Medebach al fianco di suo marito. Recatosi questi a Parigi del 1767,
ella
si fermò per alcun tempo a Bologna col proposito
il di lui ritorno, e passata di Bologna la Compagnia di Pietro Rossi,
ella
vi si scritturò per l’autunno e carnovale, recand
re a Livorno. Tornato il marito, e scritturatosi anch'egli col Rossi,
ella
ebbe occasione di assumere il grado di prima donn
nelle sue memorie servetta e seconda donna pregevolissima, e al quale
ella
tributa la più profonda riconoscenza di scolara.
, donna non ebbe marito : all’ infuori di queste due eccezioni, tutto
ella
provò, pigliando dal mondo il buono che potè, e v
la sua grandezza, la letteratura il suo debole. « I miei cari libri —
ella
scrive — nell’ assenza de’corteggiatori, rapprese
o col nome di Lesbino. Nel Finto Negromante dello Scala (V. op. cit.)
ella
si traveste da Mercurio ; nel Ritratto fra i pers
to fra i personaggi è Lesbino paggio, poi Silvia milanese ; nel resto
ella
è quasi sempre serva, talvolta ostessa, o moglie
più che ventenne, fu donna di servizio prima, poi cameriera. Sebbene
ella
non conoscesse pur le lettere dell’alfabeto, most
la persuase a entrare nella Società di San Simone come attrice, dove
ella
dopo tre sole prove mandò in visibilio il pubblic
commedia di Cletto Arrighi, I tri c e i tri d del buon gener, in cui
ella
faceva la parte di una mamma di ballerina ghiotta
rata qual prima attrice assoluta per l’anno comico '94, dopo il quale
ella
diventò, il 10 ottobre del '95, la signora Zoppis
ligenza, benevolmente accolta dai pubblici come una gentile promessa,
ella
avrebbe potuto con perseveranza di studi, toccar
Perelli capocomico la stabili per la sua compagnia l’anno 1778, ond’
ella
potè incominciare ad apprendere le buone regole d
sua Truppa per assoluta prima donna. Dopo la morte di questo comico,
ella
è rimasta tuttavia co' suoi stessi compagni, e pe
ui da lungo tempo, potè finalmente sposarlo, facendo così tacer, com’
ella
diceva, le male lingue. La troviamo al Teatro Nuo
a, che era grave non meno. Era nata nel 1807 ; di questi ultimi tempi
ella
avea patito, patito assai, ma le forze non l’avev
ulcinella alla Fenice, avea un lettuccio per carità. Una sera, quand’
ella
era già caduta nell’indigenza, la vidi gironzare
rebbe. È giovine ed ha volto piacevole sopr'a tutto sul teatro. Forse
ella
piacerebbe assai più come amorosa. Colombina non
morte fu appunto il saper sempre entrare profondamente in ogni parte
ella
rappresentasse. La Toscani non è Colombina. »
sì ancora come danzatrice ; chè nel balletto d’uso dopo la commedia,
ella
eseguì egregiamente un passo a due insieme al sig
giamente un passo a due insieme al signor Dehesse. Ma la maggior fama
ella
s’acquistò nelle parodie a Vaudeville, ove spiega
va da una compagnia all’altra ? O forse, e questo è il più probabile,
ella
, sciolta da ogni vincolo, si andava scritturando
l servizio del Principe della Mirandola, come dalle seguenti lettere,
ella
doveva correr verso la cinquantina : e assai prob
la volesse nel ruolo assoluto di prima donna, e fu costretta a farsi
ella
stessa conduttrice di compagnie. Ma ecco le due l
assicurar l’Altezza Vostra Ser.ma che d’ogni fauore, ch'in gratia mia
ella
degnarà di far à detta Compagnia, io restarò lei
l Greco in una Compagnia Sociale di terz’ordine, col ruolo (non aveva
ella
ancora i quattordici anni) di prima attrice assol
in Italia l’Angelicata, in America l’Encantadora. Alcuni anni or sono
ella
non aveva ancora toccato la sommità dell’arte all
centenario della morte di Carlo Goldoni, con Tommaso Salvini Bonfil,
ella
, fedele interprete degli intendimenti artistici d
sta grande nel significato vero della parola, non è. Malauguratamente
ella
non poteva incarnar tutte le sere Pamela. Per la
iste consuetudine, che fa dell’artista un cavallo da tiro e da sella,
ella
dovette dalle patetiche paure, se così posso dire
che è gentilezza, grazia, sentimento mite. In parti di simil genere,
ella
non ha bisogno di sforzare i suoi mezzi fisici e
occhi e su le labbra, che dà solo la vista delle cose gentili, quasi
ella
fosse in quel momento l’eletta a rappresentar deg
erto non meno affascinante delle grazie quasi infantili di una volta,
ella
è in grado di esprimere oggi un forte sentimento
ancore, mentre prepara sapientemente la rovina dell’uomo che l’adora,
ella
non ci parve vivere intensamente la vita del pers
e tutto volendo che giovi, e contribuisca alla perfezione di ciò che
ella
rappresenta. » E più giù : « nel nubile suo stato
trice, esposta agli occhi del mondo, fornita di bellezza e di grazia,
ella
ha saputo schermirsi dall’insidie del secolo. »
ttrice, una brava Amorosa, del carattere di Vitalba ; e vecchia, com’
ella
era, si conservava brillante, e vivace sopra la s
i conservava brillante, e vivace sopra la scena, un poco troppo anch’
ella
nella parti serie ed interessanti, cercando, come
re con una parte virtuosa, ed eroica ; ma tutti e due c’ ingannammo :
ella
non era fatta per queste parti, ed io non era anc
artoli stesso. Alla definitiva chiusura del Teatro italiano a Parigi,
ella
tornò in Italia, vivendo ora in Venezia, ora in T
or la gran Candace, come più vuol rattrista e rasserena. Come al vivo
ella
è ognor pronta e sagace, il labbro e gli occhi di
entre intento tu l’osservi e l’odi, vedi che de’ Teatri a rara sorte,
ella
è maggior delle maggiori lodi.
