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1 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Della maniera del cantare e del recitare »
nell’opera fossero veramente un soprappiù47. [3.3] L’andare dipoi de’ nostri attori, gli atteggiamenti loro, il portamento del
in Atene, fa gran parte della vita e dello studio. Buon per noi se i nostri attori avessero ugualmente studiato il recitare d
a che altri il dica, quanto sieno valenti, quanto studio vi pongano i nostri Rosci. A tutt’altro han l’animo, attendono ad ogn
sa fermar la voce, non sa cantare. Al quale pongono così poco mente i nostri virtuosi, che del sostenerla e portarla a dovere,
ro cantori quegli arbitri de’ quali troppo sovente sogliono abusare i nostri , riducendogli ad essere meri esecutori, e non più
Ella sembra, dice il Tosi, la girandola di Castel S. Angelo, a cui i nostri virtuosi dan fuoco in sul fine dell’aria; e la ca
ne quasi la perorazione e l’epilogo48. [3.8] Instruiti che fossero i nostri virtuosi nella propria lingua, esercitati nell’az
irritato dal vento50; tanto è lo strepito che vi mena l’udienza. E i nostri più attenti spettatori stannosi soltanto zitti a
o preso oggimai il cuore delle persone51. Egli sembra in verità che i nostri teatri sieno fatti più per un’ accademia di ballo
duto tal proposizione erronea; se non che da parecchi de’ più valenti nostri maestri di musica fu assicurato ch’ella cammina a
2 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 670-674
le di lui, tra le quali furono queste : Due cose vi dispiacciono : i nostri difetti e quelli delle nostre commedie. Per quant
o alle nostre commedie, io non ho troppo da invidiare la felicità de' nostri predecessori, che vi han pure attratto e divertit
' essi ci fan dire, e del come noi lo diciamo. Siateci indulgenti pei nostri sforzi, e li raddoppieremo di giorno in giorno. P
eremo di giorno in giorno. Proteggendoci, voi vi venite allevando pei nostri figli de' giovini attori, che, nati tra voi, form
3 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Dato dal nostro Palazzo di Porto, li 2 Giugno 1612. » p. 293
bene placito, però andar et stare in qualsivoglia città et luoghi dei nostri Stati et recitar comedie senza portar segno alcun
andando perciò espressamente a tutti li ministri ufficiali et Datiari nostri non gli debbano dar molestia alcuna per tal conto
4 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VIII. Commedia turca. » pp. 422-425
noi sulla Bibbia e i santi padri, e sul codice e le costituzioni de’ nostri principi. Si trovano fra loro ancora molte biblio
se, é in que’ paesi il principe de’ poeti turchi e persiani, come ne’ nostri Virgilio, il Tasso, e l’Ariosto degl’italiani. La
gli odierni spettacoli scenici di Costantinopoli dagli antichi e da’ nostri , quanto da Atene il borgo di Setines. Ecco un ar
5 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Della musica »
Della musica [2.1] Che se niuna facoltà o arte a’ giorni nostri di ciò abbisogna, la musica è dessa; tanto ha ell
eminata e leziosa. Della novità in tal genere sono pur troppo vaghi i nostri uomini. Vero è che senz’essa non avrebbe ricevuto
forestieri venire ad apprenderla. E lo stesso sarebbe anche a’ giorni nostri , se in essa non usasse veramente il suo soperchio
esti ne sono, per cosi dire, la parte più sorda. E pare oggimai che i nostri compositori sieno venuti in parere che i recitati
o commovevano gli animi dell’udienza in modo, che niun’aria a’ giorni nostri ha saputo fare altrettanto. [2.5] Una qualche co
e. Non picciola è la mutazione che da quel maestro è seguita a’ tempi nostri , nei quali si è oltrepassato ogni segno, e le ari
ino e sieno ad esso straniere o repugnanti. [2.12] Egli sembra che i nostri compositori adoperino come quegli scrittori che p
n è però che una qualche immagine di verità non si scorga anche a’ di nostri nella musica. Ne sono in esempio singolarmente gl
tanto che bastasse e nulla più. Infatti ella è opinione de’ migliori nostri maestri che il contrappunto, o vogliam dire l’arm
6 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Del libretto »
are come lo sbozzo e quasi un preludio dell’opera. L’intendimento de’ nostri poeti fu di rimettere sul teatro moderno la trage
ai, quando l’una di queste arti tornata alla imitazione degli antichi nostri autori ed arricchitasi l’altra di nuovi ornamenti
li converrà prendere un’azione seguita in tempi o almeno in paesi da’ nostri molto remoti ed alieni, che dia luogo a più manie
etti favolosi dei tempi addietro, ritenendo il buono dei soggetti dei nostri tempi, si verrebbe quasi a far dell’opera quello
7 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosettimo, ed ultimo »
le arti che più ci commove, quella che ha maggior imperio sugli animi nostri , è l’unica facoltà a cui niuno, ch’io sappia, ha
erriero, che da molte reiterate perdite era quasi spento del tutto. I nostri artisti se ne prevalgono ognora ne’ canti bellico
requente del ritmo della musica antica. Io non poteva far conoscere a nostri musici tutti i mezzi che il ritmo appresta per l’
prosodia delle nostre lingue, che spezzando e ognor più accorciando i nostri suoni indeboliamo di giorno in giorno quella part
è fuor d’ogni dubbio la più vigorosa. Io voglio adunque persuadere a’ nostri musici quanto lor monterebbe di conoscere il mecc
i non ricadano in quella confusione onde furono tratte dai riflessivi nostri antenati per opera appunto di coloro, la fama, e
il fa minore nelle cantilene tetre e lugubri? Or io esorto appunto i nostri compositori a non confondere le proprietà de’ mod
ito, e la verità dei diversi componimenti che dovrebbono eseguirsi; i nostri organi acquistarebbero un’aggiustatezza più decis
tezza, e con sicurezza maggiore. Potremmo eziandio comparare allora i nostri tuoni con quelli degli antichi, e venirne a capo,
o lo permettono le parole197. Onde può rilevarsi a qual segno monti a nostri compositori il fare uno studio serio e profondo n
ezza inestimabile e negletta per disavventura dalla maggior parte de’ nostri artisti anche più celebri. Io osservo che nella m
iunta che della sola melodia francese: così li traggo dalle opere de’ nostri più rinomati autori. Poscia mi rivolgo al canto i
quinci ne traggo molte cose nuove accende a riordinare la forma d‌e’ nostri drammi lirici, che di tutti i drammi sono certame
gli argomenti tragici, grandi, e regolari. E appunto io fo accorti i nostri compositori, come ciò verrebbe lor fatto, se essi
partizioni, o capitoli. Nel primo discorso, risalendo all’origine de’ nostri sentimenti si tratterà delle intrinseche relazion
enti si tratterà delle intrinseche relazioni poste dalla natura fra i nostri sensi sì esterni che interni con tutto ciò che fo
8 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
lanti homini che di recitare perfettamente si sono dilettati a' tempi nostri (poco oltre la metà del secolo xvi).
9 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
certo Dottore, medico di professione, fu chiamato un altro Roscio de’ nostri tempi. E Fr. Bartoli, da cui tolgo la notizia, ag
10 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article »
o, e di cui Tomaso Garzoni lasciò scritto (op. cit., 738) : « A’tempi nostri s’è visto un Fabio comico, il qual si trasmutava
11 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article »
le gratie, prerogative, vantaggi che sono soliti godere altri simili nostri seruitori.
