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1 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquarto »
quarto Seconda causa: vanità ed ignoranza dei cantori. Analisi del canto moderno. Riflessioni sui giudizi popolari, e sull
ce passatempo destinato a cacciar via l’oziosità, dove il piacere del canto è nulladimeno così universale e così radicato, do
giù per la china del cattivo gusto i cantanti. Nel secolo passato il canto delle arie oltrepassava di poco nell’artifizio qu
questi ad un sistema che proccurava loro l’occasione di sfoggiare nel canto più raffinato ch’esigono le arie coll’agilità del
a del fine, ma per blandire l’orecchio col vano ed inutil diletto del canto , ma per sollazzare nella sua svogliatezza un pubb
er distrugger col gesto la commozione che avrebbe potuto destarsi col canto , accompagnando con segni di dolcezza le parole ch
agione degli accennati difetti viene in parte dalla natura stessa del canto , poiché quanto più di attenzione si mette nel far
mparir temeraria, mi si conceda entrare in qualche ricerca intorno al canto imitativo del melodramma, la quale sarà, cred’io,
lo che serve di fondamento alla imitazion musicale principalmente nel canto . La melodia è l’imitazione stessa di esse passion
vo, la poesia poteva accompagnarsi e s’accompagnava in effetto con un canto eguale e continuo appropriato mirabilmente all’in
namento di musica; dei casi dove la poesia prende alcuni caratteri di canto coll’intervento degli strumenti; dei casi infine
menti; dei casi infine dove la poesia trasfondendosi intieramente nel canto e fregiata da tutti gli ornamenti della strumenta
antori in questo genere è venuta l’accusa che vari scrittori fanno al canto moderno di non convenire cioè in alcune occasioni
a. Ma benché siffatta obiezione abbia più forza contro alla spezie di canto e di musica solita a sentirsi oggidì sui teatri c
i canto e di musica solita a sentirsi oggidì sui teatri che contro il canto e la musica in generale, e benché intendersi ciò
monia di più seducente e di più energico prende tutti i caratteri del canto . Ivi l’estensione della voce è maggiore, le sue i
evole aspetto, in una parola devono spiccare nella esecuzione del suo canto la verità, l’esattezza, e la semplicità. Per veri
del suo canto la verità, l’esattezza, e la semplicità. Per verità di canto s’intende l’eseguire ciascun motivo colla mossa o
ali ornamenti, trovandosi fra loro chi vorrebbeli esclusi affatto dal canto come cosa puerile, e chi vorrebbeli al contrario
Alla musica di concerto permette il cercar le forme più leggiadre di canto , lo scegliere i motivi più belli, e il far uso di
nta ai diritti di questa, e senza distruggere l’illusione propria del canto , perché dovrò sbandirla dalla scena? Perché dovrò
mi ricompensano dei sagrifizi che sono costretto a fare in grazia del canto ? Tutta l’arte consiste nel colpire con giustezza
to, qualora promuovano il gener medesimo di espressione che regna nel canto , qualora si confacciano coll’oggetto imitato e co
zione comincia ad illanguidire. [27] Quarta. Nemmeno allora quando il canto esprime il calore delle grandi passioni. Queste n
on parsimonia e con opportunità. La mancanza della prima fa simile il canto alla pianta infeconda di Virgilio: «foliorum exub
a, o d’un Marchesi. [38] Decima quinta. Non si devono far entrare nel canto gli ornati propri della musica strumentale; poich
la voce imita uno stromento sia da fiato ossia da corda. Lo scopo del canto drammatico è quello di rappresentar le passioni,
vimento del basso. Passiamo alle arie. [45] Non negherò già che se il canto si prende in quanto è la maniera di modificare in
parire parziale od ingiusto. [46] Dirò di più che in questa spezie di canto si sono eglino distinti a segno che non solo le n
zza di modulazione che si pratica a’ nostri giorni142. [47] Ma se per canto s’intende l’arte di rappresentar modulando le pas
etto rappresentato come debbe pur esser l’uffìzio dei teatro e d’ogni canto imitativo, in tal caso non se ne sdegnino gl’Ital
ch’ecciterebbe l’originale; qual imitazion di natura è mai quella del canto drammatico dove la lontananza che passa tra l’ori
ta è mar.» coll’enorme guazzabuglio di note onde si vestono esse nel canto uscendo alla fine in un minuetto, o in un allegro
ttole ad Atene. [49] Ma l’imitazion che risulta dalla somiglianza del canto colla situazione del personaggio suppone forse tr
e d’imitazione che nasce dalla convenienza delle parti elementari del canto coi tuoni della favella ordinaria. Allorché l’uom
tato, quello delle passioni composte disuguale e interrotto; così nel canto dovrebbesi in ciascuna cantilena variare il tempo
a qual imitazione, qual convenienza col favellar comune apparisce nel canto moderno, dove a rappresentar affetti e sentimenti
tre invettive sono altrettanti colpi dati al vento, poiché o imiti il canto , o non imiti la natura, sia esso o non sia confor
figlio della osservazione e del riflesso. Il piacere, che gustan nel canto moderno coloro che nulla intendono, non è altro c
ò esservi nella musica nulla vaglia la connessione fra le parole e il canto , cadono a un di presso nello stesso sofisma di qu
lla modulatoti convenevole», e Platone comparò la poesia separata dal canto ad un volto che perde la sua beltà passato che si
l’ancora della speranza per gli ignoranti. [57] Che poi mancando nel canto moderno le due spezie d’imitazione esposte di sop
e i lunghi passaggi che costituiscono il principale abbellimento del canto moderno, non rappresentano i moti di veruna passi
alla curiosità. La qual cosa non altronde deriva se non da ciò che il canto drammatico colle sue stranezze e inverosimiglianz
dizione con noi medesimi e colla nostra sensibilità in cui ci pone il canto ; poiché essendo certo che appena avremmo potuto f
lero dargli la svogliatezza, l’immaginazione e il capriccio. Così nel canto moderno mancando la verità della espressione perc
tudio dei giovani, perché dipendendo in massima parte la bellezza del canto dalla maniera di eseguirlo, questa non può conosc
tutta la natura, perdona molto meno ai suoni rapidi e fuggitivi, e il canto prodigioso di quei cantori simile nella incostanz
ontagio comune ci porgessero altrettanti esemplari imitabili del vero canto drammatico. Ma l’austera verità, alla quale fa d’
i ha comunemente della bravura) non ho trovato neppur un solo, il cui canto non sia più o meno imbrattato dei vizi esposti ne
enti. 142. [NdA] Larga messe di dispute è stato fra gli eruditi il canto drammatico degli Antichi, e come spesso accade fr
er fissate l’idee né distinti bene i diversi significati della parola canto . Siccome la ricerca può sembrare curiosa e non de
o. La prima che nella tragedia e nella commedia s’usava una specie di canto di qualunque natura egli fosse. La seconda che ne
re rimane a sapersi in quale significato prendessero eglino la parola canto . Lo stesso avviene degli strumenti, coi quali s’a
li s’accompagnavano presso ai Greci e Latini tante cose che non erano canto né potevano esserlo (come sarebbe a dire i bandi,
una spezie di suono medio, il quale aveva alcune delle proprietà del canto nostro senz’averle tutte, e che nei dialoghi era
uptiis Philol.) espressamente lo distingue dal parlar ordinario e dal canto . Cotesta spezie di canto non si capisce facilment
ente lo distingue dal parlar ordinario e dal canto. Cotesta spezie di canto non si capisce facilmente nelle nostre lingue mod
rché divenisse cantabile. Infatti Aristosseno dice che v’era un certo canto proprio del parlare comune, e Dionigi d’Alicarnas
vede dal gran conto che facevano degli accenti, chiamandoli così dal canto quasi ad concentum, e dai precetti premurosi che
ntichi che sembrano ammettere manifestamente declamazione diversa dal canto . Cicerone (de Orat. l. pr.) parlando dell’esercit
uoghi sembra indubitabile che la declamazione si cambiasse in un vero canto , o divenisse molto simile ad esso. Che talmente a
dicere theatris, Et jactant faciles ad sua verba manus.» ma che quel canto fosse come il nostro cioè così sminuzzato, raffin
upo e spropositato colla pieghevolezza e colle dilicatezze del nostro canto ? L’altro argomento mi vien somministrato dall’ill
anche il significato della voce Odeon che vale lo stesso che luogo di canto , imperciocché ivi si tenevano le pubbliche sfide
necessariamente doveano disperdersi gli ammorzamenti della voce in un canto delicato e gentile. III. Rispetto ai cori pare be
to ai cori pare bensì che la loro melopea avesse i caratteri del vero canto : I. Perché si misurava colle note musicali che re
mi. Ma benché il genere appartenesse a quello della musica lirica, il canto nondimeno era uniforme, semplice e sedato somigli
2 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
ducazione non comune : addestratasi nell’arte comica, del ballo e del canto , sapeva già, nel 1782 se ben giovanissima, farsi
Signora Angela Cicuzzi Comica, Ballerina, e che si diletta ancora del canto . Bene a te si convien d’Angela il nome, S’anco d’
Tu leggiadretto il piè movi nel ballo ; Tu canora la voce isciogli al canto . Ma nell’ampio del mondo orribil Vallo, Per tua g
3 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 13
Francesco. Lodigiano. È citato dal Bartoli come artista di prosa e di canto . Recitava da comico le parti dell’innamorato, e f
nella Compagnia di Pietro Rossi…. Era però più valente nell’ arte del canto che esercitava con la moglie, alternandola pur se
4 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
ssoluta che le fu offerto da Luigi Domeniconi, si diede all’ arte del canto , riuscendo una egregia artista. Cantò al Fondo di
lle di Roma con pieno successo del pubblico ; ma anche nell’ arte del canto fe’ pochissime prove ; chè un conveniente matrimo
5 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO V. Tracce di rappresentazioni sceniche in Ulietea. » pp. 42-43
tunità di distinguere per mezzo delle parole ciò che poteva essere un canto accompagnato dal ballo da ciò che avrebbe potuto
o non è che un ballo pantomimico accompagnato di quando in quando dal canto . Chi non vi ravvisa una copia esatta di ciò che p
tazione drammatica; si osservano congiunte alla danza le parole ed il canto ; ma non si va più oltre. Poesia rappresentativa,
6 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Italiano del secolo XVI. e del Libro IV. — CAPO VIII ultimo. Primi passi del Dramma Musicale. » pp. 42-62
preziosi materiali essi pronunziano con magistral franchezza che il canto rende inverisimili le favole drammatiche . Come r
ose è forza che essi non abbiano mai avuta veruna idea. Diremo che il canto è una delle molte supposizioni ammesse in teatro
li augelli, come diceva Lucrezio Caro, inspirò all’uomo una specie di canto , e gli sugeri il pensiero di accoppiarvi comunque
rpetuamente colla musica. Noi non recitiamo versi senza una specie di canto , oltre alla musica vera che ebbero i nostri madri
questo nostro pregevole letterato abbia voluto biasimare l’ abuso del canto , e l’effeminatezza de’ musici castrati inettissi
gli eroi della storia. Ed in ciò converremo con lui; ma in quanto al canto ci attenghiamo all’eruditissimo Algarotti, il qua
e mie parole trascritte nella sua lingua, facendone una parafrasi nel canto IV del suo poema della Musica pubblicato due anni
on menos propiedad en el lenguage Decoracion y trage, Ygual perdon al canto no concede? Il Signor Yriarte anzi che dissimula
re nel citato squarcio che lo spettatore non concede ugual perdono al canto . Questo perdono si è sempre conceduto. Cantavansi
k, de’ Jommelli, de’ Sacchini, de’ Piccini, de’ Guglielmi, animano il canto e la poesia con quella vivace rappresentazione ch
rlare Aquilio come si deve e come esige il suo stato? Del verso e del canto siamo già convenuti che servir debbono di mezzi p
, secondo m. Sulzer (se non vuol contraddire a’ suoi principii) e col canto smentisce la passione. Una espressione di gioja s
7 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo secondo »
o onde tragga origine la maggior o minore attitudine delle lingue pel canto . La voce considerata in se stessa non è altro che
cali, e delle consonanti risulta che la lingua più a proposito per il canto sarà quella: primo, che conti maggior numero di v
ore il numero delle intonazioni, e per conseguenza degli elementi del canto : secondo, che impieghi maggior numero d’inflessio
i per alcuna delle note, che entrano nei nostri sistemi di musica. Il canto è quello che li determina, dando loro un valore e
esprimibile per alcuno dei segni musicali. Ma cosa è egli mai questo canto ? In che si distingue dalla favella ordinaria? Qua
si alcuna, che alla proposta quistione in ogni sua parte risponda) il canto si distingue specificamente dalla voce pei seguen
da, terza, quarta, quinta, ecc. [5] Da tali differenze introdotte dal canto si scorge ancora quali proprietà si richieggano o
i non tsnto la forza determini quanto la relazione che hanno essi col canto : per lo che voglionsi parole composte di vocali c
a grandeggiare nell’epica declamazione, ma meno acconcia si rende pel canto . Mettasi sotto le note il primo verso di quella s
ollocamento delle parole succede nell’esame delle qualità proprie pel canto la maniera di misurarle, ovvero sia la prosodia.
