5 gennaio 1583) scriveva da Bologna al Duca : « Essendo desiderosa la
nostra
Compagnia far comedie questo carnevale in Mantova
o carnevale in Mantova, la suplicamo resti servita di far che solo la
nostra
possa recitare comedie, poichè habbiamo da Filipp
comedie, però suplico S. A. mi favorisca che non venghi altro che la
nostra
…. » Accertato questo, rimarrebbe pur anche accert
ute dalla Foulquier, soprannominata Catinon. Comunque sia, l’Angelica
nostra
era la colonna della Compagnia dei Comici Uniti,
iù mesi tal professione ne' Teatri di Modena, e di Sassuolo con piena
nostra
sodisfazione, e della nostra Corte, ed’auendo per
eatri di Modena, e di Sassuolo con piena nostra sodisfazione, e della
nostra
Corte, ed’auendo percio motivo d’accordargli la n
zione, e della nostra Corte, ed’auendo percio motivo d’accordargli la
nostra
prottezione, con ascriverlo nel numero de nostri
lla quale si nominava virtuosa di camera, Apollonia fu Lauro Bertani,
nostra
suddita, cantante già in diversi teatri ; e altra
ico e dopo lui ai suoi figli la facoltà di noleggiar sacchi in questa
nostra
città in ragione di un soldo per sacco al giorno,
n decadenza: di addurre i motivi di ciò, e di fare il parallelo della
nostra
musica con quella dei Greci. Ma dio buono! Come p
. Ma dio buono! Come può mai paragonarsi una cosa evidente, qual è la
nostra
musica, con una che non si vede, qual è la musica
si può istituire fra le due musiche un parallelo ragionevolissimo. La
nostra
ignoranza circa le loro teorie musicali farà che
Francesco di Paola, di Santa Caterina, o di qualch’altro santo della
nostra
religione? Si fa voto di metter sulle scene un op
rui libri? GIORNALISTA. [22] «Una cagion forte della decadenza della
nostra
opera dipende secondo il Sig. Arteaga dalla separ
ignorate. GIORNALISTA. [24] «Due altre cagioni della decadenza della
nostra
musica il Sig. Arteaga le rileva da due de’ suoi
i più floridi della Grecia non vi fosse una musica ricca al par della
nostra
? Se v’era, essa sarà stata probabilmente simile a
iun motivo abbiamo d’insuperbircene». Alla pag. 244, ragionando della
nostra
armonia e del contrasto delle parti, io dissi: «N
di eccellenza sconosciuto affatto agli antichi.» Ecco un elogio della
nostra
armonia maggiore assai di quanti ne possa fare l’
due musiche, cioè i prodigi che faceva l’antica de’ quali è scarsa la
nostra
: la considerazione in cui l’aveano i Greci, che l
egli mai codesto maestro di cembalo dell’Imperator delle Russie. E la
nostra
musica non s’accompagna altresì colla poesia? Che
e non esiste più una buona musica, o si deve piuttosto confessare per
nostra
confusione che finché durerà il mondo vi sarà sem
’estrattista, ma che a me non è venuta in mente nemmeno per sogno. La
nostra
musica è buona buonissima se si riguarda in essa
cc. quindi gli sembra strano che si voglia pospor la loro musica alla
nostra
; ma per le stesse ragioni non è ancor più strano
ell’estratto. GIORNALISTA. [43] «Pensa ancora il Sig. Arteaga che la
nostra
musica non possa accoppiarsi ad ogni genere di po
iera delle arie che sono più proprie a tale assunto; e altro è che la
nostra
musica non abbia modi da esprimerle: mentre desse
fogliettista. Nel luogo da lui citato 204 io non ho mai detto che la
nostra
musica non possa accoppiarsi ad ogni genere di po
Ora queste espressioni non indicano un’intrinseca impossibilità nella
nostra
musica d’accoppiarsi coi suddetti generi, come vo
pensiero, anzi tanto è lontano della verità ch’io voglia negare alla
nostra
musica la capacità d’accompagnarsi coi detti gene
ò conoscere né benissimo né malissimo la quantità delle sillabe nella
nostra
poesia, perché nessuno può conoscere ciò che non
i ragazzi che imparano i primi rudimenti della rettorica sanno che la
nostra
poesia non ha quantità sillabica, e che questa er
all’opposto dei versi appartenenti alla poesia detta armonica come la
nostra
, i quali badano soltanto al numero delle sillabe
e nostre.» RISPOSTA. [48] Mi dica il mio avvedutissimo critico se la
nostra
poesia manca di quantità sillabica, ch’era quella
iziato. Egli asserisce p. e. che gli intervalli che sono in uso nella
nostra
armonia si riducono all’ottave, due settime, due
i mi rimprovera perché noverando gli intervalli che sono in uso nella
nostra
armonia, non ho fatto parola delle due seconde ma
RNALISTA. [54] «Insomma ci può dir quel che vuole per provare che la
nostra
musica è inferiore alla Greca, che non proverà ma
sar bene de’ nostri contemporanei, quanto perché traendo origine ogni
nostra
affezione dall’amor proprio lodiamo con compiacen
ca all’apertura dell’opera di cui parlando il N. A., e parlando della
