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1 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Enea in Troia »
Cassandra, Ecuba, Creusa; e i cori sono di uomini e donne troiane, di Greci , di dei, altri amici ed altri nimici di Troia. La
dalla città alla testa de’ principali Troiani, e celebra la fuga dei Greci e la liberazione della patria. Trionfa il vecchio
ie mura. Il coro la consola celebrando insieme con Priamo la fuga de’ Greci ; dell’onta de’ quali sarà un perpetuo monumento i
é almeno si esplori se dentro al cavallo vi fosse qualche agguato dei Greci . Il partito viene contrariato da alcuni. Priamo p
desimi dei la forza di cui era dotato Ettore, quando arse le navi dei Greci , perché la Patria, se ha da cadere, non cada inve
o che, dopo la morte di Ettore, vanti Troia. Si vedono intanto alcuni Greci uscire tuttavia fuor del cavallo. Calcante con br
e sotto voce intuona un cantico al quale pur sotto voce rispondono i Greci . Verso la fine del coro incomincia un combattimen
ombattimento nel fondo del teatro tra le guardie della rocca e alcuni Greci usciti fuor del cavallo, i quali vorrebbono impad
ora alla guardia della torre del palagio e con la uccisione di tanti Greci ha già in parte vendicato la patria. Una delle pr
si e morire ed Enea medesimo che vuol salvare il padre dalle mani dei Greci ; né potendolo persuadere a fuggirsi, riprese le a
olo persuadere a fuggirsi, riprese le armi, vuol di nuovo uscire tra’ Greci , mentre Creusa e Iula ne lo trattengono. Quand’ec
Neptunia Troia. Coro di Troiani che deplorano le calamità loro, e di Greci che nella marcia gl’insultano; dei quali il corif
2 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « NOTE E OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 281-290
n questa edizione accresciute. Nota I. Gli Etruschi che da’ Greci furon detti Tirreni, vennero in Italia, secondo l
che, e sostenuto da altri nostri valentuomini di questo secolo. Che i Greci ricevuto avessero dagli Etruschi diverse cerimoni
leggiamo le commedie de’ nostri poeti prese e tradotte da quelle de’ Greci , di Menandro cioè, di Posidio, di Apollodoro, di
con eleganza composte. Ma se tu prendi a paragonarle cogli originali Greci , da cui furono tratte, e ogni cosa di seguito e d
ione, perchè i Comici Latini non abbiano aggiunto all’ eccellenza de’ Greci , zoppicando in questa parte la commedia Latina, p
. Fin quì il Salvini. Ma lo svantaggio de’ Comici Latini a fronte de’ Greci deesi più che ad altro attribuire al poco onore,
fixent à la longue le mérite des ouvrages. Nota X. Siccome i Greci non si stomacarono della Medea di Euripide, contu
proposito conducat & hæreat aptè, abbia superato tutti i tragici Greci . Nota XIV. Giusto Lipsio sopra l’Ercole E
filo, Apollodoro, Turpilio, Trabea, Cecilio, e tutte quelle altre de’ Greci e Latini, di cui o pochissimi frammenti o appena
3 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO X ed ultimo. Teatro Materiale, ove de’ più rinomati teatri, e della condizione degli attori Greci. » pp. 298-315
teriale, ove de’ più rinomati teatri, e della condizione degli attori Greci . Poichè sul Greco teatro ειδικῷ, formale, pres
Epidauro, che sorpassò in vaghezza e in proporzione gli altri teatri Greci . Delo presenta a’ nostri giorni ancora nel pendio
l’adduce appunto per uno degli esempj della diversità de’ costumi de’ Greci e de’ Romani. La musica era uno de’ pregi di Epam
o la figura di fasce, e da Vitruvio chiamaronsi Precinzioni 166 e da’ Greci διαξωματα. Facevansi in queste varj aditi, entrat
Vitruvio non essersi senza molto senno, per la scalinata, scelta da’ Greci architetti la figura circolare, ed averne gradata
er poi sempre più chiare e soavi le voci degli attori, immaginarono i Greci certi vasi di bronzo chiamati echei artificiosame
i, bronzi, statue, colonne ed altre preziose reliquie di tanti teatri Greci , a dispetto degli anni che gli abbatterono, ne ma
rezza, di valore, e d’ingegno formavano una delle cure predilette de’ Greci , e tralle prime di queste cure erano i teatrali.
ette Panatenee e di Bacco dette Dionisie famose pel gran concorso de’ Greci , aveano luogo gli spettacoli scenici. Colui che a
4 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO PRIMO. Origine della Poesia Drammatica. » pp. 2-11
i come produzione naturale di ogni terreno. Per natura la trovarono i Greci , e da veruno non ne presero l’esempio, siccome è
i, prima della fondazione di Roma, e certamente non la ricavarono da’ Greci che conobbero più tardi. Come poi sarebbe dal l’A
nti Italiani si conoscevano tra loro? Il nome (non che altra cosa de’ Greci ) il nome del famoso Pitagora, che secondo Ovidio
i senza contrasto riceverono la Drammatica dagli altri Italiani e da’ Greci , ne trovarono nulladimeno da se stessi i primi se
ù remoti tempi, e dall’altro nel l’Occidente fra’ Peruviani ignoti a’ Greci , agli Etrusci, e a tutto il resto del vecchio con
5 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO PRIMO. Origine della Poesia Drammatica. » pp. 2-9
i come produzione naturale di ogni terreno. Per natura la trovarono i Greci , e da veruno non ne presero l’esempio, siccome è
i, prima della fondazione di Roma, e certamente non la ricavarono da’ Greci che conobbero più tardi. Come poi sarebbe dall’At
nti Italiani si conoscevano tra loro? Il nome (non che altra cosa de’ Greci ) il nome del famoso Pitagora, che secondo Ovidio
i senza contrasto riceverono la Drammatica dagli altri Italiani e da’ Greci , ne trovarono nulladimeno da se stessi i primi se
ù remoti tempi, e dall’ altro nell’Occidente fra’ Peruviani ignoti a’ Greci , agli Etruschi e a tutto il resto del Vecchio Con
6 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VIII. Teatro di Sofocle. » pp. 104-133
elle razze e famiglie diverse. Ognuno può osservare nelle aringhe de’ Greci oratori con quali forti ingiurie l’uno contro l’a
empi di Filippo, di Alessandro ed anche di Cassandro. Or quello che i Greci profferivano ne’ tempi della loro maggior coltura
ecoro osservato ne’ moderni tempi di quello che convenisse a’ tragici Greci nel copiare Teseo ed Agamennone. Del rimanente ne
nia? D’ altronde il giudizioso Sofocle avrebbe esposto agli occhi de’ Greci una inverisimilitudine sì manifesta, se il fatto
i, παισον διπλῆν? La fatalità, l’oracolo discolpava il poeta presso i Greci ; ma avrebbe Sofocle indebolito il terrore tragico
empi di Pallade e al l’altare di Apollo. Nè ciò era troppo ne’ teatri Greci , la cui grandezza non può ravvisarsi in niuno de’
a 210) che i nostri antichi traevano da quelle miniere (de’ tragici Greci ) solo il piombo, e lasciavano l’oro . E ne sono s
lo . Di grazia, sig. Mattei, intendiamoci bene, gl’Italiani hanno da’ Greci preso con felice successo tutto il bello , o han
bili Dive, cioè delle Furie, la cui memoria di tanto orrore colmava i Greci , che non ardivano quasi mai mentovarle col loro v
ro che stimano non essere stati più di tre effettivamente gl’istrioni Greci , ciascuno de’ quali rappresentava due o tre parti
7 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XV. Satiri: Ilarodie: Magodie: Parodie: Mimi: Pantomimi. » pp. 171-200
imi: Pantomimi. Oltre alle favole tragiche e comiche coltivarono i Greci altre specie di drammi che nomaronsi diversamente
sembra che avesse accresciuto il numero degli spettacoli teatrali de’ Greci con queste nuove favole, che dal suo nome chiamar
: Voloni o Volontarii fra’ Tebani: Autocabdali si dissero dagli altri Greci orientali: e Fliaci nella Magna Grecia. È intanto
ia. È intanto cosa degna di nolarsi come in tante regioni abitate da’ Greci si fossero congiunte verso i medesimi soggetti le
medesimi soggetti le stesse idee d’imposture mediche e magiche. Ma i Greci non furono soli ad accoppiarle. Vedremo appresso
e, tutti però si trattennero nel teatro; sia per occultare agli altri Greci la loro perdita, sia per certa spezie di riguardo
un picciol dramma, e quindi di una specie di attori. Erano da prima i Greci mimi un’azione morale in dialogo, e nulla aveano
i riposare e divertirsi! Fra tanti magnifici ingegnosi spettacoli de’ Greci ne troviamo uno assai puerile. Non mancava la Gre
i, dagli Spagnuoli titeres e da’ Francesi marionnettes, dicevansi da’ Greci neurospasti a. Potino neurospasto soleva colle su
8 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VIII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 269-289
l Teatro Greco. Oltre alle favole tragiche e comiche coltivarono i Greci altre specie di drammi che nomaronsi diversamente
sembra che avesse accresciuto il numero degli spettacoli teatrali de’ Greci con queste nuove favole, che dal suo nome chiamar
so i Sicioni: voloni o volontarj fra’ Tebani: autocabdali dagli altri Greci orientali: e fliaci nella Magna Grecia. Egli è in
gli è intanto cosa degna di notarsi come in tante regioni abitate da’ Greci si fossero congiunte verso i medesimi soggetti le
medesimi soggetti le stesse idee d’imposture mediche e magiche. Ma i Greci non furono soli ad accoppiarle. Vedremo appresso
e, tutti però si trattennero nel teatro, sia per occultare agli altri Greci la loro perdita, sia per certa spezie di riguardo
un picciol dramma, e quindi di una specie di attori. Erano da prima i Greci mimi un’ azione morale dialogizzata e nulla avean
i riposare e divertirsi! Fra tanti magnifici ingegnosi spettacoli de’ Greci ne troviamo uno assai puerile. Non mancava la Gre
pi, dagli Spagnuoli titeres e da’ Francesi marionettes, dicevansi da’ Greci neurospasta 140. Potino neurospasto soleva colle
9 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XVII ultimo. Teatro Materiale, ove de’ più rinomati Teatri, e della condizione degli Attori Greci. » pp. 213-238
Epidauro, che sorpassò in vaghezza e in proporzione gli altri teatri Greci . Delo presenta a’ nostri giorni ancora nel pendio
l’adduce appunto per uno degli esempj nella diversità de’ costumi de’ Greci e de’ Romani. La musica era uno de’ pregi di Epam
no la figura di fasce, e da Vitruvio chiamaronsi Precinzioni a, e da’ Greci διαζωματα. Facevansi in’queste varii aditi, entra
va ancora Vitruvio non essersi senza molto senno per la scalinata da’ Greci architetti scelta la figura circolare, ed averne
er poi sempre più chiare e soavi le voci degli attori, immaginarono i Greci certi vasi di bronzo chiamati echei artificiosame
i, bronzi, statue, colonne ed altre preziose reliquie di tanti teatri Greci , a dispetto degli anni che gli abbatterono, ne ma
trezza, di valore e d’ingegno formavano una delle cure predilette de’ Greci , e tralle prime di queste cure erano i teatrali.
