nelle forze del proprio ingegno, vorrebbe in ogni conto trovarla fra
loro
; nel che parmi che corra dietro alla pietra Filos
otevano empiere talmente il gusto de’ Mori di Spagna, che non dessero
loro
luogo a desiderare altri spettacoli, tuttochè Ave
mano per tutti i Mori Spagnuoli; ciò appunto meglio svilupperebbe il
loro
genio avverso agli spettacoli scenici. Ma quanti
ne e gli rese fecondi di tante festive invenzioni, come restarono tra
loro
sconosciuti gli scenici spettacoli? Io non so com
eglessero gli spettacoli scenici, perchè pieni erano e paghi di tante
loro
invenzioni festive, che rendevangli sicuri coll’e
e e giochi. Gli abitatori delle Arabie forse un tempo, alterandosi le
loro
usanze, sentiranno quel conato che spinge l’uomo
elli oggetti. Che se per le colpe de’ Cristiani la Provvidenza avesse
loro
duplicate le forze della mano e del senno, se da’
videnza avesse loro duplicate le forze della mano e del senno, se da’
loro
acquisti sorta fosse, invece di varj piccioli dom
rj piccioli dominj una sola potente Monarchia, o al più due, forse il
loro
Regno durerebbe tranquillo e rispettato, e forse
ica, come alla Poesia rifiutando i frivoli giuochetti meccanici della
loro
versificazione, e camminerebbero sulle tracce di
Romano Imperio? Se dunque le vicende di questi seppellirono sotto le
loro
rovine tanti componimenti Drammatici Greci e Lati
i Greci e Latini sono periti: ma tanti ne sono rimasti da provarci il
loro
studio in questo genere. Se dunque le tante vicen
e misura di quelle dell’Arabico) non ci hanno privato interamente de’
loro
Drammi, le vicende dell’Arabico in Ispagna, potev
mpre in piedi tanti parlanti testimonj di tali studj nelle rovine de’
loro
Teatri: ma in Ispagna in poco più di tre Secoli,
ronto di questi argomenti co’ suoi, e di buona fede ci dica, quali di
loro
preponderino nel suo perspicace del pari e imparz
più non udrà risuonar que’ gran nomi che tanto splendore alla nazion
loro
recarono, se troverà le moltiplici parti che conc
o, non ha potuto produrre effetti simili a quelli che producevano fra
loro
le medesime cose. Gli uffizi di poeta, di musico,
mpo separate la filosofia, la legislazione, la poesia e la musica, la
loro
individuale influenza ha dovuto esser minore perc
di essi rami rinato dipersè e cresciuto separatamente dagli altri, la
loro
unione non ha potuto rendersi tanto adattata e pi
é il musico alcuna ingerenza negli affari dello Stato, anzi riuscendo
loro
troppo pericoloso il mischiarvisi, non hanno potu
loro troppo pericoloso il mischiarvisi, non hanno potuto esercitar il
loro
talento se non se intorno ad argomenti di puro di
a diversa maniera di prender codesti oggetti ha dovuto influire sulla
loro
mediocrità. Imperocché ove le cose non hanno altr
vorrebbe far l’onore agl’Italiani di non credere che così avvenga ne’
loro
teatri, ed attribuisce simili effetti che si vegg
i tuoni acquistano vaghezza e lavoro di note, vano essi deviando dal
loro
carattere imitativo; sendochè la loro successione
di note, vano essi deviando dal loro carattere imitativo; sendochè la
loro
successione nella voce dell’uomo semplice per se
Furono singolari fra gli altri quelli di Sparta e di Creta. Tutte le
loro
canzoni e le loro danze erano, secondo la testimo
fra gli altri quelli di Sparta e di Creta. Tutte le loro canzoni e le
loro
danze erano, secondo la testimonianza di Platone
azzuffarsi in battaglia coi nemici diriggevano la marcia delle truppe
loro
piuttosto col suono dei flauti che con quello del
e musico e poeta mossero guerra al nascente corrompimento; gli sforzi
loro
altro non fecero che ritardar per poco la malatti
, né più sì conservò per l’avvenire l’applicazione delle cantilene ai
loro
rispettivi uffizi. Sovente, al dire di Plutarco,
e rapire in estasi di divozione e di dolcezza interna, lo che non era
loro
avvenuto di esperimentare sentendo lo stesso salm
fiumi e camminare le selve. Credono i Cinesi che l’antica musica del
loro
paese avesse fatto scender dal cielo l’intelligen
gusto della musica che vi regna» diceva Confucio. Ma quanto siasi fra
loro
cambiata questa influenza dacché s’introdusse un
Vantavano anch’essi in Ishac, in Kathab Al Moussouly e in Alfarabi i
loro
Lini, i loro Ismeni e i loro Epimenidi, che opera
ch’essi in Ishac, in Kathab Al Moussouly e in Alfarabi i loro Lini, i
loro
Ismeni e i loro Epimenidi, che operavano dei mira
, in Kathab Al Moussouly e in Alfarabi i loro Lini, i loro Ismeni e i
loro
Epimenidi, che operavano dei miracoli colla voce
pimenidi, che operavano dei miracoli colla voce e cogli strumenti. La
loro
musica era innestata colla filosofia, e i sapient
assioni fondati sui moti della musica, e sulle diverse vibrazioni dei
loro
strumenti. Il Khaschbat e l’oud erano i principal
endere dalla traduzione del seguente squarcio che si trova in uno dei
loro
poeti, come lo ricavo da una erudita memoria del
ardo degli uomini, inciampano frattanto negli agguati ch’egli ha teso
loro
nelle ascose reti. «Il pastore, riposando allorch
la legge di tutte le cose umane, nondimeno conservarono lungamente il
loro
splendore a motivo della eccellente loro costituz
o conservarono lungamente il loro splendore a motivo della eccellente
loro
costituzione, e dell’intimo rapporto che avevano
della lor perfezione: diamone presentemente una occhiata all’interno
loro
meccanismo, onde rintracciar meglio la differenza
? Socrate: appunto. Considera dunque qual nome può ricevere l’arte da
loro
. Alcib. Pare che tu vogli accennare la musica. So
he fa in altro luogo lo stesso Platone 116, la melodia costava appo
loro
di poesia di ritmo, e d’armonia. Dalla perfezione
di poesia di ritmo, e d’armonia. Dalla perfezione ove fu condotta da
loro
ciascuna di esse parti separatamente prese, e dal
ti la frenarono con severa legge e invariabile. La lingua che serviva
loro
di strumento era la più flessibile, la più vaga,
dorico, ionico, eolico ed attico, che indifferentemente s’usavano dai
loro
scrittori, per mezzo dei quali le cose che non po
one rappresentasse all’anima un gruppo d’immagini, erano vantaggi per
loro
, ai quali noi per soverchia timidezza abbiamo in
delle lingue e della poesia. Che si dirà poi dell’arte che avevano i
loro
musici nel contrasegnare gli accenti, onde così s
dai poeti secondo il diverso oggetto che prendevano a dipignere117. I
loro
poemi, e singolarmente quelli di Omero (genio imm
. Di cento ventiquattro piedi tra semplici e composti onde costava la
loro
prosodia (numero prodigioso, dal quale solo potre
ato che le passioni dell’animo s’esprimono con movimento analogo alla
loro
natura, la tristezza, per esempio, e lo scoraggia
più rimessi il timore, e così delle altre, s’avvisarono d’imitare il
loro
andamento nella poesia dando quantitativo valore
alle sillabe, e certa misura alle parole, affinchè esprimessero colla
loro
durazione, lentezza o velocità l’indole fisica di
movimenti, dal che trassero origine i poetici piedi e la combinazione
loro
diversa. [17] Come una conseguenza di siffatta co
estiere che i ritmi poetici e musicali comprendessero nella imitazion
loro
tutta la varietà di movimenti degli oggetti imita
he, e il secondo di due lunghe precedute da una breve, mostravano col
loro
tardo andamento la lentezza della cosa rappresent
. Di ciò ne basti arrecar una pruova. Essi facevano uso più volte nei
loro
versi di due piedi il giambo e il trocheo compost
a d’uopo metter Archiloco) adoperavano il giambo per guerreggiare coi
loro
nemici mentrechè gli autori drammatici all’incont
coloro i quali tengono per favolosi tutto ciò che non è conforme alle
loro
picciole idee, nondimeno la testimonianza degli a
io le virtù contrarie. Quindi è che il ritmo e i numeri acquistano la
loro
forza nella educazion musicale, ed esercitano la
i acquistano la loro forza nella educazion musicale, ed esercitano la
loro
grande influenza sulle passioni dell’anima». 119
re altresì in qual parte della musica greca fosse riposta la tanto da
loro
vantata qualità d’ispirar le virtù, e di corregge
emperamento, i moti de’ quali dipendono dalle impressioni che vengono
loro
comunicate, o che ponno comunicarsi dalla educazi
influenza dell’armonia. Mille pruove di fatto mi fornirebbe la storia
loro
se il mio scopo fosse quello di far pompa d’erudi
lo di far pompa d’erudizione121. [21] Dal particolare studio posto da
loro
nella formazion della poesia e del metro non meno
ù accreditati. Noi non possiamo abbastanza comprendere cosa fossero i
loro
generi diatonico, cromatico, edenarmonico, parole
tramandata. Non sappiamo con esattezza cosa fossero i modi, quale il
loro
uffizio invariabile, e l’accezione comune di siff
vocabolo presso a loro. Ignoriamo la costruzione e l’uso preciso dei
loro
strumenti, il numero delle consonanze che potevan
ei loro strumenti, il numero delle consonanze che potevano entrar nei
loro
sistemi, mille altre circostanze insomma, senza l
t’opera, dalla sola melodia, così rivolsero ad essa principalmente la
loro
attenzione, la costituirono il fine ultimo dell’a
valli fra gli altri, quei menomi componimenti specifici che sembravan
loro
acconci ad eccitar piutosto certa classe di affet
egli strumenti, e singolarmente delle tibie chiamate coriche dall’uso
loro
, siccome corauli s’appellavano i suonatori. La lo
coriche dall’uso loro, siccome corauli s’appellavano i suonatori. La
loro
esattezza arrivava fino a determinar il gener di
ti d’agevolare lo studio al solo fine che richiedevano le circostanze
loro
, non sospettaron neppure i cangiamenti che dovean
ente ci resta siamo ben lontani dal poter venire in paragone con esso
loro
. Imperocché consistendo senza controversia ogni r
role, della quale nasceva in gran parte il numero, e la cadenza delle
loro
poesie125. [26] Superiore nella esattezza del tem
e al valor delle note musicali, le quali non avendo nella collocazion
loro
altro regolatore fisso che il solo arbitrio del m
tazion poetica e musicale? Ignorano forse che queste non producono il
loro
effetto se non in quanto rappresentano simultanea
ttro minuti nel profferire una vocale. Il secondo di non assegnare la
loro
individuale differenza ai ritmi che costano di tr
misurandosi tutti tre ad un modo, cioè con una tripla, rimangono fra
loro
indistinti. né sono il trocheo ed il giambo i sol
dia, e così delle altre affezioni dell’animo in guisa tale che se fra
loro
si mischiano movimenti di diversa natura, non è p
effetto; fintantoché i minimi componenti dell’armonia non avranno fra
loro
un essenziale e perfetto combaciamento; fintantoc
di vivere eternamente attaccati ai pregiudizi della lor nazione e del
loro
secolo come le cariatidi al piedistallo delle sta
parlare due scrittori cogniti alla Europa non che alla Italia per la
loro
perizia nelle scienze musicali, e che non possono
uente quanto da me è stato detto finora intorno alle due musiche. «La
loro
musica (parla dei Greci) era finalmente e precipu
’avviso che se i soldati s’avezzassero a seguitar con esattezza nelle
loro
marcie la battuta dei tamburi e dei pifferi, si p
ca e della poesia riflette saggiamente che l’idea che noi abbiamo del
loro
genere enarmonico debbono esser alterate e false.
narmonico debbono esser alterate e false. Imperocché dicendosi che le
loro
corde medie si distinguevano per intervalli di qu
ora nello stesso rispettabile autore le intrinseche differenze tra il
loro
genere cromatico ed enarmonico paragonati coi nos
o sicuro che ci serva di guida in cotal labirinto. Alcuni desumono la
loro
diversità dalla sola differenza che corre fra i g
semituoni, di tuoni intieri, o con maggiore distanza; cosa fossero le
loro
tibie, o flauti semplici, doppi, obliqui, destri,
umero le terze e le seste, noi non possiamo comprendere qual fosse la
loro
armonia, né riconoscer alcuna relazione tra la lo
ere qual fosse la loro armonia, né riconoscer alcuna relazione tra la
loro
e la nostra. E dopo tale e tanta ignoranza si tro
retendono di giudica dell’antica musica, e di posporla alla nostra! I
loro
racconti mi sembrano avere la stessa autorità che
re tutte quante le arti imitative per conseguire pienamente l’effetto
loro
. Siccome lo scopo di quest’opera era di parlare p
assati o viventi, i quali, comecché meritino un qualche elogio per la
loro
abilità, non hanno però contribuito al migliorame
e una cosa di puro istinto e d’abitudine, ned hanno rivolto l’ingegno
loro
se non se a considerare la sua parte grammaticale
osofi a niente badarono fuorché alle varie combinazioni de’ suoni fra
loro
, cioè a dire alla sua parte scientifica. Quanto a
li adoperano le più delle volte fuorché ad abbellire i capricci della
loro
fantasia, ne ha in tal guisa sformati i lineament
e i migliori mezzi onde sarà eseguita allo studio per me fatto della
loro
musica e in un della poesia loro. Quando si parla
guita allo studio per me fatto della loro musica e in un della poesia
loro
. Quando si parla o si scrive sopra le belle arti,
siffatta parola. Allorché noi sappiamo indubitatamente che la musica
loro
era rigorosamente soggetta alla quantità, d’altro
tità, d’altro non abbiam d’uopo che di por niente al meccanismo della
loro
poesia per fissare insieme l’importante e vera fo
8 ci riporta che i Lacedemoni correano animosi alla zuffa, allorché i
loro
bellici strumenti facevano sentire l’anapesto; e
cé la veemenza e l’impeto di questo piede Tirteo riaccese negli animi
loro
il valor guerriero, che da molte reiterate perdit
onde noi ci serviamo, senza metter in chiaro lume questa parte della
loro
musica onde mi sono inoltrato con tanto più impeg
nostri musici quanto lor monterebbe di conoscere il meccanismo della
loro
lingua, e segnatamente di rivolgere l’attenzion l
meccanismo della loro lingua, e segnatamente di rivolgere l’attenzion
loro
all’energia de’ piedi onde ogni parola è composta
ion loro all’energia de’ piedi onde ogni parola è composta. Io addito
loro
i moltissimi vantaggi che ne trarrebbono da quest
sovente difettosa delle lor sinfonie. Mi farò in oltre a svegliare la
loro
emulazione mostrando il grado di perfezione a cui
ssi hanno avuto de’ successori, coi quali vengo alle prese, e oppongo
loro
delle ragioni invincibili, e senza replica cavate
portato a dedurne delle altre intorno al meccanismo delle lingue, al
loro
genio, e al loro carattere. Avvegnaché vi sieno d
e delle altre intorno al meccanismo delle lingue, al loro genio, e al
loro
carattere. Avvegnaché vi sieno dei filosofi, i qu
disordine, la confusione, ed anche il solo cangiamento entrasse nella
loro
musica195. La lettura di Platone formava l’occupa
che la decadenza della musica de’ Greci seco trasse anche quella de’
loro
costumi. Ma tornando a noi, la musica de’ Greci f
modo solo196. E questo ci rende ragione della quantità prodigiosa de’
loro
strumenti, e in un ci scopre come essi giunsero a
se i musici si mostreranno ritrosi nell’accordarmela, io dimanderò a
loro
donde nasca ch’essi tutti spinti da un senso inte
ppunto i nostri compositori a non confondere le proprietà de’ modi da
loro
impiegati, a rintracciarne quelli ch’essi trascur
tura di suoni omogenei e proporzionati che hanno un intimo legame fra
loro
, e ch’esistono in qualche guisa da sé. E siccome
ana alcuni personaggi ragguardevoli per la varietà e l’ampiezza delle
loro
cognizioni, con quello che ne han pensato i più g
igliare a quegli amanti appassionati che adorano fino i difetti delle
loro
belle200. I dotti i più giudiziosi e più illumina
hé dunque ci faremo noi coscienza di osservarli entrando nel medesimo
loro
sentimento? Del resto, perché la poesia italiana
e le nostre idee su tale proposito sieno di gran lunga superiori alle
loro
cognizioni. L’arte delle fughe, delle imitazioni,
delle fughe, delle imitazioni, dei disegni opposti e in contrasto fra
loro
, quel concorso di dissonanze, quelle ardite combi
zi, che adoprano tutte le arti imitatrici cogli oggetti che devono da
loro
imitarsi. In tali circostanze i suoni meno atti a
proprietà non potrebbero alterarsi per quanto fossero differenti fra
loro
i mezzi, e lo strumento, e le vie prese da ciascu
si, pure non furono giammai comprese nel numero de’ poemi, non perché
loro
mancava l’entusiasmo, ma perché era da loro sband
ero de’ poemi, non perché loro mancava l’entusiasmo, ma perché era da
loro
sbandita la finzione. Egli è non pertanto indubit
mi teologi, i primi legislatori, ned altro fecero che comunicare alla
loro
nazione la sapienza ch’essi ritraevano dagli Egiz
oncie ad essere cantate, com’io proverollo più a lungo parlando della
loro
declamazione. Quindi io ritorno ai mezzi che la m
perfetti, non essendo per lo più che una serie d’episodi staccati fra
loro
senza verun bisogno e senza veruna verosimiglianz
n bisogno e senza veruna verosimiglianza. Esorto i poeti a sbandir da
loro
quel pregiudizio a cui ha dato origine la debolez
greca. Ne contento d’incorraggiar gli altri col consiglio precedette
loro
ancora coll’esempio in questa traduzione d’un’ele
a Sifillide scrisse. Ma i toscani gelosi di conservare l’autorità del
loro
Dante, e del loro Petrarca, e il volgo alloppiato
e. Ma i toscani gelosi di conservare l’autorità del loro Dante, e del
loro
Petrarca, e il volgo alloppiato dal facile e pron
cascante la renderebbero nell’esametri, i quali per sostenersi nella
loro
pienezza e rotondità hanno bisogno dell’aiuto del
e osservata fintantoché i poeti formarono eglino stessi la musica de’
loro
versi, ma quando la poesia e la musica si separar
gridarono forte contro tale abuso che se ne faceva: pure malgrado il
loro
zelo e l’eloquenza loro i piaceri della ragione f
tale abuso che se ne faceva: pure malgrado il loro zelo e l’eloquenza
loro
i piaceri della ragione furono sagrificati a que’
a che potesse mai farsi nella musica drammatica, scoperta che ha dato
loro
senza contrasto la preferenza sulla musica delle
avvicini ad un’aria perfetta. Finalmente le arie e i cori sono nella
loro
esecuzione tanto lungi dall’essere naturali, che
io mesti in apparenza e pensosi: e’ vi risponderanno che ciò si fa da
loro
per poter liberamente badare agli amabili deliri
ntellettuale attività che fa vedere la concatenazione delle cause coi
loro
effetti, le occulte fisiche forze, che facevano s
vo umor sospingendo verso l’estremità, fosse la cagion prossima della
loro
verzura e freschezza, e parimenti un Apollo si fi
e negli affari degli uomini, e ch’esse agevolmente divenissero amiche
loro
o inimiche, così nell’uomo cresceva la stima di s
rapimento d’Elena o gli oltraggi recati alla Grecia le cagioni delle
loro
disavventure ma l’odio inveterato d’alcuni Iddi c
li vengono sovente ad amareggiare i frali ed interrotti piaceri della
loro
vita, gli uomini non hanno altro supplemento che
l pensiero tutti i beni che a ciascun senso appartengono, e il numero
loro
e l’intensità quanto si può amplificando, giunser
e Maometto destinò ai piaceri de’ suoi fedeli musulmani dopo la morte
loro
, non altronde ebbero principio se non se dai voli
moderni che, volendo tutte le belle arti al preteso vero d’una certa
loro
astratta filosofia ridurre, mostrano di non inten
e delle montagne, e pei gran boschi scorrendo, sembrano cogli orrendi
loro
muggiti di voler ischiantare i cardini della terr
zione approfittandosi, i pretesi saggi di quella gente chiamati nella
loro
lingua “Runers”, o “Rimers”, che riunivano i tito
ventarono, o almea promossero, quella sorte di maraviglioso che parve
loro
più conducente ad eccitare in proprio vantaggio l
tri della Scandinavia. La guerra posta quasi nel numero degli dei dal
loro
antico conquistatore Oddino avea tinto d’umano sa
più prodi campioni era quello di bere un nettare delizioso presentato
loro
nel cranio de’ propri nemici dalle Ouris, ninfe d
e la ragione. Così nemmeno fra le delizie sapevano dimenticarsi della
loro
fierezza. Sembra che Oddino altro divisamento non
l’eccidio del genere umano. Siffatte idee trasparivano eziandio nella
loro
mitologia ripiena di geni malefici, i quali usciv
avasi sopra coloro che riposavano tranquillamente sul letto, e levava
loro
la facoltà di parlare e di muoversi. Bo era un ar
e fra gl’impieghi che cercavano i Septi, ovvero sia i principiali tra
loro
per la buona educazione de’ figliuoli, uno dei pr
i possessori. L’uno e l’altro fu fatto, ed ecco divenir familiari tra
loro
gli incantesimi, le malìe, i sortilegi, le strego
razioni, colle quali assicuravano di poter eccitare e serenar a grado
loro
le tempeste, sedar il mare, sparger il terrore fr
di malattie e render gli uomini invulnerabili, del che non pochi fra
loro
vantavansi d’aver fatto in se medesimi lo sperime
nelle cose morali che nelle fisiche, nacque la custodia più gelosa di
loro
, e il combatter per esse, e il ritorle dai rapito
a e del ferro rovente se non se allorquando niun campione prendeva la
loro
difesa. Era perciò ben naturale che queste consap
coi giganti, nani, damigelle, e scudieri a servigio delle belle o in
loro
custodia, cogl’incantatori, le fate, e i demoni o
idoli, di demoni, di geni, di silfi e di gnomi, vocaboli inventati da
loro
per sostituirli nella spiegazione delle cose natu
o i poemi del Pulci, del Boiardo, del Berni, dell’Ariosto, e dietro a
loro
anche il Tasso, che non piccola parte introdusse
iano d’undici sillabe. Altri disputerà quanto vuole per contrastar la
loro
opinione; io che l’attribuisco più che a mancanza
le; ora chiamando in aiuto gli altri sensi affinchè riempissero colla
loro
illusione quel divario, che pur durava tra le due
nostri tempi. Non parlo di quelli del Chiari, quali per la scipitezza
loro
non possono far né bene né male: nemmeno di quell
ia de’ comici veneziani venuti mesi sono da Venezia a divertire colle
loro
applaudite fatiche la nobiltà di questa Metropoli
e la nobiltà di questa Metropoli e che ora ritornano a Venezia, colle
loro
famiglie, servitori, attrezzi teatrali e robbe di
ioni capo della compagnia de’ Comici di S. Luca di Venezia, che colle
loro
fatiche anno con applauso divertito la nobiltà di
.° D.e Teatro, e che or ripassano da Pavia per il Pò alla Patria, con
loro
servitù, armi, bagaglio, vestiti, ed arnesi teatr
ro di musica non può lusingarsi di tanto co’ suoi virtuosi. A’ più di
loro
non è mai caduto in pensiero quanto sarebbe prima
un vocabolo con l’altro. [3.2] Niente vi ha di più sconcio di quella
loro
comune pratica di mangiarsi le finali, e nel tene
oprappiù47. [3.3] L’andare dipoi de’ nostri attori, gli atteggiamenti
loro
, il portamento della vita, i moti della persona n
l pronunziare e nello esprimersi. Che se ne’ principi primi dell’arte
loro
pur sono cosi disadatti e goffi, qual maraviglia
r nondimeno, non si può mettere in dubbio che il dare a quei passi il
loro
finimento sta al ballerino medesimo e il condirgl
rni virtuosi preso partito, avendo unicamente al cantare rivolto ogni
loro
cura e pensiero. Se non che quivi ancora non osse
adattano le stesse grazie musicali ad ogni sorta di cantilena, e co’
loro
passaggi, co’ loro trilli, colle loro spezzature
grazie musicali ad ogni sorta di cantilena, e co’ loro passaggi, co’
loro
trilli, colle loro spezzature e volate fioriscono
ogni sorta di cantilena, e co’ loro passaggi, co’ loro trilli, colle
loro
spezzature e volate fioriscono, infrascano, disfi
e si rassomigliano, in quella guisa che le donne in Francia, con quel
loro
rossetto e con que’ tanti lor nei, paiono tutte d
che sia da preferirsi il costume dei Francesi, che non permettono a’
loro
cantori quegli arbitri de’ quali troppo sovente s
i pochi che amò singolarmente Apollo sieno permessi i supplementi del
loro
, come a quelli che possono entrare nella intenzio
li strumenti. A tutti gli altri ci provegga il maestro, scrivendo per
loro
ogni cosa, guidandogli a mano in ogni mutazione,
aci, i Buzzoleni, i Cortona, la cui memoria non è già col suono della
loro
voce trapassata ed ispenta? E se una melodia espr
ce, che godevano quelle provincie sotto il lungo e felice governo de’
loro
sovrani, e alla galanteria, e il lusso di alcune
rrando da castello in castello, da città in città, accompagnati dalle
loro
moglie e dai loro figliuoli, a imitazione degli a
in castello, da città in città, accompagnati dalle loro moglie e dai
loro
figliuoli, a imitazione degli antichi Rapsodi del
strumento, o intertenevano il popolo con varie buffonerie. L’impiego
loro
principale era lo stesso che sempre hanno avuto i
anza dell’uomo come il mezzo più sicuro di mantenere ed accrescere la
loro
influenza sul nostro sesso; le donne finalmente i
per eccellenza fomentata dagli usi politici per nasconder agli occhi
loro
il sentimento della propria dipendenza, non potea
mandare le sue illusioni ai secoli futuri. Per altro non mancavan tra
loro
quei macchiavellisti in amore, i quali noi credev
Se in ogni tempo vi sono stati degli amanti che hanno divinizzate le
loro
belle, anche in ogni tempo vi sono stati degli sp
o vi sono stati degli spiriti forti che hanno bestemmiato contro alla
loro
divinità. «Tutto il mondo è fatto come la mia fam
i di Napoli e di Sicilia, molte truppe di Menestrieri, che venivano a
loro
servigio, cominciarono a farsi conoscere di qua d
ciarono a farsi conoscere di qua dai monti, ove insieme colla maniera
loro
di poetare e colle prime rozze idee della drammat
a sotto le note che gareggino nell’Antichità con quelli presentati da
loro
. Molti codici, dove si contengono le poesie loro,
quelli presentati da loro. Molti codici, dove si contengono le poesie
loro
, vengono citati dagli eruditi, i quali, benché si
rancesi, i quali dicono che l’epoca delle prime poesie composte nella
loro
lingua volgare (comprendendo sotto questo nome an
to sconosciute ad essi. Gli esempi, che s’adducono non sono tratti da
loro
, ma dagli Spagnuoli, e quelli non sono anteriori
ompiacevano i saraceni poeti , trattata da questi, niuna allusione a’
loro
scritti, alla lor religione, a’ loro costumi. S’u
ta da questi, niuna allusione a’ loro scritti, alla lor religione, a’
loro
costumi. S’udivano bensì frequentemente nelle can
ineamenti dell’originale; se le facoltà appartenenti al gusto hanno i
loro
principi comuni a tuti i popoli e a tutti gli spi
di sembrar fatta dai poeti sopra un unico getto. Gli argomenti delle
loro
canzoni sono meschini per lo più, né mai s’inalza
ità degna del linguaggio dei numi. Le gesta dei paladini, le lodi del
loro
poetare, qualche sarcasmo contro ai loro rivali i
ta dei paladini, le lodi del loro poetare, qualche sarcasmo contro ai
loro
rivali in poesia e l’esposizione poco dilicata de
la verzura delle campagne, e le penne variopinte degli uccelli. Nelle
loro
egloghe o “pastorelle” v’era, a così dire, stabil
cenda. Il disgusto procurato da cotale uniformità si risentiva fin da
loro
stessi. Tebaldo Conte di Sciampagna, celebre trov
rché a coloro che non sanno poetare altrimenti.» Un altro difetto dei
loro
versi era la mancanza d’immagini e di colorito po
d’immagini e di colorito poetico. Per lo più gli amanti esponevano la
loro
passione alle innamorate in istile di gazzetta, e
gazzetta, e si direbbe quasi che volessero presentare il manuale dei
loro
sintomi amorosi come i piloti presentano al capit
atica che appassionata; stile, che necessariamente nascer dovea dalla
loro
foggia di poetar tenzonando, altro non cercandosi
ce espressione della natura. [9] D’un genere non molto diverso era la
loro
musica. In una canzone composta dall’antico menes
no al canto diverse furono le mutazioni. Da principio si cantavano le
loro
canzonette a orecchio senza la composizion musica
ir meglio, altrettante parodie del canto ecclesiastico. In moltissime
loro
canzoni si trova alla fine il primo versetto o la
omposizione furono esse modellate. In seguito alcuni bravi musici fra
loro
composero a bella posta delle arie profane divers
antate per lo più da una sola voce potevano più a lungo conservare la
loro
semplicità primitiva. Dico più a lungo e non semp
ani, e de’ grandi e sontuosi regali, onde veniva rimunerata l’abilità
loro
. I Malatesti di Rimini, gli Scaligeri di Verona,
lero sovente li perseguitò fino a proibire con frequenti scomuniche i
loro
congressi, o perché temeva che portando gli uomin
si poscia cogl’istrioni, e coi mimi, erano divenuti infami al paro di
loro
per pubblica scostumatezza. Ma i principi sdegnat
imenti, condannavano talvolta i preti a dover pagare ai giocolieri la
loro
mercede, il qual abuso fu poi corretto da un Conc
particolar menzione dappoiché il Crescimbeni, il Quadrio, e meglio di
loro
il Tiraboschi hanno sparsa cotanta luce su quella
tuirono ne’ secoli barbari i monaci e i frati che convocavano a grado
loro
il popolo, intimavano la guerra e la pace, si met
d’allora non potevano eccitar né l’uno né l’altro per l’indole della
loro
lingua troppo fiacca per inalzarsi alla sublimità
imità de’ Greci e degli orientali, e per le circostanze altresì della
loro
nazione troppo divisa perché lo spirito di patrio
resentato nella piazza di Firenze col disegno di voler conciliare fra
loro
con un’oda i guelfi e i ghibellini, o se un Orfeo
in mano in mezzo agli abitatori della moderna Roma per richiamare al
loro
spirito le spente idee di libertà e di gloria, il
a seducente e inespribile simpatia, che mille moti diversi ridesta in
loro
alla presenza d’un amabile oggetto, quella medesi
, ovvero siano canzonette che intuonavano gli amanti per dimostrar la
loro
passione alle donne amate. Abbiamo l’esempio sul
vera erano soliti gli amanti a piantare in faccia alle finestre delle
loro
innamorate un piccolo arboscello verde di nuova f
usica per gl’intermezzi di canto e di suono, che si frapponevano alle
loro
farse o commedie. In alcune di esse ho veduto nel
dai monti massimamente nel perfezionar il contrappunto, che il gusto
loro
nazionale nella musica italiana trasfusero. [22]
privi di testimonianza così autorevole, si consoleranno nella perdita
loro
ripensando a tanti altri illustri scrittori suoi
rincipi italiani bramosi d’accrescer lustro e magnificenza alle feste
loro
si prevalsero a ciò della unione delle tre arti.
