iasi distinto nel passato secolo il poeta Poot, hanno recitate ancora
favole
sceniche, nondimeno lenti colà saranno sempre i p
del loro Vondel, e del Van-del-Does appena si lodano come le migliori
favole
del paese due tragedie di Rotgans, ed un’ altra d
anni Ewald morto da non molto ha composto la Morte di Balder ed altre
favole
che gli fecero onore fra’ suoi. Ma singolarmente
La regina Cristina si valse della penna del Messenio per far comporre
favole
suedesi comiche e tragiche per rappresentarsi da’
i, e Cora ed Alonso componimento posto in musica dal Nauman, ed altre
favole
musicali imitate dalle francesi, cioè Procri e Ce
i che siesi distinto nel secolo XVII il poeta Poot, recitarono ancora
favole
sceniche; nondimeno lenti colà saranno sempre i p
del loro Vondel, e del Van-del-Does appena si lodano tralle migliori
favole
del paese due tragedie di Rotgans, ed un’ altra d
ovanni Ewald morto verso il 1780 compose la Morte di Balder, ed altre
favole
che gli fecero onore fra suoi. Dee però singolarm
La regina Cristina si valse della penna del Messenio per far comporre
favole
in idioma suedese tragiche e comiche da rappresen
n Cora ed Alonso componimento posto in musica dal Nauman, e con altre
favole
musicali imitate dalle francesi, cioè Procri e Ce
l teatro Siciliano il dialogo e gli attori. Il carattere delle di lui
favole
consisteva nel seminarvi acconciamente la sapienz
lui vestigia. Licone presso Suida attribuiva ad Epicarmo trentacinque
favole
; ma Giovanni Meursio ne raccolse quaranta titoli,
te, Prometeo, Pirra, Atalanta, i Persi ecc., che si registrano tralle
favole
di Epicarmo, volle Martin del Rio collocarlo tra’
sse Diocle Ateniese o Fliasio. I titoli che ci rimangono delle di lui
favole
sono: Talatta nome di una meretrice secondo Atene
e rinunziò alla patria per dirsi Ateniese. Lasciò questo comico dieci
favole
, una delle quali s’intitolava Pasifae, e con essa
dia caustica e insolente chiamata Satirica e Antica. Una delle di lui
favole
intitolavasi Eolosicone, nella quale si satireggi
li argomenti. Imperciocchè i tragici ricavavano i loro soggetti dalle
favole
di Omero e dalla mitologia; ma i comici soccorsi
he non feci nel 1777 nella Storia de’ Teatri in un solo volume, delle
favole
di Aristofane da tutti nominato, da pochi letto,
ra comici. Suida mentova una Medea ed un Tereo argomenti tragici come
favole
di un tal Cantaro cui dà il nome di poeta comico.
da Ateneo si citano l’Eroine e le Baccanti di questo drammatico come
favole
tragiche. Corsero intorno a mille anni dal tempo
ecedutob. I Giovani Sacri, il Forbante, il Penteo sono nomi di alcune
favole
Tespiane. Appartiene a Tespi questo frammento rap
accessoria del coro divennero corpo principale del dramma, trattarono
favole
ed affetti, e formarono uno spettacolo sì dilette
per vantaggio della patriaa. Frinico inventò ancora il tetrametro. Le
favole
che di lui si citano, sono: Pleuronia, gli Egizj,
ntunque da alcuni si pretenda che dopo quel tempo Eupoli avesse altre
favole
composte, e che egli non morisse in mare ma in Eg
dell’altra guisa la voce πατρος presso Suida. Meursio raccolse delle
favole
di Alesside intorno a centotredici titoli, che pe
scena in mezzo agli applausi essendo stato coronato per una delle sue
favole
. Stefano di lui figliuolo, secondo Suida, seguì l
i passarono alla latinaa. Si trovano citate dagli antichi venti delle
favole
di Anassandride, benchè ne avesse composte intorn
di cavalcare, fu così altiero, che soffriva con impazienza che le sue
favole
rimanessero superate nel certame, e tal dispetto
e Platina, due Carcini, un altro Euripide cui Snida attribuisce dieci
favole
, con due delle quali riportò la tragica corona. F
ttro tragediea. Dionisio il maggiore tiranno siracusano compose varie
favole
tragiche che niuno volle con lui tener per buone.
te quelli che parlavano di amori; alla qual disgrazia soggiacquero le
favole
di Menandro, Difilo, Apollodoro, Filemone, Alessi
mento imitando Euripide, e scrisse ancora commedie sulle tracce delle
favole
di Menandroa. Si corruppe finalmente la Greca lin
lui fatiche per farsi luogo sulla scena, e composero essi pure alcune
favole
coltivando la commedia nuova; ed uno di essi spic
mmedia nuova. Non sono però gl’intelligenti sempre d’accordo circa le
favole
intitolate Galatae, Ephebi, Lacaena, Icetes, Hecy
la quale dà per innamorati Archiloco e Ipponatte. Alcune delle di lui
favole
furono trasportate nel teatro latino da Marco Acc
ca mori sul teatro ridendo smoderatamente, dopo aver composte novanta
favole
, delle quali Giulio Polluce, Ateneo e Stobeo hann
l certame. Egli fu il modello di Terenzio, il quale di quattro di lui
favole
si valse, cioè dell’Andria, della Perintia, dell’
tato Comico Latino. Non lieve argomento del pregio di queste ed altre
favole
di Menandro si è L’uso ed il saccheggio fattone d
perdita irreparabile della poesia rappresentativa niuna di tante sue
favole
potè salvarsi intera dal tempo distruttore e da’
lio seguendo l’esempio di Pietro trasportarono, come dicemmo, diverse
favole
spagnuole al lor teatro, purgandole per lo più da
be per guida gl’ Italiani; benchè senza tradire l’interesse di queste
favole
straniere seppe dar loro maestrevolmente un color
lla recita del Cocu immaginaire scritto più correttamente delle prime
favole
. Il carattere di questa favola parimente ricavata
ricchire il suo tesoro comico. Intorno a’ caratteri diversi delle sue
favole
è d’avvertirsi che egli da prima accomodò i suoi
Brumoy; benchè qualche remota rassomiglianza si scorga delle nominate
favole
greche con qualche tratto delle francesi. Ma è ce
avuto modello in veruna nazione. E se tanti e tanti altri materiali e
favole
degl’ Italiani imitò o tradusse Moliere con felic
ici. La poca felicità notata da’ critici nello scioglimento delle sue
favole
; qualche passo dato talvolta oltre il verisimile
rdiniere galante, sono le di lui commedie più pregevoli. Tutte le sue
favole
vanno impresse in dieci volumetti, ma si stima ch
ig. ab. Andres nel III tomo della sua opera su di ogni letteratura le
favole
francesi ricavate dalle spagnuole afferma che il
a satira; dal che proviene la bella varietà e delicatezza delle nuove
favole
nate a dilettare ed istruire. Fu la Grecia, fu At
nzosi e pieni sotanto della loro potenza e libertà finanche le greche
favole
, la Perintia, l’Andria, non che le straniere post
a del proprio difetto. Dopo il Cocalo ed il Pluto di Aristofane, e le
favole
de i di lui figliuoli vennero ad illustrar questo
, per delicatezza ne’ caratteri e per vaghezza di locuzione? Se altre
favole
comiche non potessero mostrare gl’Italiani del se
lui Penelope Pompeo Barbarito nel 1591 promise di produrre, nè sulle
favole
notate a sogetto, tralle quali lasciò lunga fama
comprendere l’indole comica di questo cavaliere e la natura delle sue
favole
, bastano le quattordeci che raccolte in quattro v
a Trappolaria e l’Astrologo, ne rimarrebbe oscurata buona parte delle
favole
di lui tolte in prestanza da’ Greci. Talvolta si
antatori scimie ridevoli de’ soldati di ventura. L’economia delle sue
favole
è sempre verisimile, semplice ed animata da piace
Napolitani fin dal principio del secolo si segnalarono con ingegnose
favole
comiche regolari, l’Isa, lo Stellati, il Gaetano
atino. Rancida parrebbe ancora l’invenzione degli argomenti delle sue
favole
fondati sulla schiavitù di qualche persona in Tur
tto del secolo XVII si mantenne in Francia la scena sul sistema delle
favole
di Hardy. Tragedie languide e basse, commedie gro
ornelio, Racine e Moliere. Giovanni Mairet, Rotrou, Ryer componevano
favole
poco vivaci, e poco decenti. Il teatro inglese ov
ioni del teatro de’ ballerini da corda della Fiera di san-Germano. Le
favole
si rappresentavano all’aria aperta e senza lumi,
esco I vissero Antonio Forestier e Giacomo Bourgeois autori di alcune
favole
comiche già perdute; nè di essi altro ci rimane c
Pietro Corneille che venne dopo dell’uno e dell’altro. Scrissero poi
favole
drammatiche Moncretien, Baro, ed Hardy, i quali,
e violate, cortigiane, adultere, sono le persone principali delle sue
favole
. Secondo l’espressione di Fontenelle, le prime te
i alcuni attori, presero il nome di Confidenti, e vi recitarono varie
favole
italiane, e tra queste la Fiammella pastorale, in
I vissero Antonio Forestier e Giacomo Bourgeois che composero alcune
favole
comiche già perdute; nè di essi ci rimane altro c
e Pietro Cornelio che venne dopo dell’uno e dell’altro. Scrissero poi
favole
drammatiche Monchretien, Baro ed Hardy, i quali,
e violate, cortigiane, adultere, sono le principali persone delle sue
favole
. Secondo l’espressione di Fontenelle, le prime te
i alcuni attori, presero il nome di Confidenti, e vi recitarono varie
favole
italiane, e tra queste la Fiammella pastorale, in
tto del secolo XVII si mantenne in Francia la scena sul sistema delle
favole
di Hardy. Tragedie languide e basse, commedie gro
ustri di Cornelio, Racine e Moliere. Mairet, Rotrou, Ryer componevano
favole
poco vivaci e poco decenti. Il teatro inglese ove
are un verseggiatore fecondissimo suol dirsi è un Hann Sachs. In tali
favole
fra mille goffaggini e bassezze, dicono gl’ intel
colari che vi manteneva l’elettor Federigo detto il pietoso14. Simili
favole
che aveano tutt’altro oggetto che di formare il g
mario, di Rut del Drisearo, di Giuseppe del Ditero. Queste non furono
favole
stravaganti e maligne; ma non vi si guardano le r
lio seguendo l’esempio di Pietro trasportarono, come dicemmo, diverse
favole
spagnuole al lor teatro, purgandole per lo più da
lla recita del Cocu immaginario scritto più correttamente delle prime
favole
. Il carattere di questa parimente ricavata dagl’I
ricchire il suo tesoro comico. Intorno a’ caratteri diversi delle sue
favole
, è da avvertirsi che egli da prima accomodò i suo
Brumoy; benchè alcuna remota rassomiglianza si scorga delle nominate
favole
greche con qualche tratto di quelle di Moliere. C
vuto modello in veruna nazione . È se tanti è tanti altri materiali e
favole
italiane Moliere imitò o tradusse con felice rius
ici. La poca felicità notata da’ critici nello scioglimento delle sue
favole
; qualche passo dato talvolta oltre del verisimile
Giardiniere galante, sono le sue commedie più pregevoli. Tutte le sue
favole
vanno impresse in dieci volumetti; ma si crede ch
iovanni Andres nel tomo III della sua opera su di ogni letteratura le
favole
francesi tratte dalle spagnuole, affermache il Co
inault che tira dal fondo dell’immaginazione e dall’allegoria e dalle
favole
un ammasso di prodigj e stravaganze, nel nostro s
di Teti e Peleo, Voltaire di Pandora e di Sansone, Marmontel di varie
favole
musicali alla francese. Le Batteux52, e lo stesso
cia, il Dottor Sangrado, &c. Ascendono a più di ottanta le di lui
favole
, ma ne scrisse alcune in compagnia d’altri. La su
e varie società particolari rappresentano tragedie e commedie e certe
favole
novelle composte per tali brigate espressamente.
