danaidi; pur queste due tragedie hanno tra loro qualche rapporto per la condotta. Lo spettacolo della prima scena dove
dizioni; il che alle occasioni non lasciavano di fare i tragici greci per mostrare la nobiltà e antichità de’ loro costumi,
ll’Achille in Sciro, ma sulle tracce di Virgilio le rende intercisami per l’allusione vivace alla situazione d’Achille in q
in angustia la madre, e ’l poeta é costretto a far discendere Minerva per giustificar Creusa. Questa tragedia ha non pochi
rale. La situazione di una madre e d’un figlio, che non conoscendosi, per errore si tramano la morte, é vaghissima, e Metas
rgie. É terribile il racconto dell’uccisione del disgraziato re preso per un cinghiale; e tragica é la scena, in cui Agave
oi pervenuti altro che alquanti frammenti che talvolta appena bastano per conoscerne in parte l’argomento. Questo gran trag
o di possederne le ossa, che quando vennero gli ambasciatori ateniesi per ottener licenza di trasportarle dov’egli era nato
agedie e una satira, delle quali si componea la Tetralogia necessaria per concorrere nel Certame Olimpico. Anche l’Orator T
ll’animo de’ Leggitori». Bisogna però esser dotato non che d’ingegno, per esaminare, ma di cuore per sentire, e di buon son
sogna però esser dotato non che d’ingegno, per esaminare, ma di cuore per sentire, e di buon sonno per apprezzare perché al
he d’ingegno, per esaminare, ma di cuore per sentire, e di buon sonno per apprezzare perché altrimenti si portano giudizi s
pag. 46, e mi é slato ultimamente sumministrato da un Letterato amico per consiglio del signor D. Giacomo Martorelli, dotti
ere, nell’Università Napoletana, e chiaro nella Repubblica Letteraria per molte Opere pregevoli che dimostrano la di lui sc
lle nazioni, (senza mettergli a conto il barbaro disprezzo che mostra per la lingua, la letteratura, e le maniere de’ popol
ine sono senza dubbio, l’Ifigenia e la Fedra, le quali si riconoscono per giudiziose traduzioni, o imitazioni d’Euripide, d
andoti al gusto e ai costumi correnti, hanno adoperate nuove macchine per cattarsi l’attenzione dello Spettatore d’oggidì,
76 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 364-382
l Friuli il 29 gennajo del 1822 quand’erano in Compagnia Cavicchi, fu per universale consentimento la più grande artista de
gi Rosa e Pasquale Tranquilli, che agiva assieme a un corpo di ballo, per la stagione di carnovale dell’anno 1832 al R. Tea
vantaggi che dalle sceniche Produzioni ne derivano, quanto magnanima per incoraggiare nei loro tentativi gli attori che si
rata con la famiglia dal Meneghino Moncalvo, il quale, dopo di averla per due anni esercitata in parti di bambina, credette
slanciata, di affidarle quella di Francesca da Rimini, ch'ella recitò per la prima volta a Novara nel '36, con tale success
che le furon poco dopo offerte scritture di prima donna assoluta. Ma per fortuna il padre, uomo di buon senso, la scrittur
Real Compagnia, facevale vive istanze perchè vi tornasse ; ma, prima per le condizioni da lei fatte della scrittura, poi p
nasse ; ma, prima per le condizioni da lei fatte della scrittura, poi per la speranza del suo matrimonio, non approdarono a
. In quel tempo l’attore e capocomico Pisenti fu messo in prigione per debiti ; e la Ristori, che fu sempre delle miseri
carnovale 50 in 51 termino il mio contratto e la carriera drammatica per cambiare di condizione. Eccole parlato francament
issimo l’antico amore dell’arte, che quello di sposa e di madre aveva per alcun po'assopito. Ma ad attuare il nuovo disegno
nciare, e su larghissima scala, rimanendo la Compagnia ferma a Torino per due stagioni almeno. Come fare ? Ci volevan per l
pagnia ferma a Torino per due stagioni almeno. Come fare ? Ci volevan per lo meno 30,000 franchi all’anno. E poi : Righetti
no. E poi : Righetti dovrebbe obbligarsi a firmare un contratto annuo per una stagione a Roma, e per l’autunno nel primo an
be obbligarsi a firmare un contratto annuo per una stagione a Roma, e per l’autunno nel primo anno '53. Di più : in caso di
reciterebbe solo cinque volte alla settimana, in una sola produzione per sera in principio della serata con diritto di rif
tifelius, Clarissa Harlowe, ecc. : quelle parti insomma con le quali, per quanto sieno eseguite con dignità, è d’uopo soste
mezzi che le offrivan la sua grandezza artistica e il suo nuovo stato per « rivendicare all’estero — com’ella dice — il nos
sso. A render tutto ciò meno difficile, mio marito pensa partire per Parigi il 20 0 25 corrente, e, corredato di lette
in ciò giovarci, e mandarci qualche lettera che presenti mio marito, per ora, e quindi ma alle distinte e ragguardevoli fa
ole : ….. La stampa ha già cominciato a lavorare, e la cosa è sparsa per tutta Parigi. Per i 14,000 franchi contateci, com
hi contateci, come sono sicuro che l’esito sia di tutta soddisfazione per voi, per me e per gli artisti. Di questo sono mor
eci, come sono sicuro che l’esito sia di tutta soddisfazione per voi, per me e per gli artisti. Di questo sono moralmente c
sono sicuro che l’esito sia di tutta soddisfazione per voi, per me e per gli artisti. Di questo sono moralmente convinto.
chi, ho a cuore, più di qualunque altro, la riuscita buona della cosa per la mia Adelaide…. E la sera della prima rapprese
ella sua faccia, e la melodia del suo organo di fisarmonica…. Questo per le doti fisiche. E per le intellettuali : Le sue
elodia del suo organo di fisarmonica…. Questo per le doti fisiche. E per le intellettuali : Le sue ispirazioni sono subli
enetra nel profondo ; ha tali accenti che straziano e trascinano…. E per la donna : Non è difficile indovinare che la Ris
me la più onorata madre di famiglia, compiendo ogni suo dovere, che è per lei la felicità. Nelle parti odiose si trovan per
i suo dovere, che è per lei la felicità. Nelle parti odiose si trovan per lei delle scuse, e pare che il suo personaggio no
incontestato dell’Esposizione. Bisogna leggere i giornali dell’epoca, per rendersi ben conto di codesto delirio, e di cotes
so usci dal silenzio poetico, in cui sembrò essersi condannato, dettò per lei un’ ode, che la folla acclamò per due sere, r
embrò essersi condannato, dettò per lei un’ ode, che la folla acclamò per due sere, riempiendo al colmo la sala Ventadour,
lle sue Figures du temps (Paris, Bourdilliat, 1861), non ebbe, specie per la recitazione in francese della Beatrice di Lego
in francese della Beatrice di Legouvé, parole di soverchia tenerezza per la nostra eroina : ma l’entusiasmo si mantenne al
, nella solennità dell’omaggio, gli entusiasmi che ella seppe destare per oltre sessant’anni. Il nostro giovine Re Vitto
rescia e morta a Genova il 1890 ; Enrico, artista egregio alcun tempo per le parti amorose al fianco di sua sorella, poi im
apo-stazione a Foggia nel 1894 ; e Cesare ora al fianco della sorella per le parti di carattere, ora cantante buffo, nato a
77 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquarto »
canto è nulladimeno così universale e così radicato, dove la lingua è per se stessa armoniosa e cantabile, e dove tal dilet
e volle sottrarsi da quella subordinazione che rendevasi necessaria e per la divisione comune e per l’ignoranza particolare
a subordinazione che rendevasi necessaria e per la divisione comune e per l’ignoranza particolare dei professori; dacché og
eta e l’infingardaggine dei compositore fecero in seguito rovinar giù per la china del cattivo gusto i cantanti. Nel secolo
che si conserva tuttora in Italia come reliquia dell’asiatica voluttà per monumento dei nostri vizi, per oltraggio della na
ia come reliquia dell’asiatica voluttà per monumento dei nostri vizi, per oltraggio della natura, e per consolar i Caraibi
voluttà per monumento dei nostri vizi, per oltraggio della natura, e per consolar i Caraibi ed i Giaghi della superiorità
sorgenti della virilità tanti esseri men colpevoli che infelici, non per sigillare col loro sangue la verità della nostra
o mansuetudine e dolcezza e che abborrirebbe sagrifizi sì infami, non per liberar la patria da eccidio imminente o da grave
ar la patria da eccidio imminente o da grave sciagura il sovrano, non per esercitar un atto di virtù eroica e sublime che c
ci ricompensasse della durezza dei mezzi coll’importanza del fine, ma per blandire l’orecchio col vano ed inutil diletto de
, ma per blandire l’orecchio col vano ed inutil diletto del canto, ma per sollazzare nella sua svogliatezza un pubblico cap
sua svogliatezza un pubblico capriccioso, scioperato, e corrotto, ma per riscuotere un passaggiero e frivolo applauso in q
gere i loro tesori e la protezione loro ad altri usi meno disonoranti per la ragione, e meno perniciosi alla umana spezie.
no pur nascere più di una spiritosa avvocata, pregandolo a concorrere per mezzo della influenza cui la natura, non so se pe
ndolo a concorrere per mezzo della influenza cui la natura, non so se per nostra fortuna o per nostra disgrazia, ha dato al
r mezzo della influenza cui la natura, non so se per nostra fortuna o per nostra disgrazia, ha dato alle donne sopra di noi
] Ma poiché alla oscura e solitaria filosofia poco forte in se stessa per resistere alla tirannia delle opinioni altro part
a, e di Cipariso nel gabinetto di Cibele, ma in niun modo a proposito per rappresentare personaggi virili. Infatti qual pro
eggiare, pare a loro che l’azione e il gesto non ci abbiano a entrare per niente, e si direbbe quasi che vogliano patteggia
giamento esteriore. E se qualche volta si pongono in movimento è solo per contraddir se medesimi, e per distrugger col gest
he volta si pongono in movimento è solo per contraddir se medesimi, e per distrugger col gesto la commozione che avrebbe po
a le parole ch’esprimono il furore, e prestando a Cleonice addolorata per la partenza di Alceste lo stesso contegno che le
bocca aperta, col braccio incurvato, e colla mano attaccata al petto per più minuti, come avessero a rappresentare i figli
nato di Roma? E è l’uomo di buon senso che non deva fremere nel veder per esempio Radamisto che, ferito in un braccio da Ti
isto che, ferito in un braccio da Tiridate, continua ancora a gestire per tutta l’azione col braccio ferito, come l’avesse
attitudine finché dura il racconto, terminato il quale comincia come per convenzione a dar nelle smanie? Nel rifletter che
ifletter che Beroe allorché parlando con Samnete gli dice: «Idol mio per pietà rendimi al tempio.» invece d’intuonare que
rità. [5] Come avessero un fedecommesso ne’ gesti che si trasmettesse per retaggio dal maestro al discepolo, così vedrete u
o dovutogli, e divertirsela passeggiando lentamente il teatro come se per tutt’altro fine fosse venuta colà che per concili
entamente il teatro come se per tutt’altro fine fosse venuta colà che per conciliarsi l’attenzione e per mostrarsi appassio
tutt’altro fine fosse venuta colà che per conciliarsi l’attenzione e per mostrarsi appassionata. Prende poi a cantar le pa
ssimamente affettando un’aria di dissipazione che innamora, guardando per ordine i multiformi cimieri, e le vario-pinte alt
to modo bellissime. E ciò mentrecchè la meschineria Eponina si sfiata per muoverlo a compassione. Quale idea si formano ess
tenzione si mette nel far dei trilli e dei passaggi tanto meno rimane per accompagnarli coi segni confaccentisi; ma in gran
rescerà certamente di merito fra le mani de’ presenti cantori ridotti per colpa loro a servir d’intermezzo ai ballerini, ch
o imparati gli elementi dell’arte loro e cantassero come va fatto, ma per disgrazia nostra sono o tanto ignoranti o tanto p
l’altra, lasciano loro tanto di modestia e di buona fede quanto basta per degnar d’uno sguardo le osservazioni di un amator
a pel mezzo d’una serie successiva di suoni aggradevoli. L’armonia è, per così dire, il legame o vincolo fra l’uno e l’altr
ra forza che quella che si ritrae dal parlar ordinario. La melodia da per sé sarebbe un disegno capriccioso senza oggetto n
esso grado dappertutto né che sia simultanea. In una lingua armoniosa per natura come la greca, dove la poesia regolava la
sicale se medesimo non abbisognava se non che dell’aggiunta del ritmo per divenire un perfetto recitativo, la poesia poteva
o una sola e medesima cosa. Ma nelle nostre lingue moderna appoggiate per le ragioni che s’addussero altrove su principi di
a poesia senza portar seco tutto il corredo de’ suoi abbigliamenti, e per conseguenza senza opprimere la compagna. A guisa
e’ nostri teatri, se dovesse prolungarsi senza interruzion né respiro per i tre atti d’un dramma. Da queste due ragioni com
ppo necessaria nei nostri sistemi di armonia e di lingua, ma la quale per motivi contrari non era né poteva esser tale pres
dopo l’enunciato problema, sui quali però mi è forza passare di lungo per fermarmi soltanto nelle cose che tendono direttam
parlar ordinario pel tuono della voce tranquilla con cui s’espone, e per le materie che vi si trattano, raro è che spicchi
ere ciò che non potrebbe render la musica, ed ecco il luogo opportuno per l’attore di mostrar il suo talento nel recitare,
della declamazione. La musica non vi deve entrare se non quanto basti per far capire che l’azione rappresentata è un azion
o basti per far capire che l’azione rappresentata è un azion musicale per contraposizione alla recitata. Altro non vuolsi d
l sentimento va prendendo mossa e calore, allorché la voce interrotta per intervalli palesa il disordine degli affetti e l’
sa, anzi lo rende necessario. Ma uno stato dove la passione s’esprime per reticenze e dove l’alternativo silenzio frapposto
i poemi degli antichi, e le tragedie recitabili. Diamone alcuni saggi per maggior chiarezza. [12] Nel sesto libro della Ene
che ha di vendicarsi, e la destrezza colla quale va cercando i mezzi per riuscirvi. Nerina, che ignora ciò che ponno intra
l campo dov’era stata presente alla pugna senza però vederne il fine, per avvisar il padre che i duo figliuoli suoi erano s
le e più frequente. Ivi la melodia ricerca i tuoni più appassionati e per conseguenza i più veri, gli raccoglie sotto ad un
li dispone secondo l’ordine più dilettevole all’orecchio, e gli guida per modulazioni ora forti ed ardite, ora insinuanti e
e alla lingua, prendendo dall’arte quel tanto e non più che ci vuole per presentar la natura nel suo più vero e più dilett
nt’essenza odorosa la sostanza di mille fiori che si trovavano sparsi per le campagne. [19] Lo scopo delle arti imitative n
dal compositore secondo le leggi della modulazione. Il risultato non per tanto della imitazion musicale benché tale qual è
are che presenti all’orecchio la serie dei tuoni contenuti nell’aria, per esempio, “se mai senti spirarti sul volto” di Glu
li omaggi delle persone di gusto se l’arte d’illeggiadrire le cose, e per conseguenza una discreta licenza negli ornamenti
gli ornamenti non supplisce in lei alle altre mancanze. Eccedente non per tanto fu la severità di quell’altro francese auto
rtifiziosamente i motivi, e nel seguitare le frasi musicali; bastando per essa il poter rendere colla maggior esattezza cia
orme alla quotidiana esperienza che i tuoni musici che rappresentano, per esempio, le gelose smanie di Poro, ci riescano pi
mitato. [22] Ma dove, quando, e come deve usar il musico degli ornati per conciliar fra loro i due estremi difficili, di em
non dee punto aver luogo. A conoscer poi quando la natura abbia forza per se sola a produrlo, basta osservare se i tratti c
lle frascherie. [26] Terza. Non deve infiorar il principio di un’aria per la stessa cagione che non s’infiora l’esordio di
i uditori attenti abbastanza in principio, fa d’uopo riserbar i fiori per quel tempo ove la loro attenzione comincia ad ill
n coro; attesoché se ad ogni cantore si concedesse l’uscir della riga per far pompa di ghiribizzi mentre gli altri stanno f
randosi con mille girigiri insignificanti. Questo metodo è eccellente per metter in vista un cantore agli occhi del volgo m
e agli occhi del volgo musicale, ma l’uomo di buon gusto va al teatro per sentir parlare Sabino ed Eponina, non per sapere
di buon gusto va al teatro per sentir parlare Sabino ed Eponina, non per sapere quanti passaggi e quanti trilli possano us
quello ch’essi non fanno. Come se avessero in qualche scrittura fatta per mano di notaio rinunziato solennemente al buon se
nticano nelle fauci o nel palato le finali delle parole profferendole per metà; ora sconnettono il nominativo dal verbo che
le parole né il significato loro se non venisse in aiuto il libretto per far ciò che faceva il pittore di un castello chia
ta una figura, riusciva fanto fedele l’imitazione che gli abbisognava per esser capito scriver di sotto: «Questo è un gallo
catezza di modulazione che si pratica a’ nostri giorni142. [47] Ma se per canto s’intende l’arte di rappresentar modulando
o cantato alla moderna, cioè facendo che Messer Temistocle si diverta per un quarto d’ora in mezzo ai trilli vezzosissimi e
nuetto e l’allegro sono, come vede ognuno, il miglior mezzo possibile per enunciare una massima filosofica? Di siffatti sol
ria. Allorché l’uomo parla, il suo discorso si distingue precisamente per la maggior lentezza o rapidità nel profferir le p
e o le sillabe, pel grado di acutezza o di gravità che vi si mette, e per la forza o remissione colla quale si notano le in
ndo l’indole e il grado delle passioni, essendo certo che l’andamento per esempio della malinconia è tardo e uniforme, quel
inguaggio articolato, ma un “a” o un “e” che corrono precipitosamente per tutte le corde e per tutte le scale applicabili e
ma un “a” o un “e” che corrono precipitosamente per tutte le corde e per tutte le scale applicabili egualmente a parole eb
e finisca l’orchestra che dia tempo ai polmoni di raccoglier il fiato per eseguire una cadenza? Dove per il contrario s’imp
empo ai polmoni di raccoglier il fiato per eseguire una cadenza? Dove per il contrario s’impone silenzio alla orchestra, da
tabacco, mentre il cantore va follemente spasseggiando senza disegno per un diluvio di note? Dove questi si prende ad ogni
fautori della irragionevolezza, e quando mai fu costituito il popolo per giudice competente del gusto ove si tratta di art
e. E se di questo solo piacere si parla, e di questo si contentano, e per questo solo vanno al teatro, appigliai eglino pur
inanzi al tuo altare con sì umili sentimenti. Allorché vado al teatro per tributarti un omaggio d’adorazione, io porto meco
ti d’un mio simile, e che mi costringa a correre, come un altro Enea, per abbracciar il fantasma di Creusa invece del suo c
bida carnagione e la tornita perfezion delle membra. [53] Giudice non per tanto del bello solo è chi ad un tatto dell’anima
colori. Ma come attender tante e sì difficili qualità da un pubblico per lo più ignorante o distratto, il quale, siccome v
e ad una bottega da caffè, ad una conversazione o ad un ridotto, cioè per ispendervi quattr’ore in tutt’altro esercizio che
cuore di sentimenti? Come crederle in una union di persone, le quali per lunghissima e non mai smentita esperienza veggons
e seccagginoso Moliere, e poi commendare i… Nomi illustri ch’eravate per sortire dalla mia penna, la mia pietà vi risparmi
lgo soltanto, non già il pubblico signorile e rispettabile, che forma per lo più l’udienza dell’opera. Nulladimeno a rischi
rma per lo più l’udienza dell’opera. Nulladimeno a rischio di passare per un quakero della Pensilvania, o per un non ancora
Nulladimeno a rischio di passare per un quakero della Pensilvania, o per un non ancora civilizzato pampa del Paraguay, io
o ad istruirsi, né l’abitudine di riflettere, sebbene non tolgan loro per lo più la prosunzione di decidere. Volgo è la mas
o è la massima parte delle persone civili che frequentano il teatro o per le stesse cagioni che i precedenti, o perché gli
mpano su tutti gli oggetti l’impronta del loro carattere, e che fatti per abitar piuttosto il mondo di Saturno che il nostr
ggiore assai di quello che comunemente si crede, i quali indifferenti per natia rigidezza d’orecchio al piacere della music
i un litigio intorno ad una giuocata cui egli non aveva potuto badare per aver dormito fino a quel punto, richiesto all’imp
sentimento, quelli cioè che affettano di provar diletto nella musica per ciò solo che stimano esser proprio d’uomo, di gus
so l’unico sovrano dell’universo, esce ogni mattina dalla sua capanna per additar al sole la carriera che dee percorrere in
rata. [56] Coloro poi che dal piacere del volgo traggono un argomento per conchiudere che ad eccitar l’interesse che può es
l’uomo considerato semplicemente come una macchina fisica organizzata per riceverli, non è per alcun verso paragonabile con
mplicemente come una macchina fisica organizzata per riceverli, non è per alcun verso paragonabile con quell’altro diletto
on certe affezioni dell’anima, e di prevalersi di siffatta cognizione per metter in esercizio le proprie passioni. Cose tut
ce l’una e l’altra alla debolezza de’ poeti e dei musici, che presero per regola del bello nelle due facoltà il piacere del
eguar pienamente un sofisma che può chiamarsi l’ancora della speranza per gli ignoranti. [57] Che poi mancando nel canto mo
a presenza dell’originale rappresentato, non occorre fermarsi a lungo per provarlo. Imperocché egli è certo che altra via n
perocché egli è certo che altra via non hanno le arti rappresentative per commuoverci agli affetti se non quella di colpir
tra immaginazione nel modo stesso che la colpirebbero le cose reali e per gli stessi mezzi; onde se con altri stromenti vie
che prendendo a legger Metastasio, a fatica si può lasciar dalle mani per l’impazienza in cui siamo di vedere il fine di qu
to; poiché essendo certo che appena avremmo potuto frenare le lagrime per la compassione se fossimo stati presenti all’addi
ti all’eroica, i quali vengono, s’incontrano, tengono aperta la bocca per un quarto d’ora, e por partono senza che lo spett
. Quindi non è da maravigliarsi se l’uditore, il quale prende i suoni per se stessi e non per quello che rappresentano, cer
ravigliarsi se l’uditore, il quale prende i suoni per se stessi e non per quello che rappresentano, cerca appunto nella div
naturali, ne vengono in conseguenza la necessità di cambiarle sovente per non infastidir l’uditore, la tortura che si danno
vente per non infastidir l’uditore, la tortura che si danno i cantori per trovar cose che lusinghino le orecchie colla lor
ci non meno che della perfezione del Misantropo di Moliere io giudico per la comparazione cogli oggetti che mi cadono sotto
guirle, onde rare volte avviene che il movimento non venga alterato o per eccesso o per difetto, e che il gusto del cantore
are volte avviene che il movimento non venga alterato o per eccesso o per difetto, e che il gusto del cantore che s’abbando
sentiero, la maggior grazia che può loro farsi è quella di giudicarli per approssimazione. Tra gli altri molto si parla di
di uomini mutilati, malediva la memoria dell’antica regina Semiramide per essere stata la prima a recidere in cotal guisa l
un’antichità immemorabile, e inventato dalla gelosia degli orientali per assicurarsi con questo mezzo della fedeltà delle
a serie di dolori fisici, il timore di non perdere la riputazione che per le donne è il primo elemento della vita morale, e
a ottava più acuta delle altre voci. Oh qual oggetto importantissimo, per cui si debba mutilare un nostro simile! Oh qual f
debba mutilare un nostro simile! Oh qual fine politico e legislativo per cui i governi lo debban permettere! Si dice che i
III. «Ella può qualche volta essere memorativa ma non pittoresca». Se per la parola pittoresca s’intende l’esprimere tutti
a al suo ritratto, altrimenti non sarebbe imitazione ma realtà. Ma se per pittoresca s’intende l’esprimere quei tratti che
à. Ma se per pittoresca s’intende l’esprimere quei tratti che bastano per richiamare alla memoria l’oggetto, o per sentirsi
mere quei tratti che bastano per richiamare alla memoria l’oggetto, o per sentirsi commuovere da quelle stesse affezioni ch
tico degli Antichi, e come spesso accade fra codesti messeri, fondate per lo più in pure battologie e questioni di voce nat
quanto di più verosimile intorno a questo quesito può dirsi, il quale per altro resterà sempre oscuro a motivo delle poche
gli Antichi, si cantasse il loro recitativo, niun lume si può cavare per decidere la presente questione, poiché sempre rim
ero in tutto somiglievoli alle nostre opere in musica. Ricorriamo non per tanto ad un esame più decisivo. Cosa era la melop
dubitare. «Diverbia, egli dice, histriones pronunciabant». Sembra non per tanto poco probabile l’opinion dell’abbate Dubos,
quali possono più facilmente procurarla parlando sempre posatamente e per lo più in tuono lamentevole ;» E circa i Romani a
n una gran maschera che copriva loro la testa, la quale era chiusa da per tutto se non che verso la bocca s’apriva in una l
rano vastissimi paragonati coi nostri. Quello di Bacco, così chiamato per esser vicino al tempio di cotesta falsa divinità,
dagli uni agli altri se non si sapessero i mezzi onde si prevalevano per ovviare a questo inconveniente. Aggiungasi che es
solo spettacolo ma badando chi all’uno chi all’altro, restava appunto per ciascuno quel numero di persone sufficiente a pot
enere che fosse più artifiziosa e più raffinata, nulla conchiude però per la musica teatrale in ispezie. Gli è vero che si
pubbliche sfide di musica, alle quali assisteva il fior della Grecia per ottenere il premio del Tripode. Ma rispetto ai te
a. II. Perché i cori si regolavano colle leggi della musica lirica, o per dir meglio, essi non erano che una spezie di comp
, essi non erano che una spezie di componimento lirico che si cantava per istrofi girando attorno alla scena, come si facev
ofrigio inducenti pienezza, fuoco e impetuosità non erano a proposito per il coro che usava comunemente del modo ipolidio u
proposito per il coro che usava comunemente del modo ipolidio uguale per natura e tranquillo. 143. [NdA] La Musique, Epi
in versi divisa in quattro canti, Chap. 3, inserita nel libro che ha per titolo Les dons des enfants de Latone. 144. [NdA
78 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 543-547
serbò la modestia sul teatro ; ma il buon esempio non durò gran tempo per poter essere seguito dagli altri : essa lasciò l’
ran tempo per poter essere seguito dagli altri : essa lasciò l’Italia per recarsi in Germania a servizio dell’ Elettor di B
ttera onorarssi d’inuiarla à me però diretta alla Comp.ª non dirò più per non incomodarla, solo che se segue così non occor
glie. Di loro sappiamo dal Bertolotti (op. cit.) che Ranucino Farnese per compiacere alla Corte di Mantova, nell’aprile 167
ena dal Soliani stampatore ducale una commedia spagnuola « Gl’impegni per disgrazia, » tradotta dal Marchese Ippolito Benti
useppe Priori, cassiero del Monte, e dirli che mi fauorisca auuisarmi per qual causa non ha pagato una mia polizza d’una do
lui il mio credito e darmene credito, che in tal caso corre la somma per conto suo, che per altro, io non avrei dato il Vi
e darmene credito, che in tal caso corre la somma per conto suo, che per altro, io non avrei dato il Vino, oltre di che di
nta accio possa regolarmi, e ne do carico a V. S. e l’incomodo perche per esser Computisca in pochi momenti lei se ne sbrig
t.no e Sig.r Seg.rio e dirli che Non mi scordo receuer li suoi fauori per l’alloggio in sua Casa come per sua Gentilezza mi
Non mi scordo receuer li suoi fauori per l’alloggio in sua Casa come per sua Gentilezza mi esebi e che tra poco potria seg
poco potria seguire mi ualessi delle sue grazie, e qui con riuerenza per parte di tutti di casa resto dicendoli che le fac
nza per parte di tutti di casa resto dicendoli che le faccende Nostre per l’Estate, Vanno assai superiori alli guadagni che
sij auuisarmi accio possa ualermene. Godo che tenghi V. S. la casa e per li morari la pregho auantaggiarmi s’e possibile n
ggiarmi s’e possibile non se ne seruendo lei, intendendomi sempre che per lei non intendo crescerli cosa alcuna e lo fo pad
non uadino da male, e già che la S.ra Leonora à pagato al S.r Albini per la S.ra Anna, ne scrivo al S.r Pantalone acciò c’
ena, ma vorrei auerne certezza, e così di pasq.no e qui con riuerenza per parte di tutti di Casa resto. Di V. S. M.to Ill.t
mo non manchi auendo gran necessità prima che parta il S.r Pantalone, per riscuotere alcuni pegni, noi godiamo ottima salut
alcuna, fauorirmi de suoi commandi, gl’auguro le S. Feste di Ress.ne per parte di tutti di casa, a misura del suo merito,
inita, con pioggie quasi ogni giorno, l’armata di marc già si prepara per andarsene, ne altro si attende che alcuni uascell
repara per andarsene, ne altro si attende che alcuni uascelli Inglesi per far un buon numero, e poi portarsi uerso Genoua è
oni d.º Siluio. Molt. Ill.re S.re e P.ne Oss.mo Replico questa mia per non parere che stij sul grande, ma so dirli che n
fatiche, ora ueniamo a noi. O scritto al S.r Faccioli della Containa per auer del uino di S. Nicolò, onde prego V. S. uede
, che si occupava con ogni larghezza delle spese di costumi ecc. ecc. per ogni singola rappresentazione di cui fu tenuto un
79 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 743-748
mune di San Lazzaro di Sàvena presso Bologna, fu comico de'più egregi per le parti d’Innamorato, sotto nome di Ottavio. Mor
vio. Mortogli nel '40 lo zio materno Vincenzo Zanotti, ne restò erede per testamento, coll’obbligo di assumere la sua arma
comici più insigni di Lombardia han dovuto lasciare in pegno i bauli per potersene partire. E tali ragioni furono scritte
nchiusione : « Sì che unito con tutta la mia povera famiglia supplico per l’amor di Dio l’Altezza Vostra a non comandarmi t
in cui Zanotti scrive il 16 e il 23 marzo da Bologna a Gir. Graziani per la nuova Compagnia del Duca, che avrebbe dovuto r
tto al Fichetto Lolli (V.) pregando di desistere dall’andata a Padova per non incorrere nella ruina della Compagnia. La qua
a Verona, poichè non sono mai frequentate dalle Compagnie de' comici per qualche poco di tempo doppo Pasqua quelle Città,
e poco di tempo doppo Pasqua quelle Città, che dano il luogo scoperto per rappresentar comedie, come Brescia e Verona, perc
n volontariamente perdersi col esporsi alle stravaganze de tempi, che per lo più riescono in simile stagione piovosi. Fu p
dare a Venezia il novembre, il signor Marchese Bentivoglio le ottenga per l’ottobre il teatro di Ferrara con qualche Emolu
n qualche Emolumento dal’affittatore del detto Teatro, che sia almeno per le case franche per tutti : e che anche siano fat
dal’affittatore del detto Teatro, che sia almeno per le case franche per tutti : e che anche siano fatto franchi dal dare
mo, Ottavio, venuto a parole, s’ebbe un pugno da Trivellino, il quale per ciò fu attaccato alla corda in piazza (V. Locatel
sua andata a Parigi, ove esordì all’antica Commedia Italiana nel 1660 per le parti di secondo amoroso, passando poi il '67
Perugia, e arricchito di una introduzione e di note storico-critiche per opera di Adolfo Vautier, archivista paleografo di
». E in un altro, a proposito del recitare in italiano a persone, che per lo più non intendevano, e del bisogno di far dell
i assai, di trovar dell’invenzioni, mutazioni di scene, e cose simili per contentar l’uditorio, è detto : « Il bravissimo Z
e, l’argutezza delle risposte, le sentenze, e gli equivochi frizzanti per guadagnar i cuori…. » Ottavio era dunque il capoc
mpagnia e il nome di Cintio, si recò alla Commedia Italiana di Parigi per sostenervi gli amorosi sotto il nome di Ottavio.
