ciò lauti guadagni. Ma essi furon sempre inferiori alle ingenti spese
ch’egli
faceva, tali che determinaron la moglie a separar
ù specialmente, di un grottesco indefinibile. Si soleva dir nell’arte
ch’egli
possedeva lo scatolino delle voci : passava di co
ene accolto dal pubblico, dovè certo contribuir non poco la diligenza
ch’egli
metteva nello studio delle singole parti, in cui
llameno ebbe fama di comico egregio ; e nel Baldassarre di Ringhieri,
ch'egli
creò, e nella Favola del Corvo, non ebbe chi gli
del suo stile il brindisi in versi martelliani (bruttini anzi che no)
ch'egli
recitò a Brescia nel Convitato di pietra, e in cu
conto. L'ultima notizia sua si ha in una lettera del 16 gennaio 1832,
ch'egli
scrive da Messina all’attore Stefano Riolo, incar
e Stefano Riolo, incaricandolo di formargli una compagnia per l’Arena
ch'egli
ebbe il superiore permesso d’innalzare in quella
Friderici Camillo. Fr. Bartoli ha per questo artista,
ch’egli
chiama il più virtuoso comico, che abbia in oggi
a, finì col restare avviluppato ne’lacci della vedova Bazzigotti (V.)
ch’egli
poi sposò.
Impresario del Principe elettorale di Sassonia Giovanni Giorgio III,
ch'egli
aveva accompagnato nel suo viaggio in Olanda, nac
storali : e sebbene il Re Augusto prediligesse la Compagnia francese,
ch'egli
manteneva alla Corte insieme alla italiana, quest
che in ciò seppe farsi apprezzare per la eleganza di modi e di parole
ch’egli
adoperava. Nel 1744 egli fu tradotto in carcere,
morte. Quella sciagura sembrò collegarsi intimamente colla ripugnanza
ch’egli
ebbe di recarsi a Milano, e Bartoli stesso afferm
ripugnanza ch’egli ebbe di recarsi a Milano, e Bartoli stesso afferma
ch’egli
morisse non senza sospetto d’essere stato col vel
1777, in cui pur accettando l’osservazione del giuoco della bandiera
ch’egli
poi soppresse, rigettava, discutendole, quelle co
ini fu congedato con una indennità equivalente alla metà dell’assegno
ch’egli
aveva allora. Da un biglietto del Maresciallo Duc
e del signor Bigottini non ha nulla che vedere con quello dell’attore
ch’egli
deve surrogare ; egli non ne ha nè la grazia, nè
a della Mascara e Coppola. » Ma Barese gli fa tutt’a un tratto sapere
ch’egli
non può partire per Roma, poich’è scritturato a N
e diventa or generico, ora caratterista nelle opere buffe. L’apparire
ch’egli
fa più spesso in quelle di Francesco Cerlone, pot
ui vi riappare al Nuovo — son di mezzo ventisei anni. Non è possibile
ch’egli
li abbia passati, tutti, fuori della sua patria.