occhi nelle pubbliche feste portavano sul principio il carattere dei
loro
tempi. Consistevano per lo più in cavalcate di co
ensazioni nell’atto che le moltiplica, e la connessione che hanno fra
loro
tutti gli oggetti del gusto fecero avvertiti gli
dopo avec eseguito un ballo figurato, che rappresentava l’ammirazione
loro
alla vista d’una principessa cotanto gentile, e d
eo con una truppa di amorini. Tenevano dietro le Grazie, e in mezzo a
loro
la fede coniugale, ch’elleno presentarono alla pr
ano fuoco ai nastri ed ai veli, onde aveano fregiate le teste. Invece
loro
ecco sortire Lucrezia, Artemisia, Giuditta, Porci
ope portando nelle mani le palme del pudore che aveano meritate nella
loro
vita. Dopo averle offerte alla principessa, ed es
otizia, niuna allusione, niun cenno neppur lontano si scorge fatto da
loro
ai riti, nomi, storia, costumanze, o che che altr
come conoscitori dell’arte drammatica per aver usato il dialogo nelle
loro
poesie. Dunque ec.» Ma codesti dialoghi poetici s
essoché tutte le nazioni del mondo, che hanno coltivata la poesia; la
loro
esistenza presso gli arabi non può non pertanto f
bi non può non pertanto formare una ragione esclusiva in favore della
loro
influenza sui provenzali. IV. «Famose sono le ten
e per via di appuntamento s’incontrarono in Lochabar per vendicare il
loro
onore, e quello dei rispettivi Capi in una pubbli
i e Latini. La ragione si è, perché sebbene gli arabi adottassero ne’
loro
versi la misura e quantità delle sillabe, avevano
uogo, se gli arabi, per confessione del Signor Abbate, adottarono ne’
loro
versi la misura e quantità delle sillabe, come fe
Abbate, ciò non vorrebbe dir altro se non che gli arabi badarono ne’
loro
versi all’accento di rinforzo, cioè all’acutezza
, cioè all’acutezza e gravità delle sillabe, e ad alternar queste fra
loro
in diversa foggia, cioè al numero o ritmo; due ci
e andavano in giro per le diverse contrade del regno rappresentando i
loro
rozzi spettacoli, e che protetti prima dai signor
i non avevano preso a sostenere un sistema, e non aveano adottata per
loro
cliente letteraria l’araba nazione. Ed ecco i fon
ndice al suo Trattato de Letteratura Runica) egli è impossibile che i
loro
versi non avessero una tessitura, e una proporzio
osso volume tutto ciò che appartiene agli arabi, e a far conoscere la
loro
letteratura, si contenta poi quando arriva alla m
to impegno, e che forma uno dei rami più curiosi e più illustri della
loro
gloria nelle arti di genio) di darci per ogni ist
u questi validissimi e decisivi argomenti, il grandioso sistema della
loro
influenza sul resto dell’Europa, come se gli euro
ella gamma degli arabi paragonata colla nostra, alla disposizione dei
loro
intervalli musicali, al numero delle consonanze,
ietà de’ modi, alla differenza e divisione de’ tuoni, alle regole del
loro
canto, al genere della loro melodia, s’eglino con
za e divisione de’ tuoni, alle regole del loro canto, al genere della
loro
melodia, s’eglino conoscessero, o no, il nostro c
tà i cantambanchi, stimando una solenne follia versare su tal genia i
loro
tesori. Ma dove parlo io di cantambanchi chiamati
istanza al Consiglio di potere per quattro giorni mostrar dovunque le
loro
doti artistiche con salti e commedie, e prendere
quali si fecer rappresentare a S. M. Imperiale da Antonio di Bolzano,
loro
interprete, fu pagato un fiorino perchè potessero
forse un attestato ?) e favoriti di quattro fiorini per continuare il
loro
viaggio. Con data del 10 gennajo del 1551 si perm
najo del 1551 si permise ai commedianti italiani di dare il domani la
loro
rappresentazione coi ragazzi saltatori e con altr
ca antica si ritrovava o negli inni, che cantavansi a’ falsi numi ne’
loro
templi, o nelle drammatiche rappresentazioni, che
ararsi dai primi cristiani la musica, perché l’uno, e l’altro erano a
loro
religiosamente vietati, siccome domicili di genti
’essi erano altrettante scuole, ove correva il popolo per imparare la
loro
religione, e la loro morale. Erano altresì l’albe
te scuole, ove correva il popolo per imparare la loro religione, e la
loro
morale. Erano altresì l’albergo della dissolutezz
e nota è parimenti la esecrabile costumanza di privar della virilità
loro
i fanciulli, acciò più agili, e più snelli diveni
to sommesso, e timido senza strepito di strumenti, i quali il disagio
loro
, e la povertà mal comportavano, e che avrebbero c
la povertà mal comportavano, e che avrebbero col romore il solitario
loro
ritiro agevolmente scoperto. Attalchè, quando i c
ionali apportò in seguito totale rovina. Que’ popoli frammischiando i
loro
rozzi idiomi alla purità del latino discorso, alt
ferite cori voci sorde e confuse, non potevano far ispiccare il canto
loro
in altra maniera, che rinforzando il suono delle
poesia quanto nella musica. Si tolse conseguentemente alle sillabe il
loro
quantitativo valore, e alla prosodia i suoi piedi
sillabe in ogni verso, e dall’accoppiamento delle desinenze simili da
loro
chiamate rime, e nuova musica parimenti, la quale
o un coro di mutici romani, che italiani furono detti dall’istitutore
loro
, come fece anche Leone Secondo, e San Damaso spag
si circa il primato del canto, volendo questi introdurre in Italia la
loro
rozza maniera di modulare, vantandosi quelli all’
la musica perché seguitavano la scuola di San Gregorio, ed onorando i
loro
rivali col modesto titolo d’ignoranti, zotici, e
ranti ancora, i quali pronunziavano a caso delle parole non intese da
loro
senz’altro aiuto che la memoria, né altra regola
enz’altro aiuto che la memoria, né altra regola d’intuonazione che il
loro
rozzo ed imbarbarito orecchio. Guido Aretino mona
perte delle quali s’ignora l’autore, come già fecero gli Egiziani coi
loro
Teutes, e col loro Mercurio. Niuno, cred’io, pret
’ignora l’autore, come già fecero gli Egiziani coi loro Teutes, e col
loro
Mercurio. Niuno, cred’io, pretenderà che mi tratt
retino e dopo lui non servivano ad altro che a segnar colla posizione
loro
i gradi, e le differenze della intonazione. Tutt’
ce colla diversa figura, che si diè ad esse note, la quale segnava il
loro
rispettivo valore; dal che ebbero origine la mass
i manoscritti della Real Biblioteca di Parigi, parla delle note e del
loro
valore come di cose di già conosciute a’ suoi tem
pregiavansi le opere dell’ingegno, perché neppur si sospettava della
loro
utilità: dal niun commercio tra popoli confinanti
osi, e poco sicuri, o si chiudevano nella tomba per sempre insiem coi
loro
inventori, o si giacevano fra l’eterno silenzio d
continuati di questa verità incontrastabile. Però gli spettacoli nel
loro
nascere, ovunque si formano dipersè, e non per pu
adonna di Puy e tali altri santuari, cominciarono i primi nel ritorno
loro
a farsi sentire or soli, or molti insieme cantand
furono insiem sacerdoti, e che eglino medesimi recitavano al popolo i
loro
componimenti, il qual costume durò sul teatro cos
cre avessero presso a noi lo splendore e la durata ch’ebbero presso a
loro
quelle dei Greci. Di ciò due ne veggo esser state
uesta, tenne dietro anche quella della morale. Giunsero non pochi fra
loro
a scordarsi, che la simonia, la venere sciolta e
omini. Da tanti errori le belle arti ritraevano gran vantaggio per la
loro
perfezione, e progressi: merito assai tristo per
e: mentre le leggi politiche si sforzavano di riparare colla saviezza
loro
ai danni cagionati dalla religione: mentre la fil
benza di presiedere alle canzoni. Ove le passioni avevano in cielo la
loro
difesa, e le arti il loro modello, ben si vede qu
anzoni. Ove le passioni avevano in cielo la loro difesa, e le arti il
loro
modello, ben si vede qual entusiasmo dovea accend
gli uomini: anzi, ponendo mente alle assurdità e ai vizi attribuiti a
loro
dai poeti , chiunque avea fior di senno dovea pre
a del suo esposta sulle scene. Gli spettatori non vedevano tra essa e
loro
quella distanza infinita, la quale, togliendo ogn
le imitazione. Sapevano essi dalla pubblica tradizione, che la natura
loro
non liberava gli dei né i Semidei dagli affetti p
gitata e sconvolta, cosicché potevano prender interesse nelle vicende
loro
, come noi lo prendiamo nelle sciagure di Zenobia,
e qual conto facessero degli dei tanto il poeta, che metteva in bocca
loro
simili oscenità, quanto il popolo, che ne applaud
, le belle arti, la politica e la religione erano talmente legati fra
loro
, e, per così dire, innestati, che non poteva alcu
posata e ragionatrice ne istituissero le difese. Si può credere che i
loro
argomenti erano egualmente sensati che la loro ca
. Si può credere che i loro argomenti erano egualmente sensati che la
loro
causa. Un Francese dottore in teologia giunse a s
Gedeone, altercando insieme per sapere chi fosse il più bravo fra di
loro
. Sopragiugne Sansone con una gran mascella scarna
rassero senza la menoma idea di buon gusto, ond’è che ricercavansi da
loro
le parole più barbare, s’usavano i metri più esot
ritenevano de’ barbarici costumi degli antichi Longobardi, e che ne’
loro
costumi e linguaggio compariva molto della pulizi
poco prezzo, leggendosi nelle Cronache di Verona, che delle 200 date
loro
da uno Scaligero per le sue nozze, la minore cost
elle moderne lingue volgari, si distinguevano con varj nomi secondo i
loro
varj mestieri, in Troubadores, cioè trovatori, co
orneamenti ecc., non mancavano di venirvi in folla per dar saggio del
loro
valore, e farsi gran nome. V. il Sig. De la Curne
ssima stima e venerazione, e vennero spesso innalzati da i capi delle
loro
nazioni e tribù a cariche assai ragguardevoli; pe
i delle loro nazioni e tribù a cariche assai ragguardevoli; perchè la
loro
arte riguardavasi da’ nazionali come qualche cosa
oro arte riguardavasi da’ nazionali come qualche cosa di divino, e la
loro
persona come sacra. I Bardi, per quanto ricavasi
conservavano per mezzo della tradizione tutte le poesie composte da’
loro
predecessori, e di continuo coltivavano la memori
attendo con entusiasmo l’arpa; e fu Eduardo I talmente persuaso della
loro
potente influenza su di essi, che avendo fatta la
cisi. In tempo di pace ordinariamente cantavano l’ eroiche azioni de’
loro
guerrieri per tramandarle a’ posteri; e per ciò T
disse de’ Germani, che altra storia essi non aveano che i canti de i
loro
Poeti; e i Bardi furono energicamente chiamati da
mente chiamati da Ossian i Re della fama. Gli Scaldi accompagnavano i
loro
Re ancora ne’ combattimenti, e nelle corti, e per
elle corti, e per incitarli a marziali ed onorate imprese cantavano i
loro
versi chiamati runici, e i loro cantici appellati
rziali ed onorate imprese cantavano i loro versi chiamati runici, e i
loro
cantici appellati wises, de’ quali serbasi una gr
on senno le arti tutte e gli artefici? La Francia e l’Inghilterra per
loro
buona sorte fin dal secolo scorso godono di quest
rmonica tempera, e per la delicatezza de’ sensi, per la proprietà del
loro
temperamento, per la massima parte melancolico se
, e sentenziar di quelle cose, ch’essi ignorano, o che non sono della
loro
competenza! Non hanno meritato lo studio dell’alt
tanti argomenti nuovi di drammi Italiani, da cui gli Oltramontani nei
loro
drammi di simile argomento hanno spesse fiate tra
secolo, se non per altro, per la cultura, proprietà, purgatezza della
loro
lingua che a que’ tempi rifioriva? Eppur il sig.
ccenti, trovano pure il segreto di farsi intendere a meraviglia dalle
loro
nutrici, e l’educazion ragionata, onde sono capac
posto, e che dalla usanza appunto di parlar agli occhi acquistaron le
loro
espressioni un carattere di forza, cui tenterebbe
e di muover la guerra a que’ popoli, si vede comparir avanti da parte
loro
un araldo che gli appresenta una rana, un topo, u
avore dall’aringa d’Iperide abbastanza commossi, s’inginocchia avanti
loro
, si straccia i veli che le ricoprivano il seno, o
avanti loro, si straccia i veli che le ricoprivano il seno, offre ai
loro
sguardi una candidezza abbagliante, e per la muta
icurgo; che la vita frugale e laboriosa, il costume puro e severo, la
loro
naturale robustezza d’animo erano qualità e circo
o erano i Greci ai piaceri dello spirito oltre l’applicazione che sul
loro
esempio fecero della danza propriamente detta ad
mpressione fecero su i Romani, e sì pericolosa influenza ebbero sulla
loro
libertà e su i loro costumi. L’Abate Du Bos 163,
i Romani, e sì pericolosa influenza ebbero sulla loro libertà e su i
loro
costumi. L’Abate Du Bos 163, il Caliacchi 164, e
icato, il quale, essendo dagli spettatori facilmente compreso, faccia
loro
nascer tosto in mente l’immagine della cosa che v
ce, e nell’atteggiamento167. Il saperli afferrare e il combinarli fra
loro
, formando una serie ragionata, è quello che costi
perspicue e scelte. L’aggiustatezza richiede che si dia alle cose il
loro
genuino colore senz’alterarle per eccesso o per d
sione con quelle mosse inaspettate e decisive così atte a produrre il
loro
effetto, e che sono il frutto più pregiato dello
guibile forse per poco tempo e mentre gli spettacoli erano sul nascer
loro
non poteva continuarsi allorché divennero essi pi
re d’illusione, soffrono però mal volentieri di dover assoggettare la
loro
imaginazione ad un altro, il quale sia in contrad
na voce nascosta dietro alle scene spiegasse cantando l’argomento del
loro
ballo. Una siffatta idea è non meno stravagante a
rtani usavano d’un certo ballo particolare nell’atto d’azzuffarsi coi
loro
nemici in battaglia, non disdirebbe punto ad un p
o in parti independenti, le quali non producono l’effetto perché vien
loro
impedito lo scambievole rapporto. Se sarebbe cosa
gli occhi? I Greci, dai quali gl’Italiani si vantano d’aver tratto il
loro
spettacolo, cosiffatto abuso mai non conobbero. L
ver tratto il loro spettacolo, cosiffatto abuso mai non conobbero. Le
loro
azioni drammatiche formavano un tutto non mai int
on mai interrotto dal principio sino alla fine, e persino ignota fu a
loro
la divisione delle tragedie in iscene oin atti, n
. Ballavano essi, egli è vero, nella tragedia e nella commedia, ma il
loro
ballo era innestato col componimento, come lo era
n mischiare la pantomima colle azioni musicali. Erano queste presso a
loro
due cose affatto separate, e se ad imitazione dei
lla bocca ecc. A questi s’accostò il buon Jason, e feceli arare posto
loro
il giogo, e l’aratro, e poi seminò i denti del dr
che certo parevano vive, e sopra esse cavalcavano due amorini con le
loro
facelle accese in mano, e gli archi, e turcassi a
nanzi al carro poi quattro amorini, e dietro quattro altri pur con le
loro
facelle accese al medesimo modo, ballando una mor
sia finto cosa simile al vero; e tutti questi uccelli ballavano ancor
loro
un brando, con tanta grazia quanto sia possibile
a dice: «Onde a questi tempi in Francia sogliono rappresentare quelle
loro
farse mute ove solamente coi gesti senza una mini
o escludersi dalla gloria che giustamente ad essi appartiene. Tre fra
loro
seppero acquistarsi un gran nome anche fra le naz
ia, la Spagna, l’Italia, la Germania e la Grecia, le quali avevano al
loro
seguito la Loira, il Guadalquivir, il Reno, il Te
ll’Europa aveva tre paggi caratterizzati cogli abiti delle respettive
loro
provincie. La Francia menava seco un basso Breton
onetta, a ciascuna scena delle quali si ballava in diversa foggia. La
loro
musica non meno che la loro cadenza consisteva in
le quali si ballava in diversa foggia. La loro musica non meno che la
loro
cadenza consisteva in una serie di note lunghe le
aceva pensare agli spettatori tutt’altro che quello che s’offeriva ai
loro
sguardi, un linguaggio de’ gesti così oscuro che
sto andava in rovina. Per fortuna dell’arte Lulli non badò punto alle
loro
declamazioni, e seguitò l’intrapresa riforma cont
i personaggi rappresentati l’atteggiamento e le mosse che convenivano
loro
, e si vide Plutone per la prima volta conservar d
distinti nell’arte di menar carole cominciarono anch’essi a variar le
loro
danze, come variavano altresì le arie negli strum
pidezze, e le novelle galanti. Questi personaggi fecero per ordine le
loro
sortite, dopo le quali comparve il tempo, che man
si prevalsero tosto della scoperta rendendola in tal guisa propria di
loro
che parve affatto francese all’altre nazioni. Con
più nelle operazioni degli artefici, se vedrò che le linee tirate da
loro
invece di tendere ad un centro comune gli sono an
tegnosi, e lontani da quello sfogo spontaneo onde traggono i gesti la
loro
espressione; dovechè nella seconda la più rozza,
ne imitate più spensierate e più schiette, fa sì che s’abbandonino al
loro
istinto con minore ritegno secondando più liberam
stinto con minore ritegno secondando più liberamente gl’impulsi della
loro
sensibilità. [36] A siffatta scarsezza nella mate
mezzi proporzionati esporre agli occhi la legatura degli oggetti fra
loro
, né il risalto che acquistano dalla riflessione,
ra Clelia ed Orazio, al castello di Langres tra Eponnina e Sabino coi
loro
figliuoli, compagnia non per tanto di cui non pot
alli dove si fanno gambettare gli esseri meno a proposito traendo dal
loro
ritiro i solitari e penitenti bramini, e persin d
I marinari sbarcano, adocchiano l’incaute danzatrici, e divisano fra
loro
di rapirle. Quella ch’era arrivata l’ultima fa de
pugna vengono ad un accomodamento, i cui patti sono di dividersi fra
loro
l’amabil preda. Benché le greche si mostrino paur
a. Benché le greche si mostrino paurose non mancano di significare la
loro
paura cogli stessi salti, e coi passi medesimi co
asciano ammansare dai rapitori, mangiano, beono, e si trastullano con
loro
, escono mezzo ubbriache dalla grotta, intrecciano
statisi questi inseguiscono il pargoletto, che s’invola frettoloso ai
loro
sguardi. Tornate in iscena le danzatrici lo cerca
lto popolo sembra congratularsi a forza di salti colle danzatrici del
loro
fortunato ritorno. [39] Ho cercato di mettere sot
o più da essi pressocchè inoperosi e negletti. Non così la intende il
loro
capiscuola Noverre, il quale nella decima delle s
la decima delle sue lettere assai chiaramente e distintamente intuona
loro
all’orecchio: «Se vogliamo approssimare l’arte no
e non se dall’aver voluto i musici primeggiare colla sveltezza della
loro
voce o de’ loro strumenti senza curarsi punto del
ver voluto i musici primeggiare colla sveltezza della loro voce o de’
loro
strumenti senza curarsi punto della subordinazion
comune, così il volerne ora i ballerini far pompa dell’agilità della
loro
persona e della destrezza delle loro gambe (nel c
ini far pompa dell’agilità della loro persona e della destrezza delle
loro
gambe (nel che non può negarsi che molti e bravi
ano costretti parte per impossibilità, e parte per ignoranza a dar ai
loro
atteggiamenti un significato così strano, così ca
vive». [44] Questo complesso di cause che producono quasi sempre il
loro
effetto, siccome rende ragione del trasporto che
sa) il volgo, dico, è quello che regola gli spettacoli, e della sorte
loro
imperiosamente decide. Serve per tutt’altrove, ma
ricercarlo e che amano la diversità nei piaceri perché si confà colla
loro
intolleranza, l’esiliare affatto la pantomima dal
io l’usanza, ma io ho avvezzato tanto i miei lettori a non regolare i
loro
giudizi sull’esempio di essa, che un’autorità di
mpio di essa, che un’autorità di più non avrebbe oramai a generare in
loro
un effetto diverso da quello che una scomunica de
la toleranza, la fuga de’ piaceri, e l’amore della fatica affinchè il
loro
consorzio non ispirasse agli uomini la pigrizia,
dovute cau-tele era lo stesso che rintuzzare in non piccola parte la
loro
attività, e che però la totale nudità delle donze
a modestia di tante nostre civette, le quali non velano una parte del
loro
corpo se non per rendere più seducente l’altra ch
andonar lo spettacolo subito che cominciava la cantilena. I poeti dal
loro
canto non potendo scuoter il giogo si vendicavano
he gli uomini giudicano degli oggetti a misura delle disposizioni del
loro
spirito, e che tutti più o meno rassomigliamo a q
dunque non ismentisce se stesso qualora gli fa venire alle prese con
loro
, né gli spettatori hanno occasione di ributtarsen
ati preparati prima a questa credenza dall’ipotesi mitologica offerta
loro
sin d’avanti. Ma da quale ipotesi, opinione, o cr
me in altri tempi musici, poeti e filosofi insieme, il costume che dà
loro
la preferenza sarebbe non solo commendabile, ma n
ipalmente l’essenza dell’opera, e perciò ne’ recitativi ponevano ogni
loro
studio i compositori; sebbene il cattivo gusto al
arono a far un uso più frequente delle arie, o strofette liriche, nei
loro
drammi, della quale usanza invaghiti i maestri do
trovandosi con siffatto metodo liberi della fatica che doveva costar
loro
la verità e i tuoni più vicini al discorso natura
plicarono a coltivar principalmente le arie, dove potevano spaziare a
loro
talento mostrando tutte le delicatezze dell’arte,
antanti; imperocché accomodandosi questi ad un sistema che proccurava
loro
l’occasione di sfoggiare nel canto più raffinato
Giaghi della superiorità che gli Europei si vantano d’avere sopra di
loro
. Parlo del privar che si fa spietatamente delle s
rilità tanti esseri men colpevoli che infelici, non per sigillare col
loro
sangue la verità della nostra augusta religione c
onori e ricchezze favoreggiano un abuso cotanto infame, a rivolgere i
loro
tesori e la protezione loro ad altri usi meno dis
no un abuso cotanto infame, a rivolgere i loro tesori e la protezione
loro
ad altri usi meno disonoranti per la ragione, e m
iosi alla umana spezie. Farei arrossire i filosofi, che impiegando le
loro
ricerche in oggetti inutili, o facendo servire l’
un pregiudizio che non può far a meno, che non la offenda, e metterei
loro
sotto gli occhi l’esempio del Pontefice Clemente
se più generale renderebbe affatto inutile sulla terra l’impero delle
loro
attrattive, e persin la loro tanto da noi pregiat
fatto inutile sulla terra l’impero delle loro attrattive, e persin la
loro
tanto da noi pregiata esistenza140. [3] Ma poiché
uello che apparisce a prima vista, e che risulta immediatamente dalla
loro
figura e costituzione fisica, la quale li rende i
umana spezie? Fra la dolce e vigorosa fierezza d’Achille col languido
loro
atteggiamento? Fra lo sguardo decisivo e celeste
iamento? Fra lo sguardo decisivo e celeste di Marte o di Apolline col
loro
volger d’occhio effeminato e cascante? Come potra
quasi tutti gli altri cantori. Occupati solo del gorgheggiare, pare a
loro
che l’azione e il gesto non ci abbiano a entrare
osì si veggono sovente muover le labbia, s’ode la soave armonia delle
loro
voci come si sentiva risuonar nell’antica Menfi l
ettesse per retaggio dal maestro al discepolo, così vedrete usarsi da
loro
in ogni e qualunque circostanza certe maniere di
io che ci mettono su tali cose, e nelle false idee che si formano del
loro
mestiero, non sapendo, o non volendo sapere, che
rtamente di merito fra le mani de’ presenti cantori ridotti per colpa
loro
a servir d’intermezzo ai ballerini, che avendo us
contenti di aver grattato le orecchie con una sonatina di gola nelle
loro
arte, il più delle volte noiose, lasciano il peso
] E pazienza s’eglino almeno avessero imparati gli elementi dell’arte
loro
e cantassero come va fatto, ma per disgrazia nost
ale sarà, cred’io, non inutile affatto ai signori virtuosi, se pur la
loro
ignoranza o la vanità o i pregiudizi che partecip
vanità o i pregiudizi che partecipano dell’una e dell’altra, lasciano
loro
tanto di modestia e di buona fede quanto basta pe
non essendo altro che il linguaggio naturale delle passioni nei vari
loro
caratteri, è quello che serve di fondamento alla
ia precisione e giustezza. Le tre cose accennate sono così legate fra
loro
e così essenziali nel melodramma che ove mancasse
i che niuna immagine, niuna idea presenterebbe allo spirito. Ma se la
loro
azione è necessaria nel melodramma, non è necessa
unirla colle parole affinchè queste non perdano totalmente l’effetto
loro
. Quindi la natural divisione della poesia musical
onata messa di voce, con portamento giusto, serbando religiosamente i
loro
diritti alla poesia e alla lingua, prendendo dall
finora dai musici intorno all’uso di cotali ornamenti, trovandosi fra
loro
chi vorrebbeli esclusi affatto dal canto come cos
ve, quando, e come deve usar il musico degli ornati per conciliar fra
loro
i due estremi difficili, di emendar cioè coll’art
utta e intiera fissarsi sul tale oggetto, e dall’altra cuoprono colla
loro
pompa alcune bellezze naturali di esso onde resta
stanza in principio, fa d’uopo riserbar i fiori per quel tempo ove la
loro
attenzione comincia ad illanguidire. [27] Quarta.
