lucci, e sentito parlare Agostino Valle, padrone del teatro omonimo a
Roma
, di questa nuova celebrità, lo scritturò pel carn
il Di Giacomo. Nel novembre del 1745 il Barese doveva già trovarsi a
Roma
; il Valle s’era obbligato con contratto, di « fo
Ma Barese gli fa tutt’a un tratto sapere ch’egli non può partire per
Roma
, poich’è scritturato a Napoli con un’altra Compag
po quell’anno ? Non potette ; il Valle s’era incaponito e lo voleva a
Roma
. Però scrive all’Uditor dell’Esercito, Duca di Sa
ià preso da lui del danaro. Il di Salas ordina al Barese di recarsi a
Roma
; e così quegli è costretto a partir per forza. D
mpo nostro, or nella commedia in prosa, ora nell’operetta. Tornato da
Roma
il Barese smette la maschera e diventa or generic
a ; tornò egli a far parte di quella Compagnia, rimpatriato appena da
Roma
? Dal 1746 — epoca nella quale il Barese lascia N
uest’anno al nome di Torri Antonia). Il 25 febbrajo '90, trovandosi a
Roma
, e avuta notizia che il Duca privava la Compagnia
cana a un segretario del Duca, perchè gli ottenga raccomandazioni per
Roma
, ove i comici di Silvio, con lor mene, gli farebb
rimo nell’ elenco, ed egli ne aveva assunto il nome e l’importanza. A
Roma
poi andò ; e il 2 aprile del '92 l’abate Ercole P
. L'ottobre del '93 era a Fermo, il dicembre a Chieti, il carnovale a
Roma
. Egli aveva in compagnia la moglie, che recitava
ra scritturato colla Compagnia della Diana Ponti che doveva recarsi a
Roma
al servizio di esso Cardinale ; ma poi offertigli
di Mantova per dimandar favore che detto Graziano andasse con loro a
Roma
. Alla quale istanza non fu risposto ; e però l’ A
Alla quale istanza non fu risposto ; e però l’ Andreazzo se ne andò a
Roma
, promettendo al Bentivogli che, ove S. A. mostras
ti e le usanze tanto contribuì all’origine e alla coltura dell’antica
Roma
. Se voglia riguardarsi al suo dominio, l’Etruria
tta, e le pitture di Ardea, di Lanuvio e di Cere erano più antiche di
Roma
fondata, secondo la cronologia del Petavio, nella
fanciullino fasciato nelle braccia. Fecesi da uno scultore Toscano in
Roma
la statua di Giove Capitolino sotto Tarquinio Pri
meno nelle Greche che nell’Etrusche lettere ammaestrare i figliuoli.
Roma
certamente si formò sopra la nazione Etrusca. Giu
sopra la nazione Etrusca. Giusta l’usanza religiosa da questa tenuta
Roma
nascente volle descrivere il circuito delle propr
menti politici, giuochi gladiatorii, baccanali, istrioni, tutto tolse
Roma
dall’Etruria. Ma tutto ne imitò di mano in mano a
nte filosofi, poeti e oratori insigni, e risplendeva pe’ suoi teatri,
Roma
innalzava il campidoglio, edificava templi, strad
re per proprio conto a Modena, e di là a Genova, dopo il carnovale di
Roma
. Ma gli scriventi, dopo di avere annunziato esser
spendioso. Il Duca Francesco ordinò al Tesoriere Zerbini di pagare in
Roma
a vista all’ abate Ercole Panziroli doppie dieci
ia, da darsi al Truffaldino e al Dottore per valersene nel viaggio da
Roma
a Modena a conto delle loro provvisioni : una mis
uarantacinque scudi d’argento con l’ordine reciso di partir subito da
Roma
. Rosaura, la moglie di Savorini, non era con lui
tir subito da Roma. Rosaura, la moglie di Savorini, non era con lui a
Roma
, e abbiamo un nuovo ordine del Duca allo stesso t
ialettale creata da Cletto Arrighi. A quindici anni, abitava allora a
Roma
con la famiglia e faceva il mestiere dell’orefice
CAPO VI. Teatro Materiale.
Roma
prima del tempo di Pompeo ebbe teatri magnifici c
econdo consolato che esercitò insieme con M. Licinio Crasso l’anno di
Roma
699 secondo Plinio e Plutarco; e i lodatori degli
eci i Romani. Il pulpito Romano era più spazioso del Greco, perchè in
Roma
ogni spezie di attori operava nel-pulpito, ed all
ficenza incredibile, quando Tiridate re di Armenia venne a vederlo in
Roma
, dove trattener non si dovea che un giorno solo.
3. a. Vedi Sesto Rufo e Publio Vittore ne’Comentarii sulla città di
Roma
del dotto Agostiniano Veronese Onofrio Panvini.
CAPO VI. Teatro Materiale.
Roma
prima del tempo di Pompeo ebbe teatri magnifici c
econdo consolato che esercitò insieme con M. Licinio Crasso l’anno di
Roma
699 secondo Plinio e Plutarco; e i lodatori degli
eci i Romani. Il pulpito Romano era più spazioso del Greco, perchè in
Roma
ogni spezie di attori operava nel pulpito; e all’
ificenza incredibile, quando Tiridate re d’Armenia venne a vederlo in
Roma
, in cui non dovea trattenersi che un giorno solo.
3. 151. V. Sesto Rufo e Publio Vittore ne’ Commentarj sulla città di
Roma
del dotto Agostiniano Veronese Onofrio Panvini.
Rubini Ferdinando, di
Roma
, attore mediocre per le parti d’Innamorato, sopra
alto nel far il volo. Tornò con essa in Lombardia, poi restituitosi a
Roma
, vi morì nel 1773.
lla stolidità del Macco degli Atellanarii. II. Quali attori in
Roma
si reputassero infami. In proposito degli att
que L’esercizio del rappresentare quello che disonorava gli attori in
Roma
, ma si bene la loro condizione di servi accoppiat
. In fatti la disistima che ebbesi poscia per le persone di teatro in
Roma
, non pare che cadesse su i tragedi e i comedi, ma
m. Publio Siro così denominato dalla Siria ove nacque, fu schiavo in
Roma
, ma ottenuta la libertà andò rappresentando i suo
libertà andò rappresentando i suoi mimi per l’Italia. Tornato indi a
Roma
ne’ giuochi di Cesare riportò vittoria di tutti g
i mimi. In Ismirne acquistò rinomanza con un dotto commentario, ed in
Roma
insegnò le belle lettere a molti nobili e special
Greco che nelle commedie e tragedie non rappresentavano donne, ed in
Roma
avvenne lo stesso. L’istrione Rutilio rappresenta
rudiunt ad vera? IV. Pantomimi. I Pantomimi coltivati in
Roma
poterono derivare dalla tacita gesticolazione di
vansi ogni male. Batillo favorito da Mecenate giunse a far bandire da
Roma
e dall’Italia il suo emulo Pilade, benchè Suetoni
ore che si gloriava di esser contato tra’ musici ed istrioni? Finì in
Roma
ogni gloria della poesia drammatica, allorchè com
(che cosa mai?) i partiti de’ Guelfi e de’ Ghibellini? È vero che in
Roma
ed in Costantinopoli arsero le fazioni de’ Verdi
mati, fu costretto per timore di qualche grave pericolo a bandirli da
Roma
, non cessarono le rappresentazioni teatrali. Ciò
tico della cortigiana Flora, e fu istituito da Tazio re de’ Sabini in
Roma
; e i giuochi Florali cominciarono l’anno di Roma
zio re de’ Sabini in Roma; e i giuochi Florali cominciarono l’anno di
Roma
513; di che è da vedersi Isacco Vossio de Origine
ti ed usanze tanto contribuì al l’origine ed alla coltura dell’antica
Roma
. Se voglia riguardarsi al suo dominio, l’Etruria
tta, e le pitture di Ardea, di Lanuvio e di Cere erano più antiche di
Roma
fondata, secondo la cronologia del Petavio, nella
fanciullino fasciato nelle braccia. Fecesi da uno scultore Toscano in
Roma
la statua di Giove Capitolino sotto Tarquinio Pri
meno nelle Greche che nell’Etrusche lettere ammaestrare i figliuoli.
