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1 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »
Afflisio (D’) Matteo. Lo troviamo fra i Cavalieri napoletani che l’ultimo sabato di Car
ffligga già i lamenti di padri sconsolati di tre dispersi figli, che, fra poche hore, li vedrete lieti coi figli ritrovati 
disprezzati ; ma prendete speranza d’esser un di felici, col vedergli fra poco contenti, e riamati, e fra la pietà e il dol
za d’esser un di felici, col vedergli fra poco contenti, e riamati, e fra la pietà e il dolore vi trattenghino lieti le bra
2 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Venetia li 28 xbre 1681. » pp. 501-502
a inglese. Si recò in America dell’ '82 con Ernesto Rossi, interprete fra lui e gli artisti inglesi. Quando il Rossi tornò,
gati da una volontà che si ribella all’istinto…. Ho ferma fiducia che fra poco rivaleggerà con i migliori campioni della li
n da migliaja, ma da milioni di uomini : riuscire ad essere celebrato fra tutti gli attori paesani, essere ascoltato con af
ttori paesani, essere ascoltato con affetto e con deferenza da alcuni fra essi, può davvero sembrar un prodigio, che sapeva
3 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
te, poichè – osserva saviamente il Goldoni – altra cosa è il recitare fra dilettanti, ed il recitare fra comici. Mutato poi
il Goldoni – altra cosa è il recitare fra dilettanti, ed il recitare fra comici. Mutato poi ruolo, potè più tardi mostrar
4 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo sesto »
lustrazione del mio argomento. [2] Sebbene sia fuor d’ogni dubbio che fra le potenze interne dell’uomo alcuna vene ha porta
l falso quando è conosciuto per tale; è fuor di dubbio parimenti, che fra esse potenze medesime alcun’altra si ritrova, la
amante, addimandate ad un poeta, perché raminghi e soli inoltrandosi fra le più cupe foreste, e fra deserti inerpicati dir
poeta, perché raminghi e soli inoltrandosi fra le più cupe foreste, e fra deserti inerpicati dirupi sfuggano l’uman commerc
lioso. Vedea egli sgorgare da limpida sorgente, e scorrere mormorando fra le verdi rive un ruscello; vedeva germogliare ann
me, ora s’apre in abissi profondi; i frequenti impetuosi volcani, che fra perpetui ghiacci veggonsi con mirabil contrasto a
ica e feroce, qual si conveniva agli abitanti e al paese, prese piede fra gli idolatri della Scandinavia. La guerra posta q
ale consulta piuttosto i sensi dell’uomo che la ragione. Così nemmeno fra le delizie sapevano dimenticarsi della loro fiere
o tanto necessario istillar negli animi teneri siffatte opinioni, che fra gl’impieghi che cercavano i Septi, ovvero sia i p
e serenar a grado loro le tempeste, sedar il mare, sparger il terrore fra gli inimici, sollevarsi nell’aria, trasportarsi i
osta di malattie e render gli uomini invulnerabili, del che non pochi fra loro vantavansi d’aver fatto in se medesimi lo sp
di stravagante, né di contrario, tuttavia considerandola come è nata fra noi dopo la caduta del romano impero, vi si scorg
a dell’ignoranza in cui si trovano di quella favella divina, e so che fra gli altri il Varchi 67 e il Quadrio 68 si sono la
zza che avea presso a’ Greci acquistata, dove la relazione più intima fra queste due arti dopo lungo uso di molti secoli re
sto, inveisce contro a questa fredda filosofia: «È insorta (dic’egli) fra noi una setta di persone dure, che si chiamano so
fine, onde gabbar le fanciulle ben educate. Così ho trovati non pochi fra i lettori, che invidino il talento e la sagacità
ni di sublimità e di follia, d’eloquenza e di stravaganza non trovano fra gli uomini né originale né modello. Sembra ch’egl
5 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quarto »
all’Italia ora inondata da diverse piene di barbari, ora da contrasti fra il Sacerdozio e l’Impero frequentemente sconvolta
a potenti e rabbiose fazioni tra Guelfi e Ghibellini, ora disunita, e fra le sue membra disciolta per la gelosia di piccoli
undecimo secolo, e sul principio del duodecimo. Di lui fanno menzione fra gli altri il Tritemio, Arrigo gandavense, e il Mo
Tritemio, Arrigo gandavense, e il Moreri, i quali l’annoverano anche fra gli scrittori ecclesiastici a motivo di dodici li
ffi non mai. L’uso della rima, la tessitura de’ versi, la proporzione fra gl’intervalli e i riposi nel metro erano conosciu
de ad un ponte levatoio fabbricato dai numi per mantener il commercio fra il cielo e la terra con simili altre gigantesche
ui composizione furono esse modellate. In seguito alcuni bravi musici fra loro composero a bella posta delle arie profane d
d ogni sillaba non più corrisponde che una sola nota. Cotal diversità fra la musica profana e la sacra dee, secondo il mio
Labbeo. [12] Anche i governi secolari fecero qualche volta lo stesso, fra i quali si trova nella storia del Ghirardacci all
i se vero è, come molti scrittori affermano, che il Petrarca trovasse fra i provenzali l’incitamento e l’esempio al suo poe
se presentato nella piazza di Firenze col disegno di voler conciliare fra loro con un’oda i guelfi e i ghibellini, o se un
re e per la celebrità dell’autore, e perché ottiene un luogo distinto fra le composizioni di questo genere: «Morte villan
chiamati “carnascialeschi” a motivo d’eseguirsi in tempo di Carnovale fra le brillanti mascherate, onde tanto si compiaceva
avansi sovra pomposi carri trionfali guidati per le strade di Firenze fra gli applausi del popolo parecchie ingegnose alleg
ti poetici che tuttora si leggono raccolti in due volumi, e ne faceva fra gli altri la musica un certo Arrigo Tedeschi, di
a fra gli altri la musica un certo Arrigo Tedeschi, di cui ci restano fra le carti musicali alcune piccole canzoni poste so
te a tre voci. Succedettero in seguito i madrigali, dei quali abbiamo fra i primi l’esempio in quelli di Lemmo pistoiese po
o impero ammorbidito dal lusso, snervato dalla mollezza, addormentato fra le più ridicole superstizioni. La Grecia tutta fu
maco, Bacchio, e Plutarco furono letti, copiati, ricorretti, e alcuni fra essi interpretati, e tradotti dal Gogavino, da Ca
ossi da Alberto Lavezzola a fine di migliorar la musica, come si vede fra le altre cose dalla bizzarra legge che costrignev
sica celeberrimi, o sparsi con onore, e gradi per il mondo.» 41 E che fra le corti straniere debbano annoverarsi quelle d’I
n Bologna da Niccolò V, sarà sempre dalla memore posterità annoverato fra i più grand’inventori. Egli ebbe il coraggio di s
a Doni. [25] Fu dunque l’eccedente amor della patria (il più lodevole fra gli eccessi quando non vien disgiunto dalla giust
le sensazioni nell’atto che le moltiplica, e la connessione che hanno fra loro tutti gli oggetti del gusto fecero avvertiti
l’accortezza usata da lui nel rubbargli il più bello e il più grasso fra tutti i vitelli dell’armento, cui egli offriva in
ad una principessa la più amabile del mondo dacché Euridice non è più fra i viventi.» Questa cantilena fu all’improvviso in
uccisione del famoso cinghiale di Caledonia offerto anch’esso in dono fra replicati balletti di trionfo al giovine sposo. [
ecero in altri tempi la riputazione del più dilicato e più voluttuoso fra i Romani. I donativi terminarono con un gran ball
orzo, cioè all’acutezza e gravità delle sillabe, e ad alternar queste fra loro in diversa foggia, cioè al numero o ritmo; d
seguivano la poesia, molti pure la coltivarono presso ai provenzali. Fra i Provenzali, egualmente che fra gli arabi un mez
la coltivarono presso ai provenzali. Fra i Provenzali, egualmente che fra gli arabi un mezzo certo d’ottenere l’accesso e i
te a quest’arte. Nella raccolta delle poesie danesi, che dovrò citare fra poco, si leggono i versi d’Araldo principe della
nta gelosia dai Brachmman, o bramini era un articolo, che prescriveva fra le altre prerogative del re anche quella d’avere
quando che sia, di provarlo più a lungo. IV. «Non avrebbe detto, che fra le due poesie il menomo vestigio non si scorge d’
vare nei normanni e nei goti la tessitura dei versi, e la proporzione fra gli intervalli e i riposi nel metro?» Come provar
tura intrinseca delle cose. La tessitura ne’ versi, e la proposizione fra gli intervalli e i riposi sono essenziali ad ogni
sibile che i loro versi non avessero una tessitura, e una proporzione fra gli intervalli e i riposi analoga a quella delle
el settentrione, di cui facevano parte i due popoli in questione. Che fra gli eruditi vi siano delle controversie intorno a
ifferenza. XI. «L’unica ragione da lui addotta per negar la parentela fra la poesia araba e la provenzale si è che il timid
ar modo la poesia e i poeti ? Non eresse un’Accademia in Palermo dove fra le altre facoltà si coltivava quella dei versi? N
ei versi? Non si leggon tuttora le rime di quelli Accademici inserite fra le rime dei poeti antichi del Giunti, e in altri
oporsi dai Greci nelle tenzoni o combattimenti poetico-musicali usati fra i ceteratori ne’ giuochi pitici. Si facevano essi
6 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
ompagnia stessa nella scorsa quaresima, e che ora partì per Trieste. Fra le opere del Cuccetti son da annoverarsi il Mitri
e otto repliche consecutive. Ma quel che tiene ancor vivo il nome suo fra gli scrittori di cose di teatro è un’opera presso
7 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo terzo »
o, e di Giovanni Murs. Rappresentazioni de’ secoli barbari. Paralello fra esse, e quelle dei Greci. Progressi, e cangiament
lo dopo, cioè a’ tempi di papa Adriano s’eccitò la tanto celebre lite fra i cantori romani e francesi circa il primato del
e Romani, dice che Adriano Pontefice mandò in Francia maestri i quali fra le altre cose gli istruissero nell’organare in ar
ale nel suo libro intitolato Speculum musica, che si conserva inedito fra i manoscritti della Real Biblioteca di Parigi, pa
ale fece un lungo comento al libro del Muris, che si conserva inedito fra la raccolta di monumenti esistenti nella libreria
vano nella tomba per sempre insiem coi loro inventori, o si giacevano fra l’eterno silenzio delle monastiche biblioteche po
a tragedia greca, che nacque, a ciò che si dice, nelle feste di Bacco fra il tripudio e l’allegrezza degli agricoltori. Giu
tume durò sul teatro costantemente fino ai tempi di Sofocle, il primo fra i tragici antichi che cominciasse ad abbandonarlo
imo fra i tragici antichi che cominciasse ad abbandonarlo. Similmente fra noi le persone di chiesa s’applicarono a siffatto
autori di esse rappresentazioni nei diversi paesi. L’impiego di poeta fra i primi Greci era di somma importanza, e consider
irettori degli spettacoli, non venivano eccettuati. Si riputava dotto fra essi chi sapeva leggere, e molti ignoravano persi
di questa, tenne dietro anche quella della morale. Giunsero non pochi fra loro a scordarsi, che la simonia, la venere sciol
e loro quella distanza infinita, la quale, togliendo ogni proporzion fra gli estremi, rende inapplicabile qualunque teatra
coli, le belle arti, la politica e la religione erano talmente legati fra loro, e, per così dire, innestati, che non poteva
e di tal importanza furono considerate. [13] Tutto l’opposto avviene fra noi. Il cristianesimo, quella religion santa, che
ioni degli uomini, e far un materiale spettacolo della più spirituale fra tutte le religioni. Perciò gli argomenti sacri de
avano ignudi in presenza di tutti. Talvolta i secolari si mischiavano fra il clero per averne anch’essi l’onore di rapprese
lio, che si fermenti nel tempio, e sotto gli occhi dell’Altissimo che fra le domestiche mura? Il liquore della saviezza è t
orgio e Gedeone, altercando insieme per sapere chi fosse il più bravo fra di loro. Sopragiugne Sansone con una gran mascell
ente. I1 terzo, ove s’inventò il contrappunto chiamato “a mente” nato fra il duodecimo secolo e il decimoterzo, cioè quando
quelle che potevano usarsi, come fece con bolla espressa che trovasi fra le stravaganti. Il quarto, ove s’introdusse il co
ma latino, e si riempivano di sentimenti inettissimi, o incompatibili fra di loro37. Da ciò ne risultava altresì che il pop
entimenti cantati un tempo sull’arpa di Davide seguitano a replicarsi fra noi da quelle bocche avvilite, cui meglio assai c
avvilite, cui meglio assai converrebbe intuonar l’inno della ebrietà fra gli evirati sacerdoti di Cibele. 20. [NdA] Tom.
8 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 662
on tale spontaneità e con tal verità che potè esser sempre annoverata fra le più forti attrici d’Italia. Fra le parti che e
à che potè esser sempre annoverata fra le più forti attrici d’Italia. Fra le parti che ella recitò con singolar valore, Fr.
