mai comparvero sulla scena greca a volto nudo, ma si coprirono di una
maschera
, la quale nè sempre fu la stessa, nè si usò sempr
volle introdurla, avesse avuto tal disegno, perchè l’inventore della
maschera
s’ignorava anche ai tempi di Aristotilea. Per ind
per gli otri e s’imbrattarono di feccia, si rinvenga l’origine di una
maschera
ridicola. Ma quei cori non erano tuttavia ciò che
mai farlo con intento di eccitare il riso? Alla feccia succedette la
maschera
decente trovata da Eschilo. Ora chi direbbe che l
hilo. Ora chi direbbe che l’autore dell’Eumenidi avesse inventata una
maschera
per far ridere ? Essa allora ben lontana dal serv
teologia. Che se con Suida voglia attribuirsi l’invenzione della vera
maschera
, non ad Eschilo tragico, ma a Cherilo l’Ateniese
lo l’Ateniese ch’egli chiama comico; non perciò potrà negarsi, che la
maschera
allora si ammettesse ugualmente nella tragedia e
impiadi almeno. Del resto nulla dimostra con maggiore evidenza che la
maschera
si usò per bene imitare i personaggi, quanto la c
osta dal poeta per contraffare il sembiante di Cleone e supplire alla
maschera
che gli artefici ricusarono di formare per timore
i fosse quel Socrate.» Anche allora che si mordevano gli estinti, la
maschera
rappresentava le persone nominate, come quando Ar
Solone che vietava di dir male de’ morti. I Romani stessi usarono la
maschera
ne’ funerali de’ principi per imitarne esattament
, che nel funerale di Vespasiano l’archimimo Favore rappresentò colla
maschera
e coll’imitazione, giusta il costume, la persona
la commedia a rappresentare finte azioni di finte persone private, la
maschera
nata solo a mostrare il vero, benchè più non rass
Polluce nel libro IV, capo 20. E di questa naturale imitazione della
maschera
approfittandosi Nerone, si compiacque, allorchè c
ommunicarla e distenderla. Per la qual cosa al tempo stesso che colla
maschera
copiavansi gli altrui sembianti, si cercò di farl
, e producesse un’articolazione piena chiara e sonoraa. Nè poi questa
maschera
di tutto il capo rimase inutile allorchè si costr
Scauro capace di ottantamila. Fu perciò necessario che quella grande
maschera
di tutto il capo che portava la voce in gran dist
alle grandi figure del Correggio nella cupola del Duomo di Parma. La
maschera
dunque presso gli antichi servì per occultare il
Theatro del Bulengero lib. I, cap. 54. a. L’attore si valeva di tal
maschera
volgendosi al popolo da quel lato che secondo il
i attori per esprimere col volto i movimenti dell’animo, che senza la
maschera
avrebbero mirabilmente dipinto nel sembiante natu
hera avrebbero mirabilmente dipinto nel sembiante naturale. Di questa
maschera
fanno parimente menzione Polluce, e Boindin in un
mai comparvero sulla scena Greca a volto nudo, ma si coprirono di una
maschera
, la quale nè sempre fu la stessa, nè si usò sempr
volle introdurla, avesse avuto tal disegno, perchè l’inventore della
maschera
s’ignorava anche a’ tempi di Aristotile142. Per i
per gli otri e s’imbrattarono di feccia, si rinvenga l’origine di una
maschera
ridicola. Ma quei cori non erano tuttavia ciò che
mai farlo con intento di eccitare il riso? Alla feccia succedette la
maschera
decente trovata da Eschilo. Ora chi direbbe che l
hilo. Ora chi direbbe che l’autore dell’Eumenidi avesse inventata una
maschera
per far ridere? Essa allora ben lontana dal servi
