vole, non avesse avuta la smania di calzare il grave Coturno. » Ma il
Bartoli
si oppone a tale giudizio, dicendo ch’ ella fu so
olandese di Carlo Goldoni, da lei recitata con molta grazia – dice il
Bartoli
– e spirito non ordinario. A quella seguì la part
io. Ignazio Casanova le fu maestro egregio, e « volle – riferisco dal
Bartoli
– che si presentasse all’uditorio con una sortita
u per alcuni anni, amica ed emula della valorosa Caterina Manzoni. Il
Bartoli
cita la Rosalia nel Jeneval di Mercier, tradotto
nza, Trieste e Padova. A questo punto cessan le notizie che ne dà Fr.
Bartoli
, che riferisce anche il seguente sonetto di anoni
la Lucidalba, guaritrice empirica nella stessa città, è citato da Fr.
Bartoli
come innamorato e generico di qualche pregio. Fu
Valentini Giovanni, bolognese. Comico universale, come lo chiama Fr.
Bartoli
, per una particolare sua versatilità che gli perm
iovine la maschera del Pantalone, poi quella del Dottore ; e, dice il
Bartoli
, che sosteneva or l’una or l’altra con egual maes
la Sposa sagace, il Fabrizio degli Innamorati, e vi riuscì ottimo. Il
Bartoli
lo disse egregio anche nelle parti di tragedia, e
icini, con certo Maccaferri sellaio, poi comico anch’egli, e dice Fr.
Bartoli
che lo vide « circa il 1760 rappresentare con bra
la figliuola Orsola. Il vecchio Fracanzani viveva ancora al tempo del
Bartoli
(1782). Nel 1796, probabilmente, o era morto, o s
ppo Orsola. Moglie del precedente, « fu veduta fanciullina – dice Fr.
Bartoli
– nella pubblica piazza di Bologna ad esercitare
o, divenire attrice di qualche pregio per le parti di prima donna. Il
Bartoli
chiude i pochi cenni su di lei, tributandole molt
Friderici Camillo. Fr.
Bartoli
ha per questo artista, ch’egli chiama il più virt
dramma in versi e in un solo atto : Cefalo, pubblicato a Cremona, il
Bartoli
riferisce la terza e quarta scena non migliori, n
nè peggiori di tante altre del genere. Il Friderici, che a detta del
Bartoli
par fosse colle donne un Cavaliere di Ripafratta,
Nardo. Sotto questo nome è citato dal
Bartoli
un certo Ferrasani, fiorito a Palermo il 1750 cir
de' visitatori, fu tolto per esser messo sotto terra ; e aggiunge il
Bartoli
, che la memoria di lui, viveva ancora al suo temp
mpo (1781). In tuttociò è probabilmente una grande fantasticheria del
Bartoli
, dacchè un tal Nardo Ferrasani esistesse davvero
derigo Lombardi, nel 1753, il Fiorilli andò a sostituirlo. E narra il
Bartoli
come, dovendo trasferirsi la Compagnia in Portoga
aprir la scena col famoso innamorato Vitalba. Ma lasciam la parola al
Bartoli
: Chiese il Vitalba al Fiorilli : Vuole principi
i in sulla scena ammutoliti. E a proposito dell’ arte sua, lo stesso
Bartoli
aggiunge : Il Fiorilli è sulla scena un gran Com
, nel quale anno passò con la Battaglia. Dell’ ’82, sempre secondo il
Bartoli
, recitava col vigore e il valore di trent’ anni a
e altra commedia. Passò nel 1753 al Teatro S. Luca, e ci fa sapere il
Bartoli
che inaugurò le recite di quell’autunno col rappr
Altezza Serenissima a disimpegno de' proprii nostri doveri. Dice il
Bartoli
che la grazia gli venne dalle intercessioni della
ni della moglie. Nonostante l’ottenuta libertà, il Landi, aggiunge il
Bartoli
, non ebbe più buon successo negl’interessi suoi,