9 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 294
re di commedie non mai edite, e di farse mescolate di musica e prosa. Fra le commedie inedite, il Bartoli cita : L’Impegno
Impegno della vera amicizia, La Donna di casa, e L’Irlandese fedele ; fra le farse pubblicate, Il Pellegrinaggio, Il diavol
10 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo undecimo »
n essa più trasandato che nelle altre, ma perché dovendo restringermi fra i limiti di quella discreta brevità, che richiede
   De’ numi il nume         Canori accenti         Spiegò talor; Se fra gli armenti         Muggì negletto         Fu sol
della filosofia che disamina e fortifica i doveri dell’uomo, scienza fra tutte le altre l’unica degna di considerazione, l
mi sembra così grande, l’eroismo giugne a segno così eminente che se fra noi si dasse un ostracismo poetico, come presso a
mano pensier; L’innocenza è quell’astro divino,         Che rischiara fra l’ombre il sentier.» [17] Alle volte è una serie
venustà rivesta egli gli argomenti più astratti della filosofia; come fra le sue mani le cose più spinose fioriscano, avver
favola di Armida che cangiava in giardini i deserti. [20] È quistione fra i critici illuminati se possano degnamente tratta
vederlo. Ozia. Un dì potresti        Meglio fissarti in lui: ma puoi fra tanto        Vederlo ovunque vuoi. Ach. Vederlo!
finezza, il sempre gradevole e non mai repugnante contrasto che mette fra le scene che parlano agli occhi, la varia e molti
oi componimenti il segreto ma costante rapporto che dee metter l’arte fra la musica e la prospettiva, o ciò ch’è lo stesso
ee metter l’arte fra la musica e la prospettiva, o ciò ch’è lo stesso fra l’occhio e l’orecchio ne vedrebbe quante fatiche
guardie reali, e si disvia inseguendone alcune alla sinistra. Intanto fra il baleno de’ frequenti lampi, fra il rimbombo de
done alcune alla sinistra. Intanto fra il baleno de’ frequenti lampi, fra il rimbombo de’ tuoni, e fra il mugito marino, a
tanto fra il baleno de’ frequenti lampi, fra il rimbombo de’ tuoni, e fra il mugito marino, a vista delle navi, e de’ nocch
vi, e de’ nocchieri, balzati dall’onde e sospinti dal vento si urtano fra di loro, si frangono, e si sommergono in parte; s
tumultuosa sinfonia nella spiaggia e nel porto ostinato combattimento fra le squadre di Sammete e le guardie reali, vincitr
cque, le quali o scherzano ristrette ne’ fonti, o serpeggiano cadendo fra i sassi delle muscose grotte liberamente sul prat
ici, colle lagrime delle donne, e colle speranze dei cortigiani. [30] Fra questi due estremi egualmente lontani dal vero sc
, né esigenza che non partecipi della influenza di entrambi principi: fra questi estremi inapplicabili l’uno e l’altro alla
delle aquile romane sbigottite dal furore di Attila; sentir sospirare fra gli allori trionfali un Cesare arbitro del destin
irtù, la sapienza, la grandezza, il valore, in una parola quanto avvi fra gli uomini di più cospicuo, e di più rispettabile
ride ogni esempio, e ne soverchia ogni regola, tanto più il paralello fra Metastasio ed Ariosto divien favorevole al primo.
m’addimandasse il mio sentimento; se non mi fosse permessa la scelta fra la prudenza che ne schiva il cimento e il comando
ti che vorrebbero arrestar il volo del tempo e imprigionar la ragione fra lacciuoli tessuti di tela di ragno, i progressi d
lo in maniera poco conveniente allo scopo del teatro. Non v’è un solo fra suoi drammi, (s’eccettuati non vengano gli orator
Essa è come il governo dei tiranni, i quali o regnano dispoticamente fra la strage e il sangue, o perdono il trono e la vi
age e il sangue, o perdono il trono e la vita. O l’amore trionfa solo fra i tumulti e le peripezie, o tenendo il secondo lu
tore di Cartago in mezzo alle cure di una importantissima commissione fra le due repubbliche, abbia l’agio di sospirare tra
Romani; come Fulvio inviato da Roma per decider sul destino del mondo fra Cesare e Catone possa, senz’abbassar il proprio c
urpatore fortunato. [44] Nè può piacere al buon senso che uomini nati fra gli scogli della Mauritania, o sulla riva del Gan
 Sciolta in sospiri         Sul volto amabile         Del caro ben. Fra lor s’annodano         Sul labbro i detti;       
ano         Sul labbro i detti;         E il cor, cbe palpita          Fra mille affetti         Par che non tolleri        
o stile del più alambiccato platonicismo? «Romolo! E come mai         Fra le minacce ostili, in mezzo a tante        Cure d
no quelle tante scene inutili, e di puro riempitivo, inserite a forza fra le altre solo per non perder l’usanza di metter d
su altri oggetti estranei del tutto a ciò che si rappresenta. Del che fra i molti esempi che potrebbero addursi, basti per
iasti            Non dovresti invidiarne. Io giurerei,            Che fra pochi non sei tenaci ancora            Dell’antic
e in mille guise a cimento una frivola passione. Il Catone in Utica è fra l’altre una pruova luminosa, nonostante la tenere
mo l’udienza che gli aveva dianzi promessa, né si sdegna di mischiare fra le cure pubbliche e in giornata così decisiva il
incipesse si travestano sì spesso in pastorelle, e menin la vita loro fra le selve senza contrasto alcuno e senza sospetto;
te al soggetto di combinar colla scena l’azione e di metter d’accordo fra loto tutte le cose rappresentate? Come ottener l’
patetico può dilettare per un momento bensì, ma la mancanza d’accordo fra le parti, l’inverosimiglianza che traspira nel tu
dovrebbe essere il Cupido di Lucio Apuleio riposando voluttuosamente fra le braccia di Psiche, ma bensì quest’altra terrib
le parole collo spago troverà, che le due proposizioni si conciliari fra loro benissimo, poiché la prima riguarda in gener
o esame, non dovendo egli ignorare che la religione de’ maghi contava fra suoi dogmi quello di escludere i simolacri degli
11 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1005-1006
artoli cita la Rosalia nel Jeneval di Mercier, tradotto dalla Caminer fra le parti che la Gavardina recitò con maggior lode
col labbro in misurati accenti i diletti d’amore, oppur le pene, qual fra le gioje, o tra gl’infausti eventi un tenerello c
i in sulle scene ; e sì n’ alletti, che ciascun pur senti te innalzar fra le bionde Dee Camene. Di tua virtude il luminoso
12 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo duodecimo »
rario, non ha potuto produrre effetti simili a quelli che producevano fra loro le medesime cose. Gli uffizi di poeta, di mu
lle che contribuiscono a formar il melodramma. La prima è che essendo fra noi da gran tempo separate la filosofia, la legis
na o pochissima utilità. Difatti qual diversità d’impiego non trovasi fra il Metastasio e lo Zeno costretti di servire ai c
la ha di comune colla successione dei tuoni della musica imprigionata fra i ceppi di tante regole armoniche. Svanendo adunq
gorie la prodigiosa influenza che acquistò sugli animi di quei popoli fra le mani di Lino, d’Anfione e d’Orfeo. Più varia i
monarchie si regolano in oggi coi maneggi del gabinetto110. Sorgevano fra i Lacedemoni dissensioni civili? Ecco veniva Terp
tabile ed incorrotta nella sua istituzion primitiva. Furono singolari fra gli altri quelli di Sparta e di Creta. Tutte le l
a. Da ciò si rileva altresì il perché in seguito gli uomini più saggi fra i Greci, persuadendosi che fosse più utile anzi n
cché sotto il governo degli Anfizioni s’introdussero in Atene le gare fra i ceteratori, cioè fra i poeti che cantavano le p
egli Anfizioni s’introdussero in Atene le gare fra i ceteratori, cioè fra i poeti che cantavano le proprie poesie accompagn
e cantavano le proprie poesie accompagnandosi colla cetra, e le sfide fra i suonatori di diversi strumenti. Un certo Polinn
ella poesia, del ritmo e della musica. I compositori per distinguersi fra gli altri non seppero rinvenir altra via che la n
risce la medesima cosa parlando delle antiche cantilene della Chiesa, fra le quali se si ritrova qualcheduna talmente grave
il gusto della musica che vi regna» diceva Confucio. Ma quanto siasi fra loro cambiata questa influenza dacché s’introduss
nfluenza dacché s’introdusse un maggior artifizio ne’ suoni apparisce fra l’altre pruove dalla dichiarazione fatta dall’imp
ra anch’ella una specie di canto nelle misteriose parole che borbotta fra se. Coll’aiuto d’una sconosciuta e barbara musica
separatamente prese, e dall’intima corrispondenza che metter seppero fra tutte come linee dirette ad un solo centro, devon
e di Omero in questo genere, come quelle altresì dei poeti drammatici fra i quali basterà per ultimo l’addurre una pruova t
ro non sanno vedere che un accozzamento insignificante di sillabe era fra le mani d’Omero, d’Alceo, e di Pindaro il pennell
te e immediatamente sulla sensibilità degli uomini, egli è chiaro che fra le mani d’un saggio filosofo diverrà esso uno str
ani d’un saggio filosofo diverrà esso uno strumento della virtù, come fra le mani d’un accorto legislatore diverrà il veico
mpre gli vediamo intenti a trascegliere quei tuoni, quelli intervalli fra gli altri, quei menomi componimenti specifici che
erché nessuno ha voluto chiamarli a contrasto. Come la musica risorse fra noi ne’ più barbari secoli, nei quali gli spiriti
r saputo noi mettere un rapporto abbastanza confaccente ed intrinseco fra queste due facoltà, l’altro all’usarsi da noi un
che prima era in uso nelle musiche di camera, giace oggidì inoperoso fra le raccolte dei rimatori. Il sonetto, la canzon p
iché misurandosi tutti tre ad un modo, cioè con una tripla, rimangono fra loro indistinti. né sono il trocheo ed il giambo
acondia, e così delle altre affezioni dell’animo in guisa tale che se fra loro si mischiano movimenti di diversa natura, no
che il movimento dovrà colla sua velocità aumentarne l’effetto, e che fra tutte le voci dovrà scegliersi quella del soprano
o la forza del tuono dominante, o faran nascere una cotal distrazione fra la voce principale e le aggiunte, che non potrà m
n l’effetto; fintantoché i minimi componenti dell’armonia non avranno fra loro un essenziale e perfetto combaciamento; fint
dA] De Repub., Lib. 3. 120. [NdA] De Musica. 121. [NdA] È singolare fra le altre la storiella che si racconta di Pitagora
di flauto cambiasse il modo nella misura espondaica. Che peccato, che fra le tante belle invenzioni di Pitagora si sia perd
to. Alcuni desumono la loro diversità dalla sola differenza che corre fra i gradi dell’acuto e del grave: altri dall’indole
nostra. E dopo tale e tanta ignoranza si trovano pure degli scrittori fra noi che con grossi tomi corredati da citazioni pr
13 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Avvertimento al lettore per la presente edizione »
I teorici non si sono occupati che di regole, combinazioni e rapporti fra i suoni; in una parola, della sua parte matematic
e dai moderni musici, ma le quali io giudico essere le più essenziali fra tutte, poiché c’insegnano l’uso che dee farsi de’
14 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 234
Astori. È citato da Maurice Sand fra i principali attori che sostennero in Italia la m
teatro di Avignone una parte della compagnia di Parigi. Si annunziava fra l’altre cose che l’Astrodi doveva cantare e balla
15 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 125
Tommaso Salvini, ammiratissima, in ogni tempo, e nelle parti comiche, fra cui la goldoniana Cate, e nelle tragiche, fra cui
e nelle parti comiche, fra cui la goldoniana Cate, e nelle tragiche, fra cui l’ alfieriana Clitennestra. Fu poi con la soc
16 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo nono »
ilità del terreno. [2] Tuttavia non poteva a meno di non avvenire che fra le tante lascivie dell’arte, ond’erano ingombrate
fisici, sa dipingere il mormorio d’un ruscello che scorre lentamente fra l’erbe, e lo strepito d’un torrente che romoreggi
idee, comunica loro quella espressione, che da sé sole non avrebbero fra le mani di un grammatico. Ora come la melodia è p
anomalie de’ nomi e de’ verbi. Ma fintantoché il compositore resterà fra cotai cancelli, la musica non avrà né vita né spi
del contrappunto, a concertar con più esattezza le parti, a connetter fra loro i passaggi secondo il luogo, che debbono occ
necessariamente portare ciascun’arte alla rispettiva lor perfezione, fra le quali la musica ebbe non mediocre fortuna. Lui
le, e Menandro, e Filomene concorrere nell’Odeon d’Atene a disputarsi fra i lietissimi applausi del radunato popolo ora il
ver fatto un grandissimo dono alle scienze armoniche nella persona di Fra Giambattista Martini il più illustre fra suoi dis
e armoniche nella persona di Fra Giambattista Martini il più illustre fra suoi discepoli. Niccolò Porpora, napoletano, e Ri
trovava presso alla corte di Francia per iscacciarnelo da quel regno. Fra i rinomati discepoli di questo grand’uomo la post
corda, o questi all’incontro su quelli; che non convenendo mischiare fra loro suoni di diversa natura, faceva di mestieri
