Checchi-Serafini Vittorina. Tebaldo Checchi ebbe due mogli. Nacque
dalla
prima Candido, attore di qualche pregio per parti
napoletana Dareni ; ed Ernestina, moglie dell’attore Cambiè ; nacquer
dalla
seconda Vittorina, moglie di Giovanni Serafini, e
a Cecilia del Cossa, non si è tuttavia cancellato il ricordo. Tornata
dalla
Spagna e dall’America ove andò col Morelli stesso
il sogno dorato de’comici, dove, giunta a Pernambuco, cadde fulminata
dalla
febbre gialla che la strappò in brev’ora all’ador
scriveva : Io nacqui morto, cara signora, e tale fui giudicato anche
dalla
levatrice. Fu il chirurgo Zuliani, celebre chirur
per riescir ottima artista drammatica, imprese a studiarne i precetti
dalla
rinomata Ristori, la quale seppe guidare il genio
ommediante rimane avvelenata fiutando un mazzolino di fiori inviatole
dalla
sua rivale, il lento processo della venefica eman
ale, il lento processo della venefica emanazione fu così bene dipinto
dalla
Laboranti, che a giudizio dei provetti frequentat
vendone trovato indizio nè prima, nè dopo lui, chiamata Agonìa, forse
dalla
magrezza del volto, dalla fatica del parlare, dal
prima, nè dopo lui, chiamata Agonìa, forse dalla magrezza del volto,
dalla
fatica del parlare, dalla lentezza del muoversi,
ata Agonìa, forse dalla magrezza del volto, dalla fatica del parlare,
dalla
lentezza del muoversi, dall’ansamento del respiro
l '600. Le prime notizie che abbiamo di lui son del fratello Drusiano
dalla
Spagna, ov' erano entrambi, l’uno attore, l’altro
588. Lo troviamo poi nella Compagnia di Pedrolino, Giovanni Pelesini,
dalla
quale, com’egli scrive a un famigliare del Duca d
romessa che gli veniva fatta, pubblicò un libro per ottenere dal Re e
dalla
Regina la promessa collana con medaglia d’oro, de
ia Pour la monstrer à ces Messieurs d’Itaglia. Seguon pagine bianche
dalla
8 alla 24. Riproduco la pagina 25, ridotta del
Riproduco la pagina 25, ridotta della metà. Seguon pagine bianche
dalla
26 alla 47. Riproduco la pagina 48, ridotta della
eggenda : LEVANTA QVE NO'MATO HOMBRE ENTIERA. Seguon pagine bianche
dalla
52 alla 56. Pagina 57 : Songe le me suis insomni
Francia ; ma non mancaron per lo meno i soliti negoziati, come appare
dalla
lettera interessantissima del '15 di Arlecchino a
Cristianissima, che riproduco fedelmente (Raccolta Rasi), proveniente
dalla
casa Charavay di Parigi. Contro il Tesoriere dall
Rasi), proveniente dalla casa Charavay di Parigi. Contro il Tesoriere
dalla
mezza collana, al quale accenna, s’era già scagli
assoluta. Riferisco da Fr. Bartoli il seguente : Applauso meritato
dalla
signora Giulia Gritti-Pizzamiglio, e dal signor C
ibro, e in egual note scritti, per tali i comparisce a chi è presenti
dalla
grazia e dal brio de chi i vien ditti. Gode tutti
ggio, che far dovevano la seguente primavera in Torino, trasferendosi
dalla
Compagnia di Domenico Bassi in quella di Pietro R
ma amorosa di non pochi pregi. Fu scritturata per gli anni 1857-58-59
dalla
Compagnia diretta dall’artista Giovanni Leigheb.
Al Cocomero di Firenze, ora Niccolini, fu molto lodata dal pubblico e
dalla
critica insieme alla prima attrice Pedretti.
quest’uomo, il quale profugo dalle terre native per un fallo d’amore,
dalla
malvagità attribuito ad altissimo delitto, a rifu
a condurre una riprovevole vita in odio di tutta la terra e fulminato
dalla
celeste maledizione. L’indole diversa dell’uomo c
mmatico, e la sua commedia Di male in peggio fu rappresentata il 1843
dalla
Reale Compagnia Sarda. Di lui dice Costetti (La C
, il Belisario si restituì a Napoli, ove fu scritturato a’ Fiorentini
dalla
Società Visetti, Prepiani e Tessari, della quale
enturosa, talvolta rovinosa gli riuscì l’impresa ; sicchè travagliato
dalla
instabilità della fortuna, e occupato tutto dall’
ebbe stato più nel vero, asserendo come il Belisario, già scritturato
dalla
nuova Impresa de’ Fiorentini, se ne sciogliesse p
il ’46, autor di libretti come il Bajazette e Giancocozza. Riferisco
dalla
citata opera del Di Giacomo le seguenti parole ch
a. Tardi, ma in tempo, il primo de’ Pulcinelli di San Carlino ottiene
dalla
storia resipiscente l’amica e pietosa rievocazion
storia resipiscente l’amica e pietosa rievocazione, che, liberandolo
dalla
tenebra, gli restituisce il posto di quel trono c
ravo macchinista teatrale, nacque a Piacenza il 1809. Passata con lui
dalla
Compagnia di Napoli diretta dal Fabbrichesi in qu
ino, e da quell’ora datò la rinomanza vera della Malfatti. Licenziata
dalla
carica, ma non abbandonata da una sola delle sue
lie, e ne fu sempre il vice-presidente. Le recite di beneficenza date
dalla
sua scuola non si contano. E questa donna, la cui
ta : Chi la fa l’aspetta, ossia I due fratelli veneziani perseguitati
dalla
calunnia e resi felici dalla magia, che « travagl
ia I due fratelli veneziani perseguitati dalla calunnia e resi felici
dalla
magia, che « travagliata – dice Fr. Bartoli – con
ndo, presso Voghera, datisi i cavalli del legno alla fuga, ella vinta
dalla
paura, balzò a terra, fratturandosi una gamba, e
Antonia Torri, dice di questa : « La Lavinia anch'essa sta attendendo
dalla
solita benignità di V. A. qualche soccorso, tanto
più Luca Rechiari detto Mario, ma Luca Rechiari detto Leandro. Forse
dalla
Compagnia era uscito il Caccia, primo nell’ elenc
nell’elenco (e forse per ciò il Rechiari o spontaneamente o stimolato
dalla
moglie pensò bene di liberarsi di questa), e un f
teatro moderno la tragedia greca, d’introdurvi Melpomene accompagnata
dalla
musica, dal ballo e da tutta quella pompa che a’
amo al dì d’oggi. [1.4] La verità si è che tanto co’ soggetti cavati
dalla
mitologia, quanto dalla storia, vanno quasi neces
La verità si è che tanto co’ soggetti cavati dalla mitologia, quanto
dalla
storia, vanno quasi necessariamente congiunti di
sariamente congiunti di non piccioli inconvenienti. I soggetti cavati
dalla
mitologia, atteso il gran numero di macchine e di
altrettante infilzature di madrigali. All’incontro, i soggetti cavati
dalla
storia non cosi bene si confanno con la musica, c
e simili altri intrattenimenti, che ben si adattino con azioni tolte
dalla
storia. Debbono essi intrattenimenti fare unità c
ciro dell’illustre Metastasio. Gli argomenti ne sono semplici, cavati
dalla
più remota antichità, ma non troppo ricercati; in
– dice Riccoboni – di aver veduto ed esaminato alcuni scenarj firmati
dalla
mano di S. Carlo Borromeo, che Antonia Isola, rin
atte da Luigi Riccoboni, essi divennero irreperibili, trafugati forse
dalla
galleria del Canonico Settala a Milano, ove Angel
erte cadavere dinanzi a noi, è pietà inenarrabile. Lontano fatalmente
dalla
famiglia, a cui non può mai pienamente sostituirs
sentirti sonare dintorno il vasto riso dei popolosi teatri, suscitato
dalla
tua comicità arguta e gentille. Ma chi soltanto p
va modestamente da sè, quando sentiva gli applausi degli amici rapiti
dalla
sua parola colta e vivace. Ma il dolore che ha co
sole a Napoli, » ha detto Dumas ; il Vesuvio, che io scorgo benissimo
dalla
mia finestra, mi sembra l’arciprete dei monti che
inevitabile del pranzo. Questo frutto è indicato, raccomandato anche
dalla
Scuola Salernitana. « Semen foeniculi fugat et sp
to di gemme d’inestimabil valore. » Cresciuta in bellezza (vuolsi che
dalla
maestà di tutta la persona, e dalla ricchezza dei
Cresciuta in bellezza (vuolsi che dalla maestà di tutta la persona, e
dalla
ricchezza dei biondi capegli trasparisse la nobil
Pertici Pietro. Sappiamo
dalla
Corilla Olimpica dell’ Ademollo, ch'egli aveva ca
e d’impresario del detto teatro…. Il Pertici accettò ; e licenziatosi
dalla
Corte di Parma, formò tal compagnia, che fu poi f
, fu subito assunta al grado di prima attrice, e ammirata e domandata
dalla
stessa Ristori. Ma la giovinetta non osava abband
osi della Biagini, la tolse in moglie il 21 agosto del '60. Passarono
dalla
Compagnia Ristori in quella Trivelli, ove la giov
precedente, nacque il 1865 a Torino. Dalla precocità dello sviluppo,
dalla
giunonia opulenza delle forme fu sbalzata a poco
sostenne decorosamente nella Compagnia paterna, addestrata nell’arte
dalla
grande Pezzana, di cui volle imitare fin anco l’a
tava le parti di Capitano col nome di Capitan terremoto, suggeritogli
dalla
grande statura e dalla voce potente. Scrisse talv
no col nome di Capitan terremoto, suggeritogli dalla grande statura e
dalla
voce potente. Scrisse talvolta pel teatro, e trad
li del teatro francese, che al suo tempo inondavan le scene, tradotte
dalla
madre Gaetana. Anche sostenne con molto plauso la
ta alle fatiche di un ruolo primario, morì nel '58 a Torino, logorata
dalla
tisi, non ancor cinquantenne.
