pastore arcade sotto il nome di Lisindo Tiresiano : appartenne anche
agli
Aborigeni della Colonia Amiatense, agli Incammina
Tiresiano : appartenne anche agli Aborigeni della Colonia Amiatense,
agli
Incamminati di Modigliana, e agli Apatisti di Fir
Aborigeni della Colonia Amiatense, agli Incamminati di Modigliana, e
agli
Apatisti di Firenze. Dettò versi in morte di Tere
nell’aspetto esteriore di un maestoso disordine di rottami, i quali,
agli
occhi del profano, sembrano ruine, e pur sono arm
lle arti che dal gran Padre Omero e da Esiodo si trasmise ai Pindari,
agli
Alcei, ai Stesicori, ai Callimachi, agli Anacreon
iodo si trasmise ai Pindari, agli Alcei, ai Stesicori, ai Callimachi,
agli
Anacreonti, e che passò nel Lazio ai Maroni, agli
ori, ai Callimachi, agli Anacreonti, e che passò nel Lazio ai Maroni,
agli
Orazii, agli Ovidii, ai Catulli, e quindi nella m
machi, agli Anacreonti, e che passò nel Lazio ai Maroni, agli Orazii,
agli
Ovidii, ai Catulli, e quindi nella moderna Italia
ii, ai Catulli, e quindi nella moderna Italia ai Danti, ai Petrarchi,
agli
Ariosti, ai Torquati ed ai Monti. Quest’arte cele
l’individui, seppero pungere costumi, e vizj generali e far la guerra
agli
abusi de’ ceti interi, e delle scuole Pitagoriche
ola de’ costumi; che niun genere meglio e più rapidamente si comunica
agli
stranieri e meglio contribuisca alla gloria nazio
l’anima nella sua favola; è quest’anima questo fuoco che dee passare
agli
attori e rendergli grandi ed originali; è Moliere
re. Avanti che la religione cristiana succedesse per divino consiglio
agli
errori del gentilesimo, il fior della musica anti
letto su cui obbligavansi non poche fiate le donne a comparir ignude
agli
occhi del pubblico , e nota è parimenti la esecra
, che fiorì dopo il mille, è in que’ tempi tenebrosi ciò che nel mare
agli
occhi de’ naviganti smarriti è una torre, che veg
ugne che siffatta opinione circa il numero dei modi era comune presso
agli
antichi, dicendo di averla ritrovata in un’opera
non è possibile ottenere che siffatto scetticismo non si stenda anche
agli
oggetti più rispettabili, i quali appunto perché
Passione. Sul principio non furono se non rozzi spettacoli presentati
agli
occhi del popolo su i cimiteri delle chiese, sull
o ingressi de’ principi. Un’altra particolarità onde s’assomigliavano
agli
antichi spettacoli è quella d’esser eseguiti e d’
troppo rispettabile, perché possano servir sulla scena di spettacolo
agli
uomini. Incomprensibile ne’ suoi misteri, perché
lle cose rappresentate, egli è d’uopo abbassar queste per avvicinarle
agli
occhi suoi, accomodar la natura divina alle passi
sentava in pubblico per la prima volta, il suo elemosiniere conferiva
agli
ascoltanti le indulgenze a nome del padrone pronu
presente, vi dona venti panieri pieni di dolori ai denti, e aggiugne
agli
altri donativi già fatti quello della coda d’una
no il viso con varie sozzure affine di movere il riso, o di far paura
agli
spettatori. Non contenti di cantare nel coro dell
bile delle sue facoltà) si è che cotali stravaganti follie sembravano
agli
occhi di quella gente tanto conformi allo spirito
a la mia proposizione dal senso particolare della filosofia applicata
agli
oggetti religiosi ad un senso tutto diverso, cioè
uminati, o filosofici il carattere generale della filosofia applicata
agli
oggetti religiosi è quello di render probabili le
gli oggetti religiosi è quello di render probabili le cose più dubbie
agli
occhi del volgo, e di sparger dubbi sulle altre c
a a Modena, con la Compagnia di Francesco Panazzi, insieme ai Falchi,
agli
Andolfati, ecc.
uno : però era sempre una buona compagna, più dannosa a sè stessa che
agli
altri, e quando voleva era bravissima. Fu condut
ecitava assai bene nella commedia all’improvviso, che insegnava anche
agli
altri con passione ed amore. Lasciata l’arte, and
Gherardi Evaristo. Figlio del precedente, nato a Prato in Toscana
agli
11 di novembre 1663, secondo la bibliografia prat
oli e serj e comici, in cui mi s’ è visto rifulgere tra gli applausi,
agli
occhi de’ più gentili e intelligenti, avrei bene
imento drammatico dall’altro richiesto, di tal maniera da far credere
agli
ascoltatori che tutto sia stato anticipatamente c
petti, il Cinquecento, quando i comici italiani contendevano la palma
agli
scrittori di maggior fama e, più che interpreti,
ze, ove fece la quinta ginnasiale al Liceo Dante, e gli studi liceali
agli
Scolopj. Entrò ventenne appena come secondo amoro
rchè il Rasi è ormai un transfuga della scena. Rinunziò un bel giorno
agli
applausi sonori, alle commozioni, ai trionfi dell
commozioni, ai trionfi della vita d’artista, contento di poter darsi
agli
studi, di poter avere un po' di quiete per stilla
re, e quella calda e vivace corrente di simpatia che lega il pubblico
agli
interpreti sapienti…. Adimaro. P. S. — Rileggo
ida il 13 marzo 1854 da Domenico Scarpetta, ufficiale di prima classe
agli
affari ecclesiastici al ministero, e da Giulia Re
danza e spontaneità della vis comica. Fanciullo, non ebbe alcun amore
agli
studj, ma n’ebbe uno grandissimo al teatro, ch'eg
polverini, diede le più chiare prove della sua somma abilità, e passò
agli
eterni riposi intorno all’anno 1735 nella città d
iovanile (1782) si diede a recitar parti adattate – dice il Bartoli –
agli
anni suoi più gravi, mantenendosi con pari fortun
n abbisogna che di buon gusto comico per rendersi sempre bene accetto
agli
spettatori. » Fu ufficiale e sposò Teresa Salimbe
seramente sformata. Occupati non per tanto gl’Italiani nel provvedere
agli
sconcerti cagionati dalla guerra, dalla politica,
tivar le arti più gentili, e molto meno la musica. [2] Toccò in sorte
agli
stranieri il dar la prima mossa del gusto a codes
trumento della legislazione, ma un passatempo ozioso, che non conduce
agli
onori, né alle ricchezze. Questo è di avvilir la
la passione per eccellenza fomentata dagli usi politici per nasconder
agli
occhi loro il sentimento della propria dipendenza
in Italia ne producesse frutti d’un sapore sconosciuto perfettamente
agli
antichi, e che che ne dicano in contrario gli ido
i ghibellini, o se un Orfeo fosse venuto colla lira in mano in mezzo
agli
abitatori della moderna Roma per richiamare al lo
e cantori oltramontani. Se la mia asserzione sembrasse alquanto dura
agli
orecchi di que’ pregiudicati italiani che stimano
che mosse il Cavaglier Tiraboschi a dire, parlando della musica, che «
agli
Italiani del secolo decimosesto dovette il giugne
oco vennesi formando la decorazione. Gli spettacoli fatti per parlare
agli
occhi nelle pubbliche feste portavano sul princip
a favola da una banda e l’allegoria dall’altra potevano somministrare
agli
occhi una folla di piaceri sconosciuti, e che toc
più grasso fra tutti i vitelli dell’armento, cui egli offriva in dono
agli
sposi. Dopo Mercurio comparve Diana vestita da ca
giovinezza, che in preciose bottiglie recava il nettare ch’ella versa
agli
dei nell’Olimpo; accompagnavala un coro di pastor
ai Greci, che le usavano ancora i bardi irlandesi, che furono comuni
agli
antichi galli, e che lo furono altresì agli scozz
andesi, che furono comuni agli antichi galli, e che lo furono altresì
agli
scozzesi montanari, presso ai quali durarono più
onato all’indole e pronunzia della lingua. VI. «Molti princìpi presso
agli
arabi seguivano la poesia, molti pure la coltivar
d’ottenere l’accesso e il favore dei grandi era la poesia. Agli uni e
agli
altri fu comune l’uso dei giullari o giuocolieri.
