bblico e da colleghi, e militò nelle compagnie di primissimo ordine.
Lo
trovo per la prima volta il 1839 in Compagnia di
ietà con Giardini e Belatti, e vi recitò le parti di Tiranno e Padre.
Lo
verdiam poi generico primario colla Reale Sarda d
io di Pietro, comico, e di Rosa Francesconi, nacque a Milano il 1840.
Lo
vediam coi parenti il 1846 in Compagnia Balduini
Paolo ; morta la quale, passò a seconde nozze con Vittorina Checchi.
Lo
vediamo il '76 e '77, brillante della Compagnia Z
tragico nella nuova Compagnia Alfieri, a fianco di Maddalena Pelzet.
Lo
vediamo il '43 con Carolina Internari, e dopo con
con compagnie modeste, per quanto decorose, i teatri di minor conto.
Lo
vediamo il settembre del '46, momenti di fanatism
ngiusti nella mente accoglie Contro il Sesso gentil il Volgo insano ;
Lo
crede infido a custodir l’Arcano, Che facile rice
ede infido a custodir l’Arcano, Che facile riceve, e presto scioglie.
Lo
dice avvezzo a tramutar le voglie, Capace di trad
(V. Bartoli Francesco) recitò con molto plauso le parti di Tartaglia.
Lo
vediamo il 1782 nella Compagnia di Giovanni Roffi
nel 1840 a’ Fiorentini di Napoli con Domeniconi, Guagni e la Pelzet.
Lo
troviamo nel 1845 a Parma in Compagnia Lipparini,
el parlare, dalla lentezza del muoversi, dall’ansamento del respiro.
Lo
vediamo per molti anni con Giuseppe Pellandi, col
re l’Italia sotto la direzione di Pietro Ferrari. » Così Fr. Bartoli.
Lo
vediamo arlecchino il 1795-96 nella Compagnia soc
la Contessa del medesimo autore : vi sostenne la parte dell’Ercolino.
Lo
vediam poi rappresentare un Paggiotto nel Gianfec
nella Compagnia della Tesi col fratello, con cui era sempre nel 1781.
Lo
vediamo l’ autunno del 1795 caratterista nella Co
l 1848 con la famiglia in Compagnia Lipparini, col ruolo di generico.
Lo
vediamo il '64 in quella di Zocchi, e il '65 nell
ettini Giovanni) e dovette tornarsene a dietro dopo due o tre recite.
Lo
troviamo nella quaresima del 1820 in Compagnia di
hera, non potrei citarne uno che avesse compiuto un corso di studi. »
Lo
vediamo il 1686 nella Compagnia del Duca di Moden
ttore accurato nei diversi ruoli di brillante, di padre e di tiranno.
Lo
vediamo in quest’ ultima qualità il 1836 con Luig
di primo amoroso, e un egregio capocomico, ora solo, ora in società.
Lo
vediamo il 1820 con Daniele Alberti, e il '21 con
Napoli, in un baraccone chiamato S. Carlino, nel largo del Castello.
Lo
troviamo nel 1770, nella Compagnia che, sotto la
l teatro di Tolentino giudica la compagnia di lui (1853) assai buona.
Lo
troviam nel 1858-59 caratterista in Compagnia gen
ia, fu pregiato capocomico e pregiato attore per le parti di tiranno.
Lo
vediamo in tal ruolo il 1820 con la comica Compag
anzonetta, che cominciava gnora luna, compose una commedia intitolata
Lo
sposalizio della signora Luna, alla quale accorre
rti d’ innamorato, e il Bartoli lo dice nel 1781 di freschissima età.
Lo
vediamo capocomico nell’ autunno del 1795-96 al S
Monti Tommaso. Bolognese, figlio del precedente.
Lo
vediam terzo amoroso nella Compagnia di Giuseppe
' dilettanti della città, poi passò a fare il comico intorno al 1722.
Lo
vediamo al S. Luca di Venezia insieme ad Argante
teneva in commedia la parte di secondo Zanni col nome di Truffaldino.