nostra
musica in generale, impiega una quantità d’osserv
noi dalla natura, come un’effetto immediato della curiosità. L’anima
nostra
è fatta per pensare, cioè per percepire e combina
ventori del buon gusto, come di un Pergolesi, di un Leo ecc. e non la
nostra
; noi gli risponderemo lo stesso che già si rispos
e cose ch’io aveva lodato? Ma io ho depresso alcuni compositori della
nostra
età? Ebbene il lodare gli scrittori d’un tempo e
essendo vero francesismo la parola ressorti, e non abbisognandone la
nostra
ricca favella.» RISPOSTA. [91] L’espressione “re
sione in recitativo semplice, obbligato, ed aria, di cui è formata la
nostra
opera, non fosse la stessa presso i Greci, ma noi
n molti volumi, abbia quel dotto ed erudito scrittore asserito che la
nostra
divisione in recitativo semplice, recitativo obli
o dov’egli, secondo il giornalista asserisca, «che la divisione della
nostra
opera in recitativo semplice, recitativo obbligat
anfredini.» RISPOSTA. [103] Io non mi sono contentato di dire che la
nostra
musica non ha un gusto fìsso. Ho cercato di prova
nventori del buon gusto come d’un Pergolese, e d’un Leo ecc. e non la
nostra
, noi gli risponderemo lo stesso che già si rispos
on è stata mai tanto eccellente quanto lo è presentemente.» Ora se la
nostra
musica “ha sempre guadagnato” dai tempi di Pergol
te nella sua eccellenza, perché non trarre i classici esemplari dalla
nostra
musica, da loro anziché da quella degli inventori
speciosa di serietà, e d’importanza sotto il gran nome di Patria). La
nostra
pugna è per una Dulcinea, cioè per una divinità c
arte dissimili. Io non so com’Ella ne pensi. Per me stimo, che questa
nostra
innamorata nè si abbigli sempre ad una foggia, nè
atura in ogni luogo sotto qualunque divisa. Ella potrebbe dire che la
nostra
contesa è particolare sulla Letteratura Spagnuola
a Spagnuola. E sia. Ma in tal proposito sa qual è il vero punto della
nostra
discordanza? Questo. Ella pensa, o vuol dare ad i
ndo le orme di Racine colla fiaccola di Luzàn. Ecco la sostanza della
nostra
gara, che che Ella ne voglia insinuare in contrar
mpagnia di Vittoria può ricevere accrescimento, ma particolarmente la
nostra
città, ove sperano di far lor comedie, sentirà gr
nata al tempo in cui il Giusti scriveva al Duca per raccomandargli la
nostra
ignota.
nto dee crescere maggiormente quanto che la sfoggiata ricchezza della
nostra
colla povertà paragonata di quella dovea renderci
mmedia, e l’abbiam più chiaramente veduto in quello del dramma. Ma la
nostra
imitazion distaccata dai principi religiosi, natu
rappresentative. [4] Niuno crederebbe che la ricchezza appunto della
nostra
musica fosse quella che la rendesse meno patetica
nazioni più variate di suoni. Ma siffatti presidi, i quali rendono la
nostra
musica più brillante e più vaga, la rendono parim
che questa produce presso di noi, e delle quali va così orgogliosa la
nostra
musica, ma non mostrarono di far gran conto di si
l’avvedutezza dei moderni. S’io volessi fare un processo formale alla
nostra
musica, larga messe mi si presenterebbe di ripren
sunto, così mi restringerò a toccar brevemente quei difetti che nella
nostra
musica impediscono, secondo il mio avviso, i mara
nseguenza non sarà musicale in tutta l’estensione del termine. Ora la
nostra
poesia, che tutta quanta è appoggiata al regolame
ccadeva nella poesia musicale degli antichi, la quale era eguale alla
nostra
nel primo pregio, e superiore assai nel secondo.
a il poeta. La qual cosa non osserva da noi, poiché ignorandosi nella
nostra
poesia la quantità sillabica, e badando per la fo
ndistinti. né sono il trocheo ed il giambo i soli piedi esclusi dalla
nostra
misura, ma per le ragioni allegate finora anche g
e e privativa energia. [30] Non mancano di quelli, i quali stimano la
nostra
musica abbastanza ricompensata colla invenzione d
a dell’altro. Ora delle quattro parti principali che costituiscono la
nostra
armonia equitemporanea, cioè il basso, il tenore,
i si dice altresì della scelta degli intervalli che sono in uso nella
nostra
armonia. Si riducono questi (parlando de’ semplic
e passioni, e che l’intrinseca ripugnanza che regna nel sistema della
nostra
armonia (ripugnanza nata dal comprendere insieme
suo scopo maravigliosamente diretto. [32] Il grande svantaggio della
nostra
musica è non per tanto quello che qualunque princ
i a misura del bisogno e delle circostanze. Dovrebbe, per esempio, la
nostra
composizione essere obbligata, come lo era la gre
ere la sua azione verso d’un solo punto, noi avremo un bel vantare la
nostra
musica e dileggiare quella dei Greci, ma la verit