'74 a Grosseto. Viveva ancora nel 1782 la moglie « la quale – dice il
Bartoli
– ad una vita piena d’inerzia, decaduta quasi int
erotti ; morì il 1827. Goldoni Antonio. « Modenese, nacque – dice il
Bartoli
– da onesta e civilissima famiglia, occupando il
rso, ma non si può dire qual sia il nostro di essi. Dall’articolo del
Bartoli
non pare essere stato comico di molto pregio. Ese
critta in francese dal Costantini (V.), e inserita nell’ operetta del
Bartoli
al nome di Scaramuccia. Il 1781 era in Compagnia
ano, Genova, Torino, Mantova, Parma furon teatro de' suoi trionfi. Il
Bartoli
lo dice grande nel premeditato e all’improvviso ;
aglia al San Giovan Grisostomo. Alle sue belle qualità di artista, il
Bartoli
mette come contrapposto quelle dell’uomo tutt’alt
ni di un uomo dabbene. Metto anch'io qui, come chiusa, il sonetto del
Bartoli
, che è alla fine del suo articolo. Bravo Comico
rtì di Bologna con certo Francesco Peli, ancor comico al tempo in cui
Bartoli
scriveva le sue Notizie. Unitisi ad altri comici
vero primo passo nell’arte…. chiamiamola così. Da Monselice passò il
Bartoli
a Montagnana, poi di nuovo a Bologna, poi, scritt
glie Teodora partì per Parigi con una figliuoletta di cinque anni. Il
Bartoli
stette sei anni nella Compagnia di Antonio Sacco,
zione esser anch’egli d’efficace sostegno alla propria famiglia. » Il
Bartoli
fu davvero un buon uomo, e un brav’uomo. Egli non
(sono ottantasei !). Si tratta di un amico, il quale interrogato dal
Bartoli
, gli dà notizie di teatri e attori del tempo. Al
a era decima, ma anche la poesia !… Delle tante opere a stampa di Fr.
Bartoli
ho qui sott’occhio una Tragicommedia intitolata :
i par peggiore di tante altre. Nella stessa avvertenza a’ lettori, il
Bartoli
annunzia la pubblicazione della sua prima commedi
-Fortunati Margherita. Figlia della precedente, recitava al tempo del
Bartoli
(1782) le parti di donna seria con molto spirito.
a datosi anch’egli all’arte comica. Poteva la Corticelli, a detta del
Bartoli
, aver luogo fra le più belle e meritevoli comiche
alla calunnia e resi felici dalla magia, che « travagliata – dice Fr.
Bartoli
– con molto spirito, apportò del profitto alla co
o quivi dopo alcuni giorni la vita. Il pietoso accidente ispirò a Fr.
Bartoli
, allora a Verona, un sonetto, andato perduto, e a
Carlo Fidanza romano, rammentatore della Compagnia Battaglia, che il
Bartoli
riferisce. In una lettera del 1764 da Parigi a St
nese. Sosteneva la maschera del dottore, « rappresentando – scrive il
Bartoli
– l’avvocato dei poveri con valore ed energia. »
he sostenne sempre al fianco di suo marito. « Rappresentava – dice il
Bartoli
– lo Spirito folletto con molto impegno. »
Ricci Anna, bolognese « figliuola — dice il
Bartoli
, di Paolo Ricci, accademico recitante, — che ne'
ui in arte, sostenendovi le parti d’ingenua ; e di lei dice ancora il
Bartoli
che « nelle cose dove la tenerezza affettuosament
i sua moglie, la rinomata Maddalena, e pella quale scritturò, dice il
Bartoli
, una scelta de’ migliori commedianti che vantasse
e Doni, l’amoroso, scritturatosi in quella Compagnia, vivo ancora Fr.
Bartoli
, ossia qualche anno dopo la morte del D’Arbes. Ve
traggo dalla mia raccolta. Manca la data, ma è certo del 1782. (Cfr.