o, bisognava studiar bene la natura di ciascuno per meglio combinarli fra loro, e farli muovere a luogo e tempo; che i suba
sica. Con tali massime generali ordinarono gl’Italiani l’orchestra, e fra gli altri i maestri napoletani, alla particolar a
, il quale maneggiò da filosofo e da uomo di genio la musica. Veggasi fra le carte del Dizionario di Rousseau la pittura de
i a ben rappresentarlo. La più interessante, poiché egli è certo, che fra tutte le imitazioni possibili la più gradita al c
i, Tommaso Guarducci, e Giambattista Mancini, che si è anche distinto fra i letterati pel suo bel libro intitolato Riflessi
cie delle paludi, i nomi della Bulgarini, e di Metastasio brilleranno fra i posteri finché esisterà negli uomini un qualche
tanti?» L’altro è il famoso Benedetto Marcello patrizio veneto, genio fra i più grandi che abbia nel nostro secolo possedut
nza, che non lice ad alcun nocchiero schivare se annoverato non viene fra que’ pochissimi, cui propizio sorrise Giove dall’
a suoi tempi mirabilmente fiorirono le lettere e i letterati non men fra i cristiani che fra i pagani». Muratori, Annali d
lmente fiorirono le lettere e i letterati non men fra i cristiani che fra i pagani». Muratori, Annali d’Italia ann. 395. II
17 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosesto »
enna luminosa del genio. Al presente restano a disaminarsi gli ornati fra i quali il ballo ottiene un luogo così distinto c
passarlo sotto silenzio sarebbe lo stesso difetto che il tralasciare fra le regole dell’architettura quelle che insegnano
li altri, per costituire un’arte, hanno bisogno d’essere imprigionati fra certe leggi inalterabili e severe, le quali sono
i del corpo una continuazione concertata ed armonica. La comparazione fra il canto e il ballo può condursi ancora più avant
acità affine di accrescer la somma dei nostri piaceri, e di stabilire fra uomo e uomo un novello strumento di comunicazione
e il cuore umano; posciachè i mezzi in apparenza più triviali possono fra le mani d’un legislatore filosofo divenire molle
filosofia dal cielo, colui che dall’oracolo fu riputato il più saggio fra gli uomini, il maestro di Eschine, di Platone, e
a, nelle campagne per implorare dai numi l’abbondanza delle raccolte, fra le mura domestiche per educare la gioventù e in m
a danza pantomimica. Dico che furono i primi, poiché sebbene trovinsi fra i Greci surriferiti alcuni gesti esprimenti un qu
sservazioni è diretta a far vedere di qual perfezione sarebber capaci fra noi le arti pantomimiche avendo mezzi più efficac
si lasci al ballo un’illimitata licenza sul teatro senza restringerlo fra quei cancelli che prescrivono il buon gusto e la
in un ballo per esempio di villani o di marinari avvolti i danzatori fra le squallide vesti, coi muovimenti scompassati e
personaggi s’osservano. E ciò sotto pretesto di esatta rassomiglianza fra l’imitazione e l’imitato. [10] Dalla necessità ch
a voce, e nell’atteggiamento167. Il saperli afferrare e il combinarli fra loro, formando una serie ragionata, è quello che
d’un sol uom sostenga, Quando bisogna il coro: e ciò che suole Cantar fra un atto e l’altro, al fin proposto Ben s’adatti e
re a questo che sedusse gl’inventori della drammatica, determinandoli fra gli altri errori a troncar i componimenti per met
rminandoli fra gli altri errori a troncar i componimenti per mettervi fra atto ed atto intermezzi d’ogni maniera, i quali f
evono escludersi dalla gloria che giustamente ad essi appartiene. Tre fra loro seppero acquistarsi un gran nome anche fra l
essi appartiene. Tre fra loro seppero acquistarsi un gran nome anche fra le nazioni oltramarine, e l’oltramontane. [22] Il
ad Alithia compagna inseparabile del più saggio e del più illuminato fra i re. Dopo questo recitativo il vecchiardo accomp
presso ai Francesi, erano quelli detti della corte antica, ne’ quali fra gli altri compositori si distinse particolarmente
dri per la rappresentazione delle pastorali da lui modulate e celebre fra gli altri divenne uno chiamato il Granduca. In se
sentarono i più rinomati componimenti182. Angiolini campeggia in oggi fra gli altri non meno per la bravura nell’inventare
di maggioranza quale non ebbe mai per l’addietro sulla scena italiana fra le mani principalmente di le Picq, di Vestris, di
irlo come presso ai Greci; la musica greca fu dunque e dovette essere fra tutte la più perfetta. Per la ragione de’ contrar
temente affermerò si è che tali effetti della mimica, come si coltiva fra noi, sono accidentali, ch’ella ha dei vizi intrin
a non può se non che troppo difficilmente farci vedere la connessione fra essi. Come ci farà ella, per esempio, conoscere c
a di mezzi proporzionati esporre agli occhi la legatura degli oggetti fra loro, né il risalto che acquistano dalla riflessi
spagna tra Don Quisciotte e Sancio Panza, tra Rozzinante il più leale fra i cavalli e Ruzio il più mansueto fra i giumenti1
za, tra Rozzinante il più leale fra i cavalli e Ruzio il più mansueto fra i giumenti183.‌ Balli dove niuna convenienza si s
iva. I marinari sbarcano, adocchiano l’incaute danzatrici, e divisano fra loro di rapirle. Quella ch’era arrivata l’ultima
roca pugna vengono ad un accomodamento, i cui patti sono di dividersi fra loro l’amabil preda. Benché le greche si mostrino
omento dell’anzidetto ballo con una chiarezza che certamente da niuno fra gli spettatori si ravvisava sul teatro di Bologna
ra, e che sempre ne distrae l’attenzione dello spettatore dividendola fra lo spettacolo e il libro, non pruova ella più d’o
che verranno dopo, e mettendo in tal modo una connessione, un vincolo fra tutte le parti dello spettacolo. Costume che ries
Réflexions sur la poésie et la peinture, Tom. 3. Sec. 10. 182. [NdA] Fra gli altri merita particolare stima Don Vincenzo M
18 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 355-357
atro è scuola di morale esperienza e di pubblica istruzione. Il vizio fra la dolcezza del riso sferzato ed avvilito, l’orgo
io fra la dolcezza del riso sferzato ed avvilito, l’orgoglio fiaccato fra la semplicità dello scherzo, la virtù trionfante
ito. L’allegoria che verrà esposta è un Capo d’opera in simil genere. Fra la più grande illusione della (per così dire) Mag
19 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 347-348
tto a battersi con la spada, lo distese morto, passandogli il fianco. Fra i documenti che concernon la Compagnia del Duca,
Altezza si fecero la scena, e qualche palchi per modo di provisione. Fra le carte di Don Alfonso furon rinvenute parecchie
le carte di Don Alfonso furon rinvenute parecchie cambiali di comici fra cui di Riccoboni, in data del 28 aprile 1677, che
20 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo decimoterzo »
, e se tutte le parti che concorrono a formar lo spettacolo non hanno fra noi quella relazione e congegnamento totale che f
ttacolo non hanno fra noi quella relazione e congegnamento totale che fra loro avean messi la lunga usanza di molti secoli
ione aggradevole. [2] Alcuni compositori italiani, e non pochi ancora fra i moderni poeti hanno fatto vedere in pratica ciò
ci. Colpa è di loro la niuna rassomiglianza che ravvisa lo spettatore fra la natura che doveva imitarsi, e le belle arti ch
o poco a poco più ricchi, l’orchestra acquistò maggior forza e vigore fra le mani principalmente del Buranello, dell’Hass,
stile agiato e torrente che proprio sembra di alcune scuole tedesche, fra le quali campeggia quella del celebre Giovanni St
quelli che sono più conformi alla natura. Imperocché egli è certo che fra l’imitazione che si propone la musica vocale, e q
orrere, il fuggire, il ripiegarsi, il vivace gorgogliar di quell’onda fra le rive? Certo è ch’egli farebbe schiamazzar dall
del personaggio. Havvi degli accessori nelle passioni, dei contrasti fra le idee, delle alternative fra i sentimenti, dei
ccessori nelle passioni, dei contrasti fra le idee, delle alternative fra i sentimenti, dei silenzi che nulla dicono perché
ar brevemente. La prima si è la difficoltà che apparisce nel combinar fra loro tante parti diverse subordinandole in manier
nta opportuno. Quel proemio musicale maneggiato a capriccio introduce fra l’aria e il recitativo un divario troppo marcato
stri colla dovuta accuratezza lo scambievole rapporto degli strumenti fra loro, e colla natura dell’oggetto cui devono rapp
he circostanza affettuosa ed allegra. Tale sarebbe il ritorno di Ezio fra gli applausi e l’allegrezza d’un popolo che si ve
un organo nella orchestra, che suonato in qualche occasione a solo, o fra gl’intervalli degli strumenti, o anche con un leg
asso, ma essendo intermedie tra quelli e questo, servirebbero ad unir fra loro con una certa continuità i suoni diversi, e
scia per formar una idea complessa; debbonsi in tal guisa subordinare fra loro i suoni, che l’unione dell’uno non nuoca pun
guire in ristrettezza di fortune mentre che il fratello maggiore vive fra il lusso e l’opulenza. Il suo destino è di essere
ne, o repetizione dei periodi che si fa nella prima, se non in quanto fra le pause della voce l’orchestra porge di quando i
e del figliuolo, ch’era l’unico oggetto delle sue tenerezze, si sente fra i singhiozzi che le offuscan la voce fra le lagri
elle sue tenerezze, si sente fra i singhiozzi che le offuscan la voce fra le lagrime che le inondano il sembiante, fra gli
che le offuscan la voce fra le lagrime che le inondano il sembiante, fra gli amplessi onde si stringe al seno il freddo ca
i metterà “La bellezza del cielo è un raggio”. Galuppi, rinomatissimo fra i maestri, ha nel dramma intitolato I tre amanti
direi) venute a nausea per la loro frequenza. Anfossi, che pur non è fra cotesto volgo, non ha avuto difficoltà d’impiegar
mpreso nelle parole. Queste due cose hanno una così stretta relazione fra loro che la musica fatta sulle parole d’un’aria n
en rivolto il pensiero a siffatta massima ch’è il cardine dell’unione fra la musica e la poesia? Hanno neppur sognato a mod
ificare la benivolenza, la divozione, la pietà e l’amicizia, passioni fra loro cotanto differenti. Il sospetto crudele, l’a
termine         De’ suoi contenti         Piange quest’anima          Fra pene e stenti         L’inesorabile         Suo f
metodo con cui s’insegna in Italia ai maestri cotal genere di studi. Fra tutti i rami della educazion letteraria non avvi
cazioni intellettuali dell’umano spirito hanno così stretta relazione fra loro che non può farsi gran via in una scienza o
rovatore facile e fecondo massimamente nel buffo, e che forse ottiene fra i compositori lo stesso luogo che Goldoni fra i p
fo, e che forse ottiene fra i compositori lo stesso luogo che Goldoni fra i poeticomici; d’un Paisello tornato poco tempo f
ttuosa, e sommamente cantabile; d’un Sarti degno di essere annoverato fra i più gran compositori del suo tempo pel colorito
21 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo ottavo »
o altra regola che il capriccio di chi le inventa. Saranno giudiziose fra le mani d’un Tasso, o d’un Fenelon, ma diverranno
ose fra le mani d’un Tasso, o d’un Fenelon, ma diverranno stravaganti fra quelle d’un Ariosto o d’un Marini. [3] La seconda
erizzano un gran poeta, contribuì coll’autorità che aveasi acquistata fra suoi nazionali in un secolo, che di già inchinava
che portavano sul dosso torri piene di soldati armati, una gran valle fra due montagne, la piazza di Babilonia, le tende mi
lla magnificenza ed apparato delle comparse, e memorabile si rendette fra gli altri drammi la Divisione del mondo rappresen
alli, e riempirono gli intervalli coi soli cori; ma tosto degenerando fra le mani degli altri compositori, né sapendo quest
o da uomo stimato prima il più saggio di tutti. V’erano dei drammi, e fra gli altri quelli di Giulio Strozzi, fiorentino, d
he può essere agguagliata soltanto da quest’altro amabile dialoghetto fra Egeo e Demo nel tanto decantato Giasone di Giacin
ia: «Graditi orrori, Coprite il dì: Ammantate sì sì l’eterea mole Se fra l’ombre degg’io godere il Sole.» [11] Nella Dori
nologo fatto ad imitazione di quello d’Amarilli nel Pastor fido, dove fra le altre cose Dorinda dice: «Niso amato ed amant
rà ampiamente nel Quadrio di che soddisfarsi. Aggiugnerò soltanto che fra i moltissimi componimenti che mi è convenuto legg
conda parte (poiché in due sole è divisa) viene un mercante, il quale fra le altre recita la seguente arietta:            
spargere il buon gusto, cioè il Trattato della musica scenica, rimase fra le tenebre inedita fino a’ nostri giorni. Anche i
e fu il dicadimento della poesia, giacché tale è il vincolo che passa fra codeste due facoltà sorelle, che, ove l’una si gu
e della bellezza e del sesso; lo spirito di dissipamento che spargono fra giovani scapoli, i cattivi effetti del quale si r
oemi d’Omero che i libri d’Aristotile o le oziose metafìsiche dispute fra i discepoli d’Epicuro, e quei di Zenone. Ma sicco
22 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 387
tro in obbligo di conoscere i bisogni della mia Compagnia, ho cercato fra gli Accademici, se si poteva trovare uno che con