Roma
certamente si formò sopra la nazione Etrusca. Giu
opra la nazione Etrusca. Giusta l’usanza religiosa che questa teneva,
Roma
nascente volle descrivere il circuito delle propr
menti politici, giuochi gladiatorii, baccanali, istrioni, tutto tolse
Roma
dall’Etruria. Ma tutto ne imitò di mano in mano a
mente filosofi poeti e oratori insigni e risplendeva pe’ suoi teatri,
Roma
innalzava il Campidoglio, edificava templi, strad
1779 in Compagnia di Pietro Ferrari, lasciata la quale si trasferì a
Roma
, ove stette alcun tempo, vagando ne’ dintorni e p
po nell’Aristodemo di V. Monti, quando fu recitato al Teatro Valle di
Roma
, la prima volta, che fu il 16 di Gennaio del 1787
Vitaliani Clotilde. Moglie del precedente, nata Trabalza a
Roma
il 1836, apparve sulle pubbliche scene come una m
un anno, dopo il quale, benchè favorevolmente accolta, si restituì a
Roma
, abbandonata dal marito, dove continuò a recitare
e alla stolidità del macco degli Atellanarii. II. Quali attori in
Roma
si reputassero infami. In proposito degli att
que l’esercizio del rappresentare quello che disonorava gli attori in
Roma
, ma sì bene la loro condizione di servi accoppiat
. In fatti la disistima ch’ ebbesi poscia per le persone di teatro in
Roma
, non pare che cadesse su i tragedi e i comedi, ma
Publio Siro così denominato dalla Siria ove nacque, fu schiavo in
Roma
, ma ottenuta la libertà andò rappresentando i suo
libertà andò rappresentando i suoi mimi per l’Italia. Tornato indi a
Roma
ne’ giuochi di Cesare riportò vittoria di tutti g
i mimi. In Ismirne acquistò rinomanza con un dotto commentario, ed in
Roma
insegnò le belle lettere a molti nobili e spezial
Greco che nelle commedie e tragedie non rappresentavano donne, ed in
Roma
avvenne lo stesso. L’ istrione Rutilio rappresent
l’antico costume146. IV. Pantomimi. I Pantomimi coltivati in
Roma
poterono derivare dalla tacita gesticolazione di
vansi ogni male. Batillo favorito da Mecenate giunse a far bandire da
Roma
e dall’Italia il suo emulo Pilade, benchè Suetoni
ore che si gloriava di esser contato tra’ musici ed istrioni? Finì in
Roma
ogni gloria della poesia drammatica, allorchè com
durre, che cosa? i partiti de’ Guelfi e de’ Ghibellini! È vero che in
Roma
e in Constantinopoli arsero le fazioni de’ Verdi
che il culto della dea Flora è più antico di tal cortigiana, e fu in
Roma
istituito da Tazio re de’ Sabini; e i giuochi Flo
to da Tazio re de’ Sabini; e i giuochi Florali cominciarono l’anno di
Roma
513 (di che vedasi Isacco Vossio de Origine Idola
Patti Elettra. Nata in
Roma
il 1839 da onesti negozianti, fu ammessa nell’ago
er infortunj commerciali abbandonar Napoli, e recarsi con la moglie a
Roma
, ove vivon tuttora agiatamente, lontano dal teatr
fu contestato per il primo finale del Catone in Utica rappresentato a
Roma
nel 1728 in cui Catone si uccideva in scena; in s
trio (1732) di Metastasio. [commento_2.4] Jacopo Peri: Jacopo Peri (
Roma
, 1561 – Firenze, 1633) scrisse la musica del dram
nata intonata da Leonardo Vinci fu rappresentata per la prima volta a
Roma
, al Teatro delle Dame, nel 1726. [commento_2.6]
0 – Napoli, 1725), padre di Domenico, compositore attivo a Napoli e a
Roma
, utilizzava nelle arie la forma col da capo detta
Innsbruck e a Firenze. Carissimi: Giacomo Carissimi (Marino, 1605 –
Roma
, 1674), compositore attivo soprattutto a Roma. A
rissimi (Marino, 1605 – Roma, 1674), compositore attivo soprattutto a
Roma
. Achillino: Claudio Achillini (Bologna, 1574-164
assone ». Andromaca: il titolo corretto è Astianatte rappresentato a
Roma
al Teatro Argentina il 4 febbraio del 1741 su lib
23. girandola di Castel sant’Angelo: spettacolo pirotecnico svolto a
Roma
a partire dal 1481 per celebrare le festività rel
ucciso la madre. Pilade e Batillo: ballerini pantomimi vissuti nella
Roma
di Augusto: Pylades di Cilicia eccelleva nel trag
), art. xiv. [commento_5.2] Giuli Romani: il pittore Giulio Romano (
Roma
, 1499 – Mantova, 1546). Triboli: lo scultore Nic
erni, 1546), architetto. Peruzzi: Baldassarre Peruzzi (Siena, 1481 –
Roma
, 1536), architetto. [commento_5.3] Girolamo Gen
utore dell’affresco della finta cupola della chiesa di Sant’Ignazio a
Roma
. Nota alla nota d’autore n. 14: Carlo Antonio Buf
re. [commento_5.5] Gioan da Udine: Giovanni da Udine (Udine, 1487 –
Roma
, 1561) è stato un pittore, allievo di Raffaello,
re francese noto anche in Italia Nicolas Poussin (Les Andelys, 1594 –
Roma
, 1665) Marchetto Ricci: Marco Ricci (Belluno, 16
oratore di Sebastiano Ricci. Segneri: Paolo Segneri (Nettuno, 1624 –
Roma
, 1694) fu un gesuita, missionario e predicatore d
teatro…Qualcuno potrebbe obiettare che ogni anno vengono costruiti a
Roma
molti teatri che non seguono alcuna di queste reg
ran Luigi Vestri, allora capocomico, stipendiato dal Duca Torlonia di
Roma
, la volle con sè ; e non tardò molto che il pubbl
dopo una operazione chirurgica per parto infelice, dovè soccombere a
Roma
nella primavera del 1821 non ancora compiuto il t
po copista di Carlo Goldoni il quale con lettera del 17 marzo 1759 da
Roma
(V. Carteggio) lo raccomandava vivamente a S. E.