Satiri: Ilarodie: Magodie: Parodie: Mimi: Pantomimi. Oltre alle
favole
tragiche e comiche coltivarono i Greci altre spec
eva, come si è detto, tre componimenti tragici ed un satirico. Tralle
favole
di Euripide citansi otto drammi satirici; ma il s
sciuto il numero degli spettacoli teatrali de’ Greci con queste nuove
favole
, che dal suo nome chiamaronsi ancora Rintoniche.
ne e l’Ercole recandone un frammento. Giulio Polluce nomina tre altre
favole
di Rintone, cioè due Ifigenie, in Aulide e in Tau
e fu uno de’ poeti Italici, e si sa che Italiche si dissero ancora le
favole
del di lui compatriotta Rintone. Il Meleagro è un
non fu in Grecia soltanto un artifizio usato di passaggio nelle loro
favole
da Epicarmo, Carcino, Eupoli, Ermippo, Aristofane
, cioè avanti che la rappresentazione indirizzasse il ballo ad imitar
favole
compiute o comiche o tragiche o satiresche, e a d
CAPO VIII. Continuazione del Teatro Greco. Oltre alle
favole
tragiche e comiche coltivarono i Greci altre spec
eva, come si è detto, tre componimenti tragici ed un satirico. Tralle
favole
di Euripide citansi otto drammi Satirici; ma il s
sciuto il numero degli spettacoli teatrali de’ Greci con queste nuove
favole
, che dal suo nome chiamaronsi ancora Rintoniche.
e, e l’Ercole recandone un frammento. Giulio Polluce nomina tre altre
favole
di Rintone, cioè due Ifigenie in Aulide e in Taur
e fu uno de’ poeti Italici, e si sa che Italiche si dissero ancora le
favole
del di lui compatriotto Rintone. Il Meleagro è un
non fu in Grecia soltanto un artifizio usato di passaggio nelle loro
favole
da Epicarmo, Carcino, Eupoli, Ermippo, Aristofane
, cioè avanti che la rappresentazione indirizzasse il ballo ad imitar
favole
compiute o comiche o tragiche o satiresche, e a d
l celebre inventor delle macchine, trasformazioni, voli, ecc., per le
favole
teatrali scritte da Carlo Gozzi pel capo-comico S
del suo Lucano, e quindi di essersi sollevato più che nelle altre sue
favole
. Ma gli ornamenti e le figure epiche e liriche, c
on predilezione amava Cornelio la Rodoguna come la migliore delle sue
favole
; ed i critici Francesi singolarmente ne pregiaron
ncese, del sentimento, anche senza tanti pregi che adornano le di lui
favole
, avrebbero bastato a farle riuscire in Francia e
ssimo forse la poesia francese pervenne alla possibile venustà per le
favole
di Racine e per li componimenti di Boileau; ma il
indebolisca quasi tutte le tragedie francesi. Racine nelle sue belle
favole
non sempre si appressa alla perfezione, benchè se
si interessi, simil tragedia, dico, rimarrà sempre nella classe delle
favole
malinconiche poco degne di Melpomene. Così Racine
olare. I vizj, le virtù ed anche gli attributi accidentali nelle loro
favole
(nota il Colepio) diventano le persone agenti. L’
lche immagine superflua. Più rari sono questi difetti nelle altre sue
favole
, benchè alcuno se ne rinvenga ancora nel Mitridat
de’ colpi, l’ineguaglianza de’ caratteri, ed altri difetti di queste
favole
che si ascoltarono per qualche anno e sparvero se
ciò avvenne ancora, perchè i primi traduttori spagnuoli delle antiche
favole
non ne diedero una idea capace d’invitare all’imi
o IV si empì di verseggiatori che produssero a gara un gran numero di
favole
. Talora si videro tre autori occupati al lavoro d
d Antonio Coello, ed il terzo a Francesco Roxas, il quale molte altre
favole
pur compose. Il primo atto desta la curiosità ed
vede Baltassarra già spirata. Ma Francesco de Roxas ha prodotte molte
favole
interamente sue. In quelle che si chiamano istori
Madrid, si vide comparir su quelle scene. Egli è però autore di varie
favole
non dispregevoli nel genere comico chiamato colà
a di Don Giovanni tormentata. Giambatista Diamante è autore di varie
favole
, alcune delle quali sino a’ giorni nostri si sono
da lui coltivati furono tre, l’allegorico degli auti sacramentali, le
favole
istoriche, e le commedie di spada e cappa. Quanto
na mima elevar la sfera sacramentale, e cantare il Tantum ergo. Nelle
favole
istoriche dove introduconsi personaggi reali, reg
stessa nè quel che si voglia nè quel che intenti. Pur tra simili sue
favole
istoriche se ne leggono alcune più interessanti e
) Calderòn non altrimenti che l’italiano Muzio Manfredi, pubblicò due
favole
sulle avventure di Semiramide. Nella prima ne dim
pagnuolo. Ma il merito particolare del Calderòn non si appalesa nelle
favole
istoriche, ove per lo più volendo esser tragico,
nclusion el Trono, ò Dominacion, Quanto mas el Potestad. In tutte le
favole
Calderoniche non è da cercarsi regolarità ed unit
Ma ad onta di tanti difetti di regolarità, di stile ed istruzione, le
favole
di Pietro Calderòn de la Barca contengono molti p
concesso a tanti e tanti commediografi, bisogna dire che nelle di lui
favole
si nasconda un perchè, uno spirito attivo vivace
e usa della libertà spagnuola meno dal Calderòn, per lo più nelle sue
favole
distendendosi la durata dell’azione a pochi giorn
gli andamenti della sorella; ed oltre a ciò essa è da riporsi tralle
favole
di cattivo esempio che danno peso appo i volgari
ad una contadinaa Verisimilmente l’autore ne tolse l’argomento dalle
favole
del Moreto e dell’anonimo o di Matos. Non per tan
l’unità di tempo quasi mai non si valse della libertà nazionale nelle
favole
di spada e cappa, e si limitò a un giorno di vent
za nella proprietà della comica locuzione, non vedendosi nelle di lui
favole
que’ groppi di stravaganze ne’ quali cade Calderò
di Caro ecc. Ma qual vantaggio o diletto apporterebbe un catalogo di
favole
per lo più mancanti d’arte, di gusto e di giudizi
gigantesco? Essi tutto posero lo studio a riempiere le sregolate loro
favole
di ripetute impertinenti descrizioni e pitture di
ontrarii al genere rappresentativo, formavano allora il sublime delle
favole
spagnuole e niuno de’ loro autori ne andò libero.
icansi atti, ma sì bene una rappresentazione de’ fatti di essa in tre
favole
separate. Trattasi nell’atto primo dell’incontro
ontiene molti fatti e molte uccisioni, ed è la più spropositata delle
favole
del Virues. Ad eccezione di uno o di due personag
questo mio lavoro inspirar loro il disegno di fare una collezione di
favole
sceniche spagnuole scelta e ragionata, mille volt
o tomo I. a. Da ciò si vede che Linguet ha raccolte ma non scelte le
favole
pel suo Teatro Spagnuolo. a. Quest’autore ha com
e favole pel suo Teatro Spagnuolo. a. Quest’autore ha composte altre
favole
difettose per condotta e per istile, che più non
o di Pegny col Milord, il quale interesse ben si trova nelle indicate
favole
spagnuole. a. Mi astengo di allegar quì di nuovo
nze fantastiche e la storia, e la vita civile cd il miracoloso. Altre
favole
si formarono ad imitazione di quelle dette di esp
alderòn e di altri spagnuoli. Allora il Pisani toscano compose le sue
favole
sul medesimo gusto. Lionardo de Lionardis nel 167
se le irregolarità manifeste sebbene non vò lasciar di dire che alle
favole
che fece sue traducendole liberamente, manchi la
anno p. 77. v. 23. dell’Edia dell’Eolia p. 83. v. 9. in ta’
favole
in tali favole p. 84. v. 5. Non si vede N
. 23. dell’Edia dell’Eolia p. 83. v. 9. in ta’ favole in tali
favole
p. 84. v. 5. Non si vede Non vi si vede
appresentazione di poche ore i fatti di trenta anni: introdusse nelle
favole
tragiche persone basse, prostitute, ubbriachi, ca
a la sua possanza su i re come su gli altri24. L’ intreccio delle sue
favole
(parla il medesimo Johnson) in generale è tessuto
ncora contribuì agli avanzamenti del teatro Britannico. Tralle di lui
favole
passa per eccellente quella che intitolò il Re no
III. 18. Noi non ci perderemo in tessere partitamente analisi delle
favole
di questo maraviglioso Inglese, non volendo cader
’ arduità ed i misteri della poesia rappresentativa con altro che con
favole
sceniche senza stile e senza lingua, le quali veg
gran letterato ed avvocato e cattedratico grande senza la pompa delle
favole
Liveriane richiamò sulle patrie scene le bellezze
ita, che io vidi solo accennata a soggetto, come sono tante altre sue
favole
, il Saturno, il Metafisico, i Mal’ occhi, il Dott
rrita via della bella commedia di Moliere. Queste sono l’epoche delle
favole
Goldoniane. Amalasunta tragedia lirica, Belisario
, imperciocchè le perturbazioni tragiche, le piacevolezze comiche, le
favole
anili, le metamorfosi a vista, un fondo di eloque
n più volumi pubblicato in Venezia un Nuovo Teatro Comico composto di
favole
grandi e picciole in versi ed in prosa. Singolarm
a prima corona del concorso del 177864. Questa commedia lontana dalle
favole
di Mercier quanto è dalla sapienza e dalla veraci
tteri. II. Pastorali. Non sono del gusto del nostro secolo le
favole
pastorali. Appena possiamo nominarne alcuna bench
l Signorelli? Sapesse almeno codesto infelice capire che cosa sono le
favole
di Mercier e di Villi, e che cosa è la Faustina!
predilezione amava il Cornelio la Rodoguna come la migliore delle sue
favole
; ed i critici francesi singolarmente ne pregiavan
lla francese, del sentimento, anche senza tanti pregi che adornano le
favole
del Racine avrebbero bastato a farle riuscire in
ssimo forse la poesia francese pervenne alla possibile venustà per le
favole
del Racine e pe’ componimenti del Boileau; ma il
ca quasi tutte le tragedie francesi, Giovanni Racine nelle sue belle
favole
non sempre si appressa alla perfezione, benchè se
si interessi: simil tragedia, dico, rimarrà sempre nella classe delle
favole
malinconiche poco degne di Mel Melpomene. Così Ra
are. I vizii e le virtù ed anche gli attributi accidentali nelle loro
favole
(osserva il Calepio) diventano le persone agenti.