di Lodi il 1798, come primo amoroso della Compagnia di Pietro Pianca,
dalla
quale passò in quella di Andrea Bianchi, sino al
a Verona. Tornato a’Fiorentini di Napoli, scritturatovi per tre anni
dalla
Società Prepiani, Tessari e Visetti, vi ridestò g
sconci e per le smorfie de’buffoni, ma quel riso eccitato nobilmente
dalla
naturalezza e dalla semplicità con cui sono espre
rfie de’buffoni, ma quel riso eccitato nobilmente dalla naturalezza e
dalla
semplicità con cui sono espressi que’sali attici
rancesco Lombardi e Gustavo Modena ne furono la prova. Egli fu dotato
dalla
natura di tutti i doni necessarj per raggiungere
tema di destinare un abito apposito ad ogni produzione, incominciando
dalla
parrucca alle scarpe, meno, s’intende, l’abito bo
la somiglianza è creduta Ninia suo figliuolo. Corrono altri sei anni
dalla
seconda alla terza giornata, in cui si tratta del
l volgo, ora fuor di proposito elevato, sempre sconvenevole e lontano
dalla
tragica gravità, la versificazione dove pomposa,
apre la stanza ove dimorava Didone, e si vede questa regina trafitta
dalla
spada di Jarba, che ha la corona a’ piedi ed una
te a leggere quel foglio, e a disporre l’esequie di Didone) comprende
dalla
lettera che la regina per mantenere eterna fede a
, quanto più Jarba, che viene in iscena sì tardi, si dimostra lontano
dalla
fierezza, dotato di un cuor nobile, compassionevo
terrar Didone? Piano così assurdo verseggiato in istile tanto lontano
dalla
gravità e dalla correzione, a chi poteva parer tr
iano così assurdo verseggiato in istile tanto lontano dalla gravità e
dalla
correzione, a chi poteva parer tragedia perfetta
l contatto della scintilla, sibbene svilupparsi per gradi, alimentato
dalla
fiamma latente del genio, che aveva pur dato spra
uale la giovane Eleonora fu tenuta, si può dire, al fonte battesimale
dalla
Giacinta Pezzana, che soccorse la nuova stella sa
strascichio della persona. I pregi della Duse, quelli che la elevaron
dalla
comune, eran nella compenetrabilità del tipo, nel
chio e alla mente dello spettatore, perchè l’arte era sempre soccorsa
dalla
natura, e questa da quella…. Per modo che in ques
desse che una parte, quella della natura, viva, parlante, palpitante,
dalla
quale si trovava soggiogato, perchè sentiva di vi
lla quale era ancor vivo nel popolo fiorentino l’entusiasmo suscitato
dalla
Bernhardt, pubblicavo : Da un gran pezzo in qua n
ire schiettissime osservazioni, per le quali m’ebbi a fin di stagione
dalla
eletta artista il ritratto che qui riproduco, con
ra strada, senza voltarvi indietro. Se poi la smontatura che traspare
dalla
vostra lettera, è dovuta ad altre cause — forse t
ionabile…. e l’ambiente può tanto sopra di me. – Lontana dal teatro –
dalla
famiglia artistica, sola – lungo il mare – che ne
osì bene a Trieste ! Già io adoro i paesi di mare…… Il 19 luglio ’84
dalla
montagna (Brozzo – Ivrea) : …… Da quest’altezza…
macolato della montagna, da questo verde che riposa l’occhio irritato
dalla
luce del gas della città – da quest’aria che rime
varsi gigante, convertendo i più reluttanti, i quali speraron financo
dalla
recitazione spontanea della nuova arrivata una pr
opo la rappresentazione straordinaria della Porte Saint-Martin : Sin
dalla
prima scena, afferrati dalla espressione di dolor
rdinaria della Porte Saint-Martin : Sin dalla prima scena, afferrati
dalla
espressione di dolore, dall’andatura disperatamen
significavan soltanto l’elogio di compagni d’arte competenti, scossi
dalla
traduzione sintetica di una vita di emozioni, di
osa, ineffabile musicalità di toni ! Quei tre o quattro Max proferiti
dalla
Duse nel più biricchino dei modi, valser bene per
ssi, con cui fu l’anno seguente, il ’57, a Vienna. Nel ’59, assorbito
dalla
politica, fe’ ritorno a Lugo per concorrere col b
trale, di cui principale ornamento era la figliuola Antonietta, avuta
dalla
moglie Amelia Prina di Brescia, che vediam con es
anza, una delle quali ricordo, rappresentata al Corea di Roma nel ’73
dalla
Compagnia di Fanny Sadowski, diretta da Cesare Ro
da meno di quelli spontaneamente conseguiti dagli attori privilegiati
dalla
natura ; e non è picciol vanto. Ed Ernesto Rossi
ù di dieci anni in carattere di prima donna, finchè fu poi sostituita
dalla
Teodora Ricci, moglie del Bartoli stesso. Alla de
ue seguenti sonetti : Per una Commedia nuova egregiamente rec itata
dalla
signora Rosa Brunelli, composta dal signor Onofri
sagace, il labbro e gli occhi di più affetti piena. Bello è il veder
dalla
scoppiata mina onde dovea venirle ingiusta morte
prevalendosi del favore degli spettatori, si è discostato pian piano
dalla
subordinazione dovuta al poeta e al compositore,
a che vi s’introducessero non poche putidezze di contrappunto lontane
dalla
semplicità e dalla bella natura. Dopo la metà del
essero non poche putidezze di contrappunto lontane dalla semplicità e
dalla
bella natura. Dopo la metà del secolo i poeti inc
nore quello che apparisce a prima vista, e che risulta immediatamente
dalla
loro figura e costituzione fisica, la quale li re
Culicutidonia? [6] La cagione degli accennati difetti viene in parte
dalla
natura stessa del canto, poiché quanto più di att
ttere nel recitativo obbligato, carattere il quale, essendo imitabile
dalla
musica, giustifica l’intervento di essa, anzi lo
mai interrotta modulazione: quindi la regola dettata dal buon senso e
dalla
esperienza d’usar cioè vicendevolmente della poes
quadro che serve di fondamento all’aria. In questa la poesia animata
dalla
espressione, abbellita dalla esecuzione e fregiat
to all’aria. In questa la poesia animata dalla espressione, abbellita
dalla
esecuzione e fregiata di quanto ha l’armonia di p
lta meta che si propongono le arti. Che fa dunque l’artefice? Guidato
dalla
percezione intima di quel bello che esiste forse
ncese autore d’un bel Trattato sul melodramma allorché volle sbandirà
dalla
musica drammatica tutto ciò che serve a dipignere
ta imitazione dei tuoni naturali privi dell’abbellimento che ricevono
dalla
musica non avrebbe sulle passioni la stessa forza
iù abbellita di cui è capace la melodia. O nasca un siffatto fenomeno
dalla
impressione più gagliarda che i suoni musicali fa
ressione più gagliarda che i suoni musicali fanno sui nostri nervi, o
dalla
compiacenza che risulta nell’anima dal veder imit
va materia dove esercitare la sua facoltà pensatrice e comparativa, o
dalla
sensazione analoga a noi che produce l’idea dell’
la immediata espressione dei sentimenti, certo è che dall’aggregato e
dalla
scelta dei colori che il musico aggiugne al quadr
nza distruggere l’illusione propria del canto, perché dovrò sbandirla
dalla
scena? Perché dovrò con soverchia stitichezza rin
a di pratica. [24] Prima. Non si dee aggiugnere alcun abbellimento né
dalla
parte del suonatore né dalla parte del cantante a
si dee aggiugnere alcun abbellimento né dalla parte del suonatore né
dalla
parte del cantante ai semplici recitativi, come n
’una ragione o la narrativa d’un fatto; perocché nascendo l’interesse
dalla
chiara percezione di ciò che il produce, lo spett
meno in quella spezie di affetti che ricavano il pregio loro maggiore
dalla
semplicità con cui si sentono, e dal candore con
quanti passaggi e quanti trilli possano uscire in mezzo quarto d’ora
dalla
volubilissima gola d’una Gabriela, o d’un Marches
ortar vasi a Samo o nottole ad Atene. [49] Ma l’imitazion che risulta
dalla
somiglianza del canto colla situazione del person
meno se si trovi un compenso nell’altro genere d’imitazione che nasce
dalla
convenienza delle parti elementari del canto coi
tti e sentimenti contrari si pongono in opera li stessi capricci, che
dalla
piebaglia armonica vengono chiamati ornamenti? Do
racondo allorché il cantore dovrebbe mostrarsi, a così dir, soffocato
dalla
sua stessa prontezza, si ferma lentamente in un p
52] Ecco l’universale ma puerile sofisma, il quale ridotto in massima
dalla
ignoranza e avvalorato da uno spezioso pregiudizi
i sensazioni materiali, a così dire, e meccaniche prodotte unicamente
dalla
melodia naturale inerente ad ogni e qualunque tuo
oso Moliere, e poi commendare i… Nomi illustri ch’eravate per sortire
dalla
mia penna, la mia pietà vi risparmia! Un avanzo d
l mondo, e se stesso l’unico sovrano dell’universo, esce ogni mattina
dalla
sua capanna per additar al sole la carriera che d
tutte che non ponno provenire da una serie indeterminata di suoni, ma
dalla
determinazione bensì che ricevono essi suoni dall
imitazione esposte di sopra debba altresì mancare la terza che deriva
dalla
somiglianza dei movimenti che sveglia in noi la c
i restiamo indifferenti, né ci sentiamo punto rapire dall’interesse o
dalla
curiosità. La qual cosa non altronde deriva se no
ora; se il fondamento di tale accusa si debba ripetere dall’armonia o
dalla
melodia ovvero dall’una e dall’altra; se consista
nza che si prendono i musici nell’adoperare le dissonale; se provenga
dalla
mancanza in natura d’un suono generatore fisso e
della espressione perché le modulazioni imitative sono troppo lontane
dalla
natura, altro diletto non resta se non quello che
dei giovani, perché dipendendo in massima parte la bellezza del canto
dalla
maniera di eseguirlo, questa non può conoscersi f
uto sforzar la natura distraendola dalle vie istituite da lei che sin
dalla
prima origine della vita va con tacita legge prep
ivi stabilito cotal costume da un’antichità immemorabile, e inventato
dalla
gelosia degli orientali per assicurarsi con quest
. Lorenzo col solo oggetto di spiccarne un frutto tagliano gli alberi
dalla
radice. Coltissimi Italiani! Non sareste forse de
gnata da uno strumento che rimetteva in sesto la voce quando aberrava
dalla
intonazione. Io non posso diffinire in che consis
osse diversa da quella che usiamo in oggi nell’opera. Ricavo il primo
dalla
maniera con cui gl’istrioni recitavano le tragedi
mizi del popolo, e si deliberava intorno agli affari delio Stato. Ora
dalla
storia d’Atene sappiamo che le pubbliche delibera
ifica della persona, di volto piacente, benchè di collo un po’ corto,
dalla
voce e dai capelli d’oro, adorna di abiti e di ge
e con Ciotti e Belli-Blanes. Ma, dopo poco, ammalatasi, fu sostituita
dalla
Duse, amorosa della compagnia, la quale, spiegate
sieme ai Conti Perticari, dei quali diventò l’amico ; e, sentito colà
dalla
Pellandi e dal Belli-Blanes, fu scritturato da es
e del ’25 infermasse di petto a Firenze, ove in breve morì, compianto
dalla
moglie, dal figlio e da’ suoi scritturati che per
greti della divinità. Questa natural pendenza e viva brama di sapere,
dalla
cura e dallo studio d’indagare, chiamossi da’ Lat
ndagare, chiamossi da’ Latini e poi da noi Curiosità, come quella che
dalla
stupida inazione dell’ignoranza ci guida al l’att
elle cose vanno scappando fuori, e vengono a lui quasi spontaneamente
dalla
natura presentate. Le vide egli, se ne approfittò
, ancorchè i popoli non abbiansi partecipate le loro scoperte. É noto
dalla
storia che le nazioni in se stesse ristrette esis
parono quella tela, le contempla come male. L’uomo adunque si avvezza
dalla
prima età per senso più che per raziocinio a sugg
; è adunque di tutte le invenzioni quella che più naturalmente deriva
dalla
natura imitatrice del l’uomo; e non è meraviglia,
segreti della divinità. Questa natural pendenza ed avidità di sapere
dalla
cura e dallo studio d’indagare chiamossi da’ lati
indagare chiamossi da’ latini e poi da noi curiosità, come quella che
dalla
stupida inazione dell’ignoranza ci guida all’atti
elle cose vanno scappando fuori, e vengono a lui quasi spontaneamente
dalla
natura presentate. Le vide egli, se ne approfittò
, ancorchè i popoli non abbiansi partecipate le loro scoperte. È noto
dalla
storia che le nazioni in se stesse ristrette esis
parono quella tela, le contempla come male. L’uomo adunque si avvezza
dalla
prima età per senso più che per raziocinio a fugg
; è adunque di tutte le invenzioni quella che più naturalmente deriva
dalla
natura imitatrice dell’uomo, e non è maraviglia,
lagnanze gli mosse contro anche la Fiorillo (Beatrice), come si vede
dalla
lettera del '51 pubblicata al suo nome (vol. I, p
e di mestiere, e convenienze, e invidie suscitate non sappiam bene se
dalla
stessa Fiorillo, o dalla moglie del Napolioni, ch
nze, e invidie suscitate non sappiam bene se dalla stessa Fiorillo, o
dalla
moglie del Napolioni, che ci sembra poter identif
ebbe luogo, perchè in capo a quindici giorni Masaniello fu destituito
dalla
sua pretesa regalità, e Flaminione di cui fu rico
di loro parte 20,000 lire austriache nette. Ritiratasi la Marchionni
dalla
R. Compagnia Sarda, andò la Bettini a sostituirla
di Carlo Monti, prima, poi dell’Avelloni. Toltala il Monti, artista,
dalla
casa paterna, l’avviò alle scene, in cui diè prov
oi, fuor dell’arte, in Roma, nel 1832, assistita dal vecchio marito e
dalla
famiglia Ferretti (V. Monti Carlo).