degli antichi, e indicati in generale gli inconvenienti annessi alla
nostra
armonia, pare che la serie di ragioni addotte fin
ente e precipuamente diretta a muover gli affetti dell’animo, dove la
nostra
ha per iscopo principalmente l’allettare e pascer
praticata in tutte le sue parti. Che se qualche rara volta giugne la
nostra
musica a muovere qualcuno degli affetti, per esse
osse la loro armonia, né riconoscer alcuna relazione tra la loro e la
nostra
. E dopo tale e tanta ignoranza si trovano pure de
itazioni pretendono di giudica dell’antica musica, e di posporla alla
nostra
! I loro racconti mi sembrano avere la stessa auto
, in ciò che si spetta alla danza, se ne sta alle valentìe di cotesta
nostra
e non va col pensiero più là, ha da tenere senz’a
emmo mostrar ritrosi di prendere dai Francesi con che perfezionare la
nostra
opera; da quella nazione cioè che ha preso da ess
da farci sperare che in un tempo non lontano avrebber rivissuto su la
nostra
scena di prosa le glorie della Romagnoli, della L
h’egli chiama il più virtuoso comico, che abbia in oggi (1782) l’arte
nostra
, un vero inno di lode. Grande nel recitare qualsi
ovanna Bava, bresciana e comica, figlia di Paolo, genovese, nacque la
nostra
Laura…. Ma farei peccato veramente se osassi defr
la compagnia dello stenterello Miniati, il quale capitò proprio nella
nostra
casa. Aveva una figlia di otto o nove anni, e occ
ù di un godimento da Lei ! Ella rimarrà sulla breccia, a edificazione
nostra
, rinnovellando i trionfi di Virginia Déjazet, la
icordi con raro, e direi quasi unico esempio di gratitudine nell’arte
nostra
, di non essere mai, giovine e adulta, venuta meno
ella dice — il nostro valore artistico, mostrando che anche in ciò la
nostra
non era terra dei morti. » L'11 gennajo '55 scriv
, e taluni tra i devoti della Rachel, negaron tra l’altro all’artista
nostra
« la forza, il vigore necessario a bene interpret
ncese della Beatrice di Legouvé, parole di soverchia tenerezza per la
nostra
eroina : ma l’entusiasmo si mantenne alto, nonost
o condannato a morte ; visse, nei momenti più burrascosi della patria
nostra
, gagliardamente italiana. Fu sposa e madre adorat
– è tornato galoppando alla Mecca, e per adattarlo al caminetto della
nostra
camera da letto, il falegname ha tagliato una fet
all’I. R. Teatro alla Cannobbiana, dice : Primieramente fermeremo la
nostra
attenzione sulla gentile prima donna Regina Labor
mai ferve la lotta ed il bisogno in quell’ Eroica parte dell’ Italia
nostra
: nessuna occasione noi sfuggiremo per prestarle
che adopera nelle comedie. In fede di che la presente sarà firmata di
nostra
mano et del nostro sigillo. Dato dal nostro Pala
idente fece obligare in scrittura al servitio del S.mo padrone per la
nostra
compagnia, si ritrova di presente in Venetia, et
Ill.ma, et io lo faccio volontieri per servire S. A. S., et perchè la
nostra
compagnia ne ha bisogno, et il Sig.r Truff.no in
. S. Ill.ma infinitiss.e gratie. Le piazze destinate da S. A. S. alla
nostra
compagnia, Brescia è bona e vi anderemo volentier
’autunno dell’anno 1754 (T. III, ivi) : Clarice. Non vuol vedere la
nostra
prima commedia ? Sior Zamaria. Mi no ; co me rec
la loro lontananza. Ciò che non ci rassomiglia sembraci indegno della
nostra
stima e incapace di buon senso e di gusto. Questo
enimento necessario in casa. Per ciò che propriamente appartiene alla
nostra
storia teatrale, osserviamo che lo spirito imitat
eco? Svegliano tal dubbio le parole del passo, che soggiugneremo, sic
nostra
loquitur Graecia. Variamente congetturarono i let
ti judicant: ibi totum licet si dives fueris, patus appellaberis; sic
nostra
loquitur Graecia. Questo costume satireggiato nel
di Volterra. 1. Vedi l’opera del p. Paoli sulle Ruine Pestane, e la
nostra
II Addizione nel tomo II del Supplimento alle Vic
con le difficoltà dell’ originale e dei metri, con la rigidità della
nostra
terribilissima lingua. Una delle sue passioni è i
opera utile e buona che colma una vergognosa e dolorosa lacuna della
nostra
storia dell’ arte, fin qui così trascurata. Per c
sue fatiche il provvido collettore. Il Rasi è sempre Direttore della
nostra
R. Scuola di Recitazione, la quale vanta ormai mo
a loro lontananza. Ciò che non ci rassomiglia, sembraci indegno della
nostra
stima e incapace di buon senso e di gusto. Questo
il mantenimento necessario. Per ciò che propriamente appartiene alla
nostra
storia teatrale, osserviamo che lo spirito imitat
udire universalmente esagerato il dispiacere dello scioglimento della
nostra
Compagnia comica (quella del Sacco) un tempo tant
un tempo tanto favorita da quest’ inclita Metropoli di concorso alla