teologia. Che se con Suida voglia attribuirsi l’invenzione della vera
maschera
, non ad Eschilo tragico, ma al Cherilo Ateniese c
herilo Ateniese ch’ei chiama comico, non perciò potrà negarsi, che la
maschera
allora si ammettesse ugualmente nella tragedia ch
impiadi almeno. Del resto nulla dimostra con maggiore evidenza che la
maschera
si usò per bene imitare i personaggi, quanto la c
osta dal poeta per contraffare il sembiante di Cleone e supplire alla
maschera
che gli artefici ricusarono di formare per timore
osse quel Socrate” ecc. Anche allora che si mordevano gli estinti, la
maschera
rappresentava le persone nominate, come quando Ar
Eschilo ed Euripide già morti (Nota XXV). I Romani stessi usarono la
maschera
ne’ funerali de’ principi per imitarne esattament
, che nel funerale di Vespasiano l’archimimo Favore rappresentò colla
maschera
e coll’ imitazione, giusta il costume, la persona
la commedia a rappresentare finte azioni di finte persone private, la
maschera
nata solo a mostrare il vero, benchè piu non rass
nomastico di Giulio Polluce148. E di questa naturale imitazione della
maschera
approfittandosi Nerone, si compiacque allorchè ca
comunicarla e distenderla. Per la qual cosa al tempo stesso che colla
maschera
copiavansi gli altrui sembianti, si cercò di farl
producesse un’ articolazione piena, chiara e sonora149. Nè poi questa
maschera
di tutto il capo rimase inutile allorchè si costr
M. Scauro capace di ottantamila. Fu perciò necessario che quella gran
maschera
di tutto il capo che portava la voce in gran dist
ene alle gran figure del Correggio nella cupola del Domo di Parma. La
maschera
adunque presso gli antichi servì per occultare il
heatro del Bulengero lib. I, cap. 54. 147. L’attore si valeva di tal
maschera
volgendosi al popolo da quel lato che secondo il
i attori per esprimere col volto i movimenti dell’animo, che senza la
maschera
avrebbero mirabilmente dipinti nel sembiante natu
hera avrebbero mirabilmente dipinti nel sembiante naturale. Di questa
maschera
fanno parimente menzione Polluce nell’ Onomastico
della bandiera, e di togliersi per alcuna delle sue trasformazioni la
maschera
d’arlecchino. Alle quali osservazioni il Bigottin
ch’egli poi soppresse, rigettava, discutendole, quelle concernenti la
maschera
. …. Anzitutto, Signori, voglio farvi osservare,
diritto di prender tutte le figure che voglio. Ora, se io conservo la
maschera
che appartiene esclusivamente ad Arlecchino, l’il
i. Se io mi trasformo in Turco, mi bisogna necessariamente toglier la
maschera
per la verità del costume. Quando io faccio una p
verità del costume. Quando io faccio una parte di bleso, mi tolgo la
maschera
: perchè ? Perchè colla maschera non potrei mostr
ccio una parte di bleso, mi tolgo la maschera : perchè ? Perchè colla
maschera
non potrei mostrare sul mio volto gli sforzi che
i Richelieu, colla data del 1778, Bigottini chiedeva di riprendere la
maschera
dell’arlecchino ; ma la dimanda fu respinta. Il B
lari. Nulla uguaglia la prontezza con cui egli cambia di costume e di
maschera
; la sua perizia a questo proposito ha del prodig
vi stringe l’anima. La sera memorabile in cui Antonio Petito prese la
maschera
al San Carlino, fu presentato al pubblico dal pad
suo predecessore Gio. Batta Garelli. Toltasi il vecchio Salvatore la
maschera
