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1 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo settimo »
e tosto o tardi conduce al buon gusto, doveva parimenti promuovere la musica e la poesia. Quel genio, che la determinò a incor
he ben presto allignò per entro alle sue mura codesto nuovo genere di musica teatrale. L’anno 1600 vi rappresentò L’anima e il
a e il corpo, pastorale di Laura Giudiccione, dama lucchese, posta in musica da Emilio del Cavaglieri. Nel 1606, Paolo Quaglia
fama l’Oronta di Girolamo Preti componimento in ottava rima messo in musica allo stesso tempo da quattro maestri. Il severo e
cipalmente la pittura nella pregievolissima scuola de’ Carracci, e la musica nelle tante accademie erette a fine di perfeziona
fu veduta per la prima volta comparire in pubblico l’Andromeda colla musica e la poesia di Benedetto Ferrari. D’allora in poi
tte fra i termini d’Italia, ma varcando le Alpi portò la gloria della musica e della lingua italiana per tutta l’Europa. La su
lta sul teatro Borbone la Finta pazza, dramma di Giulio Strozzi colla musica del Sacrati. Nel 1647 fu visto nel teatro del Pal
e70, condotta di poi a gran celebrità pell’erezione dell’Accademia in musica , per le armonie del Lulli, e per le mirabili poes
ltrove da lungo tempo. Sotto i primi re d’Inghilterra e di Scozia, la musica fu selvaggia quasi del tutto. Dai tempi di Riccar
e sventurata regina Maria Stuarda, introdusse il primo di tutti nella musica scozzese il gusto italiano, che dura tuttora in a
con grandissimo apparato di comparse e di suoni vi si celebravano; la musica strumentale da loro coltivata con impegno; la mag
gnori italiani e che l’Imperator Leopoldo 74 molto si dilettava della musica loro, fu chiamato gran numero di suonatori e di c
ca si lasciò il melodramma vedere tra gli Spagnuoli amantissimi della musica massimamente nazionale. Ciò si scorge dalla incli
lla e di Ferdinando, e poi di Filippo Secondo. Salì non molto dopo la musica in sul teatro, dove il primo di tutti la condusse
ico . Berrio, ristauratore anch’esso del genere drammatico, ampliò la musica strumentale, raddoppiando il numero e la qualità
aymondo de la Cruz nel nostro, servirono a promuovere maggiormente la musica teatrale aprendo talora la scena con qualche coro
rmente la musica teatrale aprendo talora la scena con qualche coro di musica e anche framischiando talvolta qualche dialogo mu
di Don Angelo Grillo scritta a Giulio Caccini si rileva che «la nuova musica drammatica inventata dal Peri era dalle corti de’
pagna e di Francia», lo che, essendo certo, proverebbe che l’opera in musica fosse stata trapiantata fra gli Spagnuoli quasi s
quale con Marianna di Neoburg si rappresentarono alcuni drammi colla musica del Lulli, il primo dei quali fu intitolato l’Arm
u intitolato l’Armida. Indi a non molto, non piacendo alla nazione la musica francese, si fecero venire musici e cantori da Mi
on meno per la sua passata barbarie che per il presente splendore. La musica dei russi è semplicissima, come debbe esserlo in
tico. Da ciò si vede che il canto costituiva la principal parte della musica russa e che gli strumenti non servivano ad altro
so e gradevole, e capace di gran varietà. [11] Tal’era lo stato della musica in Russia dal golfo di Finlandia fino alla Siberi
, tra i moltiplici oggetti della sua vasta riforma comprese ancora la musica . Egli fece venire dalla Germania, ove diligenteme
strumenti; istituì una truppa di giovani moscoviti da erudirsi nella musica ; ne introdusse il gusto e l’usanza ne’ pubblici e
pubblici e ne’ privati divertimenti promovendo in particolar modo la musica militare come la più confacente alle sue mire. Il
pettare, i grandi della nazione, ed ecco a gara coltivarsi da loro la musica , anche per imitare l’imperatore, il quale avea co
l’imperatore, il quale avea cominciato a tener accademie regolate di musica due volte alla settimana nel proprio palazzo. Ann
ana nel proprio palazzo. Anna Iowanona portò sul trono il gusto della musica , e fu nei primi anni del suo regno che si vide l’
ove assistette nella sua incoronazione alla Clemenza di Tito posta in musica dal celebre Hass, e rappresentata con magnificenz
maestro di Cappella di corte il Manfredini pistoiese. Fece questi la musica all’Alessandro nell’Indie, alla Semiramide, e all
lata Cefalo e Proci ebbe per autore il poeta Sumarokov, e fu posta in musica dall’Araja. I suonatori e i cantanti erano tutti
effimero e passaggiero. Sebbene Pietro il Grande incominciasse dalla musica con lodevole divisamento la sua riforma, sapendo
è tuttavia da commendarsi che siasi egli prevalso a cotal fine d’una musica straniera invece di perfezionare la nazionale. Og
vuolsi mettere fra lo stromento della riforma e la riforma stessa. La musica e la poesia italiana non possono adunque se non a
ccorder la Raison et l’Amour.» 71. [NdA] Brown, Della unione della musica e della poesia, p. 172. 72. [NdA] Le tragiche av
. [NdA] Chi fosse vago di sapere la serie di drammi italiani posti in musica da questo gran maestro la troverà nel libro intit
o. Oggidì i Russi conoscono i versi, la rima, e l’arte di comporre in musica .
2 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Introduzione »
oi molteplici interessi, che lo spinsero a scrivere di arte, scienze, musica , letteratura, traduzione, mostrano l’estensione d
Accademia di Francia che è in Roma (1763). Il Saggio sopra l’opera in musica è dunque frutto di questo periodo di fervore inte
5». E aggiunge: «poiché allora non si potrebbe dire che il dramma per musica è un grottesco della poesia; anzi l’età nostra po
arsi vanto di avere in grandissima parte rinovato, dove la poesia, la musica , il ballo e l’apparato della scena faranno insiem
bblica il suo scritto in un momento in cui il discorso sul dramma per musica era al centro di un dibattito europeo6, nel quale
artenza del discorso di Algarotti che punta a riformare il teatro per musica in funzione di una disciplina interna dello spett
17479), dove il poeta cesareo sosteneva la derivazione dell’opera in musica dalla tragedia. Lo spirito riformista che anima l
o Crescimbeni12 che aveva negato legittimità letteraria al dramma per musica , al quale attribuiva la corruzione di ogni regola
lianza e di incongruenza insiti nella struttura stessa del dramma per musica , ma polemizzava contro l’assenza di ogni vocazion
5) Gianvincenzo Gravina che non contestava tanto l’unione di poesia e musica quanto gli esiti del teatro contemporaneo che amp
amplificavano la corruzione di entrambe le componenti del dramma per musica . Il tentativo di mediazione di Pier Jacopo Martel
14), lo scrittore, con fare un po’ provocatorio, sosteneva che era la musica a ispirare la poesia e prendeva le distanze dal l
ettecentesco in nome di un riconoscimento del piacere suscitato dalla musica . La posizione di Algarotti, a qualche decennio da
opeo del dramma metastasiano aveva di fatto legittimato la poesia per musica , di cui, proprio con riferimento al dibattito pri
o dalla necessità di giustificare l’esistenza stessa della poesia per musica , nello scritto di Algarotti il discorso si sposta
suo intento non è quello di trovare una collocazione alla poesia per musica nel sistema dei generi letterari, ma di riformare
tema dei generi letterari, ma di riformare dall’interno il dramma per musica rivalutando la componente letteraria nel confront
lgarotti affronta in successione le questioni centrali del dramma per musica : la scelta degli argomenti, il rapporto tra recit
delle loro passioni e legarsi in modo organico alle altre componenti, musica , cori, balli, necessarie per la buona riuscita de
a querelle des bouffons del 1752-54: «Una qualche immagine della vera musica da Teatro ci è restata solamente, sia detto con p
saperi e interessi e di operare continui parallelismi tra l’opera in musica , la pittura, la scultura, l’architettura, chiamat
dall’editore veneziano Pasquali e intitolata Saggio sopra l’opera in musica , riprende la redazione precedente ampliata con es
zioni successive e comprende le seguenti sezioni: Del libretto, Della musica , Della maniera del cantare e del recitare, Dei ba
tivi alla intonazione e rappresentazione dell’opera. La sezione Della musica si apre con un’ampia digressione assente nella pr
nella prima redazione in cui si ribadisce la natura ausiliaria della musica rispetto alla poesia. La necessità di confermare
tico, il cui fine deve essere quello di unire armoniosamente poesia e musica per muovere le passioni: «Talché un direbbe che a
n direbbe che a’ secoli nostri è tornato il secolo del secento per la musica . La bella semplicità che sola può imitar la natur
teatro impresariale, lo strapotere dei cantanti, le imposizioni della musica . Il poeta cesareo sorvola invece su tutti gli asp
ni e l’eccellenza dei suoi drammi, delineava un modello di teatro per musica più adatto ai tempi e al costume europeo e che qu
. Io che mi risento più d’ogni altro degli abusi del nostro teatro di musica , più d’ogni altro vi son tenuto del coraggio col
precedenti, ma rielabora e amplia i paragrafi centrali dedicati alla musica , al canto e alle scene, anticipando alcune delle
rventi che ripropongono il problema della collocazione del teatro per musica nella cultura letteraria del tempo e della sua ri
interventi mostrano la grande diffusione e centralità del dramma per musica , ma anche la difficoltà, da parte dei letterati e
e la gente del mestiere si interrogano sulla struttura del dramma per musica e sul rapporto con il pubblico e propongono istan
, al successo del quale concorrono tutte le componenti del dramma per musica . L’interesse si è decisamente spostato da una con
nnesse al Saggio di Algarotti anche le Riflessioni sopra i drammi per musica , di Giammaria Ortes, apparse anonime a Venezia ne
non solo alle stagioni teatrali, ma anche alla scrittura di testi per musica , nella quale Ortes si cimenta costantemente attor
ra buffa come genere che permetteva una più armonica integrazione tra musica e azione e limitava il rischio presente nei dramm
musica e azione e limitava il rischio presente nei drammi seri di una musica artificiale dissociata dalle parole. Il testo par
to di giudizio del successo di un dramma. Ortes distingue inoltre tra musica espressiva che rafforza la poesia e musica artifi
rtes distingue inoltre tra musica espressiva che rafforza la poesia e musica artificiale, aliena dal contesto, ricca di orname
ico, che nasce dalla conoscenza della situazione reale dei teatri per musica e dalla necessità di soddisfare i gusti del pubbl
conte di Buckinghamshire, in particolare Sulla origine delle opere in musica e Sopra la ragione del canto e sua composizione 3
erviene nel dibattito sostenendo che «ove non è poesia non può essere musica , o almeno buona musica32» e auspica una formazion
idollo33» delle passioni. La ricchezza di pubblicazioni sull’opera in musica in questi anni e l’urgenza di dare risposte alla
atro impresariale secondo Algarotti. Il tema del rapporto tra testo e musica , centrale nelle redazioni precedenti, diventa una
redazioni precedenti, diventa una delle problematiche del teatro per musica che deve essere considerata in relazione al siste
mondo dello spettacolo operistico, a partire dal rapporto tra testo, musica , canto, ballo cui è dedicato un ampio spazio, fin
he hanno da avere tra loro, le varie parti constitutive dell’opera in musica , perché ne riesca un tutto regolare, ed armonico»
letteraria italiana, ma anche la creazione, attraverso il dramma per musica , di un linguaggio poetico universale, di grande d
Nota al testo La storia redazionale del Saggio sopra l’opera in musica è stata ricostruita da Giovanni da Pozzo37 prima
ito le cinque edizioni curate dall’autore: Discorso sopra l’opera in musica , in Discorsi sopra differenti soggetti, Venezia,
zia, Giambattista Pasquali, 1755, pp. 1-112. Saggio sopra l’opera in musica , Venezia, Giambattista Pasquali, 1755. Saggio so
usica, Venezia, Giambattista Pasquali, 1755. Saggio sopra l’opera in musica , in Opere varie del Conte Algarotti Ciamberlano d
ttista Pasquali, 1757, vol. II, pp. 277-365. Saggio sopra l’opera in musica , Livorno, Marco Coltellini, 1763. Saggio sopra l
in musica, Livorno, Marco Coltellini, 1763. Saggio sopra l’opera in musica , in Opere del Conte Algarotti Cavaliere dell’Ordi
precedenti, ma rielabora e amplia i paragrafi centrali dedicati alla musica , al canto e alle scene, anticipando alcune delle
E. Bonora, vol. 2, 1960. 5. F. Algarotti, Discorso sopra l’opera in musica , in Discorsi sopra differenti soggetti, Venezia,
ate nel teatro di Berlino. 8. F. Algarotti, Saggio sopra l’opera in musica . Le edizioni di Venezia (1755) e di Livorno (1763
ia, Roma, Buagni, 1700. 13. F. Algarotti, Discorso sopra l’opera in musica , cit., p. XV. 14. Voltaire, Le Mondain: Il fa
1764), cit., pp. 57-71. 16. F. Algarotti, Discorso sopra l’opera in musica , cit., p. XV. 17. Ivi, pp. VI-VII. 18. F. Alga
. 17. Ivi, pp. VI-VII. 18. F. Algarotti, Discorso sopra l’opera in musica , cit., p. XXVIII. 19. Si cita dall’edizione facs
cita dall’edizione facsimile di F. Algarotti, Saggio sopra l’opera in musica . Le edizioni di Venezia (1755) e di Livorno (1763
spettacoli teatrali»). 21. F. Algarotti, Discorso sopra l’opera in musica , cit., p. XXVI. 22. P. Metastasio, Lettera a Fra
te le opere di P. Metastasio, vol. III. 23. Saggio sopra l’opera in musica , in Opere varie del Conte Algarotti Ciamberlano d
venna, Longo, 2002, pp. 204-221. 26. Riflessioni sopra i drammi per musica aggiuntavi una nuova azione drammatica, Venezia,
8 33. Ibidem. 34. Si cita da F. Algarotti, Saggio sopra l’opera in musica . Le edizioni del 1755 e del 1763, cit., p. 5. 35
t., p. 5. 35. Ivi, p. 11. 36. F. Algarotti, Saggio sopra l’opera in musica , in Opere del Conte Algarotti Cavaliere dell’Ordi
963, in particolare le pp. 546-559. 38. Id., Saggio sopra l’opera in musica . Le edizioni di Venezia (1755) e di Livorno (1763
3 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Osservazioni »
prile del corrente anno. [1] Il Sig. Vincenzo Manfredini, maestro di musica , uno de’ compilatori del Giornale Enciclopedico d
e contribuire a maggiormente rischiarare alcune mie idee intorno alla musica , il teatro e le Lettere. Ecco il perché ho credut
delle riflessioni ch’ho cercato di spargere utili al progresso della musica e alla perfezione del gusto, passando insomma sot
rre i nostri dubbi sopra alcune opinioni sparse nel medesimo circa la musica e circa l’opera italtana, che non ci sono sembrat
giuste che dobbiamo avere dell’opera e dello stato presente dell’arte musica , ch’è trattata da molti, ma conosciuta da pochi.»
ie opinioni fossero conformi all’idee giuste che dobbiamo avere della musica e dell’opera italiana, parmi che il vero metodo d
za di Nirea: così è una indiscretezza il pretendere che un maestro di musica che fa il giornalista deva avere in testa la dial
enza: di addurre i motivi di ciò, e di fare il parallelo della nostra musica con quella dei Greci. Ma dio buono! Come può mai
o buono! Come può mai paragonarsi una cosa evidente, qual è la nostra musica , con una che non si vede, qual è la musica greca,
evidente, qual è la nostra musica, con una che non si vede, qual è la musica greca, che ora esiste solamente nella testa orgog
sua forza alle prove critiche e morali. Ma non sappiamo cosa fosse la musica greca. Ciò è vero fino a certo punto, non è vero
d’istorica luce, che tratto tratto risplende negli scrittori greci di musica tradotti dal Meibomio e dal Wallis ci ponno servi
meno eruditi e sensati, che Vincenzo Galilei ne’ suoi Dialoghi sulla musica antica, Giambattista Doni nei libri de praestanti
lingua greca, e cent’altri. GIORNALISTA, [11] «Egli asserisce che la musica e la poesia presso i Greci erano oggetti di somma
che nello stesso modo dei Greci consideriamo ancor noi la poesia e la musica ; mentre ce ne serviamo com’essi nei templi, nei t
È cosa evidente per l’incomparabile estrattista che noi abbiamo della musica , della poesia, e delle rappresentazioni teatrali
na profonda ignoranza dell’antichità per non sapere che la poesia, la musica e gli spettacoli furono per molti secoli consider
iche istituzioni, furono tutte promulgate in versi accompagnati dalla musica . In verso dettò Orfeo le sue leggi a’ Traci, in v
di que’ secoli quanto si dice della poesia intendersi dee anche della musica , imperocché l’una era inseparabile dall’altra. [1
strumento principale della religione. Plutarco nel suo dialogo sulla musica ci assicura che la prima «applicazione che nella
ci assicura che la prima «applicazione che nella Grecia si fece della musica fu alle cerimonie religiose in onore degli dei».
cerimonie religiose in onore degli dei». Gli oracoli si rendevano in musica , cioè cantando in versi la profezia. I numi stess
sunt habiti atque dicti». [15] Quanto s’è detto della poesia e della musica si debbe interamente applicare agli spettacoli de
dente” che noi consideriamo nel modo stesso che i Greci la poesia, la musica e gli spettacoli? Facciamo noi forse la santissim
della nostra religione? Si fa voto di metter sulle scene un opera in musica in occasione di tremuoto, di carestia, di peste,
uardare come oggetti di somma importanza o come un affare di stato la musica fatta, per esempio, dal Gluk sull’Alceste del Cal
o, ma da questo solo ramo che comprende una picciolissima porzione di musica , e che non caratterizza per niente l’indole e il
i musica, e che non caratterizza per niente l’indole e il gusto della musica nazionale, vorrà forse il giornalista trarne un c
bondano in ogni professione) non potendo il poeta e il compositore di musica eseguirli da loro stessi, non seguì il medesimo d
eguiti dai “guastamestieri” gli è perché il poeta e il compositore di musica non possono eseguirli da loro stessi. Dunque (pri
si, né Pacchierotti, né la Deamicis, né Davide poeti o compositori di musica , i drammi eseguiti da loro saranno malamente eseg
drammi fossero rappresentati dal poeta e dal maestro che li mette in musica , allora sarebbero ben eseguiti. Ecco i meraviglio
ar a meno di non isdegnarmi contro il costume che vieta ai maestri di musica di salir sulle scene a cantar i propri drammi. Oh
ggioravano” furono eseguiti bene, perché rappresentati dal maestro di musica , e dal poeta. E quando “migliorarono”? Quando fur
eparazione della filosofia, della legislazione, della poesia, e della musica , le quali facoltà ne’ primi tempi della Grecia po
elle opere che esistono di filosofia di legislazione, di poesia, e di musica strumentale ch’è la vera essenza della musica; me
azione, di poesia, e di musica strumentale ch’è la vera essenza della musica ; mentre il diletto che reca la musica vocale può
tale ch’è la vera essenza della musica; mentre il diletto che reca la musica vocale può derivare ancora dalle parole, se non i
e ancora dalle parole, se non in tutto almeno in parte; ma quando una musica strumentale giunge a toccare, bisogna dire che tu
ntale giunge a toccare, bisogna dire che tutto il merito è della sola musica ; sebbene però questa non può commovere se non dip
da gran tempo separate la filosofia, la legislazione, la poesia, e la musica , la loro individuale influenza ha dovuto esser mi
o mio caro giornalista, l’aureo trattato del Brown sull’unione della musica e della poesia, e imparerete molte cose che ignor
e. GIORNALISTA. [24] «Due altre cagioni della decadenza della nostra musica il Sig. Arteaga le rileva da due de’ suoi più bei
ntrappunto, e che nei tempi più floridi della Grecia non vi fosse una musica ricca al par della nostra? Se v’era, essa sarà st
o provato a lungo siffatta proposizione, ho fatta l’applicazione alla musica , ho esaminata la forza de’ suoni considerata nel
carattere fisico e morale, l’ho confermato scorrendo la storia della musica , e coll’esempio della cinese, dell’araba, e delle
ORNALISTA. [27] «E il contrappunto non solo non ha pregiudicato alla musica , ma anzi, avendo fatto conoscere qual sia la buon
ontrappunto come cattivo, non già in ispezie, e riferendolo alla sola musica drammatica. Eppure è tutto all’opposto. In più lu
le seguenti parole: «egli è chiaro, che la sua utilità almeno per la musica teatrale è tanto problematica, che poco o niun mo
zza ed artificio, e tale è appunto il merito intrinseco della moderna musica dove l’arte et intrecciare le modulazioni, la bel
ssimo ch’io abbia mai asserito aver il contrappunto pregiudicato alla musica in generale; ho detto bensì che pregiudicava alla
udicato alla musica in generale; ho detto bensì che pregiudicava alla musica drammatica, e anche qui con distinzione, perocché
Italia verso il fine del Cinquecento lo condannai come contrario alla musica scenica, nel che altro non feci che tener dietro
del giusto tributo di laude che rendo ove parlo del secol d’oro della musica italiana, a coloro che la ripurgarono dal fiammin
e in aria” chiama il giornalista ciò che si dice della possanza della musica greca e della somma stima in cui era presso agli
costumi; quando Plutarco ci insegna aver gli dei donata ai mortali la musica non pel vano ed inutil diletto dell’orecchio, ma
digia; quando Gaudenzio, poeta greco, al cominciar il suo poema sulla musica scaccia «lungi da sé i profani» protestandosi di
’un’arte affatto divina; quando Polibio ne inculca la necessità della musica per l’educazione, e rammenta i prodigiosi effetti
unita di tanti e così bravi scrittori, che gli Antichi avessero della musica un’idea superiore di molto a quella che noi ci fo
per prodigi s’intendano i meravigliosi effetti morali prodotti dalla musica sugli animi dei Greci sulla loro educazione, sull
aratamente, almeno in grosso, e quanto basta per attribuire alla loro musica una sorprendente energia, è lo stesso che spinger
ino. GIORNALISTA. [33] «O bisogna credere che non sarà stata la sola musica che gli avrà operati, ma ancora la poesia, che de
i codesto maestro di cembalo dell’Imperator delle Russie. E la nostra musica non s’accompagna altresì colla poesia? Che vuol d
la diversità delle cause. GIORNALISTA. [35] «Ma perché incolpare la musica , che adesso non operi tanto, se i miracoli gli ha
i tempi le cagioni che hanno “umanizzata gran parte del mondo”, ma la musica fu la meravigliosa operatrice di cosìffatti prodi
e perfettamente eseguita?» RISPOSTA. [38] E appunto perché di questa musica veramente la più perfetta, e perfettamente esegui
noi restiamo indifferenti all’azione di essa. GIORNALISTA. [39] «La musica cangiò al tempo dei Greci, ed ha cangiato al temp
ma da tutto questo si deve forse arguire che non esiste più una buona musica , o si deve piuttosto confessare per nostra confus
essi bravi autori hanno fatte opere perfette.» RISPOSTA. [40] Che la musica cangiasse al tempo dei Greci, come ha fatto nel n
tema, e di mezzi. L’arguire da tutto ciò che più non esiste una buona musica , è una conseguenza arbitraria, che cava l’estratt
tista, ma che a me non è venuta in mente nemmeno per sogno. La nostra musica è buona buonissima se si riguarda in essa la vari
dal patetico nel quale, come ancora nello scopo morale e politico, la musica greca, e per mio avviso e per quello di molti uom
r qualunque erudito ma è un vitupero e un’obbrobrio per un maestro di musica , scrittore di professione, il quale dà con ciò a
el Sig. Brown inglese (Dell’origine e progressi della poesia, e della musica ) e del Sig. Rousseau (Essai sur l’origine des lan
strumenti ecc. quindi gli sembra strano che si voglia pospor la loro musica alla nostra; ma per le stesse ragioni non è ancor
RISPOSTA. [42] In primo luogo è falsissimo ch’io abbia antiposta la musica greca alla moderna senza restrizione. Replicherò
ratto. GIORNALISTA. [43] «Pensa ancora il Sig. Arteaga che la nostra musica non possa accoppiarsi ad ogni genere di poesia p.
tica ecc. ecc., ma altro è che tali poesie noi non usiamo di porle in musica alla maniera delle arie che sono più proprie a ta
lle arie che sono più proprie a tale assunto; e altro è che la nostra musica non abbia modi da esprimerle: mentre desse si pos
enissimo, (e tutto ciò che si canta, anche da una sola voce, è sempre musica ) e si possono ancora rivestir con note alla manie
ncora rivestir con note alla maniera delle arie; poiché, se si fa tal musica a della poesia quasi prosaica e barbara come sono
tista. Nel luogo da lui citato‌ 204 io non ho mai detto che la nostra musica non possa accoppiarsi ad ogni genere di poesia; h
ste espressioni non indicano un’intrinseca impossibilità nella nostra musica d’accoppiarsi coi suddetti generi, come vorrebbe
ro, anzi tanto è lontano della verità ch’io voglia negare alla nostra musica la capacità d’accompagnarsi coi detti generi poet
hi delle mie Rivoluzioni ho parlato de’ sonetti del Petrarca posti in musica dal Villaers e dal Giusquino, del famoso canto de
dal Caccini, dell’Oronta del Preti poema in ottava rima cui fecero la musica i più bravi compositori romani, e di cent’altre s
gni cosa. GIORNALISTA. [47] «Come non è men falso che, se sopra alla musica stessa si possono applicar varie parole, ciò dipe
tesso: onde egli è sempre vero che non è la poesia che deve servir la musica , ma bensì questa che deve star soggetta in tutto
a quella che presso agli antichi diriggeva il tempo e la misura della musica e regolava il numero delle note, qual altro regol
che ne risulta. A questo inconveniente andava molto meno soggetta la musica greca principalmente ne’ primi secoli, quando il
che prescrive il Signor Manfredini per applicar rettamente la stessa musica a varie parole, cioè che i versi sieno d’una stes
a più terribile di tutte, giacché non è imaginabile che un maestro di musica riprenda uno che non è della professione intorno
s’inalza per comune opinione sì nella teorica che nella pratica della musica tanto al di sopra di tutti i critici giornalisti.
dice espressamente l’Alembert nella introduzione a’ suoi elementi di musica , «Le ton, sono le sue parole, s’appelle encore se
A. [54] «Insomma ci può dir quel che vuole per provare che la nostra musica è inferiore alla Greca, che non proverà mai nulla
ione più scelta hanno deciso nella presente quistione in favore della musica antica. Essi adunque tutti saranno pregiudicati,
esattezze e di false supposizioni. [58] 1. Finora s’era parlato della musica moderna in generale paragonandola coll’antica; or
ori che sono stati ricolmati di lodi dai più accreditati scrittori di musica non meno stanieri che Italiani. [60] 3. M’imputa
n già con quelli dell’età posteriore, quando s’imparò ad applicare la musica alla drammatica con più gusto e leggiadria. Ecco
«Cosa diremo, se egli che attribuisce al contrappunto la rovina della musica , lodale suddette opere, delle quali il più gran m
o ingombrati di contrappunto. GIORNALISTA. [63] «Per criticar poi la musica delle nostre arie, adduce quei difetti che sono g
enti, non hanno ecc.» RISPOSTA. [64] Se i difetti da me apposti alla musica de’ nostri tempi sono stati conosciuti da tanti a
sime comparazioni, ha contribuito a propagare il difetto della troppa musica strumentale nei teatri, ma queste comparazioni ha
trumentale nei teatri, ma queste comparazioni hanno anzi giovato alla musica ; come da noi si asserì nella nota 13 del nostro L
mparazioni che si trovano ne’ drammi di Metastasio hanno giovato alla musica . Ma ciò che ho detto io, e che il Manfredini non
apertura dell’opera di cui parlando il N. A., e parlando della nostra musica in generale, impiega una quantità d’osservazioni
o, Anfossi, Gluk, e di tanti altri, e veda se il moderno quadro della musica teatrale è tal quale ei lo dipinge.» RISPOSTA. [
and’uomo, lo che è più vero) poteva dire che pochi riescono nell’arte musica , perché non tutti son nati per la medesima; ma no
la poesia, la letteratura e gli autori che han trattato e trattan di musica ; poiché gli conoscon benissimo; e sanno ancora di
la punta delle dita tutti gli autori, che hanno trattato e trattan di musica . Infatti per tacer di tanti altri la scelta erudi
nnar tanto il desiderio di novità che hanno gli uomini in generale di musica , se lo hanno ancora per tutte le altre cose, e se
ibro della Repubblica di Platone, e i Trattenimenti sullo stato della musica greca intorno al quarto secolo dell’era cristiana
onsieur Barthelemy, e troverà verificato il mio principio anche nella musica . Dopo ciò si vergognerà forse di aver combattuto
loro (cioè non de’ maestri accennati prima ma di questi secondi), la musica acquista a certi riguardi una maggiore bellezza m
zione? GIORNALISTA. [79] «S’egli vuol sostenere, per esempio, che la musica sia decaduta, perché nel primo tomo parlando dell
ato uscir di penna il seguente paragrafo? «Essa è l’unica parte della musica che cagioni degli effetti morali nel cuor dell’uo
sopra tutto a conservar l’unità nella melodia, regola fondamentale di musica , come lo è di tutte quante le belle arti, la qual
lodate con tanta eloquenza. E s’egli ci dirà che s’intese di lodar la musica de’ primi inventori del buon gusto, come di un Pe
a summentovata nota13. del nostro libro Regole armoniche, cioè che la musica d’allora in poi avendo sempre guadagnato, non è s
n meriterebbe risposta. Circa i guadagni e le perdite che ha fatto la musica dai tempi del Pergolesi e del Vinci insino a’ nos
i. GIORNALISTA. [92] «Nè si vorrebbe ch’egli avesse asserito che «la musica non sa accompagnarsi colla poesia senza portar se
amore ella non sa regnare che sola». No: questo non sembraci vero. La musica può regnar sola, ma non vuole, e sanno benissimo
o la confutazione, e quale la cosa confutata? Io aveva detto, che «la musica , cioè non la musica in genere, ma la troppo sfarz
quale la cosa confutata? Io aveva detto, che «la musica, cioè non la musica in genere, ma la troppo sfarzosa e brillante, non
imerla». Il giornalista risponde che non è vero, e perché? «Perché la musica può regnar sola, e perché i maestri sanno benissi
ressiva quando va congiunta colla poesia». La mia proposta era che la musica al dì d’oggi affoga le parole. La risposta è che
era che la musica al dì d’oggi affoga le parole. La risposta è che la musica può star da per sé, e che ha più forza quando s’u
ci sembra un inganno, mentre se il dramma sarà ben accompagnato dalla musica e bene eseguito dai professori, toccherà assai di
ci si vede. Se i drammi di Metastasio fossero ben accompagnati dalla musica e ben eseguiti dai cantanti, senza dubbio ci move
ste cose il giornalista non si crederebbe ch’egli fosse un maestro di musica de’ nostri tempi, ma che simile al greco Epimenid
che compilò l’estratto. GIORNALISTA. [99] «Quindi non è colpa della musica se tante volte le opere sono malamente composte,
e spesso; consiste nel deffinire se abbiamo adesso una buona poesia e musica teatrale, in favor di che le opere del gran Metas
i che le opere del gran Metastasio e di qualcun altro, e l’eccellente musica di tanti bravi maestri parlano abbastanza. La sca
n consiste nel decidere se abbiamo ora una buona poesia, od una buona musica , se per tali cose s’intende qualche pezzo di buon
cose s’intende qualche pezzo di buona poesia e qualche pezzo di buona musica . Gli altissimi e sinceri elogi dati da me a Metas
estione consiste nel sapere se al presente vi sia tra i più una buona musica ed una buona poesia; ed ecco ciò ch’io ho negato,
more perché mi sono mostrato poco contento dello stato presente della musica , conviene ora meco intieramente accordandomi, che
uniforme il Sig. Arteaga al P. Martini e a qualcun altro, cioè che la musica non abbia un gusto fisso; che le composizioni dei
gliori che si compongono presentemente, e tutto ciò perché vi è molta musica , tanto antica che moderna, assai mediocre e inver
è veramente buono e bello in qualunque arte vesta sempre tale; che la musica , essendo un’arte nuova o rinnovata, i suoi perfet
ni.» RISPOSTA. [103] Io non mi sono contentato di dire che la nostra musica non ha un gusto fìsso. Ho cercato di provarlo add
comporre. E non m’ha egli ripreso in altro luogo, perché ho lodata la musica del Pergolesi e del Leo a preferenza di quella de
sue parole: «E se il Signor Arteaga ci dirà che s’intese di lodar la musica de’ primi inventori del buon gusto come d’un Perg
summentovata nota 13. del nostro libro Regole armoniche, cioè che la musica d’allora in poi non è stata mai tanto eccellente
ata mai tanto eccellente quanto lo è presentemente.» Ora se la nostra musica “ha sempre guadagnato” dai tempi di Pergolese e d
a sua eccellenza, perché non trarre i classici esemplari dalla nostra musica , da loro anziché da quella degli inventori del bu
ervire di esemplare e di modello alla gioventù, come può darsi che la musica abbia sempre guadagnato dopo loro, e che si ritro
scarsa in ciò che spetta la parte filosofica storica e critica della musica , i soli aspetti cioè sotto i quali venga riguarda
e Giovambattista Rousseau, a’ poeti far la poesia, e a’ musici far la musica , ma non s’appartiene che al filosofo il parlar be
II. 205. [NdA] Vedi pag. 306 e seg. 206. [NdA] Tartini, Trattato di musica , pag. 147. 207. [NdA] Vedi tom. II. pag. 241. 2
4 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Della musica »
Della musica [2.1] Che se niuna facoltà o arte a’ giorni no
.1] Che se niuna facoltà o arte a’ giorni nostri di ciò abbisogna, la musica è dessa; tanto ha ella degenerato dall’antica sua
lo stemperato amore della novità, avea di sue bizzarrie infrascato la musica , e di virile ch’ella era, l’avea resa effeminata
o vaghi i nostri uomini. Vero è che senz’essa non avrebbe ricevuto la musica quegli aumenti che ricevuto ha; ma egli è anche v
simile vicenda; e al di d’oggi è in esempio tra noi singolarmente la musica . Risorta ne’ più barbari tempi in Italia, si diff
[2.2] Un’altra principal ragione ancora del presente scadimento della musica , è quel suo proprio e particolar regno ch’ella ha
capo ch’egli ha da essere subordinato, e che il maggior effetto della musica ne viene dallo esser ministra e ausiliaria della
e maggiore energia43. Né quella critica fatta già contro all’opera in musica , che le persone se ne vanno alla morte e cantano,
e. Imperciocché se tacessero i trilli, dove parlano le passioni, e la musica fosse scritta come si conviene, non vi sarebbe ma
no è noto che anticamente gli stessi poeti erano musici. E con ciò la musica vocale era quale ha da essere secondo la vera ins
cetti e degli affetti dell’animo. Ma ora che le due gemelle, poesia e musica , vanno disgiunte, qual maraviglia se avendo uno a
la disciplina del teatro. [2.3] Tra le disconvenienze della odierna musica dee notarsi in primo luogo ciò che la prima cosa
nfonia vengono i recitativi; e come quella suol essere la parte nella musica la più strepitosa, cosi questi ne sono, per cosi
il fine orecchio di molti gentiluomini, cosi nella poesia come nella musica esercitatissimi. E conchiuse, alla fine, che il f
mpo la parte dell’opera che più delle altre risaltò. E secondo che la musica da teatro si è venuta raffinando, hanno ricevuto
accrescere piuttosto il numero de’ violini, che sono gli scuri della musica ? Perché non rimettere i liuti e le arpe, che col
le, a detto di quel savio, convien che sia come il batter de’ fabbri, musica insieme e lavoro. [2.7] Ma non sono questi, quan
, stando anch’essa nel mezzo, tiene maggiormente della virtù; e nella musica si vuol fare quell’uso degli acuti che si fa dei
ni poi di parole e quegli accozzamenti fatti soltanto in grazia della musica e che non formano senso veruno, quanto non sono e
lcendole il più ch’ei può, e di rallentare a un tratto l’impeto della musica . Con che si persuade, oltre all’aver dato alle pa
tro che vana ed inetta ne riuscirebbe l’orazione. E lo stesso è della musica , se altri non si prefigge di dipingere una qualch
a tutte le più ricercate conditure dell’arte. [2.13] La poesia e la musica , comecché tanto strettamente congiunte, camminaro
amente congiunte, camminarono di un passo tutto contrario tra noi. La musica nell’altro secolo era ben lontana dal dare in que
antastica. E da che si mise nel buon sentiero la poesia, lo smarrì la musica . Il Cesti e il Carissimi si videro ridotti a dove
e naturali e graziose poesie del Metastasio sono assai volte messe in musica da compositori secentisti. Non è però che una qua
una qualche immagine di verità non si scorga anche a’ di nostri nella musica . Ne sono in esempio singolarmente gl’intermezzi e
ella verità che in sé contiene, ha la voga e trionfa un tal genere di musica , benchè riputata plebea. E dessa pur fu che estes
Italia. A niuno può esser nascosto come nel campo singolarmente della musica durava tra le due nazioni viva da gran tempo ed a
duetti; e la miglior parte de’ Francesi prese partito a favore della musica italiana. Cosi che quella rivoluzione che non pot
ffoni. Sebbene, non già nelle sole opere buffe sta racchiusa la buona musica . Nelle opere serie è anche forza confessare che s
o mai abbastanza vivere. A così fatti uomini sarebbe da commettere la musica , quale noi la vorremmo nella nostra opera. Che gi
a di varie parti, possa bensì produrre una certa temperanza, che alla musica di chiesa dà tanto decoro e solennità, ma che a r
dice razionale consurga. In tal modo adoperando, saremo sicuri che la musica ne darà bene spesso sul teatro un qualche saggio
alla fantasia le stesse cose inanimate. E con tutta la severità della musica antica ha saputo congiugnere le grazie e i vezzi
5 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosettimo, ed ultimo »
ncese che contiene l’idea d’un’opera eccellente da farsi intorno alla musica . [1] Tal è lo stato presente del dramma musicale
cagioni degli abusi, d’indicare paratamente i rimedi, e di ridurre la musica , la poesia, il ballo, e gli altri rami appartenen
erò contribuito al miglioramento dello stile, o alla perfezione della musica . A maggiore e più compita illustrazione della mat
arlare dei mezzi imaginati da alcuni celebri autori per ricondurre la musica e la poesia drammatica al grado di perfezione, de
per le viste utilissime che racchiude concernenti la filosofia della musica e delle arti rappresentative. Essa è diretta ad u
a sua nazione, e contiene l’idea d’un’opera da eseguirsi intorno alla musica , ma che per isventura della filosofia e del buon
sofia che per la sua critica, e la sua erudizione. Lettera sopra la musica indirizzata al Sig. Co. di Caylus e stampata l’an
e stampata l’anno 1754 Signore, [3] L’opera mia ha per oggetto la musica . Quell’arte deliziosa, che i saggi dell’antichità
o impossibil cosa il penetrare, sono d’avviso che guardar si possa la musica sotto un altro punto di vista ancor più vantaggio
enti energie di essa, a indicarci le forme particolari, alle quali la musica deve la sua possanza di commovere, e di dipingere
la poesia de’ trattati analitici ripieni di precetti e d’esempi, e la musica , quella di tutte le belle arti che più ci commove
anco il servigio medesimo. E siccome gli obbietti d’imitazione nella musica sono infinitamente più moltiplicati e molto meno
no diretti i miei tentativi. Io presento a’ musici la rettorica della musica , e quest’è l’oggetto mio principale. Dico così pe
principale. Dico così perch’io imprenderò a trattare lungamente della musica degli antichi, e di quanto ha relazione con essa.