rocurandogliene poi altre dodicimila con una solenne rappresentazione
ch'egli
fece insieme a Tommaso Salvini. Fu nel lusso pari
ice giovane. Una caratteristica di Achille Majeroni fu il gran pizzo
ch'egli
non tolse mai, fuorchè pel Goldoni e le sue sedic
e mai, fuorchè pel Goldoni e le sue sedici commedie di Paolo Ferrari,
ch'egli
recitò stupendamente al Teatro Gallo di Venezia i
nel 1840. A conferma di quanto scrisse il giornaletto citato, diremo
ch’egli
aveva grossa la testa, sproporzionata alla person
i, ne’ quali si trasformava a segno da parer veramente il personaggio
ch’egli
rappresentava. A lui tributarono i contemporanei
Savoja, si rifugiò sulle terre del Re di Sardegna. Ma non andò molto
ch'egli
ebbe a pentirsi di tal passo ; e avvicinatosi all
a Fontainebleau davanti alla Corte, nonostante alcuna indisposizione,
ch'egli
aveva avuta, e ritenuta passeggiera, sul finire d
eccellente in quelle di ubbriaco e di svizzero. » Molte sono le opere
ch'egli
diede al teatro, vuoi solo vuoi in società con Da
Chiarelli. Dice il Bartoli
ch’egli
« recitò con infinito valore nell’astuto Personag
ortava lunghi mustacchi, a motivo delle parti di assassino e di ladro
ch’egli
recitava, servi un enorme piatto di carne riscald
ue avventure, che eran quelle di un povero diavolo ; e fini col dirmi
ch’egli
andava a Venezia, ov’era sicuro di far fortuna ne
e, quale innamorato. Coll’avanzar dell’età, si diede alle parti gravi
ch’egli
recitò valorosamente ne’ varj teatri del Piemonte
he fu nel 1697. E poco prima del ’700, caduto in una rappresentazione
ch’egli
diede con Thorillière e Poisson a Saint-Maur, n’e
Non vi ha chi non possa imparare a memoria e recitar da la scena, ciò
ch’egli
ha imparato a memoria : ma dal comico italiano si
do, ciò che dice, che sa coadiuvare il suo interlocutore, vale a dire
ch’egli
sposa così bene le parole e l’azione con quelle d
Cusati Girolamo. Dice Fr. Bartoli
ch’egli
fu pittore napoletano di fiori e frutta ; e che d
pagnie, quali di Consoli, Zuccato, Goldoni e Perotti, e in quella poi
ch’egli
formò al finire della sua carriera. Fu artista ac
ichiamò in Atene, donde non uscì più, troncando la carriera artistica
ch’egli
aveva abbracciata con tanta passione, e nella qua
chera di Brighella, e nelle premeditate senza maschera. Par nullameno
ch'egli
fosse assai più reputato violinista che attore, e
er fare una società con Antonio Feoli, che sortì esito disastroso, sì
ch'egli
ritornò attore scritturato nella nuova Compagnia
lio sarebbe divenuto o un grande ingegno, o un grande zuccone : frase
ch'egli
andava poi spesso ripetendo, ma pare che da giovi
llissimo della persona, era noto in arte per la strana rassomiglianza
ch’egli
aveva con Napoleone I. Nonostante l’avanzar dell’
, qual grado di parentela lo legasse ai Fortunati. Sappiamo solamente
ch’egli
fu caratterista in Compagnia Menichelli pei carno
, e avrebbe meritata – disse Fr. Bartoli – migliore fortuna di quella
ch'egli
ebbe.
tunati campioni della commedia improvvisa, la quale, mercè la pratica
ch'egli
avea cogli scenarj dell’arte, e la sua prontezza
io de’ nostri tempi. E Fr. Bartoli, da cui tolgo la notizia, aggiunge
ch’egli
fu un Pulcinella molto famoso ; e che seppe disti
almente per la parte di Morto da Feltre nella Cecilia di Pietro Cossa
ch’egli
recitò di tal modo da non aver mai chi lo superas
tolo XXXVIII, a proposito della rappresentazione della Griselda, dice
ch’egli
interessava e faceva piangere. Ma il migliore acc