8] Quinta. Né meno in quella spezie di affetti che ricavano il pregio
loro
maggiore dalla semplicità con cui si sentono, e d
lle orazioni piuttosto che i fanciulli sogliono cinguettare presso al
loro
babbo. Ora adoperano una cantilena perpetua che a
e non si capirebbe punto la relazione fra le parole né il significato
loro
se non venisse in aiuto il libretto per far ciò c
e di giudicare e di sentire, la moltiplicità dei confronti, la lingua
loro
piena di dolcezza e di melodia, la sveltezza e ag
in esecuzione da parecchi cantori viventi, abilità ch’io riconosco in
loro
e la quale tanto più volontieri confesso quanto p
orto pei cani o pei cavalli maggiore talvolta di quella che hanno pe’
loro
simili, o il frequente e piacevole conversar coi
simili, o il frequente e piacevole conversar coi buffoni non lasciano
loro
né il tempo necessario ad istruirsi, né l’abitudi
ssario ad istruirsi, né l’abitudine di riflettere, sebbene non tolgan
loro
per lo più la prosunzione di decidere. Volgo è la
i urbani o domestici, o lo studio ad altre cose rivolto non concedono
loro
l’agio d’attendere a così delizioso pascolo della
gliati e malinconici che stampano su tutti gli oggetti l’impronta del
loro
carattere, e che fatti per abitar piuttosto il mo
giudicare direttamente. E questi assai lontani dall’incoraggiare coi
loro
applausi i pregiudizi dominanti sono anzi della m
meccanici dell’amore si riducono pressocchè al nulla qualora manchino
loro
l’influenza della immaginazione, o l’energia del
il deposito della bellezza musicale; asserzione, che vien provata da
loro
esagerando i pregi di questo brillante spettacolo
ali ecc. [60] Dirò soltanto che la varietà delle opinioni e il rapido
loro
cangiamento nasce dal principio medesimo che fece
ad eccitar una determinata passione, ma a piacere all’orecchio colla
loro
varietà e successione. Quindi non è da maraviglia
non può a meno di non travvisarle a segno che più non si riconosca la
loro
origine. Quindi a molti in Francia è venuta in pe
rovandosi tutti lontani dal retto sentiero, la maggior grazia che può
loro
farsi è quella di giudicarli per approssimazione.
n è di mia competenza il decidere, ma se le descrizioni fattemi della
loro
maniera di cantare non sono state alterate, se le
degli orientali per assicurarsi con questo mezzo della fedeltà delle
loro
donne, cui l’influenza del clima e il potere dei
uperiorità rispetto agli altri) sono tutti motivi erronei bensì nella
loro
applicazione, ma plausibili nel loro principio. M
tutti motivi erronei bensì nella loro applicazione, ma plausibili nel
loro
principio. Ma noi? Noi, che vantiamo ragionevolez
eminiscenza o sulla fantasia degli ascoltanti agisce unicamente sulla
loro
macchina, quindi le piacevoli sensazioni eccitate
ma niuna fra le belle arti merita questo titolo; giacché non v’h tra
loro
alcuna che non tralasci o non aggiunga qualche co
torno all’economia degli antichi teatri, e la natura intrinseca della
loro
musica. Due cose sembrano incontrastabili attesa
prosa semplice, così da ciò che, secondo gli Antichi, si cantasse il
loro
recitativo, niun lume si può cavare per decidere
arlare comune, e Dionigi d’Alicarnasso ci assicura che nel linguaggio
loro
ordinario gli alzamenti e gli abbassamenti della
do dell’esercitarsi che facevano i recitanti della tragedia nell’arte
loro
, adopera la parola “declamitant”. Apuleio (Florid
tragedie. Essi sortivano alla scena con una gran maschera che copriva
loro
la testa, la quale era chiusa da per tutto se non
lirica, e qualche volta vi concorrevano anche gli autori a provare i
loro
componimenti prima d’esporli al pubblico giudizio
e volte Eschilo ed Euripide, Filemone e Menandro. Che questo fosse il
loro
uso cel dimostra oltre l’autorità di Plutarco nel
ccettuati i senatori e qualche altra famiglia distinta che avevano il
loro
posto più vicino alla orchestra, né si chiudeva q
un canto delicato e gentile. III. Rispetto ai cori pare bensì che la
loro
melopea avesse i caratteri del vero canto: I. Per
quelli d’oggidì. Stavano molti giorni in viaggio, accompagnati dalle
loro
famiglie, e dovean provvedere da sè al loro mante
aggio, accompagnati dalle loro famiglie, e dovean provvedere da sè al
loro
mantenimento : la Corte pensava alle spese di tra
kowsky, proprio quando arrivarono i comici italiani a Dresda, accordò
loro
ogni suo favore, accogliendo di quando in quando
uando in quando istanze per sussidj ; ma ciò non bastava a procacciar
loro
una vita tranquilla…. Alcuni poterono a stento ri
ca da Pekin al Messico, ancorché i popoli non abbiansi partecipate le
loro
scoperte. E’ noto dalla storia che le nazioni in
tutte le nazioni allorché vi brillano i raggi della coltura, inspira
loro
l’ambizione di credersi le più antiche, e le maes
a’ dotti li conduce ad attribuire alla propria nazione, o a quella da
loro
più studiata, tutte le arti e invenzioni seminate
e etimologica, in un monumento ambiguo, in un paralogismo, ciascun di
loro
ha creduto di veder prima che altrove, nelle anti
, perché gli organi che servono all’espulsione della voce, facilitano
loro
l’imitazione di quelli della propria specie che s
mo e facciamo. Perché ungonsi di grasso i cafri? Perché ungevansene i
loro
padri. Perché fumano ancor tenere le fanciulle de
ncor tenere le fanciulle dell’Andalusia, e di Lima? Perché imitano le
loro
madri. Se furono sì molli i sibariti, magnifici e
onale, neppur tutti i piccioli continenti italiani si conoscevano tra
loro
? Il nome (non che altra cosa de’ greci) il nome d
erenza alcuna, l’armata romana che navigava a forza di remi avanti la
loro
città, non avevano (al dir di Floro lib. I. cap.
ca da Pekin al Messico, ancorchè i popoli non abbiansi partecipate le
loro
scoperte. É noto dalla storia che le nazioni in s
i, i Moscoviti. Ma una vanità comune a tutte le nazioni culte inspira
loro
l’ambizione di credersi le più antiche e le maest
, perchè gli organi che servono al l’espulsione della voce facilitano
loro
l’imitazione di quelli della propria specie, i qu
iosi. Veggiamo e facciamo. Perchè ungonsi di grasso i Cafri? perchè i
loro
padri se ne ungevano. Perchè fumano ancor tenere
ncor tenere le fanciulle del l’Andalusia e di Lima? perchè imitano le
loro
madri. Se furono molli i Sibariti nella loro corr
Lima? perchè imitano le loro madri. Se furono molli i Sibariti nella
loro
corruzione, magnifici e ghiottoni i Colofonii, tr
tutti l’occulta forza del l’esempio domestico che più di ogni altro è
loro
vicino. A chi attribuiremo la prima invenzione de
nale, neppure tutti i piccioli continenti Italiani si conoscevano tra
loro
? Il nome (non che altra cosa de’ Greci) il nome d
oltraggiarono l’armata Romana che navigava a forza di remi avanti la
loro
città, non aveano, al dir di Floro a, piena notiz
ca da Pekin al Messico, ancorchè i popoli non abbiansi partecipate le
loro
scoperte. È noto dalla storia che le nazioni in s
i, i Moscoviti. Ma una vanità comune a tutte le nazioni culte inspira
loro
l’ambizione di credersi le più antiche e le maest
rale conduce i dotti ad attribuire alla propria nazione o a quella da
loro
più studiata tutte le arti e invenzioni quà e là
, perchè gli organi che servono all’espulsione della voce, facilitano
loro
l’imitazione di quelli della propria specie i qua
osi. Veggiamo, e facciamo. Perchè ungonsi di grasso i Cafri? perchè i
loro
padri se ne ungevano. Perchè fumano ancor tenere
ancor tenere le fanciulle dell’Andalusia o di Lima? perchè imitano le
loro
madri. Se furono molli i Sibariti, magnifici e gh
tutti l’occulta forza dell’esempio domestico che più di ogni altro è
loro
vicino. A chi attribuiremo la prima invenzione de
nale, neppure tutti i piccioli continenti Italiani si conoscevano tra
loro
? Il nome (non che altra cosa de’ Greci) il nome d
oltraggiarono l’armata Romana che navigava a forza di remi avanti la
loro
città, non avevano, al dir di Floro15, piena noti
di declamazione e di danza; benchè noi eravamo pochissimo versati nel
loro
idioma, e perciò incapaci di comprenderne l’argom
nsi per involarlo: i servi si studiavano di custodirlo e salvarlo da’
loro
tentativi. Si addormentavano poi i bruni intorno
e’ piedi sollevavano leggermente gli addormentati arghi, e toglievano
loro
il paniere. Svegliavansi i servi, avvedevansi del
o. Chi non vi ravvisa una copia esatta di ciò che per introduzione ai
loro
pas-de-deux i ballerini Europei hanno a sazietà r
consistono nel distrugger i sentimenti della natura per inalzar sulle
loro
rovine l’idolo dell’opinione, nel ridurre ogni af
quell’uso appunto, che sogliono fare delle altre cose. Come la regola
loro
di pensare e di vivere non è il sentimento ma l’u
focle e di Menandro. Uditori altrettanto incomodi per l’indiscretezza
loro
quanto giudici infelici pel niun discernimento re
bili al mantenimento d’un teatro non rendesse necessaria la frequenza
loro
, come la necessità di far numero in un’armata cos
mero delle citazioni, e il merito degli autori secondo i secoli della
loro
nascita, giudicano a un dippresso dell’arte dramm
zza di colorito, altro egli non potè sentire giammai che le spine. Il
loro
studio consiste nel verificar appuntino le date,
a forte de’ caratteri, il linguaggio fine delle passioni, tutto è per
loro
come se non esistesse. Se per disavventura delle
ere s’affibbiano essi la giornea d’Aristarco per giudicare, l’impegno
loro
si riduce ad accozzar con freddissima logica una
’esempio e dall’autorità degli antichi mal intesi e peggio gustati da
loro
per misurar poscia su quelli come sul letto di Pr
grafia antica, e nella Iliade l’armatura dei Greci, o la figura delle
loro
fibbie, seppur le avevano. Se ragionasi di teatro
il merito degli autori subalterni secondo più o meno s’avvicinano al
loro
esemplare, e getta dentro a’ gorghi di Lete i ped
o ai principi a fine di rintracciar meglio l’origine della perfezione
loro
, o del loro decadimento. In una parola si ricerca
i a fine di rintracciar meglio l’origine della perfezione loro, o del
loro
decadimento. In una parola si ricerca che sia eru
suo intrinseco valore l’autorità di cert’uni, che opprimono col nome
loro
i lettori creduli ed infingardi. Ma presto m’avvi
, i quali veggendo le altrui fatiche esser un tacito rimprovero della
loro
dappocaggine, si sforzano di consolar il loro amo
tacito rimprovero della loro dappocaggine, si sforzano di consolar il
loro
amor proprio dispregiandole essi stessi, e cercan
punto a que’ satiri che ci descrive Claudiano, i quali esclusi per la
loro
petulanza e schifezza dal soggiorno delle grazie,
caso rimangano essi anticipatamente avvisati, che non ho scritto per
loro
, e che la mia divisa per cotal genia di lettori s
i il mio oggetto) e se i maestri dell’arte non le trovassero degne di
loro
, potranno, esse almeno divenir opportune ai giova
Fiorinetta su tutti gli altri, per quanto sfoggio essi facciano delle
loro
ricchezze ; e tra' suoi Scenarj cinque ve n’ha in
scandalosissimi, e lodati da tanti illustri uomini non già pel merito
loro
, ma per la loro invenzione. Andreini poi spiega i
e lodati da tanti illustri uomini non già pel merito loro, ma per la
loro
invenzione. Andreini poi spiega il perchè della p
re il soggetto solo ; ma di esplicare i personaggi coi nomi e qualità
loro
, l’argomento della favola, il luogo ove si recita
farli di quei benefizij che i Principi grandi sanno et possono fare a
loro
cari servi.ri, ho cercato col tener questa compag
è solito de Comedianti. Et io gli lasciavo (come si dice) cuocere nel
loro
grasso, ma venuta la quaresima, che le minestre s
questo affare ma che gli farei sapere quanto mi pareva bene per utile
loro
et il mio desiderio, mi tornorno tutti a dire, co
nti più tosto harebbono eletto di andare dispersi, perchè vedevono la
loro
manifesta rovina, mentre si disunissero et dovend
S. alla libera vedendo in quel che consiste e da quel che depende la
loro
risoluzione, non ho saputo, ne anche voluto (per
me povero Cav.re di spada et cappa non ho il modo a dare a ciascun di
loro
500 scudi per ciascuno, il vitto e'l vestire per
re a ciascun di loro 500 scudi per ciascuno, il vitto e'l vestire per
loro
e per le loro famiglie per tutto l’anno, come ogn
i loro 500 scudi per ciascuno, il vitto e'l vestire per loro e per le
loro
famiglie per tutto l’anno, come ogni uno di loro
re per loro e per le loro famiglie per tutto l’anno, come ogni uno di
loro
quest’ anno s’è guadagnato, che prima che scriver
e ? Che carità christiana harei havuta verso questi poveri huomini et
loro
famiglie ? Che atto di cortesia o di gratitudine
no obbedito al cenno, se io gli havessi rovinati et sprofondati, come
loro
tengono d’ essere quando saranno disuniti ? Sig.r
sempre, che per qual si voglia accidente si disunischino, ogni uno di
loro
farà quel ch' io vorrò. V. S. vede ch' io non ho
t d’impero, talchè questi poveri huomini usi a una fratellanza fra di
loro
, mai si ridurrebbon con essi in una servitù pacif
olo non hanno fra noi quella relazione e congegnamento totale che fra
loro
avean messi la lunga usanza di molti secoli e lo
ì con ragione esiger da essi che non isformino quella di cui lo stato
loro
presente le rende capaci. Colpa è di loro la niun
mino quella di cui lo stato loro presente le rende capaci. Colpa è di
loro
la niuna rassomiglianza che ravvisa lo spettatore
oveva imitarsi, e le belle arti che promettono d’imitarla. Colpa è di
loro
lo sconcerto e disunione che regna nel tutto, e g
nno preso piede in ciascuno di questi rami in particolare. Colpa è di
loro
la mancanza d’illusione e di verosimile che vi tr
non conoscono, e nella profonda meditazione di cui sono incapaci, la
loro
invenzione ad altro non si riduce che ad uno stil
che ad uno stile capriccioso, ad un falso raffinamento che lusinga la
loro
vanità, e che rovina intieramente la musica. [4]
iene piuttosto agli strumenti, i quali pella varietà e configurazione
loro
diversa onde capaci riescono di combinazioni più
ll’atto di profferire colla bocca il fatale decreto gli strumenti coi
loro
suoni non altro spiranti che tenerezza ci faranno
revemente. La prima si è la difficoltà che apparisce nel combinar fra
loro
tante parti diverse subordinandole in maniera che
n muovimento che s’accordi col numero e colla natura delle vibrazioni
loro
, il risultato del suono sarà più vigoroso, perché
ali, veggendo dalle ingiurie del tempo sfrondarsi a poco a poco sulle
loro
guancie le fresche rose e vivaci che rallumavano
za de’ voluttuosi atteggiamenti un riparo al successivo mancare delle
loro
attrattive. [15] La terza è quella smania d’intro
musicali piaceri. Ma, s’avessero eglino ricavati i principi dell’arte
loro
non da una sciocca e ridicola usanza, ma dagl’int
he opportuna a sedar il confuso mormorio degli uditori, a svegliar la
loro
attenzione, e a preparar gli animi al silenzio ed
colla dovuta accuratezza lo scambievole rapporto degli strumenti fra
loro
, e colla natura dell’oggetto cui devono rappresen
, ma essendo intermedie tra quelli e questo, servirebbero ad unir fra
loro
con una certa continuità i suoni diversi, e sareb
nti or s’affretti sconciamente la pronunzia, che le parole perdano il
loro
effetto, e che non vi si scorga punto quella pere
carte musicali si troverà che rare volte si conserva in essi il vero
loro
carattere, ch’è quello d’essere una cosa di mezzo
per formar una idea complessa; debbonsi in tal guisa subordinare fra
loro
i suoni, che l’unione dell’uno non nuoca punto an
capo solito a mettersi nel fine delle arie. Senza l’abitudine che fa
loro
chiuder gli occhi su tante improprietà, gl’Italia
risponderà (e a che non rispondono i maestri?) che la colpa non è di
loro
, ma degli ascoltanti che chiedono con furore la r
h’essi un’udienza da contentare, ma cotale assurdità non si trova ne’
loro
grammi, la quale era riserbata alla svogliatezza,
o in ciascun vocabolo occasione di fermarsi a dar mostra dell’abilità
loro
con cose affatto disparate, o almeno estranee al
on siffatte anticaglie, che sono (quasi direi) venute a nausea per la
loro
frequenza. Anfossi, che pur non è fra cotesto vol
so nelle parole. Queste due cose hanno una così stretta relazione fra
loro
che la musica fatta sulle parole d’un’aria non po
aniera lo spirito delle parole che chiunque volesse o cambiar le arie
loro
o accomodar il motivo, gli accompagnamenti e l’es
sione totale ad un’altra poesia non farebbe che distrugger affatto la
loro
verità musicale. E questo è appunto il segno più
loro verità musicale. E questo è appunto il segno più decisivo della
loro
eccellenza. [41] Ma i moderni compositori hanno n
consista l’espressione poetica? Basta gettar uno sguardo sulle carte
loro
per chiarirsene ad evidenza di tutto il contrario
Lo stesso motivo che serve di fondamento ad un’aria d’amore viene da
loro
impiegato per significare la benivolenza, la divo
are la benivolenza, la divozione, la pietà e l’amicizia, passioni fra
loro
cotanto differenti. Il sospetto crudele, l’agitaz
e altresì la facilità che trovano i moderni compositori di cambiar le
loro
composizioni adattandole a cento sentimenti diver
ttamente l’orecchio. Hanno essi delle cose eccellenti in dettaglio, i
loro
diversi stili abbondano di tratti vivi, animati e
biscrome anzi che quella della vera eloquenza musicale. Non s’insegna
loro
la rettorica dell’arte, quella cioè che sollevand
no tralasciare e in quali occasioni debbano adoperarsi. Non s’insegna
loro
la fisica propria del mestiere che consisterebbe
oltissimo alla perfezione e maggior finezza dell’arte. Non s’insegnan
loro
quei rami di filosofia applicabili all’uffizio de
scienza dell’uomo sensibile, la cognizione delle umane passioni e dei
loro
sintomi, l’indole e varietà dei loro movimenti se
zione delle umane passioni e dei loro sintomi, l’indole e varietà dei
loro
movimenti secondo i rispettivi caratteri e le sit
gono a bene osservarsi uno sguardo più esperimentato. Non s’istillano
loro
i principi di quella erudizione che tanto è neces
rota. Di queste ed altre cose appartenenti più da vicino alla scienza
loro
sono così all’oscuro la maggior parte dei moderni
ca della musica nel nostro secolo, sono nomi egualmente sconosciuti a
loro
che al gran Lama del Tibet, o ai Telapoini del Si
imi hanno i lumi sufficienti a conoscere i pregiudizi e gli abusi del
loro
mestiere, o conoscendoli, la buona fede di confes
tiere, o conoscendoli, la buona fede di confessarli. Pare che l’anima
loro
non esista fuorché nei tasti del cembalo, che la
are che l’anima loro non esista fuorché nei tasti del cembalo, che la
loro
esistenza tutta si raduni sulle punte dei diti, e
che gli spartiti siano la carta geografica dove si comprende tutto il
loro
universo scientifico. Se si dovesse cercare un em
oni intellettuali dell’umano spirito hanno così stretta relazione fra
loro
che non può farsi gran via in una scienza o facol
perta e sotto libero cielo, non ponno fiorire colà dove i coltivatori
loro
le prendono per un mestiero che debbe unicamente
prendono per un mestiero che debbe unicamente servire di stromento al
loro
guadagno; egli fa d’uopo confessare, che la music
anno contribuito a viziar il gusto del pubblico, anche il pubblico ha
loro
non poche volte fatto uscir di sentiero. L’amore
. L’amore del piacere, che ricompensa gl’Italiani della perdita della
loro
antica libertà e che va dal paro in una nazione c
’ quali le donne amate sono sicure di ottener il perdono di qualunque
loro
arditezza, gli uditori sono indulgentissimi con c
rditezza, gli uditori sono indulgentissimi con chi è lo stromento de’
loro
piaceri. Cotal licenza può giovare di molto all’a
are di molto all’avanzamento delle arti allorché queste essendo nella
loro
fanciullezza, e confidate alle mani di saggi rego
odi, il discostarsi dai maestri e il creder che hanno fatto meglio di
loro
quando hanno fatto diversamente. Tale è il destin
una rapida prospettiva. Quello che in generale può dirsi è che nelle
loro
mani la musica acquista a certi riguardi una magg
re umano diviso in gran famiglie e società civili ha assicurata la di
loro
sussistenza coll’unione delle forze particolari d
ari del del Lazio, gl’inni peruviani al Sole, quelli de’ germani alle
loro
guerriere divinità, e tanti altri. Pieni adunque
i tali idee religioso, le trasportano molto naturalmente eziandio ne’
loro
piaceri, i quali in tal guisa quasi consacrati si
abitavano nelle coste del Baltico, ebbero le famose rime runiche de’
loro
poeti chiamati scaldi 2. I celti, nazione più ant
più antica e più potente de’ goti, ebbero in grande stima ed onore i
loro
bardi. Fiorirono tra gli antichi scozzesi ed irla
ne insegnavano alcune a’ fanciulli, le quali conteneano l’imprese de’
loro
eroi, e servivano d’istorie. «Strana cosa (diceva
cherzevoli capricci. Da tal punto i poeti teatrali rivolgono tutta la
loro
curiosità verso gli oggetti non religiosi, notano
utti sono in istato di rilevare l’esattezza di quelli, e d’aggiugnere
loro
maggior lume colle proprie scoperte, come molti p
i, e dalle idee dominanti in una nazione o in un secolo; le relazioni
loro
sono così fine, così complicate, così difficili;
di coloro che le perfezionano. Qualora suppongasi non pertanto che la
loro
coltura diviene comune in un popolo, questa suppo
polo, questa supposizione non può andare disgiunta dal sospetto della
loro
mediocrità, perocché abbandonate fra le mani del
inferiori incapaci di sollevarsi fino a quell’altezza che richiede la
loro
natura, non può far di meno che non divengano tri
amare anacreontiche, petrarchesche, o pindariche, quantunque convenga
loro
siffatta appellazione colla stessa giustizia a un
ialogo di Luciano. Immagini tutte le quali benché fossero belle nella
loro
origine, e capaci di produrre un piacere inaspett
etto che nasce dalla sorpresa, né quello che viene dal riflesso della
loro
convenienza. Da ciò deriva lo spirito d’imitazion
porta gli uomini a celar le proprie vergogne. Ed è ben ragione che il
loro
destino non sia punto migliore della loro capacit
ne. Ed è ben ragione che il loro destino non sia punto migliore della
loro
capacità. Vili schiavi dell’impresario, del compo
ovata la radice dell’abuso nel trascurar i recitativi, nel porre ogni
loro
studio nel canto delle arie, e pello sfoggiare su
, questi duetti o questi finali isolati fossero tali almeno che colla
loro
vaghezza, novità od interesse ci ricompensassero
ogna altresì non pensare ai rapporti intrinseci che hanno i suoni fra
loro
, rapporti che formano, a così dire, la metafisica
nicamente quelli che hanno inflessione chiara e sensibile cosicché la
loro
espressione porti seco un significato da per se c
confonda con verun altro. Lo sono i tuoni variati e distinti o per la
loro
gravità ed acutezza, o per la loro lentezza e vel
tuoni variati e distinti o per la loro gravità ed acutezza, o per la
loro
lentezza e velocità, essendo certo che un uniform
lla progressione armonica vengono generati da esso; poichè ciascun di
loro
corrisponderà colla sua individuale espressione a
lla potrebbe servirsene. Se i Greci, non avvisandosi di eccitar nelle
loro
tragedie altri movimenti che il terrore e la piet
l poeta perché inutili affatto all’intreccio, né qual occupazione dar
loro
, bisogna pure che pensi a trovar un paio d’amanti
racciato dai compositori drammatici perché favoreggia mirabilmente la
loro
ignoranza e s’accomoda più d’ogni altro alla loro
gia mirabilmente la loro ignoranza e s’accomoda più d’ogni altro alla
loro
inerzia. L’anzidetto pattuito gergo cava d’impacc
er ciò non havvi mezzo tanto opportuno quanto il titillare sovente le
loro
dilicatissime orecchie con siffatti bei concettic
ll’insigne scrittore ha fatto attribuir al melodramma i difetti della
loro
incapacità, e perché non hanno essi saputo supera
incitrice influenza del nome francese e i brillanti sofismi di alcuni
loro
filosofi altrove da me confutati154 gli Italiani
ndio delle comparse, dare ai musici le paghe considerabili che davano
loro
per lo passato, questi scoraggiti nell’arringo ra
uelli scrittori melodrammatici che o meritano un luogo distinto pe’ i
loro
talenti, o non meritano andar confusi collo stoli
li sconsiglino Alceste dal morire, laddove sarebbe più confaccente al
loro
carattere e al loro interesse il confermarla nell
te dal morire, laddove sarebbe più confaccente al loro carattere e al
loro
interesse il confermarla nella sua risoluzione, c
re ragunando le cinquanta figlie nel tempio di Nemesi, e consigliando
loro
l’uccisione degli sposi senza che questi maravigl
la cagione di così improvvisa e furibonda allegrezza, e senza che la
loro
venuta abbia verun altro oggetto fuorché quello d
lsabigi, ch’è di far apparire l’inferno coi demoni, mettendo in bocca
loro
per giunta una moralità tanto ad essi appropriata
lo ove perduta aveano ad un solo tratto pressoché tutta la stirpe dei
loro
re, non era il più a proposito per ordinare quatt
ti dello slegamento delle scene, succedendosi queste in tal guisa fra
loro
, che tolta via qualunque di esse, poco o nulla ne
polare sono meno riconcentrate, e conseguentemente sono più aperte. I
loro
caratteri meno artefatti e perciò più facili ad e
rtefatti e perciò più facili ad essere rappresentati. L’accento della
loro
voce più sfogato e vivace, e in conseguenza più m
voce più sfogato e vivace, e in conseguenza più musicale. I ridicoli
loro
più evidenti e più caricati che è lo stesso che d
rimo uomo e alla prima donna. Guai se venisse cantato da altri che da
loro
! Nascerebbe un dissidio poco minore di quello che
fa di mestieri parimenti che tutti i personaggi cantino per ordine le
loro
ariette incominciando dal primo uomo o dalla prim
fare che tutti gli attori abbandonino il teatro dopo aver cantato le
loro
ariette, e che verso la fine dell’atto vadino sfi
ldoni hanno fatta in questo genere qualche composizione passabile, il
loro
merito è comparativo, e non assoluto. Essi non de
Essi non devono confondersi tra i Bavi o i Mevi, ma qual distanza fra
loro
e gli Aristofani o i Terenzi? Ma se l’Abate Casti
di declamazione e di danza; benchè noi eravamo pochissimo versati nel
loro
idioma, e perciò incapaci di comprenderne l’argom
nsi per involarlo: i servi si studiavano di costodirlo e salvarlo da’
loro
tentativi. Si addormentavano poi i bruni intorno
e’ piedi sollevavano leggermente gli addormentati arghi, e toglievano
loro
il paniere. Svegliavansi i servi, avvedevansi del
o. Chi non vi ravvisa una copia esatta di ciò che per introduzione ai
loro
pas-de-deux i ballerini Europei hanno a sazietà r
ndecenti, ma che force altro oggetto non aveano che di manifestare la
loro
agilità estrema. Fuvvi parimente una danza grotte
ipali personaggi del l’isola, la quale consisteva nel movimento delle
loro
teste con tal forza, che faceva dubitare agli ast
i compositori italiani. Scuole celebri di canto, e di suono col vario
loro
carattere. [1] Lo spettacolo dell’opera tutto in
il cuore non vi si mischiava per nulla, gli occhi almeno trovavano il
loro
pascolo, e se il terrore e la pietà non laceravan
eferenza degli occhi, e s’avvidero i musici che la possanza dell’arte
loro
avvegnaché ne abbia per fondamento gli accordi e
re da que’ movimenti medesimi che avrebbe in noi eccitati la presenza
loro
. Essa è finalmente quella che sottopone, a così d
lle parole, e servendosi di esse come di veicoli delle idee, comunica
loro
quella espressione, che da sé sole non avrebbero
i vocaboli, ora unendo con alcune leggi di modulazione la succession
loro
, come l’ortografia ne distingue i periodi, ora re
invaghiscano l’occhio de’ riguardanti, nulla dicono però allo spirito
loro
; laddove una voce solitaria, che risuoni dolcemen
contrappunto, a concertar con più esattezza le parti, a connetter fra
loro
i passaggi secondo il luogo, che debbono occupare
uistata sugli affari di Europa. Documento luminoso a’ sovrani per far
loro
conoscere che la sola maniera d’eternar il lor no
bisogni degli uomini, e favoreggiando le scienze che perfezionano il
loro
spirito. La gloria delle armi e delle conquiste p
rami della quale appendevano corone di fiori le ninfe, e i capitani i
loro
militari trofei86. [7] L’accennata circostanza un
non solo in Francia, ov’egli è indubitabile che arrivarono al maggior
loro
splendore, ma nelle contrade straniere eziandio.
di un’agiata fortuna quanto più si mostrano disprezzatori di esse ne’
loro
scritti; somiglianti appunto a que’ sacerdoti mus
valenti Italiani emuli a Parigi e imitatori del Lulli riportarono al
loro
ritorno nella patria idee più chiare e più distin
ioni dell’Hendel. Gli Inglesi, che ad un vivo interesse per la patria
loro
sanno accoppiare quella imparziale filosofia che
ora il premio del tripode, ora il privilegio di recitar sul teatro i
loro
componimenti. [8] Allora si coltivò l’espressione
a, e fornite si veggono d’accompagnamenti più copiosi e brillanti. Il
loro
andamento è più spiritoso e più vivo che non sole
arini lucchese, Sarro, Mancini ed alcuni altri lavorarono all’esempio
loro
con ottimo gusto, benché con istili alquanto dive
da, o questi all’incontro su quelli; che non convenendo mischiare fra
loro
suoni di diversa natura, faceva di mestieri collo
isognava studiar bene la natura di ciascuno per meglio combinarli fra
loro
, e farli muovere a luogo e tempo; che i subaltern
ezzar di buon ora i sonatori alla giustezza del tempo, e a regolar il
loro
movimento colla mossa generale degli altri, affin
posizione, comunicavansi a vicenda i lor sentimenti e le osservazioni
loro
al comune giudizio esponevano, onde poi copiosi l
uontempi illustre allievo della scuola romana, di condurre a spasso i
loro
discepoli fuori delle mura di Roma colà dove si r
eplicando distintamente le modulazioni, gli ammoniva con evidenza de’
loro
difetti, e gli disponeva a correggersi più facilm
rpora, dai quali uomini valentissimi non meno nella pratica dell’arte
loro
che nel metodo d’insegnarla, sortirono poscia que
ora parte viventi, e parte defunti bella testimonianza del valore del
loro
maestro. La taccia di avere in qualche modo contr
sconti, e di tanti altri, l’abilità de’ quali è ita sotterra con esso
loro
, sebben non rimanga spenta in quanto alla fama. B
antanti, di ballerini, e di macchinisti bravissimi, che sortivano dal
loro
paese per procacciar ad essi un sì vario, sì gent
e inutile quella gloria che ritraggono gl’Italiani dal vedere che la
loro
lingua, musica, e poesia sono superiori a quelle
sale quanto a prima vista apparisce. Se le armoniche facoltà ebbero i
loro
Orazi e i loro Virgili, non mancarono di Bavi e d
rima vista apparisce. Se le armoniche facoltà ebbero i loro Orazi e i
loro
Virgili, non mancarono di Bavi e di Mevi anche in
erare di aver voluto adombrar il vero, o recar onta alle glorie della
loro
patria. L’uno si è il signor conte Benvenuto di S
mini singolari ha, come dice un poeta francese, pronunziata contro di
loro
: «Sois grand homme, et sois malheureux.» 88. [Nd
ome il genere umano diviso in gran famiglie e società civili ha la di
loro
suffistenza assicurata coll’unione delle forze pa
aliari del Lazio, gl’ inni Peruviani al Sole, quelli de’ Germani alle
loro
guerriere divinità, e tanti altri. Pieni adunque
di tali idee religiose molto naturalmente le trasportano eziandio ne’
loro
passatempi, i quali in tal guisa quasi consacrati
ndo dagli Ebrei l’ opera letteraria più antica sono i due Cantici del
loro
legislatore Mosè. Le memorie dei defunti scolpite
o, ebbero le famose poesie Runiche che talora erano ancor rimate, e i
loro
poeti detti Scaldi 18, i cui canti chiamaronsi Wy
lti nazione più antica e più potente de’ Goti pregiarono sommamente i
loro
Bardi. Tra gli antichi Scozzesi ed Irlandesi di o
9. Secondo Tacito i Germani non aveano altra storia che i canti de’
loro
Bardi. Lino, Orfeo, Museo, Esiodo, Omero ecc. fio
insegnavano alcune a’ fanciulli, le quali contenevano le imprese de’
loro
eroi e servivano d’istorie. “Strana cosa (diceva
rappresentare una spedizione militare. La partenza de’ guerrieri dai
loro
villaggi (cosi ne parla lo storico Robertson a),
ele colle quali si accampano, l’accortezza con cui pongono alcuni del
loro
partito in agguato, la maniera di sorprendere l’a
no una dopo l’altra. Gli operatori eseguiscono con tale entusiasmo le
loro
diverse occupazioni, sono cosi bizzarri i loro ge
con tale entusiasmo le loro diverse occupazioni, sono cosi bizzarri i
loro
gesti, il viso, la voce, e così bene accomodati a
bizzarri i loro gesti, il viso, la voce, e così bene accomodati alle
loro
varie espressioni, che gli Europei durano fatica
lavansi al ballo il canto e i motteggi, condusse i Greci a formarsi i
loro
spettacoli teatrali. Un annuo sacrifizio e convit
esti nobili attori, prima e dopo la rappresentazione, occupavano tra’
loro
uguali i luoghi corrispondenti alla propria digni
a Peruviani, i quali gemono avviliti da più dura schiavitù, hanno de’
loro
antichi riti e costumi conservata una viva e cara
costumi conservata una viva e cara rimembranza, che solo gli attuali
loro
padroni potranno a poco a poco cancellare o almen
e più conforme all’umanità. Essi in certi giorni solenni prendono la
loro
antica foggia di vestirsi e menano per le strade
i e menano per le strade le immagini del sole e della luna. Alcuni di
loro
sogliono farsi lecito di rappresentare certe fest
, che gli accordarono volentieri una parte principale nel dirigere le
loro
operazioni in quel corso ? Sa il Lampillas che co
rappresentare una spedizione militare. La partenza dei guerrieri dai
loro
villaggi (così ne parla lo storico Robertson 34),
ele colle quali si accampano, l’accortezza con cui pongono alcuni del
loro
partito in aguato, la maniera di sorprendere l’ a
no una dopo l’altra. Gli operatori eseguiscono con tale entusiasmo le
loro
diverse parti, sono così bizzarri i loro gesti, i
scono con tale entusiasmo le loro diverse parti, sono così bizzarri i
loro
gesti, il viso, la voce, e così bene accomodati a
bizzarri i loro gesti, il viso, la voce, e così bene accomodati alle
loro
varie espressioni, che gli Europei durano fatica
olavasi al ballo il canto e i motteggi, condusse i Greci a formarsi i
loro
spettacoli teatrali. Un annuo sacrifizio e convit
esti nobili attori, prima e dopo la rappresentazione, occupavano tra’
loro
uguali i luoghi corrispondenti alla propria digni
’ Peruviani, i quali gemono avviliti da più dura schiavitù, hanno de’
loro
antichi riti e costumi conservata una viva e cara
costumi conservata una viva e cara rimembranza, che solo gli attuali
loro
padroni potranno a poco a poco cancellare o almen
e più conforme all’ umanità. Essi in certi giorni solenni prendono la
loro
antica foggia di vestirsi, e menano per le strade
, e menano per le strade le immagini del Sole e della Luna. Alcuni di
loro
sogliono farsi lecito di rappresentare certe fest
, che gli accordarono volentieri una parte principale nel dirigere le
loro
operazioni in quel corso? Sa il Lampillas che cos
Anche i Confratelli detti della Passione continuavano a pascere delle
loro
grossolane farse la nazione. I Misteri degli Atti
altro teatro; ma nel decreto stesso del 1548, con cui si permisero le
loro
rappresentazioni nel nuovo teatro, si prescrisse
tomisero, ma non istimando di poter continuare a montar sul palco con
loro
decoro, cessato l’oggetto della loro confraternit
ontinuare a montar sul palco con loro decoro, cessato l’oggetto della
loro
confraternità, si diedero ad ammaestrare alcuni n
strare alcuni nuovi attori che rappresentarono sino al 1588 quando il
loro
teatro si cedette ad un’altra compagnia di attori
re che essi appena ne trassero i nudi argomenti che abbigliarono alla
loro
foggia. Cleopatra fu una delle tragedie di Jodell
il Voltaire, vendevano a’ commedianti che giravano per la Francia, le
loro
composizioni a dieci scudi l’una. Il fecondo Hard
meno che sia possibile. I primi commedianti Italiani che aprirono il
loro
teatro comico in Francia, furono i Gelosi che nel
embra egli apparisca assai più impresario che attore. Se le Signorie
loro
Ill.me uolessero acquistar nella forma qui sotto,
atro, m’obbligo in questo caso, di far quello comandarano le Signorie
loro
Ill.me auertendo m’intendo di non darli cosa alcu
o uinti anni che in questo mi rimetto nella benignita delle Signorie
loro
Ill.me facendo tutto questo per conseruar l’amici
trali? L’inca mentovato ce ne dà alcune notizie senza istruirci della
loro
origine. Pure io mi credo di rinvenirne i princip
luogo, del tempo, e degli spettatori, né mai gli amauti avvilirono i
loro
talenti all’oscenità di Aristofane, e degl’ingles
Questi nobili attori prima e dopo la rappresentazione occupavano tra’
