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1 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « NOTE DEL FU D. CARLO VESPASIANO. » pp. 270-273
a questo fatto, soggiugne: c’étaient-là des larmes de héros. Le grand Corneille faisant pleurer le grand Condé d’admiration, est
ie sulle moltissime locuzioni ricercate, strane, e difettose usate da Corneille e da altri Tragici Francesi, i nazionali stessi h
ant. On prodiguoit l’esprit, on le deplaçoit, on le rendoit ridicule. Corneille a trop payé le tribut à ce goût; Quinault en est
uinault en est infecté. Giambattista Rousseau scrivea a M. Brossette: Corneille a bien fait pis; au lieu d’exprimer dans ses aman
2 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo III. Progressi Teatrali in Francia tardi, ma grandi nel medesimo Secolo XVII. » pp. 291-315
di Rotrou. Quanto alle regole, erano neglette o ignorate in Francia. Corneille medesimo nel 1634 diceva nella prefazione della V
segnalarono in tal periodo Mairet, Rotrou, Scudery, Ryer, Tristan, e Corneille . Ma quell’ultimo fin dal 1625 colla Melite andava
ats! Rodoguna, Ottone, e Attila, son tragedie degne ancora del gran Corneille . Teodora, Eraclio, imitato dall’Eraclio di Calder
. Edipo, Sertorio, Sofonisba, e Surena rappresentata nel 1675, quando Corneille rinunziò da buon senno al teatro, sono degne dell
ensarne le debolezze190. Nel 1666 quando si rappresentò l’Agesilao di Corneille , uscì l’Alessandro di Racine, nobile e giovane po
ta, donde cominciò un genere tragico quasi novello. Nelle tragedie di Corneille grandeggia la virtù, e l’eroismo vi si maneggia c
udiziosamente combinate, meglio graduate, e più perfette di quelle di Corneille , trionfano, a mio credere, l’Ifigenia rappresenta
amico: odo le accuse ec. Al contrario sparisce ogni idea tragica in Corneille , allorché Cesare dice, ch’egli ha combattuto con
sulle scene francesi per lo spazio dipiù di cento anni196. Il giovane Corneille scrisse ancora qualche tragedia applaudita, e ’l
ena, furono buoni tragici, benché inferiori d’assai alla sublimità di Corneille , alla delicatezza ed eleganza di Racine. Duché, a
impercettibili i contemporanei e i successori. Abbiamo veduto il gran Corneille succeduto da Racine, e da altri gran tragici del
ag. 229 seqq. 186. Il signor di Saint-Evremond così scriveva al gran Corneille : «Vous êtes si admirable dans vos belles producti
in mezzo moltissime locuzioni ricercate, strane, e difettose usate da Corneille e da altri tragici francesi; Egli é certo che l’a
ant. On prodiguait l’esprit, on le deplaçait, on le rendait ridicule. Corneille a trop payé le tribut à ce goût; Quinault en est
glese sulla maggior parte delle tragedie di Pietro Corneille. 189. « Corneille a bien fait pis; au lieu d’exprimer dans ses aman
3 (1732) Paragone della poesia tragica d’Italia con quella di Francia
. L’autore si trova quindi in disaccordo con le posizioni espresse da Corneille nei Trois discours sur le poème dramatique; il fr
sotto questo profilo, in quanto gli autori transalpini, a partire da Corneille , hanno cercato più spesso l’applauso del pubblico
are nel pubblico qualsivoglia compassione. Il confronto indiretto fra Corneille e Racine si modula sui toni del «Parallèle», form
eriore dato per perseguire la propria polemica con la drammaturgia di Corneille che diventa a tutti gli effetti, secondo il progr
costituiva il «dilettevole» della tragedia, Calepio si scaglia contro Corneille : il drammaturgo sarebbe reo di aver contaminato l
e condanna la pratica dell’ibridazione che avevano avallato, oltre a Corneille , i vari Le Bossu e Terrasson, e che in Italia ave
sione e terrore, non è adombrata soltanto la consueta polemica contro Corneille e i Francesi, ma anche una identica condanna dell
riguardo al rispetto delle unità in genere (Paragone III, 2, [5]); se Corneille , nel suo Discours de la tragédie, ammetteva che e
eologico del Paragone: mentre Saint-Évremond, appassionato lettore di Corneille , ammetteva che il legame più forte tra protagonis
, di carattere eccessivamente ingegnoso delle tragedie del vituperato Corneille . L’attacco del Cinna, ad esempio, è stigmatizzato
le di quella fornita in altri punti, l’autore se la prende ancora con Corneille , reo di aver messo in scena personaggi reprobi e
namento. L’interminabile elenco di passi, tipici del «grand style» di Corneille , commendati a causa di vane antitesi, di concetti
aragone VI, 4): il bergamasco riporta così un gran numero di passi di Corneille , di Racine, di de La Fosse, di Deschamps, di Duch
La traduzione di un passaggio, ad alto tasso figurale, dell’Horace di Corneille , serve infine a dimostrare nel concreto la maggio
Castelvetro — largamente citato per questo tipo di considerazioni da Corneille  —, anteposto anche a Giulio Cesare Scaligero, il
rgica francese del pieno Seicento riprende queste posizioni, e i vari Corneille («Le but du poète est de plaire selon les règles
te la quale furono rivolte al drammaturgo accuse di plagio — al quale Corneille rispose con l’Excuse à Ariste (1639) —, di trasgr
dei membri dell’Académie française. La diatriba attorno al teatro di Corneille non si spense con la Querelle du Cid: Corneille t
attorno al teatro di Corneille non si spense con la Querelle du Cid: Corneille tentò di legittimare le proprie scelte drammaturg
quattro Dissertations contro la Sophonisbe, il Sertorius e l’Œdipe di Corneille (1663, recentemente ripubblicate in edizione comm
dizione commentata: François Hédelin d’Aubignac, Dissertations contre Corneille , edited by Nicholas Hammond and Michael Hawcroft,
maturgo, il quale, probabilmente per opportunismo, prese le difese di Corneille in due Defenses (1663; recentemente edite in Jean
el Cid en Italia, Firenze, Alinea, 1999. Sulle traduzioni italiane di Corneille tra Seicento e Settecento si vedano ancora i pur
rrato confronto con i Trois discours sur le poème dramatique ai quali Corneille affida il proprio testamento poetico. La genesi d
ll’usurpatore Grimoald, che fu rappresentata una sola volta nel 1651. Corneille , il cui malinconico sconforto è percepibile nell’
dizio complessivo espresso nella Pratique nei confronti del teatro di Corneille fosse ampiamente lusinghiero, il drammaturgo si d
dere al d’Aubignac sembra dare nuova linfa ai progetti apologetici di Corneille , il quale, nell’agosto del 1660, confessa per let
a, a La Pratique du théâtre di d’Aubignac; il costante riferimento di Corneille sarà tuttavia la Poetica di Aristotele, i cui pre
e. In questo caso Calepio contesta lo sviluppo dell’argomentazione di Corneille nel secondo dei tre Discours (De la tragédie et d
erfettamente coerente con i dettami della Poetica. La drammaturgia di Corneille aveva subito in Francia diversi attacchi nel cors
in particolare dal d’Aubigtnac, il quale, nelle Dissertations contre Corneille , incentrate sulla Sophonisbe, sul Sertorius e sul
le, incentrate sulla Sophonisbe, sul Sertorius e sull’Œdipe, accusava Corneille di non aver rispettato l’unità di luogo e messo i
trattandoli per di più in maniera inverosimile (Œdipe). In difesa di Corneille , oltre al già citato Jean Donneau de Visé, accors
(Paris, Michallet), nel quale si fronteggiano Timante, partigiano di Corneille , e Clearque, appassionato del teatro di Racine. A
acine» [1686], in Recueil de dissertations sur plusieurs tragédies de Corneille et de Racine, [par François Granet], t. I, Paris,
stili dei due drammaturghi: sontuoso ma talvolta affettato quello di Corneille , nelle cui pièce compaiono sovente ragionamenti p
molto fortunato, in virtù proprio del suo superficiale schematismo: « Corneille nous assujettit à ses caractères et à ses idées,
yere » [1705], in Recueil de dissertations sur plusieurs tragédies de Corneille et de Racine, t. I, cit. pp. 70-99), ma approdand