que, se con pari ardore vorrà farsi valere in ogni rappresentazione. Fra le parti, in cui fu da’contemporanei proclamato i
23 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 547-549
di buon artista per le grandi parti di primo attore padre, e tiranno, fra le quali primeggiava sempre quella di Aristodemo
iperbolica apologia dell’artista e dell’uomo. Antonio Stacchini ebbe, fra altri, un figlio, Paolo, stato artista alcun temp
ntitolò Alessandro Manzoni, composta di una buona accolta di artisti, fra cui la Raspini, la Chiari, la Bianchi, la Miani,
24 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 424-425
Bianchi Andrea. Attore e capocomico pregiato. Ebbe fra i suoi stipendiati i migliori artisti della sua e
o. Ebbe fra i suoi stipendiati i migliori artisti della sua epoca ; e fra gli altri Demarini e Vestri. Ma, ahimè ! Momento
25 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 214-215
incere, a volte entusiastiche. Creò con assai plauso non poche parti, fra cui, quattr'anni or sono a Firenze quella di Baro
ni or sono a Firenze quella di Baronessa nella Marcella di Sardou. Fra le pubbliche testimonianze di ammirazione ch'ella
26 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quinto »
galesca italiana fiorivano. E però mal a proposito è stato annoverato fra gl’inventori del melodramma da quegli eruditi che
iene il parlare; basterà dire soltanto che la disputa su tali oggetti fra il Vicentini e Vincenzo Lusitanio scrittore di mu
hé cangiarsi non potevano gl’inalterabili rapporti messi dalla natura fra i suoni e l’orecchio, e però convenne appigliarsi
azioni e studiar con ogni accuratezza le relazioni poste dalla natura fra le parole e il canto, Vincenzo Galilei entrò cora
ù bella delle lingue europee, nullameno per le differenze che corrono fra l’armonia musicale e la poetica, delle quali parl
offriva ai musici uno stile somigliante alle miniere del Brasile, ove fra la terra e la scoria veggonsi a tratto a tratto s
orato in oggi dai poeti e dai musici, ma che merita un luogo distinto fra gli uni e fra gli altri: «Udite, udite, amanti,
dai poeti e dai musici, ma che merita un luogo distinto fra gli uni e fra gli altri: «Udite, udite, amanti,         Udite
volto, e le dorate chiome.          Indi s’udio il tuo nome           Fra le labbra suonar fredde e tremanti:          E vo
i,          Morte spense il bel lume, e freddo e solo          Restai fra pianto e duolo,          Com’angue suole in fredd
o ove Arianna si lamenta dell’abbandono di Giasone, passò lungo tempo fra i musici per capo d’opera dell’arte in quel gener
no secondo che richiedeva la lor lentezza o velocità, e tenersi fermo fra le false e buone proporzioni, finché passando per
dete le gloriose fatiche degli altri secoli, ditemi se alcun si trova fra voi che sappia tanto avanti nei principi filosofi
no bensì d’averla veduta. A me pure è venuto fatto d’averla alle mani fra le carte musicali, ove sempre rimase. né la music
antalone, Arlecchino, Brighella, e il capitano Cardone spagnuolo sono fra gli altri i leggiadri personaggi. Si parla in cas
ar ne debba da tutto ciò. Sentasi nell’atto secondo il gentil dialogo fra Isabella e il capitano spagnuolo, il quale per an
diletti che nascono dalla novità; cerca altresì di mettere un ordine fra esse, perché queste risparmiandole la fatica, nel
27 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 478-485
giacchè nelle arti non si rinnega mai il passato, si oscillò dapprima fra la verità e la forza, poi si trovò cosa comoda di
cosa comoda di scambiare il languore per verità ; tantochè oggi anche fra gli attori ben pagati non mancano taluni che fann
ostrano il gomito appena escono dal loro piccolo seminato. E dire che fra i nuovi sopraggiunti ve ne hanno degli altri, che
e camorre che caratterizzano l’epoca nostra. Per mafia e per camorra, fra capi-comici e autori, fra autori e giornalisti, f
no l’epoca nostra. Per mafia e per camorra, fra capi-comici e autori, fra autori e giornalisti, fra giornalisti ed attori,
ia e per camorra, fra capi-comici e autori, fra autori e giornalisti, fra giornalisti ed attori, fra attori e frequentatori
comici e autori, fra autori e giornalisti, fra giornalisti ed attori, fra attori e frequentatori di caffè si formò una tene
nube sopra gli applausi meritati, si seguitò a battere le mani anche fra gli sbadigli del pubblico. Dicesi che su certe vi
28 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 228
rnardo, Isabella e il ballerino Alessandro Vulcani aveano tre camere, fra le quali una grande per le prove. Le coppie Franc
Le coppie Franceschini e Bertoldi, il capo, due ciascuno ; gli altri, fra cui un nuovo venuto dottore Nicoletto Articchio u
29 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 614
po, ma poi diessi alla fatica di suggerire. Scrisse varie commedie, e fra le altre Il Genio benefico, commedia con trasform
i Milano. La musica fu del celebre maestro signor Pietro Guglielmi, e fra gli attori era per la Madama Minima Laura Cavalie
30 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 985-986
gnia de’Fedeli (V. Andreini Virginia), e lo vediamo a Parigi il 1621, fra i sottoscritori di una supplica del 12 maggio al
a Parigi il 2 ottobre 1624. Il personaggio di Capitano Rinoceronte è fra le altre commedie nella Pirlonea di Ludovico Mari
31 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « LUIGI RASI. I COMICI ITALIANI » pp. -
atro ; e dacchè nei secoli scorsi, i nostri attori tennero il primato fra tutti, e diffusero la commedia italiana, specialm
ciò più specialmente contribuirono il Sand e il Campardon in Francia, fra noi il compianto Adolfo Bartoli e altri. Il mater
, si vede già da queste prime 172 pagine dell’opera, dove si trovano, fra altre minori, le biografie di quattro comici anti
seri della gloria rumorosa ed effimera, vissero la loro vita agitata, fra le miserie e le gaiezze, fra gli applausi e le in
effimera, vissero la loro vita agitata, fra le miserie e le gaiezze, fra gli applausi e le insurrezioni delle platee. Il R
32 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 62-67
ncia la Celia il 1571 e '72. Nel 1627, giudicata dal Gabbrielli prima fra le prime donne, avrebbe avuto al meno al meno set
, nell’ottave 68, 69 e 70 del Canto XVII dell’ Adone, la mette quarta fra le Grazie : Un’altra anco di più, che 'l pregio
le Grazie di grazia avanza tanto, Non sol degna la fa del suo favore Fra l’altre tutte, e del commercio santo, Ma per rend
e ai nati lumi in Delo, Spargendo di virtù raggi animati, Il nome hai fra le Selve, e il core in Cielo. Dagli altri sonett
33 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 163-168
e che il nostro attore dovè ripetere alcun brano subito la prima sera fra le acclamazioni del pubblico, e che la quinta, al
i. e r. fiorentina accademia di belle arti professore di declamazione fra i tragici attori del suo tempo per consentimento
credere che il Morrocchesi fosse un grandissimo artista di maniera. Fra tutti gli attori italiani da me veduti, e che mer
entusiasmo si trasportava talvolta al di là di quel confine stabilito fra la sublimità, e la stravaganza : infine nessun at
34 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 226
tò l’invido Fato Questo triste momento, perchè volle ?… Dunque dovrò, fra mesti lai partendo, Così lasciarvi ?… Ah non fia
e giammai Sparger d’oblio, che mai…. ma tronca i detti Un doloroso, e fra i sospiri espresso, Non dal labbro, dal cor ultim
35 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VIII. Commedia turca. » pp. 422-425
cora, senza eccettuarne la greca e la romana; e soltanto alcuni pochi fra esse a forza di osservare e riflettere se ne sott
ea diversa, son reputati affatto barbari e rozzi. Coloro che dimorano fra di essi, e che leggono con sano criterio i libri
padri, e sul codice e le costituzioni de’ nostri principi. Si trovano fra loro ancora molte biblioteche. Golio famoso oland
36 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1023
l). Messer Francesco detto il Giechino si trova citato dal Bertolotti fra i commedianti che nel 1591, di passaggio a Mantov
ehner nell’Archivio Veneto dell’ ’82 pubblica una Minuta di stromento fra il Duca di Mantova e lei, che mette ben conto io
37 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 303-304
Compagnia di Luigi Domeniconi, e morì a Brescia il 1851 d’apoplessia fra le braccia del secondo marito, Luigi Pezzana, com
n Leucadia ormai mi credo ; e libero disciolgo mia favella, gridando, fra il terror, la gioja, il pianto : Non la Polvaro,
38 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquarto »
l poeta e di eseguire il disegno del maestro. E mentre si trattennero fra cotai cancelli le cose tutte andarono in miglior
e arie coll’agilità della voce senza trovarsi, a così dir, rinserrati fra le angustie del recitativo, costrinsero il compos
aggi virili. Infatti qual proporzione trova l’occhio dello spettatore fra l’aria maestosa e guerriera di Temistocle coi vis
ti di codesti ch’io chiamerei volentieri i neutri della umana spezie? Fra la dolce e vigorosa fierezza d’Achille col langui
dolce e vigorosa fierezza d’Achille col languido loro atteggiamento? Fra lo sguardo decisivo e celeste di Marte o di Apoll
ei dice, cotesto mio povero dramma non crescerà certamente di merito fra le mani de’ presenti cantori ridotti per colpa lo
di suoni aggradevoli. L’armonia è, per così dire, il legame o vincolo fra l’uno e l’altra siccome quella che modifica l’acc
ssaria precisione e giustezza. Le tre cose accennate sono così legate fra loro e così essenziali nel melodramma che ove man
addussero altrove su principi diversi siffatta unione o combaciamento fra la poesia e la musica non può così speditamente o
che conosce tutta la sua umiliazione, e che vorrebbe pur patteggiare fra la religione e l’amore. Didone l’ascolta senza gu
uso finora dai musici intorno all’uso di cotali ornamenti, trovandosi fra loro chi vorrebbeli esclusi affatto dal canto com
a dove, quando, e come deve usar il musico degli ornati per conciliar fra loro i due estremi difficili, di emendar cioè col
facendo che gli abbellimenti cuoi servano, a così dire, di mediatori fra l’imperfezione della natura e la sensibilità mal
caso fanno il medesimo effetto che le nuvole frapposte a ciel sereno fra l’occhio dello spettatore e l’astro luminoso del
’altra in maniera che tante volte non si capirebbe punto la relazione fra le parole né il significato loro se non venisse i
are la sua memoria, prorompe in quelle inarrivabili parole: «Serberò fra ceppi ancora Questa fronte ognor serena: È la col
musica, lo che sarebbe un paradosso, o che i vostri sognati rapporti fra la rappresentazione e il rappresentato non sono p
ad un tratto la finezza non meno che la moltiplicità delle relazioni fra gli oggetti del gusto, chi sa dedurre da un princ
ove giuocavano certi abbati di condizione sconosciuti a lui e insorto fra i giuocatori un litigio intorno ad una giuocata c
so da un abbate: «Che ne dice ella, signore? Chi crede abbia il torto fra noi?» rispose con faceto imbarazzo «Ah! sì, sì. D
l’interesse che può esservi nella musica nulla vaglia la connessione fra le parole e il canto, cadono a un di presso nello
sa composizione o d’un’aria, poiché non trovandosi un rapporto esatto fra l’imitazione e l’oggetto imitato, il pensier musi
parazione cogli oggetti che mi cadono sotto gli occhi. La proporzione fra le membra, la dilicatezza dei tratti, la bocca, l
conoscibile l’imitazione, che necessario è che ondeggi anche il gusto fra tanti e sì discordi giudizi. Però mentre l’Apolli
ta una serie di sensazioni transitorie al paro di lui andò a perdersi fra le infinite passaggiere vibrazioni, che prodotte
dell’oggetto rappresentato, in tal caso non solo la musica, ma niuna fra le belle arti merita questo titolo; giacché non v
modulazioni differenti. 142. [NdA] Larga messe di dispute è stato fra gli eruditi il canto drammatico degli Antichi, e
a gli eruditi il canto drammatico degli Antichi, e come spesso accade fra codesti messeri, fondate per lo più in pure batto
tro doveva capire questo numero almeno. In tale grandezza la distanza fra gli attori e gli spettatori non poteva a meno di
gli attori. Ma questa risposta sebbene pruovi abbastanza potersi dare fra gli Antichi una musica in genere che fosse più ar
39 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 116-117
assette anni, che trovavasi da pochi mesi a Venezia. Furon testimoni, fra gli altri, della domanda, il padre della sposa Ga
781, ha voluto esageratamente aumentarli. Il nome di Metembach, messo fra parentesi, trovo in una istanza a Sua Eccellenza
ol Goldoni presente, la Vedova scaltra. Il 10 marzo era stata firmata fra l’autore e il capocomico la scrittura, in forza d
40 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 479
passionata filodrammatica, che fu poi buona generica e seconda madre. Fra i tanti miracoli compiuti dal Salsilli nell’arte
