Sacchi Brigida, moglie del precedente, e figlia di Antonio e Lucrezia Marchesini, fu buona innamorata nella Compagnia Medebach al fianco di suo marito. Recatosi questi a Parigi del 1767, ella si fermò per alcun tempo a Bologna col proposito di andarlo presto a raggiungere. Ma stabilito il di lui ritorno, e passata di Bologna la Compagnia di Pietro Rossi, ella vi si scritturò per l’autunno e carnovale, recandosi a recitare a Livorno.
Tornato il marito, e scritturatosi anch'egli col Rossi, ella ebbe occasione di assumere il grado di prima donna, che sostenne con molto buon successo, meritandosi la primavera a Piacenza il seguente sonetto che il padre Francesco Ringhieri pubblicò nella seconda edizione della sua tragedia Ortoguna, di cui la Sacchi fu prima e fortunata interprete.
Rappresentando il personaggio di Ortoguna la prima volta in Piacenza con applauso universale e singolar maestria la signora Brigida Sacchi.
Mano all’opra, o pittor. Quest’è Ortoguna,che Arabia ornò, ch'orna l’Ausonie Arene ;pingi virtù, pingi arte, e quanto adunaMelpomene di grande in auree Scene.Spiri odio, e amor, ma senza macchia alcuna,senza alcun neo mostri furori e pene ;e quando è vinta dalla rea fortuna,vinca il maschio valor d’Argo, e d’Atene.Con ciglia immote il Grande e il Vil l’ammiri,e rapito dall’arte pellegrina,frema a' suoi sdegni, e a' suoi sospir sospiri.Giaccia invidia sul suol ; l’alta Eroinafama preceda, e scritto al piè si miri :degli Eroi coturnati io son regina.
Entrò di nuovo il '69 col marito nella Compagnia Medebach, e vi stette sino alla morte di lui. Vedova con due figli, passò a seconde nozze fuor del teatro, ma non potè godersi a lungo la quiete del suo nuovo stato, chè, obbligata non poco tempo al letto da una cronica malattia d’utero, lasciò la vita il 1775 col compianto de'buoni, e fu sepolta nella chiesa di San Gio. Grisostomo a Venezia.