12 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »
anti homini, che di recitare perfettamente si sono dilettati a’ tempi nostri …. In data del 14 marzo 1580, il Duca di Mantova e
13 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « NOTE DEL FU D. CARLO VESPASIANO. » pp. 270-273
ratto. Nota IX. Luigi Riccoboni è stato il Roscio Italiano de’ nostri tempi, amato estimato da Pier Jacopo Martelli, da
ima in particolare riuscì la di lei azione sempre che rappresentò ne’ nostri teatri la parte di Merope nella tragedia del Maff
14 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 407
i Roma : Carlo Romagnoli tenne meritamente uno dei primi posti fra i nostri attori. Aveva bella voce, prestante la persona ;
15 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »
a celebre Carolina, e ricordo di aver sentito da lui la prima volta I nostri buoni villici di Sardou, in cui con molta perizia
16 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 4
rizia che la elevarono al grado delle prime celebrità drammatiche dei nostri giorni. Nella Laboranti traluce il dire ed il ges
17 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 413
a fianco della quale si fa specialmente apprezzare dai vari pubblici nostri e forastieri, sì nell’Armando della Signora dalle
18 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Introduzione »
no gran fatto malinconia coloro che seggono presentemente arbitri de’ nostri piaceri. Anzi se vorremo por mente come pochissim
o i virtuosi sotto regola e governo; e noi potremmo sperare a’ giorni nostri di veder quello che a’ tempi de’ Cesari e de’ Per
19 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 587
aire in 5 atti. Il teatro sarà illuminato di Reggia per rischiarare i nostri errori passati, presenti e futuri. Morì nel 1864
20 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Delle scene »
lontano dalla stitichezza e dalla pedanteria. Ma se non si esige da’ nostri Canziani ch’e’ taglino le vesti all’antica, cosi
va anche in tal genere del loro valore; o almeno faria mestieri che i nostri uomini che presiedono al vestiario fossero inspir
seguite fossero le tracce di un San Gallo e di un Peruzzi, perché ne’ nostri teatri il tempio di Giove o di Marte non avesse s
6. [5.7] Ma per tornare a cose più vicine a noi, che non istudiano i nostri pittori quelle che pur hanno negli occhi? Oltre a
21 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1021-1022
ne colle tante incisioni, specialmente del Watteau, che riproducono i nostri comici a Parigi, nelle quali Pierrot occupa sempr
22 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1009-1013
degli Scenarj di Flaminio Scala, la più importante per la storia dei nostri comici. Essa racchiude le scene francesi che furo
e del Bonnart, importantissime per la storia del costume teatrale dei nostri comici sullo scorcio del secolo XVII.
23 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO IV. Numero delle Tragedie Spagnuole de’ Secoli XVI., e XVII. » pp. 20-25
isagio la Storia, e la Logica. Inprima non sono tante le migliaja de’ nostri Drammi: ed è pregio della meritamente lodata Nazi
i eccellenti Epici Italiani, i quali egli riduce a due. Il numero de’ nostri buoni Epici trascende forse del doppio quello del
24 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 286
e armi di Richelieu, Il Positivo, Il Cantico, Il Bicchier d’ acqua, I nostri buoni villici, La Sposa sagace, ecc. – Nel primo
25 (1772) Dell’opera in musica 1772
’alcune loro parole e d’alcuni loro versi, come vezzo suol essere de’ nostri compositori, i quali con una disordinata ripetizi
razioni, sedussero per modo colla loro vaghezza il gusto dagl’incauti nostri maggiori, che si cominciò a poco a poco a non esi
acchina’, non accadrebbe): «noi sperimentiamo tai scotimenti anche su nostri nervi; talmenteché nell’ascoltare un suono soffri
iamo talora un tremore in alcun luogo della nostra macchina. Dunque i nostri nervi hanno anch’essi un tuono determinato, o, ch
di questo dominante spettacolo che quasi solo occupa da lungo tempo i nostri teatri ; il quale perché più pomposamente d’ogni
nvenuto, qui anticipatamente lo attesto. [Pref.5] Tal non curanza de’ nostri scrittori ha data dunque occasione al presente tr
razioni, sedussero per modo colla loro vaghezza il gusto dagl’incauti nostri maggiori, che si cominciò a poco a poco a non esi
Martelli, l’abate Frugoni, il marchese Maffei, Paolo Rolli, ed altri nostri valenti poeti, seguirono le vestigia medesime. Ma
oquente è propriamente riserbato a quella parte che tende a muovere i nostri affetti: e quando noi ce ne sentiamo effettivamen
elle arti io chiamo quello artifizio ch’esse adoperano per piacere a’ nostri sensi. Patetico delle belle arti, quell’artifizio
ico delle belle arti, quell’artifizio ch’esse adoperano per muovere i nostri affetti. Entriam ora ad esaminare in che l’uno e
le belle arti per quello artifizio che adoperano a fine di piacere a’ nostri sensi. Or consiste questo artifizio nella simmetr
sere in simmetria. [Sez.I.3.4.2] Quanto adunque più evidente farà a’ nostri sensi la ragione d’una a un’altra grandezza, tant
.5.6] Dalla medesima connessione d’idee che si trova in qualunque de’ nostri piaceri, si può intendere il senso di ciò che com
tire, come ben notò Cicerone parlando del numero oratorio. Perciò ne’ nostri movimenti questa simmetria d’uguaglianza per natu
ome da questi cinque fonti derivi l’estetico della poesia italiana, i nostri maestri di poetica il dimostrano, sebbene quella
one di sillabe, di diverso metro maggior bellezza si accrescerebbe a’ nostri versi, e questi più sofficienti si renderebbero o
sopra la terza, sarà anch’esso bene unito al quadrisillabo, quando i nostri poeti si risolvano a dargli luogo nelle arie. [S
pi che la memoria ne ha suggeriti. Altri se ne potranno rinvenire ne’ nostri poeti; ed altri pure da’ due stabiliti princìpi i
atte alle leggi di questa, per ragione della diversità che passa tra’ nostri costumi e quelli che regnavano nella nazione e ne
nenti a que’ particolari capi, e le contrarie ragioni che indussero i nostri poeti a modificarle. Le quali discussioni, nel te
iscussioni, nel tempo stesso che saranno per avventura non inutili a’ nostri poeti per condurre il melodramma alla sua perfezi
nella placidezza, nella urbanità, nella demenza, che che si dicano i nostri misantropi. Nella nascita dell’antica tragedia er
tragedie tutta l’atrocità delle antiche; difetto in cui incorse a’ dì nostri il Crebillon e ‘l Lazzarini. [Sez.II.4.0.4] Ad ot
ure (tanto bastando a destare la compassione e ‘l terrore negli animi nostri ) e quindi fu dispensata dal terminare con queste
iò rende questa ben più istruttiva dell’antica e più atta a formare i nostri costumi, potendo nella persona del protagonista e
ssima: Ah che né mal verace, Nè vero ben si dà: Prendono qualità Da’ nostri affetti. [Sez.II.7.2.5] E così quell’agitazione
drammatica hanno svegliata la compassione nel più intimo degli animi nostri ! Come sperare che una lambiccata sentenza, una ri
tutto il teatro. [Sez.II.7.2.14] Quindi una tal aria non ha mai sui nostri teatri cagionata quella commozione che altre arie
noi abbiam nominati. [Sez.III.1.3.4] Sembra in oltre manifesto, che i nostri nervi, come altrettante corde d’uno stromento, ab
he risuona attualmente. Ma noi sperimentiamo tai scotimenti anche su’ nostri nervi; talmenteché nell’ascoltare un suono soffri
iamo talora un tremore in alcun luogo della nostra macchina. Dunque i nostri nervi hanno anch’essi un tuono determinato, o, ch
o assai verisimile l’azione immediata della musica sul meccanismo de’ nostri affetti. La quale immediata azione pare che venga
a semplice osservanza delle regole di quella parte della musica. Tra’ nostri componitori e i Greci quel divario passa, che pas
confini delle umane cognizioni, come avveniva tra’ Greci: che anzi i nostri filosofi si recano per lo più a una cotal onta di