di sul volto, e adattatala su quella del figliuol
hiarazione dei diritti dell’uomo rianimava, tardi ma in tempo, fin la
maschera
acerrana ; il Palcoscenico del San Carlino aveva
illa, dice : Antonio Petito, a cui la riforma sorrideva, raccolse la
maschera
, ma se ne coperse la faccia non per nasconderla s
orridere, nel sonno, le loro labbra dischiuse. Quanto al costume, la
maschera
del pulcinella è nata con la camicia e i calzoni
ro bianco a cono, talvolta ripiegato in avanti, scarpe basse, e mezza
maschera
nera con enorme naso aquilino. Le modificazioni c
Callot). Quanto al carattere, il pulcinella, dapprima stragoffissima
maschera
(V. Fiorillo Silvio), andò poi come le altre tutt
e della sua persona e del suo nome : in taluni prevalse l’idea che la
maschera
fosse invenzione moderna ; in altri, specie dopo
Del Buono Luigi. Artista celebre nella
maschera
dello Stenterello, ch’egli creò, nacque a Firenze
ammiratore profondo del Pulcinella…… pensò di creare lui stesso una
maschera
che stesse di fronte a quella milanese del Menegh
o com’era Luigi Del Buono non poteva non riuscire. Ideò subito la sua
maschera
che altro non doveva essere che il popolano fiore
Secondo la tradizione, il Del Buono avrebbe accolto l’idea della sua
maschera
dalla viva voce del basso popolo fiorentino, chia
olta dallo stesso Jarro insieme ad altre molte notizie concernenti la
maschera
e l’artista (ivi, 13 e 20 aprile ’91), io credo c
corretto e pregiato – nella satira arguta educativa – maestro – della
maschera
fiorentina – inventore In questa casa che fu di s
iccoli errori satirico flagellatore. Un po’alla volta, pur troppo, la
maschera
perdè la sua prima fisionomia, terminando col tra
ttezza, avendo nel ’21 il Del Buono già da quarant’anni creato la sua
maschera
? o forse il Fracanzani, caratterista allora al f
i Vestri, aveva, quarant’anni prima accennato con insuccesso a quella
maschera
, affermata poi nel suo maggiore sviluppo dal nost
ta forma, è anche anteriore al tempo in cui il Del Buono vestì la sua
maschera
, come anche anteriore mi sembra la giubba a vita
e nel 1823, discorre diffusamente Jarro nella sua opera Origine della
maschera
di stenterello, da cui riferisco in ristretto. Da
re nella stamperia Cellai in via de' Martelli passò allo studio della
maschera
, esordendo in un teatrino popolare di via delle R
il Ricci di colera nel '55, Raffaello Landini prese lo scettro della
maschera
di stenterello, nè più ebbe chi lo imitasse o gli
Moncalvo Giuseppe. Artista celebre nella
maschera
milanese del Meneghino, giudicato dal Vestri la v
, di Agamennone, di Egisto, ecc. Fattosi capocomico nel '19, trovò la
maschera
del Meneghino, resa popolare da Gaetano Piomarta,
al Meneghino, egli s’adontava ogni qualvolta gli si desse il nome di
maschera
…. e lo si mettesse in mazzo con Arlecchino, Brigh
Brighella e Pantalone. « Meneghino – egli diceva – è carattere e non
maschera
, » e Ambrogio Curti, da cui tolgo le presenti par
di acume e di sale ; così si affibbiò il nomignolo di Meneghino alla
maschera
del popolo milanese, nella stessa guisa che si ba
lanese, nella stessa guisa che si battezzò col nome di Pulcinella, la
maschera
del popolo napoletano. Comunque sia, il Meneghin
la Menichelli. Fu attore pregiato nelle commedie improvvise, sotto la
maschera
di Brighella, e nelle premeditate senza maschera.