migliori mezzi onde sarà eseguita allo studio per me fatto della loro musica e in un della poesia loro. Quando si parla o si s
stessa ch’essi conobbero la bella natura. Io non riguardo adunque la musica , se non come un’arte imitativa ricercando e mette
a che mi dò l’onore d’indirizzarvi, io mi farò imprima a scomporre la musica , e ne esaminerò in seguito separatamente le parti
[4] Gli antichi consideravano il ritmo come la principal parte della musica . Qui non cade in acconcio l’esporvi, o Signore, i
avano a siffatta parola. Allorché noi sappiamo indubitatamente che la musica loro era rigorosamente soggetta alla quantità, d’
are un’idea di essi ancor più precisa e più chiara trasferendoli alla musica per modo che il valore d’ogni nota corrispondesse
ne dell’estrema varietà e dell’irregolarità frequente del ritmo della musica antica. Io non poteva far conoscere a nostri musi
noi ci serviamo, senza metter in chiaro lume questa parte della loro musica onde mi sono inoltrato con tanto più impegno quan
proviamo spesso senza poterle valutare, e quasi senza conoscerle. La musica dice, M. Leibnizio 189, non è a molti riguardi ch
le ragioni invincibili, e senza replica cavate dalla cognizione della musica . Oltracciò le riflessioni da me fatte sopra il ri
a melodia permettete, o Signore, ch’io ragioni un poco de’ modi della musica antica, che non differivano dalle nostre modulazi
di tutte le arti, la portarono con la scrupolosità la più grande alla musica . Ogni soggetto avea il suo modo, da cui era disde
to l’allontanarsi. Aristotile dopo aver notati i differenti generi di musica soggiugne che ognuno di questi avea un modo e un’
alcuni musici ottennero dal re il permesso di formare un’Accademia di musica a Parigi, ma per quanto dilettosa ella si fosse,
e in Plutarco, in Dione, e in Massimo di Tiro, che la decadenza della musica de’ Greci seco trasse anche quella de’ loro costu
reci seco trasse anche quella de’ loro costumi. Ma tornando a noi, la musica de’ Greci fu nella sua origine in tal modo sempli
v’hanno due modi, il maggiore e il minore: e contuttociò un pezzo di musica d’un genere grande rimane tanto sfigurato, ove si
tro “A-mi-la”. Del resto s’io rivolgo il pensiero alla severità della musica antica, non perciò pretendo di ristabilirla; vogl
e che caldamente raccomandavano ai principianti, come la parte della musica la più utile all’eloquenza e in cui mostrerò a qu
e dell’imbarazzo, e del disordine in tutte le parti, e per esso nella musica lo spirito gode del canto presente di quello che
gior parte de’ nostri artisti anche più celebri. Io osservo che nella musica più che in ogni altra arte v’ha de’ luoghi che si
i, e dal genio de’ Francesi. Porrò a confronto ciò ch’han detto della musica italiana alcuni personaggi ragguardevoli per la v
n sono né più abbondanti né più varie di quelle del nostro, ma che la musica italiana debbe in gran parte l’interesse e l’inca
ne in pregio il bello, ovunque lo ritrova. A me piace fuor di modo la musica italiana, ma non perciò voglio rassomigliare a qu
iù illuminati dell’Italia traveggono de’ difetti e de’ vizi nella lor musica , e perché dunque ci faremo noi coscienza di osser
mero dei dotti che hanno penetrato più addentro in questa parte della musica , vuol concordemente che fosse sconosciuta agli an
a nascosto: ma queste ricchezze che stan così bene che nulla più alla musica istrumentale, non convengono per niente alla voca
ti per quanto ad un estratto si conviene, i mezzi, onde si prevale la musica per giugnere al suo scopo ch’è l’imitazione, veng
o parlando della loro declamazione. Quindi io ritorno ai mezzi che la musica adopera per imitare, e dopo averli esaminati sepa
imitare. Vò scorrendo tutti i tropi, tutte le figure onde si serve la musica del pari che l’eloquenza a piacere, commovere, e
hanno coi fenomeni che ci stanno intorno; paragono le nostre opere in musica con le tragedie antiche, e quinci ne traggo molte
o origine la debolezza del maggior numero de musici, imperocché se la musica ha potuto accompagnare le tragedie d’Eschilo, e d
umana considerati come la materia elementare d’ogni espressione nella musica , nella poesia, nella storia, e nella eloquenza, o
versi generi e gli stili diversi nella pittura, nella scoltura, nella musica , nella poesia, nell’eloquenza, e nella storia nas
io Massimo L. 2. c. 6. Aulo Gellio riporta, seguendo Tucidide, che la musica degli spartani era maestosa e tranquilla, meno at
ostantemente osservata fintantoché i poeti formarono eglino stessi la musica de’ loro versi, ma quando la poesia e la musica s
rono eglino stessi la musica de’ loro versi, ma quando la poesia e la musica si separarono, i musici non ponendo più la medesi
e’ dell’orecchio, e d’allora in poi essi compiansero la perdita della musica antica. Imperocché ciò che Plutarco, Massimo di T
che Plutarco, Massimo di Tiro, Dione d’Alessandria hanno in conto di musica antica altro non era che questa scrupolosa esatte
nel secondo tomo della perfetta poesia) che veggendo i difetti della musica italiana nascere per la massima parte dall’abuso
solo recitativo. Per quanto sia bella in se stessa questa parte della musica , per quanto il recitativo italiano, quand’è maneg
leggiadria degli accompagnamenti; nondimeno bisogna confessare che la musica drammatica ridotta al solo ed unico recitativo di
perta la più brillante e la più doviziosa che potesse mai farsi nella musica drammatica, scoperta che ha dato loro senza contr
matica, scoperta che ha dato loro senza contrasto la preferenza sulla musica delle altre nazioni, nonostante gli abusi a cui v
co che si stampa a Parigi, parlando dell’opera italiana chiama la sua musica seducente e magica. Questo mi ricorda il passaggi
e sue proprie parole, come si trovano nel suo libro dell’unione della musica e della poesia alla pag. 205. «Ma affinchè non s
a alla pag. 205. «Ma affinchè non sembri che vogliasi ristringere la musica ad una alleanza con la mera ode, o inno soltanto,
’oratorio possono rappresentarsi perfettamente uniti alle forze della musica e congiunti con la probabilità, e la naturalezza.
do adunque che l’azione sia semplice e non appassionata, il poema, la musica , e l’esecuzione, se sono ben condotte, saranno ac
grado di naturalezza, e di probabilità, che daranno all’unione della musica , e della poesia la maggior forza e pathos. Le nar
6 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo duodecimo »
dell’opera italiana. Cause generali di essa. Paralello della poesia e musica moderne con quelle dei Greci. Motivi della perfez
entusiasmo acceso per coltivare le scienze armoniche, pur tuttavia la musica non abbia in Italia prodotta la menoma particella
e nostre legislazioni che s’aggirano sopra un perno tutto diverso, la musica e la poesia, lontane dall’esser considerate come
da gran tempo separate la filosofia, la legislazione, la poesia e la musica , la loro individuale influenza ha dovuto esser mi
rno la storia ci somministra esempi maravigliosi della possanza della musica presso ai Greci; indarno la filosofia, disaminand
r di Toscana109, Gian Jacopo Rousseau nella sua celebre lettera sulla musica francese vorrebbe far l’onore agl’Italiani di non
ggono costantemente in Parigi, all’indole soporifera e monotona della musica francese. Ma se questo filosofo valicasse present
questo punto maggior indulgenza della Francia. Avrebbe veduto che la musica più bella che si canti nelle lingue viventi, né i
sentative. [4] Niuno crederebbe che la ricchezza appunto della nostra musica fosse quella che la rendesse meno patetica. Eppur
più variate di suoni. Ma siffatti presidi, i quali rendono la nostra musica più brillante e più vaga, la rendono parimenti me
essa e spontanea nulla ha di comune colla successione dei tuoni della musica imprigionata fra i ceppi di tante regole armonich
le vibrazioni dell’aria comunicano i suoni ai nostro orecchio. Ma una musica troppo raffinata ne infievolisce la energia strit
una frase retorica dell’armonista. Non è per tanto da stupirsi se la musica moderna, la quale invece di rinvigorir le nostre
e una opportuna conferma della mia proposizione facendo vedere che la musica greca perdette il gran segreto di muover gli affe
i e feroci? Il solo mezzo atto ad ottener questo fine vien creduta la musica . S’adotta un piano economico di pubblica amminist
rni più illuminati della Grecia vegliavano con tanta cura affinchè la musica perseverasse inmutabile ed incorrotta nella sua i
eretico e corruttore del costume pubblico per aver alterata l’antica musica aggiugnendo due corde di più alla lira. Da ciò si
popolo che il troppo violentemente svegliarle, abbiano appunto nella musica regolata dalla filosofia trovato il segreto d’ott
ll’arte drammatica siccome contribuirono ad ampliar le richezze della musica via più raffinandola, così ne scemarono a poco a
enzioni al capitano sia paragonato» 111. [8] Ma guari non andò che la musica affascinata dalle proprie bellezze rinunziò all’i
i drammi e in quelli dei giuochi pitici la fatale usanza di render la musica strumentale indipendente della vocale112.‌ Tra po
te della vocale112.‌ Tra poco la danza si separò dalla poesia e dalla musica , e l’una e l’altra non furono più confidate alle
’arte da sé, nacque presso a’ Greci la scienza che i moderni chiamano musica , cioè quella combinazione artifiziosa di suoni ch
non ebbe più quel perfetto combaciamento che aveva dianzi avuto colla musica , né questa colle affezioni dell’animo. Invano si
oi canti tumultuosi un misero governo della poesia, del ritmo e della musica . I compositori per distinguersi fra gli altri non
e tanti e sì rapidi cangiamenti il comico Anassila ebbe a dire che la musica , agguisa della Libia, generava tutti gli anni un
inesia, Polissene, e Timoteo di Mileto furono i principali autori, la musica cessò di cagionare i grandi effetti che prima era
venne meno espressiva e patetica. Nella stessa guisa che alla moderna musica , quantunque lontana assai dalle mentovate meravig
licarsi con eguale felicità a molti altri popoli, presso ‌a’ quali la musica vigorosa e commovente nel suo principio è venuta
rattenere i fiumi e camminare le selve. Credono i Cinesi che l’antica musica del loro paese avesse fatto scender dal cielo l’i
oloro che ‌ l’abitano sono buoni o cattivi? Si guardi il gusto della musica che vi regna» diceva Confucio. Ma quanto siasi fr
naggio, ne commanda severamente la riforma, e proibisce ogni sorta di musica a riserva di quella che serve per la guerra e per
imonia Tiao 115. [11] Gli Arabi ne avevano lo stesso trasporto per la musica e le stesse opinioni intorno alla sua possanza. V
idi, che operavano dei miracoli colla voce e cogli strumenti. La loro musica era innestata colla filosofia, e i sapienti sapev
e poetica per eccitare ogni genere di passioni fondati sui moti della musica , e sulle diverse vibrazioni dei loro strumenti. I
posito di non più ritornarvi. L’idea che gli Arabi si formavano della musica si potrà meglio comprendere dalla traduzione del
de S. Paterne interprete delle lingue orientali a Parigi intorno alla musica di quella nazione, alla quale io rimetto i lettor
tori che volessero acquistare più distinte notizie. «L’impiego della musica è una pruova della sua eccellenza. I nostri imani
se parole che borbotta fra se. Coll’aiuto d’una sconosciuta e barbara musica richiama alla vita il moribondo abbandonato dai m
n cale i disagi del viaggio, si diverte dalla noia cantando, e la sua musica semplice e naturale rallegra le caravane e affret
tardo camminare de’ suoi cammelli. «L’astuto uccellatore adopera una musica che imita il canto dei diversi uccelli ingannati
ssa tra quelli e i nostri. Simplificando l’idea che noi abbiamo della musica in generale, sembra che altro non intendiamo con
i. Il costume in cui siamo fin dalla infanzia di non considerar nella musica che la semplice modificazione del suono secondo l
me può ricevere l’arte da loro. Alcib. Pare che tu vogli accennare la musica . Socr. Cotesto appunto». Attenendoci soltanto all
rzioni determinate, preso in particolare s’applica alla poesia e alla musica . Nella poesia il ritmo è la durazion relativa de’
de’ tempi che s’impiegano nel pronunziar le sillabe d’un verso; nella musica altro non significa che la durazion relativa dei
rappresentazione o immagine degli oggetti dell’universo imitati dalla musica col mezzo del tempo e del movimento, i quali, ris
movimenti degli oggetti imitati. E l’eccellenza della poesia e della musica greca consisteva in ciò appunto che nessun effett
lo stato dell’altra. Ciò serve a spiegare altresì in qual parte della musica greca fosse riposta la tanto da loro vantata qual
sce con evidenza la cura con cui trattarono tutto ciò che concerne la musica propriamente detta. Noi siamo all’oscuro della na
loro generi diatonico, cromatico, edenarmonico, parole che la moderna musica prende in significazione affatto diversa da quell
dai fatti si diduce che i Greci mostraron nell’uso che facevano della musica vocale e strumentale la medesima profondità di ri
ale l’imitazione della natura, e siccome la possanza imitatrice della musica , massimamente nello svegliar le passioni, dipende
sta produce presso di noi, e delle quali va così orgogliosa la nostra musica , ma non mostrarono di far gran conto di simili pr
egno d’adattare ad ogni effetto particolare che dovea generarsi dalla musica l’individuale cagione che dovea generarla. Però s
utezza dei moderni. S’io volessi fare un processo formale alla nostra musica , larga messe mi si presenterebbe di riprensione d
li unicamente perché nessuno ha voluto chiamarli a contrasto. Come la musica risorse fra noi ne’ più barbari secoli, nei quali
taron neppure i cangiamenti che doveano col tempo sopraggiungere alla musica , e le novelle vie che aprir poteva in quest’arte
addoppiavano le difficoltà moltiplicando i mezzi termini. Attalchè la musica si trova in oggi agguisa di quelle città, le qual
così mi restringerò a toccar brevemente quei difetti che nella nostra musica impediscono, secondo il mio avviso, i maraviglios
oi come generi puramente poetici che mai non debbono accoppiarsi alla musica . Quindi non è da maravigliarsi che ridotta quest’
sso a’ quali non mai disgiugnendosi l’una dall’altra, i confini della musica erano gli stessi che quelli della poesia. I nostr
fferente il canto dei ditirambi da quello dei giambi di Archiloco, la musica de’ Nomi da quella di teatro, e così via discorre
inazione dell’uno e dell’altro non potrà adattarsi perfettamente alla musica , e per conseguenza non sarà musicale in tutta l’e
volte va d’accordo colla poesia. Per esempio, se si dovesse metter in musica questo verso di Virgilio: «Dulces exuviae dum fa
ti per levarlo di mezzo. E ciò che si dice della poesia rispetto alla musica , si dice ancora della musica strumentale rispetto
ò che si dice della poesia rispetto alla musica, si dice ancora della musica strumentale rispetto alla vocale, cioè che vicend
la dipendenza della sua compagna. [28] So che i fautori della moderna musica , alla testa de’ quali fa d’uopo metter il Signor
i concerti puramente strumentali, cioè nel genere meno perfetto della musica , siccome quello cui manca il principal fonte dell
vo difetto nelle nostre lingue, il quale per l’influenza che ha nella musica , spiega altresì sufficientemente le cagioni della
ivide il valore in due soli tempi. Colla tripla? Ma, così facendo, la musica viene a cadere in due massimi inconvenienti. Il p
vativa energia. [30] Non mancano di quelli, i quali stimano la nostra musica abbastanza ricompensata colla invenzione di compo
che l’hanno trattata) egli è chiaro che la sua utilità almeno per la musica teatrale è tanto problematica che poco o niun mot
i, Giulio Caccini, e Jacopo Corsi, allorché vollero inventare la vera musica drammatico lirica, non trovarono a perfezionare l
ezza ed artifizio e tale è appunto il merito intrinseco della moderna musica , dove l’arte d’intrecciare le modulazioni, la bel
opo maravigliosamente diretto. [32] Il grande svantaggio della nostra musica è non per tanto quello che qualunque principio di
sua azione verso d’un solo punto, noi avremo un bel vantare la nostra musica e dileggiare quella dei Greci, ma la verità, ch’è
i sofismi della pedanteria, ci farà vedere che noi non abbiamo della musica fuorché la parte più materiale e meno importante,
anno di troppa baldanza per aver osato chiamar in giudizio la moderna musica , così a costoro incapaci di sentir per se stessi
quanto da me è stato detto finora intorno alle due musiche. «La loro musica (parla dei Greci) era finalmente e precipuamente
ata in tutte le sue parti. Che se qualche rara volta giugne la nostra musica a muovere qualcuno degli affetti, per esser caso
ra i primi venticinque salmi, parlando di tutte quelle cose che nella musica greca concorrevano ad eccitar le passioni, si spi
, Tom. 2. p. 145. 112. [NdA] Platone nel primo delle Leggi chiama la musica strumentale separata dalle parole «una cosa insig
A] Ferecrate comico appo Plutarco, de Musica. 114. [NdA] Trattato di musica , p.144. 115. [NdA] Vedi il VI tomo delle Memorie
16. [NdA] Dialogo III. De Rege, vel de Justo. 117. [NdA] Libro I. De musica nell’edizione del Meibomio. 118. [NdA] Che i Rom
io. 118. [NdA] Che i Romani conoscessero l’influenza del ritmo nella musica strumentale per dar lena ai soldati, è opinione d
22. [NdA] L’inglese Brown nel suo Trattato della forza e unione della musica e della poesia riflette saggiamente che l’idea ch
grossi tomi corredati da citazioni pretendono di giudica dell’antica musica , e di posporla alla nostra! I loro racconti mi se
one latina eccellente dei sette scrittori greci che hanno trattato di musica , si ritrovava in Isvezia alla corte della famosa
edico e favorito della regina, e scrittore altresì d’una Storia della musica composta senza notizie, senza critica, e senza fi
ina che comandasse a Meibomio di cantar in sua presenza un’aria della musica antica pubblicata da lui medesimo nella sua tradu
va potersi giudicare con siffatto metodo dell’indole ed energia della musica antica. 123. [NdA] Martini, Storia della musica
le ed energia della musica antica. 123. [NdA] Martini, Storia della musica , tom. 3, 453. 124. [NdA] Veggasi il trattato De
ella del Corsi, il quale chiama siffatta invenzione «quella spezie di musica tanto biasimata dai filosofi, e in particolare da
altrui a questo e a quel costume». Discorso a Giulio Caccini sopra la musica antica, e il parlar bene inserito nelle Opere di
erito nelle Opere di Giambattista Doni, t. 2. 128. [NdA] Trattato di musica , p. 145. 129. [NdA] Storia della musica, t. 3, p
. 2. 128. [NdA] Trattato di musica, p. 145. 129. [NdA] Storia della musica , t. 3, p. 439. 130. [NdA] Estro poetico-armonico
7 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO V. Primi passi del dramma musicale. » pp. 295-309
si del dramma musicale. Siamo pur giunti all’epoca vera, in cui la musica e la danza (che tanto diletto recavano ne’ cori t
di un nuovo spettacolo scenico dopo il risorgimento delle lettere. La musica costante amica de’ versi146 ancor fra selvaggi, l
giunta. Abbandonato il teatro alla poesia e alla rappresentazione, la musica si conservava nelle chiese, ed accompagnava la da
non meno in versi che in prosa. Il favorevole accoglimento fatto alla musica richiamata sulle scene, menò assai naturalmente g
del più squisito gusto che abbia a’ nostri dì ragionato dell’opera in musica , cioè del conte Algarotti) di rimettere sul teatr
erseggiatore e maestro di cappella, animato dalla felice unione della musica e della poesia che osservò in tante feste e canta
i tale unione in tutto un dramma149, e nel 1597 fece rappresentare in musica alle nominate maschere il suo Anfiparnaso, stampa
le) s’inducesse per l’ esempio del Vecchi a formar del dramma e della musica un tutto inseparabile in un componimento eroico e
il Rinuccini, col consiglio del signor Giacomo Corsi intelligente di musica , mostrò all’Italia i primi veri melodrammi eroici
one del matrimonio di Maria de’ Medici con Errico IV, furono poste in musica da Giacomo Peri, e s’impressero in Firenze nel 16
Giacomo Peri, e s’impressero in Firenze nel 1600. L’Arianna posta in musica da Claudio Monteverde si cantò nel matrimonio del
imenti scenici, ne’ quali sarebbe un delitto contro al genere, che la musica si fermasse talvolta dando luogo al nudo recitare
era seria o eroica il Rinuccini, e Giacomo Peri come primo maestro di musica , che, secondochè ben disse sin dal 1762 l’Algarot
i in tal secolo oltramonti? 146. Un nostro critico sosteneva che la musica è totalmente straniera all’arte poetica. Al contr
straniera all’arte poetica. Al contrario io penso che la poesia e la musica sieno nate gemelle. L’imitazione sia degli zeffir
arono alla tragedia e alla commedia, le animarono perpetuamente colla musica . Noi non recitiamo versi senza una specie di cant
musica. Noi non recitiamo versi senza una specie di canto, oltre alla musica vera che ebbero i nostri madrigali, le ballate, l
ca vera che ebbero i nostri madrigali, le ballate, le canzoni ecc. La musica dunque fu sempre compagna della poesia. 147. Me
ato ancora il dottissimo lodato Algarotti nel Saggio sopra l’opera in musica . Egli dei drammi del Rinuccini dice, che furono i
e circa il principio della trascorsa età sieno stati rappresentati in musica ; e come noi altro egli non vide nell’Orfeo del Po
l Poliziano, nella festa del Botta, e nella rappresentazione posta in musica dallo Zarlino per Errico III in Venezia, che uno
eva ottimamente, se tacessero i trilli dove parlano le passioni, e la musica fosse scritta come si conviene, non vi sarebbe ma
circostanze ove ei si trova? E di ciò contento, non si sovviene della musica che accompagna questo sentimento. Se ne sovviene
iena di affetti attivi, tuttochè sappiasi che i Greci animarono colla musica tutta una tragedia, ci dica il signor Sulzer, qua
e mi trasporta, se l’ affetto è vero, non mi darà luogo a metterlo in musica , o cantandolo lo tradirò io stesso. Non vi sarebb
olo lo tradirò io stesso. Non vi sarebbe altro rimedio che limitar la musica a i semplici concerti, e più non pensare a congiu
Ma allora non meriteremo il rimprovero di Platone, il quale chiamò la musica stromentale un’ assurdità e un abuso della melodi
8 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Italiano del secolo XVI. e del Libro IV. — CAPO VIII ultimo. Primi passi del Dramma Musicale. » pp. 42-62
si del Dramma Musicale. Siamo pur giunti all’epoca vera, in cui la musica e la danza (che tanto diletto recavano ne’ cori t
di un nuovo spettacolo scenico dopo il risorgimento delle lettere. La musica costante amica de’ versi a ancor fra selvaggi, la
giunta. Abbandonato il teatro alla poesia e alla rappresentazione, la musica si conservava nelle chiese, ed accompagnava la da
non meno in versi che in prosa. Il favorevole accoglimento fatto alla musica richiamata sulle scene, menò assai naturalmente g
gusto più squisito che abbia a’ nostri giorni ragionato dell’opera in musica , dico del conte Algarotti) di rimettere sul teat
ancora il dottissimo prelodato Algarotti nel Saggio sopra l’opera in musica . Egli de i drammi del Rinuccini dice che furono
e circa il principio della trascorsa età sieno stati rappresentati in musica ; ed al pari di noi altro egli non vide nell’Orfe
l Poliziano, nella Festa del Betta, e nella rappresentazione posta in musica dallo Zarlino per Errico III in Venezia, che uno
erseggiatore e maestro di cappella, animato dalla felice unione della musica e della poesia che osservò in tante feste e canta
ile) s’inducesse per l’esempio del Vecchi a formar del dramma e della musica un tutto inseparabile in un componimento eroico e
il Rinuccini, col consiglio del signor Giacomo Corsi intelligente di musica , mostrò all’Italia i primi veri melodrammi eroici
one del matrimonio di Maria de’ Medici con Errico IV, furono poste in musica da Giacomo Peri, e s’impressero in Firenze nel 16
Giacomo Peri, e s’impressero in Firenze nel 1600. L’Arianna posta in musica da Claudio Monteverde si cantò nel matrimonio del
onimenti scenici, ne’ quali sarebbe un delitto contro il genere se la musica si fermasse talvolta dando luogo al nudo recitare
era seria o eroica il Rinuccini, e Giacomo Peri come primo maestro di musica che, secondochè ben disse sin dal 1762 l’Algarott
secolo dagli oltramontani? a. Un nostro critico sosteneva, che la musica è totalmente straniera all’arte poetica . Io per
e straniera all’arte poetica . Io per altro penso, che la poesia e la musica sieno nate gemelle. L’imitazione sia degli zeffir
rono alla tragedia, e alla commedia, le animarono perpetuamente colla musica . Noi non recitiamo versi senza una specie di cant
musica. Noi non recitiamo versi senza una specie di canto, oltre alla musica vera che ebbero i nostri madrigali, le ballate, l
ca vera che ebbero i nostri madrigali, le ballate, le canzoni ecc. La musica dunque fu sempre compagna della poesia. a. Mene
mpre compagna della poesia. a. Menestrier delle Rappresentazioni in musica . a. Muratori Perfetta Poesia libro III. a. Ne
iudiziosamente: Se tacessero i trilli dove parlano le passioni, e la musica fosse scritta come si conviene, non vi sarebbe ma
le circostanze ove si trova? E di ciò contento, non si sovviene della musica che accompagna questo sentimento. Se ne sovviene
che Aquilio ben comprende che gli fa uopo contenere, ed il maestro di musica che ragiona dritto, saprebbe coll’armonia animar
iena di affetti attivi, tuttochè sappiasi che i Greci animarono colla musica tutta una tragedia, potrebbe dirci il signor Sulz
e mi trasporta, se l’affetto è vero, non mi darà luogo a metterlo in musica , o cantandolo lo tradirò io stesso. Non vi sarebb
olo lo tradirò io stesso. Non vi sarebbe altro rimedio che limitar la musica a i semplici concerti, e più non pensare a congiu
Ma allora non meriteremo il rimprovero di Platone, il quale chiamò la musica stromentale un’ assurdità e un abuso della melod
9 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quinto »
Capitolo quinto Difetti della musica italiana verso il fine del Cinquecento, e mezzi p
’armonia e nella poesia, il favore largamente concesso da Leon X alla musica , della quale fu intendentissimo, e lo studio dell
ndo fornito abbastanza di quel talento, né di quella cognizione della musica antica, che abbisognavasi per così gran novità, e
passaggi lunghissimi, e mille altri pesanti artifizi che allora nella musica madrigalesca italiana fiorivano. E però mal a pro
I loro ragionamenti cadevano per lo più sugli abusi introdotti nella musica moderna, e sulla maniera di restituire l’antica s
opportuni. [4] Il primo di rischiarare le tenebre ond’era avvolta la musica antica, la quale da Boezio e da Sant’Agostino fin
i uomini saggi la sua maravigliosa possanza, potevano trasferiti alla musica moderna contribuir a migliorarla, cioè la dottrin
il Mei componendo un libro che diè poscia alla luce intitolato Della musica antica, e moderna con un altro De Modis Musica in
inedito finora, i quali quantunque abbondino di errori rispetto alla musica antica a motivo che gli autori greci appartenenti
r nella sua per ogni riguardo maravigliosa dissertazione intorno alla musica degli Antichi; pure sono molto pregievoli per que
Vincenzo Galilei pubblicando il Fronimo cogli altri dialoghi sopra la musica , opere piene di erudite notizie, di riflessioni i
i, ma con evento poco felice, imperocché non compresero che la nostra musica appoggiata su fondamenti troppo diversi non ammet
ta su tali oggetti fra il Vicentini e Vincenzo Lusitanio scrittore di musica anch’egli, che fioriva verso la metà del secolo d
vavano in Roma. Il Vicentini, che difendeva altro non essere stata la musica greca se non se una confusione de’ nostri tre gen
rto in paragone del Lusitanio, che sosteneva non comprendere l’antica musica fuorché il solo e schietto diatonico55. [5] Il se
ridicoli. A far conoscer meglio lo stato in cui si trovava allora la musica , e per conseguenza le fatiche e i meriti di que’
mio avviso, trovata per mero accidente, e introdotta in seguito nella musica a cagion di piacere. La natura donando agli ogget
l’uso delle consonanze e delle dissonanze fu di gran giovamento alla musica , quelle per la varietà e vaghezza degli accordi c
a grazia nel profferirle non entrassero per niente nella natura della musica , la quale secondo loro consisteva nell’armonia co
ll’Amore dell’Asola” invece di dire “le Vergini del Petrarca poste in musica dal Palestrina”, “il Trionfo d’amore del medesimo
sione, ovvero sia dell’arte di muovere gli affetti, che scopo è della musica fondamentale e primario. Il soverchio uso delle d
ne d’un altro. Per non dir nulla delle tante difficili inezie onde la musica era allor caricata, da paragonarsi agli anagrammi
bergamasco. [10] A tale stato avea il gotico contrappunto ridotta la musica , allorché i soppralodati Italiani intrapresero la
enzo Galilei entrò coraggiosamente nell’arringo col suo dialogo sulla musica antica e moderna, ove in persona del citato Giova
, che grande applauso trovarono allora presso agl’intendenti. [12] La musica madrigralesca, ch’era a un dipresso carica de’ me
stanza che dovea assicurar loro una rapida e universale celebrità. La musica strumentale venne anch’essa perfezionandosi di ma
ra inventata dal Galilei, e molte belle cose introdusse del suo nella musica , che contribuirono non poco a migliorarla. Uno de
parlai nel capitolo secondo, la poesia non avea per anco aperti alla musica fonti copiosi d’espressione. I poeti, scrivendo u
idi benché puri e regolari non poteano somministrar gran materia alla musica . L’Ariosto e il Tasso, ancorché avessero in qualc
entino, non meno fautore delle belle arti, né meno intelligente nella musica massimamente teorica. Ha l’Italia da lui, oltre q
lui, oltre qualche canzonetta messa sotto le note, un discorso della musica degli antichi e del cantar bene indirizzato al Ca
accini e col Corsi tanto studiarono sulla maniera d’accomodar bene la musica alle parole che finalmente trovarono, o credetter
direzione di esso Rinuccini, il quale comecché non avesse studiata la musica , era nondimeno dotato d’orecchio finissimo,e d’ac
in appresso un altra sua pastorale intitolata L’Euridice Tragedia per musica , la quale fu con più accuratezza modulata nella m
i pastori a’ tempi d’Orfeo. Dall’uso ancora che allor si faceva della musica madrigalesca, e dal non aver per anco la lingua i
loro non altrimenti che si rammenti in oggi la Serva Padrona posta in musica dal Pergolesi, o il monologo della Didone del Met
lato dal Vinci. Ciò si ha da Giambattista Doni nel suo trattato sulla musica scenica59, e dalla dissertazione che segue agli s
ppieno la curiosità del lettore aggiungiamo qualche cosa intorno alla musica , i progressi della quale debbono osservarsi unita
influisce sulle cose musicali, e forse ancora l’eccessivo lusso della musica presente farebbero in oggi comparir quella assai
za distinto a motivo, che i compositori erano soliti a non udir altra musica che la ecclesiastica e la madrigalesca, nelle qua
ano titolo di seguaci del rancidume. [26] Parte principalissima della musica drammatica è l’aria, che non si dee sotto silenzi
ie nei melodrammi poiché fin allora tutto fu in essa recitativo, e la musica fu tutta in istile recitativo composta. L’introdu
ltro si trova fatto fin dall’origine dell’opera. Alla pagina II della musica del Peri alla citata Euridice si vede che Tirsi c
             Di Paradiso.» i quali sono un’aria perfetta non meno in musica che in poesia. Le ragioni sono perché vi precede
vatore d’un nuovo genere che tanto lustro ha recato alla poesia, alla musica e alla sua nazione. [29] L’opera buffa incominciò
dove e in qual anno si recitasse. L’autore fu un modenese che fece la musica e la poesia, chiamato Orazio Vecchi, il quale non
ecolo. Egli nella dedica si vanta d’essere stato il primo a metter in musica le poesie drammatiche, e questo vanto vien replic
to d’averla alle mani fra le carte musicali, ove sempre rimase. né la musica né la poesia meriterebbono che se ne facesse menz
arachem. Altri Ebrei. L’è Sabbà, che non podem.» [31] Dicendo che la musica non si disconviene a così fatta poesia, ho rendut
ltà dello spirito. II. Che l’essenza di ciò che si chiama bello nella musica e nelle arti liberali è riposta nella felice cont
n quelle cose che si gustano successivamente come, per esempio, nella musica , è più difficile a comprendersi, che nelle cose,
icata cagione il volgo degli uditori ascolta spesso con trasporto una musica , che sembra cattiva, ed è tale pei veri intellige
tore dei nostro secolo) a’ poeti il far la poesia, e a’ musici far la musica , ma non appartiene se non al filosofo il parlar b
tra.» 58. [NdA] Rinuccini nella Dedicatoria p. 14. 59. [NdA] Della musica scenica, c. 9. 60. [NdA] Niceo Eritreo, Pinacoth
10 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO VII [IV]. Teatro Lirico: Opera Comica: Vaudeville. » pp. 192-230
al celebre filosofo Ginevrino. In questo si dimostra che tosto che la musica apprese a dipingere e a parlare, disparvero gl’in
more, e Castore e Polluce una delle migliori opere francesi, posta in musica dal famoso Rameau. Ma il teatro lirico, e la poes
iù vago, di più dilicato, di più interessante per le parole, e per la musica del Divin du village di Gian Giacomo Rousseau. «I
e recitare quella sua favola senza che se ne cantassero le parole. La musica esprimeva a meraviglia gli affetti del personaggi
tanto gl’intervalli e le pause della declamazione. Molti pezzi di tal musica si composero dallo stesso Gian Giacomo, ed alcuni
del XVIII secolo mentre trionfava nella teoria, e nella pratica della musica il celebre filosofo Rousseau, si segnalò tanto in
resentazione con gesti e con passi graziosi e naturali misurati dalla musica in azioni compiute eroiche e comiche. Verso gli u
oli nè musiche fatighe, nè rappresentatori, nè ballerini. Quanto alla musica possiamo noverare tra i drammi serii Ecuba di Mil
a possiamo noverare tra i drammi serii Ecuba di Milcent animata dalla musica di Fontenelle nuovo maestro che meritò qualche at
imile non riuscito. Marsolier verseggiò le Rocher de Leucade posto in musica da Dalayrac, e non meno che le Cabriolet jaune di
aune di Sègur, e le Fruit defendu, ed Epicure di Dumonstrier posto in musica da Mèhul e Cherubini, sono tutte opere mal riusci
o Duval, ad onta delle inverisimilitudini, parve interessante. La sua musica di un’armonia sostenuta appartiene a Boïeldieu.
