(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 694-696
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 694-696

Coppa Giuseppe detto Virginio. Artista della Compagnia del Duca di Modena per le parti di amoroso con la moglie Aurelia, amorosa. Sappiamo da un ordine di pagamento del 1689 che lo stipendio degli artisti era di lire quarantacinque mensili per ciascuno. Il 3 settembre dello stesso anno il Coppa scriveva al Duca da Sassuolo, avvertendolo che si sarebbe recato a Modena con la compagnia. Di lui abbiamo la seguente istanza inedita che riferisco intera.

Seren.ma Altezza

Son già ott’ Anni, che Giuseppe Coppa detto Virginio, con Aurelia sua Moglie Comici, e Seruitori Vmilissimi di Vostra Altezza Ser.ma, habitano in Ferrara, prese à pigione quattro Camerette, situate nell’ ultimo Corritore del Cortile di detta Città, pagando per esse quattro Scuti l’anno. Hora, già che il Cielo fè sortire à Supplicanti la fortuna d’esser ammessi à questo Serenissimo Seruiggio e porta l’accidente, che l’accennato Sito è proprio di V. A. S., confidati nell’innata bontà del loro benignissimo Padrone, alle di lui Seren.me Piante prostrati ;

Vmilmente supplicano l’ A. V. S. compiacersi, concedergli gratis la sudetta Habitatione, ordinando a quel Sig.r suo Comissario, che dal tempo, che li Supplicanti seruono attualmente l’ A. V. S., non esigga da essi Piggione alcuna, il che sarà motiuo di pregare assiduamente l’ Altissimo, che doppo più Secoli di felicissima Vita, conceda all’ Altezza Vostra Serenissima una Reggia di Luce nell’ Empireo, e lo sperano.

Di fuori : À Sua Altezza Serenissima

Per

Virginio, et Aurelia Comici.

Rescritti di Cancelleria :

Si riporti 27 Aprile 1691.

Al marchese Fontanella 14 genn.° 1692.

Fu concessa l’abitazione gratuita sino a nuovo ordine con data del 29 febbraio 1692.

A detta supplica fo seguire quest’altra interessantissima, che racchiude le forme e le qualità de’ singoli artisti componenti la Compagnia del Duca.

Seren.ma Altezza

Scorron già Venti giorni, che la Compagnia de Comici Seruitori Vmilissimi di Vostra Altezza Ser.ma sì ritroua in Brescia, ma con sì poca fortuna, che può dirsi disgratia, e questa omai degenera in deplorabil Miseria, mentre il nostro lucro non uiene ad esser bastante per le Piggioni. Il ritrouarsi in tale stato, e quel ch’ è più senza speme di miglioramento, stante l’improprietà della Stagione, doppo un Viaggio sì dispendioso da Genoua à questa parte, con un debito di Compagnia di gran consideratione per la Condotta, ci costringe a portar auanti l’ A. V. S. le nostre Miserie, sicuri, che rimirate dalla medema con gl’ Ochi del suo benignissimo Compatimento, non ci lascierà senza sollieuo, senza di cui non sarà possibile, che di quà parta la Compagnia se non ui lascia le Robbe ; Che però prostrati i Comici Ser.ri Vm.mi di V. A. S. alle sue Seren.me Piante

Vmilmente la suplicano ad esercitar seco in si urgente Ocasione gl’ atti di quella Generosità con cui assistè sempre a’ suoi Servi, accertandola, chè l’A. V. S. non haurebbe il tedio delle nostre Supliche, se la Necessità non ci fosse di sprone, come ne può far fede il Cauag.r Protettore, e col bacciare il terreno calpestato dal suo Seren.mo Piede, si giuriamo

Brescia li 10 Agosto 1690.