il giambo15. [14] Da ciò ne siegue che la melodia della lingua e del canto italiano è la più viva e sensibile di quante si c
musica da sua origine, e la sua forza dalla imitazione trasferita al canto delle diverse successive inflessioni, che fa l’uo
gli accenti, siccome avvicinano il discorso ordinario alla natura del canto per la maggior facilità d’intuonazione, così acco
he facilmente divien poesia, ha poesia che s’avvicina alla natura del canto , ha finalmente il recitativo, che dalla declamazi
D’Alambert pretende che siffatta indifferenza per la recita e per il canto sia un difetto nell’opera italiana16. Io lontano
o, e maggiore ancor lo sarebbe se la declamazione poetica potesse nel canto intieramente trasfondersi cosicché la poesia foss
onne, i Cavalier, l’armi, gli amori Le cortesie, l’audaci imprese, io canto .» ognun vede quanto accresca loro d’armonia quel
rese, io canto.» ognun vede quanto accresca loro d’armonia quell’“io canto ” messo infine. Si pongano le parole secondo l’ord
o” messo infine. Si pongano le parole secondo l’ordine analitico «Io canto i Cavalier, l’armi, gli amori Le cortesie, le Don
bbiasi la lingua italiana acquistata quella dolcezza, che sì abile al canto la rende, e da quai fonti siano derivati i succes
ndi il pregio di soavità e di mollezza sopra gli altri popoli dato al canto italiano da Giovanni Diacono fin dal secolo ottav
e, che non possa agevolmente schivarsi, ove si voglia comporre per il canto ; che appena la terza parte delle parole spagnuole
8 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO V. Primi passi del dramma musicale. » pp. 295-309
i preziosi materiali essi pronunziano con magistral sicurezza, che il canto rende inverisimile le favole drammatiche. Come ri
, delle quali cose è forza che non abbiano veruna idea. Diremo che il canto è una delle molte supposizioni ammesse in teatro
li augelli, come diceva Lucrezio Caro, inspirò all’uomo una specie di canto , e gli suggerì il pensiero di accoppiarvi comunqu
rpetuamente colla musica. Noi non recitiamo versi senza una specie di canto , oltre alla musica vera che ebbero i nostri madri
erò che questo nostro insigne letterato voglia biasimare l’ abuso del canto , e l’effemminatezza de’ musici castrati inettissi
li eroi della storia. Ed in ciò convenghiamo con lui; ma in quanto al canto ci attenghiamo all’eruditissimo Algarotti, il qua
mio raziocinio, facendo una bella parafrasi delle mie espressioni nel canto IV del suo poema della Musica pubblicato due anni
nos propiedad en el lenguage, Decoracion y trage, Igual perdon al canto no concede? Ma sì che il concede. Cantavansi i
e’ Leo, degli Hass, de’ Gluck, de’ Jommelli e de’ Piccini, animano il canto e la poesia con quella vivace rappresentazione ch
rlare Aquilio come si deve e come esige il suo stato? del verso e del canto siamo già convenuti che servir debbono di mezzi p
a, secondo M. Sulzer (se non vuol contraddire a’ suoi principj) e col canto smentisce la passione. Una espressione di gioja s
9 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo nono »
gressi della melodia. Valenti compositori italiani. Scuole celebri di canto , e di suono col vario loro carattere. [1] Lo spe
i suoni ciò che la sintassi per il discorso. Può essa concorrere dal canto suo a produr la espressione ora ordinando con cer
re idee e de nostri sentimenti rinovellato alla memoria per mezzo del canto , o della sinfonia: ecco l’unica via d’intenerirci
eclamazion musicale, ovvero sia il recitativo, confuso fin’allora col canto , o non abbastanza distinto, divenne un genere di
eresse dell’uditore, nel rinforzar il motivo dominante, ovvero sia il canto della parte principale con quello di ciascuna in
cali composti di moltiplicità di parti. Se ciascuna di esse ha il suo canto peculiare e distinto, come può darsi che suonando
gano? Se per lo contrario le parti producono tutte un solo e medesimo canto , in qual guisa s’otterrà l’armonia, che è una com
passato: donde spicca maggiormente il divario tra il recitativo e il canto propriamente detto. Le note però e gli ornamenti
rfezione al recitativo strumentato quello pell’ammirabile facilità di canto che seppe dargli, questo pel maneggio degli strum
ani, che gli dispone in particolar maniera alla melodia e dolcezza di canto , non è da maravigliarsi se la musica strumentale,
lla unità accennata di sopra, conobbero essi che essendo fatto non il canto per gli strumenti, ma piuttosto gli strumenti pel
fatto non il canto per gli strumenti, ma piuttosto gli strumenti pel canto , non doveano quelli primeggiar sulla voce del can
si conviene, col debito grado d’intonazione e colla propria spezie di canto , la natura e situazione attuale de’ personaggi ch
va a esprimere se non troppo rimotamente ciò che si vuole, laddove il canto è la più compita e più interessante imitazione ch
scoltura si fermano imitando, a così dire, nella scorza dell’uomo; il canto penetra fin nell’anima, l’avverte della sua esist
erò nella mossa generale del buon gusto musicale in Italia l’arte del canto se ne dovette spogliare, e se ne spogliò infatti
nell’accompagnar col gesto appropriato e convenevole i movimenti del canto , e il carattere de’ personaggi, in una parola nel
ua lingua, alla poesia, e alla fisica. Ma gli empori più illustri del canto sul fine del Seicento furono Napoli e Bologna. La
namenti gli fecero ben tosto sviluppare i portentosi suoi talenti pel canto . Ni uno a’ tempi nostri ha sortito dalla natura c
tutta pruova lo mettevano in istato di poter inventar mille forme di canto sconosciute e pellegrine. Colle doti naturali acc
rna, tanto ei seppe fare a forza di studio, che attissima la rese pel canto , nel quale maravigliosamente poi si distinse pel
fra i letterati pel suo bel libro intitolato Riflessioni pratiche sul canto figurato allevati da lui fanno tuttora parte vive
bbe il venir meco per ogni dove cercando tutti i famosi professori di canto , che dell’uno e dell’altro sesso ebbe allora l’It
erza, di cui farò in particolar modo menzione meno pel merito del suo canto che per un altro più insigne e più rispettabile a
di far cose spiacevoli, fredde, imbrogliate, senz’espressione, senza canto , senza leggiadria, qual altro pregio veramente av
10 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XII. Confronto Apologetico della Opera Italiana, e della Commedia Spagnuola. » pp. 149-181
agioni, con cui alcuni tacciano di sommamente inverisimile il moderno canto introdottosi nel Teatro dell’Opera Italiana”. Bel
ite ch’io vò ribattere coloro, che tacciano d’inverisimile il moderno canto dell’Opera, ed io per verun conto non dico ciò. Q
l’Opera, ed io per verun conto non dico ciò. Quel moderno aggiunto al canto è un ritaglio di materia, e di colore differente
Teatri poco appresso, che questi Periodici Pedantini decidono, che il canto rende inverisimili le Favole Drammatiche. Or dove
putelli, che leggono pettinandosi, quelli che riprovano ogni sorte di canto in teatro, e non già Critici Saggi. Perchè dunque
possa esservi uno Scrittore così strano, che censuri assolutamente il canto teatrale? Io posso disingannarvi. Ve ne ha, Signo
aggio Critico Lampillas, è il primo de’ Criticastri, che rifiutano il canto nell’Opera Italiana, e vogliono conservarlo nella
o dunque oltramonti tali Criticastri, che riprendono assolutamente il canto dell’Opera Italiana. Perchè dunque l’Apologista s
i eruditissimi Italiani, i quali, a suo credere, riprendono ancora il canto nell’Opera. Ho paura però ch’egli travedendo abbi
rchè que’ grand’uomini ch’egli cita, so che riprendono la qualità del canto , e non il canto scenico per se stesso. E come pot
uomini ch’egli cita, so che riprendono la qualità del canto, e non il canto scenico per se stesso. E come potevano un Murator
ni forniti della più riposta erudizione antica, dichiararsi contro il canto teatrale, sapendo che Atene e Roma, le maestre de
moderni? Non ignoravano questi valent’uomini, che sebbene non era il canto scenico Greco, e Latino simile a quello delle nos
o Greco, e Latino simile a quello delle nostre Opere, era tuttavia un canto accompagnato dagli stromenti diverso ne’ Recitati
ani, che l’istesso parlar naturale, non che l’aringare, per essere un canto , un’ armonia oscura 1, fa uopo imitarsi in teatro
loro più fresca età doveano sapere siffatte cose, avessero ripreso il canto nell’Opera a guisa de’ meschini Criticastri? Essi
ticastri? Essi rigettano l’eccesso, l’abuso, la qualità impropria del canto che oggi si è impossessato del teatro: canto per
la qualità impropria del canto che oggi si è impossessato del teatro: canto per se stesso eccellente, artificioso, delicato,
to del teatro: canto per se stesso eccellente, artificioso, delicato, canto accademico, dotto, forse superiore ad ogni altro,
do il Signor Abate, che egli riprenda il Canto come Canto, e non come canto malescelto. Ma che il Martelli non parlasse del C
o versi, e aringando ancora, secondo Cicerone, si sente una specie di canto . La Poesia nacque gemella colla Musica. Con un ca
te una specie di canto. La Poesia nacque gemella colla Musica. Con un canto cominciarono i versi a uscire dalle umane bocche.