ggio con cui recitava, lo facevano scomparire, malgrado le belle cose
ch’egli
diceva : all’incontro nelle Tragedie riusciva mir
Martelli Antonio. Bolognese. Di sarto
ch'egli
era, si mutò in Brighella, esordendo nella Compag
li e l’amor suo pel Lapy furon di assai bassa lega. Ecco in fatti ciò
ch'egli
ne dice alla pagina 18 del secondo volume : Il B
tesso Bartoli riferisce un prologo, nè dei migliori, nè dei peggiori,
ch'egli
dettò per Luigia Lapy, quando assunse in Cremona
e Fabbrichesi. Di questo Apelli dice il giornale : colle disposizioni
ch’egli
dimostra, non potrà che riuscire un ottimo attore
ale egli stette quattr'anni, e della quale era primo Francesco Pieri,
ch'egli
imitava nel gesto e nella voce. Passò il’21-'22,
e egli ha, e fa avere a tutti coloro che sono ammaestrati da lui, tal
ch’egli
solo si può dire l’Esopo e il Roscio de’nostri te
e, e però non sappiamo nè dove, nè quando sia nato : sappiam soltanto
ch'egli
era a Vienna comico al servizio di quella Corte,
ti di Innamorato, e fu cognominato Vitalbino, per la gran somiglianza
ch'egli
aveva nella recitazione con Antonio Vitalba. Chia
). Il Campardon, a mostrare l’eccellenza del suo cuore, cita il fatto
ch'egli
allevò a sue spese una bimba, e la mise in grado
rnativamente, ma più noto a’ suoi giorni per le finte gemme di teatro
ch’egli
fabbricava con singolar perizia e vendeva non sol
ciò a recitare nella Compagnia reale sarda coi parenti, poi in quella
ch'egli
avea formata in società con suo padre. Da questa
il 1824 in Compagnia Fabbrichesi, e nelle Varietà teatrali fu scritto
ch’egli
era decorato da più e più anni del pubblico aggra
assando dal ruolo di brillante in quello di caratterista e promiscuo,
ch’egli
sostenne con tanta arte e con tanto favore del pu
sua bontà, dirò che, rubatagli una vistosa somma di danaro da un uomo
ch’egli
aveva accolto in casa sua e per lungo tempo nutri
ale sconfinata bontà anche si volle dedurre, e credo calunniosamente,
ch’egli
fosse marito compiacente a segno da tollerar cert
disperazione Rosaura, immagina di sostituirgli il figlio d’Arlecchino
ch’egli
ha tra le braccia, e di farle credere che quello
bimbo che le dice esser suo figlio. Camilla vuol rapirglielo, dicendo
ch’egli
è suo ; ed eccoti arriva Pantalone che obbliga Ro
he quello che ha Celio è suo, e ridà a Camilla e ad Arlecchino quello
ch’egli
ha loro involato. Tutti sono al colmo della gioja
die intere a rotoli. Nè tale indignazione gli venne da speciale amore
ch’egli
portasse a quell’imbrogliato romanzo : chè anzi n
e far conoscere la sua rara modestia, pubblicando la lettera seguente
ch’egli
ha indirizzata al signor di Meslé. Se l’è cav
théâtres de l’Europe. Paris, Guerin, m.dcc.xxx.viii, farebbe supporre
ch’egli
, oltre alle parti di Arlecchino, altre ne sostene
napoletano, famosissimo pulcinella, fiorito intorno al 1660. Fu detto
ch’egli
era giureconsulto innanzi di darsi alle scene ; m
erpretando i caratteri più disparati, come il Foscolo e il Raffaello,
ch’egli
rendeva, più che con delicatezza di contorni, con
ò per recarsi a Livorno (1890) ad attendere a un commercio di legnami
ch’egli
aveva intrapreso due anni avanti con un suo nipot
aricato di Luigi Riccoboni di trovare a Napoli un buono Scaramuccia ;
ch'egli
era usciere del Vicariato di Napoli, e che, recat
Tre mogli per un marito, domani resta soggiogato dall’arte grandiosa
ch'egli
profonde in Papà Lebonnard, o in Un dramma nuovo.
