1819. Rimasto orfano, abbracciò l’arte del padre suo, scritturandosi
nella
Compagnia di Gaetano Nardelli. Dopo soli tre anni
Compagnia di Gaetano Nardelli. Dopo soli tre anni di noviziato entrò
nella
Compagnia Reale Sarda come primo e secondo amoros
iebbe più mai compiutamente. Le principali sue creazioni furon Ciniro
nella
Mirra, Ugo nella Pia de’ Tolomei, Mortimer nella
piutamente. Le principali sue creazioni furon Ciniro nella Mirra, Ugo
nella
Pia de’ Tolomei, Mortimer nella Maria Stuarda, e
eazioni furon Ciniro nella Mirra, Ugo nella Pia de’ Tolomei, Mortimer
nella
Maria Stuarda, e Orfeo nella Medea. Ebbe – dice i
rra, Ugo nella Pia de’ Tolomei, Mortimer nella Maria Stuarda, e Orfeo
nella
Medea. Ebbe – dice il Regli – molt’anima, fino se
rappresentasse a perfezione. Anche nelle parti di madre fu sublime, e
nella
Merope del Maffei e in quella dell’Alfieri sollev
nora Anna Bazzi, già prima attrice di rinomanza, ed ora madre tragica
nella
real compagnia drammatica di S. S. A. M. Sarda, f
a dovizia di doni naturali, ha sempre ottenuto il pubblico suffragio
nella
tragedia, che si adatta mirabilmente alla sua bel
nestre delle due tragedie del grand’Astigiano, Agamennone, ed Oreste,
nella
Giocasta in Eteocle e Polinice, nella Rosmunda, n
tigiano, Agamennone, ed Oreste, nella Giocasta in Eteocle e Polinice,
nella
Rosmunda, nella Merope, tutte del medesimo autore
one, ed Oreste, nella Giocasta in Eteocle e Polinice, nella Rosmunda,
nella
Merope, tutte del medesimo autore, nella Fedra di
e Polinice, nella Rosmunda, nella Merope, tutte del medesimo autore,
nella
Fedra di Racine, ha cotesta attrice dei tratti ve
a Dominici Scalpellini in quella celebrata Compagnia di Bellotti-Bon,
nella
quale ella salì poi al più alto grado dell’arte,
li la Carolina nel Codicillo dello Zio Venanzio di Ferrari, la Ivonne
nella
Serafina di Sardou, la Celeste nell’Idillio Campe
na di Sardou, la Celeste nell’Idillio Campestre di Marenco, la Silvia
nella
Famiglia pur di Marenco, la Ida nella Vita Nuova
Campestre di Marenco, la Silvia nella Famiglia pur di Marenco, la Ida
nella
Vita Nuova di Gherardi Del Testa, l’Emma nei Mari
2) così parla di lei : La signorina Campi si è mostrata inarrivabile
nella
bellissima parte d’Emma. Non solo ha potuto farvi
i credevamo che ancora le mancasse quella perfetta sicurezza di tocco
nella
rivelazione d’un carattere che è propria soltanto
o, e sbalordita della mutazione che intravede dover fra poco accadere
nella
sua esistenza all’atto secondo ; nel quinto la gi
ata e naturale infantilità di pronunzia, dell’s e del c specialmente,
nella
spontaneità incomparabile della dizione era un co
creando quasi d’improvviso e in modo incantevole la parte di Cipriana
nella
commedia Facciam divorzio di Sardou. Rimasta vedo
ebber fama, furono il Duca Valentino nei Borgia, e l’Ammiraglio Rotei
nella
Cleopatra di Pietro Cossa. Aveva sposato Laura Te
carte qualche non infelice tentativo drammatico ; si era fatto largo
nella
schiera degli artisti per l’ingegno suo vivace, p
jono gli artisti veri ! Il povero Olinto vivrà però lungamente ancora
nella
memoria degli amici fedeli, e nel compianto del p
ezia ballava di giorno co'suoi compagni e colla moglie, in un casotto
nella
Piazza di San Marco, e la sera recitava con gli s
a sera recitava con gli stessi nel Teatro di San Moisè, esercitandosi
nella
maschera di Brighella. Questi i principii di que
di Brighella. Questi i principii di questo artista, che, passato poi
nella
Compagnia di Girolamo Medebach, col quale stette
’era ornato. Il Bartoli cita una commedia, particolare fatica di lui,
nella
quale sosteneva parecchi personaggi, parlava più
ll’abate Chiari. Passò vecchio, con la moglie, da quella del Medebach
nella
Compagnia della Battaglia, nella quale viveva anc
on la moglie, da quella del Medebach nella Compagnia della Battaglia,
nella
quale viveva ancora al 1781. Sappiamo dal Bartoli
vi sostenne parti di prima attrice. Entrò il 1816 qual prima amorosa
nella
Compagnia del rinomato Pellegrino Blanes, e il '1
22-'23 al Goldoni di Firenze, e il Colomberti, descrivendo la Polvaro
nella
Giovanna d’Arco, uno dei tanti spettacoli della C
tempo, capocomica in Sicilia. Il '42 passò col ruolo di Madre tragica
nella
Compagnia di Luigi Domeniconi, e morì a Brescia i
zana, compianta da tutti i fratelli d’arte. Di lei scrisse Paolo Pola
nella
Galleria de' più rinomati attori italiani (Venezi
primo suo apparir sulla scena. Molte potranno correre a gara con lei
nella
difficile palestra dell’arte, niuna potrà però su
niuna potrà però superarla nel prezioso dono della retentiva. Grande
nella
tragedia, più grande si mostra nella variabilità
oso dono della retentiva. Grande nella tragedia, più grande si mostra
nella
variabilità della famigliare Commedia. Applaudita
lla Saffo, le fu indirizzato il seguente sonetto di anonimo, inserito
nella
citata Galleria : Tragico, puro spirto in te sfa
i rapidissima, affermandosi egli, un anno dopo, primo attore assoluto
nella
Compagnia N. 1 di Bellotti-Bon, l’aspirazione sup
da Alamanno Morelli, e finivan con Giovanni Ceresa. Resta un triennio
nella
Compagnia N. 1, poi passa il ' 76 fino al ' 78 in
a N. 2, al fianco di Pia Marchi-Maggi, da cui si allontana per entrar
nella
Compagnia di Alamanno Morelli, con Adelaide Tesse
e della Compagnia Casilini e Meschini. Un anno di transizione. Pasta,
nella
sua austerità, nella sua perspicacia, nella sua f
ilini e Meschini. Un anno di transizione. Pasta, nella sua austerità,
nella
sua perspicacia, nella sua freddezza, presentiva
no di transizione. Pasta, nella sua austerità, nella sua perspicacia,
nella
sua freddezza, presentiva tutti i requisiti del c
Italia, riposò un anno per crear poi la società Pasta-Garzes-Reinach,
nella
quale fu assunta al grado di prima attrice assolu
atico, è la vera parola, tra gli attori del suo tempo : aristocratico
nella
dizione, nei modi, nel vestire, nella persona, ne
i del suo tempo : aristocratico nella dizione, nei modi, nel vestire,
nella
persona, nella voce, in tutto. Esordì qual primo
: aristocratico nella dizione, nei modi, nel vestire, nella persona,
nella
voce, in tutto. Esordì qual primo attor giovine,
lo con una stupenda creazione al Teatro Re di Milano del protagonista
nella
Satira e Parini di Paolo Ferrari. Trascrivo dall’
nalità eminenti, Modena, Salvini e Rossi dànno il marchio ad un’epoca
nella
storia del teatro italiano, Ciotti appartiene all
e e gentile a quei filodrammatici ; e d’onde si recò a Firenze il ’93
nella
ricorrenza del 1° centenario dalla morte di C. Go
per sostenervi al fianco di T. Salvini la parte del vecchio Andreuve,
nella
quale mostrò come i suoi cinquantotto anni fosser
o Monti, e il ’58, come seconda donna, in quella di Luigi Domeniconi,
nella
quale conobbe e sposò Francesco Ciotti. Recitò fi
vette abbandonar la scena per mal ferma salute, e si ritirò a Firenze
nella
casa del marito. Nell’ ’85 le si sviluppò una cru
ssima della persona, e dell’aspetto leggiadra. Creò la Contessa Paola
nella
Satira e Parini e Teresa nella Prosa di Ferrari,
etto leggiadra. Creò la Contessa Paola nella Satira e Parini e Teresa
nella
Prosa di Ferrari, e fu la prima Baronessa nel Fig
chi que'difetti di pronunzia che qualche volta mi ferivano l’orecchio
nella
Commedia ! Come era egli nobile, e maestoso ! Tut
eva sulla sua fronte, e come ne'suoi atteggiamenti, e particolarmente
nella
morte, tutta la forza, e la fermezza d’un cittadi
to dall’espressione, dal calore, dalla mimica di questo attore, si fu
nella
parte di Giuda nel Giuseppe riconosciuto, mediocr
rissimo dramma tradotto dal francese. Il nostro Prepiani, buon attore
nella
tragedia, non è degli ultimi nella commedia, avve
e. Il nostro Prepiani, buon attore nella tragedia, non è degli ultimi
nella
commedia, avvegnachè in questa renda più sensibil
i que'difetti d’articolazione che quasi sempre sa nascondere con arte
nella
tragedia.
edergli di lasciar per essa i codici e le pandette. Ed esordì infatti
nella
Compagnia Taddei, ov’ era già il padre, con tal s
sta volta, che il povero artista, scoraggiato, disperato, si ricoverò
nella
nativa Lugo. Ma non andò molto che tornato all’as
lmente, riavuta la libertà, potè unirsi al padre che recitava a Parma
nella
Compagnia Rosa e Ventura, nella quale s’ ebbe il
unirsi al padre che recitava a Parma nella Compagnia Rosa e Ventura,
nella
quale s’ ebbe il posto di brillante assoluto ; pa
osa, con cui stette sino al ’42. Il ’44 eccolo sostituir Luigi Taddei
nella
Compagnia Reale Sarda, nella quale rimase anche d
42. Il ’44 eccolo sostituir Luigi Taddei nella Compagnia Reale Sarda,
nella
quale rimase anche dopo la quaresima del ’54, epo
to la direzione di Francesco Righetti, e colla quale recossi a Parigi
nella
Sala Ventadour, ove s’ebbe con il Burbero benefic
al Teatrino di S. Giuliano in mirabile modo la parte di protagonista
nella
sua Plutomania. Il Costetti (op. cit.) dice di
io. Qui non è forse inopportuno il notare che Ernesto Rossi, entrato
nella
Reale Sarda, dovè cedere con dolore al Gattinelli
trato nella Reale Sarda, dovè cedere con dolore al Gattinelli il Remy
nella
Claudia, il Maestro Favilla, il Luigi XI, lo Stra
ese e saviamente si assimilò suoni e atteggiamenti. Esordì bambino
nella
Compagnia di suo padre, e così, egli stesso, mi d
estro, finì coll’ assumere il ruolo di primo brillante, mantenuto poi
nella
Compagnia di Raffaele Lambertini, della quale fac
quale faceva parte Enrico Capelli e Giuseppina Ferroni, sua moglie, e
nella
quale stette fino a tutto il carnovale del '67. D
o il carnovale del '67. Dal '68 al '70 fu con Luigi Bellotti-Bon, che
nella
quaresima del '69, più padre che capocomico, gli
o si sappia. » E questo fervore di riconoscenza non genera meraviglie
nella
bocca di Claudio Leigheb, che con la rettitudine
di quanti lo conobbero. Entrò il '71, brillante e primo attor comico,
nella
Compagnia di Fanny Sadowski diretta da Cesare Ros
ampi, la Zerri-Grassi, la Migliotti, divenuta poi sua moglie a Genova
nella
quaresima del’73, la Bernieri, Ceresa, D'Ippolito
iulio Rasi, Pesaro, Bosio, Luigi Rasi, ecc. ecc. Fu dal '74 al '76
nella
Compagnia N.° 3 di Bellotti-Bon, diretta da Cesar
aggio. E che deliziose macchiette egli produsse, rimaste incancellate
nella
storia del nostro teatro ! Chi non ricorda, per e
delle castagne d’india entra ne' suoi pregi di artista ; e il Boutet
nella
Tribuna della Domenica gli dedicò a questo propos
ico appunto che mi permetto di fargli è quello di mostrarsi talvolta,
nella
movenza della fisonomia, nell’intonazione di qual
segno, diventando in breve una lieta promessa nell’arte del pennello,
nella
quale si addestrò presso l’Accademia di Firenze.
o puro della parola. Ab Iove principium ! Come seguir codesto genio
nella
metamorfosi rapida dell’arte, senza provare un se
si vince la prova con Gustavo Modena, recitando il racconto di Egisto
nella
Merope di Alfieri ; e gli sono affidate tutte le
l poema divino, al Niccolini per la prima volta la parte di Lanciotto
nella
Francesca di Pellico. Torna capocomico il '67, e
rnesto Rossi : Vidi Tommaso Salvini rappresentare la parte di Egisto
nella
tragedia classica, Merope di Maffei : e come lo v
ura di Giove tonante ? Vi hanno frasi di tragedie e di drammi passate
nella
illustrazione sua in proverbio. Questa per esempi
on una voce di basso, rauca, sorda, terribile, che metteva un fremito
nella
folla. E quest’altra di Arduino d’Ivrea : Ei ven
i prostra. Arn. Sacrilegio ! Empietà ! Ard. Gracchia, ma piega, giù
nella
polve ! Arn. Empio mi lascia !… Aita !… …………… A
uno, meglio di lui, i versi di Orosmane…. : il racconto dell’evasione
nella
Morte Civile era tutto un poema di sordine. Nessu
l’insuperato Oreste restò protagonista, Salvini si mutò in Pilade. Ma
nella
gran metamorfosi artistica, Paolo ed Oreste ebber
ssico nel significato puro della parola, chè non mai s’ebbe da notare
nella
sua esposizione la esuberanza spontanea, e pur ta
notare nella sua esposizione la esuberanza spontanea, e pur tal volta
nella
spontaneità grottesca de'romantici : ne'suoi scat
renderebbe un Saul o un Sansone diverso da lui, mal si comprenderebbe
nella
gigantesca persona figurato il tipo, a esempio, d
eama fiorentino) ; e ricordo la sua grandezza inalterata nel Sansone,
nella
Suonatrice d’arpa, nella Francesca da Rimini, nel
rdo la sua grandezza inalterata nel Sansone, nella Suonatrice d’arpa,
nella
Francesca da Rimini, nel Torquato Tasso, nel Gios
a Francesca da Rimini, nel Torquato Tasso, nel Giosuè il Guardacoste,
nella
Zaira, nell’ Amleto, nel Sofocle, nella Pamela nu
o, nel Giosuè il Guardacoste, nella Zaira, nell’ Amleto, nel Sofocle,
nella
Pamela nubile, nel Gladiatore, nell’Oreste, nella
mleto, nel Sofocle, nella Pamela nubile, nel Gladiatore, nell’Oreste,
nella
Missione di donna, nella Virginia, nella Vita col
Pamela nubile, nel Gladiatore, nell’Oreste, nella Missione di donna,
nella
Virginia, nella Vita color di rosa, nella Morte C
nel Gladiatore, nell’Oreste, nella Missione di donna, nella Virginia,
nella
Vita color di rosa, nella Morte Civile, nel Sulli
e, nella Missione di donna, nella Virginia, nella Vita color di rosa,
nella
Morte Civile, nel Sullivan, nell’ Otello, nello S
atto, nel Re Lear, in Giulietta e Romeo (del Ventignano), nel Milton,
nella
Colpa vendica la colpa ! Quanto all’indole dell’u
miglior parte di una tragedia inedita di Cimino, Abelardo ed Eloisa,
nella
quale egli sa risvegliare tutta l’antica forza. O
per le parti di primo amoroso e di primo attore e promiscuo, fiorito
nella
prima metà del secolo xix. Cominciò ad acquistars
metà del secolo xix. Cominciò ad acquistarsi nome di artista egregio
nella
Compagnia di Antonio Rafstopulo, col quale stette
tima voce, di intelligenza pronta e svegliata, fu egualmente ammirato
nella
commedia, nel dramma e nella tragedia ; ma princi
onta e svegliata, fu egualmente ammirato nella commedia, nel dramma e
nella
tragedia ; ma principalmente in questa. Passò poi
nel dramma e nella tragedia ; ma principalmente in questa. Passò poi
nella
Compagnia di Carlo Re, della quale doveva essere
Tommaso Zocchi, esordendo felicemente a Firenze. Dopo tre anni passò
nella
Compagnia Lipparini, poi, il '43, in quella prima
nefizio, di cui una, la quaresima, a Torino. » Il triennio '61-'63 fu
nella
Compagnia di Filippo Prosperi, e andò l’ultimo an
modellati da Fidia. Nata per la tragedia e l’alto dramma, fu eccelsa
nella
Medea, nella Pia, nella Stuarda, in tutta la vast
Fidia. Nata per la tragedia e l’alto dramma, fu eccelsa nella Medea,
nella
Pia, nella Stuarda, in tutta la vasta opera alfie
a per la tragedia e l’alto dramma, fu eccelsa nella Medea, nella Pia,
nella
Stuarda, in tutta la vasta opera alfieriana, nell
Medea, nella Pia, nella Stuarda, in tutta la vasta opera alfieriana,
nella
Suonatrice d’arpa, nella Maria Giovanna, nella Di
Stuarda, in tutta la vasta opera alfieriana, nella Suonatrice d’arpa,
nella
Maria Giovanna, nella Diana di Chivry. Nè la colt
asta opera alfieriana, nella Suonatrice d’arpa, nella Maria Giovanna,
nella
Diana di Chivry. Nè la coltura, e si potrebbe dir
86), Giozza (’90), e ad altre molte. Salì al grado di primo attore, e
nella
Compagnia di Tommaso Salvini, rappresentò al fian
anco del glorioso artista e di Virginia Marini, i personaggi di Paolo
nella
Francesca, di Pilade nell’Oreste, di David nel Sa
elli di Alfieri nel dramma omonimo di Gattinelli, di Dottor Nuvoletti
nella
Donna Romantica, di Armando nella Signora dalle C
di Gattinelli, di Dottor Nuvoletti nella Donna Romantica, di Armando
nella
Signora dalle Camelie. Nei trent’anni di vita ar
a Roma ove si trova tuttavia, impiegato dal marzo ’92 qual Segretario
nella
Società di Previdenza fra gli Artisti drammatici.