aturalmente, e con minor disagio trovarla nella stessa Francia presso
agli
antichi facitori di farse, che andavano in giro p
icabile ad altri popoli con eguale e forse maggiore giustezza che non
agli
arabi; essendo certo, che gli esempi del poetare,
in questione. Che fra gli eruditi vi siano delle controversie intorno
agli
autori di tale o tale componimento, e intorno al
gliato al men coraggioso, ma non men saggio consiglio che dà Virgilio
agli
agricoltori: «Laudato ingentia rura, exiguum coli
prendendo ad illustrare in un grosso volume tutto ciò che appartiene
agli
arabi, e a far conoscere la loro letteratura, si
l nascimento delle facoltà poeti che e musicali senza dover ricorrere
agli
arabi. L’unica ragione da me addotta non fu dunqu
tor della Enrriade paragonerebbe codesti facitori d’ipotesi istoriche
agli
astronomi che abbracciarono il sistema dei cieli
olla stessa ragione che gli Egizi la davano ai gatti, ai serpenti, ed
agli
altri insetti generati nel fango del Nilo. 43. [
gran pennelli che sappiano mettere in opera i bei colori della natura
agli
antichi famigliari! Or perchè mai trascurarono di
iglio di una cattiva, σὲ… τόν ὲκ της αιχμαλώτιδος, osato ricalcitrare
agli
ordini de’ supremi capitani. Lo chiama indi serv
scena trovansi punto le villanie decantate. Perchè dunque attribuire
agli
antichi i difetti che non hanno, oltre a quelli c
Ceneo a Trachinia? D’ altronde il giudizioso Sofocle avrebbe esposto
agli
occhi de’ Greci una inverisimilitudine sì manifes
e. Vuolsi osservare come qui Giocasta si studia di torre ogni credito
agli
oracoli; e nel l’atto quarto Edipo al l’udir che
n se stessa riconcentrata e piena del proprio dolore dovette apparire
agli
spettatori Ateniesi intelligenti e sensibili un o
introdotte di mano in mano da Tespi, da Eschilo e da Sofocle intorno
agli
attori, si allontana dal l’avviso di molti valoro
mano nè da altri prima frequentato, ma pur visibile in tutta l’azione
agli
spettatori. Le scene formate in Napoli nel teatri
ali ad essi non possono in verun patto agguagliarsi: né fu interdetto
agli
altri artefici il dire il parer loro sopra le ope
ttata il 1775 con 1800 lire di stipendio, e congedata il 1780 assieme
agli
altri comici del genere italiano con lo stipendio
a vicende domestiche condotto a Firenze, quand’era sul punto di darsi
agli
studj legali. La sua carriera artistica incominci
si, e parte attiva di quella sola artificiale che metton loro davanti
agli
occhi autori dall’indole più svariata, non posson
Benini Gaetano, bolognese, nato da famiglia agiata, si diede
agli
studi legali, poi, dopo le noie venutegli dall’av
l padre, desideroso di aver tutti con sè i propri figliuoli, lo tolse
agli
studi, incorporandolo nell’artistica famiglia com
glione al carnovale del 1579 (Sentimenti di S. Carlo Borromeo intorno
agli
spettacoli. Bergamo, Lancellotti, m. dcc lix) :
iace al Signor Lampillas, che “nella mia Storia nulla io dico intorno
agli
affetti che debbe eccitare la Tragedia, che mi as
to; e che per la prima vanta una Ragione che lo costituisce superiore
agli
esseri, che ne son privi1, e pel secondo, benchè
na fantasia mobilissima, forma l’Uomo per natura sommamente sensitivo
agli
urti degli oggetti che lo circondano. Aggiugneran
oi sensi e la sua fantasia, e si ravviserà già diventato indifferente
agli
oggetti, che quelli e questa riguardano; là dove
o; là dove la gioventù tutta senso e fantasia vivacissima, si attacca
agli
oggetti, che la solleticano con una sensibilità e
ette alla Epopea altro che un solo genere di narrazione, contrariando
agli
esempj di Omero e di Virgilio senza sostegno di v
tte le false applicazioni fatte dal Rapin della Dottrina Aristotelica
agli
esempj delle altrui Poesie, perchè di molto mi di
iù : « nel nubile suo stato, al fianco d’una vecchia tutrice, esposta
agli
occhi del mondo, fornita di bellezza e di grazia,
«in quasi tutte le parti della letteratura furon maestri ed esemplari
agli
altri greci» 35. La poesia di Aristofane é animat
fu c composta nel nono anno della guerra del Peloponneso, e che diede
agli
oziosi ateniesi tanta materia di ragionare anche
Socrate. Si osservi come Strepsiade nell’atto IV indirizza la parola
agli
spettatori, e ciò fassi ancora dal coro in questa
e. Più d’una commedia di Aristofane tende a inspirar pensieri di Pace
agli
ateniesi, e quella che ne porta il titolo, é una
lla servitù e di quanti tentavano di opprimere il suo paese, esponeva
agli
occhi di tutti nelle sue composizioni la segreta
ttadino. Il gran re, cioé il re di Persia, domandando di questo poeta
agli
ambasciadori spartani, e de’ suggetti ordinari de
uore di Aristofane, e mai più non l’abbandonarono 46. Ecco quello che
agli
occhi de dotti era Aristofane. Dopo ciò, cosa pen
essandro, quando la formidabile potenza macedone, dando nuovo aspetto
agli
affari greci, avea richiamato in Atene quell’util
ltare, come se fossero persone umane, certe figurine di legno, simili
agli
odierni fantocci chiamati volgarmente pupi. Potin
osofia della Musica, che i greci andavano al teatro, come noi andiamo
agli
esercizi spirituali, che la commedia era il lor c
’esso fu trapiantato. Questo non poteva a meno di non dar nell’occhio
agli
scrittori italiani: così alcun non v’ha tra color
’ vi risponderanno che ciò si fa da loro per poter liberamente badare
agli
amabili deliri della propria immaginazione, a que