eneva con molta spontaneità ed eleganza di parola. Morto il Campioni,
ella
entrò col marito nella Compagnia di Pietro Rossi,
minato il Rossi l’impegno col Teatro del Marchese Obizzi, vi subentrò
ella
capocomica in società col Bugani sino al ’75 ; ne
ia con altri sotto la direzione del Garavaglia (1901). A mezz'anno
ella
si ritirò dall’arte, per andare sposa al marchese
nticinque anni ; e v' è da credere, che spirato il termine del lutto,
ella
si riaccinga a calcar le seduttrici tavole del pa
sempre annoverata fra le più forti attrici d’Italia. Fra le parti che
ella
recitò con singolar valore, Fr. Bartoli cita le p
i Antonio Maschesini attore e capocomico. Toltosi il Rossi dall’arte,
ella
recitò alcun tempo col genero di lui, Luigi Perel
famosa Lotti, sotto la direzione del maestro Antoldi ; studi, i quali
ella
dovette abbandonare quando più le arrideva l’avve
tti, in società con Gaetano Vestri, a vicenda con Carlotta Diligenti,
ella
cantando al Gerbino di Torino in una commediola d
gi e Antonio Zerri, qual prima attrice assoluta. A sedici anni dunque
ella
si trovò a interpretare, e ne’teatri di maggior g
sero, decoro alto del nostro teatro. Ammalatosi gravemente il marito,
ella
dovette abbandonar di punto in bianco la Compagni
perfezione. Il che non impedì che al primo rimpasto della Compagnia,
ella
, con gran piacere del Goldoni, fosse licenziata.
guardevole personaggio le offrì allora di chiudersi iu un ritiro ; ma
ella
non volle abbandonare le scene. Tornata in Lombar
mbardia, dopo di avere recitato vari anni con poca fortuna, avanzando
ella
in età, e in lei scemando il valore, non trovò pi
Pieri-Tiozzo Elena. Veramente
ella
non ha che vedere col nome di Pieri, essendo nata
di Bellotti-Bon, di Alessandro Salvini. Formò poscia ('61) compagnia
ella
stessa per un triennio, dopo il quale ('65) fu co
venne in mente di rappresentar l’Annella tavernara di Porta Capuana,
ella
si rivelò attrice fortissima nella caratteristica
la fiata per non dimenticarla più mai. Ma in nessun’altra forma portò
ella
mai la naturalezza e la verità ad un più alto seg
nna dimenticata una equivoca dichiarazione di amore, il passaggio che
ella
fa da una finta modestia ed un finto sdegno alle
ita, da prima, romaneggiare nell’antico repertorio semidrammatico. Or
ella
…….. interpretava meravigliosamente la nuova prod
ccardo D’ Arlington, il pubblico accorreva al solo terzo atto, in cui
ella
aveva la maggior parte. Nella Pia de’ Tolomei, co
zo inverosimile. A Livorno si ammalò gravemente d’enterite. Una sera
ella
mostrava con manifesti contorcimenti i dolori che
sere udito : « la prima donna ha i dolori perchè lascia il damo. » Ed
ella
di rimando, vòlta alquanto verso la barcaccia : «
della gloria, e nel fior della giovinezza, senz’ ombra di rimpianto,
ella
infiammandosi e piangendo sclamò : « Non mi lasci
ant’ oro quant’ a peisa. (Cfr. Belgrano. Caffaro, 28 marzo 1886). Fu
ella
, secondo il Sand, sorella di Orsola e Luigia che
iugno 1659). L’assenza di Aurelia non fu molto lunga, giacchè nel’ 60
ella