rvi gli amorosi sotto il nome di Ottavio. Anzi I Fratelli Parfaict e, per conseguenza, il Campardon dicono ch' egli fu posc
enza, il Campardon dicono ch' egli fu poscia chiamato Vecchio Ottavio per essere distinto dal Costantini. Dove ? in Francia
tava in Italia e l’altro in Francia ? Non era forse ragione bastevole per farsi chiamare Vecchio Ottavio il recitar gli amo
Lasciò la pròfessione molt’ anni sono con buona grazia del Re, disse, per poter salvare l’anima sua, che teneva in dubbio s
ta da soggetto spagnuolo vestita alla francese e tradotta in italiano per G. A. Z. D. O. (cioè : Giovan Andrea Zanotti dett
80 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Italiano del secolo XVI. e del Libro IV. — CAPO VII. Pastorali. » pp. 4-41
inquecento, non meritavano di esser segno a tante censure pedantesche per l’unica ragione di non trovarsene esempio fra gli
a pedanteria scrupolosa. Aminta e Mirtillo c’interessano e commuovono per quanto comporta la loro condizione; or perchè rip
a, avendo in effetto non poco dell’ecloga, se non che se ne allontana per contenere un’ azione compita che ha un nodo ed un
una lettera Filippo Pigafetta) era formato di quindici persone sette per parte ed il capo loro nel mezzo, il qual coro in
autori di esse sarebbe venuto in mente di farvi una musica continuata per tutto il dramma (come indi avvenne nell’opera) se
tro passo a bella posta inserito nell’azione perchè si cantasse. E se per queste cose nel pubblicarsi le pastorali per onor
perchè si cantasse. E se per queste cose nel pubblicarsi le pastorali per onorare i maestri vi si pose fece la musica, ciò
dell’Aminta fatta dal Fontanini che s’impresse nel 1700, fu composta per rispondere al discorso censorio fatto contro la p
o la pastorale del Tasso dal duca di Telese Bartolommeo Ceva Grimaldi per comando dell’Accademia degli Uniti di Napoli. Tal
l 1681. Queste ed altre versioni francesi riuscirono poco felici, sia per debolezza delle penne che l’intrapresero, sia per
rica fu anche trasportato da Domenico Slaturichia celebre in Dalmazia per questa, e per la traduzione dell’Elettra, e di Pi
trasportato da Domenico Slaturichia celebre in Dalmazia per questa, e per la traduzione dell’Elettra, e di Piramo e Tisbe,
nini che si servissero quelli che rappresentarono l’Aminta in Firenze per ordine del gran duca coll’accompagnamento delle m
auso, che spinse il medesimo Torquato a recarsi di secreto in Firenze per conoscere il Buontalenti; ed avendolo appena salu
li preparava quel principe a. Nè a’ dotti nè alle persone che leggono per divertimento può esser ignoto l’argomento semplic
appresenta una ninfa schiva e nemica di amore vinta e divenuta amante per mezzo della pietà. Vana cura sarebbe ancora mette
rascorsi del poeta, voglio dire alcuni pensieri più studiati, i quali per altro non sono in sì gran numero come suppongono
io. L’enumerazione di parti fatta nella prima scena dall’astuta Dafne per piegar Silvia ad amare: Stimi dunque nemico il m
Tirsi ha mille vaghezze. L’impareggiabil coro, O bella età dell’oro, per eleganza e per armonia maraviglioso meriterebbe c
vaghezze. L’impareggiabil coro, O bella età dell’oro, per eleganza e per armonia maraviglioso meriterebbe che si trascrive
nel disciorla, ne scopre la grandezza dell’amore. La sua disperazione per la fuga dell’ingrata ninfa, il dolore che gli cag
sua ninfa, E vistosi con lei congiunto e stretto; Chi è servo d’amor, per se lo stimi. Ma non si può stimar, non che ridire
ò stimar, non che ridire. Per quanto si abbia di amore e di rispetto per gli antichi, convien confessare che essi, tuttoch
per gli antichi, convien confessare che essi, tuttochè vadano fastosi per un Sofocle ed un Euripide, se fossero stati conte
ei del Tasso, ci avrebbero invidiato l’Aminta a. Si è veduto come ben per tempo e più volte s’impresse e sì tradusse in Fra
catori. L’Ongaro volle trasportarli sulla scena, e prendendo l’Aminta per esemplare ne seguì con tale esattezza le orme, ch
i che producono nojose ed inverisimili situazioni, e vi s’introducono per buffoni Calabaza spagnuolo e Graziano bolognese c
Groto scrisse indi un’ altra pastorale intitolata Calisto pubblicata per le stampe nel 1586. Contemporanea al Pentimento f
’impresse nel 1590. Una delle più vive battaglie letterarie si accese per questa favola, che vive e viverà a dispetto de’ c
si accese per questa favola, che vive e viverà a dispetto de’ critici per l’eleganza per l’affetto per le situationi teatra
uesta favola, che vive e viverà a dispetto de’ critici per l’eleganza per l’affetto per le situationi teatrali e per l’inte
che vive e viverà a dispetto de’ critici per l’eleganza per l’affetto per le situationi teatrali e per l’interesse che ne a
de’ critici per l’eleganza per l’affetto per le situationi teatrali e per l’interesse che ne anima tutte le parti. Pochi so
tte le parti. Pochi son quelli che si sovvengono delle censure famose per altro di Giasone di Nores, di Fausto Summo, dì Gi
o de i difetti che vi si notano, sarà sempre un componimento glorioso per l’autore e per l’Italia. Anche il Fontanini a mal
che vi si notano, sarà sempre un componimento glorioso per l’autore e per l’Italia. Anche il Fontanini a maltratta il Guari
i agita nel Cresfonte al pericolo del giovane vicino ed essere uccìso per mano della madre: l’Aminta senza storia precedent
essa a meraviglia col solo affetto, il Pastor fido riesce artificioso per la tessitura e per un disegno più vasto e più tea
ol solo affetto, il Pastor fido riesce artificioso per la tessitura e per un disegno più vasto e più teatrale. Anche di que
ninfa e credendola morta di veleno abbandona le patrie contrade, erra per dieci anni, e capita in fine nelle campagne della
dulo ella disdegna, e Amarilli è quella stessa Licori pianta da Tirsi per morta. Questa ipotesi di non ravvisarsi, sebbene
va le regole. Benchè framischiato di qualche ornamento lirico, spicca per la tenerezza e pel patetico il lamento di Credulo
per la tenerezza e pel patetico il lamento di Credulo che vuol morire per la durezza della sua ninfa. Tenera nell’atto V è
minta o col Pastor fido, ma supera moltissime altre che la seguirono, per l’affetto, e per l’interesse che l’avviva. Non eb
r fido, ma supera moltissime altre che la seguirono, per l’affetto, e per l’interesse che l’avviva. Non ebbe cori, ma solo
te cantarsi la canzone di Selvaggio nell’atto I. Che mi rileva errar per gli ermi boschi che contiene cinque stanze colla
ori, in cui oltre ad una canzonetta, si cantarono cinque madrigaletti per trattenimento negl’intervalli degli atti? Nel med
lo ucciso. Silvano intende che il finto Tirsi era la sua Cintia morta per la sua crudeltà; ne conosce l’innocenza e l’amore
a Elcino che Tirsi è la sua Cintia. La pastorale poi del Bracciolini, per sentimento dell’erudito Pier Jacopo Martelli, può
nto all’ultima vecchiezza morì nella sua patria pieno di onorata fama per le molte sue opere ingegnose che produsse. Alcun
he con tre lettere in otto giorni gliela dimandò il duca di Mantova per farla rappresentare. Nel mandargliela, da tre di
ntitolato il Contrasto amoroso fatto in Lorena l’anno 1591 a, in cui, per quel che scrive l’autore a donna Vittoria Gonzaga
e dodici ninfe, delle quali quattro contrastano amorosamente ciascuna per averlo per marito, ed è vinto da una che si chiam
nfe, delle quali quattro contrastano amorosamente ciascuna per averlo per marito, ed è vinto da una che si chiama Nicea . S
azion privata, non è capace del coro, siccome non è anche la commedia per la medesima ragione, e non vi si fa. Se dunque V.
bene il coro, ma le scemerà il decoro: e dico scemerà, e non leverà, per non dannare affatto l’uso di tutti quei poeti che
tal letterato avea il Manfredi gran concetto, e lo desiderava vicino per udirne il parere sul suo Contrasto amoroso, come
assa tra pastori che aspirano alle nozze di Erminia, non conoscendola per quella che era stata regina di Antiochia. L’inter
quella che era stata regina di Antiochia. L’interesse non vi si trova per verun personaggio. Un ratto di Erminia tentato da
e Lettere di Virgilio dagli Elisii). Gli si perdonino i suoi difetti, per non guastar sì bell’opera ponendovi mano Roma e A
ses peintures, de son eloquence, de sa poesie! a. Il Guarini amato per la sua dottrina e prudenza da’ principi della sua
81 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO IV. Teatro Francese prima della Medea di P. Corneille. » pp. 157-165
e al ridicolo, di toccar il punto vero del grandioso, e del sublime, per non picciolo tratto del secolo XVII si mantenne i
nto. Quanto alle regole sino al 1640 si disputava ancora se dovessero per sempre rigettarsi. Lo stesso Pietro Corneille nel
metteva affatto in ridicolo. Contuttociò Lope de Vega morto nel 1635, per aver egli calpestata ogni regola mostrava di teme
nto l’Alemanno ed il Cinese, e di gran lunga inferiore a quel di Lope per invenzione e per ingegno eper vivacità. Se voglia
il Cinese, e di gran lunga inferiore a quel di Lope per invenzione e per ingegno eper vivacità. Se vogliamo dunque risalir
i, il gusto e la ragione e l’esempio degl’antichi e dell’Italia quasi per questo secolo e mezzo lottarono contro la barbari
l’Italia quasi per questo secolo e mezzo lottarono contro la barbarie per discacciarla dalle scene francesi. Intanto uno sc
ia di quella regina, mentre anticipò la morte di Siface in battaglia, per evitar che ella si vedesse con due mariti vivi, e
e in battaglia, per evitar che ella si vedesse con due mariti vivi, e per destar compassione, alla morte di Sofonisba aggiu
ia che Siface rimprovera alla moglie, e gli artificii ch’ella adopera per ingannarlo, offendono la decenza e la gravità tra
u dopo della Sofonisba di Mairet pubblicò il Venceslao, che la superò per lo stile; ed il Voltaire ne comendò la prima scen
atto quarto. L’Antigone dello stesso vien censurata dagl’intelligenti per non aver saputo l’autore condurre sino al fine il
i quali s’introdussero più tardi. La scena si adornava di tapezzerie, per le aperture delle quali entravano ed uscivano gli
e delle quali entravano ed uscivano gli attori; appunto come avveniva per las cortinas del teatro di Madrid. L’illuminazion
l teatro, le quali con corde visibili si abbassavano allorchè un uomo per ismoccolarle saltava fuori a bella posta. La musi
Italiani con vantaggio. Quante volte la storia ci ha prestate le armi per convincere di falsità l’asserzione di m. Linguet!
Sofonisba di Cornelio (disse ottimamente il Conte Pietro da Calepio) per essere feroce e non sentire alcuno affetto pel ma
82 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 602-604
el Teatro S. Samuele, che a 19 anni aveva abbandonato la casa paterna per amor d’un’attrice nota col nome di Fragoletta, e
critturò nella compagnia di attori e cantanti italiani formata allora per la Corte polacco-sassone da Andrea Bertoldi, il P
tisti, a qualunque ramo appartenessero, la commedia italiana prosperò per lunghi anni a Dresda. (V. Articchio, Bellotti, Be
1756 ; dopo la quale, lo scoppiar della guerra dei sette anni chiuse per sempre le porte del teatro italiano a Dresda. Con
finalmente la pace, buon numero di artisti italiani furono inscritti per le pensioni, e Giovanna Casanova, pe’ suoi lunghi
di Giovanna Casanova non eran da compararsi a quelle de’colleghi : e per quanto la posizione artistica de’ suoi figli a Dr
diante. L’inesorabile figliuolo che non conosce riserbi di sorta, ha per la madre parole di sangue, sia come artista, sia
di Rosaura, ma le si attaglierebber meglio quelle di donna cattiva ; per giovani amorose la sua voce è troppo rauca. Alle
Varsavia nel 1748, ne troviamo una : Le contese di Mestre e Malghera per il trono, o scritta o rimaneggiata dalla Casanova
a, con musica dell’Appolloni. (V. Bastona Marta). È vero peccato che, per quante ricerche fatte, non siasi fin qui rinvenut
drissima e bravissima, aggiungendo al proposito della partenza di lei per la Russia (ivi, XXXVII), che la perdita più consi
igioni claustrali antichissime ed insigni, » lasciò a mezzo gli studi per darsi all’arte del comico in cui riuscì ottimo pe
a mezzo gli studi per darsi all’arte del comico in cui riuscì ottimo per le parti di primo innamorato, e specialmente nell
li – con nobili e concettosi sentimenti, facendosi non solo conoscere per buon Rettorico e dicitore forbito, ma altresi per
non solo conoscere per buon Rettorico e dicitore forbito, ma altresi per dotto e sentenzioso filosofo, degli affetti e del
4, con Vincenzo Bugani e Giustina Cavalieri, che abbandonò a Bologna, per recarsi in Sardegna colla Compagnia di Andrea Pat
e procelle a segno di rompere contro a’scogli la nave, e di smarrirvi per fino interamente il timone….
83 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 461-471
la morte dell’ultimo Medici ; e, salito poi in gran rinomanza, partì per la Russia l’estate del 1742, nonostante i suoi im
l S. Samuele, e recatosi a Milano la primavera del 1753, poi a Genova per alcune recite in attesa dell’imbarco, fe'vela con
in attesa dell’imbarco, fe'vela con la miglior parte della Compagnia per Lisbona, ove giunse al cadere di quell’anno, e ov
ento il Sacco di produrre il suo proprio divertimento, altro cerconne per maggiormente rendere gradita la di lui servitù. E
ornarsene in Italia, a Venezia, ove riprese il S. Samuele, e continuò per alcuni anni a condur la Compagnia con buona fortu
a Compagnia « in quel grado medesimo che ella ebbe l’onore di servire per più di due anni la Maestà Fedelis.ª del Re di Por
dal continuo recitare, e annojato di sentirsi criticare la compagnia per le parti serie, pregò l’autor protettore di scriv
pregò l’autor protettore di scrivergli alcun lavoro senza maschere : per tal guisa egli avrebbe riposato, e i detrattori s
a, che voglia ajutare una Truppa Comica sola, la quale sia in credito per un genere, e in discredito per un altro nell’univ
a Comica sola, la quale sia in credito per un genere, e in discredito per un altro nell’universale, non farà certamente gra
lche leggiadro spirito recata. Infatti ecco l’elenco della Compagnia per l’anno 1775 lasciatoci dal Lessing nel suo Tagebu
co passò al Sant’Angelo, e un anno dopo fu trattato dal Duca di Duras per la Comedia italiana di Parigi ; ma non vi si recò
di Parigi ; ma non vi si recò altrimenti, forse, a parer del Goldoni, per ragione d’interesse, volendo egli essere di punto
ventilato il disegno di farlo andare a Parigi col mezzo del Goldoni, per incarico dell’intendente primario degli spettacol
ro, dopo venticinque anni di eroicomica assistenza dovè sciogliersi per la vecchiaja e il rimbecillimento del Sacco ; e p
donare il cognato ; ma con la intromissione del Gozzi, rimase…. ancor per due anni, in mezzo alle grida, ai lamenti, alle i
e. Si passò dal S. Salvatore al Sant’Angelo invano. Mancavano i mezzi per allestir degnamente nuovi lavori ; mancavano i me
vano i mezzi per allestir degnamente nuovi lavori ; mancavano i mezzi per pagare i comici ; si andò pe'tribunali, si ricors
'tribunali, si ricorse a'sequestri ; e finalmente la Compagnia, « che per lungo corso di anni era stata il terrore di tutte
si sciolse miseramente », e il vecchio Truffaldino, avanti di partire per Genova, andò a salutare il Conte Gozzi, e a chied
ntonio Sacco. Il Burchiello, profetando il ritorno di esso da Lisbona per il mese di dicembre (carnovale 1755-56), cantava 
Gozzi e l’Accademia de' Granelleschi, tre sonetti dello stesso Chiari per la partenza della Compagnia Sacco, i quali dieder
cco il primo, come saggio : In occasione | Della partenza da Venezia per Lisbona | della Compagnia Comica di | Antonio Sac
di darvi al fuoco. Che il Sacco fosse attore di grandissimo grido sì per le argute improvvisazioni, sì per la eleganza e r
osse attore di grandissimo grido sì per le argute improvvisazioni, sì per la eleganza e rapidità dell’azione, è fuor di dub
li e naturalezza di termini, che sorprende : e volendo io provvedermi per le parti buffe de le mie Commedie, non saprei meg
studiando sopra di lui. Questa Commedia l’ho disegnata espressamente per lui, anzi mi ha egli medesimo l’argomento propost
un po' difficile in vero, che ha posto in cimento tutto il genio mio per la Comica artificiosa, e tutto il talento suo per
tutto il genio mio per la Comica artificiosa, e tutto il talento suo per l’esecuzione (V. anche nelle Memorie il Cap. XLIX
dusse a scriverla tutta, « non già, — aggiunge con gentile riserbo, —  per obbligar quelli che sosterranno il carattere di T
per obbligar quelli che sosterranno il carattere di Truffaldino a dir per l’appunto le parole sue quando di meglio ne sappi
dir per l’appunto le parole sue quando di meglio ne sappian dire, ma per dichiarare la sua intenzione, e per una strada as
ndo di meglio ne sappian dire, ma per dichiarare la sua intenzione, e per una strada assai dritta condurli al fine. » E con
, o temerari nella censura. Infatti questo idolatrato eroe, non so se per superbia di vedersi arricchito, ovvero per timor
idolatrato eroe, non so se per superbia di vedersi arricchito, ovvero per timor di spacciare le sue buffonerie senza il cos
e riesce alquanto sciapito. E al Capo XVIII, parlando della censura per la bestemmia : Perchè non si rivedono e non si l
e sospetto di poca sincerità come potrebbe essere creduto il Gratarol per le sue relazioni con la Compagnia Sacco e il Cont
veva recarsi giusto allora a Milano. Egli scrive : Benchè in teatro, per compiacere il grosso dell’udienza, egli si lasci
ruito, specialmente intorno alla Storia Universale, direttore egregio per le opere serie come le comiche, gran comico, ritr
Imperiale di Vienna, che volle gentilmente concederne la riproduzione per l’opera mia. Al Thimig fu dato da un erudito di D
84 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Dato al castello di Versailles l’ 8 aprile. » pp. 364-378
re moderno, studioso, educato alla scuola dello Zaccone, col quale fu per alcun tempo, è oggi uno de’ migliori amorosi del
a Italiana si mostrò sì poco tenero, ebbe parole di calda ammirazione per lo spirito che il Bertinazzi sapeva mettere ne’su
ertinazzi, il quale, non troppo signore della lingua francese, scelse per suo esordire l’Arlecchino muto per forza, scenari
nore della lingua francese, scelse per suo esordire l’Arlecchino muto per forza, scenario italiano del Riccoboni, in cui eg
ruolo d’Arlecchino, e ciò affinchè possiamo giudicar de’ suoi talenti per la commedia. Dato al castello di Versailles l’ 8
lto successo ne’ Gemelli bergamaschi, commedia in un atto di Florian, per la quale gli furon dettati questi versi : Dis-mo
tra commedia in un atto di Florian, rappresentata il 17 gennaio 1783, per la quale si è già riportato il giudizio del D’Ori
i, 1827). Quest’operetta, assai bene immaginata e meglio condotta, ha per base l’amicizia che il papa e l’artista si eran g
izie su uomini e cose di non poco interesse. La lettera diciottesima, per esempio, nella quale Carlino descrive al papa il
evan sotto ’l braccio, o in tasca, sono veramente belle. Nella prima, per esempio, venuto Carlino a scoprire che il Curato
re alle cure morali e materiali prodigate ad una sua figliuola cieca, per sollevarlo di una perdita di 50,000 fr. per falli
una sua figliuola cieca, per sollevarlo di una perdita di 50,000 fr. per fallimento del depositario, gli procacciò, dopo m
ogni altro in qualunque impresa. Propose al suo domestico di servirlo per ventiquattr’ ore, all’intento d’insegnargli il mo
ervate, de’servitori esemplari…. Se Carlino era il cucco del pubblico per l’arte sua, non l’era meno di quanti lo conobbero
o del pubblico per l’arte sua, non l’era meno di quanti lo conobbero, per le sue qualità morali. La giovialità, la bonariet
istosa somma di danaro da un uomo ch’egli aveva accolto in casa sua e per lungo tempo nutrito, sollecitò la protezione dell
a sua e per lungo tempo nutrito, sollecitò la protezione della regina per salvarlo, e sovente fu udito sclamare : Non è del
o la stima, ch’ella fa di tale soggetto, e l’interesse ch’ella prende per lui. Ciò basta presso di me per qualificarlo ed i
oggetto, e l’interesse ch’ella prende per lui. Ciò basta presso di me per qualificarlo ed impegnarmi a far per lui tutto qu
per lui. Ciò basta presso di me per qualificarlo ed impegnarmi a far per lui tutto quello che da me potesse dipendere. Son
se dipendere. Sono molti anni, che ho rinunciato del tutto a scrivere per gl’Italiani, ma lo farò volentieri per il signor
inunciato del tutto a scrivere per gl’Italiani, ma lo farò volentieri per il signor Coralli, se però mi sarà permesso di fa
glie ne spieghi il mistero. L’Arlecchino attuale che ha molto merito per la Francia, e ne avrebbe pochissimo per l’Italia,
o attuale che ha molto merito per la Francia, e ne avrebbe pochissimo per l’Italia, soffre in estremo grado la passione com
ati i primi. Il signor Coralli ha dello spirito e lo credo abilissimo per il carattere che ha intrapreso di sostenere, ma p
credo abilissimo per il carattere che ha intrapreso di sostenere, ma per fargli del bene bisognerebbe che l’altro avesse l
morire. La presenza dell’attuale deve far del torto al signor Coralli per delle ragioni, che non dipendono da lui, ma dalla
o che il signor Coralli non sarà esposto sulla scena che dopo Pasqua, per dargli tempo d’imparare il francese ed il gusto d
a che cosa volesse significare la frase far forno (chiudere il teatro per mancanza di pubblico) in uso oggidì con poco deco
gl’ingressi sono illuminati rusticamente ; i vicini ballano e cantano per festeggiare la sua sposa che ha lasciato il letto
rlo, o di aver palesato il loro matrimonio. Rosaura viene con Scapino per vedere questo caro fanciullo, e mentre lo accarez
fare ? Mentre Arlecchino si diverte a scherzar con suo figlio, seduto per terra poco lnnge dalla sua casa, Scapino vi entra
arito di Rosaura, che sa dell’accaduto, sopravviene, e cerca pretesti per chiedere a quella brava gente di affidargli il lo
e l’ha in conto di sapiente, lo prega a trar l’oroscopo di suo figlio per vedere s’egli sia veramente suo. Pantalone glie n
a volta da Dorinda ; noi sorvoleremo questo episodio, che fu aggiunto per la Cantatrice che esordi quella sera. Arlecchino
la Cantatrice che esordi quella sera. Arlecchino viene con Pantalone, per conoscer l’oroscopo di suo figlio ; eccolo : Ce f
ia il modo di vendicarsi di sua moglie ; risolve di abbandonarla ; ma per lasciarle un segno dell’ira sua, e punirla dell’o
o, vede l’incendio, e crede che il figlio di Celio sia abbruciato ; e per toglier dalla disperazione Rosaura, immagina di s
tto. L’orrore e il terrore la vincono così che va a traverso le ruine per salvare il suo piccino, e non trovatolo, esce, ab
ol figlio d’ Arlecchino sotto il suo mantello. Rosaura gli si accosta per muovergli rimprovero ; Scapino la placa, dandole
more ch’egli portasse a quell’imbrogliato romanzo : chè anzi non ebbe per esso mai una benevola parola, nonostante il suo s
e, ma l’insieme dell’opera da uno scolaro…… Il suo errore principale, per esempio, era quello dell’inverisimiglianza : ques
dolersi, dopo sì gran successo, di vederla cadere davanti alla Corte per la ignoranza e petulanza e arroganza de’comici !