i spazi del cielo con invariabil corso aggirarsi finché si nascondeva
agli
occhi suoi sotto l’orizzonte. E non potendo rinve
ei popoli. [10] Una religione malinconica e feroce, qual si conveniva
agli
abitanti e al paese, prese piede fra gli idolatri
essari. A questo fine era lor d’uopo farsi creder dal volgo superiori
agli
altri nella scienza e nella possanza, ritrovando
icatezza inesprimibile, e tali altre cose, le quali schierate innanzi
agli
occhi d’un tranquillo filosofo, e paragonate con
i maraviglioso quanto quello della mitologia degli antichi s’unissero
agli
spettacoli accompagnati dalla musica. Per ispiega
farse, agl’intermezzi ed ai cori, che con grande apparato esponevansi
agli
occhi. Noi abbiamo veduto che non fu se non assai
la famiglia di lui che non voleva quell’unione e che all’uopo intentò
agli
sposi un processo. La Biancolelli restò vedova il
A Trieste rasentò la celebrità ; ma dovè tornare addietro d’un passo,
agli
applausi vivi del pubblico troppo contrastando l’
oposto de' mercanti della città di Parigi, di pagare a esso Soldino e
agli
altri comici italiani lire tornesi 135, da divide
danzava e cantava negl’intervalli degli atti togliendone la direzione
agli
antichi maestri ballerini. Secondò parimente molt
Favella poi col coro dei diversi ritrovati e di tante arti insegnate
agli
uomini, i quali prima, poco differenti da’ tronch
ere de’ monti, aquile divoratrici del di lui cuore, apportano terrore
agli
spettatori e quando vengono minacciate e quando e
ali; ma per giudicarne drittamente bisognerebbe risalire col pensiero
agli
antichissimi costumi de’ tempi eroici, altrimenti
mbranza: che si mostri anche sensibile ai mali de’ popoli sacrificati
agli
usurpatori del trono. Tutto questo rende in certo
lui delitto fatto nel quinto coll’intervento di Minerva che presiede
agli
Areopagiti, di Apollo avvocato del reo, e delle F
mente l’idoletto, ed allora che l’imitazione sombragli corrispondente
agli
oggetti da prima conceputi, si compiace della ras
he sembra la fonte del piacere che si gode nel ripetere a se stesso o
agli
altri con tutte le circostanze una tempesta, un i
otissimi, e dall’altro nell’occidente fra’ peruviani ignoti a’ greci,
agli
etruschi, ed a tutto il resto del vecchio contine
re, e schiettamente e profondamente religioso (tre altri figli datisi
agli
studi ecclesiastici, coprironto alte cariche nel
gli avevano del mentovato metallo, perchè nelle picciole città bastò
agli
architetti di porvigli di creta, e per esservi ar
nell’orchestra che ad esso pulpito era immediata. L’ordine di sedere
agli
spettacoli Romani era il seguente. Vedevasi nell’
e gli avevano del nominato metallo, perchè nelle picciole città bastò
agli
architetti di porvigli di creta, e per esservi ar
nell’orchestra che era ad esso pulpito immediata. L’ordine di sedere
agli
spettacoli Romani era il seguente. Vedevasi nell’
llora. Ma la pienezza di sè attenuava di molto e talvolta distruggeva
agli
occhi di chi l’accostava i pregi suddetti. A mezz
to che minacciasse rovine e morte, ma se trovava una faccia dura, che
agli
urli suoi non si sgomentasse, quella Tigre diveni
vvocato, nacque a Pisa il 1840 circa ; e datosi con l’esempio paterno
agli
studi legali e del teatro, diventò in breve alla
i rallentò quel rigore degli statuti di Licurgo, il quale non permise
agli
Spartani di essere nè anche spettatori delle rapp
izio, era la Scena, la quale veniva coperta da un tetto, e presentava
agli
spettatori tre porte, delle quali quella del mezz
ntava la figura di un cuneo, e secondo Giusto Lipsio167 diede il nome
agli
spartimenti de’ sedili assegnati a i diversi ceti
ra si desse a’ cittadini in tempo di pace per abilitarli ad assistere
agli
spettacoli; ed è questo il danajo chiamato τόϑεωρ
on occupa solo una picciola porzione del tempo lasciando il rimanente
agli
affari, se il piacere prende il luogo del dovere,
mpo abbandonò, per recarsi a veder le due figliuole artiste, maritate
agli
artisti Angelo Campagna e Cesare Gambini. Luigi G
bondante di sentimento. Fu presto tolto all’ arte ed alle speranze ed
agli
affetti della sua famiglia e di tutti coloro che
si studiò tanto di piacere come Plauto al popolo quasi tutto, quanto
agli
Scipioni, a i Lelj, a i Furj, e ad altri nobili u
he sebbene appresso i Romani il nome di strione fu reso ancora comune
agli
attori delle commedie e delle tragedie, contuttoc
i che pubblicarono gl’ Imperadori Cristiani del IV e V secolo intorno
agli
scenici e agli spettacoli teatrali, ricaviamo che
ono gl’ Imperadori Cristiani del IV e V secolo intorno agli scenici e
agli
spettacoli teatrali, ricaviamo che le rappresenta
e che appartennero alla Compagnia di Domenico Bassi. (V. Introduzione
agli
Scenarj inediti). Uomini : Giacomo Baldarini – F
Andrea Bernieri e Martina Morselli, benestanti. Si diede per due anni
agli
studi musicali in Mantova colla famosa Lotti, sot
i, col soccorso di uno zio materno, si dedicò se ben disordinatamente
agli
studj, balzando dalle tecniche al ginnasio, dalla
ro Carignano il Pater di Coppée. Come artista, la Glech deve molto
agli
ammaestramenti di Giuseppe Pietriboni, col quale
lmente per le solite defezioni di compagnia, o semplici disobbedienze
agli
ordini del Duca capocomico. Il Principe di Toscan
rajo 1740, dopo di aver già lasciato le scene senza nemmeno dar tempo
agli
spettatori di accorgersi della sua bellezza.