Bartoli
, Ricci Teodora). SIGNORE Maddalena Battag
ovanna. Cominciò nel 1760 a recitare con favore le parti di serva. Il
Bartoli
(op. cit.) la dice capace di sostenere con buona
icilia, dove ebbe a lottar colla…. sorte, e dove…. al tempo in cui il
Bartoli
dettava le sue notizie dei comici, cioè al 1780 c
sa l’età giovanile (1782) si diede a recitar parti adattate – dice il
Bartoli
– agli anni suoi più gravi, mantenendosi con pari
cetto e riputazione. Ebbe una figlia, Gertrude, la quale, a detta del
Bartoli
, aliena dagli amori, e sol dedita allo studio del
Napoli, e per il Regno. Lasciò di vivere intorno al 1730. » Così Fr.
Bartoli
. Forse il precedente, di cui Bartoli ci diede il
vere intorno al 1730. » Così Fr. Bartoli. Forse il precedente, di cui
Bartoli
ci diede il nome errato ? Dopo la prima gioventù
nte di sè stesso, ed altro ; commedie tutte, nelle quali, a detta del
Bartoli
, mostrò tanto valore da diventare il Beniamino di
o, sotto la direzione di Giuseppe Lapy, del quale, sempre a detta del
Bartoli
, fu più che amico, fratello. Ho messo, a detta de
detta del Bartoli, fu più che amico, fratello. Ho messo, a detta del
Bartoli
, poichè a detta invece di Antonio Piazza, l’autor
comiche, non essendosi egli mai spacciato, e in ciò conviene anche il
Bartoli
, per attore tragico. Era al Sant’Angelo di Venezi
o. Genovese. Abbandonò l’avvocatura, nella quale si distinse, dice il
Bartoli
, per un fino raziocinio, e si diede all’arte comi
ena e tornato a quella del fòro, tanto vi si distinse che a’tempi del
Bartoli
(1782) egli passava per uno de’ migliori avvocati
eppe Lapy, e di Luigi Perelli, nella quale ultima era al tempo di Fr.
Bartoli
(1782), Innamorato ammiratissimo. Fu anche scritt
), Innamorato ammiratissimo. Fu anche scrittore di versi, e lo stesso
Bartoli
riferisce un prologo, nè dei migliori, nè dei peg
attaglia in Venezia, poi con Girolamo Medebach (1781-82). A detta del
Bartoli
, pare chela imitazione dello Zanoni stesse tutta
eschi. « Il tempo però ed uno studio più assiduo – aggiunge lo stesso
Bartoli
– ci daranno questo comico ad un segno di perfezi
preziosa raccolta di notizie su’comici antichi, più volte citata dal
Bartoli
, ma fin qui non trovata. Della morte di Bartolomm
moglie, secondo l’atto di morte, una Giustina Bercelli, e secondo il
Bartoli
(V. il seguente articolo) una Giustina Faggi, è g
ovandoci di fronte a una figlia adottata, e però, forse, naturale, il
Bartoli
ci ha dato il nome della madre o altro tolto a pr
ezia da famiglia civile, si diede all’arte « con dispiacere — dice il
Bartoli
— del Vescovo di Parenzo suo zio materno, oggi pa
io della storia sacra e profana che conosceva largamente, a detta del
Bartoli
. Tentò di abbandonar le scene, ma dopo sei mesi v
Diana. « Celebre e brava commediante – dice il
Bartoli
– che s’acquistò molta fama col valor suo in Ital
colle carezze più d’amante che di compagno. « Fu Diana – aggiunge il
Bartoli
– creduta una bellezza, ma le arti del sesso form
rmo dopo di avere scorsa l’ Europa, conquistatrice di mille cuori. Il
Bartoli
riferisce in sua lode il seguente sonetto caudato
ator Giuseppe I, che morì nel 1711 ? Troppe volte ci siam trovati col
Bartoli
a errori di data. Egli nacque nel ’45 e scrisse l
cata in Napoli insieme con esso Prologo nell’anno suddetto. » Così il
Bartoli
. Benedetto Croce ne’ suoi Teatri di Napoli(pag. 1
Flaminia sono giustissime : ma non men giuste paion le induzioni del
Bartoli
fatte sul Prologo stesso. Alla fine di esso il Br
Laurenziis Giuseppe Antonio. Recitava – dice il
Bartoli
– intorno al 1710 ai Fiorentini di Napoli. Era la
detta di Bernardo de'Dominici (Vite de'Pittori napoletani), da cui il
Bartoli
riferisce la notizia, non sia giunto alcun cenno
poco buon successo, essendo egli troppo noto come buffone. Lo dice il
Bartoli
uomo onorato, e ottimo marito. Parisi Alessandra
ieme al marito, in Compagnia di Pietro Ferrari. « Ella è — scrive Fr.