imponente, dal volto leggiadro, dagli occhi nerissimi come i capelli,
dalla
voce forte e armoniosa, dal gesto nobile, e dalla
imi come i capelli, dalla voce forte e armoniosa, dal gesto nobile, e
dalla
ricca intelligenza, essa emergeva nella tragedia
uesto elenco dell’ '89 non figura più lo Zanetti (V.), mentre sappiam
dalla
lettera scritta da lui insieme al dottore Savorin
a lui insieme al dottore Savorini essere stato nella Compagnia almeno
dalla
primavera.
e attore e come poeta. Fu il 1821 nella R. Compagnia Sarda di Torino,
dalla
quale uscì dopo un anno, per entrare in quella Go
improvvisamente il Riva a Trieste nella primavera del ’22, e troncato
dalla
vedova Gaetana Goldoni ogni contratto, il Bon for
is per l’autunno e carnevale con un assegno di 8000 lire…. La società
dalla
quaresima del 1823 ebbe florida vita sino a tutto
bri degne di lui : una pietra commemorativa fu alzata sulla sua tomba
dalla
figlia Laura colla seguente iscrizione : qui rip
dagli altri componimenti drammatici. Leggi sue costitutive derivanti
dalla
unione della poesia, musica e della prospettiva.
sia è dunque il primo costitutivo, che distingue codesto componimento
dalla
tragedia, e dalla commedia. né da tale unione ris
imo costitutivo, che distingue codesto componimento dalla tragedia, e
dalla
commedia. né da tale unione risulta un tutto così
in gran parte dipende dalle qualità musicali della lingua, ovvero sia
dalla
magia de’ suoni combinati diversamente nel numero
ricerca intorno a questo punto. Cotale spiegazione, che tutta dipende
dalla
maniera con cui agiscono i suoni sulla nostra mac
pende dalla maniera con cui agiscono i suoni sulla nostra macchina, e
dalla
intima relazione che passa tra la vista e l’udito
elazione che passa tra la vista e l’udito, relazione sospettata prima
dalla
esperienza, poi messa nel suo maggior lume dal Ne
a conseguire l’effetto loro che non sono i versi, i quali dipendendo
dalla
parola, che è un segno di convenzione, e parlando
osì abbiam trovata la prima qualità essenziale, che distingue l’opera
dalla
tragedia. Questa non assoggettandosi alle leggi d
ch’esige il melodramma. Ma questi quattro versetti soli accompagnati
dalla
mossa e vivacità che ricevono da una bella musica
etta quattro apotegmi del liceo. Male ad un vecchio, che agghiacciato
dalla
età i rivolge verso di se unicamente la sensibili
rtago. Questa scena è composta di semplice recitativo. Didone colpita
dalla
improvvisa novella ondeggia fra un tumulto d’affe
pi alle diverse passioni dedur si potrebbe una teoria generale cavata
dalla
natura delle cose, che risparmierebbe molte criti
eccezione difendere. L’uomo generalmente è più dominato dai sensi che
dalla
ragione. Le catene colle quali la natura l’ha leg
, che alla sofferenza di chi ascolta, e però si sbandiscono a ragione
dalla
tragedia, dove hassi tanto riguardo al decoro. Nu
prendendo ciascuna a dilettare or l’uno l’altro dei sensi. E siccome
dalla
unione colla musica ne soffre alquanto la verosim
ngano più gli argomenti tratti dal vero, oppure i maravigliosi cavati
dalla
mitologia o dalle favole moderne. Il motivo del d
ecorazioni vaghe, nuove, e maravigliose. Inoltre, dovendosi escludere
dalla
musica tutto ciò che non commuove, e non dipinge,
onta della mia stima per così chiari scrittori ardisco di slontanarmi
dalla
opinione loro, tanto più che la trovo appoggiata
ento teatrale destinato alla mozione degli affetti, né distinguendosi
dalla
tragedia se non per le modificazioni che risultan
eranno maggiormente il genio del compositore. Non solo s’udirà sortir
dalla
orchestra più minaccioso il fragore della tempest
tenerezze di Mandane, e d’Arbace, e la volta de’ cieli pennelleggiata
dalla
mano d’Aiaccioli, o di Bibbiena parrà fregiarsi d
li avvenimenti, e l’uditore, e il musico di respirare, per così dire,
dalla
troppo viva commozione, che desterebbesi da una m
ore ma anche l’orecchio, e l’immaginazione; onde non può scompagnarsi
dalla
poesia i dal canto, dal suono, e dalla decorazion
one; onde non può scompagnarsi dalla poesia i dal canto, dal suono, e
dalla
decorazione. Da tale accoppiamento risulta un tut
quarci più vaghi d’immaginazione, e d’affetto non difendono un autore
dalla
censura quando va contro ai dettami della ragione
dei veri, poiché, come abbiamo veduto di sopra, gli argomenti tratti
dalla
storia s’addattano egualmente bene, anzi meglio c
vare l’opposto. Così avverrà sempre che la critica anderà scompagnata
dalla
filosofia. [43] Il lettore avrà riflettuto che in
itrovar in queir oggetto la propria felicità. L’uno e l’altro è stato
dalla
natura con mirabile provedimento ordinato. Negli
i eccitar in se stesso o in altrui quel diletto meccanico che risulta
dalla
dolcezza inerente a qualunque tuono. Nel secondo
tomimica, la quale costituisce un linguaggio muto di azione inventato
dalla
umana sagacità affine di accrescer la somma dei n
re fra uomo e uomo un novello strumento di comunicazione indipendente
dalla
parola. [4] Noi ignoriamo fino a qual grado di en
de’ popoli fu dappertutto più d’azione che di parole composto, e che
dalla
usanza appunto di parlar agli occhi acquistaron l
riguardandolo unicamente con occhio politico, né potendo argomentare
dalla
profonda sagacità del legislatore di Lacedemonia
é hanno una significazione ideale, arbitraria, non fissata dall’uso e
dalla
convenzione, o perché non sono abbastanza conness
i antecedenti e coi posteriori, o perché distornano la mia attenzione
dalla
idea principale, o perché si distruggono a vicend
hé nei cori, o in qualche scena particolare. Ciò ch’essi fecero mossi
dalla
necessità, non potendo più reggere alla fatica, è
ecessità, non potendo più reggere alla fatica, è stato poi confermato
dalla
esperienza e dalla sana ragione. La filosofia, ai
do più reggere alla fatica, è stato poi confermato dalla esperienza e
dalla
sana ragione. La filosofia, ai dettami della qual
e l’oggetto principale. E siccome l’effetto d’ogni spettacolo dipende
dalla
costante e non interrotta impressione che fa esso
ha un significato men chiaro e meno intelligibile perché men fissato
dalla
convenzione, e meno atto a rappresentare l’idee c
ol componimento, come lo era anche il coro, il quale non si dipartiva
dalla
scena per tutto il tempo della rappresentazione.
mili al vero che alcuni pensorono che fosser veri, che gittavan fuoco
dalla
bocca ecc. A questi s’accostò il buon Jason, e fe
acelle accese. Questi giungendo al fin del palco infocorno una porta,
dalla
quale in un tratto uscirono nove galanti tutti af
liosamente distinta. Ciò nonostante gl’Italiani non devono escludersi
dalla
gloria che giustamente ad essi appartiene. Tre fr
are tutta quanta è la massa della terra; a tal fine esser egli venuto
dalla
Mauritania nella Gran Bretagna creduta da lui que
Trionfo d’Amore ballò il medesimo re Luigi decimoquarto accompagnato
dalla
reale famiglia, e dal fiore della nobiltà frances
erché in esse il movimento divenne più vivo e la cadenza più marcata,
dalla
qual novità commossi secondo il solito gli adorat
i per lo più da argomenti buffi o mitologici. Di già erasi veduto fin
dalla
prima origine del melodramma Emilio del Cavalieri
regio agli abiti de’ più felici mortali. Tutte le quali cose avvivate
dalla
danza e da gran numero di decorazioni sorprendent
e Gluck e rappresentata in Vienna fece quasi fremere dallo spavento e
dalla
sorpresa gli spettatori lasciando in dubbio gli a
digioso effetto che risentivano provenisse dal terribile argomento, o
dalla
forza e semplicità dell’azione, oppure dalla espr
l terribile argomento, o dalla forza e semplicità dell’azione, oppure
dalla
espressione e verità dell’armonia. [30] Trovata i
centro comune gli sono anzi divergenti, se attenuta non ritroverò né
dalla
parte di quella facoltà né dalla parte di coloro
rgenti, se attenuta non ritroverò né dalla parte di quella facoltà né
dalla
parte di coloro che la coltivano veruna di quelle
no scossi più fortemente mettono in maggior esercizio la sensibilità,
dalla
quale in ultima analisi nasce l’interesse che ci
za nella materia primitiva della danza s’aggiunge l’altra che risulta
dalla
costituzione intrinseca di qualunque lavoro rappr
e fra essi. Come ci farà ella, per esempio, conoscere ciò che dipende
dalla
memoria, come sarebbe a dire che Bruto nella Mort
te avverrà in qualsivoglia azione continuata che si prenda ad imitare
dalla
mimica, la quale non potendo per mancanza intrins
cchi la legatura degli oggetti fra loro, né il risalto che acquistano
dalla
riflessione, altro non farà che mutilare sconciam
vata l’ultima fa degli sforzi per sottrar se stessa e la sua compagna
dalla
invasione. Un’altra truppa di marinari che soprag
i, mangiano, beono, e si trastullano con loro, escono mezzo ubbriache
dalla
grotta, intrecciano scompostamente una breve danz
ressoché intirizzito dal freddo. Le sue vestimenta sono ancor bagnate
dalla
pioggia. Egli si dibatte volteggiando per riscald
occhi od una chiaroveggente sacerdotessa di Delfo per capir tutto ciò
dalla
sola rappresentazione. Sfido poi quel Tiresia e q
profetico spirito, mi dica di grazia cosa debba aspettarsi o temersi
dalla
sua pericolosa influenza. [45] Nulladimeno la sua
di non iscemar nell’atto della rappresentazione l’interesse prodotto
dalla
continuità dell’azione. Il terzo di schivar il di
rrettivo del giudizio pubblico era meno pericolosa ad uomini induriti
dalla
educazione contro ai piaceri che non lo è per uom
i tramandare una tenue modificazione di suono? E il celebre Voltaire,
dalla
Semiramide del quale é stata tolta siffatta immag
rdì il’ 52 con Achille Dondini col quale stette un solo anno, e passò
dalla
Compagnia Robotti, il ’59, in quella di Bellotti-
Compagnia Robotti, il ’59, in quella di Bellotti-Bon. Scritturata poi
dalla
Sadowski con Cesare Rossi, restò al fianco di lui
cio – dice l’Ottonelli – e tacerò i nomi uditi per degni rispetti), e
dalla
Principessa N. Il secondo parto fu d’una figliuol
ncipe N. che poi fu Duca. Il quarto parto fu di una figliuola, tenuta
dalla
Sereniss. Duchessa N. » Di un Dottor Violone è fa
citò per molti anni nel Teatro a S. Luca onorato d’applausi, favorito
dalla
nobiltà e ben veduto da tutto il popolo. Giunto a
, nè potendo più resistere alle fatiche del teatro, pensò d’alienarsi
dalla
Professione, e di sostituire invece sua il comico
Intanto solo soggiungeremo che il Garelli sopravvisse al suo distacco
dalla
Professione altri sei anni dimorando sempre in Ve
lo di favori e doni. Lasciata Genova per condursi a Pisa, ella, vinta
dalla
passione, volle accompagnarlo : ma, creduta fuggi
la parte studiata nel Convitato di Pietra per la Pescatrice, recitata
dalla
figliuola del suo capocomico, Angiola Sacco Vital
sa valle, il folto bosco, il cupo remoto sen d’ogn’antro opaco, ed io
dalla
stessa rapita amica voce pieno di pace il cor, l’
o del Goldoni, il Marchese Pipetto del Giraud, rinsanguati, ravvivati
dalla
recitazione scintillante di Edoardo Scarpetta ; m
osciamocca deve forse la continuata ammirazione del pubblico, che sin
dalla
prima apparita al San Carlino rinnovato, lo compe
ni passo verso l’agiatezza e la gloria, uno vedea farne contro di lui
dalla
maldicenza e dall’invidia, trionfando finalmente
si. In Compagnia Righetti sposò la rinomata attrice Carlotta Polvaro,
dalla
quale presto fu separato per la incompatibilità d
matti, e celebrato da’ muti. Fama volat ; la quale non sa spifferare
dalla
sua sonora sampogna altro che le lodi di questo D
alcuna sorte d’amaritudine, dal nome fel, lis, che vuol dir fiele, e
dalla
prepositione sine, che significa senza, quasi Fel