arata, rendono la Russia oggetto dell’ammirazione dell’Europa. Quanto
agli
spettacoli scenici continuano a fiorire e a rappr
essi che sono l’anima delle scene, inspireranno il proprio entusiasmo
agli
attori, e questo spirito farà che essi rappresent
to. Il padre coll’accento sicuro lo dice ai propri figli, ai giudici,
agli
astanti. Il giovialone colla certezza della netta
rma quasi deridendo i creduli. La crivetta lo pronunzia con seduzione
agli
amici sorpresi. La caratteristica, perduto l’equi
erivate naturalmente molte conseguenze che riusciranno poco gradevoli
agli
interessati. Di nulla meno si tratta che di fare
ti dovè se gli ultimi anni della sua vita non furono passati in mezzo
agli
stenti ; a settant’anni aveva sposato in seconde
d’azione che di parole composto, e che dalla usanza appunto di parlar
agli
occhi acquistaron le loro espressioni un caratter
dello spirito, i Greci che fecero servire fino i propri divertimenti
agli
oggetti più rispettabili e più sublimi, i Greci i
viste di Platone, «che l’usanza di cui si tratta conveniva solamente
agli
allievi di Licurgo; che la vita frugale e laborio
sco Rinuccini, nel dedicar che fa l’opere d’Ottavio Rinuccini suo zio
agli
accademici Alterati di Firenze, asserisce essere
ito di strumenti che suonavano diverse sinfonie rispondendosi gli uni
agli
altri a vicenda. Dopo aver fatto mostra di sé ava
nella natura, una rappresentazione così misteriosa che faceva pensare
agli
spettatori tutt’altro che quello che s’offeriva a
he gli uccelli più rari se ne adornin le piume, e che serva di fregio
agli
abiti de’ più felici mortali. Tutte le quali cose
gilità delle nazioni meridionali. Verso l’anno 1740, Hilverding offri
agli
occhi di tutta la corte per la prima volta sul te
e ancora mettere in pratica quanto colla voce e colla penna insegnava
agli
altri. Lodati furono e da tutti concordemente amm
sicché il ballo rappresentativo può dirsi in oggi salito (se crediamo
agli
encomi de’ suoi partigiani) ad un grado di maggio
denza col fine, quando la corrispondenza apparisce chiara e sensibile
agli
occhi dell’ottimo giudice, e quando gli effetti c
le non potendo per mancanza intrinseca di mezzi proporzionati esporre
agli
occhi la legatura degli oggetti fra loro, né il r
anti né troppo gesticolatori demoni, dove non solo si da senso e vita
agli
spettri (lo che pur si concede ai pittori ed ai p
resentata dai burattini, non comparendo meno sconcio né meno ridicolo
agli
occhi di chi stima dirittamente un Vespasiano, pe
ceri, e l’amore della fatica affinchè il loro consorzio non ispirasse
agli
uomini la pigrizia, l’effemminatezza, la voluttà,
attività, e che però la totale nudità delle donzelle Spartane esposta
agli
occhi in tali circostanze col correttivo del giud
tti più o meno rassomigliamo a quei popoli della Guinea, che prestano
agli
angioli del paradiso il proprio colore e la propr
nte sconcio e ridicolo trasferito che fosse alla drammatica. Rispetto
agli
altri due esempi, Enea non m’offre degli spettri
li spettri azzuffati cogli uomini, ma un’uomo che vorrebbe far fronte
agli
spettri. Omero in più luoghi delle sue opere mi d
e vediam del 1608 a Fontainebleau il Delfino dar per parola d’ordine
agli
esenti dalla guardia il nome de'migliori personag
na della stessa città, dov'ebbe pur parte nella Commissione pei premi
agli
autori drammatici. Dopo la liberazione di Mila
i rallentò quel rigore degli statuti di Licurgo, il quale non permise
agli
Spartani di essere nè anche spettatori delle rapp
izio, era la Scena, la quale veniva coperta da un tetto, e presentava
agli
spettatori tre porte, delle quali quella del mezz
esentava la figura di un cuneo e secondo Giusto Lipsioa diede il nome
agli
spartimenti de’ sedili assegnati ai diversi ceti
a, si desse a’ cittadini in tempo di pace per abilitarli ad assistere
agli
spettacoli; ed è questo il danajo chiamato τό θεω
on occupa solo una picciola porzione del tempo lasciando il rimanente
agli
affari: se il piacere prende il luogo del dovere;
ché non venisse condotto dentro di Troia il cavallo fatale, e domanda
agli
medesimi dei la forza di cui era dotato Ettore, q
or grandissimo della torre che rovina. Ecuba incomincia una preghiera
agli
dei, che lei, moglie di Priamo e regina, vogliano
ori Spagnuoli; ciò appunto meglio svilupperebbe il loro genio avverso
agli
spettacoli scenici. Ma quanti di essi si saranno
zioni. La Natura (argomenta) accoppiata all’Arte come mai non insegnò
agli
Arabi l’idea de’ Giuochi Scenici in più di sette
del Ricci del 31 gennaio 1837 si aprì con Il Matrimonio con la benda
agli
occhi con Pulcinella ciabattino, segretario ignor
i altri Dei, per cedere alla Guerra la propria abitazione, e lasciare
agli
nomini il pensiero di se stessi. Dovesono essi an
ta favola. Si ridicolizza la loro stravagante pretenzione di togliere
agli
uomini il governo delle pubbliche cose. Mostra in
nesiloco, e si fugge con lui. La bellezza de’ tre primi atti non pare
agli
occhi miei continuata ne’ due ultimi; ma il Comic
o, quattro volte tacendo; ne censura l’uso delle parole strane ignote
agli
spettatori. A quest’ultima cosa Bacco aggingne ch
ie persone che imitai. Son io (soggiugne) che ho insegnato a parlare
agli
Ateniesi: sono io che ho fatti discepoli migliori
e composta nel nono anno della guerra del Peloponneso; la quale diede
agli
Ateniesi oziosi materia di ragionare anche due me
sa, indi nella strada. In Grecia la vastità de’ teatri dava il comodo
agli
attori di agire in più luoghi contigui successiva
esse regine? No , dice Socrate, sono Nuvole celesti, Dee sublimi, che
agli
uomini pacifici e studiosi, come noi siamo, danno
a Giove e dagli altri Dei. Iride viene a dire che bisogna sacrificare
agli
Dei. Pist. A quali? Ir. A quali! A noi che siamo
! conoscendolo per Prometeo. Prom. Che fa Giove? Dà serenità o nuvole