mane bocche. Gli stessi Selvaggi verseggiarono cantando. Non parve il canto nè anche a’ Riti Religiosi una inverisimilitudine
citativi cogli stromenti obbligati, ne’ quali si ammira un bellissimo canto senza esser manifesto, assai più naturale della d
sito felicissimo adoperò una Musica tutta espressiva senza il moderno canto figurato. Se dunque il Canto entrerà nell’Opera c
11 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 472-473
per la soverchia età. Anche di lei Carlo Gozzi fa menzione nel citato canto ditirambico : Sieda ancor la Beatrice, che de' S
i molto discapito nell’arte sua. » Di ciò fa cenno anche il Gozzi nel canto ditirambico : L'Angelina il monte assaglia, ma s
12 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 482-483
sò a seconde nozze con Fanny Donatelli, divenuta poi buona artista di canto , dalla quale in breve fu per infedeltà separato.
ta di usanze forestiere le liberalità rimuneratrici della danza e del canto serbi a più utili studj e non torni in bas tarda
13 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo primo »
ta la natura, ma la imita pei mezzi, che le si appartengono, cioè col canto e col suono: il qual linguaggio, attesa la tacita
r, che si trovino nella natura cose atte ad imitarsi col suono, e col canto : è in una parola accusar la musica perché è music
esia, non è che il fondamento della melodia imitativa, ovvero sia del canto : dal che ne seguita eziandio, che la possanza del
no sparse ordinariamente nella voce appassionata, e radunandole in un canto continuo, che è quello che soggetto s’appella: or
sentenze istruttive della poesia, se non colla viva espressione d’un canto imitativo, almanco seguitando colla misura, coll’
che s’accompagnano, non abbiano suono così malagevole e rozzo, che al canto inetti riescano, e per conseguenza non siano dram
pir meglio tal differenza è d’uopo risalire fino ai principi. [15] Il canto è una espressione naturale degli affetti dell’ani
esse passioni ha il suo segno particolare, che la esprime, laddove il canto le esprime tutte senza differenza. Il canto suppo
he la esprime, laddove il canto le esprime tutte senza differenza. Il canto suppone dunque agitazione nell’animo, come la sup
a, o affetto: dal che ne siegue che il linguaggio, che corrisponde al canto , debbe essere diverso dal comune, cioè, tale qual
iò che dicono, si suppone parimenti, che siano invasi, o sorpresi. Il canto è dunque il linguaggio della illusione, e chi can
mperiosamente pell’immenso vuoto dell’aria. [16] La natura stessa del canto ci porta dunque ad ammettere lo stile lirico. Per
e, può essere lirico bensì ma con parsimonia, quanto basti per dar al canto grazia e vivacità, senza toglier i suoi diritti a
opra tutti gli altri. [20] Si osserva facilmente quanto la natura del canto e dello stil musicale debba influire sul caratter
ello stil musicale debba influire sul carattere de’ personaggi. Se il canto è il linguaggio del sentimento, e della illusione
di, tranquilli, o dissimulati, che coi loro opposti. Ma la natura del canto , per cui vuolsi energia e commozione d’affetto, e
cognizione non meno interessante, a quella cioè dei diversi generi di canto che corrispondono al diverso carattere, e alla si
a strettezza, e rapidità che la musica esige, e sì perché, essendo il canto o la melodia l’ultimo fine della musica imitativa
l recitativo semplice adunque, che declamazion musicale piuttosto che canto dee propriamente chiamarsi, giacché della musica
o i personaggi subalterni, che noi abbiamo supposto finora inutili al canto . Havvi un’altra situazione d’animo più veemente e
chio, e l’immaginazione; onde non può scompagnarsi dalla poesia i dal canto , dal suono, e dalla decorazione. Da tale accoppia
14 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAP. V. Tracce di rappresentazioni sceniche in Ulieteia e in altre isole del l’Emisfero australe nel Mar Pacifico. » pp. 59-65
tunità di distinguere per mezzo delle parole ciò che poteva essere un canto accompagnato dal ballo, da ciò che avrebbe potuto
o non è che un ballo pantomimico accompagnato di quando in quando dal canto . Chi non vi ravvisa una copia esatta di ciò che p
tazione drammatica; si osservano congiunte alla danza le parole ed il canto ; ma non si va più oltre. Poesia rappresentativa,
15 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 152-154
TE] l’importanza di una dizione drammatica, accentuata e vibrata nel canto , e rivelandole poi i misteri della Commedia impro
done, in cui fu accolta dall’applauso universale sì per la grazia del canto , sì per la eloquenza dell’azione, e ancora per la
16 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
igiana, seconda moglie del precedente, fu da lui educata all’arte del canto , in cui riuscì egregia, cantando con molta grazia
17 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
lui in gran conto, sapendo ai pregi dell’arte comica, unir quelli del canto . « Nel 1736 – dice il Bartoli – sostenne nella Tr
18 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article »
on più studio si fosse data all’arte comica. Ma appassionatissima pel canto , al quale aveva mostrato sin da giovinetta singol
19 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »
Arbes (D’) Antonia. Figlia del precedente. S’era data all’arte del canto , nella quale fece buone prove, specialmente per l
20 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosettimo, ed ultimo »
l’anapesto in quelle sinfonie dove cerca di esprimere, imitandolo, il canto sublime e vigoroso di Tirteo. Il giambo è vivo e
che guisa da sé. E siccome giusta l’osservazione de’ veri filosofi il canto in ogni lingua debbe essere sì vario come lo è l’
ordine in tutte le parti, e per esso nella musica lo spirito gode del canto presente di quello che lo ha preceduto, e si acco
esente di quello che lo ha preceduto, e si accorge in certa guisa del canto che dee venire in appresso. Bellezza inestimabile
aggo dalle opere de’ nostri più rinomati autori. Poscia mi rivolgo al canto italiano, il quale giusta la definizione per me d
usta le osservazioni ch’io farò su d’esso trattando dell’analogia del canto colle lingue, debbe così differir dal nostro, com
ll’uniformità dei tratti, delle combinazioni, e dei riposi del nostro canto che dall’uniformità del suo andamento. Soggiugner
o che dall’uniformità del suo andamento. Soggiugnerò che le forme del canto italiano non sono né più abbondanti né più varie
te quanto più vedeva l’affinità di essa col mio soggetto, sendochè il canto era inseparabile dalla poesia degli antichi, appo
ai, al dir d’un antico, che per me, e per le muse. Del resto se da un canto lo zelo dell’avanzamento delle arti m’incoraggiav
musica italiana nascere per la massima parte dall’abuso che si fa del canto nell’arie vorrebbono ad ogni modo sbandirle dal t
rallegrare colla varietà de’ suoi disegni, e colla leggiadria del suo canto , che non il recitativo. Ecco perché gli Italiani
naturale abbozzo della tragedia composto di narrazione musicale e di canto corale. Fissiamoci dunque qui per l’acconcia form
sico di professione, l’uffizio del quale consiste nell’entusiasmo del canto ; ed essendo le narrazioni brevi ed animate più di
21 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 615
che nelle parti di tragedia, e mediocremente addestrato nell’arte del canto .