rima volta il 4 febbraio 1763, e che se segnò un nuovo grande trionfo per l’Arlecchino Bertinazzi, non pare ne segnasse uno
grande trionfo per l’Arlecchino Bertinazzi, non pare ne segnasse uno per l’autore. Il Des Boulmiers (ivi, pag. 498) che de
intesi a procacciarsi la benevolenza del pubblico, l’avean chiamato, per ridar vita alla lor Scena Italiana, che cominciav
ava a essere negletta. Questo illustre autore parve averci ricondotto per alcun tempo gli spettatori, con molte opere che i
una maggior conoscenza della lingua italiana e più larghe cognizioni per poter dare all’ingegno suo tutta la giustizia che
rappresentazioni ! Quanto alla lettera indirizzata al signor Di Meslé per aver da lui una traduzione francese dell’estratto
li attori, che sono almeno una trentina, non recitan che le parti che per natura o per arte loro si attagliano ; ed è raro
e sono almeno una trentina, non recitan che le parti che per natura o per arte loro si attagliano ; ed è raro che uno, o du
i vergogna, pare che il Riccoboni traesse una conseguenza di orgoglio per la pieghevolezza dell’indole e dell’ingegno de’co
ndizioni del nostro paese, io credo si potrà sempre affermare, che se per rispetto di sè, dell’arte, del pubblico, le nostr
ronte alle Compagnie forestiere, gli artisti forestieri debbono tutti per natural senso d’arte, per ingegno, per islancio,
tiere, gli artisti forestieri debbono tutti per natural senso d’arte, per ingegno, per islancio, pel così detto fuoco sacro
tisti forestieri debbono tutti per natural senso d’arte, per ingegno, per islancio, pel così detto fuoco sacro, insomma, ce
85 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO V. Teatro Spagnuolo Tragico. » pp. 56-148
dopo l’Ataulfo non mai recitate nelle Spagne, e conosciute in Francia per essersi fatte enunciare in un giornale. Il sig. A
to Sigerico. Ella in vece di lui trova in iscena Ataulfo, e vedendolo per le spalle gli parla come se fosse Sigerico, e gli
taria morte, cose che doveano soltanto accennarsi in pochissimi versi per non iscemare o distrarre l’attenzione ad altri og
ri subalterni riprovati dal gusto; e lo stile non si eleva abbastanza per giugnere alla sublimità tragicaa. Scioccamente l’
i el poetilla. Con nobil coraggio l’indefesso scrittore non abbandonò per questo la tragica carriera, e nel 1777 diede alla
apparisce in qual maniera avesse l’autore ideato il luogo dell’azione per rendere in tanta distanza quanta esser dovea tra
esinda. L’argomento tratto parimente dalle storie nazionali è proprio per eccitare il tragico terrore. Una Contessa di Cast
eccitare il tragico terrore. Una Contessa di Castiglia cieca d’amore per un principe Moro appresta il veleno al proprio fi
eca d’amore per un principe Moro appresta il veleno al proprio figlio per rendere l’ambizioso amante signore di se stessa e
stile; ma la versificazione di due endecasillabi rimati perpetuamente per coppia produce qualche rincrescimento. Gli affett
scimento. Gli affetti della Contessa combattuta da un eccessivo amore per l’avido Moro, e dalla tenerezza materna, sono ben
che fonda la speranza di conseguirlo? nella sfrenata passione che ha per lui la Contessa. Ma non dovea il poeta riflettere
n colore da occultar meglio la di lui avidità di regnare in Castiglia per non indebolire l’unica molla della di lui speranz
ia per non indebolire l’unica molla della di lui speranza. Si osserva per altro in questa tragedia più di una scena di gran
l Moro. Discorda però sulla versificazione degli endecasillabi rimati per coppia usata dal Cadahalso, e da me non approvata
, mi permetta di dirgli che egli ha indebolito codesto suo argomento, per avere ignorato forse che non solo i tre nominati
itto in castigliano e non in francese, e che i Francesi rimano sempre per necessità, e non per elezione, perchè mancano del
non in francese, e che i Francesi rimano sempre per necessità, e non per elezione, perchè mancano del verso bianco che noi
suo bel verso suelto, oltre di un endecasillabo coll’assonante ottimo per la scena nazionale. Se a queste cose avvertiva il
iva il bibliografo, mi avrebbe conceduto parimente che i versi rimati per coppia nella scena non sono i migliori tra’ metri
si sarebbe appoggiato sull’esempio di chi non ha che un solo vestito, per togliere l’arbitrio della buona scelta a chi ne p
o di renderle più regolari, secondò male il di lui disegno. Nocquegli per avventura anche l’elezione di un argomento della
ttà è senza dubbio compassionevole, e basterebbe ad apprestar materia per un poema epico; ma nella guisa che si vede manegg
poema epico; ma nella guisa che si vede maneggiata dall’Ayala, divide per tal modo l’interesse colla distruzione di un popo
divide per tal modo l’interesse colla distruzione di un popolo intero per mezzo della fame e del ferro e del fuoco, che, in
. Gl’increbbe sì bene che avessi reputato tale argomento più proprio per un poema epico che drammatico, come anche l’osser
ria del suo eroe? Or non sarebbe ottima materia, benchè funestissima, per l’epopea, come io dissi? Chi ha poi insegnato a c
e l’interesse, e non determina la compassione ad uno scopo principale per serbar l’unità dell’azione e del protagonista. Un
ici, ne’ Persi, nelle quali favole essi presero un oggetto principale per iscopo collocando quasi in lontananza il rimanent
privo di sensibilità; là dove la tragedia esige energia ed elasticità per eccitar la commiserazione e conservar la sua natu
stimoli del cattivo avvocato bibliografo. A lui dunque s’imputi, se, per renderlo avveduto del suo torto, ne soggiugneremo
cagione, ed ella dopo di aver posto in contrasto l’amore che Aluro ha per lei con quello della patria, dopo di aver tenuto
o della patria, dopo di aver tenuto sulle spine Aluro e l’ascoltatore per altri ottanta versi, dice; Senti la tua pena e l
e ancora. Fa poi l’autore venir Giugurta come ambasciadore de’ Romani per la ragione che egli è imparziale. Ma questo princ
a consegnare il console Cajo Ostilio rimesso dal Senato di Roma. Egli per dar altra prova d’imparzialità tradisce i Romani,
alimento de’ superstiti. Si propone altresì che si ammazzino i vecchi per prolongare la vita de’ giovani. Un popolo ridotto
uovo. Egli vuole esser incluso nella sortizione, cui resiste Dulcidio per questa ragione; perchè è proprio solo de’ Romani
o per questa ragione; perchè è proprio solo de’ Romani il discacciare per politica i Tarquinii. Questo pensiero eterogeneo
E quale analogia v’ha tra Megara capo e difensore amato da’ Numantini per vantaggio de’ quali offre di morire, con Tarquini
gattella del tirarsi a sorte colui che dee morir prima; e si occupano per cinque pagine intere di un più grave affare. Olvi
omette di passare a Numanzia colle sue schiere, purchè ella l’accetti per isposo. Ella gli chiede su di ciò consiglio. Ques
azione rimane priva dell’usato effetto di simili dolorose alternative per essere assai mal combinata. In prima Olvia può di
he dee morire essendo il di lui nome uscito dall’urna. Piange con lui per due pagine intere, dopo delle quali si ricorda di
ri infauste) colla stessa grazia della Tomiri di Quinault che cercava per terra ses tablettes. Dulcidio l’esorta a sposar G
r Giugurta (quante belle disposizioni mentre si stà morendo di fame!) per corrispondere a un tempo A amante, à patria, al
mpo A amante, à patria, al padre i al hermano, che verso eccellente per numero e per regolarità, come ognuno che ha orecc
, à patria, al padre i al hermano, che verso eccellente per numero e per regolarità, come ognuno che ha orecchio, ben sent
e ramo indegno della sua stirpe , si rende, e gli dà la propria spada per mandarsi a Giugurta in segno di pace, geroglifico
a propria spada per mandarsi a Giugurta in segno di pace, geroglifico per altro mal sicuro, ma l’Affricano per compiacere a
ta in segno di pace, geroglifico per altro mal sicuro, ma l’Affricano per compiacere al poeta riconoscerà subito essere di
a Giugurta senza prevenirne il generale, si è sull’affare trattenuto per cinque pagine, ed al fine si ricorda di domandare
, se Megara sappia nulla del trattato. Nò, ella risponde, ho taciuto per timore e per vergogna, perchè (notisi il di lei
appia nulla del trattato. Nò, ella risponde, ho taciuto per timore e per vergogna, perchè (notisi il di lei talento polit
mente della sorella senza vedersene la ragione. Giugurta si ritira nè per altro motivo se non perchè abbia Olvia tutto l’ag
di dire a Terma una inutile bugia. Le dice dunque che si è travestita per uccidere Giugurta; ma è questo il fine per cui gl
dunque che si è travestita per uccidere Giugurta; ma è questo il fine per cui gli ha mandata la spada? Stando altercando es
ico che a quell’ora è verisimile che si trovi nel campo Romano? Viene per quarto Dulcidio, e benchè sia notte, riconosce Al
e benchè sia notte, riconosce Aluro, il quale avea presa l’innamorata per un guerriero affricano, Megara ti attende , dice
ti attende , dice Dulcidio al figlio, e questi differisce di obedire per ammazzare prima Giugurta. Dulcidio parte; e segui
Così termina la tragedia di Numanzia distrutta, il cui piano tessuto per quattro atti e mezzo di episodii mal connessi, e
ili, abbiamo voluto esporre agli occhi imparziali del pubblico. Vedrà per se questo supremo giudice, se nel 1777 siesene da
lti in cinque atti, là dove la morte di Sisara appena darebbe materia per un oratorio di due parti. Quindi nasce la mancanz
e, e sparso nel tempo stesso di formole famigliari, e poco gravi, sia per esempio questa della prima scena Romper de mi si
zio, ed il premio della virtù, che la compassione . Sappiamo in oltre per mezzo del medesimo editore, che si rappresentò r
repetidas veces , e che ne corsero manoscritte più di duemila copie per America, Spagna, Francia, Italia, e Portogalloa.
cerba età di anni ventuno in circa, ma recitatasi appena due volte fu per ordine superiore proibita. A chi non ne avesse ve
i non ne avesse veduta qualche copia delle duemila che se ne sparsero per li due mondi, non increscerà di vederne quì il pi
a’ Castigliani a una Ebrea di Toledo, di cui il re Alfonso VIII visse per sette anni ciecamente innamorato. Giornata I. Apr
di Monferrato fecero guerra al Saladino soldano di Egitto, e di Siria per ricuperare Gerusalemme tolta da questo saracino n
i Sicilia e di Gerusalemme sin dal 1225 quando ne acquistò le ragioni per cessione di Giovanni di Brenna padre di Jolanda d
lemme, ed aprì il Santo Sepolcro alla devozione de’ Cristiani; benchè per accordo fatto col Saladino lasciato si fosse in m
erò fu posteriore alla morte di Rachele. Ciò potrebbe comportarsi, se per rendere cospicuo il carattere di Alfonso la stori
e accoglie con fasto le adulazioni di Manrique e manifesta avversione per Garcia. Egli ne sprezza le minacce, dicendo che i
goreggia . Rachele resta con Ruben fremendo, e viene Alfonso irritato per le voci sediziose del popolo minacciando, Tiembl
las nubes desprendida. Una spada figuratamente può chiamarsi fulmine per esagerarne i rapidi funesti effetti; ma aggiugner
duto alle sue ragioni pronunzia il bando di Rachele e degli Ebrei. Ma per togliere al di lui cangiamento un’ aria di volubi
viene a tentar di commuoverlo. M’hai chiamata, o signore , gli dice, per darmi in potere de’ sollevati? Lagnasi il re di
sollevati? Lagnasi il re di tali parole, e le dice che egli l’esilia per salvarle la vita. Ella vuole riaccendere la di lu
antò di aver fatta una tragedia più artificiosa di ogni altra, perchè per questa parte (e non è poco) in essa nè si miglior
en la consiglia ad impiegare tutto l’artificio di un pianto insidioso per vincere il re; ma ella già poco spera nelle propr
à poco spera nelle proprie lagrime. Altra volta , ella dice, avrebbe per esse dichiarata la guerra a chi che sia , e ciò n
e più proprio di chi vuol persuadere. Ma quel Vulcano della gentilità per dir fuoco, conviene ad un Ebreo? Quel sudor d’arg
volta i fuochi in un sonetto italianoa. Il popolo è sedato; ma il re per cautela ba ordinato a un campo di duemila cavalli
alli e cento bandiere che maroiavano verso Cuenca, a tornare a Toledo per fortificare la Rocca di San-Cervantes. Questi ord
introdotto nella fortezza, esigono tempo, e due scenette non bastano per tutto ciò, se voglia attendersi alla verisimiglia
e ridondante, e vi si compara oziosamente la vita rustica e la reale per cinquantotto versi. L’immortale Metastasio sobria
tina a farla rimanere, perdona agli Ebrei, vuol pure che ella governi per lui, e colla maggior gravità di sovrano impone al
sollevati della scena ultima dell’atto precedente. Or perchè entrare per uscir di nuovo? Se per unirsi in maggior numero e
ultima dell’atto precedente. Or perchè entrare per uscir di nuovo? Se per unirsi in maggior numero e deliberare, dunque nel
Toledo, al che egli risponde magnanimamente. Quì l’autore fa nascere per incidente un contrasto fra loro, e Garcia rimprov
o, rimprovero nulla conducente all’argomento, ed inserito dall’autore per astio o per adulazione per la famiglia Garcia con
o nulla conducente all’argomento, ed inserito dall’autore per astio o per adulazione per la famiglia Garcia contro di quell
nte all’argomento, ed inserito dall’autore per astio o per adulazione per la famiglia Garcia contro di quell’altre; e ciò u
o di quell’altre; e ciò unito alla menzione della predilezione del re per la caccia che svegliava l’idea di qualche allusio
ere ai di lei pericoli. L’autore è caduto in quest’altro incoveniente per seguire anche quì la traccia di Diamante. Ma nel
i limita alla durata di un giorno, ma abbraccia sette anni, la caccia per cui il re si allontana dalla reggia non è ripiego
ta la guardia che l’ha abbandonata; si volge a Manrique che si ritira per avvertirne il re; s’indrizza a Ruben che le dà un
nte, e non ciò che ella dice in ventiquattro versi freddi anziche nò, per li quali si spende più tempo che non dovrebbero d
ati, e non trattenuti da ostacolo veruno. L’azione si rallenta ancora per altri trenta versi recitati da Garcia prima di of
si recitati da Garcia prima di offerirle di salvarla facendola uscire per una porta secreta. Questo punto dell’azione richi
be pur liberarla dalla morte e trattenerli, ma vedendo Ruben sì ferma per rimproverargli con molte parole i perversi consig
i robusti armati solo debole e vile cava fuori un pugnale (come dice) per difendersi. Fañez per non far macchiare le spade
debole e vile cava fuori un pugnale (come dice) per difendersi. Fañez per non far macchiare le spade de’ compagni nel sangu
re veruna compassione tragica, ma quella soltanto che detta l’umanità per gli rei che vanno al patibolo. Per convenire alla
so come naturale all’uomo ed opportuno a metter l’anima in agitazione per disporlo a ricevere l’ammaestramento che è l’ogge
la gioventù e la bellezza) non ha qualità veruna che faccia sospirare per la sua morte. Il poeta Diamante in questa medesim
e Teruel, le quali sempre riempiono di spettatori le scene spagnuole, per eleggere Eco y Narciso nojosa favola mitologica d
gica di Calderòn de la Barca che più non si recita? La Raquel moderna per altro supera la Judia del Diamante per la versifi
n si recita? La Raquel moderna per altro supera la Judia del Diamante per la versificazione che non è senza dolcezza, e per
Judia del Diamante per la versificazione che non è senza dolcezza, e per lo stile, eccetto ne’ passi indicati dove degener
dove degenera in gongoresco. È anche dell’antica più regolare, benchè per questa parte già si erano prima di Huerta distint
dere il pensiero. Rachele (egli dirà) non può morir di buon grado, nè per l’esperta mano del boja divenir più bella. Ma ecc
to. L’incisione del rame fu opera di don Isidro Carnicero; e l’autore per lodarlo volle fare una puerile allusione al di lu
che carnifex destasse l’idea di boja insieme, e di macellajo, di boja per adattarsi alla morte ricevuta da Rachele, e di ma
di boja per adattarsi alla morte ricevuta da Rachele, e di macellajo per alludere al nome dell’incisore. Ma carnifex in la
rez, che seguita le orme di Sofocle, facendo anche riconoscere Oreste per mezzo dell’anello. Huerta in una nota coll’usata
ta in una nota coll’usata sua modestia si vanta di correggere Sofocle per far che quedase con menos impropriedades , cioè
la favola pesante colla nojosa lunghezza e languore de’ ragionamenti; per troncarne le pretese improprietà, rimoderna alcun
i ammiratore Huerta, il quale apparentemente cambiò l’urna in atahud, per mettere in bocca di Oreste l’indovinello, io son
sentenza, perchè l’argomento dell’Agamennone già era nato in Ispagna per la traduzione del Perez. Tanti giudizii mal fonda
nosa sua nazione lascio tutte siffatte filastrocche a i di lui sforzi per rapirle all’irreparabile dimenticanza. Con più va
ssibilità di Marzio espugnata da Vetturia, troverà sterile la materia per cinque atti. Non so però perchè non si è procurat
la tregua, venirsi a un altro fatto d’armi, allestirsi barche e legni per passare il Tevere, farsi due abboccamenti colla m
oriolano. Contuttociò lodevoli soprammodo sono gli sforzi dell’autore per averla scritta con felicità in un linguaggio stra
escrivendosi la rotta de’ Volsci; interessante in fine l’ultima scena per la morte di Coriolano. Del medesimo abate Colomès
ssai più attivi, perchè concernono direttamente la persona di Agnese, per cui viene rifiutata la propria figlia; là dove l’
re perturbazioni meno tragiche col formare il suo Alfonso severissimo per natura, poco sensibile agli affetti di padre, e p
emofoonte, perchè la sola necessità lo strappa dalla bocca di Timante per salvar Dircea dal sacrifizio. Nel dramma del Colo
racconto d’Inès il re si commuove e concede il perdono, la riconosce per moglie del principe ed abbraccia i nipoti; ed il
o di questa bella scena. Il veleno apprestato dalla regina ad Agnese, per cui diviene inutile il perdono ottenuto, e ne rim
lla storia della Castro. Era dunque più bello che il Colomès, ingenuo per altro, e probo uomo, dopo di averlo trascritto, l
lo riconoscesse da quel Francese, che dire con poca gratitudine, che per necessità dell’azione ha dovuto incontrarsi con l
bra la voce sparsa ad arte dal falso Alvaro della finta morte del re, per leggere nell’animo del principe, e per assicurars
varo della finta morte del re, per leggere nell’animo del principe, e per assicurarsi che Agnese sia da lui amata. Per lo s
n Pedro de la Huerta, in non so quale sua operetta che avea trasmessa per istamparsi a Madrid, abbia trattato l’autore dell
tà delle lettere con gli orrori e gl’impeti de’ fazionarii, lasceremo per ora borbottare in pace, ed insolentire a sua post
, ed insolentire a sua posta quest’altro esgesuita, e ci contenteremo per suo meglio di augurargli miglior gusto e minor vi
; io ti prometto Che Augusto nol saprà. a. Piacemi di quì recarlo per tormento de’ meschini apologisti, i quali interpr
uì recarlo per tormento de’ meschini apologisti, i quali interpretano per ingiuria tutto ciò che non è panegirico e adulazi
farla imprimere in sei volumi. Io non poteva ignorare il nome di chi per più anni mi onorò della sua amicizia, e volle pri
imo errore nel ribattere il mio sentimento sulla Numancia. a. Non so per qual ragione non aggiunse anche per Affrica, giac
imento sulla Numancia. a. Non so per qual ragione non aggiunse anche per Affrica, giacchè da una loa composta dall’istesso
n soi volumi. a. La tragedia del Bermudez (scrisse il Colomès) è per gli Spagnuoli quello che è in Italia la Sofonisba
86 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 664
Cimadori Gio. Andrea. Ferrarese, fu noto nel teatro italiano per le parti di primo Zanni sotto ’l nome di Finocchi
al Narici e al Parrino. Interessante è la lettera del Duca di Mantova per certa larghezza di vedute nelle varie formazioni
rle che conuenendo al presente far qualche permuta di simili soggetti per meglio aggiustare le compagnie, desiderarei ch’el
’ ’81, è descritto il grande affanno patito dal Conte Cornelio Pepoli per la voce sparsasi di aver egli potuto mancare a Su
a. La notizia della morte di Finocchio a Lione, mentre era in viaggio per Parigi, l’abbiam dai fratelli Parfait per detta d
ione, mentre era in viaggio per Parigi, l’abbiam dai fratelli Parfait per detta di Antonio Riccoboni, ma la data di essa (t
erronea. Forse il Riccoboni si è ingannato colla dimanda dell’artista per parte del Re di Francia, ma, quella volta almeno,
lla volta almeno, Cimadori non potè muoversi assolutamente da Modena, per una malattia incurabile qualificata dal Dottor Fr
, per una malattia incurabile qualificata dal Dottor Francesco Tonani per passione asmatica con scirio nelle visere natural
sua polizza di debito in data 28 aprile 1677 verso Don Alfonso d’Este per doppie n.° sei da restituirgli a suo beneplacito 
87 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 11-12
onio Piazza nel suo Teatro (Venezia, Costantini, 1777) : Venne colà, per recitare in Primavera, la Comica Compagnia del L…
n Primavera, la Comica Compagnia del L…… Bolognese, nomo assai famoso per la sordidezza della sua avarizia, e per la sua te
Bolognese, nomo assai famoso per la sordidezza della sua avarizia, e per la sua temerità di metter mano negli altrui scrit
e a ben vestire anche i corpi più malfitti, si valse di quella rozza, per la sua Carcuma nella Sposa Persiana , e per [illi
si valse di quella rozza, per la sua Carcuma nella Sposa Persiana , e per [illisible chars] negli Innamorati. In que’ tempi
ni. Stabilito in una delle prime Compagnie di Venesia, guadagnò molto per molti anni, spese poco pochissimo, e in questo mo
he [illisible lines] da comparsa. [illisible lines] che si esibiscono per la sua Compagnia. La narrativa di Egisto nella Me
ompagnia. La narrativa di Egisto nella Merope è il suo pezzo diletto, per conoscere l’altrui abilità. Sdraiato magistralmen
alla gran prova, e sappia leggere, o no, egli lo lusinga, vantandosi, per la sua abilità d’insegnare, di poter fare in poch
da Originali, osa con quella roano vilissima, che la saponata faceva per i biricchini del suo Paese, d’aggiungere, di cang
do assai meno quello di questo. La chiusura dell’articolo del Piazza, per esempio, potrebbe far supporre, in quell’accenno
i lagrimosi che sostituì al teatro di Goldoni, non più tanto proficuo per lui, tradotti a posta da Elisabetta Caminer. Il r
ha la consolazione di vedere la sua famiglia incamminata ad un auge, per cui anche dopo la di lui morte rimarrà al mondo u
aca, già replicatasi quattro sere, e reclama aggiunte e modificazioni per le nuove repliche da farsi quando la quantità del
88 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Teatro di Eschilo. » pp. 75-103
ssori di scemare il numero degl’individui del Coro musico e ballerino per accrescerne quello degli attori degli episodii, e
rappresentatori rendè l’azione vie più viva e variata. Seppe in somma per molti riguardi farsi ammirare ed in se unire i me
trenta volte. Guerriero, capitano, vittorioso nella pugna di Maratona per Atene sì gloriosa, mostra nello stile la grandezz
fecero pure qualche motto Andrea Dacier e poi Pietro Brumoy. Vulcano per comando di Giove annoda Prometeo al Caucaso con c
comando di Giove annoda Prometeo al Caucaso con catene indissolubili, per avere involato il fuoco celeste ed animati e amma
e degli uomini immeritamente punito della sua beneficenza. Io ardisco per saggio recare in italiano il principio di esse pe
icenza. Io ardisco per saggio recare in italiano il principio di esse per coloro che non amano le latine traduzioni lettera
orrenda face In truce aspetto mi minaccia e incalza Per erme arene, e per solinghe vie! Dove, misera me! superna forza Dove
punisci, e di terrore ignoto L’alma riempi, ed a vagar mi sforzi? Ah per pietà m’incenerisci, e il suolo S’apra e m’ingoi,
i, non si avvilisce nelle minacce, non ispande nè gemiti nè preghiere per esser liberato, non si approfitta del l’occasione
ti nè preghiere per esser liberato, non si approfitta del l’occasione per impetrar grazia e perdono. Gli antichi Greci inse
ome furono i La-Mothe, i Perrault e i Cartaud de la Vilade, de’ quali per altro abbonda ogni nazione. Mercurio dopo di aver
giustizia che l’opprime . Non ci fermiamo nelle minute obbiezioni del per altro erudito Robortelli fatte a questa favola ch
ioni del per altro erudito Robortelli fatte a questa favola che spira per tutto grandezza e nobiltà e un patetico interessa
a che spira per tutto grandezza e nobiltà e un patetico interessante; per esempio, ch’egli è assurda cosa il trovarsi Prome
na bontà mediocre mista a debolezze ed errori, non debba però tenersi per legge generale inviolabile, altrimenti ne mormore
ica di queste principesse. Quest’araldo si fa lecito di prenderne una per la chioma e la strascina verso i vascelli, la qua
de’ tempi correnti sembra disdicevole al decoro di persone reali; ma per giudicarne drittamente bisognerebbe risalire col
i, di movimenti militari, di sospensioni meravigliose, fatta in somma per presentare uno spettacolo degno di ogni attenzion
desimo atto primo, e la dipintura vivace del sacco di una città presa per assalto si legge con gran piacere nell’atto secon
mbra veramente un accessorio superfluo, poichè si è sciolto l’assedio per l’esito funesto del combattimento di Eteocle e Po
formatore e padre della tragedia non ebbe bisogno dell’esempio altrui per condurre alla perfezione questa parte sì rilevant
gua. La riconoscenza di Elettra e del fratello si fa nel secondo atto per mezzo de’ capelli gettati da Oreste sulla tomba,
sua Elettra si burla di simili segni; ed in fatti non si prenderà mai per modello delle agnizioni teatrali questa di Eschil
atrali questa di Eschilo sfornita di verisimiglianza. Dacier, critico per altro non volgare, la biasima anch’egli, per esse
glianza. Dacier, critico per altro non volgare, la biasima anch’egli, per essere troppo lontana dal cangiamento di stato. F
utto questo rende in certo modo supportabile il gran parricidio che è per commettersi. Nè di ciò pago lo scorto poeta, in u
se stesso. Tali riguardi, sospensioni e cautele erano indispensabili per disporre l’uditorio ad uno spettacolo oltremodo a
Segue nell’atto quarto l’uccisione di Egisto; ed il pianto che sparge per lui Clitennestra, serve di cote al furor di Orest
reste medesimo perseguitato dalle Furie indi liberato dalle loro mani per lo favore di Apollo e di Minerva e per la sentenz
indi liberato dalle loro mani per lo favore di Apollo e di Minerva e per la sentenza dell’Areopago, è l’argomento della fa
nfernale pieno del fuoco dell’autore cantato dal Coro dell’atto terzo per aver trovato Oreste, ed il giudizio del di lui de
e degli Scaligeri, purchè non mi si ascriva a delitto il dipartirmene per seguire l’affetto che m’inspira la lettura di que
Saverio Mattei nel Nuovo Sistema d’interpretare i tragici Greci. Esse per lui altre non sono che feste teatrali di ballo s