ualche immagine superflua. Più rari sono tali difetti nelle altre sue
favole
, benchè alcuno se ne rinvengano anche nel Mitrida
ale, come già osservammo, non cominciava a comporre i versi delle sue
favole
prima di averne disposto tutto il piano. In simil
de’ colpi, l’ineguaglianza de’ caratteri, ed altri difetti di quelle
favole
che si ascoltarono per qualche anno e sparvero se
e’ Tre Secoli collocare senza veruna riserba la di lui Eugenia tralle
favole
viziose e contrarie alla scena di Talia. Confesso
ma tante que je l’aime! Questa delicatezza che pur si rinviene nelle
favole
Terenziane, non isconviene alla commedia, e nocer
uona commedia tenera, ha contribuito ancora il Voltaire con due buone
favole
malgrado di alcun difetto, cioè col Figliuol Prod
ciò avvenne ancora perchè i primi traduttori Spagnuoli delle antiche
favole
non ne diedero una idea capace d’invitare all’imi
o IV si empì di verseggiatori che produssero a gara un gran numero di
favole
. Talora si videro tre autori occupati al lavoro d
Antonio Coello, ed il terzo a Francesco de Roxas il quale molte altre
favole
compose. Il primo atto desta curiosità, ed è meno
finchè si vede Baltassarra già spirata. Ma il Roxas ha prodotte molte
favole
interamente sue. In quelle che si chiamano istori
questi tempi si vede comparir sulle scene. Ma egli è autore di varie
favole
non dispregevoli nel genere comico chiamato di sp
li stringe la mano e l’uccide. Giambatista Diamante è autore di varie
favole
, alcune delle quali sino a’ giorni nostri si sono
da lui coltivati furono tre, l’allegorico degli auti sacramentali, le
favole
istoriche, e le commedie di spada e cappa. Quanto
una mima elevar la sfera sacramentale e cantare il Tantum ergo. Nelle
favole
istoriche dove introduconsi personaggi reali, reg
) Calderon, non altrimenti che il nostro Muzio Manfredi, pubblicò due
favole
sulle avventure di Semiramide. Nella prima ne dim
Spagnuolo. Ma il merito particolare di Calderon non si appalesa nelle
favole
istoriche ove per lo più volendo esser tragico, g
sion el Trono, ò Dominacion, quanto mas el Potestad. In tutte le
favole
Calderoniche non è da cercarsi regolarità ed unit
a ad onta di tanti difetti di regolarità, di stile e d’ istruzione le
favole
di Pietro Calderon de la Barca contengono molti p
concesso a tanti e tanti commediografi, bisogna dire che nelle di lui
favole
si nasconda un perchè, uno spirito attivo vivace
ugli andamenti della sorella; ed oltre a ciò essa è da riporsi tralle
favole
di cattivo esempio, che danno peso appo i volgari
una contadina119. Verisimilmente l’autore ne tolse l’argomento dalle
favole
di Moreto, o dell’ Anonimo o di Matos. Non per ta
l’unità di tempo quasi mai non si valse della libertà nazionale nelle
favole
di spada e cappa, e si limitò a un giorno di vent
a, nella proprietà della locuzione comica; non vedendosi nelle di lui
favole
que’ groppi di stravaganze ne’ quali cade Calderò
i Caro ecc. . Ma qual vantaggio o diletto apporterebbe un catalogo di
favole
per lo più mancanti d’arte, di gusto e di giudizi
gigantesco? Essi tutto posero lo studio a riempiere le sregolate loro
favole
di ripetute impertinenti descrizioni e pitture di
contrarj al genere rappresentativo, formavano allora il sublime delle
favole
spagnuole, e niuno di essi ne andò libero. Per la
esto mio lavoro inspirar loro il disegno di fare una collezione delle
favole
sceniche spagnuole scelta e ragionata mille volte
o I. 116. Da ciò si vede che M. Linguet ha raccolte ma non scelte le
favole
pel suo Teatro Spagnuolo. 117. Quest’autore ha c
favole pel suo Teatro Spagnuolo. 117. Quest’autore ha composte altre
favole
difettose per condotta e per istile, che più non
co più utile e più dilettevole alle società? Chi detto avrebbe che le
favole
e le grandiose immagini del gran Cieco di Smirne
la bruttezza de’ prepotenti e cacciangli in fuga, versando nelle loro
favole
un tesoro di sana politica, di pura morale e di d
e i filosofi più celebri si occupassero, o, come Epicarmo, a comporre
favole
sceniche, o, come Aristotile, a dettarne i precet
le Clairon. In Grecia tutti gli autori erano gli attori delle proprie
favole
. Cleone perseguitato negli Equiti fu contraffatto
re il vostro fervido ingegno, e per isciorne a nobil volo i vanni con
favole
originali, frangendo i lacci servili delle smunte
degli Straccioni, nè l’Oddi della Prigione d’Amore e delle altre due
favole
, nè il Guarino dell’Idropica, nè il Brignole Sale
mente il Bonciario, che “non da’ rottami di Menandro, nè dalle intere
favole
di Aristofane, ma di loro invenzione ed ingegno f
ate dalle più sconce arlecchinate a cagione di cinquanta scheletri di
favole
tessute a soggetto pubblicate dal Commediante Fla
ri degli Strioni, che doveano cercar del pane, e seguirono colle loro
favole
dell’Arlecchino chiamate Dell’Arte, perdendo semp
a Don Blas de Nasarre), e non corretti e ripresi, come avveniva nelle
favole
antiche, che mostravano le meretrici quali erano,
gliare una riforma. Antonio Lopez si lamenta delle irregolarità delle
favole
del Vega, e de’ suoi coetanei1: strepita contro i
lis, del Moreto, del Roxas, di La-Hoz &c., scegliendo tralle loro
favole
quelle che meritano la pubblica stima, e tutto ci
mira il sistema della Commedia di Lope, forse ciò fu nelle prime sue
favole
, che scrisse pel Teatro Istrionico allora assai c
e agli urti del tempo, come son quelle di Aristofane o di Moliere. Le
favole
del Cañizares da me vedute ripetere in Madrid son
benchè gli appartenga, tanto più che egli si è nominato in altre due
favole
. Tirso dunque racchiuse in un giorno l’inazione d
ia della commedia, e nel prestarle interesse e calore. Tutte le altre
favole
pubblicate nella penisola sono tali che ci rendon
o ne’ secoli più rozzi di ogni nazione si sono presentate sulle scene
favole
più incondite di quelle rappresentate in Madrid d
è Lampillas, nè Huerta esageratori sur parole del merito comico delle
favole
di Naharro e della Celestina (che battezzano per
avesse posseduta fantasia atta ad inventare e disporre acconciamente
favole
compiute in tanti anni, non l’ha certamente manif
ni, non l’ha certamente manifestato. In effetto ad eccezione di certe
favole
allegoriche, le quali per lo più non si comprendo
te, poste in iscorcio disgraziato e dimezzate nel più bello le di lui
favole
, a somiglianza di quel Damasto soprannomato Procr
amente ne’ balli e ne’ travestimenti di ladro. Gl’interlocutori delle
favole
cinesi sogliono essere otto o nove; ma i commedia
e nella China, nel Tunkino, e nel Giappone la divisione europea delle
favole
teatrali in tragiche e comiche. Si cerca solo di
lontana da quella del tempo di Socrate. Differiscono tanto le moderne
favole
sceniche di Costantinopoli dalle antiche, quanto
ni. Dura tre anni, cioè a dire incomparabilmente meno, non dico delle
favole
cinesi, ma delle alemanne, spagnuole e inglesi de
l teatro Siciliano il dialogo e gli attori. Il carattere delle di lui
favole
consisteva nel seminarvi acconciamente la sapienz
lui vestigia. Licone presso Suida attribuiva ad Epicarmo trentacinque
favole
; ma Giovanni Meursio ne raccolse quaranta titoli,
ete, Prometeo, Pirra, Atalanta, i Persi ecc. che si registrano tralle
favole
di Epicarmo, volle Martino Del Rio collocarlo tra
sse Diocle Ateniese o Fliasio. I titoli che ci rimangono delle di lui
favole
sono: Talatta nome di una meretrice secondo Atene
ilene, e rinunziò alla patria per dirsi Ateniese. Lasciò questi dieci
favole
, una delle quali s’intitolava Pasifae, e con essa
dia caustica e insolente chiamata Satirica e Antica. Una delle di lui
favole
intitolavasi Eolosicone, nella quale si satireggi
gli argomenti. Imperciochè i tragici ricavavano i loro soggetti dalle
favole
di Omero e dalla mitologia: ma i comici soccorsi
più circostanziato che non feci nella Storia impressa nel 1777, delle
favole
di Aristofane da tutti nominato, da pochi letto,
appartiene alla commedia bassa e alla farsa. Ma serpeggiano nelle sue
favole
tali tinte veramente comiche, tali politiche vedu
ttatuzzo risponde, che un poeta aver debbe i costumi convenienti alle
favole
che maneggia; e chi ne fa delle effemminate, uopo
Aristofane svanisce al considerarsi che egli volle misurare le di lui
favole
colla squadra della commedia, e dovea adoperarvi
competitori e antepassati; dice di esser questa la migliore delle sue
favole
, e spera che l’uditorio l’accolga benignamente, t
a Teognide e al comico Cratino, i quali entrano pressochè in tutte le
favole
di Aristofane. Il Pluto (Πλουτος). Quarant’anni
il Pluto per mio giudizio par che tenga il principato di tutte quelle
favole
; perocchè quivi non sei stomacato da laidezze, nè
ano di opprimere il suo paese, esponeva agli occhi di tutti nelle sue
favole
la segreta ambizione de’ magistrati che governava
iese114. E quantunque si pretenda da alcuni che dopo quel tempo altre
favole
avesse composto, e che egli non morisse in mare m
ltra guisa la voce πατρως presso Suida. Meursio raccolse delle di lui
favole
in torno a cento tredici titoli, ma egli ne scris
scena in mezzo agli applausi essendo stato coronato per una delle sue
favole
. Stefano di lui figliuolo seguì, secondo Suida, l
ui passarono alla Latina. Si trovano citate dagli antichi venti delle
favole
di Anassandride, benchè ne avesse composte intorn
di cavalcare, fu così altiero, che soffriva con impazienza che le sue
favole
rimanessero superate nel certame, e tal dispetto
lui fatighe per farsi luogo sulla scena, e composero essi pure delle
favole
coltivando la commedia nuova; ed uno di essi spic
nuova; ma gl’ intelligenti non sono sempre tra loro concordi circa le
favole
intitolate Galatæ, Ephebi, Lacæna, Icetes, Hecyræ
la quale dà per innamorati Archiloco e Ipponatte. Alcune delle di lui
favole
furono trasportate nel teatro Latino da Marco Acc
ca morì sul teatro ridendo smoderatamente, dopo aver composte novanta
favole
, delle quali Giulio Pollice, Ateneo e Stobeo hann
l certame. Egli fu il modello di Terenzio, il quale di quattro di lui
favole
si valse, cioè dell’Andria, della Perintia, dell’
tato comico Latino. Non lieve argomento del pregio di queste ed altre
favole
di Menandro si è l’uso e il saccheggio fattone da
perdita irreparabile della poesia rappresentativa, niuna di tante sue
favole
potè salvarsi intera dal tempo distruttore. Ma pe
non parli delle macchine, delle decorazioni, della mitologia e delle
favole
, come del carattere principale del melodramma in
attenzione la noia. Ma se invece di tutto ciò prendete a narrargli le
favole
d’Esopo, o gli strani e incredibili avvenimenti d
te illusione a se stessi. [6] Un altro fonte del piacere che recan le
favole
si è l’istinto che ci porta a cercar la nostra fe
. A soddisfare siffatta inquietezza sono conducenti la mitologia e le
favole
. Che le cose accaggiano secondo l’ordinario tenor
chiamano barbari66, [15] Alle accennate cause della propagazion delle
favole
debbe a mio giudizio aggiugnersi un’altra. La fil
ssione e di vera melodia. E siccome per le cagioni esposte fin qui le
favole
e il maraviglioso erano, per così dire, l’anima d
isvegliano le sue poesie liriche, le Canzoni di un’ Amazone, e le sue
favole
tragiche e comiche. Egli vedeva ugualmente gli er
, che con impotente sforzo cercano di eccitare i moderni scrittori di
favole
romanzesche ed atroci. Uscì in Magdeburgo nel 176
Efraim Lessing imitatore degl’Inglesi nato nel 1730 in Kamenz. Le sue
favole
lugubri a noi note sono: Minna de Barnhelm, Filot
. Giovanni Goete nato nel 1749 in Francfort sul Meno, oltre ad alcune
favole
comiche in prosa sparse di versi per cantarsi, ha
a l’aver contribuito al risorgimento dell’arte pantomimica con intere
favole
. Hilverding nativo di Vienna pose in iscena varii
svegliano le sue Poesie Liriche, le Canzoni dî un’ Amazzone, e le sue
favole
tragiche e comiche. Egli vedeva ugualmente gli er
, che con impotente sforzo cercano di eccitare i moderni scrittori di
favole
romanzesche ed atroci. Uscì in Magdeburgo nel 176
fraim Lessing imitatore degl’ Inglesi nato nel 1730 in Kamenz. Le sue
favole
lugubri a noi note sono: Minna de Barnhelm, Filot
. Giovanni Goete nato nel 1749 in Francfort sul Meno, oltre ad alcune
favole
comiche in prosa sparse di versi per cantarsi, ha
a l’aver contribuito al risorgimento dell’arte pantomimica con intere
favole
. Hilverding nativo di Vienna pose in iscena varj
e agli urti del tempo, come son quelle di Aristofane o di Moliere. Le
favole
del Cañizares da me vedute ripetere in Madrid son
e nel prestare alla sua commedia interesse e calore24. Tutte le altre
favole
pubblicate nella penisola sino a questi ultimi an
e? Quando ne’ secoli più rozzi d’ogni nazione si sono poste in iscena
favole
più incondite di quelle rappresentate in Madrid d
teratura. Egli potrà aver anche fantasia per inventare e ben disporre
favole
nuove compiute; ma in tanti anni non l’ha certame
te, poste in iscorcio disgraziato e dimezzate nel più bello le di lui
favole
, a somiglianza di quel Damasto soprannomato Procr
e’ Tre Secoli collocare senza veruna riserba la di lui Eugenia tralle
favole
viziose, e contrarie alla scena di Talia. Confess
ma tante que je l’aime! Questa delicatezza che pur si rinviene nelle
favole
Terenziane, non isconviene alla commedia, e nocer
media tenera, ha contribuito ancora il sig. di Voltaire con due buone
favole
malgrado di alcun difetto, cioè col Figliuolo pro
pania gli Osci, i quali vi furono chiamati a rappresentare le proprie
favole
mimiche celebri per la loro speciale piacevolezza
a Livio, non da Strabone, non da Valerio Massimo che ne favellano. Le
favole
Atellane (disse il Gesuita Francese Pietro Cantel
ttori ingenui Atellanarii riguardarono la salsa giocondità delle loro
favole
da principio esenti da ogni oscenità. E la corruz
stato il primo a volgere gli animi degli spettatori dalle satire alle
favole
teatrali36, per la cui rappresentazione gli fu as
reverio e pubblicati in Lione nel 1720, trovansi nominate le seguenti
favole
di Andronico: Achille, Adone, Ajace, Andromeda, A
e, Laodamia o Protesilaodamia, Tereo, Teucro. Cicerone afferma che le
favole
Liviane non meritavano di leggersi la seconda vol
se, Ifigenia, Licurgo, Protesilaodamia. Il Patrici conta fino a venti
favole
di Nevio che tutte trasportò dalle Greche, e tra
nato anno 549) cacciato da’ nobili Romani che solea mordere nelle sue
favole
. Contemporaneo di Andronico e di Nevio fu Quinto
non meno degli altri Latini si arricchì colle invenzioni delle greche
favole
, ma per evitare la satira de’ particolari, non al
on cose immaginate per muovere il riso per qualunque via. Queste sono
favole
di cattivo esempio. Qual moderno teatro soffrireb
logo recitato nella ripetizione che se ne fece, superò tutte le altre
favole
, Hæc cum primum acta est, vicit omnes fabulas.
