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1 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « LETTERA » pp. 3-14
iamo a respingere, come ci diamo a credere, con bravura l’avversario. Io sento essere la mia macchina ben lontana dallo sc
rio, che fa quivi distinguere la persona costumata da chi non è tale. Io suppongo simile gusto, e temperanza nell’erudito
forse a questo nome noi appiccheremo idee almeno in parte dissimili. Io non so com’Ella ne pensi. Per me stimo, che quest
’innamori di un Turbante? Ed Ella come l’intende? Della stessa guisa? Io lo desidero: così terminerebbero le liti, ed amer
i altro che non vi nacque, la miri con indifferenza, o peggio ancora. Io al contrario pretendo, non solo di amare la Lette
al Trissino? E che specie di amore è il vostro?” Oh quì stà il punto! Io amo la Spagna colla Letteratura che l’adorna, ma
2 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO IV. Teatro Lirico Francese, e suoi progressi per mezzo di Lulli e Quinault. » pp. 59-74
; i voti miei fur questi, Così bel nodo i strinsi, i vostri amori Io secondai . . Ah de’ tuoi dì felici Questo il pi
man che un momento, Il simular che giova il suo tormento? Sangar. Io fremo; il mio timor deh rassicura, Ati, per qua
Ati. Tu stessa Condannarmi dovrai, Morir mi lascerai. Sangar. Io ? per salvarti Tutto armerò tutto il poter supre
Ciò che pianger tu dei È che mi perdi, e l’idol mio tu sei! Ati. Io ? ciel che ascolto! M’ami tu, mio bene? Sangar.
mi tu, mio bene? Sangar. T’amo, e lo stato tuo peggior diviene 20. Io convengo co’ Francesi che questa scena sia sì bel
e, e fatta tormentare dall’Erinni d’ogni maniera. Giove intercede per Io , e giura al fine di non amarla più purchè cessi d
rchè cessi di patire. Giunone caccia allora la furia nell’inferno, ed Io sotto nome d’Iside diventa immortale. Vi si vede
na, d’ Argo in pavone. Pur vi si osserva una bella scena di Jerace ed Io . L’amante si lamenta della di lei freddezza che g
3 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO II. Pastorali Italiane del XVII secolo. » pp. 274-291
il bacio. Indi con fioca voce Non so se pur dicesti, Ben venga Clori. Io non ti udii già dir come solevi, Cloride vita mia
ita mia. Poi ti se’ data a gir d’intorno errando Torbida e lagrimosa. Io ti seguo, e tu fuggi: Io ti parlo, e tu taci: Io
a gir d’intorno errando Torbida e lagrimosa. Io ti seguo, e tu fuggi: Io ti parlo, e tu taci: Io ti miro, e tu piangi: Sì
Torbida e lagrimosa. Io ti seguo, e tu fuggi: Io ti parlo, e tu taci: Io ti miro, e tu piangi: Sì m’odii forse? o ingrata
, Che qual tu pur ti se’ perfido e crudo, E forza, oimè! ch’io t’ami; Io t’amo, e se per altro Non t’è caro il mio amor, c
uennale, in cui si gareggia col canto per acquistare una bella Ninfa. Io non conosco pastorale veruna de’ secoli XVI e XVI
4 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO II. Pastorali Italiane. » pp. 131-143
. Indi con fioca voce Non so se pur dicesti, Ben venga Clori. Io non t’udii già dir come solevi, Cloride vita mi
a. Poi ti se’ data a gir d’intorno errando Torbida e lagrimosa. Io ti seguo, e tu fuggi: Io ti parlo, e tu taci:
d’intorno errando Torbida e lagrimosa. Io ti seguo, e tu fuggi: Io ti parlo, e tu taci: Io ti miro, e tu piangi:
a e lagrimosa. Io ti seguo, e tu fuggi: Io ti parlo, e tu taci: Io ti miro, e tu piangi: Sì m’odii forse? o ingrat
qual tu pur ti se’ perfido e crudo, E’ forza, oimè, ch’io t’ami; Io t’amo, e se per altro Non t’è caro il mio amor,
quennale, in cui si gareggia col canto per acquistare una vaga ninfa. Io non conosco pastorale veruna de’ due precedenti s
5 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Mantoua li 16 Dicembre 1678. » pp. 127-128
ella sua uita. Se l’A. V. non lo soccorre di quanto accena nella sua. Io in tempo della sua malatia ho impegnato ogni cosa
siderare alla prudenza di V. A. S. in che labirinto stiamo tutti dui. Io ho procurato di dare la sigurtà all’ Hoste d’ un
S. et per queste parole fu datto ordine espresso che fosse carcerato. Io ho saputo che si uogliono dare li tormenti per fa
6 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosettimo, ed ultimo »
impossibile il ravvisarli. Pure a ciò sono diretti i miei tentativi. Io presento a’ musici la rettorica della musica, e q
sere conosciuti nella guisa stessa ch’essi conobbero la bella natura. Io non riguardo adunque la musica, se non come un’ar
colla natura, e gli esempi miei colle osservazioni degli antichi. [5] Io debbo qui avvertire, o Signore, che la legge dell
varietà e dell’irregolarità frequente del ritmo della musica antica. Io non poteva far conoscere a nostri musici tutti i
e della espression musicale, ch’è fuor d’ogni dubbio la più vigorosa. Io voglio adunque persuadere a’ nostri musici quanto
e l’attenzion loro all’energia de’ piedi onde ogni parola è composta. Io addito loro i moltissimi vantaggi che ne trarrebb
e de’ modi un’idea così ben fondata che giammai li confusero insieme. Io so che rigorosamente parlando v’hanno due modi, i
uenza e in cui mostrerò a qual grado di perfezione essi salirono. [8] Io applico alla melodia quel riposo di cui son tanto
isavventura dalla maggior parte de’ nostri artisti anche più celebri. Io osservo che nella musica più che in ogni altra ar
alla noia insopportabile d’una continua e non mai interotta dolcezza. Io farò che tutto ciò comparisca più evidente per me
n suppongasi la cognizione, e l’uso dell’armonia presso agli antichi. Io convengo nientedimeno che le nostre idee su tale
più alla musica istrumentale, non convengono per niente alla vocale. Io distinguerò i luoghi di cui l’uso savio e moderat
i dello spirito e della ragione devono preferirsi a quelli de’ sensi. Io parlerò poscia delle più intime squisitezze dell’
e lo strumento, e le vie prese da ciascuna delle arti per riuscirvi. Io fo qualche motto in appresso del mezzo principale
rdinario non fa che moltiplicare inutilmente i trattati, e i sistemi. Io ho voluto tanto più applicarmi all’esame di quest
7 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »
città da Domenico Lovisa in forma di dodici, e senza data dell’anno. Io però so, che fu il 1709. »
8 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
Aretino ne’ suoi ragionamenti, già riferite dal D’Ancona (op. cit.) : Io mi rido d’uno che lo dimandavano il figlio di Cia
9 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article »
accenna il De Sommi, là dove dice nel terzo dialogo sui recitanti : «  Io mi ricordo averne veduti di quelli, che ad una ma
10 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 690
ui dedicò studi speciali, e dov'è anche oggi, maestra di recitazione. Io l’ebbi compagna tra' filodrammatici il '75, e la
11 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 513-514
ntare un buon artista ; fu anzi mediocre attore, ma onestissimo uomo. Io nacqui a Zara, capitale della Dalmazia, nel 1832.