Bartoli
— d’una figura assai gentile, di sembianze genial
restò imperfetta nell’articolazione. Il triste caso fu celebrato dal
Bartoli
col seguente SONETTO Deh, se a turbar di bella d
o, in quella del Rossi. Affetto da aneurisma nel collo, dovè, dice il
Bartoli
, abbandonar le scene del '65, e stabilirsi a Mila
, non ebbe chi gli stesse a fronte. Scrisse alcun che di poesia, e il
Bartoli
dà come saggio del suo stile il brindisi in versi
Scherli Carolina. Moglie del precedente. Fu, ci dice il
Bartoli
, bellissima, egregia attrice per le parti di donn
viveva ancora tranquillamente in Bologna nell’anno 1782 al tempo del
Bartoli
, il quale, alludendo alla sua separazione dal mar
lle parti di giovine e in quelle di vecchio, nelle quali – scrive Fr.
Bartoli
– « mostravasi tanto d’esser investito, che non p
stito, che non poteasi desiderare in lui una miglior perfezione. » Il
Bartoli
cita anche una sua « Rappresentazione d’argomento
Martorini Baldassarre. Citato dal
Bartoli
come ottimo commediante e per le commedie improvv
i anche in età avanzata comico eccellente. Viveva ancora al tempo del
Bartoli
(1782), il quale ci fa sapere com’ egli a Malta s
te, e allevata, fanciulla, dal Pantalone Giovanni Vinacesi, di cui il
Bartoli
non ci dà notizie, esordì nella Compagnia di Vinc
on Antonio Sacco al Teatro S. Luca, ove trovavasi ancora il 1782. Fr.
Bartoli
, contemporaneo, ha per lei parole di alto encomio
ei come alla Diana dallo stesso anonimo un sonetto caudato, di cui il
Bartoli
non riferisce per pudore che le quartine e la pri
e, che no ve podè far puto più belo. Nel seguito lodasi, a detta del
Bartoli
, « la sua bellezza come cosa rara, e specialmente
, et tes talens et ta beauté. Biancolelli Niccolò. Comico – dice il
Bartoli
– che fioriva intorno al 1650. Dalla prefazione a
nia di certo Fabrizio, nella quale recitava le parti d’innamorato. Il
Bartoli
al nome di Biancolelli Domenico, a cui dedica app
Biancolelli, e però zio di Domenico. Staccatosi Niccolò – continua il
Bartoli
– da Fabrizio, a motivo d’una sua indisposizione
, l’altra di servetta. » (V. Zanerini-Bianchi). La Baccelli - dice il
Bartoli
- travagliò più di dieci anni in carattere di pri
prima donna, finchè fu poi sostituita dalla Teodora Ricci, moglie del
Bartoli
stesso. Alla definitiva chiusura del Teatro itali
viso, e godendosi in pace il denaro che aveva accumulato a Parigi. Il
Bartoli
riporta i due seguenti sonetti : Per una Commed
figlia, Anna, maritò a Luigi Perelli (V.). Il Rossi – a detta di Fr.
Bartoli
che appartenne alla sua Compagnia – era buon dire
negoziante Friport nella Scozzese di Goldoni. Egli ebbe certo in esso
Bartoli
un valido difensore dalle accuse del Piazza, che
ue figlie a Cento, ove aprì una bottega di commestibili ed altro. Fr.