improvvise, sotto la maschera di Brighella, e nelle premeditate senza
maschera
. Par nullameno ch'egli fosse assai più reputato v
figura di donna che dimostra che stà cantando. E quanto all’uso della
maschera
nulla di più ragionato presso gli antichi, e null
e nulla di più goffo e puerile presso i moderni. Quelli variavano la
maschera
giusta il bisogno di ogni favola; e questi si han
strarsi al popolo con volto nudo; e se tra’ Romani alcuno deponeva la
maschera
era solo in pena di avere male rappresentato, per
ojo dipinta e invernicata a. Gli antichi finalmente accompagnavano la
maschera
della testa con tutto il vestito, in tutti gli at
a figura di donna che dimostra di star cantando. Quanto all’uso della
maschera
nulla di più ragionato presso gli antichi, e null
e nulla di più goffo e puerile presso i moderni. Quelli variavano la
maschera
giusta il bisogno di ogni favola; e questi si han
strarsi al popolo col volto nudo; e se tra’ Romani alcuno deponeva la
maschera
, era solo in pena di avere male rappresentato, pe
jo dipinta e invernicata129. Gli antichi finalmente accompagnavano la
maschera
della testa con tutto il vestito, in tutti gli at
dendo con una Compagnia da lui accozzata alla meglio a Piombino nella
maschera
di Stenterello, e peregrinando poi con incerta fo
aggiungere, una grande missione da compiere : la trasformazione della
maschera
. E in questa trasformazione gli pareva dovesse es
o il nome di Stenterello. Tolta questa fisima di trasformazione della
maschera
, in Alceste Corsini restava pur sempre una rara n
Paghetti Giovan Battista. Comico reputatissimo per la
maschera
del Dottore, fiorito nella seconda metà del secol
itava la parte di Dottore, e Galeazzo Savorini che gli successe nella
maschera
, non potrei citarne uno che avesse compiuto un co
gnia, l’attore che lo aveva in quei due anni sostituito, assumesse la
maschera
del Capitano : Depuis peu l’ancien Scaramouche,
non già al ritorno di Scaramuccia assunse l’attore che lo sostituì la
maschera
del Capitano, ma assai probabilmente tornò alla m
sostituì la maschera del Capitano, ma assai probabilmente tornò alla
maschera
antica, poichè sappiamo dal Soleirol come il Bian
poi nè lo Scenario di Biancolelli, nè il Teatro di Gherardi ha più la
maschera
di Spezzaferro ; erronea deduzione, poichè l’ Arl
he poi divenne eccellente, quando dopo la morte di suo padre prese la
maschera
del Dottore, nel qual Personaggio la sua grassa e
ricatura. Anche il Bartoli dice che travagliò con molto spirito nella
maschera
del Dottore e fu conosciuto per un ottimo commedi
ologna, 1820) : Questa è la prima volta che si sente in Lombardia la
maschera
dello Stenterello fiorentino senza annoiarsi. Ope
tale prodigio è la capacità del bravo Cappelletti, che adattò la sua
maschera
al nostro gusto, e piace, e piacerà ovunque. Unis
iede alla scena, in cui sognava di diventare egregio artista sotto la
maschera
di Truffaldino, per la quale avea potuto ispirars
a, contrasse amicizia con Luigi Fabbri, capocomico e artista sotto la
maschera
del Dottore, e con lui unitosi, potè finalmente r
ezia, e il '74 formò società con Francesco Majani, che mise allora la
maschera
del Brighella, e con Antonio Camerani. Entrò il '
i si recò in Ispagna con la compagnia, della quale era parte anche la
maschera
dell’Arlecchino, sebbene il Sand si contraddica,
to Carlo IX nel 1572, tutti i cortigiani vestissero il costume di una
maschera
italiana, e quello d’arlecchino fosse indossato d
gedia come la commedia seria e giocosa. Anche sosteneva con plauso la
maschera
del Brighella nelle commedie all’ improvviso. Fu
di prosa e ballo Rosa e Tranquilli. A tempo perso sosteneva anche la
maschera
di Arlecchino in alcune farse, come nell’Arlecchi
ortanza. Succedendo a Giuseppe Giaratoni il 1729, fu egregio sotto la
maschera
di Pierrot, se s’ha a credere alla seguente quart
ecitato. Morto Alborghetti, lo sostituì con assai onore il 1733 nella
maschera
del Pantalone, e fu ricevuto in compagnia con dec
diede all’arte, sostenendovi il ruolo d’Innamorato, e mettendo poi la
maschera
di Pantalone, nella quale riuscì artista egregio.