etterato padovano, seguì sempre suo marito nella sua nomade carriera. Io venni al mondo in tristissimi tempi, ed educato a
12 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 260-262
ederle con tanta esattezza, con tanta verità e spirito rappresentate. Io le ho trovate si ben dirette, che nulla mi resta
a da suggerire. Il Direttore di esse è il più bravo attore del Mondo. Io ne sono contento e deggio rendergli pubblicamente
13 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « LETTERA DELL’AUTORE ALL’EDITOR VENETO » pp. 1-9
si che con felicità o troviamento si danno nelle rispettive carriere. Io condussi la Storia de’ Teatri sino a’ tempi pross
ati argomenti si gonfia e gli fa per qualche istante parer gigantoni. Io però non chiudo in seno un cuore così pavido e pu
iscuote un apparente rispetto, vien lasciata languire nell’indigenza. Io adunque di bel nuovo mi occuperò della mia storia
14 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
lgò questa taccia, che era troppo freddo, perchè mai diceva oscenità. Io rispondo che l’ esser troppo freddo non è errore
15 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO I. Teatro Tragico Italiano. » pp. 228-273
la consenti, perchè di sposo Disse che avea bisogno, e non di amante. Io promisi sposarla. Maar. Io promisi sposarla.h ch
Disse che avea bisogno, e non di amante. Io promisi sposarla. Maar. Io promisi sposarla.h che facesti! Ann. E fui con es
Se non come consorte e come sposo. Maar. E tu le promettesti? Ann. Io le promisi. Maar. Ma con che mente? oimè! Ann. Co
attener sarà che dall’opposta Parte, per altre scale e per altr’uscio Io mi condurrò fuor di queste mura. Se questa chiam
iascuna stimandosi la prediletta. Vedasene questo squarcio piacevole. Io so (dice Trasilla) di avere in mano il cor di Ann
avere in mano il cor di Annibale che tu credi essere ne’ tuoi lacci. Io so più di te, dice l’altra, 240 Mentre so ch’A
Ei parla meco ognora E ride e scherza, e non mi guarda in viso? Pir. Io so quel che vo’ dir; la cortesia Lo stringe teco,
ichiari qual di esse egli ami. Il generale senza scomporsi risponde: Io rendo ad ambedue l’amor che debbo. Io pareggiate
rale senza scomporsi risponde: Io rendo ad ambedue l’amor che debbo. Io pareggiate v’ho con le parole, E senza alcuno ind
per lei; ma patetico è il congedo estremo che da lui prende Merope: Io vado e nulla meco Porterò di più nobile e più deg
16 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 541
sse, avrebbe mai rovinata la compagnia in un posto di terzo amoroso ? Io sono di lui contento, Roma lo ha stimato e lodato
17 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 752
dissensioni chè sono continuamente in essa ; Dio nè liberi i Turchi ; Io uò sopportando perchè il Sig.r D. Alfonso me lò v
18 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO I. Teatro tragico Italiano. » pp. 98-130
onsentì, perchè di sposo Disse che avea bisogno, e non di amante. Io promisi sposarla. Marb. Ah che facesti! An. E
Se non come consorte e come sposo. Maar. E tu le promettesti? An. Io le promisi. Maar. Ma con che mente, oimè? An.
er sarà che dall’opposta Parte, per altre scale e per altr’uscio, Io mi condurrò fuor di queste mura. Se questa chi
iascuna stimandosi la prediletta. Vedasene questo squarcio piacevole. Io so (dice Trasilla) d’ avere in mano il cor d’Anni
’ avere in mano il cor d’Annibale che tu credi essere ne’ tuoi lacci. Io so più di te, dice l’altra, Mentre so ch’Anniba
rla meco ognora, E ride, e scherza, e non mi guarda in viso? Pir. Io so quel che vo’ dir; la cortesia Lo stringe tec
hiari qual di esse egli ami. Il generale senza scomporsi risponde: Io rendo ad ambedue l’amor che debbo. Io pareggiat
senza scomporsi risponde: Io rendo ad ambedue l’amor che debbo. Io pareggiate v’ho con le parole, E senza alcuno i
er lei; ma patetico è il congedo estremo che da lui prende Merope: Io vado e nulla meco Porterò di più nobile e più d
19 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
nobili in genere, come il Chiesa gli dicesse un giorno in Firenze : «  Io ebbi in Francia il mio primo figliuolo, e fu tenu
20 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 4
), e buona amica di Gustavo Modena, che nell’album di lei scriveva : Io nacqui morto, cara signora, e tale fui giudicato
21 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VI. Tragici Spagnuoli, secondo il Signor Lampillas, negletti, o censurati a torto dal Signorelli. » pp. 43-68
mille Tragedie, per non riportarne infine altro titolo che di Comico! Io credo, Signor Lampillas, che potremo per lo megli
sulle favole del Malara che non esistono, nè si sa che cosa fossero? Io cedo volentieri questo campo agli Apologisti.
ime le Tragedie di quel secolo che possano pregiarsi di altrettanto?” Io credo, Signor Apologista, che non sieno moltissim
i, a pigione; e che vi abbia del gran tratto dal fare al contraffare. Io del Torrismondo, oltre all’averne rilevati i preg
, e si diffonde in sette pagine e mezza nella difesa di quest’ultima. Io non vi trovo, egli afferma, i pretesi gran difett
me è risorta per gire al Cielo, e domandare all’Uditorio il Plaudite? Io non disapprovo la preghiera del Padre e della Mad
gici protagonisti. Forse perchè ha lodata la imparzialità del Sedano? Io adotto la imparzialità di chi non indora i difett
rues attribuisce alla Nazione Assira le Vergini Vestali della Romana. Io non rapporto ora nè gli altri assurdi, nè la fals
olo, e il Virues compose la sua Tritragedia. Oh caro Sig. Apologista! Io auguro alle Scene Castigliane, che tosto giunga l
22 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 745-749
scritto che le maschere in genere oggi non han più ragione di essere. Io credo che se invece di invadere un campo non loro
so prendo un bosso, e t’abbasso nell’ abisso a suon di basso e busse. Io non beffo, goffo, buffo, se ti azzuffo per il ciu
itto o putto, non cito il petto. Eccetto il ratto mi accingo a tutto. Io mi batto fuor nell’atto fino all’otto ; mi ci met
23 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 245-250
e che in me venga meno l’ammirazione che riscotete da tutta l’Italia. Io dirò sempre che siete una moglie virtuosa e una g
zione il suo dev.mo servo G. B. Niccolini. E in altre ancora : ….. Io godo della vostra riputazione più che della mia :
ata a forza d’ipocrisia e da cui è contento di farsi mangiare il suo. Io ho fatto il contrario, e mio marito non ha potuto
24 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Avvertimento al lettore per la presente edizione »
fra i suoni; in una parola, della sua parte matematica o dottrinale. Io senza inoltrarmi in così spinose ricerche ho cerc
25 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 56
. Convien pur dir, ch'ei sia di quella razza ch' Argo ingannò perch' Io dappoi gl’invole ; oppur del ceppo della scaltra
26 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 629-630
ilodrammatica, degno successore di Pietro Andolfati e di Augusto Bon. Io ho qui sott’occhio la prolusione alle sue lezioni
27 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 550-553
par vedervi sopra la scena farvi schiavi quanti vi veggono et odono. Io sento fin qui il rumore dello applauso che vi dan
ttere dirette, e dei fatti che in esse son descritti, non è risoluta. Io , anche di fronte a nomi di persone reali, le une
28 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 728-730
ccolte da voi, traggon l’onore d’ir coll’aquile vostre alzando l’ali. Io , che fra l’ombre osai trarle alla luce, gran Ferd
anti, e siete voi quel Duce, per cui splende Virtù negli altri Eroi. Io ho veduto soltanto il Romolo, opera scenica di Pi
29 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1009-1013
ico. Era stata radiata dal repertorio, e le parti ne furono bruciate. Io (che non avevo mai salito un palcoscenico, e usci
ili e intelligenti, avrei bene di che soddisfare al mio amor proprio. Io direi che ho più fatto io, al cominciar della mia
30 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 164-168
ra essi vn gran disparere, però hanno bisogno della presenza vostra ; Io galantamente rispondo, che per fargli seruitio so
dice odi l’altra parte, chiamo Gioue ; lui mi viene innanzi, e dice : Io sono stato il fondatore di Bologna ; e poiche M.