evole Menchenio. Non essendo adunquo in oggi la musica esercitata da’ nostri filosofi, non potè il suo patetico profittar molt
più che oggi non ebbe questa impropria maniera di canto tanta voga su nostri teatri. La maravigliosa gorga d’una celebre odier
rice62 ha ingerito su questo particolare uno spirito di vertigine ne’ nostri compositori. Da che essa cominciò a comparire su’
unga di suo capo la menoma appoggiatura. Conciosiaché corre oggi tra’ nostri virtuosi un intollerabile abuso, ch’essi temerebb
d’un allegro, d’un largo e d’un balletto. [Sez.III.3.1.4] Pure se i nostri compositori avessero consultate le leggi del buon
di questo paragrafo, facessero quelle riflessioni che soleano fare i nostri antichi compositori, dalle quali dié loro Jacopo
un’ aria tartara o moresca. [Sez.III.3.2.7] Se con tali avvertenze i nostri maestri si porranno alla composizione de’ recitat
obbligato, ove si usi a luogo e tempo, non già come talvolta fanno i nostri compositori, i quali non avendo mai pensato al fi
’alcune loro parole e d’alcuni loro versi, come vezzo suol essere de’ nostri compositori, i quali con una disordinata ripetizi
hai fior d’ingegno se queste ripetizioni, che tanto vanno a verso a’ nostri compositori, possono dar sostegno ed anche, se a
parola presenta all’intendimento. E poiché ciò che fa impressione su’ nostri sensi, più ci muove che quello che va dirittament
. [Sez.IV.1.0.6] Ma in oggi tal arte è in un estremo dichinamento. I nostri oratori sdegnano d’accordarle una seria occupazio
nevoli e mal graziosi, ch’è pure un fastidio a vedergli. Ciascuno de’ nostri arioni, quando abbia messo la sua tenera gorgozza
ossero sulle scene quegli applausi, che forse non ebbe mai alcuno de’ nostri soprani, e che certamente furono più ragionevoli,
e? Inestimabili tesori serbano ancora per lui le opere di quelli tra’ nostri pittori, che più nell’espression si distinsero, c
[Sez.IV.3.0.5] Ciò che la scultura, e la pittura offerisce agli occhi nostri , la storia e la poesia offeriscano alla nostra im
questa il gesto e la voce che l’è dovuta; e mettendo sotto gli occhi nostri i segni del dolore, del timore, dell’ira, sarà si
giunsero ancora il Frigeri, i due Canziani, e il Boquet, il quale de’ nostri dì si ha tanta gloria acquistata oltremonti colla
aggirarsi fra ‘l solitario lido di Nasso, si caccia nel bel mezzo de’ nostri palchi, ogni verisimiglianza cessa all’istante; e
quanta allora che sia terminato un ballo fatto come sogliano essere i nostri . [Sez.VI.2.1.3] Tal sorta dunque di ballo contami
travestito Achille. Qual più bella materia di questa per un ballo? I nostri danzatori adopran pure somiglianti materie, quand
. Queste forza della musica si sperimenta in un modo maraviglioso su’ nostri tarantolati. A un di costoro, ancorché giaccia in
iamo a’ medesimi molto addietro finora. [Sez.VI.2.1.8] Quanto poi a’ nostri ballerini, se essi per lo più scelgono danze che
tro avviso. Ecco ciò che scrive uno di essi, che più si è distinto a’ nostri giorni ne’ balli teatrali: «Finché i balli dell’o
loro commedie. Il medesimo discernimento dovrebbe oggi osservarsi su’ nostri teatri, non ammettendo nelle tragedie in musica s
ssa, senza far ricordo alcuno dell’alta. Depongano dunque una volta i nostri danzatori su questo particolare i loro pregiudizi
nche messa al novero delle belle arti, si rinunzi pure’ a quelli tra’ nostri bagattellieri che fanno spettacolo dell’agilità d
pettacoli. [Sez.VII.1.0.3] Ma tra quanti n’ebbero i passati tempi e i nostri , niuno più dell’opera in musica ha bisogno d’un d
olmente, per imprimere una più profonda e durevol traccia negli animi nostri . [Sez.VII.1.0.4] Evvi ancora un’altra ragione, pe
mpia esattamente i suoi doveri. Comparisce tutta intesa ad emendare i nostri difetti, a ingentilire le nostre maniere; ma inta
on si possono, la buona mercé di Dio, rimproverare alle ballerine de’ nostri giorni i disordini delle antiche. Nondimeno rare
o però giustizia al vero: noi cadiamo in una strana contraddizione. I nostri drammi sono publicati colla sovrana e coll’eccles
si cessi di declamare generalmente contro i teatri, e d’applicare a’ nostri attori117 il vituperio e l’infamia, a cui erano c
esto è il mezzo più efficace di pervenire alla totale depurazione de’ nostri teatri. A questo fine il parlamento di Parigi nel
i, sieno attissimi ad introdurre alcune date disposizioni negli animi nostri , e ad impedirne alcune altre. E tali avvertenze,
rrendosi da loro (se pure han da essere perfette) la Musica, quale a’ nostri giorni s’usa» (al solito Muratori era piuttosto c
pera in musica, Livorno, Coltellini, 1763, p. 14: «L’intendimento de’ nostri poeti fu di rimettere sul Teatro moderno la Trage
ll’«Amico lettore» Vallaresso scrive tra l’altro: «Come sono a’ tempi nostri cessati tutti que’ motivi, per i quali all’antica
ì è parso all’Autore molto strano ed inopportuno il voler avvezzare i nostri Teatri alla totale, e servile imitazione de’ Grec
/ Ah che né mal verace, / né vero ben si dà; / prendono qualità / da’ nostri affetti. / Secondo in guerra o in pace / trovano
vigliose, ed apersono la via a coloro che ne hanno poi fatto a’ tempi nostri » (G. Vasari, Le vite cit., II, pp. 259-260). Bald
i, sieno attissimi ad introdurre alcune date disposizioni negli animi nostri , e ad impedirne alcune altre. E tali avvertenze,
l cambiamento di metro sia un errore. Esso è una licenza accordata a’ nostri poeti; licenza però della quale io non mi varrei
ubito che quella stessa ragione, ch’ebbero coloro, che applicarono a’ nostri Attori le leggi romane sugl’Istrioni s’abbiano qu
e leggi romane sugl’Istrioni s’abbiano quegli altri, che applicano a’ nostri Teatri le invettive de’ Padri contro i Teatri de’
26 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAP. III. Teatri materiali. » pp. 132-135
e mostra nel prospetto tre uscite e due laterali. Sussiste ancora a’ nostri dì questo teatro ben conservato per diletto de’ v
27 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo IV. Risorge in Italia nel Secolo XVI la tragedia Greca e la Commedia Nuova, e s’inventa il Dramma Musicale. » pp. 210-241
, e si calzò con decenza il Coturno ed il Socco; ma allora erano fra’ nostri dotti le greche lettere quali così comuni, come o
uor di moda, cose che non ne guastano l’essenziali bellezze, anche a’ nostri giorni farà piacere e maraviglia a leggitori impa
dappoiché essi altro allora non si prefissero se non di rimettere sui nostri teatri la forma del dramma de’ greci, non già il
pra della vita comune. E quello é quello che da’ greci ne imitarono i nostri italiani, i quali sono ben anche dal Mattei assai
so! un Trissino! E come senza saper che fossero? Non son essi i primi nostri scrittori italiani, specialmente del cinquecento,
in altre guise di là da’ monti? E che si é scoperto di più a’ giorni nostri ? Che ci dice di più il signor Mattei? Che la trag
avrebbe senza veruna riserba avanzato nella lettera al Maffei, che i nostri comici son di gran lunga inferiori ai latini. Olt
ese; ma non fu timida e circospetta quanto la latina, essendo stati i nostri autori comici persone nobili e ragguardevoli nell
i a ripigliare i francesi con certa asprezza che costa molta pena a i nostri , i quali per natura e per riflessione sono urbani
28 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « NOTE ED OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 313-326
volgar nostro; Dante che perciò fu dal Petrarca chiamato ille eloquii nostri dux, da Paolo Giovio il fondatore del Toscano lin
l’altro della Prefazione alle sue Epistole Famigliari, vennero dopo i nostri Siciliani a verseggiare e a far uso della rima ne
ionati Oltramontani per lo singolar talento, che in esse posseggono i nostri a quel grado che vuole il migliore entusiasmo. Ma
i e Spagnuoli con molto maggior minutezza e povertà, che non aveano i nostri mostrata nell’imitazione de’ Greci. Or da questo
