a solo dentro la scena voleva, che la voce della Donna fosse sentita.
In
tal modo Sivello dava trattenimento al popolo, ap
e bon’an Zambù Volem fa sto parentad Che l’altr’ jer ve n’ ho parlad
In
la fiola de Pedrolì In dol fiol de Buratì E la sp
ocheu vn poch la ma Za che a sem in su ’l mercà Concludem sto parentà
In
presenza di Zacagnina E chi lò de Zan Magagnia E
utta Val pelosa. Qui comincia il Ballo Balla le putte de Val pelosa
In
t’ vn bel prà sot’ vna nosa, Balla le putte co i
a me par bene di far Testamento per partirmi dal mondo più contento.
In
prima lascio a voi mia pura fede e l’honesto amor
o l’impiego si unì in società con Antonio Ristori, padre di Adelaide.
In
alcune parti di bimba scritte a posta per lei e p
o in versi sciolti, tra’ quali i seguenti : …………. Ove mi traggi ?
In
qual parte sublime l’inspirato pensier guidi ? Ti
che sembra l’eco d’un’arpa, cui passando amore agitò con le penne. –
In
me che t’odo oh qual d’affetti simpatia segreta
colla moglie Maria amorosa, e vi stette fino alla quaresima del ’35.
In
quella compagnia, sotto gli ammaestramenti di Lui
me e colla direzione del quale potè passar tra quelle di prim’ordine.
In
esse egli aveva seco la moglie caratterista e mad
llo Scaramuccia (n.° 40), l’altro di G. Cosentino (L'Arena del Sole).
In
quello figuran come prima attrice e primo attore
Trovatore, Norma, Ernani, ecc., con cori e orchestra. Dio sa quali !
In
quell’estate dell’anno '57 a Bologna, la Compagni
elio accademico Costante, che è dedicato all’abate Vincenzo Grimani.
In
uno stile gonfio e reboante, con mescolanza di pr
Romolo. Che più paventi, o core. a 2. Fra catene d’amore. Romolo.
In
sen de la mia Diva. Ersilia. In braccio del mio
. a 2. Fra catene d’amore. Romolo. In sen de la mia Diva. Ersilia.
In
braccio del mio bene. Romolo. Cada il Regno. Er
sì empio ne’ suoi costumi il guerriero. Ers. Ma è però folle. Ost.
In
che modo ? Ers. Sai che a poggiare nel cielo vi
te, si scritturò per parti di generico giovane e di niuna importanza.
In
grazia della comicità della persona (era piuttost
to capocomico in viaggi d’andare e venire colla sua nomade Compagnia.
In
fede Gustavo Modena. Sei contento ? Figurati, anc
care Belotti, negli ultimi anni d’arte, s’impaperava più dell’onesto.
In
una scena nella quale sorprendeva una conversazio
siderabili, dove s’insegna a leggere, scrivere, e spiegar l’Alcorano.
In
generale l’istituzione de’ collegi tende principa
accomandando al figliuolo una schiava georgiana, di cui é innamorato.
In
assenza del padre se n’invaghisce il figlio ancor
appresentazioni de’ pupi son pure assai amate e comuni nella Turchia.
In
occasione di nozze si passa la giornata della cer
arti, a riserba di quelle che la sola natura e il bisogno suggerisce.
In
tale stato potevano essi conoscere altri spettaco
ntazioni chiamate sacre in cui si accoppiava la farsa e la religione?
In
effetto non ne hanno avute altre sino a questo se
00 rubli di paga; il toscano Angiolini gli succedette, e n’ebbe 4000.
In
questi ultimi anni il primo ballerino molto appla
Regina statista accennai già al nome di Francesco Andreini (pag. 77).
In
essa si vede chiaro come il Biancolelli possedess
osa quella in cui la Regina svela copertamente il suo amore al Conte.
In
somma : un lavoro che ammodernato più qua più là
mpagnie e autore di prologhi per tutti coloro che glie li ordinarono.
In
fatti : non solamente egli ne compose (sono in tu
osi Accademici, per recitare alla vostra presenza un’opera amorosa.
In
quella del prologo ventunesimo (della Gloria), di
nte Rosso di G. Giacosa, di cui fu, si può dire, interprete unico.
In
brevissimo tempo il giovane e già forte artista p
ti attori che abbiano calcate le scene nostre da mezzo secolo in qua.
In
alcune parti, per la prestanza fisica, non ha riv
de’ quali sarà un perpetuo monumento il cavallo consecrato a Minerva.
In
mezzo ai cantici del coro e alle danze giulive es
ve Virgilio ha cosi bene espresso in versi latini la greca eloquenza.
In
vano si oppone Enea al dovere introdursi il caval
ello di prestar fede al consiglio di Enea e ai vaticini di Cassandra.
In
questa si ode un rumor grandissimo della torre ch
un esagerato agitar delle mani, con assoluta mancanza di spontaneità.
In
breve : non piaceva.
fu assai pregiato da’suoi concittadini nella maschera di Pulcinella.
In
un discorso dell’Arte Comica, dato in luce nel 17
Petronio Zanerini, e di prima donna assoluta in compagnie secondarie.
In
una delle quali fu conosciuta e sposata dal Fabbr
con la maschera del dottore, e famoso col nome di Dottor Lanternone.
In
una lettera al Duca di Modena da Parma in data 4
arti, a riserba di quelle che la sola natura e ’l bisogno suggerisce.
In
tale stato potevano essi conoscere altri spettaco
tazioni chiamate sacre, in cui si accoppiava la farsa e la religione?
In
effetto non ne hanno avute altre sino al presente
te nel 1828, in Compagnia Mascherpa, le parti di prima donna giovane.
In
una nota del Giornale drammatico di G. Ferrario «
’ebbi collega affezionata, di L. Bellotti-Bon, e di Giovanni Emanuel.