acciata canaglia, che mi vogliate leuar la gloria delle mie fatiche ? Io hò fabricato Bologna di mia mano, e molto prima,
l nome lo prese da me, e non da voi (come falsamente andate dicendo). Io , io fui quella che spalancata la mia larga botteg
31 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO IV. Numero delle Tragedie Spagnuole de’ Secoli XVI., e XVII. » pp. 20-25
delle nostre, son poche le ben regolate; è risposta data a proposito? Io dico: Voi avete poche Tragedie (regolate o sregol
cinquanta i Letterati di nome che hanno composte Tragedie in Italia. Io penso che esse ascendano a un centinajo e mezzo;
32 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 609
del moroso Camerani…. Ma per la donna ? Chi aveva da fare la serva ? Io stimo la signora Catrolli, ma questa parte non è
33 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 392
; eccovi aperto Vasto campo al valor ; dell’arti mie Fate qui prova ; Io non vi guido al varco D' incognita region ; del p
34 (1715) Della tragedia antica e moderna
ran studio che mi costano queste apparenti negligenze delle tragedie. Io vi credo assai saggio per capire come debba parla
osità: «Saprei volentieri in qual metro sieno le tragedie di Gravina. Io vorrei vedere cotesti greci metter in scena una t
di leggere le tragedie del Gravina colla descrizione che me ne fate. Io era persuaso che si darebbe nel secco, come ci da
idamente confessata in una lettera a Ubertino Landi del giugno 1714 (« Io vorrei essere a Parigi ora che mi riesce un po’ i
ta de’ forestieri, secondo le greche autorità che porta il Bulingero. Io tutto ho scritto all’amico, insinuandogli il non
a che a monsignor Aldrovandi l’avea generosamente conceduta. [1.6ED] Io , che per uso talvolta mi sottraggo dalla conversa
 — potrò da qui avanti deridere chi ascolto sì ben ragionare? [1.9ED] Io confesso che cotest’abito del tuo corpo, che altr
stesso Aristotile: «Costui molto dice, ma niente prova.» — [1.16ED] —  Io — replicò egli — ho voluto privilegiarti, prefere
nte che uno sciocco arriverebbe a sperare di più non morire. [1.19ED] Io , seguendo in ciò l’arte sua, ne perfezionai un’am
l mio destino non mi trascinasse inevitabilmente alla fossa. [1.31ED] Io ti giuro che più d’una volta ho pianto amaramente
altra gloria che quella del somigliarli come ombra corporea. [1.41ED] Io mantengo che costoro sono pazzamente invidiosi de
che vedo pochissima differenza fra l’età vostre e le nostre. [1.55ED] Io non voglio correre per gli esempli perché altro c
secolo, appellando al giudicio di una più saggia posterità. [1.67ED] Io pretendo che il mio esemplare infallibile siano n
de’ tuoi scultori, de’ tuoi dipintori e de’ tuoi architetti. [1.77ED] Io , quanto alla pittura, so che avrei molto che dire
la pittura e l’architettura, così ancor lo fosse la poesia. [1.80ED] Io ti proverò bene l’imperfezion delle prime colle i
nostra colpa, rispondi al Tassoni e mi quieto; ma stenterai. [1.83ED] Io non voglio dilungarmi ora sui tragici, ma so che
mesi, com’egli scrive: e senza pregiudicio della cattedra. [1.100] Io nondimeno, benché non mi nomini espressamente, gl
in vendetta di quanto hai contra me scritto nella Poetica. [1.106ED] Io passo dunque sotto silenzio il giudicio, rimetten
secondo le loro opposte passioni, agevolmente sbilanciano. [1.119ED] Io perciò tornoti a dire: bisogna rappresentarle a’
e così semplice e naturale non potrà dilettar altrettanto. [1.134ED] Io non voglio paragonar qui la tragedia con la comme
ngon l’esempio delle greche tragedie e ancora delle franzesi. [2.5ED] Io nondimeno sempre sono stato di sentimento che l’u
tuccherebbe e svoglierebbe affatto gli stomachi ed i palati. [2.39ED] Io , avvegnaché filosofo, ho dato molto all’esempio,
medesimo la spiega Virgilio, che che ne dicano i semidotti. [2.83ED] Io so che al tempo del mio gran re53 presedeva io al
alle vostre, ma, col dovuto riguardo a’ tempi, bastevolmente vistose. Io dunque ho veduto rappresentare l’Aiace, l’Edipo c
o Coloneo, che tanto piacque al grande Alessandro e a tutta la corte. Io feci aprirne la rappresentazione in una satirica,
alla doviziosa poppa io alla miserabil prua della galera. — [2.130ED] Io volea replicar qualche cosa, ma postosi il dito a
simiglianza in chi rappresenta e più diletto in chi ascolta. [3.16ED] Io (poiché ho cominciato a parlar di me) seguendo in
to della verità quando per Aristotile venga abbracciato. — [3.29ED] —  Io ti ricordo — replicò il vecchio — che nacqui grec
, purché ciò sia a condizioni il più che si può ragionevoli. [3.31ED] Io rammento che nell’Aiace di Sofocle questo sfortun
troppo si oppone alle massime costitutive degli accennati caratteri. Io paragono l’ira a colui che, non avendo fortune co
vedere nella reggia di Ponto più che mai tremendo a’ Romani. [3.72ED] Io l’ammiro, ma se il tuo diletto Racine, nell’atto
moderni, né in quello che tu perseguiti negli antichi. — [3.88ED] —  Io non vorrei invanire — soggiunsi — di qualche stud
te si purgan gli affetti degli ascoltatori della tragedia. [3.100ED] Io non intendo quella frase del purgare il mal col m
risposi — e tanto maggiormente io l’approvo quanto che son bolognese. Io vanto un monarca che nel maneggio delle cose cele
ente vien regolato. [4.29ED] Alla qual richiesta risposi: [4.30ED] —  Io veramente all’udirlo non ho trovata cosa che me l
bbia eccitato sì gran rumore ne’ letterati della mia patria. [4.31ED] Io temeva bensì di qualche fracasso, ma non di quell
questa parte i miei giudici men passionati che ragionevoli. [4.32ED] Io già prefisso mi era che avrebbero riso di mia pre
lo stesso. [4.66ED] Dunque il verso italiano rimato è verso. [4.67ED] Io crederei che tu mi dovessi tutto concedere quando
, tanto solleticavami il mio ragionare, perché soggiunsi: [4.82ED] —  Io ti prometto, Aristotile, di affatto disdirmi in t
ndo ci asterremo dall’artificio palese di questa rima. — [4.106ED] —  Io — replicava l’Impostore — ti ho detto altre volte
i e il Maffei, per non fare un catalogo di tanti altri. — [4.131ED] —  Io non intendo di scemar la gloria a costoro — ripig
greca conviene la quantità, così non ben conviene la rima. [4.147ED] Io ho ultimamente letto le dotte Considerazioni into
a Ragion civile, lasci in pace a’ poeti la Ragione poetica. [4.157ED] Io lo conosco più che non credi, né vo’ trovargli il
izioni, della qual cosa egli avvistosi e quasi adiratosi: [4.181ED] —  Io non pretendo — mi disse — che tu distingua se io
icerone del secolo. — [4.200ED] Ma a questo il Filosofo: [4.201ED] —  Io mi credea che per ragione di cerimonia tu dovessi
ore de Totis, per dare la dovuta lode anche a’ defonti. — [5.36ED] —  Io lo voglio accordare — replicò quegli — ma ben mi
delle parole e della poesia, e sostengo sinceramente che no. [5.57ED] Io provo che, mentre di nottetempo ascolto uno e più
necessarie per lo poggiare o per lo scendere della macchina. [5.83ED] Io ne ho conosciuti di questi caricatori (così voi l
on franchezza all’intrecciamento ingegnoso degli Spagnuoli. [5.114ED] Io non dico che tu debba ommettere affatto il verisi
ttar dello stile, che riesce più confacevole al melodramma. [5.180ED] Io credo che a questo qualunque componimento conveng
pression, talché non riusciran poi adattabili alla seconda. [5.196ED] Io dunque stimerei sempre meglio il permettere che i
ficare quel poco che dalle loro operazioni si può esiggere. [5.206ED] Io pure era di questa opinione allora che abbozzai l
tra arrivato, avreste veduto mutata affatto una sì ingiusta sentenza. Io concedo che la tragedia sia soggetta a molte diff
ato a legar due azioni in quarantotto libri de’ suoi poemi. [5.209ED] Io vedo che Sofocle molte ne ha fatte, molte Euripid
ggiamo non confrontano perfettamente con l’idea che ne dai. [5.211ED] Io ti replico che nessun’arte arriverà mai all’idea,
h figlio — replicava Aristotile — nel condannar le nazioni. [5.218ED] Io teco mi accordo, siccome ho detto di sopra, che m
gio delle Tuillerie all’ultima scena del nostro ragionamento. [6.2ED] Io mi assisi intanto alla mensa co’ due degnissimi p
r dell’Italia; massime quando le rappresentazioni son prosa. [6.24ED] Io qui non intendo di paragonare i recitamenti delle
tragedia, contentandovi de’ concerti soli degl’instrumenti. [6.49ED] Io veramente non so in questo approvar quello che ve
non si denno recitare altrimenti) lodevolmente declamerete. [6.52ED] Io crederei poterti bastare la mia testimonianza per
de’ concavi rami, che riflettevano sonoramente le voci. — [6.61ED] —  Io rimango pago — qui ripigliai — delle ragioni e de
ione della tragedia un troppo naturale regolamento di voce. [6.70ED] Io non credo di aver teco a contrastar dell’azione,
ntinuata, incerto che potesse esser ben ricevuta dal nostro uditorio. Io mi sono lusingato di bene ed ho voluto farne espe
oloro che poco distinguevano i principi dalla plebe. Ma resti in voi. Io non ne posso giudicare, ma camino col giudicio de
35 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO VII. Teatro Lirico Francese, e suoi progressi per mezzo del Lulli, e del Quinault. » pp. 245-266
ete; i voti miei son questi; Così bel nodo io strinsi; i vostri amori Io secondai, … Ah de’ tuoi dì felici Questo il più g
none fatta tormentare dall’Erinni d’ogni maniera. Giove intercede per Io , e giura al fine di più non amarla purchè l’infel
lice cessi di patire. Giunone caccia allora la furia nell’inferno, ed Io sotto il nome d’Iside diventa immortale. Si osser
pina, di Argo in pavone. Pur vi si trova una bella scena di Jerace ed Io . L’amante si lamenta della di lei freddezza che g
36 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Piacenza li 4 marzo 1640. » p. 287
che vogliano troncate tutte le dilazioni spedirgliela per giustizia. Io lo faccio con la presente, e m’ assicuro che l’A.