era già di ritorno a Parigi, senza dubbio, dicono
t (op. cit., 25), per la morte di Romagnesi, suo marito. A ogni modo,
ella
continuò a recitare a Parigi sino all’anno del su
la Gualtieri, la Piatti. E poi : se, nonostante il marito Romagnesi,
ella
fu per tutti la Brigida Bianchi, tutt’a un tratto
vori ch'ella ammannì a quei popoli lontani, ma, come se allora allora
ella
entrasse nell’ arte, si diede col fervore della p
ezzana al glorioso tempo della Compagnia di Bellotti-Bon, della quale
ella
fu principale ornamento ? Quella Signora dalle Ca
a di Giacometti…. ecc., ecc., ecc. Al fianco di Ernesto Rossi pare
ella
rivelasse in uno scatto improvviso, inatteso, l’a
pressione nuova. Ne fu scossa, ne fu meravigliata. E più tardi – cosi
ella
mi raccontava – provò ancora quella impressione a
rono, e l’addestrarono a quell’arte in cui non ebber rivali, e in cui
ella
, recitando a Padova colla Compagnia, provocò il s
iscarsa di grazie, e solo da un anno al drammatico esercizio educata,
ella
supera sè medesima, e porge altissime speranze di
to i fratelli Dondini, Gattinelli padre, e Giacomo Landozzi. Dovunque
ella
si recò ebbe onore di rime e di effigie ; e in Pe
rpa guadagnò nette 27,000 lire austriache. Tornò poi col Nardelli che
ella
amava come padre, e che, in capo a tre anni, mess
el ritiro di Gaetano Nardelli, non so dire da quali e quante proposte
ella
fu assediata ; proposte che non furon poi accetta
oste ella fu assediata ; proposte che non furon poi accettate, perchè
ella
si risolse per la R. Compagnia Sarda, nella quale
dare un’idea del valore artistico della Bettini, e del come e quanto
ella
fosse apprezzata da’compagni di arte ; e anche a
per prendere la sua Compagnia per l’autunno 42, ma appena inteso che
ella
in quell’epoca non si trova più in codesta Compag
ndate giustamente sulla somma e gran Bettini. Mi è stato supposto che
ella
faccia Compagnia per quel tempo : se ciò fosse ve
è mi preme e desidero sommamente di combinare con quel capocomico che
ella
anderà…. Nello stesso giorno il Da Rizzo le scri
trice. L’autore ha colorito il carattere, la Bettini lo ha scolpito ;
ella
ebbe dall’autore una parola che passata sulle sue
i formanti il repertorio della Bettini, cito le seguenti, nelle quali
ella
era costantemente e ovunque acclamatissima : Ter
olo che una volta, passando in rivista le origini de’ nostri artisti,
ella
mi raccontò come, giovinetta, si recasse giornalm
ello spazio vagamente, indefinitamente ; tal volta invece, pareva ch’
ella
guardasse innanzi a sè e sopra di sè, come in asp
zionato studio di finezza e naturalezza ineffabili della dizione, ch’
ella
si mostra oggi agli occhi de’ più ritrosi artista
uello che in genere è ammirevole nella signora Duse è il concetto che
ella
si va formando sempre nuovo delle parti che ella
se è il concetto che ella si va formando sempre nuovo delle parti che
ella
rappresenta ; è la maniera sempre nuova di esecuz
francese, « ma non ne ha bisogno – rispose candidamente il Dancourt –
ella
si fa ben capire colla potenza dell’espressione.