22 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XV. Satiri: Ilarodie: Magodie: Parodie: Mimi: Pantomimi. » pp. 171-200
. Alle querele e preghiere che Ulisse indirizza a Pallade, succede il canto del Coro, il quale sospetta di cio che dentro far
ti nel declamare, cioè nel recitar versi con azione naturale e con un canto parlante il quale sebbene accompagnato dagli stro
o dagli stromenti non lasciava di appressarsi più al favellare che al canto del Coro. Allora questa classe ad altro non attes
ase al Coro il pensiero d’intrecciar carole cantando; ed in questo il canto fu più artificiale e la melodia più espressiva sp
ve combinazioni di tempi e di movimenti; la poesia per accomodarsi al canto fu più lirica ed ornata; e la rappresentazione pe
ividere tutti gl’individui del Coro in istrioni musici dediti al solo canto e in istrioni ballerini destinati alla danza. La
r entrambi gli esercizii, perchè tutto richiedeva espressione; ma nel canto animato dalle parole con alcuni movimenti regolat
23 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VIII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 269-289
. Alle querele e preghiere che Ulisse indirizza a Pallade, succede il canto del coro il quale sospetta di ciò che dentro farà
nel declamare, cioè nel recitare i versi con azione naturale e con un canto parlante, il quale sebbene accompagnato dagli str
o dagli stromenti non lasciava di appressarsi più al favellare che al canto del coro. Allora questa classe ad altro non attes
mase al coro il pensiero d’intrecciar carole cantando; e in questo il canto fu vera melodia spiegandovi la musica tutte le su
ve combinazioni di tempi e di movimenti; la poesia per accomodarsi al canto fu più lirica ed ornata; e la rappresentazione pe
videre tutti gl’ individui del coro in istrioni musici dediti al solo canto e in istrioni ballerini destinati alla danza. La
ntrambi gli esercizj, perchè tutto abbisognava di espressione; ma nel canto animato dalle parole con alcuni movimenti regolat
24 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
l nostro gusto, e piace, e piacerà ovunque. Unisce pure l’abilità del canto  ; molto utile perciò per le farse in musica che s
25 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 279
attrice giovine applauditissima. Uscitane la Colomberti per darsi al canto , e non essendo la celebre Tessari più giovine, la
26 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo terzo »
case, o nelle caverne, od in luoghi ermi, e selvaggi, dove usavano di canto sommesso, e timido senza strepito di strumenti, i
vveduti di musica, qualora non vogliamo con siffatto nome chiamare il canto de’ salmi, che poco differiva dalla pronunzia ord
e profferite cori voci sorde e confuse, non potevano far ispiccare il canto loro in altra maniera, che rinforzando il suono d
cali, ovvero siano note, che usavano i Greci. Sant’Ambrogio ampliò il canto fermo, o vogliamo dire canto ecclesiastico usato
usavano i Greci. Sant’Ambrogio ampliò il canto fermo, o vogliamo dire canto ecclesiastico usato nella chiesa fin dai primi se
empi, e trasferendoli al culto divino nella chiesa di Milano. Così il canto fermo nella sua prima origine era il perfetto gen
ompa della musica presente. Ne faccia testimonianza il pianto, che il canto ambrogiano espresse dagli occhi di Sant’Agostino,
nto celebre lite fra i cantori romani e francesi circa il primato del canto , volendo questi introdurre in Italia la loro rozz
sa che s’assomigli: significa inserire alcune terze nel progresso del canto fermo cantato all’unisono in maniera per esempio
ile dimenticanza dei secoli, attribuisce a lui l’usanza di lasciar ne canto imperfette le brevi. O che dunque il valor delle
per secoli intieri trascurata, ma senza la quale non può trovarsi né canto regolare né melodia, siccome quella che serve a d
ri a bella posta inalzati, e s’accompagnarono spesso colla danza, col canto , e col suono nelle gran solennità, o nelle nozze,
inni e de’ salmi. Il secondo, in cui s’inventarono parecchie sorta di canto , che durano fino al presente, come sarebbe a dire
27 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 752
i bisognasse che hauessero patienza di ripigliarui. Sè bene dal’altro canto non uorei uedere un mio nemico in questa Compagni
28 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 215
ltura e arte e pratica della scena, meriterebbe di trovar posto qui a canto a’buoni artisti militanti, e che non vedeva tutto
29 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 495
o, e replicata ventisei sere. Questa fisedia, che vorrebbe significar canto della natura, è un vero e proprio zibaldone in pr
30 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VIII. Teatro di Sofocle. » pp. 104-133
ore di Eschilo maneggiato con esattezza maggiore. L’intermezzo, ossia canto del Coro del l’atto secondo, è congiunto alle que
iace insepolta E le tenere spose E le madri canute L’una de l’altra a canto Piangon supplici e meste i lorò mali ec. Non pot
altre può valer di pruova che non sempre terminavano gli atti con un canto corale e sommamente lontano dalla declamazione de
ndo, cioè un’altra maniera di contrafacitori… dividendo il ballo dal canto e dal suono … E Sofocle trovò il terzo, e divise
spiegò Laerzio, ma tre classi, e tra esse va ripartendo il ballo, il canto ed il suono. Ma se Tespi introdusse un attore o u
del Castelvetro, avessero un uffizio diverso da quello del ballo, del canto e del suono. Or quest’uffizio, secondochè io l’in
le della poesia che non giugneva alla vera melodia che costituisce il canto , e di questa cura si allegerì il Coro, come accen
31 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VII. Opera musicale nazionale ed italiana. » pp. 195-212
ioni, nelle quali accoppiavasi alla recita nuda di tutta la favola il canto di certe canzonette frapposte che diremmo arie. T
o, accolse più favorevolmente le proprie Zarzuelas, benchè in esse il canto riesca più inverisimile che nell’opera vera. Non
di sarsuole alcune opere buffe italiane, cioè rappresentandosi senza canto il recitativo e cantandosi le sole arie e i duett
es, Que aun suele para rusticos cantares De heroicas arias usurpar el canto   Otro le zurce vestidura estraña De retazos ni su
32 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 979
i forse non sa ancor bene qual sia la sua strada. Talora lascia da un canto il teatro per la pittura, in cui si mostra tuttav
33 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1041
el recitare fu l’arte sola del Grandi. Egli fu anche espertissimo del canto e del ballo ; e il Bartoli ci fa sapere come « al
34 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 159
pirò, metto qui il seguente SONETTO Sì, che maggior d’ogni Apollineo canto Sono, egregia Moretti, i pregi tuoi ; Per te non
35 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo ottavo »
ssimo studio si metteva nell’osservar la relazione tra la parola e il canto , e nel perfezionare la melodia. Tale a un dippres
dell’artiglieria unicamente perché nel dramma si faceva menzione del canto dell’uno, e un personaggio diceva dell’altra. «I
quale si è parlato a lungo di sopra, era stato il primo a raffinar il canto monodico, introducendovi non pochi ornamenti di p
, e la difficoltà che si trovava nel conseguire, ch’eglino dassero al canto tutta quella espressione d’affetto, della quale n
i a vibrarsi, e conseguentemente a eseguire le menome graduazioni del canto , assottiglia l’orifizio della glottide, e la disp
ulle scene italiane a quel tempo. Il trasporto di codesta nazione pel canto e le voci di tai cantori proporzionate alla molle
e ad esprimere e comunicare gli affetti, primo e principale scopo del canto . Trovasi per ciò di buon’ora stabilita cotal usan
finamenti. I ghiribizzi della musica e della poesia si trasfusero nel canto eziandio, né poteva avvenire che la melodia fosse
ntemporaneo, il quale, dopo aver ragionato alla lunga dei difetti del canto , soggiugne: «Mentre i nostri cantori cercano di s
36 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 297-298
i come attore diligente, che all’arte del dire sapeva unir quella del canto . Recitava le parti d’Innamorato, e trovavasi il 1
eriore. Nacquer dalla loro unione tre figliuole, educate all’arte del canto , due delle quali riuscirono egregie, e una, la te
37 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 301-302
figlia di Luigi Gritti, fu istruita da una zia paterna nell’arte del canto , in cui riuscì tanto da poter prender parte con s
38 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 614
farsi ammirare anche a Napoli, sapendo unire a sufficienza l’arte del canto a quella della commedia. Trovavasi il 1781 nella
39 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Enea in Troia »
Sinone sul dinanzi del teatro pregano ad alta voce la dea; e al loro canto concertano a luogo a luogo strida e lamenti di ge
Priamo e regina, vogliano campare da schiavitù. Ripigliano appena il canto le altre donne, che ecco Pirro che entra cacciand
40 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 454-467
e il Re Scappino con Brighella e Bagolino suoi consiglieri, uno da un canto , e l’altro dall’altro con una mano di Paggi Zagne
onori, volemo far comedie a sti Signori. Scappino Per no desdire al canto de l’ombra mia paterna, va pur felice, e ’n su le
me (pag. 550 e segg. dell’ edizione di Venezia, Miloco, 1665). Da un canto della piazza tu vedi il nostro galante Fortunato
queste loro gentilissime e garbatissime chiacchiere. Da un altro canto esclama Burattino, che par che il boja gli dia la
Fornita questa istoria, Gradello fa una squaquarata di voce e di canto molto sonora ; ovvero finge l’orbo col cagnuolo i
non dirsi), V. Montini Ippolito e Mozzana Francesco. Anche abbiamo un canto carnascialesco di Zanni e di Magnifichi e un capi
41 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 314-315
giata e ammodernata. All’arte del recitare accoppiò ancora quella del canto , nella quale fu encomiatissima. Natole a quel tem
42 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — (Sabato 7 giugno 1659).(Sabato 28 giugno 1659). » pp. 420-423
a Sala del Petit-Bourbon. Anche la Bianchi doveva essere esperta del canto , come si rileva dalla seguente terzina caudata di
Giove in tri de’ do sommo choro, così in talenti, in gratia, in dote canto fra ri comici Aurelia và un tesoro. Ben l’è unna
43 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1047
e Mayvood una futura ballerina di cartello, dopo di avere studiato il canto a Firenze col maestro Romani e il suo alunno Vanu
44 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 214-215
ete brava e non ve n’ avvedete, perchè è natura dell’ augel che vola, canto e passione, e se non lo credete guardate quella m
45 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquinto »
ciò nonostante che la parte poetica primo fonte della espressione nel canto e della ragionevolezza nel tutto, giaccia obbrobr
dere) si riducono queste. Alla voga che ha preso in teatro il moderno canto , e al gusto eccessivo per le decorazioni. Esamini
dell’abuso nel trascurar i recitativi, nel porre ogni loro studio nel canto delle arie, e pello sfoggiare su queste con mille
zzamenti di voce. Posto questo principio chiaramente si scorge che il canto è il dominante oggidì nel melodramma, che su ques
compensassero dei sagrifizi che si fanno del buon senso in grazia del canto ; terremmo allora con essi il costume, che suol te
via questa idea generale si circoscrive di molto qualora si parla del canto rappresentativo in un’azione drammatica. Imperocc
gio è che non ogni favella, non ogni tuono di essa è proporzionato al canto . Lo sono unicamente quelli che hanno inflessione
è la cagione per cui la semplice declamazione poetica scompagnata dal canto è naturalmente meno espressiva che non è la music
nell’umano discorso di tranquillo e d’indifferente non si conviene al canto , come non gli si convengon neppure le passioni so
ressanti, hanno gli altri cantori non so se disonorato o abbellito il canto moderno. E questa è la cagione per cui la musica
nali rassomigliano per lo più ad una sinagoga di ebrei anzi che ad un canto ben eseguito, ma nelle cose di gusto non bisogna
46 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 450
, prima attrice giovine e seconda donna. Emma si diede all’arte del canto .
