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1 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VIII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 269-289
col dargli a bere del vino generoso, l’ accieca, e fugge con tutto il coro de’ Satiri, i quali intervengono nella favola con
stro Bacco Si cantavano un tempo? In tal Timele Canterà il nostro coro ! Si avanzano i Satiri lamentandosi della loro
entandosi della loro vita laboriosa e piena di pericoli, e cantano un coro , il quale naturalmente adduce un giuoco di teatro
pitture pateti che, campestri e comuni. Atto II. Sileno interrompe il coro additandogli un legno di Greca costruzione approd
concio. Ulisse si discolpa narrando il vero e accusando Sileno, ma il coro favorendo il padre lo smentisce. Patetiche ed elo
rele e preghiere che Ulisse indirizza a Pallade, succede il canto del coro il quale sospetta di ciò che dentro farà il Ciclo
nsino al cielo, e Giove ancora nol fulmina! Atto III. Narra Ulisse al coro pateticamente la strage de’ suoi compagni divorat
di dargli del vino in copia, per mezzo di cui potrà vendicarsene. Il coro vuol concorrere al disegno e fuggir seco. Ulisse
un legno bruciato nella punta per renderlo più duro e penetrante. Il coro lo seconda, e per dissimulare canta in lode del C
pe. Atto IV. Polifemo pieno di vino esce brancolando, e secondato dal coro canta una specie di ecloga invitando la sua Galat
oler far parte del vino ai Ciclopi suoi fratelli, dal che Ulisse e ’l coro il dissuadono. Polifemo rimane persuaso, e si fa
nella spelonca si mette a giacer supino e russa fortemente. Parte del coro entra per eseguir l’impresa, e parte rimane al co
ed ora il Ciclope fremendo si querela di Niuno che l’ha acciecato. Il coro domanda, chi abbia in lui commesso quest’eccesso?
uest’eccesso? Niuno, ei risponde. Di chi dunque ti lagni, ripiglia il coro , se niuno colpa al tuo male? Oimè! (dice il Ciclo
si mette all’entrata della caverna, perchè non ne esca alcuno. Ma il coro l’avverte che vanno uscendo. Da qual parte? . . .
. più su, ora più giù. Il Ciclope si volge a seconda delle parole del coro brancolando; ed essendo in tal guisa aggirato Uli
guisa aggirato Ulisse ha luogo di uscire, e con tutti i compagni, col coro e con Sileno si salva sulla nave, deridendo il Ci
corpo solo con la musica e la poesia. Versi non potevano cantarsi dal coro che non si animassero con misurati atteggiamenti.
romenti non lasciava di appressarsi più al favellare che al canto del coro . Allora questa classe ad altro non attese che ad
al grave, che imitava artificiosamente il parlar naturale. Rimase al coro il pensiero d’intrecciar carole cantando; e in qu
e la voce; per la qual cosa convenne dividere tutti gl’ individui del coro in istrioni musici dediti al solo canto e in istr
2 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « CORREZIONE AL TOMO IV. »
nella R. Chiesa dell’Incarnazione pur di Madrid allevasi altro simil coro di evirati, e ciò abbisogna di dichiarazione. L’I
e ciò abbisogna di dichiarazione. L’Incarnazione non ha altro simile coro come quello della R. Cappella; ma fra’ Sacerdoti
3 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Enea in Troia »
so e da’ cavalli di Achille strascinato dintorno alle patrie mura. Il coro la consola celebrando insieme con Priamo la fuga
uo monumento il cavallo consecrato a Minerva. In mezzo ai cantici del coro e alle danze giulive esce Cassandra, verace semp
cantico al quale pur sotto voce rispondono i Greci. Verso la fine del coro incomincia un combattimento nel fondo del teatro
ci di Troia, tutti congiurati a sovvertirla. Partito Enea, seguita un coro degli medesimi dei e un ballo di Furie. Nell’Atto
de nel fondo del teatro risplendere l’aureo Campidoglio; e seguita un coro degli dei e un ballo degli geni protettori di Rom
4 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO III. La Poesia Drammatica ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia nel secolo XIV. » pp. 125-139
dens humum, Patremque saevâ voce Luciferum ciet. L’atto termina col coro che si dimostra timido e dolente per li pubblici
enuto nell’intervallo degli atti, ed è affare di non pochi giorni. Il coro deplora la publica miseria, ed implora la vendett
dos, tolle pendentes moras…. Fortuna vires ausibus nostris dabit. Il coro chiude l’atto raccontando in pochi versi tutta la
ieri. Ma qual tempo è corso dal consiglio di marciare al racconto del coro ? E come ha egli saputo ciò che è passato fuor di
tempo di Ezzelino, ed al fine la morte di lui. Con un’ ode saffica il coro chiude l’atto, dando grazie al cielo per la morte
Ezzelino, e la morte di Alberico. Qual fu il di lui fine, domanda il coro ; ed il Messo così lo racconta: Tum plura stantem
mbra dispersit frequens Vulgus per avidos illa distribuens canes. Il coro moralizzando conchiude: Petit illecebras virtus
5 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO II. La Poesia Drammatica ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia nel secolo XIV. » pp. 32-40
ns humum, Patremque sæva voce Luciferum ciet. L’atto termina col coro che si dimostra timido e dolente per li pubblici
enuto nell’intervallo degli atti, ed è affare di non pochi giorni. Il coro deplora la pubblica miseria, ed implora la vendet
olle pendentes moras .... Fortuna vires ausibus nostris dabit. Il coro chiude l’atto raccontando in pochi versi tutta la
ieri. Ma qual tempo è corso dal consiglio di marciare al racconto del coro ? e come ha egli saputo ciò che è passato fuor di
tempo di Ezzelino, ed al fine la di lui morte. Con un’ ode saffica il coro chiude l’atto, dando grazie al cielo per la morte
d’Ezzelino e la morte d’Alberico. Qual fu il di lui fine? domanda il coro ; ed il messo così racconta: Tum plura stantem
dispersit frequens Vulgus per avidos illa distribuens canes. Il coro moralizzando conchiude: Petit illecebras virtu
6 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VI. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 82-108
ari de’ tragedi, ottennero dal governo le spese delle decorazioni del coro . Sufarione, Epicarmo, Connida, Magnete, Formide,
l’atto IV indirizza la parola agli spettatori, e ciò fassi ancora dal coro in questa e nelle precedenti commedie. Nel coro d
ciò fassi ancora dal coro in questa e nelle precedenti commedie. Nel coro dell’atto I si accenna che Aristofane diede al pu
nta o quarant’anni richiesta per darne col proprio nome. Nell’istesso coro possiam veder ancora un ritratto delle composizio
tal commedia é il giuoco di teatro che risolta dagli sforzi che sa il coro impiegato a tirare alcune corde per ismuovere le
e del padrone. «Osservate, o popoli, un silenzio religioso, or che il coro delle muse disceso nel gabinetto del mio padrone,
a precedenza al più antico, ambedue vi sono motteggiati acremente. Il coro é fatto dalle rane, una di cui scena molto corta
ta commedia per la legge divenuta più ingegnosa e più dilettevole, il coro , nel quale più che in altra parte solea senza rit
e il far uso in qualunque modo di soggetti veri, e impose silenzio al coro incapace di cambiar natura49. Platone poeta comic
tati i fondamenti l’istesso Aristofane col Pluto, dove si trova sì un coro , ma ben lontano dall’antica baldanza e mordacità.
uel tutto che si chiamò festa teatrale, la quale tutta consisteva nel coro , e quei che ’l componevano, e cantavano e ballava
moderata e con vivace energica rappresentazione la poesia. Rimase al coro il pensiero d’intrecciar parole cantando; e in qu
o inutile la voce; per la qual cosa bisognò dividere gl’individui del coro in istrioni-musici che coltivassero il solo canto
ene pure per la sua troppo strana e lugubre fantasia dileggiato in un coro degli Acarnanii. 37. Lisicle, da venditor di mon
rticolare, che la natura ha conceduto loro solamente. 45. Leggasi il coro dell’atto II degli Acarnanii di Aristofane. 46.
