ha «scroccato fama di savant 1». In termini simili si erano espressi
anche
Giuseppe Baretti e altri letterati fino a Ottocen
nato alla rappresentazione di spettacoli operistici, lo Hofoper, noto
anche
come Lindenoper, che doveva essere parte integran
rante di un ideato e mai completato Forum Fridericianum, comprendente
anche
una biblioteca. Algarotti aveva soggiornato a lun
sigliere e dal 1746 ciambellano di Federico II, per il quale svolgeva
anche
incarichi diplomatici; anche negli anni tra il 17
no di Federico II, per il quale svolgeva anche incarichi diplomatici;
anche
negli anni tra il 1742 e il 1746, passati in part
me nota Annalisa Bini8, nel genere del pamphlet, cui è riconducibile,
anche
se con qualche maggiore concessione a un registro
, anche se con qualche maggiore concessione a un registro saggistico,
anche
la seconda edizione del 1755; le questioni sono a
delle opere di Metastasio10 elogiava l’autore cesareo, pur indicando
anche
delle strade alternative rispetto alla drammaturg
temi al centro della riflessione dei decenni successivi, rappresenta
anche
un momento di rilancio della discussione che part
regola poetica e la negazione di ogni intento educativo della poesia.
Anche
Lodovico Antonio Muratori nel Della perfetta poes
atrale contemporaneo, che ha un ruolo centrale non solo in questa, ma
anche
nelle redazioni successive. La prospettiva di Alg
lativa alla trattazione della musica13, ma cita, tra i contemporanei,
anche
Metastasio, Leibnitz, Antonio Maria Salvini, Volt
re, in una ideale concordia tra tutte le parti del dramma. D’altronde
anche
qui l’impianto teorico è sostenuto dal confronto
e esemplari di drammi pubblicati alla fine del testo. Algarotti entra
anche
nel dettaglio della composizione musicale e arriv
buffe16.» La vivacità del discorso fin dalla prima redazione è data
anche
dalla prassi di Algarotti di fare sfoggio dei suo
diche per promuovere armonia e semplicità come linee guida alle quali
anche
il discorso musicale si deve attenere in una visi
l discorso in termini meno militanti e immanenti, sono espunti i toni
anche
polemici che avevano caratterizzato la prima reda
o decisamente più sobrio e si concentra sulle questioni più tecniche:
anche
l’esclusione del riferimento ai protagonisti del
a cesareo sorvola invece su tutti gli aspetti tecnici che evidenziano
anche
una presa di distanza di Algarotti dalle soluzion
nano. E’ vero che quando le prime e le seconde parti coniurant amice,
anche
lo spettatore grossolano sente senza intendere un
he sono dunque le modifiche rispetto alla seconda redazione del 1755;
anche
la conclusione che è profondamente cambiata nel p
mostrano la grande diffusione e centralità del dramma per musica, ma
anche
la difficoltà, da parte dei letterati e degli add
i e figure come la Berlino di Federico II, la Vienna di Metastasio ma
anche
di Gluck, Calzabigi e Durazzo, l’Inghilterra. Il
reziose tragedie»; la sintonia con la drammaturgia metastasiana si ha
anche
per quanto riguarda il rapporto tra le arie e i c
drammaturgia operistica, responsabile dell’organicità del tutto, ma è
anche
vista come parte di un prodotto dal funzionamento
entro del discorso. Sono strettamente connesse al Saggio di Algarotti
anche
le Riflessioni sopra i drammi per musica, di Giam
e stagioni teatrali e soprattutto operistiche; il rapporto è favorito
anche
dal fatto che entrambi gli scrittori si muovono s
ti contengono diversi riferimenti non solo alle stagioni teatrali, ma
anche
alla scrittura di testi per musica, nella quale O
tes si cimenta costantemente attorno agli anni 40-50. Ortes condivide
anche
alcune esperienze europee di Algarotti come la fr
i del pubblico più che da astratti disegni riformistici. Come avviene
anche
nel saggio di Algarotti, anche qui Ortes unisce d
tti disegni riformistici. Come avviene anche nel saggio di Algarotti,
anche
qui Ortes unisce discorso teorico e applicazione
ra; il tema fantastico mitologico rientra nella casistica contemplata
anche
da Algarotti, ostile all’utilizzo di temi storici
ra prende spunto proprio dalla Dissertazione di Calzabigi, pubblicata
anche
a puntate nel «Journal étranger»30, e riconosce l
visione del rapporto tra aria e recitativo, nella drammaturgia tratta
anche
dai modelli francesi. Un altro contributo che ris
ella dedica si intravede già una dichiarazione programmatica: facendo
anche
riferimento al «gran Federigo», amico di Pitt, Al
laborazione con i sovrani ampliamente messa in pratica nel Settecento
anche
da Voltaire e Diderot. La dedica quindi è già un
lo sfondo del sistema complessivo di organizzazione degli spettacoli.
Anche
l’aggiunta, alla fine del trattato, di un paragra
era in musica, perché ne riesca un tutto regolare, ed armonico». Sono
anche
ripresi, sempre in conclusione, i riferimenti al
o il compito di riassumere i termini della questione e di legittimare
anche
attraverso il riferimento ai teorici della tradiz
uestione dall’autore che non solo rivide più volte il testo, ma cercò
anche
di integrarlo in relazione ai possibili destinata
sa volta a valorizzare non solo la tradizione letteraria italiana, ma
anche
la creazione, attraverso il dramma per musica, di
e, rispetto alla precedente del 1763, con ulteriori note e citazioni,
anche
in inglese e francese, che spiegano e approfondis
uale se sollevava all’entusiasmo il popolino delle recite diurne, era
anche
molto apprezzato in quelle serali, dal pubblico e
ei, e di nuovo socio (1829) con Gaetano e Antonio Colomberti, artista
anche
allora di gran pregio, sebben già in età avanzata
ngheta, ma tagiaremo. Piena sicura ! Era la Divina Commedia. E vuolsi
anche
fosse lui, che solea dire di sè : mi son el primo
ità, l’intelligenza, la passione. Il suo accento – dicono – commoveva
anche
nelle mezze tinte, anche in quelle piccole nuance
assione. Il suo accento – dicono – commoveva anche nelle mezze tinte,
anche
in quelle piccole nuances d’un carattere, sulle q
anza, il commediante, il capocomico, l’agronomo, e ultimamente faceva
anche
il fabbricatore di vino scelto, e ne beveva ! (Pr
taliano ancora vivente, ma irreparabilmente colpito da apoplessia. Ma
anche
questa volta vi rimase poco tempo, chè la cattedr
li benedica le mani e la lingua. A questa indole indiavolata accenna
anche
il Modena in una sua lettera a lui del 22 giugno
nore provvegon di lor casta i semidei ! Oh ! a te rida salute……. (V.
anche
Job Anna, al cui nome è pubblicata per intero un’
ine che trattano delle condizioni dell’arte (vol. II, pag. 682-687).
Anche
per la prosa i primordi del secolo furono felicis
realmente, faceva piangere e ridere al tempo stesso, come ebbe a dire
anche
il Byron. Lo Scribe ad udirlo ne restò incantato
zzo paolo, poco più di venticinque centesimi ; e forse a minor prezzo
anche
Città di Castello potè udire il gran Demarini. È
mpresari, perchè a quei tempi correvano rischio di far forni teatrali
anche
le primarie compagnie. Dapprima fecero loro danno
del Borbone, l’ascetismo di Carlo Alberto, e il Sant’Uffizio di Roma,
anche
senza calcolare che i grandi artisti furono allor
ava tutto ; ed essendo tutti nel pieno vigore dell’ età dovevano fare
anche
meglio. Il tempo delle grandi affluenze ai teatri
ed in paga agli artisti che più si appressavano a quelli, e spargendo
anche
sul teatro una tinta di patriotismo si vergognò d
trovò cosa comoda di scambiare il languore per verità ; tantochè oggi
anche
fra gli attori ben pagati non mancano taluni che
gazione, se, tenuto conto del maggior caro dei viveri, non si tenesse
anche
conto di un elemento oggi importantissimo, cioè d
re una nube sopra gli applausi meritati, si seguitò a battere le mani
anche
fra gli sbadigli del pubblico. Dicesi che su cert
parativi di lingua, ma opportunissime per far salire il palco scenico
anche
ai vetturini. Che la Pezzana e la Tessero, anime
ologo di G. G. Rousseau, tradotto dal Gandini, e che il Grandi recitò
anche
in francese colla moglie che vi sosteneva la Gala
ifici doni. Nè questa del recitare fu l’arte sola del Grandi. Egli fu
anche
espertissimo del canto e del ballo ; e il Bartoli
movendosi ancora restavano illese, e non schiacciate da’piedi. » Fu
anche
autore di due azioni spettacolose, che non diede
quella specie di bonomia ch'ei sapeva trasfondere ne' personaggi. Fu
anche
direttore della Compagnia Nazionale, e socio di E
dremo più, non potremo più applaudire che le sue commedie. Ci è tolto
anche
il conforto di quest’amico al grande dolore che c
aggio del 1900, pochi dì dopo la morte di lui. Questa morte si rende
anche
più pungente di commozione per la famiglia dell’a
de' nostri artisti tedeschi (Iffland e Wiedmann eccettuati) : egli è
anche
il beniamino del pubblico, al quale sfugge un mor
ellente artista che io vorrei comparar talvolta ad Iffland e talvolta
anche
ad Eckhof. Fu il predecessore, ai Fiorentini, de
pubblico per cancellar la grande impressione lasciatagli dal Pinotti.
Anche
sua moglie fu attrice valentissima per le parti c
lla, ferrarese Portinaro Jacomo Filippo detto Savoncino Portinaro
anche
egli Giovanni Salina, bolognese Servitore da p
non lasciar passare le persone estranee alla Compagnia, com’ è in uso
anche
oggi. E anche ieri come oggi, nonostante quella m
ssare le persone estranee alla Compagnia, com’ è in uso anche oggi. E
anche
ieri come oggi, nonostante quella maschera, l’ami
in altre compagnie vaganti, colle quali ebbe campo di farsi ammirare
anche
a Napoli, sapendo unire a sufficienza l’arte del
lo scienziato : fotografo, proiezionista, meccanico, elettricista, e
anche
inventore. Sicuro : Francesco Valenti è inventore
per una certa vivacità, soverchia forse tal volta, di recitazione. Fu
anche
il Valenti direttore artistico della Compagnia di
ll’interesse dell’azione, e mantengono sempre vivace la scena. Ciò fu
anche
in vista che gli animi giornalmente da gravi cure
oppressi, richiedono nei serali divertimenti una dolce ricreazione.
Anche
allora ??? — Il dramma era nuovo per Lucca, e fec
appiamo se netti pel beneficato, o se d’introito lordo. L’Aglebert fu
anche
autore drammatico, e la sua commedia Di male in p
esse essere tutta l’arte…. C’era un po’ di vanità, un po’ d’ignoranza
anche
; ma c’era tanto culto per l’arte sua da fargli p
o non ebbe più il costume tradizionale ! brillante, o caratterista, o
anche
primo attore, appariva in una festa come un miser
erno, e l’ Arena di Montecatini l’estate, ove si recava già da tempo,
anche
per la sua salute assai malferma, e ove si gloria
enti della persona e dei vestiti dei ballerini. I quali vestiti, come
anche
quelli de’ musici, hanno da accostarsi, il più ch
bizzarri, ci vorrebbono i Giuli Romani e i Triboli, che diedero prova
anche
in tal genere del loro valore; o almeno faria mes
corrono sempre al punto di mezzo, dove insieme con la veduta se ne va
anche
a finire la immaginativa dello spettatore. Avea e
o, e chiamano prigione ciò che servir potrebbe per un cortile e forse
anche
per una piazza. Racconta Vitruvio come, avendo un
un mare di panneggiamenti posti così a mezz’aria? E il simile avviene
anche
talora delle volte, che si rimangon zoppe o monch
connessione veruna. Ma dei Licini ne saltano fuori di tanto in tanto
anche
tra noi55 . E quello che avvenne all’antico pitto
bile e, se vogliamo cosi chiamarla, michelagnolesca, la qual potrebbe
anche
talvolta con buonissimo effetto mostrarsi sugli t
ollinette, acque vive, praterie con dei tempietti, degli obelischi ed
anche
di belle rovine che spuntano qua e là, si trova q
atura hanno saputo vedere quanto vi ha di più bello e di più caro? Ed
anche
chi non fosse di gran fantasia fornito farebbe gr
e quasi privandone alcune altre, non è egli da credere che producesse
anche
nel teatro quegli effetti di forza e quella vivac
d’ombre che hanno i quadri di Giorgione o di Tiziano, non saria forse
anche
impossibile trasferirla alle scene. Ben può ognun
tire pel suo matrimonio con Colombina, il Duca potè conoscere e amare
anche
il piccolo Domenico, il quale, molto probabilment
ndo da quella Cristianissima Maestà vi fu chiamato Buffetto, il quale
anche
ci fa sapere come, presentate le commendatizie e
– questo piatto a Dominique…. — Come !… Sire !… – sclamò Dominique –
anche
le pernici ? Il Re lo guardò un istante, poi, sor
le pernici ? Il Re lo guardò un istante, poi, sorridendo, rispose : —
Anche
le pernici !… — Nè a queste intimità si fermò l
ro trascritto da Gueullette) non ne è indizio certo ; e questo sembrò
anche
agli stessi Parfait. Ma quel che appare fuor d’og
mente acclamato uno de’più forti artisti del suo tempo : il che parmi
anche
provato dalla somma ch’egli lasciò, morendo, agli
arito, e viveva ancora il 1782 fuor della scena per la soverchia età.
Anche
di lei Carlo Gozzi fa menzione nel citato canto d
i soverchio le fu di molto discapito nell’arte sua. » Di ciò fa cenno
anche
il Gozzi nel canto ditirambico : L'Angelina il m
la primavera dell’anno 1766. Alludesi alla bellissima Commedia “Che
anche
una Donna sa custodir un segreto” Pensieri ingi
iuscì egregiamente come innamorato per le commedie all’improvviso. Fu
anche
a Vienna e in altre città della Germania, sempre
el Bartoli (1782) egli passava per uno de’ migliori avvocati, sapendo
anche
ne’ più astrusi juridici contrasti con raffinato
' naturali doni che in sè riunisce, che giunse a rendersi ben accetto
anche
nell’odioso carattere d’ordinario da lui sostenut
noi lo assicuriamo di una maggiore e più luminosa teatrale fortuna ».
Anche
sua moglie Cecilia, veronese, fu comica, ma di me
. Vani furon gli sforzi della famiglia per ricondurlo a sè…. la quale
anche
tentò di lasciarlo privo del necessario per mostr
onti, Andrea Maggi, sostenendovi le parti di primo attore giovine. Fu
anche
primo attore e direttore, ora in società con Brun
Compagnia delle sorelle De Ogna. Artista garbato e colto egli scrisse
anche
poesie delle quali alcune furon pubblicate a Piac
Cola Francesco Vacantiello, personaggio napolitano, che ha detto che
anche
nell’ introdurre il napolitano nelle comedie per
o Martinelli, omai troppo vecchio. Cola (Nicola) sarebbe stato dunque
anche
allora nome di persona e maschera ? Vacantiello,
a. Non troppo di notevole abbiam nella vita artistica del Papadopoli.
Anche
vi ebbe chi non riconobbe la grandezza dell’arte
igi, Antonio Camerani, egli mangiò tutto quanto guadagnò, e più volte
anche
, non pago, mangiò a credenza. Con la propria cosc
pria coscienza egli potè transigere attenuando le decadi, e tal volta
anche
impegnando i cassoni de' comici inconsapevoli ; m
'petti di tordo per sessanta persone. Di lui si ha un libretto, e qui
anche
torna a mente il Camerani, intitolato Gastronomia
Allora regnava in Roma Giulio II, la cui ambizione volle pungersi.
Anche
i Confratelli detti della Passione continuavano a
come diremo a suo tempo4. Quanto dunque comparve sulle scene francesi
anche
sotto Francesco I, era una mescolanza grossolana
te dalla regina rappresentare alle damigelle della sua corte6. Furono
anche
da lei chiamati in Francia gli strioni Italiani p
ersonaggi della Corte, e Mad. Angouleme vi rappresentò Ginevra. Vi fu
anche
rappresentato il Palazzo di Apollidone, e l’Arco
poeti, cioè Remigio Belleau, e il nominato Giovanni De la Peruse; che
anche
compose una Medea di assai infelice riuscita. Jod
i notano alcuni squarci felici tratti dalla Sacra Scrittura. Meritano
anche
attenzione varj versi dell’Ippolito, e più quelli
el Baile art. Chocquet. 3. M. d’Argentré Histoire de Brettagne. Vedi
anche
gli Aneddoti delle Regine di Francia tom. III. 4
seco fu in Portogallo. Ha trovato impiego in altre vaganti Compagnie
anche
dopo d’esser rimasta vedova. La sua figura gentil
pubblicato nell’ Esopo in Almanacco (Venezia, tip. Pepoliana) appare
anche
una Rosa Corticelli, forse figliuola della Maddal
1562 alle feste fatte a Bozzolo da Vespasiano Gonzaga, nelle quali fu
anche
data una commedia piena di molte cose ridiculose,
cose ridiculose, con scena miracolosa etc. etc. e prospettiva grande.
Anche
il giovedì grasso del ’68 prese parte alla commed
pagnia di comici che recitava in un’arena modesta di legno, destinata
anche
alla caccia del toro, tanto s’invaghì dell’ arte,
e attore della compagnia, Carlo Paliotti, divenne ben presto, essendo
anche
di rara avvenenza, un’ottima amorosa, e la vediam
mporaneo eretto da Cornelio Balbo in Cadice, sendo Pretore, di cui nè
anche
il Lampillas si è ricordato. Avrei parimente acce
a, nè poi l’Apologista cita veruno scrittore per quello di Clunia. Nè
anche
egli ebbe notizia, a quel che pare, di alcune rov
asserendo che tuttavia vi si discernono le tre Porte della Scena. Nè
anche
fu noto all’Apologista un altro Teatro Romano-Isp
, e al presente si chiama Cortijo del rocadillo. Ora di questa Città,
anche
a’ tempi di Pomponio Mela abitata da’ Fenicj venu
per una lega e mezza, e veggonsi tra esse i vestigj di un Teatro, ed
anche
di un Anfiteatro. A chi poi è ignoto che la vita
ne vi fossero Teatri prima che in Roma. Ed avverta ancora, che quando
anche
ciò fosse dimostrato, non che dimostrabile, Roma
brillante al primo attore, alternando tal volta l’officio di comico e
anche
di capocomico, con quello di pittore scenografo,
uardia, nella Compagnia di un certo Calìa napolitano, in cui recitava
anche
gli amorosi nelle farse col pulcinella (non mai i
i, secondo amoroso, in quella di Lambertini e Majeroni, in cui stette
anche
l’anno dopo come secondo brillante sotto Leopoldo
rdici ch'egli da più anni interpreta con tanto fervore, e si potrebbe
anche
dire con gran preferenza sugli altri tipi. E qui
sere le cause che concorrono a tale alterazione : forse celate, forse
anche
opposte in tutto e per tutto a quelle che noi col
e decisa. Quando credo di averne afferrato l’idea fondamentale, vedo
anche
disegnarsi nettamente i singoli quadri che la com
a Bisbetica domata di Shakspeare ? Ermete Zacconi è soprattutto vero.
