/ 190
1 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo secondo »
Capitolo secondo Ricerche sull’attitudine della lingua italiana per la musica dedotte dalla sua formazio
li eruditi, e mi restringo ad esaminare soltanto i vantaggi che ha la lingua italiana per la musica: circostanza che più d’ogn
pertura della bocca nel proferir certi suoni, rimanendo le labbra, la lingua , e i denti in una situazione fissa e permanente s
riata agiscono l’uno sopra l’altro con qualche movimento, battendo la lingua ne’ denti, o nelle labbra, o questi scambievolmen
torno alla formazione delle vocali, e delle consonanti risulta che la lingua più a proposito per il canto sarà quella: primo,
ito, e corrente, perché ciò contribuisce non meno alla dolcezza della lingua , che all’agevole collocazione delle note. [4] Ma
vere eziandio, delle quali farò parola in appresso. [6] Ora se alcuna lingua d’Europa riunisce tutte, o la maggior parte delle
non si fossero lasciati imporre un despotico giogo di tribunale e di lingua , per cui vien tolta ad essi la facoltà di prevale
racchè spesseggiano le dizioni, moltiplicando le elisioni, rendono la lingua italiana molle e dolcissima sopra ogni credere. N
ompiacciono di giudicare di ciò che mostrano di non intendere, che la lingua italiana sia troppo effemminata e cascante12. Tal
Ugolino, e le prodezze di Rodomonte in Parigi, indi si giudichi se la lingua italiana ad altro non è buona che ad esprimere l’
’oggetto, che esprimono: l’una e l’altra dipende dalla prosodia della lingua non meno che dalla cadenza ritmica del periodo, e
li, e l’eleganza del fraseggiare: voglionsi parole scielte, grazie di lingua , torni d’espressione inusitati, versi talora roto
e» del Tasso non recansi in mezzo a provare la robusta asprezza della lingua italiana tante altre stanze dell’Ariosto ricche d
l’anapesto e il giambo15. [14] Da ciò ne siegue che la melodia della lingua e del canto italiano è la più viva e sensibile di
enza chiarissimo, che più espressiva sarà la melodia a misura, che la lingua sarà più abbondevole e varia in questo genere, pe
etta. Che se alcun m’opponesse che i vantaggi di sopra indicati nella lingua italiana appartengono all’accento prosodiaco e no
usica strumentale ha fondamenti contrari o diversi della vocale. Ogni lingua dunque, la quale sarà doviziosa di accenti, sarà
intendenti principalmente riposta. Il qual vantaggio non può avere la lingua francese, dove tutte le parole si pronunziano col
i, e può dal compositore rapidità or maggiore, or minore ricevere. La lingua italiana ha dunque un discorso che facilmente div
cosicché la poesia fosse dalla musica inseparabile, come avvenne alla lingua greca nel suo principio. L’illustre Geometra ha d
ser, avvicinandola alla declamazione17. [16] Un altro vantaggio della lingua italiana per l’oratoria, la musica e la poesia è
o sul fine quelle, ch’erano in principio. né avviene altrimenti nella lingua italiana. Prendete per esempio i due primi versi
, e la disinvoltura sono i principali ornamenti. Ma dico bensì che la lingua che avrà il vantaggio della trasposizione farà in
ezza sua solita nel giudicare non ebbe difficoltà di dire: «Che è una lingua affatto giochevole, che altro non intende che di
ali bellezze della musica italiana nascono appunto da queste: «Che la lingua italiana non può esprimere la natura, e ch’essa n
giadro giudizio, che dà intorno alle tre lingue sorelle: «Cioè che la lingua spagnuola è una superba di genio altiero, che vuo
però ha dell’aspro né del fiero» 18. Chi così parla intendeva egli la lingua italiana né la spagnuola? Oppure si credeva abbas
no19? [18] Che se alcun volesse filosofando ricercare onde abbiasi la lingua italiana acquistata quella dolcezza, che sì abile
servar i suoi primitivi caratteri meglio delle altre nazioni, dove la lingua , e i costumi non men che la religione, e le leggi
no dovuto piegare sotto il furore delle conquiste, come si vede nella lingua francese, la quale altro non è, se crediamo a’ lo
dal latino parlare o dal settentrionale, ma dai rottami ancora della lingua italica primitiva anteriore alla latina, e che fo
di Celso Cittadini, e del Muratori assai cognite agli eruditi. Cotal lingua confusa poi colla latina, e notabilmente alterata
fecero Petrarca, e Bocaccio, prime sorgenti della mollezza della loro lingua come Dante fu il primo ad aggiugner la robustezza
a un dipresso le ascose cagioni, che fecero degenerare la poesia e la lingua dopo i secoli d’Alessandro e d’Augusto, e che cor
ggiungere due parole intorno al pregiudizio di questo scrittore sulla lingua spagnuola; tanto più che non si è fermato soltant
Alpi ha penetrato ancora in Italia dove si crede comunemente, che la lingua spagnuola sia piena di fasto, e di boria, in niun
le si proverebbe ad evidenza: Che la pronunzia gutturale della nostra lingua si riduce a tre sole lettere delle ventiquattro,
i, Francesi e Latini; che però siffatte terminazioni rendono la notra lingua maestosa, e sonora senza renderla per questo men
a, come le frequenti desinenze in “-as, -es, -os” non toglievano alla lingua greca l’esser dolce, e soavissima; che quasi tutt
quasi tutti i vantaggi insomma, che sono stati da me osservati nella lingua italiana circa la netezza de’ suoni, gli accenti,
progressi, e decadenza di quest’arte, il quale francamente pospone la lingua spagnuola alla italiana in quanto alla musica. A
cali spagnuole è più spiccata, e più rotonda. Finalmente se la nostra lingua he conservato alcune desinenze gotiche, onde talv
si neppur sospettano, che si possano trovare le seguenti parole: «Una lingua che abbondasse in vocali, e sopra tutto in vocali
radevole, dee non solamente esser dolce, ma esser ancora variata. Una lingua , che avesse come la spagnuola, una opportuna misc
2 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »
ulosi, che ogni uno di questi parlano a suo modo, senza osservanza di lingua , differenti da M. Simone, Zanne de i Signori Gelo
nori Confidenti che questi osservano il vero dicoro de la Bergamascha lingua .
3 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 534-535
etrarca. Il poemetto delle prodezze di Manoli Blessi è scritto in una lingua (greco volgare ?) che ha – dice il Rossi (le lett
no alcune Rime, tuttavia inedite nel codice Marciano It. IX 173, e in lingua italiana un Dialogo ovver Contrasto d’amore, e un
notte e a più felice occaso i giorni miei. E abbiamo una lettera in lingua graziana (V. Bianchi [De] Ludovico) tratta dalle
4 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « NOTE ED OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 313-326
it encore plus rare chez les Espagnols. Nota II. Quanto alla lingua Italiana è stato non senza ragione detto, che sim
ura e dal clima, poetavano per solo desio d’onore, e per genio, nella lingua Provenzale, lingua, al dir del dottissimo Provenz
etavano per solo desio d’onore, e per genio, nella lingua Provenzale, lingua , al dir del dottissimo Provenzale Abate Arnaud, c
quali serbasi una gran quantità nel settentrione, scritti nell’antica lingua Scandinava, o Gotica, o Teutonica, ch’era una ead
to, e del gusto, per la leggiadria, dolcezza, energia, e maesià della lingua , pe ’l propizio influsso del cielo, per la sereni
mposte alla greca, stravolte, nuove e risentite, manca del tutto alla lingua Francese, per non esserne capace, come confessa l
rancese, per non esserne capace, come confessa l’Ab. Arnaud; nè altra lingua moderna vi è tanto acconcia, quanto l’Italiana, s
o, se non per altro, per la cultura, proprietà, purgatezza della loro lingua che a que’ tempi rifioriva? Eppur il sig. Andres
re nazioni per la superiorità di parlare con tanta cultura la propria lingua , come se di questa sola facesse tutto lo studio.
