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1 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Introduzione »
’uomo, forse il più ingegnoso e compito si è l’opera in musica. Niuna cosa nella formazione di essa fu lasciata indietro, ni
ensura di coloro che trattano il piacere da quella importante e seria cosa ch’egli è40. [Intro.3] Ora chi ponesse l’animo a
dovrebbono ubbidire sono pur essi che dettan leggi e comandano? Qual cosa in somma si può egli aspettare che riesca di buon
lto più al poeta, che dovrebbe a tutti presiedere e timoneggiare ogni cosa , dove tra’ cantanti insorgono tutto dì mille pret
tamente di mano, e co’ più vigorosi provvedimenti saria mestieri ogni cosa riordinare e correggere. Che già niun legislatore
mpresa? Altre volte presiedeva al teatro un corago o un edile, e ogni cosa vi procedeva con quell’ordine che si conviene, qu
2 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Delle scene »
ito insieme il decoro e il costume. Le scene prima di qualunque altra cosa nell’opera attraggono imperiosamente gli occhi e
a, all’autor medesimo dell’opera, il quale ha concepito in mente ogni cosa , e niente ha d’aver lasciato indietro di tutto qu
hiribizzi del mondo, trabiccoli, centinamenti, tritumi, trafori, ogni cosa è messo da loro in opera, purché abbia dello stra
a cupola fatto reggere le colonne, sopra cui ella posava, da mensole; cosa alla quale si storcevano alcuni architetti, prote
i stesso, un professore, amico suo, il quale si obbligò a rifare ogni cosa a sue spese qualora, fiaccando le mensole, le col
amente l’Egitto, maestra primiera di ogni disciplina. In effetto qual cosa vi ha egli di più grandioso e severo, lasciando s
prediche, imparava a memoria e recitava quelle del Segneri. [5.8] Una cosa importantissima, alla quale non si ha tutta quell
non ismentisca l’altro, e il tutto paia di un pezzo. [5.9] Un’altra cosa importantissima, a cui non si bada più che tanto,
, e vengono tanto esaltate da quelli che niente considerano e di ogni cosa decidono. Avverrebbe in questo ciò che avvenne in
3 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Della maniera del cantare e del recitare »
loro non è mai caduto in pensiero quanto sarebbe prima di ogni altra cosa necessario che imparassero a ben pronunziare la p
ano i nostri Rosci. A tutt’altro han l’animo, attendono ad ogni altra cosa , fuorchè a quello che pur dovrebbono. Invece che
lle loro spezzature e volate fioriscono, infrascano, disfigurano ogni cosa : mettono quasi una lor maschera sul viso della co
so, egli è vero, il sentir replicar sempre così appuntino la medesima cosa ; ed egli par ragionevole che si abbia a lasciare
ti. A tutti gli altri ci provegga il maestro, scrivendo per loro ogni cosa , guidandogli a mano in ogni mutazione, in ogni pa
ia lingua, esercitati nell’azione, fondati nella musica, e sopra ogni cosa tenuti a freno da’ buoni maestri, che vieta il cr
zo solo ottener quello che ha da esser il risultato di molti49. Certa cosa si è almeno che, rimessa la musica nel primiero s
4 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 671
ternarlo un Giove ultrice ( ?) eternar le tue pene in una ruota. Ogni cosa qui ruota : e Cieli, e Morte, e del venturo dì ru
ota : e Cieli, e Morte, e del venturo dì ruota l’Aurora ; sicchè ogni cosa è nel rotar sicura. Ruoti dunque Ission, ruoti la
5 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Dei balli »
Dei balli [4.1] Ma che cosa è finalmente questo nostro ballo, dietro al quale
labile della natura e che l’arte, di lei imitatrice, dee fare in ogni cosa di non trasgredire. Ma lasciando star questo, che
propriamente esprimere. Il compimento o la forma di essa è tutt’altra cosa . La danza deve essere una imitazione che, per via
6 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XIV. Commedia Nuova. » pp. 151-170
CAPO XIV. Commedia Nuova. Niuna cosa pruova più pienamente ciò che sul bel principio r
iò inutilmente di voltare in latino con ugual leggiadria, per la qual cosa si appigliò al partito di saltarne alcune cose, r
Ei dal bisogno oppresso, angusto tetto Non ha per ricovrasi, e d’ogni cosa Avendo inopia tra miserie geme; E si difende mal
o Mattei nel lodato Nuovo sistema d’interpretare i Greci disse alcuna cosa dell’antica e della nuova commedia ben diversa da
no alla poesia e alla musica, ma niun motto fecesi del ballo; la qual cosa non si sarebbe omessa, se il ballo fosse stato il
argomenti finti e non veri . Primieramente o egli ha voluto dire una cosa , e ne ha detto un’altra, o quel di nuovo sarà err
che nelle commedie di Aristofane gli argomenti fossero veri, la qual cosa , a non allucinarsi, nè anche è vera, perchè in es
dare per imbrogliarla sempre più non è nè lodevole nè utile nè onesta cosa . a. Si vedano le Addizioni del Nicodemo alla Bi
7 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO IX. Pregiudizj dell’Autore della Storia de’ Teatri, rilevati dall’Apologista. » pp. 95-111
della gioventù, credei a ciò conducente renderle, prima di ogni altra cosa , più famigliari i Drammi Greci, e Latini, che per
. p. 177.) insinua alla gioventù lo studio delle Commedie di Ariosto, cosa disapprovata dall’Apologista, perchè potrebbe tem
are lo studio di un eccellente modello dell’arte, quando anche alcuna cosa vi si dicesse con qualche libertà. Ma poi (sia ci
mp. p. 178. sino a 182.) contro l’aspettazione dell’Apologista dà per cosa verisimile e vera, che un Cervantes, che con tant
e secondo che pensa, a quella gravità e serietà con cui afferma simil cosa ? Io per me credo fermamente a quanto quì dice. E
alara? E mi dite Ecco? Ecco dinota la presenza, o la prossimità della cosa ; e Voi non mi date per nutrirmi, che belle parole
er nutrirmi, che belle parole su di ciò che voi stesso non sapete che cosa si fosse. Riguardo al Cervantes, di cui dite, che
tito il discorso di Lope, io veramente non trovo in tal Prologo simil cosa . Cervantes solo si attribuisce la gloria di esser
delle Commedie Italiane. In prima, Signor Abate, pare a voi la stessa cosa una privata asserzione di un semplice Scrittore,
8 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VI. Tragici Spagnuoli, secondo il Signor Lampillas, negletti, o censurati a torto dal Signorelli. » pp. 43-68
uzzo Giovanni Malara Scrittore del XVI. Di costui non si è conservata cosa veruna teatrale; ma si vuole che ne avesse scritt
umare il tempo sulle favole del Malara che non esistono, nè si sa che cosa fossero? Io cedo volentieri questo campo agli Apo
le della Critica: ma quando? quando più testimonj affermano la stessa cosa , e più se essi appartengano a diversi popoli, o s
o indirizzai al P. Lalantè a proposito del Torrismondo. Ma sapete che cosa credo ancora? Che questa domanda quì ripetuta ci
ischiara ancora il contenuto ne’ citati versi: “Prima di natura fu la cosa rappresentata, che la cosa rappresentante.... La
o ne’ citati versi: “Prima di natura fu la cosa rappresentata, che la cosa rappresentante.... La Verisimilitudine dipende tu
Verisimilitudine dipende tutta dalla Verità, e in lei riguarda: e la cosa rappresentante dipende tutta dalla rappresentata,
za di un vero noto, che non risveglia nell’ascoltatore veruna idea di cosa rappresentata, necessariamente sarà mal ricevuto,
lche scelto squarcio. IV. LUPERCIO LEONARDO DE ARGENSOLA. Niuna cosa più chiaramente dimostra, che il Sig. Lampillas n
ne che ci attacca ad Isabella), il qual personaggio ci fa mirare come cosa già dimenticata la morte dell’Eroina Cristiana, e
Sedano non niega questa moltiplicità di azioni, egli è assai notabil cosa che l’Apologista impugni l’evidenza, e che, quand
Tiranno in prò de’ Cristiani; ma il Signor Don Saverio mostrerà esser cosa plausibile che quei due Vecchi dabbene le propong
tolerabile licenza, se vi ha alcuno che ne abbia usato o ne usi, è la cosa più sconnessa degli antichi e de’ moderni, e la p
eatrale veri Maestri di Poetica. Udite un poco uno che sapeva qualche cosa di più delle regole di Unità, in cui voi ristring
9 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 558-559
co, finto morto e perseguitato dal mago Aristone ! Avreste saputo che cosa è il ridere di cuore, ridere lungamente e a più n