ette Panatenee e di Bacco dette Dionisie famose pel gran concorso de’ Greci aveano luogo gli spettacoli scenici. Colui che ad
10 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO II. Se i Mori Spagnuoli ebbero Poesia Scenica. » pp. 9-13
più debole, il più inefficace de’ suoi argomenti. Molti componimenti Greci e Latini sono periti: ma tanti ne sono rimasti da
imili Poesie, ma non mai tutte, se ve ne fossero state. In oltre tra’ Greci e tra’ Romani, smarriti i componimenti Scenici, f
vi ha un solo Autore che mentovi un Dramma Arabico1. Finalmente tra’ Greci e tra’ Romani, quando tutti i libri soggiaciuti f
11 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO II. LIBRO II » pp. 34-49
ήν επινοῆσαι. Vero è che in Plinio si vede che altri l’attribuisce a’ Greci , che da Corinto vennero in Italia con Demarato pa
l comico stesso nella commedia Capteivei mostra più chiaramente che i Greci chiamavano barbari gl’Italiani. Il parasito Ergas
barbaro di sua origine significò straniero, quale si considerava da’ Greci chi nasceva fuor della Grecia, e da’ Romani chi a
agedia da Quintiliano reputata degna di compararsi colle migliori de’ Greci , in oltre quelle di Curiazio Materno altamente co
e state alcune da mettersi degnamente in confronto delle migliori de’ Greci . Cicerone, Tacito, Plinie anche evidentemente dis
12 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo duodecimo »
erali di essa. Paralello della poesia e musica moderne con quelle dei Greci . Motivi della perfezion degli antichi, e inconven
i religiosi, naturali e politici che sostenevano l’original presso a’ Greci , e trasferita ad un sistema di religione, d’usi e
somministra esempi maravigliosi della possanza della musica presso ai Greci ; indarno la filosofia, disaminando la relazione c
ciò si rileva altresì il perché in seguito gli uomini più saggi fra i Greci , persuadendosi che fosse più utile anzi necessari
gine del teatro le azioni drammatiche furono talmente considerate dai Greci , che secondo la testimonianza del giudizioso Plut
lora formando ciascuno di questi rami un’arte da sé, nacque presso a’ Greci la scienza che i moderni chiamano musica, cioè qu
mpio dei Cinesi e degli Arabi, nazioni entrambe che hanno al paro dei Greci conosciuta l’influenza di quest’arte sui costumi
lci nenie ec.» [12] Se non che i componimenti musicali degli antichi Greci benché soggiacessero anch’essi col tempo alla leg
no sotto quella parola più cose. Il largo significato che le davano i Greci apparisce più chiaramente dalle seguenti parole c
pettine allorché il suo parrucchiere gli pettinava i capegli. [18] I Greci lo consideravano come una successivi rappresentaz
dole conforme. Per non dilungarmi oltre il bisogno il ritmo presso ai Greci e Latini era come un orologio, che misurava con t
Ecco il perché dalla natura del ritmo musicale si ricavava presso ai Greci una pruova dello stato attuale dei costumi, che h
anto favolosa, né contraria al senso comune l’opinione, che avevano i Greci intorno alla morale influenza dell’armonia. Mille
gli scrittori della storia musicale e i traduttori e commentatori dei Greci senza eccettuarne i più recenti e più accreditati
da un complesso di ragioni indirette cavate dai fatti si diduce che i Greci mostraron nell’uso che facevano della musica voca
modulazione applicare al genere epico, ovvero al pindarico; laddove i Greci sapevano a meraviglia adattare a ciascuna spezie
o, noi avremo un bel vantare la nostra musica e dileggiare quella dei Greci , ma la verità, ch’è sempre la stessa malgrado il
ato detto finora intorno alle due musiche. «La loro musica (parla dei Greci ) era finalmente e precipuamente diretta a muover
ragione (Essai sur l’origine des langues ch. 18) che non conoscendo i Greci l’intervallo del tuono minore, né dando il nome d
l’acutezza e gravità de’ suoni nella pronunzia. Ma il vero si è che i Greci e i Latini facevano uso dell’uno e dell’altro, co
non rudi volebam, Sed tu, sillaba contumax, repugnas» dice poi che i Greci avrebbero potuto farlo più comodamente, perché si
ogni metro? 126. [NdA] Dissertazione sulla poesia degli Ebrei e dei Greci , c. 9. n. 6. 127. [NdA] Le opinioni del Galileo
13 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 185
mento negli accidenti d’ Irene augusta vedova di Leone Imperatore de' Greci . Ristampolla il '15, dovendosi recitare al Teatro
14 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO I. Su i Teatri Spagnuoli sotto i Romani. » pp. 2-8
Teatro Saguntino, cioè che i Saguntini presero i Giuochi Scenioi da’ Greci , pensando io in questo discorso a ristrignermi a
rebbe darsi: ma da ciò che ne consiegue? che tal Teatro si eresse da’ Greci , come pensò Gasparo Ercolano? Il Lampillas insinu
1.) con tali parole: “Ora se i Saguntini presero da’ Romani e non da’ Greci il Teatro, perchè mai lo fabbricarono conforme a’
15 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VI. Teatro Greco. » pp. 44-148
approfitta dell’occasione per impetrar grazia e perdono. Gli antichi Greci insegnano ai moderni ingegni l’arte d’interessare
vocato Don Saverio Mattei nel Nuovo sistema d’ interpretare i tragici Greci . Altro per lui non sono che feste teatrali di bal
erse nelle quali esso è diviso. Ognuno può osservare nelle aringhe de Greci oratori con quali forti ingiurie l’uno contro l’a
empi di Filippo, di Alessandro ed anche di Cassandro. Or quello che i Greci profferivano ne’ tempi della loro gran coltura, n
ecoro osservato ne’ moderni tempi di quello che convenisse a’ tragici Greci nel copiare Teseo ed Agamennone. Del rimanente ne
inia? D’altronde il giudizioso Sofocle avrebbe esposto agli occhi de’ Greci una inverisimilitudine sì manifesta, se il fatto
care i colpi, παισον διπλῆν? La fatalità discolpava il poeta presso i Greci : ma avrebbe fatto male Sofocle a rilevar meglio i
pj di Pallade e all’altare di Apollo. Nè ciò era difficile ne’ teatri Greci , la cui grandezza non può ravvisarsi in niuno de’
ina 210, che i nostri antichi traevano da quelle miniere (de’ tragici Greci ) solo il piombo, e lasciavano l’oro. E ne sono se
. Di grazia, Signor Mattei, intendiamoci bene: gl’ Italiani hanno da’ Greci preso con felice successo tutto il bello, o hanno
bili dive, cioè delle furie, la cui memoria di tanto orrore colmava i Greci , che non ardivano quasi mai mentovarle col loro v
e una ricchezza filosofica ne caratterizzano lo stile; di modo che i Greci l’appellavano filosofo tragico, e davano alla sua
ce così l’espresse: Poichè fu l’innocente al loco giunta, Dove i Greci facean larga corona Al nostro re, come venir la
nimo di morire in vece del figlio, potevano forse tollerarsi presso i Greci , ma fra noi sembreranno sempre ingiusti, inurbani
ato nella verità dell’orribil caso. E questo ci addita lo spirito de’ Greci ognora intento a copiare con esattezza la natura,
ia per le romanzesche degli ultimi tempi. Con altro disegno leggeva i Greci il saggio Racine e ne ritrasse il vantaggio di re
i e tanti tragici. Con altra ammirazione e imparzialità giudicano de’ Greci i veri dotti e i critici profondi. Rechiamo l’ecc
o formidabile Gradasso non tratta con maggior gentilezza il resto de’ Greci , de’ Latini, degl’ Italiani, degli Spagnuoli e de
con pace del Signor Mattei, fa vedere che gl’ interpreti de’ tragici Greci compresero il loro artificio per ciò che la music
tupenda serie di disgrazie che l’opprime. Osserviamo in oltre che ne’ Greci i cantici per l’ordinario non hanno luogo se non
in marzial tumulto Per la Frigia città gridar repente; Cessate, o Greci ? Ah se veder vi è caro Le native contrade, ite,
innocenza? O al vinto e al vincitor fatale agnora Elena, furia a’ Greci e a’ Frigj infesta. Reso è una tragedia senza
Minerva. Tali cose allora convenivano a’ principj e alle opinioni de’ Greci , e perciò non parevano assurde e stravaganti. Lo
oni; il che, come altrove accennammo non lasciavano di fare i tragici Greci per mostrare la nobiltà remota delle loro leggi e
ta Thespis. 45. Vedi la di lui raccolta de’ Frammenti drammatici Greci p. 446 dell’edizione di Parigi. 46. Di tre Cheri
o che stimano non essere stati più di tre effettivamente gl’ istrioni Greci , ciascuno de’ quali rappresentava due o tre parti
na giusta misura, l’ impegno di Teucro che vigorosamente si oppone ai Greci duci perchè non rimanga il corpo del fratello ins
i sufficienti per distinguere dalla specie di tragedia maneggiata da’ Greci le altre coltivate da’ Francesi. La tragedia anti
stabile. Essi vi hanno in tutt’altro adoperate le medesime molle de’ Greci . Le più belle tragedie dell’immortale Racine sono
antemente Edipo, Filottete, Ippolito, Ifigenia, ed altri componimenti Greci . Quando il fatto deponesse ancora sì vantaggiosam
16 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XIV. Commedia Nuova. » pp. 151-170
o la formidabile potenza Macedone dando nuovo aspetto agli affari de’ Greci , avea richiamato in Atene quell’utile timore che
nte sue favole potè salvarsi intera dal tempo distruttore e da’ preti Greci del Basso Impero. Ma perchè le mirabili sue dipin
b. Il sig. Saverio Mattei nel lodato Nuovo sistema d’interpretare i Greci disse alcuna cosa dell’antica e della nuova comme
mettere (nè so per qual capriccio) per oggetto principale de’ drammi Greci il ballo; e noi sempre attenendoci alla storia lo
ne composero a tale uso? E questi come mai sono stati sconosciuti a’ Greci , a’ Latini, agl’Italiani, a’ Francesi ec, ed appa
17 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IX. Teatro di Euripide. » pp. 134-207
e una ricchezza filosofica ne caratterizzano lo stile; di modo che i Greci l’appellavano filosofo tragico, e davano alla sua
Dolce così l’espresse: Poichè fu l’innocente al loco giunta, Dove i Greci facean larga corona Al nostro re, come venir la v
nimo di morire in vece del figlio, potevano forse tollerarsi presso i Greci ; ma fra noi sembreranno sempre ingiusti, inurbani
to nella verità del l’orribil caso. E questo ne addita lo spirito de’ Greci ognora intento a copiare con esattezza la natura
ia per le romanzesche degli ultimi tempi. Con altro disegno leggeva i Greci il saggio Racine, e ne ritrasse il vantaggio di r
i e tanti tragici. Con altra ammirazione e imparzialità giudicano de’ Greci i veri dotti e i critici profondi. Rechiamo l’ecc
o formidabile Gradasso non tratta con maggior gentilezza il resto de’ Greci , de’ Latini, degl’Italiani, degli Spagnuoli e deg
on pace del calabrese Mattei, fa vedere che gl’interpreti de’ tragici Greci compresero il loro artificio per ciò che la music
tupenda serie di disgrazie che l’opprime. Osserviamo in oltre che ne’ Greci i cantici per l’ordinario non hanno luogo se non
to in marzial tumulto Per la Frigia città gridar repente: Cessate, o Greci ? Ah se veder v’è caro Le native contrade, ite, ab
l’innocenza? Oh al vinto e al vincitor fatale ognora Elena, furia a’ Greci e a’ Frigii infesta. Reso è una tragedia senza
inerva. Tali cose allora convenivano ai principii e alle opinioni de’ Greci , nè parevano assurde e stravaganti. Lo scioglimen
zioni, la qual cosa, come altrove accennammo, di rado si trascurò dai Greci tragici per mostrare l’antichità remota delle lor
. Con questi due rari ingegni finì la gloria della poesia tragica de’ Greci . Discordarono gli antichi nel dar la preferenza a
ie ugualmente degne di trattarsi benchè dissimili. Dando a que’ sommi Greci l’onor dovuto, credo che voglia intendersi che la
edersi di lumi sufficienti per distinguere la tragedia maneggiata da’ Greci dalle specie di essa adottate da i loro posteri.