la compagnia in un posto di terzo amoroso ? Io sono di lui contento,
Roma
lo ha stimato e lodato…. » Non sappiamo s’ei foss
irabile verità i diversi caratteri. Con grandissimo successo recitò a
Roma
l’autunno del 1807 la parte di Gilda nell’ Aio ne
di Giraud. Il ritratto che do qui, alcun po'ridotto, fu pubblicato a
Roma
del 1806 da Luigi Perego Salvioni, con in fronte
povera artista col poco rimastole comprò una villetta con podere tra
Roma
e Frascati, la quale intestò al nome di una amica
i della nostra era cessato fosse il gusto degli spettacoli scenici in
Roma
ed altrove. I teatri stabili sussistevano nella r
ul monte, del quale dice il nomato Alberti descrivendo la Campagna di
Roma
, benchè io abbia veduto molti teatri et anfiteat
ropee già nominate, nel rimanente dove giunsero le vincitrici armi di
Roma
, trovansi pure teatri. Vedevansi eretti in quella
sole ballerine forestiere, secondo Ammiano Marcellinob, contaronsi in
Roma
più di tremila, le quali coi loro cori e con altr
gio era avvenuto in tempo di Augusto, che dovè castigare col bando da
Roma
, dopo di averlo fatto menare scopando per tre tea
torio; ed uno che da giovine avea rappresentato nella stessa città di
Roma
, fu da lui creato prefetto dell’esercitoc. Queste
dro e degli Apollodori, mal grado delle gloriose vestigia impresse in
Roma
del festivissimo Plauto, introduce in Roma la bel
riose vestigia impresse in Roma del festivissimo Plauto, introduce in
Roma
la bella commedia, la quale non che a’ filosofi e
no Scarpazon : così egli si sottoscrive in una lettera indirizzata da
Roma
al Duca di Mantova il dì 13 di novembre 1593, nel
li, o fargli avere qualche soccorso di danaro, acciò possa partire da
Roma
e fermarsi alcun po’a Bologna sua patria, per poi
ti Icilio, nato a Fossombrone il 1838, fu, ancora in fasce, portato a
Roma
, ove stette fino al ’61, nel qual anno esordì a L
donata l’arte dal ’90 per malferma salute della moglie, si restituì a
Roma
ove si trova tuttavia, impiegato dal marzo ’92 qu
acclamazioni. Da quella sera fu improvvisatrice famosa, e giunta a
Roma
, accolta e festeggiata da Iacopo Ferretti, tal fa
emie, che fu ascritta col nome di Licori Partenopea tra gli Arcadi di
Roma
. Raccomandandola il Perticari al Conte Gabrielli
matrimonio col comico Mozzidolfi, colto e integerrimo uomo, e morì in
Roma
il 3 marzo del 1869. A dare un saggio dell’arte s
Garzes Luigi. Figlio del precedente, nato a
Roma
il 17 novembre del 1825, cominciò a recitar parti
nciò a recitar particine a soli quattr’anni, scritturandosi a otto in
Roma
con certo signor Lustrini, direttor delle poste,
minor conto. Fu con Novelli tre anni, poi con Dominici al Manzoni di
Roma
, poi con Falconi e Bertini, nella cui compagnia m
i linea della Repubblica romana, combattè a Velletri e alla difesa di
Roma
, assieme al capitano Masi, padre del brillante at
Udina Vincenzo. Nato a
Roma
il 1° aprile del 1851 da Tommaso Udina di Cilly n
i (1904) si trova con Mauri nella Compagnia permanente del Manzoni di
Roma
.
i Marc’ Antonio. Figlio del precedente e di Brigida Bianchi, nacque a
Roma
(o a Venezia : non è ben accertato) intorno all’a
certato) intorno all’anno 1633. Fu educato nel Collegio Clementino di
Roma
, indi, come sovente s’è visto, trascinato alla sc
Pevrault, controllore della Casa Colbert, chiedendo un passaporto per
Roma
, Venezia, Genova, Ferrara, Bologna, Padova, e una
amosissimo Domenico Maria Canuti, e finì Provinciale dei domenicani a
Roma
. Girolamo, interdetto per demenza, morì a Charent
8, sappiamo che Il comico del S. Carlino Francesco Vitonomeo fugge a
Roma
mentre è scritturato da Tomeo. Tomeo scrittura l’
ici, che intanto firma un altro impegno con l’impresario del Valle di
Roma
. Sospettando del Buonamici, Tomeo lo fa arrestare
ATTRICI Adelaide Ristori Socia dell’ Accademia di S. Cecilia di
Roma
Anna Job Carolina Santecchi Annetta Ristori
nte rovinoso. Còlto da apoplessia nella primavera del ’63 al Valle di
Roma
, poi nell’estate a Viterbo, e trovatosi inetto pe
per mancanza di mezzi e di salute a continuar l’Impresa, si ritirò a
Roma
, ove morì nel ’67. Di lui lasciò scritto il Co
interessantissima è la lettera del 29 aprile 1830 che egli scrive da
Roma
, ragguagliando il Benci e dell’Itinerario dell’an
due le migliori accoglienze dovunque, dice : …. Il Rosa corretto, a
Roma
piacque ; a Firenze si sostenne. Se Ella conserva
ato da’ varj pubblici ; e in un frammento di lettera sul carnevale di
Roma
dell’anno 1815, pubblicato nella Biblioteca teatr
rnevale di Roma dell’anno 1815, pubblicato nella Biblioteca teatrale (
Roma
, Puccinelli, 1815) e firmato Wencislao, è detto d
Cardarelli Luigi. Nato a
Roma
verso il 1805 da padre stagnino, seppe colla ferr
le e il bene fingi, e proponi sì, che non annoi. No, che non vide mai
Roma
nè Atene tanto valore ne’ teatri suoi ; tu risi e
parer vecchio assai prima del tempo. Sposò nel '58 Gioconda Zanoni di
Roma
, che gli morì nel '65, quand’egli era ai Fiorenti
la. Passò a seconde nozze in Venezia il 1881 con Elvira Gorga, pur di
Roma
, e morì a Napoli, consumato da lentissima tabe in
iovanni Pico della Mirandola in Firenze, e del cardinal Bessarione in
Roma
, non il risorgimento dell’epopea italiana e i pro
tto il pontificato d’Innocenzo VIII teneva scuola di Belle Lettere in
Roma
, vi fece rappresentare un’altra tragedia, e fu la
che dicendo Sulpizio d’aver dopo molti secoli fatta rappresentare in
Roma
una tragedia, ci fa retrocedere col pensiero alme
due drammi, che furono stampati e fatti solennemente rappresentare in
Roma
dal sopraccennato Cardinal Riario; l’uno in prosa
secoli precedenti usate in Italia, furono pure in questo continuate a
Roma
e in altri luoghi con maggior sontuosità ed arte,
he si abbia alle stampe. Nell’anno 1486 cominciarono ad imitazione di
Roma
, e con maggior magnificenza, a rappresentarsi in
, e probabilmente verso il 1480, cominciarono a fare rappresentare in
Roma
le commedie di Terenzio e di Plauto, ed anche alt
era de’ quali i due cardinali Pietro e Rafaello Riari fecero vedere a
Roma
moderna per la prima volta spettacoli teatrali fa
Veggasi ciò che ne dicono i dotti autori dell’Efemeridi letterarie di
Roma
num. XLI 12 ottobre 1776, e Girolamo Tiraboschi n
147. Ecco ciò che ne dicono gli autori dell’Efemeridi letterarie di
Roma
, parlando delle poc’anzi citate memorie: «Il tras
cessare le storte illusioni. L. Da Rizzo il 7 luglio 1840 scrive da
Roma
: Vengo assicurato che Ella non rimanga, dopo il
ito Paladini, che avrà già recitato il Bicchier d’acqua, trovandosi a
Roma
, scrive per sentire le pretese per far parte di u
, la mia sorta la Devo alla Bettini…. Il Paladini il 24 settembre da
Roma
annunzia che il progetto della Compagnia semi-sed
Vincenzo Jacovacci appaltatore del Regio Teatro di Apollo e Valle in
Roma
le scriveva da Firenze il 26 settembre 1840 : St
ico che ella anderà…. Nello stesso giorno il Da Rizzo le scriveva da
Roma
: So che finalmente Ella ha potuto ottenere il t
lla nuova Compagnia verrei io stesso e si agirebbe almeno sei mesi in
Roma
. Il Domeniconi, il 4 ottobre 1840 da Napoli, vor
rrebbe riallacciare le trattative per l’anno 1842, e così Da Rizzo da
Roma
il 16 dello stesso mese, che accenna che fra gli
o, e surrogata appunto dalla Bettini ? E Gaetano Gattinelli scrive da
Roma
il 26 ottobre del 1841 : Carissima Amalia, Parec
Roma il 26 ottobre del 1841 : Carissima Amalia, Parecchi signori di
Roma
sarebbero intenzionati di formare una Compagnia D
incipio coll’anno comico 1843 ; agirebbe nello Autunno e Carnevale in
Roma
; nelle provincie dello Stato Pontificio in Prima
mo sui primi gradini di questa scala epistolare, riprende la penna in
Roma
il 6 gennaio 1842, per proporre scrittura a colei
ettini di Giuseppe Costetti (I dimenticati vivi della Scena italiana.
