è vicino ad esser punito per l’uccisione della madre. Si legge nel l’
atto
primo un breve dialogo di Elena e di Elettra sua
i di molto dal gusto moderno. Ma la scena di Elettra con Oreste nel l’
atto
quarto sommamente tenera merita di essere ammirat
izio gusto e sensibilità noterà il dilicato contrasto che fanno nel l’
atto
terzo le innocenti naturali domande d’Ifigenia, e
il decoro . l’azione di questa tragedia acquista dal principio del l’
atto
quarto gran calore e movimento per l’avviso dato
ra eseguito questo canto, e pare che vi manchi il coro. In tal caso l’
atto
sesto comincerebbe dalla nuova uscita d’Ifigenia
tenera scena di amicizia tra Pilade ed Oreste, colla quale termina l’
atto
terzo senza Coro. Maneggiata poi con gran delicat
cena d’Ifigenia e Toante, il Coro canta solo nella scena quarta del l’
atto
quinto, Celebriamo le lodi di Febo e di Diana .
mo le lodi di Febo e di Diana . Or non sarebbe questo il finale di un
atto
? Allora potrebbe la tragedia dividersi in quattro
il terzo terminerebbe col Coro sopraccennato della quarta scena del l’
atto
quinto; ed il quarto comincerebbe dalla scena qui
ta che una situazione ben dipinta si collochi più in uno che in altro
atto
, purchè sia ben preparata, e se ne comprenda tutt
i che gli stupidi biasimatori degli antichi leggessero attentamente l’
atto
secondo per impararvi a dipignere la natura con f
’intitolò Μαστιγοφορος per la sferza ch’egli portava in iscena. Nel l’
atto
primo partito Ippolito resta solo il Coro e si tr
iene sullo stato di Fedra; or non potrebbe esser questa la fine di un
atto
? Ma vi è attaccata anche la scena di Fedra la qua
scena di Fedra la quale naturalmente par congiunta colla prima del l’
atto
secondo. Quella felice distrazione di Fedra egreg
edi al fato, Cedi, meschina, al tuo delirio, e mori. La scena del l’
atto
secondo, in cui Fedra manifesta alla Nutrice la c
u il figlio del l’Amazone? Anche la scena di Teseo ed Ippolito del l’
atto
quarto è stata dal Racine copiata maestrevolmente
ngolarmente eccellente la scena di Ulisse con Ecuba e Polissena nel l’
atto
primo, dove coloro che intendono ed amano le dipi
re per la pietà. Nel patetico racconto della morte di Polissena nel l’
atto
secondo si ammirano varii tratti pittoreschi e tr
ferite, Ella poichè si vide in libertate Volgendo gli occhi in certo
atto
pietoso, Che alcun non fu che i suoi tenesse asci
ombilico, E il suo candido seno mostrò fuori; e finalmente il nobile
atto
di cadere con decenza dopo il colpo così espresso
. Serpeggia per tutto il dramma una forza tragica terribile; ma nel l’
atto
terzo si tratta della morte di Polidoro, per la q
i di passione non meno che di bellezze poetiche. Veggasi quello del l’
atto
primo, in cui le schiave Trojane sollecite del lo
ual parte toccherà loro in sorte di essere trasportatea. Quello del l’
atto
terzo mi sembra il più patetico, ed il Dolce ne h
i di Andromaca ed Ermione presso Euripide. Osservisi ancora che nel l’
atto
quarto Ermione ed Oreste fuggono da Ftia per anda
tino delle prigioniere fatte in Troja. Le profezie di Cassandra nel l’
atto
secondo, e l’addio che ella dà alla madre e alla
quarcia poi i cuori ancor meno sensibili il dolore di Andromaca nel l’
atto
terzo al vedersi strappar dalle braccia Astianatt
che con Diomede ammazza questo re di Grecia nel campo Trojano. Nel l’
atto
quarto comparisce Minerva ad Ulisse e a Diomede,
lui figliuola. Degno singolarmente dì osservarsi è lo squarcio del l’
atto
quarto, dove Medea intenerita co’ suoi figliuolin
stibolo colla testa velata circondato da’ figliuolini delle Argive in
atto
supplichevole. Oltre a molti altri tratti patetic
ro leggi ed origini e de’ loro costumi a gloria della nazione.. Nel l’
atto
II però Teseo risolve di portar la guerra a Tebe,
rò Teseo risolve di portar la guerra a Tebe, ed appena incominciato l’
atto
III la guerra è fatta, e Teseo torna vincitore. È
simiglianza osservato anche nell’Andromaca. Ercole furioso sino al l’
atto
III tratta della giusta vendetta presa da Ercole
ersone straniere a versare il sangue di una propria figlia. Ode nel l’
atto
II questo nuovo sconcerto la vergine Macaria figl
per l’eroica azione della vergine in pro di tutta la famiglia. Nel l’
atto
IV riceve la notizia della vittoria d’Illo e di I
liati, per tal modo era la religione congiunta allo spettacolo. Nel l’
atto
V Euristeo prigioniero usa ogni viltà per ottener
cudiere di Ercole Vedete quest’altra figura su di un cavallo alato in
atto
di ferire quel mostro di tre corpi ec. Così è co
situazione di Achille ozioso in quella reggia. Notabile nel medesimo
atto
I è la scena di Creusa e Ione che non si conoscon
usa e Ione che non si conoscono. Il ragionamento di Ione a Suto nel l’
atto
II è ben vago e naturale, e dal Racine è stato im
e ne’ loro componimenti. l’altra scena di Ione e Creusa che termina l’
atto
IV e che dovrebbe essere la prima del V, è una di
e alle antiche tragedie che trattavano soltanto di Bacco. Havvi nel l’
atto
IV una scena totalmente comica trall’infelice Pen
hè possano agevolmente trovarsi gli squarci che si vanno indicando. L’
atto
I adunque si fa terminare col Coro Αὐρα, ποντιας
, ma fin qui non trovata. Della morte di Bartolommeo Cavalieri ecco l’
atto
tolto dai Registri di S. Giovanni Laterano (1699-
unerale privato. Il Cavalieri era nato dunque il 1730 ; e, secondo l’
atto
che è nel Registro manoscritto appartenente al Ma
n una nota di esso Martini, avendo il Cavalieri per moglie, secondo l’
atto
di morte, una Giustina Bercelli, e secondo il Bar
on riporta, oltre a una querela contro Silvia e il padre Benozzi, e l’
atto
di matrimonio di lei col Balletti, un atto d’usci
ia e il padre Benozzi, e l’atto di matrimonio di lei col Balletti, un
atto
d’usciere, col quale a istanza di certo Maziau, s
oso che sempre in Sofocle precede le disperazioni e i suicidii. Nel l’
atto
quinto trovasi quello squarcio maraviglioso che l
Polinice mal grado del vigoroso divieto di Creonte. E notabile nel l’
atto
secondo la scena delle due sorelle Antigone ed Is
iato con esattezza maggiore. L’intermezzo, ossia canto del Coro del l’
atto
secondo, è congiunto alle querele di Elettra. La
i se ne contino. Dopo un contrasto di Edipo e Creonte, Giocasta nel l’
atto
terzo cercando di consolare il consorte con iscre
me qui Giocasta si studia di torre ogni credito agli oracoli; e nel l’
atto
quarto Edipo al l’udir che Polibo suo creduto pad
riconoscenza poi mirabilmente condotta per tutte le circostanze nel l’
atto
quarto, e di qual veramente tragica catastrofe pr
che i tuoi raggi io miria Ma quanto è tragico e spaventevole nel l’
atto
quinto il racconto della morte di Giocasta e del
cì più di ogni altro tragico, Qualche altro frammento di quello del l’
atto
primo della versione elegante del lodato Giustini
drebbero con piacere sulle scene Filottete zoppicante e disteso nel l’
atto
II colle convulsioni: ma egli si mostrava in ques
ndi. Può osservarsi in questa favola che i Cori del primo e del terzo
atto
sembrano più parlanti del secondo, il che trovand
to, o vogliam dire accompagnato dagli stromenti. La prima scena del l’
atto
quinto è molto vivace pel vago contrasto della vi
r più parte la mente che il cuore. Il soliloquio di Medea che forma l’
atto
primo e serve d’introduzione, è vigoroso. Invocat
Creusa vedesi il progresso dell’azione; e Medea dice nel cominciar l’
atto
II: Occidimus, aures pepulit hymenæus meas.