ll’intento moralistico e pedagogico che muove molte delle tragedie di Corneille . Nel mezzo si conta un’altra replica di Bernard L
ta un’altra replica di Bernard Le Bovier de Fontenelle («Parallèle de Monsieur Corneille et de Monsieur Racine par M. de Fontenelle» [1693
[1693], in Parallèle des trois principaux poètes tragiques français, Corneille , Racine et Crebillon, précédé d’un Abrégé de leur
’eux: ouvrage qui peut servir de supplément à l’édition du Théâtre de Corneille par M. de Voltaire, et d’Introduction à la Lectur
s, Saillant, 1765, pp. 115-139), tesa a sottolineare la supremazia di Corneille sempre a partire da una concezione etica del fine
ne etica del fine della letteratura: «On remporte des pièces de l’un [ Corneille ], le désir d’être vertueux; des pièces de l’autre
e alla complessiva configurazione di un’arte poetica negli scritti di Corneille : Deborah Blocker, «Corneille et l’“art poétique”:
ione di un’arte poetica negli scritti di Corneille: Deborah Blocker, « Corneille et l’“art poétique”: appropriations, déplacements
e”: appropriations, déplacements, reconfigurations », in Pratiques de Corneille , sous la direction de Myriam Dufour-Maître, Rouen
arono la vicenda: Recueil de dissertations sur plusieurs tragédies de Corneille et de Racine, [par François Granet], t. I, Paris,
Paris, Gissey et Bordelet, 1740, nonché ad alcuni contributi moderni: Corneille and Racine: Parallels and Contrasts, edited by Ro
icerche sei-settecentesche, Pisa, Nistri-Lischi, 1968; Gordon Pocock, Corneille and Racine: Problems of Tragic Form, Cambridge, C
ge University Press, 1973; Henry Thomas Barnwell, The Tragic Drama of Corneille and Racine: An Old Parallel Revisited, Oxford, Cl
o si riferisce ad un passaggio preciso del Discours de la tragédie di Corneille , nel quale l’autore, dopo aver illustrato con chi
sua colpa sarebbe al massimo riconducibile alla «méconnaissance», ma Corneille dubita che una qualche purgazione possa procedere
érité des réconciliations», ivi, p. 145). A partire da questa analisi Corneille giunge ad interrogarsi sulla reale entità del pro
Werther Romani, Bari, Laterza, 1979, pp. 160-163). Sulla posizione di Corneille in merito alla presunta colpevolezza di Edipo, no
aso il riferimento calepiano va al seguente passaggio del Discours di Corneille : «Cependant, quelque difficulté qu’il y ait à tro
sentés et annotés par Georges Couton, Paris, Gallimard, 1987, p. 147. Corneille prosegue mostrando come, ad esempio, il pubblico
(ivi, p. 147). Il soggetto di Edipo di per sè si mostrerebbe, secondo Corneille , capace soltanto di suscitare pietà, in quanto ne
A Calepio non poteva certo piacere la conclusione del ragionamento di Corneille (ivi, p. 149), riportata a testo, che dimostra la
materia politica del Nicomède e sulla continuità delle riflessioni di Corneille sul rapporto fra grandi e piccoli stati con quell
he avrebbe dovuto uccidere Creonte e rivolge l’arma contro se stesso. Corneille contraddice l’asserzione di Aristotele, che infic
bilità di portare a compimento il proprio piano. Le considerazioni di Corneille appaiono ancora una volta appiattite su un dato e
rs, considerati il frutto dell’adeguamento della Poetica al teatro di Corneille , piuttosto che un equilibrato esame della conform
l francese ai dettami del trattato greco. Inoltre la modalità con cui Corneille presenta le proprie tesi appare a Calepio inconsi
gica. Al di là di tali vane sottigliezze, ciò che Calepio rinfaccia a Corneille è la pregiudiziale rinuncia al perseguimento dell
spettatore. La lettura del bergamasco è tuttavia a sua volta faziosa: Corneille insiste a più riprese sulla validità moralistica
o e inizio Settecento e misurano le differenze tra la drammaturgia di Corneille e di Racine è peraltro costante l’assegnazione a
aturgia di Corneille e di Racine è peraltro costante l’assegnazione a Corneille di un tono moralistico e pedagogico che viene di
us foible pendant plus de seize cens ans jusqu’à ce dernier siecle où Monsieur Corneille et Monsieur Racine, soutenus par ces regles d’Ari
s remarques, Paris, Barbin, 1692, p. xxiii). Il giudizio di Dacier su Corneille non è tuttavia incondizionatamente positivo — for
si spende in un elogio dei tragici moderni. Nella stessa introduzione Corneille era stato biasimato proprio per essersi arbitrari
per essersi arbitrariamente allontanato dalle regole di Aristotele: « Monsieur Corneille a lui-même en peut-être un exemple. Tout ce qu’il
a visione neostoica seicentesca, rappresentata in primis dallo stesso Corneille (cfr. Jacques Maurens, La Tragédie sans tragique:
costandosi quindi dalla proposta dell’impeccabile héros malheureux di Corneille . D’altra parte Corneille riportava, nell’Examen s
roposta dell’impeccabile héros malheureux di Corneille. D’altra parte Corneille riportava, nell’Examen sur Polyeucte, tragedia ca
e, 1640, p. 26). Nel parziale allontanamento da Aristotele operato da Corneille dovrà scorgersi la cognizione della profonda dive
masco rifugge dalla tragedia del martire gesuitico che aveva avuto in Corneille il suo massimo esponente. Resta significativo, in
sede, pur ribadendo la condanna nei confronti del «dramma eroico» di Corneille , l’autore ammette la rappresentazione di vicende
sibire agli spettatori per suscitarne l’ammirazione, come accadeva in Corneille , quanto piuttosto dalla convinzione nel beneficio
i al medesimo passo appena commentato da Calepio (1542b 34-1543a 11), Corneille assumeva una posizione fortemente critica nei con
i parla Aristotele — e della cui effettiva consistenza, va ricordato, Corneille si dice perplesso («Si la purgation de passions s
ai dettami aristotelici circa il carattere dei protagonisti. Secondo Corneille , infatti, Rodrigue e Chimène sono intrinsecamente
. Tuttavia, pur avendo tutte le condizioni richieste da Aristotele, a Corneille non sembra che il suo Cid porti ad alcuna purgazi
del Cid nell’amore tra Rodrigue e Chimène. La peripezia del dramma di Corneille scaturirebbe infatti dalle gesta di Rodrigue, del
notés par Georges Couton, Paris, Gallimard, 1987, p. 145, cfr. supra) Corneille commetterebbe, secondo Calepio, un grave errore d
Seicento verranno mosse alla mediocrità di Edipo in ambito francese. Corneille in effetti parrebbe proiettare su Edipo il caratt
omentazione precedentemente sviluppata; al contrario di quanto faceva Corneille , infatti, il bergamasco non si addentra nella dis
za. Come Tieste fu incestuoso — e in questo caso Calepio concorda con Corneille , prendendo le distanze da Dacier, il quale giusti
i dell’Orso, 2001, pp. 36-40). La posizione di Guarini, rilanciata da Corneille , godrà nel Settecento di una notevole fortuna: Gr
complesso e bisognoso di quelle aggiunte di personaggi ed episodi che Corneille aveva a ragione apportato — e di un Edipo innocen
[1.2.7] Dopo aver puntualizzato, in risposta alle critiche mosse da Corneille al soggetto di Tieste, che l’azione colpevole da
condannava l’introduzione degli amori di Dirce e Teseo nell’Œdipe di Corneille in quanto guastavano l’unità dell’azione predispo
a ad Edipo per affrancarlo dalla taccia di innocenza che gli imputava Corneille anziché scusare Sofocle, agli occhi di Calepio, l
a delle tragedie doppie, alla quale venivano ascritti molti drammi di Corneille . Brumoy, al contrario, nel suo Théâtre des Grecs
i numerose tragedie religiose, nonché grande ammiratore del teatro di Corneille e di Racine — egli era stato a sua volta tradutto
zione tragica. Riprendendo i ragionamenti svolti in margine al Cid di Corneille nel secondo articolo di questo medesimo capo, il
contro il teatro francese, reo di aver trasformato, sotto l’egida di Corneille , la tragedia in un dramma eroico. Questa pecca es
crizione aristotelica circa la virtù mediocre del protagonista: tanto Corneille quanto Racine avrebbero fallito nel destare senti
