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1 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO I. Su i Teatri Spagnuoli sotto i Romani. » pp. 2-8
, avrebbe dovuto convincerlo di errore con pruove chiare, e non voci, ciò forse significa che io sia persuaso della verità
nalzato giusta il modello di quel di Atene. Ben potrebbe darsi: ma da ciò che ne consiegue? che tal Teatro si eresse da’ Gr
pologista, dedito forse tutto alle sublimi scienze, non si ricordò in ciò dire, che i Teatri Romani, come il Saguntino, fur
eatro Saguntino non sia conforme alle regole Vitruviane, parmi che in ciò discordi dalla descrizione datane dal Martì nella
alla Romana, non ne avesse punto, come non ne aveano quei di Roma, in ciò differenti da quei di Grecia. Osservi però il Sig
er i Musici e i Ballerini. Aggiunga ancora a queste cose l’Apologista ciò che scrive D. Antonio Ponz1: “Alla lettera del Ma
fossero Teatri prima che in Roma. Ed avverta ancora, che quando anche ciò fosse dimostrato, non che dimostrabile, Roma ch’è
tono le reliquie, che si addurranno colle dovute prove a suo luogo; e ciò nel tempo che fioriva l’antica Grecia transmarina
.. ma non ricordò quanto splendore dovette a Cornelio Balbo”; dicendo ciò per le quattro colonne di onice che egli espose r
2 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO III. Se ne’ secoli XIV., e XV. gl’Italiani ebbero Poesie Sceniche. » pp. 14-19
sopra la Spagna circa la Drammatica] “nel secolo XIV., se fosse certo ciò che scrive l’Autore della Storia Critica de’ Teat
ampate in Italia. Or come si chiamerebbe quel non mostrarsi inteso di ciò che certamente vi ha letto? quel sopprimere i fat
ettacolo e una muta rappresentazione. Questo nostro valoroso Istorico ciò afferma per la rappresentazione rammentata dal Va
ancora per altre sacre rappresentazioni mentovate dal Muratori. E in ciò avrà più di un compagno. Ma il Signor D. Saverio
tali mute rappresentazioni? Egli dunque ha letto assai alla sfuggita ciò che si narra nelle pagine 189. 190. e 191. della
’egli scartabella e combatte ma non abbatte, ne ha pure favellato? Da ciò quali conseguenze volete che si deducano, Signor
si governa il Signor D. Saverio nel secolo XV. Dissimula francamente ciò che si narra nella Storia de’ Teatri: tanto più i
utti dell’Italica Letteratura. Il Signor Lampillas, cui incresceva di ciò vedere, volle dare ad intendere, che io poteva sì
3 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO II. Se i Mori Spagnuoli ebbero Poesia Scenica. » pp. 9-13
ie nè Commedie, e che niuno Scrittore dice che ne avessero scritte. E ciò non equivale a dire nettamente che essi non conob
di Poesie sceniche, nè memoria di esse trovasi in veruno Scrittore, e ciò non basta ad affermare che non ne avessero? E per
he tal parafrasi corresse di mano in mano per tutti i Mori Spagnuoli; ciò appunto meglio svilupperebbe il loro genio avvers
, corrono per qualche anno. Prende l’Apologista un altro argomento da ciò che scrisse il Signorelli d’intorno a’ trovatori
uso del suo criterio, e scorrere col pensiero per le Nazioni. Oltre a ciò quando mai ha il Signorelli asserito che tutte le
ette o otto Secoli; e dall’altro canto soddisfatti negl’intervalli di ciò che amavano ed esercitavano per usanza inveterata
4 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « L’EDITORE A CHI LEGGE » pp. -
non mai perdè di mira il suo argomento, ed andò raccogliendo non solo ciò che potesse vie più illustrare la storia e l’erud
mperfetta, e l’autore cessò di rimettere colà il rimanente. Nacque da ciò il mio pensiere di pubblicare in Napoli con tali
e quanto serve a condurre la storia sino alla fine del 1797. Ed ecco ciò che per le mie stampe produco alla luce, imploran
5 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO V. Tracce di rappresentazioni sceniche in Ulietea. » pp. 42-43
quipaggio di Cook l’opportunità di distinguere per mezzo delle parole ciò che poteva essere un canto accompagnato dal ballo
delle parole ciò che poteva essere un canto accompagnato dal ballo da ciò che avrebbe potuto chiamarsi spezie di dramma anc
di quando in quando dal canto. Chi non vi ravvisa una copia esatta di ciò che per introduzione ai loro pas-de-deux i baller
6 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XI. Primi passi della Commedia Antica. » pp. 2-15
permise che si pubblicassero i loro oltraggi in teatro; ed animò con ciò i poeti ad infamar poscia impunemente i cattivi e
derli ridicoli per mezzo di alcuni leggieri maliziosi cangiamenti. In ciò consisteva la parodia che fu l’anima della commed
tù, motteggiò empiamente la religione, rimproverò a tutti i cittadini ciò che leggesi nel dialogo tenuto nelle Nuvole dal R
le dal Ragionar Dritto e dal Tortob. Risulta dalle cose indicate che ciò che ora chiamiamo commedia punto, non rassomiglia
rano volontarii, dice Aristotile nella Poetica. Su di che può vedersi ciò che scrissero Scaligero (Poet. lib. VII, c. 7) ed
smo, e la Tragedia là lore Predica grande. Ma le cose quì accennate e ciò che in appresso rapporteremo, sono tutt’altro che
storia, e debbono tenersi puramente per esagerazioni capricciose. Con ciò fa perdere di vista alla gioventù la vera fisonom
7 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Del teatro »
imo a cui nel porre il teatro si dee aver l’occhio dall’architetto; e ciò è ch’esso riesca sonoro e tale, che le voci de’ c
forza è, come dice espressamente Vitruvio 57, che renda suono. E con ciò quello antico maestro viene quasi di rimbalzo ad
isdirebbe a una picciola terra un teatro grande, è da considerare che ciò che determina la lunghezza della platea e, per co
presentazione. [6.4] Ma perché gli uomini vanno generalmente presi a ciò che ha del grande e del magnifico, hanno pensato
pensato a un modo di avere il teatro oltre misura grande e a potervi, ciò non ostante, comodamente udire. Il modo è questo.
buona parte dell’udienza, e non seguano tali altri inconvenienti, che ciò che si era preso per un compenso diviene una scon
.5] A far sì che in un teatro, per grande ch’ei fosse, vi si potesse, ciò non ostante, comodamente udire, hanno ancora avvi
acilmente in agitazione il mare d’aria che le è d’intorno. Ma che per ciò ? Dovrà la voce del cantore, posto quasi nella boc
è vero che nelle arti, dopo i primi lunghi rigiri, tornar conviene a ciò che vi ha di più semplice. Un solo inconveniente
8 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO VII. Teatro Lirico Francese, e suoi progressi per mezzo del Lulli, e del Quinault. » pp. 245-266
des eaux; Les oiseaux enchantez se taisent pour l’entendre. Tutto ciò è detto con leggiadria, ma con poca verità; per u
o per udire il gorgoglio delle acque. Il drammatico sagace dee sempre ciò mitigare almeno con un sembra. Rinaldo si addorme
che la trasportino insieme con Rinaldo au bout de l’univers . Tutto ciò chiama l’attenzione. Ma l’atto III è quasi tutto
onfesseranno, che il dialogo dell’Odio con Armida è per lo spettatore ciò che è un sogno per chi è sveglio. Se l’apparenza
e, si corre rischio di coprir l’azione di ridicolo. La favola già per ciò intepidita nell’atto III con gli esseri allegoric
partenza de’ guerrieri, i pianti e la disperazione della maga. Tutto ciò nulla ha di mitologico, ed è quello appunto che c
verità degli affetti, è la felice combinazione delle situazioni , ciò che costituisce la vera bellezza del melodramma.
el Quinault nel verseggiare e nello scerre e disporre i suoi piani. E ciò egli manifestò nel consigliar Tommaso Corneille a
desimi prodigi ancor quando non componeva sulle parole di Quinault; e ciò ben si vide nel mettere in musica tanto il Beller
proprii soggetti per accomodargli alla scena musicale. Ecco in fatti ciò che narrasi del modo che tenevano Lulli e Quinaul
a errarne una nota, e venendo poscia l’Alouette o Colasse gli dettava ciò che avea composto, nè il giorno dopo se ne ricord
9 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VIII. Teatri materiali. » pp. 213-236
i. Aggiugne che anche i meno affezionati alle commedie saben (sanno) ciò che ignora il Signorelli; e questo saben si ripet
vantaggio di risparmiar la spesa di farli imprimere. Vediamo intanto ciò che importino i sei saben di codesto picciolo ped
che Huerta sapeva e che non voleva dire . E qual risalto non avrebbe ciò dato al mio racconto? III Saben «che è una crasit
il loro archimandrita ha cessato di spacciar fanfaluche, in quallibro ciò suppone o dice il Signorelli? IV Saben «che non v
nè da’ disordini derivati da i due partiti». E qual ragione adduce di ciò ? Questa; che il regolamento di fare una cassa sol
nella formazione delle Compagnie de’ commedianti. Chi crederebbe che ciò si allegasse a provare che tali partiti non produ
e mutavano luogo. Ora questa provvidenza del Governo dimostra appunto ciò che Huerta negava, cioè che ciascun partito avea
e al Ribera ed a Martinez, non è l’istesso che fare un corpo solo? Fu ciò nel sig. Huerta abbondanza di mala fede o mancanz
e ne fece uso in tempo di Carlo II». Se il sig. Vincenzo avesse detto ciò nel tempo che io ancora dimorava in Madrid, gli a
e il cappello Chambergo di detta Guardia fu forse un poco più grande, ciò non vuol dire che fosse nuova invenzione e preced
dissipare quest’altra cavillosa accusa del sig. Huerta. Ma lasciando ciò , mi dicano gli Huertisti (se pure oggi ve n’ha al
a del Teatro Italiano del secolo XVIII e XIX. a. Il leggitore su di ciò può leggere l’articolo XIV del mio Discorso Stori
10 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO IV. LIBRO V » pp. 67-93
Anima infelice! “Mort. Non compatirmi: ascolta soltanto attentamente ciò che son per rivelarti. “Aml. Parla: ti prometto o
di leggere nell’interno del nipote si tiene in disparte per intendere ciò che dica Amlet ad Ofelia. Egli viene dicendo fra
egli farà lo stesso; uniranno poi le loro osservazioni per giudicare ciò che indicherà il di lui esteriore. Viene il re, l
o stato . . . Tosto vedrete che la sposa s’innamora dell’uccisore”. A ciò il re si alza; tutto resta sospeso; egli parte. A
à. “Aml. E voi mi domandate con troppa perversità. “Reg. Che vuol dir ciò , Amlet? “Aml. E che vuol dir ciò, Madre? “Reg. Ti
roppa perversità. “Reg. Che vuol dir ciò, Amlet? “Aml. E che vuol dir ciò , Madre? “Reg. Ti dimentichi di chi son io? “Aml.
medesimi arnesi . . . vedete . . . ora va via.” La madre stima tutto ciò illusione pura della disordinata fantasia del fig
mlet è finta, e che tutto è un artificio. La regina l’assicura che di ciò ella non è capace. Atto IV. Intende il re l’ucci
o di Ofelia che si ha da sotterrare in terra sacra, dicendo l’uno che ciò stà ben disposto dal giudice, l’altro che stà mal
co avea, sul quale erasi formato quello che usa il presente re. Fatto ciò , chiuso di nuovo il plico, lo ripose nel luogo st
nuto allorchè giunga; se l’uomo al terminar di sua vita ignora sempre ciò che potrebbe avvenire dapoi, che importa che la p
cognite strade; si smarrisce alle volte, ma lascia dietro di se tutto ciò che non è se non esattezza e ragione”. Abbiamo o
uesto gran tragico studiando la natura mancò di giudizio nell’imitare ciò che nelle società si riprenderebbe. Non è inveris
e parole, onde le avesse tratte, si tolga l’ultima linea, e si scriva ciò che segue. *. Al medesimo Capo IV, pag. 39, lin.
presse la prima volta in Salamanca nel 1500, si aggiunga in parentesi ciò , che segue. **. Ai medesimo Capo IV, pag. 61, li
11 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO III. Opera musicale Spagnuola e Italiana e Teatri materiali. » pp. 89-108
Patroclo, per cui Achille torna a combattere contro i Trojani. Tutto ciò si comprende in due piccioli atti divisi in dodic
ltrui invenzioni soggettandole al coltello anatomico di Procruste. Ma ciò sarebbe il minor male, se col misero sacrificio d
z, al Sampere ed a tutta la turba che gli applaude, a conciliar tutto ciò colla loro lingua, colla poesia e col senso comun
ssiones dificil la calma, quando à mi alma la quietud faltò; ciò in castigliano potrebbe dirsi una pura quisicosa,
o della veracità altrui senza verun fondamento. Ma il leggitore su di ciò vegga l’art. XIV del mio Discorso Storicocritico.
i. Aggiugne che anche i meno affezzionati alle commedie saben (sanno) ciò che ignora il Signorelli, e questo saben si ripet
antaggio di risparmiar la spesa d’imprimerli. Vediamo dunque soltanto ciò che importino i suoi saben. Saben I: “che i part
e Polacos sussistono nel primo stato di vigore”. In buon’ ora sia. Se ciò in castigliano e in italiano significa che di que
amente suppone il Signorelli”. Mi dicano gli Huertisti, in qual libro ciò suppone o dice il Signorelli? Saben IV: “che non
, nè da’ disordini derivati da due partiti”. E qual ragione adduce di ciò ? questa: che il regolamento di fare una sola cass
unione delle casse reca questa ragione, cioè che il Governo volle con ciò rimediare alla prepotenza alternativa de’ due par
trighi e maneggi nella formazione delle compagnie. Chi crederebbe che ciò si producesse a provare che tali partiti non appo
rambe dopo aver servito dieci anni continui il pubblico di Madrid. Fu ciò ignoranza o malafede nel sig. Huerta? Saben VI f
ome quello introdotto in Ispagna colla venuta di Filippo V &c. Ma ciò lasciando mi dicano gli Huertisti (se pur ve n’ha
sceglier bene i drammi ed indicarne meglio i difetti e le bellezze; e ciò all’ombra di quella parte critica detestata dall’
12 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE II — TOMO VI. LIBRO IX » pp. 145-160
re gli scrittori nazionali, de’ quali volle prendere la difesa. Senza ciò , come conciliare i talenti di questo letterato co
Quindi nella scena seguente comandandole Giusto che cosa mai pensi di ciò che si va disponendo, ella con tenerezza risponde
l’azione che in ciascun atto dà sempre un passo verso la fine: tutto ciò raccomanda a’ contemporanei imparziali questo com
corregga così. *. Al medesimo Capo pag. 30, lin. 2, dopo le parole, ciò che ne disse il sig. Andres. **. Al medesimo Cap
, lin. 7, dopo le parole, se non che il proprio autore, dee cangiarsi ciò che segue nell’opera ne’ diciotto versi, e scrive
diciotto versi, e scrivervisi la presente addizione. *. Si prosegua ciò che stà impresso nell’opera sino alla pag. 79, e
lla pag. 80, lin. 5 tiranneggia i commedianti nazionali, indi si dica ciò che segue. 1. Avendomi lo stesso sign. Moratin,
parole, ad un incendio che gli distrusse, si cangi come quì si scrive ciò che si diceva in fine del medesimo articolo.
13 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Osservazioni »
cussa del vero musicale e poetico, intorno a cui fossimo convenuti. E ciò per non ismarrirsi in seguito nell’ambiguità e ne
aga che l’opera italiana sia ora in decadenza: di addurre i motivi di ciò , e di fare il parallelo della nostra musica con q
i e i loro poeti come rivestiti d’un carattere legislativo si vede da ciò che le loro prime leggi, le prime politiche istit
cessione i loro simolacri, o gli emblemi che gli rappresentavano. Per ciò che spetta alle rappresentazioni teatrali il fatt
vino per abbracciare la religione romana? Se dunque nulla facciamo di ciò , anzi se il solo scrivere e proporre tai cose ci
poeta è sempre subordinata al semplice, e mero divertimento. A provar ciò vuolsi poca serietà e poca dottrina. Il Signor Ma
do “migliorarono”? Quando furono “scritti a più personaggi”. E quando ciò accadde sul teatro greco? Quando “né Sofocle, né
infine ottenuto ch’ella ebbe il suo intento». Che ne dice dopo tutto ciò il baldanzoso ed erudito Minosse degli altrui lib
e risultar naturalmente a misura che le dette facoltà s’aggrandivano, ciò è verissimo, ed io l’ho detto prima dell’estratti
go sarebbe il rapportarli qui tutti di nuovo, basterà soltanto ridire ciò che ho detto nel capitolo stesso citato dal Manfr
aria.» RISPOSTA. [30] Un “discorrere in aria” chiama il giornalista ciò che si dice della possanza della musica greca e d
e de’ più illuminati critici, che tutti concordemente ne assicuran di ciò . E quando Pitagora, non contento di render musica
distruggerla? Con qual logica con qual erudizione ci pruova che tutto ciò altro non sia che un “discorrere in aria”? È inut
ti e in tutte le sciente accanto a’ buoni? Sì, bisogna confessarlo, e ciò che è ancor più fatale ma che non è men vero, si
taliana; che i Greci avessero i loro guastamestieri come abbiamo noi; ciò ha tanto che fare colla questione come i porri co
e reale diversità di fini, di sistema, e di mezzi. L’arguire da tutto ciò che più non esiste una buona musica, è una conseg
estetico è più copioso e più ampliato di quello dell’antica. Ma tutto ciò è assai diverso dal patetico nel quale, come anco
o per un maestro di musica, scrittore di professione, il quale dà con ciò a divedere essergli affatto sconosciuti i fondame
di da esprimerle: mentre desse si possono cantare benissimo, (e tutto ciò che si canta, anche da una sola voce, è sempre mu
ntità delle sillabe nella nostra poesia, perché nessuno può conoscere ciò che non esiste. Fino i ragazzi che imparano i pri
he fissi la significazione arbitraria dei termini adoperati da lui, e ciò per risparmiare le quistioni di voce e per guadag
so che, se sopra alla musica stessa si possono applicar varie parole, ciò dipende, perché il musico nella collocazione dell
he il sentimento delle parole sia lo stesso, sono piuttosto regole di ciò che dovrebbe esser che di ciò, ch’è infatti, impe
sia lo stesso, sono piuttosto regole di ciò che dovrebbe esser che di ciò , ch’è infatti, imperocché ad eccezione d’alcuni p
ontrappunto non muove una qualche determinata e individuale passione, ciò nasca dal non esser la cantilena chiara semplice
’inefficacia del contrappunto per muover gli affetti l’ho ricavata da ciò , ‌ch’essendo necessaria ad eccitar un determinato
isato sconciamente e quella, e queste. In terzo luogo non è men falso ciò ch’avanza il Manfredini, che quando il contrappun
mpi, dei quali crediamo esser noi stati un non mediocre ornamento. Di ciò è un manifesto argomento il vedere che infinite p
otrebbe assegnarsi il luogo che occupano presso i loro contemporanei, ciò nonostante inalzano a tal segno il secolo in cui
eppur un solo che non viva persuaso e contento del proprio ingegno, e ciò che oltremodo fa meravigliare si è che quanto più
che si trovano ne’ drammi di Metastasio hanno giovato alla musica. Ma ciò che ho detto io, e che il Manfredini non vorrebbe
elogio. Qual nuovo genere d’onestà letteraria è mai quella di tacere ciò che ha detto l’avversario, e poi combatterlo come
capriccio? GIORNALISTA. [71] «Senza tanto declamare e senza ripetere ciò ch’è stato già detto da altri (cioè che vi sono m
del maggior numero; pure confesso d’avere il torto. Invece d’avanzare ciò ch’ho avanzato, dovea sostenere con zelo apostoli
elemy, e troverà verificato il mio principio anche nella musica. Dopo ciò si vergognerà forse di aver combattuto una propos
lissima perdita. GIORNALISTA. [83] «Non ci sembra neppur ben provato ciò che asserisce il Sig. Arteaga, cioè: «L’amor del
acere non ha fatto nascere la frequenta degli spettacoli. In luogo di ciò pianta fin da principio una proposizione in tutto
all’abbondanza de’ teatri, e dalla frequenza degli spettacoli, ch’era ciò che doveva provarsi. «De’ quali pregi (seguita il
ose gli spronerà a partire dal proprio paese; ma che ha da fare tutto ciò colla prima proposizione che doveva dimostrarsi f
orno «all’infame usanza dell’evirazione», ma non creda il lettore che ciò sia per farmi una grazia. Il giornalista ha le su
ente, e politico nel tempo stesso. Ei si dispensa dal ragionare, e in ciò mostra la sua prudenza. L’esame che fin qui s’è f
n letterato di tanto polso, qual è il Signore D. Saverio Mattei, e in ciò fa vedere la sua politica insidiosa. Di più, non
tema come una nuova scoperta sconosciuta a tutti fino al presente. Se ciò fosse vero non si dovrebbe sdegnare l’illustre au
esente vi sia tra i più una buona musica ed una buona poesia; ed ecco ciò ch’io ho negato, e che il Signor Manfredini non m
esso succederà alle migliori che si compongono presentemente, e tutto ciò perché vi è molta musica, tanto antica che modern
e pitture mediocri ch’esistono? Per finir dunque ripeteremo solamente ciò che già si disse nella più volte citata nota 13.
damenti su cui s’appogiano le mie opinioni, lascia a capriccio e muta ciò che non intende, o che non fa per lui, ricorre a
a logica, e che la sua dose di cognizioni musicali, è molto scarsa in ciò che spetta la parte filosofica storica e critica
lento filosofico e forniti soltanto d’una sterile filologia, credono, ciò nonostante, d’essere divenuti gli Ettorri e gli A
14 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VI. Tragici Spagnuoli, secondo il Signor Lampillas, negletti, o censurati a torto dal Signorelli. » pp. 43-68
forestiera il dubitare del loro merito. L’Esaminatore stesso ci dà a ciò motivo col confessare, che le pretese Tragedie no
ianza veruna; perchè se questi introducevano i loro Numi sulla Scena, ciò facevano per essere essa fondata sulla Religione,
gliono ascoltarsi da’ cuori sensibili. E’ verissimo; ma sapete quando ciò avviene? Quando il patetico è maneggiato egregiam
dire che la Critica tranquilla non merita di essere ascoltata? Vuole ciò dire che l’errore del Cueva non è errore? Mastica
l Cueva si comporta in quel carattere in tal guisa, che si diparte da ciò che la natura suol mostrare possibile coll’attuar
tutta dalla rappresentata, e in lei riguarda.” Il dottissimo Gravina ciò dichiara in mille guise nella Ragion Poetica, nel
a, che il Sig. Lampillas non cerca se non diffusi panegirici di tutto ciò che appartiene a’ Drammatografi Spagnuoli, quanto
girici di tutto ciò che appartiene a’ Drammatografi Spagnuoli, quanto ciò che dice del Signorelli a proposito delle Tragedi
enticata la morte dell’Eroina Cristiana, e quella di Alboacen. Ora se ciò stà alla vista di ogni Leggitore, se il Signor Se
molte sono, dia il titolo di Una. Aritmetica Apologetica! Ma forse a ciò si ristringono i difetti dell’Isabella non veduti
ridades y bajezas que desdicen de la gravedad de la Tragedia? Oltre a ciò discolperà l’Apologista l’inutile apparizione del
bella; di maniera che di lui acconciamente può dirsi in tal proposito ciò che dell’Europa affermava l’Ariosto, “Lampiglia
il Montiano incalza il nemico che si ritira, e grida, e pretende che ciò sia contrario all’uso antico e al moderno, e aggi
è incorso o s’incorre contro i preziosi statuti della Ragione.” E di ciò non pago passa ad analizzarle tutte e tre quasi f
diceret, sed contempsit eum, qui minus id facere potuisset 1. Udiste ciò che si è insegnato quasi venti secoli fa? Ci vogl
i essendovisi impressa sette anni prima di spirare il secolo XVI.; ma ciò non volle la sorte del Teatro Spagnuolo, e il Vir
lla Cruel Casandra non osservò regola veruna?” Subito vi contento. Ho ciò trovato nella confessione che fa l’ingenuo Signor
l Teatro, encomia Virues come Autore delle migliori regole Comiche, e ciò dice appunto allorchè aggiugne che scrisse Traged
15 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO III. La Poesia Drammatica ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia nel secolo XIV. » pp. 125-139
moderati che ritornarono in Europa per mezzo degli stessi Italiani. E ciò fra noi venne a produrre nel XIV secolo poesie te
quale con insidie e crudeltà già regna in Verona ed in Padova. Tutto ciò si finge avvenuto nell’intervallo degli atti, ed
dal consiglio di marciare al racconto del coro? E come ha egli saputo ciò che è passato fuor di Verona? Le irregolarità son
a commedia antica, e cosi leggesi nella Drammaturgia dell’Allacci; ma ciò non basta per farla risalire sino al secolo XIV.