18 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Latino e del Libro II — CAPO VI. Teatro Materiale. » pp. 32-37
simo ottimo effettob. In pochissime altre cose differivano da’ teatri Greci i Romani. Il pulpito Romano era più spazioso del
è in Roma ogni spezie di attori operava nel-pulpito, ed all’opposto i Greci , come dicemmo, si valevano dell’orchestra per una
19 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO VI. Teatro Materiale. » pp. 243-247
mo ottimo effetto152. In pochissime altre cose differivano da’ teatri Greci i Romani. Il pulpito Romano era più spazioso del
hè in Roma ogni spezie di attori operava nel pulpito; e all’opposto i Greci , come si disse; si valevano dell’orchestra per un
20 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quarto »
e, ma capace di gareggiare colla lirica più squisita de’ Latini e de’ Greci . Anzi se vero è, come molti scrittori affermano,
a spezie di lirica eroica, che tanto imperio acquistò sulle menti dei Greci . Quindi è che se l’Italia ebbe in Cino da Pistoia
a dar all’impiego di poeta e di musico l’importanza che gli davano i Greci , giacché invece degli Stesicori e dei Terpandri,
dole della loro lingua troppo fiacca per inalzarsi alla sublimità de’ Greci e degli orientali, e per le circostanze altresì d
anticipatamente disposti gl’Italiani al risorgimento delle Lettere. I Greci l’accelerarono pei codici degli antichi, che fece
Ruccellai, e del Giraldi; appena la pittura cominciò a gareggiar coi Greci originali sotto il pennello di Raffaello d’Urbino
rso l’orlo della caverna il serpente apparire, alla vista del quale i Greci da subito terrore compresi s’inginocchiano, indir
ue sgorgavano, finché rimane ucciso e calpestato ai piedi del nume. I Greci , ch’erano fuggiti, ritornano, e coronando Apollo
la pochissima, o per dir meglio, niuna notizia che si conservava de’ Greci e de’ Latini danno argomento di credere, che gli
Dunque, o nulla pruova il proposto argomento, o pruova in favore de’ Greci e Latini anziché degli arabi. II. «Gli arabi altr
la logica si potrebbe far venire la poesia provenzale dai Latini, dai Greci , dai Celti, dai Persiani o dai Chinesi egualmente
a su rapporti generalissimi, egli è chiaro che i componimenti latini, Greci , Celti, Persiani o Chinesi si potrebbon dividere
he simili tenzoni poeti che e musicali furono molto in voga presso ai Greci , che le usavano ancora i bardi irlandesi, che fur
nza colla struttura e meccanismo dei versi arabici che con quella dei Greci e Latini. La ragione si è, perché sebbene gli ara
rono ne’ loro versi la misura e quantità delle sillabe, come fecero i Greci e i Latini, e se cotal misura e quantità fu ignor
questi avessero maggior somiglianza con gli arabici che con Latini e Greci . In secondo luogo, postochè la «corda grave e la
si nomi, e con piccole mutazioni di molte e diverse genti eziandio. I Greci gli chiamavano Rapsodi, gli scandinavi Runes, gli
he bada principalmente alla misura del tempo, e questa fu propria dei Greci e dei Latini; l’altra chiamata armonica fondata s
e gli Spagnuoli e i francesi non avesser preso strumenti musicali dai Greci , dai Latini e dai settentrionali dal paro che dag
51. [NdA] L’accennato argomento era il tema solito a proporsi dai Greci nelle tenzoni o combattimenti poetico-musicali us
21 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Osservazioni »
ivi di ciò, e di fare il parallelo della nostra musica con quella dei Greci . Ma dio buono! Come può mai paragonarsi una cosa
GIORNALISTA, [11] «Egli asserisce che la musica e la poesia presso i Greci erano oggetti di somma importanza, quando adesso
e al bene degli stati. Egli è evidente però che nello stesso modo dei Greci consideriamo ancor noi la poesia e la musica; men
ssi nei templi, nei teatri, nelle case… e la stessa stima ch’ebbero i Greci dei drammi l’abbiamo anche noi.» RISPOSTA. [12]
a, la musica e gli spettacoli furono per molti secoli considerati dai Greci e dai Latini come oggetti di politica e di religi
nuovi fatti e con nuove testimonianze degli antichi scrittori. Che i Greci , massimamente i primitivi, considerassero i loro
gna se sia cosa “evidente” che noi consideriamo nel modo stesso che i Greci la poesia, la musica e gli spettacoli? Facciamo n
ionale, vorrà forse il giornalista trarne un confronto con quella de’ Greci , la quale e nella sua istituzione, e ne’ suoi pro
ezza e dal contrappunto. Ma chi può con certezza asserire che anche i Greci non conoscessero una specie di contrappunto, e ch
. [25] Il giornalista movendo in aria di confutazione un dubbio, se i Greci conoscessero o no il contrappunto, pare che vogli
ica de’ quali è scarsa la nostra: la considerazione in cui l’aveano i Greci , che l’impiegavano nei loro maggiori bisogni ecc.
acquistò l’armonica facoltà sulle menti e sulle azioni degli antichi Greci ; quando Burney, il più accreditato scrittore ch’e
o i meravigliosi effetti morali prodotti dalla musica sugli animi dei Greci sulla loro educazione, sulla loro politica, sui l
i il menomo di quei prodigiosi effetti che operava presso gli antichi Greci ? La diversità dell’effetto non indica in buona lo
all’azione di essa. GIORNALISTA. [39] «La musica cangiò al tempo dei Greci , ed ha cangiato al tempo nostro. Nella Grecia fu
adulta e per conseguenza migliore, e lo stesso ha fatto in Italia. I Greci ebbero ancor essi i loro “guastamestieri” corrutt
opere perfette.» RISPOSTA. [40] Che la musica cangiasse al tempo dei Greci , come ha fatto nel nostro; che presso loro fosse
a poco crescesse, e poi divenisse adulta al paro dell’italiana; che i Greci avessero i loro guastamestieri come abbiamo noi;
che noi siamo realmente all’oscuro sulla vera natura dell’armonia de’ Greci , sui loro generi, modi, strumenti ecc. quindi gli
siche, quantunque non ci sia del tutto nota l’indole dell’armonia de’ Greci . Ho risposto su tal proposito nel principio dell’
aria, di cui è formata la nostra opera, non fosse la stessa presso i Greci , ma noi ci uniamo piuttosto al parere del Sig. av
e, recitativo obligato, ed aria fosse la stessa stessissima presso ai Greci , io non posso né disaminare le sue ragioni, né ac
, recitativo obbligato, ed aria fosse la stessa stessissima presso ai Greci ». Quanto a me ho ritrovato bensì la distinzione t
22 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO II. Tragedie di Pietro Cornelio, di Racine e di altri del XVII secolo. » pp. 8-35
i figure sconvenevoli alla drammatica. A ciò che chiamasi poesia fra’ Greci ed Italiani, trovasi ne’ drammi francesi sostitui
erenza ecc. Sono, è vero, tali figure ammesse ancora nella poesia de’ Greci e degl’ Italiani; ma da’ drammatici francesi usan
studiava sì felicemente il cuore dell’uomo e la poesia originale de’ Greci , Racine che possedeva il rarissimo dono dello sti
se più nobile per li costumi, e fondata su di un principio novello. I Greci che nella poesia ravvisarono l’amore per l’aspett
odati gran tragici fondavano la tragedia nel lor paese ora seguendo i Greci , gl’ Italiani e gli Spagnuoli, or discostandosene
ù volte lodato sig. Mattei nel Nuovo sistema d’interpretare i tragici Greci osservò ancora che la tragedia de’ Francesi non è
eci osservò ancora che la tragedia de’ Francesi non è la tragedia de’ Greci ; ma non ne fece consistere la differenza in altro
23 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XI. Se il Ch. Poeta Cesareo Metastasio imitò, o poteva imitare le Opere di Pietro Calderèn de la Barca. » pp. 140-148
inazione. Egli seguace di Lope o non conobbe, o conoscere non volle i Greci originali, pago di piacere al volgo. Metastasio A
alla disamina de’ Critici Filosofi, come vi soggiacquero tanti altri Greci , oggi che più non si giura sull’autorità. Ma il S
to comincia il suo discorso dal mostrare, che la semplicità amata da’ Greci , da’ Francesi, e da’ buoni Italiani, non si amò d
24 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Indice. » p. 443
mmaso 305. Cortese Giulio Cesare p. It. 272. Crate e Cratino comici Greci 82. Crébillon (Prospero jolyot de) p. F. 356. C
. Gigli Girolamo p. It. 329. Gilbert p. F. 311. Giocolieri di pupi Greci 106. Turchi 425. Giraldi Lilio Gregorio 100. 102
ed avvilire Lope de Péga e Calderon 260. 276: Neurospasti giocolari Greci di pupi 106. Nevio incarcerato per la sua mordac
p I. 183. P Pacuvio p. L. 118. Pantomimi Cinesi e Indiani 17. Greci 104. Latini 169. Onori loro renduti dagl’Imperado
difesa del suo Torrismondo 215. sua. Aminta 232. n. Teatri materiali Greci 106. 172. Orientali ivi. Romani 125. 171. Italici
25 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « NOTE E OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 316-325
arsi, al dire del dotto e giudizioso Ab. Arnaud, meno al Poeta che ai Greci di quel tempo; perocchè la lingua altro non suol
frammenti della Repubblica lib. IV parlando della Commedia antica de’ Greci saviamente biasima una sì licenziosa e sfrenata l
ta da Aristofane così ben deriso, ch’egli passò in proverbio presso i Greci , più codardo di Pisandro. Nota XXI. Di qu
26 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO PRIMO. Antichità Etrusche fondamento dell Romane. » pp. 4-14
επινοῆσαι. Vero è che in Plinio si osserva che altri l’attribuisce a’ Greci , i quali da Corinto vennero in Italia con Demarat
nostro emisfero. a. Platone nel V libro delle Leggi asserisce che i Greci ricevettero dagli Etruschi diverse cerimonie ed i
27 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XV. ed ultimo. Conchiusione con pochi Avvisi amorevoli agli Apologisti. » pp. 214-236
ciascuna parte di esse. Per esempio, volendo asserire, che vennero i Greci nelle Spagne, non vi curate di mettere avanti la
Roma. Con questo giusto metodo calcolando voi troverete, che mentre i Greci passavano ad alcune Provincie di questa Penisola,
uò mostrare, che questo vantaggio ricevuto avessero dal commercio co’ Greci , mancandone i documenti. Da questo esempio in som
ria si dilata per verificare i fatti, e la Letteratura de’ Celti, de’ Greci , e de’ Cartaginesi; imperciocchè l’oggetto di tal
è poi costa, che c’insegnassero cosa veruna. L’istesso è da dirsi de’ Greci . Or perchè non si afferma il medesimo de’ Fenici?