ngolare cui la forza dell’ Invidia non è giunta a denigrare !) ch’era cosa abbominevole il far ridere poi tanto quei che un
10 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XIV. Intorno alla descrizione de’ Teatri materiali di Madrid, fatta nella Storia de’ Teatri. » pp. 207-213
cola ancora, e inverisimile Chitarra, che, nel doversi cantare alcuna cosa , portava fuori alla vista dello spettatore un Son
igne, e temerarie. E che bisogno avea io di alterare il vero in simil cosa ? Per quale interesse l’avrei fatto? Il fareste vo
improveri degli abitatori di Madrid al vedere falsamente riferita una cosa materiale esposta alla vista di ognuno? Circa un
i illuminati nazionali, che l’aveano acquistata, se trovavano in essa cosa veruna contraria a una moderata Critica intorno a
11 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Del teatro »
ori del presente argomento toccare anche di simili particolari alcuna cosa ; acciocchè se, per quanto era in noi, si è dichia
re insieme e dilettar l’uomo; se non che anche quivi, come ogni altra cosa , è da osservarsi una certa regola e misura. La gr
l dolce inganno a cui nelle sceniche rappresentazioni ordinato è ogni cosa . Ed ecco che si contravviene dirittamente all’int
e trasportandogli di tra le scene nel bel mezzo della platea. La qual cosa non può farsi, ch’e’ non mostrino il fianco e non
he ha da dividere l’un ordine di palchetti e l’altro. Né qui ristà la cosa . Avendosi, secondo le leggi architettoniche, a da
12 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Conclusione »
la possegga quasi al pari della propria. Il primo dramma non è altra cosa che il secondo libro della Eneide messo in azione
messo in azione con qualche leggieri mutazioni solamente, perché ogni cosa , come è dovere, si riferisca ad Enea, che è il pr
13 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
riuscì mediocremente, poichè – osserva saviamente il Goldoni – altra cosa è il recitare fra dilettanti, ed il recitare fra
14 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — [Permissione] »
eatro Musicale italiano ec. di Stefano Arteaga, Stampato; non v’esser cosa alcuna contro la Santa Fede Cattolica, e pariment
15 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 456-459
ervizio del Duca di Modena senza dargliene alcun avviso ; per la qual cosa e' s’ebbe dal Marchese Decio Fontanelli sequestra
quale lungamente lo fece languire, e li disse più volte che non sapea cosa dirli, alfine che li darebbe una lettera per Bolo
tto, in cui tutti i Comici fanno « un paragone della Comedia ad altra cosa  » egli, dopo il discorso del primo innamorato Ott
16 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 801-806
dà molto da pensar, e che me fa star de mal umor. Pubblico. Cosa xe, cosa xe nato. Duse. Mi ghe lo digo, ma me raccomando
i ghe lo digo, ma me raccomando la segretezza, perchè se tratta d’una cosa seria. Pubblico. Sentimo, sentimo. Duse. Dopo d
ar tuti i zorni. Mi proprio no so che santi ciamar. Però go pensà una cosa sta note quando giera in leto che no podeva dormi
voler restaurare il teatro e intitolarlo col nome di Lei. Della qual cosa tanto si mostrò grata la somma artista che gli di
17 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « CORREZIONE AL TOMO IV. »
spressamente per cantare nella Real Cappella le divine laudi, la qual cosa è verissima. Abbiamo soggiunto che nella R. Chies
18 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »
e anch’egli ha così nome, ecc. Comunque sia, il Prologo è una scipita cosa , degno di far da avanguardia alla Flaminia più sc
19 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 935
tanza bene : fa il suo carattere in modo da non si poter meglio. (Che cosa non può la consuetudine). » Nel 1754, andando un
20 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Della musica »
o, vuol pure far da sé e piacere unicamente in qualità di musico. Per cosa del mondo non gli può entrare in capo ch’egli ha
enze della odierna musica dee notarsi in primo luogo ciò che la prima cosa salta, per cosi dire, agli orecchi nell’apertura
a la sinfonia non altrimenti viene riputata al di d’oggi che come una cosa distaccata in tutto e diversa dal dramma, come un
azione ha da essere un’armonia che seguiti passo passo la natura, una cosa di mezzo tra il parlare ordinario e la melodia, u
, lavorata con tutti i raffinamenti dell’arte. Non è egli la medesima cosa che se altri in passeggiando venisse tutto ad un
no i tre principalissimi mezzi ch’ei mettono in opera. [2.8] La prima cosa è piena veramente di pericolo, se uno guardi al b
del sentimento simpatizza di molto; e ciò per avere dinanzi una data cosa a dipignere con le varie modificazioni che l’acco
21 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Ferrara, li 4 marzo 1618.Ferrara, li 3 marzo 1618. » pp. 170-184
in Francia, in seguito alla richiesta fattane da quella Corte ; ma la cosa non ebbe effetto. » Marina Antonazzoni morì nel
Sig.r Flavio, acciò che spiegatone l’intento di V. E. si potesse far cosa di suo gusto, e parlato finalmente con il Sig.r F
e, e quando trovi altrimente mi privi della sua gratia che sopra ogni cosa stimo, ed aprezzo. Della Nespola poi non dico alt
la poi non dico altro, perchè dal Sig.r Flavio haurà inteso, che ogni cosa si faceva con patto che ella non ci fosse, stiman
mpagnia stia insieme, e che se vi è qualcheduno che prettendi qualche cosa o abi disgusto di che che si voglia lo si faccia
no a Teseo…. A la guerra, a la guerra !… A l’armi, a l’armi !! Pazza cosa non c’è che dire ; la qual, nondimeno, per quel c
e d’allora fossero, in genere (scritte o improvvise), una poverissima cosa , portato naturale del tempo, bruttino anzichè no,
22 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Vicenza, 24 novembre 1587. » pp. 308-309
alla Fran ceschina comico (alias Batista Amorevoli, il quale e tutto cosa mia, et e buona persona et desidero che gli facci
ato ne’varj ordini di pagamento insieme agli altri comici, non mi par cosa di gran rilievo ; poichè, come accenna il Baschet
23 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 35-37
crittore e dell’artista : III Pocointesta & Gratiano Poc. Che cosa vorrà il suo seruitor dal mio patrone cosi allo s
caplina lu in te la tutia, e mi in quel ch se sa. Dim Pocintesta, che cosa voi similitudinar quel che t’hà in quel Alcest ?
cos del fiameng azzò che le tiengan ben l’aqua ferma, .. subi pr vna cosa dè porca : mo fat qui, va in tal mia studi, e tuà
24 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 669
Il Gozzi si affaticò a provare allo Zanuzzi che la Vinacesi era poca cosa al confronto della Ricci (V.), che era stata con
25 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article »
elo. Nel seguito lodasi, a detta del Bartoli, « la sua bellezza come cosa rara, e specialmente i suoi capelli sono infinita
26 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Bologna del Monastero S. Mattia li 27 Gennaro 1689. » pp. 170-
quale è in necesita grandissima, io mi spiace non potere solo che in cosa minima soleuarli : V. Serenità dispensi l’ardire
27 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 793-794
o 1669. Non abbiam rinvenuta, nè trovasi per quanto si sappia, alcuna cosa poetica della sua Penna. L’Armida Impazzita per a
non reciterà, e se ne starà a casa p. la sua insuficienza, non so che cosa andare a fare a Bologna con duoi Morosi che non l
28 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Di Venezia, 21 marzo 1620.Venezia, 16 di giugno 1618. » pp. 513-520
desiderio di servire et gustare V. A. che senza far reflessione sopra cosa alcuna accomoderò il mio desiderio al suo gusto,
interesse che di buon ser.re, che è debito suo, rimettendo ogni altra cosa nell’arbitrio et volontà de'suoi Padroni. Ma ahi
bidire, io gli supplicai, che già che egli sapeva non poter servire a cosa alcuna nel concertato suo con S. A. che mi pareva
A. ho fatto alla cortigiana ; et più tosto volevo tacermi che scriver cosa di poco gusto, nondimeno perchè la lettera di V.
orzionata al sommo desiderio che ho sempre di servire a S. A. in ogni cosa . Io che conosco i nobiliss.i concetti dell’A. S.