Roma
, 1886), abbiamo un sonetto italiano e uno in dial
a, il 24 maggio 1894, dopo la morte della celebre artista, avvenuta a
Roma
otto giorni prima, a ottantacinque anni. Traggo a
assò il '69 con Lollio, poi, il '71, con Coltellini. In quel torno, a
Roma
, si ammogliò a Raffaello Giovagnoli, e restò fuor
allina, il '95-'96 da Ferrati, poi dall’Impresa del Teatro Manzoni di
Roma
, ove trovasi tuttavia. Leontina Papà nella sua vi
’ tre primi secoli cessato fosse il gusto degli spettacoli scenici in
Roma
ed altrove. I teatri stabili sussistevano nella r
l monte, del quale dice il lodato Alberti, descrivendo la Campagna di
Roma
, benchè io abbia veduto molti teatri & anfite
me162. Nel rimanente dell’Europa, dove giunsero le vincitrici armi di
Roma
, trovansi pur teatri. Vedevansene eretti in quell
le ballerine forestiere, secondo Ammiano Marcellino169, contaronsi in
Roma
più di tremila, le quali coi loro cori e con altr
gio era avvenuto in tempo di Augusto, che dovè castigare col bando da
Roma
, dopo di averlo fatto menare scopando per tre tea
o; un altro che da giovane avea rappresentato nella medesima città di
Roma
, fu da lui creato prefetto dell’esercito177. I
veruno Greco o Latino che meritasse di passare a’ posteri. Appena in
Roma
ripetevansi le antiche produzioni, ed il popolo t
cuparono interamente le scene. Potrebbe qui domandarsi, perchè mai in
Roma
, ove la poesia si elevò sino al punto di partorir
lia il Goto re Teodorico fe rialzare le terme di Verona e riparare in
Roma
il teatro che minacciava ruina184, e un anfiteatr
olo185: la Sicilia sin dal quarto secolo ebbe in costume di mandare a
Roma
i suoi abili artefici di scena che vi erano chiam
a Afranio, colle spoglie di Menandro e degli Apollodori, introduce in
Roma
la bella commedia, la quale, non che a’ filosofi
celebre Conte Gasparo Gozzi: . . . . . . . Sotto un colpo istesso
Roma
cadéo con le bell’ arti insieme. Perduta libert
co. 185. Lo stesso lib. IX, ep. 21 scritta da Atalarico al Senato di
Roma
. 186. Simmaco lib. VI, ep. 33. 187. Vedasi la l
tene emula di Serse, e tralla Grecia poi avvilita sotto i Macedoni, o
Roma
donna del Mondo, o la Francia di questi tempi?
le opere e degli autori citati Ademollo Alessandro. – I Teatri di
Roma
nel secolo decimosettimo. Roma, Pasqualucci, 1888
Ademollo Alessandro. – I Teatri di Roma nel secolo decimosettimo.
Roma
, Pasqualucci, 1888. Vol. II, pag. 525, 541, 544,
18, 909. Costetti Giuseppe. — Dimenticati vivi nella scena italiana.
Roma
, 1886. Pag. 186, 399, 685. — La Compagnia reale s
Kotzebue Augusto. — Osservazioni intorno a un viaggio da Liefland a
Roma
e Napoli. Colonia, Peter, Hammer, 1805. Vol. II,
ro. Milano, Chiantore, 1863. Pag. 25. Modena Gustavo. — Epistolario.
Roma
, 1888. Pag. 480. Molmenti Pompeo. — Venezia nell
ti, 1736. Pag. 942. Palombi Adriano. — Conferenza su Gustavo Modena.
Roma
, 1899. Pag. 135. Panzacchi Enrico. — Soliloqui a
dena. Roma, 1899. Pag. 135. Panzacchi Enrico. — Soliloqui artistici.
Roma
, Angelo Sommaruga, 1885. Pag. 621, 624. Parfaict
, 1699. Pag. 132, 542. Petrai Giuseppe. — Lo spirito delle maschere.
Roma
, Roux, 1903. Vol. II, pag. 557. Piazza Antonio.
541, 555. Valeri Antonio (Carletta). — Un palcoscenico del seicento.
Roma
, 1893. Pag. 117, 143, 487, 638, vol. II, pag. 519
vol. II, pag. 519. — Di Francesc’ Antonio Avelloni, detto il Poetino.
Roma
, 1894. Pag. 238. Valerini Adriano. — Le Bellezze
hi, 1735. Vol. II, pag. 687. Vitaliani Italia. — Album in suo onore.
Roma
, Voghera, 1900. Vol. II, pag. 690. Wenceslao. —
Voghera, 1900. Vol. II, pag. 690. Wenceslao. — Biblioteca teatrale.
Roma
, Puccinelli, 1815. Pag. 485. Zangarini Carlo. —
i fu amico intrinseco, non poche lettere (G. Modena, Politica e Arte.
Roma
, 1888) a lui scritte su vario argomento, delle qu
a non ti deve esser rimasto neppur l’odore. Se sei d’un paese, sei di
Roma
. E alle lettere del Modena faccio seguire un bra
ccclxxxi) : Del cinquanta, quando la rotta di Novara e i Francesi in
Roma
empivano di lagrime gli occhi d’Italia, la Compag
cav. Azzolini pubblico in fine, e da un’altra del Gualengo scritte da
Roma
il ’51, ella appare colà con propria compagnia. (
gere Beatrice Vitelli, comica, a venir in Mantova, dovendo portarsi a
Roma
. È questa dunque fuor di dubbio la Beatrice del L
i se hauran giudicio e qui Vmil.te le bacio la Cappa. Di V. A. S.ma
Roma
li 29 luglio 1651. Infine la lettera seguente
costumi ha avuta tanta parte nell’origine e nella coltura dell’antica
Roma
. Per dominio l’Etruria si estendeva di molto oltr
lori de’ vasi, gli anfiteatri, la statua di Giove Capitolino fatta in
Roma
sotto Tarquinio Prisco, il fanciullo di bronzo pr
minio romano potevano gli Etruschi poetare nella loro lingua materna.
Roma
in certo modo potrebbe chiamarsi una produzione e
i e spettacoli da essa adottati, dimostrano che fin dalla sua origine
Roma
presa l’Etruria per esemplare. Ma tutto ne imitò
ia filosofi, poeti, e oratori egregii, e risplendeva pe’ suoi teatri,
Roma
innalzava il Campidoglio, edificava tempi, strade
misfero63. L’unico spettacolo circense frequentato per lungo tempo in
Roma
erano le feste consuali instituite da Romolo dopo
romana gesticolata coll’arte ludicra etrusca fece pensare d’invitar a
Roma
uno degli attori di quella nazione, il quale coll
gilità riuscì molto grato a’ romani. Ma la ludicra così introdotta in
Roma
insensibilmente si perdé e confusa nelle satire f
servo al suon della tibia le cantava65. Visse almeno fino all’anno di
Roma
546. GneoNevio, poeta campano, o sia nativo della
mpania, il quale militò nella prima guerra punica, e morì all’anno di
Roma
549 nel consolato di P. Sempronio Tuditano e di M
e Nasica, e di altri ragguardevoli cavalieri romani, nacque l’anno di
Roma
514. in Rudia nel Capo d’Otranto68e morì in età d
nominati e di Plauto, sopravvisse a tutti, ed indi morto nell’anno di
Roma
584, fu onorato con una statua di marmo posta nel
n comico nel consolato di L. Porzio Licinio e di P. Claudio l’anno di
Roma
569 e quindici anni prima della morte di Ennio, s
aboschi72. Né presti furono, né grandi i progressi del teatro latino.