In
questa, una delle sue ultime e più belle interpre
esi col più profondo sentimento del cuore sinceramente partecipiamo.
In
fine di un cenno necrologico, dettato dal collega
mplare rassegnazione, e spirò come un angelo in braccio del Signore.
In
una celletta presso Marradi fu alzato un monument
cambiamento non si può immaginare, se non leggendone il manoscritto.
In
qualunque modo però la rivoltiate, sarà sempre un
a Sofocle il conte Pietro di Calepio critico per altro assai saggio.
In
tutta la scena di Menelao e di Teucro trovo solta
iocasta e del l’acciecamento di Edipo! Che spettacolo Edipo accecato!
In
quest’atto si trova il bel passo ammirato e citat
chiando Tutto ciò che più turpe e più nefando Tra’ mortali si stima.
In
questi versi si vede egregiamente espresso quell’
torma Fende l’aria volando. Tal da li corpi un sopra l’altro estinti
In
largo e folto stuolo, Più che il foco leggere Fug
ttori per ballare, cantare e sonare, che altra cosa rimaneva al Coro?
In
oltre lo stesso Castelvetro dice nel c. 86 che q
o il merito nel rappresentare dividevansi in primi, secondi e terzi.
In
fatti Aristotile stesso nel luogo citato dice che
a mia Storia de’ Teatri in sei volumi del l’edizione Napolitana. a.
In
tradurre questo passo ho soltanto posposta l’apos
luce. Io sventurato io nacqui Da chi l’esserne nato Ora è mia colpa.
In
detestabil nodo Con chi men lice il talamo io div
ico del S. Carlino fece la più clamorosa e festosa delle accoglienze.
In
quella prima rappresentazione, Giuseppe Colombo,
azioli, nella quale si meritò l’onore dell’effigie, e busti e poesie.
In
arte non recitò che un anno, dopo il quale, bench
ò il '40 col celebre Vestri, che divinò in lui l’attore caratterista.
In
fatti in questo ruolo esordì il '47 colla Fusarin
rnesto Rossi (op. cit., 164), come contrapposto alle tante accuse : «
In
questo lasso di tempo furono aggregati alla mia C
ni, che di recitare perfettamente si sono dilettati a’ tempi nostri….
In
data del 14 marzo 1580, il Duca di Mantova elegge
che ha d’imparar bene a memoria tuttociò che deve dire dal proscenio.
In
pieno il pubblico si mostrò di lui appagato, e do
era dunque la miniera, in cui dovea travagliare il nostro Metastasio.
In
fatti in che consistono i Drammi Calderonici? In
io? E per quale inopia di buone acque? Rimangono le Favole Istoriche.
In
queste che cosa avrebbe potuto imitare il nostro
ig. Lampillas) i Drammi Calderonici, che si avvicinano alla Tragedia?
In
questi non trovansi quei tratti patetici da voi a
levati i moderni Tragici. Dovevate dire Tragedi, cioè Attori Tragici.
In
oltre questo Filosofo mascherato comincia il suo
CORREZIONE AL TOMO IV.
In
una Nota alle pag. 171 e 172 parlando de’ musici
an colla Battaglia, diventò in breve uno de’ principali caratteristi.
In
capo a tre anni di capocomicato fu scritturato, c
tando del teatro libero, si recò a Milano, e vi fece grande incontro.
In
quello stesso anno l’Elettore di Baviera aveva li
a nessun’altra per piacere al pubblico delle primarie città d’Italia.
In
essa nonostante, al fianco della Marietta, già di
di che chiama la vita di Scaramuccia un ammasso di notizie inventate.
In
fatti : se Tiberio Fiorilli nacque il 1608, la fu
ca di Feria, fu stampata a Milano da Gio. Battista Malatesta il 1632.
In
essa troviamo il personaggio di Scaramuzza, servo
argomento che Silvio Fiorillo non fosse il padre di Tiberio Fiorilli.
In
fatti : nel luglio 1651 Tiberio Fiorilli era a Ro
rte della gran Compagnia formata da Petronio Zanerini, quale amoroso.
In
capo a due anni, colla piacevolezza del volto, la
n brevissimo tempo divenne uno de’ più forti artisti de’ suoi giorni.
In
alcune parti, come in quella di Flodder nella Ter
lari che alcune femmine teatrali si promettono in quella metropoli. »
In
una mia raccolta di elenchi della fine del secolo
ovvisato di attualità trovò inattese risorse al Teatro della Stadera.
In
esso il Preda rappresentò la sua parte in dialett
cuma nella Sposa Persiana , e per [illisible chars] negli Innamorati.
In
que’ tempi, che bastava assai poco a far ridere,
arrà al mondo una degnissima ricordanza degli onorati meriti suoi. »
In
una lettera che si conserva autografa nella bibli
mancanza degli studj supplì con la prontezza singolare dell’ingegno.
In
un mio manoscritto di notiziole, raccolte dalla b
saper porgere un complimento6…, impareggiabile !! non hai peccato !!
In
fra i primissimi merti il primato : e tu medesimo
die all’improvviso, e di tiranno nelle tragedie e ne' drammi scritti.
In
tali ruoli lo vediamo a' primi del 1800 con Anton
o con le Compagnie Bellotti, Pezzana, Emanuel, Marini, fino all’ '89.
In
quell’anno passò primo attor giovine con Novelli,
il Bartoli, che la memoria di lui, viveva ancora al suo tempo (1781).
In
tuttociò è probabilmente una grande fantasticheri
ioni potesse andar soggetta la Compagnia nel corso dello stesso anno.
In
questo elenco dell’ '89 non figura più lo Zanetti
artificiosamente collocati vi produssero il medesimo ottimo effettob.
In
pochissime altre cose differivano da’ teatri Grec
dell’orchestra per una specie di attori, cioè pe’ musici e danzatori.
In
oltre il pulpito Romano non dovea passare l’altez
ificiosamente collocati vi producevano il medesimo ottimo effetto152.