7 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo V. Teatro greco. » pp. 26-81
VII nelle mani di Frinico discepolo di Tespi, di parte accessoria del coro divennero corpo principale del dramma, e formaron
inventar l’azione de’ balli, e prescrivere i gesti e i movimenti del coro che danzava e cantava negl’intervalli degli atti,
l’idea de’ suoi predecessori di scemare il numero degl’individui del coro musico e ballerino, per accrescerne quello degli
do toro. Sommo impeto di tragica e vigorosa eloquenza si ravvisa nel coro del medesimo atto I, e la dipintura vivace del sa
dipintura vivace del sacco d’una città presa d’assalto é notabile nel coro dell’atto II. Il V sembra un accessorio superfluo
tastasio, che vi riesce sempre mirabilmente. L’energia e la forza del coro dell’atto I difficilmente può passare in un’altra
per commettere. Né di ciò pago il savio poeta, in una lunga scena del coro e di Elettra con Oreste fa che questi palesi la r
Areopagiti, di Apollo avvocato del reo, e delle furie accusatrici. Il coro delle furie che negl’intermezzi é cantante, nel g
’atto II, bellamente interrotto di quando in quando dalle querele del coro de’ vecchi persi, é una delle più rimarchevoli be
rve di mancar di attori per l’esecuzione del suo pensiero, staccò dal coro una terza classe di cantori e ballerini, e l’aggr
della troppo tarda venuta di Teucro, e del dolore di Tecmessa, e del coro alla veduta d’Aiace ucciso. Oh quanto é vaga la n
hilo, maneggiato con maggior esattezza. L’intermezzo, o sia canto del coro dell’atto II, é congiunto alle querele di Elettra
la porta di esso si osserva un altare, innanzi al quale si prostra un coro di vecchi e di fanciulli; e si rileva dalle parol
arsene, tutte situazioni appassionate vivacemente dipinte. Termina il coro la tragedia colla sentenza di Solone. Tutti i Cor
ire una giusta idea alla gioventù studiosa. Ecco la maggior parte del coro che conchiude l’atto I. Santo oracol di Giove   
ommamente lontano dalla declamazione del rimanente della tragedia. Il coro del IV é accoppiato a i lamenti di Filottete, i q
ragedia a me sembrano sei, dovendo finire il V colla scena VIII e col coro che par mancante, e ’l VI atto comincerebbe dalla
d’amicizia tra Pilade e Oreste, colla quale termina l’atto III senza coro . Maneggiata con somma delicatezza e sopraffino gi
serviamo in questa tragedia che dopo la scena d’Ifigenia e Toante, il coro canta solo nella scena IV dell’atto V, «Celebriam
osto del I e del II della prima divisione, terminerebbe col canto del coro , «O rupi Cianee che congiungete i mari ec.» il II
giungete i mari ec.» il II conterrebbe il III e ’l IV, terminando col coro che incomincia, «Tenero augelletto che errando va
ero augelletto che errando vai ec.»; il III terminerebbe col suddetto coro della scena IV dell’atto V; e ’l IV comincerebbe
ia29. Alceste moribonda e poi senza vita, i suoi figli, il marito, il coro , formano un quadro sì patetico che farà cader la
na effettivamente nel dramma? Nell’atto I, partito Ippolito, resta il coro solo e canta sullo stato di Fedra; non potrebbe e
é una bellezza originale d’Euripide. Fedra circondata dalle donne del coro , e assistita dalla nutrice, così favella distratt
; lagrime di Fedra, lagrime d’Ippolito, lagrime di Teseo, lagrime del coro , e della nutrice. Tutto spira dolore e tristezza,
ercurio, mentre Ion attende alla cura delle cose sacre del tempio, il coro composto di donne ateniesi va osservando curiosam
8 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VI. Teatro Greco. » pp. 44-148
VII nelle mani di Frinico discepolo di Tespi, di parte accessoria del coro divennero corpo principale del dramma, trattarono
inventar l’azione de’ balli, e prescrivere i gesti e i movimenti del coro che danzava e cantava negl’ intervalli degli atti
nsiero de’ suoi predecessori di scemare il numero degl’ individui del coro musico e ballerino per accrescerne quello degli a
; chè non si vince il fato, E alla necessità nulla contrasta. Un coro di Ninfe dell’Oceano viene a consolarlo, colle qu
li ad incorrere nell’indignazione del nuovo regnante. Favella poi col coro dei diversi ritrovati e di tante arti insegnate a
un moribondo toro. Sommo impeto di vigorosa eloquenza scorgesi nel coro del medesimo atto primo, e la dipintura vivace de
etastasio che sempre mirabilmente vi riesce. L’energia e la forza del coro dell’atto I difficilmente può passare in altra li
e. Nè di ciò pago il savio poeta, in una lunga scena di Elettra e del coro con Oreste, fa che questi appalesi la ripugnanza
’Eumenidi. Le Furie rappresentate da cinquanta attori ne formavano il coro , i quali furono dal poeta in tale spaventevole e
tessa, l’inno magico infernale pieno del fuoco di Eschilo cantato dal coro dell’atto III per aver trovato Oreste, ed il giud
Areopagiti, di Apollo avvocato del reo, e delle Furie accusatrici. Il coro che negl’ intermezzi è cantante, nel giudizio è p
l’atto II bellamente interrotto di quando in quando dalle querele del coro de’ vecchi Persi, forma una delle bellezze di que
rammatiche eroiche accompagnate dalla musica e decorate dal ballo del coro ; nè altra differenza può ravvisarsi trall’uno e g
cuzione del suo disegno un’ altra specie di attori, volle separar dal coro una terza classe di cantori e ballerini per aggre
enta la troppo tarda venuta di Teucro, ed il dolore di Tecmessa e del coro allo spettacolo di Ajace ucciso. Oh quanto è vaga
ilo maneggiato con e sattezza maggiore. L’intermezzo, ossia canto del coro dell’atto II, è congiunto alle querele di Elettra
la porta di esso si osserva un altare, innanzi al quale si prostra un coro di vecchi e di fanciulli: si rileva dalle parole
sa separarsene; tutte situazioni appassionate ottimamente dipinte. Il coro conchiude la tragedia colla sentenza di Solone. T
con un canto sommamente lontano dalla declamazione del rimanente. Il coro del quarto è accoppiato ai lamenti di Filottete,
avano eumenidi, cioè benevole, benigne, da εὐμενέω, benevolus sum. Il coro instruisce Edipo delle cerimonie praticate ne’ sa
on si vede però allora eseguito questo canto, e pare che vi manchi il coro . In tal caso l’atto sesto comincerebbe dalla nuov
d’Ifigenia Ἅγετε με, conducete me; o pure terminerebbe il quinto col coro Ἰὼ, Ἰὼ ἲδεστε, ahi, ahi, vedete, ed il sesto cont
ude nel quinto soverchie cose, ma lascia pochissimi versi cantati dal coro frall’incaminarsi d’Ifigenia al sacrifizio, e la
amicizia tra Pilade ed Oreste, colla quale termina l’atto terzo senza coro . Maneggiata poi con gran delicatezza e giudizio è
Osserviamo in questa favola che dopo la scena d’Ifigenia e Toante, il coro canta solo nella scena quarta dell’atto quinto, C
primo e del secondo della prima divisione terminerebbe col canto del coro , O rupi Cianee che congiungete i mari; il secondo
e i mari; il secondo conterrebbe il terzo ed il quarto terminando col coro che incomincia, Tenero augelletto che errando vai
omincia, Tenero augelletto che errando vai; il terzo terminerebbe col coro sopraccennato della quarta scena dell’atto quinto