Roma
guerriera, favoriva poco le arti che potevano amm
en bello e dilicato. Questo comico, nato in Cartagine circa l’anno di
Roma
560, morì, o per meglio dire, sparve nel principi
Ma coloro che leggeranno con riflessione quelle sei, ch’é compose in
Roma
sì delicatamente, stenteranno a credere che avess
l’ultima vecchiaia in grecia, e che non si fosse curato di tornare in
Roma
, ove le sue fatiche erano sì ben premiate ed onor
bio lo studio, che posero tali scrittori in imitare i greci, portò in
Roma
l’arte drammatica a un lustro notabile. Pur sembr
le; Gn. Pompeo, cui si attribuisce il primo teatro fisso edificato in
Roma
, colla frescura delle acque che fecevi serpeggiar
a poesia rappresentativa. Lasciando la banda il romore che correva in
Roma
, che nelle commedie tereziane avessero avuto part
le favole gli argomenti, con nobile intrepidezza espose sul teatro di
Roma
la civile querela di Cesare e Pompeo, e ’l giogo
alcun novizio declamatore l’Ottavia. Il primo che facesse vedere in
Roma
una Medea, fu Quinto Ennio, il quale trasportò in
que l’esercizio di rappresentare, quello che disonorava gli attori in
Roma
, ma sì bene la loro condizione di schiavi, accopp
ccavano per abilità, erano onorati dell’amistà de’ migliori uomini di
Roma
, come avvenne al famoso Esopo e al dotto Rosaio a
rvenute sono altamente commendate da’ critici. I pantomimi fioriti in
Roma
poterono derivare dalla tacita gesticolazione di
cevano ogni male. Battilo favorito da Mecenate giunse a far bandir da
Roma
e dall’Italia Paride suo emulo. Svetonio però ci
a guerra avrebbe fatte le sue prove quest’imperador istrione? Finì in
Roma
la gloria della poesia drammatica, quando v’incom
produrre, che cosa? i partiti de’ guelfi e de’ ghibellini? é vero che
Roma
e Costantinopoli arsero per le fazioni de’ verdi
attesta Quintiliano lib. X. 79. L’Andria fu rappresentata l’anno di
Roma
587, essendo consoli M. Claudio Marcello e C. Sul
sima ; e di qual dimestichezza l’onorasse sappiamo dalle sue lettere (
Roma
, 1888), tre delle quali, le migliori politiche (1
4 e ’57. Fu con Pezzana ; entrò il ’61 a far parte della Compagnia di
Roma
condotta da Cesare Vitaliani, dopo la quale fu sc
mio canto il tenore. Tra le perdite grandi di mill’anni, c’han fatto
Roma
, Napoli e Fiorenza, si può metter ancor questa di
to e aplaudito, mercè la gratia del Sere.mo patrone, nella lettera da
Roma
delli 22 febbraio 1647. Grandissimo artista fu ve
le baccio di tutto core le sacre uesti, et a V. S. caramente le mani.
Roma
il dì 22 Febraio 1647. Di V. S. molto III.e et mo
si fatti usatemi dal dottore et moglie, a mia moglie et io come tutta
Roma
ne informato contra a ogni ragione et senza rigua
t inocenti, come S. A. si pò informare non solo da Comici ma da tutta
Roma
, come ho detto, perche il negocio fu troppo publi
frate il mio filgio magiore in bologna con il fauore pero di S. A. di
Roma
il dì 6 marzo 1647. Di V. S. molto Ill.e et molto
e.º sig.r mio patrone Col.mo Per conto della licenza per recitare in
Roma
ogni nostro patrone ci fà animo che l’ haueremo o
o ch’ el mio figliolo lucha tanto io lo posso far uestire da frate in
Roma
col farlo figlio del monestero in bologna come se
amo la sacra porpora al Sere.mo patrone et a V. S. caramente le mani,
Roma
il dì 9 marzo 1647. Di V. S. molt’Ill.e et molto
accio le sacre ueste al sere.mo patrone et a V. S. Caramente le mani.
Roma
il dì 29 marzo 1647. Di V. S. molt. Ill.e et molt
zia. Moglie di un comico Adami, prima, poi del famoso Lolli, nacque a
Roma
nel 1635, e si recò a Parigi nella Compagnia ital
servetta sotto il nome di Diamantina, che l’aveva già fatta celebre a
Roma
. Ella era graziosa oltre ogni dire, se bene più t
descrizione di Venezia pag. 168, fu favorito da Papa Leone Decimo in
Roma
, dove tenne il primo luogo fra’ Recitanti in isce
ando le sue parole di molti e importanti documenti. Prima di essere a
Roma
il Cherea fu già a Venezia, ove lo vediamo la ser
n tempo e per suo diletto alcune recite del Circolo Filodrammatico di
Roma
. Al proposito di una sua beneficiata a Torino co
he le aveva così fuggevolmente sorriso, estenuata dalla tisi, morì in
Roma
il 16 aprile dell’ ’81. Suo marito, Ludovico Manc
Plazzani Nicola, romano. È l’attore che partì da
Roma
per Venezia il 1738 con Girolamo Medebach, e reci
me si trova citato in un processo romano del 1565 (V. Ademollo, T. di
Roma
, pag. 35).
e ; ed è citato dal Bertolotti fra i comici che nel 1658 abitavano in
Roma
nel distretto della Parrocchia di San Pietro.
n colpo quei primi passi della sua carriera artistica ; ma tornato di
Roma
, e recitata in Montedomini la parte di Egherton n
esa, obbligato a sostenerne le parti. Ma neanche il successo di
Roma
(all’Anfiteatro Corea) fissò la sua carriera, sem
lla seconda metà del secolo xvii. Morì alla fine di giugno del 1694 a
Roma
. (Da un Diario inedito, menzionato da A. Ademollo
Dondini Argenide, sorella dei precedenti, nacque a
Roma
il 1825, e cominciò a recitar le parti d’ingenua
rito, che recava la ditta : Campana e Soci. Il Repertorio teatrale di
Roma
ha per lei parole di molta lode.
Punica. Nè presti furono nè grandi i progressi del teatro Latino.
Roma
dedita alle armi favoriva poco le arti che poteva
nche nel divertimento mostrasse virilità e robustezza71. Nell’anno di
Roma
558 il Senato tuttavia assisteva allo spettacolo
ltro famoso tragico che passava in Asia. Pacuvio l’avea conosciuto in
Roma
, perchè essendo egli di ottant’anni avea data una
Pacuvio, secondo la Cronaca Eusebiana, avea avuto il padre schiavo in
Roma
. Nell’andare in Asia non mancò di visitare il vec
fratello di Marco Antonio in vece di Bruto che si era allontanato da
Roma
. Mà Pietro Bayle colla II e IV epistola del XVI l
o Cavaliere Romano oratore e poeta tragico visse intorno all’ anno di
Roma
590. Erano, dice Cicerone87, così piene di esempj
nza nerbo. Attilio che fiorì verso il cominciar del settimo secolo di
Roma
, scrisse pel teatro tragedie e commedie. La sua t
n Napoli nel secondo anno dell’olimpiade CLXIX, che cade nell’anno di
Roma
651. Osserva però il Bayle che Lucilio mentova la
Cronaca Eusebiana Cecilio morì un anno dopo di Ennio, cioè l’anno di
Roma
585, e la commedia dell’Andria fu rappresentata n
. Fu questa la prima sua commedia rappresentata nell’additato anno di
Roma
587 dalla compagnia comica di L. Ambivio Turpione
senza preservarci dalle debolezze. Essa fu rappresentata più volte in
Roma
. La prima volta essendo Edili Curuli Ses. Giulio
i ascoltatori. Piacque questa terza volta, e ciò avvenne nell’anno di
Roma
588, e si replicò poi nel 589. Il Tormentatore d
dell’alba103. Passi che una commedia di giusta mole siasi recitata in
Roma
in due giorni, cioè la sera dell’uno i due primi
di M. Giuvenzio e T. Sempronio si recitò la terza volta nell’anno di
Roma
591. Il Formione. Apollodoro cui appartiene quest
a dall’autore delle Note alla mentovata edizione di Terenzio fatta in
Roma
nel 1767107. Molti passi assai vaghi possono nota
o nel consolato di Gn. Fannio Strabone e M. Valerio Messala l’anno di
Roma
593. Il poeta memore della disgrazia dell’Ecira i
animitas. Potrebbe aggiugnersi che la quinta volta fu nella stessa
Roma
nel secolo XVI dell’era Cristiana fatta rappresen
o nel consolato di M. Valerio Messala e Gn. Fannio Strabone l’anno di
Roma
593. Non per tanto dalla Dacier e dal Fabro si vu
in un giorno, perchè questo farebbe stato un avvenimento ben raro in
Roma
, e tale che avrebbe richiesto un racconto special
sotto il consolato di L. Anicio Gallo e M. Cornelio Cetego l’ anno di
Roma
593, secondo il Fabro de ætate Terentii, essendo
uesto comico elegantissimo si vuole nato in Cartagine circa l’anno di
Roma
560 nove anni prima della morte di Plauto. Fenest
tentamente le sei da lui con tanta eleganza e delicatezza composte in
Roma
, crederà con somma difficoltà che avesse potuto s
all’ultima vecchiaja in Grecia, e che avesse trascurato di tornare in
Roma
dove le sue fatiche erano così bene premiate ed o
o, Plauto, Cecilio, Terenzio ed Afranio, in imitare i Greci, portò in
Roma
l’arte comica a un certo lustro notabile. Ma fors
o il grande, cui si attribuisce il primo teatro stabile fabbricato in
Roma
, colla frescura delle acque che fecevi serpeggiar
i pagina alla bellissima edizione delle commedie di Terenzio fatta in
Roma
nel 1767 nella stamperia Zempeliana. 105. Metast
al Teatrino delle Varietà pur di Napoli, e al Metastasio e Quirino di
Roma
con Raffaele Vitale, riuscì finalmente a prendere
erma non mai alterata sin qui de' Fiorentini di Napoli e del Valle di
Roma
, ove si reca ogni anno a deliziare della sua ines
eppe Pietriboni, dal quale, dopo una cattiva prova al Teatro Valle di
Roma
, si tolse a principio d’anno, per finir colla mog
re Tomeo. Scritturato dalla Pasqua di Resurrezione del 1788, scappò a
Roma
coi denari anticipatigli per la scrittura. Pare p
’ tre primi secoli fosse cessato il gusto degli spettacoli scenici in
Roma
e altrove. Anzi allora più che mai abbondarono i
che mai abbondarono i teatri, e sfolgorarono di lusso e magnificenza.