servato il nome greco, nè altrove ricordandomi di averlo letto tralle
favole
di quel comico citate dagli antichi. Eccone l’arg
esimo poeta. Aristofane in qualche coro ragiona a lungo delle proprie
favole
e delle altrui, cose che niuna relazione hanno co
ceto M. Regnard. Il teatro Spagnuolo conta eziandio un gran numero di
favole
di somiglianza, come el Parecido en la Corte, el
la persona dell’ attore nel più bello del dramma, è cosa comune nelle
favole
di Plauto. E’ degno di osservarsi che nella scena
Cestrione e Astraba. Aulo Gellio col filosofo Favorino riconosce per
favole
Plautine la Beozia che si ascriveva ad Aquilio, l
lontana da quella del tempo di Socrate. Differiscono tanto le moderne
favole
sceniche, quanto da Atene il borgo di Setina. Ecc
ni. Dura tre anni, cioè a dire incomparabilmente meno, non dico delle
favole
cinesi, ma delle alemanne, spagnuole ed inglesi d
ttissimo ab. Arnaud: “Non vi si rappresentano (diceva) che le antiche
favole
, alcune insipide imitazioni delle commedie e nove
Marmontel. Se il Goldoni che ha mostrato a’ Francesi coll’ ultime sue
favole
la vera guisa onde scuotere e gettar via il fosco
ebbero state in una storia vera, di quello che figurano in mezzo alle
favole
. Patente allusione all’opere del Piazza, che ha p
credo, Signor Lampillas, che potremo per lo meglio affermare, che le
favole
del Malara fossero state Tragedie, come le sei de
. . per la stretta via “Illustrando la Comica Poesia.” Adunque o le
favole
del Malara chiamate Tragedie n’ebbero il nome per
e n’ebbero il nome per l’abuso nazionale d’intitolare alla rinfusa le
favole
sceniche or Tragedie, or Commedie, or Tragicommed
molto vantaggio per la gioventù, dovessi poi consumare il tempo sulle
favole
del Malara che non esistono, nè si sa che cosa fo
to scritto secondo i dettati della verisimiglianza. Vadano adunque le
favole
del Cueva in quattro atti como pies de niños, sec
evate leggere nel mio Libro, che io non avea avuto sotto gli occhi le
favole
del Cueva. Ma per quella mia osservazione vorrest
que declinasen à la formacion de estos hormaphroditas (così chiama le
favole
Spagnuole), ò monstruos de la Poesia, como los ll
ovità degli argomenti; imperciocché i tragici traevano i propri dalle
favole
di Omero e dalla mitologia assai ben nota; e i co
iene alla commedia bassa e alle farse; e pur serpeggiano nelle di lui
favole
alcune tinte veramente comiche da piacere in tutt
a che riuscirà negli sforzi che farà per dimenticar, mentre legge, le
favole
comiche de moderni, e s’internerà nello spirito d
isse in mare, ma in Egina, e che dopo quel tempo avesse scritto altre
favole
, sempre é certo che per un editto di Alcibiade no
o accadevano come uomini, non come eroi. I mimi greci furono picciole
favole
buffonesche le quali poterono derivare da quelle
co, e Sofrone siciliano contemporaneo d’Euripide, furono scrittori di
favole
mimiche. I pantomimi erano imitazioni mute fatte
oca, cioé avanti che la rappresentazione insegnasse al ballo a imitar
favole
seguite e compiute tragiche e comiche, esso non e
scolari che vi manteneva l’elettor Federigo detto il pietosob. Simili
favole
che aveano tutt’altro oggetto che di formare il g
mario, di Rut del Drisearo, di Giuseppe del Ditero. Queste non furono
favole
stravaganti e maligne; ma non vi si guardano le r
CAPO VIII. Teatro di Sofocle. Ma la soverchia semplicità delle
favole
di Eschilo non sempre animata da quella interessa
facevano gli altri poeti, i quali per lo più recitavano nelle proprie
favole
. Sino alle cose più picciole distese Sofocle le s
? Se tale fosse il sentimento di Laerzio, verrebbe contraddetto dalle
favole
che ci rimangono di questi due tragici. Aristotil
per volta, ne seguirebbe che Eschilo non avesse introdotti nelle sue
favole
che due soli attori, oltre del Coro, la qual cosa
ettura in essa espressa. a. Tra gli esempii delle irregolarità delle
favole
antiche intorno al luogo reca Metastasio Ajace, p
ra comici. Suida mentova una Medea ed un Tereo argomenti tragici come
favole
di un tal Cantaro, cui dà il nome di poeta comico
da Ateneo si citano l’Eroine e la Baccante di questo drammatico come
favole
tragiche. Corsero intorno a mille anni dal tempo,
ota III). I Giovani sacri, il Forbante, il Penteo sono nomi di alcune
favole
Tespiane. Appartiene a Tespi questo frammento rap
accessoria del coro divennero corpo principale del dramma, trattarono
favole
ed affetti, e formarono uno spettacolo si dilette
er vantaggio della patria47. Frinico inventò ancora il tetrametro. Le
favole
che di lui si citano, sono: Pleuronia, gli Egizi,
te seppe con arte e felicità maggiore degli antecessori trasportar le
favole
Omeriche al genere tragico e maneggiarle in istil
le Coefore, l’Eumenidi, e i Persi. Di queste non meno che delle altre
favole
greche a noi giunte, in grazia della gioventù cur
composte, vinse secondo Suida e Quintiliano quattro volte con alcune
favole
del Padre, alle quali diede novella forma. III
orma. III. Teatro di Sofocle. Ma la soverchia semplicità delle
favole
di Eschilo non sempre animata da quella interessa
facevano gli altri poeti, i quali per lo più recitavano nelle proprie
favole
. Sino alle cose più picciole stese Sofocle le sue
e nella Poetica, un poco di negligenza nel condurre e disporre le sue
favole
; ciocchè pruova ch’egli poneva più cura a ritrarr
icesse coronato Στεϕκνηϕορος, dalla corona riportata dal poeta. Altre
favole
conseguirono la corona teatrale ne’ giuochi Olimp
iù che su i pregi degli antichi proviene la moderna non curanza delle
favole
Greche e l’idolatria per le romanzesche degli ult
ina, due Carcini, un altro Euripide, che secondo Suida compose dodici
favole
e vinse due volte, un di lui nipote dello stesso
ro tragedie88. Dionisio il maggiore tiranno Siracusano scrisse ancora
favole
tragiche che niuno volle con lui tener per buone.
te quelli che parlavano di amori; alla qual disgrazia soggiacquero le
favole
di Menandro, Difilo, Apollodoro, Filemone e Aless
ento imitando Euripide, e scrisse ancora commedie a somiglianza delle
favole
di Menandro90. Si corruppe finalmente la Greca li
? Se tale fosse il sentimento di Laerzio, verrebbe contraddetto dalle
favole
che ci rimangono di questi due tragici. Aristotil
e il coro, la qual cosa come si è detto sarebbe smentita dalle di lui
favole
; perocchè nel solo Prometeo alla prima scena inte
Luperce, Quatuor. 62. Tra gli esempj delle irregolarità delle
favole
antiche interno al luogo reca Metastasio l’Ajace;
CAPO V I. Diverse specie di
favole
sceniche latine. Ebbe il teatro Latino due sp
a di Mecenate, e l’Ottavia che si è voluta attribuire a Seneca ec. Le
favole
Italiche, delle quali parla Donato nella prefazio
Carisio, Festo e Macrobio, hanno conservati i nomi di moltissime sue
favole
. Tali sono: gli Adelfi, Agamennone supposto, l’Ar
lle mime. A tempo di Giulio Cesare fiorirono due celebri scrittori di
favole
mimiche, Decimo Laberio cavaliere Romano, e Publi
CAPO V. Continuazione del teatro Latino. I. Diverse specie di
favole
sceniche Latine. Ebbe il teatro latino due sp
zzio, l’ Ottavia di Mecenate, e l’Ottavia attribuita a Seneca ecc. Le
favole
Italiche, delle quali parla Donato nella prefazio
Carisio, Festo e Macrobio, hanno conservati i nomi di moltissime sue
favole
. Tali sono gli Adelfi, Agamennone supposto, l’Aru
lle mime. A tempo di Giulio Cesare fiorirono due celebri scrittori di
favole
mimiche, Decimo Laberio cavaliere Romano e Publio
, per delicatezza ne’ caratteri e per vaghezza di locuzione? Se altre
favole
comiche non potessero mostrare gl’ Italiani del s
lui Penelope Pompeo Barbarito nel 1591 promise di produrre, nè sulle
favole
notate a sogetto, tralle quali lasciò lunga fama
comprendere l’indole comica di questo cavaliere e la natura delle sue
favole
, bastano le quattordici che raccolte in quattro v
olaria e l’Astrologo, ne rimarrebbe oscurata buona parte delle di lui
favole
tolte in prestanza da’ Greci. Talvolta si elevò a
antatori scimie ridevoli de’ soldati di ventura. L’economia delle sue
favole
è verisimile, semplice ed animata da piacevoli co
sin dal principio del secolo si segnalarono con ingegnose e regolari
favole
comiche, l’Isa, lo Stellati, il Gaetano duca di S
atino. Rancida parrebbe ancora l’invenzione degli argomenti delle sue
favole
fondati sulla schiavitù di qualche persona in Tur
renze fantastiche e la storia, la vita civile ed il miracoloso. Altre
favole
si formarono ad imitazione di quelle di espada y
alderon e di altri Spagnuoli. Allora il Pisani Toscano compose le sue
favole
sul medesimo gusto. Lionardo de Lionardis nel 167
e irregolarità manifeste; sebbene non vo lasciar di dire che alle sue
favole
manchi la grazia e la purezza e l’eleganza della
pania gli Osci, i quali vi furono chiamati a rappresentare le proprie
favole
mimiche celebri per la loro speciale piacevolezza
a Livio, non da Strabone, non da Valerio Massimo che ne favellano. Le
favole
Atellane (disse il gesuita Francese Pierre Cantel
e basterà accennare che egli I toglie agli Osci l’originalità di tali
favole
da tutti gli antichi loro accordata, 2 che le cre
ttori ingenui Atellanarii riguardarono la falsa giocondità delle loro
favole
da principio esenti da ogni oscenità, e la corruz
stato il primo a volgere gli animi degli spettatori dalle satire alle
favole
teatralia, per la cui rappresentazione gli fu ass
creverio e publicati in Lione nel 1720, trovansi nominate le seguenti
favole
di Andronico: Achille, Adone, Ajace, Andromeda, A
e, Laodamia o Protesilaodamia, Tereo, Teucro. Cicerone afferma che le
favole
Liviane non meritavano di leggersi la seconda vol
enia, Licurgo, Protesilaodamia. Francesco Patrizio conta sino a venti
favole
di Nevio che tutte trasportò dalle Greche, e tra
nominato 549) cacciato da’ Nobili Romani che morder soleva nelle sue
favole
. Contemporaneo di Andronico e di Nevio fu Quinto
o degli altri Latini si arricchì Plauto colle invenzioni delle greche
favole
, ma per evitare la satira de’ particolari, non al
i dice nel prologo recitato allorchè si ripetè, superò tutte le altre
favole
: Haec cum primum acta est, vicit omnes fabulas.
