Benedetti Vittorio e Salvatore, livornesi. Attore assai stimato il primo, si tolse dall’arte quando essa gli arrideva maggiormente. Ebbe grandi attitudini alla musica e cantò da baritono, e dettò alquante romanze ricche di melodìa. Liberale di antica data dovè riparare il 1842 in Corsica. Fu egregio nell’arte del leggere e nell’insegnamento drammatico, e non v’ha de’suoi allievi, divenuti poi artisti di alquanto merito come il Fagiuoli, il Parrini, il Tellini, chi non lo ricordi con affettuoso rimpianto. Alle sue insistenti premure deve Livorno il sorgere e il fiorire del Politeama di cui fu col fratello Salvatore dirigente attivo e appassionato. Morì a 65 anni il 9 aprile dell’ 89.
Fu il secondo generico primario di molto pregio, e buon primo attore di Compagnia secondaria. Sappiamo dalle memorie di Ernesto Rossi ch’egli creò, nel 1854 a Milano, e con successo, la parte di Jago nell’Otello, quando era il generico primario della Compagnia di Cesare Asti. Entrò con egual ruolo in quella di esso Rossi, il quale anche afferma aver avuto il Benedetti buone attitudini all’arte. Fu poi il primo attore della Compagnia di Giovanni Internari, figlio della celebre Carolina, e ricordo di aver sentito da lui la prima volta I nostri buoni villici di Sardou, in cui con molta perizia sosteneva il personaggio del Conte. Ma egli fu maggiormente apprezzato nei drammi popolari come Sisto V, I misteri dell’ Inquisizione di Spagna, I misteri di Parigi, e altri simili. Passò il 1871 generico primario con Tommaso Salvini, col quale si recò ne’vari Stati d’ Europa e in America. Nato il ’34, morì il 7 Gennaio del ’92 a Livorno, ove dirigeva da più anni con ogni sollecitudine quel Politeama.