Veronese Anna, detta Corallina. Sorella del precedente, nacque a Bassano verso il 1730 ed esordì alla Comedia italiana il 6 maggio 1744 insieme a suo padre colla parte di Colombina nel Double mariage d’Arlequin, dopo il quale eseguiva un passo a due assieme ad Anton Stefano Balletti. Sostenne poi la protagonista in Coraline jardinière ovvero La Comtesse par hasard, commedia in tre atti di suo padre, e in Coraline esprit follet, scenario in tre atti rimesso in scena dallo stesso. Dell’arte e del successo di Anna Veronese dicono i fratelli Parfaict : « Una figura graziosa, molta vivacità, molto spirito e molta gaiezza, qualità essenziali nella parte di servetta, le acquistarono gran rinomanza non mai attenuata in tutto il tempo che recitò. » D'Origny dice che « non si sapeva se ammirar più il suo ingegno o la sua bellezza, » e Panard dettò per lei i seguenti versi :
Cet objet enchanteur qu’on doit à l’Italiede trois divinités réunit les attraits ;Coraline offre sous ses traitsHébé, Terpsichore et Thalie.
Fu dal suo esordire ricevuta alla Comedia italiana con stipendio fisso, e nel 1746 vi ottenne un po' di parte. Ammessa più tardi a parte intiera, abbandonò il teatro alla chiusura del 1759 con mille lire di pensione.
Un poeta anonimo ha detto :
Coraline, toujours nouvelledans chaque rôle où je la vois,fait que je suis tout à la foisamant inconstant et fidèle.
Il suo ingegno e la sua bellezza inspirarono anche una lunga poesia al Marmontel, in cui è la seguente descrizione appetitosa delle sue doti fisiche. Dopo di aver toccato dell’Italia, la terra degli eroi, delle grazie, della poesia, che produsse Cintia, Delia e Corinna, si volge a Lucinda (Personaggio di Voltaire) e dice :
Mais crois moi, ma Lucinde, en ces tems si vantés,si l’on t’eût vu paraître auprès de ces Beautés,avec cette fraîcheur, cet éclat, ce sourire,cette bouche appellant le plaisir qu’elle inspire,ce corsage arrondi, tel que l’avait Psichéquand l’amour comme un lierre y semblait attaché,ce sein ferme et poli qui repoussant la toile,de son bouton de rose enfle et rougit le voile ;cette main que l’amour baisait en la formant,et qui ranimerait la cendre d’un Amant ;crois-moi, dis-je, Properce, Ovide, ni Tibulle,n’auraient brûlé jamais que des feux dont je brûle,et le nom des beautés célèbres dans leurs vers,n’auraient jamais reçu l’encens de l’Univers.
Ma i versi migliori le vennero da F. Gand…., che le dedicò Les Colifichets (A Amsterdam M DCC XLVI) colla seguente epistola :
Fille de Terpsicore, ornement du Théatre,Toi que le public idolatre,et qui dans le cœur des mortelssçais t’élever de solides Autels :Aimable esprit follet, charmante Coraline,dont les rares talens & la beauté divine,sur tes pas ravissans enchaînant les Plaisirs,font aussi par essains voltiger les desirs :Tristes enfans de ma tendresse,mes malheureux soupirs étouffes dans la presse,n’ayant jamais pénétré jusqu’à toi :de ma muse en ce jour j’emprunte le langage,quel destin enchanteur si son naïf hommageattiroit tes regards & les fixoit sur moi !De ma timide verve accepte les prémices,l’ésprit n’a point de part au don que je t’en fais ;en te consacrant ces esquissesmon cœur seul en fait tous les frais :oui, du tendre Empirele Trône t’est dû :qui te voit, t’admire….qui te voit, soupire…,Hélas ! Je t’ai vû.
Secondo il Grimm, dispregiatore per sistema delle commedie italiane, il chiasso fattosi attorno a Corallina era una esagerazione, dacchè egli non seppe vedere in lei che de' bellissimi occhi, delle belle carni, e un magnifico petto accoppiati a un talento d’attrice mediocrissimo.
Le grazie di Corallina le acquistarono un numero considerevole di adoratori, tra cui Carlo Bertinazzi il celebre arlecchino, il Principe di Monaco, che le assegnò come semplice donativo, prima 1200 lire, poi altre 3000 all’anno, Létorière e Di Saint-Crix, ufficiali al Reggimento delle Guardie, e il Conte di La Marche, più tardi Principe di Conti.
Questi, che donò all’attrice il marchesato di Silly, di cui dicesi ch'ella portasse talvolta il titolo, s’ebbe da lei un figliuolo diventato cavaliere di Malta, e noto sotto il nome di Vauréal. Corallina, morta nell’aprile del 1782, istituì per testamento suo legatario universale il Principe di Conti, il quale accettò l’eredità, portando da 600 a 1000 lire annue la pensione che Corallina passava dal 1763 a sua madre Lucia Pierina Sperotti.