ttura del Mattei, in cui tutte le idee naturali veggonsi scompigliate per lo prurito di dir cose nuove che in fine si risol
ne’ caratteri di diversi artefici che lavorano in un medesimo genere, per la quale distinguiamo ne’ pittori eroici Tiziano
tò alcuni versi notati di manifesta empietà, cd il governo che vigila per la religione e per li costumi, condannò alla mort
ati di manifesta empietà, cd il governo che vigila per la religione e per li costumi, condannò alla morte l’ardito poeta. M
li scrittori tragici, i progressi che ne provennero al genere tragico per l’emulazione che eccitò. La vittoria di Sofocle f
r l’emulazione che eccitò. La vittoria di Sofocle fu un colpo mortale per un veterano come Eschilo fiero per tanti trionfi
ria di Sofocle fu un colpo mortale per un veterano come Eschilo fiero per tanti trionfi da lui riportati, vedendosi vinto d
ta la sua frase nel l’atto 5 delle Rane. a. L’originale greco ha che per tutto giri. a. Nel l’originale si nomina il suon
89 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO I. Teatro Francese Tragico. » pp. 4-111
do l’arte di Sofocle in Italia, e perdendosene le tracce nelle Spagne per l’intemperanza della scuola Lopense, mentre Corne
to nel 1656, e morto nel 1723 scrisse diverse tragedie che non cedono per regolarità a quelle di Racine. Esse furono anche
mprimere la prima sua tragedia Polissena applaudita e ripetuta, e non per tanto censurata benchè con poco fondamento. Egli
ubblico, e ne’ posteri viva brama che egli avesse potuto o calzar più per tempo il coturno, o prolongar più la vita. Rioup
o ozioso sino all’atto V. La condotta della favola merita riprensione per certi racconti intempestivi, per qualche soliloqu
otta della favola merita riprensione per certi racconti intempestivi, per qualche soliloquio puramente narrativo, e per la
racconti intempestivi, per qualche soliloquio puramente narrativo, e per la poca corrispondenza del tempo della rappresent
tatori, e non da Romolo. Nel 1726 La Motte volle produrre un Edipo a, per avventura non contento di quelle tragedie che su
poeta a lottare colle opinioni radicate negli animi di chi ascolta, e per conseguenza a rendere poco importante, perchè non
follicularii invidiosi, ha non pertanto sempre trionfato su i teatri per le situazioni interessanti ben prese e ben colloc
iù compassionevole Inès che non ha neppure ragione di lagnarsi di lei per la virtù che possiede. Riprende altresì di sconve
i possessore dell’oggetto amato. Ma questa censura avrà ben poco peso per chi rifletta che don Pietro è un marito per ipote
ensura avrà ben poco peso per chi rifletta che don Pietro è un marito per ipotesi del poeta tuttavia fervido amante, il qua
di rado nell’aspro e nell’inelegante ed in certe costruzioni oscure, per non dirle barbare col Voltaire. Imita spesso i Gr
tta al Voltaire nel febbrajo del 1749 venga tutta la tragedia ripresa per trovarvisi sfigurata la Repubblica Romana ed il c
ci dagli antichi; intempestivo e senza connessione è quello di Oreste per la figliuola di Egisto. Non per tanto l’Elettra e
senza connessione è quello di Oreste per la figliuola di Egisto. Non per tanto l’Elettra e la Semiramide si reputarono dal
e’ suoi ella dimostrasi così inetta che non sa prendere verun partito per la propria salvezza. Nel Serse si desidera ancora
l padre ed il monarca nell’adoperarsi in pro di un figliuolo favorito per sedurre la principessa innamorata dell’altro da l
condanna Dario alla morte senza punto sospettar di Artabano, il quale per mille indizii, risulta reo dell’ammazzamento di S
he ha varii pregi, ma che si rende singolarmente degna di ammirazione per essere stata scritta trovandosi l’autore in età d
e che l’amoroso episodio di Teseo e Dirce da lui stesso riconosciuto per inutile e freddo nell’Edipo del Cornelio, non bas
, fa torto al carattere enunciato dell’uno e dell’altra. Innamora non per tanto ed interessa il magnanimo carattere di Mari
la gloria e la virtù; si dirà che Tito morendo ebbe un vostro sguardo per mezzo de’ suoi rimorsi, che voi l’amate ancora, c
egli esclama, oh patria! indi lo condanna e l’abbraccia. Ne traduco per saggio gli ultimi versi: Procolo, che a morir me
gico dell’autor dell’Atreo e del Radamisto. Ma egli si fa distinguere per l’umanità, pel patetico, per la libertà che regna
del Radamisto. Ma egli si fa distinguere per l’umanità, pel patetico, per la libertà che regna nelle sue tragedie. Quel te
spogliata di ogni intrigo amoroso e piena di arditezze e di trasporti per la libertà, fu composta dopo il 1730 e prima del
igliorato anche l’artificio della parlata di Antonio, facendo portare per ultimo colpo il corpo di Cesare in iscena, che il
ogni favola, sarebbe in questa la correzione delle passioni eccessive per mezzo dell’infelicità che le accompagna. Ma il Co
inesattezze fatte a sì bella tragedia in Francia, meritano indulgenza per li pregi che vi si ammirano, pel magnanimo caratt
per li pregi che vi si ammirano, pel magnanimo carattere di Orosmane, per quel di Zaira sensibile e virtuoso, per l’altro d
nanimo carattere di Orosmane, per quel di Zaira sensibile e virtuoso, per l’altro di Nerestano generoso e nobile, per la do
ira sensibile e virtuoso, per l’altro di Nerestano generoso e nobile, per la dolce ed umana filosofia che vi serpeggia. Io
li l’avea già composta, ma si trattenne alcuni anni di pubblicarla, o per non farla comparire mentre si applaudiva l’Amasi
nge, in cui sotto nomi differenti si trattava il medesimo soggetto, o per attendere che si rallentasse il trasporto che si
oggetto, o per attendere che si rallentasse il trasporto che si aveva per la Merope del Maffei. Comunque ciò sia egli si va
fido, lo fa trascinare presso la tomba di Cresfonte, e gli si avventa per ferirlo. Ciò è senza ragione. La di lui candidezz
, nè esser commosso quanto nel teatro greco e nella Merope del Maffei per affrettar col desiderio la venuta del vecchio che
venuta del vecchio che impedisca l’esecrando sacrificio di un figlio per mano della stessa madre che pensa a vendicarlo. I
etto e stupido nel voler ch’ella passi nel tempio insieme col figlio, per costringerla alle abborrite nozze, facendola teme
e col figlio, per costringerla alle abborrite nozze, facendola temere per la di lui vita? Egli dice: Voila mon fils, madam
embra la seconda scena dell’atto V, in cui egli vien fuori unicamente per dire all’ardito eroe: vieni a piè dell’altare Me
uggì al più volte lodato Calepio, e mal grado della di lui parzialità per la Merope Volteriana, non potè lasciar di dire ch
dea, non pensando servilmente con gli altrui pensieri, nè vendendogli per nostri quando ci sembrino giusti. Il Maometto tra
llo che fu tralle commedie il Tartuffo, cioè un capo d’opera ammirato per sentimento dagl’imparziali e screditato e proibit
opera ammirato per sentimento dagl’imparziali e screditato e proibito per cabala degl’impostori, per gelosia di mestiere e
to dagl’imparziali e screditato e proibito per cabala degl’impostori, per gelosia di mestiere e per naturale malignità de’
itato e proibito per cabala degl’impostori, per gelosia di mestiere e per naturale malignità de’ follicularii. Voltaire che
lentezza nell’atto II: che i personaggi talora entrano in iscena non per necessità, come dovrebbero, ma per comodo del poe
naggi talora entrano in iscena non per necessità, come dovrebbero, ma per comodo del poeta. Ma molte scene inimitabili invi
a impostore. Essi non hanno discordato dall’abate Giovanni Andres che per suo particolare avviso vorrebbe banditi dal teatr
tramandato, e migliorato dall’arte del pittore, non può che inspirare per lui tutto l’orrore agli occhi dello spettatore pe
può che inspirare per lui tutto l’orrore agli occhi dello spettatore per farlo detestare, e servire all’oggetto tragico. P
rchè si cerca che lo scelerato rimanga punito sulla scena? Certamente per ricavarsene un frutto morale da far detestare il
ere di prevenire gl’incauti contro l’illusione della superstizione; e per conseguenza la di lei rappresentazione lungi dell
zar ti vò ad amarmi. Alzira insino ad or non è vissuta Che sventurata per le mie fierezze, Pel maritaggio mio. La moribonda
apparizione dell’ombra del re Nino intento a vendicarsi di Semiramide per mano di Ninia suo figliuolo che ignoto a se stess
a di Dario ne’ Persi di Eschilo. Il poeta greco la rende interessante per la Persia e per la Grecia; per la Persia coll’ins
ersi di Eschilo. Il poeta greco la rende interessante per la Persia e per la Grecia; per la Persia coll’insinuare per bene
. Il poeta greco la rende interessante per la Persia e per la Grecia; per la Persia coll’insinuare per bene del pubblico se
eressante per la Persia e per la Grecia; per la Persia coll’insinuare per bene del pubblico sentimenti di pace al suo succe
sinuare per bene del pubblico sentimenti di pace al suo successore, e per la Grecia col mettere con bell’arte le lodi de’ G
rà che si vuole impedire un incesto; ma Semiramide non conosce Arsace per suo figlio, ed Arsace è virtuoso ed innamorato di
ntrare nel mausoleo. Non ha ella altri mezzi più certi e più efficaci per liberare il figlio e punire Assur? L’evento tragi
per liberare il figlio e punire Assur? L’evento tragico che ne segue, per non essere ben fondato, non persuade, e non produ
be all’istesso partito, e soggiacerebbe a quel medesimo infortunio. E per ultimo si noti che Assur dice a Ninia al comparir
che si è passato dentro del mausoleo? come sa egli che la reina muore per mano di Ninia? Voltaire che avea ricavate le pre
espear, dal Conti, dal Maffei, pensò all’argomento della Semiramide o per la celebre tragedia del Manfredi, o almeno per l’
nto della Semiramide o per la celebre tragedia del Manfredi, o almeno per l’Astrato di Quinault, o per la Semiramide del Me
celebre tragedia del Manfredi, o almeno per l’Astrato di Quinault, o per la Semiramide del Metastasio o del Crebillon, che
ione dell’Eroe Cinese del Metastasio; ma a quest’opera si rassomiglia per l’eroico carattere di Zamti. L’Olimpia in cui tro
uo modo lo scioglimento. Fu molto bene accolta in teatro, e vi rimase per varie situazioni interessanti, e singolarmente pe
eatro, e vi rimase per varie situazioni interessanti, e singolarmente per l’atto III in cui si maneggia con energia la cont
tomene comparvero tali difetti più manifestamente; Cleopatra si tenne per inferiore alle precedenti; e gli Eraclidi molto p
nofi e con Bianca e Guiscardo, le quali rimasero presto di menticate, per essere scritte in istile duro, inesatto, prosaico
stri. Edoardo ricusò di prendere in moglie una principessa di Francia per cui l’istesso Warwick avea negoziato, e preferì E
endetta meditata da Warwick in questa si rifonde alla competenza nata per una donna amata ugualmente dal re e dal generale,
eatro, ma si criticò dagli eruditi cui parve che un carattere dipinto per quattro atti come amante vendicativo e geloso e c
re del teatro e dare ad intendere che la sua tragedia dovesse tenersi per modello d’arte e di gusto. Discordarono dall’auto
le e molte volte energico; gli accidenti dall’intervallo dell’atto IV per tutto il V sembrano troppo accumolati riguardo al
de’ constumi selvaggi e spagnuoli in contrasto. La rassomiglianza che per questa parte ha con l’Alzira, non ha nociuto al b
’ Veneziani, perchè Brescia sin dal 1426 si era data alla Repubblica, per le oppressioni che soffriva sotto Filippo Viscont
iscono, e diventano, come dice il Muratori, gravosi anche agli amici per la loro arroganza e insolenza massimamente verso
taccia di ribelle che gli s’imputa? Furono ribelli gli Spagnuoli che per sette secoli combatterono contro de’ Mori per isc
belli gli Spagnuoli che per sette secoli combatterono contro de’ Mori per iscuoterne il giogo? Ma sia pure Avogadro un ribe
l suo coraggio non dubbie prove, entrando a viva forza intrepidamente per la porta mentovata. Or è giusto calunniare sul te
unniare sul teatro! È questo il bell’esempio da proporsi a’ nazionali per tirar tragedie dalla storia patria? Non fu Avogad
sce ad un immaginario suo tradimento la morte che gli fu data, se non per natural crudeltà, almeno per ragion di stato. «Tu
dimento la morte che gli fu data, se non per natural crudeltà, almeno per ragion di stato. «Tutto l’esercito (dicesi dell’e
), chiedeva ad alta voce il supplizio di lui, e del figliuolo… Invano per fuggir l’ignominiosa morte èssi rappresentavano d
seguito con tratti compassionevoli la gara del padre e del figliuolo per morir prima, ed il dolore del popolo intenerito.
o del trionfo; ma i Francesi non videro che il trionfo.» Se il Belloy per natura, e per istudio fosse stato disposto alla t
ma i Francesi non videro che il trionfo.» Se il Belloy per natura, e per istudio fosse stato disposto alla tragedia, non a
stiziati alcuni giorni dopo ; ed anche di ciò vuol dubitare il Belloy per questa gran ragione che non sa d’où il emprunte
comporre tragedie nazionali sulla storia, valersi di un nome illustre per denigrarlo, e per vestirne un figlio infame del c
nazionali sulla storia, valersi di un nome illustre per denigrarlo, e per vestirne un figlio infame del capo del Belloy! E
our servir Rome et Jule, abbandoner son roi? Qual fu poi in sostanza per rapporto a’ Francesi la reità di quel papa in que
umano, che vince i Selvaggi e i Cannibali più accaniti e dà a mangiar per vendetta i cuori umani? E chi ha imbrattate le mo
gedie, si è distinto negli ultimi anni del secolo XVIII singolarmente per Cajo Gracco e per Carlo IX. L’azione del Cajo Gra
to negli ultimi anni del secolo XVIII singolarmente per Cajo Gracco e per Carlo IX. L’azione del Cajo Gracco è semplice ma
con freddezza. Più celebrità ebbe Carlo IX in tempo della rivoluzione per certa analogia della strage di San-Bartolommeo co
a la compassione tragica che si desidera nella tragedia. L’incertezza per altro di Carlo IX sempre irrisoluto sino al punto
rata, è assai ben delineata, e preserva dalla languidezza un soggetto per se stesso pieno di terrore ma che nella tragedia
le nel tempo della tremenda esecuzione si trovava in Roma, e Chenier, per un abuso della storia simile a quelli ne’ quali i
ò questa libertà audacia stomachevole del poeta . La morale permette per istruire di relevare la malvagità, ma non di calu
er non profferisce bellezze luminose; merita però di esser applaudito per la purezza, per l’eleganza, e per varii tratti ch
ce bellezze luminose; merita però di esser applaudito per la purezza, per l’eleganza, e per varii tratti che mostrano lo st
se; merita però di esser applaudito per la purezza, per l’eleganza, e per varii tratti che mostrano lo studio da lui fatto
ttere del Cardinale, benchè alieno da i talenti di quell’attore fatti per rappresentar felicemente le passioni tenere ed im
lei commessi. I primi quattro atti trattennero l’uditorio con piacere per varii passi pieni di forza e di estro, singolarme
con piacere per varii passi pieni di forza e di estro, singolarmente per una felice descrizione dell’Eumenidi. Ma il V att
ar Teseo ad Egeo che ignora di esser suo figlio; l’artificio di Medea per giugnere al suo scopo rendendosi vie più padrona
sti in azione o almeno mentovati, de’ quali niuno chiama l’attenzione per esser subalterni e non tragici. Finchè io mi trat
attenni in Parigi l’autore avendo richiamato a se il suo componimento per ritoccarlo, più non curò di renderlo al teatro o
o per ritoccarlo, più non curò di renderlo al teatro o di pubblicarlo per le stampe. Lagouée prodotto aveva prima sull’ist
o stesso argomento, ed ancor meno a Vittorio Alfieri. Il sig. Arnault per quanto a me è noto, pubblicò tre tragedie negli u
due volte abbia salvata la Repubblica, ond’è che il Senato si raduna per premiarlo dichiarandolo patrizio e senator veneto
pone nel tempo stesso una legge che stabilisce che qualunque senatore per imprudenza o per malizia abbia commercio con gli
esso una legge che stabilisce che qualunque senatore per imprudenza o per malizia abbia commercio con gli ambasciadori este
morte. La legge è stabilita. Due de’ tre Inquisitori di stato nemici per interessi di famiglia, Contarini e Capello, per p
itori di stato nemici per interessi di famiglia, Contarini e Capello, per por fine alla loro nimistà, conchiudono che Capel
alla figlia di averle destinato uno sposo illustre, nè più soggiugne, per essere stato chiamato al Consiglio. Ella ne mostr
nto di essere ritornato a lei vicino. Viene Capello pieno di contento per avere inteso da Contarini che ella ha dato il con
indicato, stimandolo opportuno (in caso che il padre soparavvenisse) per l’evasione al palazzo vicino del ministro di Spag
isir que la fuite où la mort. Un ratto proposto da un uomo decantato per eroe, per virtuoso annunzia una delle tragedie di
a fuite où la mort. Un ratto proposto da un uomo decantato per eroe, per virtuoso annunzia una delle tragedie di Hardy. Bi
ù, ed i virtuosi esortano le fanciulle ad abbandonare la casa paterna per seguire l’amante. Bianca per provarglielo vuol gi
fanciulle ad abbandonare la casa paterna per seguire l’amante. Bianca per provarglielo vuol giurarle fede di sposa in facci
ene a dir Costanza ), il padre viene e la chiama. Montcassin fuggire? per dove? Costanza, per la casa è impossibile, vi son
, il padre viene e la chiama. Montcassin fuggire? per dove? Costanza, per la casa è impossibile, vi sono troppi testimoni;
atro rappresenta il luogo dell’assemblea de’ tre Inquisitori. Vi sono per essi tre sedie nere su di uno strato nero ancora.
ollega, perchè mi riveli in questo punto che Montcassin è mio rivale? per cangiar forse il suo giudice in amante irritato?
rriva; e questo testimone è Bianca velata. Si svela, e dice di venire per l’accusato. Dice, Son crime c’est l’amour, l’hym
re pel muro della casa di Spagna. Gl’Inquisitori Loredano e Contarini per ciò non si rimuovono dalla sentenza data. Capello
nto appartiene alla storia veneta. Si ha da essa che una gentil donna per nome Teresa nata nel 1601 fu moglie di un nobile
te due persone; ma la necessità di andarla a vedere di notte passando per un muro del palazzo del Ministro di Spagna, cagio
zo del Ministro di Spagna, cagionò l’ignominiosa morte del Foscarini, per la legge di cui nella tragedia francese si parla.
a tragedia francese si parla. Egli non potè allegare veruna discolpa, per non pregiudicare al decoro dell’amata, e creduto
e rendette alla favola il fine tragico, e così comparve sulle scene e per le stampe. Ecco intanto ciò che rende la storia d
uenza quando l’evento risale alla remota antichità: ma ciò si concede per aumentar le molle della compassione e del terrore
ede per aumentar le molle della compassione e del terrore, ma non già per iscemarne l’energia. E ciò appunto avviene nella
e con pieno applauso che un francese si credesse estremamente onorato per aver meritato un posto tra’ Nobili Veneziani. Mon
er meritato un posto tra’ Nobili Veneziani. Montcassin dunque troverà per conseguire l’effetto tragico diversi ostacoli; e
diversi ostacoli; e le lagrime di Bonaparte tutte si saranno versate per Bianca. In secondo luogo osservo che l’azione nel
i e coprirla d’infamia. Eccolo in un bivio tragico, ed eccolo ridotto per di lei decoro ad un silenzio che lo fa soggiacere
. Contarini padre di Bianca ha saputo da lui stesso l’amore che nutre per la figliuola, e Capello promesso a lei in isposo
o. Montcassin in un sol momento è costretto dalla necessità a passare per la casa di Spagna; e non offenderebbe punto il de
la casa di Spagna; e non offenderebbe punto il decoro dell’amata, se per giustificarsi del delitto di stato confessasse ch
ina, Capriolo, Alberti. b. Brescia era stata distaccata dal Milanese per 83 anni. Non è dunque vero quelche dice il Belloy
que vero quelche dice il Belloy che era stata sotto il dominio Veneto per dieci anni. a. Vedi il libro di m. Gaillard Mela
90 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 969-973
lieta avventura, ch’egli così ci racconta : Il giorno della partenza per Napoli si presentò una vecchierella dicendoci pia
, ed io, commosso, presi la lettera e promisi fare tutto il possibile per recapitarla. Imbarcati a Napoli sopra uno Scunner
l piccolo porto di Milazzo. Presa pratica portammo con noi le valigie per cambiarci gli abiti, e domandai di un albergo dec
le che muor poco dopo a Palermo. Il ’41 la compagnia parte da Palermo per Napoli, ed è sorpresa per via da un legno inglese
lermo. Il ’41 la compagnia parte da Palermo per Napoli, ed è sorpresa per via da un legno inglese che la saluta a cannonate
ogni cosa letteralmente distrutta. Siamo al ’60. Egli forma compagnia per la Corsica, e in vista del porto di Bastia…… Ma d
, porto dell’ isola di Corsica. Oltre agli artisti da lui stipendiati per dare un corso di recite in quella città, aveva se
cinque anni, ed un maschio di due, il di cui nome era Ettore, ma che per esser piccolo e grasso era stato da quei comici s
Cavicchi caratterista, fratello della moglie di Gagliardi, che aveva per consorte una delle attrici di quella riunione ; e
hiesero al capitano del vapore di ballare. Il legno appena ondeggiava per la mancanza di vento, per cui, accesi i lumi, die
pore di ballare. Il legno appena ondeggiava per la mancanza di vento, per cui, accesi i lumi, diedero principio alla danza,
i i lumi del vapore. Ordinò subito il capitano di forzare la macchina per ritirarsi ; il comando fu eseguito, ma al secondo
china per ritirarsi ; il comando fu eseguito, ma al secondo tentativo per entrare, un nuovo e più terribile urto spaccò la
l battello grande, situato al fianco della nave, e quelle della yole, per calarli in mare ; ma per l’oscurità, e per la con
o al fianco della nave, e quelle della yole, per calarli in mare ; ma per l’oscurità, e per la confusione, la yole rimase a
nave, e quelle della yole, per calarli in mare ; ma per l’oscurità, e per la confusione, la yole rimase attaccata, e non fu
ngendo violentemente chiunque tentava seguirli. Fu però inutile anche per loro la previdenza, perchè essendo troppo piccolo
ò inutile anche per loro la previdenza, perchè essendo troppo piccolo per la quantità che vi saltava dentro, fini col ribal
lorchè quelle gli rapirono la fanciulla. Disperato, si volse indietro per ritornare al vapore, ma quella massa nera era spa
sotto di lui fra due acque i morti, o i moribondi naufragati ; e più per istinto di salvezza che per riflessione, nuotava,
i morti, o i moribondi naufragati ; e più per istinto di salvezza che per riflessione, nuotava, finchè afferrata una piccol
are la terribile sventura, nella prima locanda di Bastia si preparava per i comici un’ottima cena. L’amministrazione dei ba
quipaggio sei marinaj. Il capitano, che dopo il suo secondo tentativo per entrare nel porto, vide tutto perduto, preferì di
denaro : tutte queste premure fecero sì che io non intentai la causa per risarcimento di danni. Le povere vittime trovando
tuito nel cimitero ; e tutte le arti prestarono l’opera loro gratuita per erigere un bel monumento che esiste ancora, e che
assisterono al funebre corteo. La mia riconoscenza non verrà mai meno per l’ottima cittadinanza di Bastia. Molti giorni dop
figlia, l’aveva fatta seppellire in chiesa, ponendovi una lapide ; fu per me una triste consolazione ! Tutti i miei cari ri
inaugurazione con opera e il ballo Carlo il Guastatore. Si organizza per la sera di S. Giovanni una gran festa da ballo. V
91 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 705-716
Dominici, passando in quaresima al ruolo di primo attor giovine, poi, per l’improvvisa partenza del Dominici, a quello di p
isa partenza del Dominici, a quello di primo attore, ch'egli sostenne per alcuni anni in piccole compagnie, come ad esempio
lla del Figlio delle Selve di Halm), che lasciò subito l’anno di poi, per andar primo attore in Compagnia Palamidessi che (
ltre un biennio, e da cui passò primo attore e direttore con Casilini per un solo anno ; dopo il quale, eccotelo un trienni
nia Marini, fino al 1894 ; anno in cui si associa con Libero Pilotto, per condur finalmente compagnia da solo dopo la morte
a che va innanzi trionfalmente da sette anni. Tutto questo passare per quasi quarant’anni da un ruolo all’altro, da una
car cime elevate, alle quali egli si trovò direi quasi senza saperlo, per una conseguenza logica del suo gran merito. E la
e possedeva : se ne avvide una sera, in cui dovè ripiegar la parte lì per lì, di Cesare Amici nella Legge del Cuore di E. D
ei affermare, sebbene si possa concedere che l’elemento nordico entri per qualche cosa nella presente modulazion della voce
ono a tale alterazione : forse celate, forse anche opposte in tutto e per tutto a quelle che noi colla nostra gran presunzi
mplice cagione fisica, a un eccesso di fatica nell’uso quasi costante per lungo tempo di voci aspre e cupe a ritrar certi t
memoria. Non studio mai ad alta voce. Quello che mi è accaduto prima per l’opera da interpretare, mi accade dopo per la pa
o che mi è accaduto prima per l’opera da interpretare, mi accade dopo per la parte che vi debbo sostenere. Una volta impara
tti effetti balzano fuori, non cercati e voluti, ma naturali e logici per lungo processo di preparazione. Ed è facile capir
io mai ad alta voce. È dunque possibile che taluna volta a lui accada per la parola quello che accade ad altri in genere pe
volta a lui accada per la parola quello che accade ad altri in genere per la musica, i quali mentalmente credono di ripeter
lcuni momenti de'varii lavori da lui rivelati, gli americani del sud, per quanto avesser letto su pei giornali, non avrebbe
ali, non avrebbero mai potuto farsi un’idea. Di quel famoso monologo, per un esempio, di Lorenzaccio, in cui egli medita e
co ; ma la linea non c’è, e invece del grottesco abbiamo il sublime e per concepimento artistico e per espressione…. Quelle
nvece del grottesco abbiamo il sublime e per concepimento artistico e per espressione…. Quelle ondate di respiro mal conten
plastica angolosità, mostrando di seguire in questo metodo di studio per l’interpretazione e l’espressione Giovanni Emanue
tieri maestro dello Zacconi, tanto più che, come accade il più spesso per ogni attor subalterno, egli, vivendo al fianco de
e ritrasse, certo inconsapevolmente, alcune maniere e inflessioni. Se per maestro s’intenda solo, come deve intendersi, col
la fiamma sacra, certo l’Emanuel fu maestro dello Zacconi. Che se poi per maestro si volesse intendere colui dal quale si s
a già 27 anni, quando entrò nella Compagnia dell’Emanuel, e lo intese per la prima volta. La sua tempra d’artista e il modo
utare a un tratto, e a quella età, sotto l’influenza d’un’altra arte, per grande ch'ella si fosse. Anzi : ammiratore convin
ll’Emanuel, spesse volte egli avrà dovuto dissentire da lui, metodico per eccellenza, sui diversi modi di estrinsecazione.
