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1 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 252
Bertolotti nell’opera sua « Musici alla Corte dei Gonzaga in Mantova dal secolo xv al xviii » (Milano, Ricordi), così lo c
là per tre mesi le loro honeste Comedie, sottoscritta dalla Piissimi, dal Pilastri, dallo Zenari, dal Pelesini, dal Capitan
ste Comedie, sottoscritta dalla Piissimi, dal Pilastri, dallo Zenari, dal Pelesini, dal Capitan Cardone, dal Fabri, dal Sal
ottoscritta dalla Piissimi, dal Pilastri, dallo Zenari, dal Pelesini, dal Capitan Cardone, dal Fabri, dal Salimbeni, dal Pa
ssimi, dal Pilastri, dallo Zenari, dal Pelesini, dal Capitan Cardone, dal Fabri, dal Salimbeni, dal Panzanini, e dal nostro
Pilastri, dallo Zenari, dal Pelesini, dal Capitan Cardone, dal Fabri, dal Salimbeni, dal Panzanini, e dal nostro che firmò 
Zenari, dal Pelesini, dal Capitan Cardone, dal Fabri, dal Salimbeni, dal Panzanini, e dal nostro che firmò : Io Giovanni B
sini, dal Capitan Cardone, dal Fabri, dal Salimbeni, dal Panzanini, e dal nostro che firmò : Io Giovanni Balestri affermo u
2 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 658-659
miscellanea manoscritta di Firenze del 1761, gentilmente comunicatami dal signor Silvio Gonnelli, libraio antiquario, che h
mi consoli ; (qui manca il 5° verso, omesso per errore probabilmente dal copista). perchè ho ancora desio d’aver figliuoli
bel bello per poter durare. In queste ottave, come in quelle cantate dal Corsini, potremmo forse, e senza troppa fatica, i
, in cui emergeva l’inevitabile frizzo a doppio senso, generato forse dal Ciarli, e continuato dal Corsini e dal Del Bono e
tabile frizzo a doppio senso, generato forse dal Ciarli, e continuato dal Corsini e dal Del Bono entro una cerchia di relat
a doppio senso, generato forse dal Ciarli, e continuato dal Corsini e dal Del Bono entro una cerchia di relativa correttezz
dal Del Bono entro una cerchia di relativa correttezza, e ridotto poi dal Cannelli a vera e propria sguajaterìa.
3 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Dato dal nostro Palazzo di Porto, li 2 Giugno 1612. » p. 293
mmedia. Del valore di lui ci fanno fede le varie licenze accordategli dal Duca di Mantova di recarsi fuor di stato a recita
l’obbligo di portare in testa la marca di razza. Eccone una che tolgo dal Bertolotti : Francesco Duca, etc….. Concediamo
la presente sarà firmata di nostra mano et del nostro sigillo. Dato dal nostro Palazzo di Porto, li 2 Giugno 1612. E il B
resto una conferma, avendo il Basilea già avuto consimile privilegio dal Duca Vincenzo I, raccomandato da D. Giovanni De M
che « Simone Basilea, comico veronese, ebreo, come ben si comprendre dal suo cognome medesimo, ottenne nel 1619, in occasi
4 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 477
lettera in data dell’ 8 dicembre al cav. Biagio Pignatta, pubblicata dal Neri nel F. d. D. del 4 aprile 1886, nella quale
atta di farla murare per evitar danni alla Compagnia, gli fu ordinato dal signor Alessandro Barberino di tenerla aperta. Sì
ritta di pugno del Fabbri (V.), ma oltre che dagli altri sottoscritta dal Salimbeni per sè e per gli assenti, sì dal tenore
e dagli altri sottoscritta dal Salimbeni per sè e per gli assenti, sì dal tenore di questa lettera dettata a nome della Com
dell’appellativo di un tipo speciale di vecchio servo, derivato forse dal modo pesante di muoversi e discorrere, come il Su
5 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 703-705
entarsi. Viveva egli dunque ancora nel 1782. Dei libretti pubblicati dal Cambiagi due soli potei vedere ; l’uno di mia pro
mi fe’ quell’ assemblea di Donne fisse all’ uscio unitamente, che una dal posto l’altra rimovea, e l’altra l’una ne traea s
7 gennaio 1779 Più facile saria con l’acqua pura togliere il pel dal capo del Somaro, o lavando un Etiope figura tor d
a togliere il pel dal capo del Somaro, o lavando un Etiope figura tor dal volto il color del calamaro ; toglier dal foco la
avando un Etiope figura tor dal volto il color del calamaro ; toglier dal foco la vorace arsura, toglier dal forte ghiaccio
to il color del calamaro ; toglier dal foco la vorace arsura, toglier dal forte ghiaccio il freddo amaro, la durezza levar
cio il freddo amaro, la durezza levar da una colonna che la curiosità dal cuor di donna. Oltre alla raccolta nei libretti
raccolta nei libretti del Cambiagi, ho potuto esaminare, comunicatomi dal Dott. Bonamici, un altro volume di ottave cantate
6 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO III. La Poesia Drammatica ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia nel secolo XIV. » pp. 125-139
in volgare. I teatri d’Italia risonarono di versi. latini cantati sin dal secolo precedente. Albertino Mussato Padovano, na
no; ma noi accordandoci di buon grado col cavaliere Tiraboschi, lungi dal crederla cosa teatrale sacra o profana, la reputi
dialogoa. Nel Friuli ancora nello stesso anno 1304 si rappresentarono dal Clero e dal Capitolo la Creazione di Adamo ed Eva
l Friuli ancora nello stesso anno 1304 si rappresentarono dal Clero e dal Capitolo la Creazione di Adamo ed Eva, l’Annunzia
ta madre di Ezzelino e di Alberico palesa a’ figli di esser essi nati dal demonìo, e nell’accingersi a scoprire questo gran
ente scoperto. Leggonsi però prima cinque versi narrativi, cioè detti dal poeta, e non da qualche attore, per li quali l’az
a vendetta da lui presa contro de’ prigionieri. Ma qual tempo è corso dal consiglio di marciare al racconto del coro? E com
una sulle vicende di Medea, l’altra sull’espugnazione di Cesena fatta dal Cardinale Albornoz nel 1357, la quale viene puitt
ntovata da Giovanni Villani e da Scipione Ammirato nelle loro Storie, dal pittore Giorgio Vasari nella vita di Bufalmacco,
e loro Storie, dal pittore Giorgio Vasari nella vita di Bufalmacco, e dal Cionacci nelle osservazioni sopra le Rime sacre d
ciò non dubiterà punto chi ne legga la narrazione del Villani recata dal lodato Tiraboschi tom. IV, lib. III c. 3. b. Mur
coli a quelle del Mussato, la Sofonisba del marchese del Carretto, fu dal sig. Sedano e da altri eruditi Spagnuoli chiamata
lla stessa ragione ed evidenza. Dice adunque il sig. Andres, che fin dal principio del XIV secolo acquistossi gran fama Al
7 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO II. La Poesia Drammatica ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia nel secolo XIV. » pp. 32-40
in volgare. I teatri d’Italia risonarono di versi latini cantati sin dal secolo precedente. Albertino Mussato Padovano, na
ofano; ma noi accordandoci di buon grado col chiar. Tiraboschi, lungi dal crederla cosa teatrale sacra o profana, la reputi
dialogo29. Nel Friuli ancora nell’anno stesso 1304 si rappresentarono dal clero e dal capitolo la creazione d’Adamo ed Eva,
el Friuli ancora nell’anno stesso 1304 si rappresentarono dal clero e dal capitolo la creazione d’Adamo ed Eva, l’annunziaz
ta madre di Ezzelino e di Alberico palesa a’ figli di esser essi nati dal demonio, e nell’accingersi a scoprire questo gran
iera al padre. Leggonsi però prima cinque versi narrativi, cioè detti dal poeta, e non da qualche attore; per li quali l’ a
a vendetta da lui presa contro de’ prigionieri. Ma qual tempo è corso dal consiglio di marciare al racconto del coro? e com
una sulle vicende di Medea, l’altra sull’espugnazione di Cesena fatta dal Cardinale Albornoz nel 1357, la quale viene piutt
ntovata da Giovanni Villani e da Scipione Ammirato nelle loro storie, dal pittore Giorgio Vasari nella Vita di Bufalmacco,
e loro storie, dal pittore Giorgio Vasari nella Vita di Bufalmacco, e dal Cionacci nelle Osservazioni sopra le Rime sacre d
ciò non dubiterà punto chi ne legga la narrazione del Villani recata dal lodato Storico t. IV, lib. III, c. 3. 30. Murat.
coli a quelle del Mussato, la Sofonisba del Marchese del Carretto, fu dal Sedano e da altri Spagnuoli eruditi chiamata dial
ella stessa ragione ed evidenza. Dice adunque il Sig. Andres, che fin dal principio del XIV secolo acquistossi gran fama Al
8 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO VI. La Drammatica oltre le Alpi nel XV secolo non oltrepassa le Farse e i Misteri. » pp. 186-200
Licia, il quale per miracolo è ferito in un occhio da una saetta che dal petto di Cristofano ritorna verso di lui, e per m
quale secondo il cronista Gonzalo Garcia di Santa Maria citato anche dal Nasarre, si rappresentò alla presenza del sovrano
del sovrano in Saragoza. Fu il secondo una festa fatta rappresentare dal conte de Ureñas nella propria casa ospiziando il
a. Continuarono in Inghilterra i Misteri e le Farse, come può vedersi dal Dizionario di Chambers. Tale è la storia teatral
me può vedersi dal Dizionario di Chambers. Tale è la storia teatrale dal risorgimento delle lettere sino alla fine del sec
nel XV, il secolo dell’erudizione, continuarono a scriversi tragedie dal Corraro, dal Laudivio, dal Sulpizio, dal Verardo,
ecolo dell’erudizione, continuarono a scriversi tragedie dal Corraro, dal Laudivio, dal Sulpizio, dal Verardo, e commedie d
dizione, continuarono a scriversi tragedie dal Corraro, dal Laudivio, dal Sulpizio, dal Verardo, e commedie dal Bruni, dall
nuarono a scriversi tragedie dal Corraro, dal Laudivio, dal Sulpizio, dal Verardo, e commedie dal Bruni, dall’Alberti, dal
edie dal Corraro, dal Laudivio, dal Sulpizio, dal Verardo, e commedie dal Bruni, dall’Alberti, dal Pisani e dal Polentone,
divio, dal Sulpizio, dal Verardo, e commedie dal Bruni, dall’Alberti, dal Pisani e dal Polentone, ed in volgare assicuraron
lpizio, dal Verardo, e commedie dal Bruni, dall’Alberti, dal Pisani e dal Polentone, ed in volgare assicurarono alle italic
i ai re cattolici, fra’ quali potè trovarsi il componimento mentovato dal Nasarre, ma da niuno, eccetto che dal Lampillas,
varsi il componimento mentovato dal Nasarre, ma da niuno, eccetto che dal Lampillas, si parla di diversi componimenti dram
9 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO V. La Drammatica oltre le alpi nel XV secolo non eccede le Farse e i Misteri. » pp. 74-84
timato di essi più potente; ma vedendo che si spaventa d’una croce, e dal diavolo stesso udendone la cagione, ne abbandona
cia, il quale per un miracolo è ferito in un occhio da una saetta che dal petto di Cristofano ritorna verso di lui, e per u
a, che secondo il cronista Gonzalo Garcia di Santa Maria citato anche dal Nasarre, si rappresentò avanti del sovrano in Sar
del sovrano in Saragozza. Fu il secondo una festa fatta rappresentare dal conte de Ureñas nella propria casa ospiziando il
ome può vedersi nel Dizionario di Chambers. Tale è la storia teatrale dal risorgimento delle lettere sino alla fine del XV
secolo dell’ erudizione, in latino continuarono a scriversi tragedie dal Corraro, dal Laudivio, dal Sulpizio, dal Verardo,
erudizione, in latino continuarono a scriversi tragedie dal Corraro, dal Laudivio, dal Sulpizio, dal Verardo, e commedie d
n latino continuarono a scriversi tragedie dal Corraro, dal Laudivio, dal Sulpizio, dal Verardo, e commedie dal Bruni, dall
nuarono a scriversi tragedie dal Corraro, dal Laudivio, dal Sulpizio, dal Verardo, e commedie dal Bruni, dall’Alberti, dal
edie dal Corraro, dal Laudivio, dal Sulpizio, dal Verardo, e commedie dal Bruni, dall’Alberti, dal Pisani e dal Polentone;
divio, dal Sulpizio, dal Verardo, e commedie dal Bruni, dall’Alberti, dal Pisani e dal Polentone; ed in volgare assicuraron
lpizio, dal Verardo, e commedie dal Bruni, dall’Alberti, dal Pisani e dal Polentone; ed in volgare assicurarono alle Italic
i ai re cattolici, fra’ quali potè trovarsi il componimento mentovato dal Nasarre, ma da niuno, eccetto che dal Lampillas,
varsi il componimento mentovato dal Nasarre, ma da niuno, eccetto che dal Lampillas, si parla di diversi componimenti dramm
10 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 41-43
bre Giovanni Bettini, andò il Lombardi a sostituirlo ; e sì bene uscì dal cimento, che partito il Belli-Blanes, egli ne sos
ndescrivibile è il fanatismo da lui destato a Napoli, solo uguagliato dal fratello Alessandro. Fu quindi nella Compagnia di
lo Alessandro. Fu quindi nella Compagnia di Luigi Vestri, stipendiato dal vecchio DucaTorlonia per tre stagioni annuali in
n il suo basso e triviale frasario. Osteriante, bene spesso era preso dal vino, ed in allora nessuno sapeva il modo di cont
inato un brodo, e tardando a riceverlo, si recò egli stesso in cucina dal cuoco, uomo già vecchio, e che da molti anni serv
immerso nel suo sangue. A quella vista, il disgraziato vecchio fuggi dal palazzo, col coltello grondante sangue in mano, u
itava con lui, lo andò a cercar nel suo appartamento, e avendo saputo dal cameriere ov'era, andò alla cucina ; ed entrato i
11 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — LIBRO IV » pp. 55-66
Irco s’è rintanato? E’ stato sempre Suo vezzo antico il gir lontan dal gregge. Caparbio! in ver non sei da te diverso.
ume, ove ti aggiri?   In qual valle satollo il fianco adagi   Lasso dal carolare? Il tuo corteggio   Certo obbliasti, e
agi   Lasso dal carolare? Il tuo corteggio   Certo obbliasti, e già dal cuor ti cadde,   Se del crudo al furor tal l’abb
t’involassi, Comune almen col genitor l’avello Avuto avresti; or dal mio grembo lungi, Lungi dal patrio suol, misero
ol genitor l’avello Avuto avresti; or dal mio grembo lungi, Lungi dal patrio suol, misero, cadi! Nè lice a me da la s
anazioni del costume onesto”. Curioso sentimento, non profferito però dal tripode delfico. Non hanno dunque le commedie del
l’energia e la vivacità del colorito de’ caratteri tratti bellamente dal vero, una grata sospensione, una piacevolezza non
ermanico, Ovidio, Stazio, Seneca? Quanto a’ moderni molto più lontana dal vero parrà la sua proposizione. Quale commediante
Bonarelli, Dottori, Caro, Oddi, Porta, Ambra, Secchi ed altri molti, dal Calmo, dal Ruzzante, dal capitan Coccodrillo, dal
Dottori, Caro, Oddi, Porta, Ambra, Secchi ed altri molti, dal Calmo, dal Ruzzante, dal capitan Coccodrillo, dal Lombardo,
, Oddi, Porta, Ambra, Secchi ed altri molti, dal Calmo, dal Ruzzante, dal capitan Coccodrillo, dal Lombardo, dallo Scala, i
chi ed altri molti, dal Calmo, dal Ruzzante, dal capitan Coccodrillo, dal Lombardo, dallo Scala, i quali o non mai osarono
12 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 298-299
il padre la compagnia, Domenico si scritturò il ’60 collo Sterni, poi dal ’61 al ’66 con A. Alberti a’ Fiorentini di Napoli
i, Taddei, Bozzo, la Sadowski, la Monti, la Cazzola, Salvini, ecc. Fu dal ’67 al ’72 splendido ornamento della Compagnia Mo
i al fianco di Pia Marchi e Luigi Monti, la Cazzola, Salvini, ecc. Fu dal ’67 al ’72 splendido ornamento della Compagnia Mo
. Passò da questa del Morelli in quella di Bellotti-Bon sino al ’76 ; dal ’77 all’ ’82 in quella di Giuseppe Pietriboni, po
igny ; due parti, nelle quali egli fu artista incomparabile. Tradusse dal francese una infinità di commediole e farse e mon
13 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Tavola di Stato – 13 dicembre 1769.Tavola di Stato – 7 febbraio 1770, » pp. 5-6
nna Rosimena, di Donna Rosega e altre ancora, scritte a posta per lui dal Goldoni. Poco prima dell’autunno del '55, fuggì d
io di Modena. Tavola di Stato – 13 dicembre 1769. Siamo riscontrati dal Giudice di Reggio, che nella sera de' 30 dello sc
emente ferito in rissa tra le scene di quel Teatro con colpo di Spada dal Comico Lucio Landi fiorentino Giuseppe Spisani Bo
contrata Vostra Altezza Serenissima dell’ Omicidio commesso in Reggio dal Comico Lucio Landi, stato colà sin’ora carcerato,
quel Teatro, e di cui l’Omicida n’ è il Capo, viene in oggi d’essere dal Consiglio Criminale risoluta la di lui Causa coll
14 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO II. Pastorali Italiane. » pp. 131-143
nnemente rappresentare in Ferrara con un prologo della Notte composto dal cavalier Marini. Un’ altra rappresentazione se ne
se a misura che l’azione avanza, vada crescendo la distanza del finto dal vero, passa all’indifferenza, indi alla noja, e s
e nel quinto intero torna l’interesse ad essere tutto per Filli. Sin dal principio dell’ atto II desta curiosità il ben co
amanti, e quelle di Celia con Aminta, e la felicità di Sciro liberata dal tributo crudele solito a riscuotersi da’ Traci. L
storello per Gelopea turbato dalla gelosia per una menzogna, serenato dal disinganno, e felicitato dal possesso della pasto
dalla gelosia per una menzogna, serenato dal disinganno, e felicitato dal possesso della pastorella amata. Vaga nell’atto I
prodotta nel 1595. Una Nuova Amarilli pubblicò il Gambaruti mentovata dal Ghilini. Ogni lode riscuote la Tancia graziosa e
musicali, ed a tante arie o strofe anacreontiche non cantate soltanto dal coro in fine degli atti, ma in mezzo di essi da p
Il teatro era naturale senza veruno artificio in un luogo poco lungi dal casale in un castagneto opportuno alla rappresent
nel 1632 in Vienna di età ancor fresca. L’una s’intitola Procri, che dal canonico Negri Guastallese si pose per appendice
favola ne i boschi divisa in cinque atti, il cui originale conservasi dal lodato Bibliotecario di Parma. Egli che ebbe la s
Carlo Emanuele I a cui si dedicò70. 67. Di questa favola mentovata dal Fontanini e dal Gravina esaltata nel lib. II dell
I a cui si dedicò70. 67. Di questa favola mentovata dal Fontanini e dal Gravina esaltata nel lib. II della Ragion Poetica
gina di Ungheria per Mantua. Tali passi mi furono comunicati in Parma dal prelodato P. Affo. 70. Tiraboschi tom. VIII, lib
15 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Milano, 1°Aprile 1803. » pp. 318-327
le commedie era il celebre De Marini) nella Compagnia Reale istituita dal Principe Eugenio Beauharnais, impresa Paganini. L
ino, 1882) – quasi tutti avanzi gloriosi della R. Compagnia istituita dal Vicerè d’Italia, che era stata diretta fino al Ca
che era stata diretta fino al Carnevale del 1812, in cui si sciolse, dal celebre artista Salvatore Fabbrichesi. Dotata di
i ferì davvero e gravemente : e si racconta che la Pellandi atterrita dal fatto, e dal pensiero che un giorno o l’altro, ne
o e gravemente : e si racconta che la Pellandi atterrita dal fatto, e dal pensiero che un giorno o l’altro, nella veemenza
, potesse anch’ella riportar qualche ferita, impetrò allora e ottenne dal Governo che non più si adoprassero in scena armi
Magher, Gio. Batta Niccolini e Francesco Avelloni il 13 ottobre 1823, dal quale, dopo una viva raccomandazione dell’anima n
dusse il Cincinnato, e non furono tralasciate le espressioni proibite dal Presidente Lucini : al terzo atto fu gettato dal
espressioni proibite dal Presidente Lucini : al terzo atto fu gettato dal loggione il sonetto del quale unisco copia. Assie
l quale salì in tanta rinomanza lo zio, non poteva essere abbandonato dal nipote che si dava alle scene : quel nome era com
o della celebre Eleonora : ma la sua vita artistica, può dirsi datare dal ’62, nel qual anno entrò come secondo amoroso e g
o del 1795, per recarsi poi a Roma ove stette tutto il carnevale ’96. Dal ’96 al ’98 fu in compagnia di Antonio Goldoni e d
al ’96 al ’98 fu in compagnia di Antonio Goldoni e di Pietro Perotti. Dal ’98 al 1802 ebbe Compagnia in società con Giacomo
del 1806 primo uomo e capocomico in società col Ferro (V. Battaglia). Dal ’6 al ’10 fu poi colla Compagnia reale italiana d
16 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 35-37
li, entrò aspirante nel Tribunale di prima istanza ; ma, perseguitato dal governo austriaco pei suoi sentimenti patriottici
la vita. Disfatto dalla malattia di cuore, impotente quasi a muoversi dal letto di morte, con uno sforzo supremo un giorno
supremo un giorno levò il capo, e si diede a sciamare con voce rotta dal pianto : « perdono ! perdono !… perdono tutti ! p
licato il madrigale di Cristoforo Corbelli che generò la notizia data dal Quadrio della loro unione circa l’ '80. Ma una su
al Quadrio della loro unione circa l’ '80. Ma una supplica pubblicata dal Belgrano abbiam nell’'83 di Bernardino Lombardi a
mo, Lucrezia, il servo Volpino hanno qualche originalità, si staccano dal solito e monotono convenzionalismo di quasi tutti
III Pocointesta & Gratiano Poc. Che cosa vorrà il suo seruitor dal mio patrone cosi allo scuro, che non ne habbiamo
a voi similitudinar quel che t’hà in quel Alcest ? Poc. Mad. s’io vo dal patrone, volete ch'io mi leui di questo letto, o
fat qui, va in tal mia studi, e tuà al mia cumtrafat dpint int l’voli dal naturai, e puortal alla sgnora Angzielica da mia
a a cà d’la sorella d’la patrona, sat Pocintesta garbat ? e mi andarò dal mia cumpar per vn mia disegn.