sfuggita ad Euripide. Ma le studiate bellezze poetiche profuse nell’
atto
quarto, allorchè la Nutrice novera i veleni racco
ioni, la scena prende maggior movimento e vigore. Non è meno vivace l’
atto
terzo in cui Fedra accusa della propria colpa l’i
occorso di Nettuno obbligato a compiere l’ultimo di lui desiderio. L’
atto
quarto cavato interamente da Euripide contiene il
imide cum increpuit metus. Ma l’originale bellezza dell’eccellente
atto
terzo gareggia colle più teatrali patetiche situa
a declamazione di Edipo su i mali della peste ripetuti dal coro nell’
atto
primo. Sofocle con saggia economia svolge gradata
missus erebo ut cædis auctorem indicet. E con ciò si prepara per l’
atto
terzo un lunghissimo racconto dell’ evocazione de
or latino; e sempre più si desidera il bellissimo e veramente tragico
atto
quinto del coronato Agamennone di Eschilo. Il Tie
ndo sono lunghe e troppo circostanziate. Tale è quella di Atreo nell’
atto
terzo: Sic cum feras vestigat, & longo sagax
a sylvis qualis in Gangeticis &c.; e anche un’ altra del medesimo
atto
, nè molto da questa lontana, spiegata in altretta
certi nihil, Nisi frater hostis. Bella è pure la sentenza della
atto
terzo: Habere regna casus est, virtus dare,
e, sembrano più connessi a cagione del prologo di Giunone che forma l’
atto
primo. Ma poi la tragedia greca trionfa per la vi
itevoli di particolar lode sono eziandio le preghiere di Ercole nell’
atto
quarto. Anfitrione gl’ insinua d’implorar da Giov
r magnanimo. Non è da omettersi la bella espressione di Giunone nell’
atto
primo: . . . . . . Monstra jam desunt mihi, M
i molto alle due favole greche per istile e condotta. Nel lunghissimo
atto
primo, benchè pur tronco, presenta una verbosa de
e nel piano e nella condotta dell’Ercole Eteo latino che ne deriva. L’
atto
primo ci mostra Ercole che si trattiene a ciarlar
tarda senectus) le va incontro, e cominciano le nenie a due. Apre l’
atto
secondo Seneca che pur viene non si sa perchè, e
mina a partire: Quid tegere cesso tartaro vultus meos? Chiude l’
atto
Ottavia rimandata alla casa paterna, ed il Coro l
rrier spietatamente audaci Stan presso a un’ara di gramaglie cinta In
atto
minacciosi e con orrendi Giuramenti spaventano gl
o. Sommo impeto di vigorosa eloquenza scopresi nel coro del medesimo
atto
primo, e la dipintura vivace del sacco di una cit
esa per assalto si legge con gran piacere nell’atto secondo. L’ultimo
atto
sembra veramente un accessorio superfluo, poichè
a lingua. La riconoscenza di Elettra e del fratello si fa nel secondo
atto
per mezzo de’ capelli gettati da Oreste sulla tom
e di cote al furor di Oreste, e lo determina ad ucciderla. Nel quinto
atto
il poeta manifesta parimente la sua maestria, mos
l Coro de’ vecchi Persi, forma una delle bellezze di questo dramma. L’
atto
quarto, in cui comparisce l’Ombra di Dario, è un
di sì gran nemico le lodi della Grecia. La venuta di Serse nel quinto
atto
aumenta la dolorosa situazione del Consiglio di P
. Ασαφις, inintelligible fu da Aristofana chiamata la sua frase nel l’
atto
5 delle Rane. a. L’originale greco ha che per tu
un con suo marito nel giugno del 1683 (V. il Campardon che riporta l’
atto
di naturalizzazione — Les Comédiens du Roi de la
ssasi la di lui testa fra le gambe, si dà a schiaffeggiarlo. Al terzo
atto
Cintio e Trivelino che appaiono i favoriti rivali
stile e della versificazione il monologo di questa principessa nell’
atto
III Eccomi donna e sola fra barbari crudeli. V
tutta esprime la passione, e nulla v’ è di narrativo. Notabile nell’
atto
IV è il discorso di Solimano dopo di aver deliber
ate che non sono in Seneca, il linguaggio più spesso fangoso, e nell’
atto
V si accumulano troppe cose dopo la morte di Seja
pennellate franche e vigorose ; vivo è il ritratto de’ favoriti nell’
atto
III ; buona è la scena del IV in cui Sejano intim
si. La Virginia, mal grado del buou dialogo d’Icilio e Numitore nell’
atto
I, e del racconto felice e senza ridondanza del d
itolo di Orazia, ma conservò per lei sola tutto l’interesse sino all’
atto
V ; là dove l’Aretino, che la fa morire nel III,
’amor tragico di Orazia e Curiazio, l’amara divisione di questi nell’
atto
III, il carattere eroico e feroce di Orazio, la n
a trattener la madre che stà per trafiggere il figliuolo ? del vivace
atto
V ove tutto mira al disviluppo felicemente ed avv
per la semplicità dell’azione avvivata però da un movimento che va d’
atto
in atto crescendo. La sceneggiatura è pure alla m
semplicità dell’azione avvivata però da un movimento che va d’atto in
atto
crescendo. La sceneggiatura è pure alla maniera a
agedia. Vi si scorgono di bei passi nè pochi. Spira magnanimità nell’
atto
II la risposta di Didone all’ ambasciadore di Jar
o II la risposta di Didone all’ ambasciadore di Jarba. Teatrale nell’
atto
III è il contrasto di Didone che giugne gioliva e
a trafitta di Didone, e l’ingegno dell’ autore. La scena quinta dell’
atto
IV ci sveglia l’idea dell’ abbandono di Armida, e
ende che egli vi concorra. « Io porterommi al tempio (ella dice nell’
atto
III) mi scoprirò al tiranno ; gli trarrò dal capo
nteressanti ben condotte. Viva e patetica è la preghiera che fa nell’
atto
I Osmene al padre per non isposar Giocasta. È ten
sposar Giocasta. È tenera la riconoscenza di Antigona ed Osmene nell’
atto
II. Sono giuste le di lei prime espressioni. Appa
i lei coraggio ed il disprezzo della morte in faccia a Creonte nel IV
atto
. Piace soprattutto nell’ atto V la patetica separ
della morte in faccia a Creonte nel IV atto. Piace soprattutto nell’
atto
V la patetica separazione di Antigona ed Osmene n
IV, e s’impresse splendidamente in Veuezia nel 1754 ornata in ciascun
atto
di alcune medaglie battute da’Romani in onore di
supplizio. Vì sono i cori scritti ottimamente, i quali incatenano un
atto
coll’altro, e meritano l’attenzione degl’intellig
a situazione di Timandro e de’ figli, i quali nella scena terza dell’
atto
Il a prova accusano ciascuno se stesso per libera
Timandro non doveva fremere all’udirli ? Ottimo nel principio dell’
atto
III è il contrasto che si ammira in Timandro del
erosamente si animano a morir con costanza. Tutto bene ; ma già nell’
atto
II, come si è notato, è seguita una volta la loro
l’ impostura di Marco è sobria e giudiziosa : patetiche nel medesimo
atto
sono l’espressioni di Virginia : buono il raccont
loro stato, e si dividono senza che Ulisse si faccia conoscere. Nell’
atto
V Penelope si lamenta del tripudiar che fanno i p
ofici, come specialmente dimostra il discorso di Ulisse in fine dell’
atto
IV, e sapere occultar se stesso ne’ personaggi ch
Quì l’oro il padre d’ogni colpa, è fango ec. Nella scena terza dell’
atto
II avviene l’annua adunanza de’ Cherusci, in cui
i Cauno ed Idotea, e nel disegno di Mileto su di costei che l’odia. L’
atto
risorge colla vénuta di Bibli destinata dall’ ora
pietà. Ma la scena terza, la quarta ben lunga, e la quinta di quest’
atto
, che non ne contiene che sette, si aggirano intor
sai patetica riesce la descrizione di Marco nella scena seconda dell’
atto
II della rassegnazione di Ugolino condotto al car
i quello del Shakespear. Confesseremo non pertanto che la scena dell’
atto
IV di Cleopatra ed Ottavio nel tempio, in cui ell
il piacere nella sua casa in Parigi di udirne leggere dall’ autore l’
atto
primo che sommamente interessava. Sopra tutte le
Ecco le scene che mi sembrano più teatrali. In prima la quarta del II
atto
di Alfonso che trova viva la figlia, e le fa sape
e esserne egli il possessore. Questa serie di scene patetiche rende l’
atto
III pieno di moto e di azione. L’assalto generale
re il rispetto di figlio coll’amor di marito, situazione che corona l’
atto
IV. Arde Sagunto : caduti sono tutti i cavalieri
rigida virtude ? Anagilda Ad Anagilda. Anche la settima del medesimo
atto
è singolare per la riconoscenza di Fernando del p
concepire alte speranze nel declinat del secolo XVIII. Vigoroso nell’