acca. Costoro, questi cujum pecus, senza l’aiuto mio non si ricordano
dalla
bocca al naso ; Igitur adunque sappia la Dottorag
oranti, dal nome Bò, o Bue, che volgarmente si piglia per ignorante ;
dalla
dittione non, e dal verbo hauere, cioè Bononia Bò
o la Città fu chiamata Bologna, quasi Bonus logos, cioè buon parlare,
dalla
parola Latina bonus, a, um, che significa buono,
uon parlare, dalla parola Latina bonus, a, um, che significa buono, e
dalla
voce Greca Logos, che vuol dire il parlare. Ergo
ra cognitione e ricognitione de’ buoni, e di chi merita, come si caua
dalla
voce Bononia diuisa in sillabe, Bo, bonorum, no,
i dirò che si sono troppo auari de’ lor beni, e fauori, pur cauandolo
dalla
voce istessa Bononia, Bo, bonorum, no, nobis, ni,
tanto i principali lineamenti raccolti in un sol quadro somministrati
dalla
storia verace che nulla vela nel suo corso con ma
al canto, danno a divedere al filosofo investigatore in qual distanza
dalla
coltura essi trovinsi. Con più regolate e più mag
la compassione, a schernire e mordere i vizii de’ privati, e ad esser
dalla
legge richiamati a temperar l’amarezza della sati
ma, cioè la forza del fato e l’infallibilità degli oracoli consacrati
dalla
religione. Posero essi in quel clima la meta alla
a coscienzioso, ma un uomo di onestà a tutta prova, come è dimostrato
dalla
seguente quartina : Mario (era il suo nome teatr
, la Giovanna Benozzi, artista rinomatissima sotto il nome di Silvia,
dalla
quale ebbe quattro figli, di cui uno solo, Antoni
nna. Francesco Bartoli ci lasciò di lei il seguente ritratto : Sortì
dalla
natura i più bei doni, che mai potesse avere una
che ella crea i suoi concetti in quel momento appunto che gli escono
dalla
bocca. Andò in Lisbona con sua madre Chiara, com
ordinario che i difetti dello stile, e tali bellezze la preserveranno
dalla
totale dimenticanza. Le curiose avventure di Fill
Le curiose avventure di Filli e Tirsi educati fra’ Turchi allontanano
dalla
favola il languore che suole accompagnare la magg
che vien concesso ad un episodio. Il lettore s’interessa per essa sin
dalla
scena terza dell’atto I, quando la finta Clori ge
etta e invita a leggere. Un gran movimento riceve l’azione principale
dalla
riconoscenza di Tirsi, e ne aumenta la vivacità,
di Genova, si aggira sull’amore di un pastorello per Gelopea turbato
dalla
gelosia per una menzogna, serenato dal disinganno
utto sforniti di comodi l’aveano inviato a scuola; ma egli spaventato
dalla
villana sevizia del suo pedagogo lasciò la casa p
on ebbe il Peri altro maestro che il proprio genio e l’udito affinato
dalla
lettura che nel campo un altro caprajo faceva del
ordinario che i difetti dello stile; e tali bellezze la preserveranno
dalla
totale dimenticanza. Le curiose avventure di Fill
Le curiose avventure di Filli e Tirsi educati fra’ Turchi allontanano
dalla
favola il languore che suole accompagnare la magg
che vien concesso a un episodio. Il lettore s’ interessa per essa fin
dalla
scena terza dell’atto I quando la finta Clori gen
etta e invita a leggere. Un gran movimento riceve l’azione principale
dalla
riconoscenza di Tirsi, e ne aumenta la vivacità i
di Genova, si aggira sull’amore di un pastorello per Gelopea turbato
dalla
gelosia per una menzogna, serenato dal disinganno
utto sforniti di comodi l’aveano mandato a scuola; ma egli spaventato
dalla
villana sevizia del suo pedagogo lasciò la casa p
on ebbe il Peri altro maestro che il proprio genio e l’udito affinato
dalla
lettura che nel campo un altro caprajo faceva del
. Fu nella Compagnia di Marta Coleoni e in quella di Antonio Goldoni,
dalla
quale poi passò col noto artista e capocomico Gia
ferro, o sia la maniera di far fortuna, ecc. Staccatosi poi il Bacci
dalla
società, e divenuto capocomico solo, si recò, dop
Flaminio, il celebre Gio. Paolo Fabbri, già vecchio, e probabilmente
dalla
sua professione ridotto a male. Pare che il Bachi
r parti di secondo amoroso il ’26 nella Compagnia di Lorenzo Tassani,
dalla
quale passò in quella di Monti, Rosa e Marchionni
i scritturarsi in quella Reale Sarda che abbandonò il ’53 per passare
dalla
parte di attore pagato a quella di capocomico ; e
i glorioso capocomicato, si scritturò in Compagnia Giuseppe Peracchi,
dalla
quale uscì la quaresima del ’70 per lasciar defin
Ricerche sull’attitudine della lingua italiana per la musica dedotte
dalla
sua formazione, e dal suo meccanismo. Cause polit
inarticolato. La parola non è che il suono medesimo quando nel sortir
dalla
bocca riceve due modificazioni di genere diverso,
i denti in una situazione fissa e permanente senza toccarsi insieme:
dalla
qual permanenza ne siegue, che il riposo della vo
le lettere consonanti, si fa, qualora passando gli organi della bocca
dalla
loro posizione fissa ad un’altra momentaneamente
segni musicali. Ma cosa è egli mai questo canto? In che si distingue
dalla
favella ordinaria? Quali mutazioni diverse da que
ione in ogni sua parte risponda) il canto si distingue specificamente
dalla
voce pei seguenti caratteri. Primo: per un certo
sso ai lidi Sibila il mar percosso in rauchi stridi». [9] Nè
dalla
delicatezza, che scorgesi in questi e simili esem
oni colla natura dell’oggetto, che esprimono: l’una e l’altra dipende
dalla
prosodia della lingua non meno che dalla cadenza
ono: l’una e l’altra dipende dalla prosodia della lingua non meno che
dalla
cadenza ritmica del periodo, e da quella dimensio
ati nel proferire qualunque parola venivano determinate dal valore, e
dalla
quantità delle sillabe che formavano la parola st
o questa nobilisima parte della musica da sua origine, e la sua forza
dalla
imitazione trasferita al canto delle diverse succ
pronunzia nel proferire le sillabe non si sono altronde ricavate, che
dalla
continua osservazione di ciò che succede in natur
e succede in natura, e dai diversi alzamenti, o abbassamenti di voce,
dalla
diversa rapidità, o lentezza, con cui nell’uomo l
he s’avvicina alla natura del canto, ha finalmente il recitativo, che
dalla
declamazione poetica non molto si scosta: del che
potesse nel canto intieramente trasfondersi cosicché la poesia fosse
dalla
musica inseparabile, come avvenne alla lingua gre
e a dipignere cagionata dal diverso giro, che può darsi alla frase, e
dalla
varietà, che da esso ne risulta, onde si sfugge l
ialetti, che sono concorsi a formarla, della sua varietà nata appunto
dalla
ricchezza e moltiplicità delle sue forme, dell’ab
llo stesso tuono. Non è così nell’italiano, cui somministrate venendo
dalla
pronta fantasia cento cose alla volta, percorre i
gli fu ordinato dal signor Alessandro Barberino di tenerla aperta. Sì
dalla
istanza del 1593, scritta di pugno del Fabbri (V.
l 1608 a Fontainebleau il Delfino dar per parola d’ordine agli esenti
dalla
guardia il nome de'migliori personaggi della Comp
e’ suoni musicali nel muovergli affetti non altronde deriva se non se
dalla
più vicina imitazione della natura, cioè dalla es
ronde deriva se non se dalla più vicina imitazione della natura, cioè
dalla
espressione più esatta di quei toni naturali, nei
uali prorompe l’uomo allorché si sente oppresso dal dolore, dall’ira,
dalla
gioia o da qualunque altra passione impetuosa e v
il gran segreto di muover gli affetti a misura che si venne scostando
dalla
sua semplicità primitiva. Rozza in sul principio
rescritti dalle leggi, i sacerdoti e i magistrati dovevano scacciarlo
dalla
comunità. È memorabile ancora su questo proposito
roppo violentemente svegliarle, abbiano appunto nella musica regolata
dalla
filosofia trovato il segreto d’ottenere siffatta
trumentale indipendente della vocale112. Tra poco la danza si separò
dalla
poesia e dalla musica, e l’una e l’altra non furo
pendente della vocale112. Tra poco la danza si separò dalla poesia e
dalla
musica, e l’una e l’altra non furono più confidat
più moltiplicavano essi i capricci dell’arte tanto più si scostavano
dalla
natura. S’ampliò il numero delle corde e de’ suon
aveva alcun riguardo alle inflessioni della voce, e queste sortivano
dalla
bocca del cantore senz’osservar la legge degl’int
ntrodusse un maggior artifizio ne’ suoni apparisce fra l’altre pruove
dalla
dichiarazione fatta dall’imperatore Ngaiti, che s
el Gran Visir passare un gran numero di persone radunate in un salone
dalla
indifferenza al tripudio, da questo alla tristezz
a che gli Arabi si formavano della musica si potrà meglio comprendere
dalla
traduzione del seguente squarcio che si trova in
ier di camelli, mettendo in non cale i disagi del viaggio, si diverte
dalla
noia cantando, e la sua musica semplice e natural
cuti, e de’ tempi più veloci e più lenti. Il costume in cui siamo fin
dalla
infanzia di non considerar nella musica che la se
e i prodigiosi effetti che ci vengono descritti. [13] E incominciando
dalla
poesia quantunque libera errasse in sul principio
ssivi rappresentazione o immagine degli oggetti dell’universo imitati
dalla
musica col mezzo del tempo e del movimento, i qua
per conseguenza rappresentare i suddetti cangiamenti. Ecco il perché
dalla
natura del ritmo musicale si ricavava presso ai G
e virtù teologali, le quali suppongono un abito soprannaturale infuso
dalla
grazia divina) sono per lo più un effetto della s
alle impressioni che vengono loro comunicate, o che ponno comunicarsi
dalla
educazione non meno privata che pubblica. Qualora
nde, come si provò nel capitolo ottavo del primo tomo di quest’opera,
dalla
sola melodia, così rivolsero ad essa principalmen
mo impegno d’adattare ad ogni effetto particolare che dovea generarsi
dalla
musica l’individuale cagione che dovea generarla.
condo il mio avviso, i maravigliosi effetti che dovrebbono attendersi
dalla
sua unione colla poesia. Quanto più avanti s’ande
mente per una generale inavvedutezza, le cui cagioni bisogna ripetere
dalla
natura dei secoli, ove nacque l’una e l’altra di
va in conseguenza che la misura musicale fosse regolata perfettamente
dalla
prosodia, così che il musico per batter con preci
olmente si nuocono per voler ciascuna primeggiare da sé, sottraendosi
dalla
dipendenza della sua compagna. [28] So che i faut
loro indistinti. né sono il trocheo ed il giambo i soli piedi esclusi
dalla
nostra misura, ma per le ragioni allegate finora
no, che è l’estremo più acuto e che procede con movimenti più celeri;
dalla
qual congiunzione risulta una mischia, una opposi
rinseca contrarietà, che abbiamo provato esistere nell’armonia, anche
dalla
natura stessa della cantilena o composizione, la
d’intensione o di remissione, non solo i ritmi procurati in generale
dalla
misura, ma i ritmi specifici propri in tal modo d
serva di guida in cotal labirinto. Alcuni desumono la loro diversità
dalla
sola differenza che corre fra i gradi dell’acuto
a prima vocale senza offender l’orecchio de’ suoi lettori avvezzo fin
dalla
più remota antichità a separare le lunghe dalle b
ed egli é chiaro che ciò che si chiama buon gusto, non dipende se non
dalla
conoscenza di questo bello271. In Pekin e Costant
i sono poi certe farse buffonesche che costano poco e fan gran romore
dalla
scena, come i mostri teatrali spagnuoli, le farse
iò uom di buon gusto dovrebbe per verità chiamarsi soltanto colui che
dalla
natura fu di predante ingegno ampiamente privileg
tture su di soggetti tenebrosi, inintelligibili, e rimoti dal senso e
dalla
cognizione dell’uomo; coloro i quali con ammirabi
no. Ma tanti anni indugiò poi a proseguirla in Venezia, che prevenuto
dalla
morte nel 1796 la lasciò imperfetta, e l’autore c
1797. Ed ecco ciò che per le mie stampe produco alla luce, implorando
dalla
garbatezza di chi ama le fatighe felici del sig.