di commedie dal francese, dall’inglese, dallo spagnolo, dal tedesco, fra cui Rabagas, Bebè, Le sorprese del divorzio, Fu T
41 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
Camia Giulia, piacentina. La cita il Bertolotti fra i comici che furono a Mantova nel 1590. Alloggiò
42 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »
lli Francesco. Comico fiorentino. È segnato dal Bertolotti (op. cit.) fra i comici che il 10 dicembre 1590 giungevano a Man
43 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. -
Luttiani Francesco e Giulio. Sono citati dal Bertolotti (op. cit.) fra i commedianti che furon di passaggio in Mantova,
44 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
recitava sotto la maschera di Pantalone ; ed è citato dal Bertolotti fra i comici che nel 1658 abitavano in Roma nel distr
45 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
l Gandini (Cronist. dei T. di Modena, P. I) insieme a Fidelin Romano, fra gli attori che recitarono il 1673 a Modena, nel T
46 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »
movimento della popolazione mantovana per gli anni 1590, 1591 e 1592, fra coloro che giugnevano il 12 settembre (1590) in c
47 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquinto »
re disgiunta dal sospetto della loro mediocrità, perocché abbandonate fra le mani del volgo o trattate da ingegni inferiori
egli elefanti. Non potendo più applicarsi con frutto la più deliziosa fra le arti d’imitazione ai grandi oggetti della mora
da seguitate, in uno stato dove la ragioni non vede alcuna connession fra le parti, né il buon senso alcun interesse fondat
Bisogna altresì non pensare ai rapporti intrinseci che hanno i suoni fra loro, rapporti che formano, a così dire, la metaf
Edipo, od Ajace. Ma per un difetto prodotto dai costumi ora dominanti fra noi, la poesia non osa più trattar argomenti che
’un sì gentile cultor delle muse. [14] Carlo Innocenzo Frugoni, poeta fra i primi del suo tempo in Italia per la robustezza
a catastrofe, e alla inverosimiglianza di alcuni incidenti. Tali sono fra gli altri il far che i numi infernali sconsiglino
e l’Alceste, era forse buona per il teatro di Atene, ma che dovendosi fra noi metter in musica da un uomo conseguente a se
di Metastasio appariscono nelle poche produzioni drammatiche stampate fra l’opere del celebre Signor Don Saverio Mattei, na
Lo Scipione in Cartagine dell’Abate Colomes merita un luogo distinto fra quelli del nostro tempo, ed io non avrei difficol
fa nel regio ducale teatro di Parma Pochi, o per dir meglio, nessuno fra i drammi musicali moderni è scritto con uguale va
imenti dello slegamento delle scene, succedendosi queste in tal guisa fra loro, che tolta via qualunque di esse, poco o nul
sua eccessiva sensibilità, uno schiavo della mollezza che ci vendica fra le sue catene dell’ascendente che aveva sopra di
n invariabil sistema le cose di quaggiù, mette un perfetto equilibrio fra gli esseri morali, amareggiando col sospetto, col
re che li generò, se per nuovo miracolo di Esculapio tornasse a viver fra noi. Ma non mi piace siffato costume. L’eunucare
i di vantaggio la di lui abilità, faremo nascere una tenzone musicale fra la voce del cantante e un qualche strumento con b
to. Essi non devono confondersi tra i Bavi o i Mevi, ma qual distanza fra loro e gli Aristofani o i Terenzi? Ma se l’Abate
ù di contrasto e di forza nelle situazioni e nei caratteri) avrà egli fra poco la gloria di regnare senza rivali sul teatro
della maggior parte, essendo certo per altro che trovasi attualmente fra i poeti italiani più d’uno che compone con sensat
48 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
Landi Orazio. È fra i Comici costanti che firmarono il reclamo al Duc
49 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »
bruzzese e frate dell’ordine dei Crocicchieri, è citato dal Sansovino fra i più antichi comici di Venezia. Scrisse la comme
50 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
ll’arte comica. Poteva la Corticelli, a detta del Bartoli, aver luogo fra le più belle e meritevoli comiche che calcassero
51 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »
g.). Il Bertolotti (Musici alla Corte dei Gonzaga) annovera l’Austoni fra i comici che il 6 febbraio e il 5 maggio del 1591
52 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »
te, a detta del Bartoli, nelle commedie all’ improvviso. V’ è di lui, fra l’altre, una rappresentazione in versi sciolti ch
53 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
pesso con l’aggettivo di furbacchiotto, il lubbione ha soprannominato Fra Pacchiotto il Carbutti, ch’ è l’idolo suo.
54 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 740
i di qualche merito. Fu in varie compagnie e scrisse alcune commedie, fra le quali L’amor coniugale come seguito del Fabbri
55 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
Olivo. È citato nel dialogo di Leone De Somi fra gli egregi recitatori del suo tempo (V. pag. 109)
56 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 346
alla celebre Mignatta, Maria Maddalena Musi (V.) citata erroneamente fra le attrici del teatro di prosa.
57 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
ncesco Paganini, in cui da alcuni anni fa valere il suo merito, e può fra le buone attrici di questi tempi essere plausibil
58 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article »
alla Truppa di Francesco Paganini. È fornito di buona presenza, e può fra giovani suoi pari nell’arte del Teatro lodevolmen
59 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo settimo »
poco dopo l’Arianna del Rinuccini modulata dal Monteverde introdusse fra i signori romani l’uso delle musiche di camera e
ncorrevano a gara i primi poeti e le più brave donne a cantarle. Levò fra l’altre gran fama l’Oronta di Girolamo Preti comp
più tardi s’affrettarono anch’esse ad accoglierlo. [5] Nè si ristette fra i termini d’Italia, ma varcando le Alpi portò la
la condusse Lope de Rueda, che fu tra gli Spagnuoli ciò ch’era Tespi fra i Greci. Nel suo tempo si cantavano dietro alle s
sendo certo, proverebbe che l’opera in musica fosse stata trapiantata fra gli Spagnuoli quasi subito dopo la sua invenzione
che corre tra i paesi, e più stretto è il rapporto che vuolsi mettere fra lo stromento della riforma e la riforma stessa. L
gli scogli deserti di Sant’Arcangelo. 70. [NdA] Di Lui si conserva fra le altre cose questo madrigale degno di greco pen
60 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 491
l’avvocato dei poveri con valore ed energia. » Fu in varie Compagnie, fra cui quella di Pietro Rossi e di Gerolamo Medebach
61 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
unge ch’egli fu un Pulcinella molto famoso ; e che seppe distinguersi fra quanti s’esercitarono in quel ridicolo Personaggi
62 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 504
o nel 1770 col Paganini, poi, tornata in Italia, con varie Compagnie, fra cui quella del Bazzigotti. Toltasi dal teatro, si
63 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article »
he abilità nelle commedie improvvise. Lasciò varie opere manoscritte, fra cui la Medea in Corinto, una parodia dell’Amleto
64 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 244-245
loria, ed essa dissipava le mie malinconie. Era un costume inveterato fra i Comici italiani, che le Cameriere dessero ogni
te costume, rappresentava molti personaggi, e parlava diverse lingue. Fra quaranta o cinquanta Cameriere che potrei nominar
65 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 418-419
della sua guardaroba ai principali attori di Parigi : essa fu divisa fra Beauchâteau dell’ Hotel de Bourgogne, Giosia di S
è Spezzaferro, non più Capitano, ma Cavaliere d’Industria, il quale, fra un ballo e l’altro, intuona una graziosa canzonci
66 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 786-787
a dubbio una compagnia composta di ottimi attori ; ma sembra a me che fra essi molti declamino, e due soli veramente parlin
studio e l’intelligenza. La fatica per giungere allo scopo non poteva fra i due attori aver paragone : e quantunque quella
67 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 163
Carcano di Milano, col Giudice di sè medesimo, e Sofia Vander-Noot. Fra gli artisti che recitavano nel 1800 al S. Carlino
68 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
dello Scala (V. op. cit.) ella si traveste da Mercurio ; nel Ritratto fra i personaggi è Lesbino paggio, poi Silvia milanes
69 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »
durante la malattia della prima attrice, ha avuto campo di dimostrare fra noi che ella offre più che speranze alla scena it
70 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 77
abilità nelle parti di Innamorato. Addestrossi nell’arte del recitare fra gli accademici della sua Patria ; e poi passò a N
71 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 672
ello stesso Giraldi. Il De Sommi lo cita assieme al Verato e ad altri fra quelli che si dilettaron di recitar perfettamente
72 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO IV. Letteratura e Commedia Turca. » pp. 47-55
ole orientale ripiena d’immagini forti e di metafore ardite. Si trova fra Turchi alcun poeta che passa per eccellente. Saad
amo che lo spirito imitatore, fecondo da per tutto, ha prodotto ancor fra Turchi uno spettacolo scenico. Ma la drammatica d
donne, alcune delle quali rappresentano da uomini. Comuni sono ancora fra Turchi le rappresentazioni de’ Pupi. In occasione
73 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 307
e a Messer Orazio, il Nobili Innamorato dei Gelosi, deve aver fiorito fra il 1570 e il 1580.
74 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »
on abbandonò più. Fu in varie compagnie, scritturato e in società ; e fra l’altre, in quella de’ Fiorentini di Napoli nella
75 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 690
lamatissima, alle più chiare e signorili filodrammatiche della città, fra cui quella presieduta dal Duca Grazioli, nella qu
76 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 513-514
ridente, Sprezzanti d’ogni ostacolo, Gonfia d’idee la mente. Inceder fra i pericoli Baldi di voluttà, Con uno sguardo vinc
della vita, Vòlti a una meta incognita Giovanilmente ardita ! Quando fra lotte indomite Scorrono lieti i di !… Meglio mori
77 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 156-158
artisti del nostro tempo, che regnò sessant’anni sulla scena italiana fra gli astri di maggiore grandezza, nacque a Brescia
n tanti anni di lavoro, di una romita e modesta casetta, e quivi morì fra le braccia della moglie e dei figli il 10 gennaio
78 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »
ma, nei suoi dialoghi, l’argutissimo Zoppino da Mantova, collocandolo fra i molti galanti homini, che di recitare perfettam
79 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 346
iglia fiorentina, che troviamo il 1840 con Luigi Domeniconi, e n’ebbe fra gli altri il figliuolo Ferruccio, che fu poi il s
80 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 666
lo Scherzo comico del Di Fiore, musicato dal D’Aquino, altro comico —  Fra lo sdegno nasce amore. — Fino al 1768 però, secon
81 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »
gionta qua in tempo di portarsi a recitare nell’opera che dovrà farsi fra poco a Piacienza. Il Bertolotti, forse per quella
82 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 601
n Prologo scritto in versi sciolti dal medesimo Paganini, che trovasi fra le di lui rime manoscritte, il quale incomincia :
83 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 935
o Vulcani. È menzionato con lo stesso Vulcani, col Canzachi e col Noë fra i pensionati di Corte.
84 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1052
i. Bianca Iggius, la più elegante forse delle nostre attrici, è anche fra le più innamorate dell’arte sua, nella quale most
85 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 225
e si deve forse alla sua mente scomposta, se non potè esser noverata fra le primissime del suo tempo, com’avrebbe meritato
86 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
eva a Varsavia, per lui la moglie e il ballerino Vulcani, tre camere, fra le quali una grande per le prove. (V. Articchio N
87 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 432-442
, figlio di quel Giulio che fu amico del Foscolo, e i fratelli Rossi, fra i quali era mio padre, scapparono da Fano per rec
gione, non valse che mio padre si ricomponesse, si mettesse a ridere, fra le risate del colto e dell’inclita, ma si dovette
lausi, gli applausi continuarono, e calata la tela mio padre si trovò fra le braccia di Ernesto, che era felice quanto lui,
l Gattinelli, come era inevitabile, cominciarono presto le emulazioni fra il giovane attore e l’artista, che godeva già mer
Un giorno a Trieste nel carnevale del 1858 scoppiò aperto il dissidio fra mio padre e Gattinelli, a proposito di una parte.