Lo
vediamo nel’ 58 a Roma, abitante nel distretto de
1865 nell’ elenco della compagnia paterna, per le parti ingenue.
Lo
vediamo il '75 secondo brillante, prima con Bozzo
mbiò continuamente dimora fino alla sua durata tra Dresda e Varsavia.
Lo
vediamo recitare il 1752 la doppia parte di Abeni
no Scenarj di comedie sottoscritti. (Beltrame, Supplica, Cap. XXXVI).
Lo
troviamo poi a Genova cogli Uniti il 1614. (V. Be
zia di Luigi Millo, rappresentata la prima volta il 4 gennaio del’95.
Lo
vediamo poi, l’autunno e carnovale ’95-’96, qual
Sacchi Felice.
Lo
chiamarono comunemente Felicino Sacchetto per dis
gio nella Compagnia di Antonio Rafstopulo, col quale stette più anni.
Lo
vediamo il triennio 1834-35-36 generico primario
olla nuova tragedia di A. M. Cuccetti (V.), che replicò per sei sere.
Lo
vediamo poi a Pavia il giugno del 1810, dove non
mplice generico in Compagnia Iob, accennano alle sue larghe promesse.
Lo
vediam primo attore il '47 con Torello Chiari, e
Afflisio (D’) Matteo.
Lo
troviamo fra i Cavalieri napoletani che l’ultimo
Buonamici Giuseppe. Attore fiorentino.
Lo
troviamo, il 1856, alunno della Scuola di Declama
o tragico e famigliare, e in cui restò fino al disciogliersi di essa.
Lo
vediamo poi il '60 e il '62 in tournée con la gra
Bernardini Ottavio. Romano.
Lo
troviamo, secondo una notizia di A. Neri (Fanfull
lle 20 scudi e resta al S. Carlino, per ordine del Re, fino al 1779.
Lo
troviamo poi nel 1796 primo attore della gran Com
e abbiano per norma i precetti dell’arte, e per modello la natura. »
Lo
troviamo gli anni comici 1795-96-97, brillante ne
e contro. Fu anche buon musicista ed esperto concertista di violino.
Lo
vediamo assistere il 20 agosto 1739 al seppellime
e l’ha rubato giovanissimo all’arte ed alla gloria !! Povero Giulio !
Lo
rammento sempre con affetto di sorella e con ammi
onar codici e pandette per l’arte comica, nella quale riuscì egregio.
Lo
troviamo il ’38 generico primario con Gaetano Nar
tenne con gran plauso le parti d’Innamorato sotto il nome di Leandro.
Lo
vediamo il 1593 nella Compagnia degli Uniti, al f
), il ’39 in un giardino fuori Porta Capuana, e il ’41 al S. Carlino.
Lo
vediamo poi al Nuovo il ’46, autor di libretti co
imo attore della Compagnia Perotti e Fini e di quella Goldoni e Riva.
Lo
vediam padre nobile e tiranno assoluto, il ’24, n
ocio, e da cui fu licenziato, dopo la prima sua comparsa in pubblico.
Lo
vediamo in capo a tre anni amoroso generico in Co
’ Austria. Il cane dell’ortolano, tragicommedia, da Mora de Mesqua.
Lo
schiavo del demonio, ovvero ilD. Giliz, opera. L
D. Ivan d’ Allarion. L' Anticristo, opera, da D. Gabriel del Dovel.
Lo
troviamo il 1647 a Roma, al servizio di Donna Oli
ore e come scrittore la stima di tutti e l’amicizia di Gaspare Gozzi.
Lo
vediamo il '55 alla Comedia italiana di Parigi, n
rime, che pubblicò in-12° a Lucca il 1760 per Filippo Maria Benedini.
Lo
vediamo il '66 in Compagnia di Pietro Rossi ; poi
Bianchi, il quale non finì certo la vita negli agi e nelle ricchezze.
Lo
troviamo agli ultimi del’700, conduttore di una C
ochi d’artificio, coi quali si recò in parecchie città della Francia.