agli
uomini? Pist. Povero il mio Prometeo! Prom. Taci
rom. Quando voi prendeste ad abitare in aria. Già niuno più sacrifica
agli
Dei ec. Prometeo prosegue narrandogli che fra po
a non sacrificargli, se prima Giove non prometta di rendere l’imperio
agli
Uccelli e di dare a lui per consorte certa donzel
o Prometeo mostra al solito benevolenza verso gli uomini e avversione
agli
Dei. Gli ambasciadori annunziati sono Nettuno, Er
nveniva un giudice mentecatto. Al giudizio precede l’usato sacrifizio
agli
Dei; nel che si noti che quasi sempre sul teatro
, discacciandolo dal suo servizio. L’ultima contesa si aggira intorno
agli
oracoli. Cleone propone i suoi interpretandoli a
il pericolo ch’egli corse l’anno precedente per aver detta la verità
agli
Ateniesi accusando Cleone. Vi si troya un colpo c
basso e triviale che forse per qualche allusione potè allora piacere
agli
Ateniesi, e che ha dato al Nisieli motivo di decl
tto il velame degli versi strani di codesto Comico così dispregevole
agli
occhi cisposi di molti scioli oltramontani e nost
icuperar la vista a Pluto, non vi è più chi si ricordi di sacrificare
agli
Dei. Ben vi stà , dice Carione, perchè di noi nu
lla servitù e di quanti tentavano di opprimere il suo paese, esponeva
agli
occhi di tutti nelle sue favole la segreta ambizi
ttadino. Il gran Re (cioè il Re di Persia) domandando di questo poeta
agli
ambasciadori Spartani e de’ soggetti ordinarii de
cuore di Aristofane, e mai più non l’abbandonarono a Ecco quello che
agli
occhi de’ dotti era Aristofane. Dopo ciò che pens
merie. Egli ne tollerava la satira, contentandosi solo di prescrivere
agli
attori di rispettar la regina, altrimenti gli avr
propensione al grande, al terribile, al tetro, al malinconico più che
agli
amori, una vivacità in somma, una robustezza, un
Westminster. Giovanni Fletcher di lui contemporaneo contribuì ancora
agli
avanzamenti del teatro brittannico, e tra le sue
muore. Tre prime scene non brevi dell’atto III si occupano intorno
agli
amori gelati e fuor di tempo di Marco, Porzio e L
chivato nè gli abusi della scena tragica francese ed inglese riguardo
agli
amori, nè i soliloquj narrativi, come è quello di
prima è questa una risposta particolare ad una censura generale fatta
agli
amori subalterni, non di Marzia e Giuba soltanto,
o patetico di nuova specie che commuove ed interessa. Egli dice addio
agli
amici; indi conchiude: S’appressa il vincitor,
traditore le narra la morte di Fingal. Ella è ridotta dal suo dolore
agli
estremi. Torna l’amante ed ella spira alla sua pr
suoi argomenti. Questa scelta per gl’ Inglesi felice tale non sembra
agli
occhi de’ più giudiziosi Francesi, Italiani e Spa
apparisce troppo complicata. Il leggitore si dispone nel tempo stesso
agli
eventi di Lovemore, di sir Constant e di madama B
satireggiando e moralizzando con grazia. Per esempio egli alle dame e
agli
zerbini che vengono in bottega, presenta uno spec
pretendendosi che ne avesse corrotto il gusto, e cagionato nocumento
agli
spettacoli nazionali. Vi fu poscia richiamata; ma
che volle spirare ancora ascoltando un concerto di musica, contribuì
agli
avanzamenti di sì bell’ arte, prendendone in part
fianco e crin, regi ammanti, aurati serti, mostrano ai guardi alteri,
agli
atti esperti, ch’esser dovresti tal qual ti dipin
o spirito quella sensazione complessa che ci intenerisce e ci attacca
agli
oggetti imitati; tutto ciò, io dico, è intieramen
canticchiare degli augelli. Siffatta incombenza appartiene piuttosto
agli
strumenti, i quali pella varietà e configurazione
spressione degli affetti. Il canto non basta più volte per far capire
agli
uditori tutta l’agitazione onde vien lacerata l’a
anno, a così dire, il velo a quella finta alterezza, e faranno capire
agli
uditori che v’ha un’altra voce dentro di Mandane,
e, che sospende e tronca il pendio naturale del periodo per dar luogo
agli
strumenti; dovechè il sano giudizio vorrebbe che
o dove si vegga appiccato al margine un da capo è ugualmente difforme
agli
occhi della sana ragione che sarebbe agli occhi d
capo è ugualmente difforme agli occhi della sana ragione che sarebbe
agli
occhi d’un naturalista un braccio con due mani, o
avvenimento. L’uomo prudente ma freddo gli metterà posatamente avanti
agli
occhi le avversità cui va soggetta l’umana vita,
di Vienna, la quale a forza di segreti ordigni giuocava perfettamente
agli
scacchi senza senso alcuno né cognizion delle mos
lo Stato Pontificio ne conta più di quaranta. Mancherà la sussistenza
agli
indigenti, i ponti ai fiumi, gli scoli alle campa
gli indigenti, i ponti ai fiumi, gli scoli alle campagne, gli spedali
agli
infermi, e i provvedimenti alle calamità pubblich
ssaporare il maggiore di tutti ch’è quello di farci credere superiori
agli
altri, è il motivo altresì per cui molti si compi
to più grande è la libertà che concede ai coltivatori di essi. Simili
agli
amanti presso a’ quali le donne amate sono sicure
ssi gli applausi dei più rinomati teatri. Né meno celebri sono presso
agli
amatori della scienza armonica divenuti il Ferrar
scopo tessere una nomenclatura od un catalogo, ma presentare soltanto
agli
occhi de’ lettori una rapida prospettiva. Quello
sta una ricchezza apparente nello stato politico, annunzia da lontano
agli
osservatori sagaci il languore e la povertà della
arco l’eccellente comico Alesside finì di vivere sulla scena in mezzo
agli
applausi essendo stato coronato per una delle sue
n parmi che altri dica. Aggiugne ancora che egli non sapendo piacere
agli
spettatori colle maschie e robuste passioni, pens
scritto da Gueullette) non ne è indizio certo ; e questo sembrò anche
agli
stessi Parfait. Ma quel che appare fuor d’ogni du
mpo : il che parmi anche provato dalla somma ch’egli lasciò, morendo,
agli
eredi, la quale ascese a 100,000 scudi.