e tondo ? come la penso ? — Faccia pure ! – mi rispose con un accento fra il toscano ed il marchigiano. — Ella – ripresi io
88 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 264
e capo-socio in varie compagnie di secondo ordine, ma assai pregiate, fra le quali, nel 1854-1855, quella portante la ditta
89 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
Pianizza Giuseppe, bolognese. Dopo di avere recitato fra gli accademici le parti di prima donna, sollevand
90 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 41-43
da molti anni serviva nel palazzo della Principessa. Là giunto, corse fra loro un dialogo con minaccie da parte del Lombard
anesse, immagini il lettore. Il figlio, dopo pochi secondi, gli spirò fra le braccia, dopo averlo riconosciuto, ma senza pr
91 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
e. Fermatasi a Palermo per malattia, il 1896, vi recitò ammiratissima fra i dilettanti,… nell’attesa di raggiunger la Compa
92 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
nista nell’ Abate della Spada, traduzione dell’Andolfati, che replicò fra le universali acclamazioni per undici sere. Fu du
93 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 542
cita nel suo prezioso studio de' comici italiani alla Corte bavarese, fra gli attori che recitarono a Monaco il 1570, al qu
94 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 623
orni passati essendo a Cremona la Compagnia dei Comici Confidenti, et fra loro il fidelissimo servo di V. E. Battista Vanin
95 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 606-607
, e Tonin bergamasco, suo fante. Il dialogo è de’ migliori e le scene fra Dina e Bilora e fra Bilora e il vecchio Andronico
, suo fante. Il dialogo è de’ migliori e le scene fra Dina e Bilora e fra Bilora e il vecchio Andronico ove son descritti g
96 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 933-934
uppa imbarcata presentava un colpo d’occhio piacevole. Dodici persone fra Attrici ed Attori, un suggeritore, un macchinista
he fu sui teatri oltre un trentennio, e lasciò alcune opere pregiate, fra cui, prima, l’Istoria dei Vicerè del Regno di Nap
97 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 536
uattro anni di studio e di lotte artistiche, l’Isabella fu annoverata fra le migliori artiste dell’epoca sua. Non essendole
98 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Caterina Landi morì ancor giovane a Venezia l’anno 1761. »
le cui spoglie si nascondeva appunto la Landi : Morbido e folto crin fra il biondo e il nero, spaziosa fronte, e bianco vi
99 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — (Ferdinando Martini, Al teatro. Firenze, Bemporad, 1895). » pp. 78-82
a giovane attrice fu il primo passo alla celebrità, che divise, unica fra le donne, con Luigi Vestri e Gustavo Modena. Ma
a e tersa, non appannata mai neppure dal soffio della maldicenza che, fra le quinte, è vipereo ; è da pensare piuttosto che
ll’anima forte e quella vigorosa fantasia si piacessero del contrasto fra la severità del costume che s’era imposta, e le s
100 (1732) Paragone della poesia tragica d’Italia con quella di Francia
io Romagnoli, colui che promosse quella ripresa degli studi calepiani fra gli anni Cinquanta e Sessanta da cui scaturirono
nea di rinnovamento settecentesca che precorreva la strada tracciata, fra gli altri, oltre che dal Bodmer, da personalità d
edere, seguendo i filamenti che si presentavano in una continua spola fra il passato rinascimentale e la conclusione dell’a
che comprende molti altri testi critici coevi — a istituire confronti fra diverse dissertazioni, il cui testo è facilmente
isti prescelti e la potenzialità catartica degli intrecci sviluppati. Fra i Greci Sofocle è giudicato l’autore più regolare
ci sviluppati. Fra i Greci Sofocle è giudicato l’autore più regolare; fra gli italiani si distinguono il Trissino, capace d
della qualità del protagonista e del grado di patetismo della favola. Fra le tragedie settecentesche la preferenza è data a
destare nel pubblico qualsivoglia compassione. Il confronto indiretto fra Corneille e Racine si modula sui toni del «Parall
querelles che avevano animato la scena letteraria europea a cavaliere fra diciassettesimo e diciottesimo secolo: in primo l
to del gusto e dell’arte, come si evince ampiamente dal suo confronto fra l’Ippolito di Euripide e la Phèdre del Racine, ri
o dell’osservatore di un’opera d’arte attraverso l’esame del rapporto fra passione e sentimento; il bergamasco, rifacendosi
tro punto assai importante dell’esame di Calepio riguarda il rapporto fra gli episodi introdotti e il rispetto delle tre un
nte ripresi nella critica teatrale sette-ottocentesca: la distinzione fra la superiorità italiana a livello di fabula e di
terpretazione di stampo propriamente melodrammatico che farà propria, fra gli altri, anche il Metastasio dell’Estratto dell
ende il flusso della rappresentazione per istituire una quinta parete fra personaggi, che per esistere abbatte la quarta. N
ascendenza muratoriana, che interpreta l’ethos elencato da Aristotele fra le sei parti di qualità della tragedia come un el
anche in Italia all’inizio del diciottesimo secolo, come dimostrano, fra gli altri, Gravina e Muratori. Anche in questo ca
questo punto, ancor più che nei precedenti, emerge l’immenso divario fra le tragedie greche e quelle francesi, frutto del
coro dei personaggi omerici, criticato già dal Tassoni e dal Muratori fra gli altri. Certo, anche i Francesi si sono dimost
di edizione con alcune annotazioni relative ai testi da aggiungere12. Fra i drammi che si ritrovano citati con maggior freq
er indicare l’interruzione di una citazione testuale, con i tre punti fra parentesi quadre, secondo l’uso tipografico attua
fezione che giammai non ebbe presso gli antichi, né giudico ristretto fra termini de’ primi autori ogni pregio che l’umana
parer d’Aristotele lo giudico secondo la cristiana legge idoneissimo fra tutti. [1.2.3] Tutto ciò ch’io trovo opposto a t
alche fallo scusabile, riguardano almeno di lontano un medesimo fine. Fra le sette tragedie d’Eschilo tre hanno il predetto
e sembra essere stato men regolare nella invenzione delle sue favole. Fra queste non trovo che l’Oreste, l’Ippolito e Creus
atibile, ch’egli vien punito per l’uccisione degli adulteri. [1.3.3] Fra le tragedie di Gian Battista Giraldi non pur l’Or
ché sia di fine lieto, ha per altro soggetto assai regolare. [1.3.6] Fra molte altre moderne tragedie che abbiamo non manc
e esser in tal parte inferiori questi secondi. Cornelio non sa citare fra le sue tragedie per ottimi esempli di tragiche pe
eta riconoscenza, come è probabile che fosse anche il Fior d’Agatone. Fra le tragedie della natura orribile abbiamo la sola
lle loro peripezie d’ordinario congiunta, ma le favole doppie ancora. Fra le quali ci presta assai bell’esempio la Merope d
età finale, a cui principalmente dee dirigersi l’arte; e supposto che fra le tragedie di Pietro Cornelio più commuovessero,
o effetto casuale dell’argomento che opera dell’arte. Pietro Cornelio fra più difetti che scuopre nel suo proprio teatro, n
imento che costituisce appresso Euripide il massimo diletto. [2.4.5] Fra gli accompagnamenti della passione sono efficacis
e il giudizio che fa di tale tragedia Vincenzo Gravina21, riponendola fra le migliori che abbiamo, ancorché senza di questa
nza di questa particolarità per cento altri falli meriti appena luogo fra le peggiori. [4.1.4] Nelle tragedie del Giraldi
. [4.1.5] Non mancano presso li Francesi di simili inconvenienze, né fra le tragedie dello stesso Pietro Cornelio sono scu
rtimento d’ordinare gli affari con naturale dipendenza. Spesso accade fra gl’Italiani di trovare nel secondo atto alcun neg
questo difetto alcune italiane. La Polissena del Marchesi mi pare che fra l’altre lasci assai prevedere il suo esito. Ne’ F
n diasi bentosto a conoscere, massimamente quando sia de’ principali. Fra l’altre favole ove s’incontra un tal mancamento p
rietà del costume, e d’animarle colle circostanze dell’azione, in che fra l’altre è mirabile la narrazione d’Eudossa nell’a
ficile è lo schifare ogni imperfezione. Quindi è che m’offende, anche fra quelli di Pietro Cornelio, ora qualche detto che
sizione di morali sentenze, perciocché non è cosa naturale il parlare fra sé senza qualche trasporto. Aggiungansi le lunghe
ruffaldi è contaminato anche più di simil pece. Nel Cesare del Conti, fra gli altri sensi detti a parte, inescusabile è ciò
utto ciò deesi ora aggiungere che riempiendosi gl’intervalli che sono fra l’uno e l’altro atto col canto del coro, essi non
utare alle loro tragedie una totale mancanza di simili persone. Basta fra l’altre osservare l’Edippo e l’Antigone di Sofocl
rticolarmente nel Radamisto del Crebillon. Articolo V. [5.5.1] Fra le circostanze del decoro quella che più s’è tras
e bassezza. In questo numero è la Sofonisba del Trissino, ove si vede fra l’altre cose che Lelio, il quale, dopo Scipione,
che deriva dalla qualità delle azioni principali, sovente improprie. Fra molti esempli che di queste potrei recare m’ha so
l desiderio di regnare. Impropri per lo costume d’un giovine allevato fra l’armi e convenienti solo ad un filosofo sono i s
esempli di ciò; non dissimile del precedente è quello ove Oronte dice fra sé mentre si duole di sue disavventure53: Diffic
ero adoperar la falce, né libero del tutto è da liriche affettazioni. Fra l’altre che m’occorsero offesemi quell’importuno
i ha quindi attribuito alle altre nazioni. [6.2.9] Una particolarità fra l’altre da’ Greci derivata è qualche importuna lo
mezzo delle passioni, o l’offendono per la poca convenienza che passa fra lo stato degli attori e le attratte loro riflessi
o una degna introduzione, vuol persuadere ambedue ad ucciderla e dice fra l’altre cose queste ragioni: Enfin je vous veux
n ce combat fameux Vous d’Albe, vous de Rome, et moi de toutes deux. Fra pensieri della medesima tragedia parvemi già fred
[6.3.9] Antigone, che viene a querelarsi per esserle morta la madre fra le sue braccia, conchiude la querela con dire ad
niato dalla matrigna e sbandito dal padre, si perde con Aricia a dire fra l’altre questa bella galanteria: Quand je suis t
slatore abbia la medesima impotenza. Prima si potrebbe rispondere che fra il latino ed il greco non è sì grande la differen
Italiana di Genevra134, che il nostro volgare, siccome è felicissimo fra gli altri viventi nell’epica, nella lirica e nell
ervi né il medesimo ordine di rimare, né la medesima misura de’ versi fra l’una e l’altra, ancorché poscia conchiudendo il
commotive esposte alla comun vista sembrami ragionevole. [Giunta.8] Fra molte belle considerazioni che nel terzo discorso
tratto, almeno ne’ suoi principi. Radicata una volta la passione può fra gli sdegni alimentarsi, ma da dispregi non può na
lla reina la digressione delle lodi della figliuola nella quale dice, fra l’altre cose, che il cielo non ha formato nulla d
re. Però monsieur de la Motte credendo migliorare il dramma l’ha reso fra sé discordante ed inutile. Il suo inganno è venut
ritardi nella ricezione delle opere che Calepio intendeva esaminare —  fra le quali la Polissena e il Crispo del Marchese, n
esaurisce nel Seicento: anzi, proprio dall’esigenza di mettere ordine fra le opinioni contrastanti che avevano espresso, no
ri barocchi. Tragedie, commedie, pastorali nella drammaturgia europea fra Cinque e Seicento, a cura di Silvia Carandini, Ro
alepio al desiderio di imitare l’antecedente greco, senza distinzione fra tragedie aderenti al modello greco, come quelle d
rancia, come ad esempio Jacques Grévin e Robert Garnier. Calepio cita fra i primi autori tragici francesi, oltre a Jodelle,
p. 141). Ancor più categorico il giudizio di Émile Lefranc, il quale, fra le tragedie del Cinquecento francese, giudica ori
odettero sin dalla metà del diciassettesimo secolo di grande fortuna: fra le opere riprese con maggiore insistenza vi è sen
comède e sulla continuità delle riflessioni di Corneille sul rapporto fra grandi e piccoli stati con quelle di Grozio, Hotm
ulci contenuta nell’Ars Poetica oraziana, e proficuamente rilanciata, fra l’altro, all’interno della visione neostoica seic
arsi aristotelica dalla Politica alla Poetica», in Poetica e Politica fra Platone e Aristotele, Roma, Edizioni dell’Ateneo,
d’Aristotele e la sua storia, a cura di Diego Lanza, Pisa, ETS, 2002. Fra le più acute ricostruzioni del dibattito cinquece
to lecita la rappresentazione di protagonisti integralmente virtuosi. Fra questi vengono citati: il De poeta di Minturno, n
di Heinsius, traduttore ed esegeta di Aristotele ritenuto in Francia fra i più autorevoli; le misconosciute tragedie del g
tura e modifica del trattato che il bergamasco doveva aver intrapreso fra gli anni Quaranta e Cinquanta del secolo, testimo
XVIII secolo», Horizonte, XII, 2010-2011, pp. 33-50: 35; sul rapporto fra colpa e punizione nella teoria tragica settecente