Anche
quando rappresenta grandi personaggi della Storia
ttutto vero. Anche quando rappresenta grandi personaggi della Storia,
anche
quando la forma del lavoro è elevata, egli trova
genere, sul teatro. Se lo Zacconi, studioso e scrupoloso all’eccesso (
anche
per ciò l’Emanuel aveva già dato un esempio colla
lode va data allo Zacconi, se all’entusiasmo della moltitudine vuole
anche
congiunta la sapiente ammirazione dello scienziat
mazioni più vive, quasi forsennate che riceve ogni sera, e diciam pur
anche
davanti i suoi guadagni che gli concedon oggi più
le commedie tradotte di Goldoni. Fu copista dell’abate Metastasio, e
anche
direttore artistico di alcuni suoi melodrammi. En
nico di Verona, recitandovi la parte di Aurelio in veneziano. Scrisse
anche
una commedia in versi sciolti di argomento spagnu
ersi : della primavera e della impietà) per comici di professione, ma
anche
per dilettanti. Nella licenza del prologo nono (d
per Compagnie comiche, o per Accademie componeva i suoi prologhi, ma
anche
per Compagnie di canto, come abbiamo da quello de
elle vostre parole un’opera composta in Madrigale di dodeci voci. Fu
anche
autore di una commedia intitolata II fortunato am
a Belgiojoso, presso Pavia. Cominciò a recitar giovinetto, e talvolta
anche
in parti di brillante, ma veramente egli salì in
Bellatti e Marini, Marini solo, La Nazionale, Vitaliani, Novelli. Fu
anche
capocomico, e condusse e diresse la Società ('92-
questa dell’artista umanitario fu sua sola dote. Antonio Salsilli fu
anche
scrittore egregio di articoli e bozzetti di teatr
nna sotto quello di Lavinia, a vicenda con la Roncagli. Ma mi tengono
anche
in dubbio le date lasciateci dall’oroscopo, secon
ella avrebbe avuto il 1605 dodici anni (V. Antonazzoni, al cui nome è
anche
l’illustrazione di G. Callot).
lascia forse il Signor Lampillas di chiamarli eccellenti? Quì però nè
anche
si tratta di perfezione, ma di anteriorità nel ge
li dica che era stravagante, non però nega che fosse Tragedia. Lascio
anche
il Quadrio, che talvolta esagera, ma che nè anche
se Tragedia. Lascio anche il Quadrio, che talvolta esagera, ma che nè
anche
nega nè afferma, che fosse Tragedia. Vengo all’er
i salire in gran pregio. E questo significa forse che non è Tragedia?
Anche
quì mostra l’Apologista il suo rincrescimento per
Varchi contro del Trissino. E se il Signor Lampillas volesse saperne
anche
la sorgente, rifletta e alla traduzione fatta dal
e, qualche difetto nel viluppo, e qualche languidezza, che però erano
anche
i difetti de’ Greci. Ei gl’imitò troppo nelle lor
Masinissa, la quale scena all’ Apologista sembra freddissima. Quando
anche
ciò fosse, che perderebbe la scena da me lodata?
otte nol farebbe per non trasgredire le regole Cavalleresche, dovesse
anche
farsi accoppare da qualche Biscaglino. Vuol final
iscaglino. Vuol finalmente l’Apologista (p. 87.) togliere al Trissino
anche
il merito dell’invenzione per una ragione tutta s
e ripugni a credere che ciò potè essere [pudo ser] verso il 1520.” Nè
anche
però vi è ragione, che ripugni a credere che le c
naggi dell’Ecuba Greca, eccettuandone Taltibio. Ha ritenuta in questa
anche
il titolo di Ecuba aggiugnendovi triste. Ed in ci
nsigli? I consigli convertiti in turacciuoli? Queste metafore, quando
anche
fossero ben concepite, continuate con troppa cura
ncia sarebbe certamente fischiata una Tragedia Grande in prosa, fosse
anche
dettata dall’elegantissimo Racine, o da un Voltai
osì esperto nel recitar la tragedia come la commedia seria e giocosa.
Anche
sosteneva con plauso la maschera del Brighella ne
Compagnia di prosa e ballo Rosa e Tranquilli. A tempo perso sosteneva
anche
la maschera di Arlecchino in alcune farse, come n
manendo non lievemente ferito all’inguine. Al suo fianco combattevano
anche
i fratelli Antonio e Carlo ; il primo, coinvolto
sto, e così l’Aristodemo ed il Saul. In una escursione all’estero ed
anche
in Italia (tra il 50 ed il 59) diede accademie di
e di queste candide teorie, molti seppero far tesoro. Con gli averi,
anche
la sua forza ed il suo coraggio mise al servizio
lli, riusciva a spezzare con due dita una moneta da cinque lire. Fu
anche
scritturato il '58 nella Compagnia Reale Sarda pe
menico. Fratelli dei precedenti e generici di poco conto. Il primo fu
anche
secondo caratterista in Compagnia Lollio e Boldri
Appelli, artista di pochissimo conto, e che recitò poi qualche volta
anche
ai Fiorentini di Napoli con Adamo Alberti e Pietr
n successo clamoroso. Nè solo nel dramma fu artista pregiatissima, ma
anche
nella commedia e nella tragedia : e a quest’ultim
ncor bene accolta dai pubblici, ma conducendo sempre vita travagliosa
anche
in mezzo alle dovizie che le piovver più volte in
o, e recitava assai bene nella commedia all’improvviso, che insegnava
anche
agli altri con passione ed amore. Lasciata l’arte
1680-82). Dalle memorie di Dangeau sappiamo ch' egli fu ammiratissimo
anche
al Teatro di Corte di Versailles ove recitò il 15
tto. In detta querela il Tortoriti ha il titolo di Ufficiale del Re.
Anche
Cola, Cassandro Aretusi, che non son maschere pro
or montandosi l’un l’altro sulle spalle. Assomiglia allo Scaramuccia
anche
un po'il costume datoci dal Sand, di cui giacca e
ualità di porta-ceste, di smoccolatore di lumi a olio, e, al bisogno,
anche
di attore. Sentito una volta recitare in una stam
. Dopo il triennio, passò il Venturoli nella Compagnia Domeniconi ; e
anche
qui, al Valle di Roma, le prime prove furon di fi
no, mi aggregai a Bellotti-Bon e d’allora fo il “burattino” e dal ’73
anche
il “burattinajo.” – E ti dissi anche troppo. – Tu
lora fo il “burattino” e dal ’73 anche il “burattinajo.” – E ti dissi
anche
troppo. – Tuo G. Emanuel. » Meglio non avrei potu
mia vittima interrompendo il foglio delle tagliatelle (perchè faceva
anche
da cuoco a certi altri suoi pigionali) mi compari
i scritti Sardou : Jago nell’ Otello sarà il tipo più umanamente vero
anche
da qui a mille anni, e Ofelia è la più grande cre
ori critici il Giulio Cesare di Shakespeare, e si persuaderanno forse
anche
più che i Romani erano uomini e non cantanti. Ma
di farla alla sera…. e la creazione è fatta. Le quali parole sono
anche
una riprova del come egli si venne acquistando la
fficace che si possa udire ; col progredire negli anni sono scomparse
anche
le piccole mende d’un tempo, e finchè avremo arti
, a Vittorio Alfieri, ma egli, se ebbe la disgrazia di nascervi, ebbe
anche
il buon senso di non rimanervi. » Un’altra curios
i una Corte splendida a Varsavia con opera e commedia italiana, volle
anche
a Dresda procurare un tal godimento ; e il 2 sett
rtes et dépenses extraordinaires. » Licenziata la compagnia del 1732,
anche
il vecchio Ristori con la moglie se ne tornò in I
0) : « la seconda donna era un pezzo di carne, che destava l’appetito
anche
a’ più nauseati. Bravissima per certi caratteri,
» Ma il Bartoli si oppone a tale giudizio, dicendo ch’ ella fu somma
anche
nel tragico, e che se avesse avuto la fortuna di
A questo punto cessan le notizie che ne dà Fr. Bartoli, che riferisce
anche
il seguente sonetto di anonimo : Spiegar col lab
siodo, della qual cosa viene da Camaleone incolpato. Acheo Siracusano
anche
poeta tragico compose dieci tragedie, tralle qual
ni ed epigrammi e di altri pregevoli lavori poetici, dee contarsi ben
anche
tra coloro che si distinsero nella poesia rappres
he abbia meritato ne’ bassi tempi di esser letta e pregiata a. Vedi
anche
Suida nella voce τετραλογια. a. Saturnal. lib.
mo I delle Vicende della Coltura delle Due Sicilia. a. Vedasi di lui
anche
Pietro Bayle Dict. Crit. a. Vedasi la Storia Ec
a. I Fratelli o i Gabaoniti riscosse maggiore applauso, e si tradusse
anche
in tedesco. Antonide Van del Does scrisse pure un
rono parimente che Opitz imitò la sua Giuditta da un’ opera italiana.
Anche
l’abate Arnaud nel Giornale Straniero parlando di
e nella Giuditta Opitz mostrò di saper caminare con egregia riuscita
anche
fuori delle tracce altrui . Egli però non ne addu
erio Germanico volle avere una sala d’opera musicale. Una se n’eresse
anche
in Amburgo. Pensarono poi a formarsi un’opera naz
a. I Fratelli o i Gabaoniti riscosse maggiore applauso, e si tradusse
anche
in tedesco. Antonide-van-del. Does anche scrisse
iore applauso, e si tradusse anche in tedesco. Antonide-van-del. Does
anche
scrisse una tragedia della Conquista della Cina b
e dell’Imperio volle avere una sala d’opera musicale. Una se n’eresse
anche
in Amburgo. Pensarono poi a formarsi un’ opera na
he nella Giuditta Opitz mostrò di saper caminare con egregia riuscita
anche
fuori delle tracce altrui. Egli però non ne recò
famiglia, a cui non può mai pienamente sostituirsi nessuna amicizia,
anche
se rara e quasi favolosa come fu quella che tra m
lamò : « Ma voi non siete cari, ma…. caroni…. » la qual cosa combina
anche
con l’etimologia greca Μαχαρ, che vuol dire felic
iusura inevitabile del pranzo. Questo frutto è indicato, raccomandato
anche
dalla Scuola Salernitana. « Semen foeniculi fugat
un remede pour l’ame et pour le corp. » Addio dunque, opprimi, ammala
anche
Alarico (nome teutonico che vuol dire molio poten
e leggi de’ Barbari in versi. Aristotile nel 1 de’ Politici. Può
anche
vedersi su di ciò l’opera di Goguet de l’origine
congedo dall’eremita chiamato Cano, dalle pecorelle sue compagne, ed
anche
da un albuscello, da una gazella e da un caprio.
’ concerti e alle danze accompagnate da musica stromentale e talvolta
anche
vocale, s’intrecciarono alcune carole di venti ba
e facendo gesti istrionici, che indicano di esser maschera ridicola.
Anche
in Nootka gli abitanti in certe straordinarie occ
olandum est: aliis rebus pietatem colas. ADDIZIONE X* Callimaco
anche
poeta drammatico. Il celebre Callimaco Cirene
del globo celeste colle sue costellazioni. Vi si ammirano quelle che
anche
in terra sono pesci, animali e volatili; lo scorp
* Frammento di Filemone giuniore tradotto. Non increscerà vedere
anche
di Filemone il minore un curioso frammento rimast
imo da Cicerone contro Verre, cui a giudizio di Diodoro Siculo cedeva
anche
il teatro di Agira sua patria che egli appellò il
Fella e di Pietro Polidoro se ne fa sicura menzione, aggiungendo che
anche
nel secolo XVI n’esisterono varj rottami. Tralle
, e si sostituisea quanto segue. 1. Bibl. Hist. lib. 16. Ne favella
anche
Plutarco nella vita di Timoleone, e Giustino parl
ndo si ruppe il congegno, e l’Angiolo restò a mezz'aria. Così accadde
anche
a me, molti anni dopo, quando facevo il bambino n
ici erano stati parte esiliati, parte arruolati in Piemonte, qualcuno
anche
nelle carceri di Sua Santità, come il cugino Getu
suaso, così lasciò le parti di amoroso e prese il ruolo di brillante.
Anche
quell’anno 1855 non fu lieto. Lo stipendio era me
immaginare con quanto zelo egli si mettesse all’opera. Ma pur troppo
anche
allora i suoi sforzi non furono fortunati, ed il
i carattere molto favorevole per il giovane attore. A lui giovò molto
anche
l’amicizia fraterna di quel gran galantuomo e buo
Rossi desse ragione quella volta al Gattinelli, mio padre se la prese
anche
con lui, fece baruffa, protestò il contratto, e a
ivolse ad Ernesto Rossi pregandolo di cedergli l’attore Cesare Rossi.
Anche
in quella occasione Ernesto Rossi si mostrò buon
re nella Compagnia Bellotti nel ruolo importante lasciato dal Vestri.
Anche
quello fu un gran passo pel mio povero papà, che
ebaldo Ciconi, fu scelta per prima recita : Il papà Goriot di Balzac.
Anche
questa scelta era ardita perchè Papà Goriot aveva
e un tema di algebra dato per esame dal ministro Bonghi : e credo che
anche
in oggi vi sieno molti scolari, che torcono il mu
re ad apprendere profondamente le due più famose lingue de’ dotti, ed
anche
a disotterrar nelle lontane regioni i Codici Grec
in Venezia l’anno 1568 per Domenico de’ Franceschia. Altre ne scrisse
anche
in volgare Feo Belcari, di cui l’Isacco composta
l’anno 1452, in cui venne in questa città Federigo III imperadore; ed
anche
le farse buffonesche inedite di Antonio Caracziol
us Polentonus, cui i Padovani aggiungono il cognome di Ricci, compose
anche
in latino verso la metà del secolo una commedia i
? Non ne scrissero alcuno in volgare, che loro assicuri l’anteriorità
anche
per questa via? Ve ne furono almeno dodici recita
entii mugghiar là dietro al monte. Ed in tale scena potevano passare
anche
il II e III atto parlandovisi del medesimo monte.
ivaci. Adunque la scena nell’Orfeo fuor di dubbio cangiossi, servendo
anche
allo spirito di magnificenza del secolo XV, in cu
to, ed è tratta di nuovo nel regno della morte. Il Poliziano calcando
anche
quì l’orme di Virgilio così la fa parlare: Aimè!
so la fine del XV, cioè a dire un secolo e mezzo prima del Cicognini.
Anche
lo spagnuolo Stefano Arteaga volle rilevar l’addi
el Notturno hanno la prerogativa di aver preceduto di tutto un secolo
anche
quell’aria del Rinuccini posta in musica dal Peri
rtili de’ prelati più illustri le commedie di Terenzio e di Plauto ed
anche
di qualche moderno, insegnando egli stesso ad alc
rle. A tempo di Paolo Cortes, per quanto egli stesso racconta, fecesi
anche
sul colle Quirinale la recita dell’Asinaria. Nel
rappresentarsi nel 1494b. Per uso dello stesso teatro furono tradotte
anche
in terzarima da Girolamo Berardo ferrarese la Cas
l Quadrio. b. V. l’opera del conte Mazzucchelli t. II parte I citata
anche
dal Tiraboschi il quale di altre farse sacre fa p
Avelloni Francesco, detto il Poetino. Metto fra i comici
anche
il nome di questo scrittóre ben noto, nato a Vene
Roscio, » fatta società colla insigne comica Marta Colleoni, si diede
anche
all’arte del recitare, nella quale riuscì mediocr
dice grande nel premeditato e all’improvviso ; e aggiunge che sapeva
anche
farsi applaudire ne' semplici annunci fuor del si
e' semplici annunci fuor del sipario per lo spettacolo del domani. Fu
anche
autore, e si rappresentaron di lui con successo L
a. Il Covi, che le fu compagno e consigliero al suo esordire, assistè
anche
all’ultima sua recita. Il 23 dicembre del 1880
he essa fu in certo modo la protagonista di una commedia del Gallina,
anche
dopo morta. Nella commedia La mama non mor mai, r
tini, acclamatissima. Fra le lodi prodigate al valor suo, ve n’ha una
anche
all’artista lirica, la quale si mostrava, accompa
io, e fu più anni sotto quella maschera, con Antonio Sacco, col quale
anche
si recò in Portogallo. Restituitosi in patria, ri
somigliava al Ciclope di Euripide, e nell’antichità non avea esempio.
Anche
il nobile Niccolò Correggio scrisse allora un Dra
Pedro Grullo, e in Italia del Dottor Graziano, le quali si conobbero
anche
da’ Latini, avendocene Plauto dato qualche esempi
ti? esaminati? Ditene dunque perchè non meritano questo nome. Fossero
anche
questi, come la Sofonisba, Dialoghi Allegorici? L
Colloqui Pastorali tutte le Favole del Lope, quando tra essi vi sono
anche
delle Commedie. Intanto in contracambio avverto i
entum stimò che fosse una Storia de’ Teatri delle antiche Nazioni, ed
anche
dello Spagnuolo. L’erudito Bibliografo D. Nicolas
il suo Libro impresso in Madrid nel 1583., nel 1603., e nel 1614., ed
anche
in Lerida, s’intitolò El Viage entretenido. Ora,
e il genere, non dall’azione, ma dal numero de’ versi, osservando che
anche
col toglierne un lungo ragionamento in lode della
ato in quella Casa Senatoria, come dice il Bartoli. A detta del quale
anche
fu generico di molto valore, sapendo rappresentar
o e Zenobia sosteneva mirabilmente. Rappresentava di quando in quando
anche
la parte di Dottore, ma non per consuetudine, nè
edia italiana il 3 marzo 1732 in Colombina, Avvocato pro e contro. Fu
anche
buon musicista ed esperto concertista di violino.
e dal terzo piano gli aveva rovesciata addosso dell’acqua sudicia. Fu
anche
testimonio l’aprile del 1737, insieme a tutta la
filologicamente trascurata la seconda, postuma; latitavano in effetti
anche
esplorazioni specifiche su questa preziosa minier
stato analizzato soltanto per piccole porzioni, utilizzate, talvolta
anche
brillantemente, all’interno di studi che riguarda
Boileau, Pallavicino, Bouhours, Gravina e Muratori), ma che conteneva
anche
spunti di assoluta originalità circa la natura de
ese, ma che oggi non sempre risultano facilmente decifrabili. C’erano
anche
delle certezze che mi rinfrancavano, ad esempio,
commento, «a portata di clic», è notevolmente facilitato —, ma induce
anche
— soprattutto perché l’edizione del Paragone è in
ad altre sezioni del testo calepiano, ma fosse comprensibile e utile
anche
senza l’esame di tutto ciò che era stato scritto
erche mirate o incrociate a seconda dell’approccio che si preferisce;
anche
per questa ragione si è scelto di suddividere imp
ca comune a quella che aveva mosso il progetto arcadico, sulla scorta
anche
del recupero del Discorso di Iason De’ Nores attu
attuato dal Gravina. Come il Muratori della Perfetta poesia italiana,
anche
Calepio è convinto che la tragedia sia il genere
i e dal Guarini, dal neostoicismo seicentesco, e riproposta più tardi
anche
dal Maffei nel Proemio alla Merope, secondo cui l
l primo Settecento e spesso, proprio attorno alla purgazione, ruotava
anche
l’ampia produzione teorica e drammaturgica che te
dignità al coturno italiano. Oltre al Maffei e ben prima del Lessing,
anche
il Martello sottolineava l’effetto purificatore c
perfezione del protagonista, ben lontano dal martire corneilliano, ma
anche
leggermente diverso dall’eroe mediocre delineato
ibilità fortemente condizionata da venature protestanti, che emergono
anche
in altri punti del trattato. Il primo capo proseg
o frangente si nota peraltro che l’attenzione dell’autore si sofferma
anche
su pièces recentissime (quelle di Salìo, di Zanot
rneille, i vari Le Bossu e Terrasson, e che in Italia aveva sostenuto
anche
il Crescimbeni della Bellezza della volgar poesia
tartico il pubblico, inducendolo a provare pietà per il protagonista.
