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1 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 651
Checchi-Serafini Vittorina. Tebaldo Checchi ebbe due mogli. Nacque dalla prima Candido, attore di qualche pregio per parti
napoletana Dareni ; ed Ernestina, moglie dell’attore Cambiè ; nacquer dalla seconda Vittorina, moglie di Giovanni Serafini, e
a Cecilia del Cossa, non si è tuttavia cancellato il ricordo. Tornata dalla Spagna e dall’America ove andò col Morelli stesso
il sogno dorato de’comici, dove, giunta a Pernambuco, cadde fulminata dalla febbre gialla che la strappò in brev’ora all’ador
2 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 4
scriveva : Io nacqui morto, cara signora, e tale fui giudicato anche dalla levatrice. Fu il chirurgo Zuliani, celebre chirur
per riescir ottima artista drammatica, imprese a studiarne i precetti dalla rinomata Ristori, la quale seppe guidare il genio
ommediante rimane avvelenata fiutando un mazzolino di fiori inviatole dalla sua rivale, il lento processo della venefica eman
ale, il lento processo della venefica emanazione fu così bene dipinto dalla Laboranti, che a giudizio dei provetti frequentat
3 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 737
vendone trovato indizio nè prima, nè dopo lui, chiamata Agonìa, forse dalla magrezza del volto, dalla fatica del parlare, dal
prima, nè dopo lui, chiamata Agonìa, forse dalla magrezza del volto, dalla fatica del parlare, dalla lentezza del muoversi,
ata Agonìa, forse dalla magrezza del volto, dalla fatica del parlare, dalla lentezza del muoversi, dall’ansamento del respiro
4 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 96-104
l '600. Le prime notizie che abbiamo di lui son del fratello Drusiano dalla Spagna, ov' erano entrambi, l’uno attore, l’altro
588. Lo troviamo poi nella Compagnia di Pedrolino, Giovanni Pelesini, dalla quale, com’egli scrive a un famigliare del Duca d
romessa che gli veniva fatta, pubblicò un libro per ottenere dal Re e dalla Regina la promessa collana con medaglia d’oro, de
ia Pour la monstrer à ces Messieurs d’Itaglia. Seguon pagine bianche dalla 8 alla 24. Riproduco la pagina 25, ridotta del
Riproduco la pagina 25, ridotta della metà. Seguon pagine bianche dalla 26 alla 47. Riproduco la pagina 48, ridotta della
eggenda : LEVANTA QVE NO'MATO HOMBRE ENTIERA. Seguon pagine bianche dalla 52 alla 56. Pagina 57 : Songe le me suis insomni
Francia ; ma non mancaron per lo meno i soliti negoziati, come appare dalla lettera interessantissima del '15 di Arlecchino a
Cristianissima, che riproduco fedelmente (Raccolta Rasi), proveniente dalla casa Charavay di Parigi. Contro il Tesoriere dall
Rasi), proveniente dalla casa Charavay di Parigi. Contro il Tesoriere dalla mezza collana, al quale accenna, s’era già scagli
5 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 301-302
assoluta. Riferisco da Fr. Bartoli il seguente : Applauso meritato dalla signora Giulia Gritti-Pizzamiglio, e dal signor C
ibro, e in egual note scritti, per tali i comparisce a chi è presenti dalla grazia e dal brio de chi i vien ditti. Gode tutti
ggio, che far dovevano la seguente primavera in Torino, trasferendosi dalla Compagnia di Domenico Bassi in quella di Pietro R
6 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »
ma amorosa di non pochi pregi. Fu scritturata per gli anni 1857-58-59 dalla Compagnia diretta dall’artista Giovanni Leigheb.
Al Cocomero di Firenze, ora Niccolini, fu molto lodata dal pubblico e dalla critica insieme alla prima attrice Pedretti.
7 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 11
quest’uomo, il quale profugo dalle terre native per un fallo d’amore, dalla malvagità attribuito ad altissimo delitto, a rifu
a condurre una riprovevole vita in odio di tutta la terra e fulminato dalla celeste maledizione. L’indole diversa dell’uomo c
mmatico, e la sua commedia Di male in peggio fu rappresentata il 1843 dalla Reale Compagnia Sarda. Di lui dice Costetti (La C
8 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 316
, il Belisario si restituì a Napoli, ove fu scritturato a’ Fiorentini dalla Società Visetti, Prepiani e Tessari, della quale
enturosa, talvolta rovinosa gli riuscì l’impresa ; sicchè travagliato dalla instabilità della fortuna, e occupato tutto dall’
ebbe stato più nel vero, asserendo come il Belisario, già scritturato dalla nuova Impresa de’ Fiorentini, se ne sciogliesse p
9 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 888
il ’46, autor di libretti come il Bajazette e Giancocozza. Riferisco dalla citata opera del Di Giacomo le seguenti parole ch
a. Tardi, ma in tempo, il primo de’ Pulcinelli di San Carlino ottiene dalla storia resipiscente l’amica e pietosa rievocazion
storia resipiscente l’amica e pietosa rievocazione, che, liberandolo dalla tenebra, gli restituisce il posto di quel trono c
10 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 61
ravo macchinista teatrale, nacque a Piacenza il 1809. Passata con lui dalla Compagnia di Napoli diretta dal Fabbrichesi in qu
ino, e da quell’ora datò la rinomanza vera della Malfatti. Licenziata dalla carica, ma non abbandonata da una sola delle sue
lie, e ne fu sempre il vice-presidente. Le recite di beneficenza date dalla sua scuola non si contano. E questa donna, la cui
11 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 409
ta : Chi la fa l’aspetta, ossia I due fratelli veneziani perseguitati dalla calunnia e resi felici dalla magia, che « travagl
ia I due fratelli veneziani perseguitati dalla calunnia e resi felici dalla magia, che « travagliata – dice Fr. Bartoli – con
ndo, presso Voghera, datisi i cavalli del legno alla fuga, ella vinta dalla paura, balzò a terra, fratturandosi una gamba, e
12 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 335
Antonia Torri, dice di questa : « La Lavinia anch'essa sta attendendo dalla solita benignità di V. A. qualche soccorso, tanto
più Luca Rechiari detto Mario, ma Luca Rechiari detto Leandro. Forse dalla Compagnia era uscito il Caccia, primo nell’ elenc
nell’elenco (e forse per ciò il Rechiari o spontaneamente o stimolato dalla moglie pensò bene di liberarsi di questa), e un f
13 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Del libretto »
teatro moderno la tragedia greca, d’introdurvi Melpomene accompagnata dalla musica, dal ballo e da tutta quella pompa che a’
amo al dì d’oggi. [1.4] La verità si è che tanto co’ soggetti cavati dalla mitologia, quanto dalla storia, vanno quasi neces
La verità si è che tanto co’ soggetti cavati dalla mitologia, quanto dalla storia, vanno quasi necessariamente congiunti di
sariamente congiunti di non piccioli inconvenienti. I soggetti cavati dalla mitologia, atteso il gran numero di macchine e di
altrettante infilzature di madrigali. All’incontro, i soggetti cavati dalla storia non cosi bene si confanno con la musica, c
e simili altri intrattenimenti, che ben si adattino con azioni tolte dalla storia. Debbono essi intrattenimenti fare unità c
ciro dell’illustre Metastasio. Gli argomenti ne sono semplici, cavati dalla più remota antichità, ma non troppo ricercati; in
14 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
– dice Riccoboni – di aver veduto ed esaminato alcuni scenarj firmati dalla mano di S. Carlo Borromeo, che Antonia Isola, rin
atte da Luigi Riccoboni, essi divennero irreperibili, trafugati forse dalla galleria del Canonico Settala a Milano, ove Angel
15 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1016-
erte cadavere dinanzi a noi, è pietà inenarrabile. Lontano fatalmente dalla famiglia, a cui non può mai pienamente sostituirs
sentirti sonare dintorno il vasto riso dei popolosi teatri, suscitato dalla tua comicità arguta e gentille. Ma chi soltanto p
va modestamente da sè, quando sentiva gli applausi degli amici rapiti dalla sua parola colta e vivace. Ma il dolore che ha co
sole a Napoli, » ha detto Dumas ; il Vesuvio, che io scorgo benissimo dalla mia finestra, mi sembra l’arciprete dei monti che
inevitabile del pranzo. Questo frutto è indicato, raccomandato anche dalla Scuola Salernitana. « Semen foeniculi fugat et sp
16 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
to di gemme d’inestimabil valore. » Cresciuta in bellezza (vuolsi che dalla maestà di tutta la persona, e dalla ricchezza dei
Cresciuta in bellezza (vuolsi che dalla maestà di tutta la persona, e dalla ricchezza dei biondi capegli trasparisse la nobil
17 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 260-262
Pertici Pietro. Sappiamo dalla Corilla Olimpica dell’ Ademollo, ch'egli aveva ca
e d’impresario del detto teatro…. Il Pertici accettò ; e licenziatosi dalla Corte di Parma, formò tal compagnia, che fu poi f
, fu subito assunta al grado di prima attrice, e ammirata e domandata dalla stessa Ristori. Ma la giovinetta non osava abband
osi della Biagini, la tolse in moglie il 21 agosto del '60. Passarono dalla Compagnia Ristori in quella Trivelli, ove la giov
18 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article »
precedente, nacque il 1865 a Torino. Dalla precocità dello sviluppo, dalla giunonia opulenza delle forme fu sbalzata a poco
sostenne decorosamente nella Compagnia paterna, addestrata nell’arte dalla grande Pezzana, di cui volle imitare fin anco l’a
19 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 68
tava le parti di Capitano col nome di Capitan terremoto, suggeritogli dalla grande statura e dalla voce potente. Scrisse talv
no col nome di Capitan terremoto, suggeritogli dalla grande statura e dalla voce potente. Scrisse talvolta pel teatro, e trad
20 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 411
li del teatro francese, che al suo tempo inondavan le scene, tradotte dalla madre Gaetana. Anche sostenne con molto plauso la
ta alle fatiche di un ruolo primario, morì nel '58 a Torino, logorata dalla tisi, non ancor cinquantenne.