di fuorvianti. Come già ricordato dallo stesso Calepio in precedenza, Corneille aveva affermato che la catarsi, se mai doveva com
uton, Paris, Gallimard, 1987, pp. 145-146). Qualche pagina più avanti Corneille citava, oltre al Cid, anche la Théodore come trag
acine, che avrebbe sottoscritto pienamente, piuttosto che a quella di Corneille . [1.4.2] Secondo Calepio la vicenda di Rodrigue
dell’attore, e paura di cadere a sua volta nelle medesime disgrazie. Corneille , dal canto suo, nell’Examen del Cid (1660) ricono
s Couton, Paris, Gallimard, 1987, p. 700). Nella contrapposizione fra Corneille e Calepio sono in gioco prospettive differenti, d
cipalmente procurargli un godimento. Sulla critica mossa da Calepio a Corneille rimando per completezza al mio «Il “diletto tragi
6, pp. 92-112. [1.4.3] Si passa quindi alla Théodore, in cui secondo Corneille agiva un altro protagonista di bontà mediocre, os
per esaudire il desiderio del figlio. Calepio reputa, diversamente da Corneille , molto infelice il personaggio di Placide. Se il
rata in generale la tragedia religiosa ed in particolare la Théodore. Corneille , per rendere vivace la propria composizione, avev
ualità del protagonista (Paragone I, 3, [3]). Tuttavia la versione di Corneille trascura lo sviluppo della vicenda interiore di O
di Orazio e amante di Curiazio, viene reputata inferiore a quella di Corneille sotto diversi aspetti: presenta passioni meno for
rti testuali e drammaturgici tra l’Orazia di Aretino e la tragedia di Corneille si veda: Michael Lettieri, «Imitazioni e influenz
i, «Imitazioni e influenze dell’Orazia dell’Aretino e dell’Horace del Corneille », Romance Languages Annual, II, 1990, pp. 236-242
e avrebbe fatto buon uso, snaturandone l’impianto. Nell’Œdipe infatti Corneille , per evitare di scandalizzare le dame francesi ch
t assez de matiére pour n’avoir pas recours à des Episodes étrangers, M. Corneille n’a pas laissé de tomber dans ce défaut, où la sé
e, ne fût que l’Episode de cette action, c’est pourtant cet amour que M. Corneille appelle un heureux Episode» (André Dacier, La Poë
arbin, 1692, p. 140). Anche Voltaire, nei suoi Remarques all’opera di Corneille sottolineava la debolezza di questa tragedia e la
’amour dans leurs pièces, que cet épisode de Thésée et de Dircé, dont Corneille même a le malheur de s’applaudire dans son Examen
ng n’est pas supportable» (Voltaire, «Remarques sur Œdipe», in Œdipe. Corneille et Voltaire, textes établis et annotés par Denis
ité de Saint-Étienne, 2004, pp. 212-213). Il procedimento secondo cui Corneille tenta di distogliere l’attenzione dalla catastrof
a favola greca (cfr. Georges Forestier, Essai de génétique théâtrale: Corneille à l’œuvre, Paris, Klincksieck, 1996, pp. 332-334)
esa del soggetto di Edipo nel teatro moderno («Il me semble aussi que M. Corneille devait considérer qu’il mettait son Œdipe sur le
impose à la Terre», François Hédelin d’Aubignac, Dissertations contre Corneille , edited by Nicholas Hammond and Michael Hawcroft,
 Louvat, «Le statut de l’épisode dans la tragédie classique: Œdipe de Corneille ou le complexe de Dircé», XVIIe siècle, L, 1998,
attere di Sofonisba risulta molto vigoroso e virile nella tragedia di Corneille , il quale tenta di differenziare la propria pièce
aris, Gallimard, 1987, p. 384). Anche d’Aubignac aveva rimproverato a Corneille l’eccessiva ed affettata durezza del personaggio
u plus les Femmes», François Hédelin d’Aubignac, Dissertations contre Corneille , edited by Nicholas Hammond and Michael Hawcroft,
personaggio di Sofonisba nella versione trissiniana che in quella di Corneille (Pietro Napoli Signorelli, Storia critica de’ tea
sa in dieci tomi, t. V, Napoli, Orsino, 1813, p. 32). Sui rapporti di Corneille con le sue fonti e il suo tentativo di comporre u
dies in Early Modern France, VIII, 2002, pp. 104-117; Rainer Zaiser, « Corneille héritier de Trissino: Sophonisbe et la naissance
ourroux”. Éclat et mesure des émotions chez les héroïnes tragiques de Corneille », Littératures classiques, LXVIII, 1, 2009, pp. 2
iques, LXVIII, 1, 2009, pp. 255-270. [1.4.7] Le restanti tragedie di Corneille sono ritenute da Calepio ancor più difettose sott
qualità del protagonista e della capacità di destare pietà e terrore. Corneille avrebbe infatti privilegiato alla costituzione di
yle de Tacite, que des pièces du théâtre», Voltaire, Commentaires sur Corneille , t. III, in Les Œuvres complètes de Voltaire, vol
Institut et Musée Voltaire, 1975, p. 841). Sulla tragedia politica di Corneille cfr. Georges Couton, Corneille et la tragédie pol
5, p. 841). Sulla tragedia politica di Corneille cfr. Georges Couton, Corneille et la tragédie politique, Paris, Presses universi
es de France, 1984; Georges Forestier, Essai de généthique théâtrale: Corneille à l’œuvre, Paris, Klincksieck, 1996. [1.4.8] Rac
ksieck, 1996. [1.4.8] Racine non appare a Calepio meno irregolare di Corneille rispetto alla costruzione del protagonista tragic
prove di Aretino e Trissino rispetto all’Horace e alla Sophonisbe di Corneille . La straordinaria bellezza della tragedia racinia
esentazione dei diversi caratteri nazionali, aspetto nel quale invece Corneille era stato eccellente (cfr. a proposito la Notice
di Calepio si limita alle tragedie dei due maggiori tragici francesi, Corneille e Racine. Le opere di alcuni degli altri che cita
971, pp. 101-102), in Francia prevaleva, soprattutto fra i seguaci di Corneille , una comune concezione di storia e poesia all’ins
no a Pellico, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2013. [1.4.17] Corneille e Racine sono, tra i drammaturghi francesi, color
verso da quello tragico, considerando — in particolare le tragedie di Corneille  — dei drammi eroici, perché costruiti sulla figur
mirazione, nuovo obbiettivo del poeta tragico a partire dal teatro di Corneille . Si passerà dunque a questo punto all’esame del v
l diletto, come dimostrano le sue considerazioni sul dramma eroico di Corneille , tragedia fallita in quanto guarda più ad ottener
trapreso una strada differente, contaminando la tragedia con l’epica. Corneille , preferendo che i suoi drammi risultassero piacev
par André Bridoux, Paris, Gallimard, 1949, pp. 584-585), ed eletta da Corneille a nuovo e più perfetto strumento per innescare la
rimere il proprio giudizio in merito alle due Sofonisbe di Trissino e Corneille (Paragone I, 4 [6]). In questa sezione ritorna su
ique, Paris, Le Petit, 1675, pp. 340-344). Sempre additando a modello Corneille anche Jean Terrasson, in polemica con Dacier, ass
tragiche quali compassione e terrore: «c’est ce qui a engagé le grand Corneille à regarder l’admiration comme une des passions qu
e i suoi mostri, Pisa, Pacini, 1995; Hélène Baby, La tragi-comédie de Corneille à Quinault, Paris, Klincksieck, 2001; Roberto Gig
sul trionfo dei buoni. Castelvetro, fonte di riferimento primario per Corneille nella sua contestazione della validità della cata
tato particolarmente acceso, sempre a causa di alcune affermazioni di Corneille , il quale screditava l’agnizione, ritenuta poco e
pp. 570-585). Nella sua Difesa il Ghirardelli invocava l’autorità di Corneille per difendersi dalle accuse di aver alterato la v
ragedia, con la difesa della medesima, Roma, Andreoli, 16602, p. 108. Corneille probabilmente intercettò con piacere questa citaz
55). Queste riflessioni sono senza dubbio funzionali, nella teoria di Corneille , a sostenere una poetica tragica che deroghi dal
t Lafayette, Purdue University Press, 1999, pp. 101-103. Le accuse di Corneille alla tragedia italiana, così sollecita nel fare r
fendendo a sua volta la bontà dell’agnizione di fronte alle accuse di Corneille . Sulla discussione settecentesca in merito all’ag