Lo
vediamo in tale ufficio a Modena il 1758, dove im
o – tutti gli altri che ho veduto dopo, non furono che pallide copie.
Lo
stesso Bellotti Bon non lo potè arrivare. Il brav
do, genovese, recitava le parti d’innamorato sotto il nome di Orazio.
Lo
vediam sempre nella Compagnia del Duca di Modena,
odo; e pure essi eccedono ancor più nella stravaganza che nel numero.
Lo
spirito di controversia che animava il Luteranism
e opere di coloro che vi si motteggiano per lo stile e per la lingua.
Lo
scioglimento è che Prisciano uscito dalle mani de
figliuolo, Rodolfo. Fu il triennio '56-'57-'58 con Robotti e Vestri.
Lo
vediam poi con Giuseppe Peracchi, col quale stett
o Rosa, recitava al Teatro D’Angennes di Torino il carnevale 1819-20.
Lo
troviamo poi nel 1832 al Teatro Re di Milano, nel
erversare della bufera, mi abbandonai alla descrizione di Londra…. »
Lo
troviamo padre nobile, nel 1842, della drammatica
ie, ma con poco buon successo, essendo egli troppo noto come buffone.
Lo
dice il Bartoli uomo onorato, e ottimo marito. P
odo; e pure essi eccedono ancor più nella stravaganza che nel numero.
Lo
spirito di controversia che animava il Luteranism
e opere di coloro che vi si motteggiano per lo stile e per la lingua.
Lo
scioglimento è che Prisciano uscito dalle mani de
recciandosi e arruffandosi per modo da destare il più vivo interesse.
Lo
sviluppo è semplice e naturale : le scene di amor
623 compose tre tragedie la Silandra, l’Alcippo e le Gemelle Capuane.
Lo
stile è facile, ricco di concetti giusti, puro e
e non mi guarda in viso? Pir. Io so quel che vo’ dir; la cortesia
Lo
stringe teco, e meco il lega amore. Tras. Oh co
anche una commedia sino al genere più triviale e prossimo alla farsa?
Lo
spettatore avrà certamente desiderato in quel pun
à che invita a leggere, ed occulta ogni studio di seguir gli antichi.
Lo
stile in generale è nobile, naturale e vivace, be
mirabile e caro, ed ha tutti i pregi dell’ottimo personaggio tragico.
Lo
stesso suo amore con Despina contribuisce ad accr
iare il loro ragionamento, come se non potessero altrove proseguirlo.
Lo
scioglimento prodotto dal racconto di due donne d
cite in cotesta Città doppo le Feste della prossima Pasqua etc. etc.
Lo
troviamo poi nel’39 a Bologna, dove, secondo una
, compose tre tragedie, la Silandra, l’Alcippo, e le Gemelle Capuane.
Lo
stile è facile, ricco di concetti giusti, puro e
za, e non mi guarda in viso? Pir. Io so quel che vo’ dir; la cortesia
Lo
stringe teco, e meco il lega amore. Tra. Oh come
anche una commedia sino al genere più triviale e prossimo alla farsa?
Lo
spettatore avrà certamente desiderato in quel pun
un lodevole artificio di occultar ogni studio di seguir gli antichi.
Lo
stile in generale è nobile naturale e vivace, ben
mirabile e caro, ed ha tutti i pregi dell’ottimo personaggio tragico.
Lo
stesso suo amore con Despina contribuisce ad accr
re il loro ragionamento, quasi che non potessero altrove proseguirlo.
Lo
scioglimento prodotto dal racconto di due donne d
del I atto della Celestina. Alcuno l’attribuisce a Giovanni de Mena.
Lo
stesso Ferdinando de Roxas che la terminò, dice n
la loro mimica pertinacia, poltroneria, o paura di smascherarsi. a.
Lo
stesso assurdo si nota nel teatro spagnuolo, nel
ne la mimica pertinacia, poltroneria, o paura di smascherarsi. 129.
Lo
stesso assurdo si nota nel teatro Spagnuolo, nel
rebbe col nomignolo che gli venne da’fratelli d’ arte di Re Pausania.