47 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quinto »
non curavano punto le parole, si è l’usanza che aveano di lavorar un canto , e sopra esso accomodar poscia l’argomento prosai
iche degli egizi, con più altre fantasie chiamate da essi “enimmi del canto ” con vocabolo assai bene appropriato, delle quali
n ogni accuratezza le relazioni poste dalla natura fra le parole e il canto , Vincenzo Galilei entrò coraggiosamente nell’arri
sione. I poeti, scrivendo unicamente per esser letti non pensarono al canto già mai. Il Dante, genio rozzo e sublime, atteggi
ottave. I cori che nelle tragedie italiane erano i soli destinati al canto , non giovavano molto ai progressi dell’arte, e pe
sollecitò per ogni dove gli autori a lavorar a bella posta poesie pel canto , tra i quali D. Angelo Grillo scrisse a sua richi
e in parte affrettarsi, e prender temperato corsa tra i movimenti del canto sospesi e lenti, e quelli della favella ordinaria
metro è diverso da quello del recitativo, perché manifestamente è un canto , per tutte le condizioni insomma che le arie a dì
48 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo IV. Teatro americano. » pp. 19-25
blico, in cui si bevea fino all’ubriachezza, mescolandosi al ballo il canto e i motteggi, menò i Greci al travamento de’ comp
io ordinate. Forse il piacere prodotto in questa festa da’ balli, dal canto , e dalle maschere, fece nascere il disegno di for
49 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 45
o per Accademie componeva i suoi prologhi, ma anche per Compagnie di canto , come abbiamo da quello de gl’inventori della mus
50 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Del libretto »
era ogni cosa sopra l’essere umano, può, non che altro, far sì che il canto nell’opera abbia sembianza del natural linguaggio
nisse a risparmiare quanto profondere doveasi dall’altra. Lasciati da canto gli argomenti favolosi, che tutto abbracciando, p
51 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO II. In quali cose si rassomigli ogni teatro. » pp. 10-16
ti di Selma: . . . . . . . . . . . Vedi con esso I gran figli del canto Ullin canuto, E Rino il maestoso, e il dolce Al
continente trovansi si bene i semi della drammatica, cioè saltazione, canto , versi, ma non rappresentazione che meriti di chi
52 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quarto »
ani e riletta una esattissima copia. Esso ha per titolo: Trattato del canto misurato. L’autore è un certo Francone monaco ben
sans plus de rimoier» «Le frondi e i fiori non servono a nulla nel canto fuorché a coloro che non sanno poetare altrimenti
e la musica strumentale era abbastanza numerosa e variata. Intorno al canto diverse furono le mutazioni. Da principio si cant
e arie sulle parole, ma siffatte arie altro non erano che un semplice canto gregoriano, o, per dir meglio, altrettante parodi
semplice canto gregoriano, o, per dir meglio, altrettante parodie del canto ecclesiastico. In moltissime loro canzoni si trov
di Chiesa. L’abuso di modulazioni molli ed effemminate introdotte nel canto ecclesiastico, di cui sì altamente si lagnava Gio
gesti con certe particolari inflessioni di voce, onde ebbe origine il canto . Quella seducente e inespribile simpatia, che mil
ione. [18] Indi a non molto s’introdussero le “maggiolate”, spezie di canto usato in Italia come in molti altri paesi d’Europ
essi del teatro italiano non men che alla musica per gl’intermezzi di canto e di suono, che si frapponevano alle loro farse o
porta l’italiano Andrea Bolsena nelle osservazioni per ben regolar il canto nella Cappella Pontificia45. I vantaggi che recar
  Forse avrà Giove udito il pianto nostro.» [29] Finito ch’ebbero il canto , ecco verso l’orlo della caverna il serpente appa
ne dello scozzese Blair sopra le poesie di Ossian. «Io finisco il mio canto . Le Dee m’invitano; le Dee, che Odino mi manda da
de’ modi, alla differenza e divisione de’ tuoni, alle regole del loro canto , al genere della loro melodia, s’eglino conoscess
i guerra. II. Il cominciamento della tenzone. III. La tenzone. IV. Un canto di vittoria. V. La morte del serpente Pitone, e l
53 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO II. In quali cose si rassomigli ogni Teatro. » pp. 12-22
ntitolati Canti di selma:             Vedi con esso I gran figli del canto Ullin canuto, E Rino il maestoso, e il dolce Alpi
continente trovansi sì bene i semi della drammatica, cioè saltazione, canto , versi ma non rappresentazione che meriti di chia
54 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1005-1006
accrescono in te trionfo e pregio. Sciolga ogni Vate in tuo favore il canto , se al leggiadro tuo dir pronto, ed egregio appla
55 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 307-309
gridano a gara tra fronda e fronda gli augelletti, e tutte fan eco al canto lor l’aure soavi. Libertà, libertà ; di questa in
56 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosesto »
lche pericolo. Si vede adunque che l’origine naturale del ballo e del canto è la stessa che l’istinto (quella facoltà indiffi
a primitiva della danza. [3] Ma non qualunque aggregato di suoni è un canto , né qualunque serie di attitudini è un ballo. Gli
orpo una continuazione concertata ed armonica. La comparazione fra il canto e il ballo può condursi ancora più avanti. V’è un
azione fra il canto e il ballo può condursi ancora più avanti. V’è un canto naturale e un canto imitativo. Nel primo chi cant
e il ballo può condursi ancora più avanti. V’è un canto naturale e un canto imitativo. Nel primo chi canta non ha altro diseg
lirico non ha riflettuto essere incompatibile colla natura del nostro canto sminuzzato acuto squisito e sottile l’azione viol
te nel presente nostro sistema la simultanea riunione del ballo e del canto in una sola persona una caricatura non minore di
fin proposto Ben s’adatti e convenga…»176 dove ciò che si dice del canto s’intende ancora del ballo che non s’eseguiva da
d’una danza teatrale più ragionevole. Sotto la direzione del primo il canto s’intrecciò più felicemente col ballo in varie fe
tale d’ogni spettacolo, ne distruggon l’effetto generato in prima dal canto , mi trasportano violentemente dal buffo al serio
t’arte torrà infallibilmente la mano alla tragedia, alla commedia, al canto , e ad ogni altro spettacolo che abbisogni di più
ar lo spettacolo subito che cominciava la cantilena. I poeti dal loro canto non potendo scuoter il giogo si vendicavano derid
57 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 760-762
e lu stesso el no se inamorava. E tanto vu se brava in la soavità del canto , e ’l son più del musico Trace, e più d’Anfion. C
58 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo decimoterzo »
tenzione di que’ sommi maestri era unicamente rivolta a far valere il canto e la poesia, e non gli stromenti, avvisandosi con
non mai svegliano in noi quel vivo interesse che sogliono destare il canto e la poesia, le quali esprimendo una qualche pass
r positive or negative dei corpi non si esprimono in veruna guisa col canto , di cui solo è proprio l’afferrar la voce della p
re di supplemento alla voce umana nella espressione degli affetti. Il canto non basta più volte per far capire agli uditori t
la smania d’introdurre dappertutto l’uso degli stromenti separati dal canto , e principalmente nei ritornelli. Per cosa del mo
mazione, quel tuono musicale che dee modellarsi prima sulla spezie di canto suboscuro (come il chiama Cicerone) proprio del d
i accompagnamenti che ne aumentan l’effetto servano a far ispiccar il canto senz’alterarlo, e che né questi né quella si pren
riempiono l’intervallo replicando col suono i medesimi sentimenti del canto . E come se l’uditore non gli avesse intesi abbast
er le note con gorgheggi velocissimi, e con mille semicrome. Cessa il canto , ma per questo siamo fuori d’impaccio? Oibò. La m
altro che una breve dimora della voce su una qualche vocale, dove il canto aggrumola insieme un numero di picciole note succ
iamo provato in altri luoghi e proveremo di nuovo dove si parlerà del canto , il vero filosofico gusto e la perfezione d’ogni
59 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 203-211
quello un argomento ; e cosi, data la licenza al popolo, e finito il canto , si sentiva un alto grido, un manifesto applauso
ll’udito ancora, mentre le accorte parolette e l’angelica armonia del canto mandava fuori. Ma quella cosa da che più l’alme e
te in c’ho ferma spene por fine alle mie pene. Pur fugge or, mentr’io canto , il tempo, e già s’appressa l’ora bramata tanto c
60 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 547-549
, col quale invitava il pubblico a una accademia di declamazione e di canto a beneficio dell’attore Francesco Sterni, cominci
61 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VI. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 82-108
l declamare, cioé nel recitar i versi con un’azione naturale e con un canto parlante, il quale, sebbene accompagnato dagli st
dagli stromenti, non lasciava di appressarsi più al favellare che al canto corale; e allora questa classe di attori ad altre
intrecciar parole cantando; e in questo la poesia, per accomodarsi al canto , era più lirica, e la rappresentazione, per servi
ere gl’individui del coro in istrioni-musici che coltivassero il solo canto , e in istrioni-ballerini dedicati unicamente alla
ntrambi gli esercizi; perocché tutto ha bisogno d’espressione; ma nel canto ch’é animato dalle parole, ebbe minor parte che n
62 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Commento »
l’incongruenza della rappresentazione di scene tragiche attraverso il canto . In particolare Metastasio fu contestato per il p
in un oratorio dedicato a San Michele. [commento_2.7] passaggi: nel canto del XVIII secolo indicano un esercizio di agilità
resse rispetto alla cantata, che prevedeva la musica accompagnata dal canto . Tartini: Giuseppe Tartini (Pirano d’Istria, 169
Opinione de’ cantori antichi e moderni, o sieno osservazioni sopra il canto figurato, Bologna, Lelio della Volpe, 1723. gira
63 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO III. Opera musicale Spagnuola e Italiana e Teatri materiali. » pp. 89-108
ioni, nelle quali accoppiavasi alla recita nuda di tutta la favola il canto di certe canzonette frapposte che diremmo arie. T
to accolse più favorevolmente le proprie zarzuelas, benchè in esse il canto riesca più inverisimile che nell’opera vera. Non
di sarsuole alcune opere buffe italiane, cioè rappresentandosi senza canto il recitativo e cantandosi le sole arie, i duetti
Que aun suele para rusticos cantares De heroicas arias usurpar el canto : Otro le zurce vestidura estraña De retazos n
64 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 933-934
strumenti, e si canta molto. La cameriera confidente rapivami col suo canto , e guardandola attentamente, facevami una sensazi
65 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo settimo »
la musica massimamente nazionale. Ciò si scorge dalla inclinazione al canto e al suono nella gente ancor più rusticana, nelle
non ancor coltivate. Essa si compone, come dappertutto, di parole, di canto e di suono. Ma ciò che ha la moscovitica di parti
in qualche circostanza) con un idioma scitico. Da ciò si vede che il canto costituiva la principal parte della musica russa
66 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo III. La Poesia Drammatica nel Secolo XV fa maggiori progressi in Italia. In Francia cominciano i Misteri. » pp. 194-209
icesi pure da’ latini e da noi il recitar versi, per quella spezie di canto , con cui si declamano; ed oltracciò, io canto, di