17 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
Paganini Francesco. Figlio del precedente, dal quale s’ebbe i primi ammaestramenti nell’arte com
quale al grado di prima donna, al suo ritorno in Italia, si distaccò dal padre per farsi a sua volta capocomico non troppo
randi meriti della moglie. Il Colomberti lo cita come buon capocomico dal 1790 al 1810.
18 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 451-452
Andato a spacciare i suoi unguenti a Milano, e trovato il posto preso dal rivale, per non si morir di fame ricorse a uno st
a quale, per certe sue ragazzate, sarebbe stato maledetto e scacciato dal padre. Riferita al ciarlatano la cosa, Bissoni ap
estro di casa ; e si recò in Francia. Tornato in Italia, fu accettato dal Riccoboni nella Compagnia del Duca di Orléans per
nome di Finocchio. Cominciò a recitar colla maschera, ma fu costretto dal pubblico a lasciarla alla seconda scena. « In Fra
torizzato ad accettare la eredità. La lettera è pubblicata per intero dal Campardon. Quanto al costume e al carattere dello
o. Abbiamo una stampa di questo costume, disegnata e incisa a Parigi dal Bel, che era un famoso disegnatore italiano. Ques
19 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 722-723
rdo, il piano, la chitarra, l’oboe e l’organo) ebbe liete accoglienze dal pubblico a Parigi e alla Corte, ove apparve la pr
, detto Cintio, che assunse quelle di Dottore. La qual cosa non parve dal Romagnesi accettata con rassegnazione, dacchè in
agnesi accettata con rassegnazione, dacchè in un documento pubblicato dal Campardon (op.cit.) vediamo il Costantini sporger
ltra accaduta in Modena il 13 luglio del 1682 e così riferita al Duca dal Podestà Giulio Rossi e dal giudice Ottavio Cortes
13 luglio del 1682 e così riferita al Duca dal Podestà Giulio Rossi e dal giudice Ottavio Cortesini. Nel giorno delli 13 m
be poi manomesso ogni suo avere ; e il Cavaliere di Lislière, inviato dal Re in Italia, ne rilasciò ampia testimonianza, in
20 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO IV. La drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 47-73
chiare per le cose operate o patite nella pace e nella guerra. Mirate dal punto che discopre i loro progressi nelle scienze
’ filosofi ed agli artefici tranquilli per gir tant’ oltre. Viste poi dal punto che tutte manifesta le loro politiche e mil
rappresentare nella chiesa di Santa Chiara con magnifiche decorazioni dal medesimo re nella settimana santa l’anno 1452, in
ella famiglia Zacchia ed ascritto all’Accademia del Panormita, benchè dal Pontano poco pregiato. Si aggira sulle vicende de
a tutta si fosse cantata, a somiglianza delle moderne opere in musica dal principio sino al fine. Ma potrebbero forse avere
simili fondamenti il P. Menestrier e ’l Bayle, seguiti pochi anni fa dal cav. Planelli, veggono l’opera in musica dovunque
di Parigi, nelle sacre cantate delle Chiese, nelle cantilene riferite dal Mussato. E potevano allungarne la lista co’ versi
andro VI, compose due drammi fatti rappresentare in Roma solennemente dal mentovato cardinal Riario. Parla del Verardi e de
, e una ballata in fine colle note musicali. Il piano del Fernando fu dal Verardo ideato in occasione dell’ attentato di un
ommedia. Dicesi nella dedicatoria che fu ascoltata con sommo applauso dal pontefice e da’ cardinali e prelati. Nell’azione
ed il prologo che sono in versi giambici. Anche si fece rappresentare dal cardinal Riario nel suo palazzo in un teatro eret
ncrescimento sembraci che si debba noverare il Signor Andres. Appunto dal nominato Lusus ebriorum venne la più antica comme
rrompe alla venuta della Driade da cui ode la morte di Euridice punta dal morso velenoso di un serpente. Istupidito dal dol
morte di Euridice punta dal morso velenoso di un serpente. Istupidito dal dolore parte Orfeo senza far motto alla maniera d
e la recita dell’Asinaria. Nel Diario di Jacopo Volterrano pubblicato dal Muratori62 si parla di un dramma intorno alla vit
rriero e letterato Niccolò da Correggio (che non so perchè vien detto dal Bettinelli Reggiano); ed indi a’ ventisei dello s
uca, compose in terza rima e in cinque atti il Timone commedia tratta dal dialogo così chiamato di Luciano, la quale trovas
Quadrio. 44. V. l’opera del conte Mazzucchelli t. II, parte I citata dal Tiraboschi, il quale di altre farse sacre fa pur
ato in Vairano nel regno di Napoli, fidando nel codice Estensé citato dal chiar. Tiraboschi. Ma questo insigne istorico in
ensis Lunensis eques Hierosolimitanus. 50. Conservasene un esemplare dal P. Ireneo Affò, da cui mi fu in Parma cortesement
ortesemente comunicato. 51. Veggasene per saggio la dipintura fatta dal Mendoza del traditore Ruffo dopo commesso l’atten
in una lunga orazione recitata in di lui lode nel 1437, e pubblicata dal Ludewig nelle Reliquiæ manuscriptorum t. V, lib. 
ne venga a perdere la natura di dramma? faranno che possa cancellarsi dal numero delle poesie sceniche volgari del XV secol
i dal numero delle poesie sceniche volgari del XV secolo? faranno che dal Sig. Andres abbia a mettersi in confronto colla C
oggi formano il più importante dell’opera Italiana, non ci venne miga dal Cicognini, il quale verso la metà del secolo XVII
o nel suo Giasone. Ciò avea creduto il cavalier Planelli seguito indi dal Tiraboschi ed anche da me nella Stor. de’ Teat. d
preceduto di tutto un secolo quell’aria del Rinuccini posta in musica dal Peri. 61. V. il Tiraboschi t. VI, part. II, lib
21 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
Cimador. Dai diarj del Sanuto, riferiti dal Rossi nella citata prefazione alle lettere del Ca
imo banchetto fosser recitate tre bellissime commedie una delle quali dal Cimador, figlio di Zan Polo, buffone. Metto qui s
su di lui le parole dell’Aretino ne’ suoi ragionamenti, già riferite dal D’Ancona (op. cit.) : Io mi rido d’uno che lo dim
22 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « ECCELLENTISSIMO SIGNORE » pp. -
viaggiatori stranieri più illuminati Winkelman, Reithesel, Swinbourg, dal chiar. P. Pagnini, dall’Allegranza, dal Zaccaria,
kelman, Reithesel, Swinbourg, dal chiar. P. Pagnini, dall’Allegranza, dal Zaccaria, dal Principe di Biscari, dal Sinesio, d
sel, Swinbourg, dal chiar. P. Pagnini, dall’Allegranza, dal Zaccaria, dal Principe di Biscari, dal Sinesio, dal gran Torrem
. P. Pagnini, dall’Allegranza, dal Zaccaria, dal Principe di Biscari, dal Sinesio, dal gran Torremuzza e da altri celebri I
dall’Allegranza, dal Zaccaria, dal Principe di Biscari, dal Sinesio, dal gran Torremuzza e da altri celebri Italiani? Appe
23 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 235-236
ze, trovasi aggiunto in fine questo sonetto (gentilmente comunicatomi dal bibliotecario Sig. Morpurgo) che è, per quanto io
Giusto Giusti al Duca di Mantova colla data del 27 marzo, e riportata dal D’Ancona (II, 511) : Aurelia comica desidera so
merei grandemente che il buon desiderio di questa donna fosse ajutato dal mio reverente affetto. Supplico adunque V. A. S.
di cosa già ricevuta le resto con quel magior obligo che possi venire dal mio conoscimento. La qual lettera concorderebbe
i sorta. L’altra Aurelia famosa è la Brigida Bianchi, che, ritiratasi dal teatro nel 1683, e morta nel 1703 a circa novant’
24 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 652
iudecca, dove si recitarono tre commedie di vario genere : la erudita dal Cherea, la villanesca dal Ruzzante (V. Beolco), l
o tre commedie di vario genere : la erudita dal Cherea, la villanesca dal Ruzzante (V. Beolco), la comica, forse improvvisa
la villanesca dal Ruzzante (V. Beolco), la comica, forse improvvisa, dal Cimadori, il figlio di Zan Polo o Zuan Pollo (Gia
i recitazioni a Venezia in cui prese parte il Cherea ; ma sappiam poi dal diarista Sanudo che il Cherea, stretta amicizia c
nel 1532, non sappiam bene se per ispasso, o ad esercitar l’arte sua. Dal Conte Malaguzzi dell’Archivio di Stato di Modena
25 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 479
dovette sostituirlo lì per lì nella farsa La Muta per necessità. Fu, dal '63 a oggi, nelle migliori compagnie, quali : Pie
fu poi buona generica e seconda madre. Fra i tanti miracoli compiuti dal Salsilli nell’arte sua, va segnalato questo : di
ei immaginare un’opera che discorra di comici italiani, discompagnata dal nome di Antonio Salsilli, che fu sempre e tuttavi
giori e minori. Tradusse, ridusse, ammodernò una infinità di commedie dal francese, dall’inglese, dallo spagnolo, dal tedes
una infinità di commedie dal francese, dall’inglese, dallo spagnolo, dal tedesco, fra cui Rabagas, Bebè, Le sorprese del d
26 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO VI. Teatri Materiali. » pp. 357-365
inona in Roma. Il teatro di Parma non fu opera del Palladio terminata dal Bernino come alcuno affermò  nè si chiamava Giamb
la Pittura dell’Algarotti, e nel Discorso premesso alle sue tragedie dal Bettinelli. Giambatista Aleotti di Argenta ingegn
zione latina soprapposta al proscenio. Si ampliò poscia e si prolungò dal marchese Enzio Bentivoglio, e si rendè capace di
stilinea congiungendosi a un semicerchio due rette laterali. La scena dal muro alla bocca del proscenio ha di lunghezze 125
ra la scalinata ed il proscenio, essendo ornati di due ordini diversi dal rimanente. Ma la magnificenza, la vastità, l’arti
esposto alla curiosità de’ viaggiatori  ed incresce il vedere che sin dal 1779 quando io lo vidi, mostrava talmente i danni
atro di Urbino, in cui si ammirarono le invenzioni del Genga esaltate dal Serlio degli alberi fatti di finissima seta, prim
poesia, e si avvili coll’introduzione degli eunuchi, che, sebbene sin dal XVI secolo contraevano matrimonii nelle Spagne, n
di Venezia. a. Tale fu il calcolo fattone da Giuseppe Notari citato dal cavalier Tiraboschi nel libro III del tomo VIII d
27 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »
toli. Chi fosse questo Aurelio non fu possibile sapere. Sappiamo solo dal Baschet, dall’ Ottonelli, dal Bertolotti e dal Be
non fu possibile sapere. Sappiamo solo dal Baschet, dall’ Ottonelli, dal Bertolotti e dal Belgrano che : nel 1610 dirigeva
sapere. Sappiamo solo dal Baschet, dall’ Ottonelli, dal Bertolotti e dal Belgrano che : nel 1610 dirigeva a Genova una acc
28 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 543-547
esco Calderoni metto qui una lettera inedita comunicatami gentilmente dal cav. Azzolini. Illmo. et Ecc.mo Sig.r Mio è Pron.
signora Flaminia, la prima attrice, era sua moglie. Di loro sappiamo dal Bertolotti (op. cit.) che Ranucino Farnese per co
ersi già acquistata ottima fama di artista. Il 1687 pubblicò a Modena dal Soliani stampatore ducale una commedia spagnuola
ducale una commedia spagnuola « Gl’impegni per disgrazia, » tradotta dal Marchese Ippolito Bentivoglio, a cui forse è dire
garla stabilmente alla sua Corte. Il contratto fu concluso nel luglio dal segretario intimo e poeta di teatro Bonaventura T
l luglio dal segretario intimo e poeta di teatro Bonaventura Terzago, dal cui giornale di viaggi si apprende come a titolo
rini alla Compagnia che constava di undici persone. Entrarono in paga dal 1° ottobre con un decreto del principe, dal quale
ersone. Entrarono in paga dal 1° ottobre con un decreto del principe, dal quale si hanno anche notizie precise sullo stipen
ono gl’otto scudi delle botte che mi danno fastidio, La pregho andare dal Signor Giuseppe Priori, cassiero del Monte, e dir
mi pare che tenghi assai più nelle mani, se pure a riscosso li denari dal Ebreo Rossi al quale uendei il Vino, auendo il su
ne sij scarso di sue lettere, e se pensa con il non scriuere esimersi dal formaggio s’inganna, mentre tengh’ordine salutarl
29 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IV. Teatro Americano. » pp. 40-58
icano, dalla quasi generale uniformità de’ costumi e delle fattezze e dal gran numero di picciole tribù tuttavia selvagge,
veggonsi più ordinate idee. Forse il piacere prodotto in questa festa dal ballo, dal canto e dalle maschere, suggerì il dis
ù ordinate idee. Forse il piacere prodotto in questa festa dal ballo, dal canto e dalle maschere, suggerì il disegno di for
almente una tragedia della morte del l’ultimo inca Atahualpa accusato dal l’americano Filippetto divenuto cristiano, e cond
circospetta, moderata, ripresa come ingiuriosa alla nazione Spagnuola dal catalano apologista Saverio Lampillas, ostinato n
ziano Cabotto non diede immensi tesori alla Spagna, la quale l’invitò dal l’Inghilterra per impiegarlo nelle scoperte, e ch
giosa, non fu prima ributtato in Portogallo, indi ingannato e tradito dal vescovo di Ceuta e da i due medici e geografi Ebr
hi non sa ancora la svantaggiosa relazione fatta alla regina Isabella dal di lei confessore Talavera? Chi ignora la commiss
iraglio e vicerè delle scoperte? Chi il maneggio e il livore mostrato dal Fonseca vescovo di Badajoz? Chi le calunnie per l
Badajoz? Chi le calunnie per le quali fu mandato pel sentiero segnato dal Colombo un giudice maligno e parziale che gli for
casa del Colombo, del cui viaggio ei si prevalse, la quale si accennò dal Gomara, si credè colla naturale sua bontà dal l’A
se, la quale si accennò dal Gomara, si credè colla naturale sua bontà dal l’Acostae dal Uezio, ed oggi si risuscita dal Lam
i accennò dal Gomara, si credè colla naturale sua bontà dal l’Acostae dal Uezio, ed oggi si risuscita dal Lampillas, tuttoc
olla naturale sua bontà dal l’Acostae dal Uezio, ed oggi si risuscita dal Lampillas, tuttochè lo stesso Oviedo l’avesse nar
nsuffcienza. Ben fu egli in altra parte del l’Europa impiegato; e sin dal 1497 scoperse per l’Inghilterra l’isola di Terra-
30 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 18-21
, sua moglie, e nella quale stette fino a tutto il carnovale del '67. Dal '68 al '70 fu con Luigi Bellotti-Bon, che nella q
capocomico, gli organizzò una grande rappresentazione per esonerarlo dal servizio militare, al Teatro delle Logge di Firen
, D'Ippolito, Giulio Rasi, Pesaro, Bosio, Luigi Rasi, ecc. ecc. Fu dal '74 al '76 nella Compagnia N.° 3 di Bellotti-Bon,
'76 nella Compagnia N.° 3 di Bellotti-Bon, diretta da Cesare Rossi ; dal '77 all’ '81 in quella della Città di Torino, l’'
87 con la Compagnia Nazionale di Roma, dall’'88 al '90 con la Marini, dal '91 al '93 in Società con Novelli, dal '94 al’96
dall’'88 al '90 con la Marini, dal '91 al '93 in Società con Novelli, dal '94 al’96 con Andò, dal '97 al '99 con la Reiter.