21 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 754-756
di Lodi il 1798, come primo amoroso della Compagnia di Pietro Pianca, dalla quale passò in quella di Andrea Bianchi, sino al
a Verona. Tornato a’Fiorentini di Napoli, scritturatovi per tre anni dalla Società Prepiani, Tessari e Visetti, vi ridestò g
sconci e per le smorfie de’buffoni, ma quel riso eccitato nobilmente dalla naturalezza e dalla semplicità con cui sono espre
rfie de’buffoni, ma quel riso eccitato nobilmente dalla naturalezza e dalla semplicità con cui sono espressi que’sali attici
rancesco Lombardi e Gustavo Modena ne furono la prova. Egli fu dotato dalla natura di tutti i doni necessarj per raggiungere
tema di destinare un abito apposito ad ogni produzione, incominciando dalla parrucca alle scarpe, meno, s’intende, l’abito bo
22 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — LIBRO VI » pp. 94-106
la somiglianza è creduta Ninia suo figliuolo. Corrono altri sei anni dalla seconda alla terza giornata, in cui si tratta del
l volgo, ora fuor di proposito elevato, sempre sconvenevole e lontano dalla tragica gravità, la versificazione dove pomposa,
apre la stanza ove dimorava Didone, e si vede questa regina trafitta dalla spada di Jarba, che ha la corona a’ piedi ed una
te a leggere quel foglio, e a disporre l’esequie di Didone) comprende dalla lettera che la regina per mantenere eterna fede a
, quanto più Jarba, che viene in iscena sì tardi, si dimostra lontano dalla fierezza, dotato di un cuor nobile, compassionevo
terrar Didone? Piano così assurdo verseggiato in istile tanto lontano dalla gravità e dalla correzione, a chi poteva parer tr
iano così assurdo verseggiato in istile tanto lontano dalla gravità e dalla correzione, a chi poteva parer tragedia perfetta
23 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 811-
l contatto della scintilla, sibbene svilupparsi per gradi, alimentato dalla fiamma latente del genio, che aveva pur dato spra
uale la giovane Eleonora fu tenuta, si può dire, al fonte battesimale dalla Giacinta Pezzana, che soccorse la nuova stella sa
strascichio della persona. I pregi della Duse, quelli che la elevaron dalla comune, eran nella compenetrabilità del tipo, nel
chio e alla mente dello spettatore, perchè l’arte era sempre soccorsa dalla natura, e questa da quella…. Per modo che in ques
desse che una parte, quella della natura, viva, parlante, palpitante, dalla quale si trovava soggiogato, perchè sentiva di vi
lla quale era ancor vivo nel popolo fiorentino l’entusiasmo suscitato dalla Bernhardt, pubblicavo : Da un gran pezzo in qua n
ire schiettissime osservazioni, per le quali m’ebbi a fin di stagione dalla eletta artista il ritratto che qui riproduco, con
ra strada, senza voltarvi indietro. Se poi la smontatura che traspare dalla vostra lettera, è dovuta ad altre cause — forse t
ionabile…. e l’ambiente può tanto sopra di me. – Lontana dal teatro –  dalla famiglia artistica, sola – lungo il mare – che ne
osì bene a Trieste ! Già io adoro i paesi di mare…… Il 19 luglio ’84 dalla montagna (Brozzo – Ivrea) : …… Da quest’altezza…
macolato della montagna, da questo verde che riposa l’occhio irritato dalla luce del gas della città – da quest’aria che rime
varsi gigante, convertendo i più reluttanti, i quali speraron financo dalla recitazione spontanea della nuova arrivata una pr
opo la rappresentazione straordinaria della Porte Saint-Martin : Sin dalla prima scena, afferrati dalla espressione di dolor
rdinaria della Porte Saint-Martin : Sin dalla prima scena, afferrati dalla espressione di dolore, dall’andatura disperatamen
significavan soltanto l’elogio di compagni d’arte competenti, scossi dalla traduzione sintetica di una vita di emozioni, di
osa, ineffabile musicalità di toni ! Quei tre o quattro Max proferiti dalla Duse nel più biricchino dei modi, valser bene per
24 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 999-1001
ssi, con cui fu l’anno seguente, il ’57, a Vienna. Nel ’59, assorbito dalla politica, fe’ ritorno a Lugo per concorrere col b
trale, di cui principale ornamento era la figliuola Antonietta, avuta dalla moglie Amelia Prina di Brescia, che vediam con es
anza, una delle quali ricordo, rappresentata al Corea di Roma nel ’73 dalla Compagnia di Fanny Sadowski, diretta da Cesare Ro
da meno di quelli spontaneamente conseguiti dagli attori privilegiati dalla natura ; e non è picciol vanto. Ed Ernesto Rossi
25 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 516-517
ù di dieci anni in carattere di prima donna, finchè fu poi sostituita dalla Teodora Ricci, moglie del Bartoli stesso. Alla de
ue seguenti sonetti : Per una Commedia nuova egregiamente rec itata dalla signora Rosa Brunelli, composta dal signor Onofri
sagace, il labbro e gli occhi di più affetti piena. Bello è il veder dalla scoppiata mina onde dovea venirle ingiusta morte
26 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquarto »
prevalendosi del favore degli spettatori, si è discostato pian piano dalla subordinazione dovuta al poeta e al compositore,
a che vi s’introducessero non poche putidezze di contrappunto lontane dalla semplicità e dalla bella natura. Dopo la metà del
essero non poche putidezze di contrappunto lontane dalla semplicità e dalla bella natura. Dopo la metà del secolo i poeti inc
nore quello che apparisce a prima vista, e che risulta immediatamente dalla loro figura e costituzione fisica, la quale li re
Culicutidonia? [6] La cagione degli accennati difetti viene in parte dalla natura stessa del canto, poiché quanto più di att
ttere nel recitativo obbligato, carattere il quale, essendo imitabile dalla musica, giustifica l’intervento di essa, anzi lo
mai interrotta modulazione: quindi la regola dettata dal buon senso e dalla esperienza d’usar cioè vicendevolmente della poes
quadro che serve di fondamento all’aria. In questa la poesia animata dalla espressione, abbellita dalla esecuzione e fregiat
to all’aria. In questa la poesia animata dalla espressione, abbellita dalla esecuzione e fregiata di quanto ha l’armonia di p
lta meta che si propongono le arti. Che fa dunque l’artefice? Guidato dalla percezione intima di quel bello che esiste forse
ncese autore d’un bel Trattato sul melodramma allorché volle sbandirà dalla musica drammatica tutto ciò che serve a dipignere
ta imitazione dei tuoni naturali privi dell’abbellimento che ricevono dalla musica non avrebbe sulle passioni la stessa forza
iù abbellita di cui è capace la melodia. O nasca un siffatto fenomeno dalla impressione più gagliarda che i suoni musicali fa
ressione più gagliarda che i suoni musicali fanno sui nostri nervi, o dalla compiacenza che risulta nell’anima dal veder imit
va materia dove esercitare la sua facoltà pensatrice e comparativa, o dalla sensazione analoga a noi che produce l’idea dell’
la immediata espressione dei sentimenti, certo è che dall’aggregato e dalla scelta dei colori che il musico aggiugne al quadr
nza distruggere l’illusione propria del canto, perché dovrò sbandirla dalla scena? Perché dovrò con soverchia stitichezza rin
a di pratica. [24] Prima. Non si dee aggiugnere alcun abbellimento né dalla parte del suonatore né dalla parte del cantante a
si dee aggiugnere alcun abbellimento né dalla parte del suonatore né dalla parte del cantante ai semplici recitativi, come n
’una ragione o la narrativa d’un fatto; perocché nascendo l’interesse dalla chiara percezione di ciò che il produce, lo spett
meno in quella spezie di affetti che ricavano il pregio loro maggiore dalla semplicità con cui si sentono, e dal candore con
quanti passaggi e quanti trilli possano uscire in mezzo quarto d’ora dalla volubilissima gola d’una Gabriela, o d’un Marches
ortar vasi a Samo o nottole ad Atene. [49] Ma l’imitazion che risulta dalla somiglianza del canto colla situazione del person
meno se si trovi un compenso nell’altro genere d’imitazione che nasce dalla convenienza delle parti elementari del canto coi
tti e sentimenti contrari si pongono in opera li stessi capricci, che dalla piebaglia armonica vengono chiamati ornamenti? Do
racondo allorché il cantore dovrebbe mostrarsi, a così dir, soffocato dalla sua stessa prontezza, si ferma lentamente in un p
52] Ecco l’universale ma puerile sofisma, il quale ridotto in massima dalla ignoranza e avvalorato da uno spezioso pregiudizi
i sensazioni materiali, a così dire, e meccaniche prodotte unicamente dalla melodia naturale inerente ad ogni e qualunque tuo
oso Moliere, e poi commendare i… Nomi illustri ch’eravate per sortire dalla mia penna, la mia pietà vi risparmia! Un avanzo d
l mondo, e se stesso l’unico sovrano dell’universo, esce ogni mattina dalla sua capanna per additar al sole la carriera che d
tutte che non ponno provenire da una serie indeterminata di suoni, ma dalla determinazione bensì che ricevono essi suoni dall
imitazione esposte di sopra debba altresì mancare la terza che deriva dalla somiglianza dei movimenti che sveglia in noi la c
i restiamo indifferenti, né ci sentiamo punto rapire dall’interesse o dalla curiosità. La qual cosa non altronde deriva se no
ora; se il fondamento di tale accusa si debba ripetere dall’armonia o dalla melodia ovvero dall’una e dall’altra; se consista
nza che si prendono i musici nell’adoperare le dissonale; se provenga dalla mancanza in natura d’un suono generatore fisso e
della espressione perché le modulazioni imitative sono troppo lontane dalla natura, altro diletto non resta se non quello che
dei giovani, perché dipendendo in massima parte la bellezza del canto dalla maniera di eseguirlo, questa non può conoscersi f
uto sforzar la natura distraendola dalle vie istituite da lei che sin dalla prima origine della vita va con tacita legge prep
ivi stabilito cotal costume da un’antichità immemorabile, e inventato dalla gelosia degli orientali per assicurarsi con quest
. Lorenzo col solo oggetto di spiccarne un frutto tagliano gli alberi dalla radice. Coltissimi Italiani! Non sareste forse de
gnata da uno strumento che rimetteva in sesto la voce quando aberrava dalla intonazione. Io non posso diffinire in che consis
osse diversa da quella che usiamo in oggi nell’opera. Ricavo il primo dalla maniera con cui gl’istrioni recitavano le tragedi
mizi del popolo, e si deliberava intorno agli affari delio Stato. Ora dalla storia d’Atene sappiamo che le pubbliche delibera
27 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1044
ifica della persona, di volto piacente, benchè di collo un po’ corto, dalla voce e dai capelli d’oro, adorna di abiti e di ge
e con Ciotti e Belli-Blanes. Ma, dopo poco, ammalatasi, fu sostituita dalla Duse, amorosa della compagnia, la quale, spiegate
28 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article »
sieme ai Conti Perticari, dei quali diventò l’amico ; e, sentito colà dalla Pellandi e dal Belli-Blanes, fu scritturato da es
e del ’25 infermasse di petto a Firenze, ove in breve morì, compianto dalla moglie, dal figlio e da’ suoi scritturati che per
29 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO PRIMO. Origine della Poesia Drammatica. » pp. 2-11
greti della divinità. Questa natural pendenza e viva brama di sapere, dalla cura e dallo studio d’indagare, chiamossi da’ Lat
ndagare, chiamossi da’ Latini e poi da noi Curiosità, come quella che dalla stupida inazione dell’ignoranza ci guida al l’att
elle cose vanno scappando fuori, e vengono a lui quasi spontaneamente dalla natura presentate. Le vide egli, se ne approfittò
, ancorchè i popoli non abbiansi partecipate le loro scoperte. É noto dalla storia che le nazioni in se stesse ristrette esis
parono quella tela, le contempla come male. L’uomo adunque si avvezza dalla prima età per senso più che per raziocinio a sugg
; è adunque di tutte le invenzioni quella che più naturalmente deriva dalla natura imitatrice del l’uomo; e non è meraviglia,
30 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO PRIMO. Origine della Poesia Drammatica. » pp. 2-9
segreti della divinità. Questa natural pendenza ed avidità di sapere dalla cura e dallo studio d’indagare chiamossi da’ lati
indagare chiamossi da’ latini e poi da noi curiosità, come quella che dalla stupida inazione dell’ignoranza ci guida all’atti
elle cose vanno scappando fuori, e vengono a lui quasi spontaneamente dalla natura presentate. Le vide egli, se ne approfittò
, ancorchè i popoli non abbiansi partecipate le loro scoperte. È noto dalla storia che le nazioni in se stesse ristrette esis
parono quella tela, le contempla come male. L’uomo adunque si avvezza dalla prima età per senso più che per raziocinio a fugg
; è adunque di tutte le invenzioni quella che più naturalmente deriva dalla natura imitatrice dell’uomo, e non è maraviglia,
31 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 175-178
lagnanze gli mosse contro anche la Fiorillo (Beatrice), come si vede dalla lettera del '51 pubblicata al suo nome (vol. I, p
e di mestiere, e convenienze, e invidie suscitate non sappiam bene se dalla stessa Fiorillo, o dalla moglie del Napolioni, ch
nze, e invidie suscitate non sappiam bene se dalla stessa Fiorillo, o dalla moglie del Napolioni, che ci sembra poter identif
ebbe luogo, perchè in capo a quindici giorni Masaniello fu destituito dalla sua pretesa regalità, e Flaminione di cui fu rico
di loro parte 20,000 lire austriache nette. Ritiratasi la Marchionni dalla R. Compagnia Sarda, andò la Bettini a sostituirla
32 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 239
di Carlo Monti, prima, poi dell’Avelloni. Toltala il Monti, artista, dalla casa paterna, l’avviò alle scene, in cui diè prov
oi, fuor dell’arte, in Roma, nel 1832, assistita dal vecchio marito e dalla famiglia Ferretti (V. Monti Carlo).