gdad specialmente, maravigliosa collaboratrice. Nè il grande successo
ella
ottenne a Parigi soltanto dinnanzi al grande pubb
a ancor caldo il fucile. Senz’ amor, come Satana, chimera de ’l male,
ella
passava entro un febbrile soffio di colpa, or pro
e, e s’allunga in ombre indefinite. Presso la scrivania di malachite,
ella
, ne la pelliccia, or di ritorno da ’l ballo, inch
sieme. E il futuro ? Che rimane a far più alla gloriosa artista ? Ha
ella
compiuta la grande parabola ascendente ? « Essere
carsi in Ispagna. E questo fu il motto di tutta la sua vita, al quale
ella
deve gran parte di sè. Naturalmente in una costan
in una costante ricerca del meglio, in una paziente opera di bulino,
ella
doveva apparir dopo lungo silenzio agli orecchi e
lla sua gabbia, ed era appunto il gattino della prima Amorosa. Chiama
ella
in ajuto tutta la gente, e tutti gli corron dietr
lancia in mare, e vi rimane annegato. Ecco disperata la sua padrona ;
ella
vuol uccidere tutti gli animali che se le present
ne ride, scherza, fa carezze all’afflitta Signora. Si mette a ridere
ella
medesima, ed ecco il gatto dimenticato. Verament
il Colomberti la dicono napolitana ; il Regli nata a Vicenza : certo
ella
nacque figlia dell’arte (forse a Vicenza da paren
mattina senza dire ove andasse, nè mai più fu veduta…. Si suppone ch'
ella
siasi gettata nelle onde del Bacchiglione, fiume
l era Modena, David Salvini. Ceduta la Compagnia Modena al Battaglia,
ella
vi passò prima attrice, sotto la direzione di Fra
ed accesa in ogni parte di passione, il Costetti racconta che avendo
ella
baciato veramente Paolo nella famosa scena d’amor
marito e degli Andreini, e di tutti i componenti le compagnie in cui
ella
militò, che al nome di questi rimando il lettore.
(14), e l’Afferrante (60) ; un madrigale dettò Incerto Autore, quando
ella
rappresentò Angelica nella Pazzia d’Orlando (57)
ca nella Pazzia d’Orlando (57) ; altro ne dettò il Zifferante, quando
ella
era in abito d’Iride (94) ; ne abbiamo del Crivel
eramente piangessero (13), e altro ne scrisse il Galleggiante, mentre
ella
recitava in habito virile (54). L’Orsola Cecchini
ca esistenza : ma, caduta la Repubblica, dietro l’invasione francese,
ella
fu compiutamente rovinata. Le varie compagnie che
n le assegnò gratuitamente due stanze in quello stesso teatro, in cui
ella
aveva raccolto sì copiosa messe di applausi, di o
it.) : Daria Cutini-Mancini era una bellezza piccante, giovanissima,
ella
pure di 22, ’23 anni appena : svelta della person
alità principale nel disimpegno delle parti brillanti e di servetta :
ella
doveva rimpiazzare la signora Romagnoli, che a bu
tto, poi formò con Luigi Fossi e per un triennio, una società, in cui
ella
passò al ruolo di madre nobile, lasciando quello
sorella del celebre caratterista. Povera Perotti ! E che animo buono
ella
seppe serbare in mezzo a tante amarezze e a tanti
di salvezza della naufragante Compagnia Reale, tornò all’assalto ; ma
ella
da Castel Gandolfo rispondeva il 12 settembre del
imo anno '53. Di più : in caso di pericolo di vita di un dei suoceri,
ella
dovrebbe aver subito venti giorni di permesso, ri
ovrebbe aver diritto d’imporle l’esecuzione della sua parte ; volendo
ella
eseguirla secondo gliela dettasse il suo modo di
i fisiche. E per le intellettuali : Le sue ispirazioni sono sublimi,
ella
trova nelle sue parti ciò che l’autore stesso non
ni più tenue gradazione di tinte : con un sol gesto, con una occhiata
ella
dice assai più di un’altra con cento parole. Chi
ominino. Vi han delle parti che non accetta, perchè le ripugnano ; ed
ella
vuol sempre identificarsi con le sue eroine….
andole alla memoria, nella solennità dell’omaggio, gli entusiasmi che
ella
seppe destare per oltre sessant’anni. Il nostr
trovato per me una scrittura. Un bel giorno, eravamo a Sanpierdarena,
ella
venne e dichiarò che mi voleva seco, non potendo
ndo il protagonista, o la protagonista si trovi presso la ribalta, ed
ella
, semplice servetta o parte di contorno, in un ang
si. Eppure nulla di più studiato e di più finamente studiato : eppure
ella
è forse una delle più rispettose osservatrici del
ecie quando rappresenta la Cameriera astuta del Castelvecchio, in cui
ella
profonde tutto il tesoro delle sue grazie, richia
musica dell’ Apollini, Le contese di Mestre e Malghera per il trono,
ella
sostenne la parte di Mestre. (V. Articchio Niccol
voce magnifica di soprano, e che una sera di agosto del 1825, mentre
ella
cantava un notturno, accompagnata al piano dal ma
tirò dal teatro ; ma mortogli improvvisamente il marito ab intestato,
ella
dovè subito ritornarvi. Fu il '50 con Coltellini,
ilda. Carissimo e bellissimo tipo d’artista ! Coll’avanzar degli anni
ella
ha saputo serbare intatta la giovanile gaiezza, e
a senza lode e senza infamia : ecco tutto. » Ma che bricciola mi vien
ella
bricciolando ! Qui la modestia non è della più sc
re in Compagnia Vestri. Il '25, scritturato il Venier coll’Internari,
ella
si scritturò con Tommaso Zocchi ; poi si riuniron
li, che la tolser dalle scene incurvata dal dolore, e non dagli anni,
ella
avrebbe potuto come Alamanno Morelli rimaner lung
ine Santissima ; ed in quel mondo pettegolo, come moglie, come madre,
ella
è semplicemente venerata.