Anche
in questa parte egli riconosce superiori gli Ital
omento della purgazione finale. Gli argomenti di Calepio, che ruotano
anche
attorno alla necessità di mettere in scena la cat
brata soltanto la consueta polemica contro Corneille e i Francesi, ma
anche
una identica condanna della fortunata Merope del
tico dell’intreccio; quelli dell’epopea, al contrario, possono essere
anche
molto lunghi e trattare di temi assai differenti,
dine puramente teatrale. Al centro della polemica di Calepio si trova
anche
un insigne testo tragico tardo-cinquecentesco, il
a lunga scena in cui il re dei Goti narra l’antefatto al Consigliero:
anche
qui il bergamasco mostra di essere in sintonia co
più sobria, dal Martello all’interno del trattato Del verso tragico:
anche
questo è uno degli elementi che comprova il fatto
a settecentesca. A simili conclusioni giungerà, quasi un secolo dopo,
anche
il Manzoni della Lettre à Monsieur Chauvet. Inolt
ditore più modesto, per Calepio — che da questo punto di vista supera
anche
la posizione di Maffei, intento a dimostrare come
sità di molte tragedie italiane, dal Torrismondo all’Aristodemo, fino
anche
a esemplari contemporanei come la Temisto di Salì
ale, e non genuinamente prodotti all’interno di un contesto mimetico.
Anche
i Francesi, ripete Calepio, hanno le loro pecche,
i stampo propriamente melodrammatico che farà propria, fra gli altri,
anche
il Metastasio dell’Estratto dell’arte poetica, ma
si alla nutrita speculazione seicentesca di area francese, recuperata
anche
in Italia all’inizio del diciottesimo secolo, com
iottesimo secolo, come dimostrano, fra gli altri, Gravina e Muratori.
Anche
in questo caso i problemi mostrati dalle composiz
erici, criticato già dal Tassoni e dal Muratori fra gli altri. Certo,
anche
i Francesi si sono dimostrati reprensibili nel no
successive, avevano rilevato il medesimo problema; la colpa starebbe
anche
in questo caso nella troppo servile imitazione de
ava principalmente attorno al dato stilistico, in Calepio si affaccia
anche
una rilevante problematica di stampo logico-rappr
li Signorelli, Andrés e Ginguené riproporranno quelle stesse censure.
Anche
dal punto di vista drammaturgico il prototipo del
ortuna nel Settecento, se si pensa alle tragedie di Antonio Conti, ma
anche
, sebbene con le dovute distinzioni, al progetto d
ro nella predilezione di un linguaggio sentenzioso e oratorio, tipico
anche
delle Tragedie Cinque del Gravina: queste forme v
della monotonia, della lunghezza del verso e soprattutto della rima.
Anche
sotto il profilo metrico lo scopo principale del
a, quella adottata dal Lazzarini nell’Ulisse il giovane, e prediletta
anche
dall’Orsi nelle sue Considerazioni, viene conside
il primo risorgimento delle lettere, coltivarono prima d’ogni nazione
anche
l’arte della tragedia: ma siccome non è stato lor
prescrivere se non un errore involontario come falsamente ha creduto
anche
il nostro Castelvetro13, ed altri prima di lui, s
e il nostro Castelvetro13, ed altri prima di lui, seguiti ultimamente
anche
dal Dacier nella sua traduzione. Il costoro sbagl
secondo l’antica superstizione, insinuavasi l’orror delle vere colpe
anche
per le gravi conseguenze de’ misfatti involontari
va a cagione della madre stessa. [1.2.9] A questo grado s’approssima
anche
l’Agamemnone, perciocché se ben egli muore innoce
mostrare le vicende della fortuna e le disgrazie a cui sono soggetti
anche
i più felici per instruire l’uditore a non insupe
re e puossi accoppiare con i Coefori d’Eschilo. Il Filottete scostasi
anche
assai più dallo scopo della perfetta tragedia.
[1.4.7] Nelle altre sue tragedie il medesimo Francese si è discostato
anche
più dalla idea della perfezione, non essendosi pr
ina, si scorge che non mancavano a Britannico le idee di procacciarsi
anche
criminalmente le fortune interdettegli dal destin
ssi sono un puro ornamento di persone subalterne, o superfluo o talor
anche
nocivo allo scopo primiero. Si potrebbe dire anco
n in certe tragedie di lieta riconoscenza, come è probabile che fosse
anche
il Fior d’Agatone. Fra le tragedie della natura o
molto trasandasi, laonde ci convien vedere in secondo luogo il valore
anche
di questa circostanza per determinare se sia più
la degli Italiani, benché vorrei che questi avessero assai più curato
anche
gli affetti compassionevoli che nascono tra chi n
gnazione. [2.4.4] Una compiacenza simile a quella di Cornelio mostra
anche
Racine per avere introdotto nella sua Ifigenia un
Apologia di Sofocle da me scritta anni sono, accenno il discapito che
anche
in questa parte ha l’Edippo di monsieur di Voltai
per verosimiglianza ed oltre l’essere sconvenevoli all’occasione sono
anche
per altro noiosi. In questo numero puossi mettere
nostre antiche tragedie, il tedio de’ quali appare che fosse sentito
anche
dal Marchese Maffei che sovente accennò nel suo T
e che pareva venire in teatro a tal fine, o da qualche Deità e talora
anche
da personaggi del tutto ideali, come è la Morte i
ì nell’Astianatte che nell’Altea del medesimo. Tale disordine diviene
anche
maggiore nella Dalida del Groto, ove favellano la
roprio interesse. Nella Sofonisba e nell’Oreste è ciò sì notabile che
anche
i critici più superficiali e sciapiti l’hanno ric
Torelli, nella seconda delle quali s’aggiugne all’indecenza dell’uso,
anche
quella dell’inverisimile per le pratiche tenute d
’altre lasci assai prevedere il suo esito. Ne’ Francesi è biasimevole
anche
il dividere talora la peripezia rappresentandone
i son sopra l’altre piene di coteste indecenze. Né manca di ciò prova
anche
in qualcuna delle migliori che si leggono nel Tea
arir la ragione della venuta. Più nostri antichi hanno ciò trascurato
anche
nella partenza; quindi è che si veggono venire le
partenza; quindi è che si veggono venire le reine ed i re ne’ luoghi
anche
straordinari e poscia partire senza che si sappia
he venga ad abboccarsi con Germondo che odia e fugge: si parte quindi
anche
Torrismondo e sopravviene prima la cameriera a po
se quel luogo fosse il suo segreto appartamento. Finalmente si scorge
anche
la reina madre che entra, e sorte senza mostrare
mostrare d’aver nulla che dire. Una simile maniera si puote osservare
anche
in molte altre favole, per la quale di vero ogni
sa delle persone sia fuori di tempo o di luogo, il che talora diviene
anche
meno soffribile quando s’offendono le usanze part
rcostanti, sì li soliloqui e ciò che si dice ad alcuno a parte. Certo
anche
in questo non è lieve il vantaggio de’ Francesi.
po difficile è lo schifare ogni imperfezione. Quindi è che m’offende,
anche
fra quelli di Pietro Cornelio, ora qualche detto
ovente quella veemenza di passione che più li giustifica ed abbondano
anche
maggiormente le narrazioni improprie. Contuttociò
eguite e che vanno seguendo, o che si pensa di fare. Biasimevoli sono
anche
molti altri che consistono in una tranquilla espo
’è venuto fatto di vedere, attenuti in ogni incontro, mi paiono degni
anche
di questa particolar loda, perocché, essendosi la
o stesso si querela; ma questa regola soggiace ad una sconvenevolezza
anche
maggiore, perocché meno inverisimile sì è che un
erocché meno inverisimile sì è che un attore senta il discorso inteso
anche
dall’uditore, che non è l’apprendere che uno parl
tiranno che nulla ode. L’Ezzelino del signor Baruffaldi è contaminato
anche
più di simil pece. Nel Cesare del Conti, fra gli
o aveva empito le nostre favole, mi fa concepire quanto sia difficile
anche
a’ più dotti scrittori liberarsi affatto da pregi
e e per la venuta di lui stesso. Parmi assai poco il tempo che scorre
anche
nella Merope del Maffei tra ’l comando di chiamar
o d’avere osservato presso monsieur Duchè molte sproporzioni di tempo
anche
negli atti antecedenti, e m’è paruto degno d’osse
esimo benefizio con attori meglio legati e non oziosi, come è ’l coro
anche
per sentimento d’Aristotele, il qual disse ne’ Pr
uesto cominciò ad eschiuderlo del tutto, come ora veggiamo aver fatto
anche
i Francesi. Alcuni Italiani a nostri giorni l’han
ne sì naturale, come Cornelio e Racine. [4.6.6] Alcuni novelli poeti
anche
presso di noi si sono mostrati amatori di cotal o
à la personne, qu’on introduit». E però stabilisce che ogni persona,
anche
malvagia, sia capace della tragica maggioranza. U
assima ch’ebbe Cornelio intorno i protagonisti e che quindi è passata
anche
ne’ suoi successori, la qual si è che la tragedia
fare nella azione, e non contento d’imitarlo quale egli fu, lo finge
anche
peggiore attribuendogli misfatti dallui non sogna
il Palamede ed il Servio Tullio del Gravina. Né tacerò d’altri poeti,
anche
più male avveduti, che senza alcun riguardo han p
.2] Il frutto del terrore, non men che dello esempio morale, si scema
anche
in altra guisa, cioè col mostrar punito un delitt
ssyrius, Thebis nutritus an Argis. DE ARTE POET. Io riduco al decoro
anche
l’egualità, tuttoché si soglia distinguere perocc
e come che consista esso principalmente nell’attribuire a vari popoli
anche
più barbari la galanteria amorosa, ed il genio de
a amorosa, ed il genio delle francesi maniere si trova talor notabile
anche
per l’inosservanza e per la confusione delle altr
i col senno gli quindici anni. Gioa, nell’Atalia del medesimo, eccede
anche
più li dieci anni, che licenziosamente gli si asc
rionfo da tal fasto attendi? [5.5.5] Indecente per inequalità trovo
anche
il costume dell’Oreste del Rucellai, il quale, co
ò con ragione fu da Platone45 biasimato per simili mancanze di decoro
anche
Omero, che fece scorto al poeta latino. Artico
così riescono meno ingegnose e men dilettevoli le lor favole, e talor
anche
meno utili. Con tale libertà sono scritte l’Orbec
o avuto. Nondimeno alcuni de’ nostri in questi ultimi tempi gli hanno
anche
in ciò superati. Certo chi leggerà le tragedie di
a riconobbe singolarmente in Euripide57 ma non è difficile rinvenirla
anche
negli altri. Pecca pure il Gravina in certe simil
uori di tempo mostra la cameriera, che verisimilmente doveva ignorare
anche
i nomi de’ seguenti versi. Questi doni a voi man
lle persone e lo stato in cui esse ragionano, e quindi è che si puote
anche
ne’ gran dolori, con l’uso della retorica, aggiug
s tout de feu d’où vous vient cette glace? il qual pensiere si trova
anche
nell’Alessandro, ove dice Tasillo ad Asiana: Ain
ouvanté67. Ne’ quali versi oltre l’improprietà de’ pensieri scorgesi
anche
una di quelle osservazioni maravigliose che son f
ale proposito avvertirò che non mancano vari esempli di vane acutezze
anche
in questo poeta, benché ne fosse più parco di Pie
4.2] Nella medesima tragedia per esprimere che Cesare sottometterebbe
anche
l’Egitto, dicesi che attaccarebbe l’Egitto alle p
: Mon bonheur semble avoir enchaîné la victoire102. [6.5.9] Manlio
anche
più stranamente cosi favella appresso monsieur de
Ne’ quali versi oltre lo studiato lambiccamento, si vede un saggio
anche
d’apostrofe troppo poetico, nella qual figura que
totele di dire128 il latte bianco, e cose simili. Vero è che ho letto
anche
nell’Elettra di Sofocle129: μέλαινά τ᾽ ἄστρων ἐκ
tro Cornelio non è sì semplice, né sì naturale, come alcuni scrittori
anche
dell’Italia l’han celebrato. Da che vuolsi dedurr
affettata e disadatta alla natura della tragedia. Altra, assai comune
anche
di presente, fu di soli endecasillabi sciolti; al
die, mischiando agli endecasillabi gli anapesti, gli ellenici e talor
anche
i giambi: né puossi se non approvare la sua intro
oema latino di cinque milla e più versi, il numero de’ quali si trova
anche
maggiore nella rimata del Dolce. Vero è che il ve
ttivamente a qualche italiana tragedia delle più moderne son superati
anche
in altre. Il raccogliere insieme le buone preroga
n nel secolo decimo sesto fu dibattuta, e si è continuata buona pezza
anche
in quello succeduto appresso. Altri sostennero es
i, Paolo Beni ed il Ghirardelli: finalmente fu sentenza assai comune,
anche
ad alcuni de’ sopracitati fautori de’ versi, che
de Castro, per quanto raccolgo, è stata soggetta a molte critiche ed
anche
a qualche scherno: ma ciononostante ha sempre rip
della reità compatibile, in cui incorse col medesimo. Impropria stimo
anche
nella reina la digressione delle lodi della figli
appoggiato all’inversimile, aggiunge all’insussistenza del fondamento
anche
la rovina della fabbrica; laddove agevolmente da
tra Cinque e Settecento. Nel merito di questa lettera egli rispondeva
anche
ad un altro desiderio del Bodmer, il quale chiede
i del Teatro Italiano» (ibid.). I lavori proseguono invero a rilento,
anche
per alcuni ritardi nella ricezione delle opere ch
to di riferimento di ambito critico teatrale da prendere a modello ma
anche
da superare, attraverso una trattazione più esaur
io a partire dai versi oraziani, ma non mancano posizioni divergenti,
anche
in margine ai dibattiti sulla Poetica di Aristote
te citato per questo tipo di considerazioni da Corneille —, anteposto
anche
a Giulio Cesare Scaligero, il cui commento alla P
, 1561, p. 347). A Castelvetro più che a Scaligero parrebbe attingere
anche
uno dei maggiori teorici del classicismo francese
ione poetica, sia questo inteso in senso genericamente morale, oppure
anche
politico. Questo recupero del «giovamento» che pr
Questo recupero del «giovamento» che procede dalla poesia è condotto
anche
grazie al richiamo ad alcune auctoritates cinquec
ci e teorici, a cura di Amedeo Quondam, Bari, Laterza, 1973, p. 507).
Anche
il Crescimbeni concepiva la poesia come un’indiss
oma, De’ Rossi, 1712, pp. 50-51). Sul diletto unito all’utile puntava
anche
Muratori nel Della perfetta poesia italiana, rite
r. Calepio cita fra i primi autori tragici francesi, oltre a Jodelle,
anche
lo stesso Pierre de Ronsard, il quale fu piuttost
Mermet (1583), e una riscrittura indipendente di Jean Mairet (1634).
Anche
la storiografia teatrale francese ottocentesca ri
io citava Jodelle e Ronzard tra i capostipiti della tragedia francese
anche
nella sua Apologia di Sofocle, in cui imputava il
de Visé, accorsero altri letterati che coinvolsero nella controversia
anche
Racine, istituendo il fortunato modello critico d
re esigendo l’uccisione del Cid, di cui è pur sempre innamorata —, ma
anche
di diversi altri suoi drammi. Per questo motivo p
Corneille presenta le proprie tesi appare a Calepio inconsistente: se
anche
Cinna — protagonista dell’omonima tragedia incent
lle Bahier-Porte et Claudine Pouloin, Paris, H. Champion, 2015. Utile
anche
, in proposito, il profilo storico sui diversi sig
altro fine che per averne diletto», ivi, p. 420; su questo punto cfr.
anche
Elisabetta Selmi, «Classici e moderni» nell’offic
pronunciato in seno all’Accademia degli Alterati, attesta, attingendo
anche
dalla storia della medicina classica, che «per me
e satirici, a cura di Hannibal S. Noce, Bari, Laterza, 1963, p. 238).
Anche
il Muratori concepiva la catarsi tragica come uno
mi, a ben vedere scarsi e non tutti prestigiosi, andrà forse aggiunto
anche
Hyppolite-Jules Pilet de La Mesnardière, autore d
, mai al riparo, per quanto virtuoso, dalla tentazione e dal peccato.
Anche
per questa concezione del Cristianesimo, che appa
amasco, discorrendo sulle qualità richieste al personaggio esemplare,
anche
in questo caso non si richiami semplicemente all’
rano suffragate dal consenso della ragione. Sarà infine da registrare
anche
il consenso di Calepio in merito alla tragedia ba
sua Difesa, con l’Apologia di Sofocle, Venezia, Zatta, 1770, p. 165).
Anche
in questo caso, tuttavia, si noti, l’approvazione
e», cit., p. 166). Ciò non toglie che il bergamasco si mostri ancora,
anche
a quest’altezza, risolutamente contrario alla sol
vagi. Questa opzione, sostenuta dal Conti nella prefazione del Druso,
anche
sulla base del pronunciamento di Castelvetro («Se
operar bene col mezzo della vista de’ gastighi a’ quali soggiacciono
anche
i grandi, e potenti Principi, e Monarchi, se mai
r ne’ nostri animi il timor del gastigo de’ falli, ci farà conseguire
anche
l’altro utile provegnente dalla considerazione, c
sta ragione preferisce spingersi oltre ciò che la giustizia consente,
anche
a rischio di oltraggiare l’amata. Calepio non si
sciuto che questiona con lui per ottenere la precedenza: come il Cid,
anche
Edipo sarebbe giustificato a compiere l’omicidio
che avrebbe potuto far paventare il contatto con le idee gianseniste.