33 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »
imponente, dal volto leggiadro, dagli occhi nerissimi come i capelli, dalla voce forte e armoniosa, dal gesto nobile, e dalla
imi come i capelli, dalla voce forte e armoniosa, dal gesto nobile, e dalla ricca intelligenza, essa emergeva nella tragedia
34 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 589
uesto elenco dell’ '89 non figura più lo Zanetti (V.), mentre sappiam dalla lettera scritta da lui insieme al dottore Savorin
a lui insieme al dottore Savorini essere stato nella Compagnia almeno dalla primavera.
35 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Firenze, 3 settembre 1841. » pp. 473-475
e attore e come poeta. Fu il 1821 nella R. Compagnia Sarda di Torino, dalla quale uscì dopo un anno, per entrare in quella Go
improvvisamente il Riva a Trieste nella primavera del ’22, e troncato dalla vedova Gaetana Goldoni ogni contratto, il Bon for
is per l’autunno e carnevale con un assegno di 8000 lire…. La società dalla quaresima del 1823 ebbe florida vita sino a tutto
bri degne di lui : una pietra commemorativa fu alzata sulla sua tomba dalla figlia Laura colla seguente iscrizione : qui rip
36 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo primo »
dagli altri componimenti drammatici. Leggi sue costitutive derivanti dalla unione della poesia, musica e della prospettiva.
sia è dunque il primo costitutivo, che distingue codesto componimento dalla tragedia, e dalla commedia. né da tale unione ris
imo costitutivo, che distingue codesto componimento dalla tragedia, e dalla commedia. né da tale unione risulta un tutto così
in gran parte dipende dalle qualità musicali della lingua, ovvero sia dalla magia de’ suoni combinati diversamente nel numero
ricerca intorno a questo punto. Cotale spiegazione, che tutta dipende dalla maniera con cui agiscono i suoni sulla nostra mac
pende dalla maniera con cui agiscono i suoni sulla nostra macchina, e dalla intima relazione che passa tra la vista e l’udito
elazione che passa tra la vista e l’udito, relazione sospettata prima dalla esperienza, poi messa nel suo maggior lume dal Ne
a conseguire l’effetto loro che non sono i versi, i quali dipendendo dalla parola, che è un segno di convenzione, e parlando
osì abbiam trovata la prima qualità essenziale, che distingue l’opera dalla tragedia. Questa non assoggettandosi alle leggi d
ch’esige il melodramma. Ma questi quattro versetti soli accompagnati dalla mossa e vivacità che ricevono da una bella musica
etta quattro apotegmi del liceo. Male ad un vecchio, che agghiacciato dalla età i rivolge verso di se unicamente la sensibili
rtago. Questa scena è composta di semplice recitativo. Didone colpita dalla improvvisa novella ondeggia fra un tumulto d’affe
pi alle diverse passioni dedur si potrebbe una teoria generale cavata dalla natura delle cose, che risparmierebbe molte criti
eccezione difendere. L’uomo generalmente è più dominato dai sensi che dalla ragione. Le catene colle quali la natura l’ha leg
, che alla sofferenza di chi ascolta, e però si sbandiscono a ragione dalla tragedia, dove hassi tanto riguardo al decoro. Nu
prendendo ciascuna a dilettare or l’uno l’altro dei sensi. E siccome dalla unione colla musica ne soffre alquanto la verosim
ngano più gli argomenti tratti dal vero, oppure i maravigliosi cavati dalla mitologia o dalle favole moderne. Il motivo del d
ecorazioni vaghe, nuove, e maravigliose. Inoltre, dovendosi escludere dalla musica tutto ciò che non commuove, e non dipinge,
onta della mia stima per così chiari scrittori ardisco di slontanarmi dalla opinione loro, tanto più che la trovo appoggiata
ento teatrale destinato alla mozione degli affetti, né distinguendosi dalla tragedia se non per le modificazioni che risultan
eranno maggiormente il genio del compositore. Non solo s’udirà sortir dalla orchestra più minaccioso il fragore della tempest
tenerezze di Mandane, e d’Arbace, e la volta de’ cieli pennelleggiata dalla mano d’Aiaccioli, o di Bibbiena parrà fregiarsi d
li avvenimenti, e l’uditore, e il musico di respirare, per così dire, dalla troppo viva commozione, che desterebbesi da una m
ore ma anche l’orecchio, e l’immaginazione; onde non può scompagnarsi dalla poesia i dal canto, dal suono, e dalla decorazion
one; onde non può scompagnarsi dalla poesia i dal canto, dal suono, e dalla decorazione. Da tale accoppiamento risulta un tut
quarci più vaghi d’immaginazione, e d’affetto non difendono un autore dalla censura quando va contro ai dettami della ragione
dei veri, poiché, come abbiamo veduto di sopra, gli argomenti tratti dalla storia s’addattano egualmente bene, anzi meglio c
vare l’opposto. Così avverrà sempre che la critica anderà scompagnata dalla filosofia. [43] Il lettore avrà riflettuto che in
37 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosesto »
itrovar in queir oggetto la propria felicità. L’uno e l’altro è stato dalla natura con mirabile provedimento ordinato. Negli
i eccitar in se stesso o in altrui quel diletto meccanico che risulta dalla dolcezza inerente a qualunque tuono. Nel secondo
tomimica, la quale costituisce un linguaggio muto di azione inventato dalla umana sagacità affine di accrescer la somma dei n
re fra uomo e uomo un novello strumento di comunicazione indipendente dalla parola. [4] Noi ignoriamo fino a qual grado di en
de’ popoli fu dappertutto più d’azione che di parole composto, e che dalla usanza appunto di parlar agli occhi acquistaron l
riguardandolo unicamente con occhio politico, né potendo argomentare dalla profonda sagacità del legislatore di Lacedemonia
é hanno una significazione ideale, arbitraria, non fissata dall’uso e dalla convenzione, o perché non sono abbastanza conness
i antecedenti e coi posteriori, o perché distornano la mia attenzione dalla idea principale, o perché si distruggono a vicend
hé nei cori, o in qualche scena particolare. Ciò ch’essi fecero mossi dalla necessità, non potendo più reggere alla fatica, è
ecessità, non potendo più reggere alla fatica, è stato poi confermato dalla esperienza e dalla sana ragione. La filosofia, ai
do più reggere alla fatica, è stato poi confermato dalla esperienza e dalla sana ragione. La filosofia, ai dettami della qual
e l’oggetto principale. E siccome l’effetto d’ogni spettacolo dipende dalla costante e non interrotta impressione che fa esso
ha un significato men chiaro e meno intelligibile perché men fissato dalla convenzione, e meno atto a rappresentare l’idee c
ol componimento, come lo era anche il coro, il quale non si dipartiva dalla scena per tutto il tempo della rappresentazione.
mili al vero che alcuni pensorono che fosser veri, che gittavan fuoco dalla bocca ecc. A questi s’accostò il buon Jason, e fe
acelle accese. Questi giungendo al fin del palco infocorno una porta, dalla quale in un tratto uscirono nove galanti tutti af
liosamente distinta. Ciò nonostante gl’Italiani non devono escludersi dalla gloria che giustamente ad essi appartiene. Tre fr
are tutta quanta è la massa della terra; a tal fine esser egli venuto dalla Mauritania nella Gran Bretagna creduta da lui que
Trionfo d’Amore ballò il medesimo re Luigi decimoquarto accompagnato dalla reale famiglia, e dal fiore della nobiltà frances
erché in esse il movimento divenne più vivo e la cadenza più marcata, dalla qual novità commossi secondo il solito gli adorat
i per lo più da argomenti buffi o mitologici. Di già erasi veduto fin dalla prima origine del melodramma Emilio del Cavalieri
regio agli abiti de’ più felici mortali. Tutte le quali cose avvivate dalla danza e da gran numero di decorazioni sorprendent
e Gluck e rappresentata in Vienna fece quasi fremere dallo spavento e dalla sorpresa gli spettatori lasciando in dubbio gli a
digioso effetto che risentivano provenisse dal terribile argomento, o dalla forza e semplicità dell’azione, oppure dalla espr
l terribile argomento, o dalla forza e semplicità dell’azione, oppure dalla espressione e verità dell’armonia. [30] Trovata i
centro comune gli sono anzi divergenti, se attenuta non ritroverò né dalla parte di quella facoltà né dalla parte di coloro
rgenti, se attenuta non ritroverò né dalla parte di quella facoltà né dalla parte di coloro che la coltivano veruna di quelle
no scossi più fortemente mettono in maggior esercizio la sensibilità, dalla quale in ultima analisi nasce l’interesse che ci
za nella materia primitiva della danza s’aggiunge l’altra che risulta dalla costituzione intrinseca di qualunque lavoro rappr
e fra essi. Come ci farà ella, per esempio, conoscere ciò che dipende dalla memoria, come sarebbe a dire che Bruto nella Mort
te avverrà in qualsivoglia azione continuata che si prenda ad imitare dalla mimica, la quale non potendo per mancanza intrins
cchi la legatura degli oggetti fra loro, né il risalto che acquistano dalla riflessione, altro non farà che mutilare sconciam
vata l’ultima fa degli sforzi per sottrar se stessa e la sua compagna dalla invasione. Un’altra truppa di marinari che soprag
i, mangiano, beono, e si trastullano con loro, escono mezzo ubbriache dalla grotta, intrecciano scompostamente una breve danz
ressoché intirizzito dal freddo. Le sue vestimenta sono ancor bagnate dalla pioggia. Egli si dibatte volteggiando per riscald
occhi od una chiaroveggente sacerdotessa di Delfo per capir tutto ciò dalla sola rappresentazione. Sfido poi quel Tiresia e q
profetico spirito, mi dica di grazia cosa debba aspettarsi o temersi dalla sua pericolosa influenza. [45] Nulladimeno la sua
di non iscemar nell’atto della rappresentazione l’interesse prodotto dalla continuità dell’azione. Il terzo di schivar il di
rrettivo del giudizio pubblico era meno pericolosa ad uomini induriti dalla educazione contro ai piaceri che non lo è per uom
i tramandare una tenue modificazione di suono? E il celebre Voltaire, dalla Semiramide del quale é stata tolta siffatta immag
38 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 362
rdì il’ 52 con Achille Dondini col quale stette un solo anno, e passò dalla Compagnia Robotti, il ’59, in quella di Bellotti-
Compagnia Robotti, il ’59, in quella di Bellotti-Bon. Scritturata poi dalla Sadowski con Cesare Rossi, restò al fianco di lui
39 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
cio – dice l’Ottonelli – e tacerò i nomi uditi per degni rispetti), e dalla Principessa N. Il secondo parto fu d’una figliuol
ncipe N. che poi fu Duca. Il quarto parto fu di una figliuola, tenuta dalla Sereniss. Duchessa N. » Di un Dottor Violone è fa
40 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 988-990
citò per molti anni nel Teatro a S. Luca onorato d’applausi, favorito dalla nobiltà e ben veduto da tutto il popolo. Giunto a
, nè potendo più resistere alle fatiche del teatro, pensò d’alienarsi dalla Professione, e di sostituire invece sua il comico
Intanto solo soggiungeremo che il Garelli sopravvisse al suo distacco dalla Professione altri sei anni dimorando sempre in Ve
41 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 307-309
lo di favori e doni. Lasciata Genova per condursi a Pisa, ella, vinta dalla passione, volle accompagnarlo : ma, creduta fuggi
la parte studiata nel Convitato di Pietra per la Pescatrice, recitata dalla figliuola del suo capocomico, Angiola Sacco Vital
sa valle, il folto bosco, il cupo remoto sen d’ogn’antro opaco, ed io dalla stessa rapita amica voce pieno di pace il cor, l’
42 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 524-525
o del Goldoni, il Marchese Pipetto del Giraud, rinsanguati, ravvivati dalla recitazione scintillante di Edoardo Scarpetta ; m
osciamocca deve forse la continuata ammirazione del pubblico, che sin dalla prima apparita al San Carlino rinnovato, lo compe
ni passo verso l’agiatezza e la gloria, uno vedea farne contro di lui dalla maldicenza e dall’invidia, trionfando finalmente
43 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 164-168
si. In Compagnia Righetti sposò la rinomata attrice Carlotta Polvaro, dalla quale presto fu separato per la incompatibilità d
matti, e celebrato da’ muti. Fama volat ; la quale non sa spifferare dalla sua sonora sampogna altro che le lodi di questo D
alcuna sorte d’amaritudine, dal nome fel, lis, che vuol dir fiele, e dalla prepositione sine, che significa senza, quasi Fel
acca. Costoro, questi cujum pecus, senza l’aiuto mio non si ricordano dalla bocca al naso ; Igitur adunque sappia la Dottorag
