Laboranti Regina. Genovese, fu artista di grandissimo pregio, fiorita nella metà di questo secolo. Fu moglie dell’attore Tommaso Degola (V.), e buona amica di Gustavo Modena, che nell’album di lei scriveva :
Io nacqui morto, cara signora, e tale fui giudicato anche dalla levatrice. Fu il chirurgo Zuliani, celebre chirurgo di Venezia, che mi mise il sangue. in circolazione e mi fece miagolare a forza di sculacciate.
Era nel 1850 la prima attrice della Compagnia Astolfi, Capodaglio e Venturoli. La Moda di quell’anno (25 giugno) parlando della Compagnia che recitava all’I. R. Teatro alla Cannobbiana, dice :
Primieramente fermeremo la nostra attenzione sulla gentile prima donna Regina Laboranti. Questa giovinetta, dotata di naturali requisiti per riescir ottima artista drammatica, imprese a studiarne i precetti dalla rinomata Ristori, la quale seppe guidare il genio della nobilissima allieva, ed infondere nella di lei azione gran parte di quella perizia che la elevarono al grado delle prime celebrità drammatiche dei nostri giorni. Nella Laboranti traluce il dire ed il gesto della Ristori…………
Nella sua serata di benefizio scelse un nuovo dramma francese dei signori Scribe e Legreve (sic), Legouvé, tradotto dall’artista comico Gaetano Vestri, col titolo Adriana Lecouvreur. Se in altre produzioni la Laboranti è fedele all’ indole della sua parte, e sa, diremo cosi, convertire in verità l’illusione delle scene, nella parte di Adriana superò sè stessa. Nell’atto quinto, dove la francese commediante rimane avvelenata fiutando un mazzolino di fiori inviatole dalla sua rivale, il lento processo della venefica emanazione fu così bene dipinto dalla Laboranti, che a giudizio dei provetti frequentatori della commedia, ella ragguinse la sublimità della Ristori.