Roma
contava quattro gran teatri nella regione del cir
che di sole ballerine forestiere, secondo Ammiano105, si contarono in
Roma
più di tremila, le quali co’ loro cori, e con alt
el senatorio, un altro che da giovane avea rappresentato nell’istessa
Roma
, fu da lui creato prefetto dell’esercito108. Ma n
guersi fra quanti s’esercitarono in quel ridicolo Personaggio. Morì a
Roma
nel 1746, sostituito al Teatro Valle da Francesco
n cui riuscì non men pregiato attore del fratello Achille. Morì in
Roma
il 22 gennaio del ’97.
a. Passò poi in varie Compagnie, ora socia, ora scritturata, e morì a
Roma
.
vute della recuperata salute del Duca, e crede sia sfumata l’andata a
Roma
, perchè Donna Olimpia Panfili « non vuole domanda
rchè scritturata, mediante forte penale, nella Compagnia Nazionale di
Roma
per cinque anni. Ancora : del ’76 recitò a Rom
agnia Nazionale di Roma per cinque anni. Ancora : del ’76 recitò a
Roma
, con grande successo, la parte di Elisabetta al f
teche, per entrare in Compagnia di Cesare Rossi, nella quale esordì a
Roma
come generico. Fu secondo brillante un triennio ;
era associato Cesare Rossi. Lasciò poco dopo il teatro, per recarsi a
Roma
ove fu, all’Accademia di S. Cecilia, nominato dal
brino nel Galeotto Manfredi. Lasciò l’arte ancor giovane, e si recò a
Roma
, custode del Palazzo di Firenze, ove albergava l’
ma, di San Giovanni Crisostomo in Venezia, di Fano, e di Tordinona in
Roma
. Il teatro di Parma non fu opera del Palladio ter
ti, perchè tutti convengono che vi si sente egregiamente ogni parola.
Roma
non ha un teatro moderno corrispondente a sì famo
ate i palchetti negli altri teatri di Fano, di Bologna, di Modena, di
Roma
, di Venezia. a. Tale fu il calcolo fattone da G
a un tratto di lui, si presentava l’autunno del ’45 al Metastasio di
Roma
col seguente manifesto : Dolente oltremodo il ca
uore presentarsi con un completo drappello di attori alla diletta sua
Roma
, città delle sue più nobili e tenere memorie, cit
sarà eccellente, e che io avrò tradito invece di tradotto ; ma ero a
Roma
, e non potevo nominare nè Bonaparte, nè Giuseppin
riuscendo una egregia artista. Cantò al Fondo di Napoli e al Valle di
Roma
con pieno successo del pubblico ; ma anche nell’
o di Cesare Gallo che sta nella miscellanea politica dell’Archivio di
Roma
, che essa dette la sua beneficiata in Osimo il 14
i s’è fatto cenno all’articolo precedente, fu attore pregiatissimo in
Roma
per le parti di donna. Passò poi in varie compagn
ì nelle commedie e nei drammi, sì nelle tragedie. Morirono entrambi a
Roma
, egli nel 1830, ed ella nel 1842.
nulla non hanno che fare con l’argomento dell’opera. Se l’azione è in
Roma
, il ballo è in Cusco o in Pecchino; seria è l’ope
giocondità e a riso, e che a’ tempi di Augusto divisero in parti una
Roma
. Egli avviene ben di rado che ne’ nostri ballerin
strade Firenze 1873 Triste passato Siena 1873 Una Società anonima
Roma
1874 Misteri d’amore Ancona 1874 Le donne vir
e Trieste 1875 La Beneficenza (fiasco) Parma 1875 Follie d’estate
Roma
1876 La Fidanzata Trieste 1877 L’Orfano calab
, e Giuditta Nalli, rinomata pittrice, fu, ancora in fasce, portata a
Roma
, patria dei genitori. Ivi educata più specialment
ni, acclamatissima sempre, specie nella Medca, e dopo un anno tornò a
Roma
al Mausoleo d’Augusto sollevando in una lunga sta
lmente bene la commedia e il dramma. Ebbe ottimo successo al Valle di
Roma
, recitando replicatamente la parte di Virginio ne
robabilmente, il Ruino (V. Gir. Tiraboschi, Storia della lett. ital.,
Roma
, 1784, T. VI, P. II, 215, N.).
cci patire con le sue tardanze, e se à lasciato la moglie una volta a
Roma
per Franccia, tanto meglio può lassarla, non anda
to intendere qui in Bologna che per tutto estate non vuol partirsi di
Roma
, e questo sarebbe di troppo nostro danno. Per la
utile sicuro. Voglia Dio che le lettere che V. A. à fatto scrivere a
Roma
a Flaminio, facino profitto e che venga alla comp
, è anche citato dal Bertolotti fra i comici che abitavano il 1658 in
Roma
, nel distretto della Parrocchia di S. Pietro.