Di Vostra Altezza Ser.ma

Vm.mi et Osseq.mi Ser.ri

Anna Arcagiati detta Rosaura
Gaetano Cacgia detto Leandro
Giuseppe Coppa detto Virginio, anche per
Aurelia mia moglie
Gennaro Sacchi d.° Couiello Cardocchia, e per
Armellina mio matrimonio
Galeazzo Sauorini d.° il Dottore
Marco AntZanetti d.° Truffaldino
Carlo Zagnoli detto Finochio
Antonio Rico Boni Pantalone.

Coralli Carlo, di Bologna. Segretario di Francesco Albergati, cominciò ad addestrarsi sotto di lui nella maschera di Arlecchino e in altre parti comiche o serie a viso scoperto. Innamoratosi a Venezia di una nipote di Antonio Sacco, fu accolto il 1772 nella Compagnia da lui condotta, nella quale stette due anni, ma con poca fortuna, sostituendolo talora nella maschera del Truffaldino. Il matrimonio non si effettuò più – per ignote cagioni – dice Fr. Bartoli. Ma senza dubbio esse dovean ricercarsi nella soverchia dimestichezza che il Coralli aveva con Teodora Ricci, moglie del Bartoli ; dimestichezza che fece montare su tutte le furie il Sacco, vecchio ottuagenario, che della giovane artista era bestialmente invaghito, e che assalì con mortificazioni e sgarbi di ogni specie il Coralli, il quale dovè ricorrere alla protezione del Gozzi : e sarebbe rimasto senza dubbio in compagnia, nonostante l’ invelenimento del Sacco, se, pel timore di essere definitivamente scacciato, non avesse ricorso a uno strattagemma volgare di cui fu vittima un bravo e onesto comico della compagnia. (C. Gozzi, Memorie inutili, II). La quaresima del ’74 entrò nella Compagnia di Pietro Rosa come Arlecchino, per passar poi, scritturatovi da Francesco Zanuzzi venuto a posta in Italia, nella Compagnia italiana di Parigi, nella quale esordì il 16 maggio del 1775 nella commedia in quattro atti : Il Dottore avvocato dei poveri. Egli entrò alla Commedia italiana per recitare al fianco del Bertinazzi che non poteva per vecchiezza disimpegnar da solo il ruolo di Arlecchino ; e se non poteva accostarsi troppo all’arte sovrana di lui, benchè anch’ esso attore di pregi singolari, pure collo studio indefesso, colla più schietta modestia, seppe conquistarsi la benevolenza del pubblico e del comitato del teatro, il quale, quando nel 1780 licenziò gli attori del genere italiano, pensò bene di conservare il Coralli.

Morto Carlino, il 6 settembre del 1783, Coralli entrò nel pieno possesso del ruolo di Arlecchino, e quattro giorni dopò, avanti di recitare nei Due Biglietti di Florian, rivolse al pubblico calde e affettuose parole di ammirazione e di compianto pel suo grande predecessore, che gli accrebber subito la benevolenza del pubblico. Al principio del 1789 egli era tuttavia unito alla Commedia italiana. Il Bartoli, contemporaneo del Coralli, dice : « Nella maschera dell’ arlecchino non piacque pel troppo disuguale paragone del tanto ben veduto ed accreditato Bertinazzi. Rimase però il Coralli in Francia, esercitandosi in altre cose per servizio di quella Truppa, fino a tanto che venne in questi ultimi tempi abolita. Il Coralli non ha voluto riveder l’ Italia, ma avendo sposata una figlia del Ruggeri, fabbricatore di fuochi artificiali, è rimasto a Parigi, impiegato colla Truppa francese allo stesso Teatro, e un tal impiego gli fa onore e giovagli altresì per il congruo, e necessario suo decoroso mantenimento. »

Una delle migliori creazioni del Coralli fu quella del fratello minore nei Gemelli Bergamaschi di Florian, dati la prima volta il 6 agosto 1782, in cui si fece molto applaudire al fianco del Bertinazzi che rappresentava il fratello maggiore : e una delle peggiori pare fosse quella nel Venceslao, dramma francese, come appare dalla prefazione del traduttore Francesco Gritti.