Tessero Giovanni. Primo attore assoluto il 1826
nella
Compagnia di Tommaso Zocchi, poi nella stessa il
Primo attore assoluto il 1826 nella Compagnia di Tommaso Zocchi, poi
nella
stessa il '38, a vicenda con Giovanni Trenti, che
nni Trenti, che il raccoglitore lucchese chiama mediocre, poi, sempre
nella
stessa e di nuovo assoluto il '43. Tessero Pasqu
ato, ora socio, cominciando la sua vita artistica propriamente detta,
nella
Reale Compagnia Sarda, in cui apparve il 1836 in
amoroso : tant’ è vero che la parte di Ugo, oggi primo attor giovine,
nella
Pia de' Tolomei del Marenco, fu affidata al tiran
to da mons. Passeri, favella parimente l’ab. Gio: Cristofano Amaduzzi
nella
seconda sua edizione dell’Alfabeto Etrusco premes
iani perugino, e ricuperato dopo molti anni, favellarono il p. Ciatti
nella
Perugia Etrusca, mons. Fontanini, il senator Fili
b. Denina di Gneo Nevio. Strano sembrami che il sig. Carlo Denina
nella
Parte I del Discorso sulla Letteratura abbia senz
sto paese in tempo veruno fece parte della Magna Grecia. Anzi Plauto,
nella
sua commedia Miles gloriosus at. 2, sc. 2, fa che
qual cosa non avrebbe potuto dire senza sconcio, se Nevio nato fosse
nella
Magna Grecia. Il comico stesso nella commedia Cap
nza sconcio, se Nevio nato fosse nella Magna Grecia. Il comico stesso
nella
commedia Capteivei mostra più chiaramente che i G
rio morto nel 1650, di cui favella il suo contemporaneo Niccolò Toppi
nella
Biblioteca Napoletana. Da una parte si vedea la f
li elevava sin da’ principii dell’arte, gli facesse assai più riescir
nella
tragedia che nella commedia. Di fatti, oltre alle
principii dell’arte, gli facesse assai più riescir nella tragedia che
nella
commedia. Di fatti, oltre alle nominate tragedie
della Letteratura, art. 26) asserì che in Roma si stava peggio ancora
nella
tragedia che nella commedia. Quintiliano però, il
art. 26) asserì che in Roma si stava peggio ancora nella tragedia che
nella
commedia. Quintiliano però, il quale ingenuamente
liano però, il quale ingenuamente confessava che i Latini zoppicavano
nella
commedia, non mai affermò altrettanto della trage
à non ne ha veduta nè anche una. Nè debbe egli fondarsi punto nè poco
nella
mancanza di originalità desiderata nelle lodate t
dee egli appoggiarsi nell’abbondanza de’ difetti de’ tragici latini e
nella
scarsezza di sublimità; perchè dalle ultime favol
note del primo autore, del Rittersusio e del Grutero. Ebbe pur luogo
nella
bella edizione di Plauto di Filippo Pareo uscita
ene che sotto Claudio i Druidi rifugiaronsi al di là del Reno. Ora se
nella
commedia si motteggiano quelle sentenze rusticane
ruidi, e non già sotto Teodosio II, quando i Romani aveano introdotta
nella
Francia settentrionale la loro giurisprudenza, ed
lle Sicilie. *. Al medesimo Capo I, pag. 4, lin. 13, dopo le parole,
nella
VI Olimpiade, si aggiunga ciò che segue, che non
mano. Si diede alle scene dopo aver fatto ottime prove tra’dilettanti
nella
celebre accademia degl’Imperiti di Roma, che avev
odello la natura. » Lo troviamo gli anni comici 1795-96-97, brillante
nella
Compagnia del truffaldino Luigi Perelli, al fianc
a, decenza ed applauso universale. » Il commediografo Antonio Sografi
nella
Prefazione alle sue Inconvenienze teatrali (Padov
dova, Bettoni, 1816, pag. 9) scrive : « Fu insuperato ed insuperabile
nella
parte del napolitano Gennariello Sebastiano Aspru
, di cara ed onorata memoria. » Sposò egli la Caterina Cesari, lodata
nella
stessa prefazione, dal Sografi, con queste parole
i, poi garibaldino, e prese parte alla campagna del '66. Instituitasi
nella
sua Ravenna una Società filodrammatica, egli vi m
denti, di dove uscì dopo breve tempo (1871), per entrar quale amoroso
nella
Compagnia della Sadowski, diretta da Cesare Rossi
e Dumas, Ferrari, Giacosa. Ha diviso con me gli applausi del pubblico
nella
Signora dalle Camelie, nella Serva amorosa, nella
diviso con me gli applausi del pubblico nella Signora dalle Camelie,
nella
Serva amorosa, nella Partita a scacchi…… Aveva un
plausi del pubblico nella Signora dalle Camelie, nella Serva amorosa,
nella
Partita a scacchi…… Aveva un avvenire splendido :
ontinuar l’arte paterna, e si diede al teatro, scritturandosi amoroso
nella
Compagnia Reale Sarda il 1827, al posto di Vincen
roso nella Compagnia Reale Sarda il 1827, al posto di Vincenzo Monti,
nella
quale stette fin oltre il '40. Il Costetti ne lo
ocomicato, si ritirò dalle scene. Morto l’attore Canova, gli successe
nella
cattedra di declamazione alla Filodrammatica di T
one alla Filarmonica Subalpina della stessa città, dov'ebbe pur parte
nella
Commissione pei premi agli autori drammatici.
ott’occhio la prolusione alle sue lezioni di arte drammatica recitata
nella
solenne apertura della scuola la sera del 9 novem
edebach. Furon scritte per lui le parti di Leandro nel Teatro comico,
nella
Gastalda, e in qualche altra commedia. Passò nel
utunno del '55, fuggì da Venezia colla moglie, mettendo lo scompiglio
nella
Compagnia, che non sapeva come sostituirli. E tal
eva come sostituirli. E tal fatto mise innanzi al pubblico il Goldoni
nella
introduzione a quelle recite autunnali, che è nel
quale fu a Napoli, d’onde tornò poi in Lombardia nel '68, scritturato
nella
Compagnia di Pietro Rossi. L'anno seguente, fatto
to – 13 dicembre 1769. Siamo riscontrati dal Giudice di Reggio, che
nella
sera de' 30 dello scorso novembre, restò gravemen
della Compagnia Comica, che attualmente sta in esso recitando ; e che
nella
sera de'5 corrente cessò di vivere. Il feritore t
almente la signora Rosina Romagnoli, già in questo carattere iniziata
nella
Compagnia Perotti, spiegò tutto il suo valore nel
arattere iniziata nella Compagnia Perotti, spiegò tutto il suo valore
nella
Compagnia drammatica di SS. R. M. Sarda, ed inver
ttutto buona grazia. La grazia sta nel contegno, negli atteggiamenti,
nella
naturalezza, nella disinvoltura, nella semplicità
. La grazia sta nel contegno, negli atteggiamenti, nella naturalezza,
nella
disinvoltura, nella semplicità, nella perfetta ar
contegno, negli atteggiamenti, nella naturalezza, nella disinvoltura,
nella
semplicità, nella perfetta armonia, e nell’intero
teggiamenti, nella naturalezza, nella disinvoltura, nella semplicità,
nella
perfetta armonia, e nell’intero sgombramento di t
ostener colla Ristori a Parigi e in Ispagna le parti di uno dei bimbi
nella
Medea e del Delfino nella Maria Antonietta, una d
rigi e in Ispagna le parti di uno dei bimbi nella Medea e del Delfino
nella
Maria Antonietta, una delle più intellettuali tra
iare per la sartoria del Teatro Regio. La madre tornò per alcun tempo
nella
Compagnia Milone Vazer ; ma ben tosto ancora al l
i, la Compagnia Diligenti-Pezzana l’accoglieva con amore ; e nel 1885
nella
parte di Edith del Figlio di Coralia debuttava ap
ana, era diventata l’idolo del pubblico, passò prima attrice assoluta
nella
Compagnia di Cesare Rossi, osteggiata dai più, ch
ingenua, ma accompagnata dall’incoraggiamento dei pochi, che vedevan
nella
gagliardìa della sua mente, e della sua volontà,
à, al suo amore per l’arte, all’ingegno suo, se potè da quelli balzar
nella
vita presente tutta intessuta di rose.
orte artista brillante del suo tempo. Cominciò giovanissimo a recitar
nella
Compagnia de' Fiorentini di Napoli, poi si scritt
pagnia de' Fiorentini di Napoli, poi si scritturò il '51 come amoroso
nella
Compagnia di Luigi Domeniconi. Ma dopo alcuni ann
i comiche, nelle quali riuscì in breve grandissimo. Trovandosi il '55
nella
Compagnia di Astolfi, morto questi di colera a Pi
li fu eccellente. Talvolta anche uscì dal suo ruolo, come ad esempio,
nella
Satira e Parini del Ferrari, in cui passò a quell
epliche con bel teatro, e piacqui immensamente, come pure il Raimondi
nella
parte del Suggeritore. Bellissimi articoli mi scr
enza rammentatore, lo che fa un bellissimo effetto. Era stato il '54
nella
Compagnia Reale Sarda (obbligato di recitare tutt
ltro. Tornava scritturato pel '56, attore e direttore, con Astolfi, e
nella
lettera al Righetti dianzi accennata, scriveva :
Zecca Niccolò. Comico egregio, che recitava
nella
prima metà del secolo xvii le parti di secondo Za
uocar d’armi, e nel danzare, ha riceuuto honore di seruir molte volte
nella
Caccia la Sereniss. Altezza di Vittorio Amedeo Du
a Bertolino. Mi sono servito della prima edizione di Venezia 1634 :
nella
seconda di Bologna del 1636, le parole trascritte
a sentirle, convenendomi recitar per interim in Parma da primo Zanni
nella
Compagnia dell’E.mo Sig. Card.e Farnese sino all’
l '48 era a Piacenza, e il dì 8 (la lettera è pubblicata dal D'Ancona
nella
nozza Martini-Benzoni), congratulandosi col Duca
Piacenza ov' è la miglior Compagnia di commedia, recitò per tre sere
nella
parte di Bertolino. Dal’ 48 si salta all’autunno
Compagnia (V. Bertolotti, op. cit.). Di altri due Bertolini è ricordo
nella
Storia del teatro : di quello degli Uniti del 158
e, originale forse, ma non troppo corretto, che ricercava gli effetti
nella
varietà delle voci, di cui, dicesi, egli aveva un
di lui : « Ajudi è un artista che haveramente diritto di cittadinanza
nella
famiglia dei brillanti alla quale appartiene. Noi
iene. Noi vorremmo che egli sapesse liberarsi da una certa cantilena,
nella
quale cade qualche volta sul terminar dei periodi
a quale cade qualche volta sul terminar dei periodi. » Passò nel 1856
nella
Compagnia Stacchini e nel ’57-’58 in quella Trive
ra gli accademici le parti di prima donna, sollevando all’ entusiasmo
nella
Zaira di Voltaire e nella Perselide del Martelli,
di prima donna, sollevando all’ entusiasmo nella Zaira di Voltaire e
nella
Perselide del Martelli, risolse con un fido compa
ecchi, di formare una Compagnia tutta di giovani, colla quale si recò
nella
Marca anconitana, ov' era vietato alle donne di p
recò da Napoli a Bologna colla speranza di recuperar le antiche forze
nella
città natale : ma, le cure de' medici riuscite va
Ferrara nel 1686, ed esordì alla Commedia Italiana il 18 maggio 1716
nella
Compagnia detta del Reggente, formata da suo mari
era socia di varie accademie letterarie d’Italia, compresa l’Arcadia,
nella
quale prese il nome di Mirtinda Parasside. Scriss
riposo. Tornata di Francia in Italia, fu applauditissima specialmente
nella
rappresentazione di alcune tragedie esumate dal m
onisba del Trissino, la Semiramide del Manfredi, ed altre ; fu grande
nella
Ifigenia in Tauride di Pier Iacopo Martelli, e ne
a a Parigi il 29 dicembre del 1771, ed essere stata sepolta il domani
nella
cripta della Cappella della Vergine nella Chiesa
ere stata sepolta il domani nella cripta della Cappella della Vergine
nella
Chiesa del San Salvatore. Dal suo matrimonio col
lia di comici italiani) pubblica ancora alcune poesie di lei che sono
nella
raccolta edita a Venezia nel 1726 dalla Bergalli,
Maffei, forse punto sul vivo, diede in ismanie, tanto che il Martelli
nella
sua lettera di pentimento, scrisse : …. tolga Di
ha egli potuto vedere la natura del recitare de’ Comici Italiani che
nella
Commedia ; mentre le Tragicommedie di Sansone e d
lamare possino recitar tragedie. Per altro non ho bisogno di sentirlo
nella
Commedia, non mettendo in dubbio la sua eccellenz
ho trovato qualche scrupolo per la natura tragica, ho conosciuto che
nella
comica giungerà al colmo della perfezione. Conclu
r la Truppa Francese non lo dispero : la maniera da loro finora usata
nella
Tragedia tanto lontana dal vero e dall’immaginabi
folgorarono di lusso e magnificenza. Roma contava quattro gran teatri
nella
regione del circo Flaminio, cioé, il pompeano per
lo contra di essi, é vittorioso, si battezza, e fa voto di castità; e
nella
seconda parte l’imperadore non é più Costantino,
ssertazione pubblicata nel 1749, faceva sperare monumenti drammatici,
nella
letteratura araba, ricavati dalla libreria dell’E
. Certamente nel saggio della poesia araba del signor Casiri inserito
nella
Biblioteca Arabico-Ispana, da cui Nasarre si prom
is, in cui da diversi interlocutori si tratta di tre cose differenti;
nella
prima parte della vendita d’un cavallo, nella sec
di tre cose differenti; nella prima parte della vendita d’un cavallo,
nella
seconda delle furberie di alcuni vagabondi, nella
ndita d’un cavallo, nella seconda delle furberie di alcuni vagabondi,
nella
terza di certi innamorati, S’ingannò adunque Nasa
o autorità113, e solo prorompe in invettive contra Filostrato, perché
nella
vita di Apollonio affermò, che la Betica in tempo
finora di teatro ebreo, perché effettivamente non ve ne fu prima che
nella
Palestina dominassero i greci e i romani. E allor
teatrale, come accadde ad altre feste in altri paesi. 104. Svetonio
nella
Vita di Tiberio, cap. 34. 105. Lib. XXVII cap. 3
lla Vita di Tiberio, cap. 34. 105. Lib. XXVII cap. 3. 106. Svetonio
nella
Vita di Caligola, cap. 55. 107. L’istesso nella
p. 3. 106. Svetonio nella Vita di Caligola, cap. 55. 107. L’istesso
nella
Vita di Vitellio, cap. 12. 108. Erodiano nel lib
Vitellio, cap. 12. 108. Erodiano nel libro V. 109. V. il Tiraboschi
nella
Storia della Letteratura Italiana tom. II lib. IV
l celebre decano d’Alicante D. Manuel Martì, dotto amico del Gravina,
nella
lettera che ne scrisse a monsignor Zondadari. All
la città, deliberò di abbandonar codici e pandette per l’arte comica,
nella
quale riuscì egregio. Lo troviamo il ’38 generico
42 padre e tiranno con Romualdo Mascherpa e il ’43 collo stesso ruolo
nella
seconda Compagnia Domeniconi, nella quale si unì
herpa e il ’43 collo stesso ruolo nella seconda Compagnia Domeniconi,
nella
quale si unì in matrimonio con Luigia Moretti, fi
ademia fiorentina dei Fidenti, poi, il 1880, di professore secondario
nella
R. Scuola di recitazione, che per la soverchia et
Roma, sposatasi il 1870 al brillante Serafini, prima attrice giovane
nella
Compagnia di Adamo Alberti ai Fiorentini di Napol
totalmente al l’eloquenza oratoria il celebre Isocrate pure si provò
nella
poesia tragica. Il retore Melito nemico di Socrat