acci nelle osservazioni sopra le Rime sacre di Lorenzo Medici. a. Di ciò non dubiterà punto chi ne legga la narrazione del
Philologiae nomine. Petr. Epist. Fam. 16 lib. VII. a. Vedasi anche ciò che ne dice l’abate De Sade dotto Francese che si
16 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO II. La Poesia Drammatica ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia nel secolo XIV. » pp. 32-40
moderati che ritornarono in Europa per mezzo degli stessi Italiani. E ciò fra noi venne a produrre nel XIV secolo poesie te
quale con insidie e crudeltà già regna in Verona ed in Padova. Tutto ciò si finge avvenuto nell’intervallo degli atti, ed
dal consiglio di marciare al racconto del coro? e come ha egli saputo ciò che è passato fuor di Verona? Le irregolarità son
a commedia antica, e così leggesi nella Drammaturgia dell’Allacci; ma ciò non basta per farla risalire sino al secolo decim
cci nelle Osservazioni sopra le Rime sacre di Lorenzo Medici. 29. Di ciò non dubiterà punto chi ne legga la narrazione del
sub Philologiæ nomine. Petr. Epist. Fam. 16. lib. VII. 33. V. anche ciò che ne dice l’Ab. De-Sade dotto Francese che si è
17 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO V. Teatro Spagnuolo Tragico. » pp. 56-148
irsi il verso sciolto o quello coll’assonante à los pareados? Domandi ciò egli stesso al proprio orecchio, il cui giudizio
la mia partenza da Madrid. Il dottor Guarinos punto non risentissi di ciò che accennai del dialogo uniforme ed elegiaco
bibliografo che il poema epico aver debba sempre un esito felice? Se ciò è vero, errò Omero che nell’Iliade si prefisse di
o l’Ayala, mal conviene ad un’ azione drammatica? Perchè (degni notar ciò il patrocinatore de los menesterosos) una distruz
situazione de’ Numantini. Ma egli stesso no se ha hecho bien cargo di ciò che io dissi e ripeto, cioè che esse converrebber
borra intempestiva. Noi avremmo dimostrato subito e pienamente tutto ciò con pubblicare l’analisi intera che scrissi sulla
fratello già morto col sangue dell’uccisore che non sa chi sia. Dopo ciò mostrasi sorpresa da un nuovo doloroso pensiero.
eranno uniti o disgiunti? se uniti non diranno più una parola sola di ciò che hanno incominciato a dire? Non dubiti punto l
erò essi nulla detto o in quella scena o nell’intervallo dell’atto di ciò che voleva Olvia nell’atto I narrare all’amante?
sue schiere, purchè ella l’accetti per isposo. Ella gli chiede su di ciò consiglio. Questa situazione rimane priva dell’us
i si ricorda di dire che vuol morire in di lui vece. Gareggiano su di ciò ; ma tutto dee sospendersi, perchè Scipione viene
vera. Giugurta che avea udito Olvia che parlava sola, ora non ode più ciò che esse dicono. Terma vuol sapere in ogni conto
cando esce Aluro in tempo che Terma dice, refrena tu furor , ed egli ciò udendo dice; questa che parla è Olvia; certamente
sta che parla è Olvia; certamente questo è inganno di Giugurta . Onde ciò deduca, non appare. E poi Aluro non sa distinguer
viventi. Vedrà l’istesso giudice se alla Numanzia dell’Ayala convenga ciò che ne disse il sig. Andres, cui piacque di collo
e per America, Spagna, Francia, Italia, e Portogalloa. Che che sia di ciò in Madrid si rappresentò quindici anni dopo che f
tolto il Sepolcro di Cristo perduto dal francese Lusignano. Non so se ciò dica l’autore come storico o come poeta. So che n
di Gerusalemme da passar dopo la di lui morte al prode Corrado. Ma in ciò altri non ebbe parte, e molto meno Alfonso VIII o
tiani di Leone, di Portogallo, di Aragona, e di Navarra. Ora se tutto ciò è storia non contrastata, perchè il sig. de la Hu
o, l’accingersi alla dolorosa partenza, abbiano empiuto quel voto. Or ciò essendo l’editore (cioè l’autore sotto il di lui
, ella dice, avrebbe per esse dichiarata la guerra a chi che sia , e ciò non è fuor di proposito; ma soggiunge che avrebb
ocedere il Tago verso la sorgente e convertita la notte in giorno ; e ciò è scherzare, mentre queste espressioni appena si
o nella fortezza, esigono tempo, e due scenette non bastano per tutto ciò , se voglia attendersi alla verisimiglianza. Adunq
poeta Diamante un secolo prima ne fece una dipintura più uguale. Dopo ciò Rachele affetta desiderio di partire, ed il re si
stio o per adulazione per la famiglia Garcia contro di quell’altre; e ciò unito alla menzione della predilezione del re per
e. Queste circostanze esigerebbero un discorso rapido, cocente, e non ciò che ella dice in ventiquattro versi freddi anzich
Nel poema si concepisce, ma non si pronuncia la voce traidores, e con ciò si lascia luogo alla preghiera; nella tragedia l’
i. Ruben si sente accusare da Rachele, vede il furore del re, ascolta ciò che egli dice, e non fugge. Chi vide rappresentar
e tolse la traccia tutta da Diamante. Ed il sig. Andres errò anche in ciò che la stimò originale e propria di Huerta, non
e erroneamente un doppio significato. Carnicero in castigliano dinota ciò che i Latini dicono lanio, e gl’Italiani macellaj
re gli scrittori nazionali, de’ quali volle prendere la difesa. Senza ciò , come conciliare i lumi e i talenti di questo let
Osservo nonpertanto che vi si trova espresso con passione e felicità ciò che nell’atto IV dice Ifigenia al padre, tratto d
cità ciò che nell’atto IV dice Ifigenia al padre, tratto dal greco, e ciò che ella dice ancora nella conchiusione della set
ento de’ meschini apologisti, i quali interpretano per ingiuria tutto ciò che non è panegirico e adulazione : Gozando de
tomo II delle di lui Opere poetiche pag. 104 e seguenti. a. Di tutto ciò vedi Sicardo, Bernardo Tesoriere, gl’Istorici Ing
18 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO III. Commedie del secolo XVII. » pp. 292-313
buffoneria ed all’oscenità destinate al divertimento del volgo. Senza ciò i critici boriosi e singolarmente i superficiali
da Plauto? A noi par di vederlo; e ci dispiace di non essere stati in ciò prevenuti da verun critico. La commedia del Porta
perte dalle potenti armate di mare di Napoli e di Sicilia. Aggiugni a ciò le devastazioni nelle provincie del regno taglieg
le belle lettere debbono distinguersi le additate commedie erudite da ciò che in seguito si scrisse in Italia col disegno d
o Italiano regolare da principio ma languido e freddo (di che vedasi ciò che si è detto nel precedente volume della nostra
ro non presentava che pasticci drammatici, come dice il Maffei . Dopo ciò che abbiamo narrato, e che si può verificare ad o
ttere più illustre pretendesse formare un mucchio spregevole di tutto ciò che si scrisse in quel secolo pel teatro, noi gli
liere? a. Vicende della Coltura delle Sicilie tom. V. b. Vedasene ciò che disse il Ghirardelli nella Difesa del suo Cos
ccidenti umani  ma il miracoloso appartiene al mondo fantastico. Dico ciò perchè alcuni sogliono prendere queste due voci i
19 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO IV. Teatro Lirico Francese, e suoi progressi per mezzo di Lulli e Quinault. » pp. 59-74
imenticare. Ma non mi sembra poi vero che tutto il rimanente cada per ciò , bastando a sostenerlo diverse situazioni. Nell’a
des eaux; Les oiseau enchantez se taisent pour l’entendre. Tutto ciò è detto con leggiadria, ma con poca verità; per u
li augelli tacciono per udire il gorgoglio delle acque. Il drammatico ciò dee sempre mitigare almeno con un sembra. Rinaldo
a’ demonj che la trasportino con Rinaldo au bout de l’univers. Tutto ciò chiama l’attenzione; ma l’atto III è quasi tutto
confesseranno che il dialogo dell’Odio con Armida è per lo spettatore ciò che è un sogno per chi è sveglio. Se l’apparenza
ento, la partenza de’ guerrieri, i pianti disperati della maga. Tutto ciò nulla ha di mitologico, ed è quello appunto che c
seguito in encomiar Quinault, non par che abbiano saputo osservare. A ciò si aggiunga che l’Armida è l’opera meno caricata
i proprj soggetti per accomodarli alla scena musicale. Ecco in fatti ciò che narrasi del modo che tenevano Lulli e Quinaul
za errarne una nota e venendo poscia l’Alouette o Colasse gli dettava ciò che avea composto, nè il giorno dopo se ne ricord
20 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO I. Teatro Francese Tragico. » pp. 4-111
scritto il biglietto, manifesta mancanza d’arte nel poeta, ed oltre a ciò con poca verisimiglianza e ragione i versi ch’ell
eressanti ben prese e ben collocate di sì patetico argomento. Oltre a ciò che sugeri all’autore la nota sventura d’Inès, eg
o alquanto dall’attenzione che debbesi a quelle d’Inès, Pure potrebbe ciò mirarsi con più equità, e dire che una donna come
di lei per la virtù che possiede. Riprende altresì di sconvenevolezza ciò che dice la reina nella scena quarta dell’atto I,
occhi di lui distratti altro non vi cercavano che Inès; sembrandogli ciò poco verisimile in un marito da più anni possesso
, il quale gode fra mille pericoli e sospetti il possesso dell’amata, ciò che dee mantenere sempre viva la sua fiamma. Il s
russia tragedie de toute beautè al pari del Radamisto. A noi, oltre a ciò che dell’Elettra abbiamo detto, non sembra la Sem
9 criticando l’Edipo di Sofocle, quello del Cornelio ed il proprio, o ciò che in una edizione del suo Edipo del 1729 scriss
sti delle passioni, e questa novità l’ha preservato quasi sempre (sia ciò detto con pace de’ pedanti che asseriscono il con
nava se stessa! Tu balançais son Dieu dans son coeur allarmè. Tutto ciò non mostra l’eccesso dell’invincibile sua passion
lentasse il trasporto che si aveva per la Merope del Maffei. Comunque ciò sia egli si valse del migliore della tragedia ita
ma Policlete, e la reina torna a veder ben lontane le sue speranze; e ciò sarebbe giusto. Ella però senza altro esame si ab
s deux, perfide, est l’èsclave où le maître. Ma Polifonte dovea dopo ciò persistere nel matto suo disegno? dovea conchiude
ere o ad aumentare i rimorsi de’ colpevoli di grandi delitti. Oltre a ciò essa distrugge le speranze de’ penitenti, vale a
Règarde ce tombeau, contemple ton ouvrage. Ma come ha colui saputo ciò che si è passato dentro del mausoleo? come sa egl
entato in detto anno con molta energia da Madamigella Raucourt, tutto ciò fa che questa tragedia seguiti a ripetersi. Prima
alezza ed eleganza di stile e di armonia di versificazione; con tutto ciò il di lui Assedio di Calais, e Gabriela di Vergy
esi? Non già; ma ad Eufemia figlia del principale congiurato. V’ha in ciò punto di senso comune? Che si dirà poi di quella
dunque su gli altri di lui difetti nè piccioli nè pochi come poeta a ciò che ne dissero i Francesi stessi, e diamo qualche
re le sue maligne asserzioni. Avogadro secondo lui è un ribelle. Ma è ciò vero? Avogadro era bresciano suddito de’ Venezian
ario il rigore, fe un segno, e le due teste caddero a’ piedi suoi. Fu ciò un’ ombra che si mischiò al lustro del trionfo; m
figli di Avogadro furono giustiziati alcuni giorni dopo ; ed anche di ciò vuol dubitare il Belloy per questa gran ragione c
ar vivendo? Du-Bos che ignorava molto meno di lui della storia, narrò ciò che si trova dagli storici riferito. Fu nel secon
olo a tradire il suo re, mentre egli era in arme contro la Francia? E ciò appunto gl’imputa il Belloy, facendò dire dal duc
i che ella ha dato il consenso di prenderlo in isposo. Bianca resta a ciò turbata e addolorata, e Montcassin sbalordito. La
agna. Distruggi dunque (le dice) i miei sospetti. Io t’amo (risponde) ciò dee bastarti. Chi dunque (Montcassin) cagiona i n
i destinata al maggiore degli eroi di Venezia, ho creduto ch’egli con ciò ti avesse voluto indicare, ed ho dato di buon gra
, met le comble à ma rage; ho finito di supplicare; io tenterò tutto ciò che mi sugerirà un amor disperato, e parte. Capel
el muro della casa di Spagna. Gl’Inquisitori Loredano e Contarini per ciò non si rimuovono dalla sentenza data. Capello sol
nte, e che Capello salvandolo ne ricusasse generosamente la mano. Con ciò l’autore toglieva tutto l’effetto tragico alla la
ne tragico, e così comparve sulle scene e per le stampe. Ecco intanto ciò che rende la storia differente dalla tragedia. In
e con più frequenza quando l’evento risale alla remota antichità: ma ciò si concede per aumentar le molle della compassion
ella compassione e del terrore, ma non già per iscemarne l’energia. E ciò appunto avviene nella tragedia di Arnault. Allorc
ne che si sforza di occuparlo, ad ogni passo si allontana. In Venezia ciò senza dubbio avverrebbe, se si rappresentasse; e
a. Si legga la sua epistola a S. A. la Duchessa du Maine. b. Oltre a ciò che si dice in varie collezioni delle sue opere,
rdizzotti vol. II de’ Fatti Veneti dall’anno 1504 al 1570. a. Vedasi ciò che l’Avogadro scrisse al Senato Veneziano second
21 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO V. Sulle due Sofonisbe Italiane, e su due Traduzioni dal Greco di Fernan Perez de Oliva. » pp. 26-42
trova almeno in sei o sette delle quindici Tragedie Spagnuole. Tutto ciò non dà a questa favola la giusta denominazione di
eano avute più altre; ma non mi trattengo a disingannarlo, bastando a ciò l’Articolo precedente. Intanto per non rendersi s
15. Una domanda Signor Lampillas. In quale edizione del Giraldi avete ciò letto? Nel Giraldi della Biblioteca di S. Angelo
Tragædiam in manus, cujus quosdam actus nonnumquam ille recitat.1 Con ciò si afferma forse che egli terminò di scriverla ve
eto, che in Vicenza, e in Roma furono cantati i Cori della Sofonisba, ciò che ci addita le due rappresentazioni. Non discon
no, la Sofonisba si rappresentò nella Patria dell’Autore. Vediamo ora ciò che dice l’Apologista sul merito di questa Traged
issa, la quale scena all’ Apologista sembra freddissima. Quando anche ciò fosse, che perderebbe la scena da me lodata? Se i
i vostri nazionali, avete provato che in Italia le componesse? Costa ciò , o non costa? Se costa, perchè non ne adducete i
e, come il Montiano, che le scrivesse prima del 1533., ma non già che ciò avvenisse in Italia: “Costando (egli dice) che le
citarsi nel nativo idioma, non v’ha ragione che ripugni a credere che ciò potè essere [pudo ser] verso il 1520.” Nè anche p
tenuta in questa anche il titolo di Ecuba aggiugnendovi triste. Ed in ciò vede il Lampillas una delle prove convincenti per
22 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 597
assi prima al signor Toschi. Egli mi ha detto di havere scritto a lei ciò che le occorre, ed ella potrà intendersene seco,
ciò possano questi giovini operare con maggior vigore, et esimersi da ciò che potesse di sinistro apportarle qualche emolo
23 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO PRIMO. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 2-31
aldi che Fabrizio da Bologna nel 1250 componesse volgari tragedie; ma ciò afferma perchè nel libro di Dante della Volgare E
tessero degli uomini, tal rappresentazione diventerebbe un giuoco. Ma ciò lasciando, la Compagnia del Gonfalone istituita n
l XIII secolo per rappresentare i misteri, ne’ tempi più a noi vicini ciò fece con parole a tenore del suo istituto. Nel XV
i nella stessa guisa, siccome attesta Andrea Fulvio23. Verisimilmente ciò che continuò a farsi nel XV e XVI, praticossi nel
i, non meritino rigorosamente nome di vere azioni teatrali. Con tutto ciò debbono entrare nella storia drammatica come prim
me dottissimi ed eloquentissimi? Nelle parole di questo prelato ed in ciò che dice di Adriano il Tiraboschi, si attende all
costumanze vaghe e bizzarre. Più poi de’ nominati scrittori compruova ciò lo stesso Liber Judicum chiamato volgarmente Fuer
ebre Miguèl Cervantes prendere il partito di coprirla di ridicolo; ma ciò a parte. Poteva egli convincersi dei disordini de
per istrana malfondata costumanza contraddiceva il Lampillas. Oltre a ciò , per sapere quanto in Ispagna erano frequenti i d
famoso editto di Teodorico. Entrati poi a regnarvi i Longobardi, ecco ciò che seguì in Italia secondo il racconto di Paolo
zione Italiana sulle pene del ladro di un cane e di uno sparviere; nè ciò bastandogli attribuisce a’ Longobardi alcuna legg
no credè troppo buonamente al Sig. Bettinelli, se questo scrittore ha ciò affermato dell’Italia. Ma se egli voleva rallegra
ndo e gigantesche nello stile. Or faccia il Lampillas il confronto di ciò che asserisce il Bettinelli col riferito giudizio
hiamate savissime. Le Longobarde poi sono anteposte a tutte. Da tutto ciò che si è ragionato in questa nota, può comprender
rie Fiorentine di Niccolò Machiavelli, il quale par che si appressi a ciò che quì si accenna, benchè egli nol renda abbasta
a stessa Roma, cioè trecentoventi anni dopo dell’istituzione. Diciamo ciò per ausiliar colla verità certa filosofia che sem
24 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — (Corriere di Napoli, 19 febbraio 1899). » pp. 270-274
Torino il '57, e cacciata per mancanza di disposizioni per l’ arte, e ciò per opera del famigerato Garberoglio. Esordito ne
miniscenze. In arte, niente mi sembra più meraviglioso e più bello di ciò che pare scaturisca dalla natura stessa d’ un art
con tutte le sue gradazioni di comicità e di drammaticità, con tutto ciò che in altri artisti della scena può essere il ri
ica italiana. Di mente aperta, d’ indole sdegnosa, ribellante a tutto ciò ch'è impunemente e coscientemente iniquo, fu attr
25 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO V. Tragedia Francese nel secolo XVIII. » pp. 75-133
critto il biglietto, manifesta mancanza di arte nel poeta, ed oltre a ciò con poca verisimiglianza e ragione i versi ch’ell
ituazioni ben prese e ben collocate di sì patetico argomento. Oltre a ciò che suggerì all’autore la nota sventura d’Inès, e
ione che debbesi a quelle d’Inès. Riprende altresì di sconvenevolezza ciò che dice la Reina nella scena quarta dell’atto pr
di lui occhi distratti altro non vi cercavano che Inès; sembrandogli ciò poco verisimile in un marito possessore da più an
, il quale gode fra mille pericoli e sospetti il possesso dell’amata, ciò che dee mantener sempre viva la sua fiamma. M. Cr
russia tragedie de toute beauté al pari del Radamisto. A noi, oltre a ciò che abbiamo detto dell’Elettra, non sembra la Sem
19 criticando l’Edipo di Sofocle, quello di Cornelio ed il proprio, o ciò che in una edizione del suo Edipo del 1729 scriss
ti delle passioni; e questa novità l’ ha preservato quasi sempre (sia ciò detto con pace de’ pedanti che asseriscono il con
se stessa! Tu balancois son Dieu dans son coeur allarmé. Tutto ciò non mostra l’eccesso dell’invincibile sua passion
llentasse il trasporto che si avea per la Merope del Maffei. Comunque ciò sia egli si valse del migliore della tragedia ita
a Policlete, e la reina torna a vedere ben lontane le sue speranze; e ciò sarebbe giusto. Ella però senza altro esame si ab
deux, perfide, est l’esclave ou le maître. Ma Polifonte dovea dopo ciò persistere nel matto suo disegno? dovea conchiude
Regarde ce tombeau, contemple ton ouvrage; ma come ha egli saputo ciò che si è passato dentro del mausoleo? come sa egl
alezza ed eleganza di stile e di armonia di versificazione, con tutto ciò il di lui Assedio di Calais e Gabriela di Vergy e
esi? Non già, ma ad Eufemia figlia del principale congiurato. V’ha in ciò punto di senso comune? Che si dirà poi di quella
i dunque sugli altri di lui difetti nè piccioli nè pochi come poeta a ciò che ne dissero i Francesi stessi, e diamo qualche
re le sue maligne asserzioni. Avogadro secondo lui è un ribelle. Ma è ciò vero? Avogadro era Bresciano suddito de’ Venezian
sario il rigore, fe un segno e le due teste caddero a’ piedi suoi. Fu ciò un’ ombra che si mischiò al lustro del trionfo; m
utere il fatto con esattezza, e l’esattezza consiste in osservare che ciò non si dica dallo storico della vita di Bajardo,
figli di Avogadro furono giustiziati alcuni giorni dopo; ed anche di ciò vuol dubitare il Belloy per questa gran ragione c
ar vivendo! Du-Bos che ignorava molto meno di lui della storia, narrò ciò che si trova dagli storici riferito45. Volle poi
le sue truppe. Sia questo un fatto tres-vrai, come dice il Belloy. Ma ciò è una cosa stessa col dipingere Giulio come subor
dolo a tradire il suo re mentre egli era in arme contro la Francia? E ciò appunto gl’ imputa Belloy, facendo dire dal Duca
33. V. la di lui epistola a S. A. la Duchessa du Maine. 34. Oltre a ciò che si dice in varie collezioni delle sue opere,
dizzotti vol. II de’ Fatti Veneti dall’anno 1504 al 1570. 46. Vedasi ciò che l’Avogadro scrisse al Senato Veneziano second
26 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo sesto »
musica, o se tutto debba ripetersi dalle circostanze de’ tempi, ecco ciò che niun autore italiano ha finora preso ad inves
, e palesaravvi colla sua inattenzione la noia. Ma se invece di tutto ciò prendete a narrargli le favole d’Esopo, o gli str
’uman commercio mesti in apparenza e pensosi: e’ vi risponderanno che ciò si fa da loro per poter liberamente badare agli a
rlo. Se gli andava amale qualche intrapresa, non dovea incolparsi per ciò la propria imprudenza o poca destrezza, ma bensì
logia e le favole. Che le cose accaggiano secondo l’ordinario tenore, ciò non desta la maraviglia, ma il sentire avveniment
nsare se non se pieni di quel terrore sublime che ispira la divinità, ciò sorprende gli animi consapevoli a se medesimi del
ochi fra loro vantavansi d’aver fatto in se medesimi lo sperimento. E ciò non solo colle parole e col tatto, ma con misteri
ni del Creatore, comparve nei libri di que’ metafisici non diversi in ciò dai poeti un altro universo fantastico pieno di e
ni della sampogna di Pane che della lira d’Apollo. [18] Chechessia di ciò , la lingua italiana, come tutte le altre, non si
due arti dopo lungo uso di molti secoli rendeva più familiare, e per ciò più naturale il costume d’udir cantar sul teatro
ini, gli trasmutarono in numi. Non trovando nella terra un paese dove ciò si rendesse probabile, trasferirono la scena al c
