(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 616-618
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 616-618

Cavalletti-Tessari Carolina, nata in Gorizia il 1794 dagli artisti drammatici Francesco e Gaetana Cavalletti (V. Battaglia Carlo), non aveva compiuto i quindici anni, quando nella Compagnia di sua madre e del patrigno Francesco Toffoloni, entrò a sostenere il ruolo di prima donna ; nel quale tanto e in sì breve tempo s’innalzò, che Salvatore Fabbrichesi la scritturò nelle veci di Anna Fiorilli Pellandi, quando questa s’unì in società con Paolo Belli-Blanes : e seppe la Cavalletti vincere allora con l’arte sua calda e spontanea la reluttanza del pubblico milanese che credeva di dover sempre sentire la mancanza della celebre artista. Il 3 dicembre 1812 creò in Verona la parte di Mistriss Herfort nell’Atrabiliare del Nota, facendosi molto applaudire ; e il Giornale del Dipartimento del Reno di Bologna del 14 aprile così parla di lei :

…. Alla giovinetta Sig. Carolina Cavalletti che sostiene le parti di [ILLISIBLE] l’attrice a fronte di sì illustri soggetti capaci di adombrare il merito dei più provetti, debbesi molta lode e incoraggiamento. Voce robusta e modulata, disinvoltura comica, pronuncia non ricercata sono le doti, che assicurano a questa giovinetta di belle maniere, un posto onorevole in un rango cui poche possono aspirare nell’età sua.

E gli illustri soggetti si chiamavano Tessari, De Marini, Prepiani, Modena padre, ecc.

Doventò in quel tempo sposa di Alberto Tessari, ottimo padre nobile e tiranno tragico ; e fu con lui scritturata dal Fabbrichesi pe’ Fiorentini di Napoli, ov’ ebbe dapprima le più schiette attestazioni di stima, terminando col suscitare il più spontaneo entusiasmo, e specialmente nell’Ambiziosa del Nota, nella Matilde del Monvel, nella Medea del Ventignano, nei Baccanali del Pindemonte, nel Sospetto funesto del Giraud, nel Matrimonio di Carlo Goldoni del Righetti. Scioltasi il ’24 dal Fabbrichesi formò un’ ottima Compagnia in società con Francesco Visetti e Giovanni Prepiani, e si recò al Valle di Roma, rinnovando il successo di Milano e di Napoli. Tornò il ’25 a’ Fiorentini, a Napoli, colla società stessa, e quivi rimase fino al ’40, stipendiata da quella real Corte. Diventò pel ’40-41-42 prima attrice madre della Compagnia Verniano, dalla quale si tolse, per ritornare il ’43-44 capocomica al fianco del marito.

Abbandonato poi entrambi il teatro, si ridussero a Verona, patria del Tessari.

Il Regli, dopo di aver detto che all’ultima recita di Alberto Tessari, e a quella di sua moglie (a’ Fiorentini di Napoli), il pubblico piangeva, e applaudiva con quello spontaneo trasporto, che è figlio della convinzione, scrisse di lei :

Tessari Carolina era sorprendente per la robustezza de’suoi polmoni, per la voce maschia ed insinuante. Artista eccellente, sapeva far aggradire anche le produzioni più strambe e bizzarre. De Marini volevala sempre a compagna, perchè sapeva cogliere a volo le sue inspirazioni, e maravigliosamente secondarlo. Forse fu poco dignitosa perchè un po’ tozza di persona e piuttosto pingue ; ma nell’esprimere la gelosia, la rabbia, il furore, la pazzia, non aveva rivali. Spese somme favolose nel vestire così all’antica, che alla moderna. Parecchie dame adottavano le mode francesi dopo averle viste in teatro da lei, e la mandavano a interrogare dalle loro sarte, per non esserle inferiori almeno da questo lato. Non frequentava nessuna società, amantissima della propria casa e dello studio. S’occupava continuamente dell’arte, e il suo repertorio era vastissimo.

Bernardo Giulini-Golfi di Arezzo dettò in onore di lei il seguente sonetto :

Il volto, ov’ hanno Ebe e le Grazie il trono,
la pura amabil voce, onde i cor tocchi,
rari pregi a trovar, tuoi pregi sono,
e il passo e il gesto e il balenar degli occhi.
Cingi pur, delle muse illustre dono,
i dorati coturni o i lievi socchi ;
a tua voglia or diletti, or fai, che al suono
de’ tuoi flebili accenti il pianto sbocchi.
In tutto il suol, che l’alpe e l’onda serra,
un’eco ascolto, che festosa plaude
all’alto grido dell’Etrusca terra.
Nata l’alme a rapir, prode Tessari,
degna che miglior cigno offrati laude,
l’invidia istessa a farti omaggio impari.

Al qual sonetto faccio seguire una ode, pubblicata in foglio volante, e gentilmente comunicatami dal signor Pietro Pieri di Roma.

alla sublime attrice

la signora

CAROLINA CAVALLETTI

TESSARI

che in giovanile età sostenendo il carattere di prima donna

su le scene del teatro valle

nel carnevale dell’anno 1815

ha riscossi plausi veraci ed universali per la rara maestria nella difficil arte

della declamazione

ODE

Qual su i mattin d’Aprile
Vola di fiore in fior
La breve Ape gentile
Formando il suo tesor ;
Su la vetta Dircea
Talìa rivolge il piè
La Primavera Ascrea
A impoverir per te.
A teatral talento
Natura in te riunì
Incantatore accento,
Che ogni alma impietosì.
Come le guance tingi
D’innocente onestà
Se la difficil fingi
Cara semplicità !
Dalla tua voce scende
Magica non so che ;
Si sente, e non s’intende ;
Ma d’ogni affetto è Re.
Su la Dircea Collina
La Musa i fior trecciò,
Poi disse : a CAROLINA
E verso te volò.
Ma il Genio, che godea
Già Roscio coronar,
Dalla balza Tarpea
Ferma : s’udì gridar.
Ferma : l’onore è mio
Disse, e il serto rapi,
E ad insultar l’oblìo
Te cinse, e poi spari.
In Roma dai Torchi di Crispino Puccinelli in Via Valle, n. 53. (Con lic. de’Sup.).

Cavalli-Cristiani. Figlia di artisti, cominciò a esser nota in arte come prima donna giovane della Compagnia Goldoni-Riva. Fu nello stesso ruolo, il 1820, col Fabbrichesi, il quale, quando condusse il ’24 la Compagnia a Trieste, l’assunse al grado di prima donna assoluta. Aveva la Cavalli sposato a Napoli l’amoroso Demetrio Cristiani ; e con lui, scritturato dalla società Tessari-Prepiani-Visetti quale caratterista, tornò il ’25 a Napoli, ove dopo alcuni mesi morì.