37 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO III. Teatri Orientali. » pp. 23-39
collezione di un centinajo di drammi scritti nella dinastìa di Yuen: « Io sono Tching-poei, mio padre naturale è Tun-gan-cu
sua liberatrice» «Sac. Perchè ti affliggi, o caro, alla mia partenza? Io ti allevai allorchè perdesti la madre poco dopo d
aico, Grorgi un alfabeto Tibetano, ed il Bajero un dizionario Cinese. Io rimandai al prelodato Catanti le sue commedie Cin
38 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 163-168
, furon tali ch'esso d’allora innanzi s’intitolò dal nome di Alfieri. Io mando lo studioso alla lettura di quel saporitiss
i situazione, e di minute particolarità, in quell’ atto era perfetto. Io lo presi a modello in tutta quella difficilissima
39 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 945-946
nuovamente con Domeniconi il ’52, poi collo Stacchini e il Moro-Lin. Io la conobbi il ’71-’72 nella Compagnia di Fanny Sa
40 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 588
razia di poter mutare il portinajo del teatro. Serenissimo Principe, Io ho inteso i comandi di Vostra Altezza Ser.ma circ
41 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 88-136
. Mor. Ascoltato che mi avrai, promettimi vendetta. Aml. Perchè? Mor. Io sono l’anima di tuo padre destinata per certo tem
, benchè priva di lingua, sempre si manifesta quando meno si attende. Io farò che quegli attori rappresentino avanti di mi
mia debolezza e malinconia, per ingannarmi, e machinar la mia ruina!… Io acquisterò prove più solide; e la rappresentazion
ra timore che se egli venisse a morire, ella ne prenderebbe un altro. Io ? (risponde la regina) Io!… Che al tuo fato io so
sse a morire, ella ne prenderebbe un altro. Io? (risponde la regina) Io !… Che al tuo fato io sopravviva e d’altri Sposa d
oltissimo male, che è quello appunto che fanno gli esteri imparziali. Io tanto più di buon grado ne trascriverò qualche os
te senza esame, e senza ben ricucirle col rimanente del suo libretto. Io ne ho voluto accennare soltante quel che riguarda
tro dell’Italia, anzi contro della storia, del gusto e della ragione? Io ignoro quanti siensi approfittati del di lui cons
42 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO I » pp. 116-223
abile lo fanno, Che fur già mia delizia, gli si volgono in danno? Io fui che gliele infusi, che l’educai perchè esso
egni, cui egli mirar non dovea che con rispettoso silenzio (Nota II). Io auguro all’Italia e alla Francia molte tragedie c
h tosto Si voli, si ritenga l’infedele . . . Ah! che più indugio? Io stessa al lido, al porto Corro a provar ciò che
disegno di uccidere il di lui padre, e pretende ch’egli vi concorra. Io porterommi al tempio (ella dice nell’atto III), m
ude: Per vie diverse Congiuran ambe alla ruina mia. Ahi lasso! Io amo entrambe, una ch’è madre Benchè sia indegna
arattere non abbiasi esempio nè degli antichi nè de’ moderni tragici. Io però credo che fra gli antichi il Tieste di Senec
into di manifesta menzogna, di doppiezza, di odio contro di Alcimene. Io sono (dice egli stesso) e fui suo nemico e geloso
a nobili sono i sentimenti di Timandro e de’ figli. Dice il padre: Io come padre, Voi come figli alla diletta Atene
ubre velo: per le man traea Tutto sparso di lagrime un fanciullo. Io tento di fuggir ma non so dove . . In quello un
atasi il velo, ancor le belle Ma confuse sembianze a me scopriva. Io correr voglio a lei, ma ignota forza Or mi trat
valiere Durante Duranti che pubblicò in Brescia nel 1768 la Virginia. Io non preferirei questa tragedia nè all’Appio Claud
n parricidio io non potei; Ulisse mai non vidi, e lungi o estinto Io lo credei. Nè del tuo amor gli effetti Io potei
vidi, e lungi o estinto Io lo credei. Nè del tuo amor gli effetti Io potei paventar, che di soverchio La fe della ma
ib. T’intendo. Ah taci . . . . è ver, io sola, io fui l’ ardita, Io fui la scellerata . . . Ma l’amaro Suo simular,
del furore. Entro al tuo bujo un favorevol raggio Pur mi rilusse. Io vidi, e che non vidi? Vidi le stragi che in Ita
l comando. Alma non ho capace Di servitù. Dovunque nato io fossi, Io comandar dovea. L’utile nome Di libertà, che sì
ato mi addita utero e seno Di nera tabe ancor stillante e brutto. Io lo respingo, ed ei più fiero incalza, E col pet
venai, la piansi ancor. Non basta Per vendicarla? Oh venga innanzi? Io stesso Le parlerò .., miratela; le chiome Son
do rimedio . . . e sol rimedio . . . il sangue D’Atride . . . Eg. Io taccio. Cli. Ma tacendo il chiedi, ed avendol
he segue ben dimostra di essersi fra lor perfettamente intesi: Cli. Io di Cassandra ancella? Io di te priva? Eg. Atrid
essersi fra lor perfettamente intesi: Cli. Io di Cassandra ancella? Io di te priva? Eg. Atride il vuol. Cli. Atride
43 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 199-200
ell’onore di lei, dice il seguente monologo : Ecco giuocato il tiro. Io mi voglio vendicar di costoro. Dell’uno (Lucca) p
44 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 549
i tutti voi mi lacera le viscere ; ma io non posso aiutarvi per ora…. Io sono più misero di voi, perchè ho la madre moribo
45 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 647
scrive alcune pagine soavissime degne del poetico soggetto (XIV-511). Io riporto quelle che ci descrivon gli ultimi tempi
46 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 664
po agl’istessi di far più studio e riuscire assai grati all’Vditorio. Io ho uoluto dar questo motiuo à Vostra altezza in s
47 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 150-151
le più alte cime, non ostante la esiguità della figura e della voce. Io , allora in sua compagnia, ricordo le magistrali i
48 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO I. Su i Teatri Spagnuoli sotto i Romani. » pp. 2-8
per Giunone una nuvola, per dimostrazione geometrica un’ asserzione. Io per verità fui più diligente del Velazquez, mento
e a’ precetti dell’ Architetto Latino; cioè di tre palmi e un quarto. Io tralascio qualche altra conformità di tale edific
49 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 438-443
olontieri. C’est…. c’est…. Mais tout le monde sçait cela. Colombine. Io non la so e vorrei ben saperla. Arlequin. C’est
ia ? Arlequin. E bene, giocaremo gli amori di Titus Empereur Romain. Io sarò Titus e voi Berenice. Colombine. Oh questa
50 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 718-721
a a teatro. Purtroppo questa combinazione non è per ora che un sogno. Io aspetto e spero. » E l’aspettazione e la speranza
è…. pochi artisti hanno come lui il privilegio di riempiere la scena. Io lo metterei subito, nella scena dialettale, accan
51 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 446-447
rto, come abbiam visto, nel ’40, e l’Orsola era moglie e non sorella. Io crederei trattarsi più tosto di un fratello di Fr
52 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 763-764
uale mi piace riportar le parole che indirizzò alla figliuola Lina il Io giugno del ’96. …… Fu un artista valoroso quanto
53 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 45
non convenienti al grado loro. E in quella del XXII (della Pace) : Io son venuto a darvi saggio di questa bell’opera, c
54 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 686-687
ali) : errore questo, sul quale non ricordo di aver letto correzioni. Io non conosco altra stampa fuor quella dello Zatta
55 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 1 pp. 2-271
di due ingegni grandi, cui egli mirar dovea con rispettoso silenzio. Io auguro all’Italia e alla Francia molte tragedie c
nar ? Ah tosto Si voli, si ritenga l’infedele… Ah ! che più indugio ? Io stessa al lido, al porto Corro a provar ciò che p
segno di uccidere il di lui padre, e pretende che egli vi concorra. «  Io porterommi al tempio (ella dice nell’ atto III) m
nchiude : Per vie diverse Congiuran ambe alla reina mia. Ahi lasso ! Io amo entrambe, una ch’è madre Benche sia indegna d
arattere non abbiasi esempio nè degli antichi, nè de’moderni tragici. Io però credo, che fra gli antichi il Tieste di Sene
onvinto di manifesta menzogna, di doppiezza, di odio contro Alcimene. Io sono (dice egli stesso) e fui suo nemico e geloso