agna fu la prima nazione che abbracciasse l’esempio dell’Italia; e la lingua Spagnuola in fatti è l’unica che conti, come l’It
5 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 408
pittore, dall’impiegato al cantante di operette. Impadronitosi della lingua , si scritturò primo attore in una Compagnia spagn
03 ; per tornarsene dipoi in Italia, col proposito di riprender nella lingua patria l’antico ruolo di brillante. Ronzoni Anto
6 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Venetia li 28 xbre 1681. » pp. 501-502
un Istituto della Svizzera tedesca, ed ebbe famigliare su l’altre la lingua inglese. Si recò in America dell’ '82 con Ernesto
i. Quando il Rossi tornò, egli restò colà, dove, perfezionatosi nella lingua , si fe' sentire, invitato dal signor Palmer, già
ston, Washington, Filadelfia, Nuova Orlèans : riuscir a parlar in una lingua straniera, e non pur a parlare, ma a recitare in
7 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO PRIMO. Antichità Etrusche fondamento delle Romane. » pp. 2-8
de’ Galli, che fiorì prima della stessa Grecia (Nota I), e che colla lingua , i riti, le arti e le usanze tanto contribuì all’
olgari Europee. Volunnio, secondo Varrone, scrisse alcune tragedie in lingua Etrusca. Che sieno però esse state composte avant
nche sotto il dominio Romano potevano gli Etruschi poetare nella loro lingua patria. Ed in fatti ognun sa che gli stessi Roman
T. II, p. 349. 12. Etruria Regale lib. III, c. 35. 13. Varrone de lingua latina lib. IV. 14. Tito Livio lib. I. Del Pomer
8 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 980-981
e non essendovi troppo bene inteso, mescolò, impratichitosi di quella lingua , alcune parole spagnuole al proprio dialetto berg
ere facete di Cesare Rao, si trova un Lamento di Giovanni Ganassa, di lingua bergamasca ridotto nell’italiana toscana ; ma non
idotto nell’italiana toscana ; ma non è ben chiaro se si tratti della lingua materna di lui, o di quella, come a me par più pr
9 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO IV. Memorie drammatiche d’oltramonti nel medesimo secolo XIV. » pp. 140-147
i conti di Barcellona dominarono alcuni anni in Provenza, e perchè la lingua catalana e la provenzale si rassomigliarono molto
rovincie confinanti che tralle lontane. Ma come dedurre da ciò che la lingua provenzale derivi dalla catalana? L’amor del dial
lenato nell’anno 844. Questo epitafio prova bene la somiglianza della lingua catalana colla provenzale; ma in niun conto può p
10 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO III. Memorie drammatiche d’oltramonti nel medesimo secolo XIV. » pp. 41-46
i conti di Barcellona dominarono alcuni anni in Provenza, e perchè la lingua Catalana e la Provenzale si rassomigliarono molto
ovincie confinanti che tralle lontane. Ma come dedurre da ciò, che la lingua Provenzale derivi dalla Catalana? L’amor del dial
elenato nell’anno 844. Quest’epitafio prova bene la somiglianza della lingua Catalana colla Provenzale, ma in niun conto può p
11 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 152-154
nto, sì per la eloquenza dell’azione, e ancora per la sicurezza della lingua tedesca. Così il Kurz nel preavviso di tal commed
capace di rendere. Ed essendo essa italiana, e però non padrona della lingua tedesca, tanto più ne sarà maravigliosa l’azione.
12 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo II. La Poesia Drammatica a imitazione degli antichi rinasce in Italia nel Secolo XIV. » pp. 188-193
moderati, producono i veri poeti. A misura che questi si elevano, la lingua si sublima e perfeziona, e conscia delle proprie
me fece Omero in grecia ed Ennio nel Lazio) innalzata e arricchita la lingua italiana moderna, che si adoperò nella Poesia Dra
gran letterati, a’ quali dee l’Europa il rinascimento del gusto della lingua latina e dell’erudizione, al dotto Muffato, dico,
13 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosettimo, ed ultimo »
ri musici quanto lor monterebbe di conoscere il meccanismo della loro lingua , e segnatamente di rivolgere l’attenzion loro all
rando il grado di perfezione a cui essi potrebbero inalzare la nostra lingua . La greca, che per la sua bellezza meritò d’esser
o vantaggioso e superiore ancora ad una delle maggiori bellezze della lingua greca, voglio dire all’onomatopea, di cui Quintil
a, di cui Quintiliano ne fa tanto conto, che si lagna forte perché la lingua latina non ne sia abbastanza doviziosa. La nostra
ni, l’istituzione de’ quali è posteriore d’assai alla bella età della lingua greca, non furono inventati se non per fissare i
sieno dei filosofi, i quali sostengono che parlando a rigore non avvi lingua alcuna che possa dirsi superiore ad ogni altra, e
ere quanto resterebbe un opera di gusto trasferita da una in un’altra lingua . Di ciò non può dubitarsi in verun conto. Sì: ogn
é. E siccome giusta l’osservazione de’ veri filosofi il canto in ogni lingua debbe essere sì vario come lo è l’accento natural
rale, (poiché altrimenti ciò ch’esprimerebbe bene una passione in una lingua , la esprimerebbe male in un’altra) così io soggiu
ferir dal nostro, come l’accento, le inflessioni, il meccanismo della lingua , e i costumi degli Italiani differiscono dalla pr
’antica usanza del ritmo, tentando in tal guisa d’inalzare la propria lingua fino a renderla capace di gareggiar colla greca.
ella tuttavia era appoggiata sulla ragione e sull’indole stessa della lingua italiana, la quale avendo da lungo rempo acquista
le e pieghevole non meno pel genere eroico che pel lirico sarà quella lingua che col solo cangiar terminazione esprima in una
nte a divedere non potersi introdurre il ritmo, o numero antico nella lingua italiana senza alterarla considerabilmente; oltre
Di quest’oda narrativa od epica vari esempi bellissimi vi sono nella lingua inglese scritti da Pope, e da Dryden, e anche dal
14 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO V. Letteratura e Commedia Turca. » pp. 262-269
ano regnato ne’ paesi a lui soggetti, e ne fece fare le traduzioni in lingua Turca76. All’amore della storia debbesi la benefi
e con uno storico Italiano. Giammaria Angiolello Vicentino compose in lingua italiana e nella turca la storia delle di lui ges
e studiava, e soprattutto su i Comentarj di Cesare che fe tradurre in lingua turca. La milizia turca nel secolo XVI era la più
15 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo sesto »
approfittandosi, i pretesi saggi di quella gente chiamati nella loro lingua “Runers”, o “Rimers”, che riunivano i titoli di p
arti della timida immaginazione, e della impostura. Nicka nell’antica lingua degli Scandinavi era uno spirito, il quale si com
mune e la musica. Io ho esaminato di sopra i caratteri musicali della lingua italiana, ed holla per questa parte commendata mo
tre lingue d’Europa, e che molto calerebbero di pregio la poesia e la lingua italiana se invece di paragonarle colle viventi s
invece di paragonarle colle viventi si paragonasse colla poesia e la lingua de’ Greci. So che alcuni eruditi non si sgomentan
sampogna di Pane che della lira d’Apollo. [18] Chechessia di ciò, la lingua italiana, come tutte le altre, non si dispose a r
o prosaico dal poetico. Cotal lontananza divenne maggiore allorché la lingua dovette accoppiarsi colla musica: impercioché sic
e cose, che di quarantaquattromila e più voci radicali che formano la lingua italiana, solo sei o settemila in circa fossero q
trar potessero nella musica69. Dall’altra parte questa rinata come la lingua più per caso o per usanza, che per meditato diseg
16 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 540
attista da Rimino, perchè « osservano il vero dicoro de la Bergamasca lingua  ; » e Francesco Andreini (Bravure, XIV) lo cita i
17 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO IV. Letteratura e Commedia Turca. » pp. 47-55
ano regnato ne’ paesi a lui soggetti, e ne fece fare le traduzioni in lingua turca a. Al l’amore della storia debbesi la benef
e con uno storico italiano. Giammaria Angiolello vicentino compose in lingua italiana e turca la storia delle di lui gesta, gl
studiava, e soprattutto su i Comentarii di Cesare che fe tradurre in lingua turca. La milizia musulmana nel secolo XVI era la
18 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
ell’anno col testo a fronte e colla dicitura : « Da rappresentarsi in lingua francese nel Teatro San Samuele ».