arini, dal '91 al '93 in Società con Novelli, dal '94 al’96 con Andò, dal '97 al '99 con la Reiter. Sono dunque trent’ a
31 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 617-622
nari perchè tornassero à Verona ; i Comici per ciò attoniti ricorsero dal Sig. Gouernatore chiedendoli la cagione, non sape
nciarono à dire le loro ragioni, ma il Sig. Gouernatore disse, andate dal Sig. Cardinale, et aggiustateui seco, che per me
; ma non voglio commetter peccato mortale ; e così i Comici ricorsero dal buon Pastore, e furono subito introdotti, atteso
ij delle loro comedie giorno per giorno al suo foro, e così ne furono dal detto Santo, e dal suo Reuerendissimo Signor Vica
ie giorno per giorno al suo foro, e così ne furono dal detto Santo, e dal suo Reuerendissimo Signor Vicario molti sottoscri
urosa e bella che fuor dell’onde l’alma Dea di Gnido allor portò, che dal Mar nacque, al Lido, degna d’esser nel Ciel fatta
divido, qualor si dolce ride ovver favella. Quinci dell’armonia s’ode dal cielo vera imagine uscir, esempio vero, ch'unqua
posto, e Dedalo legato, O almen fosse a l’Autore D'esser il libro suo dal Ciel concesso, Per viuer sempre a sì gran Donna a
e, le dotte squadre De i Cigni a bere inuita, Per c’habbin la corona Dal figlio di Latona, Di quella fronde, ch'ha perpetu
32 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1002
Compagnia di Pisenti e Solmi, con cui stette più anni, ammiratissimo. Dal 1830 al 1859 fu con le Compagnie di Mascherpa, Pe
ia, il 12 gennaio 1859, assistito amorosamente dai fratelli d’arte, e dal figlio Luigi. Parte del suo tempo impiegò anch
figlio Luigi. Parte del suo tempo impiegò anche in tradur commedie dal francese (come s’è visto all’articolo del padre),
33 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 498
visana, una delle più forti attrici che illustraron la scena italiana dal ’50 al ’60. Essa apparteneva a quella gloriosa fa
agnia Peracchi e Trivelli il ’58-’59, e in quella di Rossi e Trivelli dal ’63-’64 a tutto il ’67-’68, acclamata e festeggia
eminente attrice fu un vero lutto per l’arte che l’amava e l’onorava. Dal suo secondo matrimonio ebbe una bellissima figlia
adre, per la quale addimostrava tendenze non comuni, ben lontana però dal pervenire all’eccellenza della madre sua.
34 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 75-76
tti i figli d’arte, piccolissima ; poi fu messa in collegio a Milano, dal quale uscita, tornò a recitare, esordendo al Carc
universal sorpresa, si ammogliò al bello e forte attore Andrea Maggi, dal quale poi si distaccò artisticamente avendo così
poi andò mutandosi in polmonite, vi morì il 29 aprile 1900, assistita dal marito, dalla sorella, dal figliuolo, desolati. F
nite, vi morì il 29 aprile 1900, assistita dal marito, dalla sorella, dal figliuolo, desolati. Fu pianta sinceramente da mo
35 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 335
archese di Dronero ; e 1' '88 a Milano, ove gli furon pagate lire 740 dal tesoriere Zerbini (V. l’elenco di quest’anno al n
Il Fontanelli poi con lettera del 20 luglio 1691, impetrando soccorsi dal Duca pel pantalone Girolamo Gabrielli e la prima
scriveva in suo nome al Marchese Pio di Savoja, perchè gli ottenesse dal Duca raccomandazioni per Napoli. Il giugno del '9
e il Rechiari scrive direttamente al Marchese Pio, perchè gli ottenga dal Duca una commendatizia pel Cardinal Rubini, Legat
36 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO III. Continuazione del teatro Italiano. Commedie: Opera in musica: Attori accademici ed istrioni e rappresentazioni regie: teatri materiali. » pp. 144-195
ena, i quali, dopo che nel principio del secolo ebbero la permissione dal governo di tornare agli antichi loro esercizj, ne
ralle ingegnose commedie erudite l’ Impresa d’amore rappresentata sin dal 1600 dagli Accademici Amorosi di Tropea, e le Spe
quattordici che raccolte in quattro volumi si pubblicarono in Napoli dal Muzio nel 172673. Il Porta conoscitore esperto de
imo le delicatezze e i piccioli nulla degl’ innamorati, tirando fuori dal fondo del cuore umano certi tratti così naturali
aliani che scrissero commedie, la disgrazia di non essere stato letto dal sig. di Marmontel. Di grazia quale ingegnoso arti
che prevedendo di dovere il di lei arrivo far che egli debba fuggire dal rigore del padre giustamente sdegnato, piangendo
he tenerezze, il pianto che produce naturalmente quest’incontro, vien dal figlio creduto pietoso artificio della madre affe
d un piacevole scioglimento. Tre altri buoni scrittori Napoletani sin dal principio del secolo si segnalarono con ingegnose
ell’anno seguente, e poi del 1630 in Viterbo, che è l’edizione citata dal Fontanini, ed il Malmaritato del 1633 secondo il
in Napoli nel 1638, e del Ruffiano impressa nel 1643 assai comendate dal Gravina. Le commedie del duca di Sermoneta Filipp
ie del duca di Sermoneta Filippo Gaetano parimente con ragione lodate dal Gravina per la loro regolarità e per la dipintura
de’ caratteri e degli affetti, sono la Schiava impressa in Napoli sin dal 1613 e reimpressa dopo molti anni in Palermo, l’
o e stampata in Palermo nel 1641, e i Due Vecchi impressa colle altre dal Ciacconio in Napoli nel 1644. Piacevole e senza i
esentò pure in Roma, dove da un Porporato si compose l’ Adonia lodato dal Crescimbeni. Più tardi poi nella medesima città s
tiche. Or quando anche non vi fossero state ariette anacreontiche sin dal XV secolo, come altrove abbiam dimostrato, baster
ne’ drammi; perchè le poesie del Testi cominciarono ad imprimersi sin dal 1613, e terminarono nel 1645 in vita dell’autore,
Sofronia, la Datira, oltre ad altri due di soggetto morale intitolati Dal male il bene e Chi soffre spera. Essi insieme col
emoria un’ osservazione fatta sulla nostra Storia de’ Teatri del 1777 dal già mancato erudito estensore di quel tempo delle
Per soddisfare in parte a tal curiosità nell’ampliar quest’ opera sin dal 1780 cercammo di supplire colle illazioni che sog
87. Eranvi dunque in Grecia nel duodecimo secolo musici castrati: ma dal non trovarsene poscia fatta menzione può argoment
le privilegio di continuarlo88. Non so per quale stranezza od uso sin dal XVI secolo tanto abbondassero gli eunuchi nella p
ngotti, nella Gabrieli. E forse ve ne mancarono nell’età passata? Sin dal principio del secolo si ammirarono singolarmente
uelle stanze anacreontiche che diconsi arie, usate ancor prima di lui dal Testi, dal Salvadori e dal Rinuccini, anzi dal No
e anacreontiche che diconsi arie, usate ancor prima di lui dal Testi, dal Salvadori e dal Rinuccini, anzi dal Notturno sin
che diconsi arie, usate ancor prima di lui dal Testi, dal Salvadori e dal Rinuccini, anzi dal Notturno sin dal XV secolo. M
ate ancor prima di lui dal Testi, dal Salvadori e dal Rinuccini, anzi dal Notturno sin dal XV secolo. Ma una filza inutile
i lui dal Testi, dal Salvadori e dal Rinuccini, anzi dal Notturno sin dal XV secolo. Ma una filza inutile di nomi di scritt
4. Laonde non ci tratterremo su tanti altri melodrammatici rammentati dal Mazzucchelli, dal Crescimbeni e dal Quadrio, nè s
ratterremo su tanti altri melodrammatici rammentati dal Mazzucchelli, dal Crescimbeni e dal Quadrio, nè sull’Achille in Sci
i altri melodrammatici rammentati dal Mazzucchelli, dal Crescimbeni e dal Quadrio, nè sull’Achille in Sciro del marchese Ip
chessa di Sassonia, imitazioni libere del teatro Spagnuolo pubblicate dal 1652 al 1672. Raffaello Tauro Bitontino allora pr
ubblicate dal 1652 al 1672. Raffaello Tauro Bitontino allora produsse dal 1651 al 1690 le Ingelosite speranze, la Contessa
etto senza dialogo premeditato, come le cinquanta pubblicate nel 1611 dal commediante Flaminio Scala. Ma l’Arlecchino che o
mirato in tal carattere in Napoli ed in Roma96, e da Francesco Baldo, dal quale ricevè anche in dono la maschera stessa usa
ncesco Baldo, dal quale ricevè anche in dono la maschera stessa usata dal primo di lui maestro il Calcese97. Alcuni Frances
inona in Roma. Il teatro di Parma non fu opera del Palladio terminata dal Bernino, come alcuno affermò; nè si chiamava Giam
la pittura dell’Algarotti, e nel Discorso premesso alle sue tragedie dal chiar. Bettinelli. Giambatista Aleotti di Argenta
zione latina sovrapposta al proscenio. Si ampliò poscia e si prolungò dal marchese Enzio Bentivoglio, e si rendè capace di
stilinea congiungendosi a un semicerchio due rette laterali. La scena dal muro alla bocca del proscenio ha di lunghezza 125
tralla scalinata e ’l proscenio, essendo ornati di due ordini diversi dal rimanente. Ma la magnificenza, la vastità, l’arti
atro di Urbino, in cui si ammirarono le invenzioni del Genga esaltate dal Serlio degli alberi fatti di finissima seta, prim
oesia, e si avvilì coll’ introduzione degli eunuchi, che, sebbene sin dal XVI secolo contraevano matrimonj in Ispagna, non
la Sorella. 74. Prego i leggitori a distinguer meco il maraviglioso dal miracoloso. La maraviglia accompagna talora gli a
a agli eunuchi il titolo di terza specie umana, e gli escluse affatto dal suo servigio, confinandogli ai bagni delle femmin
principali. Questi sono, e non altri i pasticci drammatici accennati dal Maffei, che il sig. Andres applicava a tutto ciò
conoscente. 99. Tale fu il calcolo fattone da Giuseppe Notari citato dal chiar. Tiraboschi nel libro III del tomo VIII del
37 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO II. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 80-124
del governo. Egli stesso in tal caso parrà in certo modo conquistato dal popolo vinto; la qual cosa avvenne in fatti agli
nale e presso che nulla la libertà, quando gli spiriti gemono agitati dal timore e depressi dall’avvilimento, come mai colt
ea Correva il popolo volentieri alla festa de’ pazzi che si celebrava dal Natale all’Epifania in molte chiese greche, e lat
specie di mestiere. Dividevansi in Troubadores, cioè Trovatori detti dal trovar prontamente le rime e dall’inventar favole
oviziose, intertenevano gli astanti con varie buffonerie accompagnate dal suono di qualche stromento ed anche dal ballo. Ge
varie buffonerie accompagnate dal suono di qualche stromento ed anche dal ballo. Generalmente si dissero in latino barbaro
ra rapresentazione de’ Misteri della Passione di Cristo trovasi fatta dal Clero con molto applauso nel Friuli l’anno 1298 n
per mezzo degli strioni e buffoni eseguite nel sccolo XIII rammentate dal Muratorib, asserendo non potersi mettere in conto
ate eseguite con dialogo, stimandole semplici apparenze mute figurate dal Clero in tempo di Pasqua e di Pentecoste. Veramen
nel Coliseo di Roma la Passione; e le parole del dramma si composero dal Vescovo di s. Leo Giuliano Dati fiorentino che fi
te ciò che continuò a farsi nel XV e XVI, praticossi nel XIV, e venne dal XIII quando surse la Compagnia. Che se le parole
surse la Compagnia. Che se le parole vi si fossero introdotte non già dal XIII come a noi sembra, ma dal XV, in cui si comp
arole vi si fossero introdotte non già dal XIII come a noi sembra, ma dal XV, in cui si compose indubitatamente il dramma d
Appresso. Il Ludus Pascalis de adventu et interitu Antichristi recato dal Muratorib, e poi dal Tiraboschic, e da me nel tom
scalis de adventu et interitu Antichristi recato dal Muratorib, e poi dal Tiraboschic, e da me nel tomo precedente, fu senz
appresso dell’Alemagna. Vedrassi nel seguente capo che in Francia sin dal tempo di Filippo il Bello vi fu una festa simile
vece di monumenti storici per distruggere le verità sì ben sostenute dal Tiraboschi. Ma è questo appunto il fare di certi
uno squarcio di una lettera di Adriano I pieno di solecismi stampato dal Mabillon. Ma con sua pace legga con gli occhi ape
i. E crede il sig. Lampillas che in altro senso che in questo vengano dal vescovo di Orleans esaltati gli Spagnuoli di que’
lcuni secoli col codigo delle leggi gotiche compilate da Alarico sino dal 506. Egli si dimostra in tal fatto così poco istr
u un breve estratto o sunto delle leggi del codice Teodosiano formato dal giureconsulto Aniano sotto Alarico, e che fu rice
quieu, e quanti peritamente favellano di leggi, riconoscono in Europa dal settimo all’undecimo secolo gli sconcerti tutti d
stesso Liber Judicum chiamato volgarmente Fuero Juzgo recato in mezzo dal medesimo Lampillas. Questo volume che fu compilat
u compilato nel regno di Sisenando, il quale avendo cacciato Svintila dal trono nel 631, dominò sei anni, conteneva la prat
che nel Compendio della Storia di Spagna del p. Duchesne bene accolto dal pubblico, e tradotto in Castigliano dal famoso p.
del p. Duchesne bene accolto dal pubblico, e tradotto in Castigliano dal famoso p. Isla, il quàle va passo passo seguendo
isogni con note critiche ed istoriche. Ed in tale VII secolo rilevasi dal Concilio Toledano essersi pure promulgati varii c
l Lampillas, e riposò placidamente sulle leggi di Alarico che suppose dal VI secolo felicemente osservate in Ispagna pel tr
spagnuole trovansi stabiliti i duelli derisi come proprii dell’Italia dal signor Lampillas che ci permetterà di dirgli, che
di Grimoaldo del 668, i capitoli di Luitprando incominciati ad uscire dal 713, quelli di Rachi del 746, e di Astolfo del 75
igio, Lindebrogio, Montesquieu. Avvenne a que’ tempi ancora, cioè sin dal 1001, che secondo Camillo Pellegrino un certo Cap
tile. Or faccia il Lampillas il confronto di ciò che si fe insegnare dal Bettinelli col riferito giudizio del Montesquieu.
E perchè l’autorità che ne reca, riduce ad evidenza il mio avviso che dal primiero suo discordava, ne trascriviamo le parol
della Compagnia de’ Battuti di Trevigi eretta nel 1261, e pubblicati dal più volte lodato signor conte canonico Avogadro (
38 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO PRIMO. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 2-31
del governo. Egli stesso in tal caso parrà in certo modo conquistato dal popolo vinto; la qual cosa avvenne in fatti agli
onale e pressochè nulla la libertà, quando gli spiriti gemono agitati dal timore e depressi dall’avvilimento, come mai colt
0. Correva il popolo volentieri alla festa de’ pazzi che si celebrava dal natale all’epifania in molte chiese greche e lati
a rappresentazione de’ misteri della passione di Cristo trovasi fatta dal clero con molto applauso nel Friuli l’anno 1298 n
te fatte per mezzo degli strioni e buffoni nel secolo XIII rammentate dal Muratori22, asserendo non potersi mettere in cont
ate eseguite con dialogo, stimandole semplici apparenze mute figurate dal clero in tempo di pasqua e di pentecoste. Veramen
nel coliseo di Roma la passione; e le parole del dramma si composero dal vescovo di S. Leo Giuliano Dati Fiorentino che fi
te ciò che continuò a farsi nel XV e XVI, praticossi nel XIV, e venne dal XIII quando surse la Compagnia. Che se le parole
do surse la Compagnia. Che se le parole vi fossero introdotte non già dal XIII, come a noi sembra, ma dal XV, in cui si com
parole vi fossero introdotte non già dal XIII, come a noi sembra, ma dal XV, in cui si compose indubitatamente il dramma d
esso. Il Ludus Paschalis de adventu & interitu Antichristi recato dal Muratori24 e poi dal Tiraboschi25 e da me nel tom
lis de adventu & interitu Antichristi recato dal Muratori24 e poi dal Tiraboschi25 e da me nel tomo precedente, fu senz
appresso dell’Alemagna. Vedrassi nel seguente capo che in Francia sin dal tempo di Filippo il Bello vi fu una festa simile
vece di monumenti storici per distruggere le verità sì ben sostenute dal Tiraboschi. Ma è questo appunto il fare degli apo
uno squarcio di una lettera di Adriano I pieno di solecismi stampato dal Mabillon. Ma con sua pace legga con gli occhi ape
i. E crede il Sig. Lampillas che in altro senso che in questo vengano dal vescovo di Orleans esaltati gli Spagnuoli di que’
lcuni secoli col codigo delle leggi gotiche recopilate da Alarico sin dal 506. Egli si dimostra in tal fatto così poco inst
u un breve estratto o sunto delle leggi del codice Teodosiano formato dal giureconsulto Aniano sotto Alarico, e che fu rice
squieu e quanti peritamente favellano di leggi, riconoscono in Europa dal settimo all’undecimo secolo gli sconcerti tutti d
stesso Liber Judicum chiamato volgarmente Fuero Juzgo recato in mezzo dal medesimo Lampillas. Questo che fu compilato nel r
u compilato nel regno di Sisenando, il quale avendo cacciato Svintila dal trono nel 631, dominò sei anni, conteneva la prat
che nel Compendio della Storia di Spagna del P. Duchesne bene accolto dal pubblico e tradotto in castigliano dal famoso P.
a del P. Duchesne bene accolto dal pubblico e tradotto in castigliano dal famoso P. Isla che va passo passo seguendo l’orig
ni con note critiche ed istoriche. Ed in tale settimo secolo rilevasi dal Concilio Toledano essersi pure promulgati varj ca
l Lampillas, e riposò placidamente sulle leggi di Alarico che suppose dal sesto secolo felicemente osservate in Ispagna pel
agnuole trovansi stabiliti i duelli derisi come proprietà dell’Italia dal Sig. Lampillas, che ci permetterà di dirgli che d
di Grimoaldo del 668, i capitoli di Luitprando incominciati ad uscire dal 713, quelli di Rachi del 746 e di Astolfo del 753
il Lindebrogio, il Montesquieu. Avvenne a que’ tempi ancora, cioè sin dal 1001, che secondo Camillo Pellegrino un certo Cap
ntanini p. 487., e le di lui Lettere t. II. 19. Egli ne fu confutato dal Quadrio nel t. IV della sua Storia e ragione d’og
ato dal Quadrio nel t. IV della sua Storia e ragione d’ogni poesia, e dal P. Ireneo Affò nella Pref. dell’Orfeo del Polizia
39 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 505
bilì in Venezia, ov’ ebbe un onorevole impiego. Desumo queste notizie dal Bartoli, dal quale anche si apprende come il Bran
ia, ov’ ebbe un onorevole impiego. Desumo queste notizie dal Bartoli, dal quale anche si apprende come il Brandi scrivesse
Vienna ed altre di Germania per distribuirne de’ suoi medicamenti. ( Dal Reg. 730 dei Passaporti nell’Arch. di Stato in Mi
40 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — 1754, a dì 17 Luglio.Die16 Julii 1754. » pp. 159-160
ncontro in peggiore condizione di prima ; da una parte era combattuto dal desiderio di far conoscere la singolarità del suo
edendo sotto i suoi occhi applauditi i compagni, senza che riportasse dal pubblico ancor egli la sua parte di applauso. Aum
d’accordo i due documenti che qui trascrivo, gentilmente comunicatimi dal Conte Paglicci Brozzi. Dal Reg.° dei morti della
e qui trascrivo, gentilmente comunicatimi dal Conte Paglicci Brozzi. Dal Reg.° dei morti della Parrocchia Metropolitana Mi
a ricevere alcun sacramento, e fu sepolto in duomo con sei sacerdoti. Dal Reg.° Mortuario dell’Arch.° di Stato di Milano.