di Nadasti nell’elenco de' Comici del Duca di Modena pel 1688, in cui
ella
sosteneva le parti di seconda donna. (V. Torri An
i lui la fa cadere nel più profondo abbattimento, al considerare, che
ella
, lui fedele, non se ne può disgiungere, e che egl
tta l’indignazione del padre. Le tenere insinuazioni di Romeo, perchè
ella
si disponga a soffrir con costanza la loro divisi
incatenino. Arriva Ormesinda che prega perchè sieno liberati, e vuole
ella
stessa rimaner prigioniera: Albumasar minaccia tu
tarti, e forse Non fia l’ultimo fregio a le tue glorie Qual viss’
ella
fra i ceppi, e qual morio . . . Oh tu del mio d
enti soccorsi da Fernando di Ricla, lo destina sposo della figlia; ed
ella
che vede in Fernando un grande appoggio del suo p
na Enrico che ha saputo esser Ramiro il padre di Anagilda, e trovarsi
ella
stessa in Morviedro, e facendo premure per parlar
essano le scale alle mura. Enrico vincitore viene a salvare Anagilda,
ella
ripugna di seguirlo, egli s’affanna per liberarla
ervarsi è la quinta scena, quando Enrico viene a salvare Anagilda, ed
ella
ricusa di seguirlo. Vieni meco, Anagilda, le dice
pari sedessi anch’io? ma perchè dice di avere sperato invano? non è
ella
già regina? Ah pera Tutto con me, prim
ma che a tal ridotta Di novo io sia condizion privata. Reputavasi
ella
dunque di condizione privata regnando nella Prove
Ella gli ricorda che fu costretta dal padre alle nozze di lui, ma che
ella
conserverà sempre il suo ardore, perchè. Non ma
re; ma se ciò è a lei venuto in mente, come Gerbino non domanda, come
ella
fosse scampata dalle mani de’ barbari che sotto i
’innocenza, è la virtù delitto, Se la punisci, o ciel. Ma patisce
ella
forse coll’amante, a cagione dell’innocenza, o al
? Al contrario il loro amore è illecito e colpevole. Questa virtù che
ella
ostenta è l’amore; è la virtù degli eroi de’ roma
uori di nuovo, e minaccia Erbele veramente senza veruna ragione; pure
ella
non adducendo discolpa, posta in aria di Megara m
? Aggiugne: L’onor chi serba, Morir non teme. L’ha serbato
ella
? Viene nella scena 5 Germondo a scusarsi col re d
o di Geldippe figlia di Carlo viene a dirle che egli dee partire; che
ella
chiede dilazione di un giorno; che Carlo non vede
valor negò l’iniqua sorte, complimento poco delicato; tanto più che
ella
non l’ha veduto da due giorni, e nel dirgli alla
vacillerà per la libertà di Corradino vinto, ramingo, privo di forze?
ella
che crollò il gran potere di Federigo II, che a t
a avvertirlo di nulla, mentre egli starà ascoltando inosservato, e se
ella
mai con parole o con cenni lo rende accorto di lu
questi, e i soldati obedendo lei e non il re, si fermano. Ma spera
ella
con palesarne la vera condizione di salvarlo? Se
agio senza frutto. Andromaca madre e regina infelice commuove, perchè
ella
stessa sotto gli occhi dello spettatore ed in fac
rosante leggi Del gran Licurgo: povertà sbandisci In un coll’oro,
ella
dell’oro è figlia: Del tuo ti spoglia: i cittad
di lasciarti ... Un fido Consiglio avrai nella mia degna madre, S’
ella
pur resta! Or via, lasciami, vanne: Moglie, reg
e la sua passione fatale e per trionfarne. A costo di morir languendo
ella
tace, ella sceglie uno sposo amabile che l’adora,
ssione fatale e per trionfarne. A costo di morir languendo ella tace,
ella
sceglie uno sposo amabile che l’adora, ella impet
orir languendo ella tace, ella sceglie uno sposo amabile che l’adora,
ella
impetra di abbandonare i suoi come celebrate sien
a, ella impetra di abbandonare i suoi come celebrate siensi le nozze,
ella
è vinta dagl’interni tumulti, è soperchiata, e fa
astringerla a parlare; dolcezza, minacce, insinuazioni; intravede che
ella
ama, ed ella lo confessa col più angoscioso stent
parlare; dolcezza, minacce, insinuazioni; intravede che ella ama, ed
ella
lo confessa col più angoscioso stento. Dubita Cin
so stento. Dubita Ciniro che sia oscura ed ignobile la sua fiamma, ed