on ha introdotto nella Novella Eloisa alcun carattere malvagio. Ma da ciò che ne è provenuto? Che i suoi personaggi altrett
27 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VII. Su i principali Requisiti per giudicar dritto de’ Componimenti Scenici, Mente rischiarata, e Cuore sensibile. » pp. 69-85
123.). Riserbomi solo il ricordargli che io in verun luogo non ho mai ciò preteso, o dimostrato tale orgoglio; e che il con
rammi, non sempre corrispondono al suo sapere, egli è forza ascrivere ciò a mancanza di cuore sensibile. Non soffre l’impaz
e l’impaziente Signor Lampillas sì ardita proposizione, quasi che io, ciò dicendo, venissi a tacciare d’ignoranza sì celebr
n giudiziosamente afferma che lo Spettatore vuole essere commosso. Ma ciò chiama il Signor Lampillas aver cuore? Io il chia
artes. E forse trovereste ancora quel pregio nel saper ripetere tutto ciò che sulla ormai fino a’ barbieri nota diffinizion
e quelle mollezze disdicono all’Epopea. E in qual nuovo Aristotile ha ciò appreso? E crede che l’Epopea non debba narrare s
onato da Rapin che si protesta volerlo seguire costantemente? Oltre a ciò i Pastori del Tasso mettonsi forse a scherzare bu
ando, finchè all’evento si scioglie in lagrime. Poteva Rapin osservar ciò in Virgilio nella morte di Pallante: egli c’innam
del Tasso, dimostrò mancar di cuore per giudicarne drittamente. Senza ciò come non avrebbe scorto il patetico di Euripide i
sto, e per sincerità. E forse il Signor Lampillas non rimarrà pago di ciò , che scrisse nella p. 193.: “Ma dove trovare ne’
28 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo settimo »
opo la sua morte incominciò di nuovo la corte ad assaporarli, dando a ciò occasione il concorso di tanti stranieri e la mag
ni italiane, fu allora la prima a chiamare a se il dramma musicale, e ciò nel 1645. Non è che i Francesi non avessero anche
e il melodramma s’introducesse in Inghilterra. Imperocché sdegnato di ciò il Cambert, musico francese che pretendeva al med
le non potesse alla dolcezza musicale abbastanza piegarsi, o nascesse ciò dalla penuria d’ingegni superiori, certo è che i
ia, la quale ora disdegna di confessare nel tempo della sua decadenza ciò che non ebbe a schifo di accogliere nel secolo pi
il primo di tutti la condusse Lope de Rueda, che fu tra gli Spagnuoli ciò ch’era Tespi fra i Greci. Nel suo tempo si cantav
Essa si compone, come dappertutto, di parole, di canto e di suono. Ma ciò che ha la moscovitica di particolare, si è che la
al paragone (almeno in qualche circostanza) con un idioma scitico. Da ciò si vede che il canto costituiva la principal part
a, sapendo quanta influenza acquisti su un popolo non coltivato tutto ciò che parla immediatamente al sensi, non è tuttavia
29 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO IX. Pregiudizj dell’Autore della Storia de’ Teatri, rilevati dall’Apologista. » pp. 95-111
re una Storia Critica de’ Teatri a vantaggio della gioventù, credei a ciò conducente renderle, prima di ogni altra cosa, pi
potessero essere allora ascoltate in Italia, affermando non solo, che ciò fosse verisimile, ma vero ancora, s’egli così pre
ando anche alcuna cosa vi si dicesse con qualche libertà. Ma poi (sia ciò detto con pace del Signor Lampillas) non è punto
o di voi, Signor Lampillas, che vi arrogate l’autorità di proscrivere ciò che la Chiesa non disapprova, e d’involare alla p
secoli in tante migliaja di Commedie Spagnuole i Graziosi fondano in ciò la principale ricchezza de’ loro sali. Apra qualu
i ha vedute e lette queste spropositatissime Commedie di Cervantes. E ciò farà con alacrità tanto maggiore, quanto che l’Ap
a superarli con un cuore di ferro. Lungi dunque dal Signorelli tutto ciò che non è instruzione Lampigliana. VI. PREGIUD
tà della cosa; e Voi non mi date per nutrirmi, che belle parole su di ciò che voi stesso non sapete che cosa si fosse. Rigu
come ben ricevute? Ma ben ricevute furono eziandio quelle di Lope, e ciò prova solo il plauso tributato dallo stesso volgo
30 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Delle scene »
regolata dall’erudizione e da un molto discreto giudizio? Possono in ciò essergli di grande aiuto la lettura dei libri, la
o degli allievi che crebbero sotto di lui. Rivolti costoro ad imitare ciò che nelle sue invenzioni vi era di più facile, ci
ettiva che sonosi creati in mente, danno dipoi il nome di gabinetto a ciò che potrebbe a un bisogno chiamarsi un salone, o
bbe a un bisogno chiamarsi un salone, o un atrio, e chiamano prigione ciò che servir potrebbe per un cortile e forse anche
per conto niuno non l’avrebbon fatto in una fabbrica, e dandogli per ciò non lieve carico; quando tolse loro ogni pensiero
e l’architettura non si avesse a dipingere secondo le buone regole, e ciò che offende nel vero non offendesse ancora nelle
che niente considerano e di ogni cosa decidono. Avverrebbe in questo ciò che avvenne in Francia, quando, dopo gli arzigogo
31 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO I. Drammi Latini del XVI secolo. » pp. 7-27
nici, gli promosse in Roma come gli avea favoriti nella sua patria; e ciò bastò per eccitare i più grand’ ingegni a coltiva
in atto di stupore accorre alla reggia. Egli stesso vi si avvicina (e ciò dinota di aver egli mutato luogo senza lasciare d
emo, e la morte di lui, empiono la maggior parte dell’atto. Sarebbesi ciò tollerato sulle scene Ateniesi, nelle quali ebber
un altro si erano accennate, di rendere con più precisione in latino ciò che in greco si disse con copia. Facendo moderato
to I il Pedagogo alla Nutrice) ama più se stesso che gli altri, e chi ciò fa per giustizia e chì per proprio comodo. Marti
sotemi) di non serbar la fede a chi la debbo. No (quella risponde) io ciò non insinuo ma sì bene di cedere ai potenti (Αλλʹ
con decenza e maestria la maggior parte del teatro Greco. Dovrà tutto ciò coprirsi d’ingrato obblio, perchè più di un secol
32 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO II. LIBRO II » pp. 34-49
ioè del proprio paese. E’ inutile accumulare argomenti ed autorità su ciò che finora niuno ha posto in dubbio. Pur ne piace
Citazione per L. Ambivio Turpione. Di questo valoroso attore vedi ciò che ne dice Cicerone, che visse a’ suoi tempi, ne
si, ed in copia maggiore che non ne trovò la poesia comica. Ora tutto ciò si oppone perfettamente all’idea che della latina
ato mi avvertì che le reliquie indicate sono opera de’ bassi tempi; e ciò si rileva dal lavoro troppo minuto nelle cornici
o I, pag. 4, lin. 13, dopo le parole, nella VI Olimpiade, si aggiunga ciò che segue, che non si rimise a Venezia. *. Al me
parole, montarono essi medesimi sul pulpito a recitarla, si aggiunga ciò che segue. 1. V. Cicerone dell’ottimo genere deg
33 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE II — LIBRO X ed ultimo » pp. 161-344
giose osservazioni. Nel darne conto non abbiamo stimato di supprimere ciò che già si è di sopra riferito sulle prime sue tr
di sopra riferito sulle prime sue tragiche fatighe, perchè secondo me ciò darebbe indizio o di una inutile e non dovuta rit
quali scorgonsi certamente varj lampi d’ingegno. Ora dunque esporremo ciò che egli non ben contento de’ primi saggi e consc
mminente, e si getta a’ suoi piedi. Arriva il generale Rodrigo che di ciò lo rimprovera; e la sua venuta mostra l’estermini
sulta all’azione? quale accrescimento al tragico? Si vorrebbe oltre a ciò la favola meglio organizzata, più tendente al fin
occhi di Gerbino che lei credendola lanciossi in mare. Ma Erbele che ciò riferisce, come il seppe? come il vide? un udii,
presenza, sicuro forse che essi o non sentiranno, o non parleranno di ciò che si dice. Egli per farsi conoscere agli spetta
esi. Si lagna indi che vedrà Erbele nelle braccia del rivale; ma come ciò teme, se la vide uccidere sulla nave? e se in seg
to? A che poi Filinto dice che essi furono presi da un corsaro? Non è ciò noto a Gerbino? Egli sul gusto lirico de’ secenti
i due prigionieri si tengano senza catene sulla loro parola; e perchè ciò ? perchè Gerbino possa introdursi nella reggia. Il
i nella reggia. Il re condiscende, e di più a scelta di Germondo, che ciò non richiede, concede ad uno di essi la libertà.
ndo, che ciò non richiede, concede ad uno di essi la libertà. Dopo di ciò sarebbe partito il re con Germondo, ma per non la
confidente a darle notizia de’ due prigionieri, ed Erbele al sentire ciò che narra di Gerbino, dice Questa è l’età di ch
giunta. Erbele vuol sapere come siesi Gerbino salvato dal mare; ma se ciò è a lei venuto in mente, come Gerbino non domanda
o l’empia testa a me recate, e torna dentro; ma perchè non ordinar ciò dentro? perchè il poeta volea far ciò sentire ad
a dentro; ma perchè non ordinar ciò dentro? perchè il poeta volea far ciò sentire ad Erbele. Anche Ormusse esce a dare un o
ormanni di Sicilia, come se ad un re moro non amico, ed offeso, debba ciò importare nè punto nè poco. Nel far poi premure p
Filippo II di Spagna &c. Dicesi anche in tal discorso che i Greci ciò dimostrarono con esempi e con precetti, e nè anch
ne, cioè di quelle del XVI secolo, manchi di armonia. Ci fermeremo in ciò che si dice dell’argomento del Corradino. I si ma
co ammesso da’ gran maestri nella scena. Ma questo è recare in pruova ciò che è in questione. Intanto egli poco innanzi ha
arli mentre egli ascolta da parte, ma le previene che se l’avverte di ciò , lo farà uccidere. Con tale artificio scopre il l
Ezzelino, un corsaro nè anche soffrirebbe che gli si dicesse sul viso ciò che l’empio Ermini dice a Carlo: Versa il sangu
fredi &c. Al rimprovero di lei Corradino le ripete in dieci versi ciò che avea detto in uno e mezzo, e Geldippe rimane
ppresso in vostra presenza, di esser nostro commensale. Ella nulla di ciò gli risponde, e Carlo le dice, vanne e torna, dov
e che ne raddoppia il rischio con informarne il padre. Ma quasi tutto ciò fosse poco, Corradino insulta Carlo aspramente pa
e il dolore, e ne ripete le parole quasi ad altro non fusse venuto, o ciò importasse all’azione. L’autore tolse in prestanz
figlio, dal materno seno Deh chi mai ti strappò, misero figlio, e ciò benchè niuno Ulisse, niun Calcante abbia tolto Co
redei produrti, o figlio . . . Ahi dolce oggetto de’ timor materni, A ciò ti porsi il seno, e del mio sangue Io ti nutrii?”
i, A ciò ti porsi il seno, e del mio sangue Io ti nutrii?” ma Iroldo ciò copiando fa dire ad Elisabetta, se non un’ altra
successor di Piero Qual dritto vanta mai su i regni altrui? E con ciò lavora contro l’oggetto della sua ambasciata, non
in armi, e spinge Amelia a recarsi sulla piazza del Mercato per saper ciò che accade; e forse a que’ tempi era questo l’uff
generali per atterrir la regina e per lavorar in pro della sua setta, ciò a lui ben converrebbe. Ma adombrando con circosta
a adombrando con circostanze individuali i futuri casi di Maria, come ciò avviene senza una superna ispirazione? Quindi è c
son deboli e nulli, che il tutto riesca languido e freddo, e che per ciò la reputa la più cattiva di quante ne ha fatte, o
dell’arte lo rende rigido censore di se stesso e meritevole anche per ciò di particolar lode. Don Garzia. Presenta i medes
ione, nella giudiziosa traccia e nel ben condotto disviluppo, e tutto ciò animato da stil sobrio e maschio, talmente, dico,
nde andar incontro a’ loro amanti, nulla obbliando per accappiarli; e ciò che mi diè più nell’occhio si fu, che quasi fosse
elle maniere da un ricco Uffiziale che la sposa, l’allontana da tutto ciò che prima a lei piaceva, e mostrando con forza un
solutamente italiana, o napoletana, o forense, o scolastica, ma tutto ciò rimestandosi ne risulta la locuzione dell’Emilia.
omposto per andar sulle scene; ed in fatti egli si allontana da tutto ciò che determina gl’impresarj alla scelta dei drammi
allo Trojano che entra in Troja col manto della pietà. Che che sia di ciò si ravvisa in lui uno de’ migliori imitatori dell
signore di queste Remote solitudini, e confido . . . Ed in tutto ciò la figlia non riconosce il padre, perchè va vesti
con pace d’Evelina non è punto vera, nè poi si sa che cosa voglia da ciò ricavare in vantaggio di Elfrida. Orgando ed Elfr
alla Trappa) addio mondo, addio consorte, non respiro che morte. Con ciò il poeta vuol fare intravedere il disegno ch’egli
ce in compagnia di Selinda gli ultimi tre versi del finale. Or valeva ciò la pena di moltiplicar i personaggi con un Osmida
medesimo Calsabigi in disprezzo del Metastasio. Lasciam da parte che ciò dee parer prosa a chi la riconosce a simili segni
passarsi a una guerriera, che lui non ama; certo è però che nulla di ciò è tragico e grave. Ricimero resta lagnandosi dell
presenza fisica in due luoghi di Apollonio Tianeo 1. Essi parlano di ciò che è accaduto a Ricimero nel giardino. Un suono
ue malvagi a buon dato, e poi con impeto li discaccia inseguendoli; e ciò vorrà dire, che se essi non son presti a farsi in
icamente gli discaccerà a urtoni, a spinte, a calci ad un bisogno, nè ciò sarebbe senza esempio di autori tragici, avendo a
senza perchè torna in tempo, ed Elvira si ritira con modestia. Tutto ciò che canta Odorico ed Elvira si vuol leggere nel d
r decidi . . . a qual tu vuoi, t’appliglia. Elvira si maraviglia di ciò che ascolta, entra in qualche dubbio, e pur dovre
a di lui, e che gliene recasse il comando. Ricimero nella scena sesta ciò disse ad Elvira, aggiugnendo di suo che il padre
nacce e de’ rimproveri uditi altra volta dal padre stesso. Ma sia pur ciò una vera tirannia, udendolo da un traditore a lei
morì Adallano. Ma Almonte è un noto impostore; sarà vera la notizia? ciò non si esamina punto. Smanie e semisvenimenti di
e si accinge a versare il proprio sangue, e a seguir lo sposo; ma per ciò la nostra lingua fornisce modi più veri, più indi
lità del basso mondo. Ella dice: Tu non ci sei (nel mondo), e va bene ciò ; ma che luogo può avere in tali suoi pensieri que
e la vuol con se negli estremi suoi giorni. Incresce ad Elvira che di ciò sia egli il messaggero. Ricimero affettando un do
figlio, e degno di me, di te, degli avi miei. Ma in verità Adallano a ciò sorridendo un tal poco poteva dire, che Odorico a
i disse (sc. 2 del II) Degli avi obbliasti L’onore geloso. Sarà ciò dipigner gli uomini quali sono ineguali, incoeren
le consigliata, eseguita e premiata con tutto il buon successo: tutto ciò non mai farà che l’Elvira si rivegga sulle scene,
li tiranne! Che roba! direbbe Calsabigi. *. Si avverta che per tutto ciò che qui si è aggiunto, convien togliersi la nota
) della pag. 218 continuata nelle due seguenti. *. Si prosegua tutto ciò che si trova dalla pag. 199 alla 206, lin. 20 dov
, lin. 20 dove dopo le parole, colla usata nostra debolezza, si cangi ciò che segue nella guisa qui notata. **. Di poi nel
gli ultimi versi, oh chi congiungesse &c., e si aggiunga da capo ciò che segue. 1. Appena nella scena prima del 1 tal
ag. 234, lin. 14, dopo le parole, all’antico verso giambico si scriva ciò che siegue. *. Al medesimo Capo II ed art. 1, pa
esimo Capo II ed art. 1, dopo le parole; concessa al comico, si cangi ciò che è impresso nella linea 2 di tal pagina, e nel
 20, dopo le parole, una compagna nel regno dell’armonia, si aggiunga ciò che segue. 1. Queste Addizioni erano preparate d
Del tuo fasto insano Vorrai presto pentirti, e spero invano. Con ciò toglievasi lo sconcio di doversi ammettere i fale
ira e Ricimero, e lo restituì al suo luogo. E pur qui è manifesto che ciò nuocere non poteva alla condotta del dramma. Il C
34 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquinto »
sorpresa, né quello che viene dal riflesso della loro convenienza. Da ciò deriva lo spirito d’imitazione e il ricopiarsi l’
ima parte perché la massima parte scarseggia di ricchezze proprie. Da ciò ancora la monotonia di pensare e di scrivere, dal
fezione possibile, mentre si dimostrano pieni di entusiasmo per tutto ciò che ha riguardo alla musica, soffrono ciò nonosta
eni di entusiasmo per tutto ciò che ha riguardo alla musica, soffrono ciò nonostante che la parte poetica primo fonte della
l’altra. Quantunque la musica sembri avere per oggetto diretto tutto ciò ch’è suono, e per indiretto molte cose che non lo
persuasione, e pertanto ha molto maggior influenza sullo spirito. Da ciò ne ricevono ancora una ulteriore conferma i princ
no intorno ai sospiri, ai lamenti, e alle nenie di quella passione. E ciò perché? Perché un inveterato costume vuole che in
enzionale posto in uso dalla galanteria, la quale è per il vero amore ciò che l’ippocrisia è per la virtù153. [9] Questo ab
e amabili cantatrici? Egli sa per una lunga esperienza che ad ottener ciò non havvi mezzo tanto opportuno quanto il titilla
ur trovare un compenso ne’ suoi piaceri, va riponendo l’essenziale in ciò ch’è meramente accessorio. Gli abiti, i lumi, le
discepolo del Gravina, il quale, promovendo le di lui virtù, compisca ciò ch’egli non ebbe coraggio d’intraprendere, il mel
unge Ciò che va per l’orecchio ognor più tardi Gli animi ad agitar di ciò , ch’esposto È allo sguardo fedel»156 e però si
Benché vi si scorga correzione di lingua e qualche aria ben lavorata, ciò nonostante non si ritrova in essi spezzatura né c
né calore nell’azione, né contrasto negli incidenti, nulla insomma di ciò che rende interessanti e vive cotali produzioni.
dramma ultimamente pubblicato in Napoli è paragonato coll’Ipermestra, ciò che sarebbe uno stravagante quadro di Giordano po
iarsi se mancando in chi ascolta la sorpresa derivata dal creder vero ciò che gli si racconta, manca in lui l’illusione ezi
dire più acconci a piegarsi sotto la mano di chi vuol imitarli. Tutto ciò deriva dalla eterna providenza di colui che, regg
l mio temperamento mi vegga sospinto ad amare nella letteratura tutto ciò che parla fortemente alla immaginazione e alla se
nte alla immaginazione e alla sensibilità senza curarmi gran fatto di ciò ch’eccita il riso; nulladimeno siccome la prima l
o della musica, e lo dovrebbe essere parimenti della poesia: ma se da ciò che dovrebbe e potrebbe essere vogliamo argomenta
alcun male, è crudeltà che ripugna al buon cuore. Il sostituire poi a ciò che a lei manca le altrui fanfaluche o le mie è c
ino insieme così che ogni cosa fornisca amichevolmente. Mi direte che ciò non si conviene, e che anzi l’ultimo atto dovrebb
35 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Latino e del Libro II — CAPO VI. Teatro Materiale. » pp. 32-37
he per qualche occorrenza si eressero di legno, e si disfecero. Tutto ciò che osservammo nella costruzione del teatro Greco
i i figliuoli de’ liberti, negò loro il luogo nell’orchestra. Oltre a ciò pose Augusto nel sedere un ordine diverso dall’an
. Aug., c. 44. b. Tacito nel IV degli Annali. c. Merita di leggersi ciò che il Mazzocchi scrisse nel Teatro Campano al ca
36 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 414-417
i ragion si vede ; et chi più v'alza al Ciel, chi più vi cede, più di ciò che far dee serua il decoro. Perchè non sol di T
ro. Primo a sè stesso, a null’altro secondo, fia 'l vostro spirto, et ciò tener per vero, è uffitio et degl’huomini, et del
fargli, al quinto Cielo. andriano per levar il ferro a Marte, pur che ciò fusse grato al suo Signore. ………….. Interessante
37 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO PRIMO. Risorge in Italia nel secolo XVI la tragedia Greca, ed il teatro materiale degli antichi. » pp. 86-174
un Bentivoglio e un Machiavelli e un Ariosto. I salti immaturi (ed a ciò , per non farsi deridere, dovrebbero riflettere ta
avanzamenti d’un melodramma diverso dall’antico. Per soprappiù tutto ciò si troverà animato da un puro ed elegante stile,
nici, gli promosse in Roma come gli avea favoriti nella sua patria, e ciò bastò per eccitare i più grand’ingegni a coltivar
in atto di stupore accorre alla reggia. Egli stesso vi si avvicina (e ciò dinota di aver egli mutato luogo senza lasciare d
emo, e la di lui morte, empiono la maggior parte dell’atto. Sarebbesi ciò tollerato sulle scene Ateniesi, nelle quali ebber
altro si erano già accennate, di rendere con più precisione in latino ciò che in greco si disse con copia. Facendo moderato
to I il Pedagogo alla Nutrice) ama più se stesso che gli altri, e chi ciò fa per giustizia e chi per proprio comodo. Martir
isotemi) a non serbar la fede a chi la debbo. No (quella risponde) io ciò non insinuo, ma si bene di cedere ai potenti80. M
con decenza e maestria la maggior parte del teatro Greco. Dovrà tutto ciò coprirsi d’ingrato obblio, perchè più di un secol
e bellissimo di Sofonisba che interessa in ogni parte dell’azione (in ciò superiore di gran lunga a quella di Pietro Cornel
sta scena lagrimevole: Sof. A che piangete? non sapete ancora Che ciò che nasce a morte si destina? Cor. Ahimè! che q
e, a me dolce consorte, Senza te, senza me, senza il cuor mio? E ciò fu poco quando l’Europa tutta più non conosceva l
nel 1787, nella quale si allontanò dagli argomenti greci, seguendo in ciò piuttosto il Trissino che il Rucellai. Egli trass
io figliuolo, Se la sorella ha de la vita spenta; io stesso, se ciò fusse, il punirei; e i Duumviri ripigliano, E
la compassione; e si comprende che se il Cornelio l’ avesse anche in ciò imitato, avrebbe fatto corrispondere gli ultimi a
subito il torto manifesto di quel gesuita, ed appuntino l’opposto di ciò che egli afferma, cioè in vece di una testa guast
oni umane appartengano più ad un tempo che ad un altro? E quando pure ciò fosse, per qual capriccio volle negarle a’ tempi
Basta un punto a la morte; or mori, et ama Morendo. Alvida dopo ciò parte furiosa ed eseguisce il suo pensiero. Io in
ncas, o la stupidità de’ nostri scioli che affettano nausea per tutto ciò che non è Francese. Io non sono cieco ammiratore
atto V, non posso tralasciare di esaltare il giudizio di Torquato per ciò che soggiungo omesso nell’esame del Torrismondo.