Bartoli
, che aveva la fregola del sonetto, ne dedicò uno
uella di Antonio Marchesini, applauditissimo. « Era verboso – dice il
Bartoli
– e ne’ lazzi suoi mostrava una comica arguzia pi
per Antonio Sacco, il celebre Truffaldino. Viveva ancora al tempo del
Bartoli
(1782) a circa novant’ anni.
Davia Marta. Bolognese. Nata – dice il
Bartoli
– da poveri parenti, cominciò per procacciarsi di
e il teatro, e viveva ancora nel 1782 a Venezia, avendo – aggiunge il
Bartoli
– il marito impiegato in cariche civili, che a lu
tanto vi progredì che poco tempo dopo fu una egregia prima donna. Il
Bartoli
, al cui tempo (1781) ella fioriva, dice che « un
e. » Applaudita dovunque, fu più volte lodata con poesie, tra cui il
Bartoli
riferisce il seguente sonetto : Al merito impare
ni Camillo, bolognese, detto lo Zoppo. « Recitò assai bene – dice Fr.
Bartoli
– nella Maschera del Dottore, e fu in Vienna al s
ntera, consentì lì per lì da una commedia all’improvviso. Aggiunge il
Bartoli
che Apostolo Zeno ne parlò assai vantaggiosamente
private d’Italia e di fuori abbia rinvenuto il libretto, che già Fr.
Bartoli
chiama raro, stampato a Venezia da Gio. Pietro Pi
etta Celia Comica ; il quale anche ha in fine una Scrittura — dice il
Bartoli
— sopra i meriti della stessa, dettata in prosa d
fra le Selve, e il core in Cielo. Dagli altri sonetti pubblicati dal
Bartoli
ne tolgo uno del Cavaliere Gerosolimitano Fra Cir
onte in sì bel Cielo. E metto qui ancora il seguente, non citato dal
Bartoli
, che tolgo dalle Rime di Pace Pasini, edite a Vic
a dettò in risposta a uno di Paolo Fabbri, pubblicati entrambi da Fr.
Bartoli
: Risposta di Celia Pompa d’onor, che dall’obbli
zò a Bologna, il carnevale del 1778, riportato ad onor suo dal citato
Bartoli
. Rammenti il Tebro i Rosci suoi, rammenti la Sen
lecchino più conosciuto col soprannome di Toto, la quale, a detta del
Bartoli
, diventò coll’assistenza del marito una commedian
plauditissimo. D’Italia passò in Francia ; e quivi apprese – dice Fr.
Bartoli
– alcune cose appartenenti al suo Mestiere, le qu
, e di farse mescolate di musica e prosa. Fra le commedie inedite, il
Bartoli
cita : L’Impegno della vera amicizia, La Donna di
o per le commedie scritte e a soggetto. « Faceva talvolta – scrive il
Bartoli
– delle scene con suo Marito, le quali conduceva
no e Gennaro Sacchi, padre e zio del sommo comico. E morì, secondo il
Bartoli
, dopo il 1750. (V. Diana).
sonaggi, cantava ariette musicali non senza grazia. Pare, a detta del
Bartoli
, ch'ella non fosse artisticamente grande ; ma un
non attrice perfetta, attrice, per fermo, ammiratissima ; aggiunge il
Bartoli
che vestita da uomo mostravasi di membra tondeggi
nchi, dal quale viveva separata. « I suoi meriti personali – dice Fr.