oè o il cuore, o il cinto, ciò che fa una situazione poco decente. La musica fu di Devismes. L’Ariodante, e Montano e Stefania
di Ginevra dell’Ariosto, le quali riscossero molti applausi. La loro musica appartiene al riputato Mèhul, cui si deve anche l
a la moglie, il quale con ritrovarla ricupera la ragione. Fu posta in musica da Berton uno de’ migliori allievi francesi del n
uni commedianti della Fiera ottenuta la permissione dell’Accademia di musica per rappresentare farse piacevoli d’ogni sorte mi
line opera detta eroicomica che manca di comico e di eroico, posta in musica dal nostro Paisiello, e Tarara di Beaumarchais st
poca della Repubblica sino a questi dì alcune composizioni comiche in musica , le quali benchè colme di difetti non parvero str
del 1800 si rappresentò Zoe ovvero la Pauvre Petite di Bouilly colla musica di Plantade. Non incresce tanto in tal componimen
. Vi si recitò l’anno stesso le Locataire in un atto di Sèverin colla musica di Gaveaux. L’azione complicata produsse poco int
Annetta e Lubino opera pastorale dell’attrice Favart coll’eccellente musica del Martini che si reputa un modello di semplicit
comiche. Le Tableau des Sabines operetta piacevole di Jouy, alla cui musica lavorarono i due maestri La-Foi e Long-champs. Le
ue Giornate di Bouilly si ricevette con applauso singolarmente per la musica del riputato maestro romano Cherubini. Anche il M
le, benchè mancante di verisimiglianza, si ascoltò con piacere per la musica di Lebrun. Appartiene anche a Valville l’Ingannat
Lebrun. Appartiene anche a Valville l’Ingannatore ingannato posta in musica dal maestro Gaveaux, che si rivede sempre con pia
nsi tralle opere cadute: le Petit Page di Gilbert Pixerecour posto in musica da Lebrun, l’Esclave dè Gossè colla musica di Bru
ilbert Pixerecour posto in musica da Lebrun, l’Esclave dè Gossè colla musica di Bruni, e le Roman del medesimo colla musica di
Esclave dè Gossè colla musica di Bruni, e le Roman del medesimo colla musica di Plantade, e Laure, o l’Actrice chez elle opera
ecorazioni e mille precauzioni per produrre picciolissimo effetto. La musica è del maestro Tarchi della buona scuola italiana,
anca di vivacità. Piacque la Dame voilèe di Sègur il giovine posta in musica dal Mengozzi celebre maestro italiano e si reputa
suocapo d’opera. Le Calife de Bagdad opera di Saint-Just colla buona musica di Boieldieu piacque e si replicò più volte. La M
cque e si replicò più volte. La Maison du Marais, poesia di Duval con musica di della Maria, sermone soporifero, sentenze riba
che ha però alcune strofe ed arie piacevoli tanto di poesia quanto di musica . Altre opere possono parimente rammentarsi di non
Guillaume appartiene a quattro autori contandovi quelli che posero in musica le strofette, cioè Desfontaine, Bourgueil, Barrè,
comparire i drammi di. Quinault, e l’ultima recita dell’Armida colla musica di Lulli segui nel dicembre del 1764 col solito a
del 1764 col solito applauso e concorso; nè per essersi poi posta in musica dal Gluck e rappresentata a’ 23 di Settembre del
tata a’ 23 di Settembre del 1777 si vide con minor diletto; e con tal musica novella continuò a rappresentarsi. Non pertanto d
i e le imitazioni di qualche opera del Metastasio colà recitata colla musica de’ nostri ultimi celebri maestri. Nè questo nè i
imabile degli ultimi tempi del XVIII secolo. Egli seppe adattare alla musica nel 1772 l’Ifigenia di Racine e l’inviò al maestr
e e l’inviò al maestro Gluck che dimorava in Vienna. Gluck postala in musica venne a Parigi per farla eseguire, dove comparve
11 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo primo »
rammatici. Leggi sue costitutive derivanti dalla unione della poesia, musica e della prospettiva. [1] Qualora sentesi nominar
tende una cosa sola ma molte, vale a dire, un aggregato di poesia, di musica , di decorazione, e di pantomima, le quali, ma pri
dice buona, o cattiva, in quanto più, o meno si adatta ai genio della musica , e della decorazione. Attalchè gli argomenti poet
come la parte più essenziale del dramma viene comunemente riputata la musica , e che da lei prende sua maggior forza, e vaghezz
rodotte formano il principal carattere dell’opera. [2] L’unione della musica colla poesia è dunque il primo costitutivo, che d
in francese, in prosa familiare, e non in versi alessandrini. Così la musica imita la natura, ma la imita pei mezzi, che le si
ggio dei versi, e l’assortimento de’ colori, poiché l’oggetto, che la musica ad imitar si propone, esiste realmente nella natu
e atte ad imitarsi col suono, e col canto: è in una parola accusar la musica perché è musica. [3] Posta la prima legge fondame
si col suono, e col canto: è in una parola accusar la musica perché è musica . [3] Posta la prima legge fondamentale del dramma
e il seguente problema : Data la intrinseca unione della poesia colla musica , quai mutazioni debbono sultare da sì fatto accop
iera è quella che rende la poesia tanto acconcia ad accoppiarsi colla musica : anzi siffatta proprietà, la quale fino ad un cer
te. Anche in quest’ultima proprietà un’altra ragione d’analogia della musica colla poesia consiste: imperciocché quanto più la
tura delle cose, che si rappresentano, tanto più agevolmente potrà la musica le cose stesse imitare. Istruisce cercando per me
ine, o che altrimenti annoiano tosto. [7] Delle tre cose accennate la musica non si propone se non due sole, come fine princip
e principale il commuovere, come subalterno il dipignere. Commuove la musica ora imitando colla melodia vocale le interiezioni
’agire sull’animo nostro qualora li sentiamo nella natura, come fa la musica allorché esprime l’armeggiar d’una battaglia, o i
tti, i quali per esser privi di suono non cadono sotto la sfera della musica , come allorché non potendo significare la tomba d
e sensazioni e le immagini ma in niun modo le idee. Può nulla meno la musica accompagnare le sentenze istruttive della poesia,
anno. È de’ regnanti Mal sicuro custode l’altrui timore…» sebbene la musica non ne renda il senso, poiché in essi nulla si tr
diverrà un rumore insignificante, che avrà l’apparenza esterna della musica senz’averne io spirito. [9] Da questo paragone de
rna della musica senz’averne io spirito. [9] Da questo paragone della musica colla poesia risultano due osservazioni spettanti
isultano due osservazioni spettanti al mio proposito. La prima che la musica è più povera della poesia, limitandosi quella al
ta si stende anche allo spirito, ed alla ragione. In contraccambio la musica è più espressiva della poesia, perché imita i seg
mento poetico. La seconda è che la poesia fatta per accoppiarsi colla musica , debbe rivestirsi delle qualità, che questa richi
saria quanto la lingua è men musicale, poiché qual cosa imiterebbe la musica in un linguaggio privo d’accento, se la poesia no
ione del problema proposto. Se la poesia dee secondare l’indole della musica , e se questa non può esprimere se non gli oggetti
i ragionamenti, o lunghi consigli, al genere istruttivo, del quale la musica non è capace, s’appartengono perfettamente. E cos
e l’opera dalla tragedia. Questa non assoggettandosi alle leggi della musica , può maggiormente approfittarsi dei vantaggi dell
ocché se il poeta si perde intorno ai punti troppo circostanziati, la musica non può se non assai tardi arrivare a quei moment
e nascono due inconvenienti: il primo che essendo il linguaggio della musica troppo vago e generico, e dovendo conseguentement
nomia di discorso, che serva, per così dire, come di testo, su cui la musica ne faccia poscia il commento; ecco ciò che il poe
ti soli accompagnati dalla mossa e vivacità che ricevono da una bella musica faranno, come riflette sagiamente Grimm nel suo D
itura troppo complicata mal si confarebbe colla natura del dramma. La musica , perché faccia il suo effetto, ha bisogno di cert
ento di essi fa che l’una non vada mai d’accordo coll’altra, e che la musica non possa marcar le situazioni, che le somministr
dell’argomento. [14] La dipendenza altresì della poesia rispetto alla musica induce una mutazione non piccola nello stile. Que
asi divinizzatosi. A mascherare maggiormente l’errore contribuisce la musica strumentale, la quale accoppiatasi colla vocale r
ù per ammetterlo nell’opera, ed è l’uniformità che risulterebbe nella musica , se dovesse aggirarsi soltanto intorno ai soggett
iche, che somministra la pittura degli altri oggetti. Bellissima è la musica , che esprime le affettuose smanie di Timante: «
] Quanto più varia, e per conseguenza più dilettevole non si rende la musica frammezzando le bellezze di questo secondo genere
Quindi l’origine dello stile lirico drammatico proprio dell’opera in musica , la esatta proporzione del quale è quella che car
forza d’accento, quella varietà d’inflessioni, che sono l’anima della musica imitativa. Però si dee schivare che s’introducano
nell’opera che nella tragedia sì per la strettezza, e rapidità che la musica esige, e sì perché, essendo il canto o la melodia
esige, e sì perché, essendo il canto o la melodia l’ultimo fine della musica imitativa, l’uditore è impaziente finché non arri
usicale piuttosto che canto dee propriamente chiamarsi, giacché della musica altro non s’adopra che il Basso, che serve di qua
to suo la sospensione di chi parla, e il turbamento, e che lasci alla musica strumentale l’incombenza di esprimere negli inter
mili tali componimenti, i quali hanno bisogno di tutta la magia della musica per esser probabili. Se si disamina con giusta cr
considerando, che il duetto lavorato a dovere è il capo d’opera della musica imitativa, e che produce sul teatro un effetto gr
ica. [30] Dall’esame dei cangiamenti, che dal suo accoppiamento colla musica nella poesia risultano, passiamo ora a vedere le
a dilettare or l’uno l’altro dei sensi. E siccome dalla unione colla musica ne soffre alquanto la verosimiglianza poetica per
dell’altro, massimamente in que’ momenti d’ozio, dove non potendo la musica tutta la sua energia mostrare, lo spettatore in n
le quali cose producono l’illusione, non solo come supplemento della musica , e della poesia, ma come un rinforzo eziandio del
e quando più non s’ascoltano i suoni, e la grand’arte combinata della musica e della pittura consiste nel mantenerlo nell’erro
icati piaceri del cuore, e della immaginazione, purché dia campo alla musica d’ottener compiutamente il suo fine, non dee imba
etto che la poesia debbe esser variata, che dee parimenti variarsi la musica in guisa che le situazioni si succedano rapidamen
e de’ medesimi oggetti, e se obbligassimo lo spettatore a sentire una musica di guerra negli appartamenti d’una fanciulla, o u
ioni vaghe, nuove, e maravigliose. Inoltre, dovendosi escludere dalla musica tutto ciò che non commuove, e non dipinge, e dove
ppongo, in niuna delle anzidette cose è posta la natura del dramma in musica . Non nella prima, imperocché quantunque l’opera d
se non per le modificazioni che risultano dal suo accoppiamento colla musica , egli è chiaro che la sua essenza non è riposta n
tte di Platone, o per l’ircocervo dei peripatetici8. Se riguardasi la musica , poca unità d’espressione vi può mettere il compo
. [39] Che seppur qualche lentezza, o qualche momento ozioso, dove la musica non campeggi, si mischia ne’ drammi tratti dal ve
i sono egualmente suscettibili del medesimo grado di passione, che la musica dee talvolta piegarsi all’uopo della poesia in at
rale sono: Per il poeta: Primo: esaminare attentamente l’indole della musica : Secondo: conoscere le relazioni di questa colla
lazioni di questa colla lingua in cui scrive: Terzo: assoggettar alia musica la lingua e la poesia. Per il musico: Primo: cono
la prospettiva secondo il piano stabilito dagli altri due. Ma dove la musica non vi si opponga, il poeta è tenuto a guardar i
le quali gli si comanda, o gii si permette di piegarsi all’uopo della musica , non debbe portare il comando o la licenza fino a
ll’uno quanto nell’altro caso accoppiare una eccellente poesia ad una musica bellissima. Parlasi qui dell’opera seria non dell
uto che in questo ragionamento si è parlato dell’unione della poesia, musica , e prospettiva, atteso lo stato in cui si trovano
sse osservazioni a qualunque unione possibile. Il diverso genio della musica , della lingua, e della poesia in una nazione, le
ulare, dove i colori doveano fare lo stesso effetto che i suoni, e la musica dovea essere di luce, ma il progetto svanì, perch
ne mostrò più ingegno che giudizio. 4. [NdA] Trattato dell’opera in musica c. 3. §  3. 5. [NdA] Théorie des Beaux Arts, Art
12 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO III. Teatri Orientali. » pp. 17-27
e a un prologo, chiamasi Sie-Tse, e tutti gli altri Tche. Quanto alla musica trovasi da tempo remotissimo nella China introdot
suoi discepoli disponeansi alla contemplazione e all’esercizio colla musica , anche Chun uno de’ più celebri Imperadori Cinesi
va a trattare gli affari dell’impero. E perchè ogni dinastia ebbe una musica particolare, quella di Chun si chiamò Chao-yo, e
radore presedeva all’amministrazione della giustizia, si eseguiva una musica chiamata Tchoung-hochao-yo, cioè che inspira conc
a verace. Nel leggerglisi qualche elogio a lui indirizzato usavasi la musica detta Tao-yng, eccitatrice. Festeggiavasi colla m
ato usavasi la musica detta Tao-yng, eccitatrice. Festeggiavasi colla musica più solenne la celebre cerimonia o festa di prima
in sedia per ritornare al real palazzo, ed allora incomincia la gran musica , la quale poi cessa nè si ripiglia se non giunto
nuovo assiso che sia nella sala del trono. Oltre a ciò vengono dalla musica accompagnate tutte le cerimonie fatte negli appar
appartamenti delle Imperatrici. Eseguivasi da prima in tali luoghi la musica da 24 donne sotto la direzione de’ maestri della
se non musici eunuchi. Si fanno ancora nella China alcuni concerti di musica e quando si presenta all’Imperadore un libro nove
zio28. Ora se tali cerimonie, solennità e affari venivano quivi dalla musica accompagnati, non doveva essa entrare negli spett
i caduta in disistima29 (siasi ciò avvenuto per l’ introduzione della musica Europea che pretese fare nel paese l’Imperadore K
vivaci si esprimono cantando (Nota II.): il rimanente si recita senza musica . Il dramma Cinese non si spazia in episodj estrin
ddestrati a rappresentar senza parole seguendo le leggi della cadenza musica . In tale esercizio segnalansi singolarmente le ba
13 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquarto »
à dei gusti musicali. [1] In una nazione che riguarda l’unione della musica e della poesia come un semplice passatempo destin
compositore, e da subalterno divenuto padrone regola a suo talento la musica e la poesia. Se i cantori d’oggidì fossero come i
endabile, ma necessario, poiché, a riguardar le cose in se stesse, la musica strumentale non è che una imitazione o un sassidi
recitativi in maniera che neppur li consideravano come necessari alla musica drammatica. Per lo che, trovandosi con siffatto m
o altri affetti che mollezza e languore? Come non ha dovuto perder la musica la sua antica influenza sugli animi? [4] Alla sco
il collo e le mani, dalle quali non si diparton giammai. Si cangia la musica annunziando che comincia il recitativo obbligato
lingua armoniosa per natura come la greca, dove la poesia regolava la musica , dove la prosodia era l’anima della misura, dove
u principi diversi siffatta unione o combaciamento fra la poesia e la musica non può così speditamente ottenersi, poiché avend
sia e la musica non può così speditamente ottenersi, poiché avendo la musica acquistate tante ricchezze inseparabili da lei, n
’amore, ella non sa regnare che sola. Dall’altra parte l’azione della musica è così viva ed intensa che mal potrebbe regger l’
o di far prevalere alternativamente nel melodramma or la poesia or la musica , e di maneggiar la melodia con certe precauzioni
naturale della lingua possa divenir musicale, e fino a qual punto la musica deva approssimarsi all’accento naturale. [9] Una
dei casi dove spicca la sola poesia con pochissimo accompagnamento di musica ; dei casi dove la poesia prende alcuni caratteri
egiata da tutti gli ornamenti della strumentale concorre insiem colla musica a render più pomposo e più illustre il trionfo de
sentimento. [10] Partendo da un principio inconcusso, cioè che nella musica drammatica tutto esser deve imitazione e che nien
ne d’immagini, si deduce con evidenza che poco o nulla può imitare la musica nel semplice recitativo, nel quale poco different
Tocca dunque alla poesia il far valere ciò che non potrebbe render la musica , ed ecco il luogo opportuno per l’attore di mostr
attaccandosi alle regole che prescrive l’arte della declamazione. La musica non vi deve entrare se non quanto basti per far c
nel recitativo obbligato, carattere il quale, essendo imitabile dalla musica , giustifica l’intervento di essa, anzi lo rende n
né mille altri esempi di questo genere si posson rendere nella nostra musica troppo loquace senza stemperarli in una insipida
é siffatta obiezione abbia più forza contro alla spezie di canto e di musica solita a sentirsi oggidì sui teatri che contro il
i musica solita a sentirsi oggidì sui teatri che contro il canto e la musica in generale, e benché intendersi ciò debba soltan
lir la natura ricavata dal principio stesso della imitazione. [20] La musica non differisce punto dalle altre arti rappresenta
. [21] Al motivo d’abbellare e d’aggrandir la natura che ha comune la musica con tutte l’arti rappresentative, s’aggiungono an
ma dov’ella può afferrare gli oggetti sono sì oscuri e sì rari che la musica non ci offrirebbe verun compenso, né meriterebbe
autore d’un bel Trattato sul melodramma allorché volle sbandirà dalla musica drammatica tutto ciò che serve a dipignere e a fa
a intrinseca dell’arte. Distingue egli con molto ingegno due sorta di musica una semplice e un’altra composta, una che canta e
ra che dipinge, una che chiama di concerto e un’altra di teatro. Alla musica di concerto permette il cercar le forme più leggi
far uso di tutte le squisitezze della melodia, ma non vorrebbe che la musica di teatro pensasse a verun’altra cosa fuorché all
poesia. In una parola vorrebbe egli che le grazie e le bellezze della musica fossero tutte quante sagrificate ad una rigida ve
tazione dei tuoni naturali privi dell’abbellimento che ricevono dalla musica non avrebbe sulle passioni la stessa forza muoven
maestrevolmente imitati dal pittore. Ora se l’oggetto primario d’ogni musica imitativa è quello di piacere e di commuovere, se
io permettendo ad essa una discreta licenza negli abbellimenti, se la musica , cui lo scrittore francese chiama di concerto, mi
ire con giustezza pel segno dando alla rappresentazione propria della musica quel grado d’abbellimento che la rende commovente
entre gli altri stanno fermi a rigore di nota, quella non sarebbe più musica ma piuttosto una confusione e un tumulto. [31] Ot
a quinta. Non si devono far entrare nel canto gli ornati propri della musica strumentale; poiché avendo questa le sue bellezze
stoni dentro al buio di mille inconcludenti precetti, e dall’altra la musica vocale si troverrebbe in Italia in istato assai d
a leggerezza del clima, il tatto squisito dei nazionali in materia di musica , la lunga abitudine di giudicare e di sentire, la
e di giovare alla sua perfezione, guastata, pervertita, e corrotta la musica , non perché manchi questa di eccellenti qualità,
erché deva sperarsi dagli automati canori che si chiamano virtuosi di musica . Vediamo almeno se si trovi un compenso nell’altr
questi tre elementi della voce umana corrispondono altrettanti nella musica . Il tempo esprime la velocità o la tardezza, il m
teneat se?» Che sì che l’aveva quel francese autore d’un poema sulla musica allorché disse parlando della Italia: «Orgueille
ccordare: o che le orecchie del pubblico non sono giudici in fatto di musica , lo che sarebbe un paradosso, o che i vostri sogn
sioni del volgo, che io non m’oppongo. Ma oh bellezza sovrumana della musica ! Oh imitazione figlia del cielo! Io non mi presen
i quali indifferenti per natia rigidezza d’orecchio al piacere della musica , e disposti a pesar sulla stessa bilancia Gluck e
riti di sentimento, quelli cioè che affettano di provar diletto nella musica per ciò solo che stimano esser proprio d’uomo, di
della mia opinione, e se ne dolgono apertamente della decadenza della musica , e inveiscono contro i musici e i cantori che l’h
ento per conchiudere che ad eccitar l’interesse che può esservi nella musica nulla vaglia la connessione fra le parole e il ca
presenza degli oggetti rappresentati. Perciò Sant’Agostino definì la musica l’«arte della modulatoti convenevole», e Platone
concorre nella stessa opinione deducendo apertamente la perdita della musica , come ancora delle virtù politiche in Atene, dall
run patto eccitare la commozione. Perlochè avendo fatto vedere che la musica vocale non corrisponde al suo oggetto, e che le v
nde tragga origin cioè la rapidità con cui si succedono i gusti nella musica , i quali si cambiano non solo da secolo a secolo,
minari. Converrebbe cioè prima di tutto sapere se vi sia un genere di musica assoluto e universale, che debba piacere ugualmen
i, e presso a tutti i popoli della terra; se il diletto che genera la musica sia un diletto di educazione fattizio, oppure ine
te; se il carattere vago e arbitrario, del quale vien rimproverata la musica , sia peculiare della nostra oppure di ogni altra
mproverata la musica, sia peculiare della nostra oppure di ogni altra musica conosciuta finora; se il fondamento di tale accus
della prosodia poetica possa aver contribuito a render l’azione della musica vaga ed incerta; se vi sia probabile speranza di
Poco ci vuole a ravvisarli e non molto a farne il confronto. Ma nella musica , mercè al soverchio raffinamento cui si è voluto
disanimate quando s’eseguiscono col metodo moderno argomentano che la musica della nostra età è superiore di molto a quella de
a quella degli altri tempi. Non vogliono riflettere che la più bella musica del mondo diventa insipida qualora le manchi la d
ovvero sia pendolo destinato a misurar esattamente i movimenti nella musica , il quale al vantaggio di regolare anche nelle ar
ursi quanto egli dice intorno a questo argomento. I. «L’oggetto della musica non è altro che di piacere fisicamente». Ciò è ve
’impressioni degli oggetti e i moti analoghi delle passioni, fa della musica un’arte imitatrice, parla all’imaginazione e alla
’imaginazione e alla memoria, agisce sul morale degli uomini. II. «La musica può essere analoga alle parole ma in niun modo es
anti i lineamenti dell’oggetto rappresentato, in tal caso non solo la musica , ma niuna fra le belle arti merita questo titolo;
elle stesse affezioni che ecciterebbe la sua presenza; in tal caso la musica può essere ed è realmente pittoresca ed io compia
ll’autore se questa verità ha presso a lui bisogno di pruova. IV. «La musica che più s’avvicina alla espressione è la più noio
osa». Sublime Hendel! Nobile Pergolesi! Tragicissimo Gluck! La vostra musica è dunque la più noiosa? Si vede che questo scritt
e coll’esatta rassomiglianza, che non è né deve essere lo scopo della musica . V. «La sola musica degna di questo nome è quella
iglianza, che non è né deve essere lo scopo della musica. V. «La sola musica degna di questo nome è quella di ballo». Se l’aut
ndeterminato, onde non meritano il titolo d’imitativi. Se parla della musica del ballo pantomimo, questa è bensì più perfetta
ballo alto perché è più imitativa, ma non può venir in paragone colla musica applicata alle parole, perché nella pantomima non
all’economia degli antichi teatri, e la natura intrinseca della loro musica . Due cose sembrano incontrastabili attesa la molt
edie o le commedie fossero in tutto somiglievoli alle nostre opere in musica . Ricorriamo non per tanto ad un esame più decisiv
ali erano coperti, dove il popolo poteva godere, e infatti godeva, di musica più delicata e gentile simile alla nostra. Poteva
a risposta sebbene pruovi abbastanza potersi dare fra gli Antichi una musica in genere che fosse più artifiziosa e più raffina
he fosse più artifiziosa e più raffinata, nulla conchiude però per la musica teatrale in ispezie. Gli è vero che si trovavano
elle grandi solennità; erano soltanto destinate ai divertimenti della musica lirica, e qualche volta vi concorrevano anche gli
he luogo di canto, imperciocché ivi si tenevano le pubbliche sfide di musica , alle quali assisteva il fior della Grecia per ot
issonanza perpetua. II. Perché i cori si regolavano colle leggi della musica lirica, o per dir meglio, essi non erano che una
no alle are dei numi. Ma benché il genere appartenesse a quello della musica lirica, il canto nondimeno era uniforme, semplice
nto nondimeno era uniforme, semplice e sedato somigliante alla nostra musica ecclesiastica, e lontano dai gorgheggi, trilli e
les facultés de l’Homme plus utiles à son bonheur. 148. [NdA] Sulla musica imitativa dell’Opera Lettera 1. 149. [NdA] Vegga
14 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo decimoterzo »
itori. Difetti nella composizione. Riflessioni sull’odierno uso della musica strmentale. Esame dei recitativi, e delle arie.