Anche
l’abate Terrasson, poco oltre censurato asprament
ndré Dacier, La Poëtique d’Aristote…, Paris, Barbin, 1692, p. 185) —,
anche
Edipo non è innocente, dal momento che si fa trav
dalla invincibile ostinazione de’ dotti, innamorati de’ loro sistemi,
anche
assurdi, irragionevoli e stravaganti», Pietro Met
, a cura di Elisabetta Selmi, Palermo, Aesthetica, 1998, pp. 117-118.
Anche
sul versante della drammaturgia francese prevale
e colpevole da cui scaturisce il destino tragico del protagonista può
anche
non essere rappresentata sulla scena, purché sia
ne», sottolinea come la cultura greca contemplasse la possibilità che
anche
una colpa involontaria contaminasse l’intera citt
o e per questo furto viene aspramente punito, provocando nel pubblico
anche
il terrore della crudele punizione. L’appunto che
onista, macchiandosi di una colpa così comune fra gli uomini, risulta
anche
in questo caso efficace nel destare sia la compas
, sconterebbe in realtà le colpe del padre Atreo. Il bergamasco segue
anche
in questo caso la lettura di Dacier che nominava
o Clitemnestra uccide il marito proprio per vendicare questo delitto.
Anche
nei Sette contro Tebe i personaggi rispondono par
1). Secondo Calepio nell’Ippolito, approvato da questo punto di vista
anche
da Dacier (ivi, p. 188), è più facile scorgere un
Venere che mette così in moto il meccanismo tragico.Viene poi citata
anche
l’Andromaca, probabilmente confusa almeno in part
qualche umano trasporto di felicità cada in miseria», ma contemplava
anche
, a dispetto di Aristotele, la possibilità di mett
] Le tragedie esemplari dal punto di vista del protagonista rimangono
anche
per Calepio quelle sofoclee, a partire dall’Edipo
l’Edipo Re, considerate migliori dal filosofo greco. Calepio condanna
anche
in questo caso un modello drammaturgico che si di
ussioni intorno alla tragedia corneilliana. Infine Calepio disapprova
anche
il Filottete, già citato da Dacier come esempio d
sca non si manca di riconoscere la bontà della tragedia del Trissino,
anche
se talora se ne palesano alcuni limiti. Crescimbe
probabilmente meno perfetta rispetto alla Rosmonda, Calepio apprezza
anche
l’Oreste del Rucellai, tragedia a lieto fine anto
o oltre all’Orbecche, considerata la migliore delle prove giraldiane,
anche
la Didone, gli Antivalomeni e la Cleopatra. Della
nista di queste tragedie che finiscono con una catastrofe, ma approva
anche
due delle pièces giraldiane concluse con un lieto
ver assecondato un amore che la sua condizione imponeva di rinnegare.
Anche
nella Gismonda di Girolamo Razzi, rivisitazione d
vari drammi di reggere sulla scena di fronte ad un pubblico moderno,
anche
attraverso alcuni tagli e sfrondamenti —, oppure
bilmente conosceva, come dimostrano successivi passaggi del Paragone,
anche
in virtù della notevole fortuna della tradizione
ndenza dalla scelta del veronese. Sembra interessante rilevare infine
anche
le somiglianze e le differenze con un altro ipote
vol. I, a cura di Enrico Mattioda, Modena, Mucchi, 1998, pp. 85-93).
Anche
Calepio disapprova la soluzione graviniana, accus
re autocelebrativo, non era andato a genio a molti, come testimoniano
anche
le righe con le quali la pubblicazione delle Trag
mma con protagonista mezzano. Questa soluzione, sostenuta dal Gravina
anche
nel successivo trattato Della tragedia, viene tra
emia d’Arcadia, n. s., III, 2014, pp. 209-241: 221-222. Dal canto suo
anche
il Quadrio, che condivideva la posizione di Calep
e ideologia di Gian Vincenzo Gravina, Milano, Mursia, 1968; si vedano
anche
: Paola Luciani, «La passione sapiente: le Tragedi
convincono Calepio sotto il profilo dei protagonisti messi in scena.
Anche
il Martello, autore di numerose tragedie religios
fra mille virtuti, delle quali ha lasciato al mondo memoria, scoperse
anche
qualche vizio, che mescolato con esse ci mette av
ista, sono numerose le opere settecentesche — comprendendo fra queste
anche
la tragedia dell’arcade Caraccio, pubblicata nel
asma del padre di troncare la vita dell’amata. Viene ritenuto mezzano
anche
il protagonista dell’Ulisse il giovane (1720), tr
porterà alla morte. Come si vede l’attenzione di Calepio si sofferma
anche
su pièces recentissime, in quanto il suo interess
. 145-146). Qualche pagina più avanti Corneille citava, oltre al Cid,
anche
la Théodore come tragedia esemplare per destare p
o sviluppo dei caratteri della tragedia corneilliana era stata notata
anche
da Pierre Nicole, teologo giansenista fermamente
(André Dacier, La Poëtique d’Aristote…, Paris, Barbin, 1692, p. 140).
Anche
Voltaire, nei suoi Remarques all’opera di Corneil
trale: Corneille à l’œuvre, Paris, Klincksieck, 1996, pp. 332-334) —,
anche
dall’attuazione di un processo di cristianizzazio
to e Edipo nel teatro francese del Seicento, Bern-Berlin, Lang, 2006.
Anche
d’Aubignac riteneva inadatta la ripresa del sogge
entés et annotés par Georges Couton, Paris, Gallimard, 1987, p. 384).
Anche
d’Aubignac aveva rimproverato a Corneille l’ecces
pariva turbata dai sensi di colpa nel tramare alle spalle del marito.
Anche
Pietro Napoli Signorelli confidava di preferire d
fatti Ifigenia era un’innocente, inadatta al ruolo di eroina tragica,
anche
Ériphile non è da meno in rapporto alla sua conda
Gallimard, 1999, p. 688). Calepio è evidentemente un lettore attento
anche
dei paratesti delle tragedie raciniane e in quest
alepio, il quale la considera irreprensibile e senza colpe. [1.4.12]
Anche
nella Bérénice Calepio vede agire una protagonist
da Antonio Conti in quanto capace di far rivivere la poesia biblica.
Anche
in questo caso il giudizio in merito alla qualità
lj la benevolenza e la compassione» (ibid.). Vengono censurate quindi
anche
l’Alzire (1736) e la Zaïre (1732) di Voltaire. La
la sua reità» (ibid.). «Alieno dal vero scopo della tragedia» sarebbe
anche
il Caton d’Utique di Deschamps, criticato pure in
li stessi limiti venivano riconosciuti, sebbene non così apertamente,
anche
da Scipione Maffei, che proprio per questo motivo
tro, vol. I, a cura di Hannibal S. Noce, Bari, Laterza, 1980, p. 424.
Anche
questa nota di Calepio è accompagnata dal riconos
ine di ogni atto) che legittimava il salto di qualità della pastorale
anche
da un punto di vista esteriore (Giovan Mario Cres
ivaldi. Accanto a queste tragedie il bergamasco situava probabilmente
anche
quelle il cui argomento non era solidamente radic
finte” sono catalogate dal Muratori, il quale pure ammette la liceità
anche
di soggetti inventati (Ludovico Antonio Muratori,
Corinzi. Il racconto di Eliano era diffuso all’epoca: oltre a Calepio
anche
Giovanni Antonio Volpi (Rime del signor G. Antoni
a piacevolezza che era caratteristica necessaria per poter conseguire
anche
l’utile proprio di questa forma di poesia che non
i Werther Romani, Bari, Laterza, 1979, pp. 161-183; cfr. in proposito
anche
il saggio di Valeria Merola, «Il piacere obliquo
turbamenti, ma il suo annuncio riusciva invece terribilmente funesto.
Anche
la considerazione sul fatto che la peripezia risu
s, Le Petit, 1675, pp. 340-344). Sempre additando a modello Corneille
anche
Jean Terrasson, in polemica con Dacier, asseriva
edia, piuttosto quello proprio della commedia: perché in quest’ultima
anche
quelli che nel mito sono nemicissimi tra loro, co
saldo della composizione tragica citato da Calepio è la riconoscenza.
Anche
in questo caso il dibattito sei-settecentesco in
della volgar poesia, vol. I, cit., pp. 307-308 (cfr. su questo punto
anche
Franco Arato, La storiografia letteraria nel Sett
ille. Sulla discussione settecentesca in merito all’agnizione è utile
anche
il contributo di Carmela Lombardi, La dipintura p
diminuzione dell’effetto patetico, che potrà aver luogo efficacemente
anche
qualora scaturisca nel momento stesso della catas
da Augusto. I dubbi del protagonista, incapace di tradire Augusto ma
anche
desideroso di conservare l’amore della fanciulla,
venta ben più ampia rispetto a quanto accadeva nella tragedia antica,
anche
in virtù dell’approfondimento condotto da filosof
s de Rouen et du Havre, 2009, pp. 247-270: 266-267. Interessanti sono
anche
le considerazioni in merito a questo dramma fatte
rilevando lo svuotamento del significato epico del mito che presiede
anche
alla scrittura del romanzo di Fénelon Les Aventur
nota un problema simile a quello rilevato nella Rodogune di Corneille
anche
nell’Iphigénie raciniana. In questa tragedia, acc
acrificale di Ifigenia ed Erifile, attraverso sondaggi che giungevano
anche
ad esiti assai divergenti: Defaux, ad esempio, so
del dibattito sulla struttura e sul finale dell’Iphigénie si rimanda
anche
a John Campbell, «Tragedy between “Optmism” and “
Oltre al Coro, il Bergamasco reputa adatti a svolgere questa funzione
anche
i messi e i nunzi. Queste affermazioni non paiono
oprattutto alla Sofonisba di Trissino — e in generale classicistico —
anche
le tragedie di Lazzarini e di Salìo presentano la
agedie di Lazzarini e di Salìo presentano la medesima struttura —, ma
anche
a validare, secondo una prospettiva militante, la
personaggio di Marcelle — ma d’altro canto egli amava particolarmente
anche
la Cléopâtre della Rodogune —, grande nella sua f
nève, Droz, 1996, in part. pp. 241-248. [2.4.7] Oltre alla Théodore,
anche
il Polyeucte di Corneille viene biasimato da Cale
i. Il Bergamasco non si limita a trattare della tragedia, ma affronta
anche
il problema della commedia, la cui bellezza, al c
e il proprio erede Mustafà, che poi si scopre essere in realtà figlio
anche
di Regina. In questo intreccio si incastonano ele
pacità di contenere la lunghezza e il numero degli episodi, tuttavia,
anche
i drammaturghi italiani si dilungano talvolta, se
ialoghi. Sull’importanza del racconto della tempesta nel Torrismondo,
anche
in rapporto alla commedia shakespeariana The Temp
nche in rapporto alla commedia shakespeariana The Tempest, si rimanda
anche
a Stefano Verdino, «Funzione drammatica e testo p
eato nella sua Pratique du théâtre: la coerenza e, in qualche misura,
anche
la sobrietà della struttura drammatica che il ber
l dialogo vero e proprio è quasi assente, dal momento che le battute,
anche
quando dovrebbero essere inserite in un contesto
episodio secondario. Proprio in questi termini si esprimeva peraltro
anche
Pierre Corneille nel discorso De l’utilité et des
ritannicus erano ritenuti esemplari dal punto di vista dell’intreccio
anche
da Antonio Conti, il quale, nella Risposta al sig
, De la réformation du théâtre, s. l., s. n., 1743, p. 179). Peraltro
anche
Calepio, con una punta di ambiguità, condannerà p
noli, Bologna, Commissione per i testi di lingua, 1962, p. 43), forse
anche
sulla scorta delle affermazioni contenute nella p
sa di risonanza per la fortuna della Demodice, alimentandone la fama,
anche
in virtù del commento in francese, redatto da Gab
o prima di essere fermata dallo stesso Eurindo (V, 2); infine compare
anche
l’archetipo della tragicommedia arcadica — d’altr
fedele composta da Lagisca ed Eurindo. Sarà infine utile notare come
anche
in questo caso nel suo Della storia e della ragio
uiscono una lodevolissima parte; benchè il rimanente non corrisponda.
Anche
la Fedra del Racine negli Episodii ha vantaggiato
Voltaire, 1975, p. 1039). Corneille imputava una simile imperfezione
anche
alla Sabine dell’Horace, alla quale tuttavia rico
, 2013, pp. 266-268), Riccoboni distingue tra confidenti che prendono
anche
parte all’azione, ammissibili e talvolta rintracc
rendono anche parte all’azione, ammissibili e talvolta rintracciabili
anche
nelle tragedie antiche, e confidenti romanzeschi
i il criterio della verosimiglianza. Su simili posizioni si attesterà
anche
, quasi un secolo più tardi, il Manzoni, il quale,
lla tragedia del de La Fosse Callirhoé non è soltanto insensibile, ma
anche
infedele e spergiura, come avveniva per la Lucrin
so con intelligenza e moderazione. Sulla stessa linea critica si pone
anche
Voltaire nel suo Discours sur la tragédie à Milor
ommedia, a cura di Domenico Bosco, Milano, Bompiani, 2003, pp. 84-86.
Anche
il gesuita René Rapin aveva condannato senza mezz
n soltanto i drammaturghi francesi che facevano ricorso all’amore, ma
anche
gli Italiani, ed in generale tutti i «presenti tr
ropria crudeltà nei suoi confronti — non solo la Merope di Maffei, ma
anche
la Temisto del Salìo, la Demodice del Recanati, e
ond era peraltro condivisa all’interno del panorama critico francese:
anche
l’Abbé de Villiers credeva che l’introduzione di
alla tragedia, da essa si sarebbero potute tranquillamente escludere
anche
le donne («Pour moy, qui ne veux point d’amour da
rincipalmente altre passioni, contemplano digressioni amorose, talora
anche
di notevole entità. Il Maffei, recensendo il Para
e costumi delle varie nazioni, entro la quale dovrà essere annoverata
anche
la Descrizione de’ costumi italiani di Calepio, p
appicco» alla trama, e non puramente esornativo («Non dovrà dunque né
anche
dar fastidio l’introduzione di Despina, ch’è la s
ell’istoria della letteratura italiana, Torino, Pomba, 1833, p. 211).
Anche
il giudizio positivo sull’Aristodemo verrà condiv
a di morte. Tuttavia, il popolo, giubilante per la vittoria, ottenuta
anche
grazie al valore di Jonathas, impone a Saul di no
sotterfugi, congiura contro Davide e il suo regno, ma senza successo.
Anche
nell’Absalon, secondo Calepio, i caratteri femmin
eletta a modello di tragedia religiosa da Antonio Conti, che ne aveva
anche
fornito un’elegante traduzione italiana (Antonio
alla prova della scena. Con una visione lungimirante, che apparteneva
anche
ad altri grandi letterati primo-settecenteschi, q
ali, II, 2, 2004, pp. 184-259), è il bersaglio polemico privilegiato.
Anche
Gravina contestava la validità dei prologhi narra
tanto le divinità che entrano in scena a raccontare gli antefatti, ma
anche
i protagonisti che prendono la parola in maniera
nnosi alla verosimiglianza e alla linearità della favola; egli elenca
anche
altre tragedie cinquecentesche che presentano il
delle odierne recite; perché in primo luogo nulla osta, che non possa
anche
il Prologo rappresentarsi, ed in secondo si addit
e voci fra i personaggi che poi sarebbero stati al centro della scena
anche
negli atti successivi, ossia Polissena, Cassandra
tti di vendetta. Nella scena terza del primo atto interveniva inoltre
anche
la personificazione della Gelosia. Andrà osservat
turghi; Crescimbeni, rifacendosi al modello della commedia latina, ma
anche
della tragedia di Giraldi, legittimava infatti a
n cui compaiono prosopopee o personaggi ultramondani, ma se la prende
anche
con quelli in cui i protagonisti entrano in scena
te criticato (Paragone III, 1, [4]). Sulla questione aveva riflettuto
anche
il Muratori, il quale predicava molta attenzione
necessità di improntare alcuni dialoghi a questa funzione secondaria,
anche
a scapito della verosimiglianza dell’intreccio: i
Voltaire, vol. 54, critical edition by David Williams, cit., p. 407),
anche
dal Du Bos, il quale accomunava a sua volta il Ci
I, p. 300]). Molto vicino al Calepio si mostrava in questo frangente
anche
Antonio Conti, che assegnava alla Cléopâtre del P
ccoboni, Histoire du Theatre Italien, t. I, Paris, Cailleau, p. 277).
Anche
Antonio Conti si mostrava d’accordo con questa op
textuelle, Bern, Lang, 2008, pp. 145-192. [4.1.7] Al Calepio paiono
anche
poco adatti alla tragedia la rappresentazione di
e oracoli che avevano popolato la tragedia italiana del Seicento — ma
anche
del primo Settecento —, ben più di quanto accades
emonitore, portato del racconto biblico, era stato peraltro sfruttato
anche
dal Racine, il quale, nelle sue due tragedie reli
prophéties chez Jean Racine», Études Épistémè, XII, 2007, pp. 83-115.
Anche
nella tragedia italiana del Cinque e del Seicento
el Palamede di Gravina, quanto nel Seleuco di Calepio. Interessante è
anche
la coincidenza fra l’opinione di Calepio e quella
rama italiano («I dialoghi d’Alvante e di Despina furono disapprovati
anche
dal conte Pietro di Calepio. Essi increscono molt
(«ille tegat commissa», v. 200). Se questo elemento era considerato,
anche
dai classicisti seicenteschi, la fonte principale
à della ripresa del Coro stabile. Questa medesima tesi, che sosteneva
anche
Riccoboni («nous concevons donc bien que le Chœur
augurata, sarebbe stata un’azione esposta sulle scene, se non avesse
anche
rappresentato il popolo, che prendesse parte, e n
sconveniente l’impiego del Coro continuo nella tragedia contemporanea
anche
in virtù del fatto che essa era incentrata su sog
o Razzi e dal Conte di Camerano. Nel caso del Tancredi Calepio rileva
anche
come il piano con cui Ghismonda si propone di lib
izio di Napoli Signorelli sulla Semiramide, peraltro molto apprezzata
anche
dal Maffei. Nella Storia critica de’ teatri antic
cenda di Andromeda (I, 3, vv. 354-361). Tale difetto sarebbe presente
anche
nella Polissena del Marchese, in cui l’oracolo mo
i difetti sono riscontrati dal Bergamasco nelle tragedie di Giraldi e
anche
in altri drammi ripubblicati dal Maffei nel Teatr
cati dal Maffei nel Teatro Italiano. Un simile vizio era stato notato
anche
dal Boileau, il quale nell’Art Poetique prescrive
o di rimanere avvinto dalla sua storia e commosso dalle sue passioni.