Lo
stesso Costetti, lodatore cordiale del Colomberti
a nessuno dei primi attori che sin oggi hanno rappresentato Goldoni.
Lo
stesso Paolo Ferrari che me la pose in scena, mi
tre monete dovendo comperare della roba, che mi sarà necessarissima.
Lo
prego di scusare l’incomodo ; Mille è mille salut
basterebbe anche a me ! ma c’è ancora del fosforo ne' lombi miei…. »
Lo
credo io ! E Le auguro, o meglio, auguro a me e a
he non ogni favella, non ogni tuono di essa è proporzionato al canto.
Lo
sono unicamente quelli che hanno inflessione chia
ti seco un significato da per se che non si confonda con verun altro.
Lo
sono i tuoni variati e distinti o per la loro gra
rado di voce non potrebbe divenir oggetto d’imitazione per la musica.
Lo
sono gli accenti che formano il tuono fondamental
e cotal movimento, avrà un tuono fondamentale che le serva di regola.
Lo
sono finalmente tutti i tuoni analogi al fondamen
iffatti bei concettici graziosini, piccinini, tuttti pieni d’amorini.
Lo
stesso dico delle similitudini posticcie attaccat
acconciamente innestare le massime filosofiche nel corpo dell’azione.
Lo
spettacolo altresì ha gran luogo ne’ suoi componi
ema dell’opera seria per il poeta, per l’attore e per il compositore.
Lo
è per il primo mercè la gran copia che gli sommin
ran copia che gli somministra di caratteri o sia di natura imitabile.
Lo
è per il secondo a motivo della più facile esecuz
come perché ritrova ovunque originali da poter agiatamente studiare.
Lo
è per il terzo a motivo della ricchezza delle mod
; Domenico Orsatti, Domenico Bononcini, e Ambrogio Brollio, solo 600.
Lo
stipendio era pagato a quartali anticipati. Pare
olata da Massimiliano Emanuele alla sua splendida Corte di Bruxelles.
Lo
troviam poi nel 1699 a Vienna ; nel 1702 in Augsb
sino al 1640 si disputava ancora se dovessero per sempre rigettarsi.
Lo
stesso Pietro Cornelio nel 1634 nella prefazione
, come abbiamo da una lettera in versi del 21 aprile 1668 di Robinet.
Lo
stesso Robinet in altra lettera dell’ 8 marzo 167
secolo xvii, recitò le parti di secondo Zanni col nome di Trivellino.
Lo
troviamo il 1681 a Venezia, donde a un segretario
ti membra assidera Dell’egra etade il gel, E gli occhi immoti fissano
Lo
scoperchiato avel !…
er allestire una buona serie di piatti dolci e di piatti di famiglia.
Lo
sciagurato vecchio è morto a Verona la mattina de
ella sua vita artistica, il quale fu, a detta del Costetti, glorioso.
Lo
ricordo nel secondo, in cui, nonostante certi dif
el '77 Alfonso d’Este ne sollecitava il passaporto per tale ufficio.
Lo
vediamo il '79, Pantalone a Londra, non sappiam s
atto solo de’ ventuno che n’ebbe nel seguente secolo per altra manoa.
Lo
spirito di apologia nemico della verità e del mer
’atto primo della Celestina. Alcuno l’attribuisce a Giovanni di Mena.
Lo
stesso Fernando de Roxas che la terminò, dice nel
a il 10 maggio del ’79 per recarsi in Italia e precisamente a Padova.
Lo
troviamo il 1584 nella Compagnia degli Uniti, com
bandiera di monsignor Domeniconi, placida vittima della tua tirannia.
Lo
rimpiangerai…. ma io già non credo che tu voglia
er voler troppo gradire, smaniosi, e diedero nella caricatura. [3.4]
Lo
sceneggiare che chiamasi muto è altresì una parte
liore, ma in eseguire ciò che vi ha di più straordinario e difficile.
Lo
studio delle maggiori difficoltà della musica dee
t. Tiberii c. 40. a. Vedi il libro III delle Storie di Erodiano. b.