oranti, dal nome Bò, o Bue, che volgarmente si piglia per ignorante ; dalla dittione non, e dal verbo hauere, cioè Bononia Bò
o la Città fu chiamata Bologna, quasi Bonus logos, cioè buon parlare, dalla parola Latina bonus, a, um, che significa buono,
uon parlare, dalla parola Latina bonus, a, um, che significa buono, e dalla voce Greca Logos, che vuol dire il parlare. Ergo
ra cognitione e ricognitione de’ buoni, e di chi merita, come si caua dalla voce Bononia diuisa in sillabe, Bo, bonorum, no,
i dirò che si sono troppo auari de’ lor beni, e fauori, pur cauandolo dalla voce istessa Bononia, Bo, bonorum, no, nobis, ni,
44 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CONCHIUSIONE. Dell’antica storia teatrale. » pp. 239-246
tanto i principali lineamenti raccolti in un sol quadro somministrati dalla storia verace che nulla vela nel suo corso con ma
al canto, danno a divedere al filosofo investigatore in qual distanza dalla coltura essi trovinsi. Con più regolate e più mag
la compassione, a schernire e mordere i vizii de’ privati, e ad esser dalla legge richiamati a temperar l’amarezza della sati
ma, cioè la forza del fato e l’infallibilità degli oracoli consacrati dalla religione. Posero essi in quel clima la meta alla
45 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 253
a coscienzioso, ma un uomo di onestà a tutta prova, come è dimostrato dalla seguente quartina : Mario (era il suo nome teatr
, la Giovanna Benozzi, artista rinomatissima sotto il nome di Silvia, dalla quale ebbe quattro figli, di cui uno solo, Antoni
46 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 203
nna. Francesco Bartoli ci lasciò di lei il seguente ritratto : Sortì dalla natura i più bei doni, che mai potesse avere una
che ella crea i suoi concetti in quel momento appunto che gli escono dalla bocca. Andò in Lisbona con sua madre Chiara, com
47 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO II. Pastorali Italiane del XVII secolo. » pp. 274-291
ordinario che i difetti dello stile, e tali bellezze la preserveranno dalla totale dimenticanza. Le curiose avventure di Fill
Le curiose avventure di Filli e Tirsi educati fra’ Turchi allontanano dalla favola il languore che suole accompagnare la magg
che vien concesso ad un episodio. Il lettore s’interessa per essa sin dalla scena terza dell’atto I, quando la finta Clori ge
etta e invita a leggere. Un gran movimento riceve l’azione principale dalla riconoscenza di Tirsi, e ne aumenta la vivacità,
di Genova, si aggira sull’amore di un pastorello per Gelopea turbato dalla gelosia per una menzogna, serenato dal disinganno
utto sforniti di comodi l’aveano inviato a scuola; ma egli spaventato dalla villana sevizia del suo pedagogo lasciò la casa p
on ebbe il Peri altro maestro che il proprio genio e l’udito affinato dalla lettura che nel campo un altro caprajo faceva del
48 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO II. Pastorali Italiane. » pp. 131-143
ordinario che i difetti dello stile; e tali bellezze la preserveranno dalla totale dimenticanza. Le curiose avventure di Fill
Le curiose avventure di Filli e Tirsi educati fra’ Turchi allontanano dalla favola il languore che suole accompagnare la magg
che vien concesso a un episodio. Il lettore s’ interessa per essa fin dalla scena terza dell’atto I quando la finta Clori gen
etta e invita a leggere. Un gran movimento riceve l’azione principale dalla riconoscenza di Tirsi, e ne aumenta la vivacità i
di Genova, si aggira sull’amore di un pastorello per Gelopea turbato dalla gelosia per una menzogna, serenato dal disinganno
utto sforniti di comodi l’aveano mandato a scuola; ma egli spaventato dalla villana sevizia del suo pedagogo lasciò la casa p
on ebbe il Peri altro maestro che il proprio genio e l’udito affinato dalla lettura che nel campo un altro caprajo faceva del
49 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 246-248
. Fu nella Compagnia di Marta Coleoni e in quella di Antonio Goldoni, dalla quale poi passò col noto artista e capocomico Gia
ferro, o sia la maniera di far fortuna, ecc. Staccatosi poi il Bacci dalla società, e divenuto capocomico solo, si recò, dop
Flaminio, il celebre Gio. Paolo Fabbri, già vecchio, e probabilmente dalla sua professione ridotto a male. Pare che il Bachi
50 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 786-787
r parti di secondo amoroso il ’26 nella Compagnia di Lorenzo Tassani, dalla quale passò in quella di Monti, Rosa e Marchionni
i scritturarsi in quella Reale Sarda che abbandonò il ’53 per passare dalla parte di attore pagato a quella di capocomico ; e
i glorioso capocomicato, si scritturò in Compagnia Giuseppe Peracchi, dalla quale uscì la quaresima del ’70 per lasciar defin
51 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo secondo »
Ricerche sull’attitudine della lingua italiana per la musica dedotte dalla sua formazione, e dal suo meccanismo. Cause polit
inarticolato. La parola non è che il suono medesimo quando nel sortir dalla bocca riceve due modificazioni di genere diverso,
i denti in una situazione fissa e permanente senza toccarsi insieme: dalla qual permanenza ne siegue, che il riposo della vo
le lettere consonanti, si fa, qualora passando gli organi della bocca dalla loro posizione fissa ad un’altra momentaneamente
segni musicali. Ma cosa è egli mai questo canto? In che si distingue dalla favella ordinaria? Quali mutazioni diverse da que
ione in ogni sua parte risponda) il canto si distingue specificamente dalla voce pei seguenti caratteri. Primo: per un certo
sso ai lidi         Sibila il mar percosso in rauchi stridi». [9] Nè dalla delicatezza, che scorgesi in questi e simili esem
oni colla natura dell’oggetto, che esprimono: l’una e l’altra dipende dalla prosodia della lingua non meno che dalla cadenza
ono: l’una e l’altra dipende dalla prosodia della lingua non meno che dalla cadenza ritmica del periodo, e da quella dimensio
ati nel proferire qualunque parola venivano determinate dal valore, e dalla quantità delle sillabe che formavano la parola st
o questa nobilisima parte della musica da sua origine, e la sua forza dalla imitazione trasferita al canto delle diverse succ
pronunzia nel proferire le sillabe non si sono altronde ricavate, che dalla continua osservazione di ciò che succede in natur
e succede in natura, e dai diversi alzamenti, o abbassamenti di voce, dalla diversa rapidità, o lentezza, con cui nell’uomo l
he s’avvicina alla natura del canto, ha finalmente il recitativo, che dalla declamazione poetica non molto si scosta: del che
potesse nel canto intieramente trasfondersi cosicché la poesia fosse dalla musica inseparabile, come avvenne alla lingua gre
e a dipignere cagionata dal diverso giro, che può darsi alla frase, e dalla varietà, che da esso ne risulta, onde si sfugge l
ialetti, che sono concorsi a formarla, della sua varietà nata appunto dalla ricchezza e moltiplicità delle sue forme, dell’ab
llo stesso tuono. Non è così nell’italiano, cui somministrate venendo dalla pronta fantasia cento cose alla volta, percorre i
52 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 477
gli fu ordinato dal signor Alessandro Barberino di tenerla aperta. Sì dalla istanza del 1593, scritta di pugno del Fabbri (V.
l 1608 a Fontainebleau il Delfino dar per parola d’ordine agli esenti dalla guardia il nome de'migliori personaggi della Comp
53 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo duodecimo »
e’ suoni musicali nel muovergli affetti non altronde deriva se non se dalla più vicina imitazione della natura, cioè dalla es
ronde deriva se non se dalla più vicina imitazione della natura, cioè dalla espressione più esatta di quei toni naturali, nei
uali prorompe l’uomo allorché si sente oppresso dal dolore, dall’ira, dalla gioia o da qualunque altra passione impetuosa e v
il gran segreto di muover gli affetti a misura che si venne scostando dalla sua semplicità primitiva. Rozza in sul principio
rescritti dalle leggi, i sacerdoti e i magistrati dovevano scacciarlo dalla comunità. È memorabile ancora su questo proposito
roppo violentemente svegliarle, abbiano appunto nella musica regolata dalla filosofia trovato il segreto d’ottenere siffatta
trumentale indipendente della vocale112.‌ Tra poco la danza si separò dalla poesia e dalla musica, e l’una e l’altra non furo
pendente della vocale112.‌ Tra poco la danza si separò dalla poesia e dalla musica, e l’una e l’altra non furono più confidat
più moltiplicavano essi i capricci dell’arte tanto più si scostavano dalla natura. S’ampliò il numero delle corde e de’ suon
aveva alcun riguardo alle inflessioni della voce, e queste sortivano dalla bocca del cantore senz’osservar la legge degl’int
ntrodusse un maggior artifizio ne’ suoni apparisce fra l’altre pruove dalla dichiarazione fatta dall’imperatore Ngaiti, che s
el Gran Visir passare un gran numero di persone radunate in un salone dalla indifferenza al tripudio, da questo alla tristezz
a che gli Arabi si formavano della musica si potrà meglio comprendere dalla traduzione del seguente squarcio che si trova in
ier di camelli, mettendo in non cale i disagi del viaggio, si diverte dalla noia cantando, e la sua musica semplice e natural
cuti, e de’ tempi più veloci e più lenti. Il costume in cui siamo fin dalla infanzia di non considerar nella musica che la se
e i prodigiosi effetti che ci vengono descritti. [13] E incominciando dalla poesia quantunque libera errasse in sul principio
ssivi rappresentazione o immagine degli oggetti dell’universo imitati dalla musica col mezzo del tempo e del movimento, i qua
per conseguenza rappresentare i suddetti cangiamenti. Ecco il perché dalla natura del ritmo musicale si ricavava presso ai G
e virtù teologali, le quali suppongono un abito soprannaturale infuso dalla grazia divina) sono per lo più un effetto della s
alle impressioni che vengono loro comunicate, o che ponno comunicarsi dalla educazione non meno privata che pubblica. Qualora
nde, come si provò nel capitolo ottavo del primo tomo di quest’opera, dalla sola melodia, così rivolsero ad essa principalmen
mo impegno d’adattare ad ogni effetto particolare che dovea generarsi dalla musica l’individuale cagione che dovea generarla.
condo il mio avviso, i maravigliosi effetti che dovrebbono attendersi dalla sua unione colla poesia. Quanto più avanti s’ande
mente per una generale inavvedutezza, le cui cagioni bisogna ripetere dalla natura dei secoli, ove nacque l’una e l’altra di
va in conseguenza che la misura musicale fosse regolata perfettamente dalla prosodia, così che il musico per batter con preci
olmente si nuocono per voler ciascuna primeggiare da sé, sottraendosi dalla dipendenza della sua compagna. [28] So che i faut
loro indistinti. né sono il trocheo ed il giambo i soli piedi esclusi dalla nostra misura, ma per le ragioni allegate finora
no, che è l’estremo più acuto e che procede con movimenti più celeri; dalla qual congiunzione risulta una mischia, una opposi
rinseca contrarietà, che abbiamo provato esistere nell’armonia, anche dalla natura stessa della cantilena o composizione, la
d’intensione o di remissione, non solo i ritmi procurati in generale dalla misura, ma i ritmi specifici propri in tal modo d
serva di guida in cotal labirinto. Alcuni desumono la loro diversità dalla sola differenza che corre fra i gradi dell’acuto
a prima vocale senza offender l’orecchio de’ suoi lettori avvezzo fin dalla più remota antichità a separare le lunghe dalle b
54 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Conchiusione » pp. 438-442
ed egli é chiaro che ciò che si chiama buon gusto, non dipende se non dalla conoscenza di questo bello271. In Pekin e Costant
i sono poi certe farse buffonesche che costano poco e fan gran romore dalla scena, come i mostri teatrali spagnuoli, le farse
iò uom di buon gusto dovrebbe per verità chiamarsi soltanto colui che dalla natura fu di predante ingegno ampiamente privileg
tture su di soggetti tenebrosi, inintelligibili, e rimoti dal senso e dalla cognizione dell’uomo; coloro i quali con ammirabi
55 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « L’EDITORE A CHI LEGGE » pp. -
no. Ma tanti anni indugiò poi a proseguirla in Venezia, che prevenuto dalla morte nel 1796 la lasciò imperfetta, e l’autore c
1797. Ed ecco ciò che per le mie stampe produco alla luce, implorando dalla garbatezza di chi ama le fatighe felici del sig.