28 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO II. Prima Epoca del Teatro Latino. » pp. 16-128
s. Essa rassomigliava ai primi inni ditirambici e ai cori rustici de’ Greci , e pose in voga i diverbii Fescennini, i quali in
e, perchè chiamaronsi così non ricordandosi della Commedia Antica de’ Greci , 5 che colle sue congetture fa supporre che le At
ma che gli Osci le presero da’ Fenici, perché questi le portarono a’ Greci ed agli Etruschi, donde vennero nella Campania. M
i, e da ripetersi verisimilmente dal l’imitazione contagiosa de’ mimi Greci già ricevuti nella scena Romana. Tacito ci fa sap
sito) e cacciato Pirro dall’Italia. Non avea guerreggiato ancora co’ Greci orientali, ma sin dall’anno 487 le obedivano le p
e lettere. I primi suoi maestri retori e poeti furono Semigreci, cioè Greci delle Calabrie, perchè i primi che v’introdussero
litò se non contro gl’Italiani e i Cartaginesi; e che appartenesse ai Greci delle Calabrie, si argomenta con molta probabilit
iam detto, insieme con Ennio, il quale senza controversia nacque tra’ Greci del Regno di Napoli. Esercitava Andronico l’uffiz
ere secondo Donato composte e recitate tragedie e commedie seguendo i Greci ma per essere stato il primo a volgere gli animi
Le commedie da lui composte furongli fatali. Traducendo e imitando i Greci ne trasse lo spirito satirico della commedia anti
il diritto di riprenderli. Nevio nonpertanto pieno della lettura de’ Greci e della loro mordacità ardì satireggiare Metello
e dopo la comparsa di Andronico e l’introduzione de’ drammi simili a’ Greci , si erano ad essi cominciate a soggiugnere le far
ziani; e ad essi diede il nome di Satire; se non che sull’esempio de’ Greci e dello stesso Omero mescolo insieme diversi metr
l Comico stesso nella commedia Capteivei mostra più chiaramente che i Greci appellavano barbari gl’Italiani. Il parassito Erg
pur troppo che barbaro di sua origine significò straniero, quale da’ Greci si considerava chi nasceva fuori della Grecia, e
29 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO PRIMO. Risorge in Italia nel secolo XVI la tragedia Greca, ed il teatro materiale degli antichi. » pp. 86-174
onsi in prima gl’ Italiani con somma cura a calcar le stesse orme de’ Greci traducendone ed imitandone le favole; indi, assue
è da allora rifiorì in Europa la drammatica vaga e vigorosa emula de’ Greci e de’ Latini. Di grazia poteva sperarsi che nasce
additeremo in ciascuna favola la maniera da lui tenuta nel tradurre i Greci . Nella Medea non potè Martirano approfittarsi del
ine, lo studio di calcare con soverchia superstizione le vestigia de’ Greci , alcune ciarle, certe comparazioni liriche, lo st
o di esser sacrificata in Aulide; quello del coro della pugna de’ due Greci co’ pastori; quello d’Oreste della morte di Agame
o meno di due secoli prima di Cornelio e Racine? Dietro la scorta de’ Greci corifei e coll’ esempio del Trissino e del Rucell
enezia nel 1568 vi pubblicò più d’una volta varie tragedie tratte da’ Greci , e da’ Latini. Nel 1566 se ne fece un’ edizione c
Omero intorno alle dissensioni degli dei favorevoli a’ Trojani ed a’ Greci , ad oracoli, fatalità, predizioni, ad antichi del
della Semiramide, del Tancredi, della Tullia, dell’Orazia, ignoti a’ Greci , e somministrati a’ posteri dagl’ Italiani del ci
hè per far risorgere la tragedia si avvisassero di seguire l’orme de’ Greci , pure la spogliarono quasi totalmente di quella m
sero se non di richiamare sulle moderne scene la forma del dramma de’ Greci , e non già l’intero spettacolo di quella nazione
temerarie. Essi vollero (dice degl’ Italiani il nuovo interprete de’ Greci tragici) lavorare le loro tragedie all’uso de’ Gr
o interprete de’ Greci tragici) lavorare le loro tragedie all’uso de’ Greci , senza sapere che fossero le Greche tragedie. Un
e a confutare un superficiale scarabocchiatore di carta che parla de’ Greci e de’ Latini come un assonnato, e che del teatro
03. Discorsi Poetici. 104. Nuovo sistema d’interpretare i tragici Greci pag. 194. 105. Di ciò vedasi il Temanza nella Vi
30 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — LIBRO IV » pp. 55-66
re a quelle licenziosità di gusto antico, perchè consecrate quasi da’ Greci e da’ Latini”? Il profano Machiavelli non poteva
me sembra che non vedasi verificata in verun paese. Lasciamo stare i Greci , de’ quali non avrà egli certamente preteso parla
31 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo terzo »
Rappresentazioni de’ secoli barbari. Paralello fra esse, e quelle dei Greci . Progressi, e cangiamenti del Contrappunto. [1]
imenti perduti molti segni musicali, ovvero siano note, che usavano i Greci . Sant’Ambrogio ampliò il canto fermo, o vogliamo
istema. Ma oltrachè una falsità è il dire che il sistema musicale dei Greci non avesse se non quindici suoni, essendo chiaro
i, degli Scandinavi, de’ Messicani, de’ Peruviani, de’ Chinesi, e de’ Greci principalmente. Così dovea accadere eziandio nell
sso a noi lo splendore e la durata ch’ebbero presso a loro quelle dei Greci . Di ciò due ne veggo esser state le cagioni. La p
se rappresentazioni nei diversi paesi. L’impiego di poeta fra i primi Greci era di somma importanza, e consideravasi come una
più utili per tutto altrove, ma necessarissime nella costituzione de’ Greci , i quali aveano scacciati i re per divenir repubb
32 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosesto »
possenti di rinforzo nel governo degli stati, e nella politica. [6] I Greci , che seppero tutto inventare e perfezionar tutto,
tica. [6] I Greci, che seppero tutto inventare e perfezionar tutto, i Greci che non lasciarono inoperosa veruna facoltà del c
non lasciarono inoperosa veruna facoltà del corpo o dello spirito, i Greci che fecero servire fino i propri divertimenti agl
i propri divertimenti agli oggetti più rispettabili e più sublimi, i Greci insomma quel popolo estraordinario il cui nome io
di prostituzione in apparenza più scandalosa. Non solo adoperavano i Greci la danza come un atto di religione, o come un inc
lla sola decenza» 162. [7] I Romani meno sensibili che non lo erano i Greci ai piaceri dello spirito oltre l’applicazione che
a pantomimica. Dico che furono i primi, poiché sebbene trovinsi fra i Greci surriferiti alcuni gesti esprimenti un qualche fa
rsi allorché divennero essi più lunghi e più complicati. Così tanto i Greci che i Latini si videro astretti a sciogliere quel
il piacere del cuore per darmi in contraccambio quello degli occhi? I Greci , dai quali gl’Italiani si vantano d’aver tratto i
ueste presso a loro due cose affatto separate, e se ad imitazione dei Greci intromettevano la danza insieme col coro, non lo
ti gli Angiolini dell’Europa a trovare un ballo pantomimico presso ai Greci e ai Latini che servisse d’intermezzo in una trag
ltro popolo seppe ella rinvenire le vie di conseguirlo come presso ai Greci ; la musica greca fu dunque e dovette essere fra t
33 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO II. Tragedie Italiane del XVI secolo. » pp. 28-131
ine, lo studio di calcare con soverchia superstizione le vestigia de’ Greci , alcune ciarle, certe comparazioni liriche, lo st
di essere sacrificata in Aulide; quello del coro della pugna de’ due Greci co’ pastori; quello d’Oreste della morte di Agame
o meno di due secoli prima di Cornelio e Racine? Dietro la scorta de’ Greci corifei e coll’esempio del Trissino e del Rucella
nezia nel 1568 vi pubblicò più di una volta varie tragedie tratte da’ Greci e da’ Latini. Nel 1566 se ne fece una edizione ch
Omero intorno alle dissensioni degli Dei favorevoli a’ Trojani ed a’ Greci , ad oracoli, fatalità, predizioni, ad antichi del
del Tasso compose l’Acripanda, il cui argomento nè anche si prese da’ Greci . Ussiano re di Egitto uccide Orsilia sua moglie p
nel Cinquecento divenne più ricco il teatro con gli argomenti, che i Greci e i Latini non ebbero, della Sofonisba, del Torri
utezza e povertà che non aveano i nostri mostrata nell’imitazione de’ Greci ? S’ingannò dunque, dirò un’ altra volta l’abate
è per far risorgere la tragedia si avvisassero di seguire le orme de’ Greci , pure la spogliarono quasi totalmente di quella m
sero se non di richiamare sulle moderne scene la forma del dramma de’ Greci , e non già l’intero spettacolo di quella nazione
o interprete de’ Greci Tragici) lavorare le loro tragedie all’uso de’ Greci , senza sapere che fossero le greche tragedie. Un
e a confutare un superficiale scarabocchiatore di carta che parla de’ Greci e de’ Latini come un assonnato, e che del Teatro
34 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO II. Prima epoca del teatro Latino. » pp. 9-90
s. Essa rassomigliava ai primi inni ditirambici e ai cori rustici de’ Greci , e pose in voga i diverbii Fescennini, i quali in
ri, e da ripetersi verisimilmente dall’imitazione contagiosa de’ mimi Greci già ricevuti nella scena Romana. Tacito ci fa sap
sito) e cacciato Pirro dall’Italia. Non avea guerreggiato ancora co’ Greci orientali; ma sin dall’anno 487 le obedivano le p
lettere. I primi suoi maestri, retori e poeti furono Semigreci, cioè Greci delle Calabrie, perchè i primi che v’introdussero
itò se non contro gl’ Italiani e i Cartaginesi; e che appartenesse ai Greci delle Calabrie si argomenta con molta probabilità
iam detto, insieme con Ennio, il quale senza controversia nacque tra’ Greci del regno di Napoli. Esercitava Andronico l’uffiz
ere secondo Donato composte e recitate tragedie e commedie seguendo i Greci , ma per essere stato il primo a volgere gli animi
commedie ch’egli compose, gli furono fatali. Traducendo e imitando i Greci ne trasse lo spirito satirico della commedia anti
l diritto di riprenderli. Nevio non per tanto pieno della lettura de’ Greci e della loro mordacità ardì satireggiare Metello
e dopo la comparsa di Andronico e l’introduzione de’ drammi simili ai Greci , si erano a quelli cominciate a soggiugnere le fa
aziani, a’ quali diede il nome di satire, se non che sull’esempio de’ Greci e dello stesso Omero meseolò insieme diversi metr
, Menalippe, Telamone, Telefo, Tieste, tutte o tradotte o imitate da’ Greci , e Scipione originale di argomento Romano. I fram
35 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VIII. Teatro Lirico: Opera Comica: Teatri materiali. » pp. 177-187
i mostri, le trasformazioni, e tutti gli abbellimenti convenevoli a’ Greci , a’ Romani e agl’ Italiani del XV e XVI secolo, s
o. Per dare un saggio della declamazione teatrale e della melopea de’ Greci , fe recitare quella sua favola senza farne cantar
36 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori.  » pp. 245-317
iconobbe sinceramente la debolezza de’ Comici Latini al confronto de’ Greci . Questo Tieste comunemente stimavasi produzione d