e di lui motteggi Aristofane nelle Tesmoforie, è certo che Aristotile
nella
Poetica celebra la tragedia di Agatone intitolata
la Poetica celebra la tragedia di Agatone intitolata Αιθος, il Fiore,
nella
quale i nomi e le cose erano tutte inventate dal
rtò qualche tragica coronab. A’ tempi di Tolomeo Filadelfo spiccarono
nella
poesia tragica sette scrittori celebrati sotto lo
i lavori poetici, dee contarsi ben anche tra coloro che si distinsero
nella
poesia rappresentativa e specialmente nella tragi
coloro che si distinsero nella poesia rappresentativa e specialmente
nella
tragica sotto Tolomeo Filadelfo fino al l’Everget
sso l’Alcionio Giovanni Medici essendo cardinale: Sovviemmi di avere
nella
mia fanciullezza udito da Demetrio Calcondila per
alcuna favola drammatica, fu dettata nel Greco moderno. Leone Allacei
nella
Diatriba de Georgiis presso la Bliblioteca Greca
itato ne’ bassi tempi di esser letta e pregiata a. Vedi anche Suida
nella
voce τετραλογια. a. Saturnal. lib. V, C. 20. a
gretario di Francesco Albergati, cominciò ad addestrarsi sotto di lui
nella
maschera di Arlecchino e in altre parti comiche o
moratosi a Venezia di una nipote di Antonio Sacco, fu accolto il 1772
nella
Compagnia da lui condotta, nella quale stette due
di Antonio Sacco, fu accolto il 1772 nella Compagnia da lui condotta,
nella
quale stette due anni, ma con poca fortuna, sosti
ella quale stette due anni, ma con poca fortuna, sostituendolo talora
nella
maschera del Truffaldino. Il matrimonio non si ef
te cagioni – dice Fr. Bartoli. Ma senza dubbio esse dovean ricercarsi
nella
soverchia dimestichezza che il Coralli aveva con
ompagnia. (C. Gozzi, Memorie inutili, II). La quaresima del ’74 entrò
nella
Compagnia di Pietro Rosa come Arlecchino, per pas
sar poi, scritturatovi da Francesco Zanuzzi venuto a posta in Italia,
nella
Compagnia italiana di Parigi, nella quale esordì
Zanuzzi venuto a posta in Italia, nella Compagnia italiana di Parigi,
nella
quale esordì il 16 maggio del 1775 nella commedia
ompagnia italiana di Parigi, nella quale esordì il 16 maggio del 1775
nella
commedia in quattro atti : Il Dottore avvocato de
ita, l’Orfanella di Parigi ed altro. Dalla Fenice passò prima attrice
nella
Compagnia del Padre, alla Partenope, col quale st
ma attrice la Cazzola stessa, ammalata. Dai Fiorentini passò al Fondo
nella
Compagnia di Achille Majeroni, poi, col marito (1
il triennio di contratto, perchè scritturata, mediante forte penale,
nella
Compagnia Nazionale di Roma per cinque anni. A
rate quelle di Caterina nel Falconiere di Marenco, della protagonista
nella
Nonna scellerata di Torelli, di Madama Guichard n
della Madre nel Marchese di Villemer di Giorgio Sand, della Palchetti
nella
Vita Nuova di Gherardi Del Testa, della Duchessa
esta, della Duchessa nel Mondo della noia di Pailleron, di Margherita
nella
Medicina di una ragazza ammalata di Ferrari. Ho d
scena. Oggi vive a Napoli, ov’è anche il figliuolo Arturo, brillante
nella
Compagnia stabile de’Fiorentini con Cesare Rossi
i azienda, suo agente procurator generale e ministro plenipotenziario
nella
corte di Roma ec. Stefano Arteaga [1] Se in un
diritti di un monarca cognito all’universo non meno per la sua pietà
nella
prima che per la sua prudenza nella seconda; voi,
niverso non meno per la sua pietà nella prima che per la sua prudenza
nella
seconda; voi, che collocato ih carica sì luminosa
intime sorgenti del bello, e che il più’gran genio del nostro secolo
nella
pittura era ben degno d’avere per illustratore de
uoi pensieri, e confidente uno degli spiriti più elevati della Spagna
nella
penetrazione e sagacità dell’ingegno come nella s
elevati della Spagna nella penetrazione e sagacità dell’ingegno come
nella
squisitezza del gusto.
opoli verso i loro idolia. Verun teatro pubblico e fisso non si trova
nella
China, ma sonovi assai frequenti le rappresentazi
i avvilirsi rappresentando una parte inferiore, che ciascuno sostiene
nella
favola il medesimo carattere, che lo distingue ne
Prèmare e tratto da una collezione di un centinajo di drammi scritti
nella
dinastìa di Yuen: «Io sono Tching-poei, mio padre
e; ora vengo dal campo per veder mio padre naturale.» Non si conosce
nella
China, nel Tunkino e nel Giappone la divisione Eu
tutti gli altri Tche. Quanto alla musica trovasi da tempo remotissimo
nella
China introdotta, essendo stata inventata da Hoan
di Chun si chiamò Chao-yo e si usava principalmente ne’ sacrifizj, e
nella
venuta di ambasciadori stranieri. Nel primo e nel
de altare nel l’interiore della reggia, e di bel nuovo assiso che sia
nella
sala del trono. Oltre a ciò vengono dalla musica
vi più non si ammettessero se non che musici eunuchi. Si fanno ancora
nella
China alcuni concerti di musica, e quando si pres
del p. Pedrini, siasi per qualunque altra cagione) in appresso appena
nella
sola scena fu da’ nobili tollerata. Ma in qual mo
da un Eremita in un boschetto sacro, la quale dovendo andare a nozze
nella
corte di un re, prende congedo dall’Eremita chiam
rattiene?» «Can. E il tuo figlio adottivo, il cavriuolo, che feritosi
nella
bocca colle acute punte del cusa, venne da te cur
el tuo nascere, il caro padre che mi ha rilevata, prenderà di te cura
nella
guisa che io ho fatto, poichè ci faremo separati.
le. In tale esercizio segnalansi singolarmente le ballerine di Surate
nella
penisola Guzurate posta fra l’Indo e il Malabar,
Teatri. b. Du-Halde Vol. 3. a. Vedasi il Viaggio di Saris del 1613
nella
Storia generale de’ Viaggi. b. Martinius Histor
le de’ Viaggi. b. Martinius Histor. Sinens. lib. 10. a. Tavernier
nella
Relazione del Tunkin cap. 8 e 9. b. Diario di C
ese Bernardo Tanucci possedeva tre commedie originali cinesi impresse
nella
China, le quali nel 1779 si compiacque d’inviarmi
he in età puerile recitava la parte d’ Amorino in Bologna l’anno 1634
nella
Compagnia de' Comici Affezionati. È molto lodato
agnia de' Comici Affezionati. È molto lodato da Bartolommeo Cavalieri
nella
Scena Illustrata. » Maldotti Antonio. Nato il 17
ell’astigiano declamasse mirabilmente, e che niuno gli stesse a petto
nella
maschera del brighella. Formò poi compagnia per f
icidò, avvelenandosi, verso il 1828), in quella di Velli e Mascherpa,
nella
quale cessò di vivere la primavera del 1823.
rti più specialmente di amorosa. Entrò il 1845-46 prima donna giovine
nella
Compagnia Romana di Domeniconi, sotto la Laborant
iconi, sotto la Laboranti. Il ’47 si recò a Siena a far la quaresima,
nella
stessa compagnia e collo stesso ruolo, al fianco
mente grande nelle amorosine goldoniane in genere ; e grandissima poi
nella
Contessa d’ Altenberg, in quella scena famosa in
lle lagrime. Da lui stesso fu scritturata qual prima attrice assoluta
nella
Compagnia ch’egli formò in società con Gaspare Pi
enti, con cui lo vediam recitare in Reggio, Modena e Carpi. Passò poi
nella
Compagnia del Duca di Mantova, e il '20 era fra g
che firmarono tutti, compreso il Nettuni. Nicoli Lodovico. Recitava
nella
maschera del Dottore, e il 1736 trovavasi in Comp
a di Venezia, ove sostenne la parte del Dottore Marchesc de' Merlotti
nella
tragicommedia intitolata : La clemenza nella vend
re Marchesc de' Merlotti nella tragicommedia intitolata : La clemenza
nella
vendetta.
rte intera. Egli abitò a Parigi dapprima in via Contessa d’Artois poi
nella
via del Sobborgo S. Dionigi, ove morì il 5 luglio
borgo S. Dionigi, ove morì il 5 luglio del 1778. Fu sepolto il domani
nella
chiesa di S. Lorenzo sua parrocchia, assistito da
Pasquali) egli dice : Io anzi aveva prima un tal Personaggio scritto
nella
nostra favella, perchè destinato era a sostenere
dar a lui tutto il merito dell’imaginazione. Dell’ arte del Collalto
nella
rappresentazione di questa commedia dice con più
fosse sempre egli solo, che quei tre personaggi rappresentasse. Passò
nella
Provincia a giocare questa sua Commedia, e colà r
lui vivo, forse non sarebbe avvenuta l’abolizione del genere italiano
nella
Commedia a Parigi, che fu nel 1780, circa un anno
l dolore, della collera, della gioia a traverso una orribile maschera
nella
quale il suo ingegno superiore aveva saputo trion
a quale il suo ingegno superiore aveva saputo trionfare. Nè si smenti
nella
rappresentazione del comico : la commedia dei tre
rno che vi stabilirono, togliendoci i patri costumi, ci trasformarono
nella
loro barbarie; ed oh quanto tardi il tempo distru
agliava ogni più dilatato reame in tante minute signorie, le quali se
nella
guerra per bisogno formavano un sol corpo, nella
ignorie, le quali se nella guerra per bisogno formavano un sol corpo,
nella
pace nulla quali fra loro, e poco s’attenevano al
ntane un barlume passeggiero. Ma sotto i di lui successori si ricadde
nella
pristina oscurità. Dimenticate le leggi scritte,
trascurarsi le arti migliori ed utili, depravasi il gusto e rientrasi
nella
barbarie. L’Italia governata da’ savi pontefici r
elebravano rappresentandosi. Era notabile in Roano la Festa Asinaria,
nella
quale intervenivano tutti i profeti antichi colle
teatro. Si favella di tragedie e commedie composte da Anselmo Faidits
nella
poco esatta e veridica Storia de’ Poeti Provenzal
componesse volgari tragedie. Ma questo fatto é confutato dal Quadrio
nella
Storia e Ragione d’ogni Poesia tom. IV pag. 62, e
agione d’ogni Poesia tom. IV pag. 62, e dal P. Ireneo Asso di Busseto
nella
prefazione all’Orfeo del Poliziano. Quel che però
ssione di nostro Signore, siccome per lungo tempo eseguì ciascun anno
nella
settimana santa122. 114. «Egli é certo (dice u
rità, voi siete sempre ne i più bei giorni degli stati. Voi fiorivate
nella
Grecia, quando ella trionfava dell’Asia. Voi sogg
ntesquieu Esprit des Loix liv. XXVIII cap. II. 118. V. M. Fontenelle
nella
Storia del Teatro Francese. 119. I poeti provenz
itteraire des Troubadours par M. Millot, e ’l signor abate Tiraboschi
nella
Storia della Letteratura Italiana tom. IV lib. II
poli verso i loro idoli22. Verun teatro pubblico e fisso non si trova
nella
China, ma sonovi assai frequenti le rappresentazi
i avvilirsi rappresentando una parte inferiore, che ciascuno sostiene
nella
favola il medesimo carattere che lo distingue nel
Prèmare e tratto da una collezione di un centinajo di drammi scritti
nella
dinastia di Yuen: “Io sono Tching-poei, mio padre
e; ora vengo dal campo per veder mio padre naturale”. Non si conosce
nella
China, nel Tunkino e nel Giappone la divisione Eu
tutti gli altri Tche. Quanto alla musica trovasi da tempo remotissimo
nella
China introdotta, essendo stata inventata da Hoan
di Chun si chiamò Chao-yo, e si usava principalmente ne’ sacrifizj, e
nella
venuta di ambasciadori stranieri. Nel primo e nel
nde altare nell’interiore della reggia, e di bel nuovo assiso che sia
nella
sala del trono. Oltre a ciò vengono dalla musica
quivi più non si ammettessero se non musici eunuchi. Si fanno ancora
nella
China alcuni concerti di musica e quando si prese
del P. Pedrini, siasi per qualunque altra cagione) in appresso appena
nella
sola scena fu tollerata da’ nobili. Ma in qual mo
ca. In tale esercizio segnalansi singolarmente le ballerine di Surate
nella
penisola Guzurate posta fra l’Indo e il Malabar,
i. 23. Du-Halde Vol. III. 24. Vedasi il Viaggio di Saris del 1613
nella
Storia generale de’ Viaggi. 25. Martin Histor.
ale de’ Viaggi. 25. Martin Histor. Sinens. lib. X. 26. Tavernier
nella
Relazione del Tunkin, cap. VIII e IX. 27. Diario
Signor Conte Catanti possiede tre commedie originali Cinesi impresse
nella
China, le quali nel 1779 si compiacque d’inviarmi
………………… Nel 1772, in Primavera, lo ritrovo al Nuovo : recita da Zadir
nella
Dardanè di Francesco Cerlone, musicata da Paisiel
ale del 1773 gli è affidata, pure al Nuovo, la parte di Mossiù le Blò
nella
Finta Parigina dello stesso Cerlone, musicata da
ecessità fornisce eccletismo e che noi ritroviamo, a tempo nostro, or
nella
commedia in prosa, ora nell’operetta. Tornato da
ostrar questo, che cioè, avendolo il Cerlone conosciuto da Pulcinella
nella
Cantina, ove appunto si recitarono le commedie ce
te di quella Compagnia, rimpatriato appena da Roma ? Dal 1746 — epoca
nella
quale il Barese lascia Napoli — al 1772 — in cui
a, era una Cantina appunto, propriamente detta, vicina al S. Carlino,
nella
quale Michele Tomeo, con parole garbate, tirava i
el S. Carlino. E le parole su per giù eran sempre queste : che, cioè,
nella
Cantina lo spettacolo era svariato e morale più a
esso clamoroso. Nè solo nel dramma fu artista pregiatissima, ma anche
nella
commedia e nella tragedia : e a quest’ultima, anz
è solo nel dramma fu artista pregiatissima, ma anche nella commedia e
nella
tragedia : e a quest’ultima, anzi, dedicò ogni su
esa di Dumas e la Parisina del Somma. Si riunì poi il ’48 a suo padre
nella
Compagnia Lombarda, con Alamanno Morelli e Bellot
ita, e ove trovasi anch’oggi. Una volta, a sollevarla dalla indigenza
nella
quale fu trascinata un po’dalle vicende dell’arte
, i quali dettero una di quelle rappresentazioni che segnano una data
nella
storia dell’arte. Si recitò l’Oreste di Alfieri e
etto Pezzetta. Fu, dice il Bartoli, Arlecchino, e recitava assai bene
nella
commedia all’improvviso, che insegnava anche agli
po un solo anno di prova, quelle di prima donna giovine, Passò il ’32
nella
Real Compagnia Sarda, sotto la grande Marchionni,
r la scena e separarsi dal marito, per assumer il posto di direttrice
nella
Filodrammatica del Falcone in Genova, dove il 5 d
ra, ottima voce, e volto e sguardo espressivi, recitò assai bene così
nella
commedia, come nel dramma e nella tragedia. Tra l
espressivi, recitò assai bene così nella commedia, come nel dramma e
nella
tragedia. Tra le parti ch’ella creò, e che le acq
sull’avvenire artistico di lui. Dopo il triennio, passò il Venturoli
nella
Compagnia Domeniconi ; e anche qui, al Valle di R
attutto per la sua grande versatilità, mostrandosi ugualmente egregio
nella
prosa e nel verso, nella tragedia e nella farsa.