tato l’antecedente carnevale. Fu – dice il Bartoli – attore nella sua
maschera
molto esperto ; e accenna a un amore per una donn
Giovanni Salina bolognese, servitore da palco, era probabilmente la
maschera
incaricata alla porta del palcoscenico di non las
, com’ è in uso anche oggi. E anche ieri come oggi, nonostante quella
maschera
, l’amico dei comici, il protettore, il critico, s
sima nella caratteristica parte della vecchia Porzia che recitò colla
maschera
al viso ; e a quella della Porzia seguì la parte
lo. Collinetti Francesco, veneziano, fu attore di assai merito nella
maschera
di Pantalone, ch’egli assunse per sostituire Andr
nel vol. XV dell’ Ediz. Pasquali : Passabile era il Gollinetti colla
maschera
di Pantalone, ma riusciva mirabilmente senza la m
inetti colla maschera di Pantalone, ma riusciva mirabilmente senza la
maschera
nel personaggio di veneziano, giovane, brillante,
ato, fiorentino, fu il più forte seguace di Luigi Del Buono, sotto la
maschera
di Stenterello. Figlio di Giovan Batista, pettina
lcuni manifesti di sua serata, rilevo che Stenterello non era la sola
maschera
che figurasse nella Compagnia. La beneficiata
enghini Giovan Battista, bolognese. Recitò con molto spirito sotto la
maschera
di Tabarrino, prima con accademici nel Teatro Mal
ia di Onofrio Paganini, ci dà il seguente ritratto dell’ uomo e della
maschera
: Era egli d’ una statura alquanto piccola, ping
Rubini Francesco, mantovano. Recitava con gran merito sotto la
maschera
di Pantalone. Fu il 1733 a Milano nella Compagnia
5 a sostituirvi il Garelli (V.), che gli pose in volto di sua mano la
maschera
, presentandolo al pubblico. Fr. Bartoli ci narra
trovò, e ricorda che ne faceva parte un Fargnoccola, che par nome di
maschera
. Nell’Indice Universale della Libraria, o Studio
Gnigniocola, e avrai la riprova che si tratta veramente di un nome di
maschera
appartenente alla infinita schiera degli antichi
Ciavarelli Luigi Alessandro. Questo comico, famosissimo sotto la
maschera
dello Scapino, che il Goldoni dice eccellente pan
re del 1739 Alessandro Ciavarelli esordì alla Commedia italiana colla
maschera
di Scapino nello Scenario italiano, La Cameriera,
ì il 20 settembre 1759, succedendo a Carlo Antonio Veronese, sotto la
maschera
di Pantalone in una commedia di Sticotti figlio e
: Quest’ uomo intimamente comico, aveva l’ arte di far parlar la sua
maschera
, ma a viso scoperto brillava ancora di più. Aveva
ssione del dolore, della collera, della gioia a traverso una orribile
maschera
nella quale il suo ingegno superiore aveva saputo
i, potremmo forse, e senza troppa fatica, intravvedere il germe della
maschera
dello Stenterello, la quale sola serbò in teatro
teatro l’uso delle ottave, che furon poi come l’elemento primo della
maschera
, poichè in esse Stenterello mostrava senza incepp
io di Francesco Albergati, cominciò ad addestrarsi sotto di lui nella
maschera
di Arlecchino e in altre parti comiche o serie a
uale stette due anni, ma con poca fortuna, sostituendolo talora nella
maschera
del Truffaldino. Il matrimonio non si effettuò pi
media italiana. Il Bartoli, contemporaneo del Coralli, dice : « Nella
maschera
dell’ arlecchino non piacque pel troppo disuguale
esent, ha manco tempo, che non ha so par. E via di questo tenore. La
maschera
del Dottore come quella del Capitano, mutava il p
tano anche poteva mutar foggia di vestire ad libitum degli attori, la
maschera
del Dottore, sotto qualsiasi nome fosse rappresen
il Riccoboni, a dir vero (op. cit.), piacque a taluno rappresentar la
maschera
del Dottore con serietà ; ma di tal maniera non c
a forca par fet pratic int ’al mstiir. Ecco per quel che concerne la
maschera
del Dottore le parole di Pier Maria Cecchini, il
de là, e l’andar l’è per dezà. Per quel che concerne l’origine della
maschera
del Dottore, dice il Sand (op. cit., II, 30) : L
ine della maschera del Dottore, dice il Sand (op. cit., II, 30) : La
maschera
nera che non copre se non la fronte e il naso del
accettata dai più, i quali anche son d’accordo nell’affermare che la
maschera
del Dottore cominciò ad aver vita sulle scene ita
vincoli di parentela così stretta da scambiarla per identità. Così la
maschera
bolognese, il dottore, sarebbe ben più antica di
omeo nel ’65. Non aveva al principio della sua vita artistica portato
maschera
, e sosteneva in iscena il carattere dell’Abate. U
a parte principale suo padre. Quanto valesse Vincenzo Cammarano nella
maschera
del Pulcinella e come sapesse afferrare il suo pu
, che fu Maestro di Mattia Barra, il qual Ciccio Baldo gli regalò una
maschera
di Pulcinella, ch’era stata del mentovato Andrea.
fu dell’Acerra, Città otto miglia discosta da Napoli. Fù adunque tal
maschera
molto stimata, e tenuta in pregio da Michelagnolo
con Girolamo Medebach, e recitò per alcun tempo applauditissimo nella
maschera
di Pulcinella.