p. 62-69 e pp. 75-76. [2.2.2] Calepio ribatte alle critiche mosse da Corneille all’agnizione, sostenendo che essa non implica al
aveva già illustrato nel primo capo (Paragone I, 4 [5]) — l’Edipo di Corneille sia mal costruito, in quanto offre ampio spazio a
esto frangente Calepio controbatte ad una specifica considerazione di Corneille , secondo cui il riconoscimento di un personaggio
rna ancora una volta sul nodo centrale della sua critica al teatro di Corneille , ossia che esso trascuri di produrre le passioni
aso, così come nelle favole di lieto fine, la soluzione teorizzata da Corneille viene reputata ammissibile, in quanto non guasta
itoria circa il sistema delle passioni che strutturava la tragedia di Corneille (cfr. Paragone I, 2). Sul Trattato delle passioni
tarde epitomi di Ditti Cretese e Darete Frigio. L’Achille che delinea Corneille è un personaggio torvo; egli è risoluto a frustra
del Maffei, fondata su principi affatto diversi rispetto a quella di Corneille . Tra i personaggi della pièce italiana manca inna
e. Nell’ambito di un’analisi degli elementi stilistici attraverso cui Corneille lusinga il pubblico (sottintesi, ellissi, equivoc
pratiqué les plus célèbres auteurs, et c’est sur ce précepte que feu Monsieur Corneille dit, sur la mort de Clytemnestre, que “pour recti
o considera inconsistente l’appello del drammaturgo all’auctoritas di Corneille (cfr. Paragone II, 3, [4], il quale, nel Discours
eorges Couton, Paris, Gallimard, 1987, p. 159]). Calepio concorda con Corneille , dal momento che reputa odioso per uno spettatore
sonaggi integralmente pravi, cosa che invece accade nelle tragedie di Corneille (si pensi, ad esempio, al caso dell’assai dibattu
ncesi. Il tragico che viene maggiormente biasimato è ancora una volta Corneille , autore di molte tragedie in cui vengono delineat
ricorso a personaggi estremamente virtuosi o eccessivamente cattivi, Corneille ammetteva che «un homme de bien qui souffre excit
cit., p. 202) — è emblematico di questo procedimento. Scrive infatti Corneille , riferendosi oltre che al personaggio di Antiochu
zione. Si noti come il bergamasco riprenda con puntualità il testo di Corneille , del quale fornisce una sorta di traduzione; ciò
quali egli fa costantemente riferimento. [2.4.3] Calepio rinfaccia a Corneille in prima battuta una mancanza di coerenza: se inf
per motivi diversi; se Voltaire, nei suoi Commentaires, rimproverava Corneille per non aver rispettato la verità storica degli e
il quale nota un problema simile a quello rilevato nella Rodogune di Corneille anche nell’Iphigénie raciniana. In questa tragedi
x un poignard dans le sein», V, 8, vv. 1796-1806. Ciò che interessa a Corneille non è tanto destare la commozione del pubblico at
una volta da una profonda divergenza di vedute rispetto al teatro di Corneille : se per il Bergamasco la tragedia deve rappresent
tacroce. Sul rapporto fra l’avantesto di Rospigliosi e la tragedia di Corneille si rimanda al classico contributo di Marc Fumarol
art. pp. 241-248. [2.4.7] Oltre alla Théodore, anche il Polyeucte di Corneille viene biasimato da Calepio, in quanto il martirio
./ De ce bienheureux sang tu me vois baptisée», V, 5, vv. 1724-1728). Corneille si era soffermato su questo punto nell’Examen del
o la sollecitazione della pietà. Calepio propone, non diversamente da Corneille , una tragedia di stampo fortemente cristiano, ma
lepio si trova quindi sostanzialmente in accordo con il pur avversato Corneille , sebbene non manchi di aggiungere al suo discorso
al personaggio attribuiva il mito (cfr. Paragone V, 6, [2]). [3.2.2] Corneille torna ad essere il bersaglio polemico privilegiat
a la bellezza della Demodice, ai suoi occhi preferibile all’Horace di Corneille proprio grazie al maggior rispetto dell’unità d’a
Cid era un elemento topico della critica sei-settecentesca; lo stesso Corneille aveva riconosciuto nei Discours tale difetto, cit
Infante, et non pas à cause de l’Infante» (Voltaire, Commentaires sur Corneille , t. III, in Les Œuvres complètes de Voltaire, vol
y David Williams, Genève, Institut et Musée Voltaire, 1975, p. 1039). Corneille imputava una simile imperfezione anche alla Sabin
e (1570-1696)», Arrêt sur scène focus, III, 2014, pp. 11-23. [3.2.5] Corneille in effetti offriva una lettura faziosa del termin
nel paragrafo immediatamente successivo. Articolo III. [3.3.1] Corneille aveva sostenuto nel primo dei suoi tre Discours,
co afferente al partito corneilliano nell’accesa disputa che opponeva Corneille a Racine, riprendeva di fatto la posizione dell’a
fronte francese non era tuttavia integralmente schierato a favore di Corneille e di una tragedia incline ad accogliere la rappre
Genève], s. n. [Fabri et Barillot], 1725, pp. 262-263. Sull’Ariane di Corneille e sui suoi rapporti con la Phèdre di Racine si ve
ne, incarnate rispettivamente da Eryxe e Sophonisbe nella tragedia di Corneille sono fatte da Susan Read Baker, Dissonant Harmoni
Tübingen, 1990, pp. 99-107. In generale sull’amore nelle tragedie di Corneille si rimanda al classico contributo di Octave Nadal
ncora una volta, infine, si ribadisce la critica rivolta all’Œdipe di Corneille e all’Andromaque di Racine, già rilevata in quest
l drammaturgo col quale il bergamasco se la prende è ancora una volta Corneille , di cui vengono condannati il Cid, il Pompée e la
mpion, 2004, p. 400) e poi da Voltaire, il quale nei Commentaires sur Corneille riproponeva la medesima accusa («On a condamné l’
ne parle que de son amour pour Rodrigue», Voltaire, Commentaires sur Corneille , t. III, in Les Œuvres complètes de Voltaire, vol
che Cesare provava nei suoi confronti. La lunga narrazione permette a Corneille di caratterizzare Cléopâtre come una donna che us
one. Questo personaggio era stato accomunato all’Infanta dallo stesso Corneille , il quale nell’Examen del Polyeucte disquisiva su
, 1987, p. 981). Questo difetto viene ancora una volta rimproverato a Corneille , oltre che dal solito Voltaire, pronto a censurar
d on l’exprime par des maximes générales», Voltaire, Commentaires sur Corneille , t. II, in Les Œuvres complètes de Voltaire, vol.
al punto di vista dei personaggi («Nous avons deux Tragédies du grand Corneille , dont la conduite et la plupart des caracteres so
rato poco felice. Nonostante queste immancabili stoccate al teatro di Corneille , Calepio è però disposto a riconoscere la superio
tragedia del diciassettesimo secolo, e in particolare nelle pièces di Corneille , è stato stilato da Bénédicte Louvat-Mozolay, «De
y, «De l’oracle de tragédie comme procédé dramaturgique: l’exemple de Corneille », in Mythe et histoire dans le théâtre classique:
a dans mon flanc», I, 1, vv. 31-38), ma soprattutto nell’Andromède di Corneille in cui Venere interviene nel primo atto, «au mili
passaggio il Calepio parrebbe replicare un’argomentazione avanzata da Corneille nel Discours des trois unités, in cui veniva sott
on i Romani (II, 2). I migliori drammaturghi francesi, e segnatamente Corneille e Racine, vengono comunque considerati superiori
particolare l’intervento di Eudoxe nel secondo atto dell’Héraclius di Corneille . La tragedia, il cui soggetto è tratto dalla stor
da Calepio, che in questo frangente si accorda al parere dello stesso Corneille , il quale nel suo esame della tragedia si era van
pièce», Voltaire, «Remarques sur Héraclius», in Id., Commentaires sur Corneille , t. III, in Les Œuvres complètes de Voltaire, vol
enché non siano neppure in questo punto esenti da qualche rimprovero. Corneille talvolta imprimerebbe infatti ai suoi monologhi u
uesti brani sarà condivisa da Voltaire, il quale nei Commentaires sur Corneille condannerà l’inclinazione oratoria di questi soli
de ce monologue y jetait de la froideur», Voltaire, Commentaires sur Corneille , t. II, in Les Œuvres complètes de Voltaire, vol.
