Bianchi Brigida. Figlia del precedente e moglie di N. Romagnesi, il rinomato Orazio della Comedia Italiana. Nacque nel 1613, e fu attrice pregiatissima per le parti di prima amorosa, che recitava sotto il nome di Aurelia. Si recò a Parigi verso il 1640 con Tiberio Fiorilli, e ne partì un anno dopo per poi tornarvi nel 1645 colla Compagnia che fu chiamata dal Cardinal Mazarino, di cui fecer parte le tre cantanti Locatelli, Gabrielli e Bartolazzi, come si ha dalla spiegazione dell’allestimento scenico e dagli argomenti della Finta Pazza di Giulio Strozzi, rappresentata nella Sala del Petit-Bourbon.
Anche la Bianchi doveva essere esperta del canto, come si rileva dalla seguente terzina caudata di un sonetto indirizzatole da Giuliano Rossi, quand’ Ella fu a recitare a Genova, probabilmente nel 1634.
Comm’ un Giove in tri de’ do sommo choro,così in talenti, in gratia, in dote cantofra ri comici Aurelia và un tesoro.Ben l’è unna donna d’oro,s’infin ro nomme mostra à ra desteisach’ insomma à và tant’ oro quant’ a peisa.
Fu ella, secondo▶ il Sand, sorella di Orsola e Luigia che la seguiron nel 1645. La Orsola, nata a Venezia, sosteneva, prima di recarsi a Parigi, le parti di prima amorosa.
Fu Brigida Bianchi autrice di una commedia intitolata L’Inganno fortunato, ovvero L’Amata aborrita, e poetessa non delle peggiori. Quella dedicò alla Regina madre e fe’stampare a Parigi in 12° dal Cramoisi nel 1659 ; e il Loret (Muse historique del 31 maggio 1659), così ne scrisse :
Aurélia Comédienne,Comédienne Italienne,Comme elle est un fort bel Esprit,Qui bien parle et qui bien écrit,A fait un Prézent à la Reine,D’un Livre sorty de sa VeineEn fort beau langage Toscan,Et dont on fait bien du can-can ;Ce Livre est une Pastorale,De beauté, presque sans égale,Et dont les Esprits délicatsFeront, assûrément, grand cas,Etant si bien imaginée,Et de si beaux discours ornée,Que pluzieurs ont intentionD’en faire la traduction,Ayans sceu que ladite ReineA dit qu’elle en vaut bien la peine.
Non dunque si tratterebbe a voler del Bartoli di una traduzione dallo spagnuolo. Ma il Loret potea benissimo avere preso un granchio, tanto più che per semplice referto aveva dato erroneamente all’opera il nome di Pastorale.
L’ingano fortunato ou l’Amata aborrita, Comedia bellissima | Ce Livre de Dame Aurélie, |
(Un des beaux Esprits d’Italie) | |
Que la Reine si bien receut, | |
Sur un raport qui me déceut, | |
Fut, par moy, nommé Pastorale, | |
Dans mon autre Lettre verbale : | |
Mais pour m’être, alors, méconté, | |
Voyez-en le titre à côté. | |
Certainement, toute personne | |
Qui sçait cette Langue mignonne, | |
Estime fort ce Livre-là : | |
Mais c’est assez écrit, hola. |
Pour recompenser Aurélie,De la Pièce belle et jolie(Sous le nom de Comédia)Qu’à la Reine elle dédia,Cette Princesse libérale,Dont l’Ame est, tout-à-fait, royale,Au jugement des mieux sensez,Luy fit prézent, ces jours passez,D’un paire de Pendans-d’oreillesDe diamans beaux à merveilles,Ouvrage exquis, rare et brillant,Travaillé des mieux, et valant(Ainsi que m’a dit certain Homme)De trois cens pistoles la somme.J’ay vû, moy-mesme, ce beau don,Et je jure par Cupidon,Vainqueur des plus braves Monarques,Que quand je vis ces riches marquesDe la gratitude et bontéDe cette Auguste MajestéEnvers ladite Demoizelle,I’en fus ravy, pour l’amour d’elle :Car plus de deux ans il y aQue j’aime cette AuréliaPour son esprit et gentillesse ;Et je n’aprens, qu’avec tristesse,Qu’icelle doit partir Mardy,Soit devant, soit après midy,Et retourner en diligence,A Rome, Venize, ou Florence,Pour exercer, en ces lieux-là,Les aimables talens qu’elle à.
