(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 254
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 254

Perelli Luigi. Oriundo Monferrino. Nato da civili parenti, e rimasto, giovanetto, orfano del padre, si diede alla scena, in cui sognava di diventare egregio artista sotto la maschera di Truffaldino, per la quale avea potuto ispirarsi all’arte di Felice Sacchi (Sacchetto) prima, poi di Ferdinando Colombo, in Compagnia di Pietro Rossi. Uscitone il 1770, e pervenuto dopo varie vicende a Venezia, contrasse amicizia con Luigi Fabbri, capocomico e artista sotto la maschera del Dottore, e con lui unitosi, potè finalmente realizzare il suo sogno, presentandosi col sospirato vestito del Secondo Zanni. Fu poi, come Innamorato, in Compagnia di Pietro Rosa ; ma ammalatosi l’Arlecchino Bugani, lo sostituì egli più volte. Passò il '73 con Giuseppe Lapy al Sant’Angelo di Venezia, e il '74 formò società con Francesco Majani, che mise allora la maschera del Brighella, e con Antonio Camerani. Entrò il '76 nella Compagnia di Antonio Sacco, e andò lui nelle veci del celebre Truffaldino, a cominciar le recite di primavera a Mantova, ottenendovi il pieno favore del pubblico.

L'aver avuto dinanzi agli occhi, per tutto un anno, esemplare sì egregio, fu gran bene pel Perelli, che potè davvero perfezionarsi nell’arte sua, gloriandosi di potersi dire discepolo del Sacco. In questo frattempo, il capocomico Pietro Rossi offrì la propria figliuola in moglie al Perelli, che andò a sposarla a Gorizia sul finir del carnovale '77, restando poi col suocero tutto il '78, e assumendo l’impresa e la direzione della Compagnia l’anno successivo, in cui il Rossi avea abbandonato l’arte.

Fu a Livorno, a Pisa, a Lucca, e, il carnovale, al teatro pubblico di Bologna. Divenuto un capocomico assai pregiato, gli venner da ogni parte contratti di grande importanza, potendo egli omai frequentare le principali Piazze del Regno. Condusse la Compagnia sino ad Innsbruck, ove le cose volsero alla peggio per la morte di Maria Teresa d’Ungheria. Nonostante, affrontando i disagi d’un lungo viaggio di terra e di mare, andò a far il carnovale a Pesaro, ov'ebbe le più festose accoglienze. Fece poi ritorno a Bologna ; e fu a Piacenza, a Trieste e a Padova. Firmò alla fine dell’ '81 un contratto con cui gli si accordava di poter occupare con la sua Comica Compagnia un Teatro della Dominante per dieci anni di seguito e nelle stagioni di autunno e carnovale. Francesco Bartoli che fu con lui cinque anni, e da lui si distaccò abbandonando le scene, lasciò, oltre alle molte parole di gratitudine, di lode e di augurio, il seguente ritratto, che ci dà chiara l’idea dell’artista e dell’uomo :

È il Perelli un comico pronto nelle risposte, lepido ne'sali, arguto assieme e frizzante. È ben veduto in sulle scene, ed applaudito ; e da particolari nobili Personaggi favorito e protetto. È uomo d’onore, integerrimo e zelante. Provvede a'suoi interessi, ed a quelli de'suoi compagni con molta premura. Ha poste in Teatro alcune Rappresentazioni favolose del signor Co : Gozzi, che furono per l’addietro un solo pregio della Compagnia d’Antonio Sacco ; ed egli medesimo n’ha inventate, e dirette le tanto difficili trasformazioni.

L'autunno del '95 e il carnovale '95-'96 dirigeva la Compagnia al San Luca di Venezia, e vi recitava le parti di Truffaldino.