mi del melodramma al grado di perfezione ond’era capace. Se l’odierna musica non ha più per iscopo quel fine morale cui la con
i sentito piacere. Così dallo stato svantaggioso in cui si trovava la musica in certi secoli, e dall’ignorar la maniera d’appl
la composizione, io dico che il primo e capitale difetto dell’odierna musica teatrale è quello di essere troppo raffinata e po
parole, come pur dovrebbe essere il principale ed unico uffizio della musica rappresentativa. E non altrimenti avverrà finché
raffinamento che lusinga la loro vanità, e che rovina intieramente la musica . [4] A fine di vedere se sia o no esagerata la mi
mo in un qualche esame intorno al metodo con cui si lavora in oggi la musica delle opere, cercando di farlo con quella imparzi
i del sole. [5] E incominciando dall’uso che si fa generalmente della musica strumentale, pare a me che la perfezione alla qua
ilio che non al testo istesso del divino poeta. Tutta l’energia della musica era riposta allora nella espressione delle parole
ero, nonostante, conservarla senza dar negli eccessi, stimando che la musica strumentale esser dovesse per la poesia‌ 131 ciò
nulla si sente dagli uditori. Ed ecco che invece di andar insieme la musica vocale e la strumentale, invece che la strumental
il rintracciarne i motivi di codesto progressivo accrescimento della musica strumentale. L’arte del suono è stata coltivata d
atura. Imperocché egli è certo che fra l’imitazione che si propone la musica vocale, e quella ch’è propria della strumentale,
tresì per cui le suonate, le sinfonie, i concerti e gli altri rami di musica strumentale, di rado o non mai svegliano in noi q
ire, di un tatto squisitissimo per presentire i diversi effetti della musica , ha saputo a maraviglia distinguere ciò che potev
ostrofi oggetti inanimati dell’universo, e in cent’altre occasioni la musica strumentale si rende necessaria o per aumentar l’
cose che cadono direttamente o in direttamente sotto il governo della musica , l’uso dunque delle similitudini assai frequente
uito al medesimo fine134. [13] Da cotal lusso nell’applicazione della musica strumentale si deducono alcune conseguenze di pra
me s’accennò nell’antecedente capitolo, la simplicità che richiede la musica vocale ad ottener il suo intento, viene distrutta
utto il dramma. Bisogna aver filosofato assai poco sulla natura della musica per non avvedersene che cotal sinopsi od epitome
cedono nell’Olimpiade? Di più, questo metodo condurrebbe ben tosto la musica teatrale ad una sgradevole monotonia, poiché, ave
basso. [19] Un altro svantaggio ancora mi sembra proprio dell’odierna musica strumentale, ed è l’aver ristretto di soverchio i
che può somministrare l’arte drammatica, così mi sembra che la nostra musica abbia con grave scapito rinunziato all’uso di non
nto di religione sublime e profondo? Se così felicemente riesce nella musica sacra qual dubbio vi può essere che non riesca ta
musica sacra qual dubbio vi può essere che non riesca talvolta nella musica drammatica136? ‌Perché non dar luogo più frequent
Francia si faceva recitare i drammi di Quinaut avanti di metterli in musica da un’eccellente attrice, e dalla voce di lei ne
imenti comuni, e lasciano inoperosa l’orchestra in più luoghi dove la musica strumentale dovrebbe supplire ai silenzi energici
he si chiama comunemente motivo, nel quale, come su una gran tela, la musica si propone di pennelleggiare un qualche oggetto p
ertissimo che gli episodi fuori di luogo non sono meno ridicoli nella musica di quello che lo siano nella oratoria e nella poe
dell’usanza né dalla particolare opinione di un qualche scrittore di musica , ma dai fonti inesauribili di quel vero comune a
a che s’oppone alla robustezza e maestà dello stile, che restringe la musica a non trattare fuorché i rondò e le barcaruole, e
oche parole il secolo del Marini e del Preti, che va succedendo nella musica dietro a quello dell’Ariosto e del Bembo, ecco il
il vero, il genuino, il per niun verso alterato quadro della presente musica teatrale in Italia. [27] Questa verità dura ma in
si abbastanza, o si parlasse il linguaggio degli ottentoti, di cui la musica ne fosse il dizionario, bisogna che l’attore glie
crome. Cessa il canto, ma per questo siamo fuori d’impaccio? Oibò. La musica strumentale ricomincia a fine di dare alle parole
n dipresso lo stesso che dire che la natura è fatta per ubbidire alla musica , non la musica per imitar la natura. [30] Io son
tesso che dire che la natura è fatta per ubbidire alla musica, non la musica per imitar la natura. [30] Io son ben lontano dal
esenza del sovrano l’esordio d’un’allocuzione; che il carattere della musica non può legitimare cotesto abuso, giacché si può
da cotai usanza non fossero venuti altri danni egualmente grandi alla musica drammatica quello cioè di repetere mille volte le
e invece di replicar l’intiero motivo, e quello altresì di ridurre la musica ad una sgradevole uniformità, altro per lo più no
retesa perfezione che, secondo i moderni, acquista di mano in mano la musica , consiste nel distruggere un difetto per impianta
così dire, nella superficie dell’anima, non abbisognano se non se di musica brillante e leggiera che scorra senza fermarsi a
melodia, convien che il poeta divenga economo di parole, acciocché la musica , percorrendo i moltiplici tuoni che il suo argome
e volte due campioni incolleriti saranno sul punto di battersi, ma la musica gli tratterà un quarto d’ora colla mano sull’elsa
li. Peggio poi quando fanno dei solecismi in armonia esprimendo colla musica un senso intieramente contrario a quello che dico
“reeee”, “paaaaa”, “seeee”, “froooo”, ec. laddove la filosofia della musica insegnerebbe che i passaggi non si debbono compor
ssi appiccano a quelle parole rallentano ad un tratto l’energia della musica , o ne cancellano l’effetto generale del motivo, s
recento e quattro inflessioni per una sola vocale! E questa si chiama musica drammatica! [38] Un altro sommo difetto degli odi
tudiare l’accento patetico della lingua, che serve di fondamento alla musica imitativa, cioè i tuoni individuali di ciascuna p
i inoltrato nella cognizione degli uomini, nasce ciò che s’appella in musica “espressione”, la quale non è altro che l’imitazi
terminato. Ora siccome questo sentimento non viene somministrato alla musica se non dalla poesia, così la vera espressione mus
ole. Queste due cose hanno una così stretta relazione fra loro che la musica fatta sulle parole d’un’aria non potrebbe senza g
lto il pensiero a siffatta massima ch’è il cardine dell’unione fra la musica e la poesia? Hanno neppur sognato a modulare le a
ntimento perfettamente contrario. Si scuotono i fautori della moderna musica a così ardita asserzione? Agrottano forse le cigl
i         L’inesorabile         Suo fier destin.» ora io dico che la musica dell’Astaritta applicata a quest’ultima strofe, l
s         Vole sur ses pas.» poste tutte tre sotto le stesse note la musica va egualmente bene, come il lettore può chiarirse
nto, e gli accompagnamenti. [44] Non si ritrova pertanto nell’odierna musica teatrale quello scopo, quel fine ultimato, quell’
quell’unità di espressione e di soggetto cui dovrebbe riferirsi nella musica ogni cosa, come tutto si riferisce all’unità di a
candosi affatto della meta principale, corrano dietro a infrascare la musica e a lusingar inettamente l’orecchio. Hanno essi d
nti che si faceva in Campazas, sua patria. Insomma perché imparano la musica da pedanti e non da filosofi. [45] E non è maravi
non contengono se non la sintassi, a così dire, o la grammatica della musica , e servono piuttosto a non commettere degli error
ascuna scena in particolare, indicando i diversi stili che sono nella musica corrispondenti a quelli della prosa e del verso,
di conoscer la diversità degli stili, e la maniera di eseguirli nella musica , non trovarsi digiuno nella storia e nei costumi
con tanta lode avanzata la teoria, la pratica, o la metafisica della musica nel nostro secolo, sono nomi egualmente sconosciu
i Biledulgerid; se quelli che s’adoperano comunemente nelle scuole di musica non meno che nelle altre scuole che formano la no
vire di stromento al loro guadagno; egli fa d’uopo confessare, che la musica soggetta a tutti gli accennati inconvenienti non
le è il destino di tutte le arti, e tale è presentemente quello della musica . [52] Ciò non vuol dire che in così sfavorevol se
forse più d’ogni altro contribuito a ricondurre nel buon sentiero la musica teatrale italiana spogliandola delle palpabili in
disposizione dei tuoni139. [53] Parimenti tra i moltissimi maestri di musica strumentale, o morti da poco tempo o viventi anco
rospettiva. Quello che in generale può dirsi è che nelle loro mani la musica acquista a certi riguardi una maggiore bellezza m
comporta l’indole della imitazione, se questo fine non s’ottien nella musica se non per mezzo della semplicità, della verità e
ggior parte degli individui. 131. [NdA] Gluck nella Prefazione alla musica dell’Alceste. 132. [NdA] Oggidì può dirsi dello
ell’Alceste. 132. [NdA] Oggidì può dirsi dello stile che regna nella musica ciò che Seneca diceva dello stile di Mecenate: «l
itum munus in usus.» 134. [NdA] Chi volesse sapere i fonti onde la musica strumentale ritrae la sua imitazione, gli troverà
on molta sensatezza e filosofia in due belle lettere che intorno alla musica imitativa dell’opera ha inserito negli Opuscoli s
dA] I pensieri di questo rinnomato maestro intorno alla riforma della musica drammatica italiana si possono vedere nella prefa
usica drammatica italiana si possono vedere nella prefazione alla sua musica sull’Alceste del dotto Calsabigi, e nel Trattato
15 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Commento »
Commento Saggio sopra l’opera in musica , in Opere del conte Algarotti, Tomo II, Livorno,
621) è considerato il primo librettista italiano, autore di testi per musica come la Dafne (1594) e l’Euridice (1600) intonati
Gioseffo Zarlino (Chioggia, 1517 – Venezia, 1590) fu un teorico della musica e compositore, maestro di cappella della basilica
aliano e adattato dal poeta di corte Giampiero Tagliazucchi. Della musica [commento_2.1] lacedemoni: nella Vita di Luc
] lacedemoni: nella Vita di Lucurgo Plutarco afferma che a Sparta la musica era considerata un modo per spingere all’azione.
alla nota d’autore n. 4: «Se la pittura è inferiore alla poesia, la musica , considerata un’arte imitativa, deve essere molto
n’arte imitativa, deve essere molto inferiore alla pittura: poiché la musica non ha mezzi per spiegare i motivi delle sue vari
tazioni violente dell’anima? Ma lasciate che la poesia cooperi con la musica e specifichi la natura di ogni impressione partic
.4] Jacopo Peri: Jacopo Peri (Roma, 1561 – Firenze, 1633) scrisse la musica del dramma Euridice su libretto di Ottavio Rinucc
letteralmente significa la combinazione ordinata di più elementi; in musica la notazione diasistematica fu introdotta per age
virtuosistica. [commento_2.12] Note alla nota d’autore n. 6: «Ogni musica che non rappresenta nulla, è solo rumore, e senza
lle (Rouen, 1675 – Parigi, 1757) significava che la sonata, genere di musica strumentale, non aveva alcun interesse rispetto a
le, non aveva alcun interesse rispetto alla cantata, che prevedeva la musica accompagnata dal canto. Tartini: Giuseppe Tartin
2 – Padova, 1770) fu un famoso violinista, esponente di rilievo della musica strumentale italiana. [commento_2.13] Cesti: Pi
rima volta a Napoli al teatro di San Bartolomeo il 28 agosto 1733. La musica è di Giovan Battista Pergolesi e il libretto di G
 anni. Vinci: Leonardo Vinci iniziò come compositore di commedie per musica in dialetto napoletano, ma si distinse anche nell
Marcello (Venezia, 1686 – Brescia, 1739), compositore e teorico della musica , intonò le cantate Timoteo e Cassandra e scrisse
icato a Venezia circa trenta anni fa i primi cinquanta salmi messi in musica . In questa impresa egli ha superato tutti i moder
bile semplicità che probabilmente era la massima caratteristica della musica antica. In tale lavoro importante e arduo, come i
le 1709-1770) fu un compositore e organista britannico, teorico della musica . Della maniera del cantare e del recitare
ll’arte dei gorgheggi vocali, sviluppati a partire dall’esempio della musica strumentale. [commento_3.7] rapsodisti: chi met
utore n. 10: «Dobbiamo considerare che gli antichi attribuivano alla musica un significato più ampio di quello odierno: poich
danza (o il movimento aggraziato) furono poi considerate parti della musica , quando la musica arrivò ad una certa perfezione…
ento aggraziato) furono poi considerate parti della musica, quando la musica arrivò ad una certa perfezione… Quello che ora ch
do la musica arrivò ad una certa perfezione… Quello che ora chiamiamo musica è quello che essi chiamavano armonia, che era sol
quello che essi chiamavano armonia, che era solo una parte della loro musica (costituita da parole, versi, voce, melodia, stru
comico. [commento_4.3] Iomelli: il compositore Nicolò Jommelli. Una musica di Jommelli per un intermezzo intitolato Il gioca
di Gaetano Pitarresi, Reggio Calabria, Edizioni del Conservatorio di musica F. Cilea, 2014. Arianna: un balletto intitolato
isogna andare in questo palazzo magico dove i bei versi, la danza, la musica l’arte di ammaliare gli occhi con i colori l’arte
a d’autore n. 21: Ifigenia in Aulide, libretto di Leopoldo Vallati e musica di Carl Heinrich Graun, fu rappresentata alla Hof
16 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO III. Melodrammi. » pp. 254-292
a essendo persuaso sin dall’ incominciar del secolo di non aver dalla musica ricevuta la facoltà di allontanarsi dalle regole
l’Elisa di Sebastiano Biancardi detto Lalli in Venezia, cantata colla musica del Ruggieri nel 1711, e fu la prima vera commedi
ta colla musica del Ruggieri nel 1711, e fu la prima vera commedia in musica veduta su quelle scene. Commedie e ben graziose l
i in Venezia nel 1731, la Contadina, ed il Cavalier Bertone, posti in musica il primo dal famoso Sassone, e l’altro dall’ugual
o Tizianesco de’ suoi ritratti comici? Il di lui Finto Fratello colla musica di Giovanni Fischetti si cantò nel 1730: lo Frate
vanni Fischetti si cantò nel 1730: lo Frate ’nammorato nel 1732 colla musica squisitissima in tutte le sue parti del Raffaele
2 colla musica squisitissima in tutte le sue parti del Raffaele della musica Giambatista Pergolese68: Da un disordine nasce un
ambatista Pergolese68: Da un disordine nasce un ordine del 1737 colla musica di Vincenzo Ciampi: la Lionora del 1742 colla mus
e del 1737 colla musica di Vincenzo Ciampi: la Lionora del 1742 colla musica del Ciampi nelle parti serie, e del celebre Nicco
dipintura vivace di un Fra Macario simile al Tartuffo recitata colla musica di Carlo Cecere. Commedia fu il Carlo ed altre pr
ia vi fu di bel nuovo stabilita coll’intermezzo della Canterina colla musica di Niccolò Conforto, coll’ Astuto Balordo posto i
erina colla musica di Niccolò Conforto, coll’ Astuto Balordo posto in musica dal celebre Niccolò Piccini, coll’ Innamorato Bal
musica dal celebre Niccolò Piccini, coll’ Innamorato Balordo posto in musica in gran parte dal Logroscino, e singolarmente col
o, e singolarmente colla Furba Burlata fortunatissima commedia la cui musica appartiene per la maggior parte all’insigne Picci
di tutti i caratteri, e lo Sposo di tre e marito di nessuna poste in musica da Pietro Guglielmi. Palomba finì i suoi giorni c
immagine di un Calabrese che sona l’arpa tra’ suoi discepoli; loda la musica greca che non conosce; ha una moglie da cui è bas
l’antico Socrate? Le note preziose del sig. Paisello (che ha poste in musica egregiamente la maggior parte delle opere del Lor
ntermezzi piacevoli, e singolarmente il Filosofo di campagna posto in musica dal Buranelli, e la Cecchina dall’inimitabile Pic
più anni è morto. La riuscita del Trofonio, e del Re Teodoro poste in musica dal Paisello, in Vienna, in Parigi e per l’Italia
n colpi di scena e situazioni che col dialogo obbligato dalla moderna musica a soggettarsi a una precisione rigorosa. Cornelio
rmette la lingua, sono pieni di ritmo, e però facili d’adattarsi alla musica . Se Anacreonte rinascesse, dubito che scrivesse i
i drammi riuscirono oltre modo in teatro, per le decorazioni e per la musica de’ primi due di Pasquale Cafaro, e dell’ultimo d
scioglimente naturale del Racine fu rappresentata in quell’anno colla musica del Valenziano Vincenzo Martin, il quale abbisogn
e’ Jommelli, de’ Piccini, de’ Mai e de’ Paiselli. Il suo Oreste colla musica del Napoletano Domenico Cimarosa comparve nel med
forza poetica dal sig. conte Castone della Torre Rezzonico e posto in musica dal celebre Giuseppe Sarti. Ma nè anche le seduce
l celebre Giuseppe Sarti. Ma nè anche le seducenti bellezze di quella musica e di quella poesia, nè quelle apparenze incantatr
nti e della descrizione del Tartaro nelle sue Danaidi che fe porre in musica dal nostro Millico; ma non si rappresentò. Il sig
nel regno dell’armonia? Passiamo a fare un motto della danza e della musica . E la danza che oggi forma una parte non indiffer
E la danza che oggi forma una parte non indifferente dell’opera, e la musica che la costituisce tale insieme colla poesia, han
Italia il primato sopra le altre nazioni nell’arte incantatrice della musica . Dal di lei seno uscirono i primi musici legislat
ono a ricongiungere con proprietà e verità sulla scena la poesia e la musica . Dal di lei seno senza contrasto sono usciti i pi
i è ben vero che i Tedeschi possono vantarsi di eccellenti maestri di musica strumentale, degli Haydn, Huber, Cramer, Schmit e
oggi contino altri che il maestro Rodriquez de Hita compositore della musica della Briseida, e che il nominato Valenziano Mart
. Pregiansi meritamente i Francesi di dottissimi scrittori teorici di musica e particolarmente di Mersenio, Burette, D’ Alembe
ota V)? Ma eccetto che il solo Gluck, potranno gli oltramontani sulla musica gareggiar di preminenza con gl’ Italiani? Son pur
onde, ma singolarmente da Napoli reggia e fonte perenne della scienza musica . Scarlati, Vinci, Porpora, Leo, Corelli, Veracini
ni, Tartini, Bucarini, il nobile Marcello, l’eccellente storico della musica e maestro Martini, il Buranelli introduttore del
a musica e maestro Martini, il Buranelli introduttore del gusto della musica italiana in Alemagna, il Mancini, il Sarro, il Du
e; e che t’importerebbe il conoscerlo? tu nol sentiresti: và, componi musica francese”. 67. V. la Lettera da lui scritta al
1789. 68. Non debbo lasciar di avvertire che la Serva Padrona colla musica di questo insigne maestro servì di scuola a’ Fran
el nella Poet. Fr.) che la commedia può sì bene essere avvivata dalla musica prima che gl’ Italiani gliel’ avessero insegnato
17 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quarto »
Capitolo quarto Origine della musica profana. Stranieri venuti in Italia ad illustrarl
a volgare. Intermezzi musicali. Abbozzi del melodramma. [1] Ma se la musica sacra ebbe la sua origine, ed accrescimento in It
natura non pensavano a coltivar le arti più gentili, e molto meno la musica . [2] Toccò in sorte agli stranieri il dar la prim
ammatica e del ballo in azione introdussero anche presso al popolo la musica sì vocale che strumentale o la resero più comune.
lyrisque sonant haec» apparisce, che gli Italiani facevano uso della musica strumentale profana fin dai tempi della famosa Co
a famosa Contessa Matilde. Ma la gloria d’avere i primi accoppiata la musica alla poesia volgare può con tanto minor ragione n
i altri popoli. Nullameno vi sono delle ripruove, che fanno vedere la musica applicata alla poesia volgare non molto dopo a’ t
rimo versetto d’una canzone provenzale posta sotto le note secondo la musica di que’ tempi. [4] Supponendo adunque che Fran
rovenzali siano stati eglino medesimi gl’inventori di quella sorta di musica e di poesia, oppure s’abbiano l’una e l’altra ric
tato di poterne cavar conseguenza in favor della prima. Rispetto alla musica , l’Italia nel suo Guido Aretino, la Germania in O
n Italia fin dal secolo undecimo, e forse anche prima. Noi vediamo la musica sortir bambina in Europa da mezzo al culto eccles
europee si trova la ragion sufficiente dell’origine e progressi della musica e della poesia moderna, io dimando perdono ai fau
pressione della natura. [9] D’un genere non molto diverso era la loro musica . In una canzone composta dall’antico menestriero
lle ou l’archet Nul n’egale Colin Muset.» [10] Da ciò si vede che la musica strumentale era abbastanza numerosa e variata. In
ltamente si lagnava Giovanni Sarisberiense, ci farebbe credere che la musica profana non andasse esente da simile difetto; tan
frammenti che ci restano, essi ci fanno vedere tutto il contrario. La musica delle canzoni provenzali non solo nell’esempio di
he niuno si ravvisa di quei difetti attribuiti dal Sarisberiense alla musica ecclesiastica. Non modulazioni lussureggianti, no
sillaba non più corrisponde che una sola nota. Cotal diversità fra la musica profana e la sacra dee, secondo il mio avviso, ri
iù a lungo e non sempre, perché appena prese voga il contrappunto, la musica provenzale restò anch’essa infettata dalle solite
strumento di morale o di legislazione; perché essendo disgiunta dalla musica aver non poteva un vigore che non fosse effimero,
i eccitar l’entusiasmo religioso nelle cerimonie ecclesiastiche colla musica semibarbara, che allora regnava, applicata ad una
do non per tanto alla speranza di trovar in quei tempi l’unione della musica e della poesia diretta al gran fine legislativo e
ngua italiana, crebbe parimenti l’usanza d’accoppiar qualche volta la musica alla poesia per quel segreto vincolo, che l’una a
i trionfi del Petrarca servivano d’argomento, e si cantavano posti in musica i sonetti e le canzoni di questo poeta, come in o
ttora si leggono raccolti in due volumi, e ne faceva fra gli altri la musica un certo Arrigo Tedeschi, di cui ci restano fra l
i abbiamo fra i primi l’esempio in quelli di Lemmo pistoiese posti in musica dal Casella compositore di cui ne fa menzione il
liana, e in altri componimenti cantati per tutta l’Italia, e posti in musica persin da celebri donne, che gareggiavano coi più
a rosseggiar sull’orizzonte italiano l’aurora del miglior gusto nella musica , il novello raggio della quale si spiccò da un po
i giacevano d’ignobil polvere ricoperti. I trattati appartenenti alla musica di Marziano, Boezio, Tolomeo, Aristosseno, Aristi
ltramontani. [20] Luce più chiara si sparse dappoi colle accademie di musica e di poesia istituite a promuovere per ogni dove
nto fosse altra mai a’ progressi del teatro italiano non men che alla musica per gl’intermezzi di canto e di suono, che si fra
nici istituiti o promossi da Alberto Lavezzola a fine di migliorar la musica , come si vede fra le altre cose dalla bizzarra le
mano. Si fondarono ancora in Milano, in Bologna e altrove cattedre di musica teorica, donde incominciossi a scrivere intorno a
ue’ tempi presso alle altre nazioni acquistata quella celebrità nella musica , che ha poi nel passato secolo e nel presente ott
567. «Questi sono (dice, parlando de’ Fiaminghi) i veri maestri della musica , e quelli che l’hanno restaurata e ridotta a perf
Giachetto di Berckem vicino d’Anversa, e molti altri tutti maestri di musica celeberrimi, o sparsi con onore, e gradi per il m
te nel perfezionar il contrappunto, che il gusto loro nazionale nella musica italiana trasfusero. [22] Non sarà tenuto nimico
(ch’ora sarebbero più di dugento) posciachè molto si compiaceva della musica , nella quali era intelligentissimo.» 44 Questo te
canto nella Cappella Pontificia45. I vantaggi che recarono essi alla musica non meno pratica che teorica sono tanto riguardev
venne l’anno 1482 chiamato fin da Salamanca ad occupar la cattedra di musica eretta dianzi in Bologna da Niccolò V, sarà sempr
inconseguenze. Il temperamento ch’egli propose nel suo trattato della musica divenuto rarissimo, comechè a fiera tenzone sping
entato, come si pretende, da Guido Aretino è di gran vantaggio per la musica , e se questa può dirsi una gran scoperta, che mer
ommaso della Vittoria nativo d’Avila illustrò anch’egli moltissimo la musica italiana non solo con opere assai pregiate a’ suo
e rivale e socio del celebre Palestrina nel riformare e migliorare la musica ecclesiastica. Compagno nel merito, e non forse m
a giustizia) che mosse il Cavaglier Tiraboschi a dire, parlando della musica , che «agli Italiani del secolo decimosesto dovett
rtarono in Italia ad illustrar sì distintamente e sì gloriosamente la musica , noi non sapremmo se non istupire di tal negligen
e arti del disegno furono un’altra epoca dell’incremento che prese la musica italiana. Appena comparvero le commedie d’Ariosto
ero a ciò della unione delle tre arti. Allora si sentì sulla scena la musica accompagnar le tragedie nei cori, e le commedie n
ndo alzate, o belle Ninfe, al Cielo.»51 [31] Nelle pastorali poi la musica fece gran via, e noto è l’apparato musicale con c
atro l’Aminta del Tasso cogl’intermedi lavorati dal poeta, e posti in musica dal gesuita Marotta, come ancora il Pastor fido c
uali parlano a lungo gli eruditi. Dagl’intermedi, e dai cori passò la musica ad accompagnar qualche scena eziandio del componi
alle scene drammatiche, il lettore ha potuto vedere per quai gradi la musica sia finalmente pervenuta a costituire il pomposo
che zampillavano nelle strade, in mascherate romorose e grotesche, in musica di tamburi e in tali altri divertimenti fatti più
rima origine di quelli spettacoli frammezzati di poesia, di ballo, di musica e di decorazione che si trovano ne’ tempi più rem
re la festa descritta pur ora altri abbozzi appariscono dell’opera in musica nel dramma intitolato la Conversion di San Paolo
e. Anche il Brown, inglese, nella sua dissertazione sull’unione della musica e della poesia, citando la storia del teatro ital
ui si giudica generalmente delle arti, e in particolare del dramma in musica : tutto per colpa di coloro che s’addossano l’inco
po. Il Brown nel suo bel libro sull’unione, forza e separazione della musica e della poesia racconta nella sezione ottava, che
amanto, Minosse, e Talete sovrani di Creta coltivarono la poesia e la musica . Le coltivò in particolar modo Solone legislatore
iò il Signor Abbate Andres circa la sua pretesa arabica origine della musica europea? Guido Aretino vide forse i manoscritti d
micrologo il più piccol vestigio delle arabiche dottrine intorno alla musica e la poesia? Apparisce nel trattato di Francone,
essenziali ad ogni poesia, come il ritmo e la misura lo sono ad ogni musica , poiché altro esse non sono che la diversa combin
695 colle aggiunte di Peder Sys, nel tomo secondo del Saggio sopra la musica antica e moderna dato in luce a Parigi nel 1780.
rsi nella notizia di quei secoli oscuri, né esaminare la storia della musica e della poesia di quella età.» Quanto ho detto ne
etto nel terzo e quarto capitolo di questo Tomo circa l’origine della musica sacra e profana in Italia, l’esame fatto delle ra
pubblico deciderà poi se meglio di me abbia esaminata la storia della musica e della poesia di quella età il Signor Abbate, il
far conoscere la loro letteratura, si contenta poi quando arriva alla musica (facoltà cui eglino coltivarono con tanto impegno
e meschine notizie, che Alfarabi ed Albufaragio scrissero elementi di musica ed una raccolta di tuoni, e che gli Spagnuoli e i
a sul resto dell’Europa, come se gli europei non avessero Trattati di musica anteriori a quell’epoca, e come se gli Spagnuoli
za del sistema da lui adottato. Allora, ricavando da tal esame che la musica araba aveva maggior conformità colla persiana e c
necessità dell’arabica comunicazione affinché nascessero in Europa la musica e la poesia, dalla generalità dei rapporti applic
accia la mia ignoranza quasiché io avessi detto essersi conosciuta la musica strumentale in Italia allora soltanto che Federig
al ragione può farsi questa imputazione a me, che trovo introdotta la musica strumentale in Italia fin dai tempi della Contess
la Musica Tomo I. 47. [NdA] Il libro ha per titolo: Arte nueva della musica inventada per San Gregorio, desconsertada año 102
lluce. Da simili giostre armoniche ebbe principio la corruttela della musica greca. 52. [NdA] In Nuptiis Ducium Mediolanensiu
ice al Libro XXII delle sue storie. 53. [NdA] Trattato dell’opera in musica , c. I. 54. [NdA] Sezione 12, n. 2.
18 (1772) Dell’opera in musica 1772
fazione Libro d’eco immediata ma presto dimenticato, Dell’opera in musica di Antonio Planelli (1772: è stato Francesco Degr
ggetto. Le sue osservazioni circa le belle arti in genere, e circa la musica , e la direzione del teatro in particolare sono as
la quale fu menata la mentovata Alceste del dotto Calsabigi, messa in musica dal cavaliere Cristoforo Gluck. Questa musica è s
tto Calsabigi, messa in musica dal cavaliere Cristoforo Gluck. Questa musica è sì conforme all’idea qui espressa della musica
toforo Gluck. Questa musica è sì conforme all’idea qui espressa della musica teatrale, ch’io, osservata così ben intesa compos
uropa io stendea un teorico saggio, ma debolissimo e breve, di quella musica , in altra parte un degno professore ne mostrava s
e parole di questo dotto maestro quanto abbiamo fin qui esposto della musica teatrale, e di accattare a me credito con una sì
uon gusto. Il cahier de doléances è fitto e riguarda innanzi tutto la musica . La sinfonia d’apertura? « Per quanto diversi tra
l’antico, addirittura la tragedia greca (del cui vero rapporto con la musica in realtà s’ignorava quasi tutto), è logico che P
asse al recitar-cantando di Jacopo Peri e in generale alle favole per musica primo-secentesche, raccomandando al compositore d
le sillabe ancora di ciascuna parola» (III.III.8); la tirannia della musica sulle parole, del suono sul senso finiva col far
he i compositori danno al metro delle sillabe, non solo fa che la lor musica distrugga ogni poetica armonia, ma ancora che tra
co: «Non pretenda però alcuno di chiamare ad esame sì fatto genere di musica avanti a un domestico cimbalo. In quel luogo una
ogo una imparaticcia cantilena piacerà più assai che un capolavoro di musica teatrale: siccome a chi ne’ colori non cerca che
lorita bussola che un quadro di Raffaello. I colori di Raffaello e la musica di Gluck, quelli e questa destinati a servire all
enza abbiano dagli spettacoli, e massimamente da quello dell’opera in musica , il gusto delle arti e ‘l costume delle nazioni;
ncontro a un’inopinata decadenza (I.I.20): Non potea però l’opera in musica conservar lungo tempo quella bellezza che sortita
i maggiori, che si cominciò a poco a poco a non esigere dall’opera in musica che comparse, decorazioni e macchine; poca attenz
cia a un tentativo di disamina fisiologica intorno agli effetti della musica sulle fibre umane: la fonte è autorevole, anche s
eterminato suono» (III.I.9). In ogni modo, Planelli è convinto che la musica moderna abbia portato l’espressione artistica ad
nti incapaci di superare le tre ottave): «È chiaro — glossa — che una musica , la quale di tali invenzioni faccia buon uso, arr
ta dimanda medesima farebbe oggi contorcere il più valente maestro di musica che s’abbia l’Italia: vedendo noi spesse volte un
nte funzione educativa e parenetica, anche in termini militari, della musica nel mondo classico. Si tratta di idee molto diffu
critti musicali di Antonio Conti e nel suo stesso prestare versi alla musica di Benedetto Marcello (per le cantate Timoteo e C
o Marcello (per le cantate Timoteo e Cassandra, 1727). Risuscitare la musica greca evidentemente non era possibile, ma sembrav
gheggio del mondo. Questa maniera di canto ripugna assolutamente alla musica vocale. Poiché uffizio di questa è di dare tal fo
itica non nuova, perché tutti hanno in mente i versi di Parini (ne La musica , 1769): «Aborro in su la scena / un canoro elefan
i sentire allora per la prima volta il solo stile degno dell’opera in musica ; e ‘l maestro di cappella, tocco anch’egli da que
Noverre guidava) quasi ogni cosa, dalla poesia alla geometria, dalla musica alla pittura e alla scultura, «È forse un pretend
andassero ripetuti. Troppo evidentemente gli stava a cuore l’opera in musica o forse aspirava (ha ipotizzato Degrada)12 a una
fu invece mai assegnata. Sia come sia, l’idea che la letteratura e la musica dovessero riformare i costumi torna nelle pagine
, durante e dopo rivolte e rivoluzioni. Franco Arato Dell’opera in musica Prefazione [Pref.1] Sono gli spettacoli o
’architettura, per la pittura, per la scultura, per la poesia, per la musica , e se portò queste arti alla loro perfezione, men
tti. E da che oggi in Europa, e particolarmente in Italia, l’opera in musica è lo spettacolo dominante, perciò io spesse volte
o le più volte ho per brevità dirette le mie riflessioni all’opera in musica propriamente detta cioè alla tragedia musicale, e
e, essendo tali, che si possono di leggieri adattare alla commedia in musica . Ma quando tale applicazione mi è sembrata malage
enza abbiano dagli spettacoli, e massimamente da quello dell’opera in musica , il gusto delle arti e ‘l costume delle nazioni;
meno per pruova che a dirigere a un tale scopo le leggi dell’opera in musica , egli fa di mestieri una varietà tale e una tal p
la bastar potrebbe ad informar con diritto lume i poeti, i maestri di musica , gli architetti, gli attori, onde in unità di bel
dito Fr. Gherardo degli Angeli Minimo. Sezione I. Che sia opera in musica . Suoi progressi e perfezione Cap. I. Che s’i
. Suoi progressi e perfezione Cap. I. Che s’intenda per opera in musica . Storia di questo spettacolo [Sez.I.1.0.1] L’o
ra in musica. Storia di questo spettacolo [Sez.I.1.0.1] L’opera in musica è un dramma rappresentato cantando. Quando questo
oggi15. [Sez.I.1.0.4] Un’altra pruova dell’antichità delle opere in musica ne somministrano gli statuti della Compagnia del
iaro che fino da’ più rimoti tempi furono usate in Italia le opere in musica . Forse anzi esse non sono che una continuazione d
spettacoli dobbiamo soprattutto ascrivere i mirabili progressi che la musica , la pittura, l’architettura, la meccanica, la pro
acultà andavano racquistando in Italia l’antico splendore, l’opera in musica s’innoltrava verso la sua perfezione; talmentechè
olo e probabilmente verso il 148026, cominciarono in Roma le opere in musica di profano argomento (giacché le sacre eranvi com
maggiore della bellezza verso cui procedeva in quel secolo l’opera in musica , vien somministrata dalla festa, che nel 1489 fu
descrizione, che ne fu publicata, sorprese l’Europa28. La poesia, la musica , la meccanica, la danza, fecero di sé tanta mostr
colo del Botta crederono di trovar l’epoca dell’origine dell’opera in musica . Che quelli, per altro rispettabilissimi letterat
amo il nome di parecchi maestri di cappella, che si segnalarono nella musica de’ melodrammi. Tra’ primi che in quel secolo si
guessero, fu Alfonso dalla Viola Ferrarese, che verso il 1555 fece la musica al Sacrifizio, dramma pastorale d’Agostino Beccar
’Agostino Beccari, poeta ferrarese. Nel 1563 lo stesso Viola messe in musica L’Aretusa d’Alberto Lollio, altro celebre lettera
] Mantova ebbe nell’età medesima Alessandro Strigio, gentiluomo nella musica esercitatissimo. Ma io non ho saputo chiarirmi se
medi, de’ quali parecchi ne compose. Tra questi, uno più all’opera in musica che a qualunque altro genere di drammatica azione
0.14] Un altro maestro di cappella, che in quel secolo fiorisse nella musica teatrale, fu Emilio del Cavalier, romano. Egli fe
e nella musica teatrale, fu Emilio del Cavalier, romano. Egli fece la musica alla Disperazione di Sileno e al Satiro, drammi d
li furono nel 1590 rappresentati avanti al granduca. Nel 1595 pose in musica Il Giuoco della Cieca, altro dramma della Guidicc
io Vecchi, poeta insieme e maestro di cappella, che si distinse nella musica teatrale. Nel 1597 uscì in Venezia appresso Angel
a dal Muratori32, si legge essere il Vecchi stato il primo ad unir la musica a’ drammi33. Ognun vede, che quel primo è uno di
a colui che sopra ciascun altro si rendé celebre in quel secolo nella musica teatrale, fu Jacopo Peri del quale or ora più par
armente diremo. [Sez.I.1.0.17] Tali furono i progressi dell’opera in musica nel XVI secolo, ed in essa non era osservabile la
pera in musica nel XVI secolo, ed in essa non era osservabile la sola musica , ma la pittura ancora, la meccanica, la prospetti
sti fece nel 1597 nel qual anno medesimo fu la Dafne rappresentata in musica con sommo applauso in casa del prenominato Corsi,
uridice e L’Arianna, quella nel 1600, questa nel 1608, messi anche in musica dal Peri. Furono questi melodrammi accolti con ta
la circolazione del sangue. [Sez.I.1.0.20] Non potea però l’opera in musica conservar lungo tempo quella bellezza che sortita
i maggiori, che si cominciò a poco a poco a non esigere dall’opera in musica che comparse, decorazioni e macchine; poca attenz
come veicolo, dirò così, di quelle. [Sez.I.1.0.21] Dimorò l’opera in musica in questo stato di decadenza per tutto il corso d
ie ne’ melodrammi: poiché fin allora tutto fu in essi recitativo e la musica fu tutta in istile recitativo composta. L’introdu
me. Ma quegli, a cui più che a qualunque altro è debitrice l’opera in musica , è il signor abate Metastasio, il quale colla del
a di ciò che nello scorso secolo perduto avea ed ha recata l’opera in musica a quel punto al quale niuno condotte aveala prima
quale niuno condotte aveala prima di lui. [Sez.I.1.0.23] L’opera in musica passò d’Italia in Francia per opera del Cardinal
uo paese natio. Cap. II. Dove consista la perfezione dell’opera in musica [Sez.I.2.0.1] Dalla storia esposta nel capo an
e ritrarre che il secolo presente è uno de’ più felici per l’opera in musica . Nondimeno perché si conosca se con tutto ciò ell
n tenda a quel fine. [Sez.I.2.0.3] Ora alla formazione dell’opera in musica concorrono la poesia, la musica, la pronunziazion
.3] Ora alla formazione dell’opera in musica concorrono la poesia, la musica , la pronunziazione e la decorazione; alle quali f
ta quasi tale dall’uso, e questa è la danza. Perché dunque l’opera in musica possa dirsi perfetta e bella (da che bellezza non
comune è quello stesso a cui tende la poesia, la quale nell’opera in musica è chiamata melodramma o dramma per musica. [Sez.I
sia, la quale nell’opera in musica è chiamata melodramma o dramma per musica . [Sez.I.2.0.5] Allora dunque il nostro spettacolo
r poi a considerare partitamente ciascuna di quelle che nell’opera in musica vengono impiegate. Cap. III. Delle belle arti
vimento delle passioni. Di questo numero è la poesia, l’eloquenza, la musica , l’architettura, la pittura, la scultura e la dan
oni induce a suggettare alla stessa misura: ed ecco tra gli uomini la musica e la poesia sua compagna. Intanto quell’agitazion
hé alcune, e segnatamente la pittura, la scultura, l’architettura, la musica e la danza, si vagliono di mezzi naturali, come d
nso in altro uomo non discerne, e che da un concerto, per esempio, di musica , l’uno sia rapito, l’altro annoiato. [Sez.I.3.4.