alto grado a cui sarebbe salita adulta. Iniziata ne’segreti dell’arte
dalla
zia materna, la celebre Carolina Santoni, si fece
l rappresentare con maestà le alte matrone. Questa seconda non è però
dalla
prima diversa, che fu di casato Clarini, e innest
a del San Carlino di Napoli al fianco dei Cammarano e dei Fracanzano,
dalla
quale uscì il 1803, già ottimo caratterista, a ni
Compagnia reale italiana del Vicerè condotta da Salvator Fabbrichesi,
dalla
sua instituzione (1807), fino all’anno della sua
omico : grave infortunio, compensatogli da una vincita al lotto fatta
dalla
moglie in quell’istesso tempo di quattrocento Bav
ella più alta considerazione, la presente Allegoria recitata soltanto
dalla
fu Compagnia Goldoni nell’ Anno 1815 giacchè a qu
arte de’ parenti. Luigi sposò poi la Luisa Valenti, comica anch’essa,
dalla
quale ebbe quattro figli, tutti comici ; tra i qu
co. Il Dominici nacque il 1838 a Perugia dall’avvocato Francesco e
dalla
marchesa Emilia Bourbon del Monte Santa Maria. Fa
nerando, egli, dico, inconscio della sua forza, si ritrasse alla fine
dalla
battaglia, più rassegnato che sfiduciato. A dare
dell’ingegno e la coltura insufficiente non mi consentivano di uscir
dalla
mediocrità, deposi la penna, pensando che con ope
sapere chiamossi da’ latini, e poi da noi, curiosità, come quella che
dalla
stupida inazione dell’ignoranza ci guida all’atti
elle cose vanno scappando fuori, e vengono a lui quasi spontaneamente
dalla
natura presentate. Le vide egli, se ne approfittò
ancorché i popoli non abbiansi partecipate le loro scoperte. E’ noto
dalla
storia che le nazioni in se stesse ristrette esis
ono quella tela, le contempla come male. Si avvezza dunque l’uomo fin
dalla
prima età, per senso più che per raziocinio, a fu
o; é adunque di tutte l’invenzioni quella che più naturalmente deriva
dalla
natura imitatrice dell’uomo; e non é maraviglia c
alla criminosa precipitazione di sua madre che apdena passato un mese
dalla
morte del re suo marito che tanto l’amava, si è c
accompagnato da i due soldati. Si ode strepito d’istromenti musicali
dalla
reggia, perchè il re stà in tavola banchettando e
o, indi dice: “Aml. Ricordarmi di te? Sì, alma infelice; scancellerò
dalla
mia fantasia ogni altra idea ed impressione, ecce
a sua rimanga nera e maladetta come l’inferno che dee accoglierlo. Va
dalla
madre. Appartamento della regina. Ella parla con
orto, e lo prega a più non dire. Esce il Morto veduto da Amlet, e non
dalla
regina. “Aml. Oh spiriti celestiali, difendetemi
Vieni forse a riprendere la negligenza di tuo figlio, che indebolito
dalla
compassione e dalla tardanza obblia l’importante
ndere la negligenza di tuo figlio, che indebolito dalla compassione e
dalla
tardanza obblia l’importante esecuzione del tuo t
altai nell’imbarcazione nemica, la quale nel tempo stesso si dispiccò
dalla
nostra, ed io rimasi solo e prigioniero. Essi mi
gli mando, indi vieni a vedermi con tanta diligenza come se fuggissi
dalla
morte. Saprai arcani che ti renderanno attonito.
e resti per la tazza ucciso. La regina viene a dire che Ofelia tratta
dalla
sua follia si è affogata nel fiume vicino, la qua
ipe di Norvegia. Ognuno vede la popolarità di questa favola originata
dalla
varietà degli accidenti, ed alcune interessanti s
, gli apologisti Spagnuoli; e se mai s’intalenteranno, scossi al fine
dalla
mia storia teatrale, di compilarne anch’essi una
no contro di lui con personalità villane immaginate e con motti presi
dalla
feccia de’ quartieri di Lavapies, de las Maravill
wton erano spiegate in tono discorsivo a una marchesa per convertirla
dalla
filosofia cartesiana alle verità scientifiche new
rafica, politica e di costume dell’esperienza del viaggio. Di ritorno
dalla
Russia, Algarotti conobbe Federico II e si fermò
he legate alla prassi concreta della rappresentazione operistica. Fin
dalla
prima redazione tuttavia Algarotti, nonostante il
, dove il poeta cesareo sosteneva la derivazione dell’opera in musica
dalla
tragedia. Lo spirito riformista che anima lo scri
rappresenta anche un momento di rilancio della discussione che parte
dalla
constatazione della diffusione europea dell’opera
primosettecentesco in nome di un riconoscimento del piacere suscitato
dalla
musica. La posizione di Algarotti, a qualche dece
rimento al dibattito primosettecentesco, si sottolinea la derivazione
dalla
tragedia classica; una volta liberato il campo da
a la derivazione dalla tragedia classica; una volta liberato il campo
dalla
necessità di giustificare l’esistenza stessa dell
Virtuosi, nelle nostre Opere buffe16.» La vivacità del discorso fin
dalla
prima redazione è data anche dalla prassi di Alga
16.» La vivacità del discorso fin dalla prima redazione è data anche
dalla
prassi di Algarotti di fare sfoggio dei suoi molt
1755; anche la conclusione che è profondamente cambiata nel passaggio
dalla
prima alla seconda redazione rimane qui sostanzia
pratica scrittoria e si avvale di un approccio pragmatico, che nasce
dalla
conoscenza della situazione reale dei teatri per
nasce dalla conoscenza della situazione reale dei teatri per musica e
dalla
necessità di soddisfare i gusti del pubblico più
non è mai stato del tutto risolto29. La lettera prende spunto proprio
dalla
Dissertazione di Calzabigi, pubblicata anche a pu
lo e responsabilità nella società contemporanea, un tema presente fin
dalla
Introduzione che precede il primo paragrafo dedic
in anni più recenti38. Algarotti pubblicò cinque edizioni del Saggio,
dalla
prima, uscita a Venezia nel 1755, fino alla quint
55, fino alla quinta pubblicata a Livorno nel 1764. Il testo risulta,
dalla
prima alla quinta edizione, rivisto e progressiva
uò. Chi é fatto soltanto per appagar l’esteriore de’ sensi, incantato
dalla
magnificenza delle decorazioni e dalla sveltezza
esteriore de’ sensi, incantato dalla magnificenza delle decorazioni e
dalla
sveltezza delle danze, dalla lusinghiera musica e
o dalla magnificenza delle decorazioni e dalla sveltezza delle danze,
dalla
lusinghiera musica e da una tenera pieghevole voc
oggetto che rappresentasi, e gode di essere insensibilmente ingannato
dalla
verisimile finzione del dramma. Né avvi solo chi
troduce egli con una filosofica prospettiva, che a rintracciarlo mena
dalla
più alta sua sorgente l’origine e lo sviluppo de’
e anche in cose di puro piacere discompagnar non fanno le loro vedute
dalla
sublime infallibile scorta della filososia, che é
lle stampe di Napoli sua patria, lungi, vale a dire, da’ suoi occhi e
dalla
felice opportunità di poter ritoccarlo coll’ultim
laudio Leigheb, il rinomato brillante. « Quando — traduco liberamente
dalla
Escena di Barcellona — un’attrice del merito e de
e in particolari. Bene : Flavio Andò ha saputo, direm così, staccarsi
dalla
cornice, e formar quadro esso stesso : egli ha sa
me sborsate. Firmato Salvatore Fabbrichesi. I coniugi Bettini, fino
dalla
fondazione della Compagnia Reale Italiana, nell’a
rtedì, 14 aprile 1812) rendendo conto delle recite che là si tenevano
dalla
Compagnia Reale, così parla del Bettini : Bettin
di dubbio e dalle molte correzioni fatte al non perfetto originale, e
dalla
sfarzosa decorazione e dalla più accurata esecuzi
zioni fatte al non perfetto originale, e dalla sfarzosa decorazione e
dalla
più accurata esecuzione. L’Otello era dell’attor
ati non per tanto gl’Italiani nel provvedere agli sconcerti cagionati
dalla
guerra, dalla politica, e dalla natura non pensav
nto gl’Italiani nel provvedere agli sconcerti cagionati dalla guerra,
dalla
politica, e dalla natura non pensavano a coltivar
l provvedere agli sconcerti cagionati dalla guerra, dalla politica, e
dalla
natura non pensavano a coltivar le arti più genti
sereno e ridente, e in un paese amenissimo sembra fatto a bella posta
dalla
natura per non aver altro impiego che quello di c
vite de’ trovatori. Se già esse non furono bizzarre fantasie prodotte
dalla
calda immaginazion de’ poeti, la quale non conten
ndo sotto questo nome anche la provenzale quantunque fosse differente
dalla
francese) debba fissarsi sul fine del secolo duod
i sia onde poter sospettare aver quelli autori ricavati i propri lumi
dalla
lettura, o dal commercio coi saraceni. Noi ignori
igrammatica che appassionata; stile, che necessariamente nascer dovea
dalla
loro foggia di poetar tenzonando, altro non cerca
“uomini di corte”, ora di “ciarlatani”, denominazione che presero non
dalla
parola “circulus” né da “carola”, ma, come ben os
a parola “circulus” né da “carola”, ma, come ben osserva il Muratori,
dalla
parola “ciarle”, maniera italiana di pronunziare
matoria, cioè i famosi parlamenti d’amore, la mollezza licenziosa che
dalla
corte papale d’Avignone e dalle altre città della
come strumento di morale o di legislazione; perché essendo disgiunta
dalla
musica aver non poteva un vigore che non fosse ef
tesse vivamente accendere, e troppo agitata da intestine discordie, e
dalla
inquieta politica di certe corti, perché vi si po
contentiamoci d’esaminare le varie forme che prese dalle circostanze,
dalla
voluttà, dai costumi. Cresciuta la lingua italian
alle stanze di siffate canzoni somiglianti a quelle de’ provenzali, e
dalla
poca filosofia con cui le accomodavano ai rispett
diverse truppe di giovani cantavano certe poesie che presero il nome
dalla
circostanza. Vennero poscia i canti chiamati “car
ntinopoli, capitale d’un vasto impero ammorbidito dal lusso, snervato
dalla
mollezza, addormentato fra le più ridicole supers
vezzola a fine di migliorar la musica, come si vede fra le altre cose
dalla
bizzarra legge che costrigneva gli accademici a s
cattedra di musica eretta dianzi in Bologna da Niccolò V, sarà sempre
dalla
memore posterità annoverato fra i più grand’inven
regna dimorante anch’esso in Italia verso il 1520 merita esser cavato
dalla
oscurità, ove indebitamente giaceva sin’ora. Se l
lla patria (il più lodevole fra gli eccessi quando non vien disgiunto
dalla
giustizia) che mosse il Cavaglier Tiraboschi a di
l componimento pregievole pieno di greco spirito, come per ritogliere
dalla
ingiusta dimenticanza, nella quale i critici ital
che la divora.» [30] Il Serpente allo strepito delle voci esce fuori
dalla
caverna, e guatandoli da lontano, con orrendi sib
mi racconti la purità di quel giorno, dà ordine che vengano scacciate
dalla
sua presenza, al cui commando i pronti amorini, i
opportuni riflessi. A sei capi ponno quelle ridursi, come si trovano
dalla
pagina 299 fino alla 315 del primo Tomo della edi
vvisato finora prima del Signor Abbate di far venire cotal invenzione
dalla
fiera d’Alocad, o dalle osterie della Granata ara
cché la validità integrale d’un ragionamento non altronde risulta che
dalla
validità parziale delle ragioni che Io compongono