servato il nome greco, nè altrove ricordandomi di averlo letto tralle
favole
di quel Comico citate dagli antichi. Eccone l’arg
esimo poeta. Aristofane in qualche coro ragiona a lungo delle proprie
favole
e delle altrui, cose che niuna relazione hanno co
ceto m. Regnard. Il teatro spagnuolo conta eziandio un gran numero di
favole
di somiglianza, el Parecido en la Corte, el Parec
la persona dell’attore nel più bello del dramma, è cosa comune nelle
favole
di Plauto. È degno di osservarsi che nella scena
Cestrione e Astraba. Auto Gellio col filosofo Favorino riconosce per
favole
Plautine la Beozia che si ascriveva ad Aquilio, l
mostrerà sempre al giovane studioso la maniera di modernar le greche
favole
con vantaggio e senza sconciarle. Chi si sovverrà
ficiosa pittura de’ moderni costumi applicata a’ personaggi delle sue
favole
imitando l’arte di satireggiare di Euripide, spec
ostrò gusto e buon senno colla scelta di ottimi argomenti per due sue
favole
impresse in Napoli nel 1715, il Crispo e la Polis
del Maurizio il Principe di Ardore del Ridolfo. Caratterizzano queste
favole
una locuzione pura ed elegante e sobriamente poet
fei Veronese chiaro per dottrina e per erudizione trasse dalle greche
favole
il più interessante argomento tragico, e compose
era tragica, scritta in prosa e impressa in Venezia nel 1722. Da tali
favole
trasse la sua tragedia il Baruffaldi, nè se ne in
e gli affetti naturali e bene espressi, sono i meriti generali delle
favole
del Bettinelli. Vediamone qualche particolarità.
Forse la diversità dell’effetto deriva dalla dissomiglianza delle due
favole
. La virtù di Augusto, come quella di Tito dell’ i
scritta e ben verseggiata, e pregevole per la semplicità delle greche
favole
e pel decoro delle moderne, che vi si osserva. Vi
nar: altrove usato D’altro consiglio avrei. Con maggior copia di
favole
ha cercato il sig. conte Alessandro Pepoli di Bol
de e dell’Hamlet, se non chi di tutto parla per tradizione? In queste
favole
gli spettri appariscono e parlano realmente, come
neggiate con terribile maniera le caratterizzano, e la condotta delle
favole
è accomodata al moderno teatro. Il pregio singola
ensieri che contribuirono a consumare i gran delitti. Nulla nelle sue
favole
rallenta l’azione, tutto va al fine, tutto tende
mp;c. Si è puerilmente affermato che la decadenza del credito di tali
favole
sia derivata dall’essersi divulgato che i loro ar
ale Infante onorò l’autore colla medaglia d’oro onde si coronavano le
favole
rimesse al certame, e ne fe imprimere e rappresen
eal Protettore ha concesso all’Aristodemo gli onori e ’l premio delle
favole
coronate. Or come osa dire il citato impostore ch
lon, Voltaire ebbero torto quando imitarono i Greci nell’adottarne le
favole
? L’ebbe il chiar. Bettinelli che nel Discorso del
o dal giovane don Francesco Saverio Salfi in Napoli; e come parlar di
favole
non pubblicate da noi non lette? Finalmente trala
empj e i gran malvagi dalle tragedie, coll’ ammettere com’ egli fa le
favole
cittadine e lagrimanti, che ne son piene a ricolm
Ariosto da prima, cioè ne’ suoi verdi anni cominciò a scrivere le sue
favole
in prosa circa il 1498a; e così furono scritte i
o; perchè pregio fu degl’Italiani il non aver cominciato dal comporre
favole
mostruose, come le Cinesi, le Inglesi e le Spagnu
così ne parla: …… Che fuor che titoli E vanti e fumi, ostentazioni e
favole
, Ci so veder poco altro di magnifico. Tutto ciò c
nel boccale, allor dimenola. Cint. Te ne fai beffe, e ti par di udir
favole
? Or che dirai di questo, che invisibile Va a suo
che egli è sì ingegnosamente regolare e semplice nell’economia delle
favole
, sì vivace grazioso e piacevole, sì alle occorren
dipingere, e alla ragionata lettura de’ frammenti di Menandro e delle
favole
di Terenzio e di Plauto, non accoppino principalm
nteresse. In molte parti si desidera quel verisimile che accredita le
favole
sceniche e chiama l’attenzione dello spettatore.
orgenti che non si scorgono nella Mandragola, sogliono cagionar nelle
favole
sceniche lentezza e languore. Ma sapere abbigliar
eniche lentezza e languore. Ma sapere abbigliar di moderno le antiche
favole
, sarebbe in una favola un pregio di più che rende
he Plauto stesso e Cecilio e Nevio e Terenzio ed Afranio fecero delle
favole
greche. E sarebbe a desiderare che nella nostra c
amata illuminata età, in vece di scriversi scempiate traduzioni delle
favole
Plautine, se ne facessero sulle orme del Machiave
Machiavelli che lo stil fiorentino? Ed intanto mille o duemila altre
favole
col medesimo pregio dello stil fiorentino fanno s
bell’esempio del modo di trasportare nelle moderne liugue le antiche
favole
con grazia e con franchezza e vivacità di colorit
Dovizio, Machiavelli si valsero per tutti i personaggi delle proprie
favole
del solo linguaggio toscano; in quelle degl’Intro
tite, qualora volessero continuare ad arricchire il proprio teatro di
favole
piene di grandi accidenti, ma senza cadere nelle
ndo sicuri della loro specie, come poteva il Varchi compaparle con le
favole
del Ruzzante? come posporle a queste? In oltre il
e da’ Poeti antichissimi, onde i Tragici trassero gli argomenti delle
favole
che ne idearono, di che vedasi il citato Pausania
vio, si stizza, s’imbizzarrisce poi perchè si chiamino Traduzioni due
favole
Greche travestite, raccorciate, e scritte in pros
sto esangue e muto “Riman più guerra.” Riguardo poi all’esser queste
favole
del Perez composte in prosa, se vuole il Signor L
il quale ci dice come queste opere regolate fossero precedute da due
favole
spettacolose Arabinda prima e Arabinda seconda, c
o giornate, ma una rappresentazione de’ fatti di questa regina in tre
favole
separate. Nella prima giornata trattasi dell’inco
iene molti fatti e molti ammazzamenti, ed è la più spropositata delle
favole
del Virues. Ad eccezione di uno o due personaggi
a’ loro continui bisogni. Un altro momentaneo soccorso trassero dalle
favole
spagnuole piene d’avvenimenti notturni, di duelli
o gl’italiani in quel periodo di decadenza. Ma l’irregolarità di tali
favole
, e la poca somiglianza che aveano cogli originali
ome i Francesi, e ne’ travestimenti di ladro. Gl’ interlocutori delle
favole
Cinesi sogliono essere otto o nove; ma i commedia
ce nella China, nel Tunkino e nel Giappone la divisione Europea delle
favole
teatrali tragiche e comiche. Si cerca solo di cop
o favorevole giudizio portatone da Cicerone, il quale attesta, che le
favole
liviane non meritavano di esser lette la seconda
alcune cosa per compiacere al popolo, impetrò di rappresentar le sue
favole
tacitamente col gesto e atteggiamento, mentre che
alche commedia non serba con esattezza l’unità; ma d’ordinario le sue
favole
son regolari, vagamente semplici, ingegnose, viva
ione degli argomenti; il che rende; sensibile la perdita della di lui
favole
. Cicerone fa menzione del Sinefebo, e Aulo Gellio
o. Aulo Gellio anche dimostra, che Cecilio avea deteriorati nelle sue
favole
molti pasti originali di Menandro. Intanto la sce
ia con mirabil felicità; ma senza curarsi di prender da Omero o dalle
favole
gli argomenti, con nobile intrepidezza espose sul
azio Materno, celebre poeta e giureconsulto; in Plinio secondo, delle
favole
togate di Virgilio Romano, e delle tragedie di Po
giche, dalla sublime terribile Medea! Il teatro latino ebbe tragedie,
favole
italiche, commedie, mimi, e pantomimi. Le tragedi
che rappresentavano il costume de’ romani che usavano la pretesta. Le
favole
italiche, di cui parla Donato nella prefazione al
quali doveano rassomigliare alle greche ilarodie, Per altro nome tali
favole
si chiamavano rintoniche da Rintone, poeta tarent
e, che questo nome equivaglia a Manduco. I mimi latini erano picciole
favole
buffonesche, che da prima si usavano per intermez
A tempo di Giulio Cesare fiorirono due celebri scrittori e attori di
favole
mimiche Decimo Laberio dell’ordine equestre, di c
ecc. Si è puerilmente affermato che la decadenza del credito di tali
favole
sia derivata dall’essersi divulgato che i loro ar
ro tutti gli empii e i gran malvagi, coll’ammettere, come egli fa, le
favole
cittadine e lagrimanti che ne sono piene a ricolm
sostanza questo nuovo genere detto fisedia altro non è che una delle
favole
più spropositate che uscite sieno dalla Spagna, d
tà prescritto nella legge III. E non è questa libertà osservata nelle
favole
spagnuole vecchie almeno di due secoli ? Il Ladis
ridicolo, e ne forma la sua legge VIII della fisedia. Ma in tutte le
favole
inglesi spagnuole ed anche francesi prima del XVI
unque le fisedie debbono aver lieto fine per la legge XIV. E tutte le
favole
spagnuole e di altre nazioni non terminano per lo
capriccio fisedico del Pepoli. Non sono del gusto del secolo XVIII le
favole
pastorali. Appena possiamo nominarne alcuna, benc
de’caratteri, senza parlare della regolarità che si osserva in queste
favole
. Anche Pietro Trinchera di professione Notajo int
o gran letterato avvocato e giureconsulto sommo, senza la pompa delle
favole
Liveriane richiamò sulle patrie scene gli artific
veduta solo accennata a soggetto, come sono tutte le altre ingegnose
favole
del Cirillo, il Saturno, il Metafisico, i Mal’occ
mmedia di Moliere. Queste sono l’epoche e le differenti maniere delle
favole
Goldoniane. Amalasunta tragedia lirica, Belisario
nella lingua, nella versificazione, e nella vivacità richiesta nelle
favole
per chiamar l’attenzione ; il teatro istrionico n
mmi romanzeschi pieni di colpi teatrali per cattar meraviglia. Le sue
favole
il Koulican, e le Sorelle Cinesi si scrissero con
Dama serpente. Le perturbazioni tragiche, le piacevolezze comiche, le
favole
anili, le metamorfosi a vista, un fondo di eloque
pubblicò in Venezia in più volumi un Nuovo Teatro Comico composto di
favole
grandi e picciole, di uno o due atti, in versi ed
a prima corona del concorso del 1778(a) questa commedia lontana dalle
favole
di Mercier quanto è dalla sapienza e dalla veraci
on vigore la culta bricconeria e insinua la morale e la virtù. Le sue
favole
tutte in prosa, eccetto una, sono di genere diffe
si scorgono varii intoppi nella traccia, ne’caratteri e nel piano. Le
favole
ripiene di apparenze sono : 1 il Tempo e la Ragio
nsi gli eventi che stanno accadendo altrove a’ personaggi lontani. Le
favole
romanzesche sono : 1 la Vedova di prima notte, ne
atico continuò più anni a provvedere le compagnie comiche lombarde di
favole
che quando con tinte comiche e quando con apparen
bertà la non mai serva Atene Rossane, Non mai serva ? Efestione, Che
favole
! Antipatro, Impostori ! Efest. Serva sempre dei
l romano Silvio Stampiglia poeta Cesareo dell’imperadore Carlo VI. Le
favole
dello Stampiglia sono doppie e piene d’intrighi a
che ne dinota bene il carattere è l’aver saputo in ciascun atto delle
favole
preparare una scena vistosa, popolare, interessan
re nella Bilancia di Pandolfo Scornabecco, che Metastasio tolse varie
favole
da’ Francesi, senza avvertire quante e quante dag
nificata ai pregi naturali del sito di Partenope. Vi sono altresi due
favole
boscherecce musicali, l’Isola incantata, e l’Amor
a oggetto concatenato. Anch’essa rappresenta co’soli gesti in cadenza
favole
compiute comiche o tragiche. Il toscano Angiolini
dotto abate Arnaud. » Non vi si rappresentano (diceva) che le antiche
favole
, alcune insipide imitazioni delle commedie e nove
apesse almeno codesto pitocco della valle di Elicona che cosa sono le
favole
di Mercier e di Villi, e che cosa è la Faustina !