ma, e da questo artificio stesso dipende la melodia e l’armonia della musica , siccome altrove si mostrerà. Né solamente l’este
erare particolarmente ciascuna di quelle che concorrono nell’opera in musica , ci facciamo dalla poesia: perciocché, dovendo tu
la greca e la romana. La poesia, in quanto è metrica, è spezie della musica metrica, che considera le durate de’ suoni (qual
altre colte lingue viventi. Siccome la poesia metrica è spezie della musica metrica, così la poesia armonica è spezie della m
è spezie della musica metrica, così la poesia armonica è spezie della musica armonica, la quale considera l’acutezza e la grav
da questa differenza di tuoni allora appieno s’intenderà quando della musica armonica si sarà ragionato. [Sez.II.1.1.5] Qualor
di questa più dal tuono che dal tempo. [Sez.II.1.1.6] Or di quanto la musica d’un gravicembalo, d’un violino è più pregevole d
uanto la musica d’un gravicembalo, d’un violino è più pregevole della musica d’un timpano, d’una nacchera, di tanto la poesia
vesse trattato, non così certamente sarebbe in chi alla sola opera in musica destinò le sue osservazioni. [Sez.II.2.0.2] A noi
settesimo secolo. Certo è tuttavolta, che quando alle arie si dia una musica propria e confacente, la loro inverisimiglianza c
e confacente, la loro inverisimiglianza cessa quali in tutto; e qual musica sia propria delle arie teatrali, si vedrà nella s
sul canto in generale, ma sulla differenza tra l’antica e la moderna musica teatrale, avendo gli antichi adoperato ne’ loro d
rna musica teatrale, avendo gli antichi adoperato ne’ loro drammi una musica semplice, robusta, espressiva, e solendo i modern
ce, robusta, espressiva, e solendo i moderni unire a’ drammi loro una musica cianciosa troppo e snervata. Nondimeno questi lod
del melodramma, ma sì di que’ compositori che non sanno dargli quella musica che gli conviene. Che se eglino degneranno d’un’
o degneranno d’un’ occhiata ciò che nella citata sezione diremo della musica teatrale, io spero che in avvenire non odieranno
ie da noi fino a qui disapprovate non solo nuocono al dramma, ma alla musica altresì. Sotto quale spezie di musica, se t’aiti
solo nuocono al dramma, ma alla musica altresì. Sotto quale spezie di musica , se t’aiti Iddio, metterà il povero maestro di ca
e il compositore abbandonato a sé stesso è astretto ad attaccarvi una musica precaria e priva di senso. Quando all’opposto, se
ive pennellate della passione cominciata nel recitativo, egli con una musica adatta a quella passione avrebbe intenerito tutto
ele, Fra cento affanni, e cento, Deh respirar lasciatemi ecc. E se la musica del Cavalier Gluck messa all’Alceste, dramma del
Conosciam bene che questo assoggetta contr’ogni dritto la poesia alla musica , che non rare volte snerva e insipidisce le arie,
cora sia giunto alla sua maggiore semplicità. Sezione III. Della musica teatrale [Sez.III.0.0.1] Il melodramma compost
procedendo allo stesso cammino, s’aggireranno in questa sezione sulla musica richiesta da quel dramma, ch’io chiamerò musica t
questa sezione sulla musica richiesta da quel dramma, ch’io chiamerò musica teatrale. Per dichiarare a mio potere la materia
i al mio lettore che sulla generazione del suono e sulla natura della musica in genere io premetta alcune osservazioni facilis
rvazioni servir di princìpi alle regole appartenenti allo stile della musica teatrale, e in altre sezioni ancora a quelle che
che riguarderanno la decorazione e la danza teatrale. Cap. I. Della musica in generale §. I. Quali sieno i fonti dell’e
a simmetria è l’origine della consonanza de’ tuoni. E se i maestri di musica insegnano che la più perfetta consonanza è l’unis
nazione simultanea, o successiva delle consonanze (in cui consiste la musica armonica) l’unico fonte dell’estetico della music
in cui consiste la musica armonica) l’unico fonte dell’estetico della musica . Esso tre altri ne ha, e sono: 1. la varia durata
ri ne ha, e sono: 1. la varia durata delle note, ch’è l’oggetto della musica metrica; 2. la varietà de’ movimenti, o tardi o p
; 2. la varietà de’ movimenti, o tardi o presti, ch’è l’oggetto della musica ritmica; e 3. la varia intensità de’ tuoni, o deb
non occorre di ragionare particolarmente. §. II. Differenza tra la musica antica e la moderna. [Sez.III.1.2.1] È la mod
a tra la musica antica e la moderna. [Sez.III.1.2.1] È la moderna musica (che dagl’Italiani riconosce la sua perfezione, c
ttutto contribuirono a rendere in ciò sì diverse queste due spezie di musica . La prima fu quella del contrappunto, facultà ign
nto da quelle notizie si ritrae, che fino a noi pervennero della loro musica stromentale. È chiaro che una musica, la quale di
fino a noi pervennero della loro musica stromentale. È chiaro che una musica , la quale di tali invenzioni faccia buon uso, arr
al patetico di quest’arte. §. III. Dove consista il patetico della musica [Sez.III.1.3.1] Ciascuna passione porta seco
erse parti della sua diceria50. [Sez.III.1.3.2] Ora il patetico della musica consiste nell’imitazione di questi tuoni, per mez
imitazione o ritratto. Tale appunto è il modo, onde il patetico della musica opera sulle spirito umano. Né questa azione riman
nimo. [Sez.III.1.3.3] Di qui si vede che il patetico, non solo della musica , ma di tutte le arti piacevoli, opera sulla parte
se ne debba parere a’ profondi fisici, quello che non son io) che la musica abbia un’azione anche immediata sulla meccanica d
i. che essi dovranno essere immediate e necessariamente mossi da una musica , che adoperi suoni consonanti a quelli a cui essi
mi in mente, che mi rendono assai verisimile l’azione immediata della musica sul meccanismo de’ nostri affetti. La quale immed
le immediata azione pare che venga confermata dal dominio che gode la musica sull’animo umano, maggiore di quello che altra qu
esporre in breve il mio sentimento intorno all’azione immediata della musica sul meccanismo delle passioni, perché potrà in al
un modo contribuire nel capitolo seguente a determinar lo stile della musica teatrale. § IV. Altra differenza tra la musica
inar lo stile della musica teatrale. § IV. Altra differenza tra la musica antica e la moderna [Sez.III.1.4.1] Nel patet
rna [Sez.III.1.4.1] Nel patetico (convien confessarlo) la moderna musica è molto da men dell’antica. Pervennero i Greci a
rvennero i Greci a sì perfettamente analizzare questa parte della lor musica , ch’essi in breve tutti i modi ebbero rinvenuti p
i animi a questo affetto. [Sez.III.1.4.2] Gli antichi adunque da una musica povera traevano maggior vantaggio che non facciam
ta dimanda medesima farebbe oggi contorcere il più valente maestro di musica che s’abbia l’Italia: vedendo noi spesse volte un
eneano con una semplice osservanza delle regole di quella parte della musica . Tra’ nostri componitori e i Greci quel divario p
s’io ben m’appongo, le cagioni che renderono il patetico dell’antica musica così regolare e così certo, e quello della modern
rima è la differenza dell’estetico dell’una da quello dell’altra. Una musica che faccia pompa d’un estetico troppo ricco, trop
vanno alle consonanze unite le dissonanze. [Sez.III.1.4.5] Se una tal musica niun’azione può avere sulla fantasia e sulla memo
diversa dalla precedente. L’esperienza dimostra che eseguendo una tal musica vicino a stromenti che stiano in riposo, niuno di
un’ altra, che tuoni più chiari e più fermi ponesse in uso. Perciò la musica antica, la quale non ebbe un estetico sì ricercat
, sulla fantasia e sulla memoria, da’ quali dipende il patetico della musica . [Sez.III.1.4.6] La seconda ragione è l’idea che
a musica. [Sez.III.1.4.6] La seconda ragione è l’idea che hanno della musica i moderni maestri, diversa da quella che ne ebber
dell’arte. [Sez.III.1.4.7] I Greci per lo contrario riguardavano la musica non tanto come destinata ad appagar l’orecchio, q
isciplina a’ più perfetti oggetti, e più degni dell’animo umano. È la musica , così adoperata, la più efficace ministra delle v
ù efficace ministra delle virtù. Quindi Ateneo ci assicura, che colla musica insegnavano i Greci i doveri della religione e de
libio55 di due popoli d’Arcadia, l’un de’ quali adottando l’uso della musica divenne virtuoso e colto, l’altro dispregiandola
8] Né pur nelle feste, nelle allegrezze, nelle nozze, ne’ conviti, la musica greca perdea di mira il suo scopo. Il cantore las
Clitennestra non si applicava a divertire quella principessa con una musica puramente estetica. Egli attendeva a fomentarle n
II.1.4.9] Ma come erano giunti i Greci a formare sì giusta idea della musica ? Condotti dalla loro propria esperienza. Essi era
a loro propria esperienza. Essi erano stati istituiti per mezzo della musica , e a questa erano debitori della loro cultura. Li
iere, e a indurre i sassi stessi a edificar le città. Per mezzo della musica quegli uomini, che fino allora poco degni erano s
eci adunque, che aveano in loro stessi sperimentata l’efficacia della musica ad accendere e governare le passioni, furono dall
rgente di tutta la morale; e però esigea da’ suoi discepoli che colla musica principiassero e terminassero la giornata57. Plat
ti, [per] il quale non v’ha virtù intellettuale, né morale, che dalla musica non derivi. In effetti che non doveano essi atten
il torto ch’ebbero que’ moderni, i quali non badando all’indole della musica greca, e di questa giudicando come della nostra,
z.III.1.4.12] Questo vantaggioso concetto che i Greci formarono della musica , gli portò a coltivarla con sommo studio, non tan
grado di regolarità e di certezza, che godeva il patetico dell’antica musica in paragon della nostra. Perciocché quella fu pro
che formicava di sublimi ingegni, i quali portavano allo studio della musica un talento educato tra le scienze e le belle arti
lento educato tra le scienze e le belle arti. Qual maraviglia, che la musica patetica, coltivata con tanto impegno da una tal
ue più florida età della Grecia. Ma coloro tra noi, che professano la musica , non sono quegli stessi che ampliano tutto dì i c
amente i denti al festevole Menchenio. Non essendo adunquo in oggi la musica esercitata da’ nostri filosofi, non potè il suo p
ecchio. [Sez.III.1.4.14] Siamo entrati in queste considerazioni sulla musica antica e moderna, perciocché quello che abbiamo s
. Al che conduce ancora l’aver notato quanto il patetico della nostra musica sia tuttor lontano dalla sua perfezione, e qual c
ecclissa la bellezza del nostro spettacolo. Cap. II. Stile della musica teatrale. § I. Prima legge di questo stile
trale. § I. Prima legge di questo stile [Sez.III.2.1.1] Fu la musica teatrale ammessa nel nostro spettacolo per dare m
1. Di qui nasce il particolare stile, onde abbisogna questo genere di musica , destinato a un tempo stesso a sostener la parola
muovere gli affetti. [Sez.III.2.1.2] Or primieramente lo stile della musica teatrale vuol poche note. Perciocché una musica t
amente lo stile della musica teatrale vuol poche note. Perciocché una musica troppo rinzeppata di note, sieno simultanee o suc
a alla voce dell’attore, scoprirebbe l’artifizio del compositor della musica : e l’aperto artifizio è, siccome ognun sa, vietat
te conferma l’esposta legge dello stil teatrale. Si esamini qualunque musica che sul teatro sia riuscita patetica: vi si trove
ico delle medesime disgiunto dal patetico; massimamente nell’opera in musica , la quale, come si è detto, adopera queste arti a
Un effetto anche osservabilissimo di queste due differenti ragioni di musica ne somministrano i fanciulli. Essi a una musica d
differenti ragioni di musica ne somministrano i fanciulli. Essi a una musica di rare note composta, sia strumentale o vocale,
ende come i Greci avessero potuto riuscir sì bene in questo genere di musica , non ostante che, come dicemmo, niuno strumento a
che più di tre ottave abbracciasse. [Sez.III.2.2.3] È questa sorta di musica amica di tuoni temperati, perché ella, se voglia
gheggio del mondo. Questa maniera di canto ripugna assolutamente alla musica vocale. Poiché uffizio di questa è di dare tal fo
iosi, i quali, per nulla lasciar d’intentato, invasero lo stile della musica stromentale. Essi acquistarono così più largo cam
he fanno sì ben sentire su d’alcuni stromenti. Ma non badarono che la musica , non meno di qualunque altra delle arti belle, ha
lo per imperizia possono essere insieme confusi, e che lo stile della musica vocale vuol essere più sobrio e più severo assai
i sentire allora per la prima volta il solo stile degno dell’opera in musica ; e ‘l maestro di cappella, tocco anch’egli da que
a chi avesse ardito in quelle circostanze di chiamare ad esame questa musica novità! Egli sarebbe per poco stato messo a brani
ore a un sonator di salterio o di liuto, ma che il canto di ben altra musica avesse mestieri. [Sez.III.2.3.4] Tempo però sare
mmelli, i Piccinni, i Traetti, i Sacchini, prendendo per mano la vera musica vocale, la rimenassero sulle scene, rendendo quel
ocale, la rimenassero sulle scene, rendendo quell’usurpato stile alla musica stromentale, a cui appartiene, anzi queste ancora
e discreto. Conciosiaché (e ben lo sanno i lodati maestri) allora la musica può dirsi perfetta, quando ella ha in se quella a
uesta difficilissima facultà costituisce la perfezione non solo della musica , ma ancora di tutte le arti compagne. Questa rend
e loro parole. Di poi si vogliono diligentemente notare que’ passi di musica , i quali, talvolta per casualità, riescono effica
questo aver riguardo al carattere de’ personaggi, perciocché una data musica starà bene a una dilicata donna, che disdirebbe a
le cadenze. Cap. III. Dello stile proprio di ciascuna parte della musica teatrale §. I. Stile della sinfonia d’apertu
I.3.1.1] Dopo avere co’ più necessari tratti delineato lo stile della musica teatrale, non ci crederemmo d’avere, quanto è in
sinfonia d’apertura, de’ recitativi e delle arie, parti in cui questa musica è comunemente divisa. [Sez.III.3.1.2] Ebbevi una
o di cappella, che attualmente legge queste nostre osservazioni sulla musica teatrale, ride della dabbenaggine di que’ cittadi
he i compositori danno al metro delle sillabe, non solo fa che la lor musica distrugga ogni poetica armonia, ma ancora che tra
atura. [Sez.III.3.2.5] Baderà ancora il compositore a conservar nella musica il numero e la cadenza del verso. Avvi de’ compos
la poesia, ch’essa diviene una prosa pretta e sputata: e così la loro musica annienta, in vece d’avvalorare, come suo uffizio
ebbe, il poetico numero. [Sez.III.3.2.6] Baderà finalmente a dare tal musica a ciascuna parola, che questa si possa pronunziar
netto e chiaramente, evitando il fallo di taluni, i quali sì scomoda musica adoprar sogliono, che il povero cantante è obblig
sa da quella che regna nell’aria stessa, queste parole vanno messe in musica nello stile medesimo in cui è composta tutta l’ar
ta lor temenza, volentieri intenderei da essi nel venire all’opera in musica qual piacere vi cercano: quello che nasce dalla m
e i teatri. Basterebbe che a questi sostituisse publiche accademie di musica , le quali risparmierebbero a lui una gran parte d
condanna colla severità medesima il compositore, ove non adoperi una musica espressiva; ch’ella s’annoia di quegli attori che
convenevole azione. Richiede tutto ciò solo chi è tratto all’opera in musica dal piacer teatrale: chi da quel dell’udito vi fo
la quale fu menata la mentovata Alceste del dotto Calsabigi, messa in musica dal cavaliere Cristoforo Gluck. Questa musica è s
tto Calsabigi, messa in musica dal cavaliere Cristoforo Gluck. Questa musica è sì conforme all’idea qui espressa della musica
toforo Gluck. Questa musica è sì conforme all’idea qui espressa della musica teatrale, ch’io, osservata così ben intesa compos
uropa io stendea un teorico saggio, ma debolissimo e breve, di quella musica , in altra parte un degno professore ne mostrava s
e parole di questo dotto maestro quanto abbiamo fin qui esposto della musica teatrale, e di accattare a me credito con una sì
catoria a S. A. R. l’arciduca Leopoldo, granduca di Toscana) a far la musica dell’Alceste, mi proposi di spogliarla affatto di
li, ne fanno il più ridicolo e il più noioso. Pensai di ristringer la musica al suo vero uffizio di servire alla poesia per l’
e repliche delle parole e nell’uso dagli stromenti, avrebbe fatta una musica teatrale totalmente secondo il mio cuore. Non pre
ore. Non pretenda però alcuno di chiamare ad esame sì fatto genere di musica avanti a un domestico cimbalo. In quel luogo una
ogo una imparaticcia cantilena piacerà più assai che un capolavoro di musica teatrale: siccome a chi ne’ colori non cerca che
lorita bussola che un quadro di Raffaello. I colori di Raffaello e la musica di Gluck, quelli e questa destinati a servire all
ennello d’Urbino. Sezione IV. Della pronunziazione dell’opera in musica [Sez.IV.0.0.1] Messo così in musica il libricc
a pronunziazione dell’opera in musica [Sez.IV.0.0.1] Messo così in musica il libricciuolo, egli passa nelle mani de’ cantan
nque nella sezione presente qual pronunziazione convenga all’opera in musica . Cap. I. Importanza della pronunziazione nell’o
ra in musica. Cap. I. Importanza della pronunziazione nell’opera in musica [Sez.IV.1.0.1] Per pronunziazione io intendo
Ciò basta a far comprendere quanto sia questa necessaria all’opera in musica . Il poeta e ‘l maestro di cappella, quando pure a
ll’educazione. Qui però non di costoro, ma degli attori dell’opera in musica va a noi talento di ragionare; e forte ne chiamer
citati danno a questa qualche attenzione; ma i cantanti de’ drammi in musica sono in questo particolare sì negligenti, e fanno
hé i direttori de’ teatri non gli obbligheranno a deporlo, l’opera in musica non recherà che noia, per evitar la quale lo spet
ne. Perché di grazia i mentovati abusi nacquero ne’ teatri d’opere in musica , e non in quelli di drammi recitati? Ognuno, che
che in questi. Cap. II. Della pronunziazione propria dell’opera in musica § I. Del gesto [Sez.IV.2.1.1] Per vedere
Per vedere ora qual sia la pronunziazione di cui abbisogna l’opera in musica , la considereremo relativamente al gesto e alla v
este spezie che si appartenga un gesto, egli dev’essere nell’opera in musica sempre congiunto alla gravità e al decoro, che co
.1.6] In oltre non si pretenda di gesteggiare ogni cosa nell’opera in musica , ancorché nobilmente e con dignità si possa farlo
iù necessaria agli attori di drammi recitati, che a quelli d’opere in musica : il maestro di cappella, assegnando il tempo e ‘l
.IV.2.2.7] E fin qui basti della pronunziazione propria dell’opera in musica . Possono ancora gli attori trarre del vantaggio d
e il grande oratore93. Sezione V. Della decorazione dell’opera in musica [Sez.V.0.0.1] Esercitati che sieno gli attori
esima del teatro. Cap. I. Del vestimento degli attori dell’opera in musica [Sez.V.1.0.1] All’inventore degli abiti è conc
è conceduta maggior libertà, che non agli altri artisti dell’opera in musica . Nel vestire un personaggio greco o romano, egli
erano adottate le nostre fogge. Cap. II. Della scena dell’opera in musica §. I. Della vastità della scena [Sez.V.2
, che compongono la scala musicale, e altrettanti i modi della nostra musica ) gioverebbero moltissimo a parecchi moderni teatr
pressione d’un valentuomo. Sezione VI. Della danza dell’opera in musica [Sez.VI.0.0.1] Scorse le qualità del melodramm
ica [Sez.VI.0.0.1] Scorse le qualità del melodramma e quelle della musica , della pronunziazione e della decorazione proprie
usica, della pronunziazione e della decorazione proprie dell’opera in musica , che sono le quattro essenziali parti di questo s
straordinari movimenti del nostro corpo, regolati dalla cadenza della musica . Ella è una delle belle arti, e si divide in alta
lla simmetria che passa tra’ tempi de’ suoi movimenti e i tempi della musica che l’accompagna. In effetti il rincrescimento ch
non lega con simmetria veruna questi tempi de’ suoi movimenti e della musica . Noi siamo allora per istinto portati a muovere a
lla osserva tra’ vari tempi de’ suoi movimenti, simile a quello della musica metrica e della metrica poesia. [Sez.VI.1.1.5] Un
abilita la necessità, che hanno tutte le arti adoperate nell’opera in musica , d’essere intimamente connesse all’azione drammat
erfezione o bellezza. [Sez.VI.2.1.2] Pure, se v’è parte nell’opera in musica italiana che più si allontani da tale unità, i ba
e a ben idearne l’esecuzione, e ciò fatto, a comunicare al maestro di musica le suo idee, affinché la musica s’accordi a spieg
ciò fatto, a comunicare al maestro di musica le suo idee, affinché la musica s’accordi a spiegare per mezzo del suono ciò ch’e
herà colla danza: sì perché venga osservata l’unità tra la danza e la musica , sì ancora perché quella musica, che ha una medes
a osservata l’unità tra la danza e la musica, sì ancora perché quella musica , che ha una medesima espressione colla danza, fa
orza, un coraggio, un fuoco, che onninamente gli mancherebbero, se la musica non fosse espressiva. Chi ha i piedi eruditi, e c
n fosse espressiva. Chi ha i piedi eruditi, e chi sa il dominio della musica sullo spirito e sulla macchina dell’uomo, non dub
non dubiterà d’esagerazione in ciò che asseriamo. Queste forza della musica si sperimenta in un modo maraviglioso su’ nostri
iù bella, quanto il loro numero fosse maggiore. Adunque il dramma, la musica , la pronunziazione, la decorazione e la danza, es
la danza, essendo le cinque parti che concorrono a formare l’opera in musica , se si vuole che piacciano, vanno marcate della m
to a’ nostri giorni ne’ balli teatrali: «Finché i balli dell’opera in musica non saranno uniti strettamente al dramma, e non c
e oggi osservarsi su’ nostri teatri, non ammettendo nelle tragedie in musica se non l’eroico pantomimo, unito, quando lo richi
e. Siccome la statura de’ figuranti degradava, degradava parimente la musica , talché quella dell’ultima comparsa era così somm
e venisse di gran lontananza. Ora questa degradazione di statura e di musica , fece sul teatro il più bel giuoco. Il popolo ved
in una distanza maravigliosa. Con questa degradazione di statura e di musica , andò d’accordo anche quella de’ colori delle ves
e in un ballerino l’intelligenza della poesia, della geometria, della musica e della filosofia. Vuole che possegga il segreto
fficile contentatura. Sezione VII. Della direzione dell’opera in musica [Sez.VII.0.0.1] Abbiamo finora veduto qual si
i ciascuno de’ principali artisti che vengono impiegati nell’opera in musica . Dipendendo però il buon successo d’uno spettacol
r sé, insino a qui considerate. Cap. I. Necessità che ha l’opera in musica d’un abile direttore [Sez.VII.1.0.1] Tutti i
a quanti n’ebbero i passati tempi e i nostri, niuno più dell’opera in musica ha bisogno d’un direttore savio insieme e intelli
d’un direttore savio insieme e intelligente. Da che, se la poesia, la musica , la pittura, l’architettura, la danza, possono mo
attato, ha mestieri di non comuni talenti. Il direttore dell’opera in musica dee regolare il poeta drammatico, i maestri della
ell’opera in musica dee regolare il poeta drammatico, i maestri della musica e de’ balli, l’ingegniere, l’architetto, l’invent
della prospettiva ecc.; se il maestro di cappella abbia adoperata una musica teatrale? Se l’inventore de’ balli abbia ideata u
a la buona esecuzione e ‘l buon ordine dello spettacolo dell’opera in musica [Sez.VII.2.0.1] Perché lo spettacolo sia ben
ponga argine alcuno, domina dispoticamente il teatro; e la poesia, la musica e l’altre loro compagne, sono costrette a seguir
cciuolo è fatto sulle regole della drammatica e del buon gusto, se la musica esprima, o non piuttosto, come per l’ordinario av
are gli ordini di lui. Cap. III. Come vada procurato nell’opera in musica il publico costume [Sez.VII.3.0.1] Io non entr
rò a dimostrare quanto importante oggetto pel direttore dell’opera in musica sia il costume della nazione. La cosa parla sì vi
emo sangue de’ cittadini. Ecco per appunto l’illusione che l’opera in musica produce in noi. La poesia, la musica, le decorazi
punto l’illusione che l’opera in musica produce in noi. La poesia, la musica , le decorazioni c’innebriano in modo lo spirito,
ual esame richieda la poesia del nostro spettacolo. Che se l’opera in musica sia comica, questo esame vuol essere più rigoroso
a poesia, si metterà di mano in mano ciascuna delle arti compagne. La musica , la danza, la pittura, le decorazioni, tutte sost
costumata nazione. [Sez.VII.3.0.7] Ma per esser certo che l’opera in musica non offenda la publica costumatezza, non basta ch
altro ancora, e non immeritamente, richiede, ordinando che l’opera in musica non solo non nuoca al costume de’ cittadini, ma c
tù e i vizi dominanti della sua nazione, per procurare che l’opera in musica insinui le prime e discrediti i secondi119. Perch
tere in veduta, lusingandomi che al lettore non sembri strano, che la musica , la pittura, la danza, il vestimento, destramente
tto direttore ed egli abili artisti, se nell’esecuzione dell’opera in musica verranno osservate, non sarà questa, come altri d
opo il Mille, Bassano, Remondini, 1775,17862, parte seconda, cap. IV ( musica ) e cap. VI (feste e spettacoli). Prima di Bettine
arotti: si riferisce al fortunato e influente Saggio sopra l’opera in musica di Francesco Algarotti (1755, ristampa aumentata
mpi addotti da Mussato poco o nulla hanno a che vedere con l’opera in musica modernamente intesa. Sezione I Cap. I
o, come sembra a Planelli, d’aver propiziato la nascita dell’opera in musica , quanto semmai il diffondersi dei balli spettacol
nere musicale con il Discorso mandato a Caccini detto romano sopra la musica antica e ‘l cantar bene (circa 1590). • la quarta
quasi da ideale anello di congiunzione nella preistoria dell’opera in musica (vedi Dizionario biografico degli italiani, vol. 