19 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
L' ANGIOLINI-ZANONI Imita nel mestier la fu tua madre. Abborrisci la lingua di tuo padre. Certo è questa stessa, moglie di A
20 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
ralità ; ove difetto si è troppo grave l’ essere troppo licenzioso di lingua . E se Mescolino era tacciato di freddezza perchè
21 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 443
. Il Roti – dice F. Bartoli – era un uomo d’ingegno, pratico della lingua latina, della francese e della tedesca ; e molto
22 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO PRIMO. Antichità Etrusche fondamento dell Romane. » pp. 4-14
Romani e de’ Galli, che fiori prima della stessa Greciaa, è che colla lingua , co’ suoì riti ed arti ed usanze tanto contribuì
olgari Europee. Volunnio, secondo Varrone, scrisse alcune tragedie in lingua Etrusca. Che sieno però state composte prima che
nche sotto il dominio Romano potevano gli Etruschi poetare nella loro lingua patria. Di fatti ognun sa che i Romani stessi stu
23 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
ottore, e fu in Vienna al servizio dell’Imperator Carlo VI. Sapeva la lingua francese e la tedesca, e fu esso l’introduttore d
24 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1063
; e ne uscì vittoriosa. Forse avrebbe potuto tentar la recitazione in lingua  ; nella dialettale milanese fu certo meritevole d
25 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 21-36
arità17. Sotto quel cielo non ancora abbastanza rischiarato la stessa lingua non era allora nè polita nè fissata, quando sulle
l’Italia, dove (per valermi delle parole di un elegante Spagnuolo) la lingua greca diventò sì comune dopo la presa di Costanti
atica, l’ ignorare le cose greche recava vergogna agl’ Italiani, e la lingua greca più fioriva nell’Italia che nella stessa Gr
ingano ed osano di voler ragionare di ogni poeta anche ignorandone la lingua . Cotali vani cianciatori allorchè promettono di a
rappresentativa con altro che con favole sceniche senza stile e senza lingua , le quali veggano p. e. il teatro pieno un solo g
26 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO III. La Poesia Drammatica ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia nel secolo XIV. » pp. 125-139
ce in Italia nel secolo XIV. Mentrechè risorgeva dentro le Alpi la lingua latina col l’ammirarsene i preziosi codici scappa
rie, nasceva da’ rottami greci, latini, orientali e settentrionali la lingua italiana, la quale per mezzo di Dante che è stato
al prelodato Mussato, promotore dell’erudizione e dello studio della lingua latina, l’aver richiamata in Europa la drammatica
27 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO II. La Poesia Drammatica ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia nel secolo XIV. » pp. 32-40
ce in Italia nel secolo XIV. Mentrechè risorgeva dentro le alpi la lingua latina coll’ ammirarsene i preziosi codici scappa
rie, nasceva da’ rottami greci, latini, orientali e settentrionali la lingua italiana, la quale per mezzo di Dante che è stato
al prelodato Mussato, promotore dell’erudizione e dello studio della lingua latina, l’aver richiamata in Europa la drammatica
28 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 958-966
aschera, e per mettere nna statua in scena, che non mova altro che la lingua , non mi par bene. Non voglio che S. A. creda a qu
er l’improviso. Trovarebbe ancora il nostro Pantalone buono sì per la lingua matterna, quanto per la pratica dei soggietti ant
e bene dei giovani studiosi, quali in Fiorenza dove è la scuola della lingua Toscana sono stati sommamente graditi, con speran
rimette a tutto quello che vuole S. A. e che verrò a servirlo con la lingua per terra io, la moglie, la madre, figliuoli e se
29 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 629-630
colto e popolare dopo Modena. Dettò versi in dialetto milanese, e in lingua (Milano, Fr. Vallardi, 1859 ; Bologna, Cavazzi. s
30 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Pistoia, questo dì 21 di ottobre 1589. » pp. 405-415
loso, | & altre manifatture, & Compositioni | nella sua buona lingua (s. d. nè l.), comprendono : una ottava alli lett
ni son tutte una insulsaggine ancor più insulsa di quelle usate nella lingua graziana : eccone un saggio : 3. Vn che sempre h
pagno sembrava d’esser fra tanti Barbari, non intendendo punto quella lingua . Ha da esser erudito per dir a tempo e luogo qual
gangherate quanto all’espressura, il condimento delle quali fosse vna lingua Bolognese in quella forma, ch’ella viene essercit
tto il nome di Camillo Scaligeri della Fratta, nel suo Discorso sulla lingua bolognese, vorrebbe sostenere che il Dottor Grazi
31 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 550-553
lettere sue, nelle quali è sparso in larga copia l’elemento di quella lingua a travestimenti che fu poi nella Commedia dell’ar
Canzoni, ed il Commento di due sonetti del Petrarca in antica materna lingua (Venezia, Bertacagno, 1553). Le lettere. — Quatt
32 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 446
le quantunque di nascita mantovano, e non del tutto in possesso della lingua veneziana, ha saputo tanto piacere in virtù del s
33 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 17
va una viscomica naturale, una facilità di memoria, una scioltezza di lingua , una castigatezza di gesti e di modi, che lo rend
34 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO V. Tracce di rappresentazioni sceniche in Ulietea. » pp. 42-43
poli conosciuta la poesia rappresentativa. La scarsa cognizione della lingua toglieva all’equipaggio di Cook l’opportunità di
35 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 298-299
imi : e non minore attitudine ebbe alla pronunzia correttissima della lingua francese, di cui molto si valse, facendo smascell
36 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquarto »
cere del canto è nulladimeno così universale e così radicato, dove la lingua è per se stessa armoniosa e cantabile, e dove tal
principalmente a produr l’espressione, cioè l’accento patetico della lingua , l’armonia, e la melodia, ciascuna delle quali su
l’illusione e l’interesse dello spettacolo. L’accento patetico della lingua non essendo altro che il linguaggio naturale dell
n sarebbe possibile l’ottenere l’effetto delle altre. L’accento della lingua sciolto, a così dire, e vagante non avrebbe altra
ione sia nello stesso grado dappertutto né che sia simultanea. In una lingua armoniosa per natura come la greca, dove la poesi
aria; divisione troppo necessaria nei nostri sistemi di armonia e di lingua , ma la quale per motivi contrari non era né potev
guente problema: Assegnare fino a qual punto l’accento naturale della lingua possa divenir musicale, e fino a qual punto la mu
lle parole con chiara e netta pronunzia, osservando la prosodia della lingua senza confonderla, facendo sentir all’orecchio il
n animo agitato da mille movimenti contrari, l’accento patetico della lingua piglia anch’esso un nuovo carattere nel recitativ
i risolve in uno o più sentimenti determinati, allora l’accento della lingua rinforzato dal vigore che gli somministra la sens
nto giusto, serbando religiosamente i loro diritti alla poesia e alla lingua , prendendo dall’arte quel tanto e non più che ci
bitudine di giudicare e di sentire, la moltiplicità dei confronti, la lingua loro piena di dolcezza e di melodia, la sveltezza
on si conosce a qual passione appartengano, onde ne risulta una nuova lingua , che non intendiamo? Dove non si comprende che vi
acilmente nelle nostre lingue moderne, ma s’intendeva benissimo nella lingua greca, la quale, siccome abbiamo veduto, era talm
a due volte la medesima quinta. Presso ai Latini sebbene non avessero lingua tanto bella qianto i Greci, nulladimeno la pronun
37 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo settimo »
ni d’Italia, ma varcando le Alpi portò la gloria della musica e della lingua italiana per tutta l’Europa. La superba Francia,
la poesia germanica con un teatro lirico nazionale; ma o fosse che la lingua rozza e inflessibile non potesse alla dolcezza mu
e rime76. [10] A così strana usanza danno occasione gli accenti della lingua russa, i quali sono così spiccati e sensibili, ch
a melodia senza l’aiuto del metro. Coloro che non comprendono come la lingua greca fosse cotanto musicale, troveranno in un ba
38 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — 1759 – 16 Settembre. » pp. 258-259
francesi, come italiane, poichè parlava assai bene e l’una e l’altra lingua , delle quali possedeva tutte le finezze. Ebbe dal
39 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 516-517
he diventò poi gli Amori di Zelinda e Lindoro. Quelli che conoscon la lingua italiana, applaudirono il modo di improvvisar del