In
pochissime altre cose differivano da’ teatri Grec
hestra per una parte degli attori, cioè per gli musici e i danzatori.
In
oltre il pulpito Romano non dovea passare l’altez
e trovansi vendibili al negozio Cambiagi nella Stamperia Gran Ducale.
In
esse ha egli procurato d’essere spiritoso, ma non
nel Teatro di S. Sebastiano in Livorno, nell’autunno dell’anno 1780.
In
esso volume, oltre alle commedie recitate in Fire
; ma dirò alcuni tratti particolari, che divertir potranno chi legge.
In
un mese di tempo aveva ella cangiate ventisei ser
ottega che seco aveva, segnandola in fronte, e scottandola col caffè.
In
luogo di continuare la zuffa, misesi a gridar : a
comici, riuscì mirabilmente e si è anche recitata e tradotta altrove.
In
seguito l’autrice diede al teatro la Figlia di Ar
ialmente col contrasto del Cavaliere viaggiatore pieno di leggerezze.
In
fatti la Pamela non invecchiò per lunga serie di
e d’intrigo, ed il Tamburro notturno che viene da una favola inglese.
In
generale Des Touches è uno de’ buoni comici della
presentazione. La settima è ancora più vivace e piena di sale comico.
In
essa Durante ingannato dagli abiti di Lisetta la
tro canto che con maggior buffoneria il carattere potrebbe guastarsi.
In
fatti il Mèchant com’è dipinto in tal commedia, t
alcuni pantomimi allusivi ai caratteri, e alle passioni degli uomini.
In
questa favoletta si accenna, che il modo di rende
saggia? Seppe usar meglio delle sue richezze? Ebbe mai miglior gusto?
In
altri tempi Delle belle fe mai scelta più degna?
un atto è una imitazione debole per altro delle Letterate di Moliere.
In
essa una donna d’altro non vuol parlare che di ma
zione, di situazioni che chiamino l’attenzione, e di vivacità comica.
In
sostanza è un tessuto di tediosi dialoghi, ed un
a’ buoni compositori di commedie, e come attore, e capo di compagnia.
In
qualità di capo egli anima e governa i Societarii
commedia che partecipava. della francese, e dell’italiana istrionica.
In
tal genere si distinsero tra’ Francesi Autreau, l
e della mirabile attrice Adriana Le Couvreur, sia andata degenerando.
In
fatti il signor Eximeno nel suo libro Origine e p
etto nell’uno e nell’altro sesso, madamigella Contat ed il sig. Molè.
In
questo ora si osserverà la decadenza che porta un
CAPO II.
In
quali cose si rassomigli ogni Teatro. Una cate
opera letteraria più antica sono i Cantici del loro legislatore Mosè.
In
versi erano le memorie de’ defunti scolpite nelle
azione d’idee per saper volgere l’imitazione in satira ed istruzione.
In
fatti nelle picciole nascenti popolazioni del vec
che hanno per oggetto il bello, avviene l’opposto che nelle scienze.
In
queste l’arte di riuscire dipende tanto dalla par
za e i pregiudizi di chi a dispetto pur di Minerva le vuol coltivare.
In
tal caso le arti e le belle lettere sono come i v
grande di tuoni, i quali imitino fisicamente i muovimenti dell’anima.
In
contraccambio ha ella il vantaggio di sembrarci p
di essere incoronato d’un più facile benché men durevole alloro? [10]
In
siffatta povertà di espressione poetica e musical
ffatto principio avrà delle pericolose influenze su tutto il sistema.
In
primo, luogo dee ricondur sulle scene quel maravi
e però si va a rischio di distruggere l’illusione dello spettatore.
In
secondo luogo la necessità di riempire le scene i
llustri. Dell’Orfeo è fama che dicesse Metastasio dopo averlo letto: «
In
questo dramma vi sono tutti i quattro Novissimi e
dea nella sua dissertazione sulla unione della musica e della poesia.
In
altro luogo ci converrà parlare più a lungo degl’
ire quest’apparente ingratitudine? Ecco il motivo s’io non m’inganno.
In
primo luogo il suo stile benché assai poetico ed
ime di stile che voglionsi per le poesie non inservienti alla musica.
In
secondo luogo l’argomento scelto da lui buono per
«Non solo Colla voce e col suon l’orecchie e l’alma
In
questo dì, ma le pupille ancora Vuol di vano terr
uttosto che ad un capriccio irragionevole. Ma cotal difesa non giova.
In
primo luogo perché non da principio riflesso di v
in lui dai prestigi d’un musico e dalle istigazioni d’una cortigiana.
In
secondo luogo perché nel caso ancora che un falso
, ovvero di episodio si confanno mirabilmente col genio della musica.
In
ricompensa del disagio potrete sceglier i mezzi c
Compagnia, e s’unì in società (1855-56) con Vestri, uno dei cognati.
In
quella Compagnia la Virginia Marini fece le sue p
e Dondini, ed anche in quella seppe distinguersi, e farsi applaudire.
In
seguito, per aver preso in affitto il Teatro Gold
di Dante, è il seguente sonetto, già riferito dal Croce (op. cit.) :
In
lode di Cintia, comica famosa. Non così vaga, o
mpagno nel condur la compagnia, che si chiamò appunto Goldoni e Riva.
In
pochissimi anni il capitale fu distrutto, e il Ri
tori, conviti, musica continua, cavalcatori, mastri di scrima, ecc. »
In
quel carnevale Don Vincenzo Spinelli fece una mas
Fratello del precedente, nacque in Aquila da Antonio Tessero il 1797.
In
un articolo del Fanfulla della Domenica del 1° ge
rtanto l’elevatezza dell’anima del poeta si scorge in diversi tratti.
In
quel fiero decantato qu’il mourut del vecchio O
rofferisce; ma il poeta stesso ne minora la grandezza in più maniere.