IV). Alcestide moribonda indi senza vita, i suoi figli, il marito, il coro , formano un quadro così compassionevole che farà
gli portava in iscena. Nell’atto primo partito Ippolito resta solo il coro e si trattiene fullo stato di Fedra; or non potre
, è una bellezza originale di Euripide. Fedra in mezzo alle donne del coro , assistita dalla nutrice, piena della propria pas
fatto da Mercurio, mentre Jone attende alla cura delle cose sacre, il coro composto di donne Ateniesi va osservando curiosam
i Platone accennò che la tragedia veniva prima rappresentata dal solo coro , e che dipoi Tespi, per fare che esso riposasse,
moltitudine de’ rappresentatori da una a due, e diminuì le parti del coro . . . . . Ma Sofocle ordinò che fossero tre i rap
e di attori per ballare, cantare e sonate, che altra cosa rimaneva al coro ? In oltre lo stesso Castelvetro dice (c. 86) che
he costituisce il canto propriamente, e di questa cura si allegerì il coro , come accenna Aristotile con dire che Eschilo ne
on avesse introdotti nelle sue tragedie che due soli attori, oltre il coro , la qual cosa come si è detto sarebbe smentita da
na seconda spezie di declamatori alla prima che Tespi avea tratta dal coro , assegnò loro certo grado ed ordine, facendo rico
trovarsi gli squarci additati. L’ Atto I adunque si fa terminare col coro Αὖρα, ποντιας αὖρά, Aure, marine aure: il II con
9 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 149-268
e senza lance, e si rallegrano colle loro famiglie. Trigeo invita il coro a salutar la dea. Dopo il canto egli vuol sapere
nto, e la Pace si fuggì via. Così istrutto Trigeo pensa a partire. Il coro prende occasione di favellare degli spettacoli sc
ne del padrone: Osservate, o popoli, un silenzio religioso ora che il coro delle muse disceso nel gabinetto del mio padrone
do i modi e ’l portamento femminile vassi a mescolar tralle donne. Un coro composto di donne insieme col banditore invoca le
re dal movimento di tutta l’adunanza, e dalle diligenze che faceva il coro per accertarsi, se altri vi fusse ancora così mas
io pericolo con intenzione di affrettare Euripide in suo soccorso. Il coro giustifica il proprio sesso, ed accusa gli uomini
nte della giustizia, ed Euripide si ritira. Mnesiloco è legato, ed il coro con balli e canti conchiude l’atto. Atto V. Eurip
tendevano a contraffare e ridicolizzare le tragedie più rinomate. Il coro invoca Pallade, ed Euripide dice alle donne, che
stretto a fare a piedi il giro della palude. Si sente il molestissimo coro delle Rane, le quali coll’ ingrato gracidare Brec
coax fanno montar la stizza a Bacco. Questa scena molto corta, ed il coro delle Rane, il quale, secondo lo Scoliaste, neppu
. Di sterco? San. Appunto. Bac. E’ dessa! ove rimpiattomi? Un coro di sacrificatori canta di poi le lodi di Bacco, e
o risolve di condurli al cospetto di Plutone e di Proserpina. Dopo il coro lo stesso Eaco parlando con Santia accenna la con
de in prima taccia l’emulo come superbo: gli rimprovera che in lui il coro solea guastar l’ordine del canto, quattro volte t
hè degnino mostrarsi a questo nuovo discepolo. Odesi quì il canto del coro delle Nuvole accompagnato o preceduto dallo scopp
Strepsiade uomo materiale nulla ne comprende. L’atto si chiude con un coro , ma prima del canto vi si osserva una novità. Non
una novità. Non solo il poeta mette in bocca di una delle persone del coro le proprie lodi, come si è veduto nella Pace, ma
ni premisero alla favola. I Greci però sono scusabili, perchè il loro coro si fingeva composto di una parte del popolo per c
uori lo stesso autore come un individuo di quel popolo. Tuttavolta il coro delle Nuvole si suppone composto di esseri immagi
ccanirono tutti gli altri, saccheggiando varie mie commedie. Un lungo coro termina l’atto. Atto II. Socrate adirato contro S
Strepsiade dice di aver bene un figlio, ma che non vuole imparare. Il coro replica che lo costringa, ed il vecchio va a chia
e se vi fosse, Giove che ha legato il padre, sarebbe stato punito. Il coro si frappone, e vuole che tanto il Dritto che ha i
si aumenti colle usure? E’ adunque discacciato ancor quest’altro. Il coro riflette alla malizia di questo vecchio, ed al fi
tamente per cominciar gli Esercizj Spirituali al popolo Ateniese. Nel coro si ragiona del caos che precedette la creazione.
ta. Questi esercizj spirituali sono pieni di pietà ed unzione. Questo coro grottesco di uomini con maschera di uccelli di va
vole coll’ imitazione del canto di varj uccelli. Si trovano in questo coro ed anche in una scena antecedente di Epope alcune
i spaccia per giureconsulto e venditore di giudizj. Dopo il canto del coro viene un messo a riferire le gran fabbriche alzat
vorrebbe le ali per far del male e guadagnare illecitamente. Dopo il coro comparisce Prometeo: Prom. Oimè! . . . . Che Gi
cleone cerca ad ogni patto di sprigionarsi per andare a giudicare. Il coro delle Vespe ode le di lui querele, e si presta a
chiavi. Quest’ultimo riesce più felicemente nell’impresa; e benchè il coro alla prima si era rallegrato dell’ aringa del pad
mai giudicare prima di avere ascoltato ambedue le parti. Persuaso il coro e convinto il padre, il figliuolo lo prega a desi
lieri (Ιππεις). L’oggetto del poeta in questa favola denominata da un coro di Equiti o Cavalieri che vi s’introduce, fu di f
eone si sgomenta Agoracrito e vacilla; ma al vedere che una parte del coro l’insulta ed oltraggia, ripiglia l’ardire non alt
dogli varj furti. Dopo una viva altercazione vanno al Pritaneo, ed il coro esorta il suo campione salcicciajo a portarsi ard
itamente, incolpandolo, mordendolo, mangiandogli il collo. Intanto il coro si trattiene a favellare del poeta. Degno di lode
nnocenza per aver procurato di ottenere per se solo la pace. Havvi un coro che parla a favore del poeta ed accenna il perico
se. Disbrigatosi Diceopoli felicemente della molestia che gli dava il coro per la pace fatta, ne va godendo i frutti. Prima
la casa del pacifico fortunato Diceopoli arricchito dal commercio. Il coro riflette che a lui tutto va a seconda ed ogni ben
ica di Venere e delle Grazie, fa preparare un magnifico convito, e il coro ammira la copia e la squisitezza de’ cibi, la dil
nuovo. De’ pubblici affari non vi si favella punto nè poco: havvi un coro di villani nulla mordace: vi si ritraggono e sati
evole agli occhi cisposi di molti scioli oltramontani ed Italiani! Il coro oppone che la povertà riempie anzi il mondo di mi
i e consiglieri e ministri d’ingiustizie. Queste verità ristuccano il coro avido già di ricchezze, il quale ricusa di più as
di commedia per la legge divenuta più ingegnosa e più dilettevole, il coro , nel quale più che in altra parte soleva senza ri
ò il far uso in qualunque modo di soggetti veri, e impose silenzio al coro incapace di cambiar natura (Nota XXIII). Platone,
o il nuovo rigore usato contro Anassandride, e il silenzio imposto al coro , onde furono atterriti e incatenati i poeti della
amenti il medesimo Aristofane col Pluto, dove abbiamo, sì, trovato un coro , ma ben lontano dall’antica baldanza e mordacità.