ata in Ferrara al tempo di Leone X, ed anche l’anno dopo del sacco di
Roma
, si recitò dal principe don Francesco figliuolo d
nventore manifesta ad ogni trattoa. Questa favola fu rappresentata in
Roma
a’ tempi di Leone X, che la richiese all’autore,
ò col seguente ordine le recite della Calandra in Italia: la prima in
Roma
a’ tempi di Leone X; la seconda in Mantova l’anno
i di Leone X; la seconda in Mantova l’anno 1521; la terza di nuovo in
Roma
quando vi venne Isabella d’Este Gonzaga marchesa
to dopo il prologo, indicano che la rappresentazione non si faceva in
Roma
, ma in un’altra città. Nel parlarsi de’ gemelli s
in un’altra città. Nel parlarsi de’ gemelli si dice che essi sono in
Roma
, e che gli spettatori vedranno comparirli nella p
. Nè crediate però (si soggiungue) che per negromanzia sì presto da
Roma
vengano quì…. perciocchè la terra che vedete quì
engano quì…. perciocchè la terra che vedete quì (cioè nella scena) è
Roma
, la quale già esser soleva sì ampia…. e ora è sì
dete, agiatamente cape nella città vostra. L’altra recita si fece in
Roma
alla presenza di Leone X, per quel che accenna il
na delle lettere del Castiglione conservate in Mantova che ella fu in
Roma
nel 1514, cioè su i principii del pontificato di
X che da cardinale l’avea veduta nella patria, volle goderla anche in
Roma
essendo papa, e v’invitò gli attori stessi, e vi
enità di esse? E perchè parlando della rappresentazione che fecesi in
Roma
della Calandra del cardinal da Bibbiena (incompar
n mai più udita nè veduta in scena, Il suo nome è il Geloso. Questa è
Roma
ecc. E sia questa una delle tante evidenti prov
erlina due personaggi ridicoli, cioè un Sanese scempiato che viene in
Roma
per farsi cardinale, imparando prima ad esser Cor
sa sono gl’Italiani di allora, come troppo vicini al funesto sacco di
Roma
, che sì gran parte ne ridusse in miseria; e la co
della figliuola di Virginio, questi risponde: Quando fu il sacco di
Roma
, che ella ed io fummo prigioni di que’ cani, fini
n più di un genere, e visse sotto Clemente VII e Paolo III, e morì in
Roma
poco prima del 1548, scrisse in prosa due belle c
i Sospetti nel 1588. Francesco d’Ambra gentiluomo fiorentino morto in
Roma
nel 1558ascrisse più commedie pregiate dagl’ inte
olti anni prima era stata composta e rappresentata con gran plauso in
Roma
. Niuno meglio di lui seppe seguir gli antichi dan
ere nel suo carro, e canta due ottave. Il quarto tramezzo rappresenta
Roma
in un carro trionfale innanzi al quale vengono le
trionfale innanzi al quale vengono legate le provincie soggiogate, e
Roma
canta una strofe, cui le provincie rispondono. Ne
canta una strofe, cui le provincie rispondono. Nel quinto intermedio
Roma
stessa comparisce scapigliata iucatenata innanzi
a che il Mondo vinse abbiamo vinta, alla quale succede il lamento di
Roma
, in due ottave che conchiudono Già vinsi il Mond
’abate Pierantonio Serassi nell’accurata Vita di Torquato impressa in
Roma
l’anno 1785, giudica che sia opera di Giovanni An
ata in Ferrara al tempo di Leone X, ed anche l’anno dopo del sacco di
Roma
, si recitò dal principe don Francesco figliuolo d
role di colui senza citarlo nell’opera detta del Teatro proscritta in
Roma
nel 1771 e ristampata in Venezia nel 1773. L’auto
o e generico giovine in Compagnia di Giuseppe Pietriboni, al Valle di
Roma
, la quaresima dell’’88. Dal ’90 al ’92 pagò il su
zie. Tormenti assai fuggevoli, chè dopo di averla il Brandi seguita a
Roma
, in Ancona, a Venezia, vedutosi posposto al compa
parte di secondo Zanni col nome di Truffaldino. Lo vediamo nel’ 58 a
Roma
, abitante nel distretto della parrocchia di S. Pi
Pasquali Elvira. Figlia di un ostetrico, nata a
Roma
il 1845, e cresciuta a Milano, dove il padre, maz
Woller Gaetano. Nativo di
Roma
, fu uno de'più egregi artisti italiani pel ruolo
veruno Greco o Latino che meritasse di passare a’ posteri. Appena in
Roma
ripetevansi le antiche produzioni, ed il popolo t
cuparono interamente le scene. Potrebbe quì domandarsi, perchè mai in
Roma
, dove la poesia si elevò sino al punto di partori
ia il Goto re Teodorico fe rialzare le terme di Verona, e riparare in
Roma
il teatro che minacciava ruinaa, ed in Pavia fe c
del popolob. La Sicilia fin dal IV secolo ebbe in costume d’inviare a
Roma
gli artefici di scena che produceva, essendovi sp
secondo il volgarizzamento di Gasparo Gozzi: Sotto un colpo istesso
Roma
cadeo con le belle arti insieme. Perduta libertà
Cassiodoro nell’epistola 21 del IX scritta da Atalarico al Senato di
Roma
. c. Simmaco lib. IV epist. 33. a. Vedasi la let
Schiavoni Antonio, nato a
Roma
il 1846 e suicidatosi a Rosario di Santa Fè il no
ostrutto alla Romana, non ne avesse punto, come non ne aveano quei di
Roma
, in ciò differenti da quei di Grecia. Osservi per
adottate, per provare che nelle Spagne vi fossero Teatri prima che in
Roma
. Ed avverta ancora, che quando anche ciò fosse di
ancora, che quando anche ciò fosse dimostrato, non che dimostrabile,
Roma
ch’è una sola Città, benchè sempre chiara, non de
Punica. Nè presti furono nè grandi i progressi del Teatro Latino.
Roma
dedita alle armi favoriva poco le arti che poteva
o dagli amici in prestanza, perchè non vi erano teatrib Nell’anno di
Roma
558 il Senato tuttavia assisteva allo spettacolo
tro famoso tragico che passava in Asia. Pacuvio l’aveva conosciuto in
Roma
, perchè essendo egli di ottant’anni avea data una
Pacuvio, secondo la Cronica Eusebiana, avea avuto il padre schiavo in
Roma
. Nell’andare in Asia non mancò di visitare il vec
io Cavaliere Romane oratore e poeta tragico visse intorno all’anno di
Roma
590. Erano, dice Ciceronea, così piene di esempli
di forza. Attilio che fiori verso il comincia del settimo secolo di
Roma
, scrisse pel teatro tragedie e commedie. La sua t
n Napoli nel secondo anno dell’olimpiade CLXIX, che cade nell’anno di
Roma
651. Osserva però Pietro Bayle che Lucilio mentov
Cronaca Eusebiana Cecilio morì un anno dopo di Ennio, cioè l’anno di
Roma
585, e la commedia dell’Andria fu rappresentata n
. Fu questa la prima sua commedia rappresentata nell’additato anno di
Roma
587 dalla compagnia comica di L. Ambivio Turpione
senza preservarci dalle debolezze. Essa fu rappresentata più volte in
Roma
. La prima volta essendo Edili Curuli Sesto Giulio
i ascoltatori. Piacque questa terza volta, e ciò avvenne nell’anno di
Roma
588, e si replicò poi nel 589. Il Tormentatore d
r dell’albaa. Passi che una commedia di giusta mole siesi recitata in
Roma
in due giorni, cioè la sera dell’uno i primi due
di M. Giuvenzio e T. Sempronio si recitò la terza volta nell’anno di
Roma
591. Il Formione. Apollodoro cui appartiene ques
a dall’autore delle Note alla mentovata edizione di Terenzio fatta in
Roma
nel 1767a. Molti passi assai vaghi possono notars
ò nel consolato di Gn. Fannio Strabone e M. Valerio Messala l’anno di
Roma
593. Il poeta memore della disgrazia dell’Ecira i
quanimitas. Potrebbe aggiugnersi che la quinta volta fu nella stessa
Roma
nel secolo XIII dell’era Cristiana fatta rapprese
ò nel consolato di M. Valerio Messala e Gn. Fannio Strabone l’anno di
Roma
593. Nonpertanto dalla Dacier e dal Fabro si vuol
(non già in un giorno, cosa che sarebbe stata avvenimento ben raro in
Roma
e tale che richiesto avrebbe un racconto speciale
sotto il consolato di L. Anicio Gallo e. M. Cornelio Cetego l’anno di
Roma
593, secondo il Fabro de aetate Terentii, essendo
uesto Comico elegantissimo si vuole nato in Cartagine circa l’anno di
Roma
560 nove anni prima della morte di Plauto. Fenest
tentamente le sei da lui con tanta eleganza e delicatezza composte in
Roma
, crederà con somma difficoltà che avesse potuto s
ll’ultima vecchiaja fra’ Greci, è che avesse trascurato di tornare in
Roma
, dove le sue fatiche erano così bene premiate ed
o, Plauto, Cecilio, Terenzio ed Afranio, in imitare i Greci, portò in
Roma
l’arte comica a certo lustro notabile. Ma forse p
o il grande, cui si attribuisce il primo teatro stabile fabbricato in
Roma
, colla frescura delle acque che fecevi serpeggiar
i pagina alla bellissima edizione delle commedie di Terenzio fatta in
Roma
nel 1767 nella stamperia Zempeliano. a. Metastas
entore manifesta ad ogni tratto112. Questa favola fu rappresentata in