In
prima con fare che Augusto rimproveri a Cinna son
pompa e da tutti gli ornamenti de’ quali è capace la lingua francese.
In
tutti gli oggetti egli spande la propria sensibil
certi amori per lo più subalterni che riescono freddi e poco tragici.
In
quelle del Racine trionfa un amor tenero, semplic
isa dell’immortalità onde si distinguono i poeti grandi da’ volgaria.
In
quel secolo per la Francia fortunatissimo forse l
l primato senza il freddo inutile innamoramento d’Ippolito ed Aricia.
In
fatti questa galanteria, per dirla alla francese,
Racine; ma ecco in qual cosa egli si distingue da’ tragici mediocri.
In
questi quel perpetuo tessuto di astratti i quali
rre i versi delle sue favole prima di averne disposto tutto il piano.
In
simil guisa declinando il passato secolo pose in
rbosamente che Policrita, non è sua figlia e che si chiama Cleorante.
In
tutto il dramma egli ha usato un artificio ed una
m. Bancks e il dottor Solander, sono parimente di equivoco carattere.
In
una di esse vedevansi due classi di attori distin
uito da alcune farse che riescirono assai grate al numeroso concorso.
In
un altro giorno il re per trattenerlo piacevolmen
olgari, benchè latini) le imprese de’ re, e si cantavano ne’ teatria.
In
una cronaca manoscritta di autore anonimo che può
elle lettere nel rimanente dell’Europa, recherà meraviglia e diletto.
In
certi paesi a’ nostri giorni ancora contansene po
lacci; ma ciò non basta per farla risalire sino al secolo XIV. a.
In
vulgares traduci sermones, et in theatris et pulp
olcissimo stromento di trentasei corde o secondo altri di ventisette.
In
sì vasto impero essa avea luogo in tutte le occas
i una lunga storia. Passano poche scene, in cui non si uccida alcuno.
In
tre ore di rappresentazione si espongono gli even
i a rappresentar senza parole seguendo le leggi della cadenza musica.
In
tale esercizio segnalansi singolarmente le baller
i per li suoi panni da dosso ne per quelli che adopera nelle comedie.
In
fede di che la presente sarà firmata di nostra ma
ente del 14 novembre 1607, alla quale accenna il Baschet (pag. 163).
In
luogo d’Arlechino che non ha potuto venire a V. M
ece società, per un triennio, con Luigi Raspantini e Irma Grammatica.
In
questi ultimi tempi scrisse Un biglietto d’andata
e ben corto di braccia, male gli si attagliavano le parti sdolcinate.
In
quelle che richiedevano accenti di passione gagli
enere il 1650 nella Compagnia del Duca di Modena (V. Zanotti Andrea).
In
una lettera del Coccino al Duca del 18 febbraio '
eramente sei, martire egregia in tramutar di stato ! Oh razza d’Eva !
In
tuo giudicio ingrato quanti, perchè son miseri, s
nciato dal’21 a dar contingente allo Spielberg, alla Giudecca, ecc…..
In
quell’ambiente alto e severo di letteratura, di a
rso di rappresentazioni a Mantova, valsero ad addolcire i loro animi.
In
vano Ferdinando Negri, noto poeta mantovano, s’er
turpi forme ignude : nell’alta impresa e nobile compagno io ti sarò.
In
vano Giovanni Prati la circuiva con parole di fuo
vostre però le mie Vittorie, Or che del vostro amor mi rendon degno.
In
voi trova il mio Cor riposo, e nido, Ed or, ch’ar
Gottardi fu allievo, così ci descrive la morte dell’amato maestro :
In
una calda giornata d’autunno volle intervenire ad
rato o reo? Chi sei? qual tuo delitto o nume avverso Così ti opprime?
In
quai contrade errante Senza speme e consiglio il
ger di nuovo, oimè! veggio dal l’orco Argo severo, e con orrenda face
In
truce aspetto mi minaccia e incalza Per erme aren
Guerrier spietatamente audaci Stan presso a un’ara di gramaglie cinta
In
atto minacciosi e con orrendi Giuramenti spaventa
fane fargli dire nelle Rane, che la sua poesia non era morta con lui.
In
fatti alcuni tragici che si dedicarono a ritoccar
mina il suono della fistula dopo del l’immagine orribile di Argo. a.
In
questo solo verso vibrato ho chiuso il concetto d
ellanarii. II. Quali attori in Roma si reputassero infami.
In
proposito degli attori delle Atellane vuolsi osse
cio onorato col l’anello d’oro, cioè fu ascritto all’ordine equestre.
In
fatti la disistima che ebbesi poscia per le perso
nisce il giuramento, Quid est jusjurandum? emplastrum aeris alieni.
In
un altro suo mimo intitolato Rector inserì i segu
vi si ammira ci rende molesta la perdita delle intere sue favolette.
In
sentimento di Cassio Severoa i detti sentenziosi
rzo secolo dell’era Cristiana de’ Mimi dice in fine del suo Ottavio:
In
scenis etiam non minor furor, turpitudo prolixior
arti, a riserba di quelle che la sola natura ed il bisogno sugerisce.
In
tale stato potevano essi conoscere altri spettaco
e, nelle quali si accoppiavano sconciamente la farsa, e la religione?
In
effetto altre non ebbero sino al XVIII secolo, e
la natura ha bisogno di riposo dopo di aver prodotto un ingegno raro.
In
tal periodo non pertanto qualche buon talento mos
. Le passioni son dipinte con vivacità; ma l’azione sembra difettosa.
In
fatti l’eccidio de’ Macabei che avviene nell’atto
tragedie che su di questo personaggio scrissero Corneille e Voltaire.
In
effetto La Motte purga tale argomento tanto dell’
orie, apostrofi, perifrasi poco proprie della scena e della passione.