nostra
Commedia improvvisa dell’Arte ». Dovè nascere dun
ttecento ventiquattro, Alessandro Ciauarelli, e Maddalena Buonanni di
nostra
parocchia sono stati congiunti in legitimo matrim
mini il ’45 da Filippo Masi, già Capitano del papa, poi soldato della
nostra
Indipendenza, poi comico, e da Casilde Bocci, pur
teatro. Gaspare Lavaggi fu anche uno de'più eleganti attori della
nostra
scena di prosa, e se ne compiaceva. Quando non er
mo graui pericoli per essersi diuisa la Città nel prethendere, chi la
nostra
Compagnia, e chi quella della Sig.ra Armellina, c
evoli che infelici, non per sigillare col loro sangue la verità della
nostra
augusta religione che ispira solo mansuetudine e
o a concorrere per mezzo della influenza cui la natura, non so se per
nostra
fortuna o per nostra disgrazia, ha dato alle donn
zzo della influenza cui la natura, non so se per nostra fortuna o per
nostra
disgrazia, ha dato alle donne sopra di noi, a sra
elementi dell’arte loro e cantassero come va fatto, ma per disgrazia
nostra
sono o tanto ignoranti o tanto pregiudicati in qu
razio, né mille altri esempi di questo genere si posson rendere nella
nostra
musica troppo loquace senza stemperarli in una in
rito in maniera che dopo averla veduta, e dopo ch’ella ha parlato, la
nostra
curiosità e il nostro desiderio richieggano ancor
ppresentative per commuoverci agli affetti se non quella di colpir la
nostra
immaginazione nel modo stesso che la colpirebbero
e in tutto diverso. Quindi la contraddizione con noi medesimi e colla
nostra
sensibilità in cui ci pone il canto; poiché essen
rbitrario, del quale vien rimproverata la musica, sia peculiare della
nostra
oppure di ogni altra musica conosciuta finora; se
ando s’eseguiscono col metodo moderno argomentano che la musica della
nostra
età è superiore di molto a quella degli altri tem
a degli asiatici antichi e moderni non è tanto abbominevole quanto la
nostra
, perché almeno la sapevano palliare con un pretes
assicurare della fedeltà d’un’amante o di una sposa (sicurezza cui la
nostra
frale natura attacca un sentimento così intimo e
singano grandemente il nostro amor proprio, perché ci fanno vedere la
nostra
superiorità rispetto agli altri) sono tutti motiv
odere, e infatti godeva, di musica più delicata e gentile simile alla
nostra
. Potevano questi scrittori dir lo stesso d’Atene
, il canto nondimeno era uniforme, semplice e sedato somigliante alla
nostra
musica ecclesiastica, e lontano dai gorgheggi, tr
è un sogno, non sono tragedie ; ed è ben diversa da quella la maniera
nostra
nel recitare Andromaca, Ifigenia, Mitridate, Semi
a di questo gran Comico, per sentire dal suo giudizio, se trovasse la
nostra
maniera plausibile, e per disingannarci infine se
, ove, tolti di mezzo gli ostacoli, non creati da me, che dividono la
nostra
Compagnia da quella di Gallina, ci trovassimo uni
ole !… E così a ogni commedia goldoniana che risorge, è una buffonata
nostra
o forastiera che tramonta…. E così, mercè sua, Go
quel zelo, che l’amor nazionale ispira, e giustifica, consecrar alla
nostra
comune dilettissima patria le mie fatiche: allora
ni bollettino fosse di tre parpajole, ossia di trenta centesimi della
nostra
moneta. Ma visto che il prezzo di tali bollettini
e opere che saran certo dei più preziosi contributi alla storia della
nostra
scena di prosa.
ità in una nobile e gentile conversazione, dir sedete come lo dice la
nostra
Marchionni ; con quale vivacità di colorito sa el
do alle stesse conclusioni, e terminando poi con queste parole : « la
nostra
Marchionni ha dei difetti : e chi non ne ha ? Ma
alla ingenuità fanciullesca ! E li la Campi ha indovinato cose che la
nostra
parola non può rendere affatto, giacchè l’eloquen
del gran Cotugno. E sorgi, al fratel mio dicean concordi ; Dio nella
nostra
la sua man ti porge ; e i sensi, che all’udir par
i, il Piccolet allora del Piccolo Faust : È sempre cosa gradita alla
nostra
vanità – o meglio alla nostra fibra – il non vede
olo Faust : È sempre cosa gradita alla nostra vanità – o meglio alla
nostra
fibra – il non vedersi sconosciuti nel mondo ove
famiglia artistica, sola – lungo il mare – che ne fa tanto capire la
nostra
piccolezza, mi pareva che non avrei più saputo re
citò in italiano e con attori italiani (onore se non nuovo per l’arte
nostra
, de’più rari certo) l’ultimo atto dell’Adriana Le
leonora Duse. Ch’ella miri sinceramente a una rigenerazione dell’arte
nostra
, e soprattutto a un risollevamento della coscienz
ralasciò di scrupulosamente consultare in tutto questo l’indole della
nostra
lingua e il fine orecchio di molti gentiluomini,