56 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 671
alto grado a cui sarebbe salita adulta. Iniziata ne’segreti dell’arte dalla zia materna, la celebre Carolina Santoni, si fece
l rappresentare con maestà le alte matrone. Questa seconda non è però dalla prima diversa, che fu di casato Clarini, e innest
57 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 259
a del San Carlino di Napoli al fianco dei Cammarano e dei Fracanzano, dalla quale uscì il 1803, già ottimo caratterista, a ni
Compagnia reale italiana del Vicerè condotta da Salvator Fabbrichesi, dalla sua instituzione (1807), fino all’anno della sua
58 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 355-357
omico : grave infortunio, compensatogli da una vincita al lotto fatta dalla moglie in quell’istesso tempo di quattrocento Bav
ella più alta considerazione, la presente Allegoria recitata soltanto dalla fu Compagnia Goldoni nell’ Anno 1815 giacchè a qu
arte de’ parenti. Luigi sposò poi la Luisa Valenti, comica anch’essa, dalla quale ebbe quattro figli, tutti comici ; tra i qu
59 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 780-781
co. Il Dominici nacque il 1838 a Perugia dall’avvocato Francesco e dalla marchesa Emilia Bourbon del Monte Santa Maria. Fa
nerando, egli, dico, inconscio della sua forza, si ritrasse alla fine dalla battaglia, più rassegnato che sfiduciato. A dare
dell’ingegno e la coltura insufficiente non mi consentivano di uscir dalla mediocrità, deposi la penna, pensando che con ope
60 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo I. Origine della poesia drammatica. » pp. 2-7
sapere chiamossi da’ latini, e poi da noi, curiosità, come quella che dalla stupida inazione dell’ignoranza ci guida all’atti
elle cose vanno scappando fuori, e vengono a lui quasi spontaneamente dalla natura presentate. Le vide egli, se ne approfittò
ancorché i popoli non abbiansi partecipate le loro scoperte. E’ noto dalla storia che le nazioni in se stesse ristrette esis
ono quella tela, le contempla come male. Si avvezza dunque l’uomo fin dalla prima età, per senso più che per raziocinio, a fu
o; é adunque di tutte l’invenzioni quella che più naturalmente deriva dalla natura imitatrice dell’uomo; e non é maraviglia c
61 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO IV. LIBRO V » pp. 67-93
alla criminosa precipitazione di sua madre che apdena passato un mese dalla morte del re suo marito che tanto l’amava, si è c
accompagnato da i due soldati. Si ode strepito d’istromenti musicali dalla reggia, perchè il re stà in tavola banchettando e
o, indi dice: “Aml. Ricordarmi di te? Sì, alma infelice; scancellerò dalla mia fantasia ogni altra idea ed impressione, ecce
a sua rimanga nera e maladetta come l’inferno che dee accoglierlo. Va dalla madre. Appartamento della regina. Ella parla con
orto, e lo prega a più non dire. Esce il Morto veduto da Amlet, e non dalla regina. “Aml. Oh spiriti celestiali, difendetemi
Vieni forse a riprendere la negligenza di tuo figlio, che indebolito dalla compassione e dalla tardanza obblia l’importante
ndere la negligenza di tuo figlio, che indebolito dalla compassione e dalla tardanza obblia l’importante esecuzione del tuo t
altai nell’imbarcazione nemica, la quale nel tempo stesso si dispiccò dalla nostra, ed io rimasi solo e prigioniero. Essi mi
gli mando, indi vieni a vedermi con tanta diligenza come se fuggissi dalla morte. Saprai arcani che ti renderanno attonito.
e resti per la tazza ucciso. La regina viene a dire che Ofelia tratta dalla sua follia si è affogata nel fiume vicino, la qua
ipe di Norvegia. Ognuno vede la popolarità di questa favola originata dalla varietà degli accidenti, ed alcune interessanti s
, gli apologisti Spagnuoli; e se mai s’intalenteranno, scossi al fine dalla mia storia teatrale, di compilarne anch’essi una
no contro di lui con personalità villane immaginate e con motti presi dalla feccia de’ quartieri di Lavapies, de las Maravill
62 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Introduzione »
wton erano spiegate in tono discorsivo a una marchesa per convertirla dalla filosofia cartesiana alle verità scientifiche new
rafica, politica e di costume dell’esperienza del viaggio. Di ritorno dalla Russia, Algarotti conobbe Federico II e si fermò
he legate alla prassi concreta della rappresentazione operistica. Fin dalla prima redazione tuttavia Algarotti, nonostante il
, dove il poeta cesareo sosteneva la derivazione dell’opera in musica dalla tragedia. Lo spirito riformista che anima lo scri
rappresenta anche un momento di rilancio della discussione che parte dalla constatazione della diffusione europea dell’opera
primosettecentesco in nome di un riconoscimento del piacere suscitato dalla musica. La posizione di Algarotti, a qualche dece
rimento al dibattito primosettecentesco, si sottolinea la derivazione dalla tragedia classica; una volta liberato il campo da
a la derivazione dalla tragedia classica; una volta liberato il campo dalla necessità di giustificare l’esistenza stessa dell
Virtuosi, nelle nostre Opere buffe16.» La vivacità del discorso fin dalla prima redazione è data anche dalla prassi di Alga
16.» La vivacità del discorso fin dalla prima redazione è data anche dalla prassi di Algarotti di fare sfoggio dei suoi molt
1755; anche la conclusione che è profondamente cambiata nel passaggio dalla prima alla seconda redazione rimane qui sostanzia
pratica scrittoria e si avvale di un approccio pragmatico, che nasce dalla conoscenza della situazione reale dei teatri per
nasce dalla conoscenza della situazione reale dei teatri per musica e dalla necessità di soddisfare i gusti del pubblico più
non è mai stato del tutto risolto29. La lettera prende spunto proprio dalla Dissertazione di Calzabigi, pubblicata anche a pu
lo e responsabilità nella società contemporanea, un tema presente fin dalla Introduzione che precede il primo paragrafo dedic
in anni più recenti38. Algarotti pubblicò cinque edizioni del Saggio, dalla prima, uscita a Venezia nel 1755, fino alla quint
55, fino alla quinta pubblicata a Livorno nel 1764. Il testo risulta, dalla prima alla quinta edizione, rivisto e progressiva
63 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « [Dedica] » pp. -
uò. Chi é fatto soltanto per appagar l’esteriore de’ sensi, incantato dalla magnificenza delle decorazioni e dalla sveltezza
esteriore de’ sensi, incantato dalla magnificenza delle decorazioni e dalla sveltezza delle danze, dalla lusinghiera musica e
o dalla magnificenza delle decorazioni e dalla sveltezza delle danze, dalla lusinghiera musica e da una tenera pieghevole voc
oggetto che rappresentasi, e gode di essere insensibilmente ingannato dalla verisimile finzione del dramma. Né avvi solo chi
troduce egli con una filosofica prospettiva, che a rintracciarlo mena dalla più alta sua sorgente l’origine e lo sviluppo de’
e anche in cose di puro piacere discompagnar non fanno le loro vedute dalla sublime infallibile scorta della filososia, che é
lle stampe di Napoli sua patria, lungi, vale a dire, da’ suoi occhi e dalla felice opportunità di poter ritoccarlo coll’ultim
64 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 40-41
laudio Leigheb, il rinomato brillante. « Quando — traduco liberamente dalla Escena di Barcellona — un’attrice del merito e de
e in particolari. Bene : Flavio Andò ha saputo, direm così, staccarsi dalla cornice, e formar quadro esso stesso : egli ha sa
65 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 387
me sborsate. Firmato Salvatore Fabbrichesi. I coniugi Bettini, fino dalla fondazione della Compagnia Reale Italiana, nell’a
rtedì, 14 aprile 1812) rendendo conto delle recite che là si tenevano dalla Compagnia Reale, così parla del Bettini : Bettin
66 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 560-561
di dubbio e dalle molte correzioni fatte al non perfetto originale, e dalla sfarzosa decorazione e dalla più accurata esecuzi
zioni fatte al non perfetto originale, e dalla sfarzosa decorazione e dalla più accurata esecuzione. L’Otello era dell’attor
67 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quarto »
ati non per tanto gl’Italiani nel provvedere agli sconcerti cagionati dalla guerra, dalla politica, e dalla natura non pensav
nto gl’Italiani nel provvedere agli sconcerti cagionati dalla guerra, dalla politica, e dalla natura non pensavano a coltivar
l provvedere agli sconcerti cagionati dalla guerra, dalla politica, e dalla natura non pensavano a coltivar le arti più genti
sereno e ridente, e in un paese amenissimo sembra fatto a bella posta dalla natura per non aver altro impiego che quello di c
vite de’ trovatori. Se già esse non furono bizzarre fantasie prodotte dalla calda immaginazion de’ poeti, la quale non conten
ndo sotto questo nome anche la provenzale quantunque fosse differente dalla francese) debba fissarsi sul fine del secolo duod
i sia onde poter sospettare aver quelli autori ricavati i propri lumi dalla lettura, o dal commercio coi saraceni. Noi ignori
igrammatica che appassionata; stile, che necessariamente nascer dovea dalla loro foggia di poetar tenzonando, altro non cerca
“uomini di corte”, ora di “ciarlatani”, denominazione che presero non dalla parola “circulus” né da “carola”, ma, come ben os
a parola “circulus” né da “carola”, ma, come ben osserva il Muratori, dalla parola “ciarle”, maniera italiana di pronunziare
matoria, cioè i famosi parlamenti d’amore, la mollezza licenziosa che dalla corte papale d’Avignone e dalle altre città della
come strumento di morale o di legislazione; perché essendo disgiunta dalla musica aver non poteva un vigore che non fosse ef
tesse vivamente accendere, e troppo agitata da intestine discordie, e dalla inquieta politica di certe corti, perché vi si po
contentiamoci d’esaminare le varie forme che prese dalle circostanze, dalla voluttà, dai costumi. Cresciuta la lingua italian
alle stanze di siffate canzoni somiglianti a quelle de’ provenzali, e dalla poca filosofia con cui le accomodavano ai rispett
diverse truppe di giovani cantavano certe poesie che presero il nome dalla circostanza. Vennero poscia i canti chiamati “car
ntinopoli, capitale d’un vasto impero ammorbidito dal lusso, snervato dalla mollezza, addormentato fra le più ridicole supers
vezzola a fine di migliorar la musica, come si vede fra le altre cose dalla bizzarra legge che costrigneva gli accademici a s
cattedra di musica eretta dianzi in Bologna da Niccolò V, sarà sempre dalla memore posterità annoverato fra i più grand’inven
regna dimorante anch’esso in Italia verso il 1520 merita esser cavato dalla oscurità, ove indebitamente giaceva sin’ora. Se l
lla patria (il più lodevole fra gli eccessi quando non vien disgiunto dalla giustizia) che mosse il Cavaglier Tiraboschi a di
l componimento pregievole pieno di greco spirito, come per ritogliere dalla ingiusta dimenticanza, nella quale i critici ital
che la divora.» [30] Il Serpente allo strepito delle voci esce fuori dalla caverna, e guatandoli da lontano, con orrendi sib
mi racconti la purità di quel giorno, dà ordine che vengano scacciate dalla sua presenza, al cui commando i pronti amorini, i
opportuni riflessi. A sei capi ponno quelle ridursi, come si trovano dalla pagina 299 fino alla 315 del primo Tomo della edi
vvisato finora prima del Signor Abbate di far venire cotal invenzione dalla fiera d’Alocad, o dalle osterie della Granata ara