In
compenso i suoi caratteri mi sembrano pennelleggi
a’ suoi compatriotti di travestire tutti i personaggi alla francese.
In
fatti i Tartari e i Cinesi dell’Orfano della Cina
con ugual forza alla religione, ed il di lei castigo può ammaestrare.
In
fatti lo stato del cuore di Zaira vien dipinto ne
icio di un figlio per mano della stessa madre che pensa a vendicarlo.
In
tal tragedia non è solo questa madre che ragiona
Principii del Newton, la quale terminò di vivere in agosto del 1749.
In
sì bel contrasto de’ costumi Americani ed Europei
di Eschilo. Soffre poi l’ombra di Nino molte e rilevanti opposizioni.
In
prima un’ ombra che apparisce nel più chiaro gior
ran voto nell’animo dello spettatore e non produce l’effetto tragico.
In
secondo luogo manca di certa nota di terribile ch
a si è perduto nel suo piano, e dà la più atroce idea della divinità.
In
oltre tutte le situazioni tragiche non hanno un s
il teatro tutto di questo gran tragico; e Prevost quello di Euripide.
In
ambidue questi scrittori si desiderano i grandi o
Questa mina poi fu veramente una scelleratezza meditata da Avogadro?
In
niun conto. L’ho tolta (dice Belloy) da altre c
sala con finestre che danno sul palazzo dell’ambasciadore di Spagna.
In
seguito della lunghissima scena dell’atto III del
proposta scelta di morte o di fuga. Montcassin l’affretta a fuggirà.
In
questo punto (dice Bianca)? Montcassin, e che asp
ampe. Ecco intanto ciò che rende la storia differente dalla tragedia.
In
prima il Foscarini veneto è trasformato in un Mon
acoli; e le lagrime di Bonaparte tutte si saranno versate per Bianca.
In
secondo luogo osservo che l’azione nella tragedia
nte scema il pericolo dell’amante che in quella storia è inevitabile.
In
questa Foscarini va da una donna maritata furtiva
olito invito al pubblico, ordinariamente in brutti versi martelliani.
In
quello del '37, invece, figuravano due sonetti, d
e de ne m’en plus parler. » Ma il Rubini restò ancora il’64 a Parigi.
In
due lettere del Goldoni all’Albergati del gennajo
fu di un litigio ridicolo d’un cane che ha rubato una forma di cacio.
In
tutta la commedia si vanno mettendo in ridicolo l
sioni per noi perdute davano molto pregio alla finzione d’Aristofane.
In
generale l’originale greco vince di gran lunga in
ratti più rimarchevoli delle fisonomie de’ personaggi satireggiati41.
In
tal commedia interloquisce Prometeo, il quale vie
dità, donde qualche volta scappano fuori alcune bellezze inaspettate?
In
tal guisa vìen egli malmenato da M. de Chamfort.
on s’ingannava nell’indovinarli, e con maggior diletto gli ravvisava.
In
questa commedia per la legge divenuta più ingegno
il riso universale e vituperar se stessi nella dipintura immaginaria.
In
quest’ultima dilicata commedia de’ greci, dalla q
non mette in opera il bisogno che ha l’uomo di riposare e divertirsi!
In
mezzo a tanti magnifici spettacoli scenici ne tro
statua di Pallade tutto l’oro sumministratogli dalla Repubblica. 42.
In
questa commedia della pace fu eziandio posto in B
aliane. Quanto dice Chiteria meriterebbe di trascriversi interamente.
In
un monologo pieno di un patetico che giugne al cu
’ogni tormento mio! Qual fu la tua Facilità crudel! Dunque ha potuto
In
breve ora un rispetto una violenza Astringerti a
vil cedesti agli artifizii indegni! Vana illusione e gelosia fallace
In
te si armaro del mio amore a danno! Fralezza femm
id cominciarono a tralasciarsi, e seguiva all’atto la sola tonadilla.
In
vece di tali tramezzi si posero in moda quelli ch
cene, non seppero mai dar si bel passo, per le ragioni che soggiungo.
In
prima perchè non si avvisarono d’apprendere l’art
i, allontanandosi dalle personalità, per formarne pitture istruttive.
In
secondo luogo perchè quei che se ne sono occupati
a treinta Mat. Todos Moros? Nan. Todos Moros?Ninguno era Cristiano.
In
far simili ritratti dell’infima plebaglia La Cruz
mente favole compiute in tanti anni, non l’ha certamente manifestato.
In
effetto ad eccezione di certe favole allegoriche,
omici, riuscì mirabilmente, e si è anche recitata e tradotta altrove.
In
seguito l’autrice diede al teatro, la Figlia di A
ialmente col contrasto del cavaliere viaggiatore pieno di leggerezze.
In
fatti la Pamela non è ancora invecchiata, e la Na
d’ intrigo, ed il Tamburro notturno che viene da una favola Inglese.
In
generale Des Touches è uno de’ buoni comici della
presentazione. La settima è ancora più vivace e piena di sale comico.
In
essa Dorante ingannato dagli abiti di Lisetta la
erite commedie tenere, altre ne produsse nel genere puramente comico.
In
versi alessandrini compose l’Indiscreto dipintura
a? Seppe usar meglio delle sue ricchezze? Ebbe mai miglior gusto?
In
altri tempi Delle belle se mai scelta più degna
commedia che partecipava della francese e dell’ italiana istrionica.
In
tal genere si distinsero tra’ Francesi Autreau, l
e della mirabile attrice Adriana Le Couvreur, sia andata degenerando.
In
fatti il sig. Eximeno nel suo libro Origine e pro
n dignità, alle bellezze native sostituiscono le proprie immondizie.»
In
pruova di ciò Gellio adduce la nominata commedia
ggio, se a’ capricci esposto Di fortuna pur sei, t’acqueta e soffri.
In
simili bellissime reliquie di Menandro ammirasi u
: Ubbidienti Fian le parole, ove la merce abbondia.