atto
I è il discorso tenuto da Sempronio al giovine Eb
teri de’ baccanti. Vivace la dipintura della loro empietà fatta nell’
atto
II da Fecenia spaventata dal vedere ascritto il c
rci eccellenti nelle scene tutte di Pilade ed Oreste, in quella dell’
atto
III tra essi ed Ifigenia, nell’ ultimo patetico c
ultimo patetico congedo di Oreste coll’ amico nella scena terza dell’
atto
IV. Ci basti accennare che rendono questa Ifigeni
re. Serva di saggio ciò che dice Farfè nella bella scena quinta dell’
atto
II, in cui si ammirano quattro caratteri dissomig
rvisi il ritratto di Cromwel in queste parole della prima scena dell’
atto
IV : Diadema non curo o regia spoglia ; Voglio
al favola che ha un coro mobile nel primo e nel secondo, e nel quarto
atto
, e non nel terzo, è notabile la franca dipintura
caratteri di Cleonice e di Sofronimo, e patetica la scena terza dell’
atto
IV. Rincrescerà però a taluno il non delicato car
agedia italiana. L’autore nel tessere la sua tela non ha potuto nell’
atto
V serbare il modo tenuto de’ moderni e guardarsi
la rapidezza di questa meglio conviene alle circostanze di trovarsi l’
atto
in sul finire ed Uberto così malconcio da’ tormen
omeo intenerito più non resiste, e palesa quanto gli chiede. L’ultimo
atto
con una rapidezza giudiziosa, colla determinazion
iene a prendere Elisa, della quale Matilde sospettava ; quella del IV
atto
in cui il virtuoso Ubaldo si allontana dalla cort
duta sin dal principio ; la venuta d’Isabella nella prima scena del I
atto
senza perchè o solo per tornare dentro dopo del s
i, ed otto soliloquii, e qualche inverisimiglianza, come quella dell’
atto
V, in cui Egisto penetra quasi presso del letto d
la non l’è più quando per lui paventa. Sopratutto lodevolissimo nell’
atto
V è il trasporto di Oreste nel trucidar Egisto, c
enire. Elettra va parlando sola a voce alta nella scena seconda dell’
atto
I, ed è intesa da Pilade ed Oreste. Era giusto ch
co ? Perchè non congiungere lo scioglimento all’ azione ? Per fare un
atto
V(a). Rosmunda. Questo componimento è tutto d’in
Bruto novello, spegne in Timofane il tiranno, e piagne il fratello. L’
atto
V piacerà sempre per l’oppressione repentina dell
? Il carattere di Egisto è colorito egregiamente nell’ incontro dell’
atto
II cou Polifonte ; ma nel suo bel racconto la cir
al furore di Merope che lo crede uccisore del proprio figlio anima l’
atto
IV. Pur la sua lunghezza potrebbe (stò per dire)
nsinuano guerre stragi atrocità predicando pace e tolleranza, e nell’
atto
V comparisce profeta veridico degli eventi di Mar
L’avversione di Roma traluce, nè foscamente nella scena quarta dell’
atto
IV da i detti di Lorenzo. Nel V atto si trasporta
camente nella scena quarta dell’ atto IV da i detti di Lorenzo. Nel V
atto
si trasporta felicemente la finale azione alla pr
i, che il consiglio di Raimondo, Salviati e Guglielmo nel finir dell’
atto
IV sembri un consesso di tigri, Freddo valor fer
ere su di questa favola ravvisa per attivi solo il terzo ed il quinto
atto
, ed osserva certa inazione ne’ due primi, e nel q
patetico che vi scorgo. In prima l’osservo nella seconda scena dell’
atto
II, in cui Agide esorta la moglie a soffrir la di
ovar può a Sparta, Non il mio pianto a te. Il la seconda scena nell’
atto
III, in cui segue l’abboccamento di Agide con Leo
lascia… Addio, miei figli. Possibile che ciò non interessi ? Tutto l’
atto
V che consiste in due non brevi scene, contiene l
za svantaggio. Qual cosa v’ha di più grande della seconda scena dell’
atto
III tra Cesare e Bruto ? Il parlar di Bruto da ve
propria ambizione, l’altro di rendere a Roma la libertà. Bruto nell’
atto
V prende la parola nel Senato, e dice che Cesare
, ai figli, alla patria, alla vita, vidi commosso l’uditorio. Ciascun
atto
di questa tragedia rileva un trionfo della virtù
i Socrate, ed un passo che lo conduce gloriosamente alla morte. Nell’
atto
I egli si oppone agli amici e discepoli, che vogl
pposto segna egli stesso il foglio della domanda. Si oppone nel terzo
atto
ai discepoli per salvar la vita al traditore Meli
e Socrate è condotto al carcere. Compiesi il trionfo di Socrate nell’
atto
V. Egli rimprovera i seguaci che tumultuano. Disa
azioni del Riccardo D’ Arlington, il pubblico accorreva al solo terzo
atto
, in cui ella aveva la maggior parte. Nella Pia de
di consiglio, n’ebbe in risposta che niente poteva dirle per l’ultimo
atto
, poich’ella moriva come niuna avrebbe potuto mai.
lla moriva come niuna avrebbe potuto mai. Qualcosa le disse pel terzo
atto
, e Marenco dovè tagliare il gran discorso, non co
recata Beatrice d’Este sua madre. ADDIZIONE V** Sull’autore del I
atto
della Celestina. V’Ha chi pone in dubbio, che
stina. V’Ha chi pone in dubbio, che il Cotta fosse l’autore del I
atto
della Celestina. Alcuno l’attribuisce a Giovanni
ro in più di un genere. I Difetti dell’amore pastorale in versi di un
atto
riscosse applausi da’ suoi e dagli stranieri per
Amor non previsto, o Cupido filosofo, altra favola in versi pur di un
atto
fu parimente bene accolta. La Marianna, ovvero la
ce…. Ma lasciam discorrere il Gozzi : …… Alla sedicesima scena dell’
atto
primo, ch' è la penultima di quell’ atto, uscì il
Alla sedicesima scena dell’ atto primo, ch' è la penultima di quell’
atto
, uscì il Don Adone cugino del Duca. Al presentars
nesti prodigii, e dopo aver molto l’uno e l’altro cianciato termina l’
atto
con un coro. Trattasi nel II atto de’ mali appar
l’uno e l’altro cianciato termina l’atto con un coro. Trattasi nel II
atto
de’ mali apparsi dopo la pace fatta , e gl’inter
to col coro che canta le lodi di Drusiana moglie del Piccinino. Il IV
atto
è il più bizzarro. Il re alterca col carnefice es
ram sortem accidere. Sed redeo ad regem; jam perfectum est scelus. L’
atto
termina col coro che in compagnia di Drusiana com
in compagnia di Drusiana compiange la prigionia del Piccinino. Nel V
atto
la scena torna a Ferrara. Un messo racconta al du
ell’inferno, A provar se laggiù mercè s’impetra. Trattasi nel quarto
atto
di ciò che avvenne ad Orfeo nell’inferno. Ma quì
dietro al monte. Ed in tale scena potevano passare anche il II e III
atto
parlandovisi del medesimo monte. Rappresentò fors
eo vuol tornare per ridomandarla, ma vien respinto da Tisifone. Nel V
atto
Orfeo vaneggiando per lo dolore risolve di non ma
sta, perchè il primo di lei autore Cotta non ne compose se non che un
atto
solo de’ ventuno ch’ n’ebbe poi nel secolo XVI? C
Veronese ; La gara d’Arlecchino e di Scapino, commedia anonima in un
atto
; Il Principe di Salerno, commedia in cinque atti
ra il 1782 con molto successo ne’ Gemelli bergamaschi, commedia in un
atto
di Florian, per la quale gli furon dettati questi
di Carlino fu la parte di marito nel Bon Ménage, altra commedia in un
atto
di Florian, rappresentata il 17 gennaio 1783, per
igu, e Carlino a Roma, o Gli amici di collegio, memoria storica in un
atto
di Rochefort e Lemoine recitata lo stesso anno al
del Re, sotto nome di Carlino. Altri documenti riporta il Campardon ;
atto
di decesso e d’inumazione, contratto di matrimoni
e s’egli sia veramente suo. Pantalone glie ne dà promessa. Al secondo
atto
, Scapino svela a Celio che Rosaura non è altrimen
milla ; ella si dispera ; scoppiano liti, e restano adirati. Al terzo
atto
, egli studia il modo di vendicarsi di sua moglie
; Celio che la vede nelle sue braccia, è preso da gelosia. Il quarto
atto
comincia con una scena di dispetti, fra Celio e R
Io ti ferirò – egli dice – colle armi che tu m’hai fatto. » Al quinto
atto
, Pantalone vedendo che tutto è scoperto, permette
rto, in data 22 aprile 1694, nel caso che debba recarsi all’estero. L’
atto
di nomina suona così : Ferdinando Carlo etc. etc.
per molti anni. Passò a seconde nozze il 13 novembre del '31 per puro
atto
di pietà, con Vincenza Gallini-Bertoï, vedova del
gna tra' filodrammatici il '75, e la ricordo, bellissima, nell’ultimo
atto
della Pia declamato con molta passione.