nservato un frammento in lode della tragedia nel quale afferma essere
agli
uomini utilissima, e Timocreonte, il quale ebbe n
i altri dei, per cedere alla Guerra la propria abitazione, e lasciare
agli
uomini il pensiero di se stessi. Dove sono essi a
ta favola. Si ridicolizza la loro stravagante pretensione di togliere
agli
uomini il reggimento delle pubbliche cose. Mostra
nesiloco, e si fugge con lui. La bellezza de’ tre primi atti non pare
agli
occhi miei continuata ne’ due ultimi; ma il comic
o, quattro volte tacendo: ne censura l’uso delle parole strane ignote
agli
spettatori. A quest’ultima cosa Bacco aggiugne ch
rie persone che imitai. Son io (soggiugne) che ho insegnato a parlare
agli
Ateniesi: son io che ho fatto discepoli migliori
e composta nel nono anno della guerra del Peloponneso, la quale diede
agli
Ateniesi oziosi materia di ragionare anche due me
sa, indi nella strada. In Grecia la vastità de’ teatri dava il comodo
agli
attori di agire in più luoghi contigui successiva
e son regine? No, dice Socrate, sono Nuvole celesti, dee sublimi, che
agli
uomini pacifici e studiosi come noi siamo danno f
a Giove e dagli altri dei. Viene Iride a dire che bisogna sacrificare
agli
dei. Pist. A quali? Ir. A quali! A noi che si
(conoscendolo per Prometeo) Prom. Che fa Giove? Dà serenità o nuvole
agli
uomini? Pist. Povero il mio Prometeo! . . . Pr
om. Quando voi prendeste ad abitare in aria. Già niuno più sacrifica
agli
dei. ecc. Prometeo prosegue il discorso narrand
a non sacrificargli, se prima Giove non prometta di rendere l’imperio
agli
Uccelli e di dare a lui per consorte certa donzel
o Prometeo mostra al folito benevolenza verso gli uomini e avversione
agli
dei. Gli ambasciatori annunziati sono Nettuno, Er
nveniva un giudice mentecatto. Al giudizio precede l’usato sacrifizio
agli
dei; nel che si noti che quasi sempre sul teatro
, discacciandolo dal suo servizio. L’ultima contesa si aggira intorno
agli
oracoli. Cleone propone i suoi interpretandoli a
il pericolo ch’egli corse l’anno precedente per aver detto la verità
agli
Ateniesi accusando Cleone. Vi si trova un colpo c
basso e triviale, che forse per qualche allusione potè allora piacere
agli
Ateniesi, e che ha dato al Nisieli motivo di decl
otto il velame degli versi strani di questo comico così spregevole
agli
occhi cisposi di molti scioli oltramontani ed Ita
icuperare la vista a Pluto non vi è più chi si ricordi di sacrificare
agli
dei. Ben vi sta, dice Carione, perchè di noi null
la servitù, e di quanti tentavano di opprimere il suo paese, esponeva
agli
occhi di tutti nelle sue favole la segreta ambizi
ttadino. Il gran re (cioè il re di Persia) domandando di questo poeta
agli
ambasciatori Spartani, e de’ soggetti ordinarj de
ristofane, e mai più non l’abbandonarono (Nota XXII). Ecco quello che
agli
occhi de i dotti era Aristofane. Dopo di ciò che
Plutarco questo comico eccellente finì di vivere sulla scena in mezzo
agli
applausi essendo stato coronato per una delle sue
lessandro, quando la formidabile potenza Macedone dando nuovo aspetto
agli
affari de’ Greci, avea richiamato in Atene quell’
osofia della Musica, che i Greci andavano al teatro, come noi andiamo
agli
Esercizj Spirituali, e che la commedia era il lor
al uso? e questi come mai sono stati sconosciuti a’ Greci, a’ Latini,
agli
Italiani, ai Francesi ecc, ed apparsi solo verso
quale non finì certo la vita negli agi e nelle ricchezze. Lo troviamo
agli
ultimi del’700, conduttore di una Compagnia, nell
u una pioggia non interrotta di fiori e sonetti ed epigrafi, con dono
agli
spettatori del suo ritratto, disegnato da Carolin
o società con Annetta Campi, e mostrò subito le più chiare attitudini
agli
affari. La società fu delle più fortunate per cin
la prima e l’ultima opera seria spagnuola. Essendo quasi impossibile
agli
esteri l’imbattersi in tal fanfaluca, e ben diffi
nza una tirannia, ma non un tradimento; pure quando voglia concedersi
agli
amanti un’ espressione per isdegno men misurata,
ndo VI. Non è grande l’ uditorio, perchè si destinò solo a’ ministri,
agli
ambasciadori, a’ grandi e a’ dipendenti della cor
colo. Quando poi si costruirono gli edifizj chiusi addetti unicamente
agli
spettacoli scenici, essi presero la forma di quel
ione. La scena dell’uno e dell’altro è di una grandezza proporzionata
agli
spettacoli. L’apparato di essa sino a venti anni
itud affermare che questi partiti si distinguono per la loro passione
agli
edificj materiali, come erroneamente suppone il S
ome un diversivo offerto talvolta al popolo spensierato per nasconder
agli
occhi suoi l’aspetto di quelle catene che la poli
edia intitolata la Valigia introdusse a dialogizzar insieme un coro d’
agli
e di cipolle per imitar Aristofane, che aveva par
a, e che un sol genere di bello non dee, e non può donar la esclusiva
agli
altri. Quindi imparziale e giusto ne suoi giudici
uggitiva esistenza: ora come un ritratto delle passioni umane esposto
agli
occhi del pubblico, affinchè ciascheduno rinvenga
duto, che l’accondiscender ai pregiudizi divenga egualmente nuocevole
agli
avanzamenti del gusto di quella che lo sia ai’ pr
nel principio del secolo ebbero dal governo la permissione di tornare
agli
antichi esercizii, nel 1611 ne pubblicarono una c
za sforzo, attivo senza trasporto e naturale senza languidezza. Diasi
agli
eccellenti comici Francesi venuti dopo di lui il
convenevole di pasticci drammatici, che solo appartiensi agl’Inglesi,
agli
Spagnuoli ed agli Alemanni, ed anche a’ Francesi
ticci drammatici, che solo appartiensi agl’Inglesi, agli Spagnuoli ed
agli
Alemanni, ed anche a’ Francesi prima di Corneille
e ritornando Roberto al terzo. Da Bettola richiamato a casa si rimise
agli
studi, i quali abbandonò di bel nuovo, appena usc
niconi ; che, scritturatosi a’ Fiorentini, e non volendo pagar penali
agli
artisti, gli affidò pel ’40 41-42 la condotta e d
arlo ad accusare. Altro di lui non sappiamo. Ma qui potrebbe saltare
agli
occhi della mente quello Zan Farina o Gian Farina
Gallina Ercole. Padovano, figlio della precedente, si diede
agli
studj legali ; ma poi, vinto dall’amor del teatro
le delicatezze più squisite del gusto e della modernità alle energie,
agli
impeti, alle lagrime della passione, alle grazie
nuoce al vedere, là dove si avrebbe potuto far più larga e più vicina
agli
spettatori e così parve anche a me allorchè vidi
tro tanto magnifico e poco lontano dalla maniera antica, specialmente
agli
stranieri avvezzi a’ loro teatri assai meschini.