cché la validità integrale d’un ragionamento non altronde risulta che dalla validità parziale delle ragioni che Io compongono
del tuono e del tempo necessaria in qualunque verso per distinguersi dalla prosa. Due sorti si conoscono di poesia l’una chi
o finisco il mio canto. Le Dee m’invitano; le Dee, che Odino mi manda dalla sua sala. Io vado a sedere sovra un seggio elevat
piuttosto delle lettere dell’alfabeto con più altri punti importanti, dalla cognizione de’ quali dipende la forza, o la debol
a chiaramente non avere osservata che la poesia francese era distinta dalla provenzale.» Il Signor Abbate è pregato a indicar
sa delle due poesie, dal niun vestigio che vi si scorge d’imitazione, dalla niuna allusione ai riti, costumanze, storia, lett
one ai riti, costumanze, storia, letteratura e mitologia degli arabi, dalla niuna necessità dell’arabica comunicazione affinc
ca comunicazione affinché nascessero in Europa la musica e la poesia, dalla generalità dei rapporti applicabili a molti altri
68 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 18-20
stile di Goldoni, su le cui commedie si è per dir così modellato sin dalla età sua prima. Così, definita che avremo l’indole
perfetta, bisogna esser Grandville. Passato per più vicende amorose, dalla Pieri alla Colomberti, e viceversa, sposò finalme
della begli anni della sua vita artistica. Divenuto amico intrinseco, dalla giovinezza, di F. A. Bon, potè coltivar con amore
69 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Vicenza, 24 novembre 1587. » pp. 308-309
he furono in Francia nel 1577, e in quell’anno istesso preser congedo dalla Corte, non so bene se per tornare in Italia o rec
dova. Lo troviamo il 1584 nella Compagnia degli Uniti, come si rileva dalla seguente lettera da Ferrara al Principe Vincenzo
rilevarsi da quest’altra lettera, tolta pure dal D’Ancona (II, 492), dalla quale anche si apprende come egli fosse già da te
70 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 588-589
i Carolina. Cominciò ad acquistar fama nella società formata pel 1851 dalla celebre Carolina Internari, in cui sosteneva il r
veva avere la Caracciolo : che fosse oro colato tutto quel che usciva dalla penna de’suoi laudatori non giurerei. Anche a Tor
71 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 676-677
rancesco Colleoni di Brescia, giovane elegantissimo, dai modi eletti, dalla fisionomia aperta, secondo amoroso della Compagni
die scritte come in quelle all’improvviso. Scioltosi poi il Colleoni dalla Compagnia Zanerini, ne formò una per proprio cont
72 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 782-783
re il 1872 primo attore nella Compagnia di Federigo Boldrini, diretta dalla Pezzana, colla quale fu in Ispagna e nell’America
olla quale fu in Ispagna e nell’America del Sud. Scioltasi la Pezzana dalla compagnia, egli continuò trionfalmente al soldo d
73 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1047
drammatici della città, dopo di avere studiato il ballo, preconizzata dalla celebre Mayvood una futura ballerina di cartello,
te compagnie l’ebber con sè attrice comica e compagna incomparabile : dalla prima, come s’è detto, del Peracchi, a quella sta
74 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 75-76
andosi in polmonite, vi morì il 29 aprile 1900, assistita dal marito, dalla sorella, dal figliuolo, desolati. Fu pianta since
ella, dal figliuolo, desolati. Fu pianta sinceramente da molti amici, dalla stampa e da ogni specie di pubblico che si vide r
75 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO II. Prima Epoca del Teatro Latino. » pp. 16-128
maldicenza personale abbisognarono col tempo di correzione, e furono dalla legge ridotti al solo oggetto d’istruire e dilett
te con proprietà maggiore alla poesia rappresentativa recarono a Roma dalla Campania gli Osci, i quali vi furono chiamati a r
principalmente in Atella città Osca posta allora due miglia distante dalla presente Aversa nel Regno di Napoli. Con quale ap
erdevano il nome ed il diritto di cittadini Romani, non erano rimossi dalla propria Tribù, non si escludevano dagli stipendii
e le condivano, non erano da oscenità veruna contaminate, ma talmente dalla naturale gravità Italica temperate, al dir di Val
. Si è pèrò preteso da taluni troppo leggermente che esse fossero sin dalla loro origine basse non solo e buffonesche ma osce
io Nepoziano da altri) Oscene per origine furono corrette e temperate dalla Romana severità, cangiando l’Italica di Valerio i
distrugge l’altra? Ma che Osci non poterono prendere il proprio nome dalla parola osceno, chiaro apparisce ancora agli occhi
chiamaronsi Opici (parola che si allontana di molto da osceno) ovvero dalla voce οφις secondo alcuni, o da un accorciamento d
io vengono chiamati entrambi Semigreci a. Contava Roma circa 514 anni dalla sua fondazione e presso a centoventiquattro dalla
Roma circa 514 anni dalla sua fondazione e presso a centoventiquattro dalla venuta degl’istrioni Etruschi, quando nel consola
e Affricano il maggiore. Secondo Cornelio Nipote, Catone trasse Ennio dalla Sardegna, e il di lui acquisto si stimò da’ Roman
, ma per evitare la satira de’ particolari, non altronde le tolse che dalla commedia Nuova, come si scorge da molte sue comme
te latino. L’Asinaria. Onagos chiamavasi la favola del Greco Demofilo dalla voce όνος, asino, la quale Plauto imitò e nomino
za che egli possa sovvenirlo, perchè le proprie entrate si maneggiano dalla moglie e da un servo a lei addetto chiamato Saure
nna che io amava. Mio figliuolo ha bisogno di venti mine richiestegli dalla madre di Filenia. Mia moglie rigida e spilorcia n
al figliuolo del vecchio. Ma ciò si accenna appena con due soli versi dalla Caterva degli attori che congeda l’uditorio: Hae
Corda (in latino Rudens) è pure una favola greca del medesimo Difilo, dalla quale parimente derivarono varie commedie moderne
rca per la Sicilia. Una tempesta fracassa la nave, separa il Ruffiano dalla sua donna, e privo di tutto lo respinge alla spia
namora di una serva di un suo ospite e la riscatta. Rimpatria, scende dalla nave lasciandovi la fanciulla, e và in busca de’
o per cui l’ha comperata. Patetico è poi il congedo che Carino prende dalla patria nella I scena dell’atto V. I gramatici e i
re nummi pagati per incidenza a un sicofanta. Il prologo vien formato dalla Lussuria e dall’Inopia di lei figliuola, la quale
vien formato dalla Lussuria e dall’Inopia di lei figliuola, la quale dalla madre è mandata ad abitare in casa del giovine Le
stentarlo, temendo che ridotto alla mendicità non pensi indi a sparir dalla città per disperazione. Callicle intesa questa no
se coltivato. Giuseppe Scaligeroa considerò questa scena poco lontana dalla purità dell’ebraismo; e Filippo Pareo la scrisse
’iride o del colla delle colombe cangiando colore ad ogni movimento , dalla semplice somiglianza di una o due lettere sanno t
rrò quanto tu chiedi. Tu vuoi che chi di sete stà morendo, Cavi acqua dalla pomice. Chiedi almeno, dice Tossilo, ad altri qu
gersi forestiere; cosa non difficile, non essendo scorsi che sei mesi dalla venuta del Ruffiano da Megara in questa città. S
buoi e pensa valersene per prestarlo a Tossilo. Vede Pegnio che esce dalla casa del ruffiano, e vorrebbe domandargli di Toss
o risoluto vuole andar da Tossilo o perchè gli dia il pattuito prezzo dalla sua schiava, o per disporne a suo modo sciogliend
biar la scena vedevansi azioni fatte nell’interiore di una casa ancor dalla strada, ovvero supporre che il servo baldanzoso T
li amareggiati diletti dell’amore. I Menecmi. Di questa commedia, che dalla compiuta somiglianza di due gemelli Siracusani pr
iovine di morigerato diviene dissoluto, spende trenta mine a liberare dalla servitù l’innamorata, dissipa, profonde, e si car
trone in amare i loro mariti bisognosi, i quali da tre anni partirono dalla patria cercando di migliorar col commercio il pro
liberato, e l’opportuno suo ritorno rende il virtuoso Tindaro libero dalla collera di Egione. Osserva questo vecchio con att
luverio assentisce Filippo Briezio Ital. Ant. lib. V c. 3. a. Vedasi dalla pagina 166 alla 173. a. Variis dehinc et saepi
sulla Letteratura abbia senza appoggio asserito che Gneo Nevio venne dalla Magna Grecia come Andronico . Che Nevio appartenn
76 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquinto »
iosi che le coltivano; imperocché dipendendo l’avvanzamento di esse o dalla moltiplicità e verificazioni e de’ fatti replicat
opposto che nelle scienze. In queste l’arte di riuscire dipende tanto dalla particolare organizzazione di chi le coltiva, dal
romanci», ora che lo spirito non rigusta più né il diletto che nasce dalla sorpresa, né quello che viene dal riflesso della
cchezze proprie. Da ciò ancora la monotonia di pensare e di scrivere, dalla monotonia la servilità, da questa il languore e n
ica è oggimai divenuto un fanciullo di scuola che non può discostarsi dalla riga senza tema di battiture, un fenomeno di ques
isgiunta da ogni idea d’imitazione. Ecco non per tanto che sottraendo dalla musica vocale gli accennati uffizi, il suo impieg
roceda, non è per lo più che un linguaggio convenzionale posto in uso dalla galanteria, la quale è per il vero amore ciò che
un’azione, si è con troppa fretta conchiuso che gli argomenti tratti dalla storia e il sistema generale dell’opera italiana
che sono le giudici nella epopea, ponno essere più facilmente sedotte dalla narrativa e farci credere le cose mirabili, laddo
dell’Ecuba di Euripide, la quale ci fa vivamente desiderare di veder dalla stessa mano in simil foggia vestito non solo quel
rio destino in mezzo ai tempestosi flutti, eccitando in chi lo guarda dalla riva una sensazione mista di timore per il perico
ppure non sembra che il pubblico la intenda così se giudicar dobbiamo dalla fredda accoglienza che ha fatta al dramma del Con
utore, imitando troppo esattamente il suo Dryden, ci fa intendere fin dalla prima scena che Taide e Timoteo vogliono rapprese
conci a piegarsi sotto la mano di chi vuol imitarli. Tutto ciò deriva dalla eterna providenza di colui che, reggendo con inva
prosunzione. «Ricorro a voi non per tanto, attendendo prima di tutto dalla vostra discrezione, che non sarete difficile into
buffo per eccellenza. Non vorrei nemmeno che l’argomento fosse tratto dalla storia; esso diverrebbe troppo serio, né sarebbe
ncesi v’abbiano fornito l’esempio. Quanto a me vi dispenso volontieri dalla eleganza, e se vi piace anco dalla grammatica, in
Quanto a me vi dispenso volontieri dalla eleganza, e se vi piace anco dalla grammatica, insegnandomi l’esperienza che si può
ta. «Ho sentito dire altresì che il ridicolo comico dev’essere cavato dalla esperienza non tratto dalla fantasia, che si devo
che il ridicolo comico dev’essere cavato dalla esperienza non tratto dalla fantasia, che si devono studiare profondamente gl
ggi cantino per ordine le loro ariette incominciando dal primo uomo o dalla prima donna infino all’ultimo, e siccome vorrei c
te di Vienna e che ci fanno desiderare di vederne sortire altre molte dalla stessa penna. 150. [NdA]                     
Il problema intorno alle cagioni della deliziosa malinconia generata dalla tragedia che tanto ha occupate le penne di alcuni
77 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo terzo »
amo con siffatto nome chiamare il canto de’ salmi, che poco differiva dalla pronunzia ordinaria, o quello degli inni, che ese