40 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quarto »
si, i quali dicono che l’epoca delle prime poesie composte nella loro lingua volgare (comprendendo sotto questo nome anche la
riva d’una certa mollezza, né di certi piccoli vezzi propri di quella lingua , ma troverà nel tempo stesso che il suo gran dife
stiche colla musica semibarbara, che allora regnava, applicata ad una lingua , cui il popolo non intendeva, onde mancò la poesi
lora non potevano eccitar né l’uno né l’altro per l’indole della loro lingua troppo fiacca per inalzarsi alla sublimità de’ Gr
che prese dalle circostanze, dalla voluttà, dai costumi. Cresciuta la lingua italiana, crebbe parimenti l’usanza d’accoppiar q
re, e illeggiadrir la sua Corte, il quale non si sdegnò di poetare in lingua non ancor ben purgata dalle siciliane maniere, e
cor doglioso,         Onde io vado pensoso,         Di te biasmar la lingua s’affatica. E se di grazia ti vuò far mendica,
l compendio del sistema di esso Uregna fatto, e pubblicato in Roma in lingua spagnuola l’anno 166947 così per un destino che s
forzo, e il numero o ritmo proporzionato all’indole e pronunzia della lingua . VI. «Molti princìpi presso agli arabi seguivano
nia o da Spagna nel monistero della Pomposa? Quel monaco intendeva la lingua araba? Se ne fece una qualche traduzione? Si ritr
altre poesie armoniche benché accomodata alla pronunzia della propria lingua e con quelle variazioni, che sono comuni ai metri
e lunghissima composta dal citato Lodbrog re di Danimarca nell’antica lingua scandinava, ch’era comune a tutti i popoli del No
desi, e danesi si trovano nel Saggio citato scritte tutte nell’antica lingua scandinava, la quale, torno a dire, era l’idioma
41 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Venetia, 23 di marzo 1675. » pp. 351-354
o e il Roscio dell’ età sua. Scrisse commedie, orazioni e dialoghi in lingua rustica, che pubblicò prima a parte a parte, poi
e, secondo l’uso, a esilarar gli animi, recitò le sue tre orazioni in lingua rustica, magna cum astantium voluptate. Morì a s
42 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Conclusione »
quest’ultimo in francese, in francese l’ho lasciato per essere quella lingua fatta oramai tanto comune, che non vi è in Europa
43 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO III. Teatro Olandese: Danese: Suedese: Polacco. » pp. 253-256
ni particolari nel 1757 in Copenaghen colla mira di dimostrare che la lingua patria ben si adatta alla musica. Incoraggita da’
44 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 451-452
Beltrame, Niccolò Barbieri, che era milanese, e che volendo parlar la lingua del suo paese, ne portava anche il vestito. Nel r
45 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO II. Teatro Olandese: Danese: Suedese: Polacco. » pp. 32-37
ni particolari nel 1757 in Copenaghen colla mira di dimostrare che la lingua patria ben si adatta alla musica. La Suezia incor
46 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 36-38
e il volume delle sue opere, e nella quale è descritta una visione in lingua rustica, piena di allegorie e di argute osservazi
47 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 760-762
uori. Il Bartoli riferisce in sua lode il seguente sonetto caudato in lingua veneziana : Per la signora Diana bella ed eccelle
48 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Italiano del secolo XVI. e del Libro IV. — CAPO VIII ultimo. Primi passi del Dramma Musicale. » pp. 42-62
musicale, a giudizio di tutta l’Europa; e questo lavoro nella nostra lingua non s’inventò prima degli ultimi tre anni del Cin
arii o fogli periodici che si copiano tumultuariamente d’una in altra lingua , e che con tali preziosi materiali essi pronunzia
ani il mio raziocinio non solo, ma le mie parole trascritte nella sua lingua , facendone una parafrasi nel canto IV del suo poe
49 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 203-211
dietro, bravando et bestemmiando, non essendogli restato altro che la lingua per potersi vendicare. Nel 1567 a Mantova recita
endo i tre lustri dell’età sua toccati appena, possedeva benissimo la lingua latina, e felicissimamente vi spiegava ogni conce
parato, dove risplende il foco, ripiglio alquanto il fiato, e poi, la lingua sciolta, io parlo, ed ella ascolta. — Dunque è, b
50 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « NOTE DEL FU D. CARLO VESPASIANO. » pp. 270-273
il Sig. di Voltaire giudice competente in tal materia e nella patria lingua e versificazione, afferma: C’est la diction seule
51 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO PRIMO. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 2-31
pe in Italia nel 773, sfornito de’ rudimenti gramaticali della latina lingua , conobbe in Pavia il diacono Pietro da Pisa ed es
arte degli ecclesiastici intendeva a stento il breviario (Nota I). La lingua latina non solo degenerò negli scrittori imbarbar
o il monaco Gonsalo Berceo forse il più antico Spagnuolo che poetò in lingua Castigliana. Pure nè anche vi si trovano poesie t
ostrare che gl’ Italiani erano a que’ tempi ignoranti e barbari nella lingua latina, adduce uno squarcio di una lettera di Adr
sacra dottrina, alla forza delle ragioni, e non già alla purità della lingua e alla vaghezza dello stile. Che se volesse il Si
52 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 606-607
ostenendovi il personaggio di Bilora. Vedi il secondo de’ dialoghi in lingua rustica, in cui sono interlocutori : Bilora e Pit
53 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 533-536
olgore o Stella, E non sai se più alletti, o se più fera. Ma a la sua lingua , a la sua Man non cede, Nodi intrecciando e Laber
54 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 642-645
onostante i rimproveri che le move d’introdur troppi gallicismi nella lingua italiana, e italianismi nella francese, assicura
55 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Della maniera del cantare e del recitare »
ni altra cosa necessario che imparassero a ben pronunziare la propria lingua , a bene articolare, a farsi intendere e a non isc
ilogo48. [3.8] Instruiti che fossero i nostri virtuosi nella propria lingua , esercitati nell’azione, fondati nella musica, e
56 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Latino e del Libro II — CAPO VII. Copia di Teatri per l’Impero: magnificenza e profusione eccessiva negli spettacoli sceneci. » pp. 38-55
osto dalla corruzione della poesia drammatica sino alla perdita della lingua latina avvenuta principalmente per l’incursione d
mbroni mia pregevole collega nell’Università di Bologna Professora di lingua e letteratura Greca, un modello di questo teatro
57 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo undecimo »
undecimo Epoca di Metastasio. Vantaggi recati da lui alla poesia e lingua italiana. Esame de’ suoi pregi. Riflessioni sulla
e, e della maniera che vuole. Niuno meglio di lui ha saputo piegar la lingua italiana all’indole della musica ora rendendo vib
nell’originale ebraico perché idiomatiche e perché proprie di quella lingua , diverrebbero forse ampollose e gonfie se trasfer
empre ed ingenuo, onde s’arricchisce di mille forme diverse la patria lingua , si dilatano i confini della elocuzione poetica,
ndità e pieghevolezza del verso per quanto lo comporta l’indole della lingua francese più ruvida dell’italiana; sebbene la pro
ut è molto al di sotto di Metastasio non solamente nel maneggio d’una lingua più bella, ma nella scelta ancora degli argomenti
e troubler les douceurs d’un si charmant silence.» [36] Chi gusta la lingua francese troverà questi versi d’un’armonia e pien
ano e conseguentemente non abbastanza inoltrato nella cognizion della lingua , fa di mestieri andar a rilento nel decidere siff
né rigettarle, mi contento di dire che sebbene a imparar, come va, la lingua toscana, e a formarsi uno stile elegante e robust
tino. In una nazione dove non si è convenuto finora quale sia la vera lingua degli scrittori; dove la sanese contrasta il prim
à dell’inventore o gli perdonerà volentieri qualche neo di stile e di lingua in grazia degli affetti che sentirà strapparsi da
idioma. «Resta a fissarsi», dice un ameno ed elegante scrittore, «la lingua viva ed a farsi universale ad uso di tutti, come
58 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO II. Prima Epoca del Teatro Latino. » pp. 16-128
nti. In prima esse continuarono a rappresentarsi in Roma nella patria lingua Osca ancora nel fiorir della Latina favella e sin
oltivarono con singolar diletto, perchè ignorando i primi Atellani la lingua latina si valevano della propria con molta grazia
aì Romani non riescisse malagevole il gustare delle grazie di quella lingua , può dedursi da ciò che scrive Tito Livio del Con