dre dell’A. S. In somma Sig.r Marliani il dominio delle volontà non è cosa terrena, ne da lontano si posson rimediare gli in
29 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Del libretto »
mettervi quella mano emendatrice di cui ha bisogno ciascuna. La prima cosa che vuol essere ben considerata è la qualità dell
strano e maraviglioso avvenimento; ed esaltando in certa maniera ogni cosa sopra l’essere umano, può, non che altro, far sì
rsi al pubblico ne’ teatri da prezzo, dove la bellezza e novità della cosa facea correre in frotta la gente. Ma quivi la non
30 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO PRIMO. Origine della Poesia Drammatica. » pp. 2-11
gni imitazione, che è il perno, su cui volgesi la poesia; per la qual cosa Aristotile nella Poetica chiamava l’uomo animale
vista della balia e della madre prima che si avveggano di ogni altra cosa . Fanciulli ci formiamo sugli uomini, e principalm
i continenti Italiani si conoscevano tra loro? Il nome (non che altra cosa de’ Greci) il nome del famoso Pitagora, che secon
31 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO PRIMO. Origine della Poesia Drammatica. » pp. 2-9
gni imitazione, che è il perno, su cui volgesi la poesia; per la qual cosa Aristotile nella Poetica chiamava l’uomo animale
vista della balia o della madre prima che si avveggano di ogni altra cosa . Fanciulli ci formiamo sugli uomini, e principalm
i continenti Italiani si conoscevano tra loro? Il nome (non che altra cosa de’ Greci) il nome del famoso Pitagora, che secon
32 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 12
esaminato, due anni in prigione, poi lasciato in libertà, per la qual cosa si raccomanda al Duca di mandargli, o fargli aver
33 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 207
con esattezza cronologica il suo stato di servizio non è certo agevol cosa , tante sono le compagnie di vario genere, in cui
34 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
Angiola Paffi : « danno, hauendo seco un antico, e non poco concerto ( cosa mendicata, e ricercata da ogni Moroso), e rossore
35 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO IV. Memorie drammatiche d’oltramonti nel medesimo secolo XIV. » pp. 140-147
nzali dagli Spagnuoli; tanto più che ci sembra ingiusta e sconvenevol cosa il distendere il giudizio del Fontenelle, intorno
è riuscito raccorre nè dalla storia nè da’ romanzi apologetici stessi cosa veruna teatrale di questo secolo, siccome nè anch
36 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO III. Memorie drammatiche d’oltramonti nel medesimo secolo XIV. » pp. 41-46
nzali dagli Spagnuoli; tanto più che ci sembra ingiusta e sconvenevol cosa il distendere il giudizio del Fontenelle, intorno
iuscito raccorre, nè dalla storia, nè da’ romanzi apologetici stessi, cosa veruna teatrale di questo secolo, siccome nè anch
37 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 682-683
per quanti giorni ; e quanto sangue stimerà bene si faccia levare, e cosa debba prendere prima della cavata di sangue. Torn
ntagine, e li protesto che la fame la patischo, voglio un poco vedere cosa è per essere. » Il marzo del '25 era novamente in
38 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 471
ostra ; perciò mi sarà di non poca soddisfatione che, posponendo ogni cosa , vi transferiate qui a servire me et a compiacere
39 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 662
Antonio Sacco, dal quale dice il Gozzi (Mem. II) per non essere gran cosa grata al Pubblico di Venezia, con tutto il di lei
40 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 266-272
a voler sostenere la sua tesi, che le commedie cioè sono la più moral cosa del mondo, e chi ne dice male un fior d’ignorante
sciocchi amori ne i vecchi, e’ mali governi di casa derisi ; et ogni cosa si tira a buon fine. Ma perchè i documenti sono p
, ad un mercante è ingegno, et in un disgraziato è latrocinio. Altra cosa degna di nota nell’ Inavvertito è il personaggio
ggiore stampo. Quando Scappino gli dice : « vorrei che tu facessi una cosa contra a l’uso tuo, » Spacca risponde : « O, t’in
41 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 681
e meritò le attenzioni dell’ Imperator Giuseppe. Ella non valeva gran cosa nelle commedie dell’ Arte ; ma era eccellente nel
42 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Indice. » p. 443
e di Spagna suoi drammi 275. Filofofo di Sans-souci (S. M. Prussiana) cosa dice del teatro Tedesco 289. Filosofi Italiani d
99. 225. n. 229. n. illuminati dagl’Italiani 213. n. 270. n. 294. n. cosa dice di loro Finirco Materno 226. n. la Fontaine
360. n. 427. n. Freron (Elia-Caterino) sua distesa di Aristofane 96. cosa dice di M. de la Harpe 225. n., de’ drammi Tedesc
rancesca poetessa It. 328. Marmontel suo giudizio irragionevole 222. cosa pensa della di lui Poetica M. Palissot 95. 11. su
. 324. Scaldi poeti Goti 9. Scoro d’Hoochstraton Antonio p. T. 250. cosa gli avvenne ivi. Secco Niccolò comico It. 222.
te le dieci tragedie sieno sue 128. analisi e giudizio di quelle 129. cosa ne ha imitato     il Metastasio 143. seq. Shakes
43 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XV. Satiri: Ilarodie: Magodie: Parodie: Mimi: Pantomimi. » pp. 171-200
o dagli altri Greci orientali: e Fliaci nella Magna Grecia. È intanto cosa degna di nolarsi come in tante regioni abitate da
dopo, cioè a’ tempi di Augusto. Non sarebbe (dice m. Le Fevre) strana cosa che Eusebio si fosse ingannato; ma potrebbero par
sto ingrossavano il fiato, e ne rendevano debole la voce; per la qual cosa convenne dividere tutti gl’individui del Coro in
giche o satiresche, e a dire in tal guisa per mezzo de’ sensi qualche cosa allo spirito, altro non era la danza che una salt
o Pantomimo per contraffare tutti i personaggi di una favola; la qual cosa avendo osservata uno straniere, quest’abile danz
co Demetrio disprezzava i Pantomimi parendogli inutile e irragionevol cosa imitare col solo gestire quello che ottimamente e
44 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VIII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 269-289
li altri Greci orientali: e fliaci nella Magna Grecia. Egli è intanto cosa degna di notarsi come in tante regioni abitate da
dopo, cioè a’ tempi di Augusto. Non sarebbe (dice M. Le Fevre) strana cosa che Eusebio si fosse ingannato; ma potrebbero par
sto ingrossavano il fiato, e ne rendevano debole la voce; per la qual cosa convenne dividere tutti gl’ individui del coro in
giche o satiresche, e a dire in tal guisa per mezzo de’ sensi qualche cosa allo spirito, altro non era la danza che una salt
o pantomimo per contraffare tutti i personaggi di una favola; la qual cosa avendo osservata uno straniere, quest’abile danza
co Demetrio disprezzava i pantomimi parendogli inutile e irragionevol cosa imitare col solo gestire quello che ottimamente e
45 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 88-117
Pavaniglia Spagnola con una gagliarda di Santin da Parma, per la qual cosa poi, le lasagne, i maccheroni, e la polenta si ue
infelice mia sorte, poichè mentre ch’ io penso di pensar ad ogn’altra cosa , che all’avervi amato impensatamente, pensato mi
ente, che questa non è lista di dare, ne d’ hauere : ma anzi è apunto cosa , che apartiene al soggetto, di che uolete che hog
più ch’ io potessi le stampate, quantunque piu belle. si per che ogni cosa noua piu piace ; et si per esser parer quasi comu
lar elettione de recitanti, e destribuittione delle parti, che mi par cosa importantissima. Ver. Tanto, che è da stupirne,
el furore poetico, fà dire ad Ione, « ogni uolta ch’io recito qualche cosa miserabile, gl’ occhi mi lachrimano ; quando qual
ito qualche cosa miserabile, gl’ occhi mi lachrimano ; quando qualche cosa terribile o pericolosa, i capelli me si rizzano, 
su per la scena, che non par gia a gli uditori di ueder rappresentare cosa concertata ne finta, ma si bene di ueder succeder
rappresentare cosa concertata ne finta, ma si bene di ueder succedere cosa uera et improuisamente occorsa ; talmente cangia
che bisogna hauerci dispositione da natura, altrimente non si può far cosa perfetta ma però chi intende ben la sua parte, et
oua anco mouimenti et gesti assai apropriati, da farla comparire come cosa uera, Et a questo gioua molto [come anco in molte