rez point de ces apostrophes dans Racine», Voltaire, Commentaires sur Corneille , t. II, cit., pp. 551-552). Tuttavia è soprattutt
oco facile nel ridicolizzare la natura declamatoria della tragedia di Corneille . Ben prima di Voltaire si trovano allusioni di qu
tentativo di sovvertire il giudizio di Voltaire, che aveva giudicato Corneille superiore a Shakespeare, citava proprio l’attacco
del monologo nella tragédie classique ed in particolare nell’opera di Corneille si vedano: Jacques Schérer, La Dramaturgie classi
ma (1635-1677), Genève, Droz, 1999, pp.11-43; Mariette Cuénin-Lieber, Corneille et le monologue: une interrogation sur les héros,
erno difettosi e inverosimili a parte: egli non ne ritrova traccia in Corneille — il quale ne aveva fatto uso soltanto nella comm
n atti e scene Calepio parrebbe guardare ancora al modello teorico di Corneille , il quale, nel Discours des trois unités, raccoma
ale — si potrebbe probabilmente scorgere nei finali delle tragedie di Corneille , dove l’accelerazione del tempo è peraltro più sc
rventi di Georges Scudery e di Jean Chapelain, i quali rimproverano a Corneille il mancato rispetto dell’unità di luogo, riportan
blis et annotés par Françoise Escal, Paris, Gallimard, 1966, p. 170). Corneille cercherà di adattarsi a questa nuova fortissima e
notato. Il marchese se la prendeva in particolare con la Rodogune di Corneille e con il Bajazet di Racine, lacunosi dal punto di
scrupolosamente l’unità di luogo e riprovava la soluzione proposta da Corneille nel suo Discours, apparendogli questa troppo indu
ssario affrontare la questione meno rigidamente, come già aveva fatto Corneille : «Quando si dice unità di luogo, io son d’opinion
ineava come la tragedia del Veronese risultasse inferiore a quella di Corneille e di Racine alla prova del palcoscenico. Capo
e dell’impianto oratorio della tragedia corneilliana, si augurava che Corneille componesse una tragedia su Annibale e Scipione pe
n bocca a personaggi così maestosi: «Je souhaite de tout mon cœur que Corneille traite le sujet d’Annibal; et s’il y peut faire e
tando dei costumi il Bergamasco ritrova un formidabile avversario nel Corneille teorico, autore dei Discours, in cui il drammatur
aggi fossero buoni, convenienti, verosimili e coerenti (1454a 15-30), Corneille si interrogava sul senso dei termini impiegati ne
annotés par Georges Couton, Paris, Gallimard, 1987, p. 129). Secondo Corneille , che attraverso questa lettura partigiana legitti
onaggi malvagi nella tragedia si era animata fra Sei e Settecento; se Corneille insisteva sulla meraviglia che anche i malvagi po
ma-Bari, Laterza, 1973, p. 513). Calepio riprova inoltre il fatto che Corneille rivendichi come auctoritates schierate a suo favo
oetica, a cura di Domenico Pesce, Milano, Bompiani, 2000, pp. 96-97). Corneille , rifacendosi anche alle annotazioni del Robortell
nto europeo, Bienne, Panorama, 1965, pp. 521-522), che fa il gioco di Corneille e di una drammaturgia basata sull’ammirazione e s
ti o tremendamente viziosi. La spiegazione di Castelvetro, ripresa da Corneille , era stata condannata anche dal Gravina: «Nè può
sso dell’arte, come egli affermava nel primo articolo del primo capo. Corneille , nel tentativo di lusingare il gusto del pubblico
 II, cit., p. 271). Il malvagio Placide veniva inoltre considerato da Corneille , al pari del Rodrigue del Cid, un protagonista ec
ggetti religiosi; icastico era per lui il caso della Théodore, in cui Corneille metteva in bocca alla Santa sconci pensieri galan
una concezione di poetica profondamente mutata rispetto all’epoca di Corneille : vengono deliberatamente rigettati gli esiti baro
o francese: non soltanto la Cléopâtre, protagonista della Rodogune di Corneille , e i crudeli Placide e Marcelle della Théodore, m
e l’infondatezza di un altro passaggio del Discours de la tragédie di Corneille , nel quale il drammaturgo francese, mettendo in d
s, Gallimard, 1987, p. 146). Secondo il Bergamasco la supposizione di Corneille è falsa, in quanto nella letteratura antica non m
ques, LXXVII, 1, 2012, pp. 213-228. [5.2.6] Rispetto all’opinione di Corneille , il quale ipotizzava che nella Poetica di Aristot
un sovrano buono e generoso. Benché, per confutare l’affermazione di Corneille , Calepio si impegni a mostrare che non mancano pe
ora una volta Calepio introduce una netta distinzione di giudizio fra Corneille e Racine: se il primo, con i suoi drammi eroici,
en noto parallèle inserito nei Caractères del La Bruyère, secondo cui Corneille raffigurava gli uomini come avrebbero dovuto esse
come in realtà erano («Si cependant il est permis de faire entre eux [ Corneille et Racine] quelque comparaison, et les marquer l’
nairement dans leurs ouvrages, peut-être qu’on pourrait parler ainsi: Corneille nous assujettit à ses caractères et à ses idées;
ine metteva effettivamente in scena le debolezze reali delle persone, Corneille le dipingeva in modo irreale, proiettandole in un
cene esibisce il proprio trasporto. Anche il paragone fra l’Horace di Corneille , nel quale il protagonista è freddo ed insensibil
uyère, ispirato peraltro al giudizio precedente di Longepierre («Chez M. Corneille l’esprit du spectateur s’élève avec satisfaction
urs dans l’admiration», Hilaire-Bernard de Longepierre, «Parallèle de Monsieur Corneille et de Monsieur Racine» [1686], in Id., Médée. Tra
evole e duratura: fra Sei e Settecento è tipica la distinzione fra un Corneille eroico e un Racine «tendre» e sostanzialmente lir
cidio che il racconto storico di Appiano alessandrino gli attribuiva ( Corneille ammetteva di aver «adouci» il carattere di Antioc
a nei drammi è destinata a protrarsi a lungo tra Sei e Settecento. Se Corneille si sofferma abitualmente, negli Examens, sull’ort
intendesse avventurarsi nel campo della tragedia di argomento sacro, Corneille aveva da parte sua esplicitato una distinzione im
di Euripide (1454a 29). Questo difetto, tipico della drammaturgia di Corneille , che aveva bisogno di malvagi per far risplendere
issero puniti. Nel teorizzare un modello di tragedia — poi ripreso da Corneille  — basato sull’«exposition des Vertus recompensées
he Chapelain pronuncia la sua ferma condanna nei confronti del Cid di Corneille (cfr. su questo punto Georges Forestier, Essai de
cfr. su questo punto Georges Forestier, Essai de génétique théâtrale: Corneille à l’œuvre, Paris, Klincksieck, 1996, pp. 151-156)
questo decoro, da La Mesnardière a d’Aubignac, passando per lo stesso Corneille , il quale, nel Discours du poème dramatique, si s
acine» [1675], in Recueil de dissertations sur plusieurs tragédies de Corneille et de Racine, [par François Granet], t. II, Paris
che se in alcuni casi se ne ritrovano degli esempi: d’Aubignac taccia Corneille di aver rappresentato Viriate, nel Sertorius, com
cernant le Poëme dramatique, en forme de Remarques sur la Tragédie de M. Corneille , intitulée Sertorius» [1663], in Recueil de disse
orius» [1663], in Recueil de dissertations sur plusieurs tragédies de Corneille et de Racine, [par François Granet], t. I, Paris,
et, 1740, p. 246). Calepio se la prende in questo caso con l’Œdipe di Corneille , laddove le proprietà naturali dei due sessi gli
attenersi con particolare attenzione, onde evitare pesanti critiche. Corneille aveva saputo in qualche misura scantonare rispett
6). Eppure non sempre i costumi dei personaggi romani tratteggiati da Corneille erano considerati adeguati; l’abbé de Villars nel
acine» [1671], in Recueil de dissertations sur plusieurs tragédies de Corneille et de Racine, [par François Granet], t. II, Paris
t. II, Paris, Gissey et Bordelet, 1740, pp. 220-221). Non è tuttavia Corneille il bersaglio principale di questo tipo di critica
Segrais riportava in questi termini il giudizio espresso dallo stesso Corneille , presente alla prima rappresentazione del Bajazet
). Ad alimentare questa polemica, forse dietro la spinta dello stesso Corneille , erano stati i corneilliani Madame de Sévigné e D
, altro importante tassello dello scontro teorico e drammaturgico tra Corneille e Racine, si rimanda all’articolo di Alain Viala,
e di linguaggio —, egli nota come talvolta i personaggi del teatro di Corneille si rivelassero inopportuni: nella Théodore Placid
illante, e nel confronto fra il Filottete di Sofocle e il Nicomède di Corneille propendeva con risolutezza per quest’ultimo («Mai
si vif que les malheurs plus variés et plus brillans de Nicomede dans Corneille », Brumoy, Le Théâtre des Grecs, t. I, cit., p. 30
olite» [1677], in Recueil de dissertations sur plusieurs tragédies de Corneille et de Racine, [par François Granet], t. II, Paris
che di lui dava il mito. Nel suo Œdipe Voltaire, seguendo le orme di Corneille , propendeva infatti per una soluzione galante che
rancese del Seicento, modulato principalmente sull’esempio del Cid di Corneille , ma poi riplasmato in moltissimi modi differenti,
billon», in Parallele des trois principaux poëtes tragiques François, Corneille , Racine et Crébillon, Paris, Saillant, 1765, p. 1
cade nel caso dell’imperatore Maurice rappresentato nell’Héraclius di Corneille , rappresentato dalla storia con atteggiamenti poc
e, Paris, Le Petit, 1675, p. 55). Di fronte a questa aporia egli loda Corneille , il quale si era rifiutato di rappresentare Mauri
que l’on dissimule son avarice, sans la changer en libéralité: comme M. Corneille a fait dans son Héraclius», ivi, p. 57). Calepio
osta, vol. I, a cura di Werther Romani, Bari, Laterza, 1978, p. 182). Corneille si era arrovellato su questo passaggio nel tentat
amente pronunciare sentenze a qualche titolo moraleggianti: «Mais il [ Corneille ] n’a point du tout compris la pensée d’Aristote,
vano un’«ammirazione accessoria» per i protagonisti delle tragedie di Corneille  —, ma godrebbero non tanto dell’avvertire quella
classicismo» seicentesco, rappresentato in particolare dal teatro dei Corneille e di Racine, molto più apprezzabili da un punto d
«classica» avesse degli scadimenti, traendo esempi dalle tragedie di Corneille e di Racine. Quanto al fatto che gli Italiani non
lle sue pièces («Nous en avons une preuve sensible dans les pièces de Monsieur Corneille ; car ce qui les a si hautement élevées par-dessus
unciando che non si sarebbe occupato della sentenza della tragedia di Corneille , ammetteva che le poesie francesi erano inferiori
.3.3] Ha qui inizio un inventario di passi estratti dalle tragedie di Corneille che sono, secondo Calepio, redarguibili sotto il
La requisitoria prende le mosse ovviamente dai drammi dell’odiosamato Corneille , il cui Cid, pure caratterizzato da talune pecche
articolarmente difettoso sotto l’aspetto della convenienza, in quanto Corneille introduce immagini ingegnose che poco si addicono
gno, a detta del bergamasco, di un protagonismo eccessivo da parte di Corneille (Pierre Corneille, Pompée, in Id., Œuvres complèt
itaires, 1926, p. 46) costituiscono l’esordio del Cinna, pièce di cui Corneille si era vantato per il mirabile rispetto della ver
celle-ci n’est pas nécessaire à la pièce», Voltaire, Commentaires sur Corneille , t. II, in Les Œuvres complètes de Voltaire, vol.