Malossi Carlo. Di Parma : recitava sotto la
maschera
di Pantalone ; ed è citato dal Bertolotti fra i c
Ranuzzi Francesco. Recitava, applaudito, sotto la
maschera
di Brighella. Il maggio del 1777 era a Modena, co
recitava con gli stessi nel Teatro di San Moisè, esercitandosi nella
maschera
di Brighella. Questi i principii di questo artis
fu attore pregiato, ma anche nelle cose studiate, in cui, deposta la
maschera
del Brighella, si mutava egregiamente in tiranno,
tro di Corte di Versailles ove recitò il 15 e il 21 marzo 1685 con la
maschera
di Pascariello Tuono. Il Mercurio di Francia dic
squariello del Bertelli (1594) avrebbe un semplice abito di Zanni con
maschera
dal naso grande e aguzzo, simile a quella di Pulc
tocchi Carlo,bergamasco, recitò – dice Fr. Bartoli – assai bene nella
maschera
dell’ Arlecchino, e ne’ Teatri di Venezia fu per
Fainetti Nicola. « Torinese. S’esercita nella
maschera
del Tartaglia (1782) ; fu nelle Compagnie di Gius
Marzocchi Giovanni. Comico assai pregiato nella
maschera
del Dottore che sostenne al Teatro S. Luca di Ven
ini Fedele. È citato da Fr. Bartoli come capocomico e attore sotto la
maschera
di Arlecchino, in cui si mostrò valente, e in car
una sua casa sopra la porta del Mercato. Il Ferrarese recitava con la
maschera
di Tartaglia.
ortunati Tommaso. « Altro figlio di Domenico, il quale recitava nella
maschera
del Brighella. È marito della Rosa Camerani. Sa m
col quale trovavasi del 1782. Fu reputato attore di pregio così nella
maschera
di Brighella, come nelle parti d’innamorato, di t
o indefesso, accurato e minuzioso, sostituire Agostino Fiorilli nella
maschera
del Tartaglia, quando questi si tolse dalla Compa
Zaccagnino. Chi si nascondesse il 1496 sotto questo nome di
maschera
non si sa. Egli è citato nella lettera di Ercole
Antonio. Figlio del precedente, si diede anch’egli a recitar sotto la
maschera
di Tartaglia con buon successo. Fu col Bazzigotti
Recitò nelle commedie studiate e all’improvviso, principalmente nella
maschera
di Brighella, e « poteva – dice il Bartoli – tra’
Pozzi Girolamo, bolognese, recitava egregiamente sotto la
maschera
del Dottore, e fu lungo tempo scritturato ne'teat
Zurlini Agostino. Artista egregio del secolo xviii per la
maschera
del Brighella e per altre parti comiche nelle Com
Gnudi Vincenzo. Bolognese. Attore di qualche pregio per la
maschera
del Dottore che sosteneva alternativamente con qu
mproveri, nelle invettive era risentito e sentenzioso ; e giocando la
maschera
del Traccagnino mostravasi lepido e negli scherzi
all’ amore de’suoi affezionatissimi veneziani. Quindi togliendosi la
maschera
ne copri la faccia al Rubini, e riverendo il popo
Cortesi Giovan Battista, veneziano. Recitò sotto la
maschera
di Pantalone. Sposata nel 1767 una fanciulla di U
sostituendo, alla sua morte, il suocero Francesco Sgarri (V.), nella
maschera
dell’ arlecchino.