29 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Tavola di Stato – 13 dicembre 1769.Tavola di Stato – 7 febbraio 1770, » pp. 5-6
issimo rapporto a Vostra Altezza Serenissima a disimpegno de' proprii nostri doveri. Dice il Bartoli che la grazia gli venne
30 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Dato in Modena dal Nostro Ducal Palazzo questo di 16 xmbre 1753. » p. 72
ivo d’accordargli la nostra prottezione, con ascriverlo nel numero de nostri attuali Sruitori, l’accompagniamo colle presenti
31 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo III. La Poesia Drammatica nel Secolo XV fa maggiori progressi in Italia. In Francia cominciano i Misteri. » pp. 194-209
, la generosa protezione, e la magnanima liberalità e munificenza de’ nostri principi, ministri, generali, e grandi verso le l
r le cure, l’ingegno e ’l buon gusto del degretario e vonsigliere de’ nostri re aragonesi Giovanni Pontano135, e del precettor
hie trovansene fino alla metà di questo secolo scritte in latino da i nostri più accreditati Letterati. Il celebre Leonardo Br
trovati furano nel secolo XV dagl’italiani in Italia, od altrove. Tre nostri famosi letterati viaggiarono in Grecia a tal’uopo
32 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 516-517
che diletta e piace chi può mai dir d’una Maestra Scena, che sovra i nostri cor troppo efficace i più svegliati spiriti incat
33 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 869-873
erravilla anzi, sotto certi rispetti, ha punti di contatto coi grandi nostri della commedia dell’arte. E tale e tanta la sua s
isce tal grandezza e finezza di arte da collocar lui fra i primissimi nostri  ! L’io ne ho dodici del Maester Pastizza da quali
34 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 279-281
vero. L’Alberto Pregalli, I Fourchambault, I Borghesi di Pontarcy, I nostri buoni villici, Goldoni e le sue sedici commedie l
35 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 476-477
natura, si unirono con pietoso e gentile proposito i migliori artisti nostri , i quali dettero una di quelle rappresentazioni c
36 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 356
rancese ci guadagnerebbe qualche lavoro di Marivaux, ben recitato dai nostri artisti, e massacrato oggi da codesti buffoni d’
37 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 42-49
e, come istruttore, moltissimi onori : il ritratto che presentiamo a’ nostri lettori fu disegnato dal vero, in quell’epoca, da
le : « il giovane attore che compose questa rappresentazione merita i nostri elogi e gl’ incoraggiamenti del Pubblico, il qual
38 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO II. Tragedie Italiane del XVI secolo. » pp. 28-131
nella dedicatoria, si puote sicuramente dire il Roscio e l’Esopo de’ nostri tempi , ne fu uno de’ principali attori. Giulio P
io di sole, Un luogo destinato a’ sacrifici, Che soglion farsi da’ re nostri all’ombre, A Proserpina irata, al fier Plutone, O
ravvisarsi il primo esempio moderno di una tragedia cittadina, che i nostri scrittori nè seguirono nè pregiarono, e che più t
i nè prima nè dopo di Rapin non si è mai pensato a sostenere contro i nostri poeti romanzieri, che i costumi della cavalleria
Rapin e di la Sante, o l’ignoranza de’ Carlencas, o la stupidità de’ nostri scioli che affettano nausea per tutto ciò che non
uente secolo l’escursione e i progressi del mal gusto. Quasi a giorni nostri il celebre marchese Maffei vi fece alcuni troncam
da Spagnuoli, con molto maggior minutezza e povertà che non aveano i nostri mostrata nell’imitazione de’ Greci ? S’ingannò du
si stata, che in Grecia l’accompagnò costantemente. Si contentarono i nostri di farne cantare i soli cori, come si fece in Vic
spettacolo di quella nazione con tutte le circostanze locali, che a’ nostri parvero troppo aliene da’ tempi e da’ popoli, al
ettura e nella nuda recita che in una rappresentazione cantata. Ora i nostri imitarono la tragedia greca appunto in quello che
seppero essi che cosa fossero le tragedie greche? Non furono i primi nostri scrittori, specialmente nel Cinquecento, quelli c
simili guise al di là da’ monti? E che si è scoperto di più a’ giorni nostri ? Qual riposto arcano ci ha rilevato la singolare
ll’articolo V, pubblicato in Napoli nel 1782, col quale rallegrammo i nostri leggitori a sue spese. a. Lasciamo pare al gesui
39 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « LUIGI RASI. I COMICI ITALIANI » pp. -
storia dei comici è storia del Teatro ; e dacchè nei secoli scorsi, i nostri attori tennero il primato fra tutti, e diffusero
grande famiglia comica che dalla fine del secolo decimoquinto sino ai nostri giorni ha, si può dire, dominato il teatro europe
40 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO III. Teatro Olandese: Danese: Suedese: Polacco. » pp. 253-256
verrà di giorno in giorno più degno della pubblica considerazione. A’ nostri dì si è segnalato tra’ Danesi il barone Holberg c
41 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Dei balli »
Augusto divisero in parti una Roma. Egli avviene ben di rado che ne’ nostri ballerini si trovi congiunta con la grazia la for
42 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO II. Teatro Olandese: Danese: Suedese: Polacco. » pp. 32-37
le accademia, parve degno della publica considerazione. Si segnalò a’ nostri di tra’ Danesi il barone Holberg con varie commed
43 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 355-357
rsi mostri, che mascherati di soave apparenza, si fanno i tiranni dei nostri affetti, e tutto sfigurano il nostro spirito. L’a
44 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 513-514
i primo attore ebbe tanti schietti encomj dai giornali e dai pubblici nostri e forestieri, metto qui una nota autobiografica,
45 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 644-646
del pallido amante la smorta fanciulla si china…. « Oh Armando ! pei nostri due cori mai ora più bella non fu ! Mio povero Ar
46 (1715) Della tragedia antica e moderna
to, e su ciò fonda che noi dobbiamo far capital degli amori, perché i nostri teatri son pieni di donne, dove, essendo rimosse
d’Eschilo, di Sofocle e di Euripide a’ tuoi primi giorni, siccome a’ nostri quelle de’ due Corneli, del Racine, del Capistron
a e l’architettura sono riuscite appresso di noi perfettissime; e da’ nostri artefici i vostri han ritratto quanto è di buono
inganni nel credere che io abbia veduto rappresentare le tragedie de’ nostri autori e de’ vostri, siccome ancora ho gustati fr
dipinto in colori italiani un’immagine così giusta delle tragedie de’ nostri greci antenati, ma siete ben poco tenuti a’ nostr
delle tragedie de’ nostri greci antenati, ma siete ben poco tenuti a’ nostri greci antenati dell’avere essi a lui lasciato un
ti i sentimenti de’ vostri attori ed avviliti col paragone quelli de’ nostri , è stata ancor l’inventrice di questo ingegnoso v
i, nobilissimo cavalier piacentino che meriterebbe venir per terzo a’ nostri ragionamenti tanto è gentile ne’ suoi soavi costu
ioventù volonterosa di lode a quell’applauso al quale avea condotti i nostri poeti la ben disposta natura e il giudicioso disc
inverisimili maggiori assai che accadono nelle tragedie di alcuni de’ nostri Greci, per voler rappresentar tutto in piazza, e
entazione e che, per cosi dire, facessero tutto in strada. [2.72ED] I nostri re ricevono in strada gli ambasciadori; tramano i
. [2.72ED] I nostri re ricevono in strada gli ambasciadori; tramano i nostri principi in strada le occulte congiure; discorron
’immaginazione e poco dilettando la vista. [2.73ED] Egli è vero che i nostri re, parlo di quelli che vivevano avanti Alessandr
leggi e tutto il fasto si spaziava nell’Asia, sinché poi, sparso fra’ nostri , si dilatò all’Italia e finalmente alla Francia c
e sino nell’Inghilterra. [2.75ED] Contuttociò non è mica vero che ne’ nostri teatri non si pensasse alla mutazion della scena.