e proponeva, viene ripresa ancora una volta la condotta dei dialoghi; Corneille , anziché assecondare l’impeto violento degli affe
abine prosegue in questo passo: viene biasimata tanto l’insistenza di Corneille sui medesimi concetti, quanto la scarsa originali
e passa a recensire un pensiero teorico contenuto nell’Examen du Cid. Corneille , nel rispondere a delle accuse simili a quelle av
e inoltre il suo pensiero circa l’ascendenza epica della scrittura di Corneille , che imiterebbe impropriamente, nelle sue frequen
cano nel Seicento francese si vedano Christiane Wanke, Seneca, Lucan, Corneille . Studien zum Manierismus der römischen Kaiserzeit
ne fra la Jocaste della Thébaïde di Racine e la Sabine dell’Horace di Corneille , ravvisa il medesimo problema di verosimiglianza.
tura di una battuta pronunciata da Dircé nel terzo atto dell’Œdipe di Corneille (ivi, p. 1269). Inoltre viene ripreso un altro pr
ello stile tumido ed affettato dei tragici francesi che si abbatte su Corneille e su Racine; lo storiografo, il quale palesemente
entrando nel merito della coeva drammaturgia francese, ammetteva che Corneille era caduto talvolta in questo errore a causa dell
o — un’effettiva incoerenza a livello di inventio. Sulla tragedia del Corneille , ispirata ad un precedente dramma sullo stesso so
impegna, a partire da questo paragrafo, a dimostrare che il teatro di Corneille e Racine ha dato prova di scarsa naturalezza impi
o prende le mosse da un passaggio del Discours du poème dramatique di Corneille , nel quale il drammaturgo riconosceva la differen
nell’articolo successivo, in cui l’oggetto della critica non sarà più Corneille , ma Racine e gli altri drammaturghi della sua gen
e, lecita ad un poeta lirico, come il Malherbe, ma non al drammaturgo Corneille («Il genio galante del Malerbe, il non parlar’egl
rima baciata, riesce alla fine noiosa, Calepio riporta l’opinione di Corneille contenuta nell’esame della sua Andromède. In ques
orneille contenuta nell’esame della sua Andromède. In questo contesto Corneille si interrogava sulla natura del verso tragico, ch
ges Couton, Paris, Gallimard, 1987, p. 455). Nel prosieguo dell’esame Corneille pareva vagheggiare per la tragedia francese una v
discorso di Sabine nella sesta scena del secondo atto dell’Horace di Corneille (Pierre Corneille, Horace, in Id., Œuvres complèt
e di Conti — vengono reputati migliori rispetto ai drammi francesi di Corneille e di Racine. Non manca comunque un invito a fonde
l merito di alcuni giudizi, come quelli entusiastici nei confronti di Corneille . Il dato importante che sarà utile tenere present
ury, V, 2000, pp. 371-410. Sulla discussione in merito agli Edipi, da Corneille a Voltaire, passando appunto per la prova di de L
c-Giroux, «Les vacillements du sujet dans les réécritures d’Œdipe, de Corneille à La Motte», Cahiers Voltaire, XI, 2012, pp. 47-5
acine, sotto questo profilo, si era dimostrato assai più difettoso di Corneille , in quanto aveva rivestito del medesimo carattere
sans en blesser la vraisemblance […]. Il me semble qu’en cette partie Corneille est bien supérieur à Racine. Celui-ci, plus atten
di Racine, e su tutte l’Andromaque e la Bérénice, ma anche quelle di Corneille , come ad esempio la Sophonisbe o addirittura l’Œd
Garnier, 2015, p. 41-57. Sull’Agésilas e sugli esperimenti metrici di Corneille , cfr. Simone Dosmond, «Le vers libre dans l’Agési
o frangente dialoga apertamente con i Discours du poème dramatique di Corneille , dai quali deriva la fondamentale nozione di «mer
presso in termini molto simili in precedenza nei confronti del Cid di Corneille (Paragone I, 4, [2]). Sarà anche da notare che l’
e di qualcosa di sorprendente, tanto più che, come assumeva lo stesso Corneille , l’admiration procede tanto da esempi estremament
o così le preoccupazioni già espresse nei confronti dei personaggi di Corneille , maestosi e ammirevoli anche nella pravità più sc
arattere meno spregiudicato del pensiero dell’autore del Romulus: «De Corneille à La Motte, le merveilleux et le vraisemblable au
del de La Motte, ancora una volta in continuità con la posizione del Corneille dei Discours, secondo cui la virtù mediocre non c
meno in parte, il pensiero del de La Motte, il quale, a differenza di Corneille , tiene in gran conto l’aspetto “utile” della rapp
on, Paris, H. Champion, 2002, p. 655), contesta l’opzione adottata da Corneille nell’Horace: a suo parere egli non doveva far com
migliore la condotta della tragedia dell’Aretino rispetto a quello di Corneille . [Giunta.11] Nel quarto dei suoi Discours il de
a.24] L’Œdipe del de La Motte viene considerato superiore a quelli di Corneille e Voltaire in quanto alla composizione dell’intre
niva ritenuto innocente dal de La Motte — così come già aveva creduto Corneille , parimenti censurato da Calepio (cfr. Paragone I,
letteratura tedesca quel vigore che le imitazioni del classicismo di Corneille parevano toglierle. Sull’importanza di questa tra
4 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 174
sua giovinezza e i godimenti provati alla rappresentazione del Cid di Corneille , di riviver quell’ore di esaltazione dello spirit
5 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO IV. Teatro Francese prima della Medea di P. Corneille. » pp. 157-165
CAPO IV. Teatro Francese prima della Medea di P. Corneille . Osserviamo lo stato del Teatro francese prima
e effetti che altrove riconoscono una sorgente sicura. Prima però che Corneille si avvedesse delle proprie forze nel genere tragi
6 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO V. Teatro Tragico Francese nel XVII secolo. » pp. 166-211
, il Cinna, il Poliuto. Nel maneggiare l’argomento degli Orazii prese Corneille scorta migliore, o che ne dovesse a dirittura la
e tue. E chi oggi ignora i rari pregi del Cinna? Ampio campo aprì il Corneille al moderno coturno col grande oggetto politico de
bboccamento con Cinna, formano un grande elogio dell’anima elevata di Corneille : Tu t’en souviens, Cinna; tant d’heur et tant de
erdono magnanimo. Il Poliuto è un’altra delle applaudite tragedie del Corneille . Benchè le rappresentazioni de’ martiri Cristiani
iface e di Farace presso Racine, di Teseo e di Eraclio e di altri nel Corneille , della maggior parte de’ personaggi di Quinault,
Campi. Al contrario sparisce ogni idea tragica allorchè Cesare presso Corneille dice di aver combattuto con Pompeo ne’ campi di F
sto, osservò ottimamente: C’ètaient là des larmes de hèros. Le grand Corneille faisant pleurer le grand Condè d’admiration, est
7 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VIII. Commedia turca. » pp. 422-425
une commedie di Aristofane, le inglesi, e ’l teatro francese prima di Corneille . I commedianti turchi non hanno casa fissa, ma va
8 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO II. Tragedie latine d’oltramonti, Tragici Olandesi, e Teatro Alemanno. » pp. 135-142
ntovarsi. Vondel si distinse fra’ suoi con alcune tragedie al pari di Corneille e Shakespear, benchè a questi di molto inferiore.