Anche
sotto questo profilo Calepio ritrova imperfette l
re davanti al pubblico, magari a qualche confidente, i propri timori.
Anche
la Canace di Speroni diventa oggetto della critic
osimiglianza delle favole dal punto di vista politico Calepio censura
anche
alcune fra le più recenti tragedie francesi, pren
nque considerati superiori agli Italiani sotto questo profilo. Benché
anche
in Italia ci siano stati infatti, a detta di Cale
ostruire l’intelaiatura drammaturgica. I Francesi risultano superiori
anche
in questa sezione del Paragone in quanto, come gi
4.5.3] I Francesi sarebbero superiori agli Italiani, secondo Calepio,
anche
nella tecnica dei soliloqui, benché non siano nep
annotée par Jacques Le Brun, Paris, Gallimard, 1997, pp. 1170-1171).
Anche
in ambito inglese tali accuse topiche vengono rip
lla necessità di costruire soliloqui brevi e verosimili si soffermava
anche
l’Ingegneri: «La lunghezza delle scene sopranomin
). Sulla discussione in merito a questo verso della Merope si rimanda
anche
a Paola Trivero, Tragiche donne: tipologie femmin
città. Ti parlerò nel modo che t’ho detto, e in questo modo ascoltami
anche
tu. Le visioni che ho avute questa notte, d’ambig
on Compton, 2016, p. 386; questo passo è interpretato come un a parte
anche
nella traduzione settecentesca di Francesco Angio
che coinvolge soltanto le due donne, benché sulla scena vi siano già
anche
Polifonte e Adrasto, i quali apparentemente non s
che la Pretura/ ei diede a Bruto, e lui corruppe il primo», III, 6).
Anche
in questo caso Conti aveva replicato al Bergamasc
Calepio passa ad esaminare la partizione del dramma in atti e scene:
anche
in questo caso il paragone vedrà vincenti i Franc
nché di alcune tragedie di argomento sacro già menzionate da Calepio;
anche
in questo frangente il Bergamasco non fornisce es
agite per la maggior parte nei palazzi reali, in questa sede riprova
anche
l’impiego del Coro mobile, chiamato a pronunciare
Antonius Franciscus Gorius, vol. II, Firenze, Cesari, 1763, pp. 5-6).
Anche
nel Settecento, benché molto spesso la musica sia
Amedeo Quondam, Roma-Bari, Laterza, 1973, pp. 556-557), e affascinava
anche
il Muratori, il quale, nella versione manoscritta
. Accanto alla speculazione squisitamente teorica si profila tuttavia
anche
un’altra filiera di testi che presta attenzione a
elo Pompilio, Firenze, Olschki, 1983, p. 98). Nel Settecento il Coro,
anche
quando contemplato nel testo drammaturgico, veniv
ad assegnare le battute del Coro a qualche personaggio secondario, ma
anche
altre testimonianze degli attori dell’epoca: Pomp
musicale di Monteverdi, in rapporto con la Poetica di Aristotele, ma
anche
con letterario-musicali legate al circolo cultura
a, 2016. [4.6.4] La questione della verosimiglianza era fondamentale
anche
per il Calepio, che perciò ritorna sul problema d
’unità di luogo e la verosimilitudine nel vedere due Donne nemiche, o
anche
non confidenti fare i suoi discorsi più segreti n
«l’uso di non mutare mai la scena della tragedia», ma sosteneva che,
anche
alla luce del fatto che Aristotele non accennava
, 1725, pp. 8-9). Il Baruffaldi si peritava inoltre a dimostrare come
anche
nell’antichità si ricorresse alla divisione delle
senso degli uomini dotti, e poi co’ precetti del Filosofo insegnarono
anche
a noi la regolata, e perfetta istituzion dell’ant
tazione all’improvviso («Or benché non poche Comedie si venissero poi
anche
in prosa rappresentando, si ritenne però insieme
italiana, affermando che talvolta è superiore quest’ultima; tuttavia
anche
la migliore tragedia italiana non regge il parago
Bari, Laterza, 1981, p. 425). Un discorso simile vale per l’Alceste:
anche
in questo caso la versione di Martello è preferib
iscono per rappresentare i costumi, ma a causa delle azioni includono
anche
i costumi, cosicché le azioni e il racconto costi
0, p. 43). Sull’importanza del rispetto del costume si era soffermato
anche
Gian Vincenzo Gravina nel Della tragedia, laddove
ci, a cura di Amedeo Quondam, Roma-Bari, Laterza, 1973, pp. 520-521).
Anche
Gorini Corio si pronunciava sulla superiorità deg
articoli del quinto sono una sorta di appendice. Come nel primo capo,
anche
trattando dei costumi il Bergamasco ritrova un fo
interrogava sul senso dei termini impiegati nella Poetica; allegando
anche
il parere di Orazio, egli sosteneva che se Aristo
ata fra Sei e Settecento; se Corneille insisteva sulla meraviglia che
anche
i malvagi potevano destare negli spettatori, Du B
ico Pesce, Milano, Bompiani, 2000, pp. 96-97). Corneille, rifacendosi
anche
alle annotazioni del Robortello, il quale rilevav
piegazione di Castelvetro, ripresa da Corneille, era stata condannata
anche
dal Gravina: «Nè può egli intendere de’ costumi b
rese di aver saputo rappresentare in maniera ingegnosa e affascinante
anche
personaggi estremamente viziosi, e il bergamasco
epio non poteva accettare. Circa la Théodore andrà inoltre menzionata
anche
l’accusa di immoralità lanciata da Pierre Nicole,
li teatrali, i quali, per riuscire piacevoli, si mostravano indecenti
anche
quando versavano su soggetti religiosi; icastico
ti barocchi della drammaturgia seicentesca, capace di rendere amabile
anche
il vizio attraverso la propria bellezza retorica,
ogune di Corneille, e i crudeli Placide e Marcelle della Théodore, ma
anche
altre figure rilevanti del teatro francese del Se
irtuosi; se nei casi sopraccitati infatti il personaggio scellerato è
anche
il protagonista della vicenda, in cui si rapprese
er XIX, 115, 15). Il brano era molto famoso all’epoca, e viene citato
anche
dal Carmeli nella sua celebre traduzione dell’int
la riuscita del dramma — secondo un procedimento che sarà caldeggiato
anche
dal Lessing — esercitando attivamente il proprio
orata di Massinissa e in diverse scene esibisce il proprio trasporto.
Anche
il paragone fra l’Horace di Corneille, nel quale
dei tragici francesi nel rendere i propri personaggi compassionevoli,
anche
manomettendo la natura del soggetto, al fine di r
p. 58]). Talora le rivendicazioni della libertà dei drammaturghi sono
anche
accompagnate dal rinvio all’autorità degli antich
ns la tragédie française (1550-1715), Tübingen, Narr, 2010. [5.2.10]
Anche
in questo paragrafo il problema che l’autore si p
ccio tragico. Se Calepio in generale ammette l’intervento dell’autore
anche
in contrasto con i resoconti storici, egli si mos
e lo Jephtes di Buchanan viene citato in continuazione, come dimostra
anche
il fatto che a questa tragedia Crescimbeni dedica
no, ch’egli gode amplissima facultà di variarla, mutarla, e alterarla
anche
nella sustanza», qualora avesse deciso di rifarsi
on cui Racine ha trattato la favola dell’Esther, lancia i suoi strali
anche
contro il De Partu Virginis di Sannazaro, oggetto
sità del comportamento del Pyrrus di de La Fosse. Come in altri casi,
anche
qui il Quadrio riproduce puntualmente il giudizio
a motivo personaggi cattivi a teatro («Sopra tutto si vuole avvertire
anche
ne’ personaggi di secondo ordine, di non dar loro
atrice, moglie di Carlo d’Angiò ma legata ad un rapporto di parentela
anche
all’avversario del marito, Corradino; secondo Cal
e detronizzato e ucciso dall’impudente figlia e dal genero Tarquinio.
Anche
le tragedie che presentano protagonisti dalla con
nte della stirpe detronizzata, e da Tullia, con un brutale regicidio.
Anche
la Perselide di Pier Jacopo Martello è una traged
chissime», con nove personaggi che muoiono nel corso dei cinque atti.
Anche
il La Mesnardière nella sua Poétique raccomandava
s légitimes, et les vertus leurs recompenses», ivi, p. 223). [5.3.3]
Anche
l’introduzione di personaggi secondari di caratte
ravvivere senza incontrare alcuna punizione. Inessenziale è giudicato
anche
il personaggio di Labano, l’ebreo delatore che ne
sso di Virginia, venisse in qualche modo punito. Il Quadrio riproduce
anche
in questo caso le opinioni di Calepio, prescriven
ero il massimo equilibrio, concedendo la possibilità di rappresentare
anche
donne dal carattere coraggioso, ma non eccessivam
Cannocchiale aristotelico, Torino, Sinibaldo, 1654, pp. 346-348), ma
anche
dalle parole con cui il Crescimbeni, dopo aver st
iovanetto, sentenza propria di età matura, o canuta: il che direbbesi
anche
fallo di poca convenevolezza», Giovan Mario Cresc
oetiche umanistiche e rinascimentali, come è stato messo bene in luce
anche
di recente dalla critica francese, la nozione ari
m, Compagnie, 1714, p. clv). Le stesse accuse venivano mosse ad Omero
anche
in Italia fra Sei e Settecento da letterati della
Bonarelli. L’eccesso di amore nelle moderne tragedie viene censurato
anche
dai letterati italiani. Gravina si lamentava del
n questa posizione e critica, oltre all’Alexandre le Grand di Racine,
anche
Le Comte d’Essex, tragedia di Thomas Corneille de
Le Maraviglie heroiche del sesso donnesco (1678) di Giulio Dal Pozzo.
Anche
La Mesnardière raccomandava di preferire, nella r
i confronti di donne eccessivamente eroiche non sono molto frequenti,
anche
se in alcuni casi se ne ritrovano degli esempi: d
orges Forestier et Céline Fournial, site IdT — Les Idées du théâtre).
Anche
Calepio critica la rappresentazione falsata dei c
S. Noce, Bari, Laterza, 1963, pp. 236-237). Sottilmente polemico era
anche
il pronunciamento del Fontenelle: il Francese amm
vari attori all’età dei personaggi che rappresentavano si soffermava
anche
il Maffei nelle Annotazioni alla Merope, giustifi
Merope», in Id., Merope. Tragedia, Verona, Ramanzini, 1745, pp. 118).
Anche
il Riccoboni tacciava i drammaturghi francesi di
nell’elenco dei caratteri che trasgredivano la norma dell’«egualità»,
anche
l’Oreste del Rucellai, che lo stesso Calepio cens
lassicisti parrebbe comprendere non soltanto il teatro di Gravina, ma
anche
quello del Maffei — perché, nel modulare il perso
ena il progetto del magistrato romano di violare la giovane Virginia.
Anche
Saverio Bettinelli in una lettera in versi all’ab
con magnificenza splendidissima d’apparato, il vide con suo disgusto
anche
privo d’applauso […] mercè che la sentenza, e ’l
prose, Torino, Fontana, 1845, p. 146). Sconveniente appare al Calepio
anche
il discorso di Merope, nel finale dell’omonima tr
i, 1735, p. xxx). Sulla trattazione letteraria del matrimonio si veda
anche
lo studio di Fabio Danelon, Né domani né mai: rap
La Repubblica, X, 605b-606e). Rucellai, nel tentativo di ricostruire,
anche
grazie al modello di Enea, un eroe tragico cristi
96), erediterebbe dal condottiero troiano le medesime contraddizioni.
Anche
il Quadrio sottolineava la filiazione dell’Oreste
octete. Il ritorno dell’eroe provocava il turbamento della regina, ma
anche
l’ira da parte del popolo, che lo riteneva respon
oltaire, Genève, Institut et Musée Voltaire, 1961, pp. 64-65), oppure
anche
il perno attorno al quale era possibile impostare
is, Archives des lettres modernes, 1973). Recentemente vi si sofferma
anche
Hélène Bilis, la quale insiste sul fatto che Phil
nter laeta Fortunae bona», vv. 562-563). Sarà infine da ricordare che
anche
Voltaire avanzava una critica circa gli amori fra
debbano essere privilegiate rispetto a quelle di argomento inventato.
Anche
Muratori si esprimeva a favore della tragedia tra
3, p. 13). Risolutamente a favore delle tragedie storiche si mostrava
anche
Antonio Conti, il quale, concorde col Calepio, ra
ita fra quelle inventate, oltre all’Orbecche, l’Idalba e l’Acripanda,
anche
l’Ulisse il giovane di Lazzarini che invece, sign
a, vol. III, Milano, Agnelli, 1743, p. 164). [5.6.5] Calepio biasima
anche
alcune tragedie italiane ree di non rispettare ne
», ivi, p. 20). Se si passa tuttavia al Settecento, Calepio riconosce
anche
fra le tragedie italiane dei personaggi capaci di
moderna libri VII, vol. II, Verona, Targa, 1739, p. 9). Vi ricorreva
anche
la poetica arcadica, e Calepio parrebbe allinears
azione, già ampiamente sfruttata nella lirica greca e latina, ritorna
anche
nel pezzo estratto dall’Orbecche del Giraldi; in
uali sui quali comprovare la propria tesi sia leggermente differente.
Anche
Martello condannava lo stile prolisso e tumido («
Bonarelli, sebbene a sua volta notasse come questo vizio appartenesse
anche
alle opere cinquecentesche, e in particolare all’
primi due versi — a cattivo esempio di retorica tragica; come Calepio
anche
il Napoli Signorelli riteneva che questo tipo di
Il Teatro Italiano, t. I, Verona, Vallarsi, 1723, p. 78). Dopo di lui
anche
Riccoboni aveva elogiato lo stile mai forzatament
alle forme troppo poetiche e alle parole troppo latine, come osservò
anche
il Conte Pietro da Calepio, e non va esente dal c
Venezia, Ciotti, 1596, p. 22) e consolidatosi nei decenni successivi,
anche
grazie all’autorevole parere di Ingegneri (Angelo
o Settecento (sulla fortuna del Torrismondo cfr. Paragone V, 5, [4]).
Anche
nel giudizio sulle tragedie del Torelli Calepio n
dia, ad esempio, non condannava soltanto il Solimano di Bonarelli, ma
anche
il Torrismondo del Tasso e il Pastor Fido del Gua
di Leone X («Per la medesima ragione dell’artificio troppo scoperto,
anche
sgombrate vengono dal numero troppo sonoro e liri
a cura di Amedeo Quondam, Roma-Bari, Laterza, 1973, p. 553). Risoluto
anche
il Muratori, qui ripreso da vicino dal Calepio, n
dell’Achille del Montanari e della Temisto del Salìo, ma ne aggiunge
anche
altre, come la Merope del Maffei, l’Ezzelino del
ncesi, come nel caso di Maffei, Martello e del Baruffaldi. C’è spazio
anche
per Conti, che forse, dopo il Lazzarini — ma ques
ionato lettore degli scritti di poetica italiani e francesi, dimostra
anche
altrove di conoscere. Nell’articolo citato (Parla
nte fredde e noiose, a differenza dei trattati, ammirati da molti — e
anche
da Calepio —, ma non dal Baretti, al solito incli
ci e morali, tendenzialmente freddi sul teatro, era stata pronunciata
anche
dal d’Aubignac nella Pratique du Théâtre («Il fau
lepio riprende il d’Aubignac non soltanto nel merito del giudizio, ma
anche
nell’attitudine con cui guarda alla tenuta scenic
ca che indicava una cattiva abitudine oppure una malattia incurabile.
Anche
questa ricerca della sentenza ad effetto distogli
di destare compassione e terrore, e spesso comportava una distrazione
anche
per lo spettatore, in quanto tali detti morali er
sus geografico della Cameriera di Alvida nel Torrismondo che prosegue
anche
oltre il testo riportato dall’autore («Questi don
li ultimi quattro versi della battuta poi incriminata dal bergamasco,
anche
in questo caso dipendente dal Maffei (Scipione Ma
nsieri filosofici posti in bocca a personaggi umili si era soffermato
anche
il Gravina, prendendosela in particolare con il T
i pensieri per lo più da paladino e da retori, ed alle ninfe concetti
anche
filosofici applicando, ha in anticamera le selve
bellissime sentenze, e regole utilissime, pare, che dian lezioni; et
anche
di questo si lodano; nol fanno però esse mai per
dagli Italiani in quanto all’elocutio. Questa ripartizione, ereditata
anche
dal Conti, individuava un periodo particolarmente
Declercq, Paris, H. Champion, 2003), facevano eco nel tardo Seicento
anche
alcuni esponenti italiani della Compagnia di Gesù
e, ammetteva che le poesie francesi erano inferiori a quelle italiane
anche
nell’ambito teatrale. «Amansi assai anche in Ital
inferiori a quelle italiane anche nell’ambito teatrale. «Amansi assai
anche
in Italia le lor Tragedie», scriveva il Veronese,
co in quel teatro che aveva ottenuto la denominazione di «classique»,
anche
perché reputato libero da quel raffinamento liric
talune pecche compositive, è risparmiato in quanto viene giudicato —
anche
al fine di svalutarne la portata, ridimensionando
tato indicato come cattivo esempio di stile, inverosimilmente gonfio,
anche
da Fénelon il quale, dopo aver stabilito che il l
Guarini, e col Bonarelli della Filli di Sciro, il Francese si spinge
anche
oltre: «Guarini, dans son Pastor Fido, et Bonarel
imard, 1999, p. 683). L’esempio menzionato da Calepio viene riportato
anche
da Andrés nel corso di una simile denuncia dello
ante notare che questi ultimi versi erano stati alacremente censurati
anche
da Monsieur de La Motte nel suo Discours sur la P
çoise Escal, Paris, Gallimard, 1966, p. 560). Sull’episodio si vedano
anche
le pagine del commento alla Phèdre di Georges For
del padre (ivi, p. 64). [6.3.14] Fra i contemporanei Calepio critica
anche
il de La Fosse, incline ad impreziosire i dialogh
notare come l’esame stilistico di Calepio verrà pienamente condiviso
anche
dal Napoli Signorelli; il topos critico, fondato
si sostituito certo parlar poetico particolare. I vizii e le virtù ed
anche
gli attributi accidentali nelle loro favole (osse
nella lirica, era possibile elevare il discorso attraverso il ricorso
anche
abbondante alle figure retoriche, nell’arte rappr
ntés et annotés par Georges Couton, Paris, Gallimard, 1987, p. 1100);
anche
Roma viene personificata in figura di donna con u
tragico — questo stesso difetto era stato rimproverato in precedenza
anche
alle tragedie italiane, in particolare a quelle d
tà del Seicento, e soprattutto verso la fine del secolo, si assisteva
anche
in Francia ad una complessiva messa in discussion
gni parlare ricercato e strano» (ibid.). Nella discussione intervenne
anche
il francese François Granet, giornalista e critic
e poetico a queste voci, impiegate tradizionalmente in senso figurale
anche
dalle persone più ordinarie («Mais ce ne sont-là
s, t. I, cit., p. 657). [6.5.7] «Poetiche» sono definite dal Calepio
anche
le immagini poste in bocca ad Ulisse, quando nel
Œuvres, t. I, Paris, Compagnie des Libraires Associés, 1747, p. 135).