accia La sua fortuna, anzi la lor fortuna Ch’io non discopra in ciò cosa diversa, Non pur contraria al desiderio mi
camento di Dirce oppressa dal dolore con Nino che cerca consolarla. E ciò avremmo desiderato che il Signor di Calepio avess
o colore della dissimulazione; ma secondo me Semiramide comparisce in ciò assai più grande e più tragica di Atreo e Sulmone
l’ orrore della vendetta e l’enormità dell’offesa? Un motto almeno di ciò avrei voluto ne’ di lui discorsi della prima scen
ia in dote? Non si dan regni alle altrui figlie in dote. Oltra di ciò facea ridendo un atto 99, Che la regina il fa se
Nino il linguaggio di un dolor disperato, seguendo il Tasso anche in ciò che in lui si riprende, fa rivolgerlo a parlare a
ettere quel ch’è la ruggine al ferro, si fossero dedicati a rilevarne ciò che avea di migliore per additarlo alla gioventù,
lui morte e a dirgli, Fosti leal, fosti fedele amante: se tutto ciò , dico, non contrastasse con tanti pregi che ha, p
ir recevoir un joug qui paraissoit si sévére? Non dovea sovvenirsi di ciò che fecero gl’ Italiani un secolo e mezzo prima d
prima di Cornelio introduttor delle regole tra’ Francesi? Non pensò, ciò scrivendo, a quello che erano nel XVI secolo nell
a greca appunto in quello che ne costituisce l’essenza; mostrando con ciò maggior saviezza che non volea dargliene il Signo
all’Europa l’erudizione del greco teatro? Non insegnarono essi tutto ciò che poi si è ripetuto in altre e simili guise di
ragedia e la commedia greca si cantava? Ma quante e quante fiate si è ciò ripetuto a sazietà intorno a tre o quattro secoli
. Nel discorso che fa la Tragedia impresso dopo l’Orbecche. 91. Vedi ciò che ne dice il Conte Calepio nell’articolo V del
104. Nuovo sistema d’interpretare i tragici Greci pag. 194. 105. Di ciò vedasi il Temanza nella Vita del Palladio presso
38 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO II. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 80-124
aldi che Fabrizio da Bologna nel 1250 componesse volgari tragedie, ma ciò affermò, perchè nel libro di Dante della Volgare
tessero degli uomini, tal rappresentazione diventerebbe un giuoco. Ma ciò tralasciando, la Compagnia del Gonfalone istituit
l XIII secolo per rappresentare i Misteri, ne’ tempi più a noi vicini ciò fece con parole a tenere del suo istituto. Nel XV
si nella stessa guisa, siccome attesta Andrea Fulvioa. Verisimilmente ciò che continuò a farsi nel XV e XVI, praticossi nel
i, non meritino rigorosamente nome di vere azioni teatrali. Con tutto ciò debbono entrare nella storia drammatica come prim
come dottissimi ed eloquentissimi? Nelle parole di tal prelato, ed in ciò che dice di Adriano il Tiraboschi, si attenda all
ostumanze vaghe e bizzarre. Più poi de’ nominati scrittori compruova ciò lo stesso Liber Judicum chiamato volgarmente Fuer
ebre Miguèl Cervantes prendere il partito di coprirla di ridicolo; ma ciò a parte. Poteva egli convincersi dei disordini de
per istrana malfondata costumanza contraddiceva il Lampillas. Oltre a ciò , per sapere quanto in Ispagna erano frequenti i d
famoso editto di Teodorico. Entrati poi a regnarvi i Longobardi, ecco ciò che seguì in Italia secondo il racconto di Paolo
one Italiana sulle pene del ladro di un cane e di uno sparviere ; nè ciò bastandogli attribuisce a’ Longobardi alcuna legg
no credè troppo buonamente al sig. Bettinelli, se questo scrittore ha ciò affermato dell’Italia. Ma se egli voleva rallegra
o, e gigantesche nello stile. Or faccia il Lampillas il confronto di ciò che si fe insegnare dal Bettinelli col riferito g
hiamate savissime. Le Longobarde poi sono anteposte a tutte. Da tutto ciò che si è ragionato in questa nota può comprendere
ie Fiorentine di Niccolò Macchiavelli, il quale par che si appressi a ciò che quì si accenna, benchè egli nol renda abbasta
a stessa Roma, cioè trecentoventi anni dopo dell’istituzione. Diciamo ciò per ausiliar colla verità certa orgogliosa filoso
39 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 88-136
l. Anima infelice! Mor. Non compatirmi: ascolta soltanto attentamente ciò che sono per rivelarti. Aml. Parla; ti prometto o
encrantz, i quali d’ordine reale lo mettono in discorso per iscoprire ciò che senta internamente. Si passa in seguito su i
di leggere nell’interno del nipote si tiene in disparte per intendere ciò che Amlet dice ad Ofelia. Il principe viene dicen
heranno poi le osservazioni che ciascuno avrà fatte, per giudicare su ciò che indicherà il di lui esteriore. Viene il re e
li lo stato… Tosto vedrete che la sposa s’innammora dell’uccisore. A ciò il re si alza. Tutto resta sospeso. Il re parte.
tà. Aml. E voi mi domandate con troppa perversità. Reg. Che vuol dire ciò , Amlet? Aml. E che vuol dire ciò, madre? Reg. Ti
roppa perversità. Reg. Che vuol dire ciò, Amlet? Aml. E che vuol dire ciò , madre? Reg. Ti dimentichi di chi sono? Aml. No,
e co’ suoi medesimi arnesi… vedete… ora va via. La madre stima tutto ciò illusione pura della disordinata fantasia del fig
figlio è finta, e che tutto è un artificio. La regina l’assicura che ciò non farà mai. Atto IV. Intende il re l’uccisione
ando di Ofelia che si ha da sotterrare in luogo sacro. L’uno dice che ciò stà ben disposto dal giudice; l’altro che stà mal
nuto allorchè arrivi. Se l’uomo al terminar di sua vita ignora sempre ciò che potrebbe avvenire da poi, che importa che la
regola, per incognite non corse strade, ma lascia dietro di se tutto ciò che altro non è che ragione ed esattezza.» Abbia
ran tragico inglese studiando la natura mancò di giudizio nell’imitar ciò che in società si riprenderebbe. Non è inverisimi
materia più dura delle lagrime è forse una bellezza naturale? Oltre a ciò la falsa ragione che si adduce, non distrugge l’a
all’isole Brittanniche contro di Shakespear per renderlo informato di ciò che ignora de’ suoi medesimi nazionali. Inglese e
che de’ versi di lui piacevolissime parodie. Adunque non è punto vero ciò che afferma il signor Martino, che in Inghilterra
40 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO X. » pp. 112-139
eso; sono come le foglie su di un cesto di frutta, che allo scoprirsi ciò che stà di sotto, restano sparse per lo suolo. Ol
uotere il giogo imposto dagli sterili interpreti di Aristotile”. E da ciò che ne avvenne secondo il Gravina? Dice forse, ch
poi ne’ Drammi d’importanza si cerca ogni esattezza e regolarità. Ma ciò lasciando, avete Voi riflettuto bene a quelle vos
ionico, tornate a dire, che gl’Istrioni anzi le sfigurarono. Ed io in ciò convengo con Voi; gl’Istrioni le sfigurarono, com
“Y decirse requiebros en el cuello.” Forza è che dica lo spettatore ciò vedendo, se ciò accade in luogo praticato dagli a
iebros en el cuello.” Forza è che dica lo spettatore ciò vedendo, se ciò accade in luogo praticato dagli altri della Casa,
ndo tralle loro favole quelle che meritano la pubblica stima, e tutto ciò non è bastato all’Apologista a non aggregarmi co’
seggiare. Per la qual cosa, mio Signor Lampillas, non piacemi (benchè ciò nè me, nè l’Italia tocchi poco, nè punto), che ta
professa di genio simile al Vega. Io non mi fermerò gran fatto su di ciò . Sia così: s’egli il dice e il crede, l’Apologist
se il Goldoni prese di mira il sistema della Commedia di Lope, forse ciò fu nelle prime sue favole, che scrisse pel Teatro
oprio non l’ha mai spinto ad imprimere nè anche una sola delle prime; ciò che dimostra che n’ebbe onta, e pentimento, e si
ha di comune con quello di Lope? Se il Dottor Goldoni credesse ancora ciò che scrisse in quella Prefazione, io non esiterei
tos viles, “y ser estafeta honrada “que al campo de amor camine.” Ma ciò è più chiaro del giorno a chi apra qualunque dell
si può appropriare al nostro Teatro (scrive con istupenda franchezza) ciò che dice il Menzini, “Un che al prim’ atto le
41 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XIV. Commedia Nuova. » pp. 151-170
CAPO XIV. Commedia Nuova. Niuna cosa pruova più pienamente ciò che sul bel principio ragionammo ne’ fatti genera
to un Coro, ma ben lontano dall’antica baldanza e mordacità. Anzi per ciò che si osserva nel parlarsi di una delle di lui c
marrani, maremmani, auzini, e notandone gli artificii come sconcezze; ciò avviene perchè non seppero nelle loro fantastiche
le bellezze native sostituiscono le proprie immondizie.» In pruova di ciò Gellio adduce la nominata commedia Plotium recata
nervate, disadatte alle circonstanze e spogliate di ogni grazia. Dopo ciò il servo a forza dì domandare viene in chiaro del
E si difende mal dall’aspro inverno Reso di povertà fido compagno. Da ciò che ad un rinfaccio, ogni altro impari. Cecilio
ovvero data gratuitamente al popolo da qualche riceo cittadino? E se ciò avvenne, in una republica popolare allora gelosis
42 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO V. LIBRO VII » pp. 107-140
acità, si attenne alle regole precritte dal verisimile quasi in tutto ciò che compose. Lasciando di favellare delle sue pri
rneille. Chi non sente a un tempo stesso elevarsi e commuoversi a ciò che dice Orazio al cognato Albe vous a nommè, je
per la qual cosa non ebbe torto quel maresciallo de la Feuillade, che ciò udendo esclamò; oimè! tu mi guasti il soïons amis
entato in quell’anno con molta energia da madamigella Rancourt, tutto ciò fa sì che questa tragedia non lascia di ripetersi
dea de’ teatri francesi del tempo del Mairet, io accenni una parte di ciò che ne disse ne’ suoi Dialoghi il sig. Perrault.
, un tamburo, e al più due violini sonati alla peggio. Può vedersi di ciò la nota apposta a’ Giudizj ed Aneddoti sopra la S
lin. 8, dopo le parole, alla gloria della posterità, si ponga in nota ciò che siegue. *. Al Capo medesimo, pag. 30, lin. 9
cena questo argomento, e si scriva la presente addizione. 1. Oltre a ciò che nel tomo precedente si è detto della Marianna
tre linee seguenti da Abbiamo sino a La Storia dunque, e si aggiunga ciò che segue in nota. *. Al medesimo Capo III, pag.
, dopo le parole, quand on y sçut representer les hommes, si aggiunga ciò che segue. *. Al medesimo Cap. VIII, art. III, p
in vece delle ultime due linee Dicesi che in Bordò &c. si scriva ciò che segue.
43 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO V. La Drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 148-185
lle lettere in Roma, vi fece rappresentare un’altra tragedia. Secondo ciò che ne scrive lo stesso Sulpizio nella dedicatori
ntar nudamente la tragedia, e col cantare il cantarne con vera musica ciò che và cantato, cioè i cori, la qual cosa direbbe
rno, A provar se laggiù mercè s’impetra. Trattasi nel quarto atto di ciò che avvenne ad Orfeo nell’inferno. Ma quì si chie
gersi indietro per mirarla in tutta la via infernale. Sembra che dopo ciò dovesse chiudersi la porta ferrata della reggia.
stenga di trarre il capo fuori del suo telonio e di frammischiarsi in ciò che ignora, e stia ad ascoltare chi sa più in là
che le ariette del Notturno interruppero il recitativo del dramma, nè ciò fecero ne’ soli cori, ma nel corso dell’atto; ed
nè ciò fecero ne’ soli cori, ma nel corso dell’atto; ed aggiungo che ciò accadde verso la fine del XV, cioè a dire un seco
dice del Rinuccini Nel puro ardor della più bella stella. Egli però ciò scrisse nel 1785, ed io gli avea tolto il travagl
noi basti l’aver mostrato ad evidenza con altri non ambigui monumenti ciò che incresce ai Lampigliani, che l’Italia può van
Ital. a. Vedine il t. III, capo II, art. V, pag. 186. a. Di tutto ciò che quì si accenna si vegga il citato volume III
. Fu poeta, filosofo, istorico, giureconsulto e musico, se crediamo a ciò che se ne dice in una orazione detta in sua lode
44 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « NOTE E OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 316-325
ungi le variazioni delle loro voci, e che, quantunque non si sentisse ciò che dicono, pure fa sì, che l’ascoltatore a forza
alla ridicolosa balorderia e scempiataggine di farsi uscire di bocca ciò che in fine della recitazione della famosa Fedra
ingenio non debita, di lui dice Valerio Massimo lib. IX, cap. 12. Da ciò che il dotto le Fevre e M. Rollin dicono, Euripid
il dotto Cosentino Gio: Paolo Parisio, nell’epistola 64 così rapporta ciò che il Signorelli asserisce sull’autorità dello S
Cæcilius M. Catoni maledicere. Da questo passo di M. Tullio, e più da ciò che il nostro Signorelli osserva nelle commedie d
otto il di lui nome il bel discorso, ch’egli fa dell’amore, dando con ciò ad intendere che Aristofane era il solo che potes
45 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « LETTERA » pp. 3-14
are un esemplare, considerandola più come Giudice, che come Parte. Da ciò può inferire, se mai io abbia voluto formare un m
te. Da ciò può inferire, se mai io abbia voluto formare un mistero di ciò che sono ‘per pubblicare, e sottoporre al medesim
tento io forse qualche sorpresa? Ella già non mi scrisse privatamente ciò che le dispiaceva nella mia Storia de’ Teatri. An
al tempo di Garcilasso de la Vega; e quel che mi rallegra si è che in ciò meco convengono tutti gli Spagnuoli illuminati de
rali, o que’ Poemi, o que’ Dialoghi, o delle Ecloghe. Stranissimo poi ciò sarebbe in bocca del Sig. Lampillas, il quale non
46 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAP. V. Tracce di rappresentazioni sceniche in Ulieteia e in altre isole del l’Emisfero australe nel Mar Pacifico. » pp. 59-65
quipaggio di Cook l’opportunità di distinguere per mezzo delle parole ciò che poteva essere un canto accompagnato dal ballo
elle parole ciò che poteva essere un canto accompagnato dal ballo, da ciò che avrebbe potuto chiamarsi specie di dramma anc
di quando in quando dal canto. Chi non vi ravvisa una copia esatta di ciò che per introduzione ai loro pas-de-deux i baller
47 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO II. Tragedie Italiane del XVI secolo. » pp. 28-131
mo carattere di Sofonisba che interessa dovunque appare (superiore in ciò di gran lunga a quella di Pietro Cornelio venuta
questa scena lagrimevole: Sof. A che piangete? Non sapete ancora Che ciò che nasce a morte si destina? Cor. Ahimè! che que
rvò anche il conte Pietro da Calepio, e non va esente dal cicaleccio, ciò che si vede sin dalla prima scena nella narrazion
a te, a me dolce consorte, Senza te, senza me, senza il cuor mio? E ciò fu poco quando l’Europa tutta più non conosceva l
nel 1787, nella quale sí allontanò dagli argomenti greci, seguendo in ciò il Trissino, e non il Rucellai. Egli trasse dalla
il mio figliuolo, Se la sorella ha de la vita spenta, Io stesso, se ciò fosse, il punirei; e i Duumviri ripigliano, E ch
la compassione; e si comprende che se il Corneille l’avesse anche in ciò imitato, avrebbe fatto corrispondere agli ultimi
subito il torto manifesto di quel gesuita, ed appuntino l’opposto di ciò che egli afferma, cioè in vece di una testa guast
oni umane appartengano più ad un tempo che ad un altro? E quando pure ciò fosse, per qual capriccio volle negarle a’ tempi
ore, Basta un punto a la morte; or mori, et ama Morendo. Alvida dopo ciò parte furiosa ed eseguisce il suo pensiero. Io in
ncas, o la stupidità de’ nostri scioli che affettano nausea per tutto ciò che non è francese o inglese. Io non sono cieco a
’atto V non posso tralasciare di esaltare il giudizio di Torquato per ciò che soggiungo omesso nell’esame del Torrismondo.
e. Faccia La sua fortuna, anzi la lor fortuna Ch’io non discopra in ciò cosa diversa, Non pur contraria, al desiderio mio
camento di Dirce oppressa dal dolore con Nino che cerca consolarla. E ciò avremmo desiderato che Pietro da Calepio avesse a
o colore della dissimulazione; ma secondo me Semiramide comparisce in ciò assai più grande e più tragica di Atreo e Sulmone
ll’orrore della vendetta e l’enormità dell’offesa? Un motto almeno di ciò avrei voluto ne’ di lui discorsi della prima scen
rmenia in dote? Non si dan regni alle altrui figlie in dote. Oltre di ciò facea ridendo un attoa Che la regina il fa sempr
Nino il linguaggio di un dolor disperato, seguendo Torquato anche in ciò che in esso si riprende, fa rivolger Nino a parla
ettere quel che è la rugine al ferro, si fossero dedicati a rilevarne ciò che avea di migliore per additarlo alla gioventù,
a di lui morte e a dirgli, Fosti ledi, fosti fedele amante: se tutto ciò , dico, non contrastasse con tanti pregi che vi si
recevoir un joug qui paraissait si sèvère ? Non doveva sovvenirsi di ciò che fecero gl’Italiani un secolo e mezzo prima di
prima di Cornelio introduttor delle regole tra’ Francesi? Non pensò, ciò scrivendo, a quello che erano nel XVI secolo nell
a greca appunto in quello che ne costituisce l’essenza; mostrando con ciò quella saviezza che loro non supponeva il Mettei;
al l’Europa l’erudizione del greco teatro? Non insegnarono essi tutto ciò che poi si è ripetuto in altre o simili guise al
ragedia e la commedia greca si cantava? Ma quante e quante fiate si è ciò ripetuto a sazietà intorno a tre o quattro secoli
issino si videro osservate le regole delle tre unità, e che servì per ciò di modello alla maggior parte delle tragedie fran
gedie francesi che vennero dopo. Si verifica in ogni passo letterario ciò che sostennero Guiglielmo Budeo, Fleury, Voltaire
etterario ciò che sostennero Guiglielmo Budeo, Fleury, Voltaire ec. e ciò che Carlo Duclos nel III vol. dell’Istoria di Lui
a del Groto produssero la Giulietta e Romeo del Shakespeare. a. Vedi ciò che ne dice il conte di Calepio nell’articolo V d
48 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori.  » pp. 245-317
de’ conoscitori e scrittori trattandosi di stile e di lingua. Era per ciò che il signor di Voltaire ben diceva: il n’y a q
ato degno di compararsi colle migliori tragedie greche. Aggiungansi a ciò le nominate tragedie di Curiazio Materno esaltate
ed in copia maggiore che non ne rinvenne la poesia comica. Ora tutto ciò si oppone perfettamente all’idea che della latina
ovum: Ma dove andrà? Phasim et Colchos petam, Patriumque regnum? e ciò è tratto dalla Medea di Euripide. Giasone le doma
issem prius, ad hoc redirem. E si accende, e si dà moto per eseguire ciò che le rimane a fare. Fas omne cedat.. Quidquid
l’azione intera. Queste riflessioni menano a conchiudere l’opposto di ciò che sostenne Voltaire. Doppiamente apparisce poco
erizza questo personaggio, è la risposta data con impeto e vivacità a ciò che dice la Nutrice: Nut. Cur omnium fit culpa p
isoluzione di seguire Ippolito, tutto è con forza espresso. Con tutto ciò le bellozze dell’Ippolito greco sorpassano di gra
i non copiarsi alla cieca l’un l’altro) sceverar dal grano la paglia, ciò chè rare volte si è praticato. Non si vuol decide
izioso sarà riuscito grato e popolare lo spettacolo dell’auspicio. Ma ciò nè anche bastando all’augure, alia , dice, tenta
ctis aeternae plagis Emissus Erebo ut caedis auctorem indicet. E con ciò si prepara per l’atto III un lunghissimo racconto
st ad bonos mores via. Quem poenitet peccasse, pene est innocens. Di ciò così Fulvia si vale nell’Ezio: Non è mai troppo
a dipintura della tempesta che scompiglia e dissipa l’armata greca; e ciò che la rende più lodevole si è che cade in un luo
erli è caso,         Il donarli è virtù. Tratto dal vero è parimente ciò che dice Tieste al figliuolo Plistene nell’atto I
Herculi jussa exequi, Quam mihi jubere; che è una vaga imitazione di ciò che Ovidio con eleganza fe dire all’istesso Ercol
capaci di ecclissare il sole, o di un’ arpia . Ad onta però di tutto ciò che salta agli occhi, Giuseppe Scaligero serivend
iascheduna, Collecta vitia per tot aetates diu In nos redundant. Ma ciò serve punto a fare avanzar l’azione? Al contrario
tissu de sentences brillantes et de descriptions poetiques . a. Vedi ciò che ne dissero Giraldi nel trattato della Tragedi
gravità delle sentenze e per averli dettati bene acconci a cantare di ciò che, come dice Orazio, proposito carmine condara
drisse animo preoccupato ed avverso al merito letterario spagnuolo (e ciò vollero seminare per le Spagne e per l’Italia alc
49 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO III. Continuazione del teatro Italiano. Commedie: Opera in musica: Attori accademici ed istrioni e rappresentazioni regie: teatri materiali. » pp. 144-195
e in buffonesche ed oscene destinate al divertimento del volgo. Senza ciò i critici boriosi e singolarmente i superficiali
da Plauto? A noi par di vederlo; e ci dispiace di non essere stati in ciò prevenuti da verun critico. La commedia del Porta
perte dalle potenti armate di mare di Napoli e di Sicilia. Aggiugni a ciò le devastazioni delle provincie del regno taglieg
e belle lettere vogliono distinguersi le additate commedie erudite da ciò che indi si compose col disegno di piacere alla p
mani quest’atrocità, ed a’ barbari solo in qualche parte85. Con tutto ciò , per quanto gli eunuchi venissero perseguitati da
ne’ paesi occidentali del Romano impero, non poterono comunicar loro ciò che esse detestavano o ignoravano. Forse gli Arab
questione, se lecito sia il castrare per fare un musico; nè pare che ciò prendesse ad investigarsi prima del secolo XVII.
