(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 914
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 914

Fiorilli Agostino. Napoletano, figlio di Antonio, primo innamorato, e capocomico egregio, morto il 1733, e di Isabella, prima donna, morta in età cadente il 1778, si diede all’arte dei parenti, recitando con mediocre successo le parti d’innamorato. Con l’ammaestramento di Nicola Cioffo, riuscì poi egregio nella maschera del Tartaglia a segno da esser disputato dalle migliori compagnie. Venuto a mancare nella Compagnia di Antonio Sacco il Dottore Roderigo Lombardi, nel 1753, il Fiorilli andò a sostituirlo. E narra il Bartoli come, dovendo trasferirsi la Compagnia in Portogallo, e volendo essa sentire il nuovo scritturato prima d’imprendere il viaggio di mare, pensò di farlo recitare a Genova in una commedia all’ improvviso. A lui toccò di aprir la scena col famoso innamorato Vitalba. Ma lasciam la parola al Bartoli :

Chiese il Vitalba al Fiorilli : Vuole principiare a parlar lei, o parlo io ? Il Fiorilli fingendo timidezza, freddamente rispose : Parli pur lei, parli pur lei. Di fatti uscirono in Teatro, ed il Vitalba incominciò a ragionare con quello spirito, ed eleganza, che era sua propria dote. Il Fiorilli s’ accinse a risponderli, e fecelo con tanta grazia, e con si bel modo, che spiegando a poco a poco i suoi sentimenti con quella ridicola balbuziente pronunzia, ora tenendo la voce sommessa, ed ora strepitosa innalzandola, e contorcendo la bocca, e dimenando le braccia, ed il tutto eseguendo co’ più naturali movimenti di un uomo, che tale difetto avesse in propria natura, e aggiungendo il Fiorilli in quell’ istante tutto ciò che l’arte seppe insegnarli, svegliò nell’uditorio per sì fatto modo il picchiar delle mani, che confondendosi co’ ripetuti evviva tenne per lunga pezza i due Comici in sulla scena ammutoliti.

E a proposito dell’ arte sua, lo stesso Bartoli aggiunge :

Il Fiorilli è sulla scena un gran Comico, e per tale fu adottato da tutta l’Italia. Una buona voce, un personale vantaggioso, un lazzo spiritoso, e pronto, sono i capitali in lui meno stimabili. Il suo profondo intendere l’arte con cui si alletta il Popolo in certe situazioni, che devonsi afferrar di volo, e che sfuggite non lasciano luogo di far colpo alla scenica arguzia ; e l’essere grazioso naturalmente senza stento, senza affettazione, o durezza ; il mostrarsi pronto ritrovatore di un vivace motteggio, che altro ne ribatta, ed avvilisca ; il sapere con immensa perizia tutta la Commedia a memoria senza dimenticarsi giammai alcuna ancorchè menoma cosa ; questi sono finalmente tutti quei pregi rari, che in lui abbondevolmente si trovano, e che lo costituiscono un perfetto originale del vero Comico pronto, spiritoso ed arguto.

Fu con Antonio Sacco fino al ’79 ora scritturato, or socio, nel quale anno passò con la Battaglia. Dell’ ’82, sempre secondo il Bartoli, recitava col vigore e il valore di trent’ anni addietro.