ese? Osceno significò per avventura impudico, turpe, licenziose nella lingua Osca, o nella Sabina o nell’Etrusca o nella Messa
’onesto amico. Oh se qualor si leva un romor falso, D’una in un’altra lingua rimontando Si venisse a indagar da chi mai nacque
ente si sono applicati a interpretare que’ pochi versi scritti in una lingua morta e ignorata, e della quale non rimangono lib
essere essa differente dall’idioma Maltese, nel quale secondo lui la lingua punica si è conservata. La curiosità troverà da p
sti imperiti e di Arlecchino; per la qual cosa Annone gli parla nella lingua del paese, e viene a sapere che vive in Agorastoc
mentre tu pensi che io sia da Lenniselene ; motto, ovvero, giusta la lingua de’ Comici dell’arte, lazzo e botta adottata in s
ografia. Estinta la nazione degli Osci, n’è rimasta appo i Romani la lingua , e certi versi, ed un certame mimico speciale che
etam. Itaque postquam est orchio traditus thesauro, Obliti sunt Romae lingua latina loqui. c. Vedi Macrobio nel libro VI de
a. Epist. 362. b. Coment. ad Plaut. Punica. c. Nel Saggio della lingua Punica pubblicato l’anno 1718 in Marpurg. d. Può
59 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VIII. Commedia turca. » pp. 422-425
i studiare, e soprattutto sui commentari di Cesare che fé tradurre in lingua turca. Nel secolo XVI quella nazione avea una mil
60 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 670-674
egli stranieri, ridotti per piacervi a dimenticar noi medesimi. Nuova lingua , nuovo genere di spettacoli, nuovi costumi ! Le n
61 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo nono »
che ebbero quelli lavorando su parole sconnesse e mezzo barbare d’una lingua morta, non lo ebbe già il musico fiorentino cui t
ndole della natura e della passione, nell’accomodar la prosodia della lingua coll’accento musicale in maniera che vi si distin
ogni giorno al lido del mare affine di emendare la balbuzie della sua lingua col suono de’ ripercossi flutti, gli esercitavano
altro Redi parimenti Francesco, che tanti vantaggi ha recato alla sua lingua , alla poesia, e alla fisica. Ma gli empori più il
utile quella gloria che ritraggono gl’Italiani dal vedere che la loro lingua , musica, e poesia sono superiori a quelle degli o
lano con esse in maniera che non possono reggersi da per sé; così una lingua ripolita, abbondante, armoniosa, e pieghevole sup
62 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO II. Prima epoca del teatro Latino. » pp. 9-90
nti fatti. I. Esse continuarono a rappresentarsi in Roma nella patria lingua Osca ancora nel fiorir della Latina favella e sin
scoltarono con singolar diletto, perchè ignorando i primi Atellani la lingua Latina, si valeano della propria con molta grazia
a’ Romani non riuscisse malagevole il gustare delle grazie di quella lingua , può dedursi da ciò che scrive Tito Livio del Con
ese? Osceno significò per avventura impudico, turpe, licenzioso nella lingua Osca, o nella Sabina, nell’Etrusca, nella Messapi
sto amico. Oh se qualor si leva un romor falso D’una in un’ altra lingua rimontando Si venisse a indagar da chi mai nacq
te si sono applicati a interpretare questi pochi versi scritti in una lingua morta e ignorata, e della quale non rimangono lib
essere essa differente dall’idioma Maltese, nel quale secondo lui la lingua Punica si è conservata. La curiosità troverà da p
sti imperiti e di Arlecchino; per la qual cosa Annone gli parla nella lingua del paese, e viene a sapere che vive in Agorastoc
eografia: Estinta la nazione degli Osci, n’è rimasta appo i Romani la lingua e certi versi, ed un certame mimico speciale, che
m. Itaque postquam est orchio traditus thesauro, Obliti sunt Romæ lingua latina loqui. 41. Vedi Macrobio nel lib. VI
63 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « NOTE E OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 281-290
lmente in teatro, discernere e distinguere in un dramma gli errori di lingua , i versi cattivi, i pensieri falsi, e ciò che non
L’eloquente Ferrarese Bartolommeo Riccio, insigne Gramatico della lingua Latina, il quale morì d’anni 79 nel 1569, è di se
64 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 266-272
tto satirico, vien tenuto per arguto ; ma il poverello è stimato mala lingua . Se un nobile dà noja ad un povero compagno, è ri
chera è la stessa di Scappino. Beltrame, milanese, volendo parlare la lingua del paese, ne portava anche il vestito. L’incisi
65 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO V. Sulle due Sofonisbe Italiane, e su due Traduzioni dal Greco di Fernan Perez de Oliva. » pp. 26-42
o, che dissero essere il Trissino stato il primo a scrivere in nostra lingua una Tragedia degna di sì gran nome. Ma se avesse
che il Vicentino fu il primo a scrivere una degna Tragedia in questa lingua , cioè in idioma Italiano. Nè poteva dire altrimen
sino sostenuto che il Dialetto Fiorentino non dovea considerarsi come lingua generale Italiana. Or quando l’erudizione antica,
66 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAP. V. Tracce di rappresentazioni sceniche in Ulieteia e in altre isole del l’Emisfero australe nel Mar Pacifico. » pp. 59-65
poli conosciuta la poesia rappresentativa. La scarsa cognizione della lingua toglieva al l’equipaggio di Cook l’opportunità di
67 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO X. Ultima Epoca della Tragedia Greca. » pp. 208-215
lle tracce delle favole di Menandroa. Si corruppe finalmente la Greca lingua , e se più tardi in que’ paesi si scrisse alcuna f
68 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO II. Tragedie latine d’oltramonti, Tragici Olandesi, e Teatro Alemanno. » pp. 135-142
, che atterriti dalle critiche tralasciarono di più comporre opere in lingua tedesca. Così l’opera italiana e la commedia fran
69 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 954-957
a vostra gran bellezza è forse eguale. Lascio quest’ occhi, e questa lingua mia nel fin de’ suoi lamenti, e de’ suoi pianti,
70 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO II. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 80-124
n principe in Italia nel 773 sfornito de’ rudimenti gramaticali della lingua latina; conobbe in Pavia il diacono Pietro da Pis
si. L’arte di scrivere era del pari ignorata presso gli Spagnuoli. La lingua Latina non solo si obbliò generalmente, ma degene
o il monaco Gonsalo Berceo forse il più antico Spagnuolo che poetò in lingua castigliana. Non-dimeno ne’ suoi componimenti non
mostrare che gl’Italiani erano a que’ tempi ignoranti e barbari nella lingua latina, adduce uno squarcio di una lettera di Adr
sacra dottrina, alla forza delle ragioni, e non già alla purità della lingua , e alla vaghezza dello stile. Che se volesse il s
71 (1715) Della tragedia antica e moderna
uire dagli accademici trattandosi di termini comunemente accettati in lingua che tuttavia vive e cresce, e che per or non ha i
pronunciate diversamente pèrfido e infìdo; e pure, se si perdesse la lingua italiana ora viva, quei che venissero non potrebb
la sillaba breve e dove lunga dovesse pronunciarsi. [4.45ED] Ma nella lingua latina e così pur nella greca, per abuso de’ prof
itabilmente consentono, si è che quello solamente sia verso in vostra lingua che ha rima. — [4.104ED] — Oh qui sì — io ripigl
e il caso porti la rima che la misura, alla qual la natura di cotesta lingua , anzi quella di tutte le lingue, è meno inclinata
monico il vostro. [4.128ED] Ciascuno si vaglia de’ mezzi alla propria lingua proporzionati per lo conseguimento della dolcezza
del nostro non è stato da’ nostri maggiori imitato perché, come alla lingua latina e alla greca conviene la quantità, così no
l’equilibrio della divisione vuole che, siccome per render musiche la lingua latina e la greca è stata assegnata la quantità t
1ED] Ciascuna di queste nazioni ha misura e rima nel verso, e la sola lingua italiana, che nel verso tragico sciolto non ha ch
ella latina da’ greci e latini professori più che ogni altra presente lingua fu coltivata, al giudicio de’ più savi si riflett
u sempre incerto ed ineguale il periodo delle lingue, così finché una lingua non è morta non si può giudicar del suo stato, qu
lenti scrittori di quelli che ha finora avuti non sia per aver quella lingua che tuttavia vive e fiorisce; e quanto a me, non
a che nello stesso periodo il Loico si contradice, asserendo: «che la lingua greca e latina da’ greci e latini professori più
ca e latina da’ greci e latini professori più che ogni altra presente lingua fu coltivata». [4.170ED] Imperocché, se la lingua
ogni altra presente lingua fu coltivata». [4.170ED] Imperocché, se la lingua italiana e vivente non è arrivata alla coltivazio