versatilità, mostrandosi ugualmente egregio nella prosa e nel verso,
nella
tragedia e nella farsa. Infatti egli fu de'più va
trandosi ugualmente egregio nella prosa e nel verso, nella tragedia e
nella
farsa. Infatti egli fu de'più valorosi primi atto
castella opposte ad ogni nemico domestico o straniero, delle quali e
nella
Spagna e nel regno di Napoli ed altrove scorgonsi
ria; ed allora trascuransi le arti, si deprava il gusto, e si rientra
nella
barbariea. L’Italia governata da’ pontefici Roman
tri Italiani, produssero lo stabilimento del commercio in Italia come
nella
sua più nobil sede. Quindi è che il celebre Otton
amonti ebbero più il carattere di follia che di giuoco. Era nota bile
nella
cattedrale di Roano il dì di Natale la festa asin
ota bile nella cattedrale di Roano il dì di Natale la festa asinaria,
nella
quale compariva Balaam su di un’asina, e varii pr
e Virgilio, e la Sibilla Eritrea, e Nabucdonosorre, e i tre fanciulli
nella
fornacea Correva il popolo volentieri alla festa
un, in Sens, in Viviers: in Inghilterra anche verso il 1530 trovavasi
nella
chiesa di Yorck un inventario, in cui si parlava
opo la predica. Ma sino al principio del XIII secolo fra tante poesie
nella
Piccardìa, nella Provenza, nella Sicilia e nella
a sino al principio del XIII secolo fra tante poesie nella Piccardìa,
nella
Provenza, nella Sicilia e nella Toscana, non si r
pio del XIII secolo fra tante poesie nella Piccardìa, nella Provenza,
nella
Sicilia e nella Toscana, non si rinviene cosa ver
olo fra tante poesie nella Piccardìa, nella Provenza, nella Sicilia e
nella
Toscana, non si rinviene cosa veruna appartente a
tente al teatro. Si favella di tragedie e commedie di Anselmo Faìdits
nella
poco esatta e favolosa storia de’ Poeti Provenzal
stra informata degli amori di lui colla sua Bel-deporta Comprendesi
nella
denominazione di Poeti Provenzali più di una spec
s. Fiorirono principalmente i Trovatori verso la mettà del secolo XII
nella
Provenza, Linguadocca, Guascona, Gujenna, nel Lim
e donne distinte per nobiltà, talento e pregi naturali. Essi tennero
nella
città di Aix capitale della Provenza e in Avignon
Celti della Gallia, della Scozia, dell’Irlanda e del paese di Galles
nella
Gran Brettagna. De’ quali verseggiatori famosi fa
verseggiatori famosi favellarono egregiamente lo Scozzese sig. Blair
nella
dissertazione intorno ai poemi del Celto Ossian,
u pubblicata una legge, per cui i menestrels erranti si considerarono
nella
classe de’ mendici, de’ vagabondi, delle persone
onumento del secolo XIII. Nel 1230 si celebrò in Piacenza nel borgo e
nella
piazza di s. Antonino un giuoco, che nella Cronac
rò in Piacenza nel borgo e nella piazza di s. Antonino un giuoco, che
nella
Cronaca Piacentinaa cosî seccamente si enuncia:
Passione di Gesù Cristo, siccome per lungo tempo continuò ad eseguire
nella
settimana santab. Un’altra rapresentazione de’ Mi
circa il 1445, e per gran parte del XVI seguitò esso a rappresentarsi
nella
stessa guisa, siccome attesta Andrea Fulvioa. Ver
drammi greci e latini potrà negarsi che si composero e si recitarono
nella
Grecia e nel Lazio, e che rassomigliarono a quell
rosamente nome di vere azioni teatrali. Con tutto ciò debbono entrare
nella
storia drammatica come primi saggi che ricondusse
liscono, e per timore de’ Franchi e de’ Greci eleggesi di nuovo un re
nella
persona di Autari. Ma tendendo sempre la costituz
politica del regno de Napoli di Carlo Pecchia. a. Degno di leggersi
nella
Storia della Letteratura Italiana del cavalier Ti
s per mostrare che gl’Italiani erano a que’ tempi ignoranti e barbari
nella
lingua latina, adduce uno squarcio di una lettera
i cagioni (dice l’anzi lodato Robertson) erano concorse a conservate
nella
Spagna il governo feudale nel suo pieno vigore pi
raccia a croce, e di duelli. Vuole egli forse darci ad intendere che
nella
Spagna non aveano luogo i giudi ii di Dio ed i du
ciò a parte. Poteva egli convincersi dei disordini del foro spagnuolo
nella
compilazione meno antica intitolata Fuero Real fa
cato. Nella II al tit. 21 si parla in 25 leggi de’ duelli, e tra esse
nella
13 e 14 s’insegna il modo di fare i cavalieri e g
nella 13 e 14 s’insegna il modo di fare i cavalieri e gli scudieri, e
nella
21, si dice, che gli antichi cavalieri combatteva
o il titolo 3 trattasi de los rieptos (delle disfide), e precisamente
nella
legge 4 si mostra in qual maniera debba eseguirsi
sfidato rispondere, tu ne menti; e questa disfida dee farsi per corte
nella
presenza del re. Si prosegue nel tit. IV a svilup
valeva il cane . Or dove sono le onze di carne divorate dall’augello
nella
parte più polputa del corpo ? dove quel bacio so
o favolosi racconti che vere storie. L’hanno ben dimostrato i Maurini
nella
Storia della Linguadocca tom. Il e l’abate Goujet
iche poesie Inglesi uscita in Londra nel 1765, che fu pure annunziata
nella
Gazzetta Letteraria di Parigi nel mese di gennajo
regiatissima Storia d’Inghilterra. b. Si vegga il precitato Discorso
nella
collezione delle antiche poesie Inglesi. a. Mura
ria e ragione di ogni poesia; e più recentemente il padre Ireneo Affò
nella
prefazione all’edizione dell’Orfeo di Angelo Poli
ecolo XIII. La pubblicazione poi degli Statuti di essa seguì nel 1584
nella
stessa Roma, cioè trecentoventi anni dopo dell’is
ragica sacra rappresentazione si trova da tempo immemorabile eseguita
nella
sera del Venerdì santo, del Mortorio di Cristo, d
Vincenzo. Nato a Roma il 1° aprile del 1851 da Tommaso Udina di Cilly
nella
Stiria e da Marianna Lucidi, si diede, rimasto or
di, si diede, rimasto orfano del padre, all’arte drammatica, entrando
nella
Compagnia romana di Amilcare Bellotti a fianco de
r tornar poi l’ '80 con Adelaide Ristori, che si recava in Danimarca,
nella
Svezia e Norvegia. Sostituì l’ '81 Gaspare Lavagg
si la figlia, tornò a scritturarsi, ed oggi (1904) si trova con Mauri
nella
Compagnia permanente del Manzoni di Roma.
e faceva gli annunzi e le comparse. Nel ’65 fu accolto come figliuolo
nella
famiglia di Giuseppe Zacconi, e vi restò sino a t
nale di Milano segnò l’atto di separazione dei due coniugi. Fu il ’74
nella
Compagnia di Michele Bozzo e Angelo Vestri, il ’7
eppe Bracci. La quaresima dell’ ’82 andò a sostituire Giovanni Ceresa
nella
Compagnia di Virginia Marini, passando poi primo
i si recò nell’America del Sud. Ne tornò alla fine del ’91 per entrar
nella
Compagnia d’ Italia Vitaliani con la quale stette
Tra le parti da lui create cito quella dello Chamillac di A. Daudet,
nella
quale si procacciò l’encomio meritato e del pubbl
ista brillante rinomato per la comicità spontanea e originale. Esordì
nella
Compagnia Bottazzi e Berlaffa del 1845 ; e fu per
, dalla quale ebbe due anni dopo il figliuolo Eleuterio. Entrò il '78
nella
Compagnia Iucchi, diretta da Giovanni Emanuel, e
ta da Giovanni Emanuel, e il '79, dato un addio alle scene, si ritirò
nella
sua Bologna, dove morì il 19 febbrajo dell’ '85.
resceva comicità all’esser suo. Chi nol ricorda nel Pugno incognito e
nella
Bolla di Sapone di Vittorio Bersezio ? Nei Naufra
lante veramente unico. Il figliuolo Eleuterio esordì generico giovine
nella
Compagnia di F. Garzes, morto il quale, entrò sub
no dedicate al barone di Svertz, «Direttore de’ divertimenti teatrali
nella
corte di Berlino», a sottolineare la natura milit
o, sullo statuto dello spettacolo operistico e sulla sua collocazione
nella
gerarchia dei generi letterari. Alla fine della p
olo deprecava gli esiti di inverosimiglianza e di incongruenza insiti
nella
struttura stessa del dramma per musica, ma polemi
rgomento perno attorno al quale egli organizza tutto il suo testo che
nella
prima redazione è ancora privo della divisione in
iscours préliminaire de l’Encyclopédie, fin da questa prima redazione
nella
parte relativa alla trattazione della musica13, m
tati dei versi tratti dal poema Le Mondain 14 del 1736 che scompaiono
nella
seconda redazione del 1755 e sono invece ripresi
che scompaiono nella seconda redazione del 1755 e sono invece ripresi
nella
redazione livornese del 1763. Le opzioni tematich
rancesi, dalle quali Algarotti, rifacendosi ad argomentazioni diffuse
nella
trattatistica di questi anni, prende la distanza.
ata del discorso; ad esempio è espunta una critica agli impresari che
nella
prima redazione precedeva le osservazioni relativ
igressione18 sull’opera Montezuma, attribuita a Federico II, è omessa
nella
seconda redazione dove mancano tutti i suggerimen
era. La sezione Della musica si apre con un’ampia digressione assente
nella
prima redazione in cui si ribadisce la natura aus
a prima. Verso la fine del paragrafo, un altro grande inserto assente
nella
prima redazione riprende argomentazioni classicis
di un compromesso in grado di valorizzare la tradizione italiana pur
nella
consapevolezza della necessità di una riforma rad
e delle integrazioni e modifiche che appariranno in modo più cospicuo
nella
redazione successiva. Poche sono dunque le modifi
che ripropongono il problema della collocazione del teatro per musica
nella
cultura letteraria del tempo e della sua riforma.
, Calzabigi loda il modello metastasiano25, ma di fatto già lo supera
nella
direzione di una maggiore coerenza nella definizi
5, ma di fatto già lo supera nella direzione di una maggiore coerenza
nella
definizione dei personaggi, di una più organica t
alle stagioni teatrali, ma anche alla scrittura di testi per musica,
nella
quale Ortes si cimenta costantemente attorno agli
quattro voci Calisso Spergiura; il tema fantastico mitologico rientra
nella
casistica contemplata anche da Algarotti, ostile
nelle scelte tematiche (con risultati affini a quelli di Algarotti),
nella
revisione del rapporto tra aria e recitativo, nel
li di Algarotti), nella revisione del rapporto tra aria e recitativo,
nella
drammaturgia tratta anche dai modelli francesi. U
ellini è a sua volta un librettista e quindi particolarmente motivato
nella
pubblicazione dello scritto algarottiano, questa
o», amico di Pitt, Algarotti sottolinea il ruolo che le lettere hanno
nella
gestione degli stati in linea con una prassi di c
nizzazione degli spettacoli teatrali, sul loro ruolo e responsabilità
nella
società contemporanea, un tema presente fin dalla
un trattato sull’organizzazione teatrale e sulla funzione del teatro
nella
società contemporanea. Per ottenere questo scopo
opo Algarotti raffina la sua scrittura, inserisce esempi e dettagli e
nella
redazione ulteriore del 1764, quasi uguale a quel
one dei teatri e a problemi logistici, mostra la volontà di riformare
nella
sua interezza il mondo dello spettacolo operistic
ò molto più disteso e ricercato, sicuramente più erudito ed elaborato
nella
costruzione sintattica; una certa enfasi retorica
retorica sottolinea la volontà dell’autore di incidere effettivamente
nella
questione e di attribuirsi un ruolo di rilievo ne
onino da linee guida per costruire l’opera riformata del futuro. Così
nella
Conclusione egli ricorda «non altro essendo stato
conclusione, i riferimenti al dibattito primosettecentesco, presenti
nella
prima redazione ed espunti dal Saggio del 1755 e
zioni al Saggio che risulta corredato di alcune note d’autore assenti
nella
precedente edizione del 1763. La storia interna d
dica rivolta al Barone di Svertz, Direttore de’ divertimenti teatrali
nella
corte di Berlino. I due testi hanno molte differe
a berlinese; il tono nel complesso è più curato, meno colloquiale, ma
nella
sostanza le due prime redazioni risentono dello s
e delle integrazioni e modifiche che appariranno in modo più cospicuo
nella
redazione successiva. Cambiamenti sostanziali son
a redazione successiva. Cambiamenti sostanziali sono infatti presenti
nella
prima delle due edizioni livornesi, quella del 17
755) e di Livorno (1763), cit., pp. 15-16. 20. Si trova inserita qui
nella
conclusione la citazione da Orazio, Epistola ad A
a Voltaire, Le Mondain, inserita invece all’interno della conclusione
nella
prima edizione del 1755. 24. R. Cazalbigi, Disse
i Antonia. Figlia del precedente, fu dal patrigno Bacelli ammaestrata
nella
musica, e cantò, fanciulla, l’ultima parte in com
ere fatto qualche studio, si diede all’arte dell’intagliare in legno,
nella
quale riuscì un fine lavoratore. Appassionato del
lausi. » Nel Padre di famiglia di Diderot, nel Gustavo Wasa di Piron,
nella
Principessa filosofa e nel Moro dal corpo bianco
copio ; fu gran conoscitore di Storia civile, e si dilettò di poesia,
nella
quale, specie in quella del dialetto bolognese ri
i e di urla. Creò lo Zanarini al Valle di Roma la parte di Aristodemo
nella
tragedia di tal nome di Vincenzo Monti il 16 genn
L'attore principale in cui si concentra tutta la tragedia, si rivelò
nella
parola e nell’azione artista egregio. Parea di ve
sa compagnia la seconda tragedia di Vincenzo Monti Galeotto Manfredi,
nella
quale col solito grande successo lo Zanarini sost
lao ». Dopo quell’anno, desideroso di abbandonare le scene, si ritirò
nella
sua Bologna ov'era ancora la madre più che settan
ma il simbolico berretto. Anche Don Pietro, avutone ordine, l’innalzò
nella
piazzetta del villaggio ; ma nel cuor della notte
ontadini al par di lui intolleranti, e lieto dell’opera sua se n’andò
nella
vicina chiesetta a celebrar la messa. Ahimè ! Com
sa. Ahimè ! Compiuto il sacro ufficio, non avea messo ancora il piede
nella
piazza, che fu arrestato, e lì per lì, alzata acc
r Petronio Zanarini attore impareggiabile al Teatro di Sant’Agostino,
nella
Primavera dell’anno 1775 : Cingati omai de'suoi p
etto, fu comico egregio per le parti d’innamorato. Entrò giovanissimo
nella