del tuono e del tempo necessaria in qualunque verso per distinguersi
dalla
prosa. Due sorti si conoscono di poesia l’una chi
o finisco il mio canto. Le Dee m’invitano; le Dee, che Odino mi manda
dalla
sua sala. Io vado a sedere sovra un seggio elevat
piuttosto delle lettere dell’alfabeto con più altri punti importanti,
dalla
cognizione de’ quali dipende la forza, o la debol
a chiaramente non avere osservata che la poesia francese era distinta
dalla
provenzale.» Il Signor Abbate è pregato a indicar
sa delle due poesie, dal niun vestigio che vi si scorge d’imitazione,
dalla
niuna allusione ai riti, costumanze, storia, lett
one ai riti, costumanze, storia, letteratura e mitologia degli arabi,
dalla
niuna necessità dell’arabica comunicazione affinc
ca comunicazione affinché nascessero in Europa la musica e la poesia,
dalla
generalità dei rapporti applicabili a molti altri
stile di Goldoni, su le cui commedie si è per dir così modellato sin
dalla
età sua prima. Così, definita che avremo l’indole
perfetta, bisogna esser Grandville. Passato per più vicende amorose,
dalla
Pieri alla Colomberti, e viceversa, sposò finalme
della begli anni della sua vita artistica. Divenuto amico intrinseco,
dalla
giovinezza, di F. A. Bon, potè coltivar con amore
he furono in Francia nel 1577, e in quell’anno istesso preser congedo
dalla
Corte, non so bene se per tornare in Italia o rec
dova. Lo troviamo il 1584 nella Compagnia degli Uniti, come si rileva
dalla
seguente lettera da Ferrara al Principe Vincenzo
rilevarsi da quest’altra lettera, tolta pure dal D’Ancona (II, 492),
dalla
quale anche si apprende come egli fosse già da te
i Carolina. Cominciò ad acquistar fama nella società formata pel 1851
dalla
celebre Carolina Internari, in cui sosteneva il r
veva avere la Caracciolo : che fosse oro colato tutto quel che usciva
dalla
penna de’suoi laudatori non giurerei. Anche a Tor
rancesco Colleoni di Brescia, giovane elegantissimo, dai modi eletti,
dalla
fisionomia aperta, secondo amoroso della Compagni
die scritte come in quelle all’improvviso. Scioltosi poi il Colleoni
dalla
Compagnia Zanerini, ne formò una per proprio cont
re il 1872 primo attore nella Compagnia di Federigo Boldrini, diretta
dalla
Pezzana, colla quale fu in Ispagna e nell’America
olla quale fu in Ispagna e nell’America del Sud. Scioltasi la Pezzana
dalla
compagnia, egli continuò trionfalmente al soldo d
drammatici della città, dopo di avere studiato il ballo, preconizzata
dalla
celebre Mayvood una futura ballerina di cartello,
te compagnie l’ebber con sè attrice comica e compagna incomparabile :
dalla
prima, come s’è detto, del Peracchi, a quella sta
andosi in polmonite, vi morì il 29 aprile 1900, assistita dal marito,
dalla
sorella, dal figliuolo, desolati. Fu pianta since
ella, dal figliuolo, desolati. Fu pianta sinceramente da molti amici,
dalla
stampa e da ogni specie di pubblico che si vide r
maldicenza personale abbisognarono col tempo di correzione, e furono
dalla
legge ridotti al solo oggetto d’istruire e dilett
te con proprietà maggiore alla poesia rappresentativa recarono a Roma
dalla
Campania gli Osci, i quali vi furono chiamati a r
principalmente in Atella città Osca posta allora due miglia distante
dalla
presente Aversa nel Regno di Napoli. Con quale ap
erdevano il nome ed il diritto di cittadini Romani, non erano rimossi
dalla
propria Tribù, non si escludevano dagli stipendii
e le condivano, non erano da oscenità veruna contaminate, ma talmente
dalla
naturale gravità Italica temperate, al dir di Val
. Si è pèrò preteso da taluni troppo leggermente che esse fossero sin
dalla
loro origine basse non solo e buffonesche ma osce
io Nepoziano da altri) Oscene per origine furono corrette e temperate
dalla
Romana severità, cangiando l’Italica di Valerio i
distrugge l’altra? Ma che Osci non poterono prendere il proprio nome
dalla
parola osceno, chiaro apparisce ancora agli occhi
chiamaronsi Opici (parola che si allontana di molto da osceno) ovvero
dalla
voce οφις secondo alcuni, o da un accorciamento d
io vengono chiamati entrambi Semigreci a. Contava Roma circa 514 anni
dalla
sua fondazione e presso a centoventiquattro dalla
Roma circa 514 anni dalla sua fondazione e presso a centoventiquattro
dalla
venuta degl’istrioni Etruschi, quando nel consola
e Affricano il maggiore. Secondo Cornelio Nipote, Catone trasse Ennio
dalla
Sardegna, e il di lui acquisto si stimò da’ Roman
, ma per evitare la satira de’ particolari, non altronde le tolse che
dalla
commedia Nuova, come si scorge da molte sue comme
te latino. L’Asinaria. Onagos chiamavasi la favola del Greco Demofilo
dalla
voce όνος, asino, la quale Plauto imitò e nomino
za che egli possa sovvenirlo, perchè le proprie entrate si maneggiano
dalla
moglie e da un servo a lei addetto chiamato Saure
nna che io amava. Mio figliuolo ha bisogno di venti mine richiestegli
dalla
madre di Filenia. Mia moglie rigida e spilorcia n
al figliuolo del vecchio. Ma ciò si accenna appena con due soli versi
dalla
Caterva degli attori che congeda l’uditorio: Hae
Corda (in latino Rudens) è pure una favola greca del medesimo Difilo,
dalla
quale parimente derivarono varie commedie moderne
rca per la Sicilia. Una tempesta fracassa la nave, separa il Ruffiano
dalla
sua donna, e privo di tutto lo respinge alla spia
namora di una serva di un suo ospite e la riscatta. Rimpatria, scende
dalla
nave lasciandovi la fanciulla, e và in busca de’
o per cui l’ha comperata. Patetico è poi il congedo che Carino prende
dalla
patria nella I scena dell’atto V. I gramatici e i
re nummi pagati per incidenza a un sicofanta. Il prologo vien formato
dalla
Lussuria e dall’Inopia di lei figliuola, la quale
vien formato dalla Lussuria e dall’Inopia di lei figliuola, la quale
dalla
madre è mandata ad abitare in casa del giovine Le
stentarlo, temendo che ridotto alla mendicità non pensi indi a sparir
dalla
città per disperazione. Callicle intesa questa no
se coltivato. Giuseppe Scaligeroa considerò questa scena poco lontana
dalla
purità dell’ebraismo; e Filippo Pareo la scrisse
’iride o del colla delle colombe cangiando colore ad ogni movimento ,
dalla
semplice somiglianza di una o due lettere sanno t
rrò quanto tu chiedi. Tu vuoi che chi di sete stà morendo, Cavi acqua
dalla
pomice. Chiedi almeno, dice Tossilo, ad altri qu
gersi forestiere; cosa non difficile, non essendo scorsi che sei mesi
dalla
venuta del Ruffiano da Megara in questa città. S
buoi e pensa valersene per prestarlo a Tossilo. Vede Pegnio che esce
dalla
casa del ruffiano, e vorrebbe domandargli di Toss
o risoluto vuole andar da Tossilo o perchè gli dia il pattuito prezzo
dalla
sua schiava, o per disporne a suo modo sciogliend
biar la scena vedevansi azioni fatte nell’interiore di una casa ancor
dalla
strada, ovvero supporre che il servo baldanzoso T
li amareggiati diletti dell’amore. I Menecmi. Di questa commedia, che
dalla
compiuta somiglianza di due gemelli Siracusani pr
iovine di morigerato diviene dissoluto, spende trenta mine a liberare
dalla
servitù l’innamorata, dissipa, profonde, e si car
trone in amare i loro mariti bisognosi, i quali da tre anni partirono
dalla
patria cercando di migliorar col commercio il pro
liberato, e l’opportuno suo ritorno rende il virtuoso Tindaro libero
dalla
collera di Egione. Osserva questo vecchio con att
luverio assentisce Filippo Briezio Ital. Ant. lib. V c. 3. a. Vedasi
dalla
pagina 166 alla 173. a. Variis dehinc et saepi
sulla Letteratura abbia senza appoggio asserito che Gneo Nevio venne
dalla
Magna Grecia come Andronico . Che Nevio appartenn
iosi che le coltivano; imperocché dipendendo l’avvanzamento di esse o
dalla
moltiplicità e verificazioni e de’ fatti replicat
opposto che nelle scienze. In queste l’arte di riuscire dipende tanto
dalla
particolare organizzazione di chi le coltiva, dal
romanci», ora che lo spirito non rigusta più né il diletto che nasce
dalla
sorpresa, né quello che viene dal riflesso della
cchezze proprie. Da ciò ancora la monotonia di pensare e di scrivere,
dalla
monotonia la servilità, da questa il languore e n
ica è oggimai divenuto un fanciullo di scuola che non può discostarsi
dalla
riga senza tema di battiture, un fenomeno di ques
isgiunta da ogni idea d’imitazione. Ecco non per tanto che sottraendo
dalla
musica vocale gli accennati uffizi, il suo impieg
roceda, non è per lo più che un linguaggio convenzionale posto in uso
dalla
galanteria, la quale è per il vero amore ciò che
un’azione, si è con troppa fretta conchiuso che gli argomenti tratti
dalla
storia e il sistema generale dell’opera italiana
che sono le giudici nella epopea, ponno essere più facilmente sedotte
dalla
narrativa e farci credere le cose mirabili, laddo
dell’Ecuba di Euripide, la quale ci fa vivamente desiderare di veder
dalla
stessa mano in simil foggia vestito non solo quel
rio destino in mezzo ai tempestosi flutti, eccitando in chi lo guarda
dalla
riva una sensazione mista di timore per il perico
ppure non sembra che il pubblico la intenda così se giudicar dobbiamo
dalla
fredda accoglienza che ha fatta al dramma del Con
utore, imitando troppo esattamente il suo Dryden, ci fa intendere fin
dalla
prima scena che Taide e Timoteo vogliono rapprese
conci a piegarsi sotto la mano di chi vuol imitarli. Tutto ciò deriva
dalla
eterna providenza di colui che, reggendo con inva
prosunzione. «Ricorro a voi non per tanto, attendendo prima di tutto
dalla
vostra discrezione, che non sarete difficile into
buffo per eccellenza. Non vorrei nemmeno che l’argomento fosse tratto
dalla
storia; esso diverrebbe troppo serio, né sarebbe
ncesi v’abbiano fornito l’esempio. Quanto a me vi dispenso volontieri
dalla
eleganza, e se vi piace anco dalla grammatica, in
Quanto a me vi dispenso volontieri dalla eleganza, e se vi piace anco
dalla
grammatica, insegnandomi l’esperienza che si può
ta. «Ho sentito dire altresì che il ridicolo comico dev’essere cavato
dalla
esperienza non tratto dalla fantasia, che si devo
che il ridicolo comico dev’essere cavato dalla esperienza non tratto
dalla
fantasia, che si devono studiare profondamente gl
ggi cantino per ordine le loro ariette incominciando dal primo uomo o
dalla
prima donna infino all’ultimo, e siccome vorrei c
te di Vienna e che ci fanno desiderare di vederne sortire altre molte
dalla
stessa penna. 150. [NdA]
Il problema intorno alle cagioni della deliziosa malinconia generata
dalla
tragedia che tanto ha occupate le penne di alcuni
amo con siffatto nome chiamare il canto de’ salmi, che poco differiva
dalla
pronunzia ordinaria, o quello degli inni, che ese
ti d’ogni dolcezza, senz’altra melodia, che quella che poteva nascere
dalla
forza, e dalla durazione de’ suoni. [3] L’Italia