Roma
a’ tempi di Leone X, che la richiese all’autore,
ò col seguente ordine le recite della Calandra in Italia: la prima in
Roma
a’ tempi di Leone X; la seconda in Mantova l’anno
i di Leone X; la seconda in Mantova l’anno 1521; la terza di nuovo in
Roma
quando vi venne Isabella d’Este Gonzaga marchesa
to dopo il prologo, indicano che la rappresentazione non si faceva in
Roma
, ma in un’ altra città. Nel parlarsi de’ gemelli
in un’ altra città. Nel parlarsi de’ gemelli si dice che essi sono in
Roma
, e che gli spettatori vedranno comparirli nella p
ttà. Nè crediate però (si soggiugne) che per negromanzia sì presto da
Roma
vengano quì . . . . perciocchè la terra che vedet
o quì . . . . perciocchè la terra che vedete quì (cioè nella scena) è
Roma
, la quale già esser solea sì ampla . . . . e ora
edete, agiatamente cape nella città vostra. L’altra recita si fece in
Roma
alla presenza di Leone X, per quel che accenna il
lettere inedite del Castiglione conservate in Mantova, che ella fu in
Roma
nel 1514, cioè su i principj del pontificato di L
X che da cardinale l’avea veduta nella patria, volle goderla anche in
Roma
essendo papa, e v’invitò gli attori stessi, e vi
mai più udita nè veduta in scena; Il suo nome è il Geloso. Questa è
Roma
. ecc. E sia questa una delle tante evidenti pro
erlina due personaggi ridicoli, cioè un Sanese scempiato che viene in
Roma
per farsi cardinale imparando prima ad esser Cort
usa sono gl’ Italiani d’allora come troppo vicini al funesto sacco di
Roma
, che sì gran parte ne ridusse in miseria; e la co
à della figliuola di Virginio, questi risponde: Quando fu il sacco di
Roma
, che ella ed io fummo prigioni di que’ cani, fini
n più di un genere, e visse sotto Clemente VII e Paolo III, e morì in
Roma
poco prima del 1548, scrisse in prosa due belle c
sano i Fiorentini assai tenuti per aver fatta la loro patria uguale a
Roma
e ad Atene, oltre ad alcune pastorali, pubblicò n
i Sospetti nel 1588. Francesco d’Ambra gentiluomo Fiorentino morto in
Roma
nel 1558127 scrisse più commedie pregiate dagl’ i
olti anni prima era stata composta e rappresentata con gran plauso in
Roma
. Niuno meglio di lui seppe seguir gli antichi dan
ere nel suo carro, e canta due ottave. Il quarto tramezzo rappresenta
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in un carro trionfale, innanzi al quale vengono l
trionfale, innanzi al quale vengono legate le provincie soggiogate, e
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canta una strofe, cui le provincie rispondono. Ne
canta una strofe, cui le provincie rispondono. Nel quinto intermedio
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stessa comparisce scapigliata, incatenata innanzi
he il mondo vinse, abbiamo vinto, alla quale succede il lamento di
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in due ottave, che conchiudono, Già vinsi il m
Ab. Pierantonio Serassi nella bellissima Vita di Torquato impressa in
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l’anno 1785, giudica che sia opera di Giovanni An
ata in Ferrara al tempo di Leone X, ed anche l’anno dopo del sacco di
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, si recitò dal principe Don Francesco figliuolo d
esse, senza, citarlo, nell’opera intitolata. Del Teatro proscritta in
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nel 1771 e ristampata in Venezia nel 1773. L’auto
dal Conte Antonio Billi. Ottenne laurea d’ingegnere all’Università di
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, e servì per alcun tempo il governo : ma stimolat
e avevan ne' teatri Nuovo e Fiorentini) (V. Di Giacomo, op. cit.) e a
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, serbandosi anche in età avanzata comico eccellen
eruditi dettati in volgare idioma. Quanto alle farse non cessarono in
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le rappresentazioni de’ Misteri, ma si fecero con
i divisa in cinque atti. La Conversione di S. Paolo si rappresentò in
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verso il 1380 d’ordine del cardinal Riario. In Fi
tto il pontificato d’Innocenzo VIII teneva scuola dì belle lettere in
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, vi fece rappresentare un’altra tragedia. Secondo
dinal Raffaello Riario nipote di Sisto IV, essa fu la prima veduta in
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dopo molti secoli. Pietro Bayle, citando il p.Men
che dicendo Sulpizio di aver dopo molti secoli fatta rappresentare in
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una tragedia, ci fa retrocedere col pensiero alme
zo VIII e di Alessandro VI, compose due drammi fatti rappresentare in
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solennemente dal mentovato cardinal Riario. Parla
se conosciuto la prima edizione in quarto fatta de i di lui drammi in
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per Magistrum Eucharium Silber, alias Franck nel
altri passi teatrali dati in altre città italiane, e singolarmente in
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ed in Ferrara. In Milano il duca Ludovico Sforza
eruditi dettati in volgare idioma. Quanto alle farse non cessarono in
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le rappresentazioni de’ misteri, ma si fecero con
i divisa in cinque atti. La Conversione di S. Paolo si rappresentò in
Roma
verso il 1380 d’ordine del cardinal Riario. Si vo
tto il pontificato d’Innocenzo VIII teneva scuola di belle lettere in
Roma
, vi fece rappresentare un’ altra tragedia. Second
dinal Raffaello Riario nipote di Sisto IV, essa fu la prima veduta in
Roma
dopo molti secoli. Pietro Bayle, citando il P. Me
che dicendo Sulpizio di aver dopo molti secoli fatta rappresentare in
Roma
una tragedia, ci fa retrocedere col pensiere alme
zo VIII e di Alessandro VI, compose due drammi fatti rappresentare in
Roma
solennemente dal mentovato cardinal Riario. Parla
sse conosciuto la prima edizione in quarto fatta de’ di lui drammi in
Roma
per Magistrum Eucharium Silber, alias Franck nel
altri passi teatrali dati in altre città Italiane, e singolarmente in
Roma
ed in Ferrara. In Milano il duca Ludovico Sforza
o de’ migliori comici del suo tempo, nè solamente a Napoli ma anche a
Roma
, ove fu chiamato a recitare, e ove ottenne un cla
tava le parti di prima donna con molto successo, e al Teatro Valle di
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le fu dedicato il seguente sonetto con in fronte
1 egli era per la stagione di autunno e carnevale in uno de’teatri di
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, in società con Giacomo Job ; poi, preso parte ai
minore importanza, una delle quali ricordo, rappresentata al Corea di
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nel ’73 dalla Compagnia di Fanny Sadowski, dirett
Internari Quinto Mario. Nacque a
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da quel Dottor Fisico Urbano, e da Maria Sensini,
el Re, nato a Parigi il 7 maggio del 1670, fu inviato in educazione a
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, d’onde si restituì in patria dopo tre anni di di
Severi Elisa, di Ravenna, fu trasportata dalla famiglia a
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, ancor bambina, e là cresciuta ed educata. La mag
ome può osservarsi nelle sue date alla luce più Volte in Napoli ed in
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, l’Ardito vergognoso, Chi tutto vuol tutto perde,
mmedianti, Il celebre cavalier Bernini nato in Napoli, e che fiorì in
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dove morì nel 1680, rappresentava egregiamente di
Il famoso pittore e poeta Satirico napoletano Salvador Rosa morto in
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nel 1673 empì quella città non meno che Firenze d
giovane, a sostener le parti di madre, e morì poi, fuor dell’arte, in
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, nel 1832, assistita dal vecchio marito e dalla f
e Pia Pezzini ; Pia, si ritirò per malattia dall’ arte, e si recò in
Roma
col marito Icilio Brunetti (V.). Del fratello Ern
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