loro
uguali i luoghi corrispondenti alla loro dignità
resentazione occupavano tra’ loro uguali i luoghi corrispondenti alla
loro
dignità e a’ propri impieghi; e allorché si disti
urali, i quali gemono avviliti dalla schiavitù, han conservato per li
loro
antichi riti e costumanze una viva e cara rimembr
conforme all’umanità. Essi adunque in certi giorni solenni riprendono
loro
antica foggia di vestirsi, e menano per le strade
, e menano per le strade le immagini del Sole e della Luna. Alcuni di
loro
sogliono permettersi di rappresentare certe feste
ù in noi l’idea della coltura delle altre nazioni a proporzione della
loro
lontananza. Tutto ciò che non ci rassomiglia, sem
e riflettere se ne sottraggono. Generalmente i turchi, malgrado della
loro
comunicazione con alcune corti europee che potreb
reco e ’l latino. Quei che attendono alle cose della religione e alla
loro
giurisprudenza, si applicano sui comenti dell’Alc
i, e sul codice e le costituzioni de’ nostri principi. Si trovano fra
loro
ancora molte biblioteche. Golio famoso olandese d
uminati, i quali gli permisero di andar scartabellando i codici delle
loro
librerie261. Hanno vari collegi in tutte le mosch
14. Apollodoro comico Greco 102. Arabi, se abbian avuto teatro 177.
loro
dialoghi 178. Aragona (Errico d’) p. S. 207. Ar
399. 404. Arnaud de Baculard (Francesco-Maria d’) p. F. 363. Arti,
loro
origine 2. Asinio Pollione coltivò la Tragedia 1
., di Commedie Tedesche 249. 288. 397. 427. Autos Sacramentales 260.
loro
mostruosità 276 n. Avvocato Patelin Commediola ra
ue Opere 30. empio in una tragedia é condannato a morte 36. Etruschi
loro
sapere 109. Eupoli comico Greco 82. sua disgrazi
229. n. illuminati dagl’Italiani 213. n. 270. n. 294. n. cosa dice di
loro
Finirco Materno 226. n. la Fontaine e Montesquieu
affei 294. n. dal Muratori e Orsi 295. n. da M. de Fenelon 294. n. da
loro
Autori 962. 297. n. da G. G. Rousseau, dall’Ab. D
seau, dall’Ab. Deffontaines e dal Voltaire ivi., mal organati 353. n.
loro
guasta Filosofia 360. n. 427. n. Freron (Elia-Ca
sori di essa in Italia 352. in Germania 405. gl’Inglesi migliorano la
loro
sul gusto italiano 396. Murphy p. I. 393. N
L. 118. Pantomimi Cinesi e Indiani 17. Greci 104. Latini 169. Onori
loro
renduti dagl’Imperadori 173. Italiani 354. France
u Claudio-Pietro p. F. 376. Pecchia Carlo p. It. 330. Peruviani
loro
divertimenti 21. 24. loro luttuosa tragedia 25.
. Pecchia Carlo p. It. 330. Peruviani loro divertimenti 21. 24.
loro
luttuosa tragedia 25. Perabò Antonio p. It. 327.
io p. S. 280. Spagnuoli antichi se abbian avuto teatro 177sModerni
loro
ignoranza 258. n. illuminati dai Nebbrissense e d
ni 42. Peruviani 24. Cinesi e Giapponesi non sono fìssi 14. Spagnuoli
loro
descrizione 414. Saguntino sue rovine 178. n . T
della Passione pieni di ridicolo 206. XVI. Drammi sacri di Chocquet e
loro
buffoneria 241. Momerie ivi. Giuochi di piselli
esco p. F. 304. 359. Trovatori o Troubadours poeti Provenzali 185 n.
loro
drammi 191. Turchi non cotanto ignoranti 423.
a impertinenza 225. gli Scrittori Francesi sulle arguzie 295. e sulla
loro
franchezza nel giudicare e decidere della Lettera
tà, trovarono da poi ne’ poeti comici tanti zelanti patrocinatori de’
loro
diritti offesi; ed il magistrato Ateniese permise
itti offesi; ed il magistrato Ateniese permise che si pubblicassero i
loro
oltraggi in teatro; ed animò con ciò i poeti ad i
orma alolor poema, che gonfii della riuscita presero a gareggiare co’
loro
modelli, e ne sostennero arditamente il paragone
e per iscemare l’ammirazione che sino a quel punto riscossa avevano i
loro
emoli, valendosi delle proprie armi, cercarono di
tto dalla novità degli argomenti. Imperciocchè i tragici ricavavano i
loro
soggetti dalle favole di Omero e dalla mitologia;
otenti e perniciosi cittadini, non solo con una vivace imitazione de’
loro
costumi, ma col nominarli e copiarli al naturale
Evang. Lib. X. a. Ne’ frammenti della Repubblica lib. IV. Perdoniamo
loro
l’aver feriti i Cleoni, gl’Iperboli ecc.; ma Peri
come noi andiamo agli Esercizii Spirituali, e che la Commedia era il
loro
Catechismo, e la Tragedia là lore Predica grande.
i Giuli Romani e i Triboli, che diedero prova anche in tal genere del
loro
valore; o almeno faria mestieri che i nostri uomi
ndo, trabiccoli, centinamenti, tritumi, trafori, ogni cosa è messo da
loro
in opera, purché abbia dello strano. E per non pa
o in opera, purché abbia dello strano. E per non parlare di una certa
loro
arbitraria prospettiva che sonosi creati in mente
vura di mano. Quando saltò su un certo Licinio matematico, che aperse
loro
gli occhi. «E non vedete voi», disse loro, «che s
inio matematico, che aperse loro gli occhi. «E non vedete voi», disse
loro
, «che se voi nelle pitture quello approvate che n
ostarsi dall’altra, quasi sogni di gente inferma, che non hanno nelle
loro
parti connessione veruna. Ma dei Licini ne saltan
to in una fabbrica, e dandogli per ciò non lieve carico; quando tolse
loro
ogni pensiero, secondo che riferisce egli stesso,
tri di quel secolo. Non vorrei né meno che da noi s’imitassero quelle
loro
pagode e quelle torri di porcellana, salvo se cin
sua. [5.6] Loro costume è di scegliere quegli oggetti che nel genere
loro
piacciono il più alla vista, disporgli in maniera
n fantasia fornito farebbe gran senno a ricopiare così a puntino que’
loro
paesaggi, imitando quel valentuomo il quale, piut
rebbon mai far andare colà dove i capitelli delle colonne giugnessero
loro
alle spalle o alla cintola, dove venissero a togl
a Firenze parecchi uomini celebri in questo genere, annoverandosi tra
loro
corte il più distinto un certo Messer Alberto chi
rattere della scostumatezza e della licenza nelle canzoni chiamate da
loro
Drinking Catches, ovvero sia da cantarsi nei brin
3. [7] La Germania l’accolse parimenti versò la metà del Seicento. Le
loro
antiche fiere, ovvero siano feste carnascialesche
to di comparse e di suoni vi si celebravano; la musica strumentale da
loro
coltivata con impegno; la magnificenza degli elet
affinchè riuscissero sontuosissimi gli spettacoli che si davano alle
loro
corti, aveano di già appianata la via al melodram
taliani e che l’Imperator Leopoldo 74 molto si dilettava della musica
loro
, fu chiamato gran numero di suonatori e di cantan
Calderon, Montalban, Solis, Mureto e tanti altri sotto le insegne del
loro
antecessore Lope de Vega, non avessero altrove ch
la moscovitica di particolare, si è che la poesia veniva esclusa dai
loro
componimenti musicali, perocché i russi non canta
mato tra i giacci e le paludi del settentrione convenevol risposta ai
loro
dubbi poco fondati, e le nazioni meridionali, che
dolcissime scosse dell’armonia, dovranno confessare di non poter coi
loro
linguaggi neppur venire al paragone (almeno in qu
dovea aspettare, i grandi della nazione, ed ecco a gara coltivarsi da
loro
la musica, anche per imitare l’imperatore, il qua
civilizzazione dei russi, i quali, ignorando le ascose cagioni della
loro
bellezza, altro non saranno giammai che languidi
nguidi e freddi copisti. Laddove se le arti di genio fossero presso a
loro
piante native e non avventizie, se il novello leg
privilegiati climi della Grecia e dell’Italia additerebbono anche a’
loro
cultori nuovi originali da imitare sulle rive del
ito. Il quale pare stia a provare come regnasse un’antica ruggine fra
loro
per gelosia di mestiere, e come anche Costantini
mano et evaginò la spada, tirandoli delle stocate per essimersi dalle
loro
mani, come depongono li Testimoni. Lui stesso con
iaria, vedendosi seguire da essi sbiri pose mano alla spada contro di
loro
, ne voleva che lo pigliassero, e che voleva saper
voleva sapere prima d’ordine di chi lo volevano pigliare, sì che poi
loro
li dissero essere per ordine di Vostra Altezza Se
ita, stimano che altre cognizioni non vi siano d’apprendere nell’arte
loro
fuor di quella di prestar il cembalo, e di seguit
tere consonanti, si fa, qualora passando gli organi della bocca dalla
loro
posizione fissa ad un’altra momentaneamente varia
esattamente le sillabe dalle parole, e dall’accoppiamento, ed ordine
loro
si forma poi la sintassi, e il discorso. I vari c
della voce sono incommensurabili, vale a dire, non si distinguono fra
loro
per intervalli perfettamente armonici, né possono
i nostri sistemi di musica. Il canto è quello che li determina, dando
loro
un valore e una durazione esprimibile per alcuno
ma sono principalissime presso a’ toscani, come si vede negli autori
loro
, ed io ho non poche fiate osservato. E maggiore e
e veloce de’ napoletani, che squartano, a così dire, le sillabe colla
loro
larga pronunzia, che sarebbe perciò opportunissim
izio sicuro può ritrarsi eziandio circa lo stil de’ poeti, e il vario
loro
carattere. Ed è siffatto carattere musicale, che
sillaba; ond’è che i cantanti per rendere men monotono il recitativo
loro
, e più gradevole all’orecchio, si veggono costret
ricandolo di falsi ornamenti. Al che s’aggiugne eziandio l’indole de’
loro
versi, i quali, essendo dappertutto rimati, e dov
gnificante, un cadavero senz’anima soltantochè si cangino dall’ordine
loro
le parole, mettendo sul principio quelle, che son
Le cortesie, l’audaci imprese, io canto.» ognun vede quanto accresca
loro
d’armonia quell’“io canto” messo infine. Si ponga
gorie sono le delizie degl’Italiani, e degli Spagnuoli ancora: Che le
loro
lingue portano sempre le cose a qualche estremo:
e si vede nella lingua francese, la quale altro non è, se crediamo a’
loro
autori più illustri, che un antico dialetto celti
nati all’esercizio della parola trova subito quelle, che alla maniera
loro
di concepire maggiormente si confanno. Avvegnaché
o fine eziandio ora per l’agio, e morbidezza di vivere, che ispira il
loro
commercio, onde s’addolcì la guerresca ferocia di
io d’imitarle ne’ letterati avidi di procacciarsi con questo mezzo la
loro
grazia, o la loro protezione, massimamente nel Ci
letterati avidi di procacciarsi con questo mezzo la loro grazia, o la
loro
protezione, massimamente nel Cinquecento, secolo
Così fecero Petrarca, e Bocaccio, prime sorgenti della mollezza della
loro
lingua come Dante fu il primo ad aggiugner la rob
a gioventù frivola e degradata sagrifica alle insidiose tiranne della
loro
libertà insiem col tempo che perde anche i talent
, di cui ne abusa: quando gli autori veggonsi costretti a mendicar la
loro
approvazione se vogliono farsi applaudire da un p
imperiosamente i giudizi e la critica di tanti uomini più femmine di
loro
: quando bisogna per non recar dispiacere ad esse,
eni fatti per illustrar il suo secolo e per sovrastarlo sono malgrado
loro
sforzati a preferire lo stile d’un giorno, che na
ntiquattro, che compongono l’alfabeto, cioè “x”, “g” e “iota”; che il
loro
suono, quando vien proferito da bocca castigliana
fonso di Ferrara, di ridonar a entrambi la sua protezione, che sembrò
loro
tolta, quando Pedrolino, trovandosi al soldo di c
ostra Altezza Ser.ma con ogni debito di riuerenza la supplicano à far
loro
grazia di una lettera di fauore al S.r Conte de F
azia di una lettera di fauore al S.r Conte de Fuentes, che uoglia dar
loro
licenza di poter recitar Comedie in Milano, finit
S. Altezza di Savoia con ogni debito di riverenza la supplicano a far
loro
gratia, che possano in Milano nella stanza solita
che possano in Milano nella stanza solita del suo Palazzo recitar le
loro
honeste Comedie ; hanno già supplicato, et hora d
saliari del Lazio, gl’inni Peruviani al Sole, quelle de’ Germani alle
loro
guerriere divinità, e tanti altri. Pieni adunque
di tali idee religiose molto naturalmente le trasportanò eziandio ne’
loro
passatempi, i quali in tal guisa quasi consacrati
inciando dagli Ebrei l’opera letteraria più antica sono i Cantici del
loro
legislatore Mosè. In versi erano le memorie de’ d
o, ebbero le famose poesie Runiche che talora erano ancor rimate, e i
loro
poeti detti Scaldi a, i cui canti chiamaronsi Wys
lti nazione più antica é più potente de’ Goti pregiarono sommamente i
loro
Bardi. Tra gli antichi Scozzesi ed Irlandesi di o
condo Tacito i Germani non aveano altra storia se non che i canti de’
loro
Bardi. Lino, Orfeo, Museo, Esiodo, Omero ecc. Fio
insegnavano alcune a’ fanciulli, le quali contenevano le imprese de’
loro
eroi e servivano d’istorie. «Strana cosa (diceva
Anche i Confratelli detti della Passione continuavano a pascere delle
loro
grossolane farse la nazione. I misteri degli Atti
altro teatro; ma nel decreto stesso del 1548, con cui si permisero le
loro
rappresentazioni nel nuovo teatro, si prescrisse
tomisero; ma non istimando di poter continuare a montar sul palco con
loro
decoro, cessato l’oggetto della loro confraternit
ontinuare a montar sul palco con loro decoro, cessato l’oggetto della
loro
confraternita, si diedero ad ammaestrare alcuni n
De Voltaire, vendevano a’ commedianti che giravano per la Francia, le
loro
composizioni a dieci scudi l’una. Il fecondo Hard
meno che sia possibile. I primi commedianti Italiani che aprirono il
loro
teatro comico in Francia, furono i Gelosi che nel
che essi appena ne trassero i nudi argomenti, che poi vestirono alla
loro
foggia. 10. Zeno Annotaz. al Fontanini.
e musiche un parallelo ragionevolissimo. La nostra ignoranza circa le
loro
teorie musicali farà che non si possano comparare
idenza si trova però essere falsissima svolgendo anche leggermente le
loro
storie. Bisogna vivere in una profonda ignoranza
hi scrittori. Che i Greci, massimamente i primitivi, considerassero i
loro
musici e i loro poeti come rivestiti d’un caratte
e i Greci, massimamente i primitivi, considerassero i loro musici e i
loro
poeti come rivestiti d’un carattere legislativo s
poeti come rivestiti d’un carattere legislativo si vede da ciò che le
loro
prime leggi, le prime politiche istituzioni, furo
a poetessa Saffo veniva riguardata da que’ di Mitilene come una delle
loro
più celebri legislatrici non altrimenti che que’
ltrimenti che que’ della Beozia ammiravano Pindaro come uno de’ primi
loro
sapienti. Terpandro e Tirteo erano tenuti in Ispa
esi, popoli della Magna Grecia, come il Franklin e il Wasington della
loro
patria. Il lettore non ha bisogno d’essere avvert
musici e ballerini, e niente v’era di più comune quanto il vedere le
loro
imagini o sculte o dipinte con in mano qualche st
ima d’incominciar lo spettacolo si portavano attorno in processione i
loro
simolacri, o gli emblemi che gli rappresentavano.
resentazioni teatrali il fatto è fuor d’ogni dubbio, o si riguardi la
loro
origine, o si ponga mente all’autorità de’ più il
o essi così persuasi che fossero una specie di rito religioso che per
loro
l’assistere a’ teatri era lo stesso che confessar
co’ gentili, i vostri spettacoli, in quanto abbiamo in odio l’origine
loro
che sappiamo venire dalla superstizione». Il seco
degli spettacoli sono feste de’ numi, e si fanno per sollenizzare il
loro
giorno natalizio o per dedicarne un qualche tempi
essione) non potendo il poeta e il compositore di musica eseguirli da
loro
stessi, non seguì il medesimo dei drammi greci qu
è perché il poeta e il compositore di musica non possono eseguirli da
loro
stessi. Dunque (prima conseguenza) non essendo in
essendo in Italia il costume che il poeta e il maestro eseguiscano da
loro
stessi i drammi, tutti saranno malamente eseguiti
amicis, né Davide poeti o compositori di musica, i drammi eseguiti da
loro
saranno malamente eseguiti, ed eglino dovranno co
po separate la filosofia, la legislazione, la poesia, e la musica, la
loro
individuale influenza ha dovuto esser minore perc
rze che lo spingono sono divergenti, o contrarie, che quando l’azione
loro
è verso d’un solo punto diretta. Che la separazio
detto prima dell’estrattista; ma da questa separazione appunto e dal
loro
ingrandimento successivo traggono i filosofi la c
poetiche e le musicali acquistassero nuove ricchezze e perdessero la
loro
antica energia. Leggete, o mio caro giornalista,
icazione alla musica, ho esaminata la forza de’ suoni considerata nel
loro
carattere fisico e morale, l’ho confermato scorre
tra: la considerazione in cui l’aveano i Greci, che l’impiegavano nei
loro
maggiori bisogni ecc. quest’è un discorrere in ar
degli uomini; quando Ateneo ci assicura che gli Arcadi deponessero la
loro
ferocia costretti dalla soavità dell’armonia, e c
iosi effetti morali prodotti dalla musica sugli animi dei Greci sulla
loro
educazione, sulla loro politica, sui loro costumi
dotti dalla musica sugli animi dei Greci sulla loro educazione, sulla
loro
politica, sui loro costumi, e il dubitare di ques
sugli animi dei Greci sulla loro educazione, sulla loro politica, sui
loro
costumi, e il dubitare di questi se non paratamen
non paratamente, almeno in grosso, e quanto basta per attribuire alla
loro
musica una sorprendente energia, è lo stesso che
ro che spedire nel nuovo continente il maestro Manfredini che insegni
loro
quattro leggi di contrappunto al giorno accompagn
migliore, e lo stesso ha fatto in Italia. I Greci ebbero ancor essi i
loro
“guastamestieri” corruttori del buon gusto ecc,…
ca cangiasse al tempo dei Greci, come ha fatto nel nostro; che presso
loro
fosse prima bambina; che indi a poco a poco cresc
e poi divenisse adulta al paro dell’italiana; che i Greci avessero i
loro
guastamestieri come abbiamo noi; ciò ha tanto che
mo realmente all’oscuro sulla vera natura dell’armonia de’ Greci, sui
loro
generi, modi, strumenti ecc. quindi gli sembra st
modi, strumenti ecc. quindi gli sembra strano che si voglia pospor la
loro
musica alla nostra; ma per le stesse ragioni non
na, e quando i musici ubbidivano religiosamente alle leggi prescritte
loro
dai poeti. Non replicherò le pruove, che trovansi
trappunto è moderato (cioè quando le altre parti non confondano colle
loro
cantilene la cantilena principale, ma solamente l
artini e il Marcello sono stati certamente grandi uomini, ma ebbero i
loro
pregiudizi ancor essi, fra gli altri quello che h
essori di qualunque arte, e ch’è prodotto da una specie d’invidia pei
loro
contemporanei, cioè di lodare assai le cose antic
ra gli uomini fu grandissimo il numero di coloro a cui piacque più la
loro
età che l’antica, non tanto perché reputiamo un a
aglia e di cui non potrebbe assegnarsi il luogo che occupano presso i
loro
contemporanei, ciò nonostante inalzano a tal segn
alentuomini ha talvolta ripreso qualche difetto, lo ha fatto rendendo
loro
la dovuta giustizia, separandoli dalla feccia com
per la medesima; ma non perché i maestri insegnano il contrappunto ai
loro
scolari col fargli ritrovare gli accordi, e conce
e e combinare l’idee. Tutti gli oggetti dell’universo sono legati fra
loro
e quasi direi in dipendenza scambievole gli uni d
tto le traccie della vera imitazione, smarrita la quale non resta per
loro
altro principio regolatore fuorché il capriccio,
proposizioni hanno dei rapporti alquanto lontani, ma conciliabili fra
loro
, non si scorge da chi legge il filo che le avvici
rapida prospettiva. Quello che in generale può dirsi è che nelle mani
loro
(cioè non de’ maestri accennati prima ma di quest
di far valere la melodia, e che poi nel luogo citato da lui l’avessi
loro
espressamente conceduta. Non potendo egli provare
è: «L’amor del piacere che ricompensa gl’Italiani della perdita della
loro
antica libertà, e che va del paro in una nazione
razie al cielo non vi sono tante opinioni che ci facciano dubitare di
loro
certezza, ma anzi vi sono tante belle verità, spe
o secondo l’estrattiva tante opinioni che gli facciano dubitare della
loro
certezza: pure i principi ond’io parto per esamin
o il melodramma ad una serie di quadri con pochissima connessione fra
loro
come hanno fatto il Calsabigi, e il Conte Rezzoni
oltà, io ho avuto ogni ragione di dire ch’esse sono al presente nella
loro
decadenza; giacché lo stato d’un’arte in un secol
lenza, perché non trarre i classici esemplari dalla nostra musica, da
loro
anziché da quella degli inventori del buon gusto?
a gioventù, come può darsi che la musica abbia sempre guadagnato dopo
loro
, e che si ritrovi nella sua eccellenza, ora che t
no, ciò nonostante, d’essere divenuti gli Ettorri e gli Arganti della
loro
nazione e del loro secolo menando colpi a diritto
d’essere divenuti gli Ettorri e gli Arganti della loro nazione e del
loro
secolo menando colpi a diritto ed a rovescio cont
ndo colpi a diritto ed a rovescio contro chiunque non s’assoggetta a’
loro
privati e piccoli pensamenti. Stimano soprattutto
imo risoluto di mostrare ad esse un attestato della mia munificenza à
loro
utile e vantaggio, con le ingionte Propositioni.