enere di musica, benchè riputata plebea. E dessa pur fu che estese la
nostra
riputazione di là dall’Alpi nel bel paese di Fran
i uomini sarebbe da commettere la musica, quale noi la vorremmo nella
nostra
opera. Che già avendo essi scosso di per sé il gi
cirebbe loro meno difficile che agli altri lo entrare nella intenzion
nostra
, che è di secondar sempre e di abbellir la natura
ada, perchè semo in teatro le vendeme. Per esserve distinto in l’arte
nostra
v’avè tirà l’applauso universal, e adesso spicca
a grande altresì il timore che mi cagionava la vostra riputazione. La
nostra
riputazione (ripiglia Miledy)? Dovevate anzi pens
i uomini ci serviamo di questa maschera per ingannare il pubblico. La
nostra
virtù, amico, è come la buona fede di un politico
a grande altresì il timore che mi cagionava la vostra riputazione. La
nostra
riputazione (ripiglia Miledy)? Dovevate anzi pens
i uomini ci serviamo di questa maschera per ingannare il pubblico. La
nostra
virtù, amico, è come la buona fede di un politico
a. Incoraggita da’ proprj sovrani la Suezia con più ardore si è nella
nostra
età dedicata alla poesia scenica, ed ha eretto in
mica non le aveva impedito di essere cristiana, e che la terra era la
nostra
madre comune, come Gesù Cristo il Salvatore di tu
attedra fiutando una presa, e a poco a poco si rasserenava, perchè la
nostra
compagnia gli faceva bene, e noi ce ne accorgevam
blicare le cose che contribuiscono a dar più compiuta la storia della
nostra
scena, metto qui dalla Storia di Perugia le pagin
ntissimo, cioè della mafia e delle camorre che caratterizzano l’epoca
nostra
. Per mafia e per camorra, fra capi-comici e autor
late, forse anche opposte in tutto e per tutto a quelle che noi colla
nostra
gran presunzione di critici indagatori crediamo d
lla Città morta di Gabriele D'Annunzio. Non vi fu città, si può dire,
nostra
o forestiera, in cui l’estro poetico, non si risv
te intorno un dolce alito spira Che il bel volto accarezza, E l’alma
nostra
in fremiti d’ebbrezza Te, o divina, sospira ! O d
di materiali e di principii? Ci si presenterà nel proseguimento della
nostra
storia la gloria drammatica delle altre nazioni i
olo di tributare al merito straniero le dovute lodi, ma d’impiegar la
nostra
diligenza in rintracciar quel bello che sembra so
di materiali e di principj? Ci si presenterà nel proseguimento della
nostra
storia la gloria drammatica delle altre nazioni i
olo di tributare al merito straniero le dovute lodi, ma d’impiegar la
nostra
diligenza in rintracciar quel bello, che sembra s
mentre che i francesi alquanto spregiudicati si studiano d’imitar la
nostra
; di maniera che noi siamo in procinto di cader ne
pera loro in tragedia confinata all’imitazione della natura, com’é la
nostra
. Qualche poetastro povero di principi, d’ingegno,
so é già principiato ad avvenire a’ sedicenti filosofi francesi della
nostra
età, uomini per lo più di poco ingegno, di cuore
Greco? Svegliano simil dubbio le parole del passo che aggiungo, sic
nostra
loquitur Grecia . Variamente congetturano i lette
ti judicant: ibi totum licet si dives fueris, patus appellaberis, sic
nostra
loquitur Graecia. Questo costume motteggiato nel
Theatres impresso in Parigi nel 1777, quando noi pubblicammo la prima
nostra
Storia de’ Teatri in un sol volume; e si pretende
ecenati. Nota IX. Il Poliziano fu il primo a introdurre nella
nostra
poesia il Ditirambo, e ne diede l’esempio in ques
zando e malmenando in generale con somma ingratitudine e malignità la
nostra
nazione e le nostre cose: Ogni uomo dotto sa, che
rio; ma questa fu lavoro di Francesco Negri Bassanese, apostata della
nostra
Cattolica Fede, come ci accerta il dotto autore a
rte gradita. Onde riuscendomi il disegno per essere stata da V. E. la
nostra
Compagnia chiamata in casa dell’illustre signor C
uantità sufficiente seminando Argenteo Sale nel fertile terreno della
nostra
Pouertà, già sterille l’hà reso ; Siamo dunque ri
rderei bene dal tentare di rapirle uno dei primi ornamenti dell’ arte
nostra
. Da Milano il 12 marzo 1838 Gio. Batta Gottardi
tenzionati di formare una Compagnia Drammatica che facesse onore alla
nostra
bella Italia : codesta Compagnia avrebbe principi
nuovamente vicino alla prima attrice drammatica che possa vantare la
nostra
Italia. Aff.° Osseq. servo ed amico Gaetano Gat
i tanto si affatica, per cui si può dire che viva. Abbiasi per ora la
nostra
ammirazione, che riputiamo il più bell’elogio al
uindi giustizia vuole che Toselli sia considerato nel campo dell’arte
nostra
come un vero innovatore e rigeneratore del Teatro
.ult.del verso dell’Autore del verso, dell’Attore p. 174. v. 3.
