(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 17
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 17

Leigheb Giovanni. Attore brillante rinomatissimo, nacque il 1812 a Venezia da famiglia non d’artisti.

Ernesto Rossi, col quale Giovanni Leigheb fu in società dalla quaresima del '49 a tutto il carnovale del '51, così ce lo descrive :

….. era una buona pasta d’uomo, giovialone, spensierato, ma onesto : era sempre stato in primarie compagnie, Mascherpa, Domeniconi, ecc., ecc. Poco fortunato nelle parti di primo amoroso, passò a quelle di brillante, e fu cosi fortunato il passaggio, che riuscì a contendere il primato a Bel lotti Amilcare, Bellotti Bon, Giardini ed altri che non ricordo. Se tu lo avessi veduto nelle parti di Balandar, nella Catena di Scribe, nel Marchese Ciabattino e nel Bruno filatore, nel Capitano Carlotta, nelle Damigelle di Saint-Cyr, come l’ho veduto e udito io, comprenderesti come abbia potuto trasfondere il suo brio e la sua vivacità al figlio Claudio, che molto rammenta il padre suo. Possedeva una viscomica naturale, una facilità di memoria, una scioltezza di lingua, una castigatezza di gesti e di modi, che lo rendevano atto alla interpretazione ed esecuzione di ogni carattere comico e semiserio. Nella commedia in dialetto veneziano, poi, era qualche cosa di geniale, grazioso, oserei dire inarrivabile. Chi mai ha potuto come lui dar vita alla parte di Ludretto nel Ludro e la sua gran giornata di F. A. Bon ? – Nessuno – tutti gli altri che ho veduto dopo, non furono che pallide copie. Lo stesso Bellotti Bon non lo potè arrivare. Il brav' uomo era carico di famiglia. Aveva moglie, quattro figli e un quinto per via.

I rovesci politici lo avevano ridotto, come me, a chiedere un rifugio ed un pane alla Compagnia Moncalvo, nella quale, come già ti dissi, la paga veniva come la febbre terzana, se le cose andavano per il loro verso ; se poi malandavano un pochino, allora era una quartana, una quintana, e della settimana non restava che la domenica. – Miseria per miseria, dicemmo, facciamo da noi ! se ci sarà un solo pezzo di pane lo divideremo, e ringrazieremo messer Domine Dio.

E qui continua a discorrer della Compagnia, e delle traversie patite pel colera a Trieste, ove perderon la prima attrice Ferrari (V.), e d’ onde fuggirono per recarsi a far l’ autunno a Fiume.

Cessata la società col Rossi, Giovanni Leigheb passò con lo stesso ruolo in Compagnia Colomberti, poi in altre, ora socio, ora scritturato. Morì a Sebenico il maggio del '66.