Bartoli
– i suoi modi graziosi e la di lei teatrale abili
Carlo (di cui non ho trovato notizie, ma già comico, e al tempo del’
Bartoli
(1781) maestro di ballo in una città della Lombar
per esattezza scrupolosa di costumi ; al cui proposito ci avverte il
Bartoli
ch'egli stesso ne inventava, disegnava e coloriva
la quale, specie in quella del dialetto bolognese riuscì con lode. Il
Bartoli
annunzia il suo futuro ufficio di conduttore e di
dello stile poetico dello Zanarini, metto qui un sonetto riferito dal
Bartoli
, diretto alla madre di un novello celebrante : D
gioja al suo bel pianto. E chiudo con quest’altro, pur riferito dal
Bartoli
, « parto elegante – egli dice – di dottissima pen
ottima. Bugani Vincenzo. Padovano. Da un’arte non fabrile – dice il
Bartoli
– passò il Bugani a far il comico esercitandosi n
trovò modo di formarsi una certa fortuna. Viveva ancora al tempo del
Bartoli
(1782). Fu attore assai fortunato, se non di vero
entrò col marito al San Luca di Venezia in Compagnia Lapy ; e dice il
Bartoli
esser giunto a tale il successo, che il pubblico,
tenta innalzarvi, e farvi eterna al Mondo. Alla testimonianza di Fr.
Bartoli
fo seguir quella di Carlo Gozzi (Memorie inutili,
tù sociale e spirituale. E l’altra non meno attendibile, sebbene il
Bartoli
non abbia troppe tenerezze per lui, di Antonio Pi
l’arte, servito come impiegato in quella Casa Senatoria, come dice il
Bartoli
. A detta del quale anche fu generico di molto val
te, scornato, lasciar la Compagnia. Questo a riprova delle parole del
Bartoli
su ’l Barsanti, che il Gozzi qualifica per valent
to in quattro Sceniche Rappresentazioni da F. N. V., recitò – dice il
Bartoli
– con valore, combattendo con marziale coraggio,
e del 1778 prima attrice nel Teatro Nuovo di Bologna, e che tolgo dal
Bartoli
: Donna gentil, che le notturne Scene fai sempre
ì sempre il padre e la sorella, recitando da Serva. Di questa dice il
Bartoli
: « il gentil personale adattato al carattere che
i ridusse a Venezia, ov' era ancora l’ 82, « ben conservata — dice il
Bartoli
— e in buona salute, presso una doviziosa e onora
amento, fino alla sua morte, che accadde il 29 novembre del 1776. (Il
Bartoli
erroneamente la fa morir nel 1745). Veramente le
ella vedova Casanova. Casanova Ignazio. « Bolognese, nato – dice il
Bartoli
– da illustri parenti celebri nel foro…. c nelle
commedia all’improvviso, « da lui travagliata – trascrivo ancora dal
Bartoli
– con nobili e concettosi sentimenti, facendosi n
tro, e in capo a otto giorni morì miseramente a soli 52 anni. Dice il
Bartoli
che come artista egli fu irreprensibile, ma che,
Bellotti (Natale ?). Al nome di Bellotti, senz’altro, Fr.
Bartoli
scrive : Bellotti, detto il Monco, Comico famoso
e ch’essi non fosser che una sola persona ; benchè paia strano che il
Bartoli
quasi contemporaneo, il quale tanto disse dell’an
Chiesa Isabella. Moglie del precedente. Il
Bartoli
, dopo averla detta comica di vaglia unita alla Co
io avere cerchio e verga real di gemme e d’ori. E continua a dire il
Bartoli
che « oltre al recitar bene la tragedia, ella esp
o della famiglia. Con ciò che il marito le avea lasciato, e, dice Fr.
Bartoli
, « con qualche suo industrioso travaglio » viveva
e che sora tutto la fusse bona, sincera, e affabile e de bon cor. Il
Bartoli
dice infatti che « fu moglie amorosa, e nelle str
ilitosi a Firenze, vi aprì una bottega di varie merci — come dice Fr.
Bartoli
— e prese in affitto il Teatro del Cocomero, ove
seppa Fineschi prima donna (V.), artisti di molto pregio. Aggiunge il
Bartoli
che non contento di rimaner ristretto nei confini
rema, moglie di Domenico Tesi comico bresciano, « il quale – dice Fr.