ti d’ogni dolcezza, senz’altra melodia, che quella che poteva nascere dalla forza, e dalla durazione de’ suoni. [3] L’Italia
zza, senz’altra melodia, che quella che poteva nascere dalla forza, e dalla durazione de’ suoni. [3] L’Italia per particolar
ando molte cantilene parte venute dai barbari, e parte licenziose che dalla musica effemminata dell’Oriente s’erano propagate
n contraccambio di tanti pregi egli menò una vita infelice calunniato dalla ignoranza, perseguitato dalla invidia e costretto
egli menò una vita infelice calunniato dalla ignoranza, perseguitato dalla invidia e costretto a fuggirsene altrove da quei
unga, la breve, la semibreve, e la minima. Siffatta invenzione nacque dalla necessità di dover leggere in lontananza su’libri
delle invenzioni, e degli inventori? Si risponde che ciò è provenuto dalla natura dei secoli dediti alla rustichezza e alla
uello soltanto, e non più, che richiedevasi per soddisfar al bisogno: dalla mancanza insomma di scritture, e di libri, la qua
ciò, quantunque siffatto ritrovato incontrasse qualche contraddizione dalla parte d’alcuni, nullameno i più celebri musici d’
e così accadde in fatti ne’ secoli barbari. I pellegrini, che spinti dalla divozione erano andati a visitar i luoghi ove nac
gine, di San Lazzaro, degli Apostoli, ed altri argomenti sacri tratti dalla Divina Scrittura, o dalle Leggende de’ Santi. Pia
iche si sforzavano di riparare colla saviezza loro ai danni cagionati dalla religione: mentre la filosofia s’opponeva con man
e ingentilir quelle favoreggiato poi dagli usi politici, e ravvivato dalla possente influenza della bellezza, principio comu
emi, rende inapplicabile qualunque teatrale imitazione. Sapevano essi dalla pubblica tradizione, che la natura loro non liber
sovrani d’Europa e d’Asia, e l’Anticristo accompagnato dall’Eresia, e dalla Ipocrisia, e persino la Sinagoga col gentilesimo,
ni il costume di eseguire siffatte rappresentazioni benché trasferite dalla chiesa in teatro col titolo di Autos sacramentale
colpo si può scagliar più funesto di quello, che le viene indirizzato dalla corruzion del costume. Però il Pontefice Marcello
estione. Havvi sempre a temere, che le verità più evidenti acquistino dalla discussione un’aria di problema poco vantaggioso
78 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo decimo »
uella mescolanza di rimprovero e di preghiera, que’ sospetti mitigati dalla speranza, quella eloquenza timida insieme ed ardi
sica. Le pitture nobili, le forti passioni, i caratteri grandi tratti dalla storia greca e romana, (quasi le due sole nazioni
le sole furono ove si conoscessero quelle virtù che possono riceversi dalla legislazione, e dalla filosofia) si sostituirono
conoscessero quelle virtù che possono riceversi dalla legislazione, e dalla filosofia) si sostituirono sulle scene all’abbomi
li prologhi, i quali facevano altrettante azioni preliminari separate dalla principale, si abbreviarono i recitativi, e si ca
ualche credito allora, ma i loro nomi coi drammi loro non riceveranno dalla posterità altro premio se non se quello di far se
Manfredi nell’Aci e nel Dafni a lui attribuiti si mostra ben lontano dalla maravigliosa cultura d’ingegno che risplende nell
icali eziandio, ovvero siano le opere buffe, ricevettero maggior lume dalla sua penna, tra le quali merita particolar menzion
non è molto felice nella composizione delle arie. Talvolta gli cadono dalla penna alcune che si direbbe essere state lavorate
ngentilire gli oggetti reali dell’universo. Ed allora il dramma sortì dalla schiavitù dove lo tenevano oppresso i macchinisti
79 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 561-564
ebbe tale successo da lasciarsi a dietro il gran predecessore. Uscito dalla Reale, tornò a vagar di compagnia in compagnia, p
singolare dell’ingegno. In un mio manoscritto di notiziole, raccolte dalla bocca de' vecchi artisti, trovo questa curiosa, e
ete, nuove grazie, nuovi sali, e facezie naturali, ch'ei succhiato ha dalla balia per conforto dell’ Italia, chè se l’ode su
80 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO V. Continuazione del teatro Latino. » pp. 222-242
veano rassomigliare alle greche Ilarodie. La commedia latina si copiò dalla nuova de’ greci, e non ebbe coro di sorta alcuna.
osservare che tra’ privilegii loro accordati, era quello di escludere dalla rappresentazione de’ loro esodii e farse giocose
anche l’anello quasi in segno di ristabilirlo nella dignità equestre, dalla quale pareva Laberio per di lui capriccio decadut
in re bona videam esse nequam filium. Publio Siro così denominato dalla Siria ove nacque, fu schiavo in Roma, ma ottenuta
tori erano ingegnosi, morali e piacevoli, nè si scostavano moltissimo dalla commedia. Ma la buffoneria e l’oscenità a poco a
IV. Pantomimi. I Pantomimi coltivati in Roma poterono derivare dalla tacita gesticolazione di Livio Andronico o dalle
moderno all’antica arte pantomimica. C. Giulio Batillo di Alessandria dalla prisca danza comica formò l’Italica, la quale per
lade, benchè Suetonio ci dica essere costui stato esiliato, per avere dalla scena mostrato a dito uno degli spettatori che lo
iunsero a rappresentare con tal verità e delicatezza che non soccorsi dalla locuzione tutta sapevano esprimere una favola sce
81 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 528
llante assoluto, che tenne con costante favore del pubblico, passando dalla Compagnia di Michele Ferrante a quelle di Alessan
concertista. E concerti diede acclamatissimo a Venezia e a Verona ; e dalla filarmonica di Verona ebbe diploma di professore,
82 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO II. Tragedia Cittadina, e Commedia Lagrimante. » pp. 112-127
za piani, senza caratteri, senza correzione di stile. Piniere, autore dalla satira intitolata le Siècle, non ne parla diversa
gogna del teatro francese. Questi ed altri simili drammi sono discesi dalla tragedia cittadina, la quale, ove si preservi da
d applaudito eziandio su’ teatri stranieri, principalmente perchè sin dalla prima scena il pubblico s’interessa per Sofia, e
di verisimiglianza; che i colpi teatrali di tutto l’atto IV prodotti dalla vendetta meditata da madama Murer, sembrano più p
comico larmoyant, ma che per qualche tinta soverchio tetra si diparte dalla buona commedia tenera, ha contribuito ancora il s
anifesta senza rimorso. Fabrizio cafettiere di ottimo cuore è copiato dalla Bottega del Caffè del Goldoni. Il carattere della
83 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XI. Primi passi della Commedia Antica. » pp. 2-15
a e satiresca de’ Cori che precedettero la poesia Tespiana, appartata dalla tragedia come scoria di niun pregio, errava pe’ v
ltro non si miri che al pregio dell’invenzione ed al piacere prodotto dalla novità degli argomenti. Imperciocchè i tragici ri
rciocchè i tragici ricavavano i loro soggetti dalle favole di Omero e dalla mitologia; ma i comici soccorsi soltanto dalla pr
alle favole di Omero e dalla mitologia; ma i comici soccorsi soltanto dalla propria immaginazione gli traevano, per così dire
spirituali. L’espressioni iperboliche del Mattei vengono contraddette dalla storia, e debbono tenersi puramente per esagerazi
84 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO II. Prima epoca del teatro Latino. » pp. 9-90
maldicenza personale abbisognarono col tempo di correzione, e furono dalla legge ridotti al solo oggetto d’instruire e dilet
te con proprietà maggiore alla poesia rappresentativa recarono a Roma dalla Campania gli Osci, i quali vi furono chiamati a r
principalmente in Atella città Osca posta allora due miglia distante dalla presente Aversa nel regno di Napoli. Con quale ap
erdevano il nome ed il diritto di cittadini Romani, non erano rimossi dalla propria Tribù, non si escludevano dagli stipendi
e le condivano, non erano da oscenità veruna contaminate, ma talmente dalla natural gravità Italica temperate, al dir di Vale
. Si è però preteso da taluni troppo leggermente che esse fossero sin dalla loro origine basse non solo e buffonesche ma osce
io Nepoziano da altri) oscene per origine furono corrette e temperate dalla Romana severità, cangiando l’Italica di Valerio i
sa non distrugge l’altra? Ma che gli Osci non poterono così nominarsi dalla parola osceno, chiaro apparisce ancora agli occhi
o vengono chiamati entrambi Semigreci 35. Contava Roma circa 514 anni dalla sua fondazione e presso a centoventiquattro dalla
Roma circa 514 anni dalla sua fondazione e presso a centoventiquattro dalla venuta degl’ istrioni Etruschi, quando nel consol
ione Africano il maggiore. Catone, secondo Cornelio Nipote, lo trasse dalla Sardegna, e il di lui acquisto si stimò da’ Roman
, ma per evitare la satira de’ particolari, non altronde le tolse che dalla commedia nuova, siccome è manifesto da molte sue
te latino. L’Asinaria. Onagos chiamavasi la favola del Greco Demofilo dalla voce όνος, asino, la quale Plauto imitò e nominò
za che egli possa sovvenirlo, perchè le proprie entrate si maneggiano dalla moglie e da un servo a lei addetto chiamato Saure
nna che io amava. Mio figliuolo ha bisogno di venti mine richiestegli dalla madre di Filenia; mia moglie rigida e spilorcia n
al figliuolo del vecchio. Ma ciò si accenna appena con due soli versi dalla Caterva degli attori, che congeda l’uditorio:
Corda (Rudens in latino) è pure una favola greca del medesimo Difilo, dalla quale parimente derivarono varie commedie moderne
namora di una serva di un suo ospite e la riscatta. Rimpatria, scende dalla nave lasciandovi la fanciulla, e va in busca de’
o per cui l’ha comperata. Patetico è poi il congedo che Carino prende dalla patria nella prima scena dell’atto quinto. I gram
re nummi pagati per incidenza a un Sicofanta. Il prologo vien formato dalla Lussuria e dall’Inopia di lei figliuola, la quale
vien formato dalla Lussuria e dall’Inopia di lei figliuola, la quale dalla madre è mandata ad abitare in casa del giovine Le
stentarlo, temendo che ridotto alla mendicità non pensi indi a sparir dalla città per disperazione. Callicle intesa questa no
e coltivato. Giuseppe Scaligero56 considerò questa scena poco lontana dalla purità dell’ebraismo; e il Pareo la scrisse in le
l’iride o del collo delle colombe cangiando colore ad ogni movimento, dalla semplice somiglianza di una o due lettere sanno t
quanto tu chiedi. Tu vuoi che chi di sete sta morendo Cavi acqua dalla pomice. Chiedi almeno, dice Tossilo, ad altri
gersi forestiere, cosa non difficile, non essendo scorsi che sei mesi dalla venuta del ruffiano da Megara in questa città. Sa
buoi, e pensa valersene per prestarlo a Tossilo. Vede Pegnio che esce dalla casa del ruffiano, e vorrebbe domandargli di Toss
iar la scena vedevansi azioni fatte nell’ interiore di una casa ancor dalla strada, ovvero immaginare che il servo baldanzoso
i amareggiati diletti dell’amore. I Menecmi. Di questa commedia, che dalla compiuta somiglianza di due gemelli Siracusani pr
iovane di morigerato diviene dissoluto, spende trenta mine a liberare dalla servitù l’innamorata, dissipa, profonde, e si car
trone in amare i loro mariti bisognosi, i quali da tre anni partirono dalla patria cercando di migliorar col commercio il pro
liberato, e l’opportuno suo ritorno rende il virtuoso Tindaro libero dalla collera di Egione. Questi osserva con attenzione
85 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 87-90
ta proprio come una sartina che si rechi a domicilio, e, senza uscire dalla naturalezza, fa sentire la musica di quella voce.