i Discorsi del poema eroico dà sfogo a nuove perplessità sul rapporto fra colpa e punizione (cfr. Stefano Verdino, Il Re To
presa di posizione di Dacier e dei critici fedeli ad Aristotele: «Ma fra le altre sventure del povero Edipo dovea esservi
le tragedie greche di protagonisti conformi ai dettami della Poetica. Fra le tragedie di Eschilo, ritenute generalmente ris
di sostenere. Il protagonista, macchiandosi di una colpa così comune fra gli uomini, risulta anche in questo caso efficace
e error d’intelletto, ma un volontario accidental mancamento», salva, fra le favole di Eschilo, proprio le tre che indicava
in scena un uomo di gran virtù, purché non esente da qualche difetto. Fra le tragedie di Euripide egli ne scorge molte di q
oclee, a partire dall’Edipo Re, di cui il bergamasco ha già discusso. Fra i personaggi migliori in questa prospettiva egli
no, anche se talora se ne palesano alcuni limiti. Crescimbeni la loda fra le più riuscite prove da contrapporre alla dramma
a di molta pietà in quanto la giovane era stata spinta ad addentrarsi fra gli accampamenti longobardi per un motivo religio
trorum temporum, Firenze, 1551, p. 98), si instaura un primo paragone fra una tragedia antica ed una moderna, risolto tutto
arese. Nel suo tentativo di appianare, almeno in parte, le differenze fra tragico e comico, Giraldi sostiene l’idea di una
eringo, che in punto di morte gli aveva affidato la figlia in moglie. Fra le tragedie lodevoli per la mediocrità del protag
bergamasco ritiene fondamentale per la tragedia. Venendo al confronto fra questo primo canone calepiano e quello stilato da
dizione manoscritta di questi testi. Sarà interessante notare invece, fra le tragedie menzionate da Calepio e non dal veron
si inventariano i titoli di numerose altre tragedie cinquecentesche, fra le quali l’Idalba di Venier e l’Elisa del Closio
p. 152-153). Calepio riconosce in particolare un contrasto insanabile fra la riproduzione di elementi logori della tragedia
dei protagonisti. Il Cicerone rappresenta le vicende di un uomo che « fra mille virtuti, delle quali ha lasciato al mondo m
uto di Ilaria Magnani Campanacci, «Il Procolo di Pier Jacopo Martello fra dramma gesuitico e “tragédie chrétienne” (Dal Pol
el protagonista, sono numerose le opere settecentesche — comprendendo fra queste anche la tragedia dell’arcade Caraccio, pu
i osservar una cosa, ed è che l’Autore, non distinguendo, quali sieno fra le mentovate Tragedie le debolissime, e che nulla
orges Couton, Paris, Gallimard, 1987, p. 700). Nella contrapposizione fra Corneille e Calepio sono in gioco prospettive dif
57]). [1.4.4] Calepio aveva già mostrato come il soggetto del duello fra Orazi e Curiazi si prestasse a destare pietà e te
si prestasse a destare pietà e terrore citando l’Orazia dell’Aretino fra le tragedie italiane meglio costruite in quanto a
Université de Manchester, 1968). Secondo Calepio non mancano infatti, fra le tragedie raciniane, opere adatte a destare pie
era stata già avvertita da numerosi lettori sei-settecenteschi, primo fra tutti quel Nicolas Boileau che aveva lodato la co
tragedia, mettendo l’eroe protagonista nella situazione di scegliere fra riottenere il regno perduto rinunciando all’amore
ientata in America e incentrata su di un conflitto politico-religioso fra indigeni e cristiani, nonché sul complicato trian
tasio, verterebbe in realtà, secondo Calepio, non tanto sullo scontro fra natura e religione, come vorrebbe Voltaire, quant
ano, Marzorati, 1971, pp. 101-102), in Francia prevaleva, soprattutto fra i seguaci di Corneille, una comune concezione di
verrà nuovamente trattata dal Calepio nel quarto capo. Sull’incrocio fra storia e teatro tra Seicento e Settecento si veda
loro. Questa considerazione fatta da Calepio dovrà essere catalogata fra le invero non troppo numerose ammissioni dell’inf
e rappresentate. Calepio non si riferisce in questo caso alla disputa fra tragedia di argomento storico o mitologico, che a
tragedia costruita su personaggi inventati e conclusa in modo lieto. Fra le tragedie costruite invece sull’evidenza del fa
aviglioso soltanto in uno degli ultimi capitoli, dedicato al rapporto fra epica e tragedia; in questo frangente il filosofo
12, pp. 133-134). Calepio, nel rimarcare con insistenza le differenze fra poema eroico e tragedia, parrebbe al contrario pr
ecise linee di demarcazione che distinguevano l’epica dalla tragedia. Fra questi si segnalava il Traité du poème épique di
la lettura di Terrasson, insistendo ancora una volta sulle differenze fra poema eroico — legittimato, in quanto rappresenta
Rospigliosi, Vittori e Metastasio)», in Sacro e/o profano nel teatro fra Rinascimento ed Età dei lumi, a cura di Stella Ca
e nei suoi Discours si ricordò dell’autore del Costantino, lodandolo fra i drammaturghi italiani come «un des leurs plus b
a catastrofe. Il drammaturgo francese considerava assai più toccanti, fra le sue tragedie, quelle che non impiegavano la ri
terrore. Tragedie incentrate soltanto sulle passioni che intercorrono fra personaggi noti, senza lo stravolgimento dell’agn
ito alle passioni tragiche è particolarmente feconda, come dimostrano fra gli altri il trattato Sur les tragédies di Saint-
atelli e Andrea Torre, Milano, Unicopli, 2011, pp. 7-29. Sul rapporto fra tragedia e passioni tra Sei e Settecento si vedan
e I, 3, [4]). Sebbene molti teorici e drammaturghi francesi — e primo fra tutti Pierre Corneille — sostenessero che la trag
iguarda piuttosto la principessa troiana, novella Chimene, combattuta fra il rispetto della memoria del fratello, ucciso da
ibilità di far ragionare pateticamente i due protagonisti, combattuti fra l’amore e la necessità di rispettare la legge. Su
notevolmente l’effetto della «purgazione». Calepio addita a modello, fra le tragedie italiane in cui non compaiono simili
, sacrificando intenzionalmente o meno i figli ad una causa politica. Fra le tragedie del Settecento Calepio non può ovviam
suo sostanziale disaccordo, insistendo sull’importanza dello scambio fra le due ragazze (Richard E. Goodkin, The Tragic Mi
di Arnaldo Morelli, Teresa Chirico e Simona Santacroce. Sul rapporto fra l’avantesto di Rospigliosi e la tragedia di Corne
ova martire; a quel punto interviene il rovello di Aristodemo, diviso fra amore paterno e ambizione politica, che prevale a
nzeschi tipici della drammaturgia seicentesca, come la storia d’amore fra Despina, figlia del re di Persia celatasi in abit
che risultano poco convenienti e noiose per il pubblico. Sui rapporti fra il Solimano di Bonarelli e La Soltane di Bounin,
, secondo la consueta prospettiva eziologica, l’odio che intercorreva fra romani e cartaginesi. Il Maffei, nella sua nota s
i Tegeati a tre dei Feneati. In questo intreccio si inserisce l’amore fra i due sposi, Demodice, sorella di Critolao, e Alc
ella di Critolao, e Alceste, campione dei Feneati, nonché la passione fra Eurindo e Lagisca — migliore amica di Demodice —
ilmente senza aver letto con attenzione l’opera, censisce la Demodice fra le «buone tragedie uscite a’ nostri giorni» (Piet
tra soggetto principale ed episodi secondari. Egli menziona infatti, fra gli esempi negativi, gli stessi testi che citava
saldare l’unità della pièce, permettendo un più efficace collegamento fra le scene («Elle [Sabine] ne sert pas davantage à
di Elisabetta Selmi, Venezia, Marsilio, 1999, pp. 303-304), causando fra l’altro uno strascico di polemiche che vedeva con
due atti ha uno spazio maggiore l’episodio secondario della passione fra Agénor e Anaxile, che prepara gli eventi successi
i dell’Orso, 2000; Paola Cosentino, «Tragiche eroine. Virtù femminili fra poesia drammatica e trattati sul comportamento»,
99). Interessanti considerazioni sui risvolti politici della rivalità fra due modelli alternativi di sovrane, incarnate ris
ggregarsi attorno a pochi nuclei argomentativi ben definiti. [3.3.7] Fra i drammaturghi francesi, l’unico a venire risparm
ell’Alcesti di Euripide, nella cui scena iniziale ha luogo un dialogo fra Apollo, desideroso di avere dalla Morte un’ulteri
o figure di questo tipo: l’Antigone, ad esempio, è aperta dal dialogo fra la protagonista e Ismene; l’Aiace da quello fra A
è aperta dal dialogo fra la protagonista e Ismene; l’Aiace da quello fra Atena e Odisseo; l’Elettra dal colloquio fra Ores
smene; l’Aiace da quello fra Atena e Odisseo; l’Elettra dal colloquio fra Oreste e il pedagogo; il Filottete da una serie d
uio fra Oreste e il pedagogo; il Filottete da una serie di sticomitie fra Odisseo e Neottolemo. Al solito, dal punto di vis
rono il marito, Servio Tullio, togliendo ai discendenti di Tarquinio, fra cui suo marito Lucio, la giusta eredità che lei r
na — con cui Calepio intrattiene in queste pagine un lungo dialogo —, fra le migliori del panorama italiano («Imperocchè le
scena a raccontare della morte di re Loteringo e dell’accordo stretto fra il sovrano morente e l’infingardo Nicio circa il
a Polissena, dove nel primo atto aveva proposto un dialogo a tre voci fra i personaggi che poi sarebbero stati al centro de
08). Viene infine censurato l’esordio della Rodogune, dove il dialogo fra Timagéne e Laodice (I, 1), teso ad informare il p
) — tragedia peraltro a suo parere irregolare per molti altri motivi, fra i quali si possono immaginare la qualità eccellen
e una volta si sarebbe sposto in un Soliloquio. Che una persona parli fra se stessa con voce alta, è sempre un Inverosimile
l Tasso, la Principessa Silandra del Cebà o il Solimano di Bonarelli. Fra i numerosi recenti contributi che si sono occupat
ri barocchi: tragedie, commedie, pastorali nella drammaturgia europea fra ’500 e ’600, a cura di Silvia Carandini, Roma, Bu
a, quanto nel Seleuco di Calepio. Interessante è anche la coincidenza fra l’opinione di Calepio e quella del Valaresso, aut
nte», negando che esistesse nel costume greco una qualche familiarità fra sovrano e popolo, e al contempo avvertendo come i
vico Martelli, Tullia, Id., Rime, Lucca, Cappuri, 1730, pp. 302-303). Fra le tragedie di argomento medievale o moderno che
menti secondari che sono introdotti a bella posta per questa ragione. Fra le tragedie che esibiscono una costruzione troppo
malvagia Semiramide ha voluto svelare la natura incestuosa dell’amore fra Nino e Dirce («Ma saprà Nino (io vo’ che ’l sappi
ngo sulle proprietà della peripezia, in margine al consueto confronto fra epica e tragedia che caratterizza lo sviluppo del
li, Naso, 1715, p. 17). L’alterco che segue all’annuncio di Calcante, fra Agamennone, che sostiene a ragione che si tratti
centrale della favola è spesso occupata da dialoghi ritenuti sterili fra personaggi secondari. Egli condanna esplicitament
delle favole dal punto di vista politico Calepio censura anche alcune fra le più recenti tragedie francesi, prendendosela i
di Crébillon, nel quale compare una scena cruciale in cui nel dialogo fra Rhadamisthe, ambasciatore romano, e Hieron, ambas
ssione: soltanto questa veemenza può infatti giustificare un discorso fra sé. Nelle tragedie italiane, Calepio ritrova inve
lorazione delle passioni più intime dei protagonisti, colti a parlare fra sè e sè in un momento di estrema eccitazione («Se
apprezza invece, una battuta che Egisto, nella Merope di Maffei, dice fra sè di fronte ad altri personaggi che lo odono: ne
battuta del giovane «straniero» aveva sollevato numerose perplessità fra i letterati del tempo che, come registrava lo ste
Pontani: «Ascolta, Febo protettore, la mia voce segreta: qui non sono fra a mici, e non è il caso di svelare ogni cosa in p
, mia reina,/ perché ti veggio sì turbata?» Merope: «Il tutto/ saprai fra poco», I, 2, vv. 175-178). Il Maffei rispose rise
ito all’accusa nella recensione al Paragone, rimarcando la differenza fra a parte e in disparte: nel primo caso si tratta d
in disparte: nel primo caso si tratta dell’interruzione di un dialogo fra due attori, dovuto al fatto che uno di questi si
Mucchi, 1988, pp. 64-65). Secondo il Veronese il dialogo in disparte fra Ismene e Merope sarebbe pienamente ammissibile, i
l Discours des trois unités, raccomanda il rispetto della proporzione fra le scene («Le nombre des scènes dans chaque acte
hé sul regolamento della prassi drammaturgica sulla base del rapporto fra tempo scenico e tempo della favola si rimanda al
so per ciascuna delle parti, alludendo probabilmente alla distinzione fra un Coro accompagnato dalla musica e degli Attori
la quale aveva preso le mosse un’impegnativa riflessione sul rapporto fra musica e parole nel testo drammaturgico, metteva
era degradato a elemento coreografico utile a riempire gli intermedi fra atto e atto («S’introducono qualche volta due o q
faccia in modo, che i Soldati lo compiscano al terminar del discorso fra Giovanni e Fannìa, e che s’accompagnino con quest
negherebbe infatti la possibilità di far credere che nell’intervallo fra un atto e l’altro il tempo scenico non corrispond