nostra
pensata vostra pensata p. 175. v. 19. a’ pr
lontananza. Tutto ciò che non ci rassomiglia, sembraci indegno della
nostra
stima e incapace di buon senso, di spirito, e di
li) egli dice : Io anzi aveva prima un tal Personaggio scritto nella
nostra
favella, perchè destinato era a sostenere la part
a mostrare la differenza grandissima tra quella loro pesantezza e la
nostra
vivacità furono Massimo Trojano, Orlando di Lasso
ana. Così la sua fu semplice gratuita asserzione, che ci lasciò nella
nostra
opinione sostenuta da’ signori Juncker, Lieubault
aliano. Fu dunque la sua una sempljce asserzione, che ci lascia nella
nostra
opinione sostenuta da’ nominati Francesi. 124. N
artieri di Porto e di Pendino ove imparò la lingua e il costume della
nostra
gente, diventandovi, pur dopo breve tempo, di tut
ttuali è noverata oggi fra le rare attrici di pregio intrinseco della
nostra
scena di prosa ; e di esse prima senza dubbio per
plicità originale e poetica, fu una vera rivelazione artistica per la
nostra
Adelaide…. Tutti dicevano non più trattarsi di un
potrebbe l’Apologista osservare, scorrendo meglio che non ha fatto la
nostra
Storia Letteraria. E benchè gl’Italiani non potes
al Mechant del Gresset e all’Homme dangereux del Palissot? Eccone la
nostra
traduzione: Non lasci tu di rompermi la testa Co
feconde, Lieti ritorneremo d’Adria a baciar le sponde ; Così l’anima
nostra
nel gran piacer giuliva Ripeterà costante : Viva
bene armato. Il nostro legno poco veloce ci obbligò a porre tutta la
nostra
speranza nel valore; gettaronsi i rampiconi; io p
nell’imbarcazione nemica, la quale nel tempo stesso si dispiccò dalla
nostra
, ed io rimasi solo e prigioniero. Essi mi hanno t
li. Sull’esperienza del passato (io lo prevedo) non imiteranno la
nostra
ingenuità, come non l’hanno imitata finora, gli a
da temere nella prima metà del XVII. Noi più cose ne accennammo nella
nostra
opera appartenente alle Siciliea; e quì ci arrest
freddo (di che vedasi ciò che si è detto nel precedente volume della
nostra
Storia) sbandi poi nel passato secolo e nel princ
Ricci filia Antonii, civitatis Veronae, ad praesens ambo degentes in
nostra
Parochia, omissis solitis tribus publicationibus
bbe stata la riputazione artistica, se vissuta in età più vicina alla
nostra
, e se non avesse avuto da lottare con attrici glo
imo che cela uno dei più modesti e più intelligenti cultori dell’arte
nostra
, così descrive quello e gli altri primi passi in
do per l’uso della soporifera pianta mandragora, che si addusse nella
nostra
opera delle Sicilie. Ecco in qual guisa vi si der
uisa vi si deridono le contraddizioni degli umani desiderj secondo la
nostra
traduzione: Strana oltremodo a voi la razza uma
ma grande ancor la paura che mi cagionava la vostra riputazione». «La
nostra
riputazione (ripiglia Miledy)? Dovevate anzi pens
li uomini ci serviamo di questa maschera per ingannar il pubblico. La
nostra
virtù, amico, é come la buona fede d’un politico,
sotto forma di un Mentore, ci troviamo abbandonati a noi stessi, alla
nostra
scelta, al nostro discorso. E quando pure gl’ ins
invece dell’Italiano a poco a poco; formicolare da fourmiller per la
nostra
parola, benchè bassa, formicare; sentimento da se
fini d’Europa : che fu chiamato fuori d’Italia, dove non intendesi la
nostra
lingua : che volar fece il suo nome appresso tutt
ino (opere c. s.), in cui fra l’altro è detto : Sacchi innocente, di
nostra
mente consolazione, tato e mignone, tu con le pur
co’ poco instrutti, ma non con gl’illuminati, e bene informati della
nostra
Letteratura, tra’ quali conta forse sestesso. Cos
che nelle sue memorie inutili molto parlò, e fors’anche troppo, della
nostra
artista. La Teodora fu scritturata, in unione al
sta del ’32 è l’ultima data delle pubblicazioni del Fiorillo a saputa
nostra
: e probabilmente non molto egli dovè sopravviver
per tutta una sera ascoltato e applaudito, all’uscire dal teatro, la
nostra
bocca è saporosa, il fango è stato lavato in modo
ne mostrando il grado di perfezione a cui essi potrebbero inalzare la
nostra
lingua. La greca, che per la sua bellezza meritò
gna forte perché la lingua latina non ne sia abbastanza doviziosa. La
nostra
ci fornisce pur troppo pochissimi esempi. Porrò f
organi acquistarebbero un’aggiustatezza più decisiva e costante, e la
nostra
perspicacia in distinguere e separare la natura d
’un’arditezza maggiore, perché ha più di spirito e di brio che non la
nostra
, perché abbonda di tuoni più felici fa d’uopo per
sole la sua luce, una notte eterna ingombri la specie umana perchè la
nostra
storia resti per sempre sepolta nell’obblio. Wil
e e peso della terra saremo ridotti in polvere. Il nostro delitto, la
nostra
disperazione passerà di secolo in secolo per inse
latori de’ ladri ed alle persone più basse ed esecrabili. “A mirar la
nostra
professione (dice l’infame Peachum ritratto di Jo
lia. Si concorre a questo spettacolo senza trasporto. Non disgusta la
nostra
musica, ma le donne specialmente (dicesi nel libr
ia gli strioni Italiani per recitare altri suoi drammi composti nella
nostra
linguab. Sotto il regno del medesimo Francesco I
rioni Italiani per recitare alcuni altri drammi da lei composti nella
nostra
lingua7. Sotto il regno del medesimo Francesco I
i Cintio, che dissero essere il Trissino stato il primo a scrivere in
nostra
lingua una Tragedia degna di sì gran nome. Ma se
l Varchi, di che più di uno si maraviglierà. Lo Storico adunque della
nostra
Letteratura riconosce nella Sofonisba de’ difetti
i cantare di Vittorio da Spoleto attore maraviglioso, quo nemo neque
nostra
neque patrum memoria toto orbe terrarum praestant
del Tronsarelli ci chiamano alla memoria un osservazione fatta sulla
nostra
Storia de’ Teatri del 1777 dall’erudito estensore
te che s’affaticha per far guadagnare, ma non di gente che goda della
nostra
rovina ; ad ogni modo come serrà quadragesima e c
tuto gettare e con tanto interesse un po’di luce in questo buio della
nostra
scena d’una volta. Come parte integrante dell’art
ano. La trascriveremo per non rimandare il leggitore ad un’ altra
nostra
opera: Urna diletta e cara, ahi! scarse troppo
gli archivi e nelle biblioteche ed ha restaurata così la storia della
nostra
grande famiglia comica che dalla fine del secolo
casa, a misura del suo merito, che ual a dire, colme di ogni bene, la
nostra
Quadragesima è quasi finita, con pioggie quasi og
recitare – il De Profundis e la seguente giaculatoria – in lode della
nostra
avvocata – Maria Santissima – che ciò sarà di sol
to sotto il nome di un ideale M. de la Lindelle, si scatenò contra la
nostra
Merope, trattandola come produzione fanciullesca
Oltracciò molti buoni letterati hanno trasportate con maestria nella
nostra
lingua le migliori tragedie francesi, e tra essi
r lui risuona sulla maggior parte delle scene europee bisognose della
nostra
musica. A Metastasio fa plauso la leggiadra gente
ero che i tedeschi studiando la musica italiana, che conobbero per la
nostra
opera drammatica, come attesta il re di Prussia,
ole la sua luce; una notte eterna ingombri la specie umana, perchè la
nostra
storia resti per sempre sepolta nell’obblio. Wil.