10 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo decimo »
imità e nella forza della espressione. Sentasi in qual guisa parla un coro di seguaci di Plutone nell’Alceste: «Tout mortel
’avverta innoltre al discorso che fa Ercole a Plutone; si rifletta al coro che nella Proserpina ringrazia gli dei per la sco
er la stessa ragione fu anche levato via il costume di chiuder con un coro ciascun atto del melodramma. Siffatta usanza era
mpi per non riflettere che o cangiandosi la scena, rimaneva lo stesso coro stabile, e allora diveniva un assurdo, o si cangi
so coro stabile, e allora diveniva un assurdo, o si cangiava anche il coro insiem colla scena, e allora bisognava stiracchia
one la quale rendesse necessaria, o almen verosimile, l’esistenza del coro . Invece non per tanto di questo fu introdotto il
iccano molto più nella monodia e nel duetto che nelle partizioni d’un coro . Riserbandosi poi questo per alcune occasioni, do
11 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 360
ano pezzuole bianche-gialle tra palco e palco, intanto che uno scelto coro di cantori venuto per le musiche sacre intuonava
12 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAP. V. Tracce di rappresentazioni sceniche in Ulieteia e in altre isole del l’Emisfero australe nel Mar Pacifico. » pp. 59-65
givano esse cantando alcune ariette tenere, alle quali rispondeva il coro . Accompagnavano la voce con movimenti di mani che
i passi, e di poi il semicerchio si avanzò sul teatro, rispondendo in coro le persone di ambo i lati, e finirono cantando e
13 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Italiano del secolo XVI. e del Libro IV. — CAPO VII. Pastorali. » pp. 4-41
eatro Olimpico di Vicenza si rappresentò l’Edipo del Giustiniani, il coro (dice in una lettera Filippo Pigafetta) era forma
i quindici persone sette per parte ed il capo loro nel mezzo, il qual coro in piacevol parlare ed armonia adempì l’uffizio s
esse, si trovano frequentemente alcune strofe o canzonette cantate in coro dalle damigelle di qualche principessa, nell’impr
tta da Mopso e raccontata da Tirsi ha mille vaghezze. L’impareggiabil coro , O bella età dell’oro, per eleganza e per armonia
conciosiache contenendo la pastorale azion privata, non è capace del coro , siccome non è anche la commedia per la medesima
te colle circostanze richieste alle così fatte, le accrescerà bene il coro , ma le scemerà il decoro: e dico scemerà, e non l
14 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO IV. Pastorali del Cinquecento. » pp. 267-294
teatro Olimpico di Vicenza si rappresentò l’Edipo del Giustiniani, il coro (dice in una lettera Filippo Pigafetta) era forma
quindici persone sette per parte, ed il capo loro nel mezzo, il qual coro in piacevol parlare ed armonia adempì l’ufficio s
esse, si trovano frequentemente alcune strofe o canzonette cantate in coro dalle damigelle di qualche principessa, nell’impr
tta da Mopso e raccontata da Tirsi ha mille vaghezze. L’impareggiabil coro O bella età dell’oro per eleganza e per armonia m
conciosiachè contenendo la pastorale azion privata, non è capace del coro , siccome non è anche la commedia per la medesima
te colle circostanze richieste alle così fatte, le accrescerà bene il coro , ma le scemerà il decoro; e dico scemerà, e non l
15 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VIII. Teatro di Sofocle. » pp. 104-133
la porta di esso si osserva un altare, innanzi al quale si prostra un coro di vecchi e di fanciulli: si rileva dalle parole
anto corale e sommamente lontano dalla declamazione del rimanente. Il coro del quarto è accoppiato ai lamenti di Filottete,
lavano Eumenidi, cioè benevole, benigne da εὑμενέώ, benevolus sum. Il coro istruisce Edipo delle cerimonie praticate ne’ sac
Platone accennò che la tragedia veniva prima rappresentata dal solo coro , e che dipoi Tespi, per fare ch’esso riposasse, t
na seconda spezie di declamatori alla prima che Tespi avea tratta dal coro , assegnò loro certo grado, ed ordine, facendo ric
16 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Teatro di Eschilo. » pp. 75-103
errà; chè non si vince il fato, E alla necessità nulla contrasta. Un coro di Ninfe del l’Oceano viene a consolarlo, colle q
rere anch’egli nel l’indignazione del nuovo regnante. Favella poi col coro dei diversi ritrovati e di tante arti insegnate a
d’un moribondo toro. Sommo impeto di vigorosa eloquenza scopresi nel coro del medesimo atto primo, e la dipintura vivace de
rammatiche eroiche accompagnate dalla musica e decorate dal ballo del coro ; nè altra differenza può ravvisarsi tra l’uno e g
17 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO V. La Drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 148-185
ii, e dopo aver molto l’uno e l’altro cianciato termina l’atto con un coro . Trattasi nel II atto de’ mali apparsi dopo la p
li apparsi dopo la pace fatta , e gl’interlocutori sono un augure, il coro ed un messo che nulla dice di più degli altri. Ne
, ed il re promette accoglierlo onorevolmente. Termina quest’atto col coro che canta le lodi di Drusiana moglie del Piccinin
re. Sed redeo ad regem; jam perfectum est scelus. L’atto termina col coro che in compagnia di Drusiana compiange la prigion
onta al duca Borso la sventura del duce, e la tragedia termina con un coro . È un componimento languido e difettoso, nè la co
18 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO IV. La drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 47-73
i, e dopo aver molto l’uno e l’altro cianciato termina l’ atto con un coro . Trattasi nel secondo de’ mali apparsi dopo la pa
li apparsi dopo la pace fatta, e gl’ interlocutori sono un augure, il coro ed un messo che nulla dice di più degli altri. Ne
, ed il re promette accoglierlo onorevolmente. Termina quest’atto col coro che canta le lodi di Drusiana moglie del Piccinin
Sed redeo ad regem; jam perfectum est scelus. L’atto termina col coro che in compagnia di Drusiana compiange la prigion
onta al duca Borso la sventura del Duce, e la tragedia termina con un coro . E’ un componimento languido e difettoso; nè la c
19 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO IV. Opera Musicale. » pp. 314-344
i seguaci di Espero, il secondo dalle Ninfe marine, ed il terzo da un coro di Amazzoni che intrecciano una danza guerriera.