9 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO V. Produzioni comiche di Commediani di mestiere nel secolo XVI. » pp. 256-264
li, non che pregevoli? Quale che meriti di porsi in confronto de’ due Corneille , di Racine, del Piron, del Crebillon, del Voltair
10 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 728-730
ristodemo del Dottori tenner dietro le traduzioni di tragedie dei due Corneille e di alcune di Racine nei collegi, specialmente p
11 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XIII. » pp. 182-206
te potuto godere nel Teatro de la Cruz la rappresentazione del Cid di Corneille (non di Castro), tradotto senza stravaganze, loda
possa sorgavi (che al fine dee sorgervi) qualche riformatore simile a Corneille . E per riescire nel suo intento l’Apologista vuol
e indi fe travagliare, senza che l’uno sapesse dell’altro, e Racine e Corneille a un medesimo argomento, cioè alla Tragedia di Be
vano sostenute da un partito potentissimo a fronte di quelle del gran Corneille . Or che andate voi fantasticando sull’amore Plato
12 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO IV. Numero delle Tragedie Spagnuole de’ Secoli XVI., e XVII. » pp. 20-25
i Tragedie. Il suo Cid non divenne vera Tragedia se non nelle mani di Corneille ; or possiamo dire con sicurezza che fosse vera Tr
13 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo II. Teatro Spagnuolo, Inglese, e Alemano nel medesimo Secolo XVII. » pp. 276-290
maestre originali, come quelle che indi produsse in Francia il lodato Corneille , non possono fissare il gusto e sondare in una na
a di attori francesi, che rappresentava i componimenti di Molière, di Corneille ec.» Infatti dopo la Dafne di Opitz, e l’Elena e
14 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 922-927
che il Matamore, di cui abbiam già il tipo nel 1616 nella Illusion di Corneille , sia qui personaggio di compagnia francese ? Lo S
15 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — LIBRO IV » pp. 55-66
mposte tragedie stimabili? quale che possa porsi in confronto de’ due Corneille , del Racine, del Piron, del Crebillon, del Voltai
16 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — LIBRO VI » pp. 94-106
altri celebri Italiani del XVI e in cento Francesi, e nell’istesso P. Corneille ed in Giovanni Racine. ADDIZIONE II* Su i pre
17 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 743-748
Zanotti pubblicò due traduzioni a stampa : dell’Eraclio e del Cid di Corneille . L'Eraclio Imperatore d’Oriente. Bologna, Pietro
18 (1738) Réflexions historiques et critiques sur les différents théâtres de l’Europe. Avec les pensées sur la déclamation
e bon sens partout. À l’égard du théâtre on opposa les traductions de Corneille et de Racine aux extravagances qui étaient si for
iorité des Français sur leurs rivaux. Je suis assuré que la gloire de Corneille , de Racine et de Molière n’en aurait été que plus
s, et ensuite ils ont traduit les Espagnols. Quoique du temps même de Corneille la tragédie en France eut déjà changé de face, ce
par tant d’auteurs, ait été si mauvais jusqu’à 1650, du temps même de Corneille  : ceux qui en ont parlé, n’en donnent point d’aut
écoulés depuis l’ouverture de l’Hôtel de Bourgogne, jusqu’au temps de Corneille et de Molière, nés l’un en 1606, et l’autre en 16
ol, qui pendant un siècle a été le seul modèle du théâtre en France : Corneille et Molière y ont trouvé des idées excellentes de
faites en 1660, que l’on ne croirait jamais été imaginées du temps de Corneille , tant elles sont défectueuses et contre le bon se
orsqu’ils attribuent à Vincislas le changement du genre tragique de Corneille . Racine, qui a trouvé le chemin aplani, n’a pas h
évoient prendre : et tous ont depuis cherché d’imiter, ou le grand de Corneille , ou le naturel de Racine. La comédie de son côté
ut même ajouter que la plus grande partie de celles qui ont précédées Corneille , Racine et Molière et qui ont été faites même de
n’était point exempte de libertinage. Rotrou commença à la corriger ; Corneille acheva bientôt après. Molière est le premier qui
r d’avoir embrassé ce genre, faute de pouvoir atteindre au sublime de Corneille ou au plaisant de Molière. Enfin le théâtre franç
ivi la méthode, et qu’ils n’ont adopté le théâtre français que depuis Corneille . Dans le temps que le théâtre flamand (à l’exempl
encore leur sont-elles venues du Brabant ; mais depuis ils ont goûté Corneille , Racine et les autres tragiques qui se sont signa
utes des tragédies, surtout celles de Gryphius, qu’on peut appeler le Corneille des Allemands, ont mérité l’approbation du public
que je souhaitais. Sans parler de la lecture des pièces de théâtre de Corneille , de Racine, de Molière, de La Mothe, de Danchet,
i ont paru sous le titre de Vesta et de Flore . Ce chef-d’œuvre de Corneille eut le succès qu’il méritait. Enfin je fis moi-mê
angère au sujet. Les autres tragédies de ce grand poète sont de même. M. Corneille n’a fait qu’affaiblir l’action, que la rendre dou
at où je suis, En ce que je hasarde, et ce que je poursuis.         Corneille , Cinna , Acte I, sc. I. M. Despréaux trouvait da
. Par exemple, je suis charmé, quand je lis ces mots : Qu’il mourut Corneille dans les Horaces Mais je ne puis souffrir le ve
pouvoir me dispenser de donner d’autres exemples, soit des pièces de Corneille , ou d’autres poètes, car chacun peut aisément les
n peut aisément les y voir. J’ai expressément allégué les exemples de Corneille , et dans sa première bonne pièce ; car il est cer
rs s’en vont, et que deux autres paraissent sans savoir pourquoi ? Or Corneille , sans savoir la règle de la liaison des scènes, o
19 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IV. Teatro Italiano nel Secolo XVIII » pp. 316-354
i preso a imitar le tre stelle della poesia tragica francese, Racine, Corneille , e Voltaire nell’Ifigenia, nel Cinna, e nella Sem
iarezza, e armonia dello stile215. Gareggia col pennello grandioso di Corneille e col delicato di Racine. Ne’ suoi personaggi si
dialogo a una precisione rigorosa per dar luogo alla Musica odierna. Corneille e Metastasio han soddisfatto compiutamente al lor
superiori alle più belle produzioni di Grecia medesima: sono degne di Corneille quando non declama; e di Racine quado non é debol
20 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VIII. Teatro di Sofocle. » pp. 104-133
tolto, insano, vile, tralcio illegittimo di tronco oscuro ec. ec., nè Corneille , Crebillon, Voltaire, Metastasio, Zeno, vengono t
intorno al medesimo soggetto, Brisson, Garnier, Prevost, Bedouin, P. Corneille , de la Mothe, Voltaire e Folard, e niuno ha finor
21 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XI. Se il Ch. Poeta Cesareo Metastasio imitò, o poteva imitare le Opere di Pietro Calderèn de la Barca. » pp. 140-148
ò d’imitare, tuttochè nomini l’Eraclio di Calderòn per rinfacciare al Corneille l’averne tratto il suo. E volea imitarle Metastas
22 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO I. Teatro Francese Tragico. » pp. 4-111
on contento di quelle tragedie che su di questo personaggio scrissero Corneille e Voltaire. In effetto La Motte purga tale argome
da quella dell’uno e dell’altro. Crebillon non eleva gli animi quanto Corneille , non gl’intenerisce quanto Racine; ma gli spavent
sa nelle sue opere moltiplici e nell’edizione che fece del teatro del Corneille . La prima direzione letteraria avuta da’ gesuiti
sono diversi da quelli de’ lodati tragici. Non va nell’ampolloso del Corneille , non nell’elegiaco del Racine, non nell’aspro ed
istrale punto non ci trattiene dall’affermare che tralle migliori del Corneille e del Racine possono senza svantaggio veruno comp
23 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO III. Commedie del secolo XVII. » pp. 292-313
glesi, agli Spagnuoli ed agli Alemanni, ed anche a’ Francesi prima di Corneille e Moliere? a. Vicende della Coltura delle Sici
24 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VI. Teatro inglese, alemano, e spagnuolo del medesimo nostro secolo. » pp. 389-417
di partiti tra’ coltivatori della poesia drammatica, gl’imitatori di Corneille e Racine scrupolosi osservatori della regolarità,