o (Degrada). Il testo poetico del ballo Il giuoco della cieca (la cui musica è perduta) fu un rimaneggiamento, egualmente perd
a dal Muratori: benché Muratori fosse avverso al genere dell’opera in musica , manifestò un orgoglio municipale nei confronti d
il dire, che una tale invenzione, almen per quello che s’aspetta alla musica de gli strumenti, si dee piuttosto attribuire ad
din modenese. Fu costui uomo valentissimo sì nella poesia, come nella musica , ed io nelle Memorie de gli Scrittori Modenesi, c
l Carmine a Modena, è trascritta da Planelli alla nota seguente. • la musica a’ drammi: ‘[Vecchi], colui che primo la musica u
a nota seguente. • la musica a’ drammi: ‘[Vecchi], colui che primo la musica unì al genere comico e destò l’ammirazione univer
tina, che costituisce il vero e proprio atto di nascita dell’opera in musica , di là dai vaghi precorrimenti di cui ha sin qui
tro Strozzi (seconda metà del XVI secolo), madrigalista, autore della musica della Mascarada degli accecati, su testo di Rinuc
u testo di Rinuccini, 1595 (è tra gli interlocutori del Dialogo della musica antica et della moderna di V. Galilei, 1581); Jac
tistica, scrivendo tra l’altro i versi per Il rapimento di Cefalo, su musica di Caccini e di altri musicisti (1600: rappresent
ei più versatili musicisti del suo tempo: scrisse sia nel campo della musica strumentale, sia dell’opera (si ricordino, tra i
icognini (Firenze 1606 – Venezia 1651 circa) fu rappresentato, per la musica di Francesco Cavalli (Crema 1602 – Venezia 1676),
Antonio Porpora, Georg Friedrich Händel; vedi P. Rolli, Libretti per musica . Edizione critica a cura di C. Caruso, Milano, An
leggi d’amor: G. Gigli, La forza del sangue e della pietà. Drama per musica , atto III, scena V, ed. di Siena, 1686, p. 58. [
, 1994, vol. I, p 24 «[…] le poesie del signor Metastasio adornate di musica sono poesie musicali; ma senza l’unione di questo
, pp. 5-6). • l’Algarotti: cfr. F. Algarotti. Saggio sopra l’opera in musica , Livorno, Coltellini, 1763, p. 14: «L’intendiment
moderno la Tragedia Greca, d’introdurvi Melpomene accompagnata dalla musica , dal ballo, e da tutta quella pompa, che a’ tempi
taserse: Artaserse fu rappresentato per la prima volta a Roma, con la musica di Leonardo Vinci, il 4 febbraio 1730: è l’ultimo
nota agli antichi) Planelli si riferisce a G.B. Martini, Storia della musica , t. I, Bologna, Dalla Volpe, 1757, Dissertazione
erma: per il passo plutarcheo menzionato da Planelli in nota, vedi De musica , IV-VI (Terpandro a Sparta). La discussione sugli
V-VI (Terpandro a Sparta). La discussione sugli effetti pratici della musica , con esplicito paragone tra antichi e moderni, ha
offrì a Benedetto Marcello i versi de Il Timoteo o gli effetti della musica (cantata 1727: ispirato all’Alexander’s Feast di
Burette, tradotto anche in Italia: Paragone dell’antica colla moderna musica . Dissertazione del Signor Burette in cui si dimos
urette in cui si dimostra, che i maravigliosi effetti attribuiti alla musica degli antichi non provan in niun modo, ch’essa fo
quindi Ateneo ci assicura: sul valore didattico e sugli effetti della musica Ateneo si sofferma in particolare nel libro IV de
a maggior parte dei popoli dell’Arcadia che insegnavano ai bambini la musica , a partire dalle cerimonie in onore di Bacco; abi
apoletana citati «in funzione polemica rispetto alla situazione della musica teatrale contemporanea come rappresentanti di un
contemporanea come rappresentanti di un ideale equilibrio tra testo e musica » (Degrada); Scarlatti è naturalmente il vecchio,
nto_Sez.III.3.1.4] • Alessandro nell’Indie del Metastasio: dramma per musica scritto da Metastasio nel 1726 e rappresentato pe
la prima volta a Roma (Teatro delle dame) il 26 dicembre 1729 per la musica di Leonardo Vinci. • Achille in Sciro: eseguito p
ciro: eseguito per la prima volta a Vienna il 13 febbraio 1736 per la musica di Antonio Caldara. [commento_Sez.III.3.1.5] • A
per la prima volta alla corte di Dresda nel carnevale del 1744 per la musica di J. A. Hasse; la complessità e anche l’impreved
] • come ben notò l’Algarotti: cfr. F. Algarotti Saggio sull’opera in musica cit., pp. 42-43: «Un grande vantaggio sopra il co
ande vantaggio sopra il comico ha senza dubbio l’attore nell’opera in musica , dove la recitazione è legata e ristretta sotto l
ia, a partire dalla metà del Settecento; notissima l’ode di Parini La musica (già intitolata L’evirazione, 1769); si sa che ne
a veruna delle cose appartenenti al teatro, non intendendosi punto di musica , di poesia, di pittura» (e così via: Il teatro al
ma in senso rigoristico: prima vietando che le donne apprendessero la musica da maestri uomini, poi proibendone del tutto la p
del tutto la presenza sul palcoscenico. S’intende che per l’opera in musica il ricorso agli evirati (emigrando le cantanti pe
e di Tamiri nella Semiramide riconosciuta di Metastasio (1729, per la musica di Leonardo Vinci): a Planelli sembra che quel ru
tere in veduta, lusingandomi che al lettore non sembri strano, che la musica , la pittura, la danza, il vestimento, destramente
tto direttore ed egli abili artisti, se nell’esecuzione dell’opera in musica verranno osservate, non sarà questa, come altri d
d a quello delle belle arti. 1. Vedi A. Planelli, Dell’opera in musica . A cura di F. Degrada, Firenze, Discanto Edizioni
a di Gluck basterà qui richiamare: E. Fubini, Gli Enciclopedisti e la musica , Torino, Einaudi, 1971, pp. 209-233; il fascicolo
sur la tragédie ancienne et moderne, part. I. 40. Saggio sull’op. in musica . 41. Non mi si opponga il verso di Virgilio Geor
rté de la musique, dissertazione che va nelle sue Mescolanze. 49. La musica ebrea dovette essere perfettissima, anzi superior
con questa republica, e nulla contribuirono alla perfezione di quella musica che si propagò per tutte le colte nazioni dell’an
ristotile che ispirava maraviglioso estro negli animi. E Plutarco (De musica ) rapporta che Terpandro, altro musico eccellente,
gio il coraggio che il lidio aveva ammorzato. Narrasi inoltre che una musica di precipitato e celere movimento accese tal furo
l’animo di que’ giovani. Similmente di Pitagora è fama ch’egli colla musica serenasse l’animo d’un giovane delirante per amor
e superst. 59. Plutarc. in Themist. 60. I nomi de’ due maestri di musica di Socrate gli abbiam da Laerzio; essi furono Dam
Metello agrigentino, altresì famosi ne’ loro dì. Arcesilao imparò la musica da Santo, celebre musico ateniese, per nulla dire
in particolare de’ Pitagorici i quali, come dianzi accennammo, colla musica cominciavano,e terminavano la giornata. Scrissero
63. Al primo de’ quali fu proibita una novità da lui introdotta nella musica , e ‘l secondo fu in Isparta punito pel motivo med
I; Plutarc., De morib. lacon. 64. L’Algarotti, Saggio sull’opera in musica . 65. Vedi il suo proemio, all’Euridice del Rinuc
19 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo nono »
Capitolo nono Secol d’oro della musica italiana. Progressi della melodia. Valenti compos
a pompa del macchinista, la quale faceva perder ogni suo effetto alla musica e alla poesia senza riflettere, come osserva un g
avvenire che fra le tante lascivie dell’arte, ond’erano ingombrate la musica e la poesia, non sortisse alle volte dagli strume
incipalmente nella melodia. [3] Essa in fatti è la sola che fa che la musica divenghi un’arte imitatrice della natura, esprime
grezza d’un meriggio rischiarato dal sole. Essa è l’unica parte della musica che cagioni degli effetti morali nel cuor dell’uo
avere una influenza notabile sugli affetti, che è il vero scopo della musica teatrale. Nella stessa maniera che le sole regole
avrebbero fra le mani di un grammatico. Ora come la melodia è per la musica ciò che la rettorica per il linguaggio, così l’ar
’ verbi. Ma fintantoché il compositore resterà fra cotai cancelli, la musica non avrà né vita né spirito, l’accento spontaneo
uaggio, e di rappresentarle un oggetto determinato. Imperocché ove la musica non mi farà sentire che intervalli, consonanze, p
uistò i suoi diritti, che dai sensi gli erano stati ritolti, e che la musica da un puro accozzamento di suoni divenne un’arte
e anni, e apparando ivi l’arte di suonar il violino e di comporre per musica divenne portato dal grandissimo ingegno onde avea
ita la natura, il corifeo della Francia. Lo che egli fece imitando la musica sacra qualmente si trovava allora ne’ bravi compo
portare ciascun’arte alla rispettiva lor perfezione, fra le quali la musica ebbe non mediocre fortuna. Luigi Rossi, Arcangelo
a si coltivò l’espressione anima e spirito dell’arte, la quale è alla musica ciò che l’eloquenza al discorso: s’imparò a subor
soprattutto a conservar l’unità nella melodia regola fondamentale di musica , come lo è di tutte quante le belle arti, la qual
rchestra, e pel patetico di cui abbonda, è lavoro pregiatissimo della musica drammatica. L’ultimo atto della Didone abbandonat
astanza noto in Europa e per essere stato uno dei primi maestri nella musica di chiesa, e per aver fatto un grandissimo dono a
segno onde vien meritamente chiamato il Raffaello e il Virgilio della musica . Simile al primo egli non ebbe altra guida che la
con felicità incomparabile i diversi stili de’ quali si fa uso nella musica , mostrandosi grave, maestoso, e sublime nello Sta
a rivoluzione negli orecchi de’ Francesi troppo restii in favor della musica italiana. Niuno meglio di lui ha saputo ottenere
più calore e più vita ai duetti, questa parte così interessante della musica teatrale. Di che possono far fede l’inimitabile a
uni difetti annessi al genio ci avrebbe forse fatto vedere, che se la musica moderna non produce i maravigliosi effetti dell’a
aniera alla melodia e dolcezza di canto, non è da maravigliarsi se la musica strumentale, la quale non è che una imitazione pi
e, la quale non è che una imitazione più o meno vaga e generica della musica vocale, ne prende anche essa l’indole dilicata e
esse quell’unità, senza cui non havvi senso o significato alcun nella musica . Con tali massime generali ordinarono gl’Italiani
inomatissimo Hass, ovvero sia il sassone educato e perfezionato nella musica in Italia sotto agl’insegnamenti di Alessandro Sc
sandro Scarlatti, il quale maneggiò da filosofo e da uomo di genio la musica . Veggasi fra le carte del Dizionario di Rousseau
potesse farsi. [16] Ma niuna cosa contribuì tanto a render chiara la musica italiana in quest’epoca quanto l’eccellenza e la
zi a che gioverebbe la perfezione delle altre parti costitutive della musica , se quella, cui tutte debbono riferirsi, e dalla
Liguria. Venezia oltre gli oratori destinati con gran vantaggio della musica alla educazione de’ cantanti ebbe il Gasparini e
e il Lotti per capiscuole. Roma, dove la particolar esecuzione della musica sacra avea da lungo tempo introdotta la necessità
o Napoli e Bologna. La prima cotanto rinomata ne’ fasti della moderna musica ebbe una folla di maestri, e di scuole, che lungo
mo fu Baldassarre Ferri perugino, creato poi cavaliere, che imparò la musica in Napoli e in Roma verso la fine dello scorso se
ella gloria che ritraggono gl’Italiani dal vedere che la loro lingua, musica , e poesia sono superiori a quelle degli oltramont
e doti dell’ingegno, e in quelle dell’arte. Nelle prime, perché né la musica né la poesia possono arrivar a tanta eccellenza i
uno studio filosofico, analizzato e profondo del cuor dell’uomo; una musica come è l’italiana, suppone un avanzamento prodigi
degli opuscoli di Milano 92 così si esprime, esponendo lo stato della musica , allorché Tartini cominciò a spuntare qual astro
a, questa gotica usanza d’indovinelli e di logogrifi musicali: questa musica gradita agli occhi e crudel per gli orecchi, pien
n lo supera. Quest’uomo eccellentissimo, che alla gravità dell’antica musica ha saputo unir così bene le grazie della moderna,
a la salsa.» 89. [NdA] Artic. Voix. 90. [NdA] Saggio sull’opera in musica . 91. [NdA] Denina, Rivoluzioni d’Italia, Lib. 23
20 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo terzo »
Capitolo terzo Perdita della musica antica. Origine della musica sacra in Italia. Pre
Capitolo terzo Perdita della musica antica. Origine della musica sacra in Italia. Pretese scoperte di Guido Aretin
a tutte le arti e le scienze, di niuna fece peggior governo che della musica . Le cagioni di cotal singolarità sono assai chiar
desse per divino consiglio agli errori del gentilesimo, il fior della musica antica si ritrovava o negli inni, che cantavansi
. Ora in niuno di cotai luoghi potea impararsi dai primi cristiani la musica , perché l’uno, e l’altro erano a loro religiosame
ero ne’ pantomimici atteggiamenti. né potevano allora i cristiani una musica a lor modo inventare, perché essendo dai gentili
anzi posseduti dai gentili, si trovarono quasi affatto sprovveduti di musica , qualora non vogliamo con siffatto nome chiamare
o, e alterar così la durata de’ tempi tanto nella poesia quanto nella musica . Si tolse conseguentemente alle sillabe il loro q
l’accoppiamento delle desinenze simili da loro chiamate rime, e nuova musica parimenti, la quale fu ben tosto una serie noiosa
colar dolcezza d’accento, e per essere stata la sede principale della musica antica ne’ paesi dell’Occidente conservò una supe
anze, delle quali a me non s’appartiene il parlare, molte parti della musica greca, aveano parimenti perduti molti segni music
lo che ei fece raccogliendo gli scarsi ma pregievoli frammenti della musica greca guasta e mal concia, come era a suoi tempi,
era più atto a commuovere di quello che sia la sfoggiata pompa della musica presente. Ne faccia testimonianza il pianto, che
olte cantilene parte venute dai barbari, e parte licenziose che dalla musica effemminata dell’Oriente s’erano propagate per l’
e chiese greche e latine, compose e formò l’antifonario per uso della musica sacra. Aggiunse a questa maggior pompa e magnific
e San Damaso spagnuolo, a cui di molto fu debitrice a’ suoi tempi la musica . Qualche secolo dopo, cioè a’ tempi di papa Adria
vantandosi quelli all’incontro di essere i soli e veri maestri della musica perché seguitavano la scuola di San Gregorio, ed
e poi rinovato verso la fine del secol nono accrebbe gran lustro alla musica ecclesiastica. L’antico scrittore che racconta il
l’Europa «restò come il gran corpo del ciclope privo dell’occhio», la musica giacque nell’estremo avvilimento affidata a music
. Egli vien creduto comunemente il fondatore e il padre della moderna musica . I suoi meriti principali sono d’aver migliorata
i fondamenti del contrappunto, e agevolata la via a imparar presto la musica troppo per l’addietro spinosa e difficile. In con
e, e a intuonar con giustezza i gradi della ottava per le sei note di musica “ut, re, mi, fa, sol, la” seguitando le diverse c
rzione del medesimo Muris, il quale nel suo libro intitolato Speculum musica , che si conserva inedito fra i manoscritti della
o, in cui si trovava a’ suoi tempi questa principalissima parte della musica . «I moderni», dice, «usano presentemente di misur
taliani l’avesser trovata, sì perché non sembra probabile che avesser musica da tanto tempo senza conoscer quelle cose, che so
] Ma onde, dimanderà qualcheduno, tanta incertezza nella storia della musica ? Perché tal oscurità circa il tempo delle invenzi
tiche biblioteche polverosi e negletti: dal considerarsi in allora la musica non come un’arte di genio, gli avanzamenti della
a a più lunga storia si convengono. Cominciossi allora ad applicar la musica ai funerali, alle nozze, e ad altre solennità, co
i, i suoni, i versi e la maniera di coltamente parlare, la poesia, la musica , il ballo, l’eloquenza, e tutte le belle arti dov
ppartiene, quattro furono i gradi o l’epoche dell’accrescimento della musica sacra. Il primo quel semplicissimo, il quale altr
le parole. Cotal abuso di consonanze e di dissonanze introdotte nella musica ecclesiastica servì a infrascarla a segno, che pa
appena cominciò a rilasciarsi la modestia, per così dire, dell’antica musica o per troppa indulgenza di coloro che presiedevan
echi, di repetizioni, e di troncamenti di parole: pei quali mezzi la musica ecclesiastica degenerò in isconvenevolezza e in l
o il latino, così non poche fiate scambiavano il motivo adattando una musica sciolta e vivace ad un sentimento grave e patetic
altra disgustati dal misero strazio che si faceva della poesia, della musica , e del buon senso, preferivano all’armonia destin
fice Marcello Secondo avrebbe scacciata vergognosamente dai templi la musica come cosa profana, se il celebre Luigi Palestrini
Messa, ove si vede adombrata la decenza e maestà che conviensi ad una musica sacra. Se non che l’esempio di questo grande armo
to grande armonista non ha avuta alcuna influenza nell’Italia dove la musica ecclesiastica con discapito della religione, con
sempio nel seguente motteto uno de’ più famosi tra quelli dell’antica musica : «Peccavi, Domine, miserere mei: te diligit anima
21 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Della maniera del cantare e del recitare »
Della maniera del cantare e del recitare [3.1] La buona composizion musica per altro, avutosi riguardo all’effetto che dee p
renza che il capitano buono può far buoni i soldati, ma il maestro di musica non può lusingarsi di tanto co’ suoi virtuosi. A’
ande vantaggio sopra il comico ha senza dubbio l’attore nell’opera in musica , dove la recitazione è legata e ristretta sotto l
n gran parte a tor via, quando quello che è il fondamento primo della musica non fosse l’ultimo de’ pensieri così del maestro,
vvertiva colui, il cartello dell’opera, dove è scritto «si recita per musica », e non è scritto «si canta». [3.5] Ma dicano i
straordinario e difficile. Lo studio delle maggiori difficoltà della musica dee senza dubbio farsi anch’esso da’ giovani cant
re ed arpeggiar le ariette. E per essi non rimane che, quando bene la musica fosse bella e costumata, non riuscisse stemperata
virtuosi nella propria lingua, esercitati nell’azione, fondati nella musica , e sopra ogni cosa tenuti a freno da’ buoni maest
eguita senza affettazione e animata con un gesto decente e nobile, la musica avria potere di accendere a voglia sua e di calma
esser il risultato di molti49. Certa cosa si è almeno che, rimessa la musica nel primiero suo stato, con grandissima attenzion
nello ingegnosissimo discorso da lui composto sopra la libertà della musica . Per questo solo, lo scrittore del presente saggi
one erronea; se non che da parecchi de’ più valenti nostri maestri di musica fu assicurato ch’ella cammina a dovere. 49. [Not
22 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Del libretto »
ha disegnato il quadro che ha da esser colorito dipoi dal maestro di musica . Il poeta dirige i ballerini, i macchinisti, i pi
e circa il principio della trascorsa età sieno stati rappresentati in musica ; lasciando stare la favola di Orfeo del Poliziano
he fu accompagnata da strumenti, quella festa mescolata di ballo e di musica fatta già per un duca di Milano in Tortona da Ber
una specie di dramma fatto in Venezia per Enrico III, che fu messo in musica dal famoso Zarlino, con altre tali rappresentazio
moderno la tragedia greca, d’introdurvi Melpomene accompagnata dalla musica , dal ballo e da tutta quella pompa che a’ tempi d
l dramma, cogli artifizi della poesia, co’ vezzi di una più raffinata musica . E tal credenza radicò più che mai, quando l’una
opera, la quale non è altro in sostanza che una tragedia recitata per musica . Da ciò deriva che buona parte delle opere france
ntro, i soggetti cavati dalla storia non cosi bene si confanno con la musica , che in essi ha meno del verisimile. Siccome può
oi tanto peregrina ne renderà meno inverisimile l’udirla recitare per musica . Il maraviglioso di essa darà campo al poeta d’in
23 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Italiano del secolo XVI. e del Libro IV. — CAPO VII. Pastorali. » pp. 4-41
ttera premessavi) messer Sebastiano Clarignano da Montefalco. Fece la musica messer Antonio del Cornetto. Fu l’architetto e il
ce la spesa l’Università degli scolari di legge. Domandiamo ora che musica fu quella che si fece a questa pastorale ed alle
seguirono? perchè quasi di tutte si trova scritto di avervi fatta la musica qualche maestro. Il teatro in quel tempo non vide
estro. Il teatro in quel tempo non vide ai componimenti scenici altra musica congiunta eccetto quella che animava i cori. Dell
a Roma e a Vicenza i cori della Sofonisba e che tuttavia resta la musica de’ cori della Canace . Quando nel teatro Olimpi
non che in versi, in prosa, si è osservato nel tomo precedente che la musica ne rallegrava gl’intervalli degli atti. E se mai
me del maestro, avrebbe potuto notarsi con ogni proprietà, vi fece la musica (p. e.) il maestro Ita, il maestro Corelli ec., b
otto. E come agli autori di esse sarebbe venuto in mente di farvi una musica continuata per tutto il dramma (come indi avvenne
bbero religiosamente taciuto questo gran segreto di stato? Adunque la musica apposta alle pastorali fu solo in qualche squarci
nto. Il Cornetto, il Viola, il Cavaliere altro non dovettero porre in musica nelle pastorali se non i cori e qualche altro pas
nel pubblicarsi le pastorali per onorare i maestri vi si pose fece la musica , ciò benissimo conviene al nominato lavoro, senza
nte si chiameranno, come si chiamarono nel bel trattato dell’Opera in musica del cavaliere Antonio Planelli, opere teatrali. D
il Cornetto, il Cavaliere, il Viola l’aveano preceduto in mettere in musica tutto il componimento, non si sarebbe data al Per
bbe data al Peri una falsa e ridicola lode? Le pastorali dunque altra musica non ebbero che quella delle tragedie, cioè de’ co
Ferrara due volte alla presenza del duca Ercole II, avendovi fatta la musica Alfonso della Viola, e s’impresse l’anno seguente
e s’impresse nel 1564. La rappresentò messer Ludovico Betti: fece la musica Alfonso Viola: fu l’architetto e dipintor della s
pesa l’ Università degli scolari di legge. Il medesimo Viola pose la musica corrispondente allo Sfortunato pastorale di Agost
eca, e la Rappresentazione di anima e di corpo recitata in Roma colla musica di Emilio del Cavaliere, furono pastorali degli u
ci francesi, ed in quello pure stravagante de’ cantori dell’ opera in musica . A messer Isacchino prescrisse la qualità di ball
za che dovrebbero avere la danza e l’azione. Finalmente al maestro di musica Giaches Duvero incarica l’attenzione necessaria a
i musica Giaches Duvero incarica l’attenzione necessaria al genere di musica , che esigono le mentovate canzonette. E quì doman
rupoloso negli abiti e nel ballo, avrebbe inculcata al compositore di musica tutta la diligenza nelle sole canzonette, punto n
tta la diligenza nelle sole canzonette, punto non facendo motto della musica di tutto il rimanente, se tutta la pastorale aves
le avesse dovuto cantarsi? Domando ancora, se a buona ragione la sola musica delle canzonette potesse bastare a far chiamare o
sola musica delle canzonette potesse bastare a far chiamare opere in musica le pastorali? L’istesso chiaro autore delle due S
24 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO IV. Pastorali del Cinquecento. » pp. 267-294
a lettera premessavi) M. Sebastiano Clarignano da Montefalco. Fece la musica M. Antonio del Cornetto. Fu l’architetto e il pit
la spesa l’università degli scolari delle leggi. Domandiamo ora, che musica fu quella che si fece a questa pastorale, ed alle
seguirono? perchè quasi di tutte si trova scritto di avervi fatta la musica questo o quell’altro maestro. Il teatro in quel t
estro. Il teatro in quel tempo non vide ai componimenti scenici altra musica congiunta eccetto quella che animava i cori. Dell
ti a Roma e a Vicenza i cori della Sofonisba; e che tuttavia resta la musica de’ cori della Canace. Quando nel teatro Olimpico
non che in versi, in prosa si è osservato nel capo precedente che la musica ne rallegrava gl’ intervalli degli atti. E se mai
me del maestro, avrebbe potuto notarsi con ogni proprietà, vi fece la musica il maestro N, benchè esse si sieno rappresentate,
E come agli autori di esse sarebbe venuto in mente di farvi fare una musica continuata per tutto il dramma, come indi avvenne
avrebbero religiosamente taciuto questo secreto di stato? Adunque la musica apposta alle pastorali fu solo in qualche squarci
nto. Il Cornetto, il Viola, il Cavaliere altro non dovettero porre in musica nelle pastorali se non i cori, e qualche altro pa
el pubblicarsi le pastorali, per onorare i maestri vi si pose fece la musica , ciò benissimo conviene al nominato lavoro, senza
nte si chiameranno, come si chiamarono nel bel trattato dell’Opera in musica del Cav. Planelli, opere teatrali. Dall’altra par
il Cornetto, il Viola, il Cavaliere l’aveano preceduto in mettere in musica tutto il componimento, non si sarebbe data al Per
Peri una falsa e ridicola lode? Le pastorali dunque non ebbero altra musica che quella delle tragedie, cioè de’ cori; e noi a
Ferrara due volte alla presenza del duca Ercole II, avendovi fatta la musica Alfonso della Viola, e s’impresse l’anno seguente
llo, e s’impresse nel 1564. La rappresentò M. Ludovico Betti: fece la musica Alfonso Viola: fu l’architetto e dipintor della s
spesa l’università degli scolari di leggi. Il medesimo Viola pose la musica corrispondente allo Sfortunato pastorale di Agost
eca, e la Rappresentazione di anima e di corpo recitata in Roma colla musica di Emilio del Cavaliere, furono pastorali degli u
ici Francesi, ed in quello pure stravagante de’ cantori dell’opera in musica . A M. Isacchino maestro di ballo prescrisse la qu
za che dovrebbero avere la danza e l’azione. Finalmente al maestro di musica Giaches Duvero incarica l’attenzione dovuta al ge
ro di musica Giaches Duvero incarica l’attenzione dovuta al genere di musica che esigono le mentovate canzonette. E qui domand
rupoloso negli abiti e nel ballo, avrebbe inculcata al compositore di musica tutta la diligenza nelle sole canzonette, punto n
tta la diligenza nelle sole canzonette, punto non facendo motto della musica del rimanente, se tutta la pastorale avesse dovut
le avesse dovuto cantarsi? Domando ancora, se a buona ragione la sola musica delle canzonette potesse bastare a far chiamare o
sola musica delle canzonette potesse bastare a far chiamare opere in musica le pastorali? L’istesso chiaro autore delle due S
25 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquinto »
si dimostrano pieni di entusiasmo per tutto ciò che ha riguardo alla musica , soffrono ciò nonostante che la parte poetica pri
a i suoi diritti, nè la lingua i suoi privilegi, in uno stato dove la musica non ritrova immagini dà rendere né ritmo da segui
fuorché il nome, e l’obbrobrio di profanarlo. Chi compone drammi per musica è oggimai divenuto un fanciullo di scuola che non
n è altro che una causa occasionale, un accessorio che dà motivo alla musica ma che dipende affatto da essa, e che per consegu
le colonne in occasione di laurea o di sposalizio. [7] La poesia e la musica si sono ristrette a vicenda formandosi certi canc
antengono nella più servile mediocrità l’una e l’altra. Quantunque la musica sembri avere per oggetto diretto tutto ciò ch’è s
o, rapporti che formano, a così dire, la metafisica e l’algebra della musica , ma la cognizione de’ quali non è altrimenti nece
ta da ogni idea d’imitazione. Ecco non per tanto che sottraendo dalla musica vocale gli accennati uffizi, il suo impiego si re
terato grado di voce non potrebbe divenir oggetto d’imitazione per la musica . Lo sono gli accenti che formano il tuono fondame
gni sua affezione un movimento generale che la caratterizza, anche la musica , dovendo esprimere cotal movimento, avrà un tuono
ica scompagnata dal canto è naturalmente meno espressiva che non è la musica ; cioè perché non trovasi in lei una moltitudine s
benché non siano afoni di sua natura, lo sono tuttavia rispetto alla musica vocale, perché non le offrono varietà né chiarezz
la mentovata scarsezza di esemplari imitabili resterebbe ancora alla musica una più che competente ricchezza, se la poesia me
a noi rappresentati non ha contribuito poco ad ampliar la sfera della musica , e che Temistocle, Arbace, Aristea, Megacle, Zeno
erni se non sentimenti freddi e comuni da accompagnarsi parimenti con musica insignificante e noiosa? Anche esprimendo i carat
eggiano ampiamente nel teatro moderno, dal che deriva la rovina della musica e della poesia; poichè siccome questa altro non f
i saputo superare gli inciampi i che offrono nel presente stato della musica gli argomenti storici nel condurre passabilmente
eccellenza dell’opera italiana consistesse principalmente nella bella musica e nella bella poesia; si crede ora che il suo pre
otivi indicati. Sarà in ultimo luogo lo sterminio dello stile e della musica . Di quello per la regola generale che la poesia n
ento delle scene, nella versificazione dura e poco a proposito per la musica . Perdoniamogli codesti abortivi parti di una musa
nare enormi somme ai castrati, a rovinar la poesia, ad effemminare la musica , guastare i costumi. Io non so più dove m’abbia i
a questi si distinguono l’Orfeo e l’Alceste benché più celebri per la musica eccellente del Gluck che gli accompagna che per i
la critica fatta da Gian Giacomo Rousseau nella lettera intorno alla musica di Gluck indirizzata all’Inglese Burney: critica
orse buona per il teatro di Atene, ma che dovendosi fra noi metter in musica da un uomo conseguente a se stesso e alla poesia
ente generar l’effetto in teatro qualora il compositore con una bella musica , il macchinista colle vaghe decorazioni, e il bal
le lagrime, di dipigner a meraviglia i caratteri, di far brillare la musica , di condurre per tre atti un’azione, e di sciogli
consisteva nell’intrecciar insiem nell’azione la poesia, il ballo, la musica e la decorazione, l’abbia talvolta fatto cadere i
ente sia grande ed eroico, non è tuttavia sì teatrale né sì atto alla musica quanto quello di Arminia e di Lucio. La cagione s
ittiva qual è quella dell’inglese Dryden intitolata Gli effetti della musica a le cui sorgenti ha l’autore italiano largamente
li ha somministrata l’idea nella sua dissertazione sulla unione della musica e della poesia. In altro luogo ci converrà parlar
à senza le quali non è possibile adattar acconciamente le parole alla musica . Veggasi quanto su tal proposito s’è detto nel to
gi medesime di stile che voglionsi per le poesie non inservienti alla musica . In secondo luogo l’argomento scelto da lui buono
esì nel fine morale. Volendo far conoscere i prodigiosi effetti della musica , non dovevano questi manifestarsi spingendo un gi
argomenti tragici, e conseguentemente quelli che danno motivo ad una musica nobile e patetica, devono essere meno frequenti,
norato o abbellito il canto moderno. E questa è la cagione per cui la musica delle opere buffe è, generalmente parlando, in mi
re buffe è, generalmente parlando, in migliore stato in Italia che la musica seria, e perché per un motivo di quest’ultimo gen
n qualche novità e caratterizzato a dovere, se ne trovano dieci nella musica buffa. [24] Mossi da tali ragioni vi sono di quel
vo nelle lacrime dolci e gentili che mi costrigne a versare una bella musica tragica, e benché per una non so quale disposizio
pra di quella a questa dasse la preferenza. [25] Fin qui è vero della musica , e lo dovrebbe essere parimenti della poesia: ma
l’autore quando gli raccomanda di scrivere un libretto da mettersi in musica . Esso non sarà tutto di mia invenzione; tale a un
incipali, ovvero di episodio si confanno mirabilmente col genio della musica . In ricompensa del disagio potrete sceglier i mez
dovere. Sarà poi mio pensiero far che il maestro vi adatti sopra una musica sfoggiata e pomposa, e affinchè spicchi di vantag
ut, s’appigliarono all’ovvio partito di metter in ridicolo l’opera in musica . Costoro si potrebbero paragonare ai rinegati che
26 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO III. Teatri Orientali. » pp. 23-39
e a un prologo, chiamasi Sie-Tse, e tutti gli altri Tche. Quanto alla musica trovasi da tempo remotissimo nella China introdot
va a trattar gli affari del l’impero. E perchè ogni dinastia ebbe una musica particolare, quella di Chun si chiamò Chao-yo e s
a verace. Nel leggerglisi qualche elogio a lui indirizzato usavasi la musica detta Tao-yng, cesitatrice. Festeggiavasi colla m
ato usavasi la musica detta Tao-yng, cesitatrice. Festeggiavasi colla musica più solenne la celebre cerimonia o festa di prima
in sedia per ritornare al real palazzo, ed allora incomincia la gran musica , la quale poi cessa nè si ripiglia se non giunto
nuovo assiso che sia nella sala del trono. Oltre a ciò vengono dalla musica accompagnate tutte le cerimonie fatte negli appar
appartamenti delle imperatrici. Eseguivasi da prima in tali luoghi la musica da 24 donne sotto la direzione de’ maestri della
on che musici eunuchi. Si fanno ancora nella China alcuni concerti di musica , e quando si presenta al l’imperadore un libro no
izioa. Ora se tali cerimonie, solennità e affari venivano quivi dalla musica accompagnati, non doveva essa entrare negli spett
mpi caduta in disistimab (siasi ciò avvenuto per l’introduzione della musica europea fatta in que’ paesi dal l’imperadore Kamh
e passioni vivaci si esprimono cantando, il rimanente si recita senza musica . Il dramma cinese non si spazia in episodii estri
27 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Introduzione »
mmaginati dall’uomo, forse il più ingegnoso e compito si è l’opera in musica . Niuna cosa nella formazione di essa fu lasciata
può asserire che quanto di più attrattivo ha la poesia, quanto ha la musica e la mimica, l’arte del ballo e la pittura, tutto
tto lo studio. Ma di tanti pensieri, quali a ben ordinare un’opera in musica sarebbono necessari, non si danno gran fatto mali
libretto, o sia dell’argomento, quasi niuno per la convenienza della musica colle parole, e niuno poi affatto per la verità n
he può nascer solamente dall’accordo perfetto di quelle; e l’opera in musica , una delle più artifiziose congegnazioni dello sp
gli si appartiene, dove tante soperchierie vengon fatte al maestro di musica , e molto più al poeta, che dovrebbe a tutti presi
28 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO VII. Teatro Lirico Francese, e suoi progressi per mezzo del Lulli, e del Quinault. » pp. 245-266
ecitarono alla presenza del re l’Orfeo rappresentata in Venezia colla musica del riputato Zarlino. S’imitò poi la magnificenza