gliati, nè scrive di essersi proposto quel cambio come una novità. Dá ciò si deduce che molti anni prima del 1640 (in cui s
ico e di eroi, numi e buffoni, per istile vizioso, in somma per tutto ciò che ottimamente vi osservò il prelodato Ab. Artea
lo delle scene. Quanto poi al Rosa (aggiugne il lodato Baldinucci che ciò racconta) non è chi possa mai dir tanto, che bast
o occultano a chi siede lateralmente buona parte della scena. Oltre a ciò si oppone al solito effetto della simmetria l’arc
ancor sottovoce da una parte si sente distintamente dall’altra, tutto ciò , dico, farà sempre ammirar questo teatro come uno
zia. 71. Vicende della Colt. delle Sic. tom. V pag. 72. Vedasene ciò che ne disse il Ghirardelli nella Difesa del suo
ccidenti umani; ma il miracoloso appartiene al mondo fantastico. Dico ciò perchè altri suol prendere queste due voci indiff
tro non presentava che pasticci drammatici, come dice il Maffei. Dopo ciò che abbiamo narrato non pare che queste parole si
uomo di lettere più illustre intendesse collocare in un mucchio tutto ciò che si scrisse in quel secolo pel teatro, noi gli
mezza bocca che la Spagna ugualmente partecipi di questa vergogna. E’ ciò in essi mala fede o ignoranza? Io avea nel fior d
a è detestabile sol quando è Italiano un cantante smaschiato? 89. Di ciò non ha lasciato di far menzione l’eruditissimo si
delle Rivoluzioni Musicali. 90. Pinac. P. II. 91. Pietro Bayle che ciò rapporta, afferma d’averlo tratto da un Discorso
drammatici accennati dal Maffei, che il sig. Andres applicava a tutto ciò che si compose pel teatro Italiano in quel secolo
50 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 21-36
oloso ed incredibile, nè separare dal tragico il comico, restando per ciò , non che lungi dal pareggiare Euripide, inferiore
ran tratti. Studiando egli la natura mancò di giudizio nell’ imitarne ciò che nelle società si riprenderebbe. Non è inveris
a materia più dura delle lagrime è forse una grazia naturale? Oltre a ciò la falsa ragione che si adduce non distrugge l’ac
e dall’Isole Britanniche contro di Shakespear per instruirlo anche in ciò che ignora de’ suoi stessi compatriotti. Inglese
che de’ di lui versi piacevolissime parodie. Adunque non è punto vero ciò che afferma il Sherlock, che in Inghilterra non v
suoi più dotti compatriotti, o i più istruiti stranieri. Ecco intanto ciò che ne scrisse M. De Voltaire il più degno di giu
cognite strade; si smarrisce alle volte, ma lascia dietro di se tutto ciò che non è se non esattezza e ragione”. 19. Tis
51 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo terzo »
aco della Pomposa, che fiorì dopo il mille, è in que’ tempi tenebrosi ciò che nel mare agli occhi de’ naviganti smarriti è
, pretenderà che mi trattenga a tutte narrarle minutamente, potendosi ciò ampiamente vedere in altri autori che ne parlano
questi s’indicassero gli alzamenti e gli abbassamenti della voce; ma ciò si niega a ragione dal Kirchero nella Musurgia, p
guitando le diverse combinazioni in cui esse note possono collocarsi: ciò che s’appella propriamente solfeggiare; ma per te
no, ma anche la durazione dei tempo in una nota rispetto all’altra, e ciò si fece colla diversa figura, che si diè ad esse
l’autore Giovanni Murs, o Muris, canonico parigino, circa il 1250, ma ciò è apertamente contrario all’asserzione del medesi
à circa il tempo delle invenzioni, e degli inventori? Si risponde che ciò è provenuto dalla natura dei secoli dediti alla r
usione sparisce, e più non vi si trova il confine. [7] Che che sia di ciò , quantunque siffatto ritrovato incontrasse qualch
costanza ebber essi comune ancora colla tragedia greca, che nacque, a ciò che si dice, nelle feste di Bacco fra il tripudio
l clero recitar in pubblico i ludi, come fanno in oggi gli attori, e ( ciò che dilegua affatto ogni dubbio) nel decretale di
lo splendore e la durata ch’ebbero presso a loro quelle dei Greci. Di ciò due ne veggo esser state le cagioni. La prima la
alia, e prese voga persino nei monisteri dei frati e delle monache. E ciò che dovrebbe recare stupore (se pur v’ha qualche
empivano di sentimenti inettissimi, o incompatibili fra di loro37. Da ciò ne risultava altresì che il popolo da una banda,
tace il titolo e l’autore, si mostra gran dispiacere e maraviglia di ciò che dissi in questo luogo della filosofia, e (com
sacro nome della filosofia. Ma siccome io non mi rendo mallevadore di ciò che altri mi fan dire, ma di ciò soltanto che rea
ccome io non mi rendo mallevadore di ciò che altri mi fan dire, ma di ciò soltanto che realmente ho detto; così ho lasciata
52 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 137-226
ra; e l’innocente Melibea per forza del suo incanto è corrotta; ed in ciò si vede la mancanza d’arte dell’autore; perchè se
giace in letto con Areusa a persuasione della vecchia scellerata che ciò stà vedendo; e questa situazione si rende tanto p
esti sventuratamente sono i più bei passi del libro. Di grazia poteva ciò essersi immaginato per rappresentarsi? Ora se gli
e nel 1605, cioè un anno dopo la di lui morte avvenuta in Coimbraa. E ciò abbiamo trovato di notabile fra’ Portoghesi. Quan
sero le barbe posticce e rappresentassero a volto nudo, mostrando con ciò d’intendere la vera rappresentazione. Finalmente
li risponde, Y aùn consumì el patrimonio, Que ha sido mucho peor; e ciò vuol dir di sì. Ma nella giornata V l’Eremita dom
rio parlato con maggior circospezione, se si fosse anche ricordato di ciò che si narra da tanti scrittori c, cioè che Anton
o immersi. Del resto pur troppo vero si scorge in non pochi Spagnuoli ciò che di essi generalmente afferma il Baillet: Si
scisse da un paese barbaro ancora nel XV. Poteva, sì, accordiamolo; è ciò un possibile benchè troppo raro; ma un possibile
s? Egli suppose che uno stampatore le avesse cambiate. Egli dovea con ciò supporre che Cervantes, il quale opravvisse un an
fecondo. I venticinque volumi impressi contengono appena una parte di ciò che scrisse pel teatro. Montalbàn afferma che le
cui approvazione trionfava in Ispagna l’anarchia teatrale. Con tutto ciò il Nasarre volle a gran torto avvilire il merito
mento l’Eucaristia ed il titolo di Atti Sacramentali. Imperciocchè se ciò apparisse, il Nasarre tutto dedito ad avvilire il
’Italiani assai prima del 1502 in cui si vide quella del Carretto. Nè ciò si dice perchè importi gran fatto l’esser primo,
simo Sedano ne dice col solito pudo ser che nacque forse nel 1497. Ma ciò concedendo ancora il maestro Perez de Oliva con
ba e la Vendetta di Agamennone non debbano chiamarsi traduzioni; ed a ciò altro non replichiamo se non che il signor Andres
che appare unicamente per congedare l’uditorio con un sonetto; tutto ciò forma un cumulo di difetti tanto manifesti nell’I
di citar con ingenuità i fonti onde le avessi tratte; a differenza di ciò che ha meco praticato più di un plagiario, e come
ens in Portogallo, e Torquato Tasso in Italia. a. Vedasi anche su di ciò il mio Discorso Storico-Critico pubblicato su i S
ioni, approvazioni a’ libri ed altri papelillos di simil natura, dove ciò si asseriva. Ma dove ora troverei simili merci? D
lo passando il mare prevedere la mala fede dell’Huerta che negherebbe ciò che era notorio, e recarne meco per convincerlo,
i è industriato, come io ho fatto, di rinvenir qualche orma almeno di ciò che dell’in tutto si è realmente negletto da’ naz
gli fe pure autore di atti sacramentali il Cervantes gratuitamente; e ciò fe parimente ridere ancor più. Cervantes fiorì fo
fingasi pure che Cervantes avesse effettivamente composto quell’auto, ciò in grazia gioverebbe a chi volesse rintracciare
53 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO IV. La drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 47-73
le lettere in Roma, vi fece rappresentare un’ altra tragedia. Secondo ciò che ne scrive lo stesso Sulpizio nella dedicatori
ntar nudamente la tragedia, e col cantare il cantarne con vera musica ciò che va cantato, cioè i cori, la qual cosa direbbe
rno, A provar se laggiù mercè s’impetra. Trattasi nel quarto di ciò che avvenne ad Orfeo nell’inferno. Ma quì si chie
ersi indietro per mirarla per tutta la via infernale. Sembra che dopo ciò dovesse chiudersi la porta ferrata della reggia.
noi basti l’aver mostrato ad evidenza con altri non ambigui monumenti ciò che incresce a’ Lampigliani, che l’Italia può van
. VI. 45. Vedine il tom. III, capo II, art. V, p. 186. 46. Di tutto ciò che quì si accenna si vegga il citato volume III
. Fu poeta, filosofo, istorico, giureconsulto e musico, se crediamo a ciò che se ne dice in una lunga orazione recitata in
quì a ripetere che le ariette del Notturno interruppero il dramma, nè ciò fecero ne’ cori, ma nel corso dell’atto; ed aggiu
amma, nè ciò fecero ne’ cori, ma nel corso dell’atto; ed aggiungo che ciò accadde verso la fine del XV, cioè a dire un seco
l Rinuccini, Nel puro ardor della più bella stella ec. Egli però ciò scrisse nel 1785; ed io gli avea tolto il travagl
54 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO IV. Teatro Francese prima della Medea di P. Corneille. » pp. 157-165
iani, si attenne alle regole prescritte dal verisimile quasi in tutto ciò , che compose. Lasciando di favellare delle sue pr
di Giovanni Mairet e di Rotrou e di Scudery, accennando una parte di ciò che ne disse ne’ suoi Dialoghi m. Perrault. Essi
, e talvolta due violini sonati alla peggio. a. Il sig. di Voltaire ciò negò in un luogo delle sue opere e lo confessò in
55 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1009-1013
e se alcuna cosa ha potuto lusingar l’animo mio in tali congiunture, ciò non fu che il piacere di sentirmi applaudito dopo
re. Non vi ha chi non possa imparare a memoria e recitar da la scena, ciò ch’egli ha imparato a memoria : ma dal comico ita
sercita assai più la fantasia che la memoria, che compone, recitando, ciò che dice, che sa coadiuvare il suo interlocutore,
56 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quinto »
sollicitar la fantasia pronta e vivace degl’Italiani a rinovare tutto ciò che aveano fatto gli antichi. E siccome credevasi
o diversi non ammettea il severo andamento di quella dei Greci. Ma di ciò a me non s’appartiene il parlare; basterà dire so
enzione, un gusto arbitrario, il quale consisteva nel rivolgere verso ciò ch’era stravagante e artifizioso l’attenzione, ch
avagante e artifizioso l’attenzione, che dovea unicamente prestarsi a ciò che è semplice e naturale. [8] Da che crebbe e si
ni, veniva incontanente distrutta da un’altra di contraria natura. Da ciò anche nasceva l’irregolarità ed ineguaglianza di
imere l’incominciata edizione, trafugando il manoscritto originale. E ciò che fa la vergogna delle Lettere, e l’indignazion
ro in qualche luogo fatto maestrevolmente parlare la passione, erano, ciò nonostante, nel medesimo caso per l’indole de’ po
ito lieto che diè alla sua favola non per altro motivo se non perché « ciò gli parvi convenire in tempo di tanta allegrezza»
comune alcune voci s’intuonano in guisa che vi si può far armonia, o ciò che è lo stesso, distinguerle per intervalli armo
rfetta poesia, ma il lettore dopo il narrato fin qui può giudicare se ciò si dica a ragione. L’Anfiparnaso venne poi in tal
lascio pensare qual armonico guazzabuglio risultar ne debba da tutto ciò . Sentasi nell’atto secondo il gentil dialogo fra
sto fenomeno, ne io sono da tanto che speri di poterlo fare: abbiano, ciò nonostante, le seguenti conghietture il peso che
materia su cui esercitare la sua facoltà pensatrice o comparativa. Da ciò si ricavano le seguenti deduzioni: I. Che niuna p
di soddisfare a tutte le facoltà dello spirito. II. Che l’essenza di ciò che si chiama bello nella musica e nelle arti lib
57 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO I. Stato della poesia scenica in Francia. » pp. 65-76
fane, e che non mai più vi si mescolassero le sacre cose. Fe la legge ciò che ormai era tempo che facesse il gusto. I Confr
gomento preso dagli antichi Romanzieri Francesi a. Chechesia di tutto ciò Ronsardo attribuisce al suo amico Stefano Jodelle
sa che non tradusse certamente da veruna tragedia italiana. Con tutto ciò questa favola si rappresentò la prima volta avant
mo risponde: Je ne vous y veux empecher. Quel secolo (osserva su di ciò m. de Fontenelle) non era delicato su tal materia
58 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO I. Stato della poesia scenica in Francia. » pp. 3-12
fane, e che mai più non vi si mescolassero le sacre cose. Fe la legge ciò che ormai era tempo che facesse il gusto. I Confr
omento preso dagli antichi romanzieri Francesi8. Che che sia di tutto ciò Ronsardo attribuisce al suo amico Stefano Jodelle
sa che certamente non tradusse da veruna tragedia Italiana. Con tutto ciò questa favola si rappresentò la prima volta avant
isponde: Je ne vous y veux empecher. Quel secolo (osserva su di ciò M. de Fontenelle) non era dilicato su tal materia
59 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Della maniera del cantare e del recitare »
retta sotto le note, come nelle antiche tragedie. Egli ha segnate con ciò le vie tutte che ha da tenere; non può metter pie
re; dipendono in tutto anch’esse dalla intelligenza sua propria. E in ciò principalmente consiste quel fior di espressione
n nota, non in isceglier quello che vi ha di migliore, ma in eseguire ciò che vi ha di più straordinario e difficile. Lo st
ci quanto gli aggrada del suo. A considerare il bene e il male che da ciò ne risulta, sembra che sia da preferirsi il costu
gni verità. Per cento rapsodisti di luoghi comuni, o d’infarcitori di ciò che meno conviene, ne riesce a gran fatica un sol
60 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 149-268
permise che si pubblicassero i loro oltraggi in teatro, ed animò con ciò i poeti ad infamar poscia impunemente i cattivi e
derli ridicoli per mezzo di alcuni leggieri maliziosi cangiamenti. In ciò consisteva la parodia che fu l’anima della commed
ggiare empiamente la religione, e di rimproverare a tutti i cittadini ciò che leggesi nel dialogo tenuto nelle Nuvole dal R
Nuvole dal Ragionar Dritto e dal Torto93? Risulta da queste cose che ciò che ora chiamiamo commedia, non rassomiglia punto
anno in ogni tempo a chi saprà trasportarsi a quello del poeta. Senza ciò qual commedia piacerà mai? Qualunque produzione d
ove? Non si sa veramente come veggasi sì bene accompagnato. Con tutto ciò la più vaga allegoria di questa favola consiste n
angenti che mostrano le piaghe ricevute e le lividure del bastone. Da ciò si ricava, che quanto i comici Latini dicevano di
è costretto a venir fuori da un bisogno naturale, per fare in piazza ciò che la decenza prescrive di farsi nel più segreto
di osservarne anche i difetti che potrebbero guastarlo: differenti in ciò totalmente da certi moderni pedanti che si fanno
ve perversamente, e Teognide ch’è freddo, freddamente verseggia. Dopo ciò vien pregato di accompagnar Mnesiloco, e di parla
dello spettatore lo trasforma in donna cogli abiti di Agatone. Fatto ciò , dopo di un giuramento di Euripide di non abbando
Euripide in forma di Menelao, e la scena è tragica e graziosa. Tutto ciò che vedesi sul teatro, viene da essi adattato all
’è presente detta Critilla, è presa per Teonoe figlia di Proteo. Dopo ciò il finto Menelao e la finta Elena fanno vista di
n’ intera notte vegliato, per sapere che mai fosse un Equigallo. Ma a ciò Eschilo risponde: O ignorantissimo, impara che qu
ruggendo questo bel ritrovato gli hai abbigliati trivialmente. Dopo ciò Euripide riprende i prologhi di Eschilo, e in pri
qualche impostore malvagio corruttore della gioventù. Non fu già vero ciò che s’imputò al poeta, cioè di essere stato subor
col fine di procurar per tal mezzo la condanna del buon filosofo. Di ciò non v’ha pruova nè verisimiglianza. Socrate fu se
ma queste cose non possono sapersi se non dal solo Aristofane. Basti ciò per l’origine di tal commedia bella insieme e sce
glia Fidippide, il quale si mostra verso il padre molto rispettoso, e ciò ne darà motivo in appresso di ammirare l’arte del
e Strepsiade, non fulmina gli spergiuri? Ciance (replica Socrate): se ciò fosse vero, a quest’ora non avrebbe incenerito Si
a alla scoperta, pare che ne distrugga ogni illusione. Che che sia di ciò , egli parla di se stesso, loda le proprie invenzi
a forza. Strepsiade al fine l’obbliga ad andar da Socrate per imparar ciò che è giusto e ingiusto, o almeno solo l’ingiusto
ella vita. Risponde il Dritto che se i giovani prestassero orecchio a ciò che dice il suo nemico, diventerebbero tanti infa
ciò che dice il suo nemico, diventerebbero tanti infami cinedi. E se ciò avvenisse, replica il Torto, che mal sarebbe? E q
e di bel nuovo l’acqua piovuta? Il creditore risponde che nulla sa di ciò , nè cura saperlo. Come dunque (ripiglia il debito
ori irreligiosi e i precettori di sofisticherie e cavillazioni, ed in ciò fece gran senno essendo il suo disegno utile e lo
e accusatore, che appartiene unicamente alla commedia antica. Oltre a ciò in Racine il reo è veramente un cane, ed il cappo
belle parolette, a somiglianza de’ cuochi. Animo; nulla a te manca di ciò che può rendertelo benevolo; hai la voce chioccia
medesimi che noi detestiamo, e perchè non teme di dire confranchezza ciò che è giusto . . . Egli è vero, che da alcuni di
oi governatori, premiò l’autore per questa commedia. Il dotto critico ciò scrivendo non badò alla costituzione democratica
sone o di relazioni allegoriche o d’invenzioni stranissime. Con tutto ciò il Pluto per mio giudizio par che tenga il princi
la leggerezza di un petit-maître. M. Marmontel volle ancora dar su di ciò il suo parere e derise Madama Dacier che avea tan
XXII). Ecco quello che agli occhi de i dotti era Aristofane. Dopo di ciò che pensereste di un giovane Gaulese, il quale pi
er vinto. IV. Commedia Nuova. Niuna cosa pruova più pienamente ciò che sul bel principio ragionammo ne’ fatti genera
marrani, maremmani, auzzini, e notandone gli artifizj come sconcezze, ciò avviene perchè non seppero nelle loro fantastiche
lle bellezze native sostituiscono le proprie immodizie”. In pruova di ciò Gellio adduce la nominata commedia Plozium recata
nervate, disadatte alle circostanze, e spogliate di ogni grazia. Dopo ciò il servo a forza di domandare viene in chiaro del
difende mal dall’aspro inverno Reso di povertà fido compagno. Da ciò che ad un rinfaccio, ogni altro impari. A ques
e la tragedia la loro Predica grande. Ma le cose sin quì accennate e ciò che in appresso rapporteremo, sono tutt’altro che
i esser dovrebbero le vere scuole pubbliche della gioventù. Del resto ciò ch’egli dice, ne fa perdere di vista la vera fiso
lo inserito nell’Anno letterarie del 1769 num. 31. 113. Aggiungasi a ciò e della politica conveniente alla repubblica Aten
asi a ciò e della politica conveniente alla repubblica Ateniese, e di ciò che poteva in que’ tempi e su quelle scene dilett
ovvero data gratuitamente al popolo da qualche ricco cittadino? E se ciò , in una repubblica popolare allora gelosissima, s
61 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Italiano del secolo XVI. e del Libro IV. — CAPO VIII ultimo. Primi passi del Dramma Musicale. » pp. 42-62
i al partito più proprio per la loro capacità rimandandogli a leggere ciò che in tal quistione scrisse giudiziosamente il s
trati inettissimi a sostenere con decoro gli eroi della storia. Ed in ciò converremo con lui; ma in quanto al canto ci atte
istrae? s’impazienta? cerca il vero in siffatte cose? Ovvero di tutto ciò contento passandovi sopra con indulgenza, ancorch
al perdon al canto no concede? Il Signor Yriarte anzi che dissimular ciò che avea letto nel mio libro, e porsi nella class
he lo renda vincitore. Chiunque voglia far uso della propria ragione, ciò leggendo, dirà fra se: Conviene ad Aquilio quest’
uilio quest’immagine? calza bene nelle circostanze ove si trova? E di ciò contento, non si sovviene della musica che accomp
che l’opera merita d’essere riformata; e tengo anch’io per fermo (nè ciò pregiudicherà punto alla gloria del gran poeta Ro
62 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « A CHI AMA LA POESIA RAPPRESENTATIVA. » pp. -
ro giustezza a formare i gran legislatori morali e politici tanto per ciò che l’una società debbe all’altra, quanto per que
lcuni sedicenti coltivatori de’ severi studii, i quali sdegnano tutto ciò che non è algebra, nè delle meschine rimostranze
le aure soavi che bramano i cigni per elevarsi al Parnaso, ed a me di ciò invece sovrabbondano solo cure mordaci che me ne
ti. Che se gergone rassomiglia anche al jargon de’ Francesi, quale in ciò è la mia colpa? Sono forse poche le parole comuni
gli equivoci e per non far che a me talvolta si arroghi il merito di ciò che avrà detto il mio dotto amico 14. Finalmente
n de la que le quieren dar. A quello però ch’ egli aggiugne, cioè che ciò sia per non aver io letto gli autori, o per non a
desse la mia storia colla lettera premessavi dall’ erudito Ab. Soria; ciò che è un’ altra pruova o che non sempre si legga
63 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
e Vittoria Amorevoli è la firma : « Io Oratio landi Afermo quanto in ciò si contiene, » che fu omessa per errore.
