(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 992
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 992

Garzes Francesco. Figlio del precedente, nacque a Troina di Calabria nel luglio del 1848. Ebbe in un collegio di Catania la prima educazione che completò poi solo. Recitò, giovanissimo, le parti di primo attor giovine, nella Compagnia del padre con cui stette sino al 1870. Dal ’70 al ’73 fu con Benini e con Cesare Vitaliani, pel quale scrisse Un episodio sotto la Comune, bozzetto in un atto rappresentato la prima volta a Bologna con molto successo. Il’73 entrò amoroso con Luigi Bellotti-Bon, abbracciando poi dopo un anno, dietro i savi consigli del maestro, il ruolo di brillante. Fu a Berlino un anno, corrispondente di giornali, e in capo a otto mesi, di nuovo in Italia, per un’angina difterica. Ammalatosi allora il Mariotti, primo attor giovane della Compagnia Morelli, andò il Garzes a sostituirlo. Entrò poi l’ ’82 con Pasta e Campi, e l’ ’83 con Pietriboni, e il ’91 con Pasta e Reinach, coi quali fu poi sostituito, nel secondo anno del triennio, e a cagion di malattia, dal fratello Arturo. Ripreso nel settembre il suo posto, chiese e ottenne lo scioglimento dalla compagnia, e restò l’ultimo anno in riposo, vagheggiando l’idea di quella grande compagnia drammatica, dagli allestimenti scenici non più veduti, che doveva sì presto condurlo a miseranda fine.

Si parlò di mente squilibrata : forse. Le spese da lui fatte furon chiamate pazze : forse. Per una compagnia di giro in Italia, certo. Gli amici sui quali confidò nell’inizio dell’impresa, non ebber per lui, allo sfasciarsi rapido e fatale di essa, che soccorsi di motteggi. Non gli diè l’animo di affrontar la lotta acerbissima, inevitabile ; e in Mestre, il 13 aprile 1895, si tolse la vita. Su di lui dettò Luigi Suner, nelle Serate Italiane, un affettuoso articolo, dal quale traggo le seguenti parole :

Si era formato da sè ; aveva una cultura generale non comune ; parlava e conosceva le letterature drammatiche di cinque lingue ; era scrittore applaudito, e generoso verso i suoi colleghi ; attore piacevolissimo. La grazia, l’eleganza, l’arguzia, la malizia, e l’ironia del sorriso e dello sguardo attenuavano la monotonia nel suo dire. Odiava la scurrilità. Egli avea frequentate tutte le condizioni sociali e, di quella signorile, ne osservava le forme nel trattare i suoi compagni……

Molto logicamente il Suner, toccando della catastrofe e dei punti che la mossero, ha richiami al maestro Luigi Bellotti-Bon, del quale se il Garzes imitò molti atteggiamenti della vita, come la vanità, la sontuosità, la prodigalità, volle anche imitare la morte con un colpo di rivoltella al cuore.

Stampò, come il maestro, disegni di riforma teatrale, e scrisse pel teatro L’articolo 130, Amore e sapere non hanno frontiere, Cercate l’uomo, Flirtation, Signor D’Albret, Lionetta e Bianca D’Oria ; applaudite alcune, altre discusse assai.

Nel cimitero di Mestre è una lapide di marmo nero, sulla quale sono scolpite in oro queste parole : A — Francesco Garzes — Emma e Bona — xiii aprile mdcccxcv. — La moglie e la figliuola.