un’ opera francese componendo in cattivi versi una pastorale posta in musica da Cambert cantata la prima volta in Issy nel 165
ottenutene nel 1669 le lettere patenti si associò con Cambert per la musica , e con Surdeac per le decorazioni, e per otto mes
che compose le Pene e i Piaceri d’Amore rappresentata nel 1672 colla musica del Cambert. Questi furono i deboli principii del
tata nata appena all’eccellenza. Lulli celebre violinista maestro di musica , e poi segretario del re, di cui ebbe in seguito
l suo ingegno, e con alcune arie di balletti composti pel re, e colla musica posta ad alcuni versi di Quinault nella tragedia-
sersi, e a snodarsi che un’ opera istorica incatenata al comodo della musica , e alle leggi del verisimile; ma il sapere scerre
Quinault, in cui egli trionfò come poeta, Lulli come gran maestro di musica , e Rochois come attrice. L’azione si rappresenta
risse poi Achille e Polissena; ma Lulli infermossi dopo aver fatta la musica dell’atto I, e l’apertura, ed il rimanente si pos
fatta la musica dell’atto I, e l’apertura, ed il rimanente si pose in musica da Colasse. Lulli morì di tal malattia nel 1687 c
a quella misura ed a quel numero altri ne facesse migliori per la sua musica . Dall’altra banda la stessa storia ci addita che
Francesi, i quali confessano di doverglisi tutta la delicatezza della musica e la meravigliosa proprietà del canto. Lulli oper
componeva sulle parole di Quinault; e ciò ben si vide nel mettere in musica tanto il Bellerofonte del minor Cornelio nel 1669
mano nel 1681 le Bourgeois-Gentilhomme, di cui Lulli avea composta la musica , rappresentò egli stesso a meraviglia il personag
29 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO IV. Teatro Lirico Francese, e suoi progressi per mezzo di Lulli e Quinault. » pp. 59-74
ecitarono alla presenza del re l’Orfeo rappresentata in Venezia colla musica del famoso Zarlino. S’imitò poi la magnificenza d
un’ opera francese componendo in cattivi versi una pastorale posta in musica da Cambert cantata la prima volta in Issy nel 165
ottenutene nel 1669 le lettere patenti si associò con Cambert per la musica e con Surdeac per le decorazioni, e per otto mesi
che compose le Pene e i Piaceri di Amore rappresentata nel 1672 colla musica di Cambert. Questi furono i deboli principj dell’
rtata nata appena all’eccellenza. Lulli famoso violinista, maestro di musica e poi segretario del re di cui ebbe in seguito tu
del suo ingegno e con alcune arie di balletti composti pel re e colla musica posta ad alcuni versi di Quinault nella tragedia
ssersi e a snodarsi che un’ opera istorica incatenata al comodo della musica e alle leggi del verisimile; ma il sapere scerre
Quinault, in cui egli trionfò come poeta, Lulli come gran maestro di musica , e Rochois come attrice. L’azione si rappresenta
i compose Achille e Polissena; ma Lolli infermossi dopo aver fatta la musica dell’atto primo, e l’apertura, e Colasse compose
Francesi, i quali confessano di doverglisi tutta la delicatezza della musica e la maravigliosa proprietà del canto. Lulli oper
componeva sulle parole di Quinault, il che ben si vide nel mettere in musica tanto il Bellerofonte del Cornelio nel 1679, quan
a quella misura e a quel numero altri ne facesse migliori per la sua musica . 23. V. la Vita di Quinault. 24. V. la seconda
mano nel 1681 le Bourgeois Gentilhomme, di cui Lulli avea composta la musica , rappresentò egli stesso a maraviglia il personag
30 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VIII. Teatro Lirico: Opera Comica: Teatri materiali. » pp. 177-187
rtiene al celebre filosofo Ginevrino. Vi si dimostra che tosto che la musica apprese a dipingere e a parlare, sparvero gl’ inc
amore, e Castore e Polluce una delle migliori opere francesi posta in musica dal famoso Rameau. Ma il teatro lirico e la sceni
più vago, di più dilicato, di più interessante per le parole e per la musica del Divin du village di GianGiacomo Rousseau. “In
Greci, fe recitare quella sua favola senza farne cantar le parole. La musica esprimeva a maraviglia gli affetti del personaggi
o gl’ intervalli e le pause della declamazione. Molti pezzi di questa musica furono composti dallo stesso Rousseau, e gli altr
ll’originale non lascia tal volta di commuovere. Quanto a’ maestri di musica , oltre ai nominati, si sono distinti in Francia C
ppresentazione con gesti e con graziosi passi naturali misurati dalla musica in azioni compiute eroiche e comiche. II. Ope
uni commedianti della fiera ottenuta la permissione dell’accademia di musica di rappresentare certe farse piacevoli in vaudevi
sig. Moline opera eroicomica che manca di comico e di eroico posta in musica dal celebre nostro Paisello, e Tarare di Beaumarc
31 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo ottavo »
la poesia musicale fino alla metà del secolo scorso. Mediocrità della musica . Introduzione degli eunuchi e delle donne in teat
mare e salvato dal delfino, opera di Giovanni Capponi, bolognese. La musica fece il prologo. Il primo atto conteneva la parte
dramma, e frapposero quelli di genere boschereccio alle pastorali in musica , i seri al melodramma tragico, e i comici all’ope
si danno dei baci. E quello che v’ha di più obbrobrioso si è che una musica tenera, voluttuosa e rinforzata dagli strumenti d
meglio d’ogni altro seppe dopo il Rinuccini far versi accomodati alla musica , alcuni del Conte Prospero Bonarelli, dell’Adimar
riverita la verità finiscono con un ballo allegro. [18] Frattanto la musica faceva pochissimi progressi. Dai surriferiti inve
del Caccini e del Peri, e che avrebbe fatto epoca nella storia della musica scenica come la fece nella madrigalesca se i prin
onatore d’arpa, e Michelagnolo Verovio di violino, introdussero nella musica strumentale mille chiamato da loro galanterie, ch
compresi nelle parole. Non si può meno di non ridere nel vedere nella musica fatta dal Melani sul dramma intitolato il Podestà
ti alla luce parecchi trattati eccellenti indirizzati a migliorare la musica . Vi furono delle gare e delle dispute celebri tra
o Galilei e il Zarlino. Si tentarono tutti i mezzi di trasferire alla musica moderna le impareggiabili bellezze dell’antica, n
e, e la più acconcia a spargere il buon gusto, cioè il Trattato della musica scenica, rimase fra le tenebre inedita fino a’ no
venti, s’ingegnò Angelini Buontempi, perugino, nella sua Storia della musica 81 di far vedere che i musici e i compositori ita
iù altri assai de’ più famosi, i quali o consultati, o pregati, o con musica , o con trattato, o in altra maniera concorsero al
parole vuote d’interesse e di affetto non poteva congiungersi se non musica , che nulla esprimesse, e quando il sentimento era
sitori in necessità di valersi di note minutissime, lo che rendeva la musica stemperata, e che la frequenza de’ versi rimati g
rendeva monotona. [22] Dallo stato svantaggioso in cui si trovava la musica e la poesia, presero occasione i cantanti di usci
sulle scene. [23] Nel principio delle drammatiche rappresentazioni in musica il carattere di soprano era per lo più eseguito d
degli eunuchi era molto comune in quella nazione probabilmente per la musica delle chiese o per quella di camera. Dico probabi
ate alla mollezza, o per dir meglio, alla effemminatezza della nostra musica mi fa credere che gl’Italiani se ne prevalessero
i infettare da quel vizio che ha pressoché in ogni tempo sfigurata la musica italiana, cioè gli inutili e puerili raffinamenti
italiana, cioè gli inutili e puerili raffinamenti. I ghiribizzi della musica e della poesia si trasfusero nel canto eziandio,
32 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VII. Opera musicale nazionale ed italiana. » pp. 195-212
Cruz, il quale scrisse Briseida zarzuela heroica in due atti posta in musica da don Antonio Rodriquez de Hita maestro di music
due atti posta in musica da don Antonio Rodriquez de Hita maestro di musica spagnuolo. Essa però fu così mal ricevuta e deris
r male, se col misero sacrificio della poesia si servisse almeno alla musica . Egli però ignorando i punti del dialogo più oppo
un’ aria, e poi settanta versi soli danno luogo a ben cinque pezzi di musica , cioè tre arie, una cavatina ed un recitativo obb
ia e distribuzione trovansi nella Briseida incastrati dodici pezzi di musica quasi tutti parlanti, e senza affetti. Cinque sc
sentenza che quando non fosse falsa, impertinente, ed inutile per la musica , sarebbe sempre insipidamente lirica e metafisica
esentazione musicale, cioè la tonadilla e la seguidilla narrazioni in musica che tal volta si distendono a più scene, e si can
le venditrici di aranci, di frutta e di erbaggi, all’elevatezza della musica più seria, ai gorgheggi, alle più ardite volate;
nte nella stessa tonada si congiunge l’antico ed il moderno gusto, la musica nazionale e l’Italiana. Odasi il nominato Yriarte
33 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo sesto »
, e propagazione di esso in Europa. Cause del suo accoppiamento colla musica , e la poesia nel melodramma. [1] Tra i fenomeni
ciateci dagli antichi; se il male sia venuto dalla poesia ovver dalla musica , o se tutto debba ripetersi dalle circostanze de’
mitologia degli antichi s’unissero agli spettacoli accompagnati dalla musica . Per ispiegarle bisogna più alto risalire. [17] B
Per ispiegarle bisogna più alto risalire. [17] Benché l’unione della musica e della poesia, considerata in se stessa o com’er
ssa tra la favella ordinaria e la poesia, e tra la poesia comune e la musica . Io ho esaminato di sopra i caratteri musicali de
tananza divenne maggiore allorché la lingua dovette accoppiarsi colla musica : impercioché siccome la poesia rigettava molte fr
mpercioché siccome la poesia rigettava molte frasi prosaiche, così la musica non ammetteva se non poche forme di dire poeti ch
iù grande quanto che la natura di esso accoppiamento esigeva, che. la musica e la poesia si prendessero per un unico e spio li
anche indipendentemente della poesia, a cui non ben sapevano unire la musica , onde nacquero le sonate, le sinfonie, i concerti
. Ed ecco il perché fin dal principio di rado o non mai venne sola la musica , ma quasi sempre accompagnossi colla pompa, colla
r così dire, l’anima di cosiffatti spettacoli a que’ tempi, perciò la musica ad essi congiunte fu creduta da tai cose esser in
e ad una voce sola, le uniche che potevano contribuire a dirozzare la musica e a facilitar la sua applicazione alla poesia. E
acilitar la sua applicazione alla poesia. E basta esaminar i pezzi di musica corica, ovvero a più voci, che ne rimangono de’ c
di Firenze, non valsero a sradicare in ogni sua parte i difetti della musica , che troppo alte aveano gettate le radici, né pot
udizio l’origine del maraviglioso nel melodramma. [21] In appresso la musica , per le cause che si esporranno nel capitolo otta
dendo procacciarsi diletto, fecero uso di queste in mancanza di buona musica , allorché essendo conducente il sistema del marav
34 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo secondo »
tolo secondo Ricerche sull’attitudine della lingua italiana per la musica dedotte dalla sua formazione, e dal suo meccanism
ngo ad esaminare soltanto i vantaggi che ha la lingua italiana per la musica : circostanza che più d’ogni altra cosa ha contrib
no misurarsi per alcuna delle note, che entrano nei nostri sistemi di musica . Il canto è quello che li determina, dando loro u
do tali determinati intervalli, che sono quelli che s’esprimono nella musica coi nomi di seconda, terza, quarta, quinta, ecc.
non mai vadano d’accordo coll’intonazione, come spesso adiviene nella musica francese. Non ha d’avere dittonghi di suono indet
rata venisse dall’uso di scrittori egregi e di cantori bravissimi, la musica ne acquisterebbe un pregio maggiore assai di quel
uolo, il piemontese con pochi altri di niun giovamento sarebbero alla musica pel duro e frequente accozzamento delle consonant
non ogni numero che alla poesia si confà, sarebbe a proposito per la musica , come alcuni affermano innavertentemente. L’armon
rendendo così la poesia più sostenuta e robusta. Ne’ versi fatti per musica cercasi non tsnto la forza determini quanto la re
i quante si conoscano, perocché traendo questa nobilisima parte della musica da sua origine, e la sua forza dalla imitazione t
patetico, sarebbe ugualmente assurdo, e ridicolo, che il dire che la musica strumentale ha fondamenti contrari o diversi dell
ole de’ loro versi, i quali, essendo dappertutto rimati, e dovendo la musica fare su ogni rima una qualche pausa, l’andamento
se nel canto intieramente trasfondersi cosicché la poesia fosse dalla musica inseparabile, come avvenne alla lingua greca nel
e17. [16] Un altro vantaggio della lingua italiana per l’oratoria, la musica e la poesia è la trasposizione, cioè quando il co
cchio, poiché mentre il sentimento dei versi è completo, quello della musica , che va poco a poco spiegandosi, non finisce se n
etti. Ma assai si è detto onde si conoscano le sue prerogative per la musica , e l’ingiustizia altresì con cui parlano di essa
ale parole toscane: «Che le continue terminazioni in vocale fanno una musica molto sgradevole», quando le principali bellezze
nno una musica molto sgradevole», quando le principali bellezze della musica italiana nascono appunto da queste: «Che la lingu
o 5. p. 44. 14. [NdA] Veggasi L’Origine, progresso e decadenza della musica , di D. Antonio Eximeno, libro 2. capitolo 4. 15.
tolosamente si conchiude, ch’essa non sia buona per accoppiarsi colla musica . Un intiero volume potrebbe scriversi contro a sì
francamente pospone la lingua spagnuola alla italiana in quanto alla musica . A me sembra però, che la lite rimanga assai dubb
35 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1053-1054
voce, e quindi immaginò d’introdurre nella Commedia gl’ Intermezzi in musica , che per molto tempo furono uniti alle opere seri
ro per sostituire i balli in lor vece (Ivi, XXXV). » — « Non sapea di musica  ; ma cantava passabilmente, ed apprendeva a orecc
diciassettenne allora, vezzosa, capricciosa, galante, che studiava la musica per esercitarla poi pubblicamente in teatro, stan
36 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo I. Teatro Italiano nel Secolo XVII. » pp. 268-275
li spettacoli istrionici. Claudio Monteverde, il quale avea posta in musica l’Arianna del Rinuccini, divenuto maestro di capp
Monteverde, del Soriano’, del Giovannelli, ed altri chiari maestri di musica di quel tempo. Allora si cercarono, é vero, poeti
stro di cappella rinomato. La bella poesia che somministra alla buona musica il vero linguaggio delle passioni, col quale parl
dee immaginarti che si troverebbe da chi potesse paragonarle, tra la musica e la rappresentazione dell’opera moderna, in cui
ntieramente abbandonati. Opposero allora decorazioni a decorazioni, e musica a musica, e si sostennero alquanto con farsacce m
te abbandonati. Opposero allora decorazioni a decorazioni, e musica a musica , e si sostennero alquanto con farsacce magiche pi
37 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 260-262
'egli aveva cantato nel 1731 e 1742. Faceva e recitava le commedie in musica con sua moglie, la Tincanera. Datosi più tardi
ssai noto al Mondo per l’eccellente sua abilità nelle parti buffe per musica , e presentemente bravissimo attore nelle Commedie
più specialmente alle belle arti, mostrò particolari attitudini alla musica , al recitare, e all’arte del bulino, che essa pre
38 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO V. Rappresentazioni chiamate Regie: Attori Accademici: Commedianti pubblici. » pp. 345-356
malvagità ingorda e l’impostura luminosa. Le stranezze dell’opera in musica accompagnata da tutti gli allettamenti della vist
e le medesime lepidezze, cominciava ad invecchiare, mentre l’opera in musica stendeva rapidamente i suoi progressi. Laonde all
i un senso. Opposero allora i commedianti decorazioni a decorazioni e musica a musica, e si sostennero anche un poco con farse
o. Opposero allora i commedianti decorazioni a decorazioni e musica a musica , e si sostennero anche un poco con farse magiche
ripiene di apparenze, di voli, di trasformazioni, e con intermezzi in musica , passeggieri ripari a’ loro continui bisogni. Con
39 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo IV. Risorge in Italia nel Secolo XVI la tragedia Greca e la Commedia Nuova, e s’inventa il Dramma Musicale. » pp. 210-241
iziosa e servile, l’orme de’ greci, non pertanto la spogliarono della musica che tra questi l’avea costantemente accompagnata;
o con tutte le circostanze accidentali. Ma per essere spogliata della musica , diremo a buona ragione, che non sia tragedia la
Sacrificio, comporto senza Cori fin dall’anno 1553, ed indi messo in musica da Alfonso dalla Viola ferrarese nel 1555, il cel
tino Argenti collo Sfortunato, pure rappresentata con i cori posti in musica dal Viola in presenza dell’istesso duca. Ma perve
hese, rappresentata avanti al gran duca nel 1590, ai cui cori fece la musica Emilio del Cavaliere, romano. Finalmente in quest
e in questo secolo può dirsi a ragione inventata l’opera musicale. La musica , costante amica dei versi ancor de’ selvaggi, la
vò divisa. Lasciato il teatro alla poesia e alla rappresentazione, la musica si conservava nelle chiese, e accompagnava la dan
stro di cappella, spinto dal felice effetto che faceva l’unione della musica e della poesia in tante feste e cantate, e cori d
ntar quell’unione in tutto un dramma, e nel 1597 fece rappresentar in musica agl’istrioni il suo Anfiparnaso, stampato l’istes
yle) s’inducesse per l’esempio del Vecchi a formar del dramma e della musica un tutto inseparabile in un componimento eroico e
e ’l Rinuccini col consiglio del signor Giacomo Corsi intelligente di musica mostrò all’Italia i primi melodrammi regolari, la
one del matrimonio di Maria de’ Medici con Errico IV, furono poste in musica da Giacomo Peri, e s’impressero in Firenze nel 16
Giacomo Peri, e s’impressero in Firenze nel 1600. L’Arianna posta in musica da Claudio Monteverde, si cantò nel matrimonio de
om. I pag. 185. 161. Vedi il P. Menestrier delle Rappresentazioni in musica . 162. V. la Perfetta Poesia del Muratori lib. II
ne nelle di lui circostanze? E di ciò contento, non si sovviene della musica , Lo spettatore ch’é sul fatto, se ne sovviene, ma
chiama massima fredda, tuttoché io sappia che i greci animavano colla musica tutte le parole d’una tragedia, domando al signor
mpie e trasporta, se l’affetto é vero, non mi trattengo a metterlo in musica , o cantandolo lo tradirò. Non vi farebbe altro ri
o cantandolo lo tradirò. Non vi farebbe altro rimedio che limitar la musica a i semplici concerti, e più non pensare a congiu
gi: ma allora meriteremo il rimprovero di Platone, il quale chiama la musica strumentale «un’assurdità e un abuso della melodi
40 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO IV. Opera Musicale. » pp. 314-344
ale. Quando con ardir felice il Rinuccini accoppiava al dramma una musica continuata, e chiamava l’attenzione dell’Europa c
Bologna, Roma, Torino, Napoli. Claudio Monteverde che aveva posta in musica l’Arianna del Rinuccini divenuto maestro della ca
’opera tutta cantata, ebbero una festa teatrale composta di danza, di musica , e di macchine eseguita nel 1639 sotto il vicerè
i macchinisti, di voci squisite, e de’ migliori sonatori e maestri di musica . La bella poesia che sola può somministrare alla
e maestri di musica. La bella poesia che sola può somministrare alla musica il vero linguaggio delle passioni, cominciò ben p
apimento di Cefalo nè per tal Vegghia. Un componimento scenico per la musica composta pel dì natalizio di Maria Farnese duches
orientali, si rivolsero nell’una e nell’altra Esperia ad esercitar la musica ? Non apparisce. Sì nota solo dagl’intelligenti ch
udire con qual trasporto favelli di questa Leonora un intelligente di musica che l’avea più volte ascoltata.” Ella è fornita d
ngegno e di ottimo gusto, capace di discernere la buona dalla cattiva musica , intendendola benissimo ed avendo anche composto
nel XV secolo. Ma una filza inutile di nomi di scrittori di opere in musica di tal secolo sarebbe una narrazione ugualmente n
41 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 614
n Milano nell’anno 1775. » A queste si dee aggiungere un libretto per musica L’Impresa d’opera, dramma giocoso da rappresentar
nzo), che trovo nella raccolta Corniani della Braidense di Milano. La musica fu del celebre maestro signor Pietro Guglielmi, e
42 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo I. Ritorno delle Rappresentazioni Teatrali dopo nate le Lingue moderne. » pp. 181-187
volentieri alla festa de’ pazzi, a quella degl’innocenti e anche alla musica che fu introdotta nelle chiese. I monaci poi si a
n erano che meri monologhi, o dialoghi satirici senz’azione, posti in musica da lui stesso118, e cantati insieme con sua mogli
il tempo di Omero, andavano suonando e cantando sui loro stromenti la musica , e i versi de’ trovatori provenzali, e giravano p
rovenzali, e giravano per i castelli de’ signori per divertirli colla musica , nell’ora di desinare119. Di quelli menestrels eb
atres d’Europe, e ’l cavalier Planelli nel bel trattato dell’opera in musica sez. I cap. I.
43 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Discorso preliminare premesso alla prima edizione »
schivarli, mi fece scoprire una miniera di notizie appartenenti alla musica nella conoscenza ed amicizia del reverendissimo p
e vi troverà ciò nonostante, la storia non affatto superficiale della musica italiana e de’ suoi cangiamenti, come della trage
quanto ivi si largheggi di lodi colla Italia, come si preferiscano la musica e il melodramma italiano alla musica, e al melodr
Italia, come si preferiscano la musica e il melodramma italiano alla musica , e al melodramma degli altri popoli, in qual guis
hanno ampiamente e dottamente ragionato intorno ad esse. Il dramma in musica all’opposto, come parto ancora recente nato sotto
intitolata Storia e ragione d’ogni poesia nel trattare dell’opera in musica , ove il lettore altro non sa rinvenire che titoli
più ragionato e per conseguenza più utile è il Trattato dell’opera in musica del Cavalier Planelli napoletano. Egli abbraccia
ggetto. Le sue osservazioni circa le belle arti in genere, e circa la musica , e direzione del teatro in particolare sono assai
oni teatrali. Nel secondo s’investigherò la proporzione che ha per la musica la lingua italiana, e ciò che rimane a farsi per
44 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 2 pp. 2-245
rii e conveniente alle rappresentazioni decorate di un’opera seria in musica . Si aprì in quell’anno con una Ifigenia e col bal
endo persuaso sin dall’incominciar del secolo XVIII di non aver dalla musica ricevuto facoltà verune di allontanarsi dalle dis
l’Elisa di Sebastiano Biancardi detto Lalli in Venezia cantata colla musica del Ruggieri nel 1711, e fu la prima vera commedi
ta colla musica del Ruggieri nel 1711, e fu la prima vera commedia in musica veduta su quelle scene. Commedie e ben graziose f
ente in Venezia nel 1731 la Contadina ed il Cavalier Bertone posti in musica il primo del famoso Sassone, e l’altro dal non me
cui si dipinge un affetto che non eccede la commedia e dà motivo alla musica , fu animato dalle note di Giovanni Fischetti nel
desimo genere nel 1732 riscosse l’ammirazione degl’intelligenti colla musica squisita in tutte le sue parti del Raffaele dell’
n meno copiose di grazie sono le seguenti : la Rosaura del 1736 colla musica del riputato Domenico Sarro ; Da un disordine nas
utato Domenico Sarro ; Da un disordine nasce un Ordine del 1737 colla musica di Vincenzo Ciampi a que’ di maestro accreditato 
zo Ciampi a que’ di maestro accreditato ; l’Alidoro del 1730 posta in musica dall’abile maestro Leonardo Leo ; l’Alessandro de
medesimo Leo ; la Lionora che si rappresentò nel medesimo anno colla musica del Ciampi per le parti chiamate serie, e del cel
Trinchera autore dell’opera la Vennegna cantata la prima volta colla musica di Gaetano Latilla nel teatro detto della Lava e
plicata altrove ; dell’ Abate Collarone quivi parimente cantata colla musica di Domenico Fischetti, che si ripetè poi nel teat
ol titolo le Chiajese Cantarine, ma con alcune alterazioni fatte alla musica del Fischetti dal nomato Logroscino. Scrisse il T
ra vivace di un Fra Macario equivalente ad un Tartuffo recitata colla musica di Carlo Cecere. Commedia fu il Carlo e qualche a
lita sul teatro musicale colla farsetta intitolata la Canterina colla musica di Niccolò Conforto, coll’ Astuto Balordo posto i
erina colla musica di Niccolò Conforto, coll’ Astuto Balordo posto in musica dal celebre Niccolò Piccinni, coll’ Innamorato Ba
n musica dal celebre Niccolò Piccinni, coll’ Innamorato Balordo colla musica in gran parte del Logroscino, e singolarmente col
singolarmente colla Furba burlata fortunatissima opera buffa, la cui musica appartiene per la maggior parte al prelodato Picc
a di tutti i caratteri e lo Sposo di tre e marito di nessuna poste in musica da Pietro Guglielmi. Il Palomba fini i suoi giorn
’immagine di un Calabrese che sona l’arpa tra’suoi discepoli, loda la musica greca che non conosce, ha una moglie da cui è bas
l’antico Socrate ? Le armoniche note del Paisiello (il quale pose in musica la maggior parte delle opere del Lorenzi) sono in
diede al teatro de’ Fiorentini l’anno 1795 la Pietra Simpatica colla musica di Silvestro di Palma eccellente maestro napoleta
orgente di questa farsa è la novella le Connoisseur del Marmontel. La musica piena di armonia di verità e di novità si accordò
ntermezzi piacevoli, e singolarmente il Filosofo di Campagna posto in musica dal Buranelli, e la Cecchina dell’inimitabile Pic
ienna, in Parigi e per l’Italia il Trofonio ed il Re Teodoro posto in musica dal Paisiello, appartenenti all’autore pregevole
mette la lingua, sono pieni di ritmo, e però facili ad adattarsi alla musica . Se Anacreonte rinascesse, dubito che scrivesse i
in Napoli riuscì nel teatro di San-Carlo per le decorazioni e per la musica dell’esimio Jommelli che si ammira come un capo d
imento naturale del Racine che si cantò nel teatro di San-Carlo colla musica del valenziano Vincenzo Martin, l’Oreste che si r
ica del valenziano Vincenzo Martin, l’Oreste che si rappresentò colla musica del napoletano Domenico Cimarosa nell’ agosto del
a che se ne fece nel 1796 trovansi varie cantante, ed un oratorio per musica nella liquefazione del sangue di san Gennaro del
li s’ignora l’epoca. É però noto che la prima si scrisse e si pose in musica a privato trastenimento di una brillante compagni
o scritto dall’erudito conte Gastone della Torre Rezzonico e posto in musica dall’ egregio Giuseppe Sarti. Invano tutto ciò si
ici e della descrizione del Tartaro nelle sue Danaidi che fe porre in musica dal nostro valoroso Millico. Questo spettacolo ch
rivolse all’istorica e scrisse due melodrammi che chiamò tragedie in musica , Elfrida ed Elvira che potè far rappresentare nel
anno alla mano cantano un quartetto poco veramente vantaggioso per la musica , perchè gli affetti non sono punto riscaldati al
ora il tuono intorno. Si vede che il poeta vorrebbe, in grazia della musica , elevare il tuono del quartetto che non può esser
ma si domanda, se con ragione e proprietà drammatica ? Si dirà che la musica anche oggi astringa la poesia a tradir se stessa
i si trova alla prima, il quale colle sentenze e le ripetizioni della musica serve anzi a stancar Elfrida, e lo spettatore per
l re e tutti come ascoltatori oziosi indifferenti in un’ accademia di musica . In fine Elfrida approfittandosi del letargo univ
ena poteva forse produrre un duetto più appassionato e più utile alla musica . Poteva p. e. esprimersi con calore il pensiero c
to a quel punto l’amante. Ciò avrebbe senza dubbio somministrato alla musica un oggetto più capace di vere espressioni, in cam
sso nel marmo e di quell’urna che vale la stessa cosa esangue ed alla musica infruttuosa. Resta Elfrida, e viene il re, cui el
lfrida con uno pugnale minaccia di svenarsi. Quì si trova un pezzo di musica concertato, in cui Adelvolto risnonde appena da p
r come la chiama nova l’anno 1793 nell’Elfrida ? L’altra tragedia in musica del Calsabigi è l’Elvira che si recitò nel carnev
e additate figure e tinte liriche al Calsabigi che ci promette per là musica tragedie vere ? Nella scena 2 viene Osmida secon
ed in questo senso Calsabigi avrà ben saputo trasformarè il dramma in musica in vera tragedia. Buon per essi che Odorico, senz
iudere a due Le mie di un puro ardor Care ritorte Fralle note della musica e la distanza de’ verbi, all’udirsi questi due ve
Berenice, a Mandane madre di Ciro, il guazzabuglio delle tragedie in musica del Calsabigi ! Vuolsi rammemorare tra’poeti melo
opo nella stessa città s’impresse Mosè pargoletto che si recitò colla musica dell’esimio di lui compatriotta Fedele Finaroli.
ntansi meritamente di Hayden, Huber, Cramer, Schmit esimii maestri di musica istrumentale, e dell’ insigne Hass pregevole alli
e contarono altri riputati maestri dopo che Rodriguez de Hita pose in musica la meschina Briseida del poetillo La-Cruz. Il sig
e. Pregiansi a ragione i Francesi de’ dottissimi scrittori teorici di musica , particolarmente di Mersenio, di Burette e di Ale
Napoli, dir si debbono reggie perpetue e sorgenti perenni di scienza musica . Da esse uscirono Scarlati, Vinci, Leo, Porpora,
ommelli, il celebre Piccinni che produsse la felice rivoluzione nella musica in Parigi dal Napoli-Signorelli predetta sin dal
e che t’importerebbe il conoscerlo ? Tu nol sentiresti ; và, componi musica francese(a). Capo VI ultimo Stato presente
e grandi nella poesia, nell’eloquenza, nelle arti del disegno e nella musica  ? Al contrario dove lo spirito filosofico semplic
no, Paisiello, Palma, Fioravanti, altri. Singolarmente l’autore della musica additata della Pietra Simpatica arricchì delle ar
pretesi se non rilevare l’artifizio diverso che richiedono l’opera in musica e la tragedia, per distruggere l’imputazione de’
sse nella rappresentazione. E forse fu avviso dello stesso maestro di musica , cui parve che dopo un duetto di passione poco gi
o che nel rappresentarsi si tralasciò nella scena 6 un altro pezzo di musica che dovea cantarsi da Elvira e Ricimero, e l’auto
cui poco era nota l’abilita. Calsabigi dovea riportarsi al maestro di musica , il quale ben sapeva se le due voci potessero acc
zzi staccati dal suo corpo l’ha rimessi al luogo antico. Tre pezzi di musica recitati dalle medesime persone nel punto che l’a
i alterò negl’indicati punti l’Elvira doveva intendere il teatro e la musica assai più del disprezzatore del Metastasio. (a)
45 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAP. V. Tracce di rappresentazioni sceniche in Ulieteia e in altre isole del l’Emisfero australe nel Mar Pacifico. » pp. 59-65
nomato Inglese, e a’ concerti e alle danze accompagnate tal volta da musica vocale, s’intrecciarono alcune carole da venti ba
tro l’altra. Aumentandosi sempre più verso la fine il movimento della musica , le danzatrici spiegarono nelle attitudini una fo
Cook di Sandwich vi sono eziandio danze pantomimiche accompagnate da musica , le quali si approssimano più a quelle della Nuov
46 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO IV. Spettacoli scenici della Russia. » pp. 257-261
legj, accademie, librerie, stamperie. Ma benchè amasse la poesia e la musica , i suoi piaceri consistettero ne’ balli in masche
iù rinomate cantatrici, e vi furono invitati i più celebri maestri di musica dell’Italia e specialmente di Napoli. Il Venezian
lo più vengono dall’Ukrania o Picciola Russia dove si studia molto la musica vocale. Le opere serie si rappresentano in corte
47 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 45
per Compagnie di canto, come abbiamo da quello de gl’inventori della musica , il ventiquattresimo della raccolta, che termina
raccolta, che termina così : abbiamo proposto in questo luoco con la musica dei dolci concenti di cotanti amanti, ai cigni ra
48 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IV. Teatro Italiano nel Secolo XVIII » pp. 316-354
degli atti per riunire alla rappresentazione tragica quella forte di musica che le conviene; ma i commedianti schivano le spe
Silvio Stampiglia, e non allo Zeno, come asserisce nel trattato della musica il signor Eximeno, si dee con più ragione attribu
isuona sulla maggior parte delle scene europee bisognose della nostra musica . A Metastasio fa plauso la leggiadra gente, e la
imato sopra tutti i popoli moderni nella bell’arte incantatrice della musica . Uscirono dal di lei seno i primi musici legislat
egli antichi, vi aggiunse le proprie scoperte, e compose un metodo di musica più facile e più giudizioso. Fu seguito dal Franc
e da Giovanni Zarlino che in Venezia pubblicò nel 1580 un trattato di musica in Italiano che oscurò tutti gli altri. Fiorirono
il Monteverde, il Teofilo, il Soriano e vari altri chiari maestri di musica , i quali seppero prevalersi di tante scoperte, e
occidentale dell’Europa. Egli é ben vero che i tedeschi studiando la musica italiana, che conobbero per la nostra opera dramm
rmette la lingua, sono pieni di ritmo, e però facili d’adattarsi alla musica . Se Anocreonte rinascesse, dubito che scrivesse i
crive il più volte lodato sig. Vespasiano in un discorso intorno alla musica italiana premesso in una raccolta di varie ariett
i quella degli altri linguaggi; onde riesce molto più favorevole alla musica e alla varietà de’ suoni: é ricco e abbondevole,
nisono». 227. Fu fatto in Francia da un bell’ingegno intendente di musica quell’epigramma contro M. Rameau: Si le difficil
i giorni applicarsi alla maggior parte de’ francesi amanti della loro musica vocale, la quale per lo più altro non é che una c
e Boehmisch Broda, e la famosa lettera di Gian-Giacomo Rousseau sulla musica francese. Si aggiunga qui che ancora il buon orec
Si aggiunga qui che ancora il buon orecchio naturale viene così nella musica come nella poesia spesso guasto dall’abito di udi
il nostro Piccini chiamato l’anno scorso a Parigi voglia colla bella musica italiana cagionare alla fin fine una totale rivol
te cogl’italiani. 229. Siccome Argo fu già in Grecia la scuola della musica , così in Italia ne’ tempi de’ romani, e dopo il r
che perciò a ragione viene esaltata, come fede e fonte della scienza musica , e de’ talenti armonici, da due celebri suoi poet
49 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »
es comédiens. Dopo la morte di Gherardi entrò alla Reale Accademia di musica .