ella
nega: Ah non é vile . . . è iniqua La f
arli? iniqua? Ove primiero il genitor tuo stesso Non la condanna,
ella
non fia: la svela. Mir. Raccapricciar d’orror v
Più figlia Non c’è costei. D’infame orrendo amore Ardeva
ella
per . . . Ciniro. Cec. Ardeva ella per . . . Ci
D’infame orrendo amore Ardeva ella per . . . Ciniro. Cec. Ardeva
ella
per . . . Ciniro. Che ascolto! Oh delitto! Cin
amorata, il cui amante ha avuta l’imprudenza di contraddirla allorchè
ella
si faceva di anni ventidue, e di sostenere che ne
ndo l’amante a lor consiglio una freddezza ed indifferenza apparente,
ella
ne smania, vuol ricondurlo al suo amore, e finge
o di una Signora che s’intalenta di sperimentare, se un Cavaliere che
ella
ama, saprebbe ravvisarla e distinguerla a viso nu
a di tali ipotesi condotte con certe non molto verisimili circostanze
ella
si assicura che l’ama, si smaschera, e lo sposa:
del re, stupisce, e lo rincora; Ti perdo, Elfrida, dice Adelvolto; ed
ella
: Come! minacci me con quel funesto presagio tuo p
ccupare Adelvolto di aver egli formata l’infelicità d’Elfrida: poteva
ella
corrispondere riflettendo di aver ella coll’infau
l’infelicità d’Elfrida: poteva ella corrispondere riflettendo di aver
ella
coll’infausta sua beltà ridotto a quel punto l’am
na che vale la stessa cosa esangue. Resta Elfrida, e viene il re, cui
ella
dice che seguirà lo sposo. Eggardo risponde che n
roposto da un re, il quale sempre ha in bocca, questa è la legge, che
ella
diventi sposa di due mariti. Viene il padre nella
uo disegno al marito nella scena 5; è venuto il re che è presente, ed
ella
se n’è con lui spiegato nella scena 6: or chi l’h
ali non suole ascoltarsi. Elfrida vuol ferirsi, Orgando la trattiene,
ella
tramortisce. Ciò che in tale dramma trovo di più
ndoli; e ciò vorrà dire, che se essi non son presti a farsi indietro,
ella
tragicamente gli discaccerà a urtoni, a spinte, a
e l’eleganza, la forza e la precisione Calsabigiana. Partito il padre
ella
dice piangendo, vedete . . . mirate (che debbono
gere nel cuor di Elvira con maniere di padre le dice che vorrebbe che
ella
prendesse marito senza obbligarla a scerre o Rici
onsuetudine, affetto, più grossolanamente s’infinge, sapendo quanto
ella
l’abborrisca. Alle nuove inchieste ella in fin ca
nte s’infinge, sapendo quanto ella l’abborrisca. Alle nuove inchieste
ella
in fin cade e mostra inclinarsi ad Adallano, e al
non frangerà Sdegno, non crudeltà, Non odio, non furor . . . ma
ella
non può conchiudere, perchè convien che attenda i
ervi che nella scena 4 facendo Adallano premura perchè fuggisse seco,
ella
ricusò di assentire, e solo profferì che Elvira s
ei noto, dovea indurla a dubitarne. Ora di qual positiva tirannia può
ella
lagnarsi e addurla come certa in sua giustificazi
Anch’essa aspira, Per esser simile Morendo a te. Se ad altro
ella
non aspira che ad imbrattarsi di sangue, non è la
alattia della prima attrice, ha avuto campo di dimostrare fra noi che
ella
offre più che speranze alla scena italiana. » Uni
grifici e di rassegnazioni : nonostante, anche in piccolissime parti,
ella
potè sempre mostrare il valor suo, e il grado d’a
ca per la lirica, scritturandola per quattro anni ; compiuti i quali,
ella
passò stipendiata dal celebre Lanari per altri qu
l’invito era per lui solo. Come fare ? Andar Colombina a Parigi ? Ma
ella
era legata formalmente colla Compagnia di Bologna
un può credere, poco dopo arrivato, tutti a gara si adoprarono perchè
ella
lo raggiungesse al più presto in Francia, e S. M.
lla era a recitare a Milano. Buffetto la sollecitò alla partenza ; ma
ella
, sopravvenuto l’inverno, passò con la compagnia a
ore alla Commedia italiana, alla quale il 26 aprile dello stesso anno
ella
esordì come amorosa del genere italiano, colla pa
rammi, sì nelle tragedie. Morirono entrambi a Roma, egli nel 1830, ed
ella
nel 1842.