zza, senz’altra melodia, che quella che poteva nascere dalla forza, e
dalla
durazione de’ suoni. [3] L’Italia per particolar
ando molte cantilene parte venute dai barbari, e parte licenziose che
dalla
musica effemminata dell’Oriente s’erano propagate
n contraccambio di tanti pregi egli menò una vita infelice calunniato
dalla
ignoranza, perseguitato dalla invidia e costretto
egli menò una vita infelice calunniato dalla ignoranza, perseguitato
dalla
invidia e costretto a fuggirsene altrove da quei
unga, la breve, la semibreve, e la minima. Siffatta invenzione nacque
dalla
necessità di dover leggere in lontananza su’libri
delle invenzioni, e degli inventori? Si risponde che ciò è provenuto
dalla
natura dei secoli dediti alla rustichezza e alla
uello soltanto, e non più, che richiedevasi per soddisfar al bisogno:
dalla
mancanza insomma di scritture, e di libri, la qua
ciò, quantunque siffatto ritrovato incontrasse qualche contraddizione
dalla
parte d’alcuni, nullameno i più celebri musici d’
e così accadde in fatti ne’ secoli barbari. I pellegrini, che spinti
dalla
divozione erano andati a visitar i luoghi ove nac
gine, di San Lazzaro, degli Apostoli, ed altri argomenti sacri tratti
dalla
Divina Scrittura, o dalle Leggende de’ Santi. Pia
iche si sforzavano di riparare colla saviezza loro ai danni cagionati
dalla
religione: mentre la filosofia s’opponeva con man
e ingentilir quelle favoreggiato poi dagli usi politici, e ravvivato
dalla
possente influenza della bellezza, principio comu
emi, rende inapplicabile qualunque teatrale imitazione. Sapevano essi
dalla
pubblica tradizione, che la natura loro non liber
sovrani d’Europa e d’Asia, e l’Anticristo accompagnato dall’Eresia, e
dalla
Ipocrisia, e persino la Sinagoga col gentilesimo,
ni il costume di eseguire siffatte rappresentazioni benché trasferite
dalla
chiesa in teatro col titolo di Autos sacramentale
colpo si può scagliar più funesto di quello, che le viene indirizzato
dalla
corruzion del costume. Però il Pontefice Marcello
estione. Havvi sempre a temere, che le verità più evidenti acquistino
dalla
discussione un’aria di problema poco vantaggioso
uella mescolanza di rimprovero e di preghiera, que’ sospetti mitigati
dalla
speranza, quella eloquenza timida insieme ed ardi
sica. Le pitture nobili, le forti passioni, i caratteri grandi tratti
dalla
storia greca e romana, (quasi le due sole nazioni
le sole furono ove si conoscessero quelle virtù che possono riceversi
dalla
legislazione, e dalla filosofia) si sostituirono
conoscessero quelle virtù che possono riceversi dalla legislazione, e
dalla
filosofia) si sostituirono sulle scene all’abbomi
li prologhi, i quali facevano altrettante azioni preliminari separate
dalla
principale, si abbreviarono i recitativi, e si ca
ualche credito allora, ma i loro nomi coi drammi loro non riceveranno
dalla
posterità altro premio se non se quello di far se
Manfredi nell’Aci e nel Dafni a lui attribuiti si mostra ben lontano
dalla
maravigliosa cultura d’ingegno che risplende nell
icali eziandio, ovvero siano le opere buffe, ricevettero maggior lume
dalla
sua penna, tra le quali merita particolar menzion
non è molto felice nella composizione delle arie. Talvolta gli cadono
dalla
penna alcune che si direbbe essere state lavorate
ngentilire gli oggetti reali dell’universo. Ed allora il dramma sortì
dalla
schiavitù dove lo tenevano oppresso i macchinisti
ebbe tale successo da lasciarsi a dietro il gran predecessore. Uscito
dalla
Reale, tornò a vagar di compagnia in compagnia, p
singolare dell’ingegno. In un mio manoscritto di notiziole, raccolte
dalla
bocca de' vecchi artisti, trovo questa curiosa, e
ete, nuove grazie, nuovi sali, e facezie naturali, ch'ei succhiato ha
dalla
balia per conforto dell’ Italia, chè se l’ode su
veano rassomigliare alle greche Ilarodie. La commedia latina si copiò
dalla
nuova de’ greci, e non ebbe coro di sorta alcuna.
osservare che tra’ privilegii loro accordati, era quello di escludere
dalla
rappresentazione de’ loro esodii e farse giocose
anche l’anello quasi in segno di ristabilirlo nella dignità equestre,
dalla
quale pareva Laberio per di lui capriccio decadut
in re bona videam esse nequam filium. Publio Siro così denominato
dalla
Siria ove nacque, fu schiavo in Roma, ma ottenuta
tori erano ingegnosi, morali e piacevoli, nè si scostavano moltissimo
dalla
commedia. Ma la buffoneria e l’oscenità a poco a
IV. Pantomimi. I Pantomimi coltivati in Roma poterono derivare
dalla
tacita gesticolazione di Livio Andronico o dalle
moderno all’antica arte pantomimica. C. Giulio Batillo di Alessandria
dalla
prisca danza comica formò l’Italica, la quale per
lade, benchè Suetonio ci dica essere costui stato esiliato, per avere
dalla
scena mostrato a dito uno degli spettatori che lo
iunsero a rappresentare con tal verità e delicatezza che non soccorsi
dalla
locuzione tutta sapevano esprimere una favola sce
llante assoluto, che tenne con costante favore del pubblico, passando
dalla
Compagnia di Michele Ferrante a quelle di Alessan
concertista. E concerti diede acclamatissimo a Venezia e a Verona ; e
dalla
filarmonica di Verona ebbe diploma di professore,
za piani, senza caratteri, senza correzione di stile. Piniere, autore
dalla
satira intitolata le Siècle, non ne parla diversa
gogna del teatro francese. Questi ed altri simili drammi sono discesi
dalla
tragedia cittadina, la quale, ove si preservi da
d applaudito eziandio su’ teatri stranieri, principalmente perchè sin
dalla
prima scena il pubblico s’interessa per Sofia, e
di verisimiglianza; che i colpi teatrali di tutto l’atto IV prodotti
dalla
vendetta meditata da madama Murer, sembrano più p
comico larmoyant, ma che per qualche tinta soverchio tetra si diparte
dalla
buona commedia tenera, ha contribuito ancora il s
anifesta senza rimorso. Fabrizio cafettiere di ottimo cuore è copiato
dalla
Bottega del Caffè del Goldoni. Il carattere della
a e satiresca de’ Cori che precedettero la poesia Tespiana, appartata
dalla
tragedia come scoria di niun pregio, errava pe’ v
ltro non si miri che al pregio dell’invenzione ed al piacere prodotto
dalla
novità degli argomenti. Imperciocchè i tragici ri
rciocchè i tragici ricavavano i loro soggetti dalle favole di Omero e
dalla
mitologia; ma i comici soccorsi soltanto dalla pr
alle favole di Omero e dalla mitologia; ma i comici soccorsi soltanto
dalla
propria immaginazione gli traevano, per così dire
spirituali. L’espressioni iperboliche del Mattei vengono contraddette
dalla
storia, e debbono tenersi puramente per esagerazi
maldicenza personale abbisognarono col tempo di correzione, e furono
dalla
legge ridotti al solo oggetto d’instruire e dilet
te con proprietà maggiore alla poesia rappresentativa recarono a Roma
dalla
Campania gli Osci, i quali vi furono chiamati a r
principalmente in Atella città Osca posta allora due miglia distante
dalla
presente Aversa nel regno di Napoli. Con quale ap
erdevano il nome ed il diritto di cittadini Romani, non erano rimossi
dalla
propria Tribù, non si escludevano dagli stipendi
e le condivano, non erano da oscenità veruna contaminate, ma talmente
dalla
natural gravità Italica temperate, al dir di Vale
. Si è però preteso da taluni troppo leggermente che esse fossero sin
dalla
loro origine basse non solo e buffonesche ma osce
io Nepoziano da altri) oscene per origine furono corrette e temperate
dalla
Romana severità, cangiando l’Italica di Valerio i
sa non distrugge l’altra? Ma che gli Osci non poterono così nominarsi
dalla
parola osceno, chiaro apparisce ancora agli occhi
o vengono chiamati entrambi Semigreci 35. Contava Roma circa 514 anni
dalla
sua fondazione e presso a centoventiquattro dalla
Roma circa 514 anni dalla sua fondazione e presso a centoventiquattro
dalla
venuta degl’ istrioni Etruschi, quando nel consol
ione Africano il maggiore. Catone, secondo Cornelio Nipote, lo trasse
dalla
Sardegna, e il di lui acquisto si stimò da’ Roman
, ma per evitare la satira de’ particolari, non altronde le tolse che
dalla
commedia nuova, siccome è manifesto da molte sue
te latino. L’Asinaria. Onagos chiamavasi la favola del Greco Demofilo
dalla
voce όνος, asino, la quale Plauto imitò e nominò
za che egli possa sovvenirlo, perchè le proprie entrate si maneggiano
dalla
moglie e da un servo a lei addetto chiamato Saure
nna che io amava. Mio figliuolo ha bisogno di venti mine richiestegli
dalla
madre di Filenia; mia moglie rigida e spilorcia n
al figliuolo del vecchio. Ma ciò si accenna appena con due soli versi
dalla
Caterva degli attori, che congeda l’uditorio:
Corda (Rudens in latino) è pure una favola greca del medesimo Difilo,
dalla
quale parimente derivarono varie commedie moderne
namora di una serva di un suo ospite e la riscatta. Rimpatria, scende
dalla
nave lasciandovi la fanciulla, e va in busca de’
o per cui l’ha comperata. Patetico è poi il congedo che Carino prende
dalla
patria nella prima scena dell’atto quinto. I gram
re nummi pagati per incidenza a un Sicofanta. Il prologo vien formato
dalla
Lussuria e dall’Inopia di lei figliuola, la quale
vien formato dalla Lussuria e dall’Inopia di lei figliuola, la quale
dalla
madre è mandata ad abitare in casa del giovine Le
stentarlo, temendo che ridotto alla mendicità non pensi indi a sparir
dalla
città per disperazione. Callicle intesa questa no
e coltivato. Giuseppe Scaligero56 considerò questa scena poco lontana
dalla
purità dell’ebraismo; e il Pareo la scrisse in le
l’iride o del collo delle colombe cangiando colore ad ogni movimento,
dalla
semplice somiglianza di una o due lettere sanno t
quanto tu chiedi. Tu vuoi che chi di sete sta morendo Cavi acqua
dalla
pomice. Chiedi almeno, dice Tossilo, ad altri
gersi forestiere, cosa non difficile, non essendo scorsi che sei mesi
dalla
venuta del ruffiano da Megara in questa città. Sa
buoi, e pensa valersene per prestarlo a Tossilo. Vede Pegnio che esce
dalla
casa del ruffiano, e vorrebbe domandargli di Toss
iar la scena vedevansi azioni fatte nell’ interiore di una casa ancor
dalla
strada, ovvero immaginare che il servo baldanzoso
i amareggiati diletti dell’amore. I Menecmi. Di questa commedia, che
dalla
compiuta somiglianza di due gemelli Siracusani pr
iovane di morigerato diviene dissoluto, spende trenta mine a liberare
dalla
servitù l’innamorata, dissipa, profonde, e si car
trone in amare i loro mariti bisognosi, i quali da tre anni partirono
dalla
patria cercando di migliorar col commercio il pro
liberato, e l’opportuno suo ritorno rende il virtuoso Tindaro libero
dalla
collera di Egione. Questi osserva con attenzione
ta proprio come una sartina che si rechi a domicilio, e, senza uscire
dalla
naturalezza, fa sentire la musica di quella voce.