e e peso della terra saremo ridotti in polvere. Il nostro delitto, la
nostra
disperazione passerà di secolo in secolo per inse
latori de’ ladri ed alle persone più basse ed esecrabili. A mirar la
nostra
professione (dice l’infame Peachum ritratto di J
ia. Si concorre a questo spettacolo senza trasporto. Non disgusta la
nostra
musica, ma le donne specialmente (dicesi nel libr
la dilicatezza, e l’affetto. Si crede inoltre, che in quasi tutta la
nostra
pronunzia si senta la gorgia, e che la maggior pa
nel quale si proverebbe ad evidenza: Che la pronunzia gutturale della
nostra
lingua si riduce a tre sole lettere delle ventiqu
elle vocali spagnuole è più spiccata, e più rotonda. Finalmente se la
nostra
lingua he conservato alcune desinenze gotiche, on
l’ascoltare un suono soffriamo talora un tremore in alcun luogo della
nostra
macchina. Dunque i nostri nervi hanno anch’essi u
tutto l’egregio trattato de per maestri i Greci. Si desiderava che in
nostra
stagione una n’uscisse di sì gran pregio, dolendo
un oggetto si avvede mai di tali interne operazioni. Molte cose fa la
nostra
mente senza avvedersene, anzi senza saper mai d’e
il senso di ciò che comunemente si dice, che il piacere moltiplica la
nostra
esistenza. Avvegnaché quelle idee feconde dan cam
nostra esistenza. Avvegnaché quelle idee feconde dan campo all’anima
nostra
di sviluppar senza noia tutta l’attività sua, che
ro letteratissimi), i quali si affaticarono d’introdurre nelle poesia
nostra
i metri della latina, non accorgendosi che la div
a permettere una medesima combinazione di lunghe e di brevi, e che la
nostra
poesia d’armonica, qual è per natura, non possa m
a bellezza che quella ineguaglianza, ove sia ben collocata, reca alla
nostra
poesia: e così cercando d’evitare un difetto inco
be, niuna delle quali sia segnata d’accento acuto: giacché, almeno in
nostra
lingua, niuna sillaba è acuta che non sia lunga a
le spirito umano. Né questa azione riman nello spirito, ma passa alla
nostra
macchina altresì. Avvegnaché a quelle idee confus
ti altra volta sperimentati, corrisponde e, dirò così, echeggia nella
nostra
macchina una mozione simile a quella che allora a
rrisponda infallibilmente un altro moto nelle anzidette regioni della
nostra
macchina. E da queste agitazioni, che ivi sperime
paci d’affetti, non hanno mestieri de’ nervi che in quelle regioni di
nostra
macchina al ministero degli affetti son destinati
l’ascoltare un suono soffriamo talora un tremore in alcun luogo della
nostra
macchina. Dunque i nostri nervi hanno anch’essi u
ando all’indole della musica greca, e di questa giudicando come della
nostra
, di stravagante e di ridicola tassarono la stima
certezza, che godeva il patetico dell’antica musica in paragon della
nostra
. Perciocché quella fu professata dal fiore della
eguente. Al che conduce ancora l’aver notato quanto il patetico della
nostra
musica sia tuttor lontano dalla sua perfezione, e
ello che regna nell’ultima. Rechiamo in mezzo un esempio in pruova di
nostra
asserzione. L’Antigono è un dramma di lieto fine.
egnano d’accordarle una seria occupazione, e i chironi della gioventù
nostra
non ebbero mai pur sospetto, che un’arte sì fatta
a offerisce agli occhi nostri, la storia e la poesia offeriscano alla
nostra
immaginativa; e però la lettura degli storici e d
commercio, tengono pure alcuni usi, che non hanno ancora ottenuta la
nostra
cittadinanza, e che però, scelti con accorgimento
mituoni, che compongono la scala musicale, e altrettanti i modi della
nostra
musica) gioverebbero moltissimo a parecchi modern
ta Roma. [Sez.VI.3.1.2] Facciamo però giustizia a danzatori dell’età
nostra
. Non manca tra loro chi conosca questa verità, te
qualunque ragione sieno illeciti e incompatibili colla professione di
nostra
sacrosanta religione116 , l’onestà e l’innocenza
nvano sarebbero perseguitati dalla drammatica, scopo della quale è la
nostra
emendazione. Quindi, que’ poeti che soggettano al
gli antichi non provan in niun modo, ch’essa fosse più perfetta della
nostra
, Venezia, Groppo, 1748 (l’originale è del 1729).