ena nobili sono i sentimenti di Timandro e de’figli. Dice il padre : Io come padre, Voi come figli alla diletta Atene Don
Lugubre velo : per le man traea Tutto sparso di lagrime un fanciullo. Io tento di fuggir ma non so dove… In quello un pian
rciatasi il velo, ancor le belle, Ma confuse sembianze a me scopriva. Io correr voglio a lei, ma ignota forza Or mi tratti
valiere Durante Duranti che pubblicò in Brescia nel 1768 la Virginia. Io non preferirei quest’ultima nè all’Appio Claudio
ne Telgaste, e Baldèro che risolutamente dice al padre, Se il giorno Io da te non avessi, altro, tel guiro, Non cercherei
d’un parricidio io non potei ; Ulisse mai non vidi, e lungi o estinto Io lo credei. Nè del suo amor gli effetti Io potei p
non vidi, e lungi o estinto Io lo credei. Nè del suo amor gli effetti Io potei paventar, che di souverchio La fe della mad
dovea… Bibli T’intendo. Ah taci ! … É ver, io sola, io son l’ardita : Io fui la scellerata… Ma l’amaro Suo simular, quel f
o e del furore. Entro al tuo bujo un favorevol raggio Pur mi rilusse. Io vidi, e che non vidi ? Vidi le stragi che in Ital
Vieni meco, Anagilda, le dice Enrico : Anagilda Io teco ? io sola ? Io figlia di Ramiro e di Fernando Sposa con te venir
tua destra, amato padre… Stendila pure al tuo Fernando.. ah sposo ! Io manco… Io moro… Fernando Io pur ti seguo, o sposa
a, amato padre… Stendila pure al tuo Fernando.. ah sposo ! Io manco… Io moro… Fernando Io pur ti seguo, o sposa.. Ma dove
io il comando. Alma non ho capace Di servitù. Dovunque nato io fossi, Io comandar dovea. L’utile nome Di libertà che si l’
congiurati : Uberto Lasciami. Degno Nò, più non sei di questa mano. Io seppi I tormenti affrettar : debole donna Gismond
a rabbia. Ambi ci trasse Quasi all’ ultimo scempio. In quale aspetto Io sia, tu scorgi : in piè mi reggo appena. Comprend
alla esecranda risoluzione. Clitennestra Io di Cassandra ancella ? Io di te priva ? Egisto Atride il vuol. Clitennestra
tto tragico appunto sul finire quando dovrebbero essere più energici. Io direi ancora che i rimorsi di Timoleone non gli d
urgo. Si è asserito che questa tragedia manchi d’interesse e di moto. Io trovo in essa una serie di scene interessanti, ci
razione più interessante della seguente ? Agiziade Parlar non posso… Io di lasciarti... Agide Un fido Consiglio avrai nel
ii, l’altra l’effetto che produce in Bruto la congiura de’suoi figli. Io oso questa volta disconvenire dal suo avviso. Il
o dice, Quando io tel chiesi… Darmi… allora Euclea, dovevi il ferro… Io moriva innocente…empia…ora muojo. Bruto secondo
e Bruto ? Il parlar di Bruto da vero Romano astringe Cesare a dire : Io vorrei solo al mondo Esser Bruto, s’io Cesare non
po inaspettato e fero ! grida Bruto scorso il biglietto di Servilia. Io di Cesare figlio ? Cesare Ah sì tu il sei. Oh Pa
ibero uom, libero anch’ egli in Roma Libera, o Bruto esser non vuole. Io sono Presto a versar tutto per Roma il sangue, E
E in un per te, dove un Roman tu sei, Vero di Bruto padre… Oh gioja ! Io veggio Sul tuo ciglio spuntare un nobil pianto. R
i dell’ Alfieri, e vanno dietro al sublime senza violentar la lingua. Io non so se io l’abbia conseguito nelle traduzioni
si oppone : Libero io nacqui, Vissi in Atene, e di servir al trono Io l’ arte vil mai non appresi. Indarno Spera Archel
rtandogli a soffrirlo con pazienza : Il mio destino Miglior divenne. Io come reo dovea A morte soggiacer. Più giusta Aten
che sue gesta contro i Romani, ed in fatti si esprime come egli dice, Io parlerò come combatto. Ma in fine gli dice Flamin
56 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 268-269
une parti di genere opposto, come Luigi XI, e Il Cavalier di spirito. Io ho sentito il Pezzana, capocomico, negli ultimi a
57 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 356
), dice : Gl’ introiti degl’ italiani diminuiscono a vista d’occhio. Io desidero cordialmente che questo teatro di cattiv
58 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 576-577
tura d’un personaggio, principalmente storico, abbandonarsi al caso…. Io amo più un attore che abbia sbagliato il caratter
59 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO IV. LIBRO V » pp. 67-93
rt. Ascoltato che mi avrai, promettimi vendetta. “Aml. Perchè? “Mort. Io sono l’anima di tuo padre destinata per certo tem
a, benchè priva di lingua, sempre si manifesta quando men si attende. Io farò che quegli attori rappresentino avanti di mi
ebolezza e malinconia, per ingannarmi, e machinar la mia ruina . . .! Io acquisterò prove più solide, e la rappresentazion
a timore, che se egli venisse a morire, ella ne prenderebbe un altro. Io ! risponde la regina, Io! . . Che al tuo fato io
sse a morire, ella ne prenderebbe un altro. Io! risponde la regina, Io ! . . Che al tuo fato io sopravviva e d’altri Sp
60 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Venezia il 31 10bre 1837.E il 14 novembre : » pp. 389-402
0 : …. mi confermo che la vostra rissoluzione è fatta per accasarvi. Io vi auguro tutti i beni e vi desidero tutte le fel
e felicità che non vi potranno mancare per la vostra onesta condotta. Io fui obbligato di rinunziare alla quaresima di Ber
in Primavera ed Estate e negli Stati vicini la Quaresima e l’Avvento. Io fui incombenzato di scrivere a te se vuoi essere
doveva riformare il teatro italiano in quanto alla buona recitazione. Io chino il capo alle circostanze : fa ciò che credi
rimanere nell’arte pel bene della medesima, dammene un pronto avviso. Io pure se Dio mi darà forza e salute ho ferma inten
61 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE II — LIBRO X ed ultimo » pp. 161-344
giurati: Uber.     Lasciami. Degno No, più non sei di questa mano. Io seppi I tormenti affrontar: debole donna Gism
rabbia. Ambi ci trasse Quasi all’ultimo scempio. In quale aspetto Io sia, tu scorgi; in pié mi reggo appena. Compren
h ciel!) Più non intendo . . . Rom. Oh ciel!) Più non intendo . . . Io se dovessi Alcun salvare . . . Adel. Alcun sa
ricusa di seguirlo. Vieni meco, Anagilda, le dice Enrico: Ana.      Io teco? io sola? Io figlia di Ramiro, e di Fernan
Vieni meco, Anagilda, le dice Enrico: Ana.      Io teco? io sola? Io figlia di Ramiro, e di Fernando Sposa con te ve
eco sì crudel? Virtude. Enr. Ma la tua vita? Ana. Ma la tua vita? Io non la curo. Enr. Ma la tua vita? Io non la cur
a vita? Ana. Ma la tua vita? Io non la curo. Enr. Ma la tua vita? Io non la curo. Oh Dio! E se perisci intanto, a ch
. amato padre . . . Stendila pure al tuo Fernando . . . ah sposo, Io manco . . . io moro. Fer. Io manco . . . io mor
pure al tuo Fernando . . . ah sposo, Io manco . . . io moro. Fer. Io manco . . . io moro. Io pur ti seguo, o sposa . .
. ah sposo, Io manco . . . io moro. Fer. Io manco . . . io moro. Io pur ti seguo, o sposa . . . Ma dove sei? . . pi
inda dice: Ripiglia il tuo valore: Al re nascondi L’arcan fatale. Io veglierò frattanto Per darle in tempo, se verrà
e quest’alma è tua. Disponi Arbitro ognor di me, del mio destino. Io non vò entrare a decidere, se ad una virtuosa pri
e oggetto de’ timor materni, A ciò ti porsi il seno, e del mio sangue Io ti nutrii?” ma Iroldo ciò copiando fa dire ad El
patria. Bella separazione è la seguente! Agia. Parlar non posso ... Io di lasciarti ... Ag. Parlar non posso ... Io di
Parlar non posso ... Io di lasciarti ... Ag. Parlar non posso ... Io di lasciarti ... Un fido Consiglio avrai nella
o. E’ il dio di Roma ... Br. Di Roma è Bruto. E’ il dio di Roma ... Io sono L’uom più infelice che sia nato mai. Mi
. tel chiesi . . . Darmi . . . allora, Euriclea, dovevi il ferro, Io moriva ... innocente ... empia ... ora ... muojo.
e Bruto? Il parlar veramente romano astringe Cesare a dire:         Io vorrei solo al mondo Esser Bruto, s’io Cesare n
po inaspettato e fero! grida Bruto scorso il biglietto di Servilia, Io di Cesare figlio? Ces. Io di Cesare figlio? Ah,
Bruto scorso il biglietto di Servilia, Io di Cesare figlio? Ces. Io di Cesare figlio? Ah, sì, tu il sei. Deh fra mi
ero uom, libero anch’egli, in Roma Libera: o Bruto esser non vuole. Io sono Presto a versar tutto per Roma il sangue,
per te, dove un Roman tu sii, Vero di Bruto Padre ... Oh gioja! ... Io veggo Sul tuo ciglio spuntare un nobil pianto.