Compagnia di Antonio Sacco e creò la parte di Far
nissimo nella Compagnia di Antonio Sacco e creò la parte di Farruscad
nella
Donna serpente di Carlo Gozzi. Passò poi in altre
altre compagnie di giro, e finalmente in quella di Onofrio Paganini,
nella
quale, a Vicenza, fu colto da siffatta emorragia
ovarsi. Contiamo tra gli errori l’essersi omessa la seguente nota (1)
nella
pagina 275, lin. 15, dopo le parole, e colla sua
, tutto appartiene al Francese, di cui per altro non si sono trasfuse
nella
commedia le grazie e le morali vedute. Non è nuov
echino acconciamente sul teatro i bei racconti di altri; ma s’incorre
nella
taccia di un plagio nel dissimularlo. Anche la Fa
Anche la Fanatica per ambizione del medesimo autore, di cui si parla
nella
pagina 277, prende l’argomento e lo scioglimento
Carpioni…… ? A questo comico è accennato
nella
seguente lettera interessantissima al Duca di Mod
. Passò a Napoli, il ’19, col Fabbrichesi ; che abbandonò per entrare
nella
Compagnia Nazionale Toscana, qual primo amoroso a
in società con Francesco Ciarli, che abbandonò ben presto, per entrar
nella
Compagnia di Giuseppe Moncalvo prima, poi in quel
lo condusse al sepolcro. Luigi Carrani fu attore pregevolissimo così
nella
tragedia come nel dramma e nella commedia. Le par
arrani fu attore pregevolissimo così nella tragedia come nel dramma e
nella
commedia. Le parti di Oreste, Polinice, Carlo nel
acquistò buon nome in ogni genere di recitazione, ma più specialmente
nella
rappresentazione di alcune parti di tragedia qual
lma, figlia del capocomico Tommaso Zocchi (V.), fu trattenuto ad arte
nella
Compagnia del futuro suoceto, della quale il Salv
lessandro a studiar belle arti all’Accademia di Firenze, si scritturò
nella
Compagnia di Bon e Berlaffa, conducendo seco il f
44), a fianco del quale egli sosteneva Achimelech nel Saul, Lusignano
nella
Zaira, Andrea nella Pamela nubile, ecc., oltre a
ale egli sosteneva Achimelech nel Saul, Lusignano nella Zaira, Andrea
nella
Pamela nubile, ecc., oltre a tutte le parti di pr
colte Nazioni che si sono rendute chiare per le cose operate o patite
nella
pace e nella guerra. Mirandole nel punto di vista
che si sono rendute chiare per le cose operate o patite nella pace e
nella
guerra. Mirandole nel punto di vista che discopre
ffre, fida nel sovrano che vigila per tutti, e conta ne’ casi avversi
nella
moderazione del vincitore; c ond’é che gli artist
cobi. L’argomento di questa tragedia, la quale conservasi manoscritta
nella
Biblioteca Estense138, sono le vicende del famoso
i, fu poscia per ordine dello stesso re ucciso139. Il marchese Maffei
nella
Verona Illustrata part. II parla eziandio di una
la città dopo molti secoli, secondo ciò che scrive l’istesso sulpizio
nella
dedicatoria delle sue note sopra Vitruvio fatta a
di quello secolo, cioé nel 1492 Carlo Verardi da Cesena, arcidiacono
nella
sua patria, e cameriere e segretario de’ brevi di
ma spinta a trattar anche sulla scena argomenti profani e in latino e
nella
natìa favella con più eleganza e sfoggio e con qu
che que’ tempi lo potevano in tal genere di composizione permettere,
nella
stessa guisa che i rozzi cori pastorali ed i semp
il Tiraboschi, conservarsene copia a penna, ma senza nome di autore,
nella
Biblioteca Estense, e Alberto da Eyb ce ne ha dat
zzi Ferrarese146 e niuno vi ebbe (dice l’eruditissimo Tiraboschi) che
nella
pompa di tali spettacoli andasse tant’oltre quant
sia fioriva in Italia nelle mani degli eruditi, si estinse totalmente
nella
Provenza, e cominciò in Parigi da’ misteri rozza
agona, marchese di Villena, ch’era una serenata, o favola allegorica,
nella
quale intervengono la giustizia, la pace, la veri
gli alemani verso la fine del secolo a tradurre Terenzio. Si conserva
nella
Biblioteca del Collegio di Zwickau un estratto di
o scorso godono di quello gran vantaggio ed onore che tanto influisce
nella
felicità degli stati. «Les talents endormis dans
Egli chiamossi non Veronensis, come dubita doversi leggere il Maffei
nella
Verona Illustrata part. II pag. 202 ma Veranensis
la terra di Vairano, di cui probabilmente Laudivio fu barone, situata
nella
campagna felice vicin di Marzano mia patria. 138
e mentovato Tiraboschi, bibliotecario del serenissimo duca di Modena,
nella
citata Storia tom. VI parte II lib. III cap. 3 pa
ia di Alfonso duca di Calabria, con Giovanni Galeazzo duca di Milano,
nella
quale la poesia, la musica, la meccanica, e la da
ne la descrizione, né la Farsa del Sannazzaro rappresentata in Napoli
nella
Sala di Castel Capoano nel 1492 né le feste di Ve
re in Milano, un magnifico teatro. 151. Veggasene una brieve analisi
nella
dissertazione premessa al Teatro Alemano compilat
n Battista. Comico reputatissimo per la maschera del Dottore, fiorito
nella
seconda metà del secolo xvii, di cui scrive Luigi
he recitava la parte di Dottore, e Galeazzo Savorini che gli successe
nella
maschera, non potrei citarne uno che avesse compi
tarne uno che avesse compiuto un corso di studi. » Lo vediamo il 1686
nella
Compagnia del Duca di Modena, di cui si è dato l’
tica, ci tolsero i patrj costumi ed il linguaggio, e ci trasformarono
nella
loro barbarie. Ed oh quanto tardi il tempo col so
i, le quali appena in tempo di guerra si congiungevano per bisogno, e
nella
pace nulla fra loro convenivano e poco si attenev
castella opposte ad ogni nemico domestico o straniero, delle quali e
nella
Spagna e nel regno di Napoli ed altrove scorgonsi
eria, ed allora trascuransi le arti, si deprava il gusto e si rientra
nella
barbarie5. L’Italia governata da’ savj pontefici
tri Italiani, produssero lo stabilimento del commercio in Italia come
nella
sua più nobil sede. E questa sorgente di ricchezz
ramonti ebbero più il carattere di follia che di giuoco. Era notabile
nella
cattedrale di Roano il dì di natale la sesta asin
notabile nella cattedrale di Roano il dì di natale la sesta asinaria,
nella
quale compariva Balaam su di un’ asina e varii pr
sia, e Virgilio e la Sibilla Eritrea e Nabucdonosor e i tre fanciulli
nella
fornace10. Correva il popolo volentieri alla fest
un, in Sens, in Viviers: in Inghilterra anche verso il 1530 trovavasi
nella
chiesa di Yorck un inventario, in cui si parla de
po la predica. Ma sino al principio del XIII secolo, fra tante poesie
nella
Piccardia, nella Provenza, nella Sicilia e nella
sino al principio del XIII secolo, fra tante poesie nella Piccardia,
nella
Provenza, nella Sicilia e nella Toscana, non si r
io del XIII secolo, fra tante poesie nella Piccardia, nella Provenza,
nella
Sicilia e nella Toscana, non si rinviene cosa ver
lo, fra tante poesie nella Piccardia, nella Provenza, nella Sicilia e
nella
Toscana, non si rinviene cosa veruna appartenente
nente al teatro. Si favella di tragedie e commedie di Anselmo Faidits
nella
poco esatta storia de’ poeti Provenzali del Nostr
onumento del secolo XIII. Nel 1230 si celebrò in Piacenza nel borgo e
nella
piazza di S. Antonino un giuoco, che nella cronac
rò in Piacenza nel borgo e nella piazza di S. Antonino un giuoco, che
nella
cronaca Piacentina16 così seccamente si enuncia:
della passione di N. S., siccome per lungo tempo continuò ad eseguire
nella
settimana santa20. Un’ altra rappresentazione de’
circa il 1445, e per gran parte del XVI seguitò esso a rappresentarsi
nella
stessa guisa, siccome attesta Andrea Fulvio23. Ve
ti drammi greci e latini potrà negarsi che si composero e recitaronsi
nella
Grecia e nel Lazio, e che rassomigliavano a quell
rosamente nome di vere azioni teatrali. Con tutto ciò debbono entrare
nella
storia drammatica come primi saggi che ricondusse
oliscono e per timore de’ Franchi e de’ Greci eleggesi di nuovo un re
nella
persona di Autari. Ma tendendo sempre la costituz
politica del regno di Napoli di Carlo Pecchia. 3. Degno di leggersi
nella
Storia della Letter. Ital. del Cavalier Tirabosch
per mostrare che gl’ Italiani erano a que’ tempi ignoranti e barbari
nella
lingua latina, adduce uno squarcio di una lettera
renti cagioni (dice l’anzilodato Inglese) erano concorse a conservare
nella
Spagna il governo feudale nel suo pieno vigore pi
braccia a croce, e di duelli. Vuole egli forse darci ad intendere che
nella
Spagna non aveano luogo i giudizj di Dio ed i due
ciò a parte. Poteva egli convincersi dei disordini del foro Spagnuolo
nella
compilazione meno antica intitolata Fuero Real fa
cato. Nella II al tit. 21 si parla in 25 leggi de’ duelli, e tra esse
nella
13 e 14 s’insegna il modo di fare i cavalieri e g
nella 13 e 14 s’insegna il modo di fare i cavalieri e gli scudieri; e
nella
21 si dice che gli antichi cavalieri combattevano
o il titolo 3 trattasi de los rieptos (delle disfide), e precisamente
nella
legge 4 si mostra in qual maniera debba eseguirsi
e valeva il cane. Or dove sono le once di carne divorate dall’augello
nella
parte più polputa del corpo? dove quel bacio sott
one di antiche poesie Inglesi uscita nel 1765 in Londra, e annunziata
nella
Gazzetta Letteraria di Parigi nel mese di gennajo
u pubblicata una legge, per cui i menestrels erranti si considerarono
nella
classe de’ mendici, de’ vagabondi, delle persone
t. IV della sua Storia e ragione d’ogni poesia, e dal P. Ireneo Affò
nella
Pref. dell’Orfeo del Poliziano. 20. V. le Rifles
III secolo. La pubblicazione poi degli Statuti di essa seguì nel 1584
nella
stessa Roma, cioè trecentoventi anni dopo dell’is
tutti ben conoscete i miei rimedj, poichè son gli stessi che spaccia
nella
piazza vicina il mio rivale, di cui io sono il fi
on averlo mai conosciuto :… e più inveiva contro di lui, più cresceva
nella
folla la compassione pel disgraziato ragazzo, di
o il mestiere del ciarlatano, aggregandosi a una Compagnia di comici,
nella
quale recitò le parti di Scapino. Passò poi al se
; e si recò in Francia. Tornato in Italia, fu accettato dal Riccoboni
nella
Compagnia del Duca di Orléans per le parti di Zan
llente. Pare, secondo il D’Origny, che egli esordisse il 21 settembre
nella
Grotte de Scapin, in cui prese il nome di Finocch
re dello Scapino, metto qui tradotte le parole del Riccoboni che sono
nella
sua Storia del teatro italiano a illustrazione de
tiro di Padova, sua patria, quando il Manzoni la sposò (1762). Esordì
nella
Compagnia di Pietro Rossi con parti di poca impor
rado sarebbe salita col volere e lo studio. Passò da quella del Rossi
nella
Compagnia di Onofrio Paganini, in cui progredì ra
cialmente quelle di Cleri nel Disertor francese, e della protagonista
nella
Gabbriella di Vergy, in cui la Manzoni raggiunse
ella di Vergy, in cui la Manzoni raggiunse il sommo dell’arte. Grande
nella
commedia, fu grandissima nel dramma. E tuttavia n
lui, di Antonio Piazza, il quale dopo di averla acerbamente giudicata
nella
Giulietta (1771), dicendo : …… ha una lettera di
l’incomparabile artista. Delle qualità della donna egli discorre così
nella
lettera dedicatoria : Quando dirò che una donna
639, figlio, forse, del precedente, si recò a Parigi come stipendiato
nella
Compagnia italiana. Dopo qualche anno di servizio
diato nella Compagnia italiana. Dopo qualche anno di servizio, esordì
nella
suite du festin de Pierre, il 4 febbraio 1673, co
ratelli Parfait (op. cit.). Qual posto occupasse Giuseppe Geratoni
nella
Commedia italiana non è facile determinare. La po
ome nel quadro de’Comici italiani dello stesso Watteau, che riproduco
nella
testata della lettera G, in cui egli è segnato a
dente, e figlia di Antonio e Lucrezia Marchesini, fu buona innamorata
nella
Compagnia Medebach al fianco di suo marito. Recat
iacenza il seguente sonetto che il padre Francesco Ringhieri pubblicò
nella
seconda edizione della sua tragedia Ortoguna, di
degli Eroi coturnati io son regina. Entrò di nuovo il '69 col marito
nella
Compagnia Medebach, e vi stette sino alla morte d
d’utero, lasciò la vita il 1775 col compianto de'buoni, e fu sepolta
nella
chiesa di San Gio. Grisostomo a Venezia.
fficienza l’arte del canto a quella della commedia. Trovavasi il 1781
nella
Compagnia di Antonio Camerani. Valenti Francesco
Rossi, De Sanctis, Teatro d’Arte, Rasi, Della Guardia, Pieri-Severi,
nella
quale ultima si trova oggi (1904). Francesco V
vero solitario. Il teatro e la casa sono le sue sole occupazioni ; e
nella
casa l’artista spesso e volentieri diventa lo sci
genza scrupolosa nello studio de' caratteri, sia per l’ingegno pronto
nella
loro interpretazione, sia per una certa vivacità,
tare nel '79 — tredicenne appena – con Annetta Pedretti. Passò quindi
nella
Compagnia Bellotti-Bon e Marini, diretta da suo z
da suo zio Cesare, in qualità di seconda amorosa ; fu successivamente
nella
stessa compagnia prima attrice giovine, in sostit
noni. Nel 1884 passò, con il ruolo assoluto di prima attrice giovine,
nella
Compagnia di Cesare Rossi, della quale era prima
PAGE 693 MANQUANTE] ch'egli dice senza lirico abbandono : prodigiosa
nella
sua semplicità. « Non mi chiedete – ella disse un
ispondenza assoluta dell’anima con lo stato della coscienza femminile
nella
triste e tormentosa ora che passa. » Fin qui dell
se creduto di avere smarrito la limpida visione, assorta perennemente
nella
ricerca di una perfettibilità, che è il tormento
violenza, pose con grazia squisitamente signorile la sua piccola mano
nella
mano tremante dell’incognito drammaturgo ; e, acc
o malore gli tolse la voce, obbligandolo ad abbracciar l’arte comica,
nella
quale riuscì non ispregievole attore. Esordì nell
iar l’arte comica, nella quale riuscì non ispregievole attore. Esordì
nella
Compagnia di Angelo Canova ; fu colla moglie, Mar
i Francesco Lombardi, con cui fece quasi tutto il giro della Sicilia,
nella
quale poi, a Noto, morì l’anno 1846.