diventar lo Zacconi scolaro dell’Emanuel, se uguale ammirazione aveva per la forza comprensiva e l’arte profonda e coscient
eva per la forza comprensiva e l’arte profonda e cosciente di questo, per gli scatti passionali del Majeroni, per la sincer
ofonda e cosciente di questo, per gli scatti passionali del Majeroni, per la sincerità quasi dialettale di Papadopoli, pel
ale di Papadopoli, pel dire intelligente e affascinante del Cappelli, per altro di altri ? Come avrebbe potuto, egli, così
tico, riproduttor della vita sulla scena fin da giovinetto, staccarsi per sentimento d’imitazione da quella sua espressione
colaro di tutti gli ammalati e i moribondi che osservò negli ospedali per raccogliere sinteticamente in una semplice linea
rta fra il glorioso decano de'nostri artisti, Tommaso Salvini, che fu per quarant’anni il rappresentante del classicismo a
, sul teatro. Se lo Zacconi, studioso e scrupoloso all’eccesso (anche per ciò l’Emanuel aveva già dato un esempio colla rip
lità di quegli spasimi ? Il pubblico, o gli scienziati facenti parte, per un caso, del pubblico ? Io credo il pubblico ; il
sul finire del secolo xvii, fu attore al servizio del Duca di Modena per le parti di Primo Zanni, sotto il nome di Finocch
92 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XV. ed ultimo. Conchiusione con pochi Avvisi amorevoli agli Apologisti. » pp. 214-236
hiusione con pochi Avvisi amorevoli agli Apologisti. E quì termina per me l’ultimamente uscito Volumetto del Saggio Apol
issimulate le di lui ragioni. Pare ch’egli prepari un altro Volumetto per il secolo trascorso, e forse anche un altro ne de
he un altro ne destinerà al XVIII. Io che ho replicato presentemente, per quanto prevedo me ne asterrò per l’avvenire, sicu
. Io che ho replicato presentemente, per quanto prevedo me ne asterrò per l’avvenire, sicuro della mia retta intenzione, e
etta intenzione, e de’ fatti scenici che riferisco, contro de’ quali, per la conoscenza che tengo del vostro modo di disput
o che nelle mani presentatagli da un Villanello? E quando non fossero per voi di uso veruno, potranno essi per avventura gi
Villanello? E quando non fossero per voi di uso veruno, potranno essi per avventura giovare a qualche altro, che si sentiss
entarvi su certe materie, che forse non vi sarete curato di coltivare per tempo, e che oggi vi riescono straniere: Scriben
rlassi a dirittura all’Autore del Saggio, gli direi così: Sovvengavi, per non aver tenuto presente questo Avviso, a quanti
vine della Caverna di Salamina: sul passo di Orazio, in cui prendeste per rappresentazioni teatrali difettose l’Orso, l’Ele
tenendovi a quelle materie, che conosceste di buon’ ora, e coltivaste per lungo tempo. III. Volete evitare di comprom
fra due scogli, o di parere adulatore interessato, o di accreditarvi per ignorante. Nel primo caso vi chiuderanno la bocca
icava cosa conveniente, che l’autorità de’ Re dovesse essere notabile per bontà, non per astuzia”. Or quanto più ciò convie
eniente, che l’autorità de’ Re dovesse essere notabile per bontà, non per astuzia”. Or quanto più ciò conviene a’ privati,
empo, che gli avversarj vivono, e mangiano, e beono, e agiscono, essi per diritto di difesa non ometteranno di notare le vo
nete; altrimenti farete due mali, scemerete a voi stesso il credito o per parte dell’intendimento, o per parte della volont
i, scemerete a voi stesso il credito o per parte dell’intendimento, o per parte della volontà, e perpetuerete gli errori na
ni, e sì bene, che già se ne ammirano molti felici frutti teatrali. E per qual crudeltà, per qual capriccio voi solo vorres
già se ne ammirano molti felici frutti teatrali. E per qual crudeltà, per qual capriccio voi solo vorreste, che il Teatro p
n più le monete di cuojo, ma le specie de’ metalli preziosi circolare per la Spagna? Se nel di lui Regno Bernardo Naranjo,
se stata da qualche Apologista animata a conservare l’antica inazione per i fondi commerciali, l’Agricoltura e le Manifattu
ero ora tanti oggetti di stupore, e tanti motivi d’immortali applausi per il glorioso MONARCA che oggi la felicita? Vi fior
lla Umanità, opere che assicurano, non che i beni, le vite de’ Popoli per tanti anni distrutte dall’intemperie dell’inverno
fiumi e torrenti, e dalla frequenza degli assassini? Vi si vedrebbero per real determinazione sin dal 1767. popolati i fera
aesani il celebre Don Jorge Juan, ed oggi veggiamo con piacere aperte per la Spagna Scuole non rare di Matematiche pure e m
che pure e miste, di Nautica, di Astronomia, di Architettura Militare per le Accademie de’ Cadetti situate in Barcellona, n
ra più colle produzioni vegetali, minerali, e animali del Nuovo Mondo per la maggior parte soggetto all’Ispana Monarchia, q
per la maggior parte soggetto all’Ispana Monarchia, qual guerra non è per fare a’ pregiudicati lodatori temporis acti, qual
, oggi si và trasportando a gran passi nel famoso Passeggio del Prado per farvi nobile vago spettacolo, e insieme per sazia
amoso Passeggio del Prado per farvi nobile vago spettacolo, e insieme per saziare con minore incomodo la bella curiosità de
iosi, quanti vantaggi non recherà alle Mediche ricerche? L’entusiasmo per le belle Arti del Disegno, che oggi serpeggia per
erche? L’entusiasmo per le belle Arti del Disegno, che oggi serpeggia per la Nazione, e l’accende di amore pel vero gusto,
ello Stato. VI. Ma quando pure la vostra vocazione è dichiarata per le Apologie, che ad altri sembrano per ogni banda
vostra vocazione è dichiarata per le Apologie, che ad altri sembrano per ogni banda infruttuose, studiatevi almeno di comp
vanti la ignoranza, e la rozzezza de’ primi tempi della Città di Roma per averli discacciati. Roma guerriera non discacciav
, ammirato da’ Posteri al pari de’ Soloni, de’ Licurghi, de’ Zaleuci, per aver saputo ingentilire un Popolo feroce co’ riti
i non riflettono, che essa non l’impedi di gettare stabili fondamenti per divenire una Nazione grande, e possente? In oltre
iquie materiali, e poche Città, come Napoli, Regio, Taranto, le quali per qualche altro secolo continuarono a conservarsi G
1: “Sono inutili tutti i Libri, in cui la Storia Letteraria si dilata per verificare i fatti, e la Letteratura de’ Celti, d
essendo, se non che il mostrare le Scienze acquistate dagli Spagnuoli per mezzo di quelle nazioni, non provandosi che ce le
le, che da noi avessero imparato. I Cartaginesi dominarono in Ispagna per ben poco tempo, e sempre con inquietudini e turbo
ci avessero eruditi? Pruove e fatti positivi si ce cano. Non vagliono per nulla, non sono sufficienti a contentarci le debo
ne di Cadice. Si dubita parimente, che Cadice sia fondazione Fenicia, per quel che dice Sallustio ne’ Frammenti, cioè che n
Cartaginese, una Nazione generosa difenditrice della propria libertà per tanto tempo contro le forze più poderose della Ro
. . Nelle avverse “Fortune fu maggior, che quando vinse?” Che seppe per amore e zelo della Religione sacrificare eroicame
ricano Annibale, e di pregiarsi della Lingua Greca che costui sapeva, per averla appresa in queste terre da Sosilo Spartano
fossero mai stati Spartani o Cartaginesi? Ha bisogno tal Nazione, che per onorarla si ricorra ad ostentare la Gramatica che
rseggiare accennato da Strabone nel III. Libro della Geografia? e che per giunta si conchiuda, che intanto che gli Spagnuol
ro ignoranza, quando che ciò è contrario al vero, mentre i Romani ben per tempo furono ne’ due primi secoli Gramatici e Ver
di chiamarsi Provenzale, o di convertire i suoi Popoli in Provenzali, per participare dell’efimera anticipazione nel verseg
entativa? Di sì meschine gloriole, di queste apologetiche petitesses, per dirla alla Francese, ha bisogno la Madre de’ Garc
Vega, degli Errera, de’ Leonardi di Argensola? Ha bisogno la Spagna, per finirla, di un Tomo Apologetico per sostenere i m
Argensola? Ha bisogno la Spagna, per finirla, di un Tomo Apologetico per sostenere i mostri teatrali del Vega e di Caldero
, Signori Apologisti, troppo di soda gloria è ricca la vostra Nazione per aver bisogno di accattare da’ vanti spregevoli e
Lettera distrugge ancora le congetture tratte dalla Sacra Scrittura, per la fondazione di Cadice da’ Fenici 400. anni prim
93 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 568-569
a sede al Palazzo Rinuccini e contava recitanti egregi, tra cui primo per verità e spontaneità e finezza il porta-lettere F
ademia Fiorentina passò a quella de' Fidenti, dalla quale uscì l’ '81 per andare scritturato con Adeleide Tessero, che lo a
to e festeggiato. Fu l’ '86 con Novelli, e l’ '87-'89 con Pietriboni, per diventar poi capocomico assieme a Paladini, colla
Talli-Sichel-Tovagliari, una delle più fortunate del nostro tempo, sì per la novità e originalità del repertorio, sì per la
e del nostro tempo, sì per la novità e originalità del repertorio, sì per la spigliatezza e l’affiatamento. Stette poscia c
a Compagnia che s’è conquistato il posto primo tra le prime, non solo per le parti che la compongono, ma anche, e più, per
a le prime, non solo per le parti che la compongono, ma anche, e più, per la bella armonia dell’ assieme, si sfascierà tutt
anche, e più, per la bella armonia dell’ assieme, si sfascierà tutta per dare nuove missioni da compiere, nuovi ideali da
ma se uno v'ha che possa riuscirvi, egli è certo Virgilio Talli, che per la fierezza dell’indole e la pervicacia nella lot
94 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 438-443
ra di entrare alla Commedia Francese, ma ella non accettò e si ritirò per sempre dalle scene. Morì a Parigi il 22 febbraio 
 1716, poco innanzi che la Commedia italiana si riaprisse al pubblico per ordine del Duca d’Orléans, reggente, e sotto la d
tuti ; era la ragazza vivace e astuta, capace di tener fronte ad essi per spirito e destrezza. Colombina, or padrona, or se
… Essere insulso !… Bellezza addormentata ! Ma quando la donna, bella per giunta, ha quel tanto di vita e di giocondità che
bella per giunta, ha quel tanto di vita e di giocondità che ci vuole per divenir piacevole, ah…. schiettamente, se fossi u
a di vedervi. Arlequin. Comediarò quando havrò trovà dei Comedianti per Comediar. Colombine. Che personaggio fate ? Ar
e, ve donerò un bon rolo. Colombine. O Signor si ; ho un gran genio per la comedia. Ma come Vossignoria dice, voglio un b
genio per la comedia. Ma come Vossignoria dice, voglio un bon rolo ; per esempio le rolle du Portier che maneggia l’argent
Mais quelle Piece joüerez-vous d’abord ? Arlequin. Noi cominciaremo per l’incendio di Troja. Colombine. Ah sì sì, mi pia
rincipale. C’est moy qui feray le Cheval de Troye. Colombine. Ditemi per grasia l’historia di questo incendio di Troja.
sujet fort élevé. Colombine. E chi diavolo vorrebbe montar così alto per veder la Comedia ? Arlequin. E bene, giocaremo g
nio su cui s’aggirano tutte le figure di una commedia : la padroncina per ajuto, la padrona per gelosia, i padroni vecchio
tutte le figure di una commedia : la padroncina per ajuto, la padrona per gelosia, i padroni vecchio e giovane, raggirati,
na per gelosia, i padroni vecchio e giovane, raggirati, sbeffeggiati, per amore, arlecchino, il futuro marito naturale, per
rati, sbeffeggiati, per amore, arlecchino, il futuro marito naturale, per ira, per amore, per gelosia, per disperazione, pe
ffeggiati, per amore, arlecchino, il futuro marito naturale, per ira, per amore, per gelosia, per disperazione, per…. tutto
per amore, arlecchino, il futuro marito naturale, per ira, per amore, per gelosia, per disperazione, per…. tutto…. In sino
lecchino, il futuro marito naturale, per ira, per amore, per gelosia, per disperazione, per…. tutto…. In sino a che la serv
o marito naturale, per ira, per amore, per gelosia, per disperazione, per …. tutto…. In sino a che la servetta ha seguito l’
traccia, essa ha avuto sulla scena una parte spiccatissima e un ruolo per sè. Chi abbia come me veduto e sentito nella Came
95 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 1 pp. 2-271
ademia sotto il modesto titolo di Arcadia, le cui colonie si sparsero per l’Italia tutta. L’antica poesia de’ Greci e de’ L
ini ricondotta trionfante ne’ Sette Colli inspirava disprezzo e pietà per le scuole gongoresche e mariniste, e venerazione
e pietà per le scuole gongoresche e mariniste, e venerazione e amore per Dante e Petrarca che bevvero in que’ puri fonti.
e che prescelse, ad onta di averla renduta al possibile armoniosa, sì per esser nuova sul teatro (ma non inventata dal Mart
(ma non inventata dal Martelli, come sognando asserì il Barretti) sì per la rima e la monotonia che l’accompagna ; e le di
lime ed enfatico ; ma quanto acquista con i modi di dire, tanto perde per lo stucchevol vezzo delle rime. La semplicità del
crudele, di Solimano, conferiscono al merito della Perselide. Veggasi per saggio dello stile e della versificazione il mono
a Zeanghire che muore suo amico : Mustafo Quel che udisti e vedrai, per pietà non gli dire, Se no, invidia e dolore te lo
poco più importante del Teatro Italiano compilato dal Maffei ? A ciò per avventura si opposero le loro letterarie querele.
bella semplicità cui si attenne nel tesserle, piacque agli eruditi, e per questa parte fu applaudito dall’istesso Martelli.
arietà de’ metri, e sventuratamente elesse l’endecasillabo sdrucciolo per verso principale (già usato dal Grattarolo nell’
Papiniano. Sopratutto sì encomii col dotto critico Pietro di Calepio per aver saputo travestire ed applicare all’ azione q
ritico dozzinale colui che proponesse alla gioventù un solo scrittore per modello per la difficoltà di trovarsene alcuno ne
nale colui che proponesse alla gioventù un solo scrittore per modello per la difficoltà di trovarsene alcuno nel suo genere
re che raccolse da molte leggiadre donne gli sparsi pregi della beltà per formarne la sua Venere. Questo esser dee l’uffizi
29, ed Orazia che si pubblicò unita con le altre nel 1752. Vinse egli per gravità, e per versificazione il Gravina, e scorg
he si pubblicò unita con le altre nel 1752. Vinse egli per gravità, e per versificazione il Gravina, e scorger fece non di
diede come il primo alla sua favola il titolo di Orazia, ma conservò per lei sola tutto l’interesse sino all’ atto V ; là
azio collo sposo della sorella, il contrasto delle allegrezze di Roma per la vittoria ottenuta da Orazio colle smanie di Or
zze di Roma per la vittoria ottenuta da Orazio colle smanie di Orazia per essere questa riuscita sanguinosa e per lei tanto
Orazio colle smanie di Orazia per essere questa riuscita sanguinosa e per lei tanto funesta per la morte dello sposo, e fin
Orazia per essere questa riuscita sanguinosa e per lei tanto funesta per la morte dello sposo, e finalmente l’azione del V
ta per la morte dello sposo, e finalmente l’azione del V interessante per l’ammazzamento di Orazia, pel pericolo di Orazio
te per l’ammazzamento di Orazia, pel pericolo di Orazio condannato, e per la patetica aringa di Publio in pro del figlio su
a’ Padri dell’ Oratorio detti G rolimini di Napoli, e glorioso ancora per la rinunzia dell’arcivescovato di Salerno, e del
lerno, e del vescovato di Lecce a lui offerti, morì nel 1753 ammirato per le sue virtù. Sin dalla prima gioventù mostrò gus
a gioventù mostrò gusto e buon senno colla scelta di ottimi argomenti per due sue favole impresse in Napoli nel 1715, il Cr
l La Fosse pel piano meglio ragionato, pel costume più convenevole, e per l’arte di muovere la compassione. Vero è, che all
della mitologia. Pure non è così grande lo svantaggio dell’ Italiano per le sentenze e per la locuzione, nè gli affetti ri
Pure non è così grande lo svantaggio dell’ Italiano per le sentenze e per la locuzione, nè gli affetti riescono in lui sì p
nobile e grave ; una costante regolarità ; la sceneggiatura moderna, per cui quasi mai il teatro non rimane voto ; i carat
de la bella Cagion del pianto mio, che vuol nell’onde Precipitarsi, o per tornarmi in braccio O per fuggir gli oltraggi, e
nto mio, che vuol nell’onde Precipitarsi, o per tornarmi in braccio O per fuggir gli oltraggi, e rattenuta Vien dal rio pre
agica scena ! Eustachio S’interpone e cresce Più ognor l’aere fra noi per lontananza ec. Ricca miniera di affetti e di car
ltaire la Francia avea un teatro tragico già rispettato e frequentato per Corneille e Racine ; là dove l’Ermenegildo del Ma
ila che ha preceduto il sacrificio fatto da Arpago del proprio figlio per salvar la vita al picciolo Ciro nel melodramma de
uesto è maggiore l’eroismo del cambio che fa Idamè del proprio figlio per l’Orfano reale, perchè è il padre stesso che vuol
no reale, perchè è il padre stesso che vuol sacrificare il suo sangue per la regia prole. Meriterebbe anche che si trascriv
avità, la precisione e la verità propria della passione e del teatro, per la quale il Conti costantemente schiva ogni vano
e la proprietà mirabile ne’personaggi imitati. I suoi Romani (ciò che per lo più si desidera in varie tragedie straniere) c
emi da essi seguiti secondo la storia. Volle il Conti far uso de’Cori per riunire alla tragica rappresentazione la musica c
musica che le conviene ; e questa può esser forse una delle ragioni, per cui i commedianti più non le rappresentano, schiv
regi generali dello stile, del costume e del metro, si rende notabile per la forte aringa di Bruto animata da solida eloque
buoni tragici moderni(a). Il marchese Scipione Maffei veronese chiaro per dottrina ed erudizione trasse dalle greche favole
n cui il vecchio Polidoro giugne a tempo a trattener la madre che stà per trafiggere il figliuolo ? del vivace atto V ove t
or teatro Ismene che parla della febbre di Merope ? che questa regina per iscarsezza d’arte del poeta si avventa due volte
ivoluzione e l’ammazzamento di un re ? Gli sforzi stessi del Voltaire per deprimerla, dopo di essersi ornato delle sue prin
ella patria in ogni incontro. L’ammazzamento dell’addolorata Demodice per mano del fratello Critolao avviene appunto per le
ll’addolorata Demodice per mano del fratello Critolao avviene appunto per le di lei imprecazioni e contro Tegea loro patria
golarità e nel colorito delle passioni alla Demodice ; ma le sovrasta per nobiltà e grandezza di stile e per la semplicità
oni alla Demodice ; ma le sovrasta per nobiltà e grandezza di stile e per la semplicità dell’azione avvivata però da un mov
 ; ma vi si evita il particolareggiar soverchio, come altri ha fatto, per additare appuntino i fatti della tragedia. Vi si
ero intoppo. Antigona madre di Giocasta (che Creonte volle far morire per mano del proprio figliuolo Osmene di lei marito)
essioni convenienti ; ma ella ciò dice pensando in fatti di eseguirlo per vendicarsi, senza riflettere all’ impossibilità d
orse che più che tragedia parrà questa Giocasta un romanzo drammatico per tanti colpi di teatro e per le avventure che in e
rrà questa Giocasta un romanzo drammatico per tanti colpi di teatro e per le avventure che in essa si accumolano in poche o
e. Viva e patetica è la preghiera che fa nell’ atto I Osmene al padre per non isposar Giocasta. È tenera la riconoscenza di
e col coro continuo lavorato con troppo servile imitazione de’ Greci, per la quale esse riescono fredde e nojose, la Temist
si parlò delle di lui tragedie. Comunicato lo spirito di simil genere per la riuscita del Conti, del Martelli, del Zanotti,
nti, del Martelli, del Zanotti, del Marchese e del Maffei, si diffuse per l’Italia tutta, e molte tragedie regolari e giudi
sservante nato in Lucca nel 1686 e morto in Roma nel 1758, conosciuto per gli sforzi perduti contro la Storia Civile di Pie
ama all’italico coturno. Alfonso Varano de’duchi di Camerino distinto per natali, per dottrina e per ingegno poetico morto
ico coturno. Alfonso Varano de’duchi di Camerino distinto per natali, per dottrina e per ingegno poetico morto in Ferrara c
fonso Varano de’duchi di Camerino distinto per natali, per dottrina e per ingegno poetico morto in Ferrara carico di anni e
lo. Offre questa tragedia al sagace osservatore molti passi pregevoli per nobiltà ed eleganza di dizione. Nobilmente si esp
luppate le angustie dì Artamene combattuto dal colpevole amore che ha per lui la madre e dall’odio che Arsinoe ha per Seleu
al colpevole amore che ha per lui la madre e dall’odio che Arsinoe ha per Seleuco. Egli conchiude : Per vie diverse Congiu
tto IV si ammira una situazione tragica assai bene espressa. Artamene per un falso foglio diviene reo di una congiura press
afitto nel cor. Tu mi accusasti Che di Seleuco io meditai la morte, E per aver qualche ragion sul trono, Chiesi a te le tue
L’agitazione di Seleuco nel dubbio che il soldato non giunga a tempo per impedirla, è piena di moto ed espressa acconciame
ragedia si conchiude con lieto fine, non ostaute la morte di Berenice per l’interpretazione dell’oracolo fatalmente colpevo
stacolo potrebbe nascere dall’ostinazione di Artamene a non palesarsi per Demetrio in tempo che non si sono ancora le cose
lla tragedia, se non quando Demetrio noto alla madre tace eroicamente per non recarle onta e nocumento. So bene che tal con
silenzio non si dovesse rompere. Queste osservazioni però basteranno per impedire che si registri sì nobil favola accanto
e in esso è la dipintura della feroce grandezza d’animo di Giscala, e per molte sce ne vigorose e teatrali, e singolarmente
o di Giscala, e per molte sce ne vigorose e teatrali, e singolarmente per quella dell’atto III, in cui egli s’intenerisce c
dal campo nemico, come avvenne ad Attilio Regolo servo in Cartagine, per proporgli la resa, e da lui con isdegno rimandato
ni generali, ed accennò solo che le circostanze legavano loro le mani per non ispargervi tutti que’fiori che il fecondo lor
trezza nel colorire i caratteri, sentimenti grandi, nulla a lui manca per esser collocato tra’migliori tragici. Sopra tutte
puro nel linguaggio, grande sempre, sempre elegante, e forse talvolta per questo appunto alquanto uniforme. L’istesso suo p
se seconda sua tragedia ci dipinge un penitente che potrebbe annojare per la sua abjezione, e pure è condotto con tanto sen
sta pietà divenendo sensibile al suo pericolo. L’autore senza curarsi per altro di farsene un merito, pensa che di tal cara
di Giuda. Ben è vero che in Manasse tutto è rettificato, e migliorato per la verace divinità ; ma anche in ciò il Granelli
Manasse, salva la tragedia (e l’avvertì pure l’autore) dallo sciorsi per macchina, e dà luogo a una serie di cose che cond
la solita nobile, e grandiosa propria dell’autore, e sembra solo, che per gli ragionamenti troppo prolongati, benchè conven
ionamenti troppo prolongati, benchè convenevoli ed eleganti, serpeggi per sì bella tragedia qualche lentezza. Dione che li
enzione, d’intreccio, e di scioglimento ? Qual taccia daremo al Dione per non riporlo tra le prime tragedie italiane ? Non
è gli promette di dargli in mano Apollocrate figliuolo di Dionigi. Ma per tale utile tradimento, ben potrebbe egli ottener
er tale utile tradimento, ben potrebbe egli ottener dal re l’immunità per gl’inganni passati (come suol concedersi a’ rei c
cciato tiranno, ed anche Ireno. Tante supposizioni a favor dell’empio per avvolgere e disviluppar questo nodo, danno indizi
ubbio di Alcimene e di Callicrate, se si fosse assicurato di entrambi per attendere sulla congiura maggior luce dall’amico
lio di Callicrate di fingersi egli stesso traditore e nemico di Dione per iscoprire i veri congiurati. Ma la storia non att
el quarto (quando dovrebbe crescere) già prende un aspetto più pacato per l’esame liturgico su i sacrifizii e i voti tra Oz
altre lagrime ella non ottiene se non quelle che spargevansi fra noi per le nostre fanciulle destinate a rendersi religios
i, fa mestieri mentovare le tragedie latine composte nel secolo XVIII per lo più da’ gesuiti. Marcantonio Ducci fece imprim
l’autore : Due stille sol di colto mel gustai, Ecco il mio fallo, e per sì poco io muojo. Lo stile di questa favola non
o ogni arbitrio dal proprio giuramento e dallo zelo temuto di Samuele per la volontà del cielo enunciata dal sacro oracolo 
ata dal sacro oracolo ? Quanto alla prima scena del IV Saule potrebbe per l’affetto naturale venire con ripugnanza all’esec
cielo condanna. Egli intanto convoca un consiglio di Abnero e Samuele per deliberare su di ciò che pur non è più in suo arb
i nella scena terza dell’ atto Il a prova accusano ciascuno se stesso per liberare il fratello dalla colpa e dal pericolo ;
energica giustificazione. Notabili sono questi versi. Dolce è morire per la patria, tutto Per lei versiamo il sangue, ella
ammi Atene Morir così come l’ho già salvata. Fido pugnai, fido morrò per lei. Ma paga di me sol sia tua vendetta, Il frate
l gara ; nell’atto IV i medesimi che sono stati liberati da Demetrio, per salvare il padre anche accusano se stessi a vicen
L’autore non ignorava la censura del Voltaire alla Merope del Maffei, per essersi questa regina due volte avventata al figl
n chiaro giorno in mezzo alla corte ed al popolo la rende infruttuosa per lo spettatore, perchè incredibile e spogliata del
di lui Serse. I terrori di questo re nella scena prima dell’atto III, per l’ombra che l’ incalza e lo spaventa, sono alla s
e vedovili panni Tutto lo ricoprian : celava il volto Lugubre velo : per le man traea Tutto sparso di lagrime un fanciullo
tori di tragedie anche il Napoli-Signorelli autore di questa istoria, per l’opera che fece imprimere in tre tomi in Milano
l’Alfieri nella sua Merope, che tutti vollero dipingere una madre ; e per tale scopo si è pur tradotto l’Orfano della China
agedie. NOn ha poco contribuito ad inspirar tra noi e diffondere per le italiche contrade un nuovo ardore per la poesi
nspirar tra noi e diffondere per le italiche contrade un nuovo ardore per la poesia tragica il generoso invito del sovrano
Farnesi. Fra varie tragedie prodotte dal comparire del real programma per tutto l’anno 1782, cinque sole meritarono la coro
olezza del costume e colla regolarità della condotta. Non basterà ciò per convincere i maldicenti Freloni enciclopedici del
Freloni enciclopedici dell’utilità del disegno del real Protettore, e per mostrare che l’Italia non è sì lontana dal calzar
alla Fedra, all’Alzira, al Radamisto. Molto meno si pensa di proporle per modelli a chi voglia ottenere una corona dalle ma
tre volte tornare alla vista dell’uditorio l’ apparato del Decemviro per profferir la sentenza sulla condizione di Virgini
te la citazione de’testimonii, ed il darsi ogni fiata nuova dilazione per sospendere la sentenza, sembra scarsezza d’arte.