o muore. Tre prime scene non brevi dell’atto III si occupano intorno
agli
amori gelati, e fuor di tempo di Marco, Porzio e
chivato nè gli abusi della scena tragica francese ed inglese riguardo
agli
amori, nè i soliloquii narrativi, come è quello d
o patetico di nuova specie che commuove ed interessa. Egli dice addio
agli
amici; indi conchiude: S’appressa il vincitor, d
lo stile, ma meritevole d’indulgenza come frutto di un uomo pervenuto
agli
anni sessantanove dell’età sua. Savage sventurat
itore le narra, che Fingal è rimasto estinto. Il dolore riduce Comala
agli
estremi di sua vita. Torna l’amante vincitore, ed
’ suoi argomenti. Questa scelta per gl’Inglesi felice tale non sembra
agli
occhi de’ più giudiziosi Francesi, Italiani e Spa
apparisce troppo complicata. Il leggitore si dispone nel tempo stesso
agli
eventi di Lovemore e di sir Constant e di madama
atireggiando, e moralizzando con grazia. Per esempio egli alle dame e
agli
zerbini che vengono in bottega, presenta uno spec
ana, pretendendosi di averne corrotto il gusto, e cagionato nocumento
agli
spettacoli nazionali. Vi fu poscia richiamata; ma
che volle spirare ancora ascoltando un concerto di musica, contribuì
agli
avanzamenti di sì bell’arte, prendendone in parte
n il più grande illustratore del teatro di Giacinto Gallina. Iniziato
agli
studi ecclesiastici, buttò via un bel giorno l’ab
re che dipinsero come ingiusto e crudele, pel tributo da lui imposto
agli
Ateniesi delle donzelle e de’ giovani da esporsi
nzava e cantava negl’ intervalli degli atti, togliendone la direzione
agli
antichi maestri ballerini. Secondò parimente molt
Favella poi col coro dei diversi ritrovati e di tante arti insegnate
agli
uomini, i quali prima poco differenti da’ tronchi
ere de’ monti, aquile divoratrici del di lui cuore, apportano terrore
agli
spettatori e quando vengono minacciate e quando e
ali; ma per giudicarne drittamente bisognerebbe risalire col pensiero
agli
antichissimi costumi de’ tempi eroici, altrimenti
branza: che si mostri ancora sensibile ai mali de’ popoli sacrificati
agli
usurpatori del trono. Tutto questo rende in certo
l di lui delitto fatto nel V coll’ intervento di Minerva che presiede
agli
Areopagiti, di Apollo avvocato del reo, e delle F
ran pennelli, che sappiano mettere in opera i bei colori della natura
agli
antichi sì famigliari! Or perchè mai trascurarono
i una cattiva, σέ . . . . τὸν έκ της αιχμαλώτιδος, osato ricalcitrare
agli
ordini de’ supremi capitani. Lo chiama indi servo
scena trovansi punto le villanie decantate. Perchè dunque attribuire
agli
antichi i difetti che non hanno, oltre a quelli c
a Ceneo a Trachinia? D’altronde il giudizioso Sofocle avrebbe esposto
agli
occhi de’ Greci una inverisimilitudine sì manifes
e. Si vuole osservare come quì Giocasta si studia di torre il credito
agli
oracoli; e nell’ atto IV Edipo all’udir che Polib
, in se stessa concentrata e piena del proprio dolore, dovette essere
agli
spettatori Ateniesi intelligenti e sensibili un o
onde mi avvolga. Di me stessa ho rossor: coprimi, dico, Nascondi
agli
occhi altrui questo che il volto M’inonda e bag
i della moda (siccome fanno certi critici moderni) è un far la guerra
agli
accidenti e sfuggire la sostanza della contesa, è
ità e baldanza asseriva che i poeti tragici Francesi tanto sovrastano
agli
antichi, quanto la Repubblica Romana del tempo di
e glì va rassettando la veste e l’acconciatura. Molti tratti allusivi
agli
effetti del vino si veggono ne’ cori e nel rito d
te si gloriavano di possederne le ossa, che le negarono concordemente
agli
ambasciadori Ateniesi che le domandavano per sepp
e e il filosofo Menedemo presso Diogene Laerzio83 antepongono Eschilo
agli
altri due. Socrate l’amico di Euripide, sembra av
introdotte di mano in mano da Tespi, da Eschilo e da Sofocle intorno
agli
attori, si allontana dall’avviso di molti valoros
mano nè da altri prima frequentato, ma pur visibile in tutta l’azione
agli
spettatori. Le scene formate fra noi nel Teatrino
erto modo conquistato dal popolo vinto; la qual cosa avvenne in fatti
agli
ultimi Tartari conquistatori della China, i quali
e il giogo de’ signori e di stabilire un governo libero ed eguale che
agli
abitanti assicurasse la proprietà de’ beni, accre
chiamar libere 8. Qual maraviglioso insolito spettacolo non fu allora
agli
oltramontani l’ Italia florida e coraggiosa che o
tore del XII secolo sul canone 62 del Concilio Trullano che proibisce
agli
uomini il prender vesti femminili e coprirsi con
i, che cantavano i proprii versi14, e forse precedettero a i Bardi ed
agli
Scaldi (Nota VI). Due fatti istorici manifestano
e Carlo Magno a un Italiano fu debitore del primo volgersi ch’ei fece
agli
studj; che non mandò straniero alcuno in Italia a
Rachi del 746 e di Astolfo del 753. Ed intanto lasciarono la libertà
agli
ecclesiastici e a chiunque il volesse, di vivere
al ’76 definitivamente, al servizio, assieme ai Fiala, ai Costantini,
agli
Areliari, al vecchio Riccoboni, all’Orlandi, al N
lle compagnie privilegiate, ebbe nullameno quella di brillare accanto
agli
astri massimi Salvini e Ristori. Non andrà diment
a soltanto, e la Satira e Parini di L. Ferrari, in cui si mostrò fino
agli
ultimi anni protagonista insuperato. I nuovi lavo
lle sue forme assistite dalle grazie le più seducenti cara la rendono
agli
occhi del pubblico al primo suo apparir sulla sce
e e tenue omaggio. Di fatti che cosa è mai questo mio povero presente
agli
occhi dell’Autor preclaro del poema de i Doveri d
l’Arno intorno, ti ornaro il Crin dei meritati allori. Quando sciogli
agli
accenti il lusinghiero labbro, s’asconde l’Arte,
ntova, ottenendovi il pieno favore del pubblico. L'aver avuto dinanzi
agli
occhi, per tutto un anno, esemplare sì egregio, f
amente l’idoletto, e allora che l’imitazione sembragli corrispondente