alle loro case. Chi può (gli dice Apecide) aver tutte queste notizie? Io (risponde) che ho vedute tutte le strade piene di
ere la sostanza di esse; Sossio obbliando il dolore risponde, Soss. Io parlando con creanza L’ho per pietre piritose .
uale dice ad Almonte e a Ricimero, fermate. Chi sei? gli è domandato. Io non venni, risponde, a dire il mio nome, son cava
in tali suoi pensieri quel che si legge ne’ seguenti sette versi?    Io non somiglio a tanti Vili, perfidi, altieri M
ento a intenerirla:    I miei raccogli Moribondi respiri . . .    Io morirò fra poco. Dall’altra parte dà egli tal f
igliuolo? 1. Se ne vegga alcun esempio. Nella sc. 5 del 1 si dice: Io temo sol che con tuoi dubbj offendi, in vece di e
l punto! Radh. E’ svanita ogni speme! Eug. E’ svanita ogni speme! Io l’ho perduta! TRAD. Isabel. Desengaño cruel,
timento Più vivo tuo, mia dolce figlia, invoco . . . Misero dono! Io . . . morirò fra poco, nell’originale seguiva u
62 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo decimo »
e dell’Iside un esempio mirabile allorché Ierace si lagna della ninfa Io : «Vous juriez autrefois que cette onde rebelle S
oujours les entraîne. Leur cœur ne change point, et vous avez changé. Io . Non, je vous aime encor. Hierax. Non, je vous a
oideur extrême! Inconstante, est-ce ainsi qu’on doit dire qu’on aime? Io . C’est à tort que vous m’accusez. Vous avez vu to
lietamente i drammi è tanto antica in Italia quanto il dramma stesso. Io l’ho fatto vedere parlando della Euridice del Rin
63 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO V. Sulle due Sofonisbe Italiane, e su due Traduzioni dal Greco di Fernan Perez de Oliva. » pp. 26-42
iane contro di essa, cioè dell’Ingegnieri, del Quadrio, e del Maffei. Io lascio di discutere l’opinione dell’Ingegnieri, p
ra idea, qual debbe aversi nel comparar due cose? poteva egli averla? Io trovo sulle Atellane così contrarie opinioni negl
sto? “Ec. Figlia, ahi di te! “Pol. Figlia, ahi di te!Più non tacere. Io temo, Temo quel pianto, e la cagion ne cerco. “Ec
un solo genere eterogeneo, come furono nelle mani di Lope e Calderon. Io non dubito del gusto dell’Apologista in Poesia, a
64 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Tramezzi. » pp. 68-88
2 della Conquista del Perù, del Mago di Astracan, del Mago del Mogol? Io non ne nomino i meschini autori per rispettar la
empo! oh lieti dì! te ne rammenti? Ti rammenti, Isabella ... Isa. Io vengo meno ... Gio: Quando di nostra sorte appi
è ver; la morte Terminerà il mio male. Isa. Il ciel nol voglia. Io , sì, ne morirò, che in me non sento Valor per t
nelle scene ispane, non si sono accettate da’ commedianti di Madrid. Io converrei seco loro per la seconda fino a tanto c
65 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 307-309
van mi lagno, e di mie voci al suono sordo è il mar, sordo è il ciel. Io son tradita, son disperata, e il mio dolor soltan
66 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 770-771
prelude alle sue noterelle biografiche – rimontando ai tempi di Noè ? Io che invece vorrei tanto e tutto dimenticare ! E p
67 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 54-87
a storia intima, dirò così, dell’arte drammatica. prologo da ragazzo Io anderò, poi che voi tutti quanti uniti insieme me
te in questo mondo, soleva dire Farfanicchio mio compagno. Pazienza ! Io ci sono entrato ; e basta in questa professione r
uomo di poca memoria, ecc. (Bologna, Longhi, senz’ anno, Scena VIII. Io poi non credo che tutti questi capitani sieno, co
mai più sì gran fracassamento, e proue alte e tremende che facc’io ? Io strangolo Elefanti, e saccio il vento tornare ind
Mar tempesta, e mena gran fortuna, e per non mi veder fugge la Luna. Io ho tanta forza in questo picciol dito, che crolla
a un Merula davvero appartenga o al Croce (V. Saggio bibliografico). Io credo che non solo per questa, ma per altre simil
i tu che sia stato quell’altro, che domò gl’infuocati Tori di Colco ? Io pure fui quello. E colui che liberò dalle ingorde
improprij a chi esercita la natura nell’ impossibilità dell’ imprese. Io ho udito in Pariggi stando a mensa con alcuni (no
o bestiali humori) auuezzi però alle più rabbiose guerre di Europa : Io con tanti cavalli, in tanti giorni, mi darebbe l’
68 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — LIBRO IV » pp. 55-66
Ancora? ancor? .... Chè sí che un piè gli spezzo Con questo ciotto. Io spargo al mar le voci Vedi l’onde, Cimeta, ecco
igie rive Varchi non pianto! Oh mal vegliate notti, Oh cure vane! Io ti educai più pronta, Gelosa più di chi suggest
69 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO III. Teatri Orientali. » pp. 17-27
collezione di un centinajo di drammi scritti nella dinastia di Yuen: “ Io sono Tching-poei, mio padre naturale è Tungan-cu;
aico, Giorgi un alfabeto Tibetano, ed il Bajero un dizionario Cinese. Io rimandai al Cavaliere prelodato le sue commedie C
70 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 244-245
la Primavera, ed era colà che dovevano la prima volta rappresentarla. Io ancora aveva proposto di andarvi, allorchè cominc
71 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 94-95
delle sue parti ; come, diceva, se il Goldoni le ha scritte per me ! Io sono stato il primo a farle ; non può darsi, non
72 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 21-36
oltissimo male, che è quello appunto che fanno gli esteri imparziali. Io tanto più di buon grado ne trascriverò qualche os
ate senza esame e senza ben ricucirle col rimanente del suo libretto. Io ne ho voluto accennare soltanto quel che riguarda
tro dell’Italia, anzi contro della storia, del gusto e della ragione? Io non so quanti siensi approfittati del di lui cons
73 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XII. Confronto Apologetico della Opera Italiana, e della Commedia Spagnuola. » pp. 149-181
o Scrittore così strano, che censuri assolutamente il canto teatrale? Io posso disingannarvi. Ve ne ha, Signor Lampillas,
ha pur detto più di un Francese, e specialmente l’erudito M. Duclos: “ Io credo (egli dice2), che potrebbe prendersi un par
di sì nuove invidiabili scoperte. Egli schiverà l’assalto con dire: = Io non asserisco, che di tali cose non abbia bisogno
quanto le occorre, e che per tutti i secoli d’altro non abbisognerà? Io ho paura che nè in Italia, nè in Ispagna sareste
nè in Italia, nè in Ispagna sareste creduto, ancorchè il pretendeste. Io vi vorrei un poco allato di alcuno, che abbia tal
, ed al provare gli effetti che fanno nell’animo suo quelle immagini? Io non dubito, Signor Abate, che a un bisogno voi pa
l’Art de partager l’Action théatral, e sur la declamation notée. 1. Io mi esibisco a mostrare, quando che il desideri qu
74 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XII. Teatro di Aristofane. » pp. 16-140
fondo del mio mortajo; tu sarai pesta come ogni altro paese infelice! Io vò mettervi dentro un poco di mele Attico. Tri. N
i versi tragici. Euripide la consola. Chi sei tu? gli dice Andromeda. Io sono Ecco che ripete i suoni e le parole; e segui
rc. Non sarebbe meglio portar qui Sofocle anteriore ad Euripide? Bac. Io non vò altri che Euripide, perchè un furbo come e
anderai. Bac. Dove? Erc. Abbasso. Bac. Tu vuoi che ti rompa la testa. Io non vo’ miga andar per siffatte vie. Erc. E perch
dinanzi.Avanza. San. Non più dietro, è dinanzi. Avanza.Oh canchero. Io veggio colà giù la gran bestiaccia. Bac. Cosa è?
