(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1041
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1041

Grandi Tommaso. Figlio della precedente, più noto in arte col nome di Tommaso il Pettinaro, fu comico espertissimo nel ruolo di primo attore, che sostenne a Venezia in Compagnia Lapy, emulando il rinomato artista Giuseppe Majani, sino all’anno 1774. Fu il ’75 in quella di Vincenzo Bugani fuor di Venezia, ove tornò il ’76 colla Battaglia al S. Gio. Grisostomo, rinnovando gli antichi entusiasmi, specialmente colla messa in scena del Pigmalione, melologo di G. G. Rousseau, tradotto dal Gandini, e che il Grandi recitò anche in francese colla moglie che vi sosteneva la Galatea (V. Arbes [D’] Antonia), non restando secondo a un bravo artista francese che l’anno prima avealo prodotto al S. Moisè.

Lasciata il ’79 la Battaglia, si recò a Napoli e vi fu acclamatissimo, ed ebbe l’onore di riprodurre il Pigmalione nella villa Reale di Caserta, chiamatovi da S. M., che gli fu larga di munifici doni. Nè questa del recitare fu l’arte sola del Grandi. Egli fu anche espertissimo del canto e del ballo ; e il Bartoli ci fa sapere come « alla stessa Maestà napolitana abbia pur egli fatto vedere un ballo spagnolo, che chiamasi il fandangh, eseguito da lui ad occhi bendati in mezzo a un numero d’ova, che movendosi ancora restavano illese, e non schiacciate da’piedi. »

Fu anche autore di due azioni spettacolose, che non diede alle stampe : Il Naufragio felice, e I Prodigi d’amore ; e pubblicò un dramma per musica tratto dal Feudatario del Goldoni, e intitolato Le Gelosie villane.

Le quali cose tutte congiunte insieme, collocarono il Grandi fra i migliori comici del suo tempo.