ezza? [4.171ED] In due cose, al mio credere, consiste la legge di una lingua : la prima sono i vocaboli, la seconda si è l’uso
seconda si è l’uso loro. [4.172ED] Certo è che quanto ai vocaboli una lingua viva sempre dee crescere e la stessa Accademia de
con un altro che più copioso sta preparando, dà a divedere che questa lingua non ha finito di crescere e di arricchire. [4.173
modoché se a’ tempi di Dante, del Boccaccio e del Petrarca dovette la lingua italiana ricevere le sue regole stabili per l’avv
ontradice al nostro giureconsulto quando asserisce che lo stato della lingua italiana è quello de’ rimatori e poi condanna la
] Per usare di un miglior raziocinio doveva egli dire piuttosto della lingua italiana vivente non potersi assegnare ancora lo
nera oscurità nella spiegazione de’ sentimenti, la quale dalla nostra lingua si vuole più disinvolta e spedita o meno lontana
egli più fondamento di sperare pervenuta allo stato di perfezione la lingua vostra, ora che sono uscite le sue tragedie senza
a raggirandosi l’uno e l’altro raziocinio arriva a convincerti: Ogni lingua si dice giunta allo stato di perfezione, quando a
ssero nel secolo del Trecento, diedero lo stato della perfezione alla lingua . Nessuno degli scrittori del Trecento né de’ loro
quelle son regole buone nel verso che dagli scrittori del Trecento la lingua ricevé e lasciò all’avvenire. Dunque nessuno degl
anto nel verso dagli scrittori che fecero lo stato di perfezione alla lingua . Ma Dante e il Petrarca nel verso diedero lo stat
Ma Dante e il Petrarca nel verso diedero lo stato di perfezione alla lingua . Dunque, se tu vuoi far verso, dovrai prender le
anei. Nessun scrittore de’ rinomati nello stato della perfezion della lingua nel verso compose verso senza rima. Ma tu vuoi co
enzion del tuo autore sovra la stessa sua proposizion generale. Ogni lingua si dice giunta allo stato di perfezione quando ab
poeti di matematica, co’ matematici meri di poesia; co’ periti della lingua volgare italiana discorrerà della greca e così pa
appresentazion musicale a voi Italiani. [5.54ED] Per lo men la vostra lingua , come più dolce e più copiosa di vocali distesame
sentenze con sovraciglio autorevole sull’opere de’ gran poeti di ogni lingua , di ogni nazione, ed averne sonori applausi dalle
o cantandone una di queste nelle quali i diminutivi tanto odiosi alla lingua e genio franzese, aggiungono leggiadria. [5.184ED
e fanno i Franzesi, non per altro se non perch’è più sonora la nostra lingua , come più copiosa di jambi de’ quali è affatto st
emarre quel mostrare di mettere alla scoperta tutto il suo cuor sulla lingua , e perciò lanciarsi dietro alle spalle una ciocca
colui, i Greci inginocchioni, [e] si è cimentato a tradurre nella sua lingua franzese (dic’ei) fedelmente l’Edipo liscio di So
72 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 881-887
il tal principe mi li fà star per forza, la cui auttorità mi lega, la lingua , e le mani : le quai cose fanno stare in continua
e rappresentava. Faceva ancora egregiamente la parte di Ceccobimbi in lingua gretta fiorentina, intitolandosi Mercante di fich
73 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 678-680
llegrinaggi continui ai quartieri di Porto e di Pendino ove imparò la lingua e il costume della nostra gente, diventandovi, pu
74 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 142-145
servizio di due padroni, o sia che barbiere in Gheldria, tu abbia la lingua più affilata del rasoio, o sia che scudiere in Be
75 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 454-467
scena, non rilevato avanti. Il gergo teatrale propriamente detto, la lingua di cui si servivano i comici abitualmente da’temp
ha lasciato più che un saggio Carlo Goldoni nella Locandiera, quella lingua , dico, è oggi del tutto scomparsa. E credo per lo
se per vedere ed ascoltare, ed ecco in un tratto si dà principio, con lingua fiorentinesca, a qualche pappolata ridicolosa, e
76 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo III. Progressi Teatrali in Francia tardi, ma grandi nel medesimo Secolo XVII. » pp. 291-315
ol per far ridere, alcuna espressione barbara, forzata, o nuova nella lingua , ripresa da Fénélon, La-Bruyere, e Bayle, molte c
ate Perrin pensò, che questo spettacolo farebbe meglio ricevuto nella lingua nazionale, e compose un’opera pastorale intitolat
nno che l’abate Desfontaines, per riparare alla corruzione della loro lingua , ha composto le Dictionnaire néologique, à l’usag
gnor di Voltaire, giudice competente in questa materia e nella patria lingua e versificazione, afferma: «C’est la diction seul
77 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo primo »
on in tutto almeno in gran parte dipende dalle qualità musicali della lingua , ovvero sia dalla magia de’ suoni combinati diver
tutte le altre: circostanza che tanto più divien necessaria quanto la lingua è men musicale, poiché qual cosa imiterebbe la mu
’indole della musica: Secondo: conoscere le relazioni di questa colla lingua in cui scrive: Terzo: assoggettar alia musica la
questa colla lingua in cui scrive: Terzo: assoggettar alia musica la lingua e la poesia. Per il musico: Primo: conoscere il v
ngua e la poesia. Per il musico: Primo: conoscere il vero genio della lingua , e del verso. Secondo: saperne trar vantaggio dal
ni a qualunque unione possibile. Il diverso genio della musica, della lingua , e della poesia in una nazione, le costumanze, e
78 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquinto »
schina, in uno stato dove né il teatro conserva i suoi diritti, nè la lingua i suoi privilegi, in uno stato dove la musica non
cale la condotta, lo sceneggiar, l’orditura, trasandar lo stile e la lingua , perder mille situazioni vive e appassionate e ac
riore agli altri suoi componimenti. Benché vi si scorga correzione di lingua e qualche aria ben lavorata, ciò nonostante non s
empio non facile a rinvenirsi ha avuto il coraggio d’intraprendere in lingua non sua uno de’ più difficili lavori della ragion
gante e di compiacenza per la propria salvezza159. [20] Purgatezza di lingua , venustà di stile, colorito poetico, varietà e de
t’opera, dove si parlò delle qualità che deggiono avere lo stile e la lingua per rendersi musicali, e dalle ragioni ivi allega
79 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 432-435
causa de’suoi colleghi, il Re accennò a Biancolelli di parlare. — Che lingua  – disse al Re il bizzarro attore – vuol Sua Maest
80 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO V. Primi passi del dramma musicale. » pp. 295-309
musicale; a giudizio di tutta l’ Europa; e questo lavoro nella nostra lingua non s’inventò prima degli ultimi tre anni del cin
narj o fogli periodici che si copiano tumultuariamente d’una in altra lingua , e che con tali preziosi materiali essi pronunzia
81 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 478-485
da vendere, dirò anch’io col Morandi : Dio gli benedica le mani e la lingua . A questa indole indiavolata accenna anche il Mo
emplicità di linguaggio parlato, utilissime per istudi comparativi di lingua , ma opportunissime per far salire il palco scenic
82 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO II. Spettacoli teatrali in Alemagna. » pp. 13-20
ati dalle opere di coloro che vi si motteggiano per lo stile e per la lingua . Lo scioglimento è che Prisciano uscito dalle man
83 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 284-287
enza. Taci dunque mia Musa ; e in un silenzio rispettoso ed umil tua lingua arresta ; che dall’incarco grave io ti licenzio e
84 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 62-67
per gli eredi di Francesco Grossi : Sopra Celia Comica Scioglier la lingua , & annodare i cori, melar le labra, e amaregg
85 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IV. Teatro Italiano nel Secolo XVIII » pp. 316-354
. Un anonimo arriva fino a rimproverare al Voltaire qualche errore di lingua e di rima; lo chiama copiatore e traduttor della
ciò molti buoni letterati hanno trasportate con maestria nella nostra lingua le migliori tragedie francesi, e tra essi si sono
assioni, più forza e nobiltà nelle dipinture de’ caratteri eroici. La lingua é pura, lo istile é ricco, lontano dal lirico, pr
ali tra le quarantaquattro mila noverate da Anton-Maria Salvini nella lingua italiana) ce l’insegna Orazio allorché dice nell’
é discretissima ed esente di legge, i versi, in quanto lo permette la lingua , sono pieni di ritmo, e però facili d’adattarsi a
86 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quinto »
più vicino ai Latini nel suo poema che scrittor felice nella propria lingua ; Rinieri, Varchi, Guidiccione, Molza e mille altr
allor si faceva della musica madrigalesca, e dal non aver per anco la lingua italiana preso l’andamento rapido e breve ch’esig