atriotti ad addestrarsi a superare gli avversarii con opere generose. Io non ho fatto come quest’Euripide le Fedre meretri
Il primo contrasto avvenne pel nome che portar doveva il figliuolo. Io voleva chiamarlo Fidonnide dal nome dell’avolo, e
occhio in città come faceva Megacleo vestito di seta e di panni fini? Io all’ incontro gli diceva: E quando menerai tu le
na con poche apparenti variazioni due o tre volte la medesima favola. Io m’ingegno di comporne sempre delle nuove e spirit
). Or dimmi un poco; il mare è più pieno di quello che è stato prima? Io credo (il creditore) che sia sempre lo stesso. Co
sare da’ forestieri curiosi? Essi domandavano chi fosse quel Socrate? Io sono Socrate (par che egli dicesse loro serenamen
copia francese superata per vivacità e interesse dal greco originale. Io non seguirò il prelodato erudito Udeno Nisieli pe
Villani) cerchiamo di far del bene con isbandirti dalle nostre terre Io (replica la Povertà) vi farò toccare colle mani,
costruir navi? chi cucire, fabbricare, tigner pelli, mietere, arare? Io , io vi somministro tutte queste cose: io col biso
mente e lavorare, in non abbondar di beni, ma in non mancar di nulla. Io , vi dico, io sono quella che rende gli uomini sag
75 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 216-217
rte questi cenni, contrapponeva queste parole di Alamanno Morelli : «  Io che ho saputo contraffare le varie interpretazion
76 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 251-253
me è stato già detto, in questa parte si camblavano in belle qualità. Io dissi solamente che egli era stato degno della su
77 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 499-500
va la parte di Rosencrantz. L'arte drammatica lo adescava fatalmente. Io lo ricordo giovinetto a Torino, quando a notte al
78 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO II. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo. » pp. 175-262
ratti di nobili, uscendo da’ servi, parassiti, raggiratori e trasoni. Io trovo che i Cinesi, gl’ Indiani, i Greci, i Latin
omma grazia e piacevolezza comica pongonsi alla berlina gli avvocati. Io non parlo poi della regolarità della condotta di
essersi dimenticato delle storie delle altre nazioni e della propria. Io gli presento un ritratto del costume Italiano di
ui Camillo ed Abondio. Sono iti? dice Cintio; Faz. Sì, sono. Cin. Io son spacciato, io son morto, apriti, Apriti, pe
. Zas: benissimo. Zas: ottimo. Calandro, o Calandro, Calandro? Cal. Io son morto, io son morto. Fes. Diventa vivo, div
ierato per lo bisogno che ne hanno: Lig. Non perdiam più tempo quì. Io voglio essere il capitano, ed ordinare l’esercito
llida barba, e li capelli Tutti di sangue avea macchiati e tinti. Io vi lascio pensar s’ebbi paura. Basil. Io di pau
avea macchiati e tinti. Io vi lascio pensar s’ebbi paura. Basil. Io di paura sarei morto allora. Ne. Negro (disse e
o soverchio liberi, come pajono gli equivoci del lunghissimo prologo. Io non approverò mai le scene simili alla quinta del
non approverò mai le scene simili alla quinta del V atto di Cittina: Io non so che trispigio sia dentro a questa camera t
at. Oh padrone, che ho io veduto! Gisip. Che hai spiritato? Sat. Io ho veduta, io ho veduta la Giulietta, e l’ho vedu
. In casa di Madonna Argentina. Gisip. Stai tu in cervello? Sat. Io non ho bevuto, io non vaneggio, io non dormo; io
favole piene di grandi accidenti, ma senza cadere nelle stravaganze. Io trovo nella favola descritta ben maneggiate le pa
79 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 432-442
rà che lei sarà quel tipo per cui Francesca può scusarsi colpevole. —  Io avevo toccato proprio nel suo debole : le parti t
ole. — Io avevo toccato proprio nel suo debole : le parti tragiche. —  Io tragico ? – disse a sè stesso – convengo di tutto
etodo e il vecchio spirito non eran capaci, è, per lo meno, ingiusto. Io vorrei che i giovani potessero, per forza di mira
80 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 18-20
l pubblico. Adamo Alberti è morto in Napoli vecchissimo e miserabile. Io l’ho sentito negli ultimi anni della sua impresa
81 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 980-981
adre Ottonelli nella sua Cristiana moderazione (Tom. II, pag. 37) : Io aggiungo al detto del Barbieri, che l’anno 1644 i
82 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda guerræ Punica. » pp. 91-171
arai Amico, protettor, marito e padre. Sì a me l’affida, e spira. Io l’accettai, Io serberò la fede. Bella e ingeg
tettor, marito e padre. Sì a me l’affida, e spira. Io l’accettai, Io serberò la fede. Bella e ingegnosa è parimente
esto è nulla e tutt’un. Fedria, è finita. Perchè gettiamo il tempo? Io voglio andarmene. Fed. Anch’io. Ant. Per poco
atemi in grazia. Get. E’ forte in collera. For. Bada a te: zitto. Io leverogli il ruzzo. Poter del mondo! e Demifon
. Oh che sfrontato! Ei fin s’inoltra a querelarsi il primo. For. Io già non ho motivo di lagnarmi Del giovin, se co
e questo suo parente a lui voltate Avea le spalle. E che buon uomo! Io certo A’ miei giorni il miglior non ho veduto.
delle ingiurie, Da voi non meritate, a lui dovute. Dem. Finiamla. Io prima vi domando in grazia, Quel giovine, se pu
se a voi Non fosse noto. Dem. Noto a me? For. Di certo. Dem. Io vi dico di no. Voi, che volete Che mi sia noto,
oi vi volete Pigliar gioco di me, come se voi Nol sapeste. Dem. Io pigliarmi di voi gioco? Get. Stilfone. For. A
impazzir colla ragione. E quel che irato or nel tuo cuor rivolgi: Io lei? che quel . . .? che me? . . . che non . . .?
interest, hoc qui nequit, Fateatur se nescire imperare liberis. Io mi credo che questi aurei versi ben ponderati ris
83 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO X. » pp. 112-139
ime altre, nelle quali si palpano gl’Italiani del tempo degli Autori. Io non voglio che crediate alla mia nuova Storia tea
sto di quanto Voi asserite, e pretendete fortificar con questo passo? Io quì vedo un manifesto decreto di condennazione po
bate, i quali sanno scrivere solo sei Commedie da non perire giammai. Io credo, che più che ogni altra cosa questo genio d
estasi per le parole in cui egli si professa di genio simile al Vega. Io non mi fermerò gran fatto su di ciò. Sia così: s’
er tutte le parti della Terra, va in America, e poi torna in Ispagna? Io non so, se le bugie scritte siano meno bugie dell
84 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO III. Opera musicale Spagnuola e Italiana e Teatri materiali. » pp. 89-108
di Filippo IV più non si favella nè anche. Le ultime sono pur poche. Io ho vedute ripetersi quasi sempre le medesime sars
e stesso ed a’ suoi corrispondenti che l’ingannano con false notizie. Io appello dal suo dubbio inurbano al testimonio d’
da un fatto che Huerta sa ma che non vuol dire”. Notizie pellegrine! Io per altro volendo far la riferita descrizione, ri
ra, Morales &c., nè costoro più ne sapevano di quel che io dissi. Io non poteva informarmene dall’Huerta che dimorava
85 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 933-934
sa. Dopo la merenda, si propose la partita fino all’ora del pranzo. Io giocava passabilmente bene al tressette, giuoco f
86 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 598-599
llora ebbe a palesarsi attore sincero, che il Modena stesso ne stupì. Io credo che niuno abbia capito e rivelato ai poster
87 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO IX. Pregiudizj dell’Autore della Storia de’ Teatri, rilevati dall’Apologista. » pp. 95-111
to, mi spoglierò di un’ altra falsa opinione, che io covava in mente. Io credeva che, per quanto si stimi un Autore, un in
ndo che pensa, a quella gravità e serietà con cui afferma simil cosa? Io per me credo fermamente a quanto quì dice. E che
archi pretendete ricavare la Storia della Commedia Italiana del 500.? Io voglio poi che il Varchi a ragione riprendesse le
88 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Teatro di Eschilo. » pp. 75-103
benefattore degli uomini immeritamente punito della sua beneficenza. Io ardisco per saggio recare in italiano il principi
le belve rintanati negli antri. L’episodio degli errori della misera Io trasformata in giovenca accresce il terrore di qu
mene per seguire l’affetto che m’inspira la lettura di questa favola. Io non mi sono proposto in quest’opera di copiar cie
89 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VIII. Teatri materiali. » pp. 213-236
ciò che ignora il Signorelli; e questo saben si ripete ben sei volte. Io mi era accinto e preparati avea sessantasei no sa
on vuol dire». Notizie pellegrine, Di poema degnissime e d’istoria! Io volendo far la riferita descrizione, richiesi int
Morales ec., nè costoro più ne sapevano di quel che io ne ho narrato. Io non poteva informarmene da Garcia de la Huerta ch