nno cosi bene intendere, et rendono si piaceuole lo spettacolo, che è cosa marauigliosa a crederlo a chi ueduti non li habbi
di nouo apposta, tutti gl’ habiti da recitare una comedia, o anco una cosa pastorale. e pur ci seruiamo per lo piu di cose f
lla ch’ io faceua pur dianzi] bisogna hauer notato : per che una poca cosa che si scordi, può in gran parte sconcertar lo sp
simili. Sant. Hor circa a gl’ intermedij non ci uolete uoi dir hoggi cosa alcuna ? Ver. Lasciando di parlar di quelli che
alluminar la scena della nostra comedia, per ueder che non gli manchi cosa alcuna, et però con uostra licenza farò fine al m
46 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO X. Ultima Epoca della Tragedia Greca. » pp. 208-215
si appropriava le altrui, cioè quelle di Omero di Esiodo, della qual cosa viene da Camaleone incolpato. Acheo Siracusano an
vole di Menandro, Difilo, Apollodoro, Filemone, Alesside. Per la qual cosa fu mestieri per istruire la gioventù in difetto d
47 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo I. Ritorno delle Rappresentazioni Teatrali dopo nate le Lingue moderne. » pp. 181-187
la propria integrità e la giustizia della sentenza data, per la qual cosa richiedevasi in essi più forza di corpo che di me
o fra tante poesie piccarde, provenzali, siciliane, e toscane, veruna cosa che veramente si appartenga al teatro. Si favella
antori d’amore, nelle cui poesie, che ancora esistono, neppur si vede cosa veruna teatrale. Nelle Spagne si trovano i versi
48 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 203-211
orriscono, e che « come odono nominar comici, par che sentano qualche cosa profana e sacrilega. » Ma eccoci all’arte sua. «
corpo non sia bell’alma unita, essendo il bello e il buono un’istessa cosa . Era la signora Vincenza di statura piuttosto gra
ta proporzione e conveniente misura eran situate le belle membra, che cosa si ben composta, altrove non fu vista mai. Aveva
rte parolette e l’angelica armonia del canto mandava fuori. Ma quella cosa da che più l’alme eran percosse, e maggior virtut
e perdiam ne’gaudi immensi l’alma, gli spirti, i sensi ! Ecco che cosa scrive di cotesta donna il Garzoni nella sua Piaz
49 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO III. Opera musicale Spagnuola e Italiana e Teatri materiali. » pp. 89-108
se poi è trattenuto da un pantano vil altivo, questo rio annega ogni cosa . Veramente un rio che sbocca in un pantano non pu
e appreso da Ulisse à despreciar la voz de las sirenas, la qual cosa non può dire se non con ispirito profetico, perch
enire in potere de’ Mirmidoni; nè poi Achille potrebbe mai vedere una cosa già seguita, purchè le fiere a di lui riguardo no
ntazioni sceniche, quando ancora non eranvi teatri fissi. Era natural cosa che le famiglie che abitavano in simili case, ave
o; concretar las græcias per esprimere l’ accumular le grazie o simil cosa ; la metafora insieme e l’ antitesi puerile di bor
e che tali partiti non apportarono contese e sconcerti? Alla fine che cosa sono quattro pugni dall’una parte e dall’altra di
ofonda erudizione tutta chamberga, cioè che cade da tutti i lati, che cosa fa mai al caso nostro? Ha date forse il Signorell
50 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Avvertimento al lettore per la presente edizione »
curarne io stesso un’altra edizione, che può dirsi ed è realmente una cosa affatto diversa e per le considerabili mutazioni
51 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 866
chè a Venezia. » E il Loehner (op. cit., 286) aggiunge in nota : « La cosa è chiara perchè, precisamente a quest’epoca, Vene
52 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 278
ento, montò su tutte le furie. Si venne a spiegazioni ; e chiarita la cosa , in fin di carnovale, il Coralli dovette, scornat
53 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 490
è tutto armonizzasse e scorresse con regolarità e precisione, non era cosa per lui : forse perchè egli pure era vecchio e si
54 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 137-226
nima di tutta l’azione muore uccisa nell’atto dodicesimo, per la qual cosa ne’ seguenti nove atti l’azione cade, si rende st
media Hypolita e Comedia Serafina che non mi è riuscito di sapere che cosa fossero. Si fa inoltre menzione di un dramma dett
e ciò vuol dir di sì. Ma nella giornata V l’Eremita domanda la stessa cosa , ed egli risponde, ni pude ni quisiera . Or perc
Una commedia spagnuola rappresentata in Italia avrebbe avuto qualche cosa di particolare da spingere gli eruditi di quel te
là di Henares, ove si morì nell’1522, e lasciò molte opere. La stessa cosa si dice che fatto avesse Ario Barbosa b nato in A
ommedie, essendo solito a scriverne una in due soli giorni. Alla qual cosa conferì appunto quell’essersi sottratto alle rego
dire che nacque da semi originariamente pontici e silvestri, la qual cosa non piacque al Lampillas nemico della storia. I d
ondamento, nè altro scrittore nazionale prima di me mi ha sugerito nè cosa più ragionevole nè questo che io ho indicato a. M
odo degli antichi , ma secondo il gusto nazionale . Dicasi la stessa cosa di poche altre tragedie accennate nel II discorso
ndo anche che il Perez scrivesse le sue traduzioni in Italia (la qual cosa da niuno si è detta e dal Lampillas non si è prov
i scherni dell’Europa intera l’avesse posta in confronto colla Zaira; cosa piacevole e comica per ogni riguardo, non altrime
Lope de Vega; nè il Lampillas che voleva mettere alla vista la stessa cosa con minori mezzi, e che conta sempre le glorie de
tto, e la consorte sdegna. a. Che abjetta, che ingrata, che steril cosa è un plagiario impudente! Non pensa che coll’altr
nna anche in questo. E donde ricavò egli tal supposizione? Ed in qual cosa è fondata? E quali furono queste prime commedie s
che conosce gli andamenti dell’Huerta, ben sa che io non asserii una cosa immaginaria. a. Vengono mentovate nell’elogio fa
medesimo Lope, ed averlo Cervantes nominato come assai noto; la qual cosa ha sovente praticato in quell’opera piacevolissim
55 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo VI. Spettacoli Scenici Spagnuoli nel medesimo Secolo XVI. » pp. 252-267
i errori e pregiudizi nazionali sulla letteratura forestiera. Qualche cosa teatrale si compose in Portogallo dal famoso comi
che vuol dir di sì. Ma nella giornata V l’eremita domanda la medesima cosa , ed ei risponde, «ni pude, ni quisiera». Or perch
gioni». Di grazia, chi scrivea serafine, e tinellarie, e soldatesche, cosa potea insegnare all’Italia che facea risorger l’e
tici e silvetrri, come dinota la parola introduxeron; e se in qualche cosa merita Lope di esser ripreso, si é in non aver te
fluido e armonioso; ma il piano, i caratteri, l’economia, ogni altra cosa in somma abbonda di gran difetti, e non meritavan
56 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Teatro di Eschilo. » pp. 75-103
r parte de’ Grandi su gli nomini ancor meritevoli e benefici; la qual cosa era lo scopo de’ Greci poeti, repubblicani, di ch
qualche squarcio comunque da me espresso: O spazii immensi ove ogni cosa nuota, O voi venti leggeri o fonti o fiumi, E voi
e nobiltà e un patetico interessante; per esempio, ch’egli è assurda cosa il trovarsi Prometeo in tutta la sua rappresentaz
prenderne una per la chioma e la strascina verso i vascelli, la qual cosa esaminata colle idee de’ tempi correnti sembra di
rlante come ogni altro attore, ed uno solo favella pel resto, la qual cosa si osserva in tutte le tragedie antiche. Finalmen
57 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO V. Continuazione del teatro Latino. » pp. 222-242
antiquario che la voce maccus appartenesse alla lingua Osca, la qual cosa non sembra improbabile; ma è pur certo che la Gre
i rappresentavano, e forse da lui stesso ancora privatamente. La qual cosa per avventura non ignorando Giulio Cesare volle c
allora il popolo che sottentrasse il maestro a rappresentar la stessa cosa , ed egli obedì, e giunto a quelle parole si compo
pantomimi perpetuaronsi per mille e dugento anni sino a produrre, che cosa ? i partiti de’ Guelfi e de’ Ghibellini! È vero ch
che le meretrici vi andavano a suon di tromba tutte nude, per la qual cosa disse Giovenale nella Satira VI, . . . . . . .