41 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 661-662
rti di primo e secondo carattere, brillante, amoroso che gli verranno dal direttore della Impresa assegnate, con l’annuo co
al Teatro del Fondo con Achille Majeroni con cui stette sino al '67. Dal '67 al '70 fu capocomico, e il '71 tornò con l’Al
Trasportato a braccia su di una poltrona a casa sua, non discosta dal teatro, in quell’abito goldoniano, con quel viso
’estremo saluto al povero estinto. Angelo Vestri fu il solo destinato dal padre alla scena. E infatti egli ebbe le più chia
42 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO II. Pastorali Italiane del XVII secolo. » pp. 274-291
nnemente rappresentare in Ferrara con un prologo della Notte composto dal cavalier Marini. Un’altra rappresentazione se ne
he a misura che l’azione avanza, vada crescendo la distanza del finto dal vero, passa alla indifferenza, indi alla noja e t
el IV e nel V intero torna l’interesse ad essere tutto per Filli. Sin dal principio dell’atto II desta curiosità il ben col
i amanti e quelle di Celia con Aminta, e la felicità di Scio liberata dal tributo crudele solito a riscuotersi da’ Traci. L
storello per Gelopea turbato dalla gelosia per una menzogna, serenato dal disinganno, e felicitato dal possesso della pasto
dalla gelosia per una menzogna, serenato dal disinganno, e felicitato dal possesso della pastorella amata. Vaga nell’atto I
prodotta nel 1595. Una Nuova Amarilli pubblicò il Gambaruti mentovata dal Ghilini.. Ogni lode riscuote la Tancia graziosa e
avola boschereccia pubblicata nel 1621. Viene questa favola mentovata dal Fontanini, ed esaltata da Gian Vincenzo Gravina n
musicali, ed a tante arie e strofe anacreontiche non cantate soltanto dal Coro in fine degli atti, ma in mezzo di essi da’
l teatro era naturale senza veruno artificio in un luogo poco lontano dal casale in un castagneto opportuno alla rappresent
o nel 1632 in Vienna di età ancor fresca. L’una s’intitola Procri che dal canonico Negri guastallese si pose per appendice
itreo Pinacoteca P. II. a. Tali passi mai furono comunicati in Parma dal prelodato p. Affò. a. Tiraboschi tom. VIII lib.
43 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article »
rticari, dei quali diventò l’amico ; e, sentito colà dalla Pellandi e dal Belli-Blanes, fu scritturato da essi pel 1813 com
rte dello stesso non fu compiuto. Il ’24 si recò a Napoli, incaricato dal Fabbrichesi di finir per lui l’ultimo anno che av
rmasse di petto a Firenze, ove in breve morì, compianto dalla moglie, dal figlio e da’ suoi scritturati che perdevano in lu
44 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO III. Spettacoli scenici della Russia. » pp. 38-46
ia, col Baltico, e colla Polonia, da settentrione col Mar Glaciale, e dal mezzogiorno s’innoltra verso il Mar Nero minaccia
gnoranza sostenuta da un’ antica legge che proibiva ad ognuno l’uscir dal proprio perse sotto pena di morte senza la permis
i tal volta il sovrano con i grandi della corte. Pietro il grande che dal suo famoso viaggio tornò ne’ suoi vasti dominii,
biano migliorato di molto dopo l’incoraggimento sovrano indicato. Sin dal 1741 quando nelle Russie cominciò l’opera italian
direzione del conte Rastrelli veneziano. Ne trascrivo la descrizione dal trattato del Teatro. Il palco scenario è lungo ci
senza veruna separazione. La loggia imperiale che è nella fronte, fu dal francese La Motte ornata di quattro colonne che l
a scena communica colla platea per due scalinate laterali che partono dal proscenio.
45 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »
ne’ primi anni di questo secolo. Era il 1796 con Antonio Morrocchesi, dal quale passò il 1800 con Domenico Verzura, diretto
ate : Filippo, Polinice, Antigone e Virginia. Dalla figura imponente, dal volto leggiadro, dagli occhi nerissimi come i cap
, dagli occhi nerissimi come i capelli, dalla voce forte e armoniosa, dal gesto nobile, e dalla ricca intelligenza, essa em
46 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO V. Tracce di rappresentazioni sceniche in Ulietea. » pp. 42-43
re per mezzo delle parole ciò che poteva essere un canto accompagnato dal ballo da ciò che avrebbe potuto chiamarsi spezie
oco carattere. In una di esse vedevansi due classi di attori distinti dal colore degli abiti; l’una di color bruno figurava
Esso non è che un ballo pantomimico accompagnato di quando in quando dal canto. Chi non vi ravvisa una copia esatta di ciò
durata, e quanto altro caratterizza l’azione scenica, e la distingue dal ballo, non si trova se non che nelle nazioni già
47 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 226
all’ Arena del Sole di Bologna in Compagnia Pisenti e Solmi, di cui, dal 1823, fu per più anni la prima attrice assoluta.
rtali ?… Un’aura, Che lievissima passa, un fior che spande Le vergini dal sen grazie odorose ; Ma un fior che cade coll’ole
he mai…. ma tronca i detti Un doloroso, e fra i sospiri espresso, Non dal labbro, dal cor ultimo addio.
tronca i detti Un doloroso, e fra i sospiri espresso, Non dal labbro, dal cor ultimo addio.
48 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
tempo socio della Belloni e del Previtali ; poi di nuovo scritturato dal Pani e dal Raftopulo. Tornò col Pani il '23, fece
o della Belloni e del Previtali ; poi di nuovo scritturato dal Pani e dal Raftopulo. Tornò col Pani il '23, fece società il
aratteristi del suo tempo. Le commedie : La Riconciliazione fraterna ( dal tedesco), La Bottega del Caffè, Il Burbero benefi
49 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 664
tte esser veramente, poichè lo vediam richiesto in più contingenze or dal Duca di Modena a quel di Mantova, or da Luigi XIV
XIV al Duca di Modena, di cui lo troviamo nel 1675 provvisoriamente e dal ’76 definitivamente, al servizio, assieme ai Fial
Cesare D’Este in data dell’ ’81, è descritto il grande affanno patito dal Conte Cornelio Pepoli per la voce sparsasi di ave
ersi assolutamente da Modena, per una malattia incurabile qualificata dal Dottor Francesco Tonani per passione asmatica con
50 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 227-235
nferma nelle carte dell’Archivio Mantovano, nè dalle prigionie patite dal Parrino e da tanti, alla liberazion de'quali s’oc
il 21 al Palazzo Ducale una tragedia di Cornelio Frangipani, musicata dal Merulo, e il 24 al Palazzo Giustinian una pastora
one), riassunto sui varj studj apparsi in giornali e riviste e volumi dal D'Ancona, e arricchito poi di aggiunte dal Solert
iornali e riviste e volumi dal D'Ancona, e arricchito poi di aggiunte dal Solerti nel suo studio in collaborazione col Lanz
presaglia far colla commedia dei gobbi allusioni men che rispettose ? Dal maggio in poi si recarono a Venezia, Genova e Mil
a, Genova e Milano. Furon l’ '80 a Bergamo, ove si vuole, desumendolo dal madrigale di Cristoforo Corbelli (V. Alberghini)
naccie di sfratto ; poi a Pisa e a Venezia. L' '82, come abbiam visto dal riferito documento romano, eran di nuovo a Mantov
Li vediamo il '91 e il '94 a Firenze, il '96 a Genova e a Bologna, e dal '99 al 1604 in Francia, quando nel ritorno, morta
che recitò a un pranzo di Corte ; nel quale il Trautmann non è alieno dal riconoscere il Pasquati. Oltre alle testimonia
il lion di S. Marco su l’Isole mediterranee, ciò che li faceva derisi dal popolo, che li chiamava piantaleone…., o pure nel
è diferente tra 'l ben el mal, tral merito e demerito ; vien solecità dal spirito e dalla carne, e secondo da qual parte se
rappresentante, a quanto pare, una serenata di maschere, e che traggo dal Museo civico di Basilea (V. pag. 233) ; ma qui tr
duto a viso scoperto, ma generalmente con una mezza mascheretta scura dal lungo naso aquilino, a cui fa contrasto una barbe
51 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO V. La Drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 148-185
chiare per le cose operate o patite nella pace e nella guerra. Mirate dal punto che discopre i loro progressi nelle scienze
a’ filosofi, ed agli artisti tranquilli pergir tant’oltre. Viste poi dal punto che tutte manifesta le politiche e militari
rappresentare nella Chiesa di santa Chiara con magnifiche decorazioni dal medesimo re nella settimana santa l’anno 1452, in
la famiglia Zacchia e fu ascritto all’Accademia del Panormita, benchè dal Pontano poco pregiato. Si agira sulle vicende del
a tutta si fosse cantata, a somiglianza delle moderne opere in musica dal principio sino al fine. Ma potrebbero forse avere
o? Sopra simili fondamenti i due citati autori, seguiti pochi anni fa dal riputato cavaliere Antonio Planelli mio amico, ve
andro VI, compose due drammi fatti rappresentare in Roma solennemente dal mentovato cardinal Riario. Parla del Verardo e de
, e una ballata in fine colle note musicali. Il piano del Fernando fu dal Verardo ideato in occasione dell’attentato di un
ommedia. Dicesi nella dedicatoria che fu ascoltata con sommo applauso dal pontefice e da’ cardinali e prelati. Nell’azione
ed il prologo che sono in versi giambici. Si fece pure rappresentare dal cardinal Riario nel suo palazzo in un teatro eret
sembraci, che si debba noverare il riputato esgesuita Andres. Appunto dal nominato Lusus ebriorum venne la più antica comme
ell’amata Euridice punta da morso velenoso di un serpente. Istupidito dal dolore parte Orfeo senza far motto alla maniera d
e venga a perdere la natura drammatica? faranno che possa cancellarsi dal numero delle poesie sceniche volgari del secolo X
e oggi formano il più musicale dell’opera Italiana, non ci venne miga dal Cicognini, il quale verso la metà del secolo XVII
e. Ciò credemmo da prima il cavaliere Antonio Planelli seguito poscia dal Tiraboschi, ed io nella Storia de’ Teatri che pro
uto di tutto un secolo anche quell’aria del Rinuccini posta in musica dal Peri. La seconda azione scenica del Notturno è de
e la recita dell’Asinaria. Nel Diario di Jacopo Volterrano pubblicato dal Muratoria si parla di un dramma intorno alla vita
duca, compose in terzarima e in cinque atti il Timone commedia tratta dal dialogo così chiamato di Luciano, la quale trovas
rio. b. V. l’opera del conte Mazzucchelli t. II parte I citata anche dal Tiraboschi il quale di altre farse sacre fa pur m
ato in Vairano nel regno di Napoli, fidando nel Codice Estense citato dal celebre Tiraboschi. Ma quest’uomo insigne in una
is Lunensis eques Hierosolimitanus. a. Se ne conservava un esemplare dal p. Ireneo Affò, da cui mi fu in Parma cortesement
che se ne dice in una orazione detta in sua lode nel 1437 pubblicata dal Ludewig nelle Reliquiae Manuscriptorum t. V lib. 
52 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
« Io ebbi in Francia il mio primo figliuolo, e fu tenuto a battesimo dal Duca N. (io tacio – dice l’Ottonelli – e tacerò i
), e dalla Principessa N. Il secondo parto fu d’una figliuola, tenuta dal Seren. Principe N. Cardinale. Il terzo fu figliuo
enuta dal Seren. Principe N. Cardinale. Il terzo fu figliuolo, tenuto dal Sereniss. Principe N. che poi fu Duca. Il quarto
53 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 347-348
arfait, seguiti poi dagli altri, la richiesta del Re fu causata forse dal fatto che poco piacque a Parigi il Pantalone (di
ere la moglie Anastasia (probabilmente non comica), la quale, lontana dal marito, senza mezzi di sussistenza, e più con cin
erisco testualmente : Ricevo Io Antonio Rico Bon per puro imprestido dal E.sa Sig.r don Alfonzo deste dopie di italia diec
ssistenza in ragione di due doppie al mese per ciascheduno dei comici dal 1° maggio 1686. L'agosto del 1687 Riccoboni lasci
uron rimborsate lire 83, spese nel trasporto della condotta per barca dal Finale a Modena. Il '95 egli si rivolge al Marche
54 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo ottavo »
l Zodiaco, sono gl’interlocutori, se non in quanto vengono interrotti dal coro dei cacciatori, i quali, benché siano mortal
campi, nell’aria, nel mare e nel cielo, e così gran via si trascorre dal poeta in cinque atti brevissimi. Basta ciò per co
r dir meglio uno spettacolo frammezzato di poesia drammatica lavorata dal Chiabrera si rappresentò a Mantova l’anno 1608 pe
lontano, si rappresentò la favola d’Arione gittato in mare e salvato dal delfino, opera di Giovanni Capponi, bolognese. La
figura di mappamondo. Al romore d’una brillante sinfonia accompagnata dal suono delle trombe, ecco il globo maestosamente a
i Greci, presso a’ quali le rappresentazioni non erano mai interrotte dal principio sino alla fine, così non introdussero n
scrupolo cavare una conseguenza intorno al gusto generale del secolo dal seguente squarcio di un monologo tratto da un dra
.               «Così forse avverrà che mascherata               Più dal mondo scacciata               Non sia la verità.»
e parole. Non si può meno di non ridere nel vedere nella musica fatta dal Melani sul dramma intitolato il Podestà di Coloni
tutta l’Italia, e «maravigliandosi (sono le sue parole) che non solo dal più celebre paese del mondo ma da uomo così famos
ri: imperocché basta scorrer soltanto di volo le due prefazioni poste dal Kirchero avanti alla Musurgia per veder ivi espre
veder ivi espressi i nomi di quelli stessi compositori romani citati dal Buontempi con più altri assai de’ più famosi, i q
u poi condotta a maggior perfezione da Lodovico chiamato il Falsetto, dal Verovio, dall’Ottaviuccio, dal Niccolini, dal Bia
ione da Lodovico chiamato il Falsetto, dal Verovio, dall’Ottaviuccio, dal Niccolini, dal Bianchi, dal Lorenzini, dal Giovan
o chiamato il Falsetto, dal Verovio, dall’Ottaviuccio, dal Niccolini, dal Bianchi, dal Lorenzini, dal Giovannini, e dal Mar
Falsetto, dal Verovio, dall’Ottaviuccio, dal Niccolini, dal Bianchi, dal Lorenzini, dal Giovannini, e dal Mari cantori bra
Verovio, dall’Ottaviuccio, dal Niccolini, dal Bianchi, dal Lorenzini, dal Giovannini, e dal Mari cantori bravissimi, ma pri
viuccio, dal Niccolini, dal Bianchi, dal Lorenzini, dal Giovannini, e dal Mari cantori bravissimi, ma principalmente da una
teatro. Ma dall’altra parte i disordini forse maggiori che nascevano dal sostituir invece loro giovinastri venali e sfacci
ore in teatro, che i nostri sistemi di governo permettono alle donne, dal che nasce, che essendo elleno la parte più numero
ersi, né convien che si esprima da altri oggetti, che da quelli fatti dal ciclo per ispirarlo; la ristrettezza de’ nostri t
icile il mantener l’illusione; altre cause insomma facili a scoprirsi dal lettore filosofo costrinsero alla perfine i saggi
egge tuttora una elegante e patetica iscrizione latina fatta scolpire dal duca Vincenzo suo protettore ed amante83. In Fire
una strada sicura per giugnere alle ricchezze ed agli onori, e ne fu dal popolo riguardato collo entusiasmo medesimo, con
, con cui avea ricevuta in altri tempi Vetturia, allorché liberò Roma dal giogo di Coriolano, ovver Pompeo conquistatore de
emperano poi e le triturano in maniera che si rendono insopportabili. Dal qual morbo sono particolarmente attaccati gl’Ital
cienze utili al secolo dove altro non si fa che parlare con eleganza. Dal che io conchiudo, che il seicento in Italia è pre
55 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO IV. Spettacoli scenici della Russia. » pp. 257-261
zia, col Baltico e colla Polonia, da settentrione col mar Glaciale, e dal mezzogiorno s’inoltra verso il mar Nero minaccian
ta particolarmente da un’ antica legge che proibiva ad ognuno l’uscir dal proprio paese sotto pena di morte senza la permis
i tal volta il sovrano con i grandi della corte. Pietro il grande che dal suo famoso viaggio tornò ne’ suoi vastissimi domi
ertanto gli odierni attori Russi vengono encomiati da’ nazionali. Sin dal 1741 quando nella Russia cominciò l’opera italian
o aperto senza separazione. La loggia imperiale ch’è nella fronte, fu dal Franzese la Motte ornata di quattro colonne che l
La scena comunica colla platea per due scalinate laterali che partono dal proscenio.