90 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo undecimo »
     La palesò: che quando        Se medesmo descrisse,        Disse: Io son quel che sono: e tutto disse. Ach. L’autorità
  Con animo tranquillo. Il ver si cerchi        Non la vittoria. Ach. Io già t’ascolto. Oz. Or dimmi.        Credi, Achior
iresti,        Che i miei Dei non son Dei! Oz. Sì, perché molti. Ach. Io ripugnanza alcuna        Nel numero non veggo. Oz
ora,        Confondimi, se puoi,        Dimmi dov’ei non è.»98 [21] Io non so se vagliato che fosse e sceverato il grano
ato in Filippo di Quinaut un rivale degno di contrastargli la gloria. Io , che non voglio entrare in litigi di preferenza t
e dalle altre poesie fatte per esser lette, o semplicemente recitate. Io credo di averlo dimostrato abbastanza in altri lu
r con la ragion congiura.        Quel che ad Ersilia in fronte         Io veggo scintillar de’ miei pensieri        Astro r
pecorella dechine dal lupo, Cui l’età vecchia i bigi peli imbianchi. Io fanciullo di te m’innamorai Quando la prima volta
Em. Tu che in corte invecchiasti            Non dovresti invidiarne. Io giurerei,            Che fra pochi non sei tenaci
rovine. Aquil. Far volesti Emirena            Le vendette del sesso. Io non credei            Di pungerti così. De’ detti
ncero,            Credo ch’io dissi, e tu dicesti il vero. ec.» [54] Io non vorrei esser tacciato di soverchia stitichezz
è giunta,              Adorata Aristea, la mia sventura.               Io non posso morir. Trovo impedite              Tutt
91 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAP. IV. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo XVI quando fiorirono gli scrittori producendo le Commedie dette Erudite. » pp. 136-255
tratti di nobili, uscendo da servi, parassiti, raggiratori e trasoni. Io trovo che i Cinesi, gl’Indiani, i Greci, i Latini
essersi dimenticato delle storie delle altre nazioni e della propria. Io gli presento un ritratto del costume italiano di
o io? Ove diavolo Corre costui? perchè da me sì subito S’è dileguato? Io credo che farnetichi. Ma no; Temolo non gli risp
ne. Zas: benissimo. Zas: ottimo. Calandro, o Calandro, Calandro? Cal. Io son morto, io son morto. Fes. Diventa vivo, diven
ierato per lo bisogno che ne hanno: Lig. Non perdiamo più tempo quì. Io voglio essere il capitano, ed ordinare l’esercito
squallida barba, e li capelli Tutti di sangue avea macchiati e tinti. Io vi lascio pensar s’ebbi paura. Basil. Io di paura
ngue avea macchiati e tinti. Io vi lascio pensar s’ebbi paura. Basil. Io di paura sarei morto allora. Ne. Necro (diss’ei c
o soverchio liberi, come pajono gli equivoci del lunghissimo prologo. Io non approverò mai le scene simili alla quinta del
non approverò mai le scene simili alla quinta del V atto di Cittina: Io non so che trispigio sia dentro a questa camera t
stia? Sat. Oh padrone, che ho io veduto! Gis. Che hai spiritato? Sat. Io ho veduta, io ho veduta la Giulietta, e l’ho vedu
ove? Sat. In casa di madama Argentina. Gis. Stai tu in cervello? Sat. Io non ho bevuto, io non vaneggio, io non dormo, io
favole piene di grandi accidenti, ma senza cadere nelle stravaganze. Io trovo nella favola descritta ben maneggiate le pa
92 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO IV. Teatro Spagnuolo. » pp. 196-285
re che il conte è suo sposo, e la regina ripiglia: Come tuo sposo? ( Io fremo, io più non vedo!) Bian. Come mio sposo? (
? E alla presenza mia svelar non temi Che il Conte adori? Bian. Io non credei cotanto Oltraggiar la maestà, se il
edei cotanto Oltraggiar la maestà, se il Conte . . Reg. O amore! Io deliro. ) Il mio sdegno, o Bianca, è zelo Del t
anca, è zelo Del tuo decoro. Bian. E gelosia rassembra 104. Reg. Io ! . . . Gelosa io non son: mi offende il dubbio.
Die: Di che sei mia. Isa: Non è più tempo. Die: Uccidimi. Isa: Io che ti amo? Die: Segui dunque ad amarmi: Isa:
al mondo L’amor tuo, la tua fè. Isa: Sai ch’ho un marito. Die: Io , io son tuo marito, e dal tuo fianco Appartarmi
ti? Die: Versin tutto il mio sangue. Isa: Invano io prego? Die: Io nulla ascolto. Isa: Ed io con questa mano Sap
ancor per chi si abborre? Se amor non può, ti renda onor geloso. Io pure udii dal labbro tuo talvolta Che sposo mio
e Beatrice ingelosir pur temi, Se mi vegga tornar teco a Granata, Io stessa a lei dirò che per errore Di sua casa sa
ati, e di accidenti mal disposti con qualche situazione interessante. Io l’ho veduta tradotta in prosa italiana poco felic
uali con minor vena, fuoco e felicità hanno seguito il di lui metodo. Io potrei impinguare questa parte del mio libro con
. E che giovano esse quando non sono verificate su i medesimi drammi? Io ne ho scelti ed esaminati i migliori, ed ho potut
confessa di non trovarvisi nè saviezza d’intrigo nè regole di teatro. Io credo che il maggior difetto di essa sia che manc
93 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Bologna, 23 dicembre 1639. » pp. 5-7
a imitar Venere t’hai tolto, per figlio avesti il mio verace amore. Io venni ad osservar la tua Pazzia sulla scena bacca
94 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 674-675
menti. Intorno all’Avventuriere onorato (Ediz. Pasquali) egli dice : Io anzi aveva prima un tal Personaggio scritto nella
95 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 929-930
tata lettera, di cui metto la firma autografa. Se.mo Pn.e mio Sig.e Io no ho mai hauto magiore ambitione che quando son
96 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 682-683
oso all’estremo. Curioso il metodo di cura seguito scrupolosamente. «  Io prendo — scrive — l’acqua col litro la mattina, s
97 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 691-696
ve trova il tempo lei d’imparare tante cose ? » le domandò stupita. «  Io studio in ferrovia – le rispose con semplicità la
98 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 149-268
fondo del mio mortajo; tu sarai pesta come ogni altro paese infelice. Io vò mettervi ancor dentro un poco di mele Attico.
i versi tragici. Euripide la consola. Chi sei tu? gli dice Andromeda. Io sono Ecco che ripete i suoni e le parole; e segui
Non sarebbe meglio portar què Sofocle anteriore ad Euripide? Bac. Io non vò altri che Euripide, perchè un furbo, com’
i. Bac. Dove? Erc. Abbasso. Bac. Tu vuoi che ti rompa la testa. Io non vò miga andar per siffatte vie. Erc. E perc
San. Non più dietro, è dinanzi. Bac. Avanza. San. Ob canchero. Io veggio colà giù la gran bestiaccia. Bac. Cos’ è
e bragia avvampale, E una gamba ha di bronzo, e l’altra .... Bac. Io palpito. Di sterco? San. Appunto. Bac. E’ d
patriotti ad addestrarsi a superare gli avversarj con opere generose. Io non ho fatto come quest’ Euripide le Fedre meretr
Il primo contrasto avvenne per lo nome che portar dovea il figliuolo. Io voleva chiamarlo Fidonnide dal nome dell’avolo, e
occhio in città come faceva Megacleo vestito di seta e di panni fini? Io all’incontro gli diceva: E quando menerai tu le c
na con poche apparenti variazioni due e tre volte la medesima favola. Io m’ingegno di comporne sempre delle nuove e spirit
); Or dimmi un poco: il mare è più pieno di quello che è stato prima? Io credo (il creditore) che sia sempre lo stesso. Co
are da’ forestieri curiosi? Essi domandavano, chi fosse quel Socrate? Io sono Socrate (par che egli dicesse serenamente):
di gran lunga superata per vivacità e interesse dal Greco originale. Io non seguirò il prelodato erudito Fiorentino Nisie
villani) cerchiamo di far del bene con isbandirti dalle nostre terre. Io (replica la Povertà) vi farò toccare con mano, es
costruir navi? chi cucire, fabbricare, tigner pelli, mietere, arare? Io , io vi somministro tutte queste cose: io col biso
amente e lavorare, in non abbondar di beni ma in non mancar di nulla. Io , vi dico, io sono quella che rendo gli uomini sag
99 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 266-272
illi. E nella Scena X dell’Atto I tra Lavinia e Scappino : Lav. …. Io ho inteso ; ma quel dar commodità ad un giovine c
arebbe bastevole a dissuaderli dal mal fondato abuso…… E conclude : Io fo sapere a questi non nati ingegni, aborti della
100 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VII. Su i principali Requisiti per giudicar dritto de’ Componimenti Scenici, Mente rischiarata, e Cuore sensibile. » pp. 69-85
vuole essere commosso. Ma ciò chiama il Signor Lampillas aver cuore? Io il chiamo intendere. Altro è Mente e Ragione che
e conoscere se altri sente le passioni e nella società e nel teatro. Io non vò più oltre esemplificare, e tralascio ancor
a potenter erit res, Nec facundia deseret hunc, nec lucidus ordo. Io non voglio Signor Lampillas, accumular quì tutte
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