truvio e vi troverai che tre cangiamenti di scena si congegnavano sui nostri palchi: tragica, comica e satirica. [2.77ED] La t
per dirti che la scena satirica fu alle volte costantemente usata da’ nostri tragici, ma non mai la comica, come da te puoi os
esamina, ma non so se tanto si considerasse fra’ Greci. — [3.9ED] — I nostri Greci — rispose il vecchio — nel loro sceneggiame
palese occasione, e in ciò (torno a dire) l’avete ficcata a’ tragici nostri . [3.12ED] Non perderò il tempo in esempli, bastan
ar di me) seguendo in ciò l’esempio del Tasso, del Guarino e di altri nostri Italiani, ho creduto dover regolarmi diversamente
tu puoi ben esser certo che la passione amorosa non era incognita a’ nostri poeti, perché i nostri poeti erano uomini. [3.42E
o che la passione amorosa non era incognita a’ nostri poeti, perché i nostri poeti erano uomini. [3.42ED] Se leggerai tu Anacr
ro) conoscerai che questo affetto pizzicava ben vivamente l’animo de’ nostri maggiori, tanto più che il nostro clima è assai p
ressione diversamente da ciò che allora sentii. [3.109ED] Gli affetti nostri ci portano all’ambizione, alla prepotenza, alla c
troppo severamente, muove la nostra umanità a compatirlo e caccia da’ nostri cuori la crudeltà. [3.110ED] Questo ho io fondato
nella maggior parte dell’universo e per questo conto può essere che i nostri vecchi argomenti potesser piacer tuttavia a Venez
i di averne derivata la moda da certo Ciullo del Camo, che fu uno de’ nostri antichi poeti, appunto celebre per esser fra’ pri
oteva non esser armoniosa all’orecchio, perché chiunque pronunciava i nostri dattili e i nostri spondei facea conoscere quella
oniosa all’orecchio, perché chiunque pronunciava i nostri dattili e i nostri spondei facea conoscere quella tal quantità che v
e in errori di quantità, componendo versi o greci o latini; lo che a’ nostri poeti era, per così dire, impossibile; e dove l’a
48ED] — Ecco — disse — come sarebbesi a far morire nelle botteghe de’ nostri librai tutti i volumi di regolette inventate per
erto di sillabe sieno versi, perché si son posti in opera da vari de’ nostri poeti, particolarmente ne’ drammi, come anche per
ta di ritmo e di rima, e benché più antico del nostro non è stato da’ nostri maggiori imitato perché, come alla lingua latina
i del tuo rimare nelle tragedie e dovrebbonsi dagl’Italiani imitare i nostri Greci, che quando inventavano una sorta di verso
nche per un caritatevol contrassegno che la provvidenza dà agli occhi nostri dell’impostura. [4.192ED] L’imprudente ardir di c
costarci che noi facevamo a passi lenti al castello — è una copia de’ nostri giardini che di gran lunga si lascia addietro gli
il poeta riuscire per lo più insipide per la musica e detestabili a’ nostri smaschiati cantori e alle nostre che per vergogna
erché in ogni caso il verseggiatore ha tutta la facoltà che avevano i nostri antenati di dar ad intendere delle frottole e di
dove sottigliezza di gusto non è giammai penetrata, e li paragono a’ nostri antichi greci scultori, che si distinguono da’ lo
racemente — io risposi — ho trovato negli attori franzesi rispetto a’ nostri attori italiani non poco di novità. [6.23ED] Diff
latino co’ versi franzesi e con gl’italiani, già ti ho mostrato che i nostri metri son più colanti e ritondi, ed in conseguenz
uniformità almeno con poco notabile differenza, dimodo ché paragono i nostri al mormorio di que’ fonti che cadono naturalmente
il tragico costume dai Greci e che tu non crederesti sì inferiori a’ nostri , se, come vedi le tragedie del secolo di Nerone a
] Primieramente tu non hai veduto i migliori attori di Francia che a’ nostri giorni sieno stati monsieur Baron e madame Duclos
di raggiungerla e forse di sorpassarla; noi altri Greci, trattando i nostri argomenti, abbigliavamo alla moda delle nostre co
prima, 1733, p. 163, si legge tuttavia: «Ciò che è notabile e raro a’ nostri giorni, si è che questi due letterati, cioè il Gr
47 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « LETTERA » pp. 3-14
tiam non emo), moltiplichiamo le nostre ciancie, purchè ci troviamo i nostri conti, cioè finchè io mi diverta nel mio ozio, ed
dunque due innamorati rivali, che spieghiamo in differenti maniere i nostri affetti. Detta a lei l’amore di fare de’ sogni pi
48 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO PRIMO. Risorge in Italia nel secolo XVI la tragedia Greca, ed il teatro materiale degli antichi. » pp. 86-174
nella dedicatoria, si puote sicuramente dire il Roscio e l’Esopo de’ nostri tempi, ne fu uno de’ principali attori. Giulio Po
i sole, Un luogo destinato a’ sacrifici, Che soglion farsi da’ re nostri all’ombre, A Proserpina irata, al fier Plutone,
essa può ravvisarsi il primo esempio di una tragedia cittadina, che i nostri scrittori nè seguirono nè pregiarono, e che posci
i nè prima nè dopo di Rapin non si è mai pensato a sostenere contro i nostri poeti romanzieri che i costumi della cavalleria e
Rapin e de la Sante, o l’ignoranza del Carlencas, o la stupidità de’ nostri scioli che affettano nausea per tutto ciò che non
ente secolo l’escursione e i progressi del mal gusto. Quasi a’ giorni nostri il celebre Marchese Maffei vi fece alcuni troncam
a stata, che in Grecia l’ accompagnò costantemente. Si contentarono i nostri di farne cantare i soli cori, come si fece in Vic
spettacolo di quella nazione con tutte le circostanze locali, che a’ nostri parvero troppo aliene da’ tempi e da’ popoli, al
oderna non sia tale? E pure anche questo ha voluto avanzare a’ giorni nostri l’Avvocato Mattei ornamento del paese ammaestrato
ettura e nella nuda recita che in una rappresentazione cantata. Ora i nostri imitarono la tragedia greca appunto in quello che
seppero essi che cosa fossero le greche tragedie? Non furono i primi nostri scrittori, specialmente del cinquecento, quelli c
e simili guise di là da’ monti? E che si è scoperto di più a’ giorni nostri ? Qual nuova cosa ci ha rivelato la singolare erud
e mostra nel prospetto tre uscite, e due laterali. Sussiste ancora a’ nostri dì questo teatro ben conservato per diletto de’ v
49 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quinto »
accini gentiluomo romano per passar le ore non, come è il costume de’ nostri tempi, in oziose ciccalate, in giuoco rovinoso o
a altro non essere stata la musica greca se non se una confusione de’ nostri tre generi cromatico, diatonico ed enarmonico fu
nella musica a cagion di piacere. La natura donando agli oggetti de’ nostri sensi corporei le qualità necessarie per dilettar
’amaro arrivano più gradite all’orecchio: nella maniera appunto che i nostri Apici sogliono pizzicar più vivamente il palato c
stamente è un canto, per tutte le condizioni insomma che le arie a dì nostri distinguono. né si veggono soltanto ne’ drammi de
che le fanciulle del Cinquecento non differiscono punto da quelle de’ nostri tempi. Se un poeta è rimasto invaghito della bell
50 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IX. Stato presente degli spettacoli teatrali. » pp. 426-437
tragici qualche carattere comico266. Egli era oltracciò riserbato a’ nostri giorni l’insinuarsi che si scrivano tragedie in p
hanno cercate nel miracoloso e nelle trasformazioni istrioniche; e i nostri poetastri incapaci di vagliar il grano e separarn
senza pensarvi, son ritornati alla pristina confusione del coro, e i nostri uranghi si pregiano d’imitarne il mal gusto. Noi
51 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo duodecimo »
oltà che hanno d’imitare, ma quella soltanto di agire fisicamente sui nostri nervi, anche a tal fine vedrassi la preferenza d’