56 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XVII ultimo. Teatro Materiale, ove de’ più rinomati Teatri, e della condizione degli Attori Greci. » pp. 213-238
zio ove si rappresentavano, e che da Cassiodoro nell’epistola scritta dal re Teodorico a Simmaco (lib. IV, ep. 51 Variarum)
lle tende fatte di tela, di lana, o di pelli per difendere gli attori dal Sole e dalle piogge prima che essi fossero ammess
eatro. Un altro più famoso tutto di marmo dedicato a Bacco se ne alzò dal chiaro architetto Filone 330 anni prima dell’era
di una collina a cui si appoggia, e intorno a trecento passi lontano dal mare, che riguarda la punta del gran Rematiari, q
gistrate nell’edizioni della Sicilia Numismatica fatte dall’Agostino, dal Mayer, dall’ Avercampio. Il Gaetani molte ne vide
resse un teatro su di un colle all’occidente in un trivio non lontano dal tempio di Apollo, che poi verso il 1227 si conver
ntito da’ contemporanei, che sembra escludere ogni sospetto suscitato dal Maffei di essersi lasciato ingannare da qualche f
asi tutti i poeti scenici erano attori, quando non gli teneva lentani dal rappresentare l’età, o alcun difetto personale o
o, benchè non facesse che le terze parti, siccome gli fu rimproverato dal suo gran competitore Demostene nell’aringa per la
oro Siculo ci ha conservato un frammento notabile, tradotto o imitato dal chiarissimo Cesarottia E per finirla in grande st
al canto e ai movimenti compassati del Coro, la quale cosi chiamavasi dal saltare, dal verbo ορχεομαι, salto. Vedevasi in e
movimenti compassati del Coro, la quale cosi chiamavasi dal saltare, dal verbo ορχεομαι, salto. Vedevasi in essa un luogo
cupata dagli spettatori. In essa seguendo la circonferenza si elevava dal basso all’alto una continua scalinata. Veniva que
degli angoli de’ gradini sarebbero stati toccati da una retta tirata dal primo dell’ima all’ultimo scalino della summa cav
tamente innalzati e ingranditi i cerchi a misura che si allontanavano dal centro. Secondarono così la naturale espansione d
ta iscrizione fu l’ingegnere militare Andrea Piconati Siracusano, che dal nomato Conte Gaetani ebbe la pianta del teatro, p
57 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Pistoia, questo dì 21 di ottobre 1589. » pp. 405-415
i di cui è piena, e per la traduzione che lo stesso Bianchi ne dà. Dal Gratiano Innamorato del Codice Corsiniano : « Rac
are di V. A. S. di forarmi appresso a uno staro delle primicie cuccie dal peggio che se avemia da falare gli mondo ceste po
lla tavola regale di V. A. S. di farmi apresentare delle prime caccie dal Poggio che se haveano da fare, gli mando queste p
sto humilmente me gli inchino, baciandole le invitte mani, pregandoli dal Cielo ogni felicità e contento. Di Pistoia, ques
na detto il Dottor Gratiano. Altra lettera del Bianchi fu pubblicata dal D’Ancona. In questa (Cart. Univ. G. D. F.co), con
ve per gli Utroni, e le Quattro Stagioni. La stessa operetta è citata dal Guerrini al N.°58 del suo saggio bibliografico (o
e sempre habbia stort, mai ha rason. 4. La nav ch’è in alto mar è via dal port. 9. Vn stort e un gob non sarà mai drit. 13.
zione latina. Non è fuor del possibile che sia preso questo carattere dal vero. Noi vediamo oggi ancora e medici e pedanti
 : l’America, l’Africa, l’Europa e l’Asia, e così si cavava la risata dal nome storpio, che da’ Greci si chiama paranomasia
al è un Papagal int’al Bosc’ ch’al non articulat verba, de mod che se dal maester non l’è post int la gabbia, e vien ammais
grato à chi l’ascolta (quando vien fatta da chi l’intende) vien hoggi dal poco conoscimento d’alcuni adulterata in guisa, c
am d’ Mser Tomas ; Nobilis civis erat Mutinensis Oculos habens d’fora dal nas. Catlina Mater mea Ferrariensis Appellabatur
pellabatur d’casa Bambas ; Gratianus vero addotoratus est in Bologna, dal trenta, l’ann dal bsest. Versi, secondo il Banchi
Bambas ; Gratianus vero addotoratus est in Bologna, dal trenta, l’ann dal bsest. Versi, secondo il Banchieri, dovuti ad un
iano parlava proprio il pretto bolognese : tanto più poi che sappiamo dal Cecchini (L’Amico Tradito. Venezia, Bona, 1633) c
ende politiche del suo tempo. Se dunque l’ottava maccaronica riferita dal Banchieri ha qualche fondamento nella tradizione,
58 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 915-921
e. Il Mazzoni li ha illustrati con un elaborato studio, edito il 1891 dal Randi di Padova, col titolo : Appunti per la Stor
pietoso sesso leggiadro, a cui fan doppio omaggio i cori e l’arti che dal bello han nome. Tu pur, di Febo e di Minerva amic
eva percorso la vita in mezzo ai trionfi e alle ricchezze, vedova sin dal 1828, indebitata fino ai capelli, finì miserament
ima, una volta sola ? E nelle notizie che seguono l’Oracolo tradotto dal Cesarotti (Venezia, 1797) : A quel meraviglioso
il chiarissimo sig. ab. Cesarotti, che appena, per così dire, uscito dal teatro, prese la penna in mano per rendere italia
Carolina Internari : e della cura affettuosa ch’ella si prese di lei dal 1807 al 1810, abbiam testimonianza nelle biografi
iglia d’ amore Orme a stampar su le Romulee scene, Arduo certame, che dal verde Eliso Tornando a ber con vivi occhi la luee
ina passa per amore, di Marsollier Des Vivetières, musicata nell’ ’89 dal Paisiello, poi tradotta pei teatri di prosa dall’
ietro Andolfati. 10. L’Oracolo, di Poullain de Saint-Foix, tradotto dal Cesarotti stesso per la Pellandi. 11. L’amore i
59 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 96-104
9 a Verona, anno appunto, in cui, con decreto del 29 aprile, fu fatto dal Duca Vincenzo soprastante ai Comici mercenarj, ci
be a dolersi col Duca in una lettera del 7 di agosto, riferita intera dal D'Ancona. Enrico IV, entrato il maggio 1599 in tr
itanti. I quali non si recaron subito in Francia, trattenuti a Torino dal Principe di Savoja, che di essi molto si dilettav
dervi la Compagnia ; che si recò subito in fatti a Lione, come appare dal dispaccio dell’ambasciador di Venezia delli 8 di
d’ogni promessa che gli veniva fatta, pubblicò un libro per ottenere dal Re e dalla Regina la promessa collana con medagli
è il ritratto di Capitano, riprodotto al nome di Garavini, preceduto dal distico : Vammo à Paris à fe' da Cauaglier que g
3 per alla volta di Parigi, fermandosi a dar qualche rappresentazione dal 26 agosto a Lione, e arrivando ai primi di settem
; Bartolomeo Bongiovanni, Graziano. Il Baschet non ci dice altro che dal '14 al '20 non vi fu più Compagnia di comici ital
che al suo ritorno, il 12 gennaio 1621, all’ Hôtel de Bourbon ; poi, dal 6 al 28 aprile, a Fontainebleau. In una lettera d
60 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 724-729
Zanarini-Bianchi Antonia. Figlia del precedente, fu dal patrigno Bacelli ammaestrata nella musica, e cant
con la madre e un bambino, frutto del suo matrimonio con un Bianchi, dal quale viveva separata. « I suoi meriti personali 
e ci fanno sperare di rivederla ben presto sulle scene d’Italia. » Ma dal 1781 in poi non mi fu dato rivederne il nome in a
L'Amant jaloux, e Les événements imprevus, opere tutt’e tre musicate dal Grétry, si fosse pazzamente invaghito della Bianc
rot, nel Gustavo Wasa di Piron, nella Principessa filosofa e nel Moro dal corpo bianco di Carlo Gozzi, nel Radamisto di Cre
ca virtù della famiglia Andreini ». Fu infatti lo Zanarini capocomico dal 1782, cioè dall’uscita dalla Compagnia Sacco, del
gio dello stile poetico dello Zanarini, metto qui un sonetto riferito dal Bartoli, diretto alla madre di un novello celebra
lce ardore, prodotto non da frali aure terrene, ma dall’Eterno Iddio, dal mio Signore. Non vedi tu colui curvato all’Ara, c
i di gioja al suo bel pianto. E chiudo con quest’altro, pur riferito dal Bartoli, « parto elegante – egli dice – di dottis
61 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 4
amantina, che l’aveva preceduta nella Compagnia, e che aveva recitato dal 1653 al 1660 nel teatro del Petit-Bourbon, al fia
Colombina, e morì a Parigi, rue des Prouvaires, il 5 settembre 1693. Dal mese di novembre 1660 in poi, i comici italiani e
un’idea di questo scenario, il primo della serie Biancolelli tradotta dal Gueullette e pubblicata dai fratelli Parfait, (Hi
dar la mano a Diamantina. …. Ma alla fine, costrettovi da Pantalone e dal Capitano, acconsente, esclamando : « ho dunque pr
62 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — 1759 – 16 Settembre. » pp. 258-259
l’una e l’altra lingua, delle quali possedeva tutte le finezze. Ebbe dal pubblico festose accoglienze ; ma, intollerante e
gi il lunedì 9 marzo del 1789. Oltre alle presenti notizie che desumo dal Campardon, riporterò l’aneddoto, concernente la f
n scena al nostro artista. 1759 – 16 Settembre. Dichiarazione fatta dal chirurgo incaricato di medicar la ferita di Anton
e ci ha detto che giovedì passato, verso le nove di sera, fu chiamato dal signor Balletti figlio, comico italiano, ch’egli
63 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
. Assunse nel 1838 la direzione dell’Impresa dei Fiorentini, lasciata dal Fabbrichesi, quando la R. Sopraintendenza de teat
’un cittadino romano. Ma dove ancor più fui colpito dall’espressione, dal calore, dalla mimica di questo attore, si fu nell
rte di Giuda nel Giuseppe riconosciuto, mediocrissimo dramma tradotto dal francese. Il nostro Prepiani, buon attore nella t
64 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 408
Roncoroni Luigi, nato il 1856 a Milano, fu avviato dal padre alla carriera militare. Fuggito a diciott’a
qual suggeritore, cominciando a recitare in quella italiana, formata dal celebre attor dialettale Toselli (V.). Scritturat
, ed egli dovette ricorrere a ogni mezzo per campar la vita, passando dal maestro di scuola al pittore, dall’impiegato al c
65 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO III. Commedie del secolo XVII. » pp. 292-313
’Intronati di Siena, i quali dopo che nel principio del secolo ebbero dal governo la permissione di tornare agli antichi es
tralle ingegnose commedie erudite l’Impresa d’Amore rappresentata sin dal 1600 dagli Accademici Amorosi di Tropea, e le Spe
eci che raccolte in quattro volumi si pubblicarono in Napoli nel 1726 dal Muzio. Sono: la Trappolaria, la Tabernaria, la Ch
simo le delicatezze e i piccioli nulla degl’innamorati, tirando fuori dal fondo del cuore umano certi tratti così naturali
aliani che scrissero commedie, la disgrazia di non essere stato letto dal Marmontel. Di grazia quale ingegnoso artificio lo
erla è il figliuolo che prevedendo di dovere al di lei arrivo fuggire dal rigore del padre giustamente sdegnato, piangendo
he tenerezze, il pianto che produce naturalmente quest’incontro, vien dal figlio creduto pietoso artificio della madre affe
d un piacevole scioglimento. Tre altri buoni scrittori Napolitani fin dal principio del secolo si segnalarono con ingegnose
ell’anno seguente, e poi del 1630 in Viterbo, che è l’edizione citata dal Fontanini, ed il Malmaritato del 1633 secondo il
ie del duca Filippo Gaetano di Sermoneta parimente con ragione lodate dal Gravina per la loro regolarità e per la dipintura
de’ caratteri e degli affetti, sono la Schiava impressa in Napoli sin dal 1613, e reimpressa dopo molti anni in Palermo, l’
o e stampata in Palermo nel 1641, e i Due Vecchi impressa colle altre dal Ciacconio in Napoli nel 1644. Piacevole e senza i
gli diremmo con rispetto ma con franchezza che s’inganna, ed avremmo dal canto nostro gl’imparziali e meglio informati. Gl
t. del Toppi. a. Prego i leggitori a distinguer meco il maraviglioso dal miracoloso. La meraviglia accompagna talora gli a
66 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 869-873
rdo, attore dialettale milanese, nato a Milano il 18 ottobre del 1846 dal Marchese Filippo Villani e da Giulia Ferravilla,
nelle parole, nella voce, nei gesti, non già nell’essenza, rinnovato dal soffio potente e immediato dell’arte. Egli ha ben
ass di asen, e il cretinesco soggetto della tragedia di Otello, detto dal Càmola nella Bagolamento-fotoscultura, otterrebbe
scoppi d’ilarità prodotti dalla voce, dalla pronunzia, dallo sguardo, dal gesto di Ferravilla ? Il comme del sur Pedrin è b
rne, di ascoltar le parole sommesse dei compagni sulla scoperta fatta dal maestro delle buccie di salame ; e quel comico ve
o Sbodio e il Giraud, poi fu scritturato assieme a tutta la Compagnia dal Capitani. Oggi torna solo. Di lui, degli aneddoti
ando vi abbiamo per tutta una sera ascoltato e applaudito, all’uscire dal teatro, la nostra bocca è saporosa, il fango è st
ia fa buon sangue e il buon sangue fa buone azioni. Voi senza saperlo dal vostro palcoscenico avete guarito molte malattie
67 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 570-583
altri comedianti tanto nuoce. Vedeasi spesso misero ed afflitto Zanni dal Cantinella sopraffare, che gli correva addosso a
ta, e fare il mondo star lieto e beato. …………. Le buffonate descritte dal Lasca tra il padrone e il servo, i due principali
issimo artista fu veramente il Cantù per le parti di secondo Zanni, e dal suo Signore e dai pubblici tutti e dalla Corte di
(e con ragione) far noto al mondo, che ogni mio affare dipende tutto dal patrocinio dell’Alt. Vostra. Quindi è, che sendom
cui cede ogni più lenta fede, Se nell’orbe immortal chiude un tesoro. Dal suo Talamo amato al fin costretto, Volse il rapid
grazia, che ciò facendo vi resterò obbligato tanto di là, come di qua dal sempre obbligatissimo anco con mio scomodo Buffe
da. Quali altri comici si recarono con Locatelli a Parigi, chiamativi dal Cardinal Mazzarino ? Vediamo un po’ l’argomento c
ia, il cui costume vediam già nel quadro di Porbus del 1572 indossato dal Cristianissimo Re Carlo nono, non mi par cosa fuo
Cantù, di cui una riprodotta in fac-simile, comunicatemi gentilmente dal sig. Conte Malaguzzi, direttore dell’Archivio di
mio patrone Colen.mo Li mali termini usati si in comedia, come fuora dal Dottore à pantalone il quale si lamentò alla Gaia
questi sig.ri amici del Angela condussi il medesimo Giorno pantalone dal S.r mangielli atestando di hauer agiustato il tut
guardo di S. A. Hora spropositatamente io sono stato mal ricompensato dal Dottore il quale ingiuriò me et mia moglie nel ho
ta di lei il portinaro l’abbraciò et molti altri e lei per suiluparsi dal portinaro li dete un pugno nel uiso, io me tretti
omi sotto una porta che io facessi la pace che me aurebeno fatto dare dal dottore ogni satisfatione se nò che saria andato
me far pace era per broio de amici del angela li quali non solo furno dal Gouernatore ma presente me pregauano el S.r Cupis
ustiniani uolse la chittara de mia moglie et le donnò 5 dopie ming.no dal S.r Cardinale Sforza a hauto nna medaglia di oro
atisfazione delle parole infame et ingiuriose con quasi fatti usatemi dal dottore et moglie, a mia moglie et io come tutta
o che l’ haueremo oggi che il primo sabato di quatragesima sono stato dal S.r marchese del Buffalo acciò ci fauorischa di e
re il suo al Ill.mo Sig.r lampugnani in milano la ne faccia diligenza dal S.r Tassi ouero alla porta che sarano capitati si
68 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo primo »
’occhio colla vaghezza dello spettacolo, sono per sua natura sbanditi dal dramma; come all’opposto i più atti sono quelli,
formò, che non esisteva fuorché nella mente del pittore. Si richiede dal tragico, che esprima le passioni, e i caratteri,
on è che il fondamento della melodia imitativa, ovvero sia del canto: dal che ne seguita eziandio, che la possanza della el
suoi pretesi imitatori, i quali si credono di poter discacciar Apollo dal seggio del parnaso, e di farci assaporire la beva
istezza ci spingono. Dipinge ora imitando col romore degli stranienti dal ritmo musicale dottamente regolati il suono mater
one sospettata prima dalla esperienza, poi messa nel suo maggior lume dal Neutono, oltrachè diventerebbe troppo prolissa, n
i momenti d’interesse e d’azione, dove essa principalmente campeggia. Dal che nascono due inconvenienti: il primo che essen
o è più vivo e calcato. Cosicché chi canta è in qualche maniera fuori dal suo stato naturale come si dicono esser fuori di
esser fuori di se gli uomini agitati da qualche sorpresa, o affetto: dal che ne siegue che il linguaggio, che corrisponde
gue che il linguaggio, che corrisponde al canto, debbe essere diverso dal comune, cioè, tale quale si converrebbe ad un uom
lla sua illusione, come il cinto misterioso d’Armida impediva Rinaldo dal conoscere ch’era incantato. La possanza dell’una
n odio al dio che presiede ai musicali diletti, per volerli escludere dal teatro lirico. Ci è ancora una ragione di più per
Qual vaghezza di contrasti, qual ricchezza non si cresce alla poesia? Dal che si vede che troppo nemici de’ nostri piaceri
e all’animo dallo stato presente del nostro spirito. Le quali lontano dal disconvenirsi ad una persona appassionata le sono
dai primi autori. [22] L’errore di tal opinione è nata al mio avviso dal non aver penetrato abbastanza nella filosofia del
elle comparazioni. Mi sembra egualmente ingiusto lo sbandirle affatto dal dramma, che il volerle tutte senza eccezione dife
giustificar il poeta nella sua imitazione: ripensando, che lo sbandir dal dramma siffatti pezzi sia lo stesso, che chiuder
rescrive una critica filosofica. [30] Dall’esame dei cangiamenti, che dal suo accoppiamento colla musica nella poesia risul
upato lo spettatore in una perpetua illusione, la quale gli impedisca dal pensare al suo errore; così debbesi cercare per o
’altra, poiché assai chiaro egli è, che né l’azione più ben descritta dal poeta, né la composizione più bella del musico so
uai se cade il velo dagli occhi! Guai se i critici vengono a destarlo dal sonno! «Qu’il maudirait le jour, où son âme inse
scena, che s’opporrebbe all’una e all’altra, è bandita per sua natura dal dramma. Non è del tutto certo se sia ben fatto ne
e tragedie dei Greci, in quelle di Seneca, e più nei moderni grecisti dal Trissino fino al Lazzarini. Ma egli è fuor di dub
a interna costituzione del dramma convengano più gli argomenti tratti dal vero, oppure i maravigliosi cavati dalla mitologi
stinguendosi dalla tragedia se non per le modificazioni che risultano dal suo accoppiamento colla musica, egli è chiaro che
. Se riguardiamo la poesia, niun’artifiziale orditura si può aspettar dal poeta, quando i prodigi vengono a frastornare l’o
occhi di tutti, gli darà più mossa e coraggio a destramente imitarli. Dal che si vede, che sebbene il pittore pochissimo, o
i vede, che sebbene il pittore pochissimo, o niun giovamento ritragga dal musico, non è piccolo quello, che il musico può r
o ritragga dal musico, non è piccolo quello, che il musico può ritrar dal pittore. La veduta di una scena ben decorata, la
nto ozioso, dove la musica non campeggi, si mischia ne’ drammi tratti dal vero, ciò prova soltanto che non tutte le situazi
ed Arianna, Ifigenia in Aulide con altre simili. Ma il voler bandire dal dramma musicale la verità per sostituirvi il pian
orecchio, e l’immaginazione; onde non può scompagnarsi dalla poesia i dal canto, dal suono, e dalla decorazione. Da tale ac
l’immaginazione; onde non può scompagnarsi dalla poesia i dal canto, dal suono, e dalla decorazione. Da tale accoppiamento
alcuni punti della severità teatrale, non perciò vien egli dispensato dal badare alla verosimiglianza, al decoro, al costum
i toccheranno nel seguito di quest’opera. Basti per ora il sapere che dal complesso di tali regole nasce una differenza ess
acoli sanguinari, non volendo che il popolo tornasse a casa scontento dal teatro10. Quindi il suo gusto particolare divenne
ette sono i colori, che si contengono in un raggio di luce, scomposto dal prisma; sette altresì sono le voci primordiali de
ch’è la base degli altri tuoni. Terza: gli spazi che i colori divisi dal prisma e ricevuti su una carta occupano sopra la
ve dell’opera. 8. [NdA] Il Signor D’Alembert non ha potuto astenersi dal confessarlo in altro luogo: «Où la vraisemblance
69 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 62-67
ura — dice il Bartoli — sopra i meriti della stessa, dettata in prosa dal Commendatore Cleoneo Accademico Oscuro. Molte cos
anno comparire in Francia la Celia il 1571 e '72. Nel 1627, giudicata dal Gabbrielli prima fra le prime donne, avrebbe avut
hai fra le Selve, e il core in Cielo. Dagli altri sonetti pubblicati dal Bartoli ne tolgo uno del Cavaliere Gerosolimitano
re. Vi dà le perle, ed i coralli il Mare : La luce avete, e l’armonia dal Cielo. Pien d’augelli canori è il vostro Cielo :
Fetonte in sì bel Cielo. E metto qui ancora il seguente, non citato dal Bartoli, che tolgo dalle Rime di Pace Pasini, edi
ne di palcoscenico e di ruolo comune la diavoleria ; scusata in parte dal fatto, che mai madre di comica spinse la petulanz
lo di Achille Neri, uscito nella Scena illustrata del 1° agosto 1887. Dal quale anche appare, dopo un reciso richiamo all’o
70 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 216-226
tro Re di Milano, dice dell’Arrivabene (pag. 28, dell’edizione curata dal Morandi) : E vi apparve l’Adelia Arrivabene, del
Prati (che metto qui per non averla più vista riprodotta), preceduta dal seguente cappello : Questi versi gentili, e spi
e spiranti tutti venustà ed affetto, mi furono cortesemente profferti dal signor Luciano Cerchi : ed io son grato ad esso d
ame sul labbro è a pochi : e questi pochi or sono di te men degni. Nè dal lor perdono l’amaro pan tu cerchi…. ma lo cerchi
emente offesa più rea se vien dai consanguinei tetti ! Cessa, Adelia, dal piangere ! Perenne ti porgerà la tua virtù confor
Ho voluto io stesso mandarle questi versi che mi uscirono spontanei dal core dopo aver conosciuto e apprezzato il nobile
ri versi, tuttavia inediti, e a me comunicati con gentilezza squisita dal fratello di lei Conte Giovanni Arrivabene, al qua
i parli teco ! Credi : nè reo nè ingeneroso io sono Qual ti fui detto dal frequente vulgo, Misero d’opre e d’animo codardo.