regolare, bene scritta e ben verseggiata, e pregevole particolarmente per la semplicità delle greche favole, e pel decoro d
osi di scena decorati con pompa, e sovente combinati a forza. Tutto è per me teatrale ciò che sa interessar chi ascolta ; a
uando si ottiene con minore apparato, e senza molte ipotesi. Dico cio per certi nuovi antorelli subalterni che sogliono rip
ere. Nell’ atto V Penelope si lamenta del tripudiar che fanno i proci per la morte di Ulisse, stando a mensa con Telemaco,
ida un vecchio, oh stelle ! ferma. E intanto Un dolce sospirar s’alza per tutte Le Italiche cittadi ; e in tutta Europa Del
e’ fonti Greci e Romani, e nell’ Arno, e non temete di alzarvi a volo per l’intera faccia dell’ universo, Versate allor ne
nderlo feroce e spietato. Figlio di Arminio si sforza di ogni maniera per dissuaderlo dal soggettar la patria colle istesse
a spedizione in Roma, e l’intenzione de’ Romani. Gismondo propone che per resistere è necessario che Arminio de’ Cherusci i
tringe al suo ritorno in Itaca, ma ne contiene anche la morte seguita per mano di Telegono suo figlio non conosciuto. Nè ci
elegono suo figlio non conosciuto. Nè ciò parve all’autor sufficiente per una favola di cinque atti, e vi aggiunse anche la
poso da farsi da Penelope tra’ Proci, gli artificii del saggio Ulisse per rompere l’alleanza de’ due amanti principali, sem
anno precedente. L’amor disperato e funesto dell’ appassionata Bibli per Cauno suo fratello segue le tracce della Fedra di
o alla passione, ha inviate trall’atto III ed il IV un foglio a Cauno per iscoprirla ; ma tosto ne sence ribrezzo ed orrore
aile poesie di Ossian. Prendono talvolta l’espressioni qualche novità per le immagini di nubi, di meteore, di raggi di luna
le de’ popoli cacciatori introdotti nel Calto dovrebbero esser sempre per molti gradi lontane dalle idee de’ popoli culti e
si vitupera nè si loda ! guai di quello ancora che ha solo se stesso per lodatore e qualche suo compiacente amico ! L’indi
. Forse l’orrore di una tragedia di uno che muore di fame, prolongata per cinque atti, non permette varietà di situazioni e
ette in maggior movimento le passioni sulla scena, e una spietatezza, per dir così, riposata alla maniera di Caligola, qual
lamenti. Tale è pure il congedo ch’ egli prende dal nemico mancando per debolezza : Figli…Guelfo…ove siete ?no…io muojo
ra di Milano, e Pentea argomento tratto dalla Ciropedia di Senofonte, per le quali non può dubitarsi che l’autore progreden
’autore progredendo nella carriera avrebbe verificate le speranze che per esse si concepirono. Il bolognese Flaminio Scarpe
tragedie la Zaffira e la Saffo. Tutti questi scrittori meritano lode per alcun pregio che traspare nelle loro composizioni
bero arbitrio e della predestinazione, e quando Ciro è vicino a morte per la ferita ricevuta, un sacerdote Ebreo l’esamina
e all’illustre autore di averne ideato un piano assai più convenevole per la scena tragica di quello del Shakespear. Confes
ue vesti si accordino col suo volto, ed entrambi poi tentano ogni via per ingannarsi scambievolmente, ne sembra anzi comica
arsi scambievolmente, ne sembra anzi comica che tragica. Aggiungeremo per amor del vero, che il carattere della sua Cleopat
esse nel 1798. L’autor filosofo ha saputo rintracciar nuovi argomenti per la scena tragica ne’ bassi tempi che ne sono così
sono così fecondi. L’istituzione dell’ Ordine militare della Mercede per la redenzione degli schiavi dalle mani barbaresch
de per la redenzione degli schiavi dalle mani barbaresche, gli sugeri per la prima tragedia intitolata Ormesinda un’ azione
ne, essendosene imprudentemente allontanata la guarnigione de’soldati per una sortita. Dal Vargas nella cronica di quell’ O
Mercede e diviene professo. Alfonso padre di Ormesinda giugne in Fez per riscattare gli schiavi, e trova Ormesinda viva. T
re il nome di colui che le fu destinato sposo. Alfonso assicura che è per lei perduto e morto, ma Albumasar trova che è viv
zioni, ed esercitano singolarmente la virtù di Ormesinda, che implora per essi la pietà del sovrano. Intanto alcuni nemici
quale si meraviglia di Alfonso che vuol lasciare in Affrica Ormesinda per un arcano che non rivela ; e di Consalvo che si d
nso è suo padre, e Consalvo il suo sfortunato amante. Il re, irritato per le reticenze de i due e commosso dalle di lei pre
le nel 1312 ; e dall’altra parte reputati innocenti e sterminati solo per la rapacità del nomato re di Francia che aspirava
Purtler e da altri. L’autore si vale della lagrimevole strage di essi per fondamento e strato della sua favola ricca di qua
Templarii ama Enrico di Abarca che d’ordine sovrano dovè allontanarsi per guerreggiare in Affrica. Ma Ramiro padre di lei a
ta l’ambasciata in sensi amichevoli manifesta a Ramiro l’amore che ha per la sua figlia, e Ramiro mostra rincrescimento di
vicino ad Anagilda già sposa di un altro ? Qual colpo ! qual fulmine per lei ! Fernando che sorviene, racconta in qual gui
e di Anagilda, e trovarsi ella stessa in Morviedro, e facendo premure per parlarle, intende di essere già congiunta in matr
ne a salvare Anagilda ; ella ripugna di seguirlo ; ed egli si affanna per liberarla dal pericolo imminente, e si getta a’su
da sguainata vuole impedirlo, e nel dirizzarsi a Rodrigo lo riconosce per suo padre, si confonde, si umilia, pugnando nel s
ante di essere già sposa di un altro, che non isdegnerebbe riconoscer per sua l’istesso Racine. Nel IV degna singolarmente
emico Di Ramiro e Fernando ? Ogni soccorso Che m’offra il braccio tuo per me diventa Onta e martir. Su queste mura il padr
Anagilda Ad Anagilda. Anche la settima del medesimo atto è singolare per la riconoscenza di Fernando del proprio genitore
r la riconoscenza di Fernando del proprio genitore in Rodrigo, mentre per difendere Anagilda gli va incontro con la spada s
72. Non si può dire quale indignazione prese taluno che potè leggerla per lo strazio che ne fece. Egli scrisse ancora il Te
frequenti involontarii versi. Rassembra a una musicale opera informe per la moltiplicità delle azioni di tre eserciti, di
veruno effetto tragico, essendo un manifesto traditore della patria ; per la lingua impura e barbara si rende disprezzabile
ella patria ; per la lingua impura e barbara si rende disprezzabile ; per la stile or si eleva, ora batte lo stramazzone ;
disprezzabile ; per la stile or si eleva, ora batte lo stramazzone ; per la versificazione in dieci o dodici versi si alza
nto tollerabile se non lodevole. Ma l’autore avendo fatto ogni sforzo per abolirne la memoria, si è conformato all’ avviso
Passiamo al Gerbino, ed al Corradino ch’ egli accarezzò, e riconobbe per sue. Gerbino si pubblicò nel 1787, e si recitò t
a, le situazioni dovrebbero essere più tragiche, abbondar di rispetto per chi ascolta servando onestà, giacchè vi si fa pas
di rispetto per chi ascolta servando onestà, giacchè vi si fa passare per virtù l’incontinenza, e vi si ostenta onore, ment
ia l’esser nazionale, s’intende, e si è mille volte ripetuto ; ma che per essenza tale esser debba per dirsi tragedia, nè s
de, e si è mille volte ripetuto ; ma che per essenza tale esser debba per dirsi tragedia, nè s’intende, nè si accorda. Se q
corda. Se questo ne fosse un requisito essenziale, ne seguirebbe, che per noi moderni non sieno tragedie quelle che ci rima
alle altre nazioni settentrionali. Con simil norma non riconosceremmo per tragedie le moderne che vertono su’ fatti orienta
Bajazet, la Semiramide, l’Orfano della China ecc. passar non debbono per tragedie in Italia, giacchè non appartengono alla
nne le nostre tragedie Ugolino, Giovanna I, Piccinino ec. Non saranno per noi tragedie Zaira, Tancredi ecc., Carlo d’Inghil
le loro tragedie a noi pervenute contengano argomenti greci, e perciò per essi nazionali, chi sosterrebbe che tali tutte st
ripetute con accuratezza maggiore nella presente. Si scusa finalmente per gli amori del suo Corradino ; sostiene che sono t
za amori da riempiere il voto di cinque atti e trattenere il pubblico per due ore. Ma dovea imparar per tempo quest’arte da
di cinque atti e trattenere il pubblico per due ore. Ma dovea imparar per tempo quest’arte da i tre gran tragici greci, o a
a alla stessa gioventù i miei voti perchè si provi a prender di nuovo per mano l’argomento del Corradino, e gli renda il pa
l’autore due altre tragedie scritte più tardi ma non ancor pubblicate per le stampe, l’Erode Ascalonita senza amori, senza
ita senza amori, senza donne e senza confidenti, che sveglia la pietà per l’innocenza sventurata, ed i rimorsi tragici del
o ultima tragedia che io conosco del Cicala in grazia dell’ amicizia, per avventura supera le altre nell’ unità dell’ azion
upera le altre nell’ unità dell’ azione e dell’ interesse che è tutto per Ottene. I caratteri del padre amante della figlia
fratello e del padre che all’ udire che i numi chiedono il suo sangue per salvare la patria, a somiglianza d’Ifigenia, spon
sonaggi sono dipinti con colori vivaci ; ed il cangiamento lieto, non per macchina, ma per l’arrivo opportuno di Licida che
nti con colori vivaci ; ed il cangiamento lieto, non per macchina, ma per l’arrivo opportuno di Licida che avendo ucciso Is
ore della drammatica poesia il marchese Giovanni Pindemonte di Verona per aver fornito al teatro diversi componimenti appla
i componimenti applauditi. I Baccanali pubblicati in Venezia nel 1788 per la regolarità della condotta e per la forza de’ c
ali pubblicati in Venezia nel 1788 per la regolarità della condotta e per la forza de’ caratteri e per diversi tratti robus
1788 per la regolarità della condotta e per la forza de’ caratteri e per diversi tratti robusti fè concepire alte speranze
isa onde il vecchio Ebuzio trafitto da cento colpi pensa a tramandare per una baccante la notizia del proprio eccidio ad un
ra di Scozia sempre accolta con applauso in teatro. Matteo Borsa noto per varii lavori eruditi, e l’abate Giuseppe Biamonti
i altro. Aveano trattato quest’ argomento in Italia con pari felicità per diverse vie il Rucellai serbando i cori e la cond
ortamente adattandone l’azione alle moderne scene. Gian Rinaldo Carli per altro l’avviluppò d’inganni, amori ed avventure r
mise all’ azione una nuova ipotesi della peste onde Tauri è afflitta, per cui si è spedito Reso a consultare l’oracolo di A
la venuta di Reso si faccia cadere comodamente nel punto che Oreste è per cadere sotto la sacra bipenne. La riconoscenza se
sotto la sacra bipenne. La riconoscenza segue diversamente, cioè non per la lettera d’Ifigenia da recarsi in Argo come nel
ologna dobbiamo Carlo I Re d’Inghilterra, tragedia comendabile uscita per le stampe nel 1783, in cui non si ripete qualche
astrofe della costituzione di un popolo che conculca le proprie leggi per alzare un tempio alla libertà nazionale, sacrific
mpio alla libertà nazionale, sacrificandole con formalità giudiziarie per prima vittima la vita del proprio sovrano. Il Mor
di empia politica : Farfè che rappresenta tutto l’entusiasmo inglese per la libertà, per cui si occulta a’ suoi sguardi l’
ca : Farfè che rappresenta tutto l’entusiasmo inglese per la libertà, per cui si occulta a’ suoi sguardi l’atrocità enorme
rseguitato dallo zelo di Dunstano perde la vita, il regno, e la sposa per essersi congiunto in matrimonio con Elgiva sua cu
, ossia la Morte di don Carlo figliuolo di Filippo II, ed il Rodrigo, per le cui lascivie passò la Spagna sotto il dominio
dice l’istesso autore, essendo stato pessimamente accolto in Venezia per gli sforzi di un partito avverso. Vi si vede una
mini tradito ed offeso dagli amori della sua moglie Zulfa con Errico, per li quali si serba l’interesse della favola. Vedes
ilippi, cui il leggitore non esiterà a dare la preferenza sulle altre per istile per condotta e per grandezza di caratteri.
il leggitore non esiterà a dare la preferenza sulle altre per istile per condotta e per grandezza di caratteri. Marco Brut
on esiterà a dare la preferenza sulle altre per istile per condotta e per grandezza di caratteri. Marco Bruto vi comparisce
lla quinta si attiene all’ antica usanza. Rapita Porzia dal trasporto per la libertà prima di uccidersi accanto a Bruto tru
ntasse con molto applauso nel 1789 in Torino. La diede indi alla luce per la stamperia reale di Parma nel 1791 preceduta da
innanzi ad ogni altra operazione e fissarsi la sicura tirannia di lui per base della congiura. Le incertezze di Romeo dovre
ne nelle sue private passioni che urtano co’ doveri di cittadino. Non per tanto l’autore non ha negletto questo punto impor
n cui si uccide, giustificano abbastanza l’elevatezza dell’ anima sua per giugnere al punto di procurar quel perdono. Il mo
La scena sesta del III tra Gualtieri e Romeo si rende pregevole tanto per la parlata di Romeo che candidamente esprime i se
del suo cuore agitato e i disegni senza paventar del tiranno, quanto per la fermezza in rigettar le premure del suocero pe
el tiranno, quanto per la fermezza in rigettar le premure del suocero per sapere i congiurati. Gualtieri Scoprir non vuoi 
nzio e morte. La quarta scena del IV tra Adelinda e Romeo si ammira per la rivoluzione che cagiona nell’animo di Adelinda
loro divisione, e i fervidi scongiuri di Adelinda che gli si prostra per ottener che ceda, danno a questa scena molta viva
altieri di appigliarsi alla clemenza, coll’incertezza del tiranno che per non perder la figlia quasi è disposto a concedere
e, è Carlo ed Isabella rappresentata in Bologna nel 1791, indi uscita per le stampe Bodoniane l’anno 1792. Vi si premette u
mmoventi. Per lo scioglimento, che che volle dirne il Cesarotti forse per indulgenza, non tutti si attennero al suo avviso 
tragico del Popoli è l’Agamennone, la quale mi fu dall’autore rimessa per compiacenza inedita ancora nel 1791. Essa nel 179
rme al nuovo sistema assai migliorato e dello stile nobile e vigoroso per quanto comporta il genere) merita di notarsi che
di propria mano trucida un gran re suo marito ed obblia i suoi figli per assicurarsi il trono insieme col drudo. Il terror
sicurarsi il trono insieme col drudo. Il terrore tragico dee prodursi per questo assassinamento ad oggetto di purgar le pas
ne dee tutta eccitarsi pel gran marito che pieno di sincera tenerezza per la moglie arriva nella sua reggia e proditoriamen
Ferrara, e col conte Vittorio Alfieri da Asti. Vincenzo Monti chiaro per le sue poesie ed altre pregevoli produzioni tardi
istodemo s’impresse nel 1786, e si recitò in Parma con pieno applauso per due autunni continui, sostenendo la parte di Argi
vuol dire abrogare ? Ne ha egli forse veduto il decreto ? Vero è che per alcuni anni si tacque quella deputazione accademi
con quelli della Semiramide e dell’Hamlet, se non chi di tutto parla per tradizione ? In queste favole straniere gli spett
8. L’azione consiste nella morte di questo principe di Faenza seguita per la gelosia che di lui concepisce la Bentivoglio s
mo nero e detestabile inspira tutta l’indignazione de’buoni. Il fatto per altro senza interessare lo stato si aggira su di
gio consigliere insinua il principe di aggravare e smungere al popolo per ingrossare l’esercito e fornir di soldati le fort
to in Roma, colla moglie e col figlio che abbandonano la propria casa per procacciarsi un asilo contro la prepotenza de’Nob
uffragii del popolo. Opilio mette in opera tutta la potestà consolare per abbattere Cajo co’suoi partigiani, i quali respin
rte ignominiosa Cornelia sua madre dà a Cajo un ferro, che se ne vale per morir libero. Un quadro compassionevole della sua
o candidi che servono alla verità e alle arti, o perfidi che militano per . chi gli assolda e mordono chi ricusa pagar lo sc
ell’Alfieri l’imitazione de’Greci ? L’ha egli stessa mostrata servile per condannarla ? Racine, Crebillon, Voltaire ebbero
lla scena(a). La versificazione tende ad un sublime tragico, e riesce per lo più dura ed inarmonica ; e riesce per lo più d
un sublime tragico, e riesce per lo più dura ed inarmonica ; e riesce per lo più dura ed inarmonica ; la locuzione contorta
bili che accompagnano i troni ; e si vede inverisimilmente una reggia per natura popolata abbandonata, a guisa di un tuguri
la venuta d’Isabella nella prima scena del I atto senza perchè o solo per tornare dentro dopo del suo monologo ; la costruz
servo Senato Romano, quale vien delineato da Tacito. I suoi artificii per leggere nel cuor d’Isabella l’amore ch’ella nutre
tutta disvelano l’atrocità di quell’anima e l’abborrimento concepito per un figlio che a lui non rassomiglia e che egli ha
figlio che a lui non rassomiglia e che egli ha offeso e vuol che mora per aver destata la sua gelosia. Polinice. I caratte
i di Eteocle e Polinice che si abborriscono e di Giocasta che palpita per ambedue, sono espressi con forza di colorito vera
rgia giovane principessa sola di notte s’inoltra in una reggia nemica per ottener da Antigone, che non conosce, il cenere d
logo. Antigone contro del regio divieto si accinge ad andar nel campo per bruciare il corpo insepolto di Polinice ; secondo
contrano in fine, si parlano alla cieca, ed Argia in una reggia tanto per lei sospetta vede una donna, e palesa di cercare
onoscendosi, è senza riflessione e dovrebbero essere più caute se non per timore della propria vita, almeno per dubbio di n
rebbero essere più caute se non per timore della propria vita, almeno per dubbio di non condurre a fine la meditata impresa
meditata impresa. A tali angustie e incongruenze è condotto il poeta per voler tutto addossare a quattro personaggi privan
e a quattro personaggi privandoli di ogni mezzo di verisimiglianza, e per voler trasportare tutta l’azione nella reggia di
punemente i più atroci misfatti ? Non potrebbe addursi altra discolpa per l’autore e per gli spettatori, che si accomodano
atroci misfatti ? Non potrebbe addursi altra discolpa per l’autore e per gli spettatori, che si accomodano l’uno a scriver
volgari soffrire in teatro simili atrocità de’ fatti antichi, sarebbe per ipotesi la forza irresistibile del fato, onde gli
si la forza irresistibile del fato, onde gli uomini cadono in eccessi per non potere con umane forze evitarle. Così sulle t
una Clitennestra infinitamente più malvagia e colpevole di Fedra, non per superno fatale impulso di qualche deità nemica, m
o IV col velo della modestia e dell’ amor grande che mostra di nutrir per lei. Disse, è vero, il Pepoli che era una caduta,
olore era inutile. Non restavagli che opporre ostacoli all’esecuzione per più irritarne il furore, dicendo, In mezzo De’ s
delle tenebre e della solitudine inverisimile in una reggia festante per l’arrivo di un gran re vittorioso. Anche il resto
ole il poeta(a). Ma lo stato di Clitennestra è ben dipinto e quando è per giungere Agamennone e quando con lui s’incontra e
io. E perchè egli è ora il re d’ Argo ? Per successione ? non già ; per qualche esercito che abbia pronto alle porte d’ A
to che abbia pronto alle porte d’ Argo ? nulla di ciò si è premesso ; per aderenze che abbia superiori al partito de’ figli
he abbia superiori al partito de’ figli del trafittore ? nò, dapoichè per ipotesi del dramma Egisto viene enunciato di glo
a ebbe Alfieri particolar predilezione, quale l’ebbe Pietro Corneille per la sua Rodoguna. Si conviene che pregevole essa s
o : ella è madre trovandosi Egisto in salvo ; ella non l’è più quando per lui paventa. Sopratutto lodevolissimo nell’ atto
di moto e d’ interesse ; là dove l’ Oreste Volteriano quanto sovrasta per invenzione ed interesse ne’primi atti, tanto negl
in nella reggia, indeterminati tuttavia del pretesto che sceglieranno per presentarsi al re, e del nome stesso onde far vel
tarlo, e morire invendicato. Pilade nella scena seconda dell’atto IV, per rimediare alle imprudenze di Oreste, gli dà il pr
e inavvertenza, giacchè Egisto non ha manifestato minore abborrimento per Pilade che per Oreste. Ed in fatti questo scambio
giacchè Egisto non ha manifestato minore abborrimento per Pilade che per Oreste. Ed in fatti questo scambio amichevole di
childe, essendo da questo re chiamato a duello, accetta, e poi ricusa per non abbassarsi. In oltre egli comanda le schiere
fieri nel tessere questa tragedia ? Dipingere (egli dice(a) un Nerone per impedire che vi sieno altri Neroni, per indurre u
ngere (egli dice(a) un Nerone per impedire che vi sieno altri Neroni, per indurre un terribilissimo freno del divenirlo. Ma
, ed ammette al talamo ed al trono una malvagia donna da lui medesimo per tale conosciuta. Più la conosco, più l’ amo, e p
maniera d’impedire che pulluli la perversa genìa de’ Neroni ! Vero è per altro, che questa Ottavia supera l’altra attribui
co atti ad interessare, nè il Carmignani potè trattenersi dal tenerla per una delle più infelici e peggio ideate dell’ Alfi
i oppressi, e fatta strage degli zelanti repubblicisti, rimane ucciso per cenno del virtuoso fratello, non per amor di regn
nti repubblicisti, rimane ucciso per cenno del virtuoso fratello, non per amor di regno o di gloria, ma di libertà. Timoleo
in Timofane il tiranno, e piagne il fratello. L’atto V piacerà sempre per l’oppressione repentina della tirannia, e pel rav
del bene che ha fatto alla patria, ma prova intanto intimo cordoglio per averlo dovuto conseguire coll’ ammazzamento di un
già ben l’anno ec. ? Polifonte pensa dopo dieci anni a sposar Marope per politica ; ma egli imbrattato di tanto sangue, pe
mie man sua destra afferro avrebbe dovuto esser la prima a riferirsi per mostrare perchè un disarmato potè prevalere e pre
el proprio figlio anima l’atto IV. Pur la sua lunghezza potrebbe (stò per dire) far pensare che Polidoro siesi a bello stud
i come quella del Socrate ; ma quanti fra diecimila uomini di lettere per ogni popolazione si approssimeranno alle doti ina
egli eventi di Maria. Se pronunciasse enfaticamente presagii generali per atterrir la regina e per lavorar in prò della sua
pronunciasse enfaticamente presagii generali per atterrir la regina e per lavorar in prò della sua setta, ciò a lui converr
uesta tragedia che i personaggi principali sono deboli e nulli, e che per ciò la reputa la più cattiva di quante ne ha fatt
e che per ciò la reputa la più cattiva di quante ne ha fatte o fosse per farne, e la sola forse che egli vorrebbe non aver
’ monologhi frequenti. La veemenza del carattere di Raimondo diffonde per l’azione tutta estremo vigore. Bianca dolce tener
nsospettita e di Raimondo impaziente di trovarsi al tempio ed agitato per la tenerezza che ha per lei e pei figli. La sua v
o impaziente di trovarsi al tempio ed agitato per la tenerezza che ha per lei e pei figli. La sua venuta col pugnale insang
che si rassomigli ? A Giunio, o a Marco ? Qual sacrificio fa Raimondo per la libertà ? Giunio condanna i figli per questa ;
Qual sacrificio fa Raimondo per la libertà ? Giunio condanna i figli per questa ; Marco antepone la patria al padre stesso
rio maltratta il proprio padre suo compagno nella congiura unicamente per la di lui prudenza, e gli dice in tuono famigliar
uale oggetto si prefisse l’autore in questa tragedia. Raimondo offeso per essergli stato tolto l’impiego di gonfaloniere, p
ella storia, ma non ha stimato alterar questa in favore della libertà per conseguire l’effetto tragico ; ed i congiurati so
Lorenzo trionfa. L’autore nel dar perere su di questa favola ravvisa per attivi solo il terzo ed il quinto atto, ed osserv
or dell’arte lo rende rigido censore di se stesso, e meritevole anche per ciò di somma lode. Don Garzia. Presenta i medesi
personaggio subalterno e poco tragico, una madre affettuosa parziale per Garzia : in questo figlio si ritrae un principe c
pari è il solo fabbro dell’infelicità e dell’atroce delitto di Garzia per la perfidia di lui uccisore dell’innocente Diego 
ro un’azione indegna, aliena assai da’ sentimenti di Garzia enunciato per buono, mi sembra quel liberare da un imminente mo
da un imminente mortal pericolo (fosse anche sicuro) l’amata Giulia, per mezzo di un assassinamento del padre di lei a tra
lia ? Egli è punito in fine e cade vittima del proprio padre, non già per l’esecrabil delitto che commette, ma per un altro
a del proprio padre, non già per l’esecrabil delitto che commette, ma per un altro, cioè per aver trafitto per equivoco fra
, non già per l’esecrabil delitto che commette, ma per un altro, cioè per aver trafitto per equivoco fralle tenebre il prop
ecrabil delitto che commette, ma per un altro, cioè per aver trafitto per equivoco fralle tenebre il proprio fratello. Egli
ate di David pajonmi eccellenti, e producono grande effetto in Saule, per cui tace in lui l’intera invidia e ne rimangono s
di David ora enfatici ora soavi con diversità corrispondente di metri per calmar le furie di Saule, dilettano nella lettura
tano l’odio privato e lo studio di affrettar l’estrema ruína di Agide per timor di perdere le ricchezze col rimettersi le l
onde a sì belle parti degne della tragedia. Leonida ed Ansare vengono per far uccídere Agide. I soldati ad onta del comando
edia quattro soli personaggi, come le prime che fece imprimere ; ed è per questa solita inopia che vi abbondano i monologhi
no di tenda in tenda. Per altro il carattere di questa regina trionfa per la sua grandezza nobilmente delineata. Siface non
per la sua grandezza nobilmente delineata. Siface non è men generoso per amore di quello che si dimostra la consorte per f
ce non è men generoso per amore di quello che si dimostra la consorte per fuggir la propria vergogna. Masinissa ama fervida
do trionfarvi senza rivali il carattere di Sofonisba. Scipione grande per se stesso, nella tragedia non ispiega se non l’am
de per se stesso, nella tragedia non ispiega se non l’amicizia che ha per Masinissa per salvarlo, scusarlo, compatirlo, e d
so, nella tragedia non ispiega se non l’amicizia che ha per Masinissa per salvarlo, scusarlo, compatirlo, e diviene il pers
di azione in tal tragedia ; l’una è il mezzo che i consoli impiegano per l’espulsione de’Tarquinii, l’altra l’effetto che
rpo di Lucrezia spinge Roma a cacciare i Tarquinii, ed a fissar Bruto per console ; ma i figli si attengono a favor del tir
che circostanza del fatto senza essere obbligato a contarne i giorni, per produrre l’effetto drammatico ? Se poi quest’effe
di ogni altro ove non si tratti della patria. Oh figli, ei dice, Deh per or basti. Il vostro egregio e vero Pentimento sub
a, a voi nè un solo Giorno, o miei figli, io sopravviver giuro. Ch’io per l’ultima volta al sen vi stringa, Amati figli… an
io. Contuttociò Alfieri ha spiegata tutta la sua sagacità e destrezza per trattarlo a suo modo colla possibile decenza. Egl
scriverebbe rimedii più attivi di quelli che a se Mirra stessa impone per seppellire nel fondo più cupo del cuore la sua pa
per seppellire nel fondo più cupo del cuore la sua passione fatale, e per trionfare. A costo di morir languendo ella tace,
rchiata dagl’interni tumulti, da quel nefando incendio che la divora, per esser pervenuto al punto in cui le passioni più n
n avrebbe eccitata una fiamma che più non era in sua balia di vincere per la superna forza che la preme ? Se ella allora co
la. Appigliandosi alle vie più umane dipinge Mirra che manca di forza per eseguire la sua partenza. Ciniro la chiama alla s
’io dica… Non provo amor… Non creder no… Deh lascia, Te ne scongiuro per l’ultima volta, Lasciami il piè ritrarre. Ciniro
riva Cecri, ode che Mirra giace svenata di propria mano, e che ardeva per Ciniro suo padre, il quale le dice, andiamo A m
dell’ intrepido Marco Bruto, come si osserva nel Marco Bruto tragedia per altro pur pregevole di Antonio Conti. Alfieri pon
la l’arcano di esser egli suo figlio ; e la scena prende nuovo vigore per la natural tenerezza che in entrambi traluce, nul
n Roma Libera, o Bruto esser non vuole. Io sono Presto a versar tutto per Roma il sangue, E in un per te, dove un Roman tu
non vuole. Io sono Presto a versar tutto per Roma il sangue, E in un per te, dove un Roman tu sei, Vero di Bruto padre… Oh
nell’ atto V prende la parola nel Senato, e dice che Cesare è venuto per mostrare che sa trionfar di se stesso, e per far
dice che Cesare è venuto per mostrare che sa trionfar di se stesso, e per far certo il Senato che saranno ristabilite le le
ppresentazione che, mentre gli altri percuotono il dittatore, Bruto o per esser più da lui lontano o perchè si trattiene pe
dittatore, Bruto o per esser più da lui lontano o perchè si trattiene per esser suo figlio, dica E che io sol ferir nol po
, se non dipendesse che dalla scelta ? Terminano esse differentemente per l’oggetto che entrambi gli autori si prefissero.
