Petrioli Nicola, abruzzese, nato ad Aquila il 1710 circa, fu uno de'più noti capocomici del secolo xviii. Recitava le parti di secondo▶ innamorato, riserbandosi di primo soltanto quelle di Attila, Sansone, e Don Giovanni Tenorio. Di sera, affrettava l’alzata del sipario con ripetuti rulli di tamburo, e soleva talvolta partirsi da una Piazza con la condotta e i suoi scritturati, senza un soldo in tasca, e senza sapere ove si sarebbe posato. Una volta, giunto a Firenze in tal contingenza, ottenne dal general Botta, governatore, il permesso di recitare in Livorno, trovando chi gli sborsò il danaro occorrente. Questa e altre bizzarrie lo fecer sinistramente celebre.
Era l’estate del 1740 al Teatro Ducale di Milano, in cui dette un regolare corso di recite, con una Compagnia più che sufficiente, di cui erano parte principale i seguenti artisti :
DONNE
Angiola Costantini, prima donna Elisabetta Gnudi, servetta |
Caterina Silani, per le parti a trasformazione |
UOMINI
Giovanni Ant. Foresti, Brighella Niccola Petrioli, primo innamorato |
Giovanni valentini, Dottore bolognese | |
Francesco Lombardi, ◀secondo innamorato |
….. Silani, Arlecchino Filippo Niccolini |
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Giovanni Battista Gozzi, Pantalone |
Anselmo Porta Agostino Zurlini |
generici |
A Ravenna, trovandosi il 1765 in uno de'momenti più critici, fuggì dalla Compagnia, di cui prese le redini la famiglia Romagnoli.
Trasferitosi in Ascoli, ottenne un posto di Maestro di Casa presso un Cavaliere di quella città, ove ancor viveva il 1781.