drammatici degni di lode. Tali sono M. Schlegel che sarebbe stato il Corneille della Germania, se la morte non l’avesse arrestat
25 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IX. Stato presente degli spettacoli teatrali. » pp. 426-437
gloriarci di un Metastasio, nel quale abbiamo, non che un Racine e un Corneille , ma un Euripide: i di lui trionfi però non sono s
26 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Teatro di Eschilo. » pp. 75-103
gio, ne’ poeti melodrammatici Zeno da Metastasio, ne’ tragici moderni Corneille da Racine. Le prosopopeje (come il Mattei chiama
27 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « PROLUSIONE ALLE LEZIONI DI POESIA RAPPRESENTATIVA DEL PROFESSORE PIETRO NAPOLI-SIGNORELLI. » pp. 203-226
eziandio il florido Teatro Francese: esso è ricco de’ capi d’opera di Corneille , Racine e Voltaire, di Moliere e di Regnard (benc
28 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VII. Su i principali Requisiti per giudicar dritto de’ Componimenti Scenici, Mente rischiarata, e Cuore sensibile. » pp. 69-85
atto: Verbaque provisam rem non invita sequentur. E che mancava a Corneille , a Racine, a Voltaire per fare discorsi appassion
29 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Indice. » p. 443
e indecenti 245. XVII. Tragedie insipide e commedie grossolane 291. Corneille e Racine vi formano il gusto tragico 294. Molièr
30 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO I. Teatro Alemanno. » pp. 4-31
ed fecero nascere in scrupolosi osservatori delle regole imitatori di Corneille e Racine, e quello de’ seguaci di Shakespear ed O
31 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO II. Tragedie Italiane del XVI secolo. » pp. 28-131
medesimo secolo in cui si compose. Monchretien, Montreux, Mairet e P. Corneille la tradussero e imitarono nel XVII: l’ha tradotta
l’Edipo del l’Anguillara che de’ tre pur difettosi Edipi francesi di Corneille , di Voltaire e del p. Folard; e col Nores troviam
ino al fine pel timore e per la compassione; e si comprende che se il Corneille l’avesse anche in ciò imitato, avrebbe fatto corr
32 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO V. LIBRO VII » pp. 107-140
l conte Prospero Bonarelli 1. ADDIZIONE II* Versi pregevoli di P. Corneille . Chi non sente a un tempo stesso elevarsi e c
33 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Dato al castello di Versailles l’ 8 aprile. » pp. 364-378
signor Goldoni, come non scema quello dei capolavori di Molière e di Corneille , non meno abbandonati. Mi bisognerebbe avere una
34 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo ottavo »
filosofi: né la Francia per esempio va meno superba per aver prodotto Corneille , o Moliere di quello che vada per aver avuto Mall
35 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO I. Teatro Tragico Italiano. » pp. 228-273
ora i Francesi, non che altro, la Sofonisba del Mairet e la Medea del Corneille , quando i nostri produssero più di cinquanta trag
36 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo V. Teatro Francese nel medesimo Secolo XVIII. » pp. 355-388
se di più acquistar qualche carattere di grandezza che le mancava. Se Corneille eleva l’anima, e Racine l’intenerisce, Crébillon
37 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori. » pp. 172-221
ne méchante femme qui se venge d’un malhonnête homme. La maniere dont Corneille a traité ce sujet, nous révolte aujourd’hui; cell
38 (1715) Della tragedia antica e moderna
gnese dal confronto diretto con la tradizione d’eccellenza tragica di Corneille e Racine. 3. La revisione del 1714 Torna
… arte: Orazio, Ars poet., 31. [commento_2.12ED] così… Cornelio: P.  Corneille , Discours des trois unités: d’action, de jour, et
r Giovanni Battista, Meringo, 1633, pp. 1-61. [commento_2.65ED] cfr. Corneille , Discours des trois unités, p. 189. [commento_2.
astuono prodotto nel retroscena. [commento_2.72ED] I… ambasciadori: Corneille , Discours des trois unités, p. 188. [commento_2.
avina (Della tragedia, pp. 588-589). [commento_2.84ED] primo: anche Corneille si sofferma sull’Aiace per confutare l’osservanza
contenta: sogg. Racine. [commento_3.78ED] Nel confronto tra Racine e Corneille la preferenza accordata al secondo è motivata in
39 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VI. Teatro Greco. » pp. 44-148
gio, ne’ poeti melodrammatici Zeno da Metastasio, ne’ tragici moderni Corneille da Racine. Le prosopopeje (come il Mattei chiama
ano, vile, mostro, tralcio illegittimo di tronco oscuro ecc. ecc.; nè Corneille , Crebillon, Voltaire, Metastasio, Zeno, vengono t
40 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori.  » pp. 245-317
ne mechante femme qui se venge d’un malhonnete homme. La manière dont Corneille a traitè ce sujet, nous revolte aujourd’hui, cell
41 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 54-87
odia di Maramaldo) della vignetta, ne abbiam traccia nel Balduino del Corneille , tradotto dall’abate Gerolamo Gigli, di cui ecco
42 (1736) Observations sur la comédie et sur le génie de Molière
re se trouva par rapport à la comédie dans la même situation où était Corneille par rapport à la tragédie. Corneille, pour réform
dans la même situation où était Corneille par rapport à la tragédie. Corneille , pour réformer la tragédie, n’eut à combattre que
prendre au génie des poètes qui ont écrit depuis quelque temps, qu’à Corneille et à Racine qu’ils se sont efforcés d’imiter. S
ion dans les tragédies modernes. C’est que, suivant ces critiques, Corneille et Racine ont traité l’amour d’une manière peu co
43 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo V. Teatro greco. » pp. 26-81
quella che vi ha fra Tiziano e Correggio, fra Zeno, e Metastasio, fra Corneille e Racine, cioé quella che si scorge ne’ different
44 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO V. Teatro Spagnuolo Tragico. » pp. 56-148
, està autorizado con el exemplo de los mejores drammaticos franceses Corneille , Moliere y Voltaire. Ma senza pregiudicare alla
45 (1878) Della declamazione [posth.]
fosse rappresentata. Si rappresentarono pure le migliori tragedie di Corneille , di Racine, tradotte in Bologna ed in Roma. Ma Co
ea. La Francia fu la prima, fra tutte, a distinguersi. Il genio di P.  Corneille e di Moliere quello svilupparono di Baron, che co
e, e quindi con troppa e sconvenevole tenerezza i seguenti versi, che Corneille ha messi in bocca di Rodoguna: Il est des noeuds
ure a questa specie di parodia erano condannati i capolavori del gran Corneille e dell’elegante Racine; e vi sarebber stati conda
la decenza ed il costume. E forse eccedendo per tal riguardo siccome Corneille e Racine aveano dato a’ caratteri greci e romani
ed impari la parte come conviene. E di fatti le migliori tragedie dei Corneille , dei Racine, dei Voltaire, ond’è sì ricco il teat
esemplificativo del discorso pronunciato da Racine per l’ingresso di Corneille all’Académie Française: «Une pensée qui demande u
odulazione. Senza questo studio è quasi impossibile interpretare bene Corneille : è così grande o così comune che, in mancanza di
46 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 2 pp. 2-245
ioni di commedie francesi, la Metromania del Piron, il Bugiardo di P. Corneille , i Litiganti del Racine, il Malvagio del Gresset.
’antichità nel ritrarli, ovvero sia che gareggi di sublimità col gran Corneille dipingendo Greci e Romani, e di delicatenza coll’
47 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAP. IV. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo XVI quando fiorirono gli scrittori producendo le Commedie dette Erudite. » pp. 136-255
si già con genio e franchezza dipinto sul teatro da Euripide, Racine, Corneille , La Mothe, da Antonio Caracci, da Apostolo Zeno,
48 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 1 pp. 2-271
re la Francia avea un teatro tragico già rispettato e frequentato per Corneille e Racine ; là dove l’Ermenegildo del Marchese cir
urini, la Marianne del Tristan da Giuseppe Compagnoni, il Poliuto del Corneille da Agostino Paradisi, la Fedra del Racine dal mar
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