Mazzotti Margherita. Attrice di bella rinomanza, fu
nella
giovinezza prima donna egregia ; egregia madre no
manza, fu nella giovinezza prima donna egregia ; egregia madre nobile
nella
maturità, e caratterista perfetta e unica nella v
egregia madre nobile nella maturità, e caratterista perfetta e unica
nella
vecchiezza. Nel 1827, vicina ai settant’anni, ser
: e si recò a recitare in Italia. Tornato nel 1750 a Parigi, rientrò
nella
Commedia Italiana, ove rimase fino al 15 marzo 17
e ottenne con una pensione di 1500 lire. Dieci anni avanti, recitando
nella
Camille Magicienne, commedia a soggetto di Carlo
un colpo di fuoco : che, avendolo visitato, trovò una piaga non lieve
nella
carne, alla parte esterna della coscia destra, ch
che il Balletti disse di aver ricevuta alla Commedia, mentre recitava
nella
Camille Magicienne, in cui si sparan colpi di fuc
er causa della ferita uno dei soldati, il quale, sostenendo una parte
nella
commedia, e dovendo sparare a polvere soltanto, p
Clavignano Sebastiano da Montefalco. Fiorì
nella
prima metà del decimosesto secolo. Recitò nella C
da Montefalco. Fiorì nella prima metà del decimosesto secolo. Recitò
nella
Cassaria e nella Lena dell’Ariosto ; poi, il 1541
iorì nella prima metà del decimosesto secolo. Recitò nella Cassaria e
nella
Lena dell’Ariosto ; poi, il 1541, nell’Orbecche d
one artistica e di squisito sentire, fu, per più anni, amorosa eletta
nella
Compagnia di Luigi Pezzana a fianco di Giovanni C
Luigi Pezzana a fianco di Giovanni Ceresa. Benchè difettosa alquanto
nella
pronuncia, potè passare con una recitazione calda
mpagnie di primo ordine, come della Sadowski, diretta da Luigi Monti,
nella
quale io l’ebbi collega affezionata, di L. Bellot
re intorno all’origine naturale delle lingue, ricerca importantissima
nella
storia dello spirito umano, ma come tutte le altr
Lascio finalmente agli altri le liti circa l’introduzione della rima
nella
poesia moderna, quantunque molte cose potrebbono
hiama trachea, indi assottigliandosi per la fessura della glottide, e
nella
cavità della bocca ripercuotendosi, esce poi dall
prima modificazione è quella che forma le lettere vocali, e consiste
nella
maggiore o minore apertura della bocca nel profer
d’inflessioni diverse nel proferirle, perché ogni inflessione diversa
nella
pronunzia apporta seco un nuovo tratto di espress
e diversa nella pronunzia apporta seco un nuovo tratto di espressione
nella
melodia: terzo, dove la pronunzia di essi suoni s
secondo tali determinati intervalli, che sono quelli che s’esprimono
nella
musica coi nomi di seconda, terza, quarta, quinta
alla nettezza e leggiadria del suono, il quale non esce assottigliato
nella
guisa che si richiede. Non dee averla nasale, per
Non dee averla nasale, perché facendosi una risuonanza troppo confusa
nella
cavità della bocca, e delle narici, il suono s’of
ado o non mai vadano d’accordo coll’intonazione, come spesso adiviene
nella
musica francese. Non ha d’avere dittonghi di suon
ndeterminato, e confuso, perché non avendo essi un valore determinato
nella
pronunzia, non possono né meno riceverlo dalle no
nti soli caratteri che s’annoverano nel toscano alfabeto, si ricavano
nella
pronunzia più di trentaquattro elementi. Le quali
taquattro elementi. Le quali diversità non vengono comunemente notate
nella
Lombardia, ma sono principalissime presso a’ tosc
molle e dolcissima sopra ogni credere. Non sò s’altra favella vi sia
nella
Europa, ove possano farsi otto versi paragonabili
avella vi sia nella Europa, ove possano farsi otto versi paragonabili
nella
mollezza a questi del Tasso: «Tentri sdegni, pla
stenere che fa la pronunzia, serve a dividere più esattamente i tempi
nella
musicale misura: ora battendo fortemente su alcun
avvertenza per non confonderle. Tanto l’una quanto l’altra consistono
nella
convenienza delle parole e de’ suoni colla natura
dalla quantità delle sillabe che formavano la parola stessa, laddove
nella
favella italiana i tempi del poetico ritmo non po
lta sì nelle rime che nei periodi, e più facile diviene la poggiatura
nella
cadenza. Misura altresì molte parole alla foggia
asferita al canto delle diverse successive inflessioni, che fa l’uomo
nella
voce ordinaria, allorché è agitato da qualche gra
più variate, e moltiplici quanto maggiore è la varietà degli accenti
nella
sua pronunzia; egli è per conseguenza chiarissimo
ù perfetta. Che se alcun m’opponesse che i vantaggi di sopra indicati
nella
lingua italiana appartengono all’accento prosodia
amento del recitativo divien tardo, noioso, e difficile. Al contrario
nella
poesia musicale italiana l’accento può liberament
ovvero sul fine quelle, ch’erano in principio. né avviene altrimenti
nella
lingua italiana. Prendete per esempio i due primi
gi hanno dovuto piegare sotto il furore delle conquiste, come si vede
nella
lingua francese, la quale altro non è, se crediam
più illustri, che un antico dialetto celtico diversamente alterato, e
nella
spagnuola tutta impastata di latino, e di gotico
eguito da gotiche, e longobardiche mischianze ha conservato nondimeno
nella
volgare favella l’originaria dolcezza di suono in
aissimo alla formazion delle lingue, così ancora mettono gran divario
nella
maniera di esprimer gli affetti non meno tra popo
r far ch’ei senta, dice con molto spirito il Montesquieu. Lo svizzero
nella
collera grida egualmente e fortemente, mantenendo
Perlochè è mirabile la vivacità, e l’evidenza, che osservasi non solo
nella
collera, ma anche nel discorso familiare, ovvero
rvasi non solo nella collera, ma anche nel discorso familiare, ovvero
nella
narrazione d’un fatto, per cui pigli qualche inte
dai Gotici e Latini avanzi che vi rimanevano nelle ruvide desinenze,
nella
sintassi poco ben istabilita, nelle articolazioni
a; che quasi tutti i vantaggi insomma, che sono stati da me osservati
nella
lingua italiana circa la netezza de’ suoni, gli a
la netezza de’ suoni, gli accenti, e la prosodia si trovano appuntino
nella
spagnuola, come si dovrebbe da un filosofico, e i
liosamente sulla faccia della terra. Me felice! Che avrò per compagno
nella
derisione, siccome lo ho nel sentimento, un autor
Colomberti Carolina. Figlia del precedente, nacque in Cagliari
nella
quaresima del 1818. Dopo aver fatto i primi passi
po aver fatto i primi passi nell’arte come ingenua e generica giovine
nella
Compagnia che suo padre conduceva in società con
padre conduceva in società con Gaetano Martini il 1830, entrò il 1833
nella
Compagnia di Romualdo Mascherpa qual prima donna
ti Tommaso. Bolognese, figlio del precedente. Lo vediam terzo amoroso
nella
Compagnia di Giuseppe Imer ; e dice il Goldoni ch
ole caricatura. Anche il Bartoli dice che travagliò con molto spirito
nella
maschera del Dottore e fu conosciuto per un ottim
dall’ Imer, fu a Napoli al servizio di Don Carlo. Passò poi a Venezia
nella
Compagnia di Girolamo Medebach, e in essa, passan
compagnia d’infimo grado, ed esordì, comico, lo stesso anno a Mestre
nella
Compagnia di Giovanni Battista Zoppetti, in cui s
uella di certo Bosello. Fu il’50 con Luigi Duse ; e il '51 fu accolto
nella
grande arte, nella Compagnia lombarda, condotta d
llo. Fu il’50 con Luigi Duse ; e il '51 fu accolto nella grande arte,
nella
Compagnia lombarda, condotta da Alamanno Morelli,
triennio '83-'84-'85, si scritturò per l’ultima volta come brillante
nella
Compagnia di Giuseppe Pietriboni. Morto il Vestri
Vergnano Corrado, torinese, fu uno de' più egregi artisti brillanti
nella
prima metà del secolo xix, per la correttezza e l
za e la nobiltà de' modi. Il Diplomatico senza saperlo e il Ballandar
nella
Catena di Scribe, il Bugiardo e altre parti di si
naturalmente, parlando, e nessuno glie ne tien conto. » E il Sossaj,
nella
sua cronaca (Teatro Comunale di Modena, autunno d
stramente sottrarsi colla fuga, terminata che ebbe la parte che aveva
nella
comedia. » – Si recitava quella sera il 4° atto d
de' Filodrammatici, diretta allora dal Morelli, ed esordì il '55-'56
nella
Compagnia di Adelaide Ristori, in cui stette oltr
al principio del '61 Angelo Vestri e passando ai Fiorentini di Napoli
nella
Compagnia di A. Alberti. Fu il '62 e '63 prima at
trice giovine, il '64-'66 al Fondo di Napoli con Majeroni, il '67-'69
nella
Compagnia di suo marito in società con Pezzana, i
e di suo marito, e l’ '81 e l’ '82 con Emanuel. Entrato poi il Vestri
nella
Compagnia Nazionale, dove non era alcun posto per
i arte drammatica fatte da A. Bon a’ filodrammatici di Padova. Esordì
nella
Compagnia di Alessandro Monti e del noto meneghin
ille Dondini. Il ’67, fu di nuovo con Tommaso Salvini, per entrar poi
nella
grande Compagnia di Bellotti-Bon, a sostituirvi c
rive – cominciò quel « periodo per me indimenticabile, in cui non so,
nella
gara, se vincesse il merito degli artisti, o l’en
ttore in sostituzione di Ceresa, e vice-direttore sotto Paolo Ferrari
nella
Compagnia Nazionale. Nell’ ’85 si unì in società
l Bertoni e dalla Tessero. Dall’ ’88 all’ 89 entrò in Compagnia Maggi
nella
nuova qualità di generico primario, poi in quella
dettero maggior fama furon quelle di Nerone e di Antonio nel Nerone e
nella
Cleopatra del Cossa, ch’egli creò. Vale la pena c
i verso il 1644, perchè il 9 gennaio dell’anno seguente fe'battezzare
nella
chiesa di Saint Germain-l’Auxerrois, un figlio pe
(comica anch'essa, sotto nome di Lucilla, che recitò molto applaudita
nella
Finta pazza di Giulio Strozzi), tenutogli a batte
si trouaua in modena che haueua seguito lucilla moglie di Triuellino
nella
quale è fieramente inamorato, parti la mattina su
i. Tornò poi nel '53 a Parigi (vedi il brano di lettera del 16 agosto
nella
Muse historique di Loret, riferita al nome di Ada
Morì a cinquantotto anni il 26 aprile del '71 e fu sepolto il dì dopo
nella
chiesa del convento dei Grands-Augustins. Era nat
e della Muse historique di Loret, così annunzia la morte di Locatelli
nella
sua lettera del 2 maggio 71 : La Parque souvent
omico, il che è raro, dacchè i cantanti, maschi e femmine, confidando
nella
durata della lor voce, trascuran l’arte della sce
ca, al recitare, e all’arte del bulino, che essa prediligeva. Entrata
nella
Società filodrammatica romana, fu subito assunta
tole il Pezzana, dietro suggerimento del Morelli, che avevala sentita
nella
Suonatrice d’Arpa, di andar nella sua Compagnia a
to del Morelli, che avevala sentita nella Suonatrice d’Arpa, di andar
nella
sua Compagnia a prendervi il posto di Amalia Fuma
ivorno a Firenze, nel Teatro Niccolini, acclamatissima sempre, specie
nella
Medca, e dopo un anno tornò a Roma al Mausoleo d’
iro in Europa, festeggiatissima al fianco della gloriosa artista. Era
nella
Compagnia il giovane Erminio Pescatori, che aveva
gurio doppiamente splendido di futuri trionfi. Esordì come amoroso
nella
Compagnia Tassani ; poi passò in quella di Gustav
rivabene ; Salvini, Rossi, Vestri ed altri. Nel ’54 sostituì il Pieri
nella
Compagnia Reale Sarda, ed ecco che ne dice E. Ros
lia. Ma torniamo alla sua Compagnia unica, la vera Compagnia modello,
nella
quale egli era tuttavia per viscomica, per finezz
quegli artisti, tranne più quà, più là, di Cesare Rossi, grandissimo
nella
parte di Cesare ; ma una assai chiara ne serbo di
corre al galoppo, e si vuol salutare una dama che s’incontra distesa
nella
sua calèche, non si fa, come vidi fare a lei, un
di Torino 1 settembre ’77, che sotto la celia gentile ben compendia,
nella
infinita modestia del geniale poeta, le grandi qu
diventaron prime parti assolute non grandi, quelli stessi artisti che
nella
Compagnia unica furon parti non assolute grandiss
ta le piaghe dell’arte, chiamandone il Governo responsabile unico ; e
nella
tema che le varie Commissioni rigettassero i suoi
te sopra il veneto foro. Gran genio aveva il Bellotto per esercitarsi
nella
maschera da Pantalone ; però, travestito in quell
ntalone, a cui era tanto inclinato. Avanzandosi in meriti, fu accolto
nella
Compagnia d’Antonio Marchesini ; e quindi in quel
i quelle Nazioni che si renderono chiare per le cose operate o patite
nella
pace e nella guerra. Mirate dal punto che discopr
oni che si renderono chiare per le cose operate o patite nella pace e
nella
guerra. Mirate dal punto che discopre i loro prog
oriero dell’aureo seguente divenne l’Italia l’emporio del sapere, chi
nella
propria casa non vide spuntare altrettanta luce,
Aragona in Napoli; e i Misteri della Passione ivi fatti rappresentare
nella
Chiesa di santa Chiara con magnifiche decorazioni
lla Chiesa di santa Chiara con magnifiche decorazioni dal medesimo re
nella
settimana santa l’anno 1452, in cui venne in ques
o duca di Calabria con Giovanni Galeazzo Maria Sforza duca di Milano,
nella
quale, per quanto vedesi presso il Corio ed altri
utore al pontefice Sisto IV, della quale fa menzione il lodato Maffei
nella
Verona illustrata. Altra tragedia latina in vers
o da Este compose Laudivio cavaliere Gerosolimitano nativo di Vezzano
nella
Lunigianaa, il quale appartenne alla famiglia Zac
si uccida, e la di lui eloquenza prevale. Si vede poscia il Piccinino
nella
prigione. Il carnefice viene ad intimargli l’ordi
ntare un’altra tragedia. Secondo ciò che ne scrive lo stesso Sulpizio
nella
dedicatoria delle sue Note sopra Vitruvio al card
Verardo da Cesena nato nel 1440 e morto nel 1500, che fu arcidiacono
nella
sua patria e cameriere e segretario de’ Brevi di
imate delle Spagne Pietro Mendoza, e l’intitolò tragicommedia. Dicesi
nella
dedicatoria che fu ascoltata con sommo applauso d
di Lepido comico poeta antico. Alberto da Eyb ne inserì molti squarci
nella
Margarita Poetica, ma chiamò l’autore Carlo Areti
b Una ne presentò al nominato Leonello succeduto al padre nel 1441,
nella
quale confabulavano le massarizie di cucina, seco
simo Decembrio. Un’ altra in prosa intitolata Philogenia c trovasi ms
nella
R. Biblioteca di Parigi e nella Vaticanad, e nell
sa intitolata Philogenia c trovasi ms nella R. Biblioteca di Parigi e
nella
Vaticanad, e nell’Estense benchè senza nome dell’
, e nell’Estense benchè senza nome dell’autoree Quella che ne vidi io
nella
Biblioteca di Parma s’intitola Ephigenia a Secco
arenza diversa da quella dell’atto IV. Dovè dunque cangiarsi la scena
nella
guisa che oggi avviene ne’ drammi musicali, serve
rore in che è avviluppato il fragil et volubil sexo femineo, la quale
nella
Drammaturgia dell’Allacci s’intitola Errore femin
ma il cavaliere Antonio Planelli seguito poscia dal Tiraboschi, ed io
nella
Storia de’ Teatri che produssi in un solo volume
drammatica fu il rinomato calabrese Pomponio Leto. Per quanto leggesi
nella
Vita di lui composta da Marcantonio Sabellico, co
spasiano ferraresea; e niuno vi ebbe (dice Girolamo Tiraboschi) che
nella
pompa di tali spettacoli andasse tant’oltre quant
ta anche dal Tiraboschi il quale di altre farse sacre fa pur menzione
nella
pag. 183 nella parte II del t. VI della sua Stori
raboschi il quale di altre farse sacre fa pur menzione nella pag. 183
nella
parte II del t. VI della sua Storia della Lett. I
b. De Politia literaria p. 60. c. Moltissimi passi se ne allegano
nella
Parte II, c. 17 della Margarita Poetica. d. Vedi