Lo
stesso Erodiano libro V. a. Vedasi il Dizionario
. Calig. c. 55. a. Suetonio nella stessa Vita di Caligola c. 33. b.
Lo
stesso biografo nella Vita di Vitellia c. 12. c.
sibile raro o troppo metafisico a persuadere e chiamare l’attenzione.
Lo
spettatore ad ogni finta particolarità corre di v
usa ancora, rinovando così L’affettuosa contesa di Olinto e Sofronia.
Lo
scioglimento avviene senza violenza per la volont
ndo un possibile raro o troppo metafisico a persuadere e interessare.
Lo
spettatore ad ogni finta particolarità corre di v
sa ancora, rinnovando così l’affettuosa contesa di Olinto e Sofronia.
Lo
scioglimento avviene senza violenza per la volont
ie cinesi, ma delle alemane, spagnuole, e inglesi del secolo passato.
Lo
stile delle commedie turche é sommamente osceno;
ovimenti era tanto apprezzata, quanto la trovata di un motto arguto….
Lo
stesso Fiorilli, il famoso Scaramuccia, è ricorda
etto, non lo era meno della parola. Non gli sfuggiva un monosillabo !
Lo
ricordo nei Borghesi di Pontarcy di Sardou ! Dist
Ella se le prese, pianse, e si fece venire le convulsioni. Che più ?
Lo
stesso suo amante, il nido della tolleranza umana
di soli quarantadue anni del suo vivere, ne impedi il pieno trionfo.
Lo
secondarono con debolezza alcuni scrittori; ma in
di soli quarantadue anni del suo vivere, ne impedì il pieno trionfo.
Lo
secondarono con debolezza alcuni scrittori, ma in
di accusarlo. Il servo raggiratore, astuto, con sogghigno derisorio.
Lo
sciocco lo pronunzia interrotto da singhiozzi, e
à di ferro, e ad un rispetto di sè e del pubblico, direi incredibile.
Lo
stesso fervore di una prima rappresentazione noi
ach per alcun tempo continuò a condur Compagnia con relativa fortuna.
Lo
rivediamo l’estate del '63, del '66 e del '74 in
affatto la bontà affettuosa e la gentilezza squisita dell’animo suo.
Lo
ammirai prima come autore che come attore : dopo
corriere di Strasburgo non sarebbe giunto che il dì dopo. Come fare ?
Lo
sciagurato giovane si rivolse a un piccolo alberg
lla descrizione dell’ Italia, dove parla del Ducato di Spoleto. 159.
Lo
stesso Alberti chiama teatro ancor l’edificio che
. Suetonio in V. Aug. c. 45. 174. Suetonio in V. Calig. c. 55. 175.
Lo
stesso in V. Calig. c. 33. 176. Lo stesso in V.
uetonio in V. Calig. c. 55. 175. Lo stesso in V. Calig. c. 33. 176.
Lo
stesso in V. Vitel. c. 12. 177. Erodiano nel lib
odoro lib. IV, ep. 51 scritta da Teodorico al Patrizio Simmaco. 185.
Lo
stesso lib. IX, ep. 21 scritta da Atalarico al Se
n nani di mano in mano che si fanno innanzi ed all’occhio più vicini.
Lo
stesso è delle comparse, che non si vorrebbon mai
té de la musique, art. XIV, dans une note. 53. [Nota d’autore n. 14]
Lo
scrittore del presente saggio possiede un grosso
sino al 1640 si disputava ancora se dovessero per sempre rigettarsi.
Lo
stesso Pietro Corneille nel 1634 nella prefazione
Giovanni Paisiello di Taranto cui si segnalarono 4000 rubli di soldo.
Lo
seguì il napoletano Cimarosa che vi fu applaudito
Vismara, il Dones, lo Zuanetti, il Baraldo, la celebre Polvaro, ecc.
Lo
vediamo in quest’ anno citato nella sentenza del
lle sia stato appurato anzi costretto non ostante a pagare, ecc. ecc.
Lo
vediamo, assieme alla matrigna, la Scalabrini, ma
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