oeta, in cui cantavano varie deità. Precede i recitativi di Cerere il coro seguente  Di rai più belli     Cinto i capelli  
soavi     Susurrando ridan l’aure ecc. Termina la festa con un altro coro che pur contiene tre strofe anacreontiche. Or qua
ato Pepito e Narciso allorchè io colà dimorava) è servita da numeroso coro di castratini educati espressamente in un collegi
20 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO PRIMO. Risorge in Italia nel secolo XVI la tragedia Greca, ed il teatro materiale degli antichi. » pp. 86-174
non accoppiarla a veruno, e si raccomanda a Vulcano. Chiude l’atto un coro di Argive, la cui eleganza e leggiadria poetica g
Vulcano, in cui è rinchiusa Danae con la sua Nutrice. Atto II. Ode il coro le voci lamentevoli di Danae che deplora la sua s
futuri suoi casi misti di gloria e di disgrazie vicine e lontane. Il coro da questa pioggia d’oro coglie l’opportunità di p
ed inesorabile alle di lei lagrime la spinge egli stesso in mare. Il coro col messo ne geme, inveiscono contro dello spieta
ell’imitazione del Ciclope di cui mi sembra singolarmente notabile il coro dell’atto I da noi tradotto e recato nel IV t. de
la prima volta nel 1524. Non ha divisione di scene nè di atti; ha il coro alla greca; ed è per la maggior parte composta in
tura quando fu in procinto di esser sacrificata in Aulide; quello del coro della pugna de’ due Greci co’ pastori; quello d’O
de’ misfatti, ed eccita contro di se l’indignazione di chi legge. Il coro continuo poi che vi si adopra alla greca, disdice
osissimo del proprio secreto si scopra alla moglie alla presenza d’un coro di donne che sono seco89. Per simili riflessioni
’atto III, quando Malecche esorta Sulmone alla pietà, e i lamenti del coro delle donne dopo essersi Orbecche trafitta. Pietr
o Cornelio s’inganna nel dire che sieno invenzione del suo secolo. Un coro di virtù in ciascun atto per tramezzo vi recita a
zzo vien chiamato tragedia non finita, e contiene un atto primo senza coro di quattro scene, e due altre di un secondo atto,
fra gli eccellenti. Ma quanto al metodo greco che vi si tiene, ed al coro continuo che spesso nuoce a’ secreti importanti d
21 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO I. LIBRO I » pp. 12-33
ello, da una gazella e da un caprio. V’intervengono le pastorelle, un coro di ninfe del bosco, Cano eremita e Sacontala. Le
ci givano cantando alcune arie molto tenere, alle quali rispondeva il coro . Esse accompagnavano la voce co’ movimenti delle
i passi, e di poi il semicerchio si avanzò sul teatro, rispondendo in coro le persone di ambo i lati, e terminarono cantando
22 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosesto »
ma il loro ballo era innestato col componimento, come lo era anche il coro , il quale non si dipartiva dalla scena per tutto
ate, e se ad imitazione dei Greci intromettevano la danza insieme col coro , non lo facevano essi se non rapportandola all’az
etica: «D’attor le parti, e d’un sol uom sostenga, Quando bisogna il coro : e ciò che suole Cantar fra un atto e l’altro, al
cora del ballo che non s’eseguiva da altre persone, che da quelle del coro . Non è questo il luogo d’esaminare se male o bene
d’esaminare se male o bene fossero introdotti cotesto ballo e cotesto coro , né se i poeti conservassero l’uno e l’altro più
lanti giovani e le vezzose giovanette rassomigliavano piuttosto ad un coro di Certosini che volteggiassero, che non ad una t
a dell’apparenza sollevata dal tempo. All’aprirsi la scena apparve un coro de’ falsi romori e de’ sospetti, i quali givano a
la quale parlando all’orecchio ad una delle anzidette, la scosta dal coro , e si danno scambievolmente ballando segni di ten
haereat apte.» 177. [NdA] L’inverosimiglianze a cui diede luogo il coro furono così grandi che giunsero a far ristuccare
mio avviso il pensiero d’Eschilo allorché introduce nell’Eumenidi il coro delle furie che russavano ridicolamente, come tal
23 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO I. Teatro tragico Italiano. » pp. 98-130
ane da Damocrita avvelenato. Non si vede ne’ componimenti del Ceba il coro fisso alla greca, ma quattro canzonette di trocai
la greca, ma quattro canzonette di trocaici dimetri da cantarsi da un coro per tramezzo degli atti. Or vediamo se l’altra su
resse nel 1620, e fu dedicata a Cosimo II granduca di Toscana. Non ha coro di veruna sorte, ed è notabile per certo portamen
litudine, e con tragico terrore si disviluppa. Fin anco i cantici del coro che vi si veggono introdotti, leggonsi con dilett
24 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 118-139
di aver dato l’elenco dei personaggi che sono una trentina, senza il coro , l’autore descrive l’ APPARATO L’apparato tutto
e voci l’ultimo verso con accompagnamento di piena orchestra (a tutto coro d’istrumenti). Cessato il canto degli Angioli, il
ue Angioli, con ischerzi musicali, due volte, poi, una volta, a tutto coro di voci e di strumenti, in compagnia degli Angiol
quelli con ischerzi musicali iterando ; poi tutti gli Angeli a tutto coro di voci ed istromenti replicando gli stessi versi
25 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO I. Teatro Tragico Italiano. » pp. 228-273
ane da Damocrita avvelenato. Non si vede ne’ componimenti del Ceba il coro fisso alla greca, ma quattro canzonette di trocai
la greca, ma quattro canzonette di trocaici dimetri da cantarsi da un coro per tramezzi degli atti. Or vediamo se l’altra su
esse nel 1620, e fu dedicata a Cosimo II gran duca di Toscana. Non ha coro di veruna sorte, ed è notabile per certo portamen
litudine, e con tragico terrore si disviluppa. Fin anco i cantici del coro che vi si trovano introdotti, leggonsi con dilett
26 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VI. Teatro Greco. » pp. 66-74
LXVII in mano di Frinico discepolo di Tespi, di parte accessoria del coro divennero corpo principale del dramma, trattarono
27 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO X ed ultimo. Teatro Materiale, ove de’ più rinomati teatri, e della condizione degli attori Greci. » pp. 298-315
che al di dietro era il coragio che oggi si direbbe la guardaroba del coro , serbandovisi quanto faceva d’uopo alla rappresen
atro era l’orchestra destinata al canto e ai movimenti compassati del coro , la quale così chiamavasi dal saltare, dal verbo
28 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IX. Stato presente degli spettacoli teatrali. » pp. 426-437
e la maggior gloria di Tespi, Eschilo, e Sofocle si fu di minorare il coro Greco, e a misura che ne scemavano i personaggi,
ro lirico, senza pensarvi, son ritornati alla pristina confusione del coro , e i nostri uranghi si pregiano d’imitarne il mal
29 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 617-622
am come saggio un sonetto alla stessa, alcuni madrigali amorosi, e il coro dell’Imeneo che chiude il primo atto di Afrodite.