ben vicino all’ amico nella sublimità de’ sentimenti, e merita plauso per la regolarità del componimento, ma rimase a lui i
a impresse Socrate ed Annibale. Dopo varii tentativi fatti in Europa per mostrar degnamente sulle scene il personaggio di
della virtù da’ rei mortali condannata a morte ; il prelodato Scevola per suo primo tragico saggio produsse il suo Socrate
rte. Nell’ atto I egli si oppone agli amici e discepoli, che vogliono per lui domandare l’onore del Pritaneo. Resiste nel s
te Policrate, che gl’ insinua di opporsi alla domanda de’ suoi amici, per iscansar le conseguenze dell’ accusa di miscreden
stesso il foglio della domanda. Si oppone nel terzo atto ai discepoli per salvar la vita al traditore Melito suo nemico, ed
nsiglio l’offerta che fa Archelao di soccorrere Atene colle sue forze per ottenere presso di se Socrate ; e Socrate prova a
te prova al Consiglio esser perniciosa ad Atene la offerta. Policrate per allontanare il di lui periglio, propone di differ
inese, non discorda dalla storia. I Romani vi fanno vergognosa figura per la condotta del legato Flaminio col suo tribuno A
bino. S’impossessano contro la fede della reggia chiudendovi Annibale per trionfarne in Roma ; ma egli col veleno che avea
ngegni Italiani hanno ricevuto dalle nostre contrade un nuovo impulso per coltivare la poesia rappresentativa. Il Governo n
aprì un Certame Drammatico eccitandogli con premii ed onori proposti per la migliore tragedia, la migliore commedia, e per
i ed onori proposti per la migliore tragedia, la migliore commedia, e per due migliori melodrammi eroico e giocoso. Dicesi
i trenta tragedie e varie non prive di merito. Alcune hanno riportato per vanto di farsene onorata menzione, un’altra si è
o. L’amico Cooper Walker il quale merita la riconoscenza dell’ Italia per essersi occupato a rischiararne le memorie teatra
ro l’autore della Merope, col quale amichevolmente carteggiava, e che per ogni titolo meritava da lui riguardo come virtuos
la sala dell’accademia degl’Intrepidi, e nella porta della cattedrale per onorare la memoria di sì illustre letterato. (a)
rincipi ma non di prima classe. Il buon uomo prendeva domestica facta per argomenti privati, o di personaggi di seconda cla
vati, o di personaggi di seconda classe. Orazio è un osso troppo duro per un gazzettiere simile. Es. (a). L’autor Colpo d
96 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO VI. Stato della Commedia Francese prima e dopo di Moliere. » pp. 212-244
il signor di Fontenelle nella Vita di Pietro Cornelio, essa non bastò per istabilirvi la vera commedia. Non era al fine que
ono, come dicemmo, diverse favole spagnuole al lor teatro, purgandole per lo più dalle principali irregolarità, ma sovente
ominciò Giambatista Poquelin detto Moliere a girar colla sua comitiva per le provincie, e nel 1653 rappresentò in Lione, in
Italiani; e Niccolò Barbieri detto Beltrame nel 1629 diede alla luce per le stampe la sua commedia l’Inavvertito b, la qua
rnelio nella tragica carriera, così nella comica il gran Moliere ebbe per guida gl’Italiani, benchè senza tradirne l’intere
ccolse così favorevolmente che se ne continuarono le rappresentazioni per quattro mesi, raddoppiandosi fin dalla seconda re
di questa parimente ricavata dagl’Italiani non è de’ più delicati, ma per la piacevolezza e per l’interesse che vi si sosti
cavata dagl’Italiani non è de’ più delicati, ma per la piacevolezza e per l’interesse che vi si sostiene, si rappresentò qu
de in una galleria di bei ritratti; ma pure si accolse con indulgenza per essere stata composta, studiata e rappresentata i
ccia, il quale nel mese di giugno del 1662 prese congedo dal pubblico per venire in Italia, tornò dopo quattro mesi di asse
lo, che il teatro di Moliere, malgrado del credito acquistato, rimase per tutto il mese di novembre desolatoa. Nè vi ritorn
oso ma intollerante, che si meraviglia di tutto e tutto condanna: che per non tradire il vero, a costo della politezza e se
patire gli errori umani vuol perdere la rendita di quarantamila lire, per lasciare a’ posteri nel suo processo un testimoni
giusta; un carattere, dico, siffatto, sebbene amabile e caro a’ buoni per la virtù che ne fa il fondo, ha pure il proprio r
mpostura, la quale temendo di essere smascherata voleva farlo passare per una satira della vera pietà e religionea, Mille p
della vecchia Pernelle. La vivacità ch’è l’anima delle scene aumenta per gradi col comparire nell’atto III il personaggio
nocenti, e che col sale comico scema in parte la riprensione meritata per la leggerezza di Angelica. Nel 1669 quando tornò
della farsa; benchè gli uomini di gusto non pedantesco sanno bene che per rendere notabili certe utili dipinture conviene a
otabile pel concorso degli autoriche vi lavorarono nel medesimo tempo per eseguir con prontezza gli ordini reali. Il piano
erudizione; ma da un soggetto così arido Moliere seppe trarne partito per la scena comica colla caparbieria di Filaminta pr
azione verso la scena. Coltivò i suoi talenti colle lettere studiando per cinque anni nel Collegio di Clermont, ed ascoltò
della passione, o ignora l’arte sagace di mostrar di perdersi in esso per celare i suoi ordigni e le sue forze; non fu quel
a dottrina. La filosofia di Moliere e di ogni uomo che pensa e medita per giovare, è quel fuoco secreto, benefico, necessar
benefico, necessario che tutto penetra, tutto avviva e tutto purifica per l’altrui ammaestramento. Or questa filosofia da q
quanti filosofi e matematici di ostentazione è conosciuta? Scorrendo per le provincie egli giva studiando l’uomo e la prop
vvertirsi che egli da prima accomodò i suoi lavori al gusto dominante per le commedie d’intrigo; ma poichè ebbe acquistato
sti, e dall’Ipocrita di Pietro Aretino, in cui nulla si desidererebbe per raffigurarvi il Tartuffo, se l’autore non avesse
del Secchi e del Cornuto immaginario . Questo è confessare un debito per negarne uno maggiore. Da ciò si vede la difficolt
to delle sue favole; qualche passo dato talvolta oltre del verisimile per far ridere; alcuna espressione barbara, forzata o
fu ripreso da Fenèlon, la Bruyere e Baile; molte composizioni scritte per necessità con soverchia fretta; la mancanza di vi
tordito, tratto, come dicemmo, dagl’Italiani, commedia però difettosa per condotta, per economia e per arte di dipingere, e
o, come dicemmo, dagl’Italiani, commedia però difettosa per condotta, per economia e per arte di dipingere, e di molto infe
, dagl’Italiani, commedia però difettosa per condotta, per economia e per arte di dipingere, e di molto inferiore all’Inavv
el 1655 gran fertilità d’ingegno. Vi si figura che alcuni commedianti per mostrare i loro talenti rappresentino nel secondo
fronto di quelle di Moliere. La dipintura di une madre che si enuncia per civetta, mal corrisponde all’idea vera di tal car
mpata che si belletta e vuol passare alle seconde nozze; ma basta ciò per caratterizzarla per coquette? L’autore ebbe princ
a e vuol passare alle seconde nozze; ma basta ciò per caratterizzarla per coquette? L’autore ebbe principalmente in mira di
in mira di tessere la sua favola sul disgusto di due amanti procurato per furberia di una serva. Vi si vede, è vero, abbozz
i trova la verità e la vivacità comica che acquistò poi tal carattere per mezzo di Moliere. Voltaire stesso avendo riguardo
i morte seguita nel 1709. Di genio allegro, giocondo, comico, meritò, per altro dopo lungo intervallo, di occupare il secon
go si distingue pel dialogo vivo e naturale. Il Distratto è piacevole per la bizzaria del carattere, ma il colore che l’avv
a. Le Grondeur gli acquistò molto credito. Egli convisse con Palaprat per alcun tempo con molta intimità e da lui fu ajutat
za con felicità e piacevolezza, se non che talvolta diventa affettato per voler esser concettoso. Riusciva principalmente n
tava commedie dell’arte ripiene sovente di apparenze e trasformazioni per dar luogo alle facezie e balordaggini dell’Arlecc
moria di Scaramuccia e della commedia Italiana frequentata da Moliere per istudiar l’arte di rappresentar con grazia nelle
di altro guastasanti una figura animata da Raffaello o dal Correggio per averne quel rozzo pittore fatto una volta un arid
rodusse simili balli comici. Uno se ne ballò nel 1582 ch’egli compose per le nozze del duca di Joyeuse e di madamigella di
migliorò questi balletti nel principio del secolo XVII. Ma non furono per gusto molto dilicati quelli che diede poi il card
ibiva il Tartuffo. In essa un eremita vestito da frate monta di notte per una scala sulla finestra di una donna maritata, e
inestra di una donna maritata, e poi ricomparisce, dicendo: questo è per mortificar la carne . a. Dizionario Critico art
97 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Pistoia, questo dì 21 di ottobre 1589. » pp. 405-415
chezza solesse usar col Granduca. Ne riporto la prima, assai notevole per le sciocchezze dottorali di cui è piena, e per la
prima, assai notevole per le sciocchezze dottorali di cui è piena, e per la traduzione che lo stesso Bianchi ne dà. Dal
ere vi do argumentando caricresendo querela ch’io Sansone orbo ligado per mia panirola dappresso un staro a V. A. S. la qui
osì ancor io vado agumentando et crescendo quello ch’io sono obligato per mia parola d’appresentare a V. A. S. la quale por
, così era frequente negli attori il balzar di compagnia in compagnia per soddisfare al voler del Padrone. Ora è Pedrolino
ndare, o dando garbatamente le ragioni del rifiuto, come abbiam visto per Francesco Andreini, o mettendo condizione come ve
 – faceva sapere il Bianchi – senza di lui non era possibile far cosa per bene. (V. D’Ancona, op. cit.). Le Cento | e qu
, ecc., e 23 ottave di conclusioni : a queste si aggiungono 10 ottave per gli Utroni, e le Quattro Stagioni. La stessa oper
evidente che il tipo vero del Graziano ebbe al cospetto del pubblico per base unica la saccenteria ignorante, la etimologi
ubbliche di quella Università. – Essi vestivan la toga e in iscuola e per via ; e saggiamente si pensò di far del dottore b
di quella specie al meno. I primi era giuocoforza sapessero qualcosa, per non lasciarsi sfuggir di bocca in buona fede qual
e aver del genio ; però ch’io son persuaso volerci assai più di mente per adattare a storto una sentenza, che per ispacciar
so volerci assai più di mente per adattare a storto una sentenza, che per ispacciarla nel suo giusto senso. E il Perrucci,
i, dice : La parte del Dottore non ha da esser tanto grave, servendo per le seconde parti di Padre, ma per la vivacità del
n ha da esser tanto grave, servendo per le seconde parti di Padre, ma per la vivacità dell’ingegno, per la soverchia loquel
vendo per le seconde parti di Padre, ma per la vivacità dell’ingegno, per la soverchia loquela può darsele qualche licenza
anti Barbari, non intendendo punto quella lingua. Ha da esser erudito per dir a tempo e luogo qualche sentenza latina, qual
recitar da Dottore, che stravolgea i vocaboli, v. g. Terribil orinal, per Tribunale, Amerigo frega la groppa all’Asino, per
g. Terribil orinal, per Tribunale, Amerigo frega la groppa all’Asino, per dir : l’America, l’Africa, l’Europa e l’Asia, e c
, sicut asinus sine capistro, perchè se non ha el cavezon, ch’el mena per la strada de la virtù, el va a scavezacol al prez
a dutrina, al resterà sempr’ secc, e magr com stornel, el no sarà bon per ingrassar la minestra de la conversazion ; al è u
Psittacus in Nemore et Carnifex in Furcis ; ma Asen cargà de sapienza per andar al mulin del Tribunal a smasenar el frument
Tribunal a smasenar el frument de le ciàciare ; Porc gras de Dutreina per ingrassar le Pentole dell’ Accademie ; Papagal in
Beveron, al Maester, e la forca par fet pratic int ’al mstiir. Ecco per quel che concerne la maschera del Dottore le paro
amp; poi nel fine dopo mille ingiurie ti convenga darli tua figliuola per moglie ? Vn’altra spetie Gratianatoria si è ritro
filo della Fauola, & la mente di chi ascolta, che non riman campo per intendere, & molto meno per capire l’orditura
e di chi ascolta, che non riman campo per intendere, & molto meno per capire l’orditura de’ negotij ; e chi è poi colui
e più ridicole, che si ascoltino ; come sarebbe a dire. Interpretare, per impetrare, vrore, per errore. Secolari (credendos
ascoltino ; come sarebbe a dire. Interpretare, per impetrare, vrore, per errore. Secolari (credendosi di parlar Toscano) p
impetrare, vrore, per errore. Secolari (credendosi di parlar Toscano) per Scolari, & altre simili, che non vituperano l
gran doppiere al picciol lume di questa fiaccola da me solo allumata per iscorta, & non permeta, poich’io mi rendo sic
adiment, adulazion, ipocrisia, rapina, seleragin, infelicità d corn ; per far che al sipa un hom maledich murmurador, accid
inanz ch’ el finissa de dir al se sintirà una tempesta de mintide zo per la gola, difficile impedire unum multos …… E con
andar : el star è sta quest qui, el vegnir è sta de là, e l’andar l’è per dezà. Per quel che concerne l’origine della masc
del Dottore cominciò ad aver vita sulle scene italiane verso il 1560 per opera di Luzio Burchiella. Vediamo. Olindo Guerri
eta comico. Ma questa ottava prova il contrario : prova che Graziano, per quanto portasse il nome di diverse patrie, parlav
irtù morali già attribuito a Roberto Re di Napoli, e riconosciuto poi per opera di Bonagrazia, Graziolo, o Graziano de’ Bam
uoli potrebbero avere vincoli di parentela così stretta da scambiarla per identità. Così la maschera bolognese, il dottore,
ne : con questi nomi noi ci troviam di fronte a quel Tommaso Bambagi, per l’appunto Ferrarese, del quale scrive il Petrarca
descrivendogli le feste e gli spettacoli, ch’ ebber luogo in Venezia per la vittoria di Creta. Mi servo della traduzione d
arca a lui lasciò nel testamento il suo leuto, non perchè il suonasse per suo diletto, ma a eterna gloria di Dio. Anzi dall
98 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO I. Tragedie. » pp. 4-67
opo l’Ataulpho non mai recitate nelle Spagne, e conosciute in Francia per essersi enunciate in un giornale. Il sig. Andres
endo partito Sigerico. Ella trova in di lui vece Ataulfo, e vedendolo per le spalle gli parla come fosse Sigerico e gli riv
volontaria morte, cose che doveano soltanto accennarsi in pochi versi per non iscemare o distrarre l’ attenzione ad altri o
ri subalterni riprovati dal gusto: e lo stile non si eleva abbastanza per giugnere alla sublimità tragica1. Scioccamente l’
lito volgare scarabocchiatore di sainetti insipidi e maligni chiamato per soprannome el poetilla. Con nobil coraggio l’inde
e el poetilla. Con nobil coraggio l’indefesso scrittore non abbandonò per questo la tragica carriera, e nel 1777 diede alla
apparisce in qual maniera avesse l’autore ideato il luogo dell’azione per rendere in tanta distanza verisimili tali confere
sinda. L’ argomento tratto parimente dalle storie nazionali è proprio per eccitare il tragico terrore. Una contessa di Cast
eccitare il tragico terrore. Una contessa di Castiglia cieca d’amore per un principe Moro appresta il veleno al proprio fi
eca d’amore per un principe Moro appresta il veleno al proprio figlio per rendere l’ambizioso amante signore di se stessa e
stile; ma la versificazione di due endecasillabi rimati perpetuamente per coppia produce qualche rincrescimento. Gli affett
scimento. Gli affetti della contessa combattuta da un eccessivo amore per l’avido Moro e dalla tenerezza materna, sono bene
che fonda la speranza di conseguirlo? nella sfrenata passione che ha per lui la contessa. Ma non dovea il poeta riflettere
a non dovea il poeta riflettere che la di lei passione poteva scemare per sì cruda richiesta propria a scoprire tutta l’amb
o di renderle più regolari, male secondò il di lui disegno. Nocquegli per avventura anche l’elezione di un argomento della
ttà è senza dubbio compassionevole, e basterebbe ad apprestar materia per un poema epico; ma nella guisa che si vede manegg
a epico; ma nella guisa che si vede maneggiata dal sig. Ayala, divide per tal modo l’interesse colla distruzione di un popo
divide per tal modo l’interesse colla distruzione di un popolo intero per mezzo della fame, del ferro e del fuoco, che inve
Gl’ increbbe sì bene ch’io avessi reputato tale argomento più proprio per un poema epico che drammatico, come anche l’ osse
gloria del suo eroe? e non sarebbe ottima materia benchè funestissima per un poema come io dissi? Ma è poi sicuro codesto b
i l’interesse, e non determina la compassione ad uno scopo principale per serbar l’unità dell’azione e del protagonista. Un
ici, ne’ Persi, nelle quali favole essi presero un oggetto principale per iscopo collocando quasi in lontananza il rimanent
privo di sensibilità; là dove la tragedia esige energia ed elasticità per eccitar la commiserazione e conservar la sua natu
li stimoli del cattivo avvocato bibliografo. A lui dunque s’imputi se per renderlo avveduto del suo torto ne aggiugneremo a
a cagione, ed ella dopo di aver posto in contrasto l’amore ch’egli ha per lei con quello della patria, dopo di aver tenuto
n quello della patria, dopo di aver tenuto sulle spine l’ ascoltatore per altri ottanta versi, gli dice: senti la tua pena
L’autore fa venire l’Affricano Giugurta come ambasciadore de’ Romani per la ragione ch’ egli è imparziale. Ma quest’imparz
nti, viene a consegnare il console Cajo Ostilio rimesso dal Senato; e per dare un’ altra pruova d’ imparzialità tradisce i
più cadaveri, e si pensa a tirare a sorte tra’ vivi chi debba morire per alimento de’ superstiti. Si propone ancora che si
alimento de’ superstiti. Si propone ancora che si ammazzino i vecchi per prolongar la vita de’ giovani. Un popolo ridotto
nare. Egli vuol essere incluso nella sortizione, cui resiste Dulcidio per questa ragione: perchè tocca solo a Roma il disca
e Dulcidio per questa ragione: perchè tocca solo a Roma il discacciar per politica i suoi Tarquinj. Questo pensiero eteroge
Tarquinj? V’è analogia tra Megara capo e difensore amato di Numanzia, per la quale vuol morire, con Tarquinio re tiranno, o
ola bagattella del tirarsi a sorte chi dee morire, dovendosi occupare per cinque intere pagine in un più grave affare. Olvi
mette di passare in Numanzia colle sue schiere, purchè ella l’accetti per isposo; e gli chiede consiglio su di ciò. Questa
azione rimane priva dell’usato effetto di simili dolorose alternative per essere mal combinata. I Olvia può disporre di se
he dee morire essendo il di lui nome uscito dall’urna. Piange con lui per due pagine intere, dopo le quali si ricorda di di
nfauste) colla stessa grazia della Tomiri di Quinault che va cercando per terra ses tablettes. Dulcidio l’esorta a sposar G
cercando per terra ses tablettes. Dulcidio l’esorta a sposar Giugurta per corrispondere a un tempo À amante, à patria, a
empo À amante, à patria, al padre i al hermano verso eccellente per grazia, per numero e per regolarità, come ognun s
ante, à patria, al padre i al hermano verso eccellente per grazia, per numero e per regolarità, come ognun sente. Olvia
a, al padre i al hermano verso eccellente per grazia, per numero e per regolarità, come ognun sente. Olvia dopo un contr
ua stirpe, si rende, e gli dà la propria spada da mandarsi a Giugurta per segno di pace, geroglifico veramente mal sicuro,
te mal sicuro, ma che l’ Affricano riconoscerà subito essere di Olvia per compiacere al poeta. Dulcidio è il più savio sace
ato a Giugurta senza saputa del generale, si è trattenuto sull’affare per cinque pagine, ed al fine si ricorda di domandare
a, se Megara sappia nulla del trattato. No, ella risponde, ho taciuto per timore e per vergogna, perchè (notisi il di lei s
sappia nulla del trattato. No, ella risponde, ho taciuto per timore e per vergogna, perchè (notisi il di lei sapere politic
l soldato, si guarda gelosamente della sorella. Giugurta si ritira nè per altro motivo se non perchè Olvia dee dire a Terma
ee dire a Terma una inutile bugia. Le dice dunque che si è travestita per uccidere Giugurta. Stando altercando esce Aluro i
un nemico che a quell’ora dovrebbe essere nel campo de’ Romani? Viene per quarto Dulcidio, e benchè di notte riconosce Alur
a ti attende, dice Dulcidio al figlio, e questi differisce di obedire per ammazzar prima Giugurta. Parte Dulcidio, e seguit
. Olvia ferita grida, ai de mi; non importa; Aluro non dee conoscerla per altri che pel traditore Giugurta. Torna Dulcidio
Così termina la tragedia di Numanzia distrutta, il cui piano tessuto per quattro atti e mezzo di episodj mal connessi e di
tivi abbiamo voluto esporre agli occhi imparziali del pubblico. Vedrà per se questo supremo giudice, se nel 1777 siasene po
vizio ed il premio della virtù, che la compassione. Sappiamo in oltre per mezzo del medesimo editore, che si rappresentò re
tò repetidas veces, e che ne corsero manoscritte più di duemila copie per America, Spagna, Francia, Italia, Portogallo5. Ch
ell’acerba età di anni 21 in circa; ma recitatasi appena due volte fu per ordine proibita. A chi non ne avesse veduta alcun
hi non ne avesse veduta alcuna copia delle duemila che se ne sparsero per li due mondi, non increscerà di vederne quì il pi
da’ Castigliani a una Ebrea Toledana, di cui il re Alfonso VIII visse per sette anni ciecamente innamorato. Giornata I. Apr
di Monferrato fecero guerra al Saladino soldano di Egitto e di Siria per ricuperar Gerusalemme tolta da questo Saracino ne
Sicilia e di Gerusalemme sin dal 1225, quando ne acquistò le ragioni per cessione di Giovanni di Brenna padre di Jolanta d
lemme, ed aprì il Santo Sepolcro alla devozione de’ Cristiani; benchè per accordo fatto col Saladino fusse lasciato in mano
erò fu posteriore alla morte di Rachele. Ciò potrebbe comportarsi, se per rendere cospicuo il carattere di Alfonso la stori
e accoglie con fasto le adulazioni di Manrique e manifesta avversione per Garcia. Egli ne sprezza le minacce, dicendo che i
mmatico11. Rachele resta con Ruben fremendo, e viene Alfonso irritato per le voci sediziose del popolo minacciando, Tiem
s nubes desprendida. Una spada figuratamente può chiamarsi fulmine per esagerarne i rapidi funesti effetti; ma aggiugner
duto a queste ragioni pronunzia il bando di Rachele e degli Ebrei. Ma per togliere al di lui cangiamento un’ aria di volubi
e amante viene a tentar di commuoverlo. L’ha egli chiamata (gli dice) per darla in potere de’ sollevati? Lagnasi il re di t
e de’ sollevati? Lagnasi il re di tali parole, e le dice che l’esilia per salvarle la vita. Ella vuol riaccendere la di lui
ver fatta una tragedia più artifiziosa di ogni altra francese, perchè per questa parte (e non è poco) essa nè migliora nè p
en la consiglia ad impiegare tutto l’artificio di un pianto insidioso per vincere il re; ma ella già poco spera nelle propr
già poco spera nelle proprie lagrime. Altra volta, ella dice, avrebbe per esse dichiarata la guerra a chi che sia; e ciò no
volta i fuochi in un sonetto italiano13. Il popolo è sedato; ma il re per cautela ha ordinato a un campo di duemila cavalli
alli e cento bandiere che marciavano verso Cuenca, a tornare a Toledo per fortificare la Rocca di San Cervantes. Questi ord
introdotto nella fortezza, esigono tempo, e due scenette non bastano per tali esecuzioni. Adunque anche nell’intervallo de