ei veloci Moti del tempo ripigliar la fede Della vergin natura, e via dal volto Questa larva strapparsi e dire al mondo Sei
ecare alcun sollievo allo stato allor triste della famiglia, la quale dal più alto fastigio di fortuna era caduta in una re
à. Povera Adelia ! Ella sin allora vezzeggiata, amata da tutti, trovò dal momento di quella sua risoluzione tal voltafaccia
a, tranquilla, riconoscente, ma fredda. Se grido di passione uscì mai dal suo petto, fu per Seismit-Doda, il giovane dalmat
71 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 534-535
h’essere il conduttore e direttore di quella tal Compagnia menzionata dal Rogna in varie lettere. (D’Ancona, op. cit.). 1
eguono l’orazione funebre del Valerini per la Vincenza Armani (V.) : Dal pigro sonno, che con gli ozj suoi neghittoso alle
di te, Febo, e de’ bei raggi tuoi. Cantate le bellezze che non ponno dal tempo o dalla morte esser corrotte, che invidia v
tratta dalle Argute e facete lettere di Cesare Rao, e già pubblicata dal Bartoli. Egli è probabilmente quello stesso Lucio
72 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo VI. Spettacoli Scenici Spagnuoli nel medesimo Secolo XVI. » pp. 252-267
cì la prima volta nel 1566, e poi nel 1631 si tradusse in castigliano dal Ballesteros e si pubblicò in Madrid. Un M. Perron
etteratura forestiera. Qualche cosa teatrale si compose in Portogallo dal famoso comico Gil Vicente, le cui commedie veniva
ponea di quattro o sei tavole poste sopra quattro assi in quadro alti dal suolo quattro palmi. Il suo adorno consisteva in
onsisteva in una manta vecchia tirata con due corde, la quale dividea dal palco la guardaroba (che sarebbe il postscenium d
anzamenti dell’arte. Fu tradotto ne’ principi del secolo l’Anfitrione dal dottor Villalobos imperfettamente, avendone trala
nel 1577 le commedie di Terenzio, e n’é stato deriso in un epigramma dal poco fa mancato Iriarte. Cristofaro Castillejo mo
artolommeo Naarro di Torres intitolate Propaladia, la cui lettura fin dal 1520, quando se ne fece in Siviglia la prima ediz
acità ed erudizione di un uomo di lettere la vana giattanzia aggiunta dal Nasarre, cioé che «Naarro insegnò agl’italiani a
tavano. Egli compose senza farli inceppar da veruna regola prescritta dal verisimile; ma dotato d’ingegno, di fantasia, d’e
er nato Vasco nel 1500», e in questo malfondato raziocinio fu seguito dal Compilator del Parnasso Spagnuolo. Né l’uno né l’
ncomi di Cervantes. 171. Il Nasarre non sarebbe stato forse indotto dal folle orgoglio nazionale a pronunziar seriamente
penisola, e vi si accrebbe tanto, che anche nel 1473, come apparisce dal concilio che nel detto anno, per dar riparo a que
che nel detto anno, per dar riparo a questo inconveniente, tennevisi dal cardinal Roderigo de Lenzuoli Vicecancelliere di
tolico che lo volle perciò in corte per iscrivere la sua storia, e su dal Cardinal Ximenes impiegato nell’edizione della Bi
, si studiò di accomodare i precetti alle proprie commedie applaudite dal volgo dell’età sua, nel comporre le quali, per no
73 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Di Venezia, 21 marzo 1620.Venezia, 16 di giugno 1618. » pp. 513-520
sta sommo per le parti di Innamorato. Francesco Bartoli, seguìto poi dal Sand e dagli altri, dice che lo Scala si pose all
marzo del 1620. Egli assunse in teatro il nome di Flavio (lasciatoci dal Ruzzante), specchio degli Innamorati, che, bello,
delle loro ricchezze ; e tra' suoi Scenarj cinque ve n’ha intitolati dal suo nome di teatro, e in cui egli è protagonista 
gendo parole sopra la materia, si può vedere quale scena sia occupata dal Personaggio, che sarà per uscire, e non entrare p
nni (le lettere han la data del '18). Infatti, richiesta la Compagnia dal Duca, Don Giovanni scrive alla Duchessa (Venezia,
era diretta a Genova), e recarsi a Mantova. E il successo, confermato dal Duca stesso e dal Segretario Marliani, ne fu de'
va), e recarsi a Mantova. E il successo, confermato dal Duca stesso e dal Segretario Marliani, ne fu de' migliori ; e i com
prevalse la ragione de' comici, tanto più che i personaggi richiesti dal Duca non lo eran per suo particolare servizio, ma
una servitù pacifica et quieta, et questi altri mai si divezzerebono dal voler dominare et comandare, perchè si san troppo
porzionato alla sua Grandezza, che quattro commedianti si allontanino dal suo gusto, et che lasciando in parte il dovuto ri
laminio Scala d.° Flavio. Parmi ozioso il fermarsi sul granchio preso dal Quadrio, che fa moglie dello Scala Orsola, detta
olare. Delle tante poesie dettate in onor dello Scala dall’Achillini, dal Campeggi, dall’Orsino, dal Lazzari, dal Petracci,
ettate in onor dello Scala dall’Achillini, dal Campeggi, dall’Orsino, dal Lazzari, dal Petracci, dal Marliani, dall’Andrein
r dello Scala dall’Achillini, dal Campeggi, dall’Orsino, dal Lazzari, dal Petracci, dal Marliani, dall’Andreini, pubblicate
dall’Achillini, dal Campeggi, dall’Orsino, dal Lazzari, dal Petracci, dal Marliani, dall’Andreini, pubblicate in fronte all
74 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quinto »
si in un labirinto di metafisica più oscuro che non è il caos dipinto dal Milton nel Paradiso perduto. Ma avendo la natura
nella storia il soggetto cui poterlo applicare. Ciò si vede eziandio dal costume introdotto in que’ tempi assai frequente
e dell’Asola” invece di dire “le Vergini del Petrarca poste in musica dal Palestrina”, “il Trionfo d’amore del medesimo mod
l Palestrina”, “il Trionfo d’amore del medesimo modulato dall’Asola”. Dal che ne veniva in conseguenza che i cantori, nel p
Dante, ove parla del Conte Ugolino, che incomincia «La bocca sollevò dal fiero pasto», e in seguito le lamentazioni di Ger
essandro Padovano, da Ipolito Fiorini musico d’Alfonso II di Ferrara, dal Luzzasco, dal Dentice, da Tommaso Pecci sanese, e
ano, da Ipolito Fiorini musico d’Alfonso II di Ferrara, dal Luzzasco, dal Dentice, da Tommaso Pecci sanese, e da altri vale
Tommaso Pecci sanese, e da altri valenti compositori, ma sopra tutti dal principe di Venosa uno de’ maggiori musici, che a
di vivo e pronto ingegno fornito, a perfezionare la maniera inventata dal Galilei, e molte belle cose introdusse del suo ne
le carte musicali i sospiri dolcissimi del Petrarca rivestiti di note dal Villaers o dal Giusquino ti par proprio di vedere
li i sospiri dolcissimi del Petrarca rivestiti di note dal Villaers o dal Giusquino ti par proprio di vedere il satiro intr
illaers o dal Giusquino ti par proprio di vedere il satiro introdotto dal Tasso nell’Aminta, il quale violar vorrebbe con i
musiche di camera, e molti e bellissimi furono a questo fine composti dal Tasso, dal Guarini, dal Gassola, e dallo Strozzi
camera, e molti e bellissimi furono a questo fine composti dal Tasso, dal Guarini, dal Gassola, e dallo Strozzi principalme
ti e bellissimi furono a questo fine composti dal Tasso, dal Guarini, dal Gassola, e dallo Strozzi principalmente. Ma la br
a nella prefazione alle sue Nuove musiche che più vantaggio ne trasse dal commercio e suggerimenti degli uomini letterati c
i rappresentò in casa del Corsi l’anno 1594, e fu messa sotto le note dal Caccini e dal Peri sotto la direzione di esso Rin
in casa del Corsi l’anno 1594, e fu messa sotto le note dal Caccini e dal Peri sotto la direzione di esso Rinuccini, il qua
musica, la quale fu con più accuratezza modulata nella maggior parte dal Peri fuori d’alcune arie bellissime che furono co
del papa, che de’ più virtuosi uomini d’Italia chiamati a bella posta dal Sovrano in Firenze, tra quali assistettero Giamba
violetta, o rosa          Per far ghirlanda al crine          Togliea dal prato, e dall’acute spine,          E qual, posan
dì repente,          Come raggio di Sol, che nube adombri.          E dal profondo cuore          Con un sospir mortale,   
         Quai pianti e quai lamenti          Versa il tuo caro Orfeo dal cor interno.          Rimbombate al mio pianto, o
feo. Dall’uso ancora che allor si faceva della musica madrigalesca, e dal non aver per anco la lingua italiana preso l’anda
n altrimenti che si rammenti in oggi la Serva Padrona posta in musica dal Pergolesi, o il monologo della Didone del Metasta
ica dal Pergolesi, o il monologo della Didone del Metastasio modulato dal Vinci. Ciò si ha da Giambattista Doni nel suo tra
di mari gonfi di flutti, procelle, tuoni e folgori che precipitavano dal cielo di nereggianti nubi artifiziosamente ingomb
ta pel suo sepolcro, che si conserva in Modena, e che vien rapportata dal Muratori nella sua Perfetta poesia, ma il lettore
75 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Latino e del Libro II — CAPO VII. Copia di Teatri per l’Impero: magnificenza e profusione eccessiva negli spettacoli sceneci. » pp. 38-55
irco Flaminio, e alle occorrenze gl’imperadori ne rifacevano quel che dal tempo e dagli accidenti veniva distrutto. Napoli,
altro presso il lago di Bolsena rammentato nell’iscrizione pubblicata dal Muratori, di quelli della Toscana accennati dal B
iscrizione pubblicata dal Muratori, di quelli della Toscana accennati dal Borghini, di quello di Anzio, di cui favella il p
’Arena. Vestigii di teatro veggonsi nel Piceno dove era Alia rovinata dal Goto Alarico, della quale a’ tempi di Procopio ri
ri riconosce un teatro, altri un anfiteatro. Ma per avviso venutomene dal riputato professore della Sapienza in Roma Giovan
ie indicate per suo parere sono opera de’ bassi tempi, come si rileva dal lavoro troppo minuto di alquante basi di colonne
o teatro capace di circa novemila persone, secondo il calcolo fattone dal dotto Decano di Alicante don Manuel Martì. tanto
trioni musici, ballerini e declamatori moltiplicaronsi oltremodo. Fin dal regno di Tiberio componevano un corpo sì numeroso
iccome apparisce dall’iscrizione scolpita nel di lui sarcofago recata dal Fabretto e dal Ficoroni. Sotto gli altri imperado
e dall’iscrizione scolpita nel di lui sarcofago recata dal Fabretto e dal Ficoroni. Sotto gli altri imperadori degeneri que
76 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO II. Tragedia Cittadina, e Commedia Lagrimante. » pp. 112-127
e cupa. Un’altra religiosa disperata che si avvelena per essere stata dal padre astretta a monacarsi, dipinse il prenominat
erò a molti che l’orrore giungesse a lacerare oltremodo il cuore, che dal compiangere uno sventurato è costretto a passare
a stento si rinvengono ne’ processi criminali più famosi. Or qual pro dal rappresentare queste atrocità non comuni? L’esper
o può risvegliarsi per lo più con un tratto semplice ma vero ricavato dal fondo del cuore umano; a che dunque caricar le ti
ppo dell’azione, e col cangiamento di m. de Lys affrettato bellamente dal Notajo. Il Mercier sembra di aver poi degenerato
era recitato nel 1769 anche in prosa e riprovato. Il sig. Fenouillot dal 1767 al 1775 diede al pubblico il Delinquente ono
le e perciò men difettosa della pretta lagrimante, benchè ben lontana dal pregio della nobile commedia tenera. Nel Padre di
rata, l’innamorato vivacemente ne deduce una conseguenza contraria, e dal suo zio non attesa. J’ai , dice, quinzecent livr
oco men che lugubre quanto una commedia larmoyante. Tolse egli ancora dal medesimo Goldoni la sostanza del suo Figlio natur
, dramma serio privo di ogni carattere comico. Questa favola discende dal Vero Amico dell’italiano, il quale mal grado di v
77 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 38
e dell’ordine di S. Francesco. Stanco poi della vita monastica, fuggì dal convento in paesi ov'era sconosciuto, sinchè, uni
Legato di Ferrara, che inviollo a Roma a'piedi di papa Clemente XIV, dal quale ottenne la più ampia assoluzione di ogni su
ena entrato, avesse avuto la direzione spirituale, che durò sei mesi, dal Padre Maestro Bonaventura di Ferrara ; poscia un
78 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO X ed ultimo. Teatro Materiale, ove de’ più rinomati teatri, e della condizione degli attori Greci. » pp. 298-315
zio ove si rappresentavano, e che da Cassiodoro nell’epistola scritta dal Re Teodorico a Simmaco151 fu tradotto visorium, è
lle tende fatte di tela, di lana, o di pelli per difendere gli attori dal sole e dalle piogge prima che essi fossero ammess
Un altro ancor più famoso tutto di marmo dedicato a Bacco se ne alzò dal chiaro architetto Filone 330 anni prima dell’Era
di una collina a cui si appoggia, e intorno a trecento passi lontano dal mare, che riguarda la punta del gran Rematiari, q
ntito da’ contemporanei, che sembra escludere ogni sospetto suscitato dal Maffei di essersi egli lasciato ingannare da qual
asi tutti i poeti scenici erano attori, quando non gli teneva lontani dal rappresentare l’erà o alcun difetto personale, o
ao, benchè non facesse che le terze parti, siccome gli è rimproverato dal suo gran competitore Demostene nell’aringa per la
oro Siculo ci ha conservato un frammento notabile, tradotto o imitato dal chiar. Cesarotti162. E per finirla in grande stim
al canto e ai movimenti compassati del coro, la quale così chiamavasi dal saltare, dal verbo ορχεομαι, salto. Vedevasi in e
movimenti compassati del coro, la quale così chiamavasi dal saltare, dal verbo ορχεομαι, salto. Vedevasi in essa un luogo
cupata dagli spettatori. In essa seguendo la circonserenza si elevava dal basso all’alto una continua scalinata. Veniva que
degli angoli de’ gradini sarebbero stati toccati da una retta tirata dal primo dell’ima all’ultimo gradino della summa cav
tamente innalzati e ingranditi i cerchi a misura che si allontanavano dal centro. Nella qual cosa secondarono la naturale e
79 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VII. Della vera commedia Francese e dell’Italiana in Francia. » pp. 144-176
risentita del buffonesco; ed ammette le lagrime delicate, guardandosi dal terrore e dalla sublimità tragica. Tutto ciò dimo
zione interessante. Il suo Amor per amore è sul medesimo gusto alieno dal vero comico, ma più languido ed a parer mio meno
t, il tempo dell’indulgenza era passato. La Pamela del Goldoni tratta dal celebre romanzo di Richardson mosse verisimilment
trovano varie scene eccellenti. Senza soscrivere a tutte le lodi date dal Palissot alla commedia Dupuis & Des Ronais ra
divenuta scrocca all’ apparenza. Il Vanaglorioso tradotta in toscano dal Crudeli e lodata con distinzione dal Voltaire è l
Vanaglorioso tradotta in toscano dal Crudeli e lodata con distinzione dal Voltaire è l’altra commedia del Des Touches unive
ano meglio far contrastare i suoi lumi colla forza del pregiudizio, e dal non saperlo vincere trarne un ridicolo più vivace
della natura, il quale argomento fu infelicemente trattato in Italia dal signor Goldoni nella commedia intitolata i Poeti.