In
questa guisa appunto L’intendeva Menandro, la del
a commedia moderata prima dell’antica,il che dalla storia non appare.
In
secondo luogo quel patto apposto di scegliersi ar
no, rammentatore della Compagnia Battaglia, che il Bartoli riferisce.
In
una lettera del 1764 da Parigi a Stefano Sciuglia
ordito con ottimo successo in quella di vecchia mugnaia nei Mulinari.
In
breve doventò uno de' capisaldi della Compagnia,
ovocare al giudizio del popolo ed alla di lui sentenza rapportarsene.
In
fatti nel consenso del popolo (non della plebe) c
come accennò Orazio, Et spirat tragicum satis, et feliciter audet.
In
fatti Ennio (non c’incresca ripetere alcune delle
senza riserba imputata a Seneca) si determina a una vendetta orrenda.
In
parole altiere, e quali dall’acuto critico Boilea
ata insultandolo risponde: Hac qua recusas, qua doles ferrum exigam.
In
matre si quod pignus etiamnum latet, Scrutabor en
gnazione d’Ippolito: Magne regnator Deum; Tam lentus audis scelera……
In
me tona, me fige…………… Sum nocens, merui mori, Pla
tum satis Poenarum, et ultra, est. Regiaut virgo occidat, Non patiar.
In
me culpa cunctorum redit… Qui non vetat peccare,
rità! gran naturalezza! gran conoscenza de’ caratteri delle passioni!
In
questa scena veramente teatrale, nouv’ha mordent
di Edipo già noto a se stesso: Dehisce tellus, tuque umbrarum potens
In
tartara ima rector ecc. Meno riprensibile, decla
… Prohibeas, genitor, licet, Regam abnuentem; dirigam invitum gradum.
In
plana tendis? vado. Praerupta expetis? Non obsto,
quest’altro della medesima Giocasta: … Misera, quem amplectar prius?
In
utramque partem ducor affectu pari. Hic abfuit. S
i: … Tot feras vici horridas, Reges, tyrannos; non tamen vultus meos
In
astra torsi. Semper haec nobis manus Votum spopon
gli vive, i vizii di ciascheduna, Collecta vitia per tot aetates diu
In
nos redundant. Ma ciò serve punto a fare avanzar
Funus interim Procedit: sequimur: ad sepulchrum venimus:
In
ignem posita est: fletur. Interea haec soror, Qua
nunc tempus. Lac. Non est nunc tempus.Puerum accipias: nam is quidem
In
culpa non est: post de matre videro, Pam. Omnibus
preceduta da un patetico racconto fatto con ammirabile naturalezza,
In
quo haec discebat ludo, ex adverso ei loco ecc. ,
è paruto, come or, misero e grave Peso la povertade; ho visto adesso
In
questo vicinato una donzella Misera, che facea tr
Antifone Mi strazia il cuor; mi fa pietà; per lui Sono in travaglio.
In
grazia sua non svigno. Se non fusse per lui, l’av
go? È assai?Ciance. Ant. Questo sussiego? È assai? Ciance.Guardatemi
In
volto. Ehi, così basta? Get. In volto. Ehi, così
sussiego? È assai? Ciance.Guardatemi In volto. Ehi, così basta? Get.
In
volto. Ehi, così basta?No. Ant. In volto. Ehi, c
In volto. Ehi, così basta? Get. In volto. Ehi, così basta?No. Ant.
In
volto. Ehi, così basta? No.E così? Get. Quasi qua
’oggidelle ingiurie Da voi non meritate, a lui dovute. Dem. Finiamla.
In
prima vi domando in grazia, Quel giovine, se pur
locorum, quam qui faciant comicam Extra theatra. Nonne in hemycyclis,
In
officinis, in tabernis, in foro, In aedibus poten
tra theatra. Nonne in hemycyclis, In officinis, in tabernis, in foro,
In
aedibus potentium, ac, si diis placet, Ipsis in a
ia morrò; saprà qual uom mi sia. Tutto questo apparecchio di disdegno
In
fede mia ammorzerà repente Solo una insidiosa lag
te Solo una insidiosa lagrimuccia Che dopo lungo strofinarsi d’occhi,
In
essi a stento imbambolar vedrai. E tu anzi reo di
ii, me sogni, e aspetti, A me pensi, in me speri, e in me ti allegri;
In
somma che di me tutta tu sii, Quando io son tutto
e ella si sia, Non potrà lungo tempo star celata. O bellissimo volto!
In
questo punto. Cancello dal mio cuor tutte le donn
guisca i suoi ordini intorno al menare l’ancella, e l’eunuco a Taide.
In
tale azione così condotta, e distribuita nulla ha
olte lodato elegante traduttore: Or dimmi un poco
In
qual città ti credi tu di stare? Facesti oltraggi
a. Institut. Orator. lib. X c. 1. a. De Natura Deorum lib. II. b.
In
fine della Filippica di Tullio. a. In Bruto. a
la nazione. a. Nel dialogo degli Illustri Oratori. b. Libro X. a.
In
comoedia maxime claudicamus. a. Libro II, c. 13
o , a cui il Tago serve di benda di mosellina bianca listata de oro .
In
somma in ogni personaggio traspare tutto Gongora
e che la difese dalle spade degli assalitori, e ne ricevè una banda.
In
ciò si spendono ben 125 versi, ne’ quali entra un
o pensiero recita a parte 46 versi mentre Bianca attende la risposta.
In
fine a lei si volge, e si determina ad invitare c
rata. Ma Francesco de Roxas ha prodotte molte favole interamente sue.
In
quelle che si chiamano istoriche, lo stile è somm
le non dispregevoli nel genere comico chiamato colà di spada e cappa.
In
quella intitolata Entre bovos anda el juego degno
o divorzio. In Toledo a’ 4 di Settembre del 1638. Don Luca Cigarral.