fattore all’arte del comico, nella quale riuscì felicemente sotto la
maschera
del Pantalone. Fu anche buon musicista, e cantò p
me lo chiama Fr. Bartoli, fratello della precedente, recitò sotto una
maschera
che pare da lui inventata, non avendone trovato i
ome d’un comico bolognese, che recitò nelle migliori Compagnie con la
maschera
del Dottore,« e si mostrò – dice Francesco Bartol
per l’ '82 con Francesco Paganini. Recitava anche bene parti senza la
maschera
, e avrebbe meritata – disse Fr. Bartoli – miglior
Villani Felice. « Bolognese. Recita (1781) nella
maschera
dell’arlecchino con qualche spirito ; travagliand
non possedesse il dialetto bolognese recitò sufficientemente sotto la
maschera
di Dottore. Stette più anni nella Compagnia di Gi
si diede all’arte del comico nella quale riuscì egregiamente sotto la
maschera
del Pantalone. Fu lungo tempo colla Compagnia di
ritturata nel 1826 tutta la famiglia Dondini. Recitava anche sotto la
maschera
d’Arlecchino, festeggiatissimo. Era forse figlio
Giovanni Tabarini di Venezia diede col suo casato il nome alla famosa
maschera
del Ponte Nuovo di Parigi, figurante un quarant’a
una Francesca Coulignard (per l’appunto anche la moglie di Tabarino,
maschera
, si chiamava Franceschina) ? Tutte domande a cui
i parentela con quello di Venezia. Quanto al costume ho riprodotto la
maschera
del Sand, che non è che una variante dei tanti Za
Borghieri Claudio, bolognese. Sosteneva la
maschera
del dottore, « rappresentando – scrive il Bartoli
cci Bartolommeo, romano, fu assai pregiato da’suoi concittadini nella
maschera
di Pulcinella. In un discorso dell’Arte Comica, d
nelle Convenienze Teatrali del Sografi, e recitò anche talvolta colla
maschera
di Arlecchino. Morì nel 1835 a Ferrara.
passando poi con Maddalena Battaglia. Si dedicò più specialmente alla
maschera
del Brighella, che sostenne assai degnamente, e i
Giuseppe. Comico, fiorito nella seconda metà del secolo xvii, con la
maschera
del dottore, e famoso col nome di Dottor Lanterno
dia : Molière ne avrebbe solo mutato il nome, facendo dello Scappino,
maschera
, mascheretta, mascherina italiana, il suo Mascari
, della quale vedasi il frontespizio, pag. 267, a illustrazione della
maschera
del Beltrame. Che cos’è la Supplica ? Una rispost
ni — dice il Bartoli — poco dopo il 1640. Ed ora alcune parole sulla
maschera
che egli creò. Questo tipo, più moderno del Brig
dinario, e io credo sia un costume del tempo, o di poco prima. La sua
maschera
è la stessa di Scappino. Beltrame, milanese, vole
ito. L’incisione del Joulain, che è nel Riccoboni, è modellata sulla
maschera
della Supplica qui riprodotta. Ed eccone i colori
0, esordì col ruolo d’innamorato, dedicandosi poi esclusivamente alla
maschera
d’arlecchino, che sostenne con molto favore, e pe
donato le parti amorose per quelle di Capitan Coviello, che è appunto
maschera
napoletana.