30 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Latino e del Libro II — CAPO V » pp. 4-31
arodie. La commedia latina si copiò dalla Nuova de’ Greci, e non ebbe coro di sorte alcuna. La caterva introdotta nella Cist
’Epidico e nelle Bacchidi del medesimo, altro non sono che il corpo o coro intero degli attori, il quale con pochissimi vers
31 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO V. Continuazione del teatro Latino. » pp. 222-242
arodie. La commedia latina si copiò dalla nuova de’ greci, e non ebbe coro di sorta alcuna. La caterva introdotta nella Cist
Epidico, e nelle Bacchidi del medesimo, altro non sono che il corpo o coro intero degli attori, il quale con pochissimi vers
32 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO III. Continuazione del teatro Italiano. Commedie: Opera in musica: Attori accademici ed istrioni e rappresentazioni regie: teatri materiali. » pp. 144-195
puscoli seguaci di Espero, il secondo le Ninfe marine, ed il terzo un coro di Amazzoni che intrecciò una danza guerriera. Al
oeta, in cui cantavano varie deità. Precede i recitativi di Cerere il coro seguente: Di rai più belli   Cinto i capelli
soavi   Susurrando ridan l’aure ecc. Termina la festa con un altro coro che pur contiene tre strofe anacreontiche. Or qua
ottenne son moltissimi anni il suo congedo) è servita da un numeroso coro di castratini educati espressamente in un collegi
lla Real Chiesa dell’ Incarnazione pur di Madrid allevasi altro simil coro di evirati. Ciò è storia nota in Europa; e il cel
33 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Del libretto »
ci entravano numerosi cori, danze di più maniere, ballo mescolato col coro ; cose tutte che naturalmente le forniva la qualit
34 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo terzo »
se a questa maggior pompa e magnificenza San Vitaliano, istituendo un coro di mutici romani, che italiani furono detti dall’
o cantato all’unisono in maniera per esempio che mentre una parte del coro cantava queste quattro note “ut, re, si, ut”, l’a
a necessità di dover leggere in lontananza su’libri posti in mezzo al coro delle chiese, onde era d’uopo il rappresentar all
il riso, o di far paura agli spettatori. Non contenti di cantare nel coro delle poesie disoneste invece dei salmi, si pigli
35 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosettimo, ed ultimo »
ragedia era un’intreccio di canti e di danze rusticane eseguite da un coro di bifolchi si adoperava in essa il verso tetrame
l poeta abbiano di comune consenso a prorompere nei canti propri d’un coro concertato? E poi questo coro si suppone composto
enso a prorompere nei canti propri d’un coro concertato? E poi questo coro si suppone composto da quelli stessi, che ascolta
mi dice, o mi fa capire che mi trovo ad ascoltarlo in una camera, il coro mi trasporta violentemente in Persepoli, o in Ger
36 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — LIBRO IV » pp. 55-66
del Ciclope del Martirano. Non increscerà che quì si trascriva il coro dell’atto I del Ciclope del Martirano da noi trad
37 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — LIBRO VI » pp. 94-106
Nella R. Chiesa dell’Incarnazione pur di Madrid allevasi altro simil coro di evirati, si scriva come segue. *. Al medesimo
38 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Pisa, li 13 agosto 1745. » pp. 192-197
n Adam. – Della musica di Rameau furon serbati la sinfonia e il primo coro . Ecco l’elenco de’ personaggi e degli artisti :
39 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VII. Teatro Latino. » pp. 109-171
Majora jam me scelera post partus decent. All’epitalamio cantato dal coro per le nozze di Creusa e Giasone si vede il progr
cicalata, una declamazione di Edipo sui mali della peste ripetuti dal coro dell’atto I Sofocle con economia mirabile svilupp
vultus meos? Chiude l’atto Ottavia rimandata alla casa paterna. e ’l coro la compiagne. Nell’atto IV un’altra nutrice accom
ogno funesto, e sembra che vadano a cominciare una nuova tragedia. Il coro loda la bellezza di Poppea, e un messo annunzia i
ntò. La commedia latina fu copiata dalla nuova de’ greci, e non ebbe coro di sorta alcuna. La Caterva introdotta nella Cist
o, e nella Bacchide del medesimo, non sono altra cosa che il corpo, o coro intero degli attori, il quale con pochi versi pre
40 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO II. Tragedie Italiane del XVI secolo. » pp. 28-131
ura quando fu in procinto di essere sacrificata in Aulide; quello del coro della pugna de’ due Greci co’ pastori; quello d’O
isfatti, ed eccita contro di se tutta l’indignazione di chi legge. Il coro continuo poi che vi si adopra alla greca, disdice
sissimo del proprio secreto si scopra alla moglie alla presenza di un coro di donne che sono seco. Pera. simili riflessioni
Cornelio s’inganna nel dire che sieno invenzioni del suo secolo . Un coro di virtù in ciascun atto per tramezzo vi recita a
o vien chiamato tragedia non finita , e contiene un atto primo senza coro di quattro scene, e due altre di un secondo atto,
tra gli eccellenti. Ma quanto al metodo greco che vi si tiene, ed al coro continuo che spesso nuoce a’ secreti importanti d
41 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 801-806
ronomo per eccellenza ; e « quando passava per le piazze era tutto un coro  : Sior Luigi sta dindieta – sior Luigi, sti osei 
42 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO II. Pastorali Italiane. » pp. 131-143
cali, ed a tante arie o strofe anacreontiche non cantate soltanto dal coro in fine degli atti, ma in mezzo di essi da person
43 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Osservazioni »
lo si trova una folla di personaggi che parlano diversi da quelli del coro . Nelle sue Eumenidi, oltre il coro delle furie so
che parlano diversi da quelli del coro. Nelle sue Eumenidi, oltre il coro delle furie sono Pizia, Apollo, Minerva, Oreste,
stra. Nel Prometeo, senza nominar le Ninfe Oceanitidi, che formano il coro , declamano Prometeo, Vulcano, Oceano, Jo, Mercuri
aggiungendo un personaggio di più al diverbio, e tre altre persone al coro composto fin allora di dodici sole: onde s’avverò
i greci d’Euripide tradotti da lui in questa guisa: Ecuba ed uno del coro  } a 2: «Ahi chi udì, chi vide mai         Chi pro
no in bocca d’Ecuba. 2. In nessuna edizione d’Euripide s’applicano al coro e alla confidente. 3. I versi sono giambici, come
44 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori. » pp. 172-221
ora jam me scelera post partus decent. Nell’epitalamio cantato dal coro per le nozze di Giasone con Creusa vedesi il prog
il celebre gramatico Bartolommeo Riccio (Nota XIII). Ma questo primo coro della Troade accoppiato ai lamenti di Ecuba rasso
lata, in una declamazione di Edipo su i mali della peste ripetuti dal coro nell’ atto primo. Sofocle con saggia economia svo
45 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO I. Drammi Latini del XVI secolo. » pp. 7-27
n accompagnarla a veruno, e si raccomanda a Vulcano. Chiude l’atto un coro di Argive, la cui eleganza e leggiadria poetica g
46 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo ottavo »
diaco, sono gl’interlocutori, se non in quanto vengono interrotti dal coro dei cacciatori, i quali, benché siano mortali, no
ini, ciascun de’ quali cantò un breve recitatativo, cui rispondeva il coro . Indi furono visti apparir gli elementi diversame
47 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 21-36
vil compose due tragedie Alaham e Mustapha, nelle quali introdusse il coro alla maniera greca. Contemporaneo del Shakespear
48 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquarto »
ndo canta accompagnato in un duetto, in un trio, in un finale o in un coro ; attesoché se ad ogni cantore si concedesse l’usc
distinguere tra la melopea che apparteneva ai recitanti e quella del coro . Quella dei recitanti si distingueva in “diverbio
o ipodorico ed ipofrigio s’usassero nelle scene, e non s’usassero nel coro ? risponde: che questi due tuoni sono opportuniss
inducenti pienezza, fuoco e impetuosità non erano a proposito per il coro che usava comunemente del modo ipolidio uguale pe
49 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IX. Teatro di Euripide. » pp. 134-207