e di una terza del 1513 di Venezia, ed a questa seguì la quarta fatta
nella
medesima città nel 1518. a. Ne favella il Quadri
i quelle nazioni che si renderono chiare per le cose operate o patite
nella
pace e nella guerra. Mirate dal punto che discopr
oni che si renderono chiare per le cose operate o patite nella pace e
nella
guerra. Mirate dal punto che discopre i loro prog
oriero dell’aureo seguente divenne l’Italia l’emporio del sapere: chi
nella
propria casa non vide spuntar altrettanta luce, s
Aragona in Napoli; e i misteri della Passione ivi fatti rappresentare
nella
chiesa di Santa Chiara con magnifiche decorazioni
lla chiesa di Santa Chiara con magnifiche decorazioni dal medesimo re
nella
settimana santa l’anno 1452, in cui vennevi Feder
o duca di Calabria con Giovanni Galeazzo Maria Sforza duca di Milano,
nella
quale, per quanto vedesi presso il Corio ed altri
utore al pontefice Sisto IV, della quale fa menzione il lodato Maffei
nella
Verona illustrata. Un’ altra tragedia latina in v
te fu composta da Laudivio cavaliere Gerosolimitano nativo di Vezzano
nella
Lunigiana49, il quale fu della famiglia Zacchia e
si uccida, e la di lui eloquenza prevale. Si vede poscia il Piccinino
nella
prigione. Il carnefice viene ad intimargli l’ordi
tare un’ altra tragedia. Secondo ciò che ne scrive lo stesso Sulpizio
nella
dedicatoria delle sue Note sopra Vitruvio al card
Verardo da Cesena nato nel 1440 e morto nel 1500, che fu arcidiacono
nella
sua patria e cameriere e segretario de’ Brevi di
imate delle Spagne Pietro Mendoza, e l’intitolò tragicommedia. Dicesi
nella
dedicatoria che fu ascoltata con sommo applauso d
di Lepido comico poeta antico. Alberto da Eyb ne inserì molti squarci
nella
Margarita Poetica, ma chiamò l’ autore Carlo Aret
53. Una ne presentò al nominato Leonello succeduto al padre nel 1441,
nella
quale confabulavano le masserizie di cucina, seco
brio. Un’ altra in prosa intitolata Philogenia 54 trovasi manoscritta
nella
R. Biblioteca di Parigi e nella Vaticana55, e nel
ata Philogenia 54 trovasi manoscritta nella R. Biblioteca di Parigi e
nella
Vaticana55, e nell’Estense benchè senza nome dell
nell’Estense benchè senza nome dell’autore56. Quella che ne ho veduta
nella
Biblioteca di Parma s’intitola Ephigenia 57. Secc
arenza diversa da quella dell’atto IV. Dovè dunque cangiarsi la scena
nella
guisa che oggi avviene ne’ drammi musicali, serve
più innamorarsi d’ alcuna donna; ed era questo un natural sentimento
nella
disperazione in cui si trovava. Ma dovea il Poliz
e in che è avvilupputo il fragil & volubil sexo femineo, la quale
nella
Drammaturgia dell’Allacci s’intitola Errore femin
drammatica fu il rinomato Calabrese Pomponio Leto. Per quanto leggesi
nella
di lui Vita composta da Marcantonio Sabellico, co
Tito Vespasiano Ferrarese63, e niuno vi ebbe (dice il Tiraboschi) che
nella
pompa di tali spettacoli andasse tant’oltre quant
citata dal Tiraboschi, il quale di altre farse sacre fa pur menzione
nella
p. 183 della parte II del t. VI. 45. Vedine il t
53. De Politia literaria p. 60. 54. Se ne allegano moltissimi passi
nella
Par. II, c. 17 della Margarita Poetica. 55. V. l
eduto il cavalier Planelli seguito indi dal Tiraboschi ed anche da me
nella
Stor. de’ Teat. del 1777. Volendo però io, per le
che se ne fece in Venezia nel 1513, ed a questa seguì la quarta fatta
nella
medesima città nel 1518. 68. Ne favella il Quadr
iamata a sostituirla ; e tanto piacque al pubblico, che fu confermata
nella
Compagnia col ruolo assoluto di prima donna. Fu
ndi di Padova, col titolo : Appunti per la Storia de’ teatri padovani
nella
seconda metà del secolo XVIII. Chiari figli d’E
affermò per modo che fu proclamata un vero miracolo artistico. Grande
nella
commedia di Goldoni dialettale e italiana, grande
stico. Grande nella commedia di Goldoni dialettale e italiana, grande
nella
tragedia, grande nel dramma. Ritirati dall’arte i
ella Scala che le negava il diritto di pretender la parte di Rosmunda
nella
tragedia omonima di Alfieri, anzichè quella di Ro
lattia che la toglieva per sempre alle scene, relegandola collo sposo
nella
sua villa di Avesa, presso Verona, che dovette pu
asser le sembianze in vario costume. Andato il Colomberti a visitarla
nella
sua villa di Avesa, riferisce ne’ suoi scritti in
ianze che abbiamo del valore di lei ; fra cui quella del Sografi, che
nella
prefazione alle sue Inconvenienze teatrali (Padov
onvenienze teatrali (Padova, Bettoni, 1816) scriveva : Si distinsero
nella
esecuzione di questo non facile a rappresentarsi
ppresentarsi componimento moltissime attrici ed attori. Tra le prime,
nella
parte della Genovese Tatà, la prediletta mia Anna
1797) : A quel meraviglioso accoppiamento di comici pregi, che forma
nella
signora Anna Fiorilli-Pellandi il prodigio della
ore per le tragedie (quello per le commedie era il celebre De Marini)
nella
Compagnia Reale istituita dal Principe Eugenio Be
presa Paganini. Le sue più grandi creazioni furono Aristodemo, Icilio
nella
Virginia, Arminio del Pindemonte, e l’Egisto tant
il Blanes di alta e bella persona : i capelli aveva biondocastagni, e
nella
fisionomia maschia ricordava alcun poco il Foscol
Pellandi atterrita dal fatto, e dal pensiero che un giorno o l’altro,
nella
veemenza delle passioni, potesse anch’ella riport
re, e gli amici desiderare. E qui intende l’Abate de l’Epée e Ciniro
nella
Mirra. Il Bonazzi (Gustavo Modena e l’arte sua,
se si vide in teatro ieri sera (1803, 2 Aprile). a PELLEGRINO BLANES
nella
tragica arte insigne perfetto di natura imitatore
certo contribuiva la perfezione dell’esteriorità, se così posso dire,
nella
quale son raccolti l’abbigliamento, il portamento
si trovava ogni sera di fronte a un quadro nuovo e meraviglioso, come
nella
Gerla di Papà Martin, nel Romanzo di un giovine p
o, come nella Gerla di Papà Martin, nel Romanzo di un giovine povero,
nella
Patria…. Che Sarançon, che Marchese De la Roque,
si diede all’arte comica giovanissimo. Dopo di avere aiutato la madre
nella
sua professione, entrò nella Compagnia di Giusepp
anissimo. Dopo di avere aiutato la madre nella sua professione, entrò
nella
Compagnia di Giuseppe Lapy, in cui divenne in poc
to dalle dame di ogni città. Morto il padre Lapy, passò con la moglie
nella
Compagnia di Maddalena Battaglia, ove stette sino
Modena, e si trovò il ’99 in Napoli, allo scoppio della rivoluzione,
nella
quale, entrato il Cardinal Ruffo e alzato il pati
so. Passata, benchè ancor giovane, nel ruolo di seconda donna e madre
nella
Compagnia Reale di Salvatore Fabbrichesi (V.), se
ore Fabbrichesi (V.), seppe serbare coll’ arte sua la bella rinomanza
nella
quale era salita come prima donna. Dovendosi rapp
de creazioni dell’arte. Lasciato poi il Fabbrichesi, l’Angelini entrò
nella
Compagnia Rafstopulo, in cui poco dopo morì a 50
dicembre 1869, lasciò a mezzo gli studi tecnici per entrare in arte,
nella
quale, dopo ottime prove nella Filodrammatica cre
gli studi tecnici per entrare in arte, nella quale, dopo ottime prove
nella
Filodrammatica cremonese sotto la direzione dell’
; terminato il quale egli assumerà il ruolo di primo attore assoluto
nella
nuova Compagnia di Leigheb e Reiter. Prestante de
e gli spettacoli scenici, gli promosse in Roma come gli avea favoriti
nella
sua patria; e ciò bastò per eccitare i più grand’
pose la Dolotechne, e Giovanni Armonio Marso la Stephanium commediaa,
nella
quale fece egli stesso da attoreb. Antonio Mureto
edia cominciò a favellare con dignità e decenza. L’argomento consiste
nella
prigionia di Danae nella torre di bronzo, e nella
con dignità e decenza. L’argomento consiste nella prigionia di Danae
nella
torre di bronzo, e nella discesa di Giove in essa
’argomento consiste nella prigionia di Danae nella torre di bronzo, e
nella
discesa di Giove in essa convertito in pioggia d’
IV. Ammirasi in quest’atto il racconto della pioggia d’oro penetrata
nella
torre pieno di eleganza e di vaghezza, che viene
tto V. Si narra in esso come al sospettoso Acrisio sembra aver veduto
nella
finestra della torre il capo di Danae con quello
i Napoli anzi dell’Italia, per lo studio che ebbe di recare egli solo
nella
latina favella molte delle più pregevoli favole g
ella morte del re e della figliuola, nel quale però si è il Cosentino
nella
conchiusione astenuto dalle sentenze accumulate d
ientem anguibus. Desta tutto il terrore la riconoscenza di Agave che
nella
pretesa testa del leone ucciso ravvisa quella del
e dovuto Seneca o qual altro sia stato l’autore della Tebaide, recare
nella
lingua del Lazio, senza i difetti di stile che gl
ripide. Per nostro avviso niuna delle bellezze originali si è perduta
nella
versione del Cosentino. Vi si vede con somma natu
Vicende della Coltura delle Sicilie. Spicca parimente il di lui gusto
nella
scelta fatta nel tradurre l’Elettra. Delle tre gr
zione di Tifeo atterrato dal fulmine di Giove e sepolto sotto l’Etna,
nella
narrazione fatta da Prometeo de’ beneficii da lui
conobbe in Roma, tutti lo chiamano Tommaso. b. Di lui vedi l’Eritreo
nella
Pinacoteca, il conte Mazzucchelli t. II, p. ii,
si venne al 1799, e al Vestri toccò la sorte di tanti giovani, forse,
nella
fiamma di amor della patria, un po' troppo audaci
ogni classe di pubblico. Da quella del Bianchi passò il 1809, socio,
nella
Compagnia del Dorati, e da questa il 1812, scritt
latria che i romani avevan per lui ; e, proprietario di due Compagnie
nella
stessa Roma, impresario del Teatro Apollo per la
ta nuova del Vestri, il quale, chiamato dal Fabbrichesi a sostituirlo
nella
Compagnia Reale ai Fiorentini, ov'era ancora il c
assò il '29 dopo la morte del Righetti alla Real Compagnia di Torino,
nella
quale stette fino al '41, per andare come attore
lato, piangente dall’altro, che offerse a Bologna, e che fu collocato
nella
Galleria degli Angeli. Sul cippo è la seguente is
asi proverbiale. Certo a quella non corrispose l’ordine, l’equilibrio
nella
condotta ; chè, incurante del danaro e del domani
evole sproporzione. Piacevole fisonomia ; negli occhi, nelle labbra e
nella
fronte, potenza di esprimere le più interne commo
tenza di esprimere le più interne commozioni dell’animo, senza stento
nella
severità o nella tenerezza, senza sconcezze nel r
e le più interne commozioni dell’animo, senza stento nella severità o
nella
tenerezza, senza sconcezze nel ridicolo ; sì che
à ch' ei vestiva : non lo vedevi dardeggiare gli sguardi nei palchi o
nella
platea, mentre l’altro attore ch'era in scena con
i soggetti che tratta, ma serba intatta una parte per farsi conoscere
nella
sua essenza, che mai non muta. Però non manca chi
movenze : pur v'è chi risponde esservi in lui la stessa monotonia che
nella
natura. Se in generale fosse men nobile ne' suoi
Francesco Righetti (op. cit.), proprio al tempo in cui il Vestri era
nella
Compagnia Reale Sarda, accusandone piuttosto il p
mpresario Pietro Somigli, in cui è accennato al come si trovasse male
nella
Real Compagnia di Torino : alla quale si riferisc
festare il motivo. » Recitando egli nel R. Teatro del Giglio in Lucca
nella
primavera dell’anno 1826, gli ammiratori del suo
1796, nè fu men celebre di Francesco, poichè se a lui non si accostò
nella
tragedia, lo uguagliò nel dramma, e lo superò nel
ui non si accostò nella tragedia, lo uguagliò nel dramma, e lo superò
nella
commedia. Di bella figura, se bene alquanto esile
men stranamente. Alessandro Lombardi, in una cena di amici a Trieste
nella
primavera del 1820, forse un po'alterato dal vino
ccettando le conseguenze, qualunque esse si fossero. Giunto a Trieste
nella
primavera del '24, si riaffacciarono i sintomi de
a con gran merito sotto la maschera di Pantalone. Fu il 1733 a Milano
nella
Compagnia del ciarlatano Bonafede Vitali (V.), de
li ci narra che la somiglianza de' due artisti era tale, specialmente
nella
voce, che molti credettero, e ne fecero scommessa
essa, non esser altro il Rubini che lo stesso Garelli. In La Clemenza
nella
Vendetta egli sostenne, il '36, con grandissimo o
bile attore fe'si, che di tal commedia non si è parlato più oltre. E
nella
Introduzione per la prima recita dell’autunno del
n Porporato si compose l’Adonia lodato dal Crescimbeni. Più tardi poi
nella
medesima città si ammirarono le maravigliose inve
di macchine eseguita nel 1639 sotto il vicerè Ferrante Afan de Ribera
nella
sala del real palazzo di Napoli, nel passar che v
eti, ma il genere stesso era tuttavia nell’infanzia. Il Chiabrera che
nella
lirica poesia aveva gloriosamente calcato uu sent
gli Assiri, se crediamo ad Ammiano Marcellino, Semiramide introdusse
nella
sua reggia l’uso di mutilare i cortigiani, allorc
si sono perpetuati, e ad onta della ragione e del buon senno non solo
nella
China, nella Turchia e nella Persia, dall’abjezio
tuati, e ad onta della ragione e del buon senno non solo nella China,
nella
Turchia e nella Persia, dall’abjezione della schi
della ragione e del buon senno non solo nella China, nella Turchia e
nella
Persia, dall’abjezione della schiavitù più umilia
ella schiavitù più umiliante passano a’ posti ragguardevoli non solo
nella
decadenza dell’Impero molti di essi divennero con
ti ignorassero che sin dal XVI secolo, tanto abbondassero gli eunuchi
nella
penisola di Spagna, quando una bolla di Sisto. V
strati. Noi nel nostro secolo XVIII ne abbiamo avuti luminosi esempli
nella
Cuzzoni, nella Tesi, nella Faustina, nell’Astroa,
nostro secolo XVIII ne abbiamo avuti luminosi esempli nella Cuzzoni,
nella
Tesi, nella Faustina, nell’Astroa, nella Mingotti
lo XVIII ne abbiamo avuti luminosi esempli nella Cuzzoni, nella Tesi,
nella
Faustina, nell’Astroa, nella Mingotti, nella Gabr
inosi esempli nella Cuzzoni, nella Tesi, nella Faustina, nell’Astroa,
nella
Mingotti, nella Gabrieli, nella Toti, nella Bandi
lla Cuzzoni, nella Tesi, nella Faustina, nell’Astroa, nella Mingotti,
nella
Gabrieli, nella Toti, nella Bandi, nella Correa S
la Tesi, nella Faustina, nell’Astroa, nella Mingotti, nella Gabrieli,
nella
Toti, nella Bandi, nella Correa Spagnuola. Soprat
la Faustina, nell’Astroa, nella Mingotti, nella Gabrieli, nella Toti,
nella
Bandi, nella Correa Spagnuola. Soprattutto quale
nell’Astroa, nella Mingotti, nella Gabrieli, nella Toti, nella Bandi,
nella
Correa Spagnuola. Soprattutto quale concepibile s
asi tutti al di sotto del mediocre, se si riguardi ai pregi richiesti
nella
poesia rappresentativa. Furono i loro drammi nota
iato da Benedetto Menzini sotto il nome di Curculione a Egli fu poeta
nella
corte di Toscana, e morì all’improvviso nel sette
rruccì siciliano autore della Stellidaura impressa nel 1678 e cantata
nella
sala de’ vicerè in Napoli e dell’Epaminonda impre
le passioni de’ personaggi principali dell’opera eroica. a. Eritreo
nella
Pinacoteca. a. Vedi specialmente la Satira III.
guente con Romualdo Mascherpa, poi di nuovo colla società Colomberti,
nella
quale, come abbiam detto, sposò Alessandro Monti.
andonò mai il marito, sostenendo con decoro il ruolo di prima attrice
nella
propria compagnia, e passando poi a quello di mad
ata nel canto, e rivelandole poi i misteri della Commedia improvvisa,
nella
quale essa fece in breve sorprendenti progressi.