e nel 1770 passò con quella di Girolamo Medebach per recitarvi nella
maschera
del Dottore, ma poco ivi potè far valere il suo s
ente nelle commedie italiane le parti di nobile veneziano, e sotto la
maschera
di Pantalone era impareggiabile. Morì a Parigi il
a parrocchia. (Cfr. Campardon, op. cit.) Per tutto quanto concerne la
maschera
del Pantalone, V. Pasquati Giulio da Padova. Ali
e Scapin, in cui prese il nome di Finocchio. Cominciò a recitar colla
maschera
, ma fu costretto dal pubblico a lasciarla alla se
vestito. Nel resto si conformò al carattere dello Scapino, poichè la
maschera
dell’uno è uguale a quella dell’altro. Quanto al
scritturò in una modesta compagnia, in cui riuscì egregio Tartaglia,
maschera
ormai abbandonata dopo la morte di Agostino Fiori
. Recitava intorno al 1623, nella Compagnia dei Comici Uniti sotto la
maschera
di Dottor Graziano Forbizone da Francolino. Abbia
Giussani Carlo. Milanese. Riuscito nella
maschera
del Brighella un mediocre imitatore del celebre A
gnese. Attore reputatissimo, recitasse egli a viso scoperto, o con la
maschera
del Dottore o del Brighella. Fu con Gabriele Cost
io. Cola (Nicola) sarebbe stato dunque anche allora nome di persona e
maschera
? Vacantiello, diminutivo di vacante, vuoto, era
o. Le parole trascritte starebber dunque a provare ch'egli snaturò la
maschera
del Brighella. Naturalmente i giudizi su di un at
fonso. Ne traggo alcuni per dar l’idea di che cosa fosse diventata la
maschera
di Brighella Cavicchio di Val Brembana, disceso d
ere dunque verso il '20. La sua fine fu delle più misere. Pare che la
maschera
di brighella venisse al mondo sotto brutto auspic
ena una certa Giuseppa Zacchea di Milano. Venuto a maturità, vestì la
maschera
del Brighella, sotto la quale si mostrò pur valen
el Reggente che si recò a Parigi il 1716, e vi recitò sotto la stessa
maschera
per molti anni. Passò a seconde nozze il 13 novem
Menichelli Nicola. Buon comico per le parti improvvise sotto la
maschera
dell’ Arlecchino. Recitava – dice il Bartoli – un
ce prender più tardi al Barese la risoluzione di mettere anch’esso la
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del pulcinella. Così fece : e andò di sera in ser
edia in prosa, ora nell’operetta. Tornato da Roma il Barese smette la
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e diventa or generico, ora caratterista nelle ope
e le parti di spiritoso intrigante, in costume di arlecchino senza la
maschera
. Dovè recarsi a Parigi verso il 1644, perchè il 9
pugno ad ottauio. che subito cio seguito Triuellino uenne fuori senza
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e domandò perdonanza allo Ser.mo S. P.e che si tr
citò nelle commedie all’improvviso e scritte, e verso il 1780 mise la
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di Pantalone. Morta la moglie, trovò modo di alle
o Tomeo, fatta dal Di Giacomo, il Cioffo riapparirebbe sotto l’antica
maschera
del Tartaglia, per la quale salì in grandissima f
e ci occorre questo nome in tanti documenti veduti. Forse era nome di
maschera
? Forse metatesi di Lorenzino ?
ni, col quale era ancora il 1781. Recitava il Tomasoli anche senza la
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parti di vario carattere, e fu, dice Fr. Bartoli,
aganini e Faustina Tesi, in cui trovavasi il 1781. Mise da giovine la
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del Pantalone, poi quella del Dottore ; e, dice i
mediocremente le parti di innamorato, poi, con moltissimo plauso, la
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del Brighella. Fu anche, per molti anni, capocomi
1650, il di cui nome era Giuseppe Albani (V. in Suppl.). Vedi, per la
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, al nome di Bocchini, p. 459, ov’è la deliziosa s
ta in Nizza di Provenza, la primavera del '71. Si diede a sostener la
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del Brighella, e dice il Bartoli (1781), che egli
75. Fu poi con la Battaglia, e sostituì egregiamente il D'Arbes nella
maschera
del Pantalone. Di bella persona e di bella voce,
notizie di questo comico, il quale fu rinomatissimo artista sotto la
maschera
del Dottore, e col nome teatrale di Dottor Brenti
a differenza del suo omonimo Giovan Angiolo Lolli che sotto la stessa
maschera
fu celebre in Francia col nome di Dottor Baloardo
li Francesco. Figlio del precedente, fu degno successore di lui nella
maschera
di Tracagnino che sostenne lungo tempo al S. Luca
rir sulla scena, e ove s’ebbe la migliore accoglienza specia sotto la
maschera
del Dottore, in cui si mostrò molto esperto per l
e, figlio del precedente, fu capocomico e artista rinomatissimo nella
maschera
d’ Arlecchino. « Fu chiamato – dice il Bartoli –
ò di punto in bianco un buon mamo, sotto le spoglie di giacometto, la
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inventata da Luigi Duse, poi un mediocre caratter
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