imarca della signora Passow nata in Copenaghen, e morta nel 1757. Era
ella
stata celebre attrice del teatro nazionale, e poi
fatta del Filosofo Inglese e del Don Quixote, e di varie sue poesie,
ella
scrisse pel teatro in più di un genere. I Difetti
ima donna. Dovendosi rappresentare a Milano la Rosmunda dell’Alfieri,
ella
contese alla celebre Pellandi la parte di protago
o ne’suoi viaggi una figliuola ballerina, dall’onorate fatiche di cui
ella
ha pensato di poter in miglior modo passare il re
ova, e il 23 maggio del 1695 le si concesse vita durante una casa ove
ella
abitava sul Corso, purchè restasse in servizio co
ia ed il genero ; e del '57, vecchia, a Ivrea con la Santoni. Del '59
ella
scriveva da Ancona a Righetti a Torino, di aver t
Bartoli – con amore, ed ai quali diede un’ onesta educazione, essendo
ella
molto religiosa e buonissima cristiana. » Fu, com
imi sintomi del male che dovean condurlo alla tomba. Morto il Vestri,
ella
fu qualche mese in Compagnia di Luigi Bonazzi, po
Bartoli, il quale, alludendo alla sua separazione dal marito, di cui
ella
apprese con dolore la morte, le dedicò colla soli
e parti di fanciulla nelle Fiabe di Carlo Gozzi. Ammalatasi la madre,
ella
si provò di sostituirla nel carattere della serva
solamente protettore morale, ma anche materiale ; in ogni circostanza
ella
non avrebbe avuto che da rivolgersi a lui, ed egl
tto a’ panni delle femmine un tanfo di schifi odori. Le donne (diceva
ella
) devono tener esposte le loro membra all’aria, ch
goffi, dozzinali, ignoranti, insopportabili. Non vedo l’ora (esclama
ella
sanata dei pregiudizj) di passare a Parigi, laddo
iuttosto di un antico pregiudizio…. Spento improvvisamente il marito,
ella
, nella quale non era mai l’amore per lui attenuat
ta suo marito società con Luigi Biagi e Salvator Rosa dal ’71 al ’75,
ella
ne fu la prima donna. Entrò quindi a far parte de
,… nell’attesa di raggiunger la Compagnia :… ma colpita dal morbillo,
ella
si spense in capo a soli due o tre giorni ….. co
stata con altre in predicato per andare a Parigi ; ma pare invece ch'
ella
fosse di gran pregio, chè sappiam troppo bene com
acchi la Teodora Ricci, che assunse il ruolo di prima donna assoluta,
ella
dovè passare a quello di seconda donna, che soste
no anche in dubbio le date lasciateci dall’oroscopo, secondo le quali
ella
avrebbe avuto il 1605 dodici anni (V. Antonazzoni
ello studio, nella tenacità di propositi, nell’amore all’arte, poichè
ella
è una delle più innamorate dell’arte sua, la sign
col migliore de’ successi. Sposò il fratellastro Vincenzo Dreoni (
ella
era figlia del primo marito della madre di lui),
empo dopo fu una egregia prima donna. Il Bartoli, al cui tempo (1781)
ella
fioriva, dice che « un nobile aspetto, un volto o
arte sua dice la Gazzetta Universale di Firenze (10 gennajo 1800) che
ella
rappresentò la parte d’Andromaca con quella vivac
à della Bastona…. E il maggio del 1743, morta la Baccherini a Genova,
ella
s’impossessò della parte della Donna di garbo, ed
enchè in questa non prendesse parte la Bastona, nondimeno è certo che
ella
era già nella compagnia col marito Focher o Focar
rico abbandono : prodigiosa nella sua semplicità. « Non mi chiedete –
ella
disse una volta – se io preferisca l’arte antica
rovare una maschera di giocondità da collocarsi sul viso ; che se poi
ella
, o per la naturale bontà dell’animo o per altre c
ria sotto il nome di Beatrice. Fr. Bartoli accenna a un errore in cui
ella
incorse, ritenendo opera di Girolamo Baruffaldi l
agnia Sarda, sotto la grande Marchionni, agl’insegnamenti della quale
ella
dovè il suo rapido progredir nell’arte. Scrittura
a infantile, non eran facilmente alterabili dall’ incalzar dell’età :
ella
avrebbe potuto restar prima attrice giovine fino
mpiegato di Prefettura, e Luisa Watter. Traslocato il padre a Genova,
ella
entrò nella Filodrammatica del Falcone, e a soli
olino anche il drammone, come la Suor Teresa, o L’Indovina ebrea, che
ella
recitava se non con ugual maestria, certo con suc
nel testamento nominò de’figli soltanto la Diana, ciò forse fu perchè
ella
sola rimase in compagnia di lui sino alla morte.