ia Marini, di questa viene a dire : L'Adriana invece rappresentataci
dalla
Marini è altra donna. Forse meno ligia alle inten
ino di tutta una vita, ma pare che dorma e sogni tranquilla carezzata
dalla
fede e dalla speranza. Sotto le belle vesti di Ro
una vita, ma pare che dorma e sogni tranquilla carezzata dalla fede e
dalla
speranza. Sotto le belle vesti di Rosane, nell’an
mplari, vien comprovato per la storia in ogni nazione e singolarmente
dalla
Spagnuola. Gli abitanti di quella penisola per na
cconcia a ricevere le forme leggiadre che gli antichi seppero ricavar
dalla
bella natura. Gli Spagnuoli ne’ tre secoli che pr
gi di Gongora e Argote cordovese nato nel 1561 e morto nel 1627 sortì
dalla
natura vivacità, robustezza, energia, ma nella li
ia, ma nella lirica battè il sentiero delle stravaganze, dipartendosi
dalla
gentilezza e verità seguita da Garcilasso ed Arge
ato da Mirtillo del Guarini ad Amarilli col pretesto di farsi guarire
dalla
puntura dell’ape. Composero anche pel teatro sott
e impresse in Saragoza nel 1619 si legge la Gloria de Niquea recitata
dalla
Regina colle sue dame, dove intervengono pastori,
curiosità, rimasero seppellite ed obbliate universalmente sopraffatte
dalla
celebrità di quelle che si composero sotto Filipp
la morte alla regina. Nell’incontrarsi col conte Elisabetta si avvede
dalla
banda di dovergli la vita, oltre alla potente inc
e è il secondo incontro della regina tiranneggiata dal fasto e rapita
dalla
propria debolezza, e del conte combattuto dall’am
alla propria debolezza, e del conte combattuto dall’amore di Bianca e
dalla
speranza del possesso di una regina dotata di bel
soddisfare in pubblico alla giustizia, pensa a liberarlo privatamente
dalla
morte per compensarlo della vita che le ha salvat
. L’argomento è una commediante rinomata che si converte, si disgusta
dalla
propria professione e della vita passata nel più
precipitosamente. L’uditorio si scompiglia; chi grida da’ palchi, chi
dalla
cazuela, chi dalla grada; il Grazioso marito dell
’uditorio si scompiglia; chi grida da’ palchi, chi dalla cazuela, chi
dalla
grada; il Grazioso marito della Baltassarra ed Er
n Lucas del Cigarral bellamente dipinto. Vedasene uno squarcio tratto
dalla
relazione che ne fa un suo servo, da noi tradotto
o con fedeltà: Don Luca Cigarral, il cui moderno Casato non vien già
dalla
famiglia, Ma da una macchia o nido di cicale Da l
aliziano, e spira certa non usitata bizzarria e fierezza raccomandata
dalla
beltà; e la bellezza selvaggia di Linda vestita d
ce che l’abborrisce. L’anima dell’innammorato oppressa in tante guise
dalla
piena de’ violenti affetti non resiste a quest’ul
o se non per onore. Nel Laberinto del Mondo l’Innocenza rappresentata
dalla
Graziosa, che corrisponde alle nostre Servette e
fa un racconto del trionfo di Ottaviano e dell’armata ebrea distrutta
dalla
tempesta. Ma egli a dispetto del pugnale che l’ha
nza verun testimonio, senza corteggio, senza guardie. Ma chi lo salva
dalla
morte? Una copia grande al naturale tratta dal ri
i frappone e riceve il colpo destinato ad Ottaviano. Il pugnale tolto
dalla
percossa immagine rimane in potere di Ottaviano,
re tutte le semplici donzelle che le prestano fede. Dorotea trafugata
dalla
casa paterna viene da lui, che già n’è sazio, abb
pria morte. Ma già…. misera me…! mi manca il fiato.. Mi balza il cor…
dalla
funesta rupe Già scende il Cagnerìa…. Signor, mio
fatto della Caraìba l’argomento del suo dramma, perchè mai trasportò
dalla
nazione inglese alla propria quell’infamia che ec
vivacità in Moreto! Che delicato contrasto di un orgoglio nutrito sin
dalla
fanciullezza, e di un amor nascente nel cuore di
rlo! Giunto io in Madrid la prima volta m’imbattei ad udirli espressi
dalla
singolare attrice Mariquita Ladvenant con tal sag
te) or dall’eccellente attrice Pepita Huerta, morta da molti anni, or
dalla
Carreras che già si era ritirata dal teatro quand
ollonia supplisse sul fatto la parte di Preziosa; nè poichè si riebbe
dalla
nuova infermità volle la Carreras, benchè giovane
enteranno musici, ballerini e rimatori, e non già principi illuminati
dalla
sapienza. Se come Alfonso che fu detto il Savio,
ne; essi renderanno i soggetti e se stessi felici e gloriosi. Adunque
dalla
favola di Candamo risulta uno sciocco insegnament
i regnare ch’è l’ultimo sforzo dell’umana ragione, si dovrà attendere
dalla
sola presenza de’ casi, i quali sempre sono infin
nzano che la vera tragedia o non si è coltivata o non si è conosciuta
dalla
maggior parte della nazione. Quasi tutte le trage
l volgo, ora fuor di proposito elevato, sempre sconvenevole e lontano
dalla
tragica gravità, la versificazione in un luogo po
apre le stanze ove dimorava Didone, e si vede questa regina trafitta
dalla
spada di Jarba ed ha la corona a’ piedi ed una le
nte a leggere quel foglio e a disporre l’esequie di Didone) comprende
dalla
lettera che la regina per mantenere eterna fede a
Didone? Piano così assurdo verseggiato inegualmente in istile lontano
dalla
gravità e dalla correzione, a chi poteva parer tr
sì assurdo verseggiato inegualmente in istile lontano dalla gravità e
dalla
correzione, a chi poteva parer tragedia perfetta
l 1789, ed altre volte reimpressa, abbozzai un sincero elogio dettato
dalla
verità a me sempre cara, e non già dalle sordide
nnucci bolognese e attrice, che gli morì a Padova di colèra il '55, e
dalla
quale ebbe un figliuolo, Rodolfo. Fu il triennio
da Luigi Monti. Passò del '74 in seconde nozze con Sofia Cerretelli,
dalla
quale ebbe due anni dopo il figliuolo Eleuterio.
ralle lontane. Ma come dedurre da ciò che la lingua provenzale derivi
dalla
catalana? L’amor del dialetto nativo fe dire all’
imili trasoni, sofisti e declamatori) a me non è riuscito raccorre nè
dalla
storia nè da’ romanzi apologetici stessi cosa ver
alco in una casa comprata espressamente da alcuni per trarre profitto
dalla
folla che concorreva a tal nuovo devoto divertime
alle lontane. Ma come dedurre da ciò, che la lingua Provenzale derivi
dalla
Catalana? L’amor del dialetto nativo fe dire all’
mili trasoni, sofisti e declamatori) a me non è riuscito raccorre, nè
dalla
storia, nè da’ romanzi apologetici stessi, cosa v
alco in una casa comprata espressamente da alcuni per trarre profitto
dalla
folla che concorreva a questo nuovo devoto divert
uittume di nuova specie : non in quel guittume generato dall’inerzia,
dalla
sudicieria, dalla mancanza di ogni senso d’arte (
pecie : non in quel guittume generato dall’inerzia, dalla sudicieria,
dalla
mancanza di ogni senso d’arte (e questo può trova
e vi starà per un pezzo, amata e stimata dai compagni, dal pubblico,
dalla
stampa, per la dolcezza dell’indole, per la bontà
sse stata nel ’39 rapita in viaggio dal conte Bonaparte Ghislieri ; e
dalla
lettera del Toschi datata da S. Felice il ’50, e
mai hauto magiore ambitione che quando son stata comandata da V. A. e
dalla
Sua serenis.ma Casa, e l’anno passato subbito chi
esto lo sa cosi ben fare, che imposibile a dirlo. egli sie licenziato
dalla
Compagnia fuori dogni ragione, e se dice p la uic
va secondo amoroso contro il volere del padre, e aiutato segretamente
dalla
madre ; ed esordì con la parte di Egidio nelle Sc
affidò la direzione a Paolo Ferrari, il quale, traeva tale gagliardìa
dalla
disciplinatezza, dalla sommissione, dal volere di
aolo Ferrari, il quale, traeva tale gagliardìa dalla disciplinatezza,
dalla
sommissione, dal volere di noi giovani, che a vol
pubblico ; ed era l’idolo di Venezia ; e licenziato qualche anno dopo
dalla
Compagnia di San Samuele, fu preso con avidità da
ualche anno dopo dalla Compagnia di San Samuele, fu preso con avidità
dalla
Compagnia di San Luca (Gold. Pasquali, T. XIII).
sse dovuto restar due giorni in una casa di contadini per asciugarsi,
dalla
quale partì a cavallo, essendo il calesse infrant
i lei dicerie calunniose, per mostrare in che conto ella fosse tenuta
dalla
Corte, l’abbate Torta, limosiniere di S. A. R. Ma
te di suo marito), la lettera seguente che trovo trascritta e seguita
dalla
traduzione francese nel citato Manoscritto del Gu
zia siciliana, se non spariva, si nascondeva, sopraffatto, dirò così,
dalla
acuta interpretazione del testo e dalla fine cese
deva, sopraffatto, dirò così, dalla acuta interpretazione del testo e
dalla
fine cesellatura delle frasi e delle parole, rive
da famiglia civile, l’abbandonò giovanissimo, fuggendo, per un amore,
dalla
terra natale. Abbastanza istruito, si diede a cal
. Passò il 1776 con la Faustina Tesi ; ma dopo due mesi fu licenziato
dalla
compagnia per contese domestiche. Punto da tal fa
o restato così pienam.te sodisfatto della virtù e servizio prestatomi
dalla
Sig.ra Clarice Gigli, e dalla Sig.ra Lucrezia sua
fatto della virtù e servizio prestatomi dalla Sig.ra Clarice Gigli, e
dalla
Sig.ra Lucrezia sua Madre, mi sono volontieri e d
sso la sua famiglia, sostituita per favore nel suo carattere di serva
dalla
moglie del caratterista Taddei. Dopo due mesi e m
conde nozze con Fanny Donatelli, divenuta poi buona artista di canto,
dalla
quale in breve fu per infedeltà separato. Lasciat
uel maraviglioso strabocchevole, che accoppiandosi col melodramma fin
dalla
sua origine, lo seguitò passo a passo per tutto i
alterabili di critica lasciateci dagli antichi; se il male sia venuto
dalla
poesia ovver dalla musica, o se tutto debba ripet
ca lasciateci dagli antichi; se il male sia venuto dalla poesia ovver
dalla
musica, o se tutto debba ripetersi dalle circosta
el maraviglioso. La certezza di tal effetto può facilmente conoscersi
dalla
esperienza. Haccene di quelle cose, le quali avve
si intorno all’origine della prima, essendo noto ad ognuno che nacque
dalla
mal intesa imitazione de’ poeti greci e latini tr
ero nei cavalieri. [14] Dalla osservazione di siffatti avvenimenti, e
dalla
voga che avea preso nel popolo quel maraviglioso
della mitologia degli antichi s’unissero agli spettacoli accompagnati
dalla
musica. Per ispiegarle bisogna più alto risalire.
altri il Varchi 67 e il Quadrio 68 si sono lasciati dal pedantismo e
dalla
farraginosa erudizione addormentar l’animo a segn
vettero insieme accoppiarsi, vi si trovò un certo imbarazzo cagionato
dalla
mancanza di prosodia e di ritmo sensibile nelle p
uasi obbliare le sue detestabili scelleraggini. La destrezza è sempre
dalla
parte del seduttore, e lo sfortunio dalla banda d
gini. La destrezza è sempre dalla parte del seduttore, e lo sfortunio
dalla
banda della innocente. Tutto il romanzo non è che
azione, risolse di disertare ; ed essendo il suo reggimento non lungi
dalla
Savoja, si rifugiò sulle terre del Re di Sardegna
ramingo dovette fermarsi, chè non era permesso l’entrata a chi veniva
dalla
Savoja, senza un chiaro esame sul suo nome, sul s
du Théâtre italien. Ma di quelle ch' ebber maggiore successo fu fatta
dalla
Vedova Duchesne (M.DCC.LXXII) una bellissima ediz
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