Bartoli
– sarebbe stato un abile commediante se non avess
Si tolse da esso l’anno dopo, fuor di tempo, « e dall’amicizia – dice
Bartoli
– di nobile cavaliere letterato ricavar seppe a v
ubblico, poi si ribella ai compagni, poi…. diventa odiosa a tutti. Il
Bartoli
si prova, naturalmente, di dare un colpo al cerch
Delicati Luigi. Il
Bartoli
lo dice di Ravenna, ma ogni mia ricerca negli arc
rtistici, restar sepolto in compagnie di niun conto. Ebbe, secondo il
Bartoli
, più mogli, variis modis et temporibus, e andava
be molto grido come capocomico. Recitava le parti d’innamorato, e Fr.
Bartoli
lo dice « Uomo di molto ingegno, che non solo in
1762. Antonio Marchesini si ritirò poi in Venezia, ov'ebbe – dice il
Bartoli
– pietosi sussidi da Gerolamo Medebach, e dove mo
1702 non sappiam precisamente dove (il Campardon dice a Venezia, Fr.
Bartoli
a Verona, e lo Jal forse a Firenze), cominciò col
per dar aria alla sala. Carlo Veronese, uomo facoltoso – dice Fr.
Bartoli
– che accrebbe, andando in Francia, le di lui for
no. Il matrimonio non si effettuò più – per ignote cagioni – dice Fr.
Bartoli
. Ma senza dubbio esse dovean ricercarsi nella sov
chia dimestichezza che il Coralli aveva con Teodora Ricci, moglie del
Bartoli
; dimestichezza che fece montare su tutte le furi
principio del 1789 egli era tuttavia unito alla Commedia italiana. Il
Bartoli
, contemporaneo del Coralli, dice : « Nella masche
ica, e divenne in breve attrice valorosissima. Lascio la parola a Fr.
Bartoli
: Altra difficilemente si è veduta sostenere al
Gio. Grisostomo con molta fortuna di Girolamo Medebach. Dallo stesso
Bartoli
traggo il seguente sonetto, tributo d’un illustre
amò Ferrari, e fu primo innamorato di sommo merito : tale, secondo il
Bartoli
, che non ebbe nell’arte del teatro chi lo superas
gata a quella della Diana di cui prese il nome. « Procurava – dice il
Bartoli
– di provvedere il teatro di nuove cose, quindi è
calma, a me turbato minacciar la morte. Che dopo le ricerche di Fr.
Bartoli
col dato di una intera quartina non si sia ancora
'71 i Gelosi andarono in Francia con Orazio, Adriano, e Lidia ; e Fr.
Bartoli
dice che la Lidia da Bagnacavallo fioriva nel '75
Bongiochi Giovanni, ferrarese. È citato dal
Bartoli
come giovanedi studiosa educazione, ben prometten
Chiarelli. Dice il
Bartoli
ch’egli « recitò con infinito valore nell’astuto
sere questi Bassi ? Non certo alcuno menzionato nel dizionarietto del
Bartoli
, poichè Domenico era già morto nella primavera de
Se mai potrebbe cader dubbio sulla Gaetana, ma mi pare strano che il
Bartoli
, suo contemporaneo, non abbia fatto alcun cenno n
o. Grisostomo mostrare più largamente i veri pregi ond’era ornato. Il
Bartoli
cita una commedia, particolare fatica di lui, nel
gnia della Battaglia, nella quale viveva ancora al 1781. Sappiamo dal
Bartoli
essere stato un uomo de'più capricciosi ; giuocat
Bertocchi Carlo,bergamasco, recitò – dice Fr.
Bartoli
– assai bene nella maschera dell’ Arlecchino, e n
ecchino Giovanni Fortunati (V.) « e con fama d’uomo onorato – dice il
Bartoli
– morì in Parma l’anno 1767. »
Maffei Benedetto. Sappiamo dall’aggiunta del
Bartoli
all’articolo di Flaminia, che il famoso brighella
nia e da lei separata le parti di donna seria. « Fu gradita – dice il
Bartoli
– sui teatri d’Italia, e fu stimata e ricercata d
Brambilla. Comico milanese. « Innamorato di grido – scrive il
Bartoli
– che meritò d’essere applaudito per tutto quel t
2) fa valere il suo spirito sopra i Teatri della Lombardia. » Così il
Bartoli
.
ilità adoprarsi nell’impegno del suo ( ?) secondo Vecchio. » Così Fr.