58 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 550-553
ssero scritte interamente, pure il soggetto doveva entrar per qualche cosa nell’umore spontaneo del Calmo, vivificato, affor
ad altro pensati : nè sperar più di me, come de l’India farti signor, cosa fuor d’ogni termine. Lucido. Ahimè, ch’io sent
59 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 678-680
sso che il Petit-Maître francese ; il nome almeno significa la stessa cosa  ; ma il Paroncin imita il petit-maître imbecille,
a la Commedia scritta. Trovarono il soggetto buono ; accennai qualche cosa per istruire gli attori sopra quel che dovevan di
60 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAP. IV. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo XVI quando fiorirono gli scrittori producendo le Commedie dette Erudite. » pp. 136-255
averne poi tratti tanti e tanti altri dalla propria fantasia; la qual cosa gli rende superiori a’ Latini per invenzione, ed
uovi ne introdusse, come avvocati, cattedratici, teologi. Per la qual cosa possiamo fare osservare che il gesuita Rapin died
ttori: Che san di questo li Rettori?     Credi tu Che intendano ogni cosa ? E Lizio risponde: …… Anzi che intendano Poco e
la che riceve. Fazio gli dice che il facchino l’ha portata in dogana, cosa verisimile che spaventa Nibio d’altra sorte, e lo
à mai? Dessa è appunto, la quale, a quel che io ne penso, non è altra cosa , se non che un movimento proprio della comica po
cor giunto il prologo del Bibbiena, aveane egli composto uno, la qual cosa può indicare che la di lui commedia fosse scritta
mondo. Tuttavolta con giuramento si aggiugne di non averglisi furato cosa veruna; e che ciò sia vero, si cerchi quanto ha
r l’altro verso; più basso… Oh oh, or muori a posta tua. Oh bene. Che cosa è a far co’ savii! Chiavria mai imparato a morir
e di fuora eccellentemente? Se così bene di drento muore, non sentirà cosa che io gli faccia, e conoscerollo a questo. Zas:
’ nomi finti . Passa indi a discolparsi, se ad alcuno paresse esservi cosa men che onesta, benchè egli non creda che vi sia;
che io facessi ciò che voi volete, io mi lascerei scorticare. Nic. La cosa va bene. Pirro stà nella fede. Che hai tu? Con ch
ta commedia in prosa del Machiavelli per la medesima ragione; la qual cosa sarebbe una rara scoperta del secolo XVIII. Guard
antiche Di cui tolga il model; così ancor noi Non sappiam fare alcuna cosa bella, Se questa antichità per nostro specchio No
le maniere latine, e non per tanto mancano di ogni vivacità; la qual cosa pruova (contro l’asserzione dell’Andres) che la l
ma si scrisse in versi e per la maggior parte in ottava rima, la qual cosa osservò prima il Zeno. La Flora di Luigi Alamanni
spetto illustrino questo luogo, come io illustrato da voi veggio ogni cosa nelle più oscure tenebre della notte. Simili stu
facevano gli antichi, ma interzato, dice però di avere in ogni altra cosa seguitato il loro uso. E se vi parrà (soggiugne
si la naturalezza di questo dialogo, in cui non si dice o si risponde cosa che non sembri l’unica espressione richiesta nel
adizione che esistevano commedie antiche in Italia, o stimò che altra cosa non fossero che le farse dell’Arlecchino per avve
escimbeni, il Fontanini, il Poccianti, il Mazzucchelli. a. Fu strana cosa che l’Enciclopedista Marmontel avesse ciò pronunz
61 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VIII. Teatro di Sofocle. » pp. 104-133
tà e la maestà Omerica. Cicerone per dire che taluno meditava qualche cosa sublime, dice, an pangis aliquid Sophocleum? Ta
oggi involta nel l’oscurità di tanti secoli, o se avesse creduto far cosa contraria al pensare de’ suoi compatriotti? Somma
n tutti questi pregi parrà forse, nè senza fondamento, troppo orribil cosa a’ moderni quel vedere due figli tramare ed esegu
o mirabilmente accomodati alle particolarità del l’azione, nella qual cosa Sofocle riescì più di ogni altro tragico, Qualche
na classe o specie di attori per ballare, cantare e sonare, che altra cosa rimaneva al Coro? In oltre lo stesso Castelvetro
rodotti nelle sue favole che due soli attori, oltre del Coro, la qual cosa , come si è detto, sarebbe smentita da quelle che
62 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 726
doni, il quale dice di lui (Ediz. Pasquali, XIII) che non valeva gran cosa nel suo personaggio, ma aveva degli adornamenti c
63 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 597
comandarano le Signorie loro Ill.me auertendo m’intendo di non darli cosa alcuna, se non quando si farrano Comedie e che pe
64 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XII. Teatro di Aristofane. » pp. 16-140
irano da un lato, altri dall’opposto, e l’effetto si ritarda; la qual cosa allude alle discordie delle città Greche, per le
sono di accordo, ma temono che il custode abbia ad opporsi; alla qual cosa Euripide si traveste per l’ultima volta da una ve
de che si esamini qual de’ due sia il più insigne. San. E Plutone che cosa ha deliberato? Eac. Farne l’esame. San. Ma Sofocl
sura l’uso delle parole strane ignote agli spettatori. A quest’ultima cosa Bacco aggingne che in fatti egli aveva un’intera
a. Eschilo ancora motteggia de’ prologhi di Euripide; ed in qualunque cosa essi dicono, Bacco frammischia qualche facezia su
ocrate assiso in un cesto che stà sospeso, e gli domanda in prima che cosa faccia in quel cesto. Socrate risponde che egli v
de che egli va colla mente spaziando per l’aere e meditando sul sole, cosa che far non potrebbe, se co’ piedi toccasse la te
sorta di Dei giuri tu? ripiglia Socrate. Tu dei sapere che la prima cosa che qui s’insegna, si è che non vi sono Dei. Ecc
to con forza e arricchito d’immagini poetiche. Strepsiade domanda che cosa sono queste Nuvole? sono esse regine? No , dice
rgli una lezione. La scena è molto salsa e piacevole. Socr. Orsù che cosa vuoi tu prima imparare di tante che ne ignori? Vu
tu miglior metro, il trimetro o il tetrametro? Strep. Per me non v’ha cosa migliore del semisestario. Socr. Tu dici delle be
i, in che modo la scancelleresti? Strep. In che modo… in che modo…? E cosa da cercare… Oh! l’ho trovata, è bellissima. Vedi
agiona del caos che precedette la creazione. Era prima di ogni altra cosa il caos, la notte, l’erebo e l’immenso tartaro. N
, produsse la razza degli uccelli. Come poi ebbe Amore mescolato ogni cosa insieme, ne uscì il cielo, l’oceano, la terra, e
enar giorni felici e tranquilli, venga a vivere con noi uccelli. Ogni cosa turpe fra voi vietata per legge, diviene lecita e
ata per legge, diviene lecita e innocente nelle nostre contrade. Se è cosa abominevole e scellerata fra gli uomini il batter
scellerata fra gli uomini il battere il padre, appresso gli uccelli è cosa utile e ben fatta. Questi esercizii spirítuali s
eo. Prom. Oimè!… Che Giove non mi vegga!… Dov’è Pistetero? Pist. Che cosa è questa? Chi è costui che viene così coperto? Pr
nificenza di Cleone da noi motteggiata. Pur non vo’ lasciare di dirvi cosa che forse non vi piacerà, cioè che la commedia sa
il modo di regolarmi nel governare il popolo? E Demostene: Non v’ha cosa più agevole. Fa quel che fai ora delle tue salcic
magri sottili svelti accorti ingegnosi e robusti. Osservate un’altra cosa . Gli Avvocati prima di uscire dalla povertà, sono
o e sagace e riputato ad onta della nimistà che ebbe con Voltaire. La cosa più da notarsi nell’elogio di Moliere si è che le
65 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Padova, 28 luglio 1674.Venetia, 16 marzo 1675.Venetia, 23 marzo 1675.Venetia, 30 marzo 1675.Venetia, 13 ap.le 1675.Venetia, 20 ap.le 1675. » pp. 28-35
alla moglie, che per di più era la Prima Donna della Compagnia. Non è cosa tanto facile rintracciare le sue lettere annuncia
l.ma se lo ricordi perchè mi preme assai venire a Mantova con qnalche cosa di novo, non ho che agiungere e con la mia putta
rta con bonissima concordia fra di noi, et se pure vi è stata qualche cosa , ho procurato con la mia flemma di superar tutto,
66 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 697-702
che viene a bisogno come l’anno passato, non conoscendola buona a far cosa di più, acenandole che V. A. si maraviglia che fa
lato. Come riesce la compagnia non glie ne posso per ancora dirgliene cosa alcuna, perchè non è compita, e così come si è co
apo della Compagnia ? O una favorita del Duca ? O una che fosse l’una cosa e l’altra insieme ? E di dove sarebbe sbucata que