in più di un genere. I Difetti dell’amore re pastorale in versi di un
atto
riscosse applausi da’ suoi e dagli stranieri per
o Amor non previsto o Cupido filosofo altra favola in versi, ed in un
atto
, fu parimente favorevolmente ricevuta dal pubblic
A., op. cit.) come si presentasse a San Beneto in ca da Pesaro tra un
atto
e l’altro del Miles gloriosus di Plauto (16 febbr
Musica, ov'esordì come ballerìna il 16 novembre '79, nel ballo del IV
atto
d’Ifigenia in Tauride di Gluck. Avendo il Giornal
r più parte la mente che il cuore. Il soliloquio di Medea che forma l’
atto
I, e serve d’introduzione, è vigoroso. Invocati g
reusa, vedesi, il progresso dell’azione; e Medea dice nel cominciar l’
atto
II: Occidimus! aures pepulit hymenaeus meas. Hoc
ragica, quadro fuor di modo orribile. Un figlio svenato, una madre in
atto
di trapassare il cuore all’altro, un padre trafit
ioni, la scena prende maggior movimento e vigore. Non è meno vivace l’
atto
III in cui Fedra accusa della propria colpa l’inn
soccorso di Nettuno obbligato a compiere l’ultimo di lui desiderio. L’
atto
IV tratto interamente da Euripide contiene il mag
t peccare, cum posit, jubet. Ma l’originale bellezza dell’eccellente
atto
III gareggia colle più teatrali patetiche situazi
varie espressioni bellamente imitate da Metastasio. Seneca dice nel l’
atto
II: Si manes habent curas priores, nec perit fla
Emissus Erebo ut caedis auctorem indicet. E con ciò si prepara per l’
atto
III un lunghissimo racconto dell’evocazione delle
utor latino; e sempre più si desidera il bellissimo veramente tragico
atto
V del coronato Agamennone di Eschilo. Il Tieste è
una sylvis qualis in Gangeticis etc. ; ed anche un’altra del medesimo
atto
, nè molto da questa lontana spiegata in altrettan
e, sembrano più connessi a cagione del prologo di Giunone che forma l’
atto
I. Ma poi la tragedia greca trionfa per la vivaci
lto alle due favole greche per istile e per condotta. Nel lunghissimo
atto
primo, benchè pur tronco, presenta una verbosa de
e nel piano e nella condotta dell’Ercole Eteo latino che ne deriva. L’
atto
primo ci mostra Ercole che si trattiene a ciarlar
diviene grossolano nella tragedia latina, e stanca il leggitore nel l’
atto
II con mille discorsi che per far senno dovevano
, tarda senectus) le va incontro, e cominciano le nenie a due. Apre l’
atto
II Seneca che purviene non si sa perchè, e si met
etermina a partire, Quid tegere cesso tartaro vultus meos? Chiude l’
atto
Ottavia rimandata alla casa paterna, ed il Coro l
ier spietatamente audaci Stan presso a un’ara di gramaglie avvolta In
atto
minacciosi, e con orrendi Giuramenti spaventano g
peto di tragica e vigorosa eloquenza si ravvisa nel coro del medesimo
atto
I, e la dipintura vivace del sacco d’una città pr
he modo discolpare. Egli per altro mostra molto giudizio nell’istesso
atto
, facendo che Oreste rifletta sull’impresa, a cui
ecchi persi, é una delle più rimarchevoli bellezze di tal tragedia. L’
atto
IV, in cui comparisce l’ombra di Dario, é veramen
gi involta nell’oscurità di tanti secoli? Sommamente patetico in tale
atto
é il silenzio dell’ingannata Dejanira alle accuse
lla gioventù studiosa. Ecco la maggior parte del coro che conchiude l’
atto
I. Santo oracol di Giove Che sì soave spiri,
l teatro un personaggio, come Filottete, zoppicante, e disteso nel II
atto
colle convulsioni. Ma ciò si rappresentava senza
andi. Si può osservare in questi tragedia, che i cori del I e del III
atto
sembrano più parlanti del II, il che si trova in
ndo finire il V colla scena VIII e col coro che par mancante, e ’l VI
atto
comincerebbe dalla IX scena. L’Ifigenia in Tauri
la tenera scena d’amicizia tra Pilade e Oreste, colla quale termina l’
atto
III senza coro. Maneggiata con somma delicatezza
le lodi di Febo e di Diana ec.» Or non sarebbe questo il finale d’un
atto
? Allora potrebbe la tragedia dividersi in quattro
ito, dagli stupidi ammiratori de’ moderni dee leggersi attentamente l’
atto
II per apprendere l’arte di distinguere la natura
ichiarazioni d’amore l’una accanto all’altra, nel primo e nel secondo
atto
. Nell’Ippolito non si ragiona della morte di Tese
e e scusarne i difetti. Teseo attrae a se tutto l’interciso del terzo
atto
. L’amore d’Ippolito per Aricia vietato dal padre
ferite: Ella poiché si vide in libertade Volgendo gli occhi in certo
atto
pietoso Che alcun non fu che i suoi tenesse asci
o all’ombilico E ’l suo candido seno mostrò fuori ec. e finalmente l’
atto
grande e nobile di cader con decenza dopo il colp
stibulo colla testa velata, circondato di figliuolini delle Argive in
atto
supplichevole. Oltre a molti tratti assai patetic
II Teseo risolve di portar la guerra in Tebe, e appena incominciato l’
atto
III, la guerra é fatta, e Teseo ritorna vincitore
ola, scudiere di Ercole. Vedete quest’altro sopra un cavallo alato in
atto
di ferire quel mostro di tre corpi ec. E così é c
lla situazione d’Achille in quella regia. É rimarchevole nel medesimo
atto
I la scena di Ion e Creusa che non si conoscono.
rare ne’ loro componimenti. La scena di Creusa e di Ion che termina l’
atto
IV, e che forse dovrebbe esser la prima dell’atto
rrari, fu grande nella Quaderna di Nanni di Carrera, in cui, al terzo
atto
, a detta dello stesso autore, non ebbe chi lo sup
lla che si fece al doppio amore di Celia per la rarità del caso, poco
atto
essendo un possibile raro o troppo metafisico a p
torna l’interesse ad essere tutto per Filli. Sin dal principio dell’
atto
II desta curiosità il ben colorito amor fanciulle
infedele, perturbano sommamente l’azione, che viene nobilitata nel V
atto
col pericolo della vita di Tirsi, il quale avendo
donò l’arco incantato: e patetico l’equivoco preso da Alcippo nel IV
atto
, pensando aver trafitta la sua Meganira nel prova
quella già alle stampe de’Voltureni. Del dramma in versi e in un solo
atto
: Cefalo, pubblicato a Cremona, il Bartoli riferi
, e non essendo al Domeniconi riuscito di fargli cambiare un finale d’
atto
, molti ne inferirono che non foss’egli autore di
ha parte la mente e non il cuore. Il soliloquio di Medea, che forma l’
atto
I e serve d’introduzione, é molto vivace e robust
Giasone si vede il progresso dell’azione, e Medea dice cominciando l’
atto
II: Occidimus, aures pepulit Hymenaeus meas. Ho
sommamente tragica, quadro orribile: Un figlio svenato, una madre in
atto
di trapassare il cuore all’altro, un padre trafit
ssioni, la scena marcia piena di moto, e vigore. E non men vivace é l’
atto
III, in cui Fedra accusa l’innocente Ippolito, e
soccorso di Nettuno obbligato a compiere il di lui terzo desiderio. L’
atto
IV cavato interamente da Euripide contiene il mag
ere quae fratrum caret etc. Ma la bellezza originale dell’eccellente
atto
III gareggia colle più teatrali patetiche situazi
habent Curas priores, nec perit flammis amor. Metastasio nel Catone
atto
I, sc. VIII, S’é vero, ch’oltre la tomba amin gl
Levia perpessae sumus, Si flenda patimur. Metastasio nell’Artaserse
atto
II, sc. V, Piccolo é il duol, quando permette il
s emissus Erebo, ut caedis auctorem indicet». E così si prepara per l’
atto
III un lunghissimo racconto dell’evocazione dell’
tore, e le Scene son poco artificiosamente concatenate. Soprattutto l’
atto
V manifesta la poca destrezza e pratica di teatro
tino; e fa sempre più desiderabile il bellissimo e sommamente tragico
atto
V del coronato Agamennone di Eschilo. Il Tieste (
Gangeticis Inter juvencos tigris etc. e ancor un’altra del medesimo
atto
, né molto lontana da questa, spiegata in altretta
e regna casus est, virtus dare, da Metastasio così imitata nell’Ezio
atto
I, scena IX, ……………… Se non possiedi, Tu doni i r
conseguenze, sembrano più uniti per lo prologo di Giunone che forma l’
atto
I. In ricompensa trionfa la tragedia Greca per la
le due tragedie greche per locuzione e per condotta. Nel lunghissimo,
atto
I benché pur tronco, presenta una verbosa declama
i maneggiato un altro, se ne vendica col disprezzo. Nel frammento del
atto
II Edipo comparisce un mentecatto, perché pregato
ne nel piano e nella condotta dell’Ercole Oeteo che ne deriva, il cui
atto
I ci mostra Ercole, che si trattiene a ciarlare n
us? le va incontro, e congiuntesi, cominciano le nenie a due. Apre l’
atto
II Seneca, che pur viene, non si sa perché, e si
determina partire, Quid tegere cesso Tartaro vultus meos? Chiude l’
atto
Ottavia rimandata alla casa paterna. e ’l coro la
istessa cosa, ed egli obbedì; e giunto a quelle parole, si compose in
atto
grave colla mano alla fronte in guisa d’uomo che
nisona a quella della Marchionni, vi produceva un mirabile effetto. L’
atto
terzo diveniva un gioiello per l’accordo, col qua
ellettualmente ; il primo attore poteva diventar benissimo al secondo
atto
la prima donna, o viceversa. Nata l’Amalia Borisi
la mattina, cominciando alle 9, e rimandando il pubblico a ogni fin d’
atto
della stessa commedia, per dar posto al pubblico
se alcun altro artista compariva, quando egli incominciò, gridando :
atto
primo, scena prima ; e dopo di aver detto che il