le a molti riguardi alla sfoggiata pompa della nostra. La poesia e la lingua vi conservano i loro diritti; a differenza dell’o
he gli antichi “continuata” appellavano. Le riflessioni sulla propria lingua fecer loro avvertire, che nel parlar comune alcun
87 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 88-136
laritàa. Sotto quel cielo non ancora abbastanza rischiarato la stessa lingua non era allora nè polita nè fissata, quando sulle
utti manifestarono la propria reità, perchè la colpa, benchè priva di lingua , sempre si manifesta quando meno si attende. Io f
’Italia, dove, per valermi delle parole di un elegante Spagnuolo) la lingua greca diventò sì comune dopo la presa di Constant
amatica, l’ignorare le cose greche recava vergogna agl’Italiani, e la lingua greca più fioriva nell’Italia che nella stessa Gr
88 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Italiano del secolo XVI. e del Libro IV. — CAPO VII. Pastorali. » pp. 4-41
hneiden ne fece una versione tedesca stampata nel 1642 in Amburgo. In lingua illirica fu anche trasportato da Domenico Slaturi
r la traduzione dell’Elettra, e di Piramo e Tisbe, ed altri drammi in lingua schiava. La prima rappresentazione dell’Aminta se
n Venezia. a. Vedi il Crescimbeni Storia della volgar Poesia. a. La lingua castigliana riuscirà sempre più della francese ne
89 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO IV. Pastorali del Cinquecento. » pp. 267-294
hneiden ne fece una versione tedesca stampata nel 1642 in Amburgo. In lingua illirica fu anche trasportato da Domenico Slaturi
, e per la traduzione dell’ Elettra, e di Piramo e Tisbe, ed altre in lingua schiava. La prima rappresentazione dell’Aminta, s
enezia. 133. Vedi il Crescimbeni Stor. della volgar Poesia. 134. La lingua Castigliana riuscirà sempre più della Francese ne
90 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO II. Spettacoli teatrali in Alemagna. » pp. 77-87
ati dalle opere di coloro che vi si motteggiano per lo stile e per la lingua . Lo scioglimento è che Prisciano uscito dalle man
91 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « NOTE DI D. CARLO VESPASIANO. » pp. 301-306
diciotto anni in Parigi ed il resto della vita in Italia l’onor della lingua e della letteratura Italiana. Egli godè l’amicizi
92 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 260-263
ossedeva un’istruzione davvero superiore : conosceva perfettamente la lingua latina, la greca, la francese, la spagnuola, ed e
93 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 922-927
ise di data : L’Amor giusto, Egloga pastorale in napolitana e toscana lingua , fu stampato il 1605 da Pandolfo Malatesta a Mila
94 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Teatro di Eschilo. » pp. 75-103
ttimo giudice ne cita un vago frammento dell’atto I, che nella nostra lingua io così traduco: Sette Guerrier spietatamente au
dell’atto primo difficilmente può passare senza indebolirsi in altra lingua . La riconoscenza di Elettra e del fratello si fa
95 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Latino e del Libro II — CAPO V » pp. 4-31
a attori privilegiati che godevano della Romana cittadinanza, e nella lingua nativa del paese degli Osci donde venne; ma dopo
va il lodato valoroso antiquario che la voce Maccus appartenesse alla lingua osca, la qual cosa non sembra improbabile; ma è p
96 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO V. Continuazione del teatro Latino. » pp. 222-242
a attori privilegiati che godevano della Romana cittadinanza, e nella lingua nativa del paese degli Osci donde venne; ma dopo
va il lodato valoroso antiquario che la voce maccus appartenesse alla lingua Osca, la qual cosa non sembra improbabile; ma è p
97 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 54-87
i Alessandro D’Ancona, che quelle del Bartoli restrinse e tradusse in lingua umana. « L’ Andreini pistoiese, nato circa il 15
iù delle volte, a dir vero, la differenza non è che nel nome, o nella lingua  ; tutto sta a chi le spara più grosse. C’ è la so
mala pena gionta in Francia, gli hanno dato di becco, e tradottala in lingua francese, cioè francese e italiana ; ma non più c
rbolica parte par che suoni meglio nella Spagnuola, che nell’Italiana lingua , come quella a cui vediamo esser più proprij, &am
rgarlo da i superflui sarebbe al certo un ridurlo poco meno che senza lingua . Che uno di questi tali dichi, che la Regina di N
98 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO II. In quali cose si rassomigli ogni teatro. » pp. 10-16
to famoso Bardo Celtico di Scozia figliuolo di Fingal, che scrisse in lingua Ersa o Gallica, merita un posto distinto tra’ poe
99 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO II. Tragedie Italiane del XVI secolo. » pp. 28-131
ltri suoi compatriotti troverebbe poco glorioso per la testa e per la lingua francese): e che Lope de Vega, il Castro e il Cal
ll’Antigone italiana noverando l’autore tra’ benemeriti della toscana lingua Bembo, Trissino, Molza, Tolomeia. E quel che ’nf
benivolenza; e questa del medesimo atto Orazio vincitor per la mia lingua Con la bocca del cor ti bacia in fronte, e quest
lei concetti: Madre, io pur vel dirò, benchè vergogna Affreni la mia lingua e risospinga Le mie parole indietro: a lui sovent
ando ogni altro pregio rende accetti e dilettevoli a chi ha sapore di lingua e di eloquenza italiana, la proprietà, la coltura
o, se non per altro, per la cultura, proprietà, purgatezza della loro lingua che a que’ tempi rifioriva? E pure il signor Andr
re nazioni per la superiorità di parlare con tanta coltura la propria lingua , come se di questa facesse tutto lo studio. Al pr
100 (1732) Paragone della poesia tragica d’Italia con quella di Francia
ato un difetto piuttosto rilevante, ossia l’aver fatto ricorso ad una lingua troppo verbosa e familiare che ha tolto la necess
le auctoritates, che non tiene conto una differenza strutturale della lingua italiana rispetto a quella greca, ossia la maggio
stigmatizza l’abuso di figure e tropi petrarcheschi all’interno della lingua tragica dei secoli precedenti. Se allegorie, ossi
re, che Alfieri bandirà dal proprio teatro, alla ricerca di una nuova lingua tragica grave, per nulla fiaccata da calchi del C
e come caratteristiche di una stagione ormai tramontata. Venendo alla lingua tragica francese Calepio riconosce in effetti una
siste sempre sul medesimo punto, ossia la necessità di garantire alla lingua tragica la maggior verosimiglianza possibile. Cal
la maggior verosimiglianza possibile. Calepio parrebbe scorgere nella lingua dei tragici francesi del Seicento gli stessi vizi
iens d’Ariste et d’Eugène, secondo cui il francese era al contempo la lingua più semplice e nobile al mondo, naturalmente osti
pre sui trampoli», già il Calepio aveva denunciato la gonfiezza della lingua tragica francese — peraltro teorizzata icasticame
ursiana: il gesuita francese aveva infatti ingiustamente attaccato la lingua poetica italiana, denunciando la monotonia delle
a dimostrare nel concreto la maggiore armonia e verosimiglianza della lingua poetica italiana, la quale, priva del giogo delle
onisba del Trissino (per cominciar dalla prima che comparve in nostra lingua ) contiene l’azione d’una reina generosa che per i
orso. Sei maniere di verseggiare furono ne’ secoli addietro in nostra lingua messe in opera per la tragedia. La prima fu quell
prese egli non lieve sbaglio sì nel credere che mancasse alla nostra lingua metro convenevole per sostener la tragica gravità
uindi mostrerò. Articolo II. [7.2.1] È bensì mio parere che la lingua italiana non abbia in verun metro quella dignità
role licenziosamente composte a somiglianza delle greche. [7.2.2] La lingua francese non ha punto maggiore idoneità per raffi
detto che l’allungamento d’una traduzione non mostra il difetto d’una lingua , ma che è conseguenza del timore che hanno i trad
di molta leggerezza, mentre (per tacere l’altre inezie) decide che la lingua italiana è più graziosa nelle materie tenere e pr
dama Dacier, nella prefazione del suo Omero, confessa candidamente la lingua francese essere insufficiente a conservare l’eroi
bensì li suoi avversari di riprovare tale accusa, ora con dire che la lingua francese è non pure veramente ricca per aver voci
ntichi. Ma vana appare tale difesa, prima perché se pareggiasi quella lingua con altre, e particolarmente colla greca e coll’i
i puramente ha ’l necessario per vivere, così ricca non può dirsi una lingua mancante de’ medesimi, i quali non solamente coll
enevra, rispondo che quel nostro poeta non attribuisce vantaggio alla lingua francese nel valore e nella dignità delle espress
non dubito punto di non mostrare con evidenza che, siccome l’italiana lingua ha la prerogativa d’essere più ricca di locuzioni