eri era dato non solo a que’ drammi che conteneano qualche mistero di
nostra
santa fede, ma ancora a quelli di profano argomen
5. V. ne’ Princìpi elementari delle belle lettere del sig. Formey, la
nostra
appendice intitolata Riflessioni sulla poesia. 3
ga, sostenere un’altra lunga immediatamente prima di sé, poiché nella
nostra
poesia è impossibile la contiguità di due lunghe.
igna Udienza, L’ultima sera a ringraziar chi ascolta, E chi soffre la
nostra
insufficienza. Ah ! se avesse dal fren la lengua
ran forza del genio e del clima italiano! L’arti fioriscono presso la
nostra
ingegnosa nazione senza veruno di que’ premi e in
i qui si dà il nome di Coliseo, sotto Ferdinando VI si rappresentò la
nostra
opera eroica con intermezzi buffi con sorprendent
a l’opera italiana; e in Bilbao suole anche talvolta cantarsi qualche
nostra
opera tradotta in castigliano. 246. Veggasene
nalmente l’autore che quantunque non sappia aver detto cosa di cui la
nostra
santa religione possa offendersi, pure, se qualch
lari, perché mi lusingo che la gloria greca in ciò non supererebbe la
nostra
. [1.78ED] Nella scoltura che si conserva io vedo
.82ED] Non troviamo in tutto perfetto il tuo Omero; e se ciò ti parrà
nostra
colpa, rispondi al Tassoni e mi quieto; ma stente
ltro. [1.89ED] Confronteremo adunque in alcune parti la vostra con la
nostra
tragedia ed esamineremo a suo luogo la lor differ
piana e naturale, siccome appunto son quelle de’ vostri poeti che son
nostra
scorta. [1.117ED] Or vatti a fidare del buon giud
ella tragedia, del quale avete appena un abbozzo in quel frammento di
nostra
Poetica, io frequentava il teatro ed, osservate a
essandro, erano men pomposi di un gentiluom bolognese. [2.74ED] Nella
nostra
antica Grecia albergava la disciplina e avevan vi
piacere, rimangono fredde in quest’ardente passione. [3.45ED] Ora per
nostra
difesa tu dei sapere che l’amore di noi altri Gre
dra dirimpetto all’altra, vedrai quanto più sincera e lascivamente la
nostra
, quanto più scaltra e con pretesti apparentemente
3.108ED] Nella maniera che una musica malinconica solleva e toglie la
nostra
malinconia: questo è il vero senso del testo, ma
epotenza; ma il vederlo poi punito forse troppo severamente, muove la
nostra
umanità a compatirlo e caccia da’ nostri cuori la
n’altra. [4.57ED] Pigliate una stanza del Tasso e datela in mano alla
nostra
imperita leggitrice. [4.58ED] Può essere ch’ella,
oggi genera oscurità nella spiegazione de’ sentimenti, la quale dalla
nostra
lingua si vuole più disinvolta e spedita o meno l
noi Italiani e di ciascun’altra nazione che giura nell’opinion della
nostra
sia depravato e corrotto. — [5.217ED] — Bel bello
ta. [6.14ED] Giunta però l’ora destinatami da Aristotile per l’ultima
nostra
sessione, sparii soletto da quella gran galleria
o ed un poeta che della rappresentazione quistionano. [6.20ED] Questa
nostra
commedia che finiam oggi di recitare, goderà del
to voi non avete un’esatta idea negli antichi scrittori e ne godo per
nostra
riputazione. [6.32ED] Vedresti allora a forza di
macinare il grano e a gustare l’esquisitezza del pane. [6.34ED] Della
nostra
musica noi parleremo più a basso soltanto che io
pio. [6.48ED] L’altra sorta di musica, detta cromatica, pur era nella
nostra
tragedia, e questa era quella che framezzava gli
quel che fanno i Franzesi, non per altro se non perch’è più sonora la
nostra
lingua, come più copiosa di jambi de’ quali è aff
mmosso; e se questa è perfezione (siccome in parte concedo) avanza la
nostra
italiana. [6.75ED] Trovo però alcuni errori nel r
a dir dell’azione, ella è veramente smaniosa nelle passioni più della
nostra
, ma lo è ancora fuori delle passioni. [6.85ED] Lo
Romano. Non è già che sotto gl’imperadori de’ tre primi secoli della
nostra
era cessato fosse il gusto degli spettacoli sceni
suoni che può somministrare l’arte drammatica, così mi sembra che la
nostra
musica abbia con grave scapito rinunziato all’uso
, che se gli uomini, i numi, od il destino non rendono giustizia alla
nostra
causa, e non ascoltano con benignità e conmiseraz
vrumani concenti, guardandovi qual novello portentoso Orfeo della età
nostra
, vi sentì replicar più volte sulle nostre scene r
nelle scuole di musica non meno che nelle altre scuole che formano la
nostra
educazion letteraria, servono tanto a sviluppar i
altri bastano a caratterizzar il buon gusto d’un’arte imitatrice, la
nostra
età dovrebbe a ragione chiamarsi il secolo d’Augu
i valse, sì, di alcuni caratteri delle scene latine, adattandoli alla
nostra
nazione e al suo secolo; ma ne introdusse ancora
zando e malmenando in generale con somma ingratitudine e malignità la
nostra
nazione e le cose nostre: Ogni uomo dotto sa, che
cesi facendo sempre da suffisants (voce caratteristica che manca alla
nostra
lingua) hanno, come glielo va rimproverando con s
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