di tutti gli altri sol nominati. Potei ascoltare le prime scene dell’
atto
, e confesso che per l’ esecuzione, ammesso che l’
e comincia a farsi sentire in un lungo monologo di Pantalone al primo
atto
, tutto a bisticci : La sorte s’urta, e fa che mo
on l’Eco, che torna poi in scena, per dir così, con Titiro al secondo
atto
, e con Montano, poi con Graziano e Bergamino, e c
era fatale in cui il povero Petito moriva di apoplessia dopo il terzo
atto
. La sera del 30 marzo toccò al De Angelis di pres
o tempo, oserei dire, unica. Egli soleva tra il penultimo e l’ ultimo
atto
della rappresentazione invitare il pubblico, seco
nell’atto quarto è il lamento di Sangaride. Ella volle nel precedente
atto
manifestare a Cibele l’amore che ha per Ati, e qu
più non conoscendola. La dea crudele gli rende la ragione nel quinto
atto
, ed egli conosce l’eccesso ove ella l’ha spinto,
con Rinaldo au bout de l’univers. Tutto ciò chiama l’attenzione; ma l’
atto
III è quasi tutto fantastico e miracoloso, e gli
L’azione già intepidita nel III con gli esseri allegorici, in tutto l’
atto
IV diviene vieppiù fredda e nojosa per le appariz
ni. Oltre a questa scena dell’Iside, mentovò ancora quella del quinto
atto
di Ati, Quoi Sangaride est morte; il discorso di
si sul Filolauro di Bernardo Filostrato, che l’istesso Quadrio chiama
atto
tragico, benchè nella Drammaturgia del l’Allacci
a fu impressa nel 1520 in Bologna senza nome di autore, e contiene un
atto
solo senza distinzione di scene con vario metro,
ol pugnale alla mano dono di Eolo suo padre, e le di lei parole nel l’
atto
di trafiggersi sperando di sopravvivere nella mem
a. Nemesi colle Furie e l’Ombra di Selina madre di Orbecche formano l’
atto
I, come nel Tieste l’Ombra di Tantalo e Megera. L
cche formano l’atto I, come nel Tieste l’Ombra di Tantalo e Megera. L’
atto
IV nel quale Atreo ammazza i nipoti, e delle loro
cellerate, ha prestato molti colori alla terribile carnificina del IV
atto
dell’Orbecche. Dalla descrizione del bosco secret
ire che sieno invenzioni del suo secolo . Un coro di virtù in ciascun
atto
per tramezzo vi recita alcuni versi. Si espone ne
sser essa il principal personaggio, e che morendo prima di terminar l’
atto
III, abbandona ad un altro l’interesse che era tu
i affettuose Negli orti de la lor benivolenza; e questa del medesimo
atto
Orazio vincitor per la mia lingua Con la bocca d
735 questo abbozzo vien chiamato tragedia non finita , e contiene un
atto
primo senza coro di quattro scene, e due altre di
un atto primo senza coro di quattro scene, e due altre di un secondo
atto
, le quali tutte si distribuirono poi nel primo e
secondo atto, le quali tutte si distribuirono poi nel primo e secondo
atto
della tragedia compiuta. I passi più belli della
descrizione delle notturne inquietudini dell’innamorata Alvida nel l’
atto
I: … Oimè! giammai non chiudo Queste luci già st
ngustiato Torrismondo; delle lungherie della scena terza del medesimo
atto
di Torrismondo col consigliere, in cui l’autore a
vi premise un argomento, in cui si distingue il contenuto di ciascun
atto
. La scena dell’azione dimostra Troja distrutta ed
ll’opera. Nel rimanente si va dietro le orme di Seneca nel bellissimo
atto
III delle Troadi, ma col miglioramento che l’azio
lezza, e forse con robustezza minore. Ma bisogna confessare che nel l’
atto
IV l’Italiano rimane ben al di sotto del Latino.
e si prepara la di lui disperazione per lo scioglimento. Nel medesimo
atto
si è disposto che Simandio vada francamente a sco
intenderlo si accende si una rabbia tremenda, ed in conseguenza nel l’
atto
III minaccia di trarre a Dirce di propria mano il
Ismene, nell’aprir la bocca ai detti, Fece costui col labro un cotal
atto
, Che il mio consorte ritornommi in mente. a. V
ancò a’suoi impegni scritturandosi con una Marchetta, e allegando con
atto
di perfidia, pretesi contratti antecedenti con un
o : impegno che, a detta dello scrivente Ludovico Bevilacqua, era più
atto
di perfidia, e liuorc contro la signora Marzia (l
ne volesse un saggio recheremo quì un passo della scena quarta del I
atto
in cui l’autore rileva i terrori notturni della R
sono i due versi seguenti detti da un Messo nella scena prima del IV
atto
: O superbia superba, o de le menti Gonfia di
i un racconto de’ suoi andati casi impertinentemente cominciato nel I
atto
, narrato a spezzoni ne’ seguenti, interrotto quat
dam dentibus frendens humum, Patremque saevâ voce Luciferum ciet. L’
atto
termina col coro che si dimostra timido e dolente
dentes moras…. Fortuna vires ausibus nostris dabit. Il coro chiude l’
atto
raccontando in pochi versi tutta la spedizione di
ino, ed al fine la morte di lui. Con un’ ode saffica il coro chiude l’
atto
, dando grazie al cielo per la morte del tiranno e
m dentibus frendens humum, Patremque sæva voce Luciferum ciet. L’
atto
termina col coro che si dimostra timido e dolente
moras .... Fortuna vires ausibus nostris dabit. Il coro chiude l’
atto
raccontando in pochi versi tutta la spedizione d’
ino, ed al fine la di lui morte. Con un’ ode saffica il coro chiude l’
atto
, dando grazie al cielo per la morte del tiranno e
nesti prodigi, e dopo aver molto l’uno e l’altro cianciato termina l’
atto
con un coro. Trattasi nel secondo de’ mali appars
ol coro che canta le lodi di Drusiana moglie del Piccinino. Il quarto
atto
è il più bizzaro. Il re alterca col carnefice, es
sortem accidere. Sed redeo ad regem; jam perfectum est scelus. L’
atto
termina col coro che in compagnia di Drusiana com
ompagnia di Drusiana compiange la prigionia del Piccinino. Nel quinto
atto
la scena torna a Ferrara. Un messo racconta al du
etro al monte; ed in tale scena potevano passare anche il II e III
atto
parlandovisi del medesimo monte. Rappresentò fors
ol tornare per ridomandarla, ma vien respinto da Tisifone. Nel quinto
atto
Orfeo vaneggiando per lo dolore risolve di non ma
era ancora composta, perchè il primo autore Cotta non ne fece che un
atto
de’ ventuno che poi n’ebbe nel XVI secolo? 60.
rice notissima e nuora di Luigi Riccoboni (sabato, 7 luglio 1734), un
atto
concernente la bigamia del signor de Laboras, pad
ali il Pertica, scritturato per le parti serie e sostenute. Eccone l’
atto
di nascita che ho estratto dall’Opera di Santa Ma
si meritò dal pubblico veronese l’onore della presente effigie nel IV
atto
di Medea. Napoleone Tassani rappresentava di
olve di non accoppiarla a veruno, e si raccomanda a Vulcano. Chiude l’
atto
un coro di Argive, la cui eleganza e leggiadria p
iange la principessa destinata a morir vergine, vede il popolo che in
atto
di stupore accorre alla reggia. Egli stesso vi si
tenersi sul Filolauro di Bernardo Filostrato, che esso Quadrio chiama
atto
tragico, ma che nella Drammaturgia dell’Allacci è
a fu impressa nel 1520 in Bologna senza nome di autore, e contiene un
atto
solo senza distinzione di scene con vario metro,
ol pugnale alla mano dono di Eolo suo padre, e le di lei parole nell’
atto
di trafiggersi sperando di sopravvivere nella mem
. Nemesi colle Furie, e l’Ombra di Selina madre di Orbecche formano l’
atto
I, come nel Tieste l’Ombra di Tantalo e Megera. L
cche formano l’atto I, come nel Tieste l’Ombra di Tantalo e Megera. L’
atto
IV nel quale Atreo ammazza i nipoti, e delle loro
erate, ha prestato molti colori alla terribile carnificina del quarto
atto
dell’Orbecche. Dalla descrizione del bosco secret
dire che sieno invenzione del suo secolo. Un coro di virtù in ciascun
atto
per tramezzo vi recita alcuni versi. Si espone ne
ser essa il principal personaggio, e che morendo prima di terminar l’
atto
III, abbandona ad un altro l’interesse, che era t
fettuose Negli orti de la lor benivolenza; e questo del medesimo
atto
, Orazio vincitor per la mia lingua Con la bo
l 1735 quest’abbozzo vien chiamato tragedia non finita, e contiene un
atto
primo senza coro di quattro scene, e due altre di
un atto primo senza coro di quattro scene, e due altre di un secondo
atto
, le quali tutte si distribuiscono poi nel primo e
ngustiato Torrismondo; delle lungherie della scena terza del medesimo
atto
di Torrismondo col consigliere, in cui l’autore a
e vi premise un argomento in cui si distingue il contenuto di ciascun
atto
. La scena dell’azione dimostra Troja distrutta ed
l’ opera. Nel rimanente si va dietro le orme di Seneca nel bellissimo
atto
III delle Troadi, ma col miglioramento che l’azio
e si prepara la di lui disperazione per lo scioglimento. Nel medesimo
atto
si è disposto che Simandio vada francamente a sco
intenderlo si accende di una rabbia tremenda, ed in conseguenza nell’
atto
III minaccia di trarre a Dirce di propria mano il
atto V egli torna fuori senza avere nulla eseguito nel vuoto dell’uno
atto
e dell’altro. Il suo furore ha una specie di ripo
dan regni alle altrui figlie in dote. Oltra di ciò facea ridendo un
atto
99, Che la regina il fa sempre che ride: Nè il
mene, nell’aprir la bocca ai detti, Fece costui col labbro un cotal
atto
, Che ’l mio consorte ritornommi in mente.