lcune tragedie latine degne di venire in confronto colle migliori de’ Greci . Cicerone, Tacito, Plinio anche evidentemente dis
del Denina, niuno ignorando che gli argomenti di que’ grandi tragici Greci tutti si trassero da Omero, da Esiodo e da’ Tragi
lte bellezze degne di notarsi; e se non vince o non uguaglia sempre i Greci , talora ai medesimi soggetti di Euripide presta m
perchè mai? qual motivo aveva Edipo di abbandonarli al loro furore? I Greci con più senno fecero derivare la di lui avversion
o che mai non conobbe teatro, nè si curò di osservare l’artificio de’ Greci poeti. Gherardo Vossio la crede opera di Floro, e
a. Esse forse furono scritte coll’acrimonia della commedia Antica de’ Greci che si disse pure Satirica. a. Si vegga l’antico
de Imitatione affermò che Seneca ne’ suoi Cori superò tutti i tragici Greci per l’abbondanza e per la gravità delle sentenze
37 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO V. Teatro Tragico Francese nel XVII secolo. » pp. 166-211
oni affettate, di figure sconvenevoli alla drammatica. A ciò che fra’ Greci e gl’Italiani chiamasi poesia, trovasi ne’ drammi
renza ecc. Sono, è vero, tali figure ammesse an cora nelle poesie de’ Greci e degl’Italiani; ma da’ Francesi drammatici usate
studiava sì felicemente il cuore dell’uomo e la poesia originale de’ Greci , Racine che possedeva il rarissimo dono dello sti
orse più nobile per li costumi, fondata su di un principio novello. I Greci che nella poesia ravvisarono l’amore per l’aspett
i due gran tragici fondavano la tragedia del lor paese ora seguendo i Greci , gl’Italiani e gli Spagnuoli, ora discostandosene
38 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo sesto »
nveterato d’alcuni Iddi contro la famiglia di Laomedonte. Non erano i Greci coloro che nell’orribil notte dell’incendio porta
premure di Dante e Petrarca poi codici disotterrati, colla venuta dei Greci in Europa, e col patrocinio della Casa Medici, de
paragonarle colle viventi si paragonasse colla poesia e la lingua de’ Greci . So che alcuni eruditi non si sgomentano del conf
sia quell’aria di verosimiglianza e di naturalezza che avea presso a’ Greci acquistata, dove la relazione più intima fra ques
39 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO ULTIMO. Conchiusione. » pp. 300-303
ma pel gusto di que’ popoli hanno un merito locale; i drammi poi de’ Greci e de’ Latini e de’ moderni Italiani e Francesi, c
40 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Teatro di Eschilo. » pp. 75-103
gli nomini ancor meritevoli e benefici; la qual cosa era lo scopo de’ Greci poeti, repubblicani, di che fecero pure qualche m
approfitta del l’occasione per impetrar grazia e perdono. Gli antichi Greci insegnano ai moderni l’arte d’interessare e piace
o calabrese Saverio Mattei nel Nuovo Sistema d’interpretare i tragici Greci . Esse per lui altre non sono che feste teatrali
41 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VIII. Degl’Inventori del Dramma Pastorale. » pp. 86-94
e le Greche Poesie Bucholiche di Teocrito, Mosco, Simmia, e Bione. I Greci antichissimi ne portarono qualche scintilla fino
1596.1. Se dovea egli fiorire ne’ primi anni del XVI., se quel che i Greci dicono ἀκμὴ, vigore, sia dell’età, sia dell’ingeg
42 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Latino e del Libro II — CAPO VII. Copia di Teatri per l’Impero: magnificenza e profusione eccessiva negli spettacoli sceneci. » pp. 38-55
sai grandioso in Gerusalemme. Prima che nella Palestina dominassero i Greci e i Romani, non si trova mentovato verun teatro E
ampani aveano favole sceniche senza potersi dire di averle tratte da’ Greci . Tali popoli Italiani ne infusero l’amore in quel
43 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 149-268
Ειρηνης). Nulla pruova con maggior evidenza che nel comico teatro de’ Greci agitavansi le quistioni politiche correnti, quant
ce Trigeo. Più in alto (risponde Mercurio) per non veder combattere i Greci , nè ascoltar quelli che gli porgono suppliche. Ag
Megara, e in questa guisa destò un incendio così grande, che tutti i Greci per lo fummo ne lagrimavano, tutte le vigne arden
omici Latini dicevano di se e de’ poeti contemporanei ne’ prologhi, i Greci facevano dire in qualche parte de’ cori. Trigeo a
istofane mette in bocca ai due tragici, ci conservano il giudizio de’ Greci contemporanei sulle tragedie, e non parrà nojosa
di 3436 miglia; dalla qual critica s’impara il sito dell’inferno de’ Greci . Sarebbe a desiderarsi che i critici in ogni cens
o o preceduto dallo scoppio del tuono; nel che si noti come i comici. Greci si approfittavano di ogni occorrenza per appagar
’equivalente di un vero prologo che i Latini premisero alla favola. I Greci però sono scusabili, perchè il loro coro si finge
ta favola nella festività de’ Baccanali con un prodigioso concorso di Greci e di forestieri. Socrate stesso vi assistette di
liasti, oggi sono a noi indifferenti ed allora rapivano gli animi de’ Greci . L’argomento è una sollevazione degli uccelli con
o delle società e dell’economia politica. Quali popoli furono codesti Greci , fra’ quali nella stessa buffoneria s’insegna a p
o la formidabile potenza Macedone dando nuovo aspetto agli affari de’ Greci , avea richiamato in Atene quell’utile timore, che
olte lodato Signor Mattei intitolata la Filosofia della Musica, che i Greci andavano al teatro, come noi andiamo agli Eserciz
 203. 119. Il Sig. Mattei nel lodato Nuovo Sistema d’ interpretare i Greci ha detto alcuna cosa dell’antica e della nuova co
mettere (nè so per qual capriccio) per oggetto principale de’ drammi Greci il ballo, e noi sempre attenendoci alla storia lo
e non si sarebbe omesso, se il ballo fosse stato il primo oggetto de’ Greci drammi. Parlando poi della commedia nuova egli af
i ne composero a tal uso? e questi come mai sono stati sconosciuti a’ Greci , a’ Latini, agli Italiani, ai Francesi ecc, ed ap
44 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO IV. Memorie drammatiche d’oltramonti nel medesimo secolo XIV. » pp. 140-147
. Essi ignoravano, dice m. de Fontenelle, che hanno esistiti al mondo Greci e Latini. I loro pezzi chiamati drammatici nudi d
45 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO III. Memorie drammatiche d’oltramonti nel medesimo secolo XIV. » pp. 41-46
to. Essi ignoravano, dice M. de Fontenelle, di esservi stati al mondo Greci e Latini. I loro pezzi chiamati drammatici nudi d
46 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosettimo, ed ultimo »
o che preferiranno l’archittetura de’ Goti e de’ barbari a quella de’ Greci e de’ Romani, il poema di Lucano a quello di Virg
de’ Francesi que’ tristi effetti che Platone presagiva a’ costumi de’ Greci , ove eglino permettessero che il disordine, la co
co, in Dione, e in Massimo di Tiro, che la decadenza della musica de’ Greci seco trasse anche quella de’ loro costumi. Ma tor
rasse anche quella de’ loro costumi. Ma tornando a noi, la musica de’ Greci fu nella sua origine in tal modo semplice che ogn
aveano e non doveano aver nemmeno della poesia la medesima idea che i Greci , i poeti de’ quali furono i primi teologi, i prim
hanno bisogno dell’aiuto delle consonanti, come si vede aver fatto i Greci ed i Latini. L’articolo “il, la, lo”, che si prem
47 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VII. Su i principali Requisiti per giudicar dritto de’ Componimenti Scenici, Mente rischiarata, e Cuore sensibile. » pp. 69-85
oesie fatte appunto per mettere in movimento la sensibilità. Che se i Greci più sensibili, e vivaci, e pieni d’inimitabile en
mentovare i Poeti delle moderne lingue? Ma non allontanandoci da que’ Greci , il Signor Lampillas a chi darebbe il pregio dell
azio, copiando Quintiliano, quando parla del vizio Oratorio detto da’ Greci κοινισμος, miscea di varj dialetti. Il Tasso (dic
48 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CONCHIUSIONE. Dell’antica storia teatrale. » pp. 239-246
ettero più caustica. La natura del governo Ateniese ispirò a siffatti Greci l’ardita commedia Antica allegorica. La poesia di
49 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XII. Teatro di Aristofane. » pp. 16-140
Ειρηνης). Nulla prova con maggiore evidenza che nel comico teatro de’ Greci agitavansi le quistioni politiche correnti, quant
ce Trigeo. Più in alto, risponde Mercurio, per non veder combattere i Greci , nè ascoltar quelli che gli porgono suppliche. Ag
del risentimento di Megara, e destò un incendio generale onde tutti i Greci per lo fummo ne lagrimavano, tutte le vigne arden
omici Latini dicevano di se e de’ poeti contemporanei ne’ prologhi, i Greci facevano dire in qualche parte de’ Cori. Trigeo a
temente, ma che in un combattimento gittò le armi; onde nacque appo i Greci il proverbio, Più codardo di Pisandro. Costui per
istofane mette in bocca ai due tragici, ci conservano il giudizio de’ Greci contemporanei sulle tragedie, e non parrà nojosa
di 3436 miglia; dalla qual critica s’impara il sito dell’inferno de’ Greci . Sarebbe a desiderarsi che i Critici in ogni cens
successivamente senza uscire dalla scena; se non si voglia dire che i Greci non si fecero una legge intorno al luogo, lascian
’equivalente di un vero prologo che i Latini premisero alla favola. I Greci però sono scusabili, perchè il loro Coro si finge
sta favola nella festività de Baccanali con un prodigioso concorso di Greci e di forestieri Socrate stesso vi assistette di p
iasti, oggi sono a noi indifferenti, ed allora rapivano gli animi de’ Greci . L’argomento è una sollevazione degli uccelli con
o delle società e dell’economia politica. Quali popoli furono codesti Greci , fra quali nella stessa buffoneria s’insegna a pe
50 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IV. Teatro Americano. » pp. 40-58
briachezza, e mescolavansi al ballo il canto e i motteggi, condusse i Greci a formarsi i loro spettacoli teatrali. Un annuo s
me in Grecia. Ma avvegnachè in questo ed in altro si rassomigliassero Greci e Peruviani, non diremo però che questi sieno da
51 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IV. Teatro Americano. » pp. 28-41
bbriachezza, e mescolavasi al ballo il canto e i motteggi, condusse i Greci a formarsi i loro spettacoli teatrali. Un annuo s
me in Grecia. Ma avvegnachè in questo ed in altro si rassomigliassero Greci e Peruviani, non diremo però che questi sieno da
52 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO V. Tragedia Francese nel secolo XVIII. » pp. 75-133
ostruzioni oscure, per non dirle barbare col Voltaire. Imita spesso i Greci , e se ne appropria molte bellezze; ma le sue favo
gl’ idolatri del Fanatismo, i Romani del Bruto e del Giulio Cesare, i Greci dell’ Oreste, si distinguono assai bene fra loro
