(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 404
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 404

Romagnoli Antonio. Figlio dei precedenti, nato il 1750, fu ottimo artista sotto la maschera di Brighella. Trovavasi nel '76 in Compagnia Veronesi, quando gli morirono i genitori. Sposò l’ '80 una figlia di artieri di Lodi, per nome Anna, la quale cominciò a recitar da serva (e tale la vediamo il 1781, col marito Brighella nella Compagnia di un Carlo Rebecchi, forse fratello di Margherita (V.)), e in soli due anni diventò un’egregia prima donna giovine. Scritturati entrambi in compagnia Battaglia, vi ebbero, specialmente a Venezia, le più festose accoglienze. Furon poi con Petronio Zanerini, alla cui scuola ella salì al grado di prima donna assoluta, e finalmente formaron essi compagnia, che durò fino al 1802, anno della morte della moglie. Continuò egli a recitare scritturato in compagnie di ordine vario, finchè, divenuto il figlio Luigi primo amoroso della Compagnia Perotti, carico d’anni, si ritirò dalla scena.

Romagnoli Luigi. Figlio del precedente, cominciò a recitar gli amorosi nella compagnia di suo padre, passando poscia in quella di Francesco Perotti, nella quale salì, dopo un anno, al grado di primo amoroso assoluto, dopo la scelta di Armando Subbotici. Innamoratosi della seconda amorosa della Compagnia, Rosa Pasini, la tolse in moglie, e con essa vi restò alcuni anni, per passar poi il 1821 in quella Reale Sarda, al momento della sua formazione, primo attore a vicenda con Domenico Righetti. Ne uscì il 23 per andar con Goldoni e Riva, e formar poscia una società con Augusto Bon e Francesco Berlaffa, sovvenuta per due stagioni dal Duca di Modena, che durò fino al '32. Passò poi primo attore e padre con Romualdo Mascherpa, e ridiventò in vario tempo e con varia fortuna capocomico, ora solo, ora in società. Morì a Milano il 23 dicembre del’55 nell’età di sessantasei anni. Molte furon le lodi a lui tributate come uomo e come artista, e Augusto Bon l’ebbe in tal considerazione che scrisse per lui Il Sospettoso, il Conte nel Niente di male, l’Importuno nell’Importuno e il distratto. Recitò assai bene il repertorio goldoniano sì in dialetto, sì in italiano ; e specialmente L'uomo di mondo.