64 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VI. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 82-108
eggiar empiamente la religione, e di rimproverare a tutti i cittadini ciò che leggesi nel dialogo tenuto nelle Nubi dal rag
Nubi dal ragionar dritto e dal torto?34 Risulta da queste cose, che ciò che ora chiamiamo commedia, non rassomiglia alla
i come Strepsiade nell’atto IV indirizza la parola agli spettatori, e ciò fassi ancora dal coro in questa e nelle precedent
oscene; non introduce un vecchio che va col bastone percotendo tutto ciò che incontra; non si presenta con fiaccole alla m
o da un bisogno naturale prende la vesta della moglie, e fa in piazza ciò che la natura gli comanda. La satira de’ poeti co
con soverchia leggerezza. Anche M. de Marmontel ha interloquito su di ciò , ridendosi di madama Dacier che avea encomiato Ar
donarono 46. Ecco quello che agli occhi de dotti era Aristofane. Dopo ciò , cosa pensereste di un giovane Gaulese, il quale
poesia, e della politica che conveniva alla repubblica ateniese, e di ciò che poteva in que’ tempi esser pregevole sul teat
son pervenuti se non pochi frammenti. Niuna cosa prova più pienamente ciò che abbiamo di sopra ragionato ne’ fatti generali
lutarco nella vita di Agesilao. Nulla parmi che si possa aggiugnere a ciò che giudiziosamente adduce il signor De la Guille
i esser dovrebbero le vere scuole pubbliche della gioventù. Del resto ciò ch’egli dice, ci fa perder di vista la vera fison
ssò in proverbio presso i Greci: «più codardo di Pisandro». 44. Ecco ciò che ne dice il signor Palissot: «La Poétique de M
65 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO V. Teatro Tragico Francese nel XVII secolo. » pp. 166-211
eva al Cid, ed i beneficii che in compenso versava sull’autore; tutto ciò , dico, contribuì a fomentare e a raffinare il gus
sublime di tutto il suo lume. Chi non sente elevarsi e commuoversi a ciò che dice Orazio a Curiazio suo cognato, Albe vou
dell’abdicazione dell’Imperio nella scena in cui Augusto chiede su di ciò il parere di que’ medesimi cortigiani che stanno
oso, sia quella che esorti Augusto ad esser clemente, togliendoli con ciò il merito di quel perdono magnanimo. Il Poliuto è
mo eroico di un Romano o di un Greco. Ma subito prestano attenzione a ciò che rassomiglia a quel che sentono in se stesse;
, di espressioni affettate, di figure sconvenevoli alla drammatica. A ciò che fra’ Greci e gl’Italiani chiamasi poesia, tro
Vicente Garcia de la Huerta, quando tutto mancasse, può ricavarsi da ciò che osò affermar del Racine in un gran papelon ch
l’Atalia è un testimonio irrefragabile dell’imbecillità del Racine; e ciò per quali ragioni? perchè vi si contano tredici
n verso, dopo di che diceva di averla terminata; e non avea torto. Da ciò veniva la facilità mirabile che avea nel verseggi
quel tempo. L’abate Giovanni Andres però affermò con troppa sicurezza ciò che la storia rigetta, dicendo che Tristano tratt
vesse la sua Marianne dal Tetrarca de Jerusalen del Calderòn. Oltre a ciò che precedentemente noi affermammo della Marianna
e l’Assalonne non hanno veruna digressione amorosa che le deturpi, in ciò preferendo con senno la sola Atalia di Racine a t
66 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Della musica »
Della musica [2.1] Che se niuna facoltà o arte a’ giorni nostri di ciò abbisogna, la musica è dessa; tanto ha ella degen
Ad ognuno è noto che anticamente gli stessi poeti erano musici. E con ciò la musica vocale era quale ha da essere secondo l
Tra le disconvenienze della odierna musica dee notarsi in primo luogo ciò che la prima cosa salta, per cosi dire, agli orec
nel dolore, nell’allegria e negli altri affetti da cui siam presi: e ciò per far muovere il basso al tempo di quelli, ora
tà, aperti, chiari, di gran tocco, dirò cosi, non leccati e minuti. E ciò non tanto in riguardo alla vastità del teatro, do
omina assai meglio, che in un qualunque altro componimento che sia: e ciò forse dal non potere quivi i maestri, essendone m
i ad attenersi al semplice e a secondar la natura. Da qualunque causa ciò venga, a cagione appunto della verità che in sé c
etrarca, con cui per la finezza del sentimento simpatizza di molto; e ciò per avere dinanzi una data cosa a dipignere con l
67 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Ferrara, li 4 marzo 1618.Ferrara, li 3 marzo 1618. » pp. 170-184
icolari, non mancherò anch’ io, sì come gli altri àn fatto, scriverli ciò che l’animo mio sente, sì per discolparmi di quan
Flavio a compiacere le mie honeste dimande, ha fatto in mio servitio ciò che V. E. sa molto meglio di me, là dove maggiorm
la della sua gratia. Quando il Sig.r Fulvio senti questo disse e fece ciò che da altri haurà inteso, nè giovò humiltà di al
che pensieri si devono fare nell’intendere di simil cose ? Con tutto ciò mi sono achetato, sperando in Dio e in V. E. diff
n Compagnia, darà disgusti segnalati, e farà alla peggio. Sì che veda ciò che da un animo preparato al male si può sperare.
di recitare del tale attore o della tale attrice ; nulla in somma di ciò che avrebbe potuto gettare e con tanto interesse
parte scandalizzato, e mal soddisfatto di costoro, portando oltre di ciò nella memoria i bruttissimi ragionamenti recitati
ono degli affronti che non sono convenienti a’meriti loro. Con tutto ciò , potendo le vere e proprie compagnie a modo conta
68 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO III. Maschere materiali moderne. » pp. 263-266
lasagnoni con abiti fantastici o al più usati in un altro secolo. Da ciò si deduce che non vi è altro modo di rettificar l
ere moderne che col bandirle d’un colpo dal teatro istrionico ancora, ciò che si fece nelle accademie che coltivarono la co
69 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosettimo, ed ultimo »
ualmente vi pone nell’arricchirla di scelte ed opportune notizie. Per ciò che riguarda il secondo argomento vi sarà luogo a
onfasi i caratteri, che si credette impossibile il ravvisarli. Pure a ciò sono diretti i miei tentativi. Io presento a’ mus
ia per fissare insieme l’importante e vera forza di tal termine. E di ciò appunto io ne feci serio esame. A tutti è noto ch
oli non contengono cosa che meriti una preferenza esclusiva: io porto ciò nonostante opinione che sebbene le lingue sieno s
ini ad una melodia ove entrasse alla rinfusa ogni maniera di ritmo. E ciò mi torna a mente un tratto singolare, che mi fia
rmonica, ma piuttosto un intreccio confuso di questi tre generi194, e ciò ch’è più, discorrendo questa per diversi modi in
resterebbe un opera di gusto trasferita da una in un’altra lingua. Di ciò non può dubitarsi in verun conto. Sì: ogni modo o
ebbe essere sì vario come lo è l’accento naturale, (poiché altrimenti ciò ch’esprimerebbe bene una passione in una lingua,
tabile d’una continua e non mai interotta dolcezza. Io farò che tutto ciò comparisca più evidente per mezzo di esempi; e si
la prosodia, dai costumi, e dal genio de’ Francesi. Porrò a confronto ciò ch’han detto della musica italiana alcuni persona
e la sua imitazione. Essa giusta il parere dell’Ab. Fraguier otteneva ciò mercè quella misura invariabile composta di diffe
randi, e regolari. E appunto io fo accorti i nostri compositori, come ciò verrebbe lor fatto, se essi s’avezzassero a cogli
oste dalla natura fra i nostri sensi sì esterni che interni con tutto ciò che forma l’oggetto delle belle arti, e delle bel
oraggio che a temperare l’ardore e regolare la marcia de’ soldati; ma ciò non prova se non se l’impressione che in essi dov
ra in poi essi compiansero la perdita della musica antica. Imperocché ciò che Plutarco, Massimo di Tiro, Dione d’Alessandri
70 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo primo »
e, come di testo, su cui la musica ne faccia poscia il commento; ecco ciò che il poeta drammatico debbe somministrare al co
eno assai conforme alla natura; imperocché, supponendo che e’ cantino ciò che dicono, si suppone parimenti, che siano invas
a risvegliar idee grandi, sublimi, e fuori dell’ordinario si vede da ciò che spesso i sacri Profeti avanti di proferir i v
stri Chiabrera, Guidi, Rousseau, Driden, Gray, Gleim, e Klopstoc sono ciò , che è l’uccello, che svolazza intorno alle palud
ica strumentale l’incombenza di esprimere negli intervalli della voce ciò che tace il cantante. L’anima stanca delle sue in
filosofia delle passioni, e dall’avere stabilito come regola generale ciò che dovrebbe essere una eccezione soltanto. V’ha
e che passano tra la natura loro e la propria. La fantasia ripiena di ciò che le vien tramandato per mezzo degli organi non
fici, i quali, come dice l’Abbate Terrason, perdono in solidità tutto ciò che acquistano in estensione. [26] Può dunque il
medesime parole, senza curarsi l’uno di quanto risponde quell’altro: ciò è contrario egualmente alla urbanità di chi parla
e si leggono arie, recitativi, e duetti lavorati su principi diversi, ciò altro non prova se non che pochi autori hanno pen
a mostrare, lo spettatore in nulla occupato ha l’agio di riflettere a ciò ch’ei vede. A tal fine giovano la prospettiva, e
l godimento, non lascia il tempo alla fredda ragione di riflettere se ciò che vede, sia vero o falso; l’immagine del luogo
tare le umane passioni per mezzo della melodia, e dello spettacolo, o ciò , che è lo stesso, l’interesse e l’illusione. Il b
é tutto sia movimento, e azione. Ora cotal fine si distruggerebbe, se ciò che si vede, fosse in contradizione con ciò che s
ine si distruggerebbe, se ciò che si vede, fosse in contradizione con ciò che si sente, se godendo l’orecchio della varietà
uove, e maravigliose. Inoltre, dovendosi escludere dalla musica tutto ciò che non commuove, e non dipinge, e dovendosi in e
e situazioni, ove l’anima rimanga, per così dire, oziosa, sembra, che ciò non s’ottenga così bene negli argomenti di storia
, dove la musica non campeggi, si mischia ne’ drammi tratti dal vero, ciò prova soltanto che non tutte le situazioni sono e
71 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 37-96
ra, e l’innocente Melibea per forza del suo incanto è corrotta, ed in ciò si vede la mancanza d’arte dell’autore; perchè se
n Areusa a persuasione della vecchia scellerata che lo stà vedendo, e ciò che rende questa situazione più scandalosa, si è
esti sventuratamente sono i più bei passi del libro. Di grazia poteva ciò essersi immaginato per rappresentarsi? Ora se gli
nel 1605, cioè un anno dopo la di lui morte avvenuta in Coimbra38. E ciò abbiamo trovato di notabile fra’ Portoghesi. Quan
ero le barbe posticce, e rappresentassero a volto nudo, mostrando con ciò d’intendere la vera rappresentazione. Finalmente
isponde Y aùn consumì el patrimonio Que ha sido mucho peor; e ciò vuol dir di sì. Ma nella giornata V l’eremita dom
as? Egli suppose che uno stampatore l’avesse cambiate. Egli dovea con ciò supporre che Cervantes, il quale sopravvisse un a
Vega più secondo. I 25 volumi impressi contengono appena una parte di ciò che scrisse pel teatro. Montalbàn afferma che le
cui approvazione trionfava in Ispagna l’anarchia teatrale. Con tutto ciò il Nasarre volle a gran torto avvilire il merito
mento l’Eucaristia, ed il titolo di atti sacramentali; imperciochè se ciò fosse avvenuto, il Nasarre tutto dedito ad avvili
Italiani assai prima del 1502 in cui si vide quella del Carretto. Nè ciò si dice perchè importi gran fatto l’esser primo,
vato Sedano ne dice col solito pudo ser che forse nacque nel 1497. Ma ciò concedendo ancora il maestro Perez con lingua di
ba e la Vendetta di Agamennone non debbano chiamarsi traduzioni; ed a ciò altro non replichiamo se non che il dotto suo ami
che appare unicamente per congedare l’uditorio con un sonetto: tutto ciò , dico, è un cumolo di difetti così manifesti nell
di citar con ingenuità i fonti onde le avessi tratte; a differenza di ciò che ha meco praticato più di un plagiario. 27. T
ns in Portogallo, e Torquato Tasso in Italia. 43. Vedasi anche su di ciò il mio Discorso Storico-Critico. 44. Si vuole av
li molte prefazioni, approvazioni a’ libri e cose simili, nelle quali ciò si asseriva. Ma dove ora trovar siffatte merci? D
uno straniero che si è industriato almeno di rinvenir qualche orma di ciò che dell’intutto si è veramente negletto da’ nazi
Egli fa pure autor di atti sacramentali il Cervantes gratuitamente; e ciò ha fatto ridere ancor più. Cervantes fiorì forse
oi tralle figure del carro de’ commedianti se ne mentova alcuna che a ciò possa riferirsi. II. Non v’è fondamento da creder
ingasi pure che Cervantes avesse effettivamente composto quell’ auto, ciò in grazia gioverebbe a chi volesse rintracciare l
72 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO III. Teatri Orientali. » pp. 17-27
la forma più perfetta, cioè più dilettevole e più instruttiva? Tutto ciò si deduce agevolmente dalle storie particolari di
a reggia, e di bel nuovo assiso che sia nella sala del trono. Oltre a ciò vengono dalla musica accompagnate tutte le cerimo
ma Cinese, ma essendo negli ultimi tempi caduta in disistima29 (siasi ciò avvenuto per l’ introduzione della musica Europea
no unicamente l’amore e n’esprimono i piaceri e i trasporti. 22. Di ciò vedasi la Storia naturale, civile e politica del
73 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo decimoterzo »
e non pochi ancora fra i moderni poeti hanno fatto vedere in pratica ciò che la filosofia pronunziava da lungo tempo come
, stimando che la musica strumentale esser dovesse per la poesia‌ 131 ciò che per un disegno ben ideato la vivacità del col
complessa che ci intenerisce e ci attacca agli oggetti imitati; tutto ciò , io dico, è intieramente perduto per gli strument
re i diversi effetti della musica, ha saputo a maraviglia distinguere ciò che poteva esprimersi colla voce da ciò che dovea
puto a maraviglia distinguere ciò che poteva esprimersi colla voce da ciò che dovea rappresentarsi principalmente dalla orc
e ricompensare cotal mancanza coll’artifizio dando all’orecchio tutto ciò che non può concedere al cuore. Come fanno appunt
rari quanti sono i sentimenti che risultano dal totale d’un dramma. E ciò nel breve spazio d’un quarto d’ora che a fatica s
olazione del basso, lasciano poi il restante in balia del cantore. Da ciò ne deriva che or si rallenti or s’affretti sconci
one di cotal diversità, io confesso di non saperla. Checché ne sia di ciò siamo pervenuti alla fine del nostro viaggio? Chi
utte le occasioni senza distinzione? Ad onta del verosimile? Contro a ciò che richiede l’indole della passione? Hassi a spe
a parola o una frase può avere il suo fondamento nella ragione, e che ciò ha luogo principalmente allora quando l’uomo stim
e se non come altrettante battologie della sintassi musicale. [32] Ma ciò che non è conforme alla natura né alla ragione si
se ognor più sollecitata a risaperne lo scioglimento, come si vede da ciò che giammai si domanda in una commedia di caratte
ditore ad un punto solo, altro non fanno che miseramente distrarnela; ciò nulla importa al compositore. Per essi il fior de
arola “amato” nell’aria “Contro il destin che freme” dell’Antigono. E ciò per due volte consecutive. Gran Dio! Cento e cinq
chi si è molto avanti inoltrato nella cognizione degli uomini, nasce ciò che s’appella in musica “espressione”, la quale n
che l’“amabile”, e il “caro bene” convertito in un “fiero destino”. E ciò conservando fedelmente il suo bel tempo in largo,
speditezza dei metodi, i quali per la maggior parte degli uomini sono ciò ch’è la bussola per le caravane che traversano i
ana fantasia di vestirsi delle spoglie di un vitello per intraprender ciò che non oserei raccontare senz’allarmar la dilica
pendo stabilire dei limiti alle proprie facoltà e restando sempre con ciò che desidera al di sopra di quello che ottiene, a
te bellezze semplici. Ella preferisce lo straordinario e il bizzarro, ciò che suppone un qualche sforzo di mente per ben co
ò che suppone un qualche sforzo di mente per ben comprendersi, perché ciò fa onore alla penetrazione e alla dottrina dell’u
a, fino alla debolezza d’averne dei piaceri comuni col volgo. [51] Da ciò è derivato un’altro inconveniente. Quanto maggior
este. 132. [NdA] Oggidì può dirsi dello stile che regna nella musica ciò che Seneca diceva dello stile di Mecenate: «laude
74 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Di Venezia, 21 marzo 1620.Venezia, 16 di giugno 1618. » pp. 513-520
he quel comico, e se davvero ne fosse capo lo Scala, non essendovi di ciò prove di sorta. È vero. Nè solamente pel '77 non
gnia di comici li sia prohibito per questo anno il recitar comedie, e ciò perchè gli era stato dato da lui il maggior disgu
da poterne trarre la minima idea del dialogo : essi spiegano soltanto ciò che l’attore deve fare in scena, e l’azione di ch
prefazione di esse : Avrebbe potuto il detto signor Flavio (perchè a ciò fare era idoneo) distender le opere sue, e scrive
insieme, come ricerca la poesia, a spiriti rari e pellegrini. Vedasi ciò che dice Evaristo Gherardi, ottant’anni più tardi
che, tropi, e tutta l’ arte rettorica, avendo da fare all’ improvviso ciò che premeditato fa il poeta…. ma quando esse abb
icon chiaro le lodi dell’autore e dell’opera : Detta Flaminio, e poi ciò si ben rappresenta Flavio gentile a noi, ch'ogni
75 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO I. Tragedie. » pp. 4-67
la mia partenza da Madrid. Il dottor Guarinos punto non risentissi di ciò che accennai del dialogo uniforme ed elegiaco, e
situazione de’ Numantini. Ma egli stesso no se ha hecho bien cargo di ciò che io dissi e ripeto, cioè che esse converrebber
retta borra intempestiva. Noi dimostreremmo subito e pienamente tutto ciò con imprimere l’intera analisi già scritta della
ma andranno uniti o disgiunti? se uniti non diranno più una parola di ciò che hanno incominciato? Ma non dubiti lo spettato
hiere, purchè ella l’accetti per isposo; e gli chiede consiglio su di ciò . Questa situazione rimane priva dell’usato effett
i si ricorda di dire che vuol morire in di lui vece. Gareggiano su di ciò ; ma tutto dee sospendersi, perchè Scipione viene
. Giugurta poi che avea udito Olvia che parlava sola, ora non ode più ciò che dicono l’una e l’altra. Terma vuol sapere in
ercando esce Aluro in tempo che Terma dice, refrena tu furor, ed egli ciò udendo dice, questa che parla è Olvia, certamente
oderno bibliografo. Vedrà ancora se alla Numanzia dell’Ayala convenga ciò che ne disse il sig. Andres, cui piacque di collo
pie per America, Spagna, Francia, Italia, Portogallo5. Che che sia di ciò in Madrid si rappresentò solo quindici anni dopo
tolto il Sepolcro di Cristo perduto dal francese Lusignano. Non so se ciò dica l’autore come storico o come poeta. So che n
di Gerusalemme da passar dopo la di lui morte al prode Corrado. Ma in ciò altri non ebbe parte, e molto meno Alfonso VIII o
, cioè di Leone, di Portogallo, di Aragona e di Navarra. Ora se tutto ciò è storia non contrastata, perchè il sig. Huerta i
ngersi alla dolorosa partenza, abbiano empito il vuoto degli atti. Or ciò essendo l’editore, ossia l’autore sotto il di lui
ta, ella dice, avrebbe per esse dichiarata la guerra a chi che sia; e ciò non va male: ma soggiugne, che avrebbe fatto retr
cludente, ed il poeta Diamante ne fece una dipintura più uguale. Dopo ciò Rachele affetta desiderio di partire, ed il re si
Nel poema si concepisce ma non si pronunzia la voce traidores, e con ciò si lascia luogo alla preghiera: nella tragedia l’
se ove abita. Non per tanto si trova espresso con passione e felicità ciò che nell’atto IV dice Ifigenia al padre tratto da
icità ciò che nell’atto IV dice Ifigenia al padre tratto dal greco, e ciò ch’ella dice ancora nella conchiusione della 7 sc
tormento de’ meschini apologisti, i quali interpretano per male tutto ciò che non è panegirico: Gozando de la paz que al
oli nominati gran poeti, ma tutti i Francesi fanno versi rimati. Dopo ciò si contenti che gli faccia sovvenire di poche cos
darle un doppio erroneo significato. Carnicero in castigliano dinota ciò che i Latini dicono lanio, è gl’ Italiani macella
76 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquarto »
dell’orologio con simili gentilezze tutte a questo modo bellissime. E ciò mentrecchè la meschineria Eponina si sfiata per m
cioè aggregato a veruna accademia musicale, e di dire intrepidamente ciò che si sente. [8] Nel nostro presente sistema dra
ò ella imitare dell’umano discorso fuorché l’accento delle passioni o ciò che appresenti allo spirito una rapida succession
icchi l’energia degli affetti. Tocca dunque alla poesia il far valere ciò che non potrebbe render la musica, ed ecco il luo
, e sugli uomini. Dovrebbe egli interpretare colla evidenza del gesto ciò che la voce non esprime abbastanza, perché trovas
zza colla quale va cercando i mezzi per riuscirvi. Nerina, che ignora ciò che ponno intraprendere le grandi passioni, mostr
atri che contro il canto e la musica in generale, e benché intendersi ciò debba soltanto delle arie e non dei recitativi, d
sul melodramma allorché volle sbandirà dalla musica drammatica tutto ciò che serve a dipignere e a far valere la possanza
aiutar la natura, si viene a dire che l’artificio è un supplemento di ciò che a lei manca. Per conseguenza dove la natura n
d’un fatto; perocché nascendo l’interesse dalla chiara percezione di ciò che il produce, lo spettatore non potrebbe commuo
erché ivi è più che altrove necessaria la semplicità ad intender bene ciò che vuol dire il motivo, il quale mal si capirebb
le né il significato loro se non venisse in aiuto il libretto per far ciò che faceva il pittore di un castello chiamato Orb
go di guidarla. Sarà vero talvolta questo difetto ne’ compositori, ma ciò non basta a scolparne i cantanti, che quasi sempr
o di note? Dove questi si prende ad ogni passo la libertà d’uscire da ciò che gli prescrive la composizione costringendo l’
ò francamente che, ove si tratta di pronunziar un fondato giudizio su ciò ch’è bello nelle arti rappresentative, quel pubbl
timento, quelli cioè che affettano di provar diletto nella musica per ciò solo che stimano esser proprio d’uomo, di gusto i
anche i molti che, invasati dallo spirito di partito, commendano non ciò che credono esser buono, ma quello soltanto che h
teresse o dalla curiosità. La qual cosa non altronde deriva se non da ciò che il canto drammatico colle sue stranezze e inv
d’ora, e por partono senza che lo spettatore possa capire a qual fine ciò si faccia, riducendosi tutto, come l’universo nel
ltra delle arti rappresentative. Io non posso trattenermi a dir tutto ciò che mi somministrerebbe un argomento così fecondo
usinghino le orecchie colla lor novità, e la varietà de’ gusti che da ciò ne risulta. Non avviene talmente nelle altre arti
ri rimasero inerti alla fine e mutole nell’abisso del nulla. [61] Con ciò si risponde all’obbiezione di coloro i quali vede
ro primo della sua geografia) al recitare una prosa semplice, così da ciò che, secondo gli Antichi, si cantasse il loro rec
rati vicino al Tevere in certe feste dice che andavano cantando tutto ciò che appresero nei teatri, e accompagnandolo coi m
se come il nostro cioè così sminuzzato, raffinato e sottile, questo è ciò di cui mi prendo la libertà di dubitare. Mi muovo
77 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « NOTE E OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 281-290
posito la frase di Quintiliano, uomo di squisito giudicio, seguito in ciò dal Poliziano nell’erudita Selva de’ poeti, dice,
icasse opportuno, soleva provocare al giudizio del popolo, e ritenere ciò che esso col suo applauso approvasse. Ma nelle ma
un dramma gli errori di lingua, i versi cattivi, i pensieri falsi, e ciò che non conviene, e quell’ incantesimo che fin an
sentenze ch’essi contengono, ma per aver saputo formarli a cantare di ciò che, come dice Orazio, proposito conducat & h
atteri, e gli avvenimenti ancora. Erano così destri e maravigliosi in ciò fare, che Manilio d’un d’essi ebbe a dire: Omn
78 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 94-95
rtelli e l’amor suo pel Lapy furon di assai bassa lega. Ecco in fatti ciò ch'egli ne dice alla pagina 18 del secondo volume
artista per le parti comiche, non essendosi egli mai spacciato, e in ciò conviene anche il Bartoli, per attore tragico. Er
79 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 684-685
e fissata da' passi sconsigliati del Gratarol, ha dato corpo solido a ciò che non era nemmeno un’ombra. Il comico Vitalba,
del Gratarol, e la sua statura era poco più poco meno, consimile. Da ciò nacque il traditore artifizio del baratto di part
80 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XV. ed ultimo. Conchiusione con pochi Avvisi amorevoli agli Apologisti. » pp. 214-236