uo successore, e per la Grecia col mettere con bell’ arte le lodi de’ Greci in bocca dello stesso suo nemico. Ma l’ ombra di
in preda all’ avarizia, alla ferocia e alla rapacità degli Arabi, de’ Greci , de’ Francesi e de’ Germani, ha certo che di gran
dia di Sofocle quasi rivenendo dalle passate stranezze sulle orme de’ Greci che si vogliono usciti di moda. M. Colardeau mort
nato in Parigi nel 1735 scrittore erudito, che ha tradotti varj poeti Greci e specialmente Aristofane senza averne conservato
e altro rappresentano i Cinesi da tanti secoli? Che rappresentarono i Greci se non gli evenimenti della loro storia? Che i La
53 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO V. Produzioni comiche di Commediani di mestiere nel secolo XVI. » pp. 256-264
o? Si è verificato questo suo avviso in alcun paese? Lasciamo stare i Greci , de’ quali non avrà egli certamente preteso parla
54 (1715) Della tragedia antica e moderna
iscono tutto a’ passati e massimamente a quelli ne’ quali fiorivano i Greci ; non vogliono che si possa più conseguire altra g
i inventori. [1.42ED] Vogliamo ancora liberalmente attribuire a’ tuoi Greci qualche parzialità della provvidenza divina che a
gate tutte le arti nella posterità. [1.43ED] Vogliono di più i vostri Greci ? [1.44ED] Vengo sino ad inventarmi un miracolo pe
ED] Coteste adornano pur la testa anche secondo il gusto di voi altri Greci , che l’amavate chiomata con ricci delicatamente p
proporzionano l’artificiosa capellatura. [1.51ED] Ma perché voi altri Greci non imbandir di ghiande le tavole, giacché questo
parte gli esempi lasciatici, come in retaggio e in fidecommisso, da’ Greci . [1.64ED] Ma costoro hanno un bello sfiatarsi pub
[1.67ED] Io pretendo che il mio esemplare infallibile siano non già i Greci soli, ma la natura, e che siano il mio fondamento
entatori, ma la ragione. [1.68ED] Essendo, a mio credere, ne’ tragici Greci molte sconvenevolezze di cose che patiscono una n
Iliade. — [1.71ED] — Ma tu non avverti — soggiunse il vecchio — che i Greci sono stati perfetti in quell’arti che han molta s
, come per preminenza di tempo sono adesso le statue più rinomate de’ Greci ; pure questo non toglie che le vostre non siano p
oi agl’intrecciamenti ed all’inviluppata condotta, egli è certo che i Greci non l’hanno amata, non l’amano punto i Franzesi,
periodo di un giorno, poco più, poco meno». [2.13ED] In fatto i miei Greci in questa parte possono essere imitati dagli Spag
imili maggiori assai che accadono nelle tragedie di alcuni de’ nostri Greci , per voler rappresentar tutto in piazza, e di alc
esi nelle sale, nelle logge o nelle strade d’una città. [2.66ED] Ma i Greci non hanno amata la mutazione delle scene; e quest
ta cosa è che favole boscherecce non furono mai poste in scena né da’ Greci né da’ Latini, benché gli uni e gli altri materie
con gran riguardo si esamina, ma non so se tanto si considerasse fra’ Greci . — [3.9ED] — I nostri Greci — rispose il vecchio 
, ma non so se tanto si considerasse fra’ Greci. — [3.9ED] — I nostri Greci — rispose il vecchio — nel loro sceneggiamento al
ssero e che non vi era altro attore, allora questi con una creanza da Greci entravano in mezzo ed interrogavano e rispondevan
[3.45ED] Ora per nostra difesa tu dei sapere che l’amore di noi altri Greci non era già una passione inferiore alla vostra, m
ta ornamento. [3.62ED] Questa maniera d’amare quanto era incognita ai Greci tanto è conosciuta e famigliare fra voi, onde vie
devole. [3.73ED] Tu ti torci, ma abbi pazienza; io dico male de’ miei Greci dove lo vuole la verità, onde posso anche dir mal
ondanneranno altresì questa uniformità di verso, non mantenuta né da’ Greci né da’ Latini nelle loro tragedie. [4.85ED] Ben è
elle rime a conseguir la dolcezza che non averete dal metro, da cui i Greci ed i Latini iambi l’avevano; e però anziché biasi
e però la rima è a voi più naturale della misura. [4.126ED] Noi altri Greci nel preferire il jambo a qualunque altro verso pe
uo rimare nelle tragedie e dovrebbonsi dagl’Italiani imitare i nostri Greci , che quando inventavano una sorta di verso non pr
uesto proposito si può applaudere al sentimento di Saint Evremond: «I Greci facevano belle tragedie, ove qualche cosa cantava
usica, ripetere quello che Saint Evremond lasciò scritto, cioè che «i Greci facevano belle tragedie ove qualche cosa cantavan
convincenti de’ tempi latini che han derivato il tragico costume dai Greci e che tu non crederesti sì inferiori a’ nostri, s
, e così per l’appunto hanno a fare per conformarsi alla natura ed a’ Greci . [6.65ED] Quanto a me, credo che i discorsi lungh
no!, facciamo almen questa corte alla loro stimata nazione: vestano i Greci del tutto in maschera e li vestano alla franzese.
e posti in carriera di raggiungerla e forse di sorpassarla; noi altri Greci , trattando i nostri argomenti, abbigliavamo alla
distanza e da’ lumi, par sin che superi il vero; e benché più di noi Greci , meno certo di voi moderni Italiani han saputo in
Tiranno: «che è uno di que’ Franzesi che leggono, al dir di colui, i Greci inginocchioni, [e] si è cimentato a tradurre nell
statuiva… bande: ‘s’immobilizzava ai lati (della scena)’. creanza da Greci : ‘buona educazione alla Greca’, antifrastico. ce
e a B. Garofalo, Considerazioni intorno alla poesia degli Ebrei e dei Greci , Parte prima, Roma, presso Francesco Gonzaga, 170
55 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XII. Confronto Apologetico della Opera Italiana, e della Commedia Spagnuola. » pp. 149-181
Canto assoluto, è manifesto, oltre dall’essere a lui notissimo che i Greci l’adoperavano propriamente, dall’avere nello stes
XVI. allorchè nacque l’Opera in Musica, cercò di seguire le orme de’ Greci , esprimendo la verità ne’ Recitativi, e i tuoni n
non si reputò il Canto Disconforme dal vero. Versi non vi furono fra’ Greci ne’ più felici tempi, che ricusassero l’accompagn
egli altri Popoli nominati si distende a moltissimi capi; laddove ne’ Greci , ne’ Francesi, e negl’Italiani è ristretta a un n
s’innoltrassero un poco più, e la Musica gli seguisse sulle orme de’ Greci per la verità, e su quelle de’ Moderni per la del
56 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO IV. Numero delle Tragedie Spagnuole de’ Secoli XVI., e XVII. » pp. 20-25
n Virgilio; e per questo si potrebbe asserire sobriamente che tutti i Greci e i Latini non hanno conosciuta l’Epopea? Queste
57 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LETTERA dell’autore all’editore. » pp. -
filosofi grandi, da prelati, da cardinali, da più egregi repubblicani Greci e Latini e di ogni nazione e di ogni tempo. Occup
58 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VI. Teatro Greco. » pp. 66-74
Napoli nel 1787. c. Vedi la di lui raccolta dei Frammenti drammatici Greci p. 440 del l’edizione di Parigi. a. Di tre Cheri
59 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO V. Letteratura e Commedia Turca. » pp. 262-269
izzeri. Amurat II si segnalò come guerriero e come monarca contro de’ Greci e degli Ungheri: conchiuse una tregua col re di P
60 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO III. Commedie del secolo XVII. » pp. 292-313
osa, i Fratelli rivali, la Sorella. Il Porta conoscitore esperto de’ Greci e de’ Latini, ed osservator sagace dell’arte comi
rebbe oscurata buona parte delle favole di lui tolte in prestanza da’ Greci . Talvolta si elevò ad un genere di commedia più n
61 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO V. Primi passi del dramma musicale. » pp. 295-309
tarsi quest’immagine piena di affetti attivi, tuttochè sappiasi che i Greci animarono colla musica tutta una tragedia, ci dic
i concerti, e più non pensare a congiungerla colla poesia, seguendo i Greci , i Cinesi, i Latini, gl’ Italiani, in somma tutti
62 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 21-36
nti industriosi scrittori intenti a far risorgere l’arte teatrale de’ Greci . Osserviamo ora in Shakespear la mancanza di erud
ome dimostra proponendo per cosa tutta nuova all’Italia lo studio de’ Greci : a quella Italia, dove anche nella tenebrosa barb
63 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO I. Teatro Francese Tragico. » pp. 4-111
e ne ravvivò il languore, e pieno com’era della lettura degli antichi Greci e Latini, nel 1696 se rappresentare ed imprimere
ostruzioni oscure, per non dirle barbare col Voltaire. Imita spesso i Greci , e se ne appropria molte bellezze; ma le sue favo
gl’idolatri del Fanatismo, i Romani del Bruto e del Giulio Cesare, i Greci dell’Oreste, si distinguono assai bene fra loro e
suo successore, e per la Grecia col mettere con bell’arte le lodi de’ Greci in bocca dello stesso suo nemico. Ma l’ombra di N
in preda all’avarizia, alla ferocia e alla rapacità degli Arabi, de’ Greci , de’ Francesi e de’ Germani, ha certo che di gran
ofocle, quasi volendo rivenire dalle passate stranezze sulle orme de’ Greci , i quali pur si pretende da’ belli-spiriti di ess
suo Fanatismo. Poinsinet nato in Parigi nel 1735 tradusse varii poeti Greci , e specialmente Aristofane senza averne conservat
e altro rappresentano i Cinesi da tanti secoli? Che rappresentarono i Greci se non gli evenimenti della propria storia? Che i
64 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO IV. Letteratura e Commedia Turca. » pp. 47-55
izzeri. Amurat II si segnalò come guerriero e come monarca contro de’ Greci e degli Ungheri; conchiuse una tregua col re di P
65 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO II. Spettacoli teatrali in Alemagna. » pp. 13-20
tarsi ancora che tal calzolajo si valse di molti argomenti tratti da’ Greci e Latini, ch’egli non poteva leggere originali e
66 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quinto »
damenti troppo diversi non ammettea il severo andamento di quella dei Greci . Ma di ciò a me non s’appartiene il parlare; bast
trovarono, o credettero d’aver trovato, il vero antico recitativo de’ Greci , ch’era stato da lungo tempo il principale scopo
le cose antiche fece loro conoscere che quella sorte di voce, che da’ Greci e Latini al cantar fu assegnata, da essi appellat
stema musicale, e che servì a quello degli Egiziani, dei Chinesi, dei Greci , e di noi. 56. [NdA] Tra le apparenti contraddi
67 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO II. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 80-124
Italia governata da’ pontefici Romani e in gran parte dagl’imperadori Greci , per consenso degli stessi Oltramontani, prima di
ker nelle Memorie de’ Bardi Irlandesi. Furono questi i successori de’ Greci poeti, come Tirteo, che nelle battaglie accendeva
discordie domestiche l’indeboliscono, e per timore de’ Franchi e de’ Greci eleggesi di nuovo un re nella persona di Autari.