1744, colla parte di Florina, nell’Isola dei talenti, commedia in un
atto
di Fagan, in cui cantò un duetto insieme a Rochar
morì nel suo domicilio, via Beaurepaire, il 26 maggio 1754. Eccone l’
atto
di decesso : Il lunedi, 27 maggio 1754, Gio. Batt
, da cui traggo il brano seguente : …… Nella grande scena del quarto
atto
col Solitario, ebbe moti, accenti e una espressio
e la parte che aveva nella comedia. » – Si recitava quella sera il 4°
atto
di Misantropia e Pentimento, poi il 2° de' Due Se
mava, vivente la prima moglie, e che sposò dopo di avere promesso con
atto
formale di abbandonare per sempre il teatro. Al m
rta ribellione, batter la ritirata : e questo egli faceva senza verun
atto
di risentimento ; anzi inchinandosi a più riprese
tque huic transtulit Amorem, postquam par ingenium nactus est. L’
atto
terzo riesce sommamente interessante e dilettevol
acque, o per meglio dire neppure si ascoltò, perchè recitato appena l’
atto
primo che fu bene accolto, si levò un romore, che
famose unità di tempo e di luogo. Si offende quella di tempo perchè l’
atto
primo con qualche scena del secondo esige il gior
renziane pessimamente divisa nell’edizioni di Einsio e di Farnabio. L’
atto
primo a patto veruno non può terminare colla scen
ore attende l’arrivo di Demifone suo zio. Or come può quì terminare l’
atto
? Come la dissonanza musica non risoluta, finchè n
incarico, ha trovato Formione, e gli ha narrato l’accaduto. Ma se l’
atto
II incomincerà dalla scena di Formione con Geta,
, tutto procederà con ogni verisimiglianza; lo spazio che corre da un
atto
all’altro darà luogo alla ricerca di Formione fat
rsi in tal guisa pare che non regga il rimanente, nè possa terminar l’
atto
II colla scena quarta, e col verso, Sed eccum ips
ede venire sì opportunamente e l’attende, come mai può qui terminar l’
atto
II e cominciare il III Enim vero Antipho? E che h
altavano? Converrà dunque congiungere le tre scene che ora formano l’
atto
III con quelle del II, le quali non permettono ve
quali non permettono veruno interrompimento. Ma ciò facendo sparirà l’
atto
II, ed il Formione sarà composto di quattro soli
data edizione della versione del P. Pagnini è la seconda del medesimo
atto
, ed incomincia, En unquam cuiquam contumeliosius.
opporsi alla solita divisione degli atti dell’Eunuco. A suo credere l’
atto
I non dee terminare colle parole di Taide, Conced
olo il di lei fratello; entra in sua casa; e così termina benissimo l’
atto
primo. Nel II esce Fedria con Parmenone, e, come
o Italiano, e spezialmente dal Porta. Nella quinta scena del medesimo
atto
quarto è notabile la riprensione moderata e savia
elirii della sua famiglia che egli fa nella scena ultima del medesimo
atto
quarto coll’ impeto consueto del suo carattere:
tta sciogliendosi in lagrime, gli si lasciò cadere in braccio, con un
atto
di tanta confidenza e di tanto affetto, che fece
uale recitò alla Stadera di Milano il 13 marzo di quell’anno il terzo
atto
della Medea del Ventignano, maravigliando per la
esentando per sua beneficiata la Mirra di Alfieri. « Quando al quinto
atto
, Ciniro, sdegnato del lungo e ostinato silenzio d
Sabbatini, lasciò scritto che la Botteghini, interpretando nel quarto
atto
la parte diabbadessa, fu sublime, e destò l’entus
diè forse l’idea del maggiore sviluppo del lavoro, allora in un solo
atto
. Dopo alquante peripezie or con una Compagnia St
ato nell’atto IV è il lamento di Sangaride. Ella volle nel precedente
atto
manifestare a Cibele l’amore che ha per Ati, e qu
n Rinaldo au bout de l’univers . Tutto ciò chiama l’attenzione. Ma l’
atto
III è quasi tutto fantastico e miracoloso; e gli
er ciò intepidita nell’atto III con gli esseri allegorici, in tutto l’
atto
IV diviene vie più fredda e nojosa per le appariz
chine ed apparenze è pure riuscita pienamente ad onta del freddissimo
atto
IV. Sono dunque le macchine spettacolo di un mome
ini e quella di Roberto nei Due Sergenti, diventando Sofia al secondo
atto
e ritornando Roberto al terzo. Da Bettola richiam
ezza di lingua, una castigatezza di gesti e di modi, che lo rendevano
atto
alla interpretazione ed esecuzione di ogni caratt
sobria attaccò il doppio amore di Celia per la rarità del caso, poco
atto
essendo un possibile raro o troppo metafisico a p
infedele, perturbano sommamente l’azione, che viene nobilitata nel V
atto
col pericolo della vita di Tirsi, il quale avendo
li donò l’arco incantato: patetico l’equivoco preso da Alcippo nel IV
atto
, pensando di aver trafitta la sua Meganira nel pr
ma nè proprietà nè verità apparisce in quello d’Icilio, quando nell’
atto
III corteggia il Decemviro con umili espressioni
molte parole tutti i suoi disegni. Nè anche può piacere nel medesimo
atto
V che un Goto, un sovrano impetuoso soffra che un
in tanta distanza verisimili tali conferenze, e specialmente tutto l’
atto
III. Ciò può nuocere alla verità, all’ illusione,
da sabrà Guzman tu adusto padre. Soprattutto chiama l’attenzione l’
atto
III, quando il re Moro mostra voler ferire il pri
nei con varie situazioni teatrali e con un patriotismo che rileva un
atto
eroico della storia nazionale, non si è nè pregia
ito il contrasto di una passione sfrenata colla tenerezza di madre. L’
atto
termina con quest’ottima riflessione della combat
per renderlo avveduto del suo torto ne aggiugneremo alcuni tratti. L’
atto
I è composto di due principali lunghissime scene.
e segue una amorosa di sette pagine di Olvia ed Aluro che conchiude l’
atto
. Giudichi il leggitore se in tale argomento siasi
ugurta . . ma viene Megara frettoloso, te lo dirò da poi; e finisce l’
atto
così, senza che niuno nè frettoloso nè a bell’ ag
esimo punto del loro discorso; ma bisogna attendere che passi tutto l’
atto
II. Notisi intanto che questa è una delle scene p
o amore, la quale ha riscosse tante lodi dal precitato bibliografo. L’
atto
II incomincia con una scena della medesima Olvia
una scappata del poeta che vuol comparire tra’ personaggi? Eccoci all
atto
III in cui Olvia viene con Aluro a soddisfare all
a Rachele privandosi spontaneamente di sì comodo sussidio riduce a un
atto
la sua, perchè quantunque divisa in tre giornate,
, il secondo insegnò all’Europa la greca esattezza: il primo formò un
atto
quinto assai freddo ed insipido, il secondo riusc
ai dalla memoria il modo straordinario con che rappresentava l’ultimo
atto
del Saulle d’ Alfieri. Eccellente in tutta la tra
ne alcuni abbagli di situazione, e di minute particolarità, in quell’
atto
era perfetto. Io lo presi a modello in tutta quel
rtunato, chè il 14 dicembre dell ’’87, il Tribunale di Milano segnò l’
atto
di separazione dei due coniugi. Fu il ’74 nella C
724 sposò in prigione Maddalena Buonanni. Perchè fosse in prigione, l’
atto
di matrimonio che tolgo dallo Ial non ce lo dice
spietatamente audaci Stan presso a un’ ara di gramaglie cinta In
atto
minacciosi e con orrendi Giuramenti spaventano
Sommo impeto di vigorosa eloquenza scorgesi nel coro del medesimo
atto
primo, e la dipintura vivace del sacco di una cit
esa per assalto si legge con gran piacere nell’atto secondo. L’ultimo
atto
sembra veramente un accessorio superfluo, poichè
ta di verisimiglianza. Ma egli poi mostra molto giudizio nel medesimo
atto
, facendo che Oreste rifletta sull’impresa a cui s
l coro de’ vecchi Persi, forma una delle bellezze di questo dramma. L’
atto
IV, in cui comparisce l’Ombra di Dario, è veramen
occa di sì gran nemico le lodi della Grecia. La venuta di Serse nel V
atto
aumenta la dolorosa situazione del Consiglio di P
come quì Giocasta si studia di torre il credito agli oracoli; e nell’
atto
IV Edipo all’udir che Polibo suo creduto padre è
ndi. Può osservarsi in questa favola che i cori del primo e del terzo
atto
sembrano più parlanti del secondo; il che trovand
ra eseguito questo canto, e pare che vi manchi il coro. In tal caso l’
atto
sesto comincerebbe dalla nuova uscita d’Ifigenia
tenera scena di amicizia tra Pilade ed Oreste, colla quale termina l’
atto
terzo senza coro. Maneggiata poi con gran delicat
amo le lodi di Febo e di Diana. Or non sarebbe questo il finale di un
atto
? Allora potrebbe la tragedia dividersi in quattro
ta che una situazione ben dipinta si collochi più in uno che in altro
atto
, purchè sia ben preparata, e se ne comprenda tutt
i che gli stupidi biasimatori degli antichi leggessero attentamente l’
atto
secondo per apprendervi a dipingere la natura con
ngolarmente eccellente la scena di Ulisse con Ecuba e Polissena nell’
atto
primo, dove coloro che intendono ed amano le dipi
te, Ella poichè si vede in libertate Volgendo gli occhi in certo
atto
pietoso, Che alcun non fu che i suoi tenesse as
all’ombilico, E il suo candido seno mostrò fuori: e finalmente l’
atto
grande e nobile di cadere con decenza dopo il col
stibulo colla testa velata circondato dai figliuolini delle Argive in
atto
supplichevole. Oltre a molti altri tratti assai p
erò Teseo risolve di portar la guerra a Tebe, e appena incominciato l’
atto
terzo la guerra è fatta e Teseo ritorna vincitore
Jola scudiere di Ercole. Vedete quest’altro su di un cavallo alato in
atto
di ferire quel mostro di tre corpi ecc. E così
situazione di Achille ozioso in quella reggia. Notabile nel medesimo
atto
primo è la scena di Creusa e Jone che non si cono
e ne’ loro componimenti. L’altra scena di Jone e Creusa che termina l’
atto
quarto e che dovrebbe essere la prima del quinto,
Rufina carattere freddo ma di buona morale nella scena seconda del II
atto
vorrebbe che Cortines suo padre (sarto di mestier
ndotto sulle tracce dell’autor della novella; l’azione che in ciascun
atto
dà sempre un passo verso la fine; tutto ciò racco
atetico che giugne al cuore, dice la pastorella nella scena prima del
atto
II : Ay! Esta misma vega Testigo fue de nuestro
tal volta fredde, donna Flora, don Alfonso e don Fausto. Nell’ultimo
atto
esce una sola volta in teatro don Taddeo Trapalon
osa descritta da lui stesso in pochi versi nella settima del medesimo
atto
. Voi non sapete vivere , egli dice a Fausto, si
ed accomodati con nuova grazia a’ moderni costumi spagnuoli. Anima l’
atto
II un colpo di teatro che rileva l’ipocrisia di C
oneschi di tre o quattro personaggi che recitavansi per lo più dopo l’
atto
I. Essi negli ultimi anni della mia dimora in Mad
7, e morì il 15 marzo 1668 in via S. Nicasio, ov’egli abitava. Ecco l’
atto
d’inumazione, riportato dal Jal (op. cit.) : « (
es-de-la-Visitation di Montargis, ove morì l’11 gennaio del 1718. Con
atto
dell’aprile 1680, Orsola Cortesi e Domenico Bianc
on arte stupenda il personaggio di Dora. Quando, alla fine del quarto
atto
il pubblico plaudente la volle salutare cinque vo
ell’ ’86, fulminato su la scena, mentre s’accingeva a mangiare nel 1°
atto
del Tiranno di S. Giusto di Pilotto.