Re dovesse essere notabile per bontà, non per astuzia”. Or quanto più ciò conviene a’ privati, i quali altro capitale non p
talmente atterrate le reliquie della barbara Architettura? E potrebbe ciò sperarsi se un Apologista ignorante di Architettu
diatevi almeno di comporne delle migliori, che dar si possano. E come ciò si conseguisce? Prendendo a trattar buona Causa i
per qualche altro secolo continuarono a conservarsi Greche. Con tutto ciò delle celebri Città Italo-Greche ci rimase qualch
il valore degli Spagnuoli nelle Scienze”. Riflettiamo alquanto su di ciò . Primieramente conviene osservare, che chi va a m
visi con motivo di soccorrere i Gaditani oppressi da’ loro vicini. Da ciò risulta, che più recente ancora fu lo stabiliment
Spagnuoli appresero da’ Fenici il sistema degli Atomi. Ma ecco su di ciò come ragiona l’erudito Autore della Lettera, che
è da’ Fenici molto prima della Grecia, e di Roma. Infelice gioventù” ( ciò riferito esclama l’ingenuo Autore della Lettera l
rseggiatori, i Romani rozzi duravano nella loro ignoranza, quando che ciò è contrario al vero, mentre i Romani ben per temp
81 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO V. Primi passi del dramma musicale. » pp. 295-309
al partito più proprio per la loro capacità, rimandandogli a leggere ciò che in tal questione scrisse giudiziosamente M. D
rati inettissimi a sostenere con decenza gli eroi della storia. Ed in ciò convenghiamo con lui; ma in quanto al canto ci at
istrae? s’impazienta? cerca il vero in siffatte cose? Ovvero di tutto ciò contento, passandovi sopra con indulgenza, ancorc
he lo renda vincitore. Chiunque voglia far uso della propria ragione, ciò leggendo, dirà fra se: Conviene ad Aquilio quest’
io quest’immagine? calza bene nelle circostanze ove ei si trova? E di ciò contento, non si sovviene della musica che accomp
che l’opera merita di essere riformata; e tengo anch’io per fermo (nè ciò pregiudicherà punto alla gloria del gran poeta Ro
82 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO IV. Letteratura e Commedia Turca. » pp. 47-55
ere e sapere esprimere con grazia le delicatezze dell’amorea. A tutto ciò si aggiunga quanto riferimmo sin dal 1789 nel tom
uaranta piastre al mese oltre a tutto il mantenimento necessario. Per ciò che propriamente appartiene alla nostra storia te
Gronovio, Spon e Weler presso Bayle art. Golius nota D. a. Si vegga ciò che se ne dice nel tomo I della Gazzetta letterar
83 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO VI. Stato della Commedia Francese prima e dopo di Moliere. » pp. 212-244
urandole e convertendo in bassezze scurrili le grazie originalia. Da ciò si vede che dominava allora in Francia la commedi
più il suo discernimento e buon gusto, e ne migliorò lo stile. Tutto ciò si conobbe nella recita del Cocu immaginario scri
tto. Il Tartuffo stesso fu preceduto dal Bernagasso degl’Italiani. Di ciò convengono il Baile a, il Leris nel Dizionario de
aginario . Questo è confessare un debito per negarne uno maggiore. Da ciò si vede la difficoltà di esser critico e pensator
ciarla se non dopo di averne raccolti i tratti più rassomiglianti. Da ciò venne quella verità di carattere che costituisce
attempata che si belletta e vuol passare alle seconde nozze; ma basta ciò per caratterizzarla per coquette? L’autore ebbe p
i rappresentò, non avea Moliere prodotto i suoi capi d’opera. Egli in ciò s’ingannò, come anche nel credere sì buona tal fa
affermache il Convitato di pietra di Moliere è tutto spagnuolo, ed in ciò parmi che s’inganni. Le Festin de Pierre (cattiva
84 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Dei balli »
ti dei ballerini, il carattere dei balli non mai. [4.2] Chiunque, in ciò che si spetta alla danza, se ne sta alle valentìe
i tragicissimi effetti che operò in Atene il ballo delle Eumenidi, di ciò che operava l’arte di Pilade e di Batillo, l’uno
85 (1772) Dell’opera in musica 1772
la prodigiosamente melodica affabilità di Rossini e dei suoi seguaci: ciò che appartiene evidentemente a un’altra storia. I
ratta evidentemente di precetti rivolti al cantante in quanto attore; ciò che può sorprenderci oggi è l’additata prossimità
ezione, mentre il genio degli altri popoli, dirò così, bamboleggiava, ciò avvenne in gran parte perché gli spettacoli soste
a divenuta imperfettissima, particolarmente nella parte della poesia, ciò è del dramma. [Sez.I.1.0.8] Erano questi spettac
pettabilissimi letterati, non ben si apponessero, chiaro apparisce da ciò che sulla storia di questo spettacolo si è da noi
nella persona del Trissino, questa nel cardinal Divizio da Bibbiena, ciò nulla ostante, duravano tuttavia pel melodramma i
l destro ma moderato uso delle decorazioni, ha ristorata la poesia di ciò che nello scorso secolo perduto avea ed ha recata
elici per l’opera in musica. Nondimeno perché si conosca se con tutto ciò ella sia oggimai pervenuta alla sua perfezione, c
a di qualche obbietto, o l’un dall’altro voglia distinguere. Altre, e ciò sono la poesia e l’eloquenza, si appigliano a’ me
acultà, che sotto il nome comune di belle lettere van d’ordinario, in ciò differiscono tra esse, che la poesia parla uno st
nell’insieme, desta nell’occhio mio una grata sensazione. Ma oltre a ciò io sento coprirmi il cuore d’un sacro orrore, se
à per brevità chiamato l’estetico di tali discipline, è tutt’altro da ciò che si adopera al movimento degli affetti, e che
o un verso che mal suoni gli dispiace, poiché quel mal suono viene da ciò , che in quel verso non si sente il numero delle p
n ordine solo, ma un edificio contenente più ordini simili, e oltre a ciò e balconi e porte e nicchie e loggiati collocati
i trova in qualunque de’ nostri piaceri, si può intendere il senso di ciò che comunemente si dice, che il piacere moltiplic
esempi di leggieri provar si potrebbe. Ma non essendo questo luogo da ciò , noi non altro qui esamineremo che quanto singola
[Sez.II.1.2.25] La rapidità che ognun sente in questi versi, nasce da ciò che essi non hanno acuto né sulla seconda, né sul
, tanto più che a me altro presso a poco non toccherebbe che ripetere ciò che su questa materia è stato scritto del tempo d
taluni vien riprovata, o perché ingiustamente prevenuti contro tutto ciò ch’è moderno, o per pizzicore di passare per erud
core di passare per eruditi nell’arte drammatica, non riflettendo che ciò che in un luogo e in un tempo è un difetto, sotto
perava il contrario, costringendo gli attori a fare o dire in publico ciò che un uom di senno appena fa o dice ne’ più segr
uale povertà ed uniformità dell’antica tragedia non sole apparisce da ciò che di essa ne rimane, ma ancora (perché altri no
(perché altri non dica che da pochi avanzi di quella mal si argomenta ciò ch’essa fu) lo conferma Aristotile, il quale nel
de’ suoi recitativi, i quali ad ogni persona che sappia gustare anche ciò che non sa d’antico, parrà nobile e grave, quanto
sia propria delle arie teatrali, si vedrà nella seguente sezione. Per ciò poi che riguarda appunto il canto adoperato nella
tati nella tragedia antica. Laonde io, che ho preso a trattar solo di ciò che rende il melodramma diverso dall’antica trage
ella musica che gli conviene. Che se eglino degneranno d’un’ occhiata ciò che nella citata sezione diremo della musica teat
sia nato sotto il cielo d’Atene. [Sez.II.7.1.4] Ma prima di passare a ciò che il nostro spettacolo esige dal maestro di cap
nostro spettacolo esige dal maestro di cappella, proseguiamo a vedere ciò ch’esige dal poeta, esponendo qual luogo si conve
ivi e delle arie [Sez.II.7.2.1] Tutta l’orditura del dramma, tutto ciò , che ne forma il nodo e lo scioglimento, appartie
menti che nascono da quelle narrazioni, conferenze, deliberazioni, da ciò insomma che fu trattato nell’antecedente recitati
l’aria Vò solcando un mar crudele. [Sez.II.7.2.9] Io non intendo con ciò di derogare in menoma parte al gran nome che l’im
ttura, ancorché impropria a quel luogo dove fosse veduta. Dicasi pure ciò che si vuole in favore delle similitudini, delle
a lanciato, o d’un uccello che vi s’immerga. I quali ondeggiamenti in ciò differiscono tra loro, che questo dell’acqua circ
esimo tempo un medesimo numero d’oscillazioni, esse sono all’unisono, ciò è, danno lo stessto tuono ambedue. II. Che se nel
altra n’eseguirà sei, questa darà la terza minore. [Sez.III.1.1.3] Da ciò si vede che la simmetria è l’origine della conson
ne, che si osservano nelle consonanze, è facilissima a rinvenire dopo ciò che sulla simmetria fu da noi ragionato. L’unison
simmetrie. E se dopo l’unisono la più perfetta consonanza è l’ottava, ciò avviene perché è una simmetria fondata sulla ragi
semplicissimo. Tre invenzioni soprattutto contribuirono a rendere in ciò sì diverse queste due spezie di musica. La prima
usica abbia un’azione anche immediata sulla meccanica delle passioni, ciò è su’ nervi, a cui questa meccanica è appoggiata.
uance, alla bocca, al diaframma o setto trasverso, e alla laringe. Da ciò finalmente avviene secondo il Willis, che una del
ma solo di quelli che vengono impiegati alle funzioni vitali52. Tutto ciò conferma sempre maggiormente, trovarsi in noi una
attestano concordemente gli antichi, i quali faceano testimonianza di ciò ch’essi medesimi sperimentavano nell’animo loro e
tetico, ma costa loro un continuo sforzo d’ingegno, e spesso inutile, ciò che i Greci otteneano con una semplice osservanza
azioni e gli esempi degli uomini illustri. Dal che si può comprendere ciò che scrive Polibio55 di due popoli d’Arcadia, l’u
llo che abbiamo su tal suggetto osservato, gioverà a meglio intendere ciò che costituirà la materia del capo seguente. Al c
le cadenze, per allontanar le quali del teatro basta, s’io non fallo, ciò che si è detto intorno al gorgheggio, e ciò che i
ro basta, s’io non fallo, ciò che si è detto intorno al gorgheggio, e ciò che in questo paragrafo abbiamo osservato. Io non
ll’edifizio d’un teatro, agli abiti, alle macchine, alle scene? Tutto ciò contribuisce assai a trattenere la drammatica ill
ca può sussistere. Ma qualora non si attende questa dal teatro, tutto ciò diviene inutile. [Sez.III.3.3.7] Io però ho molto
non accompagnano il canto con una convenevole azione. Richiede tutto ciò solo chi è tratto all’opera in musica dal piacer
otto i sensi quello che la parola presenta all’intendimento. E poiché ciò che fa impressione su’ nostri sensi, più ci muove
nnoino, ma si sdegnano anzi contro chi voglia spacciar loro per vero, ciò ch’egli medesimo faccia conoscere inverisimile.
fosse prima preparato ad accompagnare con espressiva pronunziazione, ciò che dovea far l’argomento di sue lezioni73. [Sez
ateria scrissero Glauco di Teo, Quinto Roscio ed altri di essi, ma da ciò ancora che i due fulmini d’eloquenza, Demostene e
Ognuno, che sia capace della menoma riflessione, converrà con noi che ciò sia proceduto dalla pronunziazione più negletta i
rotti. Ma tuttoché la coregrafia prescriva il tempo, i passi, i giri, ciò nulla ostante tocca al ballerino a dare a’ passi
iri quelle grazie che sono come l’anima d’una danza. Veggiamo adunque ciò che in questa parte della pronunziazione esiga il
esiderabile che questi virtuosi avessero una volta fitto in capo, che ciò che essi cantano debb’essere inteso senza il meno
toro credono che si possa trovar piacere dov’è inverisimiglianza, io, ciò nulla ostante, ho per fermo che l’Italia non ha s
e, così differiscono ancora nel parlare e nel gestire. Ciascuno ha in ciò una maniera sua propria, la quale, ove sia giudiz
sua opera, e che, secondo il precetto dell’Albani87, spieghi non solo ciò che il personaggio allora fa, ma quello ancora ch
Dovrà perciò il pittore posseder bene li segreto di far apparir vasto ciò che in realtà non è tale. La prospettiva è la mae
ella scena [Sez.V.2.3.1] Ma non basta che la scena sia verisimile, ciò architettata regolarmente, e secondo l’uso di que
in voga in quella città a cui appartiene il teatro ch’egli dipinge; e ciò per la ragione là esposta, dove la stessa avverte
on accorgimento, farebbero di sé bella mostra sul teatro. § IV. Di ciò che può soccorrere l’inventiva del pittor delle s
a fabbricare il teatro [Sez.V.4.1.1] Tutto il di fuori del teatro, ciò è le sue facciate esteriori, i corridori, le scal
endate: e per interno del teatro io intendo i suoi palchetti, e tutto ciò che sporge sopra quel vano, di cui è base la plat
sa magnificenza si avviasse di formare di marmo l’interno del teatro, ciò sarebbe come far di marmo un leuto, un violino: e
delle maschere fatte in modo che servissero come di tromba. E oltre a ciò i Greci ne’ loro teatri situavano de’ gran vasi d
, si viene a rendere inutile tutta la scenica decorazione, la quale a ciò solo si adopera, che l’attore sia circondato da o
el semicerchio allontanandosi, s’inoltrano verso il fondo del teatro, ciò è verso la metà della periferia, così vadano anco
a terminare in un concavo cilindrico. [Sez.V.4.3.6] Ma se con tutto ciò il teatro, o per difetto di costruzione o per tro
ti materie, quando veruna connessione abbiano col dramma, e giungono, ciò non ostante, a piacere. Molto più dunque piaceran
to bensì dal primo. Niuno meglio dell’autore del dramma può conoscere ciò che più unisca un atto all’altro, e ciò, ch’egli
tore del dramma può conoscere ciò che più unisca un atto all’altro, e ciò , ch’egli finge, o si può fingere, che tra l’uno e
allo, si potrebbe occupare il danzatore a ben idearne l’esecuzione, e ciò fatto, a comunicare al maestro di musica le suo i
suo idee, affinché la musica s’accordi a spiegare per mezzo del suono ciò ch’egli spiegherà colla danza: sì perché venga os
lo spirito e sulla macchina dell’uomo, non dubiterà d’esagerazione in ciò che asseriamo. Queste forza della musica si speri
un fulmine, in un abbattimento peggior del primo. [Sez.VI.2.1.6] Da ciò che abbiam osservato intorno a’ suggetti de’ ball
siste in un ammasso di cose, le quali niuna lega abbian tra loro (che ciò costituisce l’imperfezione e la bruttezza), ma ne
cessarie al loro mestiere, entrano pienamente nel nostro avviso. Ecco ciò che scrive uno di essi, che più si è distinto a’
comiche musicali. [Sez.VI.2.2.3] Un’altra conseguenza, che deriva da ciò che abbiam ragionato nel paragrafo antecedente, s
ertenze intorno all’esecuzione della medesima [Sez.VI.2.3.1] Tutto ciò propriamente appartiene alla teoria della danza t
dallo spettatore, tanto più la loro statura vada decrescendo. So che ciò non può sempre riuscire, ma quando il maestro de’
o di divertirsi a proprie spese, cessa ogni necessità di maschere. Da ciò che si è detto della maschera, s’intende ancora q
ti dalla pittura e dalla scultura i diversi atteggiamenti; che abbia ( ciò che Tucidide attribuisce a Pericle) il segreto di
me lo chiama il nostro primo poeta) e un copioso vocabolario di tutto ciò che vien loro in talento d’esprimere. Lionardo da
e vien loro in talento d’esprimere. Lionardo da Vinci, che sapea bene ciò ch’egli si dicea, assicurava che i mutoli erano i
ione, come il seguente capitolo dichiarerà: è d’uopo vedere in ultimo ciò che in particolare lo spettacolo nostro esiga dal
usanze, si sono mutati a talento d’un tragico o d’un comico poeta. Di ciò molti esempi ne somministra la greca storia e la
ari alla testa d’uno spettacolo scenico; essendo fuor di dubbio tutto ciò che il teatro ha di contrario al buon costume, al
un libro o ascoltiamo un sermone, il nostro spirito è tutto intento a ciò che gli si vuole insegnare, onde il proporgli un
na in noi questo artifiziosissimo spettacolo, ci rende poco attenti a ciò che passa dentro di noi, sì che, uscendo poi di t
ra le virtù più necessarie alla loro professione. [Sez.VII.3.0.8] Per ciò che concerne le cantatrici, ben si sa qual predom
gevole di cavarne buon viso. Conciosiaché (se oserem dire apertamente ciò che ne va per l’animo su tal proposito) finattant
stici principi; vi si va ogni giorno sotto gli occhi de’ medesimi; e, ciò nulla ostante, gli scenici divertimenti sono cred
i Vitonomeo, permetteva e sfruttava la ‘rilassatezza’; e infine (e di ciò veramente ci si avvedeva un po’ tardi) la sconven
ano tali che si potevano rappresentare in Chiesa; né mai per conto di ciò vi fu bisogno, come oggidì, che i dotti e prudent
come smarrita e perduta, per aver dato alla declamazione degli Attori ciò che i Greci davano al Canto, e all’Armonia; la fe
e insinui e penetrare destramente le faccia, risvegliano a seconda di ciò che esprimono il terrore, la compassione, l’amore
ne diretta da L. Canfora, vol. I, Roma, Salerno, 2001, pp. 433-451. • ciò che scrive Polibio: nel quarto libro delle Storie
4] • con uno svenevole o mimico: Orazio, Ars poetica, 149-150 («tutto ciò / che credi non possa brillare nella narrazione»)
o che quella che imita tutto è volgare: come se non si capisse se non ciò che viene posto direttamente davanti, si agitano
retta sotto le note, come nelle antiche tragedie. Egli ha segnate con ciò le vie tutte, che ha da tenere; non può mettere p
he l’architetura non si avesse a dipingere secondo le buone regole, e ciò che offende nel vero non offendesse ancora nelle
e opere del Sannazaro in Padova nel 1723 pel Comino. Ecco per esempio ciò che si legge dopo la seconda scena: «Finito ch’eb
vuole che a questi nervi appartenga il ministero delle passioni, con ciò non s’intende altrimenti negare che essi nelle fu
derni, lasciarono su tal materia degli eccellenti ricordi. Ma oltre a ciò alcuni autori si restrinsero unicamente alla pron
i Vulcano, di Castore e Polluce ecc. Non è questo il luogo di provare ciò che avanziamo. Cudworth (Syst. Intell., cap. IV,
ri contro i Teatri de’ loro dì. A tre capi riducono gli Eruditi tutto ciò che contro a’ Teatri si cava da’ Padri della Chie
, che condannassero indistintamente, e in generale gli spettacoli: ma ciò avveniva perché tutti indistintamente peccavano a
de’ Teatri, i quali di lor natura a ben più lodevol fine tendeano. Né ciò fu ignoto a’ Padri; fra’ quali S. Girolamo parlan
opposito ad annoverarlo infra i leciti divertimenti. Tra’ primi, che ciò insegnassero, fu S. Tommaso (II, quaest. 368 art.
86 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XII. Teatro di Aristofane. » pp. 16-140
anno in ogni tempo a chi saprà trasportarsi a quello del poeta. Senza ciò qual commedia piacerà mai? Qualunque produzione d
e? Non si sa veramente come veggasi cosi bene accompagnato. Con tutto ciò la più vaga allegoria di questa favola consiste n
è costretto a venir fuori da un bisogno naturale, per fare in piazza ciò che la decenza prescrive di farsi nel più segreto
di osservarne anche i difetti che potrebbero guastarlo: differenti in ciò totalmente da certi pedanti moderni che si fanno
perversamente, e Teognide ch’è freddo, freddamente verseggia. Dopo ciò Agatone vien pregato di accompagnare Mnesiloco, e
ello spettatore lo trasforma in donna con gli abiti di Agatone. Fatto ciò dopo di un giuramento di Euripide di non abbandon
ripide in forma di Menelao, e la scena tragica riesce graziosa. Tutto ciò che vedesi sul teatro viene da essi adattato alla
è presente detta Critilla, è presa per Teonoe figlia di Proteo. Dopo ciò il finto Menelao e la finta Elena fanno vista di
un’intera notte vegliato, per sapere che mai fosse un Equigalto. Ma a ciò Eschilo risponde. Oh ignorantissimo! impara che
ruggendo questo bel ritrovato, gli hai abbigliati triviálmente. Dopo ciò Euripide riprende i prologhi di Eschilo, e in pri
qualche impostore malvagio corruttore della gioventù. Non fu già vero ciò che s’imputò al poeta, cioè di essere stato subor
ma queste cose non possono sapersi se non dal solo Aristofane. Basti ciò per l’origine di tal commedia bella insieme e sce
glia Fidippide, il quale si mostra verso il padre molto rispettoso, e ciò ne darà motivo in appresso di ammirare l’arte del
trepsiade, non fulmina gli spergiuri? Ciance (replica Socrate): se ciò fosse vero, a quest’ora non avrebbe incenerito Si
a alla scoperta, pare che ne distrugga ogni illusione. Che che sia di ciò , egli parla di se stesso, loda le proprie invenzi
a forza. Strepsiade al fine l’obbliga ad andar da Socrate per imparar ciò che è giusto e ingiusto, o almeno solo l’ingiusto
ella vita. Risponde il Dritto che se i giovani prestassero orecchio a ciò che dice il suo nemico, diventerebbero tanti infa
ciò che dice il suo nemico, diventerebbero tanti infami ciuedi. E se ciò avvenisse, replica il Torto, che mai sarebbe? E q
e di bel nuovo l’acqua piovuta? Il creditore risponde che nulla sa di ciò , nè cura saperlo. Come dunque (ripiglia il debito
. Egli batte il padre e colla solita sfrontatezza vuol dimostrare che ciò sia ben fatto. Con mille ridicoli sofismi va punt
ori irreligiosi e i preccttori di sofisticherie e cavillazioni; ed in ciò fece gran senno essendo il suo disegno utile e lo
belle parolette, a somiglianza de’ cuochi. Animo; nulla a te manca di ciò che può rendertelo benevolo; hai la voce chioccia
medesimi che noi detestiamo, e perchè non teme di dire con franchezza ciò che è giusto… Egli è vero che da alcuni di voi, o
oi governatori, premiò l’autore per questa commedia. Il dotto critico ciò scrivendo non badò alla costituzione democratica
sone e di relazioni allegoriche a d’invenzioni stranissime. Con tutto ciò il Pluto per mio giudizio par che tenga il princi
venturò con soverchia leggerezza. M. Marmontel volle ancora dar su di ciò il suo parere e derise Madama Dacier che avea tan
donarono a Ecco quello che agli occhi de’ dotti era Aristofane. Dopo ciò che pensereste di un giovine Gaulese, il quale pi
o il di lui nome il hel discorso che egli fa dell’amore. b. Vuolsi a ciò aggiugnere: e della politica conveniente alla rep
giugnere: e della politica conveniente alla repubblica Ateniese, e di ciò che poteva in que’ tempi e su quelle scene dilett
87 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VIII. Teatro Lirico: Opera Comica: Teatri materiali. » pp. 177-187
tazioni. Supplirono essi co’ cartelloni, ne’ quali scriveano in prosa ciò che non si poteva dir colla voce, ma in fine ques
o nel paese dove nacquero Fedra, Cinna e Zaira. Servano per pruova di ciò il Vello d’oro rappresentata nel 1786 la piggiore
sto di cui credonsi tutti con privilegio esclusivo in possesso, tutto ciò non basta ad obbligarli a volgere un solo sguardo
per le voci, incomode per gli attori e per gli spettatori. Non è vero ciò che diceva Voltaire che solo in Francia prevale l
88 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « AL LETTOR CORTESE  » pp. 201-202
del Governo fatto reimprimere a’ 4 di Pratile nell’anno IX. Spera con ciò e di rendere questo volume a un di presso di gius
89 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « CORREZIONE AL TOMO IV. »
ll’Incarnazione pur di Madrid allevasi altro simil coro di evirati, e ciò abbisogna di dichiarazione. L’Incarnazione non ha
90 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
an confusione e scorno, per andare ad udir Giovenale, che ragionava ; ciò che essendogli poi più d’una fiata succeduto, sti
91 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IV. Teatro Americano. » pp. 28-41
oè travestimenti, ballo, musica, e versi accompagnati da gesti. Tutto ciò contenevano le danze Messicane chiamate mitotes,
on, al vero discopritore la gloria di dare il nome al Nuovo Mondo. Ma ciò dee privarlo dell’onore di essere stato uno de’ p
e, e che egli rimase per ben quindici anni senza essere impiegato. Ma ciò che pruova? Il Lampillas che trionfandone fa ciò
essere impiegato. Ma ciò che pruova? Il Lampillas che trionfandone fa ciò osservare, può addurre qualche pruova di non esse
ll’ingratitudine suggerito dalla viltà della gelosia nazionale? Tutto ciò e peggio fanno i rigiri degl’ invidiosi, da’ qual
92 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 1 pp. 2-271
ltra poco più importante del Teatro Italiano compilato dal Maffei ? A ciò per avventura si opposero le loro letterarie quer
della Grecia nel Palamede e nell’ Andromeda ; ma qual vantaggio recar ciò poteva al moderno teatro che sì poco desiderava l
itar lo spirito e non il portamento e le spoglie esteriori. Con tutto ciò molta ingiustizia gli fecero i contemporanei e fa
amiglia di Maurizio e di lui stesso colorito col pennello di Dante, e ciò prima che il gran tragico francese pur or mentova
costume e la proprietà mirabile ne’personaggi imitati. I suoi Romani ( ciò che per lo più si desidera in varie tragedie stra
Voltaire rivendicando il furto avea restituito alla nazione francese ciò che era suo. Preso poi da nuovo capogirlo aggiuns
le… Ah ! che più indugio ? Io stessa al lido, al porto Corro a provar ciò che potranno i prieghi, Le lagrime, i sospiri ec.