Anche
Voltaire aveva preso ad esempio lo stile di quest
., Amsterdam, Ledet et Desbordes, 1731, p. 8). Troppo poetica sarebbe
anche
la battuta rivolta da Erixene a Thamire nel Thésé
). Nella stessa tragedia il poeta aveva fatto figuratamente «marcher»
anche
la morte (David dice infatti ad Absalon: «Peut-es
ïas/ A-t-il trouvé la mort qui marche sur nos pas», ivi, I, 2, p. 7).
Anche
il Caton d’Utique di François-Michel Deschamps è
blis et annotés par Françoise Escal, Paris, Gallimard, 1966, p. 529).
Anche
nell’Art poétique il Boileau se la prendeva contr
ieda Theresa Dubois, Genève, Droz, 1970, pp. 51-52). Allo stesso modo
anche
il Bouhours, condannando la Prefazione del second
schioni, Milano, Marzorati, 1971, p. 382); il Muratori se la prendeva
anche
con le apostrofi, additando l’esempio di due vers
glia di Agamennone ragiona su come in definitiva la sua morte gioverà
anche
a colui che aspira ad averla in moglie; il bergam
et Thyeste di Crébillon (1707), tragedia che ritiene molto difettosa
anche
a causa della vicinanza stilistica al modello cor
Per esemplificare gli eccessi retorici del Crébillon Calepio riporta
anche
un ulteriore segmento di un monologo di Atrée, co
stile troppo elaborato della tragedia di Crébillon si era soffermato
anche
Voltaire, rilevando barbarismi, solecismi e abbon
e l’eroe eponimo si rivolge a Roma (Mithridate, III, 1, vv. 817-820).
Anche
in questo caso, secondo Calepio, versi simili si
lusieurs Discours sur la Tragédie, t. I, Paris, Dupuis, 1730, p. 227.
Anche
nella Bérénice Calepio ritrova un’ingiustificata
). Lo stesso epiteto di «obscure» riferito alla notte viene impiegato
anche
nell’Œdipe di Voltaire, in una battuta di Jocaste
iegata per creare una rima con «Ciel» (Athalie, III, 4, vv. 877-878).
Anche
nel secondo segmento, tratto dalla prima scena de
-seicentesca aveva catalogato come bassi e comici i versi sdruccioli.
Anche
il Crescimbeni nella Bellezza della volgar poesia
re alla soluzione adottata dal Gravina, il Calepio prende le distanze
anche
dalle scelte metriche del Martello, il quale avev
derni, a cura di Laura Sannia Nowé, Modena, Mucchi, 1988, p. 111), ma
anche
dai classicisti francesi, come il Rapin («La mono
icezione francese della caricatura gozziana, interessante tra l’altro
anche
per la resa metrica, cfr. Françoise Decroisette,
ivo, espresso dal Calepio in merito alla traduzione del Salvini, cfr.
anche
Mario Scotti, «L’“Apologia di Sofocle” di P. de’
Jamyn, Paris, Breyer, 1577). Molto più lunga dell’originale risultava
anche
la recente traduzione in prosa di Madame Dacier (
adibito a diffondere la cultura italiana contemporanea e che ospiterà
anche
la traduzione annotata della Descrizione de’ cost
ia, nominava, oltre ai vari Menzini, Crescimbeni, Manfredi e Salvini,
anche
Pier Jacopo Martello. In margine a quest’ultima m
o dei diminutivi, reputandoli una risorsa ulteriore dell’italiano — e
anche
del greco e del latino — che permettevano di arri
’edizione del Teatro Italiano, il Seigneux tentava di dimostrare come
anche
uno dei drammaturghi italiani più rappresentativi
repito di gran nomi ha mai sgomentato, mi son fatto a credere potersi
anche
in questo, se non superare, almeno emulare i Fran
ne mista, più conveniente al dramma per musica che non alla tragedia,
anche
in ragione del fatto che un verso breve come il s
, ivi, p. 111). Risolutamente a favore dell’endecasillabo sciolto era
anche
Antonio Conti, incapace di apprezzare la soluzion
0, pp. 188-192). Si distacca in questo caso dall’opinione del Calepio
anche
il Quadrio, che spesso ne aveva parafrasato le op
Hannibal S. Noce, Bari, Laterza, 1963, pp. 184-185). Parimenti viene
anche
ridicolizzata l’opinione del drammaturgo secondo
nace, giustificava l’uso dei metri più brevi sulla base del fatto che
anche
i tragici greci li impiegassero nelle loro traged
nzo Cremante, Milano-Napoli, Ricciardi, 1997, pp. 31-32), ma presente
anche
in molti altri luoghi della teoria drammatica cin
ma di Algarotti, o quella, altrettanto decisa, di Alfieri, si contano
anche
prestigiosi apprezzamenti, soprattutto in coincid
alche perplessità sull’effetto scenico di questo tipo di commistione;
anche
quei versi diseguali, se imparati a memoria dagli
arole tronche, nonché i copiosi fenomeni di omofonia facciano sì che,
anche
quando le parole-rima sono graficamente different
Sulle medesime caratteristiche della lingua francese aveva ragionato
anche
il Muratori, in risposta alle accuse mosse dal Bo
cese rimproverava all’Italiano non soltanto l’abuso di diminutivi, ma
anche
la limitatezza delle desinenze, che, continuament
la limitatezza delle desinenze, che, continuamente ripetute, creavano
anche
nella prosa l’effetto di una «rime perpetuelle» (
n, Oxford, The Voltaire Foundation, 1974, p. 492; il Calepio, passava
anche
in questo caso al contrattacco, mettendo in evide
letès, texte établi par Julien Benda, Paris, Gallimard, 1951, p. 54).
Anche
in questo caso Calepio tenta di delegittimare con
cesi riproposti sempre i medesimi suoni, ma che addirittura spesso, e
anche
in Racine, vengono insistentemente ripetute le me
scorso, ma si renderebbero necessarie a riempire la misura del verso.
Anche
Voltaire, come ricorda il Bergamasco, nei parates
utore da Jakob Bodmer, il quale gliene aveva raccomandato la lettura.
Anche
in questo caso, come per Joseph François Duché de
a suo dire, avrebbe potuto giovare molto all’estensore del Paragone.
Anche
Calepio si mostra d’accordo, ammettendo che avreb
a sfondo amoroso di Racine, e su tutte l’Andromaque e la Bérénice, ma
anche
quelle di Corneille, come ad esempio la Sophonisb
eato che la parziale opposizione all’opinione del de La Motte procede
anche
dal fatto che il Francese riprenda in sostanza, n
incipal dont on veut occuper l’un et émouvoir l’autre», ivi, p. 557).
Anche
in questo caso Calepio non può non sottoscrivere
vamente sul protagonista (Paragone IV, 4, [2]). Il Bergamasco approva
anche
il sentimento di de La Motte sulla superiorità me
una vicenda per molti tratti simile a quella messa in scena nel Cid.
Anche
qui il condottiero Romulus ama la sabina Hersilie
cedenza nei confronti del Cid di Corneille (Paragone I, 4, [2]). Sarà
anche
da notare che l’eccessiva grandezza di questi ero
esse nei confronti dei personaggi di Corneille, maestosi e ammirevoli
anche
nella pravità più scoperta, e proprio per questo
Giunta.7] Nel Discours à l’occasion de Romulus del de La Motte veniva
anche
dibattuto il problema dell’introduzione di person
Champion, 2002, p. 605). Tuttavia egli catalogava, al pari di Medea,
anche
la Cléopâtre che campeggiava nella Rodogune, cond
tione che naturalmente andava incontro a problemi di «bienséance», ma
anche
di natura propriamente politica quando a essere e
iscritture tende non solo a ridicolizzare situazioni e personaggi, ma
anche
a dissipare quell’utile che gli spettatori potreb
tosto alla cattiva costruzione del carattere di Achille. [Giunta.10]
Anche
in questo segmento Calepio si dimostra in disacco
licare, accanto alla versione dell’Œdipe in versi, recitata a teatro,
anche
una precedente scrittura in prosa, da cui era par
io il partito del verso, come mostra non solo l’elenco di Calepio, ma
anche
il confronto quantitativo fra tragedie scritte in
-guida del Paragone fin dall’esordio (Paragone I, 1, [11]). In realtà
anche
in questo caso egli non si allontana molto dal di
cor più nella lirica. Il discorso del de La Motte permetteva peraltro
anche
in questo caso a Calepio di ribadire un elemento
esigere naturalezza nella composizione e nella recitazione del verso:
anche
i maestri dell’arte attorica, come Riccoboni, pre
fallito. Oltre all’incostanza di questo personaggio vengono criticati
anche
alcuni specifici passaggi ritenuti poco plausibil
rché la donna non potesse rinfocolare la fede di Misaël. [Giunta.17]
Anche
in questo caso Calepio afferma che la presenza de
a Barsés di farlo chiamare (III, 5). [Giunta.18] Calepio disapprova
anche
l’uso dei monologhi e degli a parte nella tragedi
Sabins, vos neveux; vous, Romains, vos enfans», ivi, III, 5, p. 123).
Anche
in questo caso, secondo Calepio, il de la Motte n
alepio meno affettata (ivi, IV, 1, p. 124). Il Bergamasco si sofferma
anche
l’espediente del biglietto, recante notizie in me
ostruiva le critiche — e le parodie — ricevute dalla sua tragedia, ma
anche
l’incredibile successo di pubblico che essa aveva
rito un biglietto in cui rivela la verità (V, 5). Negativa è reputata
anche
la resa dei caratteri di Eteocle e Polinice, raff
stetico italiano, Milano, Vita e pensiero, 1953). A Romagnoli si deve
anche
l’ancor utile voce «Calepio, Pietro», in Dizionar
, 1918, pp. 580-601. Nello stesso anno per i tipi di Rordorf uscivano
anche
le Deliciae urbis Bernae di Johann Rudolf Gruner.
Allemand sur les défauts de la versification française. 139. Talora
anche
sopra la seconda. 140. Tomo 2, proginnasmo 52.
nchè non fosse privato del tale attore o della tale attrice, talvolta
anche
i comici si rifiutavan di andare, o dando garbata
aese e il nome senza mutarne l’essenza : e mentre quella del Capitano
anche
poteva mutar foggia di vestire ad libitum degli a
ualche solecismo. I secondi, oltre a codesto saper qualcosa, dovevano
anche
aver del genio ; però ch’io son persuaso volerci
mili, che non vituperano la patria & il personaggio. Bisognarebbe
anche
tal volta dar di piglio a qualche materia sciocca
le talent ne consiste qu’à faire Beaucoup de bruit devant les sots.
Anche
Domenico Bruni detto Fulvio, comico confidente, h
lato della faccia. E questa è l’opinione accettata dai più, i quali
anche
son d’accordo nell’affermare che la maschera del
Pesaro, tal altra di Napoli, o di Venezia, o di Milano, o di Firenze.
Anche
dice il Guerrini, al proposito dell’autor vero di
spettacolo potesse essere preposto un commediante, il quale sappiamo
anche
essere stato perfetto suonatore, dacchè il Petrar
ia di Dio. Anzi dalle parole del Petrarca il Napoli Signorelli desume
anche
la frequenza di rappresentazioni teatrali nel sec
robabile che un commediante fosse preposto a giostre e tornei, così è
anche
probabile che si desse in quel tempo il nome di R
spese si farrano nel teatro per benificio de Comici siano comune come
anche
del Teatro : E perche li ho dato ogn’anno cento s
dersene seco, perch'esso è quel che ha in mano tutto questo negotio.
Anche
di un Torquato Toschi l’Archivio di Stato conserv
re ad apprendere profondamente le due più famose lingue de’ dotti, ed
anche
a disotterrar nelle lontane regioni i codici Grec
n Venezia l’anno 1568 per Domenico de’ Franceschi43. Altre ne scrisse
anche
in volgare Feo Belcari, di cui l’Isacco composta
ttimana santa l’anno 1452, in cui vennevi Federigo III imperadore; ed
anche
le farse buffonesche inedite di Antonio Caracziol
prosa, eccetto l’ argomento ed il prologo che sono in versi giambici.
Anche
si fece rappresentare dal cardinal Riario nel suo
o? Non ne scrissero alcuno in volgare che loro assicuri l’anteriorità
anche
per questa via? Ve ne furono almeno dodici recita
tii mugghiar là dietro al monte; ed in tale scena potevano passare
anche
il II e III atto parlandovisi del medesimo monte.
ivaci. Adunque la scena nell’Orfeo fuor di dubbio cangiossi, servendo
anche
allo spirito di magnificenza del secolo XV, in cu
a al marito, ed è tratta di nuovo nel regno della morte. Il Poliziano
anche
quì calcando l’orme Virgiliane così la fa parlare
rtili de’ prelati più illustri le commedie di Terenzio e di Plauto ed
anche
di qualche moderno, insegnando egli stesso ad alc
rle. A tempo di Paolo Cortes, per quanto egli stesso racconta, fecesi
anche
sul colle Quirinale la recita dell’Asinaria. Nel
appresentarsi nel 149466. Per uso dello stesso teatro furono tradotte
anche
in terza rima da Girolamo Berardo Ferrarese la Ca
Ciò avea creduto il cavalier Planelli seguito indi dal Tiraboschi ed
anche
da me nella Stor. de’ Teat. del 1777. Volendo per
so la fine del XV, cioè a dire un secolo e mezzo prima del Cicognini.
Anche
il Signor Arteaga volle rilevar l’additato avviso
di essere sfornita di veri colori comici, riuscì mirabilmente, e si è
anche
recitata e tradotta altrove. In seguito l’autrice
i far ridere la gente onesta. Comprese questa medesima differenza fin
anche
Chassiron tesoriere di Francia, il più severo, va
cominciarono a rappresentarsi nel 1710, possiede arte e giudizio, ed
anche
spirito comico, benchè non possa sostenere il con
diletto, qualora quest’uomo singolare non fosse freddo. Egli scrisse
anche
l’Agnese, i Nipoti ed altre commedie d’ intrigo,
nvenendo col Voltaire per la mancanza di piacevolezza e in certo modo
anche
di azione, parmi di non poter negarsi alla commed
ta ad una sua cugina amante de’ piaceri ma ingenua e di buon cuore ed
anche
ad un uomo candido, il quale giudica bene della p
i una fanciulla che si occulta sotto spoglie virili. Voltaire compose
anche
la Contessa di Gibrì, la Principessa di Navarra c
comici che ad esso appartengono, pregi che non mancavano al Voisenon.
Anche
il commediante la Noue autore del Maometto II riu
etro Patu nato nel 1726 e morto immaturamente nel 1757. Egli tradusse
anche
alcune farsette del teatro inglese, e le pubblicò
tro. M. Dorat noto poeta morto nel 1780 d’anni quarantasei coltivò
anche
la poesia drammatica per avventura poco propria d
edia e a ricondurre in Francia il socco festevole di Moliere. Si sono
anche
ultimamente rappresentate l’Ottimista o l’ Uomo c
ssi vogliano rilevare la verità dell’affetto naturalmente imitato, ma
anche
l’artificio e l’ingegno del tragico. Imperdonabil
, la Desaine, la Gossin, la Dumenil che tutte superava le compagne ed
anche
se stessa nella parte di Fedra e di Merope, e la
principessa d’Anhalt. Voltaire l’ha più volte encomiata, e le diresse
anche
un componimento poetico nel 1761. Nella commedia
si trova aggregata l’opera buffa che si cantava nella fiera, sogliono
anche
rappresentarsi opere italiane de’ nostri più cele
astasio nel 1775 animata dalla musica del celebre nostro Sacchini, ed
anche
della traduzione dell’Olimpiade pure rappresentat
questa occasione. Il Bartoli, seguito dal Sand e dal Bachet, accenna
anche
alla rappresentazione che il nostro fece, prima d
le più brutte ; e si sente subito che è scritta da un comico esperto.
Anche
vi sono frasi e parole di una volgarità un po’cru
a, una, del resto, delle più belle per vivezza di dialogo. Notevole è
anche
la scena tra il Capitano e Mastica, il quale si p
ldassarre De Preti (V. D’Ancona, loc. cit.), che essendo sulla piazza
anche
la Compagnia di Pantalone (forse il Pasquati) col
taliani, e cominciò a recitare all’ uso nostro ; e se bene egli, come
anche
ogni altro suo compagno, non era bene e perfettam
li impararono a far commedie modeste, e non oscene…… e a pag. 157 :
Anche
del comico Ganassa io ho inteso che abbondava di
e non venghi altro che la nostra…. » Accertato questo, rimarrebbe pur
anche
accertata la fama dell’Alberghini, se il marito,
etc. etc.), e tal’altra con quello teatrale ; e questo di Angelica fu
anche
nome teatrale, come vediamo nell’elenco della Com
questo ricordo tenue compenso a tale valore offrivano l’autunno 1856
Anche
sapeva cantare con molto garbo ; e nella commedia
ato tutto quel che usciva dalla penna de’suoi laudatori non giurerei.
Anche
a Torino, per sua beneficiata, vi fu il dono de’
sì pe 'l carattere, come s’è detto, freddo, talvolta serio, talvolta
anche
accigliato. Aggiungerei anche che il Pasta fosse
detto, freddo, talvolta serio, talvolta anche accigliato. Aggiungerei
anche
che il Pasta fosse l’ultimo tipo di primo attore,
ole per la scelta dell’argomento, per la regolarità della condotta ed
anche
in parte per lo stile, la quale s’impresse in Nap
sua stanza per ambizione di vedersi moglie di sì gran guerriere. Dice
anche
ch’egli è accinto a partire, ed ella a seguirlo i
Ah che facesti! An. E fui con essa e quella notte ed altre. Narra
anche
la festa di Pirindra, la sua dichiarazione, le pr
e per risposte. Con queste pugna e queste unghie non si avvilirebbe
anche
una commedia sino al genere più triviale e prossi
si que’ momenti di vita che loro rimangono. La singolarità de’ cori è
anche
notabile in questo dramma. Quattro canzonette di
ta Manzini la Flerida gelosa mentovata dal Ghilini: Melchiorre Zoppio
anche
Bolognese fondatore dell’Accademia de’ Gelati mor
o meno accetti. I dialoghi d’Alvante e di Despina furono disapprovati
anche
dal conte Pietro di Calepio61. Essi increscono mo
alle buone tragedie Italiane, e dal piacere in teatro e nella lettura
anche
a’ nostri giorni. Si trova nell’atto I qualche im
la maniera onde i perfidi calunniatori sogliono rendere sospetta fin
anche
la virtù manifesta, non potendo negarla. Ecco l’a
unghe, troppo frequenti, troppo circostanziate pel genere drammatico.