rpreso. E infatti se fu sempre notevole in tutto il dramma, nel terzo
atto
apparve davvero sorprendente. Il lento lavorìo de
aliani, pel quale scrisse Un episodio sotto la Comune, bozzetto in un
atto
rappresentato la prima volta a Bologna con molto
olamenti abbiamo ordinata la esecuzione dell’ anzidetto Decreto nell’
atto
stesso, che ne facciamo il presente rispettabilis
i, atque huic transtulit Amorem, postquam par ingenium nactus est. L’
atto
III riesce sommamente interessante e dilettevole.
acque, o per meglio dire neppure si ascolto, perchè recitato appena l’
atto
primo che fu hene accolto, si levò un romore, che
amose unità di tempo e di luogo. Si offende quella di tempo, perchè l’
atto
I con qualche scena del II esige il giorno, viene
enziano possimamente divisa nel l’edizioni di Einsio e di Farnabio. L’
atto
l a patto veruno non può terminare colla scena 4,
tore attende l’arrivo di Demifone suo zio. Or come può qui terminar l’
atto
? Come la dissonanza musica non risoluta, finchè n
l’incarico, ha trovato Formione, e gli ha narrato l’accaduto. Ma se l’
atto
II incomincerà dalla scena di Formione con Geta,
, tutto procederà con ogni verisimiglianza, lo spazio che corre da un
atto
all’altro darà luogo alla ricerca di Formione fat
rsi in tal guisa pare che non regga il rimanente, nè possa terminar l’
atto
II colla scena 4, e col verso, Sed eccum ipsum v
de venire sì opportunamente, e l’attende, come mai può quì terminar l’
atto
II, e cominciare il III Enim vero Antipho? E ch
saltavano? Converrà dunque congiungere le tre scene che ora fermano l’
atto
III con quelle del II, le quali non permettono ve
quali non permettono veruno interrompimento. Ma ciò facendo sparirà l’
atto
II, ed il Formione sarà composto di quattro soli
II, e nella lodata edizione del p. Pagnini è la seconda del medesimo
atto
, ed incomincia, En unquam cuiquam contumeliosius
opporsi alla solita divisione degli atti dell’Eunuco. A suo credere l’
atto
I non dee terminare colle parole di Taide, Conce
olo il di lei fratello; entra in sua casa; e così termina benissimo l’
atto
I. Nel II esce Fedria con Parmenone, e come a tut
ografo Italiano, e specialmente dal Porta. Nella 5 scena del medesimo
atto
IV è notabile la riprensione moderata e savia che
elirii della sua famiglia che egli fa nella scena ultima del medesimo
atto
IV coll’impeto consueto del suo carattere:
ta sciogliendosi in la grime, gli si lasciò cadere in braccio, con un
atto
di tanta confidenza e di tanto affetto, che fece
media, come suo padre. Tutti e tre furono naturalizzati francesi, con
atto
, dato a Meudon, il mese di giugno dell’anno di gr
ttà in città, assistendo alle rappresentazioni della Merope, la Fama (
atto
secondo, scena I) a Radamanto, che, dopo la descr
a arguta, tutta la bonarietà del suo popolo veneziano, è forse il più
atto
a sentire e a riprodurre l’opera di Carlo Goldoni
ne : su cento parole ottanta sono per Goldoni. Bisogna vederlo fra un
atto
e l’altro, e magari fra una scena e l’altra, in q
ica quasi tutti parlanti, e senza affetti. Cinque scene compongono l’
atto
I, in cui deliberata la restituzione di Crisia, A
olla propria lingua, colla poesia, e col senso comune. Si conchiude l’
atto
con un’ aria, in cui Calcante profetizza che il s
a musica, sarebbe sempre insipidamente lirica e metafisica. Termina l’
atto
con un terzetto di Achille, Briseida, ed Agamenno
n’accademia poetica in lode di Venezia, la seconda una commedia in un
atto
, e la terza un’ operetta la Fondazion di Venezia
bellezza, che sol mirando il premio, che se gli darà, incorressero in
atto
disdicevole, rozza prononcia, gesti disconci, dif
i ; autore di commedie, tra cui accolta con molto favore quella in un
atto
Cicero pro domo sua, e di monologhi, tra cui Il p
ri facilità militare. Non è meno comica la seconda scena del medesimo
atto
di molte donne Capuane co’ soldati Cartaginesi. N
uoi fedeli che l’esortano a schivare le insidie. La sesta scena dell’
atto
III del loro nobile contrasto è piena di vigore e
riare il numero e l’armonia. Ma vediamo succintamente ciocchè in ogni
atto
di questa tragedia c’incresca o ci sembri pregevo
ea, assapora tutta l’amarezza della non meritata morte, come dinota l’
atto
di coprirsi il volto per non vedere il suo ucciso
ssione si sveglia verso il fine, e nell’Aristodemo comincia dal primo
atto
e va gradatamente crescendo con episodj opportuni
lirico belletto è il linguaggio di Arsinda nella seconda scena dell’
atto
terzo. Pieno di grandezza nella sesta è il dialog
i si raccomandò per un abito vecchio, squadratolo da capo a piedi con
atto
di stupore, « ma come ! – gli disse ; – per ridur
rrè fece rappresentare nel 1847 al Teatro Francese una commedia in un
atto
in versi, intitolata : Scaramouche et Pascariel,
rigi nell’aprile del 1699, lasciò tralle sue carte il piano del primo
atto
di una Ifigenia in Tauride, dal quale apparisce c
commedia italiana termina assai meglio della francese, il cui quinto
atto
mal congegnato raffredda tutta la favola. Dall’al
ase a cagione di varie situazioni interessanti, e singolarmente per l’
atto
III in cui si maneggiano con energia le contese d
on eccettuandosene che il tiranno Cristierno col suo confidente. Ogni
atto
presenta un punto importante dell’azione; le situ
e non ebbe quel felice successo, che prometteva il suo felice ingegno
atto
sommamente a rilevare il ridicolo de’ costumi cor
ed accomodati con nuova grazia a’ moderni costumi Spagnuoli. Anima l’
atto
II un colpo di teatro che rileva l’ipocrisia di C
, e D. Fausto. D. Taddeo trapalon che esce una sola volta nell’ultimo
atto
, è un ritratto degli antichi sicofanti. La favola
del carattere di D. Mariano indicate ottimamente nella 2 scena dell’
atto
I: la di lui vita oziosa descritta da lui stesso
non molti interlocutori che continuano a recitarsi per lo più dopo l’
atto
I, o sono sainetes 26, favolette più copiose di a
fiatata in modo da farsi a memoria ; infatti la prima parte del terzo
atto
la recitiamo senza rammentatore, lo che fa un bel
protagonista il padre Luigi. Alzatosi, dopo l’intermezzo del secondo
atto
il sipario, i comici s’accorsero che mancava l’Aj
dà a mangiare il cuore dell’amante, trattato colle medesime molle ed
atto
come quella a partorir piuttosto orrore che terro
difetto di verisimiglianza nel piano: che i colpi teatrali di tutto l’
atto
IV prodotti dalla vendetta meditata da madama Mur
mi par tutta un piccolo capolavoro del genere. Nella scena del primo
atto
di dichiarazione amorosa fra Bettia e Tonino, e n
ezza e spontaneità. Trascriverò piuttosto il discorso che è nel primo
atto
dell’Anconitana col quale Isotta in veste d’uomo
non si faccia con gli occhi chiusi? Nè anche può piacere nel medesimo
atto
V che un Goto sovrano impetuoso soffra che un tem
piazza assediata, verisimili tali conferenze, e specialmente tutto l’
atto
III. Ciò può nuocere alla verità, all’illusione,
nada sabrà Guzman tu adusto padre. Soprattutto chiama l’attenzione l’
atto
III, quando il re Moro mostra voler ferire il pri
nsa i nei con situazioni teatrali, e con un patriotismo che rileva un
atto
eroico della storia nazionale, non si è nè pregia
ito il contrasto di una passione sfrenata colla tenerezza di madre. L’
atto
termina con quest’ottima riflessione, che fa la c
er renderlo avveduto del suo torto, ne soggiugneremo alcuni tratti. L’
atto
I è composto di due principali lunghissime scene.