ue il volesse, di vivere colle Romane leggi, e colle costituzionì de’ Greci imperadori, le quali sussistevano comunque nell’E
68 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Italiano del secolo XVI. e del Libro IV. — CAPO VIII ultimo. Primi passi del Dramma Musicale. » pp. 42-62
tarsi quest’immagine piena di affetti attivi, tuttochè sappiasi che i Greci animarono colla musica tutta una tragedia, potreb
i concerti, e più non pensare a congiungerla colla poesia, seguendo i Greci , i Cinesi, i Latini, gl’Italiani, in somma tutti
69 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « NOTE ED OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 313-326
inguaggi Italici de’ popoli indigeni, e de’ forestieri Etrusci, Osci, Greci , Sabini, ed altri, che anticamente abitarono le n
tezza e povertà, che non aveano i nostri mostrata nell’imitazione de’ Greci . Or da questo passo del Ch. Abate Bettinelli, e a
70 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO III. Se ne’ secoli XIV., e XV. gl’Italiani ebbero Poesie Sceniche. » pp. 14-19
io, di Pacuvio, di Accio, erano meno Drammi scritti ad imitazione de’ Greci , per non essere esenti da difetti? Sincerità, Sig
71 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo IV. Teatro americano. » pp. 19-25
all’ubriachezza, mescolandosi al ballo il canto e i motteggi, menò i Greci al travamento de’ componimenti teatrali. Un annuo
72 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO II. Spettacoli teatrali in Alemagna. » pp. 77-87
tarsi ancora che tal calzolajo si valse di molti argomenti tratti da’ Greci e Latini, i quali scrittori legger non poteva ori
73 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « NOTE DI D. CARLO VESPASIANO. » pp. 301-306
cia commedia, ove per cori all’usanza delle antichissime commedie de’ Greci , inventò alcuni intermedj nel fine d’ogni atto, i
74 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Latino e del Libro II — CAPO V » pp. 4-31
e pantomimi. Le tragedie erano o palliate che imitavano i costumi de’ Greci , a’ quali appartenevasi il pallio, o pretestate,
are alla greche Ilarodie. La commedia latina si copiò dalla Nuova de’ Greci , e non ebbe coro di sorte alcuna. La caterva intr
75 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « PROLUSIONE ALLE LEZIONI DI POESIA RAPPRESENTATIVA DEL PROFESSORE PIETRO NAPOLI-SIGNORELLI. » pp. 203-226
inesi, ne’ Messicani e ne’ Tlascalteti. Ma non si trovano se non tra’ Greci , Eschili che danno forma, metodo, energia e magni
tali, voi siete nelle più favorevoli circostanze. Liberi al pari de’ Greci , di essi al pari agognar potrete a far che abbarb
76 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO VII. ed ultimo. Vuoto della Storia teatrale. » pp. 248-280
dono più caustica. La natura del governo Ateniese inspirò a’ siffatti Greci l’ardita antica commedia allegorica. La poesia d’
è effettivamente non ve ne fu prima che nella Palestina dominassero i Greci e i Romani. E allora vi fiorì qualche poeta dramm
ti del di lui dramma si trovano inseriti nella collezione de’ tragici Greci ed in quella de’ poeti Cristiani. Ciò che ce ne r
77 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquarto »
uo appropriato mirabilmente all’indole di essa. Poetare e cantare pei Greci erano una sola e medesima cosa. Ma nelle nostre l
per motivi contrari non era né poteva esser tale presso agli antichi Greci . cosicché tutta la teoria della espressione nel m
eschezza; niuna composizion musicale, niuna cantilena è, non dirò dei Greci o dei Latini, ma né meno dei moderni da Guido Are
stesso avviene degli strumenti, coi quali s’accompagnavano presso ai Greci e Latini tante cose che non erano canto né poteva
o suono medio, ignorandosi da noi la vera maniera del pronunziare de’ Greci e de’ Latini, e non essendoci altro mezzo di far
ta. Presso ai Latini sebbene non avessero lingua tanto bella qianto i Greci , nulladimeno la pronunzia doveva essere assai mus
o, o divenisse molto simile ad esso. Che talmente avvenisse presso ai Greci non cel lascia dubitare Aristotile, il quale face
78 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XIII. » pp. 182-206
l Popolo, o fece anzi le delizie degli Ateniesi, e di tutti gli altri Greci ? Nè di essi soli, ma de’ Macedoni? Fino nella Sic
tare l’allontanava dal dedicarsi con calore al Teatro, come faceano i Greci , perciò chiamati molli da’ Latini. Oggi la gravit
piegano queste parole dell’Apologista, è che Racine, a differenza de’ Greci , fu il primo a introdurre l’amore nella Tragedia
79 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO PRIMO. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 2-31
governata da’ savj pontefici Romani e in gran parte dagl’ imperadori Greci , per consenso degli stessi oltramontani, prima d’
e discordie domestiche l’indeboliscono e per timore de’ Franchi e de’ Greci eleggesi di nuovo un re nella persona di Autari.
que il volesse, di vivere colle Romane leggi e colle costituzioni de’ Greci imperadori, le quali sussistevano comunque nell’e
80 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo decimo »
lte persone in un luogo; al quale riflesso per non aver posto mente i Greci , e per essersi lasciati strascinare da un invecch
elodia, ei comparve fregiato di tale splendore quale non ebbe mai da’ Greci in qua nel lungo corso di molti secoli. Mancava,
81 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO V. Sulle due Sofonisbe Italiane, e su due Traduzioni dal Greco di Fernan Perez de Oliva. » pp. 26-42
el viluppo, e qualche languidezza, che però erano anche i difetti de’ Greci . Ei gl’imitò troppo nelle loro debolezze, ma perv
ra, il nodo, lo scioglimento, tutto insomma appartiene agli originali Greci . La maggior parte delle scene vien tradotta quand
82 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO IV. Opera Musicale. » pp. 314-344
o qualche componimento musicale, non si avvisò di seguire l’opera de’ Greci . Non mancavagli l’opportunità di spiegare anche i
vide mescolata cotal genia. Potrebbe affermarsi sulla storia che tra’ Greci cominciasse la castrazione ad usarsi per mestier
83 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XI. Primi passi della Commedia Antica. » pp. 2-15
lte lodato Saverio Mattei intitolata la Filosofia della Musica, che i Greci andavano al teatro come noi andiamo agli Esercizi
84 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori. » pp. 172-221
iconobbe sinceramente la debolezza de’ comici Latini al confronto de’ Greci . Questo Tieste comunemente stimavasi produzione d
lezze che meritano di notarsi, e se non vince o non uguaglia sempre i Greci , talora ai soggetti medesimi di Euripide presta m
perchè mai? qual motivo aveva Edipo di abbandonarli al loro furore? I Greci con più senno fecero derivare la di lui avversion
o che mai non conobbe teatro, nè si curò di osservare l’artifizio de’ Greci poeti. Gherardo Vossio la crede opera di Floro, e
85 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo undecimo »
minente che se fra noi si dasse un ostracismo poetico, come presso ai Greci era in uso l’ostracismo politico, il Temistocle d
azione poetica. Si direbbe che il di lui genio fosse la dea Clori dei Greci , che volando per l’aria spargeva nembi di rose ov
dalla gentilissima musa del Petrarca, indi reso comune pel mezzo dei Greci fuggiaschi che vi si annidarono, aveano nel regno
ondaco o dall’altrui i suoi pregiatissimi drammi; se l’imitazione de’ Greci , Inglesi, Francesi e Italiani sia abbastanza nasc
enire. Tali sono, per esempio, l’uso della mitologia propria de’ soli Greci appresso agli antichi asiatici, come sarebbe a di
ebre Semiramide, quando nato non era per anco il sistema favoloso dei Greci ed eran nomi sconosciuti Imeneo e la sua fiaccola
ella Dea triforme, tuttoché questa falsa divinità, come l’adoravano i Greci , conosciuta non fosse dai Medi se non molti secol
86 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 1 pp. 2-271
a, le cui colonie si sparsero per l’Italia tutta. L’antica poesia de’ Greci e de’ Latini ricondotta trionfante ne’ Sette Coll
bre calabrese Gian Vincenzo Gravina volle richiamarci allo studio de’ Greci , e scrisse in tre mesi cinque tragedie, Palamede,
tragedie col coro continuo lavorato con troppo servile imitazione de’ Greci , per la quale esse riescono fredde e nojose, la T
n poco plausibile. Intanto che tali valorosi scrittori emulando ora i Greci ora i Francesi nobilitavano il coturno italiano c
dell’Alzira del celebre traduttore di Teocrito e degli altri bucolici Greci il pistojese p. Giuseppe Maria Pagnini(a). Giacin
Italiani a me sì cari vi siano sprone, Itali alunni. Bevete ne’ fonti Greci e Romani, e nell’ Arno, e non temete di alzarvi a
e’ Bardi introdotti negl’ intervalli degli atti, dietro la scorta de’ Greci spiegano bellamente tutta la pompa lirica, e la l
lo figlio di Filippo II di Spagna ecc. Si aggiunge nel Discorso che i Greci ciò dimostrarono con esempi e con precetti, e nè
atti di popoli stranieri. Il Prometeo al Caucaso p. e. è nazionale a’ Greci  ? Reso, Frisso, Medea stessa ; benchè vi s’introd
’ Greci ? Reso, Frisso, Medea stessa ; benchè vi s’introducano alcuni Greci , non pertanto i protagonisti sono stranieri o str
restieri nella guisa che i Romani abbandonarono tal volta le orme de’ Greci , aveva trattato un argomento nazionale (a). Per a
annarla ? Racine, Crebillon, Voltaire ebbero torto quando imitarono i Greci e ne adottarono le favole ? L’ebbe Saverio Bettin
questo argomento i miei liberi sensi. Quando non si abbia l’idea de’ Greci repubblicani di addossare tutte le possibili scel
diede l’antichità. Ma siamo noi nel medesimo caso della tragedia de’ Greci  ? Il fatalismo che di questa era il perno, lo è d
ni di picciolo stato mal regge al confronto di altre ove intervengono Greci , o Romani, o Barbari antichi grandi nella pubblic
87 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO III. Melodrammi. » pp. 254-292
rli, ovvero sia che gareggi di sublimità col gran Cornelio dipingendo Greci e Romani, e di delicatezza coll’ armonioso Racine
ano per ventura, e quando si seguono a bello studio; Aretade presso i Greci fece un volume de’ pensieri degli scrittori che s
i altri poeti. La sublime anima di Cornelio ha ella saputo immaginare Greci e Romani come Temistocle, Regolo e Tito? E il dol