67 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VI. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 82-108
che ne volesse far la maschera, come si dice nell’atto I; per la qual cosa Aristofane dovette egli stesso montare in palco,
i vanno mettendo in ridicolo le serie formalità curiali per qualunque cosa di poco momento. Racine, che da tal commedia ha c
i vede prima in Atmone, indi in aria, e finalmente in certe balze. La cosa più degna di notarli in tal commedia é il giuoco
ono 46. Ecco quello che agli occhi de dotti era Aristofane. Dopo ciò, cosa pensereste di un giovane Gaulese, il quale più di
ie, delle quali a noi non son pervenuti se non pochi frammenti. Niuna cosa prova più pienamente ciò che abbiamo di sopra rag
ta in qualunque guisa lo spirito filosofico, rinasce l’ordine, e ogni cosa rientra nella propria classe, il gabinetto allora
ne ingrossavano il fiato, e ne rendevano inutile la voce; per la qual cosa bisognò dividere gl’individui del coro in istrion
imento avea fatto determinare i giudici dei drammi a permettere, come cosa lecita e onesti, la rappresentazione delle Nuvole
68 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO V. Teatro Tragico Francese nel XVII secolo. » pp. 166-211
tese a rendere più degne di compassione Sabina e Camilla, per la qual cosa , secondo il Conte di Calepio, i primi tre atti ri
divenire amico di un uomo dispregevole e privo di virtù? Per la qual cosa non ebbe torto quel Maresciallo De la Fevillade,
rappresentarsi, nè i posteri ne ristabilirono il credito; per la qual cosa poco parmi conducente al vantaggio delle gioventù
dia basterebbe cangiarne i nomi.» E Voltaire diceva ancora: «Non v’ha cosa più insipida, più volgare, più spiacevole del lin
nza di altre formole poetiche non disdicevoli alla scena, per la qual cosa partoriscono rincrescimento. Simili maniere abbon
ili maniere abbondano anco nelle tragedia del Racine; ma ecco in qual cosa egli si distingue da’ tragici mediocri. In questi
mo a introdurlo nella tragedia con decenza e delicatezza; per la qual cosa dee dirsi che da lui cominciasse la scena tragica
utore sino a quell’anno avea composte la favola del Tetrarca; la qual cosa sarebbe stata omissione rilevante, avendo tal com
69 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 149-268
cevolezza de’ motteggi, e Plauto secondo Orazio nell’una e nell’altra cosa calcò le di lui vestigia. Licone presso Suida att
ortesia e affabilità, e pensa di presentargli un buon pranzo; la qual cosa udendo Bacco, per goderne, riprende la clava e la
che si esamini qual de’ due sia il più insigne. San. E Plutone che cosa ha deliberato? Eac. Farne l’esame. San. Ma So
sura l’uso delle parole strane ignote agli spettatori. A quest’ultima cosa Bacco aggiugne che in fatti egli avea un’ intera
stia. Eschilo ancora motteggia di quelli di Euripide; ed in qualunque cosa essi dicano, Bacco frammischia qualche facezia su
ocrate assiso in un cesto che sta sospeso, e gli domanda in prima che cosa faccia in quel cesto. Socrate risponde che egli v
de che egli va colla mente spaziando per l’aere e meditando sul sole, cosa che far non potrebbe se co’ piedi toccasse la ter
e sorte di dei giuri tu? ripiglia Socrate. Tu dei sapere che la prima cosa che quì s’insegna, si è che non vi sono dei. Ecco
to con forza e arricchito d’immagini poetiche. Strepsiade domanda che cosa sono queste Nuvole, e se son regine? No, dice Soc
gli una lezione. La scena è molto salsa e piacevole: Socr. Orsù che cosa vuoi tu prima imparare di tante che ne ignori? Vu
miglior metro, il trimetro o il tetrametro? Strep. Per me non v’ha cosa migliore del semisestario. Socr. Tu dici delle
la scancelleresti tu? Strep. A che modo . . . a che modo . . .! E’ cosa da cercare . . . Oh! l’ho trovata; è bellissima.
ragiona del caos che precedette la creazione. Era prima di ogni altra cosa il caos, la notte, l’erebo e l’immenso tartaro. N
e produsse la razza degli uccelli. Come poi ebbe amore mescolata ogni cosa insieme, ne venne il cielo, l’oceano, la terra e
enar giorni felici e tranquilli, venga a vivere con noi uccelli. Ogni cosa turpe fra voi vietata per legge, diviene lecita e
ata per legge, diviene lecita e innocente nelle nostre contrade. Se è cosa abominevole e scellerata fra gli uomini il batter
scellerata fra gli uomini il battere il padre, appresso gli uccelli è cosa utile e ben fatta. Questi esercizj spirituali son
è! . . . . Che Giove non mi vegga! . . . Dov’è Pistetero? Pist. Che cosa è questa? Chi è costui che viene così coperto? P
nificenza di Cleone da noi motteggiata. Pur non vo’ lasciare di dirvi cosa che forse non vi piacerà, cioè che la commedia sa
a il modo di regolarmi nel governare il popolo? E Demostene: Non v’ha cosa più agevole. Fa quel che fai ora delle tue salcic
i, sottili, svelti, accorti, ingegnosi e robusti. Osservate un’ altra cosa ; gli Avvocati prima di uscire dalla povertà sono
d aver tanto a sdegno l’esser vinto. IV. Commedia Nuova. Niuna cosa pruova più pienamente ciò che sul bel principio r
lta in qualunque guisa lo spirito filosofico rinasce l’ordine, e ogni cosa rientra nella propria classe, il gabinetto allora
dal bisogno oppresso, angusto tetto Non ha per ricovrarsi, e d’ogni cosa Avendo inopia tra miserie geme, E si difende
ttei nel lodato Nuovo Sistema d’ interpretare i Greci ha detto alcuna cosa dell’antica e della nuova commedia assai diversa
i argomenti finti e non veri. Primieramente o egli ha voluto dire una cosa e ne ha detta un’ altra, o quel di nuovo sarà err
, in una repubblica popolare allora gelosissima, si sarebbe mai simil cosa tollerata? Non avrebbero gli Ateniesi gridato sub
ichità; ma sudare per imbrogliatla sempre più, non è lodevole nè util cosa . 120. Vedasi il Nicodemo nelle Addizioni alla Bi
70 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 387
agnia Reale fa sempre il primo amoroso giovine : e quantunque qualche cosa siasi sempre detto sul suo conto, si è sempre con
71 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 37-96
ma di tutta l’ azione, muore uccisa nell’atto dodicesimo, per la qual cosa ne’ seguenti nove atti l’azione sensibilmente cad
e Comedia Serafina, che non mi è riuscito di vedere nè di sapere che cosa fossero. Si fa in oltre menzione di un dramma det
e ciò vuol dir di sì. Ma nella giornata V l’eremita domanda la stessa cosa , ed ei risponde ni pude ni quisiera. Or perchè po
Una commedia Spagnuola rappresentata in Italia avrebbe avuto qualche cosa di particolare da spingere gli eruditi di quel te
ommedie, essendo solito a scriverne una in due soli giorni. Alla qual cosa conferì appunto quell’essersi sottratto alle rego
dire, che nacque da semi originariamente pontici e silvestri, la qual cosa non piacque al Sig. Lampillas nemico della storia
metodo degli antichi, ma secondo il gusto nazionale. Dicasi la stessa cosa di poche altre tragedie accennate nel II Discorso
ndo anche che il Perez scrivesse le sue traduzioni in Italia (la qual cosa da niuno si è detta e dal Lampillas non si è prov
i scherni dell’Europa intera l’avesse posta in confronto colla Zaira; cosa così piacevole e comica per ogni riguardo come se
orir di Lope; nè il Lampillas che voleva mettere alla vista la stessa cosa , e che conta sempre le glorie de’ Portoghesi come
e la consorte sdegna. 37. Che ab jetta, che ingrata, che steril cosa è un plagiario impudente! Non pensa che coll’ alt
eziandio in questo. E donde ricavò egli tal supposizione? Ed in qual cosa è fondata? E quali furono queste prime commedie S
là lasciati? Ma la nazione imparziale ben sa che io non asserisco una cosa immaginaria. 48. Vengono mentovate nell’elogio f
medesimo Lope, ed averlo Cervantes nominato come assai noto; la qual cosa sovente ha praticato in quell’opera piacevolissim
72 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda guerræ Punica. » pp. 91-171
eo, e Beroaldo e Hagendorphin il Bruto. Ma la poesia scenica guadagna cosa alcuna in discutere siffatte cose con gravità e l
e 97 affermò che il parto perfetto viene dopo il decimo mese, la qual cosa ripete Plauto nella Cistellaria. Cecilio nella su
auto e Terenzio hanno in una scena usato questo colore di dire alcuna cosa a voce alta ed altre con poca voce. Ma in questa
imo pensiero del poeta di far parlar la natura; ed accennarle qualche cosa di soppiatto, come pretendeva Farnabio, avrebbe r
