Catolini Antonio. Il 31 ottobre del 1736 esordì come arlecchino nella Surprise de l’amour, e tentò di acquistarsi l’indulgenza del pubblico col seguente discorso che traduco dagli Annali del Teatro italiano di D’Origny.
Signori, voi potete essere certi della mia paura : le ragioni da cui è motivata vi son note ; esse sono assai solide ; e se non ne trovo altre che mi dieno animo, voi non avrete in me che un attore timido, e però noiosissimo.
Esordisco oggi in un carattere nel quale mi si giudicherà per confronti : se così è davvero, è meglio che non cominci. Chè, se voi, Signori, non iscacciate dalla vostra mente l’attore che ha meritato e merita ogni giorno il favor vostro per le grazie ognor nove ond’è ornato e pei vent’anni di servizio, che sarà di me ? Più l’attore di cui parlo è ricco di grazie, di genio, di arte, di tutto ciò in somma che in altri si cercherebbe in vano, più l’accostarglisi è difficile. Ma v’ha, se un altro non sia interamente cattivo, oso dire che voi non dovete rigettarlo. Qui mi par d’udire alcuno di cattivo umore…. — Cotesta è un’impertinenza. O perchè fate l’arlecchino ? — Per imparar sotto si gran maestro a recitarlo bene…. — E io sarò il padrino minchione del vostro noviziato ? — E nol siete ogni sera di gran parte degli esordienti ? Perchè non avrei io i vantaggi degli altri ? — Ciò è ben diverso. Non si deve recitar l’arlecchino, che quando si è ben certi di piacere e di far ridere. — Bene, o Signori. In capo a dodici anni io prometto di farvi ridere. Pensate di grazia che l’arte non si ottien che col grande esercizio. Datemi animo, vi prego. — Bravo ! Se io v’ incoraggio, voi prenderete per sinceri i miei applausi, e crederete di meritarli. — No, Signori ; io vi prometto di doventare superbo, solo allora che io mi creda sicuro del fatto mio. — Sia così ! Vediam dunque che sapete fare.
L’oratore fu applaudito, ma l’attore a mala pena ascoltato.
Morto Vizentini, il celebre Thomasin del Teatro italiano, Catolini tentò di sostituirlo, riapparendo la sera dell’8 ottobre 1739 nella parte di Arlecchino Hulla ; ma anche ’sta volta fu poco più che tollerato, e dove cedere il posto ad Antonio Costantini, figlio natural di Costantino Costantini, il rinomato Gradelino.