e ridondante, comparandovisi oziosamente la vita rustica colla reale per cinquantotto versi14. Viene Rachele piangendo, ed
na a farla trattenere, perdona agli Ebrei, vuol pure, ch’ella governi per lui, e colla maggior gravità di sovrano impone al
sollevati della scena ultima dell’atto precedente. Or perchè entrare per uscir di nuovo? Se per unirsi in maggior numero e
ultima dell’atto precedente. Or perchè entrare per uscir di nuovo? Se per unirsi in maggior numero e deliberare, dunque nel
a da Toledo, al che egli risponde magnanimamente. L’autore fa nascere per incidente un contrasto fra loro, e Garcia rimprov
el tumulto de’ suoi, di cui ebbe egli stesso tanta paura, l’abbandona per sì lieve motivo? L’autore è caduto in quest’altro
a per sì lieve motivo? L’autore è caduto in quest’altro inconveniente per seguire anche quì il Diamante. La caccia però nel
ma la guardia che l’ha abbandonata, si volge a Manrique che si ritira per cercare il re, s’indirizza a Ruben che le dà un f
e e non quello alquanto freddo contenuto ne’ 24 versi ch’ella recita, per gli quali si richiede più tempo che non dovrebber
tati e non trattenuti da veruno ostacolo. L’azione si rallenta ancora per trenta versi che recita Garcia prima di offerirle
per trenta versi che recita Garcia prima di offerirle di farla uscire per una porta secreta. Questo punto dell’azione richi
arcia vorrebbe pur liberarla e trattenerli, ma vedendo Ruben si ferma per rimproverargli con molte parole i perversi consig
tanti robusti armati solo, debole e vile cava un pugnale (come dice) per difendersi, e Fañez per non far macchiare le spad
lo, debole e vile cava un pugnale (come dice) per difendersi, e Fañez per non far macchiare le spade de’ compagni nel sangu
citare la compassione tragica, ma quella soltanto che detta l’umanità per gli rei che vanno al patibolo. Per convenire alla
so come naturale all’uomo ed opportuno a metter l’animo in agitazione per disporlo a ricevere l’ammaestramento che è l’ogge
la gioventù e la bellezza) non ha qualità veruna che faccia sospirare per la di lei morte. Il Diamante in questa medesima g
e la traccia tutta dal Diamante15, ma anche cede alla Judia de Toledo per tale arte adoperata nella di lei morte e per l’ u
ede alla Judia de Toledo per tale arte adoperata nella di lei morte e per l’ uguaglianza del carattere di Alfonso. In ricom
ll’azione dietro del Perez seguita Sofocle facendo riconoscere Oreste per mezzo dell’anello. L’autore in una nota coll’ usa
in una nota coll’ usata sua modestia si vantava di correggere Sofocle per far che quedase con menos impropriedades, cioè ch
odo: rende la favola pesante colla nojosa lunghezza de’ ragionamenti: per troncarne le improprietà rimoderna alcune usanze
erta, il quale apparentemente fece il cambiamento dell’urna in atahud per mettere in bocca di Oreste l’ indovinello, io son
icò nel 1768 una buona versione dell’Ifigenia del medesimo Racine che per Huerta è così dozzinal poeta; e nel 1776 fece imp
ssibilità di Marzio espugnata da Vetturia, troverà sterile la materia per cinque atti. Non so però perchè non si è cercato
la tregua, venirsi a un altro fatto d’armi, allestirsi barche e legni per passare il Tevere, farsi due abboccamenti colla m
e di Coriolano. Contuttociò lodevolissimi sono gli sforzi dell’autore per averla scritta con felicità in un linguaggio stra
escrivendosi la rotta de’ Volsci: interessante in fine l’ultima scena per la morte di Coriolano. Del medesimo sig. Colomès
assai più attivi, perchè concernono direttamente la persona di Agnese per cui viene rifiutata la propria figlia; là dove l’
re perturbazioni meno tragiche col formare il suo Alfonso severissimo per natura, poco sensibile agli affetti di padre e pr
emofoonte, perchè la sola necessità lo strappa dalla bocca di Timante per salvar Dircea dal sacrifizio. Nel dramma del Colo
ancese al racconto d’Inès il re si commuove, la perdona, la riconosce per moglie del principe e abbraccia i nipoti; ed il s
lo riconoscesse dal sig. La Motte, che dire con poca gratitudine che per necessità dell’azione ha dovuto incontrarsi con l
bra la voce sparsa ad arte dal falso Alvaro della finta morte del re, per leggere nell’animo del principe, e per assicurars
varo della finta morte del re, per leggere nell’animo del principe, e per assicurarsi che Agnese sia da lui amata. Per lo s
o straniero che si studia di coltivar quella del paese ove abita. Non per tanto si trova espresso con passione e felicità c
li prima d’ imprimersi, di un gentil suo sonetto. Piacemi quì recarlo per tormento de’ meschini apologisti, i quali interpr
uì recarlo per tormento de’ meschini apologisti, i quali interpretano per male tutto ciò che non è panegirico: Gozando d
del Moro; ma discorda sulla versificazione degli endecasillabi rimati per coppia in un dramma. Si es un vicio (egli pronunz
permetta però di dirgli ch’egli ha indebolito codesto suo argomento, per avere ignorato che non i soli nominati gran poeti
he gli Spagnuoli hanno di più un endecasillabo coll’ assonante ottimo per la scena nazionale. Se queste cose avesse avverti
ito il bibliografo, mi avrebbe conceduto parimente che i versi rimati per coppia nella scena non sono i migliori tra’ metri
i, e non si sarebbe appoggiato sull’esempio di chi ha un solo vestito per togliere l’arbitrio della buona scelta a chi n’ha
chiamarlo nel 1777 Tommaso. E come io poteva ignorare il nome di chi per più anni mi onorò della sua amicizia e volle prim
ave errore nel ribattere il mio sentimento sulla Numancia. 5. Non so per qual ragione non aggiunse anche per Affrica, giac
imento sulla Numancia. 5. Non so per qual ragione non aggiunse anche per Affrica, giacchè da una loa composta dal Sig. Hue
b. Andres ha creduta originale la Raquel del sig. Huerta, non sapendo per avventura che egli altro non fece che versificare
e Teruel, le quali sempre riempiono di spettatori le scene spagnuole, per eleggere Eco y Narciso nojosa favola mitologica d
dere il pensiero: Rachele (egli dirà) non può morir di buon grado, nè per l’esperta mano del boja divenir più bella. Ma ecc
che carnifex destasse l’idea di boja insieme e di macellajo, di boja per adattarsi alla morte di Rachele e di macellajo pe
macellajo, di boja per adattarsi alla morte di Rachele e di macellajo per alludere al nome dell’incisore. Ma carnifex in la
del moderno teatro? Ma l’argomento stesso già era stato renduto noto per la traduzione del Perez. 20. Il medesimo sig. An
ncio d’ Abarca. 21. La tragedia del Bermudez (scrisse il Colomès) è per gli Spagnuoli quello che è in Italia la Sofonisba
tà delle lettere con gli orrori e gl’ impeti de’ fazionarj, lasceremo per ora borbottare in pace quest’altro esgesuita, e c
o per ora borbottare in pace quest’altro esgesuita, e ci contenteremo per suo meglio di augurargli miglior gusto e minor vi
99 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo IV. Risorge in Italia nel Secolo XVI la tragedia Greca e la Commedia Nuova, e s’inventa il Dramma Musicale. » pp. 210-241
ette in ridicolo e corregge Omero, battasi quanto si voglia i fianchi per prender il volo, non farà che radere il suolo e i
n principe così dotto inspirò ne’ letterati del suo tempo tale ardore per la buona poesia e spezialmente per la drammatica,
etterati del suo tempo tale ardore per la buona poesia e spezialmente per la drammatica, che vi si videro occupati a gara i
er la drammatica, che vi si videro occupati a gara i migliori ingegni per perfezionarla; dal che nacquero tanti e tali comp
liani, i quali prendevano a coltivar le muse tragiche, vi adoperavano per l’ordinario il linguaggio latino. Anco ne’ princi
ofonisba, Siface, e Massinissa? Quando si parla delle cose letterarie per tradizione, e si vanno afferrando per aria le not
si parla delle cose letterarie per tradizione, e si vanno afferrando per aria le notizie, come fan de’ grilli e delle mosc
Trissino Vicentino, nato nel 1478, assai più famosa corse indi a poco per le mani degl’intelligenti, e riscosse gli applaus
i universali. L’autore così perito nelle greche lettere prese Sofocle per esemplare, secondo ciò ch’egli stesso disse nella
ima dell’anno 1516 in Roma. Essa é verseggiata con rime rare e libere per la maggior parte; benché qualche osservatore spig
. Qualche oltramontano poi pieno d’acquistata gonfiezza, ch’ei prende per sublime, mirerà con occhio di pietà quella sempli
l figliuolino che bacia la madre, e dell’inutile sforzo che fa costei per vederlo sul punto di spirare154. Giovanni Rucell
35 non conobbe cosa veruna del teatro italiano, e ne avrebbe ignorato per sempre ancora quelle scarse mal digerite notizie
hé più dotto, più erudito, mancava di cuore, non sentiva quanto basta per giudicar diritto de’ componimenti drammatici, e p
l fianco mi sia rapito a forza Il caro sposo, e senza lui solinga Gir per via lunga e tenebrosa errando, Or le mura stillar
, non già il loro spettacolo con tutte le circostanze accidentali. Ma per essere spogliata della musica, diremo a buona rag
ente la costituisca tragedia? Ei s’inganna all’ingrosso. Dessa é tale per l’azione grande che interessa le nazioni, e non g
er l’azione grande che interessa le nazioni, e non già pochi privati, per le vicende della fortuna eroica, secondo la giudi
della fortuna eroica, secondo la giudiziosa definizione di Teofrasto, per le passioni fortissime, cagioni di disatri e peri
, per le passioni fortissime, cagioni di disatri e pericoli grandi, e per gli caratteri elevati al di sopra della vita comu
oli prima, che nascesse il signor D. Saverio. Una felice combinazione per la poesia drammatica trasse i più chiari epici it
tori dell’Italia liberata e del Goffredo rifiorì la tragedia greca; e per l’immortal cantore dell’Orlando Furioso risorse l
1474 a coglier le prime palme in tutti i generi poetici che maneggiò, per divertir la corte del duca di Ferrara compose cin
ti raffigurano l’immagine dell’antico giambo. Il duca Alfonso d’Este, per farle rappresentare, fece alzare un teatro stabil
sto, il quale terminò la commedia della Scolastica rimasta imperfetta per la morte di Lodovico avvenuta nel 1533. ……………… Q
re quattro, che sono originali, si ristampò nel 1562. L’Ariosto prese per esemplari le commedie latine nella forma e dispos
esse o dalle greche gli argomenti; ond’é che venne a superar i latini per invenzione e conseguentemente per vivacità. Se il
ond’é che venne a superar i latini per invenzione e conseguentemente per vivacità. Se il dotto Gravina avesse mirato da qu
gl’italiani han dipinte infinite donne con siffatti caratteri nobili per grado e per virtù; ma gl’italiani han saputo cont
han dipinte infinite donne con siffatti caratteri nobili per grado e per virtù; ma gl’italiani han saputo contenerli ne’ c
storia letteraria drammatica, avrebbe evitato quest’errore, il quale, per se stesso leggiero, diviene sproposito grave in c
a italiana di tal tempo non pervenne all’insolenza della greca antica per la costituzione de’ governi italiani, ben differe
a: é naturale senza lasciar di esser elegante: é poetico quanto basta per allontanarsi dalla prosa naturale, senza degenera
bruttezza naturale ben pennelleggiata si cangia in bellezza poetica, per quello che bene osservò Aristotile. Lo stile adun
e trovata così sfornita d’arte, di spirito, e di gusto155? Egli seppe per tradizione che vi erano certe commedie italiane c
sce giudicò sì saviamente della commedia italiana156. Ma una nazione, per la quale risorsero in Europa le arti, le scienze,
neurospasti? Non chiamerebbe egli maligno e ignorante un italiano che per far conoscere la commedia francese, dimenticato M
dal Varchi158. Del resto generalmente i pubblici commedianti andavano per l’Italia rappresentando certe commedie chiamate d
ndavano per l’Italia rappresentando certe commedie chiamate dell’arte per distinguerle dall’erudite recitate nell’accademia
ite recitate nell’accademia e nelle case particolari da attori civili per loro diletto ed esercizio. Si notava, com’essi di
o sciocco malizioso di Bergamo159. Il volgo italiano se ne compiacque per la novità, e per quello spirito di satira scambie
so di Bergamo159. Il volgo italiano se ne compiacque per la novità, e per quello spirito di satira scambievole che serpeggi
rali furono tradotte in Francia cinque o sei volte infelicemente, sia per debolezza delle penne che vi s’impiegarono, sia p
era punto un’opera. Perché divenisse tale, bisognava che le macchine per appagar l’occhio, l’armonia per addolcir l’udito,
nisse tale, bisognava che le macchine per appagar l’occhio, l’armonia per addolcir l’udito, il ballo per fare spiccar l’agi
cchine per appagar l’occhio, l’armonia per addolcir l’udito, il ballo per fare spiccar l’agilità e la leggiadria, e la poes
spiccar l’agilità e la leggiadria, e la poesia e la rappresentazione per parlar al cuore, cospirassero concordemente a for
’ suoi Giudizi il Baillet, ripresone a ragione dal Bayle) s’inducesse per l’esempio del Vecchi a formar del dramma e della
anto é una delle molte supposizioni ammesse in teatro come verisimili per una tacita convenzione tra’ rappresentatori e l’u
azione degli spettacoli teatrali? Appigliamoci al partito più proprio per la loro capacità rimandandoli a leggere e mastica
i che si esercitarono nel genere tragico, diciamolo qui di rimbecco e per incidenza a risposta e mortificazione di tanti ig
malignità la nostra nazione e le cose nostre: Ogni uomo dotto sa, che per opera degl’italiani a poco a poco diradaronsi in
autore di una Poetica che più non si legge in Francia, e s’ignora da per tutto, hanno trovato luogo in una per altro non d
legge in Francia, e s’ignora da per tutto, hanno trovato luogo in una per altro non dispregevole operetta intitolata Del Te
iambatista Pasquali. L’autore anonimo, forse tratto da soverchio zelo per la riforma del teatro italiano, copia così le par
nvidio il suo gusto, il suo spirito, e la sua lettura. 156. Sogliono per lo più gli nomini involti nelle spesse tenebre de
francesi con certa asprezza che costa molta pena a i nostri, i quali per natura e per riflessione sono urbani e discreti.
certa asprezza che costa molta pena a i nostri, i quali per natura e per riflessione sono urbani e discreti. Ecco come il
n Parigi il mentovato compilator del Mercurio, M. de la Harpe, quegli per appunto ch’é stato tante e tante volte posto in b
nte volte posto in berlina da M. Freron ne’ suoi giornali, quegli che per esser piccolo di statura, di cuore e di mente, ve
strogoto, un candidato degli odierni gaulesi, come Monzù De la Harpe, per insultare con sì feroce stolidezza e calunniare c
ur d’écrire avant que de penser, et de juger avant que de connaitre», per servirmi delle parole di M. d’Alembert. «C'est à
io soggiorno di sedici anni nella capitale delle Gallie, io non fossi per cento e cento pruove persuasissimo di questa irre
Senna, a’ quali, salvo appena due o tre, iddio par che abbia voluto, per farli cadere nel disprezzo, torre quel gran dono
idicolosa rodomontata di M. Regnard, alla quale una simile non é mai, per quanto mi ricorda, scappata dalla bocca di niuno
crasso jurares aere naturae Horat. lib. 2 Epist. I) o crederebbesi, per meglio dire, uno di que’ Caffri o Sciscimechi, ch
e con altre ingiurie si reprimono: la legge del taglione rende offesa per offesa. Ma quantunque io non abbia in questa risp
e collo studio, e grazia molto aggiunse Andrea Calcese, detto Ciuccio per soprannome, il quale fu sartore, e morì nella pes
ttà antichissima di terra di lavoro poco distante da Napoli» e vicina per poche miglia a quell’antica Atella, che summinist
libro pag. 166. Si può anche qui notare, che i commedianti napolitani per una certa loro natia vivacità, disposizione e att
viglia di ciascheduno che allora l’udì, e che l’ha poscia letto, così per l’eccellenza del componimento, giudicato per ogni
l’ha poscia letto, così per l’eccellenza del componimento, giudicato per ogni sua parte perfettissimo in se medesimo, come
ento, giudicato per ogni sua parte perfettissimo in se medesimo, come per l’invenzione del poeta eziandio ec.» Indi il gran
auso, che fu mosso Torquato medesimo a portarsi di segreto in Firenze per conoscere il Buontalenti, il quale appena salutat
on potette più ritrovarli, ancorché il gran duca il facesse ricercare per onorarlo». Filippo Baldinucci narra questo fatto
é il trasporto della verità nella finzione.» Chi ne bandisce il vero per aprir campo vasto al capriccio e alla fregolata f
ddo ragionatore e insipido sofista tutto riduce rigorosamente al vero per ostentar filosofia, distrugge tutte le arti d’imm
ena a un continuo ragionar fallace. Ma fossilizzino pure a loro posta per confinar la drammatica a questo vero immaginario,
ll’esecuzione! di quanta indulgenza dell’uditorio non ha ella bisogno per partorire l’illusione desiderata! Di grazia, parl
tento di esse, passandovi sopra con indulgenza, ancorché le riconosca per false e ad ogni istante se ne sovvenga, si traspo
, p. e., che l’ambizioso e innamorato Aquilio, il quale usa ogni arte per romper la corrispondenza di Sabina e Adriano, ved
riano, vedendo che l’amor d’Augusto e gli sdegni di Sabina combattono per lui, prevede la propria vittoria, ma si dispone a
Del verso e del canto siamo già convenuti che servir debbono di mezzo per dilettarmi. Questo ragionamento conseguente d’ogn
i gioia si può mai cantare senza esser tacciato di puerilità? Neppure per le regole critiche di M. Sulzer; perché se ’l mio
to quando afferma che l’opera merita esser riformata; e tengo anch’io per fermo, (e ciò non pregiudicherà mai alla gloria i
100 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO I. Teatro Alemanno. » pp. 4-31
Gran Drammi politici ed eroici. Ed a chi debbonsi in primi tentativi per la riforma del teatro alemanno? Una donna, un’ at
trandosi nell’ardua impresa, ad onta delle persecuzioni, e scrorrendo per la Sassonia, e facendo la guerra a mal gusto. Koc
uale scritte con purezza, ma pesanti, sprovvedute di calore, e spesso per la lunghezza nojose. La nazione posta un moviment
formare una bella tragedia. Tralle commedie si applaude il Misterioso per la decenza e per la moralità, benchè vi si deside
tragedia. Tralle commedie si applaude il Misterioso per la decenza e per la moralità, benchè vi si desideri la piacevolezz
nia comica di Schonemann,e lavorò come attore e come poeta. Corse poi per l’Alemagna, e connobbe molti letterati. Tradusse
Candidati, il Duca Michele, e lo Sposo cieco a. L’abate Bertòla, che per altro raccolse varie notizie recenti del teatro t
e comparve in un’ opera buffa. In ciò s’ingannò di ogni maniera. Egli per l’opera buffa vedutasi sulle scene napoletane ebb
di scroccare; là dove il Krüger dipinge uno Sposo che si finge cieci per gelosia. Esiste poi in Napoli un’ altra opera buf
intitolata lo Cecato fauzo, ed è appunto uno sposo che si finge cieco per gelosia, come quello del Krüger. Ma il dramma nap
dimostra nelle sue tragedie e nelle Solitudini, ovvero un gran comico per la facilità che ebbe nel dipingere i caratteri, e
un gran comico per la facilità che ebbe nel dipingere i caratteri, e per la grazia che riluce in qualche sua favola; ma ce
nel 1711 in Lipsia scrisse diverse pastorali in un atto rappresentate per tramezzi nelle tragedie e nelle commedie. Ad onta
nte la prima si ha meritati gli applausi degli stranieri intelligenti per la saviezza del piano, per la felice distribuzion
gli applausi degli stranieri intelligenti per la saviezza del piano, per la felice distribuzione delle parti; per la gradu
i per la saviezza del piano, per la felice distribuzione delle parti; per la graduazione dell’interesse, per la forza del n
felice distribuzione delle parti; per la graduazione dell’interesse, per la forza del nodo, per lo sviluppamento e per l’e
elle parti; per la graduazione dell’interesse, per la forza del nodo, per lo sviluppamento e per l’elevatezza delle idee, p
uazione dell’interesse, per la forza del nodo, per lo sviluppamento e per l’elevatezza delle idee, per la verità de’ caratt
a forza del nodo, per lo sviluppamento e per l’elevatezza delle idee, per la verità de’ caratteri, per la rapidità dello st
uppamento e per l’elevatezza delle idee, per la verità de’ caratteri, per la rapidità dello stile, pel calore del dialogoa.
la seconda scena dell’atto II n’ esprime con vivacità il fatale amore per Mortimero che la predomina, e la memoria del re s
Ma non piacemi che nell’atto III si ripetano le istanze di Mortimero per la perdita del re e di Edmond e di Lancastro, ed
este. La Battaglia di Arminio scritta parte in prosa e parte in versi per cantarsi contiene la sconfitta di Varo ricevuta d
Miss Sara Sampson. Tutti i voti si sono riuniti a tener quest’ultima per la migliore delle sue tragedie urbane, essendo sc
meno lo spero… lo spero? ah qual consolazione, qual terribil sollievo per Sara! Nell’istante ch’io mi volgo verso dove veni
lza il braccio e l’immerge nel mio petto, dicendomi, io ti ho salvata per perderti. Questo sogno che adombra la sostanza d
one di Lessing l’Emilia Gallotti che egli non senza ragione disprezza per le bassezze e le assurdità; ma io credo piuttosto
hè buone, riesca del pari nella grand’arte de Sofocli e de’ Cornelii, per anteporlo in Alemagna al Klopstock ed al Weiss.
k ed al Weiss. Lessing compose altresì commedie spiritose e delicate per la dipintura de’ costumi. Le più pregiate sono; l
ngolarmente in essa il tratto di generosità di Filto che vuol perdere per qualche tempo piuttosto la stima in apparenza che
opere postume sotto il nome di m. Satirico, e fatta , com’egli disse per recitarsi incognito. L’oggetto morale è di mostra
della gioventù; e la satira vi lancia i suoi strali su di coloro che per falsi principii la corrompono. Vi motteggia contr
analista e metafisico che tiene stipendiato un professore che scrive per lui, ed attribuisce gli errori politici dello sta
fisse la più bella azione che possa onorare un buon padre di famiglia per farlo trionfare utilmente sulla scena; cioè l’obb
ort sul Meno, oltre ad alcune favole comiche in prosa sparse di versi per cantarsi, ha composto una tragedia patriotica, ch
otica, che chiamò spettacolo intitolata Göz di Berlichingen, notabile per la lunghezza, equivalendo almeno a quattro traged
ro tragedie regolari, pel numero degli attori che passano i trenta, e per le assurdità non inferiori a quelle di Shakespear
ica tedesca, manifesti ne sono i progressi fatti dopo che si sparsero per quelle contrade i capi d’opera della musica itali
roica, quanto nel Trionfo della fedeltà pastorale. Può anche contarsi per certo pregio dell’Alemagna l’aver contribuito al
o ardore la poesia teatrale, dee fuor di dubbio aver teatri materiali per numero, e per magnificenza convenienti al lustro
esia teatrale, dee fuor di dubbio aver teatri materiali per numero, e per magnificenza convenienti al lustro di ciascuna ci
alla foggia moderna a più ordini di palchetti, e con platea di forma per lo più ovale. Il teatro della corte di Vienna che
d ammettere anche la commedia francese. È un edificio nobile e capace per le decorazioni, e per gli balli. Il ridotto del g
ommedia francese. È un edificio nobile e capace per le decorazioni, e per gli balli. Il ridotto del giuoco fatto nel recint
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