non est, cum eam consequitur alienus puer. Ma dall’altra parte che cosa risponderà egli a Lachete che fa premura che acce
ra dell’uno i due primi atti e il rimanente all’albeggiar dell’altro, cosa , per quanto si sa, mai più non avvenuta, e di cui
guata ragione, siccome è stato anche da altri avvertito104. Ma questa cosa potrebbe fare che un poeta assennato chiamasse do
Nuoce all’unità del luogo la comparsa di Menedemo che zappa, la qual cosa suppone un campo; e la necessità di una strada pu
in essa notarsi diverse bellezze; ma noi accenneremo soltanto alcuna cosa della terza scena dell’atto secondo, la quale con
costernato, que’ due fingono di voler partire e lasciarlo; alla qual cosa Antifone si scuote, s’incoraggia, e si sforza di
d. É ver. Ant. Non so cambiarmi. Get. E se doveste Qualc’altra cosa far più faticosa? Ant. Non posso questa, men po
acconto speciale) senza poi tenersi più ragione di altre ripetizioni, cosa che sarà avvenuta ad altre commedie di Cecilio, d
buona economia e con ispecial grazia e vaghezza. Ma sopra ogni altra cosa le pitture degl’ innamorati Fedria e Cherea sono
uesti due giorni. Addio, mio caro Fedria; vuoi tu da me qualche altra cosa ? Ed egli: . . . . . . Egone quid velim? Cum m
’eunuco a Taide. In tale azione così condotta e distribuita non havvi cosa irregolare per la quale abbiasi a rifiutare la co
he ebbe l’annotatore di censurarla, è che Fedria parla della medesima cosa accennata con Taide. Ma sarebbe strano che in due
si tenesse per legittimo, ascoltati prima molti filosofi; della qual cosa vedasi il III libro al capo sesto delle Notti Att
73 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XIII. Commedia Mezzana. » pp. 141-150
Senza noja viviam: d’inutil cure Non si opprima la mente. Ah non vi è cosa Più del ventre gioconda. Ei sol ci è padre, Ei ma
e tra’ poeti tragici Agatocle, Aristarco, Tegeate, e Carcino, la qual cosa non parmi che altri dica. Aggiugne ancora che egl
74 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1055-1059
nome di Carolina Internari. Dire di lei come artista non è difficil cosa . Fu grande nel più largo senso della parola, così
nno chiesto e non hanno ottenuto, e l’artista ha potuto persuadermi a cosa , che rifiutai a principesse russe, che per me equ
75 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XV. ed ultimo. Conchiusione con pochi Avvisi amorevoli agli Apologisti. » pp. 214-236
aragliare senza riscatto i vostri Emuli? Fornitevi pria di ogni altra cosa di fatti antichi, e moderni. Ciò costa, è ben ver
Sofocle faceva dire ad Elettra, πόνου τοι χωρις οὐδὲν ἐυτυκεῖ, Niuna cosa succede felicemente senza fatica. E che possono m
secondo che scrive Senofonte nell’Orazione in di lui lode, “giudicava cosa conveniente, che l’autorità de’ Re dovesse essere
che. Con tutto ciò delle celebri Città Italo-Greche ci rimase qualche cosa più preziosa, cioè a dire la memoria gratissima d
empre con inquietudini e turbolenze; nè poi costa, che c’insegnassero cosa veruna. L’istesso è da dirsi de’ Greci. Or perchè
upposizioni aeree, dalle quali si deducono asserzioni positive. Non è cosa ben ridicola il supporre a quei tempi sì remoti g
76 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VII. Su i principali Requisiti per giudicar dritto de’ Componimenti Scenici, Mente rischiarata, e Cuore sensibile. » pp. 69-85
n. Lampillas) la tanto da moderni Saputelli decantata Sensibilità? E’ cosa riserbata al solo Popolaccio? Non la conoscono i
Geometra che sentiva lodar la Fedra, diceva, questa Fedra non pruova cosa veruna. Socrate, Newton, il Geometra, pel disuso,
mente ravviluppate può tirare l’attenzione dell’Uditorio: per la qual cosa l’adoperano immoderatamente coloro, che si compia
nè più sensibili giudice si manifesta il P. Rapin nel dire, che niuna cosa fa la bellezza delle Tragedie, se non i ragioname
sensibilità del miglior Tragico. Le parole, la sentenza, sieguono la cosa , il fatto: Verbaque provisam rem non invita seq
77 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 228
748, 6000 talleri (Reichstaller), e dal’ 48 in poi 7975. Non era gran cosa . È ben vero che il Conte di Brühl, primo ministro
78 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 17
o e semiserio. Nella commedia in dialetto veneziano, poi, era qualche cosa di geniale, grazioso, oserei dire inarrivabile. C
79 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VIII. Degl’Inventori del Dramma Pastorale. » pp. 86-94
ccurato ragionatore come il Signor Lampillas, non avrà avanzata simil cosa senza documenti, vediamo quali essi siano. Incomi
ntratta intorno al 1511., perchè allora quel Valenziano stampò alcuna cosa in Siviglia? Non poteva formarsi venti, trenta, o
’ Commedianti Spagnuoli, e de’ loro costumi, sono in verità ben altra cosa che una Storia de’ Teatri delle antiche Nazioni e
80 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — 2 giugno 1902. Guido Biagi. » pp. 327-333
to il bernoccolo dell’ erudito e del feroce raccoglitore di qualunque cosa avesse attinenza con la storia del nostro Teatro.
per formare un vero museo del Teatro Italiano, che dovrebbe diventar cosa pubblica, a documento delle nostre glorie passate
to mano. Le giuro, che que' versi miei sulla Madonna mi parvero altra cosa , cioè meno infelice, quando procurai di recitarli
81 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda Guerra Punica. » pp. 129-244
Atreo, e Beroaldo e Hagendorphin Bruto. Ma la poesia scenica guadagna cosa alcuna in discutere siffatte cose gravemente e lu
le a affermò che il parto perfetto viene dopo il decimo mese, la qual cosa ripete Plauto nella Cistellaria. Cecilio nella su
auto e Terenzio hanno in una scena usato questo colore di dire alcuna cosa a voce alta, ed altra con voce bassa, e furtivame
imo pensiero del Poeta di far parlar la natura, ed accennarle qualche cosa di soppiatto, come pretendeva Farnabio, avrebbe r
c non est, cum eam consequitur alienus puer. Ma dall’altra parte che cosa risponderà egli a Lachete, che fa premura che acc
a dell’uno i primi due atti, e il rimanente all’albeggiar dell’altro, cosa , per quanto si sa, mai più non avvenuta, e di cui
adeguata ragione, siccome è stato anche da altri avvertitoa Ma questa cosa potrebbe fare che un poeta assennato chiamasse do
Nuoce all’unità del luogo la comparsa di Menedemo che zappa, la qual cosa suppone un campo; e la necessità di una strada pu
i diverse bellezze; ma ci contenteremo soltanto di fermarci in alcuna cosa della 3 scena dell’atto II, la quale contiene ven
costernato, que’ duo fingono di voler partire e lasciarlo; alla qual cosa Antifone si scuote, s’incoraggia, e si sforza di
o cambiarmi. Get. È ver. Non so cambiarmi.E se doveste Qualche altra cosa far più faticosa? Ant. Non posso questa, men potr
appresentata due volte in poco spazio di tempo (non già in un giorno, cosa che sarebbe stata avvenimento ben raro in Roma e
speciale) senza poi tenersi più ragione di altre ripetizioni, la qual cosa sarà avvenuta altresì ad altre commedie di Cecili
buona economia e con ispecial grazia e vaghezza. Ma sopra ogni altra cosa le pitture degl’innamorati Fedria e Cherea sono c
uesti due giorni. Addio, mio caro Fedria; vuoi tu da me qualche altra cosa ? Ed egli : ……… Egone quid velim? Cum milite isto
he ebbe l’annotatore di censurarla, è che Fedria parla della medesima cosa accennata da Taide. Ma sarebbe strano che in due
si tenesse per legittimo, ascoltati prima melti filosofi; della qual cosa vedasi il III libro al capo 6 delle Notti Attiche
sai forse? Cur. E di un’aria sì modesta e graziata che non si può dir cosa nè più vaga nè più vezzosa; e perchè ella sembrav
82 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO II. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo. » pp. 175-262
averne poi tratti tanti e tanti altri dalla propria fantasia; la qual cosa gli rende superiori a’ Latini per invenzione, ed
uovi ne introdusse, come avvocati, cattedratici, teologi. Per la qual cosa possiamo fare osservare che il gesuita Rapin died
ttori: Che san di questo li rettori? credi tu Che intendano ogni cosa ? E Lizio risponde: . . . . . Anzi che intend
a che riceve. Fazio gli dice, che il facchino l’ha portata in dogana, cosa verisimile, che spaventa Nibio d’ altra sorte, e