na ne segue amorosa di sette pagine di Olvia ed Aluro che conchiude l’
atto
. Giudichi il leggitore se in tale argomento siesi
oggiungendo… ma viene Megara frettoloso, te lo dirò poi ; e finisce l’
atto
così, senza che niuno nè frettolosò nè a bell’agi
unto del loro discorso; ma bisogna attendere che passi tutto intero l’
atto
II. Notisi intanto che è questa una delle scene
amore , la quale ha riscosse tante lodi dal precitato bibliografo. L’
atto
II incomincia con una scena di Olvia stessa e di
Rachele privandosi spontaneamente di sì comodo sussidio riduce a un
atto
la sua, perchè quantunque divisa in tre giornate,
, il secondo insegnò all’Europa la greca esattezza; il primo formò un
atto
quinto assai freddo ed insipido, il secondo riusc
ngiura tramata da questo scellerato con Siface che gli rassomiglia. L’
atto
poi termina all’inglese, cioè con una poetica com
Con beltà accesa e scarmigliate trecce! e soggiugne, per terminar l’
atto
con una comparazione lirica di Plutone che rapiva
d opportuno a disviluppare il carattere veramente romano dì Catone. L’
atto
V coll’indicata ultima scena del IV forma il gran
ettar leggi, di render l’uomo all’uomo amico , propria de’ Romani. L’
atto
II ha maggiore interesse perchè animato dal carat
Cesare, e la ruina di Catone è imminente. Dopo la languidezza del IV
atto
già riferita un improvviso nuovo vigore misto di
astasio; ed ecco in qual guisa l’espresse nella mutazione dell’ultimo
atto
del suo Catone: Ecco so
Virginia, argomento che ha un solo punto interessante, e per ciò poco
atto
a tener sospeso l’ascoltatore per cinque atti sen
azioni lodevoli, ignorandosi tuttavia il suo delitto. Ma nell’ultimo
atto
in un accesso di frenesia scoppia la verità, e l’
la sorpassò; anzi Voltaire ne comendò la prima scena e quasi tutto l’
atto
quarto. La sua Antigone vien censurata dagl’ inte
e la soavità dell’indole sua, che traspaiono in ogni parola, in ogni
atto
, posson far credere non ingiusta la osservazione
orrelazione con quelli degli altri, ma accontentandosi di tradurli in
atto
equilibrandosi e interpretando ciò che è consenta
erbi di virtù colmi, orecchio anco vi porsi ; e ch'è l’ingegno vostro
atto
m’accorsi, a far, che il duolo altrui si disacerb
parenza più scandalosa. Non solo adoperavano i Greci la danza come un
atto
di religione, o come un incentivo all’amor della
come facendo classe di per sé qual semplice intermezzo frapposto tra
atto
ed atto. [9] Considerata in genere come un’arte r
cendo classe di per sé qual semplice intermezzo frapposto tra atto ed
atto
. [9] Considerata in genere come un’arte rappresen
aro e meno intelligibile perché men fissato dalla convenzione, e meno
atto
a rappresentare l’idee complicate e riflesse dell
legittimamente introdursi la pantomima in iscena come intermezzo tra
atto
ed atto. Se il fatto valesse quanto la ragione, i
mamente introdursi la pantomima in iscena come intermezzo tra atto ed
atto
. Se il fatto valesse quanto la ragione, il proble
l uom sostenga, Quando bisogna il coro: e ciò che suole Cantar fra un
atto
e l’altro, al fin proposto Ben s’adatti e conveng
andoli fra gli altri errori a troncar i componimenti per mettervi fra
atto
ed atto intermezzi d’ogni maniera, i quali faceva
ra gli altri errori a troncar i componimenti per mettervi fra atto ed
atto
intermezzi d’ogni maniera, i quali facevano, a co
intermezzi d’ogni maniera, i quali facevano, a così dire, da ciascun
atto
una nuova azione. Giova fermarsi alquanto su ques
lo che formò una divisione naturale e semplice del balletto, ciascun
atto
del quale fu terminato cogli omaggi, che dalle me
iere allora (m’obbietterà taluno) lo spazio di tempo che resta tra un
atto
e l’altro del dramma? Nel modo stesso che suol ri
stiero nell’azione e il più delle volte ad essa ripugnante. Finito un
atto
, saltano fuori tutto a un tratto dei ballerini, c
o cuore a noi, modesti esecutori del suo lavoro. Egli tradusse poi in
atto
le speranze che di lui si eran concepite ; ma se
a S. marchese Constanzo questa mattina. Hiersera i comici nell’ultimo
atto
della comedia uenerono un pocho alle mani, cioè T
pennellate franche e vigorose; vivo è il ritratto de’ favoriti nell’
atto
III, buona è la scena del IV in cui Sejano intima
a trattener la madre che sta per trafiggere il figliuolo? del vivace
atto
V ove tutto mira al disviluppo felicemente ed avv
per la semplicità dell’azione avvivata però da un movimento che va d’
atto
in atto crescendo. La sceneggiatura è pure alla m
emplicità dell’azione avvivata però da un movimento che va d’ atto in
atto
crescendo. La sceneggiatura è pure alla maniera a
appuntino gli evenimenti. Vi si scorgono di bei passi nè pochi. Nell’
atto
secondo spira magnanimità la risposta di Didone a
isposar Giocasta. Tenera è la riconoscenza di Antigona e Osmene nell’
atto
II; giuste le di lei prime espressioni; passionat
lei coraggio ed il disprezzo della morte in faccia di Creonte nel IV
atto
. Piace soprattutto nell’atto V la patetica separa
V, e s’impresse splendidamente in Venezia nel 1754, ornata in ciascun
atto
di alcune medaglie battute da’ Romani in onore di
d Idotea e nel disegno di Mileto su di costei dalla quale è odiato. L’
atto
risorge colla venuta di Bibli destinata dall’ ora
mposte altre tragedie ancora) non avesse dimostrato nel Calto ingegno
atto
a riescire in questo genere, anche da queste osse
lgiva sua cugina. In tal favola, che ha un coro mobile nel I, II e IV
atto
, e non nel terzo, è notabile la franca dipintura
atto III, nella mirabile dipintura dello spettro della 7 dell’istesso
atto
, nella 2 del IV in cui Aristodemo atterrito cade
in salvo, ella non l’è più quando per lui paventa. Soprattutto nell’
atto
V lodevolissimo è il trasporto di Oreste nel truc
Bruto novello, spegne in Timofane il tiranno e piagne il fratello. L’
atto
V piacerà sempre per l’ oppressione repentina del
al furore di Merope che lo crede uccisore del proprio figlio, anima l’
atto
IV; pur la sua lunghezza potrebbe far pensare che
cculta spesso sotto l’aspetto del dovere. Troviamo altresì teatrale l’
atto
IV, e vera la dipintura di Don Alonso oppresso da
onda moglie Lidia (V.), metto qui il monologo di Lucifero nell’Adamo,
atto
I, scena II, e il breve esame della Maddalena las
tutte per effetto teatrale deve essere stata la scena nona del terzo
atto
, l’ultima cioè del lavoro, nella quale Maddalena
n’ aquila a rapire un Ganimede ; vennero poi per interuallo del terzo
atto
deucalione Et pirra, li quali gettandosi sassi di
re una sprazzo di umore gajo e giocondo, come nella scena sesta dell’
atto
secondo, in cui racconta la rissa tra’ pretendent
la rissa tra’ pretendenti di Maddalena, e nella scena nona del primo
atto
in cui descrive a Sanson, uno degli amanti di Mad
denese Giacinto Bendinelli o Bendinely, come si trova scritto nel suo
atto
di matrimonio colla Poulain ; o Bandinelli, come
to di matrimonio colla Poulain ; o Bandinelli, come egli nel medesimo
atto
si sottoscrive. Dell’Allori dunque, che pel suo u
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