otizie. «L’impiego della musica è una pruova della sua eccellenza. I nostri imani compagni de geni celesti la impiegano nelle
l’arenoso vento dominatore dei deserti della Petrea, e d’abbagliare i nostri occhi colle vane appariscente di mille fantastici
nismo, onde rintracciar meglio la differenza che passa tra quelli e i nostri . Simplificando l’idea che noi abbiamo della music
roduca in noi la stessa passione che ecciterebbe se sopposta fosse ai nostri sensi. Ora, siccome gli oggetti dell’universo agi
gli accennati principi il sistema della prosodia antica, nel quale i nostri ciurmatori grammatici altro non sanno vedere che
a, i confini della musica erano gli stessi che quelli della poesia. I nostri compositori si troverebbono fortemente imbarazzat
enti dall’altro, ha posto quei rilevante divario che pur sussiste nei nostri moderni sistemi ad onta degli sforzi di tanti uom
n facile da comprendersi dal non udirsi che appena o di rado da canti nostri , benché da vari consonante copiosi, e di vari mov
differenze tra il loro genere cromatico ed enarmonico paragonati coi nostri . Rispetto a modi siamo egualmente nella oscurità,
52 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 263-265
pe, tal volta pusillanime, tal volta eroe. Gran numero di scrittori e nostri e forestieri si occupò della origine della sua pe
53 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 547-549
il grido della libertà e della indipendenza nazionali che usciva dai nostri Poeti, e che il di 8 dello scorso febbrajo mettev
54 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Osservazioni »
serzione. GIORNALISTA. [7] «Intendiamo dunque solamente di esporre i nostri dubbi sopra alcune opinioni sparse nel medesimo c
iolino in mano? Crediamo che la Madonna fosse ballerina? Si legge ne’ nostri libri canonici che gli apostoli promulgassero la
esposta l’imagine di Gesù crocifisso sulle scene, o ne’ palchetti de’ nostri teatri? Vi si veggono le statue di San Francesco
Leda verranno fuori delle cose pellegrine. Secondo l’estrattista se i nostri drammi sono talvolta malamente eseguiti dai “guas
e lo spirito, non più il progresso della filosofia e dei lumi sono a’ nostri tempi le cagioni che hanno “umanizzata gran parte
musica e regolava il numero delle note, qual altro regolatore hanno i nostri compositori nelle cose accennate fuorché il propr
l’antica, non tanto perché reputiamo un atto lodevole pensar bene de’ nostri contemporanei, quanto perché traendo origine ogni
provviso in parziale, la parola “moderna” si confonde con quella “de’ nostri tempi”, dal sistema si salta al gusto e da tal co
tanti altri, e dei quali son più di venti anni che sin la ciurma dei nostri compositori se ne astiene, e in cui veramente i b
anno ecc.» RISPOSTA. [64] Se i difetti da me apposti alla musica de’ nostri tempi sono stati conosciuti da tanti altri, essi
che ha fatto la musica dai tempi del Pergolesi e del Vinci insino a’ nostri giorni, io ho detto il mio sentimento nell’ultimo
non ci fanno punto vedere ne’ drammi greci quelle rassomiglianze coi nostri ch’egli pretende che vi siano. Per esempio, nella
giornalista non si crederebbe ch’egli fosse un maestro di musica de’ nostri tempi, ma che simile al greco Epimenide si fosse
o lodata la musica del Pergolesi e del Leo a preferenza di quella de’ nostri tempi? Ecco le sue parole: «E se il Signor Arteag
55 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VII. Della vera commedia Francese e dell’Italiana in Francia. » pp. 144-176
si può vantar, che vinto Dal rispetto, di lor più non favello. I nostri dotti poi stupido ammiro. La lor filosofia di q
ne Ragionar sanno ancor gli appaltatori: Son di decenza esempio i nostri abati: Di studio e di saviezza i curiali. Non
hè servono il pubblico con più attenzione”. Diderot diceva ancora: “I nostri commedianti Italiani rappresentano con più franch
e teatrale di M. Dorat scrive ancora: “Io avrei coperti di ridicolo i nostri attori ossessi, i quali caricano tutto, e non san
cantava nella fiera, sogliono anche rappresentarsi opere italiane de’ nostri più celebri maestri, e pastorali, opere-comiche,
56 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XV. ed ultimo. Conchiusione con pochi Avvisi amorevoli agli Apologisti. » pp. 214-236
di scrivere e declamare, hanno svegliati i compatrioti a comporre a’ nostri dì più di una Tragedia ragionevole, perchè volete
urono e sì illustri le Colonie, che dalla Grecia vennero ad abitare i nostri paesi, che Strabone mentova moltissime Città Grec
ntemente col torto manifesto? Ambiste mai di passare pel Carneade de’ nostri giorni? Ma i Carneadi cavillosi si rigettano, si
nici questa dottrina, se vennero a Spagna alcuni Filosofi . . . . . i nostri ebbero occasione di apprendere il sistema degli A
57 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 811-
gi. Aggiungerò solo che una volta, passando in rivista le origini de’ nostri artisti, ella mi raccontò come, giovinetta, si re
inceppato a parlare della verità di questa piccola fata. Gli artisti nostri che recitano con verità si somigliano : la Duse è
stra, e soprattutto a un risollevamento della coscienza artistica de’ nostri attori è fuor di dubbio ; e di questo anche le va
ndo una educazione la più raffinata esteriore e interiore. Gli attori nostri non dimentichino che, stil vecchio o stil novo, q
58 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1024-1026
, si determinò di licenziare 51 persone del seguito, fra le quali e i nostri saltatori e lo stesso Scolari : e con essi probab
59 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 386-389
to tuo, fin là dove t’estolli, le caduche speranze, e i pensier folli nostri rimira col tuo bel candore. Così vedrai, che quan
60 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 691-696
rata…. » E oggi pare abbia voluto e voglia davvero, dacchè i pubblici nostri e quelli di Spagna e d’America s’inchinano ammira
61 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XII. Confronto Apologetico della Opera Italiana, e della Commedia Spagnuola. » pp. 149-181
gli Antichi assennatamente gli soccorsero cogli stromenti. Erano que’ nostri Eruditi, a differenza de’ Criticastri transalpini
’Opera? I trilli i passaggi, o gorgheggi, co i quali la Musica “a’ dì nostri , in cambio di esprimere sentimenti e passioni uma
a. . . la lecora o il canario” 1. Adunque, o mio Signor Apologista, i nostri grand’uomini non si accomunano cogl’imperiti Crit
tione, come accade del pallino ne’ bussolotti, e interpretando male i nostri Scrittori, terminano nel precipizio ove sprofondò
asso per la diversità delle chiavi? Non è ugualmente Canto quello de’ nostri Recitativi e quello delle Arie, quello di un’ Ari
e imitato le verità morali nel Popolo. A questo scopo contribuirono i nostri celebri Pittori di quadratura i Bibbiena, i Natal
62 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquarto »
ttora in Italia come reliquia dell’asiatica voluttà per monumento dei nostri vizi, per oltraggio della natura, e per consolar
regger l’uomo alle squisitezze d’una melodia come è quella usata ne’ nostri teatri, se dovesse prolungarsi senza interruzion
mplice, recitativo obbligato ed aria; divisione troppo necessaria nei nostri sistemi di armonia e di lingua, ma la quale per m
nomeno dalla impressione più gagliarda che i suoni musicali fanno sui nostri nervi, o dalla compiacenza che risulta nell’anima
l teatro all’artifizio e delicatezza di modulazione che si pratica a’ nostri giorni142. [47] Ma se per canto s’intende l’arte
enti         Lasciate in abbandono:         Impetuosi venti         I nostri affetti sono:         Ogni diletto è scoglio     