nvito del Comitato drammatico dell’ Esposizione di Torino (anno 1898)
ella
recitò a quel teatro Carignano il Pater di Coppée
Laboranti, che a giudizio dei provetti frequentatori della commedia,
ella
ragguinse la sublimità della Ristori.
sbilancio nelle finanze, sì per la niuna compatibilità dei caratteri,
ella
domandò e ottenne giuridicamente una separazione
’Arlecchino e di Camilla di Goldoni. Morta la servetta Veronesi (V.),
ella
ne prese il posto nel 1768, e si fece chiamare in
ficare il repertorio, e a rappresentare il più spesso opere francesi,
ella
diè gran prova di zelo e di intelligenza, recitan
di Marivaux. Soppresso poi totalmente l’anno dopo il genere italiano,
ella
fu congedata con una pensione di mille lire annue
famiglia illustre ne’ fasti del teatro italiano, perchè nata Sacchi,
ella
venne già onorata col titolo di Pellandi delle se
to e col bravo caratterista Ferdinando Pellizza. Finito il contratto,
ella
abbandonò il teatro e si ridusse in patria, ove m
sua rettorica potrebbe riputarsi studiata, quando non si sapesse che
ella
crea i suoi concetti in quel momento appunto che
Intermezzi lirici, che soleansi fare nella Compagnia di suo padre che
ella
non abbandonò mai. Recitò alcun tempo da amorosa,
morose e vaneggianti stillan da'labbri suoi dell’Ibla i favi ! Sparge
ella
i sali or lascivetti e gravi ; a tempo i risi alt
ella Torri con moltissimo danno alla sua riputazione. E per tutto ciò
ella
si raccomandava al Duca, acciocchè volesse degnar
na commediola in francese. Sentite a Milano la Duse e Sarah Bernardt,
ella
, che non avea mai pensato al teatro, vi fu ad un
e mi si martellava da per tutto l’orecchio coi venerandi Martelliani,
ella
sola me ne nascondeva ìnteramente la monotona cad
un atto di Fagan, in cui cantò un duetto insieme a Rochard. Nel 1752
ella
sosteneva con molto successo le parti di amorosa
lloni un cielo più aperto, affinchè di quella luce, ch’è sua, potesse
ella
pienamente risplendere. » Fu prima attrice giovin
ggiore nella Compagnia dei Suoi Comici, e già che uengo auuisato, ch'
ella
mi habbia fauorito della persona di Florindo, io
tuffavano a capo fitto come prime donne assolute nel gran repertorio,
ella
, per una cotal deficienza di mezzi vocali, rimane
torina. Ma datosi quello all’arte e al capocomicato con poca fortuna,
ella
dovè sagrificare tutta intera la non lieve somma
festose accoglienze. Furon poi con Petronio Zanerini, alla cui scuola
ella
salì al grado di prima donna assoluta, e finalmen
schi. Egli mi ha detto di havere scritto a lei ciò che le occorre, ed
ella
potrà intendersene seco, perch'esso è quel che ha
la Compagnia Nazionale, dove non era alcun posto per lei, non volendo
ella
creare ostacoli alla scrittura del marito, si rit
nnaio del 1583. Ebbe onore di rime da varj letterati, e scrisse anch’
ella
qualche poesia, non del tutto sprezzabile, come i
o a Milano nel 1606. Morì di circa 45 anni, intorno al 1628. Pare ch’
ella
fosse di rara bellezza ; e Alessandro Allori (il
ora soffrirò più di core, sapendo ch’ io potrei volendo lasciarla, et
ella
forse ciò intendendo potria essere più donna da b
martiri, e trar da mille cor mille sospiri. Oltre che nell’ Arianna,
ella
cantò anche nel balletto delle Ingrate, parole de
tista di passar seco alle seconde nozze. Spiegatole il suo desiderio,
ella
di buona voglia v’acconsentì, e furono in breve t
irla, ma per locarla in alcuna parte degna e sicura, come al presente
ella
dimora, stando ad allevarsi Damigella con una fig
gliuoli ad ajutarla in caso di tanto bisogno, onde per gran necessità
ella
non s’induca a farla divenir commediante, esserci
migliorata, » e vi sostenne la parte della Donna protagonista. Fecela
ella
medesima imprimere in quella Città per Anteo Viot
E continua a dire il Bartoli che « oltre al recitar bene la tragedia,
ella
esprimeva anche a maraviglia le parti famigliari
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