i, per quella spezie di canto, con cui si declamano; ed oltracciò, io canto , dice ogni poeta che prende a narrare; cantano al
nella Provenza, e cominciò in Parigi da’ misteri rozza ed informe. Il canto reale prese forma di dramma rappresentando la Pas
67 (1772) Dell’opera in musica 1772
di? Ecco allora l’elogio della medietas espressiva, con l’invito, nel canto , a evitare le note troppo acute o troppo basse e
roppo basse e nel privilegiare i recitativi: Lo stil teatrale ama il canto parlante, non quello di gorgheggio. Volete voi un
. Volete voi un potentissimo specifico per togliere ogni forza a qual canto che sperimentate più energico? Disseminatevi una
a competente dose del più bel gorgheggio del mondo. Questa maniera di canto ripugna assolutamente alla musica vocale. Poiché
i tedio, perché gli altri attori non possono essergli a grado, né pel canto , né per la pronunziazione» (IV.II.8). Sugli usi e
d’essere cuculiato [sbeffeggiato] a doppio» (IV.II.13); quello stesso canto deve essere in ogni parola intellegibile e «far s
osi alle prediche in chiesa e alle orazioni in tribunale (non mica al canto !), quali momenti volessero «movimento», quali «gr
l Muratori, nacque verso il 1260, parla del pronunziar su’ teatri col canto e in volgar lingua le gesta de’ duci e de’ monarc
strioni cantate avventure di principi e di grandi; e che terminato il canto , si dava principio alla danza, come si costuma an
u in essa lungo tempo eseguita ciascun anno nella settimana santa con canto e con sontuose decorazioni17. E poiché il princip
ma il famoso Jacopo Sannazzaro, del quale fu opera, rappresentata con canto e con regio apparato di macchine e di decorazioni
o di lanciarle e di muoverle a quella cadenza medesima colla quale il canto e ‘l suono lusinga il suo orecchio. Essi non resi
a quell’impulso; si muovono al suono di que’ primitivi strumenti e al canto di quella nascente poesia; e que’ loro movimenti
un bel canto: egli lo imiterà francamente. Facciaglisi poi sentire un canto eguale nel numero e nella durata delle note, ma c
le loro respirazioni, i loro passi, il lor lavoro, la cadenza del lor canto e del lor ballo, dividono il tempo in parti egual
si vedrà nella seguente sezione. Per ciò poi che riguarda appunto il canto adoperato nella rappresentazione, quest’uso è al
edia, per trar questa d’imbarazzo, fondano la loro difficoltà non sul canto in generale, ma sulla differenza tra l’antica e l
cappella l’«Onda dal mar divisa»? Il modo sarà minore o maggiore? Il canto sarà parlante o di gorgheggio? Il movimento sarà
sia la prima parte dell’aria, contenga un senso intero; perciocché il canto dell’aria non termina altrimenti alla seconda par
zie d’una vita socievole e sola degna di ragionevoli creature. Con un canto accompagnato dall’accordo d’un musico stromento f
a voga, se ne potrebbero contare assai più. Né si troverà mai, che un canto composto d’una moltitudine di note sia riuscito p
prio ad aggiugner forza al sentimento delle parole. Potrà bene un tal canto riuscir piacevole all’orecchio. Ma oltre che ques
ntra nelle voci troppo basse. La sperienza è ben facile: scegliete un canto che vi muova; trasportatelo ne’ tuoni più acuti,
ità. § III. Terza legge [Sez.III.2.3.1] Lo stil teatrale ama il canto parlante, non quello di gorgheggio. Volete voi un
. Volete voi un potentissimo specifico per togliere ogni forza a qual canto che sperimentate più energico? Disseminatevi una
a competente dose del più bel gorgheggio del mondo. Questa maniera di canto ripugna assolutamente alla musica vocale. Poiché
zzare un lungo passaggio? [Sez.III.2.3.2] Fu questa strana maniera di canto menata sul teatro da que’ musici ambiziosi, i qua
III.2.3.3] Mai però più che oggi non ebbe questa impropria maniera di canto tanta voga su nostri teatri. La maravigliosa gorg
r avventura fare onore a un sonator di salterio o di liuto, ma che il canto di ben altra musica avesse mestieri. [Sez.III.2.
generali leggi dello stil teatrale. Esse riguardano principalmente il canto : perciocché l’accompagnamento degli stromenti d’u
non di rado avviene, che nell’ascoltare, o nell’eseguire un suono, un canto , c’imbattiamo in certi passi, i quali improvvisam
iccome ognun d’essi ha il proprio stile, avviene costantemente che un canto medesimo, eseguito da dieci virtuosi in dieci div
rima, e dalla prima alla seconda parte dell’aria, e qui terminasse il canto , non discontinuato giammai da ritornelli. Quelle
espressiva; ch’ella s’annoia di quegli attori che non accompagnano il canto con una convenevole azione. Richiede tutto ciò so
bbia messo la sua tenera gorgozza in istato di disputare la palma del canto agli usignoli, crede d’aver fatto quanto è il pre
ba a gran dritto i suoi più vivi applausi a coloro, che accoppiano al canto una energica pronunziazione; ed egli a consacrati
di tedio, perché gli altri attori non possono essergli a grado né pel canto , né per la pronunziazione. [Sez.IV.2.1.9] Chiudia
ù profondamente che con gesto sostenuto dal valore della poesia e del canto . § II. Della voce [Sez.IV.2.2.1] Quanto al
verso ne’ drammi. [Sez.IV.2.2.5] IV. Dee diversificare la voce e ‘l canto , secondo i diversi sentimenti. Tal espressione es
avrà messi tai sentimenti che non dieno gran presa a quella sorta di canto a cui sola è avvezza, e se avrà dimenticata la fa
rne le cantatrici, ben si sa qual predominio abbia sul cuore umano il canto donnesco, e una funeste e giornaliera esperienza
no le donne di questa professione. Nella favola delle sirene, che col canto faceano naufragare gl’incauti naviganti, esprimer
azione: «si recitavano le Rappresentazioni con una maniera di proprio canto ». Nella medesima edizione del Cionacci Planelli p
nsegnato in quell’età a rappresentare, e a cantar la Tragedia, se del canto avesse egli inteso, che nel recitare le cose poet
el recitare le cose poetiche si usava in que’ tempi? Non era egli tal canto per testimonianza del medesimo Crescimbeni pratic
o una drastica limitazione delle arie con da capo, un ampliamento del canto sillabico e dei recitativi accompagnati; la ‘natu
usica, t. I, Bologna, Dalla Volpe, 1757, Dissertazione seconda [«Qual canto in consonanza usassero gli antichi»], in particol
sda e a Vienna; nella capitale dell’Impero aprì nel ‘47 una scuola di canto e recitò (nel ‘49) nella Didone di Jommelli. Più
sola: «Di Orsola clemente, onesta e pia noi possiam recitar con dolce canto etc.». In quello di Stella : «Carità, fede, spera
Stella : «Carità, fede, speranza ed amore / conterrà tutto l’odierno canto ». Nel S. Giovanni e Paolo composto dal Magnifico
o a un tratto il frigio in dorico rasserenò il furibondo monarca. Del canto d’Olimpio, famoso musico, sappiamo da Aristotile
68 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « AVVISO A’ LEGGITORI. » pp. 237-240
p. 11. v. 9. spiega spinge p. 11. v. 15. altro caso altro canto p. 16. v. 7. intitolato intitolata p. 1
69 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo IV. Risorge in Italia nel Secolo XVI la tragedia Greca e la Commedia Nuova, e s’inventa il Dramma Musicale. » pp. 210-241
de’ Moderni, ignota del tutto agli Antichi». Or crede egli mai che ’l canto essenzialmente la costituisca tragedia? Ei s’inga
d’una in altra lingua, dove decidesi con magistral sicurezza che ’l « canto rende inverisimili le favole drammatiche». Come r
uali, disuguali, destre, sinistre, serrane, di Melopea? Diremo che il canto é una delle molte supposizioni ammesse in teatro
Leo, de’ Gluck, de’ Jommelli, de’ Piccini, e de’ Paiselli, animano il canto e la poesia con quella vivace rappresentazione ch
Aquilio come si dee, come richiedesi al di lui stato? Del verso e del canto siamo già convenuti che servir debbono di mezzo p
occa, secondo M. Sulzer, se esser vuol conseguente, e contraddice col canto alla passione. Un’espressione di gioia si può mai
70 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Introduzione »
, ma rielabora e amplia i paragrafi centrali dedicati alla musica, al canto e alle scene, anticipando alcune delle integrazio
ificità nazionali, la subalternità della poesia alla recitazione e al canto , la necessità di movimento per contrastare la noi
articolare Sulla origine delle opere in musica e Sopra la ragione del canto e sua composizione 31. Martinelli interviene nel
ello spettacolo operistico, a partire dal rapporto tra testo, musica, canto , ballo cui è dedicato un ampio spazio, fino alla
, ma rielabora e amplia i paragrafi centrali dedicati alla musica, al canto e alle scene, anticipando alcune delle integrazio
71 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO IV. Opera Musicale. » pp. 314-344
ne acque stagnanti a modo di laguna. Era l’altra Margherita Costa pel canto e pel suo vergognoso traffico famosa. Davasi nel
schiare la gioventù, e di addestrarla così malconcia ad esercitare il canto , e par che abbiano l’abbominevole privilegio di c
andare innanzi ai concorrenti e soprastare, addottrinò così bene nel canto i suoi castrati, e tanti n’ebbe che potè fornire
72 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CONCHIUSIONE. Dell’antica storia teatrale. » pp. 239-246
ogni tempo, non oltrepassando i balli e i pantomimi accompagnati dal canto , danno a divedere al filosofo investigatore in qu
73 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IV. Teatro Americano. » pp. 40-58
ico, in cui beveasi fino all’ubbriachezza, e mescolavansi al ballo il canto e i motteggi, condusse i Greci a formarsi i loro
dinate idee. Forse il piacere prodotto in questa festa dal ballo, dal canto e dalle maschere, suggerì il disegno di formare d
74 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IV. Teatro Americano. » pp. 28-41
ico, in cui beveasi sino all’ ubbriachezza, e mescolavasi al ballo il canto e i motteggi, condusse i Greci a formarsi i loro
dinate idee. Forse il piacere prodotto in questa festa dal ballo, dal canto e dalle maschere, suggerì il disegno di formare d
75 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 841-848
ogni altro Auriga di Climene al figliuol fia che risponda. Tuo nobil canto di Meandro vano rende l’onor ; e già la morte è d
ovente aggiunsi ; alimentaimi ; intanto De la città si sparse in ogni canto Fama d’allegra allor comparsa schiera, Che per gi
76 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 881-887
e del tempo, e di cui metto qui come saggio il principio del vigoroso canto  : I fifgli famelici della Vedova Ebrea assediata
lla natura e più dall’arte concessi. La sua non ordinaria abilità nel canto finiva di coronare i suoi meriti, ond’è ch’ella,
77 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO II. Se i Mori Spagnuoli ebbero Poesia Scenica. » pp. 9-13
togallo, mai sempre in tempeste ne’ sette o otto Secoli; e dall’altro canto soddisfatti negl’intervalli di ciò che amavano ed
78 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo II. La Poesia Drammatica a imitazione degli antichi rinasce in Italia nel Secolo XIV. » pp. 188-193
rso il fine, correndo l’anno 1380, allorché tra’ francesi cominciò il canto reale. Esso consisteva in versi in lode della ver
79 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 759-763
mpossibilità di condur con decoro la famiglia ; tal che buttati in un canto i barattoli di farmacia, si scritturò di sbalzo p
80 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo II. In quali cose si rassomigli ogni teatro. » pp. 8-13
, intitolato I Canti di Selma: ……………… Vedi con esso I gran figli del canto , Ullin canuto, E Rino il maestoso, e ’l dolce Alp
81 (1878) Della declamazione [posth.]