oltre m’obligo à luogare le sue due sorelle della medes.ª nelgrado di
loro
inspiratione, si di monacare, come di maritarsi,
ad essa che alla madre, non ricevere servitio di qualsisia Pupe anco
loro
naturale, nè andar à recitare positivam.te à Vene
racchiude le scene francesi che furono, si può dire, incastonate ne’
loro
soggetti, de’ quali non sarebbe stato possibile d
icata distesamente. I comici italiani non imparan nulla a memoria ; a
loro
basta, per recitare una commedia, di averne visto
ima di andare in iscena. Di tal guisa la maggior bellezza delle opere
loro
è inseparabile dall’ azione, dipendendo il succes
dipendendo il successo di esse esclusivamente dagli attori che dànno
loro
maggiore o minor pregio secondo il maggiore o min
e al Gherardi da Monsignor Cancelliere il privilegio accordato. Ma la
loro
irragionevolezza sta nel fatto che i novecento es
Dio sa quando si sarebbe potuto provvedere. Il Duca di Modena aveva
loro
ordinato di andare per proprio conto a Modena, e
Altezza, raccomandandosi in ogni modo, acciocchè voglia somministrar
loro
il bisognevole per fare un viaggio tanto dispendi
e al Dottore per valersene nel viaggio da Roma a Modena a conto delle
loro
provvisioni : una miseria codesta, se vogliam cre
ini abbiamo al nuovo Duca, morto Francesco, con la quale espongono la
loro
critica posizione e domandano un ajuto. La istanz
rmidabili negli incruenti duelli della parola e nell’ espressione dei
loro
giudizj (Ferravilla e Compagni, Milano, Aliprandi
, debbono essere come publici educatori destinati all’istituzione de’
loro
concittadini» (VII.III.18). Se c’è un eroe della
nzi tutto la musica. La sinfonia d’apertura? « Per quanto diversi tra
loro
sieno i drammi, che voi prendete a mettere sotto
teatrali — ripete Planelli — non soffrono le tante repliche d’alcune
loro
parole e d’alcuni loro versi, come vezzo suol ess
elli — non soffrono le tante repliche d’alcune loro parole e d’alcuni
loro
versi, come vezzo suol essere de’ nostri composit
ncantare colle macchine e colle decorazioni, sedussero per modo colla
loro
vaghezza il gusto dagl’incauti nostri maggiori, c
o» (III.I.5). In realtà, non tutto gioca a favore dei moderni e della
loro
grande sapienza formale. Planelli è infatti convi
del teatro musicale, venerati e insieme ferocemente criticati per le
loro
qualità e per i loro capricci. A un fatto apparen
venerati e insieme ferocemente criticati per le loro qualità e per i
loro
capricci. A un fatto apparentemente solo tecnico,
aomettano fastoso, e lo stesso rozzo Americano, nell’architettura de’
loro
edifìzi, nella simmetria de’ loro giardini, negli
zo Americano, nell’architettura de’ loro edifìzi, nella simmetria de’
loro
giardini, negli adobbi delle loro abitazioni, han
’ loro edifìzi, nella simmetria de’ loro giardini, negli adobbi delle
loro
abitazioni, hanno di che adornare con novità le n
a scultura, per la poesia, per la musica, e se portò queste arti alla
loro
perfezione, mentre il genio degli altri popoli, d
re l’uso di questa gran molla per volgere a lor talento gli animi de’
loro
popoli. Degno perciò della comun riconoscenza è q
nte trattato che a risvegliare i sovrani ingegni d’Italia e a indicar
loro
quanto degno di loro attenzione sarebbe questo su
svegliare i sovrani ingegni d’Italia e a indicar loro quanto degno di
loro
attenzione sarebbe questo suggetto da essi finor
usica, gli architetti, gli attori, onde in unità di bellezza la parte
loro
esponessero a’ risguardanti. Del resto l’intero p
favelliamo, sì l’antica tragedia come la commedia avessero ottenuti i
loro
restauratori quella nella persona del Trissino, q
ncantare colle macchine e colle decorazioni, sedussero per modo colla
loro
vaghezza il gusto dagl’incauti nostri maggiori, c
su’ teatri di Venezia, i melodrammi de’ quali, colla suntuosità delle
loro
decorazioni, attirarono l’ammirazione di tutta Eu
ap. III. Delle belle arti in generale § I. Che sieno belle arti:
loro
origine ed importanza [Sez.I.3.1.1] Belle art
la musica, l’architettura, la pittura, la scultura e la danza, colle
loro
spezie. Si faccia attenzione a qualunque opera ch
ntanto quell’agitazione, ch’è propria dell’allegrezza, mette tutta la
loro
macchina in movimento. Le membra non possono aver
que’ primitivi strumenti e al canto di quella nascente poesia; e que’
loro
movimenti dan nascita alla danza. Altrove, finalm
va moltissimo il guadagnarli prima i sensi, esse a questi diriggono i
loro
primi attacchi. Quindi è, che qualora io ascolto
consiste questo artifizio nella simmetria ch’esse mettono nelle opere
loro
: il che esser vero, chiaro apparirà quando della
di due grandezze, col quale noi conosciamo senza fatica se sieno tra
loro
eguali, o di quanto l’una sia maggiore dell’altra
l doppio dell’altra, queste due linee avranno un’evidente ragione tra
loro
, e però si diranno essere in simmetria. [Sez.I.3
me Liberata? La seconda regola è di adoperar grandezze non troppo tra
loro
ineguali: perché è difficile a’ sensi il paragone
perché come più le grandezze si allontanano dall’uguaglianza, più la
loro
ragione si rende oscura a’ sensi, e più scema per
rende oscura a’ sensi, e più scema per conseguenza la bellezza della
loro
simmetria. Onde avviene che la simmetria più aggr
, o vogliam dire tra grandezze che in ragione d’uguaglianza sieno tra
loro
. Dopo di questa la più aggradevole è quella che h
na altro artifizio egli architetti che vogliono render belle le opere
loro
, se non il dominio di quelle ragioni sopra ogni p
l’estremità del mento, e quella degli orecchi, tutte sieno eguali tra
loro
. Se eguali tra loro sieno ancora lo spazio che un
o, e quella degli orecchi, tutte sieno eguali tra loro. Se eguali tra
loro
sieno ancora lo spazio che un occhio divide dall’
iore, o pure, come un matematico direbbe, i piaceri estetici sono tra
loro
come la fecondità delle idee. Non vorrei però che
ella durata delle note, ma che queste note niuna affinità abbiano tra
loro
, onde non producano melodia alcuna. Ripetetegliel
. Un tale artifizio consiste nello scegliere per suggetti delle opere
loro
i più perfetti oggetti di nostre passioni, e nell
ien conosciuti: e solo allora cominciano ad esser patetici, quando la
loro
impressione giugne a tal grado nell’animo nostro,
tati sieno veri e non già finti da quelle. Tanto più perfetto sarà il
loro
patetico, quanto più colla sua forza sarà capace
nto intorno alle belle arti abbiamo osservato, si fa manifesto che la
loro
perfezione e bellezza dipende dal ben regolare l’
1.1.1] Sono gli uomini dalla natura medesima portati a dividere colle
loro
azioni il tempo in parti eguali. Se respirano, se
. Se respirano, se camminano, se lavorano, se cantano, se danzano, le
loro
respirazioni, i loro passi, il lor lavoro, la cad
mminano, se lavorano, se cantano, se danzano, le loro respirazioni, i
loro
passi, il lor lavoro, la cadenza del lor canto e
tre. [Sez.II.1.1.2] Di qui è che i padri della poesia, nel dispone le
loro
locuzioni, altro prima non fecero che frammetterv
dì osserviamo che i versi, che i fanciulli senz’arte compongono nelle
loro
allegrezze, o nel proverbiarsi l’un l’altro, son
a della sillabe, quanto i tuoni di esse, cioè l’acutezza e la gravità
loro
, perciò i primi poeti di queste nazioni presero a
badar tanto alla lunghezza o alla brevità delle sillabe, quanto alla
loro
gravità ed acutezza; onde nacque la poesia armoni
e alla gravità delle sillabe, ed in quella aver non se ne debba alla
loro
brevità e lunghezza. Intendo solo che la bellezza
ria (ed è quella delle rime), procurando che l’ultimo tuono acuto de’
loro
versi o fosse solo, o seguito da uno, o da due al
olanza de’ versi di varie misure e il tempo, il tuono e la rima delle
loro
sillabe. § II. Come da essi convenga derivar l
più sofficienti si renderebbero or colla tardanza, or colla rapidità
loro
, ad esprimere la mestizia, l’allegrezza, o qualun
poeti soverchia libertà s’attribuirono, unendo insieme versi così tra
loro
ripugnanti, che la gonna d’Arlotto men disparate
sparate toppe accoppiava. Altri più timidi raro, o non mai nelle arie
loro
unirono versi ineguali, privando queste della bel
quando pure non ammettano veruna contiguità di brevi, colla cortezza
loro
(la quale fa spesso sentire il ritorno della simm
condoché l’arie sono di più o di meno versi composte, così è varia la
loro
combinazione. E però questo saggio basti sulle ar
enienti coll’introdurre mutazioni di scene nella tragedia: perciocché
loro
mancava l’arte che oggi si ammira su’ teatri d’Eu
l garbo la scena, che lo spettatore non se ne accorga. Si mutavano le
loro
scena con tanta lentezza, che i poeti drammatici
on certo ch’eglino sarebbero stati men tenacemente attaccati a questa
loro
unità. Non avrebbe Sofocle menati Oreste, Pilade
ci, che conservavano ancora in mezzo alle più colte città un resto di
loro
antica selvatichezza. Le tragedie, che di essa ri
scordie che la gelosia e ‘l desiderio di primeggiare accendeva tra le
loro
città, contribuivano a rendergli crudeli. Che più
eva tra le loro città, contribuivano a rendergli crudeli. Che più? La
loro
stessa religione, la medesima teologia aumentavan
he più? La loro stessa religione, la medesima teologia aumentavano la
loro
ferocia, avendo quella de’ barbari riti e che dis
que’ moderni che, non badando alla diversità de’ tempi, posero nelle
loro
tragedie tutta l’atrocità delle antiche; difetto
é il carattere del primo è quasi d’una spezie d’esseri distinta dalla
loro
, e colla sua perfezione, anzi che interessare, gl
l’indispettisce, ricevendo eglino da quella un segreto rimprovero de’
loro
vizi; ma un uomo soggetto alle nostre debolezze è
olta, che quando alle arie si dia una musica propria e confacente, la
loro
inverisimiglianza cessa quali in tutto; e qual mu
allegando le buone ragioni ch’ebbero gli antichi di rappresentare le
loro
tragedie cantando. [Sez.II.7.1.3] Ma i fautori de
fautori dell’antica tragedia, per trar questa d’imbarazzo, fondano la
loro
difficoltà non sul canto in generale, ma sulla di
antica e la moderna musica teatrale, avendo gli antichi adoperato ne’
loro
drammi una musica semplice, robusta, espressiva,
ca semplice, robusta, espressiva, e solendo i moderni unire a’ drammi
loro
una musica cianciosa troppo e snervata. Nondimeno
gli uni e quali delle altre. Poi qualche riflessione aggiugneremo sul
loro
stile. § II. Della materia propria de’ recitat
i drammatici più sentenziosi sono appunto quelli che meno intesero la
loro
arte. [Sez.II.7.2.6] Le massime adunque, o le sen
con quella favorevole prevenzione, che i gran nomi trovano in noi, i
loro
falli non possono abbagliarci o sorprendere. Ma i
o Ne giorni tuoi felici, spiegassero ciascuno con una similitudine il
loro
stato: che perdita per lo teatro! Quante volte qu
o rimetta gli occhi della mente alla virtuosa famiglia. § III. Del
loro
stile [Sez.II.7.3.1] Lo stile delle arie debb
cello che vi s’immerga. I quali ondeggiamenti in ciò differiscono tra
loro
, che questo dell’acqua circolarmente, quello dell
r quanto da quelle notizie si ritrae, che fino a noi pervennero della
loro
musica stromentale. È chiaro che una musica, la q
nza che passa tra il movimento di questi e le passioni dell’animo, il
loro
oscillamento ne desterà quella passione che corri
ceano testimonianza di ciò ch’essi medesimi sperimentavano nell’animo
loro
e in altrui, e come la storia medesima il conferm
he i moderni compositori non riescano talvolta nel patetico, ma costa
loro
un continuo sforzo d’ingegno, e spesso inutile, c
giunti i Greci a formare sì giusta idea della musica? Condotti dalla
loro
propria esperienza. Essi erano stati istituiti pe
ati istituiti per mezzo della musica, e a questa erano debitori della
loro
cultura. Lino, Orfeo, Cadmo, Anfione, da’ quali e
. Con un canto accompagnato dall’accordo d’un musico stromento furono
loro
insegnati i doveri verso l’essere supremo, promul
ll’amor coniugale, l’urbanità, la beneficenza, la compassione verse i
loro
simili, il coraggio militare56. [Sez.III.1.4.10]
coraggio militare56. [Sez.III.1.4.10] I Greci adunque, che aveano in
loro
stessi sperimentata l’efficacia della musica ad a
sciplina. Quindi derivò l’alta considerazione in cui questa venne tra
loro
. Pitagora, a cagion d’esempio, la riguardava come
one a render florida e formidabile la sua patria59». I più gravi tra’
loro
sapienti, i più consumati tra’ loro filosofi pres
a sua patria59». I più gravi tra’ loro sapienti, i più consumati tra’
loro
filosofi presero a professare sì elegante ed util
amente uno strumento. Ed oggi la cosa è giunta a tale, che quelli tra
loro
che hanno il farnetico d’ostentarsi impassibili,
da una data passione, e qual movimento danno eglino in tai casi alle
loro
parole. Di poi si vogliono diligentemente notare
, come avvien tuttavolta. I lamenti e le tenerezze medesime, in bocca
loro
debbono avere ben altro contegno che in bocca fem
bile abuso, ch’essi temerebbero di passar per novizi nella profession
loro
, se nell’esecuzione d’una sonata o d’una cantata,
omine, de te Fabula narratur. [Sez.III.3.1.3] Per quanto diversi tra
loro
sieno i drammi, che voi prendete a mettere sotto
ive schiere di baccanti, che con allegre danze celebrano le feste del
loro
Dio, non richiede altra apertura che un balletto.
più così sconnesso, come sono le nostre sinfonie a cui in pena della
loro
sconnessione si vogliono sostituire sì fatti comp
. Deh non si abbiano a male, che uno ch’è sommamente affezionato alla
loro
professione, e che prenda un sincero interesse ne
che prenda un sincero interesse nella lor gloria, sì francamente per
loro
vantaggio ragioni. Se essi sullo stile che fa la
ssioni che soleano fare i nostri antichi compositori, dalle quali dié
loro
Jacopo Peri sì belli esempi65, essi vi discernere
o nella poesia, ch’essa diviene una prosa pretta e sputata: e così la
loro
musica annienta, in vece d’avvalorare, come suo u
rimieramente le arie teatrali non soffrono le tante repliche d’alcune
loro
parole e d’alcuni loro versi, come vezzo suol ess
atrali non soffrono le tante repliche d’alcune loro parole e d’alcuni
loro
versi, come vezzo suol essere de’ nostri composit
rie teatrali, non iscemi in vece d’accrescere, com’ è mio intento, la
loro
bellezza. Anzi però ch’io prenda ad assicurar cos
consiste in disegnare, dipingere e comunicar queste idee in tutta la
loro
energia e bellezza. [Sez.IV.1.0.2] La pronunziaz
tante volte trionfato nella capitale del mondo, e ottenuto all’autor
loro
il primato tra’ romani oratori. [Sez.IV.1.0.3] L
estro di cappella, quando pure avessero composti de’ capolavori nelle
loro
arti, possono essere sicuri d’aver gittate al ven
lle loro arti, possono essere sicuri d’aver gittate al vento le opere
loro
, se gli attori non aggiungano ad esse una convene
ini non che s’annoino, ma si sdegnano anzi contro chi voglia spacciar
loro
per vero, ciò ch’egli medesimo faccia conoscere i
la pronunziazione. In questa i Greci e i romani si esercitavano dalla
loro
più tenera fanciullezza: e adulti poi ne continua
ostene e Cicerone, a due attori doveano in buona parte la forza della
loro
trionfatrice persuasione. Il romano oratore, cert
a a noi talento di ragionare; e forte ne chiameremmo per contenti, se
loro
giugnessimo a persuadere l’importanza della pronu
nsero in quest’arte. [Sez.IV.1.0.7] Finché i musici si rimarranno nel
loro
errore, e finché i direttori de’ teatri non gli o
, ma è obbligazione di tutti gli attori che sono in iscena. Tutti ne’
loro
gesti muti debbono mostrar la ragione, che gli co
parlante, a’ quali se si aggiugnesse la parola perderebbero tutta la
loro
forza. Questa sola riflessione dovrebbe determina
e e languide, com’è pur vezzo di molti. Il che facea dire a uno della
loro
professione, che si fidava di cantar sulla scena
i circostanti. Gli animi umani sono come accordati in consonanza tra
loro
: non può uno mandar fuora il suo tuono, che tutti
elle medesime: da che que’ buon uomini vestivano sì positivo, che le’
loro
fogge non potrebbero ammettere la vaghezza, che s
allora di Parigi, che gli spettatori non si possono contenere di dar
loro
del ben venuto. [Sez.V.1.0.3] Adunque l’inventor
rdo e carico, le vesti dimandano una tintura sfumata e schietta, e ‘l
loro
ornamento non sarà l’argento e l’oro, ma la genti
i degli abiti e delle scene, è già troppo noto che i colori hanno tra
loro
quel medesimo rapporto che passa fra’ tuoni d’uno
a le aperture, onde gli attori debbono uscire ed entrare, affinché la
loro
statura ben si accordi colla grandezza, e colla l
aomettano fastoso, e lo stesso rozzo Americano, nell’architettura de’
loro
edifìzi, nella simmetria de’ loro giardini, negli
zo Americano, nell’architettura de’ loro edifìzi, nella simmetria de’
loro
giardini, negli adobbi delle loro abitazioni, han
’ loro edifìzi, nella simmetria de’ loro giardini, negli adobbi delle
loro
abitazioni, hanno di che adornare con novità le n
hi, inimicizie, duelli, ed anche impegni tra corone per occasione de’
loro
ministri. [Sez.V.4.1.3] L’interno del teatro non
che gli antichi di pietre o di marmi soleano costruire l’interno de’
loro
teatri, ma per rimediare al danno, che da tai mat
atte in modo che servissero come di tromba. E oltre a ciò i Greci ne’
loro
teatri situavano de’ gran vasi di rame, ne’ quali
e il parer nostro, costoro in adottare sì fatto artifizio diedero del
loro
discernimento un’assai ambigua pruova. Mercecché,
lla d’una semiellisse troncata sull’asse maggiore; e questi hanno per
loro
l’autorità del celebre Palladio, il quale tal fig
ciocché gli uomini tengono per l’ordinario in negligente positura, le
loro
membra, sì che essi, quanto è in loro, estinguono
ario in negligente positura, le loro membra, sì che essi, quanto è in
loro
, estinguono quelle belle disposizioni e misere ch
de più agevole il discernimento delle ragioni che le membra hanno tra
loro
) ed alla macchina intera. §. II. Del patetico
e. Molto più dunque piaceranno, ove sì strettamente sieno connesse al
loro
tutto. Qual diletto non avrà il popolo, in vedere
o all’architetto, che credessero avere in tal guisa allontanata dalle
loro
opere la noiosa uniformità? Se egli avrà mai esam
tà non consiste in un ammasso di cose, le quali niuna lega abbian tra
loro
(che ciò costituisce l’imperfezione e la bruttezz
ulla medesima linea disposte, questa esatta unità bella renderebbe la
loro
serie, e tanto più bella, quanto il loro numero f
ta unità bella renderebbe la loro serie, e tanto più bella, quanto il
loro
numero fosse maggiore. Adunque il dramma, la musi
a per zelo della varietà, ma sì perché que’ balli sono più acconci al
loro
stile, e sì perché non sanno, o non si vogliono d
. Ma que’ danzatori, che non trascurarono le cognizioni necessarie al
loro
mestiere, entrano pienamente nel nostro avviso. E
sto ne abbia. Gli antichi, non ostante che del pantomimo facessero le
loro
delizie, non incorsero però mai in tale sconvenev
oro delizie, non incorsero però mai in tale sconvenevolezza. Essi ne’
loro
spettacoli quel solo pantomimo ammetteano, che fo
, ma solo il cordace, pantomimo grottesco e pieno della licenza delle
loro
commedie. Il medesimo discernimento dovrebbe oggi
verità volea persuadere a’ danzatori francesi. Nondimeno, quelli tra
loro
che con occhio filosofico penetrarono l’indole de
quelli tra loro che con occhio filosofico penetrarono l’indole della
loro
professione, benché eccellenti nel ballo alto, pu
sua perfezione, finché a questo non rivolgessero i ballerini tutti i
loro
pensieri. Vagliami per tutti il prenominato Nover
no sì cari alla colta e dilicata corte d’Augusto, non immortalarono i
loro
nomi spiccando salti e intrecciando cavriole, ma
Depongano dunque una volta i nostri danzatori su questo particolare i
loro
pregiudizi. Essi debbono badare a rendersi eccell
nunziazione delle prime. Quindi è che poca pratichezza mostrano nella
loro
professione que’ maestri di balli, che tutta la l
a mostrano nella loro professione que’ maestri di balli, che tutta la
loro
attenzione consumando attorno a’ primi ballerini,
nzione consumando attorno a’ primi ballerini, lasciano i figuranti in
loro
balia. [Sez.VI.2.3.2] Procuri in oltre d’osserva
he quanto più le figure si allontanano dallo spettatore, tanto più la
loro
statura vada decrescendo. So che ciò non può semp
are non tanto la figura del ballo e le gambe de’ ballerini, quanto il
loro
volto, perciocché questo fornisce i più espressiv
a lunga esperienza, i comici di Francia le hanno oggimai sbandite dal
loro
teatro. Molti sensati ballerini hanno fatto il me
oro teatro. Molti sensati ballerini hanno fatto il medesimo; e quando
loro
occorra d’introdurre tritoni, fauni, ecc. non più
tritoni, fauni, ecc. non più gli mascherano, ma s’ingegnano di tinger
loro
il viso di tal colore, o di contrassegnare il lor
ngegnano di tinger loro il viso di tal colore, o di contrassegnare il
loro
capo e le membra di tali attributi, che caratteri
voce. Ma oggi, che i teatri sono di gran lunga più angusti, perché la
loro
porta è tenuta a tutti coloro che non intendono d
2] Facciamo però giustizia a danzatori dell’età nostra. Non manca tra
loro
chi conosca questa verità, testimonio il più volt
i de’ mutoli, i quali col movimento or d’una, or d’un’altra parte del
loro
corpo si compongono un visibile parlare (come lo
il nostro primo poeta) e un copioso vocabolario di tutto ciò che vien
loro
in talento d’esprimere. Lionardo da Vinci, che sa
sicurare i ballerini. [Sez.VI.3.1.4] Può in oltre di grande uso esser
loro
la lettura di que’ libri e la cognizione di quell
colla danza una grande affinità, come fu da noi osservato, e però le
loro
leggi sono in buona parte all’una e all’altra com
tri de’ costumi delle intere nazioni; e le inclinazioni di queste, le
loro
più serie determinazioni, le loro usanze, si sono
ni; e le inclinazioni di queste, le loro più serie determinazioni, le
loro
usanze, si sono mutati a talento d’un tragico o d
i, i quali a’ più riguardevoli magistrati affidavano la direzione de’
loro
spettacoli. [Sez.VII.1.0.3] Ma tra quanti n’ebber
no, domina dispoticamente il teatro; e la poesia, la musica e l’altre
loro
compagne, sono costrette a seguir le sue leggi e
gne, sono costrette a seguir le sue leggi e a trasgredir quelle della
loro
arte. [Sez.VII.2.0.2] L’unico mezzo d’evitare sì
io, e le quali in fine di ciascun anno saran tenute a render conto di
loro
amministrazione. Ma qualora circostanze particola
le più umilianti debolezze degli uomini, ma che dieno a conoscere ne’
loro
ragionamenti qual idea aver si debba dell’essere
sere supremo. Il qual linguaggio non sarà punto inverisimile in bocca
loro
, ben si sapendo che dalla teologia del volgo paga
ente. Perciocché rari sono coloro che giudicano delle cose secondo il
loro
intrinseco valore: i più ne giudicano dal nodo on
ambe le classi, non contano l’onestà fra le virtù più necessarie alla
loro
professione. [Sez.VII.3.0.8] Per ciò che concerne
oi alle persone che si destinano alla danza, non è men noto quanto la
loro
professione inclini al libertinaggio quasi di sua
odesta licenza, a cui altra volta si lasciaron trascorrere, rovinò la
loro
arte, attirando sopra di essa i fulmini del sacer
zatrici grottesche gran libertà s’arrogano su queste punto, sicché il
loro
ballo par che voglia talvolta gareggiare colla pr
adunque, che le cantatrici e le ballerine non rare volte fanno della
loro
professione, indusse la saggia Roma, sedente Inno
gione o a torto vien riputato infame: non v’ha che i trasandati sulla
loro
riputazione e su’ loro costumi, che possono entra
putato infame: non v’ha che i trasandati sulla loro riputazione e su’
loro
costumi, che possono entrar di buon animo in tal
Secondoché gli stati sono diversamente governati, così richiedono ne’
loro
sudditi diverse virtù. Le virtù, esempigrazia, on
tengono sì frequenti pitture delle tirannie usate da’ monarchi, delle
loro
sventure e delle sollevazioni de’ popoli contro i
onarchi, delle loro sventure e delle sollevazioni de’ popoli contro i
loro
principi, tai drammi composti in favore d’un popo
lla commedia, o sia nell’opera comica, un accorto poeta non concederà
loro
mai luogo. Al contrario i leggieri difetti, quell
bbe nell’animo di chi n’è infetto. Perciocché, coloro ben sanno che i
loro
vizi son degni della publica esecrazione, onde, v
rider di sé, purché eglino sien lasciati proseguire in pace il fatto
loro
. Credete voi che mai l’Aulularia di Plauto abbia
no indegnamente l’umanità, e scuoprono la malvagia tempera dell’animo
loro
. Per qual colpa meritarono il disprezzo degli alt
rso altrui? Qual ragione ha l’inumano poeta d’aggravare il peso della
loro
miseria? [Sez.VII.3.0.18] Non solamente il poeta
, debbono essere come publici educatori destinati all’istituzione de’
loro
concittadini, ma ciascuno di essi ha il suo propr
more del popolo e de’ cittadini, sperando che mettesse buona pace tra
loro
[è il tempo della contesa tra Cerchi e Donati], p
e riguardiamo alla plebe ed agli Artisti, che vivono del sudore delle
loro
braccia, a pro loro cadevano le grandi spese che
lebe ed agli Artisti, che vivono del sudore delle loro braccia, a pro
loro
cadevano le grandi spese che portavan seco questi
ro delle Tragedie, tali non oserei quasi chiamarle, non si convenendo
loro
, anzi abborrendosi da loro (se pure han da essere
oserei quasi chiamarle, non si convenendo loro, anzi abborrendosi da
loro
(se pure han da essere perfette) la Musica, quale
a mi maggiore. Si tratta evidentemente di tonalità assai lontane fra
loro
, donde la censura del Planelli» (Degrada). [comm
ndo i princìpi espresso da Algarotti. [commento_Sez.III.3.2.1] • diè
loro
Jacopo Peri sì belli esempi: il passo di Planelli
r nondimeno non si può mettere in dubbio, che il dare a quei passi il
loro
finimento sta al ballerino medesimo e il condirgl
ovando le idee di Planelli sugli evirati si dimostrava scettico sulla
loro
scomparsa dai palcoscenici (anche cadendo il band
r conto niuno non l’avrebbono fatto in una fabbrica. Se non che tolse
loro
ogni pensiero, secondo che riferisce egli stesso,
ecetti al pittore]: «Le figure degli uomini abbiano atto proprio alla
loro
operazione, in modo che vedendoli tu intenda quel
alla loro operazione, in modo che vedendoli tu intenda quello che per
loro
si pensa o dice, li quali saran bene imparati da
a, e di tutta la persona, nel volere esprimere il concetto dell’animo
loro
» (Leonardo da Vinci, Trattato della pittura, Roma
elle e delle leggiadre giovani; perciocché le fattezze di ciascuna di
loro
paion create pure per uno stesso viso, il che nel
Tirteo, accortosi che piegavano, cambiando il lidio in frigio ottenne
loro
la vittoria col riaccendere per mezzo del modo fr
er maestri Dracone ateniese e Metello agrigentino, altresì famosi ne’
loro
dì. Arcesilao imparò la musica da Santo, celebre
Parlo de’ gran teatri poiché, quanto a’ teatri di poca estensione, il
loro
interno può senza molto scapito essere costruito
propri sentimenti, quindi derivò la taccia d’ateismo che sì spesso fu
loro
apposta. Questi medesimi sentimenti venivano inse
ga sperienza s’erano fatti conoscere prudenti e fedeli a’ segreti che
loro
erano commessi. 115. Io non so con quanta ragio
i pantomimi e quegli altri giocolari che su’ teatri colla licenza de’
loro
diverbi e colla petulanza de’ loro movimenti s’in
i che su’ teatri colla licenza de’ loro diverbi e colla petulanza de’
loro
movimenti s’ingegnavano di dilettare.«Infamia not
li attori tragici e comici i quali proseguirono senza interruzione le
loro
teatrali rappresentazioni; il che è sì vero che q
natori più gravi, i quali si guardavano esattamente d’ammettere nella
loro
familiarità persone infami; ma ancora che da Sill
applicano a’ nostri Teatri le invettive de’ Padri contro i Teatri de’
loro
dì. A tre capi riducono gli Eruditi tutto ciò che
, non avrebbero così spesso, come fecero, confermati i precetti della
loro
morale con sentenze di Tragici e di Comici. Ma no
ogo gli Attori Drammatici, ma bensì que’ sollazzevoli uomini, che col
loro
buon umore porgono festa, e riso alle brigate. Ma
he i Principi e i Magistrati avessero sempre presente il ricordo dato
loro
da S. Carlo Borromeo, in ordine a quelle varie sp
Dotti”. Aggiugnete (p. 278.): “I Poeti, i quali nulla curando che le
loro
Commedie, o Tragedie occupino con plauso i pubbli
che i Drammi “non furono inventati per dilettare i Savj Solitarj ne’
loro
Gabinetti, ma per dilettare ed instruire il Pubbl
ltivatori delle Scienze più recondite, i quali di rado scendono dalla
loro
contemplazione a partecipare del commercio social
manente? Così pare, che l’intendiate voi con dire i Savj solitarj ne’
loro
Gabinetti. Nò, amico, costoro con quanti per elez
elezione, principj, o instituto, vivono a così fatto modo, paghi del
loro
cannocchiale, de’ loro rosi rimasugli dell’antich
instituto, vivono a così fatto modo, paghi del loro cannocchiale, de’
loro
rosi rimasugli dell’antichità, delle loro arruggi
del loro cannocchiale, de’ loro rosi rimasugli dell’antichità, delle
loro
arrugginite medaglie, de’ loro alfabeti Orientali
o rosi rimasugli dell’antichità, delle loro arrugginite medaglie, de’
loro
alfabeti Orientali, della loro notte Metafisica,
, delle loro arrugginite medaglie, de’ loro alfabeti Orientali, della
loro
notte Metafisica, delle loro guastade, e de’ lamb
glie, de’ loro alfabeti Orientali, della loro notte Metafisica, delle
loro
guastade, e de’ lambicchi chimici, meritano ogni
icchi chimici, meritano ogni rispetto, ma non si debbono rimovere dal
loro
centro, poco atti essendo per la loro rintuzzata
ma non si debbono rimovere dal loro centro, poco atti essendo per la
loro
rintuzzata sensibilità a intendersi e a gustare d
ere gli eccellenti, gli ravvisi in quelli, che i Dotti conservano ne’
loro
Gabinetti, dopo che se ne dilettarono insieme con
Commedia Nuova? o fu onorato con Statue da’ rischiarati Ateniesi nel
loro
Teatro accanto ad Euripide, e Sofocle1? Publio Te
in tanti paesi la delizia de’ dotti? non sono prezioso ornamento de’
loro
Gabinetti, non meno che delle più scelte Bibliote
struose, che i Capitani soleano mostrare al Popolo per dilettarlo ne’
loro
Trionfi, e nomina il Camelo pardale, e l’Elefante
ulla curarono di osservare le più importanti regole, purchè riuscisse
loro
il piacere agli oziosi concorrenti, e soprattutto
adescati da’ Romanzieri si scostarono dalla semplicità naturale nelle
loro
Pastorali. E questo vuol dire, che nulla curarono
Signor Lampillas? Gli stessi Strioni sono forse oggidì così dediti a’
loro
Soggetti dell’Arte, che gli vadano seminando per
a Caminer Turca colle tante Traduzioni di moderne Favole straniere ha
loro
aperta una vena copiosissima di Drammi regolati.