si rivolse poi di proposito alle tragedie e n’empì più volumi. Le sue
favole
sono ingegnose e regolate; le passioni trattate c
agedie, Giunio Bruto, Marco Bruto, Cesare, e Druso. La condotta delle
favole
n’é sommamente giudiziosa; lo stile grande e subl
to altro che il nome, e qualche frammento, e un argomento secco nelle
favole
d’Igino. Ignorò parimente l’anonimo, che bastaron
rice di una tragedia passabile. Non son del gusto di questo secolo le
favole
pastorali. Possiamo ravvisarne una spezie nell’En
rde, ne’ quali le perturbazioni tragiche, le piacevolezze comiche, le
favole
anili, le metamorfosi, un ricco fondo d’eloquenza
rammi di Silvio Stampiglia, poeta cesareo dell’imperador Carlo VI. Le
favole
dello Stampiglia sono doppie e piene d’intrighi a
ni; ma quali? Molti critici hanno asserito che la maggior parte delle
favole
metastasiane viene dalle francesi, perché non sep
talia la danza e l’arte pantomimica ridotta finalmente a rappresentar
favole
intiere e seguite. Il signor Angiolini Toscano ha
nella Compagnia di Flaminio Scala. Nello spoglio del suo Teatro delle
favole
rappresentative, ella entra tre volte. Nel Vecchi
sposò la figliuola (V. Sacco-Vitalba Angela), e recitò ammirato nelle
favole
di Carlo Gozzi, dalle cui Memorie inutili riferis
onunziano con magistral sicurezza, che il canto rende inverisimile le
favole
drammatiche. Come risponderemo loro per renderli
l’invenzione di tanti nuovi tragici argomenti nazionali e tante nuove
favole
comiche ignote a’ Latini; per aver somministrati
li inveiscono contro l’opera Italiana. Il diletto che partoriscono le
favole
poetiche proviene dalla dolce alleanza del vero c
re. Imita spesso i Greci, e se ne appropria molte bellezze; ma le sue
favole
assai più complicate delle più ravviluppate delle
ha pareggiata, non che adombrata. Dee a lui il coturno non solo varie
favole
degne di mentovarsi al pari del Cinna, dell’Atali
na poetica piena di gusto e di giudizio, talora superiore a molte sue
favole
stesse, sparsa nelle sue opere multiplici e nell’
porta giustamente il titolo di questa favola. Sempre ne’ piani delle
favole
del Voltaire si desidera che ne sieno le circosta
ella maravigliosa opposizione di sentimenti che anima le più semplici
favole
, spicca soprattutto negli affetti di Zamoro e di
ina muore per mano di Ninia? Voltaire che avea ricavate le precedenti
favole
dal Dolce, dal Shakespear, dal Conti, dal Maffei,
revole. Noi non abbiamo dissimulati alcuni difetti delle migliori sue
favole
, affinchè la gioventù non creda di trarre da sì r
di lei opere impresse in Parigi nel 1788. La Place ha tradotto molte
favole
inglesi, ed ha composto Jeanne d’Angleterre, e Ad
olini &c.? Che gl’ Inglesi e gli Spagnuoli in quasi tutte le loro
favole
? Tra’ medesimi Francesi fu egli forse il primo ad
commedie dalla cronaca giornaliera, attorno alla quale egli ricamava
favole
intricatissime, chiassone, quasi direi acrobatich
contro del Principe, cagionarono la morte del poeta. Uno scrittore di
favole
Atellane per un verso ambiguo fu da Caligola fatt
da Capitolino mentovato solamente Marco Marullo attore e scrittore di
favole
mimiche, il quale ebbe l’ardire di satireggiare i
e reliquie e di cerimonie Cristiane danzando e cantando esponevano le
favole
delle gentili divinità188; nè gl’ ignorati o negl
a satira, dal che proviene la bella varietà e delicatezza delle nuove
favole
nate a dilettare ed instruire. Fu la Grecia, fu A
a del proprio difetto. Dopo il Cocalo ed il Pluto di Aristofane, e le
favole
de i di lui figliuoli, vennero ad illustrar quest
e violate, cortigiane, adultere, sono le persone principali delle sue
favole
. Le prime tenerezze di due innamorati, secondo l’
ontribuì ancora agli avanzamenti del teatro brittannico, e tra le sue
favole
passa per eccellente quella che intitolò Il Re no
contro del principe, cagionarono la morte del poeta. Uno scrittore di
favole
Atellane per un verso ambiguo fu da Caligola fatt
da Capitolino mentovato solamente Marco Marullo attore e scrittore di
favole
mimiche, il quale ebbe l’ardire di satireggiare i
za di pagane reliquie e di cerimonie Cristiane danzando esponevano le
favole
delle divinità gentilia; nè gl’ignorati o neglett
nunziano con magistral franchezza che il canto rende inverisimili le
favole
drammatiche . Come risponderemo loro per porli ne
’invenzione di tanti nuovi tragici argomenti nazionali, e tante nuove
favole
comiche ignote a’ Latini; per aver somministrati
li inveiscono contro l’opera Italiana. Il diletto che partoriscono le
favole
poetiche proviene dalla dolce alleanza del vero c
derato come il Plauto del Portogallo, e talmente applaudironsi le sue
favole
, che invogliarono Erasmo Roterdamo a studiar la l
Poliziano e Filomena uscita in Toledo nel 1547. Probabilmente simili
favole
furono novelle in dialogo. Verso i primi anni del
o non differiscono da quelle che chiamò commedie. Altre sei delle sue
favole
volle denominar tragedie, cioè el Duque de Viseo,
a mescolanza di compassione e di scurrilità che regna nelle altre sue
favole
. Molti sono i drammi di Lope destinati a celebrar
il drammatico più fecondo, ed oggi il più dimenticato. Esalta indi le
favole
artificiose di Miguèl Sanchez comendato anche dis
ente non sono rigorose tragedie più delle sei del Vega, e delle altre
favole
eroiche di tanti altri, e delle commedie del Cast
al Lampillas non si è provata) si lusinga di rendere contemporanee le
favole
del Perez alle prime tragedie Italiane. Vuole in
e i vivi e più gli amici) si adornano delle penne altrui. 38. Delle
favole
sceniche di questo gesuita favellò con somma lode
ali contemporanei, i quali mormoravano delle mostruosità delle di lui
favole
, ed obbligato dall’Accademia a giustificarsi il f
ia presenta tutti i vantaggi della sensibilità posta in tumulto nelle
favole
lagrimanti, ma ne sfugge gli eccessi lugubri, l’e
el Moro e nella Sorella. Non sono le lagrime che rendono difettose le
favole
di Sedaine, Mercier e tanti altri; ma il tuono tr
lo dell’autore della Pamela e della Nanina da quello che colorisce le
favole
lagrimanti di Sedaine o di Mercier! Gli autori fr
mico, ma dalle strettezze obligato a scriver troppo, mostra nelle sue
favole
l’effetto della precipitazione. Non si dovea stam
tazione del Cleante del Tartuffo, e dell’Aristo del Mechant. Per tali
favole
veramente la poesia comica nulla ha guadagnato; b
ro tuttavia un buon numero di componimenti. Come attore nelle proprie
favole
rappresenta felicemente alcuni caratteri original
ono ad abbandonar Parigi. Il pubblico però benchè non pago delle loro
favole
compiacevasi della buona condotta, dell’urbanità,
tomo I di questa istoria) non cominciava a comporre i versi delle sue
favole
prima di averne disposto tutto il piano. ADDIZ
olata le False Confidenze lavorata sul medesimo conio delle altre sue
favole
, nelle quali si trova sempre una sorpresa dell’am
e la decenza richiesta negli argomenti e ne’ costumi descritti nelle
favole
che si rappresentano. ADDIZIONE XXII* Opera i
ioni del teatro de’ ballerini da corda della fiera di san Germano. Le
favole
si rappresentavano all’aria aperta e senza lumi,
te seppe con arte e facilità maggiore degli antecessori trasportar le
favole
Omeriche al genere tragico e maneggiarle in istil
al ballo cinese. E che vuol dir mai festa teatrale di ballo serio? Le
favole
del padre della tragedia greca furono, come quell
composte, vinse secondo Suida e Quintiliano quattro volte con alcune
favole
del padre, alle quali diede novella forma. a. Α
secondo la regola del Denina, sapendosi che gli argomenti delle loro
favole
si trassero quasi tutti da Omero e da’ tragici pi
e’ tragici latini e nella scarsezza di sublimità; perchè dalle ultime
favole
moderne risalendo sino ai cori di Bacco in Icaria
come i Francesi, e ne’ travestimenti di ladro. Gl’interlocutori delle
favole
Cinesi sogliono essere otto o nove; ma i commedia
ce nella China, nel Tunkino e nel Giappone la divisione Europea delle
favole
teatrali tragiche e comiche. Si cerca solo di cop
derato come il Plauto del Portogallo, e talmente applaudironsi le sue
favole
, che invogliarono Erasmo Roterdamo a studiar la l
Poliziano e Filomena uscita in Toledo nel 1547. Probabilmente simili
favole
furono novelle in dialogo. Verso i primi anni del
o non differiscono da quelle che chiamò commedie. Altre sei delle sue
favole
volle denominar tragedie, cioè el Duque de Viseo,
a mescolanza di compassione e di scurrilità che regna nelle altre sue
favole
. Molti sono i drammi di Lope destinati a celebrar
il drammatico più fecondo ed oggi il più dimenticato. Esaltò indi le
favole
artificiose di Miguèl Sanchez commendato anche di
no certamente tragedie rigorose più delle sei del Vega, e delle altre
favole
eroiche di tanti altri, e delle commedie del Cast
al Lampillas non si è provata) si lusinga di rendere contemporanee le
favole
del Perez alle prime tragedie italiane. Vuole in
simili rochi corbacci le piume involate a’ nobili augelli. a. Delle
favole
sceniche di questo gesuita favellò con somma lode
ali contemporanei, i quali mormoravano delle mostruosità delle di lui
favole
, ed obbligato dall’Accademia a giustificarsi, il
nault, che tira dal fondo dell’immaginazione e dall’allegoria e dalle
favole
un ammasso di prodigi e di stravaganze, nel secol
le fu autore di Teti e Peleo, Voltaire di Pandora, Marmontel di varie
favole
musicali alla francese. Le Batteux a, e lo stesso
Francia, il Dottor Sangrado ecc. Ascendono a più di ottanta le di lui
favole
; ma in alcune fu ajutato da qualche altro. La sua
à particolari rappresentano tragedie, commedie, e segnatamente alcune
favole
composte per tali brigate espressamente. Lo spiri
re. Imita spesso i Greci, e se ne appropria molte bellezze; ma le sue
favole
assai più complicate delle più ravviluppate delle
pareggiata, non che adombrata. Debbe a lui il coturno non solo varie
favole
degne di mentovarsi al pari del Cinna, dell’Atali
na poetica piena di gusto e di giudizio, talora superiore a molte sue
favole
stesse, sparsa nelle sue opere moltiplici e nell’
nderlo trionfante agli occhi dello spettatore. Sempre ne’ piani delle
favole
del Voltaire si desidera che ne sieno le circosta
ella meravigliosa opposizione di sentimenti che anima le più semplici
favole
, spicca soprattutto negli affetti di Zamoro e di
na muore per mano di Ninia? Voltaire che avea ricavate le precedenti
favole
dal Dolce, dal Shakespear, dal Conti, dal Maffei,
nnello. Noi non abbiamo dissimulati alcuni difetti delle migliori sue
favole
, affinchè la gioventù non creda di trarre da si r
788, se non si vede sulle scene. Ma Place trasportò in francese varie
favole
inglesi e compose Jeanne d’Angleterre, e Adele de
negli Ugolini? Che gl’Inglesi e gli Spagnuoli in quasi tutte le loro
favole
? Tra’ medesimi Francesi fu egli forse il primo a
ile duro stentato e carico di puerilità? Che Belloy aveva nelle prime
favole
esauriti i suoi tesori, e che non seppe idear que
iela, benchè gli appartenga; tanto più che si è nominato in altre due
favole
migliori, delle quali dovrà farsi parola. ADDI
è Huerta, nè Lampillas esageratori sur parole del merito comico delle
favole
di Naharro e della Celestina mostruosi parti dram
gli è certo, che i Romani molto tardi ebbero teatri stabili, e che le
favole
drammatiche in tempo de’ Ludi si rappresentavano
periculo a bandirli da Roma, non cessarono le rappresentazioni delle
favole
teatrali, segno evidentissimo che non vennero com
riosto da prima, cioè ne’ suoi verdi anni, cominciò a scrivere le sue
favole
in prosa circa il 1498108; e così furono scritte
erchè pregio degl’ Italiani fu il non avere incominciato dal comporre
favole
mostruose, come le Cinesi, le Inglesi, e le Spagn
parla: . . . . Che fuor che titoli E vanti e fumi, ostentazioni e
favole
, Ci so veder poco altro di magnifico. Tutto c
el boccale, allor dimenola. Cint. Te ne fai beffe? e ti par di udir
favole
? Or che dirai di questo, che invisibile Va a
che egli è sì in gegnosamente regolare e semplice nell’economia delle
favole
, sì vivace, grazioso e piacevole, sì alle occorre
ipingere, e alla ragionata lettura de’ frammenti di Menandro, e delle
favole
di Terenzio e di Plauto, non accoppino principalm
esse. In molte sue parti si desidera quel verisimile che accredita le
favole
sceniche e chiama l’attenzione dello spettatore.