ella sua forza e della sua volontà. Fu in quei vincoli troppo stretti
ch'egli
avvertì il peso del giogo, e sentì il bisogno di
vvertì il peso del giogo, e sentì il bisogno di scuoterlo : fu allora
ch'egli
risolse di formare una compagnia modesta da avvia
velli il loro aiuto morale e materiale ; e dagli esempi di pertinacia
ch'egli
ci ha dato più volte, si può concludere che egli
ompagnia comica, pernio della quale sarebbe stata la giovane artista,
ch’egli
avea già sposato, e che sino ad allora non aveva
che non poteva più piegarsi alle parti da giovine : il che non impedì
ch’egli
fosse e meritamente applaudito. Ritiratosi il Lip
ll’Abate de l’Epée), e Balduino tiranno di Padova, tratto da un ballo
ch’egli
vide alla Scala di Milano nel 1803. Mortogli il p
fu, e quel che fu è oggidì. Grande oggi come allora ! E siccome quel
ch’egli
è, è perfezione, così accade che quei dieci o dod
ettibile sorriso di compiacimento, di modestia e di orgoglio insieme,
ch’egli
fa ogni tanto al futuro nipote che gli è quasi al
el Maester Pastizza e nella scena musicale a soggetto, chi crederebbe
ch’egli
sappia o poco o niente di musica ? Il toccar di q
lui stesso fu scritturata qual prima attrice assoluta nella Compagnia
ch’egli
formò in società con Gaspare Pieri, e sappiamo ch
a Parigi il 1675 nell’Arlequin Berger de Lemnos col nome di Flautino,
ch’egli
scelse pei molti strumenti a fiato che sapeva imi
nto ingenuo (IV, 45). Fu autor di Scenarj di commedie all’improvviso,
ch'egli
recitava mirabilmente, intitolate Il Dottore giud
o di Francia dell’agosto 1741, seguìto poi dai fratelli Parfait, dice
ch'egli
fu molto applaudito nella parte di arlecchino, ch
anni. Fu poi due anni con Cesare Rossi (prima donna Teresina Mariani,
ch'egli
sposò, quando entrambi andarono a far parte della
ta la parte intera, non volendo i comici dargliene che metà, sappiamo
ch'egli
aveva moglie e cinque figliuoli. Il carnovale del
opra i Persiani presso alla bocca dell’Euripo in quel medesimo giorno
ch’egli
uscì alla luce del mondo. Nota XIII. Euri
ittato le armi, venne nella Lisistrata da Aristofane così ben deriso,
ch’egli
passò in proverbio presso i Greci, più codardo di
Nota XXII. Platone per mostrare più particolarmente la stima,
ch’egli
faceva di questo poeta, gli diede il miglior luog
uoi più belli dialoghi, e mette sotto il di lui nome il bel discorso,
ch’egli
fa dell’amore, dando con ciò ad intendere che Ari
tore di Compagnia secondaria. Sappiamo dalle memorie di Ernesto Rossi
ch’egli
creò, nel 1854 a Milano, e con successo, la parte
en lontano dall’aver la pietà e modestia del Chiesa, per certi livori
ch’egli
ebbe con la Marzia Fiala, moglie del Capitano Sbr
scorso, che lo Sgarri chiamava battuta, forse per la battuta di mani,
ch'egli
ne riscuoteva. Oggi, per battuta, in arte, s’in
ore della famosa Lombarda che fu prima diretta da Alamanno Morelli, e
ch'egli
tenne più anni or sotto la direzione di Luigi Ali
ianza del fratello Giovanni, marito della celebre Anna ; pur sappiamo
ch’egli
sostenne la parte di Luigino nell’ Innamorato al
ingenua o amorosa, vecchia caratteristica, cameriera, madre), analisi
ch’egli
restringe poi in queste ultime parole : L’amante
a compagnia a mezza parte, gli fu affidato l’incarico di settimanajo (
ch’egli
copriva già dal 1769) col titolo di settimanajo p
ciliar così bene gl’interessi della Società e quelli dei particolari,
ch’egli
è il mezzano delle contese, l’arbitro delle ricon
Battista e Gherardi Evaristo sono accennate alcune querele e dispute
ch'egli
ebbe, per le quali si ricorse perfino alle vie di
io. Agostino fu educato alle armi, e sappiamo da un sonetto del padre
ch'egli
militò ancor giovine contro i turchi in Polonia.