ticolare. Per lo che un medesimo oggetto viene ora imitato da una col canto o col suono, da un altra co’ colori; da questa co
ad un tempo. In questo senso può dirsi che la danza, la pantomima, il canto nacquero quasicché tutte contemporanee, o andaron
me riguardo all’armonia della lingua, al tuono della declamazione, al canto o alle note di questa, all’uso delle maschere, al
destrare l’ingegno e l’arte del commediante italiano, così dall’altro canto nocque non poco all’introduzione e al gusto della
itò tutto l’uomo operante, ma, per dir così, alcuna parte di esso. Il canto , la danza, la pantomima sono arti, per dir così,
facciamo ora solamente cantare, ed ora solamente gestire, e col solo canto o col solo gesto gli facciamo esprimere quello ch
i soltanto, si distinsero e perfezionarono sempre più la lingua ed il canto , la danza e la pantomina, la scultura, la pittura
ale appartengono, essi tutti si riducono al suono che accento o quasi canto volgarmente può dirsi. Questo accento può soffrir
stenza, trova e gusta per tutto la cagione della sua gioja; quindi il canto , il ballo, il batter forte la palma, il romoreggi
, ed aggiungendole quello ch’ei suppone mancarle, procura pur dal suo canto di più abbellirla e di migliorarla. Quindi concep
curarsi il carattere della scena, la quale anch’essa concorre dal suo canto a render vera e credibile l’espressione. La scena
, e se quella fosse per loro in tutto od almeno inparte una specie di canto , capace di tali gradazioni più o men spiccate per
e, e taluno al riferir di Du Bos, avea pur tentato di notare, come il canto , tutta la declamazione seguitamente. Dietro gli e
e meglio eseguito da una voce addestrata opportunamente dall’arte del canto . Gli attori antichi non cessavano di provare la v
co all’armonia del parlare. [23.9] Storia. Il disegno, il ballo ed il canto formano, per dir così, la parte meccanica dell’ed
notava l’antica declamazione essa non poteva essere che una specie di canto o di recitativo. Può notarsi ancora in gran parte
e viene realizzata. La voce e il gesto, strumenti rispettivamente del canto e della danza pantomimica, appaiono dunque come l
l commento di Anna Maria Chiavacci Leonardi, Milano, Mondadori, 1991, canto  XXV, vv. 1-2, p. 737. [commento_3.13] Nel corpus
mmento di Emilio Bigi, a cura di Cristina Zampese, Milano, BUR, 2012, canto  XXIV, 19, p. 798. [commento_3.17] Si veda quanto
la fine della frase. [commento_4.7] Dante Alighieri, Inferno, cit., canto  XXXIII, vv. 1-6, pp. 981-982. [commento_4.8] Dan
vv. 1-6, pp. 981-982. [commento_4.8] Dante Alighieri, Inferno, cit., canto  XXXIII, vv. 7-9, p. 982. [commento_4.9] Dante Al
III, vv. 7-9, p. 982. [commento_4.9] Dante Alighieri, Inferno, cit., canto  XXXIII, v. 10, p. 982. [commento_4.10] Vittorio
Alberto De Lisio, cit., pp. 227-235. Dante Alighieri, Inferno, cit., canto  X, vv. 35-36, pp. 311-312; Ivi, canto X, vv. 73-7
Dante Alighieri, Inferno, cit., canto X, vv. 35-36, pp. 311-312; Ivi, canto  X, vv. 73-75, pp. 319-320. [commento_5.12] Ludov
p. 319-320. [commento_5.12] Ludovico Ariosto, Orlando Furioso, cit., canto  XI, 35, p. 375. Un giudizio simile a quello su Da
Eneide, cit., I, 405, p. 34). [commento_5.14] Dante, Inferno, cit., canto  I, vv. 46-47, p. 19; Dante, Purgatorio, con il co
l commento di Anna Maria Chiavacci Leonardi, Milano, Mondadori, 1994, canto  XX, v. 16, p. 585; Dante, Purgatorio, cit., canto
o, Mondadori, 1994, canto XX, v. 16, p. 585; Dante, Purgatorio, cit., canto  XII, vv. 7-8, p. 354. [commento_5.15] La rilevan
, Libro XI, 3, 72, pp. 1886-1887); Dante Alighieri, Purgatorio, cit., canto  IX, vv. 41-42, p. 269; Dante Alighieri, Paradiso,
l commento di Anna Maria Chiavacci Leonardi, Milano, Mondadori, 1997, canto  XXIV, vv. 40-42, p. 663; Dante Alighieri, Inferno
1997, canto XXIV, vv. 40-42, p. 663; Dante Alighieri, Inferno, cit., canto  XVIII, vv. 46, 47, p. 546. [commento_5.16] Dante
vv. 46, 47, p. 546. [commento_5.16] Dante Alighieri, Inferno, cit., canto VIII, vv. 62-63, p. 253; Ivi, canto XII, v. 14-15
] Dante Alighieri, Inferno, cit., canto VIII, vv. 62-63, p. 253; Ivi, canto  XII, v. 14-15, p. 363; Torquato Tasso, Gerusalemm
e Liberata, cit., a cura di Lanfranco Caretti, Torino, Einaudi, 2014, canto  IV, I, p. 100. [commento_5.17] «la dea contraria
it., I, 482, p. 36). [commento_5.18] Dante Alighieri, Inferno, cit., canto  IV, vv. 112-113, p. 121. [commento_5.19] Dante,
canto IV, vv. 112-113, p. 121. [commento_5.19] Dante, Inferno, cit., canto  III, vv. 79-81, pp. 89-90. [commento_5.20] Dante
nto III, vv. 79-81, pp. 89-90. [commento_5.20] Dante, Inferno, cit., canto  III, v. 99, p. 93. [commento_5.21] Torquato Tass
, p. 93. [commento_5.21] Torquato Tasso, Gerusalemme Liberata, cit., canto  IV, LXXXIV, p. 124. [commento_5.22] Dante Alighi
 IV, LXXXIV, p. 124. [commento_5.22] Dante Alighieri, Inferno, cit., canto  XXXIII, vv. 94-96, p. 995. Una descrizione fisiol
«Alte terrà lungo tempo le fronti». (Dante Alighieri, Inferno, cit., canto VI, v. 70, p. 193); Torquato Tasso, Gerusalemme L
canto VI, v. 70, p. 193); Torquato Tasso, Gerusalemme Liberata, cit., canto  I, LVIII, p. 31. [commento_5.27] Dante Alighieri
nto I, LVIII, p. 31. [commento_5.27] Dante Alighieri, Inferno, cit., canto  XXIII, vv. 19-20, pp. 683-684. [commento_5.28] «
 III, Libro XI, 3, 85, pp. 1892-1893; Dante Alighieri, Inferno, cit., canto  IX, vv. 49-50, p. 281; Ludovico Ariosto, Orlando
canto IX, vv. 49-50, p. 281; Ludovico Ariosto, Orlando Furioso, cit., canto  IX, 76, p. 321. [commento_5.30] Dante Alighieri,
anto IX, 76, p. 321. [commento_5.30] Dante Alighieri, Inferno, cit., canto  XXIX, v. 26, p. 866. [commento_5.31] «Souvenez-v
 572, pp. 550-551). [commento_5.34] Dante Alighieri, Paradiso, cit., canto  IV, vv. 10-11, p. 108. [commento_5.35] Dante Ali
v. 10-11, p. 108. [commento_5.35] Dante Alighieri, Purgatorio, cit., canto  XXI, vvv. 103-104, pp. 630-631. [commento_5.36]
p. 630-631. [commento_5.36] Ludovico Ariosto, Orlando Furioso, cit., canto VIII, 39, p. 284. [commento_5.37] «A che scopo a
ttere sulla mimica, cit., p. 391). Dante Alighieri, Purgatorio, cit., canto  IV, vv. 107-108, p. 126. [commento_7.8] Dante Al
. 107-108, p. 126. [commento_7.8] Dante Alighieri, Purgatorio, cit., canto  IV, vv. 121-122, p. 127. [commento_7.11] L’ammir
kob Engel, Lettere sulla mimica, cit., p. 551). Dante, Inferno, cit., canto  II, vv. 37-39, p. 53. [commento_7.13] L’autore d
intellettuali della questione. [commento_7.14] Dante, Inferno, cit., canto  II, v. 4, p. 46. [commento_7.15] Nella venerazio
, Newton Compton, 2007, I, 1, p. 37); Dante Alighieri, Inferno, cit., canto VI, v. 24, p. 182. [commento_7.26] «Ma quando la
lière, cit., p. 13). [commento_7.28] Dante Alighieri, Inferno, cit., canto  III, vv. 22-30, pp. 81-82; Dante Alighieri, Infer
it., canto III, vv. 22-30, pp. 81-82; Dante Alighieri, Inferno, cit., canto  III, vv. 100-105, pp. 93-94. [commento_7.29] Il
Lettere sulla mimica, cit., p. 438); Dante Alighieri, Inferno, cit., canto  XIII, v. 5, p. 982 [commento_7.30] La citazione
«ambo le man per lo dolor mi morsi» (Dante Alighieri, Inferno, cit., canto  XIII, v. 58, p. 989). Salfi cita in realtà un’esp
’espressione ricavata da Tasso (Torquato Tasso, Gerusalemme Liberata, canto  IV, 1). [commento_7.31] Dante Alighieri, Inferno
erata, canto IV, 1). [commento_7.31] Dante Alighieri, Inferno, cit., canto  XXXIII, vv. 73-78, pp. 991-992. [commento_7.34]
-11, p. 751. [commento_9.6] Ludovico Ariosto, Orlando Furioso, cit., canto  XIV, 87, p. 468. [commento_9.7] L’aneddoto viene
, p. 101.) Capaneo, uno dei sette che assediarono Tebe, compariva nel canto  XIV dell’Inferno dantesco, nel terzo girone del s
a rivolgere attenzione unicamente a quei fattori che destino diletto ( canto e decorazione), piuttosto che al testo e al messa
82 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo duodecimo »
umenti. Il Khaschbat e l’oud erano i principali. Accompagnando il suo canto col primo fece il famoso Alfarabi in presenza del
uona la sua canzonetta. «L’empia maga adopera anch’ella una specie di canto nelle misteriose parole che borbotta fra se. Coll
suoi cammelli. «L’astuto uccellatore adopera una musica che imita il canto dei diversi uccelli ingannati dai suoni omogenei
he non fosse stato inventato per adattarlo piuttosto ad una spezie di canto che ad un’altro. Imperocché avendo eglino con sot
che la durazion relativa dei suoni ch’entrano nella composizione d’un canto . Secondo Isaacco Vossio gli effetti di questa mis
di Mimnermo, altra quella sulle odi d’Alceo e di Saffo; differente il canto dei ditirambi da quello dei giambi di Archiloco,
i perda il senso delle parole; ed ecco l’origine del gran difetto del canto moderno, dove a motivo di non trovarsi la dovuta