50 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO III. Spettacoli scenici della Russia. » pp. 38-46
ademie e librerie e stamperie. Benchè però egli amasse la poesia e la musica , limitaronsi i suoi piaceri ai balli in maschera
le più rinomate cantatrici, vi si chiamarono i più celebri maestri di musica dell’Italia e spezialmente di Napoli. Il venezian
più vengono dall’Ukrania, o Picciola Russia, dove si studia molto la musica vocale. Le opere serie si rappresentano in quella
51 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
rea Salvadori Fiorentino, ridotto ad uso delle comiche scene senza la musica .
52 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »
che inaugurò il nuovo teatro di Varsavia nel 1748. Nella commedia con musica dell’ Apollini, Le contese di Mestre e Malghera p
53 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
re, ma assai più valse, e fu generalmente assai più apprezzata, nella musica .
54 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »
con Antonio Molino detto Burchiella, comico, istituì un’ accademia di musica .
55 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Indice. » p. 443
étien Antonio p. F. 213. n. 445. Monteverde Claudio mette l’Opera in musica 273. Montiano (Agostino de) p. S. 279. 407.  Mo
ali erano religiose 9. 13. 111. scritte in versi 11. rappresentare in musica 104. erano scuola di morale 12. 16. tralignando e
208. Danesi 404. Russi 419. pel più son commedie Francesi, e opera e musica Italiana 420. Turchi 424. Stampiglia Silvio p. I
die energiche e vivaci 388. Spiritose commedie 391. Opera Italiana e musica nazionale 396. Questo teatro comincia a cadere 42
ragedie regolari 270. E graziose commedie 271. Poscia il gusto per la musica e per le decorazioni fa perder quello de’ buoni d
a questo secolo ivi. XVI. Novelle in dialogo 251. Decorazioni misere; musica colla sola chitarra 253. Irregolari commedie di N
264. Vasconzelos autore Portoghese 252. Vecchi Orazio, autor della musica nell’Opera 235. Vega (Lope de) p. S. 260. Venet
all’armonia 351., rimprovera a’ Francesi il difetto di sensorio nella musica 353., parla della critica 298. 321., della bellez
56 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 212
h' ei poteva comparire con lode in mezzo ai più esperti professori di musica .
57 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO III. Continuazione del teatro Italiano. Commedie: Opera in musica: Attori accademici ed istrioni e rappresentazioni regie: teatri materiali. » pp. 144-195
CAPO III. Continuazione del teatro Italiano. Commedie: Opera in musica : Attori accademici ed istrioni e rappresentazioni
le. Quando con ardir felice il Rinuccini accoppiava al dramma una musica continuata e tirava l’attenzione dell’Europa con
, Bologna, Roma, Torino, Napoli. Claudio Monteverde che avea posta in musica l’Arianna del Rinuccini divenuto maestro della ca
opera tutta cantata, ebbero una festa teatrale composta di danza, di musica e di machine eseguita nel 1639 sotto il vicerè Fe
chi machinisti, di voci squisite, e di migliori sonatori e maestri di musica . La bella poesia che sola può somministrare alla
e maestri di musica. La bella poesia che sola può somministrare alla musica il vero linguaggio delle passioni, cominciò ben p
apimento di Cefalo nè per tal vegghia. Un componimento scenico per la musica composto pel dì natalizio di Maria Farnese duches
orientali, si rivolsero nell’una e nell’altra Esperia ad esercitar la musica ? Non apparisce. Si nota solo dagl’ intelligenti c
udire con qual trasporto favelli di questa Leonora un intelligente di musica che l’ avea più volte ascoltata. “Ella è fornita
ngegno e di ottimo gusto, capace di discernere la buona dalla cattiva musica , intendendola benissimo ed avendo anche composto
n dal XV secolo. Ma una filza inutile di nomi di scrittori d’opere in musica di tal secolo sarebbe una narrazione ugualmente n
sa farsi un partito ed il vizio luminoso. Le stranezze dell’opera in musica accompagnata da tutti gli allettamenti della vist
e le medesime lepidezze, cominciava ad invecchiare, mentre l’opera in musica stendeva rapidamente i suoi progressi. Laonde all
i un senso. Opposero allora i commedianti decorazioni a decorazioni e musica a musica, e si sostennero anche un poco con farse
o. Opposero allora i commedianti decorazioni a decorazioni e musica a musica , e si sostennero anche un poco con farse magiche
ripiene di apparenze, di voli, di trasformazioni, e con intermezzi in musica , passeggieri ripari a’ loro continui bisogni. Con
ndo partecipare del piacere di uno spettacolo pomposo come l’opera in musica . Sono dunque da riferirsi a quel tempo il teatro
ttese poscia a spiegare tutte le pompe delle arti del disegno e della musica nell’opera; ma vi si neglessero le vere bellezze,
58 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Pisa, li 13 agosto 1745. » pp. 192-197
. Cit.) come, rappresentato per la prima volta all’Accademia Reale di musica a Parigi il 5 dicembre 1749, il Zoroastro di Rame
he’ sta volta di Pietro Algeri, venuto a bella posta da Parigi, e con musica nuova del suonatore di viola da braccio, e compos
n musica nuova del suonatore di viola da braccio, e compositore della musica pe’ balli, Johann Adam. – Della musica di Rameau
a braccio, e compositore della musica pe’ balli, Johann Adam. – Della musica di Rameau furon serbati la sinfonia e il primo co
59 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo III. Teatri orientali. » pp. 14-18
h’equivale a un prologo, chiamasi Sie-Tse, e tutti gli altri Tche. La musica antichissimamente introdotta nella China e coltiv
e passioni vivaci si esprimono cantando: il rimanente si recita senza musica . Il dramma cinese non si spazia in episodi che so
estrati a rappresentar senza parlare, seguendo le leggi della cadenza musica . In tale esercizio singolarmente contraddistinguo
60 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosesto »
lterabili e severe, le quali sono le medesime per la danza che per la musica . Come questa ha bisogno d’una misura che regoli l
ere che l’ascosa origine del piacere, che certi tratti arrecano nella musica , nella poesia e nella eloquenza, è nel linguaggio
gini, le quali rappresentino muovimento, come la maniera di render la musica espressiva si è quella di far sentire la successi
divinizzando siccome fecero la danza, e applicandola poi insiem colla musica e la poesia alla politica, alla educazione pubbli
n riuscirvi. La seconda può far temere una sorte uguale per l’odierna musica e l’odierna poesia, qualora si lasci al ballo un’
ma in quanto è un’arte rappresentativa somigliante alla poesia e alla musica . La seconda in quanto viene applicata al melodram
fratellevole combaciamento che hanno insieme la danza, la poesia e la musica esigerebbe forse l’applicazione del ballo nella p
he non potrebbono in verun conto eseguirsi dal ballerino, contener la musica strumentale mille artifizi, mille pitture degli o
antasia di coloro che, mentre io porgo attenzione al linguaggio della musica , mi saltano all’improviso fuori col linguaggio de
a, a ciascuna scena delle quali si ballava in diversa foggia. La loro musica non meno che la loro cadenza consisteva in una se
l sentimento, un’arte insomma così sterile che non somministrava alla musica né sentimenti né immagini, non poteva lungamente
solito gli adoratori del rancidume si diedero tosto a gridare che la musica si corrompeva, e che il buon gusto andava in rovi
e più altri compositori di sommo merito perfezionarono a tal segno la musica de’ balli che «al mio tempo (dice l’Abbate Du Bos
ammettendo balletti d’ogni maniera e graziosi intermezzi all’opere in musica tratti per lo più da argomenti buffi o mitologici
i Gluck, gli Hayden, i Graun e tanti altri rispettabili professori di musica quanto fosse stato indecente e ridicolo il quesit
he e musicali. La sua Semiramide inoltre cavata da Voltaire, posta in musica dall’immortale Gluck e rappresentata in Vienna fe
a e trovò maestri bravi e compositori eccellenti che perfezionaron la musica e rappresentarono i più rinomati componimenti182.
dunque la perfezione a’ tempi di quel celebre oratore. Lo scopo della musica è quello d’eccitar le passioni per mezzo d’una co
o seppe ella rinvenire le vie di conseguirlo come presso ai Greci; la musica greca fu dunque e dovette essere fra tutte la più
ttacolo drammatico riunendo la danza all’altre due sorelle germane la musica e la poesia. Che mi promette l’esecutore del ball
o in Italia, il quale ben composto, ben eseguito, accompagnato da una musica espressiva, e afferrando nella sua imitazione i t
idea d’imitazione, hanno avuta nel ballo la stessa origine che nella musica . Perciò quanto s’è detto dell’una è perfettamente
lasciata avesser nell’animo dello spettatore i tuoni imitativi della musica . Il secondo di non iscemar nell’atto della rappre
’ suoni, e però fa d’uopo conservare dappertutto lo stesso idioma. La musica strumentale dee non per tanto seguitar a parlare
 A. il Signor principe d’Asturias che ha prodotti in questo genere di musica parecchi saggi sommamente applauditi in Italia e
61 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »
ice discreta in varie Compagnie. A Cagliari ne diresse una di prosa e musica  ; e il 2 agosto del 1774 pubblicò per le stampe d
62 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1033
alone, parti serie nelle commedie studiate, ecantava negli scherzi in musica . Il 1781-82, già vecchio, ma pur sempre egregio a
63 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
onio, dramma-parodia, che fece rappresentare da' suoi compagni con la musica del Maestro Maccari. Nel '36 sostenne con molto s
64 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Conclusione »
che hanno da avere tra loro le varie parti constitutive dell’opera in musica , perché ne riesca un tutto regolare ed armonico.
a immagine della greca tragedia, in cui l’architettura, la poesia, la musica , la danza e l’apparato della scena si riunivano a
65 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VII. Spettacoli scenici della Russia. » pp. 418-421
gi, accademie, stamperie, e librerie. Ma benché amasse la poesia e la musica , i suoi piaceri consistettero ne’ balli in masche
vengono dall’Ukrania, o picciola Russia, dove si applicano molto alla musica vocale. Quest’opere serie si rappresentano in cor
66 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO III. Teatro Olandese: Danese: Suedese: Polacco. » pp. 253-256
ghen colla mira di dimostrare che la lingua patria ben si adatta alla musica . Incoraggita da’ proprj sovrani la Suezia con più
n cori ricavata dagli antichi, e Cora ed Alonso componimento posto in musica dal Nauman, ed altre favole musicali imitate dall
67 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO III. Opera musicale Spagnuola e Italiana e Teatri materiali. » pp. 89-108
Cruz, il quale compose Briseida Zarzuela Heroica in due atti posta in musica da D. Antonio Rodriguez de Hita maestro di musica
n due atti posta in musica da D. Antonio Rodriguez de Hita maestro di musica spagnuolo: ma fu così mal ricevuta e derisa, spez
r male, se col misero sacrificio della poesia almeno si servisse alla musica . Egli però, ignorando, punti del dialogo più oppo
ma di sentire un’ aria, e 70 versi soli fanno nascere cinque pezzi di musica , cioè tre arie, una cavatina ed un recitativo obb
cedono un’ altra aria. Con tale economia sono distribuiti 14 pezzi di musica per lo più parlanti e senza affetti. Cinque scene
, sentenza che quando non fosse falsa, impertinente ed inutile per la musica , sarebbe sempre insipidamente lirica e metafisica
musicale, cioè la tonadilla e la seguidilla, narrazioni fatte per la musica , che tal volta si distendono a più scene e si can
le venditrici di aranci, di frutta e di erbaggi, all’elevatezza della musica più seria, ai gorgheggi, alle più difficili volat
n una stessa tonada spesso congiunto l’antico ed il moderno gusto, la musica nazionale e l’italiana. Vedasi pure come ne parla
68 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »
ia di pianoforte, sapeva mescolare nelle commedie or qualche pezzo di musica , or qualche arietta che la faceva meglio accetta
69 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »
l’Agenzia di Spagna. Lasciato per vicende politiche l’impiego, studiò musica sotto il maestro Pacini, suo cugino ; ma non lung
70 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »
agando ne’ dintorni e procacciandosi, con recite mescolate di prosa e musica , onorata esistenza. Al fianco di Petronio Zanerin
71 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO II. Teatro Olandese: Danese: Suedese: Polacco. » pp. 32-37
ghen colla mira di dimostrare che la lingua patria ben si adatta alla musica . La Suezia incoraggita da’ proprii sovrani si è c
ri ricavata dagli antichi, e con Cora ed Alonso componimento posto in musica dal Nauman, e con altre favole musicali imitate d
72 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »
va la Facchinelli veneziana, chiamata la Beccaretta. E gli artisti di musica avevan presso che tutti un di codesti nomignoli b
73 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
rsi piena d’abilità per la sua professione, inclinata alle cose della musica , e pronta a' più ardui impegni nel faticoso mesti
74 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 185
e in prosa dell’ Irene Imperatrice dell’ Oriente, dramma in versi per musica dell’abate Silvani, e dedicolla al Marchese Anton
75 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO I. Teatro Alemanno. » pp. 4-31
mpre il patriotismo a chi ne fomenta l’amore. Per ciò che riguarda la musica tedesca, manifesti ne sono i progressi fatti dopo
i fatti dopo che si sparsero per quelle contrade i capi d’opera della musica italiana. Chi può ignorare la celebrità de’ famos
musica italiana. Chi può ignorare la celebrità de’ famosi maestri di musica nazionale vocale, il rinomato Hendel, il chiaro H
elodramma istorico di Zeno e Metastasio, ed ella stessa l’animò colla musica ; valendosi anche dell’idioma italiano più del ted
le spese della guerra volle dedicare questo monumento al gusto della musica e delle arti, e vi chiamò con molta spesa gli att
che vi si rappresentò nel I di dicembre del 1742, fu Cleopatra colla musica di Graun. Una delle opere assai applaudite in Ber
a. Mi si permetta qui una osservazione: In Italia a qual maestro di musica eccellente si è fatto altrettanto? Se n’eresse ma
76 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO II. Teatro Alemanno. » pp. 232-252
otismo a chi ne insinua e ne fomenta l’amore. Per ciò che riguarda la musica tedesca, ne sono manifesti i progressi fatti dopo
i fatti dopo che si sparsero per quelle contrade i capi d’opera della musica italiana. Chi può ignorare la celebrità de’ famos
musica italiana. Chi può ignorare la celebrità de’ famosi maestri di musica nazionale vocale, il rinomato Hendel, il chiaro H
dramma istorico di Zeno e di Metastasio, ed ella stessa l’animò colla musica , valendosi anche dell’idioma italiano più del ted
le spese della guerra volle dedicare questo monumento al gusto della musica e delle arti, e vi chiamò con molta spesa gli att
che vi si rappresentò nel 1 di dicembre del 1742, fu Cleopatra colla musica di Graun. Una delle opere assai riuscite in Berli
non avesse composto Emilia Gallotti. 71. In Italia a qual maestro di musica eccellente si è fatto altrettanto? Se n’eresse al
77 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
Unisce pure l’abilità del canto ; molto utile perciò per le farse in musica che suole eseguire plausibilmente tratto tratto q
78 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »
imento della popolazione mantovana per l’anno 1591, il Bertolotti (La musica in Mantova) segna il nome di Giacomo Braga, ferra
79 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article »
noto col nomignolo di Patano, cominciò come ballerina nelle opere in musica , e fu specialmente al S. Benedetto di Venezia ; p
80 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — [Dedica] »
rti del mondo, venga intitolato uno scritto che ragiona di poesia, di musica , di cose di teatro. Ma pare che ignorino costoro,
81 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VI. Teatro inglese, alemano, e spagnuolo del medesimo nostro secolo. » pp. 389-417
rodigamente, e ben poco nelle decorazioni e ne’ balli. I drammi colla musica si fanno venir d’Italia. Sino al regno di Riccard
d’Italia. Sino al regno di Riccardo soprannomato Cuor di leone era la musica in Inghilterra pressoché interamente selvaggia. Q
sabetta che l’amava, e che volle fin anche spirare con un concerto di musica , fece fare a quell’arte qualche progresso maggior
o il Fiorentino Lulli cagionò in Francia. Oggi gl’inglesi vantano una musica nazionale discendente dalla tedesca, la quale é f
ia in prosa che non mancano di merito259. Noti sono i progressi della musica in Alemagna dopo che vi si diffusero i capi d’ope
ella musica in Alemagna dopo che vi si diffusero i capi d’opera della musica italiana. Il celebre Hendell, il chiaro sig. Hafs
é stato ultimamente onorato d’una statua (In Italia a qual maestro di musica si é fatto altrettanto? Gran forza del genio e de
di Sassonia, merita gli elogi più distinti per essere stata messa in musica ed eseguita dalla medesima ingegnosa autrice. Ell
e intitolato, Il Trionfo della Fedeltà, che ancor ella stessa pose in musica , e fu rappresentato con grande applauso. I pantom
no con una tonadilla, la quale suol essere qualche racconto comico in musica cantato dalle loro mime con sale e grazia naziona
Campagna, il Tamburro notturno ec. e alcune originali di parole e di musica nazionale, chiamate zarzuelas, come las Segadoras
82 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 496
un po’ di miglioramento, e si limitò a recitar la Pianella in prosa e musica , con una compagnia, della quale facevan parte art
83 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1063
ovinette, e mostrando una speciale attitudine al teatro di prosa e di musica . Sentito recitare il Ferravilla, s’innamorò siffa
84 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 758
appresentazioni si chiudevan più volte con arie, pantomime e farse in musica . Tornò all’Arena del Sole l’anno seguente dal set
85 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 39
ezza della sua voce, e la chiarezza dell’espressione, fece gustare la musica e applaudir le cabalette. » La troviamo poi nel ’
86 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 294
i. Fu anche autore di commedie non mai edite, e di farse mescolate di musica e prosa. Fra le commedie inedite, il Bartoli cita
87 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »
te quando essa gli arrideva maggiormente. Ebbe grandi attitudini alla musica e cantò da baritono, e dettò alquante romanze ric
88 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1041
: Il Naufragio felice, e I Prodigi d’amore ; e pubblicò un dramma per musica tratto dal Feudatario del Goldoni, e intitolato L
89 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 15
che aveva speso in Calabria a buffoni, comedie, cacciatori, conviti, musica continua, cavalcatori, mastri di scrima, ecc. » I
90 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO V. LIBRO VII » pp. 107-140
a comparire i drammi di Quinault, e l’ultima recita dell’Armida colla musica di Lulli seguì nel dicembre del 1764 col solito a
del 1764 col solito applauso e concorso; nè per essersi poi posta in musica dal cav. Gluck e rappresentata a’ 23 di settembre
a’ 23 di settembre del 1777 si è veduta con minor diletto; e con tal musica novella continua a rappresentarsi ogni mese. Non
i e le imitazioni di qualche opera del Metastasio colà recitata colla musica de’ nostri ultimi celebri maestri. Nè questo nè i
mabile di drammi musicali de’ nostri giorni. Egli seppe adattare alla musica nel 1772 l’Ifigenia di Racine, e l’inviò al cav.
ne, e l’inviò al cav. Gluck che trovavasi in Vienna. Gluck postala in musica venne a Parigi per farla eseguire, e comparve sul
smoccolarsi le candele da un uomo che saltava fuori a bella posta. La musica consisteva in un flauto, un tamburo, e al più due
91 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO V. La Drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 148-185
ella quale, per quanto vedesi presso il Corio ed altri, la poesia, la musica , la meccanica e la danza spiegarono tutte le loro
tragedia tutta si fosse cantata, a somiglianza delle moderne opere in musica dal principio sino al fine. Ma potrebbero forse a
appresentar nudamente la tragedia, e col cantare il cantarne con vera musica ciò che và cantato, cioè i cori, la qual cosa dir
dal riputato cavaliere Antonio Planelli mio amico, veggono l’opera in musica dovunque cantaronsi versi, cioè ne’ canti de’ pel
preceduto di tutto un secolo anche quell’aria del Rinuccini posta in musica dal Peri. La seconda azione scenica del Notturno
non già come componimento drammatico, nè come una specie di opera in musica . Nè questa nè la mentovata farsa per la presa di
ndono molte ricchezze facendo uso del ballo, delle decorazioni, della musica e della poesia, compongono quel tutto ed uno che
92 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO IV. La drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 47-73
ella quale, per quanto vedesi presso il Corio ed altri, la poesia, la musica , la meccanica e la danza spiegarono tutte le loro
tragedia tutta si fosse cantata, a somiglianza delle moderne opere in musica dal principio sino al fine. Ma potrebbero forse a
appresentar nudamente la tragedia, e col cantare il cantarne con vera musica ciò che va cantato, cioè i cori, la qual cosa dir
’l Bayle, seguiti pochi anni fa dal cav. Planelli, veggono l’opera in musica dovunque cantaronsi versi, ne’ canti de’ pellegri
non già come componimento drammatico, nè come una specie di opera in musica . Nè questa, nè la mentovata farsa per la presa di
ndono molte ricchezze facendo uso del ballo, delle decorazioni, della musica e della poesia, compongono quel tutto ed uno che
i aver preceduto di tutto un secolo quell’aria del Rinuccini posta in musica dal Peri. 61. V. il Tiraboschi t. VI, part. II,
93 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Avvertimento al lettore per la presente edizione »
he servono ad ispiegare lo stato attuale del dramma, ho riguardata la musica sotto ad un aspetto nuovo in Italia. I pratici di
94 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo III. La Poesia Drammatica nel Secolo XV fa maggiori progressi in Italia. In Francia cominciano i Misteri. » pp. 194-209
tta, come ora l’opera drammatica, dal principio fino al fine posta in musica ; ma potriano con interpretazione forse più fondat
appresentar nudamente la tragedia, e col cantare il cantarne con vera musica ciò che va cantato, cioé i cori, qual cosa si dir
amenti il P. Menestrier, e qualche altro erudito ritrovano l’opera in musica dovunque si son cantati versi solennemente, ne’ c
bria, con Giovanni Galeazzo duca di Milano, nella quale la poesia, la musica , la meccanica, e la danza spiegarono tutte le lor
ofondono le ricchezze facendo uso del ballo, delle decorazioni, della musica e della poesia, compongono quel tutto concatenato
95 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 385
iate peregrinazioni, in cui si mescolava la recitazione alle farse in musica e ai balletti giocosi. Si narra che la giovane To
96 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 409
Battaglia, il Tirolo e la Dalmazia. Diventò poi conduttore d’opere in musica , ma con poca fortuna ; chè il '79, s’incendiò il
97 (1715) Della tragedia antica e moderna
e anciennes et modernes, 1685), con cui dialoga sulla questione della musica antica, gli arrivava dalla disputa tra Fontanini
sofo. [Intro.4] Nel trattare, poscia, particolarmente del dramma per musica , ha egli adoperate alcune parole che sono per avv
finti della tristezza che lo divora. [3.108ED] Nella maniera che una musica malinconica solleva e toglie la nostra malinconia
ngue a maraviglia versato, dove potrai godere della Medea, dramma per musica , ivi cantato e rappresentato. — [4.18ED] — Domatt
se vuoi trovarti agl’Invalidi, là parleremo con libertà dell’opera in musica , che ha qualche rassomiglianza con la tragedia e
che avrai gustata la rappresentazione della commedia e dell’opera in musica , appunto della rappresentazione ragioneremo. [4.2
io ritorno dalla villa real di Versaglie, per ragionare dell’opera in musica . [5.2ED] Alzatomi dunque col giorno, mi posi fra
azione drammatica de’ migliori, e differisce, come le vostre opere in musica , dall’antica tragedia, perché in esse parte solam
le quali più si compiace il poeta riuscire per lo più insipide per la musica e detestabili a’ nostri smaschiati cantori e alle
anti e naturali ariette lascia in maggior libertà il compositor della musica di spaziarvisi a suo talento e di sfogar la sua i
ento che in questo vago spettacolo non dee negarsi la preminenza alla musica : ella è l’anima di un tale recitamento e ad essa
o, di simil componimento. [5.44ED] Né voglio qui farti una lezione di musica , imperocché forse vi riuscirei malamente o ancor
.45ED] Dirò solamente che, se hai tu udito deplorare la perdita della musica antica, di’ a nome mio a cotesti adoratori dell’a
adoratori dell’antichità, che sono impostori. [5.46ED] Giudica della musica degli Ebrei e degli altri Orientali da’ loro stru
ciò che riuscirebbe pessimo in confronto dell’odierna perfezion della musica accompagnata da certe sottili finezze di tanti be
ro presente soggiorno, che sfuggiamo di paragonare in questa parte la musica franzese all’italiana. [5.50ED] Ciascheduna ha le
[5.75ED] Le voci siano tali e in tal quantità che il compositor della musica possa intrecciarle così che l’una faccia risaltar
sicuro del profitto degl’impresari o siano appaltatori dell’opere in musica . [5.76ED] Ma quanto a’ versi, che farem noi sicch
alia e particolarmente della tua patria. [5.78ED] Compose in Germania musica e parole di un melodramma che fu la delizia e la
quel tal sito egli credé necessarie alla musical simetria; né mai la musica al verso, ma questo a quella serviva, e serviva p
almeno che il poetastro verseggiatore s’intenda alquanto di note e di musica , per conformare il più che potrà la sua invenzion
D] Costui dunque, voglia o non voglia, comporrà cattive tragedie per musica ; ma pur tragedie saranno, perché altrimenti non s
sse, vedendosi per prova che le azioni pastorali poco compariscono in musica , come incapaci di poca ricchezza di vestimenti e
obiltà più che al popolo, un’illustre e graziosa rappresentazione con musica ; e allora anche il verseggiatore può esser poeta,
di Polonia Alessandro, che ha fatto servir la poesia del Capece alla musica delle scene di Sua Maestà la regina sua madre, li
anto posso per appagarti le incumbenze del corago, del compositore di musica , del musico e del poeta, scordandomi quasi di ess
ione, disaminare la capacità del teatro, la fama del compositor della musica , quanti e quali sieno i cantanti condotti dall’im
03ED] Siati ben a cuore la fama e la discretezza del compositor della musica . [5.104ED] Per altro, se l’impresario non è sì ec
son destinate, e conferitala con l’impresario e col compositor della musica , ricevine prima l’approvazione e poi, conseguital
modo che aiutino e non distruggano l’intenzione del compositor della musica ; però ti esorto, avanti di tagliar in scene il pa
e piuttosto raccolte che stese, così saran comode al compositor della musica , al musico e all’uditore: al compositore, che pot
var la lena alla voce con le posate; all’uditore che, non avezzo a la musica , la quale àltera all’orecchio il tuono ordinario
consonanze e di rime, si verrà più a secondare il genio lubrico della musica . [5.136ED] Quello che ho detto della brevità de’
ggio del suo talento e lo dovrà soffrire il prudente compositor della musica , né lo ricuseranno i cantanti, anch’essi periti n
con canzonetta di escita. [5.150ED] Lo chiaroscuro allora non è nella musica . [5.151ED] Le ricercate degli strumenti intoppano
mpositore, a’ musici, al popolo, mentre dove si tratta di rilevare la musica , tutto quello che è consonanza e armonia, vi cont
nvenga più il moderato e venusto, che il grave e magnifico; perché la musica , essendo arte inventata per delizia e alleviament
he li rammentano e li dipingono alla fantasia; ed il compositor della musica sempre vi si spazia con avvenenza di note; ed avr
n animo a cangiar l’arie non cattive in cattive se un musico o se una musica vorranno al piè di un tuo recitativo conficcarne
tirsi? [5.195ED] Se non è stato un gaglioffo il compositore di quella musica avrà adattate le note a quella prima espression,
a, così folleggi che si abbandoni al piacere dell’ascoltar l’opere in musica ; né mi vergognerei tanto di me medesimo che bramo
che è destinata al corteggio di un personaggio maggior di lei ch’è la musica . [5.228ED] La composizion musicale è la sostanza
opera onoratamente la poesia, niente comandando e solo ubbidendo alla musica che in teatro n’è la padrona. [5.234ED] E questa
bbidendo alla musica che in teatro n’è la padrona. [5.234ED] E questa musica poi è una delle arti più meravigliose e perfette
i li fa trasparere. [5.238ED] Né già li ho adulati cotesti maestri di musica , confrontando il lor merito con quello de’ filoso
, può mai condur l’uomo alla fortuna di possederle. [5.242ED] La sola musica ridotta all’atto contiene il segreto importantiss
o teatro la poesia melodrammatica, perché faresti un’ingiustizia alla musica di cui è mera ausiliaria, con lo scompagnarla da
va e non si cantava. [6.29ED] Se per canto tu intendi quella sorta di musica che voi usate nelle vostr’opere, dico che non si
e il grano e a gustare l’esquisitezza del pane. [6.34ED] Della nostra musica noi parleremo più a basso soltanto che io possa d
itazione per muovere gli affetti, si accresce notabilmente con quella musica di cui ti ho parlato a principio. [6.44ED] E per
E per spiegarmi più chiaramente, ti sia noto numerar noi tre sorte di musica , l’una naturale o diatonica per le poesie recitat
passioni e i movimenti dell’animo. [6.45ED] Ora, queste tre specie di musica tutte si radunano nella tragedia per renderla aff
ì strana come forse ti è parsa a principio. [6.48ED] L’altra sorta di musica , detta cromatica, pur era nella nostra tragedia,
i altri moderni avete con tanto fasto introdotte sul palco l’opere in musica che noi non avemmo, vi dispensate da questa terza
in musica che noi non avemmo, vi dispensate da questa terza specie di musica nella tragedia, contentandovi de’ concerti soli d
i cori; e noi potremmo, parlando delle tragedie, e di cotest’opere in musica , ripetere quello che Saint Evremond lasciò scritt
rmoniche, ma non canore, e quella de’ recitanti era declamazione, non musica , perché, se canore fossero state, non le avrebbe
ri chiamate eroico, e che sì nelle tragedie che ne’ vostri drammi per musica usate, e che i Franzesi in quella che chiaman ‘op
it., p. 395, aveva invece ribadito la necessaria subordinazione della musica alla poesia. chiamato a parte: ‘è coinvolto’. [
romano e classicità di Arcangelo Corelli fra Arcadia, architettura e musica », in Roma nel Settecento fra letteratura, arte e
rchitettura e musica», in Roma nel Settecento fra letteratura, arte e musica , atti del Convegno di Roma, 28-30 settembre, 2016
6ED] fortunatamente: ‘con esito felice’. [commento_5.88ED] azioni… musica : le opere d’argomento pastorale non consentirebbe
tà espressiva e inventiva, pur sempre subordinata alle esigenze della musica (e cfr. I. Magnani Campanacci, Un Bolognese nella
«In occasione che io vo’ disaminare il merito de’ correnti drammi per musica , l’abuso de’ quali, anzi il danno da loro apporta
pp. 49-50) aveva colto le potenzialità della dissonanza tra parole e musica nelle ‘arie’ italiane, laddove Martello, consider
98 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 392
o del Cocomero, ove mantenne alternativamente compagnia di prosa e di musica . Nel 1780 cominciò a uscir di Firenze, sotto la p
99 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo decimo »
che somministravano. Massimamente in un paese e in un secolo dove la musica allora nascente non avea per anco fatto sentire l
roprie degli argomenti favolosi. Il cangiamento accaduto poscia nella musica , rivolgendo verso i cantori l’attenzione del pubb
he, le contrafughe, i doppi, i rovesci, e tali altri riempitivi della musica . Le pitture nobili, le forti passioni, i caratter
saltava agli occhi e di approfittarsi vieppiù delle squisitezze della musica , le quali spiccano molto più nella monodia e nel
e a meno di non cagionar lentezza e languore sì nell’azione che nella musica . Non era nemmeno dotato d’orecchio bastevolmente
100 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XV. Satiri: Ilarodie: Magodie: Parodie: Mimi: Pantomimi. » pp. 171-200
La rappresentazione e la danza composero sempre un corpo solo con la musica e la poesia. Versi non potevano cantarsi dal Coro
animare con vivace energica rappresentazione la poesia, usando di una musica semplice moderata, la quale contenendo la voce ne
l canto fu più artificiale e la melodia più espressiva spiegandovi la musica tutte le sue forze e gli artificii armonici con s
tare col solo gestire quello che ottimamente esprimeva la poesia e la musica , senza che la favola ne divenisse più perfetta. D
a compiacersi di vederlo danzare senza soccorso delle parole e della musica , e quindi, ove giusto gli sembrasse, dispreggiass
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