di, dovevano essere sequestrati e asportati i mobili delle due stanze
ch’egli
abitava in via Tire-Boudin. L’usciere fu accolto
mente dopo di aver recitato la parte di Ugo nella Parisina del Somma,
ch’egli
creò. Ma le speranze furon deluse. Luigi Capodagl
co ad haver di lui particolare protetione con sicurezza che le gratie
ch’egli
riceverà da lei obbligheranno me ; e qui con debi
e ; annunzia che Colombina (la Franchini) vuol andarsene a Bologna, e
ch'egli
è costretto, secondo l’ordinazione de' medici, a
rinò con varia fortuna e con vario ufficio, troppo ci vorrebbe. Basti
ch'egli
pervenne, onestamente modesto e rassegnato, ai se
più ampio ben servito che dir si potesse. Forse nei diciassette anni
ch'egli
fu al servizio di Ferdinando, si trovò a essere c
a : Credo che se Sardou fosse un autore italiano il pubblico direbbe
ch'egli
ha scritto la Madame Sans-Gêne per la signora Rei
direbbe ch'egli ha scritto la Madame Sans-Gêne per la signora Reiter,
ch'egli
ha svolto così largamente il carattere di Caterin
are in qualsiasi modo alla lotta de' Carbonari. E tale fu lo spavento
ch'egli
ebbe dall’inattesa aggressione, che preso da febb
minò di darsi alla scena, esordendo qual caratterista nella Compagnia
ch'egli
stesso formò in società con Gaetano Colomberti e
a Chiavarelli da Scapino Carlin Bertinazzi da Arlecchino Ma pare
ch'egli
vi facesse un fiasco solenne, dacchè a Corte si v
agli il 6 agosto dell’anno 1766, poi con Giovanna Maugras, o Naugras,
ch'egli
amava, vivente la prima moglie, e che sposò dopo
apo a due anni, tocco da un secondo colpo, rese l’anima a Dio. Vuolsi
ch'egli
dovesse la sua rovina a una perdita di 4000 ducat
n abate, il quale marita a uno sciocco chiamato Guglielmo una giovane
ch’egli
ama e fa passar per sua cugina, e finalmente gli
presso ad Euripide; e non senza ragione i suoi compatrioti affermano
ch’egli
abbonda di difetti innumerabili e di bellezze ini
odo, d’un gran numero d’argomenti tratti dagli autori greci e latini,
ch’egli
non potea leggere, non essendosi allora tradotti
he, liberandolo dalla tenebra, gli restituisce il posto di quel trono
ch’egli
occupò pel primo, e cosi gloriosamente, nella Reg
in dialetto, fra le quali il signor Alberto nell’Amante di sè stesso,
ch'egli
rappresentò egregiamente. Nella introduzione al G
to in Madrid, e per vincerla le vien dato a credere con false lettere
ch’egli
abbia colà preso moglie. Si conchiude l’inegualis
i sesta all’annottare. Il trage de por la mañana di D. Mariano indica
ch’egli
venga a casa prima dell’ora del pranso; e se egli
cesi. 27. Di ciò sono io stesso stato più volte testimonio; ma sento
ch’egli
continua nel medesimo gusto. Ecco quanto un degno
e, ha malmenato il Signorelli all’usanza de’ presidianti e de’ Manoli
ch’egli
ritratta. Ma può egli distruggere ciò che è stori
gli ritratta. Ma può egli distruggere ciò che è storia pura? può fare
ch’egli
non sia el poetilla La Cruz?