agli
oggetti da prima conceputi, si compiace della ras
i tempi, e dall’altro nel l’Occidente fra’ Peruviani ignoti a’ Greci,
agli
Etrusci, e a tutto il resto del vecchio continent
amente l’idoletto, e allora che l’imitazione sembragli corrispondente
agli
oggetti da prima conceputi, si compiace della ras
i tempi, e dall’ altro nell’Occidente fra’ Peruviani ignoti a’ Greci,
agli
Etruschi e a tutto il resto del Vecchio Continent
hità risguardavano come il dono più grande che gli dei avessero fatto
agli
infelici mortali, formò mai sempre la passione de
a musica, se non come un’arte imitativa ricercando e mettendo dinanzi
agli
occhi i mezzi, ch’ella pone in opera per riuscire
blio avere la tragedia un diletto proprio di essa, e non comunicabile
agli
altri generi, come più non si pensa che il ridico
rsin di metterla fuori di luogo; cosicché ne’ templi ch’essi ergevano
agli
dei, non solo faceano mostra delle più belle prop
n questa parte della musica, vuol concordemente che fosse sconosciuta
agli
antichi. Il Signor Burette fra gli altri ha espos
orevole ove non suppongasi la cognizione, e l’uso dell’armonia presso
agli
antichi. Io convengo nientedimeno che le nostre i
mai il carattere esclusivo della poesia? Si rinviene egli mai presso
agli
antichi la menoma prova, la più picciola conghiet
n merito che da essa non si esige e senza il quale può rendersi grata
agli
orecchi. 198. [NdA] Il celebre Gravina, l’Ab. Me
n egregia prima donna tragica. Mostrò da bambina un particolare amore
agli
studj, che potè coltivare al fianco dello zio Ema
rendersi tanto adattata e pieghevole quanto la medesima lo era presso
agli
antichi. La terza, che non avendo né il poeta né
rigoroso vietava sotto pena di morte a qualunque oratore il proporre
agli
Ateniesi la conquista dell’Isola di Salamina? I c
la testimonianza di Platone nel libro settimo delle leggi, consecrate
agli
dei. Era stabilito qual sorta di sacrifizi doveva
ipararono qualche rovina, ovvero acquistarono novella gloria ed onore
agli
Ateniesi, ragion vuole che cotali rappresentazion
riti. Credevano altresì che per mezzo dell’armonia si potesse ispirar
agli
uomini l’amore della virtù e della pratica dei pr
tico heiraât, e tien sospesa la gregge colla dolce melodia, ispirando
agli
stupidi bruti l’amore e il desiderio di perpetuar
i, e sulla pubblica educazione. Benché tal proposizione paia ridicola
agli
occhi di coloro i quali tengono per favolosi tutt
vivano pei fanciulli e per le fanciulle, le più lunghe si destinavano
agli
uomini, e le medie erano verosimilmente serbate p
liare un muovimento nell’anima. Così faceva la misura musicale presso
agli
antichi, la quale, essendo perfettamente modellat
sta invenzione sia propria dei secoli moderni e del tutto sconosciuta
agli
antichi (questione oziosa, intorno alla quale non
l’armonia sono pervenute ad un grado d’eccellenza sconosciuto affatto
agli
antichi; ma egli è indubitabile che siffatto arti
ò ch’è lo stesso nella rispettiva quantità delle sillabe senza badare
agli
accenti di puro rinforzo, cioè all’acutezza e gra
ssimo strepito di stromenti comparvero in cielo tutti gl’iddi propizi
agli
uomini, ciascun de’ quali cantò un breve recitata
, coi vostri vezzi Che non potete voi? Fabbricate nei crini Labirinti
agli
eroi. Solo una lagrimetta Che da magiche stille e
aggio di luce regolator del pubblico sentimento la nebbia che intorno
agli
oggetti si sforzano d’avvolgere le nostre passion
lo» 78. Non giudico pertanto pregio dell’opera il trattenermi intorno
agli
autori che scrissero in secolo così sventurato79
r un arietta divenne una strada sicura per giugnere alle ricchezze ed
agli
onori, e ne fu dal popolo riguardato collo entusi
mini altrettante pecore o tronchi. Ciò gli fa meritevolmente ridicoli
agli
occhi degli stranieri: non so se questi giudichin
— egli scrive — non conosciamo il nome di famiglia, innanzi di salire
agli
onori di prima donna, come si dice, e farsi chiam
iara della vita dell’arte d’allora. Don Giovanni cercò di metter pace
agli
esacerbati spiriti, e finì, per meglio riuscirvi,
qualor su i palchi prendi il ferro per ferir : ma qualor poi rivolgi
agli
altrui lumi i lumi tuoi, sempre fai vere piaghe,
rmi di quanto mi viene aposto, come per godere di quel privilegio che
agli
altri miei compagni V. E. con tanta humanità conc
riaco, ed avevo seco avuti in Venezia parecchi colloqui relativamente
agli
stravaganti effetti delle nostre malinconie. Al m
dalla Professione altri sei anni dimorando sempre in Venezia, e passò
agli
eterni riposi nell’anno 1740. Formerà le lodi di
’ di calma, potrebbe rendersi a sè medesimo più giovevole, e potrebbe
agli
onorati suoi genitori apportare in seguito una pi
delle sue attitudini, una giovane forza che sarebbe arrivata in breve
agli
alti gradi dell’arte. E i pochi non s’ingannarono
morie (Milano, Pulzato, 1904), che « solo negli ultimi mesi del 1858,
agli
indubbi segni di dissoluzione che in lui si manif
i nomi di Luigi, Andrea, Giorgio, Giuseppe, Maria. Compiuti gli studi
agli
Scolopi, fu iniziato al Foro, e ammesso poi nel t
o, datole un addio, passò all’ospedale di Santa Maria Nuova per darsi
agli
studi di anatomia e fisiologia con l’intento di d
molti anni, volendo a ogni costo far fronte sino all’ultimo centesimo
agli
assunti impegni, la maggior parte del suo stipend
servato un frammento in lode della tragedia, nel quale afferma essere
agli
uomini utilissima, e Timocreonte, il quale ebbe n
losofia della Musica, che i Greci andavano al teatro come noi andiamo
agli
Esercizii Spirituali, e che la Commedia era il lo
a un differente linguaggio : la qual cosa dovette recar molto piacere
agli
ascoltatori delle varie regioni che voller d’allo
Beolco dava forse a bella posta al suo personaggio, a meglio mostrare
agli
spettatori ammirati la versatilità e proteiformit
▲