Bianchi Giuseppe, detto in commedia Capitan Spezza-ferro. Traggo le notizie dall’ Histoire de l’ancien théâtre italien dei fratelli Parfait.
Tiberio Fiorilli, il celebre Scaramuccia, avutone il permesso dalla Corte nel 1668, venne in Italia, ove stette fino al 1670. In questi due anni di assenza da Parigi, fu sostituito sulla scena da un nuovo comico italiano, valorosissimo, che fece di ben poco rimpiangere il celebre suo predecessore, come abbiamo da una lettera in versi del 21 aprile 1668 di Robinet. Lo stesso Robinet in altra lettera dell’ 8 marzo 1670 ci fa sapere come, tornato Fiorilli d’Italia, e ripreso il suo posto in compagnia, l’attore che lo aveva in quei due anni sostituito, assumesse la maschera del Capitano :
Depuis peu l’ancien Scaramouche,qui paroit une fine mouche,est dans sa troupe de retour,et divertit des mieux la Cour.Celui qu’on voyoit en sa place,en changeant d’habit & de face,s’est en Capitan érigé, etc. etc.
Ma qui parmi che il Robinet abbia torto, poichè, non già al ritorno di Scaramuccia assunse l’attore che lo sostituì la maschera del Capitano, ma assai probabilmente tornò alla maschera antica, poichè sappiamo dal Soleirol come il Bianchi facesse già le parti di Capitano nel 1645.
Nel 1645 il duca di Ghisa, partendo per l’Italia, fece dono della sua guardaroba ai principali attori di Parigi : essa fu divisa fra Beauchâteau dell’ Hotel de Bourgogne, Giosia di Soulas detto Floridor del Teatro del Marais, il Capitano (Giuseppe Bianchi, direttore ?) della Comedia italiana, la Béjart, Carlo Beys e Molière dell’ Illustre Teatro.

Spezza Ferre.
Ce Capiton, fait grand esclat.Et sa valeur est si parfaite.Ou il est des derniers au combat.Et des premiers à la retraitte

Le Capiten Spezza ferre
Spezza ferre est rude a l’EspadeMais ce n’est qu’en rodomontade
(H. A. Soleirol, Molière et sa Troupe. Paris, 1858, pag. 3).
L’interrogativo in parentesi è del Soleirol stesso. Il Moland recisamente afferma : la commedia più rimarchevole che rappresentasse la Compagnia di Giuseppe Bianchi fu un’opera mezzo comica e mezzo lirica, intitolata : La finta pazza (di Giulio Strozzi) rappresentata al Petit-Bourbon, il 14 dicembre 1645 (op. cit.).
Quanto al costume dello Spezzaferro, metto qui la riproduzione di due incisioni della Biblioteca Nazionale di Parigi, comunicatemi gentilmente dal signor Bouchot, Direttore in essa Biblioteca della Sezione Stampe. Come si vede, le due varie foggie di vestire del Capitano Spezzaferro non han che vedere colla terza prodotta da Maurizio Sand, la quale, per quante ricerche io abbia fatte, non mi fu dato trovare in nessuna antica incisione : nè mi fu dato rintracciar notizie de’ colori che il Sand assegna in modo assoluto alle sue figure. Nell’ Arlequin Lingère du Palais, del Gherardi, il costume di Spezzaferro è un misto dei due qui riprodotti.
Questo attore, secondo i Parfait, scomparve dalla scena verso il 1680, poichè d’allora in poi nè lo Scenario di Biancolelli, nè il Teatro di Gherardi ha più la maschera di Spezzaferro ; erronea deduzione, poichè l’ Arlequin Lingère du Palais (vol. I del Teatro di Gherardi) fu rappresentato la prima volta dai comici italiani del Re all’ Hôtel de Bourgogne il 4 ottobre 1682 ; e nell’ Industrie, prologo alle due operette Zemine et Almanzor e Les Routes du Monde, rappresentato alla Foire Saint Laurent, il 1730 (Théâtre de la Foire, raccolto da Le Sage e D’Orneval. Paris, m.dcc.xxxi, Vol. VIII), è Spezzaferro, non più Capitano, ma Cavaliere d’Industria, il quale, fra un ballo e l’altro, intuona una graziosa canzoncina musicata dal Gillier.
Nel Livre sans nom, p. 272, si trova il seguente aneddoto :
« Morto Spezzaferro, molto se ne parlò a Versailles. Il signor ……, medico di S. M., avendo detto che si era trovata in lui molta rassomiglianza con quell’attore, oh, v’ingannate — disse il Principe di …… — egli non ha mai ucciso alcuno. »
Non si sa se Spezzaferro fosse ammogliato : ma nell’ Arlecchino, Re per caso (Scenario Biancolelli), avendo Spezzaferro domandato di essere governatore di una Piazza di frontiera, assicurando ch’egli la custodirebbe bene…. « Bravo ! — rispose Arlecchino — proprio tu, che da vent’anni, non puoi custodire la moglie !!… » La spiritosaggine, se vòlta all’attore, fu atroce.