ia Marini, di questa viene a dire : L'Adriana invece rappresentataci dalla Marini è altra donna. Forse meno ligia alle inten
ino di tutta una vita, ma pare che dorma e sogni tranquilla carezzata dalla fede e dalla speranza. Sotto le belle vesti di Ro
una vita, ma pare che dorma e sogni tranquilla carezzata dalla fede e dalla speranza. Sotto le belle vesti di Rosane, nell’an
86 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO I. Teatro Spagnuolo. » pp. 4-134
mplari, vien comprovato per la storia in ogni nazione e singolarmente dalla Spagnuola. Gli abitanti di quella penisola per na
cconcia a ricevere le forme leggiadre che gli antichi seppero ricavar dalla bella natura. Gli Spagnuoli ne’ tre secoli che pr
gi di Gongora e Argote cordovese nato nel 1561 e morto nel 1627 sortì dalla natura vivacità, robustezza, energia, ma nella li
ia, ma nella lirica battè il sentiero delle stravaganze, dipartendosi dalla gentilezza e verità seguita da Garcilasso ed Arge
ato da Mirtillo del Guarini ad Amarilli col pretesto di farsi guarire dalla puntura dell’ape. Composero anche pel teatro sott
e impresse in Saragoza nel 1619 si legge la Gloria de Niquea recitata dalla Regina colle sue dame, dove intervengono pastori,
curiosità, rimasero seppellite ed obbliate universalmente sopraffatte dalla celebrità di quelle che si composero sotto Filipp
la morte alla regina. Nell’incontrarsi col conte Elisabetta si avvede dalla banda di dovergli la vita, oltre alla potente inc
e è il secondo incontro della regina tiranneggiata dal fasto e rapita dalla propria debolezza, e del conte combattuto dall’am
alla propria debolezza, e del conte combattuto dall’amore di Bianca e dalla speranza del possesso di una regina dotata di bel
soddisfare in pubblico alla giustizia, pensa a liberarlo privatamente dalla morte per compensarlo della vita che le ha salvat
. L’argomento è una commediante rinomata che si converte, si disgusta dalla propria professione e della vita passata nel più
precipitosamente. L’uditorio si scompiglia; chi grida da’ palchi, chi dalla cazuela, chi dalla grada; il Grazioso marito dell
’uditorio si scompiglia; chi grida da’ palchi, chi dalla cazuela, chi dalla grada; il Grazioso marito della Baltassarra ed Er
n Lucas del Cigarral bellamente dipinto. Vedasene uno squarcio tratto dalla relazione che ne fa un suo servo, da noi tradotto
o con fedeltà: Don Luca Cigarral, il cui moderno Casato non vien già dalla famiglia, Ma da una macchia o nido di cicale Da l
aliziano, e spira certa non usitata bizzarria e fierezza raccomandata dalla beltà; e la bellezza selvaggia di Linda vestita d
ce che l’abborrisce. L’anima dell’innammorato oppressa in tante guise dalla piena de’ violenti affetti non resiste a quest’ul
o se non per onore. Nel Laberinto del Mondo l’Innocenza rappresentata dalla Graziosa, che corrisponde alle nostre Servette e
fa un racconto del trionfo di Ottaviano e dell’armata ebrea distrutta dalla tempesta. Ma egli a dispetto del pugnale che l’ha
nza verun testimonio, senza corteggio, senza guardie. Ma chi lo salva dalla morte? Una copia grande al naturale tratta dal ri
i frappone e riceve il colpo destinato ad Ottaviano. Il pugnale tolto dalla percossa immagine rimane in potere di Ottaviano,
re tutte le semplici donzelle che le prestano fede. Dorotea trafugata dalla casa paterna viene da lui, che già n’è sazio, abb
pria morte. Ma già…. misera me…! mi manca il fiato.. Mi balza il cor… dalla funesta rupe Già scende il Cagnerìa…. Signor, mio
fatto della Caraìba l’argomento del suo dramma, perchè mai trasportò dalla nazione inglese alla propria quell’infamia che ec
vivacità in Moreto! Che delicato contrasto di un orgoglio nutrito sin dalla fanciullezza, e di un amor nascente nel cuore di
rlo! Giunto io in Madrid la prima volta m’imbattei ad udirli espressi dalla singolare attrice Mariquita Ladvenant con tal sag
te) or dall’eccellente attrice Pepita Huerta, morta da molti anni, or dalla Carreras che già si era ritirata dal teatro quand
ollonia supplisse sul fatto la parte di Preziosa; nè poichè si riebbe dalla nuova infermità volle la Carreras, benchè giovane
enteranno musici, ballerini e rimatori, e non già principi illuminati dalla sapienza. Se come Alfonso che fu detto il Savio,
ne; essi renderanno i soggetti e se stessi felici e gloriosi. Adunque dalla favola di Candamo risulta uno sciocco insegnament
i regnare ch’è l’ultimo sforzo dell’umana ragione, si dovrà attendere dalla sola presenza de’ casi, i quali sempre sono infin
nzano che la vera tragedia o non si è coltivata o non si è conosciuta dalla maggior parte della nazione. Quasi tutte le trage
l volgo, ora fuor di proposito elevato, sempre sconvenevole e lontano dalla tragica gravità, la versificazione in un luogo po
apre le stanze ove dimorava Didone, e si vede questa regina trafitta dalla spada di Jarba ed ha la corona a’ piedi ed una le
nte a leggere quel foglio e a disporre l’esequie di Didone) comprende dalla lettera che la regina per mantenere eterna fede a
Didone? Piano così assurdo verseggiato inegualmente in istile lontano dalla gravità e dalla correzione, a chi poteva parer tr
sì assurdo verseggiato inegualmente in istile lontano dalla gravità e dalla correzione, a chi poteva parer tragedia perfetta
l 1789, ed altre volte reimpressa, abbozzai un sincero elogio dettato dalla verità a me sempre cara, e non già dalle sordide
87 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 390-391
nnucci bolognese e attrice, che gli morì a Padova di colèra il '55, e dalla quale ebbe un figliuolo, Rodolfo. Fu il triennio
da Luigi Monti. Passò del '74 in seconde nozze con Sofia Cerretelli, dalla quale ebbe due anni dopo il figliuolo Eleuterio.
88 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO IV. Memorie drammatiche d’oltramonti nel medesimo secolo XIV. » pp. 140-147
ralle lontane. Ma come dedurre da ciò che la lingua provenzale derivi dalla catalana? L’amor del dialetto nativo fe dire all’
imili trasoni, sofisti e declamatori) a me non è riuscito raccorre nè dalla storia nè da’ romanzi apologetici stessi cosa ver
alco in una casa comprata espressamente da alcuni per trarre profitto dalla folla che concorreva a tal nuovo devoto divertime
89 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO III. Memorie drammatiche d’oltramonti nel medesimo secolo XIV. » pp. 41-46
alle lontane. Ma come dedurre da ciò, che la lingua Provenzale derivi dalla Catalana? L’amor del dialetto nativo fe dire all’
mili trasoni, sofisti e declamatori) a me non è riuscito raccorre, nè dalla storia, nè da’ romanzi apologetici stessi, cosa v
alco in una casa comprata espressamente da alcuni per trarre profitto dalla folla che concorreva a questo nuovo devoto divert
90 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 492-494
uittume di nuova specie : non in quel guittume generato dall’inerzia, dalla sudicieria, dalla mancanza di ogni senso d’arte (
pecie : non in quel guittume generato dall’inerzia, dalla sudicieria, dalla mancanza di ogni senso d’arte (e questo può trova
e vi starà per un pezzo, amata e stimata dai compagni, dal pubblico, dalla stampa, per la dolcezza dell’indole, per la bontà
91 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 929-930
sse stata nel ’39 rapita in viaggio dal conte Bonaparte Ghislieri ; e dalla lettera del Toschi datata da S. Felice il ’50, e
mai hauto magiore ambitione che quando son stata comandata da V. A. e dalla Sua serenis.ma Casa, e l’anno passato subbito chi
esto lo sa cosi ben fare, che imposibile a dirlo. egli sie licenziato dalla Compagnia fuori dogni ragione, e se dice p la uic
92 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 283-285
va secondo amoroso contro il volere del padre, e aiutato segretamente dalla madre ; ed esordì con la parte di Egidio nelle Sc
affidò la direzione a Paolo Ferrari, il quale, traeva tale gagliardìa dalla disciplinatezza, dalla sommissione, dal volere di
aolo Ferrari, il quale, traeva tale gagliardìa dalla disciplinatezza, dalla sommissione, dal volere di noi giovani, che a vol
93 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 682-683
pubblico ; ed era l’idolo di Venezia ; e licenziato qualche anno dopo dalla Compagnia di San Samuele, fu preso con avidità da
ualche anno dopo dalla Compagnia di San Samuele, fu preso con avidità dalla Compagnia di San Luca (Gold. Pasquali, T. XIII).
sse dovuto restar due giorni in una casa di contadini per asciugarsi, dalla quale partì a cavallo, essendo il calesse infrant
94 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 436-437
i lei dicerie calunniose, per mostrare in che conto ella fosse tenuta dalla Corte, l’abbate Torta, limosiniere di S. A. R. Ma
te di suo marito), la lettera seguente che trovo trascritta e seguita dalla traduzione francese nel citato Manoscritto del Gu
95 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 499-500
zia siciliana, se non spariva, si nascondeva, sopraffatto, dirò così, dalla acuta interpretazione del testo e dalla fine cese
deva, sopraffatto, dirò così, dalla acuta interpretazione del testo e dalla fine cesellatura delle frasi e delle parole, rive
96 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 750-751
da famiglia civile, l’abbandonò giovanissimo, fuggendo, per un amore, dalla terra natale. Abbastanza istruito, si diede a cal
. Passò il 1776 con la Faustina Tesi ; ma dopo due mesi fu licenziato dalla compagnia per contese domestiche. Punto da tal fa
97 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1023
o restato così pienam.te sodisfatto della virtù e servizio prestatomi dalla Sig.ra Clarice Gigli, e dalla Sig.ra Lucrezia sua
fatto della virtù e servizio prestatomi dalla Sig.ra Clarice Gigli, e dalla Sig.ra Lucrezia sua Madre, mi sono volontieri e d
98 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 482-483
sso la sua famiglia, sostituita per favore nel suo carattere di serva dalla moglie del caratterista Taddei. Dopo due mesi e m
conde nozze con Fanny Donatelli, divenuta poi buona artista di canto, dalla quale in breve fu per infedeltà separato. Lasciat
99 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo sesto »
uel maraviglioso strabocchevole, che accoppiandosi col melodramma fin dalla sua origine, lo seguitò passo a passo per tutto i
alterabili di critica lasciateci dagli antichi; se il male sia venuto dalla poesia ovver dalla musica, o se tutto debba ripet
ca lasciateci dagli antichi; se il male sia venuto dalla poesia ovver dalla musica, o se tutto debba ripetersi dalle circosta
el maraviglioso. La certezza di tal effetto può facilmente conoscersi dalla esperienza. Haccene di quelle cose, le quali avve
si intorno all’origine della prima, essendo noto ad ognuno che nacque dalla mal intesa imitazione de’ poeti greci e latini tr
ero nei cavalieri. [14] Dalla osservazione di siffatti avvenimenti, e dalla voga che avea preso nel popolo quel maraviglioso
della mitologia degli antichi s’unissero agli spettacoli accompagnati dalla musica. Per ispiegarle bisogna più alto risalire.
altri il Varchi 67 e il Quadrio 68 si sono lasciati dal pedantismo e dalla farraginosa erudizione addormentar l’animo a segn
vettero insieme accoppiarsi, vi si trovò un certo imbarazzo cagionato dalla mancanza di prosodia e di ritmo sensibile nelle p
uasi obbliare le sue detestabili scelleraggini. La destrezza è sempre dalla parte del seduttore, e lo sfortunio dalla banda d
gini. La destrezza è sempre dalla parte del seduttore, e lo sfortunio dalla banda della innocente. Tutto il romanzo non è che
100 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 401-403
azione, risolse di disertare ; ed essendo il suo reggimento non lungi dalla Savoja, si rifugiò sulle terre del Re di Sardegna
ramingo dovette fermarsi, chè non era permesso l’entrata a chi veniva dalla Savoja, senza un chiaro esame sul suo nome, sul s
du Théâtre italien. Ma di quelle ch' ebber maggiore successo fu fatta dalla Vedova Duchesne (M.DCC.LXXII) una bellissima ediz
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