Solimano del Bonarelli e nelle tragedie francesi sei-settecentesche. Fra i drammaturghi italiani suoi contemporanei che fa
ni suoi contemporanei che facevano ricorso al Coro, Calepio distingue fra coloro che impiegano il Coro mobile (il Caraccio
ano invece il Coro stabile, come Domenico Lazzarini e Giuseppe Salìo; fra questi egli esprime il proprio apprezzamento per
erne tragedie occupa quel loco ch’ha sempre avuto l’Edippo di Sofocle fra le antiche», Mario Scotti, «L’“Apologia di Sofocl
o, elemento importante della teoria drammaturgica italiana e francese fra Cinque e Seicento; se, come è noto, Aristotele pr
il cambiamento di luogo, da una parte all’altra della città, avveniva fra un atto e l’altro, dando adito ad un esito perfet
esito perfettamente accettabile. [4.6.6] Nella sua solita scorreria fra i testi tragici italiani il Calepio riscontra dif
ete, tanto care a Calepio, mentre lodava altre tragedie corneilliane, fra le quali il Cid e il Cinna («Come può conservarsi
el Giraldi, nella Progne del Domenichi e nel Torrismondo del Tasso, e fra i contemporanei vi ricorreva spesso il Martello,
nte argomento che impedisce di classificarlo, almeno a quest’altezza, fra i teorici aristotelici o fondamentalmente classic
quella sorta di strascico italiano della querelle primo-settecentesca fra antichi e moderni che atteneva alla tragedia, un
ersonaggio inverosimile della Morte («Primieramente quel suo mescolar fra gli attori reali un personaggio ideale, come la M
re mostratogli dalla moglie», ibid.), eliminando l’indecoroso alterco fra padre e figlio («Non troverete già, ch’egli [Adme
hi ai moderni in quanto alla trattazione del costume, ma nel paragone fra le tragedie francesi e quelle italiane su questo
o della gloria, e per ben comprenderne la differenza veggasi la Scena fra Merope, e Policare nell’Aristodemo del Dottori, e
ll’ammissibilità dei personaggi malvagi nella tragedia si era animata fra Sei e Settecento; se Corneille insisteva sulla me
Ancora una volta Calepio introduce una netta distinzione di giudizio fra Corneille e Racine: se il primo, con i suoi dramm
a e in diverse scene esibisce il proprio trasporto. Anche il paragone fra l’Horace di Corneille, nel quale il protagonista
r E. Minel, Paris, H. Champion, 2000, p. 170), è notevole e duratura: fra Sei e Settecento è tipica la distinzione fra un C
, è notevole e duratura: fra Sei e Settecento è tipica la distinzione fra un Corneille eroico e un Racine «tendre» e sostan
prattutto in Francia, tra Sei e Settecento. Nel trattare del rapporto fra storia e poesia Aristotele aveva raccomandato che
a in testa al Solimano, nella quale il poeta insiste sulla differenza fra storia e poesia («Si dubita dunque da V[ostra] S[
uschioni, Milano, Marzorati, 1971, p. 133). In generale, sul rapporto fra tragedia e storia in Francia tra Cinque e Settece
, Corneille aveva da parte sua esplicitato una distinzione importante fra tragedia biblica, il cui soggetto non poteva esse
ire da questa considerazione egli affrontava il problema del rapporto fra storia e poesia ammettendo che, sebbene «quando i
to già della critica di Scaligero, il quale screditava la commistione fra muse e angeli (Giulio Cesare Scaligero, Poetices
ione, elenca i numerosi cambiamenti introdotti nella vicenda storica, fra cui l’aver dato vita al personaggio malvagio di P
pio non si basava certo, come si è ampiamente mostrato, sul contrasto fra vizio e virtù, risolto a favore di quest’ultimo;
errori degni di compassione. Infine il Bergamasco rinnova il paragone fra la Polyxène di de La Fosse e la Polissena di Marc
14, p. clv). Le stesse accuse venivano mosse ad Omero anche in Italia fra Sei e Settecento da letterati della levatura di A
arzorati, 1971, p. 274). Non mancavano tuttavia i difensori di Omero, fra i quali, oltre naturalmente al Gravina, andrà ann
La Poëtique, Paris, Sommaville, 1640, p. 116). Eppure non mancavano, fra i critici francesi, coloro che concedevano la raf
plicitamente virili. Paola Cosentino, nel sondaggio sulle connessioni fra trattatistica rinascimentale sulla donna e rappre
Cleopatra, Semiramide o Acripanda (Paola Cosentino, «Virtù femminili fra poesia drammatica e modelli di comportamento», in
ell’epoca. In questo errore sarebbero cadute molte tragedie italiane, fra cui l’Oreste del Rucellai, la Merope del Torelli
tivi, talaltra decisamente meno — si erano soffermati diversi critici fra Sei e Settecento; Rapin pensava che l’amore intro
e meno piacevole di un intreccio moderno e brillante, e nel confronto fra il Filottete di Sofocle e il Nicomède di Corneill
Brumoy, Le Théâtre des Grecs, t. I, cit., p. 304). Nel suo parallelo fra la letteratura tragica greca e quella francese, l
i scrittori di cose poetiche, Padova, Comino, 1738, p. 308). [5.5.2] Fra le tragedie italiane che, nell’imitazione troppo
pesso, più che al soggetto moralmente spigoloso, all’ambiguo rapporto fra colpa e punizione nella tragedia sofoclea —, le a
e di Rucellai: nella tragedia del Martelli egli condanna il colloquio fra la protagonista e la Regina, in cui l’impertinent
io vedovo letto,/ ch’io no ’l bagni di lagrime notturne,/ rimembrando fra me ch’un tempo impressi/ io solea rimirar cari ve
sione si rimanda a Paola Cosentino, «Tragiche eroine. Virtù femminili fra poesia drammatica e trattati sul comportamento»,
da ricordare che anche Voltaire avanzava una critica circa gli amori fra Itys ed Electre, ritenendoli poco verosimili ed i
di Calepio, Conti e Muratori, preferibili le tragedie storiche, cita fra quelle inventate, oltre all’Orbecche, l’Idalba e
Annibale Marchese, nella quale viene rappresentato un acceso alterco fra Agamennone e Pirro (III, 1), coinvolti in una dis
, p. 20). Se si passa tuttavia al Settecento, Calepio riconosce anche fra le tragedie italiane dei personaggi capaci di aff
ico, risultando al tempo stesso di costumi convenienti ed ammirevoli. Fra i drammi migliori sotto questo profilo cita quell
ci. L’autore introduce già in questa fase preliminare una distinzione fra due diverse tipologie retoriche a cui debbono far
hesco del sonetto CLXXXIX (Passa la nave mia colma d’oblio), additato fra l’altro dal Muratori nella Perfetta poesia italia
fferenza del Calepio inoltre il Martello non fa menzione del Trissino fra gli autori affetti da questo malcostume retorico.
286-289. Sull’insinuazione del petrarchismo in altri generi letterari fra Cinque e Seicento si rimanda al volume I territor
tragedie cinquecentesche si dimostrava il Quadrio, pronto ad elencare fra le tragedie poco pregevoli per abbondanza di «fig
’Italie, t. VI, Paris, Michaud frères, 1813, p. 58). Sulla differenza fra lo stile di Trissino e di Rucellai si era sofferm
l petrarchismo arcadico. Appunti per un capitolo di storia letteraria fra Sei e Settecento», in Il petrarchismo nel Settece
to alle allitterazioni e alla rima; del secondo, tratto da un dialogo fra Deiopea e la cameriera, Calepio condannava l’orna
beni, Commentarj del Canonico Gio. Mario Crescimbeni…, cit., p. 256). Fra le altre tragedie che il Bergamasco cita — quelle
ia preferenza ad Antonio Conti, il cui stile si situava a metà strada fra quello talora tumido, soprattutto in virtù del ri
o», Vincenzo Gravina, Tragedie Cinque, Napoli, Mosca, 1712, p. n.n.). Fra i contemporanei le Tragedie del Roggianese non ri
iva, passa in rassegna lo stile delle tragedie francesi, distinguendo fra le tragedie antiche, superiori a quelle italiane
tecentesca, dal fatto che i Francesi non avessero il medesimo divario fra la lingua della prosa e la lingua della poesia ch
o si conforma; il commentatore di Aristotele aveva infatti notato che fra le moderne tragedie francesi la sentenza aveva pe
di passi corneilliani difettosi, estratti dalle tragedie considerate fra le più riuscite del drammaturgo negli Examens, e
no al gusto ingegnoso del predecessore; egli, instaurando un paragone fra la Jocaste della Thébaïde di Racine e la Sabine d
to atto, dando spazio al dissidio interiore della principessa, divisa fra il richiamo dell’amore nei confronti di Emone e l
azione (V, 7) risulta indebolita dalla ricerca del contrasto retorico fra abisso («abyme») e golfo («gouffre»). Lo stesso p
stesso l’aveva vendicata per quella del padre (ivi, p. 64). [6.3.14] Fra i contemporanei Calepio critica anche il de La Fo
ique di Corneille, nel quale il drammaturgo riconosceva la differenza fra la poesia drammatica e l’arte oratoria, chiosando
caso egli mostra come nella seconda scena del primo atto, nel dialogo fra Porus e Taxile, si accumulino due di quei traslat
ché in procinto di essere assegnata come schiava ai Greci, combattuta fra il desiderio di coronare il proprio amore e l’imb
e nello strumentario retorico dei drammaturghi francesi del Seicento. Fra i maggiori sostenitori della perifrasi vi era sen
sagli dal Bouhours — il quale notava un gioco troppo arguto di parole fra «scudo» e «scudiero» nella Liberata (XVI, 50, v.
anciens” dell’impiego sistematico dell’epiteto nella poesia omerica —  fra questi troviamo ancora Boileau («Tous les plus ha
pio si accinge a trattare l’ultimo punto di questa lunga comparazione fra la tragedia italiana e quella francese, ossia l’a
bi e settenari non rimati praticata nel Settecento da alcuni tragici, fra cui principalmente il Lazzarini dell’Ulisse il gi
e posizione, a cui andrà assommato il giudizio velato di superiorità, fra le tragedie contemporanee italiane, concesso all’
84). Contro questo verso si erano espressi non soltanto gli Italiani, fra i quali si distingueva soprattutto il Maffei, com
io accenna qui ad un episodio piuttosto rilevante del fecondo dialogo fra Italia, Francia e Svizzera nel primo Settecento c
e si inseriva all’interno di una lunga tradizione critica, che andava fra gli altri dal Bayle e dal Sanadon fino almeno al
luoghi della teoria drammatica cinquecentesca (cfr. Paola Cosentino, Fra versi sciolto e sperimentalismo volgare: la rinas
reggiarsi con questo strumentario prosodico («Parimente, è sicuro che fra il vigore d’un istesso pensiero, espresso in vers
o in verso sciolto o rimato, corre la differenza medesima che si vede fra la violenza d’un istesso sasso, tratto con la sem
a francese; il Bergamasco tenta di ridurre il più possibile lo scarto fra i due sistemi metrici, instaurando, ove possibile
istemi metrici, instaurando, ove possibile, un rapporto di uno ad uno fra verso italiano e francese; talvolta riesce a trad
intreccio una maggiore verosimiglianza (ivi, pp. 554-555) e distingue fra unità d’azione e la preferibile unità di interess
da si intromettono per altro continui colpi di scena, plurimi scontri fra i due protagonisti maschili, scene larmoyantes sp
olontà del padre, mentre la pièce si conclude con il rappacificamento fra Romulus e Tatius e con la morte dei congiurati, g
olineato come la lettura di Calepio tenda ad appiattire le differenze fra la teoria corneilliana e quella delineata nei Dis
lus», cit., p. 606). Calepio, oltre ad avanzare una netta distinzione fra i personaggi di Medea e di Cleopatra, i cui delit
inata. Nella coda del paragrafo del Discours si amplifica il distacco fra la concezione di teatro del de la Motte e quella
dalla storia portoghese, è basata sulla storia d’amore irrealizzabile fra Inès e l’infante Dom Pèdre, che il padre, re Alph
e sorprendente, deve, a suo dire, arrivare inaspettato. Sul conflitto fra sentimento e ragion di stato nell’Inès de Castro
stra non solo l’elenco di Calepio, ma anche il confronto quantitativo fra tragedie scritte in prosa e in verso nel Cinquece
i, Bolzetam, 1600). Inoltre, in una rapida ma documentata scorribanda fra i testi critici cinque-seicenteschi, il Nisiely c
. I, Venezia, Pasquali, 1753, pp. 462-463). Sulla distinzione poetica fra verso e prosa in Aristotele e nel Cinquecento: Gi
ico della tragedia e alla capacità dei versi di esprimere gli affetti fra Cinque e Seicento si rimanda ancora a Elisabetta 
impiegato dall’autore per inserire un confronto patetico e risolutivo fra madre e figlio, che in origine erano stati separa
re sprezzante e crudele. Si veda ad esempio di ciò il primo colloquio fra i due, nella seconda scena del primo atto, in cui
, p. 146). Neppure la preparazione della scena dirimente, nel dialogo fra i traditori Proculus e Murena, appare a Calepio m
monologo (IV, 1), nel quale dà sfogo al proprio turbamento, indeciso fra la rivendicazione del proprio potere e la tenerez
lico qualcosa che è accaduto fuori scena, ossia il matrimonio segreto fra Inès e Dom Pèdre e le sue conseguenze politico-gi
nza: le parole con cui la regina accenna al continuo gioco di sguardi fra Inès e Dom Pèdre («S’il honore ma Cour, ses yeux
ssico traslato del fuoco e delle fiamme, atte a rappresentare l’amore fra Dom Pèdre e Inès (ivi, p. 165), indecoroso non ta
za si sofferma sul rapporto, fino ad allora completamente trascurato, fra Calepio e i classici della tragedia francese del
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