Alberti Daniele. Nacque a Genova da onesta famiglia borghese. Alla venuta degli austriaci, dopo il famoso blocco di quella città, nel 1799, dovette (era impiegato al Comune) fuggire con molti altri compromessi in faccende politiche. Filodrammatico valentissimo, pensò con altri suoi compagni di formare una compagnia comica che fu detta : Compagnia ligure. La fortuna gli sorrise, e per molti anni gli fu larga di applausi e di vistosi guadagni. Acconciate le cose di Genova col ritorno dei francesi, dopo la battaglia di Marengo, i parenti e gli amici gli scrissero che, ritornando in patria, avrebbe riavuto il suo impiego ; ed egli rispose ringraziandoli, non convenendogli di rinunziare ad una bellissima paga, per riprendere il suo meschino stipendio : e ritornò in patria dopo 27 anni di carriera drammatica. Qualche anno dopo, la Compagnia ligure si sciolse, ed egli accettò una scrittura colla Compagnia Negrini, stabile in Napoli al Teatro Nuovo, dove era direttore il celebre Zanon, e nella quale stette tre anni. Stabilitasi poi la Corte borbonica a Palermo, la Compagnia Negrini che n’era stipendiata, la seguì ; e l’Alberti vi rimase tre anni, sempre applaudito nelle parti di mezzo carattere, oggi brillante.
Per la morte della brava prima donna, signora Negrini, la Compagnia si sciolse, e l’Alberti tornò in Lombardia, scritturandosi nella Compagnia comica di Gaetano Bazzi, una delle più accreditate d’Italia, che divenne poi la reale Compagnia Sarda.
Primo caratterista e capocomico in società con Angelo Rosa, recitava al Teatro D’Angennes di Torino il carnevale 1819-20. Lo troviamo poi nel 1832 al Teatro Re di Milano, nella Compagnia Goldoni, di cui era capo F. A. Bon.
« Quando egli può — dice un giornale del tempo — e vuolsi cacciare con impegno nelle produzioni, sa farle degnamente risaltare. » (V. Corriere delle Dame).
Daniele Alberti era uomo di bell’aspetto e di nobile portamento. Vecchio, sfinito, passò poi ai Fiorentini di Napoli, ove fu, si può dir, compatito. Ecco come il figlio Adamo ne’suoi Quarant’anni di Storia del Teatro de’Fiorentini (Napoli, 1878, pag. 66) ci racconta la cosa.
Nella quaresima del 1838 si fecero alcuni cambiamenti nel personale artistico della Compagnia drammatica. Il caratterista Miutti che poco piaceva al pubblico si licenziò, e venne in sua vece scritturato Daniele Alberti mio padre, valentissimo artista, che aveva più volte contrastata la palma al Pertica e al Vestri. Però egli era molto vecchio e malaticcio.
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Mio padre esordi con una commedia tradotta dall’inglese intitolata I novelli sposi e i loro parenti. La commedia piacque bastantemente ; e mio padre che rappresentava la parte di un uomo flemmatico, diverti l’uditorio e fu anche applaudito ; ma, lo ripeto, egli era malaticcio ; e, benchè si vedesse in lui l’avanzo di un grande artista, io mi accorsi che non era più in caso di sostenere un posto principale al Teatro de’Fiorentini, e fin d’allora pensai di farlo ritirar dal teatro e procurargli una vita tranquilla in famiglia. Egli aveva molto faticato, ed aveva diritto ad un onesto riposo….