(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 235-236
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 235-236

Audiberti Bartolomeo. Generico amoroso nella comica Compagnia Goldoni, 1815, della quale era prima attrice la celebre Gaetana Goldoni (V.).

Aurelia. In un codice dei Trionfi del Petrarca (S. I, 33-1131) della Riccardiana di Firenze, trovasi aggiunto in fine questo sonetto (gentilmente comunicatomi dal bibliotecario Sig. Morpurgo) che è, per quanto io mi sappia, inedito. Chi ne sia l’autore non è detto : certo fu scritto di mano del proprietario del codice, Francesco Orlandi.

SONETTO SOPRA LA SIGNORA AURELIA COMICA

Sovra d’ogn’ altra più leggiadra e snella,
che le virtù, comiche Azion apprende
nell’Erario celeste chiara splende
Aurelia al par di mattutina stella.
Qual’ encomij di lode devo a quella
che col vago sembiante i cori accende.
Ahi che la Musa mia stolta pretende
cantar donna che sia fra saggia e bella.
Dhe vieni, Apollo, sul pegaseo aringo,
a gloriar Colei che il mondo adora ;
mentre a sì alta impresa io non m’accingo.
Riempie di stupor la nobil Flora,
et io con rozzo Carme il ver astringo
che felice è chi l’ ama e chi l’ honora.

Molto probabilmente l’Aurelia qui lodata, e che destava stupore in Firenze, è quell’Aurelia, ignota sin qui, desiderosa nel 1593 di far parte della Compagnia degli Uniti, come rilevasi da questa lettera di un Giusto Giusti al Duca di Mantova colla data del 27 marzo, e riportata dal D’Ancona (II, 511) :

Aurelia comica desidera sommamente di haver luogo et unirsi con la Compagnia di Vittoria (la celebre Piissimi) sperando con la scorta di si gran donna di poter avanzarsi nella professione. Et perchè sà che un minimo cenno di V. A. S. può farla degna di questa gratia, è venuta a pregarmi con la maggior istanza del mondo, ch’ io voglia supplicar V. A. S. del suo favore, nella cui benignità havendo ella prima fondata ogni sua speranza, stima che la intercessione mia, come di servitore tanto obbligato et divoto di V. A. S. possa giovarle non poco. Et io amerei grandemente che il buon desiderio di questa donna fosse ajutato dal mio reverente affetto. Supplico adunque V. A. S. con tutto l’animo, che resti servito di essaudir cosi giusta et virtuosa domanda. Di che, non pur l’istessa Compagnia di Vittoria può ricevere accrescimento, ma particolarmente la nostra città, ove sperano di far lor comedie, sentirà grandissimo gusto, essendo Aurelia da ciascuno generalmente ben vista. Et a V. A. S. riverentemente m’inchino.

P. S. – Giovami di credere che se bene la Compagnia è stabilita, di conseguire questa gratia, et come di cosa già ricevuta le resto con quel magior obligo che possi venire dal mio conoscimento.

La qual lettera concorderebbe col sonetto, che per la calligrafia e per lo stile pare preluda al ’600. L’Aurelia, giovine, poteva infatti, senza esser celebre, dare accrescimento alla Compagnia, e perfezionarsi sotto la Piissimi, che non doveva essere più di fresca età, se venti anni a dietro, al colmo della rinomanza, fu l’ammirazione di Enrico III. È strano bensì che di una attrice, la quale, prima, è da ciascuno generalmente ben vista, poi, riempie di stupor la nobil Flora, non si abbsian notizie di sorta. L’altra Aurelia famosa è la Brigida Bianchi, che, ritiratasi dal teatro nel 1683, e morta nel 1703 a circa novant’anni, non era ancor nata al tempo in cui il Giusti scriveva al Duca per raccomandargli la nostra ignota.