83 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1064-1067
perta e men capace, Vider l’arena lor Vestri e Taddei. Nè men sete di canto ebber da poi Le minori cittadi, ove talvolta Su l
84 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 87-90
e Tessero lo scettro del teatro italiano di prosa, e, direi quasi, di canto , tale e tanta era la carezzosa musicalità della s
85 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo undecimo »
ppo lunghe o di suono malagevole e sostenuto non sono acconcie per il canto ; ora adoperando spesso la sincope e le voci che f
on cantabile, quando si sà che le greche non mai si scompagnavano dal canto e dal suono. Lo stesso dico della maggior parte d
iere di geni e di ninfe seguaci della Dea del Piacere, le quali e col canto e col ballo esprimono non meno il contento dell’a
fatto dal Racine. L’opera, non iscompagnandosi mai dalla musica, dal canto , dalla danza e da gran decorazione, ha per oggett
alla quale giunsero nella trascorsa età e nella presente le arti del canto e della composizione. I Pergolesi, i Vinci, i Jum
altro non sono che un continuato recitativo. In quanto alla spezie di canto compreso in due o più strofi liriche, le quali ch
lle degli altri componimenti, esigendo la natura del recitativo e del canto un tornio di espressione, una certa combinazione
e imperiale, e pel gran numero di musici eccellenti che avrebbero dal canto loro contribuito a rovesciar l’antico edifizio pe
86 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 869-873
1846 dal Marchese Filippo Villani e da Giulia Ferravilla, artista di canto portoghese, è, per originalità, il più grande deg
87 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 118-139
elo la Ghirlanda, poi, cessate le trombe, continuano le sinfonie e ’l canto . Il Prologo recita ancor due quartine, poi i due
pagnamento di piena orchestra (a tutto coro d’istrumenti). Cessato il canto degli Angioli, il Favor Divino canta un a solo co
o già molt’ anni introdur per intermedio uno Amphione, al suono et al canto del quale, uenivano i sassi a porsi l’ uno sopra
88 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VI. Teatro Greco. » pp. 44-148
re di Eschilo maneggiato con e sattezza maggiore. L’intermezzo, ossia canto del coro dell’atto II, è congiunto alle querele d
sepolta. E le tenere spose E le madri canute L’una de l’altra a canto Piangon supplici e meste i loro mali. In vari
altre può valer di pruova che non sempre terminavano gli atti con un canto sommamente lontano dalla declamazione del rimanen
delle simili altrove. Euripide stesso dice nell’ Ecuba: incomincio il canto delle baccanti, cioè, prorompo in querele da fors
di Diana nella sua disgrazia. Non si vede però allora eseguito questo canto , e pare che vi manchi il coro. In tal caso l’atto
mposto del primo e del secondo della prima divisione terminerebbe col canto del coro, O rupi Cianee che congiungete i mari; i
oè un’ altra maniera di contrafacitori . . . . dividendo il ballo dal canto e dal suono . . . . E Sofocle trovò il terzo, e d
spiegò Laerzio, ma tre classi, e tra esse va ripartendo il ballo, il canto ed il suono. Ma se Tespi introdusse un attore o u
ia con certa armonia che non giugneva alla melodia che costituisce il canto propriamente, e di questa cura si allegerì il cor
89 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Della musica »
ha origine da altro, se non se dal non ci essere tra le parole ed il canto quell’armonia che si richiede. Imperciocché se ta
po ed accesa la guerra. Non si trovava la via da accordare col nostro canto le orecchie dei Francesi, ed era da essi loro rig
90 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Indice. » p. 443
si e Giapponesi 14. misti di tragico e di comico 16, di’ favella e di canto Messicani 19. Peruviani 21. Fiaminghi 208. Danesi
Metastasio 334. 348. 436. e la Lingua Italiana come la più adatta al canto e all’armonia 351., rimprovera a’ Francesi il dif
91 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XII. Teatro di Aristofane. » pp. 16-140
lle proprie famiglie. Trigeo invita il Coro a salutar la Dea. Dopo il canto egli vuol sapere da Mercurio, onde avvenne che la
uperbo; gli rimprovera che in lui il Coro soleva guastar l’ordine del canto , quattro volte tacendo; ne censura l’uso delle pa
erienze è giunto a sciorre sì gran problema, e si è assicurato che il canto venga dalla parte deretana. Str. Il di dietro adu
de, affinchè degnino mostrarsi a questo nuovo discepolo. Odesi qui il canto del Coro delle Nuvole accompagnato o preceduto da
nza per appagar l’occhio colla magnificenza delle decorazioni. Questo canto è lavorato con forza e arricchito d’immagini poet
eriale nulla ne comprende. L’atto si chiude con un Coro; ma prima del canto vi si osserva una novità. Non solo il poeta mette
dar motivo alla musica di esser varia e piacevole coll’imitazione del canto di varii uccelli. Si trovano in questo Coro ed an
altro che si spaccia giure-consulto e venditore di giudizii. Dopo il canto del Coro viene un Messo a riferire le gran fabbri
92 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO III. Teatro Inglese. » pp. 143-156
bizzarra che a guisa dell’opera dava luogo in un tempo al ballo ed al canto , di cui parla Paolo Rolli nella Vita di Milton, e
93 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO VI. Teatro Inglese. » pp. 291-300
izzarra, che a guisa dell’opera dava luogo in un tempo al ballo ed al canto , di cui parla Paolo Rolli nella Vita del Milton,
94 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO II. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 80-124
l di lui palagio, fu lo stesso lodato Pietro Pisano. Altri maestri di canto , di gramatica, di aritmetica, e di tutte le sette
avole e narrarle in versi; in Canteres, o Cantori che aggiungevano il canto ai versi de’ Trovatori; e in Giullares, ovvero Gi
Magno chiamò in Francia per insegnarvi la gramatica, l’aritmetica, il canto ecc. a. Da questo sentimento non contraddetto
95 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 149-268
colle loro famiglie. Trigeo invita il coro a salutar la dea. Dopo il canto egli vuol sapere da Mercurio, onde avvenne che la
superbo: gli rimprovera che in lui il coro solea guastar l’ordine del canto , quattro volte tacendo: ne censura l’uso delle pa
rienze è giunto a sciorre sì gran problema, e si è assicurato, che il canto venga per la parte deretana. Strep. Il di dietr
de, affinchè degnino mostrarsi a questo nuovo discepolo. Odesi quì il canto del coro delle Nuvole accompagnato o preceduto da
nza per appagar l’occhio colla magnificenza delle decorazioni. Questo canto è lavorato con forza e arricchito d’immagini poet
eriale nulla ne comprende. L’atto si chiude con un coro, ma prima del canto vi si osserva una novità. Non solo il poeta mette
o. Queste cose non sono pe’ denti tuoi. Potresti pià tosto imparar di canto . Strep. O o, che giovano i canti alla farina?
r motivo alla musica di essere varia e piacevole coll’ imitazione del canto di varj uccelli. Si trovano in questo coro ed anc
uno che si spaccia per giureconsulto e venditore di giudizj. Dopo il canto del coro viene un messo a riferire le gran fabbri
96 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO V. La Drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 148-185
dicesi pur da’ Latini e da noi il recitar versi, per quella specie di canto con cui si declamano; ed ogni poeta dice de’ suoi
di canto con cui si declamano; ed ogni poeta dice de’ suoi versi, io canto . Perchè poi non potrebbe dirsi che Sulpizio avess
97 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO IV. La drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 47-73
dicesi pur da’ latini e da noi il recitar versi, per quella specie di canto con cui si declamano; ed ogni poeta dice de’ suoi
di canto con cui si declamano; ed ogni poeta dice de’ suoi versi, io canto . Perchè poi non potrebbe dirsi che Sulpizio avess
98 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO II. Pastorali Italiane del XVII secolo. » pp. 274-291
, e l’ameno soggetto di una festa cinquennale, in cui si gareggia col canto per acquistare una bella Ninfa. Io non conosco pa
99 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO II. Pastorali Italiane. » pp. 131-143
, e l’ameno soggetto di una festa cinquennale, in cui si gareggia col canto per acquistare una vaga ninfa. Io non conosco pas
100 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — 2 giugno 1902. Guido Biagi. » pp. 327-333
come l’arte della parola possa utilmente e piacevolmente sposarsi al canto indefinito della musica strumentale. Nè basta : i
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