za ma che non ebbe compiuta riuscita, per esserne il soggetto lontano dal tempo presente e dal costume francese, pubblicò i
mpiuta riuscita, per esserne il soggetto lontano dal tempo presente e dal costume francese, pubblicò il Méchant buona comme
tarsi la 4 dell’ atto IV, in cui Aristo (personaggio virtuoso copiato dal Cleante del Tartuffo) volendo distaccar Valerio d
’ nazionali. La dipintura di una cochetta esige sagacità per ricavare dal fondo del cuore umano e da’ costumi correnti e da
teatro e nella lettura. L’Addio del Gusto commedia molto bene accolta dal pubblico appartiene al Parigino Claudio Pietro Pa
in cui intervengono Mercurio, Prometeo, la Follia e le Statue animate dal fuoco celeste, le quali formano alcuni pantomimi
ofane, e furono poi nobilitate colla naturale sua grazia e leggiadria dal Metastasio nell’Astrea placata. Carlo de Montenoy
icuro, la non dubbia fede Con tal ragion si può vantar, che vinto Dal rispetto, di lor più non favello. I nostri dott
la Giovane Sposa in versi ed in tre atti del sig. di Cubieres lodata dal giornalista di Buglione per la morale e pe’ carat
regente v’invitò la compagnia di Lelio e Flaminia nomi teatrali presi dal Romano Luigi Riccoboni e dalla sua consorte Agata
ntare nel 1742, e la celebre attrice Carolina da alcuni anni ritirati dal teatro. Nel 1788 si è recitata le Arti e l’ Amici
facile che mi diletta, e diletterebbe ognuno se non venisse sfigurato dal loro dialogo insipido e dall’intreccio assurdo”.
jono energumeni che ad ogni atteggiamento vogliono staccar le braccia dal corpo, ed esprimono un affetto di pena colle cont
li) gli attori Francesi a voce bassa borbottando, quando compariscono dal fondo della scena, e declamano più sonoramente qu
le parole profferite con vivacità conveniente giungeranno meno sonore dal fondo della scena, e più spiccate a misura che si
one (ei dice) col cappello e colla parrucca Francese sino al collare, dal collo poscia in giù in giubbone e in brache dinto
80 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 922-927
rillo Silvio, creatore della maschera di Pulcinella, perfezionata poi dal Calcese, e di quella di Capitan Matamoros, sotto
pagnia a Napoli, il 1584 (v. Croce, op. cit., 65). Chiamato a Mantova dal Duca il 1599, non potè recarvisi per malattia del
vi si recò il 4 aprile del 1600, nel qual giorno, secondo che abbiamo dal Bertolotti, giunse in casa di Tristano Martinelli
l’ Ariosto, e ridotto in istile rappresentativo in versi, fu stampata dal Fiorillo in Milano il 1614, pei tipi di Pandolfo
a, servo del Capitan Squarcialeone, rappresentato molto probabilmente dal figliuolo Giovan Battista, scritturato pertal par
mio, originale ? Gli studi che già si hanno su di esso furon generati dal ritratto ivi esistente di Molière, il primo a sin
Battista Fiorillo con la moglie Beatrice ; e tutti quattro, invitati dal Serenissimo di Mantova pel prossimo carnovale, ri
81 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 718-721
ontrapposto vivente e poco fortunato del Faccanapa di legno inventato dal Reccardini, che formava le delizie del popolo tri
anime applauso al suo primo apparir sulla scena, dopo appena tre sere dal suo debutto. Restò con Moro-Lin fino a che (gi
sso in società con Borisi diretta da Giacinto Gallina, e amministrata dal fratello Enrico, della quale eran bell’ornamento,
ggiori progressi del figliuolo Giuseppe (uno dei quattro ch'egli ebbe dal suo matrimonio [carnovale 18 con la signorina Ces
ori goldoniani (oggi [1905] ne ha oltre venti in repertorio), sia che dal palato avvezzo agli eccitanti, o dal bisogno nel
re venti in repertorio), sia che dal palato avvezzo agli eccitanti, o dal bisogno nel pubblico lavoratore di una distrazion
artisti che per la loro vita vissuta dinanzi alla ribalta, assorbono dal lor primo apparirvi i sensi tutti dello spettator
82 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Bologna, 23 dicembre 1639. » pp. 5-7
asqualucci, 1888, pag. 137) un documento curioso concernente l’Adami, dal quale apprendiamo lei essere stata non mademoisel
mademoiselle, ma la moglie di Trappolino, che l’Ademollo non è alieno dal ritenere per G. B. Fiorillo, del quale fa bella m
ceva di qui a Ferrara, rapita la Beatrice comica moglie di Trappolino dal Conte Bonaparte Ghislieri, e presentendo che poss
Sand, senz’altre indicazioni, seguito poi dall’Ademollo (op. cit.) e dal Bartoli Adolfo (Scenarj inediti della Commedia de
atri di Bologna nei secoli XVII e XVIII, pag. 49. Bologna, 1888) come dal 9 ottobre 1695 sino al 5 gennaio del 1696 recitas
83 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 283-285
direttori del nostro tempo, nacque a Venezia il 21 dicembre del 1846 dal ragioniere Domenico e da Angela Demartini. Studiò
o, di guisa che egli fu costretto a sciogliersi, aspettando il danaro dal padre per tornarsene in patria. Nel frattempo si
di Prosperi, Peracchi e Sterni, finchè raccomandato ad Adamo Alberti dal Comm. Frascani, direttore delle Poste a Milano, p
iato dai più, accarezzato come una energia saliente, non fu offuscato dal demone della vanità e della superbia…. Egli andav
ale, traeva tale gagliardìa dalla disciplinatezza, dalla sommissione, dal volere di noi giovani, che a volte restava in tea
84 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO IV. Opera Musicale. » pp. 314-344
resentò pure in Roma, dove da un Porporato si compose l’Adonia lodato dal Crescimbeni. Più tardi poi nella medesima città s
tiche. Or quando anche non vi fossero state ariette anacreontiche sin dal XV secolo, come altrove dimostrammo, basterebbero
ne’ drammi  perchè le poesie del Testi cominciarono ad imprimersi sin dal 1613, e terminarono nel 1645 in vita dell’autore 
Sofronia, la Datira, oltre ad altri due di soggetto morale intitolati Dal male il bene, e Chi soffre spera. Essi insieme co
Per soddisfare in parte a tal curiosità nell’ampliar quest’opera sin dal 1780 cercammo di supplire colle illazioni che sog
agli eunuchi il titolo di terza specie umana , e gli escluse affatto dal suo servigio , confinandoli ai bagni delle femmin
usmodi a. Eranvi dunque in Grecia nel XII secolo musici castrati  ma dal non trovarsene poscia fatta menzione può argoment
ome poterono cotali declamatori credere che tutti ignorassero che sin dal XVI secolo, tanto abbondassero gli eunuchi nella
E forse di tali esimie voci femminili mancarono nell’età passata? Sin dal principio del secolo si ammirarono singolarmente
e stanze anacreontiche le quali diconsi arie usate ancor prima di lui dal Testi, dal Salvadori e dal Rinuccini, c prima di
acreontiche le quali diconsi arie usate ancor prima di lui dal Testi, dal Salvadori e dal Rinuccini, c prima di tutti dal N
uali diconsi arie usate ancor prima di lui dal Testi, dal Salvadori e dal Rinuccini, c prima di tutti dal Notturno nel XV s
ima di lui dal Testi, dal Salvadori e dal Rinuccini, c prima di tutti dal Notturno nel XV secolo. Ma una filza inutile di n
4. Laonde non ci tratterremo su tanti altri melodrammatici rammentati dal Mazzucchelli, dal Crescimbeni: e dal Quadrio, nè
ratterremo su tanti altri melodrammatici rammentati dal Mazzucchelli, dal Crescimbeni: e dal Quadrio, nè sull’Achille in Sc
altri melodrammatici rammentati dal Mazzucchelli, dal Crescimbeni: e dal Quadrio, nè sull’Achille in Sciro del marchese Ip
85 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO III. Stato della Commedia Francese prima e dopo di Moliere. » pp. 36-58
’ poeti contemporanei. Il Bugiardo, tratto dalla Verdad sospechosa, e dal Mentiroso en la corte degli Spagnuoli, si rappres
nario dell’entrata. È ben noto che in una di queste un vecchio rapito dal piacere gridò dalla platea, coraggio, Moliere, qu
appresentare di questa comitiva piacque alla corte, e Moliere ottenne dal re di stabilirsi in Parigi, e di alternare sul te
come attore e come poeta, la Scuola de’ mariti tratta principalmente dal Boccaccio, la cui riuscita consolò l’autore, e ca
me di Scaramuccia, il quale nel mese di giugno del 1662 prese congedo dal pubblico per venire in Italia, tornò dopo quattro
opera, il famoso Tartuffo. Se ne rappresentarono i tre primi atti sin dal 1664, e se n’era sospesa la rappresentazione. Com
corretta, riveduta, e approvata, sulla permissione verbale ottenutane dal sovrano, Moliere la rimise sul teatro l’ anno 166
nno 1667. Ma gridarono gl’ ipocriti, e la commedia assai bene accolta dal pubblico fu di bel nuovo proibita. Il re assediav
questo principe della commedia francese, essendovi stato trasportato dal teatro moribondo. Moliere nato nel 1628 con dispo
ipessa d’ Elide, ed una parte della Scuola delle donne, si ricavarono dal teatro spagnuolo. Prese assai più dagl’ Italiani.
vola Italiana intitolata il Ritratto. Il Tartuffo stesso fu preceduto dal Bernagasso degl’ Italiani, come attestò anche il
concorso nel 1664 è la migliore delle sue commedie, ma troppo lontana dal mettersi in confronto di quelle di Moliere. La di
del titolo spagnuolo) ancor mal riuscito è componimento assai lontano dal mostruoso dramma di Tirsi di Molina tante volte r
a di Cimabue o di altro guastasanti una figura animata da Raffaello o dal Correggio per averne quel rozzo pittore fatto una
ballo e rappresentazione, il quale vi fu trasportato dall’Italia sin dal secolo XVI. Baltassarino indi chiamato Beaujoyeux
to Beaujoyeux, uno de’ migliori sonatori di violino Italiani, mandato dal maresciallo di Brisac alla regina Gaterina Medici
86 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO II. Teatro Alemanno. » pp. 232-252
ohenstein, non meno che le bassezze di Cristiano Weisse, andavano sin dal principio del secolo cadendo nel meritato disprez
rammi francesi e persuaso della giustezza de’ loro principj. Tradusse dal francese, compose e fe comporre ad altri diversi
stumi (osservavasi nelle Lettere sulla moderna letteratura pubblicate dal 1759 sino al 1763) rassomigliano più agl’ Inglesi
sjata anche fra noi in un’ opera buffa. Ma julle scene napoletane sin dal 1727 (cioè quando Krüger non contava che cinque a
suo sposo che languisce ne’ ferri e del figlio ch’ella tiene lontano dal trono. Ma non piacemi che nell’atto III si ripeta
mmedia i Poeti alla moda, ben disegnata e bene scritta e ben tradotta dal Riviere in francese, Weiss si prefisse di corregg
ivi ringraziamenti esprimeva la mia gratitudine, quando egli trattosi dal seno un pugnale che teneva nascosto, alza il brac
n meno del francese Belloy attribuisce i più infami tradimenti usciti dal di lui capo, alle famiglie più cospicue Italiane,
udj ha riportato ignoranza, libertinaggio e rozzezza, e che domandato dal padre, come vanno le monadi? risponde pieno d’imb
trova nella collezione de’ drammi tedeschi tradotti in francese fatta dal Friedel. L’autore si prefisse la più bella azione
e sino a questo dì tanto lontani questi ed altri freddi monodrammisti dal Pigmalione che cercano di copiare senza ingegno!
ea di forma per lo più ovale. Il teatro della corte di Vienna che sin dal passato secolo fu addetto all’opera italiana, dal
e di Vienna che sin dal passato secolo fu addetto all’opera italiana, dal 1752 cominciò ad ammettere anche la commedia fran
rgo. La sala ossia il teatro dell’opera di Berlino fu fatto costruire dal gran Federigo II, e si reputa il più bello di tut
della Gazzetta letteraria dell’ Europa. 66. L’opera buffa accennata dal Bertola s’intitola il Finto Cieco, nè ha relazion
straniero al mese di aprile del 1762 si trova il Diffidente tradotto dal dotto ab. Arnaud. 68. Se ne vegga la traduzione
87 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — 1748, 10, Dicembre » pp. 9-10
sto, accettando anche di supplire nelle parti di cameriera. Visto che dal Goldoni poteva dipendere la sua maggiore o minor
perdoni, di abbandoni, descritta colla solita meravigliosa ingenuità dal Goldoni, volli tradurre quasi letteralmente in ve
zo. La Passalacqua, riconosciutasi nel personaggio, andò a lagnarsene dal Direttore e dal Grimani, invocando modificazioni,
ua, riconosciutasi nel personaggio, andò a lagnarsene dal Direttore e dal Grimani, invocando modificazioni, ma inutilmente 
88 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1060-1062
ari pregi, se dobbiam credere al seguente sonetto di Paolo Abriani : Dal ciel discesa ad illustrar le Scene, benchè mortal
l cenno e pace ed ira ; sveglia con un sol guardo odj ed amori. Mosso dal suo voler, l’altrui s’aggira ; e mentre a’ moti s
la D’Orsi, i Broglia, Milanta, Cimadori, e Riccoboni. Anche fu lodata dal conte Claudio Canossa veronese, da Francesco Pina
ll’Archivio di Modena, che concernon la Lavinia e l’Angiola ; e vanno dal ’77 al ’91. La Duchessa di Parma scrive a suo fra
89 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 251
i versi, che, grazie a Dio, non son giunti sino a noi, se giudichiamo dal distico che ne dà il Bartoli e che riportiamo qui
 ; sappilo e trema. E avran tremato in fatti ; poichè, per liberarsi dal seccatore, avran dovuto metter mano alla tasca.
acanzano (V.). Fiorì nel 1660, circa, e fu molto applaudito a Napoli. Dal Perucci (Arte rappresentativa, Parte II, p. 333)
90 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 129
quali stette più anni, applauditissimo ed amatissimo sempre. Percorse dal '45 al '50 il napoletano e la Sicilia con una soc
e, all’oste della Pera, quaranta francesconi per tanti tordi mangiati dal Miutti, il quale era tenuto in ostaggio…. A Napol
angiati dal Miutti, il quale era tenuto in ostaggio…. A Napoli, avuto dal capocomico un magnifico soprabitone, e non avendo
91 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO VII. ed ultimo. Vuoto della Storia teatrale. » pp. 248-280
irco Flaminio, e alle occorrenze gl’imperadori ne rifacevano quel che dal tempo e dagli accidenti veniva distrutto. Napoli,
altro presso il Lago di Bolsena rammentato nell’iscrizione pubblicata dal Muratori, di quelli della Toscana accennati dal B
iscrizione pubblicata dal Muratori, di quelli della Toscana accennati dal Borghini, di quello di Anzio, di cui favella il P
Arena. Vestigii di teatro veggonsi nel Piceno dove era Alia rovinata dal Goto Alarico, della quale a’ tempi di Procopio ri
o teatro capace di circa novemila persone, secondo il calcolo fattone dal dotto Decano di Alicante Don Manuel Martì tanto a
trioni musici, ballerini e declamatori moltiplicaronsi oltremodo. Fin dal regno di Tiberio componevano un corpo sì numeroso
ccome apparisce dall’ iscrizione scolpita nel di lui sarcofago recata dal Fabretto e dal Ficoroni. Sotto gli altri imperado
dall’ iscrizione scolpita nel di lui sarcofago recata dal Fabretto e dal Ficoroni. Sotto gli altri imperadori degeneri que
, o Aulularia scritta senza aversi esatta ragione del metro, e quindi dal Vossio appellata dramma prosaico 182. Essa fu imp
ricchezze grandi per diletto e ristoro del popolo185: la Sicilia sin dal quarto secolo ebbe in costume di mandare a Roma i
rammatici. Non ne troviamo nel VII, VIII e IX secolo, ne’ quali sparì dal cospetto degli uomini pressochè interamente ogni
iche, i balli e i travestimenti usati da’ Cherici nelle feste solenni dal VII sino al X secolo, nelle quali con istrana mes
ano il crederlo (del secolo XII) e tanto più, se ciò si fosse arguito dal solo carattere del codice, che è congettura molto
da e d’ogni tempo, non oltrepassando i balli o pantomimi accompagnati dal canto, danno a divedere al filosofo investigatore
ad esser dalla legge richiamati a temperar l’ amarezza della satira, dal che proviene la bella varietà e delicatezza delle
posito cantò Pope nel IV canto del suo Saggio di Critica volgarizzato dal celebre Conte Gasparo Gozzi: . . . . . . . Sott
duta libertà, svanì virtude. 179. Vedine l’iscrizione rapportata dal Grutero, dal Muratori, dal Tiraboschi, e da noi n
svanì virtude. 179. Vedine l’iscrizione rapportata dal Grutero, dal Muratori, dal Tiraboschi, e da noi nel tomo I del
. 179. Vedine l’iscrizione rapportata dal Grutero, dal Muratori, dal Tiraboschi, e da noi nel tomo I delle Vic. della
a lettera 107 scritta da Alcuino all’Ab. di Corbè Adelardo e riterita dal P. Mabillon nel tomo II degli Annali Benedettini
ciano di ciò dubitare varj Concilii citati da più scrittori, ed anche dal P. Bianchi nell’opera Ragionamenti su i difetti e
in Francia ed anche in Italia tale strano abuso, per quel che si vede dal Concilio Romano tenuto da Eugenio II l’anno 826.
92 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
che le cose si accomodassero, poichè oltre alla scrittura continuata dal 1789 al ’90, con documento prodotto dal Di Giacom
tre alla scrittura continuata dal 1789 al ’90, con documento prodotto dal Di Giacomo del notajo Pietro de Roma, di Napoli,
93 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XI. Primi passi della Commedia Antica. » pp. 2-15
a di niun pregio, errava pe’ villaggi sotto il nome di Commedia preso dal greco vocabolo κομαζειν banchettare. Ma il dilett
si a rappresentare in città, ed al pari de tragedi ottennero i comedi dal Governo le spese delle decorazioni necessarie pel
acinque favole; ma Giovanni Meursio ne raccolse quaranta titoli, anzi dal racconto del medesimo Suida deduce che ne avesse
orse fama secondo Suida di aver Diocle inventata certa armonia tratta dal suono di alcuni vasi di creta percossi con una ba
fiorir Cratino poeta di stile austero, mordace e forte ne’ motteggi, dal quale si dee riconoscere il lustro di quel genere
rsi soltanto dalla propria immaginazione gli traevano, per così dire, dal nulla, e presentavano uno spettacolo tutto nuovo.