indefesso, il 15 aprile del 1758, esordì all’I. R. Teatro della Città
nella
nuova commedia a trasformazioni di suo marito, in
ubblicato a Francoforte da Rütten e Loening il 1899). Anche il Veilen
nella
sua Storia dei Teatri di Vienna (Cap. III, pag. 1
innasiali e liceali, poi si recò all’ Università di Padova, inscritto
nella
Facoltà di Legge. Non ancora spirato il secondo a
zioni, dicono, dalla celebre Pellandi, e in cui fece prova eccellente
nella
filodrammatica della sua patria, si scritturò pri
ente nella filodrammatica della sua patria, si scritturò primo attore
nella
Compagnia di Marco Fiorio, di cui era prima attri
ze, ove morì il 12 gennaio del 1894. Il Colomberti dice che mentr'era
nella
Compagnia di lui il 1859 come generico primario,
Il Proscenio e La Platea, Firenze, 1845) fu de' suoi più acri censori
nella
condanna aperta, senza mezzi termini, or de' cont
nel Galeotto Manfredi di Monti. Fu primo attore a vicenda col Chiari
nella
Compagnia Calloud, Fusarini e Marchi per l’anno 1
olomberti, Internari e Fumagalli. Era il 1854 al Politeama di Firenze
nella
Compagnia Pezzana : vi rappresentava lo Zigo nel
oi col Domeniconi, colla Petrelli e Fabrizi sino al ’56, in cui tornò
nella
Compagnia di Luigi Pezzana, col quale stette tutt
Guagni Giuseppe, nacque a Firenze il 1802, ed esordì
nella
Compagnia sociale di Gaetano Colomberti e Giacomo
omeniconi e restarvi sino al’ 40 colla moglie servetta, per andar poi
nella
Compagnia di Carlo Re ad assumere il posto di sec
era in riposo, andò a sostituirlo in Compagnia di Romualdo Mascherpa,
nella
quale stette fino alla morte di lui, avvenuta a T
Guazzetto. « Comico, che sosteneva la parte di primo Zanni
nella
Compagnia de’Comici Affezionati. È lodato nel lib
omici Affezionati. È lodato nel libretto della Scena illustrata, dove
nella
lettera dedicatoria così di lui si ragiona. Guazz
ssunto nel xvii secolo questo nome, e Guazzetto, primo Zanni, abbiamo
nella
Compagnia del Serenissimo di Modena per l’anno 16
i gli amorosi per darsi tutto allo studio della maschera di Brighella
nella
quale riuscì mirabilmente, tanto che fu dal Fiori
ondini, sotto la direzione di Cesare Dondini, prima attrice assoluta,
nella
qual Compagnia sposatasi a Giacomo Brizzi, passò
Bologna, Livorno, Padova, trascinando il pubblico all’entusiasmo, che
nella
primavera del’55 al Valle di Roma diventò esaltaz
ra del’55 al Valle di Roma diventò esaltazione, delirio. Entrò il ’60
nella
Compagnia di Luigi Domeniconi ; diventò socia il
fortunato se avessi nel mio paese un’interprete come voi…. » Nè solo
nella
interpretazione della Signora dalle Camelie, ma i
guagliasse, nè chi le si accostasse. Ho detto tragico-romantiche :
nella
tragedia classica a lei mancava la fibra. E se, d
iva e potente, quasi cruda. In questi contrasti, che parevano cercati
nella
poetica di Victor Hugo, era il massimo prestigio
ligata dell’epoca e che il Taine ci ha così stupendamente risuscitata
nella
sua storia del Vecchio regime. Ciò doveva accader
e l’esuberanza del sentimento. Nella Piccarda Donati era seducente :
nella
Vita color di rosa era meravigliosa ; nella Dama
da Donati era seducente : nella Vita color di rosa era meravigliosa ;
nella
Dama dalle Camelie era ammaliatrice ; nella trage
i rosa era meravigliosa ; nella Dama dalle Camelie era ammaliatrice ;
nella
tragedia Saffo, del Marenco, era immensa ; nella
e era ammaliatrice ; nella tragedia Saffo, del Marenco, era immensa ;
nella
Pia de’ Tolomei era sublime ! In questa tragedia
arte : troppo contenuto in uno sdrucito recipiente. Chi la ricorderà
nella
Vita color di rosa, nella Donna in seconde nozze
n uno sdrucito recipiente. Chi la ricorderà nella Vita color di rosa,
nella
Donna in seconde nozze di Giacometti, e nella Sig
lla Vita color di rosa, nella Donna in seconde nozze di Giacometti, e
nella
Signora dalle Camelie ? Ben pochi, forse nessuno
per mostrar quanto può natura ed arte. Cecchini Pier Maria. Celebre
nella
Commedia dell’arte col nome di Frittellino, nacqu
novaro e di quell’Austoni (Battistino) che diventò poi amministratore
nella
Compagnia da lui diretta. Lo troviamo sul finir d
perdonò più : e mostrò la sua superiorità morale, uscendo trionfante
nella
lotta. Così, dopo tante assicurazioni di buona ri
!!! Che smacco ! E che accasciamento !… E come se ne doleva col Duca
nella
lettera che qui diamo riprodotta autograficamente
nze dell’uno trovan sempre a riscontro le lagnanze dell’ altro. Però,
nella
interessantissima lettera dello Scappino Gabbriel
lano. Le cagioni della morte del De Vecchi sono chiaramente spiegate,
nella
dedicatoria al Marchese Ottavio di Scandiano dell
illo imperiale, lo estolleva sopra al numero de’ Cittadini, ponendolo
nella
schiera de’ gentil’ huomini et pretendenti, come
o sul Primo e Secondo Servo : è cosa molto necessaria et molto dovuta
nella
comedia che dopo la parte di un servo astuto et i
le : il far un esercizio che non si abbia mai imparato. Abbiam dunque
nella
sostanza un Brighella che ha semplicemente mutato
essante del Cecchini giace tuttavia inedita, per quanto io mi sappia,
nella
Biblioteca di Torino. Essa ha per titolo : Discor
one in generale a chi recita Comedie. Molte volte, come nel gesto, o
nella
voce, ti vien fatto di trovar parole e frasi già
quella spezie di gente, di che fa menzione l’eccellentissimo Garzoni
nella
sua Piazza Universale del Mondo, che si vede per
eluto che inanzi che sia diventata banda era calzone affaticato prima
nella
cittade e poscia in villa. O povera Comedia…..
le. Da una lettera del Forciroli, datata da Roma il 19 gennaio 1619,
nella
quale si annunzia l’arrivo in Roma da Napoli dell
ngegno nelle sue investigazioni, gli avanzamenti fatti nell’armonia e
nella
poesia, il favore largamente concesso da Leon X a
ni, i passaggi lunghissimi, e mille altri pesanti artifizi che allora
nella
musica madrigalesca italiana fiorivano. E però ma
qualunque maniera messo sotto le note alcune poesie teatrali. [3] Ma
nella
carriera delle arti e delle scienze gli errori st
zioni. I loro ragionamenti cadevano per lo più sugli abusi introdotti
nella
musica moderna, e sulla maniera di restituire l’a
che del Kirkero, d’Isaacco Wossio, e soprattutto dell’Abbate Roussier
nella
sua per ogni riguardo maravigliosa dissertazione
italiani, e si sostenne dai due campioni una spezie di pubblica tesi
nella
cappella del papa alla presenza del Cardinale di
u, al mio avviso, trovata per mero accidente, e introdotta in seguito
nella
musica a cagion di piacere. La natura donando agl
e all’anima di qualche pena, a motivo che essa appetisce l’ordine fin
nella
varietà stessa56, rende cotal rapporto de’ suoni
li mescolate con quel poco d’amaro arrivano più gradite all’orecchio:
nella
maniera appunto che i nostri Apici sogliono pizzi
e che le parole e la grazia nel profferirle non entrassero per niente
nella
natura della musica, la quale secondo loro consis
versi formato in testa il piano d’una tragedia vanno attorno cercando
nella
storia il soggetto cui poterlo applicare. Ciò si
Palla maestro di Giulio Caccini, da Alessandro Strigio musico celebre
nella
corte di Ferrara, dall’Ingegneri, da Claudio Mont
mano in mano se non in quanto alla fabbrica più esatta di essi almeno
nella
maggior destrezza nel suonarli. La storia ci ha c
13] Da tali e tanti stimoli incitato Giulio Caccini uno de’ mentovati
nella
letteraria adunanza, prese, siccome era di vivo e
maniera inventata dal Galilei, e molte belle cose introdusse del suo
nella
musica, che contribuirono non poco a migliorarla.
rivo di colorito, e qualche volta prosaico; Giovanni della Casa ricco
nella
frase, lavorato nello stile, abbindolato ne’ peri
ose; Sanazzaro più vicino ai Latini nel suo poema che scrittor felice
nella
propria lingua; Rinieri, Varchi, Guidiccione, Mol
erano, ciò nonostante, nel medesimo caso per l’indole de’ poemi loro
nella
maggior parte narrativi, per la lunghezza dei can
tace, Ed ha pur arco e face.» [16] Soprattutto egli attesta
nella
prefazione alle sue Nuove musiche che più vantagg
o fiorentino, non meno fautore delle belle arti, né meno intelligente
nella
musica massimamente teorica. Ha l’Italia da lui,
uridice Tragedia per musica, la quale fu con più accuratezza modulata
nella
maggior parte dal Peri fuori d’alcune arie bellis
ella tutti o pratici eccellenti, o peritissimi nell’arte; l’esattezza
nella
esecuzione, essendo da bravissimi e coltissimi pe
tici che una tragedia, come è piaciuto al suo autore d’intitolarla, e
nella
stessa guisa dalla troppo religiosa e mal intesa
rio intuonandosi apre la via a nuovo concento. Così si spiega il Peri
nella
prefazione, e così almeno in gran parte (giacché
Corsi furono i mecenati, Girolamo Mei e Vincenzo Galilei i precursori
nella
parte teorica, e nell’arte d’intavolar le melodie
da lontano adittò agli altri la strada, Giulio Caccini e Jacopo Peri
nella
esecuzione, ma che deesi principalmente l’elogio
Orfeo Vecchi, musico e maestro di Cappella nel medesimo secolo. Egli
nella
dedica si vanta d’essere stato il primo a metter
polcro, che si conserva in Modena, e che vien rapportata dal Muratori
nella
sua Perfetta poesia, ma il lettore dopo il narrat
ta dissertazione del prelodato Abbate Roussier data in luce nel 1770,
nella
quale si pruova ad evidenza, che tutti quanti i t
i mettere un ordine fra esse, perché queste risparmiandole la fatica,
nella
percezion d’un oggetto, le fa nascere una idea pi
e facoltà dello spirito. II. Che l’essenza di ciò che si chiama bello
nella
musica e nelle arti liberali è riposta nella feli
ciò che si chiama bello nella musica e nelle arti liberali è riposta
nella
felice contemperazione del vario e dell’uniforme.
che di sentimento. IV. Che la cagion formale di esso piacere consiste
nella
soddisfazione che ha l’anima conoscendo la propri
nità in quelle cose che si gustano successivamente come, per esempio,
nella
musica, è più difficile a comprendersi, che nelle
filosofo il parlar bene dell’una e dell’altra.» 58. [NdA] Rinuccini
nella
Dedicatoria p. 14. 59. [NdA] Della musica scenic
argo per l’America, ove per la prima volta ha l’audacia di cimentarsi
nella
parte di Amleto. Di nuovo in Italia, si scrittur
ossalmente la Teresa Raquin di E. Zola. Entra l’ '80 con Cesare Rossi
nella
Compagnia della Città di Torino, che abbandona do
per circa un trentennio tenne lo scettro dell’arte in Italia. Grande
nella
Zelinda di Goldoni, non fu meno grande nella Mede
l’arte in Italia. Grande nella Zelinda di Goldoni, non fu meno grande
nella
Medea di Legouvé. La sua voce maschia e vigorosa
fu meno grande nella Medea di Legouvé. La sua voce maschia e vigorosa
nella
tragedia, trovava nel dramma moderno note di dolc
be scrivere un libro. Basti che intanto se ne citino alcuni, i quali,
nella
lor varietà dànno un’ idea ben chiara della morbi
o teatro di prosa. Si recitava l’ Otello di Shakspeare. Ernesto Rossi
nella
sua foga furibonda sfiorò, senza volerlo, la guan
a la comunione col pubblico irrequieto e variabile – resta, comunque,
nella
drammatica italiana un sole inoffuscato. E per qu
timi capitoli del secondo. Il nostro divisamento è stato d’inoltrarci
nella
natura del gusto dominante, di risalire fino alle
ntovati rami della drammatica esposte con molta erudizione e criterio
nella
Nuova Storia de Teatri che si va preparando in Na
iù ampiamente e più di proposito dilucidarlo in un altro libro di cui
nella
nota qui apposta troverà per ora il lettore una b
amor proprio quello cioè di trovare gran parte di quelle idee sparse
nella
mia opera, che da alcuni imperiti sono state ripu
to per anco il servigio medesimo. E siccome gli obbietti d’imitazione
nella
musica sono infinitamente più moltiplicati e molt
dal sentimento. Pare che que’ grand’uomini vogliano essere conosciuti
nella
guisa stessa ch’essi conobbero la bella natura. I
tazione. E a fine di procedere col miglior metodo che per me si potrà
nella
lettera che mi dò l’onore d’indirizzarvi, io mi f
più squisito artificio della versificazione greca e latina consisteva
nella
combinazione delle sillabe brevi e lunghe. È pale
re Montfaucon furono di parere che non si potesse riflettere a questi
nella
pronunzia senza distruggere l’armonia del verso.
i e delle grazie; e quest’attenzione ch’essi mettevano universalmente
nella
pratica di tutte le arti, la portarono con la scr
he il disordine, la confusione, ed anche il solo cangiamento entrasse
nella
loro musica195. La lettura di Platone formava l’o
he quella de’ loro costumi. Ma tornando a noi, la musica de’ Greci fu
nella
sua origine in tal modo semplice che ogni strumen
induce dell’imbarazzo, e del disordine in tutte le parti, e per esso
nella
musica lo spirito gode del canto presente di quel
la maggior parte de’ nostri artisti anche più celebri. Io osservo che
nella
musica più che in ogni altra arte v’ha de’ luoghi
iziosi e più illuminati dell’Italia traveggono de’ difetti e de’ vizi
nella
lor musica, e perché dunque ci faremo noi coscien
fosse stato conceputo da qualche uomo rispettabile per l’autorità sua
nella
repubblica delle lettere, o delle arti, e portava
voce umana considerati come la materia elementare d’ogni espressione
nella
musica, nella poesia, nella storia, e nella eloqu
nsiderati come la materia elementare d’ogni espressione nella musica,
nella
poesia, nella storia, e nella eloquenza, ovvero s
la materia elementare d’ogni espressione nella musica, nella poesia,
nella
storia, e nella eloquenza, ovvero sia ragionament
entare d’ogni espressione nella musica, nella poesia, nella storia, e
nella
eloquenza, ovvero sia ragionamento metafisico int
à che il diletto che ci arrecano i diversi generi e gli stili diversi
nella
pittura, nella scoltura, nella musica, nella poes
o che ci arrecano i diversi generi e gli stili diversi nella pittura,
nella
scoltura, nella musica, nella poesia, nell’eloque
o i diversi generi e gli stili diversi nella pittura, nella scoltura,
nella
musica, nella poesia, nell’eloquenza, e nella sto
neri e gli stili diversi nella pittura, nella scoltura, nella musica,
nella
poesia, nell’eloquenza, e nella storia nasce da q
ittura, nella scoltura, nella musica, nella poesia, nell’eloquenza, e
nella
storia nasce da queste due uniche sorgenti amor d
s’opposero. E sebbene siffatta ripugnanza altro fondamento non avesse
nella
maggior parte fuorché un pregiudizio favorevole a
vole e cascante la renderebbero nell’esametri, i quali per sostenersi
nella
loro pienezza e rotondità hanno bisogno dell’aiut
un certo andamento pesante e tardo; la desinenza costante d’ogni nome
nella
medesima lettera per tutti i casi della sua infle
a dei verbi, e a molti della voce attiva induce non so qual imbarazzo
nella
sintassi che nuoce alla trasposizione, al numero,
iaramente a divedere non potersi introdurre il ritmo, o numero antico
nella
lingua italiana senza alterarla considerabilmente
al recitativo di tutte le altre nazioni, senza eccettuar la francese,
nella
verità e forza della espressione, nella naturalez
senza eccettuar la francese, nella verità e forza della espressione,
nella
naturalezza della declamazione, nella scelta d’in
rità e forza della espressione, nella naturalezza della declamazione,
nella
scelta d’inflessioni vive e inaspettate, nei sile
ta d’inflessioni vive e inaspettate, nei silenzi animati ed energici,
nella
dolcezza, varietà e leggiadria degli accompagname
la scoperta la più brillante e la più doviziosa che potesse mai farsi
nella
musica drammatica, scoperta che ha dato loro senz
busi a cui va frequentemente soggetta, e dei quali ho parlato a lungo
nella
mia opera. 200. [NdA] Lo stimato autore d’un Gio
ve, perderà qui una gran parte di quella improbabilità che l’ingombra
nella
rappresentazione drammatica: perché qui il recita
che si avvicini ad un’aria perfetta. Finalmente le arie e i cori sono
nella
loro esecuzione tanto lungi dall’essere naturali,
utore. Di quest’oda narrativa od epica vari esempi bellissimi vi sono
nella
lingua inglese scritti da Pope, e da Dryden, e an
bblico colle poche parole che chiudono la scena del rapimento. Fu poi
nella
Compagnia Peracchi e Trivelli il ’58-’59, e in qu
va una vera creazione, della moglie di Jacquart nel Jacquart, di Cate
nella
Putta onorata di Goldoni, di Numitoria nella Virg
rt nel Jacquart, di Cate nella Putta onorata di Goldoni, di Numitoria
nella
Virginia di Alfieri, e finalmente della Marchesa
toria nella Virginia di Alfieri, e finalmente della Marchesa di Savné
nella
Calunnia di Scribe. Dotata di una bellissima voce
Caracciolo-Ajudi Carolina. Cominciò ad acquistar fama
nella
società formata pel 1851 dalla celebre Carolina I
con Tommaso Salvini. Apparve la Carolina attrice di molti pregi così
nella
commedia, come nella tragedia : ebbe onore di app
Apparve la Carolina attrice di molti pregi così nella commedia, come
nella
tragedia : ebbe onore di applausi e poesie da ogn
ore offrivano l’autunno 1856 Anche sapeva cantare con molto garbo ; e
nella
commedia Clelia o La Plutomania di Gaetano Gattin
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