a decisione, da qual tribunale emanò un’autorità così destruttiva dei nostri più squisiti piaceri? Il popolo può giudicare ben
corrispondeva al nostro dialogo, e “monodia”, ch’era lo stesso che i nostri monologhi o soliloqui. I. Tutta la declamazione d
ossero così grandi come in Roma, pure erano vastissimi paragonati coi nostri . Quello di Bacco, così chiamato per esser vicino
sibile, che s’adoperasse nel recitare il suono dilicato e fievole dei nostri canti, ma piuttosto una voce vigorosa e fortissim
63 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « [Dedica] » pp. -
ma giudizio. Si difendono altresì, ma senza spirito di patriotismo, i nostri dalle insulse censure di coloro che ben sovente m
relative ai costumi de’ loro tempi) sono state e saranno mai sempre i nostri modelli: tutto l’oro, che più lampeggia fra noi,
64 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « NOTE E OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 281-290
or Guarnacci nel lib. VII dell’Origini Italiche, e sostenuto da altri nostri valentuomini di questo secolo. Che i Greci ricevu
VII. “Noi (dice Gellio lib. II, c. 23.) leggiamo le commedie de’ nostri poeti prese e tradotte da quelle de’ Greci, di Me
65 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO IV. Opera Musicale. » pp. 314-344
rgheggiare nelle chiese, e rappresentar da Alessandro e da Cesare ne’ nostri teatri. Contenti gli antichi delle voci naturali
ssai comuni sulle scene italiche) gli eunuchi si erano introdotti ne’ nostri melodrammi, Ora riducendo discretamente questi mo
i Francesco Sbarra. a. Dalla Germania e dalla Francia chiamavansi i nostri maestri ballerini. Du Bellai (adduce questa tes
66 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAP. V. Tracce di rappresentazioni sceniche in Ulieteia e in altre isole del l’Emisfero australe nel Mar Pacifico. » pp. 59-65
hio un principal personaggio, e declamò alcune parole alla foggia de’ nostri recitativi con gestire espressivo, che agl’Ingles
67 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO X. Ultima Epoca della Tragedia Greca. » pp. 208-215
loro principio. Nuova rinomanza ha questo poeta acquistata a’ giorni nostri per l’elegante versione fatta delle sue poesie da
68 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO II. Tragedie latine d’oltramonti, Tragici Olandesi, e Teatro Alemanno. » pp. 135-142
mostruoso di gonfiezze insieme e di bassezze buffonesche ignorando i nostri autori le più comunali regole del teatro. La comm
69 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO V. Tragedie Latine d’Oltramonti: Tragici Olandesi: Teatro Alemanno. » pp. 286-290
mostruoso di gonfiezze insieme e di bassezze buffonesche, ignorando i nostri autori le più comunali regole del teatro. La comm
70 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 297-298
nelle parti comiche e ingenue, e potrebbe misurarsi coi migliori de' nostri artisti tedeschi (Iffland e Wiedmann eccettuati) 
71 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO III. Della vera Commedia Francese e della Italiana in Francia. » pp. 128-191
gion si può vantar, che vinto Dal rispetto, di lor più non favello. I nostri dotti poi stupido ammiro. La lor filosofia di qua
e cene Ragionar sanno ancor gli appaltatori: Son di decenza esempio i nostri abbati: Di studio e di saviezza i curiali. Non si
tessa egregiamente eseguiva, e singolarmente allorchè rappresentò ne’ nostri teatri la parte di Merope nella tragedia del Maff
è servono il pubblico con più attenzione» . Diderot diceva ancora. «I nostri commedianti Italiani rappresentano con più franch
one teatrale di Dorat scrive ancora: «Io vorrei coperti di ridicolo i nostri attori ossessi, i quali caricano tutto, e non san
ntava nella Fiera; e che sogliono rappresentarvisi opere italiane de’ nostri più celebri maestri, e pastorali, e commedie, bal
72 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo II. La Poesia Drammatica a imitazione degli antichi rinasce in Italia nel Secolo XIV. » pp. 188-193
Bambasio da Ferrara, della cui amistà si gloriava questo principe de’ nostri lirici, come il principe degli oratori latini di
73 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 678-680
smorfiosa, ecc. Se questa penna far potesse l’ufficio di pennello, i nostri lettori vedrebbero la vera immagine d’una pulcell
74 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 580-583
utto ben considerato, somigliava un’educanda uscita fresca fresca dai nostri Collegi-Convitti delle monache. Io ebbi la fortun
75 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 759-763
del '901. Degli altri un solo non si diede all’arte, Vincenzo, un dei nostri ufficiali più egregi, capitano d’ Affrica, insign
76 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAP. IV. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo XVI quando fiorirono gli scrittori producendo le Commedie dette Erudite. » pp. 136-255
riserba veruna avanzato nella lettera scritta a Scipione Maffei che i nostri Comici son di gran lunga inferiori a’ Latini. È v
sicuri. Ciò serva di norma ancora ad altri pretesi filosofi de’ tempi nostri disprezzatori dell’erudizione di cui scarseggiano
se. Ma non fu già timida e circospetta quanto la Latina. Imperocchè i nostri autori comici erano per lo più persone nobili e r
e immagini ritratte dal vivo par che si scostino dalle caricature de’ nostri giorni; ma chi non sa che di tutta la poesia, la
gl’Italiani che hanno più di una fiata portato sulla scena a’ giorni nostri i Fajeli che per gelosia strappano il cuore agli
notabili per qualche ragione che più interessi o istruisca. Tra primi nostri letterati che ci arricchirono di buone commedie,
he nella satira e nella commedia si avvicinò di molto al principe de’ nostri poeti Lodovico Ariosto suo amico, compose tre com
iavelli, per aver sì acconciamente avvicinata l’antica Mostellaria ai nostri costumi, e lo superò ancora colla sempre dilettev
avanzamento della poesia comica. Queste sono le commedie italiane da’ nostri chiamate antiche ed erudite. Or quali di queste h
notar ciò in carattere corsivo per comodo de’ plagiarii accattoni de’ nostri paesi, i quali vogliono, a dispetto degli uomini
77 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO II. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo. » pp. 175-262
senza veruna riserba avanzato nella lettera scritta al Maffei, che i nostri Comici son di gran lunga inferiori a’ Latini. E’
. Ma non fu già timida e circospetta quanto la latina; imperciocchè i nostri autori comici erano per lo più persone nobili e r
le immagini ritratte al vivo par che si scostino dalle caricature de’ nostri giorni; ma chi non sa che di tutta la poesia, la
aliani quelli che hanno portato più d’una fiata sulla scena a’ giorni nostri i Fajeli che per gelosia strappano il cuore agli
notabili per qualche ragione che interessi ed instruisca. Tra’ primi nostri letterati che ci arricchirono di ottime commedie,
he nella satira e nella commedia si avvicinò di molto al principe de’ nostri poeti Lodovico Ariosto suo amico, compose tre com
iavelli, per aver sì acconciamente avvicinata l’antica Mostellaria ai nostri costumi; e lo superò ancora colla sempre dilettev
avanzamento della poesia comica. Queste sono le commedie Italiane da’ nostri chiamate antiche ed erudite. Or quali di queste h
eri. Ciò serva di norma ancora ad altri sedicenti filosofi de’ giorni nostri disprezzatori dell’ erudizione di cui scarseggian
otar ciò in carattere corsivo, per comodo de’ plagiarii accattoni de’ nostri paesi, i quali vogliono, a dispetto degli uomini