L’assenza di Aurelia non fu molto lunga, giacchè nel’ 60 ella era già di ritorno a Parigi, senza dubbio, dicono i Parfait (op. cit., 25), per la morte di Romagnesi, suo marito. A ogni modo, ella continuò a recitare a Parigi sino all’anno del suo ritiro dalle scene, che fu il 1683.
Aurelia avvezza al soggiorno di Parigi, vi si stabilì e prese casa in via S. Dionigi, vicino alla comunità di San-Sciomonte, ove morì nel novembre del 1703 a novant’anni.
La Bianchi fu bellissima donna ; e serbò sempre un gusto de’più raffinati nell’adornarsi ; e riferisce il Gueullette, come la Belmont, moglie del nipote di Aurelia, attore della Commedia italiana sotto il nome di Leandro, gli dicesse di averla veduta nel suo letto, donde omai non usciva più, eccessivamente ornata, e pur sempre conformantesi al sopravvenir delle mode.
Fu assai stimata e amata da Anna d’Austria, della quale, come il Fiorilli, poteva dirsi veramente intima.
Delle poesie di lei vider la luce alcune Poesie musicali composte in diversi tempi, aggiunte alla prima edizione dell’Inganno fortunato, e una raccolta di rime, intitolata : Rifiuti di Pindo, edita in Parigi nel 1666, in 12°, sotto’l nome di Aurelia Fedeli, a proposito del quale si levaron dispute e contese fra’letterati : quello sostenendo che fu per semplice error di proto stampato Fedeli e non Fedele, cioè Aurelia, comica fedele ; questo immaginando che il nome di Fedeli sia quello d’un ◀secondo▶ marito, dovendosi escludere l’error del proto, il quale sarebbe stato continuato da lei e dal figlio di lei, che nelle sue liriche indirizza una poesia a Brigida Fedeli sua madre, a cui tien dietro subito la risposta della signora Brigida Fedeli, madre dell’autore. Questa è opinione di Giuseppe Martucci (Rassegna Naz. del 1 marzo 1888), il quale cita anche in appoggio il Baillet quasi contemporaneo di lei. Io son sempre per la prima ipotesi, aggiungendo l’altra che col nome di teatro e con quel della Compagnia a cui appartenne, abbia fatto per un volume di versi un nome di guerra. Che altri la chiamasse pel suo nome di guerra, capisco : ma non capirei che altri potesse chiamarla col nome del ◀secondo marito (e il figlio specialmente), giacchè sappiam per uso come un’attrice porti con sè oltre la tomba il nome col quale diventò famosa. Così tutti san chi fu la Polvaro, la Bettini, la Cazzola, la Tessero, e chi è la Ristori, la Pezzana, la Duse, la Campi ; pochi assai chi fosse l’Angiolini o Pezzana, la Minardi, la Brizzi, la Guidone, e chi sia la Capranica, la Checchi, la Gualtieri, la Piatti. E poi : se, nonostante il marito Romagnesi, ella fu per tutti la Brigida Bianchi, tutt’a un tratto avrebbe mutato il suo nome glorioso per quello d’un nuovo arrivato ? E il figliuolo l’avrebbe permesso ? Perchè non Brigida Romagnesi prima, e Brigida Fedeli dopo ?
Comunque sia, quel che più preme, che cioè l’Aurelia Fedeli e la Brigida Bianchi fosser la stessa persona, è omai fuor di dubbio ; com’è fuor di dubbio che, dagli esempj che ne dà il Bartoli, e più specialmente il Moland in una sonetto che qui riproduco, si capisce chiaro come questa donna, al pari delle sue gloriose preceditrici, riuscisse nel poetare assai più che sufficientemente.
Voi col pennello il mio ritratto fate,et io con la mia penna formo il vostro ;voi stemprate i colori et io l’inchiostro ;io carta adopro e voi tela adoprate.Voi mi pingete bella e mi adulate ;io non vi adulo e il vostro bel dimostro ;voi fingete di me l’avorio e l’ostro ;io non fingo di voi le glorie ornate.Dunque cedete a me ne la disputa :io verdadiera sono e voi mendace,benchè maggior di spirto e molto acuta.Poesia è una pittura ch’è loquace,e se pittura è poesia ch’è muta,merta fede chi parla e non chi tace.
Inoltre : non parrebbe strano davvero che il Campardon e il Ial, solleciti raccoglitori di documenti, questi anzi tutto, non abbian accennato in alcun modo nè men di volo a questo Fedeli, italiano, venuto a Parigi non si sa d’onde nè quando ?