In
conseguenza del suo carattere procede don Luca ne
vendicarsi del principe Garzia di lei padre. Los Amantes de Teruel.
In
questa terra del regno di Aragona corre una tradi
ego giungano alla cugina, nè quelle di lei sieno a Diego indirizzate.
In
oltre per abbattere di un colpo la costanza d’Isa
re; Donna, priva di te, figlia, obedisco. E infin…. deggio pur dirlo?
In
fin son moglie. Vanne, tel dissi già, lasciami, p
, una Rosa, un Cedro, il Mondo, si trovano personificati negli autia.
In
quello intitolato gli Ordini Militari si figura i
a en Copacavana che a stento m’induco a crederla lavoro del Calderòn.
In
essa i Peruviani sono delineati a capriccio, e la
l’aura ti vezzeggi, un terso Specchio l’acqua ti sia, per te la terra
In
ridente giardin tutta si cangi. Il fiero Cagnerì
funesta rupe Già scende il Cagnerìa…. Signor, mio bene, Pietà di me,
In
te stesso per te ; cangi il pentirti In merito il
ignor, mio bene, Pietà di me, In te stesso per te ; cangi il pentirti
In
merito il delitto ; o tu vedrai Congiurato in tuo
cciso è il di lei cugino, nè perciò lascia di proteggerlò e salvarlo.
In
questa favola Calderòn non ha evitato il solito d
mporta en conclusion el Trono, ò Dominacion, Quanto mas el Potestad.
In
tutte le favole Calderoniche non è da cercarsi re
porne tosto che fu iniziato negli ordini sacri, ai quali indi ascese.
In
generale questo scrittore usa della libertà spagn
vide molti difetti del teatro spagnuolo, e più di una volta ne rise.
In
questa favola motteggia sull’uso d’introdurre i s
il fine! Tutto questo si desidera nella copia che ne abbozzò Moliere.
In
prima questo gran comico francese trasportò l’azi
scene piacevoli della commedia di Moreto la Occasion hace el ladron.
In
essa una baligia cambiata ed un nome preso a caso
le; si doveva dunque insegnare che al principe conviene studiar bene.
In
fatti egli vien dipinto ignorante non solo ne’ pr
cano, a cui il Tago serve di benda di mosellina bianca listata d’oro.
In
somma in ogni personaggio traspare tutto Gongora
e che la difese dalle spade degli assalitori, e ne ricevè una banda.
In
ciò si spendono ben centoventicinque versi, ne’ q
recita a parte quarantasei versi, mentre Bianca attende la risposta.
In
fine a lei si volge, e si determina ad invitare c
ra già spirata. Ma il Roxas ha prodotte molte favole interamente sue.
In
quelle che si chiamano istoriche, lo stile è somm
favole non dispregevoli nel genere comico chiamato di spada e cappa.
In
quella intitolata Entre bovos anda el juego, è de
o divorzio. In Toledo a’ 4 di settembre del 1638. Don Luca Cigarral.
In
conseguenza del suo carattere procede Don Luca ne
vendicarsi del principe Garzia di lei padre. Los Amantes de Teruel.
In
questa terra del regno di Aragona corre una tradi
iego giungano alla cugina, nè quelle di lei siano a Diego consegnate.
In
oltre per abbattere di un colpo la costanza d’Isa
cato, una Rosa, un Cedro, il Mondo, sono personificati negli auti107.
In
quello intitolato gli Ordini Militari si figura c
ra en Copacavana che a stento m’induco a crederla uscita da Calderon.
In
essa i Peruviani son dipinti a capriccio, e la st
ra ti vezzeggi: un terso Specchio l’acqua ti sia: per te la terra
In
ridente giardin tutta si cangi. Il fiero Cagner
erì 113 . . . Signor, mio bene, Pietà di me, pietà di te: rientra
In
te stesso per te: cangi il pentirti In merito i
i me, pietà di te: rientra In te stesso per te: cangi il pentirti
In
merito il delitto; o tu vedrai Congiurato in tu
cciso è il di lei cugino, nè perciò lascia di proteggerlo e salvarlo.
In
questa favola Calderon non ha evitato il solito d
ta en conclusion el Trono, ò Dominacion, quanto mas el Potestad.
In
tutte le favole Calderoniche non è da cercarsi re
di comporne tosto che fu iniziato negli ordini sacri a quali ascese.
In
generale questo scrittore usa della libertà spagn
vide molti difetti del teatro spagnuolo, e più di una volta ne rise.
In
questa motteggia sull’uso d’introdurre i servi bu
il fine! Tutto questo si desidera nella copia che ne abbozzò Moliere.
In
prima questo gran comico Francese trasportò l’azi
modo languido che annoja coloro che conoscono l’ originale Spagnuolo.
In
oltre l’insipidezza colla quale la Principessa d’
e scene piacevoli della commedia di Moreto la Ocasion hace el ladron.
In
essa una baligia cambiata ed un nome preso a caso
ale; si dovea dunque insegnare che al principe conviene studiar bene.
In
fatti egli vien dipinto ignorante non solo ne’ pr
e lodata Nazione Spagnola il contarne dodici, e quindici e ventimila.
In
secondo luogo dal risorgimento delle Lettere gl’I
iguardo alle Tragedie Spagnuole. E in che (direte) stà la differenza?
In
questo che soggiungo. Le Tragedie Spagnuole, sian
a drammatica di quel tempo, Frinico merita l’ammirazione de’ posteri.
In
una tragedia pose alcuni versi cosi pieni di robu
venisse camoenae Dicitur, et plaustris vexisse poemata Thespis. b.
In
fatti Arione che fiorì nel l’olimpiade XXXVIII fu
n s’ingannava nell’indovinarli, e con diletto maggiore gli ravvisava.
In
questa specie di commedia per la legge divenuta p
igno oggetto, Spinto da vanità, non da virtude, I suoi doni dispensa.