, se una turba di figliuoli non fosse venuta a porre un ostacolo alla
loro
carriera. Benchè un tantino enfatici nella traged
La moglie era morta ad Ascoli Piceno il 10 maggio 1875. Nacquero dal
loro
matrimonio tre maschi e tre femmine tutti comici
e, e di pantomima, le quali, ma principalmente le tre prime, sono fra
loro
così strettamente unite, che non può considerarse
aganza che gli eroi e l’eroine s’allegrino, s’adirino, e si dicano le
loro
ragioni cantando. Tal cosa sarebbe certamente un
i d’ottica, d’idrostatica, e talvolta di nuda e secca geometria nelle
loro
gotiche poesie2. [6] Egli è vero che negli autori
a: ma esaminando bene cotai componimenti, si troverà, che le sentenze
loro
o si risolvono ultimamente in qualche movimento d
rtengono ad altri sensi e non all’udito; il musico rappresenta invece
loro
l’effetto, che in noi cagiona la veduta maninconi
n conto, imperocché, essendo destinata a parlar ai sensi, e per mezzo
loro
al cuore, né potendo agire per altra via che per
iscono fisicamente sopra di noi, sono più atti a conseguire l’effetto
loro
che non sono i versi, i quali dipendendo dalla pa
ciò che spesso i sacri Profeti avanti di proferir i vaticini ispirati
loro
da Iddio, richiedevano il suonatore, che risvegli
i ispirati loro da Iddio, richiedevano il suonatore, che risvegliasse
loro
lo spirito. Si vede tra i profani nell’incomincia
un tuono di voce uniforme e composto, non fanno spiccar nella favella
loro
quella chiarezza e forza d’accento, quella variet
i egualmente coi caratteri freddi, tranquilli, o dissimulati, che coi
loro
opposti. Ma la natura del canto, per cui vuolsi e
i, non può conseguirsi senza un intima cognizione degli uomini, delle
loro
proprietà, e debolezze, delle vicende della fortu
azione, e di sistema capace di rilevar la connessione delle cause coi
loro
eventi, e di risalire fino ai principi. Èdunque a
essi, e a discoprirvi le relazioni segrete che passano tra la natura
loro
e la propria. La fantasia ripiena di ciò che le v
dai fanciulli, e dalle persone più rozze anche inavvertentemente ne’
loro
famigliari discorsi. “Ardo di rabbia”, “cielo all
musico potrà addattare una modulazione eccellente, ma sempre mancherà
loro
la primaria bellezza, che consiste nella fedele e
uni l’esempio di Sofocle, e d’Euripide, che ne usarono talvolta nelle
loro
tragedie; ma (dicasi con coraggio) né Sofocle, né
animato ne’ sentimenti. [29] Che se pochi autori hanno osservate ne’
loro
scritti siffatte distinzioni, se si leggono arie,
prova se non che pochi autori hanno penetrato nello spirito dell’arte
loro
, e che appunto veggonsi tanti drammi noiosi e lan
, né la composizione più bella del musico sortiranno perfettamente il
loro
effetto, se il luogo della scena non è preparato
1] Da quai prestigi eglino abbacinati, ed assaliti, a così dire nelle
loro
facoltà da tutte le bande veggonsi all’improvviso
improvviso trasferiti, come Psiche, nel palazzo incantato d’amore. La
loro
immaginazione tutta occupandosi nel godimento, no
stima per così chiari scrittori ardisco di slontanarmi dalla opinione
loro
, tanto più che la trovo appoggiata sulle false no
ri immaginari, de’ quali ignoro le proprietà e la natura, né la sorte
loro
sarà in alcun tempo la mia. Altrettanto varrebbe
ono degli intervalli, ne’ quali il poeta abbia luogo d’intrecciar fra
loro
gli avvenimenti, e l’uditore, e il musico di resp
costante dello Zeno e del Metastasio, i quali hanno terminato tutti i
loro
drammi con lieto fine. Ma siffatta usanza ebbe or
o contrario, que’ poeti per secondarlo avrebbero fatto andare tutti i
loro
componimenti a tristo fine, e dall’esempio loro s
fatto andare tutti i loro componimenti a tristo fine, e dall’esempio
loro
si sarebbe cavata una regola inviolabile pei suoi
isma e ricevuti su una carta occupano sopra la carta si ritrovano fra
loro
nella stessa ragione, che i numeri esprimenti gli
ssezza e diversa elasticità si vibrano differentemente e in tempi fra
loro
ineguali; i globetti o particole eteree per la me
à e perfezione: ma giunte al sommo, quel principio medesimo che diede
loro
la vita è anche quello che dà loro la morte. Appr
quel principio medesimo che diede loro la vita è anche quello che dà
loro
la morte. Appresso tutte le nazioni hanno esse pr
alto sorgevano del recitativo. Il vecchio Scarlatti fu il primo a dar
loro
più di mossa e di spirito; e le rivestì sopra tut
i scuri della musica? Perché non rimettere i liuti e le arpe, che col
loro
pizzicato danno a’ ripieni non so che del frizzan
o danno a’ ripieni non so che del frizzante? Perché non restituire il
loro
luogo alle violette instituite già per fare la pa
aria di una voce e di un oboe, di una voce e di una tromba; e far tra
loro
seguire con varie botte e risposte una gara senza
e il cuore o scaldar l’immaginativa di chi ascolta. E ad ottenere tal
loro
intendimento l’uscir bene spesso dalle righe, pro
digalizzare i passaggi, ripeter le parole senza fine e intralciarle a
loro
piacimento, sono i tre principalissimi mezzi ch’e
ere quivi i maestri, essendone mediocrissimi i cantanti, dispiegare a
loro
talento tutti i secreti dell’arte, tutti i tesori
talento tutti i secreti dell’arte, tutti i tesori della scienza; onde
loro
malgrado sono costretti ad attenersi al semplice
a accordare col nostro canto le orecchie dei Francesi, ed era da essi
loro
rigettata l’oltramontana melodia, come vi fu altr
di alcuni vecchi pregiudizi, come è aperto a vedersi in alcune delle
loro
composizioni, e nell’Andromaca singolarmente del
composizioni, e nell’Andromaca singolarmente del Iomelli, riuscirebbe
loro
meno difficile che agli altri lo entrare nella in
tetico, la maestà, l’eleganza, il calore dello stile di Metastasio; i
loro
disegni non sono sì ricchi e giudiziosi, le loro
ile di Metastasio; i loro disegni non sono sì ricchi e giudiziosi, le
loro
invenzioni non sono originali, o da passar come t
iosi, le loro invenzioni non sono originali, o da passar come tali, i
loro
colpi di teatro, i loro quadri spariscono a front
non sono originali, o da passar come tali, i loro colpi di teatro, i
loro
quadri spariscono a fronte del colorito vigoroso
caso di cagionare in questo una crisi favorevole, e convertir l’opera
loro
in tragedia confinata all’imitazione della natura
l’altro, e l’Ifigenia dai Silfi e dalle Barbe turchine, van dietro ai
loro
errori. Osserviamo ancora, che la maggior gloria
lo più di poco ingegno, di cuore freddo e di gusto depravato, che col
loro
pretesto spirito filosofico, e con quella loro ve
sto depravato, che col loro pretesto spirito filosofico, e con quella
loro
ventosa loquacità, «quae animos juvenum ad magna
ezzanamente instruiti e superlativamente fanatici che per mostrare la
loro
esistenza, cospirano a distrugger tutto, e alla s
omparire straordinari e spiritosi alla moda; uomini anche in mezzo al
loro
vantato scetticismo dogmaticamente decisivi che p
uomini fieramente superbi e boriosi che quando veggonsi tassati nelle
loro
stravaganze e bestemmie, arruffano il ceffo con r
dice m. de Fontenelle, che hanno esistiti al mondo Greci e Latini. I
loro
pezzi chiamati drammatici nudi di azione, erano a
a di Francia, in cui dominarono col titolo di duchi di Septimania, il
loro
nativo idioma ; e crede ciò provato a meraviglia
no nero e puzzolente in mezzo a più di cento diavoli che ridevano del
loro
supplizio: vi si vide ancora una volpe prima semp
nsi da principio a cantar nelle piazze, facendo come uno steccato co’
loro
bordoni, ed appresso montarono sudi un rustico pa
o, dice M. de Fontenelle, di esservi stati al mondo Greci e Latini. I
loro
pezzi chiamati drammatici nudi di azione, erano a
e di Francia, in cui dominarono col titolo di duchi di Septimania, il
loro
nativo idioma; e credè ciò provato a maraviglia c
no nero e puzzolente in mezzo a più di cento diavoli che ridevano del
loro
supplizio: vi si vide ancora una volpe prima semp
nsi da principio a cantar nelle piazze, facendo come uno steccato co’
loro
bordoni, e di poi montarono su d’un rustico palco
nti, dei quali hora io mi servo, desiderano di haver voi in compagnia
loro
, il che anche a me piace, per intender la suffici
osponendo ogni cosa, vi transferiate qui a servire me et a compiacere
loro
, che vi amano molto. State sana. Per farvi piacer
il canto rende inverisimile le favole drammatiche. Come risponderemo
loro
per renderli meglio istruiti? Che le antiche trag
e una specie di opera151? Ma bisognerebbe prima d’ogni altra cosa far
loro
intendere che cosa fosse fra gli antichi orchestr
er una tacita convenzione tra’ rappresentatori e l’uditorio152? Ma il
loro
svaporato cervellino mal sosterrebbe il travaglio
degli spettacoli teatrali. Appigliamci al partito più proprio per la
loro
capacità, rimandandogli a leggere ciò che in tal
l pensiero di accoppiarvi comunque le parole. I selvaggi cantavano le
loro
parole misurate. I villani dell’Attica cantavano
cantavano le loro parole misurate. I villani dell’Attica cantavano le
loro
poesie nomiche e ditirambiche, e quando pensarono
mitare, non a copiare il vero in maniera che non perdano di vista ne’
loro
lavori la materia propria delle rispettive loro a
perdano di vista ne’ loro lavori la materia propria delle rispettive
loro
arti. Barbara, stupida e quasi sacrilega temerità
a inviluppare in un continuo ragionar fallace. Ma sottilizzino pure a
loro
posta per confinar la dramatica a questo vero imm
ferma a considerare in qual vocale, in quale a, in qual e formarono i
loro
gorgheggi e le volate la Gabrieli e il Pacchiarot
il Quadrio, purchè parlino a modo dell’Apologista, ed iscreditino per
loro
fini, le Commedie Italiane del cinquecento. E’ ve
rca i secondi stimo, che quella parte della Storia de’ Teatri, che di
loro
favella, non sia stata punto crollata per quanto
i, vi avrebbero preso interesse, tanto più che sapeano che i migliori
loro
Letterati sospiravano per una riforma. Ma qualche
do la verità istorica, e gli emuli forestieri mettevano a profitto le
loro
parole per iscreditarlo. Adunque cedei a queste a
vano l’eleganti Commedie surriferite, altre ne producevano scritte da
loro
con purezza, grazia, ed arte (lontane certamente
medie Spagnuole i Graziosi fondano in ciò la principale ricchezza de’
loro
sali. Apra qualunque de’ loro Autori (appena salv
dano in ciò la principale ricchezza de’ loro sali. Apra qualunque de’
loro
Autori (appena salvandosi da tal contagio il solo
ben poteva urbanamente riconvenirlo, ch’egli occultasse il merito de’
loro
buoni Drammatici. Ora su tali fondamenti conchius
pel di lui strano modo di comporre, il fecero perchè aveano veduto il
loro
Teatro in altro stato di salute prima di Lope. Ma
re spinti a riconvenir Lope, non per aver veduto in migliore stato il
loro
Teatro, ma per sapere teoricamente che in miglior
ioso, che soffre in sua Casa un Militare, che corteggia la Moglie, a’
loro
stretti espressivi colloqui si pone le due mani i
ata la storia del teatro greco e latino; ed altri han circoscritte le
loro
fatiche ne’ soli teatri della propria nazion di c
o degli antipodi i peruviani e i messicani a far la barbara pompa de’
loro
strani spettacoli. Un’opera così ripiena, e di di
scrittori che anche in cose di puro piacere discompagnar non fanno le
loro
vedute dalla sublime infallibile scorta della fil
ogn’uom di buon senso, é un partigiano dichiarato degli antichi e del
loro
buon gusto; ed il principale suo scopo sembra ess
re (toltone alcune cose, che non sono, so non relative ai costumi de’
loro
tempi) sono state e saranno mai sempre i nostri m
modelli: tutto l’oro, che più lampeggia fra noi, é stato tratto dalle
loro
miniere; e i moderni tanto più lusingar si posson
nza gli debbono intanto gli amatori della drammatica, per aver aperto
loro
un largo campo da poter comparir dotti in queste
i in queste materie, senza imprendere la penoso fatica di divenirlo a
loro
spese. Ognuno che va a teatro, o volge tralle man
gli Attori un Coro di Musica, che regola da lungi le variazioni delle
loro
voci, e che, quantunque non si sentisse ciò che d
diedero il nome di Euripide per la celebre vittoria dagli Ateniesi di
loro
compatriotti riportata sopra i Persiani presso al
tudio delle tragedie di Euripide, mirabili progressi fecero nell’arte
loro
. A buon diritto adunque il nostro dotto e facondo
cura di quello che ai Poeti Tragici facesse per la recitazione delle
loro
tragedie bisogno. E particolarmente teneva cura d
Onde i Poeti Comici si servivano per il Coro, non delle persone date
loro
dal Magistrato, ma di quelli che eglino stessi a
one date loro dal Magistrato, ma di quelli che eglino stessi a voglia
loro
o di esse, si provvedevano. Nota XVIII.
o nulla conoscono, è un dono particolare, che la natura ha conceduto
loro
solamente. Nota XXII. Platone per mostrar
Fiere di San Germano, e di San Lorenzo, seppero così ben fare i fatti
loro
, che da molti anni sono padroni di varie terre, l
composizioni del secolo passato che conservano le due compagnie come
loro
fondi. Inoltrata la state si sospendono le recite
perate, gelosi arrabbiati che danno a mangiare alle spose i cuori de’
loro
amanti, uomini dabbene che vanno a rubare in istr
e la diffondono? se i novelli venuti in Parnaso ad essi consacrano il
loro
tragico cittadinesco e comico lugubre? se fin anc
mico-lugubre francese. Ma chi guarirà certi letterati furiofili della
loro
demonomania delle mascherate infernali e de’ pres
lla non curanza e quella desolazione a cui trovansi negli scrigni de’
loro
per altro rispettabili autori condannate le Danai
guersi da’ barbari, imitano le umane vicissitudini senza sceverar ne’
loro
drammi gli evenimenti ridicoli da’ compassionevol
re e non si oscurano mai. Questi tre rari ingegni spiegavano tutta la
loro
energia nel delineare con maestria singolare le u
favelle antiche e moderne, e adoperando quasi sempre una molla per la
loro
nazione efficacissima, cioè la forza del fato e l
on pari effetto da que’ repubblicani baldanzosi e pieni sotanto della
loro
potenza e libertà finanche le greche favole, la P
e vi stabilirono, togliendoci i patri costumi, ci trasformarono nella
loro
barbarie; ed oh quanto tardi il tempo distrugge g
guerra per bisogno formavano un sol corpo, nella pace nulla quali fra
loro
, e poco s’attenevano al tutto. Naturalmente gelos
a ateniese e romana? che tutte le muse doveano abbellirle di tutte le
loro
grazie? E pure il corso naturale delle nazioni ap
sta Asinaria, nella quale intervenivano tutti i profeti antichi colle
loro
divise, e l’istesso Balaam sull’asina. Correva il
de’ rapsodi dopo il tempo di Omero, andavano suonando e cantando sui
loro
stromenti la musica, e i versi de’ trovatori prov
e festa, costoro non mancavano di venirvi in folla per dar saggio del
loro
valore poetico, e farli gran nome. V. l’Histoire
ioni teatrali, che formano una parte del culto di que’ popoli verso i
loro
idoli22. Verun teatro pubblico e fisso non si tro
amente i commedianti Cinesi di casa in casa, innalzano in un attimo i
loro
teatri portatili, e recitano ne’ cortili o nelle
ndono infami i commedianti nell’Oriente, non si lascia di ammirare la
loro
abilità di rappresentare, e sono in pregio gli at
ove; ma i commedianti non sono più di quattro o cinque, e ciascuno di
loro
rappresenta due o tre parti. Ed affinchè lo spett
la può trasportare gli ascoltatori in un mondo apparente per insegnar
loro
a ben condursi nel vero30. Oltre alle rappresenta
è fuori di se. I balletti di tali donne voluttuose abbellite dal vago
loro
abbigliamento (descritto leggiadramente dal chiar
l canto rende inverisimili le favole drammatiche . Come risponderemo
loro
per porli nel dritto sentiero? che le antiche tra
he una specie di operaa? Ma bisognerebbe prima di ogni altra cosa far
loro
intendere che cosa importasse appo gli antichi or
per una tacita convenzione tra’ rappresentatori e l’uditoriob? Ma il
loro
svaporato cervellino mal sosterrebbe il travaglio
degli spettacoli teatrali. Appigliamoci al partito più proprio per la
loro
capacità rimandandogli a leggere ciò che in tal q
l pensiero di accoppiarvi comunque le parole. I Selvaggi cantavano le
loro
parole misurate. I villani dell’Attica cantavano
cantavano le loro parole misurate. I villani dell’Attica cantavano le
loro
poesie nomiche e ditirambiche; e quando pensarono
mitare non a copiare il vero, in maniera che non perdano di vista ne’
loro
lavori la materia propria delle rispettive loro a
perdano di vista ne’ loro lavori la materia propria delle rispettive
loro
arti. Barbara, stupida, e quasi sacrilega temerit
a inviluppare in un continuo ragionar fallace. Ma sottilizzino pure a
loro
posta per confinar la drammatica a questo vero im
rma a considerare in qual vocale, in quale a o in quale e formarono i
loro
gorgheggi e le volate la Bandi o il Pacchiarotti?
à – d’una vecc hia di 70 anni. – Gli umili offerenti hanno riposte le
loro
speranze nella comprovata magnanimità di un Pubbl
e nella generosità della Nobile Guarnigione, e sperando di essere nei
loro
voti favoriti vi tributano in concambio stima, ri
e. Non si curarono, a quel che sembra, di coltivarla i Latini: ma de’
loro
Drammi ci sono rimaste troppo scarse reliquie per
. Che che sia di ciò, Virgilio, Calfurnio rinnovarono in Italia colle
loro
Ecloghe i Teocriti e i Bioni. Al risorgere delle
e altre moderne Nazioni possono sì di buon’ ora additarne pesta nelle
loro
contrade. Prese indi forma migliore la Pastorale
a stampate le Commedie del Rueda dopo la di lui morte, è pruova della
loro
amicizia? E su tali fondamenti parvi che possa re
loghi intorno al mestiere, e a’ costumi de’ Commedianti, mostrando la
loro
laboriosissima vita; e il suo Libro impresso in M
i del mestiere, della vita laboriosa de’ Commedianti Spagnuoli, e de’
loro
costumi, sono in verità ben altra cosa che una St
llustre Poeta: perchè non le picciole macchie, ma la massa intera del
loro
luminoso merito poetico dee tenersi avanti gli oc
ioni teatrali, che formano una parte del culto di que’ popoli verso i
loro
idolia. Verun teatro pubblico e fisso non si trov
amente i commedianti Cinesi di casa in casa, innalzano in un attimo i
loro
teatri portatili, e recitano ne’ cortili o nelle
dono infami i commedianti del l’Oriente, non si lascia di ammirare la
loro
abilità di rappresentare, e sono in pregio gli at
ove; ma i commedianti non sono più di quattro o cinque, e ciascuno di
loro
rappresenta due o tre parti. Ed affinchè lo spett
la può trasportare gli ascoltatori in un mondo apparente per insegnar
loro
a ben condursi nel veroa L’ultima opera del rip
dello sposo, e si congeda da Cano. Giova trascrivere uno sqarcio del
loro
dialogo. «Sac. Permettete, o Padre, che io consa
è fuori di se. I balletti di tali donne voluttuose abbellite dal vago
loro
abbigliamento (descritto bellamente dal Raynal a
tarono l’inuito, et arriuati che furono, e fatto la prima Comedia, fu
loro
leuata la licenza dall’istesso Sig. Gouernatore,
eccato mortale, e che gli aueuano mostrato quello, che ne scriueua il
loro
Arciuescouo : i Comici cominciarono à dire le lor
che ne scriueua il loro Arciuescouo : i Comici cominciarono à dire le
loro
ragioni, ma il Sig. Gouernatore disse, andate dal
i volendo che l’autorità dell’habito potesse far autentica legge alle
loro
opinioni : ma l’amoreuole Superiore diceua, lasci
Tomaso d’Aquino ; et impose à Comici che mostrassero i Scenarij delle
loro
comedie giorno per giorno al suo foro, e così ne
el patriarca, non aveano idea se non di quello ch’era sotto gli occhi
loro
, e ignoravano tutte le arti, a riserba di quelle
natura stessa de’ suoi stati, e i costumi de’ popoli, e introduce fra
loro
lo spirito d’industria, le arti, le scienze, coll
i stranieri. Tuttavolta gli attori russi oggidì vengono encomiati da’
loro
compatrioti. Sin da quando cominciò in Russia l’o
scenica e dal contatto con gli attori. In realtà, la maggior parte di
loro
prestava notevole attenzione all’aspetto performa
getto della tragedia è l’interesse politico delle nazioni e quindi la
loro
indipendenza e l’odio de’ tiranni26.» Salfi, come
e la sua condizione particolare, sicché, tutte armonizzandosi fra di
loro
, primeggino sempre le figure predominanti42. Per
no siedono i cardinali, i vescovi, i prelati, teologi ecc. secondo il
loro
ordine. Dai due lati del trono siedono ancora il
rimi a imitare pedissequamente i moderni e lasciarsi soggiogare dalle
loro
regole. Il rifiuto aprioristico di restrizioni ch
i sovente neglette59. Lo sviluppo dei caratteri dei personaggi nella
loro
complessità in effetti era una delle parole d’ord
In quella sede, Manzoni legava la questione delle unità di luogo e il
loro
mancato rispetto allo sviluppo dei caratteri. Egl
cui del passaggio della generazione di attori presa in esame e delle
loro
messe in scena non restano che tracce sbiadite, l
ari, qualora la volontà non può concorrere a ostacolare o favorire la
loro
attuazione, o spontanei. Gli spontanei possono as
clamazione degli antichi, trovavano giustificazione nella vastità dei
loro
teatri. L’attore tragico deve allora declamare co
iuttosto che eliminarli, per Salfi la soluzione risiede nel conferire
loro
quella dignità che merita chi viene chiamato a cu
aggi in scena inquadrati in una posa individuale che corrisponde alla
loro
reazione all’evento che si sta verificando sulla
ma, il canto nacquero quasicché tutte contemporanee, o andarono nella
loro
infanzia lungo tempo indivise, giovandosi l’una d
Simile rappresentazione pur celebravano i Romani nel giorno detto da
loro
nonae caprotinae, con danze ed altri giuochi, imi
verità e la bellezza originale, che i monumenti superstiti delle arti
loro
tuttavia ci conservano, più che altro ci debbon r
clamando i vincitori, che ne ottennero la libertà se gli Abderiti nel
loro
delirio febbrile declamavano l’Andromeda di Eurip
cché potevano servire d’interpreti a’ barbari, che non intendevano la
loro
lingua. E perciò non dee far maraviglia se lo ste
Silla. [Intro.10] Cadono con l’impero romano tutte le arti, e fra le
loro
ruine si perde ogni arte drammatica e pantomimica
teatri ed uomini e demoni ed angeli e bestie, che dialogizzavano fra
loro
con quella edificazione, che tali spettacoli dove
cialmente quelle di Francia e di Vienna, cominciarono a provvederne i
loro
teatri; e furono celebri i nomi di Pietro Maria C
no qui apprezzati e distinti come tutti gli altri artisti, che per la
loro
eccellenza hanno meritato la comune ammirazione.
a propria esperienza ho più volte provato gli effetti reali dell’arte
loro
, e quali che siano i difetti delle persone, o del
altri attori ed attrici in quegl’incontri, ne’ quali più spiccava il
loro
talento; ed è questa una pruova evidente della st
stessi poeti hanno in certo modo fondata e determinata col genere dei
loro
drammi. E siccome questo è molto libero e qualche
ondo questi tre modelli si dee distinguere il carattere proprio della
loro
declamazione. Non è questo il luogo di pronunciar
della loro declamazione. Non è questo il luogo di pronunciare chi di
loro
meriti in questa parte la preferenza. Io noto sol
larmente favorito gl’italiani, a paragone delle altre nazioni, avendo
loro
dato voce armonica e melodiosa, e facilità e ricc
eganza di modi; il perché tanta gloria si potrebbero impromettere dal
loro
impiego, quanta maggiore sarebbe la loro vergogna
potrebbero impromettere dal loro impiego, quanta maggiore sarebbe la
loro
vergogna, se questi doni trascurassero della natu
pronunciazione oratoria intesero ragionare; di modo che per quanto al
loro
subbietto particolare importava, alla teatrale de
te se ne occuparono; la Francia, l’Inghilterra e l’Alemagna ebbero le
loro
opere particolari in questo genere. Ha la Francia
non pure animate che inanimate, in quanto i diversi accidenti che al
loro
stato esteriore successivamente si spiegano, ne a
i poeti, specialmente epici e ciclici, recitando al pubblico le cose
loro
; ma l’impressione particolare che fecero pur decl
articolare che fecero pur declamando gli attori tragici, riuscendo la
loro
declamazione, e più efficace per l’uso, e più mir
E per conseguenza quest’azione e questa vita, che la declamazione dee
loro
comunicare, è il vero subbietto che noi prendiamo
e hanno comunicato le consonanti. Or nessuno di questi elementi e de’
loro
modi si dee trascurare o alterare sia parlando, o
più sottilmente hanno lo stesso acuto in più ancor distinto, parendo
loro
delle stesse sillabe accentate l’una più spiccata
llabe accentate l’una più spiccata, e l’altra più rotonda, sia per la
loro
natura assoluta e primitiva, sia per la differenz
, se i nostri accenti e le nostre quantità con gli accenti e quantità
loro
si paragonino? Ed altronde non potendo noi conosc
lle più semplici e inseparabili. Quindi il periodo, i suoi membri, le
loro
parti o frasi, ecc. Di tali periodi vien formato
a della maggiore o minor relazione, che hanno con la principale e fra
loro
. E, non si potendo tali relazioni logiche facilme
ale dà un certo suono particolare a certe parole o frasi, secondo, il
loro
ordinario significato, o l’intenzione straordinar
monia, che pur conspira allo stesso fine, si diedero ai periodi ed a’
loro
membri tali incominciamenti, tali cadenze, tali r
zione di chi parlava e l’attenzione di chi ascoltava. Ebbero dunque i
loro
suoni particolari le virgole, i punti virgole, i
riferisca. Così parimenti, modulando il tuono delle parole secondo il
loro
senso, per quanto tali modulazioni sieno varie e
rimeggiano sono il viso, gli occhi e le ciglia, le mani e le dita. La
loro
azione si modifica e si accorda siffattamente con
di poterli tutti ridurre alle seguenti spezie, distinguendoli per la
loro
natura, per la loro origine e pel loro uso. [3.3
durre alle seguenti spezie, distinguendoli per la loro natura, per la
loro
origine e pel loro uso. [3.3] 1.º I primi sono i
spezie, distinguendoli per la loro natura, per la loro origine e pel
loro
uso. [3.3] 1.º I primi sono indicativi, in quant
arole ed espressioni vocali sufficienti per esprimere adeguatamente i
loro
pensieri. Io ho confermato più volte questo fenom
riescono più o meno belli e significanti quanto maggiore o minore la
loro
relazione di similitudine. In questa maniera noi
ompleti e per così dire strozzati si trovano obbligati ad accennar di
loro
appena alcuna parte o più facile, o più sensibile
e e segni pittagorici che hanno perduto per noi l’antica relazione al
loro
significato. Ogni specie di gesti è stata più o m
esti convenzionali ed arbitrari, i quali, sia perché non si scorge la
loro
prima ragione, sia perché non abbiano altro che i
i, alle quali doveva particolarmente servire. [3.19] Laonde ebbero la
loro
propria conversazione, il foro, il campo, il temp
ando leggeva la storia sua, né Licurgo e Solone quando proponevano le
loro
leggi, né finalmente Socrate quando si tratteneva
colte e gl’Italiani principalmente hanno continuato a verseggiare le
loro
migliori tragedie, ancorché avessero per lungo te
verso dal ritmo dell’altra; e questo ritmo non può non influire su la
loro
propria pronunciazione. Il non ben distinguere, i
ento e quasiché zoppicando, ed ora a sentirti la lena affannata dalla
loro
spossatezza e dal loro languore; e così il ritmo
ndo, ed ora a sentirti la lena affannata dalla loro spossatezza e dal
loro
languore; e così il ritmo del verso col significa
a celerità con cui s’incalzavano le grida e i lamenti, nel secondo il
loro
continuato prolungamento; e nel terzo la confusio
con la medesima passione con cui furono composti, pronunciarli, e dar
loro
quell’accento, quel tempo e quel ritmo, che la st
, le frasi, i versi, i periodi hanno de’ suoni più o meno analoghi al
loro
significato, cioè alla natura dell’oggetto o dell
iano somministreranno agevolmente il tuono della pronunciazione che a
loro
conviene. E questa risulterà da quanto saremo per
l’impulso ed il moto. E siccome pur tanto variano e le passioni ed il
loro
grado e i loro accidenti, infinite ancor risultan
moto. E siccome pur tanto variano e le passioni ed il loro grado e i
loro
accidenti, infinite ancor risultano le modulazion
e vocali, le consonanti, le articolazioni, le parole intere ed alcuni
loro
accenti grammaticali; ma gli accenti ed i tuoni d
te che hanno i pittori e i poeti principalmente descritta nelle opere
loro
. Divenni smo
facilmente indicare e determinare. Non così le passioni, che, per le
loro
infinite modificazioni, e per la rapidità dei pas
ono e si riposano affatto, mentre gli altri parlano ed operano invece
loro
. Ond’é che alcune parti rimangono immobili e inan
e principale nella pronunciazione, spesso dà luogo ad altri organi, o
loro
affida quello che esso o non potrebbe affatto, o
semplice e generale, noi cercheremo di ridurle e ordinarle secondo la
loro
più giusta teorica, onde più accuratamente e seco
o e li promuovono. Or riguardando tali segni od effetti rispetto alle
loro
cagioni, possono riferirsi o alla percezione o al
voce, il viso, gli occhi, la fronte ecc., che acquistano anch’essi le
loro
espressioni particolari. Noi ne abbiamo la pruova
re che le più astratte verità e le idee più sincere hanno anch’esse i
loro
piaceri ed i loro affetti, e quindi la loro espre
atte verità e le idee più sincere hanno anch’esse i loro piaceri ed i
loro
affetti, e quindi la loro espressione conveniente
sincere hanno anch’esse i loro piaceri ed i loro affetti, e quindi la
loro
espressione conveniente. [6.4] Egli è poi veriss
meccanici seguono necessariamente ed immediatamente l’influenza delle
loro
cagioni, senza che la nostra volontà vi cooperi o
sentiamo volentieri ed anche nostro malgrado sospinti a comporci alla
loro
maniera per una specie d’istinto, che ci obbliga
ensibili, si passò di mano in mano ad imitare e dipingere eziandio le
loro
relazioni, e quindi le idee più astratte ed intel
ltiplicare. Ma queste a misura che si vanno allontanando dall’origine
loro
e che si alterano, la loro forma primitiva, la lo
ura che si vanno allontanando dall’origine loro e che si alterano, la
loro
forma primitiva, la loro analogia si viene egualm
ando dall’origine loro e che si alterano, la loro forma primitiva, la
loro
analogia si viene egualmente oscurando, sicché pe
ti che si riguardano come più o meno naturalmente espressivi. E nella
loro
ragione sta tutta la teorica e l’arte della pronu
tri eseguirsi da tutti gli organi con la stessa prontezza, sia per la
loro
natura meno disposta a tale attitudine, sia per a
rvendo ciascuno al suo fine particolare, servono tutti ad un tempo al
loro
fine generale e comune. Il perché se l’interesse
apportano; da quegli altri più particolareggiati e minuti, che per la
loro
lenta e successiva descrizione propriamente pitto
ano gli uni dagli altri, sia per altre relazioni che hanno questi fra
loro
, che varie specie di passioni n’emergono. In ques
ni, che abbiamo finora tratteggiato, ci mostrano chiaramente come nel
loro
sviluppo e ne’ loro eccessi non ad altro intendon
ra tratteggiato, ci mostrano chiaramente come nel loro sviluppo e ne’
loro
eccessi non ad altro intendono, che ad esprimere
viluppo e ne’ loro eccessi non ad altro intendono, che ad esprimere i
loro
effetti necessari, o a dipingere la loro cagione,
ntendono, che ad esprimere i loro effetti necessari, o a dipingere la
loro
cagione, o ad impiegare i mezzi più o meno volont
cagione, o ad impiegare i mezzi più o meno volontari di soddisfare i
loro
bisogni. E sovente questi tre disegni diversi si
nite ed infinitamente varie delle passioni di sopra allegate, e delle
loro
specie e gradi. Chi potrebbe tutti notare i moti,
e degli stessi principî possiamo e dobbiam fare a tutte quelle altre
loro
specie o modificazioni, che abbiamo omesse. Egli
e delle cagioni, riducendo ad uno o a’ principî più semplici tutti i
loro
fenomeni. In tale studio noi troviamo assai più l
migliori artisti si sono formati e sono riusciti eccellenti nell’arte
loro
. [8.3] Leonardo da Vinci, secondo che ne certifi
siamo ben dirlo egualmente degli Italiani fra’ moderni. Questi per la
loro
costituzione organica, e specialmente pel torno d
uesti per la loro costituzione organica, e specialmente pel torno de’
loro
articoli, per l’energia delle loro passioni, e pe
nica, e specialmente pel torno de’ loro articoli, per l’energia delle
loro
passioni, e per la finezza delle loro sensibilità
o articoli, per l’energia delle loro passioni, e per la finezza delle
loro
sensibilità hanno l’eloquenza della fisonomía e d
verse, ed anche contrarie, sono così vicine e facili a scambiarsi fra
loro
, che spesso nostro malgrado, o per vizio dell’org
rché più o meno fittizie, riflessive e circospette hanno anch’esse il
loro
carattere, la loro forza ed espressione. E se la
tizie, riflessive e circospette hanno anch’esse il loro carattere, la
loro
forza ed espressione. E se la passione è strana e
lli che realmente vi mancano. Oltre che per quanto perfetta riesca la
loro
espressione, essa è sempre simultanea, e a un pun
nque riguardarsi anch’essi come altrettanti modelli passivi dell’arte
loro
. E noi dobbiamo osservare in essi la varietà degl
rminati i generi e le specie degli esseri, e dato a ciascuna classe i
loro
fini e le loro leggi particolari, e prescindendo
i e le specie degli esseri, e dato a ciascuna classe i loro fini e le
loro
leggi particolari, e prescindendo dal concorso de
tri, in quanto più o meno ubbidiscono a tali leggi, e conseguiscono i
loro
fini. Dal conflitto degli altri esseri cooperanti
ll’altro. [9.4] Fra tutti gli esseri che più o meno corrispondono ai
loro
fini, e che sono più o meno belli e perfetti dei
orrispondono ai loro fini, e che sono più o meno belli e perfetti dei
loro
simili, ve ne ha certuni in particolare, i quali
uni in particolare, i quali prescindando dalla corrispondenza ai fini
loro
, per se stessi grandemente dilettano. Essi presen
espressiva non sarà mai bella, se tutte le parti non corrispondano al
loro
fine comune, e quindi per tal rispetto non si acc
issime, che appena si movano o par lino perdono tosto l’incanto della
loro
bellezza apparente. E per lo contrario altre pers
contrario altre persone sotto forme men belle, rendono gratissima la
loro
espressione per l’armonia degli elementi che la c
to ci apparisce più bella, quanto tutti e ciascuno impiegano tutte le
loro
facoltà per manifestarci quello, che altrimenti r
ne è più interessante della specie delle altre, per la differenza del
loro
significato, ch’è più interessante nelle prime ch
generalizzare certi fenomeni particolari, per non saperli ridurre a’
loro
veri principî. [9.12] L’espressione è cooperativ
rumentali hanno tentato di tratteggiare alcuna parte della poesia, da
loro
più o men maneggevoli. Ma per quanto l’una e l’al
gni o naturali o arbitrari per avvicinarsi il più che possono al tipo
loro
. Il tipo adunque della declamazione si confonde e
erti obbietti che, riguardati nel vero o troppo da presso, sia per la
loro
figura apparente, sia pel significato a cui si ra
ini, i quali, ancorché veri, potessero dispiacere mediatamente per la
loro
figura, o immediatamente pel loro significato, e
sero dispiacere mediatamente per la loro figura, o immediatamente pel
loro
significato, e quindi respingere quel grado d’ill
verissime, ed anche belle, ove sieno dal poeta descritte, perdono il
loro
effetto imitato dall’attore, perocché il senso in
e macchine inanimate ed automi, capaci di sorprendere e dilettare co’
loro
movimenti, ma non mai di sentire, e di far sentir
a sua origine. Quindi sono quei tratti di luce e di fuoco, che per la
loro
evidenza ed efficacità sorprendono, atterriscono
tare e raccogliere quell’espressioni, che hanno date alle passioni da
loro
descritte, ma bensì per esperimentare tutto l’eff
i ammolliscono, non possono credere ed apprezzar ciò che sembra dalla
loro
presente condizione diverso affatto o contrario.