à mai? Dessa è appunto, la quale, a quel che io ne penso, non è altra cosa , se non che un movimento proprio della comica poe
cor giunto il prologo del Bibbiena, aveane egli composto uno, la qual cosa può indicare che la di lui commedia fosse scritta
mondo. Tuttavolta con giuramento si aggiugne di non averglisi furato cosa veruna; e che ciò sia vero, si cerchi quanto ha P
ro verso; più basso . . . . Oh ob, or muori a posta tua. Oh bene. Che cosa è a far co’ savj! chi avria mai imparato a morir
e di fuora eccellentemente? Se così bene di drento muore, non sentirà cosa che io gli faccia, e conoscerollo a questo. Zas:
e’ nomi finti. Passa indi a discolparsi, se ad alcuno paresse esservi cosa men che onesta, benchè egli non creda che vi sia;
e io facessi ciò che voi volete, io mi lascerei scorticare. Nic. La cosa va bene. Pirro stà nella fede. Che hai tu? Con ch
ta commedia in prosa del Machiavelli per la medesima ragione; la qual cosa sarebbe una rara scoperta del secolo XVIII. Oltre
che Di cui tolga il model; così ancor noi Non possiam fare alcuna cosa bella, Se quest’antichità per nostro specchio
spetto illustrino questo luogo, come io illustrato da voi veggio ogni cosa nelle più oscure tenebre della notte. Quanto sono
facevano gli antichi, ma interzato, dice però di avere in ogni altra cosa seguitato il loro uso. E se vi parrà (e’ soggiugn
si la naturalezza di questo dialogo, in cui non si dice o si risponde cosa che non sembri l’unica espressione richiesta nel
adizione che vi fossero commedie antiche in Italia, o stimò che altra cosa non fossero che le farse d’Arlecchino per avventu
cimbeni, il Fontanini, il Poccianti, il Mazzucchelli. 128. Fu strana cosa che l’ enciclopedista Francese Marmontel avesse c
83 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 584-585
na di coteste sere di lucido intervallo, che fu istantemente pregato, cosa non mai accaduta nè prima, nè dopo di lui, di tra
84 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 914
Commedia a memoria senza dimenticarsi giammai alcuna ancorchè menoma cosa  ; questi sono finalmente tutti quei pregi rari, c
85 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 390-391
ritirò nella sua Bologna, dove morì il 19 febbrajo dell’ '85. Che cosa fosse Giuseppe Rodolfi come artista, niuno ha mai
86 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 543-544
orno, in cui tra loro uniti stanno di Cecco e Beco i venerandi figli, cosa , che segue un par di volte l’anno : nel secol d’o
87 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 588
t molti compagni dicono che Vostra Altezza Ser.ma gli meso della qual cosa non e uero poi che Vostra Altezza Ser.ma a sempe
88 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XII. Confronto Apologetico della Opera Italiana, e della Commedia Spagnuola. » pp. 149-181
Cita egli in fine anche il Gravina. Ma questo nostro gran Critico che cosa riprova nell’Opera? I trilli i passaggi, o gorghe
come lo Spirito di Nazionalità vi ha offuscata la vista, per la qual cosa avete perduta la traccia del vero, e vi siete att
n era un Canto deciso, come il Moderno, nè un parlar naturale, ma una cosa che partecipava dell’uno e dell’altro. Fu questo
e ne fissa il gusto. Ma questa succinta storia musicale prova alcuna cosa a favore del Signor Lampillas? Prova, che la non
a della versificazione, e in cantar male senza Musica, di che non v’è cosa più nojosa? Erano più del Canto verisimili las Co
, il quale col fatto convenga in non cercare un impossibile, cioè una cosa , che non può andare altramente di quello, che và.
n la troverebbe sì viva e naturale, se non considerasse, che a quella cosa non dee badare? Se non m’inganno, io ve ’l farò t
olgo, dove vada? Vado, risponderà ridendo, alla Commedia (cioè ad una cosa che sa di esser finta): vado a vedere Los Aspides
e dee sempre essere imperfetta, e rimarrà sempre all’Uditorio qualche cosa da supplire per passare il tempo senza noja. = Do
89 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO X. » pp. 112-139
Italiana? Un altro Autore vi contraddice, affermando essere ingiusta cosa “pretendere di trovare il gusto universale d’Ital
e parole, se ne millantano. Si abolì dunque il nome, e si conservò la cosa . Le Commedie non ammisero più le Serafine Valenzi
des abrazar. “Cel: “Siempre te has de anticipar “à mis deseos.” Qual cosa così viene poi riferita dal Grazioso: “Lo que es
non aggregarmi co’ forestieri Anti-Spagnuoli? Passiamo a dir qualche cosa intorno alla fecondità di Lope tanto esaltata dal
ge.” Or queste regole rubano molto tempo al verseggiare. Per la qual cosa , mio Signor Lampillas, non piacemi (benchè ciò nè
sei Commedie da non perire giammai. Io credo, che più che ogni altra cosa questo genio di precipitazione nel comporre faces
i rallegra del suo lucrativo mestiere una Graziosa: “. . . . . no ay cosa “como dexar tratos viles, “y ser estafeta honrada
90 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 461-471
era stato applaudito. S. M. ripigliò : « Intendo, vorrebbe sapere che cosa ha detto, ma…. oh ! via, diciamolo. Si trattava d
a ordinato che si cibasse di cibi leggieri. Tutti proponevano chi una cosa chi l’altra. Arlecchino disapprovava tutto : se v
il vostro ammalato dategli quattro cervelline di donna, che non vi è cosa più leggiera al mondo. La cosa mi arrivò così imp
ttro cervelline di donna, che non vi è cosa più leggiera al mondo. La cosa mi arrivò così improvvisa e frizzante, che non so
91 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « [Privilegio] » pp. -
ume a ciò, che aveva egli scritto nella sua Storia. E perchè non v’ha cosa alcuna nel suddetto Discorso, che offenda la puri
92 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 17
toria del Teatro de’Fiorentini (Napoli, 1878, pag. 66) ci racconta la cosa . Nella quaresima del 1838 si fecero alcuni cambi
93 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 343
e osservava il tutto dalla bottega vicina di un merciajo. Per la qual cosa il sottoscritto si sarebbe recato all’ Ufficio de
94 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 549
li, le migliori politiche (18, 129, 179) furono a lui dirette. Ma che cosa passasse il povero capocomico di nome in quell’an
95 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 658-659
tra voi la pace sia ; fate l’istesso voi, sposo diletto ; e, d’altra cosa vi voglio avvisare : fate bel bello per poter dur
96 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 772
tti, lo scritturò come primo amoroso per la quareresima del 1878. Che cosa divenisse il Diotti in pochissimo tempo, tutti no
97 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 482-483
lettando governa le menti e i' cuori a figurare gli umani affetti una cosa col vero fra l’unanime applauso dei forlivesi che
98 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Pastorali: Teatri materiali. » pp. 224-253
uoi personaggi a favellare senza rendere le strade solitarie, la qual cosa dee osservarsi nella lettura di esse colla descri
teratura Italiana. Torchio gli dice: Questo è troppo; è un ignorante; cosa volete che stampi? Non importa, replica Falloppa,
i entra in teatro, sono laterali e non dirimpetto alla scena, la qual cosa produce il doppio vantaggio di non indebolire la
gliorò la figura rendendola semicircolare, ed acquistò luogo per ogni cosa coll’ industrioso partito di cangiare il sito del
a pazienza del Signorelli? Sapesse almeno codesto infelice capire che cosa sono le favole di Mercier e di Villi, e che cosa
infelice capire che cosa sono le favole di Mercier e di Villi, e che cosa è la Faustina! Egli è il più deplorabile de’ Wasp
99 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO III. Se ne’ secoli XIV., e XV. gl’Italiani ebbero Poesie Sceniche. » pp. 14-19
trova l’Apologista nella storia Scenica Italiana di quel tempo altra cosa eccetto che alcune rappresentazioni, nelle quali
del Bojardo, l’Amicizia del Nardi, della quale soltanto dice qualche cosa l’Apologista? Ora tutte queste sceniche produzion
100 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo IV. Teatro americano. » pp. 19-25
entata e migliorata l’agricoltura con tante altre arti, seppe qualche cosa di geograsia, meccanica, e agronomia, ed ebbe pol
rompe in un dirotto pianto, e talvolta entra in tal furore, che non é cosa rara, vi sia trucidato qualche spagnuolo. 11. S
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