Anche
la spezzatura della versificazione se non fosse q
Merope, onde si fa palese la di lei innocenza. La morte di Arena che
anche
si scopre figlia di Aristodemo riduce all’ultimo
he, come le chiamò il conte di Calepio, benchè di molte se ne veggano
anche
nella tragedia del Bonarelli. Non dee omettersi p
ue poesie e specialmente in alcune pregevoli canzoni Oraziane, lasciò
anche
qualche componimento rappresentativo, cioè l’Isol
stesso in Lovano; e la di lui Rosminda impressa in Napoli nel 1659 ed
anche
nella II parte delle sue poesie; ed il Radamisto
o a Napoli e a Roma, utilizzava nelle arie la forma col da capo detta
anche
alla Scarlatti e pridiligeva l’accompagnamento or
ositore di commedie per musica in dialetto napoletano, ma si distinse
anche
nell’opera seria e divenne uno dei più importanti
attore e drammaturgo francese. Le Couvreur: Adrienne Couvreur, nota
anche
come Adrienne Le Couvreur o, italianizzata, Adria
on cadenza nelle arie si indica non solo la conclusione del brano, ma
anche
il lungo inciso solistico e virtuosistico inserit
à religiose. Nota alla nota d’autore n. 9: Jean Le Rond d’Alembert fu
anche
un musicologo e compose diversi articoli su quest
apparentemente travisadone il valore, diverse opere di Bibiena, come
anche
Pietro Giovanni Abbati, altro allievo del Bibiena
dusse l’idea di disegnare i giardini in rapporto al paesaggio, usando
anche
motivi esotici, uniti a un’ispirazione gotica e c
e delle composizioni; su invito della famiglia reale dei Savoia operò
anche
in Italia e disegnò il giardino del castello di R
o di giardino più simile a una conformazione naturale, paesaggistico,
anche
in collaborazione con William Kent. [commento_5.
ese (Verona, 1528 – Venezia, 1588) Pussino: il pittore francese noto
anche
in Italia Nicolas Poussin (Les Andelys, 1594 – Ro
ento_6.3] Nota alla nota d’autore n. 19: Ibid., V, 1: «E’ necessario
anche
regolare l’ampiezza in base al numero delle perso
a famiglia di scenografi e architetti originari del Casentino, attivi
anche
in Italia e in Europa tra il XVII e il XVIII seco
e che poche parole. La sera della rappresentazione (8 aprile 1741) fu
anche
quella della riapertura del teatro, che secondo i
chino perduto e ritrovato, scenario in cinque atti di Goldoni. Recitò
anche
a viso scoperto, e sostenne con molto valore la p
tre all’aver formata una degna posizione al figlio Costantino, ispirò
anche
a un egregio uomo, il signor di Latouche, una spe
ra sin qui di eternarne le sembianze : il suo volto sconosciuto quasi
anche
a’contemporanei, poichè celato costantemente sott
o schizzo di Vanloo. Oltre alla corrispondenza del Latouche, abbiamo
anche
varie commedie : Arlecchino e il Papa, commedia r
veva ispirato quel tristo…. Lo amavo ! ! Dalla quale sconfinata bontà
anche
si volle dedurre, e credo calunniosamente, ch’egl
ettembre 1765, che comincia Recevoir la dame Carlin etc., etc. ; poi,
anche
senza tali documenti, è noto il costume francese
rno che egli era andato a desinar fuori di casa gli furon rubati, era
anche
un orologio antico portante incisa in un sigillo
del Figlio d’Arlecchino perduto e ritrovato fu la sola : sappiamo che
anche
nell’ Amor paterno la parte di Arlecchino fu sost
ti aggradevoli trattenimenti fra l’attore e gli spettatori. Tuttavia
anche
a lui accadeva talvolta quel che accadde, e accad
o, e avvicinatosi ad Arlecchino, gli strappa con destrezza, e strappa
anche
a Camilla il bimbo che hanno tra le braccia, e fu
è la xxxiv della raccolta. Abbiamo visto come il Bertinazzi recitasse
anche
a viso scoperto : e questa importante notizia che
si una cotal mancanza di finezza nelle mezze tinte, mancanza derivata
anche
dal fisico volgare ; ma in compenso : quale esube
ua nomade Compagnia. In fede Gustavo Modena. Sei contento ? Figurati,
anche
jer l’altro venne David Chiossone a Torino per pa
mava Adelaide Ristori, il primo attore si chiamava Tomaso Salvini. Ed
anche
lasciando stare le epidemie e le guerre disastros
ostituir Luigi Taddei nella Compagnia Reale Sarda, nella quale rimase
anche
dopo la quaresima del ’54, epoca, in cui, toltole
olveroni. Non solamente fu il Gattinelli attore di gran pregio, ma
anche
pregiato autore delle commedie : Vittorio Alfieri
pronunzia romagnuola e rendere simpatica la sua grottesca figura. Era
anche
colto, economo, buon marito e buon padre, però di
apeva partar Bolognese. Il celebre Goldoni, inimitabile a ben vestire
anche
i corpi più malfitti, si valse di quella rozza, p
onsolazione di vedere la sua famiglia incamminata ad un auge, per cui
anche
dopo la di lui morte rimarrà al mondo una degniss
esentemente sono in Villeggiatura si saranno restituite in Venezia. E
anche
a lui si raccomanda perchè il signor Girolamo Pom
imo da Cicerone contra Verre, cui a giudizio di Diodoro Siculo cedeva
anche
il teatro di Agira sua patria, che egli appellò i
Giacomo Fella e di Pietro Polidoro se ne fa menzione; aggiungendo che
anche
nel secolo XVI n’esistevano varii rottami. Tralle
tea, era veramente fatto per gli esercizii ginnici; ma vi si facevano
anche
pubbliche rappresentazioni delle ridicole farse d
i statuti di Licurgo, il quale non permise agli Spartani di essere nè
anche
spettatori delle rappresentazioni sceniche. Certo
ente caro allo stesso tragico, nei cui drammi correva romore di avere
anche
lavorato alcun poco come scrittore. Si è veduto s
i ripieni di selci che si agitavano, imitavasi lo strepito de’ tuoni.
Anche
al di dietro era il Coragio che oggi si direbbe l
orte che dall’introdurre il popolo si dissero da’ Latini Vomitoria, o
anche
Vomitaria, come scrisse l’immortale Mazzocchi; e
a terminava in un portico che pareggiava l’altezza della scena ed era
anche
coperto da un tetto, rimanendo il resto allo scop
ttore tomo IV, lett. XXII. a. Biblioth. Histor. lib. XVI Ne favella
anche
Plutarco nella Vita di Timoleone, e Giustino parl
le del cavaliere napoletano Giambatista della Porta recitate in parte
anche
nel precedente, ma in questo pubblicate per le st
o nella nostra opera appartenente alle Siciliea; e quì ci arresteremo
anche
un poco su di esse forse non inutilmente non solo
presentando in quattro spanne di teatro tutto il globo terraqueo, ed
anche
il mondo mitologico, e l’inferno e il paradiso? I
che s’impresse in Messina nel 1620, ed altrove diverse volte. Compose
anche
l’Altani quattro commedie che possono mentovarsi
vole, di cui s’incontrano alla giornata frequenti originali. Adunque
anche
in un tempo di decadenza nelle belle lettere debb
tà, che allora il Teatro Italiano conservò l’usata regolarità, quando
anche
volesse notarsi in esso qualche alterazione nello
nviene che tutto legga e che bene interpreti gli scrittori. Ma quando
anche
il dotto Maffei e qualunque altro uomo di lettere
che solo appartiensi agl’Inglesi, agli Spagnuoli ed agli Alemanni, ed
anche
a’ Francesi prima di Corneille e Moliere? a. V
attori era per la Madama Minima Laura Cavalieri. A istanza di lui fu
anche
pubblicata in Bologna la supplica ricorretta ed a
i, in occasione del matrimonio avrebbe riconosciuta la figliuola. Ciò
anche
spiegherebbe la identità del nome di Giustina.
he si solean recitare in banco, prima della dispensa degli specifici.
Anche
all’Hôtel di Borgogna, ov’entraron circa il 1606,
roposto dal Martinelli per una Compagnia che doveva recarsi a Parigi.
Anche
il Callot ce ne ha lasciato il costume ne’ Balli
’arbitro del Theatro, e poco favorevole al Comico. Al qual Dragoni,
anche
quindici giorni dopo, il Mauro, pur da Hannover,
one, ma ci comparte una mercede così copiosa, che può far la fortuna,
anche
a chi pretende distintione assai superiore a quel
r la varietà imaginosa delle scene, sì per la comicità ond’è piena, e
anche
per lo stile men reboante del solito. Il soggetto
tagora sostiene che la natura de numeri, trascorre per tutte le cose,
anche
la Comedia di tutte le cose è specchio ; però mol
nuove e tenerle dialogo, ora i comici tutti coprendola di contumelie
anche
al cospetto del pubblico, tra cui prima e più atr
un suo stafiere quale accompagni il detto suo figlio a Milano, comme
anche
di qualche lettera di fauore in quelle parti doue
I oci del cuor furon la fortuna di Moro-Lin ; ma quest’ ultima segnò
anche
la sua nuova e non più mutabile sciagura. Dopo di
arte, tanta grandezza, gli venne a morire, e, lei dileguata, dileguò
anche
il bene che con la sua attività, con la sua onest
82, in-8°, vol. II), da cui tolgo il presente ritratto, è detto che «
anche
il palcoscenico servì al medesimo (Somigli) per i
io. Fu pastore arcade sotto il nome di Lisindo Tiresiano : appartenne
anche
agli Aborigeni della Colonia Amiatense, agli Inca
dizio del Fontenelle, intorno all’ignoranza de’ Trovatori Provenzali,
anche
alle provincie Spagnuole. Parlando adunque delle
mposti dal re. Tuttavolta insino a questo giorno con molta diligenza (
anche
dopo le ciance apologetiche e le bravate e i lamp
apologetici stessi cosa veruna teatrale di questo secolo, siccome nè
anche
riuscì al dotto bibliotecario don Blàs de Nasarre
dizio del Fontenelle, intorno all’ignoranza de’ trovatori Provenzali,
anche
alle provincie Spagnuole. Parlando adunque delle
atello del re. Tuttavolta insino a questo giorno con molta diligenza (
anche
dopo le ciance apologetiche e le bravate e i lamp
apologetici stessi, cosa veruna teatrale di questo secolo, siccome nè
anche
riuscì al dotto bibliotecario D. Blàs de Nasarre,
pirito, secondo il gusto moderno, e senza l’eterno feminino, contiene
anche
un’ apprendice in polacco, nella quale è detto no
inato il Limberger, il peggior di tutti, secondo i giudizi del tempo.
Anche
la Bastona troviamo prender parte alla rappresent
ilemente la miglior commediante. Ha voce, figura, e piace nelle parti
anche
più antipatiche. Il suo portamento è davvero da r
sua stanza per ambizione di vedersi moglie di sì gran guerriere. Dice
anche
che egli è accinto a partire, ed ella a seguirlo
la.h che facesti! Ann. E fui con essa e quella notte ed altre. Narra
anche
la festa di Pirindra, la sua dichiarazione, le pr
e per risposte. Con queste pugna e queste unghie non si avvilirebbe
anche
una commedia sino al genere più triviale e prossi
si que’ momenti di vita che loro rimangono. La singolarità de’ cori è
anche
notabile in questo dramma. Quattro canzonette di
alla luce delle stampe in Napoli nel 1627. Noi ne dicemmo alcuna cosa
anche
nel tomo V delle Vicende della Coltura delle Sici
alla luce la Flerida gelosa mentovata dal Ghilini. Melchiorre Zoppio
anche
bolognese fondatore dell’Accademia de’ Gelati mor
nno meno accetti. I dialoghi di Alvante e Despina furono disapprovati
anche
dal conte Pietro da Calepioa. Essi increscono mol
alle buone tragedie italiane, e dal piacere in teatro e nella lettura
anche
a’ giorni nostri. Si trova nell’atto I qualche im
la maniera onde i perfidi calunniatori sogliono rendere sospetta fin
anche
la virtù manifesta non potendo negarla. Ecco l’ar
unghe, troppo frequenti, troppo circostanziate pel genero drammatico.
Anche
la spezzatura’ della versificazione se non fosse
i Merope, onde si fa palese l’innocenza di lei. La morte di Arena che
anche
si scopre figlia di Aristodemo, riduce all’ultimo
e , come le chiamò il conte di Calepio, benchè di molte se ne veggano
anche
nella tragedia del Bonarelli. Non dee omettersi p
e poesie, e specialmente in alcune pregevoli canzoni Oraziane, lasciò
anche
qualche componimento rappresentativo, cioè l’Isol
stesso in Lovano; e la di lui Rosminda impressa in Napoli nel 1659 ed
anche
nella parte II delle sue poesie; ed il Radamisto
adopri, o se la dose ecceda il bisogno. Non è adunque meraviglia che
anche
in tempi luminosi la drammatica contati avesse co
icciol legno colla moglie e con una mima che egli amavaa. Si pretende
anche
trasportare a questo medesimo secolo un informe a
Tra gli Arabi non si trova se non quello che ebbero tutte le nazioni
anche
rozze, cíoè musica, balli, travestimenti adoperat
enti adoperati ne’ loro giuochi di canne, quadriglie e tornei. Furono
anche
versificatori; ma per lo più (almeno per quel che
mento drammatico, non dico de’ secoli de’ quali ora si favella, ma nè
anche
de’ seguenti sino all’intera espulsione de’ Mori
emente ai teatri consecrati alle divinità pagane. E non trovandovi nè
anche
salva la decenza e la morale, perchè le buone tra
lasciano di ciò dubitare varii Concilii citati da molti scrittori, ed
anche
dal p. Bianchi ne suoi Ragionamenti su i difetti
agna col III Toledano del 589. Nel IX secolo continuava in Francia ed
anche
in Italia tale strano abuso, per quel che si vede
bblico con iscatti di passione felini…. Dinanzi a tali scatti spariva
anche
il metodo di recitazione, che fu, a creder mio, d
o, nella Orfanella di Lowood, se ben ricordo, in cui colla frase « ed
anche
i cani delle reggïe muteee van rispetttati (alzat
ture di Donna Irene o La sepolta viva, di Francesco Cerlone. Recitava
anche
in parti serie, ma con poco buon successo, essend
o di caratterista, e si fece sempre notare per una singolare nobiltà,
anche
ne'personaggi più ridicoli. Ebbe il '25 compagnia
quel periodo assai frequentati. Di moltissimi altri teatri rimangonci
anche
oggi gli avanzi nel rimanente dell’Italia. Oltre
i tempo, o se la dose ecceda il bisogno. Non è adunque maraviglia che
anche
in tempi sì luminosi la drammatica avesse avuti c
e nell’Episania che duravano, per testimonianza di Teodoro Balsamone,
anche
nel XII secolo190; e i cantambanchi e buffoni che
ciol legno colla moglie e con una mima che egli amava192. Si pretende
anche
trasportare a questo medesimo secolo XII un infor
Tra gli Arabi non si trova se non quello che ebbero tutte le nazioni
anche
rozze, cioè musica, balli e travestimenti adopera
enti adoperati ne’ loro giuochi di canne, quadriglie e tornei. Furono
anche
versificatori; ma per lo più (almeno per quel che
mento drammatico; non dico de’ secoli de’ quali ora favelliamo, ma nè
anche
de’ seguenti sino all’intera espulsione de’ Mori
emente ai teatri consecrati alle divinità pagane. E non trovandovi nè
anche
salva la decenza e la morale, perchè le buone tra
ragico, introdusse le deflorazioni e le avventure amorose. Egli ne fu
anche
la vittima, nella stessa guisa che Eupolide era s
i. I Semigreci della Magna Grecia Livio Andronico, Ennio, Pacuvio, ed
anche
Nevio il Campano, insegnano loro ad amar le lette
hi, e da noi nel tomo I delle Vic. della Coltura p. 289. 180. Vedine
anche
l’iscrizione presso il Grutero pag. 1089, num. 6
ci lasciano di ciò dubitare varj Concilii citati da più scrittori, ed
anche
dal P. Bianchi nell’opera Ragionamenti su i difet
agna col III Toledano del 589. Nel IX secolo continuava in Francia ed
anche
in Italia tale strano abuso, per quel che si vede
l’Accademia Francese la censurarono per varj difetti con fondamento,
anche
per aderire al cardinal de Richelieu che volea de
ono la tragedia degli Orazj di gran lunga superiore al Cid, e vincono
anche
per questi pregi la lodata Orazia dell’Aretino. C
icate della tenerezza, o se vuol dirsi alla francese, del sentimento,
anche
senza tanti pregi che adornano le di lui favole,
ircostanze del tragico Francese, non l’avrebbe rifiutato. Certo è che
anche
Luigi Racine disapprovò quegli amori episodici, e
zo. La Tebaide, per valermi delle parole di Pietro da Calepio, scopre
anche
la gioventù del poeta. Si vede nella Berenice tut
cesi sostituito certo parlar poetico particolare. I vizj, le virtù ed
anche
gli attributi accidentali nelle loro favole (nota
a nel 1660 per due mesi continui e rimasta su quelle scene. Piacquero
anche
Amalasunta e le altre, ad eccezione del Fantôme a
hi, e fu lodato da Perrault emulo di Boileau e adulatore de’ moderni.
Anche
Pradon cattivo scrittore di varie tragedie spesso
pe fare de’ principali personaggi proprj ad eccitar la pietà tragica.