on si vede però allora eseguito questo canto, e pare che vi manchi il coro . In tal caso l’atto sesto comincerebbe dalla nuov
d’Ifigenia Ἆγετε με, conducetemi ; o pure terminerebbe il quinto col coro Ἰώ Ἰώ ιδεστε, ahi! ahi! vedete , ed il sesto cont
ude nel quinto soverchie cose, ma lascia pochissimi versi cantati dal coro fral l’incamminarsi d’Ifigenia al sacrifizio e la
50 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo settimo »
e maggiormente la musica teatrale aprendo talora la scena con qualche coro di musica e anche framischiando talvolta qualche
51 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XVII ultimo. Teatro Materiale, ove de’ più rinomati Teatri, e della condizione degli Attori Greci. » pp. 213-238
che al di dietro era il Coragio che oggi si direbbe la guardarobe del coro , serbandovisi quanto faceva d’uopo alla rappresen
52 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Discorso preliminare premesso alla prima edizione »
ua commedia intitolata la Valigia introdusse a dialogizzar insieme un coro d’agli e di cipolle per imitar Aristofane, che av
53 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XV. Satiri: Ilarodie: Magodie: Parodie: Mimi: Pantomimi. » pp. 171-200
i pitture patetiche campestri e comuni. Atto II. Sileno interrompe il coro additandogli un legno di greca costruzione approd
54 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Tramezzi. » pp. 68-88
te essi troveranno ricetto nella Biblioteca del Sampere per morire in coro in siffatto scartabello, di cui in Ispagna altri
55 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XII. Teatro di Aristofane. » pp. 16-140
nte della giustizia, ed Euripide si ritira. Mnesiloco è legato, ed il coro con balli e canti conchiude l’atto. Atto V. Eurip
uori lo stesso autore come un individuo di quel popolo. Tuttavolta il coro delle Nuvole si suppone composto di esseri immagi
canirono tutti gli altri, saccheggiando varie mie commedie. Un lungo coro termina l’atto. Atto II. Socrate adirato contro S
r gli Esercizii Spirituali del calabro Mattei al popolo Ateniese. Nel coro si ragiona del caos che precedette la creazione.
56 (1715) Della tragedia antica e moderna
appiattandosi Fedra in casa, ecco una scena fra la di lei ancella, il coro ed il semicoro, per tagliare il laccio alla padro
il prologo è quella parte della tragedia che è avanti l’ingresso del coro ; che l’episodio è la parte giusta della tragedia
l’episodio è la parte giusta della tragedia fra i perpetui canti del coro ; e che l’esodo è la giusta parte della tragedia n
do è la giusta parte della tragedia non susseguita da verun canto del coro ; ma perché vi ha una parte di coro la qual si mes
non susseguita da verun canto del coro; ma perché vi ha una parte di coro la qual si mescola con gli attori, accenno che qu
o la qual si mescola con gli attori, accenno che questa che io chiamo coro , non canta, essendo un accompagnamento di pianto
ito con quelli che son in scena. [6.54ED] Da ciò dedurrai che il vero coro sempre canta e che le altre parti della tragedia
le altre parti della tragedia non si cantano, anzi, quando l’istesso coro accompagna i personaggi in scena, non canta, ma g
scena, non canta, ma geme con quelli, essendo troppo ridevole che il coro cantasse con chi ragiona e solendosi per lo più i
il coro cantasse con chi ragiona e solendosi per lo più introdurre il coro con gli attori a colloquio nelle occasioni che ha
110ED] State… casa: altro passo non rinvenuto che interessa il primo coro dialogato con Elettra (Euripide, Or.,139-210). [
na recitate in Arcadia sollevarono, proprio per la loro lunghezza, un coro di critiche. [commento_4.180ED] soprossuto: ‘go
57 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori.  » pp. 245-317
nel secolo XVI il celebre gramatico Bartolommeo Riccioa. Questo primo coro pero della Troade accoppiato ai lamenti di Ecuba
lata, in una declamazione di Edipo su i mali della peste ripetuti dal coro nell’atto I. Sofocle con saggia economia svolge g
58 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Commento »
rnes, 1966. [commento_Introduzione.3] corago: colui che dirigeva il coro nel teatro greco. edile: carica preposta all’org
59 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 811-
rpeggia a i polsi. Ella con fiero ciglio guarda le donne salutanti in coro , e i vescovi canuti ad un segnale curvi dinanzi a
60 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Pastorali: Teatri materiali. » pp. 224-253
tore d’introdurvi. I Greci non cadevano in tale inverisimiglianza pel coro fisso; ma Liveri privo di simil presidio introduc
61 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo duodecimo »
he venga mancando di mano in mano il vigore ai vecchi che ballano nel coro . Secondo gli accennati principi il sistema della
destra e l’altra sinistra. Nella poesia lirica modulata a più voci il coro cantava e danzava al suono degli strumenti, e sin
62 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO I. Tragedie. » pp. 4-67
iscopo collocando quasi in lontananza il rimanente o serbandolo ad un coro . Lo spirito umano nella mescolanza delle tinte e
mplici, naturali e patetiche dell’originale: ne perde le bellezze del coro senza rimpiazzarle in verun modo: rende la favola
63 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 2 pp. 2-245
urvi. I Greci non cadevano in tale inverisimiglianza col presidio del coro fisso ; ma Domenico Barone che n’era privo, seppe
trina, indi rivolto alle Ombre così conchiude : Ombre or dunque a me coro risonante Fate eccheggiando che mai più in eterno
ascuno alla sua volta il parlar dell’altro a metà, che conchiudono in coro con un sol verso comune venuto in mente a tanti ;
nterviene nella decima per dire, vuoi guerra e guerra avrai, e poi in coro accompagna Sclinda negli ultimi tre versi del fin
, Più bello il sole già ci apparì. E quel già ci, già ci, già ci in coro colle repliche musicali avrà partorito un grazios
64 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO I » pp. 116-223
critta in endecasillabi ed ettasillabi sciolti misti a piacere, ha il coro continuo alla greca, e lo stile accoppia alla gra
rto giovane qualche anno dopo del 1738. Egli compose tre tragedie col coro continuo lavorate con una troppo servile imitazio
ngiunto in matrimonio con Elgiva sua cugina. In tal favola, che ha un coro mobile nel I, II e IV atto, e non nel terzo, è no
65 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VI. Teatro Spagnuolo Comico e Tramezzi. » pp. 149-194
Biblioteca de’ viventi del Sampere per morire ed esser seppelliti in coro in siffatto scartabello, di cui sento che in Ispa
66 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO PRIMO. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 2-31
tibo il dì degl’ Innocenti astenevansi i monaci sacerdoti d’andare in coro , dando luogo a’ loro frati laici cucinieri, quest
67 (1732) Paragone della poesia tragica d’Italia con quella di Francia
ta l’annosa questione della versificazione, unendo la propria voce al coro di quegli autori italiani — praticamente tutti, f
ò son degni di loda li primi poeti che attribuirono principalmente al coro l’uffizio del compatire. Questa prerogativa non m
ile (se non con una cautela particolare che ha qualcuno osservato) il coro , che frapposto agli atti era appresso de’ Greci q
non saprei disapprovare li Francesi non meno per avere abbandonato il coro che per avere introdotto in supplimento del medes
la maniera con cui si trattan gli affari in molte favole italiane di coro continuo. Nelle tragedie greche non è notabile ta
de’ nostri poeti, che a loro imitazione hanno amato la permanenza del coro , riescono sovente improprie, o perché rappresenta
resentano azioni romane alla cui maestà non conviene la comunione del coro , tanto più dove trattisi di segreti gravissimi — 
oleva esser noto alla stessa moglie, poi si scuopre alla presenza del coro delle donne che sono seco —, o perché versano int
e per li consigli che prendeva Tancredi contro di lui in presenza del coro stesso. Inoltre le storie greche non sono presso
siaché il nodo si fonda sovente nella segretezza incompatibile con il coro continuo. Però nella Merope del medesimo Torelli
angasi occulto fino al fine. L’inavvertenza d’alcuno nel fare uso del coro è giunta a lasciargli udire gli stessi soliloqui.