In
quanto al cibo Nel medesimo dì bianchi i brodetti
i, i quali gli permisero di osservare i codici delle loro librerie77.
In
tutte le moschee considerabili si trovano collegj
da uomini. Comuni sono ancora fra’ Turchi le rappresentanze de’ Pupi.
In
occasione di nozze si passa la giornata della cer
quando si è ben certi di piacere e di far ridere. — Bene, o Signori.
In
capo a dodici anni io prometto di farvi ridere. P
o. Ebbe devozioni di amica, per rispetto dell’arte, senza precedenti.
In
una particina di schiava nera della mia Clodia, s
lebre Sadowski. Passò il '69 con Lollio, poi, il '71, con Coltellini.
In
quel torno, a Roma, si ammogliò a Raffaello Giova
a drammatica di quel tempo, Frinico merita l’ammirazione de’ posteri.
In
una tragedia pose alcuni versi così pieni di robu
o reo? Chi sei? qual tuo delitto o nume avverso Così ti opprime?
In
quai contrade errante Senza speme e consiglio i
di nuovo, oimè! veggio dall’orco Argo severo, e con orrenda face
In
truce aspetto mi minaccia e fuga Per erme arene
ier spietatamente audaci Stan presso a un’ ara di gramaglie cinta
In
atto minacciosi e con orrendi Giuramenti spaven
fane fargli dire nelle Rane, che la sua poesia non era morta con lui.
In
fatti alcuni tragici che si dedicarono a ritoccar
a Sofocle il Conte Pietro di Calepio critico per altro assai saggio.
In
tutta la scena di Menelao e di Teucro trovo solta
o Tutto ciò che più turpe e più nefando Tra’ mortali si stima.
In
questi versi si vede egregiamente espresso quell’
Fende l’aria volando, Tal da li corpi un sopra l’altro estinti
In
largo e folto stuolo, Più che il foco leggere
L’una de l’altra a canto Piangon supplici e meste i loro mali.
In
varie parti, dove Son per le rive i sacri altar
vede però allora eseguito questo canto, e pare che vi manchi il coro.
In
tal caso l’atto sesto comincerebbe dalla nuova us
ivo, e di studiare nel tempo stesso l’arte drammatica con fondamento.
In
simil guisa si rileva l’ artificio usato da diver
re offendi maris. Hec. Ejectum ab undis, an trucidatum manu? Fam.
In
littus arenosum Marinus illum fluctus aestu eje
avello, per serbarti in vita, Fia che risorga. Di sostegno privo,
In
man del crudo inesorabil Greco, Chi può rapirti
esorabile, contro il parere degli stessi Ateniesi, lo manda a morire.
In
questa tragedia ancora Euripide nulla omette che
l’immaginazione degl’ infermi che faceva diventarli rappresentatori.
In
tal periodo essi non cessavano di recitar versi t
io finchè non sopravvenne l’inverno. Luciano nell’opuscolo intitolato
In
qual modo debba comporsi l’ istoria, così ne racc
l’azione del sole e la natural debolezza delle teste degli Abderiti.
In
fatti questa città marittima della Tracia era pop
mina il suono della fistula dopo dell’immagine orribile di Argo. 52.
In
questo solo verso vibrato ho chiuso il concetro d
ttori per ballare, cantare e sonate, che altra cosa rimaneva al coro?
In
oltre lo stesso Castelvetro dice (c. 86) che quan
o il merito nel rappresentare, dividevansi in primi, secondi e terzi.
In
fatti Aristotile stesso nel luogo citato dice che
cemente il latino impero. 66. Trattato del Sublime cap. XXVII. 67.
In
tradurre questo passo ho solo posposta l’apostrof
e. Io sventurato io nacqui Da chi l’esserne nato Ora è mia colpa.
In
detestabil nodo Con chi men lice il talamo io d
a, sine pestis suspicione iudicio Patrini Medici chirurgi Sanitatis.
In
una nota di esso Martini, avendo il Cavalieri per
etudine gli fu suggerita dal nome ? Ed era egli francese o italiano ?
In
una lettera del 1612 dell’arlecchino Martinelli a
ersonaggio più atteso, più gustato, più applaudito della produzione.
In
una nota manoscritta, fra le carte del conte Pagl
o : Qui pro quo, Luis Beretta, Montecarlo, Vita perduda, El Portinar,
In
soffitta, El servitor del Donato, Do moros, El Ga
issimo stromento di trentasei corde, o, secondo altri, di ventisette.
In
sì vasto impero essa avea luogo iu tutte le occas
i una lunga storia. Passano poche scene, in cui non si uccida alcuno.
In
tre ore di rappresentazione si espongono gli even
a rappresentar senza parola seguendo il tempo della cadenza musicale.
In
tale esercizio segnalansi singolarmente le baller
ati, i quali gli permisero di osservare i codici delle loro libreriea
In
tutte le moschee considerabili si trovano collegi
a uomini. Comuni sono ancora fra Turchi le rappresentazioni de’ Pupi.
In
occasione di nozze si passa la giornata della cer
er dinotare un verseggiatore fecondissimo suol dirsi è un Hann Sachs.
In
tali favole fra mille goffaggini e bassezze, dico
l’introduzione del prologo: Poeta vos ad venandum invitat hodie
In
hoc theatro scenico. Nam bestias Producturum se
Da quella notte, più nessuna traccia di lui. E più avanti ancora :
In
che tempi fiorisse Azampamber è tuttora un mister
Guittelemme. E questa è parola del gergo. Ma torniamo all’Azampamber.
In
un giorno di mercato, a Lugano, si annunziava in
Biancolelli-Franchini Isabella detta Colombina.
In
una casetta — dicono in nota i F.lli Parfait (pag
de’ Comici italiani ; e fe’dono di 100 scudi per le spese di viaggio.
In
quel tempo la Isabella era a recitare a Milano. B
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