one e da tedio di vivere, sarebbero espressioni convenienti ; ma ella ciò dice pensando in fatti di eseguirlo per vendicars
si scagioni giurando che niun altro congiuri contro di lui ; ma egli ciò nou può esegnire nell’ alternativa o di accusar l
ammi a quella perfezione, di cui sarebbero forse stati capaci. Ma con ciò (chiedere potrebbe un giovane desideroso di appre
utto è rettificato, e migliorato per la verace divinità ; ma anche in ciò il Granelli fu preceduto dal marchese Annibale Ma
espressione de’caratteri ben colpiti, l’eccellenza del dialogo, tutto ciò la rende al pari delle altre due accetta agl’inte
ti narro. Ed altrove lo rammenta al re lo stesso Alcimene. Per tutto ciò non richiedeva la verisimiglianza che Callicrate
sono le bugie e le trame che accumola e intesse in ogni incontro), e ciò solo perchè gli promette di dargli in mano Apollo
 ; di maniera che se Celippo p. e. o Apollocrate non dicono appuntino ciò che egli ha loro sugerito, crolla la macchina. La
rore e la compassione, secondocchè si prefige la poesia tragica. Dopo ciò vedrà il leggitore se ebbe ragione il Bettinelli
intanto convoca un consiglio di Abnero e Samuele per deliberare su di ciò che pur non è più in suo arbitrio. Nel Demetrio P
avere introdotto nell’argomento greco multiplicità di azione. Oltre a ciò gli eventi si enunciano con certa uniformità che
ne del frammento che ci rimane del Cresfonte di Euripide comparandosi ciò che ce ne narrano Plutarco ed Aristotile colle di
enevolezza del costume e colla regolarità della condotta. Non basterà ciò per convincere i maldicenti Freloni enciclopedici
sì lontana dal calzar con piena riuscita il coturno ateniese ? Nè con ciò si pretende assicurare che abbiano le nominate tr
orati con pompa, e sovente combinati a forza. Tutto è per me teatrale ciò che sa interessar chi ascolta ; anzi allora quest
e la morte seguita per mano di Telegono suo figlio non conosciuto. Nè ciò parve all’autor sufficiente per una favola di cin
incipali, seminando fra loro la diffidenza ; e tre fatti d’armi. Ecco ciò che in essa ci sembra più interessante oltre ad a
paventar gli effetti dell’amore del suo allievo, egli parla contro a ciò che non ignorava ; poichè ben poteva su Telegono
e sue tragedie, che l’Italia continua a chiamar mostruose ? Ne diremo ciò che altra volta ne scrivemmo, cioè che può ad ess
n mezzo ad un cumolo di stranezze. Fu egli dunque calzando il coturno ciò che era il napoletano Francesco Cerlone nelle sue
imminente, e si getta a’suoi piedi. Arriva il generale Rodrigo che di ciò lo rimprovera, e la sua venuta mostra l’estermini
uzione il Boccaccio, il Caro, il Rucellai, il Metastasio, e con tutto ciò poco differisce dagli Esuli Tebani, giacchè vi si
lio di Filippo II di Spagna ecc. Si aggiunge nel Discorso che i Greci ciò dimostrarono con esempi e con precetti, e nè anch
omentatore Eustazio, o in Teofrasto, o in Demetrio Falereo ? Nè anche ciò può dedursi dagli esempi greci, perchè sebbene la
è quelle del XVI secolo, manchi di armonia. Ci arresteremo un poco su ciò che dicesi in tal discorso dell’ argomento del Co
suo Corradino ; sostiene che sono tragici perchè dominanti. Quanto a ciò dobbiamo fare osservare che l’autore in prima con
della notizia recata da Lico che in Argo regna Menelao. Mal grado di ciò e di qualche neo e della copia delle apostrofi, e
si sempre inutili al tragico che sa le vie del cuore. Serva di saggio ciò che dice Farfè nella bella scena quinta dell’ att
fa con Errico, per li quali si serba l’interesse della favola. Vedesi ciò nel patetico congedo che prende Zulfa dal marito
ricante di Colpi d’occhio, che tal favola è piena di atrocità ; ed in ciò pur s’inganna o mentisce, mentre eccetto il suici
n pro di Polinice che muore e lo perdona, perchè non può dirsi orrore ciò che desta a un tempo spavento e compassione. Un a
allora le dà l’ultime spinte al precipizio e le rammenta Cassandra. A ciò tutto divampa l’impeto della furiosa donna, e si
; per qualche esercito che abbia pronto alle porte d’ Argo ? nulla di ciò si è premesso ; per aderenze che abbia superiori
’ atto I, ed è intesa da Pilade ed Oreste. Era giusto che si sentisse ciò ch’ ella profferiva ; ma non regolare che una per
one dell’ autore, ed è l’unico ch’ egli abbia interamente inventato ; ciò che rincresce ai suoi ammiratori perchè è riuscit
ndo, e diede in esso un esimio modello del vero personaggio tragico ; ciò che dovea riflettersi dall’ Alfieri, e da altri c
mirato con fermezza stoica (c). Nè anche, secondo me, sarebbe bastato ciò che il Cesarotti consiglia, cioè che Timoleone di
generali per atterrir la regina e per lavorar in prò della sua setta, ciò a lui converrebbe, nè presenterebbe idea veruna d
i adombrando con circostanze individuali i futuri casi di Maria, come ciò può avvenire senza superna ispirazione che non si
a tragedia che i personaggi principali sono deboli e nulli, e che per ciò la reputa la più cattiva di quante ne ha fatte o
ell’arte lo rende rigido censore di se stesso, e meritevole anche per ciò di somma lode. Don Garzia. Presenta i medesimi p
pianto Dir più omai non mi lascia… Addio, miei figli. Possibile che ciò non interessi ? Tutto l’atto V che consiste in du
oi, come celebrate siensi le nozze. Ma onde proviene che si opponga a ciò che propone, ed era vicino ad effettuarsi, e che
ebbero potuto ottenere l’effetto conseguito dal Racine. Dico solo che ciò avrebbe scusato in parte il criminoso ardore di M
occorso, ma vorrebbe intanto che ad Archelao si concedesse Socrate. A ciò egli francamente si oppone : Libero io nacqui,
d’ annoverar fra suoi Schiavi comprati Socrate. Policrate prende da ciò occasione di rammentare i pregi singolari di Socr
crate manifesti l’esistenza de’ numi, e giuri ossequio a’sacerdoti. À ciò Socrate eroicamente esclama, Non v’ è che un Dio
natam in Gallia, vel quasi nostram libenter cooptabimus. (a). Odasi ciò che in tal proposito annotò sulla mia Storia de’t
se in Napoli dal Migliaccio dalla pagina 196 alla 212. (a). Di tutto ciò si trovano le prove nell’ analisi che se ne impre
93 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO IV. Opera Musicale. » pp. 314-344
ne’ paesi occidentali del Romano Impero, non poterono comunicar loro ciò che esse detestavano o felicemente ignoravano. Fo
mezza bocea che la Spagna ugualmente partecipi di questa vergogna. Fu ciò in essi mala fede o ignoranza? Io nel fior degli
questione, se lecito sia castrare per formare un musico  nè pare che ciò prendesse ad investigarsi prima del secolo XVII.
ravigliati, nè scrive di essersi proposto quel cambio come novità. Da ciò si deduce che molti anni prima del 1640 (in cui s
co e di eroi, numi e buffoni, per istile vizioso , in somma per tutto ciò che ottimamente vi osservò il prenominato abate A
o Marcellino libro l. a. Scolii al Concilio Trullano Can. IV. a. Di ciò fe pur menzione l’esgesuita Arteaga. Or perchè so
per la castrazione? a. Pinaco teca Parte II. a. Pietro Bayle che ciò rapporta, afferma di averlo tratto da un Discorso
94 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO III. Stato della Commedia Francese prima e dopo di Moliere. » pp. 36-58
urandole e convertendo in bassezze scurrili le grazie originali10. Da ciò si vede che dominava allora in Francia la commedi
più il suo discernimento e buon gusto, e ne migliorò lo stile. Tutto ciò si conobbe nella recita del Cocu immaginaire scri
aramuccia, e della commedia del Secchi, e del Cornuto immaginario. Da ciò si vede la difficoltà di esser critico e pensator
ttempata, che si belletta e vuol passare alle seconde nozze; ma basta ciò per caratterizzarla per coquette? L’autore ebbe p
a si rappresentò, non avea egli prodotto i suoi capi d’opera. Egli in ciò s’ ingannò, come anche nel credere sì buona cotal
velles de Nouvelles di Vizé pubblicato in Parigi l’anno 1663. 12. V. ciò che ne additò il marchese Maffei nelle Osservazio
fferma che il Convitato di pietra di Moliere è tutto spagnuolo, ed in ciò parmi che s’inganni. Le Festin de Pierre (cattiva
95 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 596
mpo, molto tagliata. « La Toscani – egli dice – sa chiacchierare ; ma ciò non basta : bisogna nascere Colombina. È alta e f
96 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Italiano del secolo XVI. e del Libro IV. — CAPO VII. Pastorali. » pp. 4-41
ica e sagacità ne’ generi da essi maneggiati, ma non si escluda tutto ciò che dopo di essi può l’umano ingegno inventare co
iere, el Musico por amor commedia spagnuola è tutta recitata, fuorchè ciò che cantasi da colui che si finge musico. Oltrech
licarsi le pastorali per onorare i maestri vi si pose fece la musica, ciò benissimo conviene al nominato lavoro, senza che
ancora metterne in vista più questa che quella bellezza, men bello di ciò che si sceglie non sembrando quello che si tralas
l velo dell’amata, la dipartita col disegno di finir di vivere, tutto ciò , dico, rende sommamente interessante l’atto III.
ilosofi, ma come uomini che le stanno soffrendo, ed esprimono al vivo ciò che sentono. Quel che noi però non troviamo degno
e sentono. Quel che noi però non troviamo degno di approvazione, si è ciò che si esprime con concetti soverchio leccati e r
elle quattro canzonette che s’interpongono negli atti; insegnando con ciò la convenienza che dovrebbero avere la danza e l’
vorrebbero averne una pari. a. Biblioteca Ital. cap. V. a. Odasi ciò che delle due pastorali italiane più celebri diss
97 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « NOTE DEL FU D. CARLO VESPASIANO. » pp. 270-273
NOTE DEL FU D. CARLO VESPASIANO. Nota I. Tutto ciò che contiene questa scena di Augusto e di Cinna t
. Freron nel mese di giugno 1769. Nota IV. Egli è troppo vero ciò che quì si dice. Nella sceltezza dell’elocuzione
98 (1715) Della tragedia antica e moderna
egli attori e la specificità della danza francese, per tradurre tutto ciò nella quarta ed ultima sessione del dialogo. È an
emmine greche non andavano alla comedia, ed egli se l’è creduto, e su ciò fonda che noi dobbiamo far capital degli amori, p
cco arriverebbe a sperare di più non morire. [1.19ED] Io, seguendo in ciò l’arte sua, ne perfezionai un’ampolla della quale
alcune parti le più essenziali accettata e da’ moderni e da me, e in ciò non vi è discrepanza fra le antiche tragedie e le
e, che tutte sono ragioni nate dall’esempio e dall’applauso comune, e ciò vuol dire che non han seguitati in ogni lor parte
e’ loro più valenti scolari, perché mi lusingo che la gloria greca in ciò non supererebbe la nostra. [1.78ED] Nella scoltur
imitarle? [1.82ED] Non troviamo in tutto perfetto il tuo Omero; e se ciò ti parrà nostra colpa, rispondi al Tassoni e mi q
tanto, applaudevi; e come astenersene? [1.98ED] Già vi era la metà a ciò destinata e così era meglio correr dovunque corre
un altro rispetto si lasciano indurre 0se non da quello del vero o di ciò che essi apprendon per vero. [1.102ED] Quel tale
ece di veder quelli della tragedia ci vedi unicamente l’autore, ed in ciò forse il popolo non travede. In altra cosa sbagli
cia, senza veruno intrecciamento che metta in curiosità l’auditore di ciò che avverrà, in guisa che, quanto dee poi avvenir
scoprirli più miseri d’un cencioso plebeo ci fa stupir con ragione, e ciò naturalmente succede quando di gran fortuna in gr
è per me stata rigorosamente ristretta nel solo spazio d’un giorno, e ciò non ho fatto perché, se bene io crederei di maggi
D] Aggiungi che Ercole avvelenato viene a morire sul monte Eta, e pur ciò tutto avviene in men di due ore di rappresentazio
che il voler ridurre le cose istesse alla perfezion dell’idea, perché ciò è sovra le nostre forze, e sovra le leggi della n
mpre udito e sempre rappresentato? [2.43ED] E qual utile verrebbe per ciò alla repubblica ed a’ costumi dalla tragedia, abb
tragica. [2.51ED] Ed ecco dunque sparir l’unità rigorosa di luogo in ciò che si vede. [2.52ED] Tanto meno la ritroverai in
non sia più diletto il vedere che il supporre l’obbietto, quando per ciò che riflette nell’azione, il vederlo e il supporl
stampato in fronte di uno de’ volumi di sue tragedie italiane; e per ciò molti Franzesi appunto fanno del lor teatro una s
agiatamente per ogni rappresentazione; e senza recar vari autori che ciò asseriscono e nominatamente Cesare Scaligero in q
di sua Poetica che per lui s’intitola Istorico, a cui ti riporto per ciò che riguarda le macchine dell’antico teatro, vo’
armenti da lui uccisi. [2.86ED] E come rappresentarlo altrimenti, se ciò sicuramente fu in casa! [2.87ED] E lo significa l
pinta ver l’orizonte. [2.94ED] Primieramente, dato e non concesso che ciò potesse essere, ciò sempre saria mutare scena di
. [2.94ED] Primieramente, dato e non concesso che ciò potesse essere, ciò sempre saria mutare scena di tragica in satirica,
a la corte. Io feci aprirne la rappresentazione in una satirica, e in ciò pure credei seguire la mente di Sofocle, e lo toc
questa casa senza strepito? [2.107] Vorrei sapere se ho errato a far ciò rappresentare dentro la reggia. [2.108ED] Ma per
e la moglie morta con una lettera in mano; entra e sovra vi piange; e ciò è fuor di dubbio che avviene dentro alle stanze.
al mare, vien portato in scena e Teseo esce a farvi sopra le smanie e ciò segue in istrada, e così appunto ho io voluto che
r parlare altra persona di cose che il primo non dee ascoltare, ed in ciò son bene inferiori ai Franzesi e ad alcun di voi
tro tutte le vostre scene dipendono da qualche palese occasione, e in ciò (torno a dire) l’avete ficcata a’ tragici nostri.
scolta. [3.16ED] Io (poiché ho cominciato a parlar di me) seguendo in ciò l’esempio del Tasso, del Guarino e di altri nostr
, l’immagine di que’ sentimenti che in altra guisa non si vedrebbero, ciò ottenuto, nulla più ci rimarrebbe a bramare se ve
eduno si possa introdurre da sé parlante, ma brevemente, essendovi di ciò esempli nelle loro famose tragedie; e son’io d’ac
entro lo spazio di otto o di dieci minuti rappresentiamo, seguendo in ciò la regola generale di tutti i discorsi di scena c
loqui, già per questo conto comincio a piegare al tuo partito, purché ciò sia a condizioni il più che si può ragionevoli. [
trodurli freddi e senza quel diletto che appunto o dall’imitazione di ciò che in quel caso veracemente avverrebbe o dallo s
titolo la tua approvazione mi è sempre cara ed accetta, e, giacché di ciò abbiam parlato a bastanza, passerò a nuova interr
tragedie che aspettano il ‘viva’ dal popolo, incapace d’applaudere a ciò che per esser raro e maraviglioso esce al suo cre
d’amore che in nulla si scosta dall’onestà, o se talor se ne scosta, ciò si tollera rappresentato in que’ personaggi che i
o, ed averebbe accresciuta la di lui virtù col farlo disprezzatore di ciò che amava, giacché non poteva amare con onestà. [
tralunamento degli occhi loro e de’ folli applausi delle lor lingue a ciò che né essi né io intendevamo. [3.106ED] Ma il mi
one non è in questa sfera, e son obbligato all’interpretazione che in ciò ha data al mio testo l’eruditissimo abate Fraguie
ho scritto, posso ora interpretare quella espressione diversamente da ciò che allora sentii. [3.109ED] Gli affetti nostri c
ul palco prìncipi sventuratamente colpevoli ed orribilmente puniti; e ciò faceano i poeti per adular le nostre repubbliche,
stizia della persecuzione del merito, il culto verso le divine cose e ciò col rappresentar premiata sotto queste ed altre d
uivi fra verdure costrette a far di sé logge, portici, teatri e tutto ciò che di grande e di vago può inventare la prospett
è fuor di proposito il favellarne, poiché nulla tu vuoi trascurare di ciò che differenzia l’antica dalla moderna tragedia.
lo per cui la prosa delle orazioni verso divegna. [4.76ED] Imperocché ciò sarebbe non un perfezionarla, ma un deformarla; e
stato o sia per declamare le cause de’ suoi clientoli nella curia; e ciò ha egli derivato da un mio sentimento, essendo uo
voglia, come ho diffusamente spiegato nella mia prima dissertazione e ciò perché io considero questa misura di versi non re
i il Radicone; imperciocché il lettore ha tutto l’agio di fermarsi su ciò che vede e di aspettare con attenzione la consona
zione la consonanza delle cadenze a lui differita. [4.95ED] Con tutto ciò è stato creduto necessarissimo a ben perfezionar
e volte dal jambo ordinario non solamente ne’ cori, che di lor natura ciò portano, ma nelle scene degli atti. [4.101ED] I F
due, lo giudicano come un solo, perché l’ingenito raziocini vince in ciò il senso; e la ragione, su cui non riflettono, ma
ore non vi creda arte o finzione; e però bisogna star lontanissimi da ciò che olezza artificio, valendosi di un verso sciol
si dalle rime che troppo mettono in vista l’affettazione. [4.117ED] A ciò ti rispondo che sbagli se credi che l’ascoltante
a sovente negli ordinari parlari. [4.124ED] L’esperienza fa conoscere ciò rare volte avvenire, siccome pure rarissime volte
rito loro han conseguiti proporzionalmente gli applausi. [4.134ED] In ciò che spetta al verso, quando anche tu avessi opera
rà astenersi dall’usare nel verso la rima. [4.178ED] Imperocché per ciò ch’è concesso, ogni regola si dee prender in avve
ngua volgare italiana discorrerà della greca e così parlerà sempre di ciò che appena sa con quelli che o nulla o meno ne sa
.39ED] Quando per lo contrario li tratti più sciaurati della poesia e ciò che letto nauserebbe, ho veduto gustarsi, gradirs
a. [5.48ED] Ma chi meglio non ode, si assuefa ad ascoltar come ottimo ciò che riuscirebbe pessimo in confronto dell’odierna
zie per te si può far piuttosto veder le cose che immaginarle, perché ciò che percuote i sensi più piace al popolo, assiso
citativo o sola arietta o per lo più l’uno e l’altra. [5.132ED] Tutto ciò ch’è racconto o espressione non concitata dovrebb
espressione non concitata dovrebbe esprimersi in verso recitativo; ma ciò che ha la mossa della passione o contrassegna non
gelosie, di sdegni, di promesse reciproche, di lontananza e simili: e ciò è pure per riuscirti assai comodo, mentre più age
oetica o fosse perché credei troppo al mio diletto Agatone, che tutto ciò ch’ei voleva mi dava a intendere; o fosse che, si
o mi accordo, siccome ho detto di sopra, che molto più di pensiero in ciò si richieda a far male che bene; e che non sia co
te che senza sospenderci l’uso del vivere come fa il sonno, detto per ciò fratel della morte, ci fa viver estatici in una q
merita altresì che le forestiere nazioni consentano al dilettarsi di ciò che diletta sì giustamente l’Italia; merita che l
ratto della tragedia, che i «parlari sian dolci»; e ne esorta anche a ciò il vostro Orazio parlando di ogni poema, ne’ qual
amento di pianto e di gemito con quelli che son in scena. [6.54ED] Da ciò dedurrai che il vero coro sempre canta e che le a
soave quello nel quale il numero, l’armonia, e melodia si ritrova. Ma ciò separatamente è distinto, essendo che alcune part
solo metro contente; alcune vogliono inoltre la melodia. [6.56ED] Ma ciò dovria chiarire abbastanza che basta al recitativ
cantilene; imperocché nulla ben si paragona a sé stesso. [6.59ED] Se ciò per anche non ti bastasse, passa al capitolo suss
citamento; la tragedia comanda un’alterata declamazione, né solamente ciò vuole nell’agitazione delle passioni, ma nell’enf
enfasi maggiore de’ sentimenti, di maniera che nella maggior parte di ciò in cui spicca l’ingegno del poeta, dee spiccare l
proposito; e se gravissime materie talvolta si divisano passeggiando, ciò non è mai nella guisa che nelle scene italiane si
n altresì in tua sentenza a non ammetter vuoto nell’azione perché, se ciò è difetto, egli saria non del corago, ma del poet
na passione che è comune a tutto il genere umano. [6.112ED] Con tutto ciò lo spagnuolo ha una maniera di ballo in sé raccol
i, recano a grandezza d’animo il non alterarsi esternamente per tutto ciò che potrebbe alterare ogni anima men che spagnuol
. [6.135ED] Egli è uopo avvezzare il gusto del popolo a divertirsi di ciò che giova al costume, e prega il cielo che lungam
na tragedia gli amori tanto per la greca e per la latina abborriti, e ciò non solamente per l’esser noi sottoposti ad un so
ento_5.115ED] Posto che lo spettacolo deve sorprendere lo spettatore, ciò scaturisca non dagli avvenimenti inverosimili, ma
he il diletto. Della natura dunque della poesia verrà ad essere tutto ciò che possa dilettare nel verso» (in Delle lettere
i così bella fatica, altrettanto stava irresoluto per dar giudicio di ciò che avrebbe fatto, posta sul teatro, una tal novi
nti affatto contrari, senza giammai dissimulare le proprie opinioni e ciò che l’uno contro dell’altro scriveva, serbassero
che il voler ridurre le cose istesse alla perfezion dell’idea, perché ciò è sovra le nostre forze, e sovra le leggi della n
99 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « NOTE DI D. CARLO VESPASIANO. » pp. 301-306
rio parlato con maggior circospezione, se si fosse anche ricordato di ciò che si narra da tanti scrittori (V. il P. Coronel
o immersi. Del resto pur troppo vero si scorge in non pochi Spagnuoli ciò che di essi generalmente afferma M. Baillet: Si l
scisse da un paese barbaro ancora nel XV. Poteva, sì, accordiamolo; è ciò un possibile, benchè troppo raro; ma un possibile
100 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 774-779
ramente preclaro, ma non strappò neppure un applauso dal pubblico. Ma ciò non toglie – conchiude il Minghetti, saggiamente
i sostenne. Se Ella conserva le mie ultime lettere, ella potrà vedere ciò che più o meno produsse effetto. Io ho sempre sec
sempre seco lei fatto uso della verità, e non potrei mai ingannarla ; ciò che le ho sempre detto, lo replico. Non si diment
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