o i costumi, le passioni o i caratteri sieno lontani e diversi, debbe
loro
improntar quella forma, di cui sono essi più o me
n posso che semplicemente accennare. [12.4] Quel carattere eroico da
loro
dato agli accidenti e alle persone tragiche era p
quel terribile e quel sublime, che era lo scopo indispensabile della
loro
tragedia. Ond’è che tutti i poeti che si sono dis
i eroi di una taglia più che umana; ed io veggio all’incontro sotto i
loro
nomi una figura mediocre, una taglia meschina, un
re il vero, non possono dar luogo a tali virtù senza allontanarsi dal
loro
fine. E di fatti lo stesso esempio di Shaskepeare
feriscono, trasparisce pur sempre di mezzo a tali accidenti l’indole
loro
superiore. Tale appariva Apollo, quantunque pasto
tutt’altro mestiere, che all’arte nobile che professano. A quanti di
loro
potrebbe farsi la stessa dimanda che fece a non s
cuni che la declamazione rappresenti il colloquio di persone, che tra
loro
conversano, hanno concluso che il tuono di essa n
erare e sforzare il tuono della voce, e declamar fortemente per farsi
loro
malgrado sentire. Non v’ha dubbio che la vastità
si gli attori tragici se vogliono veramente imitare il tipo dell’arte
loro
, e perciò non possono sentire e parlare, siccome
za preciso e semplice. Ciò esclude i molti movimenti ed atti, che pel
loro
numero e rapidità offenderebbero a un tempo la di
oscono per impossibili. Omero, Eschilo, Alfieri ci hanno presentato i
loro
personaggi come grandi, generosi, straordinari, m
rte, che l’amor dell’arte. Il signor Eximano dice pure apertamente di
loro
che pajono energumeni, che ad ogni atteggiamento
più importa si è che gli stessi francesi hanno pur riconosciuto appo
loro
questo difetto. Clement, fra gli altri, ne ha giu
e se non per convulsioni e fanno patir chi gli ascolta per gli strani
loro
sforzi di voce e pel dilaceramento del loro petto
li ascolta per gli strani loro sforzi di voce e pel dilaceramento del
loro
petto. [13.11] Ma se ben si riflette lo stesso d
ti, e si può dire ch’essi fanno per lo più consistere il merito della
loro
declamazione in una specie di predicazione o di c
rato, che se i francesi danno più che gli altri in quell’eccesso, ciò
loro
interviene, perché degli altri naturalmente più e
oluto tutto rappresentare con questo. Quindi il dramma è divenuto per
loro
una mera storia rappresentativa, che in altro dal
mprendesse il numero di commedianti sufficiente a rendere completa la
loro
compagnia. Ora a quali specie più o meno determin
madri dee primeggiare, sempre che dalla fierezza non debba essere il
loro
carattere sensibilmente alterato ecc. [14.6] Que
rno, con l’abito e con le maschere potevano alterare ed ingrandire le
loro
ordinarie proporzioni. Ma noi non possiamo egualm
bili e facili ad alterarsi, possono prendere quelle modificazioni che
loro
vogliamo imprimere. Ma se queste modificazioni pe
ancora, se come tali non sapesse l’attore rappresentarli. Oltreché la
loro
difformità offenderebbe la stessa dignità dei per
di siffatti esseri, specialmente ove li debbano chiamare a parte dei
loro
segreti e dei loro interessi; e sovente perdono g
, specialmente ove li debbano chiamare a parte dei loro segreti e dei
loro
interessi; e sovente perdono gran parte del loro
i loro segreti e dei loro interessi; e sovente perdono gran parte del
loro
effetto per non essere opportunamente secondati e
oro effetto per non essere opportunamente secondati e sostenuti nelle
loro
rappresentazioni. [14.12] Forse l’Alfieri per ra
da lungo tempo perduta. [14.14] Ma non solo debbono rappresentare il
loro
genere, ma del pari la loro specie, e ciò vuol di
.14] Ma non solo debbono rappresentare il loro genere, ma del pari la
loro
specie, e ciò vuol dire che il carattere tragico
ciale, che nelle modificazioni di quello consiste. Quindi è che nelle
loro
degradazioni dee ciascuno conservare il suo posto
a, quante parti medie non s’interpongono? Ma tutte debbono servire al
loro
interesse comune, né quindi pregiudicare alle pri
andosi. Questa legge si trova osservata dai più celebri artisti nelle
loro
pitture e sculture, siccome dai poeti nei loro po
celebri artisti nelle loro pitture e sculture, siccome dai poeti nei
loro
poemi. Nei loro quadri, gruppi e disegni tutte le
nelle loro pitture e sculture, siccome dai poeti nei loro poemi. Nei
loro
quadri, gruppi e disegni tutte le figure e le per
a, il timore ecc. soffrono differenti modificazioni, e quindi hanno i
loro
tratti particolari e la loro espressione convenie
fferenti modificazioni, e quindi hanno i loro tratti particolari e la
loro
espressione conveniente. Quindi procedono i diver
tali e tanti gli elementi che li costituiscono, e sì differenti nella
loro
qualità, intensità e combinazione, che niun tempe
vivo contrasto di due passioni diverse o contrarie, che, rilevando la
loro
forza a vicenda, conspirano maravigliosamente al
sociati; perocché tutti i sentimenti che ne emergono debbono avere la
loro
analoga espressione. [15.13] Si narra che Le Kain
più interessanti del tutto e delle sue parti, e, comparandole fra di
loro
, potremo al tutto e a ciascuna sua parte minore d
ntro della figlia e di Clitennestra, e massimamente quando alla vista
loro
si trova scoperto e giustamente rimproverato. Cos
o pure un valor relativo, e perciò differente, e quindi hanno pure il
loro
massimo grado, minimo e medio di forza e di espre
ersi e rinforzarsi secondo il bisogno. [16.15] Altrimenti accadrà di
loro
, quel che Orazio diceva di quei poeti che con tro
eva di quei poeti che con troppo strepito ed arroganza cominciavano i
loro
poemi: Parturient montes, nascetur ridiculus mus
ine, come in quei sonetti che lo facevano consistere unicamente nella
loro
chiusa, e riuscendo sempre alla stessa modulazion
dall’uno all’altro modo o grado suol farsi. Spesso è quasi massima la
loro
differenza d’indole, e minima la distanza dall’un
a quella legge di continuità, a cui la natura ha tutti gli esseri e i
loro
fenomeni sottoposti. Imperocché dando ad ogni eff
irino, o pur discordino, s’intertengono a ragionare e disputar fra di
loro
. [17.2] Questa relazione reciproca, la quale pur
manente. In questo modo gli stessi interlocutori possono cangiare fra
loro
di interesse, di contegno, di tuono e di passione
ressione può variare al variar non solo degli interlocutori, ma delle
loro
relazioni. Stabilite queste necessarie distinzion
agli spettatori, e la testa e lo sguardo per lo più rivolti verso di
loro
. [17.7] Determinata questa prima relazione, seco
eterminare la positura particolare, che gli attori debbono tenere fra
loro
in qualunque scena. Finora par che si sia adottat
ionare insieme. Occupato un cotal sito che il caso o la scelta abbia,
loro
fornito, essi non debbono variarlo se dal seguito
iti a tal cangiamento. Sino a questo momento essi debbono guardare il
loro
posto, ma non sì che ciascuno nel suo non prenda
in piedi, perché la condizione del luogo e delle persone non vietasse
loro
di sedere o durante tutta la scena, o almeno in q
e. Poco accennano le persone autorevoli per quella ragione analoga al
loro
carattere, che o non amano di troppo trattenersi
parte Erifile per vendicarsi di Achille ecc.;ma quale debbe essere il
loro
andare, la loro attitudine, l’espressione di tali
r vendicarsi di Achille ecc.;ma quale debbe essere il loro andare, la
loro
attitudine, l’espressione di tali momenti? Uno de
] Io ho parlato finora degli interlocutori principali; ma spesso alla
loro
presenza se ne trovano dei subalterni, i quali co
e la sua condizione particolare, sicché, tutte armonizzandosi fra di
loro
, primeggino sempre le figure predominanti. E sicc
ttori, meglio istruiti e confortati da’ lumi e dagli artisti dell’età
loro
, non avessero osato dichiararsi contro questa bar
vere o verisimili quelle trascegliere che più si accordassero fra di
loro
con quella conveniente proporzione che le princip
scene e quei gruppi che ci presentassero siffattamente armonizzate le
loro
figure? Di quanto non si accrescerebbe l’espressi
hi rinforzava ed ingrandiva la voce a proporzione della grandezza dei
loro
teatri, sarebbero costretti a forzarla oltremodo,
e delle persone, e quel che risulta di più considerevole intorno alle
loro
relazioni e contrasti, ed a quai punti le loro pa
iderevole intorno alle loro relazioni e contrasti, ed a quai punti le
loro
passioni massimamente si spiegano e si distinguon
one. Si è disputato lungamente fra molti, se gli antichi notassero la
loro
declamazione, come noi il recitativo, e se quella
o la loro declamazione, come noi il recitativo, e se quella fosse per
loro
in tutto od almeno inparte una specie di canto, c
specie di canto, capace di tali gradazioni più o men spiccate per la
loro
intonazione o tenuta. Ma lasciando agli eruditi t
, i più esperti commedianti se n’erano assai prima giovati secondo la
loro
maniera particolare. L’avea di fatti adoperata Ba
tt’occhi, e può esaminarne la giustezza e correggerne i difetti e dar
loro
quella perfezione che non avessero ne’ primi espe
o con le altre. Tali atteggiamenti possono quindi considerarsi per la
loro
importanza e specialità come separati da tutto il
a figura, che in certi momenti raccomandano al maneggio dell’abito il
loro
effetto. Così il farsi cadere or di un modo, or d
uove e significanti. I pittori non hanno trascurato questo studio ne’
loro
panneggiamenti. Timante presentò Agamennone col v
atore, e potrebbero ancor dieci non esser bastanti. Credo però che il
loro
numero dovrebbe determinarsi secondo l’esercizio
r le sue parti. E i Baron, i LeKain, le Clairon hanno pure emulato il
loro
studio e la loro gloria. Capitolo XXII. Ind
i Baron, i LeKain, le Clairon hanno pure emulato il loro studio e la
loro
gloria. Capitolo XXII. Indizi ed effetti de
cedente gli Abderiti non sarebbero giunti a delirare tragicamente ne’
loro
accessi febbrili, e declamare le scene intere di
o dipende per l’ordinario o dalla natura stessa delle parole, o dalla
loro
artificiale combinazione. L’una costituisce la pa
ultori, a vicenda, emulare da lui quel ch’egli aveva prima emulato da
loro
. [23.6] Ballo. Se questo tende principalmente a
nza prima aver conosciuto il fare dei romani e dei greci dalle storie
loro
? I riti diversi e una parte di quei gesti che abb
i, non potrebbero punto imitarsi, senza averli prima conosciuti nella
loro
storia rispettiva, che è come dire senza prima av
come dire senza prima aver qualche tempo dimorato e vissuto con esso
loro
? [23.10] Morale. Pare che questa non solamente si
cui dovrà sostenere le parti. Tutte le passioni ed abitudini hanno la
loro
fisonomia particolare, e quindi i loro tratti, le
passioni ed abitudini hanno la loro fisonomia particolare, e quindi i
loro
tratti, le loro tinte, la loro figura; e se di qu
udini hanno la loro fisonomia particolare, e quindi i loro tratti, le
loro
tinte, la loro figura; e se di queste si avesse u
loro fisonomia particolare, e quindi i loro tratti, le loro tinte, la
loro
figura; e se di queste si avesse un’ idea oscura
ne, alla facilità dello scioglimento, per cui, il più delle volte, le
loro
tragedie, o non sono ben declamate, perché male i
te, le loro tragedie, o non sono ben declamate, perché male intese da
loro
, o si trascurano affatto, perché da loro non appr
amate, perché male intese da loro, o si trascurano affatto, perché da
loro
non approvate. La Francia stessa ha sofferto più
i ch’è ricevuto, troncandone e sopprimendone alcune parti, credute da
loro
superflue, e che spesso sono importantissime alla
delicati sono spesso male accolti e peggio declamati, perché sembrano
loro
poco interessanti, per non saperne gustare le fin
destino d’Ifigenia, e per conseguenza di qual pregiudizio riusciva la
loro
soppressione all’azione ed all’interesse del dram
tori? Noi abbiam pure osservato quale e quanta opera dessero all’arte
loro
Ila, Esopo e Roscio. Essi erano spesso gli ammira
Cicerone, che tutta volta si compiacevano di comunicarsi a vicenda le
loro
cognizioni. Lo stesso Baron si formò sotto la dis
Riccoboni e la moglie avevano ancora delle cognizioni superiori alla
loro
professione. I migliori attori di Francia e d’Ing
’Inghilterra sono per l’ordinario istruiti; e perché debbono essere a
loro
inferiori gl’Italiani? perch’essi soli non debbon
po questo primo esperimento dovranno studiar la parte. E qui si debbe
loro
persuadere la necessità di mandarla a memoria ril
fficilissimi ad emendare. E così, correggendo le viziose, procederà a
loro
insegnare le adattate e le proprie, richiamando s
[24.1] Gli alunni, divenuti artisti, passeranno a professare l’arte
loro
su le scene; ma non per questo è da credersi che
e i declamatori debbono studiare i monumenti più espressivi dell’arte
loro
. Tutte le arti d’imitazione si debbono l’una l’al
Esso dunque abbraccerebbe l’analisi ed il giudizio de’ drammi, della
loro
rappresentazione, del merito degli attori, e degl
settecentesca. Le belle arti risultano in questo modo accomunate nel
loro
oggetto di imitazione, distinguendosi invece per
aliari del Lazio, gli inni peruviani al Sole, quelli dei Germani alle
loro
guerriere divinità, e tanti altri». (Pietro Napol
la e Pilade, i due istrioni che dilettavano il pubblico romano con le
loro
pantomime in epoca augustea, Signorelli attribuis
. Engel, al contrario, propone una teoria che segua le passioni nella
loro
dimensione dinamica, e auspica all’elaborazione d
o non ajutate dall’azione, non possono ottenere, né per metà pure, il
loro
effetto; essendo fatte assai più per gli occhi, c
scritto da Trissino: «[…] sì come i Latini, ed i Greci governavano i
loro
Poemi per i tempi, noi, come vederemo, gli govern
, vol. III, libro XI, cpv. 85, p. 1893). Anche Lessing aveva dedicato
loro
uno spazio all’interno della Drammaturgia d’Ambur
a due gemelle sordo-mute, che egli incontrò attorno al 1760. Morto il
loro
precettore, il padre Vavint, l’Abate le prese sot
a montagna da imitare il corpo umano che la imita sono due entità tra
loro
troppo dissimili, che a stento hanno dei punti in
e altrove le proprie radici, sarebbe riconducibile al fondatore della
loro
religione, il quale avrebbe manifestato la sua in
ttere in scena la simultaneità tra l’avvicendarsi dei sentimenti e la
loro
espressione, l’uso della versificazione difficilm
a. I testi da cui attingere sono dunque selezionati in funzione della
loro
potenzialità drammatica, della loro capacità di g
que selezionati in funzione della loro potenzialità drammatica, della
loro
capacità di generare immagini mentali. Come scriv
no mai tanto notabili, che quando caratterizza i suoi personaggi e le
loro
passioni. Direbbesi che le sue frasi hanno qualch
ella pietà; quando li baciamo ci sembra di toccare l’anima stessa; da
loro
scendono i rivi di pianto che bagnano il viso» (P
ti composti di passioni composte. La trattazione delle passioni nella
loro
accezione fisica veniva tradotta da Le Brun in un
laddove invece il filosofo ne aveva sottolineato la soggettività, il
loro
mutare da individuo a individuo. Si veda Robert D
[commento_5.37] «A che scopo attendi un ordine esplicito, quando la
loro
volontà traspare anche solo dal silenzio? […] Inv
si presenta come tratto sovrapposto all’Amore e all’Odio, conferendo
loro
un dinamismo, un impulso all’azione del tutto ine
sero una potenza tale da manifestarsi così rapidamente e attraverso i
loro
effetti più violenti?» (Johann Jakob Engel, Lette
è più caldo; espressioni che però anche noi, proprio in virtù di tale
loro
eccesso di verità, siamo in grado di comprendere
. Egli riprende infatti da Lessing la menzione dei gladiatori e della
loro
morte dignitosa che suscitava interesse nel pubbl
e è la «semplice natura», che gli permetta di esprimere umanamente le
loro
sensazioni (Gotthold Ephraim Lessing, Laocoonte,
no essere scelte per la grazia del movimento che esprimono, ma per la
loro
capacità di resa veritiera dell’espressione. Da q
le caratteristiche della cosa designata stessa. Le passioni sono, per
loro
natura, connesse a determinati movimenti degli or
ti, usa segni naturali. Si dicono invece arbitrari quei segni che per
loro
natura non hanno nulla a che fare con la cosa des
anto all’altra si chiamano corpi. Di conseguenza sono i corpi, con le
loro
qualità visibili, i veri oggetti della pittura. O
Belle Arti ricondotte a unico principio, accomunava le belle arti nel
loro
oggetto di mimesi, ossia la bella natura. Al cont
vano di doni naturali, non ho mai potuto farne che le mie scimmie. Il
loro
debutto prometteva le più grandi speranze perché
gioventù e la bellezza, ma si è visto che, cessando le mie lezioni, i
loro
talenti erano scomparsi» (ivi, n. 271, p. 156).
ilo e di Sofocle non erano meno oscuri ed incerti gli argomenti delle
loro
tragedie, ed i costumi de’ tempi e delle persone,
menti delle loro tragedie, ed i costumi de’ tempi e delle persone, da
loro
caratterizzati» (Francesco Saverio Salfi, Virgini
e dalla sua consorte, Elena Balletti Riccoboni, che avevano mosso le
loro
critiche contro lo stile recitativo troppo realis
atrice del dramma. In esso compaiono «[…] personaggi che comunicano i
loro
sentimenti nel momento stesso in cui ricevono una
entimenti nel momento stesso in cui ricevono una data impressione; le
loro
idee nel momento stesso in cui le concepiscono; c
e e di quei sentimenti, bensì intendono sempre perseguire una mira, i
loro
pensieri sono sempre proiettati in avanti, verso
o l’avvenire, sono sempre soggetti a cambiamenti e rivolgimenti della
loro
condizione interiore o esteriore, cambiamenti e r
tisti oltremontani più stravaganti e d’imitare, ed anche esagerare la
loro
maniera. Quindi a’ drammi di Mercier, d’Arnaud, d
ra, nomi tutti universalmente sprezzati da quegli stessi Italiani che
loro
usavano qualche indulgenza nel teatro» (Francesco
rdie o favoriti, sono i depositari di tutti i grandi segreti, vengono
loro
affidati ordini importantissimi» (Hippolyte Clair
ti esseri, che ha voluto rappresentarci. Sembra qualche volta ispirar
loro
il proprio pensiero, piuttosto che esprimere il l
he volta ispirar loro il proprio pensiero, piuttosto che esprimere il
loro
: ciò che viene a gettare una tinta un poco unifor
ignore? Una Parta, una furia che chiede ai suoi amanti la testa della
loro
madre e regina, una parte tenera? Ecco, certo, un
ottolinea l’impossibilità di considerare le passioni unicamente nella
loro
individualità, dal momento che si contaminano con
ua preferenza per pittori quali Greuze e Van Loo, che raffiguravano i
loro
soggetti assorbiti dalle loro attività, inconsci
i Greuze e Van Loo, che raffiguravano i loro soggetti assorbiti dalle
loro
attività, inconsci di essere osservati. Questa te
pieni di tante e sì gravi vicende, che nell’abbondanza e nel tumulto
loro
mi si confondono e mi si cancellano quasi dalla m
gli sdegni oltre la morte? O Lajo, / Deh! dividili tu. — Ma al fianco
loro
/ Stan l’Eumenidi infami!… Ultrice Aletto, / Io s
cui scrivo, la massa di capelli e le mostruose acconciature danno al
loro
insieme una sproporzione scioccante, denaturandon
e incantatrici ma isolate, e che sembrano non aver veruno attacco fra
loro
» (Francesco Saverio Salfi, Saggio di fenomeni ant
ma per musica, sempre pronti a cogliere di sorpresa il pubblico con i
loro
virtuosismi, inclini maggiormente a mettere in ri
nti l’uno dall’altro, egli lascia cadere le braccia e le mani dove il
loro
peso le porta naturalmente; è ciò che si chiama,
ne sacra teatrale, di cui parlano Giovanni Villani e l’Ammirato nelle
loro
storie, il Vasari nella vita di Buffalmacco, il C
e Fontenelle, che nel Mondo eranvi una volta stati greci e latini. Le
loro
composizioni chiamate drammatiche, nude d’azione,
cipio fermavansi a cantar nelle piazze, facendo come uno steccato co’
loro
bordoni, e appresso montarono su di un rustico pa
enti propri de’ personaggi, cui rappresentavano, ma non venissero tra
loro
a dialogo. 125. «Comoediam me admodum tenera ae
a nuova foggia di commedie spagnuole, che gl’Italiani, non osando dar
loro
il nome di commedie e tragedie, chiamarono opere
diverse popolazioni che compongono la Nazione Italiana, recitavano le
loro
commedie dell’arte tessute solo a soggetto senza
a rapidamente i suoi progressi. Laonde alla mancanza del concorso nel
loro
teatro pensarono i commedianti di riparare colle
di trasformazioni, e con intermezzi in musica, passeggieri ripari a’
loro
continui bisogni. Contribuiva parimenti al loro d
passeggieri ripari a’ loro continui bisogni. Contribuiva parimenti al
loro
discredito la destrezza degl’Italiani più culti n
Catania ed altre città del regno di Napoli e della Sicilia, videro i
loro
teatri per quel periodo assai frequentati. Di mol
pagnuoli fanno menzione di altre rovine teatrali che si trovano nella
loro
Penisola. Presso il luogo che oggi occupa Senetil
mmiano Marcellino169, contaronsi in Roma più di tremila, le quali coi
loro
cori e con altrettanti maestri furono privilegiat
sero quasichè da per tutto, or perchè non riproducono da per tutto il
loro
gusto? Oltre a’ riferiti dialoghi o commedie, in
fossero introdotte. Lasciando stare i travestimenti de’ Cherici, e le
loro
danze nella festa del Natale di Cristo e nell’Epi
nazioni anche rozze, cioè musica, balli e travestimenti adoperati ne’
loro
giuochi di canne, quadriglie e tornei. Furono anc
pa di acrostichi, antitesi e giuochetti sulle parole, sembrando che i
loro
talenti non si fussero avvezzati a soffrire il pe
danno al tronco e alle radici degli alberi, e privansi per sempre de’
loro
frutti. TAL fu nel mondo conosciuto l’antico stat
guersi da’ barbari, imitano le umane vicissitudini senza sceverar ne’
loro
drammi gli evenimenti ridicoli da’ lagrimevoli. P
re e non si oscurano mai. Questi tre rari ingegni spiegavano tutta la
loro
energia nel delineare con maestria singolare le u
favelle antiche e moderne, e adoperando quasi sempre una molla per la
loro
nazione efficacissima, cioè la forza del fato e l
ero essi in quel clima la meta alla gloria tragica, che spirò pur con
loro
, ancor prima che la Grecia divenisse schiava. Fu
n pari effetto da que’ repubblicani baldanzosi e pieni soltanto della
loro
potenza e libertà, la Perintia, Euclione, gli Ade
Livio Andronico, Ennio, Pacuvio, ed anche Nevio il Campano, insegnano
loro
ad amar le lettere e a coltivar la poesia drammat
e di Seneca, e all’Agave di Stazio. La grandezza eroica campeggia nel
loro
stile con carattere particolare, meno attaccato a
di che ha da essere, intorno alla disposizione dei palchetti e ornato
loro
, non sarà fuori del presente argomento toccare an
onfanno cogli organi dell’udito. In effetto mettevano gli antichi ne’
loro
teatri i vasi di bronzo, affine di aumentar la vo
i di rimbalzo ad insegnare a’ moderni di che materia e’ debban fare i
loro
teatri. Nel che è necessario avvertire che il leg
onzo che rinforzavano le voci, le bocche delle maschere che usavano i
loro
attori, erano quasi una foggia di tromba parlante
almente prescelto fra tutte le figure quella della campana, che piace
loro
di chiamar fonica. La bocca della campana rispond
hetti, risponderemo: la stessa che usavano gli antichi a disporre nel
loro
teatro i gradini, cioè il semicerchio. Di tutte l
sì, pigmee, di quel grandioso troppo perdendo e di quella dignità che
loro
si conviene. E il sopraornato, quand’anche si fac
ia attori di farse, che quando essi riuscivano di suo gusto, regalava
loro
in ricompensa molte moggia di terra. Nota IX.
l’ intesi discorrer sul merito degli antichi e moderni comici. Uno di
loro
antiponendo Moliere ad ogni altro, francamente va
ncesi sogliono per natural malignità, e per porger grata pastura alla
loro
nazione, inventare e spargere nel descrivere i lo
rata pastura alla loro nazione, inventare e spargere nel descrivere i
loro
Viaggi d’Italia, di Spagna &c. Nota XVIII
quali senz’ordine de’ magistrati, e fuora de’ Ludi sagri, facevano i
loro
giuochi. Egli è certo, che quando Tiberio cacciò
certo, che quando Tiberio cacciò da tutta Italia gl’ istrioni per la
loro
somma petulanza e immodestia, e che quando Nerone
iche di parole, di canti, di gesti e di salti, erano divenute anco a’
loro
tempi così necessarie in alcune festive solennità
ire insiem col sincero amor delle lettere e delle utili cognizioni. I
loro
ragionamenti cadevano per lo più sugli abusi intr
e, delle migliori che ci rimangono di quel secolo fortunato. Avanti a
loro
Arrigo Glareano, scrittore svizzero, e Don Niccol
o che l’orecchio non può determinare se non difficilmente il rapporto
loro
, lo che essendo cagione all’anima di qualche pena
dole prima che arrivino con suoni dilettevoli che cuoprano l’asprezza
loro
, facendo dopo succedere modulazioni vive e brilla
non entrassero per niente nella natura della musica, la quale secondo
loro
consisteva nell’armonia complicatissima. Così era
r le parole, le storpiassero in così fatto modo che né il significato
loro
si capiva dagli ascoltanti, né quelli si curavano
gionare. Aggiungasi ancora il frequente uso delle pause introdotte da
loro
, per cui molte volte avveniva che mentre l’una di
orché i soppralodati Italiani intrapresero la riforma. Si credette da
loro
che ad ottener questo fine bisognava lasciar da b
alle prese coi contrappuntisti, esponendo in modo luminoso gli errori
loro
, e combattendoli. L’invidia, quell’arma velenosa
maestri e cantati da tutte le belle: circostanza che dovea assicurar
loro
una rapida e universale celebrità. La musica stru
ione, erano, ciò nonostante, nel medesimo caso per l’indole de’ poemi
loro
nella maggior parte narrativi, per la lunghezza d
tivo de’ Greci, ch’era stato da lungo tempo il principale scopo delle
loro
ricerche. Per veder come riusciva in pratica il n
musici per capo d’opera dell’arte in quel genere, e si rammentava da
loro
non altrimenti che si rammenti in oggi la Serva P
a sfoggiata pompa della nostra. La poesia e la lingua vi conservano i
loro
diritti; a differenza dell’odierna, ove le parole
ilosofi, e da filosofi ragionavano. Lo studio delle cose antiche fece
loro
conoscere che quella sorte di voce, che da’ Greci
i “continuata” appellavano. Le riflessioni sulla propria lingua fecer
loro
avvertire, che nel parlar comune alcune voci s’in
Ebrei. Egli picchia alla porta del ghetto, mentre quegli recitano le
loro
orazioni. «Fran. Tich, tach, toch, Ti
o grandemente i poeti e i musici se credono di veder chiaro nell’arte
loro
senza l’aiuto dei filosofi. «Tocca (dice un celeb
tor de’ greci, senza esserne schiavo pedantesco, converte in succo le
loro
bellezze e se le appropria. Le sue favole veramen
eressante Orosmano, la candida Alzira, Edipo, Cesare, Bruto, così fra
loro
diversi e con tanta energia ed eleganza espressi.