88 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquinto »
della morale, della legislazione e della politica, come si faceva dai Greci , né trovandosi oggimai animata da quello spirito
la copia di situazioni espressive ond’ella potrebbe servirsene. Se i Greci , non avvisandosi di eccitar nelle loro tragedie a
sponderà ch’egli è mosso a farlo dal desiderio di vendicar i Mani de’ Greci trucidati in altri tempi dai persiani, lo che ad
al malattia contagiosa un maestro dell’arte, chiamato Orazio, e che i Greci e i Francesi v’abbiano fornito l’esempio. Quanto
89 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO III. Continuazione del teatro Italiano. Commedie: Opera in musica: Attori accademici ed istrioni e rappresentazioni regie: teatri materiali. » pp. 144-195
rono in Napoli dal Muzio nel 172673. Il Porta conoscitore esperto de’ Greci e de’ Latini, ed osservator sagace dell’arte comi
rebbe oscurata buona parte delle di lui favole tolte in prestanza da’ Greci . Talvolta si elevò ad un genere di commedia più n
do qualche componimento musicale non si avvisò di seguire l’opera de’ Greci . Non mancavagli l’opportunità di spiegare anche i
vide mescolata cotal genia. Potrebbe affermarsi sulla storia che tra’ Greci cominciasse la castrazione ad usarsi per mestier
90 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO IV. La drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 47-73
ngue de’ dotti, ed anche a disotterrar nelle lontane regioni i codici Greci e Latini, ed a moltiplicarne le copie, a corregge
cano, non che dalle cose accennate, dagli stessi pezzi drammatici de’ Greci e de’ Latini, a’ quali pur s’avvicina. Aggiungasi
91 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO III. Opera musicale Spagnuola e Italiana e Teatri materiali. » pp. 89-108
iano d’essergli soggetti, nivelando su conducta por su prudencia: de’ Greci si dice, separamos los brazos de los cuellos
ignorando che la sacrificata Ifigenia per miracolo di Diana ignoto a’ Greci dimorava nel tempio della Tauride: che la stessa
92 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda Guerra Punica. » pp. 129-244
nti de’ Tragici Latini. Oltre a questi argomenti che Accio trasse da’ Greci , compose una tragedia interamente Romana intitola
n vi troverei veruno sconcerto; ma i Latini furono più scrupolosi de’ Greci , come apparisce dal noto verso di Orazio, Neve m
e colmavano di noterelle, come fanno oggidì molti moderni? Gli autori Greci , ed alcuni de’ Latini no erano per lo più gli att
tinaja senza supporre che vivuto fosse sino all’ultima vecchiaja fra’ Greci , è che avesse trascurato di tornare in Roma, dove
ngolarmente Nevio, Plauto, Cecilio, Terenzio ed Afranio, in imitare i Greci , portò in Roma l’arte comica a certo lustro notab
gegnosi, si rimasero indietro mostrando nell’ordinar le cose tolte a’ Greci una immaginazione più testo temperata e giudizios
93 (1772) Dell’opera in musica 1772
ap. Maj. S. R. M. [Imprim.2] Non so se universalmente sia noto che i Greci voleano che coloro i quali amavano scrivere non f
e originale. E piace che in tutto l’egregio trattato de per maestri i Greci . Si desiderava che in nostra stagione una n’uscis
a un tempo stesso impetuosi e inumani. La svantaggiosa opinione che i Greci aveano del commercio, come d’un mestiere infame e
esso poco spirino quelle virtù, come il più è quello de’ protagonisti Greci . In oltre un carattere sovranamente virtuoso non
nvenzione di stromenti contenenti più ottave che quelli adoperati da’ Greci , niuno stromento de’ quali sorpassò mai le tre ot
nfessarlo) la moderna musica è molto da men dell’antica. Pervennero i Greci a sì perfettamente analizzare questa parte della
costa loro un continuo sforzo d’ingegno, e spesso inutile, ciò che i Greci otteneano con una semplice osservanza delle regol
elle regole di quella parte della musica. Tra’ nostri componitori e i Greci quel divario passa, che passar suole tra chi igno
di quelle che appartengono al patetico dell’arte. [Sez.III.1.4.7] I Greci per lo contrario riguardavano la musica non tanto
elle virtù. Quindi Ateneo ci assicura, che colla musica insegnavano i Greci i doveri della religione e della morale, e le azi
lto nel mondo il suo cantore. [Sez.III.1.4.9] Ma come erano giunti i Greci a formare sì giusta idea della musica? Condotti d
ione verse i loro simili, il coraggio militare56. [Sez.III.1.4.10] I Greci adunque, che aveano in loro stessi sperimentata l
aveano concepita. [Sez.III.1.4.12] Questo vantaggioso concetto che i Greci formarono della musica, gli portò a coltivarla co
mpliano tutto dì i confini delle umane cognizioni, come avveniva tra’ Greci : che anzi i nostri filosofi si recano per lo più
erà per fargli perdere tutto l’affettuoso. Di qui si comprende come i Greci avessero potuto riuscir sì bene in questo genere
’antica architettura alla gotica, la tranquillità della statuaria de’ Greci alla veemenza e alla vivacità dello scalpello d’a
essi non v’era arte più necessaria della pronunziazione. In questa i Greci e i romani si esercitavano dalla loro più tenera
ione, esso richiede nel personaggio una vantaggiosa statura. Perciò i Greci e i Romani rilevavano col coturno la statura de’
maschere fatte in modo che servissero come di tromba. E oltre a ciò i Greci ne’ loro teatri situavano de’ gran vasi di rame,
antanti, io crederei che si potrebbe utilmente imitare il ripiego de’ Greci , i quali, come accennammo, mettean ne’ teatri, e
ica, se si vuole che piacciano, vanno marcate della medesima unità. I Greci infatti aveano per vizioso quel ballo, che col dr
e. Non rincresca al lettore, ch’io mi richiami sì spesso al gusto de’ Greci . Sono essi, per consenso d’ognuno, i maestri dell
re in una danza intempestiva, eteroclita, sconnessa? Per contentare i Greci e i romani vi volea pur tanto; e per contentar no
ita e perduta, per aver dato alla declamazione degli Attori ciò che i Greci davano al Canto, e all’Armonia; la fece poi compa
voler avvezzare i nostri Teatri alla totale, e servile imitazione de’ Greci , e render grate all’udito e alla vista cose sì ri
ione III Cap. I [commento_Sez.III.1.2.1] • come l’antica da’ Greci : la cultura settecentesca conobbe una forte ripre
94 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO I » pp. 116-223
, le cui colonie si sparsero per l’ Italia tutta. L’antica poesia de’ Greci e de’ Latini ricondotta trionfante ne’ sette coll
bre Calabrese Gian Vincenzo Gravina volle richiamarci allo studio de’ Greci , e scrisse in tre mesi cinque tragedie, Palamede,
edie col coro continuo lavorate con una troppo servile imitazione de’ Greci , per la quale riescono fredde e nojose, la Temist
a poco plausibile. Intanto che tali valorosi scrittori emulando ora i Greci ora i Francesi nobilitavano il coturno italiano c
restieri, nella guisa che i Romani abbandonarono tal volta l’orme de’ Greci , avea trattato un argomento nazionale 54. La cond
r da colpi d’occhio noverò tra’ difetti dell’Alfieri l’imitazione de’ Greci ? L’ha egli forse mostrata servile per condannarla
dannarla? Racine, Crebillon, Voltaire ebbero torto quando imitarono i Greci nell’adottarne le favole? L’ebbe il chiar. Bettin
95 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO VII [IV]. Teatro Lirico: Opera Comica: Vaudeville. » pp. 192-230
i mostri, le trasformazioni, e tutti gli abbellimenti convenevoli a’ Greci , a’ Romani ed agl’Italiani del XV e XVI secolo, s
. Per dare un saggio della declamazione teatrale, e della melopea de’ Greci , fe recitare quella sua favola senza che se ne ca
96 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda guerræ Punica. » pp. 91-171
nti de’ tragici Latini. Oltre a questi argomenti che Accio trasse da’ Greci , compose una tragedia interamente Romana intitola
n vi troverei veruno sconcerto; ma i Latini furono più scrupolosi de’ Greci , come apparisce dal noto verso di Orazio, Neve
vole l’empivano di noterelle, come fanno oggidì i moderni? Gli autori Greci ed alcuni de’ Latini ne erano per lo più gli atto
ngolarmente Nevio, Plauto, Cecilio, Terenzio ed Afranio, in imitare i Greci , portò in Roma l’arte comica a un certo lustro no
egnosi, si rimasero indietro, mostrando nell’ordinar le cose tolte a’ Greci una immaginazione più tosto temperata e giudizios
97 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Del teatro »
oderne rappresentazioni, la maestà si conserva dell’antico teatro dei Greci . L’uno è del Sig. Tommaso Temanza, uomo raro, che
98 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VII. Opera musicale nazionale ed italiana. » pp. 195-212
e la sacrificata figlia di Agamennone per miracolo di Diana ignoto a’ Greci si trova viva trasportata nel tempio della Taurid
99 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO I. Drammi Latini del XVI secolo. » pp. 7-27
additeremo in ciascuna favola la maniera da lui tenuta nel tradurre i Greci . Nella Medea non potè Martirano approfittarsi del
100 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 2 pp. 2-245
olo que’due o tre personaggi che piace allo scrittore d’introdurvi. I Greci non cadevano in tale inverisimiglianza col presid
mente Aristotile cerca persuaderli. Si discute in qual modo possano i Greci accomodarsi alla cerimonia senza abbassarsi con v
gogna della Grecia. Statira in sì grave frangente prende la parte de’ Greci , mentre Rossane si dichiara contro di loro presso
i appicchi Tutta armata, e con l’egida una bella Pallade maestosa. I Greci introdotti si prostreranno, non al Re, ma alla De
volendoti, eleggevati Spontaneamente suo perpetuo e primo Arconte. I Greci ridono, ed i Persiani tumultuano. Si promulghi, d
li, ovvero sia che gareggi di sublimità col gran Corneille dipingendo Greci e Romani, e di delicatenza coll’armonioso Racine,
ano per ventura, e quando si seguono a bello studio. Aretade presso i Greci fece un volume de’ pensieri degli scrittori che s
sua pace di anteporre al suo dettato la natura l’arte e l’esempio de’ Greci , di Racine e di Metastasio, e tener l’ambizione V
o. La sublime anima (soggiunse) di Cornelio ha ella saputo immaginare Greci e Romani come Temistocle, Regolo e Tito ? E il do
ma pel gusto di que’ popoli hanno un merito locale. I drammi poi de’ Greci e de’ Latini e de’ moderni Italiani e dei Frances
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