Anche
l’ab. Gênet compose alcune altre tragedie rappres
olima e la Santa Felicita di Niccolò Causin. Si pubblicarono nel 1695
anche
in Parigi le quattro tragedie di Francesco Le Jay
del teatro di Cornelio pubblicata colle osservazioni di Voltaire, ed
anche
l’ eccellente Paragone della poesia tragica del p
paradosso, o garbuglio. 8. Gli apologisti Spagnuoli doveano contare
anche
questa favola di Quinault tra quelle che i France
ettetene quel tanto che basti ad aguzzar l’appetito, e vi lecchereste
anche
le dita. Tale e quale di una donna. Fa la civetta
il Dottore, Scaramuccia, e altri tipi del nostro antico teatro. V.
anche
il costume di Rosetta, al nome di Bertoldi (pagin
V. anche il costume di Rosetta, al nome di Bertoldi (pagina 382).
Anche
in Goldoni la Colombina è stata scelta nel Teatro
la civetta italiana sta alla coquette francese, sia nella forma, sia
anche
nella sostanza. Nel maggiore sviluppo della Comme
alchetti e ornato loro, non sarà fuori del presente argomento toccare
anche
di simili particolari alcuna cosa; acciocchè se,
una certa male intesa magnificenza, altri avvisasse di fare di pietra
anche
i palchetti e tutte quelle interne parti che guar
difizi hanno di che sorprendere insieme e dilettar l’uomo; se non che
anche
quivi, come ogni altra cosa, è da osservarsi una
a qual cosa non può farsi, ch’e’ non mostrino il fianco e non voltino
anche
le spalle a buona parte dell’udienza, e non segua
reso dalla campana e la figura della campana che il rende. Ma egli è
anche
facile a conoscere quale sia di tal fondamento la
è una maniera di grottesco, come se ne vede nelle antiche pitture, ed
anche
una maniera di gotico il quale ha col grottesco u
alendo in grande rinomanza non solamente come attore e capocomico, ma
anche
come scrittore. Fu uomo piissimo ; e dice Frances
i negli atti e nelle parole, e se talvolta sentiva alcuno oltrepassar
anche
di poco i termini della modestia, dolcemente da p
il Re aveva in grande pregio non soltanto l’ingegno del Beltrame, ma
anche
la sua persona. Stampò in Torino nel 1629, e rist
sto del tempo, è ben fatta, e tale, forse, da poter essere riprodotta
anche
oggi con lievi modificazioni ; e si capisce come
doto, che ha per noi un valore storico non lieve, per quanto concerne
anche
le zannate che vedrem poi largamente descritte al
. Beltrame, milanese, volendo parlare la lingua del paese, ne portava
anche
il vestito. L’incisione del Joulain, che è nel R
e nello sprezzo, costante, tenace, di quelle note stridenti, le quali
anche
a volte, rarissime, innocenti, riuscirebbero all’
rica : è più rispettoso, è più sincero per l’attrice giovinetta, ed è
anche
più praticamente utile per l’avvenire di Tina Di
tutte stillanti di rugiada e tutte ebbre di profumi. Quella bocca che
anche
nel pianto non arriva a perdere il cortese disegn
rdere il cortese disegno del sorriso (?) ; quello sguardo azzurro che
anche
nel dolore rimane limpido (?), e quasi attonito s
giovinezza di Tina Di Lorenzo. E in questo senso la bellezza di lei è
anche
arte – o per lo meno ha effetti di arte. VINCENZ
i smentita signorilità di maniere, ch’è sì rara nelle nostre attrici,
anche
men volgari. Allora, tra la sensazione emanante d
avrebbe ricevuto la musica quegli aumenti che ricevuto ha; ma egli è
anche
vero che ha traboccato per essa in quello scadime
ma giunte al sommo, quel principio medesimo che diede loro la vita è
anche
quello che dà loro la morte. Appresso tutte le na
ù barbari tempi in Italia, si diffuse tosto per tutta Europa, e venne
anche
dagli oltramontani coltivata a segno, che ben si
pur dovettero i forestieri venire ad apprenderla. E lo stesso sarebbe
anche
a’ giorni nostri, se in essa non usasse veramente
ere tra le varie parti dell’opera un più dolce accordo, savio partito
anche
sarebbe quello di lavorar meno e di meno instrume
strumenti, dalla violetta, dall’arpa, dalla tromba, dall’oboe e forse
anche
dall’organo, come era altre volte in costume44. C
re all’aver dato alle parole quel sentimento che si conviene, di aver
anche
condito la composizione sua di varietà; ma noi di
centisti. Non è però che una qualche immagine di verità non si scorga
anche
a’ di nostri nella musica. Ne sono in esempio sin
e sole opere buffe sta racchiusa la buona musica. Nelle opere serie è
anche
forza confessare che si odono qua e là dei pezzi
reggiano celebre sonatore di tiorba vi si cantò nel 1637. Vi comparve
anche
il Pastore d’Anfriso ed innoltrandosi il secolo
i seguire l’opera de’ Greci. Non mancavagli l’opportunità di spiegare
anche
in tal genere i poetici suoi talenti avendolo il
on un altro coro che pur contiene tre strofe anacreontiche. Or quando
anche
non vi fossero state ariette anacreontiche sin da
, non gli adoperarono mai nelle recite teatrali. Ne’ tempi mezzani nè
anche
in Europa si ammisero nelle grandi feste musicali
rnere la buona dalla cattiva musica, intendendola benissimo ed avendo
anche
composto alcuna cosa, ond’è che canta con fondame
osto alcuna cosa, ond’è che canta con fondamento e sicurezza. Esprime
anche
e pronunzia perfettamente. Non si pregia di esser
ebbero allora gran voga, ed oggi appena si sa che si rappresentarono.
Anche
il Lemene cavaliere lodigiano poeta non dispregev
de’ difetti del suo tempo, compose melodrammi non cattivi. Ne compose
anche
il Capece, il Minato poeta della corte di Vienna,
si coltivò con qualche successo e forse con molto minore stravaganza
anche
per la poesia, come si vede nelle Pazzie per vend
sono distinti in Francia Campra, Destouches, Mouret, Coignet, Rameau
anche
musico teorico, e singolarmente il gran Rousseau
ogni uomo, e mad. Sallè bella ed eccellente ballerina seria ammirata
anche
fuori della Francia, entrambe celebrate nelle ope
ancia, entrambe celebrate nelle opere di Voltaire. Mad. Alard contasi
anche
tralle famose ballerine, come tra’ ballerini di g
ri d’opere buffe. È riuscito singolarmente nel vaudeville, ma scrisse
anche
parodie e burlette con arie, come sono, il Mondo
re assistere allo spettacolo la maggior parte dell’uditorio all’erta.
Anche
in Madrid quei che chiamansi musqueteros ne godon
avore del pubblico finito. Accettò il Teatro Fedeli delle Zattere, ma
anche
là provò gli effetti tristissimi dell’infame calu
micità siffatta da far andare in visibilio il suo pubblico ; il quale
anche
, tal volta, sopperiva dicesi, lì per lì a’bisogni
ndare a sentir la Compagnia Duse ; ma a far visita all’amico Duse ; e
anche
sapendo che tutti i salmi finivan in gloria, e ch
sopr’a tutti, in quello de’personaggi nella Figlia del reggimento, dà
anche
una idea ben chiara di quel che fosse codesto tea
ente, oggi, (perchè ?) è intitolato al nome di Giuseppe Garibaldi. Fu
anche
Luigi Duse, ci dice lo stesso nipote, gastronomo
rdinati, destinata a promuovere le cose poeti che e le musicali, come
anche
un altro porporato illustre scrisse, e fece rappr
nso onde profumare gl’idoli più indegni di culto. [3] Una delle prime
anche
ad abbracciarlo fu Bologna, città che dopo essers
il dramma musicale, e ciò nel 1645. Non è che i Francesi non avessero
anche
avanti notizia di qualche spezie di rappresentazi
o le note da Alfonso il Savio re di Castiglia. Oltre a questi debbono
anche
aver luogo le rappresentazioni sacre chiamate Vil
del santissimo Natale, come reliquie de’ Misteri della Passione, come
anche
le feste profane di tornei, quadriglie, caroselli
musica teatrale aprendo talora la scena con qualche coro di musica e
anche
framischiando talvolta qualche dialogo musicale.
i grandi della nazione, ed ecco a gara coltivarsi da loro la musica,
anche
per imitare l’imperatore, il quale avea cominciat
inora dei privilegiati climi della Grecia e dell’Italia additerebbono
anche
a’ loro cultori nuovi originali da imitare sulle
iasmo di quanti a quel tempo eruditi viveano, di andare da per tutto,
anche
in lontane regioni ricercando e disotterrando i c
, e uno tra coloro che componevano l’accademia del Panormita, compose
anche
una tragedia latina in versi giambici, divisa in
coli già estinta, dieder loro probabilmente la prima spinta a trattar
anche
sulla scena argomenti profani e in latino e nella
e con maggior probabilità congettura il Tiraboschi, nel 1444, scrisse
anche
in latino nell’età di 20 anni una comedia, intito
go di San Mauro. Argomento pel mondo cristiano sì importante attrasse
anche
in Francia una prodigioso folla di spettatori; ma
jamais qu’à la voix des princes bienfaisants». E un nostro scrittore
anche
così: «Il favor de’ monarchi fa germogliare nello
a fare rappresentare in Roma le commedie di Terenzio e di Plauto, ed
anche
altre composizioni drammatiche di poeti moderni,
64. 150. V. il Tiraboschi tom. VI part. II lib. III cap. 3, il quale
anche
pruova con un epigramma di Lancino Corti, poeta d
le del cavaliere Napoletano Giambatista della Porta recitate in parte
anche
nel precedente, ma in questo pubblicate per le st
nella nostra opera appartenente alle Sicilie71; e quì ci arresteremo
anche
un poco su di esse forse non inutilmente non solo
presentando in quattro spanne di teatro tutto il globo terraqueo, ed
anche
il mondo mitologico e l’inferno e il paradiso? In
che s’impresse in Messina nel 1620 ed altrove diverse volte. Compose
anche
l’Altani quattro commedie che possono mentovarsi
e pregevole, di cui s’incontrano alla giornata gli originali. Adunque
anche
in un tempo di decadenza nelle belle lettere vogl
Ferrari celebre sonatore di tiorba vi si cantò nel 1637. Vi comparve
anche
il Pastore d’Anfriso, ed innoltrandosi il secolo
i seguire l’opera de’ Greci. Non mancavagli l’opportunità di spiegare
anche
in tal genere i poetici suoi talenti, avendolo il
on un altro coro che pur contiene tre strofe anacreontiche. Or quando
anche
non vi fossero state ariette anacreontiche sin da
, non gli adoperarono mai nelle recite teatrali. Ne’ tempi mezzani nè
anche
in Europa si ammisero nelle gran feste musicali,
rnere la buona dalla cattiva musica, intendendola benissimo ed avendo
anche
composto alcuna cosa, ond’è che canta con fondame
osto alcuna cosa, ond’è che canta con fondamento e sicurezza. Esprime
anche
e pronunzia perfettamente. Non si pregia di esser
ebbero gran voga allora, ed oggi appena si sa che si rappresentarono.
Anche
il Lemene cavaliere Lodigiano poeta non dispregev
de’ difetti del suo tempo compose melodrammi non cattivi. Ne compose
anche
il Capece, il Minato poeta della Corte di Vienna,
si coltivò con qualche successo e forse con molto minore stravaganza
anche
per la poesia, come si vede nelle Pazzie per vend
medianti decorazioni a decorazioni e musica a musica, e si sostennero
anche
un poco con farse magiche ripiene di apparenze, d
attere in Napoli ed in Roma96, e da Francesco Baldo, dal quale ricevè
anche
in dono la maschera stessa usata dal primo di lui
ebbe potuto fare più larga e più vicina agli spettatori; e così parve
anche
a me; allorchè vidi questo gran teatro. I lati re
e sin dal XVI secolo contraevano matrimonj in Ispagna, non aveano per
anche
profanate le scene. Alterando al fine il sistema
ica che allora il teatro Italiano conservò l’usata regolarità, quando
anche
volesse notarvisi qualche alterazione nello stile
a Italiani di pessimo gusto e rappresentati da’ commedianti. E quando
anche
qualunque uomo di lettere più illustre intendesse
cademia Francese la censurano per varii difetti non senza fondamento,
anche
per aderire al cardinal di Richelieu, che volle d
no la tragedia degli Orazii di gran lunga superiore al Cid, e vincono
anche
pe’ nominati pregi la lodata Orazia dell’Aretino.
rimproveri a Cinna son peu de merite, e dicendogli, tu faresti pietà
anche
a chi invidia la tua fortuna, se io ti abbandonas
icate della tenerezza, o se vuol dirsi alla francese, del sentimento,
anche
senza tanti pregi che adornano le favole del Raci
cia è nella corte di Luigi XIV che respirava per tutto amoreggiamenti
anche
nelle spedizioni militari. Ma Giovanni Racine al
circostanze del tragico francese non l’avrebbe rifiutato. Certo è che
anche
Luigi Racine disapprovò quegli amori episodici, e
zo. La Tebaide, per valermi delle parole di Pietro da Calepio, scopre
anche
la gioventù del poeta. Si vede nella Berenice tut
si sostituito certo parlar poetico particolare. I vizii e le virtù ed
anche
gli attributi accidentali nelle loro favole (osse
o tali difetti nelle altre sue favole, benchè alcuno se ne rinvengano
anche
nel Mitridate, nell’Andromaca e nell’Ifigenia. Ne
i, e fu lodato dal Perrault emulo di Boileau e adulatore de’ moderni.
Anche
Pradon cattivo scrittore di varie tragedie spesso
e fare de’ principali personaggi proprii ad eccitar la pietà tragica.
Anche
l’abate Gênet compose altre tragedie rappresentat
olima e la santa Felicita di Niccolò Causin. Si pubblicarono nel 1695
anche
in Parigi le quattro tragedie di Francesco Le Jay
tro di Pietro Cornelio pubblicato colle osservazioni del Voltaire, ed
anche
l’eccellente Paragone della Poesia tragica del pi
randi uomini che portarono i loro sguardi su tutta la natura, seppero
anche
discendere alle più minute osservazioni degli ess
ed affrettano la morte della pianta. Ma il mal costume invecchiato nè
anche
, al dir di Orazio, colla forca giugne a sterminar
facile schiettezza che invita a leggere un libro istorico. Ho cercato
anche
di conservare la purezza del linguaggio evitando
nchè non si trovassero registrate nel vocabolario della Crusca, le ho
anche
io usate senza dar retta a’ rigidi puristi, colla
asportata senza che abbiavi sinora un vocabolo patrio equivalente. Nè
anche
ho del tutto bandito il latinismo interloquire ch
loquacità, interlocutori; or perchè per acconcia analogia non dirassi
anche
interloquire ammesso in Lombardia, in Roma, ed in
Crusca col l’esempio di Franco Sacchetti. Che se gergone rassomiglia
anche
al jargon de’ Francesi, quale in ciò è la mia col
osa tutta nuova all’Italia lo studio de’ Greci: a quella Italia, dove
anche
nella tenebrosa barbarie de’ bassi tempi fioriron
ore uscite dall’Isole Britanniche contro di Shakespear per instruirlo
anche
in ciò che ignora de’ suoi stessi compatriotti. I
classe. Dennis si offende (dice Johnson, e Dennis, Sig. Sherlock, era
anche
nato in Inghilterra) perchè Menenio senator di Ro
comica deriso il teatro di Shakespear in mille guise, formandosi fin
anche
de’ di lui versi piacevolissime parodie. Adunque
erdita fatta di questo dotto laborioso Italiano25. Shakespear scrisse
anche
commedie, e gl’ Inglesi veggono sempre con piacer
atori, i quali si lusingano ed osano di voler ragionare di ogni poeta
anche
ignorandone la lingua. Cotali vani cianciatori al
iagnere. Appiano Alessandrino Guerre Civili lib. III. 21. Egli volle
anche
paragonare il poeta melodrammatico Metastasio col
di tal guisa la creatura legata al suo creatore, che dileguato l’uno,
anche
dileguerà l’altra, non lasciando tra’ posteri che
liersi di testa il cappello, el sur Pedrin si sente rispondere : « ma
anche
lei ha il cappello in capo, » quella sua replica
itica della natura umana ; sempre bella, quando è nuda ; sempre bella
anche
nel suo lato ridicolo e comico. E si torna a casa
olo, sconosciuto al medico, era il Bertinazzi in persona. Non sarebbe
anche
qui il caso, a vedere il Ferravilla fuor della sc
icata a Leone X e rappresentata magnificamente nel 1514 in Vicenza ed
anche
in Roma, ma s’impresse la prima volta nel 1524. N
alle forme troppo poetiche e alle parole troppo latine, come osservò
anche
il conte Pietro da Calepio, e non va esente dal c
inio quella di Orbecche. Dovea questo medesimo Flaminio rappresentare
anche
nell’Altile da recitarsi per ordine del duca nell
n un tempo non di tenebre ma di luce, si rendette, non so perchè, fin
anche
a’ più gran principi formidabile, uomo, ad onta d
. Pose prima di ogni altro in iscena l’avventura degli Orazii (che nè
anche
è argomento greco) ed ebbe la sorte di coloro che
elle lodi del pontefice, de’ Farnesi e di altri principi italiani, ed
anche
di Carlo V; ed è questo forse il primo esempio de
ore e per la compassione; e si comprende che se il Corneille l’avesse
anche
in ciò imitato, avrebbe fatto corrispondere agli
i nell’epistola 50 del IV libro fa un bell’elogio il Mureto. Potrebbe
anche
pascere alquanto la curiosità de’ leggitori la tr
appiamo dal cavaliere Girolamo Tiraboschi che il Cavallerino tradusse
anche
il Cristo paziente attribuito a san Gregorio Nazi
più compassionevole, non saprebbe incontrar meglio l’idea dell’arte.
Anche
il conte di Calepio ottimo giudice in simili mate
’ romanzi, un genio pieno di giudizio e di sobrietà, e un amore forse
anche
troppo eccessivo per la greca semplicità, e ben l
oni più robuste? Io non so come non vedesse egli quel che tanti altri
anche
suoi compatriotti osservarono, cioè che l’epoca d
co di Sofocle. Nel nostro secolo, oltre ad altri scrittori gregariia,
anche
Egidio Saverio La Sante non meno pregiudicato del
a nuoce alla scena; perchè il sagace Itacese non lascerebbe di trarre
anche
da lui qualche notizia, e nol facendo, manca in c
giungo omesso nell’esame del Torrismondo. Egli superiore a Seneca, ed
anche
a più di un moderno, fa raccontare il suicidio di
na ed Astianatte al Ecuba ed Andromaca; ed il Grattarolo l’ha seguito
anche
in questo, benchè per altro il suo racconto a più
benchè per altro il suo racconto a più di un riguardo sia pregevole.
Anche
da Seneca egli ha tratta la magnanimità di Astian
ecio da Orta amico del Tasso compose l’Acripanda, il cui argomento nè
anche
si prese da’ Greci. Ussiano re di Egitto uccide O
di ornar con fregi proprii della poesia epica e lirica. Non pertanto
anche
dal solo titolo può rilevarsi non esser tratte da
lini si disse Ravennate perchè alcuni della di lui famiglia abitarono
anche
in Ravenna. Questa tragedia che s’impresse in Ber
ii può servire di esempio a chi vuole esercitarsi nel genere tragico.
Anche
il dotto editore del Teatro Italiano ne portò van
stanze di Nino il linguaggio di un dolor disperato, seguendo Torquato
anche
in ciò che in esso si riprende, fa rivolger Nino
ada, e gli sugerisce molti concetti naturali e patetici. Un’ immagine
anche
bene espressa è la seguente: Parve di morte empi
o vasto, e lo spirito di apologia volle averci la sua parte. Tornando
anche
un momento su qualche particolarità istorica dell
lo stato del tiranno; e nell’atto II lo stato del tiranno tormentato
anche
in pace da mille moleste cure. Egregiamente vi si
i quel tempo. Non ne vanno esenti le altre tragedie del Torelli, e nè
anche
la Vittoria ed il Tancredi, le quali per altro de
a Tullia, dell’Orazia, ed i posteri l’ebbero dagl’Italiani. Ma quando
anche
queste nuove favole non si dovessero all’Italia,
della musica dovea dirsi che la tragedia moderna non sia tale? E pure
anche
questo volle avanzare nel secolo XVIII l’avvocato
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