t de toi. Non regolandosi il giudizio delle tragedie di Voltaire pel
loro
evento prospero o sinistro avuto in teatro, il qu
ino fatali, e lo spettatore possa pensare che posto egli stesso nella
loro
situazione, si appiglierebbe al medesimo partito,
ri verseggiatori di simil fatta, hanno veduto spirare sotto gli occhi
loro
stessi le proprie tragedie. Benché manchino a M.
che due commedie, le Flatteur e le Capricieux. Queste, mal grado de i
loro
difetti, non sono da dispreggiarsi e debbono per
die romanzesche, colle quali i commedianti francesi hanno avvilito il
loro
teatro da alcuni anni in qua». Dopo questi sopra
el Re e una pensione di quindicimila lire nel 1723. I componimenti da
loro
rappresentati ne’ primi anni nell’idioma italiano
no di richiamare il concorso col ripetere i componimenti francesi de’
loro
predecessori, e perciò erano già determinati a us
rminati a uscir di Parigi; ma il pubblico, benché poco contento delle
loro
rappresentazioni, era però pago della condotta, u
deva partir con pena. Ciò mette alcuni poeti nazionali a scrivere pel
loro
teatro varie favole francesi, nelle quali s’ingeg
iti francesi a vista della compagnia di Riccoboni han rimproverato a’
loro
paesani l’affettazione e la durezza. «Io preferis
(dice M. Diderot) rappresentano con più franchezza de’ francesi… Nel
loro
gestire apparisce un certo non so che d’originale
e che mi diletta, e diletterebbe ognuno, se non venisse sfigurato dal
loro
dialogo insipido e dall’intreccio assurdo». Con g
i francesi; l’altro il mettersi dirimpetto all’uditorio a declamar le
loro
relaciones con una incessabile gesticulazione, no
la figura d’Orazio, Humano capiti etc.». Non parlano diversamente de’
loro
commedianti alcuni francesi ancora. «L’arte della
sanno parlare se non per convulsioni, i quali ci fanno patire per gli
loro
strani sforzi di voce e pel dilaceramento del lor
nno patire per gli loro strani sforzi di voce e pel dilaceramento del
loro
pettoetc.». I pantomimi francesi di questi giorn
cidio. É stato per altro osservato, che i tragici francesi con quelle
loro
tirate ambiziose, e con que’ sentimenti studiati
n cui sono gli autori, di creare vere commedie e vere tragedie, ma il
loro
gusto eteroclito e depravato. «Thalie aime à rir
ilmente i commedianti cinesi di casa in casa, inalzano in un attimo i
loro
teatri portatili, e recitano ne’ cortili, o nelle
endono infami nell’oriente i commedianti, non si lascia d’ammirare la
loro
abilità di ben rappresentare e si stimano gli att
nove; ma i commedianti non son più di quattro o cinque; e ciascuno di
loro
fa due o tre parti. E acciocché lo spettatore non
hé fuor di se. I balletti di tali donne voluttuose abbellite dal vago
loro
abbigliamento (descritto con leggiadria dal rinom
ben piccioli per la sublimità dì tali censori. V’ha però chi sostiene
loro
in sul viso esser meglio calcar le tracce di Aris
o sulle scene delle più colte nazioni ritrarre al vivo i ridicoli del
loro
tempo, che rappresentar nella società gli origina
in ogni tempo fecersi un pregio, e forse un dovere di contribuire co’
loro
lumi al miglioramento del teatro, e se ne occupar
hiari per nascita e letteratura e per gradi, intenti a promuovere co’
loro
lavori gli avanzamenti della teatral poesia. E q
colendo in noi l’idea della coltura delle nazioni a proporzione della
loro
lontananza. Ciò che non ci rassomiglia sembraci i
di comparare ne vanno esenti. Generalmente i Turchi, mal grado della
loro
comunicazione con alcune corti Europee, che potre
barbari e rozzi. La storia però ci fa vedere che non sia sì grande la
loro
rozzezza e barbarie. Questa nazione guerriera che
rtesi e illuminati, i quali gli permisero di osservare i codici delle
loro
librerie77. In tutte le moschee considerabili si
i per la città, trovarono ne’ poeti comici tanti zelanti avvocati de’
loro
diritti offesi, ed il magistrato Ateniese permise
itti offesi, ed il magistrato Ateniese permise che si pubblicassero i
loro
oltraggi in teatro, ed animò con ciò i poeti ad i
zione al lor poema, che gonfj della riuscita presero a gareggiare co’
loro
modelli, e ne sostennero arditamente il paragone
e per iscemare l’ammirazione che sino a quel punto aveano riscossa i
loro
emoli, valendosi delle proprie armi, cercarono di
otto dalla novità degli argomenti. Imperciochè i tragici ricavavano i
loro
soggetti dalle favole di Omero e dalla mitologia:
otenti e perniciosi cittadini, non solo con una vivace imitazione de’
loro
costumi, ma col nominarli e copiarli al naturale
l teatro Greco e l’arte usata da que’ repubblicisti nel maneggiare la
loro
commedia antica, il presentare ad essa qualche es
fatuità, e che debbono apprendere e ritenere, per sovvenirsene nelle
loro
decisioni, che questo Aristofane era un Ateniese,
ci, nè ascoltar quelli che gli porgono suppliche. Aggiugne che per la
loro
ostinazione essi non vedranno più la Pace, che da
uerra. I soli agricoltori tirano concordemente e con sincerità, e co’
loro
sforzi giungono a smuovere le pietre e a sprigion
eme assai amichevolmente. I lavoratori con piena sicurezza tornano a’
loro
campi senza spade e senza lance, e si rallegrano
ornano a’ loro campi senza spade e senza lance, e si rallegrano colle
loro
famiglie. Trigeo invita il coro a salutar la dea.
arsi cogli Spartani. Per riuscirvi si avvisano le donne di vietare a’
loro
mariti di valersi dei diritti del contratto nuzzi
e, altiere, ambiziose, si ravvisa in questa favola. Si ridicolizza la
loro
stravagante pretensione di togliere agli uomini i
omini il reggimento delle pubbliche cose. Mostra in prima il poeta la
loro
scempiaggine nel modo da esse eletto per ottenerl
o per ottenerlo. Si mascherano con abiti virili, lasciano crescere la
loro
lanugine, e si appiccano al mento delle barbe pos
ento delle barbe posticcie, per andare al Consiglio. Espone poscia la
loro
imperizia nel concionare. Prassagora stessa che s
quale diffondendosi nelle lodi delle donne, ha dimostrato doversi dar
loro
il governo della città. Vengono indi le donne fre
e donne frettolose per metter giù i pallii, i bastoni e le scarpe de’
loro
mariti. Quello di Prassagora la riprende di esser
tano, e stanno attendendo i giovani; le giovanette altercano con esso
loro
; i giovani vogliono avvicinarsi alle fanciulle se
ontro di essi non si avventino strali di fuoco, e non si facciano de’
loro
versi continue parodie. Una delle satire più viva
o la meretrice che tradisce il drudo, o le vecchiarde che regalano i
loro
mercenarj amanti. Atto II. Il banditore intima l’
ionare e va noverando tutti gl’ improperj detti dal tragico contro il
loro
sesso, e le debolezze e gli artificj donneschi da
io suo suocero vestito da donna a prendere la sua difesa e a spiare i
loro
consigli. L’angustia di Mnesiloco vicino ad esser
nfine il sospetto sulla finta donna, per non essere essa da veruno di
loro
conosciuta. Fanno sopra di lui tutte le necessari
ta dà ad intendere in qual modo esse digiunavano, e mette in vista la
loro
ipocrisia, mentre, provvedendo in segreto al loro
e mette in vista la loro ipocrisia, mentre, provvedendo in segreto al
loro
ventre, osservano all’ apparenza le pratiche dell
ar Mnesiloco, egli promette con giuramento di non dir mai più male di
loro
. Le donne sono di accordo, ma temono che il custo
. Passano indi alla censura de’ canti o sia della musica apposta alla
loro
poesia. Sembra che Euripide ripetendo uno squarci
. Questa è adunque la ragione, ripiglia Strepsiade, per cui udendo la
loro
voce io mi sento una voglia di volar su, di dir c
tori. Le Nuvole gliel promettono ordinando che si dia in potere delle
loro
fantesche e si adatti ad obedirle. Socrate cominc
Latini premisero alla favola. I Greci però sono scusabili, perchè il
loro
coro si fingeva composto di una parte del popolo
, quanto il Torto che insegna a’ giorni nostri, dicano pacatamente le
loro
ragioni, sicchè Fidippide e gli ascoltatori possa
popolo a pregiarle e tenerle per dee, mostrandogli i beneficj che da
loro
può ricevere, dispensando a tempo la piova e la s
bitate, e che sieno più degli dei meritevoli di venerazione. Persuade
loro
che imprendano a edificarsi una gran muraglia, ad
ricchezza. Gli argomenti poi onde invitano ed allettano gli uomini al
loro
culto, son questi. Se alcuno di voi, o spettatori
i notizie degli applausi e onori fattigli da tutti a cagione de’ beni
loro
apportati colla nuova città e religione. Accorron
i tirannia. Egli riprende il carattere sospettoso degli Ateniesi e il
loro
costume che si andava disusando ed ora torna a ve
autorità e superiorità che hanno i giudici nella città esercitando la
loro
carica, ed il figliuolo vuol provare che essi son
ccusa e calunnia i compagni e ne carpisce danaro, se vogliono ch’egli
loro
non rechi nocumento. Questa anticipazione del car
nel preparare l’uscita del personaggio principale. Per far cadere il
loro
nemico pensano gli schiavi congiurati di valersi
acezie o piagnere con avventure compassionevoli, ma sì bene l’additar
loro
i più sacri doveri, il fortificarli contra ogni n
onigi il tiranno, che per ben conoscere gli Ateniesi e lo stato della
loro
repubblica, bastava leggere le commedie di Aristo
eggiati. Eupoli che fiorì nell’olimpiade LXXXVIII fu la vittima della
loro
potenza, essendo stato gettato in mare, secondo c
mezzana. Questo rigore raccolse come in un centro tutte le forze del
loro
ingegno, e ne ingrandì l’attività. La necessità d
one gli artifizj come sconcezze, ciò avviene perchè non seppero nelle
loro
fantastiche poetiche giammai distinguere tempi, g
orirono nella commedia nuova; ma gl’ intelligenti non sono sempre tra
loro
concordi circa le favole intitolate Galatæ, Epheb
Lacæna, Icetes, Hecyræ latinizzata da Terenzio, non sapendo a qual di
loro
esse si appartengano. Il Meursio le attribuisce a
i essi trovati intrigati dopo di aver distesi due atti de’ tre di una
loro
commedia, non sapendo di che trattare nel terzo?
, come noi andiamo agli Esercizj Spirituali, e che la commedia era il
loro
Catechismo, e la tragedia la loro Predica grande.
pirituali, e che la commedia era il loro Catechismo, e la tragedia la
loro
Predica grande. Ma le cose sin quì accennate e ci
nere espressioni usate dai due rivali, ha omesso la maggior parte del
loro
dialogo, nel quale Agoracrito rimprovera a Cleone
e nel paragone di Eschilo ed Euripide fatto nelle Rane si discusse il
loro
merito intorno alla poesia e alla musica, ma niun
rsero a gara per onorar con inni di laudi chi più d’ogni altro recava
loro
vergogna ed oltraggio. Tanto è vero che il giudiz
scrissero in secolo così sventurato79 né intorno ai titoli dei drammi
loro
, de’ quali può a ragione asserirsi che ne perisse
o luogo il maraviglioso più ne rimaneva pei caratteri, e sì perchè il
loro
stile più vicino al familiare non ammetteva le fr
si rallegrano scambievolmente di ciò che i mali degli uomini fanno il
loro
guadagni, e che la terra seppelisce tutti i loro
egli uomini fanno il loro guadagni, e che la terra seppelisce tutti i
loro
spropositi. La verità comparisce avanti chiedendo
elisce tutti i loro spropositi. La verità comparisce avanti chiedendo
loro
aita per trovarsi tutta pesta, e mal concia dalle
ll’usanza non è fatta, A chi l’ha serve d’impaccio.» A
loro
altresì ricorre la verità, ma, come può ben crede
ambedui la sfuggono. Si presenta alle dame ma con eguale riuscita. La
loro
risposta è: «Sebben conforme è il
o di violino, introdussero nella musica strumentale mille chiamato da
loro
galanterie, che si riducevano a trilli, strascich
seguito da fanciulli. Ma l’ingrossamento della voce, che succedeva in
loro
col crescer dell’età, e la difficoltà che si trov
enza in teatro. Non può dirsi a punto fisso l’epoca della introduzion
loro
. Da una bolla di Sisto V indirizzata al Nunzio di
i, che escluse le vollero costantemente; il rischio, cui si espone la
loro
virtù esercitando una professione, ove per un orr
uon ordine della società; la mollezza degli affetti, che ispirano coi
loro
atteggiamenti espressivi di già troppo avvalorata
a parte i disordini forse maggiori che nascevano dal sostituir invece
loro
giovinastri venali e sfacciati, ai quali, dopo av
n ci era maniera di supplire per altro verso alla dolcezza delle voci
loro
così acconcie ad esprimere e comunicare gli affet
da’ rottami di Menandro, nè dalle intere favole di Aristofane, ma di
loro
invenzione ed ingegno fecero gl’Italiani delle lo
Aristofane, ma di loro invenzione ed ingegno fecero gl’Italiani delle
loro
Commedie gli argomenti, intrecciamenti, e sciogli
tutti i Teatri, e le Accademie teatrali non videro più desiderate le
loro
Tragedie, Pastorali, e Commedie, e si slacciarono
Teatri degli Strioni, che doveano cercar del pane, e seguirono colle
loro
favole dell’Arlecchino chiamate Dell’Arte, perden
ana de’ Lincei &c., diffusero per tutta la Nazione, per mezzo de’
loro
individui, il vero lume della Ragione, e delle Es
III. Tra gli altri meriti contratti dal Vega, dal Calderòn, e da’
loro
seguaci col moderno Teatro novera il Signor Lampi
”. Gran merito, se fosse vero! Essa tolse le ruffiane e i mezzani, ma
loro
sostituì i Graziosi e le Graziose, che, senza por
nte1. Non comparvero in Teatro le meretrici nel proprio nome, e nelle
loro
divise: ma trionfarono in esso las Naranjeras, la
partito) los Majos de potencia (bertoni di tali donne, e di ordinario
loro
ruffiani), i condennati a’ presidj, i zingani e l
le zingane, i Mariti sacrificati alla leggerezza e a’ capricci delle
loro
Mogli di tal natura, le quali sulle scene dimenan
ro di peggio. Le Dame, le fanciulle onorate, per lo più introducono i
loro
amanti in casa, gli occultano all’arrivo di un Pa
quelli dimorano medianto il soccorso de los Mantos, fuggono con esso
loro
di notte dalle paterne case &c. Nella Dama Me
el Solis, del Moreto, del Roxas, di La-Hoz &c., scegliendo tralle
loro
favole quelle che meritano la pubblica stima, e t
ovvisatori, che sono innumerabili, soprattutto in Italia, e che la di
loro
voce finisce, come quella de’ Cigni, colla vita,
ol. 318. 1. Nell’Amparar al Enemigo del Solis ecco come spiegano il
loro
carattere rimproverandosi i Graziosi: “Elvira. “
zione al lor poema, che gonfi della riuscita, presero a gareggiar co’
loro
modelli, e ne sostennero arditamente il paragone
nti poi dell’uguaglianza, ambirono di sovrastare; e per impiccolire i
loro
emuli, adoperando le proprie armi, cercarono di a
otenti e perniciosi cittadini, non solo con una vivace imitazione de’
loro
costumi, ma col nominarli e copiarli al naturale
commedia. Ma che un venditor di porci insegni ai figli contraffare il
loro
grugnito per invitar alla compera, egli é una sce
ne sa la satira, dicendo che la sua commedia non comparisce, come le
loro
, con vesti lacere per far ridere i fanciulli; non
cezie, o piangere con avventure compassionevoli, ma sì bene l’additar
loro
i doveri più sacri, il fortificarli contra ogni,,
nigi il tiranno, che «per ben conoscere gli Ateniesi e lo stato della
loro
repubblica, bastava leggere le commedie di Aristo
scena. Eupoli che fiorì nell’Olimpiade LXXXVIII, fu la vittima della
loro
potenza, estendo stato per ordine di Alcibiade ge
ncatenò i poeti. Esso raccolse, come in un centro, tutte le forze del
loro
ingegno, e ne ingrandì l’attività. Indi venne una
quivano Personaggi grandi ed eroici, ma vi si dipingevano i fatti che
loro
accadevano come uomini, non come eroi. I mimi gre
indiani, etiopi, egizi, traci, arabi, americani, tutti hanno avuto il
loro
Androne. Quali molle e ingegni non mette in opera
veggono gli avanzi56. Argo, Corinto, Tebe, Delo, Megalopoli, aveano i
loro
Teatri, qual per vastità, qual per magnificenza,
roducevano o ladroni che rubavano delle frutta, o medici stranieri. I
loro
commedianti chiamanvansi dicelistae; e secondo Su
i spirituali, che la commedia era il lor catechìsmo, e la tragedia la
loro
predica grande. Ma le cose di sopra rapportate so
o nulla conoscono, é un dono particolare, che la natura ha conceduto
loro
solamente. 45. Leggasi il coro dell’atto II degl
rchè si vedessero in teatro brillare i piedi de’ ballerini, fe calzar
loro
certi calzari bianchi. Scrisse centodiciassette o
ogni minimo neo nello sceneggiamento, e ogni leggera espressione che
loro
paresse bassa e grossolana, per non avere abbasta
nche di Cassandro. Or quello che i Greci profferivano ne’ tempi della
loro
maggior coltura, nè già nel solo teatro, ma dove
sì misero stato per abbracciar le figliuole, e quando brancolando va
loro
incontro chiamandosi ora di loro fratello ora pad
e figliuole, e quando brancolando va loro incontro chiamandosi ora di
loro
fratello ora padre, Figlie, ove sete, o figlie?
eci preso con felice successo tutto il bello , o hanno tratto dalle
loro
miniere tutto il piombo e lasciato l’oro ? Egli è
nto orrore colmava i Greci, che non ardivano quasi mai mentovarle col
loro
vero nome, e per antifrasi le appellavano Eumenid
’Eumenidi, affinchè questo forestiere e le di lui figlie rifuggite al
loro
tempio non incorressero in qualche errore nel ven
per convincere i giudici della falsità del l’accusa, presentò e lesse
loro
l’Edipo Coloneo da lui scritto in età tanto avanz
zie di declamatori alla prima che Tespi avea tratta dal coro, assegnò
loro
certo grado, ed ordine, facendo riconoscere per f
tto la sepoltura; e noi nel censuarli non dobbiamo dimenticarci delle
loro
opinioni. a. Anche Euripide compose un’ Antigone
l’ingegno a cotal genere di componimenti modellarono intieramente il
loro
gusto e la loro maniera su quella delle produzion
al genere di componimenti modellarono intieramente il loro gusto e la
loro
maniera su quella delle produzioni italiani, che
gli avanzamenti del gusto mi sapranno forse buon grado ch’io esibisca
loro
un qualche saggio dello stile di questo poeta pre
aggior conto, e che paghe strabocchevoli richiedessero per le fatiche
loro
, onde venne in seguito la necessità d’appigliarsi
costume, caricarono (checché ne dica in contrario la prevenzione) le
loro
tragedie di mille sconvenenze a fatica ricompensa
ezze, che dopo venti e più secoli siamo pur costretti ad ammirare nei
loro
scritti drammatici. [10] Siffatta riforma venne a
tanti autori che il pubblico ha dimenticati da lungo tempo senza far
loro
alcun torto. Carlo Maggi e Francesco Lemene scris
guitarono l’esempio dello Stampiglia con qualche credito allora, ma i
loro
nomi coi drammi loro non riceveranno dalla poster
ello Stampiglia con qualche credito allora, ma i loro nomi coi drammi
loro
non riceveranno dalla posterità altro premio se n
ti per condannar l’uno di essi alla morte, e ch’egli ignora quale tra
loro
ne sia il proprio figliuolo, e quale il figliuolo
omici siino p. l’absenza di V. S. Ill.ma quasi smarriti, et io più di
loro
trauagliata. li scrissi jeri che sabbato prossimo
andarmi più tosto che io mi rimanghi di recitare, che il riunirmi con
loro
. le cagioni sono tante, e tali, che mi uergogno d
necessitato a perderci la uita, o farla perder ad’altrui ; poi che il
loro
fine, e stato d’oltraggiarmi nella riputazione, e
à di quelle provincie che ora compongono il regno di Napoli, ebbero i
loro
teatri, de’ quali veggonsi anche oggi alcune vest
secondo Ammiano105, si contarono in Roma più di tremila, le quali co’
loro
cori, e con altrettanti loro maestri, furono priv
ono in Roma più di tremila, le quali co’ loro cori, e con altrettanti
loro
maestri, furono privilegiate ed eccettuate da un
azioni anche rozze, cioé musica, balli, e travestimenti adoperati ne’
loro
giuochi di canne, quadriglie, e tornei. Furono pu
pa di acrostichi, antitesi, e giuochetti sulle parole, e sembra che i
loro
talenti poetici non fossero atti a soffrire il pe
i quali fanno vedere le più belle qualità per affrettare la ruina del
loro
paese, là dove nell’imprenderne la difesa gli avr
rregolare degli spagnuoli nell’uno e nell’altro genere, e non meno di
loro
gli confuse. Anche Giovanni Dryden nato di una fa
lo per fecondità, non per questo diventa minore ne’ punti additati la
loro
rassomiglianza. Egli meritò gli elogii del celebr
ate comiche: ”Si contentavano prima gli autori drammatici di trarre i
loro
personaggi ridicoli dal ceto de’ servi; ma questi
gi ridicoli dal ceto de’ servi; ma questi baroncelli oggidì cercano i
loro
buffoni fra’ gentiluomini e cavalieri; di modo ch
i quali fanno vedere le più belle qualità per affrettare la ruina del
loro
paese, che nell’imprenderne la difesa gli avrebbe
irregolare degli Spagnuoli nell’ uno e nell’altro genere, nè meno di
loro
gli confuse. Anche Giovanni Dryden nato di una fa
lo per fecondità, non per questo diventa minore ne’ punti additati la
loro
rassomiglianza. Egli meritò gli elogj del celebre
ate comiche. “Si contentavano prima gli autori drammatici di trarre i
loro
personaggi ridicoli dal ceto de’ servi; ma questi
gi ridicoli dal ceto de’ servi; ma questi baroncelli oggidì cercano i
loro
buffoni fra’ gentiluomini e cavalieri; di modo ch
per la difficoltà de’ dialetti, e in una traduzione scemerebber della
loro
freschezza e spontaneità. Trascriverò piuttosto i
i, per odio di nostri parenti a noi portato, e per fuggire le insidie
loro
a noi nella vita tese, fummo disgiunti : quello c
ttà molte madonne, tanto inordinatamente acconcie ed ornate, che se a
loro
stesse fossero così note come a chi le mira, si a
rnaro e Francesco Pisano, preposti ecclesiastici di Padova, fecero il
loro
ingresso nella città, tutti, a qualunque classe a
ngresso nella città, tutti, a qualunque classe appartenessero, mosser
loro
incontro con gran festa. Fu allora che, dopo la c
iolendo in noi l’idea della coltura delle nazioni a proporzione della
loro
lontananza. Ciò che non ci rassomiglia, sembraci
di comparare, ne vanno esenti. Generalmente i Turchi, malgrado della
loro
comunicazione con varie corti Europee, che potreb
bari e rozzi totalmente. La storia ci dimostra non esser sì grande la
loro
rozzezza e barbarie. Questa nazione guerriera che
rtesi e illuminati, i quali gli permisero di osservare i codici delle
loro
libreriea In tutte le moschee considerabili si tr
liopea. A questi inconvenienti comuni a tutti coloro che pubblicano i
loro
travagli, aggiungansi quelli che seco porta nel p
. v. 11. di buon secolo di un buon secolo p. 200. v. 12. così a
loro
soggetti così dediti a’ loro Soggetti p.
uon secolo p. 200. v. 12. così a loro soggetti così dediti a’
loro
Soggetti p. 201. v. 11. di fatti de’ fatti
di presse so facevano l’effetto medesimo de’ vasi. Incredibile era la
loro
sontuosità. L’immaginazione de’ romanzieri la più
che mandavansi spesso per ambasciadori i figliuoli de’ liberti, negò
loro
il luogo nell’orchestra. Oltre a ciò pose Augusto
collocarono in un sito o cuneo separato: in un altro i pretestati co’
loro
pedagoghi: in un altro anche a parte i mariti ple
un di presso facevano l’effetto medesimo de’ vasi. Incredibile era la
loro
sontuosità. L’immaginazione de’ romanzieri la più
che mandavansi spesso per ambasciadori i figliuoli de’ liberti, negò
loro
il luogo nell’orchestra. Oltre a ciò pose Augusto
un altro anche a parte i mariti plebei: in un altro i pretestati co’
loro
pedagoghi: e alle donne, che prima solevano inter
uni comici della compagnia, perchè il Marchese Bentivoglio concedesse
loro
il teatro di Ferrara pel mese di ottobre, dovendo
o al nome di Areliari. Qui aggiungiamo che allora S. A. S. pagava per
loro
sussistenza ai comici, quando si trattenevano in
rano a Venezia ; e da un documento del 1681 rileviamo che si pagavano
loro
sessanta ducatoni d’argento di parte intiera. Il
scenti, prendevano per passatempo il passeggiare sul cornicione della
loro
casa, portando sulle spalle enormi pesi, a rischi
ntiva in mezzo ad scelli, un esercito. Essendosi incendiato presso la
loro
casa un fondaco di legname, tre dei quattro frate
codesti piccoli eroi, volle regalarli di 50 scudi, ma il padre inibi
loro
d’accettare ed essi non opposero verbo, ossequent
Firenze. Dal che appare evidente che le due Compagnie alternavano le
loro
rappresentazioni…. nè di prosa soltanto, ma anche
r d’avril mil cinqsoixante douze. » Soldino e Anton Maria avevano la
loro
residenza a Parigi, e furono chiamati a Blois per
sano a questa Metropoli per divertire la nobiltà della medesima colle
loro
fatiche, con loro famiglie, servitù, armi all’uso
opoli per divertire la nobiltà della medesima colle loro fatiche, con
loro
famiglie, servitù, armi all’uso militare, ed attr
delle nostre servette è tutto pieno di tanti fiori già appassiti nel
loro
nascere, come quelli che hanno sulla loro gonnell
nti fiori già appassiti nel loro nascere, come quelli che hanno sulla
loro
gonnella. Tutte le suaccennate qualità le scorgia
mezzana. Questo rigore raccolse come in un centro tutte le forze del
loro
ingegno, e ne ingrandì l’attività. La necessità d
ne gli artificii come sconcezze; ciò avviene perchè non seppero nelle
loro
fantastiche Poetiche giammai distinguere tempi, g
per così dire, dell’umano ingegno e delle diverse società civili nel
loro
nascere e progredire. Contavansi tra’ principali
acaena, Icetes, Hecyra latinizzata da Terenzio, non sapendo a qual di
loro
esse si appartengano. Il Meursio le attribuisce a
ia. Ora che si dirà di que’ commediografi, i quali ci avvertono nelle
loro
prefazioni di essersi essi trovati imbrogliati do
essi trovati imbrogliati dopo di aver distesi due atti de’ tre di una
loro
commedia, non sapendo di che trattane nel terzo?
e nel paragone di Eschilo ed Euripide fatto nelle Rane si discusse il
loro
merito intorno alla poesia e alla musica, ma niun
azioni, che si sono rendute illustri, si sono in tal guisa condotti i
loro
Filosofi, i veri amatori della Patria. Se non si
i, Matematici, Musici teorici, e Poeti, ed anche non pochi avanzi de’
loro
aurei Libri. Or se, come dice l’Apologista, la Sp
este non saranno mai nobili figlie della vera Eloquenza, quando manca
loro
il sostegno della verità. E come parlare, o scriv
ἀκήρατον, i Fenici furono posteriori alla venuta de’ Samj, e così la
loro
venuta di 1500. anni prima di Cristo va a rovinar
ia, introducendovisi con motivo di soccorrere i Gaditani oppressi da’
loro
vicini. Da ciò risulta, che più recente ancora fu
ni non determinano il tempo, in cui i Fenici fecero in queste Coste i
loro
primi viaggi, come mai dice il Signor D. Saverio
ertamente gli Etruschi pruove cotanto autentiche dell’antichità della
loro
Letteratura”. E donde gli nasce ora quel certamen
chia, conquistatrice in Europa, e padrona di un nuovo Mondo intero a’
loro
giorni, e sotto i loro auspicj scoperto? Temuta,
Europa, e padrona di un nuovo Mondo intero a’ loro giorni, e sotto i
loro
auspicj scoperto? Temuta, e corteggiata da tutti
gnuoli erano Gramatici e Verseggiatori, i Romani rozzi duravano nella
loro
ignoranza, quando che ciò è contrario al vero, me
ostenere i mostri teatrali del Vega e di Calderon, quasi dovesse alla
loro
caduta vacillare l’Ispana Monarchia? Nò, Signori
▲