78 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VIII. Teatro di Sofocle. » pp. 104-133
ene ricche di bellezze inimitabili il Robortelli, il Nisieli ed altri nostri critici, per nulla dire de’ transalpini falsi bel
portato in italiano. Simili traduzioni animate, fedeli, armoniose de’ nostri cinquecentisti fanno vedere quanto essi intendeva
Mattei affermi nella mentovata dissertazione (alla pagina 210) che i nostri antichi traevano da quelle miniere (de’ tragici
79 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo ottavo »
Trattato della musica scenica, rimase fra le tenebre inedita fino a’ nostri giorni. Anche il celebre gesuita Atanasio Kircher
andio; la influenza grande nella società, e maggiore in teatro, che i nostri sistemi di governo permettono alle donne, dal che
tti, che da quelli fatti dal ciclo per ispirarlo; la ristrettezza de’ nostri teatri picciolissimi a paragon degli antichi, dov
aver ragionato alla lunga dei difetti del canto, soggiugne: «Mentre i nostri cantori cercano di schivare la durezza e la tropp
80 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo nono »
getti che le mettono in esercizio, lo specchio delle nostre idee e de nostri sentimenti rinovellato alla memoria per mezzo del
ano fatto i moderni italiani. La difficoltà consiste nella natura de’ nostri sistemi musicali composti di moltiplicità di part
olo passato, né aggirandosi intorno a’ vani arzigogoli, come a’ tempi nostri , ma ponendo ogni suo studio nell’immitar l’accent
tosto sviluppare i portentosi suoi talenti pel canto. Ni uno a’ tempi nostri ha sortito dalla natura còrde più valenti, e insi
rtolino faentino, e il Minelli uno di que’ cantori che hanno a’ tempi nostri posseduto con eminenza l’accento musicale, erano
81 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo V. Teatro Francese nel medesimo Secolo XVIII. » pp. 355-388
ar per gradi la lena, e vacillar il gusto, e finalmente si trovano a’ nostri giorni confusi i giusti principi con alcune novel
al genere, se si fosse contenuto ne’ giusti limiti, sarebbe a’ giorni nostri senza giustizia proscritto dal giudizioso abate S
. Ecco come in essa si favella de’ cattivi drammi francesi de’ giorni nostri : Je ne saurais souffrir ces bourgeoises douleurs
maggior grazia, e perché servono il pubblico con più attenzione». «I nostri commedianti italiani (dice M. Diderot) rappresent
Poema della declamazione teatrale di M. Dorat) coperti di ridicolo i nostri attori ossessi, i quali caricano tutto, e non san
82 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 646-656
 ; non distrarsi insomma in quelle cose, da cui anche gl’ infimi tra' nostri comici sarebbe ormai tempo cessassero, perchè non
lle produzioni straniere e italiane inascoltabili, ond’ eran invasi i nostri teatri. Al principio del diario di Venezia (24 se
83 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO V. Letteratura e Commedia Turca. » pp. 262-269
ci occupiamo sulla Bibbia, su i santi Padri e sulle costituzioni de’ nostri legislatori. Sin dal XVI secolo abbondavano ne’ p
84 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1055-1059
i dell’Orlando. Riferisco dall’album, tuttavia inedite, le parole dei nostri grandi artisti : Carolina Internari fu una delle
85 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 526-529
lla. Compagni miei, coraggio. Mentre sarem lontani, Non sieno i sudor nostri infruttuosi, e vani, E ritornar ci veggano questi
86 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO V. Primi passi del dramma musicale. » pp. 295-309
più erudito filosofo e dell’ uomo del più squisito gusto che abbia a’ nostri dì ragionato dell’opera in musica, cioè del conte
versi senza una specie di canto, oltre alla musica vera che ebbero i nostri madrigali, le ballate, le canzoni ecc. La musica
87 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 364-382
sì : Non v'ha dubbio che il Drammatico trattenimento sia divenuto ai nostri giorni la scuola del costume, e lo specchio delle
ò infatti : chè il 28 del '52 la Ristori gli scriveva da Roma : « Nei nostri cuori fece gran senso la Sua lettera, ed in modo
88 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO IV. Letteratura e Commedia Turca. » pp. 47-55
cupiamo sulla Sacra Bibbia, su i santi Padri e sulle costituzioni de’ nostri legislatori. Sin dal XVI secolo abbondavano nella
89 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO II. Spettacoli teatrali in Alemagna. » pp. 13-20
esia Alemanna, che dovea abbracciare il tempo scorso da Opitz sino a’ nostri giorni. Uscita poi la Storia Critica de’ Teatri n
90 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO IV. Stato presente degli spettacoli teatrali. » pp. 293-299
uso, e con profitto della cassa, avendo dato ai comici di entrata de’ nostri docati 123080? Ma appena incomincia l’ottobre tor
91 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 163-168
to, ed umano Tu, l’ira del terribile Astigiano Infondesti primier nei nostri petti. Ei ti udi, e sen compiacque, e ai forti e
92 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Italiano del secolo XVI. e del Libro IV. — CAPO VIII ultimo. Primi passi del Dramma Musicale. » pp. 42-62
l più erudito filosofo e dell’uomo di gusto più squisito che abbia a’ nostri giorni ragionato dell’opera in musica, dico del c
versi senza una specie di canto, oltre alla musica vera che ebbero i nostri madrigali, le ballate, le canzoni ecc. La musica
93 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « A CHI AMA LA POESIA RAPPRESENTATIVA. » pp. -
i dipigne quali veramente siamo, per avvertirci delle discordanze de’ nostri ritratti dalle bellezze della sapienza. La morale
a ecc. 8. (*) Forse per le stesse mie ragioni un abile scrittore de’ nostri tempi non si astenne dall’usare la voce gergone s
94 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Pastorali: Teatri materiali. » pp. 224-253
Faustina, commedia di un altro carattere. Terminiamo il racconto de’ nostri poeti comici col fecondo prelodato sig. conte Pep
per cui si fece, e dell’Augusta Coppia che oggi forma la felicità de’ nostri paesi, e l’ornamento più caro de’ nostri scenici
e oggi forma la felicità de’ nostri paesi, e l’ornamento più caro de’ nostri scenici spettacoli. Edificato tutto di pietra, tu
95 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « LETTERA DELL’AUTORE ALL’EDITOR VENETO » pp. 1-9
me con alacrità di animo altrove rammentati tra’ grandi ornamenti de’ nostri dì, la prestanza e l’utilità di un genere di poes
96 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO I. Su i Teatri Spagnuoli sotto i Romani. » pp. 2-8
i i Giuochi Scenici; e le rovine di tanti antichi Teatri, che sino a’ nostri giorni si conservano in diverse Città, sono altre
97 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO II. Spettacoli teatrali in Alemagna. » pp. 77-87
alemanna, il quale dovea abbracciare il tempo scorso da Opiz sino a’ nostri giorni . Ma dopo che nel 1777 uscì la Storia crit
98 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « NOTE DI D. CARLO VESPASIANO. » pp. 301-306
le Arti tom. II) era pur esso un’ arte solo Italiana, e chiamavansi i nostri maestri in Francia e in Germania. Il Poeta antico
99 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 639-643
ida t’estendi Mentre sfavilli nel bel lume chiaro Invisibil ne’ petti nostri scendi, Nudrita da pensier soave, & caro, Io
100 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 774-779
arte più importante : Terminato il carnovale del 1832 finiscono i nostri impegni con il Mascherpa. Noi recitiamo al Teatro
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