a si scorge; poi mentre si trattien l’uditore con dialoghi inetti del coro e del famiglio il quale racconta Essere stato lu
Elettra fa dire tre versi a Clitennestra senza che la figliuola ed il coro conoscano chi si lagni. Mi pare sopra modo assurd
le gravi calamità. [4.6.3] Alla separazione degli atti appartiene il coro , che dal più de’ nostri lor si frappone; al qual
ual d’ordinario si sostengono, o del verisimile. Che se l’ufficio del coro continuo era di qualche utile nella instituzione
l medesimo benefizio con attori meglio legati e non oziosi, come è ’l coro anche per sentimento d’Aristotele, il qual disse
iendosi gl’intervalli che sono fra l’uno e l’altro atto col canto del coro , essi non si possono immaginare punto più lunghi
amato meglio di conservare il rito antico, tra quali hanno eletto il coro diviso il Caracci, il Gravina, il Marchesi ed il
te in tutto si dia a conoscere, chiede poscia soccorso alle donne del coro per la commozione che gli reca la memoria della s
si possa rispondere che la maggior parte de’ versi corti conviene al coro in Grazia del canto ed il rimanente de’ medesimi,
di gran virtù: ma sino al quinto atto è persona oziosa ed a guisa del coro degli antichi è più spettatrice che attrice. Nel
si sofferma Massimo Natale, Il curatore ozioso: forme e funzioni del coro tragico in Italia, Venezia, Marsilio, 2013, pp. 2
pp. 76-91 e Massimo Natale, Il curatore ozioso: forme e funzioni del coro tragico in Italia, Venezia, Marsilio, 2013, in pa
a illustrato Massimo Natale (Il curatore ozioso: forme e funzioni del coro tragico in Italia, Venezia, Marsilio, 2013, pp. 2
erna, magari come voce del poeta, secondo l’ipotesi del Tasso («Ma ’l coro per aventura dee parlar più altamente, perch’egli
re un Coro ora dialogante, ora cantante («In cotal modo standosene il coro , sarà egli comodamente ora interlocutore della fa
to di vista della verosimiglianza scenica («Essendo dunque rimasto il coro , prima, per l’imperiosa autorità della religione
violenze e il genio e dell’uno e dell’altro. Le sofferse il genio del coro , che destinato per sua natura a radunarsi in un l
e nelle parole medesime; ma quando tutte le persone che compongono un coro furono obbligate a cantare improvvisamente in un
68 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quarto »
sovra un carro tirato da superbi variopinti pavoni, e seguitata da un coro di ninfe coperte da un trasparente leggierissimo
cava il nettare ch’ella versa agli dei nell’Olimpo; accompagnavala un coro di pastori d’Arcadia carichi d’ogni sorta di legu
69 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO II. Prima epoca del teatro Latino. » pp. 9-90
cioè l’ illusione distrutta dal medesimo poeta. Aristofane in qualche coro ragiona a lungo delle proprie favole e delle altr
millantatori”. E nel congedo ripete lo stesso: “O spettatori (dice il coro degli attori col nome di grex) questa favola è co
70 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO II. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 80-124
tibo il dì degl’Innocenti astenevansi i monaci sacerdoti di andare in coro , dando luogo a’ loro frati laici cucinieri, quest
71 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 88-136
vil compose due tragedie Alaham e Mustapha, nelle quali introdusse il coro alla maniera greca. Contemporaneo del Shakespear
72 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO II. Prima Epoca del Teatro Latino. » pp. 16-128
cioè l’illusione distrutta dal medesimo poeta. Aristofane in qualche coro ragiona a lungo delle proprie favole e delle altr
millantatori » E nel congedo ripete lo stesso: O spettatori (dice il coro degli attori col nome di grex) questa favola è co
73 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IV. Teatro Italiano nel Secolo XVIII » pp. 316-354
er contendere di preminenza cogl’italiani228, e per gareggiare con un coro foltissimo d’eccellenti musici pratici e teorici
74 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquinto »
la loro venuta abbia verun altro oggetto fuorché quello di formar un coro e una comparsa. E trovò egli benissimo la maniera
75 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 1 pp. 2-271
ritto in endecasillabi ed ettasillabi sciolti misti a piacere ; ha il coro continuo alla greca maniera ; lo stile accoppia a
rto giovine qualche anno dopo del 1738. Egli compose tre tragedie col coro continuo lavorato con troppo servile imitazione d
ongiunto in matrimonio con Elgiva sua cugina. In tal favola che ha un coro mobile nel primo e nel secondo, e nel quarto atto
76 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo decimoterzo »
regolarità d’un argomento giocoso, l’espressione dell’allegrezza d’un coro di contadini a quella del tripudio delle baccanti
77 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE II — LIBRO X ed ultimo » pp. 161-344
ascuno alla sua volta il parlar dell’altro a metà, che conchiudono in coro con un sol verso comune venuto in mente a tutti,
ù bello il sole già ci apparì. e quel bel già ci, già ci, già ci in coro colle repliche musicali avrà partorito un grazios
78 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo undecimo »
e parla a’ suoi confidenti; Imeneo, che scuote la face invocato da un coro di babilonesi a’ tempi della celebre Semiramide,
79 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAP. IV. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo XVI quando fiorirono gli scrittori producendo le Commedie dette Erudite. » pp. 136-255
egli stesso, volle servare il modo di Aristofane , e v’introdusse il coro . L’Aridosio appartiene a Lorenzino de’ Medici e l
80 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO II. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo. » pp. 175-262
a egli stesso, volle servare il modo di Aristofane, e v’introdusse il coro . L’Aridosio appartiene a Lorenzino de’ Medici, e
81 (1878) Della declamazione [posth.]
azioni e degli argomenti, in cui doveva di necessità prender parte il coro od il popolo, essa era permanente e quasi sempre
gnorelli: «Le Furie rappresentate da cinquanta attori ne formavano il coro , i quali furono dal poeta in tale spaventevole e
loro natura, connesse a determinati movimenti degli organi del nostro coro , per esempio determinati suoni o gesti. Chi dunqu
ccoboni in Dell’arte rappresentativa: «Per ben fingere un re fra nobil coro  / non ti basta apparire in regia corte, / né il m
82 (1772) Dell’opera in musica 1772
ra una danza grave, tipica della tragedia; il kordax era la danza del coro nell’antica commedia greca dai ritmi sfrenati e b
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