he Plauto stesso e Cecilio e Nevio e Terenzio ed Afranio fecero delle
favole
greche. E sarebbe a desiderare che nella nostra i
la nostra illuminata età, in vece di farsi scempiate traduzioni delle
favole
Plautine, se ne facessero sulle orme del Machiave
bell’ esempio del modo di trasportare nelle moderne lingue le antiche
favole
con grazia e con franchezza e vivacità di colorit
tite, qualora volessero continuare ad arricchire il proprio teatro di
favole
piene di grandi accidenti, ma senza cadere nelle
ore del Collegio di Zittau precipitò nel basso e nel triviale. Le sue
favole
comiche e tragiche si rappresentarono da’ collegi
ore del collegio di Zittau precipitò nel basso e nel triviale. Le sue
favole
comiche e tragiche si rappresentarono da’ collegi
ncora il vero nascimento del teatro nazionale. Lasciando le incondite
favole
di Trediakouski, e le deboli di Lomonosow, possia
n Personaggio, or senza maschera altro ne rappresentava ; e nelle sue
favole
non introduceva visibilmente Donna alcuna, e nepp
ta centro delle lettere, rappresentate nel loro natural linguaggio le
favole
degli antichi, come il Penulo di Plauto nel 1513
be di recare egli solo nella latina favella molte delle più pregevoli
favole
greche. Trasportò da Euripide Medea, Ippolito, le
Otwai, che tra gli attori si segnalarono ancor componendo; ma le loro
favole
piene di bellezze e di mostruosità, non trovano c
ncora il vero nascimento del teatro nazionale. Lasciando le incondite
favole
di Trediakouski e le deboli di Lomonosow, possiam
one, Tantalo, Teucro, Tieste. Vi si leggono altri di lui frammenti di
favole
incerte; ma non quello del sagacissimo imitatore
gli argomenti; il che rende ben rincrescevole la perdita delle di lui
favole
. Nato però e allevato fuori dell’Italia nella reg
cita i di lui Sinefebi, e Aulo Gellio la commedia intitolata Plozio,
favole
di Menandro da Cecilio imitate. Egli è vero, che
ica quel diletto che ben di rado si prova nella lettura delle moderne
favole
. Mirabile nella seconda scena dell’atto primo è i
ette in vista gli antichi suoi meriti; e siccome per opera sua alcune
favole
di Cecilio alla prima rigettate si riprodussero,
ivelato a costui sì bel secreto, che gli autori nel pubblicar le loro
favole
l’empivano di noterelle, come fanno oggidì i mode
e sia però di questo, dobbiamo osservare che Terenzio in tutte le sue
favole
, e con ispecialità in questa, si scaglia contro i
Menandro, Posidio, Apollodoro ed Alesside, vedeva ad occhi le latine
favole
, al confronto de’ greci originali onde traevansi,
empio di Apollo o delle Muse, ove i poeti recavansi a recitar le loro
favole
. Spurio Mecio o Mezio Tarpa era il più assiduo e
ia presenta tutti i vantaggi della sensibilità posta in tumulto nelle
favole
lagrimanti, ma ne sfugge gli eccessi lugubri, l’e
el Moro e nella Sorella. Non sono le lagrime che rendono difettose le
favole
di Sedaine, Mercier, Falbaire e tanti altri, ma i
ma obbligato dalle sue strettezze a scriver troppo, mostra nelle sue
favole
l’ effetto della precipitazione. Non si dovea sta
ono ad abbandonar Parigi. Il pubblico però benchè non pago delle loro
favole
compiacevasi della buona condotta, dell’urbanità
l verso endecasillabo sciolto all’italiana, formano il merito di tali
favole
. Mancano però d’anima, di grandezza, di moto. Nel
non si scorge quale esser possa in tal tragedia. Noi scorgiamo nelle
favole
del Montiano la regolarità nascente nella nazione
onale merita ogni lode. Ma il mezzo che scelse di ripetere le antiche
favole
del teatro patrio col solo vantaggio di renderle
nelle Fenicie, negli Eraclidi, nelle Supplici, ne’ Persi, nelle quali
favole
essi presero un oggetto principale per iscopo col
nni in circa. Rileva di più l’editore, che se i Francesi dividendo le
favole
in cinque atti hanno la libertà di abbandonar qua
he eseguì al fine del Teatro Spagnuolo. Questa abbraccia trentacinque
favole
oltre della sua Rachele e delle sue traduzioni di
nza merito particolare. Chi avrebbe (diamone un esempio) omessa nelle
favole
eroiche o la Judia de Toledo, o Dar la vida por s
L’esgesuita Pedro Garcia de la Huerta non prese a tradurre o imitare
favole
straniere; ma pieno dello spirito di Vincenzo suo
do y Eneas? Con qual fondamento diremo ancora che fossero Tragedie le
favole
accennate dal Barbadillo? Sappiamo in oltre che l
mo capo Calepio affronta la questione della proprietà catartica delle
favole
tragiche; l’autore, ricollegandosi ad un’ampia tr
ttato. Il primo capo prosegue con una lunga e puntuale disamina delle
favole
greche, italiane e francesi, volta a determinare
ntato inutile all’interno del dramma moderno, proprio perché priva le
favole
agite a palazzo della necessaria segretezza su cu
ostume, circa l’elocuzione e circa il metro. Capo I. S’esaminan le
favole
tragiche nella lor proprietà principale. Art
empi era ancora troppo bambina. Assai maggiore applauso ebbero alcune
favole
di Quinault nel secolo posteriore, benché molto i
l soddisfatto d’Aristotele che condanna intieramente quella spezie di
favole
ove coloro che vogliono ammazzare persone conosci
oir de leur part. [1.1.9] Appare però che Cornelio vuole che le sue
favole
decidano del valor delle regole, non già che le r
alor delle regole, non già che le regole siano norma a giudicar delle
favole
. Ma tale assunto diviene più strano per la frivol
lle osservazioni sopra la poetica d’Aristotele mostri conoscere nelle
favole
francesi del disviamento, abbia asserito, nella p
poesia. [1.2.8] Egli non ha dubbio, a dir vero, che se ponderiamo le
favole
de’ greci autori se ne incontrano molte cui manca
Euripide sembra essere stato men regolare nella invenzione delle sue
favole
. Fra queste non trovo che l’Oreste, l’Ippolito e
seguire la scorta de’ Greci s’avvisarono per lo più dover imitare le
favole
più regolari. La Sofonisba del Trissino (per comi
monda del Razzi, il Torrismondo del Tasso, l’Elisa del Closio e nelle
favole
di Pomponio Torelli il Tancredi per mio avviso do
abbiano che una larva della medesima e confundendo ciò che le greche
favole
han di buono con ciò che hanno d’imperfetto e che
o di Pier Jacopo Martelli, il quale non par che guari abbia curato le
favole
di questo primo ordine. Tal proprietà fu dall’aut
niuno è stato provveduto de’ mezzi propri per arrivarvi. Di molte lor
favole
occorrerammi di ragionare nel decorso di questo p
apo nominate l’hanno alle loro peripezie d’ordinario congiunta, ma le
favole
doppie ancora. Fra le quali ci presta assai bell’
o. [2.2.3] I combattimenti delle passioni che sono nel decorso delle
favole
e vengono sopra tutto approvati da Cornelio lasci
che non l’hanno, perché ciò farebbe riprovare un pregio nobile delle
favole
tragiche, massimamente quando essi sono adatti al
za ignoranza operanti sono per mio parere lodevoli massimamente nelle
favole
doppie, o di lieto fine, imperocché non avendo di
or cessazione. Ha degnamente luogo il riconoscimento in ogni sorta di
favole
: esso dove dall’uditore s’attende produce una cer
ll’altro. Hassi un chiaro indizio di ciò nel vedere eschiuse in varie
favole
le persone crudeli, o di costume per altro odioso
tribuisce mai questo: anzi egli non dubita di preporre a tutte le sue
favole
la Rodoguna, ove più che in altre esso è notabile
te al coro l’uffizio del compatire. Questa prerogativa non manca alle
favole
italiane, ove d’ordinario appare la cura d’intere
atori di ciò, laonde egli incontra non rado di vedere terminar le lor
favole
con un secco avviso del funesto avvenimento. Mi s
e prolissità, ma perché furono amanti della semplicità, non pur nelle
favole
tragiche ma nelle comiche ancora, siccome si racc
assamento di successi oppressa la virtù dell’azion principale: le lor
favole
sono per lo più semplici e, nelle più composte, q
o de’ passi che debbonsi troncare. [3.1.5] Né dissimulerò che in più
favole
riesconmi ancora disaggradevoli certi intervenime
tti era appresso de’ Greci quasi una specie di episodio che dava alle
favole
una convenevol misura, così certe tragedie italia
e episodio, se si fosse osservata tutta l’accortezza in far sì che le
favole
ne godessero benefizio senza offesa della lor pro
3.2.1] Non può negarsi che le digressioni usate da Francesi in alcune
favole
con moderazione e con ingegno non diano loro molt
no di necessità. [3.2.4] 2. Mi spiace il veder talora frammessi alle
favole
accidenti che, benché siano investigati per rende
ti per altro degni di rappresentazione, ma non saprei compatir quelle
favole
, le cui circostanze ideate da’ poeti non posson r
agedie, non già per passione primaria sopra di cui debba aggirarsi la
favole
, come altri ha loro ingiustamente rimproverato, m
ia necessaria de’ loro episodi, perciocché, a dir vero, poche sono le
favole
puramente fondate sopra intrichi amorosi, quale m
figlia Tamar, persone tutte superflue alla costituzione di quelle due
favole
, non veggendosi alcun successo dipendente dal lor
ci sieno stati maestri degli altri per l’invenzione sustanziale delle
favole
tragiche, contuttociò, perché difficilmente le co
atori col far loro narrare lo stato de’ successi, onde dipendevano le
favole
, da qualche attore che pareva venire in teatro a
go pago di quegli stessi autori, che fattisi imitatori delle migliori
favole
di Sofocle si guardaron bensì d’usare πρόσωπα προ
i sogni da cui li nostri prendono occasione d’aprir l’argomento delle
favole
e d’adombrarle. Io so che, dove s’imiti alcuna ri
cena sono non di rado diversissimi da quelli dell’altra. Laonde certe
favole
mostrano uno aggregamento di varie piccole azioni
provare, né sarebbe difficile rinvenire pari disordini in molte altre
favole
. [4.2.2] Tuttoché non manchino ne’ Francesi di s
nel viluppo tragico la maniera con cui si trattan gli affari in molte
favole
italiane di coro continuo. Nelle tragedie greche
mma. [4.3.3] La maniera tenuta da’ Francesi nello sviluppare le loro
favole
siccome è più naturale, così più parmi ingegnosa
osto a conoscere, massimamente quando sia de’ principali. Fra l’altre
favole
ove s’incontra un tal mancamento pare assai notab
persone rappresentate che nuoce con l’affettazione al verisimile. Le
favole
del Giraldi son sopra l’altre piene di coteste in
che dire. Una simile maniera si puote osservare anche in molte altre
favole
, per la quale di vero ogni rappresentazione riman
fferenti affari. All’incontro con miglior arte si veggono disposte le
favole
de’ moderni italiani che degli antichi, ma niuno