. E per noi, e per gli ascoltatori di tutto il mondo, fu gran ventura
ch'egli
tanto si staccasse nel sistema e nell’indole dal
e sè stesso ! Certo egli credette che l’arte dovesse molto a lui, non
ch'egli
dovesse molto all’arte…. Di tal guisa egli si mos
a vasto, smisurato, quale non aveva mai visto, nè vidi poi. L'analisi
ch'egli
fa in un suo studio della tragedia shakspeariana,
rnesto Rossi, come inchiodato davanti al Re, indietreggiare, man mano
ch'egli
avanza, fissandolo negli occhi, scrutando quel su
plaudendo : e il piccolo Benini tutto compreso dell’effetto artistico
ch’egli
aveva saputo produrre con quelle parole, giù a pr
illo, famoso buffone e ciarlatano, poi attore con Gian Farina stesso (
ch’egli
chiama nel prologo dell’amicizia venerabile confr
Datosi alla professione comica, riuscì eccellente e famoso per modo,
ch'egli
fu senza dubbio il primo che al suo tempo pratica
e sosteneva le parti di serva col nome di Armellina. E da allora pare
ch'egli
entrasse in compagnia e nelle grazie del Duca, po
a Stampa del Collegio delle Scuole Pie, 1699, in-4°. Questa commedia,
ch'egli
pubblicò mentre era da nove anni comico del Ser.m
si all’Arena Nazionale di Firenze, avanti al ’70, fu tale il successo
ch’egli
ebbe coll’Amleto in una di coteste sere di lucido
pra tutto la fisionomia perfettamente a taglio col personaggio astuto
ch’egli
doveva rappresentare ; che dall’incontentabile Gr
a glie lo dico, senza riderne ? E quella famosa dichiarazione d’amore
ch'egli
, non eccezionalmente, ma ormai per consuetudine d
va fama all’artista già famoso. La robustezza del suo petto era tale,
ch'egli
potè a sessantacinque anni replicar più sere il S
nel quale egli fu sommo, e pel quale vuol la leggenda di palcoscenico
ch'egli
si mostrasse geloso del figlio Gustavo. Ma è da c
aron tristamente di lui, atterrando e distruggendo la casa e la terra
ch'egli
aveva in Treviso, frutto del suo ingegno e delle
ferisce il sunto che ne fece il Lami al Presidente del Buon Governo e
ch'egli
dice fedele ; e quella parte del dialogo riguarda
arignano, per due anni : poi istitutore di una scuola di recitazione,
ch’egli
ha tuttavia, intitolata da S. A. R. Maria Letizia
o querela contro Don Pietro Gazotti, prete modenese suo compatriotta,
ch’egli
conosceva da 6 anni, e in cui aveva riposta una i
o dopo, facendo dire all’ istoriografo di quel teatro, Adamo Alberti,
ch’egli
era già divenuto artista pregevolissimo ; e artis
to di prestante figura, di bella voce, e di molta attitudine all’arte
ch'egli
spiegò tra' Filodrammatici, diventò presto comico
ll’Opuscolo di Luis Velazquez sulle Origini della Poesia Castigliana,
ch’egli
così traduce1: “Sindachè i Romani introdussero in
rmi a quello soltanto che a me appartiene. Accenno però di passaggio,
ch’egli
dovrebbe addurne altre più solide, o disperare de
r non vedervi riferita la Filologia Commedia del dolcissimo Petrarca,
ch’egli
però non volle conservarci; ma, ad onta della del
rlo, quando io le avea riferite nella mia Storia, e il Ch. Tiraboschi
ch’egli
scartabella e combatte ma non abbatte, ne ha pure
i ha detto la prima volta e la sola, che ho avuta seco conversazione,
ch’egli
aveva presa quella maniera di declamare senza sco
o che non vi è alcuno di noi che lo meriti. Per creder vero, io tengo
ch’egli
l’abbi presa dalla sua esperienza, e dallo spirit
e lodi della critica gli fecero lasciare di punto in bianco l’impiego
ch'egli
aveva di commesso nella Casa Commerciale del Sena
i vedere i maggiori progressi del figliuolo Giuseppe (uno dei quattro
ch'egli
ebbe dal suo matrimonio [carnovale 18 con la sign
ove di sera, fu chiamato dal signor Balletti figlio, comico italiano,
ch’egli
trovò nel suo letto, per medicargli la ferita pro
econda amorosa. Le signore Sanareni (sic) e Baccelli, madre e figlia,
ch’egli
condusse, esordirono negli Amori di Arlecchino, s
ca da lui composta contro la Francia. Egli era buon musicista, e pare
ch’egli
avesse lo speciale incarico da’compagni di occupa
Venezia, poi a Verona, chiamatovi per una malattia epidemica mortale,
ch'egli
infallantemente guariva con mele appiole e vin di
efattore dell’arte, se ne fece il monopolizzatore. La Compagnia unica
ch’egli
condusse e diresse, grande in ogni sua parte, sbo
iversa guisa. Finalmente, non potendo più resistere all’ inclinazione
ch’egli
aveva per il teatro, s’insinuò nell’ amicizia d’a
▲