ò a tutti i cittadini ciò che leggesi nel dialogo tenuto nelle Nuvole dal Ragionar Dritto e dal Tortob. Risulta dalle cose
ciò che leggesi nel dialogo tenuto nelle Nuvole dal Ragionar Dritto e dal Tortob. Risulta dalle cose indicate che ciò che
94 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VI. Tragedia Cittadina e Commedia Lagrimante. » pp. 134-143
cupa. Un’ altra religiosa disperata che si avvelena per essere stata dal padre astretta a monacarsi, ha dipinta M. de la H
a stento si rinvengono ne’ processi criminali più famosi. Or qual pro dal rappresentare queste atrocità non comuni? L’esper
etico per lo più si risveglia con un tratto semplice ma vero ricavato dal fondo del cuore umano; a che dunque caricar le ti
ppo della favola e col cangiamento di M. de Lys affrettato bellamente dal Notajo. Ma gli altri drammi del Sedaine, il Filos
osa; l’Orfano Inglese parimente in prosa uscì nel 1769; M. Fenouillot dal 1767 sino al 1771 ha pubblicato il Delinquente on
e e perciò men difettosa della pretta lagrimante, ma però ben lontana dal pregio della nobile commedia tenera. Nel Padre di
oco men che lugubre quanto una commedia larmoyante. Tolse egli ancora dal medesimo Goldoni la sostanza del suo Figlio natur
e dramma serio privo di ogni carattere comico. Questa favola discende dal Vero Amico dell’Italiano, il quale mal grado di v
95 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAP. IV. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo XVI quando fiorirono gli scrittori producendo le Commedie dette Erudite. » pp. 136-255
simo abate Saverio Bettinelli un Discorso intorno al Teatro Italiano, dal quale traggonsi moltissime osservazioni important
l tempo di Leone X, ed anche l’anno dopo del sacco di Roma, si recitò dal principe don Francesco figliuolo del duca. Arios
i lo seguirono; perchè pregio fu degl’Italiani il non aver cominciato dal comporre favole mostruose, come le Cinesi, le Ing
eta. Una cassa lasciata in deposito nella casa di Crisobolo, la quale dal di lui figliuolo Erofilo innamorato della giovine
desimo di tutta la favola. In alcune circostanze le immagini ritratte dal vivo par che si scostino dalle caricature de’ nos
colorito e quella rassomiglianza agli originali che poteva attendersi dal suo pennello, ma che noi venuti sì tardi più non
motteggi, merita che si legga con attenzione che sarà ben compensata dal diletto. Massimo vecchio astringe il giovine Cint
rancese del Marmontel, dove trovansi stabiliti principii contraddetti dal fatto? Ecco ciò che con filosofica baldanza disse
o è fabbricato sulla rena. Le commedie da noi chiamate antiche, avute dal signor Marmontel in pensiero e non mai sotto gli
maggior parte del secolo XVI. Ora per verificare il principio fondato dal nomato autore che diede al teatro Cleopatra, biso
viamo che il carattere di Mastro Giachelino furbo vagabondo viene sin dal principio dell’atto II enunciato da Nibio. Egli d
l’Ariosto. Ivi si dice: … Questa nuova commedia. Dic’ella aver avuta dal medesimo Autor, da chi Ferrara ebbe di prossimo L
ta poi da Gabriele fratello del poeta. Non era stata se non abbozzata dal primo autore (secondo il Pigna ne’ Romanzi) e pur
si sapeva di non dover più venire. La rivoluzione nasce graziosamente dal ritorno improvviso del padre di Eurialo, da un fa
Commedia più d’una imitazione di Terenzio. Simile alla risposta data dal servo Davo a Miside nell’Andria è ciò che quì dic
, che conoscendosi Bugiardo? e meglio le parole vengono Che si partan dal cuor che quella ch’escano Sol dalla bocca all’int
ne insegna il modo: Fes. Tu sai Calandro, che altra differenza non è dal vivo al morto, se non in quanto che il morto non
rbeggiavano gran fatto i sali Plautini . Essa fu tradotta in francese dal celebre Giambatista Rousseau, encomiata per l’int
Giambatista Rousseau, encomiata per l’intreccio e per lo vero comico dal signor di Voltaire, e ammirata da m. Du Bos e da
commedie del Machiavelli. Dalla lentezza e languore attribuita loro dal signor Andres, che è la frase che egli adopra per
l’energia e la vivacità del colorito ne’ caratteri tratti bellamente dal vero, una dilettevole sospensione, una piacevolez
i, sogliono talvolta censurare più per singolarizzarsi allontanandosi dal l’avviso comune, che per intera persuasione e per
, i Fantasmi e i Romiti, ed una tragedia intitolata Arianna mentovata dal Ghilini, le quali probabilmente si rappresentaron
e commedie di questo nostro illustre scrittore s’impressero in Parigi dal Furnier l’anno 1719, e si dedicarono da Giuseppe
asil. Miracolo! oh dio! ch’è quello ch’odo? Ne. Poi veggo un uom, che dal sepolcro uscito Allora allor verso il mio letto v
un’ aria fresca, delicata, moderna, e tutta lontana dalla lentezza, e dal languore. L’eleganza, e la facilità di esprimersi
rema avversione che ha un Marescalco al matrimonio posta alla tortura dal di lui padrone con fingere di avergli destinato m
del Sofista; ma è ben noto che fu impostura tipografica scoperta poi dal Crescimbeni. La Cortigiana altra lunghissima comm
di cinque atti tessuta di molte scene oziose mordacissime, ed aliene dal fatto, contiene due azioni staccate di poco momen
tra gli uomini illustri del Cinquecento, oltre a tante opere riferite dal Ghilini, e meglio dal Tiraboschi, compose tre com
i del Cinquecento, oltre a tante opere riferite dal Ghilini, e meglio dal Tiraboschi, compose tre commedie in prosa. La pri
n buona prosa, il Ragazzo che s’impresse nel 1541, il Ruffiano tratta dal Rudente di Plauto, e la Fabrizia che si pubblicar
apolitano che sebbene s’impresse nel 1548 era stata rappresentata sin dal 1546 da alcuni gentiluomini napoletani mentovati
66. La Virginia che il secondo Bernardo Accolti fece sulla sua serva, dal Fontanini è collocata tralle commedie in prosa, m
ne e di belle satire (ma non già della Libertà tragedia attribuitagli dal Ghilini che però si compose da un apostata della
ure tenebre della notte. Simili studiate espressioni son ben lontane dal linguaggio infocato di Fedria, di Panfilo, di Che
la saviezza della fanciulla, che sebbene innamorata dissuade Licinio dal rompere le porte, non essendo in casa la di lei m
Marinajo, la Notte, i Contenti, il Viluppo e la Fantesca, pubblicate dal 1549 al 1597, Nè in regolarità nè in grazia comic
alle migliori italiane. G l’Inganni (tradotta poi nel seguente secolo dal principe de’ comici francesi, ed imitata nel XVII
eguente secolo dal principe de’ comici francesi, ed imitata nel XVIII dal napoletano Niccolò Amenta) si recitò con sommo ap
resse nel 1562. L’Interesse, la Cameriera ed il Beffa si pubblicarono dal 1581 al 1584 l’una dopo l’altra. La Spina ed il G
a bella commedia al genre dell’Ecira Terenziana, e la salverà, sempre dal cadere in dimenticanza E una verità costante che
d’Adria. Di Cornelio Lanci si hanno impresse sette commedie in prosa dal 1583 al 1591: la Mestola, la Rochetta, la Scrocca
loso e più proprio per le passioni tragiche. Una fanciulla minacciata dal padre di altre nozze, per serbarsi al suo amante
ugne presso la casa di scodelinda sua amante. Egli era stato sorpreso dal bargello con una scala di seta sotto la di lei ca
rionfale occupato da Alarico, Genserico, Ricimero, Totila, Narsete, e dal duca Borbone generale di Carlo V, i quali cantano
le. Nell’ultimo intermedio viene di sotterra Plutone con Proserpina, dal mare Nettuno con Teti, dal cielo Giunone con Giov
viene di sotterra Plutone con Proserpina, dal mare Nettuno con Teti, dal cielo Giunone con Giove, Venere con Vulcano e Cup
amarsi opera in musica, secondo la pretensione del Menestrier seguito dal Planelli. Questa Commedia dall’autore dedicata a
del Tasso giovine. Il Manso per negarlo non ci disse di averlo saputo dal medesimo Torquato; e se lo negò per proprio avvis
l’ultimo scrittore comico del cinquecento fu il vecchio Loredano che dal 1587 al 1608 pubblicò sette commedie in prosa, ci
cendio, la Berenice, la Madrigna e Bigonzio. Di una commedia composta dal Guarcello fa menzione Muzio Manfredi nelle citate
giadro de’ Gallani si favella nel Compendio Istorico di Parma scritto dal l’Edovari e non pubblicato. Della Pellegrina di B
ernardino Rota lo Scilinguato e gli Strabalzi mentovate con gran lode dal Ghilini, e de’Marcelli di Angelo di Costanzo nomi
n gran lode dal Ghilini, e de’Marcelli di Angelo di Costanzo nominati dal Minturno, e di qualche altra eziandio rimasta sep
l tempo di Leone X, ed anche l’anno dopo del sacco di Roma, si recitò dal principe don Francesco figliuolo del duca. a. Ve
o metro ne’ suoi Treoboli commedia o traduzione accorciata e corretta dal Trinummus di Plauto che diede a recitare ai nobil
96 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IV. Teatro Americano. » pp. 28-41
icano, dalla quasi generale uniformità de’ costumi e delle fattezze e dal gran numero di picciole tribù tuttavia selvagge,
veggonsi più ordinate idee. Forse il piacere prodotto in questa festa dal ballo, dal canto e dalle maschere, suggerì il dis
ù ordinate idee. Forse il piacere prodotto in questa festa dal ballo, dal canto e dalle maschere, suggerì il disegno di for
circospetta, moderata, ripresa come ingiuriosa alla nazione Spagnuola dal Catalano Apologista Lampillas, ostinato nemico de
giosa, non fu prima ributtato in Portogallo, indi ingannato e tradito dal Vescovo di Ceuta e da i due medici e geografi Ebr
hi non sa ancora la svantaggiosa relazione fatta alla Regina Isabella dal di lei Confessore Talavera? Chi la commissione da
iraglio e Vicerè delle scoperte? Chi il maneggio e il livore mostrato dal Fonseca Vescovo di Badajoz? Chi le calunnie per l
Badajoz? Chi le calunnie per le quali fu mandato pel sentiero segnato dal Colombo un giudice maligno e parziale che gli for
casa del Colombo, del cui viaggio ei si prevalse, la quale si accennò dal Gomara, si credè colla naturale sua bontà dall’In
ilasso, si trascrisse dall’ Acosta e dall’Uezio, ed oggi si risuscita dal Lampillas, tuttochè lo stesso Oviedo l’avesse nar
nsufficienza. Ben fu egli in altra parte dell’Europa impiegato; e sin dal 1497 scoperse per l’Inghilterra l’isola di Terra
97 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquarto »
a strumentale non è che una imitazione o un sassidio della vocale. Ma dal momento in cui si separarono codeste facoltà sore
così orribile attentato che si sostiene unicamente perché autorizzato dal tempo e perché fiancheggiato dal despotismo del p
stiene unicamente perché autorizzato dal tempo e perché fiancheggiato dal despotismo del piacere. Ridesterei lo zelo dei mi
e pressocchè tutte le membra, fa quasi sembiante di volere sloggiare dal corpo, pur si fermano fissi immobilmente colla bo
torace in riposo non altrimenti che facciano gli avvelenati o i punti dal morso della tarantola nel tempo che si espone la
e avessero un fedecommesso ne’ gesti che si trasmettesse per retaggio dal maestro al discepolo, così vedrete usarsi da loro
delle quali suddividendosi in vari altri rami formano quell’aggregato dal quale ben congegnato e unito ai prestigi della pr
così dire, e vagante non avrebbe altra forza che quella che si ritrae dal parlar ordinario. La melodia da per sé sarebbe un
imitare la musica nel semplice recitativo, nel quale poco differente dal parlar ordinario pel tuono della voce tranquilla
e costante e non mai interrotta modulazione: quindi la regola dettata dal buon senso e dalla esperienza d’usar cioè vicende
ia, oppure notandoli debolmente e troppo di rado, appena si distingua dal discorso ordinario. Dovrebbe inoltre significar c
isponde: «Moi.» [14] Negli Orazi del medesimo poeta una donna viene dal campo dov’era stata presente alla pugna senza per
a moglie e i figli, alla qual nuova restando egli quasi colpito fosse dal fulmine, e sentendosi eccitar dall’amico alla ven
più sentimenti determinati, allora l’accento della lingua rinforzato dal vigore che gli somministra la sensibilità posta i
cotali ornamenti, trovandosi fra loro chi vorrebbeli esclusi affatto dal canto come cosa puerile, e chi vorrebbeli al cont
o col nome di bello. Ecco la necessità di abbellir la natura ricavata dal principio stesso della imitazione. [20] La musica
aturali che si veggono succedere negli oggetti, e che poi si radunano dal poeta in un solo quadro, così un bel recitativo o
e persone sensibili nei movimenti di qualche passione, e disposti poi dal compositore secondo le leggi della modulazione. I
ere; opinione che non potè nascere in lui se non di poca filosofia, o dal desiderio di distinguersi con qualche novità stra
li fanno sui nostri nervi, o dalla compiacenza che risulta nell’anima dal veder imitati gli oggetti, o dal piacere riflesso
a compiacenza che risulta nell’anima dal veder imitati gli oggetti, o dal piacere riflesso che ha lo spirito ritrovando nuo
che produce l’idea dell’armonia compresa negli intervalli musicali, o dal complesso di molte altre idee accessorie che s’un
gna, ci dilettano al sommo quando gli vediamo maestrevolmente imitati dal pittore. Ora se l’oggetto primario d’ogni musica
ie la vivacità del sentimento, o distornano l’attenzione dell’uditore dal soggetto principale, o distruggon l’effetto delle
ativi obbligati, ove rappresentandosi la dubbiezza dello spirito nata dal contrasto dei motivi che gli si fanno innanzi, l’
cavano il pregio loro maggiore dalla semplicità con cui si sentono, e dal candore con cui si esprimono; tali sono gli amori
cervi l’indole della passione. [37] Decima quarta. Vengono proscritte dal buon senso tutte le cadenze eseguite nello stile
ai diverso da quello che si trova presentemente. Però non diffido che dal lettore mi venga perdonata la lunghezza dello sva
li delle parole profferendole per metà; ora sconnettono il nominativo dal verbo che gli si appartiene, ovvero una parte del
loro e la quale tanto più volontieri confesso quanto più sono lontano dal voler comparire parziale od ingiusto. [46] Dirò d
rimendosi nelle parole un equabil languore mi si salta all’improvviso dal più basso al più acuto scorrendo molte volte tutt
pone silenzio alla orchestra, dando luogo al maestro che levi la mano dal cembalo e che pigli tabacco, mentre il cantore va
o l’idea che voleva rappresentarmi; e che simile all’Adamo introdotto dal Milton, dopo aver vagheggiata in sogno la belliss
quel pubblico “signorile e rispettabile” non differisce poco né molto dal volgo. Sì; volgo è in materia di spirito la massi
ntro i musici e i cantori che l’hanno accelerata. [56] Coloro poi che dal piacere del volgo traggono un argomento per conch
e della modulatoti convenevole», e Platone comparò la poesia separata dal canto ad un volto che perde la sua beltà passato
i si può render ragione della osservazione fatta prima in Inghilterra dal Gregory 147 poi di nuovo in Italia dal più volte
one fatta prima in Inghilterra dal Gregory 147 poi di nuovo in Italia dal più volte lodato Borsa 148, cioè che prendendo a
meno che la sua esecuzione restano applicabili a cento cose diverse; dal che avviene che il gusto dello spettatore abbando
anto che la varietà delle opinioni e il rapido loro cangiamento nasce dal principio medesimo che fece degenerar il teatro i
lontane dalla natura, altro diletto non resta se non quello che viene dal gradevole accozzamento dei suoni diretti non già
sacrifichi fino ai primi movimenti d’un cuor sensibile, mi trattiene dal farlo. No: avvenga che molti siano i cantori da m
ccezioni a questa regola, ma non le conosco. Trovandosi tutti lontani dal retto sentiero, la maggior grazia che può loro fa
sseri, fondate per lo più in pure battologie e questioni di voce nate dal non aver fissate l’idee né distinti bene i divers
no Cappella, il quale (in Nuptiis Philol.) espressamente lo distingue dal parlar ordinario e dal canto. Cotesta spezie di c
in Nuptiis Philol.) espressamente lo distingue dal parlar ordinario e dal canto. Cotesta spezie di canto non si capisce fac
, nulladimeno la pronunzia doveva essere assai musicale, come si vede dal gran conto che facevano degli accenti, chiamandol
e si vede dal gran conto che facevano degli accenti, chiamandoli così dal canto quasi ad concentum, e dai precetti premuros
ri antichi che sembrano ammettere manifestamente declamazione diversa dal canto. Cicerone (de Orat. l. pr.) parlando dell’e
spezie di declamazione fosse notata coi segni musicali, e prescritta dal maestro al cantore. S’egli averse preso a disamin
98 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 724
li città d’Italia ; volendo forse alludere a quella Diana (V.) citata dal Bartoli, l’amante di Silvio che dal di lei nome f
ludere a quella Diana (V.) citata dal Bartoli, l’amante di Silvio che dal di lei nome fu detto Silvio della Diana. Ma per t
omici, è aggiunto come nota : E perchè de dinari che furono prestati dal S.re Zerbini ne toccaua alla Diana moglie di Cint
99 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1047
ro della Pergola e ne’ maggiori d’Italia, scritturata per un triennio dal celebre maestro Lanari, eccola finalmente entrare
o : all’ infuori di queste due eccezioni, tutto ella provò, pigliando dal mondo il buono che potè, e vivendo la più allegra
il Carducci a Bologna ; dettò commedie e monologhi ; tradusse romanzi dal francese e dallo spagnolo ; fu giornalista, ed eb
100 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 507
parti staccate, che sostenne fino alla chiusura del teatro nel 1767, dal quale si ritirò, essendogli morta l’aprile dell’a
ortune, ed era stata accolta poco tempo dopo a mezza parte. Sappiamo dal Goldoni (Mem., T. III) che la signora Savi era la
per la commedia, ma che era giovane e di assai buona volontà. Uscito dal teatro, Bartolommeo Savi si diede prima a fabbric
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