ziosi, deliberativi, patetici e simili, mi sembra parimenti che nelle
favole
francesi abbiano maggiore energia e gravità, vene
la corruttela del secolo prossimamente scorso aveva empito le nostre
favole
, mi fa concepire quanto sia difficile anche a’ pi
con l’azion principale e ad incorporar meglio gli episodi, rechi alle
favole
quel maggior pregio che hanno nella scoltura le i
, ma non è nuovo il suo sentimento; hansi esempli di ciò nelle nostre
favole
antiche, de’ quali mi ricordo ora averne notato n
oltre di che rimane alle scene quel vincolo che dà tanto pregio alle
favole
. Articolo VII. [4.7.1] Terminerò questa pa
aggiugner loro maggiori perfezioni, come perché fa di mestiere che le
favole
sieno proporzionate al tempo in cui si fanno ed a
parte l’ignoranza degli istrioni che scelgono sovente le più sciocche
favole
per le loro rappresentazioni) certo è bensì che p
iunque pareggi l’Ifigenia in Tauris e l’Alceste d’Euripide con le due
favole
fatte da Pier Jacopo Martelli sopra i medesimi ar
lcuna delle nostre la perfezione che hanno per queste circostanze più
favole
de’ Francesi, i quali han posto in ciò tanta cura
e fini, ma come compagni e talor quasi accessori, come erano in certe
favole
accennate da Aristotele in quelle parole della Po
la ricompensa delle buone; ma certo egli mostrasi poco erudito delle
favole
de’ tragici antichi, ove si scorge un simil fine,
i non fioriva una morale sì fina come ne’ nostri e che però molte lor
favole
riescono difettose, ma sconcio è pure sì l’asseri
dunque avvisatosi Cornelio d’avere stabilito un nuovo giovamento alle
favole
tragiche, introdusse l’usanza, seguita poscia da’
tragedie. La ragione che a ciò mi muove è che il popolo, per cui tali
favole
son fatte, non apprende l’idea d’un re senza l’id
ro la medesima, così riescono meno ingegnose e men dilettevoli le lor
favole
, e talor anche meno utili. Con tale libertà sono
nvenevolezza dispensa dallo rassomigliare la stessa storia non che le
favole
, quando si può dissimulare alcun difetto senza co
poscia osservato in altre. Il medesimo dee dirsi di gran parte delle
favole
nostre de’ passati secoli: quindi avviene che mol
ntro è più diretta a muovere che a provare. Esamineremo adunque nelle
favole
de’ nostri e de’ francesi poeti la qualità sì de’
ori di quel secolo avvedendosi della languidezza che pativan le prime
favole
tragiche, s’avvisaron di provvedere al mancamento
er altro dotto, ma che per la tema d’incorrere nella noia delle altre
favole
e per l’avidità di far pompa di tutte le ricchezz
saprei punto scolparlo d’avere sparso di sua invenzione in più altre
favole
de’ concetti d’una strana bizzarria, e che sono t
vecque tant d’ennuis63. [6.3.10] Per recare qualche esempio d’altre
favole
del medesimo, dirò che improprio per un funesto r
iandosi d’esser quindi giunto a maggiore sublimità che nell’altre sue
favole
. Coloro istessi che hanno lodato i Francesi d’una
come opportune per ispiegar le passioni violente, e si trovano nelle
favole
francesi de’ passi in cui se n’è fatto un uso deg
de’ continui endecasillabi, il quale ha ’l comun seguito, rechi alle
favole
un importuno vezzo, non mi rimuovo punto dal cred
ichi. Io discorrendo secondo la sola ragione son di parere che, nelle
favole
drammatiche, le quali vogliono stile non disdicev
aga donna languisce beltà scompagnata da graziosa leggiadria, così le
favole
teatrali senza il verso rimangon prive di certa v
o l’elocutio; nell’ultimo la versificazione. Capo I. S’esaminan le
favole
tragiche nella lor proprietà principale. Art
d’intelletto, ma un volontario accidental mancamento», salva, fra le
favole
di Eschilo, proprio le tre che indicava Calepio,
ha usata più libertà, e men che gli altri, nell’invenzione delle sue
favole
ha posto a questa regola mente. L’Ione, l’Oreste,
i. [2.2.5] Per quanto anteponga l’agnizione alla rappresentazione di
favole
incapaci di destare compassione, Calepio precisa
, scrive Calepio, può essere trascurata più facilmente all’interno di
favole
doppie, dove si palesa immediatamente la diversa
so destino — dei buoni e dei cattivi; in questo caso, così come nelle
favole
di lieto fine, la soluzione teorizzata da Corneil
(Paragone I, 1-2) e i soggetti trattati con meno decoro rispetto alle
favole
italiane (Paragone I, 3, [4]). Sebbene molti teor
osto di ordine estetico, in quanto gli amori che si frappongono nelle
favole
tragiche spesso, a suo parere, impediscono all’au
itazion di Sofocle più che d’Euripide, il quale dà principio alle sue
favole
con figura narrativa» (Gian Vincenzo Gravina, «De
sta a Calzabigi la tragedia «di un solo filo ordita», condanna quelle
favole
in cui i numerosi episodi secondari si inseriscon
ragici greci fossero stati in grado di mettere in scena coerentemente
favole
che prevedevano una certa segretezza, senza fare
i intreccio era ripreso dalla mitologia greca. Egli condannava quelle
favole
in cui, davanti ad un Coro stabile, i protagonist
come il vero padre della fanciulla fatta uccidere (V, 5). Tra queste
favole
, l’Aristodemo viene considerato migliore, in quan
sezioni del dramma. [4.4.4] Un altro difetto che affligge talora le
favole
italiane consiste nel non tratteggiare con coeren
. Ancora una volta Calepio insiste sulla necessità di assicurare alle
favole
che si basano su intrighi politici una verosimile
i scenici poco credibili. [4.4.5] Indagando la verosimiglianza delle
favole
dal punto di vista politico Calepio censura anche
ngegneri, Della poesia rappresentativa e del modo di rappresentare le
favole
sceniche, a cura di Maria Luisa Doglio, Modena, P
ngegneri, Della poesia rappresentativa e del modo di rappresentare le
favole
sceniche, a cura di Maria Luisa Doglio, Modena, P
medio della tragedia», Angelo Ingegneri, Del modo di rappresentare le
favole
sceniche. Trattato, in Id., Della poesia rapprese
, in Id., Della poesia rappresentativa e del modo di rappresentare le
favole
sceniche, a cura di Maria Luisa Doglio, Modena, P
eoria calepiana, come quell’autore italiano capace di far rivivere le
favole
tragiche greche senza rimanere troppo servilmente
e della tragedia, il quale dal poeta è finto, come già era dato dalle
favole
, cioè di bonta mediocre. […] Da quai sagge consid
che, sebbene «quando il Poeta si vale dell’istoria nel formar le sue
favole
, non v’[h]a dubbio alcuno, ch’egli gode amplissim
oponendo il divieto di partirsi dal racconto della storia sacra nelle
favole
bibliche: «Di essi [degli angeli], e di tutti gen
e hanno cercato di conservare questa nociva semplicità all’interno di
favole
tratte dalla storia romana, come accade ad esempi
iocri stessi», e ammoniva i drammaturghi contemporanei ad adeguare le
favole
al costume dei tempi: «È di avere riguardo (come
ito e di Elettra, figurati come personaggi amorosi, benché le antiche
favole
li rappresentassero al contrario come degli eroi
n questo senso; se in precedenza già aveva accennato una critica alle
favole
imperniate su argomenti inventati, alludendo tant
entati, alludendo tanto alle tragedie del Cinquecento che sceglievano
favole
misconosciute, quanto alle pastorali seicentesche
Laterza, 1978, pp. 283-286), nel Settecento è opinione comune che le
favole
di soggetto storico debbano essere privilegiate r
cagionarono dunque le peripezie de’ Romani, e queste molto più che le
favole
, e le Greche storie conformi a’ nostri costumi, e
rdo si era soffermato sul costume e sulla portata etica delle diverse
favole
e delle sentenze drammaturgiche, egli passa ora a
ngegneri, Della poesia rappresentativa e del modo di rappresentare le
favole
sceniche, a cura di Maria Luisa Doglio, Modena, P
a in questo primo elenco in quanto rientravano nella categoria delle «
favole
doppie». Nella lista delle migliori tragedie cont
are. I vizii e le virtù ed anche gli attributi accidentali nelle loro
favole
(osserva il Calepio) diventano le persone agenti.
seo che più non l’ami. Ati recitata nel 1676 dee reputarsi una delle
favole
più interessanti del Quinault. Vi si trova la sol
, e nel Tempio della Pace balletto, e nell’Orlando tragedia, le quali
favole
si cantarono nel 1685, si ripetono le decorazioni
seo che più non l’ami. Ati recitata nel 1676 dee reputarsi una delle
favole
più interessanti di Quinault. Vi si trova la soli
dia che si cantarono nel 1685, si ripetono le decorazioni delle altre
favole
interrotte talvolta da qualche scena interessante
one, Tantalo, Teucro, Tieste. Vi si leggono altri di lui frammenti di
favole
incerte; ma non quello del sagacissimo imitatore
sizione degli argomenti. Ciò rende ben rincrescevole la perdita delle
favole
da lui composte. Nato però e allevato fuori dell’
cità i di lui Sinefebi, e Aulo Gellio la commedia intitolata Plotium,
favole
di Menandro da Cecilio imitate. Egli è vero che G
ica quel diletto che ben di rado si prova nella lettura delle moderne
favole
. Mirabile nella 2 scena dell’atto I è il ritratto
ette in vista gli antichi suoi meriti; e siccome per opera sua alcune
favole
di Cecilio alla prima rigettate si riprodussero e
rivelato a colui si bel secreto, che gli autori nel pubblicar le loro
favole
le colmavano di noterelle, come fanno oggidì molt
e sia però di questo, dobbiamo osservare che Terenzio in tutte le sue
favole
, e con ispecialità in questa, si scaglia contro i
Menandro, Posidio, Apollodoro ed Alesside, vedeva ad occhi le latine
favole
al confronto de’ greci originali onde traevansi,
empio di Apollo e delle Muse, ove i poeti recavansi a recitar le loro
favole
. Spurio, Mecio o Mezio Tarpa era il più assiduo e
o endecasillabo sciolto all’italiana, formano tutto il merito di tali
favole
. Mancano poi di anima, di grandezza, di moto. Nel
nazionale merita ogni lode. Ma il mezzo scelto di ripetere le antiche
favole
del patrio teatro col solo vantaggio di renderle
nelle Fenicie, negli Eraclidi, nelle Supplici, ne’ Persi, nelle quali
favole
essi presero un oggetto principale per iscopo col
nni in circa. Rileva di più l’editore, che se i Franzesi dividendo le
favole
in cinque atti hanno la libertà di abbandonar qua
to V. Don Pedro Garcia de la Huerta non ha preso a tradurre o imitare
favole
straniere, ma pieno dello spirito del fratello vo
, ed Huerta l’ha dissimulato. 16. Questa collezione che abbraccia 35
favole
, oltre della sua Rachele e delle sue traduzioni,
nza merito particolare. Chi avrebbe (diamone un esempio) omessa nelle
favole
dette eroiche o la Judia de Toledo, o Dar la vida
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