(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 554-557
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 554-557

Camerani Bartolommeo Andrea. Ferrarese. « Sostenne – dice Fr. Bartoli – con bravura il carattere d’Innamorato nella Compagnia diretta dal Lapy nel Teatro di S. Luca. A fronte di Giuseppe Majani seppe farsi distinguere, specialmente quando nell’anno del 1762 rappresentò per molte sere il Cavaliere di spirito ovvero la Donna di testa debole ; e poi l’Apatista, ossia l’Indifferente, commedie del signor dottor Goldoni. Passò poi al Teatro a S. Gio. Grisostomo con Girolamo Medebach, impiegato nell’assoluto carattere di primo Innamorato. Volò il grido de’ suoi meriti sino a Parigi, e fu colà chiamato, perchè la parte dell’Innamorato egli recitasse nella Truppa Italiana. »

Bartolommeo Camerani si recò a Parigi nel 1767 chiamatovi a recitare i secondi amorosi, alternativamente con Francesco Antonio Zanuzzi e Antonio Stefano Balletti, e vi esordì la sera dell’ 8 maggio, insieme all’ arlecchino Sacchetti nel Maître supposé, nuova commedia italiana che non ebbe veramente un gran successo. Sul successo dell’ attore Camerani abbiamo invece notizie controverse, dappoichè dice il Campardon (Les comédiens du Roi) ch’ egli esordì avec fort peu de succès, mentre il D’Origny (Annales du Théâtre italien), afferma ch’ egli fece l’amoroso avec une noblesse, une aisance et des graces peu communes. Comunque, il Camerani non passò certo a Parigi per grande artista, se due anni dopo, ritiratosi Alessandro Luigi Ciavarelli, che recitava alla Commedia Italiana le parti di Scapino, egli lo sostituì, riuscendo, dice il Campardon, aussi faible que dans les amoureux. E vuolsi che il mediocre successo fosse dovuto alla figura colossale dell’artista, che mal s’addiceva all’impercettibile teatrino della Commedia italiana.

Quando il Goldoni, dopo il successo a Parigi della sua trilogia a soggetto di Arlecchino e Camilla pensò di trascriverla distesamente pel teatro di S. Luca a Venezia (Camilla e Arlecchino diventaron poi Zelinda e Lindoro), così disse del Camerani (V. Carteggio pubblicato dal Mantovani. Milano, Treves, 1885, Lett. XLIII) :

Gli attori principali delle medesime devono essere sicuramente una serva ed un servitore, e cambiato il loro carattere, le Comedie non valerebbero niente. Non è necessario che il servitore sia un Arlecchino, ma deve essere giovane d’abilità, e capace di sostenere il comico, e la passione. Queste qualità in un Moroso costituiscono un primo Moroso, e son certo che il Sig. Camerani lo avrebbe sostenuto assai bene, e non essendovi l’Arlecchino niuno avrebbe potuto lagnarsi, che un primo Moroso facesse la parte di servitore.

Ma se fu il Camerani attore mediocre davvero, fu eccellente amministratore, e più eccellente gastronomo. Quando nel 1780 la Francia pensò di disfarsi di tutti gli attori che recitavano il genere italiano, Camerani fu licenziato come ogni altro ; e, benchè non compiuti gli anni voluti per la pensione, glie ne fu concessa una di lire 1000, oltre ad altre lire 5000 che gli furon pagate in due rate annuali. Poi, riaccettato nella compagnia a mezza parte, gli fu affidato l’incarico di settimanajo (ch’egli copriva già dal 1769) col titolo di settimanajo perpetuo.

Secondo il Faur, redattore della Vita privata del Maresciallo di Richelieu, seguito poi dal Thurner (Les transformations de l’Opéra-Comique. Paris, Castel, 1865, xii, 169-170) Camerani sarebbe stato un despota, un autocrata, una specie di nume onnipotente, il quale, recandosi a raccontare gli scandalucci giornalieri dell’una e dell’altra attrice, aveva saputo toccare il lato debole del Maresciallo di Richelieu, incaricato, come primo gentiluomo della Camera, dell’alta direzione del Teatro Italiano, e impadronirsi dell’animo suo a segno tale che dinanzi a lui, a Camerani, unico imperante, ogni autore doveva necessariamente prosternarsi, all’intento di vedere recitato un suo lavoro.

Acrimonia esagerata di autore, dovuta senza dubbio al fatto che avendo gli autori di concerto stabilito di chiedere un aumento di diritti, il Camerani protestò energicamente dinanzi al Comitato degli attori, proferendo allora, dicesi, le famose e curiose parole : « Signori, state in guardia. Finchè ci saranno autori, la commedia non potrà andare avanti. »

Il Goldoni di fatti (Mem., P. III, Cap. XXIX) dice del Camerani : « Quest’uomo molto attivo, pieno d’intelligenza e di probità, incaricato di commissioni spinose, sa conciliar così bene gl’interessi della Società e quelli dei particolari, ch’egli è il mezzano delle contese, l’arbitro delle riconciliazioni, e l’amico di tutti. »

E queste qualità trovo confermate nella lettera seguente, non mai pubblicata, che debbo alla cortesia di Luigi Azzolini.

5 xbre 1792, 1r de la République Françoise.

Citoyen Comandant

D’apres les Recherches, et la verification sur les Enciens Etats des Entrées gratis à notre spectacle, nous avons trouvé a la verité que le citoyen Rullieres jouissait de ce Privilege pour sa place ; Mais depuis le decret 1790 qui annulle les Privileges, depuis l’autre decret qui defendt toute Garde dans l’interieur du Spectacle, et depuis le dernier qui annonce les théatres, Boutiques, Marchandes, puisqu’ils payent droit de Patente, nous croyons qu’aucune Place peut avoir droit aux Entrées gratis.

Neanmoins, Citoyen Comandant, je suis chargé par notre Societé, d’avoir l’honneur de vous ecrire en reponse a la lettre que vous avez bien voulu lui adresser, que nous serons trop flattés de vous recevoir a notre spectacle, que c’est avec la plus grande satisfaction, que nous allons donner des ordres aux controleurs, afin que les Portes vous soyent librement ouvertes, sans autre interet de notre Part, que d’aquerir votre attachement. Je vous prie, Citoyen Comandant, d’agreér l’hommage des sentiments fraternels de la Société, et en particulier ceux du votre

A questa ne aggiungo altra diretta all’attrice Sofia Arnould, che trascrivo fedelmente. E un’altra ancora che riproduco alcun po’ ridotta, interessantissima per le firme di tutti i componenti la Compagnia italiana a Parigi :

Ma Voisine

J’ai vu M.r Esmenard a midy - ; Nous avons parlé de vous. Il est bien eloigné de mettre de la violence, et du despotisme. Ce n’est pas là le sentiment du Ministre, ni le sien.

Les choses seront faites de bonne grace, et dans 8 jours tout serà arrangé. Mille amitiés

Camerani.

7 Ventose.

P. S. Je compte sur ma voisine demain pour Montenero.

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Quanto alla gastronomia, egli lasciò rinomanza di avere avuto il maggior numero d’indigestioni. E d’indigestione morì il 22 aprile 1816 a Parigi, dopo di aver divorato nella notte, da solo, una quantità di pasticci di fegato grasso. Grimod de la Reynière gli dedicò il secondo volume del suo Almanach des Gourmands, in cui è la descrizione di una zuppa inventata dal Camerani, a detta del Grimod deliziosissima, per la quale occorreva una spesa di 120 lire al meno.