ale difetto: nonpertanto, rapito dal capriccio d’introdurre in nostra lingua un nuovo sistema, approvò l’uso francese, adducen
della rima francese: avvene uno che per essere sol proprio di quella lingua non fu dal Martelli partecipato. Questo è la scar
te come faits, effets, paix, attraits, jamais. Per la qual cagione la lingua francese impoverisce ancora sì dell’altre rime di
rore loda Racine per ricchezza di rime. S’aggiunga che essendo quella lingua assai men ricca che la nostra, non solamente essa
odmer, a cura di Rinaldo Boldini, Bologna, Commissione per i testi di lingua , 1964, pp. 5-17), il Calepio rispondeva alle rich
latina, a cura di Christina Roaf, Bologna, Commissione per i testi di lingua , 1982, p. 104), mentre lo Speroni li riteneva inv
l’anno presente colla meravigliosa Rappresentazione del Cid nella sua lingua natia ha destata ne i Teatri di Roma la maravigli
iani, a cura di Sergio Romagnoli, Bologna, Commissione per i testi di lingua , 1962, p. 43), forse anche sulla scorta delle aff
difesa, a cura di Christina Roaf, Bologna, Commissione per i testi di lingua , 1982). Già allora, soprattutto grazie alle non d
a più altamente il poeta in sua persona, e quasi ragiona con un’altra lingua , sì come colui che finge d’esser rapito da furor
Descrizione de’ costumi italiani, Bologna, Commissione per i testi di lingua , 1962, pp. lviii-lix). Il Gorini stesso nel tratt
e preparata fin dalle prime battute («Volendo io scrivere Tragedie in lingua Italiana, mi son dato a scorrere i grandi origina
alcuni idioti che leggono i divinissimi libri d’Omero trasportati in lingua », Torquato Tasso, «Discorsi del poema eroico», in
ra altro in lui da’ buoni giudizi, che egli avesse avuta così pure la lingua romana, come ebbe la greca Euripide: che non vi è
difesa, a cura di Christina Roaf, Bologna, Commissione per i testi di lingua , 1982, p. 150). Ben più attento a conservare il c
a un difetto strutturale rilevante, ossia l’aver fatto ricorso ad una lingua troppo verbosa e familiare che ha tolto la necess
no riprodotto la felice semplicità senza tener conto del fatto che la lingua italiana, naturalmente maestosa, non avrebbe sopp
rebbe sopportato un simile abbassamento («Nulladimeno perché la greca lingua , oltre le altre sue felicità, poggia in alto coll
traslazione, se avessero questa sospinta oltre le forze della nostra lingua , in vece d’acquistar grandezza, perduto avrebbe d
etafore e similitudini si addice perfettamente alla topica lirica, la lingua tragica non può che essere improntata, a suo pare
è il contributo di Petrarca e del petrarchismo alla fondazione della lingua tragica cinquecentesca, riproponendo, in fondo, u
difesa, a cura di Christina Roaf, Bologna, Commissione per i testi di lingua , 1982). [6.2.5] I due passaggi della Canace ripo
difesa, a cura di Christina Roaf, Bologna, Commissione per i testi di lingua , 1982, p. 17 [I, 2]; pp. 23-24 [II, 1]): nel prim
neille e di Racine. Quanto al fatto che gli Italiani non avessero una lingua tragica, e che soltanto in questo genere fossero
sca, dal fatto che i Francesi non avessero il medesimo divario fra la lingua della prosa e la lingua della poesia che caratter
ncesi non avessero il medesimo divario fra la lingua della prosa e la lingua della poesia che caratterizzava invece l’italiano
riflettendo su quella che era considerata la «povertà» del francese, lingua che a differenza del greco e del latino non soppo
te et d’Eugène (1671), in cui veniva argomentata la superiorità della lingua francese, quanto della Manière de bien penser dan
iana. Al Bouhours, che celebrava la semplicità e la naturalezza della lingua francese (cfr. l’edizione moderna, con i relativi
o eccesso di raffinamento, volto a compensare le carenze insite nella lingua francese, verranno rimproverate a lungo alla dram
al Bouhours nei suoi Entretiens d’Ariste et d’Eugène — secondo cui la lingua francese veniva considerata la più nobile, e al c
ncese veniva considerata la più nobile, e al contempo la più semplice lingua del mondo. Bouhours aveva infatti sostenuto che l
iù semplice lingua del mondo. Bouhours aveva infatti sostenuto che la lingua francese, a differenza di quella italiana, rigett
conseguentemente aveva raccomandato, a discapito della mimesi di una lingua diastratica, che i discorsi degli eroi non fosser
il Maffei essi costituirebbero la prova della scarsa poeticità della lingua francese, in cui la poesia non può di molto dista
eduto, che il principal difetto della Poesia Francese sia il non aver lingua Poetica, né Poetiche forme e il potersi in questo
o passa a criticare l’impiego di allegorie e apostrofi, tipiche della lingua tragica francese sei-settecentesca, autorizzate i
rasi si rendeva poi necessaria a colmare una carenza intrinseca della lingua poetica francese, ossia la scarsezza dei termini;
orico-linguistico, di Antonio Sorella, «La tragedia», in Storia della lingua italiana, a cura di Luca Serianni e Pietro Trifon
cosa espresse molto bene Monsignore il Bembo nelle prose della volgar lingua », Giambattista Giraldi Cinzio, «Giudizio sopra la
latina, a cura di Christina Roaf, Bologna, Commissione per i testi di lingua , 1982, p. 138. In conclusione l’autore aggiunge c
lessandrini ancora dalla perpetua uniformità del suono, non avendo la lingua né quantità, né varietà d’accenti come la nostra,
fetta in quanto, proprio a causa del fatto che la conformazione della lingua italiana lo costringeva ad impiegare lunghe perif
iani, a cura di Sergio Romagnoli, Bologna, Commissione per i testi di lingua , 1962, pp. XLIII-LVI) —, si permetteva di contest
il formarsi, se da tanto fosse, un nuovo modo: e tanto più in nostra lingua , che delle viventi, di cui notizia abbiamo, l’uni
poema eroico documenterebbero di conseguenza l’incapacità della loro lingua di sostenere la nobiltà che l’epopea comporta. Ca
dal francese — ossia citare uno straniero che loda le bellezze della lingua altrui —, il Bergamasco richiama l’introduzione d
lgere i versi omerici in francese consisteva nell’inadeguatezza della lingua d’arrivo («Toutes les difficultez que j’ai envisa
ta ricostruzione storiografica dell’Algarotti nel suo Saggio sopra la lingua francese (Francesco Algarotti, Saggi, a cura di G
, che rispondevano piccati alla Dacier esaltando l’«exactitude» della lingua francese, Calepio rinfacciava la scarsa estension
ouhours, il quale, negli Entretiens d’Ariste et d’Eugène, accusava la lingua italiana di «tombe[r] dans le ridicule» nel fare
tino — che permettevano di arricchire le possibilità espressive della lingua ; i Francesi, non avendo diminutivi, erano costret
[7.2.6] Viene riconosciuta al francese la superiorità rispetto alle lingua classiche in quanto ad estensione del vocabolario
ntale — delle parole del Martello circa la presunta superiorità della lingua tragica francese a quella italiana fatta dal Seig
io oppone a questa premessa il fatto che Martello ammetta pure che la lingua italiana aveva le potenzialità di forgiare una fo
lessandrini ancora dalla perpetua uniformità del suono, non avendo la lingua né quantità, né varietà d’accenti come la nostra,
», Antonio Conti, Dissertazione su l’Atalia del Racine tradotta nella lingua italiana, in Id., Prose e poesie, t. I, Venezia,
l verso alla prosa, ma in virtù del processo di semplificazione della lingua poetica. [7.3.3] Nelle anonime Réflexions d’un A
p. 456). [7.4.3] Il difetto principale che Calepio attribuisce alla lingua poetica francese è la scarsità di desinenze che c
na spessissimo in fine di verso. Sulle medesime caratteristiche della lingua francese aveva ragionato anche il Muratori, in ri
to anche il Muratori, in risposta alle accuse mosse dal Bouhours alla lingua italiana negli Entretiens d’Ariste et Eugène, in
 Champion, 2003, p. 109). Il Bouhours, nell’esaltare la varietà della lingua francese («Pour les rimes, nostre langue ne les p
odmer, a cura di Rinaldo Boldini, Bologna, Commissione per i testi di lingua , 1964, p. 117, lettera del 20 Agosto 1730), è il
aveva già fatto nel primo tomo della rivista, sulla superiorità della lingua e della letteratura francese a quella olandese, d
naturalezza, oppure sulla maestosità, che si richiedeva alla nascente lingua tragica italiana. Nello scontro ebbe la meglio il
rancese, mantenendosi su posizioni più tradizionali: se è vero che la lingua drammatica deve imitare la prosa, senza la lusing
letteratura a mera riproduzione del reale —, è sufficiente limare la lingua poetica così da renderla spoglia di quell’ornato
iani, a cura di Sergio Romagnoli, Bologna, Commissione per i testi di lingua , 1962, e Pietro Calepio, Lettere a J. J. Bodmer,
e glossario di Sergio Romagnoli, Bologna, Commissione per i testi di lingua , 1964. Appendice indispensabile di questo cartegg
/ 190