Bartoli
.
Venini Fedele. È citato da Fr.
Bartoli
come capocomico e attore sotto la maschera di Arl
etro Rossi, poi in quella della Battaglia e in altre. Al tempo di Fr.
Bartoli
, il biografo de’comici (1782), era a Napoli tra’
Galeazzi Giacomo. « Comico di abilità – dice Fr.
Bartoli
– che fecesi sulle scene chiamare col nome di Flo
Lombardi Stefano da Nizza di Provenza. Il
Bartoli
lo dice comico di qualche merito. Recitò le parti
Manni Nicodemo. Fiorentino…. Fu conduttore — dice Fr.
Bartoli
— di una Comica Compagnia per molti anni e recitò
attore e la Gaetana la prima attrice. Nulla sappiamo dell’Angiola. Il
Bartoli
non cita che due sorelle Andolfati, comiche : la
asportato a…. un denso velo sopra il passato. » Gli dedicò il comico
Bartoli
per la sua tragica rappresentazione Le glorie del
iornale Enciclopedico (Vicenza, gennaio [e non febbraio, come cita il
Bartoli
] 1780. Tomo I, Num. 7, pag. 97-102) a proposito d
icata l’opera, trascrivendone un brano, riportato poi a sua volta dal
Bartoli
stesso nelle sue Notizie de’ Comici italiani, con
spirito, e non è indegno dell’epiteto di buon commediante. » Così Fr.
Bartoli
.
i Pietro Rossi, di Domenico Bassi, e (1781) di Francesco Paganini. Il
Bartoli
lo dice « fornito di qualche cognizione intorno a
quale innamorato, al S. Luca di Venezia. Nella tragicommedia, che il
Bartoli
chiama gustosa, La clemenza nella vendetta, egli
con un giovane parmigiano, non figlio d’arte, e nel 1782 era (V. Fr.
Bartoli
) con lui a Palermo, ammirata e applaudita.
Cusati Girolamo. Dice Fr.
Bartoli
ch’egli fu pittore napoletano di fiori e frutta ;
Mattagliani Vittoria. È ricordata da Fr.
Bartoli
, come attrice di merito per le commedie improvvis
si acquistò buon nome come servetta. « Una figura gentile — scrive il
Bartoli
— una dolce favella, e un recitare pieno di spiri
Bongiovanni Antonio. « Recitò – dice il
Bartoli
– nel carattere dell’arlecchino per molto tempo c
amato a sostener le parti d’innamorato, e dov’era ancora al tempo del
Bartoli
(1782), recitando – egli scrive – con grazia e po
zze con Gio. Maria Pelati, portinaio del Sacco stesso, fu, secondo il
Bartoli
, una prima donna « che recitò sempre con del valo
Jacomucci Leonilda, romana. Recitava con coraggio — dice il
Bartoli
— e con vivacità nel carattere della serva. Si di
Lausti Francesco. Lodigiano. È citato dal
Bartoli
come artista di prosa e di canto. Recitava da com
lla Maddalena Battaglia, in cui, con buon gusto di recitare – dice il
Bartoli
– seguendo lo stile de’suoi compagni sapeva farsi
iso, principalmente nella maschera di Brighella, e « poteva – dice il
Bartoli
– tra’commedianti ingegnosi essere lodevolmente a
oriva questa comica intorno alla metà del secolo presente. » Così Fr.
Bartoli
.
omico per le parti d’innamoralo, e un portento dell’arte, a detta del
Bartoli
, nelle commedie all’ improvviso. V’ è di lui, fra
ino Menicucci, che, fattosi poi comico, lasciolla vedova nel 1780. Il
Bartoli
non accenna punto alla di lei abilità. Sappiamo s
recedente, e figlia di Pietro Rossi, nacque il 1756. Dalle parole del
Bartoli
non risulterebbe esser lei stata un’attrice di pr
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